Challenge Slice of Life : Piccoli frammenti delle nostre vite.

di Reine_De Poiters
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bagno ***
Capitolo 2: *** Colazione ***



Capitolo 1
*** Bagno ***


Prompt: Bagno
Titolo: Un lungo bagno.
Autore: Reine_De Poiters
Fandom: Saint Seiya (serie classica)
Personaggi: Gemini Saga; Gemini Kanon
Genere: Slice of life/comico
Rating: Verde
Avvertimenti: nessuno.
Lunghezza: 923 parole 
Note dell’autore:Chi non ha mai litigato con i suoi, fratelli, cugini, nonni, zii, madri, padre e simili per il bagno? Che succede se a litigare sono due fratelli sadici fino al midollo? Cosa succede se questi simpatici fratelli sono anche fanatici dei bagni che durano ore? Piccola One-Shot per strapparvi un sorriso. Correggetemi qualsiasi errore, serve per aiutarmi a crescere ;) ogni recensione, critica o positiva, è ben accetta. Questa storia partecipa alla challenge “Slice of life” indetta da areon sul forum di EFP!
 
 
Bussò per la terza volta quella mattina, bussò ancora e ancora, ma non ricevette nessuna risposa e per un attimo pensò che suo fratello fosse stato risucchiato dallo scarico del WC, in quel momento non gli sarebbe affatto dispiaciuto.
 
Da quando la loro Dea li aveva riportati in vita dopo la battaglia contro il padrone degli inferi suo fratello Kanon, ormai redento, si era sistemato in pianta stabile nel terzo tempio col consenso di Atena.
 
-Kanon!- bussò con ancora più forza il gemello maggiore. Le divergenze tra i due non erano ancora del tutto risolte, ma la maggior parte di problemi erano stati domati e sepolti nei ricordi del passato. Non erano risolti però i piccoli problemi quotidiani che nascevano nel momento della convivenza, specialmente fra due persone con abitudini così diverse, perché si loro erano così uguali nell'aspetto, come due gocce del mare Egeo, ma così diversi nel carattere e nelle abitudini.
 
-Kanon, devo andare ad allenarmi, esci dal bagno!- non perdeva la pazienza molto facilmente, ma con suo fratello era tutta un'altra musica, riusciva a fargli perdere le staffe come nessun'altro.
Saga sentì suo fratello sbuffare sonoramente dall'altra parte della porta -Sono nella vasca e non uscirò da qui prima delle undici- Kanon lo liquidò così, tagliente e diretto senza possibilità di "se" e di "ma".
 
La passione per i lunghi bagni era di famiglia pensò Saga riportando la mente alle ore passate a rilassarsi nelle terme del tredicesimo tempio, bei tempi.
-Esci Kanon! Non puoi appropriarti così del MIO bagno- il minore, ancora sdraiato bellamente nella vasca, sbuffò così sonoramente che il fratello riuscì a sentirlo benissimo.
-Punto uno è il nostro bagno visto che viviamo insieme, punto secondo invece di urlarmi contro potresti benissimo chiedere a uno dei nostri vicini di usare il suo bagno- concluse così l'ex Sea Dragon.
 
Se riusciva ad  entrare nel bagno lo uccideva, Saga ne era sicuro, continuò a bussare in maniera ostinata il gold che però non ricevette nessuna risposta, di nuovo.
-Kanon! Giuro che la sfondo questa porta se non apri!-
-Sei noioso a lungo andare Saga, te ne rendi conto?- il tono di Kanon voleva sembrare annoiato, ma traspariva il divertimento nel prendere in giro il gemello, era un sadico cronico. Ogni mattina era sempre la stessa storia, il minore si chiudeva in bagno per ore e quando era sufficientemente rilassato o stufo del lunghe ore passate nella vasca usciva e ,con molta nonchalance, ignorava gli epiteti poco carini con cui il maggiore lo apostrofava.
 
