You're my panda

di MaggieMary
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 ❥ La storia sta venendo anche tradotta in spagnolo da Luhiessi ( che non smetterò mai di ringraziare♡ ) ❣ 

http://www.amor-yaoi.com/fanfic/viewstory.php?sid=116339#sthash.jLjOQ5zc.dpbs

https://www.wattpad.com/story/37158037?utm_medium=other&utm_content=share_writing&utm_source=android

 


 

You’re my panda.


 

 
 
C’è un limite alla perfezione?

Fino a 3 mesi prima pensavo che la risposta più ovvia fosse “Si”.

Eppure dopo averlo incontrato, cambiai opinione.

Quel ragazzo con corti capelli scuri, fisico a dir poco invidiabile e un paio di occhi sottili che non facevano altro che accelerare il battito del mio cuore, per me era il massimo della perfezione.

Con quel carattere distaccato sembrava volersi tenere lontano da tutto e da tutti, ma era inevitabile che con quell’aspetto attirasse un gran numero di ragazze.

Prima dell’amore, credo venne l’invidia.

Invidiavo come quel ragazzo con così facilità attraesse chiunque.

Io che invece avevo dovuto combattere anni e anni con il mio aspetto, ritenuto troppo effeminato, non potevo far altro che riconoscere in lui l’ideale di ragazzo che avrei voluto essere.

Bello, affascinante e … assolutamente perfetto.

Da quando i miei occhi incontrarono la sua figura, qualcosa in me scattò.

Da quel momento avevo deciso qual’era il mio obbiettivo.

Qual’era il mio scopo.

Assomigliare in tutto e per tutto a quel ragazzo.

--
 
La prima volta che lo avevo incontrato era stato al mio primo giorno di lavoro.

Quella mattinata era cominciata nei peggiori dei modi, eppure la visione di quel ragazzo non poté far altro che rallegrare la mia giornata.

Odiavo il mio lavoro part-time, ma era l’unico disponibile per il momento e me lo dovevo far piacere.

Però, nonostante tutto, non era così male: potevo stare tutto il giorno a fissare quel ragazzo, seduto al bar di fronte al negozio dove lavoravo, senza che lui se ne accorgesse.

Si, perché il mio volto era nascosto da un assurdo travestimento che quel lavoro in un negozio di bambini mi imponeva di indossare.

Un travestimento ridicolo.

Un travestimento da panda.

Eh, già. Passavo le mie giornate con a dosso quel costume ad intrattenere madri e bambini che venivano lì alla ricerca di qualche bel giocattolo da comprare.

Se il ragazzo che ammirava era alto, bello e perfetto, io era 179 cm di pura “pandosità”.

--
 
Non se esattamente dirvi il giorno in cui i miei sentimenti si sono trasformati.

Non ricordo l’esatto momento in cui i miei occhi, di cui andavo tanto fiero, smisero di guardare quel ragazzo con invidia.

Non conosco l’esatto momento in cui mi innamorai di lui.

So solo che, a poco a poco, andare a lavorare e indossare quell’assurdo costume da panda smise di essere per me una sofferenza.

La mattina mi alzavo di buon ora, nel piccolo appartamento che avevo comprato con i miei soldi per vivere indipendentemente, e non vedevo l’ora di andare in quel negozio colorato.

Speravo di rivedere quel ragazzo seduto al solito tavolo del bar di fronte, e ogni volta era così.

Con un caffè fumante in una mano e un libro in un’altra, se ne stava seduto in quel posto che dava sul negozio di giocattoli.

Lentamente beveva il contenuto della sua tazzina e sfogliava le pagine bianche, come se non avesse nient’altro da fare.

Passava gran parte in quel bar dal parquet di legno scuro, ma alle cameriere non sembrava certo dispiacere.

Quando vedevano entrare quel ragazzo perfetto la mattina presto, cominciavano a squittire felici mentre io potevo solo mordermi le labbra coperte da quella testa di panda, invidioso di loro.

Quanto avrei voluto essere, anche per pochi minuti, una di quelle ragazze dalle voci squillanti solo per vedere da vicino quel ragazzo.

Solo per potergli stare accanto.

Solo per poterlo osservare bere il suo caffè e leggere un libro.

Volevo potermi avvicinare a lui in un qualche modo, anche solo per salutarlo.

Ma in un tutto questo c’era un ostacolo che mi impediva di farlo: un ingombrante costume da panda.

Le giornate passavano e io continuavo a fissare con quel ragazzo perfetto, mentre un sentimento che andava ben oltre la semplice ammirazione stava nascendo in me.

--
 
Certe volte mi chiedevo se non avesse nient’altro da fare.

Quel ragazzo dal viso perfetto andava tutti i giorni a quel bar, e non sembrava far nient’altro se non starsene a leggere oppure osservare il cielo autunnale.

Arrivava la mattina presto, poco dopo il mio arrivo, e se ne andava la sera tardi quando le prime luci venivano accese nei negozi e nelle case di quelle città.

Invidiavo il suo far niente.

Avrei voluto sapere dove abitava, ma se l’avessi seguito mi sarei di certo sentito uno stalker.

Chissà dove abitava?

In una spaziosa casa in centro…?

In un appartamento come il mio?

Magari con la sua ragazza…

Più volte avevo pensato a questo.

Più volte mi ero chiesto se magari non fosse già fidanzato.

Questo avrebbe spiegato il motivo per cui era così schietto con il resto delle ragazze.

Al solo pensiero, il cuore mi si stringeva provocandomi un leggero dolore alla parte sinistra del petto.

Era la prima volta che ero così preso da qualcuno.

In passato era stato innamorato. Poche volte. Ma nonostante tutto, non avevo mai provato simili sentimenti.

Era questo che le persone chiamavano “amore a prima vista”?

Perché era proprio a prima vista!

Non conoscevo nulla di quel ragazzo perfetto. Nemmeno sapevo quale fosse il suo nome.

Eppure i miei pensieri e i miei sogni erano sempre incentrati su di lui.

Era un chiodo fisso nella mia mente che non riuscivo a scacciare in nessun modo.

Era colui che riusciva a rallegrarmi la giornata, nonostante non l’avessi mai visto sorridere.

Mi piaceva pensare che sorridesse solo davanti a chi voleva davvero bene, rendendo così i suoi sorrisi più preziosi del dovuto.

Se probabilmente l’avessi visto sorridere a qualcun altro, non sarei riuscito a sopportarlo.

--
 
L’inverno era alle porte ed ero, per la prima volta, davvero felice di indossare quel costume da panda.

Almeno mi proteggeva da quel freddo!

Il lavoro procedeva e, nonostante ne avessi trovati altri meno imbarazzanti di quello, non avevo avuto il coraggio di abbandonarlo.

Mi piaceva stare a contatto con i bambini. Sembravano essere continuamente felice quando entravano in quel negozio che per loro equivaleva a un vero e proprio paradiso.

Avendo notato il profondo affetto che provavo nei confronti di quei piccoli, il proprietario di quel posto aveva deciso di affidarmi un altro incarico.

Così verso tardo pomeriggio, mi ritrovavo a dover leggere qualche favola a quei bambini nel retro del negozio, dovendo così smettere di ammirare il ragazzo del bar.

Ma vedere i volti felici di quei piccoli, quando raccontavo loro di mondi e viaggi incredibili, mi rendeva fiero di quel lavoro.

--

Una sera finii prima di lavorare.

Tolto il costume da panda, ritornai a essere il solito ragazzo di sempre ed uscii dal negozio.

L’aria lì fuori sapeva di freddo e pietanze fumanti.

Pensare che in quel momento altre famiglie se ne stavano al caldo delle loro case a preparare la cena, mi faceva ripensare al tempo in cui vivevo ancora a casa… la mia casa natale.

Scossi la testa per scacciare il pensiero: avevo deciso di vivere da indipendente e per nulla al mondo sarei tornato indietro.

 
Uscito dal negozio, gettai un occhio al bar, sperando di vedere il ragazzo perfetto di sempre, ma il tavolo era vuoto.

Sopirai avvilito e proseguì per la mia strada verso il mio appartamento, con le cuffie alle orecchie e il volume della musica al massimo.

Riuscivo solo a sentire il forte rumore della batteria, mentre i rumori circostanti della città mi erano completamente estranei e distaccati.

Era da parecchio che camminavo e fra poco sarei arrivato al caldo di casa mia.

Mi strofinai le mani cercando di farmi caldo, maledicendomi per aver scordato i guanti a lavoro.

Feci per attraversare la strada, guardandomi svogliatamente a destra e a sinistra.

Camminai per quel tratto in cui pensavo non ci fossero macchine all’agguato, non riuscendo a sentire –per colpa della musica- gli avvertimenti di un ragazzo alle mie spalle.

Solo quando vidi due fari illuminarmi il volto e sentire qualcosa cadermi a dosso, ritornai alla realtà.

Tenevo gli occhi stretti, mentre la batteria della canzone stava smettendo di suonare.

Quella era la mia morte?

Sarei dovuto morire in quel assurdo incidente, quasi più ridicolo del costume da panda che indossavo quotidianamente?

Sarei dovuto morire senza aver mai rivolto la parola a quel ragazzo perfetto?

No,… non poteva essere così! Non volevo assolutamente!

Prima che potessi fare nient’altro, come sbattere le palpebre, qualcuno mi tolse le cuffie dalle orecchie, riportandomi alla realtà.

Mi guardai intorno rendendomi conto solo ora di essere ancora vivo e steso sul marciapiede di quella strada.

Solo dopo un attenta osservazione mi accorsi di essere schiacciato da qualcosa o meglio qualcuno…

-Ma che … sei cretino?! – cominciò a rimproverami la persona sopra di me che mi aveva salvato da quel possibile incidente –Nessuno ti ha insegnato ad attraversare la strada?!

Mi morsi il labbro inferiore, sollevato che lo sconosciuto non potesse vedere la mi faccia.

Ero stato un incosciente, ne ero consapevole, e ora stavo sprofondando nella vergogna.

Il ragazzo sbuffò per poi alzarsi, facendo così in modo che potessi rimettermi in piedi anche io.

Lo sconosciuto mi diede una mano, cercando di aiutarmi ad alzare.

L’afferrai senza fissarlo dritto negli occhi, ancora tremendamente in imbarazzo.

-Allora…- cominciò a dire il ragazzo con più dolcezza di prima- …stai bene?

Annuì, decidendo finalmente di alzare lo sguardo verso il mio salvatore.

Appena incontrai quel volto, quegli occhi, quelle labbra, il mio cuore cominciò a battere velocemente.

Se poco prima ero scampato alla morte, questa volte nessuno sarebbe riuscito a salvarmi da un infarto!

Quello che pensavo fosse uno sconosciuto, era tutt’altro.

Probabilmente era il ragazzo che conoscevo meglio di chiunque altro.

Quel ragazzo era colui che occupava i miei pensieri, i miei sogni e il mio cuore.

Era il ragazzo perfetto del bar di fronte al negozio dove lavoravo.


 

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~Note dell'autrice~

Annyeong? *si sotterra*
Allora, salve a tutte le Inspirit (o non) che si sono cimentate nella lettura della mia prima fan fiction sugli Infinite!
Lo so… questa storia è il massimo della demenzialità! Ma sembra che mi sia impossibile scrivere una storia romantica (perché dovrebbe essere romantica…! ..v.v..) con un minimo di serietà! Aish! >.< La mia fissa per i panda è arrivata a livelli da ricovero! -.-“ LOL
Tutta colpa di un sogno che ho fatto! +_+
Oltre a essere la mia prima FF sugli Infinite, è anche la mia prima MyungJong! ^O^
Ho notato che ci sono pochissime storie su questa coppia che io adoro alla follia! >3<
E poi AMO SungJong!! <3 <3 <3
Quindi ho deciso di scriverne una, pensata inizialmente come una OS…
Sarà invece una mini-longfic di 2 o forse 3 capitoli, che spero apprezzerete! :3
Non ho ancora specificato chi è chi nella FF, ma credo si siano capiti dalle descrizioni, no?
Beh, non faccio spoiler! XD
Spero davvero di ricevere vostre recensioni in modo che sappia le vostre impressioni e se vale la pena continuarla! ^O^
Grazie a chi ha letto questa prima parte! <3
 
Chu ~
Maggie
 
Ps. Mi scuso per eventuali (e possibilissimi! -.-“) errori grammaticali!
A presto *saluta con la manina* ^O^ 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***








Ancora in piedi su quel marciapiede, mentre il resto della città continuava ad andare avanti, ignorando la nostra presenza, io e il ragazzo perfetto ce ne stavamo fermi a fissarci.

Quante probabilità c’erano che proprio lui mi salvasse da quel possibile incidente?

Semplice,… nessuna!

Eppure era successo.

In un momento di pura distrazione avevo attraversato la strada troppo svogliatamente e il ragazzo, per salvarmi la vita, si era gettato su di me, facendomi da scudo.

Non potevo essere più felice.

Se solo riuscissi a calmare i battiti del mio cuore innamorato.
 
-Ehi? Sei sicuro di stare bene… ??

Scossi la testa rendendomi conto solo adesso che ero rimasto a fissarlo per tutto quel tempo senza sbiascicare parola.

-C-come… ?- riuscii a balbettare.

-Intendo la gamba...- disse, accorgendomi solo ora di avere un grosso strappo dei jeans sulla gamba destra.

-No, no.. sto bene..!- cominciai a dire velocemente: ero certo che se avessi passato ancora qualche minuto in sua presenza sarei come minimo morto di crepacuore.

-Sicuro?- chiese di nuovo il ragazzo perfetto, piegando la testa di lato e fissandomi con quegli occhi che da lontano avevo sempre fissato.

Mi morsi un labbro, cercando di arrossire il meno possibile.

“Ma perché questo ragazzo insiste così tanto… ?!”

-S-Si…- cominciai a dire, spostando il mio lungo ciuffo di capelli scuri, in modo che coprisse gran parte della guancia arrossata dall’imbarazzo – E grazie… per tutto!- mi affrettai ad aggiungere, prima di incamminarmi verso casa.

Volevo andarmene! E anche velocemente!

Nonostante avessi sempre desiderato parlare faccia a faccia con quel ragazzo perfetto che per tanto tempo avevo ammirato, ero ancora in imbarazzo per tutto quello che era successo.

Il ragazzo perfetto non si mosse da lì, aspettando che me ne andassi.

“Cosa stava aspettando che facessi…?”

Ma la risposta arrivò poco dopo, quando cominciai a camminare … o meglio, cercai di camminare.

Appena appoggia il piede destro, un dolore lancinante mi percorse l’intera gamba e io non potei far altro che strillare di dolore, accovacciandomi su di essa.

Probabilmente quando il ragazzo aveva cercato di salvarmi, ero finito per cadere proprio su quella gamba.

E ero che facevo?

Avrei dovuto zoppicare fino a casa… ?

Nonostante il mio appartamento distanziasse poco di lì, l’idea di dover saltellare tutto il tempo non mi ispirava per niente!

E allora cosa…. ?

I miei pensieri furono bloccati da qualcosa e, senza capire cosa stesse succedendo, mi trovai sospeso nell’aria…

Sospeso.. ? Mi ero pure messo a volare ora…?!

Ma non stavo fluttuando nell’aria come avevo creduto, no!

Il ragazzo perfetto, con un agilità da far paura, mi avevo preso e fatto salire sulle sua schiena.

-Ma che.. ?!- esclamai, mentre il semi-sconosciuto cercava di sistemarmi nella posizione migliore per riuscire a trasportarmi chissà dove.

-E fortuna che stavi bene, eh!- mi canzonò, cominciando a camminare titubante con il mio peso sulle spalle, ma poi accelerando il passo.

-Ehi! Ma dove stiamo andando?!

Il ragazzo continuò a camminare –Non ti fa male la gamba? – chiese senza aspettandosi una vera risposta –Beh… allora ti porto a casa mia, così almeno ti medico quella ferita!

“Ahh… voleva solo portarmi a casa sua….. CASA SUA?!?!?! No, no, no!! Non potevo andare a casa sua! Sarei davvero morto questa volta!!”

-Ah, ma non ce n’è bisogno,… - cominciai a dire, cercando scuse credibili in modo che mi lasciasse andare - Posso sempre farlo io quando torno a casa!

Ma al ragazzo non sembravano importare le mie parole: erano come un soffio d’aria sul suo collo.

-Aish! Davvero…! E’ meglio se mi lasci qui!!- continuai, cominciando a dimenarmi sulla sua schiena.

-Sta fermo… !- mi rimproverò stringendo i denti –Ci stanno fissando tutti…!!

Mi guardai intorno, accorgendomi solo ora della quantità di gente sparsa tra strada, negozi e macchine che ci fissava come fossimo lo spettacolino del giorno.

Se prima il colore della mia faccia tendeva al rosso, ora era completamente bordò!

Affondai il viso nel collo del ragazzo perfetto per nascondere il mio imbarazzo.

E tra il suo dolce profumo crollai, addormentandomi all’istante, cullato dai passi del ragazzo sul quale, senza che me ne accorgessi, era comparso un dolce sorriso.
 
--
 
Odore di … buono!

Ancora con gli occhi chiusi riuscivo a sentire un odore di buono, pulito, e dolce.

Un profumo estremamente rassicurante.

Sdraiato, non so dove, tenevo ancora gli occhi chiusi, mentre si sentivano passi venire verso di me.

Ma non avevo voglia di aprire gli occhi, quindi mi limitavo a tenerli serrati sperando che il sonno tornasse a rapirmi.

Era stata una giornata lunga ed estenuante, e l’unica cosa che avevo davvero voglia di fare era dormire!

Qualcuno mi passò una mano tra i capelli, per poi passare ad accarezzarmi la guancia con una delicatezza simile a una piuma.

Non mi mossi, rimanendo fermo e con gli occhi chiusi a godermi quel momento.

Era da tanto tempo che nessuno mi trattava con così tanta dolcezza…

-SungJong?- fece una voce.

-Mmm…- mugugnai senza aprire gli occhi.

-SungJong, sei sveglio… ?- continuò quella persona che aveva continuato ad accarezzarmi i capelli scuri e gran parte del volto.

Solo ora ricordavo.

Solo ora capivo dove mi trovavo.

Solo ora avevo capito l’identità del ragazzo accanto a me.

Il cuore, come sempre quando mi trovavo in sua presenza, cominciò a battermi a una velocità impressionante e speravo solo che il ragazzo non riuscisse a sentirne i forti battiti.

E ora che facevo?

Se aprivo gli occhi sarei di certo morto in quella stanza sconosciuta.

Ma se non li aprivo, il ragazzo perfetto avrebbe continuato a farmi domande finché non avessi risposto.

Eppure, allo stesso tempo, non volevo che quel momento finisse.

Quante volte avevo sperato che arrivasse quella situazione.

Quante volte avevo sperato che il ragazzo perfetto mi trattasse con così tanta dolcezza.

Quante volte avevo sperato anche solo di potergli parlare.

-SungJong?- ripeté nuovamente, senza smettere di tracciare linee immaginarie sul mio volto.

-Mmm… -feci nuovamente, godendomi quel momento.

-Apri gli occhi! – disse dandomi un cricco sulla fronte -Lo so che sei sveglio…!!

Mi alzai di scatto a sedere, portandomi una mano sul punto dove mi aveva colpito.

-Ma che diamine… ?!- mi voltai di scatto dove ora il ragazzo perfetto mi stava guardando con un sorrisetto soddisfatto.

“Ma questo è sadico o è solo una mia impressione?!”

-Ti sei svegliato alla fine… !

-Come non avrei potuto?!- ribattei massaggiandomi la fronte –E poi, come fai a sapere il mio nome… ?!

-Me lo hanno detto quelli del palazzo.

-Ah, quelli del palazzo… ! Come non ho fatto a pensarci prima?- continuai ironico –Ma che palazzo… ?!

-Il nostro, no?

-N-Nostro… ?

Il ragazzo perfetto annuì, alzandosi dalla sedia dov’era rimasto seduto fino ad adesso –Non lo sai che abitiamo nello stesso condominio?

Sgranai gli occhi.

La rabbia di poco prima se ne era completamente andata, lasciando spazio a un sentimento di puro stupore.

Come avevo fatto a non accorgermi, in tutti quei mesi, che il ragazzo che avevo sempre ammirato abitava attaccato a me?!

Portai una mano alla fronte, ricordandomi poi solo dopo del cricco di poco prima.

“Sono un  cretino! Un cretino totale!!”

-Allora,… hai fame? – chiese il ragazzo perfetto, allungandomi una mano per aiutarmi ad alzare.

Come se mi fossi, solo ora, svegliato da un sogno, mi resi conto di tutto.

Il ragazzo che avevo sempre guardato da lontano era mio vicino di casa.

E ora mi trovavo a casa sua, nel suo letto, e mi stava trattando come un amico di vecchia data.

Questa cosa cominciava a farmi impazzire!

Tutto d’un colpo quello che avevo sempre desiderato si era avverato.

Ma tutto in troppa fretta!

Avevo bisogno di riprendere aria!

Sentivo che se fossi rimasto ancora lì, non sarei più riuscito a riprendermi dallo shock!

Ignorai la mano che mi stava allungando e mi alzai con le mie forze, notando piacevolmente che la gamba, su cui ero caduto, era fasciata e non mi faceva più male.

-Scusa, ma ora devo proprio andare!- feci afferrando la mia tracolla ai piedi del letto e correndo verso la porta d’entrata, mentre il ragazzo alle mie spalle continuava a seguirmi.

-Te ne vai di già… ?- mi chiese, ma io ero troppo agitato per notare quella punta di malinconia nelle sue parole.

Riuscì solo ad annuire prima di aprire la porta.

-Grazie per tutto… !- disse frettolosamente, facendo un inchino veloce e incamminandomi per il mio appartamento che si trovava lì vicino.

Una volta arrivato ebbi solo il tempo di chiudere la porta a chiave, poi caddi, perdendo le poche forze che ancora avevo in corpo.

Era tutto talmente incredibile che mi sembrava di vivere in un sogno.

Uno splendido sogno, dove nessun costume da panda faceva da protagonista.



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  ~ Note dell’autrice ~

Buongiorno a tutti! ^O^
Rieccomi, sono sempre io, Maggie, che sono tornata con un nuovo capitolo!
Pensavo che questa fosse una FF abbastanza demenziale, ma ce la possibilità che diventi più romantica che comica, per fortuna! *^*
Sta diventando più lunga di quanto avevo immaginato, quindi probabilmente non sarà solo di 2-3 capitoli! ^-^
Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo questa fan fiction e la mia umma (Ele_vislove <3)!
Vorrei ricordare che le recensioni sono sempre gradite! <3
A noi autori di fan fiction alle prime armi fa davvero piacere riceverne! Ci spingono a dare il meglio di noi, quindi qualche riga di commenti sono apprezzate! ^O^
Non limitatevi a essere semplici lettori! ;3
Grazie ancora e spero continuerete a seguirmi!

    “Cosa succederà mai ai nostri amati SungJong e L?”
 

   Tanti chu :3
Maggie
 

       

Ps. Kawaii!!! ♥ ♥ ♥ 


  

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***






Ore 7.30 del mattino.

Il mondo al di fuori del mio appartamento si sta lentamente svegliando, mentre io continuo a vagare per il mondo onirico.

Ero riuscito a chiudere occhio solo per poco ore, poi i ricordi di quella giornata mi erano tornati alla mente e non ero più riuscito ad addormentarmi.

Quindi ora, quando invece avrei dovuto cominciare a prepararmi per il lavoro, stavo recuperando le ore di sonno perse.

Era successo tutto talmente velocemente che nemmeno me ne ero reso conto.

Ero finalmente riuscito a incontrare il ragazzo perfetto e non solo.

Gli avevo pure rivolto la parola e lui, come nulla fosse, mi avevo portato nel suo appartamento che sorprendentemente si trovava nel mio stesso palazzo. Solo un piano divideva le nostre case.

Il ragazzo perfetto aveva accarezzato i lineamenti del mio viso e i capelli scuri con una dolcezza da farmi sciogliere il cuore.

Avevo perfino dormito nel suo letto, sognando tra il suo buon profumo.

Al solo pensiero mi raggomitolai su me stesso, sempre tenendo gli occhi chiusi e continuando a pensare alla giornata passata.

Finalmente la fortuna mi aveva degnato d’attenzione!

Non ero certo che non avesse una ragazza, ma qualcosa mi diceva che in quell’appartamento ci viveva da solo.

Era tutto così perfetto che non potei far altro che sorridere, mentre il debole sole d’inverno illuminava il mio volto addormentato.

Dopo tutto quello che ero capitato, pensavo che qualsiasi desiderio, anche il più assurdo, si sarebbe potuto avverare!

Dopotutto quante possibilità c’erano che incontrassi…

Solo in quel momento mi resi conto di una cosa.

Solo in quel momento mi resi conto dell’errore imperdonabile che avevo commesso.

Non conoscevo il nome del ragazzo perfetto!

Com’era possibile che non gliel’avessi chiesto?!

Finalmente era arrivata l’occasione giusta e nemmeno ero riuscito a scoprire il suo nome!

-Scemo!!- mi rimproverai, alzandomi a sedere di scatto e sbattendo la testa su qualcosa di duro.

-Ahi!- esclamai, sbattendo le palpebre per focalizzare dove mi trovassi.

Quello su cui ero sdraiato era… un parquet?

E quello su cui avevo sbattuto la testa era… un tavolo… ?

Ma cosa diamine ci facevo a dormire sotto il tavolo della cucina?!

Scossi la testa, non capendo come potevo esserci finito, ricordandomi solo dopo che la sera prima ero stato troppo stanco per arrivare fino al letto.

Sospirai per poi uscire da sotto il tavolo e correre a farmi una doccia bollente.

Era pur sempre inverno! E io avevo dormito su un pavimento gelato con solo una T-shirt e un paio di jeans.
 
--
 
Mezz’ora dopo ero pronto, lavato e vestito con abiti pesanti per evitare un’ibernazione.

L’idea di dormire sotto il tavolo, senza nemmeno una coperta, ammetto che non era stata una delle mie scelte migliori e ora mi ritrovavo con un fastidioso raffreddore.

La gamba destra ormai era del tutto guarita.

Tutto merito delle cura del ragazzo perfetto, di cui ancora mi sfuggiva il nome.

Sospirai, quasi certo non avrei più avuto la possibilità di parlare così apertamente con lui… No! Probabilmente non sarei nemmeno riuscito a incontrarlo di nuovo!!

Avvilito afferrai la mia inseparabile tracolla, per poi uscire di casa e chiudere la porta d’entrata alle mie spalle.

Scesi la scale lentamente, ignorando che fossi già in ritardo per il lavoro.

Quando mi trovai davanti l’appartamento del ragazzo, non potei far altro che fissarmi a guardare la porta, pensando a cosa stesse facendo al suo interno.

Probabilmente dormiva ancora.

Anche perché di solito arrivava al bar dopo di me…

Con la testa tra le nuvole, mi infilai le cuffie facendo partire una canzone della playlist e continuando a scendere le scale.

Una volta arrivato al portone del condominio lo aprii, immergendomi nel freddo di quella mattina d’inizio inverno.

Neanche il tempo di chiuderlo che…

-Buongiorno!!- urlò una voce felice alla mie spalle.

Sobbalzai spaventato, lasciandomi scappare un gridolino per la paura.

Mi voltai verso la voce che mi aveva salutato, ritrovandomi faccia a faccia con l’ultima persona che mi sarei mai aspettato d’incontrare così di prima mattina.

-M-Ma … che…?- sbiascicai, non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto.

Il cuore, puntualmente, cominciò a battermi freneticamente ed ero quasi certo che i miei battiti si sentissero forti e chiari anche dall’altro lato della strada.

-C-Cosa ci fai qui?- riuscì finalmente a dire dopo aver preso non poche boccate d’aria.

Il ragazzo perfetto, che ora si trovava davanti a me, mi sorrise dolcemente –Ti accompagno a lavoro! O dovunque tu debba andare… !

Piegai la testa di lato, confuso.

Come faceva a sapere che sarei uscito proprio a quell’ora… ?

Come se mi avesse letto nel pensiero, il ragazzo di fronte a me rise appena –Come se non ti avessi mai visto uscire di casa a quest’ora!

Boccheggiai, quasi fossi un pesce fuor d’acqua.

Questo ragazzo mi spaventava: sapeva troppe cose su di me!

-Ah!- aggiunse velocemente – Ieri sera non mi sono presentato… Piacere, sono Myungsoo! Ma puoi chiamarmi L!!- finì di presentarsi, allungando una mano che strinsi titubante.

-Allora, da che parti devi andare?

Sorrisi entusiasta.

Era la prima volta che qualcuno mi riservava tutte quelle attenzioni e io non potevo che esserne felice.

-Ah, bisogna andare da quest- mi bloccai all’istante, ricordandomi solo ora di un piccolo dettaglio: il mio lavoro!

Non potevo certo rivelargli che lavoravo in un negozio di giocattoli e che dovevo quotidianamente indossare un’imbarazzante costume da panda!

E se si fosse già  accorto che quel peluche umano lo aveva fissato tutto il tempo?

Avrebbe sicuramente capito che ero io quello stalker camuffato da panda… !

Oddio, sarebbe stato la cosa più imbarazzante di tutta la mia vita!!

-Senti… non voglio che ti disturbi!- mi affrettai a dire- Posso benissimo andare da solo… !!

-Così questa volta vieni investito per davvero!- ribatté Myungsoo.

Mi morsi un labbro –Aish! Questa volta starò più attento…!!

-Si… certo…- continuò, alzando un sopracciglio – Con quelle robe alle orecchie!- aggiunse, indicando le cuffie dell’mp3 che avevo già messo.

Sbuffai, non potendo negare l’evidenza.

-E va bene…!- acconsentì, rimettendo l’mp3 nella tracolla.

Sarei ben riuscito a trovare un piano per non far scoprire la mia seconda natura da panda, no?!

L sorrise, venendo al mio fianco e cominciando a seguirmi.

Starnutii.

-Ehi?- fece Myungsoo - Hai preso il raffreddore..?- chiese e quasi notai nelle sue parole un filo di preoccupazione –Hai dormito a sufficienza ‘sta notte??

-Si.. certo… sotto un tavolo…

-Come.. ?

-Niente….

Come mai queste continue attenzioni nei miei confronti?

Era quasi peggio di mia madre!

Eppure tutto questo non mi dava affatto fastidio…!

Anzi, in un certo senso, mi sentivo amato


 

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~ Note dell’autrice ~
 
Buonasera a tutti! ^O^
Piccolo capitolo…  che avrei potuto benissimo pubblicare domani! Ma dato che le idee, per ora, non mi mancano, ho deciso di postarlo adesso..! ^-^ (Anche perché mia sorella cominciava a stressarmi perché voleva conoscere il seguito… -.-“…LOL)
Allora, come al solito ringrazio tutti quelli che stanno leggendo questa MyungJong, l’hanno aggiunta ai preferiti o alle seguite! ^O^
La mia Umma (Le tue recensioni sono troppo dulciotte! *^* Tua figlia è molto felice! <3) e debby87  (Davvero grazie per la recensione! ^O^ *inchino*)!
Continuate a seguirmi e a commentare! <3
 
Cosa s’inventerà SungJong per non fare scoprire la sua seconda identità da panda?
(Come se vestirsi da panda potesse essere ritenuta una seconda identità… -.-“… Kekeke!)
 
Tanti chu a tutti voi! :3 :3 :3
Maggie ∞
 
Ps. Adorabili come al solito!! *^*
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



 




[SungJong POV]
 
Camminavamo in silenzio.

Mentre le strade cominciavano a riempirsi di auto e i marciapiedi si affollavano di persone, io e Myungsoo camminavamo verso il negozio dove lavoravo.

Stavo cercando da ben 10 minuti di trovare un piano che mi tirasse fuori da quella situazione e non facesse scoprire a L il mio imbarazzante costume da panda.

Ma la mia mente non collaborava e, come il cuore, pensavo solo al ragazzo perfetto che mi stava accanto.

“Stupida mente! Nel momento del bisogno non servi a niente… !!”

Mentre proseguivamo, le nostre braccia ciondolavano nell’aria e spesso le dita si sfioravano.

Ma a nessuno, nemmeno a Myungsoo, sembrava dare fastidio.

Quindi continuammo a toccarci in quel modo.

In compenso, io, ogni volta che toccavo le dita fredde di L non potevo far altro che arrossire ulteriormente spostando il mio ciuffo, in modo che coprisse il viso rosato.

Era tutto così nuovo e strano!

In poco tempo, avevo incontrato il ragazzo perfetto del bar e ancora più velocemente mi ero ritrovato in quella situazione.

Era come, se in quel momento, fossi al centro delle attenzioni del ragazzo e questo non poteva che rendermi la persona più felice di questo mondo.

Non capivo come mai Myungsoo volesse aiutarmi così tanto.

Forse mi vedeva come una persona bisognosa di cura…

Come un cagnolino che necessita di un padrone.

In questo momento, per me, lui equivaleva a un padrone.

A una figura a cui appoggiarmi.

Da perfetti sconosciuti, avevamo cominciato a trattarci da vecchi amici, come se nulla fosse.

Ma questa improvvisa confidenza non mi dava certo fastidio.

Da quando, 4 mesi prima, mi ero trasferito in quell’appartamento e avevo cominciato il mio nuovo lavoro, era la prima volta che qualcuno si prendeva davvero cura di me.

Certo,… mi ero trasferito lì per vivere indipendentemente, ma le attenzioni che mi venivano riservate, quando vivevo ancora con la mia famiglia, mi mancavano certe volte.

-E ora.. ? – chiese Myungsoo riportandomi alla realtà.

-C-Come…?

-Da che parte dobbiamo andare?- ripeté il ragazzo, aspettando una risposta.

Mi guardai intorno rendendomi conto solo ora di essere quasi arrivato al negozio di giocattoli, ma non avevo trovato alcuna idea per non farmi scoprire.

Per tutto quel tempo la mia mente avevo girovagato tra le nuvole senza escogitare nessun piano.

E ora cosa facevo… ?

Se andavo dritto sarei arrivato davanti al negozio, facendomi così scoprire.

Mentre se invece prendevo un'altra strada… beh… in realtà non sapevo dove sarei finito!

Nonostante frequentassi quella zona ormai da mesi, ero sempre rimasto a lavorare e le poche volte che avevo avuto un giorno libero ero rimasto chiuso in casa.

Non sapevo davvero cosa fare.

Myungsoo intanto aspettava una risposta, non capendo il motivo di tanta indecisione da parte mia.

-Ehm…

“Sono fregato! Fregato!!”

-Allora…

“Che diamine mi invento ora?!”

-Ah! Mi puoi lasciare qui… !- fu l’unica cosa che mi venne in mente di dire.

-Come?

-Proseguo da solo, adesso! – gli disse, affrettandomi poi ad aggiungere – Non ti preoccupare, non mi farò investire questa volta… !

L piegò la testa di lato, incerto sul da farsi, ma ormai io mi ero già avviato per la mia strada.

-Grazie, ancora… !- gli dissi con un sorriso, facendo un inchino accennato.

Come risposta Myungsoo alzò una mano in segno di saluto e proseguì dritto verso il bar dove sapevo l’avrei trovato a far nulla.
 
--
 
Ormai credo fossero passati 20 minuti… forse di più!

Da quando ero arrivato un ora prima al negozio, il proprietario non aveva fatto altro che rimproverarmi.

Oltre ad essere arrivato terribilmente in ritardo, avevo anche insistito per entrare dalla porta sul retro, che a malavoglia aveva dovuto aprire.

-Tu lo sai che sei in ritardo, vero…?!- continuò il rimprovero da parte del mio capo.

Annuì –Lo so… - ammisi nuovamente, con a dosso già il costume da panda e portando la sua testa di peluche bianco e nero sottobraccio.

Non era colpa mia!

Non era colpa mia, se un certo ragazzo aveva insistito per accompagnarmi!

Non era certo colpa mia se quel ragazzo era proprio l’ultima persona a cui avrei voluto rivelare il mio lavoro!

Non era di sicuro colpa mia se aveva dovuto circumnavigare la città ben 3 volte per ritrovare il negozio, perché avevo preso la strada opposta!

O forse… si?

Scossi la testa, rendendomi conto solo ora che la ramanzina era finalmente finita.

Mi infilai la testa di panda e andai all’entrata, pronto ad accogliere i clienti che da lì a poco sarebbero arrivati.

Mancavano poche settimane a Natale, e parenti e genitori cominciavano già a comprare i primi regali per il loro amati figlioletti.

Era un periodo dell’anno in cui tutti sembravano essere più felici.

Perfino gli alberi e le città, che di solito sembravano solo grigie e senza vita, si addobbavano di lucine e colori rendendo tutto così bello da vedere.

Ogni singolo regalo sembrava essere più prezioso se fatto in questo periodo natalizio.

Era il periodo in cui le famiglie si riunivano.

Dove chiunque sentiva il dover di fare qualcosa per le persone che amava.

Avevo sempre amato quel periodo dell’anno che sapeva di freddo, regali e biscotti fumanti ma probabilmente quello sarebbe stato il primo Natale che avrei passato lontano dai miei genitori.
 
--
 
-Senti… ora vorresti gentilmente spiegarci perché diamine siamo qui?!- chiese un ragazzo dai capelli scuri e occhi sottili, digrignando i denti bianchi.

-Adesso lo capirai… !!- rispose un secondo ragazzo di pochi anni più grande dell’altro, con capelli tendenti al rosso.

-Si… ma perché siamo dovuti proprio venire in un negozio di giocattoli?!- continuò a lamentarsi il primo ragazzo, coprendosi di più il volto col berretto,  imbarazzato che fossero gli unici ragazzi in quel covo di madri e bambini.

Il ragazzo più grande lo ignorò, cominciando a guardarsi intorno come alla ricerca di qualcosa… o qualcuno.

-Aish! E tu smettila di giocare con quel giocattolo!! – continuò il più piccolo, rivolgendosi a un ragazzo dai capelli grigio-argentato,accovacciato qualche metro più in là, che sembrava essere tutto intento a giocare con cagnolino robot.

Quest’ultimo alzò la testa verso il ragazzo dai capelli scuri, per poi alzarsi e andare al suo fianco.

Il maggiore intanto continuava a guardarsi intorno, cercando qualcosa con gli occhi, in ogni angolo del negozio.

“Capelli grigio-argentato” lo fissò – Ma siamo qui per incontrare qualcuno… ?

L’altro ragazzo annuì, quando qualcosa sbucò dal retro del negozio.

-Eccolo!!- esclamò vittorioso il maggiore.

Gli altri due piegarono la testa, fissando la figura che era appena comparsa.

-Cioè… noi dovremmo conoscere questo… panda… ?- chiese il ragazzo più giovane tra i tre, osservando quello dai capelli rossi che era andato incontro al peluche umano e ora lo stava stringendo in un abbraccio.

Prima che qualcuno potesse rispondere, il panda parlò – Sunggyu ? Woohyun… ? Dongwoo… ??

I due ragazzi rimasti a fissarlo sgranarono gli occhi, riconoscendo la voce.

-Certo che lo conosciamo!- rispose il maggiore, togliendo la testa di panda e rivelando l’esistenza di un ragazzo sotto di essa –E’ SungJong!!

-S-SungJong… ?- fecero poi all’unisono.

Il ragazzo con indosso la parte inferiore del costume da panda si morse un labbro imbarazzato.

Nessuno fiatò per un po’.

Ma alla fine Dongwoo non riuscì a trattenersi e scoppiò in una delle sue rumorose risate che coinvolse anche i gli altri 4 ragazzi.

Mentre quei ragazzi erano felici di essersi rincontrarti dopo tanto tempo, le madri entrate in quel negozio tenevano lontano da loro i proprio figli, spaventati dalle loro risate.

 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong a tutti! ^O^
Ecco qua il 4° capitolo! ;3
Ero indecisa se pubblicarlo tutto o spezzarlo in due… e alle fine ho scelto la seconda opzione!
Finalmente sono comparsi altri 3 Infinite! <3
Per la gioia della mia Umma, ecco a voi il leader!
Per la felicità di mia sorella, ecco Dongwoo!
E per il mio cuoricino yaoista, ecco la Woogyu! <3

Cercherò nei prossimi capitoli di far comparire anche Hoya e Sungyeol... in modo o nell’altro! Mi dispiacerebbe mettere tutti tranne loro due! çAç
Ah! I capelli di Woohyun, Sunggyu e Dongwoo sono quelli del PV di She’s back! ^O^
Comunque abbraccio tutti le persone che stanno seguendo questa FF, la mia Umma (Che poi è sempre Ele_vislove! <3), debby87 (Per le recensioni che mi lascia che mi fanno davvero felice! <3) e la mia sorellina Mary (Perché sta leggendo questa FF anche se non stravede per il mio amato SungJong! -.-“)! <3

Spero continuerete a seguirmi e a recensire! ^O^
Ancora tante grazieeee! :3

Tanti chu <3
Maggie
 

Ps. Ecco la Woogyu! *^* 
  





E Dongwoo con il famoso (?) cagnolino robot in una puntata di Ranking King! :D

  

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



 



Quella mattina d’inizio inverno era cominciata stranamente bene.

Come se nulla fosse Myungsoo, il ragazzo che avevo sempre ammirato da lontano, aveva deciso di accompagnarmi a lavoro e io non ero riuscito a declinare l’offerta.

Come avrei potuto rifiutare un simile invito?

Avevo sempre sognato tutto questo e ora che potevo averlo non mi sarei certo fatto fermare da un panda.

La mia felicità era talmente grande che nemmeno la lunga ramanzina del mio capo riuscì a togliermi il sorriso.

Ero arrivato in ritardo, lo so, ma non me ne pentivo.

Per mezz’ora avevo camminato al fianco di L ed avevo sfiorato le sue dita fredde.

Era stato il massimo.

E ora invece mi ero ritrovato sommerso da vecchi ricordi d’infanzia….

 
Io, Sunggyu, Woohyun e Dongwoo c’eravamo conosciuti da piccoli.

Avevamo sempre abitato vicino ed, essendo quasi coetanei, era subito nata una profonda amicizia.

Io ero il più giovane, quindi quello che di conseguenza riceveva più attenzioni da parti di tutti.

In poco tempo l’amicizia se ne era andata ed era nato un sentimento quasi fraterno.

Per me loro erano come una famiglia.

Quando litigavo o piangevo, loro erano sempre pronti a farmi tornare il sorriso.

Erano i tre ragazzi migliori che avessi mai conosciuto.

Col tempo avevamo scoperto una passione comune tra tutti: la musica.

Così avevamo deciso di formare una sorta di gruppo, capitanato da Sunggyu che era anche il maggiore tra tutti noi.

Ci eravamo trovati più volte a provare nei garage delle nostre case, e a sentire i lamenti dei genitori.

Ma non ci importava.

La musica era qualcosa che ci univa ancora di più.

Quando cantavamo o suonavamo qualche strumento, eravamo davvero noi stessi.

In quei minuti in cui scollegavamo il cervello dal resto del mondo e ci immergevamo nella nostra dimensione musicale, era tutto perfetto.

Ci sentivamo liberi di fare tutto quello che volevamo.

 
Nessuno di noi era stato fortunato in fatto di famiglie.

Tutti i nostri genitori ci avevano fatto crescere con dure regole che ci avevano resi schietti verso il resto della gente.

Ma noi quattro riuscivamo a capirci ed era tutto quello che importava.

 
Avevamo passato tutta la nostra infanzia e adolescenza insieme.

Eravamo cresciuti sostenendoci a vicenda, a suon di risate e musica.

Nessuno di noi avrebbe voluto un’infanzia migliore.

Le cose avevano cominciato a complicarsi quando due di noi avevano iniziato a provare sentimenti diversi l’uno per l’altro.

Mentre io e Dongwoo continuavamo a volere bene a tutti in modo fraterno, Sunggyu e Woohyun si erano innamorati.

Quando finalmente decisero di venire allo scoperto e rivelarci la loro relazione, non potemmo che essere più felice.

In cuor nostro avevamo sempre saputo che i gesti d’affetto che si scambiavano non erano come quelli che riservano a noi.

Ma dopo la felicità arrivò un altro sentimento: la tristezza.

Sapevamo con certezza che sia i genitori di Sunggyu che quelli di Woohyun non avrebbero mai accettato una simile relazione.

E questo non rendeva solo tristi loro due, ma anche me e Dongwoo.

Come avremmo potuto sorridere sapendo che quei due non avrebbero mai potuto vivere la loro storia d’amore come il resto delle coppie?

Ma avremmo continuato a sostenerci, qualsiasi cosa fosse successa.

 
Tutto cambiò una sera d’estate.

I genitori di Sunggyu e Woohyun scoprirono la loro relazione e non ne furono affatto felici.

I due ragazzi supplicarono i propri parenti, pregandoli di poter rimanere e non venir separati.

Ma fu tutto vano.

E allora successe…

Sunggyu e Woohyun decisero di scappare.

Di andarsene lontano per poter vivere tranquilli.

Lontano da tutto ciò che li avrebbe ostacolati.

Ma così spezzando la famiglia che noi quattro avevamo formato.

Non so chi soffri di più. Se loro o me e Dongwoo.

So solo che quello mi fece aprire gli occhi.

Tutt’a un tratto capii come era fatto in realtà questo mondo.

E capii quanto fosse ingiusto verso chi non aveva fatto nulla.

Sunggyu e Woohyun erano due delle persone più fantastiche che avessi mai conosciuto e ora erano costretti a fare tutto questo solo per amore.

Era tutto talmente ingiusto!

Ma, nonostante la mia rabbia, non potevo far nulla.

Era solo uno spettatore passivo di questa tragedia.

 
Poco tempo dopo anche Dongwoo mi abbandonò.

Ormai aveva finito il liceo da tempo ed era pronto per andare a vivere da solo per studiare musica.

E ora ero rimasto solo.

La famiglia formata da noi quattro ragazzi si era spezzata e ognuno aveva preso la sua strada.

Ora mancava solo che scegliessi la mia.

 
Appena finito il liceo non aspettai nemmeno un anno prima di andarmene da quel posto che sapeva ancora troppo di tristezza e ingiustizia.

I miei genitori non capirono il motivo di tanta urgenza, ma non obbiettarono e mi lasciarono andare.

Furono parecchi i motivi per cui decisi di andarmene. Sapevo che anche i miei parenti non sarebbero stati felici di scoprire che non provavo alcun tipo di attrazione verso le ragazze. E in più non aveva più senso rimanere a vivere in quella città, ormai che ero rimasto solo.

Così ora mi ritrovavo in a vivere in quell’appartamento e a indossare un ridicolo costume da panda.

Eppure quel giorno d’inizio inverno tutto era diverso.

In pochi secondi eravamo tornati indietro nel passato, ai tempi in cui tutto ci sembrava ancora bello e felice.

Ai tempi in cui noi quattro formavamo ancora una famiglia e cantavamo nei garage.

 
Ormai da più di 10 minuti ce ne stavamo stretti in un abbraccio, mentre io venivo stritolato dai miei hyung, ancora vestito da panda.

Le risate di poco prima avevano fatto spazio alle lacrime.

Ma lacrime completamente diverse da quelle che avevamo versato anni fa.

Questa volta non c’era tristezza, ma solo una profonda felicità.

Ci eravamo riuniti e non potevamo che essere più contenti.

 
Sunggyu era riuscito a scoprire dove mi trovassi.

Aveva chiamato a casa mia, pensando che mi trovassi ancora lì, scoprendo poi solo dopo che me ne era andato.

Aveva girato tutta quella città alla mia ricerca, con l’intenzione di ritrovarci e far tornare tutto come una volta.

Aveva ritrovato qualche giorno prima anche Dongwoo, e ora mancavo solo io per completare il gruppo.

In un modo o nell’altro era riuscito a trovarmi e aveva deciso di fare una sorpresa a tutti noi.

Così sotto gli sguardi di bambini, madri e del mio capo, che sembrava tutt’altro che felice per aver preso una pausa senza permesso, stavamo ripensando al passato.

Dopo aver supplicato il proprietario del negozio di lasciarmi un’ora libera, eravamo andati nel retro del negozio, dove di solito mi ritrovavo a leggere favole ai bambini.

Stavamo parlando del più e del meno, di tutto quello che c’era successo in quegli anni, continuando a scambiarci abbracci e sorrisi carichi d’affetto.

Le lacrime intanto continuavano a scendere senza controllo, ma nessuno si degnava di asciugarle troppo occupati a ridere e parlare.

Sunggyu e Woohyun continuavano a vivere felicemente insieme e mi sembrava di non averli mai visti più contenti e innamorati.

Dongwoo aveva frequentato parecchi corsi di musica e danza, e ora era diventato talmente bravo che noi altri non potevamo far altro che invidiarlo.

In un qualche modo, riuscirono a farmi rivelare tutto, così scoprirono che mi ero innamorato a prima vista ma le cose non potevano andare meglio.

A questa notizia, i tre ragazzi cominciarono ad applaudire e urlare con talmente tanto entusiasmo che il mio capo venne perfino a darci un ultimatum.

Ero così felice di averli finalmente ritrovati che non riuscivo a smettere di piangere lacrime umidicce.

 
Un’ora passò e, a malincuore, furono costretti ad andarsene ripromettendosi di tornare a trovarmi.

Ora che ci eravamo ritrovati, nessuno ci avrebbe separati di nuovo.

Dopo esserci di nuovo abbracciati, Sunggyu, Woohyun e Dongwoo se ne andarono.

Ma prima di andarsene il maggiore si fermò a sussurrarmi –Non tornerai a casa per Natale, non è così?

Scossi la testa –Come potrei ritornarci… ?

Sunggyu mi sorrise, per poi scompigliarmi i capelli e correre a stringere la mano del suo ragazzo.

Mi fermai ad osservare quei tre ragazzi andarsene per le loro strade, sapendo con certezza che questa volta nulla avrebbe separato nuovamente le nostre vite.

 

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~ Note dell’autrice ~

‘Giorno a tutti! ^O^
Ecco qua il … 5° capitolo, ne!
Come avrete visto, qui L non compare… çAç
Avevo intenzione fin dall’inizio di parlare un po’ di loro quattro… ma scrivendo solo poche righe!
Invece la storia di questi quattro ragazzi mi ha preso troppo e non sono riuscita a fermarmi!
Spero che questo capitolo non risulti troppo noioso e non vi preoccupate: nel prossimo capitolo ricomparirà la nostra tanto amata MyungJong! <3
Certo… scrivere una storia invernale – natalizia in piena estate… non ha molto senso! Ma io sono nata per andare controcorrente! xD
Ringrazio, come al solito, tutti coloro che stanno seguendo questa FF, la mia Umma (Quante volte dovrò ancora ringraziarti?! <3), debby87 (Davvero grazie per le recensioni! *^*), Feline (Grazie tante anche a te per aver commentato! :3), e Mary (Sono felice, sorellina, che continui a leggere questa FF! <3).
Che dire… di più?
Spero che questa fan fiction vi stia piacendo sempre più! ^O^
Tante grazie e continuate a seguirmi! (Anche recensendo magari! **)
 
Tanti chu :3 :3 :3
Maggie
 
Ps. Pucci! *-* Si tengono per mano! <3





Si... insomma.. fa scompisciare 'sta gif! Non potevo non metterla!! xD




Honey! ** Non potevi mancare! :3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



 



Vi è mai capitato di sentirvi seguiti?
 
 
In quel momento, mentre tornavo a casa da lavoro, continuavo ad avere la sensazione di due occhi puntati su di me che osservavano attentamente ogni mia mossa.
 
Con la musica che mi rimbombava nelle orecchie, non riuscivo a rimanere tranquillo.
 
A ogni singola ombra che mi sembrava di scorgere sobbalzavo, per poi guardarmi intorno come alla ricerca di qualcuno.
 
Come al mattino, avevo usato la porta sul retro per uscire dal negozio, per paura che Myungsoo fosse ancora nei paraggi, e ora stavo vagando per quelle strade buie sperando di arrivare il prima possibile al mio appartamento.
 
Ma nonostante cercassi di rimanere tranquillo, ricordando a me stesso quante volte avessi già fatto quella strada e quante altrettante non mi fosse capitato nulla di male, continuavo a rimanere in guardia.
 
Con discrezione buttavo l’occhio da tutte le parti, alla ricerca di un indizio che mi facesse capire la mia inquietudine.
 
Ma poi chi avrebbe mai voluto seguirmi?
 
Non aveva senso che qualcuno mi stesse seguendo!
 
Per farmi cosa poi…?!
 
E se mi avessero scambiato per una ragazza… ?
 
Magari per colpa del buio e del mio viso effeminato, qualcuno mi aveva confuso per una femmina.
 
Sobbalzai e aumentai il passo, sempre meno tranquillo, mentre piccole gocce di sudore cominciavano a imperlarmi la fronte coperta dai capelli.
 
Nonostante il freddo di quella sera, provavo un caldo insopportabile e per poco non mi tolsi il cappotto.
 
Continuavo a tenere le cuffie, sperando che la musica mi tranquillizzasse, ma finché non fossi stato al sicuro nel mio appartamento non mi sarei rilassato.
 
Nonostante avessi accelerato il passo, continuavo a sentirmi osservato.
 
Mi morsi un labbro sempre più spaventato da quella situazione improvvisa, finché non decisi di correre, sperando di allontanare lo scocciatore.
 
Ma ottenni l’effetto contrario…
 
Dietro di me si cominciarono a sentire passi veloci quasi quanto i miei.
 
“Avevo ragione! Avevo ragione!! Qualcuno mi sta davvero inseguendo… ! Ma perché queste cose devono capitare proprio a me?!”
 
Ad aggiungersi alla sfortuna di quella sera, l’mp3 si scaricò, spegnendosi e lasciandomi libero l’udito, così riuscendo a sentire indistintamente il rumore dei passi veloci dietro di me.
 
Continuavo a mordermi il labbro inferiore, mentre le mie gambe, anche se ormai stanche, non smettevano di correre, quasi più spaventate di me.
 
Poi mi accorsi di un piccolo dettaglio: mi ero perso.
 
Sempre senza smettere di correre mi guardai intorno, non riuscendo a riconoscere la zona.
 
La paura mi aveva giocato un brutto scherzo e ora, oltre a essere inseguito da un probabile psicopatico, mi ero pure perso!
 
“Tutte le sfighe a me! Tutte!!”
 
Concentrato a cercare di arrivare al mio appartamento, in un modo o nell’altro, non mi accorsi che i passi dietro di me erano accelerati e ora lo sconosciuto distava pochissimi metri da me.
 
Solo quando qualcuno mi afferrò per le spalle, obbligandomi a fermarmi, ritornai alla realtà.
 
Urlai spaventato, tenendo gli occhi chiusi e stringendomi la testa con entrambe le mani.
 
“Mi aveva preso! E ora…?!”
 
Quando mi ero quasi arreso al mio destino, parlò.
 
-Ma che diamine… ?!- esclamò, cominciando a riprendere fiato.
 
Quella voce.
 
-Si può sapere perché stavi correndo?!
 
Quella persona.
 
-Per di più in questa zona!
 
Era lui.
 
-Ma dove diavolo siamo finiti?!
 
Myungsoo.
 
Indeciso tra riprendere fiato o abbracciare il ragazzo dalla felicità che non fosse uno psicopatico, optai per la seconda per evitare di rimanere senz’aria in corpo.
 
-Myungsoo… ?- feci, attirando l’attenzione del ragazzo che smise di prendere boccate d’aria per la corsa.
 
-Eh..?
 
-Perché mi stavi seguendo?- chiesi alla fine.
 
-Ti ho visto camminare,… allora ho pensato che potevamo tornare a casa insieme…- ammise, grattandosi la testa, imbarazzato.
 
Un enorme sorriso mi si stampo sul volto e non riuscì a trattenere la mia felicità.
 
Quante possibilità ci sono che un ragazzo così ti riservi continue attenzioni?
 
Pochissime!
 
Ma ci sono ancora meno possibilità che quel ragazzo sia proprio la persona che si ama…
 
Gli sorrisi dolcemente, come a voler accettare che mi accompagnasse.
 
-Ehm… Myungsoo?
 
-Uhm… ?- mugugnò lui, alzando gli occhi verso di me.
 
-Ma dove siamo..?- chiesi guardandomi intorno e non sapendo da che parte andare.
 
-Non ne ho la mia pallida idea!- rispose L e entrambi scoppiarono in una rumorosa risata, mentre cercavamo una strada che ci portasse prima che congelassimo fuori.
 
 
--
 
 
Da qual giorno, Myungsoo continuò a riservarmi attenzioni.
 
Al mattino mi aspettava sempre davanti al portone del nostre condominio e insieme andavamo verso il negozio di giocattoli.
 
Ogni volta però mi facevo lasciare nello stesso punto della prima volta, e mentre lui andava verso il bar, io entravo dal retro del negozio per non farmi scoprire.
 
Myungsoo aveva smesso di fare domande sul perché non poteva accompagnarmi fino a dove lavoravo, ma si accontentava di salutarmi con un sorriso.
 
Quando le prime tenebre cominciavano a oscurare il cielo estivo, io e L ci rincontravamo nello stesso punto dove c’eravamo lasciati quella mattina e tornavamo a casa insieme.
 
Durante quelle camminate parlavamo di tutto quello che ci veniva in mente, oppure ce ne stavamo in silenzio ad ascoltare i rumori che ci circondavano.
 
Avevo poi felicemente scoperto che Myungsoo aveva solo un anno più di me.
 
“La dea della fortuna è in vena di regali, eh!”
 
Averlo al mio fianco mi rendeva meno solo.
 
Stare in sua compagnia era qualcosa di tranquillo ed elettrizzante allo stesso tempo.
 
Potevo essere triste, depresso e arrabbiato, ma quando Myungsoo veniva al mio fianco e mi donava uno dei quei meravigliosi sorrisi, che per me erano tanto speciali, tutto tornava sereno.
 
Quel ragazzo riusciva a scacciarmi tutto quello di brutto che portavo dentro ed era sempre difficile allontanarsi una volta arrivati al condominio.
 
Era così insopportabile pensare che, nonostante abitassimo nello stesso palazzo, un intero piano ci divedeva.
 
Avrei voluto averlo sempre al mio fianco.
 
Avere la sua figura rassicurante che gironzolava intorno a me.
 
Addormentarmi stretto a lui, beandomi del suo buon profumo.
 
Queste erano fantasie per ora irrealizzabili.
 
 
--
 
Un giorno, quando il freddo cominciava a farsi sentire più delle altre volte, Myungsoo e io camminammo più vicini l’uno all’altro, cercando una fonte di calore.
 
In quei giorni l’inverno aveva cominciato a farsi finalmente sentire e ora, a parte durante le ore pomeridiane, si rischiava un ibernazione se non si usciva coperti da strati e strati di abiti.
 
Ormai era un po’ di tempo che avevo conosciuto Myungsoo e aveva cominciato ad accompagnarmi a lavoro.
 
Era diventato talmente normale e abituale che nemmeno arrossivo più quando le nostre dita si sfioravano… o almeno ci provavo.
 
In quel momento avevo appena finito di lavorare e stavo tornando a casa in compagnia di L.
 
Come sempre, avevo scordato i guanti al negozio di giocattoli e ora ero costretto a soffiarci sopra per farle scaldare.
 
Myungsoo dal canto suo non sembrava provare freddo e continuava a camminare a passo lento verso il nostro condominio.
 
Quanto adoravo il suo modo di fare sicuro e distaccato di sempre!
 
In tutto quello che facevo, io non potevo far altro che venire sopraffatto dalle emozioni, mentre lui sembrava sempre così serio e composto.
 
Era un atteggiamento che continuavo a invidiare.
 
Immerso, come al solito, nei miei pensieri non mi accorsi di una piccola buca sul marciapiedi e per poco non mi trovai faccia a terra.
 
Se solo non ci fosse stato Myungsoo al mio fianco, avrei pericolosamente incontrato quel cemento consumato.
 
Ma L con una velocità sorprendente mi afferrò per i fianchi, bloccando la mia caduta e aiutando a rimettermi in posizione eretta.
 
Continuavo a sorprendermi ogni giorni della sua agilità.
 
Era come avere un supereroe al mio fianco.
 
No, era sicuramente meglio!
 
Dubito che esistano supereroi che riescano a competere con la sua perfezione.
 
-Aish! Ma mi spieghi cosa succederebbe se non ci fossi io?- chiese ironico, ma donandomi comunque un sorriso divertito.
 
“Probabilmente il mio cuore smetterebbe di battere a una velocità impressionante…”
 
Gli sorrisi, ringraziandolo.
 
Era già la seconda volta che mi faceva da salvatore.
 
Senza aggiungere altro, Myungsoo prese la mia mano stringendola con la sua.
 
-L?- feci io, mentre il mio cuore ricominciava a correre velocemente peggio di un treno – M-Ma cosa… ?
 
-Almeno così eviterai di cadere nuovamente… !- rispose, stando attento a non mostrarmi il suo viso imbarazzato.
 
Sorrisi felice, ricambiando la stretta, mentre un sorriso felice compariva sul mio volto.
 
Mi sentivo con una ragazzina alle prese con la sua prima cotta.
 
Non riuscivo a smettere di stringere forte la mano di Myungsoo e far rallentare i battiti del mio cuore innamorato.
 
La sua mano era liscia e calda, in confronto alla mia che era congelata, e combaciava perfettamente con la mia.
 
Senza dire più nulla, continuammo a camminare verso il nostro palazzo, sotto gli sguardi confusi di anziani nonnetti che occupavano strade e negozi a quell’ora della sera.
 
Ma non ci importava.
 
Per nulla al mondo avrei mollato quella mano.
 
Per nulla al mondo avrei lasciato scappare Myungsoo da me.
 
Volevo tenerlo ancora con me.
 
Era l’unica cosa che desideravo e, dentro di me, sapevo che si sarebbe avverato.


 

---------------------------------------------------------------
 

 ~ Note dell’autrice ~

Ancora Annyeong a tutti! ^O^

Scusate ma devo farmi un applauso *clap clap*! E’ la prima volta che sono così regolare con una fan fiction! **
Vabbé… “clap clap” a parte, ecco a voi il 6° capitolo! :3
E finalmente cominciamo a vedere un po’ d’affetto! ^-^
E’ appena appena accennato… ma almeno si tengono per mano! Cuccioli! <3
Dal prossimo capitolo, secondo me, le cose si cominceranno a fare più interessanti!
Ma non faccio spoiler… (E poi devo ancora finire di scriverlo! -.-“ LOL)

Grazie a tutti!!! <3
Sono davvero felice che stiate leggendo questa MyungJong! ç^ç
Un ringraziamento particolare alla mia Umma (Come non poterti ringraziare dopo le bellissime recensioni che mi lasci?! <3) e alla mia sorellina! (Grazie Mary! <3 E no! Solo perché sei mia sorella non ti farò leggere i capitoli in anticipo…v.v… xD)
Dimentico sempre di scusarmi per gli errori grammaticali (Che poi la maggior parte sono di battitura! ><) ma cercherò di rileggere meglio i capitoli per non pubblicare degli obbrobri! ^O^

Continuate a seguirmi e a recensire! <3
Ancora tante grazie;
 
Tanti chu :3
Maggie
 
Ps. <333


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***





Fin da bambino, mi era sempre capitato.
 
Succedeva che la mattina mi alzassi di buon ora con il sorriso stampato in faccia, senza un motivo in particolare.
 
Mi svegliavo con la sensazione che mi sarebbe capitato qualcosa di bello.
 
Una sorpresa piccola o grande, ma pur sempre una sorpresa.
 
Non capivo come mai, per tutta la durata di quel giorno non potevo essere triste.
 
Spesso queste mie sensazioni si rivelavano vere, altre volte no.
 
Ero capitato che magari in quel giorno di pura felicità, mia madre sfornasse la mia torta preferita o ricevessi un qualche gesto d’affetto da parte delle persone a cui volevo bene.
 
Era sempre stato così e quando mi capitava non potevo che esserne felice, curioso di sapere cosa mi avrebbe aspettato quella giornata.
 
Però era ormai da anni che non mi svegliavo più così.
 
L’ultima volta era stata ai tempi in cui vivevo ancora a casa dai miei, e mi divertivo a passare le giornate in compagnia di Sunggyu, Dongwoo e Woohyun.
 
Dubitavo che dopo essermene andato da quella città sarebbe capitato di nuovo.
 
Eppure in quella mattina d’inverno, quando il cielo sembrava più vivace e luminoso del solito, mi svegliai col sorriso stampato in faccia.
 
Scattai in piedi dal letto con il cuore che mi martellava il petto, consapevole che quel giorno sarebbe capitato qualcosa di bello.
 
Curioso di scoprire il motivo della mia eccitazione, mi preparai velocemente per andare a lavoro e, una volta uscito di casa, ritrovai il familiare sorriso di Myungsoo che mi aspettava.
 
--
 
-Oggi pioverà … - esordì Myungsoo tutt’a un tratto, mentre camminavamo verso il negozio di giocattoli.
 
-Come?- feci io, fissandolo confuso, senza però smettere di camminare.
 
“Oltre ad avere riflessi migliori di un supereroe, … ora indovina pure il tempo?”
 
-L’ho sentito al meteo … Oggi pioverà!- ripeté, fissando davanti a sé.
 
Lo guardai ancora per pochi secondi, poi cominciai a fissare il cielo.
 
Oggi era forse la mattinata più soleggiata e calda di tutta la settimana.
 
Nessuna nuvola sporcavo l’uniforme cielo azzurro, lasciando spazio al sole invernale.
 
Sembrava impossibile che potesse venire a piovere.
 
-Sicuro … ?- gli chiesi –Sembra che ci sia bel tempo oggi …
 
-Certo che verrà a piovere!- continuò lui, convinto come prima.
 
Storsi il naso –Ma mica ci indovinano sempre quei meteorologi!
 
-Staremo a vedere… - concluse Myungsoo accelerando il passo e lasciandomi indietro.
 
-Ehi!- gli urlai contro, raggiungendolo.
 
Una volta arrivato al suo fianco, senza aggiungere altro, afferrò la mia mano, stringendola forte.
 
Sobbalzai appena per quel contatto improvviso, poi mi rilassai e ricambia la stretta.
 
Questa volta fu Myungsoo ad arrossire, ma si limitò a mantenere il suo atteggiamento calmo e impenetrabile.
 
Ormai contatti del genere erano diventate cose abituali, ma ogni volta mi sorprendevo di come potesse essere dolce quel ragazzo tanto schietto col resto della gente.
 
Alcune volte pensavo che si comportasse così solo con me, ma poi scuotevo la testa per scacciare quei pensieri per nulla possibili.
 
Com’era possibile che un ragazzo che avevo appena conosciuto potesse riservare speciali attenzioni proprio a me?
 
In confronto a lui ero un semplice ragazzo. Se non si considerava il ridicolo costume da panda che dovevo indossare quotidianamente… !
 
Ancora stretti mano nella mano, camminavamo per quelle strade fino a che non arrivammo al punto in cui ci saremmo dovuti separare.
 
Strinsi ancora la mano calda di Myungsoo per poi darci appuntamento fra qualche ora in quello stesso punto.
 
Così facendo, L cominciò a camminare lentamente verso il bar dove fra qualche minuto l’avrei visto a sorseggiare qualcosa e fissare un punto indefinito nel cielo.
 
Ero curioso di sapere se faceva lo stesso anche quando se ne stava chiuso nel suo appartamento.
 
Per quanto avevamo parlato, non avevo mai avuto il coraggio di chiedergli se magari non avesse un lavoro o studiasse ancora.
 
Nemmeno gli avevo chiesto come mai, in così giovane età, aveva deciso di andarsene di casa e vivere da solo in quell’appartamento sotto il mio.
 
Erano cose ce avrei voluto sapere, ma per ora mi bastava così.
 
Mi accontentavo che mi accompagnasse ogni mattina e ogni sera, che le nostre mani si stringessero forti e che mi donasse uno di quei sorrisi perfetti come lui.
 
--
 
I negozi cominciavano a chiudere, mentre le case tornavano a riempirsi di persone e rumori, e io camminavo velocemente verso quel tratto di strada dove sapevo avrei trovato Myungsoo ad aspettarmi.
 
E così fu.
 
Con le mani nelle tasche della giacca e il viso alzato per osservare il cielo che si stava riempiendo di stelle, lui era lì ad aspettare.
 
Ma solo io sapevo che la persona che stavo aspettando ero proprio io.
 
Con un sorriso stampato sul mio viso, alzai una mano verso Myungsoo per farmi vedere.
 
Subito sul suo viso comparve un sorriso felice, così capii che si era accorto della mia presenza.
 
Smise di fissare il cielo e si concentrò su di me che, attentamente, stavo per attraversare la strada.
 
Quando solo pochi metri mi separavano da Myungsoo, qualcuno mi afferrò da dietro, costringendomi a fermarmi. Poi tre paia di forti braccia mi strinsero in un abbraccio, che per poco non mi soffocò.
 
-Ma che…?!- esclamai io, per poi girarmi e scoprire l’identità delle tre persone.
 
Strabuzzai gli occhi –Hyung… ?
 
I tre ragazzi davanti a me sorrisero felici.
 
“No, questa volta non devo piangere…” cominciai a dirmi mentalmente “Non piangere! L’hai incontrati poi solo poche settimane fa…!”
 
Ma la gioia di rivederli fu troppa e non riuscì a controllare i miei occhi che, inevitabilmente, si inumidirono.
 
Non mi sarei mai aspettato di rincontrarli così presto!
 
Sapevo che questa volta non ci saremmo più persi di vista come era successo anni fa, ma non mi sarei mai aspettato di rincontrarli così presto e con quei volti sorridenti.
 
Corsi ad abbracciarli forte, mentre Sunggyu, Woohyun e Dongwoo scoppiavano in una rumorosa risata per la reazione.
 
Cominciarono ad accarezzarmi dolcemente i capelli, mentre il ragazzo dai capelli argentati tirava su col naso per non scoppiare a piangere anche lui.
 
Io e Dongwoo eravamo sempre stati i più piagnucoloni del gruppo, e Sunggyu e Woohyun non sapevano dire con certezza quante volte avevano visto cadere lacrime dai nostri occhi.
 
Mi staccai da loro, passandomi una mano sopra gli occhi per asciugarli, e sorrisi a tutti e tre, che subito ricambiarono il gesto.
 
Solo allora mi ricordai di un ragazzo che, per tutto quel tempo, era stato ad osservarci confuso.
 
Andai da Myungsoo e afferrai una sua mano, trascinandolo davanti ai miei tre amici d’infanzia, senza dire nulla.
 
Quando fummo davanti a loro, tutti e quattro si misero ad osservarsi per poi concentrarsi su di me, aspettando che facessi le presentazioni.
 
-Ragazzi… questo è Myungsoo, il ragazzo di cui vi ho parlato, ricordate …?- dissi io, cercando di far intuire ai miei amici che quella era la persona di cui mi ero innamorato.
 
All’inizio non sembrarono capire, ma poi sui loro volti comparve un espressione felice.
 
-Piacere, io sono Dongwoo! Un vecchio amico di SungJong!- si presentò per primo, allungando una mano a Myungsoo che incerto gliela strinse.
 
-Io sono Sunggyu!- continuarono a presentarsi uno dopo l’altro –E questo è il mio ragazzo Woohyun!- aggiunse con un sorriso, prendendo la mano del suo fidanzato.
 
Woohyun sbuffò –Aish! Guarda che sono capace di presentarmi anche da solo!- si lamentò, ma venne zittito da un romantico sorriso da parte di Sunggyu.
 
-Ah! SungJong!- esordì Dongwoo, ricordandosi solo ora del perché erano venuti lì –Noi volevamo andare a cenare tutti insieme, sei dei nostri?
 
Mi morsi un labbro, tremendamente indeciso.
 
Era da un sacco di anni che non uscivo con loro quattro, ma allo stesso tempo non volevo dar dispiacere a Myungsoo che mi aveva aspettato per tutto quel tempo.
 
-Eh, si!- si affrettò ad aggiungere Sunggyu rivolgendosi a L- Naturalmente sei invitato anche tu!
 
-Ah…anche io? Grazie,… ma non vorrei essere di disturbo…! – rispose Myungsoo, intuendo che non vedessi loro tre da parecchio tempo.
 
-Ma no!- obbiettai io –Dai, vieni!- aggiunsi con troppo entusiasmo.
 
Infatti subito dopo comparve sul volto di Myungsoo un sorriso e io non potei far altro che arrossire imbarazzato.
 
-D’accordo… Vengo!
 
Così ci avviammo verso il ristorante dove avremmo mangiato.
 
Dopo tanto tempo mi ritrovavo a mangiare con i miei tre migliori amici.
 
Come non potevo essere felice?
 
Ad aggiungersi a tutta quella felicità, questa volta ci sarebbe stato anche Myungsoo.
 
Poteva considerarsi un appuntamento quello?
 
Ne dubito, ma mi piaceva pensare che lo fosse.
 
Era pur sempre la prima volta che cenavo con lui.
 
La prima volta che avevo parlato con L era stato quando era stato quasi - investito e, dopo avermi portato a casa sua mi avevo offerto la cena, che però avevo declinato, troppo imbarazzato dalla situazione.
 
Mentre camminavamo, Sunggyu mi tirò per una manica, facendomi così indietreggiare.
 
-Ehi, ma tu e Myungsoo cosa stavate facendo insieme?- chiese, malizioso, a bassa voce per non farsi sentire dagli altri.
 
-Niente!- risposi  imbarazzato- Mi stava solo aspettando per tornare a casa insieme!
 
-A casa…? Insieme…???- continuò mentre i suoi occhi si cominciavano a illuminare di una luce che non faceva che farmi arrossire.
 
-Abitiamo nello stesso palazzo!- mi affrettai ad aggiungere.
 
-Uhm… -mugugnò poco convinto- Non me la racconti giusta…!
 
-Hyung! Smettila di pensare male…! – mi lamentai.
 
Sunggyu scoppiò a ridere, poi mi scompigliò i capelli e corse al fianco di Woohyun.
 
“Perché deve sempre pensare male?! Io e Myungsoo siamo solo amici, no… ?”
 
--
 
Quella serata passò velocemente, e tra una pietanza e l’altra chiacchierammo a non finire.
 
Dopo un attimo di soggezione, Myungsoo si lasciò andare, chiacchierando liberamente con tutti noi.
 
Ero felice della situazione familiare e calma che si era creata tra tutti noi.
 
Ero felice che le persone a cui più volevo bene si trovassero tutte nello stesso tavolo a cenare serenamente e scherzare.
 
“Che sia questo il motivo per cui stamattina mi sono svegliato con un sorriso stampato in faccia?”
 
-SungJong?- attirò la mia attenzione Woohyun, facendomi tornare alla realtà e non perso tra i miei pensieri.
 
-Uhm?
 
-Ma non è un po’ troppo grande Myungsoo per te…?
 
-C-Come… ?- feci io, non capendo dove volesse arrivare.
 
-Certo… - continuò per lui Sunggyu – L’amore non ha età, però..
 
-Hyung!!- lo fermai, sbattendo le mani contro il tavolo e scattando in piedi, mentre il volto mi cominciava a colorarsi di rosso – Ma che diamine stai dicendo?!
 
Il maggiore sbatte appena le ciglia, sorpreso dalla mia reazione, ma alla fine scoppiò a ridere coinvolgendo anche tutti gli altri, compreso Myungsoo.
 
Spostai lo sguardo su di loro, non capendo perché perfino L stesse ridendo.
 
-Comunque… - disse Myungsoo una volta che ebbero finito di ridere –Ho solo un anno più di lui..! Non sono così vecchio!
 
“Ma perché ora gli risponde così tranquillamente?!”
 
Mi rimisi al mio posto vicino al ragazzo perfetto, ancora confuso, ma ricominciando a mangiare in loro compagnia.
 
--
 
Velocemente la serata passò ed era il momento che ognuno tornasse alle proprie case.
 
Tra di noi c’era chi cominciava a sbadigliare, chi sorrideva e chi aveva intenzione di fare tutt’altro invece di andare a dormire.
 
Ci salutammo davanti al ristorante dove c’eravamo riuniti a mangiare, promettendo a noi stessi di fare un'altra uscita del genere.
 
Abbracciai tutti e tre i miei migliori amici e loro ricambiarono felice quel gesto d’affetto.
 
Io e Myungsoo stavamo per avviarci quando Sunggyu bloccò quest’ultimo e gli disse qualcosa all’orecchio con uno sguardo estremamente serio, ma non riuscii a sentire nulla.
 
Alla fine cominciammo a camminare verso il nostro condominio, rimanendo in silenzio e ascoltando il rumore dei nostri passi.
 
Il caldo di quella mattina se ne era andato e l’aria aveva ricominciato ad essere fredda.
 
Ero curioso di sapere cosa gli avesse detto Sunggyu, ma non avevo il coraggio di chiederglielo.
 
L’avevo visto poche volte così serio e non avevo la più pallida idea di cosa gli avesse potuto dire.
 
A bloccare i miei pensieri furono le gocce umide che cominciarono a bagnarmi i capelli         .
 
Alzai la testa verso il cielo non capendo cosa fosse, ma quando un lampo illuminò il cielo blu della notte, capii che stava iniziando a piovere.
 
Myungsoo girò la testa verso di me –Che ti avevo detto?- chiese ironico riferendosi a quella mattina.
 
Mi morsi un labbro, rimpiangendo di non aver preso con me un ombrello.
 
Rimanemmo ancora un po’ in silenzio a camminare per quelle strade, mentre piccole gocce di pioggia ci inumidivano i capelli e le giacche.
 
Ma quando quella semplice pioggia si trasformò in un vero e proprio temporale, fummo costretti ad aumentare il passo e trovare un riparo.
 
Stretti sotto il davanzale di una casa, eravamo indecisi se aspettare che finisse di piovere o andare verso casa con il rischio di inzupparci da testa a piedi.
 
Quando a un certo punto, Myungsoo si girò verso di me con un sorriso sulla faccia.
 
-Ma che…?- provai a dire, ma subito L mi afferrò una mano e spinse sotto la pioggia con lui.
 
Mi trascinò per un po’, mentre ero già completamente bagnato.
 
-Ma che diamine stai facendo?! Ci bagneremo completamente!!- mi lamentai, cercando di coprirmi la testa con una mano.
 
Come risposta, Myungsoo cominciò a ridere.
 
-Oh, dai!- esclamò poi- Non dirmi che non hai mai sognato di farlo!- finì cominciando a correre per quelle strade.
 
Alzai un sopracciglio, confuso, ma poi non potei far altro che scoppiare a ridere insieme a lui.
 
Così ci ritrovammo a correre.
 
A correre sotto la pioggia.

 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong a tutti! ^O^

Eccomi qua con un nuovo capitolo che ho appena finito di scrivere!
Okay…  sicuramente  forse non ha molto senso…v.v.. ma avevo troppe idee e non sapevo come metterle! E per di più non smettevo di starnutire… -.-“ (Solo io riesco a prendermi un raffreddore in piena estate! ><)
Speravo di scrivere tutto in un solo capitolo, ma poi ha cominciato a diventare troppo lungo e ho dovuto tagliarlo di nuovo in due! -.-“
Così facendo però vi ho rimandato la scena migliore (o almeno lo spero!) al prossimo capitolo.. +_+
Ma spero di pubblicarlo domani per non farvi venir voglia di ammazzarmi.. v.v… xD
Fin ora sono stata abbastanza regolare con i capitoli, ma mi dispiace dirvi che dalla prossima settimana probabilmente non sarà più così!
(Ani, ani… devo studiare! ..v.v..)
Spero comunque che continuerete a seguirmi e recensire! ^O^
Voglio davvero ringraziare tutte le persone che stanno seguendo questa MyungJong, la mia Umma, che è sempre dulciotta con la sua figliola e Mary che è riuscita a darmi l'ispirazione per questo capitolo!! <3 <3 <3
 
Grazie per aver letto anche questo capitolo!
 
Continuate a seguirmi;
 
Tanti chu :3
Maggie
 
Ps. Ecco Umma! ^O^ La gif dulciotta che volevo farti vedere! <3





PPs. For you, sorellina! ^O^



 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




 



“Fin da bambino, mi era sempre capitato.
 
Succedeva che la mattina mi alzassi di buon ora con il sorriso stampato in faccia, senza un motivo in particolare.
 
Mi svegliavo con la sensazione che mi sarebbe capitato qualcosa di bello…”
 
 
 
Da una ventina di minuti, stavamo correndo come pazzi sotto quel temporale invernale.
 
Ormai i vestiti e i nostri capelli erano completamente bagnati, ma non ci importava più nulla.
 
Non ci preoccupavamo di bagnarci.
 
Correvamo soltanto.
 
Correvamo sotto la pioggia.
 
L’unica parte del mio corpo ancora calda era la mano destra stretta con una dolce forza da Myungsoo.
 
Era stato lui a spingermi a uscire da sotto quel davanzale dove ci eravamo riparati, e io non aveva avuto altra scelta se non seguirlo.
 
Mentre le strade cominciavano a vuotarsi e la gente cominciava a rintanarsi al caldo delle proprio case, noi correvamo controcorrente, dove l’unica fonte di calore era dovuta alla vicinanza dei nostri corpi.
 
Come Myungsoo, anche io avevo sempre sognato di camminare sotto la pioggia senza preoccuparmi di nulla, in compagnia della persona che amavo.
 
Perché lo amavo.
 
Quel ragazzo perfetto in tutto e per tutto era la prima persona che riusciva a far uscire di nuovo il mio vero io dopo tanto tempo.
 
Era l’unica persona in grado di far arrossire le mie guance e farmi emozionare anche per un semplice sorriso che mi donava.
 
Dipendevo totalmente da lui.
 
Se magari un giorno se ne fosse andato lontano da me e, con lui, quella quotidianità, non so se sarei riuscito a proseguire da solo con le mie sole gambe.
 
Mi sarebbe mancato quei suoi sorrisi che mi dicevano ogni volta “Buongiorno” e “Buonanotte”.
 
Senza saperlo al mio fianco. Senza avere la sua presenza sicura vicino a me, sarei tornato a vivere come un tempo, quando ero rimasto solo nella mia città natale.
 
Mi sarei sentito nuovamente abbandonato, ma questa volta avrebbe fatto più male.
 
La prima volta ero stato, certo, abbandonato dalle tre persone a cui volevo più bene, ma questa volta il sentimento che mi univa a quel ragazzo andava ben oltre alla semplice amicizia.
 
Era amore, attrazione e serenità.
 
Solo grazie a lui le mie giornate cominciavano a splendere felici.
 
Anche solo aver la sua figura rassicurante al mio fianco mi faceva felice.
 
Io la amavo, ma non sapevo se i miei sentimenti erano corrisposti.
 
Per tutto quel tempo mi ero sempre accontentato di stringergli la mano e di stargli vicino.
 
Non avevo mai tentato di scoprire se i miei sentimenti di puro amore erano in un qualche modo ricambiati anche da lui.
 
Forse non avevo mai avuto il coraggio di chiederglielo per paura di scoprire che per lui ero solo un amico. Un caro amico, ma nulla di più.
 
Questi pensieri mi tormentavano notte e giorno.
 
Quando la sera mi svegliavo nel buio della notte, loro comparivano e mi tormentavo finché non venivo nuovamente risucchiato nel mondo onirico.
 
Era tutto così fastidioso.
 
Avrei voluto dire apertamente a Myungsoo tutto quello che provavo per lui, senza esitazione e paura.
 
Ma il terrore che lui potesse scomparire dalla mia vita era troppo grande.
 
Così mi ritrovavo a giocare la parte del caro amico che non prova nulla di più per l’altro.
 
--
 
I minuti passavano e noi correvamo senza sosta sotto quelle gocce di pioggia umida.
 
Non avevamo più detto più nulla, c’eravamo limitati a muovere veloci le gambe e ridere come due ragazzini.
 
Era tutto così normale che provai una stretta al cuore.
 
Ogni volta che mi ritrovavo in compagnia di Myungsoo, i sentimenti più belli che una persona possa provare arrivavano dritti al mio cuore, riempiendolo di puro amore.
 
Solo in sua presenza si scatenavano queste emozioni e io sapevo perché.
 
Dopo tutto quel tempo trascorso sotto la pioggia, arrivammo davanti al nostro condominio e una volta entrati trovammo subito il caldo ad attenderci.
 
A questo punto le nostre strade si sarebbero dovute dividere anche per quel giorno.
 
Io avrei preso l’ascensore per arrivare al mio appartamento al terzo piano, mentre Myungsoo si sarebbe accontentato delle scale.
 
Sarebbe dovuto essere tutto così, tutto normale.
 
Eppure qualche strana forza non mi faceva muovere nemmeno un passo verso l’ascensore, facendomi rimanere lì fermo davanti al portone di casa.
 
Myungsoo, dal canto suo, sembrava non poter far nient’altro che stare in piedi a fissare un punto indefinito nelle scale, come se anche lui non riuscisse a muoversi da lì.
 
Mentre noi rimaneva fermi, indecisi sul da farsi, gocce di pioggia cadevano dai nostri vestiti bagnando l’intero pavimento.
 
Quell’acqua che cadeva per terra era l’unico rumore che si poteva sentire, insieme ai nostri respiri affannati, per colpa della corsa.
 
“E ora?” mi ritrovai a pensare “Cos’avrei dovuto fare… ?”
 
Quel giorno, più delle altre volte, non volevo separarmi da Myungsoo.
 
Appena provavo ad accennare un singolo passo lontano da lui, una stretta al petto mi bloccava.
 
Forse perché quel giorno era stato un giorno speciale in cui tutte le persone più importanti della mia vita si erano incontrate.
 
O forse perché quel giorno mi ero svegliato col sorriso stampato in faccia.
 
C’erano parecchi motivi per cui non me ne volessi andare, ma allo stesso tempo non vedevo l’ora di togliermi di dosso quegli abiti bagnati che ancora indossavo.
 
A scacciare i miei pensieri fu una mano che mi accarezzava i capelli scuri, umidi di pioggia.
 
Mi voltai verso Myungsoo che teneva ancora una mano sul mio volto.
 
Sorrideva e, felice, feci altrettanto.
 
-Guardati… Sei fradicio!- commentò stringendo una ciocca dei miei capelli.
 
-Non è colpa mia se qualcuno mi ha spinto sotto la pioggia…!
 
-Preferivi rimanere lì…?- chiese con una punta di malinconia nella voce.
 
Sobbalzai, affrettando ad aggiungere – No, no! E’ stato divertente…- ammisi alla fine.
 
Myungsoo sorrise divertito, per poi prendermi per mano e condurmi verso le scale.
 
Il mio cuore cominciò a battere a una velocità impressionante, mentre venivo trascinato da L su per le scale.
 
Non riuscì a dire nulla, rimanendo solo ad ascoltare il ticchettio delle gocce di pioggia che cadevano dai nostri vestiti.
 
Dove avesse intenzione di portarmi non lo sapevo, sapevo solo che avevo voglia di seguirlo.
 
Senza dire più una parola, Myungsoo arrivò davanti al suo appartamento e senza mollare la mia mano aprì la porta.
 
Con un sorriso mi fece cenno di entrare.
 
-Ma che.. ?- mi lasciai sfuggire non capendo dove volesse arrivare.
 
-Coraggio, entra! Non vorrai rimare bagnato a vita…!- disse, concludendo con un altro dei suoi sorrisi perfetti.
 
Avrei voluto dirgli “Ma riesco ad asciugarmi benissimo anche da solo”, eppure qualcosa dentro di me mi impedii di dirglielo.
 
Avevo voglia di entrare, di passare ancora un po’ di tempo in sua compagnia.
 
Sorrisi, per poi entrare titubante nel suo appartamento.
 
Non era la prima volta che ci entravo, ma l’ultimo volta non mi ero soffermato a guardarlo, troppo occupato a placare i battiti del mio cuore innamorato.
 
Osservai tutto l’appartamento, stando attento a non bagnare nulla, ma con tutta l’acqua che avevo preso era impossibile.
 
Intanto Myungsoo aveva già preso qualche asciugamano pulito e abiti asciutti da indossare.
 
Non capivo come mai avesse insistito per farmi entrare…
 
Forse anche lui, come me, aveva sentito una strana forza al cuore che non era riuscito a bloccare.
 
Forse anche lui, non voleva separarsi da me in quella notte d’inverno illuminata dai fulmini.
 
Mille pensieri mi giravano nella testa, mentre Myungsoo, senza che me ne accorgessi si era già tolto la giacca mettendola appesa ad asciugare ed era venuto vicino a me.
 
Con un’occhiata mi fece capire tutto, allora gli allungai anche il mio cappotto bagnato dalla pioggia e la sciarpa umidiccia.
 
Dopo di questo mi fece sedere su una sedia in camera sua e mi mise un asciugamano in testa, cominciando poi a strofinarlo forte sui miei capelli.
 
Non riuscivo a ribellarmi da tutto quello.
 
Con le guance arrossate, rimanevo lì, fermo, mentre con dolcezza stava togliendo l’acqua dai miei capelli, sorridendo.
 
Mi sentivo così fortunato.
 
Fortunato perché avevo una persona così speciale.
 
Un ragazzo che mi riservava continue e amorevoli attenzioni senza chiedere nulla in cambio.
 
Senza preavviso, stranutii, sobbalzando così sulla sedia.
 
Myungsoo rise, chinandosi davanti a me e cominciando ad asciugarmi il volto rosso dall’imbarazzo.
 
Alla vista della mia faccia, il sorriso sul suo volto si allargò ancora di più.
 
“Cosa provava per me…? Pena…??”
 
Ma la risposta arrivò poco dopo quando si avvicinò velocemente al mio viso e, come se niente fosse, appoggiò le sue labbra calda sulle mie umide di pioggia.
 
Strabuzzai gli occhi, più che sorpreso da quel contatto improvviso, ma lasciandomi poi velocemente andare.
 
Cos’era quello? Un bacio? Un bacio vero e proprio?? Allora forse c’era qualche probabilità che anche lui provava gli stessi sentimenti nei miei confronti.
 
Myungsoo staccò per poco le labbra dalle mie, per osservare la mia faccia.
 
A quella vista mi torturai un labbro, mordendolo ripetutamente.
 
L sorrise, per poi prendermi il viso tra le mani e riunire di nuovo le nostre labbra in un bacio sicuramente più passionale e sentito di prima.
 
Leccò il mio labbro inferiore, per poi morderlo con una dolce stretta.
 
Socchiusi appena la bocca in modo che la sua lingua potesse incontrare facilmente la mia, che fremeva d’eccitazione.
 
Quando finalmente le nostre lingua cominciarono ad assaporarsi, portai una mano alla testa di Myungsoo, stringendo i suoi corti capelli tra le mie mani.
 
Senza staccare le labbra, mi adagiò delicatamente sul suo letto, poco distante da lui e senza che me accorgessi mi fece sdraiare.
 
Non era la prima volta che salivo su quel letto ma, a differenza dell’altra volta, adesso Myungsoo era vicino a me.
 
Staccò le labbra dalla mia bocca, arrossata un po’ per il freddo, un po’ per i suoi morsi, e passò a leccarmi parte del collo, lasciando piccoli baci umidi su tutta la mia pelle nuda.
 
In quella stanza buia, gli unici rumori erano il ticchettio della pioggia che si stava scatenando all’esterno, e i nostri respiri sempre più affannati.
 
Continuando a lasciare tracce umidicce e morsi sul mio collo, mise un ginocchio tra le mie gambe, facendomi scappare un gemito di piacere.
 
Sorrise soddisfatto dalla mia reazione, mentre le mie guance si infiammavano sempre di più e i battiti del cuore erano amplificati in tutto il corpo.
 
Senza preavviso mi tolse la maglia, lanciandola lontana da lì, sul parquet.
 
I suoi gesti erano abili e sicuri. Io in confronto ero solo un novellino.
 
Cominciò a percorrere l’intero petto con un dito e a lasciare, di tanto in tanto, qualche traccia di saliva con i suoi baci.
 
Sempre più eccitato, cercai di liberare Myungsoo dalla maglietta che ancora non mi permetteva di vedere il suo petto nudo.
 
Quando quello scomodo indumento fu tolto, rimasi per poco a fissare con meraviglia quel corpo scolpito.
 
Myungsoo sorrise felice, per poi ricominciare col suo lavoro.
 
Con un gesto abile, degno di lui, riuscì anche a sfilarmi i jeans scuri.
 
Cominciò ad accarezzarmi da sopra i boxer, prima con movimenti lenti, ma poi sempre più veloci e sentimenti.
 
Ogni volta che la sua mano veniva a contatto con la mia eccitazione, un gemito di piacere mi sfuggiva dalle labbra, senza controllo, ma non cercavo di trattenerli.
 
Volevo fargli capire a piena da quanto tempo desideravo quel momento.
 
Quante volte avevo sognato tutto quello, e ora che finalmente tutto si stava avverando non potevo che esserne felice.
 
Senza preavviso, Myungsoo mi liberò anche dell’ultimo indumento che ancora mi copriva, per poi cominciare a lasciarci baci umidicci.
 
Con forza stringevo i suoi capelli ancora bagnati dalla pioggia, mentre con l’altra mano tenevo stretto il lenzuolo sotto di me.
 
Godevo di piacere ma non volevo essere l’unico.
 
Con un movimento rapido che impressionò anche Myungsoo, capovolsi le parti, ritrovandomi ora io sopra di lui.
 
Senza esitazioni, gli tolsi velocemente tutti gli indumenti che ancora lo coprivano.
 
Non sapevo dove trovai tutto quel coraggio, sapevo solo che quello era il momento più bello della mia vita e per nulla al mondo l’avrei sprecato.
 
Con movimenti incerti cominciai a leccare prima il suo petto, fino a scendere all’altezza della sua eccitazione.
 
Nonostante la mia poca esperienza, a Myungsoo sembrava piacere.
 
Lo capivo dal suo respiro che si era fatto improvvisamente affannato, e dal modo in cui torturava i miei capelli, ora umidi per il sudore.
 
Avremmo potuto andare avanti, ma per quella sera ci bastava così.
 
Mi lasciai andare, sdraiandomi su di lui che velocemente mi strinse in un abbraccio.
 
Senza dire nulla, coprì entrambi con il sottile lenzuolo che, dopo tutto, bastava a tenerci caldi.
 
Avvicinò di nuovo le mie labbra alle sue in un tenero bacio.
 
Dopo di quello mi strinsi felicemente tra le braccia di L.
 
Finalmente il mio corpo e l’intero cuore si rilasso, sprofondando così in un dolce sonno accompagnato dal profumo di Myungsoo.
 

-------------------------------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~ 

Annyeong?
… lo so.. v.v.. sono in ritardo… ma almeno in questo capitolo succede qualcosa d’interessante, no? >3< *Pervertita! -.-“* *Taci!*
Allora… spero che “la parte interessante” sia decente. E’ la prima volta che ne descrivo una quindi spero sia almeno leggibile! ^O^
Lo so, si fermano ai preliminari.. ma mi sembrava troppo precoce andare subito al dunque, no?
Vabbè… spero vi sia piaciuto questo capitolo! :3

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la FF, che l’hanno messa nelle preferite/seguite, la stanno recensendo (o recensiranno! °^°) e la mia Umma! <3 Grazie per continuare a leggere e commentare questa semplice fan fiction! <3 <3 <3

Spero di aggiornare il prima possibile… ma non prometto nulla, scusate! çAç

Grazie ancora a tutti voi lettori! ^O^
Siete fantastici! <3
Spero continuerete a seguirmi e a recensire! ♥
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie

 
Ps. Pucci loro! <3 <3 <3 




 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



 



“ In quella stanza buia, gli unici rumori erano il ticchettio della pioggia che si stava
scatenando all’esterno, e i nostri respiri sempre più affannati…”
 
 
 
Quando quella mattina mi svegliai, fuori aveva smesso di piovere e un sottile raggio di sole illuminava la stanza.
 
Inizialmente non capii dove mi trovassi.
 
La mia testa era in totale confusione anche se non capivo il perché.
 
Mi guardai intorno alla ricerca di un indizio che mi spiegassi dove mi trovavo.
 
Ancora sdraiato in quel letto sconosciuto passai in rassegna a tutta la stanza.
 
Poco distante, c’era una finestra dalle tendine sottili che lasciavano spazio al sole di illuminare l’intera camera.
 
A destra della finestra se ne stava un cassettone dalle maniglie lucenti, dove sopra erano appoggiati alcuni vestiti, piegati con ordine.
 
Attaccato al letto, dove ancora me ne stavo sdraiato c’era una sedia di legno chiaro che fungeva da comodino, e sopra di essa un paio di pantaloni grigi della tuta e una semplice T-shirt nera.
 
Non riuscivo ancora a capire dove fossi o per quale motivo mi trovassi proprio lì, quando riconobbi qualcosa di familiare tra i vestiti appoggiati sul cassettone.
 
Quelli non erano forse i miei vestiti?
 
Quei jeans piegati con cura non erano per caso gli stessi che avevo indossato il giorno prima??
 
Ma allora perché se ne stavano lì… ?
 
Ancora confuso mi massaggiai le tempie, notando poi solo ora di non avere nulla a dosso.
 
