Hold your heart into this darkness

di estar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Buongiorno a tutti^_^
Prima di leggere vorrei dire due cosette importanti!
Questa è una storia che avevo già iniziato a pubblicare (solo 2 capitoli), ma non riuscivo a proseguire. Ho deciso quindi di modificare leggermente la trama e le situazioni e va molto meglio ^___^
Volevo avvertire privatamente coloro che l’avevano messa tra le preferite/seguite/ricordate ma furbamente l’ho cancellata prima X”D
Un bacio a tutti e buona lettura!

 
 

Life sometimes separate people so that they can realize how much they mean to each other.
Cit.

 
In molte circostanze le avevano detto che ascoltare di nascosto è da maleducati, che non si fa e che se si viene scoperti si passano tanti guai.
Ma quella volta era diverso: non aveva mai sentito i suoi genitori litigare cosi per lei.
E per Billie.
<< Ray te l’ho detto. Per me la storia è chiusa. Lauren non vedrà più Billie. E me ne frego che sono i nostri vicini. Quel bambino è disturbato! >>
<< Melanie cazzo, ha solo  7 anni! >>
<< Sua madre l’ha portato dallo psicologo. E sai perché?  Veste solo di nero, è sempre triste e i suoi genitori litigano e urlano continuamente! Non voglio che mia figlia venga influenzata. >>
<< Sono solo bambini! Lasciali giocare insieme!  >>
<< Tu non ci sei mai Ray! Sempre in tournee con il tuo gruppo! Poi torni, con una nuova chitarra sottobraccio e un regalo per nostra figlia, e pretendi di cavartela così e di sapere tutto sulla nostra vita. No Ray. Lauren non giocherà più con Billie >>
Lauren scappò via. Con gli occhi spaventati, stringendo la sua coccinella di stoffa tra le mani.
Corse in giardino dove scorse una figura familiare giocare accucciata a giocare con la terra.
<< Billie! >> gridò, con le lacrime che le stavano per uscire.
<< Lau, che c’è? >>
<< Questo è per te, per non farti scordare di me >> tirò su col naso.
Il bambino davanti a lei abbozzò un sorriso tendendo le mani.
<< Grazie Lau,ma non mi scordo mica di te! Ci vediamo ogni giorno! >>
Le stampò un bacio sulla guancia e la bambina corse via decisa a non farsi vedere piangere dal suo migliore amico.

10 anni dopo…..
 
<<  Sono solo sei mesi, poi tornerà tutto normale.  >>
Guardai mia madre seduta davanti a me non capacitandomi ancora di quello che mi stava chiedendo.
O meglio, di quello che mi stava imponendo.
<< Tesoro lo so che sarà uno sconvolgimento per te, ma so che sei bravissima, il tuo rendimento scolastico non ne risentirà, vedrai  >>
Rendimento scolastico?! Mia madre mi spedisce per sei mesi da mio padre in una città sperduta, per i suoi stupidi viaggi di lavoro, e la prima cosa che pensa è il mio rendimento scolastico?!
<< Perché non posso rimanere qui, con la nonna? >>
Sospirò, guardandomi con aria di superiorità come se avessi appena detto una grandissima sciocchezza     << La nonna è anziana e ha le sue cose da fare, non può badare anche te. E poi vedrai, Rodeo ti piacerà! >>
<< Com’è piaciuta a te quando te ne sei andata? >>
Okay, forse questo non avrei dovuto dirlo.
Guardai mia madre alzarsi. Tipico di quando vuole evitare un argomento e chiudere una discussione.
<< Lauren, il discorso è chiuso. A inizio settembre prenderai l’aereo, quindi hai ancora un paio di settimane per sistemare le tue faccende. >>
Uscì dalla cucina e la sentii salire al piano di sopra. Molto probabilmente avrebbe telefonato a Judith, la sua segretaria, per dirle di dare conferma del mio arrivo a mio padre ed occuparsi della mia iscrizione a scuola.
Da quando ce ne eravamo andate da Rodeo, non aveva praticamente più parlato di persona a mio padre; da quando, esattamente 10 anni fa, la vidi posare una valigia sul mio letto, girarsi verso di me e dirmi ‘Aiutami a sistemare la tua roba, domani partiamo’.
Avevo solo 7 anni.
Il giorno dopo eravamo a San Francisco, nella grande villa della nonna.

                                                                                                    ***

E’ incredibile quanto velocemente il tempo possa scorrere quando sei occupata. In quelle due settimane riuscii a malapena a fare tutto quello che mi ero prefissata. Salutai tutti i miei amici, preparai le valige con tutti i miei vestiti e tutte le mie cose e le spedii a Rodeo;e andai anche da Judith , per ringraziarla di essersi occupata della parte burocratica del mio trasferimento.
Infine partii per Rodeo una settimana prima dell’inizio della scuola: sebbene non riuscissi a staccarmi da Los Angeles era meglio avere del tempo per ambientarmi meglio.
 
