Danger Days (for the fabulous Killjoys)

di ethelsgonnabeokay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Look alive, Sunshine. ***
Capitolo 2: *** Na Na Na ***
Capitolo 3: *** Bulletproof Heart. ***



Capitolo 1
*** Look alive, Sunshine. ***


Prima storia nel fandom in cui ho rovinato la mia vita perso il sonno passato giornate a leggere, leggere e ancora leggere c':
So che il titolo fa un pochino pena, ma non avevo idee. Insomma io non ho un beta, perché prendere un beta? Sono una forever alone nel mondo reale, faccio la forever alone anche su EFP! asociale
Non sono molto abituata a scrivere prima del capitolo, però credo che ci vogliano un paio di delucidazioni (?): la storia è ambientata nell'Alternative Universe di Danger Days. Ogni capitolo corrisponde a una canzone, ed è naturalmente una Frerard e Party Poison/Fun Ghoul. I fatti sono narrati dal POV di Fun Ghoul/Frank. Questo capitolo, in quanto prologo, è abbastanza corto (390 parole), ma gli altri capitoli si aggireranno intorno alle 1500/2000. So che storie di questo genere sono state scritte a migliaia, perciò ho deciso di cambiare un po' la situazione e di non scrivere il solito finale, o meglio... di non scrivere il finale. O un finale. Vi sto confondendo, vero? sto confondendo anche me
Comunque non dirò niente prima del tempo, perciò se mai vi avventuraste a leggere dimenticate le mie parole.
Ah, già, purtroppo questi personaggi non mi appartengono, i My Chemical Romance non erano sono miei e non avrò mai un Frank Iero o un Gerard Way. Grazie per avermelo ricordato, disclaimer.
Ora basta con i vaneggiamenti, godetevi questo capitolo e... fatemi sapere cosa ne pensate insomma, potete recensire anche se siete gli unicorni di Mikey :D











Sembri sveglio, raggio di sole

Dopo quasi un anno e mezzo, è consolante sentire che finalmente i Killjoys sono aggiornati del nostro piano di battaglia. Abbiamo speso tanto di quel tempo per organizzarlo che ora è così bello sapere che presto diventerà realtà.

Io sono Frank Iero, ultimo membro del nucleo dei Killjoys, del cuore della resistenza. Party Poison mi ha ribattezzato come Fun Ghoul, mi ha dato una maschera e ha spiegato quello che io avevo capito solo a metà. Siamo nel 2019, la California ormai è una regione quasi totalmente desertica. Il mondo è in mano all'industria Better Living, che ha creato una pillola capace di rendere felici. Il sentimento artificioso ha reso il mondo spento e senza colori, ma non tutti hanno accettato senza fare una piega: c'è chi ha combattuto, chi si è rifiutato ed è diventato un ricercato. I Killjoys, appunto.

Tutto è nato da Poison e il fratello minore, Kobra Kid. Perché non li chiamo per nome, dato che siamo quasi fratelli? Semplice, perché non lo so.

Non che non mi sia mai venuta la curiosità di chiederglielo, ma dopo che quello straordinario ragazzo con gli occhi verdi e i capelli color ciliegia mi ha salvato, ormai gli devo la vita. E posso accettare benissimo le sue regole, fino a che si limitano a questo.

Un mese dopo l'inizio della ribellione, quando un ragazzo accusato di essersi tinto i capelli di un colore troppo vivo è stato arrestato, io ero ormai allo stremo delle forze. Mi ero rintanato in un palazzo fatiscente, ma alla fine i draculiani mi avevano trovato. Stavano per uccidermi, quando avevano irrotto i tre ragazzi che erano il cuore della ribellione.

Quello con i capelli più colorati, simili a uno schizzo di sangue vero nella nebbia grigio fumoso, mi aveva teso una mano. Mi ero fidato subito di lui, dei suoi occhi, dei suoi modi di fare stravaganti. Proprio come in questo momento, mentre volteggia accanto a me che finisco di mettere la matita. Comincio a cantare “Fai una giravolta, falla un'altra volta” e lui mi lancia un'occhiataccia. Rido, senza riuscire a coprire l'ultimo urlo: “Killjoys, fate casino!

Il mio sguardo si posa su Poison, che mette su un'espressione imperturbabile. Mi tende una mano, sorridendo appena. -Andiamo?

La afferro, fiducioso come la prima volta, e mi alzo.

