Anti-Death

di LiquidScience
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Inverso ***
Capitolo 2: *** Indietro ***
Capitolo 3: *** Labirinto ***
Capitolo 4: *** Scacco ***



Capitolo 1
*** Prologo: Inverso ***


Near sedeva a terra, giocando a scacchi. Con la mano destra muoveva le sue pedine, quelle scure, mentre con la sinistra quelle chiare, le avversarie. In quel momento stava pensando a un modo per far uscire allo scoperto Kira e arrestarlo. Avevano inoltre qualche sospetto che Kira e L fossero la stessa persona.
Più che sospetto, era quasi una certezza. Avevano solo bisogno di prove per incastrarlo.
“Essendo nascosto sotto il nome di L, Kira ha ancora la polizia giapponese dalla sua parte” spiegò N, mangiando un pedone chiaro con l’alfiere.
“La torre sorveglia il re, rendendo inutile un tentativo di scacco” continuò, muovendola torre chiara in difesa del re.
“Ma se il pedone arriva a bordo scacchiera, riporta in vita la regina defunta”
Detto questo, scambiò il pedone sul bordo con la regina scura.
“Scacco matto, Yagami” disse infine, sorridendo.
“Cosa intendi con questo?” chiese Rester, perplesso.
“Portami una pagina del Death Note che abbiamo sottratto a Mikami e vedrai” concluse, rimuovendo il re chiaro dalla scacchiera, definitivamente.
 
***
 
Le nuvole grigie coprivano parzialmente il cielo, rendendo ancora più cupa l’atmosfera del cimitero. Gevanni e Rester stavano in piedi mentre Near era seduti, tutti davanti a una tomba particolare. Era diversa dalle altre, non aveva nomi né foto né iscrizioni. Anonima, completamente sconosciuta. Banale e monotona ad una prima occhiata, ma invece era proprio questa caratteristica che la rendeva unica.
Avevano ordinato al becchino di scoperchiarla e questo, seppur non molto concorde, acconsentì.
Quando aprì la bara Near sentì una sensazione strana… un tuffo al cuore. Da tanto non provava più una cosa del genere, ma era inevitabile davanti a colui che giaceva nella tomba. O meglio, quello che ne restava.
“Avanti, Rester. Procedi con l’operazione R” disse N. Gevanni chiese al becchino di allontanarsi.
Rester prese un foglio dalla tasca, con cautela, e una penna. Scrisse un nome al contrario, lentamente, guardando a tratti il contenuto della bara e il foglio.
Quando ebbe finito, aspettarono con ansia. Near cominciò ad attorcigliarsi i capelli, teso.
Venti secondi. Ancora niente.
Trenta secondi.
Ormai avevano quasi perso la speranza, tra i tre cominciò a balenare l’idea che il trucchetto escogitato da Near non funzionasse.
Quaranta secondi. Il tempo sembrò fermarsi in quell’istante, tutti trattennero il fiato.
Qualcosa accadde: le carni ormai quasi decomposte del defunto cominciarono a ricomporsi e nel giro di qualche minuto il cadavere sembrava non essere mai morto.
N sorrise lievemente alla vista di ciò che accadde. Come aveva previsto.
Colui che giaceva nella bara mosse un dito, suscitando scalpore tra Rester e Gevanni, poi tutto il braccio e si alzò, guardandosi attorno e chiedendosi dove fosse.
Near si avvicinò.
“Bentornato nel mondo dei vivi, Elle”





(angolo dell'autrice: Salve a tutti! Questa è la prima fanfiction che scrivo su un anime/manga... ci ho lavorato un bel po' per escogitare la trama, spero vi piacca :D )

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Capitolo 2
*** Indietro ***


Molti anni prima
 
Le campane dall’alto della torre si facevano sentire con il loro suono lento, ritmico. Sembrava una litania fatale, come un requiem. Il singhiozzo di un bambino interrompeva questa strana tensione, ma nessuno ci fece caso all’interno dell’orfanotrofio.
Nessuno, ad eccezione di un ragazzo in fondo a un corridoio.
Questi si voltò e, con passo lento, si avvicinò al bambino.
“Cosa è successo? Perché sei triste?” gli chiese, accucciandosi lì di fianco e cingendolo con un braccio per consolarlo.
Il bambino non rispose subito, tentò prima di riparare il braccio di un robottino, brutalmente rotto da un bulletto.
“Sono stati loro?” chiese il ragazzo più grande.
“Sì. Se la prendono sempre con me perché ho i capelli chiari”
Il ragazzo più grande prese un mattoncino con il pollice e l’indice, delicatamente, e lo posizionò in un posto in alto. Il bambino lo osservò attentamente portare quel pezzo, prima a terra e quasi inutile, fino alla cima della torre di blocchetti da costruzione, facendolo diventare così una delle parti più belle e in vista della costruzione.
“Sai, quando ero piccolo anche io venivo spesso deriso per il mio strano modo di fare. Ma ho imparato a non buttarmi giù, non sottomettermi alle loro buffonate e cercare sempre una soluzione razionale. Perché se non si può battere qualcuno con la forza, lo si deve fare con l’astuzia. E così ce la farai. Ora asciugati le lacrime” disse sorridendo.
Il bambino fece tesoro di ogni sua singola parola e guardò i suoi occhi grigi con ammirazione.
 
Fu in quel momento che Nate River si ripromise di sfruttare il suo intelletto sopra la media per difendere sé stesso e tutti coloro che fossero in difficoltà.
Sarebbe sempre stato vicino a chi ne avesse avuto bisogno.
 
