Scusami se.

di kiaretta122
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scusami se. ***
Capitolo 2: *** Nuova vita ***
Capitolo 3: *** Bo. ***
Capitolo 4: *** Tutto può cambiare ***
Capitolo 5: *** Amici. ***



Capitolo 1
*** Scusami se. ***


Scusami se


-Oggi cosa facciamo?- chiese la ragazza sorridente al mio fianco.
-Non so, a te cosa va di fare?- chiesi di rimando sorridendo dolcemente.
-Io stavo pensando di andare a fare una passeggiata al parco. - Annuì e segui la ragazza che saltellava felice fino alla macchina. Dentro il veicolo non scambiammo nemmeno una parola e appena arrivammo ci avviammo verso l’entrata del parco. La ragazza mi afferrò per mano, ormai c’ero abituato e non mi faceva né caldo né freddo.
-Come sei silenzioso oggi, c’è qualcosa che non va?-. Scossi la testa. Avevo un brutto presentimento.
-No no, tranquilla piccola. Tu invece? Come stai?- Le chiesi. Lei si girò verso di me senza rispondermi, stringendomi a se e lasciandomi un candido bacio sulle labbra. Amavo quando mi baciava così, all’improvviso, quando meno me lo aspettavo. Amavo il suo profumo che mi avvolgeva quando mi stringeva tra le sue esili braccia. Ma soprattutto amavo lei.
Sorrisi sulle sue labbra e ci staccammo. La guardai accarezzandole una guancia.
-Potresti andare a prendermi una bottiglietta d’acqua? Sai ho davvero sete. Io ti aspetto su quella panchina- mi chiese con la sua solita faccia da cucciolo a cui io non sapevo rispondere. Andai al bar di fronte al parco e le comprai una bottiglietta d’acqua, ma appena tornai lei non era su quella panchina. Lei non era nemmeno in quel parco. Mi avvicinai alla panchina e trovai un bigliettino, lo aprii. Era la sua scrittura.

“Eii. So che ti sorprenderai a trovare questo biglietto al mio posto. Sono dovuta andare via. Non potevo restare. Ti avrei solo fatto soffrire. La verità è che non ho mai provato niente per te. Qualcun altro ha conquistato il mio cuore e questo qualcuno è intenzionato a prendersi cura di me. Penso che vorresti sapere da quanto va avanti questa storia. Be, va avanti da 4 mesi. E sì. Da quando è iniziata la nostra storia. Avevo bisogno di una scusa per non fare capire alla mia famiglia che mi stavo vedendo con questo ragazzo, poiché a loro non piace per niente. Ma, ora che mi sono liberata di loro, posso stare tranquilla. Mi sono divertita molto con te. Non ti ho mai amato e mi dispiace dirtelo solo adesso. Non era mia intenzione prolungare questa situazione, ma non sapevo come dirti tutta la verità. E qual miglior modo di sparire nel nulla senza che tu mi possa mai rintracciare? Addio Zayn. Mi mancherai, credo.”
 
Non ci potevo credere. L’aveva fatto seriamente. Mi aveva preso in giro per tutto questo tempo. 4 mesi. CAZZO! Quattro lunghi mesi in cui quella troia ha avuto il coraggio di prendermi in giro guardandomi negli occhi. Non ci potevo credere, stavo impazzendo. Chiusi gli occhi.

 
Ciao bellissimi.
Questo è l’inizio della mia storia. Essa è basata su una canzone ‘Scusami se’.  Non so, la stavo ascoltando e ho voluto scrivere questa storia. Spero che l’inizio vi piaccia e lasciaste una piccola, piccolissima recensione su come vi sembra l’inizio, su cosa potrei cambiare nel mio modo di scrivere e se, cosa impossibile, c’è qualcosa che vi piace in questo inizio.
Tanto amore per voi
Kia xx
 

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Capitolo 2
*** Nuova vita ***


Nuova vita



Aprii gli occhi.
Non ci potevo credere, non potevo credere di averla sognata ancora una volta.
Erano passate due settimane da quando avevo deciso di eliminarla dalla mia vita, ma ogni notte la sognavo. Dovevo cambiare vita.
Questa volta niente ragazze, niente delusioni, niente dolore, NIENTE AMORE.
La mia vita sarebbe cambiata, per sempre. Sarei andato in un posto lontano dal mio passato, lontano dalle mie sofferenze, lontano da tutto questo.
Ormai era da giorni che questa idea mi girava per la testa e dopo questa notte ero sempre più convinto che fosse la cosa migliore da fare.
Mi alzai controllando l’orologio: le 7.
Fra un quarto d’ora la sveglia sarebbe suonata per svegliarmi, ma, perché lo ero già, la spensi.
 Andai in bagno per farmi la doccia e portandomi dietro un paio di jeans scuri e una maglia bianca.
 Appena mi vestii, scesi le scale ed entrai in cucina.
Mia madre mi sorrise dolcemente, mentre io feci un semplice gesto con la testa per salutarla.
Addentai un cornetto e lo finì in poco tempo.
Prima di uscire da casa, presi lo zaino ed urlai un ‘Ciao’ veloce a tutti.
 Non aspettai neanche la risposta che avevo già chiuso la porta di casa.
Appena superai il cancelletto, notai un furgoncino fermo davanti alla casa di fronte alla mia.
Una nuova famiglia stava andando a vivere in quella villetta, eppure non mi ero neanche accorto che la famiglia Smith se ne fosse andata.
Presi una sigaretta dalla tasca posteriore dei miei jeans e l’accesi.
Arrivato a scuola, salutai i miei due amici: Niall e Liam.
-Eii Zayn, come va la vita?- mi chiese Liam sorridendo. Quel ragazzo non perdeva mai il sorriso dalle labbra.
Scossi la testa vedendo Niall mangiando una brioches.
Erano sempre gli stessi. Da quando eravamo piccoli ad ora non erano mai cambiati.
-Come sempre. – risposi cercando di essere il meno sgarbato possibile con loro, non ne avevano nessuna colpa.
-Oggi è venerdì, che ne dite sta sera di andare a divertirci un po’? Penso sia la cosa migliore da fare… per tutti.- domandò Liam soffermandosi soprattutto su di me.
Dopo quello che era successo, non ero più il ragazzo di prima.
 Non uscivo mai, non andavo neanche a casa loro quando mi invitavano per divertirsi.
-Ci sto- risposi sorridendo ai miei amici che mi guardavano con occhi sgranati dallo stupore, non solo per la mia risposta, ma anche per il mio sorriso.
Erano tre settimane che non sorridevo così.
 E forse avrei continuato per tutta la vita.
 Il sorriso che mi sentivo addosso non era uno dei miei soliti sorrisi, era… cattivo.