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Capitolo 2
*** Na Na Na ***


1270 parole. Ve l'ho già detto che questa è la storia più lunga che io abbia mai scritto? E ve l'ho già detto che amo con tutto il cuore questo fandom?
Ci sentiamo alle note dell'autore, godetevi il capitolo :D










Usciamo dal locale tutti e quattro assieme, seguiti dalla piccola Grace che ostina a trascinarsi dietro il nostro stereo, nonostante Kobra Kid abbia insistito per portarlo lui. Dice che così si sente meno inutile e per Dio se la capisco.
Davanti all'auto, mi giro verso Poison che mi sorride. Faccio un cenno con la testa.
Salto nella macchina, la nostra macchina, nel posto dietro a sinistra. Grace mi si siede accanto, e subito mi guarda storto dicendomi: -Voglio aiutarvi!
Le scompiglio appena i capelli. -Sei una forza della natura, piccola- constato, prima che mi tiri la bandana che ho messo davanti alla bocca. Gli altri ridono, e io concentro la mia attenzione su Party Poison.
Lo guardo spostare il ciuffo da un lato cercando di camuffare l'accenno di ricrescita scura che già spunta. La sua maschera getta ombre brillanti sullo sterzo di pelle consumata che stringe forte, come se fosse stato la sua pistola, che portiamo tutti quanti al fianco. Intercetta lo sguardo del fratello, poi il mio che improvvisamente si ritrova a fissare il davanti della macchina giallo limone, con su disegnato un ragno nero, e mette in moto.

Quando usciamo dal parcheggio del nostro covo ufficiale, il nostro posto segreto dove siamo al sicuro, sento un brutto presentimento. Poison sorride appena, poi chiama: -Grace!- E la ragazzina accende lo stereo, mandando musica a tutto volume che riempie l'innaturale silenzio del deserto che circonda e protegge Battery City. Sappiamo che migliaia di persone sono morte lì dentro, ma sappiamo altrettanto bene che, fino a quando ci sarà la musica, noi non moriremo. O almeno lo speriamo, in questi pantaloni di pelle che fanno a gara con i sedili a quali sono più consunti, nella macchina senza tettuccio che non fa niente per fermare i raggi del sole che picchia prepotentemente, ma che è l'ideale per sparare. Per ferire. Rabbrividisco, sperando che gli altri lo prendano per un brivido di... cosa, di freddo? Che patetico che sono.
Ma quando guardo in faccia gli altri, capisco di non essere l'unico: sono spaventati tanto quanto me, Jet Star, Kobra Kid, perfino Party Poison cerca di trattenere l'ansia. E l'unico motivo per farlo, al momento, è Grace che saltella su e giù a ritmo della musica. Lei è il segno che un futuro migliore non solo è possibile, ma che è dietro l'angolo, è così vicino da poterlo toccare. Lei, per la BLi, per la società di ora, è una bambina strana; invece noi la consideriamo la nostra migliore amica, le vogliamo bene, è una di noi. Moriremmo per salvare lei così come per salvare uno di noi.
So che stanno arrivando, lo sento. Lo leggo nei movimenti di Party, così prevedibili che sembrano quasi un flashback: la mano destra che tamburella tre volte sul volante, la gamba sinistra che scivola leggermente indietro, l'angolo della bocca che si incurva verso il basso rompendo la sua espressione imperturbabile, le palpebre che sbattono troppo velocemente.
Lo sento nel volume della radio che si alza, in Kobra che tossicchia leggermente e nel suono delle pistole sgargianti che, come una sola, si caricano. Pronti a colpire, manca solo un detonatore.

Poi Ray mi guarda e, contemporaneamente, ci sporgiamo io da un lato e lui da un altro. Tiriamo giusto in tempo per rispondere al fuoco nemico, e vediamo due draconiani in bianco diventare di un colore acceso* e cadere a terra.
Poison accelera, ora corriamo a tavoletta verso un posto sicuro. Entriamo nell'accampamento (non so come faccia a percepirli, dato che a me sembra solamente sabbia, sabbia e ancora sabbia) e dice, sovrastando la musica: -Bel lavoro, ragazzi!
Ma io alzo gli occhi e incontro quelli di Ray, di nuovo. So di avere la sua stessa espressione, delusa e un po' arrabbiata. Ci guardano interrogativamente fino a quando non dico: -Korse non c'era. Secondo me... ci sta aspettando.
E cala il silenzio.