Appena uscita dal terminal mi misi alla ricerca di mio padre; l’aeroporto di San Francisco era gremito di persone ed era estremamente difficile individuare qualcuno in quella folla. Per fortuna viaggiavo leggera: il mio unico bagaglio era un trolley con pochi vestiti, il resto speravo di trovarlo a casa.
La mia nuova casa. Con mio padre.
Dopo circa quindici minuti lo intravidi in lontananza. Non era cambiato molto dall’ultima volta che lo avevo visto, a Natale di tre anni fa, quando lui stesso era venuto a trovarci a san Francisco.
Era davvero molto diverso da mia madre, tanto che talvolta mi scoprivo ad essere sorpresa che quei due fossero davvero stati sposati per 9 anni.
Lei era sempre stata una di quelle donne sempre perfette e ordinate che desideravano una vita perfetta e quieta, mentre lui …bhè , il fatto che fosse sempre in giro con la sua rock band a suonare per il paese la diceva lunga sul suo modo di vedere la vita.
E credo che per mia mamma l’amore che lui le dava non fosse abbastanza, lei voleva stabilità, voleva una vita come tutte le altre famiglie di Rodeo e lui questo non era in grado di garantircelo.

<<  Papà…  >> gli andai incontro, facendogli un cenno con la mano.
<< Lauren!  >> la sua voce era carica di entusiasmo ed un sorriso genuino gli comparve sulla faccia  << sono felice di vederti. >>
<<  Anche io… >> dissi con una punta di amarezza
<< Tesoro fino a Rodeo sono un paio d’ore, meglio partire subito, arriveremo per ora di cena.  Ah Lauren, c’è un problema a casa. Ho dovuto ristrutturare la tua vecchia camera: l’ho ri-pitturata e ho cambiato i mobili ovviamente, solo che ho calcolato male i tempi ed ora c’è una puzza tremenda. Ti ho preparato la mia sala prove per questa notte. >>
<<  La tua sala prove?!  >>
La sala prove era in realtà un capanno sul retro nel quale da piccola mi era assolutamente proibito entrare per paura che potessi rompere uno dei preziosi strumenti di mio padre.
<< Tranquilla, oramai da quando ho abbandonato la musica ho spostato la maggior parte degli strumenti nel garage; in più c’è un letto pieghevole….puoi sistemarti lì; è molto confortevole credimi! Ed è la camera più grande della casa >> aggiunse sorridendo.
<< Va benissimo…  >>

Non aveva esagerato riguardo le dimensioni : era davvero la stanza più grande della casa, quasi quanto la mia a Los Angeles: il mio letto era addossato alla parete destra insieme ad un divano davanti al quale si trovava un minuscolo tavolino di legno; il centro della stanza era vuoto mentre contro la parete sinistra c’era un qualcosa di molto ingombrante ricoperto da un grosso telo ed una serie di scaffali e mensole che sembravano potessero cedere da un momento all’altro. Gettai un occhiata alle valigie e con sollievo notai che erano arrivate tutte.
Aspetterò che la mia camera sia pronta per disfarle.
Mi buttai sul letto e mi addormentai profondamente quasi subito

Mi svegliai nel cuore della notte. O meglio, qualcosa mi svegliò nel cuore della notte.
Aprii gli occhi nell’oscurità e rimasi immobile nel letto.
Voci!
Sentivo delle voci provenienti dal cortile posteriore, poco lontani dalla mia porta; dapprima indistinte , poi più nitide.
<< Treeè muovi il tuo culo, cazzo!  >> Parole soffocate da una sonora risata.
Mi rizzai a sedere nel letto e aspettai. Poi uno rumore metallico.
Chiavi!? Cazzo hanno le chiavi!
Fui presa dal panico e mi alzai di scatto dal letto, andai verso la luce cercandola a tentoni.
Merda!Merda!Merda! Dov’è quest’interruttore del cazzo!?
Quando lo trovai fu troppo tardi. Avevano aperto la porta.
<< Aaaahh >> mi sfuggii un urlo. Davanti a me c’erano due ragazzi.
<< E tu chi cazzo saresti?  >> Guardai il ragazzo che aveva appena parlato: una figura magrolina, tutto nero dai capelli fino alle scarpe; l’unico tocco di colore era rappresentato dai suoi occhi chiari, di cui non riuscivo a vedere bene il colore. Spostai lo sguardo sulla mano sinistra che stava facendo roteare le chiavi che avevano appena aperto la porta.
L’altro invece era abbastanza bizzarro: pallido e paffutello e con degli orrendi capelli color carota. Si buttò sul divano e si accese una sigaretta.
<< Ci mancava solo una squatter! Sfigata per giunta! Smamma donna…questa casa è abitata! >> mi indicò la porta, facendomi segno di andarmene.
<< Cosa..?  >>  Guardai i due ragazzi con aria interrogativa ed in quel momento fortunatamente arrivò mio padre.
Non ero mai stata tanto felice di vederlo.
<< Papà! >>
<< Rod! >> Io e il ragazzo dai capelli neri avevamo parlato in contemporanea.
<< Merda! BIllie, Frank… >>
<< Trè. Chiamami Trè! >>  lo interruppe il ragazzo cicciottello spaparanzato sul divano.
<< Ragazzi lei è mia figlia. Billie forse tu te la ricordi….Non doveva dormire qui, c’è stato un problema in casa e ho dimenticato di avvertirvi. Scusami tanto Lauren, ti sarai presa uno spavento…  >>
Momento, momento. Quello era BIllie? Il ragazzino biondo con cui giocavo da piccola?
<< Se ha toccato Blue la uccido… >> quasi come se non gli importasse niente della mia presenza, BIllie andò verso il grosso telone e lo sollevò, scoprendo una grossa batteria ed una serie di altri strumenti che non riuscivo bene a vedere.
<< Non ho toccato la tua batteria! >> Risposi, indignata dal fatto che si era preoccupato più di uno strumento che di avermi quasi fatto avere in infarto.
Per tutta risposta ricevetti un occhiataccia << Blue NON è una batteria. Andiamo Trè. Rod sai che non voglio nessuno vicino agli strumenti; ti pago 20 dollari per l’affitto di questa bettola! >>
<< Scusa Billie, domani la “bettola” sarà di nuovo tutta vostra. Ma voi che ci facevate qui alle 3 di notte? >>
Scosse la testa << Ricordati il patto. Ciao Rod >>
Ed entrambi uscirono nella notte.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La mattina successiva mi svegliai abbastanza tardi, tolsi le lenzuola dal letto e mi diressi subito nella cucina. Speravo che mio padre non fosse uscito , dal momento che avevamo rimandato alla mattina successiva il discorso su quello che era successo
<< Papà…? >>
Lo chiamai più volte ma mi accorsi che non era in lì, e che sul tavolo aveva lasciato un biglietto.

