DeathApple

di renachan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tabacco può uccidere, la cioccolata no ***
Capitolo 2: *** Un respiro/s'allontana/senza voltarsi ***
Capitolo 3: *** Sleep ***
Capitolo 4: *** Quotidianità ***
Capitolo 5: *** Il silenzio logora ***
Capitolo 6: *** Buio Futuro ***
Capitolo 7: *** Mancanza di Tutto ***
Capitolo 8: *** Odi [et amo] ***
Capitolo 9: *** Wish you were here ***
Capitolo 10: *** Ricordo di lucciola ***
Capitolo 11: *** Maestro in Scarabocchi ***
Capitolo 12: *** I Miei Giorni ***
Capitolo 13: *** The Choice ***



Capitolo 1
*** Il tabacco può uccidere, la cioccolata no ***


Salve a chiunque abbia deciso di leggermi °-° Ho iniziato a scrivere delle piccole one-shot su Death Note, io pensavo che non fossero venute un granchè, però mi hanno detto che sono carine quindi ho deciso di osare e postarle. Mi piacerebbe ricevere dei commenti per poter migliorare o, magari, per farmi venire qualche altra idea >.< Grazie a chiunque leggerà




[Il tabacco può uccidere, la cioccolata no]




Presidente di cuba

È incredibile come poche parole possano cambiare una giornata, apparentemente identica alle altre.

"Il tabacco può uccidere, Matt"

Comodamente allungato sul divano mi guardava storto e con un tono di rimprovero mi accusava di fumare troppo.

"Anche tu mangi troppa cioccolata"

Non avevo neanche alzato la testa dal mio videogioco, non valeva perdere proprio al 19° livello per una delle solite raccomandazioni sul fumo. Il fumo uccide, lo so benissimo.

"Il tabacco può uccidere, la cioccolata no"

Una frase tanto semplice ma che si insinuava nella mia mente proprio come quel fumo grigio che usciva dalla sigaretta bianca tra le mie labbra e lentamente arrivava ai polmoni. Non gli piaceva l’odore delle sigarette, non gli piaceva il sapore, non gli piaceva che io fumassi. Il motivo non mi era ancora ben chiaro, ero io che mi avvelenavo e cercavo sempre di non iniettargli troppo fumo passivo.

"Spegnila, Matt"

Tranquillo continuava a mangiare la sua dannata barretta nera mentre ordinava a me di spegnere il mio unico diversivo, oltre i videogiochi, è ovvio. Ma no, che dico, Mello ha anche da ridire su quelli.

"Insomma, non hai proprio nient’altro da fare che rovinarti la vista con quegli stupidi videogiochi o farti venire un tumore con le sigarette?"

Il tabacco uccide, il cioccolato no. È vero.

"Anche tu mi sembri abbastanza dipendente…"

Il cioccolato non uccide, ma crea assuefazione come la nicotina e Mello era decisamente dipendente da quella sottospecie di cibo. Forse avremmo dovuto trovare qualche diversivo alle nostre ossessioni.

Gli cade la barra di cioccolato dalle mani e strabuzza gli occhi.

Non se lo aspettava.

"Già, dovremo trovare un diversivo…"

Ma forse questo è solo l’inizio di un’ulteriore ossessione.




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Capitolo 2
*** Un respiro/s'allontana/senza voltarsi ***




[La mano

pura ma nascosta del pensiero

dall’imprevisto mossa

è uno sguardo

un sorriso

od un gesto semplice

Come il vento

la tua pelle

fra le mie dita,

dalle mie dita

sfugge.

Un respiro

s’allontana

senza voltarsi]

Leo Bollettini

Come una barretta di cioccolato che sai finirà, ma speri che l’ultimo boccone, il più amaro di tutti, non arrivi mai.

Come quando provo quel dispiacere viscerale, perché il puzzle è ormai completo e so che devo distruggerlo per poter andare avanti.

Con queste sensazioni nel cuore, non mi sono voltato. Mandando giù il boccone più amaro, i ricordi di quei gesti semplici, quei sorrisi tanto rari quanto graditi, e distruggendo quei stessi momenti fatti di emozioni. Facendo cadere ogni frammento di te e del tuo essere, lasciandoti andare via per il tuo futuro.

Uno sguardo duro, maschera del desiderio di tendere la mano verso qualcosa che non mi è mai appartenuto e che mai lo sarà. Bocciando la mia proposta mi sei definitivamente sfuggito, senza concedere al vero sconfitto neanche uno sguardo. Sento il tuo sguardo andare oltre, a dei progetti più grandi e ambiziosi, sento il fiato profondo per aver alzato la voce, sento la tua coscienza da fanciullo soccombere per la perdita dell’unica figura di riferimento su cui avresti potuto contare, sento la tua anima giovane fremere per molte di quelle strade che ti si aprono davanti.

Sento mancarmi qualcosa quando i tuoi piedi avanzano fieri fino alla porta, senza voltarti.

Sento tristezza, quando richiudi quella porta alle tue spalle.