La vita nel deserto non è poi così male, alla fine, se si è al sicuro da possibili assassini e soprattutto da animali selvaggi, che in quei posti di certo non mancano. Vediamo dei felini troppo grandi per essere solo gatti, anche quelli di un colore indefinito. Un colore fumoso, come la nebbia, come la sottile striscia grigia che esce dalla sigaretta tra le labbra di Party Poison. No, non chiedetemi come mai stessi guardando le sue labbra, non vi risponderei in modo sincero.
Arriva il tramonto, poi la notte, e cominciamo a sentire freddo. Ci tocca accendere un fuoco, anche se questo ci rende troppo individuabili. Poison si accomoda sulla sabbia accanto a me mentre Jet Star accende il fuoco in pochi, efficaci gesti, e le fiamme ci tingono di rosso. Vedo le labbra del ragazzo accanto a me contrarsi leggermente: non so cosa abbia contro il fuoco, nel tempo mi sono detto solamente che odia vedere qualcosa di più vivace dei suoi capelli, ma so che non è così. Altrimenti non starebbe dicendo qualcosa al fratello minore, mentre noi mangiamo. Grace è ancora piena di energia, ma per questa sera non la dimostra: solamente guarda in cagnesco prima me e poi Party, non abbassando lo sguardo nemmeno quando Ray, a cui si è molto probabilmente affezionata di più, le chiede qualcosa.
Finiamo di mangiare e gettiamo le lattine nel fuoco, che comincia a mandare scintille; una di esse appicca quasi fuoco ai capelli riccioluti di Jet Star, e ci ritroviamo a ridere come dei cretini. La notte è giovane, ci vorranno ore prima che ci addormentiamo; forse riusciamo finalmente a far comparire un'atmosfera piacevole... questa speranza sfuma appena sentiamo dei rumori che non centrano niente. Allarmato, il nostro leader scatta in piedi. Che siano riusciti a superare il nostro campo di sicurezza?

-Ragazzi- dice piano, mentre accende una torcia nel fuoco. Non cerca di soffocarlo, anzi, dice in tono ironico: -Tanto sanno che siamo qui, no?
Mi si avvicina tanto che riesco a sentire il suo braccio premuto contro la mia spalla. Sta rabbrividendo, e vorrei solamente abbracciarlo ora. Ma non posso, non avrei potuto comunque, neanche se non fossimo molto probabilmente diretti verso la nostra morte in piena notte.
Non troviamo niente. Giriamo per la nostra area protetta per ore e ore, fino a quando non arriva mezzanotte, ma non c'è niente; neanche un alito di vento fuori posto. Sembra tutto normale, già, tutto normale e fottutamente programmato, come sempre. Ritroviamo la nostra macchina verso quelle che credono essere le due di notte, e nessuno dice niente, se non Kobra che ci ordina: -Dormite un po', avremo bisogno di essere riposati domani-, in sostituzione del fratello maggiore che sembra in trance.

La mattina dopo ci svegliamo poco dopo l'alba, e nessuno sembra aver voglia di parlare. Ci infiliamo di nuovo in macchina, e scopriamo di avere ragione: non erano riusciti a superare le barriere invisibili che ci proteggevano, ma li troviamo appena fuori di lì.
E sì, c'è anche Korse ad aspettarci.
Scendiamo dall'auto, convinti di avere qualche possibilità, ma cosa possiamo fare in quattro contro un esercito di draculiani? Prima di rendercene conto siamo a terra, non morti ma quasi.
Party Poison sta guardando Korse in un modo che incuterebbe paura a chiunque, o meglio, non paura, ma un senso di... non so come descriverlo. Il suo sguardo è l'affronto della frase “Avanti, finiscici ora”, che sappiamo essere nelle menti di tutto e quattro. Grace si agita rumorosamente mentre lui alza teatralmente la pistola e poi la riabbassa.
-Keep running.
Continua a correre. Che, tradotto, sapeva molto di Continua a correre, Poison, continuate a provare, Killjoys: vedrete i vostri tentativi dissolversi in polvere, vi autodistruggerete, e solo allora vi ucciderò.  










*=sì, secondo me le laser gun colorano i nemici quando li raggiungono. Tipo pallini colorati. Quelli che usano i bambini. lol
Angolo della nonsocomedefinirmi
L'html della storia non è un granché, ma sto litigando per la prima volta con NVU perciò it's not my fault, not at all (?)
Cooomunque considerando l'ora e considerando la velocità con cui sto guardando gli episodi di Supernatural uno dopo l'altro cercherò di stringere al massimo i miei scleri...
Prima di tutto, NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA NA N-ok l'ho finita qui, vado subito al punto: primo capitolo nel vero senso del termine, poco Frerardeggiante ma abbastanza angst... spero vi sia piaciuto!
Un ringraziamento va a Mi_Killjoy, percybeth_2000 e Sambora, che hanno aggiunto la storia alle seguite.
Vero che questa volta mi fate trovare una recensione se state leggendo? Anche solo per insultarmi? Vero?