Tesoro,
sono dovuto uscire presto per un lavoro, torno il pomeriggio.
Scusami tanto.
Verso ora di pranzo verrà la figlia di un amico, Amy; ti porterà a mangiare fuori e ti farà fare un giro per la città.
Ti ho lasciato i soldi nell’ingresso.
Ps: la camera è pronta.
Un bacione.

Sospirai e rilessi in mente il biglietto.
Insomma mio padre mi lasciava da sola il mio primo giorno a Rodeo e mi affidava ad una sconosciuta.
Bene.
Guardai l’orologio segnare le undici.
Presi le mie valigie dal capanno delle prove e le portai in camera mia per sistemare l’enorme quantità di vestiti che mi ero portata.
Bhè insomma, dovevo pur resistere sei mesi lontana da casa!
Scelsi un semplice top abbinato ad una gonna bianca per uscire ed iniziai a piegare il resto riponendolo con cura nei cassetti e negli armadi.
Poi passai a quella che avevo chiamato “valigia dei ricordi”, ovvero tutte quelle cose di cui non potevo fare a meno.
Si trattava per lo più dei miei diari, di alcuni libri che mi erano piaciuti particolarmente e soprattutto c’erano i regali di papà.
Da piccola lo vedevo davvero poco perché lui veniva chiamato in tutto il paese come musicista di riserva per band anche molto importanti; quando tornava mi portava sempre qualcosa legato al viaggio che aveva appena fatto: un plettro, una bacchetta di una batteria , uno strumento musicale , ma quello a cui ero più legata era il nostro album degli autografi.
Lo facevamo insieme.
Lui raccoglieva gli autografi di tutti i musicisti con cui suonava ed io mettevo quei piccoli pezzi di carta in un album.
Amavo riguardarli nei momenti di tristezza, mi davano una sensazione di calore.

Il suono del campanello interruppe i miei pensieri.
Amy!
Mi fiondai ad aprire ; alla porta c’era una ragazza minuta con una tracolla che conteneva uno strumento quasi più alto di lei.
<< Ciao! Tu devi essere Lauren, io sono Amy! Tuo padre ti ha detto che sarei passata? >>
<< Si certo, entra >> Amy mi seguì a passi sicuri, mostrando di conoscere già la casa.
<< Devo restituire questo a tuo padre >> poggiò la custodia sul tavolo << Mi aveva prestato questo basso perché mio fratello piccolo ha rotto il mio e c’era una serata a cui non potevo assolutamente mancare! >>
<< Lascialo pure qua sopra, cosi quando torna lo trova. >>
<< Perfetto! Allora andiamo? >>
<< Dove? >> le chiesi, mentre uscivamo di casa.
<< Ti porto al Jock’s a mangiare e a conoscere un paio di amici; poi andiamo a fare un giro per la città. Tranquilla che torni sana e salva! >>
Durante il tragitto parlammo molto poco, ma per fortuna il locale non era molto lontano.
<< Ecco gli altri >> disse Amy indicando un tavolo a cui erano seduti altri 4 ragazzi. << Ciao Gente! Lei è Lauren, la figlia di Rod. Lauren loro sono Julianna, Caleb e Josh >>
<< Piacere… >> dissi, stringendo la mano ad ognuno di loro.
<< Ti ricordi che ti ho parlato della serata per la quale tuo padre mi ha prestato il basso? Loro sono gli altri componenti della band! Julianna alla voce!>> iniziò mimando una presentazione per ognuno. << Joooosh alla batteria! Caleb alla chitarraaaa ed io al basso! Siamo gli Holy Dangers! >>
<< Fantastico! E cosa suonate? >>
<< Per lo più rock, punk…cose così. Siamo agli inizi ma ce la caviamo! Vado ad ordinare!>> Amy mi lasciò sola con gli altri.
<< Quindi tu sei la figlia di Rod? >> Josh iniziò a parlare << Non so perché ma ti immaginavo diversa… >>
<< Diversa? >>
<< Si bhè..tuo padre è Rodney Jones! Cavolo qui è un dio della musica, ha insegnato a tutti noi… Mi aspettavo fossi più come lui… come noi… >>
Fantastico, appena arrivata e già etichettata come diversa.
Mi soffermai su ognuno di loro e mi resi conto che in effetti ero vestita in maniera molto differente: né maglietta di gruppi musicali, né jeans strappati , né tantomeno piercing o meches tra i capelli.  
<< Ma non dire cazzate Josh! >> Julianna esplose in una sonora risata << Lascialo perdere Lauren, a volte non connette bocca e cervello >>
<< No, la verità è che non sapevamo che Rod avesse una figlia. Non ce l’aveva mai detto. Quindi non ti immaginavamo affatto >> Caleb era stato il più silenzioso fino ad ora.
<< Ah… >> davvero, non sapevo assolutamente cosa rispondere, ma per fortuna in quel momento Amy tornò con il pranzo.