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Capitolo 3
*** Sleep ***


L/Kira

My Chemical Romance - Sleep

Some say, now suffer all the children
And walk away a savior
Or a mad man and polluted
from gutter institutions
Don’t you breathe for me.
Undeserving of your sympathy
'Cause there ain’t no way that I’m sorry for what I did

And through it all.
How could you cry
For me
'Cause I don’t feel bad about it
So shut your eyes
Kiss me goodbye
And sleep
Just sleep

The hardest part is letting go of your dreams

A drink for the horror that I’m in
For the good guys and the bad guys
For the monsters that I’ve been


Three cheers for tyranny
Unapologetic apathy
'Cause there ain’t no way that I’m coming back again

And through it all.
How could you cry
For me
'Cause I don’t feel bad about it
So shut your eyes
Kiss me goodbye
And sleep
Just sleep
The hardest parts
the awful things that I’ve seen

Just sleep [x6]

(screaming) wake up!...




Mondo corrotto, mondo sporco, mondo impuro, mondo ipocrita, mondo schifoso. Nessuno è felice qui.

Potevi rendere questo mondo decisamente migliore, allora perché hai sprecato la tua vita per me?

Non sono sensi di colpa. Ma perché mi hai dato tutta questa importanza?

Hai rinunciato a tutto. Hai perso tutto. Hai dovuto mandare giù tutte le cose terribili che hai visto. Sei dovuto stare zitto davanti alla negazione di tutto ciò che hai sempre considerato giusto.


Perché piangi per me? Non mi compatire, non mi sento in colpa.


C’è un vuoto di senso in tutto quello che mi circonda, c’è apatia totale e persone che brindano per la mia tirannia.


Sei morto tra le mie braccia. Sei morto per aver osato ed essere considerato pazzo.

Ma ormai non si può tornare indietro.


Mi guardi, piangi, mi compatisci.


Non guardarmi, perché non posso vederti; non piangermi, cerca di rinunciare; non compatirmi, non mi sento in colpa.


Pensa ai ragazzi che hai abbandonato, pensa ai sogni cui hai rinunciato, pensa a dormire.

Per me è ormai troppo tardi.


Chiudi gli occhi e dormi, dormi anche per me.

Io non ci riesco.


Perché piangi? Piangi per me? Perchè sono un mostro? Qualcuno brinda al mostro che ero.


Chiudi gli occhi, dammi il bacio della buona notte e dormi. Dormi anche per me.


Dormi!


Non mi sento in colpa


è solo che vorrei svegliarti



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Capitolo 4
*** Quotidianità ***


Mello/Near


Giocare con il silenzio dei tuoi modi

con quel sorriso dietro una ciocca di capelli

con quel attimo d’imbarazzo

per uno sguardo un po’ più profondo

e con la tua mano tesa verso la mia

già pronta alla fuga

Leo Bollettini




Quotidianità. Un respiro lieve, una mano leggera che si avvicina a te, con la consapevolezza che non riuscirà a raggiungerti, e sguardi strani per dei semplici nemici.

Quotidianità. Tu mi guardi, mi osservi, mi scruti intensamente per qualche secondo, poi scosti la mano e fuggi via.

Quotidianità. Mi ignori, ma io percepisco la tua coscienza su di me, il tuo pensiero nella mia mente.

Quotidianità. Ti sfioro, tu titubante resti immobile, poi ti scosti.

Perché tu sei il primo, il migliore e non puoi dar retta al secondo.

Perché tu sei mio nemico e non puoi accettare una cosa del genere.

Perché tu sei freddo e controllato e non puoi abbandonarti alle sensazioni.

Perché tu sei Near e io Mello. Perché non puoi.

Quotidianità, dolorosa quotidianità.




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Capitolo 5
*** Il silenzio logora ***


Grazie ancora a chi mi incoraggia a continuare ^-^

Mello/Matt



Il silenzio

non quiete,

non persuade

pensiero funesto.

Logora

carenza

di notizie

più del misfatto

antevisto.

Leo Bollettini



Seduto per terra in un angolo della stanza, con la testa sopra le gambe, ascolta il silenzio.

Allungato su un fianco sul letto, con gli occhi chiusi e le braccia abbandonare sopra la testa, contempla l’assenza.

Non è tranquillità quella che sente, non è quiete, percepisce solamente un senso insopportabile di vuoto dovuto alla mancanza di notizie.

Non sente più il presente, vede solo il passato, in cui si perde ogni volta che lo pensa, e il futuro, che sogna ogni notte, con costante speranza.

Non gli importa se sarà pericoloso o crudele, vorrebbe solo averlo un futuro, fuori da lì. Possibilmente con lui.

Le giornate sono monotone e tutto passa apparentemente come sempre. Si annoia.