“Near” disse L ad alta voce dalla cucina, per farsi sentire da N che stava giocando nella sala principale.
“Sì, Elle?” rispose, senza staccare gli occhi dalla torre di dadi da gioco che stava costruendo.
L lo raggiunse con una faccia un po’ delusa.
“La torta è finita. Ne hai dell’altra?”
“No. Dovrai accontentarti di quello che c’è” rispose pacatamente Near.
Sul volto di L comparve un’espressione a dir poco scandalizzata. Si girò lentamente, verso la dispensa, camminando con un’andatura lenta, schiena lievemente ricurva e strisciando i piedi scalzi sul pavimento.
Rester lo osservò mentre vuotava un intero sacchetto di orsetti di caramella in una ciotola, afferrarne uno  e lasciarselo cadere in bocca dalla mano appena sopra la sua testa.
Era un tipo strano, anche più di Near. Quell’andatura, le occhiaie e la carnagione pallida, poi, gli ricordava un film sugli zombie.
Che fosse veramente il miglior detective del mondo era a dir poco incredibile. Tutti si sarebbero aspettati il classico tipo con la faccia da poliziotto, invece…
“È l’Empire State Building?” chiese L, indicando la costruzione di Near, che si limitò ad annuire. Successivamente si avvicinò ai monitor sulla parete e si accovacciò su una sedia.
“Rester, mi servono tutti i dati delle indagini raccolti dalla mia morte fino ad oggi”
Non voleva ammetterlo, ma dire ‘dalla mia morte’ gli faceva un certo effetto.
L’altro ubbidì, accedendo al database dell’SPK per mostrare al detective tutti i fascicoli sulle indagini.
L addentò l’ennesima caramella, poi appoggiò il pollice alle labbra come era solito fare mentre rifletteva.
“Quindi siete arrivati alla conclusione che Teru Mikami è in possesso di un altro quaderno, sotto gli ordini di Kira”
“Esatto” disse Near “E, prevedendo un nostro tentativo di sottrarglielo, avevano creato una copia fasulla per vanificare un nostro tentativo di alterarlo”
“Interessante” disse L, tenendo comunque gli occhi fissi sul file di Mikami allo schermo.
“Stavamo per cadere nella sua trappola, quando Gevanni notò che Mikami, benché essendo un tipo estremamente abitudinario, ha effettuato l’accesso alla sua cassetta di sicurezza della banca per due giorni di fila. Così siamo venuti a conoscenza del tranello e della locazione del vero quaderno, così è stato facile sottrarli entrambi”  intervenne Rester.
“Perfetto. Fammeli vedere. Tutti e due”
Detto questo allungò la mano, aspettando che Rester gli consegnasse i quaderni. Uno, quello falso, lo appoggiò sul tavolo mentre quello vero lo esaminò attentamente, tenendo con gli indici e i pollici gli angoli superiori. Guardò attentamente le scritte, la grafia e l’ordine, pagina per pagina. Successivamente prese in mano l’altro e lo esaminò con le stesse modalità.
“Questo è quello falso. La grafia è più marcata, poco spontanea e più ordinata, tipica di una persona che vuole copiare un documento alla perfezione. Inoltre, le regole del quaderno originale sono leggermente sbiadite nei punti dove vengono a contatto con le dita, come anche le pagine sono evidentemente più usurate che nella copia” concluse L, mantenendo comunque lo sguardo fisso innanzi a sé.
“Esattamente” disse Near, cominciando ad attorcigliarsi i capelli con la mano destra.
“Suppongo che anche voi siate arrivati alla conclusione che Light Yagami sia Kira”
N annuì. L prese un paio di caramelle e le infilò in bocca.
“Adesso spiegaci come tu sei arrivato a questa conclusione”
L finì di masticare e ingoiò. Appoggiò il quaderno sopra il tavolo e con una mano fece girare la sedia verso il suo interlocutore, mentre Rester ascoltava pazientemente tutto quanto.
Il ragazzo espose tutti i risultati delle indagini da lui portate avanti, secondo le quali Kira era probabilmente uno studente, residente nella regione del Kanto e avente accesso alle informazioni della polizia. Accennò poi alla relazione tra Light e Misa Amane, arrestata con l’accusa di essere il secondo Kira ma successivamente rilasciata.
Prove e controprove, alibi e soluzioni: raccontò tutto quello che era andato perduto con la morte di Watari e la sua.
“L’unica prova a loro favore che ci impedì di arrestarli fu la cosiddetta ‘regola dei tre giorni’, che non ho mai potuto verificarne la veridicità”
Near lo fissò parlare, attorcigliandosi i capelli bianchi nervosamente. 
“Se si fosse rivelata fasulla, il caso sarebbe stato chiuso. Ma ora, con la tua morte e la conseguente perdita  di tutti i risultati delle tue indagini, finite in mano a Light, dovremo trovare un altro modo”
L annuì e prese i mano i due quaderni.
“Immagino che uno di questi dovrà essere restituito al proprietario, prima che sospetti qualcosa”
“Esatto. Mikami scrive solitamente una pagina di nomi al giorno. Abbiamo sostituito le pagine dal 28 gennaio in poi. Faremo la stessa cosa anche nel quaderno vero. Così, in quei giorni, potremo agire in sicurezza” spiegò Near.
“Ah ah!” intervenne L agitando in aria un dito “Aspetta. Quando entrai in possesso del Death Note per la prima volta, notai che in fondo era stato strappato un angolo della pagina. C’è quindi il 20% di possibilità che si possa uccidere anche facendo ricorso a un frammento del quaderno… anzi, il 30%”
Near rimase sorpreso. Le circostanze non lo portarono mai a poter pensare una cosa simile.
“Sarà opportuno quindi sostituire l’intero quaderno. Rester, Di’ a Gevanni e a Halle di preparare una copia del quaderno il prima possibile” disse N, appoggiando l’ultimo dado in cima alla miniatura del grattacielo.
 