Piegai la testa di lato.
 
Da quando in qua dormivo senza vestiti?!
 
Non capivo cosa stesse succedendo.
 
La mia mente arrivava fino al momento in cui io e L eravamo entrati nel codominio, ma da lì in poi era tutto vago.
 
Senza riuscire ancora a capire cosa fosse successo la sera prima, sentii un odore familiare.
 
Un odore buono, dolce e in grado di tranquillizzarmi, tutto intorno a me.
 
Quello era di sicuro il profumo di Myungsoo.
 
L’avrei riconosciuto anche in mezzo a un centinaio, forse un migliaio, di persone.
 
Era quel odore che avevo sentito ogni mattina e ogni sera.
 
Il profumo più buono del mondo.
 
Il profumo della persona che amavo.
 
Affondai la faccia nel cuscino dove il suo odore poteva sentirsi meglio.
 
Inspirai quel profumo, fino a riempirmi le narici.
 
I ricordi di quella notte erano ancora vaghi.
 
Non riuscivo a ricordare cos’era esattamente successo.
 
Al massimo potevo ricordarmi alcune sensazioni.
 
Quella pelle, quelle mani, quella lingua, quella bocca che mi toccavano.
 
Quel corpo scolpito che combaciava perfettamente con il mio.
 
Era successo veramente.
 
La sera precendente l’avevo davvero trascorsa stretto a Myungsoo.
 
A quel ricordo mi scappo un risolino come una di una ragazzina innamorata che soffocai nel cuscino, mentre sbattevo le gambe sul materasso.
 
Era tutto così bello.
 
Le immagini di quella notte mi tornavano alla mente insieme al ticchettio della pioggia in quella tempesta invernale e i nostri respiri affannati, ovattati dai nostri baci ripetuti.
 
Inevitabilmente mi toccai il labbro inferiore, più volte morso dai denti bianchi di Myungsoo la sera precedente.
 
Non riuscivo ancora a capacitarmi che fosse tutto vero.
 
Mi sembrava di vivere in uno di quei tanti sogni che mi era capitato fare, da quando i miei occhi si erano posati su quel misterioso ragazzo del bar.
 
Eppure era vero.
 
Tutto quello che era successo la sera precendente non era una finzione.
 
L’avevo davvero provato sulla mia pelle.
 
E il mio cuore che ora batteva velocemente, ai ricordi di quella notte, ne era la prova.
 
Il sorriso sul mio viso si allargò ancora di più, per quanto fosse possibile.
 
Non ero riuscito a dichiararmi a Myungsoo, eppure sapevo che aveva compreso a pieno i miei sentimenti.
 
E finalmente anche io ero riuscito a capire cosa provasse per me.
 
Di certo era amore.
 
Un amore tenero e puro che mi faceva battere il cuore.
 
Tutto quello che avevo sempre desiderato ora si trovava nelle mie mani.
 
Di certo era stata la miglior sorpresa che mi fosse capitata.
 
La mattina precedente mi ero pur sempre svegliato col sorriso stampato in volto.
 
La sorpresa, che pensavo si fosse espressa nella cena insieme a tutte le persone che amavo, era stata tutt’altro.
 
Qualcosa di più bello, eccitante, emozionante.
 
I miei occhi fissarono sognanti il sole che si stava lentamente alzando in cielo, come un gatto in amore che fissa la notte sopra i tetti delle case.
 
Ma ora cosa avrei dovuto fare?
 
Continuare a fare come al solito?
 
O invece cominciare a comportarmi da fidanzato… ?
 
Perché dopo tutto quello che era successo, dopo le emozioni che entrambi avevamo provato, potevamo considerarci fidanzati, no?
 
Questi dubbi cominciarono a infestarmi la mente che fino a poco fa era stata, felice, a vagare tra i ricordi di quella serata speciale.
 
Sbuffai, indeciso sul da farsi.
 
Alla fine decisi di alzarmi, un po’ perché stare lì a pensare non faceva che rendermi più ansioso, un po’ perché quello era pur sempre un giorno lavorativo e non potevo arrivare nuovamente tardi al negozio.
 
Senza sapere che ore fossero o dove fosse finito Myungsoo, mi alzai, indossando la tuta che L mi aveva lasciato da indossare.
 
Cercai di sistemarmi decentemente i capelli davanti allo specchio della camera, ma mi era impossibile.
 
Ogni volta che cercavo di sistemare una ciocca di capelli scuri, quella ritornava in aria.
 
Scossi la testa e decisi di lasciare i capelli in quel modo spettinato.
 
Mi ero pur sempre appena svegliato, no?
 
Non sapevo ancora orientarmi bene in quell’appartamento, quindi cercai la cucina per tentativi, seguendo l’odore di uova cotte.
 
Fortunatamente, quell’appartamento era strutturato come il mio quindi trovai la stanza al primo colpo.
 
Come avevo sospettato, Myungsoo stava preparando la colazione e quando notai che il tavolo era apparecchiato per due, provai una sorta di stretta al cuore.
 
Era da tanto che qualcuno non mi preparava la colazione.
 
La mattina ero solito non mangiare niente e aspettare la pausa per mettere qualcosa sotto i denti.
 
Non avevo molta fame a quelle ore del mattino, eppure vedere tutto quel cibo e quell’odore di buono mi fece aprire lo stomaco.
 
Myungsoo era di spalle, impegnato a cuocere qualche uovo.
 
Era anche bravo a cucinare?
 
Le sue abilità aumentavano di giorno in giorno.
 
Sorrisi felice e feci un altro passo verso la cucina.
 
Non sapevo come si sarebbe comportato Myungsoo.
 
In realtà non sapevo nemmeno come avrei dovuto atteggiarmi io stesso…
 
Entrato nella cucina, L si accorse della mia presenza e voltando appena la testa, disse solo – Buongiorno. – e ritornò a cucinare.
 
Mi morsi un labbro.
 
Nessuna emozione era sfuggita dalle sue labbra.
 
Era stato un “Buongiorno” meccanico, di quelli che tutti sanno dire.
 
Senza ricambiare il saluto, mi sedetti in una delle due sedie vicino a quel tavolo apparecchiato.
 
Cominciai a torturarmi le mani, non sapendo che dire, che fare.
 
Avevo paura che Myungsoo potesse dirmi che tutto quello che era successo era stato uno sbaglio.
 
Un grandissimo sbaglio.
 
All’idea, mi si formò un groppo alla gola che neanche bevendo quel bicchiere di the, appoggiato sul tavolo, si sarebbe sciolto.
 
Non volevo che tutte l’emozioni che avevo provato fossero state frutto di uno sbaglio.
 
Non volevo che quella fosse la prima e ultima volta che avrei trascorso insieme a Myungsoo.
 
Non volevo pensare che non avrei più potuto sfiorare quelle labbra che sapevano di buono.
 
Scossi la testa, cercando di scacciare l’idea.
 
Immerso nei miei pensieri non mi accorsi che Myungsoo aveva finito di cucinare, e aveva portato due piatti colmi di cibo al tavolo.
 
Solo quando appoggiò la mia parte di colazione davanti agli occhi, ritornai alla realtà.
 
Osservai il piatto preparato con cura e il groppo in gola aumentò.
 
Come poteva prepararmi la colazione e poi lasciarmi?
 
Alzai la testa verso Myungsoo, che se ne stava ancora in piedi vicino a me, cercando di ringraziarlo.
 
Ma qualcosa mi bloccò.
 
Qualcosa di sconosciuto mi sigillò le labbra.
 
Spalancai gli occhi, così riuscendo a capire cosa stesse succedendo.
 
Quello davanti a me era davvero Myungsoo?
 
E quelle appoggiate sulle mie erano davvero le sue … labbra??
 
Sgranai gli occhi, confuso da tutto quello.
 
Perché mi stava baciando?
 
Perché mi stava baciando con sentimento?
 
Senza capire nulla, Myungsoo continuava a tenere premuta la sua bocca sulla mia.
 
Allora tutte le preoccupazioni di prima erano state inutili?
 
Allora L mi amava davvero?
 
Allora non mi avrebbe lasciato come avevo sospettato??
 
Myungsoo si staccò da me per riprendere aria e mi sorrise felice, cominciando poi ad accarezzarmi una guancia arrossata.
 
Rise appena, vedendo la mia espressione – Ah ah! Ma cos’è quella faccia, amore?
 
Amore…?!
 
BUM! Colpo al cuore.
 
Avevo sentito bene?
 
Quella parola detta con un sincero affetto era davvero riferita a me??
 
Fui tentato di guardarmi le spalle per accertarmi che non ci fosse nessun altro, ma in quel modo avrei fatto la figura dello scemo.
 
Come se già non lo stessi sembrando…
 
Immerso nuovamente tra i miei pensieri, condotti da una mente troppo innamorata, non mi controllai e balbettai –A-Amore.. ?
 
Mi portai velocemente le mani alla bocca, accorgendomi solo in quel momento di averlo detto ad alta voce, mentre le mie guance cominciavano a colorarsi di un nuovo rosso.
 
Myungsoo sbatté per un po’ le palpebre poi ricominciò a ridere.
 
-Ti da fastidio se ti chiamo così? Se vuoi posso anche tornare a chiamarti per nome…
 
-No, no!!- mi affrettai ad aggiungere e fissandolo finalmente negli occhi – No, va bene così!!- conclusi con troppo entusiasmo.
 
Il sorriso sul volto di Myungsoo si allargò ancora di più e mi passò una mano sulla testa, scompigliandomi i capelli già spettinati di loro.
 
Avvicinò piano il suo viso al mio ma poi si allontanò.
 
Ero convinto che mi avesse baciato di nuovo, ma non fu così.
 
Lasciandomi solo la voglia di assaporare quelle labbra.
 
-Ehi!- ribattei, mentre Myungsoo ridacchiava sotto i baffi, che non aveva, per la mia reazione.
 
Senza dire nient’altro, tirai il colletto della sua maglietta, attirandolo a me e facendo dolcemente unire le nostre bocche.
 
Schiusi le labbra, facendo in modo che anche le nostre lingue si rincontrassero.
 
Quell’emozioni mi riportarono alla sera prima e non potei far a meno di sorridere felice.
 
Era tutto perfetto.
 
Talmente perfetto che avrei voluto saltellare per tutta la città e oltre.
 
 

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~ Note dell’autrice ~
 
Oddio! Cos’è sto capitolo? Cos’è tutta sta pucciosità? Cosa sono tutti questi giri mentali che si fa SungJong??
Ok… credo di essere impazzita! *E te ne accorgi solo adesso.. ? v.v* *Crepa una buona volta, vocina! >.<* LOL
 
Comunque, Hello guys! ♥ Guys…? O.o Perché ci sono davvero dei ragazzi che leggono questa fan fiction? ..o.o.. Ne dubito, però mi farebbe sicuramente piacere! ^O^
Vabbò.. ricomincio.. v.v.. Hello girls e probabili guys! :3
Sono sempre io, Maggie, e questo è il 9° capitolo!
Lo so.. non succede granché… però dato che fra poco (pochissimo!) dovrà comparire un nuovo personaggio che scombussolerà tutto (ahimè!) … volevo far godere a questi due ragazzuoli un po’ di felice amore! <3
Dall’ultimo capitolo il numero delle persone che hanno messo la storia nelle seguite o nelle preferite è visibilmente aumentato! *me commossa T^T* Si vede che la “parte interessante” era abbastanza decente! **
Come al solito ringrazio tutti voi lettori che state leggendo questa FF (Non avete voglia di fare recensioni? ^O^… No!... v.v.. Grazie… LOL) e la mia Umma! (La tua tta è tanto felice di ricevere tue recensioni! <3). Smetto di ringraziare mia sorella perché quella lì ha deciso che non leggerà più la ff.. v.v.. per motivi che ancora non capisco.. -.-“! Cattiva di una sorella! <.<
Mi scuso per gli errori! L’ho scritto ieri sera a mezzanotte… quindi non è perfetto! …v.v…
 
Ancora grazieeeeeeee!! <3 <3 <3
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie 

Ps. Devo ripetere quanto siano pucci?! <3


 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***





Le cose procedevano.
 
Come potevano procedere in una coppia di novelli fidanzatini.
 
L’affetto che Myungsoo mi riservava e che io, ben volentieri, ricambiavo era diventato abituale e familiare.
 
Dalla prima notte trascorsa insieme ne erano seguite molte altre, ma ogni volta ci eravamo fermati, evitando di andare oltre.
 
Sapevamo che il momento in cui i nostri corpi si sarebbero uniti in tutto e per tutto sarebbe arrivato, quindi non volevamo velocizzare le cose.
 
Myungsoo continuava ad accompagnarmi a lavoro, ma io non me la sentivo ancora di rivelargli la mia “seconda vita da panda”.
 
Nonostante in cuor mio sapevo che non avrebbe fatto commenti sul mio lavoro, avevo paura che scoprisse che, prima di quel quasi – incidente, l’avevo sempre osservato.
 
Non volevo che pensasse di essere fidanzato con un mezzo stalker.
 
 
 I giorni continuavano a procedere e il nostro amore non poteva che aumentare.
 
Il suo appartamento era diventato il mio.
 
In tutte quelle notti mi ero addormentato stretto a lui, facendomi cullare dai suoi baci e il suo dolce profumo.
 
Mi sembrava ancora tutti così poco reale.
 
Come poteva un’amicizia mutare così facilmente in amore?
 
Magari era proprio questo quello che chiamavano “amore a prima vista”.
 
Oppure eravamo sempre stati legati da un nostro filo rosso.
 
Eravamo ancora giovani e ingenui, eppure qualcosa dentro di me mi spingeva a credere che il nostro amore sarebbe durato in eterno.
 
Forse ero troppo abituato a pensare a un lieto fine per tutto.
 
Oppure le attenzioni che Myungsoo mi riservava mi facevano capire il profondo affetto che provava nei miei confronti.
 
--
 
In quella mattina, che pareva uguale a molte altre, me ne stavo nel negozio di giocattoli con indosso il solito costume da panda, diventato ormai come una seconda pelle.
 
Me ne stavo a riordinare dei peluche su uno scaffale verde, mentre gettavo l’occhio verso il bar di fronte.
 
Lui era lì.
 
Myungsoo era seduto a quel tavolo, che beveva svogliatamente una tazza di the fumante in quella mattina d’inverno.
 
Mi morsi un labbro, ammirando L che appoggiava le sue labbra carnose su quel bicchiere di ceramica chiara e ne beveva il contenuto.
 
Perché doveva sempre essere così dannatamente affascinante?!
 
Perso a guardare la sua figura, non mi accorsi del campanello del negozio che suonò, annunciando l’arrivo di un cliente.
 
Ebbi appena il tempo di girarmi che un paio di braccia familiari mi abbracciarono.
 
Felice di rincontrare quella persona, ricambia l’abbraccio con ancora quel costume da panda.
 
-SungJong-ah!- mi urlò il ragazzo davanti, togliendomi la testa di peluche.
 
Sunggyu si bloccò per poco, osservando il volto sognante che avevo inevitabilmente dipinto in faccia.
 
-Beh? Cos’ è ‘sta faccia..??
 
Senza dire nulla indicai con gli occhi il ragazzo seduto al bar, che fortunatamente era di spalle e non poteva vedere la mia faccia scoperta.
 
Sunggyu spostò lo sguardo in sua direzione.
 
-Ma cosa… ?- poi sul suo volto comparve un espressione felice- Non dirmi che…
 
Annuì, mordendomi un labbro e guardando altrove.
 
-SungJong!!!- urlò entusiasta il ragazzo di fronte a me –Sono felicissimo per te!!- e mi strinse in un nuovo abbraccio.
 
Nella sua voce c’era pura e vera felicità.
 
Sapevo che era sinceramente felice per me.
 
-E tu, hyung?- feci una volta che smise di circondarmi con le sue braccia – Cosa ci fai da queste parti?
 
Sorrise, sedendosi insieme a me a un tavolino giocatolo.
 
-Sto cercando un appartamento da queste parti.
 
Sgranai gli occhi –Come?!
 
-Voglio vivere in questa città! E’ piccola e accogliente, e poi ci sei tu SungJong!- aggiunse passandomi una mano sui capelli – Non voglio lasciarti solo come l’ultima volta… -concluse con una punta di malinconia nella voce.
 
Sorrisi, felice più che mai.
 
Sapevo che questa volta nulla ci avrebbe divisi come una volta.
 
Poi mi guardai intorno accorgendomi solo ora della mancanza di qualcuno.
 
-Beh, e Woohyun?- gli chiesi.
 
Solitamente dove c’era Sunggyu, c’era anche lui.
 
Eppure oggi il più grande era in giro da solo.
 
-Aish! Non parliamo di quello lì! – esclamò portandosi una mano alle tempie –Mi ha accompagnato a vedere le prime case e poi si è stufato, preferendo rimanere spaparanzato sul divano! – mise il broncio, facendo il finto offeso, eppure sapevo che non era sinceramente arrabbiato.
 
Amava troppo Woohyun per prendersela per una simile sciocchezza.
 
Sorrisi, per poi concordare con lui che quel ragazzo era uno scansafatiche.
 
-Beh!- esordì Sunggyu alzandosi dalla scomodo sediolina di plastica rosa –Sarà meglio che ti lasci lavorare e poi… -aggiunse guardando l’orologio - … Woohyun si sentirà sicuramente solo senza di me!
 
Risi con lui prima di accompagnarlo all’uscita del negozio.
 
-Prenditi cura di te, eh, SungJong! Ma tanto questo l’ho già ordinato anche a Myungsoo…
 
-Come? – chiesi piegando la testa.
 
-La sera quando siamo usciti tutti insieme a cena, ricordi? E’ stata in quell’occasione che gli ho chiesto di prendersi cura di te… Te lo meriti, SungJong-ah!- detto questo uscì dal negozio, immergendosi nel freddo dell’inverno, lasciandomi lì, con quella testa di panda tra le mani.
 
Allora era quello che aveva sussurrato a Myungsoo con tanta serietà, quella sera.
 
Sorrisi, ringraziando ancora una volta chiunque mi avesse fatto incontrare degli persone così fantastiche che continuavano a prendersi cura di me con affettuose attenzioni.
 
--
 
Ormai le visite di Sunggyu, come quella mattina, si erano fatte così frequenti e abituali che non mi sorprendevo più quando entrava nel negozio di giocattoli.
 
Eppure ogni volta provavo un immensa felicità nel vedere i miei tre migliori amici di nuovo tutti insieme.
 
Erano passati, che per me erano stati infernali, prima che le nostre vite tornassero a essere unite.
 
Tutto quel dolce e amichevole affetto mi era mancato non poco.
 
Ora, ad aggiungersi a quella felicità, Sunggyu e Woohyun si sarebbero trasferiti nella mia stessa città, e chissà, forse anche vicino a casa mia.
 
Ma considerando precedenti situazione, sarebbero anche potuti venire ad abitare nel mio stesso condominio e non me ne sarei accorto.
 
Al ricordo di quella giornata, in cui avevo scoperto di un essere a stretto contatto con Myungsoo, tanto che solo un piano ci separava, un sorriso mi comparve sul volto.
 
Cominciai a velocizzarmi, sperando di finire presto di sistemare quel negozio di giocattoli.
 
Anche per quel giorno, il lavoro era finito e ora mi aspettava solo di ritornare a casa mia con Myungsoo.
 
Sapevo che in quel momento lui stava attraversando la strada per arrivare in quel punto dove, fra pochi minuti, l’avrei trovato ad aspettarsi con il suo solito perfetto dipinto in faccia.
 
Sarebbe stato tutto così, abituale.
 
Ma quella familiarità non mi dava fastidio, tutt’altro.
 
Dopo tanto tempo c’era qualcuno che si prendeva cura di me e mi riservava sincero affetto.
 
Credevo che nemmeno la mia vera famiglia mi aveva mai trattato in quel modo.
 
Ero sinceramente grato a Myungsoo per tutto quello che faceva.
 
Lo amavo, ne ero certo.
 
Insieme ci compensavamo.
 
Da certi punti di vista eravamo come il giorno e la notte, come il bianco e il nero.
 
Ma forse era proprio questa diversità che creava la forte attrazione che c’era tra di noi.
 
Sempre più ansioso di rincontrare quel volto perfetto, cominciai a pulire il pavimento con più foga, sotto lo sguardo spaventato del proprietario del negozio, che non capiva da dove venisse tutta questa mia energia improvvisa.
 
Ma se avesse avuto anche lui una persona così perfetta e dolce al suo fianco, avrebbe di sicuro capito il mio stato d’animo.
 
--
 
Sono le mattine più normali quelle che ti sorprendono di più.
 
Ne ero certo, ora più che mai…
 
 
In quel pomeriggio inoltrato, quando la luce del sole stava svanendo dal cielo, lasciando spazio a un timido raggio lunare, camminavo per le strade di quella città.
 
Avevo finito prima del solito e questa volta non avrei fatto aspettare troppo Myungsoo.
 
Non si lamentava mai per tutto il tempo che doveva aspettarmi fermo in quel punto, circondato dal freddo invernale, eppure ero certo che non fosse il massimo.
 
Avrei voluto dirgli di smetterla di aspettarmi, ma sapevo meglio di me che non l’avrebbe mai fatto.
 
Quello era diventato una sorta di rito quotidiano, impossibile da annullare.
 
Sorridente, mi strinsi meglio la sciarpa
 
L’inverno stava arrivando e con esso il Natale.
 
Se prima avevo pensato di passare quella festività da solo, ora sapevo che non lo sarei stato.
 
Myungsoo di certo sarebbe rimasto con me, e insieme avremmo festeggiato quella notte fatta di luci, regali e neve.
 
Probabilmente anche Sunggyu, Woohyun e Dongwoo l’avrebbero passato insieme a noi.
 
Sicuramente non sarebbero tornati dalle loro famiglie per Natale.
 
 
Senza accorgermene ero già arrivato alla strada principale dove Myungsoo mi stava aspettando.
 
Dopo varie volte che mi ero perso, girando senza senso per la città, ora avevo imparato quella strada secondaria a memoria e riuscivo ad arrivarci senza troppi problemi.
 
Alzai lo sguardo e vidi quel ragazzo perfetto, di spalle, ad aspettarmi.
 
Sorrisi felice di vedere la sua presenza in quel punto, come al solito.
 
Stavo per urlare il suo nome per annunciare il mio arrivo, quando qualcosa mi bloccò.
 
C’era un motivo se era di spalle.
 
C’era un motivo per cui non mi stava aspettando fermo come al solito.
 
C’era un motivo se le parole mi morirono in gola.
 
Myungsoo non era solo.
 
Non era come al solito, fermo a guardare nel vuoto.
 
No. Era in piedi a parlare animatamente con un ragazzo alto.
 
Probabilmente la persona più alta che avessi mai visto.
 
E sembravano pure essere due buoni, buonissimi, amici.
 
“Aish! SungJong! Non fatti prendere dal panico! Chi ti dice che non si siano incontrati per caso…?”
 
Le prove me lo dicevano, ecco cosa!
 
Come potevano, due persone appena conosciute, potersi parlare in quel modo confidenziale e con quei sorrisi stampati in volto.
 
Strinsi i pugni, fermandomi a osservare il ragazzo che stava parlando con Myungsoo.
 
A prima vista, la cosa che colpiva di più era la sua statura, visibilmente più alto di L. Aveva capelli marroni chiaro e mossi. Occhi non troppo sottili che continuavano a sorridere.
 
Quel ragazzo sprigionava felicità da tutti i pori.
 
Pareva una persona estremamente positiva, di quelle che riescono a risollevare il morale di tutti con una semplice risata.
 
Sembrava essere particolarmente intimo con Myungsoo.
 
Di sicuro si conoscevano da parecchi anni.
 
Probabilmente, per tutti i sorrisi e le battute che si stavano scambiando entusiasti, il ragazzo misterioso e L non si incontravano da un bel po’ di tempo.
 
“E proprio ora che le cose tra me e Myungsoo vanno così bene deve presentarsi ‘sto ragazzo…?!”
 
Mi torturai il labbro inferiori mentre assistevo da lontano, alla conversazione tra i due.
 
Cosa avrei dovuto fare?
 
Andare lì e presentarmi come fidanzato di L?
 
Rimanermene lì fermo finché lo sconosciuto non se ne sarebbe andato… ?
 
Eppure quel ragazzo non sembrava volersene andare facilmente.
 
Decisi di proseguire verso l’appartamento da solo, successivamente, una volta che fosse rientrato anche Myungsoo, avrei cercato una scusa accettabile per non essere tornato con lui.
 
“Si! Questo è un attimo piano…!!”
 
Mi incamminai per il lato opposto al loro, ma quando cominciavo a lasciarmeli alle spalle, qualcuno urlò il mio nome.
 
Era la sua voce che mi aveva chiamato.
 
Mi voltai, appena in tempo per vederlo attraversare la strada e raggiungermi, con dietro ancora quel ragazzo che sembrava far la parte del cagnolino fedele.
 
-SungJong, che fai? Non mi aspetti?!- chiese senza alcun segno di rabbia nella sua voce, ma con invece un sorriso dipinto in faccia.
 
-N-No.. io… -provai a sbiascicare- E’ che ti avevo visto impegnato… non volevo disturbarti…
 
Myungsoo parve sorpreso –Ma scherzi?! Potevi chiamarmi… !
 
Sorrisi con lui, mentre il ragazzo alle sue spalle mi scrutava dalla testa ai piedi con un’insistenza che metteva i brividi.
 
-A proposito… - esordì Myungsoo spostando lo sguardo da me al ragazzo alto che gli stava accanto – Non vi ho ancora presentati!
 
A quel punto lo sconosciuto fece un passo verso di me, allungandomi una mano –Piacere, sono il migliore amico di Myungsoo!- sorriso entusiasta –Il mio nome è Lee Sungyeol!
 

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~ Note dell’autrice ~
 
Hello everybody! ^O^ *sfrutta il poco inglese che conosce*
 
Nonostante avessi di peggio d’altro da fare (Come fare delle “stupende” versioni di latino… v.v…), mi sono messa buona al pc a scrivere il 10° (Sta FF sta diventando più lunga del previsto… o.o…) capitolo, per evitare di fare ancora più ritardo!
Ed ecco qua che è comparso un nuovo personaggio: Sungyeol! ^O^
Ora manca solo Hoya per completare gli Infinite! :3
Sunggyu è ricomparso di nuovo… o.o.. ma non è colpa mia… è che secondo me il leader e SungJong sono troppo batuffoli (?) insieme! <3
Mi piacciono molto … Wait! Intendo come fratelli!! Non sono una distruttrice di paring! >.<
Vabbè… ringrazio di nuovo chi ha letto questo capitolo, chi ha messo la fan fiction nelle seguite/preferite e la mia Umma che mi lascia recensioni!! <3 <3 <3
Come sempre sarei felicissima di ricevere vostre recensioni, perché ormai la storia è ben che avviata e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Commenti positivi o negativi che siano sono sempre ben accetti! ^O^
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie
 
Ps. Ma non sono kawaii?? :3 




Ecco Sungyeol!! <3



 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 




“–Piacere, sono il migliore amico di Myungsoo!- sorriso entusiasta –Il mio nome è Lee Sungyeol!”
 
 
Si, ne ero certo.
 
Sono le giornate che sembrano più normali quelle che ti colpiscono maggiormente.
 
 --

Ancora indeciso se stringere o meno la mano di quel ragazzo, il cui nome era Sungyeol, me ne stavo fermo in mezzo a quel marciapiede.
 
Sungyeol continuava ad avere dipinto in faccia un sorriso fin troppo entusiasta, mentre Myungsoo mi guardava di traverso, aspettando che mi presentassi anche io.
 
Scossi la testa tornando alla realtà e allungando una mano per stringere quella del ragazzo di fronte a me.
 
-S-Sono SungJong…- mi presentai semplicemente, senza aggiungere nient’altro.
 
Sungyeol però non badò alla mancanza di felicità nella mia voce e mi strinse solo forte la mano, amichevolmente.
 
Come faceva a continuare a sorridere in quella situazione?!
 
Io avrei solo voluto allontanarlo da Myungsoo! Dal mio Myungsoo!
 
Staccò la mano dalla mia e tra noi tre calò per poco il silenzio.
 
Ero pronto ad andarmene e chiedere, successivamente, spiegazioni a L riguardo quel ragazzo.
 
Eppure non me la sentivo proprio di lasciarli soli.
 
Lo so, … probabilmente il mio comportamento era non poco infantile, ma qualcosa dentro di me era scattato e ora provavo un sentimento nuovo.
 
Gelosia.
 
Mi sentivo geloso del profondo rapporto che c’era tra di loro.
 
Da come si era presentato Sungyeol, autoproclamandosi migliore amico, si vedeva che si conoscevano da tempo.
 
Ma non aveva senso che mi facessi quei giri mentali.
 
Probabilmente erano davvero solo due buoni amici e tra di loro non c’era alcun sentimento che andava oltre l’amicizia.
 
Myungsoo amava me e nessun altro.
 
-Allora… - esordì, non sopportando più quel silenzio che si era creato –E’ da molto che vi conoscete?- cominciai a indagare sulla loro relazione con discrezione.
 
Sungyeol guardò per un attimo L e poi scoppiò a ridere.
 
Sobbalzai appena, sorpreso dalla reazione.
 
-Molto? Direi che ci conosciamo da un’infinità di tempo! – cominciò a spiegare il ragazzo alto –Siamo praticamente cresciuti insieme!!
 
“Ecco… ci mancava questo… !!”
 
Myungsoo sorrise con lui, per poi aggiungere – Abbiamo sempre abitato vicino! E, nonostante sia più grande di me di un anno, siamo diventati subito amici…!
 
Mi morsi un labbro.
 
Allora il rapporto che c’era tra di loro era davvero profondo…
 
Si intuiva tutto dai sorrisi sinceri che si continuavano a scambiare.
 
Mi sforzai di apparire felice.
 
Era pur sempre normale che Myungsoo avesse amici al di fuori di me!
 
Pure io ne avevo alcuni e glieli avevo pure presentati, proprio come ora stava facendo lui.
 
Sarei dovuto essere felice per lui, no?
 
Mi sarebbe dispiaciuto che non avesse mai stretto amicizia con nessuno.
 
Che in tutti quegli anni se ne fosse stato da solo come lo ero stato io per un periodo.
 
Si, ero felice.
 
Sarei anche potuto diventare amico di quel ragazzo così alto.
 
Magari era anche simpatico...
 
A quel punto, come a voler cancellare tutti i miei pensieri felici, Sungyeol circondò le spalle di Myungsoo con un braccio, ma quest’ultimo non lo respinse.
 
“No… non potremmo mai diventare amici! … Ma questo ragazzo vuole morire per mano mia?!” pensai mentre la voglia di tirare un cazzotto a Sungyeol cresceva a dismisura.
 
Strinsi i pugni lungo i fianchi, continuando a fissare quella scenetta.
 
Perché Myungsoo non diceva nulla? Perché non faceva resistenza… ? Per di più davanti a me…
 
Se fossi scoppiato a piangere avrei fatto la figura del bambino, ma forse in quel modo L si sarebbe finalmente reso conto della dolorosa gelosia che stavo provando.
 
Possibile che non si accorgesse di tutto quello?
 
Solo in quel momento mi resi conto che, probabilmente, anche lui aveva provato lo stesso sentimento quando mi aveva visto abbracciare più volte i miei migliori amici.
 
Eppure, da ragazzo perfetto, non me l’aveva fatto pesare, facendomi godere quel momento di felicità insieme a loro.
 
Finalmente capivo quanto fosse maturo Myungsoo e l’ammirazione che provavo già per lui crebbe.
 
-E voi invece… ?- esordì in quel momento Sungyeol, staccandosi da L –Da quanto vi conoscete?
 
-Uhm,… - mugugnò Myungsoo, riflettendo –Credo poche settimane, ma è come se ci conoscessimo da una vita! – concluse, sorridendo entusiasta verso di me.
 
Arrossì, spostando lo sguardo altrove, mentre il ragazzo alto ci scrutava entrambi.
 
-Ah… quindi sei riuscito a trovarti un buon amico anche qui, eh, L?- fece Sungyeol, sorridendo.
 
Myungsoo rise appena, facendomi sobbalzare.
 
Senza rendermene conto, era venuto al mio fianco, stringendomi le spalle con un solo braccio.
 
Non mi mossi, non riuscendo a capire dove volesse arrivare.
 
-Oh, no no! Lui non è mio amico! – sottolineò Myungsoo – E’ il mio fidanzato!
 
Sgranai gli occhi, e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.
 
Era la prima volta che faceva una simile presentazione.
 
Era stato così inaspettato che non sapevo se era maggiore la felicità o lo stupore.
 
E anche Sungyeol sembrava essere in lotta con i suoi sentimenti.
 
Con gli sgranati quanto i miei e la bocca socchiusa, continuava a spostare gli occhi da me e Myungsoo, in silenzio.
 
Mentre continuavo a tossire, Myungsoo cominciò a dirmi delicate pacche sulla schiena per farmi smettere.
 
-Ehi! Tutto a posto, amore?
 
“Aish! Ancora quella parola!!”
 
Senza preavviso, gli tirai una gomitata nello stomaco, costringendolo a piegarsi in due.
 
-Ma che… sei impazzito?!- gli urlai contro quando finalmente smisi di tossire, ignorando l’alto ragazzo di fronte a noi – Come puoi presentarmi in quel modo?!
 
Myungsoo alzò gli occhi verso di me –Perché? Non è vero che sei il mio ragazzo… ??- chiese con la voce strozzata per il dolore alla pancia.
 
Mi morsi un labbro – S-Si… ma … insomma… è i-imbarazzante…
 
L mi donò un sorriso, tornando finalmente in posizione eretta.
 
Solo in quel momento, sentì una risata.
 
Entrambi ci voltammo verso Sungyeol, che aveva assistito a tutta la scena, e ora stava ridendo di gusto.
 
Che cosa aveva da ridere?
 
-Siete proprio una coppia fantastica!!- commentò, continuando a ridere.
 
Rimasi sorpreso, quasi sconvolto, dalla reazione del ragazzo.
 
Pensando alla profonda amicizia che c’era tra lui e Myungsoo, pensavo che come minimo si sarebbe ingelosito, invece mi sbagliavo.
 
Quel ragazzo era davvero fantastico!
 
Era contento perché il suo migliore amico avesse trovato qualcuno da amare.
 
Ed era contento che anche quella persona ricambiasse i suoi stessi sentimenti.
 
In poche parole, era felice che io e Myungsoo ci fossimo fidanzati!
 
Era stata la stessa reazione che aveva avuto Sunggyu, e, probabilmente, anche la stessa di Woohyun e Dongwoo.
 
Myungsoo sorrise felice – Credo che voi due potreste diventare dei buonissimi amici!- commentò alludendo a me e Sungyeol.
 
-Sicuramente! Il tuo ragazzo mi sta già simpatico, L!
 
Arrossì appena, per poi annuire.
 
Probabilmente saremmo davvero potuti diventare amici!
 
-Beh, sono felice di averti rincontrato! – esclamò Myungsoo –Ma ora dobbiamo tornarcene a casa!
 
Senza rendercene conto, il sole era definitivamente sparito dal cielo e i lampioni delle strade si erano accessi, illuminando le strade con quella luce artificiale.
 
-A presto, L! – lo salutò, per poi passare a fissare me –E’ stato un piacere conoscerti SungJong! Spero ci rincontreremo!!
 
-A-Anche io… !- concordai, facendo un piccolo inchino e proseguendo insieme a Myungsoo verso il nostro condominio.
 
Di spalle non riuscì a notare che il sorriso che, poco prima, aveva avuto dipinto in viso se ne era andato, e ora Sungyeol ci scrutava attentamente, mentre ce ne andavamo mano nella mano.
 
Nemmeno mi resi conto che le risate e i sorrisi di prima erano stati tutte delle forzature.
 
Troppo felice e imbarazzato, non mi ero reso conto degli sguardi carichi di odio e gelosia che mi aveva lanciato.
 
Non aveva capito che in mezzo a quel marciapiedi, in quel tardo pomeriggio invernale, Sungyeol mi aveva lanciato una sfida.
 
Non avevo capito che era innamorato di Myungsoo.
 
Ormai troppo lontano, non riuscì a sentire quello che Sungyeol stava dicendo, ancora fermo ad osservarci.
 
-No, SungJong. Ti sbagli. Io e te non potremmo mai diventare amici… Myungsoo sarà mio.
 
Sotto quelle gocce di pioggia che avevano cominciato a cadere e ad appoggiarsi delicatamente sul suolo, Sungyeol aveva deciso.
 
Aveva deciso che avrebbe smesso di fare solo il buon amico.
 
Aveva deciso che non si sarebbe lasciato scappare la persona che da anni amava.
 
Aveva deciso che, per nessuno motivo al mondo, io e Myungsoo saremmo potuti stare insieme.
 
 

-----------------------------------------------------------------
 
~ Note dell’autrice ~
 
Annyenong! :3
Ecco un piccolo capitolo in ritardo! ^^
Mi scuso, ma ultimamente ho aperto un forum Kpop e sono impegnata con quello! -.-“
Quindi tra quello, lo studio e lo sopravvivere a questo caldo… non ho molto tempo per aggiornare! çAç
Spero comunque che vi sia piaciuto questo corto capitolo e che continuerete a seguirmi! ^O^
Ringrazio tutti voi lettori che state leggendo questa fan fiction, e la mia Umma (Non ti preoccupare per le recensioni in ritardo!! ^^ Siamo piuttosto impegnate con il forum ultimamente! -.-“)! <3
 
Che cosa si inventerà Sungyeol per vincere contro SungJong?
Quale sarà il suo piano diabolico (?!) per conquistare il cuore di Myungsoo??
 
Vabbè… v.v… drammaticità a parte, grazie ancora a tutti voi per aver letto! ^^
Spero continuerete a seguire questa ff e a lasciare recensioni,… che all’autrice fanno davvero piacere! <3
 
Tanti chu :3
Maggie
 
Ps. TA-DAH! °O° Il momento della pubblicità! °O°
Questo è il forum che da poco ho aperto, insieme a Ele_vislove! E quando dico “da poco” intendo davvero DA POCO! -.-“

http://kpopgeneration.forumfree.it/

PPs. Ecco la MyungYeol! (… che io non sostengo… v.v…) 


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***



 



[Myungsoo POV]
 
 
Erano le 7.
 
Minuto meno, minuto più.
 
Tra qualche minuto mi sarei dovuto alzare per preparare la colazione e cominciare quell’ennesima giornata d’inverno.
 
Nonostante non portassi nulla, a eccezione di un paio di boxer, non provavo alcun freddo.
 
Stretto a me, quasi fossi il suo peluche preferito, c’era SungJong.
 
Con i capelli appena spettinati, la bocca socchiusa e un sottile lenzuolo, dormiva ancora.
 
Aveva la testa appoggiata sul mio petto, mentre con un braccio mi circondava prepotentemente la vita, come se non volesse lasciarmi andare.
 
Mi donava il calore a sufficienza per non congelare in quella piccola stanza.
 
Cominciai ad osservarlo dormire.
 
Con i capelli scuri che gli circondavano il volto e i lineamenti effeminati appena accennati, era la cosa più bella che avessi mai visto.
 
Tante, forse mille, volte quel ragazzo mi aveva detto timidamente quanto mi trovasse perfetto, ma io non ero mai stato tanto coraggioso da dargli tutto quello che pensavo.
 
SungJong sembrava in tutto e per tutto un angelo.
 
Un angioletto che solo io avevo il privilegio di toccare, ammirare, baciare.
 
Per la prima volta in vita mia, mi sentivo davvero legato a qualcuno.
 
 
Non avevamo mai seriamente parlato delle nostre famiglie o del perché entrambi abitassimo da soli, ci eravamo solo limitati a chiacchierare e amarci.
 
Il nostro amore era nato in modo semplice e naturale.
 
Quando c’eravamo incontrati la prima volta avevo subito capito che le nostre vite erano in un qualche modo unite.
 
Avevo come la sensazione che da quel giorno avrei rivisto quel ragazzo un miliardo di volte ancora.
 
Ero certo che un filo rosso mi stava tirando verso di lui.
 
Mi sentivo attratto da quel ragazzo appena conosciuto.
 
Da quel ragazzo che per poco non mi aveva fatto bestemmiare per la sua incoscienza.
 
Quel ragazzo che ora dormiva al mio fianco.
 
La persona che amavo.
 
Avere la sua figura al mio fianco costantemente mi sembrava ancora una cosa incredibile.
 
Era la prima volta, da quando me ne ero andato di casa lasciando ogni sicurezza, che tornavo a sorridere sinceramente.
 
Ora avevo trovato qualcuno di cui prendere cura.
 
Qualcuno da amare con tutto me stesso.
 
Qualcuno che provasse i miei stessi sentimenti.
 
 
L’anno prima me ne ero andato di casa.
 
L’infanzia l’avevo trascorsa vivendo con mia madre.
 
Mio padre ci aveva lasciati anni prima e, dopo aver superato il trauma di quella perdita, avevamo comprato un nuovo appartamento, lontano da vecchi ricordi che ancora facevano male al cuore.
 
Proprio in quella nuova città, poco lontano dal centro, avevo conosciuto Sungyeol.
 
All’epoca aveva solo 8 anni, ma riusciva già a risollevare facilmente il morale della gente, anche con un solo sorriso.
 
Era la positività fatta in persona e riuscì a farmi tornare felice.
 
Quegli anni trascorsero serenamente.
 
Mi affezionai sempre di più a Sungyeol e diventammo come fratelli.
 
Eppure 10 anni dopo, mia madre si innamorò nuovamente, per la prima volta da quando mio papà era morto.
 
Era felice e questo sentimento si diffuse in tutta la casa, facendo finalmente scomparire lo spirito di quell’uomo che c’eravamo portati dietro per tutti quegli anni.
 
Il nuovo fidanzato di mia mamma non mi dispiaceva.
 
Era un uomo intellettuale che ammiravo per come era riuscito a farla sorridere di nuovo.
 
Pochi anni dopo, decisero di sposarsi e in un battito di ciglia mia madre era di nuovo incinta.
 
In quel momento presi la mia decisione.
 
Me ne sarei dovuto andare.
 
Né mia madre, né il mio nuovo patrigno mi avevano mai escluso in un qualche modo.
 
Eppure sapeva di non poter far parte di quella nuova famiglia che si era appena creata.
 
Mia mamma era giovane. Aveva ancora tutta la vita davanti.
 
Aveva ancora tempo per ricominciare da capo. Per ricominciare da zero.
 
Mia mamma mi lasciò andare, insistendo che fosse lei a mantenermi con le spese.
 
Così me ne andai di casa, lasciando lì mia madre, Sungyeol e tutto quello che mi legava a quel posto.
 
 
 
Un anno intero l’avevo vissuto in solitudine.
 
Passavo le mie giornate tra l’appartamento, dove me ne ero andato a vivere, e un piccolo bar di quartiere.
 
In quel locale passavo il tempo leggendo qualcosa e sorseggiando bevande calde.
 
Quello era un posto tranquillo.
 
Passavo giornate a far nulla, rasserenando solo la mia anima.
 
Poi un giorno, nel negozio di giocattoli di fronte a quel bar ci fu un cambiamento: comparve un panda.
 
Quel peluche umano riuscì a dare un aria ancora più gioiosa a quella via.
 
E così non riuscì più ad andarmene da quel posto.
 
Legato da qualcosa di invisibile, continuai a starmene lì.
 
A passare le giornate a far nulla.
 
Nonostante starmene così solo mi stava bene, a volte sentivo il bisogno di qualcuno.
 
Qualcuno con cui poter parlare. Condividere pensieri, parole, abbracci, vita.
 
E come a voler esaudire il mio desiderio, comparve lui.
 
SungJong.
 
Inizialmente lo giudicai in malo modo, pensandolo solo come un ragazzo che non sapeva nemmeno attraversare la strada.
 
Eppure dopo aver incontrato il suo volto. Quelle guance arrossate per l’imbarazzo che cercava, nervosamente, di nascondere dietro al lungo ciuffo di capelli scuri. Quei lineamenti dolci che sembravano fatti apposta per essere baciati.
 
Me ne innamorai all’istante.
 
Ed ecco che finalmente trovai qualcuno in grado di occupare quel vuoto dentro di me.
 
 
Poi ieri, dopo tanto tempo, Sungyeol era ricomparso nella mia vita.
 
Aveva deciso di venir a vivere in quella città.
 
Così le persone più importati per me, che avevano segnato la mia vita, si erano unite.
 
Passato e presente era diventato un'unica cosa.
 
--
 
Senza rendermene conto, completamente immerso in quei ricordi, era già trascorso un’ora.
 
Era giunto il momento di alzarmi e dare inizio a quella giornata.
 
Ormai quella routine si era fatta abituale, ma non mi dispiaceva.
 
Sapere con certezza di avere qualcuno al mio fianco costantemente, era rassicurante.
 
Svegliarmi presto, preparare la colazione, accompagnarlo a lavoro per me era tutt’altro che una fatica.
 
Sapere di poter fare qualcosa per SungJong, che inconsciamente aveva fatto tanto per me , era un piacere.
 
Era il mio modo di ringraziarlo per qualcosa che nemmeno sapeva di aver fatto.
 
 
Per tutto quel tempo, SungJong non si era mosso nemmeno di un millimetro.
 
Aveva continuato a dormire serenamente stretto a me.
 
Averlo vicino a me, come in quel momento, era ormai qualcosa di normale, ma non poteva che emozionarmi ogni volta.
 
Anche solo quando le nostre mani si intrecciavano, il mio cuore non poteva far altro che battere velocemente.
 
Il mio appartamento ormai non era più mio.
 
Ovunque guardassi c’era qualcosa di SungJong.
 
Vestiti sparsi a terra, libri e manga messi nella piccola libreria insieme ai miei, e un grande peluche bianco che occupava un terzo posto in quel piccolo letto.
 
Il suo profumo era diventato parte di quell’appartamento e difficilmente se ne sarebbe andato.
 
Avevo ventun’anni eppure credevo ancora a quel “per sempre e felici e contenti”.
 
In cuor mio speravo solo che SungJong restasse al mio fianco per sempre.
 
--
 
Il metallico suono della sveglia mi arrivò alle orecchie, avvisandomi che era giunto il momento di smettere di poltrire.
 
Anche il ragazzo al mio fianco lo sentì.
 
Infatti poco dopo, mugugnò qualcosa, infastidito.
 
Trattenni una risata mentre si stiracchiava, ancora sdraiato, e si voltava scocciato verso il peluche, che abbraccio con entrambe le braccia.
 
Era di una dolcezza da far sciogliere il cuore.
 
Sorrisi per poi avvicinare il mio volto al suo orecchio.
 
-SungJong-ah?
 
-Hmm… - mugugnò lui, con il volto affondato nel sintetico pelo dell’orsacchiotto.
 
-SungJong-ah? – feci ancora, scuotendolo appena –Devi svegliarti…
 
-Non voglio…!- si lamentò lui come un bambino che non vuole andare a scuola.
 
Il mio sorriso si allargò ancora.
 
Era così tutte le mattine, ma lo trovavo sempre così tenero.
 
-SungJong-ah?- ripetei ancora, scuotendolo con maggiore intensità.
 
-Che c’è… ?!- sbottò lui assonnato, voltando lo sguardo verso di me.
 
Ma le sue parole furono bloccate e le sue labbra serrate in un bacio.
 
Mi staccai un attimo da lui, per osservare il suo viso.
 
Gli occhi erano appena sgranati per la sorpresa, mentre le guance cominciavano a colorarsi.
 
-Buongiorno, SungJong. - gli dissi, con la testa appoggiata su una mano.
 
-‘G-Giorno… - ricambiò lui, ora più sveglio che mai.
 
“Funziona sempre…”
 
Provai ad alzarmi ma SungJong mi afferro per un braccio.
 
Velocemente si alzò a sedere e prese il mio viso tra le sue mani.
 
Fece incontrare le mie labbra con le sue in un lungo bacio che arrivò ai limiti del nostro ossigeno.
 
Quando ci separammo gli leccai il labbro inferiore che sapeva di dolce, e finì per mordicchiarglielo appena.
 
Passai a baciargli il lobo destro, proseguendo per il collo e arrivando fino alla clavicola scoperta.
 
Sotto di me, SungJong gemeva di piacere.
 
Anche quei semplici tocchi ormai erano diventati irresistibili per entrambi.
 
Mentre proseguivo, leccandogli gran parte della sua pelle esposta, SungJong cominciò a giocherellare con l’elastico dei miei boxer, tentandomi non poco.
 
Feci per farlo sdraiare, sapendo dove saremmo andati a finire, ma accadde qualcosa.
 
Qualcosa che ci fece fermare sorpresi.
 
Il campanello del mio appartamento suonò.


 
 

-----------------------------------------------------------------
 

~ Note dell’autrice ~
 
Sono in ritardo … lo so … ma questi giorni li ho passati vivendo praticamente in piscina!
Ma ora eccomi qui a pubblicare il 12° capitolo! (Avrà mai fine ‘sta FF?! E dire che non sono nemmeno a metà secondo i miei calcoli … -.-“…)
Sto già scrivendo il prossimo e spero di pubblicarlo al più presto … anche se vedo gli esami in arrivo, quindi sarà meglio che mi metta a studiare seriamente! Aigoo! çAç
In questo capitolo Sungyeol non compare, come invece avrei voluto, ma scopriamo un po’ cosa pensa di tutto questo il nostro amato Myungsoo! <3
Ringrazio tutti quelli che stanno leggendo e seguendo la fan fiction, chi l’ha appena cominciata a leggere o messa nelle seguite/preferite, e la mia Umma! (Spero troverai una soluzione per il tuo pc! ç ^ ç Non posso stare senza le tue pazzie!) <3
 
Spero avrete voglia di continuarla a leggere e magari recensirla! ^O^
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie



Ps. SungJong con il suo orsacchiotto!! >3< Troppo dolce!! *muore*



Eccolo in tutto il suo splendore (?)!! 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***



 



Eravamo lì.
 
Le nostre labbra erano unite, mentre entrambi cominciavamo a calare l’unico indumento che ancora copriva la nostra intimità.
 
Sapevamo dove saremmo andati a finire e sapevamo, con altrettanta certezza, che quel giorno avrei fatto tardi a lavoro.
 
Ma non ci importava.
 
Mentre i nostri respiri si facevamo affannati e i nostri cuori cominciavano a battere veloci, sempre più ansiosi ed eccitati come noi, accadde.
 
E senza preavviso fummo costretti a fermarci.
 
Il campanello suonò.
 
Ci bloccammo, fissandoci per qualche secondo alla ricerca di risposte che nessuno dei due riusciva a dare.
 
Entrambi alzammo le spalle, indecisi sul da farsi.
 
Poi Myungsoo si decise, e si alzò per andare a scoprire chi avesse suonato a quell’appartamento.
 
Era strano che qualcuno venisse a cercarci proprio lì, per di più a quell’ora del mattino.
 
Che qualcuno avesse sbagliato casa?
 
Si, era la cosa più probabile.
 
Con indosso solo un paio di semplice boxer neri e i capelli arruffati, Myungsoo si trascinò verso l’ingresso, seguito a ruota da me.
 
Mentre lui rispondeva al citofono, lo abbracciai da dietro, appoggiando la testa sulla sua spalla.
 
Entrambi eravamo curiosi di scoprire l’identità di quella persona, che ci aveva, non delicatamente, interrotti.
 
-Chi è… ?- chiese L, semplicemente.
 
Qualcuno, dall’altra parte della cornetta, parlò, ma non riuscì a capire nulla.
 
Myungsoo sembrava aver dipinto sul volte un espressione sorpresa, quasi felice.
 
-Chi è?- chiesi allora, senza staccarmi da lui e tenendo un volume basso della voce.
 
L non rispose continuando a parlare confidenzialmente con la persona che aveva suonato a  quell’appartamento.
 
-Chi è??- chiesi nuovamente, sempre più curioso.
 
Poi riconobbi una risata.
 
Una risata assolutamente riconoscibile, nonostante l’avessi sentita una volta sola.
 
Smisi di chiedere chi fosse e mi limitai a starmene zitto e fermo, mentre Myungsoo continuava a parlare tranquillamente con il suo amico d’infanzia.
 
Cosa era venuto a fare fin qui Sungyeol?
 
Per di più a quell’ora del mattino!
 
Molto probabilmente L gli aveva detto dove abitava. Normale, no? Erano pur sempre grandi amici quei due.
 
Ma perché proprio ora doveva venire a trovarlo?
 
Di certo voleva recuperare il tempo  che aveva trascorso lontano.
 
Voleva far riaffiorare quella grande amicizia, quasi fraterna, che si era creata in tutti quegli anni d’infanzia.
 
Ancora stretto a Myungsoo e immerso nei miei pensieri, L rimise a posto la cornetta.
 
A quel punto si girò verso di me e mi strinse in un abbraccio.
 
-SungJong-ah?- fece allora con il viso affondato tra i miei capelli.
 
-Eh?- gli chiesi senza alzare il volto dal suo petto ancora scoperto.
 
-Sarà meglio che ti vada a mettere qualcosa a dosso! Non vorrai certo presentarti in questo modo a Sungyeol… !- scherzò, prendendomi il mento con una mano e facendo incrociare i nostri occhi.
 
-Perché tu invece?! – ribattei, guardandolo dall’alto verso il basso.
 
-Cosa c’è? – scherzò nuovamente, mettendosi in posa – Non sto bene così??
 
Non riuscì a trattenere una risata per come, Myungsoo, si stesse atteggiando.
 
Come risposta ottenni un bacio da parte sua.
 
Poi, entrambi ci avviammo verso la camera da letto per sistemarci alla meno peggio.
 
--
 
-Wow! Ma è bello ‘sto appartamento!! – esclamò Sungyeol una volta che ebbe varcato la porta d’entrata.
 
Myungsoo, alle sue spalle, sorrise per poi chiudere la porta.
 
L’alto ragazzo cominciò a fare un giro per la casa accompagnato da L, mentre io me ne stavo in cucina a preparare del caffè, in disparte.
 
Avevo preferito lasciarli soli per due semplici motivi: uno, avevo già interrotto le loro chiacchiere il giorno prima e volevo evitare di farlo nuovamente; due, Sungyeol non sapeva che condividevo l’appartamento con Myungsoo…
 
Ma lo scoprì ben presto, quando venne a dare un occhiata in cucina, dove in quel momento ero tutto impegnato a combattere con la macchinetta del caffè.
 
Appena entrò, mi sembrò di notare sul suo volto un espressione tra il triste e l’arrabbiato.
 
Ma probabilmente fu soltanto una mia impressione, infatti subito dopo mi salutò con un largo sorriso.
 
-SungJong! Che bello rivederti! – esclamò Sungyeol.
 
Sorrisi timidamente per poi fare un piccolo inchino –E-E’ lo stesso anche per me.. !
 
Detto questo tornai a lottare con la macchinetta del caffè, che non aveva alcuna intenzione di obbedirmi quella mattina.
 
Myungsoo invitò l’amico a prendere posto e, senza che me ne accorgessi, venne alle mie spalle.
 
-Hai intenzione di rompermi la macchinetta del caffè? – mi sussurrò all’orecchio.
 
Un brivido mi attraversò l’intera schiena.
 
Perché doveva comportarsi così anche quando c’era Sungyeol.
 
-Ma certo che no!- mi lamentai, continuando a premere pulsanti a caso cercando di riuscire a fare almeno una tazza di caffè.
 
-Aigoo… - esclamò L con fare drammatico – Qui non finisce bene…!
 
Gli tirai un pugno nello stomaco, facendolo zittire all’istante.
 
-Ma non hai nient’altro da fare?! – mi lamentai, continuando a dargli le spalle.
 
-A parte starti appiccicato… ?
 
Arrossì spingendolo lontano da lì.
 
Come poteva uscire con certe frasi?!
 
Per la seconda volta, Sungyeol era stato uno spettatore passivo di un nostro “litigio tra innamorati”.
 
Ma nemmeno questa volta mi resi conto delle occhiatine gelose che mi aveva lanciato.
 
Ritenevo Sungyeol solo un grande amico di L, nulla più.
 
Come potevo immaginare che provasse simile sentimenti nei miei confronti?
 
Ma la gara era già cominciata, e senza rendermene conto ne facevo parte.
 
Senza che lo sapessi mi ero ritrovato in mezzo a un triangolo amoroso di cui nessuno, al di fuori di Sungyeol, ne sapeva l’esistenza.
 
In quella gara ci sarebbe stato solo un vincitore.
 
--
 
Dopo qualche minuto, ero riuscito a vincere contro la macchinetta del caffè e a preparare la colazione.
 
Era la prima volta che lo facevo.
 
Solitamente era Myungsoo a fare tutto quello, ma oggi avevo deciso di occuparmene io, in modo che potesse parlare tranquillamente con Sungyeol.
 
La prima volta non avevano avuto molto tempo per chiacchierare, mentre ora se ne stavano tranquilli seduti al tavolo della piccola cucina.
 
Appoggiai due tazze di caffè e il resto della colazione che avevo preparato davanti a loro, che alzarono la  testa verso di me e mi ringraziarono con un sorriso.
 
Ricambiai quel gesto, per poi spostare verso l’orologio che era appeso alla parete bianca di quella stanza.
 
Sobbalzai –Aish! – esclamai, facendo spostare lo sguardo su di me.
 
-Che succede? – mi chiese Myungsoo, mentre prendeva un sorso dalla sua tazza di ceramica bianca.
 
-Oggi faccio davvero tardi! – esclamai ignorando la sua domanda e correndo in camera per prepararmi.
 
-Per cosa? –chiese Sungyeol, addentando un biscotto dalle grossolane gocce di cioccolato.
 
-Il lavoro… - rispose Myungsoo.
 
In quel momento feci la mia entrata in cucina con il cappotto a dosso e la tracolla.
 
Feci un piccolo inchino – Io vado! – annunciai.
 
Myungsoo sgranò appena gli occhi – Come?? Aspetta! Mi preparo anche io! – detto questo si alzò dalla sedia, dov’era stato fino a quel momento comodamente seduto, a far colazione.
 
-Oh, no no! Non c’è ne bisogno! – mi affrettai ad aggiungere.
 
-Perché? Ti accompagno tutti i giorni… !
 
Mi morsi un labbro, indicando con il mento il ragazzo ancora seduto al tavolo – Ma oggi c’è Sungyeol… - dissi timidamente.
 
A quel punto, il ragazzo dall’alta statura parlò – Posso accompagnarti anche io a lavoro!
 
--
 
E fu così che, un quarto d’ora dopo, ci ritrovammo tutti e 3 a camminare verso il mio lavoro.
 
Ero felice che avessimo trovato un compromesso.
 
Sungyeol e Myungsoo continuavano a parlare di tutto quello che gli capitava per la testa, mentre io camminavo poco più avanti, lasciandoli un po’ da soli.
 
Nonostante le mie aspettative, forse quel giorno non sarei nemmeno arrivato in ritardo a lavoro.
 
Avevamo tutti saltato la colazione, ma ero certo che avrei visto L e Sungyeol mangiare a quel bar di fronte al mio negozio.
 
Nonostante quel ragazzo mi stesse simpatico, saperlo vicino a Myungsoo mi dava comunque un po’ di fastidio.
 
Quindi in quel modo li avrei tenuti controllati tutto il giorno, senza farmi scoprire.
 
Ringraziai quel costume da panda e continuai a camminare.
 
 
Dopo pochi minuti eravamo arrivati, così m fermai.
 
Feci un inchino accennato e li salutai con un sorriso.
 
Proprio mentre me ne stavo per andare, proseguendo da solo verso il negozio di giocattoli, come facevo sempre, una voce da dietro mi chiamò.
 
Mi bloccai, girandomi all’istante, trovandomi faccia a faccia con Sungyeol.
 
-Dove te ne vai? Non ti accompagniamo fino al tuo lavoro?
 
Sobbalzai – N-No, non ti preoccupare… ! – mi affrettai a d aggiungere – Proseguo da solo!
 
E senza dargli il tempo di ribattere, corsi verso il negozio di giocattoli, lasciandoli da soli.
 
Non pensavo di aver fatto nulla di male, ma inconsciamente avevo aiutato Sungyeol.
 
Ora conosceva il mio punto debole e avrebbe sfruttato quell’occasione.
 
 

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~ Note dell’autrice ~
 
‘Giorno a tutti! ^O^
Rieccomi con il nuovo capitolo!
Non mi piace per niente, a dir la verità… ma dovevo parlare di questo prima di proseguire… v.v… ok, non importa a nessuno! Sorvoliamo!
Ringrazio tutti voi che state continuando a leggere questa ff! <3
Spero continuerete a seguirla perché ho un sacco di idee in mente per continuarla! ^^
Vi abbraccio tutti!
E abbraccio anche la mia Umma per le continue recensioni! <3
 
Ora che Sungyeol ha scoperto il punto debole di SungJong… cosa farà?
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie

 
Ps. .... *muore* ... <3 <3 <3


  

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



 


[Sungyeol POV]

 
Avevo quindici anni, forse sedici.
 
Era una calda, quasi bollente, estate.
 
Quell’anno, avevo trascorso quel periodo di assenza da scuola sempre a casa.
 
Non avevo passato quelle giornate in giro tra una città e all’altra, come invece avevo fatto tutti gli anni prima.
 
Mi ero limitato a trascorrere quel tempo in compagnia di una persona.
 
Myungsoo.
 
Ormai erano passati anni da quando l’avevo conosciuto la prima volta, e la nostra poteva considerarsi una vera e propria amicizia fraterna.
 
Ero più grande di lui di un anno, ma poco importava.
 
La nostra amicizia era nata in automatico, come se fosse la cosa più naturale di quel mondo.
 
A me stava bene.
 
Avevo sempre trattato Myungsoo come un fratello minore, eppure in quel periodo, dopo tutte le ore passate insieme, le chiacchiere e le battute scambiate felicemente, qualcosa era cambiato.
 
Dentro di me sapevo di provare un affetto incondizionato per lui.
 
Ero stato innamorato anche io, certo, ma mai di un ragazzo.
 
Innumerevoli labbra di ragazza avevano sfiorato le mie, eppure in quel momento avevo voglia di assaggiare solo il sapore di una bocca.
 
Quell’estate, le corteggiatrici non erano mancate, ma io le avevo semplicemente ignorate.
 
Anche se non volevo ancora ammetterlo, il mio cuore era già occupato da una persona.
 
Una persona che ancora mi considerava solo come un fratello.
 
Avrei voluto dichiararmi.
 
Urlargli contro tutto quello che provavo.
 
Rivelargli i miei sentimenti di amore puro.
 
Eppure non lo feci.
 
Sapevo che l’occasione giusta sarebbe arrivata.
 
Avrei avuto anche io il mio momento per dichiararmi a Myungsoo.
 
--
 
Gli anni passarono e Myungsoo se ne andò, lasciandomi da solo con il cuore che urlava ancora il suo nome.
 
Era stata una decisione inaspettata, presa velocemente e senza preavviso.
 
Non ero pronto a lasciarlo andare.
 
Lo volevo ancora accanto a me.
 
Sapevo solo una cosa: avrei dovuto dichiararmi.
 
Era giunto il momento di dirgli tutto.
 
I sentimenti, che avevo segretamente cresciuto dentro di me, dovevano venire allo scoperto.
 
Ma nonostante la mia decisione, sprecai anche quell’occasione, per la paura di un rifiuto che avrebbe fatto troppo male.
 
Così Myungsoo se ne andò e io rimasi con l’incertezza.
 
Incerto se l’avrei più rivisto.
 
Se avrei mai più avuto la sua figura calma e tranquilla al mio fianco.
 
Quella figura che mi era stata accanto per tutti quegli anni.
 
Mi mancava già e il mio cuore scoppiò a piangere al posto mio.
 
--
 
Dopo un anno, me ne andai anche io.
 
Lasciai casa, famiglia e amici, proseguendo da solo la mia strada.
 
Non me ne ero andato senza un motivo. Avevo un pensiero fisso che mi aveva spinto a fare tutto quello.
 
Dovevo ritrovare Myungsoo.
 
Prima di andarsene mi aveva rivelato la città dove aveva intenzione di trasferirsi, ma non mi lasciò nessun indirizzo per ritrovare la sua casa.
 
Per tutto quel tempo avevo cercato di interpretare quel messaggio.
 
Myungsoo mi aveva detto tutto quello perché voleva che venissi a trovarlo? Oppure era un modo gentile per dirmi di lasciarlo vivere la sua vita da solo?
 
No, non era possibile.
 
L era sempre stato un ragazzo gentile e noi eravamo migliori amici.
 
Così mi decisi e mi trasferii in quella città.
 
Non sapevo come sarei riuscito.
 
Quel posto non era grande, eppure a ogni angolo della città c’era un condominio che brulicava di persone.
 
Come avrei fatto a trovarlo in tutto quel trambusto?
 
Eppure la fortuna era dalla mia parte, come invece non l’era mai stata.
 
Così mi bastarono due giorni a girare per quelle strada affollate per trovarlo.
 
Lo trovai per caso, fermo in un punto indefinito del marciapiedi, con il suo solito sguardo perso nel nulla.
 
Sembrava stesse aspettando qualcuno, quindi rimasi un po’ di tempo a riflettere sul da farsi.
 
Ma la felicità di averlo rincontrato era troppo grande e alla fine mi decisi ad andargli incontro.
 
Con mia grande sorpresa, alla mia vista Myungsoo sorrise, sinceramente felice di rivedermi.
 
Per poco non riuscì a trattenermi dall’andare a baciare quelle labbra che ora erano allargate in una risata serena.
 
Chiacchierammo per qualche minuto spensieratamente. Era trascorso molto tempo da quando avevamo passato tempo insieme e ora stavamo recuperando le giornate passate lontane.
 
Immersi in quella nuova felicità, non mi accorsi che Myungsoo aveva spostato lo sguardo su qualcos’altro o meglio … qualcun altro.
 
Fu questione di pochi secondi, di una singola frase da parte di L e il mondo mi crollò a dosso.
 
-Oh, no no! Lui non è mio amico! E’ il mio fidanzato!
 
Avevo pensato a molte cose: che Myungsoo si fosse dimenticato di me, che si fosse trovato nuovi amici migliori di me … ma questa no!
 
Non avevo mai voluto pensare a tutto questo.
 
Il suo nome era ancora inciso fresco sul mio cuore, non volevo che avesse trovato qualcuno d’amare al d’in fuori di me.
 
Era un pensiero egoistico, ma in quel momento non riuscivo a pensare a nient’altro.
 
Volevo solo che SungJong se ne andasse dalla sua vita.
 
Ero sempre stato un ragazzo allegro, di quelli che non si arrabbiano facilmente, soprattutto per un motivo così schiocco.
 
Eppure in quel momento ribollivo di rabbia e gelosia nei confronti di quel ragazzo dai lineamenti femminili.
 
Inutile dire che, quando scoprii che abitavano già insieme, la mia gioia precipitò ancora una volta nell’oblio.
 
Ma ora, in quella mattina fredda, trovai il mio piano.
 
Il mio piano per far lasciare quei due ragazzi e conquistare finalmente Myungsoo.
 
Mi bastava solo scoprire qual’era il lavoro di SungJong.
 
--
 
Erano passati quattro giorni da quando avevo rincontrato Myungsoo e li avevo passati sempre in sua compagnia.
 
Pur di non lasciarlo solo con SungJong, avevo preso l’abitudine di accompagnarlo sempre a lavoro con L.
 
In questo modo, speravo di riuscire anche a scoprire cosa stesse nascondendo quel ragazzo.
 
Non mi sembrava una cosa normale, eppure sia per Myungsoo che per SungJong era così.
 
Ormai era diventato una cosa abituale per loro e a L non sembrava particolarmente interessato a scoprire che lavoro facesse.
 
Ma io avevo intenzione di scoprirlo. Avrei giocato carte false pur di farli lasciare.
 
Era la prima volta che mi comportavo in modo così meschino ma non potevo farne a meno.
 
L’amore per Myungsoo era troppo grande.
 
--
 
Una mattina eravamo tutti e tre a camminare in quella città.
 
In quei giorni avevo cominciato a parlare più spesso con SungJong.
 
Quanto mi costava ammetterlo, ma era un ragazzo simpatico.
 
Se non mi avesse fregato il fidanzato probabilmente saremmo potuti diventare amici. Ma non in quel contesto e in quel particolare momento.
 
Quella mattina era cominciata come tante altre, ma non sarebbe finita ugualmente.
 
Mi ero deciso: quel giorno avrei seguito SungJong.
 
 
Lo salutammo in quel punto del marciapiedi e lui proseguì da solo verso il lavoro.
 
Myungsoo si avviò verso il bar dove avevamo passato gran parte del tempo in quei giorni, a chiacchierare e bere qualcosa di caldo. Ma io non lo seguì.
 
Arrancai la prima scusa che mi venne in mente e con discrezione seguì SungJong, che distava già molti metri.
 
Camminai per qualche minuto, certo che mi sarei perso.
 
Non conoscevo affatto la zona e quel ragazzo si stava sempre più allontanando dal centro di quella città.
 
Poco tempo dopo, arrivammo a destinazione.
 
Sorrisi amareggiato.
 
Ci eravamo fermati dietro il retro di un negozio.
 
In quel modo non sarei mai riuscito a capire dove lavorasse.
 
Proprio quando stavo per rinunciarci e tornarmene da Myungsoo, qualcuno aprì quella porta sul retro.
 
Lì per lì non lo riconobbi ma mi bastarono poche occhiate per capire chi fosse.
 
Quel vecchietto dagli occhi vivaci e quella barba bianca non mi era nuovo.
 
Ero certo di averlo già visto parecchie volte.
 
Ma dove?
 
Ed ecco un illuminazione.
 
Così corsi verso il posto dove avevo visto varie volte quel vecchietto.
 
Corsi a perdifiato verso il negozio di giocattoli di fronte al bar.

 

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~  Note dell’autrice ~
 
E riecco di nuovo Maggie, che al posto di deliziarsi (?) studiando greco è qui che aggiorna!
Vabbé, annyeong a tutti, miei carissimi lettori! ^^
Ecco il 14° capitolo!
Sono infelice (Forse dispiace solo a me!) di dirvi che oggi ho stilato una scaletta con tutte le idee per questa ff… e sono venuti fuori ben 87 punti! -.-“
Ho davvero troppe idee e poco tempo per scrivere!  >.<
Beh, ora è il momento di ringraziarvi! <3
Grazie a tutti voi amorini (?) che state seguendo questa fan fiction! Lo so che è noioso ricordarlo sempre, ma se mai avreste voglia di dire la vostra su questa storia … siete liberissimi di farlo! ^O^
Io sarei davvero felice di ricevere recensioni! Oltre a quelle che mi lascia la mia Umma, che approfitto di ringraziare! <3
 
Vi aspetto al prossimo capitolo per scoprire cosa succederà all’adorabile (Almeno per me! :>3<) coppia MyungJong! ^^
(Più parlo di Sungyeol.. e più mi dispiace che sia l’antagonista di questa storia! T.T Beh… solo per ora…)
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie

 
Ps. Nonostante Non mi piaccia molto la Myungyeol... la JongYeol non mi dispiace! :3

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***



 


[Sungyeol POV]
 

Dove avevo visto quel vecchietto?
 
I suoi tratti non mi erano nuovi.
 
Erano quelli di una persona che si è vista qualche volta, di sprovvista.
 
Qualcuno come il cameriere di un bar che frequenti spesso, o il proprietario di un negozio…
 
Quel anziano signore dalla barba bianca, che aveva aperto la porta a SungJong, gestiva quel negozio di giocattoli, che stava proprio davanti al bar dove, io e L, eravamo andati in quei giorni.
 
Mi era capitato di lanciarci l’occhio qualche volta, attirato dai colori vivaci di quel posto, e così la sua anziana immagine mi era rimasta impressa nella mente.
 
Ora avevo scoperto dove lavorasse SungJong.
 
Non capivo, però, ancora come mai quel ragazzo dai tratti effeminati provasse vergogna a lavorare in un simile posto, a tal punto da nasconderlo perfino al suo fidanzato.
 
Certo, non era il lavoro più virile che esistesse in quel mondo, ma c’era ben di peggio.
 
Proprio per quello, le cose non mi tornavano.
 
Ero certo che dietro a quella segretezza, c’era qualcosa di più grande e imbarazzante.
 
Dovevo scoprire quale fosse il vero punto debole di SungJong.
 
Corsi fino a quel negozio, cercando di ricordarmi a strada, percorrendo i miei passi all’inverso.
 
--
 
Quale minuto dopo, ero finalmente riuscito a ritrovare quel negozio.
 
Mi ero perso, lo ammetto, e per colpa di questo avevo sprecato ben 20 minuti.
 
Stando attento a non farmi vedere da Myungsoo, che se ne stava già seduto al solito tavolo del bar, buttai l’occhio dentro il negozio di giocattoli.
 
Ma a parte il vecchietto di prima e qualche madre in cerca di regali per i figli, non vidi SungJong.
 
Esaminai attentamente ogni singolo metro quadrato di quel posto che sprizzava allegria da tutti i pori.
 
Erano i classici posti in cui amavo andare da bambino.
 
Spesso costringevo i miei genitori a portarmici, anche solo per dare un occhiata veloce e assaporare la giovinezza di quei negozi.
 
Per un bambino di giovane età, qual’ero stato, un negozio di giocattoli equivaleva in tutto e per tutto a un paradiso.
 
Ma adesso in quel paradiso lavorava colui che poteva essere ritenuto il mio peggior nemico, almeno in fatto d’amore.
 
 
Dopo aver preso una buona dose di coraggio, mi decisi a entrare in quel luogo pieno di madri e bambini dai lecca-lecca colorati.
 
Cercai di coprirmi il viso il più possibile con i capelli, mentre gli sguardi delle persone lì presenti si concentravano tutti su di me.
 
Ora mi pentivo sempre più di essere entrato in quel posto.
 
C’era anche la possibilità che mi fossi sbagliato.
 
Che avessi confuso quell’anziano vecchietto per un’altra persona.
 
Probabilmente nemmeno lavorava lì SungJong. Anzi, era più che probabile!
 
Era impossibile che lavorasse proprio di fronte al bar preferito di Myungsoo, ma quest’ultimo non l’avesse mai visto.
 
Scossi la testa, non sapendo più che fare.
 
-Buongiorno, giovanotto! Hai bisogno d’aiuto?
 
Sobbalzai e mi girai verso la voce che mi aveva rivolto la parola.
 
Era il vecchietto.
 
-Uhm… -sbiascicai, non sapendo come rispondere –Sto cercando un amico…-ammisi alla fine.
 
-Un amico?- chiese l’anziano uomo di fronte a me, piegando appena la testa confuso.
 
-S-Si… - continuai imbarazzato –Non è che lavora qua un certo SungJong?
 
Il vecchietto sembrò rifletterci un attimo, poi esclamò –Ah, si! Il peluche! Te lo chiamo subito,… dovrebbe essere sul retro! – detto questo se ne andò, lasciandomi solo con una parola in mente.
 
Peluche.
 
Che diamine voleva intendere con la parola “peluche”?!
 
Sospirai, aspettando che tornasse l’anziano proprietario del negozio.
 
Spostai lo sguardo verso il bar, dove Myungsoo se ne stava seduto, dando le spalle alla strada e a me.
 
Ma non faceva nient’altro per tutto il giorno?
 
Se ne stava solo lì a passare il tempo svogliatamente… ?
 
I miei pensieri furono nuovamente interrotti dalla voce del vecchietto.
 
-Ecco, SungJong! – esordì l’anziano, andando poi a servire una donna dal cappotto pesante.
 
Mi voltai, incontrando così la faccia del ragazzo che quella mattina avevo seguito.
 
Allora, era vero. Lavorava davvero in quel negozio di giocattoli.
 
Ma perché il vecchietto lo avevo chiamato “peluche”?
 
Le risposte arrivarono dopo poco quando spostai lo sguardo sul resto del suo corpo.
 
Sgranai gli occhi.
 
Perché SungJong portava un costume da panda e, sottobraccio, la testa pelosa dello stesso animale?
 
Il ragazzo di fronte a me fece qualche passo indietro, mentre le sue guance si facevano sempre più rosse per l’imbarazzo.
 
Allora c’era davvero qualcosa di più!
 
C’era davvero un motivo perché aveva sempre tenuto nascosto il suo lavoro a Myungsoo.
 
Non voleva dirgli che passava le giornata con indosso un ingombrante costume da panda, con tanto di testa, in un negozio di giocattoli.
 
Finalmente avevo trovato il suo punto debole, mi bastava solo andarlo a rivelare a L.
 
Feci per uscire dal negozio, ma qualcosa mi bloccò.
 
Mi voltai verso SungJong che, con lo sguardo basso, teneva stretto un lembo del mio cappotto e si mordeva nervosamente il labbro inferiore.
 
-Lo andrai a dire a Myungsoo, vero… ?- chiese con un filo di voce, ma a quella domanda non si aspettava nessuna risposta.
 
-Non sono affari tuoi.- dissi solo.
 
-Sungyeol… - cominciò a dire- Tu ami Myungsoo, non è così… ?
 
Sgranai gli occhi.
 
Come poteva quel ragazzo, che avevo sempre ritenuto così ingenuo, aver capito in quei pochi giorni i miei sentimenti?
 
Come aveva fatto a leggere così semplicemente il mio cuore?
 
Io stesso avevo impiegato parecchi anni per far chiarezza sui miei sentimenti, ma a lui erano bastati pochi giorni in mia compagnia.
 
Mi allontanai da SungJong, facendo in modo che mi lasciasse libero il braccio.
 
-N-Non è giusto che tu gli menta… Non si merita questo! – replicai ignorando la sua domanda.
 
SungJong accennò un sorriso, senza guardarmi dritto negli occhi.
 
-Allora lo devi amare proprio tanto…
 
Sobbalzai nuovamente.
 
Perché? Perché quel ragazzo riusciva a capirmi?
 
Forse perché entrambi eravamo innamorati dello stesso ragazzo, o forse perché in fondo ci assomigliavamo. Anche troppo!
 
-E tu? Non lo ami abbastanza da rivelagli anche il tuo lavoro.. ?
 
-Lo amo così tanto … - ammise SungJong –Proprio per questo non voglio che lo sappia….- in quel momento mi sembrò di scorgere qualcosa di luccicante e umido che scivolava lentamente sulla sua guancia, e finiva per scontrarsi con il pelo sintetico di quel costume.
 
Non so cosa mi fece cambiare idea… Forse le sue parola sincere, forse quella singola lacrima, forse perché ci assomigliavamo troppo.
 
Non saprei dare una risposta precisa, ma una forza invisibile mi fece bloccare, e non riuscii a rivelare tutto a Myungsoo.
 
Rimasi solo lì, fermo, insieme a SungJong che non accennava a muovere nessun muscolo.
 
Nonostante il mio cuore mi intimava a correre da L, la mia mente aveva capito che tutto quello non era giusto.
 
Myungsoo e SungJong si amavano troppo, ora l’avevo capito. Non volevo che si lasciassero per colpa mia.
 
Decisi. Da domani sarei ritornato il solito ragazzo allegro di sempre, e avrei scacciato la mia gelosia.
 
Avrei trattato L da fratello, come avevo fatto in tutti quegli anni.
 
-Promettimi di trattarlo bene…
 
-Come? – chiese SungJong, alzando finalmente lo sguardo verso di me.
 
-Prometti di amare Myungsoo, più di quanto avrei fatto io….
 
Il ragazzo di fronte a me sbatte qualche volta le palpebre, sorpreso e confuso allo stesso tempo.
 
-Promettimelo! – gli ordinai alzando di più il volume della voce.
 
Lui annuì, scuotendo fortemente la testa, continuando a tenere stretto tra le mani quella testa di panda.
 
Sospirai –Bene…
 
Come se niente fosse, SungJong mi si catapultò praticamente a dosso, stringendomi forte in un abbraccio.
 
Sgranai nuovamente gli occhi.
 
-Grazie, Sungyeol! Sei un ragazzo fantastico!!
 
Arrossì appena, sorpreso da tutta quella energica confidenza.
 
Così mi convinsi di tutto.
 
Io e Myungsoo eravamo solo due grandi amici. La nostra era un’amicizia fraterna, nulla più.
 
Sarà stata per la situazione o forse perché quel ragazzo dai lineamenti femminili mi aveva aperto dolcemente gli occhi, come dolce era l’abbraccio che mi stava sinceramente donando.
 
Per una seria di motivi mi lasciai andare e, stretto tra le braccia di quel peluche umano, piansi.
 
Piansi lacrime che non avrei mai voluto piangere.
 
Lacrime di un amore non ricambiato.
 

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~ Note dell’autrice ~
 
Ci ho preso gusto ad aggiornare presto, eh?
Comunque, rieccomi qua! ^^
Questo è uno di quei capitoli che dovrebbero essere carini e pucciosi… ma alla fine non lo è! Perché non sono abbastanza dolce da riuscire a descrivere certi momenti?!
Per certi versi… Sungyeol è stato troppo veloce a rinunciare al suo amore… ma per altri dovevo accorciare i tempi, se no sta ff diventa infinita! -.-“
Beh, ormai quel che è fatto è fatto!
Avrei voluto far comparire anche Sunggyu e famiglia bella in questo capitolo… ma dopo la loro felicità mi avrebbe scacciato anche la poca pucciosità di questo capitolo! xD
Vabbè.. ora vi lascio! *Sarebbe anche ora! >.<*
Un grazie a tutti voi e alla mia Umma! <3
 
Il prossimo capitolo ci aspetta la festa di Natale!! ^O^
(O almeno credo! xP)
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie

 
Ps. E dopo aver fatto tornare la MyungJong… questo sarà il mio obbiettivo:


 
Si,… farli diventare così amici! ^O^ Con Myungsoo basito! xD
(… v.v.. credo di essermi fregata da sola….) 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***



 


[SungJong POV]
 
 
Natale.
 
Finalmente era arrivata anche quella festività.
 
Era passato un mese da quando avevo parlato per la prima volta con Myungsoo, ma mi sembrava che fosse passato solo qualche ora.
 
I momenti trascorsi insieme erano indimenticabile e sarebbero stati rinchiusi tra le mura di quell’appartamento, custoditi segretamente per sempre.
 
Forse era quel clima festivo che mi faceva pensare questo, ma poco importava.
 
Volevo mantenere quell’allegria ancora per un po’.
 
Volevo godermi quegli attimi di serena tranquillità.
 
Volevo che quel Natale non passasse come tutti gli altri.
 
I sorrisi e le risate, che ci saremmo scambiati in quell’occasione, non sarebbero stati falsi e tirati come quelli degli anni scorsi.
 
La felicità sarebbe stata pura, condotta dal luccichio colorato degli addobbi natalizi e dalla neve che delicatamente si sarebbe appoggiata su tutta la città.
 
Non sapevo con chi o come avrei passato il Natale, ma sapevo con certezza che sarebbe stata una notte indimenticabile.
 
Il mio cuore, tenuto al caldo da quel costume da panda, batteva già per l’emozione.
 
Il Natale era arrivato e per una volta ero davvero felice.
 
Avrei trascorso attimi sereni in compagnia delle persone che amavo.
 
Ne ero certo.
 
--
 
∞ Due giorni prima ∞
 
-Allora? – esordì Myungsoo dal nulla –Hai programmi per Natale?
 
Alzai la testa dalla tazza di latte con cui stavo tranquillamente facendo colazione.
 
Fino a quel momento non aveva mai parlato dei nostri programmi per le vacanze natalizie.
 
Per due settimane sarei stato libero dal lavoro, ma a parte dormire fino a tardi, non avevo organizzato nient’altro.
 
-Non direi…- risposi alla fine –E tu?
 
L sembrò rifletterci –Non credo di aver nessun programma per Natale. – rispose, alzandosi poi dal tavolo e andando ad appoggiare i piatti sporchi della sua colazione nel lavello.
 
-O forse si… - disse, rivolgendomi un sorriso malizioso prima di uscire dalla stanza.
 
Strabuzzai appena gli occhi, rimanendo per un attimo a fissare la sua schiena che lentamente si allontanava.
 
Quel ragazzo certe volte era un tale mistero…
 
Cosa avrà voluto intendere con quella frase finale?
 
Riflettendoci, sparecchia la tavola per poi andarmi a preparare per l’ennesima giornata di lavoro.
 
Ancora pochi giorni e sarebbe arrivato Natale.
 
Chissà come l’avrei passato….
 
--
 
Fino all’ultimo giorno lavorai.
 
Passai la mattina del 24 dicembre e gran parte del pomeriggio, nel negozio di giocattoli.
 
Per tutta la giornata fui costretto a accogliere i clienti, quel giorni più numerosi, e fare inchini affrettati prima di rimettermi a lavoro.
 
Ero felice. Nonostante stessi ancora lavorando, ero felice.
 
E chi non lo sarebbe sapendo che è Natale?
 
Nonostante sperassi in un “bianco Natale”, non c’era segno di neve.
 
Ma non vi volevo abbattere e speravo in un annuvolamento, che avrebbe fatto cadere soffici e freddi fiocchi.
 
Quasi mi sembrava già di sentire la sensazione della neve sulla mia pelle.
 
-SungJong….? SungJong?!
 
Sobbalzai , accorgendomi solo ora della voce che mi aveva ripetutamente chiamato, e che ora mi stava togliendo quella testa di panda.
 
-SungJong, dove hai la testa?! E’ mezz’ora che ti chiamo!- mi rimproverò il simpatico (quando voleva) proprietario di quel negozio di giocattoli.
 
Arrossì appena, imbarazzato di aver avuto per tutto quel tempo la testa fra le nuvole, al posto di occuparmi dei clienti.
 
-Aish… -sospirò il vecchietto di fronte a me –Comunque puoi andare!
 
Alzai la testa verso di lui –Come… ?
 
-Ti ho detto che puoi andare a casa! E’ pur sempre Natale, no? E poi il tuo fidanzato ti starà sicuramente aspettando… !
 
Sgranai gli occhi, diventando talmente paonazzo da far invidia a un pomodoro.
 
-C-Come… ??- esclamai con la voce stridula e imbarazzata.
 
-Tsk! Come se non mi accorgessi di nulla! Ho visto come lo guardi ogni giorno, e vi ho visto tornare pure a casa insieme un paio di volte! – spiegò, giocherellando con il pelo sintetico di quella testa di panda – Sarò anche vecchio ma non so mica scemo, ragazzo mio!
 
Mi morsi nervosamente un labbro, non sapendo come ribattere.
 
Si vedeva così tanto che amavo Myungsoo?
 
-Forza! – esclamò alla fine, ridandomi la testa del costume –Va a casa…! – disse, facendo per andare a servire un cliente, ma poi ritornando a fissarmi –E buon Natale!
 
Ricambia l’augurio, ancora basito.
 
Poi mi affrettai ad andarmi a cambiare, pronto per tornarmene a casa.
 
--
 
Quel giorno sarei dovuto tornare a casa da solo.
 
La mattina Myungsoo si era scusato con me perché non mi avrebbe potuto accompagnare, ma non ne era dispiaciuto.
 
Per una volta aveva avuto degli impegni.
 
Qualcos’altro da fare oltre a stare tutta la giornata in quel bar.
 
Qualsiasi cosa fosse “qualcos’altro”…
 
Stretto in una pesante sciarpa di lana colorata, camminai per quelle strade.
 
Quel giorno il lavoro era davvero finito prima e il sole doveva ancora tramontare del tutto.
 
I negozi erano pieni di gente che faceva gli ultimi acquisti, mentre dalle case si poteva sentire l’odore del cibo caldo e vedere le lucine degli alberi di natale.
 
Tutto era così bello e felice che per poco non mi misi a far capriole per la strada.
 
Non sapevo perché fossi così contento.
 
I Natali passati erano trascorsi normalmente e quell’eccitazione mi era nuova.
 
Forse ero felice perché sapevo con certezza che quest’anno lo avrei festeggiato con la persona che amavo.
 
Accelerai il passo, ansioso di ritornare a casa e rivedere il volto perfetto di Myungsoo.
 
Chissà cosa aveva combinato tutto il giorno… !
 
--
 
Le risposte arrivarono poco dopo.
 
Ancora prima che varcassi quella porta, avevo come il presentimento che ci fosse qualcosa di bello.
 
Come la sensazione che ci fosse qualcosa di speciale.
 
E avevo ragione.
 
Non riuscii a salutare Myungsoo, che i miei occhi furono rapiti da quell’appartamento.
 
Non mi tolsi nemmeno le scarpe e continuai a indossare il cappotto, mentre vagavo per le stanze.
 
Che avessi sbagliato casa?
 
Eppure era strano, prima d’ora non mi era mai capitato.
 
Ma era tutto così bello e luminoso.
 
In ogni stanza,un addobbo natalizio o una fila di lucine decoravano l’ambiente.
 
In ogni metro quadrato di quell’appartamento si respirava odore di festa.
 
Un grande albero di Natale, addobbato in modo accurato e maniacale, occupava gran parte del salotto, già piccolo di suo.
 
Un motivetto tipicamente natalizio risuonava per tutta la casa, annunciando a gran voce che era finalmente arrivata quella festa.
 
Passai in rassegna a tutte le stanza, meravigliato.
 
Allora era così che aveva passato la giornata Myungsoo.
 
Al posto di starsene al bar, a far ben poco, si era impegnato a rendere quel posto natalizio.
 
Non avevo mai visto così tante lucine e addobbi messi insieme, per di più in un appartamento di quella portata.
 
Ancora rapito da tutti quei colori festivi, andai nell’ultima stanza che non avevo ancora visitato: la cucina.
 
E lì ad aspettarmi c’era Myungsoo.
 
Con a dosso dei semplici quanto eleganti vestiti, mi dava le spalle, tutto impegnato a cucinare.
 
Quando sentii i miei passi alle spalle, si girò sorridendomi.
 
-Sei tornato prima!
 
Non risposi, troppo preso ad ammirare quella stanza anch’essa decorata, e le pietanze sistemate sul tavolo.
 
-C-Cos’è tutta ‘sta roba… ?- riuscii solo a dire, continuando a guardarmi intorno.
 
Myungsoo sorrise, felice della mia reazione –Una cena di Natale?
 
-Ahh… - esclamai continuando a fissare la quantità di cibo disposta con cura.
 
Da quando in qua era così bravo a cucinare?
 
-SungJong-ah! – richiamò la mia attenzione –Le scarpe?! Guarda che io ho pulito il pavimento!
 
-Ahh… -feci nuovamente ancora mezzo incantato - … okay…. – dissi, togliendomi le scarpe.
 
-SungJong-ah?- dissi ancora L e questa volta alzai la testa, appena in tempo per vedere le sue labbra morbide appoggiarsi sulle mie.
 
Sgranai appena gli occhi, ritornando subito alla realtà.
 
-Buona Vigilia di Natale, amore… - sussurrò, accarezzandomi una guancia, dolcemente.
 
-B-Buona… Vigilia anche a te… - ricambia l’augurio, fissandolo negli occhi, mentre lui ancora mi teneva stretto il volto tra le mani.
 
Mi sorrise, passando poi in rassegna ai miei abiti.
 
-SungJong… - cominciò a dire, srotolandomi lentamente la sciarpa – Nemmeno il cappotto ti sei tolto… ?- continuò, maliziosamente.
 
Mugugnai qualcosa di incomprensibile, mentre Myungsoo cominciava a lasciarmi baci umidicci su tutto il collo che aveva velocemente liberato dalla sciarpa.
 
Senza staccare le sue labbra dalla mia pelle nuda, cominciò a calarmi anche il cappotto dalle spalle.
 
In quella stanza dalle lucine colorate, che mi illuminavano entrambi, ce ne stavamo stretti in un bacio.
 
Era tutto così perfetto.
 
Sarebbe stata la migliore Vigilia di Natale che avrei mai passato.
 
Se non fosse stato per un dettaglio.
 
Un inconveniente che ci fermò.
 
Per l’ennesima volta fummo interrotti, proprio nel momento in cui ci stavamo scambiando affettuose attenzioni.
 
Il campanello suonò.
 
Scossi la testa infastidito.
 
“Non un’altra volta!”
 
Ci scambiammo uno sguardo veloce e decidemmo di andare a vedere chi fosse questa volta, insieme.
 
Ci trascinammo verso la porta, sistemandoci capelli e vestiti.
 
Ebbi appena il tempo di aprire la porta che una folle energia festosa si scatenò all’interno, e la tranquillità di poco prima scomparii.
 
-Buona Vigilia di Natale!!! – urlarono in coro Sunggyu, Woohyun e Dongwoo, tenendosi a braccetto.
 
Sia io che Myungsoo sobbalzammo spaventati, mentre quei tre ragazzi entravano in casa, senza invito, portando borsine cariche di cibo e pacchetti.
 
-Che ci fate qui?- chiesi alla fine.
 
-Festeggiamo il Natale con voi! – risposte Sunggyu, mentre, insieme agli altri due, si toglieva le scarpe all’ingresso.
 
Solo in quel momento ci accorgemmo di un quarto individuo che se ne era stato in silenzio per tutto quel tempo, alle loro spalle.
 
-Sungyeol… ?- feci, piegando la testa di lato – Che ci fai qui?
 
Il ragazzo dall’alta statura non ebbe il tempo di rispondere che parlò Woohyun.
 
-Lo abbiamo trovato a vagare per questa via e, dopo aver scoperto che era un vostro amico, l’abbiamo invitato!
 
-Invitato a cosa?! Non c’è mica una festa qui! – replicai.
 
-C’è da adesso!- ribatté Dongwoo, entrando con gli altri in casa.
 
-M-Ma.. cosa.. ?- sbiascicai senza sapere più che dire.
 
A quel punto sentii una risata familiare alle mie spalle.
 
Era Myungsoo che rideva di gusto.
 
-Fortuna che ho fatto la spesa! – commentò – Sarà meglio che me ne ritorni in cucina!
 
Sorrisi anche io con loro.
 
Forse quel Natale non sarebbe stato la cenetta romantica che avevo immaginato, ma erano presenti tutte le persone più importati per me.
 
Si, sarebbe stato un Natale indimenticabile.

 

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~ Note dell’autrice ~
 

Hello a tutti! ^O^
E rieccomi, un'altra volta, che al posto di studiare aggiorno! -.-
Vabbè, ma non è colpa mia se ho ispirazione in questi giorni!
Beh, questa è la prima parte della festa di Natale! ^O^
Spero sia un inizio decente visto che il prossimo capitolo sarà a rating rosso! ;3
Il vecchietto di ‘sta storia mi sta particolarmente simpatico ora! Kekeke!

Ringrazio come al solito voi lettori, Perlascent Blue Sky che ha recensito, e la mia Umma che continua a leggere questa ff! <3
Vi aspetto al 17° capitolo e se avrete voglia di recensire fatelo pure! ^^

Tanti chu :3 :3 :3
Maggie
 

Ps. Lo so… nella foto iniziale c’è anche Hoya, anche se non è ancora comparso! Insomma… ignoratelo per ora, ma prima poi comparirà! ^O^ 

PPs. SungJong! >3< Ma che fai?! <3

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***




 

[SungJong POV]
 

Se la serata era cominciata bene, era continuata benissimo.
 
Tra pietanze calde, risate, chiacchiere, sorrisi sinceri e il luccichio degli addobbi, quel cenone di Natale stava proseguendo.
 
Era la prima volta che mi trovavo così a mio agio tra così tanta gente.
 
Probabilmente perché quelle erano le persone a cui volevo più bene.
 
Il tavolo era piuttosto piccolo per 6 persone, eppure non ne facevamo un problema.
 
Anche se stretti l’uno all’altro, con bene poche possibilità di muoversi, stavamo festeggiando quel giorno in allegria.
 
Myungsoo aveva cucinato tutto alla perfezione e aveva sorpreso tutti.
 
Nonostante quella fosse stata pensata come una cena intima per due, il cibo era bastato per tutti e nessuno si era lamentato.
 
Sunggyu, Woohyun e Dongwoo erano entrati di prepotenza con il loro solito fare esagerato, ma avevano rallegrato l’aria di quel posto.
 
Sungyeol, inizialmente un po’ schivo, aveva cominciato a parlare amichevolmente con tutti, facendo così uscire il suo lato scherzoso e socievole.
 
Ormai tutti l’avevano accolto in quella, che doveva essere, una famiglia.
 
Perché lo era in tutti gli effetti.
 
Le nostre risate rimbombavano per tutto l’appartamento, creando un atmosfera festosa, come se non ci fosse già.
 
L’aria in quel posto si era fatta calda e accogliente, e nessuno di noi se ne sarebbe mai voluto andare.
 
Eravamo 6 ragazzi.
 
Alcuni erano come fratelli, altri invece si erano appena conosciuti, ma poco importava.
 
In breve tempo avevamo creato una situazione famigliare che aveva scaldato il cuore di tutti.
 
In quella circostanza ero finalmente riuscito a vedere quale fosse la vera natura di Sungyeol.
 
Un ragazzo solare, pieno di energia e con un perenne sorriso sulla faccia.
 