 Non era affatto facile convivere con suo fratello constatò Saga, ma questo non lo aveva scoperto in quel momento, lo aveva ricordato dopo due minuti di convivenza perché Kanon era sempre stato così, non era cambiato di una virgola sotto quell'aspetto.
 
-Potresti togliermi una curiosità?-
-Dimmi- il tono del più piccolo era meravigliato, Saga riusciva a immaginarsi le sopracciglia aggrottate e la bocca impercettibilmente arricciata del fratello minore.
-Come facevi quando ti trovavi nel regno di Poseidone? Non credo tu avessi il tempo di bagni così lunghi-
-Infatti sto recuperando il tempo perso- la voce allegra del più piccolo arrivò alle orecchie esauste di Gemini come una grande presa in giro, probabilmente lo era.
 
Il gold si passò una mano sul volto crucciato, la fece scivolare fra i capelli biondi e poi ebbe l'illuminazione, non come quella del guardiano della sesta ma siamo lì.
-Senti Kanon, io me ne vado- girò i tacchi mentre il fratello, fra una piccola risata e l'altrà, gli chiese -Dove?-
-Seguo il tuo consiglio, vado a chiedere a uno dei nostri vicini se mi presata il suo bagno-
-A chi? A DeathMask?Così poi posso ammirarti da una delle pareti del quarto tempio- rise di cuore il giovane nella vasca, era riuscito nel suo intento, o almeno così credeva.
-Ad Aiolos- le risate si fermarono e,per un momento,Saga pensò di aver ucciso suo fratello con l'uso di una preposizione e di un nome proprio, sapeva benissimo che Kanon non tollerava il Santo del Sagittario, era troppo buono per uno come lui ed era sempre circondato da un'aureola di bontà che il fratello definiva zuccherosa e sdolcinata fino al midollo, gli facevano venire l'ortica cose del genere.
 
Si sentì solo del frastuono, barattoli che cadevano e imprecazioni del gemello minore che, in meno di un nano secondo, gli aveva aperto la porta con solo l'asciugamano addosso.
 
Saga,ancora girato, rise sotto i baffi e si voltò.
-Guarda che io ho finito se ti serve il bagno- cercò di ricomporsi Kanon, ma inutilmente, i suoi piani non erano andati come aveva previsto, ma l'illuminazione del fratello aveva dato i suoi frutti.
-Grazie, non pensavo avresti fatto così in fretta- sorrise molto sadicamente Saga, diede una pacca alla spalla del fratello ancora bagnato e pieno di sapone, entrò in bagno chiudendosi la porta dietro e poi, quasi in maniera liberatoria, scoppiò in una lunga e fragorosa risata senza nessun contegno.
 
-Ehi tu! Vuoi lasciarmi qui in questo stato? Fammi entrare!- l'ex generale sbatte i pugni contro la porta e sbuffò, sarebbe toccato a lui seguire i suoi stessi consigli. Si guardò prima a destra e poi a sinistra, finire su una della pareti del quarto tempio o sentire i monologhi logorroici del custode della seconda casa, decisamente la seconda.
 
Saga, ormai sdraiato nella vasca, si divertì come un bambino davanti a un clown nel sentire i grugniti arrabbiati del fratello mentre si recava da Aldebaran.
Sprofondò nell'acqua fino al mento e, abbandonato ogni proposito di allenarsi, distese i muscoli e si rilassò,sarebbe stato un lungo bagno.

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Capitolo 2
*** Colazione ***


Prompt: 4 Colazione
Titolo: Quella faticosa colazione.
Autore: Reine_De Poiters
Fandom: Saint Seiya (serie classica)
Personaggi: Leo Aiolia; Aquila Marin
Genere: Sicle of life/romantico
Rating: Verde
Avvertimenti: nessuno.
Lunghezza:  517 parole
Note dell’autore: Un piccolo momento di dolcezza mattutino fra Aiolia e Marin una coppia che sto scoprendo piano piano e che sto imparando ad amare. È il primo scritto che pubblico, ma questo non vi autorizza ad essere buoni miei lettori, qualsiasi tipo di recensione, specialmente se costruttiva, è ben accetta. Fatemi notare qualsiasi tipo di errore così da potermi migliorare.
 