[La mia mente echeggia solo te]



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Capitolo 6
*** Buio Futuro ***


Mi scuso con tutte le persone che mi hanno seguito fino a qui *inchin* mi sono accorta che in effetti non si capiva niente su chi erano i personaggi >_> davo per scontato che siccome io lo sapevo tutti dovevano intuirlo, ma in effetti non un ragionamento tanto logico XD Ricapitolando, il primo era Matt/Mello, il secondo Mello/Near, il terzo L/Kira, il quarto Mello/Near e l’ultimo (spero di non deludere le vostre aspettative) Mello/Matt ^^’’ Da adesso in poi specificherò sempre chi sono i protagonisti. Prima di continuare a postare vorrei farvi un piccolo appunto su Matt: ora, tutti sappiamo che quello che scriviamo è inventato di sana pianta perché quel povero ragazzo arriva, gioca, fuma e muore senza lasciarci nessun buono spunto. Di preciso non sappiamo niente tranne che è stato nella wammy’s house, che era il terzo, che ha la fissa dei videogiochi e che ha aiutato Mello. Oltre questo se lui sia scappato con Mello o no non lo sappiamo, ma possiamo ipotizzare di no visto che quando nel manga fa vedere Mello che esce dal cancello è solo. Io ho ignorato questo fatto questa volta e li ho fatti scappare insieme, però mi sembra più credibile, e sostengo, l’ipotesi che Mello se ne sia andato e Matt l’abbia raggiunto dopo. Se mesi, anni o giorni non possiamo saperlo e possiamo divertirci a far trottare la nostra immaginazione *-* Infine ringrazio veramente di cuore a tutte le persone che commentano *inchin* Mi state sostenendo molto, anche perché mi date la conferma che quello che scrivo non fa schifo >_>’’ ok, dopo questo capitolo probabilmente ci ripenserete perché non è un gran che XD ah, non so se l’avevo già detto ma per sicurezza lo ridico, le cose scritte copra sono canzoni, frasi o poesie che mi hanno ispirato. Buona lettura




Non reprimere

giustizia ingiusta

accomuna

non soddisfazione:

controllore,

controllato

che

intesisi

fuggirono

da lecito illecito

insieme nel buio

stellifero.

Leo Bollettini



Teoricamente non era possibile lasciare l’orfanotrofio prima di aver compiuto la maggiore età. Era una delle regole. Se fosse stato qualcun altro Roger non avrebbe mai permesso che uscisse da quella porta, in maniera così insolente oltretutto.

Ma lui non era uno qualsiasi, non era un semplice ragazzino intelligente; lui era il secondo alla successione di L e non era di certo un titolo che poteva permettersi chiunque. Lui aveva l’opportunità di potersene andare.

Io ero il terzo anche se nessuno ci faceva caso, troppo occupati ad osservare quei due nemici così superiori a chiunque altro. Io non ero come loro. Io non sarei potuto uscire. Ma anche se non lo comprendeva coscientemente lui aveva bisogno di me: aveva bisogno di qualcuno, aveva bisogno di sostegno.

E quella notte,quando ce ne andammo un po’ come dei fuggiaschi un po’ come se la nostre sorte – si poteva vedere guardandoci camminare fieri nell’aspetto ma fragili nell’animo- fosse stata già decisa.

Era una notte buia, senza stelle. Era una notte che non ci faceva pensare al chiarore abbaiante e fastidioso della figura di Near, né alla luce che ci aveva trasmesso L, anche senza averlo mai visto.

Era una notte che proiettava il nostro futuro.







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Capitolo 7
*** Mancanza di Tutto ***


Grazie ancora a tutti quelli che hanno commentato ^^

Sto facendo un disastro dietro l’altro ç__ç bha, ora sarà inutile ma quello che dirò è SPOILER [si, nel numero 13 c’è anche scritto che Matt era nella Wammy’s House, ma niente oltre questo T_T]

Non sono riuscita a rendere bene quello che volevo dire...è L che pensa a Raito

Buona lettura a chi si arrischia a leggere



La mancanza di Tutto, mi impedì

di sentire la mancanza delle cose minori.

Fosse stato lo scardinarsi di un mondo

o l’estinguersi del sole,

nulla era così importante

da farmi alzare il capo,

dal lavoro,

per curiosità.

Emily Dickinson



Quando non hai mai avuto niente, non senti la mancanza di qualcosa di preciso.

Senti solo un chiaro e opprimente senso di vuoto, un vuoto che invade tutto: dal tuo corpo alla stanza che ti circonda, dal passante che guarda avanti senza interesse ai tuoi stessi pensieri. Non riesci a sentire la mancanza di una cosa , sai solo che c’è qualcosa che non va, qualcosa che dovrebbe esserci ma che non sai individuare.

Allo stesso modo, mancandomi tutto non ho mai sentito la mancanza o la nostalgia delle piccole cose.


"Ryuuga guarda! I fuochi d’artificio"

"È solo un involucro di cartone pieno di palline di polvere nera e composti chimici, che produce suoni fastidiosi e colori troppo contrastanti con il nero del cielo"


Non ho mai provato quelle ‘piccole gioie della vita’ –come dicono – che avrebbero potuto rendere la mia vita meno opprimente.


"Ryuuga, oggi è il tuo compleanno"

"Watari, perché si festeggia anche il compleanno di persone che non sanno quando sono nate?"


Le uniche soddisfazioni che riuscivano a farmi sorridere erano i dolci e la giustizia.


"Perché il giorno del proprio compleanno si mangiano più dolci del solito"


Niente era così interessante da farmi distogliere l’attenzione dai miei dolci o i miei casi.


"Watari, ho sognato che il sole esplodeva, distruggendo la terra…ma non era una cosa brutta perché pensavo che così nessuno avrebbe più sofferto"


Fino a quando non sei arrivato tu.


Sei la cosa più interessante che mi sia capitata.


Non so perché, però ti associavo sempre sia ai dolci che alla giustizia…

Alla giustizia perché tu sei Kira.


