I need you.

di WeLoveJorgeBlanco
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il bacio sbagliato ***
Capitolo 2: *** La stella splendente ***
Capitolo 3: *** Principe Azul ***
Capitolo 4: *** Eterne Indecisioni ***
Capitolo 5: *** L'Incubo ***
Capitolo 6: *** Brutti malintesi ***
Capitolo 7: *** Momenti di debolezze ***
Capitolo 8: *** Il nostro angolo segreto ***
Capitolo 9: *** Confessioni ***
Capitolo 10: *** Un regalo speciale ***
Capitolo 11: *** Crepuscolo ***
Capitolo 12: *** La festa di Camilla ***
Capitolo 13: *** Confusione ***
Capitolo 14: *** Resa dei conti ***
Capitolo 15: *** Riconciliazione ***
Capitolo 16: *** Tentazioni d'amore ***
Capitolo 17: *** Segnali ***
Capitolo 18: *** Menzogne ***
Capitolo 19: *** Love is in the air ***
Capitolo 20: *** Lacrime ***
Capitolo 21: *** Perdonare ***
Capitolo 22: *** Cenerentola ***
Capitolo 23: *** Minacce ***
Capitolo 24: *** Allucinazioni d'amore ***
Capitolo 25: *** Vendetta ***
Capitolo 26: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 27: *** La gelosia acceca la mente ***
Capitolo 28: *** Coincidenza o destino? ***
Capitolo 29: *** Imbarazzo ***
Capitolo 30: *** Gelosia e Sorpresa ***
Capitolo 31: *** Non ricorderai niente ***
Capitolo 32: *** Ho bisogno di te ***
Capitolo 33: *** Buon compleanno! ***
Capitolo 34: *** Desideri e imprevisti ***
Capitolo 35: *** Nonostante tutto siamo ancora insieme ***
Capitolo 36: *** Nuestro Camino ***
Capitolo 37: *** Cuore conteso ***
Capitolo 38: *** La festa di Violetta ***
Capitolo 39: *** Notte d'amore ***



Capitolo 1
*** Il bacio sbagliato ***


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Oggi sarà il giorno della recita!
Finalmente potrò concedermi un po’ più di tempo con Leon e non dovrò sopportale quell’infantile di Diego…Siamo stati settimane a provare quella inutile canzone e lui tenta sempre di raggirarmi dalla sua parte. Anche se è consapevole che io non lo amerò mai tenta sempre di dividere me e Leon e non capisco mai il perchè!
Ecco che sono nel camerino per darmi gli ultimi ritocchi di trucco e passare alla canzone finale..
Dai Violetta, solo questa canzone e sarà finito tutto, tu non parlerai con Diego e tu e Leon potrete finalmente essere felici!! incoraggiai me stessa.
Prima di alzarmi sentii due braccia forti avvolgermi le spalle. Quando mi girai eccolo lì : Leon con i suoi occhi verdi dentro i miei. Era così dolce! Non potevo avere di meglio: uno qualunque mi avrebbe proibito di baciare Diego anche se fosse stato un bacio finto…Invece lui voleva rendermi felice e sapeva che se non avrei cantato quella canzone (e quindi non avrei dato il bacio) avrei forse perso le occasioni più belle della mia vita ma soprattutto avrei perso il mio posto allo Studio On Beat dato che avrei sicuramente sfasciato tutto lo spettacolo.
“Nervosa per questa ultima canzone?” mi chiese.
“In verità sono più nervosa per te…!” gli risposi con timidezza.
“E perchè mai?” si accigliò.
“Sarai sicuramente geloso quando canterò con Diego”
“In verità no, saprò sicuramente che tu non proverai niente … e poi sarà un bacio finto” sorrise.
Spero che non proverò niente, pensai.
Ma cosa dico? Io NON proverò niente, come è possibile provare qualcosa per un idiota come lui!
Mi sporsi dalla sedia, vedendolo fuori che flirtava con quattro ragazze.
Che idiota.
E non lo pensai perchè fossi gelosa, ma proprio perchè mi faceva schifo.
“Hai ragione, non devi essere sospettoso !” sorrisi e lo baciai a fior di labbra per trasmettergli il concetto. Avrei voluto approfondire il bacio ma Angie bussò alla porta.
“Scusate… Vilu devi andare sul palco, è il tuo momento !” accennò Angie
“Si arrivo…” dissi incerta.
Leon mi guardò come per dire “vai tranquilla” e mi diede un altro piccolo bacio a stampo che significò più di mille parole.
Naturalmente ero nervosa anche se non lo avevo detto a Leon… infatti ho sempre avuto panico da palcoscenico. Ma cercavo soltanto di pensare alla canzone e di dare il meglio di me, come se tra il pubblico ci fosse solo mia mamma Maria.
Già, mia mamma… una piccola lacrima mi rigò il volto al pensiero che lei non ci sarebbe purtroppo stata tra il pubblico.
Non mi resi conto che partì la base perchè i suoni erano ovattati.
Di fronte a me c’era Diego che dall’altra parte del palco che mi guardava con malizia mentre saliva gli scalini.
 
Ed eccolo che incominciò a cantare la prima strofa :
Escucha y siente
Sube el volumen, vas a enloquecer
enloquecer,
enloquecer oooh
Entiende y siente

de corazones rotos soy el rey
yo soy el rey,
soy el rey oooh
Me perdió el control

Y en mi ritmo ponte a bailar
Ven conmigo, dejate besar
Yo sé, te va a gustar
Mi estilo te va a conquistar
Los pies ya se mueven al compás
Sé que non lo puedes evitar
Ven, intenta escuchar
Mi estilo te va a conquistar

Ed ecco che ora entravo io nella scena per il ritornello
Y es que yo soy así
Mi vida es alocada
Sin red y voy a mil
Mi ley es doble o nada
y es que yo soy así
con solo una mirada
Vas a quedar de mí
Por siempre enamorada…

Dopo altre due strofe doveva arrivare il momento finale del bacio. Fu una azione molto veloce perchè mi girai leggermente dietro per guardare Leon tra le quinte ma Diego mi tirò a sé costringendomi a baciarlo.
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Doveva essere un bacio finto o sbaglio? Come ha potuto farmi questo!,pensai mentre i miei occhi diventavano lucidi.
Dopo 5 secondi molto lunghi mi girai, e Leon non c’era. Ricordo di averlo visto due secondi prima con le braccia conserte. E ora non c’era. Diego aveva uno sguardo malefico come per dire “non te lo aspettavi?” Le luci si spensero e gli applausi cominciarono ma dentro me stessa sentivo un vuoto, collegato all’assenza di Leon. Forse avrà pensato che io abbia gradito quel bacio,ma come poteva? Gli avevo promesso che qualunque cosa sarebbe successa non doveva ingelosirsi e pensare male! Corsi via mentre le ovazioni non cessarono, altri idioti proponevano anche i bis!
“Leon!Leon!” gridai noncurante della gente attorno.
Flashback :
Ecco che sono nel camerino per darmi gli ultimi ritocchi di trucco e passare alla canzone finale..
Dai Violetta, solo questa canzone e sarà finito tutto, tu non parlerai con Diego e tu e Leon potrete finalmente essere felici!! incoraggiai me stessa.
 
Fine flashback
 
Mi resi conto che non potevo passarla liscia. Effettivamente Diego non vedeva l’ora di baciarmi e quale occasione migliore di quella?
All’improvviso sentii un tocco sulla mia spalla e pensai
 
“Fa che sia Leon, forse sarà andato a prendere una bibita perché aveva sete oppure a prendere una boccata d’aria con Yogi e Bubu ma per favore, fa che sia lui!”
 
E non era lui.
 
“Violeet, allora ti è piaciuto il bacio di Diego? Vedo che lo hai gradito parecchio!” disse Ludmilla soddisfatta.
“Dov’è Leon?” le chiesi
“Dopo quello che gli hai fatto pensavi che ti avrebbe aspettato qui sweety? Come sei ingenua!”
“Ma cosa ho fatto?” cercavo di capire.
“Hai baciato Diego! Se non ti sarebbe piaciuto dopo un secondo avresti smesso ma hai continuato! Dovresti vergognarti Violetta!” disse con il suo sorrisino malefico. La lasciai perdere perchè sapevo che non era colpa sua, non era lei che controllava gli ormoni di Diego.
Corsi nel camerino con la speranza di trovarlo lì ad aspettarmi ma c’era solo un biglietto.
C’era scritto : “Pensavo fossi innamorata di me, ma vedo che la tua era una recita, proprio come quella che hai fatto stasera”.
I miei occhi si riempirono di lacrime e non avevo speranza nel cercarlo. Provai a chiamarlo mentre singhiozzavo ma lui chiudeva le chiamate. Che sciocca! Come ho potuto essere così egoista? Ho pensato prima a me stessa e alla mia carriera invece di pensare a noi!.
 
Era inutile cercarlo. Chiusi la porta del camerino a chiave, rannicchiandomi per terra e sperando che quello fosse solo un incubo.
 
Angolo Autrice :
Salve! Questa è la mia prima fan fiction e spero che come inizio vi piaccia! Questo capitolo mi è piaciuto molto nonostante fosse molto triste! Vi ricordo che sono una fan Leonetta quindi qualcosina potrà cambiare! Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo ma intanto seguitemi su twitter sono JorgeBlanco_ITA.
Ciaooo :3 

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Capitolo 2
*** La stella splendente ***


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P.O.V Leon.
 
Cercavo in quel momento di non pensare a niente. Molti sarebbero andati in un bar a ubriacarsi, altri si sarebbero addirittura drogati per non provare il dolore lancinante che sto provando io ora.
Una fitta al cuore.
Eppure non ho mai cercato di farle mancare niente! Come ha potuto baciarlo sapendo che io ero lì ?
 
Flashback
 
“Leon! Dove mi porti?” chiese speranzosa Violetta
“Beh, in un posto molto speciale per me…” le dissi.
“ Lo sai che non mi piacciono le sorprese, soprattutto da un pervertito come te !”
“Cosa, io pervertito?” le risposi alzando un sopracciglio.
“ Ahah, lo sai che scherzo! Ti voglio molto bene non potrei mai dirti questo…”
Stavo per rispondere ma lei continuò
“…ma devo dire che quando sei incredulo mi piaci da morire!”
“C-cosa hai detto?” risposi.
“Cosa? Ho detto che ti voglio bene Leon, non capisco perchè cont…” si fermò di scatto ripensando alle parole che aveva pronunciato prima.
In effetti lì io e lei eravamo solo due buoni amici e sapere che “gli piacevo da morire” era una nuova notizia.
Non rispose ma vidi che le sue guance si stavano completamente colorando di rosso.
Anche io ero imbarazzato così le misi solo le mani davanti a gli occhi per impedirle di vedere e continuammo la nostra passeggiata finché non la fermai e le dissi di poter aprire gli occhi.
Eravamo in un parco appartato, c’era una grossa fontana con due cigni che spruzzavano acqua e il prato completamente verde, alberi di pesche che ci sovrastavano e distese di fiori bellissimi.
“Leon, io non so davvero cosa dire.. io… cioè tu… mi dispiace di aver detto quelle cose…”
Cosa? Non aveva capito che ero pazzo di lei? Mah, le donne.
Continuava a parlare mentre io mi persi in quei occhi color cioccolato. Come faceva una ragazza a farmi annebbiare la mente peggio dell’alcool?
Non ci vidi più così mentre lei cercava di scusarsi la avvicinai pericolosamente vicino a me e le lasciai un bacio a fior di labbra.

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Forse per lei non contava niente, ma dentro di me erano un fermentare di emozioni continue, inspiegabili.
Quando ero fidanzato con Ludmilla queste emozioni non le provavo, volevo solo essere il re dello studio 21.
Ci perdemmo entrambi nei nostri occhi e non ci accorgemmo che si era attivato il sistema di irrigazione per il prato.
“Andiamo via di qui! Ci stiamo bagnando i vestiti!” le dissi mentre lei era ancora incantata.
Si riprese e dopo qualche secondo scappammo via ridendo come matti.
“E ora cosa dirò a mio padre? Ahah!”
“ Dei vestiti?” dissi io ridendo ancora.
“Beh si, guarda qui! Sono zuppa” disse con un velo di tristezza.
“Troveremo sicuramente qualche soluzione, ora andiamo si sta facendo tardi!”
“Si buona idea” mi sorrise.
 
Fine flashback
 
Andai verso la mia moto, Violetta era stato il mio primo vero amore e ci stavo molto male.
“Al diavolo il casco” urlai in preda alla rabbia.
Buttai il casco per strada e salì sulla moto, ebbene si, piangendo.
Non mi accorsi di aver quasi investito una signora con la spesa per strada, ma che importava, io stavo male e quello era l’ultimo dei miei pensieri.
 
P.O.V Violetta.
 
Non mi accorsi che avendo chiuso la porta a chiave, la gente si stava preoccupando. Sentivo delle urla mentre i miei occhi erano rossi e gonfi.
 
“ Che cosa le hai fatto Ludmilla!” gridò Camilla
“Niente dolcezza, non è colpa mia se va a baciare i ragazzi altrui sotto gli occhi del fidanzato” disse Ludmilla con acidità.
“Smettetela e lasciatemi qui!” gridai.
Non volevo che le mie amiche stessero male dopo la loro bellissima performance.
Facendo quel gesto avevo sicuramente rovinato la festa, nonostante tutto.
Mi ero chiusa nel mio camerino a piangere e… ma che ore sono?
Controllai l’orologio a parete. Segnava le 00.20
Cosa? Ero rimasta lì dentro per tre ore?
Mi alzai di scatto aprendo la porta con il trucco colato, che senso aveva tutto senza di lui?
“Vilu, ci hai fatto preoccupare! Cosa è successo?” disse Francesca con tono serio.
Io non risposi, mandai via tutti e mostrai a lei e Camilla il biglietto di Leon.
“Cosa è successo tra te e lui? Vi vedevo affiatati prima dell’ultima canzone!”
“Diego… mi ha baciato e io ho ricambiato.” Sospirai.
“ Cosa? E ti è piaciuto?” disse Camilla
“No certo che no! Mi ha fatto ribrezzo! Come potrei baciare una persona che oltretutto odio davanti alla persona che amo? Sarei solo una … non fatemi dire cosa” ero esasperata.
“Ma allora perchè hai continuato a baciarlo?” chiesero in sincrono
“E’ lui che mi ha costretto! Mi cingeva alla vita così forte che mi impediva di lasciarlo! E’ stato bruttissimo ragazze!”
Di loro non potevo dubitare, sapevano il mio amore incondizionato per Leon e il mio odio verso Diego.
Angie bussò alla porta, chiedendo permesso e domandandomi se potevo tornare a casa poiché papà era in pensiero.
Salutai Camilla e Francesca a malincuore, volevo stare con loro un altro po’
Durante il tragitto io e Angie non spiccicammo parola. Aveva ragione, avevo rovinato uno spettacolo e avevo soltanto pensato ai fatti miei.
Una  volta arrivati alla soglia di casa si sentirono degli urli.
Entrammi in cucina e vedemmo Olga che piangeva a dirotto.
“Olga… ma ma… cosa è successo?” chiese Angie
“Io… lui… mi stava buttando sotto!” disse singhiozzando la domestica.
“Ma chi?” disse Angie.
“Un pirata della strada!Un motociclista!Io stavo attraversando la strada con la spesa in mano e arriva questo idiota ad alta velocità! Mi stava letteralmente buttando sotto se non avrei visto i fari!” disse piangendo.
Io ebbi qualche dubbio, e se quel motociclista fosse stato proprio… Leon?
Nah, impossibile. Lui segue le regole della strada.
Olga si calmò mentre Angie si andò a fare la doccia. Rimasi lì in cucina perchè sapevo che se sarei andata nella stanza non sarei più uscita.
“Olga, ti è mai capitato di avere un fidanzato e essere fraintesa?”
“Si, succede tutte le volte… con il mio Roberto” disse un po’ sollevata.
“Lui crede che io sia la sua domestica,che prepari solo caffè, ma non capisce che lo amo!”continuò quasi gridando.
“Chi ami Olga?” esclamò Roberto entrando dalla porta principale.
“Ah, e già che ci sei, preparami una camomilla sono notti che non dormo…” continuò.
Io andai in camera ma riuscì a sentire la voce di Olga molto bene
“Certo, io per te sono solo brava a fare caffè e camomille!” disse Olga guardandolo male.
Quando entrai in camera mia, sapevo che non avrei dormito nemmeno con un litro di camomilla.
Mi affacciai alla finestra e vidi un cielo pieno di stelle splendenti.
 
Flashback
 
Eravamo a casa di Maxi nelle vacanze come sempre in ogni stagione.
I ragazzi ci portarono sulla spiaggia.
Io ero con Leon, Francesca con Marco, Camilla con Brodway e Nata con Maxi.
Eravamo tutti felicemente abbracciati, quando Leon mi tirò un braccio e mi invitò a seguirlo.
“Scusa, non potevo baciarti con tutta quella gente…” disse e poi prese il mio viso fra le mani lasciando un bacio pieno di passione. Continuammo così per 5 minuti circa, fino a che il nostro fiato si esaurì.
Mi indicò una stella, una che tra le altre splendeva di più.
“Vedi… quella per me sei tu” disse dolcemente.
“Oh Leon!” dissi con gli occhi lucidi.
Gli altri, dopo che si erano accorti che noi non c’eravamo, erano venuti a spiarci.
Dopo quelle parole di Leon, fecero un fragoroso applauso.
Mi ricordo bene, il mio viso divenne rosso !
 
Fine flashback.
 
Mi addormentai, pensando che non avevo senso senza di lui.
Mi sentivo uno straccio, ma non so come, mi addormentai.
 
 
  
Angolo autrice : Graziee per le recensioni del primo capitolo e di avermi dato il benvenuto! Che dire, questi capitoli mettono molta tristezza, ma ci ho messo il cuore per scriverli. Prima di scrivere questo capitolo ho visto una puntata di Violetta e mi sono venute centinaia di ispirazioni. Grazie per tutto!!!!

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Capitolo 3
*** Principe Azul ***


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P.O.V Violetta
La mattina dopo mi sentivo tremendamente frastornata.
Di solito veniva sempre mio padre a svegliarmi, ma stamattina non era venuto.
Probabilmente non avrà dormito neanche lui perchè ho pianto tutta la notte.
Certo, avevo anche sofferto per Thomas ma lui mi procurava sempre dolore e non era adatto per continuare la nostra storia ma con Leon è diverso. Io ho baciato un ragazzo davanti ai suoi occhi!
Mi sento completamente vuota senza lui. E’ come se una parte del mio cuore sia morta.
Malvolentieri voglio andare allo studio, sicuramente ci saranno quei splendidi occhi verdi a scrutarmi e a guardarmi con ribrezzo.
Già, i suoi occhi.
Sono in grado di sciogliere anche il ghiaccio, pensai
Mi accorgo però che è abbastanza tardi così vado a lavarmi il viso a parer mio sfigurato dalle lacrime.
Violetta!Ma cosa ti succede?parlò la vocina dentro me.
Mi vestii con i primi stracci che mi capitarono tra le mani. Una maglia a maniche corte con gli arcobaleni e una gonna a balze color confetto.
Ammetto che il mio umore non rispecchiava proprio i vestiti che indossavo. Credo che degli arcobaleni infondano spensieratezza e allegria e io? Beh potete immaginarlo… .
L’unica cosa positiva era che potevo confidarmi con mia madre sul mio diario. Stavo scendendo le scale quando mi venne in mente che volevo indossare l’anello di mia mamma Maria così mi precipitai nel portagioie a prenderlo ma mi colpì un ciondolo che mi commosse.
 
Flashback
Era sabato e mi stavo preparando per vedere il mio più grande amore.
Non ci potevo credere, dopo quel bacio ero troppo entusiasta di vederlo!
Thomas se ne era andato e a malincuore mi ero fatta una ragione. Avrei dovuto capirlo che Leon era quello giusto. Presi una t-shirt bianca con scritto “do you love me?” e una gonna verde smeraldo, come i suoi splendidi occhi.
Mancava un’ora all’appuntamento e mi concessi di scrivere qualcosa sul diario.
 
“Mamma! Non sai cos’è successo la settimana scorsa, ho dato il mio primo bacio!Sono contentissima e non me ne sono pentita. Mi sono sentita diversa...Mi sentivo al sicuro con Leon, io non lo lascerò mai per qualcun altro!E’ stato molto buffo perchè mentre succedeva, si attivò l’impianto di irrigazione e corremmo via mano nella mano. Prima di entrare a casa mi stampò un dolce bacio sulle labbra e in un nanosecondo ecco apparire papà. Era furibondo e per poco non ci scopriva! Leon trovò subito una scusa plausibile,ma come faccio senza lui? Ahah”
 
Chiusi il diario e bussò il campanello.
Aprii ed eccolo lì davanti con delle bellissime rose…ma notai qualcosa di nuovo.
Ma certo! I suoi capelli! Ora aveva un ciuffo molto…sexy.
“Cosa?Vilu non fare questi  pensieri!” tuonò la vocina interiore.
Sussultai, rimasi senza parole.
“Beh, non dici niente?” si accigliò.
“N-non so cosa dire… grazie “ risposi incantata dai suoi occhi profondi.
“ Non devi dirmi grazie, comunque rispondo alla tua domanda… certo che ti amo!”
“Q-quale domanda scusa?” pensavo si fosse rintronato.
“Quella stampata sulla tua bellissima maglietta!” sorrise.
“O-ooh, certo, grazie anche io ti amo!” accennai un debole sorriso.
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Di slancio lo abbracciai, non si era aspettato tutta questa intraprendenza ma si lasciò coccolare.
Ne approfittò e cinse al mio collo una collanina.
“Cosa?..”
“Un regalo” mi sussurrò all’orecchio.
“Oh Leon, se lo avrei saputo ti avrei fatto anche io un regalo, mi sento sciocca…”
“Non fa niente, sono il tuo principe azzurro stasera! “ disse ridendo.
Mi incantai a fissare la collanina : era metà cuore con scritto sopra una L.
Intanto lui mi sventolò l’altra metà del cuore con scritto V.
Ero emozionata e non so come, lo baciai con passione. Non fu un bacio a stampo. Ero così contenta che schiusi le labbra e le nostre lingue cominciarono a danzare.
Leon mi sussurrò :” Credo che qualcuno ci stia guardando” disse indicando con lo sguardo la finestra della cucina.
In effetti era Olga che stava singhiozzando.
“La mia bambina!” pensò Olga.
 
Fine flashback.
 
A guardare quella L mi si strinse il cuore e incominciai a piangere.
Avevo distrutto, tutto quello che c’era tra noi.
Scesi le scale, ancora paonazza e non mangiai niente. Nessuno mi chiese spiegazione ed era meglio così, ero distrutta psicologicamente ma per la rabbia ero peggio di un ninja.
Angie mi accompagnò e solo allora mi chiese.
“Allora ne vuoi parlare?”
“Non c’è nulla da spiegare Angie, ho sbagliato tutto io.”
“Ma dovrà capire che si trattava di un malitenso!”
Forse, aveva ragione. Quelle parole di Angie mi fecero riflettere tantissimo. Infondo era stato lui a confondere e non avevo nessuna colpa.
Io non mi aspettavo quel bacio.
 
P.O.V Ludmilla

Oh! Oggi mi sono svegliata molto molto felice! Finalmente quei due si sono separati ...
Dopo l’addio di Thomas non ho prede in particolare, così voglio riprendermi il mio Lyon.
Certo, lo faccio solo per distruggere la cara Vilu, sorry sweaty.
Mi incammino verso lo studio on beat saltellando allegramente.
Oggi sono arrivata un po’ presto, e il mio prossimo piano sarà confondere i sentimenti del mio Lyon, beh vediamo come potrei farlo innamorare? Pensai. Ma, ma chi è quell’idiota che interrompe i miei pensieri?
“Ehy Ludmilla!” salutò Andres
“Stupido! Togli subito le tue dita schifose dalla mia maglietta firmata!”
“Oggi sei felice Ludmilla, vero?” domandò Andres
“Oh, come potrei non esserlo?” sorrisi .
“ Ora cosa deciderai di fare?” domandò il ragazzo.
“ Beh, se proprio lo vuoi sapere, cercherò in tutti i modi di distruggere Violetta. Leon la ama ancora ma se verrà espulsa e si allontanerà lui , come si dice lontana dagli occhi e lontana dal cuore! Poi darò il colpo di grazia a quella smorfiosa.
“Cosa dici Ludmilla! Il cuore ha gli occhi?E poi chi è Grazia?”
“Lascia stare, tu non capisci mai niente, Ludmilla se ne va” e schioccai le dita.
Arrivò Nata da lontano, oh che povera.
Da quando era diventata la mia schiavetta mi faceva tenerezza. Poiché avevamo discusso avevo attuato un piano per farla litigare con il fidanzato, come si chiama? Maxi?. Avevo inviato attraverso il cellulare di lui un messaggio a quella ragazza di nome Andrea, sapevo che sarebbe venuta! Pensai con il mio sguardo malefico.
“Ciao Ludmila!” disse triste Nata.
“Beh, cosa fai lì ferma? Voglio un po’ di acqua! Vai al Resto-Band e prendimela!” urlai
“ Ma come faccio ora devo tornare indietro!” si giustificò Nata
“E ci torni indietro o vuoi fare la fine delle altre formichine? Ricordati che vali zero senza me, quindi ora vai e torna per l’inizio delle lezioni” le ordinai.
“ Si, va bene!” concluse Nata.
 
Nata P.O.V

Che strega! Come può ordinarmi di fare delle cose quando io sono in questo stato!
Ieri non ho dormito e ho litigato con Maxi.
Praticamente Violetta si era addormentata nel suo camerino così abbiamo aspettato che uscisse.
Intanto è venuta a farci visita quella gattamorta di Andrea, come può desiderarlo ancora se lui ha me.
Io non sono nessuno. Pensai.
Io sono una formichina e Maxi crede di avere il diritto di flirtare con altre ragazze!
Comunque ho preso il frullato che stavo bevendo e gliel’ho versato sul suo stupido cappellino da rapper, patetico!
Sono indecisa. Lo avrò perso!?.
Mi accorgo solo adesso che sono arrivata al Resto-Band da 5 minuti e sono stata immobile a pensare.
“Nata, Nata ci sei?” chiese Luca.
“Oh, si scusami ero con la testa fra le nuvole!”
“Non fa niente, cosa vuoi?”
“Un’ acqua... naturale!”
 
P.O.V Angie.
 
Povera Vilu! Io so che non voleva dare quel bacio a Diego, mi piange il cuore che abbia rotto con Leon!
Vorrei cercare di risolvere questi problemi ma non posso e lei… sta crescendo.
Stamattina non ha fatto colazione e aveva un viso a dir poco cadaverico!
Stavo uscendo quando German mi fermò e io sussultai.
“Mi scusi Angie, dove sta andando?” chiese interrogativo
“Ehm, raggiungo Violetta ultimamente la vedo triste…”
“No aspetti, perchè è triste?!” tuonò German furioso.
E ora? Come faccio! Se gli spego la faccenda lui a dir poco ammazzerà Leon!
“Ehm, ha litigato con una sua amica, la devo consolare!”
“Oh, povera. Le voglio parlare anche io!” disse.
“Oh no! Lei non capirebbe niente di queste cose, molte volte le ragazze litigano per delle stupidaggini quindi le parlerò io, sono sicura che entro oggi avrà già fatto pace !” e lo salutai svignandomela.
 
P.O.V Violetta.
 
Arrivai allo studio decisa, non volevo più piangere.
A causa della mia lentezza arrivai tardi, perchè Angie doveva fare una commissione e mi accompagnò solo fino ad un certo punto.
Tutti avevano già preso posto alla lezione di Pablo e sapevo che mi avrebbe fatto qualche ramanzina per ieri.
Dopo la lezione Pablo mi fece cenno di andare in sala professori.
Oh, ecco ci mancava solo questo.
“Violetta, sono stato in pensiero per te ieri, mi dici cosa è successo?”
“Scusa Pablo, ho litigato con un persona e mi sono chiusa nel camerino sperando di rimanerci. In effetti mi sono addormentata dalla confusione mentale e quando mi sono svegliata, solo allora ho aperto la porta mi dispiace”dissi dispiaciuta.
“Va bene, ma non tollero più comportamenti del genere, Violetta. Ora vai che c’è la lezione di Gregorio!”
Vero, ora c’è Gregorio. Quanto lo odio. Al minimo errore è capace di fare una polemica.
Ma una cosa che mi fece sussultare è che oggi sarebbe dovuto venire anche Leon alla lezione di danza.
Dovevo parlargli, dovevo chiedergli spiegazioni.
Cercavo nel corridoio i suoi occhi verdi profondi ma non li trovavo, probabilmente già era nella sala. Corsi nella sala di danza, gli altri già c’erano e mancavo solo io e… lui.
Lui non c’era, e se gli era successo qualcosa? Sprofondai in un abisso di tristezza.
 
Olga P.O.V
 
“Ma sei sicura?” mi chiese Roberto.
“Si!” risposi con decisione.
“Sicura sicura?!”
“Certo Roberto! Se uno ti stava per buttare sotto tu avresti fatto finta di nulla? “ chiesi con stupore
“Beh, che prontezza da parte tua prendere il numero di targa”
“Questo perchè ho una memoria di ferro! Non sono brava a fare solo caffè.”
“Ancora con questa storia? Sei una domestica o no?”
“Certo, ma non per te!Ora vado a fare il bucato.” Lasciai la cucina.
All’improvviso si attivò un allarme in cucina.
“Aha!Beccato!” sorrisi con sguardo malvagio correndo in cucina.
“Cosa è stato?!” chiese Roberto spaventato.
“Ho attivato un allarme che è capace di rilevare i furboni come te che mangiano dolcetti e torte senza permesso!”
“Ma cosa stai dicendo? Avrò il consenso di prendere un biscotto oppure no?”
“No, poiché per te sono solo brava a fare tisane!” e continuai a litigare.
 
P.O.V Violetta
 
Sbagliavo completamente tutti i passi così Gregorio fermò la musica gettando quella sua patetica pallina sullo stereo.
“Signorina, la vedo distratta e non tollero distratti! Non segue il ritmo…”
Io ero persa nei miei pensieri su Leon e dove fosse ora.
Mi auto-cacciai dalla classe perchè non ne potevo più. Corsi senza una meta quando mi venne in mente di chiamare Leon. Avevo un briciolo di speranza  che mi rispondesse. Andai a passo lento verso la sala di musica per non farmi sentire e aprì lentamente la porta. Diedi una sbirciata per vedere se c'erano occhi indiscreti. Beh, non c'era nessuno.
Mi rannicchiai vicino al pianoforte per non essere vista dalla gente e digitai il numero di Leon . La tentazione era irrefrenabile. Le mie mani iniziavano a sudare e mi resi conto di aver iniziato a balbettare. Quando mi rispose, tremai...  

Angolo autrice:
Ciaoo, allora vi ho lasciato con l’acqua alla gola ehehe.
Innanzitutto grazie a syontai ho notato degli errori di grammatica
*si da auto sculacciate*. In effetti li ho notati e spero di non averne fatti in questo capitolo.
Allora, partiamo dal principio, ho voluto far notare la tristezza immane di Violetta e ho voluto colpevolizzarla. *sorride malefica*. Ho voluto anche però parlare dal punto di vista di altri personaggi dato che i primi capitoli erano tutti su Leonetta.
Niente, grazie ancora e continuate a leggere perchè nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo personaggio che io ODIO ma è fondamentale per la storia. Ciaoo.
 
 
 
  

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Capitolo 4
*** Eterne Indecisioni ***


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Francesca P.O.V
 
Ero nella sala di danza con Vilu e Cami. Che strano, oggi Leon non era venuto e sto incominciando a preoccuparmi…
Non che mi interessi qualcosa di lui ma mi sta molto a cuore perchè è un buon amico sia mio che di Marco ed è il fidanzato della mia migliore amica.
Ma cosa dico? Ex fidanzato.
Dopo tre minuti di riflessioni mi accorsi che Gregorio mi stava rimproverando perchè avevo la testa altrove. In effetti aveva ragione, così non replicai.
Beh, sono super eccitatissima perchè oggi Marco mi porterà in un posto ma non mi ha detto dove…
E’ tipico dei ragazzi!Tu gli chiedi qual è la sorpresa e loro non te la dicono.
Oggi è il nostro anniversario perchè sono sei mesi che stiamo insieme, SEI!
Non riesco a non pensare alla bellissima sorpresa che mi ha fatto stamattina…
 
Flashback
 
Ero arrivata allo studio con Camilla e Maxi.
Camilla era acida perchè nonostante fosse fidanzata con Brodway, lui non aveva ancora distolto il suo cuore da Vilu anche se lo negava sporadicamente.
Maxi era giù di morale : in effetti non ne combinava una buona!
Aveva rotto con Nata il giorno prima, perchè lui stava flirtando con Andrea quella rompiscatole.
Devo dire che però un po’ mi sono divertita! Mi dava fastidio che Maxi, nonostante fosse fidanzato flirtava con quella.
Ahah, ammetto che avrei battuto il cinque con Nata per avergli lanciato il frullato addosso.
Ricordo ancora, quando eravamo tutti e tre nel taxi si sentiva un odore di fragola e kiwi.
Però come biasimarla, io avrei fatto peggio se fossi stata al posto di Nata. Gli avrei lanciato un bel calcio nei gioielli o una chitarra in testa o un bel pugno in faccia (?)
Oggi mi ero vestita particolarmente bene : un vestito bianco fino alle ginocchia con dei pois neri e una cintura sottile rossa che stringeva il punto vita. Scarpe perfettamente intonate con il vestito che avevano la stessa fantasia. Riguardo ai capelli, li lascio sempre al naturale perchè sono un disastro come parrucchiera!
“Chissà tra quanto viene Marco” dissi guardando imperterrita l’orologio.
“Vedrai che sicuramente verrà, oggi è un giorno importante per voi due” disse Maxi con un filo di tristezza.
“Oh eccolo! Parli dell’angelo e spuntano le ali!”
“Volevi dire, parli del diavolo e spuntano le corna!” disse Camilla con un po’ di acidità.
Oggi non è particolarmente felice anche se non lo da a vedere perchè Marco mi regala sempre doni, mi fa le serenate e mi ama più di lui stesso. Invece Brodway a lei le aveva regalato solo un misero pacco di taralli.
 “Si vabbè Camilla intendo quello, non c’è bisogno che mi correggi sempre!” dissi un po’ furiosa.
Camilla era una delle mie migliori amiche ma oggi non volevo farmi rovinare il giorno da nessuno, ero troppo euforica.
Senza volerlo iniziai a canticchiare “Te Creo”.
Marco stava arrivando e lo vedevo bene con la sua chitarra e uno spartito in mano.
“Ciao Francesca!” sorrise.
“Ciao Marco!” risposi con gentilezza.
Passarono cinque minuti che io mi stavo infuriando perchè non si ricordava dell’anniversario.
Come può non ricordarsi! Pensai tra me e me.
“Senti Marco, oggi è un giorno come gli altri per te?” sbottai.
“No, ma volevo vedere fino a che punto volevi arrivare. Buon anniversario!” disse iniziando a ridere
“… quando sei arrabbiata mi piaci di più!” continuò.
“Sei un idiota, mi stavi facendo venire un colpo!” risposi.
Ci sedemmo sulla panchina vicino lo studio on beat mentre Camilla e Maxi ci fissavano beatamente.
Marco iniziò a strimpellare la chitarra e dopo pochi accordi incominciò a suonare una melodia.
Più la ascoltavo e più sembrava familiare.
Ma certo! La canzone di Thomas Entre tu y yo! Che dolce *-*
Un velo di tristezza mi dipinse il volto, quella canzone mi ricordava Thomas e il mio amore per lui.
Era andato via e non ci aveva chiamato, non si era fatto sentire.
Io naturalmente mi ero fatta una ragione e anche Vilu però ne sentivamo la mancanza tutti.
Al finire della canzone i miei occhi si riempirono di lacrime di gioia, era la prima volta che un ragazzo mi dedicava una canzone.
Lo abbracciai forte.
“Fran, mi strozzi così!” disse a stento.
“Scusami!” sorrisi.
Mi avvicinai a lui e lo baciai con foga e lui ricambiò!
Fu un momento memorabile, come ho potuto solamente pensare che si fosse scordato l’anniversario! Che stupida…
 
Fine Flashback
 
“Francesca, Francesca! Mi sente?” urlò Gregorio.
“Eh?” sbottai io
“Siamo in una aula di danza e pretendo concetrazione, è la seconda volta che la richiamo! Vuole uscire dall’aula come la sua compagna?”
“N-no” dissi io intimorita.
“Bene, allora esegua la coreografia.” Disse furioso Gregorio.
 
 
Leon P.O.V
 
Quella notte non ero tornato a casa e probabilmente i miei mi avevano chiamato mille volte.
Apro il cellulare e trovo 50 chiamate perse.
Anche Violetta mi aveva chiamato, ma con che coraggio?pensai.
In questi momenti non so che fare, non ho la forza di fare niente.
Mi ero addormentato su una panchina vicino casa mia, non avevo queste intenzioni, ma forse mi si è annebbiato il cervello a tal punto da cadere nel sonno.
Tutto il mondo sembra così felice : alberi rigogliosi, foglie color smeraldo, distese di … violette.
Tutto ciò mi fa ricordare lei e me felici, quando eravamo ancora insieme a baciarci, probabilmente anche su questa panchina.
I suoi baci… mi mancano da morire. Il fatto di poterla abbracciare e assaporare l’odore della sua pelle. Di poterla accarezzare, abbracciarla e premere le mie labbra sulle sue.
Tutto ciò mi manca.
Erano le 10.00 e non capivo come i miei non mi avessero trovato. Eppure ero vicinissimo casa.
Avevo il viso sudato e i miei occhi erano gonfi. Sarei rimasto lì in eterno se non avessi avuto passioni come il motocross.
Già, io adoro il motocross. Oltre il canto e il ballo è un altro modo per sfogarmi.
Mi alzai dalla panchina e con buoni propositi, o perlomeno accettabili, mi avviai alla pista di motocross.
Non dovevo presentarmi lì perchè tutti erano infuriati con me : avevo scelto di cantare il giorno dello show invece che partecipare a una importante gara di motocross che si sarebbe tenuta lo stesso giorno.
 
Quel giorno, a dir poco orribile. Quando la mia fidanzata mi ha tradito.
 
A causa mia ho fatto perdere molti sponsor ma non sapevo dove altro andare.
Allo studio on beat non sarei potuto andare in quelle condizioni : non avrei avuto il coraggio di guardare Violetta negli occhi e non avrei avuto il coraggio di non prendere a pugni Diego, cosa che stavo per fare sul palco quella sera ma fui frenato da Andres.
Beh, lui mi sostiene sempre anche se è stupido.
Almeno lui non mi tradisce, pensai.
Intanto arrivai alla pista di motocross.
Avevo dei brutti presentimenti.
Accostai la moto vicino al capannone degli attrezzi e nessuno mi degnò di uno sguardo.
Sbirciai da una piccola fessura e vidi Lara che stava aggiustando una moto.
Sembrava triste e mi faceva tenerezza perchè era comunque una mia cara amica.
Era. Per colpa di Violetta avevo allentato i rapporti con tutti. Soprattutto con le ragazze.
Mi avvicinai e per sdrammatizzare le misi le mani su gli occhi.
“Chi sono io?” dissi ridendo.
“Un emerito idiota!” rispose lei infuriata.
Si girò per fulminarmi e poi continuò a lavorare con le moto.
Ci rimasi male, non mi aspettavo una reazione del genere da lei.
“Avevi ragione, non dovevo partecipare allo show, è stato un giorno orribile!” sbottai.
Lara fece spallucce ma notai un sorrisetto.
“Perchè sorridi?” chiesi
“Perchè avresti dovuto capirlo prima, ora nessuno ti vuole vedere qui perchè hai fatto perdere degli sponsor importantissimi, come puoi vedere sono l’unica che ti parla. E mi fa sorridere il fatto che tu sia stato così ingenuo a partecipare allo show solo perchè c’era di mezzo Violetta.” Disse seria.
“Non pensare che la mia vita sia incentrata solo su di lei. Non più…”
“Cosa vuol dire questo?” chiese con gli occhi illuminati di gioia.
Cosa ci vedeva di tanto bello in una rottura tra me e Violetta?
Che ci siamo lasciati, io l’ho lasciata.” Dissi con gli occhi lucidi.
“Cosa? Da quando sei venuto su questa pista non hai fatto che blaterare sempre di lei e ora la lasci?”
“Sono stato costretto…” le risposi.
“Come mai?” disse incuriosita.
“Ha baciato un ragazzo nello show mentre il bacio doveva essere finto.”
Iniziò a ridere sguaiatamente.
“Cosa ci trovi di tanto divertente Lara?” chiesi accigliato.
“Sei troppo buono, Leon! Ti ho sempre detto che ti avrebbe fatto soffrire! Con che coraggio può baciare uno davanti ai tuoi occhi?...” continuò
Io intanto ero assorto nei miei pensieri.
“e ora hai perso l’opportunità della tua vita per quella strega!” continuò come se per tutto questo tempo non avesse mai sfogato.
La zittì mettendole un dito sulle labbra.
“ E a te cosa interessa?”
“Beh, sei mio amico ed è ingiusto vederti così, Vargas.”
“Sono tuo amico? Sei stata la prima a cercare di farmi fuori!”
“Non faccio preferenze, anche se sei mio amico sei anche un motociclista e devi rispettare i tuoi doveri” disse con un sorriso sghembo.
Cercavo qualcosa per colpirla in giro.
I miei occhi puntarono un cuscino appoggiato su una sedia.
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Di nascosto lo presi e dissi :” Ma smettila ipocrita!” mentre le davo cuscinate in pieno volto.
Naturalmente stavo ridendo, era un commento sarcastico e le voglio bene.
“Smettila Leon!” pronunciò a stento mentre rideva a crepapelle.
In quel momento avevo dimenticato di aver dormito su una panchina, di aver pianto. Lara faceva svanire ogni mia delusione dal viso.
Da quando stavo con Violetta, la consideravo una amica ma ora volevo dimenticare, e chi meglio al mondo poteva  aiutarmi se non Lara?
“Ok ok, hai vinto!” disse.
“Cercherò di farti avere qualche occasione!” concluse.
Istintivamente, le diedi un bacio sulla guancia.
“Grazie, ora vado a prendere la mia tuta così mi esercito!” conclusi anche io.
Vorrei sentire la sua voce, mi manca da morire. Giuro che se mi chiama al telefono questa volta rispondo, in fondo non le ho lasciato spiegare.
 
Lara P.O.V
 
Leon era tornato e mi aveva preso letteralmente a cuscinate in faccia.
Ma ero felice perchè era ritornato come quello di un tempo, quando non era ancora stregato da Violetta.
E’ inutile negarlo a me stessa : mi piace Leon da quando ha iniziato a frequentare questa pista.
Ho cercato di avvicinarlo a me ma lui si incantava sempre a pensare quella smorfiosa, non ha fatto altro che procurare guai!
Mi ricordo ancora quando lei è venuta alla pista mentre lui correva.
Leon si sarà incantato guardandola dalla moto che guidava ed è letteralmente caduto faccia a terra.
Ho dovuto sudare per riparare quella moto.
Ma è il momento buono per conquistarlo, sarà mio!
Ora è andato a vestirsi con la tuta perchè inizierà di nuovo a correre, mi fa piacere.
Oh!Cosa?
Sento il telefonino squillare, è Violetta.
Faccio un respiro profondo e rispondo.
Non mi da neanche il tempo di parlare che dice
“Leon non ho resistito a chiamarti! Sono rannicchiata dietro al piano per non farmi vedere e non capisco cosa ti sia preso!Cosa vuol dire quel biglietto? Era ovvio che mi avrebbe baciata secondo te non avrebbe approfittato? Perfavore io non posso stare senza te!”
“Violetta, devi capire che non è più interessato a te!”risposi.
“Lara? Cosa ci fai con il telefonino di Leon?” chiese dubbiosa.
“Me lo ha lasciato perchè non sopporta le tue stupide telefonate! Non vuole sentirti è un capitolo chiuso! Ti ha sempre sopportato con le tue eterne indecisioni ma ora non ti sopporta! Dice che sei stato l’errore più grande della sua vita e ora rassegnati, deve rifarsi una vita! Gridai e le chiusi il telefono in faccia.
Mi sentivo strana. Ma anche felice.
Strana perchè le avevo detto un mare di baggianate, infondo Leon la ama ancora.
Felice perchè ora l’avevo completamente distrutta il che era il mio piano fin dall’inizio.
 
Violetta P.O.V
 
Mi ha distrutta con quelle poche parole.
Ho perso quel minimo di speranza, non mi ha lasciato niente.
Non mi aveva dato il tempo di giustificarmi.
Mi ama alla follia e dieci minuti dopo mi odia come se fossi Satana.
Lara ha ragione però, si è sentito offeso quando ero indecisa tra lui e Thomas.
Aveva ragione. Io non ho fatto altro che procuragli dolore.
E la resa dei conti era arrivata.
 
 
 
Angolo autore :
Ehyyy eccomi con questo nuovo capitolo.
Che dire, LA O-D-I-O.
Ora Violetta si sente più distrutta di prima uff!
Decisamente questo non è il mio capitolo preferito, fa schifo *piange*
Ditemi cosa ne pensate voi a me fa sempre piacere eh eh
 
  

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Capitolo 5
*** L'Incubo ***


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P.O.V Violetta
 
Tutte le mie speranze svanite in cinque minuti.
Lo hai perso Vilu, non te ne rendi conto! tuonò la mia vocina interiore.
Una lacrima, due, tre, incominciarono a sgorgarmi dal viso.
Avevo una vista sfocata a causa delle lacrime, quando vidi una mano tesa.
Come se volesse aiutare a rialzarmi.
Mi stropicciai gli occhi con velocità e vidi Diego.
“Cosa ci fai tu qui Diego?Vattene!”
“Non posso, tra poco ho lezione qui. Ma se vuoi sono disposto ad ascoltarti.” Sorrise.
“Cosa? Ti faccio così pena che mi vuoi ascoltare??”
“Beh, sinceramente non mi fa sorridere una ragazza rannicchiata dietro un piano che piange”
In quel momento fui travolta dalla verità di quelle parole.
Aveva ragione, io faccio pena.
“… non voglio vederti così Vilu”
“Dovresti anche sapere però che è per colpa tua che sto così. Vuoi il meglio per me ma non immagini neanche per l’anticamera del cervello ciò che mi hai fatto!” gridai.
“Oh andiamo! Chiunque avrebbe voluto baciarti in quel momento!”
“Blateri solo cavolate! Mi avevi detto che il bacio sarebbe stato finto e dopo quello che è successo hai il coraggio di parlarmi?” sembravo una menomata.
“Ok, calma. Fai un respiro e riprenditi!” ordinò.
Scoppiai in lacrime e lui mi abbracciò. Lo stavo accusando ma lo lasciai fare.
In quel momento mi avrebbe fatto comodo anche un misero abbraccio da Ludmilla.
Mi convinsi ancora di più del fatto che non fossi innamorata di lui. Quando mi abbracciò non sentii il calore e l’affetto che succedeva con Leon ma sentivo qualcosa.
 Il mio viso si contorceva dal dolore, e piansi più forte solo al pensiero. Sentivo di poter esser protetta ma lo consideravo più un –abbraccio fraterno-.
Leon non mi voleva più bene, lo avevo perso.
“Basta ora! Non devi piangere, mi farai commuovere! Se potessi ritornare indietro non avrei mai fatto quel gesto!”
“C-cosa?” ero sbalordita.
“ Se avessi saputo delle conseguenze non lo avrei mai fatto, mi dispiace”
Sembrava veramente dispiaciuto, ma non era assolutamente “da Diego” essere così dolce.
Mi scostai da lui con una certa freddezza.
Andai verso l’uscita della stanza, mi girai prima di uscire dalla soglia e lo trovai con le braccia conserte e lo sguardo basso.
“Spero sia vero Diego, ora non so se fidarmi di te.”
Ma ero indecisa.
 
Flashback
 
Oggi sarà il giorno della recita!Finalmente potrò concedermi un po’ più di tempo con Leon e non dovrò sopportare quell’infantile di Diego…
Siamo stati settimane a provare quella inutile canzone e lui tenta sempre di raggirarmi dalla sua parte. Anche se è consapevole che io non lo amerò mai […]
 
Fine Flashback.
 
Sentì le farfalle nello stomaco, non è possibile!
Io Diego non lo consideravo nemmeno amico figurati… ehm avete capito.
Anche se non lo amavo, sentivo di potermi fidare.
 
Sospirai.
Ho una tale confusione nel cervello!
 
P.O.V Diego
 
Datemi un fucile! Voglio sparare Leon!
Capisco che al momento fosse accecato dalla gelosia ma il brutto è che non vuole avere spiegazioni!
Io odio far soffrire Violetta ma in quel momento non ho resistito. Era una atmosfera perfetta, le sue labbra carnose erano perfette, i suoi occhi che sprofondavano nei miei.
Probabilmente anche il suo cane l’avrebbe baciata e sarebbe stato comunque geloso.
Sentì un fruscio vicino al mio orecchio e mi girai di soppiatto.
“Ciao Diego!” mi provocò Ludmilla.
“Cosa vuoi bionda?” la provocai anche io.
“Assolutamente niente. Beto ha detto che dovevo aspettarlo qui perchè dovevo provare un duetto con te, dovresti essere onorato di cantare con la supernova” sorrise.
“Beh, devo dire che non sei niente male...” Dissi.
La zittì e continuai
“… a imbrogliare la gente!” sospirai.
“Cosa dici sweety?”
“Sei stata tu a far salire sul palco Leon per fargli vedere la scena, vero?”
“Non so di cosa stai parlando, ma ti vedo molto astuto.” Mi fece l’occhiolino.
“Beh, potrei farci un pensierino su di te, bellezza.”
La vidi sconvolta.
“Oh Diego, guarda che non sono la ruota di scorta” digrignò i denti.
“Mi piaci di più quando sei gelosa!” mi leccai le labbra.
Il suo volto divenne rosso peggio di un peperone.
“Tu… cosa… stai cercando di corteggiarmi?” stentò a parlare perchè era incantata dai miei occhi.
Chiusi gli occhi come per volerla baciare e lei fece lo stesso.
Eravamo a un centimetro quando iniziai a ridere come un matto.
“Ahaha, non dirmi che mi avresti baciato!”
“Cosa?NO! Tu vali proprio come le altre formichine, IDIOTA!” urlò.
“Mi piaci da impazzire, bionda.” E le feci l’occhiolino.
Mi guardò in cagnesco, sono sicuro che mi avrebbe picchiato se non si sarebbe presentato Beto nell’aula.
“Ehy Ehy ehy! Cosa sono queste parole!?” disse inciampando nelle percussioni.
“Ehm, non è d’accordo con me su una variazione del duetto!” si affrettò a dire.
“D’accordo Ludmilla, facciamo come vuoi tu.” Ammiccai.
“Ok ok, sentiamo questo duetto e deciderò io se va bene una variazione.”
 
P.O.V Leon
 
Stare sulla moto mi aveva liberato di tutti i pensieri orribili.
La cosa brutta è che quando finii la mia corsa ricominciarono a tamburellarmi nella mente.
Mi tolsi il casco e vidi una Lara decisamente rossa in viso.
“Ehm ehm, hai lasciato il tuo cellulare qui…” sussurrò .
“Oh grazie, come farei senza di te?!” e le baciai una guancia.
La vidi felice finalmente e questo mi faceva piacere.
“Bene, ora vado. Grazie di avermi ascoltato… per prima.”
“Figurati… Ricordati che io ci sarò sempre e non ti deluderò mai!” disse facendomi l’occhiolino.
Le feci un cenno con la mano e quando io ero a metà strada lei urlò il mio nome.
“Leon!” disse.
“Si?...”
“Sai, molte volte ci si deve accontentare. Prova a guardarti intorno e credo… che troverai quella giusta.” Sorrise.
Era lampante. Io e Lara, Lara e me… beh si, ma non ero convinto.
Stavo tornando alla moto dietro il capannone quando presi il cellulare in mano consapevole che per queste due ore mi avrebbe potuto chiamare… Violetta.
Nessuna chiamata persa.
Ci rimasi male, pensavo che avrebbe difeso il nostro amore.
 
Violetta P.O.V
 
Ritornai a casa distrutta!
Pensavo di trovare un po’ di tranquillità ma come al solito papà e Angie litigavano.
Angie è mia zia nonché mia istitutrice. Ho scoperto che era mia zia solo grazie a Jade che lo ha rivelato a me e mio padre. All’inizio ci sono rimasta male ma ho visto il lato positivo : finalmente un parente da parte di mia madre!.
Da quando siamo venuti in questa casa nella mia vita hanno preso posto delle persone splendide.
Quella più recente è Esmeralda.
E’ una compagna di lavoro di mio padre e ho notato che c’è del tenero tra loro due.
Quella donna mi piace troppo perchè assomiglia tantissimo a mia madre per come si comporta.
E’ molto dolce e mi difende sempre.
Andai nella mia stanza consapevole che forse mi avrebbe potuto chiamare Leon per queste due ore che non ho preso proprio il cellulare in mano.
No, nessuna chiamata persa.
L’ultima è stata quella che ho fatto io, quando mi ha risposto Lara.
Ancora ci penso ed è come avere dentro cento coltelli.
Mi addormentai con un peso sul cuore, sperando che il giorno dopo sarebbe stato migliore.
 
*Sogno*

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Ero alla pista di motocross a fare una pista in sella a una moto con Leon.
Lui era molto concentrato mentre io avevo molta paura poiché ero andata poche volte con lui su una moto. Mi stringevo forte a lui così iniziò a parlare comprendendo la mia paura.
“Non ti preoccupare, ci sarai sempre e solo tu per me.” disse dolcemente.
Da lontano vidi una Lara furibonda intenta ad aggiustare una moto, ma stava procurando più danni.
Anche Leon guardò Lara e … fu tutto così veloce.
Ci schiantammo sulla terra bagnata dalla pioggia di ieri sera.
Lara accorse subito Leon senza degnarmi di uno sguardo.
Guardai Leon un’ ultima volta. Era steso a terra e lo trasportarono sulla barella.
Sentì delle persone vicino me prendermi in braccio e mettermi dentro una ambulanza.
Prima che l’ambulanza partisse, vidi gli occhi di Lara fulminarmi.
Prese una mascherina, con l’intento di affogarmi.
Io non gridai, ma dentro ero distrutta.
Leon la incitava in qualche modo e lei sorrise.
*Fine sogno*.
Mi alzai sudata dal letto e mi toccai il viso.
Era rigato dalle lacrime.
 
Angolo Autrice :
Saaaalve!Scusatemi la mia lentezza nell’aggiornare ma sono in vacanza e sarà difficile. Comunque.
Lo so che forse sono troppo malinconica ma mi voglio soffermare sulla loro rottura perchè ci saranno troppi momenti Leonettosi! *-*
Vi devo dire un cosa catastrofica : ho visto il continuo della puntata 20 su youtube.
Lo so sono pessima!
Vi assicuro che… nonostante ho visto il continuo (avrò visto minimo 5 puntate) seguirò la linea retta della mia mente e continuerò la storia come me la sono immaginata.
Non vi dico se ci sono dei punti in comune con la storia, e non vi dico nemmeno se è uguale.
Sta a voi vedere a settembre.
Un beso! 

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Capitolo 6
*** Brutti malintesi ***


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P.O.V Esmeralda.
 
Ero in cucina a sgranocchiare qualcosa.
Tutti erano misteriosamente giù di morale.
Olga aveva litigato con Roberto, perchè dice che vuole avere più spazio vitale nonostante lui si intrometta nella sua storia con Cardoso.
A quanto si dice, Vilu ha litigato con la migliore amica.
Angie e German litigano in salone. Per quale motivazione poi? Perchè Angie aveva mangiato solo un po’ di pane imburrato ed era caduto sul pavimento.
Ammetto però che un cambio alla mia vita ci voleva.
Jade e Matias mi avevano chiamato per fingere di far innamorare German in modo che quando lo lascerò Jade correrà a consolarlo.
Mi sto rendendo conto però che mi sto affezionando tantissimo sia a German che a Violetta.
Sto pensando di dire la verità, anche se le conseguenze sono chiare : non potrò mai più vederli.
Olga mi sventola le mani davanti a gli occhi.
“Signora Esmeralda, è qui con noi?” disse
“Oh si si, scusate stavo solo pensando.”
“Beh, scusi se mi permetto, ma con tutto quello che c’è in frigo lei deve mangiarsi proprio una carota?”
“Beh, mi fa piacere che si preoccupa per me ma sto facendo una dieta in modo di avere una pancia piatta per l’estate!” mentii, in realtà mi ricordo vagamente di aver preso una carota. Ero troppo impegnata con i miei pensieri.
“Oh, ma lei è uno stuzzicandente! Sono io che sono una mongolfiera!Dovrei mangiare solo carote… e pesce.”
Mi stavo affogando perchè senza accorgersene Olga aveva detto un doppio senso.
Soffocai una risata mentre Olga piangeva.
“Mi scusi Olga, ho del lavoro da sbrigare. Ci si vede!”
 