 
                                    [IMG]http://img856.imageshack.us/img856/8811/k5hf.jpg[/IMG]
 
L'odore del caffè pungente gli solleticò le narici, le lenzuola gli scivolarono di dosso delicatamente quando si mosse nel letto.
 
Aiolia si girò nel letto dove, la notte precedente, lui e la fiera aquila avevano consumato il loro amore e si sorprese di non sentir la presenza calda della giovane donna.
 
Il Leone continuò a rigirarsi nel letto finché, stufo dei raggi del sole che gli illuminavano le palpebre semichiuse, si mise seduto sul letto e iniziò a cercare con gli occhi i boxer, buttati chissà dove da Marin in un impeto di focosa passione.
 
 Sentì nuovamente l'odore del caffè provenire dalla cucina e solo in quel momento collegò la mancanza della sacerdotessa al caffè, le ancelle non erano adibite a cucinare e il caffè sicuramente non si era preparato da solo.
 
Trovati gli agognati boxer si sbrigò a vestirli e si recò dalla giovane che, come aveva potuto intuire dall'odore del caffè, stava preparando la colazione.
 
-Vedo che ti sei svegliato, non è tua abitudine dormire così tanto- il volto della giovane era concentrato su una brioche, ma Aiolia poteva notare un piccolo sorriso malandrino e dolce sul volto rilassato della sua donna. Amava quel sorriso più di ogni altra cosa.
 
-Buongiorno anche a te Marin- il leone d'oro si avvicinò alla giovane poggiando le proprie labbra sulla sua guancia.
-E poi che ora potrà mai essere, le otto?Le nove?- il tono di Aiolia era scherzoso, come il sorriso della giovane che con calma aveva poggiato il caffè e le brioche pronte al tavolo dove Aiolia sedeva.
-Aiolia sono le undici e mezzo- il biondo per poco non sputò il caffè che aveva appena iniziato a sorseggiare -Io alle dieci avevo appuntamento al campo allenamenti con Milo!-
 - Se me lo avessi detto ieri sera magari ti avrei svegliato amore, ma eri impegnato in altre cose dal quel che ricordo- la giovane ridacchiò facendo arrossire il ragazzo che davanti a lei si stava gustando la colazione preparata dalla rossa.
 
Aiolia fece per alzarsi, ma fu fulminato dallo sguardo della compagna -Non hai ancora finito di fare colazione- il cavaliere non protestò e mestamente si rimise seduto mentre Marin gli portava altri dolci preparati da lei stessa.
 
Aiolia non obbiettò e continuò ad assaporare le leccornie preparate dalla ragazza,mentre questa sorseggiava il caffè caldo e amaro. Quello era uno dei momenti che il Leone d'oro preferiva di più, era l'unico momento in cui lui e Marin si potevano distaccare dalla realtà di Saint ed esplorare la quotidianità della coppia.
 
 La colazione era il pasto più importante della giornata, per loro era il momento più importante della giornata dove, protetti dalle mura del quinto tempio, potevano parlare del più e del meno senza obbligo alcuno, senza paura alcuna.
Mangiò tutto fino all'ultimo morso poi, con le labbra ancora ricoperte di briciole, baciò la ragazza sulle labbra rosse e carnose.
 Sotto lo sguardo della giovane il cavaliere si alzò per andare ad allenarsi almeno una mezz'ora.
-Dove credi di andare, devi ancora lavare i piatti- il biondo si girò verso il lavandino pieno di stoviglie sporche, poi guardò supplichevole Marin. Le sue colazioni erano tanto buone quanto faticose da preparare e per lui da lavare.

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