***

Era ora di andare in mensa.
Mi sedetti al mio solito tavolo con i miei amici e iniziai a guardarmi in giro.
Sentivo uno sguardo addosso e dopo pochi secondi capii da dove veniva. Vanessa.
Lei era la solita puttana che c’è in ogni scuola e che ha tre cagne che la seguono sempre.
 Le sorrisi maliziosamente.
All’inizio era un po’ sbalordita, ma dopo qualche secondo si alzò dal tavolo continuando a guardarmi e dirigendosi verso la porta dei bagni.
 La seguii lasciando perdere le richieste di spiegazione da parte di Liam.
Feci solo un cenno con la mano ed entrai nei bagni.
Mi guardai intorno cercandola, quando qualcuno iniziò ad accarezzare sensualmente la mia schiena. Sorrisi.
 Mi girai e senza lasciarle il tempo di dire niente la spinsi contro il muro.
Gemette piano.
Inizia a baciarla. Era un bacio che di casto aveva ben poco.
Con la mia ex, se così si può chiamare, ero sempre stato dolce mentre la baciavo, anche mentre facevamo l’am… No, quello era solo puro sesso, senza sentimenti.
Un calore improvviso mi strinse il petto e cercai di liberarlo.
Con rabbia morsicai il labbro alla ragazza, facendola sanguinare.
-Eii, non credevo che fossi così… così voglioso. Pensavo fossi uno di quei bravi ragazzi.- commentò con un risolino da oca.
-Sta zitta e datti da fare- conclusi la conversazione e mi rifiondai sulle sue labbra.
Lei iniziò a sbottonare i miei pantaloni e li abbassò fino alle ginocchia.
 Poi si abbassò strusciandosi su di me e provocandomi piacere quando la sua mano si infilò nei miei boxer.
 Iniziò a giocare un po’, per poi prenderlo in bocca.
 Ansimai e portai la testa all’indietro chiudendo gli occhi.
Prima di venire la rialzai facendola sedere sul lavandino. Indossava una gonna, quindi toglierle le mutandine fu molto facile.
 Infilai il preservativo ed entrai in lei con rabbia.
Emise un urlo, non so se di dolore o se di piacere. Ma poco mi interessava.
 Con spinte via via più veloci venni in lei.
Appena venne anche lei mi staccai.
Mi sistemai e mi avvicinai alla porta per andarmene.
-Se avessi ancora bisogno vieni pure da me, non farti nessun problema.- mi disse lei disegnando dei cerchi sul mio petto e sorridendo maliziosamente.
-Contaci bellezza- le risposi posando una mano sul suo fondoschiena e stringendolo.
 Emise un gemito e la lasciai li, uscendo dai bagni e dirigendomi verso il mio armadietto.
Appena arrivai trovai Liam e Niall ad aspettarmi.
-Si può sapere dov’eri finito? Sei sparito senza dire niente, ti sembra il modo?- mi sgridò Liam con tono autoritario.
Alzai le spalle, presi i libri per le ore seguenti  e risposi velocemente con un ‘Avevo da fare. Ci vediamo fuori da scuola.’ prima di dirigermi verso la mia classe.
Mi sedetti all’ultimo banco vicino alla finestra. La prof entrò poco dopo
-Allora ragazzi. Da oggi avremo una nuova compagna, lei è Bonnie Grey. Perché non ti vai a sedere lì, vicino al signorino Malik?- alzai lo sguardo guardando male sia la professoressa sia la nuova ragazza.
 Era davvero bella. Capelli mori e mossi fino a sotto il seno, occhi nocciola. Un fisico niente male e un culo da paura.
 Fare sesso con lei sarebbe stato una bomba.
 Pensai mentre la ragazza si sedeva al mio fianco sorridendomi timidamente.
Mi girai verso la finestra e contemplai tutto ciò che c’era fuori, non degnando di uno sguardo la nuova arrivata.
Appena suonò, mi alzai e presi i libri, ma prima di allontanarmi sentì una voce chiamarmi.
-Ehm… ciao Malik, io sono Bonnie, Bonnie Grey.-  Bonnie attirò la mia attenzione.
Mi girai e mi avvicinai a lei pericolosamente.
 La vidi arrossire e sorrisi compiaciuto.
Mi guardava dal basso verso l’alto.
-Ciao piccola Bo. Io sono Zayn.- le soffia le parole in faccia in un sussurro.
la punta delle sue scarpe timidamente.
 Peccato, se non fosse stata così timida, non avrei avuto problemi a portarla a letto.
 Ma ci devo riuscire, il suo fondoschiena e come un richiamo per me.
-Domani mattina davanti all’entrata- le risposi sfiorandole una guancia e sentendo il calore di quest’ultime. Mi girai e me ne andai.
Arrivato davanti al cancello, intravidi Liam e Niall che chiacchieravano animatamente.
Mi avvicinai e capì il motivo: Niall voleva andare a mangiare fuori la sera, ma Liam pensava fosse meglio andare soltanto in discoteca.
 Li salutai e tornai a casa. Mi misi sul letto e mi addormentai.
Quando mi svegliai erano le otto e mezza. Fra mezz’ora dovevo incontrarmi con i ragazzi davanti alla discoteca. Mi feci una doccia calda, misi una camicia nera e un paio di jeans scuri.
Arrivai 10 minuti in ritardo.
-Si può sapere dov’eri finito?- mi chiese Liam venendomi incontro.
-Scusa, ma sta sera il mio ciuffo non voleva rimanere su e ci ho messo tantissimo tempo per dargli una forma decente- risposi facendo passare una mano tra i capelli e cercando di sistemarli un po’.
Liam scosse la testa ed entrammo in discoteca.
Ci sedemmo al bancone. Presi un bicchiere di vodka.
Continuai così finché una bionda tutta tette non mi si avvicinò e mi trascino a ballare. Presi un ultimo bicchiere e mi lasciai andare.


***

Il suono del mio telefono mi fece svegliare.
Mi misi seduta e la testa iniziò a girarmi violentemente.
 Presi ilcellulare e una voce che urlava mi fece allontanare l’apparecchio dal mio orecchio.


‘Si può sapere che fine hai fatto ieri sera? Sei sparito e non hai risposto né alle chiamate né ai messaggi. Tua madre sta mattina mi ha chiamato preoccupata, le ho detto che sei rimasto a dormire qui. Ora alza quel culo e vai a casa.’

 ‘Liam… grazie amico, ti devo un favore. Dopo ti spiego tutto.’

‘Vedi di non fare altre cazzate, non posso coprirti a vita.’


Detto ciò attaccò.
Mi girai e vidi una ragazza al mio fianco. Questa notte mi ero davvero divertito a quanto pare.
 Mi rivestii e uscii da quella casa.
 Guardandomi intorno capii di non essere molto lontano da casa mia.
 M’incamminai accendendo una sigaretta.
Aprii la porta di casa.
 Sembrava vuota. Strano, di solito il sabato mattina mia madre è sempre a casa.
 Accesi la televisione e mi sedetti sul divano a guardarla, cercando qualcosa d’interessante per passare il tempo. Trovai un film e lo guardai.
Mezz’ora dopo la porta di casa si aprì. Le voci di mia madre e di una persona a me sconosciuta provenienti dal corridoio mi distrassero dal film.
-Ciao Zayn- disse mia madre accorgendosi della mia presenza sul divano.
-Ciao mamma- risposi cercando di capire chi fosse la persona dietro di lei, ma, per quanto scavassi nella mia mente, non riuscivo a riconoscere quella donna sulla quarantina.
-Zayn, lei è Stephanie, la nostra nuova vicina. Avrai sicuramente notato che gli Smith hanno traslocato. Per dare il benvenuto alla famiglia Grey ho deciso di invitarli a cena sta sera. So che per te non è un disturbo, in più hanno due figli, un bel bimbo di quattro anni e una ragazza della tua età. Ma sta sera li conoscerai, tranquillo.- mi disse mia madre.
Alzai le spalle, lasciai la mia postazione dal divano e mi avvicinai alle due donne.
-Piacere signora, io sono Zayn Malik. Felice di conoscerla.- le strinsi la mano sorridendo.
-Piacere mio Zayn, chiamami pure Stephanie.- mi rispose la donna stringendo a sua volta la mia mano.
Tornai sul divano e finii di vedere il film.
Verso le sette andai a lavarmi. Misi dei pantaloni di tuta grigi e una maglietta bianca e mi sdraiai sul letto fissando il soffitto.
-ZAYN SCENDI. SONO ARRIVATI GLI OSPITI- presi il cellulare dal comodino e scesi.
Arrivato giù non trovai nessuno.
-Mamma perché mi hai chiamato? Non è arrivato ancora nessuno.- Le chiesi confuso.
-Lo so, avevo bisogno di un favore. Potresti andare a comprare il pane prima che il panettiere chiuda?- chiese mia madre con la faccia da cucciolo e 10 euro in mano. Sbuffai.
-Va bene va bene.- risposi rassegnato intascando i soldi e uscendo da casa.
M’incamminai verso il centro di Bradford.
 Le strade non erano molto affollate, visto che a quell’ora tutti erano a casa a mangiare. C’era solo qualche signore vestito bene e con la sua ventiquattrore che tornava a casa dopo una faticosa giornata. Meno male che il giorno dopo sarebbe stato domenica.
Arrivai al negozio e presi il pane.
Mi era avanzato qualche euro. Andai a comprare un pacchetto di sigarette e ne accesi una.
-We amico, che ci fai in giro a quest’ora?- mi chiese una voce che conoscevo molto bene alle mie spalle. Mi voltai e vidi Niall.
-Ciao Niall. Sono andato a comprare il pane, sta sera ho ospiti. Tu invece? Che ci fai qui da solo?- dissi guardando il mio amico tutto pimpante.
-I miei mi hanno regalato una tessera per gli sconti da Nando’s. Volevo inaugurarla, Liam mi sta aspettando lì. Visto che doveva vedersi con Danielle è uscito prima da casa.- Disse sorridendo.
-è meglio se mi avvii, se no mia madre mia ammazza- saluto il mio amico accennando una risata e ritornando a casa.
Aprii la porta e un profumino invitante mi entrò nelle narici.
Portai il pane a mia madre e lei mi diede un bacio sulla guancia per ringraziarmi.
Mi sedetti sul divano e chiusi gli occhi. Suonò il campanello.
-Zayn vai tu? Io sono impegnata.- disse mia madre. Mi alzai sbuffando dal divano e andai ad aprire. Davanti a me vidi due signori e un bimbo.
-Salve signora… ehm Stephanie… piacere, io sono Zayn.- dissi stringendo la mano all’uomo che scoprii chiamarsi Mike subito dopo.
 Mi abbassai all’altezza del bimbo nascosto dietro alla gamba della mamma.