Alla fine era sempre lavoro, mi dico.


Ai dolci perché…










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Capitolo 8
*** Odi [et amo] ***


Penso che l’ultimo capitolo sia stato frainteso. Colpa mia! Quello che ho scritto in effetti è un po’ ambiguo…do sempre per scontate troppe cose >_>’’ Quando ho scritto "Alla giustizia perché sei Kira", non nel senso che quello che faceva Raito è giusto o lo paragonava alla giustizia, ma che la giustizia era il lavoro di L e il suo lavoro è cercare Kira. Quello che volevo dire è che L pensa alla giustizia, quindi al fatto che cerca Kira, ergo a Raito che è Kira. Ok, magari non era tanto logico come pensavo XD

Ringrazio Elly_Mello, alexychan93, Amy_Vampire, Momoko89, Carisma, Kyah, Dawn Lily, Betta90, MellosBarOfChocolate, Meky, Soleya, Freija e ShinyaChan per tutti i commenti ^______^

Non potete immaginare quanto mi abbiate resa felice…non pensavo avrei ricevuto addirittura 33 commenti positivi °-°’’’ Ho letto molte vostre storie (anche se non ricordo di chi e quali XD viva la memoria…) e siete molto più brave di me >.< E non lo dico solo per dire, alcune storie che ho letto recentemente erano di un livello decisamente superiore al mio! Per questo mi sento lusingata a ricevere vostri commenti ^-^

Spero continuerete a leggere, perché ho deciso di impegnarmi ò_ò/ non posterò più solo due o tre frasi scritte la mattina, ma ci lavorerò di più sopra…o almeno inizierò dalla prossima volta XD Questa non mi piace molto…sono i pensieri di Mello mentre pensa a Near, ma ho esagerato molte frasi ed è anche molto OOC >.<’’

Spero che sia comunque una Buona Lettura ^-^




Io odio e amo. Ma come, dirai. Non lo so,

sento che avviene e che è la mia tortura.

[Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.

Nescio, sed fieri sentio et excrucior]

Catullo, carme 85



Bianco. Gatto. Ghiaccio. Luna. Notte. Calma.


ti amo


Nero. Cane. Fuoco. Sole. Giorno. Impulsività.


ti odio


È una tortura sentire insieme fuoco e ghiaccio.

È un gioco della natura il sole e la luna insieme.

Sarebbe incantevole vedere notte e giorno contemporaneamente.

È un paradosso bianco e nero.

Il gatto riflessivo e il cane impulsivo credono di odiarsi.


ti amo


Non come si amerebbe una donna, non come potrei amare un oggetto, non come potrei amare qualcosa che amo. Io ti amo in modo diverso. Ti amo anche perché ti odio.


ti odio


Non come se fossi un semplice essere umano detestabile, non come si odia qualcosa di brutto, non come potrei odiare qualcosa che odio. Ti odio per poterti amare.

Io odio tutto di te, ogni singolo gesto, movimento, pensiero. Odio il modo con cui non mi guardi, odio il modo con cui non cammini mai, odio il modo con cui finisci i tuoi puzzle.

Non c’è una sola cosa di te che non odio; niente che vorrei toglierti. Non odio niente di te che non vorrei avessi.

Amo tutto di te, ogni fibra del tuo essere, ogni capello, ogni gesto. Amo il fatto che non posso averti, amo il fatto che mi odi. Amo il fatto che siamo nemici e che ho pensato di ucciderti.


io odio, e amo, tutto ciò che sei


Non voglio vederti, non voglio guardare il castello di dadi crollare sotto i miei occhi. Io ti odio.

Voglio starti vicino, voglio vedere il tuo mondo fatto di fragili carte crollarti addosso. Ti amo.

È sangue blu quello che voglio far uscire dal tuo ego, sono lacrime smeraldine che devono avvelenarti la mente.

È la dolcezza infinita del vento che deve carezzarti il corpo, sono i colori più pretenziosi che devono invadere i tuoi occhi.

È dolore quello che ti devo infliggere, sono ali quelle che vorrei donarti.

Non so come sia possibile! Odio tutto di te, ma non c’è una sola cosa che odio, che non amo.

Il giorno e la luna. La notte e il giorno. Il cane e il gatto. Il fuoco e il ghiaccio.

È un ingranaggio che gira, gira, gira senza mai fermarsi, senza che io lo voglia. È qualcosa di incontrollabile. È qualcosa che odio

e che amo.





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Capitolo 9
*** Wish you were here ***


Ringrazio di nuovo tutti quelli che hanno commentato: grazie a freija, elly_mello, amy_vampire e betta90 per essere così fedeli e commentare ogni singolo capitolo *W* Kuropuu…X3 Arigatou!

Questo capitolo mi piace, però credo che sia un pò confusionario e non si capisca bene cosa intende dire Matt se non si è nella mia testa XD è lui che pensa…sarei voluta rimanere più in tema di "

vorrei che tu fossi qui", ma la mia testa ha divagato troppo...del titolo nella storia c'è poco O.o

Buona Lettura <3




Pink Floyd - Wish You Were Here

So, so you think you can tell
Heaven from hell
Blue skies from pain
Can you tell a green field
From a cold steel rail?
A smile from a vail?
Do you think you can tell?
And did they get you to trade
Your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change?
And did you exchange a walk
On part in the war
For a lead role in a cage?
How I wish, how I wish you were here
We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl
Year after year
Running over the same old ground
What have we found?
The same old fears
Wish you were here




Pensi di essere riuscito a superare Near? Ora sai com’è veramente il mondo? Dimmi Mello, sei felice ora?