Violetta P.O.V
 
Dopo quel sogno non avevo chiuso occhio, avevo un brutto presentimento.
Mi alzai malavoglia e come da routine, dopo essermi lavata e vestita scesi in cucina.
Per non destare sospetti mangiai una fetta di torta preparata da Olga.
Mio padre si stava accorgendo del mio malumore e il mio ultimo obbiettivo era quello di creare problemi alle altre persone.
“Buongiorno Vilu, prova questa nuova marmellata è buonissima!” disse
“N-no papà, voglio solo sgranocchiare qualcosa perchè sto facendo tardi!”
“Va bene, Angie ti sta aspettando fuori la porta”
“Per quale motivo?”
“Non lo so, credo si sia svegliata con il piede storto questa mattina.”
“Dai papà, non mentire! Vi ho visto che litigavate.”
“Questo perchè non rispetta le mie regole! Olga fa di tutto per far splendere questa casa e lei fa cadere il burro sul pavimento, è inconcepibile!” si alterò.
“Credo che non lo abbia fatto a posta in fin dei conti papà…”
Non mi ascoltò e continuò a mangiare come se  non avessi parlato.
“Ok, io vado. Ciao”
“Ciao Vilu!”.
Andai sulla soglia del portone ma Angie non c’era. Forse era in ritardo anche lei.
Così presi a correre poiché lo Studio non era a due passi da casa mia.
Durante il tragitto, mi accorsi che non avevo più il foulard al mio collo.
No!Il foulard di mamma!Accidenti.
Tornai indietro correndo e  guardando il marciapiede e gli alberi, con un po’ di vento si sarebbe sicuramente incastrato da qualche parte.
Non volendo mi scontrai con qualcuno.
“Ma guarda dove metti i piedi!” urlò.
Sussultai solo quando il verde dei suoi occhi colmò i miei.
Leon.
Non lo avevo più visto dalla recita. Ero emozionata ma avevo anche paura.
Lui rimase senza parole.
Ci limitammo a dire in sincrono uno “Scusami” e procedemmo ognuno per la propria strada.
Io alla ricerca del mio foulard e lui… credo verso lo studio.
In quel momento il mio cuore voleva uscire dal petto. Per me era come droga e vederlo integro per me era una grande soddisfazione.
Per fortuna il mio foulard era incastonato tra due rami.
Sentii dei passi avvicinarsi mentre io provavo ad arrampicarmi, ma era inutile perchè il ramo era troppo alto.
“Principessa, non riesci a prendere il foulard?” disse Diego con una voce sensuale.
“Non sono affari tuoi, vattene Diego” urlai.
“So che mi odi, ma almeno lasciati aiutare, sei troppo bassa per raggiungerlo anche se ti arrampicheresti.”
Volevo replicare ma mi zittì mettendomi un dito sulla labbra.
Senza neanche alzarsi sulle punta prese il mio foulard senza difficoltà.
“Cosa c’è? Non credo che Leon avrebbe fatto questo.” Disse malizioso porgendomi il foulard.
“Certo, e ha ragione. Noi due non stiamo più insieme per colpa tua. Secondo te se ne sarebbe fregato di prendere un misero foulard?”
“Probabilmente, ma un gentiluomo lo avrebbe fatto lo stesso. E voglio dimostrarti che non sono poi così cattivo”
Forse era cambiato. Pensai.
“Va bene, cosa vuoi per avermi aiutato?”
“Ti chiederei un bacio ma so che rifiuteresti, così mi chiedevo se potevi accompagnarmi allo studio.” Chiese.
Non potevo non rifiutare. Quel foulard per me ha un grande valore perchè è di mia madre.
Esitai, ma poi accettai la sua proposta.
Arrivammo a passo svelto verso lo studio perchè avevamo fatto venti minuti di ritardo.
Quando arrivammo alla piazzetta, il mio sguardo e la mia anima si focalizzò principalmente su un ragazzo. Fu come se tutti gli altri fossero spariti, c’eravamo solo lui e io.
Era girato di spalle e una cosa positiva fu che le persone non mi guardavano con un senso di ribrezzo come gli altri giorni e inoltre non poteva incutermi soggezione con i suoi splendidi occhi accesi di verde.
All’improvviso realizzai l’idea di come mi sentissi sola.
Del fatto che mi ero così dedicata anima e corpo alla mia storia con Leon che avevo trascurato le mie due migliori amiche, Francesca e Camilla.
Loro erano vicine all’entrata. Francesca accarezzava una guancia a Marco, il suo fidanzato.
Camilla invece stava… scaraventando un bicchiere d’acqua addosso a Broadway?.
Ah, beh finalmente una persona triste.
Girai lo sguardo e vidi Nata e Maxi che si baciavano amorevolmente : probabilmente avevano chiarito subito dopo la loro lite. Sono contenta per loro, perchè soprattutto Nata se lo merita.
E’ stata sempre la schiavetta di Ludmilla, ha contribuito ai suoi piani malvagi e finalmente almeno una persona ha capito che lei è timida e indifesa.
Girando nuovamente lo sguardo mi focalizzai su Camilla.
Ma come? Non era arrabbiata per aver gettato l’acqua su Broadway?
Mi accorsi dopo un nanosecondo che stavano scherzando, stavano facendo una specie di gavettone.
Mi accorsi che in quella piazza ero l’unica triste, o meglio, eravamo gli unici tristi.
Io e lui. Io e Leon.
Lui aveva una voce flebile e era impallidito di brutto.
Un ragazzo mi squadrò da capo a piedi con disgusto e diede una gomitata a Leon.
Vidi Leon girarsi insieme a tutte quelle altre persone.
Ero così immersa nei miei pensieri che… Diego mi stava abbracciando.
Aveva pianificato tutto.
Le altre persone per me non esistevano, tutto ciò che mi importava era lui.
Leon serrò i pugni e iniziò ad avere gli occhi lucidi.
Dovevo andarmene, quei malintesi tra me e Diego non facevano che procurargli dolore.
Iniziai a correre verso l’interno dello studio, senza una meta precisa.
Avevo le lacrime agli occhi, e mai come in quel momento avrei desiderato così tanto morire.
Mi fermai sulla soglia di uno sgabuzzino che mi fece affiorare molti ricordi.
Quello era il camerino dove ero stata chiusa da Ludmilla e Nata, per non fare l’audizione allo studio.
La cosa buffa è che mi chiusi da sola lì dentro.
Mi ricordo che Antonio qualche giorno prima ci aveva detto che misteriosamente tutti i sgabuzzini si erano incominciati a bloccare e a meno che una persona non ti apre da fuori non puoi uscire. Ci guardò in cagnesco e minacciò che se avrebbe trovato il colpevole di quel losco scherzo lo avrebbe espulso dallo studio.
Sentii dei gridolini e una campanella suonare.
Probabilmente gli alunni erano entrati e preso posto per le lezioni.
Incominciai a dare a pugni sulla porta nella speranza che qualcuno mi sentisse, ma non lo volevo davvero. Volevo restare privata della mia vita sociale per sempre, e quale posto migliore di uno sgabuzzino?
Sentii una voce parlare da fuori.
“Chi è così stupido da chiudersi da solo in uno sgabuzzino?” urlò arrabbiato.
Aprii la porta e i suoi occhi diventarono lucidi.
Era Leon.
“G-grazie Leon.” Spiccicai.
Lui si limitò a fissarmi e non so come presi coraggio.
“Leon, devo darti delle spiegazioni.”
“No, shh. Non stiamo più insieme, puoi fare quello che vuoi.” E se ne andò.
Anche questa volta non mi aveva lasciato spiegare.
Presi posto alla lezione di Jackie, che si infuriò tantissimo con me poiché avevo fatto tardi.
Francesca e Camilla non mi chiesero alcuna spiegazione, avevano capito che non avevo nemmeno la forza di parlare.
Dopo poco arrivò anche Leon alla lezione.
“Alla buon ora, Vargas!” sbottò.
“Vedo che se la prende comoda come la sua compagna Castillo!” iniziò ad alterarsi.
Per una frazione di secondo, che a me parve interminabile, i suoi occhi mi fissarono… vuoti.
“Vedo che è molto attento! Può mostrare ai suoi compagni una coreografia improvvisata sulle emozioni? Signorina Castillo, venga qui e collabori. Lei farà coppia con il signor Vargas”
Mi sentii morire.
 “Dimenticavo, date un po’ di enfasi perchè la vostra coreografia si incentrerà sull’affetto e l’amore. Anche se non si è innamorati si può fare un buon lavoro.” Concluse.
Andai con lo sguardo basso verso Leon al centro della sala, con gli occhi di tutti puntati contro.
Partì la base e i passi vennero naturali.
Per tutto il ballo non riuscivo a non distogliere i miei occhi dai suoi.
Improvvisai tutto alla perfezione, e alla fine lui mi prese in braccio di slancio portandomi in alto, concludendo quello che sarebbe stato uno dei balli più belli e intimi della mia vita.
Mi portò giù come se fossi fatta di cristallo e mi posò con delicatezza guardandomi dolcemente negli occhi.
Fui travolta da tante emozioni e stavo per cadere ma mi trattenne per un braccio.
Balbettai un “grazie” e presi posto.
L’ora passò subito e i nostri sguardi cercavano di evitarsi, ma non fu possibile.
 
Leon P.O.V
 
Avevo appena ballato con lei e… è stato bellissimo.
Il mio cuore batteva così forte che temevo lo avesse sentito.
Non potevo evitare quanto Violetta mi piacesse così ci ho messo tutto il mio amore possibile in quella coreografia e anche lei.
Cercavo ancora una volta di ammettere a me stesso di dimenticarla, ma non ci riuscivo.
 
Violetta P.O.V
 
Dopo due ore finalmente la pausa di quindici minuti.
Ero già stremata, soprattutto dopo la prima ora.
Mi balenò in mente una idea bellissima : volevo riavvicinarmi a Francesca e Camilla.
Mi sarei fatta perdonare offrendo loro un frullato.
Così mi incamminai verso il resto band.
Lo trovai aperto e con poca gente, così cercando di essere il più raggiante possibile ordinai e comprai i frullati.
Si, pensavo che quella giornata fosse migliore delle altre due.
Una volta arrivata allo studio però, mi accorsi che non era così purtroppo.
Leon stava parlando con Lara, così come mi ha visto ha preso il suo viso tra le mani e l’ha baciata.
 
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Feci cadere i frullati per terra, da i quali incominciava a uscire tutto il frullato di fragole e kiwi.
Incominciai a vedere sfocato la scena annebbiata dalle lacrime.
Leon mentre baciava Lara, sembrava guardarmi come per dire “Voglio farti provare quello che ho provato io”. Aveva ragione.
Quella era la sensazione più brutta del mondo.
 
Angolo autore :
Davvero, non mi aspettavo che anche voi avevate visto gli episodi lol.
Vabbe figura di cacca.
Comunque questo capitolo è bellino però la fine la odio.
*Mette sotto la ghigliottina Lara e Diego*
Vabbbe, ho voluto pubblicarlo lo stesso giorno perchè mi accorgo che sono un po’ indietro u.u
Nieeente, prometto che pubblicherò a breve anche il prossimo !
  

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Capitolo 7
*** Momenti di debolezze ***


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Nota autore : Prima di incominciare volevo scusarmi per i miei errori di grammatica nell’ultimo capitolo.
Ci tenevo tanto a scriverlo perchè mi balenavano tante idee nella testolina e non volevo perderle così ho scritto e l’ho pubblicato senza rileggerlo 100 volte.
Mi scuso anche per gli errori che farò (sicuro).
 
P.O.V Leon.
 
Ero uscito a prendere una boccata d’aria dopo quelle due strazianti ore.
La prima ora è stata indescrivibile.
Dentro di me era tutto un fermentare di emozioni e leggevo negli occhi di Violetta la stessa cosa.
Avevamo ballato insieme.
Era stato sicuramente un caso e più che felice mi sentii in soggezione.
Nonostante mi avesse fatto tutto ciò, Violetta rimaneva pur sempre l’unica ragazza che amavo.
Sentirla tra le mie braccia era la sensazione più bella del mondo.
All’improvviso incominciai a pensare a me e a lei a fare l’amore in una stanza piena di candele che rendevano l’atmosfera piacevole e molto intrigante.
Sapevo che tutto ciò non sarebbe stato possibile ma continuai ad immaginare.
Ai suoi baci, alle sue carezze e le mie braccia che avvolgono le sue. I miei capelli tutti scompigliati dalle sue mani sudate per l’emozione forte e indescrivibile. Alle mie spinte e ai suoi gemiti strozzati. Al suo viso così eccitante tinto di rosso per la vergogna.
Si, perchè credo che lei si vergognerebbe anche in questi momenti.
Sentii un dolce profumo invadermi le narici. Violetta.
La mia Violetta.
Stava correndo verso il resto band.
Mi sento così stupido, ad averla persa. Anche se mi aveva visto molte volte con Lara in momenti intimi mi aveva sempre perdonato.
Mentre io non le avevo dato chance.
Aveva un sorriso stampato in faccia, come poteva?
Io ero lì a rimuginare sulla nostra storia mentre lei correva felice chissà dove.
Da sola.
Mi venne in testa l’idea di seguirla, ma fui fermato proprio quando incominciai a camminare.
“Leon!” disse radiosa Lara.
“Lara, ciao!” sorrisi.
Di slanciò mi abbracciò e io ricambiai forzato.
“Ti ho portato un milkshake e buone notizie!” saltellò dalla gioia.
“Ehy ehy, come mai sei così felice?”
“Beh, sono felice che tu ritorni, così non romperò altre moto!” disse sorridendo.
Mi abbracciò di nuovo. Tutta quella dolcezza mi disgustava.
Ma ad un tratto mi venne una idea.
Sapevo che Violetta era la ragazza che amavo di più in tutta la mia vita, era il senso di tutti i miei giorni.
Nonostante ciò, volevo farle provare il mio stesso dolore come ha fatto lei con me.
Tra gli alberi vidi Violetta saltellare con due frullati in mano.
Probabilmente uno è  per Diego! pensai istintivamente.
Presi il viso di Lara tra le mie mani e la baciai.
Lei cercò di approfondire il contatto ma io non avevo occhi che per Violetta.
Le erano caduti i frullati per terra e aveva le lacrime agli occhi.
Che idiota! Pensai.
Come hai potuto farle questo? Hai risolto qualcosa ripagandola con la stessa moneta?tuonò la mia voce interiore.
Quel bacio fu orribile. Mi sentii un fallito.
Avevo tradito i sentimenti di Violetta ma avevo capito che ci teneva a me perchè corse via piangendo.
Avevo baciato Lara ma in realtà l’avevo soltanto usata. E ora mi avrebbe chiesto sicuramente di stare insieme dopo quel bacio. Non potevo rifiutare e non volevo creare problemi.
“Ehm, la b-buona notizia è che s-sei riammesso come p-pilota ufficiale” disse a stento.
“Grazie Lara, come farei senza di te?” dissi con un velo di tristezza.
“Cosa succede? Non ti è piaciuto il bacio?” chiese.
“S-si.” Risposi cercando  di essere più allegro possibile.
“Allora… stiamo insieme?”
“Certo!” risposi senza pensare mentre cercavo Violetta con lo sguardo tra gli alberi.
Mi stritolò tra le sue braccia.
“Sono felice che te ne sei fatto una ragione!” disse.
“Già, hai ragione”risposi dubbioso.
La stavo solo prendendo in giro, io sapevo che lei mi amava dal profondo del mio cuore, ma in quel momento volevo farla pagare a Violetta e non me ne ero proprio fregato dei suoi sentimenti.
“Ora, devo andare… scusami” e incominciai ad andare verso l’uscita del cancello.
“Si, aspetta!” mi tirò con un braccio e mi diede un bacio a fior di labbra.
Mi staccai con freddezza e lei lo avvertì, nonostante ciò mentre stavo camminando mi voltai mentre mi stava salutando con un sorriso a trentadue denti.
Andai verso la casa di Violetta, non sapevo la motivazione precisa ma volevo vederla.
Non le dovevo dare nessuna spiegazione, ne tantomeno lei a me.
Mi balenò in mente all’improvviso l’idea che potesse fare qualcosa di pericoloso, così incominciai a correre senza meta.
Arrivai davanti casa sua e bussai alla porta. Dopo due minuti Olga, la domestica, mi aprì.
“Salve Olga, c’è Violetta?” chiesi trattenendo la mia aria preoccupata.
“No, perchè cos’è successo?” mi chiese dubbiosa Olga.
“Nono, ero passato qui per salutarla, ma credo sicuramente che starà allo studio!”
“Beh, dovrebbe finire le sue lezioni tra qualche ora, se vuoi puoi aspettarla qui!” disse Olga ignara di quello che era successo
“No grazie, la raggiungo allo studio!” e la salutai passandomi una mano tra i capelli.
Mi guardò piena di gioia : sapeva di potersi fidare di me perchè mi riteneva in gamba e perfetto per “la sua bambina” . Poi chiuse la porta perchè evidentemente la chiamò Roberto.
Ormai era una ora che la stavo cercando e mi stavo seriamente preoccupando.
Chiamai Francesca, Camilla e Maxi ma loro dissero che non ne avevano tracce.
Passai per un vicolo e vidi  una ragazza seduta per terra nell’ombra che aveva la testa appoggiata sulle ginocchia.
“Violetta!” dissi con stupore mentre mi avvicinavo con passo lento.
Lei non rispose, evidentemente stava dormendo.
In un bicchiere affianco c’era un po’ di acqua con dei sonniferi.
“Mi sento un emerito idiota, come ho potuto farti questo?” pensai ad alta voce.
Le diedi un bacio sulla fronte e sfiorai le sue labbra, non se ne sarebbe accorta di nulla perchè dormiva.
La presi in braccio ma non sapevo dove portarla. La sua casa non era il posto migliore perchè suo padre e gli altri mi avrebbero sicuramente chiesto spiegazioni e non avrei potuto dire :”Ho spezzato il cuore a vostra figlia e lei si è rifugiata in un vicolo di malviventi con dei sonniferi”.
Pensando a queste parole mi sentii un mostro e delle lacrime incominciarono a rigarmi il viso.
La portai a piedi nella mia seconda casa, che in realtà è un appartamento. Si trova abbastanza vicino e  non feci molti sforzi per raggiungerla. Aprii la serratura e finalmente capii che quella casa servisse a qualcosa.
Mio padre me l’aveva comprata per le necessità ma non ci andavo quasi mai.
Appoggiai Violetta sul divanetto e la guardai intensamente.
E’ bellissima quando dorme, fu il mio primo pensiero.
Volevo stringerla a me, baciarla.
Ma le avevo ferito il cuore.
Chiamai subito Angie.
“Ciao Angie, sono Leon! Senti, non posso spiegarti tutto per telefono, comunque Violetta farà un po’ tardi del previsto”
“Leon cos’è successo?” si preoccupò subito.
“L’ho vista piangere allo studio mentre correva via e dopo una ora l’ho trovata seduta in un vicolo di malviventi”
“Cosa?Ma come è possibile!” tuonò
Esitai. Sapevo perchè si era ridotta in quello stato ma non volli dire la verità.
“Ok, fino a che ora pensi che resterà da te?” chiese
“Non lo so, ha preso dei sonniferi.” Dissi
“Tu cerca di svegliarla Leon, sai che se lo scopre German siamo nei guai!” disse.
“Va bene, quando si sveglierà ti chiamerò così la porterai a casa” e chiusi la telefonata.
Mi sedetti sul divano, consapevole di avere la donna che amo poco distante da me e dalle mie labbra.
 
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Diego P.O.V
 
Ecco, avevo approfittato di Violetta un'altra volta abbracciandola e le avevo causato solo problemi.
Ma del resto Diego è Diego. Pensai.
Non mi interessava abbracciarla per far invidia a quel bellone di Leon.
Per farlo rodere bastava molto poco e non era mia intenzione, almeno oggi no.
Volevo far ingelosire quella bionda, come si chiama? Ludmilla.
Ci riuscì alla perfezione, perchè per tutta la durata delle lezioni mi guardò furibonda.
Arrivai all’armadietto stremato dopo la lezione di ballo all’ultima ora.
Sentì un fiato sul collo, sapevo chi è che faceva così.
“Ciao Diego.” disse con la voce più sensuale del mondo.
Mi sciolsi come un ghiacciolo ma non lo feci vedere.
“Qual è il tuo obbiettivo?Farmi eccitare con quella voce?”
Lei scosse la sua chioma bionda e se la portò da un lato.
“No, volevo solo salutarti.” Cambiò tono.
“Bene, ciao!” le dissi mentre mi stavo avviando verso il corridoio.
Lei mi prese un braccio e mi costrinse a guardarla.
“Hai raggiunto il tuo obbiettivo Diego!” disse con quella voce stridula.
Io feci finta di cadere dalle nuvole.
“Quale obbiettivo scusa?” chiesi con finto stupore.
Le venne un tic all’occhio, mi piaceva troppo quando faceva così.
“Non dirmi che hai abbracciato Violetta davanti a tutta quella gente per far rodere Leon!” gridò.
“No, non era quella la mia intenzione, Barbie.”
Mi avvicinai pericolosamente vicino a lei e sentivo il suo fiato sul collo.
Dio se mi piaceva.
“E quali erano le tue intenzioni?” chiese eccitandosi del mio fiato sul suo collo.
“Non lo so, mi è venuto naturale farti ingelosire.” Ammiccai.
“Beh, allora lo hai fatto per me!” affermò.
“Si, come ho detto mi fa impazzire che tu sia così gelosa”
“Non sono gelosa!” gridò spostandosi.
La sentii aprire l’armadietto così mi appoggiai a quello affianco.
Non mi degnò di uno sguardo mentre si aggiustava il trucco.
“Ammettilo bionda!” le sussurrai.
Lei esitò ma poi si voltò gridando :” Tu sei un perdente come tutte le altre formichine, e ora vai ad abbracciare Violetta che io ho cose più importanti da fare” concluse.
Io non volevo lasciare quel discorso in sospeso.
“Vorrei fare un’altra cosa adesso.”dissi malizioso.
Si voltò un’ultima volta con la sua bellissima chioma dorata.
“Bene, vai allora. Ciao sweety”.
Le afferrai i fianchi e la avvicinai pericolosamente a me.
Ci guardammo negli occhi un istante lunghissimo.
Poi baciai la supernova. La mia supernova.
Spiccicò parola.
“Diego…”
“Si?”
“Come ti sei permesso?!?” urlò e la gente si affacciò.
Pensavo non avesse ricambiato i miei sentimenti.
Non mi diede tempo di spiegare che disse :”Dovevo baciarti io, dovevo prendere io l’iniziativa!”
Si stampò un sorriso sulle mie labbra.
“Bene, che aspetti?” la invitai.
Lei si aggrappò con le braccia al mio collo e mi baciò, questa volta con molta passione.
 
Leon P.O.V
 
Stavo guardando una commedia romantica alla televisione.
Mi sentii tremendamente solo.
Mi venne in mente un’idea ma ero molto insicuro.
Mi avvicinai a Violetta scostandole una ciocca di capelli dal viso.
Come è bella, pensai.
Avvicinai il mio viso al suo.
Non mi accorsi che lei lentamente aprì gli occhi.
Le sfiorai le labbra mentre lei le schiuse.
Non riuscii a fermarmi e incominciai a baciarla e solo dopo cinque secondi mi resi conto che lei si era alzata sulla ginocchia.
Si sentivano i nostri cuori esplodere nel petto, lei cercava con desiderio la mia lingua e io la sua.
Si aggrappò ai miei fianchi con le gambe e ci spostammo sul lettino.
Si sedette a cavalcioni su di me.
Dio, non ci eravamo mai spinti a quello.
Prese a sbottonarmi la camicia con desiderio ma io ripensai a Lara, a quanto ero stato ingiusto con lei. A come mi ero comportato da mostro con Violetta, che egoista che sono.
L’avevo ferita e adesso gemeva tra le mie braccia mentre io godevo di piacere per averla baciata.
La scostai freddamente e il suo sguardo si incupì.
“Non posso Violetta, è sbagliato quello che stiamo facendo.”
“Ma come Leon?Io ti ho perdonato! Tu mi hai salvata, sarebbe potuto venire un malvivente e rapirmi ma tu sei arrivato e mi hai portato al sicuro e questo basta”
Fui poco convinto di quelle parole mentre mi abbottonavo la camicia.
Ero la causa dei suoi problemi. E ora lei si stava concedendo a me per pena nei miei confronti.
Non volevo più esserle di peso.
“Io amo Lara, scusami.” Dissi con decisione.
Mentii, Lara non valeva un decimo rispetto ai sentimenti che provavo per lei.
Non volevo più procurarle dolore, perchè mi sentii morire dentro quando la vidi piangere allo studio e non avrei mai permesso che provasse ancora quelle orribili emozioni.
“Ma allora perchè fino a cinque secondi fa ci stavamo baciando?”
“Violetta, è stato solo un momento di debolezza!” mi voltai per non guardare i suoi occhi pieni di lacrime.
Chiamai Angie per dirle che Violetta si era svegliata.
Senza dire niente, andai nel bagno e mi chiusi a chiave.
Un rivolo di lacrime mi sgorgarono dagli occhi.
Anche Violetta stava piangendo, me lo sentivo.
Sentii un campanello, era sicuramente Angie.
Violetta aprii la porta e prese le sue cose senza salutarmi.
Se prima l’avevo ferita, ora l’avevo distrutta.
 
Angolo Autore :
Holaaa, allora!Questo capitolo è un po’ lunghetto ma ho avuto una serata a disposizione e l’ho riletto molte volte.
Non dovevo ancora lasciarmi andare con i momenti Leonettosi ma non ci sono riuscita!
Loro stanno troppo bene insieme cavolo *piange*.
Ho notato che nelle altre fan fiction fanno i riassunti nell’angolo autore quindi ci proverò anche io.
Beeene, allora Violetta si è rifugiata in un vicolo con dei sonniferi! Che bad girl!
Leon per fortuna l’ha salvata e l’ha portata a casa sua per non destare sospetti.
Inoltre abbiamo avuto anche dei momenti dolciosi della coppia Diemilla! *clap*
Non trovate che stiano benissimo insieme? Sono fatti per stare insieme, sono entrambi malvagi u.u
Alla fine mi sono lasciata andare con qualche momento troppo dolce ma Leon ha fermato Violetta che aveva tutt’altro intenzioni eheh.
Una cosa che mi è piaciuta è la fermezza di Leon e che nonostante si è lasciato trasportare è stato comunque consapevole che stava facendo una cosa sbagliata.
Niente, come sempre ogni capitolo finisce male ma lol.
Ok, lavorerò anche sul seguito! Un besooo :3 

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Capitolo 8
*** Il nostro angolo segreto ***


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Angie P.O.V
 
Dopo le parole di Leon ero visibilmente più tranquilla.
Anche io come lui mi ero affannata a cercare Violetta perchè è uno dei doni più importanti della mia vita e sarebbe stato un duro colpo oltre che per me, anche per gli altri.
Violetta mi aveva raccontato che aveva rotto con Leon e non capisco perchè lui si sia interessato così tanto alla sua ricerca.
Sospirai.
Fare la zia è uno delle cose più belle del mondo, soprattutto quando si tratta di una ragazza che ha perso la madre e vede in te un grosso punto di riferimento.
Poi con tutte queste oppressioni di German hai tante responsabilità.
Per colpa sua sono diventata molto ossessiva con Violetta e se non mi risponde per dieci minuti mi preoccupo perchè lei si caccia sempre nei guai.
Mi diressi verso lo studio per prendere l’indirizzo della casa di Leon : Pablo mi aveva affidato tutte le schede degli alunni con i dati personali così non fu difficile trovare l’indirizzo della casa.
Mi sorprese il fatto che questo appartamento si trovasse molto vicino alla casa di Vilu.
Ormai le lezioni erano terminate e sentivo solo il rumore dei miei tacchi sul pavimento.
“Angie!” gridò Pablo.
Non mi voltai nemmeno per un secondo perchè ieri avevo litigato con lui e non si meritava il mio saluto.
Dopo aver percorso metà corridoio mi raggiunse con il fiatone.
“Angie!Perchè non mi calcoli?” chiese affannato.
“Non ti meriti il mio saluto, ma se vuoi sentirti soddisfatto te lo dico, Ciao!”
“Angie, dai non siamo dei bambini! Vorrei chiarire per ieri”
“Va bene, ti ascolto!” incrociai le braccia.
“La sai la mia gelosia nei tuoi confronti, Angie! Non puoi continuare a mentire a te stessa dicendo che non provi niente per German!”
“Ma è vero!” risposi
“Lo vedi? E’ questo di te che odio! Il fatto che menti a te stessa.”
“Anche se fosse ora lui è fidanzato con quella manipolatrice di Esmeralda e si trova bene!” gridai
“Cosa?Manipolatrice?”
“Hai sentito bene” dissi con lo sguardo basso.
“Per quale motivo pensi che sia una manipolatrice Angie?” chiese.
“Perchè mi ha minacciato Pablo!Mi ha minacciato!!!”
“Cosa?” non capiva.
“Mi ha minacciato e ha detto che se entro una settimana non lasciavo casa avrebbe messo in galera German poiché lui è diventato povero!”
“Ah!Intendi per quella storia che ad un tratto si è ritrovato senza soldi sul conto?”
“Si, stanno facendo ancora delle indagini e credono che sia lui stesso il colpevole di tutto. Non voglio creare altri problemi in quella casa così è meglio che me ne vada.” Dissi scoraggiata
“In poche parole tu accetti questo ricatto?” si accigliò.
“Come posso non accettarlo?”
Le nostre voci furono coperte da quelle di Gregorio.
“Ehm ehm. Si da il caso che è molto tardi e dovremmo chiudere il cancello della scuola, Pablo” disse Gregorio con il suo tono ostile.
“Certo, arrivo. Angie, ne parliamo meglio domani ok?”
“Non c’è niente da spiegare Pablo, me ne vado anche io ora”
Mi avviai verso la macchina e schizzai verso l’appartamento di Leon, era molto tardi davvero.
Una volta arrivata mi assicurai che fosse l’abitazione giusta e bussai.
Violetta aprì la porta e sospettai che qualcosa non andava perchè aveva gli occhi lucidi mentre sentivo vagamente un pianto strozzato dal bagno.
Mi convinsi che era la mia mente a fare brutti scherzi perchè Leon non piange mai, giusto?
Violetta non spiccicò parola, prese le sue cose dal divanetto che era tutto in disordine e mi fece cenno di seguirla fuori la porta.
Chiuse la porta e si sentì un tonfo enorme.
“Violetta, cosa ti succede?” chiesi senza mezzi termini.
“Niente, Angie… è complicato.” Disse.
“Beh, ci vuole un po’ per ritornare a casa e tu intanto potresti spiegarmi” le dissi accarezzandole la guancia.
Lei sorrise debolmente.
“Davvero Angie, non c’è niente da spiegare. Ho visto il mio ex ragazzo baciare una ragazza e sono sprofondata in un abisso di tristezza”
Rimasi pietrificata.
“Mi sono rifugiata in un vicolo pensando di non essere disturbata ma lui mi ha preso e mi ha portato a casa sua. Lo odio ma comunque gli devo delle scuse per avermi salvato” continuò.
“Sai Vilu, anche io ci sono passata con queste cose e sai qual è un buon metodo per rilassarsi un po?”
“Quale?” chiese con una punta di curiosità.
“Un bel gelato!” dissi euforica.
Le si incupì ma poi annuì con il capo silenziosa.
Pensavo che le parole non servissero in quei momenti, così ci incamminammo a piedi verso la gelateria.
 
P.O.V Violetta
 
Aveva confuso ancora di più i miei sentimenti.
E io che ero lì per donargli il mio cuore, lui cosa fa? Lo respinge.
Non ci posso credere che se ne è già fatto una ragione dopo tre giorni.
Sono io quella che ha sbagliato eppure non ho voluto voltare pagina.
Eppure, quel bacio era pieno di desiderio.
Volevo spingermi oltre e fargli capire che io lo amo veramente ed è la cosa più bella che mi sia capitata.
Dopo quello che ha detto il mondo mi è crollato addosso.
Lui si è chiuso in bagno e mi ha lasciato sola con le lacrime al volto.
Non sopporto quella casa, Angie ha fatto bene a portarmi via subito di lì.
Ogni cosa mi ricorda lui, il suo profumo, la sua stretta, il suo corpo scolpito.
Angie voleva portarmi a prendere un gelato, accettai anche se forzata.
Io e Leon andavamo sempre in gelateria quando eravamo molto felici.
 
*FlashBack*
 
Ero davanti la porta di casa e mentre riponevo i fazzoletti nella borsa sentii il rombo di una moto.
Non poteva non essere lui.
Il mio volto si illuminò di gioia e il mio viso divenne rosso.
Lui scese dalla moto e si inchinò davanti ai miei occhi con ancora il casco.
“Madame, oggi dove la porto?” chiese.
“Allo studio!” dissi sorridendo.
“Mi dispiace, per oggi lo studio non esiste!” disse.
“Cosa?”
“Oggi voglio passare tutta la giornata con te e non voglio andare allo studio, ci stai?”
“Leon, lo sai che lo scoprirà mia zia Angie.”
“Già gliel’ho detto ed è stata molto entusiasta di coprirci con tuo padre”
Mi commossi. Aveva proprio pensato a tutto.
“Ok, va bene” sorrisi.
“Bene, se non le dispiace le consiglierei un posto appartato dove potremmo baciarci all’infinito”
“Per me va bene!”
Salimmo in sella alla moto e ci avviammo verso “il nostro posto segreto” alias il parco vicino alla gelateria.
Appostò la moto nel parcheggio e si tolse il casco.
 
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I suoi occhi verdi sprofondarono nei miei.
Mi cinse alla vita con un movimento veloce e mi baciò a fior di labbra.
Mi prese per mano e mi portò in gelateria.
Io presi il cono più piccolo che c’era mentre lui si prese quello più grande.
“Hai fame a quanto pare!” dissi ridendo.
“Stare con te mi far venire fame.” Affermò.
Ci appostammo su una panchina abbastanza appartata.
Era visibile una specie di graffito su di essa con scritto “L+V=♥”
“Leon!Lo sai che non puoi scrivere sulle panchine!”
“Beh, vedila così. Questa da oggi è la nostra panchina.” Sorrise.
Io mi sciolsi e lo abbracciai.
Avevamo finalmente finito i gelati.
“Hai un po’ di gelato qui!” disse prendendo la goccia di gelato dal mio angolo della bocca con il dito.
Io sorrisi mentre stavo prendendo un fazzoletto ma mi accorsi che lui si era leccato il dito.
Quel gesto fu terribilmente eccitante.
Il mio viso si tinse di rosso.
Lui notò questo particolare e approfittò per baciarmi.
“Lo sai che mi piaci di più quando sei sconvolta?”
“Beh, devo esserlo! Tu fai questi gesti…così maliziosi…”
“Questo perchè sono pazzo di te.”
Sorrisi debolmente e depose un bacio all’angolo della mia bocca.
 
*Fine flashback*
 
Io e Angie arrivammo alla gelateria.
I miei occhi si riempirono di lacrime quando mi accorsi che ero seduta proprio sulla nostra panchina a mangiare gelato.
Il nostro graffito era evidente ed era lì.
Angie si accorse della mia tristezza.
“Vilu, che hai?” chiese leccandosi i baffi.
La guardai dritto negli occhi e iniziai a correre verso casa.
Feci cadere il gelato per terra e non me ne fregò tanto.
Ne avevo abbastanza. Non potevo sopportare che ogni cosa mi ricordasse lui.
Il mio stomaco si era completamente chiuso e mi batteva forte il cuore.
Angie mentre correvo si girò perchè noto il graffito e a quel punto capì tutto.
Andai a casa piangendo e mio padre non si accorse di nulla perchè era nello studio a lavorare.
Chiamai Francesca, avevo bisogno della mia migliore amica.
 
P.O.V Camilla.
 
Stavo andando verso casa quando qualcuno mi fermò un braccio.
“Brodway, cosa ci fai qui?” chiesi.
“Devo parlarti.” Disse con tono serio nell’oscurità.
“Ti ascolto ok.” Risposi con la sua stessa freddezza.
“Voglio capire perchè parli sempre con quel DJ”
“Ancora! Broadway è un mio amico, siamo solo amici!”
“Lo sai che sono geloso!” disse con tono ostile.
“Ah e io no? Ti piace tanto spogliare Violetta con gli occhi e io non dovrei essere gelosa?” ero arrabbiata.
“Ma lei è un'altra storia!”
“Ah e raccontamela vorrei sentirla…” gridai
“Camilla, lo sai che non posso tenere a freno i miei ormoni!”
“Come puoi inventarti una scusa simile! Sei un bugiardo, tra noi è finita!”
Broadway rimase lì pietrificato.
Io andai verso casa felice, mi ero tolta un peso.
Ora potevo dedicarmi alla mia amicizia con DJ senza quel presuntuoso.
 
Angolo autore :
Bene, mi fa piacere che vi è piaciuta la OneShot e credo che ne farò altre ma per ora mi concentro di più sulla serie. Se non l’avete ancora letta vi consiglio di farlo J
Nieeente ricapitolando : Violetta si sente respinta da Leon. Lui la ama ma l’ha respinta solo perchè non vuole farla soffrire. Angie capisce tutto e porta la nipote a prendere un gelato inconsapevole che le faceva stare male perchè è la gelateria dove andava con Leon.
Violetta corre via a casa e Camilla e Brodway si lasciano.
Fiuuu. Un nuovo capitolo a breve 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Confessioni ***


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P.O.V Leon
 
Sentii un tonfo e la porta sbattere.
Violetta era molto arrabbiata e non le avrei mai dato tutti i torti.
L’ho fatta sentire rifiutata, il che è un colpo basso per qualunque donna.
Ma ho comunque capito che lei è il mio unico amore e l’ho perso.
Dopo un buon quarto d’ora che avevo il mio viso tra le mani, mi asciugai le lacrime e mi lavai il viso superficialmente.
Aprii la serratura della porta, aspettandomi Violetta seduta ancora sul divano desiderosa di continuare il nostro rapporto e esaudire i nostri desideri.
Tutto quello che vedevo era un divanetto tutto sfatto che mi ricordava ancora lo schioccare dei nostri baci.
Basta!Devo dimenticarla.
Ero così ossessionato da lei che non mi accorgevo che avevo una fidanzata che mi ama.
Lara.
Sentire il suo nome ancora una volta mi faceva sentire male.
Come avrei potuto fingere di amarla o peggio come avrei potuto fingere con la presenza costante di Violetta tutti i giorni allo studio?
Sistemai un po’ l’appartamento e c’era ancora il suo dolce profumo nell’aria.
Promisi a me stesso che mai più sarei entrato in quell’appartamento se non con Violetta.
Sul tavolino vicino al divanetto mi colpì una specie di quadernetto lilla con dei fiori sopra.
Sul retro c’era scritto : Diario segreto di Violetta.
Aveva un lucchetto e fui tentato nell’aprirlo.
Esitai un attimo ma poi mi convinsi che volevo veramente sapere la verità, vedere se Violetta mi amava.
Presi una graffetta e con facilità lo aprii.
Mi sentii ancora più stupido, avevo violato la sua privacy.
Ma comunque, non lo avrebbe saputo nessuno giusto?
Lessi le ultime pagine, erano piene di scritte con il mio nome e i cuoricini.
Aveva scritto anche il nome di Diego con cuori neri e delle “x” sopra.
Fui sollevato di sapere la verità.
Chiusi il diario esattamente come prima per non lasciare il segno e lo portai con me, nella speranza di trovare Violetta l’indomani allo studio.
Spensi la luce e chiusi il portone con la chiave, cercando di dimenticare.
 
Violetta P.O.V
 
Ero nella mia stanza. Mentre giocavo con i miei capelli mi venne in mente l’idea di chiamare Francesca : dopotutto rimaneva pur sempre la mia migliore amica e dovevo aggiornarla sui miei problemi.
“Pronto, Violetta!”
“Fran, scusa se ti chiamo a quest’ora.”
“Scherzi, dove sei! Abbiamo provato a contattarti anche Leon si è preoccupato”
Leon.
Quel nome mi provocava una fitta al cuore.
“S-si lo so. Se vieni qui ti spiego tutto.”
“Va bene, mi vesto e vengo lì. Che ne dici se dormo da te?”
Quella domanda mi rese euforica.
Finalmente mi potevo confidare tutta la notte con la mia migliore amica.
“Va bene! A dopo”
Chiusi la telefonata e approfittai per mettere in ordine la mia camera, che come al solito era disordinata.
All’improvviso andai nel panico.
Il mio diario!Dov’è il mio diario?!?
Volevo scrivere tutti i fatti successi oggi quando mi resi conto che l’ultima volta che lo avevo visto era nell’appartamento di Leon.
In quel momento me ne fregai poco del fatto che avessi litigato con lui.
Lì c’erano impressi tutti i miei ricordi di mia mamma, le mie avventure e le mie cotte!
Digitai frettolosamente il suo numero, che per qualche strana ragione sapevo a memoria e lui mi rispose al primo squillo.
“Pronto!Violetta stai bene?” chiese preoccupato.
“S-si. Ho lasciato il mio diario lì da te Leon?” chiesi con un tono distaccato.
“Si, te lo porto domani allo studio, ok?” affermò.
“Va bene.”
Stavo per chiudere la telefonata.
“Violetta, sicura di stare bene?” chiese preoccupato.
“Si, benissimo. Ma non capisco perchè ti importa tanto!” urlai chiudendogli il telefono in faccia.
Mi resi conto di essere stata molto cruda chiudendogli la telefonata in faccia ma per un momento pensai a tutto quello che mi aveva fatto e mi venne un senso di ribrezzo.
Cercai di pensarci il meno possibile e mi preparai all’arrivo di Francesca.
Qualche mezz’ora dopo suonò il campanello e mio padre andò ad aprire.
“Ah tu devi essere Camilla!” chiese
“No, signor German sono Francesca.”
“Ah, scusami. Entra pure non stare lì impalata!”
Io scesi le scale e lanciai uno sguardo omicida a papà.
Nel frattempo che Olga cucinava, ci esercitammo un po’ al piano perchè domani Pablo avrebbe assegnato un nuovo compito.
Intonammo le note di Hoy Somos Mas alla quale si unì anche Esmeralda.
Dopo un quarto d’ora Olga ci invitò a sedersi perchè aveva appena finito di cucinare.
La cena fu squisita come al solito e per dessert Olga ci offrì una deliziosa torta al cioccolato.
Di solito me la prepara quando sono giù di corda.
Era così evidente la mia tristezza?
Francesca non fu in imbarazzo e chiacchierammo proprio come una famiglia felice.
Strano, non succedeva da un po’ di tempo.
Ringraziammo Olga per tutte le cose squisite che ci aveva preparato e ci avviammo nella mia camera.
Francesca chiuse la porta a chiave e mi guardò con sguardo omicida.


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“Mi vuoi far sapere dove diavolo ti sei cacciata?!?”chiese.
“Eh, storia lunga.” Sbottai.
“Abbiamo tutta la notte a disposizione sai…” disse appoggiandosi sul letto e prendendomi le mani.
Avevo incominciato a parlare quando squillò il telefono e lessi il display : Leon.
Inavvertitamente aprii la telefonata pensando di averla chiusa.
“Allora, ho visto baciare Lara e Leon così sono scappata via.”
“Continua.” mi fece cenno di continuare.
“Volevo andare in un posto tranquillo e sicuramente non potevo rifugiarmi qui così mi sedetti in un vicolo e presi dei sonniferi per dormire”
“Oh Vilu!” disse abbracciandomi.
“Lo so Francesca, sono una pessima amica. Avrei dovuto pensarti in questi giorni ma non l’ho fatto.”
“Non ti preoccupare. Molte volte abbiamo bisogno di giorni per stare da sole e confrontarci con noi stesse.” Affermò.
“Si, ma credo che questi giorni non mi bastano. Sto cercando di dimenticarlo ma mi è impossibile! Tutto mi ricorda lui!”
“Credo che vederlo ti farà bene. Non potrai mai dimenticare un ragazzo di punto in bianco Vilu”
“Io credo che dovrò dimenticarlo lo stesso” mi arresi.
“Per quale motivo? Voi siete una coppia a dir poco perfetta!”
“Lui se ne è già fatto una ragione con Lara. Ha detto di non amarmi più”
“Cosa? Non me lo aspettavo da lui!” era stravolta.
“Si, prima mi ha baciato ma ha detto che è stato solo un momento di debolezza.”
Avevo le lacrime agli occhi.
Abbassai il viso e incominciai a piangere.
“Ehy, non piangere Vilu…” disse confortandomi.
Sentii dei rumori dal cellulare.
“Hai sentito?” chiesi.
“Cosa?” sbottò.
Presi il cellulare e vidi che c’era la chiamata aperta con Leon.
Non ebbi il coraggio di parlare così chiusi la telefonata.
Aveva sentito tutto.
“Oh Fran!” dissi scoppiando in lacrime.
“Cosa Vilu!?”
“Ha sentito tutto!C’era la chiamata aperta!”
“Ehy, ma cosa ti importa? Per me ha fatto bene a sapere quanto ti sta facendo soffrire”
Le sorrisi debolmente.
“Ma ora scordiamo un po’ Leon e pensiamo a noi! Ti ho portato un nuovo smalto, lo proviamo?”
Mi asciugai le lacrime e annuii.
La serata trascorse bene finchè non ci assalì il sonno.
“Buona notte Vilu!” disse sorridente.
“Buona notte Fran!” e chiusi la luce.
Dopo cinque secondi la aprii di nuovo.
“Fran?” chiesi.
“Si?” Chiese assonnata.
“Grazie di tutto, sei la mia migliore amica”
Mi addormentai felice quella sera.
 
P.O.V Leon
 
Quella sera decisi che era meglio voltare pagina.
Violetta, anche se a malincuore, si sarebbe fatta una ragione.
Quella notte non riuscii a dormire.
 
*Sogno*
 
Andai a bussare alla porta della casa di Violetta per salutarla.
Lei mi aprii e quando vide il mio viso i suoi occhi si colmarono di gioia.
“L-leon!” disse.
“Ciao, ero passato a salutarti!”
Il suo sguardo si fece cupo.
“Dopo venti anni ti fai vivo?”
Non mi diede il tempo di rispondere che un bambino, secondo il mio intuito aveva 5 o 6 anni le si avvicinò.
“Mamma, chi è questo signore?” chiese il bambino.
Aveva gli occhi come i suoi, marrone cioccolato. Ma c’era qualche tratto di lui che mi ricordava stranamente Diego.
Violetta non seppe rispondere alla sua domanda.
Diego si avvicinò a lei.
“Leon, non puoi presentarti dopo venti anni! Ora io e lei abbiamo formato una famiglia, abbiamo dei bambini e tu non potrai ostacolarci” disse con il suo sorriso sghembo.
Violetta non disse nulla e chiuse la porta.
 
*Fine sogno*
 
Mi svegliai di soprassalto.
Ero tutto sudato e il cuore mi batteva a mille.
Non riuscivo ad immaginarmi Violetta con un ragazzo al di fuori di me.
Ciò nonostante mi addormentai anche se molto difficilmente.
La mattina dopo ero proprio malridotto.
Avevo le occhiaie e gli occhi gonfi.
Mi avviai presto allo studio nella speranza di vederla ma la incrociai solo alla lezione di ballo.
Mi avvicinai molto timidamente, non mi ero mai comportato così.
Le porsi il diario e lei senza esitazioni lo afferrò.
“G-grazie” balbettò.
“Violetta, riguardo la telefonata di ieri…tu non devi darmi spiegazioni”
Lei si incupì dalla rabbia.
“Si, hai ragione Leon. Non sono tenuta a dirti niente. Anzi, scorda tutto quello che ho detto ieri sera.
Abbiamo bisogno di voltare pagina e trovare la persona giusta. Francesca mi è stata molto d’aiuto e tu non hai perso tempo a darti da fare” affermò
Con quelle parole rabbrividii perchè mi venne in mente il sogno dell’altra sera.
“Forse siamo noi due insieme le persone giuste” dissi.
Mi pentii subito di quelle parole.
“Se sarebbe stato così il destino non ci avrebbe fatto separare” disse con gli occhi lucidi andandosene.
Io volevo dirle che non è il destino che comanda l’amore, che l’amore ha ostacoli e vanno superati ma non ebbi il coraggio, soprattutto dopo quello che le avevo fatto.
Nonostante ciò, alla lezione di canto non smettevamo di guardarci negli occhi.
Non ero pronto a voltare pagina e anche se lo aveva affermato, neanche lei lo era.
Lo capii nel modo in cui lei mi guarda con i suoi occhi… semplicemente innamorati come il primo giorno.
“Bene bene, oggi vi assegnerò un compito!” disse euforico Pablo.
Io non diedi peso a quelle parole, ero troppo incantato a fissare Violetta.
“Leon e Violetta, potete renderci partecipi ai vostri giochi di sguardi?” sdrammatizzò Pablo.
Per la prima volta divenni rosso in vita mia e non immagino Violetta.
Sentii dei gridolini e fischi di incitazione.
“Bene, ora che mi state dando tutti ascolto volevo proporvi un duetto a coppie. Ho già scelto i duettanti : Nata con Maxi, , DJ con Lena, Federico con Francesca, Ludmilla con Andres, Violetta con Diego, Brodway con Napo e Leon con Camilla. Ora incominciate ad esercitarvi perchè tra due settimane vi esibirete davanti a tutta la scuola!”
Rimasi pietrificato.
Violetta con Diego
Strinsi i pugni e serrai le mascelle.
Pensai un’altra volta a quel sogno e mi feci strane idee.
Dopo questo duetto potrebbero innamorarsi, fidanzarsi e avere dei figli
Ero diventato troppo paranoico così mi massaggiai le tempie.
Mi alzai con l’intento di andare da Camilla ma divenni geloso come vidi Diego avanzare verso Violetta e prenderla sottobraccio.
Avrei voluto prenderlo a pugni.
Nella mia mente ritornarono le parole di Violetta
“Abbiamo bisogno di voltare pagina e trovare la persona giusta”
Diego non era la persona giusta per lei, no.
 
Angolo autore : Ben bene!
A quanto vedo i due piccioncini vogliono dimenticarsi a vicenda ma non ci riescono.
Sono semplicemente perfetti quei due!
Allora, non ho ancora scritto il prossimo capitolo e dato che oggi andrò in piscina tutta la giornata lo scriverò stasera ma lo pubblicherò domani oppure lo scriverò direttamente domani.
Mi farebbe piacere che anche altra gente seguisse la mia ff per avere anche altre opinioni J
Niente, io vi mando un beso! 

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Capitolo 10
*** Un regalo speciale ***


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Violetta P.O.V
 
Ero seduta sulle sedie in teatro con Francesca e Camilla ma  la mia testa era altrove.
 “Bene bene. Oggi vi assegnerò un compito!” disse euforico Pablo.
Sentii la voce di Pablo ovattata, il mio cuore e i miei occhi erano concentrati su Leon.
“Leon e Violetta, ci rendete partecipi ai vostri giochi di sguardi?” sdrammatizzò Pablo.
Si sentivano urletti e fischi da dietro.
Ma dico, sono stupidi?pensai.
“Bene, ora che mi state dando tutti ascolto volevo proporvi un duetto a coppie. Ho già scelto i duettanti : Nata con Maxi, , DJ con Lena, Federico con Francesca, Ludmilla con Andres, Violetta con Diego, Brodway con Napo e Leon con Camilla. Ora incominciate ad esercitarvi perchè tra due settimane vi esibirete davanti a tutta la scuola!”
Tutti erano contenti dei compagni di coppia mentre io no.
E a quanto vedo neanche Leon lo era.
Io lo conosco troppo bene.
Quando è arrabbiato serra le mascelle e stringe i pugni, come per trattenersi dalla rabbia.
Io non continuo a capire, perchè è arrabbiato se non mi ama?
Dopo aver distolto i suoi occhi verdi dai miei si alzò per andare da Camilla quando restò pietrificato alla visione di Diego che mi prese sottobraccio.
L’unica cosa che vidi era Leon ancora più furibondo di prima sbattere la porta del teatro.
“Ehy bellezza, quando pensi che proveremo?” chiese ansioso Diego.
“Io spero al più presto, così non ti dovrò più vedere!” dissi arrabbiata.
“Ma perchè sei sempre arrabbiata con me Violetta?” chiese cadendo dalle nuvole.
“Come se tu non lo sapessi…” sussurrai mentre raggiunsi gli armadietti.
“Senti, lo so che hai rotto con Leon per colpa mia. Ma non voglio che tu fraintenda.”
“Che cosa?!”
“Nel senso che se tu non sei pronta potrai sempre considerarmi come un amico. Io ti amo ma so aspettarti” disse con il tono più dolce del mondo.
Io non fui convinta minimamente da quelle assurde parole.
“Davvero?Sbaglio o sei stato tu quello che mi ha baciato sul palco! Forse non te ne accorgi ma mi stai mettendo troppa fretta!” urlai andandomene.
Lui non replicò, semplicemente rimase lì con lo sguardo basso.
Avevo le lacrime agli occhi.
Forse erano i miei occhi che facevano brutti scherzi ma vidi Ludmilla piangere mentre andava nel bagno.
Nonostante tutto uscii molto velocemente dallo studio per staccare la spina.
Non volevo vedere nessuno, ero troppo confusa.
 
P.O.V Ludmilla
 
Ero furibonda. Non solo avrei dovuto cantare con quel tonto di Andres ma avrei dovuto sopportare anche il duetto di Violetta e Diego.
Il mio Diego.
Notai che anche Violetta e Leon erano arrabbiati : come dar loro tutti i torti?
Uscii dalla porta del teatro subito dopo Leon e lo afferrai per un braccio.
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“Lyon!” dissi con la mia voce un po’ stridula.
“Cosa vuoi Ludmilla?” mi ringhiò contro.
“Ti ho visto un po’ arrabbiato, è successo qualcosa?”
“Non sono tenuto a darti spiegazioni!” disse andandosene ma lo afferrai di nuovo e lo trascinai vicino al mio armadietto.
“Senti, capisco la tua gelosia verso Violetta ma non pensare che io non lo sia!” gridai.
“Pensavo che te ne saresti fatta una ragione dopo la nostra rottura Ludmilla” disse
Ma che andava a pensare?
“Cosa?Io con te?!” risi sguaiatamente.
“E chi, tu e Violetta?”
Rimasi pietrificata da quelle parole. Mi credeva anche lesbica ora?
“No, stupido!” urlai.
“Io e Diego stiamo insieme!” continuai.
“Bene, cosa vuoi da me? Non possiamo evitare tutto questo!” disse con le lacrime agli occhi.
“Si che possiamo!Dobbiamo solo attuare qualche piano per farli separare.” Dissi malvagiamente.
“Non ci sto con i tuoi loschi piani Ludmilla. Se vuoi, attuali da sola!” disse puntandomi il dito contro e girando i tacchi per andarsene.
Mi venne il mio solito tic all’occhio e svagai la mente aprendo l’armadietto quando sentii delle voci.
“Come se tu non lo sapessi…” sussurrò Violetta a Diego mentre raggiungeva gli armadietti.
“Senti, lo so che hai rotto con Leon per colpa mia. Ma non voglio che tu fraintenda.” Le rispose Diego.
“Che cosa?!” disse alterandosi Violetta.
“Nel senso che se tu non sei pronta potrai sempre considerarmi come un amico. Io ti amo ma so aspettarti”
Mi crollò il mondo addosso.
Come poteva permettersi di dire queste cose quando ha una fidanzata?
Lui la ama Ludmilla, lui ama lei, non te. tuonò la vocina interiore.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Ludmilla non piange mai.
Corsi nel bagno nel tentativo di non farmi vedere da nessuno ma incrociai Violetta.
Anche lei aveva gli occhi lucidi ma poco mi importava.
Da quando era entrata allo studio non aveva fatto altro che provocare solo problemi.
E io dovevo distruggerla una volta per tutte.
 
Francesca P.O.V
 
Certo, mi avrebbe fatto sicuramente più piacere duettare con Marco ma Federico era uno dei miei migliori amici e non poteva comportarmi problemi.
“Bene, quando ci vediamo Fran?” chiese impaziente Federico
“Alle 16.00 da me va bene?” risposi.
“Certo. Allora… a dopo!” disse.
Si fermò un momento, era indeciso.
Poi sorrise di scatto e mi lasciò un bacio bollente sulla guancia.
Cosa mi stava succedendo? Nemmeno Marco mi faceva questo effetto.
Strabuzzai gli occhi a quel suo gesto e mi diressi verso gli armadietti sbattendo di tanto in tanto contro qualche persona per la goffaggine.
“Francesca!” disse Marco.
“Ehy!” dissi con un filo di tristezza.
Ero triste perchè avrei visto Federico il pomeriggio ma già mi mancava ma lui capì ben altro.
“Ho capito perchè sei triste!Non duetterai con me” disse raggiante.
Io annuii e lui mi lasciò un bacio all’angolo della bocca.
Quel bacio sapeva di…niente.
Non sentii niente con quel bacio.
“Che fai oggi?” chiese
“Ehm, oggi devo provare con Federico, mi dispiace!” dissi facendo finta di essere triste.
“Uhmm, ok” sorrise e mi baciò di nuovo.
Lo scostai.
“Cosa ti prende Fran?” chiese arrabbiandosi.
Io non risposi ma iniziai a camminare verso l’uscita dello studio incerta.
Possibile che mi stavo innamorando di Federico?
Incontrai Camilla con lo sguardo e le corsi intorno.
“Ehy Fran! Vieni domani sera alla mia festa?”
Io inizialmente non capii quelle parole ma era lampante.
Ma certo! Domani è  il compleanno di Camilla!
“Certo, come non potrei esserci?” dissi sorridendo.
“Sono euforica! Verrà quasi tutto lo studio! Sono molto contenta.”
“Mi fa piacere, così almeno conoscerai qualcuno per rimpiazzare Brodway!” le feci l’occhiolino.
“Oh no! Ora voglio dedicarmi alla mia amicizia con DJ e chissà!” disse speranzosa.
“Buona fortuna!” le augurai.
“Grazie!”.
Restammo lì qualche secondo ma poi lei si allontanò perchè iniziò a parlare con DJ che era appena arrivato.
Mi sentii di troppo così andai verso casa.
Una volta entrata nella camera mi buttai a peso morto sul letto e digitai il numero di Violetta.
“Vilu SOS!” dissi.
“Cosa?Che intendi dire?” rispose.
“Cosa compriamo a Camilla?”
“Co…Ah!Domani è il suo compleanno!” sbottò Violetta.
“Si e non ho la minima idea di cosa comprarle!” dissi con un velo di tristezza.
“Facciamo così, dopo vengo da te e andiamo al centro commerciale per comprarle qualcosa!”
Iniziai a parlare quando lei mi fermò.
“Alle 16.00 va bene?”
Esitai.
“No, a quell’ora non posso. Viene Federico a casa per provare” dissi rattristandomi.
Lei balbettò un “mh mh” maliziosamente.
“Cosa c’è Vilu?” chiesi spazientita.
“C’è del tenero tra voi due vero?”
“Cosa stai insinuando?!?Io sto con Marco!”
Oltre che mentire a lei mentii a me stessa. Mi resi conto già da quella mattina che per Marco non provavo più gli stessi sentimenti.
“Certo, ti credo. Ora devo andare, mi sta chiamando mio padre. Ciao!” e chiuse la telefonata.
Guardavo ogni minuto l’orologio e non vedevo l’ora che fossero le 16.00
A quell’ora precisa Federico bussò il campanello.
Aprii la porta entusiasta e lo sorpresi con un mazzo di fiori in mano.
Mi accigliai ma lo accettai volentieri.
“G-grazie Federico!” dissi confusa.
Lui arrossì in viso e dopo aver sgranocchiato qualcosa iniziammo a studiare.
Si avvicinò al piano nel salotto e cominciò a suonare una canzone splendida.
La canzone parlava di un amore forte che poteva superare tanti ostacoli.
Al termine iniziai a applaudire.
“Bravo Federico!” dissi.
Mi abbracciò e io rimasi perplessa.
“Questa canzone vedi, me l’hai ispirata tu.” Disse con una voce molto sensuale.
Accadde in un momento.
Le nostre labbra si sfiorarono mentre il mio cuore batteva a mille.
 