Dopo il tour di Rodeo, Amy mi riaccompagnò a casa.
<< Spero ti sia divertita oggi! >>
<< Certo! Tu e gli altri siete molto simpatici >>
<< Dai,ci vediamo domani! Cerchiamo di goderci quest’ultima settimana prima dell’inizio della scuola >>
Salutai Amy e feci per entrare a casa quando sentii della musica provenire dal capanno delle prove dietro casa.
Sarà qualche studente di papà.
Mi avvicinai.
Era una musica travolgente, un qualcosa di nuovo , che non avevo mai sentito prima d’ora.
Mi accostai alla porta e riuscii a sentire qualche parola.

“You’ve been feeling bad for so long
you wonder if it’s right or wrong”


Di colpo la musica cessò e d’istinto mi allontanai, quasi correndo via.
In effetti non so perché lo feci, era casa mia dopotutto, ma non volevo farmi trovare li ad origliare.
Tornai verso la porta di ingresso e notai dalla macchina che mio padre era tornato.
<< Papà! >>
<< Ciao piccola. Scusa per questa mattina, sono dovuto andare fuori città per un lavoro. >>
<< Non ti preoccupare, ho trovato il tuo biglietto. E ho conosciuto Amy, molto carina >>
<< Sono contenta che ti piaccia; è la figlia di un mio carissimo amico e viene a lezione da me da cinque anni ormai… >>
<< Abbiamo mangiato qualcosa e poi mi ha fatto fare un giro per Rodeo. Ah! Tra l’altro ho conosciuto degli altri tuoi alunni mi sembra…Caleb, Josh e Julianna. >>
<< Ah si si. Tutti dei bravissimi ragazzi…e Caleb è un talento con la chitarra! Senti…per quanto riguarda ieri sera… >>
Solo ora mi tornò in mente lo strano episodio della sera precedente.
<< Ti ricordi Billie, no? Lui e dei suoi amici mi pagano 20 dollari al mese per l’affitto della sala prove; ci tengono gli strumenti e suonano qualche pezzo. È come un loro rifugio, ci vengono spesso credo… >>
Quindi non potevano che essere loro prima a suonare…
<< Billi è cambiato così tanto…cioè, non che abbia cosi tanti ricordi di lui, però… >>
Il suo sguardo si rabbuiò << Si…da quando Andy è morto si è chiuso sempre di più; poi a 10 anni la sua famiglia si è traferita, quindi non l’ho più visto per molto tempo….fino a quando non si è presentato alla mia porta chiedendomi un posto per provare >>
<< Non abitano più accanto a noi? >>
<< Con la morte del marito, Ollie si è trovata a dover mantenere sei figli…non ce l’ha fatta a mantenere una casa come questa e quindi si sono trsferiti. Nelle case popolari a Rodeo Ovest mi pare, ma te l’ho detto, non ho più contatti con loro, eccetto che con Billie… >>.
Tornai in camera, avevo capito che la conversazione era finita lì.


 
Bonjour! ^___^
Visto che non riesco a studiare, ho pensato che era meglio incanalare le mie energie (?XD) nello scrivere, così non vi avrei fatto attendere troppo.
Come ho già detto questa è la nuova versione, mooolto cambiata di una precedente storia che non riuscivo a continuare, che era composta di due capitoli che ho spezzettato e aggiunto qua e la!
Sono tantooo spiacente che in questo capitolo non ci sia nemmeno uno dei Green Day , ma era neccessario per introdurre Lauren alla sua nuova vita!
Nel prossimo capitolo vi farò approfondire la conoscenza con i nuovi pg e soprattutto ci saranno i Green Day (Yeah!)

Baci e alla prossima <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Quella settimana ebbi modo di conoscere meglio Amy e il suo gruppo, e , nonostante tutto, fui accettata più che bene.
Solo Caleb rimaneva sulle sue e , in mia presenza quasi non apriva bocca.
<< Si, lui è così >> aveva detto Amy << Riservato al massimo , calmo e tranquillo...ma dovresti vedere come si agita quando ci esibiamo! >>
Non avevo più visto al capanno delle prove Billie e quel suo amico, ma forse ci andavano a tarda notte, quando io ero già nel mondo dei sogni.
Non che in effetti altre avessi alternative, visto che la vita notturna a Rodeo non era questa grande cosa.