Qualcosa mi chiude la gola, annaspo.

Non riesco a respirare correttamente.

Le mie guance diventano più calde.

Poso il mio unico passatempo sul comodino e stringo le ginocchia fino al viso.

Stringo i pugni.

Sento qualcosa uscire dai miei occhi e qualcos’altro opprimermi il petto.


Sei maturato, Mello? Ora sei più saggio?

Dimmi, hai mangiato sotto l’ombra degli alberi o in riva ad un fiume?

Ora sai distinguere il bene dal male?

Anno dopo anno.

Hai mai corso lungo le rotaie di un treno? Ora conosci la bellezza dei pesci che nuotano nell’oceano o il dolore di una guerra?

Dimmi, sei felice ora?


Di nuovo.

Fatico a respirare, le mani tremano e mi sento mancare qualcosa.

Sento come una mano fredda stringermi il cuore.

Sento la felicità allontanarsi lentamente da me, abbandonarmi con la mia solitudine.

Sento volare via tutte le mie certezze e le mie speranze.


Dimmi, Mello, hai scoperto cos’è il paradiso? Almeno sei riuscito a vedere l’inferno?

Confidati Mello, ti è servito andare via?

Ora sai riconoscere un sorriso da un velo di ipocrisia?

Sai distinguere la verità da un cielo dipinto?

Dimmi Mello, hai più pianto?


È la tristezza più pura e pungente che abbia mai provato.

È la Mancanza.

È la Menzogna.

È il Vuoto.


Avrai già dimenticato?


Raggomitolato su me stesso, sfogo le mi frustrazioni nel modo più infantile e umano.

Con gli occhi rossi e il fiato corto, mi perdo nel tuo ricordo.


Mi avrai già rimpiazzato?


Con lo sguardo triste, vado avanti.

Con un tradimento nel cuore, prendo la mia strada.


Dimmi, non hai mai pensato a me come ad una persona utile, vero?


Con la voglia di ribellione e vendetta cerco la mia strada, lontano dal futuro che immaginavo.


Non verrai, vero?


Il ricordo diventa vago senso di nostalgia.

Il dolore, lontana conferma dell’umanità.


Era solo…il momento.

Non era niente di rilevante.

Sei solo passato. Sei solo ricordo. Sei solo ombra.


Ormai…


Ogni cioccolato.

C’è qualcosa di indefinito.

Un ricordo?

Una speranza.

Nostalgia.


Ormai la vita va avanti.

Non ho bisogno


No, non voglio


Non arriverei così in basso.

Non sono un cane.


Un breve messaggio, un sorriso egoista, una proposta di schiavitù e morte.

Un passato ghiacciato che torna, un futuro scarlatto che attende.


Allora perché ho accettato?






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Capitolo 10
*** Ricordo di lucciola ***


Mi dispiace immensamente che il decimo capitolo debba essere una cosa tanto orrida e mi dispiace anche di non aver aggiornato per mesi. Chiedo venia a chiunque segua questa roba e si aspetti, giustamente, che ogni tanto scriva qualcosa, di decente magari. Questa ipotetica LxLight l’ho scritta mesi fa ed è abbastanza schifosa, ho provato ad aggiustarla, ma più di tanto non sono riuscita a fare. La pubblico solo per fare qualcosa…se volete ignoratela. Probabilmente anche le prossime faranno pena perché sono sempre piccole cose che ho scritto un po’ di tempo fa e che adesso più di tanto non mi va di lavorarci. Chiedo umilmente perdono. In effetti la pubblico sono per dimostrarvi che sono ancora viva, ma non so quanto mi convenga con questa roba XD Anche qui ci sarebbe una canzone o poesia, ma sinceramente non ricordo qual'è...quindi quando la troverò la scriverò °-°'''

"Buona" lettura




È stupefacente quanto la sua immagine, il suo pensiero, la sua essenza mi perseguitino come prima, se non di più.

Prima mi opprimeva, ma almeno avevo la speranza che morisse. Sapevo che sarebbe scomparso prima o poi.

C’era, ma avevo l’obbiettivo di distruggerlo.

La sua presenza fisica era vicina, ma dentro di me era morto perchè l’avevo ucciso la prima volta che aveva pronunciato il suo nome.

Speravo mi avrebbe lasciato in pace una volta andato fisicamente all’altro mondo. Pensavo che dopo aver sofferto così tanto, dopo aver cambiato il futuro ogni volta che pronunciava una frase, se ne sarebbe andato per sempre.

Io avevo preso il suo posto: L esisteva ancora, ma io ero finalmente libero. Era quello che volevo. L è morto, questa è la realtà. Ho vinto.

Ha avuto la sua isolata gloria, le sue vincite silenziose, ha raggiunto la vetta e poi è precipitato per mano mia. Tutto è perfetto.

C’è solo un difetto, un’ossessione che mi disturba da un po’ e che non riesco a scrostarmi via: io non ti sento morto.