Leon P.O.V
 
Dopo quella breve chiacchierata assurda di Ludmilla mi avviai verso la mia moto quando mi chiamò Lara.
Esitai nel rispondere.
“Ciao Lara!” dissi cercando di essere il più euforico possibile.
“Amore!” disse semplicemente.
Mi aveva chiamato “Amore” e io disgustavo questi nomignoli, soprattutto se a dirli non era Violetta
“Mi chiedevo se dopo venivi alla pista…” chiese speranzosa.
“Certo, devo esercitarmi un po’” risposi.
“Beh, mi chiedevo se ti andava di accompagnarmi oggi al Centro Commerciale” chiese.
“Va bene, ma solo dopo che avrò finito le corse.” Le imposi.
Lei lanciò un urletto di gioia e mi salutò riattaccando.
Mi avviai con la moto verso casa, senza nessun brutto presentimento.
 
Violetta P.O.V
 
Andai verso casa stremata dopo la lezione di stamattina.
Dopo aver mangiate le squisitezza di Olga mi avviai verso il piano per intonare qualche canzone.
Di sicuro avremmo cantato di nuovo Yo soy asi.
Intonai le note della canzone e Olga applaudì dopo la mia esibizione.
Quel giorno ero stranamente felice e niente avrebbe potuto rovinare il mio sorriso.
Non vedevo l’ora che Francesca mi chiamasse per andare al centro commerciale, volevo distrarmi un po’ dallo studio e da Leon.
Verso le 18.00 Francesca bussò al campanello e io mi precipitai con la borsa.
“Andiamo?” chiese euforica.
Le presi le mani.
“Certo!” dissi con sicurezza.
“Andremo a piedi, ti va?” chiese speranzosa.
Io annuii e ci incamminammo piene di euforia.
 
Lara P.O.V
 
Finalmente Leon aveva un po’ di tempo per me.
Mi diressi alla pista per vedere come si esercitava e intanto anche per aggiustare qualche moto.
Stava correndo su una rampa e mi salutò.
Il mio cuore iniziò a battere forte e ricambiai il gesto.
Dieci minuti dopo mi raggiunse baciandomi la guancia.
“Dove si va?” chiese.
“Ma come!Mi pare di avertelo detto che andremo al centro commerciale!” dissi infuriandomi.
“Oh si, scusami” disse sorridendo.
Cedetti al suo sguardo e cercai di baciarlo ma lui si scostò.
Mi prese la mano e mi condusse sulla moto per avviarci al centro commerciale.
 
Francesca P.O.V
 
“Alla faccia della camminata Fran!” disse Violetta affannandosi.
“Pensavo fosse più vicino!” dissi.
Arrivammo verso le 18.10 e il centro commerciale non era zeppo di gente come sempre.
“Che ne dici se facciamo incidere su un anello le iniziali di tutte e tre?”chiese.
“Questa è una idea geniale! Andiamo!” la presi sottobraccio.
Il gioiellere ci informò di passare una oretta dopo a riprendere l’anello così facemmo un giro per tutti i negozi.
“Prometto che non comprerò niente!” disse Violetta ridendo.
“Neanche io!”
Dopo dieci minuti avevamo sei buste piene di vestiti.
Scorsi all’improvviso la figura di Leon di spalle.
Cercai di girare direzione ma Violetta lo vide.
Rimase ancora più pietrificata quando notò che si stava abbracciando con Lara dentro un negozio.
Poi si avvicinò a me tremando e sorridendo debolmente.
“Sicura di non voler andare via?” chiesi preoccupata.
“Nono, non possiamo rovinarci la giornata. Andiamo in qualche altro negozio. Non posso pretendere di andare via ogni volta che lo vedo.”
Io annuii ci rifugiammo in un fast food a mangiare qualche mega cheeseburger  per dimenticare le nostre paure.
 
Angolo autore:
Salvee! Vi avevo detto domani ma dato che sono tornata presto ho scritto questo capitolo e dato che è ancora presto ne scriverò un altro perchè ho tantissime idee.
Ricapitolando, come vedete ho cambiato molte volte il P.O.V perchè sto concentrando tutta la storia sui Leonetta quando dovrebbero avere una parte anche gli altri personaggi.
Niente, fatemi sapere se vi piace questo capitolo!
 
  

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Capitolo 11
*** Crepuscolo ***


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Violetta P.O.V
 
Divorai letteralmente quel cheeseburger.
“Fran, vado un momento al bagno, tu aspettami qui ok?”
“Ok, vai tranquilla!” mi assicurò.
Il bagno distava un po’ lontano dal locale dove eravamo sedute ma non potevo essere in quelle condizioni : tutta unta di olio e kechup.
Lessi a malapena l’etichetta “Toilette” quando qualcuno mi fermò un braccio.
“Ciao Violetta!” disse Lara.
“Ciao Lara” dissi con una punta d’acidità.
“Cosa fai qui tutta sola?” chiese con un sorriso sghembo.
“In verità sono con Francesca e stavo andando alla toilette” risposi indifferente.
Lei si guardò intorno e poi mi fulminò con lo sguardo.
“Spero che tu sappia che ora Leon sta con me…” disse.
“… e non voglio che tu ti intrometta” continuò.
“Non ti preoccupare, al momento anche io sono impegnata. Puoi tenertelo caro il tuo Leon” ghignai. Avevo mentito. Non ero impegnata ma comunque ho un orgoglio.
Leon arrivò dietro Lara.
“Ciao Violetta” disse Leon  con un velo di tristezza.
Gli feci un cenno con la testa e me ne andai nel bagno.
In effetti aveva ragione, chi ero io per separare una coppia affiatata come loro due.
A malincuore stavo incominciando a farmi una ragione.
Mi lavai il viso e le mani con acqua gelata e raggiunsi Francesca.
“Tutto bene?” chiese.
“S-si” dissi incerta.
“Ok, andiamo dal gioielliere?” chiese euforica.
Io annuii debolmente e ci avviammo nella oreficeria.
L’anello era splendido.
“Se li ricorderà per sempre i suoi 18 anni!” disse ridendo.
Pagammo in contanti e lo facemmo impacchettare ben bene.
Eravamo soddisfatte del nostro regalo.
“Ti va di fare un altro giro?”
“No, scusa ma sono stremata e i miei piedi gridano aiuto!” dissi.
“Va bene, torniamo a casa!”
Ovviamente, le avevo mentito. Non volevo incontrare un’altra volta i due piccioncini e non mi volevo intromettere tra loro.
 
Leon P.O.V
 
“Cosa hai chiesto a Violetta?” chiesi ansioso a Lara mentre mangiavamo un gelato.
“Niente di che, le ho chiesto come andava e mi ha detto che anche lei sta frequentando qualcuno. A quanto vedo anche lei se ne è fatta una ragione.” Disse con un sorrisino malvagio.
“Si, così non potrà starci tra i piedi!” dissi sorridendo. In verità io amavo Violetta con tutto il cuore.
E speravo che mi avrebbe salvato da Lara.
Lei ci credette e mi baciò.
Io ricambiai il bacio ma immaginai che al suo posto ci fosse Violetta.
“Bene, ora devo comprare un regalo a Camilla per domani e mi devi aiutare!” chiesi disperato.
“Posso venire anche io?” chiese speranzosa.
Scossi la testa e mi chiese il perchè.
“Abbiamo gli inviti privati e non tollera gente di più” mentii.
Non volevo averla tra i piedi alla festa.
“Ah, ok! Cosa le vuoi comprare?” chiese tristemente.
“Non so, voi donne avete sempre gusti difficili”
Mi gettò un po’ di gelato sul naso.
“Noi ci teniamo ai vostri regali!” disse maliziosamente.
Presi un fazzoletto e rimossi il gelato dal naso.
Le venne una lampadina di genio.
“Cosa ne dici di un bel vestito?”
“Per me va bene!”
Mi prese per mano trascinandomi in un negozio di vestiti.
“Che misura porta?”
“Ehm, è come te ma solo un po’ più alta!” andai a occhio.
“Ok, allora questo le dovrebbe stare bene!”
Era un vestito bellissimo che arrivava alle ginocchia.
Era blu notte con delle righe bianche e un grande cinturone rosso in vita.
Lo pagammo e dopo un breve giro di negozi, raggiungemmo le nostre moto.
Azionai il motore e la riportai a casa.
Per non destare sospetti le baciai la guancia e lei si confuse.
“Perchè mi baci sempre le guance Leon!Siamo e non siamo fidanzati?”
Trovai una scusa plausibile.
“Scusa se ci voglio andare piano e non voglio fare il brucia tappe!” mi infuriai per finta.
Non la salutai e partii con la moto verso casa.
Mi sentivo libero.
 
Camilla P.O.V
 
La festa si avvicinava.
Quella mattina non andai allo studio per ultimare i preparativi.
Oggi avrei compiuto diciotto anni! Posso fare tutto ora!
Mi alzai dal letto di buon umore e mia madre mi sorprese.
“Buon compleanno, Cami!” disse abbracciandomi.
“La mia bambina si è fatta grande!” singhiozzava.
“Oh, mamma!Smettila dai!” dissi sorridendo.
Lei si asciugò le lacrime
“La festa sarà un portento stasera, ne sono sicura!”
“Ci mancherebbe, sono mesi che la sto organizzando!” sbottai.
“Bene, ora alzati così vedi gli ultimi ritocchi!”
Mi alzai cullata da quella colazione fantastica e il sole alto nel cielo.
Mi lavai accuratamente con scrub e maschere per avere un viso perfetto e mi vestii leggera.
Quando mia mamma fu pronta ci avviammo verso la villa sul mare.
Si, la mia festa l’avevo organizzata in una villa sul mare di proprietà.
E’ abbastanza spaziosa da contenere lo studio e poi c’è la spiaggia per tutti gli altri.
“Oggi è previsto bel tempo per tutta la giornata, non dovrebbero esserci problemi”
“E’ impossibile che venga a piovere c’è il 10% di probabilità” disse euforica mia mamma.
La casa era arredata in legno e c’erano festoni con il mio nome e il mio viso ovunque.
Mi sentii molto soddisfatta.
All’ora di ricreazione allo studio chiamai Violetta.
“Vilu, verrai stasera vero?”
“Scherzi, io e Fran ti abbiamo già preso il regalo!” disse euforica.
“Ok, sono molto curiosa di vederlo!”
Chiamai un po’ tutti per avere la conferma di venire.
Quando arrivai a casa stavo per chiamare DJ ma me lo ritrovai davanti gli occhi.
“DJ! Che ci fai tu qui?”
“Volevo augurarti un buon compleanno!” e mi abbracciò.
Il mio cuore iniziò a battere forte.
Feci cenno a mia madre di andare via.
“Volevo darti il mio regalo!”
Tirò fuori un mazzo di cento rose rosse.
Fui incantata…
“Non è questa la parte bella del regalo!” disse.
Oh che altro c’era? I fiori erano già bellissimi così mi viziava!
Prese il mio viso tra le mani e mi baciò dolcemente, senza trasgredire.
Un bacio semplice. Puro. Casto.
Toccai un cielo con un dito.
“Questo è il regalo più bello di tutti, decisamente!” ero incantata dai suoi occhi.
Eravamo certi dei nostri sentimenti e nessuno avrebbe potuto ostacolarli.
 
Violetta P.O.V
 
Ero ansiosa di godermi la festa di stasera.
Come ogni giorno quando andai a casa mi stesi sul letto stremata per le lezioni.
Dopo essermi esercitata al piano e aver studiato parlai tanto tempo al telefono con Fran su cosa mettermi e come truccarmi.
Io optai per un vestito verde acqua che arrivava alle ginocchia con un giubbotto leggero color perla.
Ovviamente tacchi neri con delle perle sintetiche sopra.
Francesca andò sull’eccentrico : un vestito rosso a balze con dei tacchi bianchi estivi e una collana di argento.
Già mi immaginavo noi due là dentro a fare strage di cuori.
Ripensai alle mie parole e mi accorsi che volevo far colpo solo su una persona.
Scrissi le ultime notizie successe sul diario e per due ore mi dedicai al vestiario e trucco.
Chiesi anche il parere di Angie e Olga ma approvarono subito.
Mio padre invece era incerto.
Diceva che ero  molto “elegante”
“Elegante” nel dizionario mentale di papà vuol dire trasgressiva ma non ci feci caso.
Francesca mi venne a prendere con sua madre.
“Siete entrambe bellissime!” si stupì la madre di Francesca.
Rispondemmo un “grazie” in sincrono e ci avviammo verso la villa sul mare.
Ci accorgemmo una volta arrivate che avevamo fatto tardi perchè quasi tutti erano arrivati.
Leon stava parlando con Andres quando fu colpito dalla mia immagine e si leccò le labbra vedendo le mie colorate di rosso.
Quel gesto mi fece diventare rossa e lo notò.
La serata trascorse tranquilla e conobbi tante persone nuove.
Ogni tanto mi rifugiavo con Francesca in bagno.
“Allora ti ha visto?” chiese mentre si ritoccava il rossetto.
“Si, credo mi stia spogliando con gli occhi!” affermai.
Incominciò a cantare una canzone d’amore in inglese.
La zittii e notai che aveva anche bevuto un po’.
“Come va con Marco?”
“Non tanto bene. Non mi ha parlato quasi tutta la serata!” disse furibonda.
“Però ho parlato tanto con Federico!” disse entusiasta.
“Io l’ho detto che c’è qualcosa tra voi due!” le dissi maliziosamente.
Lei mi fece l’occhiolino e uscì dal bagno.
Camilla accese la pista da ballo e invitò con un microfono tutti a ballare.
Era un lento.
Tutti ballavano tranne qualche ragazza, me, Leon e Diego.
Quel momento fu imbarazzante.
“Ehy, perchè non chiedi a Leon di ballare?” disse Camilla.
“No, non è il caso Cami!”
Lei fece spallucce e andò a ballare con DJ.
Vidi gli sguardi di Diego e Leon fulminarsi tra loro.
Entrambi si alzarono verso la mia direzione ma Diego arrivò prima.
“Ehy, vuoi ballare?” chiese Diego.
Annuii debolmente lasciando Leon con la bocca aperta.
Lui si era incantato nei miei occhi mentre io guardavo altrove e tenevo le distanze.
Quando finì il ballo Diego mi prese la mano.
“Ti voglio far vedere una cosa”
“No Diego!” sbuffai ma mi lasciai trascinare.
Mi portò nella camera da letto dei genitori di Camilla, che era aperta.
Lo spettacolo che mi trovai di fronte era sublime : un crepuscolo.
Lui si avvicinò per baciarmi e approfittò di quel momento.
Io lo scostai ma lui aveva la testa dura.
“No Diego! Non ti voglio baciare!” urlai.
“Non fare la bambina!Sai perfettamente di provare qualcosa per me!” ghignò.
“Io non ti amo!”
Stava per controbattere quando nella stanza entrò Leon.
“Hai sentito bene Diego. Lasciala stare.” Disse con tono serio.
“Andiamo amico, io stavo scherzando non l’avrei mai baciata!” mentì.
“Vediamo se questi ti fanno venire voglia di scherzare” disse mostrando i suoi pugni.
Diego non alzò più la voce e se ne andò via.
“Ti ha fatto qualcosa?” disse Leon.
“No, per fortuna” ero indecisa.
“Va bene…” se ne stava andando quando gli tirai un braccio.
“Leon…” quasi sospirai.
“Si?”
“Grazie.” Dissi sorridendogli debolmente.
Lui ricambiò il gesto e mi lasciò sola nella stanza.
Avevo voglia di baciarlo.
Corsi via dalla stanza per cercarlo, ma di lui nessuna traccia.
 
P.O.V Leon.
 
Ero soddisfatto. Avevo salvato Violetta proprio come un supereroe.
Scesi le scalinate quando mi assalii il desiderio di poterla toccare e baciare.
Ritornai sopra, ma lei non c’era.
Scrutai tutta la casa, ma lei non c’era.
L’unico posto che non avevo visto : la spiaggia.
Uscii da quella casa infernale e anche lei in quel momento fece lo stesso.
Non c’era bisogno di parole in momenti come quelli.
La presi per mano e la portai vicino alla riva della spiaggia.
Guardavo sempre di più le sue labbra e lei era stregata dai miei occhi.
Entrambi avevamo bisogno di amore.
Presi l’iniziativa e le sfiorai le labbra per dar poi vita ad un bacio sempre più appassionato che desideravamo entrambi da tanto tempo.

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Dopo aver esaurito tutto il fiato, lei prese la mia mano e la appoggiò sul suo cuore. Batteva molto forte.
Io feci la stessa cosa e anche lei sentì il mio cuore andare a mille così mi sorrise debolmente.
Iniziò a piovigginare e le sorrisi.
“La pioggia sta piangendo di gioia per noi” mi sussurrò.
Mi abbracciò e io ricambiai sperando che quel momento non finisse mai.
 
Angolo autore :
Ok questo capitolo è troppo asdfghjkl *-*
Fatemi sapere cosa ne pensate eh eh eh u.u
Immagino già tutte le fan di Leonetta morire alla fine muahah *sogghigna*.
Vi mando un beso.
Ah dedico questo capitolo a un ragazzo pazzo dei Leonetta, syontai  

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Capitolo 12
*** La festa di Camilla ***


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Camilla P.O.V
 
Io e Francesca eravamo al karaoke mentre cantavamo spensierate “Junto a ti”
La gente applaudiva e cantavamo a turno.
Insomma, niente poteva rovinare quella bellissima festa!
Da lontano vidi Diego con il broncio e lo sguardo basso.
Perchè non era felice? Qualcosa non andava?
Gli feci cenno di venire e lui mi raggiunse.
“Ti stai divertendo Diego?”
“Beh, si certo. Ora se vuoi scusarmi devo andare a casa” disse andandosene via.
“E’ successo qualcosa con Violetta?” a quel punto capii tutto.
“Si…” capii che non voleva dirmi cosa era successo perchè non abbiamo molta confidenza.
“Perchè non ti rilassi un po’ e vieni a cantare qualcosa sul palco?” chiesi speranzosa.
Lui annuii debolmente.
Tutti applaudimmo tranne Ludmilla che era rimasta sola in disparte.
Diego cantò Voy por ti e sbagliò qualche nota però fu sicuramente impeccabile.
Lo vidi scendere dal palco e appostarsi vicino a Ludmilla.
Andai nel panico.
“COSA?Sta piovendo?” urlai.
Mi avvicinai di soppiatto alla finestra e fui travolta dalla verità delle mie parole.
La festa era andata praticamente in fumo!
Sentii una mano sulla mia spalla e mi voltai ancora arrabbiata.
“Cosa vuoi?” ghignai.
“Scusami…” disse DJ andandosene e alzando le braccia.
Lo fermai per un braccio.
“No scusami tu DJ. Sto preparando questa festa da mesi e volevo che fosse perfetta” dissi con un velo di tristezza.
Esitò ma poi mi abbracciò forte.
“Questa festa è perfetta soltanto perchè ci sei tu” affermò.
Diventai rossa come il colore dei miei capelli.
Brodway osservava la scena da lontano disgustato.
Lo ringraziai e presi coraggio lasciandogli un bacio all’angolo della bocca.
“Che ne dici se ora balliamo un altro po’? Beh, i miei piani erano altri ma poiché piove non possiamo fare altro!” dissi mettendo il broncio.
“Certo, tutto quello che vuoi tu!” mi prese per mano portandomi al centro della pista in mezzo alle altre coppie.
Mi strinse a se e mi sentii al sicuro.
 
Diego P.O.V
 
Dopo aver cantato “Voy por ti” nella speranza che Violetta mi avesse sentito, mi avvicinai al tavolo di Ludmilla che era seduta di fronte alla finestra.
“Cosa fai tutta sola bellezza?” chiesi ignaro del suo umore.
Lei non rispose.
Esitai un attimo ma poi le rivolsi la stessa domanda.
“Vattene Diego” sono le uniche cose che riuscì a dire.
Ero stanco di essere sempre respinto.
 
“Principessa, non riesci a prendere il foulard?” dissi
“Non sono affari tuoi, vattene Diego” urlò Violetta.
-----------
 
Violetta si stropicciò gli occhi mentre era rannicchiata a piangere vicino al pianoforte.
 “Cosa ci fai tu qui Diego?Vattene!”
“Non posso, tra poco ho lezione qui. Ma se vuoi sono disposto ad ascoltarti.” Sorrisi.
-----------
“Ahaha, non dirmi che mi avresti baciato!”
“Cosa?NO! Tu vali proprio come le altre formichine, IDIOTA!” urlò Ludmilla infuriata.
-----------
“Ehy bellezza, quando pensi che proveremo?” chiesi ansioso.
“Io spero al più presto, così non ti dovrò più vedere!” disse arrabbiata.
“Ma perchè sei sempre arrabbiata con me Violetta?” chiesi cadendo dalle nuvole.
“Come se tu non lo sapessi…” sussurrò mentre raggiunse gli armadietti.
-----------
“No Diego! Non ti voglio baciare!” urlò Violetta scostandosi
“Non fare la bambina!Sai perfettamente di provare qualcosa per me!” ghignai
“Io non ti amo!”
 
Ero furibondo. Costrinsi Ludmilla a voltarsi.
“Ora mi spieghi perchè sei arrabbiata con me” le imposi.
“E me lo chiedi anche? Sei uno schifoso!” sputò.
“Ma io non riesco a capirti…” sussurrai.
“Ah no? La ricordi la chiacchierata tra gli armadietti con Violetta? Bene, io ero lì e ho ascoltato tutto”
“Oltre che malvagia origli anche!” mi aggrappai sugli specchi.
“Certo e ne vado fiera, così almeno ho capito che persona sei veramente!” urlò con la sua voce stridula.
Rimasi pietrificato a quelle parole.
“Tu credi veramente che per me il tuo bacio è valso qualcosa?” chiesi accigliandomi.
“E tu credi che io baci la prima persona che mi capita?” disse con le lacrime agli occhi.
Non risposi.
“Credi che avendo questa strategia conquisterai Violetta? A quanto pare il tuo amico ti tiene testa!” disse indicando Violetta e Leon che si baciavano sotto la pioggia.
Scostò la sedia e mosse i suoi capelli biondi.
“Nata!” urlò.
“Si Ludmi?” chiese correndo verso di lei.
“Vieni con me!” disse prendendole un braccio.
Mi sentii in colpa.
Pensavo che Ludmilla non avesse un cuore o provasse sentimenti per la sua troppa acidità.
Ma una cosa era certa : si era innamorata di me.
E io l’avevo trattata male.
 
Violetta P.O.V
Incominciò a piovere sempre più forte ma noi due eravamo lì, completamente zuppi d’acqua.
 
*Flashback*
 
Io e Leon eravamo soltanto amici e io dovevo ancora dare il mio primo bacio.
Per sbaglio dissi che mi piaceva da morire, così lui mi portò in un parco bellissimo.
Era tutto verde, piene di fiori e aveva una grande fontana al centro.
Mi disse di chiudere gli occhi e mi baciò a fior di labbra.
Ci perdemmo entrambi nei nostri occhi e non ci accorgemmo che si era attivato il sistema di irrigazione per il prato.
“Andiamo via di qui! Ci stiamo bagnando i vestiti!”disse mentre io ero ancora incantata nei suoi occhi.
Mi ripresi e gli chiesi che scusa potessi dire a mio padre.
“Dei vestiti?” disse ridendo ancora.
“Beh si, guarda qui! Sono zuppa” dissi con un velo di tristezza.
“Troveremo sicuramente qualche soluzione, ora andiamo si sta facendo tardi!”
“Si buona idea” sorrisi.
 
*Fine flashback*
 
“Leon…” sospirai.
Eravamo ancora sotto la pioggia.
“Si?” chiese per un momento staccandosi dalle mie labbra.
“Come mai quando ci baciamo diventiamo sempre zuppi d’acqua?” dissi sorridendo.
“Io… non lo so” disse mentre prendeva fiato.
Lo guardai.
Era molto buffo con il mio rossetto sul suo viso.
“Sai, sei molto buffo!” sorrisi.
Lui non capiva, così gli presi un po’ di rossetto dal labbro.
“Credi che m’importi adesso del rossetto?” si accigliò.
Lo guardai sconvolta e gli porsi subito un fazzoletto.
Stavo andando via quando mi cinse la vita.
“Non voglio che te ne vada” quasi sospirò.
“Leon, è sbagliato quello che stiamo facendo” dissi.

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*Flashback*
 
Mi scostò freddamente dal lettino dove fino a cinque secondi fa ci stavamo baciando.
 “Non posso Violetta, è sbagliato quello che stiamo facendo.”
Aveva ragione, lui era fidanzato con Lara
 
*Fine flashback*
 
“Per quale motivo pensi che sia sbagliato?” chiese accigliandosi.
Ma non si ricorda che ha una fidanzata?
“Sei fidanzato e io mi sento così sbagliata in questo momento” abbassai lo sguardo.
Lui mi prese il viso tra le mani e mi costrinse a fissarlo.
“Domani parlerò con Lara e la lascerò” disse sorridendo.
Come poteva non fregarsene dei suoi sentimenti?
“Mettiti nei suoi panni. Se tu fossi stato innamorato di lei mi avresti lasciato come se nulla fosse?” sbuffai.
Lui non rispose ma mi strinse a se e appoggiai le mie mani sul suo petto.
“Aspettiamo un po’ di tempo per capire anche i nostri sentimenti.
 Forse per te questo è un momento di debolezza come l’altra volta” continuai.
“Va bene, ma sappi che questo non è un momento di debolezza. Ho rischiato di prendere la bronchite per baciarti qui” sdrammatizzò.
Lui si avvicinò ancora a me con l’intento di baciarmi ma io lo scostai.
“Amici?” proposi.
“Non ho scelta per starti accanto” disse prendendomi le mani.
Strinsi le sue mani e inalai tutto il suo profumo portandolo con me verso l’interno della casa.
Camilla mi guardò sconvolta.
“Vilu!Sei zuppa di acqua!” borbottò.
“… e anche tu Leon!” affermò.
Francesca mi prese per un braccio e mi portò sopra seguita da Camilla.
“Allora, racconta!” disse Francesca chiudendo la porta.
“Non ho niente da dirvi, io e Leon siamo amici” sospirai.
Loro rimasero evidentemente deluse.
“Ma vi siete baciati o sbaglio?” chiese Camilla.
“Si, ma abbiamo messo in chiaro i nostri sentimenti e preferiamo restare amici, poiché lui sta ancora con Lara”
Loro annuirono.
“Bene, ora dobbiamo pensare a prepararti tutta da capo!” urlò Francesca.
“Già, che fine ha fatto la tinta di rossetto rosso sulle tue labbra?” disse Camilla.
“Sul fazzoletto” risposi indifferente.
“Si, sul fazzoletto che hai utilizzato per pulire le labbra di Leon” affermò Francesca.
Le mie due amiche strillarono dalla gioia.
“Shhh, volete che vi senta?” strabuzzai gli occhi.
“Bene, ora vado a prenderti dei vestiti dal mio armadio per cambiarti. Francesca, dì a Leon di andare a cambiarsi nella stanza dei miei genitori, dovrebbe esserci qualche vestito di mio cugino”
Francesca corse via facendomi l’occhiolino.
Cosa voleva intendere?
Camilla arrivò con dei vestiti che profumavano di lavanda.
“Ecco, tieni. Vestiti e fai colpo!” disse uscendo dal bagno.
Mi cambiai frettolosamente  ma mi resi conto di aver dimenticato la mia borsa nella camera dove Diego ha cercato di baciarmi.
Dopo aver aperto tutte le porte perchè non sapevo quale fosse, trovai quella giusta.
E al suo interno uno spettacolo ancora più spettacolare…
Leon in boxer che si stava cambiando i vestiti.
Rabbrividii e chiusi la porta.
Ero diventata come un peperone.
“Ehm, Leon dopo puoi portarmi la borsa?” balbettai.
“Si…ma sei diventata rossa giusto?” disse ridendo.
Balbettai un si e mi diressi giù, mentre sentivo che lui ancora rideva da dietro la porta.
Come mi conosceva bene.
 

 Angolo autore : Ok, la parte finale è un po' imbarazzante ahaha ma vabbè.
Questo capitolo lo dedico a tutti i fan della coppia di DJ e Camilla e ovviamente Leon e Violetta.
Ma ricapitolando... la festa di Camilla è andata in fumo!
Che peccato eh eh.
Violetta e Leon amici. Mh. *trattiene la rabbia*
MA COME E' POSSIBILE!?! LORO NON POSSONO ESSERE AMICI *PIANGE*
Mi è dispiaciuta la scena Diemilla,Diego è un idiota insensibile *butta Diego in pirgione e mangia chiave*
Va beh, questo è tutto per oggi u.u

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Capitolo 13
*** Confusione ***


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Violetta P.O.V
 
Ero corsa giù nel salone dall’imbarazzo.
Francesca mi prese un braccio.
“Ehy, che hai Vilu sembri sconvolta!” affermò sgranando gli occhi.
Io ero ancora incantata alla visione idilliaca di Leon.
“N-niente” sorrisi.
“Va bene, ti credo… ma ora dobbiamo dare il nostro regalo a Camilla!” disse porgendomi il pacchetto.
“Si” sospirai e le andammo vicino.
“Questo è per te” dicemmo in sincrono.
Camilla si voltò e rimase abbagliata dalla preparazione di quel pacchetto.
Lo prese in mano e lo scosse un po’ per sentire qualcosa.
Lo aprì con molta foga e rimase contenta di quello splendido anello, che indossò seduta stante.
“E’ meraviglioso!” balbettò lanciando degli urletti.
“Lo conserverò per sempre!” affermò abbracciandoci.
Poco dopo scese anche Leon che era al cellulare con qualcuno.
Chiuse la chiamata e si avvicinò a Camilla porgendole il regalo e facendomi l’occhiolino.
Io girai la testa per non incontrare il suo sguardo, ero troppo imbarazzata.
“Grazie Leon!” disse euforica Camilla.
“Lo ha scelto Lara, io non ne capisco niente” ammise.
“Beh, è il pensiero che conta” affermò.
Lo scartò e rimase incantata da quel vestito splendido.
Diventai gelosa, non so perchè.
Leon intuendo i miei pensieri si avvicinò a me.
Mi sussurrò all’orecchio “Comunque sia, lo vedo meglio addosso a te quel vestito”.
Gli sorrisi debolmente.
“E’ bellissimo! Lara ha degli ottimi gusti” sorrise Camilla
Lui annuii semplicemente.
Dopo aver scartato tutti i regali, Camilla annunciò che la pista da ballo era aperta di nuovo per un ultimo ballo prima della torta.
Leon mi tirò un fianco e mi spinse sulla pista da ballo.
“Leon…” sbuffai.
“Voglio riprendermi il ballo che non mi ha concesso Diego” rispose.
“Si, ma…” mi zittì.
“Un ballo da amico, va bene?” e senza esitare si tuffò tra le mie braccia.
Alla gente non davamo l’aria di due buoni amici.
Chi sghignazzava, chi fischiava o applaudiva.
Mi concentrai sui suoi occhi che splendevano al buio e ci lasciammo trasportare dalla canzone.
Guardavo gli altri.
DJ ballava con Camilla, Francesca parlava con Federico e Marco ma non ballava,  Ludmilla ballava con Gustavo, Lena con Brodway, Nata con Maxi e Diego…Diego?
“Diego?” chiesi a Leon.
“E’ andato via perchè ha litigato con Ludmilla…”
“Cosa? Io non sapevo neanche che si parlassero.” Rimasi pietrificata.
“Loro stanno insieme”  disse Leon.
Capii tutto.
Il ballo finì e Camilla fece cadere il microfono collegato con gli amplificatori.
Si sentì un suono acutissimo.
“Ehm, scusate!” disse impacciata Camilla.
“Ora vorrei tagliare la torta” disse indicando la torta di tre piani sul tavolo che fu illuminata dalle luci.
Tutti si avvicinarono mentre io e Leon rimanemmo in fondo alla sala.
Lui strinse la mia mano e mi toccò leggermente il fondoschiena.
Sgranai gli occhi.
“Scusa, non l’ho fatto apposta” disse alzando le mani.
Io mi lasciai trasportare dal suo splendido sorriso.
Camilla spense le candeline e tagliò le fette di torta ma io non la volli, ero piena come un palloncino.
La torta fu divorata e dopo una mezz’ora tutti incominciarono ad andare via.
Eravamo rimasti in pochi allora decisi che era il momento di andare.
“Ciao Cami, questa festa è stata fantastica!”
Lei mi fece un cenno della mano e io me ne andai felice.
Ero fuori mentre aspettavo Roberto quando qualcuno mi fermò un braccio.
“Non mi saluti?” si accigliò Leon.
Arrivai al sodo.
“Non voglio crearti problemi, mi sento di troppo!”
La verità è che non volevo vederlo per il ricatto di Lara, mi sentivo una traditrice.
“Ma tu non sei di troppo amore!”
Amore?Mi aveva chiamata Amore?
Mi carezzò le guance.
“Leon, noi siamo amici” dissi seria.
Non riuscivo a sopportare quella condizione che mi ero imposta io stessa, quando poi potevo fidanzarmi seduta stante e baciarlo per tutta la notte.
“Io non riesco a sopportare che siamo amici.” ammise.
Strabuzzai gli occhi.
“Posso almeno darti il bacio della buona notte?” chiese sorridendo.
Io annuii e lui non se lo fece ripetere due volte.
Mi cinse i fianchi e iniziammo ad avere atteggiamenti intimi.
Mi baciò carezzandomi la nuca mentre io gli carezzavo il petto.
Al mio tocco emise un gemito e tolsi subito che le mie mani di lì.
“Scusa..” dissi.
“No, guarda per me puoi continuare”.
Mi stancai di quella situazione.
“Non ti importa di Lara?” chiesi arrabbiandomi.
“Certo che mi importa!” sbuffò.
“Allora dovresti baciarti con lei!” ammisi.
“Ma perchè ti importa tanto?” mi calmò.
Io mi persi nei suoi occhi.
“Mi sento in colpa, la stai tradendo Leon”.
“Domani la lascerò, te lo prometto”
Prima che potessi aggiungere qualcosa mi baciò.
Mi faceva il solletico nel palato e iniziai a ridere.
Diventò serio questa volta io iniziai a gemere scompigliando i suoi capelli.
Lui ci tiene molto ai suoi capelli e da solo a me questo privilegio.
Si fermò di scatto e esitò.
“Violetta…” sospirò.
“Si?” chiesi.
“Buona notte” disse in un sussurro.
Indicò l’auto di Roberto, il quale ci fissava sconcertato.
“Anche a te”.
Francesca P.O.V
 
La mattina mi svegliai scombussolata.
Avevo parlato tutta la sera con Federico non degnando di uno sguardo il mio fidanzato, Marco.
Decisi che era il momento di mettere in chiaro i miei sentimenti.
Mi andai a lavare e notai che Luca mi stava chiamando.
“Fran, Fran ci sei?”
Ero ancora assonnata ma ero in grado di intendere e di volere.
“Cosa vuoi?” urlai spalancando gli occhi.
Lui si terrorizzò e fece alcuni passi indietro.
“Scusa, oggi non sono dell’umore” dissi con lo sguardo basso.
“Ti volevo chiedere se potevi aiutarmi al Resto Band oggi!” ammise.
“Va bene!” sbuffai e mi andai a lavare.
Non feci colazione, avevo lo stomaco completamente chiuso.
Arrivai allo studio più presto e notai Marco intento a strimpellare una chitarra.
Mi avvicinai di soppiatto.
“Ciao” dissi freddamente.
“Ciao” disse neanche degnandomi di uno sguardo.
“Devo parlarti…” ammisi.
“Ok” si limitò a dire.
“Ecco, ho notato una certa tensione tra noi in questi ultimi giorni e vorrei prendermi una pausa per riflettere sui nostri sentimenti” dissi tutta d’un fiato.
Lui mi guardò pieno di tristezza negli occhi.
“Ti piace Federico?” andò al sodo.
“No, ma lui mi è stato molto vicino in questo ultimo periodo e… sono confusa”
“Va bene, anche io ho bisogno di una pausa” disse con un velo di tristezza.
Io gli presi le mani ma lui le scostò.
“Scusami” iniziai a singhiozzare.
Lui continuò a strimpellare la chitarra irremovibile.
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Mi alzai e vidi Federico venirmi incontro.
“Fran, cosa ti ha fatto?” disse con i pugni già pronti per massacrare.
“Niente, sono stata io a lasciarlo” ammisi.
Lui si illuminò di gioia.
Capii perchè era felice.
“Questo non vuol dire che starò con te”.
Lui sbuffò.
“So aspettarti!” disse carezzandomi e stampandomi un bacio sulla guancia.
Mi limitai a fargli un gesto con la mano per salutarlo per poi dirigermi allo studio.
 
P.O.V Jade
 
Ero intenta a limarmi le unghie nella camera della mia pensione quando Matias bussò alla porta.
“Si?” chiesi.
Matias entrò nella camera con fare normale e si avvicinò al mio frigorifero.
Mi alzai subito parandomi davanti al frigorifero e lo fissai con sguardo omicida.
“Cosa vorresti fare!?” urlai
“Ma ho fame!” si giustificò.
“Allora mangiati le cose del tuo frigorifero” risposi.
Lui si avvicinò al tavolo e si sedette.
“Sorellina, siediti” chiese gentilmente.
Io lo fissai titubante ma poi mi sedetti.
“Il piano sta andando a meraviglia, dobbiamo solo attuare il colpo di grazia con Angie” disse soddisfatto.
Io mi misi le mani davanti alla bocca.
“Che idea geniale fratellino! Tu la colpirai con quella ragazza di cui hai parlato mentre io trasporterò il cadavere in qualche bosco!Ma la conosco percaso?Chi è Grazia!”
“Ma cosa stai dicendo? Quello che ho detto vuol dire che gliela faremo pagare” sbuffò.
Se ne andò prendendo una fetta di torta dal frigorifero e non riuscii a fermarlo.
La mia mente era così vuota che non mi accorsi che era andato via.
 
P.O.V Leon.
 
Per tutta la notte non dormii, ero troppo felice di aver fatto pace con Violetta.
Mi alzai e mi fissai allo specchio vedendo i miei boxer.
Ricordai l’imbarazzo di Violetta e sorrisi.
Mi andai a lavare quando squillò il cellulare.
“Ciao Leon!” disse Lara.
“Ciao” risposi freddamente ricordandomi della discussione che avevamo fatto.
“Senti, volevo scusarmi per ieri” era visibilmente triste.
Volevo dirle tutta la verità, volevo lasciarla, ma la mia coscienza mi impose di no.
“…sono gelosa del tuo passato”
Mi soffermai sulla parola “passato” ricordando che avevo baciato Violetta la sera prima.
“Va tutto bene, ci vediamo oggi alla pista?” chiesi.
“Ok!” disse raggiante.
“Ciao amore…” e chiuse la telefonata.
Odio quando mi chiama “amore”.
 
Non potevo dire la verità a Violetta proprio ora che ci amavamo così tanto.
Così quando arrivai allo studio lei non mi chiese proprio della faccenda scontando che avessi già lasciato Lara.
Mi baciò all’angolo della bocca e io non seppi resistere : le diedi un dolce bacio sul collo.
Lei emise un gemito che cercò di strozzare con la sua voce.
Diego ci fissava da lontano mentre spremeva una lattina di aranciata tra le mani.
Era arrabbiato ma poco mi importava.
 
Angolo autore : Ok, Leon sei un nonfarmidirecosa.
Cosa succederà? Violetta verrà a sapere che lui sta ancora con Lara?
E Lara, saprà delle effusioni che si è scambiato con Violetta?
u.u *sogghigna*
  

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Capitolo 14
*** Resa dei conti ***


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Maxi P.O.V
 
La festa di Camilla ieri sera è stata splendida, ho avuto l’occasione di stare un po’ di più con Nata e non abbiamo smesso di guardarci negli occhi.
Mi alzai felice dal mio letto stiracchiandomi.
Il mio telefono incominciò a vibrare : era un messaggio di Nata.
“Ci vediamo al Resto Band presto stamattina, ho voglia di un frullato kiwi e fragole”
Quel frullato mi fece ricordare un momento brutto.
 
*Flashback*
“Ciao Maxi, sono venuta prima che ho potuto!” disse affannandosi Andrea.
“Ciao ma…come mai sei qui?” chiesi accigliato.
“Ma come? Sei stato tu a dirmi di venire!” affermò.
“Io non ti ho detto un bel niente” protestai.
“Oh, scusami allora. La mia testa deve avermi fatto un brutto scherzo” era visibilmente triste.
“Mi dispiace, hai bisogno di qualcosa?” chiesi alzandole il mento con un dito.
“Si, un abbraccio!” disse tuffandosi tra le mie braccia.
Nata guardò la scena disgustata.
Non parlò ma si appostò dietro di me rovesciandomi il frullato di fragole e kiwi addosso.
“Nata, ma che fai?” chiesi sconcertato.
Lei mi guardò con sguardo omicida e poi se ne andò singhiozzando.
*Fine flashback*

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“Va bene, orsacchiottina!” digitai sul cellulare.
Mi diressi verso l’uscita della mia casa dopo essermi vestito e andai al resto band a sedermi.
Sentii coprirmi gli occhi.
“Chi sono?” chiese con una voce profonda.
“Vediamo…Antonio?” dissi ridendo.
“No imbecille!” disse Andrea.
Io mi sorpresi, pensavo fosse Nata.
“Andrea cosa ci fai qui?” chiesi guardandomi intorno.
“Volevo parlarti Maxi” ammise.
“Ok, ma fai in fretta perchè arriverà Nata fra poco”
“Iononhosmessodiamartievogliostareconte!” disse tutta d’un fiato.
“Cosa?” riuscii a dire.
Lei prese il mio viso e mi baciò.
Nata in quel preciso istante entrò dalla porta principale e incominciò a singhiozzare.
“Nata, posso spiegarti!” dissi raggiungendola.
“Non c’è niente da spiegare Maxi, sei un ipocrita traditore!” e se ne andò asciugandosi le lacrime.
“Oh, accidenti di nuovo!” urlai.
Andrea rimase impalata a fissare la scena.
“Mi spieghi perchè lo hai fatto?” dissi disperandomi.
“S-scusa, io non sono riuscita a controllarmi” disse mordendosi il labbro mentre aveva lo sguardo basso.
Mi avviai verso lo studio e le feci un cenno con la mano.
Sentivo dei gemiti provenire dietro gli alberi e sgranai gli occhi vedendo Violetta e Leon.
Beh, almeno loro sono felici , pensai.
Mi diressi verso l’interno della scuola e trovai Nata intenta ad aprire l’armadietto.
“Nata…”
“Non voglio parlare con te!” ammise.
“Quando faremo le prove per il duetto?” chiesi.
Lei esitò.
“Da te” disse.
“Ok, oggi per te va bene?”
“Si” disse freddamente.
Sapeva che non poteva non cantare con me e quindi accettò la mia proposta.
 
Leon P.O.V
 
“No, dai basta Leon” disse Violetta mentre le facevo il solletico con i miei baci sul collo.
“Ok” dissi baciandola un’ultima volta.
“Ok, ora devo andare a lezione”
La avvicinai per un altro bacio ma lei si scansò.
“Basta baci per oggi” disse sorridendomi.
Rimasi deluso ma aveva ragione.
Lei se ne andò facendomi un cenno con la mano.
Qualcuno mi toccò la spalla.
Mi girai e vidi che era Lara.
Sbiancai.
“Ciao Leon” disse raggiante mentre si avvicinava al mio viso.
La scostai freddamente.
“Che succede?” chiese.
Io esitai.
“Non voglio baciarti, ho un po’ di herpes” mentii.
“Oh capisco, comunque oggi abbiamo una gara”
“Non era domani?” chiesi accigliandomi.
“No, era prevista per domani ma le altre squadre sono arrivate oggi” disse.
“Ok, ci vediamo dopo” dissi andando verso l’entrata dello studio.
 
Violetta P.O.V
 
Prendemmo tutti posto nel teatro.
Mi sedetti ovviamente vicino Leon, il quale stringeva la mia mano.
“Bene ragazzi, vorrei vedere come vi state preparando”.
Indicò me e Diego e ci fece cenno di salire sul palco
Leon strinse la mia mano ma gli accarezzai la guancia come per dire “va tutto bene” e la sue espressione dura si stese in un bellissimo sorriso.
 
Salii sul palco mentre Diego guardava Leon con una espressione truce.
Mi parve di rivivere quei tre minuti, quando eravamo a cantare la stessa canzone, quando Diego mi baciò.
Solo che questa volta Diego non mi avrebbe baciato e Leon sarebbe rimasto con me.
Diego continuava a guardarmi con molta rabbia mentre ci metteva tutta la sua passione per cantare quella canzone.
Quando finii scendemmo entrambi dalle scale e lui per poco non mi buttò a terra.
“Vedi dove metti i piedi” urlò.
Leon mi accorse subito e mi aggrappai alle sue spalle.
“Scusami” dissi mentre mi alzai.
“Non dar retta a Diego” mi sussurrò semplicemente.
Fui rassicurata da quelle parole.
 
Angie P.O.V
 
Stavo preparando i miei bagagli per lasciare quella casa.
Ormai era scaduto il tempo di una settimana e la resa dei conti era arrivata.
Chiusi la porta della mia stanza e mi avviai verso l’uscita quando qualcuno mi fermò
“Dove va Angie?” chiese German strabuzzando gli occhi.
“Via di qui!” urlai.
“Perchè? E’ successo qualcosa?” si preoccupò.
Non volevo scaricare le colpe su gli altri, ma per coprire dovetti dire una menzogna.
“Per colpa sua sono diventata possessiva con Violetta e non è giusto controllarla 24 ore su 24!”
“Perchè se ne sta andando?” chiese sfiorandomi le mani.
“Perchè non sopporto tutti i litigi in questa casa!” urlai sbattendo la porta.
 
Sulla soglia della casa c’era Esmeralda che mi salutava con la mano.
“Spero che sei soddisfatta!” le dissi andandomene.
Lei sogghignò e rientrò in casa. 

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Capitolo 15
*** Riconciliazione ***


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Violetta P.O.V
 
Quel giorno mi sentivo proprio felice. Niente e nessuno avrebbe potuto rovinare il mio umore.
Ritornai a casa accompagnata da Francesca.
Lei non era molto felice.
“Che hai Fran?” chiesi mentre ci incamminavamo.
“In questo momento, sono molto confusa” disse lei con uno sguardo perso nel vuoto.
“Riguardo cosa?” chiesi.
“Tra due ragazzi”  ammise.
Io mi ricordai tutto quello che avevo passato due anni prima.
Ero indecisa tra un ragazzo sbruffone ma allo stesso tempo dolce, Leon.
Oppure un ragazzo che mi ha fatto solo soffrire ma è stato pur sempre la mia prima cotta, Thomas.
Alla fine non ho voluto scegliere, sono stata costretta a farlo.
Thomas doveva ritornare nella sua patria con la sua famiglia e sarebbe stato difficile mantenere i contatti.
Leon invece è perfetto per me : mio padre e suo padre sono amici di lavoro, siamo entrambi benestanti ma la cosa più importante è che ci amiamo.
Nonostante però tutte le intromissioni di Ludmilla, Diego, Lara e anche Thomas… il nostro amore ha trionfato.
“Ti posso capire” sussurrai stringendole la mano.
Lei iniziò a sfogarsi.
“Come si può scegliere tra un ragazzo che ti fa serenate, che ti ama più di lui stesso e… un ragazzo che darebbe la sua vita per te?” disse sconcertata.
La risposta è semplice : non si può scegliere.
Quando il destino lo vorrà, farà separare qualcuno di loro da Francesca e uno avrà la meglio.
Come è successo con Leon e Thomas.
“Sono sicura che con il tempo saprai capire i tuoi sentimenti” le assicurai.
Lei cambiò discorso.
“Allora, come va con Leon?” chiese sorridendo debolmente.
“Splendidamente” riuscii a dire con gli occhi incantati.
“Vorrei che fosse così con Federico” ammise.
Ma non era indecisa tra due ragazzi?
“E ora come salta fuori Federico?” mi accigliai.
“Vedi, sono indecisa tra Marco e Federico. In questo momento sento di amare di più Federico, ma potrebbe anche essere una cotta passeggera” disse pensando tra se e se.
“Io l’avevo detto che c’era qualcosa tra voi due” le diedi una gomitata.
Lei iniziò a ridacchiare.
“Mi ha baciato” disse diventando rossa.
“Quando?Dove?Come!?!” dissi strabuzzando gli occhi.
“Prima di andare al centro commerciale, alle prove.” ammise.
“Perchè non me lo hai detto prima?” dissi abbracciandola.
“Beh, pensavo fosse una cosa passeggera” disse quasi sussurrando.
Ero felice per Francesca ma ero preoccupata perchè non augurerei a nessuno quello che mi è capitato.
In un battibaleno arrivammo sulla soglia della mia casa.
“Allora…ci vediamo domani?” chiesi.
“Che ne dici se lasciamo perdere un po’ l’amore e domani pomeriggio lo dedichiamo solo a noi?” chiese speranzosa.
Io esitai ma risposi di si, questo non vuol dire che avrei trascurato Leon.
Le feci un cenno con la mano e mi avviai all’interno della villa.
Vidi mio padre scarabocchiare qualche documento, era furibondo.
Mi avvicinai per guardarlo meglio.
“Papà, cosa succede?” chiesi preoccupandomi.
“Niente, chiedilo a Angie” si limitò.
“Perchè, cosa è successo con Angie?” chiesi.
Lui non rispose, si limitò solo a strappare dei fogli.
“Papà devo farti il terzo grado?Cosa le hai fatto?” chiesi urlando.
“Noi non le abbiamo fatto niente, è stata lei a decidere di andarsene via di qui” mi rispose.
“Perchè se ne è andata?”
“Ha detto che non sopporta più le tante discussioni che facciamo qui” ammise.
“No, non ci credo. Tu le hai fatto qualcosa” dissi puntando il dito contro di lui e andando nella mia camera.
Presi il mio cellulare e digitai frettolosamente il numero di Angie.
Lei non rispose.
Mi buttai sul letto, ogni volta che succedeva qualcosa di bello dovevano capitarmi cose del genere.
Mandai un messaggio a Leon.
 
Mi manchi già.
Possibile che quando ti senti al settimo cielo un secondo dopo precipiti? –Vilu
 
Dopo dieci minuti il mio cellulare vibrò.
 
Scusa se ti rispondo solo ora, stavo facendo una corsa. Cosa è successo? –Leon
 
Incominciai a digitare senza sosta sul mio telefonino, ormai potevo solo sfogarmi con lui.
 
Angie se ne è andata e qui in casa siamo tutti tristi e arrabbiati –Vilu
 
Passarono due minuti e il mio cellulare vibrò di nuovo.
 
Se vuoi dopo vengo da te, lo sai che odio quando stai male. –Leon
 
Si stampò un sorriso sul mio viso.
 
Va bene, ci vediamo dopo -Vilu
 
Appoggiai il cellulare al petto, lui era l’unico che mi conosceva a fondo.
 
Leon P.O.V
 
Subito dopo lo studio mi avviai verso la pista per l’ennesima gara di oggi.

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Parcheggiai come sempre la mia moto vicino al capannone e Lara mi accolse a braccia aperte.
Si ricordò che non poteva baciarmi per l’herpes, la mia menzogna.
Mi stritolò tra le sue braccia.
“Lara…così…soffoco!” dissi a stento.
Lei mi lasciò andare.
“Scusa, sono tesa per la gara di oggi” ammise.
“Non preoccuparti” dissi accarezzandole una guancia.
Dovevo comunque mostrarmi innamorato.
Lei sorrise.
“Si, sono troppo pessimista. Tu sei un pilota eccellente” disse con lo sguardo basso.
Io esitai ma poi incominciai a parlare.
“Bene, vado ad indossare la tuta” dissi facendole un cenno con la mano.
Lei mi salutò e continuò ad aggiustare la sua moto.
Mentre camminavo non mi accorsi che andai a sbattere contro Bruno.
Bruno è il fratello di Lara, a cui è profondamente attaccato.
“Ciao Bruno!” dissi stringendogli la mano.
“Guarda chi si vede dopo tanto tempo!Come va campione?” disse.
“Me la cavo, e tu?” chiesi indifferente.
“Anche io me la cavo, ora vado ad aiutare mia sorella. Ci vediamo dopo”
Gli feci un cenno con la mano e gli rivolsi un debole sorriso.
Dopo aver infilato frettolosamente la tuta e il casco, mi avviai verso la moto.
La azionai e sentii Lara mandarmi un bacio da lontano.
Incominciai a correre, avevo l’adrenalina che mi scorreva nelle vene.
Sentii vibrare il mio telefono contro la tuta e dopo aver finito la corsa lo aprii per vedere chi mi avesse mandato il messaggio.
Era Violetta ed era triste.
Le proposi di andare a casa sua e accettò senza esitare.
Lara si avvicinò.
“Con chi messaggi?” chiese gelosamente.
Esitai.
“Ehm è Andres!” balbettai.
“E cosa vuole?” disse.
“Ha fatto la sua ennesima figuraccia in amore, mi ha chiesto se potevo consolarlo a casa sua” mentii
“Ok, allora ci vediamo domani?” chiese speranzosa.
Io annuii e le rivolsi un debole sorriso.
 
Nata P.O.V
 
Quella mattina avevo ricevuto una umiliazione, ancora.
Maxi diceva di amarmi e quando non lo tenevo d’occhio si buttava tra le braccia di Andrea.
Erano quasi le 17.00 e io mi avviai esausta verso la casa di Maxi.
Dovevamo fare delle prove e io non intendevo perdere solo perchè mi aveva procurato una simile delusione.
Bussai con decisione al campanello e dopo due minuti lui mi aprii.
Notai una cosa strana : non indossava il suo solito cappellino.
“Ciao” dissi freddamente.
“Ciao Nata” disse invece lui con entusiasmo.
“Vieni, entra” disse.
Io entrai nella sua casa.
Era semplicemente bellissima, piccola ma accogliente.
Al centro del salotto c’era un pianoforte e affianco una pianola.
Mi sedetti sul divano, che era morbido al tatto.
“Bella casa” dissi guardandomi intorno.
“Sono felice che ti piaccia” disse annuendo.
“Allora, che canzone vogliamo cantare?” andai al sodo.
“Nata, non possiamo cantare” disse con decisione.
Io alzai un sopracciglio.
“Come scusa?”
“In queste condizioni mi rifiuto di cantare” ammise.
Mi alzai e gli puntai il dito contro.
“E’ colpa mia se baci le altre ragazze?” urlai.
“Ma ti giuro che è stata lei!” protestò.
“Certo…” dissi voltandomi.
“Nata, ragiona. Io da quando stiamo insieme non l’ho più cercata!” disse.
Mi fece riflettere.
Beh, potevo dargli una tregua almeno per questa volta.
“Promettimi, che non vedrai più Andrea”
Lui si illuminò dalla gioia.
Annuì e mi abbracciò forte.

Volevo stare così per sempre.
 
Nota autore : Eccomi con un altro capitolo!
Allora, il prossimo capitolo sarà troppo asdfghjkkl u.u
Ogig vedete lo speciale V-Lovers su Disney Channel? Fatemi sapere!
  