***
 
Misa camminava a passo lento ma aggraziato i sentieri del cimitero della città, seguita a ruota da Mogi. Sembrava avesse già in mente il percorso dove andare, come un GPS inciso dall’abitudine.
Dopotutto, era l’anniversario della morte della sua famiglia. Teneva in mano qualcosa con estrema cura, come fossero fatti di un qualche materiale fragile e prezioso.
Arrivata di fronte alle lapidi, depose un piccolo ramoscello di ciliegio su cui una gemma aveva cominciato a sbocciare accanto alle lapidi. Era stata una settimana particolarmente calda, quel bocciolo aveva rotto il ghiaccio prima di tutti. Adoravano ammirare i fiori di ciliegio, in primavera, così aveva pensato di fare loro dono del primo, così tanto in anticipo rispetto agli altri.
Mogi guardava la scena con un po’ di rammarico. Provava un po’ di compassione per quella ragazza.
Sospirò e per caso alzò lo sguardo verso le altre lapidi, più lontane.
Una in particolare catturò la sua attenzione: quella sena nome. Sapeva chi ci giaceva, ma quello che più fece scalpore fu la terra smossa di recente sopra di essa.
Allarmato ma allo stesso tempo piuttosto confuso, chiamò Light.
 
***
 
Light mise il cellulare in silenzioso prima di entrare nella grande sala dove la polizia soleva svolgere le riunioni più importanti. Per qualche strano motivo, avevano chiamato anche la squadra a cui era stato affidato il caso Kira, oltre che ai poliziotti comuni.
Si sedette, calmo. Era un’altra mossa dell’SPK? Se così fosse, doveva fare attenzione.
Non erano persone da sottovalutare.
Uno schermo si accese alle spalle del neo-direttore generale della polizia, Soiro Harikou, facendo tacere i chiacchiericci dei poliziotti e degli investigatori seduti nella sala riunioni.
Light vide con la coda dell’occhio il cellulare illuminarsi, per avvisarlo di una chiamata in arrivo.
“Mogi? Ma che vuole adesso? Lo richiamerò dopo” pensò, rifiutando la chiamata.
Quando alzò la testa, vide che sullo schermo era apparsa una lettera: una elle.
“Ma cos…?”
Sorpreso, non finì nemmeno di formulare il pensiero. Socchiuse gli occhi e tirò un respiro. Era sicuramente un altro trucco. Magari tenevano sotto controllo la stanza con le telecamere, monitorando le reazioni dei presenti.
Quindi, doveva stare calmo.
“Buongiorno, rispettabili membri del corpo di polizia” disse una voce, metallica e tremendamente familiare.
“Qui è Elle che vi parla… Il vero Elle”
Quest’ultima frase suscitò scalpore tra i presenti, che iniziarono a discutere tra loro.
“Silenzio!” disse Harikou.
“Grazie. Negli ultimi sei anni, Un impostore ha preso le redini delle indagini sul caso Kira, spacciandosi per me. Suppongo sia collegato in qualche modo con il serial killer, se non Kira stesso…” continuò Elle, lasciando alcune persone a bocca aperta, altre scettiche, altre ancora indifferenti.
“E come facciamo a sapere che non sia tu il falso?” disse uno, alzandosi dal suo posto.
“Detective Yami Onigawa, non me l’aspettavo da Lei una simile risposta. Abbiamo lavorato insieme al caso del serial killer dei night club, non se lo ricorda?” rispose L.
“E come facciamo a essere sicuri che non ti sia prima informato sui casi svolti da Elle?” chiese un altro dei presenti.
Ryuk si avvicinò a Light e ridacchiò.
“Ah ah! Questi umani sono sempre più interessanti! Voglio proprio vedere come andrà a finire!”
“Ryuk… “  pensò Light, quasi volesse rimproverarlo per l’interruzione.
“Signor Onigawa, si ricorda quello che ho detto riguardo mentre Lei mi faceva rapporto al telefono? ‘anche un topo di fogna usa certi accorgimenti nel rubare’. Questo lo sappiamo solo io e Lei” affermò Elle, quasi se avesse la battuta pronta.
“Può confermarlo?” chiese il detective di prima.
“Sì… è vero” ammise Yami.
“Bene” continuò L “Non ho nient’altro da dire, per ora. Guardatevi bene le spalle”
Con questo la trasmissione si chiuse, lasciando due minuti di silenzio tra i presenti.
Light continuò a guardare lo schermo spendo, pensieroso.
“Cos’hai in mente questa volta, Near? Vuoi farmi credere che i morti possano tornare in vita?”
 
 
 
(nota dell’autrice: Eccomi con il secondo capitolo! Spero sia all’altezza delle vostre aspettative)

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Capitolo 3
*** Labirinto ***


Light tornò al suo appartamento pensieroso. Cosa aveva in mente Near? Inscenare la resurrezione di Elle? Per quale motivo? Solo i membri della Task Force investigativa sul caso Kira erano al corrente della morte del detective... Che abbia già intuito qualcosa?
Scrollò la testa, chiudendo gli occhi. Inutile farsi vedere turbato, non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione.
Se Near vuole giocare sporco, vuol dire che non ha più carte nella sua mano. Doveva sfruttare la situazione a suo vantaggio. 
Entrò nell'appartamento con un lieve sorriso maligno sulla bocca, facendo attenzione che gli altri non lo notassero.