-Eii ometto. Io sono Zayn. Come ti chiami?- chiesi sorridendo al bambino che mi guardò per qualche secondo per poi aprirsi in un enorme sorriso.
-Sono Andrew- disse con una vocina acuta.
Notai l’assenza della ragazza di cui mia madre mi aveva parlato pomeriggio.
Capii che sarebbe arrivata a minuti e chiusi la porta alle spalle degli invitati.
Dopo pochi secondi il campanello suonò ancora. Mi girai e aprii la porta.
Appena vidi la ragazza davanti a me, i miei occhi brillarono e un sorriso malizioso spuntò sul mio viso.
 
 

 
 




Ecco il secondo capitolo J
Spero vi piaccia. Chi sarà mai alla porta? Credo che lo abbiate già capito.
Cosa succederà nel prossimo capitolo? Spero lo leggerete in tante.
Se volete lasciare una piccola recensione mi fareste realmente molto felice c:
Grazie mille a chi lo farà e anche a chi passerà a leggerla.
Aggiornerò presto J
Ciao bellezze
Kia xx

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Capitolo 3
*** Bo. ***


Bo




-Bo, ci rivediamo ancora-
-Z-zayn?- mi guardò stupita la ragazza di fronte a me.
-A quanto pare siamo vicini di casa e la cosa non mi dispiace affatto.- le dissi sempre sorridendo.
-Ehi Bonnie, sei arrivata finalmente. Vedo che hai già conosciuto Zayn.- Stephanie apparì alle mie spalle –Vieni a conoscere il resto della famiglia.-
Dopo le presentazioni ci sedemmo a tavola. Naturalmente la cucina di mia madre era impeccabile come sempre.
Il polpettone che aveva cucinato era davvero buonissimo, e non ero l’unico a pensarlo.
Nel vassoio era rimasta l’ultima fetta. Stavo per prenderla, ma qualcosa mi fece cambiare idea.
Gli occhi di Bonnie ardevano di desiderio guardando l’ultima fetta di polpettone.
Sorrisi.
Presi il vassoio e vidi dispiacere nel suo sguardo. Ma non appena lo avvicinai a lei, tornò a sorridere.
-Grazie- mi sussurrò. La sentì appena e alzai le spalle.
Avevamo finito di mangiare, le due mamme stavano pulendo la cucina, mentre mio padre mostrava la sua collezione di modellini di macchine d’epoca al signor Mike. Io, Bonnie e Andrew ci ritrovammo seduti sul divano, in un silenzio parecchio fastidioso.
-Eii piccoletto- dissi rivolgendomi ad Andrew-quanti anni hai?-
-Così!- apri la mano mostrandomi quattro piccoli ditini.
-Ah si? Allora sei grande. E dimmi un po’: la tua sorellina fa la brava con te?- chiesi attirando l’attenzione di Bonnie.
-No- sorrise furbetto il bimbo.
-Adesso le facciamo il solletico per fargliela pagare, va bene?- sussurrai all’orecchio di Andrew.
Annuì sorridendo e si fiondò sulla sorella che intanto ci guardava curiosa.
Lo raggiunsi subito dopo e iniziammo a farle il solletico.
-Vi prego, basta.- continuava a ridere e cercava di liberarsi di noi, ma invano.
Di colpo Andrew si fermò e corse verso la cucina. Smisi di farle il solletico e mi sedetti di fianco a Bonnie.
-Allora, che ti va di fare? Abbiamo una serata davanti, conoscendo mia madre la tirerà per le lunghe.-
-In real- non finì di dire neanche la frase che Andrew tornò da noi urlando. Poi si buttò sulla ragazza, facendole  tirare un urletto per il dolore.
-Ti prego, ti prego, ti prego. Mi ci porti? La mamma ha detto che se mi ci portavi ci potevo andare. Puoi portare anche Zayn se vuoi. Dai dai dai- chiese riprendendo fiato solo alla fine della frase Andrew.
-Dove dovrei portarti nanerottolo?- chiese lei divertita dalla faccia da cucciolo che il fratellino cercava di fare.
-Al parco giochi- disse lui ovvio. Bonnie scosse la testa sorridendo.
-Se entro cinque minuti non sei pronto non ti porto da nessuna parte.-
Andrew sparì come un fulmine e dopo qualche minuti si ripresentò con scarpe e giubbotto addosso.
-Ti va di venire con me?- mi implorò Bonnie. Annuii e mi alzai dal divano.
Uscimmo di casa e ci dirigemmo verso il parco giochi.
Andrew correva come un pazzo e Bonnie gli urlava di tornare indietro e aspettarli.
Era proprio una trottola quel bambino.
-ANDREW!- urlò esasperata. Risi davvero divertito da quella scenetta.
-Eii piccoletto, vieni un attimo qui- feci cenno ad Andrew di avvicinarsi. Lo fece.
Con uno scatto lo presi e lo feci sedere sulle spalle.
-SIIIIII!- urlava felice per la nuova posizione ottenuta.
-Grazie di averlo fermato.- disse Bonnie passandosi una mano tra i capelli.
-Tranquilla. È solo eccitato, sta andando al parco giochi.- sorrisi.
Dopo dieci minuti arrivammo al parco.
Andrew indicava cosa voleva fare e noi lo portavamo a fare qualsiasi attrazione.
C’era un banchetto che vendeva zucchero filato.
-Scusi, mi può fare due bastoncini di zucchero filato?-
Dopo aver pagato e aver preso lo zucchero ne porse uno ad Andrew.
-Malik, non pensavo mangiassi lo zucchero filato- mi prese in giro Bonnie.
-Infatti non è per me- mi avvicinai a lei, i nostri nasi si sfioravano-l’ho preso per la mia piccola Bo.-
Arrossì violentemente e io sorrisi a quella reazione.
Poi mi allontanai da lei e le porsi lo zucchero.
Lo prese senza fiatare, mentre io raggiungevo Andrew sulla panchina.
Sentì la testolina del bimbo appoggiarsi sul braccio dopo poco.
Si era addormentato.
-Bo, credo sia meglio tornare a casa. Andrew è crollato, era davvero stanco.- lei annuì e si avvicinò per prendere suo fratello in braccio.
-Non ci pensare nemmeno, che uomo sarei se no?- le sorrisi facendole l’occhiolino.
-Perché, sei un uomo?- la guardai con uno sguardo truce e lei scoppiò a ridere.
Presi in braccio il bambino e silenziosamente ci avviammo verso casa.
Le luci di casa sua erano accese, segno che i suoi genitori erano rientrati.
L’accompagnai davanti a casa sua.
Gli diedi Andrew in braccio e mi avvicinai a lei pericolosamente.
Le sue guance divennero di un colorito rossastro.
-Sei così bella quando arrossisci- le soffia sul collo per poi lasciarle un lungo bacio dietro il lobo dell’orecchio.
 Sentì il suo respiro affannarsi.
-G-grazie- mi disse balbettando e diventando ancora più rossa.
-Ci vediamo domani piccola Bo- le sorrisi e me ne andai, lasciandola lì, con lo sguardo sulle sue scarpe e la testa china.
Entrai in casa e avvertì i miei del mio ritorno.
-Buonanotte a tutti- urlai dalla mia camera.
Chiusi la porta e mi spogliai.
Appena fui in boxer mi infilai sotto le coperte e mi addormentai.