Ammetto che mi era dispiaciuto non poco per lui.
 
Aveva dovuto lasciare stare il suo amore per Myungsoo per farsi che io rimanessi con lui, continuando ad amarlo.
 
Certe volte pensavo che forse Sungyeol avrebbe potuto far più felice di me L, ma pensare di rinunciare a quel ragazzo perfetto, anche solo per pochi secondi, mi era impossibile.
 
-Allora, SungJong… -esordì all’improvviso Sunggyu – Come va il rapporto tra voi due? –chiese con un sorriso, riferendosi a me e a Myungsoo.
 
Per poco non mi strozzai con il bicchiere d’acqua che stavo bevendo.
 
-Come?? – fece Woohyun – Da quando in qua quei due stanno insieme … ?
 
-Non ve ne eravate accorti? –continuò il maggiore tra i sei.
 
-E come avremmo potuto.. ?- chiese Dongwoo questa volta.
 
-Oh, ma dai! –sbuffò Sunggyu –Ma se quando siamo entrati questi due avevano certe facce! Sicuramente stavano per fare ses-
 
-HYUNG!! – strillai, bloccandolo all’istante – Come fai a dire certe cose con tranquillità?! – continuai, mentre il volto mi si colorava di un rosso acceso.
 
Nella stanza piombò per un attimo il silenzio, poi tutti scoppiarono in una rumorosa risata.
 
-In effetti non ha tutti i torti… – esclamò L.
 
-MYUNGSOO!! Ma che dici?! – strillai nuovamente.
 
Ma cosa avevano tutti quella serata?!
 
Che avessero bevuto un bicchierino di troppo… ?!
 
Eppure quella strana allegria che si era creata non mi dispiaceva.
 
Era qualcosa di rassicurante.
 
-E tu Sungyeol? Sei fidanzato.. ? – chiese Sunggyu, ancora una volta senza peli sulla lingua.
 
Il ragazzo di alta statura non la prese a male e sorrise, limitandosi poi a scuotere la testa.
 
-Allora sei come il nostro Dongwoo! – commentò Woohyun, passando un braccio sulle spalle del’interpellato che subito sorrise.
 
-Vorrà dire che dopo averlo aiutato, cercheremo qualcuno anche per te, Sungyeol! – esclamò Sunggyu.
 
-Ah ah! Ma non c’è n’è bisogno… ! – disse semplicemente, nascondendo la verità, che solo io e lui conoscevamo, dietro una risata che sembrò fin vera.
 
Mi morsi un labbro, ma cercai di non rovinare quella felicità con una faccia triste.
 
Mi limitai a ridere a ridere, mentre all’esterno, senza che ce ne accorgessimo, aveva cominciato a nevicare.
 
Quello sarebbe stato il bianco Natale che avevo desiderato.
 
--
 
-Che tristezza! – si lamentò Sunggyu -  Non possiamo rimanere ancora un po’??
 
Scossi la testa, era passata da poco la mezzanotte e per loro era giunto di il momento di tornare a casa.
 
-SungJong ha ragione! E’ meglio se ce ne andiamo! – commentò Woohyun, sbadigliando.
 
-E’ pur sempre stato a lavoro tutto il giorno… !- continuò Dongwoo, scompigliandomi i capelli scuri con una mano, in modo affettuoso.
 
Andai ad abbracciarli uno per uno compreso Sungyeol che, con mia grande sorpreso, ricambiò sinceramente il gesto.
 
Quando se ne furono andati, quella pazza allegria di poco fa se ne andò con loro.
 
Ma in quel piccolo appartamento, con gli addobbi ancora appesi in ogni camera, si era diffusa una tranquilla serenità, che riscaldava piacevolmente il cuore.
 
Myungsoo sembrava essersene sparito in cucina, per riportare un po’ di ordine, mentre io mi limitai a fissare fuori dalla finestra.
 
Aveva cominciato a nevicare qualche ora fa e avevamo accolto felicemente la notizia.
 
Il massimo che ci si poteva aspettare a Natale era che soffici, quanto gelidi, fiocchi di neve cadessero delicatamente dal cielo.
 
E così stava capitando.
 
Infiniti puntini bianchi stavano volando lentamente, formando piccoli gruppetti bianchi che in poco tempo avrebbero colorato di un candido bianco tutta la città.
 
Per le strade, le poche persone, che ancora erano fuori casa, finivano nella traiettoria della neve, confondendosi con essa.
 
Aprii appena la finestra di quella camera da letto, rimanendo meravigliato della mancanza di rumore.
 
Quei fiocchi che erano sembrati tanto innocenti, avevano invece ovattato tutti i suoni di quella città.
 
Non si udiva nulla e si riusciva a vedere solo il costante colore bianco.
 
Quell’uniformità era in un qualche modo rassicurante.
 
Rapito da quella visione, non mi accorsi di un paio di braccia che mi circondavano la vita.
 
Non mi mossi, riconoscendo il profumo di quella persona, limitandomi a fissare fuori da quella finestra.
 
Myungsoo appoggiò la testa sulla mia spalla, cominciando anche lui ad ammirare quello spettacolo.
 
-Ti piace la neve… ?- mi sussurro poi ad un orecchio.
 
Annuii – E’ tutto così bello quando nevica. Sembra che la città risplenda di una luce diversa, più candida, e tutti i rumori sono ovattati … Eppure quando si scioglie … è triste ….
 
-Perché? – continuò a sussurrarmi a voce bassa.
 
Mi morsi un labbro –Perché ti rendi conto che tutto muta. Che anche le cose migliori non rimangono per sempre, come invece vorresti. Prima o poi tutto è destinato ad andarsene …
 
Myungsoo mi strinse più forte, per poi lasciarmi un bacio sul collo scoperto.
 
-Non tutto se ne va … - disse dolcemente – Io rimarrò per sempre al tuo fianco.
 
Il cuore mi cominciò a battere velocemente, mentre una lacrima mi scivolava sulla guancia, ma subito Myungsoo me l’asciugò.
 
E così in quel momento, senza dire nient’altro, L cominciò a cantare.
 
Non seppi riconoscere che canzone fosse, né di quale lingua, l’unica cosa che ascoltai fu la sua melodiosa voce.
 
Non aveva mai cantato per me, e non mi aveva nemmeno mai rivelato di essere così bravo.
 
Quello che era cominciato come un sussurro, si trasformò ben presto in un canto in grado di scaldarmi il cuore e scacciare la malinconia di poco fa.
 
Ancora oggi ricordo la sua voce che cantava per me.
 
Rimanendo fermi in quella posizione, Myungsoo smise di cantare e cominciò a baciarmi tutta la mia pelle esposta al freddo.
 
Il collo, le guance, le mani … tutto fu assaggiato dalle sue morbidi labbra.
 
Mentre lui continuava a darmi piacere, io me ne rimanevo fermo ad assaporare quel momento.
 
Sotto il rumore della neve che cadeva, Myungsoo mi fece girare dalla sua parte, prendendomi poi il viso con le sue mani calde.
 
Dopo una rapida e dolce occhiata, appoggiò la sua bocca alla mia.
 
Assaporai le sue labbra che sapevano ancora del dolce del dessert, che poco prima avevamo mangiato.
 
Schiusi le labbra e le nostre lingue si incontrarono, cominciando a rincorrersi affettuosamente.
 
Quello che era cominciato come un dolce bacio si stava facendo sempre più eccitante, mentre i respiri cominciavano già a mostrare le tracce del nostro piacere.
 
Myungsoo mi infilò le mani tra i capelli, mentre io cominciavo a sbottonargli lentamente la camicia.
 
Senza staccare le sue labbra dalle mie, fece qualche passo indietro fino a sedersi sul letto.
 
Continuando a giocherellare con la sua lingua, gli circondai i fianchi con le mie gambe, mentre Myungsoo mi toglieva il sottile maglione che portavo a dosso, lanciandolo poi ai piedi del letto.
 
Gli tolsi completamente la camicia bianca, ammirando quella pelle nuda che tante volte avevo ormai visto, ma che continuava ad eccitarmi.
 
Ci staccammo per un attimo, il tempo di permettere a L di togliermi la T-shirt.
 
Ma Myungsoo non riunì le sue labbra con le mie, passo invece a tracciare linee immaginarie con la lingua, su tutto il mio petto.
 
Nel mentre avevo cominciato a giocherellare maliziosamente con la cintura dei suoi pantaloni, fino a quando non riuscii a toglierla.
 
Myungsoo fece sdraiare entrambi, nella posizione migliore per riuscire a sfilargli i jeans.
 
Riunimmo le nostre labbra, mentre un po’ alla volta ci privammo di quei pochi e sottili indumenti che ancora ci coprivano.
 
Myungsoo cominciò ad accarezzare la mia eccitazione prima lentamente, poi con movimenti sempre più veloci e precisi.
 
Ogni qual volta che la sua mano mi toccava, un brivido mi scorreva per la schiena e non potevo far altro che gemere di piacere sotto di lui.
 
Myungsoo sembrava sempre più soddisfatto.
 
Senza che me ne rendessi conto, penetrò in me con un dito, facendomi involontariamente mordere un labbro.
 
Quando ebbe inserito anche il secondo, il dolore aumentò.
 
-Amore… - disse con un sorriso, accarezzandomi una guancia rosea con la mano libera –Sei sicuro… ? Se vuoi possiamo anche fermarci qui…
 
Scossi la testa violentemente, non riuscendo a sbiascicare parola.
 
Myungsoo sorrise, togliendo entrambe le dita e penetrando in me completamente.
 
Inizialmente l’unica cosa su cui riuscì a concentrarmi fu il dolore, ma man mano che le spinte aumentavano e il ritmo cominciava a essere costante, venne il piacere.
 
Un piacere che, sapevo, stavamo provando entrambi.
 
I nostri respiri andavano in sintonia con le spinte che acquistavano sempre più velocità.
 
Mentre la neve continuava a imbiancare la città all’esterno, Myungsoo e io eravamo diventati una cosa sola.
 
Dentro di me, ora sentivo che le parole che poco prima mi aveva sussurrato erano vere.
 
Avevo come la certezza che Myungsoo non se ne sarebbe mai andato da me.
 
Saremmo rimasti insieme e questa nuova consapevolezza mi fece sorridere, cancellando completamente anche il poco dolore che era rimasto.
 
L uscì da me, stringendomi poi forte in un abbraccio e baciandomi le labbra, che mordicchiò appena.
 
Ricambia il dolce bacio, intrecciando le mani intorno al suo collo.
 
Ci sdraiammo entrambi, pronti ad addormentarci cullati dal rumore dei fiocchi di neve che continuavano a cadere incessantemente.
 
L mi accarezzò una guancia, per poi intrecciare le sue dita con le mie.
 
Affondai la testa nel suo petto, annusando il suo profumo.
 
-Buon Natale … - mi sussurro Myungsoo.
 
Queste furono le ultime parole che udii poi crollai  in un dolce sonno.
 
In cuor nostro sapevamo che questo era il regalo che avevamo voluto dedicare l’uno all’altro.
 

 

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~ Note dell’autrice ~
 
Perché non riesco a scrivere certe scene decentemente?! *si tira una sberla*
Vabbè… annyeong a tutti!
Oggi non ho molto tempo per scrivere, quindi non vi annoierò a lungo con queste note! ^^
Ringrazio come al solito tutti voi lettori che state continuando a leggere questa MyungJong, quelli che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite (Mi commuovo ogni volta che vedo che aumentano! T^T) e la mia Umma! <3
 
Grazie per aver letto anche questo capitolo! ^^
Ci si vede alla prossima, e nel frattempo spero di ricevere recensioni, magari anche da qui non ha mai lasciato un commento! <3
 
Tantissimi chu :3 :3 :3
Maggie 

 

Ps. .... o.o ... devo commentare?! >3<

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



 


[SungJong POV]
 

E fu così che, tra baci, carezze e candidi fiocchi di neve, le vacanze natalizie iniziarono.
 
Erano passati solo due giorni dalla Vigilia di Natale e i ricordi di quella particolare serata erano ancora vividi nella mia mente.
 
Riuscivo ancora a sentire le sue morbide labbra che sfioravano dolcemente le mie e le sue mani che accarezzavano tutto il mio corpo.
 
Quel buon sapere di dessert al cioccolato che aveva sulla bocca e i fiocchi di neve che erano continuata a cadere all’esterno, incuranti di tutto e di tutti.
 
Potevo dire con certezza che quello era stato il Natale più bello che avessi mai vissuto.
 
Al di là della notte d’amore che avevo vissuto con Myungsoo, altri bei ricordi occupavano la mia mente.
 
Quando tutti i miei amici erano entrati con prepotenza nella casa, per esempio.
 
Inizialmente ero risultato quasi scocciato ai loro occhi, ma in realtà ero solo felice che si fossero uniti anche loro a quella particolare cena invernale.
 
A  completare tutto, fu la serena felicità che si respirò per tutta la sera e dopo.
 
Le risate, gli scherzi e le battute migliorarono l’umore di tutti.
 
A volte un po’ di felice tranquillità serve a rasserenare le nostre anime, ne ero sicuro.
 
Se ripensavo ai Natali precedenti, non potevo far altro che paragonarli negativamente a quest’ultimo.
 
In confronto non erano stati speciali come questo.
 
Non si era respirata nessuna aria serena o alcun calore familiare, nonostante li avessi passati con la mia vera famiglia.
 
La mia vera famiglia, eh … ?
 
Chissà come avevano passato loro quel particolare giorno …
 
--
 
-30 minuti prima-
 
 
-Stai scherzando, vero?!
 
Myungsoo scosse ripetutamente la testa.
 
-C’è tu vuoi davvero che esca a fare la spesa con tutta ‘sta neve?!
 
-Si, a meno che tu voglia saltare il pranzo …!
 
Sbuffai. Questa ironia non faceva che peggiorare la situazione!
 
-Ma perché non ci puoi andare tu, allora?? – ribattei, mentre la voglia di uscire con quel freddo si faceva sempre più inesistente.
 
-Perché magari faccio sempre tutto io in casa … ?!
 
Mi morsi un labbro, non potendo negare l’evidenza.
 
Ero sempre troppo occupato col lavoro da potermi dedicare alla cura della casa.
 
Da più di 10 minuti quella discussione, senza capo ne coda, stava andando avanti.
 
Per colpa di quell’improvvisata cena di Natale, avevamo finito appena in 3 giorni la scorta di cibo che solitamente ci sarebbe bastata per poco meno di una settimana.
 
E ora eravamo lì. A decidere chi sarebbe stata la “vittima sacrificale” che sarebbe dovuta uscire nel freddo invernale.
 
-M-Ma… - sbiascicai, guardando il pavimento- .. c’è freddo!
 
Myungsoo sorrise e si avvicinò sempre di più a me.
 
Fece alzare con un pollice il mio mento, in modo che i nostri sguardi fossero alla stessa altezza.
 
-Non faresti questo per me … ? – chiese con la voce più seducente che potesse avere.
 
Sgranai gli occhi, arrossendo di colpo.
 
Sapevo che quella era un’assurda recita per convincermi a uscire.
 
Sapevo che stava facendo tutto quello per mandarmi a fare la spesa.
 
Eppure non resistetti a quello sguardo puntato su di me.
 
-E va bene … -acconsenti alla fine – Vado io.. !
 
L sorrise – Bravo bimbo! –esclamò poi, scompigliandomi con una mano i capelli e avviandosi verso la cucina.
 
-Ehi! – replicai, facendolo fermare all’istante.
 
Quando voltò il suo sguardo sorpreso verso di me, catturai le sue labbra in un lungo e profondo bacio, che sorprese fin Myungsoo.
 
-Adesso posso anche andare! – commentai sorridendogli, una volta che mi staccai da lui.
 
Afferrai il capotto, un po’ di soldi e mi avviai, pronto a incontrare il freddo invernale.
 
--
 
Dire che mi stessi pentendo, era dir poco!
 
Ora che mi trovavo immerso tra la neve, rimpiangevo di aver accettato così facilmente di andare a fare la spesa.
 
Avevo dovuto sudare sette camicie prima di riuscire a trovare un supermercato aperto proprio nel periodo di Natale!
 
E tutto per cosa? Del ramen istantaneo!
 
Lanciai un calcio a un cumolo di neve che subito crollo, travolgendomi le scarpe di tela.
 
Sbuffai e continua a camminare verso a casa.
 
-Quello lì me la paga quando arrivo!
 
 
Poco più di 30 minuti dopo, ero già tornato all’appartamento che, ormai da tempo, condividevo con Myungsoo.
 
Avevo lasciato il mio vecchio appartamento a Sunggyu e Woohyun che, più che felici, si erano trasferiti seduta stante.
 
Nonostante fossi felice di averli così vicini a me, ora ero costretto a sorbirmeli in ogni santissimo momento …
 
-SungJong-Ah! ~ - cantilenarono in coro dalla tromba della scala, appena entrai nel condominio.
 
Sospirai, alzando poi una mano in segno di saluto.
 
-Dove te ne sei andato di bello con questo freddo? - continuò Sunggyu, mentre cominciavo a salire le scale.
 
Come risposta, indicai le due borsine di plastica che stavo faticosamente trasportando.
 
-Ahh… ! – esclamò Woohyun – Ma che brava donnina di casa!! ~
 
Sbuffai, scuotendo la testa.
 
Ora capivo come mai quei due stessero insieme …!
 
Solo loro riuscivano a sopportarsi a vicenda.
 
-SungJong-Ah! ~ - fecero nuovamente all’unisono.
 
-Myungsoo ti ha baciato troppe volte e ora non puoi più parlare?? – chiese Sunggyu.
 
-Hyung!! – mi lamentai, alzando la testa verso il loro piano.
 
I due fidanzanti ridacchiarono, vedendo le mie guance in fiamme.
 
“Ma perché gli ho dato quell’appartamento?? Perché? Perché?!?”
 
-Ci si vede, SungJong-Ah! ~ - detto questo ritornarono al caldo del loro appartamento.
 
Sospirai sollevato e aprii la porta di casa mia.
 
-Myungsoo, sono tornato! – annunciai il mio arrivo, mentre mi toglievo le scarpe all’entrata – Era tutto chiuso e l’unica cosa che sono riuscito a racimolare è del ramen istantaneo! Credo dovremmo farcelo bastare finché non riaprono i supermercati.. !- continuai a parlare, mentre me ne andavo in camera ad appoggiare il cappotto – Sunggyu e Woohyun mi hanno ancora beccato mentre entravo in casa e non la smettevano più di parlarmi! – mi lamentai andando verso la cucina – Ora capisco com- in quel momento mi bloccai all’istante.
 
Ancora prima di entrare nella stanza, sgranai gli occhi, sorpreso.
 
Seduto al tavolo della cucina se ne stava Myungsoo in compagnia di una donna.
 
Una donna che non avevo mai visto, ma che ora mi stava sorridendo.
 
-Myungsoo! – disse con la sua voce femminile – Non mi hai detto che vivevi con un tuo amico … !!
 
L le sorrise –Non è un mio amico … - disse solo, venendo al mio fianco.
 
-Ben tornato a casa, amore. – mi salutò, baciandomi sulle labbra con nonchalance.
 
Arrossii di colpo, mentre la donna, che non aveva mai staccato gli occhi da me, boccheggiava senza capire.
 
-M-Ma che … ??
 
-Mamma, … -esordì allora Myungsoo, avvolgendomi le spalle con un braccio – Ti presento SungJong, il mio fidanzato!
 
-Fidanzato?! –esclamò lei.
 
-Mamma?! – strillai sorpreso a mia volta.
 
L sorrise vedendo le nostre reazione, mentre continuavo a non capire cosa stesse facendo.
 
Come aveva potuto rivelare tutto così tranquillamente a sua madre?!
 
E se non avesse accettato la nostra relazione … ?
 
Ci avrebbe costretti a lasciarci com’era successo anche a Sunggyu e Woohyun??
 
Tutti questi pensieri mi occupavano la mente e non trovavo modo di scacciarli.
 
Ma nel frattempo senza che me ne accorgessi, la madre di Myungsoo si era alzata al suo posto ed era venuta verso di noi.
 
Quando fu a pochi centimetri da noi, scambiò un occhiata veloce ed infine sorrise.
 
Senza rendermene conto, mi ritrovai stretto in un abbraccio a tre, mente la donna aveva cominciato a singhiozzare.
 
L sorrise, accarezzandole i capelli dolcemente.
 
-Sono così felice per voi … ! –riuscì a dire una volta che si fu staccata da noi, passandosi una mano sugli occhi umidi.
 
Sorrisi imbarazzato e sorpreso dalla sua reazione.
 
Non avevo previsto una cosa simile!
 
La donna dai capelli scuri ridacchio e poi stampò un bacio sulla mia guancia e su quella di Myungsoo.
 
-Ma perché me l’hai tenuto nascosto … ? – chiese, riferendosi al figlio – Oh, ma chissene importa! Ora dovete raccontarmi tutto!!
 
Myungsoo sospirò, cercando di trattenere l’euforia della madre, mentre io non potevo far altro che scoppiare in una serena risate.
 
La comparsa della donna aveva fatto diffondere un calore familiare in tutta la casa.
 
 

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~ Note dell’autrice ~
 
Sono in ritardassimo e lo so! Ma ieri sono cominciati gli esami e finché non finiranno, non riuscirò ad aggiornare con regolarità!
Grazie a tutti voi che avete letto questo capitolo, a chi ha inserito la storia nelle seguite/preferite e alla mia umma che, nonostante sia messa come me nello studio, riesce sempre a recensire! <3
Adesso scappo! ^^
 
A presto con il nuovo capitolo!
Continuate a seguirmi, perché la storia è solo agli inizi, e a recensire;
 
Tanti chu :3 :3 :3
Maggie

Ps. Passate a dare un'occhiata a questa nuova community K-POP! <3
"Princesses of Korea" vi aspetta! ^°^


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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***



 


[SungJong POV]

 
Come previsto, le vacanze natalizie passarono alla velocità della luce.
 
Quelle due settimane lontane dal lavoro, dove nessun pensiero aveva occupato la mia mente, erano volate via velocemente. Troppo velocemente.
 
Rimpiangevo di non poter più dormire fino a tardi e farmi coccolare per ore e ore da Myungsoo, ma da un lato ero anche felice.
 
Quelle due settimane, nonostante tutto, me le ero godute.
 
In fondo al mio cuore custodivo ancora i freschi ricordi di quei giorni.
 
La cena di Natale, la notte passata con L e la visita inaspettata di sua madre.
 
In particolare quest’ultimo ricordo riportava alla mia mente bei momenti.
 
In passato avevo visto come, crudelmente, i genitori avevano distrutto la felicità dei propri figli per un assurdo motivo.
 
Un assurdo motivo quale il sesso della persona che amavano.
 
Ritenevo inverosimile che un simile, inutile dettaglio potesse distruggere il sereno equilibrio di una famiglia.
 
Se mi impegnavo, potevo ancora sentire le urla e i pianti disperati che avevano versato Sunggyu e Woohyun dopo che i loro genitori avevano scoperto la loro relazione.
 
Al ricordo, ancora tremavo.
 
Per questo aveva preferito nascondere la mia relazione con Myungsoo alla mia famiglia.
 
Adesso e forse per sempre.
 
Eppure per L era stato diverso.
 
Senza peli sulla lingua e alcuna preoccupazione mi aveva presentato a sua madre come suo fidanzato, spiazzando tutti.
 
Negli attimi in cui la donna dai capelli scuri aveva spostato il suo sguardo abilito da me a suo figlio, non avevo fatto altro che tremare di paura.
 
Ero più che certo che la mia storia d’amore con Myungsoo sarebbe finita in quell’esatto momento, in quella piccola cucina dalle pareti chiare.
 
Ero sicuro che avrebbe reagito come i genitori di Sunggyu e Woohyun, senza alcun dubbio.
 
E invece non era stato così.
 
Con una sorprendente euforia, la madre di Myungsoo mi aveva praticamente accolto nella loro famiglia.
 
Era stata più che entusiasta di scoprire che il figlio avesse finalmente trovato qualcuno d’amare.
 
Qualcuno con cui passare il tempo e condividere ricordi.
 
In un certo senso, grazie a lei, avevo cominciato a cambiare opinione.
 
Ora non ritenevo più tutti i genitori uguali.
 
Ce ne erano alcuni che potevano felicemente accettare la sessualità dei propri figli, senza problemi.
 
Per poco non mi ero buttato tra le braccia di quella donna, più contento che mai.
 
Inconsciamente, sorrisi a quel ricordo.
 
--
 
Era una mattina d’inizio Gennaio ed io ero, come mio solito, a lavoro in quel colorato negozio di giocattoli.
 
In silenzio, continuavo a fingere di essere tutto impegnato a sistemare dei peluche su uno scaffale, mentre invece fissavo con occhi sognanti un ragazzo in particolare nel bar di fronte.
 
Mentre mi scioglievo alla sua affascinante vista, dietro di me, seduto su una minuscola sediolina di plastica rosa, una persona continuava a parlare…
 
-… e questo è tutto! Capisci, SungJong?
 
-Mmm… - annuii svogliatamente, senza smettere di fissare L dall’altra parte della strada.
 
-Aish, Sungjongie!! – ribatté Sungyeol alzandosi dalla scomoda sedia – Dopo tutto quello che ti ho fatto è così che mi ringrazi?! Ti ho lasciato Myungsoo, capisci?? Come minino dovresti starmi ad ascoltare!!
 
Sobbalzai all’istante, girandomi verso il ragazzo di alta statura e sospirando sotto quella testa di panda.
 
-Ok,… va bene…. – dissi poi alla fine – Dimmi tutto… !
 
Sungyeol sorrise raggiante e si rimise “comodo” sulla sedia rosa a parlare.
 
Da quando avevo ripreso a lavorare, quel ragazzo era venuto tutti i giorni a farmi visita o, meglio, tormentarmi con i suoi problemi.
 
Era strano il rapporto che si era creato.
 
Era bastato vederci poche volte per far nascere una profonda amicizia.
 
Forse era per la contagiosa felicità che si portava sempre dietro Sungyeol, o forse era perché amavamo la stessa persona.
 
Per svariati motivi, eravamo diventati amici. Grandi amici in poco tempo.
 
Così tutti i giorni avevano preso una piega diversa.
 
Ogni mattina Myungsoo mi accompagnavo al lavoro e poi andava a sedersi nel solito bar lì di fronte o a farsi qualche breve passeggiata. Io invece lavoravo in quel negozio dove, puntualmente arrivava Sungyeol a farmi compagnia.
 
Ammiravo come quel ragazzo di alta statura avesse potute mettere da parte l’odio nei miei confronti e instaurare una profonda amicizia con me, che sicuramente sarebbe durata per anni.
 
Io e Sungyeol ci capivamo e col tempo cominciavo a provare sempre più affetto nei suoi confronti.
 
Un affetto che assomigliava sempre più a quello che probabilmente avrei provato per un vero fratello.
 
E così, speravo sempre più che anche Sungyeol trovasse qualcuno che lo amasse profondamente.
 
--
 
-Sungjongie! Sungjongie!! – continuava a chiamarmi Sungyeol, scuotendomi da dietro, mentre ero ancora impegnato con quello scaffale di peluche.
 
-Ma che c’è?! – chiesi scocciato girandomi.
 
-Chi è? Chi è?? - continuò, indicando un ragazzo sorridente che era appena entrato nel negozio e ora stava parlando con il mio capo.
 
Era un giovane, probabilmente di poco più grande di me, di media statura, capelli scuri e un abbagliamento sportivo.
 
Parlava confidenzialmente con il “vecchio” del negozio e questo mi fece capire che non era la prima volta che i due si incontravano.
 
-Allora? Chi è?? – ripeté nuovamente Sungyeol scuotendomi per una spalla.
 
-E io che ne posso sapere?? E’ la prima volta che lo vedo…!
 
-Ma è ridicolo! Un ragazzo ... che entra in un negozio ... di giocattoli? Tsk! – commentò Sungyeol, continuano a fissare il giovane all’entrata.
 
Lo guardai di traverso – Da che pulpito…
 
Come risposta ottenni una leggera spinta da parte di Sungyeol, che poi sorrise felice.
 
Buttai l’occhio verso il bar, alla ricerca di Myungsoo.
 
Per osservare meglio il nuovo arrivato eravamo andati fino a davanti l’ingresso. L non sarebbe mai stato capace di riconoscermi, ma non gli sarebbe di certo sfuggito Sungyeol.
 
Ma, fortunatamente, in quel momento stava guardando tutt’altro, tutto preso dalla lettura di un libro, come suo solito del resto.
 
Continuai a fissarlo.
 
Non era certo la prima volta che mi soffermavo ad osservarlo in quella posizione, seduto in quel tavolo a leggere con tranquillità, come fosse la sua biblioteca personale.
 
Ad ammirarlo con me, c’erano le cameriere del bar, come al solito troppo prese dalla sua affascinante figura per occuparsi del resto dei clienti affamati.
 
Mi morsi un labbro coperto dalla testa pelosa bianca e nera da panda.
 
Nonostante sapessi, ora più che mai, del profondo affetto che Myungsoo provava nei miei confronti, non riuscivo a darmi pace.
 
Non capivo come potesse un simile ragazzo stare con me, quando invece avrebbe potuto avere tutte le fidanzate di questo mondo, o almeno gran parte.
 
La gelosia che provavo nei suoi confronti mi faceva comprendere ancor meglio a quanto tenessi a lui.
 
In poco tempo mi ero affezionato a lui come non mi ero mai affezionato a nessun altro in vent’anni di vita…
 
-Sungjong? Sungjong… ?? Sungjong!!
 
Sungyeol mi tirò uno gomitata – Ti stanno chiamando, panda!
 
Scossi la testa, rendendomi conto solo adesso che il mio capo non aveva fatto altro che chiamarmi per tutto quel tempo, in cui i miei occhi e pensieri si erano concentrati su Myungsoo.
 
Andai verso l’anziano signore dal pesante maglione di lana.
 
Solo quando arrivai al suo fianco, mi accorsi della presenza del ragazzo che prima io e Sungyeol stavamo guardando incuriositi.
 
Visto da vicino non era niente male.
 
Con quei vestiti e sorriso stampato sul volto sembrava avere l’aspetto di un ballerino.
 
Magari lo era anche….
 
-Sungjong? Ti devo presentare una persona! – esordì l’anziano vecchietto al mio fianco.
 
Spostai lo sguardo prima su di lui, poi sul ragazzo che continuava a fissarmi, con curiosità. da testa a piedi.
 
-Lui è Hoya… - continuò il mio capo – E da domani comincerà a lavorare qui con te!
 
Piegai la testa di lato, confuso.
 
Che ci fosse bisogno di un altro panda in quel piccolo negozietto?
 
-Hoya,… - disse poi l’uomo, riferendosi al giovane di fronte a me – Lui è Sungjong e, come vedi, è il panda di questo negozio!
 
-Ahh… - parlò finalmente il ragazzo dai capelli corti – E’ un ragazzo? – chiese con una punta di divertimento.
 
Sgranai gli occhi, mentre il capo spostava lo sguardo verso di me, ricordandosi solo ora della testa di panda.
 
Velocemente me la tolse, rivelando il mio volte imbarazzato.
 
Quando i suoi occhi incontrarono i miei, notai per un attimo il suo sguardo sorpreso, ma velocemente si ricompose.
 
-Allora sei proprio un ragazzo….!  - commentò Hoya, sorridendo nuovamente.
 
Mi morsi nervosamente un labbro.
 
Ero felice che un altro ragazzo fosse venuto a lavorare in quel negozio di giocattoli.
 
Ma in quel momento l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era l’imbarazzo.
 

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~ Note dell’autrice ~

          Annyeong! Sono tornata con il nuovo capitolo! ^^

    

E finalmente gli esami sono finiti! *lancia coriandoli* xD
Adesso che è comparso anche Hoya, gli INFINITE sono al completo!! *-* Ci mancava solo lui per completare l’opera(?)!

Ringrazio tutti quelli che stanno continuando a leggere questa fan fiction ♥ Chi l’ha messa nelle preferite/seguite ♥ debby87 e kselia che hanno recensito ♥ E la mia umma Ele ♥
Mi scuso per gli errori, ma sono stanca! >//<

Spero continuerete a seguirmi e a recensire! *^*
 
Tanti chu :3
Maggie 



Ps. Pubblicità - time! ^^

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Ps.   

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***



 


[SungJong POV]
 

Anche quel giorno di lavoro era venuto a termine.
 
Dopo essermi tolto quel costume da panda, andai da Myungsoo che, con le mani nelle tasche della giacca, mi stava aspettando come al solito.
 
Lo salutai con un sorriso poi, mano nella mano, ci incamminammo verso casa.
 
Ormai prenderci per mano, ogni qual volta che passeggiavamo insieme, era diventata un’abitudine e gli sguardi confusi che i passanti ci lanciavamo non li consideravamo più.
 
Ci amavamo troppo per vergognarci di mostrarci pubblicamente così.
 
Per quel breve tragitto, ormai abituale e quotidiano, Myungsoo mi parlò della sua giornata, come faceva sempre.
 
Come al solito l’aveva trascorso nel solito bar, dove l’avevo appunto visto tutto il giorno seduto a quel tavolo.
 
Ma quella volta, al posto di starsene solo buono a leggere e bere qualcosa di caldo, era successo qualcosa di nuovo.
 
-Il capo di quel bar mi ha offerto di lavorare lì.
 
Sgranai appena gli occhi, voltando la testa verso di lui – C-Come?
 
-Si,… - continuò Myungsoo – Hanno visto che sono un cliente abituale e mi hanno proposto di lavorare lì come cameriere.
 
-Sul serio? Ma è fantastico!! – esclamai, felice che anche L avesse trovato qualcosa che lo impegnasse tutto il giorno.
 
-Già, credo che accetterò! Anche perché il mio turno dovrebbe finire in corrispondenza col tuo…!
 
Sorrisi, stringendo di più la sua mano –Allora è perfetto! – commentai – Così almeno farai qualcosa di utile anche tu… !
 
Myungsoo sgranò gli occhi, bloccandosi di colpo –Ehi!! – esclamò, stringendomi le guance con una mano – Come ti permetti, piccoletto?! Sono sempre un tuo hyung!
 
-Uhm,… s-si… - sbiascicai, mentre Myungsoo mollava la presa dalle mie guance e mi cominciava a guardare con un sorrisetto furbo.
 
Non feci nemmeno in tempo a chiedere il motivo del suo sguardo, che velocemente si avvicinò a me, sfiorando con dolcezza le mie labbra con le sue.
 
Arrossii inevitabilmente quando le nostre bocche vennero a contatto per pochi attimi.
 
L mi accarezzo una guancia e sorrise, per poi avviarsi da solo verso casa, lasciandomi lì con lo sguardo perso nel vuoto.
 
-Ehi! Aspettami!! – mi lamentai correndo verso di lui, mentre scoppiava a ridere.
 
Un tempo avrei odiato certe dimostrazioni d’affetto, per di più in pubblico, ma ora anche un semplice bacio era prezioso per me.
 
Non riuscivo a resistere nemmeno poche ore senza baciare quelle dolci e carnose labbra di Myungsoo.
 
--
 
-Ramen, va bene?
 
-Si, si! E’ perfetto, Myungsoo!!
 
-E da bere??
 
-Coca Cola!!
 
-Sungyeol… ?
 
-Si?
 
-Quando deciderai ad andartene a casa tua e smettere di mangiare a sbaffo qui da noi?!?
 
Sungyeol sobbalzò, incrociando il mio sguardo davanti alla porta d’entrata del soggiorno, dove lui era comodamente spaparanzato sul divano.
 
L’alto ragazzo sorrise, felice della mia reazione arrabbiata.
 
Sbuffai –Almeno potresti aiutarci ad apparecchiare!!
 
Sungyeol annuii, tornando a concentrarsi su un particolare programma di musica alla tv.
 
Me ne tornai in cucina, dove Myungsoo stava cucinando la cena.
 
-Dovresti smetterla di urlargli contro ogni volta! – commentò L con un sorriso.
 
Sospirai, non sapendo cos’altro dire.
 
Da qualche giorno, Sungyeol aveva preso la “bella” abitudine di cenare a casa nostra.
 
Quasi ogni sera, puntualmente suonava al campanello di casa nostra, quando noi eravamo appena tornati a casa e si spaparanzava sul divano, reclamando cibo.
 
Myungsoo era felice di passare un po’ tempo con il suo amico e di non saperlo chiuso da solo in appartamento nelle vicinanze.
 
Ma io non la pensavo così.
 
Ogni volta Sungyeol compariva con puntualità e se ne andava solo quando era sfinito.
 
Ma in questo modo non lasciava nemmeno un momento di intimità a me e Myungsoo.
 
Gli unici momenti che lo potevo baciare erano nei tragitti di ritorno da lavoro.
 
-Cos’è quella faccia SungJong-ah?? – mi chiese Myungsoo.
 
Sospirai, continuando a guardare il tavolo dove ero seduto –Niente….
 
-Ti conosco SungJong! E conosco quella faccia…! Sei arrabbiato per via di Sungyeol? – mi chiese Myungsoo e, come suo solito, indovinò la ragione dei miei sospiri.
 
Non risposi, limitandomi a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
 
L si avvicinò a me, sussurrandomi all’orecchio – E’ perché, con lui nei paraggi, non possiamo più fare l’amore?
 
Rabbrividii –Myungsoo!! –mi lamentai, arrossendo visibilmente.
 
L rise appena – Non è forse così?
 
-No… cioè… s-si… insomma….
 
Sorrise nuovamente, accarezzandomi con una mano le guance rosse d’imbarazzo – Ma nulla ci impedisce di fare questo…
 
Senza che me ne accorgessi, Myungsoo aveva già appoggiato le sue labbra sulle mie.
 
Quel bacio fu più profondo e sentito di quello che c’eravamo scambiato qualche ora prima lungo la strada di ritorno a casa.
 
L lecco appena il mio labbro inferiore, mordendolo appena.
 
Schiuse le labbra in modo che le nostre lingue potessero sfiorarsi, mentre Myungsoo aveva messo una mano sotto la mia t-shirt.
 
Prima che le nostre lingue potessero incontrarsi e i nostri sapori mischiarsi, qualcuno fece una rumorosa entrata in cucina.
 
-Se dovete farlo, andatevene in camera! Non sul tavolo dove devo mangiare…!! – si lamentò Sungyeol che aveva appena fatto la sua entrata.
 
Arrossii, staccandomi subito da Myungsoo che invece sorrise con il suo solito fare menefreghista.
 
Scesi dal tavolo dove ero stato seduto fino a quel momento e mi misi a sedere su una sedia libera, come Sungyeol che mi fulminò con lo sguardo.
 
Mi morsi un labbro.
 
-La cena è pronta!! –annunciò Myungsoo.
 
--
 
In quella piccola cucina, la cena a base di ramen istantaneo era appena iniziata.
 
Dopo l’imbarazzo inizialmente e le frecciatine gelose di Sungyeol, tutto era tornato alla normalità.
 
Ce ne stavamo seduti a quel tavolo, a chiacchierare piacevolmente di tutto quello che si veniva in mente.
 
Era come cenare in compagnia di una vera famiglia.
 
-E così cominci a lavorare, eh?
 
Myungsoo annuii.
 
Aveva appena rivelato anche a Sungyeol del lavoro come cameriere che gli era stato offerto proprio quel giorno.
 
-Bene, così farai qualcosa di utile anche tu! – commento ridendo il ragazzo di alta statura.
 
Non potei far altro che scoppiare in una risata rumorosa, ripensando alle esatte parole con cui avevo commentato anche io poco tempo prima.
 
Myungsoo sbuffò, guardando entrambi dritti negli occhi.
 
-Ora capisco come mai siete diventati così amici voi due!
 
Sorrisi, mentre Sungyeol si guardava intorno alla ricerca di spiegazione, poi rinunciandoci.
 
-Ah, L! Te l’ha detto Sungjong che a lavoro da lui è comparso un nuovo commesso??- chiese con un sorriso il ragazzo dalla risata contagiosa, non rendendosi conto delle parole.
 
Per poco non mi strozzai con il ramen che ancora stavo mangiando, ma nonostante questo riuscii comunque a tirare un calcio a Sungyeol.
 
-Ahi! Ma che fai?!- si lamentò, senza capire.
 
Solo quando si concentrò sullo sguardo confuso di Myungsoo, capii l’errore che aveva appena commesso.
 
-Ahh… - riuscii solo a dire.
 
L continuò a fissarlo per un po’, poi si concentrò su di me.
 
-Sungjong… mi spiegheresti gentilmente come mai Sungyeol sa questo,… anzi! Come mai lui sa che lavoro fai e io NO?! – disse tutto d’un fiato, cercando di stare calmo.
 
Strabuzzai gli occhi, non sapendo come rispondere e lanciando occhiatine arrabbiate a Sungyeol.
 
-Ehm,… e-ecco… io… - cominciai a dire senza trovare nulla di credibile da dire –Beh…
 
-L’ho scoperto! – esordì all’improvviso Sungyeol, attirando sia la mia attenzione che quella di L.
 
-Come? – chiese Myungsoo.
 
-Ma si! – continuò l’alto ragazzo – Ho scoperto io quale lavoro fa Sungjong!! – concluse con un sorriso, sperando che il mio fidanzato non volesse sapere altro.
 
-Uhm,… ho capito… ! – disse Myungsoo, ancora poco convinto che fosse tutto qui.
 
Sospirai silenziosamente insieme a Sungyeol, mentre continuavo a fulminare con lo sguardo quest’ultimo.
 
Il ragazzo abbasso lo sguardo, sapendo che gliel’avrei fatta pagare questo suo sbaglio.
 
-Ah! – esordì poi Myungsoo all’improvviso, quando sembrava che la questione lavoro fosse stata dimenticata –Cos’è questa storia del nuovo commesso, scusa??
 
Mi morsi un labbro, tirando l’ennesimo calcio alla gamba, ormai dolorante, di Sungyeol, che però questa volta non si lamentò.
 
-Allora, SungJong-ah? Ti va di raccontarmelo… ?? – continuò Myungsoo, nascondendo la sua rabbia e gelosia dietro a un sorriso tirato.
 
Boccheggia e fui costretto a raccontargli tutto di Hoya.
 
 
La serata giunse al termine e noi salutammo Sungyeol.
 
Quando toccò il mio turno di abbracciarlo, gli sussurrai un “Sei morto” all’orecchio, e fui sicuro di aver percepito la sua paura dietro a quell’ennesima risata.
 

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~ Note dell’autrice ~

Hello!! ^^
Gli esami sono passati e con mio grande sorpresa tutti superati *lancia petardi*… ma in compenso ora c’è la scuola! -.-“
Scusatemi per l’enorme ritardo!! ≥^≤
Cercherò di fare il possibile e aggiornare quando riesco, togliendo magari qualche oretta allo studio! (Come adesso del resto! u.u)

♥ Ringrazio come al solito tutti quelli che hanno letto questo capitolo, chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite, kselia che ha commentato ancora e la mia umma che, dopo aver rotto tutti gli aggeggi elettronici di casa sua, non può più recensire! xD ♥
Spero avrete voglia di commentare, e continuerete a seguire questa fan fiction e il resto delle mie storie! ≈
Ancora grazie! ~♥

A presto;

Tantissimi chu! :3
Maggie 

Ps. Batuffoli (?) *W*

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***




[SungJong POV]
 

Con ancora le risate della sera prima nelle orecchie, ero a lavoro.
 
Dopo che Sungyeol se ne era andato dall’appartamento che condividevo con Myungsoo, ero crollato sul letto per la stanchezza, senza fare nient’altro.
 
E quell’ennesimo giorno di lavoro era appena iniziato.
 
Ma non sarebbe trascorso come gli altri.
 
Da quel giorno non sarei più stato l’unico a lavorare in quel negozio di giocattoli.
 
L’unico a dover indossare un ridicolo costume da panda e intrattenere madri e bambini.
 
Non sarei più stato da solo, perdendomi ad ammirare da lontano la figura di Myungsoo, o a chiacchierare svogliatamente in compagnia di Sungyeol.
 
No, perché quel giorno avrebbe cominciato a lavorare come mio collega anche un nuovo ragazzo.
 
Un ragazzo dall’aspetto di un ballerino che probabilmente aveva la mia età, o poco più.
 
Il suo nome era Hoya.
 
L’avevo visto solo una volta e non sapevo nulla di lui.
 
A quanto pareva, era un vecchio conoscente del capo del negozio o così mi era sembrato.
 
Era strano che un altro ragazzo, oltre a me, decidesse di sua spontanea volontà di venire a lavorare in un simile posto.
 
Per me era stato diverso.
 
Avevo avuto un assoluto bisogno di trovarmi un lavoro per pagarmi le spese quotidiane, e quello era stato il primo che avevo trovato.
 
Ma forse anche per Hoya era stato così.
 
Forse anche lui aveva deciso di andarsene presto dalla casa natale, per sfuggire a dure regole e stili di vita imposti dalla propria famiglia.
 
Forse anche lui, come me, aveva avuto l’immediato bisogno di scappare e cominciare una nuova vita lontano da tutto.
 
 
Continuando a pensare a questo, indossai il mio solito costume da panda, ormai diventato come una seconda pelle per me.
 
Quando ebbi finito di prepararmi, uscì da quella stanza sul retro.
 
Ma il caso volle che cominciassi quella mattina andando a sbattere contro qualcuno …
 
--
 
[Hoya POV]
 

Perché un negozio di giocattoli dovesse aprire così presto, non l’avevo ancora capito.
 
Non mi andava l’idea di dovermi svegliare così presto per servire dei clienti pronti a fare acquisti.
 
Dopotutto Natale era passato, perché qualche genitore sarebbe dovuto andare a comprare dei giocattoli per i propri figli con così tanta urgenza?
 
Ma era inutile stare a lamentarsi in quel modo.
 
Era già una fortuna che avessi trovato quel lavoro.
 
Da quando i miei genitori avevano smesso di pagarmi l’affitto di quel piccolo appartamento, avevo dovuto trovare in poco tempo una soluzione.
 
Ed ecco che mi ero ritrovato a lavorare in quel negozio di giocattoli.
 
Il capo che gestiva quel posto era mio vicino di casa e, nonostante ci fossimo scambiati parola poche volte, non aveva esitato a offrirmi un lavoro.
 
Anche se non era dei più virili, mi andava bene.
 
Ero felice di avere trovato, così velocemente, un modo per guadagnarmi da vivere.
 
 
Vivevo in quell’appartamento, poco distante dal lavoro, da ormai tre anni.
 
I miei genitori erano sempre stati contrari nel lasciarmi andare via di casa a così giovane età, eppure io non li avevo ascoltati.
 
Spinto da una passione troppo grande, me ne ero andato.
 
Questa passione era il ballo.
 
Ballare era un modo per esprimere al meglio me stesso.
 
Amavo anche cantare, ma non quanto danzare.
 
Quando muovevo il mio corpo al ritmo di una canzone, tutto intorno a me spariva.
 
Inutile dire che i miei genitori non approvassero questa mia passione.
 
Erano entrambi finanzieri e tutto per loro ruotava intorno ai numeri.
 
Ballare lo consideravano solo come uno svago, nulla più.
 
Eppure per me non era così.
 
Il ballo era la cosa più importante e tutto ruotava intorno ad essa.
 
Me ne ero andato a vivere in quella città nella speranza di approfondire la mia passione.
 
Ma ora che i miei genitori aveva deciso di smettere di pagarmi l’affitto, avevo dovuto momentaneamente smettere di pensare solo al ballo.
 
Ora la cosa più importante era trovare soldi sufficienti alla mia quotidianità.
 
 
Così ora me ne stavo lì, davanti a quel negozio di giocattoli, pronto, o quasi, a cominciare quel mio nuovo lavoro.
 
Non sapevo cosa avrei dovuto fare in quel posto, ma mi sarei impegnato.
 
Tutto per il ballo.
 
--
 
Entrai in quel negozio colorato che offriva una vasta scelta di giocattoli e subito dopo incontrai gli occhi del mio nuovo capo.
 
Il vecchietto dalla barba bianca stava trasportando qualche scatolone dal retro, ma ebbe il tempo di salutarmi.
 
-Buongiorno! ~ Sei in perfetto orario! Anche il panda è appena arrivato … !
 
Sorrisi, inconsciamente, ripensando a quel ragazzo che da quel momento sarebbe diventato il collega.
 
“Ma perché ‘sto sorridendo ripensando a lui …?!”
 
Scossi la testa, senza capire la ragione di questa mia improvvisa felicità, tornando a concentrarmi sull’uomo a poco metri da me.
 
-Appoggia pure la tua roba sul retro! – concluse poi il vecchietto, continuando poi con il suo lavoro.
 
Gli sorrisi per ringraziarlo e poi andai verso la stanza da lui indicata.
 
Trovai facilmente la stanza dove avrei potuto appoggiare giacca e sciarpa.
 
Ma non feci in tempo ad aprire la porta, che qualcuno uscì fuori da lì.
 
Senza che me ne accorgessi, caddi a terra seguito da quella persona, che mi finii a dosso.
 
-C’è ma sei cretino?! – sbottai, massaggiandomi la testa -Ma stare un po’ più attenti prima di aprire una por-
 
Avrei potuto andare avanti ancora con la ramanzina.
 
Avrei potuto apostrofarlo con qualche altra parolaccia, eppure non lo feci.
 
Quando mi resi conto dell’identità della persona che mi era caduta a dosso, le parole mi morirono in gola.
 
Era il ragazzo a cui avevo pensato prima.
 
Quel ragazzo a cui avevo involontariamente sorriso.
 
Era il panda di quel negozio.
 
Meglio conosciuto come Sungjong, il mio collega di lavoro.
 
E ora era lì, sdraiato sopra di me, con le guance in fiamme e la parte inferiore del costume da panda a dosso.
 
-S-Scusa… !! Non l’ho fatto apposta!! – cercò di scusarmi con una voce stridula dall’imbarazzo.
 
Mi affrettai a scuotere la testa, mentre si alzava da me – Non ti preoccupare! Non mi sono fatto nulla!! – mentii spudoratamente, ignorando il bernoccolo che si stava formando sulla mia testa.
 
Ancora di fronte a me, Sungjong si morse nervosamente un labbro non guardandomi dritto negli occhi.
 
Il silenzio per pochi secondi tra di noi, ma fu velocemente interrotto.
 
-Sungjong!! Dove diamine sei finito?! Aiutami a svuotare ‘sti scatoloni!! – si lamentò il vecchietto del negozio.
 
Il ragazzo in questione sobbalzo, preso alla sprovvista e fece per andare dal capo, dimenticandosi però della testa di panda, abbandonata a terra.
 
-Ehi! – esclamai, fermandolo all’istante – Dimentichi questa! – gli ricordai, allungandogli la parte superiore di quel costume.
 
Sungjong prese quella testa pelosa dalle mie mani.
 
-Grazie!! – mi ringraziò sinceramente, regalandomi un meraviglioso sorriso e poi andandosene via.
 
Sorrisi a mia volta, ripensando a quel visino adorabile.
 
Strabuzzai gli occhi, correndo verso la stanzetta sul retro.
 
Una volta che fui entrato, chiusi la porta alla mie spalle, e mi sedetti sul pavimento.
 
Mi strinsi la testa con entrambe le mani.
 
Non capivo.
 
Non capivo come mai sorridessi solo vedendo quel volto.
 
Quel volto dai lineamenti appena appena effeminati di Sungjong, ma allo stesso tempo così carino.
 
Sbuffai – Devo essere proprio impazzito …
 

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~ Note dell’autrice ~

Da quant’è che non aggiorno … uhm, dai sono solo (?) sei giorni! ^^
Vabbè, annyeong miei fidati lettori(?)! I’m back! ~
Ecco il 21° capitolo! xD

È praticamente tutto incentrato su Hoya che, a dire la verità, è quello che mi piace meno negli INFINITE! Non so nemmeno io perché… u.u

Ringrazio tutti voi che continuate a seguire questa ff, quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate, kselia che continua a recensire (e questo mi riempie di felicità! **) e una ragazza, che ho conosciuto su fb, che mi ha riempito di complimenti per la ff! ♥♥♥
Siete tutti troppo carini!
Spero continuerete a seguirmi e a recensire, magari anche chi non l’ha mai fatto! *^*
 
Tanti chu ~♥
Maggie

Ps. Tanto per non scordarci di questi due ragazzuoli! <3 xD

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***



 


[Sungjong POV]
 

E fu così che anche quel giorno di lavoro cominciò.
 
Dopo essere caduto, con ben poca delicatezza, a dosso a Hoya ed aver fatto la mia “bella figura”, me ne stavo in negozio.
 
Mentre il nuovo commesso appoggiava la sua roba sul retro, io stavo aiutando il capo a scaricare i nuovi arrivi.
 
Come al solito aveva abbondato con gli ordini e ora c’era bisogno di svuotare troppi scatoloni color marrone.
 
Quella testa di panda fortunatamente stava ancora coprendo il mio viso, quando Hoya arrivò in negozio.
 
Non sarei riuscito a guardarlo nuovamente in faccia dopo la figuraccia di prima!
 
Solo a me potevano capitare certe cose.
 
Ed, essendo già timido e chiuso per natura, queste figure non aiutavano di certo.
 
Scossi la testa, girandomi verso Hoya che stava parlando col padrone del negozio.
 
Si era tolto il cappotto e la pesante sciarpa, ed ora mostrava un fisico scolpito sotto quei sottili abiti.
 
Si vedeva quanto tenesse al suo fisico.
 
Di certo si allenava di continuo….
 
Invidiando quel fisico scolpito che difficilmente sarei riuscito ad ottenere anche io, non mi accorsi di una cosa.
 
Di un importante particolare che avrei dovuto notare fin dall’inizio.
 
Un particolare che avrebbe dovuto farmi pensare.
 
Quando finalmente me ne accorsi, esclamai senza controllo –Ehi!!
 
Hoya e il capo di quel negozio, che fino a quel momento se ne era stato poco lontano a parlare, si girarono sorpresi verso di me.
 
-Sungjong, che succede? – chiese semplicemente il vecchietto.
 
-Ma non dimentica qualcosa?? – chiesi, indicando con una mano Hoya.
 
Il ragazzo e l’uomo dalla barbetta bianca si fissarono per qualche secondo, per poi tornare a concentrarsi su di me.
 
-Del tipo?? – fece il mio capo, senza capire dove volessi andare a parare.
 
-Non dovrebbe dare un costume da panda anche a lui?? – chiesi, sempre riferendomi al ragazzo a cui poco fa era caduto a dosso.
 
Dopo una rapida occhiata, sia Hoya che il vecchietto scoppiarono in una rumorosa risata che riempì il negozio e mi fece sobbalzare.
 
Perché ridevano?
 
Possibile che fossi così divertente ogni volta che aprivo bocca?!
 
-Ma solo tu, Sungjong, hai l’onore di indossare questo splendido costume! – rispose Hoya questa volta, smettendo lentamente di ridere.
 
Cosa?? Avevo capito bene… ?!
 
Io che, per tutto quel tempo, avevo sperato di smettere di essere l’unico ragazzo, lì dentro, vestito da panda… ora scoprivo questo?!
 
La felicità di avere un nuovo commesso in quel negozio sparì all’istante.
 
Se quella mattinata era cominciata con una caduta, questo non poteva considerarsi una botta di fortuna.
 
Hoya e il vecchietto ricominciarono a ignorarmi per parlottare tra di loro, e io mi limitai a sbollire la mia rabbia coperto da quel costume da panda.
 
Perché proprio io dovevo essere il “fortunato” prescelto a dover indossare, quotidianamente quel travestimento?!
 
Scossi la testa, cercando di non pensarci e concentrando i miei pensieri altrove.
 
E fu così che mi persi per l’ennesima volta ad osservare Myungsoo.
 
Con una camicia bianca, un paio di pantaloni scuri e un grembiule dello stesso colore legato in vita, accoglieva e serviva i primi clienti di quel giorno.
 
Sorrisi nel vedere con quanta abilità faceva il suo primo vero lavoro in quella città.
 
Ricordandomi poi solo dopo dell’ansia con cui quella mattina mi aveva svegliato e delle emozioni che mi aveva fatto provare …
 
--
 
∞ Quella mattina (di buon’ora!) ∞

 
-Sungjong!!! – urlò L tirandomi, con ben poca delicatezza, una cuscinata in testa.
 
Mi svegliai di scatto, mettendomi a sedere sul letto, capendo poco e niente di tutto quello.
 
-Uhm, Myungsoo… ?? – mugugnai vedendolo ai piedi del letto con le braccia incrociate.
 
-Finalmente...! – sospirò – E’ da mezz’ora che cerco di svegliarti! Non voglio arrivare tardi il primo giorno di lavoro!
 
Sbadigliai svogliatamente, per poi mettere a fuoco tutto quello che mi circondava.
 
C’era qualcosa che non andava… ma cosa?
 
Sembrava essere tutto al suo posto, eppure c’era qualcosa di diverso.
 
Senza capire, spostai lo sguardo verso la finestra socchiusa che dava sulla città.
 
Ecco, cosa mancava: il sole!
 
Il cielo all’esterno era ancora scuro e la luna stava lentamente finendo il suo percorso.
 
Perché il sole non era ancora sorto?
 
Solitamente alle 8 di mattina, quando Myungsoo mi svegliava, il sole era già alto in cielo, ma chissà perché quella mattina no.
 
Ma i miei dubbi sparirono velocemente quando guardai la sveglia appoggiata su quella sedia, che fungeva da comodino.
 
Sbattei più volte le palpebre, cercando di mettere a fuoco l’orario.
 
O avevo bisogno di un buon oculista, o quell’8 si era trasformato in 6…. 6?!?!?!
 
Spiaccicai la faccia contro la sveglia per controllare meglio.
 
No, avevo visto bene. Quella sveglia segnava proprio le 6 di mattina!!!
 
Che Myungsoo avesse perso qualche rotella?
 
Da quando in qua mi svegliava all’alba?!
 
-Myungsoo!!! – urlai, e poco dopo il ragazzo fece la sua entrata nella stanza con ancora solo un paio di pantaloni della tuta.
 
-Che c’è?? – chiese con molta nonchalance, rimanendo fermo a fissarmi.
 
-Sei impazzito?! Perché mi svegli alle 6 del mattino?!?
 
Myungsoo sbuffò – Ma mi sembra ovvio! Oggi è il mio primo giorno di lavoro e non voglio arrivare tardi!!
 
Strabuzzai gli occhi –C-C’è… e tu mi hai svegliato alle 6 per questo?!
 
L annuii tranquillamente.
 
-Ma il tuo turno comincia alle 9!!! M-MANCANO 3 ORE!!! – ribattei ad alta voce, sempre più irritato per aver dormito molto meno del solito.
 
-Oh, Sungjong!! Non fare l’antipatico! Se poi arrivo in ritardo?! Non voglio perdere il mio primo lavoro!! – si lamentò Myungsoo, fissandomi negli occhi.
 
 -Aish! Tu speraci che io mi alzi all’alba per le tue paranoie!! – dissi alla fine, rimettendomi sdraiato e portandomi la coperta fin sopra la testa.
 
Avevo sempre pensato a Myungsoo come un ragazzo perfetto e razionale! Non pensavo davvero potesse avere simili paranoie!!
 
Ora più che mai, avevo la certezza che non aveva MAI lavorato in vita sua!
 
Non che io avessi una lunga esperienza lavorativa alle spalle, ma sicuramente non mi alzavo all’alba per paura di tardare a lavoro!
 
L sbuffò e sentii i suoi passi avvicinarsi verso il letto, dove io ero tornato a sdraiarmi.
 
-Sungjong??- mi chiamò, scuotendomi delicatamente.
 
-Hmm?- mugugnai qualcosa di incomprensibile.
 
-Ti alzi??
 
-No!! – risposi con convinzione, raggomitolandomi nel letto.
 
-Daiii!! – continuò a pregarmi Myungsoo.
 
-NO!!! – non avevo alcuna intenzione di porre fine al mio meritato sonno per colpa sua.
 
-Dai, fallo per me, amore!
 
-Aish! E non usare nomignoli dolci per convincermi!! – mi lamentai fingendomi scocciato, mentre le mie guance, sotto la coperta, si coloravano di un rosso carico.
 
Anche in questa situazione, la parola “amore” non poteva far altro che emozionarmi.
 
Sentirla pronunciare con una simile sincerità, da parte di Myungsoo, riusciva sempre a far battere velocemente il mio cuore.
 
Impegnato a far rallentare quei battiti cardiaci, non mi accorsi che L aveva smesso di insistere.
 
Senza aggiungere nient’altro per convincere ad alzarmi a quell’orario indecente, si era zittito.
 
-Myungsoo?? – tentai di chiamarlo, per paura che si fosse offeso –M-Myungsoo?? – feci nuovamente, questa volta uscendo allo scoperto con la faccia, che avevo lasciato coperta per tutto quel tempo.
 
Non feci in tempo a incontrare gli occhi di L che quest’ultimo mi baciò.
 
Le sue carnose labbra si appoggiarono sulle mie con una velocità impressionante, che io non potei far altro che sgranare gli occhi.
 
Myungsoo si staccò da me e mi accarezzo con il dorso della mano le mie guance accaldate dall’imbarazzo.
 
Un sorriso gli comparve, come suo solito, sulla faccia.
 
Senza dire una parola, riappoggiò nuovamente la sua bocca sulla mia, racchiudendola in una bacio più sentito di quello di poco prima.
 
Senza porre fine al bacio, si sdraiò sopra di me, appoggiando i gomiti ai lati della mia testa, in modo da non schiacciarmi con il suo peso.
 
Facendomi trasportare da tutto questo, schiusi appena le labbra e Myungsoo non esitò nemmeno un secondo a far incontrare la sua lingua con la mia.
 
Mentre eravamo concentrati da quel bacio, i minuti passavano e il sole si stava lentamente alzando in cielo.
 
Quello che era iniziato come una sorta di discussione, si era velocemente trasformata in uno scambio ben sentito di gesti e attenzioni cariche di affetto.
 
Myungsoo mise una mano tra i miei capelli scuri e, quando ebbe staccato le sue labbra dalle mie, passò ad annusarli.
 
Succedeva spesso che prima di addormentarci, alla sera, L annusasse il profumo dei miei capelli, o che lo facesse anche quando camminavamo per strada.
 
Adorava, e questo me lo aveva già rivelato, annusare o toccare i capelli degli altri, primi tra tutti i miei.
 
Di questo ne ero felice.
 
Myungsoo mi baciò la fronte e, dopo aver intrecciato la mano con la mia, cominciò a fissarmi, con un intensità da farmi arrossire di colpo.
 
Mi morsi il labbro inferiore, mentre mi osservava ogni linea del mio volto con attenzione.
 
L mi spostò un ciuffo di capelli dal volto, mettendomelo dietro l’orecchio e poi mi sorrise.
 
-Sei bellissimo, amore.- disse semplicemente, lasciandomi spiazzato.
 
Arrossii ancora di più, per quanto fosse possibile, mentre quella corta frase continuava a girarmi per la mente.
 
Era la prima volta che succedeva.
 
L’essere più perfetto che conoscessi, mi aveva detto che ero bellissimo.
 
Afferrai l’orsacchiotto bianco, con cui dormivo ogni sera, e me lo portai sulla faccia, in modo che Myungsoo non potesse vedere il mio volto.
 
Sentii L ridere – Ma che fai… ?! – chiese divertito dalla mia reazione, seduto sulle mie gambe.
 
-Uhm,… è i-imbarazzante… - ammise alla fine, e le parole mi uscirono ovattate per colpa dell’orsacchiotto che mi ostinavo a tenere sulla faccia.
 
Nonostante non lo vedessi, sapevo con certezza che Myungsoo in quel momento stava sorridendo soddisfatto.
 
Spostò appena il peluche bianco dalla mia faccia, in modo da scoprire le mie labbra e mi baciò.
 
Un semplice bacio casto che però portò la mia felicità alle stelle.
 
Dopo questo, Myungsoo mi abbracciò.
 
“Come può essere così dannatamente dolce e affascinante allo stesso tempo?!”
 
-Sungjong…? – fece poi L.
 
Mugugnai.
 
-Ora però ti alzi, ok?
 

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~ Note dell’autrice ~

Ciao a tutti voi! ♥ Eccoci al nuovo capitolo!
Per colpa della scuola, credo che continuerò ad aggiornare una volta a settimana, quasi sicuramente nei week end quando ho un po’ di tempo libero!
Spero continuerete a seguirmi lo stesso! ≥^≤
Ringrazio come al solito voi lettori! ≈
Un grazie in particolare a chi ha inserito la fan fiction tra le preferite/seguite/ricordate! A kselia che continua a recensire (e io sono talmente felice che non so più come ringraziare!) ♥ E alla mia unnie Crazy_Unicorn (che non mi stancherò mai di ringraziare!) ♥
 
Continuate a seguirmi e a recensire! ~
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie 

Ps. SEMPRE insieme!


 

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***



 


[Sungjong POV]
 

E così quel primo giorno di lavoro passò, e la presenza di Hoya in quel negozio a mano a mano cominciava a essere sempre più abituale.
 
Dopo la figura ben poco piacevole del primo giorno, non se ne erano verificate altre per mia fortuna!
 
Ero sempre stato con i piedi per terra e non catapultato a dosso a Hoya.
 
I primi giorni era stato strano vedere girare. per quel negozio di giocattoli, un altro ragazzo ma oramai ci avevo fatto l’abitudine.
 
Era anche una comodità avere un commesso in più!
 
La fatica che prima facevo solo io, ora era divisa per due.
 
Peccato che l’imbarazzo per dover indossare quel costume da panda c’era ancora, e non era stato smaltito.
 
Avevo immaginato quel travestimento come un obbligo per quel negozio di giocattoli. Un buffo e gioioso modo per attirare maggiori clienti, e soprattutto bambini.
 
Invece non era così! Cominciavo a pensare che fossi il primo, e forse ultimo, panda che stesse in quel negozio!
 
Che ci godesse, quel vecchietto che gestiva quel posto, a vedermi sprofondare per l’imbarazzo??
 
Aish, ma in quel momento era inutile farsi certe domande!
 
Indossavo quel costume ormai da parecchie settimane, ed era diventato come una parte di me, per così dire!
 
Per di più grazie a questo, ero riuscito e riuscivo tutt’ora a spiare di nascosto Myungsoo lavorare.
 
Anche per lui il lavoro sembrava procedere per il meglio!
 
Il primo giorno era tornato a casa sfinito, e mi ero pure toccato cucinare la cena per entrambi, cosa che non avevo mai fatto.
 
Poi, Myungsoo, aveva ricominciato a occuparsi lui di questo, vedendo le mie non-doti nel cucinare.
 
Ora quando tornava a casa, finito entrambi il lavoro, aveva mille aneddoti da raccontarmi sulla giornata!
 
Come di certe vecchiette che lo chiamavano in modo affettuoso e si mettevano a parlare dei propri nipoti, come se a L potesse importarne vagamente qualcosa. O di quante ragazze gli chiedessero quotidianamente il numero di telefono, o del perché non fosse un idol, con quel bel aspetto che si ritrovava!
 
Quest’ultime non mi lasciavo certo indifferente … anzi! 
 
E sicuramente Myungsoo se ne era accorto!
 
Credo quasi ci godesse a vedermi rodere dalla gelosia quando entrava in certi argomenti!
 
Eppure il modo in cui mi baciavo, accarezzava i capelli e parlava amorevolmente mi faceva che il profondo che provava per me era vero e puro.
 
Nessuno, in particolare una ragazza, si sarebbe messo tra di noi!
 
Ero sempre stato convinto che se la nostra relazione sarebbe finita, la colpa sarebbe stata di Myungsoo.
 
Non perché lo credessi meno fedele di me, ma solo perché mi sembrava più normale che una ragazza si innamorasse di lui, e di conseguenza potesse porre fine alla nostra relazione.
 
Mai e poi mai avrei pensato che il motivo di una nostra possibile rottura fosse io.
 
Quando la mia mente si perdeva su questi dilemmi irrisolvibili, scuotevo violentemente la testa e cominciavo a pensare a quanto potessi essere fortunato in quel momento.
 
E la felicità di avere Myungsoo al mio fianco tornava all’istante.
 
Perché dovevo pensare alla fine della nostra storia d’amore se era appena cominciata.
 
L’amore che provavo per L era già grande, ma la vera relazione era cominciata da poco e non volevo certo che terminasse già adesso.
 
Volevo viverla a pieno, ma pensando a queste cose non facevo che peggiorare le cose!
 
Sbuffai e ricominciai ad accogliere i clienti con un sorriso stampato sulla faccia.
 
--
 
Non bastava che li dovessi vedere ogni santo giorno quando tornavo da lavoro.
 
Non bastava che mi stressassero mattina e sera con le loro battutine su me e Myungsoo.
 
No, per loro non bastava di certo, l’avevo capito oramai!
 
Così oltre a Sungyeol, che quotidianamente veniva a farmi visita al negozio, ora c’erano anche Sunggyu e Woohyun.
 
Quei due ragazzi se ne erano entrati tranquillamente sul mio posto di lavoro e si erano seduti a un tavolino giocattolo, in compagnia di Sungyeol.
 
E mentre io cercavo di lavorare, loro continuavano a parlarmi, provando tutti i modi per cercare di distrarmi.
 
Alla pausa pranzo erano ancora lì e il vecchietto di quel negozio li aveva invitati a restare a consumare quel pasto con noi.
 
Non so cosa girasse in testa a quel anziano signore.
 
Credo che ormai tutti, in un modo o nell’altro, avessero cominciato a prenderci gusto nello sfottermi quotidianamente, e l’uomo dalla barbetta bianca non era da meno.
 
Così, seduti sul retro, noi 6, compreso Hoya, ce ne stavamo a pranzare con del pollo fritto e qualche battutina qua e là.
 
-Allora, tu sei il nuovo commesso giusto? – chiese Sunggyu riferendosi al nuovo ragazzo comparso in quel posto, che si limitò ad annuire.
 
-Hoya, vero? – continuò Woohyun con il quasi interrogatorio.
 
-Si! – rispose questa volta con un sorriso.
 
-Fidanzato?? – chiese questa volta Sungyeol.
 
-Oh, ma dai!! – mi lamentai io, che me ne ero stato in silenzio fino a quel momento – La volete smettere?!
 
-Sungjong! Non fare l’antipatico!! – ribatté con mia sorpresa il vecchietto del negozio – Lasciali parlare!!
 
Sgranai appena gli occhi, e tornai a mangiare in silenzio la mia porzione di pollo.
 
Erano peggio delle vecchie pettegole che si potevano incontrare per strada!
 
Hoya rise appena, per puoi scuotere la testa – No, non sono fidanzato!
 
-Come il nostro Sungyeol!! – commentò Woohyun, passando un braccio intorno alle spalle dell’interpellato che ridacchio appena.
 
Ormai il ragazzo dall’alta statura aveva cominciato a fare parte della nostra così detta famiglia, a tutti gli effetti.
 
Sorrisi nel vedere con quale confidenza lo trattavano Woohyun e Sunggyu.
 
Ero felice, dopo tutto quello che era successo, che qualcuno lo facesse sorridere sinceramente e ridere.
 
-Non dimentichiamoci di Dongwoo! Anche lui non è fidanzato! – disse Sunggyu –Aish, è proprio un periodo no per le coppie!
 
-Voi due non mi sembrate messi tanto  male … ! –commentai a mia volta, riferendomi a Woohyun e Sunggyu che risero all’unisono.
 
-La nostra coppia è indistruttibile!! –commentò con fare glorioso Woohyun, appoggiato dal suo fidanzato che gli cinse un fianco con la mano.
 
-Che invidia…! –commentò sinceramente Sungyeol, ricevendo una dolce pacca sulle spalle dalla coppietta.
 
-Già. – dissi pure io.
 
Non l’avevo mai detto apertamente, ma li invidiavo.
 
Invidiavo con quale coraggio avevano lasciato tutte le loro sicurezza, casa e famiglia, e se ne erano andati con solo il loro amore come unico appoggiò.
 
Invidiavo come, dopo tutti questi anni, si amassero ancora in modo così sincero e puro, come se si fossero conosciuti pochi mesi prima.
 
In cuor mio speravo anche io di vivere una storia d’amore così duratura, sincera e carica d’affetto.
 
-Cos’era quel “già”, Sungjong?? – chiese il vecchietto al mio fianco – Dovresti essere felice, ragazzo mio! Hai al tuo fianco quel bel figliolo di Myungsoo!
 
Sputai l’intero contenuto della bibita, che prima stavo tranquillamente bevendo.
 
-C-COME FA A SAPERE ANCHE IL NOME, ORA?! – sbottai, continuando a tossire per colpa della sorpresa.
 
Sunggyu, Woohyun, Sungyeol e pure Hoya scoppiarono in una rumorosa risata.
 
-Tu mi credi davvero cretino, non è così?! – ribatté l’anziano signore – E guarda che hai fatto!! – commentò poi riferendosi  al maglione che avevo completamente bagnato –Fortuna che ti eri tolto prima il costume da panda!
 
Scossi la testa confuso.
 
“Questo vecchietto ne sa una più del diavolo!!”
 
Non capivo come facesse a sapere tutte queste cose, o forse ero solo io che da incosciente mi ero fatto scoprire così facilmente?
 
Ma certo, ora avevo capito tutto!
 
-Lei ha ascoltato tutte le mie conversazioni con Sungyeol, non è così?! – ribattei.
 
L’anziano signore annuii con molta nonchalance, come se origliare le chiacchiere altrui fosse una cosa del tutto normale.
 
Sospirai. Ora avevo tutto un senso! E il vecchietto non era dotato di super poteri, per mia fortuna… !
 
Ma ero capitato comunque in una banda di matti, e questo non era certo un punto a mio favore.
 
Finito di consumare quel pranzo a base di pollo fritto, tra una chiacchiera e l’altra, quella giornata di lavoro continuò e quei tre ragazzi pettegoli se ne andarono.
 
--
 
-Così sei fidanzato, eh, Sungjong?
 
Sobbalzai, sorpreso dalla domanda di Hoya.
 
Entrambi ce ne stavamo in quella piccola stanzetta sul retro a metterci il cappotto e prepararci per tornare nelle proprie case.
 
Non sapevo se Hoya fosse un tipo particolarmente silenzioso, e lo fosse solo con me, ma quella era la prima volta che mi faceva una domanda così diretta.
 
Dopo quello strano pranzo nel negozio, mi ero concentrato solo sul vecchietto, che a quanto pare sapeva più cose di quanto immaginassi, ma non avevo minimamente pensato a lui.
 
Conoscevo Hoya da pochi giorni e avevamo parlato poco e niente, eppure quel giorno aveva pure scoperto che ero fidanzato.
 
E non con una ragazza, no! Bensì con un ragazzo di cui ora conosceva anche il nome!
 
Di colpo arrossii, rendendomi conto della situazione imbarazzante in cui mi ero ritrovato poche ore prima, ma che sul momento non avevo dato particolare importanza.
 
-E-Ecco… - balbettai – … si … - ammisi alla fine.
 
Che altro avrei dovuto dire? Tanto ormai lo sapeva già!
 
-Uhm, forte. – disse solo, per poi uscire dal negozio, seguito da me.
 
Entrambi usammo la porta sul retro.
 
-Uhm, senti … -esordì nuovamente Hoya, mentre stavo per avviarmi verso casa – Da che parte vai??
 
-Di qui! –indicai semplicemente verso la via che avrei preso per raggiungere Myungsoo, che sicuramente mi stava già aspettando.
 
-Ah, beh… anche io faccio la stessa strada! Se vuoi ti accompagno…
 
Sgranai appena gli occhi, sorpreso dalla gentilezza improvvisa di quel ragazzo.
 
Hoya probabilmente se ne accorse, infatti velocemente aggiunse – Ah, … se non ti va non importa!
 
-No, no!! – mi affrettai a ribattere – Mi farebbe piacere! Grazie!! – conclusi con un sorriso.
 
Troppo impegnato a ringraziarlo, non mi accorsi del leggero rosso con cui si colorarono le sue guance.
 
Troppo preso a camminare per la mia strada, seguito da Hoya, non mi accorsi di come il suo sguardo mi stava squadrando da capo a piedi, con una dolce insistenza.
 
Occupato a salutarlo e a correre ad abbracciare Myungsoo, che mi aveva aspettato per tutto quel tempo, non mi accorsi dello sguardo geloso che lanciò a L.
 
Non mi accorsi di nulla, soprattutto di un dettaglio che avrebbe dovuto mettermi in guardia.
 
Un dettaglio che però nemmeno Hoya aveva notato, troppo impegnato a  rinnegare i suoi sentimenti che lentamente stavano crescendo.
 
E col tempo, senza che nessuno se ne accorgesse, Hoya si era innamorato di me.
 
I guai stavano per cominciare.
 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong! ^^ Eccomi di nuovo ad aggiornare! ♥
Ammetto che non mi piace per niente questo capitolo, ma ora posso finalmente passare al prossimo, che invece spero venga bene, dal momento che ho moltissime idee!
Ringrazio come al solito tutti voi lettori!! Per una come me che sogna di diventare (in un qualche modo) una scrittrice è davvero appagante vedere che qualcuno apprezza i propri scritti!
Quindi ringrazio chiunque abbia inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate! La mia unnie e kselia, che continuano a recensire e questo mi rende davvero felice! ♥♥♥
Se qualcun altro volesse recensire, … non aspetto altro! X3
E per ultimo, ma non meno importante: MI E' ARRIVATO "INFINITIZE"!! <3 L'ultimo mini album degli Infinite!! *^* E "CRASH" dei B.A.P!! *^* Ancora saltello per la felicità! Kekeke! X3
Ancora grazie e al prossimo capitolo;

Tantissimi chu ~♥
Maggie 

Ps. Pucci!! ≥^≤


PPs. Checcarino!! ≥^≤
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***



 


[Sungjong POV]
 

Credo fosse un venerdì mattina …
 
Si, molto probabilmente era venerdì!
 
Difficilmente riuscirò a dimenticarmi di quel giorno, per vari motivi di natura diversa.
 
Quel venerdì mattina era cominciato in modo diverso dal solito, ma questo avrebbe dovuto mettermi in guardia?
 
Quel giorno, alle 8 di mattina, Myungsoo non mi svegliò.
 
I suoi occhi continuarono a rimanere serrati e la sua mente continuò a vagare per quel suo mondo onirico.
 
Nemmeno quando la sveglia suonò, producendo quel metallico e fastidioso rumore, si mosse.
 
Non ci feci caso ma, man mano che i minuti passavano, cominciavo a preoccuparmi.
 
Mi alzai a sedere stropicciandomi gli occhi, mentre un soffio di aria gelida entrava dalle fessure di porte e finestre.
 
In cui giorni, il tempo si era fatto sempre più brutto e, nonostante stessimo andando verso la primavera, l’aria si faceva sempre più gelida.
 
Solo al pomeriggio, quando quel debole sole invernale si faceva alto in cielo, quel vento si riscaldava.
 
Sbadigliai svogliatamente, per poi spostare lo sguardo verso Myungsoo che ancora dormiva.
 
Non era da lui fare fatica ad alzarsi.
 
Solitamente scattava in piedi ancor prima che la sveglia suonasse, per avere tempo di prepararsi e non arrivare tardi al suo nuovo lavoro al bar.
 
Eppure quel venerdì era diverso.
 
Mi stiracchiai appena, ancora seduto su quel letto, poi cominciai a scuotere leggermente L.
 
Ma non successe nulla: continuava a dormire.
 
-Myungsoo?? – lo chiamai dolcemente, ma come risposta mugugnò qualcosa che non riuscii a capire.
 
-Myungsoo... ? – dissi nuovamente scuotendolo appena.
 
Questa volta si svegliò, sbattendo appena le palpebre con una lentezza preoccupante.
 
Piegai la testa di lato, fissandolo per poco.
 
Perché non mi sorrideva?
 
Perché quel volto sembrava avere un’aria così sofferente?
 
Mi avvicinai più a lui, che teneva a malapena gli occhi socchiusi.
 
-Myungsoo,… c’è qualcosa che non va?
 
Mugugnò nuovamente.
 
-Non stai bene? Che cos’hai?? – chiesi sempre più preoccupato, ma cercando di mantenere la voce più calma possibile per non farlo agitare per nulla.
 
-N-Non lo so… - riuscì a dire, per poi portarsi una mano alla fronte – Mi fa male la testa..
 
Appoggiai delicatamente una mano sulla sua fronte.
 
-Aish! – esclamai senza controllo –Sei bollente, Myungsoo!
 
Senza aggiungere altro mi alzai dal letto, infilandomi un maglione e uscii dalla camera.
 
Poco dopo tornai con un termometro in mano, mentre Myungsoo non si era mosso nemmeno di un millimetro.
 
Mi misi in ginocchio davanti al letto e diedi a L il termometro che aveva preso, per fargli misurare la temperatura.
 
-Non mi sento bene … - disse poi con un sussurro appena percettibile.
 
-E te lo credo … ! Hai la febbre! – affermai, guardando il termometro.
 
Gli accarezzai dolcemente una guancia e andai velocemente in bagno.
 
Presi un piccolo asciugamano dal bagno, che successivamente avrei appoggiato sulla fronte di L, e lo bagnai con acqua fresca.
 
Stavo ripetendo le stesse azioni che avevo visto fare varie volte da mia madre, quando anche io mi ero ritrovato, da bambino, nella stessa situazione di Myungsoo.
 
Era la prima volta che mi prendevo cura di qualcuno.
 
Non sapevo se stessi facendo la cosa giusta o se ci fosse bisogno di qualcos’altro per farlo stare bene.
 
Pensavo di sbagliare, e questo mi preoccupava, soprattutto perché lo stavo facendo per la persona che amavo.
 
Mi stavo sforzando di mostrarmi dolce e apprensivo nei confronti di Myungsoo, ma in realtà, dentro di me, il cuore continuava a battermi velocemente, preoccupato quanto me.
 
Quel ragazzo che tanto amavo si era ammalato e ora aveva bisogno dell’aiuto di qualcuno. Quel qualcuno quella volta sarei stato io.
 
Feci per ritornarmene in camera da letto, un po’ più tranquillo di prima, quando per poco non andai a dosso a Myungsoo, che si era alzato e ora se ne stava davanti alla porta del bagno.
 
-Ehi! –esclamai – Perché ti sei alzato? – gli cinsi la vita con un braccio, aiutandolo a reggersi in piedi – Devi restartene a letto questa mattina! -lo rimproverai dolcemente come solo una mamma sarebbe riuscito a fare.
 
-M-Ma il lavoro … ?
 
-Non ti preoccupare! Avvertiamo il tuo capo che sei malato e non puoi andare al bar oggi …! Coraggio, ora sdraiati! – delicatamente lo aiutai a stendersi nuovamente sotto quelle coperte pesanti.
 
Era passata poco più di una settimana da quando aveva cominciato a lavorare, eppure, per colpa di quel freddo improvviso, si era già ammalato.
 
Sorrisi appena, intenerito da quel dolce viso che sembrava tanto indifeso in quel momento.
 
Appoggiai con cura il panno bagnato sopra la sua testa e Myungsoo rabbrividì a quel fresco contatto inaspettato.
 
-Va meglio? – chiesi semplicemente.
 
-Si…
 
-Hai bisogno di qualcos’altro?
 
Myungsoo annuii, tenendo gli occhi chiusi sotto quell’asciugamano bagnato di acqua fresca sulla sua fronte calda.
 
-Di cosa, Myungsoo?
 
-Un bacio, amore.
 
Arrossii di colpo, felice che L non potesse vedere la mia faccia sempre più imbarazzata.
 
Anche quando era malato doveva uscire con queste frasi a effetto?
 
Se mi fosse venuto un crepacuore in quel momento, chi mi avrebbe salvato?
 
Senza dire nulla, o spostare il panno bagnato dagli occhi di Myungsoo, appoggiai le mie labbra delicatamente sulle sue.
 
Le nostre bocche si sfiorarono appena, in un bacio dolce e sentito allo stesso tempo.
 
Le labbra di Myungsoo erano bollenti a contatto con le mie. Bollenti ma allo stesso tempo così invitanti.
 
Provai l’impulso irrefrenabile di leccarle e per poco la mia lingua non si bruciò a quel contatto.
 
Senza muoversi, L reclamò un nuovo bacio che non tardò arrivare.
 
Alla fine, quando ci fummo staccati anche quella volta, sul volto dell’ammalato comparve un sorriso felice che illuminò quel bel volto.
 
-Ora credo di essere guarito …  - dissi Myungsoo in un sussurro, continuando a sorridere.
 
Sorrisi a mia volta.
 
-Scemo! – gli dissi in modo scherzoso –Non si può guarire con un bacio! – affermai, mentre le mie guance andavano sempre più a fuoco.
 
-E questo chi lo dice?
 
Risi appena con lui, non sapendo come ribattere.
 
-Ce la fai a stare a casa da solo? Oppure vuoi che rimanga a casa … ? – gli chiesi, accarezzando appena i capelli scuri, che gli si stavano bagnando per colpa del panno sulla fronte.
 
-Vai a lavoro! Non ti preoccupare … Me la caverò! –concluse con un sorriso tirato per colpa della febbre.
 
Poco convinto acconsentii e come mio solito andai verso il negozio di giocattoli.
 
Ma questa volta c’erano due piccole differenze: ero da solo e, per di più, molto in ritardo!
 
Quel venerdì nulla mi avrebbe salvato da una ramanzina da parte del “vecchio”.
 
--
 
-Ma guarda chi si vede … Buongiorno, eh, Sungjong! – esclamò ironico il capo di quel negozio di giocattoli quando entrai in negozio, questa volta dalla porta principale.
 
Sospirai, mentre le guance mi si coloravano di un chiaro rosso per l’imbarazzo.
 
Hoya era già arrivato in negozio e stava sistemando qualche articolo qua e là.
 
Quando incrociò il mio sguardo, mi regalò un sincero sorriso che mi diede il buongiorno.
 
-Lo sai che ora sono, ragazzo mio? – chiese, nuovamente ironico, l’uno dalla barbetta bianca indicando con una mano l’orologio appeso al muro.
 
Sospirai, notando che ero in ritardo di 40 minuti.
 
L’anziano signore piegò la testa di lato, fissandomi confuso –E’ successo qualcosa?
 
-Myungsoo … - mi lasciai sfuggire in un sospiro, pensando che nessuno l’avrebbero sentito.
 
Invece sia l’uomo che Hoya lo percepirono e cominciarono poi a concentrarsi su di me, ancora in piedi nel negozio.
 
-Cosa centra Myungsoo? Non ti avrà mica lasciato, vero??
 
-No, peggio … ! –sospirai.
 
Hoya e il capo del negozio si avvicinarono ancora più a me.
 
-Peggio di essere lasciati? – fece l’anziano signore.
 
Se avessi avuto un minimo di sanità mentale in quel momento, non sarei stato a sbandierare ai quattro venti tutti i miei problemi.
 
Ma dal momento che, quella mattina, nella mia mente non c’era traccia di nulla, a eccezione dell’enorme preoccupazione per L, continuai a parlare con quei due.
 
-E’ malato … - di nuovo un sospiro.
 
-Ahh… -esclamarono all’unisono il vecchio e Hoya.
 
-Ecco il motivo del tuo ritardo … ! –commentò l’anziano signore, camminando verso di me.
 
Quando fu di fronte a me, mi diede qualche pacca veloce sulle spalle –Vedrai che starà bene …!
 
Sorrisi, felice della comprensione da parte di quel capo.
 
L’avevo sempre reputato un vecchio pettegolo che non faceva altro che sgridarmi, ma anche lui a volte tirava fuori la sua umana gentilezza.
 
Ebbi appena il tempo di pensare a questo che il quest’ultimo parlò nuovamente.
 
-Ma ora va a cambiarti e mettiti a lavoro! La tua paga sta lentamente diminuendo mentre stiamo parlando …! Sono già 45 minuti di ritardo, fai un po’ te!!
 
Sospirai, incamminandomi a testa bassa verso il retro del negozio.
 
“Ho parlato troppo presto … Questo è davvero un vecchio sadico!”
 

--------------------------------------------
 
~ Note dell’autrice ~

Hello! Sono stranamente in anticipo!! *O*
Ma questo non è il capitolo che avevo intenzione di scrivere! La parte dove Myungsoo è ammalato inizialmente pensavo che l’avrei raccontata tutta in poche righe… e invece è uscito fuori un nuovo capitolo! u.u
Pazientate fino a questo week end per sapere come andrà avanti con Hoya!
Grazie a chiunque leggerà questo capitolo! A chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate! A chi ha recensito, kselia e _fabula_! E alla mia unnie, umma e sorella!! Grazie a tutti! ♥♥♥
Recensite (*^*) e alla prossima;
 
Tanti chu ~♥
Maggie

Ps. Ma si L! u.u Stai pure attaccato al tuo uomo, eh! *W*

 
  

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***



 


[Sungjong POV]
 

“Credo fosse un venerdì mattina …
 
Si, molto probabilmente era venerdì!
 
Difficilmente riuscirò a dimenticarmi di quel giorno, per vari motivi di natura diversa.
 
Quel venerdì mattina era cominciato in modo diverso dal solito, ma questo avrebbe dovuto mettermi in guardia?”
 
--
 
E quel venerdì diverso dal solito stava, anche esso, per giungere a termine.
 
Per tutta la mattinata avevo svolto il mio lavoro con indosso quel mio solito costume da panda, ma per tutto il mio tempo non mi ero dato pace.
 
Continuavo a pensare a Myungsoo …
 
A come potesse sentirsi. Alla febbre che magari si era anche alzata …
 
E se fosse stato male?
 
Dubito che mi avrebbe chiamato al cellulare supplicandomi di tornare a casa!
 
Quel ragazzo era troppo orgoglioso per ammettere di avere bisogno dell’aiuto e del sostegno di qualcuno!
 
Questa era l’unico difetto nella sua perfezione.
 
Ed era anche la cosa che più mi faceva infuriare, a dire il vero.
 
Fui preoccupato fino alla pausa pranzo, quando il vecchietto, vedendomi più sovrappensiero del solito, mi lasciò fare una telefonata veloce a Myungsoo.
 
Sentendo la sua voce più sveglia di prima, la mia preoccupazione cominciò a diminuire pian piano.
 
Per tutte quelle ore non aveva fatto niente, se non dormire.
 
Ma fortunatamente quella dormita gli aveva fatto più che bene!
 
Quella mattina mi ero spaventato nel vederlo in quello stato e la preoccupazione non era diminuita standomene in quel negozio a lavorare, anzi, era visibilmente aumentata.
 
Ma ora ero sollevato nel sentirlo parlare come suo solito.
 
Sollevato, riattaccai la chiamata e dopo aver concluso il mio pranzo me ne tornai in negozio.
 
Era questo allora voler bene a una persona.
 
Metterla al primo posto fra i tuoi pensieri quotidiani e preoccuparti più di qualunque altro, anche di lei stessa, quando qualcosa non va.
 
Ormai nessun dubbio mi frullava per la mente.
 
Nulla mi faceva pensare al contrario.
 
Io amavo Myungsoo. Lo amavo come non avevo mai amato nessun altro.
 
Difficilmente, ero certo, sarei riuscito a voler così tanto bene a una persona.
 
E ancora più difficilmente qualcun altro avrebbe occupato costantemente i miei pensieri e i miei sogni.
 
Con questa nuova consapevolezza, la giornata finii ed il cielo, all’esterno, cominciò ad oscurarsi mentre il sole salutava la città.
 
Tra poco sarei tornato da Myungsoo …
 
--
 
-Arrivederci!
 
-Arrivederci, Hoya!
 
-Arrivederci!! ~
 
-Arrivederci anche a te, Sungjong! Felice di tornare a casa, eh? Porta i miei saluti a Myungsoo!
 
-Certo!! ~
 
Con indosso un pesante cappotto e una sciarpa colorata, uscii dal retro del negozio insieme a Hoya.
 
Il nostro turno era finito e, mentre il capo di quel posto sistemava le ultime cose, ci stavamo avviando verso le nostre case.
 
Per mia fortuna, quel giorno di lavoro era passato velocemente e ora non vedevo l’ora di tornarmene a casa.
 
Immerso nei miei pensieri, uscii dal negozio, senza notare che stava diluviando.
 
Solo quando un braccio mi fece riportare sotto il davanzale del palazzo, me ne accorsi.
 
-Sta piovendo, se non te ne fossi accorto! – commentò Hoya, tenendo ancora stretto il braccio con cui mi aveva “salvato” da una bella doccia.
 
Mi morsi un labbro, imbarazzato.
 
Quando mi trovavo in compagnia di quel ragazzo, quelle brutte figure non facevano che abbondare.
 
Ormai era passata poco più di una settimana da quando Hoya aveva cominciato a lavorare nel mio stesso negozio di giocattoli.
 
Avevamo parlato poche volte e per il resto del tempo eravamo stati troppo occupati a svolgere i nostri compiti in quel posto.
 
Stretto insieme a Hoya sotto quel davanzale, lo guardai per la prima volta da così vicino.
 
A parte quella prima volta in cui gli ero piombato a dosso con ben poca grazia, il resto dei giorni non mi ero mai soffermato ad osservarlo dritto in faccia.
 
Avevo sempre tenuto la testa bassa in sua presenza, ancora troppo imbarazzato.
 
Visto da vicino non era affatto un brutto ragazzo.
 
Con quegli occhi sottili, capelli scuri e quella carnosa bocca che poche volte sorrideva, era proprio bello.
 
Uno di quei ragazzi che si sarebbero potuti trovare in un gruppo idol che tanto andavano ultimamente.
 
Poco dopo, Hoya si accorse del mio sguardo insistente su di lui, girandosi verso di me.
 
Arrossii di colpo per poi cominciare a guardare altrove.
 
Solo in quel momento mi accorsi che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che tenermi stretto il braccio.
 
Senza che glielo facessi notare, se ne accorse anche Hoya che subito mi lasciò andare il braccio.
 
-Allora … -disse poi, guardando la pioggia che non accennava a diminuire –Hai un ombrello?
 
 
--
 
[Hoya POV]
 

E fu così che 5 minuti dopo mi ritrovai a condividere il mio stesso ombrello con Sungjong.
 
Come mai mi fosse saltato in mente di offrirmi di accompagnarlo a casa sua, ancora non lo sapevo.
 
Ma ero felice.
 
Felice di poter passare ancora un po’ do tempo insieme a quel ragazzo.
 
Quando eravamo a lavoro non parlavamo quasi mai e se lo facevamo trattavamo di argomenti comuni come il tempo.
 
Non sapevo nulla della vita di Sungjong. Solo il suo nome e che aveva un fidanzato di nome Myungsoo, che evidentemente quel giorno era malato.
 
Mi era anche capitato di vederlo da lontano una volta che avevo fatto la stessa strada di Sungjong …
 
Da quel che avevo potuto vedere, era un ragazzo bellissimo. Alto, con un fisico asciutto, capelli scuri e occhi tanto sottili quanto profondi.
 
Il tipico ragazzo che faceva strage di ragazze.
 
Ma poco mi importava, l’unica cosa a cui avevo pensato in quel momento era che io e Myungsoo fossimo l’esatto opposto.
 
Scossi la testa, innervosito.
 
Perché pensavo a queste cose?
 
Non potevo certo essermi innamorato di Sungjong … !
 
Lo conoscevo da pochi giorni e non sapevo quasi nulla di lui.
 
Eravamo appena due semplici conoscenti, nemmeno da ritenere amici!
 
E allora perché queste strane sensazione, che prima d’ora non avevo mai provato?
 
--
 
In quel breve tragitto Sungjong parlò molto e riuscii a farmi rivelare anche qualcosa di me.
 
Scoprii chi fossero quelle 3 persone con cui, pochi giorni prima, avevo pranzato. Che una sua passione era il canto e che si era trasferito da poco tempo in quella città.
 
Dal canto mio, gli rivelai la mia passione per il ballo.
 
Non ero un tipo che amava parlare particolarmente, ma in sua compagnia era tutto diverso.
 
Stretti sotto quel piccolo ombrello che copriva a malapena noi due, potevo sentire il calore che trasmetteva Sungjong e il suo buon profumo.
 
Parlare con cui era qualcosa di rilassante e tranquillo, che mi piaceva.
 
Avevo sperato che chiacchierando più con lui sarei riuscito a chiarire meglio i sentimenti che ultimamente mi tormentavano, ma non fu così.
 
Quando le nostre mani si sfioravano per sbaglio, un brivido mi percorreva l’intero corpo.
 
Quando i nostri occhi si incrociavano e Sungjong arrossiva, non poteva far altro che trovarlo semplicemente adorabile.
 
Tutte queste cose non potevano far altro che farmi impazzire ancora di più.
 
Se prima ero confuso, ora non capivo assolutamente niente!
 
Come potevo io, Lee Howon, essermi davvero innamorato di un ragazzo?!
 
Non potevo assolutamente essermi innamorato di Sungjong!
 
Allora c’era un’altra spiegazione a tutto quel subbuglio?
 