***

L fissava il pezzettino di torta tenuto sospeso davanti ai suoi occhi da una forchetta con un sorrisetto compiaciuto e il pollice sinistro appoggiato su un angolo della bocca.
"Mi chiedo quale reazione abbia avuto Light" disse, infilando la fetta di torta in bocca tutta intera.
"Parli come se tu non riuscissi a immaginarlo" rispose Near, questa volta intento a completare un vecchio puzzle.
"Ci sono svariate reazioni che una persona potrebbe avere di fronte a una situazione simile, ma c'è il 63% di probabilità che sia quella che avevo previsto"
N fece un cenno per incitarlo a parlare.
Non che non ci fosse arrivato anche lui, ma voleva sentire la sua versione. 
"Light Yagami presumo sia a conoscenza del fatto che Mikami sia sotto la nostra sorveglianza. Certamente si servirà di lui per scoprire l'identità del pedinatore e controllarlo a sua volta per arrivare a noi..."
L si fermò con il boccone a mezz'aria, come se avesse avuto un flashback,  un'illuminazione o entrambi, ma ficcò in bocca il pezzo di torta senza darci troppo peso. Near lo guardò con un'espressione interrogativa e chiese spiegazioni.
"Uhm, niente" mentì. Aveva solo una supposizione, voleva fare delle ricerche prima di riferirlo a Near.
"Ha già fatto una cosa del genere per scoprire il nascondiglio di Mello. Credi davvero che si azzarderebbe a ricorrere una seconda volta alla stessa strategia? Sarebbe rischioso” Chiese N. In un certo senso, lo divertiva mettere alla prova Elle.
"Ricordati che Kira è infantile e detesta perdere. Sarebbe pronto a tutto pur di salvarsi la pelle"
Guardando deluso il piatto vuoto, L lo riempì con un'altra fetta di torta.

***

Teru Mikami sedeva tranquillo nella metropolitana di Tokyo, quando ricevette una telefonata al cellulare.
"Pronto?"
"Ascolta attentamente ciò che ti sto per dire e non fare nulla di compromettente mentre stai parlando con me" spiegò Yagami dall'alto capo del telefono. Teru fece un cenno di approvazione. 
"Ottimo. Fai attenzione, c’è una persona che ti sta pedinando. Voglio che tu legga il suo nome e me lo riferisca"
"Certo, è..."
"Non adesso. Non faresti che gettare benzina sul fuoco. Richiamami su questo numero non appena raggiungi un posto isolato"
"D'accordo"
Light chiuse il cellulare con soddisfazione.
Stupido Mikami, stavi per mandare all’aria tutto.
Cominciava a chiedersi se fosse stato giusto fidarsi di Teru e della sua cieca devozione.
Near… presto seguirai L nella tomba! Sarò finalmente libero di creare un nuovo mondo!

***

Near si alzò da terra, sbadigliando.
"Elle, non hai mai chiuso occhio da quando sei tornato... non credi sia meglio riposare un po'?"
Era ormai tarda notte e Near si stava preparando per dormire, mentre L continuava a guardare e riguardare vecchi fascicoli. 
"Ho dormito per anni, credo mi basti per un bel po' non ti pare?" Disse ironicamente, continuano a sfogliare fascicoli digitali.
"Come vuoi. Buonanotte"
Con questo i due si congedarono. L in realtà stava morendo di sonno, ma cercò di resistere. C'era qualcosa nel caso di Raye Pember che ancora non era chiaro, ovvero come Kira sia stato in grado di scoprire i nomi degli agenti dell’FBI servendosi del suo pedinatore. Al tempo non ci aveva pensato adeguatamente, ma il ragionamento fatto riguardo le prossime mosse di Yagami aveva aperto qualche strada.
Non ne era sicuro, ma se si fosse servito di qualcuno in passato per scoprire l'identità del suo pedinatore, allora eseguire una mossa rischiosa ma già collaudata in passato non dovrebbe essere una cosa così impossibile. E il caso del covo di Mello ne era una prova.
Dovevano tenere gli occhi aperti, sulle loro vite e su quelle dei loro collaboratori.
Così, forse rasserenato da quelle sudate conclusioni, si lasciò andare addormentandosi sulla sedia, così com'era seduto.
 