***

-ZAYN MUOVITI! SEI IN RITARDO- la voce di mia madre mi risvegliò dal mio sonno.
Stranamente non ebbi incubi e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Mi vestii velocemente e uscii di casa senza mangiare per la fretta.
Arrivai a scuola in tempo e tirai un sospiro di sollievo.
Liam e Niall quel giorno sarebbero entrati dopo, visto che il loro professore era malato.
Presi una sigaretta e inizia a fumarla.
-Zayn.- sentii una voce alle mia spalle e mi girai.
-Piccola Bo, come stai oggi?- le sorrisi maliziosamente.
-Bene, grazie. Allora, da dove cominciamo?- la guardai confuso, non sapendo cosa intendesse.
-Ti sei già dimenticato? Ieri mi hai promesso che mi portavi a fare un giro della scuola.- disse stizzita.
-Ah già. Andiamo allora- la presi per mano e mi incamminai verso l’entrata della scuola.
Le mostrai le varie classi, per poi accompagnarla nell’aula di scienza, la sua prima lezione quel giorno.
-Ci vediamo dopo, ricorda: la porta di fianco alla mensa.- le dissi ricordandogli dove fosse l’aula di letteratura.
-Si si, ho capito. Ciao Zazà- questa volta fu lei a darmi un leggero bacio sulla guancia ed entrò in classe.
Za? Ma da dove le vengono certi nomi?
Quando l’avrei rivista le avrei chiesto spiegazioni.
Un altro pensiero più spiacevole si fece spazio nella mia mente: quello era lo stesso soprannome che mi aveva dato… la ragazza dei miei incubi.
Non valeva la pena neanche di chiamarla per nome.
Strinsi i pugni e mi irrigidì .
Arrivai davanti all’aula di matematica.
La mia voglia era pari a zero, ma entrai comunque e mi sedetti dietro a James, un ragazzone alto più di due metri.
Appoggiai la testa sul banco e non mi alzai finché la campanella non suonò.
Appena sentii quel suono squillante mi alzai e mi diressi verso la mensa.
Prima di entrare in mensa, girai a destra ed entrai nella porta verde che mi si presentò davanti.
Bonnie era già seduta ed io presi posto al suo fianco.
-Come sta andando il tuo secondo giorno di scuola?- le chiesi attirando la sua attenzione.
-Oh ciao Zazà. Tutto bene, grazie. Sono tutti così gentili con me.- ancora con quel nome.
Mi irrigidì e inizia a guardare davanti a me senza, in realtà, fissare un punto preciso.
Lei si accorse di tutto e mi guardò confuso.
-Non chiamarmi più in quel modo.-  le dissi freddo.
Non riuscì a dire nient’altro, visto che la prof entrò in quel momento.
Le ore sembravano non finire più, ma finalmente arrivò l’ora di pranzo.
Posai i libri nell’armadietto.
Prima di andarmene sentii una voce chiamarmi, ma non le diedi peso e mi avviai verso la mensa
-ZAYN! ZAYN! Cazzo Zayn, mi vuoi aspettare?- sentii la voce affannata di Bonnie al mio fianco.
Non la degnai di uno sguardo.
-Si può sapere cosa ti prende? Non ti ho mica mangiato il gatto e non penso nemmeno di puzzare per evitarmi così.-
Continuai a camminare ignorandola.
Mi sentii strattonare il braccio e mi girai verso la persona al mio fianco.
-Senti Zazà i...-
-Ti. Ho. Detto. Di. Non. Chiamarmi. In. Quel. Modo.- dissi interrompendola e guardandola in malo modo.
-È per questo che ti sei arrabbiato? Insomma è solo un nomignolo da niente. Hai paura che le ragazze in questa scuola inizino a prenderti in giro e darti dello sfigato?- chiese lei.
-Non ho voglia di parlarne.- mi girai e me ne andai.
-Ti stai cagando sotto, Malik?-
La ignorai ancora una volta.
-Povero Zazà, adesso la mamma deve cambiarlo. Seriamente Zayn, parla.-
Non le davo ascolto, mentre cercavo di rimanere calmo.
-Zayn, fermati subito.-
-Non ho niente da dirti- continuai a camminare, cambiando la mia meta: il giardino.
-Io credo di si, visto che d’ora in poi passeremo molto tempo insieme. Sei l’unico mio amico. E non ho intenzione di passare il resto dell’anno da sola.-
Le puntai un dito contro il petto e la guardai in modo duro.
-Senti ragazzina. Nessuno ti ha detto di seguirmi. Ed io non sono tuo amico, mettitelo bene in quella testolina bacata che ti ritrovi. Non voglio un cagnolino che mi segua ovunque, peggio ancora, non voglio una cagnetta che oltre a seguirmi mi rompa i coglioni ogni due minuti. Quindi vattene e non stressarmi.- vidi scendere una lacrima dai suoi occhi prima di girarmi ed andarmene fuori.


3°P

Non poteva essere vero. Eppure non aveva fatto niente di male.
Gli aveva solo affibbiato un nomignolo carino e lui l’aveva trattata come uno straccio.
Le lacrime iniziarono a bagnarle il viso. Appena le sue spalle toccarono il muro, la ragazza si accasciò per terra.
Poco lontano da li, due ragazzi guardavano la scena stupiti dal comportamento di quel ragazzo.
Quel ragazzo che era loro amico.
Quel ragazzo che da un giorno all’altro era cambiato.
Quel ragazzo che non riuscivano a riconoscere ormai da qualche settimana.
Un grande braccio avvolse le spalle di quella ragazza distrutta.
Lei si lasciò andare e appoggiò il viso su quel petto duro, ma allo stesso tempo confortante.
Non sapeva chi fosse e non le interessava nemmeno, aveva solo bisogno di qualcuno al suo fianco.
-Shh, sta tranquilla. Non è successo niente.- una voce le disse quelle dolci parole, ma a lei non sembravano affatto tali.
-NON È SUCCESSO NIENTE? STAI SCHERZANDO O COSA? MI HA DATO DELLA CAGNA. MI HA TRATTATO COME UN MOSTRO, COME UN QUALCOSA DI SBAGLIATO. PERCHÉ? COSA GLI HO FATTO? NON MERITAVO DI ESSERE TRATTATA COSÌ.- non riusciva più a trattenersi. Aveva i nervi a pezzi e dopo anni riuscì finalmente a sfogarsi.
In quel momento si sentì libera. Quel peso che aveva al petto si dissolse.
Iniziò a prendere dei profondi respiri. Le lacrime smisero di scendere.
-Ascoltami. Lui non sa niente di te e tu non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno. Le cose che ha detto non sono assolutamente vere. Lui era arrabbiato e non sapeva quello che diceva.- cercò di calmarla il ragazzo che la teneva stretta a se.
-È l’unica persona che conosco, l’unico amico in questo posto che posso ritenere tale. Non voglio perderlo per un malinteso.- stava davvero soffrendo.
Zayn l’aveva colpita dalla prima volta che lo aveva visto.
Era stramaledettamente bello. E il modo in cui l’aveva trattata prima di quella litigata, l’aveva fatta sentire importante per qualcuno.
Almeno, quello era ciò che aveva provato lei. Iniziava a piacerle quel ragazzo e non voleva perderlo senza un motivo.
Voleva chiedere scusa, sicuramente l’avrebbe fatto. Però aveva paura della reazione del moro.
Non voleva che le cose peggiorassero ancora di più.
-Conosco Zayn da quando portava ancora il pannolino e si ciucciava l’alluce- alla ragazza scappò una risatina - non si è mai comportato in questo modo. Ha passato un brutto periodo e ora sta cercando di voltare pagina. Sono felice che abbia preso questa decisione, ma bisogna dargli tempo. Sicuramente farà tante cazzate, ma alla fine ritornerà il ragazzo di una volta. Dagli un’altra chance e vedrai che tutto si sistemerà. Prova a parlargli dopo, ma non stargli troppo col fiato sul collo.-
Tutto questo fece riflettere Bonnie. Insomma, in fondo una seconda possibilità cos’era?
Era sicura che non se ne sarebbe pentita. Sorrise al ragazzo che la teneva ancora tra le braccia.
-Grazie mille …-
-Liam- rispose pronto il ragazzo.
-Credo che seguirò il tuo consiglio. Grazie ancora, ti devo un favore. Comunque piacere, sono-

-Bonnie- una voce familiare la interruppe.