La mattina dell’inizio della scuola Amy e passò davanti casa mia ed ci incamminammo insieme.
Quando, il primo giorno mi aveva fatto vedere la città, aveva tralasciato il loro liceo.
Ed ora capivo perché.
Malandato.
Arrugginito.
Di cattivo gusto.
Orribile.
Sporco.
Vecchio.
Avevo appena fatto una lista mentale degli aggettivi che meglio si adattavano all’edificio davanti a me e ancora non ero del tutto soddisfatta.
La mia nuova scuola era un massiccio edificio a due piani, la vernice rossa, ormai scrostata e rovinata, era quasi totalmente nascosta dagli innumerevoli graffiti che ornavano le pareti.
Alle finestre erano applicate delle grate di ferro ormai arrugginite e in alcuni punti persino rotte, mentre il portone era tutt’altro che un buon biglietto da visita.
Ed era solo l’esterno.
Mi feci coraggio e iniziai a salire le scale; la popolazione studentesca che attendeva di entrare era davvero molto variegata.
I miei futuri compagni di classe.
Sospirai ed entrai.
L’interno mi sembrò meno peggio di quello che mi ero aspettata, anche se ovviamente non mancavano scritte di tutti i tipi sui muri e mobili e accessori che sembravano vecchi di anni.
<< Lau >> Amy mi riportò sulla terra << Vieni andiamo in segreteria, ci dobbiamo far stampare gli orari >>
Mi prese per mano e mi trascinò verso destra , dove trovai una donna di mezz’età seduta dietro un bancone pieno di scartoffie. Era intenta a scrivere qualcosa al computer.
<< Buongiorno … >>
Si accorse solo ora della nostra presenza e finalmente alzò lo sguardo.
<< Signorina...Polter... >> si rivolse verso Amy porgendole un paio di fogli << Lei invece è..? >>
<< Lauren Jones, sono nuova >>
<< Un attimo solo. >> batté freneticamente le dita sulla tastiera del computer << L-A-U-R-E-N  J-O-N-E-S  >>
<< Si.. >>
<< Siamo spiacenti, non risulta nessuna Lauren Jones >>
<< Provi Lewelyn. Lauren Lewelyn >>
Ribatté il tutto a computer << Ah certo, eccola qua. Nata a Rodeo, 23 novembre 1972, trasferita dalla Los Angeles Preston High School, ultimo anno. >>
Tipico di mia madre. Aveva dato il suo cognome da nubile.
<< Esatto >>
<< Un secondo e ti stampo i tuoi orari, e intanto, questa è la piantina della scuola; mentre quest’altra >> prese un foglio da un cassetto << questa è la lista delle attività extracurriculari, per il credito extra per il college, se dovessi andarci ovviamente. >>
Scorsi velocemente la breve lista.
<< Ecco la tabella dei tuoi orari  >>
<< Grazie …  >> Abbassai gli occhi sul foglio
<< Vedere! Vedere! >> Amy quasi mi strappò il figlio dalle mani. << Cavolo abbiamo solo l’ora di ginnastica il mercoledì in comune! Però vedo che hai molte ora insieme a Caleb, e alcune con Julianna. Josh sarai davvero fortunata se lo vedrai in classe! >>
<< Ahahahaha, davvero non viene mai? >>
 In quel momento suonò la campanella.
<< Lau dobbiamo andare, la mia aula è da tutta altra parte rispetto alla tua. Ci si vede a pranzo! >>
Mi schioccò un bacio sulla guancia e mi diressi verso le scale per raggiungere l’aula di letteratura.
<< Guarda chi c’è! La squatter! >>
Mi girai di scatto e vidi dietro di me il ragazzo di ieri, quello seduto sul divano con la sigaretta in mano, insieme ad uno strano tipo con i capelli biondo platino.
<< Potresti evitare di dire stronzate, per favore? Sai benissimo che è casa mia. >>
<< Ti sei svegliata storta? >>
Roteai gli occhi.
<< Non mi dire! >> fece una faccia così sorpresa che sembrava naturale << Io sono Trè Cool, ma chiamami Trè. Lui è Mike. >> mi indicò il ragazzo alla sua destra.
<< Ma che roba è? >>
<< Cosa? >>
<< Il nome. Trè Coso... >>
<< Trè Cool. E’ il mio nome. >> Storse il naso, aggrottando le sopracciglia , mentre il ragazzo chiamato Mike scoppiò in una fragorosa risata.
<< Te l’ho detto che Trè non andava bene! Avresti dovuto chiamarti Really Cool oppure che so… Very Cool ! >>
<< No Mike, te l’ho detto migliaia di volte! Trè. Non vedi come suona bene? È un miscuglio tra... >>
<< Bene Trè Cool >> fermai il loro assurdo discorso << È stato un piacere ma ora devo andare a lezione. >>
<< Ma che stai dicendo? >> mi guardarono sinceramente divertiti << È tradizione fare filone il primo giorno di scuola >>
<< Ma anche gli altri in realtà... >> lo interruppe Mike
<< Su muovi il culo che raggiungiamo Billie e gli altri nel cortile! >>
<< Io non vado proprio da nessuna parte che non sia l’aula di letteratura! >>
<< Come vuoi Miss Perfettina. >> Trè roteò gli occhi e fece per allontanarsi insieme a Mike.
Gettai un occhiata all’orologio.
Fantastico, il primo giorno già in ritardo...