***
 
Si svegliò di soprassalto, turbato nel sonno dal ricordo delle ultime immagini prima della morte. 
Si sentiva confuso, ma non assonnato. Era meglio lavorare a una strategia per incastrare Kira, visto che ne aveva il tempo.
Ma non c'era niente di meglio che una fetta di torta per schiarire le idee.
Attraversò il corridoio verso le cucine dello stabile, passando accanto alle camere di Near e Rester. Halle e Gevanni erano occupati in incarichi esterni per cui non erano al quartier generale.
Camminò a passo deciso, con le mani in tasca e tenendo la schiena curva com’era suo modo di fare.
Si fermò appena dopo aver oltrepassato le camere. C’era un inquietante silenzio.
Una persona normale non ci avrebbe fatto caso, ma L ebbe qualche sospetto.
Near aveva affermato più volte che Rester russava la notte.
Non c’erano rumori. Silenzio.
La porta di Near era socchiusa e si poteva vedere benissimo il ragazzino assopito al suo interno.
Quella del collaboratore era chiusa, ma non a chiave. La aprì lentamente.
Rester giaceva a terra, sul pavimento, con la mano sinistra che stringeva la camicia all’altezza del cuore.
“Rester…! Rester!” disse chinandosi e scuotendolo lievemente.
Nessuna risposta. Tastò il polso. Rester era morto, probabilmente di arresto cardiaco.
Sentì dei passi alle sue spalle e si girò di scatto.
Near si fermò alla porta, contorcendosi i capelli con una mano mentre con l’altra teneva un orsacchiotto, assonnato. Capì immediatamente la situazione e si avvicinò, testando il polso del collaboratore.
“È morto” lo anticipò L.
“Non credo sia stato Kira” disse N.
“Le probabilità che sia opera sua sono inferiori al 3%... anzi, 2. Rester non si dovrebbe essere mai esposto in pubblico in veste di agente dell’SPK”
“No, infatti. Mi sarei aspettato Gevanni che, in quanto pedinatore di X-Kira, è scoperto. A meno che Kira non lo abbia previsto… ma anche questo caso, è impossibile”
“Near… chi ha scritto il mio nome al contrario sul Death Note?” chiese improvvisamente L, portando il pollice in bocca.
Near si fece serio e riprese a torcersi i capelli.
“Rester…” rispose N.
L uscì dalla stanza a passo spedito verso la cucina, dondolando le braccia nel tentativo di andare un po’ più veloce.
“Signor Shinigami!” disse a gran voce.
Ryuk smise di mangiucchiare le mele del portafrutta e si girò, curioso di sapere cosa volesse quel buffo umano.
“Che c’è?” chiese il Dio della Morte.
“Se si riporta in vita una persona usando il Death Note, c’è qualche rischio di morte?”
L parlò tutto ad un fiato, fissandolo con gli occhi sbarrati e cerchiati di nero esigendo una risposta.
“E che cavolo vuoi che ne sappia, io? Non sapevo nemmeno che scrivendo il nome al contrario si riportasse in vita!”
Ryuk sembrava piuttosto scocciato.
“Shinigami, cosa vuol dire questo? Un Dio della Morte dovrebbe conoscere le regole del proprio quaderno” disse Near avvicinandosi.
“Eh Eh ci sono cose sul Death Note che nemmeno gli shinigami sanno”
Ryuk prese un’altra mela e la divorò in pochi bocconi, noncurante degli sguardi indagatori dei due umani.





 
 
(Eccomi qui!! Scusate se non ho aggiornato per molto tempo… Ho aspettato di riguardarmi l’anime in modo di non combinare qualche pasticcio XD ok, ormai l’avrete capito che sono una sottospecie di maniaca perfezionista u.u spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!)

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Capitolo 4
*** Scacco ***


Aizawa sedeva sul divano, a casa di Ide, affianco al padrone di casa.
“Non lo so” disse “Questa cosa della conferenza alla polizia mi sembra strana… sembra quasi che Near abbia dichiarato ufficialmente guerra a Light… “
“Oppure che pensi che Light, oltre ad essere il falso Elle, sia anche Kira”
“Già… Da come era riuscito sapere dell’esistenza del quaderno e del falso Elle, se Near pensasse davvero che Light sia Kira, allora… “
“Allora, potrebbe essere vero” confermò Ide. Avevano cominciato a sospettarlo, soprattutto dopo la morte di L e Soichiro Yagami, ma tutto questo non faceva altro che aumentare i loro sospetti.
“E quindi Elle aveva ragione fin dall’inizio”
 
***
 
Light stava pensando a un modo per intrappolare Near che fosse il più sicuro possibile, approfittando dell’assenza di Ide e Aizawa, assentatosi per cenare. Matsuda non era un grosso problema.
Mikami sapeva il nome dell’agente che lo pedinava. Poteva scrivere il suo nome, in modo che così rivelasse la posizione del loro quartier generale, ma così facendo risalirebbero subito a Teru.
Come L era riuscito a risalire a lui dopo la morte degli agenti dell’FBI.
E poi… quella storia saltata fuori alla conferenza. Avrebbe avuto delle grane, senza ombra di dubbio.
Uno schermo si illuminò, mostrando un’immagine con una lettera N impressa in nero su bianco.
“Sono Near” disse la voce contraffatta dal computer.
Matsuda scattò in piedi e accorse subito al monitor.
“Near” disse Light. Si parla del diavolo e spuntano le corna.
“Voglio sapere il perché di quella conferenza con la polizia” continuò.
“Non so di cosa tu stia parlando” rispose l’altro, secco.
“Near. Una voce del tutto uguale a quella di Elle ha rivelato dell’esistenza di un falso… e accennato a un ritorno di quello vero. Soltanto i membri della nostra task force e dell’SPK lo sanno”
“Lo so. Ma io questa volta non c’entro. Se questo non ti basta, incontriamoci giovedì alle otto di sera in punto, nel quartiere Yanaka di Tokyo”
“Il quartiere Yanaka?”
“Esatto. Più precisamente, nel grande cimitero. È un posto isolato e non illuminato, perfetto per scambiarci dettagli faccia a faccia”
“D’accordo. Un’ultima cosa… qual’era il motivo originale della tua chiamata?”
“Volevo solo avvisarti che abbiamo concesso un po’ di libertà a Misa e Mogi, anche se rimangono comunque sotto la nostra supervisione”
“Va bene”
La chiamata terminò. Matsuda sembrava non voler aspettare due giorni per incontrare Near.
“Sarà una collaborazione sensazionale, come nei film di spionaggio: gli agenti di due diversi paesi si alleano per sconfiggere il pericoloso nemico!”
“Non siamo in un film, Matsuda. Non sia infantile” disse Light.
Non pensava fosse così facile. Forse, è stato troppo facile. Near deve aver sicuramente qualcosa in mente. Meglio essere prudenti.
Mikami poteva seguirli di nascosto e vedere i loro volti, senza manipolare nessuno. Certo.
 Era fatta. Light sorrise malizioso, attento a non farsi vedere.
 