CIAOOOOOOOOO
Ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia.
Cosa ne pensate della litigata tra i due? Prima sono dolci e poi si comportano come due persone che si odiano.
E la voce di chi sarà?
Liam che ruolo avrà in tutta questa storia? E gli altri?
Spero che questa storia vi piaccia veramente (anche se l’ho già detto)
Leggete questa storia, è davvero qualcosa di splendido: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1993760&i=1
Ciao ciao ciao principesa
Kia xx
P.s:spero in qualche recensione in più.

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Capitolo 4
*** Tutto può cambiare ***


Tutto può cambiare




-Tu? Non ci posso credere, che ci fai qui?- chiese Bonnie guardando incredula la ragazza davanti a lei.
-Sono venuta a prendere il mio ragazzo e a quanto pare lo conosci già. Tu invece? Che ci fai qui? E cosa ti è successo? Perché piangi?-  da quanto tempo non vedeva quella ragazza, erano passati due anni dall’ultima volta che si erano viste. Si corsero incontro e si abbracciarono calorosamente.
-Danielle, calma. Be, questa è la mia nuova scuola. Per il resto niente di che, sono inciampata e ho preso una botta.- le mentì, non aveva assolutamente voglia di riparlarne. Sapeva com’era fatta Danielle, si preoccupava sempre per niente ed era molto impulsiva. Ci credette.
Bonnie tornò ad abbracciare l’amica e puntò lo sguardo oltre la sua spalla, su Liam.
Lo implorò con gli occhi di non dirle niente e lui annuì sospirando.
Zayn’s pov
Ero davvero nervoso, mentre uscivo avevo persino spintonato qualche ragazzo che mi aveva insultato.
Ma poco importava, quella ragazza mi stava distruggendo.
Avevo deciso di cambiare per colpa sua e mi si presenta davanti Bonnie che mi tratta come mi trattava lei quando stavamo insieme.
Non riuscivo a sopportare la cosa.
-Si può sapere che cazzo ti prende?- mi girai verso Liam, era rosso dalla rabbia –Prima ti scopi chiunque, poi tratti male Bonnie e la lasci sola mentre piange disperatamente. Zayn, non ti riconosco più. Che fine ha fatto il mio amico? Quello che faceva l’amore con la persona che ama? Quello che tratta le ragazze come se fossero la cosa più bella che esista?- stava iniziando ad urlare.
-È morto, Liam. Quel ragazzo non esiste più, da quando quella troia mi ha detto quelle cose io non riesco ad andare avanti. Ci ho provato e l’unico modo è questo. Era da giorni che non pensavo a lei, poi arriva Bonnie e mi chiama proprio come faceva lei. Le ho detto di smetterla e lei ha continuato lo stesso. Non potevo sopportarlo, avrò anche reagito male, ma almeno ha smesso.- gli urlai contro tutto ciò che avevo dentro.
In quel momento mi sentii fragile, ma le braccia del mio amico mi confortarono.
Lo strinsi, forse come non avevo mai fatto. E finalmente, dopo settimane, mi sentii bene.
-Scusa Lee, non volevo urlarti contro. Mi spiace.- una lacrima scese dal mio viso. Liam se ne accorse, ma mi lasciò sfogare.
-Sta tranquillo Zayn, si sistemerà tutto. Ti prego però, promettimi una cosa.- mi chiese implorante il mio amico.
-Sai che farei qualunque cosa tu mi chiederesti.- gli risposi accennando un sorriso.
-Non diventare così- capii subito cosa intendeva.
-Va bene.- gli risposi.
-No Zayn. Non “va bene”. Devi promettermelo, devi giurarmi che non lo farai.- mi piaceva quando i miei amici si preoccupavano per me. Mi facevano sentire amato.
-Te lo prometto Lee, ti giuro che non diventerò un puttaniere senza cuore.- sorrise e a mia volta sorrisi anche io.
Quel pomeriggio andai a casa di Liam.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire lui.
-Eii amico. Entra e fa come se fossi a casa tua.- mi disse come se non lo facessi mai, avevo pure un copione delle chiavi di casa.
Andai in salotto e mi sedetti sul divano con Niall che mangiava un panino.


3°P

Scese le scale e vide una chioma mora che tanto conosceva.
Si diresse in cucina dove c’era Liam.
-Che cosa ci fa lui qui?- chiese sentendo la rabbia salire lungo il suo corpo.
-È mio amico e non posso proibirgli di venire qui, ormai è uno di famiglia.- le rispose semplicemente tornando a preparare la cena per quella sera.
Voleva che le cose tra Zayn e Bonnie tornassero a posto, lei ci stava male e lui si era pentito.
-Sapevi che io ero qui e l’hai fatto venire lo stesso. Prima ti ho detto che gli avrei dato una seconda possibilità, ma non subito. Non dopo le cose orribili che mi ha detto.- la ragazza stava diventando rossa per la rabbia.
-Ti capisco, ma…- iniziò a parlare Liam, ma venne subito interrotto.
-No, Liam. Tu non puoi capire. Mi ha trattato malissimo. È solo un egocentrico ragazzino viziato, non è degno di avermi come amica. Non è degno neanche di avere te e Niall come amici. È una persona orribile e strafottente. Si crede chi sa chi, quando invece non è nessuno. Io lo odio, odio Zayn.-

Zayn’s pov

-No, Liam. Tu non puoi capire. Mi ha trattato malissimo. È solo un egocentrico ragazzino viziato, non è degno di avermi come amica. Non è degno neanche di avere te e Niall come amici. È una persona orribile e strafottente. Si crede chi sa chi, quando invece non è nessuno. Io lo odio, odio Zayn.-
Appena l’avevo vista entrare in cucina mi diressi verso la stanza.
Volevo parlarle, chiederle scusa.
Ma dovevo sapere che erano tutte parole inutili, sia le mie, sia quelle che Liam mi aveva detto nel pomeriggio.
-Liam, lei ha ragione.- vidi Bonnie girarsi e strabuzzare gli occhi. Infondo quella era la verità -Sono una persona cattiva, non vi merito. Quindi è meglio che vada. Non vorrei anche voi diventaste come me, non sarebbe giusto. Vi porterei solo su una cattiva strada. E sarebbe la cosa più sbagliata che potrei fare. Voi siete fantastici e io non sono alla vostra altezza. Ciao Liam, grazie per tutto quello che hai fatto, non lo dimenticherò mai. E tu non dimenticarti di me, ricordati dello Zayn spensierato che ero una volta, di quello divertente che ti faceva ridere per ogni minima cosa, di quello che cucinava a Niall i suoi adorati pancakes, di quello che una volta era capace di amare. E quando amava lo faceva con tutto se stesso. Ricordati di quello Zayn che ti voleva un bene infinito e che ti amava come un fratello. Ricordati dello Zayn che manteneva le promesse. Ti voglio bene, Leeyum.-
Lei aveva ragione, non meritavo tutto quello. Credo che la cosa migliore fosse andarmene e lasciare che vivessero la loro vita.
-No, Zayn. Io non intendevo quello. Non volevo.- Bonnie cercava di scusarsi balbettando.
-Oh no Bonnie, tu intendevi proprio quello.- dissi con un sorriso amaro sul viso.
-Ti prego Zayn. Non andartene. Seriamente non era mia intenzione dire quelle cose. Ero arrabbiata, frustata per quello che mi hai fatto oggi pomeriggio. Ci tengo a te, anche se ti conosco da appena due giorni. Sei il primo ragazzo ad avermi accettata senza giudicarmi. Sei il mio primo amico in questo paese. Non farmi questo. Non andartene. Rimani. Ci sono tutti i tuoi amici e loro ci tengono a te. Li distruggeresti. Hanno fatto tanto per te e se te ne vai loro starebbero male. E so che tu non vuoi questo. Nessuno lo vuole. Resta qui… con me- le ultime due parole le aveva sussurrate, ma l’avevo sentita lo stesso.
Mi avevano colpito, ma non aveva senso quello che aveva detto.
Mi conosceva da soli due giorni, l’avevo trattata malissimo. E nonostante tutto lei voleva che rimanessi.
-Perché?- chiesi semplicemente.
Non rispose, delle lacrime bagnarono i suoi occhi.
Mi girai e mi diressi verso la porta.
-Ciao ragazzi- uscii di casa e mi diressi verso il parchetto che c’era dietro casa mia.
Mi accesi una sigaretta e mi sedetti su una panchina. Spensi il cellulare.
Cercai di liberare la mente e chiusi gli occhi.
Quella giornata stava andando di male in peggio.
Stetti li per non so quanto tempo prima di tornare a casa.
Andai dritto in camera mia. Non volevo parlare con qualcuno, soprattutto con mia madre. Avrebbe capito subito che c’era qualcosa che non andava.
Erano appena le 7, ma decisi comunque di stendermi sul letto e riposare.
Quando aprii gli occhi non avevo di che ora fosse e mi girai verso la sveglia per guardare l’orario: le sei.
Avevo tanto tempo per prepararmi. Presi dei vestiti a caso dall’armadio e mi diressi verso il bagno per una lunga e calda doccia.
Quando uscii erano quasi le sette. Mi sistemai il mio ciuffo alla perfezione e scesi a fare colazione.
-Tesoro, già sveglio?- mi chiese dolcemente mia madre.
-Ieri sono andato a letto presto perché non stavo moto bene.-
-Davvero? Ieri è venuta Bonnie ed è rimasta in camera tua fino alle undici, quando sua madre l’ha chiamata a casa.- disse mia madre guardandomi confusa.
-Cosa?- sgranai gli occhi e mi precipitai in camera mia.
Cos’era venuta a fare? Mi sembrava di essere stato chiaro.
Mentre pensavo notai un bigliettino sul comodino vicino al mio letto.