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Capitolo 16
*** Tentazioni d'amore ***


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Leon P.O.V
 
Dopo la breve chiacchierata con Lara mi avviai con la moto verso la casa di Violetta, non vedevo l’ora di baciarla di nuovo.
Volevo trovare il coraggio di lasciare Lara, ma rimaneva pur sempre la mia migliore amica.
Non potevo piantarla in asso così.
Sfrecciai alla velocità della luce e in un lampo arrivai davanti casa Castillo.
Lei probabilmente sentì il rombo del motore e mi salutò della finestra.
Notai una piccola scollatura che lasciava intravedere il suo decolleté e ne fui stregato.
Mi ripresi dopo quella piccola osservazione e le feci un cenno con la mano.
In un nanosecondo mi aprì la porta e saltò tra le mie braccia.
“Leon!” gridò felice.
Io le accarezzai la nuca.
Come cavolo aveva fatto a cingermi la vita con le sue gambe?
Per non farla cadere le misi una mano sotto la gamba per sorreggerla e la posai delicatamente, come se fosse di cristallo, sul divano.
Lei si sedette a cavalcioni sulle mie ginocchia.
Incominciò a baciarmi il collo ma la scostai, non volevo che suo padre ci scoprisse a pomiciare sul divano.
“Violetta, ci vedrà tuo padre” dissi.
“Ti sbagli. Lui è andato a una cena di lavoro con Esmeralda mentre Olga e Roberto sono andati a fare la spesa e non torneranno prima di un’ora” disse strizzandomi l’occhio.
Per la prima volta, eravamo soli a casa. Soli.
Mi balenarono certe idee per la mente ma le cancellai subito.
Violetta non era ancora pronta.
Al diavolo Leon! Se lei è seduta sulle tue ginocchia così infuocata ci sarà un motivo oppure no? Non vuoi ammettere a te stesso che tu non sei pronto!  tuonò la mia vocina interiore.
Io sobbalzai quando notai che Violetta mi stava sbottonando la camicia incominciando a baciare il mio petto nudo.
“N-no amore” dissi spingendola via.
“E ora cosa c’è?” disse sbuffando.
“Tu non sei ancora pronta per questo”dissi alzandomi.
Lei capì tutto ma poi si mise a ridere.
“Cosa c’è tanto da ridere?” dissi.
Lei incominciò a ridere più forte guardando i miei pantaloni.
Mi accigliai e notai un rigonfiamento nei miei jeans abbassando lo sguardo.
Dio che imbarazzo.
Diventai bordoux e presi una cornice dal tavolo per coprire quel punto.
Lei si coprì la bocca per soffocare le risate.
“Beh, tu mi fai questo effetto” ammisi con un filo di voce.
“Leon, non devi essere in imbarazzo” rispose alzandosi e venendo verso di me.
Io avanzai dietro e caddi sul divano e lei si buttò sopra aderendo completamente al mio corpo.
Iniziò a baciare ogni centimetro della mia pelle mentre le batteva forte il cuore.
Incominciai lentamente a eccitarmi e perdere il lume della ragione.
Arrivò finalmente alle mie labbra che volevano unirsi alle sue.
Lei prese le mie mani e se le mise sui suoi fianchi per accarezzarli.
Presi l’iniziativa di togliermi la maglia, avevo troppo caldo.
Lei rimase incantata a fissare il mio petto nudo.
Mi azzardai e incominciai ad accarezzarla da sotto la maglietta e mi avvicinai con le mani al gancetto del suo reggiseno che slacciai senza difficoltà mentre lei mi accarezzava i capelli.
In quel momento realizzai che lei non doveva perdere la sua verginità in quel momento, distesa su un misero divano nella sua casa.
Mi bloccai mentre lei iniziò a togliersi la maglietta ma la fermai.
“Violetta” dissi ansimando.
Lei si fermò di colpo.
“Non è il momento” mi affrettai a dire.
Lessi un po’ di amarezza nei suoi occhi.
“Scusa, forse ho fatto qualcosa di sbagliato” disse con lo sguardo basso.
Io mi alzai e le presi le mani.
“Tu sei fantastica, ma non possiamo farlo in questo modo. Devi ricordare questo momento per tutta la tua vita e voglio renderlo anche il più felice” dissi con dolcezza.
Il suo broncio svanì.
“Pensavo che tu amassi ancora Lara” ammise.
“Stai scherzando?Come minimo dovrò organizzare un appuntamento con una orchestra e mettermi lo smoking per questo momento”
Lei rise da sotto i baffi.
“Sei esagerato” disse.
“No, sono solo pazzo di te” dissi incominciando a baciarla appassionatamente.
Mi abbottonai la camicia e lei si abbottonò il reggiseno.
Dopodiché mi stesi sopra di lei e iniziai a baciarle il collo, era decisamente il suo punto debole
Lei mi cinse in un abbraccio e iniziò a spingere di più il mio corpo verso il suo.
Nonostante le avvertenze, entrambi ci desideravamo fisicamente  e stavamo ancora una volta trasgredendo.
All’improvviso sentii la serratura girare e lei mi guardò con uno sguardo pieno di paura.
 
Angie P.O.V
 
Dopo aver percorso qualche metro, mi resi conto di non saper dove andare.
Avevo bisogno di aiuto e sapevo la persona a cui rivolgermi.
Mi avviai a piedi verso lo studio e in una mezz’ora ci arrivai.
Mentre percorrevo il corridoio molti alunni mi guardarono con sorpresa poiché stavo trasportando una valigia.
Mi avvicinai alla sala professori e bussai.
“Avanti!” disse Pablo.
La prima cosa che notai fu la sua scrivania zeppa di scartoffie che stava firmando.
Dopo cinque secondi si accorse di me e i nostri sguardi si incrociarono.
“Angie…” disse con amarezza fissando la valigia.
Si alzò e la cosa più utile da fare fu abbracciarmi.
Incominciai a singhiozzare.
“Mi manca Violetta, sapere che non vivrò in quella casa mi fa stare male, lei potrebbe sostituirmi con Esmeralda” ammisi.
“Tu sei sua zia, non potrà mai rimpiazzarti”
Fui rincuorata da quelle parole
“Grazie Pablo, senza te… non so come farei”
Lui mi abbracciò di più.
“Volevo chiederti un favore” dissi dandogli una pacca sulle spalle.
Lui annuì.
“Non so dove andare” dissi mettendo le mani sui fianchi.
“Se vuoi posso ospitarti da me finché la situazione non si aggiusta”
“No Pablo, non voglio recarti disturbo” mentii.
“Non preoccuparti!” disse.
Io fui rassicurata da quelle parole.
Prese la mia valigia e mi accompagnò nella sua casa.
Era una villa molto accogliente.
Aveva anche una piscina, alla faccia del direttore.
Sgranai gli occhi vedendo la mia camera.
Era arredata tutta del mio colore preferito e il letto aveva un baldacchino splendido.
“Ora ti lascio sola, così puoi sistemare le tue cose”
Annuii e chiuse la porta.
Mi buttai senza esitare su quel letto morbido e respirando aria nuova.
 
German P.O.V
 
Aprii lo sportello d’auto per far entrare Esmeralda.
Aveva un vestito nero con una scollatura profonda sulla schiena.

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Dopo una mezz’ora arrivammo al ristorante che lei aveva scelto.
Diedi le chiavi al portiere e ci incamminammo verso il nostro tavolo.
Ci diedero il menù e notai che lei mi guardava con aria afflitta.
“Che hai German?” chiese
“Niente, ti sembro strano?” chiesi.
“Si, da quando è andata via Angie non hai spiccicato parola”
Era vero, sapere che Angie era andata via mi faceva arrabbiare.
Mi prese le mani.
“Non devi darti la colpa. Ha deciso lei così” disse guardandomi negli occhi.
Io scostai freddamente le sue mani e andai nel bagno sperando che si prendesse la linea.
Digitai il numero di Angie e al quinto squllo mi rispose.
“Pronto, signor German, mi sente?” chiese.
“Si, la sento..” dissi molto più rassicurato.
“E’ successo qualcosa a Violetta?” chiese confusa.
“No, mi ero preoccupato per lei, non so dove lei sia andata”
Lei esitò.
“Sto bene, vivo da Pablo ora”
Pablo.
Quel nome mi fece salire il veleno alla bocca.
“Mi fa piacere, ora devo andare”e chiusi la telefonata.
Avrebbe potuto raggirarla e avrebbero potuto fidanzarsi.
Non potevo sopportare una cosa simile.
Era tutta colpa mia e dei stupidi litigi.
Litigavamo per ogni cosa e non era giusto nei suoi confronti, si prendeva sempre cura di Violetta.
Anche se qualche volta trasgrediva, cercava sempre di rispettare le mie regole.
Tornai nella sala mentre Esmeralda aveva già incominciato a mangiare.
“Ci hai messo molto tempo” disse sospettando.
“C’era un po’ di fila, ora mangiamo questa bellissima aragosta!” dissi indicando l’aragosta posta su un piatto d’argento al centro della tavola.
La cena andò splendidamente e lei mi baciò inaspettatamente.
“E’ stata una cena bellissima German” disse con un tono dolce.
Io annuii ripensando al bacio che mi ero dato con Angie qualche mese prima.
Stranamente, mi era entrata nuovamente nella testa
 
P.O.V Diego.
Quel giorno ero molto arrabbiato così mi avviai verso la pista di motocross per dirgliene quattro a Leon.
  Doveva almeno sapere che Violetta aveva un pretendente e il loro amore non sarebbe stato facile.
Quando arrivai si sentii già l’odore di carburante e il rombo di motori che facevano acrobazie nell’aria.
Andai verso un capannone per sapere informazioni su dov’era adesso.
Ero disorientato ma si avvicinò una ragazza a me.
“Ciao, ti serve aiuto?” chiese con un sorriso stampato in volto.
Era bruna, con una coda. Aveva una tuta da meccanico e era abbastanza bassina.
“S-si, sto cercando Leon Vargas. Sono un suo amico” dissi sorridendo.
“Se ne è andato proprio ora, hai qualche messaggio da riferirgli?” chiese.
“Non in particolare, volevo solo salutarlo. Tu sei una sua amica?”.
“No, sono la sua fidanzata!” disse orgogliosa.
Ma come, non si stava baciando con Violetta questa mattina?
Esitai.
“S-stai bene?” chiese sventolandomi le mani davanti gli occhi.
“Si, se passa di qui, digli che è venuto Diego per salutarlo” dissi ammiccando.
Lei mi sorrise.
“Sarà fatto!”
Bene, ora sapevo come vendicarmi.
 
Nota autore : Scusate ma volevo una scena Leonettosa più spinta così ecco umh u.u
Diego ha scoperto il segreto di Leon, come vorrà vendicarsi?
Leon e Violetta saranno scoperti mentre pomiciavano? Sto pensando di scrivere un crossover che riguarda Violetta però negli Hunger Games. Già una ragazza ha fatto una cosa simile e mi era balenata l'idea già un po' di tempo fa perchè Hunger Games è il mio libro preferito e Violetta non ne parliamo U.u
Fatemi sapere  

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Capitolo 17
*** Segnali ***


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Violetta P.O.V
 
Fu questione di un attimo che Leon si staccò da me e si sedette sul divano prendendo un giornale.
Lui aveva i riflessi pronti, io no.
Presa dall’eccitazione non avevo proprio sentito la serratura aprirsi.
Entrò Olga con la spesa mentre Roberto ci squadrava.
“Buongiorno” disse Leon cambiando pagina del quotidiano.
Loro annuirono e andarono in cucina a posare la spesa.
Io mi alzai e gli diedi un pugno sulla spalla.
“Ma come hai fatto?” chiesi sconcertata.
“Ho i riflessi pronti” ammise.
Io lo abbracciai e in quel momento Olga si schiarì la voce.
Se per lei era osceno un abbraccio figuriamoci prima.
“Mia cara, potresti aiutarmi con la spesa?” chiese guardando Leon.
“S-si” dissi dubbiosa.
“Vengo anche io” affermò Leon.
Olga lo spinse sul divano
“No, non preoccuparti. Continua a leggere il giornale, sei un ospite” disse ridendo imbarazzata.
Leon si accigliò ma poi riprese il giornale in mano facendo finta di leggere.
Aspettai che Olga andasse nuovamente in cucina per dargli un bacio.
Andai in cucina e lei mi guardò da capo a piedi.
Poi incominciò a singhiozzare.
“Olga, stai bene?” chiesi.
Lei si appoggiò una mano sulla fronte.
“La mia bambina” gridò
“Cosa Olga?” dissi.
“Ti sei innamorata” disse singhiozzando più forte.
“Come sei sensibile, credo che sarà capitato anche a te una volta!” dissi.
“S-si” disse mentre si asciugava le lacrime.
Appoggiò le sue mani sulle mie spalle.
“Se ti farà soffrire, se la vedrà con me”
Ripensai al bacio con Lara, a quanto odio avessi provato nei suoi confronti.
“Non ti preoccupare, non succederà” le sorrisi.
Le diedi una pacca sulla spalla e mi affrettai a mettere le cose in frigorifero mentre Roberto era intento a capire come funziona la macchina del caffè.
“Perfetto” disse.
Si avvicinò a me e mi porse una tazzina con del caffè dentro.
“Sicuramente questa volta è venuto buonissimo!” disse.
“Grazie ma non ne ho voglia, lo porto a Leon!” dissi mentre sfrecciavo nel salotto.
Leon era intento a scrivere sms quando gli porsi il caffè.
“Per me?” disse con gli occhi lucidi.
Annuii e lui prese con cautela la tazzina.
“Sei splendida, grazie” disse mentre stava per sorseggiare.
Il suo sorriso si trasformò in una smorfia di disgusto.
“Che cos’è ,veleno?” disse pulendosi la lingua.
“Scusami, è stato Roberto!” ammisi.
“Aha” disse incominciando a baciarmi.
Lo respinsi e sgranai gli occhi.
Come poteva baciarmi con quel tanfo nella bocca?.
“Ho capito” disse coprendosi la bocca.
Iniziai a ridere.
“Si è fatto tardi, posso darti almeno un abbraccio?” chiese con una faccia da cucciolo.
“Si, certo!” dissi
Mi tuffai tra le sue braccia mentre mi incantai nei suoi occhi che brillavano al chiarore della luna.
Nonostante il suo problemino, riuscì a strapparmi un bacio.
Mi salutò e mi appoggiai alla porta.
“Leon!” lo chiamai.
“Si?” disse mentre si stava mettendo il casco.
“Dove vai ora?” chiesi.
“Non lo so” rispose sorridendo.
“Abbiamo avuto la stessa idea?” chiesi sorridendo.
“Mi pare di si” ammise.
“Ok, fra cinque minuti torno!” mi imposi.
Iniziai a correre verso il bagno per truccarmi e mettere il rossetto rosso che lo faceva tanto impazzire.
Cercai di essere il più accurata possibile, così dopo una linea di eyeliner e un po’ di lucidalabbra. Mi diressi verso l’armadio per prendere la borsa.
Dopo dieci minuti uscii dalla porta e lui mi guardò con stupore.
“Sei bellissima, non smetterò mai di dirlo” disse sorridendo.
Mi porse il casco e salii sulla moto diretti verso il nostro angolo segreto.
 
Ludmilla P.O.V
 
“Allora, devi suonare la sol si la, capito?” dissi.
Andres iniziò a strimpellare la chitarra.
“Stupido!Ho detto la sol si la, non fa sol si fa!” dissi scoraggiata.
Poggiai le mani al viso.
“Sono senza speranza?” chiese.
“Come se tu non sapessi la risposta!” urlai.
Feci un respiro profondo.
Ultimamente ero stressata per colpa di Diego.
Incominciai a cantare una canzone mentre lui mi seguiva con la chitarra.
Dopo aver cantato lui applaudì.
“Ci siamo riusciti!” disse con stupore.
Io gli lanciai uno sguardo omicida e gli puntai il dito contro.
“Ti avverto, se non farai così anche fra una settimana te la farò pagare!” dissi con tono minaccioso.
Lui indietreggiò e cadde tra le percussioni.
“Ludmilla se ne va!” dissi schioccando le dita.
Uscii sbattendo la porta e lui sobbalzò.
Stavo uscendo quando qualcuno mi tirò un braccio e tirai un urlo.
“Shhh!” disse Diego.
“Cosa vuoi?Lasciami!” urlai.
“Voglio parlarti” disse mollando la presa.
Io iniziai a camminare ma lui mi fermò nuovamente.
“So come far lasciare i due piccioncini”
In un battibaleno i miei occhi si illuminarono di gioia.
Il mio obbiettivo poteva essere realizzato.
Violetta si autodistrugge con Leon.
Prendo due piccioni con una fava.
“Ci stai?” chiese.
Annuii e lui mi spiegò tutto.
Dovevo solo avere il momento giusto per colpire.
 
Leon P.O.V
 
Sfrecciai con la moto sulla strada mentre Violetta mi cingeva i fianchi con una stretta forte.
Intuii la sua paura e le presi le mani.
Dopo un dieci minuti arrivammo al nostro parco.
Era deserto e la gelateria era ancora aperta.
Dopo aver tolto il casco la tirai per un braccio nella gelateria.
Come sempre io presi il cono più grande e lei quello più piccolo.
Mentre andavamo verso la nostra panchina ci scambiavamo i coni a vicenda per vedere il sapore dei gusti.
Mi venne in mente una idea, non so se le faceva schifo.
Mi buttai in bocca una buona manciata di gelato e lei fece lo stesso.
Approfittai di quel momento e la baciai.
Lei non si ritrasse.
“Buono il tuo gelato!” disse sorridendomi e leccandosi le labbra tinte di rosso.
“Anche il tuo” ammisi.
Mi abbracciò forte.
Sentivo che quello era il momento migliore per darle un bacio ultramegapassionale.
Mi avvicinai e all’improvviso squillò il cellulare.
Vidi il display e sobbalzai.
“Chi è?” chiese lei.
“Andres, scusami vado a rispondere” dissi mentendo.
Era Lara.
Aprii la telefonata.
“Cosa vuoi?” urlai.
Lei esitò.
“Scusami, forse ho sbagliato a chiamare” disse.
“No, scusami. Io stavo ba...battendo mio padre alla TV”
“Ah, che gioco?”
“Tennis” mi affrettai.
“Ok, volevo darti solo la buonanotte amore!” disse.
“Ciao” e chiusi la telefonata.
 
Ritornai da Violetta, stava guardando l’orologio.
“E’ tardi!” urlò.
“Calmati amore!” dissi massaggiandole le spalle.
“Devo andare Leon. Mio padre sarà già tornato!”
Io annuii e sfrecciammo sulla moto.
Mi diede un bacio sulla guancia e varcò la porta di casa sua salutandomi con la mano.
Mi avviai a casa con un peso sul cuore.
Lei mi amava così tanto e io la stavo soltanto mentendo.
 
Violetta P.O.V
 
Entrai senza fare rumore ma Olga mi si parò davanti con la mani sui fianchi.
“Dove sei stata signorina?”
Non potevo mentirle.
“Ho fatto una passeggiata con Leon”
Lei aveva gli occhi lucidi.
“Ti prego non piangere Olga!” la fermai.
“Si, si scusami. Sono le cipolle” disse andando in cucina.
Andai di sopra a cambiarmi e cinque minuti dopo papà bussò alla porta.
Questa volta l’avevo passata liscia.
Mi passai una mano sulla fronte.
Era imperlata di sudore.
Mi diressi verso la doccia e preparai un bagno caldo aspettandomi una lunga giornata piena di Shopping con Francesca.
Dopo essermi asciugata presi il diario fra le mie mani.
 
“Mamma, finalmente mi sono riconciliata con Leon. Sono la persona più felice di questo mondo!”
Disegnai il volto di Leon e tanti cuori sulla pagina.
Stavo socchiudendo gli occhi quando il mio telefonino vibrò.
Il messaggio era da uno sconosciuto.
 
“Mi raccomando. Controlla il tuo fidanzato” lessi.
 
Cosa voleva dire?
Provai a chiamare ma c’era la segreteria così spensi il telefono e non chiusi occhio.
 
Ludmilla P.O.V

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Presi il cellulare nell’oscurità più totale della mia stanza.
Volevo inviarle un messaggio che incutesse paura.
Le inviai il messaggio e chiusi il cellulare.
Sogghignai nel buio.
 
 
  
Nota autore : Eccoci con questo nuovo capitolo . Violetta capirà che è stata incantata da Leon e Diego... dirà tutto? Abbiamo capito che è stata Ludmilla a mandarle il messaggio u.u Fatemi sapere :)

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Capitolo 18
*** Menzogne ***


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Diego P.O.V
 
*Sogno*
 
Sentii dei gemiti in lontananza.
Provenivano dal solito tronco d’albero dello studio.
Mi scostai a notai che c’erano Violetta e Leon in atteggiamenti intimi.
Lui infilò la mano da sotto la sua maglietta e lei gli toccò il fondoschiena.
Sgranai gli occhi.
“Ma non vi vergognate?” urlai.
Violetta si scostò terrorizzata e Leon venne verso di me.
“Lo dici perchè sei geloso” urlò.
“Sai che io la conquisterò!” dissi.
“Si, parli solo. Voglio i fatti!” disse allontanandosi.
Violetta mi guardò con una espressione di disgusto.
“Non avvicinarti a me e Leon, idiota!” urlò.
Ripresero a baciarsi noncuranti della mia presenza e me ne andai con le lacrime agli occhi.
Sulle scalinate c’era Ludmilla che mi attendeva.
Vide che avevo gli occhi lucidi e mi accarezzò le guancie.
“Lei non ti merita Diego” disse con un filo di voce per poi baciarmi.
Sentii in quel bacio tutto il mio amore che esplodeva per lei.
Non era stata mai dolce nei miei confronti.
 
*Fine sogno*
 
Mi svegliai di soprassalto tutto sudato, notando una notifica sul cellulare.
Lo aprii e notai un messaggio di Ludmilla.
Sentiva la mia mancanza alle tre di notte?
Lo aprii e lessi.
“Obbiettivo compiuto” c’era scritto.
Ritornai a dormire più sereno, pensando che avrei conquistato finalmente Violetta.
Io volevo conquistarla, ma non ero certo dei miei sentimenti per lei.
Sentii che il mio cuore era diviso a metà tra lei e Ludmilla.
E questa cosa mi rendeva terribilmente depresso.
 
Lara P.O.V
 
Stranamente questa sera Leon si è comportato freddamente con me.
Mi ero incantata così tanto dalla sua voce che mi ero dimenticata che era venuto quell’amico a salutarlo.
Appena sveglia mandai un messaggio a Leon, dicendogli che ci saremmo visti questo pomeriggio al parco.
Rispose dopo due ore e disse di si.
Fui sollevata dalla sua risposta.
Così mi diressi in bagno a prepararmi e dopodiché mi avviai alla pista di motocross.
Davanti al capannone c’era il ragazzo di ieri.
“Ciao!” dissi.
“Ciao” rispose.
“Ti serve aiuto?” chiesi.
“ No, no. Mi stavo chiedendo se oggi tu e Leon eravate disposti a una uscita a quattro!” chiese entusiasta.
“Certo, ci farebbe molto piacere. Ci vediamo alle 19.00 al parco”
“Però… non dire a Leon chi sono. Rovinerai la sorpresa!” disse sorridendo.
“Va bene. Tu sei… Diego?” chiesi.
“S-si!” disse andandosene via e facendomi un cenno con la mano e io ricambiai.
Chiamai Leon.
“Ciao Lara!” disse.
“Ciao, oggi faremo una uscita a quattro!” dissi entusiasta.
“Con chi?” chiese senza mezzi termini.
“Non posso dirtelo!”
Lui esitò.
“Va bene” rispose in un sussurro.
“Ti amo!” dissi chiudendo la chiamata.
 
Violetta P.O.V
 
Mi alzai frastornata perchè non ero riuscita a dormire.
Il messaggio di ieri mi aveva scaturito molti dubbi, ma dovevo fidarmi di Leon.
So che lui non mi tradirebbe mai.
Mi chiamò Diego.
“Ciao Vilu” disse.
“Cosa vuoi?” chiesi.
“Senti, sono uno stupido. Non ho dormito tutta la notte per il comportamento che ho avuto. Non pretendo di averti, voglio solo essere tuo amico” disse.
Rimasi lusingata da quelle parole.
“Ok…” risposi.
“Mi chiedevo se oggi potevamo andare al parco. Non cercherò di baciarti” dissi nel modo più credibile possibile.
“Va bene” risposi chiudendo la telefonata.
Sentivo il suo tono sincero e non credo che una persona così orgogliosa come Diego si azzardi a dire queste cose quindi accettai la sua proposta.
Mi andai a lavare e vestire.
Mangiai una mega fetta di torte alle mele e mi avviai di buon umore verso lo studio.
Francesca mi prese a braccetto.
“Elettrizzata per la giornata di oggi?” chiese.
“Molto!” risposi.
“Dove andiamo?Al parco?” disse speranzosa.
“No, devo andare già dopo con Diego” ammisi.
“Diego?” sbottò.
“Si, ha detto che vuole farsi perdonare”
“Sarà, ma non mi convince” disse tra se e se.
“Se avessi sentito la sua voce così afflitta ti ricrederesti” ammisi.
“Va bene, allora centro di bellezza?” disse dandomi a sgomitate.
“Per me va bene!”
La abbracciai e corsi nel teatro.
Pablo disse che voleva sentire le prove come stavano andando così chiamò Leon e Camilla sul palco.
La canzone era Voy por ti e mentre la cantava tutta la sua energia si sprigionava.
Mi guardò negli occhi per tutta la durata della canzone a tal punto che divenni rossa.
Lui mi sorrise compiaciuto e scese dal palco.
Prima di sedersi mi stampò un bacio sulle guance.
“Signor Vargas, non ammettiamo questi comportamenti!” disse furioso Gregorio.
Leon sobbalzò e si sedette vicino a me tenendomi la mano.
Le lezioni riuscirono a meraviglia.
Uscii esausta dallo studio rintanandomi a casa.
Mi buttai sul divano come sempre.
Dopo aver mangiato e fatto i compiti mi avviai verso la mia camera per prepararmi all’uscita con Francesca.
Mi venne a prendere dopo un’ora e ci avviammo emozionate verso la S.P.A
Incontrai anche Jade che stava facendo i fanghi ma non la salutai nemmeno.
Ormai eravamo due ore da lì e la mia pelle sembrava morbida e sana.
Erano le 19.00 e decidemmo di andarcene, anche perchè avevo l’appuntamento con Diego al parco.
Prima di lasciarmi Francesca mi rivolse una occhiata.
“Stai attenta!” disse.
“Sicuro!” le risposi.
Se mi avesse baciato di nuovo avrei spruzzato lo spray al peperoncino.
Mi avviai verso il parco e notai che stava camminando avanti e indietro.
Mi venne incontro.
“Ciao Violetta!” disse stringendomi la mano.
Quello fu un gesto nobile da parte sua.
Di solito mi avrebbe abbracciato o…baciato.
“Come stai?”
“Bene, tu?”
“Bene, ora che ti vedo!” disse sorridendo.
Io mi sciolsi a quel sorriso.
Incominciammo a parlare del più e del meno e a camminare.

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“Mi dispiace di averti ferita” disse con sguardo basso.
“Ormai quello che è fatto è fatto”
“Mi sono reso conto che il mio metodo di approccio era sbagliato, non posso conquistarti con la forza” disse guardandomi negli occhi.
Mi baciò la mano.
“Per ora mi accontento di essere tuo amico” disse.
Io sorrisi a quelle parole.
“Anche a me fa piacere esserti amica” sottolineai.
“E come amico devo mostrarti una cosa…”
Iniziai a non capire...
Cosa doveva mostrarmi di così importante?
“Voglio soltanto mostrarti la verità. Io ti aspetterò, ma il tuo ragazzo non ha perso tempo”
Disse con un tono triste.
Non riuscivo a capire dove mi stava portando.
“Non sarei capace di tradirti Vilu” disse carezzandomi una guancia.
“Cosa intendevi con il “non ti tradirei”?Leon mi ha tradito?” chiesi infastidita.
“Guarda tu stessa”
Annuii e mi sporsi.
Nella gelateria c’erano Leon e Lara intenti a mangiare un gelato.
Mi infastidii moltissimo ma non stavano facendo nulla di male.
Me lo avrebbe sicuramente detto.
“Non c’è niente di male che prende il gelato, l’avrà incontrata” dissi andandomene.
“Guarda bene” affermò.
Mi sporsi nuovamente e mi cadde un macigno sul cuore.
Leon stava baciando Lara.
Mi crollò il mondo addosso
Ero paralizzata.
Diego mi trascinò dentro.
“Eccoci qua!” disse entusiasta.
“Ciao Diego, Ciao…Violetta!” disse Lara stupita della mia presenza.
“Vilu, come lo vuoi il gelato?” chiese Diego.
Io continuavo a guardare gli occhi di Leon con disprezzo.
Lui aveva paura.
Sicuramente aveva paura che avrei detto tutto a Lara, ma non gli avrei dato questa soddisfazione.
Non ero crudele a tal punto.
Stavo per piangere.
Mi voltai verso l’uscita della gelateria e incominciai a correre senza meta.
Leon si alzò dal tavolo con l’intento di venirmi dietro e Lara restò a bocca aperta di quel suo gesto.
Fece un gran fracasso.
Sentivo delle urla in lontananza.
Avevo gli occhi annebbiati dalle lacrime.
Mi girai dietro e lo vidi inginocchiato per terra a qualche metro di distanza mentre incominciò a piovere e si iniziarono a sentire tuoni e lampi.
Il messaggio aveva ragione.
Mi girai avanti e promisi a me stessa che non mi sarei mai più voltata indietro.
 
Nota autore.
BAM! Ecco il colpo di scena.
Leon e Vilu si lasciano *piange*
Ammetto però di dare per la prima volta ragione a Diego, Leon le stava dicendo un mare di baggianatee!
Niente, fatemi sapere se vi è  piaciuto (suppongo di no u.u ) 

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Capitolo 19
*** Love is in the air ***


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Francesca P.O.V
 
Dopo quella bellissima giornata alla S.P.A salutai Violetta a malincuore.
Avevo un brutto presentimento per lei.
Non volevo andare a casa, così chiamai Federico.
 
“Pronto, Fran?” chiese.
“Si sono io. Che fai?” chiesi.
“Niente, mi annoio tu?”
“Niente, che ne dici se vengo da te per fare le prove?” chiesi.
“Va bene”
Inevitabilmente mi trovavo già a casa sua, davanti al suo palazzo.
Mentre ero ancora al cellulare bussai.
“Scusa, c’è una rompiscatole che sta citofonando. Torno subito”
Iniziai a ridere e lui si paralizzò vedendomi lì.
“Buongiorno, sono la rompiscatole”” dissi.
“No, che dici!” disse.
Era diventato rosso.
“Prego, entra!” affermò.
Entrai di nuovo in quella splendida casa.
“I tuoi non ci sono?” chiesi accigliata.
“No, questo weekend saranno in Italia per un matrimonio”
“Capisco…”
“Che ne dici se proviamo Ven y canta?” chiese.
“Per me va bene!”
Iniziò a premere le dita sulla pianola riproducendo la canzone.
Iniziai a cantare il ritornello
Ven y canta
Dame tu mano,
cura tus heridas
busca hoy tu melodia, vamos
Ven y canta
Sigue cantando,
piensa de colores hoy
que tu sueño es mi cancion
Lui continuò a cantare la seconda strofa della canzone
Sueña mas alto,
dime que quieres,
muestra tu vida al mundo
Sigue tu instinto,
no te detengas
rompe tu laberinto
Si habres tus ojos,
luces y aplausos
sube el telon
y tu pulso vuela
Rie por nada,
eres mi amigo
Dejale a tu corazon mostrar tu destino
E iniziammo a cantare il ritornello insieme.
Ven y canta
Dame tu mano,
cura tus heridas
busca hoy tu melodia, vamos
Ven y canta
Sigue cantando,
piensa de colores hoy
que tu sueño es mi cancion.
“Siamo andati piuttosto bene” si congratulò.
“Già, ma non è merito mio” dissi ammiccando.
“Tu sei bravissima Fran” ammise.
Sorrisi a quell’affermazione.
Stavo per parlare, ma andò via la luce e rimanemmo completamente al buio.
Mi tranquillizzò abbracciandomi.
“Non ti preoccupare, succede in questa zona”
Io battevo i denti senza sosta.
“Quando pensi che verrà di nuovo? Io odio il buio!” dissi con il broncio.
Lui non disse niente ma alzò il mio mento con le dita e mi baciò.
Fu un bacio desiderato, ormai non mi importava più niente della luce.
Non mi accorsi che l’abitazione si illuminò di nuovo, ero troppo presa dai suoi baci.
“Francesca” disse affannato.
“Ti amo” disse con tutta la dolcezza di questo mondo.
“Anche io” risposi per poi abbracciarlo forte.
Camilla P.O.V
Aspettavo questa giornata da mesi.
Finalmente sarei stata tutto il giorno in piscina con DJ.
Bussai al campanello della sua casa e lui mi aprì con il sorriso più bello del mondo.
“Cosa?Oh no!Camilla!” disse sbuffando.
“Cosa c’è?” chiesi cadendo dalle nuvole.
“Perchè hai portato tutta questa roba da sola?Potevi chiamarmi!” disse.
Feci cadere tutto a terra e lo abbracciai forte.
“Pensavo che non volessi venire” sussurrai.
“Scherzi, non vedo l’ora” disse entusiasmato.
Prese le cose da terra e ci avviammo verso la casa al mare.
Parlavamo del più e del meno, dei pettegolezzi durante il tragitto.
Dopo una mezz’oretta raggiungemmo il posto già stremati.
Posammo le cose e ci avviammo verso la spiaggia.
Potevamo ben vedere il tramonto.
Lui mi abbracciò mentre io ero estasiata da quel magnifico paesaggio.
I miei pensieri furono interrotti quando mi prese in braccio.
Sapevo le sue intenzioni.
Iniziò a correre per la spiaggia e ci buttammo insieme in acqua.
“Sei uno stupido!” urlai.
Lui rideva e dopo poco iniziai anche io  a ridere, nessuno poteva rovinare quella giornata.
Si avvicinò a me baciandomi e suggellando il nostro amore.
Nata P.O.V

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Ero al Resto band con Maxi, lo guardavo negli occhi.
Cercavo di vedere un suo difetto, ma non ci riuscivo.
Stavamo bevendo il frullato dallo stesso bicchiere ma con due cannucce diverse.
Io gli accarezzavo le guance mentre lui giocava con i miei capelli.
La gente ci guardava squadrandoci ma poi furono attirati dalle urla.
Ludmilla entrò furiosa nel Resto Band.
“Nata, ti ho chiamato venti volte. Mi vuoi dire perchè non rispondi?!”
“Ero occupata, Ludmi” risposi senza degnarla di uno sguardo.
Lei fissò prima me e poi Maxi.
Scoppiò in una risata fragorosa.
“Su, vieni con me. Devi mettermi lo smalto sui piedi” urlò.
“No!” dissi con tono deciso.
Le venne quell’orribile tic all’occhio.
“Cosa hai detto?” disse puntandomi il dito contro.
“Hai sentito bene. Non voglio più fare parte dei tuoi giochetti e non voglio fare la tua schiava” dissi.
“Te ne pentirai amaramente!” mi sussurrò all’orecchio cercando di incutermi paura.
Sventolò la sua chioma e se ne andò via.
 
Nota autore : Il nome è pessimo.
Solo che volevo almeno per una volta non concentrarmi sui Leonetta u.u
Coomunque, do i crediti a syontai per questo titolo perchè l’ha citato lei in un suo commento v.v.
Niente, recensite numerosi.
N.B : Il prossimo capitolo non mi piace u.u
 
 
 
 
 
 
  

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Capitolo 20
*** Lacrime ***


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Leon P.O.V
 
“Come lo vuoi il gelato amore?” disse Lara.
“Come il tuo!” affermai mentre lei sorrideva da ebete.
Stava per alzarsi quando vidi Diego spiarci.
Impallidii.
In quel momento mi convinsi che dovevo dirle la verità.
Io non la amavo, amavo solo Violetta.
Lara mi guardava negli occhi.
Si avvicinò a me e mi baciò a stampo.
Non sentii niente, solo delle labbra fredde appoggiarsi sulle mie.
Lei si staccò con sguardo triste, quello era il momento migliore per dirglielo.
Intanto Diego entrò nella gelateria con Violetta e lei non smetteva di guardarmi.
Si vedeva che aveva occhi pieni di odio, mi odiava ora.
E questo odio era peggio di cento pugni nello stomaco.
Aveva le lacrime agli occhi.
Girò i tacchi e se ne andò asciugandosi le lacrime.
Io cercai di andarle dietro, ma a scopo vano.
Lei correva e io mi inginocchiai per terra.
Che senso aveva?
Non potevo darle spiegazioni, aveva perfettamente ragione.
Non me la merito.
Si girò questa volta e notò che ero inginocchiato.
Mi diede un’altra occhiata.
Era triste questa volta, le facevo pietà.
Si voltò lasciandomi solo.
Ero ancora a terra e misi il viso tra le ginocchia.
Il mio cuore batteva male e il mio viso si rigò di lacrime.
Sentii urlare il mio nome.
“Leon!” disse Lara in lontananza.
Mi raggiunse, sentivo i suoi passi.
“Mi dici cosa sta succedendo?” chiese.
“Mi dispiace Lara. Non volevo usarti” dissi singhiozzando.
Lei non capiva.
“Alzati di qua! Sei ridotto male” disse.
Le facevo così tanta pena.
Diego mi guardò con aria malefica.
Non volevo prenderlo a pugni.
Anzi gli dovevo un favore.
Andai via, lasciando Lara e Diego soli e spaesati.
Sapevo che non ero lucido per guidare la moto, ma cosa mi importava?
Avevo perso la mia ragione di vita.
Mi avviai verso casa e chiusi a chiave la porta della stanza.
Chiamai Violetta ma sapevo che non mi avrebbe risposto.
Al quinto squillo sentii una voce rotta dal pianto.
“Cosa vuoi?Non ti basta avermi fatto soffrire così?” disse.
“Mi dispiace, non l’avevo ancora lasciata e stavo per farlo ora” dissi con audacia.
Lei esitò.
“Credi che sia un gioco?Da quanto dura questa storia?” chiese ancora più allarmata.
“Una settimana” dissi singhiozzando.
Lei avvertì la mia paura e il mio singhiozzare.
“Mi fidavo di te!” urlò.
“Sono pronto anche a buttarmi della finestra!Lo vuoi capire che ti amo e non sopporto che tu stia piangendo per me?”
“Non devi farlo. Devi avere questo rimorso per tutta la vita”
Mi chiuse la chiamata in faccia.
Me lo meritavo.
Digitai frettolosamente il suo numero e provai a chiamare ma si attivò la segreteria.
Sapevo come si sentiva.
Avevo provato una emozione simile alla sua quando Diego la baciò su quello stramaledetto palco.
Quella notte non riuscii a dormire.
 
*Flashback*
 
Dopo averle dato un ultimo bacio, Violetta salì sul palco seguita da Diego per cantare la canzone nello show.
Adoravo di Violetta il fatto che volesse tranquillizzarmi sempre, che con una sua parola il mio cielo diventava colorato.
Che il mio cuore incominciasse a battere di gioia.
Iniziò Diego cantando la prima strofa e Violetta cantò il ritornello.
Aveva una voce splendida.
La gente non aveva occhi che per Violetta.
Soprattutto Diego.
Iniziai ad ingelosirmi e incrociai le braccia.
Sapevo però che quando si voltava verso di me era per tranquillizzarmi.
Era arrivato il momento del bacio finto.
Diego la avvicinò e premette le sue labbra su quelle di Violetta.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Mi aveva tradito in mezzo a tutta quelle gente.
Non si vergognava?
Scostai la gente per andarmene.
Andai nel suo camerino e le scrissi un biglietto per lasciarla definitivamente.
 
*Fine flashback*
 
Violetta P.O.V
 
Quando rientrai era molto tardi e mi avviai in camera strozzando il pianto.
Chiusi a chiave la porta e mi sfogai sul cuscino.
Leon mi chiamò e io ebbi il coraggio di rispondere.
Sapevo che non dovevo più dargli ascolto.
Mi ero offerta con tutta me stessa e lui mi usava.
Strinsi i pugni.
Lui cercò di darmi spiegazioni e quando chiusi la chiamata iniziai a preoccuparmi.
E se si sarebbe veramente gettato dalla finestra?
Non potevo sopportare un simile macigno sul cuore.
Quella notte non dormii.
Il mio cuore scarseggiava e tremavo come una foglia.
Tutti i sogni, le speranze che avevo con lui erano svanite.
Sognavo di avere una famiglia, ma sarebbe pur sempre rimasti sogni.
 
*Sogno*
 
Ero in cucina e stavo preparando la cena.
Un giovanotto mi si avvicinò.
Aveva degli occhi verdi stupendi e dei capelli castano scuro.
“Mamma, dov’è andato papà?” chiese mio figlio.
Coprii la bocca con le mie mani.
Una lacrima incominciò a sgorgarmi dal viso.
“Tuo padre ora…è un angelo” dissi con la voce rotta dal pianto.
“E ci proteggerà?” chiese pieno di gioia.
“Si amore, sempre” dissi scoppiando in un pianto nervoso.
Lui mi abbracciò.
Ormai l’unico ricordo di lui erano i preziosi occhi di suo figlio.
Ogni volta che li guardavo sembravano lo specchio dell’anima di Leon.
 
*Fine sogno*
 
Mi svegliai mentre il mio cuore batteva a mille.
Non potevo sopportare una cosa del genere.
Presi il cellulare e digitai frettolosamente il numero di Leon.
Lui mi rispose al primo squillo.
“Violetta” disse con una voce che non riconoscevo.
Una voce che cercava pietà.
“Stai bene Leon?” chiesi.
“No, non sto bene”
“Ti prego. Non fare cose pericolose. Fallo per me” e chiusi la telefonata.
Ora mi sentivo molto più rassicurata
La mattina dopo avevo gli occhi gonfi e non riuscivo a parlare.
Cercai di mascherare il tutto con il makeup, ma il risultato fu disastroso.
Non mangiai niente e per fortuna mio padre non c’era o mi avrebbe vista ridotta così.
Mi avviai allo studio e Francesca mi venne incontro.
“Vilu” disse preoccupata.
Io la abbracciai e scoppiai a piangere.
“Cosa è successo?”
“Leon, mi ha tradito”
Lei sgranò gli occhi.
Non c’era bisogno di parole in quel momento.
Mi strinse ancora più forte.
All’abbraccio si unì anche Camilla la quale aveva ascoltato tutto.
Ludmilla passò davanti a me con sguardo malefico e le venne un tic all’occhio quando vide Diego avvicinarsi a me.
Lasciai le ragazze e mi diressi verso Diego.
“Grazie Diego. Mi hai aperto gli occhi” dissi abbracciandolo.
Fu un gesto istintivo ma lui non voleva eccedere.
Mi abbracciò anche lui.
Leon guardava la scena da lontano con il capo chino.
Stava ascoltando una nuova melodia malinconica di Marco e Brodway suonava la chitarra.
“Cosa fanno lì quei tre? Il club dei cuori infranti?” chiese Camilla.
“Mi fanno pena” disse Francesca.
“Brodway non mi fa pena” disse decisa Camilla.
“Vi siete preparati per il duetto?” chiese Francesca a me e Diego cambiando argomento
“Si, un po’. Ma perchè ci fai questa domanda?’” dissi.
“Ma come?Sono passate due settimane e oggi dobbiamo esibirci!” disse Camilla entusiasta.
Impallidii alle sue parole.
In che condizioni dovevo cantare?
Francesca capii i miei pensieri.
“Vilu, cerca di non pensarci!” disse accarezzandomi la spalla.
Sorrisi debolmente e mi girai.
Diego stava parlando con Marco della sua canzone e lo raggiunsi per chiedere di provare.
Fu inevitabile incontrare gli occhi di Leon in quel momento.
Aveva il viso tra le mani e come sentì la mia voce vicino a lui iniziò a guardarmi.
I suoi occhi non erano colorati di quel verde acceso che vedevo fino a ieri.
Erano spenti, quasi grigi.
Il mio cuore incominciò a battere forte.
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Accarezzai le spalle a Diego e lui riprese il suo viso tra le mani.
Questo era troppo, non potevo farlo soffrire così.
Me ne andai con Diego nell’aula di musica intenta a provare, ma la mia testa era altrove.
  
 

Angolo autore : Allora eccoci al capitolo più triste. Odio Diego e odio Lara. u.u Leon che si voleva buttare dalla finestra, che transgry lol. La parte dolciosa è quando Violetta lo chiama perchè era preoccupata per lui e il sogno... non potrei sopportare Leon morto o.o

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Capitolo 21
*** Perdonare ***


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Francesca P.O.V
 
“Mi fanno pena” dissi con sguardo triste indicando Leon, Brodway e Marco.
“Brodway non mi fa pena” disse decisa Camilla.
In effetti mi facevano più pena Leon e Marco di lui.
Leon stava soffrendo veramente : stava piangendo con il viso tra le mani.
Marco stava suonando una melodia malinconica.
Cercai di cambiare argomento.
“Vi siete preparati per il duetto?” chiesi a Violetta e Diego.
“Si, un po’. Ma perchè ci fai questa domanda?’” chiese.
Io aggrottai la fronte.
Ma non si rendeva conto che stamattina avrebbe cantato davanti allo studio?
Camilla disse che oggi dovevamo cantare per il compito e Violetta impallidì.
La rassicurai dicendole di pensare solo alla canzone.
Poi lei e Diego si allontanarono verso i ragazzi sulla panchina e io girai lo sguardo vedendo Federico con un meraviglioso mazzo di fiori in mano.

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Io mi rallegrai subito. Lui era sempre così dolce.
Me lo porse.
“In bocca al lupo per oggi” mi sussurrò.
“Crepi!” risposi.
Aprì le braccia e io mi ci tuffai dentro.
Intrecciò le mie mani alle sue e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
Eravamo così impegnati a guardarci che in un battibaleno suonò la campanella.
Alle prime due ore avevamo danza.
Ci incamminammo tutti nella sala.
Diego era appiccicato a Violetta e Leon stava con Andres.
Ludmilla stranamente oggi era da sola e non faceva che guardare Violetta in cagnesco.
Gregorio attirò tutti alla sua attenzione facendo dei piccoli palleggi con la sua pallina di gomma.
“Bene. Vi avviso che la settimana prossima ci sarà uno stupido esercizio a coppie che io non approvo”
I ragazzi si guardarono soddisfatti tra loro.
“Le coppie saranno a sorteggio”affermò.
“Mettetevi in posizione” ordinò Gregorio.
Prendemmo i nostri posti.
“E 1,2,3,4…”
Iniziò la base musicale e incominciammo a ballare.
Tutti erano concentrati tranne Leon e Violetta che sbagliavano completamente i passi.
Gregorio si infuriò a stoppò la musica con la sua odiosa pallina.
“Castillo, Vargas. Fuori di qui!” urlò Gregorio.
“ E a lei, Vargas. Non me lo sarei mai aspettato, la ritenevo un alunno modello” gli urlò nelle orecchie.
Violetta e Leon uscirono insieme dalla sala.
Si guardarono entrambi negli occhi e si vedeva che erano ancora innamorati.
 
Violetta P.O.V
 
Entrammo nella sala di danza.
Avevo uno sguardo cadaverico e non riuscivo a muovere le gambe.
A quanto pare neanche Leon stava bene quella mattina.
Io però non potevo ritenermi colpevole di tutto questo.
Stava facendo così pena a tutti che sembravo io quella ad aver fatto il torto.
Mi infuriai all’improvviso e lo guardavo con gli occhi pieni di rabbia.
Inciampai nei miei piedi.
Gregorio stoppò la musica.
“Castillo, Vargas. Fuori di qui!” urlò Gregorio indicandoci l’uscita.
Uscimmo insieme dalla sala.
Era così strano stare vicino a lui dopo un momento del genere.
Mi voltai un secondo prima di uscire e incontrai gli occhi di Francesca.
Mi sorrideva.
Io camminavo lenta, non sapevo dove andare.
Invece Leon camminava a passo svelto, si stava avviando verso la sua moto.
Non so per quale ragione, lo seguii.
Mi appostai dietro ad un albero.
Prese il suo casco e si girò per accendere la moto.
Che stupida!
Incontrò i miei occhi e incominciò a fissarmi.
Il verde dei suoi occhi brillò, non erano quelli di stamattina.
Forse proprio ora si era reso conto che io lo amavo ancora.
Dopo due minuti infilò il casco e si avviò, non so dove.
Io rimasi lì impalata, fotografando quei suoi occhi verdi nel mio cuore.
 
Leon P.O.V
 
Ora non avevo bisogno di una stupida e insensata lezione di danza per sfogarmi.
Ero triste e ero geloso di Violetta e Diego.
Neanche lei aveva la testa sulla terra perchè inciampava nei suoi piedi.
Io non ero da meno sicuramente.
Gregorio stoppò la musica.
“Castillo, Vargas. Fuori di qui!” urlò Gregorio indicandoci l’uscita.
Aveva ragione e non avrei replicato alle sue parole.
Violetta era visibilmente distrutta.
Questa volta mi resi conto che dovevo veramente voltare pagina.
Mi avviai spedito verso la mia moto, almeno per un’ora avevo bisogno di svagarmi.
Mi girai per accendere la moto e notai Violetta dietro un albero che mi spiava.
Si stampò un debole sorriso sulle labbra.
Mi stava spiando, per quale motivo?
L’attenzione ricadde sui suoi dolcissimi occhi che mi scrutavano.
 
*Non riuscii a resistere a quegli occhi così mi avviai là da lei.
Avevo bisogno di baciarla e di respirare il suo profumo.
Lei rimaneva lì immobile dietro l’albero, non vedeva l’ora che io venissi.
Si stampò sul suo viso un sorriso a trentadue denti e mi cinse le sue braccia al collo.
La sollevai in aria e iniziammo a ridere insieme.
La passione ebbe la meglio.
La baciai, regalandole e regalandomi una emozione incredibile.
Tutta quella lontananza ci aveva fatto male e non vedevo l’ora di recuperare.
Lei cercò di accorciare subito le distanze e io non glielo impedii.
Premette il suo viso contro il mio, mentre le mie braccia accarezzavano la sua vita*
 
Ripresi coscienza.
No, Leon. Non ci saranno mai più momenti come quelli.
Mi voltai verso la mia moto senza dire niente e mi avviai al mio luogo di svago.
Parcheggiai la moto al mio solito posto, dietro al capannone.
Lara stava parlando con il fratello.
Mi diressi con audacia verso di lei.
Fece un cenno al fratello di andarsene.
“Diego mi ha detto tutto” riuscì a dire.
“Io non volevo…” lei mi zittì.
“Lo so Leon. Io sono pronta per aspettarti” disse in un sussurro.
“Davvero?” strabuzzai gli occhi.
Mi sarei aspettato una martellata sulla fronte.
“Si, voglio che tu capisca chi sono le persone che ti amano davvero. Violetta ti sta illudendo soltanto” rispose.
Non dissi niente.
Lei indifferente cominciò ad aggiustare una moto e io mi diressi silenziosamente verso lo spogliatoio. 

Nota autore : Forse dal titolo pensavate che Violetta perdonava Leon ma no u.u Questo capitolo è riferito al perdono di Lara la balena. MUHAH, Malefica. Vabbe niente, recensite in tanti :)

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Capitolo 22
*** Cenerentola ***


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Francesca P.O.V
 
Prima di uscire dalla sala Violetta si voltò e io le sorrisi.
Pensandoci bene Violetta l’aveva tradito con Diego ma lui ci aveva messo una pietra sopra.
Perchè lei era ostinata a non volerlo perdonare?
“Bene, e ora possiamo continuare la lezione senza incampaci.”
“Oh ma che dico!Voi tutti siete incapaci!” si corresse puntandoci il dito contro.
Prendemmo le posizioni di prima.
“E 1,2,3,4!” disse schioccando Gregorio.
“Camilla vedi dove metti i piedi!” urlò Gregorio.
Passarono cinque minuti e i nostri visi incominciavano a sudare.
Mancava poco alla fine della lezione e da fuori la finestra si sentì un rombo assordante di moto.
Sapevo chi era.
“Marco, con un po’ più di allegria!” incitava Gregorio.
Mi resi conto che aver lasciato Marco di punto in bianco.
Aveva notato che stavo con Federico e non potevo fargli questo.
D’altra parte però non lo amavo più.
Premetti le dita sulle tempie.
Era così difficile scegliere tra due ragazzi, Vilu aveva ragione.
 
Violetta P.O.V
 
Volevo andare al parco per svagare le idee.
Una volta Angie mi illustrò una strada sconosciuta che permetteva di raggiungere il parco velocemente.
Quando la ricordai procedetti verso il percorso.
Secondo Angie, dovevo passare prima davanti ad un bar e ritrovarmi poi su una rotatoria e andare dritto fino a quando non avrei trovato un passaggio a livello.
Mi incamminai in questo luogo per me sconosciuto.
Mi guardavo attorno e iniziai a scorgere il bar.
Continuai e mi ritrovai alla rotatoria per poi procedere dritto.
Dopo qualche metro incominciai a scorgere il passaggio a livello.
Era abbassato perchè sarebbe dovuto passare un treno, ma tanto io ero più veloce.
Mi avvicinai ai binari, il treno era lontano.
Si incastrò una delle mie scarpe nel binario e impallidii.
Mi slacciai con velocità la scarpa che saltò sul terreno e un secondo prima riuscii a oltrepassare il treno che mi stava quasi per travolgere.
Non riuscivo a pensare alle conseguenze.
Mi avrebbe investita o schiacciata al muro.
Sospirai e mi lasciai cadere sulla terra.
Non trovavo più la scarpa, forse sarà finita dietro lo steccato.
Continuai il mio percorso scalza e in un battibaleno mi ritrovai al parco, seduta su una panchina a pensare quel momento.
“Vilu, cosa ci fai qui?” chiese Angie.
“Gregorio mi ha cacciato dalla lezione e io non sapevo dove andare” risposi appoggiando il mio viso alle ginocchia.
“Potevi chiamarmi e dirmi dov’eri!Ti ho cercato in tutto lo studio!” disse infuriandosi.
“Scusa, te lo avrei detto” risposi.
“Dov’è la tua scarpa?” disse indicando il mio piede.
“L’ho persa quando sono passata. Per sbaglio si è incastrata in un binario e ho dovuto toglierla oppure il treno mi avrebbe travolto” dissi guardandola negli occhi.
“Cosa?Potevi morire Vilu! Quella strada la devi fare solo quando ci sono io” si accigliò Angie.
“Ma perchè mi considerate tutti una bambina?Non lo sono più!” urlai alzandomi dalla panchina.
Angie non disse niente mentre io mi avviai verso lo studio saltellando perchè non avevo le scarpe.
Fu molto difficoltoso arrivarci ma ci riuscii nonostante gli sforzi.
Davanti la scuola c’erano Camilla e Francesca che si accigliarono vedendomi in quello stato.
Sentii una chioma svolazzare dietro di me e sapevo già di chi si parlava.
“Ma come Violet?Non hai nemmeno i soldi per comprarti delle scarpe?” disse ridendo Ludmilla.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Dopo tutto quello che aveva causato aveva il coraggio di dire queste cose.
“Lasciala stare Ludmilla” disse una voce soave dietro di me.
Potevo riconoscere quella voce anche sott’acqua.
Quella voce che mi faceva mancare il respiro.
Leon.
Mi girai di scatto mentre Ludmilla se ne andò stizzita.
Mi porse la scarpa che non trovavo sorridendomi.
Rimasi senza parole.
“G-grazie” balbettai.
“Di niente” rispose andandosene.
Come aveva fatto a trovare quella scarpa? Mi stava seguendo?
 
P.O.V Leon.
 

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Dopo aver fatto una corsa salutai Lara e me ne andai in anticipo.
La verità è che non volevo utilizzare la moto così la lasciai lì per andare a piedi.
Se non sbaglio era diverso il percorso per tornare a piedi allo studio.
Mi incamminai in un bosco con il navigatore sul mio cellulare di cui mi fido ciecamente.
Percorsi 400 metri per poi ritrovarmi sopra una specie di laghetto che collegava la terra con un ponte.
Attraversai quel ponte e mi ritrovai vicino a dei binari di treno.
Stavo camminando quando inciampai in una scarpa.
Qualcuno deve averla persa.
 
*Flashback*
 
Stamattina ero seduto sulla panchina con Brodway e Marco.
Loro cantavano delle canzoni malinconiche mentre io avevo il mio viso tra le mani perchè non avevo ancora digerito la batosta di ieri.
All’improvviso Diego si avvicinò a Marco per chiedergli dove fossero gli spartiti delle canzoni e incominciò a parlargli del più e del meno, fregandosene di me e Brodway.
Sentii la voce di Violetta raggiungere Diego.
“Diego, dobbiamo provare!” disse Violetta accarezzandogli le spalle.
Io a quel gesto non riuscii a guardarla così abbassai lo sguardo concentrandomi sulle sue scarpe; erano delle converse color jeans.
Dopo che se ne andarono presi il mio viso tra le mani e Brodway mi diede una pacca sulla spalla.
 
*Fine flashback*
 
Quella era la scarpa di Violetta!
Mi avviai verso lo studio per cercarla e la trovai di fronte a Ludmilla che la stava prendendo in giro.
Mi appostai dietro di lei e vedevo chiaramente che stava per piangere.
Non poteva meritarsi tutto questo.
“Lasciala stare Ludmilla” urlai per farle capire bene il concetto.
Ludmilla se ne andò via furiosa e porsi la scarpa a Violetta.
Per un momento le nostre mani si sfiorarono e sentii un brivido percorrermi la schiena.
Lei mi ringraziò rimanendo a bocca aperta e io la salutai.
Mi diressi verso Camilla e le afferrai il braccio per andare a provare prima di esibirci.
 
Nota autore : Eccomi con questo nuovo capitolo!
L’ho chiamato Cenerentola e mi è sembrato una bella idea perchè Violetta ha perso la “scarpetta” e Leon (che bravo principe *_*) l’ha trovata e gliel’ha portata.
Nieeente, recensite come al solito u.u
Vi mando un beso!
N.B : Il prossimo capitolo non mi piace.
Vi dico solo una parola : DIEGO. 