C’era un altro motivo per cui provassi quelle emozioni quando stavo al suo fianco?
 
C’era un motivo se provavo l’impulso irrefrenabile di abbracciarlo e accarezzare quei capelli profumati?
 
Ma la situazione peggiorò poco dopo, quando Sungjong ricominciò a parlare.
 
-Sai una cosa? Sei un ragazzo proprio simpatico, Hoya! E’ bello passare il tempo con te!
 
Quello che avevo appena sentito era davvero un complimento?
 
Il battiti del mio cuore non poterono far altro che accelerare.
 
Sungjong, dopo aver parlato, mi sorrisi.
 
Mi regalò un sincero e meraviglioso sorriso che non poté far altro che farmi scoppiare letteralmente il cuore.
 
Era la goccia che fece traboccare il vaso.
 
Mi bloccai di colpo e Sungjong dovette far lo stesso per non finire sotto la pioggia.
 
E così, in quella strada che pensavo fosse desolata, sotto quelle gocce di pioggia che non accennavano a diminuire, lo feci.
 
Lasciai che fossero i miei sentimenti a guidare le mie azioni.
 
Lasciai che il mio amore per Sungjong venisse fuori.
 
Velocemente, poggiai le labbra sopra le sue e, prima che lui potesse obbiettare, lo baciai.
 
Quando assaporai il gusto di quella bocca non potei far altro che provare mille emozioni.
 
Ma soprattutto ero felice.
 
Felice di aver finalmente capito che quello che provavo per Sungjong era amore.
 
Amavo davvero quel ragazzo, come non avevo mai amato nessun altro prima d’ora.
 
Sungjong cercò di liberarsi da quel contatto, ma non glielo permisi.
 
Lasciando che l’ombrello cadesse a terra e che noi due ci bagnassimo, strinsi dolcemente, con entrambe le mani, il bel volto di Sungjong senza bloccare quel bacio.
 
Nulla mi avrebbe fatto staccare da lui. Nulla tranne quello.
 
A pochi metri di distanza da noi, sentii un rumore, come se qualcosa fosse caduto.
 
Mi staccai da Sungjong e mi voltai verso la parte dove avevo sentito provenire quel rumore.
 
E lì, non potei far altro che sobbalzare.
 
Quello che era caduto era un ombrello. Un ombrello che un tempo aveva coperto una persona, ma ora quel ragazzo si stava inzuppando di pioggia, mentre ci osservava schioccato.
 
Quel ragazzo era Myungsoo.
 
Senza dir altro, quest’ultimo indietreggio per poi correre via, abbandonando l’ombrello sul marciapiede.
 
Senza sapere cosa fare, mi limitai a osservarlo andare via.
 
Solo un urlo al mio fianco mi riportò alla realtà.
 
-MYUNGSOO!!
 
Era Sungjong.
 
Osservai il suo volto già bagnato, ma potei notare gocce diverse che cominciarono a inumidirgli la sua bella faccia.
 
Gocce salate. Lacrime.
 
Senza dire niente, Sungjong si portò le mani alla faccia, accovacciandosi poi sul marciapiede e lasciandosi andare in un pianto disperato sotto quella pioggia invernale.
 
Mi morsi nervosamente un labbro.
 
Cosa avevo combinato?
 

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    Buona domenica! ^^
Ecco il nuovo capitolo … e per favore non uccidetemi!! >//<

Credo si fosse già capito che Hoya avrebbe fatto qualcosa …  e quel qualcosa è far lasciare Myungsoo e Sungjong.
Non posso fare spoiler per il prossimo capitolo, ma vi prego di aspettare perché spero di postarlo presto!
Ora che ho scombinato un po’ la felice coppietta mi farebbe ancora più piacere sapere cosa ne pensate!! ≈
Ringrazio come al solito chiunque abbia letto questo capitolo e continui a seguire la fan fiction! *-* Un grazie in particolare a chi recensisce, kselia e _fabula_! ♥ 

   Ancora grazie e recensite! *^* 
Alla prossima;
 
Tanti chu ~♥
Maggie 

 
Ps. Scusate per il ritardo! TwT Volevo pubblicare il capitolo ieri ma poi c'è stato un problema con EFP, come forse avrete visto, quindi aggiorno solo ora! >//<  ! >/

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***



 


[Sungjong POV]
 

“Ero sempre stato convinto che se la nostra relazione sarebbe finita, la colpa sarebbe stata di Myungsoo.

Non perché lo credessi meno fedele di me, ma solo perché mi sembrava più normale che una ragazza si innamorasse di lui, e di conseguenza potesse porre fine alla nostra relazione.
 

Mai e poi mai avrei pensato che il motivo di una nostra possibile rottura potessi essere io…”
 

Venerdì.
 
Non era ancora giunto a termine quel venerdì.
 
Sembrava che quel giorno non volesse proprio concludersi.
 
Mi pareva essere anche più lungo del solito.
 
Questo avrebbe dovuto darmi un senso di inquietudine e, forse, mettermi in guardia… ma da cosa?
 
Perché avrei dovuto farmi condizionare da ciò?
 
Il mio turno di lavoro era finito e, sotto quell’ombrello insieme a Hoya, fra poco sarei tornato a casa e avrei rivisto il volto sorridente di Myungsoo ad aspettarmi…
 
--
 
Quanto c’era voluto per metterci insieme?
 
Mesi. Mesi che per me erano sembrati eterni.
 
Avevo passato giorni interi a fissare Myungsoo, mentre se ne stava tranquillo in quel bar.
 
C’era voluto tanto, troppo per me.
 
Quanto c’era voluto per lasciarci?
 
Secondi. I secondi più brutti della mia vita.
 
--
 
Quando ero uscito da quel negozio, troppo preso a pensare a L, non mi ero accorto dell’acquazzone che si stava scatenando all’esterno.
 
Se non fosse stato per i riflessi pronti di Hoya, mi sarei bagnato da capo a piedi e avrei fatto un’altra della mie “belle” figure.
 
Mi era capitato poche volte di chiacchierare con lui e non eravamo certo in una così grande confidenza.
 
Inutile dire, quindi, che mi ero sorpreso non poco quando mi aveva gentilmente offerto il suo ombrello, decidendo così di accompagnarmi a casa.
 
Senza nemmeno pensarci, avevo accettato volentieri ringraziandolo con un sorriso.
 
Ero stato troppo ingenuo?
 
Ma perché mai avrei dovuto pensare questo?
 
Ero senza ombrello e dovevo tornarmene a casa.
 
Quale altre possibilità avrei avuto se non farmi accompagnare a casa da Hoya?
 
Durante il tragitto avevo chiacchierato tranquillamente con lui.
 
Non pensavo avessimo due grandi passioni in comune come il canto e il ballo, ed ero stato felice di scoprire questo.
 
Hoya era uno di quei ragazzi che non ama parlare molto con chi non conosce bene, ma diventava un chiacchierone appena acquisisci la sua fiducia.
 
Durante tutto il tragitto verso casa avevo avuto come l’impressione di essere in compagnia di un amico di vecchia data.
 
Uno di quelli con cui parlare tranquillamente del più e del meno.
 
In poco tempo eravamo passati da semplici conoscenti a quasi amici.
 
Un gran passo avanti.
 
Avevo parlato per di più io, mentre Hoya si era limitato ad ascoltarmi e aprire bocca solo in casi strettamente necessari, come quando gli rivolgevo una domanda diretta.
 
La pioggia non aveva smesso di scendere nemmeno per un secondo e, nonostante fosse piccolo, quell’ombrello riusciva a tenere al caldo e all’asciutto entrambi.
 
Stavamo camminando da un po’, mentre le strade cominciavano a diventare deserte e le persone si rifugiavano nelle proprie case.
 
E in quel momento accadde.
 
Eravamo in mezzo a un marciapiede desolato, in una piccola via della città.
 
Le luci delle strade ci illuminavano appena, mentre la pioggia batteva sull’ombrello viola, che avevo scoperto essere il colore preferito di Hoya.
 
Per poco era calato il silenzio tra di noi, ma non perché non sapessi cosa dire, solo che quel ticchettio bastava a riempire quella pausa.
 
Senza nemmeno riflettere sulle mie parole, dissi -Sai una cosa? Sei un ragazzo proprio simpatico, Hoya! E’ bello passare il tempo con te!
 
Per me era un semplice commento che, seppur sincero, avrei potuto fare a molti altri.
 
Ma evidentemente per Hoya non era così.
 
E in pochi secondi tutto avvenne.
 
Hoya si bloccò senza preavviso in mezzo al marciapiede, facendomi fermare di conseguenza.
 
Appena il tempo di voltare lo sguardo verso di lui, per cercare la spiegazione a quest’azione improvvisa, che le sue labbra erano già sulle mie.
 
Cos’era questo?
 
Era vero o me lo stavo immaginando?
 
No, stava davvero accadendo.
 
Hoya mi stava baciando.
 
Sgranai gli occhi, mentre il mio corpo non riusciva a fare nemmeno un movimento elementare, troppo sconvolto.
 
Mille domande mi si affollarono per la mente…
 
Perché? Perché mi stava baciando?
 
Hoya era un semplice amico per me e prima d’ora non avevo mai avuto l’occasione di conoscerlo meglio.
 
Allora perché tutto questo?
 
Che Hoya mi amasse?
 
No, impossibile! Come ci si può innamorare di una persona che nemmeno conosci?!
 
Eppure anche a me era capitata la stessa identica cosa.
 
Mi ero innamorato di Myungsoo ancora prima di sapere il suo nome.
 
Ma più ci pensavo, più lo credevo impossibile.
 
Hoya non mi aveva mai riservato particolare attenzione.
 
Non aveva mai avuto atteggiamenti che avrebbero potuto farmi capire i suoi sentimenti nei miei confronti.
 
O forse si? E io ero stato così ingenuo da non accorgermene…
 
Smisi di pensare a tutto questo e tornai alla realtà.
 
Hoya teneva ancora premute le sue labbra sulle mie.
 
Quello che mi stava dando era un bacio, un bacio sincero.
 
Scossi appena la testa e cercai di liberarmi da quel contatto.
 
Non lo volevo. Non era questo quello che volevo.
 
Io amavo Myungsoo, era poco ma sicuro.
 
Non potevo permettermi di tradirlo in questo modo spudorato.
 
Ma Hoya non mi diede via di scampo e, mollando l’ombrello, prese il mio volto con entrambe le mani, costringendomi a baciarlo di nuovo.
 
Mentre la pioggia cominciava a bagnarmi da capo a piedi, cercavo di staccarmi da lui.
 
A porre fine a quel bacio indesiderato.
 
Ma Hoya sembrava non volere che me ne andassi.
 
Eppure fu costretto a lasciarmi andare.
 
Dopo aver sentito un rumore alle nostre spalle, smise di baciarmi voltandosi verso di questo.
 
Finalmente presi aria, felice che quel bacio fosse finito.
 
La mia felicità durò poco. Troppo poco.
 
Quando mi girai anche io verso quel punto dove si era sentito il rumore, non potei fare a meno che sgranare gli occhi.
 
E in quel momento, dopo aver visto quello sguardo tanto sconvolto quanto sconosciuto, desiderai più che mai che quello fosse solo un incubo.
 
Un incubo da cui  presto mi sarei svegliato e ritrovato stretto tra le braccia di Myungsoo.
 
Ma L, in quel momento, aveva voglia di fare tutt’altro che abbracciarmi.
 
Perché quel rumore che aveva posto fine al bacio tra me e Hoya l’aveva provocato lui.
 
Myungsoo aveva visto baciarmi un altro ragazzo.
 
Perché? Perché proprio in quel momento?
 
Perché non se ne era rimasto a casa con la febbre? Perché non mi aveva aspettato nel nostro appartamento?
 
Perché proprio in quel momento, in quel punto, aveva dovuto vedere questo?
 
Perché ora si mostrava a me con un espressione che non avevo mai visto prima d’ora dipinta sul suo volto?
 
Cos’era quel peso che mi provocava dolore in tutto il corpo?
 
Non sapevo cosa dire. Che scusa trovare per giustificare quel tradimento.
 
Perché si, lo avevo tradito. Seppur involontariamente l’avevo fatto, e ora avevo solo voglia di mandare indietro il tempo.
 
In tempo per bloccare Hoya e quello stupido bacio.
 
Senza dire niente, lasciando solo la sua espressione estremamente sconvolta a parlare, Myungsoo se ne andò, correndo via sotto la pioggia, in modo che non potessi vedere le sue lacrime.
 
Lacrime di amarezza che velocemente si mescolarono con le gocce di pioggia.
 
E finalmente aprii bocca.
 
Senza rendermene conto, urlai il suo nome, consapevole che non sarebbe servito a nulla.
 
Quel peso spinse ancora di più su di me, provocandomi dolore, e non potei far altro che accovacciarmi sotto quella pioggia, mentre grosse lacrime cominciavano a scendere copiosamente,
 
Mi lasciai andare in un pianto disperato.
 
Era tutto finito?
 
Tutti i bei momenti che avevo passato con Myungsoo dovevano concludersi in quel doloroso modo?
 
Dopo tutta la fatica che avevo fatto per conoscerlo e mettermi insieme a lui, doveva finire così?
 
Non volevo. Non volevo che accadesse tutto questo.
 
Ma cos’altro avrei potuto fare se non disperarmi?
 
-Vai…
 
Un sussurro quasi impercettibile uscii dalla bocca di Hoya.
 
Alzai il volto, scavato dalle lacrime che non accennavano a fermarsi, verso il ragazzo.
 
-C-Come… ?
 
-Vai. – mi ripeté semplicemente dopo aver deglutito – Vai da lui. – concluse con un sorriso rammaricato.
 
Vedendo che non mi muovevo, il ragazzo mi allungò una mano aiutando ad alzarmi e mi diede una leggera spinta.
 
-Vai! – disse di nuovo.
 
Sgranai gli occhi.
 
Dopo tutto quello che era successo, Hoya mi stava spingendo ad andare da Myungsoo?
 
Singhiozzai nuovamente –G-Grazie… - gli dissi solo, per poi cominciare a correre verso casa, dove ero certo che avrei trovato L.
 
Ormai troppo lontano, non udii un sussurro da parte di Hoya.
 
-Grazie a te, Sungjong… - detto questo si incamminò verso la parte opposta alla mia, mentre io correvo per la seconda volta sotto la pioggia.
 
Ma questa volta Myungsoo non era con me.
 
Ero da solo, mentre le lacrime continuano a scivolare sulle mie guance umide.
 
Quel dolore che provavo era troppo forte, ma dovevo correre.
 
Correre da Myungsoo.
 
L’amore che provavo per lui era troppo grande.
 
Non volevo che finisse tutto in questo modo!
 
Così correvo verso una meta precisa, mentre colui che occupava il mio cuore faceva altrettanto.
 

---------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~

Sono davvero in ritardo questa volta!! ≥//≤
Scusate! Ma mi sono presa l’influenza e la mia voglia di scrivere era pari a zero!
Ma ora sono qui!! ^^
Dato che domani è festa, quindi non c’è scuola, spero di postare il prossimo capitolo per farmi perdonare!! ♥
Ringrazio come al solito tutti voi lettori che continuate a seguire questa fan fiction! Me davvero felice(?)! ≈♥ kselia, _fabula_, e la mia unnie che recensiscono sempre!! ≈♥
Davvero grazie! <3
 
Al prossimo capitolo;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


      
 


[Sungjong POV]
 

“Così correvo verso una meta precisa, mentre colui che occupava il mio cuore faceva altrettanto… “

 
Mentre la pioggia non accennava a diminuire, ma anzi aumentava man mano che mi velocizzavo, correvo.
 
Correvo e grosse lacrime salate scendevano sul mio volto.
 
Non riuscivo più a distinguerle dalle gocce di pioggia fredda, ma poco mi importava.
 
Il mio obbiettivo era arrivare da Myungsoo e dovevo farlo il prima possibile.
 
In pochi attimi mi era letteralmente crollato il mondo a dosso, senza che me ne rendessi conto.
 
Hoya mi aveva baciato e la sfortuna aveva voluto che proprio in quel momento L ci vedesse.
 
Non mi ero accorto di nulla.
 
Ero rimasto impassibile davanti a quella scena, come se non ne facessi parte e non centrassi nulla con essa.
 
Solo dopo aver incrociato lo sguardo sconvolto di Myungsoo e averlo visto correre via da me, la realtà mi era crollata a dosso, dolorosamente.
 
E ora l’unica cosa che volevo fare era andare da lui.
 
Grazie alla spinta di Hoya, che si era rivelato una persona eccezionale fino alla fine, stavo correndo verso quell’appartamento che da tanto ormai condividevo con L.
 
Cosa avrei fatto una volta arrivato ancora non lo sapevo con certezza?
 
L’importante in quel momento era correre.
 
Correre per risistemare la situazione.
 
Correre per bloccare quelle lacrime di dolore che stavano bagnando i volti di due persone collegate, da sempre, da un loro filo rosso.
 
--
 
Dopo pochi minuti e molta fatica, ero arrivato.
 
Ancora pochi metri e sarei arrivato a casa, con la speranza di trovare anche Myungsoo.
 
Per tutto quel tempo, avevo solo pensato a correre e nessun pensiero era passato per la mia mente.
 
Così facendo, però, non avevo pensato minimamente a cosa dire a L.
 
A quale scusa usare, o se dirgli semplicemente la verità.
 
Confuso, arrivai fino alla’appartamento, davanti alla porta d’entrata di quel condominio.
 
Ma, a parte la pioggia incessante, non c’era anima viva.
 
Che Myungsoo fosse già dentro?
 
Ma la risposta arrivò poco dopo, quando sentii dei passi veloci dietro di me.
 
Ebbi appena il tempo di girarmi per vedere chi fosse, che quei passi si fermarono.
 
Sobbalzai appena, mentre il cuore non fece altro che cominciare a battere velocemente.
 
Sapevo che non sarei riuscito a resistere ancora a lungo, osservando quel viso sciupato da grosse lacrime che ancora scendevano su quelle guance.
 
Cominciai a mordermi nervosamente un labbro.
 
Era Myungsoo, ma non l’avevo mai visto in quello stato.
 
Quel viso rovinato dalle lacrime. Quell’espressione di tristezza e delusione. Tutto non faceva altro che farmi aumentare l’enorme groppo che avevo in gola.
 
Senza dire altro, L venne verso di me e, senza degnarmi di uno sguardo, entrò nel palazzo.
 
-M-Myungsoo… ?- ebbi solo il coraggio di sussurrare, mentre lo seguivo all’interno.
 
Ma non ricevetti alcuna risposta.
 
-Myungsoo… i-io… -tentai, ma venni interrotto da Myungsoo.
 
-Non dire niente … - fece, senza guardarmi in faccia o fermarsi, continuando a salire le scale.
 
I nostri vestiti e capelli, che avevano assorbito le gocce di pioggia fredda, sgocciolavano per tutto il palazzo, riempiendo il silenzio con quel ticchettio.
 
Un ticchettio continuo. Vagamente metallico e dolorosamente familiare.
 
Quel ticchettio ero lo stesso che aveva invaso il condominio molti giorni prima.
 
Giorni che erano passati molto, troppo, velocemente e che ora mi sembravano ricordi lontani e sfocati.
 
Eppure le emozioni che avevo provato in quel momento ancora le ricordavo.
 
Quegli attimi in cui Myungsoo mi aveva trascinato su per le scale. Attimi che mi erano sembrati interminabili.
 
Ero stato ingenuo quel giorno. Non sapevo come sarebbero andate a finire le cose quella sera, ma era stato tutto meraviglioso.
 
Perché quel giorno - ormai passato - era stato la prima volta in cui avevo fatto l’amore con Myungsoo.
 
In cui entrambi avevamo aperto il nostro cuore e avevamo lasciato uscire all’esterno i nostri sentimenti di puro amore.
 
Quel giorno avevo davvero capito di amare Myungsoo.
 
Nonostante la pioggia, il ticchettio che provocavano le gocce quando cadevano sul pavimento e il battito del mio cuore accelerato, in quel momento si respirava un’aria diversa.
 
Un aria densa e carica di dolore e amarezza.
 
Perché avevo tradito L.
 
Seppur involontariamente, lo avevo fatto e ora ne pagavo le conseguenze.
 
Mentre Myungsoo continuava a salire lentamente le scale e la pioggia cadeva all’esterno, non potevo far altro che ascoltare quel silenzio.
 
Non sapevo cosa fare.
 
Come spiegargli tutto e niente.
 
Non volevo che soffrisse e non volevo nemmeno soffrire io.
 
-M-Myungsoo.. ? – tentai ancora e questa volta l’interpellato si fermò, girandosi poi velocemente verso di me.
 
--N-Non dire niente… -ribatte digrignando i denti.
 
Sobbalzai sorpreso, mentre le lacrime ricominciarono a scendere, nel caso si fossero mai fermate.
 
Senza aggiungere altro, lasciandomi solo negli occhi il suo viso scavato dalla tristezza, ricominciò a salire le scale, con più spinta di prima.
 
-Myungsoo… ? – feci nuovamente, correndo alla sua stessa velocità.
 
-M-Myungsoo… !! – lo chiamai con un tono quasi disperato, ma L non si fermò o mi degnò nuovamente di uno sguardo.
 
-Myungsoo.. m-mi dispiace…
 
-Tsk! Come no!! – ribatte arrabbiato, mentre apriva la porta di quello che era sempre stato, fino a poche ora prima, il nostro appartamento.
 
-D-Dico davvero… ! – dissi con più convinzione, entrando nella casa con lui e lasciando che la porta si chiudesse alle nostre spalle.
 
-Non mi sembravi tanto dispiaciuto quando lo stavi baciando… – continuò Myungsoo, avanzando per l’appartamento, senza nemmeno togliersi le scarpe bagnate all’ingresso. Feci lo stesso anche io.
 
Ma arrivati a questo punto, cosa importava?
 
Aveva una minima importanza che il pavimento si sarebbe sporcato?
 
Importava qualcosa che dopo avremmo dovuto pulire?
 
No e ancora no!
 
-… anzi! Non mi sembravi proprio sdegnare! – continuò Myungsoo, sempre più amaramente.
 
Il groppo nella mia gola aumentò, mentre lacrime salate cominciavano a spingere sempre più forte per uscire. Ma le trattenni.
 
-N-No… io…
 
-Che stupido che sono stato! – continuò L senza darmi ascolto – E io che pensavo fossi tutto solo sotto la pioggia… macché! Ho visto com’eri solo!! – concluse, lanciando un calcio a una pantofola abbandonata a terra.
 
Mandai giù la saliva. La tristezza che aveva avuto fino ad adesso si era velocemente trasformata in rabbia.
 
Perché doveva andare tutto così storto?
 
Perché non si poteva semplicemente cancellare l’errore commesso?
 
Ma se fosse stato così facile non si sarebbe trattato della realtà.
 
-Aish! Che stupido che sono! Stupido, stupido, stupido!! E io che credevo davvero nei tuoi sentimenti….
 
Sospirai profondamente.
 
-Allora è questo quello che pensi… ?
 
Myungsoo sobbalzò, girandosi verso di me, sorpreso di sentire la mia voce.
 
-P-Puoi incolparmi di tutto, ma non di questo… !
 
-Come… ? – fece L, confuso.
 
Alzai la testa, che avevo tenuto abbassata per tutto quel tempo, di scatto –Credi davvero che avrei finto di amarti per tutto questo tempo?!
 
Myungsoo fece qualche passo indietro, balbettando qualcosa senza senso.
 
-Credi davvero che ti avrei mentito per tutto questo tempo? Che avrei deciso di stare con te per gioco? Che avrei finto di impazzire di gioia alla tua vista?? – respiro – Pensi davvero che i miei baci fossero finti? Che tutte le volte che le nostre mani si sfioravano io non provassi niente?! – una lacrima – Tsk… ! Non puoi nemmeno capire la mia felicità quando mi hai baciato per la prima volta… ! Quando le nostre labbra sono finalmente venute a contatto ho capito quali fossero i miei sentimenti! In quel momento ho compreso di amarti… ! – due lacrime – Non puoi incolparmi di aver finto quando ti abbracciavo, quando mi baciavi, quando facevamo l’amore… I momenti più belli della mia vita li ho passati in tua compagnia, Myungsoo….
 
Numerose lacrime cominciarono a scendermi sulle guance, in modo incontrollato.
 
Nemmeno sarei riuscito a ripetere tutto quello che avevo appena detto.
 
Le parole mi erano uscite in modo incontrollato e, probabilmente, senza un minimo senso ma era questo quello che mi ero sentito di fare.
 
Una forza invisibile aveva slegato il groppo che si era formato nella mia gola e mi aveva fatto uscire - senza controllo – tutto quello che avrei voluto dirgli.
 
Sospirai, singhiozzando silenziosamente, accorgendomi solo ora che Myungsoo non aveva ancora detto nulla.
 
Ma con lo stesso silenzio si era avvicinato a piccoli passi a me, senza che me ne accorgessi.
 
Alzai appena il volto per incontrare il suo e scoprire quale sentimento esprimesse la sua faccia.
 
Sbattei più volte le palpebre per metterlo a fuoco.
 
Che espressione avrebbe avuto? Di rabbia? Rammarico? Tristezza… ?
 
No, nulla di queste, perché dipinto sul suo viso c’era un sorriso.
 
Un meraviglioso sorriso.
 
Con delicatezza, tirando appena su col naso, Myungsoo mi accarezzo con delicatezza una guancia umidiccia.
 
Mi morsi un labbro, beandomi di quella dolcezza.
 
Lentamente, prese il mio volto con entrambe le mani e – dopo avermi sorriso un’altra volta – mi baciò.
 
Un bacio delicato ma allo stesso tempo così profondo, inteso e sincero da farmi versare nuove lacrime.
 
Lacrime che questa volta sapevano solo di felicità.
 
Esprimendo tutto quello che avevamo in mente solo attraverso quel dolce bacio, ci eravamo riconciliati.
 
La rabbia era scomparsa, la tristezza sparita.
 
Senza staccare le labbra dalla mie, Myungsoo approfondì il bacio avvicinandosi di più a me. Io, come risposta, affondai le mani nei suoi morbidi capelli, ancora bagnati dalla pioggia.
 
La notte era appena iniziata.
 

---------------------------------------------------

     ~ Note dell’autrice ~

 Annyeong a tutti! ^^ Sono in ritardo, lo so, ma di questo passo dovrete abituarvi! Scusatemi tanto, ma non ci sto dietro con la scuola! TwT
Questo capitolo ci ho impiegato una vita a scriverlo e non mi piace per niente! >//< Non so, ma ero davvero in carenza d’ispirazione per questa parte! ._.
Ringrazio ancora una volta tutti voi lettori che continuate a leggere! Chi ha aggiunto la ff alle preferite o alle seguite, perché ho visto che siete aumentati! ~♥
E un grazie in particolare alla mia unnie, kselia, _fabula_ e zmadeful che hanno recensito! ≈♥
Finale molto aperto questa volta, eh! Ma ora mi metto buona a scrivere! ;)
   
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie  

  

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***




[Sungjong POV]
 

Sabato mattina.
 
Il sole era già alto in cielo e pronto a svegliare la popolazione, nelle proprie case, in quell’inizio weekend d’inverno.
 
Non erano certo le prime ore del mattino, ma poco ci importava.
 
Non dovevo andare a lavoro quel giorno, quindi potevo godermi ancora qualche ora di meritato riposo.
 
Non sapevo non certezza che ore fossero, ma annusando l’aria profumata – che si respirava lì intorno – supponevo che fra poco sarebbe arrivata l’ora di pranzo.
 
Ero un dormiglione, certo, ma non mi era mai capitato di dormire così a lungo.
 
Ma quel sabato mattina era tutto diverso.
 
Com’era stata diversa anche quella sera prima.
 
Non mi ero addormentato appena arrivato a casa, colto da un improvvisa stanchezza dovuta al lavoro. No.
 
Vi bastava sapere che i miei occhi si erano chiusi e io mi ero addormentato solo poche ore prima dell’alba.
 
Quella notte era trascorsa velocemente, troppo per i miei gusti.
 
Avrei voluto rivivere ancora quei momenti per l’eternità.
 
Quegli istanti che avevo passato con Myungsoo per me erano irripetibili.
 
Sbadigliai profondamente, per poi alzarmi a sedere.
 
Nonostante pensassi che tutto quello che era successo la notte prima fosse stato solo un sogno, le tracce sparse per la stanza dimostravano tutt’altro.
 
Come i vestiti buttati a terra senza un minimo ordine. Quei vestiti che avevamo indossato il giorno precedente, e che ancora erano umidi per tutta la pioggia che avevamo preso.
 
Come umide erano state le tracce che avevano lasciato i nostri piedi, mentre ci trascinavamo velocemente verso il letto, presi da un’incontrollabile e improvvisa eccitazione.
 
Era successo tutto così velocemente che nemmeno avevo avuto il tempo di ragionare.
 
Ragionare e capire cosa stesse accadendo, e se stesse accadendo davvero.
 
Sorrisi ripensando a tutto quello che era successo, e abbracciai il mio peluche bianco, che era finito ai piedi del letto.
 
Quella sera lo avevo abbandonato lì e non aveva dormito al mio fianco come aveva sempre fatto.
 
Perché quella sera avevo tenuto stretto qualcun altro, che aveva fatto lo stesso con me, ricambiando la mia dolce e sincera stretta.
 
I ricordi del bacio con Hoya e del volto in lacrime di Myungsoo mi sembravano ricordi lontani, mentre i momenti passati a fare l’amore con L mi sembravano così vicini, che quasi riuscivo a sfiorarli, come fossero materiali e fisici.
 
E in un certo senso, lo erano.
 
Ancora potevo sentire le labbra di Myungsoo che esploravano tutto il mio corpo, e non potevano far altro che farmi godere di piacere.
 
E le sue mani, che mi avevano dolcemente accarezzato il volto facendomi arrossire. Quelle stesse mani che, allo stesso tempo, mi avevano anche fatto eccitare.
 
Come fossimo arrivati a questo punto, non lo ricordavo con precisione.
 
Volevo dimenticare tutti i momenti precedenti che avevo passato con la paura di aver perso Myungsoo.
 
Perché avevo passato momenti infernali, convinto che, non solo non avrei più vissuto con Myungsoo, ma che nemmeno sarei più riuscito a vederlo.
 
Pensare anche solo di riguardarlo in faccia, dopo aver baciato Hoya davanti a lui, mi faceva sprofondare.
 
Mi sentivo un insulso traditore. Uno di quelli che alla prima occasione lascia il proprio ragazzo per un altro. Ma non ero così.
 
Non avevo baciato Hoya per mia volontà.
 
Non avevo tradito Myungsoo per mia scelta.
 
Non avevo fatto soffrire L per colpa mia.
 
Le lacrime che avevo visto scendere copiosamente sulle sue guance mi avevano addolorato più di qualsiasi altra cosa.
 
Ma proprio per questo, ero deciso a non farlo piangere più, né per colpa mia né per colpa di qualcun altro.
 
Mi passai velocemente una mano sugli occhi, per asciugare quelle lacrime appena accennate, e cominciai a osservare Myungsoo.
 
Sorrisi nel vederlo dormire con la bocca socchiusa e quello sguardo rilassato ma – soprattutto – felice.
 
Tornando ad appoggiare il peluche - a forma di orso bianco – ai piedi del letto, mi sdrai sopra Myungsoo, appoggiando la guancia sul suo petto scoperto e stringendolo a me con un braccio.
 
Annusai il suo buon odore, e mi lasciai cullare dal battito del suo cuore.
 
Dal canto suo, lui non si mosse, continuando a dormire profondamente.
 
Mi piaceva pensare che stesse sognando me.
 
Forse era un pensiero abbastanza egoistico, ma probabilmente anche poco distante dalla realtà.
 
Dopo la serata d’amore che avevamo passato insieme, speravo di essere nei suoi pensieri, come lui era nei miei.
 
Dopotutto quello che era successo, a chi altro avrei dovuto pensare?
 
Mi strinsi ancora di più a lui, ma questa volta si svegliò.
 
Mugugnando qualcosa di incomprensibile, Myungsoo si stiracchiò appena, per poi sbattere le palpebre.
 
Quando incontrò il mio volto che gli sorrideva felice, ancora appoggiato sul suo petto scoperto, non poté far altro che fare altrettanto, augurandomi così il buongiorno con un meraviglioso sorriso.
 
-Buongiorno…. ~ - mi disse, poi, tra uno sbadiglio e l’altro.
 
-Buongiorno…- ricambia l’augurio – Dormito bene?
 
L sorrise di nuovo – Come non mai! ~ - detto questo, mi fece avvicinare ancora di più, stringendomi forte in un abbraccio.
 
Restammo ancora per un po’ così. Immobili.
 
Io sdraiato sul suo petto, ad ascoltare il rilassato battito del suo cuore, e Myungsoo –sotto di me- ad accarezzarmi dolcemente i capelli.
 
Avrei voluto che il tempo si bloccasse in quel momento, così che potessi assaporare all’infinito quegli attimi di dolce serenità insieme a L.
 
Ripensando alla litigata che avevamo avuto la sera prima, un sorriso mi si dipinse involontariamente sul volto.
 
Era durata così poco!
 
Questo non poteva far altro che dimostrare quanto fosse grande il sentimento d’amore che da tempo, ormai, ci univa.
 
C’era stato bisogno solo di parole sincere e gesti sentiti per far pace.
 
Ero felice che Myungsoo non mi considerasse poi un ragazzo così infedele.
 
Lo amavo più di qualsiasi altra persona su questo mondo…
 
-Sungjong?
 
Alzai appena il volto, per osservare L in faccia.
 
Myungsoo mi sorrise e cominciò ad accarezzarmi dolcemente una guancia.
 
-Ti amo.- disse tutt’un fiato, sorridendomi ancora.
 
Sbattei appena le palpebre, mentre le guance mi si arrossavano e il cuore cominciava a battermi velocemente.
 
Ero quasi certo che Myungsoo potesse sentire quel battito, che risuonava forte sul suo petto.
 
Per poco non scoppiai in un pianto di felicità per aver udito quelle parole.
 
Erano due semplici, semplicissime parole, che allo stesso tempo non potevano far altro che farmi emozionare ancora di più.
 
Myungsoo, ormai lo sapevo bene, non era bravo a esternare i propri sentimenti con le parole. Era più bravo con i fatti. Eppure mi aveva appena dichiarato il suo amore, in un modo così semplice ma -allo stesso tempo- profondo.
 
-A-Anche io, ti amo… - non potei far altro che ricambiare, non riuscendo però a guardarlo direttamente negli occhi, troppo imbarazzato.
 
Myungsoo mi scompigliò appena i capelli, felice, per poi prendermi il mento tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi.
 
Quegli occhi che non erano mai stati così affascinanti come in quel momento.
 
Lentamente mi sfiorò la bocca con le sue labbra, per poi baciarmi.
 
Un bacio diverso da quelli che c’eravamo scambiati la sera prima.
 
Questo era un bacio più casto, ma allo stesso così dannatamente dolce che mi riempi di felicità.
 
Myungsoo mi abbracciò di nuovo, per poi ritornare nella posizione di prima.
 
-Sungjong? – mi chiamò di nuovo, dopo pochi minuti di silenzio.
 
-Uhm? –mugugnai, senza spostarmi.
 
-Dopo, poi, devi pulire il pavimento, ok?
 
Sgranai gli occhi e mi alzai a sedere, fissandolo dritto negli occhi.
 
-Eh?!
 
Anche Myungsoo si mise a sedere sul letto.
 
-Vorrei ricordarti che sei entrato senza toglierti le scarpe, ieri sera, e hai bagnato ovunque! – mi spiegò L, con tranquillità, indicando le impronte bagnate che avevo lasciato.. o meglio, avevamo lasciato.
 
-Però hai fatto lo stesso anche tu!! – mi lamentai.
 
-Ma l’ho fatto per colpa tua. – replicò, con la sua solita risolutezza.
 
Balbettai qualcosa di sconnesso, non sapendo come ribattere.
 
Non faceva una piega.
 
Sospirai avvilito, certo che il resto di quel giorno l’avrei passato a pulire casa.
 
-Ma io ti aiuterò… - disse, poi, Myungsoo, baciandomi il collo scoperto, facendomi così rabbrividire.
 
-… forse. – concluse, però, inaspettatamente.
 
Sobbalzai, girandomi scocciato verso di lui.
 
-Cretino! – gli dissi, affettuosamente, tirandogli un cricco sulla fronte, ma poi baciandolo.
 
Era tutto tornato alla normalità.
 

------------------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~

Beh, si… è inutile che mi scusi di nuovo per il ritardo, ma sappiate solo che sono sinceramente dispiaciuta! TwT
Soprattutto perché –da quello che posso vedere- la fan fiction è seguita da parecchie persone.
Per questo, davvero grazie! ♥ Non so come ringraziare chi continua a leggere questa semplice storia, kselia, zmadeful e la mia unnie! ♥
Grazie e scusate per il ritardo, di nuovo! E per i possibilissimi errori grammaticali! ≥^≤
Vi adoro! ≈♥ E se recensireste in di più, sarei ancora più felice! u.u lol ~
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***



 


[Myungsoo POV]
 

Certe volte accade.
 
Accade che ci arrabbiamo, ma subito dopo non possiamo far altro che calmarci.
 
In pochi attimi cambiamo umore. In pochi attimi ci scordiamo il motivo per cui c’eravamo tanto infuriati.
 
E così era successo anche a me.
 
Io, Kim Myungsoo, mi ero arrabbiato.
 
Arrabbiato con l’ultima persona con cui avrei mai pensato potesse accadere.
 
Con il mio grande amore, ovvero il mio attuale fidanzato Lee Sungjong.
 
Nonostante quel giorno non fossi nel massimo della mia forma, e fossi pure malato, mi ero preoccupato per lui.
 
E colto da questa improvvisa preoccupazione ero andato da lui.
 
Pioveva, ma come al solito Sungjong non si era portato nessun ombrello con sé.
 
Lo sapevo bene. Ora lo conoscevo troppo bene per non accorgermi delle sue dimenticanze, anche se avevo la febbre.
 
Tutto questo era normale, no? Lo amavo con tutto me stesso, era normale che i miei pensieri fossero rivolti a lui ….
 
Ma era proprio a causa di questo mio profondo e puro amore che in quella sera invernale mi ero ritrovato a piangere sotto quella fredda pioggia.
 
Piangere perché pensavo di aver perso per sempre la persona che amavo.
 
Scappare era stato istintivo.
 
Non ero nemmeno rimasto un secondo lì, fermo, ad aspettare spiegazioni che invece avrebbero potuto giustificarmi tutto.
 
In quel momento la mia mente e il mio cuore innamorato mi avevano detto di scappare, e io li avevo semplicemente ascoltati.
 
Senza capacitarmi davvero di quello che era successo, ero corso verso casa, sbagliando anche strada. Ma quando, finalmente, ero giunto a destinazione, lui era lì ad aspettarmi.
 
Fermo e con le lacrime agli occhi.
 
Solo dopo, una volta che fummo entrati nel nostro appartamento, capii che avevamo provato lo stesso identico dolore.
 
Capii che per pochi minuti, avevamo entrambi provato la devastante paura di perdere l’un altro. Di perdere la persona amata.
 
Perché si, Sungjong mi amava ancora e questo ora lo capivo bene.
 
--
 
-Quanto hai? – mi chiese una flebile voce.
 
-36.6! La febbre è passata del tutto! Tu?
 
-38.2… - riuscì a dire tutto d’un fiato.
 
Non riuscii a non sorridere e, giustamente, ricetti una delicata gomitata da parte di Sungjong, che mi sedeva accanto sul letto.
 
-Non c’è nulla da ridere!! S-Sei tu che mi hai attaccato l’influenza… !! – riuscì a lamentarsi nonostante la febbre alta.
 
Gli sorrisi dolcemente e gli baciai la fronte con la stessa delicatezza.
 
Sungjong arrossì appena e mise su un finto broncio, guardando altrove.
 
Era domenica mattina e il sole era alto in cielo.
 
C’eravamo svegliati da poco e, mentre io non ero mai stato così in salute, Sungjong si era preso l’influenza, in parte a causa della quantità di pioggia che entrambi avevamo preso venerdì, e in parte per colpa mia, che il giorno successivo non l’avevo lasciato nemmeno un secondo.
 
E se prima era toccato a Sungjong prendersi cura di me, ora era giunto il mio momento.
 
Ma di questo ne ero felice! Ero contento di rendermi utile per la persona che amavo.
 
Sungjong tossì.
 
Gli accarezzai una guancia, bollente per colpa della febbre alta, e gli intimai di sdraiarsi al caldo delle coperte.
 
Mi alzai da lì, lasciandogli più spazio e mi sedei ai piedi del letto, appoggiando il mento sul bordo, per guardarlo in faccia.
 
Sungjong si voltò dalla mia parte, fissandomi anche lui.
 
Si morse appena il labbro inferiore, come faceva sempre quando era in imbarazzo.
 
Allungai una mano verso di lui, incastrandola tra i suoi morbidi capelli scuri.
 
Sungjong socchiuse gli occhi e sotto le mie carezze, dopo poco, si addormentò tranquillo.
 
--
 
[Sungjong POV
]
 
-Ma ne sei sicuro?
 
Annuii convinto, affrettandomi a mettermi il cappotto.
 
-Ma se fino a ieri sera avevi la febbre a 38! Te la senti di andare già a lavoro da oggi? Se non te la senti di stare a casa da solo, posso benissimo saltare il turno anche io….
 
-Myungsoo!! – gli bloccai le spalle con le mie mani, facendo in modo che mi guardasse dritto negli occhi – Calmati! Non sono un bambino delle elementari! Sto bene, ok? Non sono più malato, quindi posso andare a lavorare già da oggi! Va bene? – conclusi con un sorriso.
 
L annuì, poco convinto, preparandosi anche lui a uscire.
 
Non avevo intenzione di rimanermene in casa con le mani in tasca, a non combinare nulla di buono.
 
Per di più, se avessi deciso di restarmene a casa avrebbe finito per fare lo stesso anche Myungsoo, rinunciando così a un altro turno di lavoro.
 
Certe volte era davvero troppo apprensivo.
 
Il giorno precedente si era occupato di me tutta la giornata, senza staccarsi nemmeno un secondo da me.
 
Lo amavo per questo, e forse era grazie all’amore incondizionato che provavo per lui che ero riuscito a guarire così velocemente, solo grazie alle sue amorevoli attenzioni.
 
Ripensando a quei momenti, non mi accorsi che Myungsoo aveva finito di prepararsi e ora mi stavo coprendo più di quanto non lo fossi già, con un’altra sciarpa, un berretto un paio di guanti grigi.
 
-C-Credo di essere abbastanza vestito …! – digrignai mentre Myungsoo tentava di farmi indossare l’ennesima sciarpa pesante.
 
-Pff… - soffiò L, mettendosi lui l’indumento caldo – Se poi ti ammali di nuovo non è colpa mia!
 
-Mi sembra quasi impossibile che questo accada! – ribattei io, uscendo dall’appartamento, seguito da Myungsoo.
 
-Weee!! ~ - urlarono in coro due voci.
 
Sobbalzai e alzai lo sguardo per vedere chi avesse gridato, ma già sospettavo chi fossero …
 
-Ma guarda chi si rivede!! ~
 
Sospirai, spingendo Myungsoo avanti, verso l’uscita, sperando che quei due non cominciassero con le loro solite battutine.
 
-E’ un po’ che non vi vedo uscire insieme al mattino presto … ! – continuò Woohyun, urlando dalla tromba delle scale, mentre cercavo di ignorarli.
 
-Siamo stati impegnati! – risposi semplicemente.
 
-Abbiamo visto come siete stati impegnati! Avete svegliato tutto il palazzo con le vostre urla.. ! – disse questa volta Sunggyu.
 
-Aish, scusate… ! – feci, ripensando a quando, venerdì scorso, eravamo rientrati a casa litigando – E’ che era successo un inconvenient-
 
-Oh, no no! Non intendiamo certo questo ~ - mi fermò Woohyun, scambiandosi poi uno sguardo complice con il suo fidanzato.
 
Mi fermai a guardarli insieme a L, entrambi confusi.
 
-Myungsoo ~ - cominciò a dire Sunggyu – Che hai fatto venerdì notte al nostro Sungjong?? ~
 
-M-Ma….. ?! – boccheggiai, arrossendo da testa ai piedi, capendo a cosa si stessero riferendo –N-Nulla! – mi giustificai, cercando di essere il più convincente possibile.
 
-Come no … Le tue urla si sono sentite fino al nostro appartamento! – continuò Woohyun, visibilmente divertito dal mio imbarazzo.
 
-M-Ma… - continuai a boccheggiare.
 
-Scusateci! – intervenne questa volta  Myungsoo, che era stato in silenzio fino a quel momento – Cercherò di essere più delicato la prossima volta! – concluse con un sorriso che i due fidanzatini ricambiarono.
 
Per poco non mi strozzai con la saliva, ma forse quella sarebbe stata una morte migliore di questa: volevo sotterrarmi per l’imbarazzo.
 
Non riuscii a dire nulla più, mi lasciai solo trascinare fuori casa da Myungsoo, che mi teneva stretta una mano.
 
Era davvero tornato tutto alla normalità.
 

---------------------------------------------------------
 

~ Note dell’autrice ~
 
Dire che sono in ritardo è dir poco! >.< Scusatemi davvero! Ma sono stata impegnata con la scuola! Ero completamente sommersa da verifiche e interrogazioni, da non riuscire nemmeno a trovare un momento libero per aggiornare!
Scusate davvero tanto! T.T Avevo paura che aggiornando in ritardo avrei perso velocemente lettori, invece siete pure aumentati! <3 Maggie loves you *w*
Cercherò di aggiornare più frequentemente ora che sono in vacanza! E come al solito ringrazio tutti voi per continuare a seguirmi!
Un grazie in particolare a chi ha recensito! T3T Davvero grazie ♥
Ah, quasi dimenticavo! BUON NATALE *~~~* (in ritardo u.u)
Spero abbiate passato un felice natale! ^^
E per ultimo, questo è il mio profilo su tumblr: http://minheerin4.tumblr.com/
Follow me e io followerò(?) voi! ≈
 
Grazie a tutti voi lettori ~ Buone vacanze ♥
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie

Ps. Si.. anche la mia amata Vinseop vi augura BUON NATALE! <3 lol

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***



 


[Sungjong POV]
 

Camminavamo. A passo lento ma camminavamo.
 
Annusando quell’aria invernale che tirava per le strade e stretti, mano nella mano, ci stavamo dirigendo verso i nostri lavori.
 
Quante volte avevamo già fatto quel percorso?
 
Quante volte mi ero già ritrovato a camminare, mano nella mano, con Myungsoo?
 
Tante, tantissime volte.
 
Eppure, quel giorno sembrava diverso.
 
Quel giorno sembrava come la prima volta.
 
Come la prima volta che L aveva iniziato ad accompagnarmi a lavoro.
 
Come la prima volta che mi aveva tenuto stretta la mano.
 
Come la prima volta che ero stato accanto alla persona che amavo.
 
Il battito del mio cuore era accelerato.
 
Perché anche il mio cuore si comportava diversamente?
 
Ormai pensavo di essere abituato alla vicinanza e alla dolcezza di Myungsoo, ma quella mattina era diverso e sentivo che provava lo stesso anche L.
 
Lo capivo da come mi stringeva forte la mano, quasi avesse paura che me ne andassi o venissi trasportato lontano dal vento che soffiava piano.
 
Lo capivo da quei piccoli gesti che compiva e che pochi avrebbero notato.
 
Lo capivo dall’affetto con cui mi sistemava sciarpa e berretto, per paura che prendessi freddo e mi ammalassi di nuovo.
 
Quel giorno aveva certamente un sapore diverso.
 
Probabilmente, tutto questo era dovuto a tutto quello che era successo nei giorni precedenti, quando entrambi avevamo avuto paura di venir lasciati.
 
Di venir lasciati e abbandonati velocemente dalla persona a noi più cara, dalla persona che amevamo più di noi stessi.
 
Quella paura era passata alla stessa velocità di come era iniziata, e di questo ne eravamo entrambi sollevati.
 
Sapevamo di non poter vivere separati a lungo.
 
Se pensavo agli anni precedenti, che avevo passato senza Myungsoo,  non capivo come avessi fatto a sopravvivere.
 
Come avessi fatto a vivere tutti i giorni senza averlo al mio fianco?
 
Senza avere al mio fianco la persona che mi dava la voglia irrefrenabile di andare avanti e di passare al meglio ogni singolo giorno.
 
Era assurdo come fossi riuscito a trascorrere la vita prima di conoscerlo.
 
Ripensando a questo, strinsi ancora di più la mano di Myungsoo e una singola lacrima mi scivolò su una guancia fredda.
 
L si bloccò girandosi verso di me e prendendomi il volto tra le sue mani coperte dai guanti neri.
 
-Che succede? – mi chiese dolcemente, asciugandomi quella lacrima salata.
 
Scossi la testa – Nulla … sono semplicemente felice …
 
Myungsoo mi sorrise sfiorando le mie labbra con le sue, in un delicato bacio, strofinando poi dolcemente il suo naso col mio.
 
-Anche io. Sono molto felice … - ancora un altro bacio e poi afferrò di nuovo la mia mano.
 
Ricominciammo a camminare con la stessa lentezza, cercando di goderci ogni più singolo e semplice attimo insieme.
 
Quel giorno era sicuramente diverso dagli altri, ma era anche appena cominciato.
 
--
 
Si sa, oramai. Spesso mi faccio prendere troppo dalle situazioni presenti da dimenticarmi del futuro. Da scordarmi che il tempo andrà avanti anche senza il mio consenso.
 
Così, tra quelle strade che svogliatamente si stavano affollando, mi bloccai preso da un improvviso timore.
 
Stavo andando a lavoro, certo, ma chi avrei incontrato a distanza di pochi minuti?
 
Quali occhi avrebbero incontrato i miei?
 
A causa di chi le mie guance si sarebbero arrossate e sarei voluto sprofondare?
 
-Sungjong? Che fai fermo?? Guarda che arriviamo davvero in ritardo … !
 
La voce di Myungsoo mi arrivava a tratta e distaccata.
 
Avevo ben altro a cui pensare, che preoccuparmi dell’orario!
 
Tra poco sarei arrivato nel negozio di giocattoli e avrei incontrato Hoya…
 
Come diamine mi sarei dovuto comportare in sua presenza?!
 
Avrei dovuto fingere che non fosse successo niente?
 
Avrei dovuto dirgli che tra me e Myungsoo era tornato tutto alla normalità … ? Anche se, sinceramente, non so fino a quanto gli sarebbe importato!
 
Avrei dovuto arrabbiarmi?
 
Ma in realtà, non ero particolarmente furioso con lui.
 
Era successo tutto così velocemente, che nemmeno mi capacitavo che Hoya provasse certi sentimenti per me.
 
Perché … li provava no?
 
Non che me ne importasse particolarmente, ma quel bacio aveva avuto qualche significato per lui, no?
 
Scossi la testa. Non aveva assolutamente senso pensare a questo!
 
Ad essere sinceri, non ero arrabbiato nemmeno per il bacio.
 
Per me non aveva avuto nessun significato, quindi non aveva senso fargliene una colpa.
 
Sapevo anche che quei ragionamenti provenivano da una mente innamorata.
 
Se Myungsoo mi avesse davvero lasciato e le nostra relazione fosse finita, non avrei pensato le stesse cose …
 
-SUNGJONG!!!
 
Sobbalzai, accorgendomi solo ora che Myungsoo non aveva fatto altro che chiamarmi per tutto quel tempo.
 
-C-Che c’è?? – chiesi semplicemente.
 
-Come che c’è?! Saranno 10 minuti che sei immobile a fissare il vuoto!!
 
Arrossì appena, abbassando lo sguardo.
 
-A cosa stai pensando? – mi chiese poi L, con la voce più bassa e calma di prima.
 
-N-Niente… E’ solo che…
 
Non conclusi la frase. La lasciai a metà, troppo impegnato a guardare dall’altra parte della strada.
 
Ma questa volta non stavo guardando il vuoto, ma un punto ben preciso.
 
Stavo fissando una persona che stava facendo altrettanto con me.
 
Eravamo entrambi immobili, impassibili e dubbiosi sul da farsi.
 
Senza che me ne accorgessi, anche Myungsoo aveva cominciato a guardare quella persona.
 
Senza che me ne accorgessi L mi aveva lasciato la mano che aveva stretto per tutto quel tempo.
 
Senza che me ne accorgessi stava già attraversando la strada ed andando incontro a quella persona.
 
-Myungsoo!! – lo chiamai andandogli dietro, mentre era a pochi metri di distanza da Hoya, che dal canto suo non si era mosso, quasi si stesse aspettando quel comportamento da parte sua.
 
-Myungsoo! Ma che- mi bloccai –MYUNGSOO!! – urlai contro di lui.
 
Era giusto quello che avevo appena visto?
 
Davvero era successo o era solo la mia mente che dava i numeri??
 
Myungsoo aveva davvero tirato un pugno a Hoya?!?
 
L se ne stava fermo, massaggiandosi la mano con cui aveva appena colpito quel ragazzo.
 
Senza aggiungere nient’altro andai da Hoya, che per il colpo era finito a terra.
 
Per fortuna quella strada era ancora poco affollata. Se non fosse stato per questo, un gruppo di curiosi si sarebbe sicuramente avvicinato per vedere cosa stesse succedendo.
 
-Myungsoo!! – lo chiamai di nuovo ad alta voce, attirando la sua attenzione – Che diamine combini?!?
 
L mugugnò qualcosa di sconnesso.
 
-Aish… sei il solito cretino … !
 
In quel momento, si udì un rumore.
 
Qualcuno vicino a noi stava ridendo e sapevamo anche chi.
 
Ci voltammo verso Hoya che si era tirato su a sedere e ora stava ridendo di gusto, nonostante la guancia gonfia dal pugno.
 
-Me lo aspettavo! – disse solo, tra una risata e l’altra.
 
Feci un sorriso accennato, sollevato da quella situazione.
 
Avevo passato tanto tempo a pensare a tutto quello che sarebbe successo, ma a questo non avevo pensato.
 
Sospirai sollevato, mentre anche Myungsoo mostrava un debole sorriso.
 
Aiutai Hoya ad alzarsi, tenendolo per un braccio e quando fu nuovamente in posizione eretta allungò una mano verso Myungsoo.
 
Ero spaventato che potesse ridargli indietro il colpo che aveva appena ricevuto, ma l’unica cosa che faccio fu stringere la mano di Myungsoo.
 
-Piacere.. – disse poi – Sono Lee Howon, ma chiamami pure Hoya.
 
-Kim Myungsoo. –  si presentò a sua volta L, stringendo un po’ scettico la sua mano.
 
Sorrisi felice, non riuscendo a contenere la mia serenità.
 
Era una situazione così strana, ma allo stesso tempo confortevole.
 
-Sono felice che vada tutto bene tra di voi. – disse sinceramente Hoya, guardando prima me poi Myungsoo.
 
Il sorriso sul mio volto diventò più grande.
 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong, I’m back! ≈
Prima di tutto, BUON ANNO a tutti voi!! ~♥
Spero abbiate passato un bel capodanno e che questo nuovo anno sia cominciato per il meglio! Il mio è cominciato riguardando i MAMA su fox life … quindi a suon di kpop! xD Non potevo cominciare il 2013 meglio! ~
Come promesso, ho aggiornato! Anche se non così presto come volevo! >//< Scusatemi di nuovo!!
Vi ringrazio per aver letto anche questo capitolo e per continuare a seguire questa semplice fan fiction! ♥
Ringrazio chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate visto che siete aumentati!! *^^* Ringrazio ancora di più chi ha recensito! Non sto a dire i nomi perché sono pigra (=.=) ma sappiate che vi ringrazio tantissimo! ♥♥
Ah, avete guardato i Gayo Daejun? Io mi sono vista tutti e 3 i concerti in live streaming… anche se è stata una faticaccia! v.v Sono stati bellissimi! *^^* E gli INFINITE li ho trovati straordinari!! ♥.♥
Vabbé … scappo! *roll*
 
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie  

Ps. eh eh eh... <3

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***



 


[Hoya POV]
 

E così avevo lasciato Sungjong a Myungsoo, abbandonando così la speranza di poterlo conquistare.
 
Avevo fatto la scelta sbagliata? Forse, ma non mi importava.
 
Che senso aveva rovinare tutto, ora che la situazione era tornata come agli inizi?
 
Quando avevo visto quelle lacrime bagnare il volto di Sungjong, subito dopo aver visto scappare Myungsoo lontano da lui, avrei voluto un'unica cosa.
 
Avevo avuto un singolo, seppur grande, desiderio: quello di far tornare tutto come prima.
 
Come prima che Sungjong piangesse.
 
Come prima che lo baciassi.
 
Come prima che gli rivelassi i miei sentimenti d’amore nei suoi confronti.
 
Come prima, quando mi accontentavo di vederlo quotidianamente al lavoro e dei sorrisi sinceri che mi riservava …
 
Non mi pentivo di quello che avevo fatto. Non mi pentivo di essermi innamorato di Sungjong.
 
Il mio cuore voleva ancora che incontrassi il suo, facendolo innamorare di me, ma la mia mente mi spingeva dalla parte opposta.
 
Se avessi voluto, sarei riuscito a farlo innamorare di me. Ne ero certo.
 
Non che avessi una particolare bellezza ma, già dalla prima in nostri occhi si erano incontrati, avevo capito che avessimo una particolare attrazione.
 
Qualcosa mi legava a lui, come se ci conoscessimo da sempre.
 
In sua compagnia ero sempre stato bene.
 
Non ci erano volute tante ore di chiacchiere per diventare amici. Lo eravamo semplicemente diventati, come se fossimo sempre stati stati.
 
Come se una forza più forte di noi ci avessi spinti a incontrarci.
 
Perché quando stavamo insieme si creava un’atmosfera tranquilla.
 
Forse, il mio amore per lui era nato proprio da questo …               
 
Dopo tutti quei giorni trascorsi nella solitudine del mio appartamento, a chiedermi se avessi fatto la scelta giusta, finalmente era tornata un po’ di serenità.
 
Credevo che fosse proprio Sungjong quella persona che mi avrebbe ridato quella felicità che da tempo mi mancava.
 
Quella libera felicità che provavo solo quando ballavo.
 
Ma mi ero sbagliato, e avevo confuso per amore un’amicizia.
 
Io e Sungjong saremo solo rimasti amici, grandi amici, ma nulla più.
 
Dovevo ancora trovare quella persona speciale con cui essere felice …
 
--
 
Arrotolai meglio la sciarpa viola che indossavo e proseguì per quella strada.
 
Il viola era assolutamente il mio colore preferito, lo era sempre stato.
 
Sorrisi nel pensare alla quantità di oggetti e indumenti che possedevo di quel colore.
 
Erano un numero incalcolabile.
 
Camminavo per quelle fredde strade verso il negozio di giocattoli
 
Era martedì mattino. Erano già passati quattro giorni.
 
Mi sfiorai le labbra inconsciamente, ripensando a quel venerdì sera e al dolce sapore delle labbra di Sungjong.
 
Scossi violentemente la testa, e cominciai a camminare con un passo più spedito.
 
Dovevo smetterla. Smettere di pensare a tutto questo.
 
Non sarebbe servito a niente ripensare al passato.
 
Il giorno prima avevo incontrato accidentalmente Sungjong in compagnia di Myungsoo, mentre andavo a lavoro.
 
Sapevo che mi sarebbe aspettata una giusta risposta al gesto che io avevo compiuto venerdì.
 
Per questo, quel pugno non mi colpì più di tanto.
 
Ero sinceramente felice che quei due fossero ritornati insieme.
 
Perché? Perché quando Sungjong stava al fianco di Myungsoo risplendeva di una luce diversa, più felice e bella.
 
Dopo quell’incontro, mi ero offerto di accompagnare io Sungjong fino al negozio di giocattoli e, dopo un occhiataccia da parte del suo fidanzato, aveva acconsentito.
 
Durante il tragitto verso il nostro lavoro, avevamo chiacchierato tranquillamente tra di noi.
 
Anche se all’inizio c’era stato un attimo di timore, la conversazione era subito decollata.
 
E proprio durante questa, avevo scoperto che Myungsoo non era a conoscenza del lavoro di Sungjong.
 
Doversi vestire da panda lo reputava un mestiere così imbarazzante da non riuscirlo nemmeno a dirlo al suo ragazzo.
 
In quel momento, non avevo potuto far altro che scoppiare a ridere, beccandomi di conseguenza una gomitata da parte di Sungjong.
 
Quel atmosfera di un amicizia quasi fraterna mi piaceva.
 
Si, mi piaceva molto.
 
--
 
[Sungjong POV]
 
Era martedì mattina, e io mi trovavo nel retro del negozio, dopo essermi già infilato quello scomodo costume da panda.
 
Per quanto ancora avrei dovuto portarlo?!
 
Fin quando era inverno e il vento soffiava freddo anche nel negozio, mi andava bene.
 
Ma in estate? Con il sole che batteva a picco sulla vetrina e i raggi del sole che avrebbero reso soffocante l’aria lì dentro, come avrei fatto a resistere?
 
A resistere a tutto quel caldo e dentro a quella specie di panda!
 
Scossi la testa, preferendo non pensarci …
 
Mancava ancora molto all’estate. L’inverno era ancora qui.
 
Immerso nei miei pensieri sentii la porta della stanza aprirsi e chiudersi ed il consueto “Buongiorno” da parte del ragazzo che era entrato.
 
Ricambiai il saluto con un veloce inchino e un saluto stampato in viso.
 
Hoya ricambiò il gesto e appoggiò la sua giacca pesante sull’attaccapanni in quella piccola stanza che fungeva da spogliatoio.
 
Ero felice.
 
Felice che fosse tornato tutto alla normalità.
 
Dopo tutto quello chiesto era successo e il rappacificamento con Myungsoo, non avevo chiesto spiegazioni a Hoya.
 
Spiegazioni del perché mi avesse baciato.
 
Non volevo complicare le cose e non volevo che quella serena tranquillità che si era creata, se ne andasse veloce come si era creata.
 
Forse, avrei dovuto anche ringraziare Hoya …
 
Dopotutto grazie a lui, Myungsoo e io avevamo capito di amarci come non mai e avevamo reso più stabile la nostra relazione, per quanto fosse possibile. E ora ero certo di aver trovato un nuovo grande amico.
 
Prima d’ora non avevo quasi mai parlato con Hoya, per questo non capivo il motivo del suo affetto per me.
 
Eppure, sarei dovuto essere io il primo a non sorprendermi!
 
Proprio io che mi ero innamorato di Myungsoo ancora prima di conoscere il suo nome, e ancora prima che lui sapesse della mia esistenza.
 
Sorrisi nuovamente.
 
-Che succede? – chiese curioso Hoya, uscendo insieme a me dalla stanza e dirigendoci verso il davanti del negozio.
 
Scossi la testa – Nulla …
 
Il ragazzo affianco a me sorrise e mi scompigliò dolcemente i capelli con una mano.
 
--
 
-Sungjong-ah! ~ - urlò una voce fin troppo conosciuta.
 
Sobbalzai a sentire il mio nome e mi girai verso l’entrata del negozio, con ancora quella testa di panda addosso.
 
-Sungjong-ah!! - gridò ancora.
 
-Shh!! – gli feci segno di stare in silenzio – La smetterete una buona volta di venirmi a trovare qui.. ?! Strano che Myungsoo non vi abbia ancora beccati! - conclusi buttando un occhio dall’altra parte della strada.
 
L era impegnato a portare un ordine dopo l’altro e non si era accorto di nulla.
 
Anche quel giorno non aveva scoperto il mio lavoro.        
 
-Ma avevamo voglia di vederti! – si lamentò Sungyeol – Sei più scorbutico del solito oggi, eh?!
 
-Tsk.. aspetta! “Volevamo”?? – chiesi, curioso di sapere il perché del plurale.
 
Sungyeol annuì e, da dietro la sua alta figura, spuntò un Dongwoo tutto sorridente.
 
-Hyung! – esclamai sorpreso – Che cosa ci fai da queste parti? – chiesi, felice di vederlo.
 
-Avevo delle commissioni da svolgere da queste parti … ma Sungyeol mi ha beccato e trascinato qui! – spiegò sereno, appoggiando poi una mano sulla spalle dell’alto ragazzo.
 
Sorrisi nel vederli così amici.
 
-Oh! – esclamò poi Sungyeol all’improvviso – Hoya! ~ - chiamò il ragazzo che era appena comparso dal retro del negozio con uno scatolone in mano.
 
Quest’ultimo ci guardò sorpreso e sorrise, riconoscendo Sungyeol.
 
-Buongiorno! – salutò Hoya una volta che ci ebbe raggiunti.
 
Solo dopo che Sungyeol ebbe ricambiato il gentile saluto, si accorse di un’altra persona.
 
Una persona che lo stava guardando, sorpreso come lui in quel momento.
 
Una persona che gli fece subito simpatia senza neanche aver aperto bocca una volta. Solo grazie al suo splendido e coinvolgente sorriso.
 
Mi voltai verso entrambi, ricordandomi solo ora che non si erano mai conosciuti.
 
-Ah, Hoya! Lui è uno dei miei grandi amici d’infanzia, Dongwoo ..! Hyung, lui è Hoya, mio collega di lavoro …!
 
Dopo questa veloce ed essenziale presentazione, mi aspettavo che come minimo si sarebbero salutati o per lo meno scambiati un cenno del capo … e invece, non successe.
 
O meglio, non successe proprio niente!
 
Dongwoo e Hoya rimasero immobili a fissarsi, con un sorriso dipinto in volto.
 
Piegai la testa di lato, confuso quanto Sungyeol.
 
Entrambi straniti da quella situazione, cercammo di richiamare la loro attenzione, ma fu tutto vano.
 
-Ma che cosa … ?! – esclamai, poco prima che Sungyeol mi trascinasse verso il retro del negozio, dove potei finalmente togliermi quella testa di panda.
 
-Cosa diamine stanno facendo?! – chiesi a Sungyeol, non riuscendo a capire il motivo del loro comportamento silenzioso, ma allo stesso tempo sorridente.
 
-Ma non capisci?? – fece il ragazzo di fronte a me, con una luce tutta nuova negli occhi.
 
Questo luccichio non poté far altro che farmi preoccupare.
 
Allora scossi la testa, in attesa di una sua risposta.
 
-Ma guardali! Si sono innamorati!! ~
 
Sgranai gli occhi – Che??? Da quando in qua il silenzio equivale all’amore?!
 
Sungyeol scosse il capo scocciato, mentre io non potevo far altro che non capire il suo ragionamento contorto.
 
-Ma non vedi come si guardano?! Sono attratti l’uno dall’altro! ~
 
-Aigoo… ti fai più filmini mentali di una ragazzina che si legge yaoi .. ! – commentai e come risposta ottenni un colpo in testa da parte di Sungyeol.
 
Tornai a guardare i due ragazzi che avevamo lasciato soli davanti alla vetrina del negozio.
 
Avevano smesso di fissarsi in silenzio e ora stavano chiacchierando tranquillamente, come due amici di vecchia data.
 
-Wae?! – esclamò qualcuno da dietro le nostre spalle, facendo sobbalzare per lo spavento sia me che Sungyeol.
 
Ora anche Hoya si mette a fare conversazione al posto di lavorare?! Aish … ! Ma non c’è più nessuno che lavora in questo posto?! – si lamentò il proprietario del negozio di giocattoli, ritornandosene poi da dove era venuto.
 
Sorrisi, sinceramente felice che quel ragazzo avesse incontrato una persona speciale a cui voler bene.
 

 

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Wawa(?) a tutti! ^^ I’m back! ~

Tra il ritorno a scuola, l’influenza e un drama che mi ha preso troppo (♥) sono riuscita a partorire qualcosa … e quel qualcosa è questo capitolo!
Quindi, niente … spero che vi piaccia, ecco tutto!
Ah, qui Dongwoo conosce Hoya, eh? Sono diventati amici, eh?? Beh, chi vuole intendere intenda! Kekeke! ~♥
Anche perché mia sorella mi odierà per aver messo insieme fatto diventare amici questi due, ma a dir la verità li trovo così dolci insieme! Insomma … ora è uscita anche una loro canzoncina insieme! *^*
Comunque, ringrazio tutti i miei fidati(?) lettori che continuano a seguirmi nel bene e nel male! _fabula_, zmadeful e kselia in particolare perché hanno recensito! *lancia caramellina* [Se volete anche voi una caramellina dovete recensire(?)]
 
Grazie a tutti! Maggie vi vuole molto bene perché seguite la sua semplice fan fiction! ~♥
 
Alla prossima (perché ora devo andarmi a fare picchiare dalla mia sorellina per la YaDong u.u);
 
Tantissimi chu ♥
Maggie
  

Ps. E non scordiamoci di questa meraviglia! *^^*


 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***



 


[SungJong POV]
 

Era Marzo.
 
Senza che me ne fossi accorto, erano già passati dei mesi.
 
Mesi da quando avevo visto per la prima volta Myungsoo, seduto al tavolo di quel bar, ormai tanto conosciuto, nonostante non ci fossi mai entrato.
 
Mesi da quando avevo incrociato per la prima volta il suo sguardo.
 
Mesi da quando avevo avuto un quasi incidente, ed ero stato prontamente salvato da L.
 
Mesi da quando mi ero innamorato di lui.
 
Mesi da quando la nostra vita insieme era cominciata.
 
In quel lungo periodo di tempo, avevo perso la cognizione dei giorni, delle ore, dei secondi.
 
Il tempo era passato tranquillo.
 
Era passato come un film davanti ai miei occhi.
 
Un bellissimo film. Un film che non avrei mai potuto dimenticare.
 
In tutti questi mesi era sempre stato presente al mio fianco una persona.
 
Una persona senza la quale avrei sorriso di meno.
 
Una persona senza la quale ora non mi sarei sentito così amato.
 
Senza Myungsoo, che senso avrebbe avuto la mia vita in quella città?
 
Di sicuro me ne sarei andato.
 
Trasferito da un’altra parte.
 
Solo L mi teneva legato a quel luogo, e mi spingeva a continuare a lavorare con addosso quel ridico costume da panda.
 
Certo, ora che tutti i miei amici d’infanzia, che ormai costituivano la mia famiglia, si erano trasferiti in quella città. Ma seppur provassi un enorme affetto nei loro confronti, l’amore era un’altra cosa.
 
Nessuno riusciva a farmi battere il cuore in quel modo.
 
Nessuno riusciva a farmi provare simili emozioni quando le nostre mani si incrociavano, i nostri corpi si sfioravano e le nostre labbra si baciavano.
 
Nessuno riusciva a farmi sentire vivo, se non lui.
 
Myungsoo.
 
Sorrisi a quei pensieri e smisi di apparecchiare la tavola, come avevo fatto fino a quel momento.
 
Senza dire nulla andai verso L, che ora si trovava di spalle a cucinare quell’ennesima cena per due.
 
Senza avvertirlo lo abbracciai da dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena magra e annusando il suo dolce profumo.
 
Myungsoo sobbalzò appena, sorpreso.
 
Non era da me comportarmi in quel  modo.
 
Solitamente era Myungsoo a riservarmi certe dolci e amorevoli attenzioni, ma quella volta era diverso.
 
Mi ero stata lasciata guidare dal cuore a dai pensieri che mi frullavano per la testa.
 
O probabilmente, era solo colpa della primavera in arrivo.
 
-Sungjong.. ? – fece Myungsoo, smettendo di cucinare.
 
Non risposi, limitandomi a strofinare il volto sulla sua schiena e stringendolo di più a me.
 
Myungsoo slegò la mia presa su di lui e si voltò verso di me, prendendomi il viso tra le sue mani che profumavano di cibo.
 
-Amore? – mi chiamò invece questa volta, facendomi inevitabilmente perdere un battito del cuore, come ogni volta che mi chiamava in modo così affettuoso – Che succede? – continuò, fissandomi dritto con i suo occhi caldi.
 
-Uhm.. – mugugnai, scuotendo appena la testa – Nulla…- e mi allungai verso di lui, abbracciandolo di nuovo.
 
Appoggiai la fronte nell’incavo del suo collo, beandomi di quella serena tranquillità.
 
Il silenzio calò e Myungsoo non mi fece più alcuna domanda.
 
Nonostante continuassi a tenerlo stretto a me, L non ricambiava però l’abbraccio però.
 
Cominciai a preoccuparmi …
 
Che gli desse fastidio questo improvviso contatto?
 
Eppure quando lui mi abbracciava, io ero sempre felice …
 
Feci per staccarmi, quando Myungsoo aprì bocca.
 
-Sei tremendo … - sussurrò appena, in modo quasi impercettibile.
 
Ma io lo sentii.
 
Sciolsi subito l’abbraccio, sgranando appena gli occhi.
 
Avevo sentito bene?
 
Alzai insicuro la testa verso di lui e il suo sguardo serio non mi mentiva.
 
Avevo sentito molto bene.
 
-I-Io … i-insomma … - balbettai parole sconnesse, non sapendo cosa dire con precisione.
 
La sua frase era stata inaspettata come non mai e io ora non sapevo come rispondere.
 
Non mi sarei mai aspettato nulla di simile …
 
-Sei davvero tremendo.. ! Anche ora… - continuò Myungsoo, mentre io non potevo far altro che fissare il parquet a vuoto, come sottomesso.
 
-Fai sempre di tutto per farmi perdere il controllo! – disse poi L, prendendo la mia mano e stringendola forte con la sue.
 
Sobbalzai appena, sorpreso dal suo cambiamento d’umore.
 
Quando voleva, Myungsoo sapeva essere talmente enigmatico che nemmeno io riuscivo a capire dove volesse andare a parare. Io che stavo sempre a contatto con lui e ormai pensavo di conoscerlo meglio di chiunque altro.
 
Myungsoo strinse ancora di più la mia mano, ponendo così fine ai miei pensieri, e poi la portò velocemente sul suo petto. Su una parte ben precisa del suo petto.
 
-Lo senti? Senti come batte forte il mio cuore?
 
Arrossii di colpo, cominciando a mordermi un labbro.
 
Sentivo eccome il suo cuore.
 
I battiti del suo cuore erano in perfetta sincronia con i miei, quasi fossero un unico cuore.
 
-Come puoi provocarmi tutto questo solo standomi vicino? – continuò Myungsoo, facendomi una domanda che non richiedeva alcuna risposta.
 
Era la stessa cosa che mi chiedevo sempre anche io.
 
-Mi fai impazzire, Lee Sungjong.- disse dolcemente, prima di appoggiare le sue labbra sulle mie, in un amorevole bacio.
 
Le sue labbra avevano il loro solito buon sapore. Un sapore di cui non mi sarei mai saziato.
 
Allungai una mano, che avevo lasciato penzolare lungo i fianchi,  e strinsi la stoffa del suo maglione nero.
 
Myungsoo invece prese il mio volto tra le sue mani, senza porre mai fine a quel bacio.
 
Quanto si poteva amare una persona?
 
C’era un limite all’amore?
 
 
Pensavo di non poterlo amare più di così, o forse si?
 
Il mio affetto per lui era qualcosa di grande e puro.
 
Ero totalmente dipendente da lui.
 
Cominciavo a respirare solo quando le nostre labbra venivano a contatto.
 
Cominciavo a vivere solo quando ero al suo fianco.
 
Come avevo fatto a sopravvivere in quei miei vent’anni e poco più senza di lui?
 
Non lo credevo possibile.
 
In passato, soprattutto dopo la fuga di Sunggyu e Woohyun, avevo smesso di avere fiducia nelle persone.
 
Avevo smesso di instaurare profondi rapporti con altre persone.
 
Solo l’arrivo di Myungsoo aveva cambiato tutto.
 
Lui aveva stravolto la mia vita, migliorandola come non mai.
 
Forse era banale da dire, ma lui illuminava la mia vita.
 
Vivevo della sua luce riflessa.
 
Le mie giornate sarebbero sicuramente state cupe e squallide senza di lui.
 
Myungsoo staccò le sue labbra dalle mie, solo per riprendere fiato.
 
I nostri respiri erano affaticati.
 
Myungsoo mi guardò dritto negli occhi, spostandomi poi con una mano un ciuffo di capelli scuri che mi era finito davanti agli occhi.
 
Sorrisi nel vedere il suo viso felice, seppur senza fiato.
 
Riappoggiò le sue labbra bollenti sulle mie, facendo sì che iniziasse una dolce lotta con le nostre lingue.
 
Avvicinò di più il suo corpo al mio, per poi farmi indietreggiare.
 
Senza staccarsi da me, mi mise a sedere su quel tavolo da cucina, semi-apparecchiato.
 
Con le mie gambe, gli circondai la vita, attirandolo di più a me.
 
Myungsoo staccò la sua bocca dalla mia, e cominciò a lasciare piccoli baci su tutta la pelle scoperta del collo.
 
Continuando a farmi rabbrividire, ritornò a concentrarsi sulle mie labbra, mordendole e gustandole lentamente.
 
Le sue calda bocca stava infiammando la mia.
 
Il freddo ancora aleggiava per la città, rinfrescando anche il nostro appartamento, ma in quel momento non eravamo raffreddati.
 
Anzi, forse eravamo anche troppo accaldati.
 
Tra un bacio e un altro, tra una carezza e l’altra, il tempo stava passando senza che noi ce ne potessimo accorgere.
 
Di quel passo, avremmo cenato tardi quella sera.
 
Myungsoo allungò una mano verso il mio petto e cominciò a sbottonarmi la camicia color pastello che indossavo.
 
A questo punto, nulla ci avrebbe fermati.
 
Nulla, tranne una cosa …
 
E fu in quel momento che suonò il telefono.
 
Quella metallica suoneria, ci fece sobbalzare, riportandoci alla realtà.
 
Fissai Myungsoo, in cerca di risposte, ma si limitò ad alzare le spalle.
 
Era insolito che qualcuno ci chiamasse.
 
Soprattutto perché, a parte la madre di Myungsoo, nessuno conosceva il numero.
 
Nessun altro a parte Sungyeol.
 
Sospirai, mentre L fece altrettanto.
 
Lo guardai e scoppiamo a ridere: avevamo pensato alla stessa cosa.
 
Mi staccai da lui e scesi dal tavolo.
 
Andai a rispondere al telefono che aveva continuato a suonare fino a quel momento.
 
Il numero era sconosciuto, ma ero comunque certo che si trattasse di Sungyeol.
 
-Pronto? Siamo occupati in questo momento … ! – dissi tutto d’un fiato, senza nemmeno lasciare il tempo di parlare alla persona che stava dall’altra parte del telefono -  Non pensare nemmeno di poter venire a mangiare a scrocco un’altra volta!
 
Silenzio.
 
Come mai non rispondeva?
 
Che avesse messo giù la cornetta?
 
Osservai il telefono.
 
Si potevano vedere i minuti che continuavano a trascorrere. La chiamata era ancora attiva.
 
-Pronto?? – feci allora spazientito.
 
-… Sungjong?
 
Rabbrividii.
 
Quella voce.
 
-Sungjong, … sei tu?
 
Sgranai gli occhi, cominciando a fissare un punto nel vuoto della stanza.
 
-Sungjong??
 
Ero incapace di rispondere.

 

------------------------------------------------------------------
 
~ Note dell’autrice ~

Zaalveee a tutti (?) È Maggie che vi parla! (Ma toh v.v)
Ecco il nuovo capitolo e finalmente scorgo la fine di questa infernale  fan fiction!
In realtà vedevo la fine già dal primo capitolo … ma poi si è leggermente (?) allungata! O.o
Ah.. prima che mi dimentichi … Ecco! *lancia caramelle*
Comprarvi con le caramelle è proprio servito *Muhahahah*  quindi ve le siete meritate per tutte le recensioni che mi avete lasciato!
Seriamente, mi fa sempre battere il cuore leggere un vostro commento! Mi fate sentire fottutamente amata! ;; ♥
Grazie! ~♥
Ringrazio tutti voi adorati lettori e in particolare chi ha recensito, ovvero kselia, _fabula_, MasayumeKim e zmadeful ~♥
Solo per informarvi, si … mia sorella ha letto il capitolo, e ancora si, mi ha picchiato per la YaDong! Ma fortunatamente sono riuscita a sfuggire alle follie omicide della mia sorellina! ^^ lol
La fine di questa capitolo è MOLTO aperta, ma spero di aggiornare al più presto! (è la solita filippica che ripeto sempre! u.u)
 
Grazie grazie grazie ~♥
Recensite Recensite Recensite (?) ≈
 
Tanti chu chu chu ≈♥
Maggie  

Ps.
La foto del capitolo è dell'Idol Star Championship! ** Sono la dolcezza ;; <3  

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***




[Sungjong POV]
 

Quella voce.
 
-… Sungjong?
 
Perché?
 
-Sungjong, sei tu?
 
Perché proprio ora?
 
-Sungjong??
 
Quando finalmente mi ero lasciato tutto alla spalle …
 
Quando avevo smesso di vivere nel passato …
 
Quando la mia anima aveva ricominciato a godersi quella vita, ecco che ricompariva: quella spigolosa ombra dei ricordi.
 
Spigolosa, che mi pungeva il cuore.
 
Che mi feriva nel profondo.
 
Era una ferita interiore.
 
Nessuno era mai riuscita a scorgerla, ma solo perché non era possibile vederla ad occhi nudi.
 
Nemmeno io riuscivo ad intravederla, ma il dolore, che essa mi provocava, mi faceva ricordare la sua presenza.
 
Che quella ferita era lì, aperta e fresca.
 
Quella ferita era nata nel corso degli anni, inconsciamente.
 
Non mi ero mai accorto della sua presenza e di come si stesse allargando, quasi fino a risucchiarmi.
 
Come era nata? Non lo sapevo con certezza.
 
Era solo comparsa.
 
Forse a causa di tutte le esperienze passate, o più probabilmente per tutti i sentimenti che avevo sempre represso.
 
Tutte le parole che avrei voluto sempre pronunciare, ma che poi non ero mai riuscito a far uscire.
 
Sapevo di avere un animo forte, ne ero sicuro.
 
Eppure agli occhi di tutti ero sempre sembrato debole. Debole e bisognoso d’aiuti.
 
Per loro non ero in grado di sorreggermi con le mie sole gambe?
 
Non ero in grado di essere indipendente?
 
Forse era proprio questa la ragione principale che mi aveva fatto andare via di casa, e trasferirmi in quella città.
 
Questa, e molte altre.
 
-Pronto.. ? C’è qualcuno?? – la voce dall’altro lato del telefono mi fece ritornare alla realtà.
 
Boccheggiai appena, ancora indeciso su cosa dire.
 
Cosa avrei potuto dire? Dopo tutto quel tempo …
 
Ma perché avevo tutto questo timore?
 
Prima d’ora non era mai successo.
 
Conoscevo la persona dall’altra parte del telefono meglio di chiunque altro.
 
Ritenevo Myungsoo la persona più importante della mia vita, e quella con cui avevo trascorso più tempo.
 
Ma prima di lui, c’era stato qualcun altro.
 
Qualcun altro a cui ero sempre stato legato, e sempre lo sarei stato.
 
-Pronto, mamma?
 
La mia voce tremò appena.
 
Stavo parlando con la persona che mi aveva visto nascere e poi crescere, ma in quel momento un’ansia ingestibile mi assaliva.
 
Perché tutto questo?
 
Forse perché era la prima volta che risentivo la sua voce da quando mi ero trasferito in quella città?
 
O forse perché le stavo nascondendo un segreto troppo grande, che avrei solo voluto dichiarare a gran voce … ?
 
-Ah, Sungjong! Sei tu allora … pensavo che Sunggyu mi avesse dato il numero sbagliato … - pronunciò quell’ultimo nome con amarezza. Ancora amarezza, dopo tutti quegli anni trascorsi – Oh, ehm … - balbetto.
 
Sorrisi senza il mio volere.
 
Anche lei in quel momento si trovava nella mia stessa situazione. Entrambi eravamo ansiosi.
 
Dopo essere andato a vivere da solo in quel palazzo, non avevo mai risposto alle ripetute chiamate di mia madre.
 
 
Non ero arrabbiato con lei, ma in quel momento avevo avuto bisogno di riflettere da solo.
 
Non avevo voluto che il suono della sua voce mi riportasse al passato.
 
Questa lei l’aveva capito, così aveva semplicemente smesso di insistere.
 
Ma ora era diverso.
 
Ero pronto a parlarle. Il passato non mi avrebbe fatto male.
 
-Buon natale. – le augurai semplicemente.
 
-Oh, anche a te. E buon anno.
 
Ci eravamo scambiati quegli importanti auguri tramite sms, ma era tutt’altra cosa sentirli pronunciare dalla propria voce.
 
-Come stai? Tutto bene?? Ti trovi bene in quell’appartamento? E con il lavoro? Lo sai vero che noi siamo sempre pronti ad accoglierti, vero?? Questa è pur sempre la tua casa non dev-
 
-Umma!! – la fermai, ridendo appena. Si era finalmente rilassata, e aveva cominciato a comportarsi come una qualsiasi mamma avrebbe fatto –Sto bene, anzi benissimo! Non ti devi preoccupare!
 
-Ah, sicuro? Capito … ma cos’è questa novità? Non mi avevi detto che ti eri trasferito! Io avevo ancora il numero del vecchio appartamento …
 
-Oh, ma non è da tanto! Avevo già intenzione di dirtelo comunque.
 
-Ah, ok. Ma perché questo cambio improvviso? Per di più, sempre nello stesso palazzo …
 
Mi morsi nervosamente un labbro.
 
Come avrei potuto spiegare una simile cosa?
 
Non era come Myungsoo. Non avevo il coraggio di dire tutta la verità a mia madre in un sol colpo.
 
Sicuramente non avrebbe mai accettato questa situazione. Ne ero certo.
 
Avevo avuto la prova, molti anni prima, quando il fidanzamento di Sunggyu e Woohyun era venuto alla scoperto, e lei era stata dello stesso parere dei loro genitori.
 
Ancora ora, solo sentendo pronunciare il nome di uno dei due, si poteva capire l’amarezza che provava nei loro confronti.
 
No, non era ancora il momento giusto per dirle di me e Myungsoo.
 
-Ah, Sunggyu e Woohyun cercavamo un appartamento per trasferirsi in questa città, quindi gli ho dato il mio.
 
-E tu, ora?
 
- Sto a casa di un amico.
 
Si, certo, amico. Solo un amico. Come se lo fosse mai stato.
 
-Oh, bene! Quindi ti sei trovato degli amici nuovi??
 
-Si, tanti! – risposi – Ma non sono per nulla diversi da Sunggyu, Woohyun e Dongwoo, se è questo che vuoi sapere! – avrei voluto aggiungere, ma le parole rimasero solo nella mia mente.
 
-Oh, tesoro! Sono tanto felice!! Non puoi proprio immaginare con che preoccupazione ho vissuto in questi mesi! – potevo sentire la sua voce rotta dall’emozione – Non sai quante volte mi sia pentita di averti lasciato andare, senza insistere … Mi sei mancato tanto.
 
Mi passai una mano veloce sugli occhi, velati dalle lacrime.
 
Era mia madre, come non avrebbe potuto provocarmi una simile reazione?
 
Le volevo bene dopotutto quello che era successo.
 
Anche se non approvavo certi suoi punti di vista, la amavo.
 
Come solo un figlio può amare la propria madre.
 
-Anche voi mi siete mancati … - cominciai a dire, per poi aggiungere, prima che potesse dire nient’altro – Ma non ho intenzione di tornare a casa.
 
Sentii un sospiro dall’altra parte della cornetta, ma non cercò di replicare.
 
Parlammo ancora un po’.
 
Il tempo passava lento e tranquillo.
 
Avevamo molto da dirci.
 
Dopo un primo momento di assenza, Myungsoo era spuntato dalla cucina, ma era poi ritornato nella stanza, avendo visto il mio volto sereno.
 
Quella improvvisa serenità aveva fatto nascere un sincero sorriso sul mio volto.
 
Avevo collegato nuovamente a me il filo che mi teneva legato il passato. Ma non era un male.
 
Avevo sempre pensato di voler solo andare avanti.
 
Di voler solo guardare al futuro. E, in effetti, era ciò che volevo.
 
Ma non avevo capito una cosa. Una cosa fondamentale.
 
Per fare ciò non c’era necessariamente il bisogno di scordare il passato.
 
Il passato mi aveva condotto fino a lì, e quindi era importante ricordarlo.
 
Non potevo fingere di poter riscrivere tutta la mia infanzia. E nemmeno lo volevo.
 
I miei genitori non avrebbero approvato la sessualità? Era uguale.
 
Non dovevo cambiare per stesso per farmi amare dai miei genitori.
 
Non era comunque ancora giunto il momento giusto per rivelare tutto.
 
Non ero abbastanza coraggioso.
 
Avrei continuato ad amare Myungsoo e, fino a quando il suo amore non mi avrebbe dato la giusta forza, me ne sarei stato in silenzio.
 
In cuor mio, volevo solo che mia madre, come quella di L, accettasse felicemente tutto. Fregandosene della mia omosessualità. Guardando solo il sorriso che mi illuminava il viso quando stavo vicino a Myungsoo.
 
Speravo.
 
-Salutami tutti, ok?
 
-Certo, tesoro. Lo farò di sicuro.
 
-Allora … adesso vado, mamma.
 
-Vado anche io. Sono felice di averti sentita, Sungjong. Ti voglio bene.
 
-Te ne voglio anche io, umma.
 
Misi giù la cornetta felice.
 
Era come se avessi fatto pace con me stesso.
 
Non avevo mai discusso apertamente con mia madre, eppure avevo nutrito per tutto quel tempo un grande risentimento.
 
E quel sentimento, finalmente, era svanito.
 
Ritornai in cucina, dove c’era Myungsoo ad aspettarmi seduto su una sedia del tavolo della cucina.
 
-Allora?
 
Sorrisi – Era la mia umma.
 
-Tutto ok? – continuò a chiedermi.
 
Annui, continuando a sorridere.
 
Myungsoo ricambiò quel gesto felice, per poi farmi cenno di avvicinarmi.
 
Una volta che fui di fronte a lui, mi prese per i fianchi e mi fece sedere su di lui.
 
Senza bisogno di aggiungere altro, gli circondai la vita con le gambe e imprigionai la sua bocca con la mia.
 
Myungsoo rise appena, felice che avessi capito cosa volesse fare.
 
O meglio, continuare.
 
Mentre io e Myungsoo ce ne stavamo appiccicati l’uno all’altro, nella mente di qualcun altro era balenata un’idea.
 
Un’idea che presto avrei scoperto.
 

---------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~
 
Annyeong a tutti voi! ≈♥
Rieccomi con il nuovo capitolo! Non so se avete notato, ma tutte le volte che prometto di pubblicare prima il seguito … sono proprio le volte in cui faccio più ritardo! °-°
Ma vabbè … lasciamo perdere u.u
Ritornando al capitolo, ecco che compare un nuovo personaggio: la madre di Sungjong!
Molti di voi avevano intuito a chi appartenesse la voce, o almeno c’erano andati parecchio vicino, quindi vi faccio molti applausi! *clap clap*
O era così scontato (probabilmente =.=), oppure vi siete fatti prendere davvero dalla storia! *^* (quando mai ‘-‘)
Va bene, ora vi lascio!
Ringrazio tutti voi lettori, in particolare chi ha recensito, ovvero la mia pazza umma
Ele_vislove, la mia altrettanto matta unnie zmadeful, Hizu, _fabula_ e kselia! ≈♥
*lancia fiorellini, perché ha finito le caramelle*
 
Bye bye ~♥
 
Tantissimi chu ♥♥♥
Maggie  

Ps. La foto ad inizio capitolo è stata per una vita la mia immagine di copertina su Facebook!
... modestamente, avevo una copertina STUPENDA ~♥
 Kekeke! :33

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***



 


[Sungjong POV]

 
-E quindi?
 
La voce di Myungsoo cancellò il silenzio che si era creato in quella stanza.
 
Alzai il mio volto, che era rimasto fino a quel momento appoggiato sul suo petto nudo, per fissarlo negli occhi.
 
-Quindi cosa?
 
Eravamo stati, fino a quel momento, stretti l’uno all’altro, donando calore l’uno all’altro.
 
Fino a pochi minuti prima, i nostri corpi erano stati caldi e affaticati, ma ora ci stavamo rilassando, godendoci quel momento di pura tranquillità, in silenzio.
 
Quella domanda improvvisa di L mi sorprese.
 
Non ci eravamo scambiati alcuna parola da dopo la chiamata con mia madre.
 
Se un mucchio di gemiti e sospiri non valevano come “scambiarsi qualche parola” …
 
-Di chi avete parlato tu e tua madre? – continuò Myungsoo.
 
Alcuni avrebbero potuto odiarlo, ma io amavo il suo modo di essere franco e andare subito al punto, senza troppi giri di parole.
 
-Di nulla. Semplici chiacchiere tra genitori e figli!
 
Myungsoo annui, accarezzandomi dolcemente i capelli, mentre io continuavo ad osservalo con il mento appoggiato sul suo petto.
 
-E non ti ha chiesto come mai ti sei trasferito?
 
Questa volta toccò a me annuire.
 
-Le ho detto che Sunggyu e Woohyun cercavamo un appartamento qui in città e che io avevo un altro posto dove andare.
 
-Ah, ho capito … Quindi le hai detto di me?
 
Annui – Si, le ho detto che ora vivo con te.
 
Una smorfia comparve sul volto di Myungsoo, e non cercò di nascondere il suo disaccordo.
 
Piegai la testa di lato, come a chiedere spiegazioni.
 
Che cosa avevo fatto? Avevo detto qualcosa che non andava? Ma, in verità, non avevo detto proprio nulla.
 
-Non pensavo avresti fatto così. – ammise poi Myungsoo alla fine.
 
-Così … cosa?
 
-Così. – rispose, per poi specificare meglio – Insomma, io ho fatto diversamente!
 
Aggrottai le sopracciglia – Non ti seguo …
 
-Ma si, Sungjong! Non l’ho mica detto al telefono a mia madre! Ho aspettato che venisse a trovarmi e che tu fossi presente per rivelarle della nostra relazione!
 
Sgranai appena gli occhi – Rivelare … relazione … cosa?!?
 
-Perché sei così sorpreso? Mi hai appena detto che hai parlato di me a tua madre!
 
-Ma non in quel senso!! – precisai, arrossendo inevitabilmente.
 
Questa volta era Myungsoo il perplesso – E in quale senso allora?
 
Sospirai – Le ho solo detto che vivo con un amico!!
 
L sbatte appena le palpebre, confuso, per poi cominciare ad osservarmi con uno sguardo corrucciato.
 
-M-Myungsoo … ? – balbettai appena il suo nome, alzandomi a sedere sul letto, ma senza staccare i miei occhi dal suo volto arrabbiato – Qualcosa non va … ??
 
L sbuffò rumorosamente, per poi mettersi anche lui a gambe incrociate, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
 
-E me lo chiedi pure?!
 
Abbassai lo sguardo.
 
Possibile che continuassi a commettere sbagli senza nemmeno rendermene conto?!
 
Myungsoo sospirò nuovamente, portandosi una mano al volto, avvilito.
 
-Arrivati a questo punto mi ritieni davvero solo un amico?! – cominciò a dire L.
 
-M-Ma no!! Era solo che- cerca di replicare, ma venni interrotto dal fiume di parole del ragazzo moro.
 
-Pensi che me ne starei mezzo svestito, su un letto, solo con un amico?!
 
-Myungsoo!!
 
-Pensi che faccia l’amore con il primo amico che capita?!
 
-M-Ma vuoi starmi ad ascoltare?
 
-Io non ho rivelato la nostra relazione a mia madre solo perché non volevo mentirle! L’ho fatto perché morivo dalla voglia di dirlo a qualcuno, a qualcuno di importante come la mia umma.
 
-Myungsoo …
 
-È dal primo istante in cui ci siamo messi insieme che ho voglia di dirglielo e non solo a lei. Se solo potessi lo griderei al mondo! Vorrei fare sapere a tutto e tutti che ora tu sei mio, solamente mio! Puoi reputarlo un desiderio egoistico, ma è proprio così. Ogni giorno ho paura di poterti perdere da un momento all’altro, e tu non hai nemmeno il coraggio di dire a tua madre una cosa del genere?!
 
Mi morsi il labbro inferiore.
 
Come poteva dirmi certe cose? Ero io che avrei voluto gridare al mondo il mio amore per lui. Ero io che avrei voluto gridare che finalmente ero riuscito a conquistarlo. Ero io che avevo continuamente paura di perderlo.
 
Come poteva essere la stessa cosa anche per lui?
 
-Myungsoo … - pronunciai appena il suo nome – Non è così. Sono io che ho paura di perderti, non tu.
 
-Perché mai?
 
L’immagine di un alto ragazzo innamorato mi tornò alla mente, ma rimasi in silenzio.
 