“Molto probabilmente ti sarai appena svegliato. Che idiota, è logico se no non riusciresti a leggere questo bigliettino. Inizio con il dirti scusa. Lo so che può sembrare una delle solite parole usate per convenienza, ma io te lo sto dicendo sinceramente. Mi dispiace per le cose che ti ho detto, ma ero fuori di me. Sono arrivata solo da due giorni e già ho fatto un danno. Non meritavi le cose che ti ho detto. Ma sono stata male quando pomeriggio mi hai detto quelle cose. Credo che neanche io meritavo di sentirmi dire quelle cose. Che ne dici di ricominciare da capo? Che ne dici di far finta che non sia successo niente? In fondo tutti meritano una seconda possibilità, ti chiedo solo questo. Una seconda possibilità. Come ti ho già detto tengo molto a te e sai anche il perché.
Pensaci. Ti do tutto il tempo di cui hai bisogno. Anche l’infinito, ma non prendere decisioni affrettate, ti prego.
Ciao ZA. Dormi bene piccolo.”

Lo lessi più di una volta. Sapevo che era anche colpa mia se era successo tutto quello.
Sorrisi. Non avevo mai avuto un’amica così ed ero felice di averla trovata.
In realtà non avevo mai avuto una vera amica femmina in tutta la mia via.
Accesi il cellulare per chiedere scusa a Liam.
Era un ragazzo fragile e si sarebbe sicuramente sentito abbandonato per ciò che gli avevo detto il pomeriggio precedente.
Avevo circa 20 chiamate perse e altrettanti messaggi non letti. Erano tutti di Liam, Niall e di un numero che non avevo mai visto.

“Zayn non farlo. Questa cosa farà male a te quanto a noi. Liam xx”

“Zayn non puoi farmi questo L Chi mi farà dei buonissimi pancake come i tuoi? Niall xx”

“Niall ha già iniziato a deprimersi perché non potrà mai più assaggiare i tuoi pancake. Liam xx”

Risi. Quel ragazzo era qualcosa di incredibile. Amava mangiare e il suo scopo nella vita era solo quello.
I loro messaggi erano quasi tutti così, Liam che si lamentava di Niall e Niall che si disperava per i pancake.
Loro si che erano i miei migliori amici.
Risposi a tutti e due.

“Tra dieci minuti a casa mia, ci sono i tuoi pancake mangione. Zayn xx”

“Non lo farò Lee, non riesco a stare senza di voi. Mi sono sentito male al solo pensiero di stare lontano da te e da Niall. Tra dieci minuti a casa mia, ci sono i pancake. Zayn xx”

Inizia a leggere gli altri messaggi e capii subito di chi erano: Bonnie.

“Non è possibile che tu non risponda neanche al cellulare. Almeno fammi spiegare. Bonnie xx”

“Ti prego Zayn rispondi. Bonnie xx”

“Zayn sto impazzendo, dove ti sei cacciato? Non sei ne da Liam ne a casa”

“Scusa.”

“Sto venendo da te, tua madre mi ha detto che sei tornato. Bonnie xx”

“Sei bellissimo quando dormi. Bo xx”

Quell’ultimo messaggio. Sicuramente me l’aveva inviato dopo essere andata via da casa mia.
Bo. Non era più arrabbiata con me.

“Vieni subito da me, tra dieci minuti ci saranno anche Niall e Liam. Voglio parlarti da solo. Zayn xx”
 

Dopo pochi secondi sentii il campanello. Scesi i gradini e vidi Bonnie con il fiato e i capelli arruffati. Guardandola meglio
-Ma sei in pigiama- scoppiai a ridere. Ecco perché era già arrivata.
-Taci Malik, ho fatto il più veloce possibile per te e tu stai ridendo del mio magnifico pigiama dei puffi.- anche lei non riuscì a trattenersi dal ridere. 
Smettemmo entrambi e ci dirigemmo verso la mia camera.
-Senti io…- ero stanco delle sue scuse.
-Non mi interessa. Avevi ragione e si, ti do una seconda possibilità. Però ti prego, basta scusarti. Mi sta scoppiando la testa di scuse. Pace?- la interruppi mostrandole il mignolino, come si fa da piccoli.
Le spuntò il sorriso più bello che avessi mai visto e corse ad abbracciarmi. Caddi all’indietro e meno male che c’era il letto.
Scoppiai a ridere per tutta la sua euforia e lei mi seguì a ruota.
-Grazie Zayn, per tutto-la sentii dire prima di scendere ad aprire ai miei amici.


***

Era passato un mese da quando era arrivata Bonnie.
Sembrava che tutto andasse per il verso giusto ed era così.
Ci trovavamo spesso a casa di Liam, soprattutto nei weekend, mentre la sera uscivamo andando nei locali.
Alla fine non ero diventato il ragazzo “cattivo” e ne ero felice. Non saprei cosa sarebbe successo altrimenti.
E dovevo tutto ai miei amici.
Con Bonnie andava tutto bene, era una ragazza a posto. Certo, era lunatica e cambiava umore molto spesso, ma ci piaceva così com’era.
-Ragazzi oggi cosa si fa?- chiese quest’ultima mentre uscivamo da scuola.
-Io e Niall siamo occupati, quindi credo che per oggi dobbiate fare a meno di noi.- disse Liam scusandosi e salutandoci.
Rimasti soli, io e Bonnie ci dirigemmo verso casa.
-Allora Jawaddino, che facciamo?- da quando aveva scoperto il mio secondo nome non smetteva di chiamarmi in quel modo.
Ormai io ci ero abituato e la lasciavo perdere.
-Vieni da me a mangiare?- le chiesi.
-Certo, ma cucino io. Non mi fido di te.- mi prese sotto braccio mentre io sbuffavo.
-Per tua informazione, Niall ama la mia cucina.- ribattei.
-Lo sai che Niall mangerebbe anche la spazzatura pur di riempirsi la pancia.- continuò lei con ovvietà.
-Ah grazie- mi finsi offeso mettendo le braccia conserte e alzando la testa.
-Eh dai Jawi non fare così, sai che ti voglio tutto il bene del mondo, ma preferisco cucinare io e non morire a causa tua.- disse Bonnie abbracciandomi teneramente.
Mi lasciai andare abbracciandola a mia volta.
-Sai che morirai a causa mia solo per il fatto di essere mia amica?- le dissi scherzando.
-Qualunque cosa per te- rispose prontamente.
Ogni volta trovava il modo di intenerirmi e ogni volta sorridevo come un idiota.
-Non fare troppo la tenera, devi ancora farti perdonare con un pranzo coi fiocchi.-
-Si, signore.- rispose facendo il saluto militare e facendomi ridere.
Quella ragazza era proprio pazza.
Arrivati a casa, Bonnie mi spedii sul divano a guardare la televisione, mentre lei si dedicava alla preparazione del pranzo.
Mi proibii esplicitamente di entrare in cucina e, per esserne sicura, si chiuse dentro a chiave.
Passarono tre quarti d’ora quando sentii qualcuno abbracciarmi da dietro il divano.
-Vieni a mangiare Jawi?- mi chiese dolcemente dandomi un bacio sulla guancia, prima di tornare in cucina.
La seguii. Da un po’ di tempo il nostro rapporto si era intensificato e credo che Bonnie poteva essere considerata la mia migliore amica. Le volevo davvero molto bene e lei ne voleva a me, credo.
Arrivato in cucina strabuzzai gli occhi.
-Hai fatto tutto questo da sola?-