***
 
“Non pensavo fosse così facile” affermò L addentando un marshmallow “Light ha perso colpi. Peccato”
“Credi davvero che sia tutto ciò che sembra?” chiese Near, scendendo dalla sedia per giocare con i suoi giocattoli.
“Con il 96% di possibilità, Light chiederà a Mikami di vedere i volti dei membri dell’SPK e di ucciderli”
“Stai pensando quello che penso io?”
L mise in bocca quello che restava del mashmallow e sorrise, portando la punta dell’indice alla bocca.
Un rumore di porte che si aprono interruppe le loro riflessioni.
“Halle, bentornata. La missione è andata a buon fine?” disse Near, senza nemmeno voltarsi.
“Sì. La regola dei 13 giorni è completamente falsa”
“Ottimo. Allora quello che disse Mello poco prima di morire era vero”
L prese un altro dolcetto, fissandolo a lungo a mezz’aria.
Verificare la regola dei 13 giorni.
Quello che avrebbe dovuto fare se non fosse morto.
Il pensiero della sua morte lo fece rabbrividire un poco, ma cacciò il marshmallow in bocca per cancellare quella spiacevole sensazione.
“E il resto?” chiese ancora Near.
“Tutto come previsto” rispose Halle, continuando ad essere seria.
“Ah, ah! Questi umani sono un continuo divertimento!” affermò Ryuk dalla penombra di un angolo.
 