Ethel

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Capitolo 3
*** Bulletproof Heart. ***


Sembra di vivere in un sogno. O, per meglio dire, in un incubo.
Ormai sono passate quasi venti ore da che Grace è in mani nemiche, e non abbiamo dormito neanche per un minuto da allora. Vedo il rimorso nei nostri occhi, vedo i ricordi nelle labbra tese, il rimpianto nelle occhiaie, la voglia di salvarla nei nostri gesti quasi ossessivi: togliersi una ciocca di capelli da davanti gli occhi, strofinare i palmi delle mani contro i pantaloni, mordersi le labbra e martoriarle.
Eravamo rimasti fermi, a terra, incapaci di alzarci e combattere, incapaci di fare qualsiasi cosa tranne che vedere Grace trascinata via a forza sotto i nostri occhi, il suo sguardo che supplicava di salvarla. Non lo sanno, questo, i ribelli che ci giudicano; non sanno delle fitte al cuore quando la trascinavano via e della sensazione di vuoto che ancora proviamo nel non vederla più accanto a noi. Ci hanno accolti, è vero, ma saputo cosa è successo... non credono più in noi, non credono più nella causa, e non posso biasimarli. Abbiamo lasciato che ci portassero via una dei nostri, cosa può impedire alla BLi di portare via anche loro, di torturarli e ucciderli? Hanno paura, è vero, lo capisco, la ho anche io, ma i loro sguardi duri ci stanno uccidendo più di quanto non siamo già morti dentro.
-Sono inutile, ragazzi- mormora Party Poison, con le mani che gli coprono il viso. Un singhiozzo gli rompe la voce e spero con tutto me stesso che non stia per mettersi a piangere, non lui almeno... un altro singhiozzo, un po' più forte, seguito da altri che cerca di nascondere. Perfetto, è crollato anche lui, ora siamo davvero nella merda.
Mentre il fratello cerca di consolarlo, o quanto meno di farlo ragionare, di fargli capire che non è colpa sua – non ci riuscirà, è praticamente impossibile togliere qualcosa di mente a Poison, anche se è sbagliato – mi alzo ed esco. Non posso continuare a stare lì, dove mi sento inutile, nel pieno dell'oblio, non riesco a guardare persone che mi stanno a cuore che piangono e non poter fare niente per loro. Nel caso che PP abbia bisogno di me sa dove trovarmi, quel posto in fondo l'abbiamo scoperto insieme, anche se è diventato il mio posto felice – aka il posto in cui potevo pensare liberamente, e fuggire da qualsiasi altro problema che non riguardasse solo e solamente me – e spero che almeno per questa volta sia lui a venire da me.
Mi avvicino al baratro, mi siedo a cavalcioni di una roccia e lascio che le mie gambe penzolino giù nel vuoto. Strano, neanche da bambino avevo paura nelle altezze, nonostante scivolare da lì significhi morire spiaccicato a degli spuntoni di pietra abbastanza appuntiti. Non sono mai caduto, tanto. Gravità, non significa niente per me.
Il tramonto mi tinge di rosso, arancione e rosa, e io sorrido.
-Non sono riusciti a togliere il colore al tramonto, eh, Frankie?- la sua voce è una carezza per me, e non in senso figurato, ma letteralmente. Anche se è leggermente più acuta del normale, anche se si spezza sull'ultima sillaba del mio nomignolo, anche se si capisce benissimo che ha appena finito di piangere copiosamente,  mi guarisce un po' dalle ferite. Quanto basta perché quelle smettano di sanguinare, e le cicatrici smettano di pizzicare insistentemente sulla mia pelle.
Non so neanche il suo vero nome, ma riesce a salvarmi di nuovo. Sia da me stesso che da il resto del mondo. Anche se a questo punto credo che sia il dolore che mi provoco da solo la cosa peggiore; perché è ogni volta diverso e non conosco modo di anestetizzarmi. Vorrei dirgli che, con lui, tutto sembra colorato.
Mi giro e lo guardo, come a voler assorbire la sua immagine. Come a volermelo imprimere nella mente, per paura di dimenticarlo. Cosa che, per inciso, credo impossibile. Da solo, senza vestiti sgargianti e strani, sta lì nella sua semplicità, cosa che lo fa sembrare ancora più fragile e piccolo di quanto già non sia. Le gambe gli tremano appena; stringe i pugni, forse per darsi forza, forse per bloccarle, ma non funziona né l'una né l'altra cosa. Il mio sguardo risale piano verso il suo viso: gli occhi verdi scintillano all'inverosimile, quasi come se fossero finti, circondati da un alone di mascara e matita sbavata, così nero da far male; il naso leggermente arricciato, come sempre quando piange; i capelli lunghi fino al collo, rossi come le ciliegie mature, in cui si intravede appena la ricrescita nera come la pece. Il suo sorriso triste sembra brillare, forse perché è uno dei pochi sorrisi veri che faccia. Secondo lui sorridere veramente equivale a scoprirsi, scoprirsi troppo davanti a un'altra persona, perciò trovo meravigliose quelle labbra bianchissime incurvate appena all'insù.
-Frank, ti togli da lì? Dovrei parlarti- la sua voce spezza il mio provvisorio stato di coma, richiamandomi alla meno dolce ma altrettanto bella realtà.
-Vieni tu qui, è bellissimo.
-Sai, Ghoul, non siamo tutti capaci di volare come te. E con la fortuna che ho, scivolerei e-
-Non ti lascerei cadere- dico di scatto, e lui mi guarda ad occhi spalancati. -Non sto scherzando...- spero che non senta l'esitazione nella mia voce, ma quanto vorrei poterlo chiamare per nome. -... Party.
Mi alzo sbuffando appena, fino a raggiungerlo e – quando è diventato così alto questo cretino? – mi ci piazzo davanti. Poi gli chiedo, con una voce così dolce che non sembra la mia: -Cosa è successo?
-Perché te ne sei andato così?
-Andiamo, lo sai perché. Per darti il gusto di rincorrermi come nella scena di un qualche film romantico strappalacrime.- lui ride, mentre il mio cervello elabora quello che ho detto. Film romantico? Oh, ti prego, no. Possibile che io sia...
-Ti voglio così tanto bene che neanche ti immagini, sgorbio- … innamorato di lui? Evidentemente sì, dato che un abbraccio e una dichiarazione di affetto coperta malamente da un insulto riescono a farmi avvampare in viso. Sento il mio cuore che batte come una grancassa.
Per Dio, avevo sempre pensato che il mio cuore fosse antiproiettile. Che non mi sarei mai innamorato, neanche per scherzo. E ora sono cotto del mio migliore amico.
Mi lascia andare dopo pochi minuti che mi sembrano essere durati un'eternità. Eravamo troppo vicini, decisamente troppo vicini. -Sai cosa, Poison? La prossima volta ci dovresti provare, a sederti vicino a me. A sentirti sull'orlo del baratro- Come mi sono sentito io per una vita, e come mi sento ancora adesso.
Vi prego, fermate la mia lingua.
Lui stranamente annuisce, poi mi chiede: -Torniamo?- E io sussurro un risentito “sì”, mentre penso “Potremmo correre via da qui”.
 