 
 
 

Ciao belle.
Questo capitolo non mi piace più di molto e sono anche in ritardo.
Scusatemi tanto. Il problema è che sono indietro con i compiti e mi sto dedicando molto a quelli.
Grazie per le recensioni precedenti e grazie a Ginny14 di aver messo la mia storia tra le seguite.
Spero che le lettrici nascoste si facciano avanti e mi dicano quello che pensano della storia.
Vi consiglio di leggere questa storia, è stupenda
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1927868
Ora vi saluto.
Ciaociaociao c:
Vi voglio bene c:
kia xoxo

 

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Capitolo 5
*** Amici. ***


Amici


 
Davanti ai miei occhi c’era un ben di Dio.
Panini a forma di fiocco, pasta al sugo a forma di fiocco, hamburger a forma di fiocco con del ketchup sopra. Indovinate un po’ che disegno aveva fatto con il ketchup? UN FIOCCO.
Scoppia a ridere di gusto.
-Non pensavo mi prendessi realmente alla lettera.- dissi ridacchiando.
-Tu lo volevi e io te l’ho fatto: un pranzo coi fiocchi.- disse lei sorridendo.
Ci sedemmo a tavola a mangiare.
-Be, visto che tu mi hai fatto questa sorpresa, pomeriggio ne faccio io una a te- le dissi mentre mangiavo quella deliziosa pasta.
Quel pranzo non era nulla si speciale, ma era buonissimo.
-Che cosa faremo?- mi chiese lei curiosa.
-Usciamo- risposi con fare vago.
-Dove andiamo?- continuò lei con il suo interrogatorio.
-Dove ci porta il cuore- dissi io con fare filosofico.
-Da quando sei così profondo?- sentii una leggera risatina.
-Da sempre, per trovare il vero me devi scavare in profondità. – dissi con fare altezzoso.
-Lo farò, piano piano arriverò al tuo cuore.- mi disse lei.
All’inizio non capii cosa intendesse e rimasi confuso.
Iniziammo a lavare i piatti. Cioè lei li lavava, io li asciugavo e li mettevo via.
Arriverò al tuo cuore... Ci sono.
Mi avvicinai a lei che era intenta a insaponare un bicchiere.
-Io sono già arrivato al tuo, non è così?- le sussurrai all’orecchio. Appoggiai le mani ai bordi del lavabo, vicino ai suoi fianchi in modo da intrappolarla. Si girò verso di me.
Le emozioni che provava in quel momento passarono una dietro l’altra sulla sua faccia.
Prima era confusa, poi sorpresa e infine imbarazzata. Tanto imbarazzata.
Le sue guance si tinsero di rosso e abbassò lo sguardo senza rispondere.
-Allora? È così?- chiesi di nuovo sorridendo dolcemente. Quella ragazza riusciva a tirar fuori la parte più tenera di me.
-I-io… devo finire di lavare i piatti perché devo studiare.- disse lei rigirandosi e continuando a lavare i piatti.
-E la mia sorpresa, piccola Bo?- soffiai sul suo collo per poi lasciarle un leggero bacio sullo stesso punto.
-Sta sera? Davvero Zayn, domani abbiamo l’interrogazione di storia e dovresti studiare anche tu.- mi disse.
-Va bene. Sta sera passo a prenderti alle sei e mezza, ti voglio vedere vestita bene.- le dissi sempre sussurrando al suo orecchio per poi allontanarmi.
Andai in camera a prendere il libro di storia e tornai giù.
-Jawi è ora di andare, ti aspetto sta sera. Ciao.-  disse dandomi un bacio sulla guancia ed uscendo da quella casa.
Mi sedetti sul divano a studiare, erano appena le tre.
Verso le cinque e mezza andai a prepararmi.
Indossai un paio di jeans chiari e una camicia nera. Sopra di essa misi una giacca dello stesso colore.
Indossai le Nike prima di prendere portafoglio e cellulare ed uscire di casa.
Attraversai la strada e suonai al campanello della mia vicina.
Si aprii li porta mostrandomi una Stephanie sorridente.
Mi fece accomodare sul divano mentre aspettavo l’arrivo della figlia.
Il piccolo Andrew era seduto vicino a me e guardava i cartoni.
Ad un tratto si alzò, lo guardai confuso fin quando non lo sentii urlare.
-ZAAAAYYYN-
Corsi subito da lui e rimasi a bocca aperta.
Non avevo mai visto niente di più bello in vita mia.
Una ragazza mora a dir poco stupenda mi si parò davanti agli occhi mentre scendeva le scale.
Avevo gli occhi sgranati quando una voce ormai conosciuta mi distrasse dai miei pensieri.
-Eii Malik, chiudi quella bocca se no entrano le mosche-
-Bonnie? Sei davvero tu?-
-No guarda, sono Megan Fox- disse la ragazza come se niente fosse.
-Oh no. Sei molto meglio di Megan Fox- la vidi arrossire.
Ogni volta mi dimenticavo quanto i miei complimenti la mettessero in imbarazzo, ma se non fosse stato così non sarebbe stata lei.
Indossava un vestitino senza spalline. Il corpetto era blu, in tinta con i pois della gonna bianca, mentre una fascia rossa le passava sotto il seno, mettendo ancora più in risalto quel ben di Dio.
Lo devo ammettere, quella ragazza è spettacolare.
Non mi ero mai accorto di quanto fosse bella, ma come si dice “meglio tardi che mai”.
-Allora bellezza, andiamo?- le chiesi porgendole un braccio.
Indossava delle ballerine rosse, quindi non avrebbe faticato a camminare come se avesse i tacchi.
-Certo. Ciao a tutti- mi prese a braccetto ed uscimmo da casa sua.
Per un po’ camminammo in silenzio, quando decisi di prendere parola.
-Sei bellissima- le dissi sinceramente.
-Dopo quella di Megan Fox mi hai convinta- rispose accennando una lieve risata.
Sorrisi.
Non l’avevo mai vista con i capelli piastrati, stava davvero molto bene. Anche se la preferivo con la sua splendida chioma mossa.
-È pronta per la serata principessa?- le chiesi mentre ci dirigevamo verso il luogo che avevo in testa.
-Certo, mio principe. Dove mi porta?-
-Questo è un segreto piccola.-
Camminammo per altri dieci minuti, prima di ritrovarci nelle strade del centro.
-Quando arriviamo?- mi chiese impaziente.
-Manca poco. Mi dispiace solo non avere la macchina, oggi ha deciso di fare i capricci e non parte, quindi dovremmo muoverci a piedi.- le risposi.
-Malik spero solo per te che non dobbiamo andare in posti troppo lontani. Odio camminare.-
-Tranquilla, Bo. Siamo quasi arrivati.-
Avevamo camminato più di mezz’ora ed erano già le sette e un quarto.
Arrivammo davanti a un piccolo ristorante. Non era molto conosciuto, quindi non molto affollato, ma faceva dei piatti davvero squisiti.
Entrammo e un cameriere ci accompagnò al tavolo.
In quel momento c’erano altre tre famiglie e due coppiette.
Controllammo il menù per poi decidere cosa prendere. Da bere decisi di prendere una coca-cola, non volevo bere.
-Non avevo mai visto questa parte di te così… sexy- le dissi cercando di trovare la parola migliore da attribuirle. Le sue guance si colorarono di rosso.
-Ehm… grazie? Sai, nessuno mi aveva fatto un “complimento” del genere. Di solito i ragazzi pensano che io sia solo una ragazzina carina. Sei il…-
-…migliore, naturalmente- la interruppi senza farle finire la frase.
-Solito idiota che se la tira.- disse ironizzando.
-Ehi io non sono un idiota, ne tantomeno me la tiro… beh, forse di tirarmela un pochino- dissi pensandoci su. In effetti aveva ragione. Ero sempre lì a sistemarmi perché sapevo che alle ragazze facevo un certo effetto.
-Ma se uno è bello non può farci niente- continuai la mia riflessione ad alta voce.
-Su questo hai ragione anche tu, ma i ragazzi che si credono i padroni del mondo non mi piacciono. Preferisco un ragazzo con un bel carattere e che se anche sia bello non se la tiri. Certo se ha un bell’aspetto è ancora meglio, ma non mi interessa.- disse lei.
Certo, una ragazza come lei vuole una persona per bene, che sia dolce, che non faccia cazzate.
I ragazzacci come me li vogliono solo quelle oche che la danno a tutti.
Il cameriere ci portò i piatti ed iniziammo a mangiare.
Appena finimmo ci alzammo e pagai il conto.
-Ora che si fa?- mi chiese Bonnie mentre camminavamo verso un grande edificio con un tetto a cupola.
-- le indicai l’edificio.
Lei non sapeva cos’era, ne ero certo. Guardò la grande cupola confusa, ma non fece domande.
Mentre camminavamo lei si fermò di botto. Mi girai verso di lei e la vidi come pietrificata.
-Ehi che succede?- chiesi visibilmente preoccupato.
-Zayn andiamo via, non mi piace questa strada. Ti prego- certo non era una delle strade migliori, ma si poteva fidare di me. Nessuno l’avrebbe toccata.
Mancavano solo cinquanta metri per arrivare all’edificio, quando un Suv nero si accostò a noi.
-Zayn, Bonnie. Che bella sorpresa.- vidi la chioma bionda dell’irlandese spuntare dal finestrino anteriore. Al suo fianco c’era un Liam sorridente e dietro a lui Danielle.
-Nialler. Come stai folletto?- in questi mesi Bonnie aveva preso il vizio di chiamarlo folletto per le sue origini irlandesi.
Salutai i ragazzi e quando stavo per dire loro che dovevamo andare Niall se ne uscì con una grandissima cazzata.
-Che ne dite di andare insieme al nuovo parco che hanno aperto qui vicino? Stavamo proprio andando li.-
-In realtà noi…- la voce di Bonnie mi interruppe.
-Certo che si. Non mi perderei mai una serata con i miei migliori amici.-
-Ed unici.- mormorai in modo cattivo tra me e me.
Bonnie non sentì niente, ma Niall mi lanciò un’occhiata di fuoco e scosse la testa.
Salii in macchina subito dopo la mora e chiusi la portiera.
Durante il tragitto non ascoltai la loro conversazione.
Non era possibile che ogni cosa che decidessi di fare veniva rovinata da quell’irlandese biondo.
Non era la prima volta che rovinava i miei piani con Bonnie. Ogni volta che decidevo di invitarla ad uscire, solo io e lei, lui spuntava dal nulla.
Per di più Bonnie non faceva niente in mio favore.
Quando le chiedevo di fare qualcosa, prima di dirle le mie idee, diceva tutta contenta “Certo. Ai ragazzi farà piacere passare una serata insieme”.
E ora che ero riuscito ad invitarla qualcosa andava storto.
Forse non erano loro il problema. Forse il problema ero io.
Bonnie era stata chiara, per lei voleva un bravo ragazzo.
Ed io non lo ero. Io ero marcio dentro e non potevo essere come lei voleva.
Non potevo essere il ragazzo che ogni ragazza desidera, quello bello e intelligente, quello che ti protegge quando sei in difficoltà.
QUELLO CHE TI AMA CON TUTTO SE STESSO.
Io non ce la facevo. Riuscivo solo a provare affetto, ma non amore.
D’altronde ero come una mela marcia dentro.
Fuori è bella e appetitosa, dentro è una merda.
Io non ero un bravo ragazzo, ma Niall si.
È lui il tipo di ragazzo che farebbe bene a Bonnie.
Dolce. Protettivo. Bello. Simpatico. Con un cuore d’oro.
Vidi lo sguardo di Bonnie posarsi su di me mentre rideva.
Mi fissò per qualche secondo con aria confusa, ma continuò la sua conversazione appena scossi la testa e puntai lo sguardo fuori dal finestrino.
Arrivati al parco vedevo tutti divertirsi, ridere.
E sorridevo perché era l’unica cosa che mi stava facendo bene in quel periodo.
I miei amici.
Insomma che persona sana di mente sta bene senza un amico o sapendo che uno di essi soffre? Nessuno.
E io non ero ancora arrivato al punto di non avere nemmeno un cuore. 
Presi il cellulare e scattai una foto.
Ritraeva un Niall e una Bonnie piegati a metà dalle risate, mentre Liam e Danielle si abbracciavano sorridendo.
Forse questa era la scena migliore che avessi mai visto in vita mia.
Presi una sigaretta e l’accessi allontanandomi dal gruppo.
Nessuno aveva notato il mio allontanamento, tanto in quella serata è come se non ci fossi stato per niente.
Ok. Seriamente, se continuo così divento un depresso cronico.
Mi sedetti sul marciapiede vicino al Suv, aspettando la fine della serata.