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Capitolo 23
*** Minacce ***


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Diego P.O.V
 
“Diego, dobbiamo provare!” disse Violetta accarezzandomi le spalle.
Leon abbassò lo sguardo e perfino io lo guardai con pena.
“Si andiamo” feci un cenno a Marco per poi prendere a braccetto Violetta per portarla nella sala di musica.
Lei mi scostò, nonostante tutto voleva stare lontana da me.
Lei abbassò lo sguardo e ci dirigemmo per provare questi ultimi dieci minuti di pausa.
Notai che aveva ritrovato la sua scarpa.
“Hai ritrovato la scarpa!” dissi incominciando a tastare la tastiera.
“Si, L’ha trovata Leon” disse facendo finta di guardarsi intorno.
“Come sapeva che l’avevi persa lì?” chiesi appoggiandomi una mano al mento.
“Non lo so, ma non credo mi stesse seguendo” disse guardandosi le mani.
“Questo lo credi tu Violetta” le risposi alzando con due dita il suo mento.
Lei fece spallucce.
“Non riesco a capire come tu faccia a rivolgergli la parola dopo quello che ti ha fatto” affermai alzando le mani.
Lei cambiò discorso.
“Allora, incomincia a intonare Yo soy asi” disse sospirando e aggiustandosi i capelli.
Incominciai a suonare le prime note della canzone e si ruppe il silenzio che c’era in quella stanza.
Incominciai a cantare quella prima strofa guardando Violetta negli occhi.
Il ritornello lo cantammo insieme e l’aula si riempì delle nostre voci melodiose.
Al termine della canzone molta gente si era affacciata per vedere e applaudivano.
Diedi il cinque a Violetta, rassicurandola e dicendole che saremmo stati perfetti sul palco.
Lei mi sorrise debolmente e mi fece cenno di venire nella sala di teatro.
“Devo prendere una cosa nell’armadietto!” mentii.
Dovevo trovare Leon e dirgliene quattro.
Non avrei mai permesso la sua intromissione proprio ora che io e Violetta eravamo diventati amici.
Lo trovai vicino agli armadietti, era visibilmente arrabbiato.
Forse ci aveva visto cantare così allegramente.
Sorrisi compiaciuto mentre mi avvicinai silenziosamente per non farmi vedere da Violetta.
Lui chiuse l’armadietto e trovò il mio sorriso sghembo sparato in faccia.

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“Cosa vuoi Diego?” disse stizzito.
“Voglio che tu non ti intrometta tra me e Violetta” dissi sorridendo falsamente.
“L’ho fatto?” chiese cadendo dalle nuvole e incrociando le braccia.
“L’hai seguita e non è giusto dopo quello che le hai fatto” protestai.
“Io non l’ho seguita. Sono andato alla pista di motocross e poi perchè diamine dovrei darti delle spiegazioni?”si accigliò.
“Ok, Leon. Sappi però che ti ho avvertito. Io ci tengo molto a lei.” gli puntai il dito contro.
“Anche io ci tengo molto per tua informazione ma se credi che Violetta si fidanzerà così presto con te dopo quello che ho fatto non la conosci”
“Ci tieni molto ma l’hai ferita così tanto. Sii coerente Leoncino”
Serrò i pugni.
Io sorrisi beffardo.
Non gli  permetterò di portarmi via Violetta un'altra volta.
Ripensandoci mi calmai un po’.
Ora lei lo odia e devo starle molto vicino.
Mi avviai verso la sala di teatro fingendo di non aver mai discusso con Leon.
Violetta mi aspettava e mi fece cenno di andare lì.
Io accennai un sorriso e mi sedetti.
Sfortunatamente Leon si sedette dietro di noi, così iniziai a farlo ingelosire un po’.
Mentre eravamo seduti presi per mano Violetta, lei mi guardò senza espressioni ma non scostò la mano.
“Leon, che hai?” chiese Andres sussurrando.
Lui scosse la testa continuando a guardare le mie e le mani di Violetta unite.
“Bene, come sapete due settimane fa vi avevamo assegnato un compito a coppie sul canto e fra qualche giorno vi assegneremo uno sulla danza.
Oggi dovete esibirvi e abbiamo convocato tutti gli alunni dello Studio” disse Pablo.
Antonio fece cenno a Francesca e Federico di salire sul palco.
Erano molto entusiasti e si tenevano la mano.
“Francesca è molto emozionata e avevano scelto di cantare Ven y canta ma poi hanno optato per la versione italiana” mi sussurrò Violetta.
Io annuii.
 Io sono una frana in Italiano, non riesco a pronunciare nemmeno una parola che non sia “ciao” o “grazie”.
 
Vieni e canta
dammi la tua mano
cura le tue ferite
cerca oggi la tua melodia, andiamo
vieni e canta
continua a cantare
oggi pensa a colori
perché il tuo sogno è la mia canzone

 
Non capivo nulla di quella lingua, invece Violetta canticchiava la canzone.
Al termine della base iniziò una ovazione di applausi.
Antonio prese un elenco in mano.
“Bene, ora Camilla e Leon!” esclamò Antonio.
Leon si alzò dalla sedia e Violetta si girò, non sapeva che era proprio dietro di lei.
Sul viso di Violetta si dipinse un velo di tristezza che colmai dandole un bacio sulla guancia..
Leon mi guardò con sguardo omicida.
Camilla era seduta dalla parte opposta e entrambi salirono sul palco sorridendosi.
La canzone era Entre Dos Mundos.
Odiavo quella canzone e non vidi l’ora che fosse finita.
Dopo l’esibizione scesero dal palco e cominciò l’ovazione.
Tutti applaudivano tranne me.
Violetta stava applaudendo solo per Camilla, credo.
Una volta tornati a posto fu il momento di Ludmilla e Andres.
Erano una coppia molto buffa insieme.
Oggi Ludmilla era vestita benissimo.
Mi concentrai sul suo vestito che era scoperto dal ginocchio in giù.
 
Accidenti Diego, tu ami Violetta. Devi concentrarti solo su di lei.
 
Encuentro todo en mi música
porque estoy siempre bailando.
Yo necesito que mi música
me diga que estoy buscando,
buscando en mi.

 
Era la parte della canzone che preferivo, Ludmilla la cantava con molta grinta.
Incominciai a muovere le gambe nervosamente.
 
Come potevo essere così insicuro dei miei sentimenti?
 
Violetta mi fermò le gambe con un braccio e io le sorrisi.
Lei fraintese, pensava che non fossi pronto a salire sul palco.
Andres cantò la parte che solitamente cantava Maxi.
 
Si hay duda, no hay duda
la única verdad está en tu corazón.
Si hay duda, no hay duda
se hace claro el camino
llegaré a mi destino

Strane queste parole uscite dalla bocca di Andres.
Lui era così stupido da non sapere neanche quale fosse la sua meta.
Lasciai perdere, era soltanto una canzone.
Dopo la canzone partì una ovazione di applausi grandissima.
Ludmilla si sedette al suo solito posto e Andres dietro di noi.
Antonio lesse l’elenco.
“Violetta e Diego” pronunciò.
Violetta era visibilmente tesa e le accarezzai la guancia, questo fece scoppiare l’ira di Leon.
 
Nota autore : Eccomi con questo nuovo capitolo.
Poiché Diego non l’ho reso importante in questi nuovi capitoli ecco che ho dedicato il capitolo intero a lui per la gioia delle Dielette lol.
Niente, Diego che minaccia Leon?
Waaaau.

PS= Il prossimo capitolo mi fa letteralmente impazzire asdfghjkl *_*
  

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Capitolo 24
*** Allucinazioni d'amore ***


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Violetta P.O.V
 
“Violetta e Diego” esclamò Antonio leggendo un elenco.
Ero molto tesa.
Ho sempre avuto una grande paura per il palcoscenico.
Accidenti Violetta!Hai cantato in un teatro con una platea con tantissime persone e non vuoi cantare sul palco della scuola? Tuonò la vocina dentro me.
Diego mi rassicurò e mi accarezzò la guancia.
Si girò dietro, non capivo cosa stava guardando.
Mi voltai anche io e vidi Leon che aveva i pugni chiusi e le mascelle serrate.
Capii perchè mi prendeva la mano, perchè mi accarezzava il viso e tutte quelle carinerie.
Era per far ingelosire Leon.
Lo scostai freddamente e lui se ne accorse, mi guardò stupito.
Salimmo sul palco, avevo le lacrime agli occhi.
Mi voltai e fui subito rassicurata.
Francesca e Camilla mi incitavano con dei gesti seguite anche da tutti gli altri.
Maxi fece partire la base e Diego iniziò a cantare.
 
Escucha y siente
Sube el volumen, vas a enloquecer
enloquecer,
enloquecer oooh
Entiende y siente

de corazones rotos soy el rey
yo soy el rey,
soy el rey oooh
Me perdió el control

 
La voce di Diego si sentiva molto bene e squillante.
Mi guardava con degli occhi da innamorato ma io non ricambiavo.
Ero troppo occupata a guardare i dolci occhi verdi del ragazzo in fondo.
Avevo incominciato a sentire tutto ovattato e quando mi ripresi mi resi conto che eravamo quasi arrivati alla mia strofa da cantare. Mi irrigidii di colpo.
 
*Flashback*
 
“Tu immagina che ci sia io al posto di Diego” disse Leon.
Ero visibilmente nervosa per lo spettacolo.
Quello era un grande teatro e avevo paura di esibirmi.
“Non avrò problemi a farlo” risposi avvicinandomi pericolosamente a lui.
Gli lasciai un piccolo bacio all’angolo delle labbra.
Lui sorrise e mi diede un ultimo abbraccio.
“Buona fortuna” disse baciandomi la mano.
Fu un gesto davvero molto galante così non potei fare a meno di sorridere.
Lui era la perfezione in persona e non riuscivo a capire come amasse una come me.
Lui meritava molto di più.
 

 
Incominciai  a salire le scale del palco, con lo sguardo di Diego addosso.
Aveva un sorriso compiaciuto in faccia ma non avevo idea delle sue brutte intenzioni.
Mi ritrovai sul palco guardata da tanti spettatori, ma girandomi trovavo sempre lo sguardo di Leon rassicurante e quando iniziai a cantare, era come se ci fosse solo lui a guardarmi.
I posti intorno alla platea erano vuoti ma i riflettori mi accecavano.
Eravamo solo noi due sul palco, a cantare una semplice canzone per me insignificante.
La cosa che rendeva importante questa canzone era semplicemente la sua voce soave che mi riempiva l’anima e mi faceva battere forte il cuore.
Si, perchè questo era l’effetto che mi faceva Leon quando cantava.
Sembrava un angelo sceso dal cielo.
*Fine flashback*
 
E così feci.
Immaginai che fosse Leon e non Diego a cantare con me.
 
Y es que yo soy así
Mi vida es alocada
Sin red y voy a mil
Mi ley es doble o nada
Y es que yo soy así
Con solo una mirada
Vas a quedar de mí
Por siempre enamorada

 
Mi concentrai al massimo e riuscivo a solo a vedere i suoi occhi verdi che mi fissavano cantando quella splendida canzone.
Avevo le allucinazioni sicuramente, era Diego quello che stava cantando.
Leon era seduto dietro di me e serrava i pugni con le mascelle.
Ma non so come, i miei occhi e il mio cuore mi facevano vedere diversamente.
 
Todo cambia
Cuando te acercas a mi
Tus ojos me hacen sentir que estoy volando, volando

 
Mi prese le mano e impallidii vicino al tocco di Leon.
Riprenditi, è Diego che ti sta prendendo la mano Violetta! Ma cosa ti sta succedendo?
Ripresi lucidità e vidi gli occhi di Diego squadrarmi sul finire della canzone e io mi scostai ancora una volta con freddezza, rendendomi conto che non era Leon sul palco.
Quello sarebbe stato un bellissimo sogno.
Leon invece era seduto, aveva la stessa espressione di quando cantai sul palco con Diego prima che mi baciasse.
Aveva le braccia conserte, ma sorrideva.
Sorrideva perchè era fiero di me, non si aspettava un tradimento.
E neanche io me lo aspettavo.
Mi sento così stupida a non averlo perdonato subito, sapendo che invece lui ci ha messo una pietra sopra.
Il mio orgoglio ha voluto primeggiare e queste sono le conseguenze.
 
 
 
Y es que yo soy asi
Mi vida es alocada
Siento que voy a mil contigo todo cambia

 
Y es que yo soy asi
Con solo una mirada
Vas a quedar de mi
Por siempre enamorada
 
Sembrava che tutto quel momento volesse ripetersi.
Diego si stava avvicinando per baciarmi, ma lo respinsi subito mettendogli una mano sul petto.
Non poteva farmi questo di nuovo.
Mi resi conto però che Diego non voleva baciarmi, voleva solo prendermi le mani.
Ero così ossessionata negativamente dal fatto che potesse baciarmi davanti Leon che lo respingevo a ogni gesto.
Leon ora aveva un sorriso soddisfatto stampato sul viso.
Diego lo guardò con sguardo omicida ma Leon non se ne accorse, era troppo impegnato a guardare me.
E anche io ero impegnata a guardare lui.
Francesca e Camilla guardavano Leon e me, avvertirono già il feeling e ridevano tra loro.
Insomma, era un gioco di sguardi.
Era finita da due minuti la canzone e Angie diede vita a delle ovazioni incredibili.
Diego si inchinò e io salutai dal palco.
Scendemmo mano nella mano mentre Gregorio ci guardava disgustato.
Una volta seduti le ovazioni cessarono e Antonio chiamò altre due persone.
“Nata e Maxi” esclamò.
Loro si guardarono con sguardo innamorato e si avviarono sul palco.
La base partì : era Te Esperaré.
Sentendo le parole di quella canzone mi ricordava tanto la relazione tra me e Leon.
Ci eravamo traditi a vicenda ma entrambi stavamo aspettando di riappacificarci.
Qualcuno disturbò i miei pensieri.
“Sei stata perfetta sul palco”
Pensavo fosse stato Leon a dire quelle parole.
“Grazie, Diego” risposi.
“Dovremmo cantare sempre insieme, siamo un due perfetto!” affermò.
Annuii con la testa ma io sapevo con chi potevo fare un bel duo, con chi mi sarei sentita veramente bene, con chi potrei avere una famiglia perfetta. Tutto questo mi riportava a una sola parola che mi rimbombò nella mente e mi fece ricordare tutto.
Il bacio nel crepuscolo, le rassicurazioni, i baci appassionati dentro il suo appartamento.
E si, questo nome mi riportava anche anche a tutti i miei sogni non proprio casti su di lui, alla mia gelosia per Lara e alle mie indecisioni per Thomas.
Io ero innamorata di lui dal primo istante e me ne ero resa conto troppo tardi.
 
“Bene, dopo tutte queste splendide esibizioni decideremo chi avrà vinto. Potete andare”
Salutammo i professori e ci dirigemmo nelle nostre rispettive classi.
Uscii guardandomi dietro per vedere dove andasse Leon e quando i nostri sguardi si incontrarono, inevitabilmente mi sorrise.
Fu un gesto così naturale che ricambiai.
 
 

Nota autore : QUESTO CAPITOLO MI GUSTA MUCHO! Si, Violetta nonostante gli sforzi non riesce a dimenticare Leon. Mi sono voluta concentrare soprattutto su di loro ma nel prossimo capitolo mi farò perdonare perchè voglio anche parlare delle altre coppie. Nada, questo è tutto per ora. :) Scrivetemi recensioni come sempre e se mi fate un grosso favore : Se avete Twitter scrivete un tweet con scritto : " #JorgeBlanco #KCAARGENTINA " così permetteremo a Jorge Blanco (alias Leon) di vincere la categoria di attore favorito nei Kids Choice Awards Argentina (OLèè) Ho messo anche questo video perchè tipo amo l'assolo di Leon in yo soy asi. Io amo quella canzone e penso che morirei se potessi sentire una cover cantata tutta da Leon. Oddio *sclera*. Vabbe, alla prossima :)

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Capitolo 25
*** Vendetta ***


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Ludmilla P.O.V
 
Ero davanti l’armadietto per dare un ultimo ritocco al mio trucco.
Ultimamente stavo sempre sola perchè Nata era sempre con Maxi e io solo ora mi sto rendendo conto che non ho nessuno con cui parlare.
Stavo entrando nella sala Teatro quando mi accorsi di avere di fianco Leon.
“Ciao Lyon!” dissi con un sorriso compiaciuto in faccia.
“Ciao” si limitò a dire.
“Cos’è? Hai litigato con Vilu?” chiesi cadendo dalle nuvole.
“Si, ma non vedo cosa ti importi” disse stizzito.
“Scusami Lyon, non volevo farti arrabbiare. Sono giorni che non parlo con nessuno” dissi fingendomi vittima.
Feci per andarmene ma lui mi tirò un braccio.
“Ci siamo lasciati” disse.
Mi rabbuiai.
Ora lei stava con Diego e dovevo sbarazzarmene.
“Cos’hai Ludmilla?” chiese sventolandomi le mani davanti al viso.
“Niente, solo che questa notizia mi è nuova” dissi abbassando lo sguardo.
“Lo so che anche tu stai male” disse dandomi una pacca sulla spalla.
“Beh, credo tu mi possa capire” dissi accennando un debole sorriso.
“Si, ma sono stato io la causa del litigio tra me e Violetta”
“Mi dispiace, spero che vi riappacificherete presto”
“Stessa cosa vale per te e Diego” disse sorridendomi.

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Non potei fare a meno di sorridere.
Quello che provavo per Lyon era solo un sentimento di amicizia che è stato rovinato col tempo perchè ci siamo fidanzati.
Sono sicura che se fossimo rimasti amici tutta questa freddezza non ci sarebbe stata.
Ero sulla soglia della porta e incominciarono a entrare gli alunni.
Leon mi fece cenno che si sarebbe andato a sedere e io lo salutai con la mano.
Evidentemente quel bacio non ha significato niente per Diego, ormai sono giorni che non mi parla.
Per me invece è stato un turbinio di emozioni e non capisco come lui non abbia provato niente di niente.
Prima dell’arrivo di Violetta ero rispettata da tutti e venivo sempre appoggiata, ogni ragazzo cadeva ai miei piedi.
Questa è la prima volta che un ragazzo mi rifiuta e mi fa sentire male.
Questa è la prima volta che mi sto innamorando.
Se avessi saputo le conseguenze del mio piano non l’avrei proprio attuato.
Se avessi saputo che Diego si sarebbe fidanzato con Violetta e mi avrebbe lasciato perdere.
In fondo io volevo solo distruggere Violetta ma non ci sono comunque riuscita perchè ora è felice, per di più con la persona che amo.
Strinsi e pugni e trattenni le lacrime.
Mi sedetti in disparte, lontano da quella banda di formiche.
Leon mi guardava con pietà.
Nata mi vide e si avvicinò a me sedendosi.
“Ciao” disse.
Io non mi scomposi.
“Mi dispiace che ora sei sola” affermò.
“Perchè?Faccio pietà per caso?” urlai.
“No, ma noi dello studio siamo sempre stati abituati a vederti con qualcuno” ammise.
“Bene, ora sono da sola” conclusi.
“No che non lo sei” disse sorridendo.
Si stampò un debole sorriso sul mio viso.
“Pace?” disse.
“Pace” dissi stringendole le mani.
“Questo non vuol dire che non mi vedrò con Maxi” disse.
Io sbuffai e esitai.
Mi resi conto però che non potevo essere da sola quindi annuii falsamente.
La mia attenzione andò a Violetta e Diego che erano vicini e si tenevano la mano seduti.
Anche Leon era molto arrabbiato per questo e lo ero anche io.
 Il solo fatto di vederli vicini mi faceva andare in bestia.
Girai il mio sguardo e mi concentrai su altro.
Antonio e Pablo fecero breccia tra la folla che stava sedendo ai posti.
Antonio aveva un elenco in mano, presumo con i nominativi delle coppie.
Infatti dopo una pausa di cinque minuti incominciò a chiamare le coppie finchè non fu il mio turno.
Non ero in vena di ballare però mi impegnai al massimo.
Andres come sempre era un incapace e stonava.
Avrei preferito di più un compagno come Leon nella sfida.
Diego mi guardava con gli occhi lucidi e non distoglieva lo sguardo dai miei occhi, che non facevano a meno di guardarlo.
Distolsi lo sguardo e mi concentrai sulla folla che mi guardava estasiata per la mia incredibile voce.
Leon non mi degnava di uno sguardo perchè era impegnato a scrutare Violetta : si vedeva che era follemente innamorato e io… avevo distrutto i suoi sentimenti.
Ora venne la parte rapper di Andres, se la cavò bene.
Alla fine della canzone feci un inchino con le braccia dietro la schiena e partì una grande ovazione.
Sentivo la gente che si complimentava e altri che mi prendevano ancora in giro per la pubblicità dei maiali.
Mi avviai al mio posto e Nata mi abbracciò.
Non avevo mai avuto un contatto così vicino con una mia coetanea così la scostai ma lei capì la mia freddezza e mi sorrise.
Era tornata Ludmilla.
 
Lara P. O.V
 
Dopo la scuola mi incamminai verso la pista di motocross perchè dovevo riparare alcuni motori.
Pensandoci meglio non volevo che quello fosse il mio futuro.
Io volevo essere una campionessa di motocross, ma mio padre non me lo permetteva.
Appoggiava sempre mio fratello Bruno.
Lui vince tutte le gare di motocross e lui porta tutte le medaglie a casa.
Io sono condannata a essere costantemente tradita e a pulire il grasso dell’auto.
Dovevo rigirare la situazione, dovevo far capire a Leon chi lo ama veramente.
E avevo già in mente un piano.
Mi avvicinai a mio fratello.
“Ciao Bruno” dissi sorridendo.
Lui mi salutò mentre si stava togliendo la tuta.
“Sei stato perfetto in questa gara!” ammisi.
Il mio orgoglio stava per cedere, perchè io l’avevo sempre odiato.
Invece lui mi vedeva come la sorellina indifesa e non mi contraddiva mai.
Stava per parlare.
“Sono orgogliosa di te!” aggiunsi per dissuaderlo.
Lui fece una sonora risata e mi puntò il dito contro.
“Cosa vuoi Lara?” chiese.
Io sorrisi a quella domanda.
“Devi farmi un favore” dissi con aria innocente.
Lui si sciolse al mio sguardo.
“Dimmi tutto” disse sventolando i capelli al vento.
“Hai conosciuto Leon, vero?” chiesi.
Lui annuii e mi guardò sospetto.
“Vedi, ora è innamorato di un’altra ragazza e io voglio che ritorni con me…” dissi con lo sguardo basso.
Lui continuò ad annuire impassibile.
“Voglio che tu faccia innamorare questa ragazza” arrivai al punto.
Lui continuò ad annuire.
“No” rimbombò nella mia mente.
“Oh, andiamo Bruno!Ti ho fatto sempre favori!”
“Io non conosco questa ragazza” ammise.
“La conoscerai, è davvero carina e molto sveglia” dissi
Lui esitò.
“Non lo so, devo prima conoscerla”
Lo presi come un si.
Gli baciai la guancia.
“Grazie fratellone!” urlai andandomene.
Fece un cenno con la mano che ricambiai.
La mia vendetta ha inizio.
 
 
Angolo autrice : Eccomi con questo nuovo capitolo.
Ultimamente sono arrabbiata perchè tipo sto diffondendo per la millesima volta il messaggio di votare Jorge ma andando a vedere sta perdendo sia I Kids Choice Argentina che Mexìco.
Bene,molto bene.
Comunque, Ludmilla fa pace con Nata e con Leon (?):
Invece Lara ha nella sua mente il piano di far innamorare Violetta a suo fratello.
Vediamo cosa succederà J 

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Capitolo 26
*** Nuovi arrivi ***


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Violetta P.O.V
 
Mi incantai a fissare quegli occhi.
“Stai bene?” chiese aggiustandosi i capelli.
“Si…” balbettai.
Mi tese la mano per rialzarmi.
“Io sono Bruno” disse sorridendomi.
“Violetta” dissi.
Esitai nel parlare.
“Grazie, non dovevi” dissi ancora tremante per quello che poteva succedere.
“Figurati, non mi capita tutti i giorni di soccorrere una ragazza così carina come te” disse.
Per qualche motivo quelle parole non mi sembravano maliziose e non credevo avesse brutte intenzioni.
“Oh” dissi arrossendo.
“Mi fa piacere di averti incontrata” disse baciandomi le mani.
“G-grazie” balbettai.
Avevo una voglia matta di chiedergli il numero ma non potevo sembrare troppo brucia-tappe?
Lui intuii i pensieri e scrisse qualcosa su un fazzoletto di carta.
“Se vuoi chiamami” disse ammiccando.
Io presi gelosamente il foglietto e lo riposi in tasca.
“E’ stato un piacere” affermai.
“Anche per me!” e mi fece un segno con la mano.
Mi lasciò lì e se ne andò.
Bruno.
Che bel nome!
La mia tristezza svanì e mi incamminai sorridente verso casa.
Il mio cellulare incominciò a squillare incessantemente.
Lo trovai con difficoltà nella mia borsa, che solitamente era sempre in subbuglio.
Era Francesca.
Risposi e lei non mi fece neanche parlare che urlò di gioia.
“Sei contenta oggi!” affermai.
“Ci mancherebbe!” ammise.
“Dai, racconta!” chiesi curiosa.
“Indovina chi è qui a Buenos Aires” disse trattenendo la gioia.
“Chi?” chiesi.
“Thomas!” urlò.
Sbiancai.
Francesca si preoccupò.
“Violetta, ci sei?” chiese.
“S-si!” affermai.
“Ok, ci vediamo domani?” chiese euforica.
“Certo!” e chiusi la telefonata.
Non mi aspettavo che pronunciasse quel nome.
Ero felice che Thomas fosse tornato,però mi aveva dato fastidio il fatto che per un anno non si fosse fatto sentire.
Sapevo con certezza di non provare per lui gli stessi sentimenti.
O almeno credo.
Incominciai a tremare e ad avere paura.
Io avevo la certezza di amare Leon, ma con l’arrivo di Thomas avevo paura di passare un’altra volta quel periodo.
Quel periodo in cui ero eternamente indecisa tra Leon e Thomas.
Mi ricordai di tutte le cose brutte che mi provocò.
No, non ero innamorata di lui.
E per la prima volta nella mia vita ne ero certa.
Mi avvicinai vedendo la soglia di casa.
Esmeralda stava annaffiando i fiori.
“Ciao Esmeralda” pronunciai.
“Ciao tesoro!” disse lasciandomi un veloce bacio sulle guance.

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Sorrisi debolmente e varcai la soglia di casa.
 
Nota autore :
ECCOMI!
Allora, sono totalmente euforica.
Su twitter Kelo Rodriguez (ossia Pablo nella serie di Violetta) mi ha retwittato e mi ha scritto un messaggio dove mi mandava un bacio.
E tipo sto sclerando da tre ore in casa ahahah.
Vabbè, a parte gli scherzi LARA! Sei proprio una balena.
Niente, scusate sto troppo euforica e non mi ricordo nemmeno di cosa parla il capitolo adesso.
Possibile che sia così vero? O.o
Capitolo un po’ corto ma mi rifarò con il prossimo capitolo e sarà più lungo.
Forse lo caricherò stasera (?)
Boh, vedremo. 

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Capitolo 27
*** La gelosia acceca la mente ***


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Violetta P.O.V
 
Entrai nella mia stanza sbattendo la porta e mi buttai a peso morto sul letto sfogandomi con il mio cuscino..
In una mano avevo il cellulare e nell’altra custodivo gelosamente il fazzoletto con il numero di Bruno.
Quel ragazzo mi aveva proprio colpita!
Aveva una corporatura robusta, dei ricci neri ribelli e delle graziosi lentiggini sulle guance.
Presi il mio cellulare e frettolosamente salvai il numero, in caso avessi perso il foglietto.
Incominciai ad avere un tremendo mal di testa perchè la mia mente era offuscata dai pensieri.
Pensavo a Leon, a come mi avesse sorriso.
Il suo sorriso era in grado di sciogliermi anche dopo quello che mi aveva fatto.
Volevo perdonarlo, ma il mio orgoglio primeggiava sempre.
Poi c’era Diego, che illudevo ogni giorno.
Lui stava cercando di cambiare ma io non lo notavo, lo consideravo solo amico.
Forse dovevo dargli una chance.
Poi c’era Thomas, che era tornato per far breccia nella mia vita forse.
Ho paura di incontrarlo, potrebbe confondermi ancora di più.
E ora anche questo Bruno, che mi ha stregata.
Non è la prima volta che conosco una persona mentre mi salva la vita.
 
*Flashback*
 
Uscii di casa di nascosto.
Erano due giorni che eravamo arrivati a Buenos Aires e non vedevo l’ora di conoscere nuove persone e nuovi posti.
Ero contenta di ritornare dopo tanto tempo nella mia città natale.
Mi guardai dietro per vedere se qualcuno mi stesse osservando e poi proseguii per il marciapiede.
Mi sentivo…libera.
Era la prima volta che camminavo da sola in vita mia.
Ero emozionata, ma avevo anche paura.
Dopo dieci minuti di passeggiata, raggiunsi una scuola molto colorata.
C’erano ragazzi e ragazze che si divertivano ballando e cantando.
Io sorrisi ma poi mi ritrassi.
Avevo paura di andare in quella piazza e incontrare  ragazze più sicure di me.
Scossi la testa continuando la mia passeggiata con il marciapiede e dopo altri cinque minuti mi guardai intorno.
Vedevo solo piante e prati ma nulla che mi potesse far ritornare indietro.
La strada era deserta così mi appostai al centro per scorgere qualche punto di riferimento.
Mi girai ancora una volta ma non vedevo niente, solo alberi.
Sentii dei clacson in lontananza e voltandomi nuovamente, vidi delle biciclette che stavano venendo verso la mia direzione correndo senza fermarsi.
Io rimasi paralizzata da quella visione.
I ciclisti urlavano che dovevo spostarmi, ma non lo feci.
Un braccio mi afferrò la vita tirandomi verso se.
Ebbi paura in quel momento, e se fosse stato un maniaco?
Mi trascinò sul marciapiede mentre io ero di spalle.
Ero ancora paralizzata dalla paura.
Una voce soave mi fece girare.
Vidi un ragazzo bellissimo scrutarmi con i suoi splendidi occhi verdi.
Non avevo mai visto gli occhi di un colore così intenso.
Mi persi in quello splendore.
Aveva un sorriso di trentadue denti stampato in faccia e io sorrisi.
Indossava un cappotto che gli copriva fino alle ginocchia color terra di siena e un ciuffo che muoveva continuamente scuotendo la testa.
“Stai bene?” disse dolcemente.
“S-si” balbettai.
Esitai, ero completamente persa nel suo sguardo.
Eravamo così da cinque minuti e ritrassi il mio corpo.
Stavo parlando con un ragazzo?
Avevo paura, non mi era mai successo di parlare con un ragazzo.
“Grazie” dissi abbassando lo sguardo.
“Io sono Leon” disse il ragazzo scrutandomi.
Leon.
Che bel nome, mi piace già.
“Violetta” pronunciai timidamente.
“Allora, ci si vede?” disse ancora una volta sorridendomi.
Lui a differenza mia era molto più sicuro di se.
Balbettai un si.
Lui mi diede una pacca sulla spalla e iniziò a correre.
Rimasi immobile lì, ricordando quei 5 minuti stupendi.
Non avevo scelta però, mi ero persa e dovevo chiamare qualcuno.
Digitai frettolosamente il numero di Roberto, il quale sbraitò nei miei confronti perchè non dovevo disubbidire a mio padre.
Mi promise però che per questa volta non gli avrebbe detto niente, perchè mi vuole troppo bene.
 
*Fine flashback*
 
Scossi la testa e recuperai il mio diario sotto il letto.
Lo aprii guardando le ultime pagine.
Mi ero sfogata parecchio in quel periodo.
E la causa era solamente sua.
Quel nome che mi aveva colpito quando l’avevo conosciuto.
Ma non avrei saputo che quel nome mi avrebbe letteralmente fatto impazzire…sia di gioia che di dolore.
Scrissi le ultime novità sul diario, parlai anche di Bruno e del ritorno di Thomas.
Il mio cellulare iniziò a vibrare sul comodino.
Era Leon.
Il mio cuore incominciò a battere forte, però decisi di non rispondere.
Il cellulare vibrò per cinque minuti circa e io restai immobile a fissare il display.
Cessò all’improvviso.
Forse era successo qualcosa.
Scacciai questi brutti pensieri e mi diressi verso il bagno per fare una doccia rinfrescante.
Lui non ha bisogno di me, ha una fidanzata che può preoccuparsi per lui.
In quel periodo la mia gelosia stava accecando la mia mente.
 
Leon P.O.V
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Mi diressi verso casa malvolentieri, volevo vedere Violetta.
Beh, ora sarà sicuramente al resto band con Thomas.
Digrignai i denti pensando che i due si sarebbero di nuovo messi insieme.
Leon, calmati. Questi sono solo tuoi pensieri. Tuonò la mia vocina interiore.
Mi calmai e pensai positivo.
E se fosse da Diego? O da qualcun altro?
Io non potrei sopportare minimamente una cosa del genere.
Nella mia mente delle immagini raccapriccianti mi spaventarono.
Violetta che bacia Diego.
Questo non lo potevo proprio sopportare.
Mi buttai a peso morto sul letto e digitai il suo numero.
Pensai varie volte prima di chiamare, ma poi mi decisi.
Era libero ma non mi rispondeva.
Certo, era a baciarsi con Diego.
No, Leon. Non pensare questo. E’ la gelosia che ti sta accecando
Ormai stavo chiamando da cinque minuti e il telefono continuava a squillare.
Chiusi la telefonata scaraventando il telefono sul cuscino.
Era troppo impegnata per rispondermi?
Bene, da oggi lo sono anche io.
 
Nota autore :
Eccomi che mi faccio perdonare!
Il capitolo di prima era abbastanza corto perchè la storia sta andando molto velocemente e io non voglio che finisca così presto!
Vabè, io ancora non riesco a crederci che Kelo Rodriguez (Pablo) mi ha retwittato e mi ha mandato un bacio.
Altro che autografo ehehe u.u
Ok, basta non mi vanto più Xd.
Niente, spero che il capitolo vi piaccia e continuate a recensire.
Ultimamente ho notato un calo nelle recensioni uff… 

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Capitolo 28
*** Coincidenza o destino? ***


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Violetta P.O.V
 
Aprii lentamente gli occhi udendo la finestra aperta e gli uccellini cinguettare.
Me la presi comoda, questa mattina mi ero svegliata molto presto ed era l’alba.
Dopo dieci minuti di veglia, mi alzai dal letto.
Sembravo uno zombie vedendomi allo specchio.
Scesi senza lavarmi il viso e mio padre quasi si affogò con la marmellata allo spettacolo raccapricciante del mio viso.
“Faccio così paura?” mugugnai.
Lui annuì e mi sedetti a fare colazione.
Jade sarebbe sicuramente morta dallo spavento, vedendomi così.
Mi avrebbe consigliato e regalato una intera giornata alla SPA
Papà mi porse il latte mentre Olga portò i biscotti preparati da lei.
Non mangiai molto.
Mi diressi verso il bagno e stetti solo mezz’ora a truccarmi, per coprire quelle bruttissime occhiaie.
Dopo essermi lavata uscii dal bagno aprendo l’armadio.
Indossai le prime cose che mi capitarono tra le mani.
Mi vestii con calma quando vibrò il cellulare, era un messaggio.
Sul display apparse il nome di Bruno e iniziai a sorridere debolmente.
 
  • Ciao, sono Bruno. Cosa fai questa mattina?
 
Incominciai a scrivere frettolosamente.
 
  • Vado a studiare allo Studio On Beat
 
Dopo due minuti mi rispose.
 

-Bene, che ne dici se vengo lì a trovarti?
 
Risposi di sì, infondo cosa c’era di male?
 Presi le chiavi e la borsa, con il mio immancabile diario.
Salutai tutti e chiusi il portone sospirando.
Il mal di testa rimbombava nelle tempie e si aggiunse un altro pensiero in più : la prova di ballo.
Ricordo esattamente le parole di Antonio.
 
“Fra qualche giorno ci saranno le prove di ballo e verranno sorteggiate le coppie invece di essere decise”
 
Impallidii a quel pensiero.
Non avevo la minima idea con chi avrei fatto coppia.
Diego? Certo, mi piacerebbe.
Soltanto è che in questo periodo provo un senso di colpa per lui.
Lui sta cambiando perchè ci tiene a me e io lo tratto freddamente.
Potrei però voltare pagina, questa volta veramente.
Potrei dimenticare Leon, anche se ricorderò per sempre i suoi occhi.
Forse Bruno è un segno del destino? Forse lassù vogliono farmi capire che Leon non è quello giusto, che se non mi muovo perderò la retta via e andrò sulla brutta strada?
Non ho mai creduto in baggianate simili che riguardano gli oroscopi o i colpi di fulmine.
Io mi sono sempre affidata al destino e sono dell’idea che se voglio, posso modificarlo.
E ora?
Anche Thomas è ritornato in Buenos Aires.
Se ne è andato lasciandomi un groppo sul cuore, dicendo che non sarebbe più tornato.
Allora io me ne sono fatta per forza una ragione, anche se non volevo dimenticarlo.
Inevitabilmente è successo perchè mi sono affidata a Leon e di lui mi sono innamorata.
Certo, fino a qualche mese fa potevo ben dire senza essere indecisa di essere innamorata di lui.
Ma qualcosa stava cambiando, forse è per questo nuovo ragazzo che è piombato nella mia vita salvandomi o forse è per il ritorno di Thomas.
Scossi la testa e abbassai il capo.
Come potevo farmi tutti quei film mentali?
Forse Thomas non mi avrebbe più causato problemi nel mio cuore, forse era già fidanzato o era innamorato.
Pregai il cielo che non volesse riprovarci con me.
E non pregai perchè non volevo stare con lui poiché era brutto fisicamente.
Lui è un bel ragazzo e può far cadere ai piedi anche Ludmilla.
Ho paura, perchè non voglio di nuovo deludere le persone con le mie indecisioni.
Alla fine non deciderò mai,sarà sempre il destino che mi farà separare da qualcuno.
Ma mai una mia scelta.
Assorta tra i miei pensieri scorsi la casa di Francesca e le chiesi al cellulare se volesse venire con me allo Studio.
La aspettai e dopo circa dieci minuti si trovò sulla soglia della porta sorridente.

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“Buon giorno” affermai mentre la presi sottobraccio.
“Anche a te”rispose dandomi un bacio sulle guancie.
Attraversammo qualche tratto di strada senza parlare, ma poi lei prese la palla al balzo.
“Novità?” chiese speranzosa.
“Si…cioè no…cioè!” balbettai.
“Racconta!” disse dandomi una gomitata.
“Ho conosciuto un nuovo ragazzo” ammisi diventando leggermente rossa.
Lei si sorprese e mi abbracciò.
“Lo conosco?” chiese.
Francesca mi faceva sempre questa domanda poiché lei nonostante fosse straniera, conosceva tutti a Buenos Aires.
Era sempre stata una impicciona.
“Non credo…” risposi titubante.
Lei esitò aspettandosi una mia risposta.
“Si chiama Bruno” ammisi.
“Non conosco nessun Bruno” disse sbuffando.
“Lo conoscerai stamattina” le sorrisi.
“Viene allo Studio?” chiese saltellando.
“Si, te lo farò conoscere” dissi sorridendole.
“Tu come lo hai conosciuto?” chiese accigliandomi e tirando fuori dalla borsa un fazzoletto per soffiarsi il naso.
“Beh” non mi fece continuare che si sentì un grosso starnuto e una soffiata di naso molto forte.
Mi accigliai.
“Continua” ordinò buttando il fazzoletto dentro un bidone.
“Mi ha praticamente salvato la vita” dissi incantandomi e ricordando quel momento.
Lei non rispose.
“Delle moto stavano per investirmi se non era per lui”affermai.
Lei si fermò sul marciapiede, stava pensando.
Dopo qualche secondo parlò titubante.
“Mi pare che tu hai già conosciuto un’altra persona in questo modo” affermò.
“Come fai a ricordare come ho conosciuto Leon?” ribattei.
“Me lo avrai detto mille volte Vilu” si giustificò.
Aveva ragione.
Quel ragazzo dagli occhi verdi da quel giorno mi aveva stregata.
“S-si, hai ragione” risposi abbassando lo sguardo.
Ci fu qualche minuto di silenzio che fece riflettere molto.
Guardavo Francesca e aveva un’aria pensierosa, voleva dare una risposta alle sue incertezze.
Poi girò il capo verso di me per scrutarmi.
“Cosa pensi?” chiesi.
Ero troppo curiosa di sapere la sua teoria.
“Secondo me sei ancora innamorata di Leon e vuoi mentire perfino a te stessa dicendo che Thomas e Bruno ti stanno confondendo” disse con l’aria più normale del mondo.
Questa cosa mi fece infuriare.
Nella mia mente cercavo delle parole giuste per controbatterla, ma forse aveva ragione.
“Non lo so. Thomas non l’ho visto nemmeno ancora mentre Bruno lo conosco da ieri” risposi.
“Ecco, non puoi dire che ti stanno confondendo se li hai visti appena. Ho ragione Vilu, tu vuoi rispondere ai tuoi dubbi e incertezze ma menti a te stessa. Lo sai di amare Leon”
Il mio sangue ribollì nelle vene.
Aveva perfettamente ragione.
Ma come ragiona il mio cuore?Come posso ancora  amare una persona che mi ha mentito spudoratamente?.
“So anche che mi ha tradito Fran” ammisi.
Lei si prese tempo per riflettere sulle mie parole.
“Sai, qualche giorno fa pensavo che lui nonostante tutto ti ha perdonato e ci ha messo una pietra sopra” ammise.
Io incominciai ad arrabbiarmi con lei
Era lui ad avermi tradito e ora ero dalla parte del torto.
“Come puoi dargli ragione?” chiesi alzando la voce.
“E’ umano sbagliare Vilu.
Anche tu hai sbagliato baciando Diego ma ti ha perdonato. E credo che anche tu dovresti perdonarlo”
Quelle parole mi rimbombarono nella testa.
Non potevo dargliela vinta.
“Comunque è inutile, è fidanzato con Lara” dissi balbettando.
Lei si sorprese della notizia.
“Io spero comunque che facciate pace” disse dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrisi debolmente e scorsi lo Studio On Beat.
Lei mi prese sottobraccio nuovamente.
“Cambiando discorso, dov’è ora Bruno?” chiese elettrizzata.
Io mi guardai intorno cercando il suo viso squadrato e i suoi ricci neri.
“Beh, aspettiamolo” dissi appoggiandomi alla panchina e mandandogli un messaggio con il cellulare.
Lei annuì.
“Non è che ti ha dato buca?” chiese accigliandosi.
Non ero sicura di dirle di no, lo conoscevo appena e forse mi considerava solo una ragazza come tante.
In effetti lui era molto più vecchio di me.
Dopo cinque minuti scorsi il suo viso sorridente.
Aveva le mani dietro la schiena e mi raggiunse.
“Ciao Bruno! Lei è Francesca” dissi presentandoli.
Entrambi si strinsero la mano annuendo mentre io presi la bottiglietta d’acqua intenta a berla.
“Questa è per te” disse tirando fuori un tulipano rosso.
Io mi strozzai con l’acqua.
Regalare un tulipano rosso a una ragazza è una dichiarazione d’amore e mi pareva troppo presto dopo nemmeno un giorno che ci conoscevamo.
Lui intuì il mio sguardo.
“La fioraia mi ha detto che questo è un fiore perfetto per una ragazza. Non conosco i significati dei fiori né tantomeno questo”
Fui rassicurata da quelle parole.
Me lo porse e io lo presi annusandolo.
“E’ davvero splendido!Grazie” dissi lasciandogli un bacio bollente sulle guance.
“Ti volevo chiedere se volevi venire oggi a vedere una mia gara di motocross. Sai, frequento una pista.” chiese speranzoso.
Io mi bloccai di colpo ripensando che ci sarebbe stato anche Leon lì.
Ma poi mi decisi che non mi doveva importare della sua presenza.
“Ci sarò!” dichiarai.
“Bene, allora ci vediamo e buona lezione” si allontanò facendomi un gesto con la mano.
Mi voltai verso Francesca che era scandalizzata.
“Mi spieghi cosa diavolo ti prende?” disse infuriandosi.
“Cosa?” replicai.
“Lo sai bene che ci sarà anche Leon”
“Non me ne può fregar di meno” dissi avviandomi verso l’entrata.
Lei sospirò e mi raggiunse.
Ci avviammo verso la sala teatro e prendemmo posto.
Io cercai di evitare Diego e Leon sedendomi vicino Francesca e Camilla mentre loro mi guardavano incessantemente.
I loro sguardi mi fecero diventare rossa.
Francesca li notò e mi strinse la mano facendomi cenno di non pensarci.
Camilla non capiva ma poi si girò verso la direzione del nostro sguardo.
“Uh uh. Scommetto che gli ormoni di Leon sono a mille eh” disse dandomi una gomitata.
Io la guardai esasperata.
“E finiscila!” disse Francesca dandole uno strattone ironicamente.
La nostra attenzione andò a Pablo, che era vicino a due teche di vetro con dei bigliettini dentro per sorteggiare le coppie di ballo.
Antonio iniziò a schiarirsi la voce con il microfono.
“Bene, come sapete oggi decideremo tramite sorteggio le coppie di ballo” affermò Antonio.
Pablo infilò la mano dentro le due teche e estrasse due bigliettini.
“La prima coppia è… Brodway e Camilla!” disse entusiasta.
Camilla mi strinse forte la mano dalla rabbia.
Furono sorteggiate altre coppie.
Francesca fu fortunata poiché venne estratta con Federico.
Nata fu estratta con Napo mentre Maxi con Lena
Eravamo rimasti in pochi.
E potevo essere sorteggiata sia con Diego sia Leon.
“Diego e Ludmilla” affermò Antonio.
Diego sgranò gli occhi mentre Ludmilla strinse la bottiglia d’acqua molto forte fino a fare esplodere il tappo.
Non mi persi di speranza, c’erano molti ragazzi ancora allo studio.
Pablo affermava i nomi delle coppie fino a che l’unico ragazzo rimasto non fu Leon.
Oh, ma questa è sfiga!
      “Bene, gli ultimi due sono Leon e Violetta” concluse Pablo
      Camilla e Francesca mi guardarono scandalizzate anche se Francesca era leggermente felice.
      Non riuscii a guardare Leon dall’imbarazzo.
      Anche lui cercava di evitarmi con lo sguardo.
      Le cose andavano di male in peggio.
 
 
Nota autore :
YUHUU! Ma siete tutti morti? Dove sono le mie sei recensioni a capitolo eh?
Comunque, mi sono accorta che il lavoro sta venendo una schifezza e io comunque lo pubblico perchè pubblico un capitolo al giorno.
Quindi ho deciso che non caricherò un capitolo al giorno ma ogni due o tre giorni.
Naturalmente li farò più lunghi certo u.u
Ma passiamo al capitolo u.u
Francesca e Violetta litigano a causa di Leon e io questa volta do ragione a Francesca!
Non te la prendere Vilu *consola*
Inoltre Bruno (che ricordiamo che è il fratello della balena, sapete chi intendo vero?) fa visita a Violetta allo studio e le regala un tulipano rosso (vuol dire una dichiarazione di amore vero? Non ditemi di no perchè sicuramente avrò fatto una figura di popò).
Dopodichè vengono estratte le coppie di ballo.
Brodway con Camilla e Diego con Ludmilla, uhuhuhu.
E parliamo di loro due? DEI THE BEST?
No vabbè, ero a secco di momenti Leonetta lol.
Beh, scopriremo come continua la storia nei prossimi giorni :3
E recensite, perfavore ç_ç 

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Capitolo 29
*** Imbarazzo ***


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Leon P.O.V
 
Impallidii sentendo le parole pronunciate da Antonio.
Stavo cercando di allontare Violetta dal mio cuore ma nonostante gli sforzi non ci riuscivo mai.
Forse il destino voleva farmi capire che non potevo vivere senza lei.
Abbassai lo sguardo serrando i pugni.
Lei non osava guardarmi, ma era arrossita.
Mi toccai una guancia e vidi che era bollente.
“Leon, stai bene amico?” chiese Andres dandomi una pacca sulla schiena.
Io mi limitai ad annuire.
Alzai lo sguardo e in quel preciso momento anche Violetta si voltò.
I nostri occhi si incrociarono, erano pieni di desiderio.
Suonò la campanella e nonostante la folla mi avvicinai a lei.
Dovevamo mettere da parte i sentimenti e impegnarci seriamente per questa prova.
“Ciao” dissi sospirando.
“Ciao” disse lei timidamente con lo sguardo basso.
“Quando credi che faremo le prove?” chiesi guardandola negli occhi.
“Non lo so, a casa tua va bene?” rispose.
“Si, proveremo nell’appartamento per non essere disturbati”
Ed ecco che riaffioravano i ricordi di quell’appartamento : mi ero promesso che ci sarei andato solo con Violetta.
Mi ricordo ancora quando la sollevai dal divanetto per baciarla e quando l’ho rifiutata.
“Quando ci vediamo allora?” chiese freddamente.
“Non lo so” sbottai.
“Va bene Sabato?” chiese.
Sabato avevo in mente di organizzare una festa a casa mia però.
“Si, è perfetto. Ho in mente di organizzare una festa anche” dissi.
“Di che festa parli?” chiese accigliandosi.
“E’ da qualche settimana che volevo fare una festa e poiché i miei non ci sono, quale momento migliore?”
“Oh bene, allora verrò prima e proveremo” annuì.
Io le sorrisi debolmente e mi fece un cenno con la mano che ricambiai.
Mi ricordai che oggi avevo una gara di motocross e finalmente potevo non pensare a lei.
Mi avviai alla lezione di Gregorio e dopo un’ora straziante mi diressi verso l’armadietto per prendere un asciugamano
Mi asciugai il volto e notai una Ludmilla singhiozzante intenta a rifarsi il makeup.
Mi avvicinai e poggiai una mano sulla sua spalla.
“Oh Diego” disse voltandosi.
Si ritrovò il mio viso con un sorriso stampato in faccia..
“Scusa, credevo fosse Diego” disse prendendo un fazzoletto.
“Mi dispiace per quello che ti sta succedendo” ammisi.
“Non fa niente” si limitò ad annuire.
“Sai dove trovarmi per qualsiasi cosa” dissi ammiccando.
Lei sorrise alle mie parole e mi fece un cenno con la mano.
 
Ludmilla P.O.V
 
Andai verso gli armadietti per rifarmi il makeup.
Il mio viso si rigò di lacrime e per la prima volta non mi importò niente della gente.
La supernova si è spenta nuovamente
A quei pensieri aprii l’armadietto con forza sbattendolo.
“Accidenti” urlai singhiozzando.
Sentii una mano toccarmi le spalle.
Sicuramente era Diego.
Non volevo vederlo, ma sapevo che dovevo per forza ballare con lui e dovevo mettere da parte i miei sentimenti assecondando lo studio.
“Oh Diego” quasi sospirai girandomi.
Era Leon e stava sorridendo.
Capì la mia situazione e mi assicurò che se avevo bisogno di aiuto lui mi avrebbe aiutata.
In quel momento avevo solo bisogno di queste parole.
Avevo voglia di abbracciarlo, perchè forse è l’unico ragazzo che non mi ha mai fatto del male.
Mi ritrassi e sorrisi alle sue parole, lui evidentemente aveva capito tutto già.
Mi lasciò lì e io mi asciugai le lacrime mentre cercavo di disegnare una linea di eyeliner.
Sentii dei passi venire verso di me.
“Ludmilla” pronunciò Diego.
“Si?” chiesi.
Lui si sorprese.
Di solito lo rifiutavo sempre ordinando di andarsene e di lasciarmi in pace.
“Quando proveremo?” chiese.
“Non lo so, per te va bene domani?” chiesi io.
“Si ma…perchè stai piangendo?” chiese prendendo con un dito la lacrima.
“Non sono affari tuoi” dissi soffiandomi il naso.
“E’ per me vero?” disse abbassando lo sguardo.
Io mi voltai nuovamente, lo aveva capito bene.
“Non volevo illuderti” si limitò a dire.
Esitò, come se avesse troppo orgoglio per dire quello che stava per dire.
“Sai, ultimamente il mio cuore è diviso a metà e tu me ne hai rubato un pezzo” disse voltandomi e posando la mia mano sul suo cuore.
Batteva molto velocemente e io sorrisi.
Almeno aveva provato qualcosa con quel bacio.
“Tu stai con Violetta, dovresti dimenticarmi” affermai.
“Non sto con Violetta” si accigliò.
Quella notizia mi parve nuova e sgranai gli occhi.
“Beh, potevi dirmelo prima!” dissi urlando e mettendo il broncio con il mio solito tic.
“Perchè, ti interessa?” mi sussurrò all’orecchio.
Mi provocò un tremolio incredibile, come solo lui sapeva fare.
Si avvicinò pericolosamente a me per provocarmi.
Non risposi.
“ Io non posso trattenermi” disse prendendo il mio viso tra le mani.
Non ci travolse la passione, fu un bacio lento e dolce ma soprattutto casto.
Come se fosse un bacio d’addio.
Il mio cuore iniziò a battere e mi preoccupai, forse addirittura lui lo sentiva esplodere nel petto.
Mi lasciò andare il viso e si appoggiò con le mani sulle mie spalle
“Non illuderti, sono molto confuso in questo periodo” si giustificò.
Io rimasi paralizzata ancora dal bacio.
Il mio cattivo umore si spense e i miei occhi luccicarono dalla gioia.
Mi bastava sapere che per lui ero qualcosa.
Io annuii mentre lui ancora mi guardava negli occhi cercando di carpire i miei sentimenti ma io come sempre parevo impassibile, come se quel bacio non mi avesse fatto effetto.
Invece mi aveva travolta di emozioni, non riuscivo a spiegare a parole ciò che avevo provato.
Quel bacio mi stava preoccupando seriamente.
Forse voleva dirmi che non era innamorato di me e che dovevo lasciarlo andare?
Che fosse un bacio di addio?
Mi stavo ponendo queste domande scrutando i suoi occhi e cercando un filo di verità.
Dopo qualche minuto mi fece cenno con la mano che non ricambiai perchè ero ancora paralizzata.
Come al solito risposi con il mio tic nervoso all’occhio ma lui non ci fece caso.
Soltanto dopo qualche minuto mi resi conto che dovevo andare a lezione e stava scadendo la pausa di 15 minuti così mi ritoccai il rossetto che avevo applicato poco fa e che Diego mi aveva sbavato.
Era un rossetto rosso e forse lui non se ne era neanche accorto che aveva tutto il labbro pasticciato.
Mi diressi verso l’aula di musica perchè dovevo provare con Maxi una nuova canzone rivedendo delle modifiche insieme a Angie.
 
Diego P.O.V
 
Dopo quello splendido bacio guardai Ludmilla negli occhi cercando di capire i suoi sentimenti, ma riuscivo a sentire forte e chiaro il suo battito del cuore in sincrono con il mio.
Aveva provato qualcosa.
 
*Flash back*
 
“Mi piaci di più quando sei gelosa!” mi leccai le labbra.
Il suo volto divenne rosso peggio di un peperone.
“Tu… cosa… stai cercando di corteggiarmi?” stentò a parlare perchè era incantata dai miei occhi.
Chiusi gli occhi come per volerla baciare e lei fece lo stesso.
Eravamo a un centimetro quando iniziai a ridere come un matto.
“Ahaha, non dirmi che mi avresti baciato!”
_____________
 
“Non sono gelosa!” gridò spostandosi.
La sentii aprire l’armadietto così mi appoggiai a quello affianco.
Non mi degnò di uno sguardo mentre si aggiustava il trucco.
“Ammettilo bionda!” le sussurrai.
Lei esitò ma poi si voltò gridando :” Tu sei un perdente come tutte le altre formichine, e ora vai ad abbracciare Violetta che io ho cose più importanti da fare” concluse.
Io non volevo lasciare quel discorso in sospeso.
“Vorrei fare un’altra cosa adesso.”dissi malizioso.
Si voltò un’ultima volta con la sua bellissima chioma dorata.
“Bene, vai allora. Ciao sweety”.
Le afferrai i fianchi e la avvicinai pericolosamente a me.
Ci guardammo negli occhi un istante lunghissimo.
Poi baciai la supernova. La mia supernova.
 
*Fine flashback*
 
Scossi la testa e mi diressi fuori dallo studio per prendere una boccata d’aria.
Da una parte c’era il mio capriccio di conquistare Violetta fin dall’inizio e sento che mi stavo innamorando di lei.
Dall’altra c’era quest’altra graziosa ragazza dalla chioma bionda che mi provocava sempre e che a ogni bacio provavo sempre una emozione inspiegabile.
Notai Marco seduta su una panchina intento a provare una canzone.
Aveva un’aria triste e manteneva con le mani uno spartito.
Mi avvicinai e lui mi fece un debole sorriso.
“Che hai amico?” chiesi sedendomi.
“Non riesco a imparare il testo di questa canzone. E’ troppo insensato e stupido!” ammise.
Io presi lo spartito tra le mani.
Era Te Esperarè.
“Non è stupido il testo” ammisi leggendolo riga per riga.
“Invece si, perchè mi sono stufato di aspettare Francesca”
Io esitai un attimo.
“Secondo me dovresti cercare di essergli amico, così quando litigherà con Federico correrà tra le tue braccia” affermai.
“Non ne sono sicuro, non potrò sopportare di vederli sempre insieme”
In quell’istante suonò la campanella.
Volevo parlare un altro po’ con Marco e consigliarlo.
“Scusa, ora ho lezione. Ci vediamo dopo”
“Ciao” mi sorrise debolmente.
 