<< Non potete capire che mattinata stancante! Ed è solo il primo giorno! >>
<< Josh, per te ogni giorno è stancante >> Josh e Amy stavano battibeccando al tavolo della mensa.
<< Per me è stato figo. Ho finalmente trovato un compagno di esercitazioni di chimica secchione e poi… >> Julianna abbassò il tono di voce avvicinandosi con la testa a me ed Amy << Quest’anno voglio farmi il bello e dannato >> girò gli occhi verso un tavolo alla nostra sinistra.
<< Jul…Ti sei già fatta “pel di carota”, non puoi scoparti anche Armstrong >>
Armstrong? Intendeva BIllie?
<< E perché no? >>  la ragazza mise su una faccia offesa
<< Beh, perché…sono amici!? >>
<< Embhè? Non ricordo neanche come si chiama quello! >>
<< Trè Cool >> dissi, facendo girare tutti.
<< E tu come lo sai? >>
<< E una storia lunga… >> risposi imbarazzata << Papà gli affitta il capanno delle prove e questa mattina Lui e Il biondo platino hanno tentato di farmi fare filone per portarmi….nel cortile… mi sembra >>
<< Oh… >> Amy e gli altri sembravano contrariati.
<< Che c’è? >> chiesi incuriosita
<< No è che… Armstrong e combriccola non sono proprio dei tipi raccomandabili, ecco. Esagerano sempre in tutto. Infatti >> si girò verso Julianna << noi NON li frequentiamo. >>
<< Però >> si affrettò ad aggiungere Josh << suonano da Dio, e fanno delle feste da sballo!Molto meglio rispetto a quelle dei perfettini del cavolo >> indicò un altro paio di tavoli più in la.
Sospirai.
Quei “perfettini del cavolo” erano esattamente i tipi di persone che frequentavo a Los Angeles.
E le loro feste mi mancavano da morire.
Per fortuna in quel momento arrivò Caleb.
<< Scusate, non ce l’ho fatta a pranzare con voi. La prof. di fisica mi ha trattenuto. Compiti extra già il primo giorno… >> Sbuffò, buttando sul tavolo la sua cartella.
<< Tranquillo! Io, Josh e Julianna la abbiamo ora quella strega…se vuoi gliela facciamo pagare! >>
<< Ahahahaha. Io ora devo andare a chimica, quindi ci vediamo dopo! >>
<< Aspetta! >> lo fermai << Vengo con te, anche io ho chimica >>

Mentre aspettavamo il professore provai a parlare con il ragazzo per cercare di sciogliere il ghiaccio . << Ehm, Caleb senti, stavo pensando… Io sono nuova qui..tu hai già il compagno per l’ora di chimica? >>*
<< Si. Mi dispiace >>
<< Ah, ok… >>
<< Non che io non voglia >> aggiunse << è che l’anno scorso ho chiuso con una C di media e quindi il prof mi ha affidato ad uno dei secchioni della classe. A quanto pare devo recuperare. >> Rise e pensai che in effetti era la prima volta da quando lo avevo conosciuto che ci comportavamo come due amici.
L’ interruzione del vociare dei ragazzi ci avvisò che il professore era arrivato.
<< Buongiorno ragazzi e benvenuti al vostro ultimo anno! Come vedrete avete una nuova compagna. >> inforcò gli occhiali e lesse ad alta voce il mio nome dal registro << Lauren Lewelyn. Dove è? >>
Alzai la mano dal banco nel quale mi ero seduta.
<< Ah perfetto, eccoti . Ma non hai il compagno? Fammi vedere un po’ chi manca >> scorse il dito su tutti i nomi degli alunni fino a che non assunse una strana espressione.
<< Certo…e chi potevano essere? I tre dell’apocalisse >> disse sottovoce << Signorina Lewelyn, mancano tre ragazzi: Armstrong, Pritchard e Wright. Uno dei tre lavorerà con lei. Se si degneranno di presentarsi in classe >>
Perfetto, mi toccherà lavorare da sola.

(*) Immaginate l’ora di chimica come nei film/telefilm americani dove tutti i ragazza fanno a coppie esperimenti e compiti a casa.

 
 
Come promesso in questo capitolo i Green Day ci sono! Poco, ma ci sono. È che la storia si sta sviluppando e Lauren non può essere catapultata subito in questo nuovo mondo senza nemmeno abituarsi ^____^ Ma nel prossimo saranno loro i protagonisti! U_U
Cooomunque, spero che vi piaccia e magari lasciate una piccola recensione per farmi sapere come sto procedendo! Ogni critica è ben accolta!
Alla prossima!
Baci Baci! <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Tre giorni dopo mi diressi subito verso il capanno dove ero sicura avrei trovato quei tre.
Non avevo nessuna intenzione di studiare chimica da sola e di fare il doppio del lavoro perché quei tre sfaticati ancora non si presentavano a lezione.
Dannazione  mi servivano buoni voti per il college!
Non bussai, dopotutto era casa mia…
<< Ciao ragazzi >> dissi con fare sicuro
<< Squatteeeer ciaaaao! >> il ragazzo alla batteria mi venne incontro e quasi mi spinse a forza a sedermi sul divano.
<< Tré…qualcosa giusto? >>
<< Cool. Trè C- >>
<< Che ci fai qui? >> interruppe brusco Billie Joe
<< Beh… >> dopo un attimo di smarrimento dovuto all’aggressività del ragazzo continuai << qualcuno di voi deve farmi da partner per l’ora di chimica >>
Notai un certo scambio di sguardi tra i tre.
E potrei giurare che fossero sguardi carichi di ilarità.
<< Si certo, dopo facciamo il tocco. Okay >> Mike, o come cavolo si chiamava, sembrava molto divertito.
<< No. Forse non avete capito. Io ho bisogno di un partner per gli esperimenti di chimica , non mi interessa chi di voi. >>
Scoppiò una risata generale e ripresero a parlottare tra di loro, mentre Trè improvvisava qualcosa alla batteria per tenersi occupato.
Stetti ferma sul divano per non so quanti minuti, ma poi mi venne un idea.
Mi alzai e andai verso gli strumenti , quasi cercando di non farmi notare; prima che nessuno potesse dirmi niente avevo in mano una chitarra azzurrina.
<< Okay. >> alzai la voce << chi di voi è il mio partner di chimica? >>
Un lampo di non so cosa passò negli occhi di Billie, che poi si ridussero a due fessure cattivissime.
<< Posa Blue >> disse digrignando i denti.
E cosi questa era la famosa Blue.
<< No. Chi di voi è il mio partner di chimica >> iniziai a suonarla in malo modo e Billie sgranò gli occhi impauriti.
Ma che cavolo aveva! Era solo una chitarra!
<< Posala Lauren, tu non capisci…. >> era Mike a parlare mentre Trè mi guardava contrariato dalla batteria.
Okay , avevo scatenato un caso mondiale e forse avrei ottenuto quello che volevo, anche se gli sguardi dei ragazzi mi preoccupavano un po’.
Siccome non accennavo a lasciare lo strumento Mike mi si avvicinò a grandi passi e quasi me lo strappò di mano << Hai vinto, lo farò io! >>
Vidi Billie Joe uscire sbattendo violentemente la porta.
<< Complimenti. Ora puoi andartene anche tu >> Trè mi faceva insistentemente segno di uscire mentre Mike metteva la chitarra al “sicuro da me”.