La realtà è che la mia vita è ancora piena di te.


Tu sei nei tuoi successori, nelle strutture che hai creato, sei nei dolci, sei in ogni ragazzo moro con jeans o maglia bianca che vedo, sei nella stessa parola Giustizia ogni volta che colpisce la mia mente.


Il mio è un mondo nero ed io voglio che il mio mondo sia nero, perché mi serve per andare avanti e per distruggere chiunque mi si opponga. Però nel mio universo buio c’è un bagliore di luce, una fastidiosa lucciola che non riesco a far scomparire ed a volte mi fa pensare più di quello che vorrei.

E proprio quando cerco di scansare quei ricordi, di sfuggire alla lucciola, mi ritrovo sempre a pensare che Ryuzaki è morto, ma L continua a vivere.


O forse è il contrario.


Vive nel suo nome, nei suoi ideali e vivrà in futuro, in me o nei suoi successori.


Dipende da chi vincerà, da chi sarà più intelligente e scaltro.

Io probabilmente.


Penso di averlo capito quando ti ho incontrato, la prima volta che ho visto quella lucciola nei tuoi occhi.

Non mi libererò mai di te.


L…pensi davvero di essere morto?




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Capitolo 11
*** Maestro in Scarabocchi ***


Non ho la forza di commentare nulla. Sono affezionata a questo capitolo, anche se potrà non piacere è uno dei pochi che apprezzo, forse perché io so cosa volevo esprimere XD spero lo capirete anche voi. Mello pensa a Matt.




Tutti hanno un mestiere.

Io sono maestro in scarabocchi.

Vuoi che te ne insegni qualcuno?

Con poche lezioni potrai capire

quanto grande è il mio soffrire.

Leo Bollettini



Forse non ho mai capito quanto era grande la tua sofferenza. Ho sempre cercato di allontanarti da tutto: da Near –perché era mio nemico, perché riguardava me –, dalla mia decisione di procedere da solo –perché non sapevo come sarebbe andata, perché la strada che avevo deciso di percorrere era un buco nero in cui non volevo farti cadere – e non ti ho fatto avvicinare al mondo della malavita –perché era pericoloso, perché non volevo sporcarti –.

Ma ho fatto veramente bene?


Ero maestro del nulla, esperto del gioco e della noia.

Tu volevi così ed a me in realtà non importava.


Volevo che rimanessi isolato; isolato, ma almeno al sicuro. Non volevo che ti succedesse qualcosa di cui poi mi sarei pentito e l’unica soluzione che mi sembrava logica era la solitudine. Solitudine per la quale poi non mi devo sentire in colpa, in quanto auto-imposta.

Io non ti ho mai chiesto niente in proposito. Non ti ho mai chiesto di stare lontano da Near o di non immischiarti nelle mie situazioni mafiose. Non ti ho mai chiesto di aiutarmi, per questo non devo sentirmi in colpa.

Tu hai sempre capito di cosa avevo bisogno e hai accontentato quelli che credevi fossero i miei desideri. È per questo in effetti che ti volevo vicino, perché mi capivi senza che parlassi.


Sentivo il bisogno di aiutarti e l’ho fatto.

Ho cercato di rendermi utile con il mio nulla.


Non ho pensato neanche per un istante che forse non era quello che realmente volevi, che non eri lì solo per aiutarmi.

Tu hai cercato di insegnarmi qualcosa di utile, qualcosa di bello ed io correvo troppo per apprenderlo.

Hai cercato di insegnarmi il silenzio, la bellezza. Hai cercato di non farmi provare più l’odio, di farmi accettare le avversità. Hai cercato di farmi godere la vita. Hai tentato di farmi accettare il destino ed è inutile che mento a me stesso, in fondo io mi sento in colpa, perché hai cercato di mostrarmi la vita e io ti ho ripagato solo con la morte, vedendo in quello che dicevi solo un puzzle improbabile.

Mi dispiace perché tu mi hai mostrato un Picasso ed io vedevo solo scarabocchi.


Ero sempre considerato un Maestro in Scarabocchi.

Un esperto in cose incomprensibili di cui nessuno riusciva a cogliere il significato.


Mi dispiace Matt perché tu volevi solo vivere ed io ho riempito il tuo bellissimo nulla con una morte piena di futilità.




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Capitolo 12
*** I Miei Giorni ***


 

Grazie a tutti quelli che hanno commentato o solo letto questa fic fino ad ora. Siccome sono sfaticata e la mia vena artistica sta morendo ho deciso che la finirò. Dopo questo capitolo ce ne sarà un altro e poi Basta. Finito. Chiuso. Potrò concentrarmi su altro senza il pensiero di questa dannata roba…

Come avevo promesso a me stessa, l’ultima (anche se è diventata la penultima) storia è su Near che pensa a Matt. Volevo assolutamente fare una Near/Matt. La trovo abbastanza libera, potete vederci quello che volete: yaoi, un’amicizia o quello che credete più opportuno. Io ci vedo un Rapporto, il tipo non deve per forza essere preciso e delineato, non ritengo che tutti i rapporti debbano avere un nome. Forse è troppo "tenera"…spero non sia venuta fuori una cosa troppo melensa >.<

Come sempre a me piace perché so quello che volevo intendere XD spero che anche per voi sia una piacevole lettura.