Violetta P.O.V
 
Salutai Leon con un cenno della mano dirigendomi verso il resto band.
Non avevo mai avuto così tanta audacia dentro di me nel parlargli.
Non è il massimo parlare con una persona che ti ha tradito spudoratamente ma voglio mettere i sentimenti da parte e concentrarmi sulla prova di ballo.
O vuoi concentrarti su Leon? chiese la mia coscienza.
Francesca si mise al mio fianco con Maxi e Camilla.
“Vieni a prendere un frullato con noi?” chiese Camilla.
“Si ok” dissi decisa.
“Oggi vedrò Thomas!” affermò Francesca saltellando.
“Oh no, ti piace ancora?” sbuffò Maxi.
“Ma come ti salta in mente?” sbottò Francesca dandogli uno spintone.
“Io sono fidanzata” continuò.
“Sto dubitando tanto di Federico, ti vede sempre con Thomas però non è geloso. E’ interessato a te?” si chiese Camilla.
“Ma certo che lo è e non è geloso perchè si fida di me, semplice” rispose Francesca.
“Ha ragione Francesca, un rapporto è fondato sulla fiducia” risposi io abbassando lo sguardo.
“Ne abbiamo come esempio proprio tu” ridacchiò Maxi.
Camilla gli diede un buffetto sulla testa.
“Ma come sei insensibile” affermò la rossa.
Maxi non disse niente e abbassò lo sguardo.
“E a te come va con DJ?” chiesi.
“Beh, bene fino a dieci minuti fa”
“Che è successo?” disse prendendo un fazzoletto Francesca.
“Le solite scenate di gelosia perchè sono in coppia con Brodway” sbuffò Camilla.
“Avete almeno fatto pace?” chiese Maxi.
“No, non è certamente colpa mia se mi hanno messo in coppia con lui e non sono obbligata a chiedergli scusa” ammise Camilla freddamente.
“Ma dai Camilla, anche io sarei geloso di Nata se starebbe in coppia con l’ex” disse Maxi.
“Beh, sai cosa vuol dire? Che voi presuntuosi non vi fidate mai di noi! Poi siete sempre i primi a tradire!” alzò la voce Camilla.
“Basta ragazzi!” affermai.
“Violetta ha ragione, se uno litiga con qualcun altro sono fatti propri. Ora andiamo al resto band e a te Maxi, se non la finisci di essere geloso sono sicura che Nata ti verserà un altro frullato sul cappello!” disse Francesca  puntandogli il dito contro.
“Non potrò mai dimenticarlo, l’ho dovuto buttare quel cappello” disse con un velo di tristezza.
Lo presi sottobraccio e in poco tempo ci trovammo al resto band.
Thomas si avvicinò al nostro tavolo.
“Cosa vi porto ragazzi?” chiese.
Squadrò i nostri visi uno ad uno e poi si fermò sul mio.
I nostri occhi si incrociarono.
“Violetta!” disse entusiasta.
“Ciao Thomas!”
“Da quanto tempo” disse sorridendo.
“Già!” risposi con finto entusiasmo.
Camilla interruppe la nostra conversazione e la ringraziai.
“Due frullati all’ananas, uno a fragola e kiwi e uno ai mirtilli” disse.
Thomas lo annotò su un blocchetto.
“Arrivano” disse mentre si diresse verso il bancone.
“Mi hai salvata, grazie” le sussurrai.
Le mi fece l’occhiolino mentre Francesca e Maxi parlavano delle coppie di ballo.
“Beh, io sono felice di stare in coppia con Federico” ammise Francesca.
“Io preferirei stare con Nata ma Lena mi va bene, è mia cognata e potrò vedere Nata tutti i giorni”
Io non parlai e dopo che ci arrivarono i frullati, incominciai a sorseggiare.
“E tu Vilu?” chiese maliziosa Francesca.
“Cosa?” dissi assaporando il frullato al mirtillo.
“Sei felice di fare coppia con Leon?” chiese Camilla.
Io esitai nel rispondere, volevo dire di si ma poi il mio orgoglio scelse.
“Certo che no” mi limitai a rispondere.
 “Certo che si” disse Maxi imitando la mia voce.
Io lo guardai con sguardo omicida e lui si ammutolì bevendosi il frullato.
“Quando inizierete a provare?” chiese Camilla.
“Io credo dopodomani” disse Maxi.
“Io oggi” rispose Francesca.
“Io sabato, prima della festa” dissi.
“Quale festa?” chiese Camilla.
Maxi rispose al posto mio.
“Ma come? E’ da settimane che Leon sta cercando di organizzare una festa e si farà sabato”
“Sono l’unica che non sa mai niente qui?” sgranò gli occhi Camilla.
Nessuno la rispose e facevamo finta di essere impegnati coi frullati.
Lei sospirò.
“Offro io” dissi alzandomi per pagare.
Pagai i frullati e mi diressi verso i loro tavoli.
Loro si alzarono.
“Voi dovete fare altre lezioni?” chiese Maxi.
Tutte e tre scuotemmo la testa.
“Bene, io ora ho una lezione singola con Jackie”
Scoppiammo in una risata vedendo il suo sguardo triste.
“Allora buona fortuna!” disse Francesca sarcasticamente.
Ci salutò con la mano e si diresse verso lo studio.

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“E noi?” chiesi.
“Io non voglio andare subito a casa” sbuffò Camilla
“Nemmeno io “ dissi.
A Francesca le si illuminò una lampadina in testa.
“Andiamo a fare shopping!” chiese speranzosa.
Tutte e tre annuimmo.
“Così compreremo i vestiti per la festa!” continuò Camilla.
“Perfetto!” affermai per poi prendere a braccetto tutte e due.
 
Nota autore :
Come promesso, ecco il capitolo dopo tre giorni.
Sono stata tentata di pubblicarlo già il giorno dopo poiché lo avevo già scritto ma non volevo tradire il fioretto che avevo fatto lol.
Allora, Ricapitoliamo.
Leon e Violetta sono in coppia insieme e sono imbarazzati così tanto che si parlano freddamente, io non vedo l’ora di andare alla festa di sabato di Leon e voi?
Bacio tra Ludmi e Diego!
Il momento è semplicemente asdfghjkkl *-*ù
Però ricordiamo che Diego ha detto a Ludmilla di non non montarsi la testa quindi è ancora indeciso.
La scena finale del Resto Band è bellissima, me la sono immaginata proprio con i personaggi e mi sono messa nei loro panni cercando di essere molto simile alla serie.
Niente, ieri ho visto la puntata 25 della Secunda Temporada e mi sono incavolata di brutto.
Ma come può Leon dedicare una canzone bella come Entre Dos Mundos a LARA?
Ma stiamo scherzando?
E poi Diego che va a casa di Violetta, ma WTF?
Nononono, non vedo l’ora di vedere l’episodio 41 poiché fra una settimana dovrebbero ricominciare in Argentina J 

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Capitolo 30
*** Gelosia e Sorpresa ***


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Camilla P.O.V
 
*Flashback*
 
Ero uscita dalla sala teatro furibonda, non volevo parlare con nessuno.
Brodway intuì la mia ira e invece di venire da me se ne andò.
Quando uscii per prendere dei libri nell’armadietto lo sbattei forte.
Non era la mia giornata.
DJ si avvicinò a me sbuffando.
“Spero tu sia contenta” sbottò.
Io mi girai facendogli vedere uno sguardo così arrabbiato che si ritrasse.
“Come puoi dirmi di essere contenta?” urlai.
“Ora sei in coppia con Brodway!” urlò.
“Non sono contenta DJ! Io volevo stare in coppia con te” ammisi alzando la voce.
“Beh, non si vede da come lo guardi” affermò stizzito.
Io incrociai le braccia.
Non era assolutamente vero, io non lo amavo più.
O forse si?
“Non sono problemi miei se sei geloso” dissi aprendo l’armadietto.
“Non sono geloso” sbottò.
“Si, allora io sono Angelina Jolie!” sbuffai.
“Smettila, non lo sono” disse abbassando lo sguardo.
Io chiusi con forza l’armadietto e non lo salutai.
Mi voltai un ultima volta ed era appoggiato al muro con le braccia conserte e lo sguardo basso.
Come sempre mi faceva tenerezza, era pur sempre il mio fidanzato.
“Possibile che sei così stolto da capire che ti amo?Amo solo te!Non sarei arrabbiata ora se non fossi in coppia con Brodway!” conclusi.
Lui non mi guardò e io decisi di proseguire, non mi volevo perdere in chiacchiere con una persona che non mi capiva.
Speravo solo di chiarire.
Mentre camminavo mi venne in mente come lo avevo conosciuto.
Era stato uno sbaglio.
Volevo far ingelosire Brodway dopo quel che mi aveva fatto.
Mi aveva mentito dicendo che non frequentava la Band con Maxi, Leon e Andres ma invece provavano insieme e faceva di tutto per evitarmi.
Allora io l’ho lasciato e quando ho visto DJ ho pensato di farlo ingelosire.
All’inizio non mi piaceva DJ, ma quando ha iniziato ad interessarmi cercavo sempre di evitarlo perchè non volevo ammettere i miei sentimenti.
Poi è stato inevitabile innamorarci.
E ora sono qui, sola.
A vedere tutte coppie che si scambiano effusioni.
Nella piazza principale dello Studio On Beat.
Francesca si avvicinò a me e mi salutò da lontano.
“Ehy, andiamo a prendere un frullato, vieni?” chiese Fran tendendomi la mano.
Io sorrisi a quelle parole, cercava sempre di farmi stare bene.
Afferrai la sua mano e la tenni stretta.
Non volevo lasciarla andare.
In quel momento Maxi, Violetta e lei erano le uniche persone che veramente mi stavano aiutando.
Dei veri amici.
 
*Fine Flashback*
Ero nel centro commerciale con Violetta e Francesca.
Non comprammo molte cose perchè avevamo pochi spiccioli ma in compenso ci riempimmo di prufumi e campioncini.
Ci siamo divertite.
Ero seduta su una panchina del Centro Commerciale mentre Vilu e Fran stavano ordinando la bar.
“Cosa desiderate?” chiese il barrista ammiccando a Francesca.
Francesca divenne un peperone.
“Eh..Ehm..due bitter e un’acqua tonica” balbettò Francesca.
Evidentemente era rimasta ancora sorpresa dal gesto del ragazzo.
“Arrivano” disse il ragazzo andando a servire altre persone.
Francesca mi raggiunse mentre Violetta aspettava le bevande al bancone.
“Maniaco” sbottò.
“Cosa c’è?” chiesi.
“Lo hai visto come mi ha ammiccato? Avrà 30 anni quel barista”
“Beh, tu sembri molto più matura della tua età” sbottai.
“Davvero?” disse Francesca aggiustandosi il cerchietto.
“Si” dissi con finto entusiasmo.
Se non le avrei fatto queste rassicurazioni avrebbe continuato a blaterare all’infinito.
Io conosco Francesca e quando viene traumatizzata è una mitraglietta.
Inoltre non volevo che Federico venisse qui al bar a spaccare la faccia al barista.
Scossi la testa e sospirai.
Violetta ci raggiunse con un vassoio.
“Ecco qua” disse Violetta appoggiando il vassoio sul tavolino.
“Bene, beviamo i bitter e poi andiamocene” ordinò Francesca.
“Ai suoi ordini signora” disse sarcasticamente Vilu.
Francesca le sorrise continuando a fissare male quel barista.
Quando finimmo di bere portai il vassoio sul bancone e presi lo scontrino.
Mi avviai verso Vilu e Francesca la quale mi guardava sconvolta.
“Non ci posso credere! Ti ha dato il suo numero!” urlò.
“No Fran. E’ lo scontrino!” dissi ridendo.
Allora tutte e tre incominciammo a ridere, anche Francesca che fino a poco fa era molto arrabbiata.
Francesca chiamò sua madre per venirci a prendere poiché eravamo stremate di ritornare a casa a piedi.
La mamma di Francesca arrivò dopo dieci minuti e ci fece accomodare nell’auto.
Era una Punto Italiana.
“Vi siete divertite?” chiese la mamma ignara di quello che era successo.
A Vilu scappò una risata e io le diedi uno strattone.
“Si, si. Abbiamo provato molti vestiti” disse Francesca.
Dopo qualche minuto arrivai davanti casa mia e scesi dall’auto ringraziando infinitamente la mamma di Francesca.
Salutai Violetta e Francesca e mi diressi verso la soglia di casa.
Aprii il cancello e il portone dirigendomi in salotto.
Questo pomeriggio sarebbe passato come tutti gli altri : noioso.
Mi stravaccai sul divano a fare zapping quando una mezz’ora dopo suonò il campanello.
Aprii la porta, pensavo fosse Francesca.
“Ciao” disse timidamente DJ.
“Ciao” ricambiai freddamente.
“Posso entrare?” chiese sbirciando oltre la soglia.
“S-si, sono da sola” ammisi facendolo entrare.
Lui si sedette sul divano e mi fece cenno di andare da lui.

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Mi sedetti vicino e lui mi prese le mani.
“Sono dispiaciuto per la litigata di stamattina, hai ragione. Sono geloso.” ammise guardandomi negli occhi.
Questo era il DJ che conoscevo.
“Mi fa piacere DJ! Scusami se mi sono arrabbiata con te” affermai.
Non avevamo più bisogno di parole in quel momento.
Stavamo per baciarci quando tirò fuori una rosa rossa.
“E questa da dove sbuca fuori?” chiesi accigliandomi.
“Era nella manica della giacca” sorrise.
Presi io l’iniziativa e cominciai a baciarlo.
Era un bacio passionale, io ne avevo bisogno.
Avevo bisogno di sfogare tutte le mie frustrazioni e avevo bisogno di lui, perchè non sopportavo litigare.
Quando esaurii il fiato appoggiai la mia fronte alla sua.
“Non permetterti più di farmi stare male” dissi.
“Neanche tu” disse abbracciandomi.
Vedemmo un po’ di televisione per una mezz’ora.
Mi girai e notai che stava cercando di guardare l’orologio.
“E’ tardi, devo andare” disse alzandosi.
Lo accompagnai alla soglia della porta.
“Ci vediamo domani, allora?” chiesi speranzosa.
“Certo” disse deponendo un piccolo bacio sulla mia fronte.
Chiusi la porta e mi ci accasciai vicino.
Era stata una giornata bellissima.
 
Violetta P.O.V
 
“Ci vediamo domani Fran?” chiesi quando fui davanti casa mia.
“Si, e per quanto riguarda la pista di motocross oggi…” la zittii.
“Non preoccuparti” la rassicurai.
Lei mi sorrise e dopo aver salutato la mamma mi diressi verso casa.
“Ciao Olga” dissi entrando dalla porta posteriore.
Olga era intenta ad affettare i pomodori con Cardoso.
“Ciao Violetta” disse Cardoso stringendomi la mano.
“Salve” sorrisi.
Non potei fare a meno di ridacchiare, quei due erano una coppia perfetta.
Andai nel salotto e vidi mio padre intento a firmare scartoffie mentre Esmeralda beveva un caffè.
“Ciao piccola” disse Esmeralda alzandosi dal divano.
Io le lasciai un bacio sulla guancia mentre mio padre mi salutò distrattamente.
Ultimamente era così preso dal lavoro e da Esmeralda che nemmeno mi calcolava.
Salii velocemente le scale per provare qualche vestito.
Vediamo, con quale vestito potrei far ingelosire Leon?
Mi fermai di blocco ripensando alle mie parole.
Non andavo alla pista di motocross per farlo ingelosire, io dovevo incitare Bruno.
Scossi la testa, lui era il mio chiodo fisso.
Optai per un pantaloncino corto e un top con delle ballerine.
Non mi potevo presentare ad una pista con un vestitino e i tacchi.
Dopo un’ora mi avviai in salotto.
“Aspetta, tu sei tornata un’ora fa!” disse alzando la voce mio padre incredulo
“Lo so, ma devo aiutare Francesca con dei compiti!” mentii.
Quando si trattava di compiti, mio padre acconsentiva sempre.
Mi guardò esitando, cercando di trovare una menzogna.
Sospirò.
“E va bene!” disse.
Io diedi un urletto di gioia e lo baciai sulla guancia prima di chiudere la porta alle mie spalle.
Mandai un messaggio a Bruno per dirgli che stavo andando alla pista.
La pista di motocross distava venti minuti da casa mia e inoltre dovevo anche passare per i binari dei treni.
Quando arrivai a quel punto cercai di non far andare le mie scarpe nei binari, non si sa mai.
Riuscii a oltrepassare con facilità e incominciai a sentire i primi rumori di moto in azione e i primi odori di benzina.
Quando fui davanti l’entrata chiamai Bruno.
“Ehy, dove sei?” chiesi.
“Ehm, vengo subito da te”
Voltai il mio sguardo verso un capannone.
Come non detto.
Leon stava parlando con Lara ed era lampante la loro relazione.
Lara mi indicò con lo sguardo e Leon si girò.
Incominciò a muoversi verso di me mentre io cominciai a torturarmi le mani.
Non volevo essere cruda nel dirglielo.
Urlò qualcosa ma non riuscii a capire per il rumore di moto.
“Non capisco!” urlai.
Lui si avvicinò ancora di più.
“Cosa ci fai qui?” chiese squadrandomi con gli occhi.
Io non riuscii a non essere incantata.
“Ehm…eh…sono venuta a vedere una gara”
I suoi occhi si accesero di gioia.
“E tu come lo sapevi che dovevo fare una gara oggi?”.
Avevo paura di dirglielo, forse non sarebbe stato più lucido.
Ma forse non gli importava neanche di come stavo io, di come mi stava facendo soffrire.
“Sai dov’è Bruno?” chiesi.
Lui sgranò gli occhi.
“E tu come lo conosci?” chiese scandalizzato.
“Mi ha invitato qui per vederlo” ammisi.
Non dovevo dirgli tutti i particolari.
“E’ nello spogliatoio, ma tu puoi aspettare sugli spalti qui” disse indicandomi gli spalti.
“Va bene” conclusi.
Lui si diresse verso lo spogliatoio con sguardo abbattuto.
Da lontano vidi una Lara che mi fulminava con gli occhi.
E io ricambiai il gesto.
 
Nota autore :
Scusate, chiedo perdono!
Dovevo aggiornare ieri ma sono stata ad una festa e mi sono proprio dimenticata!
Ma andiamo al dunque, DOVE SIETE FINITI?
Mi mancano le vostre recensioni!
Guardate che se scrivete le recensioni mi sento molto più motivata a continuare questa storia eh.
Scrivetemi anche le cose più sciocche (?) o le cose che vi piacciono della storia o delle vostre richieste che io prenderò sicuramente in considerazione J
Daaai che continuo a tre recensioni :) Bien. Per oggi è tutto se ne parla tra Mercoledi o Giovedi :). Ah. Forse nel prossimo capitolo ci saranno scene Leonetta, chissà :)  

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Capitolo 31
*** Non ricorderai niente ***



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Leon P.O.V
 
Dopo aver parlato con Violetta mi avviai con sguardo triste verso gli spogliatoi.
Come poteva Bruno provarci con la mia ragazza?
Esitai.
Non era più la mia ragazza.
Bruno stava uscendo dalla porta e mi fece un cenno con la mano.
“Cos’è questa storia?” chiesi io arrabbiandomi.
“Non capisco di cosa parli fratello”
“Non chiamarmi fratello!” gli urlai contro.
“Oggi sei strano, vado al capannone”
Lo presi per il braccio.
“Devi vedere Violetta vero?” chiesi.
Lui esitò.
“Si, ma non capisco cosa ti importi dato che ti sei lasciato da poco con mia sorella” disse sorridendo falsamente.
“Mi importa perchè è una mia amica” affermai.
“Guarda che anche lei è mia amica, Leoncino” disse ammiccando.
Mi infuriai e serrai i pugni mentre lui si avviò da Violetta.
Mi voltai vedendo loro due che si prendevano per mano ed erano sugli spalti.
Mi infilai velocemente la tuta e mi avviai al capannone.
“Cosa c’è Leon?” chiese Lara.
“Niente” dissi seccamente.
 
Violetta P.O.V
 
Scorsi il viso di Bruno e si stampò un debole sorriso sul mio volto.
Mi raggiunse correndo, la gara iniziava tra poco e poteva a stento salutarmi.
“Ehy, Violetta!” disse sorpreso con il fiatone.
“Ciao” sorrisi.
“Aspetti da molto?” chiese prendendomi le mani.
“No, sono arrivata da dieci minuti” lo rassicurai.
“Scusami ma Leon mi ha trattenuto per molto, stavamo litigando”
“Aha” riuscii a spiccicare.
Lui esitò aspettandosi un “perchè avete litigato?”.
Invece avevo già le idee chiare su quello che fosse successo.
“E’ molto possessivo con te a quanto vedo!” affermò strabuzzando gli occhi.
“Beh si, noi eravamo fidanzati” ammisi abbassando lo sguardo.
“Ma è acqua passata vero?” disse con un sorriso smagliante
“C-certo” dissi guardando oltre il suo sguardo Leon furioso.
No, non era acqua passata.
Sono sicura che non lo avrei mai più dimenticato.
“Bene, ora vado a mettere il casco. Fai il tifo per me, ok?” disse avviandosi verso il capannone.
Volevo tranquillizzare Leon, non era in grado di superare quella gara e non voglio avere sulla mia coscienza un suo incidente.
Mi alzai dagli spalti e lo raggiunsi vicino alla moto.
Era intento a allacciarsi il casco ma era abbastanza furibondo che non ci riusciva.
Inciampai in un rametto e mi accasciai aggrappandomi al suo petto.
Lui prontamente mi salvò non facendomi cadere.
Mi alzai e i nostri visi erano distanti si e no 1 cm.
Non riuscivo a parlare perchè i suoi occhi verdi mi perforavano la mente.
Era come un incantesimo.
“Eh..ehm. Volevo augurarti buona fortuna” dissi allontanandomi.
Lui esitò e dopo qualche secondo mi rispose.
“G-grazie” balbettò.
Avvicinai il suo viso al mio.
Lui capì altre intenzioni ma volevo solo allacciargli il casco.
“Ti allaccio il casco, oggi non è proprio giornata vero?” chiesi sorridendo.
Lui non disse niente e quando accese la moto mi fece cenno di spostarmi.
Mi spostai e mi appostai sugli spalti per fare il tifo.
Ogni volta che Bruno faceva una acrobazia urlavo e Lara continuava a guardarmi disgustata.
Infatti vinse lui.
Leon arrivò quarto.
Sentii Lara parlare con il proprietario della pista.
“Non è mai stato così distratto da arrivare quarto!” urlò lei.
“Forse ha bisogno di altro allenamento” disse l’uomo portandosi una mano sotto il mento.
“O forse è troppo distratto da qualcosa” disse Lara.
A quel punto si girò squadrandomi.
Aveva perfettamente ragione.
Io pensavo di non fare ormai nessun effetto su Leon ma era lampante che lo avessi distratto.
Forse era ancora innamorato di me?
Non avevo neanche chiesto spiegazioni quando aveva baciato Lara.
Forse veramente si stavano lasciando, come poi è successo.
In questi giorni stavo incominciando a perdonarlo.
Lui si avviò con la moto nel parcheggio.
Rimasi letteralmente incantata quando lui scosse i capelli dopo essersi tolto il casco.
Il mio sguardo andò su Lara, che lo guardava anche lei incantata.
Mi alzai dagli spalti e lo raggiunsi in fretta, perchè anche Lara si stava avviando.
“Ehy” dissi.
Lui si girò e si ritrasse.
“Volevo arrivare primo, accidenti” disse mettendo il broncio.
“Per me sei stato comunque bravissimo” lo rassicurai accarezzandogli la spalla.
Lui notò il gesto e strabuzzò gli occhi al mio contatto a tal punto che ritrassi le mie mani imbarazzata.
“Ehm, grazie” disse sfoggiando un suo bellissimo sorriso.
Avevo bisogno solo di quello.
Sorrisi.
“Ora vai a casa?” chiese squadrandomi.
“Si, ma vado a piedi” conclusi guardandomi le unghie per non guardarlo negli occhi.
“Se..vuoi posso accompagnarti io” questa volta era lui che aveva lo sguardo basso.
“Per me va bene” sorrisi.
Lui guardò oltre il mio sguardo e serrò i pugni.
“Sono felice che ora ti sei fidanzata” sputò.
Come poteva credere una cosa del genere?.
“Ma io non sono fidanzata” mi accigliai.
“Ah no?” chiese strabuzzando gli occhi.
“No” dissi sorridendo.
Anche lui sorrise debolmente.
“Violetta” sentii il mio nome in lontananza.
Mi voltai.
Era Bruno.
“Hey!” dissi salutandolo con la mano.
“Torni a casa ora?”
“Si, mi accompagna gentilmente Leon” dissi io cercando di non far caso ai loro sguardi pieni di sfida.
“Va bene, quando ci rivedremo?” chiese speranzoso il ragazzo.
“Non so, ti faccio sapere tramite cellulare” conclusi.
“Va bene” disse affranto.
Salutò me e Leon e si diresse verso il capannone.
La mia attenzione fu letteralmente catturata quando Leon mi prese le mani.
“Andiamo?” chiese con gli occhi grondanti di gioia.
“Si!” dissi decisa.
Mi sedetti dietro mentre lui guidava ad alta velocità.
Un mio gesto istintivo fu quello di abbracciarlo ma poi mi ritrassi subito.
Neanche i fidanzati avevano quegli atteggiamenti.
“Guarda che puoi aggrapparti” disse rassicurandomi.
Non ebbi paura e lo abbracciai stretto di nuovo ispirando il suo profumo.
Quando arrivai davanti casa ero ancora abbracciata a lui.
Scesi porgendogli il casco.
“Bene, ci vediamo domani a casa tua?” chiesi speranzosa.
“Certo, puoi anche arrivarci a piedi”
“Sicuramente” risposi.
“Bene, allora vado” disse sorridendomi.
“Va bene” dissi ormai sulla soglia della porta.
Accese la moto e si avviò mentre io lo guardai incantata.
Dopo cinque minuti mi accorsi di essere sul pianeta Terra quindi rientrai in casa e mi avviai subito nella stanza per scrivere sul diario.
Non vedevo l’ora di provare la coreografia con lui l’indomani.
Dopo aver mangiato mi diressi definitivamente in camera mia e mi addormentai come un angioletto.
 
Francesca P.O.V
 
Stavo camminando sul marciapiede per andare a casa di Camilla, quando mi fermai per rispondere a una telefonata.
Era Federico.
“Ehy Fran” disse.
“Ciao Federico” risposi entusiasta
“Cosa fai stasera?” chiese speranzoso.
Intuii le sue intenzioni.
“Niente” risposi appoggiandomi al muretto.
“Bene, che ne dici se vieni da me?” chiese con voce dolce.
“Cosa facciamo?” chiesi.
Lui esitò e incominciai a pensare male.
“Ci vediamo un film, ovvio no?” disse con l’aria più normale del mondo.
“C-certo!” risposi.
Mi avviai verso casa di Federico e si sorprese che dopo già cinque minuti fossi arrivata.
“Ero già da queste parti!” mi giustificai ridendo.
“Aha” disse lui poco convinto.
“Su, sta zitto e baciami” conclusi buttando le mie braccia al suo collo.
Lui non ci pensò due volte e mi baciò molto dolcemente.
Mi staccai dopo 2 lunghi minuti.
“Che film vediamo?” chiesi entrando nell’appartamento.
“Twilight?” chiese.
Storsi il naso.
“Mhh, l’ho visto molte volte” dissi sedendomi sul divanetto.
“Titanic?” chiese.
Il mio viso si illuminò perchè Titanic è sempre stato il mio film preferito.
“Vada per Titanic” concluse buttandosi sul divano.
 
Violetta P.O.V
 
Quella mattina mi svegliai fresca e riposata.
Mi avviai nel salotto e trovai già mio padre ed Esmeralda intenti a fare colazione.
“Buon giorno” dissi sorridendo.
“Come siamo felici stamattina” affermò mio padre guardandomi.
“Come tutte le mattine d’altronde” risposi.
Lui sospirò e continuò a mangiare mentre mi avviai in cucina.
“Non mangi Vilu?” chiese Esmeralda
“No, devo andare presto stamattina a scuola. Prendo qualcosa al volo al Resto Band”
“Ok, dammi un bacio” disse.
Io sorrisi e le lasciai un bacio sulla guancia.
Salutai tutti e mi diressi verso il Resto Band.
Sentivo dei passi dietro me.
Mi voltai vedendo Diego.
“Diego!”
“Andiamo insieme al Resto Band?”
“Certo!” conclusi.
La mattinata passò tranquilla a parte le ore infernali di Gregorio e addirittura Francesca fu cacciata fuori.
Mi avviai verso casa e decisi cosa dovevo indossare.
Optai per un vestito acquamarina a balze e dei tacchi neri a spillo.
Questo vestito aveva una profonda scollatura dietro la schiena e sono sicura che mio padre non mi avrebbe dato il permesso di uscire ma ora non c’era, era indaffarato nel suo studio.
Mi avviai e chiusi silenziosamente la porta.
Dopo dieci minuti arrivai alla mia meta.
Notai il campanello : Leon Vargas.
L’appartamento era probabilmente intestato a lui perchè è maggiorenne.
Bussai con decisione e mi aprì dopo dieci secondi.
Anche lui era già vestito per la festa.
Lo guardai da capo a piedi.
“Che schianto!” mi lasciai scappare.
Mi pentii subito di quelle parole.
Aveva una camicia blu jeans e dei pantaloni neri sempre di jeans.
Lui sorrise.
“Anche tu” ammise.
Notai che aveva i primi tre bottoni della camicia sbottonati.
“Vieni, ho spostato tutti i mobili in salotto” ammise.
Lo seguii e rimasi incantata di come aveva ristrutturato l’appartamento.
“Che canzone pensi di usare  per la coreografia?” chiese.
“Non ne ho idea” ridacchiai appoggiando la mia mano sulla fronte.
“Intanto proviamo qualche passo” disse.
Mi mostrò alcuni passi che eseguii alla perfezione.
Dopo qualche ora avevamo assemblato un po’ della coreografia.
Mi tolsi la giacca dal troppo caldo e lui si irrigidì vedendo la scollatura evidente.
Andò in bagno e dopo qualche minuto suonò il campanello.
Erano arrivati tutti insieme gli invitati.
Francesca mi prese subito sottobraccio.
“Avanti, racconta!” ordinò.
“Cosa devo raccontarti?” chiesi strabuzzando gli occhi.
“Avanti, siete stati soli tutto il pomeriggio!”
Io roteai gli occhi.
Leon salutò tutti e alcune ragazze lo adocchiarono anche.
Lui non se ne preoccupò molto, pensava solo a bere.
Lo stavo guardando da molto e ormai era arrivato al terzo bicchierino di Tequila.
Ludmilla accese lo stereo e inserì il Cd con la musica.
Io ero seduta mentre Francesca ballava con Federico e Camilla con DJ.
Leon si avvicinò a me.
“Vuoi ballare?” chiese tendendomi la mano.
Non si reggeva in piedi.
Era ubriaco ma accettai.
Io avevo le braccia intorno al suo collo mentre lui mi cingeva la vita accarezzandomi la schiena.
I balli continuarono fino alla fine della festa.
Era tutto così magico.
Ludmilla si era concentrata con Gustavo mentre Nata e Maxi non si staccarono un momento.
Verso le 23 la casa era un soqquadro e gli altri se ne andarono così mi offrii di aiutare Leon.
Andai un momento nel bagno per rifarmi il trucco quando lui si appoggiò allo stipite della porta.
“Sei bellissima, te l’ho già detto?” chiese.
“Si, me lo hai già detto!” dissi avvicinandomi.
“Puliamo questo porcile” conclusi.
Lui mi prese per un braccio.
“Violetta…” mi sussurrò nell’orecchio.
“Si?” chiesi io.
“Ho una voglia matta di baciarti” disse guardandomi negli occhi.
“Sto cercando di non cedere a questa tentazione, ma mi è impossibile” continuò guardando ancora una volta la mia scollatura.
Gli accarezzai la guancia che ormai era diventata bollente.
Non potevo perdonarlo così facilmente.
Sapevo che il mio orgoglio primeggiava sempre.
Dopo qualche secondo mi accorsi però che era ubriaco e che non avrebbe ricordato niente.
Gli cinsi il collo con le mie braccia mentre lui si avvicinò lentamente cingendomi la vita forte.
Non mi voleva lasciare andare, e nemmeno io volevo.

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Le nostre labbra si sfiorarono dando vita ad un bacio appassionato.
Le nostre lingue danzavano e nella stanza si sentiva solo il bellissimo suono degli schiocchi dei nostri baci.
Io gli accarezzavo i capelli dolcemente mentre lui mi accarezzava la schiena.
Ci accorgemmo di essere senza fiato ma nessuno di noi due voleva interrompere quel momento magico.
Sentii un conato di vomito e mi scostai.
Lui corse verso il bagno per vomitare.
“S-scusami” disse affranto.
“Tranquillo” lo rassicurai.
Mi veniva da ridere vedendo la sua testa completamente gettata nel water.
Chiamai Angie dicendole di dire una bugia a papà perchè Leon non si sentiva bene e che sarei rimasta a dormire da lui.
Angie accettò un po’ forzata.
Sapevo che le bugie non portavano niente di buono, ma questa era a fin di bene.
Quando finì di vomitare venne nella stanza.
Dovevo trovare una scusa per restare lì.
Guardai fuori dalla finestra
“Ho chiamato Angie per dirle che restavo qui, c’è il temporale e non posso tornare a casa da sola” affermai.
Lui mi lanciò uno sguardo molto intrigante.
“C’è un solo letto però” disse ridendo.
“Oh beh, ci stringeremo allora” dissi maliziosamente.
Oh mio dio, ma dov’era finita la Violetta timida?
“Certo, vieni qui” disse facendomi cenno di rifugiarmi tra le sue braccia.
Mi accoccolai sul letto vicino a lui, o meglio avvinghiata a lui.
Ci stavamo baciando da un’ora.
Le nostre lingue si cercavano come l’aria e non riuscivo a staccarmi da lui.
Nonostante fosse ubriaco non cercava di andare oltre.
Si tolse la camicia e rimase a petto nudo.
Ammirai quel corpo scolpito.
“Fa caldo” disse sarcasticamente.
Io incominciai a baciargli il petto mentre lui iniziò ad ansimare rumorosamente.
“Violetta…” mi sussurrò.
“Si?” chiesi ritornando alla sua bocca.
“Vuoi farmi perdere la testa?” disse ansimante.
“No, scusami”
Mi staccai bruscamente.
Anche io stavo perdendo di vista la mia testa e i miei ormoni ma mi fermai, non volevo perdere la verginità in questo modo.
Certo, mi piacerebbe passare la mia prima notte con Leon ma non quando lui è ubriaco. Deve ricordarsi anche lui di questo evento speciale e deve esserne consapevole.
“Buona notte” dissi voltandomi dall’altro lato imbarazzata.
“Buona notte” rispose iniziando a ridere e intuendo il mio imbarazzo.
Quella sera era stata molto bella per me e dubito che il giorno dopo se ne ricorderà.
E anche se fosse cercherò di negarlo, perchè me ne sono già pentita.
 Mi accarezzò i capelli per qualche minuto finchè non caddi in un sonno profondo.
 
 
Note autore :
Eccomi qui con questo nuovo capitolo!
Strano che aggiorni oggi vero?
Il fatto è che ci sono state delle richieste di aggiornare subito lol.
Quindi dedico questo capitolo principalmente a syontai, che mercoledì parte *piange* e a ithinkaboutyou che ha minacciato di uccidermi se non pubblicavo il nuovo capitolo (scherzo ovviamente).
Ma passiamo a questo capitolo!
Stranamente non lo trovo romantico perchè Leon è ubriaco u.u
Però me piasa, me piasa pe davero u.u
Ok, *sclero time*
Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre.
E non scordatevi di recensire, mi avete scritto 5 recensioni siete i lettori più grandiosi del mondo *-*
Non vi dirò quando pubblicherò il prossimo capitolo perchè non l’ho ancora scritto ps: Quando Violetta si toglie la giacca e Leon va in bagno a fare le sue cose xD Ecco voglio dirvi di non intendere che Leon va in bagno per fare cose ehm ehm. Ok fate finta di non aver letto questa ultima parte xD 

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Capitolo 32
*** Ho bisogno di te ***



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Violetta P.O.V
 
Uno spiraglio di luce mi entrò dritto in un occhio e lentamente aprii le mie iridi sbadigliando.
Avevo il corpo completamente aderito a qualcosa di caldo, oserei dire…pelle.
Di scatto aprii gli occhi e vidi Leon dormire come un angioletto.
Mi cingeva con le braccia e io approfittai e mi beai di quella scena sublime.
Ma non mi ero staccata bruscamente la sera prima?
Oh che dolce, mi aveva abbracciato.
Sapevo che ora aveva smaltito la sbornia e dovevo controllare i miei movimenti.
Non volevo fargli notare che avevamo dormito così.
Mi alzai lentamente ma qualcuno mi tirò per un braccio.
“Violetta?” sentii sussurrare.
“Si?” chiesi timidamente senza girarmi.
“Cosa ci fai nel mio letto?” chiese Leon strofinando gli occhi.
Oh menomale. Non si ricordava niente.
Dalla confusione totale non mi ricordai ieri sera di essere rimasta solo con un pantalone di ricambio e il reggiseno così mi coprii con le mani.
“Ehm, ieri hai fatto una festa” riuscii a spiccicare.
“E come mai ci siamo trovati a letto insieme?” disse sgranando gli occhi alla mia visione.
“Ehm” balbettai.
“E per di più in intimo…” continuò.
“Non pensare male, c’era un forte temporale e non sono potuta tornare a casa” dissi.
Infondo era la verità.
“E cosa abbiamo fatto?” disse guardandomi maliziosamente.
La mia gola divenne secca.
Oh, non puoi immaginare cosa abbiamo fatto.
“Niente Leon, cosa ti aspettavi?”
“Niente” sorrise sospirando.
Io mi alzai e feci finta di aprire il cellulare ma in realtà non facevo altro che guardare il suo petto scolpito e che fino alla sera prima stavo baciando avidamente.
Mi guardai allo specchio e una macchia mi colpì.
“Cos’è quello?” chiese Leon alzandosi.
Io coprii subito il succhiotto con i capelli.
“Niente di cui tu debba preoccuparti” risposi seccata.
Maledetto! Come poteva averlo fatto?
Controllai l’orario, era molto tardi.
“Oh no” strillò Leon.
“Eh?”
“Sono le 11. Mi spieghi ora come ci presenteremo allo Studio?” disse.
“Beh, non fa niente che per qualche volta saltiamo le lezioni” ammisi.
Lui annuì incerto.
“Così potrò dedicarmi meglio al motocross” affermò.
Io mi ingelosii parecchio.
Ogni volta che parlava di motocross mi veniva in mente Lara.
E solo il fatto di vederlo lì a provare le corse con lei, mi fa disgusto.
“Oh, certo” dissi io cercando di parere il più normale possibile
“Tu dove andrai?” chiese stiracchiandosi.
“Non so, troverò una soluzione” dissi vestendomi velocemente.
Non potevo ancora immaginare a come mi ero spinta l’altra sera.
Evidentemente anche io avevo bevuto un po’ troppo.
Neanche da me stessa mi sarei aspettata tanta audacia.
“Te ne vai già?” chiese Leon che era ancora sotto le coperte.
“Si, non vedo perchè dovrei ancora restare qui” dissi prendendo la borsa.
Lui mi guardò accigliato.
“Sicura che non potevi tornare a casa ieri sera?” chiese.
“Se per te uscire con la nebbia e il vento è sicuro allora si, potevo tornare a casa” mentii.
Mi avvicinai alla soglia della porta.
“Non ti preoccupare Leon, solo il fatto che abbiamo dormito insieme non vuol dire che tu abbia tradito Lara” sputai.
Uscii dalla porta sbattendola.
E ora dove potevo andare?
Sentii urlare qualche volta il mio nome dall’abitazione così mi diressi verso lo studio.
Se sarei tornata a casa mio padre avrebbe pensato male.
Una volta arrivata alla piazza rallentai bruscamente la mia corsa per vedere chi c’era.
“Pss” sussurrai.
Camilla si girò.
“Vilu cosa ci fai qui?” urlò.
“Shh!” dissi tappandole la bocca.
“Cosa?!?”
“Sono venuta tardi” dissi sedendomi sulla panchina.
“E tuo padre non si è arrabbiato?” chiese squadrandomi.
“No, perchè non ho dormito a casa mia” dissi guardandomi le unghie.
Lei divenne bordoux e poi incominciò a ridere sguaiatamente.
“Cosa c’è da ridere?” chiesi accigliandomi.
“Cosa avete fatto tu e Leon?” chiese capendo che avevo dormito da lui.
Questa volta fui io a diventare rossa.
“N-niente ma cosa ti salta in mente?Lo sai che dopo quello che ha fat..” mi tappò la bocca.
“Non voglio più sentire queste stupidaggini, non sei brava a mentire” affermò.
Si avvicinarono Maxi e Francesca la quale mi guardava con sospetto.
“Come mai a quest’ora Vilu?” chiese Francesca.
Camilla incominciò a dire tutto ma le pestai il piede.
“Ahia!” urlò.
“Mi sono svegliata tardi” dissi.
In effetti era la verità  ma non le avevo spiegato di non aver dormito a casa mia.
“Mh mh” disse Francesca poco convinta.
Intanto Diego uscì dal portone principale e si sorprese vedendomi lì.
“Violetta!” urlò salutandomi.
Io ricambiai il gesto.
“Ciao Diego!” dissi.
Lui si avvicinò sempre di più.
“Che ne dici se andiamo a prenderci un frullato?” disse mentre i miei amici parevano impassibili.
“Perchè no?Voi volete venire?” chiesi guardandoli.
Loro scossero la testa e mi alzai seguendo Diego.
“Come mai hai fatto tardi?” chiese
“Non mi sono svegliata in tempo” ammisi
“Hai fatto tardi ieri sera vero?”
“Si, Leon ha fatto una festa e me ne sono andata tardi” mentii.
“Leon ha fatto una festa?” chiese scandalizzato.
“Si…” dissi incerta.
“Oh accidenti” urlò
“Cosa?” chiesi.
“Sicuramente ti avrà dato fastidio tutta la sera”
“Non devi preoccuparti Diego” lo rassicurai dandogli una pacca sulla spalla.
Lui sorrise debolmente.
“Mi preoccupo perchè non te lo meriti dopo tutto quello che ti ha fatto” disse stringendo la mia mano con la sua.
Io non la lasciai.
Non dissi più niente e dopo qualche minuto ci ritrovammo seduti a bere un frullato e a scherzare.
“Non mi dire che l’avete fatto veramente!” urlai ridendo.
“Si, Ludmilla è bellissima con la vernice verde. Dovevi vederla stamattina, era furiosa!” sorrise.
“Volevo esserci anche io e godermi la scena” dissi bevendo il frullato.
Beh Violetta, potevi sicuramente andare a scuola presto se la sera prima non avresti baciato tutta la notte Leon.
Stupida coscienza.
In fondo non mi ero pentita del mio gesto, volevo un’ultima volta baciare il mio ex ragazzo, non vedo cosa ci sia di male.
Ma poi ritornavano i sensi di colpa, del fatto che lui è fidanzato e che mi ha baciato.
Poi mi veniva la rabbia perchè è stato lui a provocarmi e io non ho saputo resistere.
“Violetta, sei sulla Terra?” chiese Diego sventolandomi le mani davanti al viso.
“S-si” non riuscivo a non pensare a ieri sera.
 
Angie P.O.V
 
Presi frettolosamente il cellulare e chiamai Violetta dalla sala professori.
“Violetta, mi spieghi perchè non sei venuta a scuola?” chiesi furibonda.
“Scusa Angie, mi sono svegliata tardi. Comunque sono qui nella piazza” ammise Violetta.
“E va bene, ma muoviti che fra mezz’ora hai una lezione con me” dissi chiudendo la chiamata.
Il mio cellulare vibrò e il display mi indicò un messaggio non letto.
Lo aprii, era German.
Il mio cuore iniziò a battere velocemente, German mi piaceva da quando ero entrata in casa Castillo.
 

-Salve Angela, volevo chiederle se poteva venire al bar Sun a prendere qualcosa da bere con me. Dovrei parlarle. German Castillo-
 

Risposi frettolosamente di si al messaggio e mi avviai verso il bar.
Nonostante fossi sua cognata mi dava sempre il lei.
E questa cosa mi faceva terribilmente arrabbiare.
Arrivai dopo dieci minuti e notai il suo sguardo fisso nel vuoto.
Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti toccandogli una spalla.
“Salve German” dissi per farlo distogliere dai suoi pensieri.
“Salve Angie” disse sorridendo.
Io esitai.
“C-cosa mi voleva chiedere?” chiesi.
“Lei è un grande punto di riferimento per Violetta, oltre che sua zia è anche la sua istitutrice e vorrei che lei venisse a vivere di nuovo da noi” disse tutto d’un fiato.
Io volevo spiegargli tutto.
Volevo dirgli che la sua fidanzata mi aveva ricattato e che per colpa mia poteva finire in prigione ma l’unica cosa che potevo fare era abbassare il capo.
Non potevo rifiutare una proposta simile.
“Va bene, German” dissi con un velo di tristezza.
“Si sente bene?” chiese.
“Si, benissimo” sorrisi.
“Bene, ha bisogno di aiuto per le valigie?” chiese speranzoso.
“No, no grazie” dissi alzandomi dalla sedia.
“Aspetti, non vuole bere qualcosa?” chiese fermandomi il braccio.
“No, no grazie. Ora vado a casa di Pablo per preparare tutto” dissi andandomene e facendogli un cenno con la mano
Mi avviai verso lo studio e digitai frettolosamente il numero di Violetta.
“Vilu, hai problemi se non faremo la lezione oggi?” chiesi.
“No vai tranquilla” disse mentre stava ridendo.
“Dove sei?” chiesi.
“Sono al Resto Band” rispose.
“Ok, allora ci vediamo dopo” e chiusi la telefonata.
 
Violetta P.O.V
 
Mi squillò il cellulare mentre stavo al Resto Band con Diego.
“Pronto?”
“Vilu, hai problemi se non faremo la lezione oggi?” chiese Angie
“No vai tranquilla” risposi.
“Dove sei?” chiesi.
“Sono al Resto Band” affermai.
“Ok, allora ci vediamo dopo” e chiuse la telefonata.
Io guardai Diego mentre lui beveva il frullato.
“Chi era?” chiese.
“Angie” risposi.
In quel momento mi vibrò il cellulare.
“A quanto vedo sei desiderata” disse ridendo
“Eh si” riuscii a spiccicare.
Era Bruno.
 

Ehy Violetta che ne dici se oggi vieni a vedere i miei allenamenti?
 
 

Ero leggermente indecisa.
“Cosa c’è?Sei pensierosa” constatò Diego.
“Stavo pensando se andare a vedere gli allenamenti di un mio amico” affermai.
Lui serrò le mascelle e roteò gli occhi.
“Se vuoi posso accompagnarti io, hai lezione ora?” chiese.
“No” sorrisi.
“Bene, andiamo” disse alzandosi.
Si avviò per pagare il conto e lo ringraziai.
 
Leon P.O.V
 
Dopo essermi svegliato mi alzai ancora barcollante e mi diressi verso la doccia.
Il rumore del getto d’acqua cominciò a farmi rilassare perchè non mi ero ancora ripreso dalla frase patetica che aveva pronunciato Violetta.
 
“Non ti preoccupare Leon, solo il fatto che abbiamo dormito insieme non vuol dire che tu abbia tradito Lara”
 
Pensava ancora che dopo tutto questo stessi ancora con Lara?
All’improvviso la mia mente fu offuscata da delle immagini.
Due persone.
Uno era appoggiato allo stipite della porta mentre l’altra lo cingeva al collo e lo baciava.
Le immagini ora erano più chiare.
La ragazza era Violetta, e chi era il ragazzo?
Lo avrei ridotto in polpette.
Una camicia color jeans con jeans neri.
Ma sono io?
Iniziai a ricordare tutto e quando fui uscito dalla doccia ero più scombussolato di prima.
Allora io e Violetta ci eravamo baciati e avevamo dormito insieme!
Dovevo parlarle, come aveva potuto negare una cosa simile?
Provai a chiamarla al cellulare me lei non rispose alla chiamata così mi avviai alla pista di motocross, le avrei parlato con calma dopo.
Spensi la moto vicino al capannone e raggiunsi Lara.
“Ciao” dissi
“Ciao Leon” affermò freddamente.
Io non volevo parlarle così mi avviai verso la pista con la moto nuova e provai a manovrarla.
“Leon!” disse Lara correndo verso di me.
“Si?” chiesi.
“Devi allenarti, sei arrivato quarto e non tolleriamo una cosa simile” disse freddamente.
“Certo, ora mi alleno” conclusi.
Avviai definitivamente la moto e iniziai a percorrere la corsa.
Era molto facile così in mezz’ora mi allenai tantissimo.
Quando spensi la moto stremato Lara applaudì.
“Spero che vincerai le gare con la stessa grinta” disse.
Io guardai oltre il suo sguardo e vidi Diego e Violetta ridere mentre salutavano Bruno.
Violetta.
Violetta era in mezzo a due ragazzi, e questi due ragazzi erano i miei più grandi nemici, quelli che volevano portarmela via.
Lei rideva.
Iniziai a correre verso di lei quando Lara terrorizzata mi fermò un braccio.
“Leon, io penso che tu debba dimenticarla”
Ne avevo abbastanza.
“E io invece penso che tu debba lasciare il mio braccio,ora” dissi seccamente.
Lei mi lasciò andare e borbottò qualcosa mentre mi avvicinai a Violetta senza neanche salutare Diego e Bruno.
“Devo parlare con te, da soli” dissi guardandola negli occhi per poi mandare delle occhiatacce agli altri due.
Bruno salutò Violetta e se ne andò mentre Diego era irremovibile.
“Io me ne andrò solo quando Violetta lo vorrà” affermò incrociando le braccia.
Che rompiscatole.
“Diego, puoi lasciarci soli?” chiese gentilmente Violetta
“Va bene” disse andandosene vicino al capannone e lanciandomi uno sguardo omicida.
Quando fu abbastanza lontano incominciò a parlare.
“Cosa vuoi?” chiese stizzita mentre si avviava verso gli spogliatoi.
“Voglio che mi spieghi perchè mi hai negato quello che è successo ieri sera”  affermai.

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In qualche secondo ci trovavamo sulla soglia degli spogliatoi maschili.
“Perchè, cosa ho negato?” chiese fingendo di cadere dalle nuvole.
Era impallidita visibilmente.
“Questo” dissi scoprendole i capelli e notando il livido provocato dai miei baci.
Esitò.
“Leon, io non volevo dirtelo” ammise con lo sguardo basso.
“Perchè?” non riuscivo a spiegarmelo.
“Tu stai con Lara e non volevo essere la causa di altri problemi” disse tutta d’un fiato.
Allora i miei sospetti erano veri, lei credeva che fossi fidanzato con Lara.
“Io non sono fidanzato con nessuna. L’ho lasciata il giorno dopo che avevamo discusso”
I suoi occhi diventarono lucidi e pieni di lacrime.
“Perchè stai piangendo ora?” chiesi tristemente.
Lei mi abbracciò stringendo la mia tuta.
“Perchè ieri sera è stata la notte più bella della mia vita e il fatto di avertelo negato mi stava logorando dentro” disse singhiozzando.
“Tranquilla” dissi accarezzandole il capo.
Le alzai il viso con un dito, era bellissima anche se aveva il mascara colato.
“Sono un mostro con il trucco colato vero?” disse sorridendo debolmente.
Io le sorrisi accarezzandole i capelli.
“Sei bellissima come sempre”.
Guardavo incessantemente i suoi occhi che sprofondavano nei miei e le sue labbra,che aspettavano solo di essere baciate.
Mi avvicinai lentamente mentre lei chiuse gli occhi.
Entrambi eravamo lucidi ed entrambi ci volevamo in questo momento.
Sfiorai leggermente le sue labbra.
Iniziai a baciarla dolcemente mentre lei si aggrappò al mio collo e io le cingevo la vita.
Entrammo velocemente negli spogliatoi maschili.
Man mano il nostro bacio divenne sempre più passionale e la spinsi contro la parete appoggiando le mie braccia possenti contro il muro per non darle via di fuga.
Lei non si opponeva e continuava a baciare le mie labbra mentre ancora qualche lacrima le sgorgava dal suo viso angelico.
Ormai ci stavamo baciando da cinque minuti, come se volessimo recuperare il tempo perduto.
Entrambi non volevamo smettere nonostante non avessimo più fiato a disposizione.
“Leon” ansimò mentre i nostri corpi aderivano perfettamente.
“Si?” chiesi appoggiando la mia fronte alla sua.
“Io ho bisogno di te” limitò a dirsi.
Quelle poche parole riuscirono a farmi capire quanto il nostro amore era forte ed entrambi avevamo bisogno dell’altro come l’aria.
“Anche io ho bisogno di te. Ti amo” affermai.
Inevitabilmente una lacrima sgorgò silenziosamente dai miei occhi e lei sorrise.
“Ti amo anch’io” concluse per poi riprendere a baciarmi.
 
Nota autore :

Salve ed eccomi con questo nuovissimo capitolo!
Volevo che il titolo della FF fosse aggiunto come citazione in un capitolo, ed ecco fatto u.u
L’ultima parte è semplicemente asdfghjkkl u.u
Continuate a recensire e scusate se le storie che leggo solitamente non le ho recensite ma non ci sono stata per due giorni e questo capitolo l’ho scritto quattro giorni fa :3
Cosa succederà nel prossimo capitolo?
I Leonetta potranno vivere in santa pace?
Angie ritornerà a casa e German…prova qualcosa per Angie?
E Bruno?Si toglierà di mezzo?
RECENSITE *-*
 
 
  

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Capitolo 33
*** Buon compleanno! ***



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Maxi P.O.V
 
Oggi andai a scuola con molto entusiasmo.
E’ il compleanno di Nata e non vedo l’ora di sorprenderla stasera con un appuntamento.
Arrivai euforico davanti la scuola ma non c’era ancora.
Intravidi Camilla e mi avvicinai.
“Ciao Camilla” dissi sorridente.
“Siamo felici oggi” constatò ridendo.
“Si” dissi modestamente mettendo le mani sui fianchi.
“Perchè?” chiese curiosa trascinandomi sulla panchina.
“Sto organizzando una festa a sorpresa per Nata” dissi con occhi sognanti.
Lei sospirò.
“Non ti ho mai visto così esasperato” disse iniziando a ridere di nuovo.
“Eh?Cosa?” dissi cadendo dalle nuvole.
“Si, insomma…sei così innamorato..” cercava di trovare le parole giuste.
Stavo per parlare ma lei continuò.
“…mi fa piacere che hai trovato la ragazza giusta” disse dandomi una pacca sulle spalle.
Io annuii debolmente.
Ricordo ancora quando mi piaceva lei.
Ero arrivato da poco allo studio e conoscevo Camilla da quando ero piccolo ma mi ero accorto di amarla solo quando arrivò anche lei a fare le audizioni.
Siamo diventati grandi amici e ho sempre cercato di reprimere i miei sentimenti per non rovinare la nostra grande amicizia che si era creata.
Alla fine ho provato a farmi piacere sempre qualche altra ragazza mentre lei era fidanzata con Brodway e per qualche casuale scelta del destino succedeva sempre che facevo le figuracce con queste ragazze.
Poi dal nulla è sbucata Nata e mi è incominciata a piacere davvero.
Prima non la notavo perchè era tale e quale alla sua socia Ludmilla ma mi accorsi che non era mai così.
Lei è molto timida e cercava un’amica popolare per contare qualcosa.

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Nella nostra relazione Ludmilla ha sempre cercato di mettere i bastoni tra le ruote perchè sapeva che se Nata si fosse dedicata solo a me lei non avrebbe avuto più appoggio e aiuto.
Camilla guardò imperterrita l’orologio per spezzare il ghiaccio.
“E’ tardi sai?Dobbiamo andare a lezione” disse con un velo di tristezza.
Mi alzai dalla panchina notando i ricci neri di Nata svolazzanti venire verso me.
Mi diede una pacca sulle spalle.
“Maxi!” disse euforica.
“Nata!” sussultai e la abbracciai.
“Tanti auguri” dissi.
“Oh grazie, nemmeno mia mamma se ne è ricordata” disse stringendomi di più.
Già, sua mamma.
Oltre a Ludmilla lei era una delle cause più grandi delle nostre litigate.
Infatti la mamma di Nata è molto possessiva nei suoi confronti e ritiene il sottoscritto uno “scansafatiche” ma non è così.
Ogni volta che poteva cercava di farle il lavaggio del cervello e metterle in testa delle idiozie, dicendo che la tradivo e che non la amavo abbastanza.
Una persona veramente cattiva e spregevole.
“Beh, quando si va avanti con l’età è difficile ricordarsi” che stupido che sono.
Sapendo del comportamento cattivo della madre cerco anche di coprirla nelle situazioni.
Il fatto è che non sopporterei che Nata litigasse con la mamma per colpa mia.
“Si, forse hai ragione” constatò poco convinta.
Lei sciolse l’abbraccio e mi diede un piccolo bacio all’angolo della bocca.
Sorrise debolmente imbarazzata.
“Non devi sentirti imbarazzata, oggi è un giorno speciale per te e devo ancora darti il mio regalo” dissi toccandole il naso con un dito.
Lei impallidì.
“Che regalo?” chiese arrossendo di colpo.
Le accarezzai una guancia e mi avvicinai al suo orecchio.
“Sorpresa” mi limitai a dire.
“Lo sai che amo le sorprese” disse lei ridendo.
Io mi limitai a sorridere mentre la gente ci guardava estasiati.
In effetti la nostra coppia faceva invidia a tutto lo studio.
“Ma ora, andiamo a lezione” dissi.
“Si” balbettò prendendomi per mano.
“Strano che Leon e Violetta non siano venuti” disse incrociando le braccia.
Io scossi solamente la testa, ormai tra loro non si capiva niente.
Si erano lasciati da qualche settimana e vedevo Leon stare male mentre Violetta piangere.
Le lezioni proseguirono regolarmente e finalmente venne la pausa.
Salutai Nata che doveva fare delle commissioni con Ludmilla e mi diressi con Francesca fuori alla piazza principale.
Con mia sorpresa vidi Camilla e Violetta parlare sulla panchina così le raggiunsi.
Violetta spiegò che si era svegliata tardi ma non mi convinceva infatti anche Francesca diventò titubante.
Sospirai vedendo Diego arrivare.
Lui era artefice della maggiori litigate tra Vilu e Leon.
Violetta chiese se volevamo andare al Resto Band con lei ma almeno io scossi la testa.
 