Il giorno dopo Mike come promesso si era presentato a chimica, provocando uno stupore generale; si sedette accanto a me senza degnarmi di uno sguardo.
Iniziai a scrivere sul mio quaderno.

Perché Billie ha reagito così?

Non te lo devo spiegare io. Sei stata una stupida.

Che ho fatto di male?

Mike sospirò e scosto il quaderno.  Ma io volevo sapere.

Allora?!

Ne parliamo dopo.

Il suo dopo però non coincideva con la fine della lezione ed infatti lo vidi fuggire senza riuscire a fermarlo perché Julianna mi fermò appena fuori la porta.
<< Sta sera. Io, te ed Amy. Festa da sballo a casa di Steve O’ Brian >>
Sembrava un telegramma, ma mi pareva davvero entusiasta << Chi? >>
<< Un tipo straricco che abita proprio vicino casa tua. >>
Strano, non avevo mai sentito questo cognome << Festa in stile fighetto insomma? >>
<< Nooooo! È questo il bello. Steve a differenza dei suoi genitori non è affatto un perfettino! È un fanatico dei Clash e dei Sex Pistols! Sarà una festa stile Alcool,musica&Rock! >>
<< Mmm… okay… >> ero poco convinta che fosse il mio genere di serata.
<< Ah! Visto che sei così vicina, io ed Amy passiamo da te a prepararci verso le otto. E a prepararTI >>
Si allontanò di corsa e io gettai un occhiata a come mi ero vestita.
Ma che avevano tutti con il mio abbigliamento!

Come Julianna aveva detto, lei ed Amy si presentarono puntualissime alle otto. Mio padre era fuori e quindi avevamo la casa tutta per noi.
Le squadrai da capo a piedi.
Okay, non mi avrebbero mai fatto vestire così: Julianna con una minigonna nera ed un corpetto in pelle, mentre Amy con degli short attillatissimi ed un top dei Ramones.
<< Beneee non ti sei ancora vestita! Facciamo noi! >> gridò Julianna fiondandosi nel mio armadio.
<< Siediti intanto, ti sistemo i capelli >> disse Amy sorridente.
<< Ma che razza di vestiti tieni in quest’armadio! >> la voce di Julianna risuonava dall’altra stanza << Questo no, questo neppure! Ahhh orrore! >>
Alla fine dopo circa un ora ero pronta. Mi specchiai e l’immagine che vidi era quella di un estranea!
Avevo una gonna a balze nere con un corpetto nero e degli anfibi che francamente non sapevo davvero dove li aveva trovati; il trucco era rigorosamente nero e sfumato, tranne un lucido chiaro sulle labbra.
E l’unico tocco di colore era rappresentato dai miei capelli biondi e da una serie di ciocche blu che Amy ci aveva posizionato sopra.
Ecco. Ora eravamo pronte per la festa.