Questa storia è il regalo di compleanno per my little sweet Near ^**^ è stata scritta e pensata per il mio Vicino e la canzone questa volta è I Miei Giorni dei Negramaro (è corta, ma bellissima ç^ç), gruppo che lei mi ha fatto apprezzare.

Commentate pure crudelmente, questa volta se è brutta non ho scusanti.

Buona Lettura

 

 

 

 

 





 

"Near…io…"


In mezzo alla stanza, con le gambe strette al petto, facevo volare l’aeroplano sopra la mia testa.


"…io vado a cercarlo"


Una sacca sulla spalla, gli occhiali spessi in fronte e la tua presenza che cercava la mia attenzione.

L’aeroplano continuava a planare nell’aria per poi tornare su lentamente.


"Io non sono come te, non sono capace di…"


L’aeroplano continuava a tagliare l’aria sorretto dalla mia mano, come sempre troppo bianca.

Tu feci un passo indietro e ti abbassasti gli occhiali sul naso.


"…aspettare"


Eri Tristezza. Delusione. Sconforto. Un viso coperto da grandi occhiali arancioni.

Altri passi indietro e una mano sulla maniglia lucida.


"Addio, Near"


Vidi la tua schiena uscire dalla porta e la mano richiuderla piano dietro di te.

L’aeroplanino precipitò per terra su un’ala, rompendo quel surreale silenzio nella stanza.

Dell’acqua si aggiunse al mare.

Sapevo che non saresti rimasto per molto, non avresti mai resistito.

Allora perché mi rodeva così?

Avevo sempre pensato che io e quel ragazzino ci somigliassimo molto; mi confortava l’idea di vedere qualcun altro attaccato ad oggetti infantili come i giochi. Invidiavo quel ragazzino, perché era stato in grado di vedere qualcosa, di toccare qualcosa in Mello che io non ero mai riuscito a scovare.

Come me non eri particolarmente socievole.

Sotto questo punto di vista non eri neanche come Mello; mi piaceva il fatto che fossi diverso da lui.

Ho capito quanto eravamo simili la sera che Mello se ne è andato.

Sembravi un riccio, rinchiuso in te stesso in un angolo del salone, con quel game boy in mano mentre premevi i tasti più per riflesso condizionato che per logica.

L’ho capito quando qualcuno ti ha chiesto dove fosse finito il biondino e tu, dopo averlo guardato, ti sei alzato e sei uscito dalla sala ignorandolo platealmente.


"Near…"


Un po’ mi ricordavi lui però, con quei tuoi modi di fare. Eri solo molto più dolce.


"cosa è successo? Perché se ne è andato?!"


Tu non rientravi in nessuna di quelle categorie che avevo creato. Non eri tra quelli a cui facevo paura, ne tra quelli che mi odiavano e neanche tra quelli che non capivano.


"dannazione Near, perché?! Rispondi!"


Tu comprendevi.


"L è morto"


Fin troppo anche.


"Addio"


Un giocattolo rotto si unisce al mucchio, dentro al baule.


Riuscirò ad aggiustarli tutti?


Noi eravamo simili.

Noi aspettavamo.

Quando parlavo con te sembrava che le mie parole fossero solo un inutile cerchio vuoto. Davanti alle tue espressioni, così vere, così orribilmente sincere, tutti i miei discorsi così logici sembravano solo candido fumo.

Quando c’eri tu la mancanza di Mello sembrava piovere tutt’intorno.

Sembrava ostinatamente pesante.


"Near, ma tu come fai?"


Da quando Mello se ne era andato i miei giorni sembravano più limpidi.

Assomigliavano a dei riflessi sul mare.


Che paragone vergognosamente romantico per te.


Passavo le mie giornate ad aspettare ed intanto riflettevo su quello che il mio ruolo mi imponeva di dover pensare.


"come fai ad aspettare così pazientemente?"


Sapevo che non avresti resistito, eri un ragazzo decisamente meno riflessivo di me e più impulsivo.


Mello è un’attrattiva così impareggiabile, Matt?


L’unica differenza tra noi è che io non potevo scegliere.

Io dovevo aspettare, era il piano.

Tu attendevi una strada, una strada anche sbagliata –quella che probabilmente hai preso – ed io invece ero in attesa di un’idea. Un’idea geniale.

Io attendevo un’idea pazza che non sarebbe mai arrivata perché l’irrazionalità non faceva parte del mio essere e mi accontentavo di condividere la tua decisione di prendere una strada decisamente folle.

Era una sorta di silenzioso equilibrio tra i due nella vita di Mello.

Quelle giornate così limpide non mi portarono a nulla e quelle giornate passate ad aspettare non servirono a nulla.


"Non è una bella giornata, Near?

Guarda che cielo celeste"


Aspettare qualche colore non portò a nulla.

Tutto rimaneva bianco, alla fine.


"Rientriamo, stanno arrivando delle nuvole"


Tutto rimaneva in sospeso, ad attendere.

 

Mi ripromisi, quando Matt uscì dalla stanza, di non dimenticarmi di lui.

Non volevo scordare quei miei giorni, più o meno colorati, passati ad aspettare.

Non volevo scordare i colori.