Leon P.O.V
 
Mi staccai malavoglia dalle labbra di Violetta che ormai erano gonfie per tutti i baci.
Le accarezzai il capo mentre lei mi stava abbracciando vicino al mio petto.
Poteva sentire bene il battito del mio cuore.
“Il tuo cuore batte forte” constatò avvicinando il suo orecchio.
“Si, succede ogni volta con te” dissi spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“E il tuo?” chiesi.
“Avevo paura che esplodesse da un momento all’altro” disse ridendo.
Mi fa piacere farle questo effetto.
“Bene, ora è meglio che vada” concluse.
Io le tirai un braccio supplicando di restare.
“Resta con me” sussurrai.
“Non posso Leon. Vorrei iniziare a organizzare i miei diciotto anni, manca meno di due settimane”
Finalmente il mio amore avrebbe compiuto diciotto anni.
Io ero diventato maggiorenne qualche mese fa e lei poteva denunciarmi per pedofilia.
Sorrisi debolmente e lei si avvicinò di nuovo per darmi un ultimo bacio che ricambiai subito.
Un semplice bacio casto e dolce.
Poi si allontanò guardandomi e lasciandomi solo nello spogliatoio.
Avevo la fronte imperlata di sudore e mi avvicinai ai lavandini per riprendere fiato.
Non potevo crederci che mi aveva perdonato.
Mi sciacquai la faccia chiudendo gli occhi e quando alzai lo sguardo sentii Lara gridare.
Uscii fuori dal bagno e fui accecato dalla luce del sole che picchiava.
Mi avvicinai al capannone.
Lei si fermò e guardò le mie labbra.
“Hai chiarito con Violetta” constatò.
La sua affermazione la disse con un po’ di tristezza.
“Come lo hai capito?” chiesi.
“Hai il labbro pasticciato di rossetto” disse ridendo sotto i baffi.
Io guardai nello specchietto della moto e notai un po’ di rossetto all’angolo delle labbra.
Mi porse un fazzoletto freddamente e io lo rimossi.
“Grazie” riuscii a dire.
Nel suo volte leggevo tante emozioni.
Tristezza, amarezza, sofferenza.
Si vedeva che stava male e questa cosa non la potevo sopportare perchè è la mia migliore amica.
Le alzai il mento con un dito.
“Che hai?” chiesi guardandola negli occhi.
Lei esitò balbettando qualcosa.
“Niente” si limitò a dire.
“E allora perchè sei così fredda?” chiesi accigliandomi.
Lei non rispose continuando a riparare la moto.
“Sei gelosa di me e Violetta?” chiesi.
Lei sospirò.
“Vai ad allenarti, fra due giorni hai una gara e non posso tollerare che arrivi quarto” concluse.
Io mi girai andando verso l’uscita.
Non potevo allenarmi dopo quello che era successo, ero troppo scosso.
Accesi la moto e mandai un messaggio a Violetta chiedendole di vederci nel nostro posto segreto oggi pomeriggio per prendere un gelato.
Lei rispose dopo qualche minuto assicurandomi che sarebbe venuta così tirai un sospiro di sollievo.
 
Nata P.O.V
 
Ormai erano le 18 del pomeriggio e non vedevo l’ora di vedere il regalo di Maxi.
Mi inviò un messaggio dicendomi di vestirmi elegante.
Mi avviai verso l’armadio con sguardo sognante e mi ritrovai lo sguardo di mia madre addosso.
“Cosa stai facendo?” chiese con le braccia incrociate.
“Ehm, devo trovare un vestito” balbettai.
“Uscirai con quel ragazzo tonto vero?” chiese stizzita.
Come poteva definire un ragazzo così amabile “tonto” ?
“No io uscirò con Ma…Maria” dissi correggendomi.
L’ho scampata.
“E’ una tua compagna di scuola?” chiese insospettita.
“Si” mi limitai a dire.
“Ah, e perchè hai scelto un vestito così elegante?” disse puntando il dito contro il tubino nero che avevo preso in mano.
Esitai.
“Dobbiamo andare ad una festa” dissi guardando altrove per non fissare i suoi occhi di ghiaccio.
“Mh mh” disse accigliandosi e cercando la menzogna nelle mie parole.
Si avvicinò allo stipite della porta e tirai un sospiro di sollievo ma poi si girò nuovamente.
“Divertiti” concluse andando in salotto.
Chiusi la porta e mi buttai sul letto, come attrice non ero mai stata credibile.
Squillò il cellulare e sbuffai.
Chi osava interrompere i miei pensieri..oh..è Maxi.
“Pronto?”
“Ehy principessa”
Arrossii a quel complimento.
“Maxi..” balbettai.
“Sei pronta, tra poco passo a prenderti”
Andai nel panico.
Mia madre mi avrebbe sicuramente ammazzata se avesse saputo la verità.
Infatti lei odia profondamente le bugie.
“N-no” dissi scandalizzata.
“Ma come?” balbettò scandalizzato.
“Non venire davanti casa” ordinai.
Lui capì tutto.
“Ah ho capito. E’ per tua madre vero?!” chiese con un filo di tristezza.
“Beh Maxi, lo sai com’è fatta” ammisi.
“Ok…dove ci incontriamo?” chiese speranzoso.
“In fondo alla strada tra mezz’ora” conclusi.
“Ok, ti amo” e chiuse la telefonata.
Non mi aveva mai detto quelle parole.
Toccai le mie guance che erano bollenti.
Infilai velocemente il vestito e mi guardai allo specchio girando su me stessa.
Avevo bisogno di una amica che poteva consigliarmi.
Ludmilla aveva sempre da fare e non veniva mai a casa mia mentre le altre ragazze non se ne importavano di me perchè mi ritenevano come Ludmilla.
Sospirai e indossai i miei tacchi infernali.
Avevo dieci centimetri in più di Maxi.
La prima cosa che mi aveva colpita di lui era la sua altezza infatti  è molto basso e tenero.
Sorrisi e mi morsi il labbro inferiore.
Presi la piastra e lisciai i miei capelli ricci.
Divennero lisci in poco tempo e mi arrivarono al sedere.
Decisi di optare per una coda di cavallo comoda.
Passarono venti minuti e incominciai a scendere le scale della mia casa.
Salutai mia madre che mi guardò orgogliosa e mi diressi in fondo alla strada voltandomi qualche volta dietro.
Lei era capace di seguirmi.
Trovai Maxi intento a fare una telefonata.
Aveva uno smoking e una rosa rossa in mano.
Per la prima volta lo vidi senza cappello e mi commossi.
Lui non lo toglieva mai se non per le occasioni importanti e per me il mio compleanno è sempre stato un giorno come gli altri.
Il mio telefono incominciò a squillare e lui alzò lo sguardo.
Stava chiamando me.
Io corsi e mi tuffai tra le sue braccia.
Lui sciolse l’abbraccio guardandomi scandalizzato.
“Sei…perfetta” disse prendendomi le mani e porgendomi la rosa.
Mi commossi a quel gesto e lo abbracciai.
“Maxi io…” ma lui mi zittì.
“No, questa serata è tutta per noi!” disse mentre una grossa limousine si faceva strada fino a fermarsi vicino al marciapiede.
Mi fece cenno di seguirlo e sgranai gli occhi entrando in quella splendida auto.
“Avrai pagato tutto questo una fortuna” dissi con un velo di tristezza.
“Ogni cosa per la mia principessa” disse accarezzandomi la guancia.
Mi avvicinai e sfiorai le sue labbra fino a farle combaciare con le mie perfettamente.
In cinque minuti che passarono subito la limousine si fermò davanti a un grande ristorante.
“Non ci posso credere” affermai quando fui scesa dall’auto.
“Vieni” disse tendendomi le mani che non esitai ad afferrare.
Entrammo nel ristorante più chic della città e i miei occhi si illuminarono vedendo la sala dove avremmo mangiato.
Pavimenti ricoperti di petali e luci soffuse.
Si avvicinò al tavolo facendomi sedere sulla sedia.
“Io non riesco ancora a crederci” dissi mentre le mie guance si stavano nuovamente imporporando.
“Invece è la realtà, farei molto altro per te ancora” disse prendendomi le mani e baciandole.
Il nostro primo appuntamento.
Il cameriere portò man mano tutte le portate finchè non fui piena come un palloncino.
“Vado un attimo al bagno” dissi alzandomi.
Arrivai al bagno e mi specchiai aggiustando il trucco che era colato a causa delle lacrime di gioia.
Lavai le mani e inevitabilmente una lacrima sgorgò dalle mie iridi.
Nessuno aveva mai fatto questo per me e stranamente sentivo che Maxi era quello giusto.
Arrivai al tavolo dove era già stato servito il dolce.
Un mega frullato di fragole e kiwi.
“Ti ricordi eh?” chiese abbassando lo sguardo.
“Si, quando te l’ho versato addosso” dissi ridendo.
Lui sorrise debolmente.
“Non importa, perchè ora sei qui con me” disse raggiante.
Ci furono date due cannucce e incominciammo a bere avidamente.
Dopo dieci minuti ci alzammo dai tavoli diretti a casa.
“Prendiamo il taxi” proposi.
“Buona idea” disse chiamando il taxi che non tardò ad arrivare.
 
Violetta P.O.V
 
Mi avviai alla gelateria, dopo aver ascoltato le ennesime discussioni tra mio padre e Olga.
Non vedevo l’ora di rivedere Leon, mi mancava tutto di lui.
Arrivai dopo dieci minuti alla mia meta e lui era seduto su una panchina a fissare un graffito.
Arrivai sorridente e lui si alzò porgendomi un tulipano rosso.
Io lo abbracciai subito e lui mi strinse forte.
Inalai il più possibile l’odore dei suoi capelli.
“Ciao amore” disse per poi avvicinare il suo viso al mio.
Si guardò intorno e poi mi baciò dolcemente.
Mi cinse i fianchi mentre io cinsi il suo collo cercando di avvicinarmi sempre di più a lui.
“Avevo bisogno di vederti” ammise.
Esitai mordendo il labbro inferiore.
“Anche io Leon” dissi scompigliando i suoi capelli.
Lui sorrise e riprese a baciarmi questa volta insinuando la sua lingua nel mio palato.
Io feci lo stesso e ci lasciammo trasportare finchè il nostro bacio non fu interrotto da una anziana signora che passava e che tossì per finta.
Lui sorrise a prendendomi la mano ci avviamo nella gelateria.
Prendemmo i nostri gelati e ci avviammo sulla nostra panchina.
Incominciai a fissare le nostre iniziali disegnate dentro un cuore sulla panchina con un pennarello indelebile.
Già, indelebile come il nostro amore.
Finii il gelato e lui iniziò a squadrarmi.
“Cosa guardi?” chiese accarezzandomi i capelli.
“Le nostre iniziali” dissi scoprendo la collana con la sua iniziale che avevo indossato.
“Siamo telepatici?” disse prendendo dalla tasca la collana con la V sopra.
Iniziai a ridere finchè i nostri visi non furono a qualche centimetro di distanza.
A quel punto il mio sguardò si fece serio.
Gli accarezzai la guancia e con grande audacia infilai le mie mani sotto la sua maglietta per sentire i suoi muscoli scolpiti.
Lui non osò muoversi ma incominciò a baciarmi, questa volta con molta passione.
Gemeva al mio contatto sul suo petto e poi si staccò bruscamente dalle mie labbra.
“Smettiamola o finiremo per farlo qui” disse sorridendo.
Infatti non mi ero accorta di essermi seduta a cavalcioni su di lui.
“Si, hai ragione” dissi sedendomi e mordendomi il labbro inferiore.
“Che ne dici di venire a casa mia?” chiese maliziosamente.
“Ovviamente l’appartamento”precisò.
Io annuii.
Mi prese le mani deponendo un dolce bacio sul mio capo e ci avviammo verso la sua accogliente abitazione.
 
Nota autore :
Eccomi con un nuovo capitolo!
Allora, da come avete capito mi sono voluta concentrare sulla coppia “Naxi” nonché una delle mie preferite u.u
Che dolcioso Maxi *-* Quanto lo posso amare, quanto?
E Nata? Nata è perfetta per lui J
Hanno avuto il loro primo appuntamento e secondo voi finirà bene o male?
(Vi ricordo che hanno appena preso il taxi e potrebbe succedere qualcosa) ma non vi dico niente u.u
E ora passiamo ai THE BEST.
Si godono il pomeriggio insieme nella gelateria (e solo adesso mi rendo conto di quanto Leon sia ingordo di gelati WTF) e si baciano *muore*
Leon la invita a casa sua, eh u.u
Parliamone. .-.
Cosa ha in mente Leon? Ci scapperà il figlioletto? Non si sa . RECENSITE, ditemi secondo voi cosa succederà :)
Oggi hanno trasmesso o trasmetteranno finalmente l’episodio 41 e sono super-elettrizzata anche se dovrò aspettare un po’ per vederlo J
Beeesos u.u
 
 
  

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Capitolo 34
*** Desideri e imprevisti ***


Nota autore : L’ultima parte di questo capitolo sarà rating ROSSO ma a quanto vedo a voi fa piacere quindi ok u.u
 

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Angie P.O.V
 
Mi avviai lentamente verso lo Studio per cercare Pablo.
Avevo bisogno di sfogarmi.
E ora? Come la mettevo con Esmeralda?
Mi avrebbe minacciato nuovamente e io non volevo questo.
D’altra parte non volevo nemmeno rifiutare la proposta di German.
Sospirai.
 
*Flashback*
 
Stavo camminando a passo svelto verso casa Castillo.
Ennesima discussione tra me e Pablo.
Come poteva non capire che per me era difficile mentire a Violetta, German e tutti?
Lui si ostinava a dire che era brutto mentire, ma io lo facevo a fin di bene.
La verità era che è tremendamente geloso.
Pensa di risolvere qualcosa facendomi andare via da quella casa.
E’ geloso di me e German.
Inciampai in un marciapiede e il tacco si spezzò.
“Oh accidenti!”
Maledii tutti, in quel periodo stavo veramente perdendo la testa.
Posai le mie mani sui fianchi e mi guardai attorno per trovare un appoggio.
“Angie!” sentii gridare in lontananza.
In quel momento non mi importava di niente.
Fosse cascato anche il mondo, io volevo proteggere Violetta.
“Angie!” il mio nome risuonò nella via.
Riconobbi quella voce.
Era Pablo.
Si avvicinò a perdifiato appoggiando le sue mani sulla mia spalla.
“Ma cosa ti prende?” chiese accigliandosi.
“Niente Pablo. Il mio migliore amico è contro di me e sto mentendo a tutti” dissi cercando di avere l’aria più normale del mondo.
“Non sono contro te” ammise.
“Ah no?Fino a cinque minuti fa mi pare di aver sentito che sono una bugiarda!” stavo urlando.
“Ho detto solo che non puoi continuare a mentire” disse.
“Io lo faccio a fin di bene, non puoi sopportare questo?” chiesi ormai esasperata.
“Non posso sopportare questo perchè so che la situazione ti fa stare male e io non posso fare niente per evitarlo” urlò.
A quelle parole mi calmai subito.
“Perchè ti amo Angie” urlò mentre incominciò a baciarmi.
Io non potei non lasciarmi trasportare a quel bacio.
Non provavo niente, in confronto a quello che avevo avuto con German.
Mi staccai bruscamente quando una voce disturbò i miei pensieri.
“Scusate, ho interrotto qualcosa” disse girando i tacchi German.
Io lo rincorsi.
Lo scenario pareva goffo perchè io non ero in grado di camminare bene.
Aveva il viso affranto.
 
*Fine Flashback*
 
Arrivai alla soglia dello Studio e una volta entrata in sala professori trovai Jackie intenta a bere il suo caffè.
“Cerchi qualcuno?” chiese mentre sfogliava una rivista.
“Si, Pablo. Lo hai visto?” chiesi.
“Si..ma ora non c’è” disse con un sorriso soddisfatto sul volto.
La salutai debolmente e mi diressi verso l’abitazione.
Arrivai dopo circa dieci minuti.
Suonai il campanello e lui mi aprì subito.
“Angie, cosa ci fai qui?” chiese sorpreso.
“Devo tornare a casa Castillo” dissi seccamente.
“Come mai?” chiese accigliandosi.
“Mi ha proposto di andare a casa…” dissi guardandomi le unghie.
“Oh no, ci sei cascata di nuovo?” disse appoggiando la mano sulla fronte.
A quel punto lo guardai negli occhi.
“Violetta ha bisogno di me” affermai.
“O anche German?” chiese.
A quel punto lo scostai entrando nell’abitazione per fare le valige.
“Sei sempre il solito” affermai sbuffando.
“Vedo solo la realtà”
“Vedi solo quello che vuoi vedere e non ti soffermi nei miei panni” dissi scostandolo dalla porta.
“Chiamami quando arrivi” disse ridendo.
Gli lanciai un cuscino.
“Scemo”
Era inevitabile ridere con Pablo.
 
Leon P.O.V
 
Stavamo sfrecciando da dieci minuti sulla moto per raggiungere il mio appartamento e per la prima volta fui grato a mio padre di avermelo comprato.
Violetta invece era aggrappata a me e mi teneva stretta la mano.
Mi stava letteralmente facendo impazzire e non vedevo l’ora di stare tutta la serata con lei a casa.
Sentii le sue mani sfiorarmi la schiena e un brivido percosse il mio corpo.
Dopo qualche minuto arrivammo e spensi la moto aiutando Violetta a scendere.
Lei mi porse il casco mentre si avviava alla soglia della casa.
Sbaglio o mi stava provocando?
Stava salendo sensualmente le scale…
No, Leon. Sta salendo normalmente le scale, io credo che i tuoi di ormoni stiano salendo.
Io la raggiunsi buttando il casco in qualche parte imprecisa e arrivai al portone cercando di aprire con la chiave.
Lei invece mi stringeva la vita e fui incantato da quella visione infatti persi alcuni minuti per aprire la porta.
Entrò nell’abitazione prima di me e mi morsi il labbro vedendo il suo posteriore.
Poi fece una giravolta buttandosi sul divanetto.
“Che film vediamo?” chiese speranzosa guardandomi negli occhi.
Io avevo altri piani in realtà.
“Ehm, non lo so” dissi sedendomi sul divano.
Leon, calma i tuoi ormoni.
Non avevo mai sentito come adesso in vita mia il desiderio di baciarla e toccarla.
Lei girava canale guardandomi di sottecchi.
Le cinsi le spalle con il mio braccio e lei si accoccolò a me.
“Questo va bene” concluse stufa di cambiare canale.
Era l’Esorcista.
Io sgranai gli occhi.
“Davvero vuoi vedere questo film?” le chiesi alzandole il mento.
“Si, hanno sempre detto che fa paura” disse con gli occhi pieni di gioia.
“Non voglio che ti spaventi” ammisi stringendola di più mentre le mia mano le accarezzava la schiena.
“Infatti quando ci sarà una brutta scena mi rifugerò tra le tue braccia” disse lasciandomi un bacio bollente sulla guancia.
Io sorrisi debolmente mentre lei si tolse le scarpe appoggiando i piedi sul divano.
Cercai di frenare la mia voglia di baciarla perchè sapevo che sicuramente non mi sarei più fermato.
Lei seguiva tranquillamente il film mentre io la guardavo dolcemente.
All’improvviso lei si spaventò molto per una scena in televisione e io distolsi lo sguardo.
Una bambina piena di cicatrici e con una pelle verde sputava sangue scendendo le scale.
Lei si coprì gli occhi con la mia mano.
“E’ finita la brutta scena, tranquilla.” dissi dopo qualche secondo incominciando ad accarezzarle i capelli.
Spostò leggermente la mia mano per vedere e continuò ad avere gli occhi sgranati.
Dopo poco apparse sullo schermo un’altra scena paurosa che spaventò anche me.
Oh, ma proprio questo film dovevamo vedere? pensai.
Cambiai idea quando lei mi saltò addosso.
“Leon!” urlò.
“Tranquilla! E’ solo un film” dissi facendo girare bruscamente il suo viso verso di me.
Lei istintivamente si fiondò sulle mie labbra mentre le sue mani si muovevano freneticamente sulle spalle.
Io ricambiai subito il bacio tanto desiderato.
Sentimmo un urlo dalla TV e lei si staccò bruscamente allacciando le sue braccia al mio collo.
Restammo qualche minuto così finchè tutto divenne buio.
Era andata via la luce.
“Leon, oddio!” disse stringendosi.
“Accidenti, succede sempre!” strillai.
“E se viene questa bambina ad ucciderci?Non vedo niente” disse frignando.
“E’ un film Vilu” conclusi mentre lei si dimenava sul divanetto.
Le fermai le braccia facendola sedere a cavalcioni su di me.
“Ho paura” concluse abbracciandomi.
“Ci sono io” dissi portando il suo viso vicino al mio.
Lei si tranquillizzò e si fece cullare dalle mie braccia.
Sfiorò lentamente le mie labbra e affondò le sue mani nei miei capelli scompigliandoli.
Questa voltà non la respingerò, no.
 
*Flashback*
 
Stavo guardando una commedia romantica alla televisione.
Mi sentii tremendamente solo.
Mi venne in mente un’idea ma ero molto insicuro.
Mi avvicinai a Violetta scostandole una ciocca di capelli dal viso.
Come è bella, pensai.
Avvicinai il mio viso al suo.
Non mi accorsi che lei lentamente aprì gli occhi.
Le sfiorai le labbra mentre lei le schiuse.
Non riuscii a fermarmi e incominciai a baciarla e solo dopo cinque secondi mi resi conto che lei si era alzata sulla ginocchia.
Si sentivano i nostri cuori esplodere nel petto, lei cercava con desiderio la mia lingua e io la sua.
Si aggrappò ai miei fianchi con le gambe e ci spostammo sul lettino.
Si sedette a cavalcioni su di me.
Dio, non ci eravamo mai spinti a quello.
Prese a sbottonarmi la camicia con desiderio ma io ripensai a Lara, a quanto ero stato ingiusto con lei. A come mi ero comportato da mostro con Violetta, che egoista che sono.
L’avevo ferita e adesso gemeva tra le mie braccia mentre io godevo di piacere per averla baciata.
La scostai freddamente e il suo sguardo si incupì.
“Non posso Violetta, è sbagliato quello che stiamo facendo.”
“Ma come Leon?Io ti ho perdonato! Tu mi hai salvata, sarebbe potuto venire un malvivente e rapirmi ma tu sei arrivato e mi hai portato al sicuro e questo basta”
Fui poco convinto di quelle parole mentre mi abbottonavo la camicia.
Ero la causa dei suoi problemi. E ora lei si stava concedendo a me per pena nei miei confronti.
Non volevo più esserle di peso.
“Io amo Lara, scusami.” Dissi con decisione.
Mentii, Lara non valeva un decimo rispetto ai sentimenti che provavo per lei.
Non volevo più procurarle dolore, perchè mi sentii morire dentro quando la vidi piangere allo studio e non avrei mai permesso che provasse ancora quelle orribili emozioni.
“Ma allora perchè fino a cinque secondi fa ci stavamo baciando?”
“Violetta, è stato solo un momento di debolezza!” mi voltai per non guardare i suoi occhi pieni di lacrime.
 
*Fine flashback*


Ero così immerso tra i miei pensieri che non mi accorsi che oramai eravamo completamente avvinghiati e stesi sul divanetto finchè lei non si bloccò.
“Qualche problema?” chiesi.
“Si…” disse scostandomi.
Le afferrai un braccio.
“Che hai?” chiesi guardando il buio.
“Io…credo di non essere all’altezza delle tue aspettative per quello”
Avevo capito per “quello” cosa intendeva dire.
Mi infuriai, non si rendeva conto dell’emozione che stavo provando?
Mi venne un’idea, non ero molto sicuro.
Non volevo traumatizzarla.
Presi la sua mano e la portai sulle mie guance per accarezzarle.
Feci scendere le sue mani sul petto per poi andare al ventre.
La sentivo tremare.
Delicatamente posai la sua mano sui miei boxer per farle sentire tutta l’eccitazione che provavo per lei.
Poteva parere un gesto insignificante, ma per me era importante per darle la certezza che io la amo e che la voglio, voglio che le nostre anime si fondano.
“Leon…io…” non sapeva da dove cominciare.
“Non azzardarti a dire queste cose, tu mi fai sentire amato e mai con nessuna ragazza ho avuto così tanto il desiderio di…unirmi” conclusi titubante.
“Unirti?” disse con una sonora risata.
“Beh, non trovavo parole migliori” dissi  avvicinandomi al suo orecchio per morderlo un po’.
Non volevo essere respinto questa volta.
Le scostai i suoi capelli lunghi e le lasciai un scia di baci sul collo e altri sulle labbra.
Tolse delicatamente la mia maglietta senza timore mentre le sue mani mi accarezzavano il petto freneticamente.
Si stese sul cuscino e io mi ritrovai sopra di lei, le sue gambe cingevano la mia schiena.
Con audacia le tolsi la maglietta e con difficoltà le tolsi il reggiseno che finì in qualche parte indefinita della stanza.
Era molto eccitante il fatto di non poterla vedere.
Mi abbassai per baciare i suoi seni che erano diventati turgidi al mio contatto.
Lei tirò leggermente le punte dei miei capelli e ansimò iniziando a pronunciare il mio nome.
Non sapeva che quando pronunciava il mio nome mi faceva impazzire sempre di più.
Dopo qualche minuto incominciai a baciare ogni centimetro della sua pelle e lei mugugnò qualcosa alzandosi sulle ginocchia e spingendomi dall’altra parte del divanetto.
La luna risplendeva dalla finestra e faceva intravedere il suo corpo pallido dirigersi su di me.
Lentamente arrivò prendendomi le mani per poi sedersi sulla mia pancia.
Si sentiva solo il nostro respiro in quella stanza.
Incominciò a baciare le mie labbra e poi si spostò al mento, sul petto per poi andare sulla pancia.
Fece più attenzione al ventre e innocentemente posò una mano sui miei pantaloni sbottonandoli.
Ormai erano diventati troppo stretti.
Sgranai gli occhi quando lei incominciò a massaggiare i miei boxer ma poi mi lasciai andare.
Non mi sarei mai aspettato un gesto simile da Violetta.
Inevitabilmente incominciai ad ansimare cercando le sue labbra.
Infilò le mani lentamente nei miei boxer e persi completamente il senno.
“Violetta” dissi fermandola.
“Si?” ansimò.
“Vuoi farmi impazzire vero?” dissi non aspettandomi la risposta.
Lei mi baciò dolcemente accarezzando i miei capelli e poi si fiondò di nuovo sul mio ventre accarezzando il mio interno coscia.
Lentamente tirò fuori la mia intimità mentre i miei boxer ormai non coprivano più niente.
Una punta di imbarazzo mi fece arrossire quando iniziò a massaggiarlo di nuovo.
“Violetta, se tu non vuoi..” cercavo di trovare le parole giuste.
“Shh, non rovinare questo momento” disse per poi fiondarsi con le sue morbide labbra sul mio membro.
Incominciai a vedere offuscato mentre lei si dava da fare.
I nostri gemiti riempivano la stanza e sebbene facesse freddo, io stavo bollendo.
 “Sei perfetta, mi sento un mostro per averti fatta stare male” le sussurrai ansimando dopo aver preso un po’ di lucidità.
Lei si pietrificò per qualche istante alzandosi sulla ginocchia per accarezzarmi le guance che ormai erano imporporate.
Ero in imbarazzo per averle fatto una dichiarazione improvvisa e anche perchè effettivamente mi stavo veramente eccitando, però soffocavo i miei gemiti.
Mi resi conto in quel momento della mia impotenza.
Io, Leon.
Il ragazzo più popolare dello Studio On Beat, non mi sono mai sentito così in imbarazzo e inesperto  come ora.
Lei invece era sicura dei suoi movimenti e non sembrava impacciata.
Le accarezzai una guancia ed era bollente, forse anche lei era visibilmente imbarazzata dalla nostra nudità.
Entrambi non ci eravamo spinti mai a questo punto con qualcuno.
Accecato dalla lussuria inarcai il mio capo spingendo sempre di più il suo viso verso la mia intimità.
La goccia che fece traboccare il vaso fu un suo rumoroso gemito che mi fece arrivare all’apice del piacere.
Mi resi conto che ero un egoista.
Dovevo anche io darle piacere,in qualche modo.
La scostai alzandomi e mi appoggiai sopra di lei facendo leva sulle braccia.
“Posso?” chiesi gentilmente.
La sentii ridacchiare nel buio e annuì.
Io rimasi ancora un po’ interdetto e continuai a baciarla per far si che lei fosse veramente sicura.
Lentamente infilai le mie mani nei suoi pantaloncini ormai sbottonati per poi sfiorare la sua intimità con le dita.
Incominciò ad ansimare ma nello stesso tempo rideva.
Dovevo farla impazzire.
Con velocità i suoi short volarono sul pavimento, così come le sue mutandine.
Si distese sul divanetto aprendo con imbarazzo le gambe.
“Non essere in imbarazzo, sei perfetta” dissi per poi iniziare a baciare lentamente il suo corpo partendo dai seni e arrivando al ventre.
La guardai un’ultima volta e sorrisi , ora la mia vita è perfetta.
Iniziai a baciare le sue splendide gambe, dopodiché mi avvicinai lentamente per baciare la sua intimità e quando presi confidenza, iniziai a disegnare dei cerchi con la lingua mentre lei incominciò a soffocare i suoi gemiti spingendo le sue anche verso di me.
Lei iniziò a mugolare supplicandomi di continuare.
“Oh Leon” disse inarcando completamente la sua schiena.
Non l’avevo mai sentita così eccitata in vita mia.
“Ti prego, continua” riusciva a sibilare.
Beh, non me lo facevo certo ripete più volte.
Il telefono che era caduto per terra incominciò a squillare insistentemente ma non me ne importava.
Incominciai a gemere rumorosamente e lei lamentò qualcosa con la voce strozzata dal piacere.
“Dovresti rispondere” ordinò boccheggiando
Io mi allontanai cercando il telefono sul pavimento e risposi scocciato alla chiamata.
“Chi è che rompe?Stavo facendo una cosa importante” urlai.
La sentii ridere.
Mi sedetti sul divano e notai che Violetta aveva ancora le gambe divaricate mentre si toccava leggermente illuminata dalla luna mentre la sua fronte era imperlata di sudore.
A quel punto non feci a meno neanche io di toccarmi, quello spettacolo era troppo sublime.
“Eh?” dissi con la voce strozzata dal piacere mentre le mie mani si muovevano su e giù.
“Cosa?” mi alzai di scatto urlando.
“Veniamo subito!” e chiusi la telefonata.
Lei si alzò e mi cinse da dietro.
“Dobbiamo andare” le ordinai dandole un bacio dolce sulle labbra.
“Restiamo un altro po’, sei proprio frettoloso!” disse cingendomi il collo.
Esitai e diventai completamente rosso quando inevitabilmente il mio bacino toccò il suo.
Anche io avrei voluto approfondire il nostro rapporto ma non era possibile.
“No, dobbiamo andare” le ordinai freddamente.
Lei si staccò malavoglia.
“Cos’è successo?” chiese ignara.
“Maxi e Nata hanno avuto un incidente!” urlai.

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A quel punto la luce tornò e leggevo nel suo sguardo solo paura.
 
Nota autore :
EVITO DI COMMENTARE L’ULTIMA PARTE perchè se la rileggo muoio all’istante.
Spero solo di non essere stata “volgare” nel descrivere quel momento di intimità u.u
Avete visto i nuovi tre episodi di Violetta in Argentina?
TUTTI E TRE DELUDENTI.
Solo nel 44, stavo piangendo di gioia vedendo Leon che dedicava la canzone a Vilu, OMMIODDIO *-*
Fatemi sapere cosa ne pensate, e secondo voi cosa sarà successo ai poveri Maxi e Nata?
D’OH.
 
 
  

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Capitolo 35
*** Nonostante tutto siamo ancora insieme ***



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Francesca P.O.V
 
Ah bene, Leon era tornato con Violetta, Maxi con Nata, Camilla con DJ.
E io?
Io mi sentivo tremendamente sola.
Ma dov’è il mio fidanzato quando ce n’è bisogno?
Mi sedetti sulla panchina della piazza e presi il cellulare.
Digitai frettolosamente il numero di Federico ma come al solito non rispose.
Mi arrabbiai furiosamente e incrociai le braccia.
Sentii dei passi avvicinarsi e qualcuno mi picchiettò la spalla.
“Chi è che rompe?” dissi girandomi.
Ludmilla.
“Cosa vuoi?” chiesi sbuffando.
“Niente, voglio solo avvertirti” si limitò a dire con un sorriso compiaciuto sul volto e le braccia incrociate
“Non mi importa, so che c’entri sempre tu con qualunque avvertimento che fai” risposi seccamente.
Lei sospirò e si sedette vicino a me.
“Mi dispiace cara, ma questa volta non c’entro” disse scuotendo la sua chioma bionda.
“Dovrei crederti?” dissi accigliandomi.
Le non trovava le parole per controbattermi.
“Beh, se non ti interessa posso anche andare” disse alzandosi lentamente.
Sbuffai digitando nuovamente il cellulare di Federico.
“…mi pare che il tuo ragazzo non è molto fedele” mi sussurrò all’orecchio.
“Cosa stai cercando di dirmi?” mi girai bruscamente.
“Assolutamente niente, vai a Resto Band e lo vedrai con i tuoi occhi” disse mettendo le mani sui fianchi.
“Ludmilla se ne va” disse schioccando le dita.
Cosa stava cercando di dirmi?
Federico mi stava tradendo?
Mi alzai scattando.
Mi sedetti un’altra volta, non potevo credere a Ludmilla e non dare fiducia a Federico.
Scossi la testa sospirando.
Chiamai un’altra volta ma niente, non rispondeva.
Mi alzai e a passo svelto mi incamminai verso il Resto Band.
A questo punto non avevo scelta.
Incontrai mio fratello fuori dalla soglia Luca intento a servire dei frullati.
Gli diedi una pacca sulla spalla ma mi bloccai una volta entrata.
Federico stavo ad un tavolo con una ragazza sconosciuta.
Stava ridendo e sprizzando gioia da tutti i pori.
Questo con me non succede.
I miei occhi si riempirono di lacrime.
Lui dopo qualche secondo incontrò i miei occhi e si alzò frettolosamente dal tavolo cercando di darmi spiegazioni.
“Non c’è niente da spiegare” mi limitai a dire.
Voltai le spalle e lui mi tirò un braccio ma lo  strattonai violentemente.
Iniziai a correre lasciando il suo sguardo confuso.
Dopo qualche minuto mentre correvo senza meta andai a sbattere contro qualcuno.
“Ma dove…” dissi per poi alzare lo sguardo.
“Francesca” disse Marco sorridendo debolmente.
Non risposi.
Mi buttai solo tra le sue braccia stritolandolo.
Incominciai a piangere nervosamente.
Lui non chiese spiegazioni ma strinse la mia vita mentre io avevo il viso appoggiato sulla sua spalla.
 
Lara P.O.V
 
Era molto tardi e me ne andai per ultima dalla pista dopo aver riparato il motore della mia ennesima moto.
Incominciai a canticchiare una canzone.
 
Pero hay cosas que si sé
Vena qui y te mostraré
En tu ojos puedo ver…
Lo puedes lograr, prueba imaginar
 
Qualcuno posò la sua mano sulla mia spalla e mi girai di scatto con la chiave inglese salda tra le mani.
Per fortuna era Bruno.
“Mi fai spaventare così” affermai avvitando gli ultimi bulloni.
“Sei brava a cantare” constatò accarezzandomi i capelli.
Lo scostai freddamente.
“Che hai Lara?” chiese ritraendo le mani.
“Bruno, mi stai deludendo” ammisi con un finto broncio.
“Perchè?Ho sbagliato qualche gara?”
Sbuffai. Come faceva a non capire?
“Ti sei completamente dimenticato di far innamorare quella ragazza”
 
*Flashback*
 
“Cosa vuoi Lara?” chiese.
Io sorrisi a quella domanda.
“Devi farmi un favore” dissi con aria innocente.
Lui si sciolse al mio sguardo.
“Dimmi tutto” disse sventolando i capelli al vento.
“Hai conosciuto Leon, vero?” chiesi.
Lui annuii e mi guardò sospetto.
“Vedi, ora è innamorato di un’altra ragazza e io voglio che ritorni con me…” dissi con lo sguardo basso.
Lui continuò ad annuire impassibile.
“Voglio che tu faccia innamorare questa ragazza” arrivai al punto.
Lui continuò ad annuire.
“No” rimbombò nella mia mente.
“Oh, andiamo Bruno!Ti ho fatto sempre favori!”
“Io non conosco questa ragazza” ammise.
“La conoscerai, è davvero carina e molto sveglia” dissi
Lui esitò.
“Non lo so, devo prima conoscerla”
Lo presi come un si.
Gli baciai la guancia.
“Grazie fratellone!” urlai andandomene.
Fece un cenno con la mano che ricambiai.
 
*Fine Flashback*
 
“Certo che ci sto provando, ma tu per niente” disse alzando le braccia.
Sospirai furiosamente.
“In che senso?” chiesi.
“Se fai vedere che sei sempre furibonda Leon probabilmente non si innamorerà mai di te.
Devi riuscire a fare buon viso e cattivo gioco per conquistarlo” affermò prendendomi le mani.
Aveva perfettamente ragione.
Da quando mi aveva lasciato trattavo Leon sempre con molta freddezza mentre lui cercava sempre di parlarmi e di calmarmi.
Non seppi controbattere così annuii, sconfitta.
“Hai ragione” mi limitai a dire.
“Bene” disse abbracciandomi.
“Non sopporto di vederlo con quella ragazza, io e lui siamo fatti apposta per stare insieme” urlai dando dei pugni sul suo petto.
Mai mi sarei immaginata di sfogarmi così con mio fratello.
“Lo credo anche io, non scoraggiarti” disse sciogliendo l’abbraccio.
“Andiamo a casa?” chiesi accennando un debole sorriso.
“Si” disse avviandosi verso l’auto
 
Violetta P.O.V
 
“Maxi e Nata hanno avuto un incidente” urlò Leon.
Strabuzzai visibilmente gli occhi.
Lo abbracciai di slancio e lui mi strinse a se.
“Andrà tutto bene” disse accarezzandomi i capelli.
Maxi è come un fratello per me e sono convinta che Nata è una brava ragazza ma viene sempre raggirata dai piani malefici di Ludmilla.
Ormai era tornata la luce e potevo vedere il suo corpo nudo scolpito.
Mi girai verso la porta per non guardarlo.
“Davvero ti imbarazzi ancora?” disse ridendo di cuore.
Mi vestii velocemente e ci dirigemmo verso l’uscita.
Io ero ancora un po’ intontita dall’avvenimento di prima e credo anche Leon, che non sapeva manovrare bene la moto
“Tutto bene Leon?” chiesi stringendomi alla sua schiena mentre stavamo correndo.
“S-si” balbettò aumentando di velocità.
“Chi ti ha chiamato per avvisarti dell’incidente?”
“Il signore che stava guidando il taxi”
“Come ha fatto?” chiesi accigliandomi.
“Lui è rimasto illeso ma dato che il tamponamento è avvenuto da dietro, Maxi e Nata sono rimasti feriti” disse.
Arrivammo in una parte della città che non conoscevo e appostò la moto in un vicolo.
Gli porsi il casco e lui notò che ero visibilmente nervosa.
“Non essere tesa” disse lasciandomi un bacio bollente sulla guancia.
Io mi toccai la guancia ormai imporporata e sorrisi debolmente.
Mi prese le mani e ci avviammo verso il luogo dell’incidente.
Nata e Maxi giacevano nelle barelle di un’autoambulanza mentre la polizia stava parlando con la persona che ha tamponato il taxi.
Mi precipitai nell’autoambulanza e mi avvicinai a Maxi e Nata.
Entrambi stavano dormendo mentre alcuni dottori stavano togliendo le schegge di vetro dal loro corpo.
A quella visione rabbrividii così decisi di uscire e andai da Leon che stava cercando di avere spiegazioni dalla polizia.
Andai da lui e istintivamente mi fiondai tra le sue braccia.
“Grazie mille” disse Leon al poliziotto.
Dopodichè si allontanò mentre io ero ancora tra le sue braccia.
“Sono molto feriti?” chiese guardandomi negli occhi.
“Sono ricoperti da schegge di vetro, come…è potuto succedere?” chiesi io scandalizzata.
“E’ logico che i vetri posteriori si siano frantumanti quando l’auto ha tamponato dietro” disse.
Mi dispiaceva molto, volevano avere solo la loro serata romantica.
Lo abbracciai e iniziai a singhiozzare sulla sua camicia.
“Volevano solo vivere il loro primo appuntamento” dissi.
Lui incominciò ad accarezzarmi i capelli.
“Non hanno subito niente di grave Vilu” mi tranquillizzò.
Annuii incerta restammo lì qualche minuto finchè l’autoambulanza non si diresse all’ospedale e la polizia se ne andò.
Ci avviammo verso la moto.
“Ti riaccompagno a casa” suonava più una affermazione che una domanda.
Annuii debolmente e in poco tempo arrivammo davanti la soglia.
Gli porsi il casco e lui mi accompagnò fino alla soglia.
“Bene, ora?” chiese maliziosamente.
Mi guardò con i suoi splendidi occhi verdi e io non risposi.
Ero troppo incantata dal verde smeraldo che emanavano.
“Come fai?” chiesi scompigliandogli piano i capelli.
“Come faccio cosa?” chiese aggrottando la fronte.
“Mi incanti sempre con i tuoi occhi, come fai?” chiesi ridendo debolmente.
“Non so, forse è una dota naturale” disse atteggiandosi.
Emisi una sonora risata.
“Come sei modesto” dissi accarezzandogli la schiena.
Mi strinse saldamente la vita.
 “Anche io dovrei farti la stessa domanda, perchè anche adesso mi sto incantando nei tuoi.” disse poggiando la sua fronte alla mia.
Io abbassai il capo e le mie guance si imporporarono visibilmente.
Alzò il mio mento con un dito.
“Io credo che ci incantiamo perchè i nostri occhi sono l’unico mezzo per trasmettere amore” concluse.
“Io non credo che siano l’unico mezzo” dissi mordendomi il labbro inferiore.
Mi avvicinai di più al suo viso, sentivo il suo respiro sul collo.
Le nostre labbra erano distanti pochi centimetri quando una tosse mi fece riemergere alla realtà.
“Buonasera” disse Olga con una busta di spazzatura in mano.
Sembrava incantata ma arrabbiata allo stesso tempo.
“Salve” disse Leon senza pudore mentre cingeva la mia vita.
Lo strattonai e lo guardai incredula.
“Ciao Olga” dissi con imbarazzo.
Olga fece un cenno con la mano e poi andò a buttare la spazzatura.
Sentii dei singhiozzi provenire dal retro.
Olga è sempre stata così emotiva nei miei confronti.
Il mio sguardo andò fisso nel vuoto ma mi voltai quando sentii una scia di dolci baci sul collo.
“Leon, dai!” dissi ridendo e voltandomi verso il suo viso cingendogli il collo.
Lui mi sollevò di poco dandomi un dolce e lungo bacio.
“Domani andiamo a trovare Maxi e Nata” affermò dopo aver ripreso fiato.
“Sicuramente” dissi lasciandogli un ultimo bacio.
E dopo questo bacio ce ne furono altri.
“Basta così per oggi” dissi allontanandomi e ridendo.
“Va bene” disse allontanandosi sorridendo.
Il mio cuore iniziò a battere forte.
Non posso avere di meglio.
E’ un ragazzo bellissimo, con due occhi penetranti, un corpo scolpito e un sorriso abbagliante.
Ma la cosa più importante è la protezione che ha verso di me e l’amore che mi trasmette.
“Ci vediamo domani” dissi ormai sulla soglia della porta.
Nel suo sguardo leggevo amore e desiderio.
“Ciao” disse sorridendo mentre si metteva il casco.
Rimasi sulla soglia della porta finchè non partì il motore della moto.
Entrai e mi diressi in cucina senza una motivazione.
Olga entrò e tossì.
“Olga” dissi sorridendo mentre presi una banana dal frigorifero.
Mi guardò con un uno sguardo del tipo ‘ti ho scoperto’.
“Non mi guardare così, voglio solo mangiare” dissi guardandola fugacemente.
“Vuoi mangiare una banana a quest’ora?” chiese incrociando le braccia.
“Si, mi piacciono le banane” dissi mordendone un pezzo.
Solo qualche minuto dopo mi accorsi di aver detto un potenziale doppio senso.
Quel ragazzo aveva una brutta influenza su di me.
“Non fare la santarellina” disse con un cucchiaio di legno tra le mani.
Alzai istintivamente le mani.
“Io?Mai!” dissi ridendo.
Posò il cucchiaio e venne verso di me per abbracciarmi.
“Sono così felice per te” disse aggiustandomi una ciocca di capelli.
Annuii debolmente e mi diressi verso la mansarda, dove ho tutti i ricordi di mia mamma.
 
Ciao mamma.
Oggi ho fatto pace con Leon ed è uno dei giorni più belli della mia vita.
Mi fa sentire sempre speciale e io…me ne sono innamorata.
Oggi abbiamo anche avuto il nostro primo momento di intimità e ammetto di essere stata un po’ imbarazzata ma come sempre mi ha tranquillizzato.
 
Lasciai il diario aperto e andai nel bagno, avevo bisogno di un bagno rilassante.
 
Maxi P.O.V
 
Mi risvegliai e aprii con fatica gli occhi.
Ma dove sono?
L’ultima volta mi ricordo che avevo appena preso il taxi con Nata.
Nata.
Nata?
Nata!
Mi girai freneticamente sul letto e il mio braccio incominciò a farmi male.
Avevo un ago infilato nel braccio e notai che Nata era di fianco a me.
Mi alzai e mi misi seduto sul lettino premendo le dita contro le mie tempie.
Nata si mosse lenta, anche lei si stava appena svegliando.

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Aprì lentamente gli occhi sbadigliando e io la chiamai lentamente.
“Nata” sussurrai avvicinandomi con il braccio.
Lei mugugnò qualcosa ma poi si girò in direzione della voce.
“Maxi” sussurrò guardandomi dolcemente.
“Dove…dove siamo?” chiese guardandosi intorno.
“Siamo in ospedale, abbiamo avuto un incidente” sussurrai.
“Ahi” disse notando l’ago nel suo braccio.
I suoi capelli giacevano sul cuscino ed erano mossi.
Non erano ricci come sempre, sembravano spenti.
Tesi la mia mano dal lettino e lei la strinse saldamente.
Nonostante tutto, eravamo ancora insieme.
Sorrise debolmente.
“Ti amo” le sussurrai.
“Anche io Maxi” disse stringendo ancora di più la mia mano.
 
German P.O.V
 
Uscii frettolosamente dallo studio per cercare Violetta.
Non la vedevo da tutto il giorno.
Mi diressi sopra poiché sapevo che era tornata, me lo aveva detto Olga.
“Vilu!” gridai.
Niente.
Trovai la porta della mansarda aperta.
Forse era lì.
Entrai lentamente e salii le scale.
No, non era lì.
Sul tavolo giaceva aperto un diario e mi guardai intorno attentamente.
No, non c’era nessuno.
Senza farmi notare presi il diario tra le mani e lessi qualche riga.
 
Ciao mamma.
Oggi ho fatto pace con Leon ed è uno dei giorni più belli della mia vita.
Mi fa sentire sempre speciale e io…me ne sono innamorata.
Oggi abbiamo anche avuto il nostro primo momento di intimità e ammetto di essere stata un po’ imbarazzata ma come sempre mi ha tranquillizzato.
 
Ero scandalizzato dopo aver letto quelle righe.
Cosa vuol dire “momento di intimità”?
Mi avviai nella camera di Violetta con il diario e presi il cellulare in mano intento a chiamare Leon.
Come aveva osato toccare la mia piccola bambina?
“Papà cosa stai facendo con il mio diario?” chiese urlando e rientrando nella stanza.
Era scandalizzata.
“SPIEGAMI COSA AVETE FATTO TU E LEON!” urlai.
Il suo volto  impallidì.
 
 
Nota autore :
Ommioddio.
Sto sclerando da ieri sera all’1, quando ho visto l’episodio 46 della seconda parte.
Nell’anteprima dell’episodio 47 fa vedere che Violetta dice “Ti amo anche io” a Leon.
Sto sognando o cosa? *si pizzica*
Io credo che sia un sogno o di Leon o di Violetta ma spero di più che sia la realtà ahah
Ma commentiamo il capitolo :
Secondo voi Federico ha tradito Francesca? La conclusione di quest’ultima è stata troppo affrettata?
Ha fatto bene Fran ad abbracciare Marco?
E Lara, cosa avrà in mente per riconquistare il cuore di Leon?
Maxi e Nata, che amori *---*
German ha scoperto che Violetta ha avuto “momenti intimi” con Leon.
Che idiota, non si sente in colpa di aver varcato la privacy di Vilu?
Come continuerà la storia? Staremo a vedere
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate!
Dedico questo capitolo a Jiulia Duchannes la quale mi ha chiesto di caricarlo entro oggi :3

 
  

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Capitolo 36
*** Nuestro Camino ***


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P.O.V Nata.
 
Stringevo sempre di più la mia mano a quella di Maxi.
Lui mi trasmette amore, affetto.
Nonostante tutto niente ci avrebbe separato.
Sorrisi a quelle sue parole : entrambi avevamo pensato la stessa cosa.
Dire “Ti amo” è una cosa difficile, un gesto apparentemente semplice, delle semplici parole.
L’importanza però è molto elevata.
Dire “Ti amo” vuol dire essere innamorati di qualcuno e rispettarlo.
Con Maxi io mi sono veramente innamorata, forse per la prima volta.
Scossi i miei riccioli neri sul cuscino e iniziai a chiedermi il motivo per cui non mi ero mai innamorata.
 
*Flashback*
 
Mi chiamo Nata, ho 10 anni.
Frequento le scuole elementari e in classe ci sono tanti bulli.
Una ragazza in particolare è presa sempre di mira, si chiama Ludmilla.
Ci siamo conosciute grazie alla maestra, che ci ha messo nel banco assieme.
Adesso è vicino a me, ha la faccia appoggiata sul banco e le mani appoggiate al viso.
Sta piangendo e io sto cercando di calmarla.
L’ennesimo atto di bullismo la sta pian piano distruggendo.
Spero che quando sarà più grande avrà più grinta e sarà più cinica dei giudizi della gente.
Le scossi la sua bellissima chioma bionda che arriva alla schiena.
“Ludmilla, so che sei triste” dissi con un filo di voce avvicinandomi.
Lei continuava a singhiozzare annuendo piano con la testa.
“Ti va di essere la mia migliore amica?” chiesi sorridendo.
Lei alzò piano la testa e mi guardò con gli occhi gonfi e il viso arrossato.
“Va bene” sorrise porgendomi la sua mano tremante.
La strinsi e la abbracciai impulsivamente.
Mi piace la mia migliore amica.
 
_____________________
 
Mi chiamo Nata, ho 13 anni.
Frequento le scuole medie, questo è l’ultimo anno.
Nella mia classe ci sono tanti bulli, tra cui la mia migliore amica Ludmilla.
E’ molto strano vederla così, fino a pochi anni fa era lei la vittima.
Grazie a lei nessun bullo mi prende in giro, pretende solo che io sia la sua schiavetta.
Sono in banco con lei ed è l’ora di arte così prendo velocemente tutto l’occorrente per creare un dipinto con i colori a tempera.
Lei si alza e va vicino a una ragazza, molto simile a lei fisicamente.
I capelli biondi lunghi, gli occhi nocciola e un viso da faccia da schiaffi.
Prende tra le mani un barattolino di pittura verde e glielo versa addosso.
Io aggrotto la fronte, non mi piace quando fa così.
Mi alzo velocemente dal banco e la fermo, ma con scarsi risultati.
Ormai la ragazza aveva i capelli verdi e i suoi vestiti erano macchiati.
“Ludmilla, cosa fai? Non hai mai fatto questi gesti!” urlai.
“Così impara a rubarmi il ragazzo” disse prendendomi la mano saldamente.
La ragazza appoggiò le mani al voltò e pianse silenziosamente.
Volevo aiutarla, ma una voce distrasse i miei piani.
“Nata, vai a prendermi dell’acqua. Ho lavorato troppo oggi” disse appoggiando una mano sulla fronte.
Io annuii piano continuando a guardare quella ragazza.
Non potevo fare niente, oppure avrei perso Ludmilla.
E lei era l’unica che non mi faceva risultare una nullità.
 
_______________________
 
Mi chiamo Nata, ho 16 anni.
Frequento lo Studio On Beat e ho degli amici splendidi.
Ho capito a 13 anni di avere questa vocazione per la musica e il ballo.
Anche la mia migliore amica viene in questa scuola con me, si chiama Ludmilla.
Lei è una ragazza a dir poco arrogante, attua sempre piani malvagi contro la gente che vuole metterla in secondo piano.
Lei si definisce una “Supernova” ma io credo che abbia bisogno di affetto.
Ormai sono anni che più che sua migliore amica, sono la sua cameriera personale.
“Nata, vai a prendere l’acqua” una voce rimbombò nella mia mente.
“Va bene Ludmi” dissi iniziando a correre.
Da quando sono allo Studio On Beat, è la prima volta che mi capita di notare un ragazzo.
E’ il classico ragazzino vestito da rapper, ma mi attrae molto.
Vorrei avvicinarmi, ma so che Ludmilla non lo vorrebbe.
Io purtroppo ho solo lei come amica e non posso permettermi di perderla, non ora.
Anche mia mamma è molto d’ostacolo in questo periodo, mi proibisce di andare alle feste e di vedere le mie amiche.
Vorrei avere una vita normale, con amiche vere che mi appoggino.
Vorrei avere un ragazzo come tutte le altre, ma sono troppo impegnata.
 
*Fine flashback*
 
Una voce mi riscosse dai miei pensieri.
“Signorina Natalia” disse un uomo con un camice bianco.
“Si?” risposi titubante.
“La trasferiremo nell’altra sala” affermò.
“Per quale motivo?” chiesi io tremante stringendo la mano a Maxi.
“Sono ordini di sua madre” disse fermamente squadrandomi con i suoi occhiali da vista.
Già, mia madre.
Con tutti i pensieri in mente ora sicuramente non mi farà più uscire.
Ormai sa che le ho mentito, che sono stata con Maxi.
Non voglio incontrarla.
Scesi lentamente dal lettino e mi sedetti sua sedia a rotelle.
Il dottore iniziò a spingerla.
“No, voglio salutare Maxi!” urlai.
Il dottore fece finta di non sentire e spinse la sedia a rotelle fuori dalla porta, portandomi nell’altra ala dell’ospedale.
Maxi mi diede un bacio con la mano sibilando qualcosa.
Perchè mi volevano dividere così dalla persona che più amo al mondo?
 
Violetta P.O.V
 
Arrossii violentemente quando mio padre mi urlò contro.
E ora, cosa dovevo dirgli?
Non potevo di certo rivelargli quello che abbiamo fatto io e Leon, lo ammazzerà di sicuro.
“Papà perchè hai aperto il mio diario?Perchè hai oltraggiato la mia privacy?” urlai.
“Era aperto sul tavolino e poi non devo assolutamente darti spiegazioni, ragazzina!” urlò.
Io abbassai lo sguardo trattenendo tutta la mia rabbia.
“Voglio delle delucidazioni, subito!” strillò.
Avevo molte teorie per mentirgli, ma nessuna di queste erano veramente credibili.
Nonostante ciò, mi buttai su una scelta.
“Ho fatto pace con Leon. Ora siamo amici e per “momento intimo” io intendo un abbraccio fraterno”
Alzai lo sguardo e vidi il suo viso metà confuso e dispiaciuto.
Il mio orgoglio malvagio decise di vendicarsi.
“Cosa intendevi tu papà?Sei veramente un maiale!” strillai cercando di essere seria il più possibile ma era inevitabile ridacchiare.
Lui balbettò qualcosa, era in imbarazzo ora.
Alzò un dito per replicare, ma poi se ne andò.
Sorrisi e appoggiai le mie mani sui fianchi.
So che mentire non è una cosa onesta, ma l’ho fatto per proteggere la salute di Leon e la mia.
Dopo aver fatto una bella doccia rinfrescante, mi avviai nel mio letto per dormire.
Oggi erano successe tante cose.
Sia belle che brutte.
Mi vestii lentamente col pigiama e poi mi infilai nel letto sotto le coperte.
Per qualche minuto guardai fuori dalla finestra, ma poi lentamente le mie palpebre si chiusero.
 
*Sogno*
 
Un nuovo giorno allo Studio On Beat.
Mi alzai felice e feci colazione non rimpinzandomi troppo.
Era un onore mangiare la torta di cioccolato appena sfornata di Olga di prima mattina.
Mi vestii con le prime cose capitate tra le mie mani e mi diressi con Angie verso lo Studio.
Lei mi lasciò a metà strada poiché doveva fare delle commissioni.
Mi incamminai a passo lento, poiché era presto.
Una melodia lenta e soave si diffondeva e potevo sentirla dalla piazza principale, dove c’è l’entrata.
Si sentiva abbastanza ovattata, e la voce era smorzata.
Iniziai a correre, mentre le mie orecchie cercavano di capire da dove provenisse quella armonia.
Quando entrai nello Studio, potevo ascoltare bene le parole di quella canzone.
Era una voce familiare, anche troppo.
 
Lo sentimos los dos
El corazon nos hablo
Y al ido suave nos susurro



Ora potevo anche sentire bene la melodia, una musica lenta e romantica.
 
Quiero mirarte
Quiero sonarte
Vivir contigo cada instante
Quiero abrazarte
Quiero basarte
Quiero tenerte junto a mì
Tu eres lo que necesito
Pues lo que siento es
AMOR

 
Appoggiai il mio orecchio al muro nella speranza di riuscire a trovare, dentro una di quelle sale, la voce che mi stava invadendo la mente.
Sentii il suono del pianoforte rimbombare e aprii velocemente la porta della sala di musica.
Era Leon il ragazzo che stava cantando.
Non si accorse nemmeno che ero entrata quando incominciò a muovere velocemente le mani sul piano creando una bellissima melodia.
Alzò piano gli occhi e mi guardò intensamente, come per chiedere il mio parere su quella canzone.
“Splendida” sibilai.
Mi avvicinai piano a lui e lo abbracciai con tutto l’amore di questo mondo.
 