Quella sera, non andiamo a dormire. Sappiamo che Party sta organizzando qualcosa, ha avuto lo sguardo perso per tutta la serata, e non è normale questo. Perciò, quando si alza in punta di piedi e si dirige verso la porta, sbatte contro di me che occupo l'ingresso.
-Frank?- chiede, quasi gridando.
-Ci siamo anche noi, fratellone- dice Kobra Kid.
Subito Ray gli da manforte: -Cosa pensavi di fare?
-Io... io volevo...- si morde le labbra, impaurito, indeciso, e questo è ancora più strano. -Volevo andare a salvare Grace.
Ci guardiamo in faccia per un attimo, sbigottiti.
-Non ti lasceremo andare da solo, idiota!- gli dico scompigliandogli i capelli, e lui sospira. -Ci dai cinque minuti per prepararci? 











Note dell'autrice:
Ok, prima di tutto perdonatemi per non aver aggiornato prima. Semplicemente mi sono successe troppe cose e non ce l'ho fatta: prima di tutto il fatto che sto realizzando solo adesso che i My Chem si sono sciolti, perciò non sono riuscita nemmeno ad entrare nel fandom senza cominciare a deprimermi, e poi ho avuto un crollo d'autostima assurdo, e ho quasi cestinato tutte le mie FF. Però sono felice di non averlo fatto, dato che questa Long per me ha una marea di significati.
Questo è stato uno dei capitoli che mi  è piaciuto di più scrivere, probabilmente perché sono una stronza masochista che va pazza per le storie malinconiche
E niente, solamente grazie a percybeth_2000 per aver recensito lo scorso capitolo c:
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, perciò se volete lasciate una recensione, anche per insultarmi :)

Ethel

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