 

 

 


"…tra i sottoposti di Mello che sono stati uccisi

c’è anche il cadavere di un ragazzo

di cui non siamo riusciti a capire l’identità.

Abbiamo trovato però un accendino nelle sue tasche

con un nome inciso ed una frase.

Tenga."



 

 

 

* I’m Waiting *


 

Matt

 

 

 

 

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** The Choice ***




Ok, basta, questa è la fine, l’ultima. Che peccato, eh? XDD scusate l’immenso ritardo…
Come ultimo capitolo volevo fare una storia con il punto di vista di Ryuk, visto che è il fulcro di Death Note, ma poi quell’essere immondo non mi ha ispirato nulla e oggi (durante latino e inglese, specifichiamo) mi è uscita questa roba.
Per il Pairing, prima leggete, poi alla fine vi spiegherò.
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno commentato, se sono andata avanti è anche merito vostro T____T

(Spero) Buona Lettura







Di cosa sono sempre stato certo nella vita?
La morte. È sempre stata e sempre sarà l’unica certezza degli uomini, magari non sanno cosa sia, come si manifesti, ma conoscono di certo il suo generale significato. Fine.
Ed io, comunque, sono un uomo che ha avuto un inizio ed avrà una fine. È la legge del mondo, l’unica legge irremovibile ed inevitabile.
Tuttavia prima di arrivare a quel momento vorrei, sono certo di potere, cambiare qualcosa, fare qualcosa per migliorare la situazione in cui il mondo si trova in questo momento.
Sono capace di variare alcune cose, lo sono già stato. Aiuterò il mondo a cambiare.
Quando guardo i tuoi occhi, così determinati, così profondi, così sicuri!, non posso far altro che pensare che devo andare avanti.


Potrei davvero guardare la tua anima, se osservassi attentamente i tuoi occhi?


Non ho mai esitato, non lo farò adesso –anche se mi guardi in quel modo –
Tu sai cosa ho intenzione di fare, non c’è bisogno di parole; in fondo il tempo non è acqua, ormai mi conosci.
Mi giudichi, forse? Sei contrario alle mie decisioni?
Dopotutto…quando mai me ne è importato! Se sono riuscito ad arrivare fin qui –al tuo fianco – è perché ignoro le tue proteste, i tuoi dubbi –o forse gli do troppa importanza


Cosa sto facendo?


Quando mento te ne accorgi, so che te ne accorgi. Sono un bravo attore –ipocrita – ma i tuoi occhi…i tuoi occhi! Mi trasmettono urlando che sanno, che conoscono.


Tutto questo finirà.


Provo un misto di ansia, inquietudine, eccitazione –angoscia – se penso che questo gioco, se vogliamo chiamare così una sfida con in premio vite umane, sta per arrivare al termine.
In fondo la mia vita si è basata su questo gioco.
Sono strafottente, quando dico Vincerò!, ma so che ormai il dado è tratto e l’esito sarà decisotra poco dal caso.


Tu credi nel destino?


No, certo che no… il caso, il destino, il Dio onnipotente che ha già deciso la nostra fine! Siamo noi che con le nostre decisioni andiamo verso il destino che scegliamo…vero?
Sono qui per una naturale conseguenza delle mie azioni –voglio essere qui!

È come se stessi attendendo questo momento da tutta la vita, è come se l’ultimo momento, quello della scelta finale, fosse l’unico scopo per il quale sono nato.
Il momento dell’ultima mossa, della vincita o della perdita.
Vivere o morire.


Sono nato per arrivare qui, per scegliere della mia morte.


Sono consapevole delle mie capacità e so di essere abbastanza intelligente per cavarmela, lo so, non ho bisogno di ripetermelo –ma tu…?
È stata una storia travagliava, un rapporto intenso.
Ora tutto consiste su dove si fermerà il dado?


Sarai all’altezza?


Inutile mentire a me stesso…il caso non c’entra, dipende tutto dalla decisione che prenderò –che prenderai

Non sto sbagliando. Non parlare, non guardarmi!
Non sto sbagliando.

È la soluzione giusta, per tutti –anche per te
Non ho pentimenti, non ho rimpianti.


Il dado rotola.


Io ho fatto la mia scelta, ora tocca a te –non sbagliare
Vivere o morire.
Da questo dipende il mio –tuo – futuro.

Quanto tieni a me?
Quanto tieni a te stesso?
È più importante il mondo o io?
È più importante il mondo o tu?

Il dado si sta fermando.

Qualunque cosa accada, qualunque cosa tu abbia scelto di fare, non cambierà nulla –per me

Tu sei…-hai bisogno che te lo dica?

Il mondo è più importante.






-tu eri il mio mondo





The End





Io ho scritto pensando a tutti, a qualunque possibile coppia che noi fungirl vediamo in Death Note. Credo, o almeno spero, che sia un discorso che più o meno chiunque potrebbe fare.
Diciamo che quello che parla è uno che rappresenta tutti.
L che pensa a Light, Light a L, Mello a Near, Near a Mello, Mello a Matt e Matt a Mello. Vedeteci la coppia che più preferite, o quella che con più probabilità direbbe queste cose.
Spero che questa rivelazione non vi abbia deluso XD

Arrivederci e Grazie di nuovo a Tutti!

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