*Fine sogno*
 
Un dolce sorriso si stampò sul mio voltò e finalmente incominciai a sognare lietamente.



 
P.O.V Leon
 
Nonostante tutto quello che è successo oggi, non riesco a essere triste.
Finalmente posso riabbracciare la mia Violetta e non pensare a nessun altra.
Stavo camminando verso casa e quando entrai, vidi che era in corso una festa.
Le solite cerimonie dei miei genitori con colleghi importanti.
Sospirai ed entrai dal retro, così nessuno mi avrebbe visto.
Salii velocemente le scale e nonostante ci fosse tutta quella gente, mi sentivo solo.
Quando Violetta non è con me mi sento solo.
Andai nella mia stanza e mi buttai a peso morto dopo questa giornata.
Volevo chiamare Violetta ma il mio orgoglio mi impedì di farlo, non volevo essere troppo opprimente già dal primo giorno.
Presi il cellulare e mandai velocemente un messaggio a tutti gli amici miei e di Maxi per informarli dell’accaduto, poiché ne erano ignari.
Mi arrivarono subito tantissimi SMS dopo.
Francesca mi chiamò e iniziò a parlare come una mitraglietta, sfogandosi dei suoi problemi e le sue frustrazioni con Federico ma poi si iniziò a preoccupare seriamente di Maxi e Nata.
“Non ci posso ancora credere!” disse.
“Non ti preoccupare, stanno abbastanza bene rispetto a quello che poteva succedere” risposi.
Lei sospirò e poi mi salutò.
Che strano, non avevamo mai parlato così apertamente io e Francesca.
Mi accoccolai nel letto, desiderando una persona in particolare di fianco a me.
Mi addormentai dolcemente cullato dal chiarore della luna.
 
*Sogno*
 
Sentivo il megafono rimbombare nelle orecchie.
“3” esclamò la voce.
“2” mancava poco per partire!
“1” esclamò quasi urlando.
Accellerai bruscamente la moto e partii.
La pista sembrava facile da percorrere.
Lara mi incitava esclamando il mio nome mentre io mi impegnavo sempre di più.
All’improvviso i rombi dei motori e le urla cessarono e incominciai a sentire ovattato una voce cristallina.
Potevo distinguere bene la musica, ma le parole erano mozzate.
Mi avvicinai piano al traguardo, senza volerlo avevo superato tutti.
Più mi avvicinavo e più sentivo nitidamente la voce che stava cinguettando.
 
Lo sentimos los dos
El corazon nos hablo
Y al ido suave nos susurro



Erano parole dolci e la voce mi pareva familiare.
Quando attraversai il traguardo, sentii chiaramente la canzone che ormai mi rimbombava nella mente.
 
Quiero mirarte
Quiero sonarte
Vivir contigo cada instante

 
Fermai bruscamente la moto dopo aver percorso qualche metro dopo il traguardo.
Tolsi velocemente il casco e mi fidai del mio udito per raggiungere quella voce.
Quella voce così melodiosa.
Una ragazza seduta sugli spalti mi colpì.
Iniziò a fissarmi mentre pronunciava delle parole.
Mi avvicinai di più finchè non la raggiunsi.
Era Violetta.
Mi unii alle sue parole, dando vita a un bellissimo duetto.

Quiero abrazarte
Quiero basarte
Quiero tenerte junto a mì
Tu eres lo que necesito
Pues lo que siento es
AMOR

 
Sorrise felicemente.
D’impulso la abbracciai prendendola in braccio per lanciarla in aria.
Le risate di lei mi scaldarono il cuore mentre di sottofondo c’era ancora la nostra canzone.
“Come la chiamiamo questa canzone?” chiese ritornando seria.
Questa canzone parla chiaramente della nostra storia, e di tutto quello che abbiamo passato per rimanere insieme e uniti.
Parla del nostro cammino.
“Nuestro camino” sibilai abbracciandola.
Ora possiamo testimoniare il nostro amore con questa splendida melodia.

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Angolo autore :
 
Tralasciamo questo capitolo e parliamo del finale della puntata 48.
Credo che stavo per svenire dalla gioia *-*
Finalmente Violetta cade nel posto e nel momento giusto!
Anche se la situazione non migliora poiché Leon (stupido) cerca di reprimere i suoi sentimenti e fa tutto il finto innamorato con Lara u.u .
Ma poi mi rendo conto che la puntata 67 avverrà tra due settimane e qualche giorno quindi, aspetto.
Parliamo del capitolo *-*
Mi piace molto il flashback di Nata, che ricorda il cambiamento di Ludmilla e … perchè viene divisa da Maxi?Ordini della madre?
Leon e Francesca parlano un bel po', potrebbe nascere qualcosa? :O
Violetta trova una scusa poco credibile, e German ci crede (che tonto)
MA COMMENTIAMO LA PARTE FINALE *-*
Non c’è bisogno di dire niente, mi commuovo già a leggerla … ç_ç
Entrambi sognano la stessa canzone ^-^
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piace il capitolo J
Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo? :O
 
 
 




 
 
 



 
 

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Capitolo 37
*** Cuore conteso ***



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Francesca  P.O.V
 
Affondai il mio viso sul petto di Marco.
“Tranquilla” disse accarezzandomi la schiena.
Le mie gambe incominciarono a cedere  improvvisamente e iniziai a sudare.
Mi strinse leggermente la vita mentre il nostro abbraccio pareva infinito.
Mi staccai malavoglia e lui mi prese le mani.
“Vieni” mormorò sorridendomi.
Si diresse nuovamente verso lo studio.
Io ero incantata dal sole che si levava dal cielo che ormai era tinto di arancione.
Un bellissimo tramonto.
Le mie mani stringevano le sue e non avevano intenzione di lasciarle andare.
Mi guardò intensamente e dopo pochi minuti mi accorsi di essere seduta sulla stessa panchina di prima, quando è venuta a disturbarmi Ludmilla.
Strinse saldamente le mia mano appoggiata sulla mia gamba e con l’altra carezzò la mia guancia.
“Ora puoi spiegarmi meglio cosa è successo?” sibilò.
Io non riuscii a non essere incantata da quelle labbra perfette che esprimono amore.
Come diamine avevo fatto a lasciare un ragazzo del genere?
No,no Francesca. Tu ami Federico! rimbombò la mia vocina interiore.
Mi imbambolai qualche secondo nei suoi occhi nocciola che mi esaminavano intensamente.
Eppure l’avevo lasciato per Federico.
Eppure c’era qualcosa che mi aveva portato a non scegliere lui.
“Ho visto Federico con un’altra ragazza” dissi abbassando lo sguardo.
Dissi le parole con freddezza e la mia voce era piuttosto roca, cercavo di trattenere le lacrime.
Cercavo di dimenticare ciò che era successo pochi minuti fa.
Lui si avvicinò ancora di più e sentii il suo respiro sul mio collo.
“Mi dispiace, io non lo avrei mai fatto” disse guardandomi con la coda dell’occhio.
Aveva perfettamente ragione.
Lui è troppo fedele ad una ragazza per fare questo.
Ora che ci stavo pensando, da quando Federico era stato contattato da UMix si da sempre aree da divo e non abbiamo tempo per stare insieme.
Perfino Ludmilla ora gli faceva gli occhi dolci.
Il suo respiro mi provocava un lieve solletico, così chiusi lentamente gli occhi.
Sospirai ritraendo la mia mano che era unita alla sua solo dopo qualche secondo, rendendomi conto di quello che stava succedendo.
“Lo so, perdonami di averti deluso quando ti ho lasciato” dissi con un’aria abbastanza affranta.
 
*Flashback*
 
Arrivai allo studio più presto e notai Marco intento a strimpellare una chitarra.
Mi avvicinai di soppiatto.
“Ciao” dissi freddamente.
“Ciao” disse neanche degnandomi di uno sguardo.
“Devo parlarti…” ammisi.
“Ok” si limitò a dire.
“Ecco, ho notato una certa tensione tra noi in questi ultimi giorni e vorrei prendermi una pausa per riflettere sui nostri sentimenti” dissi tutta d’un fiato.
Lui mi guardò pieno di tristezza negli occhi.
“Ti piace Federico?” andò al sodo.
“No, ma lui mi è stato molto vicino in questo ultimo periodo e… sono confusa”
“Va bene, anche io ho bisogno di una pausa” disse con un velo di tristezza.
Io gli presi le mani ma lui le scostò.
“Scusami” iniziai a singhiozzare.
Lui continuò a strimpellare la chitarra irremovibile.”
 
*Fine Flashback*
 
Che codarda.
Dopo quasi un mese gli confessavo queste parole.
“Io ti ho perdonato da molto tempo” disse sorridendo debolmente.
Nonostante avesse detto questo, sentivo ancora un po’ di dolore nella sua voce.
Inevitabilmente sorrisi a quelle parole, anche se in realtà mi sentivo tremendamente in colpa.
Si avvicinò lentamente al mio viso.
Di primo acchito non riuscii a capire le sue intenzioni ma poi chiuse gli occhi.
Voleva baciarmi, ma è pazzo?
Provai a mettermi nei suoi panni.
Beh, è il minimo dopo che uno si scusa con te promettendoti di non farti più soffrire.
Nonostante ciò però, non potevo non rifiutarlo.
Mi allontanai bruscamente.
“Marco…” sospirai appoggiando le mie mani sul suo petto.
“Si?” chiese abbassando lo sguardo.
Aveva ancora gli occhi chiusi per non scrutare i miei.
Leggevo ancora una volta una smorfia di delusione sul suo viso.
“Non posso” affermai alzandomi dalla panchina con gli occhi lucidi.
Iniziai a camminare quando mi afferrò il braccio.
“Io posso aspettare. Se vuoi possiamo essere amici” disse tendendomi la mano.
Come diamine faceva a perdonare ogni mio errore?
Lo avevo appena deluso per la seconda volta, eppure faceva di tutto per starmi accanto.
Io afferrai la sua esile mano senza indugiare.
“Si, per me va bene” dissi mentre un debole sorriso si stampò sul mio volto.
Di slancio lo abbracciai ma sembrava come un pezzo di legno, non osava muoversi.
Il mio telefono vibrò e contemporaneamente anche quello di Marco perciò si spezzò l’atmosfera.
Mi staccai dal suo abbraccio e notai che era impassibile, sembrava che stesse per andare al patibolo.
Era un messaggio di Leon che ci informava dell’accaduto di Maxi e Nata.
“Non ci posso credere. Scusa, ora vado” dissi incamminandomi per la strada mentre tentavo di chiamare Leon.
Lui rispose dopo tre squilli e oltre a chiedergli novità su Maxi, credo di avergli spifferato tutta la mia vita sentimentale.
Mai nella mia vita mi ero aperta così a Leon.
Ormai ero già stesa su letto quando chiusi la telefonata.
Il mio cellulare e il mio orecchio erano entrambi infuocati.
Mi addormentai guardando la luna fuori dalla finestra e pensando a tutto ciò che era successo oggi.
Il mio cuore era di nuovo scombussolato e conteso tra due persone.
 
Nata P.O.V
 
Mi svegliai lentamente accecata dalla luce del sole.
Coprii i miei occhi con le mie mani.
“Su signorina, si sveglia” disse una voce non familiare.
Aprii lentamente gli occhi e vidi una anziana infermiera controllare i lavaggi.
“Come sta?” chiese prendendomi le mani.
“Abbastanza meglio, grazie” risposi educatamente.
Inevitabilmente dalla mia bocca uscii un lungo sbadiglio.
Lei fece per andarsene ma la chiamai.
“Scusi” dissi facendola girare.
“Si?” disse allegramente avvicinandosi.
“Perchè mi hanno spostato in questa sala?” domandai.
“Purtroppo non è colpa della struttura. Qualche suo parente ha ordinato espressamente di farle cambiare stanza” rispose sorridendo.
Sentii la rabbia salirmi in gola.
Mia mamma.
“Va bene, grazie” dissi freddamente e digrignando i denti.
“Fra poco verrà a farle visita vostra madre, potrà chiedere a lei le motivazioni” concluse avviandosi fuori dalla stanza e chiudendola lentamente.
Sospirai alzando un po’ il capo e beandomi della vista del panorama che si vedeva da quella finestra, dove prima filtrava luce.
Potevo vedere bene il cielo blu con qualche nuvola bianca di strane forme.
Dopo un quarto d’ora entrò bruscamente nella stanza mia mamma.
Girai di scatto il mio volto verso di lei.
Sembrava delusa e arrabbiata dal suo viso.
“Non hai niente da dirmi?” pronunciò senza esitare.
“Ti ho mentito” dichiarai con un filo di voce.
“Quel ragazzo non fa altro che danneggiare la tua salute e la tua mente” disse alzando le braccia.
Come poteva arrivare a queste conclusioni così affrettate?
Come poteva dare la colpa di tutto a Maxi?
E’ stato solamente un incidente, non è sua la colpa.
“Non è stata colpa di Maxi, ma di quell’idiota che ci ha tamponato” strillai.
Lei abbassò le braccia e mi puntò un dito contro.
“Non osare urlare con tua madre, capito?” disse con voce roca coprendosi le mani con la bocca come se si fosse pentita di aver pronunciato quelle parole.
Si avvicinò lentamente alla finestra e si potevano sentire bene il rumore dei suoi tacchi sul pavimento.
Guardò il cielo con rammarico.
“Cosa ti sta succedendo, Natalia?Non hai mai osato contraddirmi” concluse appoggiando le mani sui fianchi.
Io non risposi, mai come ora avevo desiderato di dormire.
Dovevo fare una scelta a questo punto.
Scegliere Maxi e coronare il nostro amore nonostante mia madre non voglia oppure vivere la mia vita di sempre, come se Maxi fosse una persona come l’altra.
Stavo cercando di attuare la seconda ipotesi ma per quanto lo volessi, Maxi non mi era differente.
Non mi era mai stato indifferente.
 
*Flashback*
 
Arrivai con gli occhi annebbiati di lacrime su una panchina e mi ci buttai sopra a peso morto.
Appoggiai lentamente il mio viso tra le mani piangendo silenziosamente.
Per colpa di Ludmilla ora potevano cacciarmi fuori dallo studio.
Infatti quando andammo a fare la gita in un museo di musica, Ludmilla ebbe la “geniale” idea di vendicarsi su Camilla facendola incolpare in qualche modo.
Senza farsi guardare scrisse con un pennarello rosso sulla famosa chitarra di Rafa Palmer.
Sbirciai la scritta.
Aveva scarabocchiato “Punk Not Death”
Infatti Camilla in quel periodo si vestiva da Punk e sarebbe sicuramente stata incolpata lei.
Ce ne andammo di soppiatto e io non mi capacitavo di quello che aveva fatto.
All’inizio era stata incolpata Camilla, ma verificando bene, hanno trovato un pennarello rosso nel mio armadietto.
Sentii dei passi pesanti farsi vicini a me.
“Non piangere” disse una voce vellutata.
Sbirciai con i miei occhi e vidi un Maxi sorridente tendermi la mano.
“Vattene, rospo” dissi con la voce soffocata dalle lacrime.
“Non è colpa tua, so che è stata Ludmilla e farò di tutto per non farti cacciare”
Alzai il mio viso completamente rigato dalle lacrime.
“Tu faresti questo per me?Io ti ho sempre trattato male” dissi abbassando lo sguardo.
“Si, ma so che è tutta colpa dell’influenza di Ludmilla” disse sorridendo.
Io alzai lentamente gli occhi accigliandomi.
Cosa…stava succedendo?
Iniziai ad avvampare e mi sentivo tremendamente in imbarazzo.
Con uno scatto deciso mi alzai dalla panchina e mi avviai lontano da quel posto.
“Tsk, è una formichina come gli altri” pensai ad alta voce.
Ma dentro di me sapevo che quel ragazzo ormai non mi era indifferente.
 
*Fine flashback*
 
“Signora, l’orario mattutino di visite è terminato” affermò l’infermiera.
Mia mamma mi fece un cenno con la mano per poi chiudere la porta alle sue spalle.
 
Violetta P.O.V
 
I miei occhi si aprirono lentamente quando furono accecati dai primi raggi di sole.
Oggi non era un giorno come gli altri.
Oggi andrò a scuola con la consapevolezza di trovare Leon al mio fianco.
Mi alzai sorridente e come da routine mi lavai e mangiai per poi dirigermi con Angie allo Studio.
Quando chiuse la porta alle sue spalle incominciò a parlare.
“Come mai tuo padre da ieri è strano?” chiese Angie prendendo un fazzoletto dalla borsa.
“Ieri ha letto ‘accidentalmente’ il mio diario” dissi ricordando tutto quello successo ieri sera.
Lei esitò mi fece un cenno con le mani di continuare.
“Avevo scritto di aver fatto pace con Leon e lui come sempre mi ha rimproverata”
Lei emise un grande sospiro.
“Devi perdonarlo” affermò.
Come potevo perdonarlo dopo quello che mi aveva fatto?
“Non lo so” dissi scuotendo il capo.
“Sai com’è fatto German. Lui ti vuole molto bene e diventa geloso” disse arruffandomi i capelli.
Annuii debolmente.
“Ora se non ti dispiace, devo incontrare Geremia” disse avviandosi.
Le fermai un braccio.
“Chi è Geremia?” chiesi accigliandomi.
“E’ il nuovo professore di pianoforte” sorrise facendomi l’occhiolino.
Non vedo l’ora di conoscerlo.
Arrivai col fiatone allo studio perchè stavo facendo tardi ma una mano mi afferrò le spalle facendomi perdere l’equilibrio.
Mi girai bruscamente e gli occhi di Leon si riversarono nei miei.
“Amore…” disse avvicinandomi a se.
Sentivo il cuore esplodere nel petto quando pronunciava quella parola.
Il mio cervello andò in fumo e iniziai a balbettare finchè non posò un dito sulle mia labbra.
“Scusa” dissi abbassando lo sguardo.
“Nah, faccio questo effetto a tutte le ragazze” disse sfacciato.
“Cosa?Chi sono queste ragazze?” dissi preparandomi coi pugni.
Lui emise una sonora risata.
“Mi piaci di più quando sei gelosa” disse lasciandomi un veloce bacio sulle labbra.
“Io dico sul serio” dissi ridacchiando.
“Nessuna, a parte te ovviamente. Tu sei un caso a parte” disse.
“Cosa hai dietro la schiena?” chiesi sbirciando.
Lui un po’ timoroso mi porse un tulipano.
“Sai, ultimamente ho il pollice verde e mi occupo del giardino e quando ho visto questo fiore ho pensato di coglierlo per te” disse cingendomi con la vita.
Lo abbracciai impulsivamente lasciando di stucco tutta la gente della piazza.
“Come procedono i preparativi?” chiese prendendomi le mani.
“Molto bene. Fra cinque giorni sarò maggiorenne” dissi atteggiandomi.
“Benissimo, così non mi potranno incolpare di pedofilia” disse ridendo.
Scossi la testa.
“Solo che non so dove posso festeggiare. I locali di questi tempi sono tutti pieni per cerimonie” dissi abbassando lo sguardo.
Lui esitò perdendosi con gli occhi nel vuoto.
Poi cacciò un colpo di tosse.
“Beh, potresti festeggiare nella mia villa di proprietà” disse orgogliosamente.
Io esitai cercando di non incantarmi nel suo sguardo.
“L’abbiamo comprata tanti anni fa e ci saremo andati tre volte, tranquilla” disse lasciandomi un bacio bollente sulle guancie.
“Non voglio crearti problemi” dissi giocherellando nervosamente con le mani.
“No, tu sei parte di me e della mia famiglia quindi non ho problemi” disse punzecchiandomi il petto con un dito.
Sorrisi e strinsi saldamente la sua mano conducendolo nel nostro angolo.

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Dietro qualche fronde di alberi, c’è una nicchia appartata.
“Te lo ricordi?” chiesi avvicinandomi fino a cingere le sue spalle.
“Non posso dimenticarlo” disse con voce roca mordendosi il labbro maliziosamente.
Neanche io posso dimenticarlo, di tutti quei giorni passati lì a baciarci.
Iniziai a sfiorare le sue labbra facendolo indietreggiare per poi accostarlo contro il muro.
I baci diventarono sempre più passionali ed entrambi iniziavamo ad ansimare.
Il suono della campanella distolse la nostra mente da quello che stavamo facendo.
“Andiamo” concluse riprendendo fiato a bocca aperta, aveva ancora gli occhi chiusi.
Annuii e mi preparai psicologicamente per le lezioni di Jackie e Gregorio.
 
Nota autore :
TA-DAN!
Penso che questo capitolo fa schifo. (?)
Beh, in effetti ultimamente mi sento un po’ demotivata a scrivere, boh.
Voglio riservare un po’ tutte le scene pervy alla festa di Vilu, quindi fra qualche capitolo lol.
Vi ho dato solo un assaggio dei Leonetta *sogghigna*
Ero partita con l’intenzione di terminare questa FF a Settembre ma si sta prolungando quindi tanta gioia per voi (e per me, perchè adoro questa FF).
Ma commentiamo il capitolo J
Marco consola Francesca, è il ritorno dei Marcesca?
Anche se Fran lo respinge perchè pensa al povero Federico.
*chiama Federico*
 “Muoviti a fare pace con la tua fidanzata, idiota!”
E vediamo anche piccoli accenni (ma proprio small, perchè io odio questa coppia con tutto il cuore) di Leoncesca, diventeranno amici?
Ennesimi Flashback di Nata, di quando ha conosciuto Maxi (e ancora una volta : Aww *-*) e litigate con la mamma che non la vuole capire e da la colpa di tutto a Maxi.
Ed ecco che ritorna Angie, yeahhh!
Dopo un lasso di tempo infinito, ecco che parla e chiede a Vilu di perdonare il padre.
Scena finale : troppo Leonetta.
Leon sempre romantico e gli escono tulipani da tutte le parti del corpo lol.
Sappiamo il tuo segreto Leon! DILLO che sei andato dal fioraio a prendere quel fiore, CONFESSA!
Non mi immagino Leon sporcarsi le mani a tipo agricoltore col pollice verde ma OK.
Leon da la disponibilità della sua casa a Vilu per la sua festa di diciotto anni, awww.
E finalmente vanno un’altra volta nel loro posto segreto, la nicchia *-*
Ma parliamo ora di Violetta in Concerto! : voi andrete?
Io prenoterò i biglietti su Ticketone il 14 di settembre *-*
E il 21 gennaio finalmente vedrò il mio idolo!
Inutile dirlo che ho pianto peggio di una fontana Ahaha. Mi sono sentita un po' come quando Merdeces mi ha RT lol
Fatemi sapere le vostre opinioni! Nell’ultimo capitolo ho notato un piccolo calo quindi RECENSITE u.u


 

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Capitolo 38
*** La festa di Violetta ***



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German P.O.V
 
Corsi di soppiatto nella camera da letto recuperando il borsone che utilizzavo per i viaggi di tanto tempo fa.
Era abbastanza grande da contenere vestiti e parrucche necessarie per il mascheramento.
Ebbene si, qualche giorno mi ero presentato ai colloqui per diventare professore effettivo dello Studio On Beat.
Naturalmente non mi presentai con il mio vero nome.
 
*Flashback*
 
“E lei si chiama?” chiese una donna molto seducente, con un grande chignon sulla testa e una tuta da danza.
“Geremia” dissi stringendole la mano.
“Benvenuto allo Studio On Beat. Mi hanno parlato che lei è un bravissimo insegnante. Io sono Jackie”
“In effetti è così, sono specializzato in pianoforte. Grazie mille” risposi educatamente.
Se questo era il metodo migliore per stare vicino a mia figlia, avrei fatto questo e molto altro.
“Bene, le mostro la sala dove avrà lezione domani?” chiese sorridendomi e appoggiando le mani sui fianchi.
“Si, grazie mille. Lei è gentilissima” risposi.
Lei mi fece cenno di seguirla e mi indicò la sala di musica dove vedevo Violetta e Angie cantare una canzone.
 
Ya verás que algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Algo se enciende de nuevo
Tiene sentido intentar cuando estamos juntos
Cuando estamos juntos podemos soñar



 
Quella musica mi affascinò molto e per quanto volessi restare mi allontanai, non dovevo destare assolutamente alcun tipo di sospetto nella mente di Angie e Violetta.
Mi avvicinai alla sala professori e bussai educatamente, trovando Pablo seduto intento a firmare scartoffie.
Una scossa di gelosia pervase il mio corpo vedendolo.
Lui aveva avuto il beneficio di essere il fidanzato di Angie, ma ormai era storia vecchia.
Devo rifarmi una vita con Esmeralda che forse è l’unica donna che è stata capace di capirmi in tutti questi anni.
Una voce mi distolse dai miei pensieri.
“Signor Geremia, si accomodi” affermò garbatamente Pablo.
Mi posizionai sulla comoda sedia in vimini e lui esitò.
“Devo firmare alcune cose per l’effettiva assunzione” dissi per poi essere colpito dalla foto sulla scrivania.
Erano lui ed Angie, presumo qualche anno fa.
“Si, ecco” disse aprendo un cassetto e tirandone fuori una pila di fogli.
Io rimasi sorpreso quando parlò.
“Se non le dispiace dovrei finire alcune pratiche” disse porgendomi una penna e sorridendomi falsamente.
Una cosa era certa : io a Pablo non ero mai stato simpatico, né da German e né da Geremia.
Mi alzai e chiusi la porta alle mie spalle.
Guardai quei fogli pieni di scritte di cui non capivo un tubo e iniziai a camminare a tentoni.
Senza volere andai a sbattere contro qualcuno facendo cadere tutti i fogli per terra.
“Oh mi scusi. Sono davvero sbadata!” questa voce mi è molto familiare.
Alzai lo sguardo e vidi Angie raccogliere tutti i fogli senza stropicciarli.
Mi incantai nei suoi splendidi occhi azzurri e distolsi lo sguardo quando lei cercò il mio.
“Ecco a lei” disse alzandosi.
“Grazie mille” riuscii a dire.
“Lei è il nuovo professore?Io sono Angie, piacere” disse tendendomi educatamente la mano.
Una mano vellutata che non esitai ad afferrare.
“Geremia, piacere” affermai sorridendo.
Mi scrutò con lo sguardo per un po’.
“Mi ricorda qualcuno di vagamente familiare” disse appoggiando una mano sotto al mento scherzosamente.
Io risi nervosamente e cercai invano di mascherare la mia vera identità.
“Bene, ora ho lezione. Ci vediamo domani” disse dandomi una pacca sulla spalla per poi andare via.
Io rimasi lì come il fesso per qualche secondo ma poi mi ripresi.
 
*Fine flashback*
 
Mi avviai a piedi verso lo Studio e due giovini mi colpirono.
Avevano le mani congiunte e si sussurravano parole dolci…
Aspetta! Ma quella è Violetta!
Trattenni la mia rabbia e mi avviai verso il portone principale imprimendo nella mia mente la loro immagine mentre Violetta guidava il ragazzo dietro qualche  fronda.
Non potevo travisare il mio comportamento.
Andai vicino alla bacheca controllando il mio orario finché suonò la campanella.
Sentii delle urla e degli schiamazzi fin quando qualcuno mi picchiettò la spalla.
Mi girai e vidi Violetta sorridere.
“Lei è il nuovo professore, vero?” chiese squadrandomi.
“Si, molto piacere. Lei è?” chiesi educatamente.
“Sono Violetta…” disse per poi voltarsi.
“…e lui è Leon” disse congiungendo la sua mano con quella del ragazzo.
“Molto bene, ora se può scusarmi devo fare lezione” dissi continuando a guardare imperterrito quelle mani congiunte.
“Aspetti” disse Leon tirandomi un braccio.
Lo guardai furiosamente ma lui non se ne accorse.
“Dobbiamo fare entrambi lezione con lei” sostenne Leon.
Violetta guardò per un istante che a me parve interminabile Leon.
“B-bene, allora andiamo” dissi avviandomi verso la sala.
 
Violetta P.O.V
 
“Dobbiamo fare entrambi lezione con lei” sostenne Leon mentre io ero troppo incantata dalla sua voce soave e dalle nostre mani unite.
Geremia, il nostro nuovo professore, guardò male Leon ma lui non se ne accorse.
“B-bene, allora andiamo” balbettò orientandosi verso la sala di musica.
Si allontanò di qualche metro, forse aveva qualche faccenda da sbrigare.
Mi fermai con Leon nel corridoio appoggiandomi al muro.
“Sai, ieri notte ho fatto un sogno bellissimo” ammisi.
Lui mi guardò sconvolto invogliandomi a raccontarlo.
“Ho sognato che avevi composto una canzone e la cantavamo insieme”
Lui spalancò la bocca.
“Va tutto bene Leon?” chiesi preoccupandomi.
“S-si. Anche io ho fatto lo stesso sogno” disse abbassando il capo.
Gli afferrai una mano e lo condussi dentro l’aula di musica.
“Come fa la canzone?” chiesi curiosa.
Lui si avvicinò al piano appoggiando qualche dita sulle tempie.
“Ehm, non ricordo molto bene. Fa più o meno così” concluse per poi produrre una fantastica melodia.
La melodia mi pareva molto familiare.
 
Tanto tiempo caminando
junto a tì
Aun recuerdo el dìa
en que te conoci
El amor en mi nacio
Tu sonrisa me enseno
Tras las nubes siempre
va a estar el sol

 
La melodia si incastonava con le parole perfettamente.
Leon si fermò e mi guardò gioioso negli occhi.
“Non ci posso credere” disse per poi accogliermi tra le sue braccia.
“Possiamo utilizzarla per la coreografia, manca solo qualche giorno per provare” affermai.
“Buona idea. Ti amo” disse per poi iniziare a baciarmi facendomi arretrare fino al muro.
Dopo qualche secondo si sentì un tonfo e mi girai bruscamente.
Geremia era caduto tra le percussioni e Leon si precipitò ad aiutarlo, anche se stranamente lo scansò.
“Bene, incominciamo questa lezione” disse l’insegnante rialzandosi e facendo roteare gli occhi.
 
Francesca P.O.V     
 
Mi avviai all’entrata insieme a Camilla e Maxi, sperando di non vedere Federico.
Come non detto.
Federico mi rincorse e mi afferrò il braccio che io strattonai.
“Perchè non mi hai risposto al cellulare?” disse parandosi davanti per farmi fermare.
“Non avevo niente da dirti” dissi sorridendo nervosamente.
“Posso spiegarti tutto” disse con aria affranta.
“Cosa vuoi spiegarmi?Che mi hai tradito?” dissi spingendolo verso la parete.
Lui si accigliò e si grattò il capo.
Qualcosa non quadrava.
“Ma cosa dici?”
“Quello che ho visto. Eri seduto al tavolo con una bellissima ragazza” lo rimproverai.
“Stai parlando di Arianna?Mia cugina?” disse sorridendo beffardo.
Il mondo mi cadde addosso.
Sua cugina, era sua cugina dannazione!
Portai una mano alla bocca.
“E’ venuta dall’Italia con la sua famiglia. Non devi essere gelosa” disse per poi abbracciarmi.
Sfogai un pianto liberatorio e alzai il viso per baciarlo.
“Mi dispiace. Ti capisco se non vuoi più stare con me” dissi allontanandomi.
Lui mi afferrò un braccio.
“Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Non dirlo neanche per scherzo” disse cingendo la mia vita.
Istintivamente mi fiondai sulle sue labbra per baciarlo appassionatamente.
“Dobbiamo stare di più insieme” constatò.
“Sono d’accordo” dissi per poi accarezzargli lentamente la guancia.
 
-Due giorni dopo-
 
P.O.V Violetta


Era arrivato finalmente il momento.
Oggi sarei diventata maggiorenne.
Erano le 18.30 e tra poco sarebbero arrivati tutti gli invitati ovvero tutti i ragazzi dello studio.
Io ero arrivata prima in casa Vargas poiché Leon mi aveva dato le chiavi ma di lui nessuna traccia.
Non rispondeva al cellulare, non mi richiamava.
Strano da parte sua.
Sbuffai e appoggiai sulla mensola il bauletto dei trucchi mentre mi guardai allo specchio.
Mi truccai molto leggera : una riga di eyeliner con un lucidalabbra rosa.
Non avevo scelto per l’occasione un vestito eccessivamente sfarzoso : un semplice tubino nero con qualche ricamo di pizzo.
Scesi nel salotto per gli ultimi ritocchi ai festoni e mi guardai intorno.
Ero davvero fiera di avere una bellissima festa qui, e tutto grazie al mio fidanzato.
Sentii bussare il campanello e impaziente andai ad aprire quasi scivolando.
Era Francesca.
“Fran!” urlai abbracciandola.
“Tanti auguri a te!” disse cantando la canzoncina.
Da dietro sbucò anche Camilla e le afferrai un braccio stringendola.
“Grazie ragazze” mi staccai facendole accomodare.
Francesca si buttò sul divano.
“Certo che è bellissima questa villa”  disse Camilla guardandosi intorno.
“Beh, la famiglia di Leon può permettersela” disse con un po’ di acidità Francesca.
Camilla le diede una gomitata.
Entrambe erano vestite benissimo : Camilla indossava un vestito color Tiffany a balze che arrivavano fino al ginocchio con delle ballerine mentre Francesca un seducente vestitino a righe blu.
“Peccato che Maxi e Nata non siano qui” disse affranta Camilla.
Infatti Maxi e Nata erano ancora in ospedale ma mi avevano mandato gli auguri.
Man mano arrivarono tutti gli altri invitati e la festa procedette.
La musica a palla, le luci soffuse e gli invitati che ballavano resero questa festa perfetta.
Io mi sedetti dopo una gran sfilza di balli, ma poi mi sentii prendere la mano.
Mi girai pensando che fosse Leon.
“Ciao, Diego!” dissi baciandolo su una guancia.
“Tanti auguri” mi sussurrò in un orecchio.
Io ricambiai il suo sguardo beffardo.
Mosse impercettibilmente le labbra e non riuscii a capire.
“Cosa?Non ho sentito!” urlai.
“Ti va di ballare?” urlò facendo girare tutti.
Io mi alzai e lo condussi verso la pista da ballo.
Mi strinse leggermente la vita ma io cercai di tenere le distanze, non volevo che Leon si facesse strani pensieri.
“Allora, hai fatto pace con Leon” disse rompendo il ghiaccio.
“Si, per te è un problema?” dissi con un po’ di asprezza.
“No, perchè ho la certezza che fra qualche giorno ritornerai da me” disse sfrontato.
“Che presuntuoso” dichiarai sarcasticamente dandogli qualche lieve pugno sul petto.
Fui afferrata da entrambe le braccia.
“Ma cosa?!?” imprecai.
Mi girai vedendo Camilla e Francesca.
“Cosa state facendo?” dissi aggiustandomi il vestito.
“Devi venire con noi, subito!” ordinarono in sincrono.
Io mi accigliai e le seguii confusa.
Ci chiudemmo in una stanza e loro chiusero la porta a chiave.
“Perchè mi avete portata qui?” chiesi buttandomi sul letto comodo.
Mi porsero senza esitazioni una scatola abbastanza grande.
La aprii con foga vedendo un babydoll e impallidendo.
“Ma siete matte?” dissi urlando.
“Andiamo, alla fine rimarrete solo tu e Leon in casa” disse ammiccando Camilla.
“Ti spoglia con gli occhi Vilu” dichiarò Francesca porgendomi il babydoll.
“Mettilo, così se succederà sarai un minimo attraente” affermò Camilla.
Certo, perchè per far sbavare un uomo ci vuole un babydoll.
“Io devo cercare di essere attraente mentre lui è un’ora che non si fa vivo?” mi infuriai.
“Tu indossalo e rimettiti il tubino, non si sa mai” disse Francesca spingendomi nello spogliatoio.
Lo indossai e mi sentivo terribilmente in imbarazzo.
Il tessuto della camicetta faceva intravedere il seno e mi sentivo diversa.
Non so quali fossero le intenzioni di Leon però volevo indossare stranamente questo babydoll.
Voglio fargli perdere la testa.
Indossai nuovamente il tubino e quando scesi in sala squillò il cellulare.
Lo presi e quando notai che era Leon risposi subito.
“Dove ti sei cacciato?” urlai.
Lui sospirò ma poi parlò.
“Esci fuori dal balcone” ordinò.
Io mi diressi fuori la balconata socchiudendo la finestra alle mie spalle.
No, non vedevo nessuno. Solo un bellissimo cielo stellato e una vista mozzafiato.
Qualche secondo dopo si sentirono dei boati in aria.
Dei bellissimi fuochi d’artificio di colore lilla si propagarono per tutto il cielo.
Beh, forse è soltanto il caso , pensai.
Mi rimangiai tutto quando comparve una scritta nel cielo provocata proprio da questi fuochi.
 
-Buon Compleanno Vilu, ti amo –
 
Rimasi a bocca aperta e dopo poco si disegnò nel cielo una V e una L.
Francesca e Camilla insieme ad alcuni invitati mi trovarono piangente fuori dalla finestra e videro anche loro quello spettacolo.
Dopo dieci minuti tutti rientrarono dentro.
“Vilu, tu non vieni?” chiese Lena.
“Si, vengo subito” dissi con le lacrime agli occhi.
Mi alzai per rientrare quando da dietro mi sentii cingere le braccia.
“Diego, vattene ti prego” dissi con le lacrime agli occhi.
“Diego?” disse Leon.
Mi girai di scatto e abbracciai Leon.
“Cosa ha fatto Diego?” riformulò la domanda
“Niente, solo che ho uno splendido fidanzato e non mi va di stare con altri ragazzi” dissi affondando il viso nella sua camicia.
Lui sospirò a lungo.
“Ti amo Leon, non posso avere un ragazzo migliore” dissi guardandolo negli occhi.
“Ti è piaciuta la sorpresa?”
“Splendida, non ho parole” dissi dando un piccolo bacio sul suo collo per poi allontanarmi.
“Rientriamo, qui fa un po’ freddo” disse prendendo la mia mano.
Rientrammo dentro e notai che la torta era già stata posata sul tavolo.
Tagliai il dolce spegnendo lentamente le candeline desiderando di stare sempre così e brindammo tutti ai miei diciotto anni.
Fui sommersa dai flash delle macchine fotografiche.
“Una tu e Leon” incitò Andres.
Leon si avvicinò al tavolo e mi lasciò un bacio sulle labbra lo stesso istante in cui tantissimi flash mi accecarono gli occhi.
Sentivo i gridolini di stupore e di incitazione.
Dopo aver fatto le foto con tutti, era il momento di andarsene.
La casa era un macello, colpa di gente un po’ brilla.
Francesca e Camilla mi salutarono ammiccando e io le guardai male.
Mi abbassai per prendere qualche avanzo per terra quando sentì che Leon chiuse la porta.
Ora eravamo finalmente soli.
 
 
Nota autore :
Capitolo per lo più di passaggio a quello che avverrà dopo, e potete immaginare cosa LOL.
Fran fa pace con Fede,yeeah *-*
Questo spazio autore è un po’ corto oggi ma come ogni volta che aggiorno, RECENSITE u.u
Beesos :3
 
 
 

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Capitolo 39
*** Notte d'amore ***



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NOTA : Questo capitolo sarà COMPLETAMENTE Rating Rosso ma vedo che a voi non dispiace lol.
 
 
Leon P.O.V
 
 
*Flashback*
 
Appostai la moto a qualche metro di distanza dalla macchinetta dei preservativi, non volevo destare sospetti.
Chiesi ad Andres di accompagnarmi e per coprirmi le spalle.
Certo, fare sesso è una cosa di cui vantarsi ma per me…è terribilmente imbarazzante.
Scesi dalla moto e mi avvicinai al distributore con Andres vicino.
Per fortuna non c’era molta gente.
Con la mano tremante infilai cinque euro e selezionai il tipo di preservativo più adatto per me.
“Non posso crederci,hai preso l’Extra Large!” strillò Andres.
Gli diedi un pugno nello stomaco.
“Urla un po’ più forte” minacciai.
Lui scosse la testa e mi accorsi che la macchinetta stava elaborando la mia scelta.
“Sono sicuro che stasera sfonderai amico, in tutti i sensi!” urlò di nuovo.
Oh, pessima scelta portarmi Andres appresso.
“La vuoi finire?Ci sono dei bambini!” urlai irritato.
Lui guardò la gente che incredula si era girata.
“Oh, sono suoi!” disse indicandomi come per giustificarsi.
Mai come in quel momento avrei voluto soffocarlo.
Erano ormai cinque minuti che la macchinetta stava elaborando.
“Secondo me si è rotta” constatò.
“Beh, voglio i miei soldi indietro” sbuffai appoggiando la mano sulla testa.
“Andiamo in farmacia a chiedere” disse trascinandomi.
Chiedemmo informazioni al farmacista che uscii e si avviò per vedere il guasto alla macchinetta.
“Mh, no. Non capisco perchè fa così” disse il dottore grattandosi il capo.
Una signora arrivò e salutò il dottore.
“Beh, forse se schiacciamo questo pulsante potrebbe andare!” disse la signora.
Niente, la macchinetta era bloccata peggio di prima.
Un uomo sulla cinquantina premette un altro bottone.
“Forse così si sblocca!” ma niente.
In poco tempo si avvicinò un po’ di gente e io mi sentii tremendamente in imbarazzo.
Può capitarmi qualcosa di peggio?
Un bambino, presumo undici anni, si avvicinò anche lui alla macchinetta e premette l’ennesimo tasto.
Puf!Come per magia i profilattici uscirono dalla macchinetta.
Il bambino li prese tra le mani e me li porse.
“Complimenti”disse con stupore per poi andarsene.
Ma complimenti per cosa? Ah, certo.
Mi avviai sulla moto con un Andres sghignazzante.
 
*Fine Flashback*
 
Chiusi il portone alle mie spalle e mi girai vedendo Violetta raccogliere qualche rifiuto dal pavimento.
I miei occhi esaminavano il suo sguardo, dove leggevo un misto di stanchezza e allegria.
Sospirò allegramente e poi si alzò, incontrando i miei occhi.
“S-scusa Leon, questa casa è un macello” disse con voce affranta.
Io mi avvicinai abbassandomi e le fermai le mani.
Mi guardò stupita.
“Puliremo un altro giorno” la rassicurai.
Lei mi sorrise debolmente e afferrò la mia mano per rialzarsi.
“Inoltre, devo ancora darti il mio regalo” dissi di spalle per poi girarmi.
Il suo sguardo era esterrefatto.
“Stai scherzando?Pensavo che i fuochi d’artificio fossero il regalo” disse accigliandosi.
Si stampò sulla mia faccia un sorriso sghembo che lei ricambiò.
Mi avvicinai lentamente a lei cingendole la vita a e facendo combaciare i nostri corpi.
Appoggiò il suo viso sul mio petto, sentendo battere molto forte il mio cuore.
Dopo qualche minuto alzò timidamente il suo volto per guardarmi negli occhi, che ormai erano carichi di malizia.
Con una mano le cingevo la vita mentre l’altra iniziai a giocherellare con i suoi capelli mossi esercitando una piccola pressione per spingere il suo viso verso il mio.
Chiuse senza fretta i suoi sfolgoranti occhi finchè le nostre labbra non si sfiorarono.
In effetti per tutta la sera non ci eravamo concessi nemmeno un bacio e quello era sicuramente il momento perfetto.
Le solleticai con la lingua il labbro per chiedere l’accesso al suo palato e lei acconsentì subito.
Dopo pochi secondi il nostro bacio diventò molto ardente e cresceva dentro me ogni secondo di più il desiderio di farla mia.
Lei come sempre iniziò ad ansimare sulle mie labbra mentre tirava le estremità dei miei capelli.
Strinsi fermamente la sua vita facendola avvicinare ancora di più e facendo scontrare inevitabilmente i nostri petti.
Dopo qualche minuto si staccò bruscamente per riprendere fiato.
Qualche secondo dopo aprì gli occhi e appoggiò la sua fronte alla mia.
“Questo è sicuramente il regalo più bello di tutti” disse sorridendo silenziosamente.
Intanto iniziai a sentire stretti i pantaloni e diedi una occhiata fugace al cavallo dei calzoni che era leggermente turgido.
Maledizione, deve succedere sempre!
Menomale che lei non se ne accorse, o avrei fatto la figura del maniaco.
“Mi dispiace, ma questo non è il regalo” dissi facendole l’occhiolino.
Lei iniziò a ridere di cuore e strinse solidamente le mie mani.
Incominciai a dirigermi verso la porta spegnendo le luci.
“Ma non puliamo?” chiese tirandomi leggermente il braccio.
“Lo faremo domani, promesso” sorrisi e i miei denti spiccarono nel buio.
Lei acconsentì con la testa e aprì con una certa fretta la porta per poi chiuderla a chiave una volta usciti.
Nel cielo potevano spiccare miriadi di stelle e vidi Violetta alzare il capo sorpresa.
La condussi verso l’auto che mi regalarono ai miei diciotto anni, che non utilizzavo mai.
Da quando avevo la passione per le moto, avevo completamente dimenticato questa automobile ma stamattina l’avevo portata al lavaggio e ora sembrava nuova di zecca.
Lei si fermò.
“Non andiamo in moto?” chiese accigliandosi.
“No, questa è una occasione speciale” dissi sorridendole e rassicurandola.
Ma quale moto e moto.
Volevo che questa serata per lei fosse indelebile per sempre, non so se ci siamo capiti.
Lei mi seguì ancora un po’ dubbiosa ed entrò sul sedile anteriore di fianco a me.
“Dove andiamo?” chiese curiosa.
“Sorpresa” dissi come sempre.
Ormai sapeva che non gliel’avrei mai detto prima.
Mi conosceva molto bene così si zittì subito e si godette la vista mozzafiato del panorama.
Dopo qualche chilometro invece di continuare per l’autostrada imboccai una via stretta abbastanza isolata.
“L-leon” disse guardandomi sconvolta.
Non avrei mai fatto niente per traumatizzarla.
Anzi, se non vuole fare l’amore con me rispetterò le sue scelte.
Dopo quattrocento metri arrivammo in un piccolo spiazzo e appostai l’auto proprio di fronte al panorama che si ergeva : Buenos Aires.
Per fortuna c’era soltanto la nostra auto.
Lei portò le mani alla bocca e dopo qualche secondo mi guardò.
“E’ splendido, non ho parole” sibilò accarezzandomi le guance.
Dai suoi occhi iniziarono a uscire rivoli di lacrime.
Perchè il mio amore stava piangendo?
Con un dito raccolsi le sue lacrime.
Lei mi guardò e sorrise debolmente.
“Perchè piangi?” chiesi accarezzandole la guancia.
“Non lo so, è la prima volta che un ragazzo fa tutto questo per me e..” la zittii con un dito.
“Spero di essere anche l’unico” dissi scostandole una ciocca di capelli.
Lei morse il suo labbro inferiore provocandomi.
Si avvicinò al mio viso rapidamente, non lentamente come tutte le altre volte.
Come se avesse bisogno dei miei baci per vivere.
Sfiorò lentamente le mie labbra e iniziò a baciare il mio collo, facendomi impazzire.
Io inarcai leggermente il capo chiudendo gli occhi per amplificare quella sensazione.
Dalla borsa di Violetta si iniziò a sentire una suoneria e lei si staccò bruscamente per rispondere.
“Oh no, è mio padre!” disse andando nel panico.
“Digli che dormi da Francesca” ammiccai.
Lei capì tutto e strinse la mia mano.
Esitò un po’ nel rispondere.
“Violetta, ci sei?” sentii nitidamente la voce di German rimbombare dal cellulare.
“Si, si. Dobbiamo ancora pulire la casa e farò tardi così vado a dormire da Francesca”
Il padre rimase un po’ interdetto ma poi acconsentì e Violetta gli diede la buonanotte.
Mi avvicinai ma lei mi fermò con una mano sul petto e digitò il numero di Francesca.
“Si, Francesca lo so che è tardi. Sono sicura che mio padre chiamerà per chiederti se sono a dormire da te e devi mentire” disse voltandosi.
“Si, sto con Leon. Ok ciao” e chiuse la telefonata.
Abbassò il capo per non incontrare i miei occhi poiché era imbarazzata.
“Guardami” le dissi soavemente.
Lei alzò lentamente il capo e affondò il suo sguardo nei miei occhi.
“Non farò niente che tu non vorrai” la rasserenai accarezzandole la guancia.
Intrecciò le nostre mani a mezz’aria e fece un respiro profondo.
“No, io ti desidero in quel modo da molto tempo Leon. Non possiamo rimandare ancora una volta” disse per poi spegnere il cellulare.
Anche io feci la stessa cosa, nessuno ci avrebbe interrotti quella notte.
Abbassai la manopola dell’inclinazione dello schienale per farla passare sui sedili posteriori, in quanto c’era più spazio e anche un divanetto per stare comodi.
Gattonò fino al divanetto e si tolse rapidamente i tacchi.
Con meno facilità riuscii a scavalcare il sedile mentre Violetta se la rideva sotto i baffi.
Quando arrivai sedendomi vicino a lei, mi tolsi rapidamente le converse.
Ero così ansioso che sbagliai a togliere i lacci.
Infatti andai nel pallone quando Violetta incominciò a baciare con una lentezza snervante il mio collo.
“Maledizione!” dissi buttando all’aria le mie scarpe e spingendo il suo corpo a stendersi completamente sul divano.
Mi stesi in mezzo alle sue gambe sussurrando piano nel suo orecchio.
“Come riesci a farmi perdere sempre così il controllo?” ringhiai beffardamente.
“N-non lo so” disse rimanendo scandalizzata dalla mia audacia.
Le sue mani afferrarono i capelli e iniziò a scompigliarli mentre mi avvicinai per un altro bacio.
Dopo qualche minuto iniziò a muoversi e a rabbrividire sotto il mio corpo provocandomi ancora più eccitazione dato che ora le nostre intimità erano a contatto.
Avvicinò le sue mani tremanti alla camicia e iniziò ad aprire i bottoni mentre io le accarezzavo i fianchi.
Sfilò delicatamente la mia blusa facendomi rimanere a petto nudo e graffiò piano il mio addome.
Prendendo l’iniziativa abbassai la lampo del vestito e si alzò seduta per sfilarlo.
Lo spettacolo che si presentava davanti non faceva altro che invogliarmi di più.
Violetta, la ragazza timida che ho salvato qualche anno fa, ora indossava un seducente babydoll.
Abbassò il capo mentre io le accarezzavo un braccio.
“Non dirmi che anche tu avevi queste intenzioni stasera” dissi stendendomi sopra di lei nuovamente e ammirando la mia ragazza vestita in modo così attraente.
“No…cioè si…è tutta colpa di Francesca e Camilla” ammise.
Io iniziai a lasciare baci infuocati sulla sua spalla.
“Le ringrazierò bene domani” risi.
Lei percorse il mio petto con le mani finchè non infilò le dita tra i passanti dei miei pantaloni e sbottonò facilmente alcuni bottoni e la zip.
Con un movimento rapido capovolse la situazione e si sedette sulla mia pancia sfilando lentamente i pantaloni mentre io chiusi gli occhi accarezzandole i fianchi.
Per un momento si bloccò vedendo l’evidente eccitazione e io riaprii gli occhi pensando che si fosse pentita.
“Sono tutti così?” chiese distogliendo lo sguardo dai miei jeans.
Sapevo a cosa si riferiva.
“Beh, non vado di certo a vedere come ce li hanno gli altri ragazzi. Comunque sia spero di no, mi piace essere unico” dissi strizzando l'occhio.
Lei iniziò a ridere e riprese a baciarmi accarezzando freneticamente la pancia e il petto, cercando di evitare in tutti i modi di toccare i miei boxer.
Intanto le spostai il tessuto della camicetta scoprendo leggermente i suoi seni.
Sono sicuro che adesso non mi sarei fermato.
“Vuoi continuare?” chiesi per poi iniziare a lambire lentamente i suoi capezzoli turgidi.
Lei annuì supplicante e ribaltai nuovamente la situazione trovandomi sopra di lei.
Mentre io liberai la parte superiore del tessuto facendola rimanere solo in mutandine, lei sfiorò con calma il tessuto dei boxer e ci introdusse alcune dita.
Una scarica di eccitazione mi fece gemere fortemente quando iniziò a stimolare la mia intimità mentre io mi concentravo sui suoi seni.
Istintivamente spinsi il mio bacino verso le sue mani e mugolai qualcosa quando tolse le mani dal mio membro e ricominciò ad accarezzarmi la schiena.
La guardai negli occhi e iniziai a bearmi della magnifica visione.
Con una mano accarezzavo il suo seno sinistro mentre continuavo a lambire con la lingua il suo seno destro facendola gemere sempre di più.
Iniziò a aprire leggermente le gambe, cosa che mi fece impazzire.
Le mie mani accarezzarono a lungo i suoi fianchi per poi sfilare delicatamente le sue mutandine che finirono per terra.
La stessa cosa fece lei con i boxer.
Ora eravamo entrambi nudi e ansimanti mentre sentivo il suo bacino spingere sempre di più contro il mio quando iniziai a stimolare la sua eccitazione per poi sentirla gridare.
Mi alzai qualche secondo per contemplare la mia ragazza, nuda sotto di me.
Non potevo resistere un secondo di più.
“Sicura?” chiesi con quel po’ di voce che mi restava.
Lei annuì col capo supplicante e mi alzai aggrappandomi al sedile per prendere i preservativi dentro lo scomparto.
Con le mani sudaticce lo infilai goffamente e vidi Violetta sorridere.
“Va tutto bene amore?” chiesi premurosamente accarezzandole i capelli mentre il momento di fondere le nostre anime era giunto.
Un flashback mi ritornò in mentre, dopo tanto tempo.
 
*Flashback*
 
Sentirla tra le mie braccia era la sensazione più bella del mondo.
All’improvviso incominciai a pensare a me e a lei a fare l’amore in una stanza piena di candele che rendevano l’atmosfera piacevole e molto intrigante.
Sapevo che tutto ciò non sarebbe stato possibile ma continuai ad immaginare.
Ai suoi baci, alle sue carezze e le mie braccia che avvolgono le sue. I miei capelli tutti scompigliati dalle sue mani sudate per l’emozione forte e indescrivibile. Alle mie spinte e ai suoi gemiti strozzati. Al suo viso così eccitante tinto di rosso per la vergogna.
Si, perchè credo che lei si vergognerebbe anche in questi momenti
 
*Fine flashback*
 
Mi posizionai all’entrata della sua intimità e iniziai a baciarla dolcemente per farla distrarre dal dolore quando entrai in lei.
Lei all’inizio sgranò gli occhi e per paura mi fermai.
Beh, si era scelta un ragazzo abbastanza dotato e avevo paura di farle troppo male.
“Ti prego, è normale. Continua” disse ansimando.
Iniziai a spingere lentamente mentre lei allacciò le sue braccia al mio collo.
Dopo qualche minuto mi rassicurai, perchè il dolore scomparve.
Iniziò a gemere di piacere cercando di soffocare la sua voce, ma inevitabilmente non ci riuscì.
”Non reprimere i tuoi gemiti, per favore” dissi ansimando mentre spingevo sempre più velocemente
Lei chiuse gli occhi e si lasciò andare iniziando a gemere sempre più forte.
Allacciò le gambe alla mia vita cercando più vicinanza.
Il mio respiro si fece più affannoso e si andò a benedire anche quell’ultimo briciolo di lucidità.
“L-leon” iniziò ripetendo il mio nome ad ogni spinta.
“Ti amo Violetta” sibilai mordendole affettuosamente il lobo dell’orecchio mentre lei iniziò ad urlare più forte.
La cosa più bella è che ci guardammo negli occhi per tutto il tempo.
Le spinte si fecero più veloci, la lussuria aveva preso possesso di me.
Un’ultima spinta in profondità la fece letteralmente strillare e io posai una mano sul suo grembo fermandomi.
“Anche io ti amo” disse tremando per poi baciarmi caldamente.
Sfilai il profilattico riponendolo in un fazzoletto per poi buttarlo dal finestrino.
Quella era sicuramente stata la notte più bella della mia vita.
Lei lentamente si mise a sedere iniziando a guardarmi maliziosamente mentre si mordeva ripetutamente il labbro inferiore
“Lo so che sono sexy, ma smettila di morderti il labbro o inizierà a sanguinare” scherzai sedendomi sul divanetto ancora boccheggiante.
Lei si mise sopra di me a cavalcioni e iniziò a baciare il collo scendendo per il petto per poi arrivare all’addome.
Una scarica di eccitazione percorse tutto il mio corpo e il mio calore corporeo si concentrò soprattutto in mezzo alle gambe.
Violetta si avvicinò lentamente al mio membro leccandone la punta e baciandone la lunghezza.
“Io credo di impazzire se andrai avanti così” dissi fomentandomi ancora di più e imprimendo nella mia mente l’immagine di Violetta che mi da così tanto piacere.
Irrazionalmente premetti la mia mano sul suo capo spingendolo di più verso la mia intimità.
Mi guardò languidamente alzandosi e riprese a baciarmi divorando le mie labbra mentre io le accarezzavo il fondoschiena.
Sentivo di stare per venire...
“Spostati” dissi scacciandola via per non imbrattarla.
Lei si concentrò nuovamente sul mio collo mentre io venni e mi accasciai letteralmente.
Le porsi la mia camicia e lei non esitò ad indossarla aspirandone il profumo.
“Vieni qui” dissi accogliendola tra le mie braccia.
Lei sorrise e mi abbracciò dolcemente nel buio.
Ci addormentammo con la luce soffusa del chiarore della luna mentre i nostri cuori battevano in sincrono.
 
Angolo autore :
 
No vabbè, io evito di commentare questo capitolo perchè non mi piace tanto come l’ho scritto.
Forse sono stata troppo volgare e poco romantica, boh.
Capitolo da come avete capito incentrato sui Leonetta e…niente.
Non ho assolutamente niente da dire *sclera*.
Reecensite :3
Ah, aggiornerò un po’ più lentamente durante le scuola, ovvio.
 
 
 
 
 
 

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