***

-Ma sei rincoglionito? Eh? Rispondi deficiente. Ti sembra il modo di sparire? Mi hai fatto preoccupare, non ti trovavo più.- mi alzai sentendo una voce alle mia spalle.
Appena mi girai per vedere la faccia furiosa di Bonnie fui spinto per terra.
Lo so Dio che mi odi, ma proprio la testa contro il marciapiede dovevi farmi sbattere?
-Stavamo venendo qui quando non ti ho più visto. Mi dici cosa ti passa per quel cervellino bacato che ti ritrovi?-
-Potevi anche chiamare. E poi, se fossi stata davvero preoccupata saresti venuta a cercarmi quattro ore fa, non solo adesso.- qualcosa di caldo scivolò lungo la testa.
-Merda!- imprecai appena vidi la mano con cui avevo toccato il capo sporca di sangue.
-I-io non…- Vidi Bonnie avvicinarsi mortificata.
-Sto andando a casa. Ciao- continuai avviandomi verso casa.
Dal punto in cui eravamo erano solo due isolati e un po’ di aria fresca mi avrebbe fatto bene.
-Ehi amico, non dirmi che te la sei presa per così poco. Siamo i tuoi migliori amici, non puoi comportarti così. E poi siamo gli UNICI che hai, come faresti senza di noi?- mi chiese Niall sottolineando la parola “unici”.
-È quello che pensi Niall? Davvero credi che voi siate i miei migliori amici solo perché siete gli unici che ho? Sei sicuro che voi non siate solo delle riserve per quando non esco con loro? Sei sicuro di essere così importante?  Che razza di migliori amici ho? Che si dimenticano di me per un’intera serata di puro divertimento  e se ne ricordano solo quando se ne devono andare.- sputai acidamente queste parole contro il biondo che strabuzzò gli occhi.
Non avevo mai parlato così a uno dei miei migliori amici. E non volevo che mai succedesse.
Ma avevo troppe cose dentro e non sapevo come sfogarmi.
Vedendo gli occhi lucidi di Niall mi pentii di quello che avevo appena detto, ma non potevo fare finta di niente.
Come può una persona dimenticarsi così del suo migliore amico?
La rabbia in quel momento prese il sopravvento e me ne andai calciando un cassonetto della spazzatura.
 

 
 
 
 
 
 
Ritardo assurdo ma non potevo farci niente, giuro.
Ero in Sicilia e mi prende a mala pena il 3G, pensate se esista una rete wi-fi a cui collegarsi .-.
Ma mi rifaccio subito con un capitolo postato o oggi o domani.
SCUSATE. SCUSATE. SCUSATE.
Il tre è il numero perfetto, spero vi basti :c
Allora, che ne dite del capitolo?
Lo ammetto sono una depressa cronica e non posso fare a meno di scrivere cose depresse, soprattutto litigi. Mi viene spontaneo D:
Ciao popoletto di EFP.
Ps: ringrazio le persone che hanno RECENSITO, messo tra RICORDATE, PREFERITE, SEGUITE e coloro che hanno LETTO questa storia J
Pps: per chi volesse della pubblicità faccio volentieri dello scambio :3
Ppps: sapete qualcuno che potrebbe farmi un banner, ne sarei felice felice felice
Much Love <3
 
 

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