-Pensaci! Hai migliaia di amici che ti vogliono bene, come Sunggyu, Woohyun e Dongwoo. Stai simpatico a tutti e il tuo viso splendido non può certo passare inosservato! Per non pensare all’inconveniente con Hoya … quindi, sei ancora certo di quello che hai appena detto?
 
Abbassai gli occhi, non potendo più reggere il suo sguardo.
 
Aveva ragione, pienamente ragione.
 
Non mi era mai nemmeno passata nell’anticamera del cervello un’idea simile, ma Myungsoo aveva ragione.
 
Ero io quello ad aver torto.
 
Ero sempre stato preoccupato che Sungyeol potesse portarmi via L, ma non era successo. L’alto ragazzo lo aveva lasciato a me, senza nemmeno provare a conquistarlo.
 
Quindi, quali altri ostacoli avevo contro di me?
 
Myungsoo era un bellissimo ragazzo, il più bello che avessi mai visto, di questo ne ero sicuro.
 
Ma seppur inconsapevolmente, ero sempre io quello che avrebbe potuto porre fine alla nostra relazione.
 
Che stupido che ero. Quanto ero stupido.
 
Tirai appena su col naso, attirando l’attenzione di Myungsoo.
 
-È che io .. ho paura. – ammisi poi alla fine.
 
-Di cosa? – chiese L, questa volta addolcendo la voce e stringendomi le mani tra le sue.
 
-Che mia madre non possa accettare una relazione con un altro ragazzo.
 
Myungsoo mi sorrise – Vedrai che andrà tutto bene.
 
-No. – ribattei io – In passato non aveva accettato la relazione tra Sunggyu e Woohyun … come accidenti potrebbe accettare la nostra?!
 
L portò una mano sul mio volto – Qui non centrano Sunggyu e Woohyun. Stiamo parlando di te, Sungjong, suo figlio. Tua madre non potrà che esserne felice, non credi?
 
Feci una smorfia appena accennata, poi sorrisi.
 
Le parole di Myungsoo mi avevano rassicurato, come sempre dopotutto.
 
Mi allungai verso di lui, affondando le mani tra i suoi capelli soffici, e mi fiondai sulle sue morbide labbra.
 
Come potevo pensare di perderlo quando stavo tra le sue braccia?
 
--
 
Erano passati tre giorni da quando mia madre mi aveva chiamato per la prima volta.
 
Dopo quel momento avevamo continuato a sentirci attraverso sms, ma sembrava fosse diverso.
 
Nonostante le parole che ci scambiavamo fossero dopotutto le stesse e i saluti di riguardo fossero gli stessi, c’era qualcosa di diverso.
 
Era come se si fosse riformato il legame che mi aveva sempre legato a lei.
 
Che mi aveva sempre legato alla mia famiglia.
 
Questa cosa mi faceva felice.
 
Sorrisi.
 
-Sungjong? Ti sei innamorato dello straccio? Guarda che poi Myungsoo ci rimane male …
 
Sobbalzai sentendo quell’ultima frase e mi voltai verso la voce, ritrovandomi così faccia a faccia col vecchietto che gestiva quel negozio.
 
-C-Come .. ? – chiesi, non capendo cosa volesse intendere.
 
-Saranno 10 minuti che stai sorridendo a quello straccio invece di pulire!
 
Guardai prima il volte dell’anziano e poi la mia mano con in mano lo straccio.
 
Avevo davvero passato tutto quel tempo a fissare, sorridente, quello straccio sporco, al posto di spolverare gli scaffali carichi di giochi?
 
Arrossii sotto quella testa di panda, alla quale ero ormai più che abituato.
 
-E’ successo qualcosa di bello? – chiesi il vecchietto, sempre troppo curioso.
 
Annui semplicemente, continuando a spolverare svogliatamente i piani di quell’armadio colorato.
 
Gli angoli della bocca dell’anziano si alzarono, come a mimare un sorriso e se ne andò semplicemente, soddisfatto.
 
Felice che non mi avesse fatto un solito interrogatorio, continuai a svolgere i miei compiti.
 
O, perlomeno, ci provai.
 
Infatti, pochi minuti dopo, venni nuovamente interrotto.
 
-Sungjong-ah! – mi chiamò Hoya, ritornando dal retro del negozio – C’è un concerto nello spogliatoio.
 
Piegai la testa di lato, non riuscendo a cogliere l’ironia nelle parole di quel ragazzo.
 
-Il tuo cellulare sta suonando. – si spiegò meglio, prima di andare a servire un cliente che era appena entrato in quel negozio di giocattoli.
 
Andai verso la stanza che mi aveva indicato il moro, consapevole che il mio capo non mi avrebbe mai lasciato parlare al telefono.
 
Ma volevo comunque vedere chi fosse a cercarmi a quell’ora.
 
Non ero solito ricevere telefonate sul lavoro, anzi, non ne ricevevo proprio mai.
 
Myungsoo in quel momento stava lavorando, quindi, chi altro avrebbe potuto cercarmi?
 
Arrivai nella stanza, appena prima che la fin troppo alta suoneria smettesse di risuonare per tutto lo spogliatoio.
 
Mi tolsi quella testa di panda e afferrai il cellulare dalla mia tracolla.
 
Appena vidi il numero non potei far altro che strabuzzare gli occhi, sorpreso.
 
Risposi.
 
-Pronto?
 
-Oh, Sungjong! Ti disturbo?? Sei fuori casa? Ho provato a chiamare a casa, ma nessuno mi rispondeva … – una voce femminile mi sommerse di domande sconnesse.
 
-Oh, umma, no … è che adesso sarei a lavoro, ecco perché … - cercai di rispondere, ma venni nuovamente interrotto da mia madre.
 
-Ah, il lavoro giusto! Scusa tesoro, non voglio disturbarti allora …
 
Nella sua voce c’era serenità, ma allo stesso delusione.
 
Erano passati un paio di giorni da quando ci eravamo finalmente chiamati dopo tanto tempo, e ora si era ricreato quel dolce legame familiare.
 
Un legame a distanza. Un legame che doveva essere mantenuto sentendo spesso la voce della persona a cui si voleva bene.
 
Non avevo voglia di mettere giù la chiamata, come la mia umma non aveva voglia di smettere di parlare.
 
-No, no, mamma. Ora sono in pausa … - mentii spudoratamente – Possiamo parlare!
 
Ero certo che, in quel momento, la persona dell’altra parte della cornetta stava sorridendo.
 
--
 
I minuti passarono e, dopo una lunga conversazione, la telefonata era giunta al termine.
 
-Sono felice di averti sentito … di nuovo. – sillabò bene quell’ultima parola.
 
-Anche io. – risposi, sinceramente felice.
 
Ci eravamo scambiati solo dei semplici saluti e domande di riguardo, come avrebbe fatto una normale famiglia.
 
Quella normale tranquillità mi era sinceramente mancata.
 
-Ah! Posso chiederti un’ultima cosa, Sungjong? – chiese poi mia madre.
 
-Oh, si si, umma!
 
-Ehm, forse è solo una mia impressione … ma mi sembri particolarmente felice ultimamente, dimmi … è successo qualcosa di bello?
 
Mi morsi il labbro, limitandomi a rispondere positivamente alla domanda di mia mamma.
 
-Oh, Sungjong!! ~ - gridacchio felice quella donna – Lo sapevo che sarebbe successo!!
 
-Come … c-cosa??
 
A cosa accidenti stava pensando mia madre?!
 
-Ah, tesoro, dai! Non fare il timido!! Ho capito perfettamente!! ~
 
Si, peccato che io non avevo compreso proprio niente.
 
-Oh, Sungjong!! Dai! Ho capito che ti sei trovato una fidanzata! ~
 
Strabuzzai gli occhi e per poco non morii due volte.
 
Una volta per soffocamento con la mia saliva; la seconda volta per infarto, dopo che l’immagine di un Myungsoo vestito da donna, con tanto di gonna corta e capelli lunghi, mi passò per la mente.
 
Come poteva pensare una simile cosa cosa mia madre?
 
Si, ero felice di stare con Myungsoo, ma pensavo non fosse così evidente la mia gioia.
 
E invece ero appena stato colto in fragrante. Peccato che L non poteva propriamente essere definito una ragazza.
 
-N-No, umma!! Ti sbagli! Non stanno così le cose!! – provai a ribattere, cercando di far cambiare idea alla donna.
 
Ma nulla la smosse della sua idea.
 
Così, mentre stavo spegnendo la chiamata, dopo un altro scambio di battute nel inutile intento di mettere fine alle fantasie della mia umma, un pensiero mi saltò alla mente.
 
Se mia madre mi credeva felicemente fidanzato con una ragazza, avrei dovuto cominciare a trattare Myungsoo come una femmina?
 
L’immagine di L versione femminile mi tornò alla mente, facendomi nuovamente raccapricciare.
 
Eppure, ero solitamente io quello più spesso passivo.
 
Nel mentre, la porta di quella stanza si aprii e fece la sua comparsa Hoya, scrutandomi da testa ai piedi.
 
-Hai finito? Ho detto al vecchio che eri dovuto correre al bagno. Vedi bene di fingere un mal di pancia per spiegare il perché della tua mancanza di mezz’ora! – spiegò velocemente il ragazzo moro, allungandomi la testa di panda che avevo abbandonato su una sedia a caso.
 
-Come? Mezz’ora?! – non potevo credere che il tempo fosse passato così velocemente.
 
Hoya si limitò ad annuire e a spingermi verso il negozio.
 
-Mi devi un favore! – cercò di fingersi scocciato, ma sul suo bel volto non poté che comparire un sorriso sincero.
 
Ricambiai quel gesto d’affetto, e mi affrettai a ricominciare il mio lavoro.
 
Se tre giorni prima era comparsa un idea stilizzata nella mente di una persona, questa volta questa era ben definita.
 
Peccato che io non ne ero al presente.
 
 

-----------------------------------------------------
 

 ≈Note dell’autrice ≈
 
Salve popolo di k-popper(?) ~ Sono ancora una volta in ritardo!
Ma questa volta ho ben due scuse: la prima è che mi sono beccata l’influenza e di conseguenza la mia voglia di scrivere era pari a zero; la seconda è che – nonostante abbia già ben in mente tutti i prossimi avvenimenti nella fanfiction – questo capitolo è stato come un parto travagliato! =.=
Non avevo assolutamente intenzione di creare una “semi-discussione” tra Myungsoo e Sungjong all’inizio … ma alla fine non ho molto potere su questa storia! Si sta scrivendo da sola e io non ho possibilità di scelta arrivati a questo punto, aigoo TwT
Non mi piace per niente questo capitolo … e mi scuso! Non sono mai sicura di ciò che scrivo … ma questa volta trovo questo seguito solo un ammucchiata di parole e fatti senza un minimo senso logico, anche se è più lungo (e in ritardo) del solito … Scusatemi, mi impegnerò ancora di più la prossima volta.
Ah, e prima di andarmene … voglio sempre ringraziare i miei lettori (fa uno strano effetto l’aggettivo possessivo … ma mi piace a dire il vero *^* lol) che vedo siete parecchio aumentati (!!!!) e in particolare chi ha recensito: kselia, la mia umma Ele_vislove, la mia unnie zmadeful, Hizu e _fabula_! ≈♥
Ho finito sia le caramelle che i fiorellini(?), ma ha nevicato tanto ultimamente, quindi se volete, potete accontentarvi di palle di neve(?) lol
 
Grazie a tutti ≈♥
 
Alla prossima;

Tantissimi chu ~♥
La vostra Maggie

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***



 


[Sungjong]
 

Drin Drin ~
 
-Myungsoo? – mugugnai, assonnato.
 
Drin Drin Drin ~
 
-Myungsoo??? – feci nuovamente, scuotendo appena il ragazzo che, tranquillamente, stava dormendo abbracciato a me, e non mostrava alcun segno di volersi svegliare.
 
Drin Drin Drin Drin ~
 
Quel suono metallico mi rimbombava per la testa, mentre il mio intento di voler svegliare L era del tutto inutile, e il mio sonno era andato a farsi benedire.
 
Proprio oggi che avevo un giorno libero dal lavoro, e che quindi avrei potuto starmene a dormire di più, Myungsoo decideva di non svegliarsi?!
 
Scossi ancora più forte il mio fidanzato, mentre cercavo di allungare un braccio al di là di quel corpo addormentato, nel vano tentativo di fermare quella tortura metallica.
 
Ma la sveglia era troppo lontana, e la stretta di L troppo forte.
 
Sbuffai rumorosamente, e finalmente Myungsoo aprì gli occhi.
 
-Buongiorno, eh! – gli augurai ironico mentre allungava una mano per spegnere quel trillo mattutino.
 
-Qualcosa mi dice che l’hai fatto apposta a non svegliarti! – commentai acido, dandogli poi le spalle e cercando di riaddormentarmi.
 
-E cosa te lo fa pensare? – mi chiese Myungsoo, appoggiando la testa su una mia spalla e cingendomi la vita con un braccio.
 
Continuai a non guardarlo, consapevole che non sarei riuscito a ignorarlo a lungo.
 
-Pff. – mi limitai a fare – Lascia perdere. Ora lasciami dormire! – gli ordinai, fingendomi il più seccato possibile.
 
Ma Myungsoo mi conosceva fin troppo bene.
 
Allungò il viso verso il mio, finché i nostri occhi non si incontrarono.
 
Li strabuzzai appena, poi ricominciando a guardare il muro di fronte a me.
 
-E’ più interessante la parete di me? – mi sussurrò all’orecchio, provocandomi un brivido lungo la schiena.
 
-M-Ma no!! – scattai velocemente, voltandomi a guardarlo dritto in faccia.
 
Sul suo volto comparve un sorriso soddisfatto e, ancora prima che potessi aprir bocca, appoggiò le sue calde labbra sulle mie.
 
Ricambia quel bacio, allungandomi verso di lui, mentre Myungsoo appoggiava una mano dall’altra parte del mio corpo, per tenersi in equilibrio su di me.
 
Senza staccarsi da me, portò una mano sotto la mia sottile t-shirt, cominciando così ad accarezzarmi lentamente un fianco.
 
Gli morsi un labbro e passai una mano tra i suoi morbidi capelli.
 
Myungsoo si staccò da me, per poi cominciare a fissarmi negli occhi.
 
Piegai la testa di lato, chiedendo informazioni che subito arrivarono.
 
-Farò tardi a lavoro se continuiamo così. – spiegò, senza alcuna voglia di volersi staccare da me o togliere la mano da sotto la mia maglia.
 
-Almeno era per un buon motivo. – risposi sorridendo, prima di attirarlo di nuovo a me e leccargli il labbro inferiore.
 
--
 
A che livelli ero arrivato?
 
Perché non mi ero mai reso conto di tutto ciò?
 
Solo ora, che mi ritrovavo a casa da solo in quella mattina di Marzo, lo avevo finalmente capito.
 
Un tempo, quando ancora vivevo nel mio appartamento, amavo quei momenti di tranquilla solitudine.
 
Potevo fare tutto ciò che non avrei potuto fare davanti agli altri. Potevo finalmente rilassarmi e godermi quegli attimi di pacatezza.
 
E ora invece?
 
Ora, che vivevo da tempo insieme a Myungsoo, che cosa stavo facendo mentre lui era a lavoro?
 
Niente. Assolutamente niente.
 
Fissavo un punto a caso in quella cucina mentre, seduto sul tavolo di quella stanza, lasciavo ciondolare i piedi nel vuoto, senza avere nulla di meglio da fare.
 
“Forse potrei cucinare qualcosa nel frattempo, magari preparare qualcosa di buono per il ritorno di Myungsoo.” – pensai.
 
Ma era ancora mattina presto e, al ritorno di L, il cibo sarebbe già stato freddo. Per di più, non avevo questa gran bravura nel cucinare.
 
Era sempre Myungsoo a preparare i pasti.
 
“Forse avrei potuto sistemare un po’ la casa …”
 
Mi guardai intorno.
 
Tutto era lindo e pulito. Nemmeno un granello di polvere disturbava quella perfezione.
 
Dannato Myungsoo e le sue manie di ordine.
 
Guardai il lavello della cucina. Nemmeno un piatto da pulire.
 
Buttai l’occhio alla lavatrice. Nemmeno un panno da stendere.
 
Ma in che razza di posto vivevo?!
 
Ero una persona ordinata, si, ma così era davvero troppo.
 
O Myungsoo era specie di fatina del pulito, o qui viveva una famiglia di esserini magici patiti dell’ordine.
 
Scossi la testa.
 
Cosa mi ero ritrovato a pensare?!
 
Ed era già la seconda che mi ritrovavo ad immaginare L con indosso una gonna.
 
Scossi la testa più forte e scesi dal tavolo, cominciando a camminare per l’appartamento senza una meta precisa.
 
Quando, a mettere fine a quella calma piatta, fu il suono del campanello.
 
Sobbalzai per lo spavento.
 
Mi aspettavo di tutto, tranne che qualcuno suonasse il campanello del mio appartamento.
 
Guardai l’orologio della cucina. Erano le 10 del mattino.
 
Myungsoo era uscito di casa nemmeno un’ora prima. Era impossibile che fosse già tornato. Quasi sicuramente la ramanzina del suo capo non era ancora finita.
 
Sorrisi a quel pensiero.
 
I “nostri affari” lo avevano certamente fatto tardare a lavoro.
 
Il suono del campanello mi risvegliò dai miei pensieri.
 
-Arrivo! – urlai, andando ad aprire la porta.
 
Due visi sorridenti fecero subito la loro comparsa.
 
Sospirai, mentre in automatico stavo già richiudendo la porta in faccia a quei due.
 
Ma uno dei due la bloccò col piede.
 
Alzai gli occhi al cielo.
 
Perché non avevo semplicemente finto di non essere in casa?
 
-Abbiamo incontrato Myungsoo mentre usciva di casa e ci ha detto che eri a casa da solo … - cominciò a dire Sunggyu.
 
-E dal momento che il nostro turno di lavoro comincia fra più di un’ora, abbiamo pensato di farti compagnia! – concluse Woohyun, aprendo la porta, che invano avevo cercato di chiudere, ed entrando insieme al suo fidanzato.
 
-Perché … - chiesi poi una volta che si furono intrufolati a casa mia, senza il benché minimo permesso – Voi due avete un lavoro?
 
Woohyun e Sunggyu si limitarono ad annuire, mentre si accomodavano al tavolo della cucina, reclamando cibo.
 
-Quale matto vi avrà mai preso a lavorare per lui?! – commentai a bassa voce, per nulla ironico.
 
-Come?! – scattò su Sunggyu, con le sopracciglia aggrottate.
 
Sospirai – Nulla, nulla. – mi limitai a dire, cercando qualcosa per i due affamati/scrocca cibo a tradimento.
 
Sbuffai, maledicendo in silenzio Myungsoo per aver detto a quei due mentecatti che ero a casa da solo.
 
Beh, almeno ora avevo qualcosa da fare.
 
--
 
-Sarà meglio che andiamo prima di arrivare in ritardo.
 
-Si, direi anche io.
 
-E chiudi la porta quando usciamo! Potresti ritrovare gente ben peggiori di noi alla tua porta.
 
-Certo, hyung, certo.
 
-Non aprire a nessuno! A meno che non sia Myungsoo.
 
-Aish, però stai anche attento a lui! Sembrava un cagnolino in calore stamattina …
 
-HYUNG!! Andate via da casa mia, ORA!
 
Woohyun e Sunggyu scoppiarono in una sonora risata, mentre mi passavano una mano tra i miei capelli scuri prima di uscire definitivamente dall’appartamento.
 
Sbuffai una volta che ebbero chiuso la porta alle loro spalle.
 
Era mai possibile tutto questo?!
 
Presi separatamente, quei due erano anche gestibili. Ma insieme era l’inferno!
 
Perché alla fin fine di tutto questo poi dovevo sempre passare per un bambino?!
 
Avevo poco più di 20 anni e loro erano più grandi di me, ma questo non gli dava la libertà di comportarsi come delle umma!
 
Sospirai e andai a sdraiarmi sul letto.
 
Guardai l’orologio appoggiato sul comodino.
 
Erano poco più delle 11 e il turno di Myungsoo sarebbe finito solo alle 17.
 
Ancora sei ore da passare da solo in quell’appartamento.
 
Allungai un braccio ed afferrai il grande peluche bianco.
 
Lo accarezzai dolcemente.
 
Prima di incontrare Myungsoo, era in sua compagnia che trascorrevo le notti, mentre ora limitavo a tenere quell’orso in fondo al letto.
 
Lo abbracciai.
 
L non sarebbe ritornato presto, tanto valeva riposarsi un po’.
 
--
 
E per la seconda volta in quel giorno, fu un metallico e fastidioso suono a svegliarmi.
 
Senza nemmeno aprire gli occhi, buttai una manata sopra la sveglia, scaraventandola a terra.
 
Solo quando il rumore non cessò, mi resi conto che non era stato quell’aggeggio a svegliarmi.
 
Sbattei appena gli occhi e guardai la sveglia che ora si trovava a terra.
 
Myungsoo non sarebbe stato felice di scoprire, al suo ritorno, che quell’orologio era finito frantumato sul parquet.
 
Imprecai senza volere, alzandomi a sedere su quel letto.
 
Per quanto tempo avevo dormito?
 
Fui tentato di guardare la sveglia, ma ormai quell’aggeggio era morto e sepolto.
 
In quel momento il rumore metallico cessò, ancora prima che potessi rendermi conto della sua provenienza.
 
Che lo avessi semplicemente sognato?
 
Convinto di ciò, mi stesi nuovamente su quel letto e riabbraccia l’orso che era finito a terra, con l’infortunata sveglia.
 
Nemmeno il tempo di ritornare in quel mondo onirico, che il rumore ricominciò.
 
Aprii gli occhi.
 
Allora non me le ero sognato.
 
Mi alzai velocemente dal letto, avendo capito da dove provenisse quel suono metallico.
 
Mi fermai un attimo davanti allo specchio del corridoio, per sistemarmi i capelli alla meno peggio.
 
E io che avevo pensato di poter finalmente farmi una dormita tranquilla senza nessuno in giro.
 
Invece il campanello era di nuovo suonato ed ero quasi certo di sapere chi fossero i responsabili di tutta quella confusione.
 
-Hyungs, vi ho detto di andarvene! – cominciai ad urlare, aprendo la porta di casa – E poi non dovevate andare a lavo-
 
Mi bloccai.
 
I miei grandi occhi marroni si spalancarono, insieme alla mia bocca.
 
-Sungjong?
 
Quella voce. Quegli occhi. Quel volto.
 
Tutto in quella persona mi era familiare.
 
Ma ciò che non conoscevo era il motivo che l’aveva spinta a venire a suonare a quell’appartamento.
 
Proprio ora. Dopo tanto tempo.
 
Boccheggiai appena, prima di riuscire a pronunciare qualcosa di sensato.
 
-Umma?
 

---------------------------------------------

≈ Note dell’autrice ≈

Annyeong a tutti ~♥ Si, sono viva.
Sono in ritardo, si lo so, e non voglio nemmeno guardare quando è stata l’ultima volta che ho aggiornato.
*si inchina* Chiedo perdono! ;; Ma in questi giorni sono stata strapiena di verifiche e interrogazioni, e nei pochi momenti liberi ero troppo impegnata a vedere “School 2013” (quanto AMO quel drama ≈♥) per poter scrivere. E poi, non so nemmeno io perché, ho cominciato a scrivere una Baekyeol a tempo perso …
Si, insomma, Maggie is back u.u
Non ho molto da dire su questo capitolo, aspetto che siate voi a giudicare e come al solito le vostre recensioni sono sempre ben accette ♥
L’unica cosa che vorrei anticiparvi sul seguito, è che – se seguo la scaletta - nel prossimo capitolo dovrà esserci una scena di una demenzialità assurda …
Idea di mia sorella! Mandate lei al rogo, non me. lol
Ah! Grazie a tutti voi lettori che continuate a sostenermi ≥3≤
Un grazie in particolare a chi ha recensito (Hizu, kselia, _fabula_ e zmadeful ♥) e alla mia omonima Maggie che mi ha scritto su facebook e i suoi complimenti mi hanno ridato la voglia di scrivere, che spesso mi manca ♥
Grazie a tutti voi ♥
 
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie
 
Ps. WAITING FOR INFINITE'S COMEBACK ♥ 

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***



[SungJong POV]

 
-Umma?
 
-Sungjong?
 
Era difficile capire quale delle due facce fosse più sconvolta e sorpresa. Se la mia o quella di mia madre.
 
Io la guardavo con gli occhi fuori dall’orbite perché il suo arrivo era stato inaspettato, ma lei mi stava fissando, sbattendo appena le ciglia, per cosa?
 
Era stata lei a venire fin qua, come poteva fare quella faccia sorpresa ora?
 
Anche se in effetti, era passato quasi un anno da quando me ne ero andato di casa.
 
Forse, anche se non me ne ero accorto, ero cambiato.
 
Non si era un avuto un brusco cambiamento solo dentro di me, ma probabilmente anche all’esterno sembravo diverso.
 
No, ne ero certo.
 
Me ne davano la certezza i grandi occhi di mia madre che mi stavano scrutando da testa ai piedi, come se fossero alla ricerca di qualcosa.
 
Alla ricerca di quel figlio che aveva visto nascere e crescere in tutti quegli anni.
 
Ma il bambino di un tempo se ne era andato da tempo.
 
La mia umma boccheggiava e quasi le venne voglia di andarsene di lì, come se avesse sbagliato appartamento.
 
Ma sapeva bene che era nel posto giusto.
 
-Umma!! – ripetei di nuova, ma questa non rimanendo immobile.
 
Mi allungai per abbracciarla.
 
Da quando in qua ero diventato così alto?
 
Il corpo di mia madre, che mi aveva sempre protetto negli anni, mi sembrava così piccolo e fragile stretto tra le mie braccia, che quasi ebbi paura di poterla rompere.
 
Si, ero proprio cambiato.
 
Affondai la testa nell’’incavo del suo collo, annusando così quell’odore così familiare e allo stesso malinconico.
 
Solo ora mi rendevo conto di quanto tempo fosse passato.
 
Di quanti mesi fossi stato lontano da loro, dalla mia famiglia.
 
Sentire la voce di mia madre al telefono non mi aveva fatto lo stesso effetto.
 
Solo ora che poteva riabbracciarla provavo questi sentimenti.
 
Rivederli, qui, nella mia nuova casa, nella mia nuova vita, era così appagante.
 
Poter finalmente vedere ad occhi aperti il mio presente e il mio passato uniti, mi rendeva felice.
 
Mia madre alzò le mani da lungo i fianchi sottili e mi abbracciò con lo stessa intensità.
 
Quel caldo abbraccio durò tanto.
 
Quando ci staccammo, gli occhi di entrambi si erano inevitabilmente inumiditi, mentre ancora la mia umma mi teneva strette le mani con le sue.
 
-Sungjong, s-sei così … alto! – esclamò alla fine, con un sorriso stampato sulle labbra.
 
Annuii, sorridendo a mia volta.
 
-E i capelli! Sono più lunghi …! – disse, accarezzandomi dolcemente qualche mia ciocca di capelli scuri.
 
Annuii ancora, non riuscendo a smettere di avere un’aria felice.
 
-Sembri così … - si sforzò di dire - … diverso.
 
Ed era vero: ero diverso.
 
Probabilmente tutto era cambiato quando era giunto in quella città.
 
O forse, quando avevo cominciato a lavorare in quel negozio di giocattoli.
 
O forse, ancora più vero, quando io e Myungsoo ci eravamo messi insieme.
 
Un brivido mi percorse l’intera schiena.
 
Mia madre era davanti a me e mi stava sorridendo felicemente.
 
Eppure vedere il suo volto, in quel momento, mi faceva anche così dannatamente preoccupare.
 
La mia felicità nel rivederla era durata così poco. Troppo poco.
 
Avevo ingannato me stesso, pensando che finalmente tutto fosse a posto.
 
Ma c’era un problema molto più grande che non avrei potuto nascondere per sempre.
 
Come avrei potuto dirle della mia relazione con Myungsoo?
 
Magari avrebbe anche potuto accettarla, felice per me, suo figlio.
 
Ma qualcosa dentro di me mi diceva che non sarebbe stato tutto rose e fiori.
 
Qualcosa dentro di me non mi faceva parlare.
 
-Oh, Sungjong! Abbiamo da parlare di così tante cose!! – squillò la voce di mia madre, facendomi tornare al presente.
 
Inutile pensare a ciò che sarebbe accaduto in futuro.
 
-Vieni,  umma, entra! ~
 
Non era ancora arrivato il momento di parlarle di tutto.
 
--
 
Il vapore biancastro fluttuava in aria da quelle tazze fumanti di the e raggiungevano il soffitto di quella cucina.
 
Da dietro uno di queste, il volto sorridente di mia madre faceva la sua comparsa.
 
Da quando eravamo entrati insieme in quella stanza, nessuno dei due era riuscito a rilassare le labbra, ancora stese in un sorriso sincero.
 
Avevamo parlato. Tanto.
 
La mia umma mi aveva parlato di tutto quella che era successo, in quella che era la mia casa natale, nei miei mesi d’assenza. E io le avevo raccontato del mio nuovo lavoro e di come mi trovassi bene in quella nuova città.
 
Avevo evitato di parlarle del mio coinquilino.
 
Sapevo che mia madre non avrebbe mai sospettato di una possibile relazione tra noi due anche se le avessi parlato un po’ più di Myungsoo. Ma non era mai stato così bravo a mentirle.
 
Era pur sempre mia madre e io avevo terribilmente paura che la mia relazione con L potesse venire fuori.
 
-Allora, dov’è?? – chiese poi all’improvviso mia madre, con gli occhi le brillavano di una luce inquietante.
 
Appoggiai la tazza dalla quale stavo bevendo quel the caldo.
 
-Cosa?
 
-Oh, dai, Sungjongie!! Non sono venuta fin qui solo per vederti!
 
Strabuzzai gli occhi.
 
Di che diamine stava parlando mia madre?!
 
Se non era venuta per vedermi, allora per cosa … ?
 
-Lei dov’è??? ~
 
Piegai la testa di lato.
 
O il mio cervello si era completamente spento o qui c’era qualcosa che mi sfuggiva.
 
-Lei chi??? – continuai a essere confuso, guardandola di lato.
 
-Aigoo, eddai!! Non fare il finto tonto! Non mi muoverò di qui finché non me la farai vedere! – concluse la mia umma, mettendo un finto broncio e incrociando le braccia al petto.
 
Ignorai il comportamento fin troppo infantile di mia madre, continuando a cercare una risposta nella mia mente.
 
Chi diamine voleva vedere?! E per di più, una donna?!
 
Avevo solo amici maschi e non possedevo nessun animale femmina.
 
-Umma, non ti seguo. – ammisi alla fine.
 
Mia madre sospirò per poi spiegarsi – La tua fidanzata, dov’è?? La voglio vedere, ora!! ~
 
Fortuna che avevo abbandonato già da prima l’idea di bermi in pace un bicchiere di the, o in questo momento nulla mi avrebbe salvato dallo strozzarmi.
 
-CHE?!? M-Ma umma! Io non ho nessuna fidanzata!! – cercai di spiegarle, alzando di poco il volume della voce.
 
Mia madre fece una risatina per nulla rassicuramente.
 
-Il modo in cui ora ti stai scaldando dice tutto! Hai una ragazza eccome, Sungjong!! ~ Ti conosco troppo bene! ~ - continuò mia madre per la sua strada.
 
Come avrei fatto a spiegarle che aveva completamente torto?!
 
Il mio cellulare suonò e trovai finalmente una scusa per andarmene da quella stanza, e riprendere fiato.
 
Lessi il numero sul cellulare e sorrisi.
 
-Pronto?? ~ - risposi, forse fin troppo felice di sentire la sua voce.
 
-Sungjong?? Come va? Tutto bene?? Non hai dato fuoco alla casa vero? ~ - chiese Myungsoo ridendo appena.
 
-Haha… - finsi una risata – Quanto siamo divertenti eh?! – continuai ironico.
 
Dall’altra parte della cornetta si udì l’eco della risata di L.
 
Perché c’era l’eco??
 
-Comunque, come mai mi stai chiamando? Sei già in pausa?? – gli chiesi.
 
-Circa. – fu la sua risposta.
 
-Circa??
 
-Sono chiuso nello sgabuzzino delle scope ~ - spiegò Myungsoo orgoglioso.
 
E questo spiegava il perché dell’eco.
 
-Ah, capisco … no, aspetta, CHE?!? Che diamine ci fai lì dentro?!
 
-Avevo voglia di parlarti ~
 
-E aspettare la pausa pranzo no, eh?!
 
-Mi mancava la tua voce ~
 
Il mio cuore perse un battito.
 
Come poteva essere così dannatamente romantico anche quando era rinchiuso in un sgabuzzino?!
 
-Ah, beh, … ok allora. – riuscii solo a dire, facendo di conseguenza ridere Myungsoo.
 
-Cercherò di tornare a casa un po’ prima ogg- cominciò a dire L, ma subito dopo si udì il cigolio di una porta che si apriva e una serie di parole sconnesse urlate contro di lui.
 
Spalancai gli occhi, non capendo che stesse succedendo, continuando però solo a udire  la risata squillante di Myungsoo.
 
-Sungjong-ah, ora devo andare! ~
 
Si, era stato beccato nello sgabuzzino. Ci avrei scommesso.
 
-Ti amo ~ - concluse la chiamata facendomi perdere un altro battito.
 
-Ti amo anche io ~ - ricambiai.
 
Spensi la chiamata e rimasi per poco ad ammirare lo sfondo del cellulare.
 
Era una foto di Myungsoo che gli aveva scattato una volta a tradimento mentre dormiva.
 
Sorrisi nel ricordarmi il momento in cui si era svegliato e si era accorto del sevizio fotografico che gli avevo riservato.
 
Il cellulare si spense e Myungsoo scomparve.
 
Riappoggiai il cellulare sul comodino di quella stanza e feci per tornare da mia madre.
 
Ma il mio cuore si spense quando mi voltai.
 
Trattenni un urlo per lo spavento, portandomi una mano alla bocca.
 
La donna di fronte a me mi sorrideva in un modo quasi malefico.
 
Quando era entrata in camera?!
 
-Chi era al telefono?? – chiese con fare da finta innocente.
 
-Uhm, beh … n-nessuno … - cercai di mentire.
 
-Non è vero!! – continuò poi cominciando a battere le mani felice, peggio di una bambina delle elementari – Ti ho sentito dire “Ti amo anche io” ~
 
Ero finito. La mia vita era finita.
 
-Vuoi ancora insistere di non avere una fidanzata?! ~
 
Da quando in qua mia madre spiava le mie telefonate?!
 
La finta questione della fidanzata le aveva fatto sicuramente perdere qualche neurone.
 
-Dai, Jongie!! Sto qui in città solo oggi! Presentamela ~
 
Sospirai, non sapendo più su quale vetro arrampicarmi.
 
Con quel “Ti amo” li avevo rotti tutti.
 
Ancora indeciso su cosa fare, il campanello suonò e io sobbalzai.
 
Chi era a quest’ora??
 
Myungsoo mi aveva appena chiamato da loro, quindi era impossibile che fosse lui.
 
E se fossero stati ancora quei due piccioncini?!
 
Ordinai a mia madre di aspettarmi in camera e corsi ad aprire la porta.
 
-Ce ne hai messo di tempo per venirmi ad aprire, eh?!
 
-Yeollie!! Che diamine ci fai qui?! – gli chiesi parlandogli da una fessura della porta.
 
Ricevetti un cricco in testa dall’alto ragazzo – Sono un tuo hyung! Parlami con rispetto! E poi perché non apri la porta?!
 
-Shh! Parla a bassa voce!!
 
Sungyeol piegò la testa di lato, ma non chiese spiegazioni – Sono andato al bar da Myungsoo e mi ha costretto a venire qui per farti compagnia. – spiegò il giovane, con un tono di voce più basso.
 
Sbattei le ciglia, sorpreso.
 
L gli aveva detto di venire a trovarmi per non farmi stare da solo?
 
Mi morsi un labbro, quasi commosso dalle attenzioni che quel ragazzo continuasse a riservarmi gratuitamente.
 
-Sungjong!! – urlò la voce di mia madre.
 
Sobbalzai – Arrivo mamma!!
 
-Mamma? – ripeté Sungyeol – C’è tuo madre? Allora ti lascio … ! – e fece per andarsene.
 
Ma prima che potesse sfuggire mi balenò un’idea per la mente.
 
-No, no, no!! Ho bisogno del tuo aiuto!!!
 
Sungyeol tornò sui suoi passi.
 
-Che c’è??
 
-Mia madre è convinta che io abbia una fidanzata e ora vuole conoscerla!
 
L’alto ragazzo corrugò le ciglia – E’ un po’ fuori strada la tua umma, o sbaglio?
 
-Appunto, ma non posso dirle nulla di L ora! – continuai a parlare, uscendo fuori in corridoio con lui e chiudendomi la porta alle spalle.
 
-Quindi? Cosa vuoi che faccia? Che vada in strada a recuperarti una finta fidanzata?! – fece ironico Sungyeol, ridacchiando appena.
 
-Circa.
 
Il ragazzo strabuzzò gli occhi – Circa?! Ma io stavo scherzando!
 
-Hyung, ti ricordi che hai un debito con me??
 
-Come, scusa??
 
-In una delle mille volte in cui hai scroccato cibo da me e Myungsoo, gli hai rivelato di Hoya. Sei ancora in debito con me! – gli ricordai.
 
- Quindi?? – chiese Sungyeol, quasi preoccupato per quello che gli avrei ordinato di fare.
 
E faceva bene.
 
-Travestiti da donna e fingiti la mia ragazza.
 
Sungyeol si sentì mancare la terra sotto i piedi e per poco non cadde a terra.
 

------------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~
 
Annyeong ♥ Maggie vi vuole bene, quindi non arrabbiatevi con lei(?) per il ritardo ~
Vi vuole bene anche se avete recensito in pochi l’ultimo capitolo ;U;
Se non vi do caramelle o fiorellini voi non recensite, eh?
*lancia tutto quello che trova in casa*
Ora mi aspetto tante recensioni(?) ~ Muhahaha(??) ≈♥
Comunque, ecco il capitolo e si, comincia la parte demenziale di cui vi avevo parlato.
Tutto è nato da un’idea di mia sorella, dopo aver rivisto per la millesima volta l’esibizione di Yeollie e Jongie di “Troumble Maker”.
Cosa succederà ora? Sungyeol si travestirà davvero da donna?
Lo scoprirete prima o poi(?). Spero prima che poi. U.u
Ringrazio tutti i miei lettori ≈♥ La Mikan e la mia unnie Made in particolare perché hanno recensito ≈
E anche chi ha inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate perché siete cresciuti davvero molto! Mi commuovo ;U; ♥
Ah, e vogliamo parlare del comeback degli INFINITE?!? Asdfghjkl ≈♥
No, non ci sarebbero abbastanza aggettivi per descriverlo ♥◊♥
 
Grazie ancora a tutti ≈
Recensite, eh? ♥ *lancia il gatto(?)*

 
Tantissimi chu ~♥
Maggie  

 

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***



 


[Sungyeol POV]

 
Travestiti da donna e fingiti la mia fidanzata.”
 
Avevo sentito male, non è così?
 
Non poteva essere vero. Non poteva!
 
Quel ragazzo dai grandi occhi non poteva avermi davvero chiesto un simile a favore. Anche se non era un vero e proprio favore.
 
Avevo un debito con lui, e ora stava sfruttando questo a suo favore.
 
Perché ero andato a trovare Myungsoo al suo lavoro?!
 
Perché mi ero lasciato così facilmente abbindolare dal suo bel sorriso e mi ero convinto a venire da Sungjong?!
 
Perché non me ne ero stato semplicemente a letto quel giorno?!
 
Avrei sicuramente fatto qualcosa di utile. A me.
 
-Hyung!!! – richiamò la mia attenzione il ragazzo di poco più giovane di me – Allora?? La mia umma non aspetterà all’infinito!!
 
-C-Che… come?! – balbettai parole sconnesse – Pensi davvero che lo farò?!
 
Sungjong strinse gli occhi – Sei costretto. – disse con  i denti stretti.
 
Per un momento quel viso angelico mi parve spaventoso.
 
Spaventoso e subdolo.
 
Un brivido mi percorse la schiena, mentre mandavo giù la saliva.
 
-E credi davvero che tua madre crederà a tutta questa sceneggiata?! – mi lamentai, cercando un modo per sfuggire da rossetto e tacchi a spillo.
 
-Chissà, staremo a vedere. Ma sicuramente è un modo per farla andare via di casa prima che ritorni Myungsoo!
 
Mi grattai i capelli con una mano, sbuffando.
 
Non avevo altra scelta. Ero senza via d’uscita.
 
E questo mi preoccupava da morire.
 
-E come diamine farei a vestirmi da donna in così poco tempo?!
 
- Sunggyu e Woohyun hyung. – disse solamente.
 
Piegai la testa di lato, confuso.
 
Che accidenti c’entravano ora quei due?!
 
-Che?? – feci perplesso.
 
-Ho scoperto oggi che quei due hanno trovato lavoro e a quanto pare fanno da assistenti in un negozio di travestimenti.
 
Sgranai gli occhi – Stai scherzando vero?!
 
-No, per nulla.
 
Non avevo alcuna intenzioni di farmi mettere le mani a dosso da quei due!
 
-Sungjong!! Ma dove sei?? – la voce della madre del ragazzo rimbombò per l’appartamento e raggiunse le nostre orecchie.
 
-Forza, huyng, ti pregooo ~ Fallo per me!! Chiama Sunggyu hyung e chiedigli l’indirizzo del negozio!
 
- Ma no, ceh, c-che… non voglio!!! – mi lamentai, ma inutilmente.
 
Sungjong stava già riaprendo la porta dell’appartamento, per andare a calmare la madre all’interno.
 
-Ti rivoglio qui tra meno di un’ora, eh, hyung! – detto questo si rinchiuse dentro la sua casa, lasciandomi lì solo nel corridoio.
 
Stavo fare la più imbarazzante figura di tutta la mia vita.
 
Dopo di questo mi sarei dovuto nascondere alla fine del mondo.
 
--
 
[Sungjong POV]
 
Di nuovo seduti in quella piccola cucina, nessuno dei due fiatava.
 
Sia io che mia madre ce ne stavamo in silenzio, mentre finivamo di bere quel the ormai freddo.
 
Solo il tamburellare di due dita sul tavolo di legno chiaro, metteva fine a quella calma piatta.
 
Alzai la testa verso la mia umma, che intanto continuava con quel motivetto perpetuo.
 
-Umma?? – feci poi, attirando la sua attenzione.
 
-Uhm?
 
-Cosa stai facendo? – chiesi poi, alludendo al suo continuo tamburellare sul tavolo.
 
Da quando me ne ero tornato in quell’appartamento, seduto in quel tavolo con mia mamma, quest’ultima non aveva fatto altro che muovere velocemente le dita, ansiosa.
 
-Ehm, nulla. – rispose semplicemente, senza smettere di tamburellare.
 
Alzai appena un sopracciglio poco convinto, per poi ricominciare a bere quel the.
 
Non me la raccontava giusta.
 
Mi stava sicuramente nascondendo qualcosa.
 
La sua ansia aveva una causa.
 
-Uhm, Jongie? – esordì poi mia madre.
 
Mi limitai soltanto a guardala negli occhi, continuando a sorseggiare quella bevanda che ormai aveva smesso di fumare.
 
-Uhm, quando hai detto che arriva la tua ragazza?? ~
 
Riappoggia velocemente quel bicchiere sul tavolo, tossendo appena.
 
Possibile che ancora se lo ricordasse?!
 
Anzi, sembrava fosse l’unica cosa che l’importasse!
 
Alla fine non era venuta in quella città, non proprio vicino alla mia casa natale, per rincontrare me, suo figlio. No! Era venuta soprattutto per vedere la mia fidanzata.
 
Una fidanzata che non esisteva, e non sarebbe mai esistita.
 
-Presto, presto … - risposi semplicemente portandomi una mano alla fronte e osservando l’orologio appeso su una parete della stanza.
 
Alla fine, l’unico modo per convincere mia madre ad andarsene da casa mia, prima del ritorno di L, era stato quello di presentarle la mia “ragazza”.
 
Ero andato in crisi quando mi aveva chiesto di farle vedere la mia fidanzata, ma Sungyeol mi era “corso in aiuto”.
 
Anche se in effetti non era proprio vero.
 
Sungyeol si era trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
 
Per poco non scoppiai a ridere all’immagine dell’alto ragazzo che veniva vestito e truccato da quei due piccioncini che era Sunggyu e Woohyun.
 
Forse mia madre avrebbe davvero creduto a tutta quella farsa.
 
Nonostante l’altezza impressionante di Sungyeol, quest’ultimo aveva un bel viso dai lineamenti delicati.
 
Magari sarebbe stato scambiato davvero per una ragazza. Magari.
 
--
 
I minuti passavano ma di Sungyeol nemmeno l’ombra.
 
“Avevo detto mezz’ora, hyung!” – mi lamentai mentalmente – “Non due anni!!”
 
Sbuffai piano, cercando di non attirare l’attenzione di mia madre, che intanto aspettava felice l’arrivo della mia ragazza.
 
Se non fosse arrivato nel giro di 10 minuti, avrei fatto un omicidio di massa.
 
Primi fra tutti Sungyeol, e a seguire quei due piccioncini, che ci stavano mettendo davvero troppo tempo a travestirlo.
 
Il suono metallico del campanello mi risvegliò, facendomi alzare di scatto.
 
Lo stesso fece mia madre, più eccitata che mai.
 
Con un’occhiata le feci capire tutto, infatti si rimise subito a sedere.
 
Andai all’entrata, sapendo già cosa mi attendesse dietro a quella porta.
 
O circa.
 
Mi ero aspettato di tutto.
 
Un Sungyeol con una parrucca bionda platino e una maglietta rosa.
 
Un Sungyeol con delle treccine e una camicia a fiori.
 
Tutto.Tutto ma non questo.
 
-Uhm …
 
- Cos’è quel verso di disgusto?! – ribatté l’alto ragazzo – Hai una minima idea di quanto abbia dovuto patire per farmi conciare in questo modo?! E della figura che ho fatto per venire fino a qui, a piedi, con questa roba a dosso?!? E’ la giornata più brutta della mia vita!!
 
-Shh!! – lo zittii portandogli una mano alla bocca – Fa piano! E poi, ma chi ti ha detto di conciarti così?! Sembri la versione brutta, ma molto brutta, di Hyuna in “Trouble Maker”!!
 
Sungyeol arricciò il naso – Sei tu che mi hai detto di andare da quei due!! – si lamentò alludendo a Sunggyu e Woohyun.
 
-Jongieee !! ~ - ci arrivò alle orecchie la voce femminile di mia madre.
 
-Aish, coraggio!! Finiamo ‘sta pagliacciata prima che mi strappi la parrucca di testa! – fece Sungyeol, entrando di prepotenza a casa mia.
 
Lo sorpassai ed entrai in cucina, dove mia madre se ne stava ancora seduta ad aspettare.
 
Quando vide una testa dai lunghi capelli marroni spuntare da dietro di me, si alzò con il viso illuminato.
 
Abbassai lo sguardo, mentre mi facevo da parte per far entrare in quella stanza Sungyeol.
 
Alla vista dell’alto ragazzo, il viso della mia umma si illuminò. Ma solo per poco.
 
Man mano che passava in rassegna a tutto il corpo di Sungyeol, la sua allegria sembrava scemare.
 
Quella parrucca dai lunghi capelli, quel trucco dalle calcate labbra rosse, quel vestito rosso pieno di brillantini che lasciavano scoperte quelle gambe e braccia muscolose, e quel pellicciotto, fecero sparire completamente il sorriso dalla faccia di mia madre.
 
Mi diedi un cricco in testa, mentre Sungyeol sembrava essere entrato stranamente bene nella parte.
 
-Piacere ~ - cominciò a dire con una voce fintamente femminile che mi fece rabbrividire – Sono la fidanzata di Sungjong ~ - concluse con un veloce inchino.
 
Mia madre strabuzzò gli occhi, stupita, guardando poi prima me poi Sungyeol al mio fianco.
 
E adesso? Che avrebbe detto??
 
Ma questo lo scoprii presto quando la mia umma aprii la bocca.
 
Non per parlare però. Ma per ridere.
 
Una squillante risata fece sobbalzare sia me che Sungyeol.
 
E chi se la sarebbe mai aspettata una simile reazione?!
 
-Piacere! – disse poi mia madre tra una risata e l’altra – Sono la mamma di Sungjong!
 
Sungyeol sorrise appena, continuando a rimanere spaventato dalla reazione esageratamente allegra della mia umma.
 
-Sono felice di averti conosciuta! – continuò a parlare la donna, calcando in modo molto ironico sull’ultima vocale – Jongie, ora devo andare! ~
 
Annuii e accompagnai mia madre alla porta.
 
L’abbraccia due volte e infine la mia umma se ne tornò da dove era venuta, continuando a ridere.
 
Ritornai nell’appartamento spaesato.
 
Alla fine, mia madre non ci era cascata, ma almeno se ne era andata prima del ritorno di Myungsoo.
 
-Fiù! – sospirai entrando in cucina dove mi stava aspettando Sungyeol – Alla fine è andato tutto benejndjmbjcds- provai a dire, ma difficilmente.
 
Appena varcai la soglia di quella stanza, l’alto ragazzo – che aveva abbandonato il pellicciotto a terra – si allungò verso di me, stringendomi il collo con entrambe le mani.
 
-H…h-hyu…hyung… - cercai di dire, senza che Sungyeol smettesse di “strozzarmi”.
 
-TU! NON HO MAI FATTO UNA FIGURA DI ME*DA PIU’ GRANDE!!!!!!!! – mi urlò contro tutto d’un fiato e stringendo ancora più la presa sul mio collo.
 
-S… s-su su … M-Maaa… a-alla fine … è andato .. coff coff … t-tutto beneee…
 
-AISH!! – continuò Sungyeol – Tutto bene per TE!!
 
E mentre l’alto ragazzo continuava a sbraitarmi contro e a tenermi stretto il collo, fece la sua entrata in casa un’altra persona, che era ritornata a casa prima del solito.
 
Myungsoo fece la sua entrata in cucina, lasciando cadere a  terra la tracolla, basito dalla scena.
 
Sia io che Sungyeol ci girammo verso di lui, e quando l’alto ragazzo mi lasciò andare il collo, mi accasciai a terra, riprendendo fiato.
 
-M-Myungsoo … - disse con un filo di voce Yeol, ricordandosi di com’era conciato.
 
L non si trattenne ancora a lungo e scoppiò in una rumorosa risata che riempii l’intero l’appartamento, portandosi poi una mano alla pancia.
 
Sungyeol non fiatava, ma sapevo che la sua mente era piena di pensieri omicidi.
 
E tutti quei pensieri, erano riferiti a me.
 

---------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~

    Oh, yeah!!! *~~~* Non si sa come, ma sono di nuovo qui ad aggiornare!
Prima del solito! Muhahahahahah! ≈♥
Allora, si, nulla da dire del capitolo … ripeto, l’idea di travestire Yeollie da ragazza è di MIA SORELLA! Da una parte lo dico per pararmi il popò se il capitolo è risultato un po’ troppo demenziale, e dall’altra perché se no mia sorella mi ammazza per essermi presa i meriti dell’idea.

Beh, ecco tutto. =.=
Grazie a tutti per aver letto il capitolo e per continuare a sostenermi! *^*
Un grazie in particolare a chi ha recensito (kselia, zmadeful, Ryook Lee, _fabula_, Masayume Pachirisu, Hizu) ≈♥

L’idea di lanciarvi il gatto è stata geniale! Non avete mai recensito in così tanti *commoss commoss* TT^TT ♥ E fortuna che ho tanti gatti a casa u.u
Ehm, recensite recensite anche questo capitolo *lancia il cane*
(Dopo di questo ho finito gli animali +-+ lol)
Spero di aggiornare ancora così presto, perché non vedo l’ora di concludere questa fan fiction!
Ancora grazie ♥
Take care of me ≈

 

Tantissimi chu ~♥
Maggie

  

    

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***



 


[Sungjong POV]
 

Era ormai sera inoltrata e mia madre avevo ormai lasciato quell’appartamento.
 
Per colpa della mia sceneggiata con Sungyeol, se ne era andata via velocemente, ridendo per un motivo ancora a me sconosciuto.
 
Probabilmente aveva capito che quella era stata tutta una sceneggiata. O magari il travestimento di Yeol l’aveva divertita.
 
Tante erano le possibilità, ma almeno se ne era andata dall’appartamento prima che Myungsoo tornasse a casa.
 
Non sarei riuscita a spiegare la presenza di L.
 
Le avevo già detto che avevo un coinquilino, ma non sarei riuscito a mentirle di fronte a Myungsoo.
 
Ero un pessimo bugiardo.
 
E poi, nonostante gli avessi espresso le mie paure a rivelare della nostra relazione alla mia umma, non so se a Myungsoo avrebbe fatto piacere mentire su ciò.
 
Io ero il primo che stava trovando insopportabile quella situazione.
 
Arrivati a quel punto avevo acquisito il giusto coraggio per urlare al mondo intero che Myungsoo era il mio fidanzato, ma non sarei mai stato in grado di dirlo alla mia famiglia.
 
Era strano, ma vero.
 
Dire a un gruppo di sconosciuti quale fosse il mio orientamento sessuale era sicuramente più facile che dirlo alla mia famiglia.
 
Una famiglia che mi aveva fatto crescere con determinate regole.
 
Da bambino ero solito frequentare soprattutto bambine, e questo ai miei genitori non era mai piaciuto.
 
L’avevo capito da come mi aveva costretto, anche se non in modo esplicito, a passare meno tempo con loro e a fare amicizia con i miei vicini di casa.
 
Ma non sapevano che quello avrebbe solo peggiorato la situazione.
 
Non avevo mai cercato veramente di socializzare con quei tre bambini, a malapena conoscevo i loro nomi.
 
Sunggyu, Dongwoo e Woohyun.
 
Erano così che si chiamavano.
 
Erano tutti e tre miei hyung e questo mi aveva sempre bloccato.
 
Ero un ragazzo caratterialmente timido e non avevo mai avuto il coraggio di avvicinarmi a loro.
 
Se non fosse stato per loro, non li avrei mai conosciuti.
 
La prima volta che le nostre quattro vite si incontrarono fu in un pomeriggio d’estate.
 
I miei genitori erano andati a trovare i miei nonni, che vivevano nella città vicino alla nostra, e io, al posto di starmene chiuso in casa, me ne ero uscito in quello piccolo spiazzo di terra che continuavano a chiamare giardino.
 
Odiavo starmene rinchiuso tra le quattro muro della mia abitazione da solo, dove l’aria era rarefatta e i raggi del sole estivo entravano timidi.
 
Preferivo starmene sdraiato sull’erba verde sotto quel caldo cocente, finché la mia pelle lattea non cominciava a bruciare.
 
Era stata proprio in quell’occasione che li avevo incontrati.
 
Ed era stato tutto grazie alla musica.
 
Già a quei tempi amavo cantare, ma non avevo mai espresso questa mia passione verso i miei familiari.
 
Non mi credevo bravo a tal punto da farne un vanto, e continuavo a ritenere la mia voce ancora troppo angelica, da bambino. Perché in realtà era quel che ero.
 
Però cantare per me era qualcosa di liberatorio.
 
Quando avevo voglia di sfogarmi non prendevo a pugni un muro duro, ma mi bastava aprire la bocca e respirare.
 
Respirare cantando.
 
In quei momenti mi separavo dal mondo e nulla poteva preoccuparmi.
 
A quell’infantile età, non ero ancora pienamente conscio del mio orientamento sessuale, l’avrei scoperto in futuro, grazie a quei tre ragazzi.
 
Eppure dentro di me c’era sempre stato un masso.
 
Un masso pesante che certe volte mi opprimeva così tanto da non permettermi di respirare.
 
E in quei casi cantavo.
 
Soprattutto quando mi trovavo da solo con me stesso quel peso compariva, come in quel pomeriggio d’estate.
 
Così cominciai a cantare.
 
E fu proprio la mia voce ad attirare l’attenzione dei miei tre vicini di casa.
 
Ricordo ancora i loro sguardi fissi su di me, quando avevo smesso di cantare, ancora però sdraiato su quel soffice prato verde.
 
-Hai una bella voce. Pensavamo fossi una ragazza.
 
Erano state queste le primissime parole che mi avevano rivolto.
 
Ero sempre stato in conflitto con me stesso per i miei lineamenti effeminati, e ancora mi dava fastidio quando qualcuno me lo facevo notare.
 
Ma in quel momento non mi era soffermato sul significato di quelle parole.
 
Ero rimasto quasi abbagliato da come quei tre bambini, di poco più grandi di me, mi avevano rivolto la parola.
 
Non avevo mai preteso nulla. E in quel momento mi ero quasi sentito onorato di poter parlare con loro.
 
- Io mi chiamo Sunggyu, e loro sono Dongwoo e Woohyun. Abbiamo una band lo sai? Da grande diventeremo ricchi e famosi in tutto il mondo. Naturalmente, … io sarò il leader.
 
Ancora ricordavo le esatte parole, come se fosse stato ieri, e non ormai 10 anni fa.
 
-Hai una bella voce, lo sai? Non vorresti fare parte della nostra band? Qui intorno ci sono solo vecchi e ragazzi che si credono i migliori, tsk. Ma tu … sembri un tipo a posto.
 
A quei tempi non risposi subito.
 
Ci misi un po’ di tempo per decidermi a confermare.
 
Ma solo ora capivo che le nostre quattro vite si erano unite nel momento esatto in cui i nostri si erano incontrati.
 
--
 
- M-Myungsoo? Non stai un pochino esagerando??
 
Nessuna risposta. Solo un respiro soffocato.
 
-Non sarà meglio smetterla ora …
 
Silenzio. Solo altri respiri affannati.
 
- … prima che qualcuno ci veda …
 
Affanno.
 
- … e chiami la polizia?!
 
Myungsoo alzò lo sguardo verso di me, ma senza smettere di stringere il collo di Sungyeol, che intanto continuava a respirare a fatica.
 
Un po’ per la stretta soffocante di L, e un po’ per il vestito rosso – che ancora indossava – troppo attillato.
 
Dopo che gli avevo spiegato che io e Yeol ci eravamo “finti fidanzati” davanti a mia madre, Myungsoo era scoppiato nuovamente a ridere.
 
Ma alla fine quella risata si era trasformata in qualcosa di più malvagio e il Sungyeol era diventato vittima della sua follia omicida.
 
Si, non aveva preso molto bene questo finto fidanzamento.
 
-Seriamente, fra poco lo soffochi! E io non voglio essere il testimone di un omicidio!!
 
Myungsoo sollevò appena un sopracciglio, ma dopo un ennesimo respiro affaticato da parte di Sungyeol, si decise a mollare la presa.
 
L’alto ragazzo cadde a sedere a terra e respirò, finalmente, a pieni polmoni.
 
L lanciò un ennesima occhiataccia all’amico e poi si chiuse in bagno a farsi una doccia.
 
Mi avvicinai a Sungyeol che era ancora seduto a terra, per aiutarlo ad alzarsi.
 
O almeno, cercai da aiutarlo.
 
Se non fosse stato per i miei riflessi eccellenti, a quell’ora mi sarei ritrovato il tacco di quella scarpa dritto in fronte.
 
-I-Io ti ammazzo … Questo lo sai vero?! – mi disse contro con gli occhi fuori dalle orbite e lanciandomi anche il secondo tacco a spillo, rimanendo così scalzo.
 
-Non bastava la figura che mi hai fatto fare con tua madre e Myungsoo, eh? Vuoi anche farmi soffocare?! – si lamentò.
 
-Ma io che c’entro?! E’ L che ti stava soffocando!
 
Sungyeol mi guardò di traverso e si alzò di colpo, raggiungendomi e stringendomi forte il petto con le sue braccia forti.
 
-Ora ti ammazzo io, allora! – mi comunicò l’alto ragazzo.
 
Cercai di liberarmi dalla sua stretta soffocante, ma in questo modo finimmo entrambi a terra, con un sonoro tonfo.
 
Sungyeol, ora seduto sopra di me, mi strinse il collo con entrambe le mani, mentre il suo vestito rosso era risalito, lasciando in mostra le sue gambe mascoline.
 
Cercai ancora una volta di liberarmi della sua stretta, ma anche questa volta inutilmente.
 
Entrambi non potemmo che scoppiare in una rumorosa risata, quando fece la sua entrata in cucina, con solo un accappatoio addosso, Myungsoo.
 
Fece per dire qualcosa, tranquillamente, ma quando vide la posizione equivoca in cui ci trovavamo, ci fulminò entrambi con lo sguardo e si chiuse in camera da letto, sbattendo la porta rumorosamente.
 
Strabuzzai gli occhi, ribaltando poi la posizione e ritrovandomi ora io sopra di lui.
 
-Sei un uomo morto. – gli dissi solo, digrignando i denti.
 
E per la seconda volta, in quel giorno, Sungyeol per poco non rimase soffocato.
 
--
 
-Lo sai da quant’è che non mi baci?
 
Aprii gli occhi, che avevo tenuto forzamente serrati fino a quel momento, per non mettere fine a quella quiete mattutina.
 
Quand’è che si era svegliato?
 
Ero stato per tutto quel tempo in silenzio, immobile, immaginando che Myungsoo stesse ancora dormendo al mio fianco.
 
Ma considerando la sua voce per nulla impastata dal sonno, doveva essere uscito dal mondo onirico da tempo.
 
Voltai la testa verso di lui, che mi fissava nella mia stessa, identica posizione statica.
 
-Eh? Ma che domanda sarebbe? – chiesi sorpreso.
 
Nemmeno mi salutava con un “Buongiorno”?
 
-Una domanda. – rispose semplicemente L, risoluto – E ora rispondi: quand’è stata l’ultima volta che mi hai baciato?
 
Ancora confuso, non capivo quale fosse la ragione della sua domanda.
 
-Uhm, ieri mattina, credo. – risposi semplicemente continuando a guardarlo dritto negli occhi.
 
-Bene, e ora non senti il bisogno di scusarti? – continuò Myungsoo, dritto per il suo ragionamento ancora a me sconosciuto.
 
-Con chi??
 
-Con me?
 
Strabuzzai appena gli occhi scuri, spostandomi con uno sbuffo il ciuffo di capelli che era finito sopra la mia guancia.
 
-Con te?! E perché mai??
 
Myungsoo arricciò il naso – Non ti sembra sia passato troppo tempo?!
 
Roteai gli occhi verso il soffitto, cominciando a fissarlo.
 
-E di chi sarebbe la colpa?! – ribaltai la situazione, cominciando ora io a fargli delle domande – Non sono io quello che mi sta ignorando da ieri sera!!
 
Ed era vero.
 
Sungyeol, dopo essere tornato nei panni di ragazzo, era rimasto a cenare lì da noi.
 
Ma per tutta la serata, L era stato in silenzio.
 
Non aveva spiaccicato parola e non aveva cercato nemmeno minimamente di intrufolarsi in una qualche mia discussione con l’alto ragazzo.
 
Era rimasto stranamente silenzioso.
 
-E’ colpa tua. – rispose semplicemente Myungsoo.
 
-Mia?! – esclamai sorpreso, ritornando a concentrarmi sul suo viso.
 
-Si, non sono stato io a fare il finto fidanzatino di Sungyeol!
 
Sospirai.
 
Come poteva ancora stare a pensare a quella finta sceneggiata che avevamo messo in atto io e Yeol?
 
Non poteva essere davvero geloso di tutto questo!
 
Non poteva vedere davvero Sungyeol come un possibile rivale.
 
Magari era l’incontrario!
 
Ero io che mi sarei dovuto preoccupare del possibile modo in cui l’alto ragazzo si sarebbe potuto vendicare per la duplice figura che gli avevo fatto fare.
 
Avrebbe potuto rivelare da un momento all’altro del mio lavoro da “panda”, o avrebbe potuto portarmi via Myungsoo …
 
Anche se sapevo con certezza che non l’avrebbe mai fatto.
 
-Ma come può averti dato fastidio tutto quello?! Era solo una sceneggiata!
 
Myungsoo non mi diede tempo di finire di parlare, e si sedé su di me, allungandosi poi fino a che la sua bocca non sfiorò il mio orecchio.
 
-Ma proprio non capisci che non è questo che mi ha dato fastidio? – mi sussurrò, immobilizzandomi – E’ che non sopporto l’idea che Sungyeol abbia conosciuto tua madre, … e io no.
 
Non risposi.
 
Non mi era nemmeno mai passato per la mente che a Myungsoo potesse aver dato fastidio questo.
 
Myungsoo si staccò dal mio orecchio e tornò a fissarmi negli occhi.
 
Gli sorrisi, come a volermi scusare, quando L fece per avvicinarsi di più al mio viso, puntando alle mie labbra.
 
Cercai di avvicinarmi di più, in modo che le nostre bocche si incontrassero il prima possibile.
 
Ma, ancora una volta, fu il campanello del nostro appartamento a bloccarci, mentre le nostre labbra si stavano appena sfiorando.
 
-Torno subito. – disse scocciato Myungsoo, scivolando giù dal letto e andando alla porta.
 
Eravamo stranamente desiderati in quei giorni.
 
Ma sapevo che questa volta non sarebbe stato l’ennesimo ospite inatteso.
 
A quell’ora, tutti i nostri amici stavano dormendo, e non mi sarei nemmeno dovuto aspettare una visita a sorpresa della mia famiglia, visto che ormai mia madre se ne era ritornata a casa.
 
Eppure L ci stava mettendo troppo tempo.
 
Mi alzai a malavoglia dal letto e andai in direzione della porta d’entrata, per vedere chi avesse suonato.
 
Myungsoo e la persona che aveva suonato si stavano osservando dalla testa ai piedi, come se fosse la prima volta che si incontravano.
 
Non riuscivo a vedere però chi fosse quella persona, coperta dall’alta figura di L che mi dava le spalle.
 
-Myungsoo, chi è? – chiesi avvicinandomi tranquillamente a loro.
 
L si girò verso di me, permettendomi così di vedere chi fosse l’ospite inaspettato.
 
E, quando i miei occhi incontrarono quelli dell’altra persona, per la seconda volta in due giorni mi ritrovai a dire …
 
- Umma?
 

------------------------------------------------------

        ~ Note dell’autrice ~

    

Annyeong, I’m back ≈

Non ho molto da dire su questo capitolo, anche perché in verità non succede molto. Solo la fine aperta, muhahahahah(?) rende un minimo movimentato il capitolo.
Ma almeno è più lungo del solito ≥◊≤
E poi boh, spero di aggiornare al più presto, per non farvi venire voglia di defenestrarmi(?) ‘-‘
Come al solito, ringrazio TUTTI voi lettori ≈♥
Sono sempre felicissima di vedere che c’è DAVVERO gente che mette la storia nelle preferite/seguite/ricordate, legge i capitoli e RECENSISCE, come Hizu, kselia, zmadeful ≈♥≈ Che devo per forza ringraziare in modo particolare perché usano un po’ del loro tempo per commentare ciò che scrivo e questo mi rende immensamente felice, se non si era capito ♥♥♥
Quindi, RECENSITE ! ! !~
And, wait for me ♪♫♪

 

Tantissimi chu ~♥
Maggie  

    

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***



 


[Sungjong POV]
 
E ancora una volta, mi ritrovavo seduto in quel tavolo da cucina in compagnia di mia madre.
 
Fino a pochi minuti prima, ero stato certo che non avrei più rivisto mia madre in quell’appartamento, e già pensavo che il nostro prossimo incontro sarebbe stato nella mia casa natale.
 
E invece rieccoci di nuovo lì, in quella domenica mattina.
 
Ma questa volta c’era una differenza.
 
Il nostro incontro non era esattamente uguale a quello dell’altra volta.
 
C’era un piccolo dettaglio. O forse, un grande dettaglio che non poteva essere ignorato.
 
Myungsoo era presente.
 
Quando gli avevo fatto capire che quell’ospite inatteso era mia madre, si era fatto da parte per lasciarci spazio.
 
Avevo nuovamente accolto la mia umma in quell’appartamento e l’avevo fatta sedere.
 
Avevo scoperto solo in quel momento che aveva deciso di stare un intero weekend in quella città, in modo da passare un po’ di tempo con me.
 
Se solo l’avessi saputo prima …
 
Avrei di certo evitato di presentarmi a lei in pantaloncini corti, t-shirt e capelli sparati in aria.
 
Ma soprattutto avrei evitato di far incontrare Myungsoo e lei in un modo così casuale.
 
Mi sarei preparato per presentarle per bene quel ragazzo solo come il mio coinquilino.
 
E invece L aveva incontrato la mia umma senza nemmeno sapere chi fosse in realtà.
 
Mentre stavo pensando a questo, i miei occhi si concentrarono sulla figura di mia madre.
 
Stava fissando Myungsoo, ammirando, quasi, con quale abilità stava improvvisando una veloce colazione per tutti noi tre.
 
Cominciai anche io a guardarlo.
 
Mi faceva uno strano, stranissimo, effetto trovarmi insieme alla due persone che più amavo.
 
E, ancora una volta, il mio passato e il mio presente erano uniti.
 
Anche se mia madre era ancora inconsapevole dell’identità di Myungsoo.
 
In quel momento, L appoggiò una tazza fumante di the davanti a me, sorridendomi felice e lo stesso fece con mia madre, che ringraziò con un veloce cenno del capo.
 
Sapevo che era felice di aver finalmente incontrato mia madre.
 
Appoggiò anche la sua tazza davanti a sé e si sedé al tavolo con noi, senza che gli occhi della mia umma si fossero mai staccati da lui.
 
Mescolò il contenuto della sua tazza, e poi cominciò a fissarmi, in attesa di qualcosa.
 
Stavo per chiedergli il motivo della sua improvvisa attenzione su di me, quando notai che anche gli occhi scuri di mia madre si erano fissati su di me.
 
Sobbalzai appena, ricordandomi solo in quel momento dell’errore che avevo fatto.
 
Non li avevo ancora presentati.
 
Ero stato troppo impegnato a salutare mia madre e ad accoglierla di nuovo in quell’appartamento, che non le avevo presentato Myungsoo.
 
Dal canto suo, nemmeno quest’ultimo aveva forzato qualsiasi tipo di presentazione, aspettando che fossi io, giustamente, a fare tutto questo.
 
-Umma, … - cominciai, guardando il viso felice di mia madre – Lui è Myungsoo, Kim Myungsoo.
 
Senza troppi convenevoli, la mia umma fece un inchino verso il ragazzo per poi presentarsi.
 
-Piacere di conoscerti, Myungsoo. Sono la mamma di Sungjong! – si presentò, orgogliosa, appoggiando una mano sulla mia spalla, coperta appena da una sottile T-shirt dalla tinta pastello.
 
Myungsoo fece un inchino a sua volta – Il piacere è tutto mio. Io sono Myungsoo, … il coinquilino di Sungjong. – si limitò a dire.
 
Lo ringraziò, mimando con le labbra un “Grazie”.
 
Sapevo quanto gli era costato presentarsi in quel modo.
 
Ormai avevo capito che, come me, Myungsoo odiava nascondere la nostra relazione.
 
L’avevo notato quando, euforico, aveva annunciato il nostro fidanzamento prima a Sungyeol e poi a sua madre.
 
Come aveva potuto rivelarlo in modo così semplice e normale a sua madre?
 
Ancora mi sorprendevo.
 
Io alla sola idea di accennarlo alla mia umma, cominciavo a tremare come una foglia.
 
Ricordavo ancora bene, troppo bene, quella famosa sera.
 
Quella sera in cui Sunggyu e Woohyun erano scappati.
 
Quella volta avevo  davvero odiato mia madre.
 
Fino all’ultimo, avevo sperato che potesse in un qualche modo opporsi a tutto quello.
 
Che potesse far riflettere quei genitori, che ormai conosceva bene.
 
E invece nulla.
 
Si era limitata ad annuire, concordando con le opinioni della massa.
 
Proprio lei, che mi aveva sempre incoraggiata a seguire i miei sogni, anche andando contro il pensiero comune degli altri.
 
Ma era inutile pensare a tutto quello.
 
Ormai erano passati anni da quella fatidica sera e, anche se la rabbia che avevo provato in quella sera non si era ancora del tutto sbollita, avevo perdonato mia madre.
 
E, spinto da Myungsoo, stavo cominciando a pensare che probabilmente avrebbe accettato la mia relazione omosessuale.
 
Era la mia umma dopotutto.
 
Come avrebbe potuto andare contro a suo figlio?
 
--
 
-È simpatica tua madre. Mi piace.
 
Alzai lo sguardo verso Myungsoo, mentre insieme stavamo finendo di pulire qualche stoviglia.
 
-Come?
 
-Tua madre. Si vede quanto ti vuole bene. Non ti ha staccato gli occhi di dosso nemmeno un secondo.
 
Annuii.
 
Era vero.
 
La mia umma se ne era andata pochi minuti prima, e Myungsoo aveva avuto la sua occasione per conoscere un componente della mia famiglia.
 
Uno di quelli a cui più tenevo.
 
Sapevo che Myungsoo era stato contento di quell’incontro, seppur casuale e per nulla preparato, eppure qualcosa gli dava fastidio.
 
E sapevo anche perché.
 
-Senti, Myungsoo … - cominciai a dire – Per il fatto di mia madre, … lo so che …
 
-Devo uscire un attimo. – mi bloccò, correndo in camera a prepararsi.
 
Sgranai gli occhi.
 
Da quando in qua si comportava in quel modo?
 
Perché mai mi aveva volutamente ignorato, andandosene poi via senza aspettare nemmeno un secondo?
 
-Torno fra poco. – disse prima di uscire, prendendo con sé un ombrello, visti i nuvoloni neri che riempivano quel cielo di Marzo.
 
Feci un mugolio per acconsentire, e attesi di sentire la porta di quell’appartamento che si chiudeva.
 
Rimasi a fissare un punto vuoto per un  po’, poi appoggia il piatto che avevo tenuto in mano fino a quel momento.
 
Mi sedetti su quel parquet chiaro,  portandomi poi una mano – coperta da un guanto di plastica- alla testa.
 
Cosa aveva di così urgente da fare proprio in quel momento?
 
Non avrebbe potuto rimandare a più tardi?
 
Perché il comportamento di Myungsoo era così distaccato?
 
Mille domande mi frullavano nella testa, mentre ancora indossavo quel pigiama dalle tinte pastello che ora non scaldava abbastanza.
 
Andai in camera, lasciando ancora qualche bicchiere sporco nel lavandino, per mettermi qualche indumento più caldo a dosso, mentre una domanda in particolare mi pulsava per la testa.
 
Mi stava forse nascondendo qualcosa Myungsoo?
 
--
-Sungjong?? Ma ti sei addormentato?
 
Aprii appena gli occhi.
 
Quand’è che mi ero appisolato?
 
Myungsoo era già tornato a quanto pare, ma sembrava che la sua voce, stranamente impaziente, venisse dall’entrata.
 
-Sungjong?? – chiamò ancora.
 
-Hmm?? – mugugnai, ancora sdraiato su quel letto e sbadigliando appena.
 
Perché non può venire in camera al posto di farmi alzare?
 
Gli si sono incollati i piedi all’entrata?!
 
-Jongie, puoi venire un attimo qua?
 
Si, aveva i piedi sicuramente incollati. Era l’unica possibilità.
 
Mi stropicciai gli occhi e andai all’entrata, trascinando i piedi scalzi sul pavimento.
 
Lì, mi aspettava Myungsoo, senza giacca e scarpe e con le mani dietro la schiena.
 
Sembrava stesse nascondendo qualcosa di pesante
 
Feci per guardare dietro di lui, ma Myungsoo fu veloce a nascondere tutto.
 
-Ah, no! Non si sbircia! ~ - mi cantilenò, schioccando la lingua, mentre un sorriso divertito gli compariva sul volto.
 
Che quella breve uscita gli avesse fatto cambiare identità?
 
Poco prima era sembrato distaccato, e ora era felice e sorridente come non mai.
 
La leggera pioggia di quella mattina gli aveva sicuramente dato alla testa. Questo era poco ma sicuro.
 
-Allora? Dove sei stato?? – chiesi incrociando le braccia al petto.
 
Myungsoo sorrise, mentre cercava di tenere ferma la scatola.
 
Tenere ferma? Da quando in qua una scatola si muoveva?!
 
Cercai di sbirciare nuovamente, ma l’unica cosa che riuscii a vedere fu il colore rosso di quel contenitore.
 
-Che giorno è oggi? ~ - mi rispose L con un’altra domanda.
 
-Domenica, no? – dissi, ritenendola una cosa fin troppa ovvia, ma curioso di sapere dove volesse andare a parare.
 
-No no, voglio sapere il giorno preciso! La data! – si corresse Myungsoo, cercando di tenere “calma la scatola”.
 
Arricciai il naso, riflettendoci.
 
Che giorno era? Sapevo che era una domenica di Marzo, ma nulla più.
 
Da quando io e Myungsoo avevamo cominciato a frequentarci, la mia cognizione del tempo era completamente sparita.
 
Un tempo facevo molto caso a tutto ciò, aspettando con ansia che arrivasse domenica, per riposarmi dal lavoro.
 
Ma ora non era più così.
 
Alzai le spalle – Non lo so. – ammisi alla fine.
 
Myungsoo sulle prime sembrò esserci rimasto male, ma velocemente comparse un sorriso sulle sue labbra.
 
-Lo sapevo che non lo avresti indovinato! – disse sereno, per poi mostrare finalmente la scatola che aveva tenuto tutto quel tempo dietro la schiena, e allungandomela – Auguri, amore ~
 
Strabuzzai gli occhi, confuso, e afferrai la scatola.
 
Era a forma di cuore rosso, e il coperchio era bucherellato da qualche buchetto.
 
-A-Auguri? – balbettai, cercando di fare mente locale.
 
Quale festività mi ero mai perso?
 
Natale era passato, e per entrambi i nostri compleanni mancava ancora tempo.
 
Allora cosa?
 
Quando capii tutto, il mio cuore cominciò a battere all’impazzata, come incontrollato.
 
Come avevo potuto scordarmi?!
 
Quel giorno era l’anniversario del nostro fidanzamento. E Myungsoo si era ricordato, decidendo così di festeggiare quel giorno con un regalo.
 
Boccheggiai emozionato, mentre sul volto di L comparve un sorriso ancora più ampio, felice della mia reazione.
 
Non riuscii a dire nulla, e mi limitai ad abbracciare quella scatola a forma di cuore.
 
-Attento!! Si ribalta!! – mi avvertii Myungsoo, rimettendo la scatola orizzontalmente.
 
-Ribalta? – ripetei, decidendo finalmente di togliere il coperchio.
 
Appena lo fece, un dolce e paffuto faccino arancione, mi salutò con un miagolio.
 
-Ohh!! ~ - esclamai al settimo cielo, prendendo tra le mani quel cucciolo di gatto dal pelo chiaro, lasciando cadere a terra la scatola – E’ bellissimo!! ~ - aggiunsi, mentre il gattino mi leccava il naso.
 
Sia io che Myungsoo scoppiammo a ridere.
 
L aveva sempre saputo del mio desiderio di avere un animale domestico, e aveva approfittato del nostro anniversario per regalarmene uno.
 
Appoggiai il gattino delicatamente a terra e, mentre quest’ultimo cominciava a curiosare in giro per l’appartamento, io andai a tuffarmi tra le braccia del mio fidanzato.
 
Ma come non si poteva amare una persona così?!
 
Myungsoo ricambiò il mio gesto, felice, per poi staccarsi da me e fissarmi dritto negli occhi.
 
-Ti amo, lo sai questo, vero?
 
Arrossii, limitandomi ad annuire – T-Ti amo anche io
 
Senza aggiungere nient’altro, appoggiò le sue labbra sulle mie.
 
-Dovremmo continuare quello che abbiamo iniziato stamattina, non credi? – mi chiesi maliziosamente, quando si fu staccato da me.
 
Mi morsi un labbro, annuendo semplicemente.
 
L riprese a baciarmi, mentre io cominciavo a giocherellare con i bottoni della sua camicia nera.
 
Myungsoo sorrise, con ancora la bocca premuta sulla mia, per poi passare a concentrarsi sul mio collo e il resto della mia pelle esposta.
 
Riuscii a slacciare velocemente la sua camicia, che velocemente finii a terra, mentre ancora eravamo appoggiati in quel corridoio, davanti alla porta d’entrata.
 
Mugugnai piacevolmente quando infilò una mano nei miei pantaloni, cominciando a stuzzicarmi, e lo stesso fece Myungsoo quando cominciai a far scorrere un dito sul suo petto scoperto, andando sempre più in basso.
 
Questa volta nulla ci avrebbe interrotto.
 
E infatti nemmeno dei battiti contro la porta di quell’appartamento ci fecero bloccare.
 
Nemmeno il cigolio della porta – che Myungsoo aveva lasciato sbadatamente aperta – ci fece fermare, troppo presi da quello che stavamo facendo.
 
Solo quando una borsa cadde a terra e si udì un grido soffocato dall’entrata, capimmo che c’era qualcosa che non andava.
 
Myungsoo, senza maglia e con una mano infilata nei miei jeans slacciati, e io con le mani attorno al suo collo e le labbra premute sulle sue, ci voltammo, non capendo cosa stesse succedendo.
 
Entrambi sobbalzammo, spaventati, mentre cercavamo di mettere in ordine quello che stava accadendo.
 
Com’era possibile tutto quello?
 
Strabuzzai gli occhi, mentre il mio cuore batteva all’impazzata, impaurito.
 
Boccheggiai, non sapendo cosa dire.
 
E se, poco tempo prima, ero stato felice di dire questa parola, ora avrei fatto di tutto pur di non dirla.
 
-U-Umma
 

----------------------------------------------------------
 
~ Note dell’autrice ~

Sono tornata, anche se avrei voluto farlo prima.
Sono sadica? Uhm, un pochino.
Non ho mai avuto l’intenzione di dividere questo capitolo in due, lasciando così la fine aperta, ma stava diventando troppo lungo e non volevo velocizzare le cose pur di concludere tutto in questo capitolo.
Quindi sono arrivata alla conclusione di fermare qui il tutto, e di scrivere il continuo in un altro capitolo, che dovrebbe essere più cortino, ma potrebbe anche essere lunghetto.
Questa scena ce l’ho in mente dai primissimi capitoli, ma non mi piace per niente come è venuta fuori alla fine.
Spero l’apprezziate comunque, e recensiate per dimostrarmi che seguite ancora questa semplice fan fiction e avete voglia di scoprire come va a finire, perché SI, ora vedo davvero la fine.
Grazie a tutti voi per aver letto e aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate! Mi sorprendo sempre di quanti siate! È fantastico, soprattutto perché la sezione degli INFINITE non è molto frequentata, aigoo! ;;
Un grazie in particolare alla mia unnie Made e a kselia, che hanno recensito ~♥
Alla prossima, che vi giuro SARA’ PRESTO!
 
Recensiteeeeeeeee ♥

 

Tantissimi chu ~♥
Maggie 


Ps. Inutile dire che la scena del gattino è volutamente presa da "Man in Love" <3

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***



[Sungjong POV]

 
No, non poteva essere vero.
 
No, non poteva assolutamente essere possibile.
 
Stavo sognando, si, stavo sognando. Era l’unica possibilità.
 
Spesso avevo immaginato il momento in cui mia madre avesse scoperto il mio rapporto con Myungsoo.
 
Io e L che ci tenevamo per mano e le spiegavamo tutte.
 
E lei che infine era felice di tutto quello.
 
Si, l’avevo spesso sognato. O, perlomeno, sperato.
 
Nella mia mente d’innamorato, questa era una scena romantica.
 
Una scena in cui finalmente trovavo il coraggio di dire tutto a mia madre.
 
Di rivelarle qualcosa di importante, che avevo impiegato molto tempo a spiegarle anche a me stesso.
 
Eppure, in quel momento, che cosa c’era di romantico agli occhi di mia madre?
 
Io e Myungsoo che non riuscivamo a muovere un muscolo, troppo sorpresi da quell’avvenimento improvviso.
 
La camicia di L ancora buttata a terra, le mie braccia intorno al suo collo e la sua mano dentro i miei jeans.
 
E mia madre che, dal canto suo, non sembrava mostrare maggiore vitalità.
 
Solo gli occhi spalancati quanto la bocca e le braccia che – dopo aver lasciato cadere a terra la borsa – penzolavano nell’aria.
 
No, non c’era assolutamente nulla di romantico.
 
E io continuavo a sperare che tutto quello fosse solo frutto della mia folle mente.
 
Una brutta illusione che però pareva fin troppo vera.
 
E man mano che i secondi passavano, scanditi a uno a uno, questa realtà si faceva più vera.
 
Ed il mio cuore non smetteva battere, senza tregua.
 
Sciolsi le braccia dal collo di Myungsoo e anche lui si staccò da me.
 
-U-Umma …. ? – balbettai appena, mentre L riprendeva la sua camicia da terra e se la rimetteva.
 
Mia madre non disse nulla, spostò solo lo sguardo prima su di me poi su L, che intanto aveva preso ad abbottonarmi la camicia pastello che aveva cercato di slacciare poco prima.
 
Le sue mani tremavano appena, mentre compiva quei delicati gesti.
 
Era agitato. Agitato quanto me. Agitato per me.
 
Gli avevo raccontato di quanto era venuta allo scoperto la relazione di Sunggyu e Woohyun.
 
Sapeva da che parte era stata mia madre in quel momento.
 
Ma sapeva anche bene che c’era una speranza che sempre accettasse la mia relazione omosessuale con lui.
 
Myungsoo mi strinse una mano, diffondendomi un coraggio improvviso.
 
Ancora non ero del tutto consapevole di quella situazione.
 
Ancora pensavo che quello fosse solo un sogno.
 
Ma in un qualche modo ora ero più tranquillo.
 
Si, era venuto il momento di dire tutto alla mia umma.
 
Non aveva senso aspettare ancora.
 
-U-Umma … - ripetei nuovamente, con la voce strozzata – Io …
 
-Cosa significa? – mi bloccò la voce di mia madre.
 
Avevo sentito davvero una certa durezza e diffidenza nelle sue parole?
 
Forse era solo una mia impressione …
 
-E’-E’ quello che sembra … - risposi semplicemente.
 
Questa frase funzionava sempre, perché non avrebbe potuto funzionare anche con me?
 
-Quindi … - cominciò a dire mia madre, osservandoci entrambi - … tutto qui?
 
Non sono le parole ad esprimere un significati.
 
Sono i pensieri nascosti dietro queste che rivelano il vero contenuto.
 
Contenuto che può venire fuori, attraverso le emozioni.
 
E lo avevo imparato ora.
 
Quella frase, se detta in modo tranquillo, sarebbe potuta passare come una cosa positiva.
 
Mia madre che accettava la mia relazione, e per di più non la considerava nemmeno una cosa così grave da nascondere.
 
Ma se quella frase veniva pronunciata apaticamente, stava a me giudicare ciò che lei avrebbe davvero voluto dire.
 
Eppure non servì.
 
Il ghigno dal sopracciglio alzato che ci riservò, dopo aver osservato le nostri mani unite, ci disse tutto.
 
Cominciai a torturarmi un labbro.
 
-Sono venuta qui a riprendere l’ombrello che avevo dimenticato …. E cosa mi ritrovo … ?
 
No …
 
-Cosa significa tutto questo?
 
Non poteva succedere.
 
-Chi è lui?
 
Non di nuovo.
 
-Cosa siete voi due? – continuò a dire, digrignando i denti.
 
I battiti del mio cuore, che erano stati accelerati fino a quel momento, ora rallentarono. Fermandosi.
 
Tutto questo non era nuovo.
 
Avevo già sentito quelle esatte parole.
 
Pronunciate però da bocche diverse.
 
La prima volta mi aveva fatto male, molto male.
 
Ma questa volta mi stava lacerando.
 
Quando i genitori di Sunggyu e Woohyun avevano pronunciato quelle stesse parole ai loro figli, ne ero rimasto abilito.
 
Completamente sconcertato che potessero dire tutto questo a quelle persone che avevano cresciuto e amato per tutti quegli anni.
 
Avevo provato dolore quella volta, ma ora era il mio cuore alle quale erano riferite quelle frasi dure.
 
-COSA SIETE?! – strillò la voce di mia madre, facendo sobbalzare sia me che Myungsoo.
 
Avevamo entrambi gli occhi spalancati, e le mani che tremavano ancora.
 
Myungsoo prima aveva avuto un po’ di fifa, ma ora era impaurito.
 
Era totalmente diversa dalla reazione che aveva avuto da sua madre.
 
-S-Signora … - cominciò a dire L, balbettando appena, come non aveva mai fatto prima.
 
-CHI SEI TU?! – ripeté la stessa domanda, ma a voce molto più alta.
 
Gli occhi di mia madre schizzavano da me a Myungsoo, come impazziti.
 
Forse più impazziti di lei.
 
-Sono il suo coinquilino … - provò a rispondere semplicemente, ma con scarso successo.
 
-Cazzate!! – imprecò senza controllo su Myungsoo – CHI SEI?!?
 
-S-Sono il suo fidanzato …  - ammise poi alla fine.
 
Lei sbuffò.
 
-Oh, ma … certo, capisco … e quindi … cosa siete?! Gay?! Pff, .. questo non ha assolutamente senso … ! Non può avercelo!! E’ totalmente innaturale questo! INNATURALE! Lo capite?!
 
-M-Ma … - aprii bocca, ma senza riuscire a concludere una frase di senso compiuto.
 
-Oh, no .. non ha senso … NON HA SENSO! Questo è un folle scherzo della natura, non può essere altrimenti … !! – continuò a parlare da sola, continuando a far schizzare gli occhi qua e di là, e a sbuffare aria calda.
 
-Sta dicendo che suo figlio è uno scherzo della natura, quindi?
 
Sgranai gli occhi, che avevo tenuto serrati fino a quel momento, e mi voltai verso L.
 
-Tutto questo ha SENSO, non è INNATURALE. Io e Sungjong stiamo insieme, tutto qui. – finii di dire Myungsoo.
 
-NO! – tuonò mia madre, facendo sobbalzare nuovamente me, ma senza smuovere L che invece sembrava più risoluto di prima – NON POSSO ACCETTARLO!!
 
-Noi ci AMIAMO, lo capisce?! Non c’è nulla che può fare per porre fine a tutto questo!
 
In silenzio, ero spettatore di quello spettacolo.
 
Spettacolo del quale, però, ero protagonista seppur non avessi voce in parola.
 
-TU! – disse mia madre, indicando con un dito Myungsoo – TU SEI LA CAUSA DI TUTTO QUESTO!
 
L cercò di aprire bocca per ribattere, ma era tutto invano giunti a quel punto …
 
-NON VOGLIO PIU’ VEDERTI ATTACCATO A MIO FIGLIO!!
 
Dovevo ribattere. Dovevo!
 
Non potevo continuare a rimanere in silenzio, aspettando che fosse Myungsoo a lottare per una questione che riguardava me.
 
Non potevo aspettare che quello spettacolo si trasformasse in tragedia sotto i miei occhi.
 
Non potevo … eppure le mie parole non superavano la mia mente.
 
Non riuscivano a sorpassare quella barriera.
 
Barriera che avevo costruito negli anni e che non mi aveva mai permesso di esprimere apertamente ciò che provavo.
 
Mi sarebbe bastato urlare “NO!”, e Myungsoo e mia madre avrebbe smesso di guardarsi in quel modo, cominciando a concentrarsi su di me.
 
Mi sarebbe bastato oppormi a tutto quello, facendo finalmente risuonare la mia voce in quella stanza.
 
Ma mi sentivo come soffocato. Sottomesso da un grande peso che quasi non mi permetteva di parlare.
 
Stava succedendo tutto così velocemente … E io non riuscivo a stare dietro a tutto quello.
 
-Non credo sia possibile … - ricominciò a parlare Myungsoo, fissando serio il volto della donna – Al momento viviamo insieme! – ribatté, facendone quasi un vanto.
 
Il volto di mia madre si incupì nuovamente.
 
-Non credo proprio … - disse a denti serrati – Sungjong! Vieni, … ce ne andiamo!
 
Gli occhi di Myungsoo e i miei si sgranarono di colpo.
 
Stava parlando sul serio?
 
No, non poteva davvero costringermi ad andarmene da quell’appartamento.
 
Non era proprio possibile che stesse facendo tutto quello!
 
-Sungjong? – attirò di nuovo la mia attenzione, con un sopracciglio alzato, visibilmente infastidita.
 
Myungsoo mi strinse una mano, spingendomi appena dietro di lui, come a volermi fare da scudo.
 
Tenevo gli occhi bassi, come avevano fatto anche Sunggyu e Woohyun tanto tempo fa.
 
Non sapevo cosa dire, che fare. Me ne stavo solo immobile, cercando di pensare a quello solo come un incubo.
 
Eppure stava succedendo tutto davanti ai miei occhi. Ai miei occhi aperti.
 
-Sungjong … ?? – mi chiamò nuovamente mia madre.
 
Cosa voleva che facessi?
 
Che scegliessi lei o Myungsoo?
 
Che decidesse tra l’amore della mia famiglia e quello di L?
 
Come poteva davvero pensare che sarei andato via con lei? Lasciando così lì, Myungsoo. Lasciando così, la sua mano che mi stringeva sempre più forte.
 
Lo sguardo fisso di mia madre su di me, era una tortura.
 
La mia mano che veniva stritolata da quella di L, era una tortura.
 
Tutta quella situazione mi stava torturando.
 
Mi morsi nervosamente un labbro, cercando di trattenere le lacrime che da un po’ volevano uscire da quegli occhi che mi bruciavano.
 
Avevo la bocca secca e la gola che mi bruciava.
 
Eppure, riuscii ad aprire bocca – N-No … - balbettai – Non v-voglio venire
 
Quasi riuscii a sentire il sospiro di sollievo che tirò Myungsoo dopo quelle parole.
 
Un sospiro che tirò però precocemente, troppo precocemente.
 
Gli occhi di mia madre si spalancarono ancora, mentre una lacrime le scivolò sul viso, silenziosa.
 
“No ti prego … “ – scongiurai mentalmente, ma fu tutto inutile.
 
-SUNGJONG!! – gridò ancora mia madre – TI HO DETTO DI VENIRE QUI!
 
Gli occhi scuri di mia madre lacrimarono, e lo stesso fecero i miei.
 
Guardai disperato prima Myungsoo e poi mia madre.
 
Non poteva davvero pretendere che scegliessi …
 
Tolsi la mano dalla stretta di Myungsoo, dolorosamente, mentre i suoi occhi mi fissavano increduli.
 
… perché sapeva che sarei stato costretto a scegliere la famiglia in quel caso. Ero troppo fragile per scegliere la strada più difficile.
 
Singhiozzando, andai verso la porta d’entrata, da dove mia madre stava già uscendo con uno sguardo tra il furioso e il soddisfatto.
 
Myungsoo rimase immobile, come paralizzato, mentre mi allontanavo da lui.
 
Mi bloccai poco prima di uscire definitivamente da quell’appartamento, continuando a piangere.
 
Si sentì un singhiozzo soffocato.
 
Mi torturai un labbro, mentre i miei occhi presero a lacrimare sempre di più.
 
Accelerai il passo, sperando che in questo modo il dolore si sarebbe fatto sentire meno.
 
E invece, ad ogni passo che facevo, il mio corpo si faceva più pesante, rendendo la camminata impossibile.
 
-SUNGJONG-AH!!
 
Quel urlo disperato mi arrivò alle orecchie, nonostante avessi già sceso un paio di scale.
 
Era la sua voce, spezzata dalle lacrime.
 
Erano i suoi passi veloci che cercavano di raggiungermi.
 
-Ma che sta succedendo qui?! – parlò Sungyeol buttando un occhio dalla tromba delle scale, uscendo dall’appartamento dov’era stato tutto quel tempo insieme a Sunggyu, Woohyun e Dongwoo.
 
Tutti e quattro strabuzzarono gli occhi vedendo quella scena, quasi inverosimile.
 
Mentre i cuori di tre persone si strinsero, colti da un improvviso e doloroso déjà vu.
 

------------------------------------------------

 

~ Note dell’autrice ~
 
Salve lettori! ~

Ho aspettato 40 capitoli per poter descrivere questa scena, che da tempo immaginavo, e alla fine è venuta fuori solo un accozzaglia di parole. Bene.
Mi scuso, non so descrivere scene importanti, ma spero siate comunque riusciti a cogliere il tormento di tutti e tre in quel momento.
Probabilmente odierete la madre, e non capireste il comportamento di Sungjong, ed è comprensibile. Ma se una determinata persona ha vissuto con una certa mentalità, non credo possa cambiare subito idea, anche se si tratta del proprio figlio. E per quanto riguarda Sungjong, beh, in quel momento ha scelto la strada più facile ma allo stesso tempo più dolorosa, ma non era ancora pronto per andare contro la sua famiglia.
Beh, nulla più da dire, spero di essermi spiegata >.<

Grazie a tutti voi per aver letto e per continuare a sostenermi♥
Un grazie in particolare alla mia unnie Made e a Hizu per aver recensito; e alla Mikan, alla mia zoccola preferita e a mia sorella per i complimenti ~♥ Mi fate sempre commuovere ;;♥
 
Alla prossima e continuate a seguirmi ^^
E recensite magari … *lancia un coreano* … ora lo fate, eh?♥ ò.ò
 

Tantissimi chu ~♥
Maggie

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***



[Sungjong POV]
 
E’ vero! Io e Woohyun stiamo insieme, e anche da molto tempo! Perché lo abbiamo tenuto nascosto? Proprio per evitare quello che sta succedendo ora … !”
 