***
 
Due giorni dopo
 
Light, Matsuda, Aizawa e Ide scesero dalle macchine appena fuori dal cimitero. Procederono con cautela, camminando nella penombra circospetti.
“Un cimitero…!” disse Matsuda “Perché priprio qui? Questo posto mi da i brividi!”
Nessuno rispose. L’atmosfera si faceva pesante, come se l’aria fosse satura di umidità.
Dopo un po’ di cammino, in lontananza videro una strana figura scura di profilo. Sembrava china su una tomba, come se si stesse sforzando di leggerne il nome.
Light osservò bene e a lungo quella figura. Quella particolare incurvatura… la sagoma dei capelli… gli ricordava qualcosa…
Fecero ancora qualche passo, dopodiché si bloccarono.
“No… è..? Impossibile!” esclamò Aizawa sottovoce.
La strana figura inclinò in dietro la testa e la girò verso i poliziotti.
“Oh… ciao. Fa freddo qui di notte,  non trovate?” disse, con una voce più che familiare a tutti tranne che a Ide.
Light sobbalzò, incredulo. No… non poteva essere veramente lui.
“Che fai, Light? Non mi saluti?” disse L con disinvoltura, cominciando poi a grattarsi la nuca.
“Ryu… Ryuzaki? Come… come hai fatto? Credevo fossi morto… ti ho visto morire!” balbettò Light, fingendo di essere sorpreso e felice, anziché confuso e indispettito.
“Già! All’ospedale ti avevano dichiarato deceduto! Che bello rivederti!” disse Matsuda.
“Chi è Ryuzaki?” sussurrò Ide a Aizawa.
“Elle” rispose e l’amico rimase stupito. Incredibile che un tipo stravagante come quello fosse veramente il più grande detective del mondo.
“Infatti… “ disse L, raddrizzando la schiena per quanto lo consentivano i suoi limiti e sospirando.
“…Ma ora sono qui. Non sei felice di vedermi?” continuò, tornando a guardare Light.
“Ma certo, bentornato tra noi, Ryuzaki!” disse Light, fingendosi contento “Near dov’è? Se non sbaglio avevo un incontro con lui”
“Dov’è Near? Ah… e dove sono Erald Coil e Deneuve?”
Light pensò un attimo. Eppure, all’orfanotrofio conoscevano bene questo Near… e una ragazza ci ha fatto pure il ritratto… che avesse previsto e architettato tutto? Non sarebbe poi così inconcepibile…
“Dovevo immaginarlo”
“Cosa? N era L? Ecco perché i suoi modi di fare erano così simili!” esclamò Matsuda.
“Ed ecco come faceva a sapere del quaderno e del secondo Elle” disse Aizawa.
“Eh già. Che bella sorpresa, eh? Scommetto che nemmeno Kira se l’aspettava”
Un’ombra si mosse tra le tombe ma nessuno apparentemente ci fece caso. Apparentemente.
Mikami. Giusto in tempo.
Light trattenne un sorriso. Stava per avere la sua seconda vittoria contro L.
“Sicuramente Kira avrà mandato uno dei suoi scagnozzi. Sarà nascosto tra le tombe” disse Elle.
Tutti i membri della task force trasalirono, guardandosi intorno.
“Moriremo tutti?! Moriremo!!” esclamò Matsuda terrorizzato.
“No, Nessuno sapeva di quest’incontro tranne noi e Near… ovvero L” lo rassicurò Light.
“Questo vale solo se Kira non fosse uno di noi” affermò L, instaurando o rafforzando dei sospetti sui membri dell’investigazione. Tutti guardarono Light.
“Ma che dici, Ryuzaki… hai verificato tu stesso che io non sono Kira”
“Dai già per scontato che io stia alludendo a te?”
“Eri tanto ostinato a dimostrare che io fossi Kira… il lupo perde il pelo ma non il vizio”
“Ah, Vi ricordate la regola che non sono mai riuscito a verificare? Ecco… l’ho fatto”
Detto questo, si girò di scatto verso Light, con un sorriso compiaciuto.
“E chi mi dice che non stai bluffando? C’è un omicida qui intorno che sta per ucciderci tutti” disse Light.
“Non ti preoccupare. Ce l’ho io il quaderno” Dicendo ciò L estrasse un Death note da sotto la maglietta.
Hai abboccato, Elle. Procede tutto secondo i piani. Quello è un falso, il vero ce l’ha Mikami!
“Quanto manca ancora?” disse L rivolto verso un punto nell’oscurità.
Qualcuno trasalii nell’oscurità.
“Avanti, puoi dirlo”
“Quindici… quattordici… tredici” disse. La voce era indubbiamente quella di Mikami.
Tutti rimasero impietriti, tranne L e Light. Matsuda si guardò intorno, aspettando la morte terrorizzato, mentre il conto alla rovescia procedeva.
“Dieci… nove… otto”
Light trattenne a forza un sorriso.
“Che c’è, Light? Non hai paura?” disse L.
“Nemmeno tu se è per questo”
“Ma io sono già morto una volta, so già com’è”
“Quattro! Tre! Due! Uno!” continuò Mikami.
“… Zero. Scacco matto!” sussurrò Light.
A Mastuda scappò un urlo di puro terrore, mentre gli altri, sebbene non lo imitarono, non erano di certo calmi e sereni.
Nulla accadde. Light rimase pietrificato. Com’era possibile?
C’è un omicida qui intorno che sta per ucciderci tutti… hai detto così poco fa. Uno come te non poteva esserne così sicuro, a meno che non fosse stato Kira” disse L.
Tutti guardarono Light, aspettando una sua risposta.
“Mi sono fidato della tua osservazione. Io e te viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda, no?”
“No, direi di no” disse e poi si girò verso Mikami “Può venire, per favore?”
La figura si avvicinò e quando fu abbastanza vicina per essere identificata alla debole luce del tramonto.
Light rimase sorpreso. Chi era quell’uomo?
Lo sconosciuto si tolse la parrucca che simulava i capelli del collaboratore di Kira.
“Vi presento l’agente Gevanni. Teru Mikami è stato arrestato ieri con l’accusa di essere il complice di Kira”
Con un cenno fece avvicinare un’altra agente con un uomo ammanettato e imbavagliato.
“Toglili il bavaglio” ordinò.
Halle obbedì e Mikami prese una grossa boccata d’aria.
“Dio! Perdonami, ho fallito!” esclamò. Tutti trasalirono e fissarono con orrore Light.
“A questo punto, Light, sei tu ad essere sotto scacco” affermò L.
Light si fece prendere dal panico.
“È tutta una trappola! Ci potrebbe essere il vero Kira qui intorno e voglia servirsi di me per sviare le indagini! Io non conosco quest’uomo!”
Mikami trasalì, ferito da quelle parole.
“È inutile, Light. Tu stesso hai detto scacco matto, prima” disse Aizawa.
“No, no! Non sono io Kira!”
L spiegò di come aveva capito la falsità del quaderno e di come si era impossessato di quello vero. Successivamente prese un foglio di carta nascosto dietro la tomba senza nome con l’indice e il pollice.
“Mancava un solo indizio per incastrarti, Light, ti ricordi? La regola dei 13 giorni. Ecco qui il rapporto che ne attesta la falsità” disse “per cui… tu sei Kira e Amane il secondo Kira. Hai perso”
Light indietreggiò, inciampando su una tomba. Cadde a terra, ma si rialzò, il volto illuminato da una nuova luce.
“E va bene. Sì, sono io Kira. Sono io il malvagio? Io sono la giustizia. Elimino il male che incrosta la Terra per creare un mondo perfetto!”
Detto questo, rise. Una risata, lunga, inusuale, goduta.
“No, Light. Tu sei un assassino e quella è la peggior arma omicida mai conosciuta dall’uomo. Nessuno è perfetto…”
Dicendo questo L camminò verso Light, con la schiena volutamente piegata  vistosamente e le occhiaie più marcate di quanto Yagami ricordasse.
“… nemmeno io lo sono.L’umanità è sempre alla ricerca della perfezione, ma sono le imperfezioni delle persone che rendono questo mondo un bellissimo posto, non le perfezioni. È vero, a volte ci sono persone che meriterebbero di morire, ma è così che deve essere. Errare è umano, non si può giocare a fare il Dio”
Light fece scattare di nascosto la corona del suo orologio, quattro volte, mentre L parlava. Iniziò a scrivere il nome che aveva letto sul quaderno di Rem, quello che aveva ucciso Elle, sul pezzetto di quaderno nascosto dentro.
Matsuda lo notò e fece per fermarlo, ma L lo bloccò.
“Grave errore, Elle. Io conosco il tuo vero nome e ho un frammento del quaderno” esclamò Light.
Aizawa e Ide guardarono a turno i due, in attesa della prossima mossa.
L si girò e prese un altro foglio da dietro la lapide senza nome.
“Oh, ma cos’è questo? Ah, questo rapporto conferma che chi è ritornato alla vita dopo esser stato ucciso dal Death Note, quest’ultimo non avrà più effetto su quella data persona”
Light, messo a spalle al muro un’altra volta, tentò di scappare ma Matsuda lo colpì fulmineo al polpaccio.
Light cadde a terra.
“uhuu, capolinea” esclamò Ryuk da poco lontano.
“Anche tu hai capito che è finita, Ryuk?” chiese Light allo Shinigami. Gli altri lo guardarono stupiti.
Gli altri si avvicinarono lentamente, ma Kira si rialzò e si dileguò zoppicando nell’oscurità ormai fattasi più fitta.
“Non vi preoccupate, non andrà molto lontano con quella ferita” disse una voce da dietro una tomba. Tutti ne guardarono l’origine e videro un ragazzino albino appoggiato sulla pietra di una lapide con un registratore audio in mano.
“E tu chi saresti?” chiese Aizawa.
“Piacere, mi chiamo Near” disse il ragazzino con un lieve sorriso, arricciandosi i capelli con la mano libera.
 