Beh che dire di questo capitolo?
Scusate Lauren per essere stata cosi stronza e aspettate il prossimo aggiornamento!
Grazie a greenday_americanidiot che mi recensisce sempre <3<3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Avevo ragione: quella non era proprio il mio genere di festa. Eravamo li da un paio di ore e c’era già gente ubriaca ovunque, un tremendo odore di canna nell’aria e musica rumorosa ad altissimo volume.
In più era solo mezzanotte ed Amy era già totalmente sbronza; cercai Julianna con lo sguardò e la trovai seduta su un divano che parlava con Billie.
O meglio, parlava A Billie, perché l’unico segno di vita che dava il ragazzo era aspirare di tanto in tanto la sua sigaretta.
Ecco Julianna all’attacco come aveva detto.
Sospirai e presi Amy sotto braccio, cercando di trascinarla in terrazzo.
<< Dove andiamo? >> biascicò facendomi resistenza.
<< Ti accompagno fuori, hai bisogno di un po’ d’aria >>
<< Fuori!? >> la voce di Amy era particolarmente acuta << Io non ci vengo, voglio divertirmi! >> prima che potessi fare qualcosa la mia amica era già scappata via correndo e la persi di vista quasi subito.
Iniziai a girare per il grosso salone cercando una faccia familiare, ma riuscii a trovare solo Tre Cool, l’amico batterista di Billie, il quale probabilmente mi odiava per quello che era successo il giorno prima.
<< Tre Cool! >> urlai , cercando di sovrastare la musica << ho perso la mia amica! L’hai vista?? >>
Mi guardò con gli occhi sgranati << E’ carina? >>.
Perfetto, era ubriaco pure lui.
<< Amy, bassina, bionda… l’hai vista passare? >>
<< Sei carina sta sera. Però sei cattiva. Hai fatto incazzare Billie. >>
Stavo iniziando a spazientirmi << Ma non so neanche cosa ho fatto! >>
<< Seeeei una creetinaaa >> cercò di mettermi la sua birra in mano ma riuscì solo a perdere l’equilibrio << Blue! La chitarra del padre! Se la distruggevi… lui ti distruggeva >> iniziò a ridere da solo del gioco di parole fatto.
D’un tratto mi resi conto di cosa Tre mi aveva detto: avevo minacciato di rompere un regalo di suo padre, suo padre che non c’era più.
Pensando a Billie notai che lui e Julianna erano sparitie questo mi riportò al fatto che avevo perso Amy.
<< Tre scusa, devo trovare Amy >>
<< Ti aiuto. >>
Finalmente qualcosa di sensato
Il ragazzo barcollò fino alle scale << Andiamo di sopra? >>
Sopra c’erano le camere da letto, sicuramente occupate , ed io non ci tenevo di certo ad aprirle una per una, tantomeno con lui.
<< Ehm…no, tu inizia ad andare. Io controllo il cortile sul retro >>
<< Okay capo! >> fece per salire ma inciampò accasciandosi sui gradini e scoppiò in una fragorosa risata. Da solo.
Decisi di lasciarlo lì.

Il cortile sul reto era deserto; la musica si sentiva solo in lontananza.
Quiete finalmente.
Ad un tratto, nel punto più lontano dalla casa , scorsi una figura magrolina nascosta dall’oscurità.
Lo riconobbi subito.
Cercai di avvicinarmi facendo il meno rumore possibile, ma invano.
Billie si girò di scatto, mi fissò e caccio fuori una nuvola di fumo dalla bocca << Che vuoi? >>
<< Cercavo Amy >>
<< Non l’ho vista. >>
<< E Julianna? >>
<< Nemmeno. Non so chi sia >>
<< La ragazza che parlava con te prima…sul divano >>
Perfetto, adesso penserà che lo stavo osservando…
<< Ah quella… non so dove sia andata. >>
<< Ok, grazie >> feci per andarmene << Ah Billie…io volevo scusarmi… ecco… per la chitarra, non avrei dovuto. >>
Nessuna risposta, solo un’altra nuvola di fumo.

                                                                                                 ***
Rividi le ragazze il lunedì a scuola, dopo aver passato la domenica a sonnecchiare, dal momento che ci avevo messo un bel po’ a trovare Amy e a convincerla ad andarsene.
Quella mattina eravamo seduto sul muretto difronte all’entrata ad ascoltare Julianna che si stava lasciando andare in un invettiva contro Billie Joe << Non mi degnava di uno sguardo! Mentre io parlavo lui stava li con l’aria assente! Poteva almeno fare finta di ascoltare. Con lui ho chiuso! >>
Io ed Amy ci scambiammo uno sguardo divertito: non era da lei essere scaricata in questo modo .
D’un tratto vidi la persona che stavo aspettando e salutai di fretta le ragazze.
<< Mike! >> arrivai da dietro al mio compagno di chimica facendolo saltare.
<< Ma che cavolo! Mi hai spaventato! Non ho fatto l’esperimento di chimica se è questo che volevi >>
Ce l’aveva ancora con me << No…è che… Tre mi ha detto tutto su Billie, sul perché ha reagito così. >>
<< Tutto? >> aggrottò le sopracciglia.
<< Bhè si… mi ha detto che la chitarra era del padre. Non avrei dovuto >>
Mike sospirò << Non è così semplice Lauren >>
Lo guardai con aria confusa
<< Blue non era di Andy. E’ stato il suo ultimo regalo per Billie. Ed inoltre >> fissava un punto davanti a se << sai quando è morto suo padre? Il 16 settembre >>
Mi fermai un momento a pensare e andai indietro con la mente al giorno in cui avevo preso in ostaggio la chitarra << Oh… >> fu l’unica cosa che riuscii a dire.
Mike mi diede una pacca sulle spalle << Eh già… diciamo che è stata un uscita infelice da fare, soprattutto QUEL giorno. Ma in generale ogni anno a settembre Billie cambia letteralmente umore. Non ce l’ha davvero con te, non per questo… gli passerà. >>
<< Mi sa che ci vorranno qualcosa di più di semplici scuse… >>

Buongiooooornoooo ^____^
Sono tornata (per vostra sfortuna) X’D
Sono stata in vacanza e mi si è anche scassato il computer! Non riuscivo a trovare un momento per fregare il PC di mio fratello e battere questo capitolo a macchina!
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, in particolare greendayamericanidiot che commenta sempre ^__^ ( So di essere sparita ma tornerò a commentare la tua storia appena posso!!!Continua così! )
Un bacio a tutte!

 

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