Quelle parole. Quelle semplici e incisive parole.
 
Perché proprio ora dovevano tornarmi in mente?
 
Perché proprio ora dovevano rimbombarmi per la testa?
 
Perché proprio ora dovevano farmi sentire ancora più in colpa?
 
Ero stato un codardo, si, uno stupido codardo.
 
Ma ora che altro avrei potuto fare?
 
Ormai me ne ero andato, lasciando crudelmente Myungsoo.
 
Chi di noi due stava soffrendo di più?
 
Probabilmente stavamo condividendo lo stesso identico dolore.
 
Ma avrei preferito condividere altro.
 
Avrei preferito continuare a condividere quell’appartamento, quei momenti di nullafacenza che si godevano la domenica mattina, quelle notti passati abbracciati.
 
Avrei voluto continuare a condividere quell’amore che c’era tra di noi.
 
Quello stesso amore che però ci aveva fatti arrivare a quel punto.
 
Lo avevo sempre saputo, sempre.
 
Le rassicurazioni da parte di Myungsoo era servite a bloccare il mare di preoccupazioni che riempiva la mia testa, ma non avevano potuto fermare la realtà.
 
Quella realtà terribilmente vera.
 
Mia madre mi aveva messo alle strette, costringendomi a scegliere la mia famiglia o una vita da gay, totalmente emarginato da loro.
 
Come aveva potuto farmi questo?
 
Era stata la decisione più dura della mia vita.
 
Una decisione che non ammetteva decisioni giuste.
 
In tutti e due i casi qualcuno avrebbe sofferto, e in entrambi io avrei pianto.
 
Lacrime che però ormai non si ostinavano più a uscire.
 
Seduto su quell’autobus, distante qualche sedile da mia madre, in direzione della mia città natale, non piangevo.
 
Lacrime bagnate non inumidivano il mio volto.
 
Solo i miei gonfi occhi rossi stavano a testimoniare il passaggio di un dolore.
 
Un dolore che ancora mi stava accartocciando il cuore, peggio di una foglia d’autunno.
 
Eppure, eravamo quasi inprimavera.
 
L’immagine di L che mi correva dietro, cercando di raggiungermi era straziante.
 
La sua figura che finiva a buttarsi accovacciato su quella strada, mentre la pioggia cadeva.
 
E poi l’alta presenza di Sungyeol che lo raggiungeva, indeciso se fermare me o aiutare Myungsoo, che ancora piangeva.
 
Aveva scelto la seconda e io, costretto da mia madre e dalla mia mente codarda, me ne ero andato.
 
Cosa avrebbe pensato di guadagnare ora mia madre?
 
Pensava davvero che, costringermi a tornare a casa, mi avrebbe fatto cambiare?
 
Avrebbe cambiato davvero ciò che ero sempre stato?
 
No, questo era totalmente assurdo.
 
Ma ancora più assurdo era quella situazione.
 
Avrei dovuto trovare una situazione. Non sarei di certo rimasto per sempre a casa della mia famiglia. O forse si?
 
Scossi la testa.
 
Ero un codardo, un misero codardo che ancora non trovava il coraggio per ribellarsi ai propri genitori, e mostrarsi com’era davvero.
 
E Myungsoo invece? Lui che avrebbe fatto?
 
Ma che senso aveva ormai pensarci?
 
La mia testa era in totale confusione.
 
Non essendo riuscita ad assimilare tutti gli avvenimenti di quella giornata, ci aveva rinunciato, e ora la mia mente sembrava vuota.
 
Ancora attaccata il collo, solo perché l’estetica lo richiedeva.
 
Non aveva senso pensare a tutto questo, anche perché io stesso non ce l’avrei fatta.
 
E in quello stato di totale assenza, il tempo era passato, ed ero già arrivato a casa.
 
--
 
Sia io che mia madre scendemmo dall’autobus.
 
Ero passato da uno stato di disperazione totale a uno stato di furia rara.
 
Appena le porte dell’autobus si aprirono, mi scaraventai giù, dirigendomi verso la casa in cui per anni e anni avevo vissuto.
 
Ancora mi ricordavo la strada per arrivarci, e i miei piedi, furiosi quanto me, si muovevano da soli, seguiti da quelli di mia madre.
 
Nessuno dei due aprì bocca, e presto arrivammo a casa.
 
Sgranai appena gli occhi, vedendo mio padre e mio fratello in giardino, in quello stesso giardino in cui avevo conosciuto 3 delle persone più importanti della mia vita.
 
Anche loro due, dal canto loro, furono sorpresi di vedermi ritornare a casa.
 
E chi non lo sarebbe stato?
 
Io stesso ero ancora sorpreso della mia decisione.
 
-Jongie?? ~ - squittì sorpreso il mio fratellino.
 
Corsi velocemente verso casa, precipitandomi alla stessa velocità, in quella che era sempre stata la mia camera, senza dire nulla.
 
Intanto mia madre aveva anch’esso raggiunto il giardino e sentii la voce maschile di mio padre che le chiedeva spiegazioni, visibilmente spaesato.
 
Mi buttai sul letto, sprofondando la testa in un cuscino.
 
Non volevo sentire, non volevo assolutamente.
 
Non avevo alcuna intenzioni di risentire la voce di mia madre. Che criticava me, che criticava Myungsoo, che criticava il nostro amore.
 
Non eravamo uno “scherzo della natura”, come mia madre ci aveva definiti.
 
L’unica cosa che qui continuava a non avere senso era la mia decisione.
 
Ma che altro avrei potuto fare?!
 
Strinsi il cuscino, su cui avevo appoggiato la mia faccia, e mi accovacciai.
 
Le lacrime erano finalmente ricomparse.
 
--
 
Un rumore metallico mi strappò via dal mondo onirico.
 
Mondo nel quale non ricordavo l’esatto momento in cui ci ero andato.
 
Quel suono metallico continuò ancora un po’, ma alla fine si fermò.
 
Non aprii gli occhi, limitandomi a rimanere fermo, steso su quel letto.
 
Una stretta calda mi abbracciava.
 
Quella mattina era tutto così nella norma, peccato che fosse solo frutto della mia mente addormentata.
 
Il mio cellulare che squillava e i caldi raggi del sole che entravano dalla grande finestre di quella camera, creavano solo un illusione
 
Un illusione di una quotidianità passata.
 
Aprii gli occhi, ritrovandomi nella camera della mia casa natale.
 
Gli occhi mi bruciavano, e faticavo a tenerli aperti.
 
Quanto avevo pianto prima di aver trovato pace nel sonno?
 
Affondai la testa nel cuscino vicino a me, trovando sollievo in quel fresco pulito.
 
Lo spazio in quel letto era troppo.
 
Mi ero abituato a dover stare spiaccicato alla parete, stretto tra le forti braccia di Myungsoo.
 
Avevo sempre desiderato avere un po’ più di spazio, anche solo per allungare le gambe, ma in quel momento era tutto quello di cui non avevo bisogno.
 
Raggomitolato su me stesso, con ancora i vestiti del giorno prima a dosso, cercavo un calore che da solo non sarei mai riuscito ad acquisire.
 
Quei raggi del sole stavano solo facendo diventare bollenti i miei abiti, ma il mio cuore era al freddo, impossibile da risvegliare.
 
Il mio cellulare suonò ancora, e finalmente decisi a tirarlo fuori dalla tasca dei miei jeans.
 
52 chiamate perse, e 23 nuovi messaggi.
 
Tutti dalla stessa persona. Persona che occupava ancora lo sfondo del cellulare.
 
Il suo viso assonnato mi fece sorridere e, allo stesso tempo, la tristezza si rifece viva.
 
Lanciai il cellulare sul parquet, che per poco non si disintegrò.
 
Ma che importanza aveva ora?
 
Alcuna. Ormai sembravo apatico a qualsiasi cosa.
 
Nulla mi avrebbe scosso, facendomi aprire quegli occhi gonfi.
 
Quando avrei finalmente trovato il coraggio per superare quella situazione?
 
Me ne sarei rimasto rinchiuso in quella camera per sempre, mentre le stagioni mi avrebbero scandito il tempo?
 
Non feci però in tempo a trovare una risposta a tutte quelle domande, che la porta di quella camera si aprii e passi timidi si avvicinarono verso il mio letto.
 
Poco prima di addormentarmi, mia madre aveva bussato alla porta di quella stanza, ma non avevo risposto.
 
Non poteva essere lei. O si?
 
I miei dubbi sparirono quando una giovane voce maschile mi parlò, seduto su quel pavimento, vicino al mio letto.
 
-Sungjong? – mi chiamò semplicemente il mio fratello minore.
 
La sua voce era così tranquilla.
 
Che sapesse di tutto quello? Che sapesse cos’era successo?
 
-Sungjong, sei sveglio? – mi chiamò nuovamente.
 
Mugugnai qualcosa, come a voler provare che ero sveglio.
 
-Jongie … la mamma mi ha detto tutto …
 
Mi morsi un labbro, con il volto ancora affondato nel cuscino.
 
A quanto pare ero diventato la notizia più interessante in quella casa.
 
-Sungjong? Tu …
 
-NON SONO UNO SCHERZO DELLA NATURA! – sbraitai contro di lui, prima che potesse continuare, finalmente girandomi dalla sua parte.
 
Il suo viso giovane, ma allo stesso più mascolino e spigoloso del mio, si allungò in una smorfia sorpresa.
 
Sgranai a mia volta gli occhi, sorpreso della reazione che avevo avuto.
 
La mia voce era uscita fuori contro di lui, lui che in tutto questo non c’entrava nulla; mentre il giorno prima ero rimasto in silenzio, quando invece sarebbe servito parlare.
 
La bocca di mio fratello appena socchiusa per la sorpresa, cambiò velocemente forma, allungandosi in un sorriso.
 
-Lo so. – disse semplicemente – So che non sei uno “scherzo della natura”.
 

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~ Note dell’autrice ~
 
Annyeong, I’m back ~♥

L’altro capitolo non mi era per niente piaciuto, e questo pure. Ma oltre a questo, è stato pure un parto scriverlo +-+
Sono proprio i capitoli che ho sempre voluto scrivere e che da un’eternità pensavo, quelli più faticosi e che mi danno meno soddisfazioni … andamm ben;;
Comunque, grazie a tutti voi per aver letto e recensito♥
Grazie alla Mikan, a kselia, alla mia unnie Made, a Hizu, a mia sorella, e alla ultimate bias♥♥

Sto pubblicando il capitolo a un orario indecente, quindi non so in quanti lo leggeranno, ma quando lo farete, recensite grazie ; u ; ♥
Detto questo, scappoooo~
Alla prossima e grazie per continuare a sostenermi;
 

Tantissimi chu~♥
Maggie

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


 


[Sungjong POV]
 

-Lo so. So che non sei uno “scherzo della natura”.
 
Sbattei appena le palpebre.
 
Avevo capito bene?
 
Davvero mio fratello non mi vedeva in quel modo?
 
Davvero lui riusciva a guardarmi come mi aveva sempre guardato??
 
Per lui il fatto che fossi gay non lo disgustava?
 
-Ma … che … ? – balbettai, incredulo.
 
Dopo tutto quello che era successo in quei giorni, quella normalità mi sembrava estranea. Quasi fosse scomparsa da tempo.
 
Il mio fratellino rise, mettendosi a sedere affianco a me su quel letto, con solo un lenzuolo sottile.
 
-Perché dovrei vederti come uno scherzo della natura?! Sei sempre il mio fratellone, no?? ~
 
Mi morsi un labbro, quasi sul punto di piangere.
 
Quelle parole così semplice ma allo stesso tempo cariche di dolcezza, mi avevano stretto il cuore in una morsa amorevole.
 
Perché solo lui la pensava così?
 
Perché anche mia madre non aveva pensato quella stessa cosa?
 
Perché non mi aveva guardato come aveva sempre fatto?
 
Perché non era stata semplicemente felice di suo figlio?
 
Avevo finalmente trovato il mio sereno equilibrio e lei aveva dovuto distruggerlo.
 
Anche se forse ero stato il primo a distruggerlo …
 
Se solo non fossi stato così codardo, a quest’ora sarei stato in quella città. A quell’ora probabilmente sarei già stato sveglio, pronto per andare a lavoro, accompagnato da Myungsoo.
 
Quasi riuscivo a sentire l’odore del cibo che L ogni mattina preparava per noi . . .
 
Ma ecco che il trillo del mio cellulare mi risvegliò da quei ricordi così dolorosi.
 
Lo ignorai. Sapevo perfettamente chi era.
 
Mio fratello mi guardò confuso, non capendo perché lo ignorassi, ma non chiese nulla.
 
Fece per riaprire la bocca e dire qualcosa riguardo al discorso di prima, ma nuovamente il mio cellulare suonò.
 
Mi decisi a raccoglierlo da terra, e tornai velocemente a sedere di fianco al mio fratellino.
 
Digitai la password per accendere il cellulare e osservai, per nulla sorpreso, il numero di telefonate e messaggi da parte della stessa persona.
 
Mio fratello, invece, dal canto suo aveva allungato appena il collo per osservare quello che stavo facendo.
 
-53 chiamate perse e 24 nuovi messaggi?! Ma chi è?? Uno stalker di turno?! – chiese ironico mio fratello, ridacchiando appena.
 
Ma la sua felicità si spense quando vide il mio volto per nulla felice che passava in rassegna ai messaggi che avevo ricevuto.
 
Era tutti stati scritti frettolosamente, senza una cura maniacale e per questo presentavano anche qualche errore grammaticale.
 
Questo non era da Myungsoo.
 
Lui era sempre precisissimo!
 
Era il tipo di persona che faceva ben attenzione a non sbagliare nemmeno un segno di punteggiatura, e che stirava anche 4 volte un solo calzino, finché non lo riteneva perfetto.
 
Era un tipo maniacale, si, anche forse un po’ troppo.
 
Ma lo avevo sempre amato per questo.
 
Per certi versi eravamo davvero diversi.
 
Io avevo l’abitudine di lasciare gli abiti in giro, lui di risistemarli.
 
Ci compensavamo bene. Dopotutto gli opposti si attraggono, no?
 
E così era stato.
 
Un lacrima mi scivolò lunga una guancia.
 
Perché doveva essere andato così?
 
Perché mia madre era dovuta entrare proprio in quel momento?
 
Sarebbe anche solo bastato che Myungsoo avesse rinchiuso la porta, dopo essere entrato.
 
Sarebbe bastato quel semplice gesto per non rovinare il nostro normale equilibrio.
 
Ero nella mia casa natale in quel momento, si, ma non mi ero mai sentito così estraneo.
 
Spaesato, a malapena riuscivo a riconoscere quella stanza.
 
Quella stanza in cui avevo vissuto molti anni.
 
Eppure, mi era più familiare quell’appartamento che avevo condiviso solo per una manciata di mesi insieme a Myungsoo, che la casa in cui ero cresciuto.
 
Forse perché con L mi ero sentito finalmente parte di una famiglia.
 
In una famiglia è normale che ci si racconti tutti, o perlomeno le cose più importati, no?
 
Ecco, con Myungsoo era successo.
 
Non gli avevo mai nascosto nulla, e gli avevo confidato anche le più piccole cose, anche le mie paure. Come quella della nostra relazione.
 
Con lui non mi ero mai dovuto fingere nessuno, e non avevo mai indossato una maschera.
 
Mentre con la mia famiglia ero sempre stato un bugiardo, per certi versi.
 
Quando era avvenuto il doloroso litigio tra Sunggyu, Woohyun e i loro genitori, non avevo mai rivelato alla mia famiglia l’irritazione che avevo provato nei loro confronti, e ancora non lo avevo fatto.
 
E lo stesso valeva per la mia sessualità.
 
Non avevo mai accennato a nulla riguardo a ciò, non essendo ancora riuscito a dichiararlo ufficialmente a me stesso.
 
Ma tutta quell’alta torre di bugie e inganni, seppur fatti per una buona ragione, era crollata.
 
E quella caduta aveva fatto male, molto male.
 
Lasciai scivolare il cellulare dalle mie mani, facendolo cadere su quel materasso, che in quel momento sembrano più duro del solito.
 
Portai le gambe al petto, abbracciandole, e nascondendoci il viso.
 
Un singhiozzo.
 
Perché doveva fare così male?
 
Un altro singhiozzo.
 
Perché le mie lacrime non erano ancora finite?
 
Perché sentivo questo vuoto dentro di me che, mano a mano che passava il tempo, non faceva che crescere a dismisura?
 
La voragine avrebbe continuato ad allargarsi finché non mi avrebbe completamente divorato?
 
Sarebbe bastato l’appoggio di qualcuno che mi voleva bene, per scaldare quel freddo che da ieri mi portavo dietro.
 
Una semplice mano tiepida che stringeva la mia mi avrebbe aiutato.
 
E così accadde.
 
Con ancora la testa affondata nelle mie gambe e le lacrime che scendevano, qualcuno aveva afferrato la mia mano con la propria
 
Alzai il volto, segnato da nuove lacrime, e, facendomi spazio tra gli occhi umidi, riuscii a vedere il volto sereno di mio fratello.
 
Allunga un’altra mano verso di me, e col palmo della mano scacciò via le lacrime delicatamente.
 
Lo guardavo, quasi senza sbattere le palpebre.
 
Provavo ammirazione.
 
Oltre al dolore che non si decideva ad andare, provavo ammirazione nei confronti del mio fratellino.
 
Eravamo sempre stati parecchio uniti, ma ora era diverso.
 
Sembrava che ci fossero scambiati i ruoli.
 
Non ero più il fratello maggiore, ma quello più piccolo, bisognoso d’aiuto.
 
Avevo avuto bisogno di una mano da afferrare, una mano su cui sostenermi, e lui me l’aveva allungata.
 
Il nostro rapporto sembrava essere cambiato all’improvviso.
 
Forse perché finalmente non gli nascondevo più nulla.
 
Forse perché lui mi voleva ancora bene, nonostante sapesse tutto.
 
-Non ti preoccupare! – cercò poi di rassicurarmi, stringendomi forte il volte fra le sue giovani mani – Andrà tutto bene … ! Ti aiuterò a ritornare a casa! ~
 
Ed entrambi sapevamo a quello a cui si stava riferendo.
 
Ormai quella non era più la “mia casa”.
 
Il nuovo me era collocato in un luogo diverso, insieme ad un’atra persona.
 
Annui, improvvisamente più sereno.
 
Stavo provando un affetto per mio fratello, in quel momento, che non si poteva descrivere con i semplici aggettivi che ci insegnavano a scuola. Era un aggettivo troppo profondo per esistere.
 
Mi sorrise nuovamente, prendendo poi il mio cellulare tra le sue mani, mentre io mi asciugavo meglio le lacrime.
 
Osservò lo sfondo di quel telefono.
 
-E’ lui? – mi chiese. Ed sapevo bene che quel pronome personale non era stato usato a caso, ma riferito a una persona in preciso.
 
-Si … - risposi, annuendo – E’ lui. – conclusi, guardando insieme a lui il volto assonnato di Myungsoo sul mio cellulare.
 
Il mio fratellino rise.
 
-Che c’è?? – chiese più felice di prima.
 
-Non che mi piacciano i ragazzi, eh … - cominciò a spiegarsi – Ma hai proprio buon gusto Jongie~

 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong♥ Si, sono tornata, in ritardo ma sono tornata~
Scusate, ma tra la fine della scuola e tutti i comeback che – guarda caso – proprio alcuni dei miei gruppi preferiti stanno facendo ultimamente, non ho un attimo libero ; A ;
Questo capitolo, boh mi convince più degli altri a dire il vero! Sarà che è nato così sul momento, e non avevo mai pensato all’idea di far comparire il fratellino.(Riecco ala fan fiction che riprende vita da sola .-.), che poi ho fatto particolarmente simpatico, almeno, . . .credo sia più simpatico della madre u.u
Un grazie a tutti voi lettori che continuate a sostenermi♥ Siete aumentati! ! ! Mi commuovo sempre quando vedo che qualcuno ha iniziato a leggere questa fan fiction * ^ *~
Un grazie in particolare alla mia unnie Made e a kselia per aver commentato! Alla mia adorata bias per i complimenti, a mia sorella (che mi ha scocciato tutto il tempo perché scrivessi u.u) e alla Mikan e la sua amica, che hanno fatto uno schizzo STUPENDO della fan fiction ; U ; Ancora mi commuovo ogni volta che lo vedo♥
Grazie a tutti voi! Vi amo uno a uno~♥

Spero che il capitolo vi sia piaciuto *^* E che abbiate voglia di recensire♥
 
Alla prossima;


Tantissimi chu~♥
Maggie

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***



[Nessun POV]
 

Toc toc.
 
-Myungsoo??
 
Silenzio.
 
Toc toc.
 
-Myung … ??
 
Ancora silenzio, forse ancora più silenzioso di prima.
 
-MYUNGSOO!! – la voce si fece più alta e i colpi, contro quella porta di legno, più forti.
 
Ma, nonostante i suoi sforzi, il ragazzo dentro quell’appartamento non lo considerava.
 
Ancora steso su quel letto freddo, se ne stava in silenzio, con gli occhi che fissavano il vuoto.
 
Da quanto ero in quella posizione?
 
Myungsoo non se lo ricordava.
 
Come c’era finito su quel letto? Dove aveva trovato la forza di risalire le sale che portavano a quell’appartamento, senza Sungjong al suo fianco?
 
Troppe domande. Domande che lo stavano distruggendo, mentalmente e fisicamente.
 
Erano passati due giorni, due giorni da quando se ne era andato.
 
E in quei due giorni, il suo umore era spesso cambiato.
 
Era passato da stati di disperazione assoluta a momenti di rabbia.
 
Si, rabbia, ma non nei confronti di Sungjong.
 
Avrebbe sempre difeso quel ragazzo, anche quando la colpa fosse stata sua.
 
Perché per un attimo un pensiero gli era passato per la testa.
 
Per un attimo aveva davvero dato la colpa alla codardia di Sungjong. Aveva davvero dato la colpa a lui del suo dolore.
 
Ma velocemente il suo pensiero era stato cancellato e sostituito da un altro.
 
La rabbia era ancora presente, ma questa volta non era rivolta al suo fidanzato.
 
No, era totalmente rivolta a lui.
 
Si era convinto che la causa del dolore fosse solo e unicamente sua.
 
“Se solo lo avessi seguito … Se solo lo avessi fermato … Se solo non avessi lasciato la porta aperta …”
 
Diverse frasi ipotetiche gli frullavano per la testa. E tutte avevano la stessa fine.
 
“… Sungjong sarebbe ancora qui con me.”
 
Si raggomitolò su stesso, sentendosi ancora più solo se era possibile.
 
Aveva vissuto per tanto tempo da solo e amava la solitudine.
 
Eppure perché tutto quello che ora non voleva era starsene ancora solo?
 
Avrebbe rivoluto la confusione di prima.
 
Avrebbe rivoluto il disordine di prima.
 
Avrebbe rivoluto la voce di Sungjong che si lamentava di doversi alzare presto.
 
Avrebbe semplicemente rivoluto lui, Sungjong.
 
-Myungsoo!! – la voce ritornò a farsi sentire e i battiti contro la porta ricominciarono.
 
Ma ancora una volta, L non rispose.
 
-Myungsoo, per quanto ancora non avrai intenzione di uscire di casa?!
Nessuna risposta.
 
-MYUNGSOO!! – gli urlò dal corridoio, sbattendo un forte pugno contro la porta – NON PUOI ANDARE AVANTI COSI’!!
 
Eppure a L quelle parole rumorose sembravano più silenziose dello stesso silenzio.
 
E le ignorò semplicemente, come del resto stava facendo da due giorni.
 
L’alto ragazzo davanti alla porta dell’appartamento, sembrava ormai averci rinunciato.
 
Da quando lo aveva sorretto e portato fino al suo appartamento, non aveva più visto Myungsoo.
 
Sapeva che c’era e sapeva anche che non si era buttato giù dalla finestra.
 
Perché non era stupido, anche se il suo comportamento in quel momento lo poteva sembrare.
 
Aveva provato a farlo uscire da quella casa, ma l’impresa era stata inutile.
 
E così Sungyeol se ne andò, tornandosene al suo appartamento, rassegnato.
 
Stava odiando Sungjong come non mai.
 
Si, erano amici, ma non poteva tollerare che quel giovane stesse facendo soffrire Myungsoo in quel modo.
 
Non aveva mai visto piangere L fino a due giorni fa.
 
Ma avrebbe preferito non vedere mai lacrime fredde scivolare sulle sue belle guance.
 
Con tutta la fatica che aveva fatto per lasciare Myungsoo a lui, era così che lo ripagava Sungjong? Andandosene a gambe levata alla prima difficoltà?
 
Si, lo odiava e se avesse avuto la sua faccia davanti gli l’avrebbe quasi sicuramente spaccata a suon di pugni.
 
Eppure, allo stesso tempo, non desiderava altro che il suo ritorno.
 
Rivoleva il Myungsoo di prima.
 
Non quell’essere apatico che era ora. Quell’essere che ora stava abbracciando l’inseparabile orsacchiotto bianco di Sungjong.
 
Li rivoleva semplicemente insieme.
 
Sungyeol tirò un calcio a un lampione, mentre stava camminando verso la sua casa.
 
Odiava il modo in cui si era addolcito.
 
--
 
[Sungjong POV]
 
-Non hai davvero intenzione di rispondere a nessuno di quei messaggi? – mi chiese il mio fratellino, mentre con una mano stavo mangiando un po’ di ramen e con l’altra stavo leggendo l’ennesimo messaggio da parte di Myungsoo.
 
Scossi la testa.
 
-E se fosse importante?? – mi domandò, preoccupato, mentre seduto in quel basso tavolino, di quella che era stata la mia camera, mi guardava consumare il mio pranzo.
 
Alzai gli occhi verso di lui.
 
- Non avrebbe senso rispondere. – risposi semplicemente, ricominciando a mangiare e lasciando il cellulare sul tavolino.
 
-Pff. Questo non ha senso! – ribatté mio fratello – Se fossi in lui ti odierei!
 
Lasciai cadere la manciata di ramen che avevo preso su con le bacchette e lo guardai con la bocca appena aperta.
 
-C-Come … ?
 
Il ragazzo di fronte a me, sbuffò – E’ vero, Jongie! Non puoi continuare a convincerti che lui non esista e che i suoi messaggi non ti riguardino .. ! E soprattutto, devi smetterla di startene rinchiuso qua dentro e a farti portare i pasti da me! Andiamo, Jongie!! Stai andando avanti così da due giorni!
 
Osservai mio fratello, incredulo che avesse davvero detto quelle cose, mentre i miei occhi ricominciavano a bruciare.
 
-M-Ma io … non so cosa fare. – dissi soltanto con un filo di voce, mentre una lacrima scivolava lenta su una guancia.
 
Sapevo che era sbagliato il mio comportamento.
 
Sapevo che se avessi continuato così, nulla sarebbe cambiato.
 
Sapevo che se non avessi reagito, non sarei mai riuscito a tornarmene a casa. Nella mia vera casa.
 
Ogni volta mi dicevo che era il momento giusto.
 
Il momento giusto per ribaltare la situazione e ribellarmi a tutto.
 
Eppure la paura ritornava e io me ne rimano in camera.
 
Stavo sbagliando tutto, si, ne ero consapevole.
 
Ma non trovavo un modo per sfuggire a tutto quello.
 
-Aish, Jongie … - disse dolcemente il mio fratellino, venendo al mio fianco e stringendomi forte tra le sue braccia.
 
Odiavo la mia debolezza in quel momento.
 
Avrei tanto voluto respingerla, allontanarla da me … ma era assolutamente impossibile.
 
-Jongie, io non voglio farti piangere … ma è la verità. Se non ti deciderai a fare qualcosa in fretta, non riuscirai più a risolvere la situazione.
 
Lo sapevo, lo sapevo bene.
 
-Cosa devo fare … ? – chiesi, fissandolo negli occhi, sicuro che avrebbe saputo darmi la risposta giusta.
 
-Prima di tutto devi uscire da questa camera! Non posso certo passare tutta la vita a farti l’intermediario tra te e la cucina, eh! – rispose, ridendo appena – Stasera … cena a tavola con tutti noi.
 
--
 
[No POV]
 
-Cham cham cham! ~
 
La voce di un giovane ragazzo, rimbombava per la stanza, mentre teneva un martelletto di gomma rossa in mano.
 
-Aigoo!! – strillò il più vecchio tra i quattro presenti in quella stanza, dopo essere stata colpito fortemente da uno dei più giovani.
 
-Aish! – si lamentò quest’ultimo – Non c’è gusto a giocare con te! Perdi sempre!! – e come risposta ottenne uno scappellotto in testa da parte dell’altro.
 
Risero entrambi. Stavano insieme ormai da tanti, troppi, anni per prendersela per certe cose.
 
Amavano punzecchiarsi in quel modo e anche gli altri due presenti in quella stanza lo sapevano.
 
-Posso provare io???? – chiese il secondo più vecchio in quella stanza, con un sorriso smagliante sulle labbra.
 
Il ragazzo col martelletto in mano, annui ed il gioco ricominciò.
 
-Cham cham … CHAM! ~ … aigoo, hyung … sei anche peggio di Sunggyu … - commentò afflitto, colpendo in testa Dongwoo, che continuò ad avere un sorriso stampato in faccia.
 
Woohyun sorrise, godendosi quella spensieratezza.
 
Eppure, quella tranquillità non era nata spontaneamente, ma era stata forzata.
 
Tutti riuscivano a respirare quel clima di tensione.
 
C’era una situazione difficile, di instabilità, che seppur non li guardasse personalmente non potevano ignorare.
 
Tredi loro aveva già vissuto quella stessa situazione, mentre uno di loro era “nuovo” a tutto quello.
 
Quella stessa persona che ora se ne stava in silenzio, seduto in un angolino di divano in quel salotto.
 
- Sungyeol .. ? Cos’è quella faccia triste?? Dai, vieni a giocare con noi!! – cercò di risollevargli il morale Dongwoo, .. ma era tutto inutile.
 
-Come riuscite ad essere così spensierati in una simile situazione?! Sungjong se ne è andato e forse non ritornerà più qui, mentre Myungsoo è da due giorni che non esce di casa o risponde a qualcuno … Insomma, due dei nostri amici hanno bisogno di aiuto … e voi giocate al “Cham cham cham”?!
 
Gli altri tre ragazzi in quella stanza sospirano, lasciando perdere quel gioco e sedendosi di fronte all’alto ragazzo.
 
-Sungyeol-ah … noi non possiamo farci proprio niente. E’ una cosa che devono risolvere loro due. Noi possiamo solo aspettare e sperare che tutto vada per il meglio. – gli rispose semplicemente Sunggyu.
 
L’alto ragazzo boccheggiò appena, cercando le parole giuste.
 
-E voi come fate a esserne così certi?
 
Dongwoo fece un debole sorriso, mentre Woohyun allungò una mano verso quella di Sunggyu, stringendogliela dolcemente.
 
-Perché ci siamo già passati.
 

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~ Note dell’autrice ~

Annyeong! E’ da una settimana che ho scritto questo capitolo ma tra la fine della scuola ed il raffreddore (perché si, io riesco a prendermi l’influenza anche con 30°c u.u~) non sono mai riuscitoa a concluderlo.
Uhm, che dire? In questo capitolo vediamo più o meno cosa sta succedendo alle nostre 7 meraviglie (che oggi festeggiano anche 3 anni TT ^ TT♥ *lancia coriandoli*), anche se la fine non mi piace per nulla, ma okké, ormai è fatta.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo e abbiate voglia di recensire *^*
Ringrazio tutti voi lettori che continuate a seguirmi!! ~♥ Un grazie in particolare alla mia unnie Made, kselia e hae na che hanno recensito *u* E a mia sorella e alla mia bias per i complimenti♥ Mi sto sicuramente dimenticando qualcuno, ma al momento mi sfugge ;;
Beh, sappiate solo che mi amo tutti~♥ E sono sempre felicissima di vedere che così tante persone seguono questa ff ;U;♥

 
Alla prossima;
 

Tantissimi chu♥
Maggie 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


 



[Sungjong POV]
 

In quella piccola stanza dalle pareti chiare, il silenzio faceva da padrone, mentre il sole calava lentamente ed il buio faceva il suo arrivo.
 
Solo il tamburellare continuo, di due dita su un tavolino, bloccava quella monotonia.
 
E sapevo qual’era il motivo di quel ticchettare continuo.
 
Sapevo molto bene qual’era il motivo dell’irritazione del mio fratellino, che ora mi fissava seduto su quel pavimento, mentre io mi limitavo a stare a gambe incrociate sul letto.
 
-Allora?! – ripeté per l’ennesima volta il ragazzo di fronte a me, continuando a tamburellare.
 
Scossi la testa, afferrando un cuscino e stringendolo forte a me.
 
-N-Non ce la faccio … - dissi solo in un sussurro impercettibile. Che però mio fratello udii.
 
Quest’ultimo sbuffò, alzando gli occhi al cielo – E’ un quarto d’ora ormai che andiamo avanti così! Non puoi continuare a dire che non ce la fai, Jongie!!
 
Seduto su quel letto, mi raggomitolai su quel letto.
 
Il mio fratellino aveva ragione, come non mai.
 
Ma le sue parole, seppur vere e mature, non riuscivano  a tranquillizzarmi.
 
Non riuscivano a darmi la forza sufficiente per alzarmi da quel letto e uscire dalla stanza.
 
Non mi davano abbastanza forza da scendere fino in cucina e cenare con tutta la mia famiglia.
 
Non mi spingevano a superare le mie paure e a guardare nuovamente in faccia i miei genitori.
 
Non avrei sopportato per nulla al mondo l’ennesima ramanzina da parte di mia madre.
 
Ramanzina in cui mi diceva che ciò che stavo facendo non era giusto.
 
Che ero sbagliato.
 
Come avrebbe potuto continuare a dirmi certe cose??
 
Non capivo come quelle parole potessero proprio uscire dalla sua bocca.
 
Mi aveva cresciuto e amato per tutto quel tempo.
 
E allora perché un piccolo inconveniente aveva dovuto cambiare tutto?
 
Aveva cambiato la sua visione delle cose in un modo troppo repentino, e io non ero riuscito a stare al passo con questo.
 
Se fossi stato al suo posto non mi sarei mai comportato in quel modo. Ne ero certo.
 
Ma forse quel piccolo dettaglio, per mia madre era molto più grande.
 
Forse solo io reputavo un semplice dettaglio la mia sessualità.
 
Si, forse per mia madre era molto di più.
 
Ma com’era potuta arrivare a tutto questo?
 
Che mi madre vivesse ancora con vecchi pregiudizi?
 
Proprio lei che mi aveva sempre spinto ad andare contro corrente e a seguire i miei sogni per quanto fossero grandi?
 
Erano ormai da due giorni che continuavo con questi giri mentali senza capo né coda.
 
Ma non riuscivo a bloccare il flusso di pensieri che intasava la mia mente.
 
-Jongie!! – richiamò la mia attenzione il mio fratellino.
 
Mi morsi un labbro.
 
Provavo ammirazione per quello che stava facendo mio fratello.
 
Non tutti si sarebbero comportati in quel modo.
 
Non tutti avrebbero accettato di aiutarmi.
 
Stava facendo enormi sforzi, ma io non lo stavo ripagando in nessun modo, troppo bloccato da quella codarda paura che mi seguiva, quasi fosse la mia ombra.
 
Perché non riuscivo a lasciarmi alle spalle, per una buona volta, quella lunga ombra?
 
Il mio fratellino sospirò nuovamente, attirando la mia attenzione.
 
Ero ormai ora di cena. e nostra madre aveva già avvertito che la cena era pronta, ma lui non era andato.
 
Mi aveva promesso che mi avrebbe aiutato a risolvere quella situazione, ed il primo passo era quello di superare la barriera che mi divideva dai miei genitori.
 
Il mio fratellino in cui giorni mi aveva fatto da tramite con loro, portandomi da mangiare e assicurandosi che stessi bene.
 
Che non mi fossi buttato giù da una finestra, insomma.
 
Mi chiedevo perché i miei genitori si preoccupassero così tanto della mia incolumità.
 
Forse aveva realmente capito dell’errore che avevano fatto, facendomi abbandonare con la forza Myungsoo?

Al suono del suo nome che rimbombò nella mia testa, un groppo si formò velocemente in gola.
 
Chissà cosa stava facendo in quel momento …
 
Forse aveva ripreso a lavorare normalmente.
 
Forse non era nemmeno triste.
 
Ma cosa andavo a pensare?!
 
E allora le lacrime che gli avevo visto versare quando me ne ero dovuto andare?
 
Scossi la testa, tornando a concentrarmi su mio fratello.
 
Era affamato, nonostante continuasse a rimanere in quella stanza.
 
La voce di nostra madre si fece sentire dal primo piano, e ci avvertii, o meglio avvertii mio fratello, che la cena si stava raffreddando.
 
Il ragazzo di fronte a me alzò gli occhi, incrociando i miei.
 
-O vieni con me o vado da solo. Ma sappi che sarò profondamente deluso di te se non verrai. – il suo sguardo era serio, come non mai.
 
Eravamo certi che fossi proprio io il fratello maggiore?
 
In quel momento non ne ero del tutto certo.
 
-M-Ma io ho paura. Non puoi capire!! – mi lamentai, stritolando ancora di più il cuscino.
 
-Si, forse non capisco. Ma non stai certo migliorando la tua situazione in questo modo, lasciatelo dire, Jongie!
 
Sospirai – Ci proverò domani … stasera non ho fame. – mentii spudoratamente.
 
Il mio fratellino sbuffò e si alzò per andare a cenare, quando la mia bugia fu prontamente smascherata.
 
Quant’è vero che le bugie hanno le gambe corte.
 
La mia pancia brontolò rumorosamente, segno di una fame non indifferente.
 
Il mio fratellino arricciò il mio naso e si avvicinò a me.
 
-Fortuna che non avevi fame, eh!
 
Abbassai gli occhi.
 
Ora non avevo più scuse per non scendere con lui in cucina.
 
-Forza … - mi disse, allungandomi una mano – Andiamo, Jongie~ - concluse con un sorriso rassicurante.
 
Vedendo che non mi muovevo, si abbassò, in modo che i nostri occhi fossero alla stessa altezza, e mi prese una guancia.
 
-Aish!! Fai male!! – mi lamentai, stringendo la guancia che mio fratello aveva stretto.
 
Che gli aveva preso così all’improvviso?
 
-Allora ce l’hai la voce per lamentarti! Tieni bene a mente questo tono, e forza … - disse di nuovo, afferrandomi una mano – La cena ci aspetta ~
 
Una parte di me voleva rimanersene in quella stanza.
 
Il mio lato codardo.
 
Mentre un’altra parte desiderava solo andarsene, e correre a casa, la mia vera casa.
 
Il mio lato innamorato e coraggioso.
 
A fatica, lasciai il cuscino su quel letto e mi alzai, facendomi aiutare dalla stretta della mano di mio fratello.
 
Quest’ultimo sorrise.
 
-Tra poco tornerai a casa Jongie~ Ne sono certo! – continuò a parlare, trascinandomi fuori dalla stanza, senza mai staccare la presa della mia mano.
 
Da quando la sua mano era diventata cos’ grande e forte??
 
Ero sempre stato troppo occupato di me stesso.
 
Ero sempre stato troppo impegnato da scappare dalle cose che non mi andavano a genio, che non mi ero soffermato sul resto.
 
Solo ora, mentre camminavamo in silenzio quelle scale che ci avrebbero condotti al primo piano, mi accorsi di quanto fosse cresciuto mio fratello.
 
Ed era cresciuto in quell’anno o poco meno in cui ero stato via.
 
Solo ora mi dispiaceva non aver fatto parte della sua crescita, ma essermi solamente limitato a scappare.
 
L’avevo lasciato in quella casa, da solo.
 
Lui che per anni aveva vissuto della mia compagnia da fratello maggiore.
 
Mi morsi il labbro inferiore, improvvisamente dispiaciuto da tutto quello.
 
Strinsi più forte la mano di mio fratello, attirando la sua attenzione.
 
I suoi grandi e dolci tornarono a concentrarsi su di me.
 
Mi sorrise, continuando a camminare.
 
-Si, andrei presto via da questa casa ~
 
In altre circostanze, avrei potuto trovare di poco gusto quell’affermazione, come se mio fratello non vedesse l’ora di liberarsi di me.
 
Ma in quel momento sapevo che lo stava dicendo con affetto.
 
Il tragitto dalla mia camera alla cucina terminò e ci trovammo davanti alla porta d’ingresso a quella stanza.
 
Mio fratello non mi mollò la mano e, nonostante feci resistenza, mi costrinse ad entrare in quel luogo.
 
Inizialmente i nostri genitori non si accorsero della nostra presenza, troppo presi dai loro discorsi, che in quel momento non mi importava ascoltare.
 
Solo dopo si accorsero della presenza del mio fratellino.
 
Mia madre sospirò – Ce ne hai messo del tempo per scendere! Cosa stavi facendo??
 
Ma non servirono le parole di mio fratello a risponderle.
 
Quando i suoi occhi incontrarono i miei, le fu tutto più chiaro.
 
Sia mia madre che mio padre mi osservarono.
 
Erano volti conosciuti, però mi stavano fissando come se fossi uno sconosciuto.
 
“Forza Sungjong!” – mi dissi mentalmente – “Non rovinare tutto!” – continuai, tenendo testa a quella lotta di sguardi – “Non rovinare tutto anche questa volta!”

 

------------------------------------------------------------------------------

~ Note dell’autrice ~
 
Nulla da dire. Mi scuso per il ritardo, perché questa volta non ho nessuna scusante ; A ;

O forse si: DATE TUTTA LA COLPA A QUEI 12 PUZZOSI.
E per 12 puzzoni, intendo gli EXO.
Hanno fatto il comeback, e questo mi ha mandato in pappa. E come se non bastasse ora stanno anche vincendo una quantità esorbitante di premi.
Il mio cuore di EXOtic è in pappa, e l’unica cosa su cui ho voglia di scrivere fan fiction sono loro.
(Probabilmente, qualcuno avrà notato che ho da poco pubblicato una one shot HunHan > <)
Insomma, in poche parole, so benissimo come deve procedere questa fan fiction, ma ho zero voglia ed ispirazione per scriverla.
Non che abbia abbandonato gli INFINITE, NO, ci mancherebbe altro TT.TT Solo che ho voglia di scrivere su altro, e questa fan fiction davvero non finisce ç.ç
Per di più vedo che anche il numero di recensioni è visibilmente calato, quindi questo non mi aiuta.
Però almeno sono riuscita a scrivere questo capitolo, che non ha proprio senso, e per questo mi scuso ;;
Capitemi, è quasi un anno che sono su questa fan fiction, oramai mi esce dalle orecchie > <
Con questo non dico che smetterò di scriverla, no no, ho già ben presente gli avvenimenti futuri; ma vi avverto solo che non scriverò con così tanta regolarità, ma solo quando riuscirò.
Mi scuso infinitamente, non mi aspettavo che succedesse una cosa così >< Ma ho davvero bisogno di variare.
Ringrazio tutti voi lettori! VI AMO TUTTI A MODO VOSTRO♥
E mi dispiace dovervi dire tutto questo, perché mi avete sempre fatto incredibilmente felice e non ve lo meritate certo.
Spero continuerete a sostenermi, nonostante tutto. E vi ringrazio ancora♥
 
Tantissimi chu~♥
Maggie

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


NdA: E' la prima volta che consiglio una canzone .. o meglio, due canzoni, per un capitolo... quindi non so... Fate un po' voi se ascoltarle o no^^
Per la prima parte del capitolo consiglio questa: 
http://www.youtube.com/watch?v=r5WpP6ijOBA
L'ho ascoltata tutto il tempo mentre scrivevo l'inizio, quindi credo ci stia abbastanza bene^^
Per la seconda parte (dopo i due trattini, si intende), consiglio questa: 
http://www.youtube.com/watch?v=Ke37RINaAPE
Lo so, è J-rock e all'inizio potrà non c'entrarci nulla, ma boh, mi ha aiutato a scrivere la fine, quindi credo che ci stia a pennello! Nonostante, il PV non c'entri nulla, ... e probabilmente anche la canzone in sé non c'entri ... Mah. Lo so che il J-rock è un genere un po' duro da ascoltare e a non tutti può piacere, ma questa canzone ha un che di onirico e travagliato a mio parere, quindi se la volete ascoltare, bene, se no amen^^
Ci si vede alla fine del capitolo *-*

 

 



[Sungjong POV]
 

Due paia di occhi scuri mi fissavano. Mi fissavano come non avevano mai fatto prima d’ora.
 
Cercavo di sostenere i loro sguardi, ma erano troppo per me.
 
Quegli occhi scuri mi scrutavano nel profondo, scannerizzandomi da testa ai piedi.
 
Mi sentivo vulnerabile, come non lo ero mai stato.
 
Perché degli occhi familiari mi guardavano come se avessero davanti uno sconosciuto e non loro figlio?
 
Cercavo di capire tutto questo. Cercavo di trovare un motivo per tutto questo, ma senza risposte sensate.
 
Gli occhi di mia madre mi guardavano con una strana luce. Una luce che cercava di indagarmi nel profondo, come se cercasse qualcosa dentro di me.
 
Qualcosa che però non riusciva a trovare.
 
Mentre mio padre continuava a trascinare gli occhi marroni su tutto la mia figura.
 
Quanto ancora sarebbe durato quello scambio di sguardi indagatori?
 
Il mio fratellino, affianco a me, seppur fosse stato in silenzio per tutto quel tempo, si era accorto di quel clima di tensione improvviso e del linguaggio non verbale con cui i miei genitori stavano comunicando con me.
 
Tossì appena, augurando a tutti un buon pasto e ponendo fine a quella lotta di sguardi.
 
Lo ringrazia stringendogli appena una mano, e lui sorrise, cominciando poi a cenare.
 
I miei genitori rimasero ancora un po’ a fissarmi, ma alla fine si arresero, iniziando anche loro a consumare quel pasto.
 
Per un po’, la serata proseguì così.
 
Il silenzio faceva da padrone in quella stanza, mentre gli unici rumori erano i ticchettii delle bacchette che sbattevano contro quelle ciotole piene di ramen caldo, e qualche cane che all’esterno abbaiava.
 
Era un atmosfera a cui non ero più abituato.
 
L’appartamento, che avevo condiviso per mesi insieme a Myungsoo, dava proprio su una strada abbastanza affollata, quindi il silenzio era quasi inesistente.
 
Per di più, in qualsiasi momento della giornata, le nostre voci riempivano quella piccola casa e anche quando nessuno fiatava non si percepiva comunque un assenza di rumori.
 
Anche un semplice scambio di sguardi affettuoso riusciva ad occupare quello spazio, scacciando un probabile silenzio.
 
Mentre, ora, in quella casa in cui avevo passato gran parte dell’esistenza, l’atmosfera che si respirava era totalmente diversa, e solo ora me ne rendevo davvero conto.
 
Forse perché era la prima volta che noi quattro mangiavamo in un religioso silenzio.
 
Se pensavo ai pasti che avevo consumato con loro gli anni prima, mi tornavano subito alla mente i lunghi discorsi che facevamo tutt’insieme. Discorsi che proseguivano anche dopo, mentre sparecchiavamo, lavavamo le stoviglie e ci accomodavamo tutti insieme nel grande salotto, per trascorrere un po’ di tempo in compagnia.
 
Ecco perché non riconoscevo più quell’atmosfera. Perché in realtà non c’era mai stata.
 
Quella era un atmosfera del tutto nuova.
 
Sospirai piano, per non farmi sentire, aspettando che qualcuno aprisse bocca.
 
Anche se non sapevo con certezza se sarei riuscito ad intrattenere un vero discorso, sotto quegli occhi indagatori che mi vedevano come uno sconosciuto.
 
Feci per prendere un altro boccone di ramen, quando finalmente una voce arrivò alle mie orecchie.
 
Tranquilla, profonda, ma con un significato per nulla sereno.
 
-La mamma mi ha raccontato tutto.
 
Alzai gli occhi verso mio padre, mordendomi l’interno delle guance.
 
“E quindi?” – avrei voluto dire, ma le parole mi morirono nella mente – “C’è qualcosa che non va? E’ per questo che i tuoi occhi sembrano non riconoscermi?
 
Continuando a mordermi l’interno di una guancia, mi limitai a rimanere in silenzio e a mescolare il ramen dentro quella ciotola, svogliatamente, solo per tenermi occupato prima che la voce di mio padre tornasse a farsi sentire.
 
-Perché ce l’hai tenuto nascosto? – ricominciò a parlare – “Noi … avremmo potuto aiutarti.”
 
La voce di mio padre era rilassata e bassa, eppure le sue parole erano taglienti come l’urlo che aveva tirato mia madre, pochi giorni prima.
 
-Aiutarmi? – ripetei sorpreso,  non capendo in che modo avrebbero potuto darmi aiuto.
 
-Si .. – disse mio padre – Avremmo potuto aiutarti a capire che quello che stavi facendo .. è sbagliato.
 
Sbagliato, sbagliato, sbagliato.
 
Cos’era quella? La parola più popolare del momento?? Quella più gettonata? Alla moda per caso??
 
Strabuzzai appena gli occhi, senza alzare lo sguardo; mentre sapevo che due paia di occhi avevano ricominciato a fissarmi.
 
Il mio fratellino spostava gli occhi da me ai nostri genitori, come alla ricerca di qualcosa.
 
Come alla ricerca della mia voce.
 
Ma la mia voce non usciva, ed era meglio così.
 
Se avessi provato a parlare, la mia voce sarebbe risultata spezzata.
 
Perché anche se i miei genitori continuavano a non capirlo, ogni singola loro parola non era altro che l’ennesima spina dolorosa che si piantava nel mio petto.
 
E questo non mi permetteva di parlare.
 
-Senti, Sungjong … - la voce di mio padre si fece risentire, anche dietro a quelle orecchie che cercavo di ovattare, inutilmente – Non credi che …
 
Il rumore di una sedia che si spostava, lo fece bloccare. Mentre una persona si era alzata in piedi, sotto gli occhi di tutti.
 
E senza nemmeno rendermene conto, ero io quella persona.
 
Tenevo le mani appoggiate a quel tavolo, come a volermi sostenere, mentre il mio sguardo rimaneva basso ed i miei occhi erano coperti dalla mia folta frangetta scura.
 
-N-Non più fame. – riuscii a dire semplicemente – Vado … a dormire.
 
E senza aprire più bocca, uscii da quella stanza, sotto gli sguardi di tutti.
 
Il mio fratellino fece per seguirmi, ma lo rassicurai con un’occhiata, intimandogli di continuare a cenare. Mentre gli occhi di entrambi i miei genitori erano appena spalancati, sorpresi dal mio comportamento.
 
Ma che si aspettavano? Che sarei rimasto lì ad ascoltare i loro discorsi, che per me non avevano alcun senso, per tutta la serata??
 
Arrivato in camera, chiusi la porta alle mie spalle, e mi gettai su quel letto singolo.
 
Afferrai il cuscino bianco caduto per terra, e lo strinsi forte a me.
 
Quanto mi mancava, in quel momento, quell’orsacchiotto di pelo sintetico bianco, che mi aveva sempre fatto compagnia, prima dell’arrivo di Myungsoo.
 
Myungsoo …
 
Sospirai.
 
Quando mai l’avrei rivisto se avessi continuato a comportarmi in quel modo?? Se avessi continuato a restarmene in silenzio, limitandomi a scappare da tutto …
 
Dovevo trovare la forza di far sentire la mia voce e di esprimere le mie idee.
 
Ma perché sembrava così dannatamente difficile?!
 
Affondai la faccia in quella stoffa pulita, che in quei giorni aveva raccolto troppe lacrime.
 
Intimai a me stesso di non inumidire ulteriormente quel cuscino soffice, e rimasi semplicemente a sentire il silenzio di quella stanza, cercando di non pensare a nulla. Per quanto fosse possibile …
 
Quella pace per nulla serena, però, fu bloccata da un rumore metallico.
 
Alzai lo sguardo dal cuscino, spostando gli occhi verso quel basso tavolino che si trovava nel bel mezzo della stanza.
 
Lo schermo del mio cellulare era illuminato, segno che era arrivato un nuovo messaggio.
 
Fino al giorno prima, l’avrei semplicemente ignorato, conoscendone già il messaggero.
 
Eppure, ultimamente Myungsoo non si faceva più sentire come una volta, ed ero anche consapevole che la colpa era mia e solamente mia.
 
Non avevo risposto a nessuno dei suoi messaggi e chiamate. Normale che ormai si fosse stufato.
 
Allungai un braccio, afferrando quel cellulare. Digitai il pin e ancora prima di leggere il contenuto del messaggio, rimasi sorpreso dal messaggero.
 
Era l’ultima persona che mi sarei aspettato.
 
Le lettere nere del suo nome spuntavano luminose e si riflettevano nei miei occhi confusi.
 
“Nuovo messaggio da: Sungyeol hyung~
 
Perché proprio lui?
 
Trascinai lento un dito su quello schermo touch, per scoprire il contenuto di quel messaggio inaspettato.
 
Che anche lui fosse preoccupato per me? Che avesse semplicemente sbagliato numero?
 
Ma la risposta arrivò poco dopo.
 
I miei grandi occhi osservarono per bene ogni singola lettera di quel messaggio e, man mano che ne scoprivano il contenuto, sgranavano.
 
“Per quanto ancora avrai intenzione di startene lontano da qui? Per quanto ancora vorrai fingere che non sia successo nulla?
Sono due giorni che Myungsoo non esce di casa. Non ti odia, di questo puoi starne certo, ma non posso dire lo stesso per il sottoscritto.
Ti avverto, Sungjong, prova a farlo stare ancora male, prova a continuare a fare il codardo ancora per un po’, ed il patto tra noi è sciolto.
Se Myungsoo cercherà conforto, io glielo darò. E farò di tutto per farlo tornare a sorridere come prima.
E si, Sungjong, userò tutti i modi per renderlo felice.
Fallo soffrire ancora per molto, e non ti considererò più il suo fidanzato.”
 
Mandai giù la saliva, mentre il groppo in gola si riformava.
 
Perché dovevano essere così dannatamente vere e dolorose queste parole?!
 
Strinsi il cellulare con tutta la mia forza, sperando che si sbriciolasse in mille pezzi e che cancellasse quel messaggio.
 
Non bastavano le parole di mio padre, non bastavano gli sguardi di sufficienza di mia madre, no. Ora ci si metteva pure Sungyeol.
 
Ma tra tutti, compreso me, sembrava essere l’unico che stesse realmente ragionando.
 
Non potevo continuare a starmene rinchiuso lì dentro.
 
Non potevo continuare a vivere, scappando dal mondo, mentre il tempo passava senza il mio controllo.
 
Non potevo permettermi di continuare a essere un codardo e nulla più, mentre qualcun altro rapiva il cuore di Myungsoo.
 
Non potevo permetterlo, e non l’avrei permesso.
 
--
 
Correvo.
 
Le mie gambe si muovano veloci, senza il mio controllo.
 
Dove stavo andando? Dove mi trovavo??
 
Mi guardai intorno, ma gli occhi sembravano coperti da una patina biancastra, che non mi permetteva di vedere bene.
 
Tutto intorno a me era sfocato, e riuscivo solo a scorgere i contorni di una città che non riconoscevo.
 
Cosa stavo facendo? Come avevo fatto a finire in quel posto??
 
Cercai di fermarmi, per cercare di fare ordine nella mia testa, ma i miei piedi non rispondevano ai miei comandi.
 
Continuavano a correre, come spinti da una propria forza, esterna a me e più forte.
 
Perché non ero più nella mia camera? Perché non ero ancora steso nel mio letto??
 
Eppure mi ricordavo di aver lasciato il mio corpo lì quella notte …
 
I miei pensieri si bloccarono, nello stesso istante in cui lo fecero anche le mie gambe.
 
Mi guardai intorno.
 
Vedevo ancora sfocato, eppure provavo una strana sensazione. Come di dejà vu. Come se fossi già stato in quel posto.
 
L’unica cosa che riuscivo a scorgere erano le ombre appannate di edifici.
 
Era una strada piena di negozi e locali. Era tutto quello che i miei occhi riuscivano a vedere.
 
Perché mi ero fermato proprio lì?
 
Come a cercare una risposta, i miei occhi furono spinti a fissare un punto indefinito alla mia sinistra.
 
Strinsi i miei occhi, e riuscii a vedere le figure di alcune persone, ma nessuna di quelle mi sembrava anche solo vagamente familiare.
 
Feci qualche passo in avanti, spiaccicando il volto contro quello che sembrava essere la vetrina di un bar.
 
Mi strofinai gli occhi, cercando di mettere a fuoco meglio quel posto.
 
Ma quando finalmente riuscii a capire dove mi trovassi, ebbi un tuffo al cuore.
 
Quello era il bar dove lavorava Myungsoo.
 
Mi guardai alle spalle, riuscendo a scorgere un negozio dai colori accesi.
 
Quello era senza dubbio un negozio di giocattoli.E non uno qualunque.
 
Tornai a fissare il bar, e feci un balzo all’indietro, sorpreso.
 
Il tavolino del bar di fronte alla vetrina, che fino a poco prima era vuoto, ora aveva accolto due figure.
 
Mi avvicinai nuovamente alla vetrina, per vedere con discrezione chi fossero quelle due persone. Ma sembrava che quest’ultime non potessero percepire la mia presenza.
 
Non pensai che fosse qualcosa di strano in quel momento, quindi ritornai a concentrarmi su di loro, appoggiando la faccia su quel vetro freddo.
 
Sbattei più volte le ciglia, cercando di mettere a fuoco, ma quando finalmente ci riuscii, il cuore mi si bloccò.
 
Mi accorsi solo in quel momento, che quell’organo vitale aveva battuto forte fino a poco prima.
 
Quei due volti erano dolorosamente familiari.
 
Myungsoo e Sungyeol, seduti uno di fronte all’altro, si stavano sorridendo.
 
Vedere il maggiore dei due con un sorriso in faccia era una cosa normale, ma L no.
 
Non che quest’ultimo non sorridesse mai, ma quei tipi di sorrisi non erano abituali.
 
Quei tipi di sorrisi li aveva sempre e solo riservati a me.
 
Appoggiai le mani su quella lastra di vetro che mi separava da lui, cercando di sfiorare quelle labbra tirate in un sorriso, ma i miei occhi vennero spinti a fissare quel tavolino di legno.
 
Aprii meglio gli occhi, riuscendo così a vedere le loro mani.
 
Non solo si sfioravo, non solo si toccavano, ma le loro dita erano intrecciate.
 
Che diamine stava succedendo? Perché si comportavano in quel modo?!
 
Myungsoo e Sungyeol si sorrisero ancora un volta, poi il maggiore fece per avvicinare il volto a L, senza sciogliere la stretta con le sue mani.
 
No, no, no, no, no, no, no, NO!
 
Feci per allontanarmi da quella vetrina, ma i miei piedi non davano segni di volersi spostare da lì.
 
Sgranai gli occhi, mentre la mia vista si era fatta incredibilmente migliore, e non più sfocata come prima.
 
Perché stava succedendo tutto questo?!
 
Il volto di Sungyeol si trovava a pochi centimetri di distanza da quello di Myungsoo.
 
Avrei voluto urlare. Urlare di staccarsi da lui. Urlare di allontanarsi da Myungsoo. Dal mio Myungsoo.
 
Ma ancora una volta, non fui in grado di parlare.
 
Al limite dell’esasperazione, tirai un pugno a quella vetrina.
 
Il tempo sembrò bloccarsi, mentre profonde crepe si formavano su quella lastra di vetro.
 
Fu questione di pochi secondi, e la vetrina cadde al suolo in mille pezzi.
 
E in quei cocci di vetro, c’era dipinto i volti di Myungsoo e Sungyeol, sgretolati in mille pezzi.
 
Chiusi gli occhi, mentre le parole del messaggio che l’alto ragazzo mi aveva mandato mi tornarono alla mente, in un insalata confusa di lettere e significati.
 
Sobbalzai, scattando a sedere.
 
A sedere??
 
Aprii gli occhi, ritrovandomi seduto su quel letto, in cui la sera prima mi ero sdraiato.
 
Era solo un sogno. Un incubo per meglio dire.
 
Frammenti di questo mi tornavano alla mente, accentuando il mal di testa che già avevo per non aver mangiato nulla la serata prima.
 
Mi passai una mano sul volto sudato.
 
Dovevo risolvere quella situazione, prima che fosse troppo tardi.
 
Abbracciai forte quel cuscino di panno bianco, spostando poi il mio sguardo sulla mia mano, convinto di ritrovarci il cellulare che avevo tenuto stretto la notte prima.
 
Invece nulla, non c’era più.
 
Guardai il tavolino di quella stanza, ritrovando il cellulare appoggiato lì, come se nulla fosse.
 
Forse il mio fratellino era entrato in camera, aveva messo a caricare il cellulare e poi l’aveva appoggiato lì.
 
Eppure era strano: la sera prima il telefono aveva piena carica.
 
Scossi la testa.
 
Che senso aveva pensare a tutto quello?
 
Avevo ben altro a cui pensare al momento.
 

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~ Note dell’autrice ~
 

Maggie is back back back~♫♪ E questa volta in piena forma potrei dire ~
Non so, l’ispirazione è sembrata improvvisamente tornare, sorprendendo anche a me. Sarà che la notte scorsa ho sognato di andare ad un fan meeting degli INFINITE, e di riuscire a parlare e ad avere un autografo solo da Sungjong e Myungsoo …
Quindi mi sono detta questo è destino (/?), e di colpo le parole per il nuovo capitolo mi sono uscite fuori, così, tutte d’un colpo ~
Scusatemi tanto per il tempo che vi ho fatto aspettare, ma ora sono in piena forma e carica di energia per scrivere ! ! ! E spero che questa carica si prolunghi per molto ancora ~ Almeno fino alla fine della fan fiction ~♥
Ahw, Sungjongie mi sei mancato ; V ;♥ *spupazza Jongie* /? Scusami ultimate bias se ti ho abbandonato per un po’, ma ora sono di nuovo qui♥ /?
Vabbé, sclero a parte .. GRAZIE A TUTTI PER AVER LETTO E AVERMI CONTINUATO A SOSTENERE ! ! ! ~♥
E’ anche merito vostro se sono ancora qui, più carica che mai ~ Quindi vi ringrazio dal profondo del mio cuore♥

Un grazie in particolare alla mia unnie Made e a hae na per aver recensito♪♫ Alla mia ultimate bias per il sostegno♪♫ E a mia sorella, che prova sempre a farmi da beta reader per quanto sia capace ♪♫~
Questo capitolo è più lungo del solito, sono circa 16 pagine di Word, ma spero di non avervi annoiata comunque~^^~
L’ultima parte del sogno non l’avevo mai immaginata, ma mi è venuta d’istinto ascoltando “Howling Magic” dei SuG~ (Takeru, bello di mamma /?, ti fai sempre più effeminato ♥) Non so perché, ma la j-rocker che in me è venuta fuori e mi ha aiutato a scrivere ≈
Detto questo, vi saluto ~
Vi ringrazio infinitamente e alla prossima;
 

Tantissimi chu♥
Maggie 

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***




[No POV]

 
-Allora … ? Com’è??
 
Un giovane di fronte a lui, con indosso una semplice tuta dalle tinte scure, mugugnò qualcosa d’incomprensibile, continuando ad esaminare il contenuto della sua cena.
 
L’altro ragazzo, più grande di lui, cominciò a ticchettare le dita su quel tavolo di legno, spazientito, mentre il buio faceva la sua comparsa nel cielo.
 
Aveva preparato con cura quella cena e sperava di essere un minimo ringraziato dal giovane, che ora sembrava si stesse gustando il suo pasto, ma aveva soltanto ricevuto mugolii incomprensibili.
 
Sospirò, accettando il fatto che non avrebbe ricevuto alcun merito per i suoi sforzi. Sempre se preparare una cena poteva ritenersi uno sforzo.
 
In quel momento gli bastava vederlo tranquillo e rilassato di fronte a lui.
 
Finalmente, dopo 2 giorni o poco più, Sungyeol era riuscito ad entrare nell’appartamento dove si era rinchiuso Myungsoo per tutto quel tempo.
 
Quando era entrato, aveva ignorato il disordine sconosciuto che occupava quella casa, disordine che non c’era mai stato grazie alla maniacale fissa dell’ordine di L, e si era concentrato sul giovane.
 
Sembrava sciupato e pallido, quasi smagrito. Probabilmente in cui giorni era andato a pranzi precotti e confezionati, e non aveva messo mano ai fornelli, come invece era solito fare.
 
Non si capacitava di come la semplice lontananza di Sungjong potesse averlo ridotto in quello stato. Ma forse non capiva che quella non era una semplice lontananza.
 
Per un momento, Sungyeol aveva avuto un’irrefrenabile voglia di andarsene da lì.
 
Solo in quel momento aveva realmente capito qual’era il legame che univa Myungsoo e Sungjong. Ed era un legame molto più profondo di quello che aveva immaginato.
 
Perché quando li aveva visti insieme non l’aveva capito??
 
Solo ora che poteva vedere gli effetti di quella lontananza non volontaria, capiva quanto profondamente Myungsoo tenesse a Sungjong, nonostante quest’ultimo se ne fosse andato, cogliendo il primo imprevisto.
 
In quel momento avrebbe voluto semplicemente andarsene, ma non ci riuscì.
 
Il volto di Myungsoo chiedeva aiuto, anche se il ragazzo continuava a rimanersene in silenzio e a guardarlo dietro quella maschera di improvvisa impassibilità che non gli si addice per nulla.
 
Quindi si limitò a tenere stretto in un abbraccio il suo amico, mentre quest’ultimo provava a ricacciare indietro lacrime che aveva esaurito ormai da giorni.
 
Strinse forte le braccia intorno a lui, affondando poi il volto nei suoi capelli soffici ma trascurati. Intanto il silenzio occupava quella stanza, ma poco importava.
 
E dopo aver costretto Myungsoo a farsi una lunga doccia rigeneranti, cominciò a cucinare qualcosa di caldo e non precotto per l’amico.
 
Non prima di aver mandato un messaggio a Sungjong.
 
--
 
-Allora, domani hai intenzione di ritornare a lavoro?
 
Myungsoo annuii, strofinando con le mani quella tazza calda di tisana.
 
Lui e Sungyeol erano ancora seduti nel tavolo di quella cucina e, dopo aver consumato il pranzo preparato dal più grande, stavano godendosi quel momento di serenità, mentre il tempo scorreva ed il cielo si riempiva di puntini luminosi.
 
Erano da tanto tempo, anni ormai, che non si ritrovavano insieme a chiacchierare di quelle semplici cose.
 
Era una bella sensazione. Una sensazione di confortante serenità.
 
Ritrovarsi a chiacchierare di semplici cose in compagnia del proprio migliore amico.
 
Sungyeol non riusciva a pensare a nulla di meglio, e sperava fosse lo stesso anche per Myungsoo. Anche se sapeva che i suoi pensieri erano ancora altrove …
 
Erano tutti rivolti verso una persona che non aveva risposto al messaggio che poche ore prima aveva inviato il più grande.
 
Ma Sungyeol non si era mai aspettato una risposta.
 
Lui e Myungsoo non avevano parlato molto di Sungjong, preferendo deviare su argomenti più allegri, ma da quel poco che avevano parlato riguardo al giovane, Sungyeol aveva saputo che il più piccolo non aveva ancora risposto a nessun messaggio e chiamata.
 
Non capiva il motivo delle fredde distanze che Sungjong stava prendendo. Ma Sungyeol non si era mai trovato in una simile situazione e per di più non condivideva lo stesso carattere del più giovane.
 
Quindi si limitò a concentrarsi su Myungsoo, che aveva finalmente deciso di uscire da quel piccolo appartamento, quando qualcosa passò tra le sue gambe.
 
Sungyeol trattenne un urlo, limitandosi a sobbalzare dalla paura e a guardare i basso.
 
I suoi occhi ne incontrarono un paio più felini e dolci allo stesso tempo.
 
Senza dire nulla, sotto lo sguardo di Myungsoo, prese tra le mani quella minuscola bestiolina arancione, scrutandola da capo a piedi.
 
-E questo? Da quant’è che hai un gatto?? – chiesi Sungyeol, appoggiando delicatamente sul tavolo di legno, libero dalla tavoglia.
 
Myungsoo fece un debole sorrise, mentre il gattino stava lentamente camminando verso l’altra parte del tavolo, dove si trovava L.
 
-Mah, da circa due giorni. – rispose alla domanda del più grande, accarezzando la testolina arancione del piccolo animaletto - È il regalo che ho comprato a Sungjong per l’anniversario del nostro fidanzamento … - continuò fievole, senza alzare lo sguardo, limitando la sua concentrazione sul gatto.
 
Sungyeol serrò i pugni, dandosi dello scemo.
 
Aveva inconsapevolmente tirato fuori il giovane senza nemmeno saperlo.
 
Mentre si stava spremendo le meningi per trovare un nuovo argomento di cui parlare, ecco che il suo cellulare vibrò, avvisandolo dell’arrivo di un nuovo messaggio.
 
Sungyeol era sorpreso. L’unica persona che aveva mandato un messaggio nelle ultime ore era Sungjong.
 
Forse il suo messaggio intimidatorio l’aveva finalmente smosso …
 
Ed infatti, ecco che il cellulare annunciava a chiare lettere “Nuovo messaggio da: Sungjong”.
 
Sungyeol non capiva perché avesse risposto proprio a lui e non a Myungsoo, ma ignorò questo particolare ed aprì il messaggio.
 
Non sapeva che aspettarsi da quella risposta, eppure ad ogni parola del messaggio, i suoi occhi non potevano che spalancarsi di più, sorpreso.
 
Non si sarebbe mai aspettato una simile cosa …
 
-Yeol?? Che succede? – chiese divertito Myungsoo, guardando la sua faccia – Sembra che tu abbia visto un fantasma! – continuò a parlare mentre accarezzava il gattino, ora sdraiato sulle sue gambe.
 
Sungyeol sorrise appena, mentre digitava in tutta fretta una risposta e la spediva al destinatario.
 
-E’ successo qualcosa?? – chiese ancora L.
 
Il più grande lo guardò, rassicurandolo con uno sguardo – No, no, nulla. Non ti preoccupare.
 
-Senti … - cominciò poi a parlare Sungyeol – Ti va se domani ti accompagno a lavoro? Ho la macchina, così non devi farti tutto il tragitto a piedi …
 
-Oh, ma no. Non voglio farti alzare presto solo per portarmi a lavoro!
 
L’alto ragazzo si spostò un ciuffo di capelli dalla fronte – Ma và ~ Lo faccio volentieri! E poi mi dovrei comunque alzare presto domani … Devo andare fuori città.
 
Myungsoo non se lo fece ripetere due volte, e gli lanciò subito un occhiata maliziosa, concentrandosi su di lui ora e non più sul gatto.
 
-Ah si? E per vedere chi?? ~ - chiese, appoggiando i gomiti sul tavolo e mettendo la testa sulle mani.
 
Sungyeol arrossì da testa ai piedi – N-Non è come pensi! Non devo vedere nessuno!!
 
E quella era una mezza bugia.
 
Myungsoo continuò per un po’ ad insistere poi rinunciandoci.
 
-Tsk. Allora va bene, vieni a prendermi domani mattina alle 7:30 ~
 
L’alto ragazzo per poco non sputò tutta la tisana, che stava cercando di bere, in faccia ad L.
 
-7:30?!? Che .. ?! Perché così presto?! Il tuo turno non inizia alle 9?!?
 
Myungsoo annuii – Si si, inizia a quell’ora, … ma devo prepararmi!
 
-E ci metti un’ora e mezza a prepararti?!
 
-Circa … - e Sungyeol era già pronto a protestare, quando Myungsoo continuò – E poi, dai, ti preparerò la colazione! ~
 
L’alto ragazzo spalancò appena gli occhi.
 
Non sapeva se essere più contento di essere appena stato invitato a colazione da lui, o di poter rivedere finalmente il Myungsoo che era sempre stato fino a due giorni fa. Il Myungsoo che cucinava e amava fare quelle semplice cose per gli altri.
 
--
 

[Sungjong POV]
 
Sdraiato su quel letto, facevo scorrere le dita sullo schermo touch di quel cellulare, ammirando tutto lo sfondo.
 
Non avevo cambiato foto e non avevo intenzione alcuna intenzione di farlo. Anche se quando i miei occhi incontravano quella foto, un groppo alla gola si creava inevitabilmente.
 
Il volto addormentato di Myungsoo mi osservava ad occhi chiusi, sereno.
 
Quanto avrei rivoluto quella tranquillità in quel momento …
 
Avrei rivoluto tutto come prima con una sola schioccata di dita. Ma sapevo bene che non era possibile.
 
Se volevo cambiare la situazione, non potevo affidarmi a quei strani tipi di magia, ma dovevo solo contare su me stesso.
 
Ma forse era più facile diventare un apprendista stregone che superare quella mia codarda paura.
 
Sospirai, abbracciando quel cuscino di panno bianco, mentre la voce di mia madre si faceva sentire dal primo piano.
 
Annunciava che la colazione era pronto, non so se a mio fratello o anche a me.
 
Forse nemmeno lei lo sapeva con certezza.
 
Mi alzai a sedere di scatto, schiaffeggiandomi appena le guance.
 
“Su, Jongie, su! Non fare il codardo e scendi in cucina!! Su, Sungjong, non puoi restartene tutta la vita in questa camera!”
 
E spinto dagli incoraggiamenti della sua mente, scese al primo piano, stringendosi in quei vestiti sottili che aveva ritrovato nel suo armadio di quella casa.
 

---------------------------------------------

 

~ Note dell’autrice ~
 
Maggie is back ~ Sarei voluta ritornare prima, ma tra una cosa e l’altra non trovavo mai il tempo di scrivere, nonostante avessi ben in testa il seguito > . <
E tra le cose che mi hanno tenuta impegnata c’è questa pagina, che ho creato insieme ad un’altra MyungJong shipper:


https://www.facebook.com/MyungjongItalia?fref=ts
Cliccate mi piace se volete ^-^ E’ nata ieri e dobbiamo crescere! *^* …. Ed il fatto che sia stata creata solo ieri non giustifica il mio ritardo per il capitolo …. Ok.
Ah, ma nel frattempo ho anche aperto un gruppo per i k-popper dell’Emilia Romagna!


https://www.facebook.com/groups/556432577754405/
Dubito che fra voi lettori ci sia proprio qualcuno dell’Emilia Romagna (anche se siete tantini a dire il vero ; v ;♥) … ma io vi lascio comunque questo gruppo di riferimento ~ Magari se conoscete qualche k-popper di quelle parti, diffondete pure la voce ^^

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e grazie per aver letto e per chiunque recensirà♥
Lo so, all’inizio ci sono solo Myungsoo e Sungyeol, e questa non era mia intenzione, ma mi aveva preso quel pezzo … e non sono riuscita a trattenermi.
Spero che abbiate comunque apprezzato e che continuerete a sostenermi, nonostante la lentezza da bradipo con cui aggiorno +-+
Anticipo solo che nel prossimo capitolo (se rispetto per una buona volta la scaletta) ci saranno importanti risvolti: positivi? Negativi? Sta a voi scervellarvi e pensarci in attesa del seguito ~

No, non sono sadica, no♥

Un grazie in particolare a hae na, Sug e kselia che hanno recensito♥Alla mia bias che sempre legge ♥A mia sorella, che cerca da farmi da beta reader ogni volta ♥E a Sebi, con cui ho creato la pagina Myungjong, che ho scoperto che legge questa ff (ma non so se leggerà questi ringraziamenti xD) ♥
E grazie a tutti voi lettori ~ Siete la mia forza ~♥

 
Alla prossima;
 

Tantissimi chu ~
Maggie



Ps.
Ho allargato di un po' le dimensioni dei caratteri nel capitolo ... Sarà che porto gli occhiali, ma io non ci vedevo più niente @.@ Mi parevano così piccole le lettere +-+ 
Se li trovate eccessivamente grandi, vedrò di riportarli della loro grandezza originale dal prossimo capitolo ^^
Fatemelo sapere! Grazie < 3


PPs. Si, lo so, la foto di inizio capitolo non c'entra granché, ... ma ci sono loro 3 e c'é un cuscino /?
Ok, ora me ne vado davvero u.u

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***




[Sungjong POV]              

     
 
Cos’era diventata quella? Una nuova abitudine??
 
Perché dovevano guardarmi con quegli occhi sorpresi?!
 
Avevano annunciato la colazione ed io ero sceso in cucina.
 
Allora perché i miei genitori mi guardavano con quegli occhi spalancati, come sorpresi dalle mie azioni??
 
Sbuffai silenziosamente.
 
Ci era voluta una buona dose di coraggio per scendere di mia spontanea volontà, e quegli sguardi di certo non aiutavano.
 
-Buongiorno. – augurò tranquillo il mio fratellino, entrando in cucina – Ahw, Jongie!!! ~ - esclamò poi felice quando mi vide davanti al tavolo.
 
Lo salutai con un sorriso, contento che almeno lui mostrasse un minimo di sincera felicità nel vedermi.
 
Mi strinse forte in un abbraccio, sussurrandomi nell’orecchio che gli faceva piacere vedere che non mi ero di nuovo rintanato nella mia camera.
 
Risi appena della sua affermazione e ricambia quella stretta così teneramente fraterna.
 
Probabilmente potevo considerarmi un amante degli abbracci.
 
Quando ancora vivevo in quella casa, capitava spesso che i classici saluti di riguardo come “Buongiorno” e “Buonanotte” si trasformassero invece in forti abbracci. Proprio come quello che mi aveva dedicato il mio fratellino poco prima.
 
Eppure da quando ero ritornato in quella città, a parte lui, nessuno aveva accennato anche un singolo abbraccio. Nemmeno mi avevano sfiorato in nessun modo.
 
Mi staccai dal mio fratellino ed entrambi ci mettemmo a sedere, insieme ai nostri genitori.
 
Li fissai per un po’, mentre loro erano presi dalla loro colazione.
 
Cosa provavano nei miei riguardi? Pena? Delusione?Disgusto??
 
Perché non avevano tentato nessun tipo di rapporto con me, al posto di continuarmi a dire contro che ero sbagliato?
 
Perché non avevano avuto un approccio familiare?
 
Nemmeno mi avevano permesso di raccontargli la mia storia. Anche se dal canto mio non avevo mai tentato di farlo.
 
Perché solo ora mi rendevo conto di quanto fossi stato inutilmente codardo??
 
Tutto quel tempo trascorso a piangermi addosso in quella stanza non era servito a niente.
 
I loro occhi ancora mi scrutavano dall’alto verso il basso.
 
-Sungjong? – richiamò all’improvviso la mia attenzione mio padre, mentre stavo bevendo una tazza di the.
 
-Uh?
 
-Non è stato carino come ti sei comportato ieri sera.
 
Smisi di bere, concentrandomi solo su di lui.
 
Che cosa stava dicendo?? Come mi ero comportato ieri sera?
 
E come se mi avesse letto nel mio pensiero, mio padre ricominciò a parlare – Ti stavo parlando di cose serie, e tu te ne sei andato senza alcun rispetto.
 
Senza alcun rispetto?? Sarei dovuto rimanere lì ad ascoltare quelle insulse accuse contro di me?!
 
E per di più, …. Da quando in qua mi faceva la predica?
 
Ero sempre stato un figlio esemplare e, anche le poche volte in cui avevo disobbedito ai miei genitori, non ero stato rimproverato severamente.
 
Ed invece in quel momento mi stavano sgridando di un mio normalissimo comportamento.
 
Mia madre, al fianco di mio padre, mi guardava come se stesse approvando tutto quello che stava dicendo suo marito. Mentre il mio fratellino aspettava che dicessi qualcosa, anche se sapeva ormai che non avrei risposto.
 
Non l’avevo fatto per tutto quel tempo? Perché avrei dovuto parlare ora??
 
Eppure, quasi inconsapevolmente, le parole mi uscirono dalla bocca.
 
-Mi scuso. – comincia a dire semplicemente, ricominciando a concentrarmi sulla colazione – Ma non ero interessato al discorso.
 
Se era possibile, gli occhi di gli altri tre presenti in quel tavolo si sgranarono ancora più di prima, quando mi avevano visto entrare in cucina.
 
-Ed invece secondo noi erano importanti! – si lamentò mia madre, continuando il discorso che era iniziato prima da mio padre – E tu perché sorridi?? – chiese rivolgendosi a mio fratello, con uno sguardo per nulla tranquillo – Non dirmi che stai dalla sua parte?!
 
Parte? Da quando in qua eravamo divisi in parti?!
 
-M-Ma io non sto da nessuna parte! – si spiegò – Credo solo che sia inutile continuare ad andargli contro …
 
-Ah si? Quindi ritieni che quello che stiamo dicendo io e tuo padre non abbia senso??
 
Il mio fratellino boccheggiò appena, non sapendo come ribattere.
 
Non era la prima volta che veniva da sgridato da loro. Ma non era mai successo che venisse accusato in quel modo inutile.
 
Senza dargli tempo di rispondere, mia madre ricominciò a parlare – Non lo consideri diverso ora? – gli chiese, indicandomi con un impercettibile movimento del mento.
 
Il mio fratellino sbatté appena le sopracciglia – E perché dovrei? E’ sempre mio fratello.
 
-Ma ora è diverso! Lui è fidanzato, anzi convive! E non con un ragazza, ma con un maschio, … capisci questo?! Tuo fratello sta con un altro ragazzo! Ha una relazione omosessuale chissà da quanto tempo … e tu continui a vederlo come prima?! Tutto questo non ha senso! – sbraitò contro mia madre.
 
Erano cose del tutto vere, eppure dette in quel modo sembravano così sbagliate.
 
-M-Ma … - il mio fratellino cercò di dire qualcosa, ma nemmeno lui sapeva.
 
E riecco quell’improvviso senso di dejà vu.
 
Proprio com’era successo con Myungsoo, mia madre stava dando di matto, urlando contro tutto quello che pensava. Che avesse ragione o meno.
 
E in quel discorso, ero io l’unico vero protagonista. Eppure ero anche l’unico che non proferiva parola, lasciando che qualcun altro prendesse le mie parti.
 
L’altra volta era stato Myungsoo, questa volta toccava a mia fratello.
 
E come tre giorni fa, me ne stavo in silenzio. Quasi fossi uno spettatore passivo di quella tragedia.
 
Ero io l’unico che avrebbe dovuto parlare. L’unico vero protagonista di quella storia travagliata.
 
Mia madre ricominciò a sbraitare, quasi non riuscendo a controllare quel flusso continuo di acide parole.
 
-Io tutto questo proprio non lo capisco!
 
E cosa c’era di così difficile da capire?!
 
-Per voi è così normale essere omosessuale?!
 
Non dovrei essere normale allora? Ah, giusto, com’è che ci aveva chiamati … ? “Scherzi della natura”??
 
-L’intera società coreana non approverebbe mai una simile relazione!!
 
Ora tiriamo fuori anche tutto il paese? Non stavamo parlando di me??
 
-Io non posso accettare che mio figlio stia insieme ad un altro ragazzo!
 
Non lo avevo proprio capito, no no.
 
-Ero così disgustata quando lì ho visti baciarsi … così vicini l’uno all’altro … quasi pronti per …
 
-Disgustata?? Ma se fossi stato insieme ad una ragazza non avresti pensato lo stesso, o sbaglio??
 
Mia madre sobbalzò appena. Tutto quel tempo aveva tenuto lo sguardo fisso su un punto indefinito della stanza, mentre ora fissava i miei occhi, così simili ai suoi.
 
Non mi ero nemmeno reso contro di tutto quello.
 
Non mi ero accorto di quando quelle parole avevano smesso di essere degli astratti pensieri, e si erano trasformate in qualcosa di più concreto.
 
Non mi ero quasi reso conto di aver davvero pronunciato quella frase. Di aver davvero aperto bocca al momento giusto.
 
Tutti i presenti mi fissavano con occhi confusi e per una volta non cercai di sfuggire alle loro occhiatine, tenendo testa a quella lotta di sguardi.
 
-C-Cosa stai dicendo, Sungjong … ? – fece mia madre, cercando di ribattere nel migliore dei modi.
 
-Hai detto che ti sei sentita disgustata a vederci, no? Ma se fosse stata una ragazza e non lui non avresti reagito nello stesso modo, vero??
 
-I-Io …
 
-Se fosse stata una qualsiasi ragazza, vedendoci insieme non avresti reagito nello stesso modo. Probabilmente te ne se saresti uscita con un semplice “Ops, scusatemi” e magari ci avresti aggiunto anche “Continuate pure quello che stavate facendo”, proprio come succede nel mio banale dei film. Avresti voluto che fosse così. Avresti preferito vedermi con una qualsiasi sciatta donna al posto che un ragazzo. Ma invece le cose stanno così, e tu hai dovuto dare di matto vedendoci insieme! Nemmeno stessimo commettendo il peggiore dei peccati.
 
-Sungjong, smettila! Stai parlando in modo irrispettoso a tua madre! – mi riprese mio padre.
 
I miei occhi passarono da quelli femminili di mia mamma, ai suoi, più adulti e severi.
 
-Irrispettoso? Perché … la parola rispetto ancora esiste?? Perché il modo in cui mi avete trattato in questi giorni mi sembra tutto tranne che rispettoso.
 
-SUNGJONG! Cosa stai dicendo?! Come ti permetti di dire certe cose a chi è più adulto di te?!
 
-Io sto semplicemente parlando.
 
I miei genitori si guardarono per pochi istanti, mentre – al mio fianco – gli occhi di mio fratello saettavano da me a loro due, senza riuscire a fermarsi.
 
Non avevo mai avuto intenzione di discutere, ma quello sembrava l’unico modo per comunicare con loro in quel momento.
 
-Aish … - sospirò mia madre – Tutto quello che stai dicendo non ha senso.
 
Sbuffai, sempre più infastidito.
 
Ero una persona calma e tranquilla, ma anche il mio autocontrollo aveva un limite.
 
-Cosa c’è che non ha senso?!
 
-Tutto! Soprattutto il fatto che tu consideri il tuo un vero e proprio innamoramento!
 
Alzai entrambe le sopracciglia, concentrandomi sulla donna che avevo davanti.
 
Perché nessuno riusciva realmente a ragionare?? Perché non riuscivano a capire, come mio fratello, che ero davvero innamorato e che per di più era una cosa del tutto normale??
 
Perché i pregiudizi della parte ignorante di quella società aveva raggiunto inevitabilmente anche loro? Omologando così le loro idee con quelle degli altri …
 
-E cosa dovrebbe essere se non un innamoramento?? – chiesi, scocciato da quella situazione, ma curioso di sapere quale sarebbe stata la sua risposta.
 
-Affetto. Un semplice affetto tra amici.
 
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
 
Perché non capivano che quello che provavo io era un vero amore?!
 
-Si, … perché è normale dirsi “ti amo”, baciarsi e fare l’amore tra semplici amici
 
Gli occhi dei miei genitori tornarono a guardarmi, sgranati. Mentre mia madre era già pronta a ribattere.
 
-N-Non mi interessa quello che fate voi due!
 
-E a me non interessa quello che pensate voi!!! – sbottai ad alta voce, alzandomi in piedi e sbattendo i pugni sul tavolo, facendo così inevitabilmente scaravoltare qualche tazza, che nessuno si preoccupò a tirare su.
 
-Vi voglio bene … voi siete la mia famiglia, e vi voglio un mondo di bene. Ma anche voi me ne dovete volere, anche se non sono come voi avreste volete … anche se non rispetto proprio tutti i canoni del figlio perfetto. – ricominciai a parlare, guardandomi le mani appoggiate sul tavolo, senza voler incontrare i loro occhi, e sorridendo appena – Voi continuate a dirmi che sono diverso, diverso, diverso … ma io sono sempre stato così, siete voi che non ve ne siete mai accorti. Questa diversità non è comparse all’improvviso: c’è sempre stata. Quindi probabilmente posso ritenermi normale nella mia diversità, no? – sorrisi impercettibilmente per l’assurdità di quelle parole, non avendo però il coraggio di alzare lo sguardo.
 
Potevano sembrare parole semplici quelle che stavo dicendo, eppure per me avevano un’importanza non indifferente. E stavo cercando di ricacciare indietro quelle lacrime che spingevano, facendomi pizzicare gli occhi.
 
Fino a quel momento ero stato duro e risoluto, con i miei genitori e con me stesso. Ma nel dire quelle semplici frasi, un groviglio nella mia gola si stava formando.
 
-Io non voglio che amiate il mio fidanzato, che spero starà ancora con me nonostante tutto questo casino, quanto lo amo io … Vorrei solamente che accettaste le mie scelte. Che andaste aldilà delle barriere mentali che continuano a imporvi. Non pretendo che lo facciate subito, …. Ma vorrei che ci rifletteste. Perché io amo Myungsoo, e non ho intenzione di lasciarlo per colpa vostra. È una persona eccezionale, e piacerebbe sicuramente anche a voi … Prima che scoprisse chi realmente fosse, anche a mamma stava simpatico, …. non è così? – chiesi riuscendo finalmente ad alzare lo sguardo su di lei.
 
Nonostante i miei occhi fossero coperti da uno strato di lacrime, riuscii a scorgerla annuire appena, con un paio di gocce bagnate che ora stavano ricoprendo anche il suo volto.
 
-Quindi … nulla, tutto qui …. Non voglio che ora facciate i salti di gioia per la mia relazione e cominciate ad adorare il mio ragazzo, … ma vorrei soltanto che non mi fermaste. Ho intenzione di andarmene via di qui e tornare acasa. – dissi tutto d’un fiato.
 
-Con il vostro permesso … me ne vado. – conclusi facendo un semplice inchino veloce e uscendo dalla stanza, senza che nessuno cercasse di fermarmi.
 
Salii le scale che mi portavano in quella stanza che era sempre stata destinata a me, in quella casa, per prendere le poche cose che avevo portato con me, sperando che quella salita mi desse qualche idea.
 
Quasi potevo sentire la mia gola secca, nonostante non avessi parlato a lungo.
 
Mi passai una mano sugli occhi umidi, pensando ad un modo in cui sarei potuto ritornare a casa.
 
Quando ero tornato in città, costretto da mia madre, non avevo dato particolare attenzione a che autobus avessimo preso. Ma ora era l’unico con cui sarei riuscito a tornare a casa, quindi ora mi sarebbe toccato andare a caso, sperando di scegliere la linea che mi avrebbe portato più vicino a casa.
 
Una volta arrivato in camera, afferrai il cellulare appoggiato su quel comodino e feci per andarmene, quando qualcosa sul letto attirò la mia attenzione.
 
Lo prendevo o non lo prendevo? Non lo prendevo o lo prendevo??
 
Eppure lasciarlo lì mi dispiaceva, anche se era un oggetto qualsiasi mi aveva fatto “compagnia” in quei giorni, sostituendo Myungsoo ed il mio peluche d’orso.
 
Alla fine, decisi di portare via con me quel cuscino di cotone bianco.
 
Mi avvicinai al letto e lo strinsi tra le mie braccia.
 
Feci per andarmene quando un’altra cosa attirò nuovamente la mia attenzione.
 
Mi avvicinai alla finestra di quella stanza e guardai fuori.
 
Perché c’era una macchina, che non avevo mai visto prima d’ora, parcheggiata davanti a casa? E perché quel ragazzo in piedi davanti a quella, con le braccia incrociate e gli occhiali da sole, mi sembrava così familiare??
 
Strabuzzai gli occhi.
 
No, non poteva essere lui …. Era impossibile. Nemmeno sapeva dove abitassi!
 
Aprii appena la finestra, insicuro se chiamare o meno quella persona.
 
E se non fosse stato lui? Avrei fatto una pessima figura, questo era poco ma sicuro.
 
Quante possibilità c’erano che fosse proprio lui? Una su un milione??
 
Forse, ma non ebbi il tempo di fare il calcolo di quella percentuale, che la mia voce mi sorpasso, chiamando timida il ragazzo davanti a quell’auto, che guardava l’asfalto, svogliatamente.
 
-H-Hyung …. ??
 
L’alto giovane sobbalzò, spaventato e alzò gli occhi verso di me, togliendosi gli occhiali e mostrando così il suo volto.
 
-Alla fine ce l’hai fatta ad affacciarti! Ancora un po’ e me ne andavo via da solo!!
 
-Sungyeol hyung … che ci fai qui?? E soprattutto … come fai a sapere dove abito??
 
Il giovane sbuffò, alzando gli occhi al cielo – Bando alle ciance! O scendi prima che mi sciolga sotto questo sole, o me ne vado senza di te!
 
Annuii, ancora confuso e feci per scendere.
 
Cosa ci faceva proprio lo hyung lì, non lo sapevo. Ma era capitato al momento giusto nel posto giusto. Come se fosse stato tutto organizzato da qualcuno …
 
Mi bloccai, prima di andare a sbattere, sovrappensiero, contro mio fratello, che mi aspettava all’entrata di quella stanza.
 
-Allora … te ne vai? – mi chiese, tra il triste ed il felice allo stesso tempo.
 
Annuii, stringendolo poi forte in un abbraccio – Grazie di tutto. E’ tutto merito tuo se adesso me ne sto andando!
 
Il mio fratellino sbuffò appena – Ma che dici?? Io non ho fatto proprio niente!
 
Strusciai appena la mia fronte contro la sua – Non è vero! Se non fosse stato per il tuo sostegno, non avrei mai trovato il coraggio che avevo perso! Ti voglio un mondo di bene! ~
 
Il giovane mi sorrise – Anche io te ne voglio, fratellone! ~ E ora vattene via di qui! – mi intimò ridendo, felice, anche se potevo vedere i suoi occhi appena inumiditi.
 
-Si, ora vado … Verrò a trovarti più spesso, anzi no! Ti inviterò a casa mia, così potrai conoscere Myungsoo! Vedrai … ti piacerà un sacco e- un paio di clacson ripetuti bloccarono i miei discorsi, e mi ricordi di Sungyeol che mi aspettava all’entrata.
 
-Devo andare ora. – ripetei, stringendolo nuovamente in un abbraccio e sorpassandolo poi, andando per la mia strada.
 
Una volta di fronte alla cucina, lanciai un occhiata ai miei genitori che ancora se ne stavano seduti dov’erano prima.
 
Quando mi videro, spalancarono appena la bocca per dire qualcosa, ma io li anticipai, sorridendo ad entrambi e facendo un veloce inchino prima di uscire fuori da quella strada.
 
Il sole fuori splendeva in cielo e sembrava essere felice come me.
 
Sungyeol era già in macchina e picchiettava le dita contro il volante, infastidito.
 
Aprii la portieri e salii su quell’auto, attirando l’attenzione dell’alto ragazzo, che per colpa dei raggi di sole si era rimesso gli occhiali.
 
-Finalmente! – disse quasi in un sospiro – Ce l’abbiamo fatta, eh! – spostò la sua attenzione su di me, che mi stavo allacciando la cintura – Che accidenti ci fai con un cuscino in mano?! Vuoi dormire durante il viaggio?!
 
Sorrisi, scuotendo la testa, e rispondendogli con un’altra domanda, mentre lui accendeva l’auto e ce ne andavamo da quel posto.
 
-Cosa ci fai qui?
 
Sungyeol sbuffò – Al posto di ringraziarmi mi fai certe domande?! Guarda che posso benissimo lasciarti a piedi! – ribatté, eppure non sentii una particolare irritazione nella sua voce.
 
Lo guardai, desideroso di risposte.
 
L’alto ragazzo si sentì osservato e poco dopo riaprii bocca, concentrandosi sulla strada – Tuo fratello.
 
-Uh??
 
Che cosa c’entrava lui in tutto questo?
 
-Mi ha mandato un messaggio ieri notte chiedendomi di venirti a prendere, di aiutarti e bla bla. … Spero tu l’abbia ringraziato! È di certo un fratello migliore di te.
 
Sorrisi, per nulla offeso da quell’affermazione.
 
-Dovresti sentirti onorato ad avere un fratello così. Non so se il mio sarebbe felice di sapere che sono omosessuale …
 
Lo guardai, sorpreso – Vuoi dire che non …
 
Sungyeol scosse appena la testa – No, la mia famiglia non ne sa nulla … e per ora forse è meglio così. Nemmeno so se Myungsoo se ne sia accorto …
 
Mi dava una strana gelosia vedere che quel giovane metteva allo stesso livello d’importanza la sua famiglia e Myungsoo, proprio come facevo io.
 