***
 
Al quartier generale dell’SPK, Gevanni stava spegnendo uno ad uno tutti i vari computer dell’edificio davanti a Near, Halle, L, Aizawa, Ide e Matsuda che stavano bevendo un tè assieme.
“Light Yagami, Misa Amane e Teru Mikami ieri sono stati processati e condannati  con l’accusa di essere rispettivamente Kira, il secondo Kira e X-Kira. Il tutto tenendo all’oscuro i media, ovviamente” informò Near.
“Una cosa non mi è chiara… perché L ha finto di essere te?” chiese Matsuda.
L bevve un sorso della sua bevanda, enormemente più zuccherata di tutte le altre, prima di rispondere.
“Non sapevamo con certezza se Light avrebbe mandato solo Mikami o qualcun altro. Sapevamo di lui perché Gevanni gli ha messo una cimice nel telefono” spiegò L.
“Così, anche nel caso in cui avesse usato una pagina strappata in precedenza dal vero quaderno o qualcun altro lo avesse fatto, L non sarebbe morto comunque” continuò Near.
“Non avevamo considerato che avesse intenzione di ucciderci tutti…” confessò L a bassa voce.
“Inoltre, con le copie dei documenti delle vecchie indagini di Elle hanno fornito un’ulteriore prova della loro colpevolezza”
“Ma Watari li cancellò prima di morire… o no?” chiese Aizawa.
“Si e no… ni” disse L “prima di cancellarli, il sistema ha spedito una copia di tutti i file sul mio computer”
“Ah”
“Chi di voi due ha ideato il piano?” chiese Ide.
L e Near si guardarono, come per mettersi d’accordo si chi avesse parlato.
“Entrambi” disse infine L “Abbiamo collaborato”
Continuarono a conversare del caso e di cosa avrebbero detto alla famiglia di Light, dopodiché si congedarono. Rimasero nello stanzone solo i membri rimasti dell’SPK e L. Gevanni aspettò la conferma di Near prima di spegnere anche il sistema centrale.
“Allora, Elle… o Ryuzaki, cosa hai intenzione di fare ora che sei di nuovo in vita?” chiese Near.
“Avevo pensato di fare un accordo. Sicuramente tu non vorrai ritirarti dal mondo delle indagini”
“Infatti. Vai avanti”
“Avevo pensato di spartici alcuni casi, a seconda della locazione, oppure lavorare insieme ad alcuni più complessi”
“Mi sta bene”
Elle, alto con la schiena curva, i capelli neri spettinati, le occhiaie pronunciate e i vestiti più larghi di quanto dovrebbero, strinse la mano a Near, di statura medio-piccola, i lineamenti infantili,i capelli bianchi da albino e il pigiama dello stesso colore.
Il sorriso dei due coronò quel gesto d’accordo, segnando l’inizio di una nuova collaborazione tra i due.
 
***
 
Il giorno dell’esecuzione si fece vedere con i suoi deboli raggi albeggianti attraverso la piccola finestra sbarrata della cella di Light.
Non sentiva più nulla. Aveva fallito. Lui, il Dio di un nuovo mondo, è stato sconfitto.
Era così che finiva la sua vita? Sarebbe morto come un cane, o meglio, come uno dei tanti criminali che aveva giustiziato?
Si dice che chi utilizzi il quaderno sia condannato a una vita miserabile
Le parole di Ryuk gli riecheggiavano continuamente nella mente.
Alla fine, aveva ragione.
Due guardie arrivarono nei pressi della cella e lo incappucciarono per portarlo nel luogo dell’esecuzione.
Sarebbe stato il primo. Il primo, com’era il primo Kira.
Quando sarà arrivata la tua ora, scriverò il tuo nome sul mio quaderno
Ad un certo punto, si sentì strano. Un dolore forte lo invase e gradualmente perse il controllo dei sensi, accasciandosi a terra tra lo stupore delle guardie.
Ryuk guardava la scena divertito. Non aveva ancora scritto il suo nome sul Death Note.
E inoltre, la sua durata vitale non era ancora esaurita.
Ryuk scoppiò in una risata compiaciuta e volò via.
Non era ancora finita.
 
***
 
Una figura nera, tetra e oscura con un teschio animale sulla testa guardava qualcuno mentre scriveva con tanta passione dei nomi sul suo quaderno.
“Bene!” disse il giovane “Anche questi criminali sono morti. Con il mio ruolo di guardia di sicurezza del carcere, sarà una passeggiata.  Vedrai, Kira! Sarò il tuo più degno discepolo!”
Detto questo, scoppiò in una risata soddisfatta.
“Ryuk aveva ragione. Questi umani sono veramente… spassosi!” esclamò sotto voce lo Shinigami alle sue spalle.
 
 
-
Si potrà cancellare l’esistenza di un uomo, ma la sua impronta impregnerà l’umanità… per sempre.
-
 
 
 
FINE
 



N.d.a:
 
E con questo capitolo si conclude la mia Fanfiction. Ringrazio tutti coloro che l’hanno letta e che hanno recensito, sperando ce vi sia piaciuta! Per questo ultimo capitolo ho voluto fare qualcosa di speciale al posto della solita regola… il disegno l’ho fatto io a mano, spero vi piaccia!
Ciao e grazie ancora per aver letto questa storia!

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