Ma arrivati a quel punto poco importava.
 
L’unica cosa a cui dovevo pensare era ciò che avrei detto a Myungsoo una volta che fossi ritornato a casa.
 
Un semplice scusa non sarebbe mai bastato.
 

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~ Note dell’autrice ~

Quanto sono brava * gongola, gongola * /?
Per una volta ho aggiornato in perfetto orario, anzi in anticipo ; // ; Sono sorpresa da me stessa, ma l’ispirazione per scrivere c’era, quindi non aveva senso ancora farvi aspettare.
Ci ho atteso un’eternità (o meglio, 47 capitoli!) per poter narrare questa scena … e naturalmente, come per tutte le scene che desidero scrivere, è venuta peggio di quanto avevo previsto.
Mi scuso, ma io e le scene serie siamo come io e le scene di sesso: non siamo proprio amiche, no no. Forse nemmeno siamo conoscenti ….
Insomma, spero non abbia fatto troppo schifo e che siate soddisfatte di come si è capovolta la situazione ^^ (visto che molte di voi mi avevano minacciato di farli rimettere insieme …) Ora dobbiamo solo vedere se Myungsoo accoglierà Sungjong a braccia aperte oppure no. (parlo come se non fossi l’autrice e non sapessi già come va a finire, … ok ._.)
Molte di voi (compresa mia sorella) avevano indovinato chi aveva mandato il messaggio misterioso e chi sarebbe andato a prendere Jongie ….
Era così scontato?? ; A ; E io che la pensavo un’idea così originale ….
Mah, vabbè, sono felice del fatto che molti avevano già indovinato come sarebbero andate le cose ^^
Grazie per aver letto questo capitolo …. Che è infinito per i miei canoni! o.o Sono circa 18 pagine di Word! .-. Sono sorpresa da me stessa!
Ringrazio in modo particolare chi ha recensito: hae na, Hizu, Sug e Made (si, sei tu che mi hai riempita di minacce u.u♥)~♥La mia sorellina perché anche lei aveva indovinato il seguito e perché continua a leggere queste ff ♥E la mia bias, che non credo nemmeno abbia ancora avuto il tempo di leggere l’altro capitolo, ma è sempre tanto dolce con me e la mia ff♥
E basta, grazie a tutti voi lettori~
Ieri stavo facendo un rapido calcolo delle persone che hanno messo la ff tra le preferite/seguite/ricordate e in totale siete 59… mah, considerando che la sezione degli INFINITE è poco frequentata siete davvero tanti … MA ANCHE SE FOSSE POPOLARE SAREI COMUNQUE COMMOSSA T A T ♥SIETE TANTISSIMI PER ME♥
VI AMO TANTISSIMOOOO *^*

Ok, basta, … me ne vado.
 
Grazie ancora di tutto! Siete meravigliosi ~
 

Alla prossima;

 
Tantissimi chu ~♥
Maggie
 

Ps. Nello scorso capitolo mi ero dimenticata di chiedervi se avevate visto il teaser degli INFINITE e cosa ne pensavate … quindi ve lo chiedo ora ^^
Io cosa ne penso?
Vi basta sapere che ho pianto. E piango ogni volta che lo rivedo.
Ok, sono matta.
Me ne vado (〜 ̄▽ ̄)〜

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***



[Sungjong POV]
 


Quanto tempo era passato? Quanti giorni erano trascorsi??
 
3 o poco più.
 
E allora perché sembrava tutto così diverso?
 
Mentre entravo dentro quel palazzo e l’odore familiare di quel posto mi riempiva le narici, mi sentivo come un estraneo.
 
Mi sentivo proprio come parecchi mesi fa, quando avevo varcato quella possente porta di legno, che dava un ché di occidentale a tutto il posto, in compagnia del proprietario di quello che sarebbe diventato il mio appartamento.
 
Quasi potevo ricordare le emozioni che avevo provato. Emozioni contrastanti che stavano lottando dentro di me.
 
Da un lato ero triste di dover abbandonare la routine quotidiana, a cui tutti quegli anni ero stato abituato, ma dall’altro lato il cuore mi batteva forte, eccitato quanto me.
 
Ero certo che stando in quella città sconosciuta qualcosa sarebbe cambiato, sia dentro di me che nella mia vita. E in effetti non avevo avuto torto.
 
Spesso ci dicono di non giudicare tutto alla prima impressione, che spesso può essere troppo affrettata e quindi non del tutto giusta. Ma forse avevo fatto bene ad ascoltare ciò che la mia mente aveva subito pensato.
 
Quindi, avrei dovuto accettare anche quei primi pensieri che stavano nella mia testa in quel momento, mentre salivo le scale che mi avrebbero portato in un appartamento conosciuto?
 
Eppure, qualcosa dentro di me mi stava bloccando.
 
Qualcosa dentro di me mi stava dicendo di essere cauto.
 
Stavo pensando alla felicità che avrei provato potendo finalmente rivedere Myungsoo. Poterlo finalmente riabbracciare e considerarlo mio, fregandomene dei pensieri degli altri.
 
Eppure un groppo si stava formando nella mia gola.
 
E mi rendeva indeciso ed insicuro.
 
Se Myungsoo non mi avesse rivoluto con lui?
 
No, non aveva senso. O forse si?
 
Dopo tutto quello che gli aveva fatto patire, dopo la figura da codardo che avevo fatto, dopo non aver considerato le sue suppliche che mi chiedevano di ritornare indietro … sarebbe stato davvero così felice di vedermi?
 
Tirai su col naso, picchiettandomi le guance con entrambe le mani.
 
Dovevo smetterla di farmi inutili giri mentali.
 
Dovevo smetterla di fare il codardo, e affrontare semplicemente la realtà, accettando quindi le decisioni che avrebbe preso Myungsoo, qualunque esse sarebbero state.
 
Non sarei scappato nuovamente, rifugiandomi dove pensavo non sarei rimasto ferito.
 
Dovevo semplicemente aprire quegli occhi di cui andavo fiero, e affrontare ciò che mi stava aspettando.
 
Feci per prendere le chiavi da una tasca dei jeans, quando mi ricordai che non le avevo prese con me.
 
Quando me ne ero andato da quella casa, avevo avuto appena il tempo di prendere il cellulare e nulla più.
 
E quindi? Ora che facevo?
 
Sapevo che Myungsoo non era in casa: Sungyeol mi aveva rivelato di averlo accompagnato a lavoro quella mattina.
 
Avevo intenzione di andare al bar, senza dover aspettare il suo ritorno a casa.
 
Ma non me ne sarei certo potuto andare in giro per la città con un cuscino in mano.
 
Sarei passato per un senzatetto, e l’idea di ricevere sguardi pieni di pena dalla gente proprio non mi ispirava.
 
Me ne rimasi ancora un po’ fuori dalla porta, stringendo forte quel tessuto bianco, indeciso su cosa fare.
 
Quando mi ricordai della chiave di riserva che io e Myungsoo avevamo segretamente nascosto sotto il tappetino dell’entrata, in caso che uno dei due avesse – per qualsiasi motivo - perso le proprie chiavi.
 
Alzai quel tappeto che mi dava il “benvenuto a casa” e felicemente trovai quell’utile oggetto di metallo chiaro.
 
E, quando finalmente fui entrato in quell’appartamento, un miagolio sinceramente contento mi accolse, scaldandomi il cuore.
 
Presi tra le mani quel gattino arancione che mi leccò la punta del naso.
 
Avevo passato con lui solo una manciata di minuti, eppure sembrava stranamente riconoscermi.
 
Felice di questo, me ne andai velocemente in camera da letto dove appoggiai il cuscino di fianco a quell’orsacchiotto dello stesso colore, mentre quel cucciolo di gatto ancora mi girava per le gambe.
 
Prima di decidermi ad uscire da lì, spostai lo sguardo su di lui, che si mise seduto davanti a me, quasi pronto ad ascoltarmi.
 
Mi accovacciai davanti a lui – Augurami di tornare qui stasera. – gli dissi semplicemente, grattandogli la piccola testolina pelosa.
 
Il gattino mi rispose con una serie di profonde fusa, e questo mi rassicurò ancora di più, spingendomi ad uscire da quella casa e a dirigermi verso una meta ben precisa.
 
--
 
Me stavo fermo in un punto non preciso di quella strada affollata, mentre un improvviso senso di dejà vu faceva capolino.
 
Mi tornarono alla mente spezzettoni del sogno della notte prima, quando mi ero ritrovato ad osservare la vetrina di quel bar.
 
Non è che anche questa volta mi sarei ritrovato Myungsoo e Sungyeol seduti felicemente insieme?
 
Risi appena per quei pensieri inutili, buttando l’occhio con discrezione in quel posto, alla ricerca di una singola persona, che però non riuscivo a vedere.
 
Quelle strade quel giorno erano più affollate del solito e tutti quei locali erano stracolmi di gente.
 
Aspettai ancora un po’ fuori, nella speranza di vederlo comparire dietro a tutte quelle teste sconosciute, ma inutilmente.
 
Quando, poi, un mucchio di vecchiette cominciarono a guardarmi, dall’altra parte della vetrina, come se fossi un pazzo, fui costretto ad entrare.
 
Era la prima volta che entravo in quel bar. Mi era sempre capitato di guardarlo solo da lontano.
 
Ero un bel posto di quelli che ti mettono a tuo agio anche se, come in quel caso, è pieno di clienti e volti non conosciuti.
 
Ancora all’entrata, mi alzai appena sulle punte, cercando una testa conosciuta tra tutte quelle, evitando di attirare troppo l’attenzione.
 
Ma ebbi l’effetto contrario.
 
-Ha bisogno di aiuto? Desidera un tavolo?? – mi chiese con un sorriso di riguardo una delle camerieri di quel posto.
 
Una di quelle cameriere che, ancora prima che cominciasse a lavorare, erano sempre girate intorno a Myungsoo.
 
Vista da vicino era davvero molto bella. Una di quelle bellezze comuni, che però non puoi far altro che notare.
 
Ancora mi chiedevo come Myungsoo avesse potuto scegliere proprio me, quando avrebbe potuto avere la più bella delle ragazze al suo fianco.
 
Sempre se mi avesse rivoluto ancora una volta con lui …
 
-Oh no no, grazie. – mi affrettai a dirle – In realtà … stavo cercando una persona … - ammisi.
 
-Una persona? – ripeté lei, ma prima che potesse chiedere nient’altro, una voce la fermò.
 
-Sungjong?
 
Sobbalzai sorpreso, mentre il cuore – che aveva già riconosciuto quella voce – batteva forte.
 
Guardai dietro le spalle della cameriera, che si era girata con me verso quella persona, incontrando la sua figura con un vassoio pieno di bicchieri e pietanze in mano, probabilmente appena uscito dalla cucina di quel posto.
 
-Sungjong … - ripeté nuovamente il mio nome, come se stesso cercando di convincere sé stesso.
 
-M-Myungsoo … - riuscii appena a dire, dopo che la cameriera se ne fu tornata al fianco delle sue colleghe al bancone, ma senza staccare l’attenzione da me e L, come stava facendo anche il resto del bar.
 
Ma che importava se avevo gli occhi di tanti sconosciuti addosso in quel momento?
 
Ora mi importava solo di un paio di occhi. Occhi che mi stavano osservando da testa a piedi, spalancati e sorpresi.
 
-S-Sungjong … - si ritrovò a ripetere, ancora e ancora, e io non potei che trattenere un sorriso, mentre gli occhi cominciavano a pungere.
 
-Si, Myungsoo … sono io. – mi ritrovai a dire la più banale delle cose, mentre quest’ultimo non dava segni di volersi muovere o aggiungere qualcos’altro.
 
Mi osservava con ancora quegli occhi spalancati, ma non ero in grado di stabile cosa stesse provando, troppo impegnato a decifrare il mio groviglio di emozioni improvvise.
 
Era felice? Era arrabbiato? Era deluso?
 
Non ero certo.
 
Voleva abbracciarmi? Voleva scacciarmi?
 
Non ero più certo di nulla.
 
Myungsoo continuava a starsene immobile. Lontano da me.
 
Mi morsi nervosamente un labbro, mettendo fine a quel contatto visivo che avevo avuto per tutto quel tempo con lui.
 
-Myungsoo … - cominciai a dire – M-Mi dispiace … mi dispiace di tutto … non era mai stata mia intenzione l-lasciarti … - continuai, indeciso su cosa dire, consapevole che quelle parole non avrebbero risolto granché – Lo so che ora sei arrabbiato con me …. M-Ma io vorrei solo che … - le mie parole barcollarono, mentre un forte rumore mi bloccava.
 
Alzai il volto,confuso, e fu tutto questione di secondi.
 
In pochi secondi,quel vassoio pieno di ordini cadde rovinosamente a terra, facendo frantumare in mille quei bicchieri di vetro.
 
In pochi secondi, Myungsoo arrivò davanti.
 
In pochi secondi, le mie paure furono completamente scacciate.
 
Stretto in quel forte, quasi soffocante, abbraccio, non potevo avere più dubbi.
 
Myungsoo non era arrabbiato con me.
 
Immobile, incapace di reagire, mi limitavo a rimanere fermo, stretto tra le sue braccia.
 
Quanto mi erano mancate simile strette. Non ne avrei mai potute fare a meno.
 
Non mi preoccupavo di nulla, quando un suono dolosamente familiare arrivò alle mie orecchie.
 
Sobbalzai sorpreso, cercando di vedere in faccia Myungsoo.
 
Ma quest’ultimo si limitò ad affondare il viso nella sciarpa che copriva il mio collo sottile, non cercando di trattenere quei singhiozzi.
 
Strinsi forte a me Myungsoo, senza dire nulla, trovandolo solo così fragile in quel momento.
 
Con il viso affondato nei suoi capelli profumati, continuai a tenerlo stretto a me.
 
Solo un a forte voce mi fece allontanare il volto da lui.
 
-Ma che accidenti sta succedendo qui?! – tuonò una voce maschile che mi fece sobbalzare, ma che non mosse Myungsoo nemmeno di un millimetro.
 
Alzai lo sguardo verso quell’uomo, che riconobbi come il capo di L, che ora stava fissando imbestialito quel mucchio di frammenti di vetro a terra.
 
-Ma che diamine ha fatto questa volta?! – continuò a parlare – E’ mai possibile che … - cominciò a dire, concentrandosi poi su di me e Myungsoo.
 
L’alto uomo si avvicinò alla cameriere di quel posto, riunite dietro al bancone di quel posto – Ma che … sta piangendo? – chiese alzando un sopracciglio e parlando più a bassa voce, cominciando poi a fissarmi.
 
Rabbrividii e abbassai lo sguardo, imbarazzato.
 
-Ma chi è quello? – chiese sempre alle ragazze, alludendo a me.
 
Quelle alzarono le spalle – Mah, non lo sappiamo … magari è il fratello … - cominciarono a supporre, ma troppo a bassa voce per sentirle.
 
-Impossibile! – ribatté un'altra cameriera – Non si assomigliano per niente!
 
-Ha ragione! Per me sono amici …
 
-Tsk, ma se si vede lontano un miglio che hanno gli stessi capelli!
 
-Che c’entrano ora i capelli?! Posso benissimo esserseli tinti.
 
Quei futili discorsi continuarono ancora per un po’, mentre io mi limitavo semplicemente a tenere stretto Myungsoo.
 
Se solo non fossi stato così preso da quel ragazzo, le mie guance sarebbero di certo arrossite e sarei affondato nell’imbarazzo più totale, avendo gli occhi di tutti addosso.
 
Feci per appoggiare il mio volto contro la testa di Myungsoo, quando si udì una fievole voce.
 
-Non puoi nemmeno lontanamente immaginare quanto mi sei mancato.
 
Avrei voluto rispondergli. Rispondergli e fargli sapere che invece si, potevo immaginare quanto gli fossi mancato, calcolando la mancanza che io stesso avevo provato per lui.
 
Ma mi limitai a stringerlo ancora di più, mentre i suoi singhiozzi diminuivano lentamente.
 
-Ho avuto paura, così tanta paura . . .
 
Mi torturai il labbro inferiore, mentre chiudevo gli occhi.
 
-Pensavo .. pensavo davvero che non ti avrei più rivisto. E stavo quasi per abituarmi all’idea …
 
Il mio respiro venne a meno. Era riuscito a dimenticarmi?
 
-Ma era tutto impossibile … Il tuo volto continua ad apparire, e apparire ancora. – la sua voce era ovattata dalla mia sciarpa, ma le sue parole mi arrivano comunque chiare alle orecchie – Dovrei essere arrabbiato con te . . . Mi hai fatto stare male. Soffrire inutilmente. Non hai mai risposto a nessuna mia chiamata a nessun mio messaggio … era tutto così straziante. Nemmeno sapevo se stessi bene, dov’eri o cosa stessi facendo. Mi sarebbe bastato anche solo una tua semplice risposta … mi sarebbe bastato anche solo sapere che non volevi più tornare da me, … almeno non avrei passato notti insonni a pensare dove fossi finito. Sungjong, … non puoi capire quanto di abbia odiato.
 
Strabuzzai appena gli occhi, prendendo poi grandi boccate d’aria, mentre le prime lacrime spingevano, volendo uscire.
 
Allora era come avevo pensato.
 
Myungsoo mi odiava davvero.
 
E come non capirlo? Ero stato un codardo ed ero scappato, senza preoccuparmi di lui.
 
Mi era sembrata la cosa più giusta da fare, anche se la più dolorosa.
 
Normale che ora mi odiasse.
 
Mi maledissi, mentre sciolsi appena la stretta intorno a lui.
 
Perché mi abbracciava, se i sentimenti che lo tormentavano erano pieni di odio nei confronti?
 
Myungsoo si staccò da me, fissandomi dritto negli occhi.
 
Non riuscii a sostenere a lungo il suo sguardo che subito il mio cuore si strinse alla vista di quelle ‘cose umidicce’ che imperlavano il suo volto.
 
Continuavo a non capire le sue emozioni, ma qualcosa mi diceva che presto le avrei comprese.
 
Myungsoo mi sorrise, prendendomi il volto tra le mani, e asciugandomi qualche lacrima, scesa senza che me ne rendessi conto, con il pollice.
 
Continuano a non capire nulla, eppure mi ritrovai a sorridere con lui, mentre mi stringeva le guance tra le sue mani, facendo diventare la mia faccia simile a quella di un pesce.
 
-M-Mi fai male. – riuscii a sbiascicare, tirando su col naso.
 
-E’ quello ti meriti. – disse sereno Myungsoo – Mi hai fatto stare tanto male, Jongie.
 
Singhiozzai appena, mentre nuove e calde lacrime scendevano sulle mie guance, e i miei occhi fissavano quelli rossi – quanto i miei – di L.
 
-Dovrei darti la colpa per tutto il dolore che mi hai fatto provare. Dovrei darti la colpa per tutto quello che mi hai fatto patire. Eppure …. Preferisco dare tutta la colpa a me. – ricominciò a parlare, senza togliere le mani dal mio viso.
 
-Forse sono scemo … e magari lo sono davvero. Ma non ho intenzione di incolparti per nulla.
 
Tirai ancora su col naso e Myungsoo era già a raccogliere le mie lacrime tra le sue mani.
 
Avvicinò il viso al mio, facendo strofinare il suo naso umido dalle lacrime contro il mio, altrettanto bagnato.
 
Mi fissò per un po’ con i suoi occhi profondi, seppur più sottili dovuti al troppo piangere.
 
-Aigoo … - finse di lamentarsi – Ma quanto posso amarti?
 
Trattenni un respiro, mentre anche il mio cuore pareva essersi bloccato per qualche istante.
 
Perché doveva essere tutto così perfetto?
 
Avrei voluto parlare. Avrei voluto parlare e dirgli che anche io lo amavo. Che lo avrei sempre amato. Che non l’avrei più lasciato da quel momento in più.
 
Avrei voluto dirgli mille cose, scusarsi in mille modi,  … ma mi fu impossibile e la mia voce fu bloccata.
 
Fu ancora questione di pochi secondi, e le labbra di Myungsoo erano sulle mie.
 
In quella giornata, il tempo sembrava essere scandito in maniera diversa dal solito.
 
Il tempo in quella giornata non era diviso in momenti, ore o minuti.
 
No, erano i secondi a fare da padroni.
 
Li trascorrevo e li assaporavo, rendendomi conto solo in quel momento della loro importanza.
 
Rendendomi solo conto ora degli incalcolabili secondi che avevo trascorso insieme a Myungsoo fino a quel momento.
 
Una vita pareva infinita se si consideravano i secondi.
 
Una storia d’amore sembrava infinita.
 
Premetti le mie labbra contro quelle di Myungsoo, sorprendendomi ancora di come combaciassero bene.
 
Sembravano essere sempre state destinate ad assaporarsi l’un altre.
 
Era una sensazione così rasserenante.
 
Le labbra di Myungsoo avrebbero sempre e solo baciato le mie.
 
Non importava cosa sarebbe successo.
 
Solo le mie labbra riuscivano a gustare a pieno quelle di Myungsoo.
 
Alzai le mani per toccare le sue, che ancora stringevano la mia faccia, in una dolce stretta.
 
Myungsoo si staccò di pochi millimetri da me, leccando poi le mie labbra che sapeva del caldo salato delle lacrime.
 
Mi sorrise con ancora la labbra appoggiate sulle mie, staccando poi le mani dalle mie guance e intrecciando le sue dita con le mie.
 
Lo osservai.
 
Osservai quel viso che mi stava sorridendo, ed ero certo che mi avesse perdonato.
 
Non mi meritavo un ragazzo così dannatamente perfetto.
 
Continuammo a fissarci negli occhi, mentre le pagliuzze dorate dei nostri occhi, causate dal riflesso del sole, si intrecciavano tra di loro.
 
Ma quella calma e rasserenante pace fu interrotta.
 
Entrambi ci girammo da dove avevamo sentito provenire quei rumori.
 
Le camerieri di quel bar ci avevano osservati per tutto quel tempo, e ora stavano squittendo come se fossimo la coppia idol più famosa del momento.
 
Voltai lo sguardo imbarazzato da un’altra parte, ma questo servii solo a far colorare di più le mie guance.
 
L’intero bar affollato ci aveva osservato fino a quel momento, e ancora ci guardava.
 
Chi confuso. Chi sorpreso. Chi felice. Chi disgustato.
 
Velocemente mi nascosi dietro la schiena di Myungsoo, coprendomi le guance bollenti con le mani.
 
Perché succedevano sempre a me certe cose?!
 
Myungsoo, dal canto suo, non provava il benché minimo imbarazzo.
 
Se ne stava risoluto, dandomi le spalle mentre sorrideva alla sue colleghe, che subito si nascosero una dietro all’altra, troppo prese da quella situazione.
 
Il mio ragazzo si schiarì la voce – Uhm, capo . . . – cominciò a dire, rivolgendosi all’alto e ben piantato uomo – Posso avere il resto della giornata libera??
 
Sobbalzai sorpreso, senza però uscire dal mio nascondiglio.
 
L’uomo spalancò appena gli occhi, per poi alzarli al cielo – Che?? Non sei qui nemmeno  da tre ore e già te ne vuoi andare?! Il tuo turno finisce stasera! – disse, buttando fuori il fiato – Credi che io …
 
-Eddaiiiiiiiiii - cantilenarono le cameriere in coro – Lascialo andare a casa ~ - continuarono a pregarlo.
 
Alzai appena gli occhi da dietro le spalle di Myungsoo, per vedere quello che stava succedendo.
 
Quelle cameriere che avevo sempre invidiato e in un qualche modo odiato stavano dalla nostra parte.
 
Che strana cosa.
 
Probabilmente si, solo a me certe cose capitavano.
 
Quelle ragazze cominciarono a fare tutti i tipi di aegyo possibili, nella speranza di smuovere la figura imponente di quell’uomo.
 
Così alla fine, quest’ultimo fu costretto a distogliere da quelle scenetta smielata e a sbuffare.
 
-Eh d’accordo. – ci disse alla fine – Vattene pure via, Myungsoo. – poi rivolgendosi al resto del bar – E voi che avete da guardare?! Tornatevene a mangiare!! – e detto questo, se ne tornò da dov’era venuto.
 
Myungsoo si girò verso di me, e mi sorrise stringendomi ancora il viso con le sue mani.
 
-Vado a cambiarmi e a prendere la mia roba. Torno subito, eh ~ Non te ne scappare ~ - mi avvertii, scherzosamente e poi lasciandomi lì.
 
Gli sorrisi, accorgendomi solo dopo di essere completamente scoperto e vulnerabile ora, senza lui da farmi da scudo contro gli sguardi della gente.
 
Ma dopo l’ennesima occhiata, tutti tornare a fare quello che avevano fatto prima del mio arrivo.
 
Tirai un sospiro di sollievo, mentre tenevo lo sguardo basso e mi torturavo l’orlo del maglione, nell’attesa del ritorno di Myungsoo.
 
-Ma che bella ragazza ~
 
Mi girai verso quella voce che aveva cantilenato quella frase per vedere a chi si stesse riferendo.
 
Ma mi ritrovai faccia a faccia con un gruppo di vecchiette che stavano consumando il loro the e pasticcini, fissandomi.
 
-Uh? – feci, girandomi per vedere a che ragazza stessero facendo riferimento.
 
-Sei proprio una bella ragazza ~ - ripeté una delle 4 vecchiette, indicandomi con il mento.
 
Sgranai gli occhi.
 
Scherziamo? Mi stavano seriamente scambiando per una ragazza?!
 
Va bene che ero vestito pesante e che avessi i capelli piuttosto lunghetti . . . ma ero ben diverso da una ragazza! . .  No?
 
-No, i-in realtà … - cercai di ribattere, inutilmente.
 
-Il nostro Myung ha proprio bei gusti ~
 
-Essì ~ Ha scelto proprio una bella ragazza ~
 
Sospirai. Quelle erano di certo clienti abituali.
 
-Nonnine … io non sono proprio …
 
-Oh ~ Ma che voce soave ~ Potrebbe fare la cantate ~
 
Voce soave … ?! Ma checcos-
 
-Ma guardate che lineamenti delicati ~ E’ proprio bella ~
 
-Ma davvero ~ In confronto mia nipote è proprio una racchia ~
 
Sbuffai rumorosamente.
 
-Ma nonnine, io n-non sono …
 
-Eccomi qui ~ -sobbalzai mentre qualcuno aveva appoggiato una mano sulla mia spalla.
 
-Oh Myungsoo ~ - squillarono ancora le voci delle vecchiette – Ci stavamo complimentando con la tua ragazza ~ E’ davvero bella ~ Prenditi cura di lei, eh? ~
 
-M-Ma io non sono una …
 
-Grazie ~ So anche io che è bellissima! – concordò Myungsoo, stringendomi una mano, e facendomi quasi strozzare con una saliva – Ora dobbiamo andare, … ci vediamo domani ~
 
-Ciao ciao, Myung ~ - cantarono in coro, salutandoci col loro manine segnate dal tempo e ricominciando a chiacchierare tra di loro di futili discorsi.
 
Myungsoo mi trascinò fuori dal locale, stringendomi forte la mano, come se avesse paura di lasciarmi andare.
 
Si fermò una volta che fummo in strada e baciò un angolo della mia bocca.
 
-Andiamo a casa ~

 

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~ Note dell’autrice ~

Salve lettori *^* Sono tornata con il seguito, che spero abbiate gradito ~
A me non piace particolarmente … non è venuto come avevo desiderato, ed è pure piuttosto lungo (21 pagine di Word +-+). Ma mia sorella ha detto che è bello … perché finalmente succede qualcosa.
Non sapendo se prenderlo come un complimento o altro, mi astengo dal commentare.
Comunque, grazie a tutti voi per aver letto ~
Dall’ultima volta, il numero dei lettori è visibilmente aumentato *^* Siamo 65 in tutto ; ; E io che pensavo che dopo un po’ nessuno più avesse voglia di leggere questa ff ;; ♥
Siete un amore e per questo vi ringrazio♥
Un grazie in particolare ha chi ha recensito: hae na, la mia unnie Made, e Hizu ♥
E grazie anche alla mia bias adorata ultimate bias, e a mia sorella ♥
Ringrazio anche i nuovi lettori e chi continua a seguirmi ; ; ♥
Recensite, recensite ~♫♪
 
Mah, nulla più.
Solo …. – 3 GIORNI.
E voi sapete bene a cosa mi riferisco♥
Avete sentito la preview dell’album?? Io sono morta E appena è uscito, ho subito preordinato cd e poster ~♥
Muoio  

Alla prossima;
 
Tantissimi chu ♥
Maggie 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***



[Sungjong POV]


 
La stretta della sua mano aumentava sempre di più, passo dopo passo, mentre le nostre dita continuavano a rimanere intrecciate tra di loro, inseparabili.
 
Camminavamo tranquilli per quelle strade conosciute, come tante altre volte avevamo fatto.
 
Ma questa volta, un sentimento di improvvisa serenità si diffondeva tra di noi, rendendoci tranquilli e rilassati come non mai.
 
Non avevamo fretta. Camminavamo lenti, godendoci quegli attimi trascorsi insieme.
 
Dopo aver passato tanto tempo in compagnia di Myungsoo, aveva cominciato a considerare la sua compagnia quasi ovvia e scontata. Solo ora mi rendevo conto di quanto fosse preziosa.
 
Dopo tutto quello che avevamo passato in pochi giorni, cominciavo a considerare il tempo passato insieme fin troppo importante.
 
Anche il più corto dei secondi sembrava degno di particolari attenzioni se al mio fianco c’era Myungsoo che, come in quel momento, teneva stretta la mia mano, forte.
 
Nessuno parlava. Ascoltavamo solamente i rumori della città che si mescolavano con quelli della primavera che stava arrivando.
 
Che senso aveva parlare quando un tranquillo silenzio creava già l’atmosfera?
 
Perso tra i miei pensieri, concentrato soltanto a tenere intrecciate le dita delle mie mani con quelle di Myungsoo, non mi ero accorto di essere già arrivato ai piedi di quell’appartamento.
 
Solo quando L staccò la mia mano dalla mia, in cerca delle chiavi nella sua tracolla di pelle nere, mi resi conto di dove fossi.
 
Velocemente aprì quel portone e subito dopo, senza aspettare nemmeno un millesimo di secondo, Myungsoo riafferro la forte la mia mano.
 
Questo improvviso senso di protezione nei miei confronti mi rendeva felice. Capivo quanto realmente ci tenesse a me.
 
Ma allo stesso tempo mi intristiva, rendendomi conto della dolorosa e improvvisa separazione che aveva dovuto provare.
 
Se ora aveva paura a lasciarmi andare, era anche per quello.
 
Strinsi la sua mano in risposta, come a volergli ricordare la mia presenza in quel momento, e volerlo rassicurare.
 
Non me ne sarei andato più così facilmente.
 
Myungsoo si girò un attimo verso di me, sorridendomi, come se i miei pensieri lo avessero concretamente raggiunto, e poi riprese a camminare, trascinandomi su per le scale, verso quell’appartamento che da tempo ormai condividevamo.
 
Ancora una volta, aprì la porta per me e mi fece entrare in quell’appartamento.
 
Mi tolsi scarpe e giacca, mentre anche lui faceva lo stesso, poi mi trascinai lento in giro per la casa, come se fosse la prima volta in cui ci mettevo piede.
 
E forse era così.
 
Quando prima ci ero entrato per appoggiare velocemente le mie cose, non avevo fatto particolare attenzione a quell’appartamento.
 
Come non avevo fatto a notare quell’improvviso disordine?
 
Un disordine che prima d’ora non c’era mai stato.
 
Myungsoo era un ragazzo troppo preciso e ordinato anche solo per lasciare un singolo granello di polvere.
 
Eppure, in quel momento, il letto era sfatto, qualche stoviglia riempiva il lavandino in attesa di essere lavata, i vestiti erano malamente piegati su un mobile, e una strana sensazione di solitudine si poteva facilmente percepire.
 
Come avevo potuto permettere che si riducesse in quel momento?
 
Ero davvero io la causa di quel disordine sconosciuto?
 
-Sungjong? – Myungsoo richiamò la mia attenzione, venendo dietro di me, che mi trovavo al centro di quella camera da letto.
 
Mi girai verso di lui, senza riuscire a trattenere nuove lacrime.
 
Prontamente L le raccolse tra le mani, non permettendo di farle scontrare con la mia pelle, infreddolita dal vento.
 
-Non piangere. – mi sussurro dolcemente e quasi impercettibile.
 
Tirai su col naso, non riuscendo a bloccare un nuovo singhiozzo e senza poter togliere quell’improvviso nodo alla gola.
 
-M-Mi dispiace … - riuscii appena a dire, tra una lacrime e un’altra, che non facevano che scendere – I-Io ti ho fatto stare così male …
 
Myungsoo spostò una mano dalla mia guancia, appoggiandola sulla mia bocca.
 
-Shh ~ - fece solo, con un tono rilassante, in grado di calmarmi almeno un pochino – Non c’è bisogno di scusarsi. Ora è tutto passato.
 
Mi sorrise nuovamente, e io non potei far altro che ricambiare quel dolce gesto.
 
Come poteva essere così?
 
Come poteva comportarsi in quel modo?
 
Dopo tutto quello che era successo, come poteva ancora dimostrarmi affetto??
 
Io mi odiavo per quello che avevo fatto. Perché lui no?
 
Non che volessi che lo facesse, ma mi sembrava così ingiusto che lui avesse dovuto soffrire così tanto, e che ora era già pronto a riaccogliermi nella sua vita.
 
Però, pensandoci meglio, se fossi stato nella sua situazione, non sarei mai riuscito ad odiarlo.
 
Avrei perdonato qualsiasi suo sbaglio, perché il mio amore per Myungsoo andava ben oltre.
 
Sarei sempre stato pronto a riprenderlo al mio fianco, a dargli infinite possibilità perché lo amavo, eccome se lo amavo.
 
Quel flusso continuo di pensieri fu interrotto dalla labbra di Myungsoo, che si poggiarono delicate sulle mie, ancora e ancora.
 
Quello che era cominciato come un semplice tocco per confortarmi e cercare di bloccare quelle lacrime salate, sembrava non trovare più fine.
 
Le nostre labbra si staccavano l’uno dall’altra, ma solo per riprendere aria.
 
Ed ecco che, velocemente, ci ritrovavamo ancora presi da quel bacio, beandoci di quegli attimi di pure amore e piacere.
 
Myungsoo portò una mano dietro la mia fronte, facendo avvicinare ancora di più i nostri visi e le nostre bocche, mentre la mia lingua leccava i contorni delle sue labbra, come alla ricerca di un permesso.
 
Ed ecco che ben presto arrivò, e L socchiuse appena la bocca, permettendo alle nostre lingue di incontrarsi e assaporarsi, come non facevano da tanto.
 
Senza staccarsi da me, Myungsoo cominciò a muovere i primi passi in quello che potevamo chiamare una sorta di ballo. Ballo a cui ero abituato, ma che ogni volta mi sembrava nuovo e sconosciuto.
 
Spingendomi appena all’indietro, tenendo le mani strette intorno ai mie fianchi, mi fece atterrare a sedere su quel letto sfatto.
 
Mi trascinai all’indietro, sdraiandomi sul quel materasso, tirando giù con me anche Myungsoo, che intanto aveva preso a sbottonare i bottini del mio maglione di cotone chiaro.
 
Lanciò quell’indumento, solo d’intralcio in quel momento, sul parquet, staccando poi le labbra dalla mia bocca e cominciando a concentrarsi sulla pelle scoperta del mio collo.
 
Mi piaceva come da un semplice bacio arrivavamo a tutto questo. In modo semplice. Spontaneo. Normale.
 
Quando ero con Myungsoo non provavo il benché minimo imbarazzo, solo quando ripensavo a ciò che avevamo fatto le mie guance si arrossavano senza che me ne accorgessi.
 
Ma in quel momento avevo ben altro di cui pensare.
 
Myungsoo si era staccato dal mio collo, e aveva preso di mira il mio petto alzando sempre di più quella maglietta sottile, in modo da non tralasciare nemmeno un pezzo della mia pelle.
 
Ma tutto questo era giusto?
 
Nemmeno 24 ore fa, Myungsoo piangeva per la mia separazione e quasi si era ritrovato ad odiarmi.
 
Eppure ora era di nuovo al mio fianco, pronto a dimostrarmi amore facendomi godere di piacere, mentre io me ne stavo sotto di lui, inerme, solo impegnando a gemere e a stringere forte i suoi capelli scuri.
 
No, non era assolutamente giusto.
 
Sarei dovuto essere io a fare tutto ciò. Sarei dovuto essere io sopra Myungsoo. Sarei dovuto essere io a provocargli piacere.
 
Eppure, in tutte le volte che avevamo fatto l’amore insieme, era sempre stato lui a condurre.
 
Per lo più io mi limitavo a essere passivo, ricambiando solo i suoi baci e accarezzandolo di tanto in tanto, quando non ero impegnato a stringere forte quelle lenzuola.
 
Eppure in quel momento, ero io quello che si sarebbe dovuto far perdonare.
 
Sapevo che Myungsoo non ce l’aveva con me, ma avevo bisogno di dimostrargli quanto tenessi a lui. Quanto fossi dispiaciuto per quello che era accaduto.
 
Per dimostrargli quanto lo amassi.
 
Myungsoo intanto continuava a fare il suo lavoro, … ma non avrebbe continuato ancora a lungo.
 
Facendolo sollevare appena da me, riuscii a sgattaiolare fuori dalla sua presa.
 
Myungsoo cadde di faccia sul materasso, e prima che lui potesse chiedermi qualcosa o io potessi ridere per la sua caduta, attaccai le mie labbra alle sue, capovolgendo la situazione, e trovandomi ora io sopra il suo corpo.
 
Mi osservava con gli appena spalancati, ma ricambiando quel bacio.
 
Staccai le labbra dalle sue prese e in un solo colpo gli tolsi il maglione e la t-shirt, entrambe nere. I nostri modi di vestire erano l’esatto opposto.
 
Mi segnai mentalmente di dovergli comprare qualche abito di un colore più accesso, mentre lasciavo baci e tracce di saliva su tutto l’ampio petto.
 
Stavo facendo giusto? Stavo andando bene??
 
Era la prima volta che mi trovavo a condurre e, non sapendo in realtà che cosa fare con precisione, mi limitavo a copiare ciò che Myungsoo aveva sempre fatto a me.
 
Se a me piaceva, sarebbe piaciuto anche a lui, no?
 
Speranzoso, mentre le mie mani e la mia bocca si muovevano da soli, quasi senza il mio controllo, ero impegnato a fare tutto ciò.
 
Solo un paio di rumori improvvisi, attirarono la mia attenzione, facendomi alzare lo sguardo dal suo petto.
 
Myungsoo stava davvero gemendo? Stava realmente gemendo per causa mia??
 
Non credevo possibile che solo quei miei semplice tocchi lo potessero fare godere di piacere.
 
Ma questo mi spinse ad andare avanti e a continuare ciò che avevo iniziato.
 
A cavalcioni su di lui, mi sfilai quella maglietta, gettandola a terra, non accorgendomi dello sguardo di Myungsoo che si era posato su di me.
 
-Dio, .. quanto sei bello.
 
Gonfiai le guance, imbarazzato.
 
Come poteva dirmi ciò? Io lo trovavo molto più bello di me.
 
Myungsoo fece scorrere un dito su tutto il mio petto nudo, portando poi una mano dietro alla mia nuca e facendo riunire le nostre labbra, nell’ennesimo e di certo non ultimo bacio di quella giornata.
 
Mi piegai di nuovo su di lui, facendo inevitabilmente scontrare i miei fianchi contro i suoi, e facendo uscire un “Ahh ~” da parte di entrambi.
 
Non avremmo resistito ancora a lungo, quello era poco ma sicuro.
 
Cominciai a sbottonare i suoi pantaloni, mentre Myungsoo continua a rimanersene passivo e remissivo, limitandosi a stringere forte i miei capelli scuri tra le sue mani.
 
Con un veloce gesto, feci finire anche quelli a terra, insieme al resto dei suoi indumenti, e cominciando poi ad accarezzare il suo membro da sopra la stoffa di quei boxer, anch’essi neri.
 
Myungsoo non cercava di trattenere quei gemiti, mentre tentava ancora di unire le nostre bocche, come alle ricerca di uno sfogo. Come alla ricerca dell’aria.
 
Se avessi continuato così, sarebbe finito tutti in fretta. Troppo in fretta.
 
Io invece avevo deciso che avrei fatto di tutto per provocare piacere a Myungsoo.
 
E con tutto, intendevo tutto.
 
Velocemente gli tolsi anche quell’ultimo indumento che lo copriva, ormai inutile e solo d’intralcio.
 
Stampai un bacio ai lati delle sue labbra, rosse e calde, per poi spingere due dita sulla sua bocca, come alla ricerca di un nuovo permesso.
 
E anche questo non attese molto ad arrivare.
 
Myungsoo leccò per bene quelle mie dita e, appena furono sufficientemente bagnate, le tolsi dalla sua bocca, cominciando così a prepararlo, un dito alla volta.
 
Non era la nostra prima volta, ma non eravamo mai stati in quelle posizioni.
 
Potevamo definirla, un’altra nostra prima volta.
 
Andavo con calma, sapendo bene il dolore che si provasse.
 
Myungsoo aprì gli occhi che aveva tenuto serrati fino a quel momento, e lasciò lentamente andare le lenzuola che avevo tenuto stretto, sorridendomi per quanto gli fosse possibile.
 
Lo presi come un via libera, e mi sbrigai a sostituire quelle dita col mio membro.
 
Velocemente mi liberai anche io del resto dei miei abiti.
 
Fermo, mentre aspettavo che Myungsoo si abituasse a quella nuova posizione e che il piacere sostituisse il dolore, ripresi a baciare le sue labbra, per distrarlo.
 
Era strano tutto quello.
 
Strano che mi trovassi da una parte opposta, alla quale non ero abituato.
 
Ma che, per certi versi, mi piaceva.
 
Fare la “parte di Myungsoo”, essere la parte attiva di tutto ciò … si mi piaceva.
 
Mi sarei anche potuto abituare a tutto ciò.
 
Con un ultimo bacio, Myungsoo mi diede nuovamente il via libera, assicurandomi che stava bene ed era pronto per andare avanti.
 
Gli bacia la punta del naso, prima di continuare e ad iniziare a spingere.
 
Era tutto così nuovo. Era tutto così eccitante.
 
Eccitante per entrambi.
 
I nostri gemiti riempivano quella stanza e non avevamo bisogno di parole per esprimere ciò che stavamo provando.
 
In quel momento le nostre anime e i nostri corpi erano in un qualche modo collegati. Quasi fossimo un'unica cosa, un’unica persona.
 
Quasi potevo percepire le emozioni di Myungsoo e sentire i suoi pensieri.
 
Lo baciai nuovamente, leccando le sue labbra che erano state fin troppo baciate, come le mie, prima che entrambi venissero in una sincronia quasi armonica.
 
Lasciai che il mio corpo, quasi più sfinito di quello di Myungsoo, si sdraiasse sul suo.
 
L afferrò quel lenzuolo ai piedi del letto e coprii entrambi.
 
Mi strinse forte in un abbraccio e stampò un  bacio sulla punta del mio naso, sorridendomi.
 
-Sei stato proprio bravo. – mi sussurrò, con la testa affondata tra i miei capelli.
 
Mi sarei potuto offendere per la sua frase. Sembrava quasi che mi stesse trattando come un bambino delle elementari che avevo svolto in modo giusto un compiti difficile.
 
Eppure non provavo nulla di tutto ciò.
 
Ero semplicemente felice.
 
Ti amo, Jongie ~- mi sussurrò dolcemente Myungsoo, facendo battere forte il mio cuore che andava già all’impazzata.
 
-Ti amo anche io. – riuscii a rispondere, prima che i miei occhi si chiudessero, troppo stanchi per rimanere ancora aperti.
 
E così mi addormentai, rilassato e tranquillo come da tanto tempo non ero, stretto tra le braccia della persona che più amavo.
 

 

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~ Note dell’autrice ~

E rieccomi qui ad aggiornare. Con questo capitolo, che a mio parere è uno dei peggiori (Y)
Io l’avevo detto che le scene di sesso non le sapevo scrivere, forse sono anche a più brava a descrivere scene delicate e drammatiche più di queste … non lo credevo possibile.
Che orrore, oddio. Fa proprio schifo schifo ‘sto capitolo. Ma se avessi di nuovo reso questa scena implicita, avrei dovuto abbassare il rating e metterlo verde … o magari verdino chiaro (?) E poi ci tenevo a fare vedere un Sungjong attivo, e un Myungsoo passivo.
Mah, l’idea di scambiarli di posizioni non mi era mai venuta in mente, però ci stava. Spero abbiate apprezzato l’idea più della stesura.
Vi ringrazio comunque per aver letto e per continuare a seguirmi.
Un grazie in particolare a chi ha recensito: la mia unnie Made, hae na, yesiam e Hizu.♥
Ringrazio anche la mia bias e mia sorella, anche se non credo che quest’ultima non leggerà questo capitolo. Certe scene le salta sempre u.u E visto gli strafalcioni che ho scritto fa anche bene questa volta.
 
Poi, per quanto riguarda il comeback degli INFINITE, io sinceramente non ho parole.
Sappiate solo che mi sono ritrovate a piangere alle 5 di mattina davanti al pc, presa da un pianto isterico (?) Continuo a sorprendermi dell’influenza che questi ragazzi hanno su di me.
L’MV, la canzone, e loro sono un CAPOLAVORO.
Voi avete apprezzato? ~
 
Spero di tornare ad aggiornare presto, ma con tutti questi comeback (dio, pure le f(x) ritornano asdnjknfj ♥) non so se sopravivrò ancora a lungo. E poi, sabato vado al RIMINICOMIX ~ Dove spenderò tutta la mia eredità (?) in kpop. Se ci siete, incontriamoci ♥
 
Alla prossima e recensiteee;
 
Tantissimi chu ~
Maggie


Ps. La gif ad inizio capitolo è del Making di Destiny, per chi non lo sapesse.
Myungsoo rimane sempre una cozza < 3 Non si stacca da Jongie nemmeno per un secondo *u*

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***



[Sungjong POV]


 
Un soffio d’aria entrava dalla finestra socchiusa di quella camera, mentre il cielo si stava lentamente colorando di arancione.
 
E ancora steso in quel letto, stavo lentamente aprendo gli occhi, senza fretta, senza ansia.
 
Quel giorno avevo finalmente dormito e non avevo fatto più incubi.
 
Sembrava passata un’eternità.
 
Un’eternità da quando avevo dormito abbracciato a quel ragazzo. Quel giovane che ora stava ancora nel mondo onirico e sonnecchiava con la bocca appena socchiusa.
 
Il volto illuminato da qualche raggio di sole e la mano intrecciata ancora con la mia, in una stretta indissolubile.
 
Sdraiato accanto a lui, non avevo alcuna voglia di alzarmi.
 
Quanto avevamo dormito?
 
Non sapevo dirlo con certezza. Probabilmente era pomeriggio inoltrato.
 
La mia pancia brontolava, reclamando cibo, per colpa del pranzo saltato e di una colazione non del tutto abbondante.
 
Ma non avevo voglia di alzarmi. Alzarmi e lasciare il fianco di Myungsoo.
 
Ora che ci eravamo finalmente riuniti, perché tornare a separarci?
 
Ancora non riuscivo a capire come avessi potuto passare del tempo separato da lui.
 
Erano stati solo due giorni. Due giorni trascorsi nella mia casa natale, lontano da Myungsoo.
 
Eppure a ripensarci, un masso pesante premeva sul mio corpo, portandomi quasi alle lacrime.
 
No, non dovevo pensare a tutto ciò. Non dovevo pensare al passato.
 
L’unico ricordo su cui volevo riflettere in quel momento era riguardante la mattina appena passata.
 
Emozioni contrastanti si facevano spazio tra di me, ma alla fine – tra tutti – regnava sovrana la felicità.
 
Come non potevo sorridere?
 
Ripresi a fissare il bel volto di Myungsoo, e ad ascoltare il suo delicato respirare.
 
Era la ninna nanna migliore che potesse esistere in quel mondo.
 
Ed il miglior modo di addormentarsi.
 
Sorrisi, spostando una ciocca di scuri capelli dalla fronte di Myungsoo, che mugugnò qualcosa infastidito nel sonno.
 
Trattenni una risata.
 
Diventava così dannatamente adorabile quando era nel mondo dei sogni.
 
 Senza sciogliere la stretta di mano che mi univa a Myungsoo, mi sdraiai sul suo petto scoperto, cominciando ad ascoltare il battito del suo cuore.
 
Feci scorrere un dito su tutta quella pelle lattea, facendo attenzione che non si svegliasse.
 
Ma ecco che un mugolio impastato dal sonno arrivò alla mie orecchie.
 
Myungsoo sbatté appena le palpebre, cercando di mettere a fuoco, stropicciandosi teneramente gli occhi scuri, mentre – ancora sdraiato sul suo petto – lo fissavo, sorridendo.
 
-Buon pomeriggio ~ - gli augurai prima che potesse farlo lui, allungandomi appena e baciandogli la punta del naso.
 
Myungsoo strabuzzò appena gli occhi.
 
Solitamente era lui quello che si alzava per primo e che mi svegliava con un tenero bacio a stampo.
 
Ma quella volta era diverso. Ed era diverso perché io lo volevo.
 
Quel giorno avevo concentrato tutte le mie attenzioni e affetto su di lui, per dimostrargli quanto ancora lo amassi, nonostante tutto. E soprattutto quanto fossi felice di essere di nuovo accanto a lui, l’unico posto che avrei sempre voluto occupare.
 
-Buon pomeriggio a te ~ - mi ricambiò quel saluto, accarezzandomi i capelli e stampandomi un bacio a fior di labbra – Dormito bene?
 
Annuii sentitamente – E tu?
 
-Benissimo. – rispose Myungsoo – Vieni qui. – mi disse, in modo che venissi al suo fianco e mi potesse stringere in un abbraccio.
 
Affondai il viso nell’incavo del suo collo, mentre continuava ad intrecciare le mani tra i miei capelli.
 
Era tutto così perfetto. Perfettamente perfetto.
 
Era così che mi sarei sempre voluto svegliare. Ed è così che mi sarei sempre svegliato.
 
La lontananza ci aveva semplicemente uniti di più.
 
Non tutti i mali vengono per nuocere, no?
 
Mi beai delle sensazione del tocco di Myungsoo sulla mia testa, fino a quando non si fermò, stiracchiandosi appena.
 
-Aigoo ~ - fece per lamentarsi – Non pensavo facesse così male.
 
Alzai la testa, incontrando i suoi occhi – Uh?
 
-Non pensavo che il risveglio fosse così doloroso.
 
Sbattei le palpebre dalle lunghe ciglia – Non ti seguo. – ammisi poi.
 
-Aigoo. – si lamentò nuovamente, con fare fin troppo teatrale – Forse non riuscirò più a camminare.
 
Piegai la testa di lato, non afferrando le sue parole. Quando il cervello collegò gli avvenimenti della mattina scorsa, le mie guance si colorarono inevitabilmente di rosso.
 
-I-Io … insomma … era la p-prima volta … non sapevo … c-c’è … mi dispiace … - balbettai inutilmente, senza riuscire a dire nulla di sensato o anche solo lontanamente comprensibile.
 
Eppure Myungsoo scoppiò a ridere.
 
Passò due dita sul mio volto, tenendomi poi il viso stretto tra le sue mani.
 
-Ma che stai dicendo? Io non mi stavo mica lamentando di nulla. – precisò con un sorriso.
 
Sbattei le ciglia scura – A-Ah no?
 
Myungsoo scosse la testa, continuando a fissarmi negli occhi.
 
-E allora cosa … ?
 
-Ero preoccupato per te. – si affrettò a dire.
 
Spalancai appena gli occhi, sempre più sorpreso.
 
Preoccupato? Preoccupato per cosa?
 
-Non ci avevo mai pensato, finché non mi hai fatto stare dalla tua parte. Mi dispiace così tanto di doverti fare così male ogni volta.
 
Perché doveva fare così? Perché in tutte le situazioni doveva preoccuparsi di me??
 
Perché mi meritavo una persona così apprensiva?
 
Che cos’ero stato nella mia vita precedente? Un santo??
 
Ne dubitavo. Ma qualcosa di buono avevo per forza dovuto farlo, se no in quel momento non sarei stato tra le braccia di una persona così straordinaria.
 
Scossi appena la testa – Non fa niente. – lo rassicurai – N-Ne vale la pena. – gli sorrisi, abbassando appena gli occhi.
 
Sentii Myungsoo ridacchiare appena, prima di stringermi forte le guance con entrambe le mani.
 
-Aigoo ~ Jongie ~ Quanto sei carinoo ~
 
Strabuzzai gli occhi.
 
Che accidenti gli succedeva ora?! Si comportava come una nonnina che rivede il nipote dopo tanto tempo.
 
Sospirai, cercando di liberare le mie povere guance dalla sua forte presa.
 
-Sai, Sungjong-ah? Stavo pensando a una cosa.
 
-Hmm?
 
Myungsoo lasciò la presa dalle mie guance e fece scorrere un dito su tutta la mia faccia – Potremmo rifarlo, no, le prossime volte? È diverso dal solito e a me non dispiac-
 
-Ahhhh!! – mi lamentanti, fermandolo e portandomi le mani sulla faccia – Ma come fai a parlare di certe cose senza imbarazzo?!
 
Niente, non ce l’avrei mai fatta. Parlare di certe cose mi rendeva troppo instabile.
 
Era imbarazzante. Nemmeno fossi la più timida e pura delle ragazzine.
 
Quanto avrei voluto sprofondare nel mio orsacchiotto.
 
Rimasi con ancora le mani sul volto, mentre Myungsoo non accennava a tornarne a parlare.
 
Quando una soffice superficie si appoggiò sulla mia faccia.
 
Tolsi le mani dal mio volto, solo per ritrovarmi faccia a faccia col mio peluche bianco.
 
Spalancai gli occhi, quando la voce di Myungsoo arrivò chiara alle mie orecchie.
 
-Non cambi proprio mai, amore.
 
Myungsoo mi strinse forte in un abbraccio, insieme al mio orsacchiotto che mi aveva messo in faccia.
 
-Ma ti amo per questo.
 
I battiti del mio cuore accelerarono, come ogni volta che Myungsoo esprimeva amore nei miei confronti. O mi chiamava con dolce nomignoli. O riservava dolci attenzioni nei miei riguardi. O quando semplicemente stava al mio fianco.
 
Sempre insomma.
 
Mi annotai mentalmente di dover fare una visita dal cardiologo nelle prossime settimane. Insieme alla annotazione di dover comprare vestiti colorati a Myungsoo.
 
Ma tanto, nel giro di due secondi, mi sarei scordato tutto, stretto in quel tenero abbraccio.
 
Ricambia la stretta, avvolgendo la vita di Myungsoo con le braccia, spiaccicando quel peluche tra i nostri due corpi nudi.
 
Nessuno parlò per un po’.
 
Ci limitavamo a bearci di quel forte abbraccio e ad ascoltare i rumori della strada, fuori da quell’appartamento, mischiati ai nostri delicati respiri.
 
Myungsoo ricominciò a passare una mano tra i miei capelli. Cosa che faceva sempre.
 
La fissa per i miei capelli era ormai una cosa più che stabilita.
 
Ma non mi dispiacevano certo quei tocchi sulla mia testa.
 
-Che capelli lunghi. – commentò Myungsoo, con il mento appoggiato sulla mia testa.
 
-Mmm. – mugugnai, concordando con la sua affermazione. Era da parecchio che non me li facevo tagliare, ma con l’arrivo del caldo ci avrei potuto fare un pensierino.
 
-Forse dovresti tagliarteli. – mise voce ai miei pensieri.
 
-Ci stavo pensando anche io.
 
-Così le nonnine non ti scambieranno più per una ragazza.
 
Alzai la testa di scatto, sbattendo contro il mento di Myungsoo che si lamentò con un “ahi!”.
 
Lo fulminai con lo sguardo, ma questo lo fece solo ridere, mentre si massaggiava la parte che era stata colpita.
 
-Dai che scherzo. Però potresti tagliarteli davvero. Ho sentito che Sunggyu e Woohyun hyung lavorano come parrucchieri ora.
 
Alzai un sopracciglio – Hanno cambiato un lavoro?
 
Myungsoo annuì – A quanto ne so.
 
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo – Lo sapevo che non avrebbero resistito nemmeno una settimana con l’altro lavoro … Mi sorprendo però che qualcuno si fidi a lasciare un paio di forbici in mano a quei due … Ma mi meraviglio ancora di più che tu voglia affidare i miei capelli in mano a quei due!
 
Myungsoo scoppiò a ridere – Ma sono tuoi hyung, perché non dovresti avere fiducia in loro??
 
-Quando eravamo bambini mi hanno quasi amputato una mano, nel tentativo di tagliare un foglio!! Come minino mi ritrovo senza testa se mi faccio tagliare i capelli da quei due!
 
La sua risata crebbe – Ma eravate piccoli! Ora sono adulti, no? Se fossi in te, mi fiderei di loro.
 
Feci una smorfia – Mah.
 
Affondai nuovamente il viso nel suo petto, mettendo da parte quell’orsacchiotto, e così tornammo nelle comode posizioni di prima.
 
Eravamo svegli. Svegli e affamati.
 
Ma nessuno dei due dava nessun segno di volersi alzare da lì.
 
Ci limitavamo a starcene uno attaccato all’altro, felici di non avere nessun impegno che ci facesse staccare o separare in alcun modo.
 
Quando, ecco, che un movimento improvviso, mi fece scattare a sedere dalla paura.
 
-Che è saltato sul letto?! – gridai appena, prima di mettere a fuoco una piccola palla di pelo arancione.
 
-Miao ~ - fece per salutarmi quel gattino, quasi ridendo, insieme a Myungsoo, per la reazione che avevo avuto.
 
Buttai fuori un soffio d’aria.
 
Forse la visita dal cardiologo non era proprio una cattiva idea, se mi facevo venire un mezzo infarto per l’arrivo di un minuscolo gatto.
 
Myungsoo, al mio fianco, si mise a sedere, cominciando poi a picchiettare sulle sue gambe.
 
-Vieni qui ~ - cominciò a dire al gattino – Jongie, vieni qui, su su ~
 
Alzai entrambe le sopracciglia, girandomi verso L che ora teneva in mano quella palla di pelo.
 
-J-Jongie … ?
 
Aveva appena chiamato quel gattino col mio nome, o ero diventato del tutto sordo?
 
Myungsoo annuì, mentre strofinava il volto con quello del micio, e poi lo lasciava sdraiare sulle sue gambe – Ho parlato un po’ di te a lui, quando eri via … e credo che l’abbia scambiato per il suo nome. Viene sempre quando lo chiami “Jongie”.
 
Sorrisi amaramente, rimanendo un attimo ad osservare il profilo di L.
 
Se si era pure messo a parlare con un gatto, dovevo proprio averlo fatto stare male …
 
Cercai un modo per alleggerire la situazione, quando i miei occhi incontrarono un tessuto bianco in fondo al letto.
 
Mi allungai d’istinto, afferrando tra le braccia quel cuscino bianco.
 
-Allora questo si chiama Myungsoo. – mi ritrovai a dire la più scema delle cose.
 
L si girò verso di me, alzando un sopracciglio e osservando il cuscino che tenevo in mano.
 
-Ho parlato di te a lui …. Quindi forse ha un nome anche lui, no?
 
“Sungjong, da bravo, .. taci prima che Myungsoo se ne scappi spaventato dalla tua pazzia.”
 
Ignorai la voce nella mia testa che mi stava mettendo giustamente in guardia, e aspettai una risposta da parte di Myungsoo che non tardò ad arrivare.
 
-Che scemo. – mi disse, sfiorandomi una guancia con le sue labbra.
 
Sorrisi. Perlomeno non se ne era andato via a gambe levate.
 
-Però, Sungjong … - ricominciò a parlare Myungsoo – C’era proprio bisogno di portare un cuscino a casa??
 
Annuii – Si! Mi ha fatto compagnia! – dissi convinto, stringendo il cuscino.
 
-Ma ti sembra che ci sia abbastanza spazio?! A malapena ci stiamo in due in questo letto! E già devo sorbirmi quell’enorme peluche che occupa più spazio di noi!
 
Misi il broncio, offeso, ignorando le sue parole e abbracciando sia il cuscino che l’orsacchiotto.
 
Myungsoo sospirò dopo un po’ – Aigoo, … mi sa proprio ci toccherà comprare un letto più grande. Anche perché credo questo qui prenderà la bella abitudine di dormire qui con noi. – disse, ricevendo un miagolio di risposta.
 
Sorrisi a vedere quella scena.
 
Tutto ciò aveva un che di famigliare.
 
Quasi avessi appena creato la mia nuova e strana famiglia.
 
 

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~ Note dell’autrice ~

Eccomi back (?) Non mi ricordo quando avevo pubblicato l’ultimo capitolo … ma questa settimana la voglia di scrivere era pari a 0.
Sabato scorso sono andata al RiminiComix (dove ho speso tutti i soldi in Infinite ; ; O quasi.) e dove avrei dovuto incontrare qualche k-popper, ma nulla da fare: troppa gente e nessun incontro ; ; Poi, il 24 è stato il mio compleanno * lancia coriandoli *, quindi nemmeno quel giorno ho potuto scrivere. Il resto della settimana ero molto “Today I don't feel like doin' anything” (Bruno Mars … perché?). Poi hanno comebackato f(x) (per il mio compleanno asdfngk quanto le amo♥) e Toxic, e hanno rilasciato teaser sia i VIXX che gli EXO. Insomma, un infarto continuo E dopo questo papiro senza capo né coda, vi ringrazio per aver letto e recensito, e mi scuso se sono in ritardo rispetto al solito ; ; ! Spero abbiate apprezzato il capitolo, anche se di rivelante non è che succeda molto (?)

Un grazie in particolare a hae na, MatsuriGil
, la mia unnie Made, e Tissy  che hanno recensito
E alla mia ultimate bias e a mia sorella che leggono sempre♥
Grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate, o perfino mi ha messa tra gli autori preferiti * fangirlizzo /?* ~♥

Non ho riletto il capitolo, quindi se è pieno di errori, mi scuso ; ;
Nulla più, solo grazie e recensiteee ♥
 
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie 

Ps. Non commento il fanservice Myungjong di oggi. . . Avevo appena fatto un Jongie attivo, ed ecco che PUFF oggi si mette a fare la parte di Myungsoo e a prendersi cura di lui. <3 Adesso voglio vedere se dico che la Myungjong renderà ufficiale la loro relazione che succederà... nah, meglio che taccia, mi faccio paura da sola poi <3

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***




[Sungjong POV]


 
-Allora io vado … Sicuro che non vuoi che ti accompagni?
 
Scossi la testa, convinto.
 
-Non ti preoccupare, vai pure a lavoro. Sunggyu hyung mi ha spiegato bene come arrivarci.
 
Myungsoo fece una smorfia, ancora poco convinto a lasciarmi andare per mio conto, ma poi rilassandosi.
 
-Hmm, ok … il mio turno oggi dura più del solito per colpa del giorno libero che mi sono auto concesso ieri. – mi avvertì, sorridente – Ma cercherò comunque di non fare tardi ~
 
Gli sorrisi – Non fa nulla. Dopo il parrucchiere andrò a lavoro, .. a vedere se ancora mi vogliono … - dissi, abbassando gli occhi.
 
Solo la sera prima, quando stavamo tranquillamente cenando nella nostra casa, mi ero tornato alla mente quel vestito da panda che per tanto tempo avevo indossato.
 
Non avevo dato nessun preavviso a lavoro. Me ne ero semplicemente andato senza dare nessuna spiegazione.
 
Ero incerto se quel vecchietto di un proprietario costantemente isterico mi avesse ancora rivoluto come commesso.
 
Mesi fa, non avrei storto il naso nel caso di un licenziamento, ma ora era diverso.
 
Ormai mi ero affezionato a quel costume da panda.
 
Ed era stato anche grazie a quel lavoro se ora stavo insieme a Myungsoo.
 
Quel ragazzo che mi sorrideva, in piedi – come me – davanti al portone di quell’appartamento, dove le nostre strade per quel giorno stavano per separarsi.
 
Myungsoo sarebbe andato a lavoro e io mi sarei fatto coraggio sia per andare a farmi tagliare i capelli da quei miei due hyung (che erano stati entusiasti di risentirmi e di poter mettere mano a quella chioma che anche loro ritenevano fin troppo lunga) che per rientrare nel negozio di giocattoli.
 
-Non hai nulla di cui preoccuparti ~ - mi rassicurò Myungsoo – Nonostante non conosca ancora il tuo lavoro, sono certo che saranno felici di riaccoglierti ancora con loro. - disse, calcando bene su quella prima frase, per poi passare ad accarezzarmi i capelli – Sai una cosa? Forse questi lunghi capelli un po’ mi mancheranno … anche se sono certo che, una volta tagliati, sarai più bello che mai ~
 
-Pff … sempre se quei due non mi rasano i capelli a zero e me li colorano di verde pistacchio! – cercai di nascondere l’imbarazzo per quel complimento improvviso dietro ad un commento saccente.
 
Myungsoo sorrise.
 
-Saresti comunque un pistacchio bellissimo ~
 
Oh, ma la vuoi smettere? Non capisci che questi continui complimenti non fanno altro che farmi morire d’infarto?!
 
Come fai a non renderti conto di tutto ciò?
 
Come puoi dire tutte quelle cose? Sarei io che dovrei dirtele. Dirtele continuamente.
 
Non fiatai, tenendo lo sguardo basso, fisso su quel marciapiede. Fino a quando Myungsoo non si avvicinò a me, e non appoggiò le sue labbra sulle mie.
 
Dolcemente. Delicatamente.
 
-Allora ci vediamo più tardi, mio bel pistacchio ~
 
Rimasi un attimo, a fissarlo, mentre che mi sorrideva e poi cominciava a camminare verso il bar, come se fossi in uno stato di trans improvviso.
 
Ma poi ricomponendomi – Ehi! – gli gridai dietro – Non sono un pistacchio!!
 
Myungsoo, senza fermarsi, si voltò verso di bene, ridendo – Staremo a vedere più tardi. – ironizzò.
 
-Ma che … ? Scemo! – gli feci la linguaccia, mettendo un finto broncio, che lo fece solamente sorridere.
 
-Sungjong? – mi chiamò, camminando all’indietro, attento a non scontrarsi con gli altri passanti.
 
-Uh?
 
-Ti amo! ~ - mi urlò, formando un cuore con le sue braccia, quasi fosse il fan service di un famoso idol.
 
Avvampai di colpo – M-Ma sei scemo?! Come puoi urlare certe cose?!?
 
Mi coprii il viso con le mani.
 
Possibile che non provasse nemmeno un minimo di vergogna?
 
Certe volte desideravo anche io avere il suo stesso animo da menefreghista convinto.
 
-Jongie?? – mi chiamò nuovamente, sempre più distante, ma non troppo.
 
-Che c’è ora?! – gli gridai dietro, senza aver ancora sbollito l’imbarazzo per quella dichiarazione pubblica.
 
-Fammi un cuore ~
 
. . . come?
 
Avevo sentito bene?!
 
-Dai, Jongie!! Fammi un cuore anche tu! – si lamentò, come un bambino dell’asilo che supplicava la madre di comprargli delle caramelle.
 
-Ma sei fuori?! Non ci penso nemmeno!
 
Ci mancava solo che cominciassi a lanciargli cuori in mezzo a quella strada affollata.
 
Già ero certo che, grazie alle nostre urla, eravamo diventati lo spettacolino di quella mattinata.
 
-Sungjong-ah! Perfavoreee ~
 
-Ti ho detto di no! NO!!
 
-Allora … allora io mi butto in strada .. sotto un auto. – mi avvertì, spostando appena il corpo verso il bordo di quel marciapiede.
 
-Eh?? Ma cosa … ?! Sei completamente matto stamattina!
 
-Jongie, … oddio …. Mi butto … vado davvero … - continuò a gridarmi dietro, quasi buttandosi seriamente in strada, tenendo testa a quella pessima commedia.
 
-Oh, ma … aish. Non ci provare nemmeno a farti investire, cretino che non sei altro! Ecco … - gli gridai ancora dietro, formando un cuore con le mani – Ecco questo tuo cavolo di cuore! E ora smettila di volerti fare ammazzare e vai a lavoro!
 
Myungsoo tornò sul marciapiede, finendo inevitabilmente addosso a qualche passante che non tardò a lamentarsi.
 
Poi mi sorrise. Uno di quei sorrisi che mi mandavano istantaneamente al creatore.
 
Nel vero senso della frase.
 
Era assolutamente impossibile rimanere vivi e vegeti dopo aver visto il paradiso.
 
E io, per colpa di Myungsoo, l’avevo già visto fin troppe volte per essere ancora in vita.
 
--
 
“Embé si, non è proprio in centro come negozio … è infilato in alcune viuzze secondarie … ma non ti preoccupare: è assolutamente impossibile perdersi.
 
Forse. Forse non era così difficile da trovare come avevo subito pensato.
 
Ma in quel momento, dopo aver girato in lungo ed in largo per quasi tutta la città, ero certo di una cosa.
 
Sunggyu hyung non aveva mai detto nulla di più falso.
 
Avevo ormai trascorso più di una mezz’ora a cercare quel fantomatico salone di parrucchieri dove al momento due dei miei hyung lavoravano, ma di quel negozio ancora nessuna traccia.
 
Ad un certo punto avevo quasi pensato di aver solo continuato a girare in tondo.
 
Quasi quasi mi risultavano familiari anche quelle gomme da masticare abbandonate a terra o altre piccole cose di nessun valore.
 
“Credo di aver visto questo chewingum rosa anche prima … Non mi sembrano nuove le sedie rosse di quel ristorante … Ehi, ma non sono già passato davanti questa cacchetta di piccione?!
 
Stavo già quasi per sfogare la mia frustrazione, chiamando Sunggyu hyung e urlandogli dietro le prime imprecazioni che mi venivano a tiro, quando un insegna luminosa attirò la mia attenzione.
 
-F.i.n.a.l.m.e.n.t.e. – calcai bene su tutte le lettere, entrando poi dentro a quel salone che avevo tanto cercato.
 
Feci la mia comparsa in quel posto, seguito dallo scampanellio che fece poi dietro di me la porta.
 
Mi guardai intorno.
 
Quello era uno di quei semplici saloni di parrucchieri, come tanti ne esistevano anche solo in quella città.
 
Larghi specchi, diligentemente puliti, permettevano ai clienti di poter ammirare il lavoro degli assistenti di quel posto, mentre foto di qualche idol o artista famoso erano appiccicate sulle pareti azzurre.
 
Era un banalissimo salone di parrucchieri.
 
E io che mi ero immaginato chissà cosa.
 
Per un momento avevo quasi pensato che il negozio dove quei miei due hyung lavorassero fosse un posto spaventoso, dalle tinte scure e dal quale, una volta entrato, la tua uscita non era sempre assicurata.
 
Avevo pensato chissà cosa, forse influenzato dai film horror che insistevo a guardarmi quasi quotidianamente.
 
-Serve aiuto? – mi chiese una ragazza minuta, che aveva indosso una divisa grigio chiaro con sopra stampato il nome del salone.
 
-Uhm, si. Avrei un appuntamento … sono Lee Sungjong.
 
La ragazza sembrò rifletterci un attimo – Oh, … si, sei quel Sungjong!  Sunggyu sarà da te fra poco … Prego, siediti pure lì. C’è qualche giornale da sfogliare … o qualche rivista se sei ancora indeciso sul taglio di capelli.
 
Quel Sungjong?
 
Oh, vi prego.
 
Non ditemi che ero già diventato l’argomento di punta anche in quel salone!
 
Le sorrisi timidamente e feci un cenno del capo prima di accomodarmi su una di quelle poltrone di stoffa bianca.
 
Attesi un po’, quando i miei occhi incontrarono due figure.
 
Erano Sunggyu e Woohyun che stavano in piedi, insieme ad una donna, intorno ad una delle poltroncine del salone su cui era seduto un bambino che stava ridacchiando con un qualche aggeggio che produceva bolle di sapone.
 
Stavano discutendo su come tagliargli i capelli, e quella era probabilmente la madre.
 
-Le assicurò che starà benissimo con la frangetta più sfilata, si fidi di noi ~ - cantilenò Woohyun.
 
-Uh, mi avete convinta. Ma siete sicuri che me ne possa andare? Non vorrei che vi facesse tribolare … - accennò al figlio, troppo impegnato col suo giocattolo per starli ad ascoltare – E’ un bambino abbastanza vivace …
 
-Ma non si preoccupi ~ Pensiamo a tutto noi! Il nostro ometto qui non ci darà nessun problema! ~
 
Spalancai appena gli occhi.
 
Quelli erano davvero Sunggyu e Woohyun hyung?
 
Cos’era tutta quella gentile disponibilità?!
 
Da quando in qua si comportavano in quel modo?
 
Ed io che me li ero immaginati come due perfidi parrucchieri del tipo“Io sono il parrucchiere e tu il cliente, quindi decido io come conciarti i capelli”.
 
Invece sembrava che mi fossi totalmente sbagliato.
 
-Si, proprio come ha detto Woohyun, riusciremo a domare la sua adorabile vivacità ~ - rassicurò alla donna, passando una mano tra i capelli scuri del bambino.
 
No, .. cosa? “Riusciremo a domare la sua adorabile vivacità” … ?
 
Questa non era proprio una frase da Sunggyu hyung!
 
-Infatti! Lei vada pure al suo appuntamento dall’estetista … Questa sua bellezza va preservata ~
 
Oddio.
 
-Hihihihi ~ Se insistete … ~
 
Oddio oddio, ora vomito la colazione.
 
Cos’erano quei modi sdolcinati? Quei modi così falsamente sdolcinati … !
 
Mi stavano facendo letteralmente rabbrividire!
 
Ora capivo come mai avessero assunto due totali incompetenti come Sunggyu e Woohyun: avevano bisogno di due facce da idol per attirare i clienti.
 
Questo era sicuro. Ed il proprietario era proprio una volpe.
 
La madre di quel bambino uscì da quel posto, facendo un ultimo sorriso ai miei due hyung, chiudendosi poi la porta alle spalle.
 
Sunggyu e Woohyun tornarono a concentrarsi su quel bambino.
 
-Vieni con me che ti lavo questi capelli ~ - cantilenò il minore tra i due.
 
-Non voglio! – fu la risposta risoluta del bambino, che continuava a fare bolle di sapone.
 
-Oh, su coraggio! Fai il bravo ometto! ~ Se ti fai lavare i capelli, ti daremo uno di questi lecca-lecca.
 
-NON VOGLIO!!
 
Strabuzzai gli occhi. Quel bambino era davvero fermo sulla sua idea, e sembrava che nulla lo avrebbe mai smosso.
 
Mi sorprendevo che però Sunggyu e Woohyun si stavano comportando in quel modo.
 
Un tempo avrei giurato che, giunti a quel punto, avrebbero già trascinato di peso il bambino a lavarsi i capelli, con o senza la sua volontà.
 
Invece ora era diverso. Loro sembravano diversi.
 
Si stavano comportando diligentemente, cercando di convincere il bambino con una gentilezza che mi era nuova.
 
Forse Myungsoo aveva ragione. Forse erano davvero maturati senza che io me ne fossi reso conto …
 
-Oh, senti marmocchio. Mi stai veramente scocciando.
 
Sobbalzai sul posto, osservando gli sguardi truci che avevano assunto Woohyun e Sunggyu.
 
Si, … avevo tirato le somme troppo in fretta.
 
-O ti fai lavare i capelli, o mi mangio tutti questi lecca-lecca e non te ne lascio nemmeno uno. – lo avvertì Woohyun, digrignando i denti, mantenendo un sorriso malefico che fece rabbrividire sia me che il bambino, mentre altre bolle di sapone uscivano dal suo aggeggio.
 
-E prova ancora a fare anche solo una singola bolla, e ti farò leccare il sapone di quelle scoppiate sul pavimento con la tua lingua.
 
Oh umma. Questi sono la perfidia fatta in persona.
 
Potevano riuscire ad intrattenere svampite madri single, ma io non me ne sarei rimasto in quel posto nemmeno un secondo ancora.
 
Quei due mi avrebbero tagliato la testa, ne ero certo.
 
Feci per uscire dal salone ma, a quanto pare, quel giorno avevo tutte le forze avverse contro di me.
 
-Sungjongie! Sei qui!! ~ - cantilenarono due voci dietro di me, che subito riconobbi – Dove te ne stai andando?
 
-Non sono del tutto certo di volermi tagliare i capelli … - cercai la prima scusa, per tirarmi fuori da quella possibile situazione di decapitazione.
 
-Oh ma che dici?! Su su, torna dentro!! – mi dissero, sempre all’unisono, trascinandomi a forza dentro il salone.
 
Ero finito.
 
Non avevo via di scampo.
 
Myungsoo, ti ho sempre voluto bene.
 

 
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~ Note dell’autrice ~

Si, sono viva. E ancora si, torno ad aggiornare – in un vergognoso ritardo – con un capitolo dove non succede un’accidenti (Y)
Seriamente, io non so come facciate a sopportarmi … Mi aspetto sempre di vedere abbassare il numero di lettori da 70 (ma cazzarola quanti siete?! ; ; ♥) a 0. Ed invece siete pure aumentati ; A ;
Siete troppo un amore, vi meritate aggiornamenti quotidiani ~
Ma per il momento non credo sia possibile.  ♥
Ora, mi scuso per l’enorme ritardo ; ; Ma tra comeback, saldi, raffreddore, tumblr (santiddio, COSA SONO LE FOTO DEL OGS ; A ; ♥) cd che mi sono arrivati (tranne Destiny, porca la trota.) ed il mio pc che ha fatto puff (ceh, boh … è tipo il quarto pc che rompo nel giro di due anni ; A ; Vabbé che il mio appa me li passa sempre di quarta mano …) … non ho avuto un secondo per mettermi comoda a scrivere ; ;
Per di più, mi sono accorta solo adesso che il 29 Luglio questa fan fiction ha compiuto un anno ~
Mah, mi lamento sempre che si sta allungando troppo (il ché è vero uwu) ma credo che una volta finita .. mi mancherà ‘sta ff. ; ;
Momenti commoventi (?) a parte, vi ringrazio tutti per aver letto e recensito! Giuro che se il mio pc risorge, comincio a scrivere il seguito domani mattina! °^°
However, ringrazio in particolare tALIXIA,  hae na, la mia unnie Made e 9CUORE6 per aver recensito ♥Siete un tesoro ~
Un enorme grazie anche alla mia ultimate bias, e a mia sorella … alla quale ho distrutto le aspettative sul seguito della ff … Mi dispiace sorella, ma vedrai che rimarrai comunque soddisfatta dal diverso svolgersi dei fatti, I think. ♥
La scenetta del bambino dal parrucchiere è volutamente copiata  ispirata ad Hello Baby con gli SHINee. Non so perché, ma mi è venuta voglia di inserirci un bambino.
Perché i bambini come i vecchietti isterici piacciono a tutti no? (?) ♥
E poi, boh, basta.
Ancora un grazie infinito e recensiteee ~
Mi farebbe un enorme piacere ♥

 
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~♥
Maggie

 
Ps. In commentabili i momenti Myungjong al One Great Step. L’amore ♥

PPs. La pagina facebook italiana Myungjong (di cui sono admin) è alla ricerca di nuove admin, and so ... se siete liberi e carichi di Myungjong power (?) fatemelo sapere 

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***




[Sungjong POV]

 
 
-Vieni, siediti pure qui ~
 
-Uhm. – feci un mugolio per concordare, andandomi a sedere sulla poltroncina vicino al lavello che Sunggyu mi aveva indicato.
 
Appena mi appoggiai sulla morbida pelle grigia di quella seduta, il mio hyung mi mise un asciugamano intorno alle spalle, e mi intimò a mettermi comodo mentre accendeva l’acqua e cominciava a lavarmi i capelli.
 
Alla fine, ero stato letteralmente trascinato a peso in quel salone, e la mia tentata fuga era sfumata in un vano e singolo tentativo.
 
Woohyun e Sunggyu hyung mi avevano abbracciato, felici di rivedermi e poi il più grande tra i due mi aveva trascinato in quella postazione.
 
Nessuno dei due aveva fatto anche solo un minimo accenno a tutto ciò che era accaduto.
 
Non avevano fatto domande su ciò che era successo, della mia scomparsa improvvisa o del mio ritorno inaspettato.
 
Per questo, gli ero grato.
 
La maggior parte delle volte li criticavo per il loro essere pazzi, e per il fatto che spesso e volentieri ero vittima dei loro scherzi.
 
Ma in fondo, erano due delle poche persone che realmente riuscivano a comprendermi. Senza il bisogno di dover aprire bocca ed esprimermi a parole.
 
Si, ero fortunato ad averli al mio fianco dopotutto. 
 
-E’ troppo calda l’acqua? – chiese Sunggyu, mentre mi massaggiava la testa con sapone ed acqua.
 
Scossi la testa, continuando a tenere gli occhi chiusi e aspettando che finisse di lavarmi i capelli.
 
Non mi stava tirando i capelli o bruciando faccia e testa con dell’acqua bollente. Per ora stava andando tutto stranamente bene.
 
-Allora … come vanno le cose con Myungsoo? Tutto ok, giusto??
 
Annuii, felice di poterlo fare. Felice che tra di noi andasse tutto realmente bene.
 
Sunggyu mugugnò a bassa voce un qualcosa che decifrai come un “Ah bene”.
 
Per un po’ il silenzio calò tra di noi e io mi beai di quel momento di piatta tranquillità.
 
A ripensarci, era un po’ che non avevo un attimo di calma. 
 
Invece, quel momento era piuttosto confortevole. Nessuno schiamazzo, niente lavoro, niente imbarazzo soprattutto.
 
Uno di quei momenti di serenità da conservare.
 
-Uhm .. ma quindi … - la sua voce mi arrivò chiara alle orecchie, nonostante il sapone me le stesse intoppando in gran parte.
 
-Quindi cosa? – lo aiutai a continuare, tranquillo, per nulla preoccupato per ciò che avrebbe potuto dire. Ma forse sarei dovuto esserlo …
 
-Quindi … - continuò Sunggyu - … sei stato sopra?
 
-CHE?!? – sobbalzai, mettendomi di scatto a sedere, senza considerare i capelli ancora bagnati e pieni di sapone.
 
Le guance mi stavano andando in fiamme, mentre non avevo il coraggio di fissarlo negli occhi, anche se avrei voluto volentieri fulminarlo con uno sguardo.
 
Che accidenti aveva detto?! Avevo sentito bene?!?
 
-Aish, Jongie!! Hai bagnato ovunque! Mi toccherà pulire dopo!! – si lamentò il mio hyung, tirandomi una manata in testa.
 
-CHI TE L’HA DETTO?! – trovai il coraggio di voltarmi verso di lui, ignorando il suo ultimo rimprovero.
 
Gli occhi, solitamente sottili, di Sunggyu si spalancarono appena rimanendo comunque ancora troppo piccoli rispetto ai miei.
 
-Allora è vero? – cantilenò con una strana luce maliziosa negli occhi che mi fece rabbrividire.
 
-N-Non ho detto così! – strillai, mentre ciocche bagnate dei miei scuri capelli mi scivolano sul viso, coprendo le mie gote rossicce.
 
-Pff, come no. – ribatté Sunggyu ironico – E comunque me l’ha detto Sungyeol. O meglio, ce l’ha detto, non è così Nam??
 
-Si si, è verissimo. – concordò Woohyun che, dall’altra parte del salone, stava tagliando i capelli del bambino, ora improvvisamente calmo - … qualsiasi cosa a cui ti stia riferendo. – concluse, dimostrandomi che non aveva sentito nulla della conversazione.
 
Ma avevo ben altro a cui pensare in quel momento.
 
-Ma che c’entra ora Sungyeol hyung?!
 
Non sapevo se essere più sconvolto dal fatto che mezzo mondo fosse già informato dalle mie faccende private con Myungsoo, o perchè era stato proprio Sungyeol a riferirle.
 
-Il tuo caro fidanzatino, a quanto pare, non è riuscito a resistere alla tentazione di raccontare della splendida giornata passata con te al suo migliore amico .. – cominciò a raccontare Sunggyu, sfottendomi tranquillamente – E quando Woohyun e io lo abbiamo incontrato, per caso nel pomeriggio, aveva una faccia talmente sconvolta che non ho potuto far altro che chiedergli che cosa gli fosse successo. Il nostro caro Myung deve esserci andato pesante con il racconto … probabilmente sarà sceso a particolare com—
 
-Basta, BASTA! – lo bloccai, tappandomi le orecchie con le mani – Ho sentito abbastanza!!
 
Sunggyu fece una smorfia – Yah! Ma perché devi sempre fare la studentessa verginella?! 
 
Spostai le mani dalle orecchie alla faccia – Ma perché voi dovete sempre parlare di “queste cose”?!
 
-Voi?
 
Sbuffai – Si, tu e Myung.
 
Sunggyu piegò la testa di lato, ma non lo riuscii a vedere, avendo gli occhi coperti dalle mie mani.
 
-Pure Myungsoo parla di “queste cose”? – facendo le parentesi con le dita – Uhm, sai che non me lo aspettavo? Ceh … da come non ha aspettato nemmeno un secondo a parlarne con Sungyeol, lo avrei potuto supporre … ma dall’esterno, sembra una persona seria e introversa.
 
Era così che lo vedevano?
 
Ripensandoci, anche io la prima volta che lo avevo visto, avevo considerato Myungsoo come una persona irraggiungibile. Non solo per la bellezza, ma anche per l’aria da superiore che sembrava si portasse dietro. 
 
Lo avevo creduto irraggiungibile, troppo chiuso per poter conoscerlo in un qualche modo.
 
Ed invece era bastato nulla per conoscerlo. Per conoscere il suo vero essere dietro quella maschera da freddo ragazzo di città.
 
E, c’era proprio da dire, era stato questione di destino il mio incontro con lui.
 
-Uhm, ma non è così. Myungsoo al di fuori sembra chiuso in sé stesso, ma credo sia solo questione di timidezza. – cominciai a dire, nemmeno sicuro del perché stavo spiegando queste cose al mio hyung – Quando lo conosci diventa la persona più estroversa e dolce di questo mondo. Un po’ come gli ananas.
 
-A-Ananas? – chiese Sunggyu, mentre mi rimetteva a sedere su quella poltroncina e ricominciava a lavarmi i capelli.
 
-Ma si, gli ananas solo duri all’esterno ma morbidi all’interno .. proprio come Myungsoo, credo.
 
Sunggyu sbatté appena le palpebre, riflettendoci, per poi fare un leggero sorriso.
 
-Si vede quanto lo ami. – commentò, aprendo una confezione di balsamo e mettendone un po’ di contenuto sulla sua mano poi sui miei capelli – Però c’è una cosa non mi torna …
 
-Uh?
 
Sunggyu arricciò il naso – E’ una cosa positiva che tu veda Myungsoo come un frutto? Intendo, … io mica reputo Woohyun come una mela, una fragola o che so altro! E non credo che nemmeno lui mi vede come una qualche sorta di frutto. – rifletté, alzando poi la voce – Non è forse così?
 
E non feci nemmeno in tempo a chiedermi con chi stesse parlando che una voce arrivò alle mie orecchie, proprio come poco prima.
 
-Ma certo che no! – gli rispose, convinto, Woohyun - … qualsiasi cosa tu intenda.
 
-Ecco, hai sentito, Sungjong? Anche Nam la pensa come me!
 
-Ma se nemmeno sa di cosa stai parlando … - sussurrai, sfacciato, storcendo le labbra.
 
-Come?
 
-Nulla. – sospirai.
 
-Ma che razza di fidanzato reputa il suo ragazzo un ananas?! Io questo proprio non lo capisco! – continuò a borbottare Sunggyu, mentre finiva di lavarmi i capelli.
 
Forse avrei fatto meglio a stare zitto.
 
Eppure mi era sembrata una cosa carina da dire.
 
Per era stato un paragone dolce. Non era forse così?
 
Forse era un po’ schiocco, ma anche assolutamente veritiero, secondo me.
 
-Sunggyu, hai finito? Io sono pronta a tagliargli i capelli – una ragazza, che dimostrava una trentina di anni o qualche anni in meno, ci raggiunse, proprio quando il mio hyung stava arrotolando un asciugamano azzurrino sui miei capelli.
 
-Si, ho finito. Ma non c’è bisogno che gli tagli tu i capelli. – l’avvertì, facendomi alzare in piedi – Ha insistito perché glieli tagliassi io i capelli, quindi tu puoi andare a servire un altro cliente.
 
-Io non ho mai dett— cercai di ribattere, col risultato di ottenermi una gomitata in pancia da parte di Sunggyu.
 
Tossii appena, fulminandolo con un’occhiata che lui abilmente evitò.
 
La ragazza di fronte a noi fece una smorfia – In realtà, a parte spuntare qualche ciocca, tu e Woohyun non potreste tagliare i capelli, … ma se te l'ha chiesto lui ... credo potrebbe andare bene. Tu sei d'accordo a farti tagliare i capelli da Sunggyu? - chiese, spostando lo sguardo su di me.
 
Il mio hyung voltò la testa verso di me, fingendo un sorriso fin troppo forzato e io non potei far altro che annuire.
 
Ora il destino dei miei capelli era in mano a un dilettante che, ricordiamo, mi aveva quasi amputato una mano con un paio di forbici! 
 
--
 
-Uhm, ma no! Io credo sia meglio questo!
 
-Forse hai ragione ... ma a me piace com'é scalato qui, vedi?
 
-Si, piaceva anche a me .. ma poi la frangia .. ehm ..
 
-Nemmeno a me convince. Però potremmo fare questa frangia e poi questo ...
 
-Oh si! Mi piace e poi li scaliamo qui!
 
-Ehm? Hyung, scusate?
 
-Si, che succede, Jongie? - intonarono in coro Woohyun e Sunggyu che, prima che li interrompessi, non avevano fatto altro che parlottare tra di loro.
 
-Non vorrei dire una cavolata ma, dal momento che sono miei i capelli, ... non dovrei decidere io come tagliarli?
 
Woohyun e Sunggyu mi liquidarono con una veloce occhiata e tornarono a parlare tra di loro.
 
Il più giovane tra i due, dopo aver lavato e spuntato i capelli del bambino delle bolle di sapone, era accorso al fianco di Sunggyu, e si erano messi a discutere della sorte dei miei capelli.
 
Inutile era stato interromperli o  perlomeno dire la mia.
 
-Allora abbiamo deciso! Questa frangia, scalati qua e qua, lunghi così e più corti lì! Sei d'accordo, Sungjong? - mi chiese infine Sunggyu.
 
Sbattei appena le palpebre.
 
Stavano scherzando? Non avevo capito un emerito niente di tutto quello che avevano detto.
 
-Io non ... - cercai di ribattere in un qualche modo ma, ancora una volta, inutilmente.
 
-Non hai parole giusto? - si intromise Woohyun, storpiando la mia frase, che era rimasta solo nella mia testa.
 
-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! Ora mi metto all'opera! - concluse un entusiasto Sunggyu, afferrando un pettinino ed un paio di forbici.
 
Inizialmente, convito e sicuro, si avvicinò ad i miei capelli, pronto a tagliare, ma pian piano l'espressione sul suo volto si fece più incerta.
 
-Che succede? - gli chiese Woohyun, comodamente seduto su una poltroncina affianco alla mia, nel più totale ozio.
 
Sunggyu gli fece cenno di avvicinarsi, sussurandogli poi all'orecchio - Ma, secondo te, i capelli bisogna tagliarli prima o dopo averli asciugati?
 
Mi strozzai con la saliva.
 
Come potevano essere così incerti anche su una cosa così elementare?!
 
Woohyun e Sunggyu si guardarono intorno, nel salone, come se stessero cercando la risposta.
 
-Credo sia come la questione del latte con i cereali? - commentò il più giovane.
 
Latte con i cereali...?
 
-Bisogna prima mettere il latte o i cereali nella ciotola? Non c'é una regola. Credo sia la stessa cosa per i capelli: li puoi tagliare sia asciutti che bagnati.
 
Sunggyu annuì comprensivo ... comprensivo, scherziamo?!
 
Aveva davvero ascoltato quell'assurdo discorso di Woohyun?
 
Il più grande tra noi si avvicinò nuovamente alla mia testa con un paio di luccicanti forbici.
 
Ma prima che potesse toccare i miei capelli, ecco che si bloccò nuovamente e Wooohyun era già pronto a "risolvere" il suo nuovo dilemma.
 
-Ma ... da che parte dovrei partire a tagliare?
 
Ecco, questo è troppo.
 
Mi alzai in piedi, con l'asciugamano e la mantellina addosso, nella vana speranza di riuscire a scappare di lì prima della mia decapitazione.
 
Ma due paia di braccia mi bloccarono prima, costringendomi a risedermi.
 
--
 
Tra una cosa e l'altra, le ore erano passate e fra poco sarebbe stata l'ora di pranzo.
 
Avevo una seria di programmi per quella giornata ma, per il momento, avevo concluso poco e nulla.
 
Il parrucchiere mi aveva occupato troppo tempo ... e se non ci fosse andato sarebbe stato meglio.
 
Aggiunsi, alla mia lista mentale degli "impegni", di vendicarmi con Woohyun e Sunggyu e rasargli i capelli a zero una volta che fossero stati particolarmente sbronzi.
 
Fremevo per l'arrivo di quel giorno.
 
Così non sarei stato l'unico a doversene andare in giro con un cappuccio della felpa in testa.
 
Alla fine, avevo ancora la testa sul collo, ma il taglio che avevano tirato fuori quei due era a dir poco ridicolo.
 
Una parte di me aveva accettato di fidarsi di loro, e quella parte di me aveva fatto una pessima scelta.
 
Ora mi ritrovavo una specie di castagna in testa, anzi no: sembravo proprio una castagna, visto il mio colore di capelli.
 
Mi sarei vendicato, si. Avrei avuto la mia vendetta.
 
Ma forse, in quel momento, avevo ben altro a cui pensare.
 
La vendetta per quell'improbabile taglio di capelli sarebbe venuta più tardi.
 
La mia mente ora stava riflettendo su altro.
 
Uscito da quel salone di parrucchieri, le mie gambe avevano cominciato a camminare, come prese da una loro forza autonoma.
 
E sapevo bene dove mi avrebbero portate.
 
Già la sera prima avevo avuto intenzione di andare in quel posto, quel posto in cui le mie gambe ora mi stavano portando. Ma ero ancora preoccupato.
 
Preoccupato per ciò che avrei detto, per la scusa che avrei trovato, per le preghiere con cui avrei supplicato il vecchietto -spesso isterico- di quel negozio a riprendermi come commesso.
 
A riprendermi come il panda di quel negozio.
 
Si, non amavo alla follia quel lavoro, lo avevo sempre detto.
 
Ma giunti a questo punto ci ero troppo affezionato, anche solo per pensare di volerne cercare un altro.
 
Arrivai nella via del negozio di giocattoli e lentamente la percorsi, attento a non farmi beccare a gironzolare per quella strada da un Myungsoo impegnato a lavorare.
 
Per fortuna, il bar era piuttosto affollato, proprio come il giorno precedente.
 
Un pensiero improvviso mi attraversò la mente.
 
Che quel locale fosse diventato così popolare da quando Myungsoo aveva cominciato a lavorarci?
 
Magari era solo un periodo di particolare affluenza, ma non ricordavo di aver mai visto il bar così pieno.
 
Quel pensiero improvvisò mi fece sorridere, e la mia reazione impressionò anche a me.
 
Un  tempo sarei stato probabilmente geloso di tutto ciò.
 
Ma ormai ero troppo certo che Myungsoo avesse occhi solo per me.
 
E questa nuova certezza fece solo allargare di più il sorriso stampato sul mio viso.
 
Scossi la testa, dando un ultima e rapida occhiata al bar, prima di darmi coraggio e spalancare la porta di quel negozio.
 
-Buongiorno! Benvenuti da-- ... Sungjong? Sei tu?? Ma sai che a momenti nemmeno ti riconoscevo! 
 
La voce di Hoya squillò nel negozio, prima che venisse di fronte a me e mi appoggiasse una pacca sulla mia spalla.
 
Sorrisi, salutandolo, sinceramente felice di rivederlo.
 
La sua era diventata una presenza quasi abituale, ed in quel momento avevo solo bisogno di cose ordinarie.
 
Di colpi di scena ne avevo già avuti abbastanza in soli quei 3 giorni passati.
 
-Ma piove? - chiese poi, sporgendosi oltre di me per vedere all'esterno - Perché porti un cappuccio in testa?? - domandò, tentando di togliermi quella protezione di stoffa dalla testa, fallendo però.
 
-E' una lunga storia. - gli risposi sinceramente, non permettendogli di vedere quella nuova acconciatura.
 
Il giorno dopo sarei dovuto andare in tutta fretta da un nuovo parrucchiere per cercare di sistemarmi quel taglio.
 
Hoya mi sorrise e fece per aprire nuovamente la bocca, ma una voce dietro di lui lo fermò.
 
-Hoya-ah, abbiamo clienti? Mi sembrava di aver sentito il campanello della porta suonare.
 
L'interpellato si voltò verso il proprietario di quel negozio.
 
-Si, qualcuno è entrato, ma non lo chiamerei proprio un cliente. - disse, spostandosi un po' alla mia destra, in modo che quel vecchietto mi vedesse.
 
Sobbalzai a quel contatto visivo improvviso e non potei far altro che abbassare lo sguardo, mettendomi ad osservare -con ben poco interesse- la punta delle mie scarpe.
 
Qualcosa nell'espressione del vecchietto cambiò, ma non fui abbastanza abile da decifrarlo.
 
Hoya si abbassò appena su di me, sussurandomi all'orecchio - Fa il sostenuto, ma gli sei molto mancato, Sungjong. 
 
-I-Io ... cosa?
 
Il mio hyung annuì - Ma si, continuava a dire che questo negozio, senza la tua presenza da panda, non è lo stesso .. che è smorto, manca di quell'allegria giocosa che tu ed il tuo costume gli donavate ... o cose così insomma.
 
Rimasi un attimo allibito. Senza parole.
 
Non mi sarei certo aspettato che il vecchietto potesse sentire la mia mancanza.
 
Magari, sotto a quell'aspetto da isterico, c'era davvero un animo gentile.
 
E anche se non c'era, in quel momento volevo credere che esistesse davvero.
 
-Dongwoo hyung mi ha mezzo raccontato ciò che è successo .. ma non è sceso in particolari. Al vecchio ho solo raccontato che avevi problemi familiari e che nessuno sapeva con certezza quando saresti tornato.
 
Sorrisi ad Hoya.
 
Ero felice, si. Felice di non essere nuovamente diventato di dominio pubblico com'era successo poco tempo prima, e felice soprattutto perché i miei hyung si erano occupati di tutto.
 
Avrei potuto ripetere all'infinito quanto fossi fortunato ad avere certe persone al mio fianco, ma non sarebbe comunque bastato per esprimere al meglio il mio amore per loro.
 
Il vecchietto tossì, richiamando la nostra attenzione.
 
-Spero tu capirai che ciò che sto per dirti non è per amor proprio nei tuoi confronti, ma che è solo un attimo di gentilezza e benevolenza che io sono in obbligo di fare.... Da domani voglio rivederti nel mio negozio. Solito orario, soliti turni, solito costume da panda. Nulla più, nulla meno, ok? 
 
Non riuscii a trattenere l'ennesimo sorriso di quella giornata.
 
--
 
Dopo essere rimasto il dovuto tempo in quel negozio di giocattoli, ero di nuovo uscito sotto quei raggi di sole che quel giorno illuminavano la città.
 
Era ormai l'ora di pranzo e la mia pancia richiedeva attenzioni.
 
Per un po' ero rimasto a riflettere se fosse meglio tornare a casa e cercare di cucinarmi qualcosa, o rimanere fuori a sgranocchiare qualcosa in un qualche locale.
 
I miei occhi si erano velocementi spostati sulle vetrine diligentemente pulite di un bar in particolare, e non potei non decidere di pranzare lì.
 
Perché non ci avevo pensato subito?
 
In fondo non ci ero mai stato (escludendo il giorno precedente) e ora Myungsoo ci lavorava.
 
Magari gli avrebbe fatto piacere una mia visita.
 
Ma che dicevo? Ne sarebbe stato entusiasta!
 
Sorrisi e, ancora col cappuccio sollevato, entrai in quel bar.
 
Era ancora piuttosto affollato, ma i miei occhi individuarono un tavolo libero in un angolo abbastanza nascosto.
 
Almeno non avrei avuto nuovi occhi indiscreti addosso.
 
Mi sedetti, guardando davvero per la prima volta quel bar.
 
Aveva proprio l'aria tranquilla e familiare che avevo sempre immaginato. Ora che ci lavorava Myungsoo, poi, sembrava ancora più piena di un calore abituale.
 
Una cameriera si affiancò al mio tavolo, attirando la mia attenzione.
 
-Salve, vuole ordinare? - chiese educatamente, con un blocco per gli appunti ed un vassoio in mano.
 
Diedi una rapida occhiata al menù che non avevo ancora degnato di attenzione. Ma prima che potessi ordinare qualcosa, le parole della cameriera mi precedettero.
 
-Ohh, ma sei il fidanzato di Myungsoo?? - squittì, e quasi riuscii a vedere dei cuoricini stampati nei suoi occhi marroni.
 
Mi strozzai con la saliva.
 
E ti pareva se non diventavo oggetto d'attenzione anche in quel bar.
 
Annuii timidamente, non riuscendo però a fissarla dritta negli occhi.
 
L'ennesimo squittio da parte sua mi fece sobbalzare, prima che la cameriera gridasse verso quella che era la cucina del bar.
 
-Myung oppa! 〜 C'è il tuo ragazzo! 〜
 
La faccia mi si colorò di rosso, forse più tendente al bordò, mentre gli occhi di tutti i clienti si concentrarono su di me.
 
Non potei far altro che sprofondare su quel tavolino.
 
-Ooh! - sobbalzò la cameriera - Ho fatto qualcosa di male??
 
-No no ... - riuscii a dirle - Non si preoccupi ...
 
Intanto, un frastuono di rumori provenienti dalla cucina arrivò alle mie orecchie.
 
Era il rumore di stoviglie che cadevano, seguite da una serie di bestemmie a tutto andare di una voce che riconobbi come quella del capo del bar.
 
Ed ecco, che dalla cucina, spuntò un Myungsoo tutto di fretta.
 
Riuscii a sorridere, vedendo com'era corso da me quando era stata annunciata la mia presenza.
 
Anche la cameriera, ancora affianco a me, sorrise davanti a quello spettacolo e se ne andò prima che Myungsoo raggiungesse il mio tavolo.
 
-Non c'era bisogno di correre! - gli dissi con un sorriso quando fu davanti al mio tavolo.
 
Myungsoo riprese fiato, scostandosi una ciocca di capelli dalla fronte e poi sorridendomi.
 
-Come mai sei qui? - fu la prima cosa che mi chiese.
 
-Non sei felice di vedermi? Posso sempre pranzare a casa se ti da fastidio la mia presenza .. - gli disse, alzandomi poi scherzosamente dalla sedia.
 
Ma velocemente, Myungsoo mi fece ritornare a sedere.
 
-Sai che non intendevo questo. - mi rispose, facendo poi per scompigliarmi i capelli, ma accorgendosi solo dopo della felpa - E questo cappuccio? Ma piove?? Non mi sembrava che ci fosse brutto tempo ... - mi ripeté quella frase che sapeva tanto di dejà vu.
 
-E' una lunga storia... - cercai di tagliarla corta, proprio come avevo fatto prima con Hoya.
 
Ma era tutto inutile.
 
Il viso di Myungsoo si illuminò - Ehi, .. ma tu non dovevi andare dal parrucchiere oggi?
 
Aigoo. Perchè non se l'era semplicemente dimenticato?!
 
Mugugnai qualcosa di sconnesso, cercando di non rispondere.
 
-Ecco, perchè hai tenuto il cappuccio! - esclamò poi - Su su, fammi vedere se sei diventato un adorabile pistacchio 〜 - cantilenò, cercando di togliermi il cappuccio.
 
-M-Ma alla fine .. ecco .. non li ho tagliati .. - cercai di ribattere, mentre tenevo al suo posto quel tessuto sulla mia testa.
 
Myungsoo fece una smorfia, senza mollare la presa - Non prendermi per stupido! Vedo che hai la frangetta ora. Su su, fammi vedere, Jongie 〜
 
-Ho detto di n-no ... - ribattei, ma la presa di L era troppo forte rispetto alla mia, e poco dopo mi ritrovai senza cappuccio.
 
Strabuzzai gli occhi mentre quelli di Myungsoo mi analizzavano la testa, prima di nascondere la faccia sulle braccia appoggiate sul tavolo.
 
-Uhm ... ma stai ben-- cercò di dirmi, ma lo sorpassai prima con le mie parole.
 
-Sto bene?! Ma che dici?! Sembro una castagna! Altro che pistacchio e pistacchio!! 
 
Mi aspettavo una qualche risposta da parte di Myungsoo, ma non udii più la sua voce.
 
Quando tolsi le mani dalla faccia e spostai lo sguardo verso Myungsoo, per poco non mi venne un colpo.
 
L si era inginocchiato davanti al tavolo e aveva appoggiato testa e braccia sul bordo.
 
Allungò una mano verso i miei capelli, mentre stava con il mento appoggiato al braccio piegato.
 
-Secondo me invece stai benissimo! Questo taglio ti rende così dannatamente carino 〜
 
Balbettai, senza riuscire però a formulare una frase di senso compiuto.
 
Myungsoo rise appena, portando entrambe le mani sulle mie guance.
 
-Ma quanto sei adorabile da uno all'infinito?!? 〜
 
Strabuzzai gli occhi, scostando le sue mani dalla mia faccia.
 
-Non sono la tua bambola di pezza! - mi lamentai, facendo un finto broncio.
 
Myungsoo sorrise, assumendo un aria sicuramente più calma e, avrei osato dire, più attraente di prima.
 
-Hai ragione .. - sussurrò prima di avvicinarsi al mio volto e a depositare un tenero bacio sulle mie labbra - Sei il mio ragazzo. - disse nuovamente a bassa voce, facendo strofinare il suo naso col mio.
 
Sbattei le palpebre, mentre il martellio del mio cuore partì, preciso come sempre.
 
Come faceva ad essere lo stesso ragazzo?
 
Questa sua bipolarità cominciava a spaventarmi.
 
Eppure non potei far altro che far avvicinare, ancora una volta, i nostri volti e baciarlo, noncurante degli sguardi altrui.
 
---------------------------------------------------
 
 〜 Note dell'autrice 〜
 
Come avevo precedentemente annunciato, il mio pc sta dando di matto e, arrivati a questo punto, potrei quasi dire che è definitivamente passato a miglior vita.
Si, è morto.
Quindi, ora mi toccherà trovare altri modi per scrivere (?)
Avrei un pc fisso, ma è in una posizione di svantaggio: è in mezzo ad una stanza e, puntualmente, ogni volta che cerco di scrivere il seguito di questa ff, comincia ad esserci un via vai di gente dietro di me, nemmeno fosse l'autostrada. /? Non mi trovo proprio in grado di scrivere con i miei che mi gironzolano intorno. -w-
Fortunatamente, mio padre ha le ferie, quindi riesco a sfruttare il suo pc, .. ma ci sono due lati negativi: uno, questo pc, nonostante sia ultramoderno, non ha uno straccio di Word DECENTE, infatti, mi è toccato scrivere con questa versione che non ha il correttore automatico. GOOD (Y) Quindi, se troverete degli strafalcioni, chiedo scusa, ma digito di fretta e molto spesso mi scappa qualche lettera D: L'altro lato negativo è che fra pochi giorni mio padre ritornerà a lavorare e con lui se ne andrà anche il pc.
Cercherò un modo per aggiornare, ma mi scuso fin da subito se sarò così lenta ad aggiornare ;; Faccio quel che posso.
 
A parte questo, grazie per aver letto questo capitolo! Non succede anche qui un accidenti, ma è abbastanza lunghetto ... o almeno credo. QUESTA VERSIONE DI WORD NEMMENO HA IL CONTO DELLE PAGINE. -w- 
Dovrebbe essere però sulle 27 pagine..................................
Ok, mi scuso se è stata una noia infinita.
Comunque, un grazie in particolare a chi ha recensito: hae na, tALIXIA, e la mia unnie Made. Grazie anche a chi ha aggiunto la storia nelle seguite/preferite/ricordate! Continuate ad aumentare, ed io sempre mi commuovo ;^;
Infine, ringrazio la mia ultimate bias (-cuorainfinite- /?) a cui approfitto per ripetere un "Fighting" per i suoi esami! ;u; E mia sorella che ha ammesso di essersi appassionata alla storia. Sono commossa ;V;
Basta, ho scritto troppo.
Alla prossima (speriamo presto ;n;);
 
Tantissimi chu ♥
Maggie 
 
Ps. Mi è arrivato il cd di "Destiny" con *rullo di tamburi /?* la carda di SUNGJONG.
Muoio in pace.
 
PPS. In questo capitolo forse ritroverete alcune cose già sentite, come il fatto dell'ananas (non me lo sono inventato io, l'ha detto Jongie Q3Q) o i capelli a castagna. Per quanto riguarda le pettinature, mia sorella mentre leggeva il capitolo non aveva capito un accidenti di come ce li avesse, quindi faccio solo una breve nota.
Fin dall'inizio della ff, ho sempre cercato di seguire i tagli che in quel periodo Sungjong aveva. All'inizio erano come dell'era di The Chaser e poi come in Man in Love. Ora sono quel taglio a castagna che è stato intermedio, ma immaginatevelo peggio di com'é stato realmente (?) Se ce la faccio, dovrei fargli avere come ce li ha ora, oppure niente e si tiene la castagna u//u

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***




[Sungjong POV]


 
Con una molletta che teneva ferma la mia frangia e un grembiule stretto in vita, stavo riflettendo. Riflettendo sul colore della glassa.
 
Erano le prime luci del mattino e, solitamente, a quell’ora avrei faticato a tenere gli occhi aperti. Ma, stranamente, quella mattina i miei grandi occhi erano vispi e accesi, mentre le mie palpebre sbattevano tranquille. Forse nemmeno così stranamente, avrei potuto dire.
 
C’era un motivo se quella mattina ero più attivo del solito. Quella domenica di Marzo era una giornata speciale.
 
Giornata che mai avevo dimenticato, nemmeno nei momenti di tensioni che avevamo vissuto.
 
Quella data era sempre stata un chiodo fisso nella mia mente. Come se avessi puntato la sveglia su quel giorno e ora fosse improvvisamente suonato l’allarme.
 
Allarme che mi avvertiva di sbrigarmi. Di ultimare velocemente tutti i preparativi prima che Myungsoo aprisse gli occhi.
 
Ero stato attento a nascondere tutto, non lasciandomi sfuggire nemmeno il più insignificante dei dettagli, quindi avevo la certezza che non sospettasse nulla.
 
La sera prima avevo sfruttato tutto le mie energie per fingermi un buon bugiardo, cosa che non ero mai stato.
 
 
“-Mi farebbe davvero piacere sapere che accidenti di lavoro fai per non poter nemmeno stare a casa di domenica!
-Uhm, … ma vabbé, non mi è di troppo peso. Dopotutto, è solo una domenica .. e poi il turno è solo al mattino …
-Aish, continuo a non capirne il senso! Per di più, oggi sei dovuto stare anche tutta la sera fuori … Ma mi spiegherai mai che cavolo di lavoro fai, Jongie?!”
 
Se quella domenica fosse stata una domenica come tante altre, ero certo che non avrebbe reagito in quel modo.
 
Sicuramente avrebbe insistito per accompagnarmi al lavoro e, anche senza il mio permesso, lo avrebbe comunque fatto.
 
Di sicuro le sue reazione sarebbero state diverse e non si sarebbe scaldato così tanto. Ma quel giorno era speciale e sapevo che ci teneva a passarlo con me.
 
Anche se gli avevo fatto credere di essermene totalmente dimenticato e di non poterlo quindi festeggiare insieme.
 
Sorrisi nel ricordare la sua faccia sconvolta quando aveva tentato di farmi ricordare che quella domenica in particolare era speciale, ma io avevo tranquillamente fatto il finto tonto.
 
Avevo già scordato il nostro anniversario, non potevo anche dimenticarmi di quello.
 
Il mio cellulare, appoggiato sul tavolo di quella cucina, fece un singolo trillo prima di tornare a spegnersi.
 
Gesto inusuale forse, ma per me fu l’ennesimo campanello di allarme.
 
Senza nemmeno bisogno di controllare chi fosse, uscii fuori da quella cucina in direzione della porta d’entrata. Ma prima, aprii delicatamente la porta della camera da letto, per controllare se Myungsoo stesse ancora dormendo.
 
Nonostante tutta la confusione che avevo fatto in cucina nel preparare tutto l’occorrente e la colazione, L se ne stava ancora tranquillo nel mondo dei sogni, sicuramente convinto che fossi davvero a lavoro in quel momento.
 
Sorrisi e chiusi la porta dietro di me, delicatamente, senza produrre alcun rumore e andai all’entrata.
 
Feci scattare la serratura della porta e mi ritrovai un alto ragazzo con una scatola in mano. Proprio come avevo immaginato.
 
-Allora? – gli bisbigliai – L’hai portata?
 
Sungyeol fece una smorfia – No, questa scatola è vuota. – mi rispose ironico – Ma secondo te, Jongie—
 
-Shh!! – gli portai due mani sulla bocca – Parla piano o la sorpresa andrà in fumo!
 
L’alto ragazzo di fronte a me, annuì, lasciando poi le scarpe all’entrata e dirigendosi con me in cucina.
 
-Quindi … - cominciò a parlare il mio hyung, appoggiando quella confezione di cartone delicatamente sul tavolo – Deciso come decorare la torta?
 
Annuii, tirando fuori il dolce da quella scatola – Credo che una semplice copertura di glassa e delle candeline vadano bene.
 
Sungyeol concordò sulla mia decisione, mettendosi poi a sedere su una sedia – Si, credo sia la soluzione migliore dal momento che è la prima torta che decori e non vuoi il mio aiuto nell’ultimarla. – si sforzò di calcare bene sull’ultima frase.
 
Sorrisi. Sapevo delle sue abilità da pasticciere. Le avevo scoperte qualche giorno prima, quando il compleanno di Myungsoo si era fatto più vicino.
 
Volevo assolutamente cucinargli una torta, ma ero totalmente negato o perlomeno non ci avevo mai provato.
 
Mi immaginavo già la cucina in fiamme in qualche mio vano tentativo, quando Dongwoo – in una delle sue visite al negozio di giocattoli – mi aveva parlato delle abilità da pasticciere di Sungyeol.
 
A quanto pare, aveva trovato lavoro in quella piccola città, in un piccolo locale. Una di quelle pasticcerie frequentate da un gruppo ristretto di persone, ma estremamente ricercate e ben curate.
 
Mi sorpresi del rapporto che si era creato tra i miei hyung di sempre e Sungyeol. Non mi aspettavo che sarebbe nato un simile legame di amicizia che in un certo senso ci avrebbe uniti tutti.
 
Ero felice, si, lo ero in un modo indescrivibile.
 
Dopo la scoperta delle sue qualità da pasticciere, avevo chiesto aiuto all’altissimo ragazzo con la torta per il compleanno di Myungsoo.
 
Così ci eravamo ritrovati il sabato sera, nel suo appartamento, a preparare la base di quella torta che in quel momento stavo per decorare. Mentre, anche questa volta, Myungsoo era convinto che fossi stato tutto il tempo a lavorare.
 
Non mi piaceva avergli dovuto mentire, ma era stato necessario. Necessario per la buona riuscita della mia sorpresa.
 
Assorto nei miei pensieri ed impegnato ad ultimare le ultime cose per la colazione prima di passare alla torta, Sungyeol spostò lo sguardo su una ciotola in particolare.
 
-Cos’è quella roba nera?
 
-Glassa di cioccolato.
 
Sungyeol storse il naso – E perché accidenti è nera?
 
-Perché ci ho messo tanto cioccolato fondente. Il nero è pur sempre il colore preferito di Myungsoo.
 
Il giovane sembrò annuire, convinto, prima di spalancare gli occhi, come se avesse afferrato il concetto solo in quel momento.
 
-No, aspetta … tu hai intenzione di decorare la torta con quello schifo lì?!
 
-Ma non è schifo .. e poi cosa pensavi ci avrei fatto?
 
Sungyeol sbatté le palpebre – Pensavo fosse solo uno scarto!
 
-Ma non è male …
 
-E’ nero!!
 
-E’ solo un po’ scuro …
 
-Un po’?! – ripeté ironico – Non si è mai vista una torta di compleanno nera! E’ un compleanno, non un funerale. – commentò, prima di intingere un dito nella glassa e assaggiarla – E’ la cosa più amara che abbia mai sentito!
 
-M-Ma non è cattivissima … secondo me a Myung potrebbe piacere .. – spiegai, tentando di cominciare a glassare la torta.
 
-NO!- mi gridò contro Sungyeol, prendendo la torta nelle sue mani e non permettendomi di ultimarla – Non ti permetterò di rovinare questo capolavoro di torta!
 
Sospirai, roteando gli occhi al cielo – Di questo passo diventerai uno di quei pasticcieri fastidiosamente isterici! E poi non urlare … - gli intimai, gettando un occhiata verso la porta chiusa della cucina. Quando sentii il basso, ma per le mie orecchie percettibile, russare di Myungsoo, tornai a concentrarmi sul mio huyng, che con forza continuava a non volermi lasciare la torta.
 
Era così brutta la mia idea?
 
Di certo non sarebbe stata la torta di compleanno più spettacolare del secolo, ma almeno era qualcosa di personale.
 
Myungsoo non era una persona cupa, ma era colpa mia se il suo colore preferito era il nero?
 
Sungyeol mi aveva aiutato a cucinare quella torta, suggerendomi gli ingredienti che più sarebbero piaciuto al mio ragazzo. In un certo senso, mi ero sentito infastidito. Infastidito e geloso.
 
Sungyeol conosceva sicuramente Myungsoo meglio di me. Dopotutto, erano migliori amici dalla più tenera età.
 
Io, in confronto, lo conoscevo solo da una manciata di mesi. Nulla in confronto.
 
Ma continuavo a pensare che non fosse solo il tempo a determinare la profondità di un legame. Ero sicuro che il legame tra me e Myungsoo fosse già abbastanza importante e per nulla superficiale.
 
-Lasciami la torta! – ordinai a Sungyeol, con i denti stretti e prendendo dalle sue mani quel dolce – Lo decorerò con delle candeline azzurre, quindi non sarà troppo scura! E ora faresti meglio ad andartene … Non voglio che Myung si svegli trovandoti qui …
 
Il giovane sbuffò, incrociando le braccia al petto – Ma ceeerto. – fece ironico – Prendiamoci tutto il merito quando la fatica l’ho fatta io! – continuò a lamentarsi, aprendo la porta della cucina e dirigendosi all’entrata.
 
Lo seguì con un mestolo in mano, mentre si stava rinfilando le scarpe da ginnastica ed era pronto ad andarsene.
 
-Sappi però una cosa, Lee Sungjong … - attirò di nuovo la mia attenzione, ora con una voce più seria di quella che aveva avuto fino a poco prima – Se ti sto aiutando, è solo perché so che lo renderai felice più di chiunque altro. Trattalo bene.
 
Annuii, convinto.
 
Mi sorprendevo sempre di come quel ragazzo riuscisse a convivere con quella doppia personalità: un animo allegro, giocoso e a tratti anche un po’ infantile, e un altro estremamente serio e maturo.
 
Forse era per quello che lui e Myungsoo erano tanto amici. Per certi versi, anche il mio ragazzo aveva un’anima bipolare. Me lo aveva ben fatto sapere una volta, quando mi aveva raccontato del perché era stato soprannominato L.
 
Tornai a concentrarmi su Sungyeol, che intanto si era rinfilato scarpe e una leggera giacca, pronto già ad andarsene.
 
-Ah, e un’ultima cosa …
 
-Uh?
 
-Ieri sera a mezzanotte ho inviato a Myung un messaggio di buon compleanno, .. quindi in pratica sono stato IO il primo a fargli gli auguri! – mi informò, quasi con un certo orgoglio nella voce.
 
Trattenni una mezza risata nel vedere quanto fosse fiero della sua azione.
 
-Vuol dire che io sarò il secondo.
 
Sungyeol scacciò quell’espressione tra il serio e l’orgoglioso che aveva assunto fino a quel momento, sostituendola con uno dei suoi soliti sorrisi.
 
Mi scompigliò i capelli con una mano ed uscì dall’appartamento.
 
-E mi raccomando: non me lo avvelenare con quella robaglia nera!
 
Stesi le labbra in un sorriso – Ci proverò.
 
--
 
Dopo aver glassato la torta ed averci aggiunto le candeline, potevo dire che il risultato era più che accettabile.
 
Non era certo una di quelle torte che spesso si vedono nei programma di cucina che ti fanno venire voglia di mangiarle solo per la magnificenza dell’aspetto esteriore, ma perlomeno era buona. O così speravo.
 
Myungsoo non aveva mai fatto particolari apprezzamenti per cibi molto dolci, quindi magari quella glassa amara gli sarebbe piaciuta, no?
 
Oh ma chissene importava! Non mi avrebbe di certo lasciato per un tentativo ti torta fallito!
 
Io ero ancora qui, al suo fianco, dopo tutti gli esperimenti culinari che aveva fatto. E vi assicuro che non tutti erano riusciti bene.
 
-Miao ~
 
Sobbalzai, sorpreso da quel rumore improvviso e spostando lo sguardo verso quella palletta di pelo arancione sul pavimento.
 
Quel gattino aveva una certa inclinazione nel farmi venire un quasi infarto mentre ero distratto.
 
-Uhm, che c’è? Hai fame?? Ma ti ho dato da mangiare prima di cominciare a cucinare …
 
-Miao ~
 
-Eh, Miao anche a te. – gli risposi ironico, mettendomi a sedere in quel tavolo da cucina e appoggiando il mento sui palmi delle mie mani – Di cos’hai bisogno ora, Jongie?
 
-Miao ~
 
-Non ti capisco, Jongie … perché non puoi parlare la mia lingua, accidentaccio? Non mi spiego come Myungsoo faccia a capirti così bene! Capisce sempre quello di cui tu hai bisogno, mentre io a malapena so che hai sete quando ritrovo la tua ciotolina senz’acqua! Eppure ho un rapporto abbastanza empatico con i bambini … e tu non saresti una sorta di cucciolo?
 
- Miao ~
 
Mi massaggiai la fronte – Miao, Miao, Miao … devo seriamente insegnarti a parlare o di questo passo non riusciremo mai a capirci. E allora che razza di padrone sarei? Insomma, sei mio, no?? Quindi dovrei riuscire ad interpretare i tuoi miagolii, giusto?
 
- Miao ~
 
Storsi il naso, fissando quella palletta di pelo arancione – Uhm, … mi sa che Myungsoo ha preso un gatto fallato. Non dovresti cambiare miagolio a seconda delle tue esigenze? Come fanno i bambini con—
 
- Miao ~
 
-No, ma oltre a non capirti … nemmeno mi lasci finire una frase?! E poi non farmi alzare la voce che poi si sveglia Myungsoo ed il mio piano va in fumo! – lo rimproverai, stavo seriamente litigando con un gattino?, per poi fissarlo zampettare verso la porta – Dove stai andando ora? E poi non l’avevo chiusa quella portAAHHH!! – scattai in piedi, spalancando gli occhi.
 
No, non poteva essere possibile … Avevo calcolato tutto nei minimi particolari! Non poteva essere davvero andata in fumo la mia sorpresa tanto precedentemente studiata!
 
-Ehi, ma che ci fai a casa? Non dovevi essere a lavoro?? – chiese un Myungsoo ancora mezzo addormentato, stropicciandosi gli occhi con un fare estremamente adorabile.
 
Estremamente adorabile? No, no! Non potevo perdermi nella dolcezza dei suoi gesti, avevo ben altro a cui pensare!
 
Myungsoo si era svegliato e, se non se ne tornava immediatamente a letto, il mio piano sarebbe saltato.
 
Approfittando di quello stato ancora mezzo dormiente di Myungsoo, arrivai davanti a lei e cominciai a spingerlo indietro.
 
-M-Ma… che cosa??
 
-Zitto e cammina! – lo zittii, trascinandolo fino alla camera da letto, per poi buttarlo sul letto ancora sfatto.
 
Myungsoo con gli occhi spalancati mi osservava incredulo e confuso.
 
-E ora sdraiati e fingi di dormire!
 
Il ragazzo seduto nel letto sgranò gli occhi e cercò inutilmente di balbettare qualcosa.
 
-Non parlare! Fai solo quello che ti ho detto! – gli ordinai, prima di uscire dalla stanza e tornarmene in cucina dove, fortunatamente, avevo più o meno ultimato tutto.
 
Myungsoo se ne rimase un po’ a fissare la porta della camera da letto, sempre più confuso, un po’ dalla mie parole un po’ dal sonno. Ma alla fine fece come gli avevo ordinato e si sdraiò.
 
Tornai da lui, sbirciando prima nella camera con la testa – Ti ho detto di dormire! Chiudi quei begli occhietti, Kim Myungsoo!
 
Il giovane non riuscì a trattenere una risata, mentre però chiudeva gli occhi, o perlomeno li socchiudeva.
 
Meglio di niente, insomma.
 
Prendendo un profondo respiro e maledicendomi per non essere riuscito ad interpretare ciò che Jongie aveva tentato di dirmi, allungai una mano nella camera, spegnendo le luci della stanza e facendo sì che fosse solo la fioca luce del sole a illuminare.
 
Accesi le candeline azzurro pastello di quella torta e feci la mia entrata nella stanza, intonando un Buon Compleanno.
 
Myungsoo scattò a sedere, probabilmente ancora più confuso e spaesato, ascoltando la mia canzoncina e osservando il grande vassoio che stavo trasportando.
 
Quel giorno era il suo compleanno e per l’occasione, non solo gli avevo cucinato una torta, ma avevo pure preparato la colazione a letto.
 
Non è forse questo, quello che fanno gli innamorati?
 
Motivo per cui, vederlo già in piedi e fuori dalla stanza, aveva distrutto tutti i miei piani.
 
Ma non era tutto perduto.
 
Arrivai ai piedi del letto e mi sedetti sul parquet chiaro, appoggiando il vassoio stracolmo di cibo – speravo perlomeno commestibile – e nascosi dietro la schiena un pacchetto dalle tinte pastello.
 
-Buon compleanno, Myungsoo ~
 
I suoi occhi saettarono dal vassoio, alle candeline ancora accese e al mio viso sorridente, mentre ancora avevo indosso quel grembiule sporco di glassa.
 
Ero riuscito nella mia impresa? Ero davvero stato capace di nascondere tutto e fargli una sorpresa?
 
Myungsoo spalancò appena la bocca, senza produrre però nessun rumore per un po’.
 
-I-Io … - riuscì poi a pronunciare – Non me lo aspettavo …
 
Il sorriso sul mio volto si allargò ancora di più, diventato più radioso di prima.
 
-Su su, forza, .. spegni le candeline!
 
Myungsoo obbedì e un attimo dopo la stanza venne solo illuminata da qualche raggio di sole.
 
Applaudii felice, togliendo quelle candeline azzurre dalla torta e mettendole da parte.
 
-E’ la prima volta che cucino una torta … beh, in verità mi ha aiutato Sungyeol hyung … però la decorazione è tutta opera mia, si! Lo so che forse è un po’ tetra … ma il nero è il tuo colore preferito dopotutto, no? E poi è buona, ceh .. almeno spero. Per la colazione … ho provato a prepararla come fai tu … ma il risultato non è per nulla comparabile .. però boh magari non è cattivissima … Ah, e per quanto riguarda la cucina … non ti preoccupare, non gli ho dato fuoco! Anzi ho anche tutto diligentemente pulito … Beh, si … tutto qui .. Magari è meglio se accendiamo la luce però … - pronunciai quella sfilza di parole. Periodi senza né capo né coda, di cui nemmeno io comprendevo il concetto.
 
Feci per alzarmi e andare ad illuminare un po’ quella camera da letto con della luce artificiale, quando qualcosa mi bloccò.
 
Myungsoo afferrò il mio polso, non permettendomi di proseguire per la mia strada. Mi voltai verso di lui, che in un attimo afferrò il colletto della mia maglia, costringendomi ad abbassarmi su di lui.
 
Le sue labbra erano insolitamente morbide e dolci a contatto con lei, eppure non aveva ancora mangiato la torta.
 
Appoggiai una mano sulla testata del letto, per potermi sorreggere e non porre fine a quel bacio che non sarebbe finito tanto in fretta.
 
Leccai e morsi quelle labbra che, nonostante sapevo oramai che fossero di mia proprietà, sempre avrei bramato.
 
Era un orgoglio poter definire Myungsoo con un aggettivo possessivo.
 
Era brutto definirlo come una proprietà, nemmeno fosse un oggetto materiale, eppure mi dava anche un certo orgoglio.
 
In quel momento Myungsoo era lì con me, le sue labbra erano sulle mie e le sue mani vagavano sul mio corpo. Quella quantità di aggettivi possessivi cambiavano persona ma non alteravano il concetto.
 
Myungsoo era mio ed io ero suo.
 
--
 
Dopotutto, non ero stato un cattivo cuoco.
 
Myungsoo aveva finito la sua colazione e aveva trangugiato metà della sua torta di compleanno, permettendomi appena di gustarne qualche briciola.
 
I complimenti erano volati come non mai, riempiendomi di soddisfazione.
 
Che fosse davvero così buono quel cibo? Ne dubitavo, ma Myungsoo non me l’avrebbe mai detto.
 
Probabilmente non aveva nemmeno assaggiato davvero il gusto di quel pasto, avendo convinto sé stesso che quello fosse il cibo più buono del mondo perché cucinato da me.
 
-Waa, era tutto buonissimo! ~ Mai mangiato cibo così buono!
 
Arricciai il naso – Non pensi di esagerare ora? Non credo che sia poi tutta ‘sta bontà …
 
Myungsoo allungò una mano, scompigliandomi i capelli, mentre ero seduto ancora ai piedi del letto e lui mezzo stravaccato sul letto sfatto.
 
Spostò il vassoio, perlopiù vuoto, sul pavimento.
 
-Ma scherzi?! E’ il miglior regalo di compleanno che qualcuno mi abbia mai fatto.
 
Feci una smorfia, poi ricordandomi improvvisamente del pacchetto che ancora avevo nascosto dietro la schiena.
 
-Ah, dimenticavo! Ecco ~ - esclamai, allungandogli quel piccolo, quanto pesantuccio, scatola impacchettata.
 
Myungsoo sbatté le ciglia, sorpreso che gli avessi riservato un altro regalo, poi scartando la confezione color pastello.
 
Quando il regalo venne allo scoperto, i suoi occhi si spalancarono come non mai, non riuscendo più a spostare l’attenzione su nient’altro.
 
-Ti piace … ? – chiesi insicuro – So che ti piace scattare foto, ma non hai una macchina fotografica … quindi ho pensato di regalartene una. Lo so che non è nulla di eccezionale … ma mi sono reso conto solo al momento dell’acquisto quanto sia costosa una fotocamera decente … Però il commesso mi ha assicurato che è il meglio per i giovani fotografi esordienti, quindi forse non è tanto male … - finii di parlare, spostando poi lo sguardo su Myungsoo.
 
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che rimanersene in silenzio, a contemplare quel pacchetto che ancora teneva chiuso in mano.
 
Si girò verso di me, con gli occhi che quasi gli luccicavano – P-Posso aprirlo?
 
Trovai così infantile ed estremamente adorabile il modo con cui mi chiese quel permesso per nulla necessario.
 
Annuii, sorridendogli, ed ecco che cominciò ad aprire con delicatezza la scatola e ad estrarne l’aggeggio tecnologico.
 
Una volta tra le mani, lo osservò da tutte le parti, leggendo poi le varie istruzioni e capendone subito l’uso.
 
Si poteva già capire quanto fosse adatto ed immerso nel mondo della fotografia. Aveva subito stabilito un qualche tipo di contatto con quella macchina fotografica, e velocemente ne aveva appreso l’utilizzo, facilmente.
 
Senza dire nulla, lo continuai ad osservare, mentre rigirava quella fotocamera tra le mani e parlottava tra di lui, orgoglioso di aver già capito come funzionasse lo zoom o quant’altro.
 
Era così bello vederlo preso da tutto ciò.
 
Si vedeva con quanta passione stava esaminando quel oggetto, ed ero estremamente felice di aver azzeccato il regalo.
 
-Miao ~
 
Sobbalzai. Era mai possibile che quel gattino riuscisse a comparire nei momenti in cui ero più distratto e a farmi sempre venire un mezzo infarto?
 
Sospirai, prendendolo tra le mani e fissandolo dritto in faccia.
 
Cercai di aprire bocca per fargli una “ramanzina”, convinto che Myungsoo fosse ancora nel suo mondo, ma ecco che la sua voce arrivò chiara alle mie orecchie.
 
-Fermo!
 
-Uh? – chiesi, cercando di spostare lo sguardo verso di lui.
 
-Fermo, fermo, fermo! Non ti muovere! – parlava velocemente, ma non capivo il motivo di tanta fretta.
 
Feci come mi aveva detto, continuando ad osservare per po’ gli occhi di Jongie di fronte a me. Quando il gattino arancione mi leccò il naso e non riuscii a trattenere un sorriso, un forte lampo di luce mi illuminò il volto. Veloce e assolutamente improvviso.
 
Myungsoo stava osservando lo schermo della macchina fotografica quando spostai i miei occhi verso di lui.
 
-Hai fatto una foto?
 
L annuì – Era la prima foto che volevo scattare.
 
-A me e a Jongie? – chiesi, mentre il gattino in questione era tornato a gironzolare indisturbato per la stanza.
 
-Alla mia famiglia.
 
Sgranai gli occhi al suono di quelle parole.
 
Era tutto così estremamente dolce e perfetto che non riuscii a trattenermi. A trattenermi dal buttarmi a capofitto su quel letto, in un’abile spanciata sopra il corpo di Myungsoo.
 
Nemmeno fossi stato ad una gara di nuoto.
 
Myungsoo emise un verso tra il sorpreso e il dolorante quando atterrai su di lui.
 
Gli sorrisi, accoccolandomi poi sul suo petto come sempre amavo fare.
 
Myungsoo appoggiò la macchina fotografica sulla sedia che fungeva da comodino, vicino a quel letto.
 
Ebbe appena il tempo di ricambiare il sorriso e la stretta, che uno strano scricchiolio fece alzare lo sguardo ad entrambi.
 
-Che è stato? – chiesi preoccupato.
 
Myungsoo fece una smorfia – Ma non lo so, probabilmente è stata la struttura del letto … Nulla di che, insomma. – mi rassicurò, tornando poi a stritolarmi tra le sue braccia.
 
-Sicuro? Non è che sta cedendo il letto e ci ritroviamo sul pavimento??
 
Il ragazzo sotto di me rise appena – Tranquillo. Va bene che è un letto singolo, ma se è ha resistito tutto questo tempo, perché dovrebbe mollare proprio adesso? – chiese, bloccandosi poi con l’ennesimo miagolio per quella giornata – Ooh, c’è Jongie! – esclamò, cominciando a picchiettare sul bordo di quel letto, come a intimargli di salire anche lui con noi.
 
Il gattino mosse appena il fondoschiena prima di fare un abile balzo sul letto ed arrivare vicino a noi.
 
Peccato, però, che quello che venne dopo non fu altrettanto abile né in un qualche modo felice.
 
Com’è che si dice? La goccia che fa traboccare il vaso?
 
Ecco, Jongie fu proprio quella goccia che, più di aver fatto traboccare il vaso, fece crollare il letto.
 
Fu così che, poco dopo, tutti e tre ci ritrovammo pancia a terra, … fisicamente.
 
Lo scricchiolio di poco prima non era stato un buon augurio e avevo fatto bene a preoccuparmi.
 
La mia spanciata, il peso di me, Myungsoo, Jongie, 3 o forse 4 cuscini ed il mio ingombrante orsacchiotto bianco, mandarono al creatore quel letto, che aveva resistito anche fin troppo.
 
Ma i letti muoiono? Piuttosto vanno in frantumi, ed ecco quello che aveva fatto quel letto.
 
Myungsoo, Jongie ed io ci fissammo un attimo, confusi e sorpresi, prima di scoppiare a ridere. Solo io e Myungsoo, certo. I gatti non ridono, al massimo hanno un’aria felice. O almeno credo.
 
Nonostante le assi del letto fossero fuori posto, i piedini di legno fossero saltanti via e la testiera del letto stesse su per miracolo, tornai a sdraiarmi su Myungsoo, che subito mi riabbracciò, noncurante di ciò che era successo.
 
Jongie rimase per un po’ a fissarci, prima di accoccolarsi sul cuscino, di fianco alle nostre facce.
 
Per un po’ rimanemmo in silenzio, con solo i rumori esterni ed il lieve russare del gatto a porre fine a quella piatta assenza di voci.
 
Poi, accorgendoci della situazione disagiata e paradossale in cui ci trovavamo, Myungsoo aprì bocca.
 
-Forse ho trovato come spenderò la paga del lavoro …
 
-Come?
 
Myungsoo tentennò un po’, ridendo appena – Penso sia davvero giunto il momento di comprare un nuovo letto.
 
Ridacchiai, annuendo e concordando con la decisione.
 
Fece per depositarmi un bacio sulla testa, quando l’ennesimo scricchiolio attirò l’attenzione di entrambi.
 
Non avemmo nemmeno il tempo di spostare lo sguardo verso quel lieve rumore, che la testata del letto si staccò, finendo sulla testa di Myungsoo in un sonoro TOC.
 
Cercai di trattenere una risata, per evitare di venire poi successivamente malmenato da Myungsoo.
 
-No … - fece in un sussurro – Ora sono CERTO che dobbiamo comprare un nuovo letto.
 
 
-------------------------------------------------
 
~ Note dell’autrice ~
 
Chiedo venia. Sono in ritardassimo e con l’ennesimo capitolo in cui non succede più o meno niente.
Quindi parto con le scuse: allora, sono stata occupata a pubblicare una one shot Myungjong (è senza pretese, ma ci tenevo a pubblicarla, quindi mi fa piacere se gli date un’occhiata ^^), poi ci sono stati diversi comeback (tra cui quello di Giddì (??) oggi nkjbfhrjbfjh sono in un brodo di giuggiole ~) e ultimo, ma più importante, ho cambiato paio di occhiali e questa nuova e più forte gradazione mi sta dando davvero alla testa. Quindi tra mal di testa e nausea non aveva tutta questa forza di scrivere.
Detto questo, grazie per aver letto ~ Sono 24 pagina, ma spero non siano 24 pagine di pura noia se no sono davvero dispiaciuta ; ;
Non penso manchi tantissimo alla fine, l’unico problema è che sempre mi vengono nuove idee e poi ho un mezzo piano per il futuro … ma questo ve lo dirò a ff finita! Muhahaha—(?)
Comunque, ringrazio in modo particolare chi ha recensito: hae na, Jessica, YeLloWfLoWeRs (oddio, spero di averlo scritto bene), le mie unnie Eli e Made, e la mia kohai che mi ha riempito di troppi complimenti ~ Fatevi abbracciare, bellissime ouo ~ (?)
E ringrazio anche la mia adorata ultimate bias (alla quale approfitto di nuovo di dirle un FIGHTING ~), mia sorella e tutti voi splendidi lettori ~
 
Grazie di tutto ~ E recensite *^*
 
Alla prossima;
 
Tantissimi chu ~
Maggie
 
Ps. Meraviglioso ultimate, happy birthday ~
#21JJONGDAY 
PPs. Non ho riletto ; ; Scusate i possibili errori ; ;

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


             



[No POV]

 
In un piccolo appartamento poco lontano dal centro, era un’incognita se fosse più alto il rumore degli schiamazzi o quello del martellio continuo di attrezzi diversi.
 
Riuniti, tutti e sette insieme, come non lo erano mai stati.
 
Ognuno di loro aveva vite diverse, l’une dalle altre. Non erano sette amici nati e cresciuti insieme, come però sarebbero potuti sembrare.
 
I loro passati non erano uguali. Non si erano mai visti tutti e sette bambini. Non avevano trascorso tutti insieme il primo giorno di scuola. Non avevano passato tutti nello stesso modo e luogo la propria infanzia.
 
Eppure c’era qualcosa. Qualcosa che li univa. Che univa quelle sette anime che all’esterno sarebbero potuto sembrare incompatibili.
 
Un nonno spesso e volentieri isterico. Un bambinone dai modi di dinosauro. Uno schiocco patito di aegyo. Un fissato di danza e del color viola. Uno spilungone sempre pronto a fare scherzi a tutti. Un fotografo spesso vestito di nero. E un flower boy dalla doppia identità di panda.
 
Come potevo questi sette ragazzi anche solo chiacchierare? Avevano ben poco in comune.
 
Eppure tra di loro si era instaurato un particolare legame. Un legame formato da tante piccole, ma allo stesso tempo profonde, relazione.
 
Quattro di loro avevano trascorso la loro infanzia insieme, due erano cresciuti l’uno al fianco dell’altro e l’ultimo era entrato in contatto con loro in un modo quasi casuale, ma era come se fosse sempre stato loro amico.
 
Però, se il loro legame si fosse concluso semplicemente qui, non sarebbe stato nulla di eccelso.
 
Da questi legami di poche persone, ne partivano tanti altri, formando una complicata ramificazione da cui non si riusciva a scorgere né l’inizio né la fine.
 
Era una relazione formata da linee chiuse, mai spezzate o aperte.
 
Non appariva come un semplice cerchio, un quadrato o una qualche forma a due dimensione, come quelle si studiavano in geometria.
 
Era come una linea continua e chiusa, stretta al centro, dove tutte quelle sette anime si incontravano e trovavano il loro equilibrio perfetto. Un equilibrio insieme.
 
Perché, anche se non erano nati e vissuti sempre insieme, ora si erano ritrovati, in un modo o nell’altro. Grazie all’incontro di complicate varianti e fattori esterni.
 
Il loro legame era così e, se avessero dovuto dargli una forma concreta, solo una sarebbe stata perfetta . . .
 
--
 
[Sungjong POV]

 
Quando, quella mattina, io e Myungsoo avevamo trasportato su per le scale quei pesanti scatoloni, mi ero aspettato di dover sopportare ore e ore di martellate, nel tentativo di dare forma a quell’ammasso di pezzi sparsi.
 
Ma di certo non mi ero aspettato che il suono della voce avrebbe superato quel rumore.
 
In cucina, seduto a quel tavolo, con una mano che ticchettava sul tavolo di legno chiaro, ascoltavo quella confusione provenire dalla mia camera da letto, indeciso su cosa fare.
 
-Ma sei sicuro che non dovremmo andare di là con loro al posto di starcene con le mani in tasca?
 
Il mio hyung annuì, sorseggiando una qualche tisana da una tazza colorata.
 
-Ne sei certo? Insomma … tutti stanno sfaticando, ma alla fine è una cosa che riguarda solo me e Myungsoo … - continuai a riflettere ad alta voce, alzandomi poi dalla sedia – Forse è meglio se vada a dare una mano …
 
Sunggyu, ancora comodamente seduto, appoggiò la tazza sul tavolo e mi riservò un’occhiataccia.
 
-Pensi che 5 ragazzi, ormai ventenni e adulti, non sappiano mettere insieme un mucchio di pezzi di legno per dare forma ad un letto?
 
Mi morsi il labbro inferiore, alzando gli occhi al cielo.
 
Lo conoscevo troppo bene per non sapere che stava semplicemente arrancando scuse per non doversi alzare e dare una mano anche lui.
 
Certe volte sapeva essere proprio un vecchietto sfaticato.
 
Se poi, come diceva lui, quei miei cinque hyung erano in grado di fare tutto da loro, a quest’ora non avrebbero già finito?
 
Dopotutto, avevamo portato a casa gli scatoloni quella mattina presto, e ora erano già le sei del pomeriggio.
 
Indeciso se subire l’ira funesta di Sunggyu, disubbidendo ai suoi ordini e andando ad aiutare in camera da letto, o rimanere semplicemente in cucina, come avevo fatto fino a quel momento, il cielo stava diventando rosso, segno che quella giornata stava giungendo al termine.
 
Ancora riflettendo, standomene in piedi e con le braccia conserte, si udì un urlo straziante, seguito da un paio di passi verso la cucina.
 
-Aigoooooo ~ Mi hanno schiacciato il pollice col martello! Vorrei proprio sapere chi ha permesso a quel bambinone di usare quell’attrezzo!! Gyu, dammi un bacino così mi passa ~
 
Mandai giù la saliva, disgustato da quella scenata messa in atto da Woohyun, ma non riuscì a dire nulla che fece la comparsa un altro mio hyung.
 
-Bambinone?? – ripeté Dongwoo – Se metti il dito sotto il martello, normale che dopo lo schiacci!
 
Woohyun arricciò il naso e si lanciò contro l’altro ragazzo, in una lotta di pizzicotti e solletico.
 
Ed ecco che la cristallina e coinvolgente risata di Dongwoo si fece sentire, attirando l’attenzione così dell’ennesimo ragazzo.
 
-Ma che succede qui? Non dovevamo finire col letto? – chiese Hoya, ma senza ricevere risposta da parte di nessuno nella stanza, tutti troppo impegnati in un modo o nell’altro.
 
Il mio hyung, non sentendosi considerato, si sedette in una sedia libera del tavolo.
 
-Sungjong, potrei avere un caffè?
 
Spostai subito lo sguardo su di lui, sorridendo.
 
-Oh si si! – mi sbrigai a dirgli, sentendomi finalmente utile e avvicinandomi alla macchina del caffè.
 
Ma una voce, alle mie spalle, non mi diede nemmeno il tempo di premere un pulsante.
 
-Jongie … cosa ti avevo detto?
 
Feci una smorfia, senza voltarmi verso di lui che, già sentivo, stava venendo dietro di me.
 
-Non posso toccare la tua preziosissima macchina del caffè. – gli feci la voce dietro – Ma guarda che ho imparato come si fa!
 
Myungsoo appoggiò il mento sulla mia spalla.
 
-Come no, e poi ci troviamo la cucina in fiamme.
 
Gli tirai una leggera gomitata nello stomaco – Che scemo.
 
Myungsoo fece per depositarmi un bacio, tirato in un sorriso, sulla pelle nuda del mio collo, ma Hoya tornò a parlare, obbligandolo a staccarsi da me.
 
-Quindi niente caffè?
 
-No no, lo faccio subito hyung—
 
-Caffè? Qualcuno ha detto caffè? – chiese Dongwoo, finalmente libero da Woohyun che era tornato a concentrarsi su Sunggyu, sedendosi affianco a Hoya – Potrei averne una tazza anche io?
 
-Oh, certo! Faccio subito! – concordai, prendendo due tazzine e posizionandole nella macchina da caffè.
 
Myungsoo dietro di me sbuffò – Non ti permetterò di distruggere tutto. Fammi fare a me! – ribatté, cercando di farmi spostare, ma inutilmente.
 
-Non ci penso nemmeno! Faccio io!
 
Il giovane sospirò sbracciandosi dietro di me e tentando di farmi spostare.
 
-Jongie, non fare il bambino … mettiti seduto e lasciami fare!
 
-N-No … voi avete sfaticato fino ad adesso .. Permettimi di fare qualcosa anch—HAHAHAHAHA – le mie inutile richieste furono bloccate da un attacco di solletico da parte di Myungsoo.
 
Fu tutto vano cercare di fermarlo o tentare di chiamare il soccorso di qualche mio hyung, tutti troppo impegnati a discutere tra di loro.
 
Hoya e Dongwoo, dopo essersi dimenticati del loro caffè, avevano cominciato a discutere animatamente sull’ultimo cd di un qualche rapper, a me totalmente sconosciuto; mentre Sunggyu cercava di tenere fermo Woohyun, che stava continuando a fare tutti i più squallidi aegyo, e a dirgli che gli avrebbe dato tutti i baci che voleva, dopo aver finito la sua tisana.
 
Se prima quella casa era stata rumorosa, a questo punto ero certo che il caos più totale si stava sentendo in tutto il palazzo, se non anche in strada.
 
Piegato in due, mentre Myungsoo ci aveva preso gusto a farmi solletico, non riuscii a sentire un paio di passi farsi strada verso la cucina, finché il proprietario di quelli non si fece sentire.
 
-Ma che accidenti state facendo tutti qui?? Mi avete obbligato ad aiutarvi e poi ve ne state tranquillamente a poltrire?!
 
Gli occhi di tutti si spostarono su Sungyeol, che aveva appena annunciato la sua alta presenza.
 
Il giovane spostò lo sguardo su tutti noi, prima di fare una smorfia disgustata.
 
-Cosa state facendo? Le coppiette felici??
 
-In realtà io e Hoya non saremmo una copp—tentò di ribattere Dongwoo, naturalmente inutilmente.
 
-L’umanità si estinguerà presto per colpa vostra! – commentò, prendendo poi in braccio una pallina di pelo arancione – Vieni Jongie, non farti influenzare da questa gente.
 
-Se l’umanità si estinguerà sarà anche per colpa tua, Yeollie. Qui l’unico un minimo etero è Jongie, … il gatto, non questo qui.
 
Mi strozzai con la saliva – Questo qui?!
 
Myungsoo mi ignorò, tornando a farmi il solletico, sedendosi poi a cavalcioni su di me, mentre mi dimenavo inutilmente.
 
Sungyeol per un attimo non fiatò, ma nessuno lo trovò in un qualche modo sospetto.
 
Eppure, io non riuscì a non notarlo.
 
Sungyeol una volta mi aveva parlato di lui. Mi aveva detto che aveva tenuto nascosta la sua cotta per Myungsoo per tutti quegli anni, e che era quasi certo che quest’ultimo lo ritenesse un normale etero.
 
E allora cos’era stata quell’affermazione espressa tranquillamente da Myungsoo poco prima?
 
Sapevo cosa stava frullando nel cervello di Sungyeol.
 
Non ero dotato di poteri paranormali e, fino a prova contraria, non sapevo leggere nel pensiero. Eppure ero quasi certo di conoscere quale dubbio stava tormentando la mente di quell’alto ragazzo.
 
Se Myungsoo si era accorto che Sungyeol era omosessuale, forse si era anche accorto che aveva avuto una cotta per lui per tutto quel tempo?
 
Forse l’affetto nei suoi confronti era stato più che palese.
 
Sungyeol si limitava a starsene in silenzio, accarezzando quel gattino arancione, mentre gli altri erano ritornati a chiacchierare tranquillamente.
 
Non potevo lasciare che continuasse a torturarsi con quell’inutile, in quel momento, dubbio.
 
Aveva aiutato fin troppo sia me che Myungsoo, non si meritava altre preoccupazione.
 
-Ah, e h-hyung … lascia stare Jongie e pensa invece a quel topo pelato!
 
Sungyeol mi lanciò un’occhiataccia – Non è un topo pelato! È un gatto e si chiama Jureumie!
 
Lo sapevo che se la sarebbe presa per quella mia affermazione, ma meglio che torturarsi con un’inutile questione, no?
 
Ed il piano in un qualche modo funzionò.
 
Sungyeol lasciò andare Jongie per la sua strada e si sedette in quella tavola, cominciando a parlare serenamente con tutti gli altri.
 
Sorrisi, felice di quella atmosfera carica di tranquilla felicità.
 
-Ah, Sungjong? – mi richiamò all’improvviso Sunggyu – Quando tu e Myungsoo avrete finito di copulare sul pavimento della cucina … io avrei un certo languorino.
 
--
 
-Vedete? Tagliando via quell’ammasso di capelli abbiamo reso più mascolini e virili i suoi tratti.
 
-Si si, infatti! Riuscite a vedere? Questo taglio è perfetto per un ragazzo dall’animo forte ma allo stesso tempo delicat—
 
-Hyung … per favore … rimettetevi a mangiare e smettetela con questa inutile televendita!
 
Sunggyu e Woohyun mi dedicarono una smorfia, mentre ignoravano tranquillamente ciò che gli avevo appena detto.
 
Da quando ci eravamo messi a tavola, tutti e sette insieme, per cenare tranquillamente, quei due giovani avevano circondato Sungyeol e ci avevano mostrato come avevano abilmente tagliato i capelli a quel ragazzo.
 
In realtà, ancora non sapevo come avessero fatto a tenere quel lavoro così a lungo. Forse i loro continui fan service erano serviti a qualcosa.
 
Allo stesso tempo, mi chiedevo come mai Sungyeol si fosse mai fidato di quei due, dopo quello che avevano combinato ai miei capelli anche se, a dire il vero, a lungo andare mi ci ero abituato a quel taglio e non era stato necessario alcun ritocco.
 
-Come stavamo dicendo … - ricominciò a parlare Sunggyu – Questo taglio è perfetto per un ragazzo single e attraente come Sungyeol.
 
Alzai gli occhi al cielo – Il vostro modo di parlare mi sta facendo venire voglia di vomitare.
 
-Taci per una buona volta, Sungjong. – mi liquidò il più grande fra tutti – Dicevo … questo taglio è perfetto per un ragazzo come lui.
 
-Si, esattamente. – concordò Woohyun – E’ perfetto e con questo taglio probabilmente non rimarrà single  ancora a lungo.
 
Mi portai una mano alla fronte, avvilito dal flusso di parole incontrollabile dei miei hyung.
 
Perché accidenti non potevano starsene zitti e tranquilli per una buona volta?!
 
Quello che stavano dicendo non erano altro che un mucchio di sciocchezze …
 
-Beh, in effetti avete ragione.
 
… o forse no?
 
Tutti e sei ci concentrammo su Sungyeol, che subito si pentì di quello che aveva detto.
 
Non avrebbe dovuto lasciarsi scappare quel breve periodo.
 
Noi sei sapevamo essere peggio di quelle vecchiette impiccione che tanto si vedevano ciarlare al parco.
 
-Come?? – fu detto quasi nello stesso istante da tutti noi.
 
Sungyeol mandò giù la saliva, consapevole dell’errore che aveva appena commesso.
 
-N-Nulla.. – cerco inutilmente di sviare l’argomento, ma ormai il danno era fatto.
 
Sunggyu, Woohyun e io cominciammo ad assillarlo di domande ed anche i più silenziosi Hoya e Myungsoo erano incuriositi, mentre la risata di Dongwoo tornò a farsi sentire.
 
L’alto ragazzo sulle prime cercò di cambiare argomento, ma sapeva anche lui che sarebbe stato tutto vano.
 
E così, in quella domenica di fine Marzo, scoprimmo che in fondo anche Sungyeol aveva trovato il suo equilibrio perfetto. E la persona che ora invadeva i suoi pensieri non era più Myungsoo.
 
 
-Penso di starmi innamorando … o forse sono già innamorato.
 
--
 
[No POV]

 
Sunggyu, Dongwoo, Woohyun, Hoya, Sungyeol, Myungsso e Sungjong.
 
La relazione di questi sette ragazzi è formata da linee chiuse, mai spezzate o aperte.
 
Non appariva come un semplice cerchio, un quadrato o una qualche forma a due dimensione, come quelle che si studiavano in geometria.
 
Era come una linea continua e chiusa, stretta al centro, dove tutte quelle sette anime si incontravano e trovavano il loro equilibrio perfetto. Un equilibrio insieme.
 
Perché, anche se non erano nati e vissuti sempre insieme, ora si erano ritrovati, in un modo o nell’altro. Grazie all’incontro di complicate varianti e fattori esterni.
 
Il loro legame era così e, se avessero dovuto dargli una forma concreta, solo una sarebbe stata perfetta . . .
 
il simbolo dell’infinito.

 
 
 
~ Note dell’autrice ~

Maggie is back ~ Non so quanto tempo sia passato dall’ultimo capitolo, spero non troppo, ma comunque eccomi qui! Con questo capitolo che per alcune cose mi piace molto, per altre mi fa schifo (Y) Come sempre del resto, è una storia che si ripete. Comunque grazie per aver letto! Un grazie in particolare a chi inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate *^* Aumentate sempre, kyaaa ~ Un grazie speciale anche a chi ha recensito: YeLloWfLoWeRs, la mia kohai e la mia unnie Made ~ Alla mia ultimate bias (alla quale stappo un altro champagne /??) e a mia sorella ~
. . . suonano troppo strane, eh, queste note dell’autrice? Un po’ troppo affrettate per i miei standard … già.
Beh, perché avrei una cosa abbastanza importante da dire, ma c’è così poco preavviso che non vorrei ritrovarmi tutte sotto casa mia con dei forconi (?)
Se diamo conto alla scaletta (che ormai seguo ben poco perché la storia si è praticamente scritta da sola /? e.e), non mi vengono strane nuove idee e non la tiro troppo per le lunghe ……………………….. (i puntini danno un senso di ansia (?))
………………………………………………………………. Questo è il penultimo capitolo.
… lo so, non avevo anticipato assolutamente nulla nei capitolo precedenti, ma perché anche io me ne sono resa conto solo durante la stesura del capitolo. Ero quasi certa che ci volessero ancora un paio di capitolo, ma no … se i miei calcoli sono giusti, il prossimo capitolo sarà l’ultimo.
Non so se tirare un sospiro di sollievo oppure scoppiare a piangere (?) per dover finalmente reputare COMPLETA questa fan fiction.
Forse molti di voi si aspettavano molto altro o forse vi aspettavate che finisse molto prima  fatto sta che questa storia sta per giungere al termine. Vorrei pubblicare la fine questa settimana, perché poi ricomincia la scuola (uh uh … ), ma sta a voi decidere (?) Solitamente comincio a scrivere il capitolo quando trovo un po’ di recensioni .... non vi sto obbligando a recensire o forse si. Beh, tutto per dire che spero di concludere il tutto presto.
Vabbé, vi lascio così perché se no scrivo davvero troppo.
 
Grazie ancora a tutti, nel prossimo capitolo vi ringrazierò a dovere, miei splendidi lettori ~
 
Tantissimi chu 
 ヽ(*≧ω≦)ノ
Maggie
 

Ps. E’ vero che questa fan fiction sta giungendo al termine … ma il Panda non vi lascerà andare così presto (?) E con queste parole misteriose (????), me ne vado via. Vi dirò tutto alla fine della ff ~
  -Cavalco via, molto like a panda (?)-

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***





[Sungjong POV]
 

C’è un limite alla perfezione?
 
Qual’è la risposta più ovvia se non si?
 
Siamo umani e come tali abbiamo dei limiti. E lo stesso vale per ciò che facciamo, per le azione che svolgiamo.
 
Per quanto sia buona una torta, avrà sempre un limite, non andrà mai oltre un determinato limite di perfezione. Un limite che è come una linea disegnata. Come quelle strisce bianche e rosse che segnano il confine tra noi e qualcos’altro, a cui non possiamo avvicinarci.
 
Sono strisce sottili, che facilmente potremmo tagliare o oltrepassare, eppure non lo facciamo. Non lo facciamo perché siamo stati istruiti a non farlo.
 
Famiglia e società ci hanno insegnato che non è possibile fare tutto.
 
Non possiamo restare ore e ore sottoacqua, senza correre il rischio di affogare. Non possiamo leggere nel pensiero. Non possiamo volare. Non possiamo compiere quelle azioni che andrebbero oltre ai limiti umani.
 
Perché tutto nella vita di un umano ha un limite, e a volte è bene che lo abbia.
 
Se non ci fosse un limite al dolore, soffriremmo anche per un semplice livido. Se non ci fosse un limite durante i pasti, non smetteremmo mai di mangiare.
 
Ma può esserci anche un limite alla perfezione? Una persona non potrebbe andare ben oltre quel limite? Una storia d’amore non potrebbe essere più perfetta della perfezione?
 
Non si tratta di giochi di parole, ma di semplici osservazioni.
 
Perché i sentimenti che provavo in quel momento, stretto in un forte e dolce abbraccio, erano troppo profondi.
 
E mentre accarezzavo gli zigomi del suo volto non potevo non reputare la sua bellezza più che perfetta.
 
Erano passati mesi, erano passati giorni, erano passati secondi. Eppure ancora pensavo. Pensavo nello stesso modo in cui riflettevo alla fine dell’anno scorso, quando ancora le nostre vite erano separate da qualcosa di astratto.
 
Quando ancora osservavo Myungsoo come un essere troppo perfetto per anche solo avvicinarmi.
 
Eppure, ancora non conscio di come o perché, ero io la persona che ora lo stava stringendo, mezzo addormentato in quella mattina di inizio estate.
 
Ero sempre più curioso di sapere quale sorta di buona azione avevo mai compiuto nella mia vita passata per essermi meritato una simile storia d’amore.
 
Una storia d’amore che, si, era troppo perfetta per essere perfetta.
 
Avevamo avuto anche noi i nostri momenti di instabilità, eppure eravamo ritornati ad essere un unico equilibrio stabile.
 
E ora al mio fianco avevo un ragazzo alto, bello e assolutamente perfetto. Mentre io non ero altro che un panda.
 
Anche se Myungsoo ancora non lo sapeva.
 
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Era Giugno ed erano passati più di qualche mese da quando avevo incontrato Myungsoo.
 
Ora la mia poteva tranquillamente non definirsi più una semplice cotta passeggera. Sapevo che le mie emozioni si erano trasformate in sentimenti profondi, che difficilmente sarebbero scomparsi.
 
Non sapevo ciò che provava, ma da come mi teneva stretta la mano, mentre camminavamo tranquilli in quelle strade, sapevo che valeva lo stesso per lui.
 
O così volevo egoisticamente credere.
 
Come quanto egoista sia pensare che la nostra storia d’amore non sarebbe mai scomparsa.
 
Era trascorso meno di un anno, però allo stesso tempo mi sembrava che fosse già passato sufficiente tempo. Sufficiente tempo per dichiarare che si, Myungsoo era la persona con cui avrei voluto passare il resto della mia vita.
 
Una vita che era ancora tutta da vivere.
 
A differenza di chi aveva definito la nostra come una semplice cotta o infatuazione momentanea, io e Myungsoo eravamo ancora insieme.
 
Ogni giorno, il sorriso sul mio volto si faceva più largo e sereno, e spesso nemmeno mi rendevo conto di avere costantemente un espressione felice, in qualsiasi momento della giornata.
 
Era qualcosa di assolutamente incontrollabile ed ero felice che fosse così.
 
Ero felice e volevo farlo sapere alla gente.
 
Più di tutti, avrei voluto farlo capire alla mia famiglia.
 
Una mattina di fine primavera, avevo ricevuto dal nulla una chiamata da parte di mia madre e da quelle ne erano seguite tante altre.
 
Così, le telefonate con la mia famiglia erano diventate sempre più frequenti, fino a diventare qualcosa di abituale, all’ordine del giorno.
 
Parlavamo del più e del meno, spesso finivamo solo per chiederci come avevamo trascorso la giornata.
 
A volte, avevamo pure parlato di Myungsoo, ma superficialmente e senza scendere in particolari.
 
Forse si, quello era semplice un inizio.
 
Forse si, ci sarebbero voluti molti altri mesi prima di far accettare pienamente ai miei quella storia.
 
Ma io avevo tutto il tempo.
 
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Il sole batteva leggere sulle nostre parti del corpo scoperte.
 
Era mattina e Myungsoo ed io stavamo uscendo dal nostro appartamento per andare a lavorare, come sempre.
 
Quelle azioni abituali non erano assolutamente monotone, anzi davano un forte senso di sicurezza.
 
Era estate, ma Myungsoo ancora stringeva forte la mia mano con la sua e non faceva altro che far avvicinare di più il suo corpo al mio, mentre camminavamo tranquilli.
 
-Fa già caldo di suo … Se poi mi stai attaccato tipo koala, mi sciolgo sul marciapiede!
 
Myungsoo sorrise e si strinse ancora di più a me, portando un braccio intorno alle mie spalle.
 
-Togli quel braccio che a momenti nemmeno ci arrivi alla mia spalla.
 
-Non sei un grattacielo!
 
-Ma sono comunque più alto io.
 
Da quando quella minima differenza d’altezza, quasi invisibile, si era fatta sentire, non passava giorno che non lo prendessi in giro.
 
Quando ci ero incontrati, Myungsoo mi superava di poco in altezza, ma ci avevo messo solo qualche mese per raggiungerlo.
 
-Non è colpa mia se continui a crescere.
 
-Ma per i giovani è normale.
 
Myungsoo mi guardò con una smorfia – Mi stai dando del vecchio?
 
-Uhm, si. Dopotutto sei un mio hyung.
 
Il ragazzo affianco a me si ritrovò a riflettere per qualche istante, prima di rispondere.
 
-Hyung eh? Sai che non mi hai mai chiamato così?
 
-Ah no? – esclamai, pensando a ciò solo in quel momento – Non me ne sono mai reso conto.
 
Ed era vero.
 
Il nostro primo incontro era avvenuto per caso, da completi sconosciuti – o quasi -, però non lo avevo mai apostrofato in quel modo.
 
Eravamo subito entrati in confidenza e ci eravamo sempre chiamati per nome.
 
-Allora sei sicuro per stasera? Guarda che posso benissimo aspettarti se non vuoi tornare a casa da solo …
 
Appoggiai la testa sulla sua spalla.
 
-Non ti preoccupare, vai pure a casa per primo. Non dovrei metterci troppo comunque.
 
Myungsoo annuì, ma non sembrava del tutto convinto.
 
Quel pomeriggio l’avrei passato a raccontare qualche fiaba ai bambini nel retro del negozio di giocattoli, e poi avrei dovuto chiudere io il negozio.
 
-Che succede?
 
Myungsoo scrollò le spalle – Nulla. Mi da solo fastidio che tutti sappiano che lavoro tu faccia … tranne me. Certe volte mi chiedo davvero cosa ti spinga a nascondermelo dopo tutto questo tempo …
 
Mi torturai un labbro a suon di morsi.
 
Pensavo che sarei riuscito a nascondere quella doppia identità di panda per sempre .. ma chi voleva darla a bere?!
 
Prima o poi l’argomento sarebbe saltato fuori, in un modo o nell’altro.
 
Non sapevo perché ancora glielo stessi nascondendo.
 
Forse perché oramai era diventata una cosa normale. Forse perché era davvero troppo ridicolo come lavoro. O forse, più probabilmente, perché non volevo passare per lo stalker di turno.
 
Quando ancora Myungsoo era solo una figura lontana, un’anima tranquilla che sorseggiava caffè nel bar di fronte al mio negozio, mi ero ritrovato più volte a fissarlo.
 
A perdermi nei suoi occhi scuri che spesso avevano incontrato la mia testa di panda.
 
Non volevo che L si rendesse conto che lo avevo sempre osservato da lontano. Che era sempre stato oggetto delle mie attenzione, seppur ancora non lo sapesse.
 
Volevo che Myungsoo pensasse al nostro primo incontro come a quella sera in quei per poco non mi ero fatto investire.
 
Non era un bel ricordo e ancora la figuraccia era un’immagine chiara. Però aveva anche un non so ché di romantico.
 
Faceva molto drama e, nonostante il mio amore per i film horror, non potevo non farmi prendere dalla dolcezza di certe storie d’amore.
 
Era meglio così. Era meglio che Myungsoo non sapesse che l’avevo sempre “stalkerizzato”.
 
Il nostro primo incontro era avvenuto in quel quasi incedente, punto. Quasi fosse stato destino.
 
La nostra relazione partiva da lì. E da lì partivano nuove ramificazione. Nuovi giochi del destino.
 
Perché il destino mi aveva portato da lui alla fine.
 
--
 
In quella pasticceria, dai calmi colori pastello, situata poco lontano dal centro della città, si potevano udire il suono dei cucchiaini di ceramica che sbattevano contro le tazze bianche splendenti.
 
L’odore di dolci diversi si mischiavano tra di loro, creando una perfetta armonia di profumi che subito ti facevano venire l’acquolina in bocca.
 
Era un profumo così intenso che si poteva già sentire all’inizio della via e per questo, nonostante le dimensione del locale fossero limitate, numerosi clienti entravano da quella porta di legno chiaro.
 
Ogni volta, il campanello arrugginito, appeso sopra l’ingresso, tintinnava, mischiandosi agli altri delicati rumori della pasticceria.
 
Era un locale talmente gradevole da poterci passare anche tutta la giornata …
 
-Hai intenzione di stare qui tutto il giorno o prima o poi ritornerai a fare il panda?
 
Una squillante voce arrivò alle mie orecchie, mentre un alta figura si era piantata davanti al mio tavolo.
 
-Prima eri tu che venivi sempre a trovarmi al negozio, ora permettimi di passare la pausa pranzo nella pasticceria dove lavori!
 
Sungyeol roteò gli occhi in cielo.
 
-Lo sai che non è questo che mi da fastidio … - commentò, prima di avvicinarsi di più al mio viso e borbottare all’orecchio – E’ che ogni volta ti seguono TUTTI. – spiegò, indicando poi col mento tutti i miei hyung seduti al mio stesso tavolo.
 
-Guarda che ti abbiamo sentito. – lo avvertì Sunggyu, mentre esaminava una fetta di torta nel piatto di Woohyun.
 
-Ma non avete un lavoro anche voi altri?! Mi occupate metà pasticceria tutti insieme!
 
Hoya si appoggiò allo schienale della sedia – Pff, se ci tratti così, quando io e Dongwoo hyung diventeremo famosi non ti daremo un soldo.
 
Quest’ultimo scoppiò a ridere, come sempre, quasi finendo a strozzarmi con la propria bevanda.
 
-Famosi .. ? Voi due?? – esclamò un sorpreso Woohyun – Con quelle vostre canzoncine e balletti?!
 
Howon mugugnò un qualcosa del tipo “Staremo a vedere chi ha ragione”.
 
Da un po’ di tempo ormai, avevamo preso tutti l’abitudine di passare le nostre pause pranzo in quella pasticceria o nel bar di Myungsoo. Anche se il suo capo non era mai tanto felice di veder entrare un simile branco di persone come noi nel suo adorato locale.
 
Mentre i miei hyung erano impegnati, una faccia felice ticchettò sul vetro della vetrina, attaccato al nostro tavolo.
 
Sungyeol cercò di reprimere un sorriso mentre ricambiava il saluto del giovane dall’altra parte del vetro.
 
-Min-jun è proprio un ragazzo carino ~ - cantilenò l’eterna coppietta di isterici.
 
-A-Ah .. ehm .. si. – concordò l’alto ragazzo, spostando il peso da una gamba all’altra.
 
-Sei solare da quando lo hai incontrato. – commentò Dongwoo con un sincero sorriso.
 
-Lo sono sempre stato!
 
-Ma ora lo sei di più ~ - mi ritrovai a parlare anche io, unendomi alle opinione dei miei hyung.
 
Gli angoli della bocca di Sungyeol si alzarono in un sorriso.
 
Sunggyu arricciò il naso – Dovremmo invitarlo ad uscire con tutti noi insieme una volta ... – buttò lì l’idea.
 
-Non mi sembra una buona idea … - cercò di ribattere l’alto ragazzo.
 
Woohyun annuì – Oh siii ~ E’ da tanto che non facciamo una cena tutti insieme! Omo, il mio Gyu è un genio ~ - commentò, cominciando a lanciargli dei cuori a ‘mo di fan service.
 
Si, oramai era certo: solo loro due potevano sopportarsi a vicenda.
 
Sungyeol si portò una mano alla fronte – Non ci penso nemmeno ad invitarlo a cena con voi altri! Già è tanto che vi abbia visti di sfuggita una decina di volte, … non vorrei traumatizzarlo del tutto.
 
Tutti e cinque storcemmo il naso, in disaccordo con la sua affermazione.
 
Non è che fosse messo mentalmente meglio di noi.
 
Di sicuro lui contribuiva col suo disagio.
 
Perché si, noi sette non eravamo un semplice gruppo di normali amici.
 
Eravamo una famiglia.
 
Una famiglia molto disagiata.
 
--
 
Erano le prime luci del pomeriggio ed una decina di bambini occupavano quel retro del negozi di giocattoli.
 
Alcune erano facce familiari, altri erano un nuovo paio di occhi.
 
Da quando il vecchietto isterico aveva avviato quel progetto, quel posto era diventato piuttosto rinomato e popolare.
 
Ben pochi negozi di giocattoli, da quelle parti, avevano un commesso che leggeva favole e fiabe ai bambini.
 
Non per prendermi tutto il merito, ma era soprattutto grazie a me se la popolarità era salita.
 
Però mi toccavano ore extra di lavoro, anche se più di tanto non mi dispiaceva dover sfaticare di più.
 
Avevo sempre avuto una particolare empatia con i bambini e stare in loro compagnia era un piacere.
 
Vederli immersi in una particolare storia, osservare il mutamento delle loro espressioni a seconda del proseguo del racconto … era qualcosa di magico.
 
Forse ero troppo preso da quel lavoro. O forse quello era davvero il lavoro perfetto per me.
 
Chi poteva dirlo, sapevo solo che non c’era niente di meglio.
 
Quante volte mi ero lamentato di quella occupazione? Quante volte avevo odiato quel ridicolo costume da panda che non lasciava un briciolo di virilità?
 
Tante, fin troppe volte.
 
Eppure, man mano che andava avanti il tempo cominciavo ad apprezzarne i lati positivi.
 
Magari sarei anche riuscito a rilevare il mio lavoro a Myungsoo. Più avanti si …
 
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Seduto atterra, circondato da quei visi giovani, con solo la parte inferiore del costume da panda addosso, stavo raccontando l’ennesima fiaba.
 
Tutte le parole che uscivano dalla mia bocca erano come importanti pezzi di un puzzle che completavano la loro visione mentale della storia.
 
Era sorprendente come i bambini avessero la capacità di distrarsi con poco. E come riuscivano a farsi prendere da certe fiabe comuni, che avevano sentito oramai .. tante tante volte.
 
L’affascinante semplicità dei bambini era una cosa stupenda.
 
Il pomeriggio stava trascorrendo e io continuavo a narrare storie a quei bambini che mai distoglievano l’attenzione da me.
 
Quando arrivò la voce del vecchietto di quel negozio che annunciava che se ne sarebbe tornato a casa.
 
Era la prima volta che avrei dovuto chiudere io il negozio e tornarmene a casa da solo.
 
L’idea di dover far tutto quel tragitto a piedi, da solo, proprio non mi faceva fare i salti di gioia.
 
Non avevo chiesto Myungsoo di aspettarmi, per tornare a casa insieme. Mi sembrava una richiesta troppo egoistica da parte mia.
 
Anche perché, prima di conoscerlo, ero sempre ritornato a casa da solo.
 
Ma ora era una cosa di routine fare quel tragitto con lui.
 
Dovevo ammetterlo, ci si adeguava facilmente alle belle abitudine. E avere Myungsoo era sempre una bella cosa.
 
Immerso in quei pensieri che sempre, da un paio di mesi, occupavano la mia mente, non mi resi conto di aver smesso di leggere così inaspettatamente.
 
Solo quando la voce di quei piccoli bambini arrivò alle mie orecchie me ne resi conto.
 
Mi scusai con loro, finendo con una risata. Ma prima che potessi tornare a leggere, il campanello della porta d’entrata suonò, segno che era entrato qualcuno.
 
Senza avere il tempo di potermi accertare dell’identità di quella persona, un bambino dagli scuri capelli a scodella scattò in piedi.
 
-E’ la mamma! – esclamò sicuro, conoscendo ormai gli orari in cui tornavano a prenderlo da quel negozio di giocattoli.
 
Gli scompigliai appena i capelli, prima di lasciarlo andare via con la madre.
 
Ma subito ecco che un oggetto in particolare attirò la mia attenzione.
 
-Oppa, ha dimenticato il cappellino! – annunciò una delle bambine del gruppo, prendendo in mano quell’oggetto che anche i miei occhi prima avevano incontrato.
 
Sorrisi – Se lo dimentica tutte le volte! Sarà meglio che glielo riporti prima che se ne ritorni a casa. Bambini, aspettate qui, ritorno subito. E non uscite per nulla al mondo dal negozio o la strega cattiva verrà tutti a prendervi! – li avvertì, restando in tema con la favola che poco prima stavamo leggendo.
 
Gli occhi di quei piccoli si sgranarono, segno che avevano recepito il concetto.
 
Riservai un’ultima occhiata a tutti, prima di avviarmi verso la strada con quel capellino rosso in mano.
 
Fortunatamente, non impiegai molto tempo a trovare il proprietario di quel cappello: aveva solo attraversato l’altra parte della strada.
 
Gli allungai l’indumento di sua proprietà, facendo poi per ritornare nel negozio dove avevo lasciato il resto dei bambini.
 
Ma mi bloccai, prima di attraversare tutta quella strada, poco frequentata.
 
I raggi caldi di quel sole del pomeriggio, illuminavano le vetrine del bar. Un bar che ormai conoscevo bene.
 
Era meno affollato del solito, così riuscì a vedere bene chi lo occupasse e a notare la mancanza di qualcuno.
 
Myungsoo non c’era, segno che era già ritornato a casa.
 
Sospirai.
 
Avrei voluto rivedere anche solo per qualche secondo i tratti del suo bel volto.
 
Per colpa di quel mio lavoro che mi ostinavo a nascondergli, quella mattina ci eravamo separati freddamente e tutto ciò che desideravo era stringermi a lui, nella speranza che dimenticasse quella storia e non mi facesse nessuna nuova domanda.
 
Gli avrei rivelato il mio lavoro, si, ma in un altro momento.
 
Con la testa costantemente tra le nuvole e i miei occhi occupati ad osservare quel bar, non mi resi conto di dove mi trovavo.
 
Solo quando vidi due fari illuminarmi il volto e sentire qualcosa cadermi a dosso, ritornai alla realtà.


Tenevo gli occhi stretti, non volendo osservare ciò che stava succedendo.
 
Quella era la mia morte?


Sarei dovuto morire in quel assurdo incidente, quasi più ridicolo del costume da panda che indossavo quotidianamente?
 
Tutto questo mi faceva provare uno strano senso di dejà vu, ma ero troppo occupato ad ascoltare i battiti del mio cuore spaventato per riuscire a fare girare più velocemente le rotelle del mio cervello.
 
Prima che potessi fare nient’altro, come sbattere le palpebre, una voce arrivò chiara alle mie orecchie riportandomi alla realtà.
 
-Ma che … sei cretino?! – cominciò a rimproverami la persona sopra di me che mi aveva salvato da quel possibile incidente – Nessuno ti ha insegnato ad attraversare la strada?! Io credo di essere diventato una specie di eroe! E’ la seconda volta in meno di un anno che salvo la vita a qualcuno!
 
Sgranai gli occhi che avevo tenuto serrato fino a quel momento.
 
Tra il senso di dejà vu che continuava ad assillarmi e quella voce, qualcuno sarebbe presto morto d’infarto.
 
E quel qualcuno ero io, nel caso non si fosse capito.
 
A differenza dell’ultima volta, quando era stato uno “sconosciuto” a salvarmi, ora non era stato propriamente qualcuno di non familiare a salvarmi.
 
Il ragazzo sopra di me borbottò ancora qualcosa, ma le mie orecchie erano troppo ovattati dai miei pensieri per poterlo sentire.
 
Quando il giovane sopra di me fece girare il mio corpo ancora steso, osservando così il mio volto, i miei sospetti si rivelarono fondati.
 
Appena incontrai quel volto, quegli occhi, quelle labbra, il mio cuore cominciò a battere velocemente.

Se poco prima ero scampato alla morte, questa volte nessuno sarebbe riuscito a salvarmi da un infarto!
 
Quello era il ragazzo che conoscevo meglio di chiunque altro.

Quel ragazzo era colui che occupava i miei pensieri, i miei sogni e il mio cuore.

Era il ragazzo perfetto del bar di fronte al negozio dove lavoravo.

 
Quello era Myungsoo.
 
Se sgranò più gli occhi per aver appena dato del cretino al suo fidanzato o dopo aver visto il mio costume da panda? Non sapevo dare una risposta.
 
Potevo solo dire che i nostri occhi erano ugualmente sgranati e nessuno riusciva a proferire parola.
 
Myungsoo continuava a rimanere a cavalcioni su di me, che intanto ero sdraiato su quel marciapiede.
 
Balbettai qualcosa di totalmente sconnesso, mentre i battiti del mio cuore questa volta si che si potevano udire anche dall’altra parte delle strada.
 
Perché Myungsoo era ancora in giro e non a casa? Perché accidenti io non stavo mai attento ad attraversare la strada?
 
Mille domande mi frullavano nella testa, ma in particolare una era quella che più martellava fortemente.
 
Perché Myungsoo era dovuto venire a conoscenza del mio lavoro proprio in quel modo?
 
Volevo dire qualcosa del tipo “Ta-Dah! Questa è la mia doppia identità da panda!”. Qualcosa che sdrammatizzasse quella situazione carica di silenzi incompleti.
 
Ma non ero abbastanza preparato a quella scena improvvisa per riuscire a proferire parola.
 
Cosa stava pensando Myungsoo? Nella sua mente stava prendendo in giro il mio costume? Si era reso conto che io ero il suo cosiddetto “panda stalker”?
 
“Sungjong, … quante pare ti stai facendo?! Probabilmente nemmeno sapeva dell’esistenza di un panda in quel negozio di giocattoli!” – pensai, e magari la vocina nella mia mente aveva davvero ragione.
 
Si, magari nemmeno sapeva chi fossi.
 
-Allora … - aprì finalmente bocca Myungsoo - … eri tu. Eri tu quel panda.
 
Boccheggiai, mandando a quel paese la vocina della mia testa che mi aveva sgridato inutilmente.
 
Le mie paure erano davvero fondate.
 
Myungsoo si era sempre accorto che c’era un panda a fissarlo.
 
Cercai di aprire bocca per dire qualcosa, ma in realtà nemmeno io sapevo che dire.
 
Ma ecco che la sua voce tornò a farsi sentire.
 
-Sai una cosa? Sai perché amavo così tanto quel bar? Sai perché ci passavo così tante ore?
 
Scossi la testa, tenendo la bocca socchiusa, non comprendendo dove volesse arrivare a parare.
 
-Per te.
 
I miei occhi tornarono ad aprirsi, forse diventando più grandi del normale.
 
-C-Come … ? – balbettai.
 
Non gli avevo mai rivelato quale fosse il mio lavoro. Nemmeno ci conoscevamo quando Myungsoo aveva preso l’abitudine di trascorrere le giornate in quel bar.
 
Allora cosa voleva dire?
 
-Da quando mi sono trasferito in questa città, ho sempre trascorso il mio tempo da solo. Non avevo un lavoro vero e proprio, e vivevo da solo in quello che è ora il nostro appartamento. Sono una persona che ama stare da solo, … ma a lungo andare, non avere contatti con nessuno, diventa noioso, quasi malinconico. Così pensavo che passare del tempo in quel bar, in mezzo a così tanta gente, riuscisse a darmi un qualche senso di compagnia. – le sue parole erano chiare e semplice, ma allo stesso tempo così profonde, quasi da farmi venire un groppo in gola – Ma, nonostante tutta la gente che lo frequentasse, quel bar mi continuava a dare solitudine. Sai Sungjongie? Una volta ho pure pensato di ritornarmene a casa e a dire il vero l’ho pure fatto. Ma quando ho visto  la mia famiglia così felice … mi sono sentito un egoista e ho preferito tornarmene qui. La mattina seguente sono tornato in quel bar, ma quando ho buttato gli occhi verso l’altra parte della strada … un panda mi ha guardato con una faccia sorridendo stampata su quel pelo sintetico .. e d’improvviso un po’ di malinconia se n’è andata. Ho ripensato a quando, da bambino, mio padre mi portava sempre in un negozio di giocattoli dove c’era un panda simile ad accoglierti all’entrata … Mi sono sentito improvvisamente in famiglia, si, ed è per questo che quando mi hanno offerto un lavoro al bar ho subito accettato.
 
Myungsoo continuava a parlare e, nonostante le parole scorressero veloci ed irrefrenabili, ero riuscito a cogliere tutto.
 
I miei occhi erano tornati della loro forma originale e avevano cominciato a brillare, nel vano tentativo di reprimere le lacrime.
 
Allungò una mano verso di me, passandomi una mano tra i capelli e sorridendomi – Certe volte mi sono sentito davvero male. Mi sentivo come se ti stessi tradendo perché, nonostante l’amore per te, quel panda mi faceva sempre sorridere quando arrivavo a lavoro. Era costantemente maldestro e ogni volta che lo fissavo faceva qualche danno. Mi ricordava te per molti versi, ma non credevo possibile che potessi fare un simile lavoro. Ma soprattutto, non mi capacitavo che fossi sempre stato a pochi metri di distanza da me e non ti avessi mai notato.
 
I secondi trascorrevano e la gente attraversava quella strada. Il tempo non si era fermato, eppure a me così sembrava.
 
Avevo sempre fissato Myungsoo, convinto che lui nemmeno si fosse accorto della mia presenza.
 
E invece eravamo sempre stati legati, anche solo da uno scambio di sguardi.
 
-E ora, scoprire che sei tu, mi fa immensamente felice. Non puoi nemmeno capire la mia felicità in questo momento.
 
E invece eccome se potevo perché, se non fossi stato ancora sdraiato su quel marciapiede e schiacciato dal peso di Myungsoo, avrei fatto i salti di gioia per tutta la città ed oltre.
 
Mi sembrava tutto troppo perfetto ed ecco che un paio di labbra che ormai conoscevo più delle mie si poggiarono prima sulla mia guancia, fino ad arrivare alla mia bocca.
 
Tutto ciò era troppo perfetto per essere perfetto.
 
-Ti amo. – sussurrò Myungsoo, una volta che ebbe preso fiato da quel bacio sentito e dolce.
 
Gli sorrisi, pronto a ricambiare, ma una piccola e squillante voce mi sorpasso.
 
-O-Oppa … ?
 
Sobbalzai, spostando poi lo sguardo verso l’entrata del negozio.
 
-Che ci fate fuori?! Non vi avevo detto di rimanere dentro, bambini?!
 
Tutti quegli occhietti giovani mi osservavano, senza fiatare.
 
E solo dopo mi resi conto della posizione in cui ancora ero … e del fatto che probabilmente mi avevano appena visto baciare appassionatamente Myungsoo.
 
La mia faccia diventò paonazza.
 
Che cosa stavano pensando quei bambini? Avrebbero provato disgusto nei miei confronti da quel momento?
 
Cercai di parlare quando, solo dopo, notai che la persona che stavano fissando accigliati non ero io ma Myungsoo.
 
Quest’ultimo, dal canto suo, sbatteva le palpebre, spostando lo sguardo da me ai bambini, non comprendendo come mai i bambini fossero in un qualche modo arrabbiati con lui.
 
-OPPA! – gridò una bambina dai capelli raccolti in due codine e gli occhi ridotti ad una fessura, indicando il ragazzo ancora seduto sopra di me.
 
Myungsoo mi guardò nuovamente prima di rispondere –S-Si?
 
-IL PANDA E’ NOSTRO!
 
Sia io che L strabuzzammo gli occhi.
 
Di certo ci eravamo aspettati di tutto, tranne quello naturalmente.
 
Myungsoo boccheggiò, non trovando nulla con cui ribattere.
 
Non era un ragazzo che si faceva facilmente mettere i piedi in testa, ma quei bambini lo avevano appena ammutolito.
 
Intervenni, trattenendo una risata.
 
-Ma certo ~ Voi siete i miei adorati orsacchiotti ~ Ma oppa ama anche un’altra persona.
 
Tutti spostarono lo sguardo verso Myungsoo.
 
-Oppa, … lui è il tuo principe azzurro?
 
-Certo ~ E voi siete i miei 10 nani.
 
Si sentì una giovane risata.
 
-Ma oppa! I nani sono 7! Non si è mai sentita una storia con 10 nani!
 
-Non importa, voi siete dieci! Se è per questo non si è nemmeno mai sentita una storia con due principi.
 
-Ma voi non siete due principi!
 
Piegai la testa verso di loro – Come no?
 
-Oppa … - cominciò a dire la stessa bambina di prima, ridacchiando – Tu sei una principessa!
 
Il resto dei piccoli scoppiò in una rumorosa risata, mentre avevo solo voglia di tirare i capelli a tutti loro.
 
-Tornatevene subito dentro!! O divento io una strega cattiv—Uno stregone volevo dire .. Ma insomma! DENTRO!
 
Dopo qualche nuova risata, tornarono tutti educatamente dentro il negozio di giocattoli, così potei tornarmi a concentrare su Myungsoo, che aveva un’insolita faccia paonazza.
 
-Non.Osare.Ridere. – lo avvertì, fulminando con lo sguardo, ma fu tutto inutile.
 
Anche Myungsoo scoppiò a ridere, prima di accoccolarsi sul mio petto.
 
-Basta ridere e a-alzati! Ti pare che stiamo sdraiati in un marciapiedi?! Sol chi ci vede …!
 
-Non mi importa .. sto bene così.
 
Sospirai, finalmente non importandomene più degli sguardi sempre più confusi della gente che passava e ci schivava.
 
Volevo solo rimanere a stringere Myungsoo in quell’abbraccio e ad ascoltare i nostri battiti del cuore che andavano in perfetta sincronia.
 
Come in una melodia perfetta. Più perfetta della perfezione.
 
-Sungjongie?
 
-Uhm? – mugugnai, tenendo gli occhi chiusi, mentre la voce di Myungsoo arrivava alle mie orecchie ovattata, dal momento che aveva il viso affondato nell’incavo del mio collo.
 
-Tu sei la mia principessa .. La mia principessa pandosa.
 
Aprì gli occhi, spostandoli verso di lui.
 
Era per caso impazzito? Forse era colpa del caldo.
 
Myungsoo appoggiò le mani ai lati della mia testa, prima di chinarsi su di me e appoggiare le labbra sulle mie, di nuovo e di nuovo ancora. In quel bacio che mai si sarebbe concluso.
 
Proprio come la nostra storia d’amore.
 
-Sungjong … tu sei il mio panda ~


 
 
F I N E
 




~ Note dell’autrice ~

Ok, al momento non so che scrivere. Ma aspettatevi un romanzo, ancora più lungo di questo capitolo (30 pagine di Word, gnè.). Allora, da dove iniziare, beh .. si, “You’re my panda” è ufficialmente finito. Con una fine diversa da quella che mi ero sempre aspettata, ma sono soddisfatta anche di questo, si. All’inizio, avevo immaginato questa ff come una breve, lunga al massimo 5 capitoli, ed invece sia arrivati a quota 55. Questa è la mia prima vera long fic e dopotutto ci sono affezionata. Ringrazio Ringrazio e Ringrazio fino alla fine dei tempi tutti voi splendidi lettori. Non trovo parole per esprimere tutta la mia gratitudine nei vostri confronti. Senza di voi questa ff non sarebbe mai andata avanti. Durante questo anno e poco più, siete stati il mio sostegno e la mia energia; siete sempre stati al mio fianco (?) anche se spesso e volentieri vi ho fatti dannare. Non sono una scrittrice, ma voi mi avete fatto sentire tale. Un giorno spero di diventarlo davvero e trovare meravigliosi lettori come voi. Ogni volta che leggo le vostre recensioni mi commuovo, … non ci credo ancora che ci sia stata davvero gente che ha commentato e recensito anche ogni capitoli. Avete sprecato del tempo per me, e per questo non posso che ringraziarvi ulteriormente. Ad inizio fan fiction eravate appena 5 lettori e già facevo i salti di gioia. Ora siete più di 80. Senza contare i lettori che magari non hanno mai inserito la storia nelle preferite/ricordate/seguite. Molti lettori sono diventati parte fondamentale della mia vita e ora li sento su fb o social network vari, anche quotidianamente. Molti, davvero tanti, mi hanno ritrovata anche su facebook (è così facile smascherare la mia identità? xD). Io boh, la devo smettere, vorrei ringraziarvi uno ad uno e spupazzarvi fino alla fine dei tempi. Oggi non ringrazio nessuno in particolare, perché siete davvero tutti speciali e sempre lo siete stati.
Vi amo. Siete i miei PandaShipper (?).
Per quanto riguarda la fan fiction, è vero che è finita, ma in caso già sentiate la mancanza del panda (????) ……………………….. vi aspetto in “You’re my Destined Panda” (non sfottete per il nome ; n ; Volevo metterci sia il panda che Destiny, … e comunque è ancora in fase di revisione e.e) Si, c’è un sequel .. oh beh, non aspettatevi un’altra long fic! Sarà solo una raccolta di 4 one shot (o capitoli, come volete chiamarli voi) più il prologo che ho già scritto. Ho già buttato giù la scaletta per tutte e quattro, quindi ci terrei a pubblicarle … però, come volete voi insomma ^^
Nulla più, a momenti piango. Sono matta, aiuto. Normale piangere per la fine di una fan fiction? ; n ;
I dunno, sono matta e basta.
Ma comunque, aigoo … quanto vi amo, miei PandaShipper. (?)
Meglio che me ne vada ora.
SIETE LETTORI PIU’ PERFETTAMENTE PERFETTI DELLA PERFEZIONE.
Ognuno di voi ha rubato un pezzo del mio cuore e aumentato la mia autostima. Quindi ora ho un’autostima a mille, ma sono senza cuore (?)
Ma continuo ad amarvi, non vi preoccupate.
GRAZIE DI TUTTO.
 
Tantissimi chu ~
La vostra pazza Maggie
  

 

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