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di Eleanor_Herondale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Pausa da stress. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Uno strano risveglio. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Se è uno scherzo, non è divertente! ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: L’incontro con una stella. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: C’è ancora una speranza. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: L’artista innamorato. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: L’amicizia giustifica i mezzi. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Un altro amico in squadra. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Eventi inaspettati. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Di nuovo insieme. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Una direzione. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Prove in corso. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Un piacevole imprevisto. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Cogli l’attimo. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Ricordi di mezzanotte. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: Sogno o realtà? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Pausa da stress. ***


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Capitolo 1: "Pausa da stress" 

Finalmente le première del film erano terminate e per il giovane Harry erano iniziate le vere vacanze. Dopo aver trascorso mesi in tour con i ragazzi, era giunto il momento di riposarsi. Così la giovane star degli One Direction decise di ritornare dai suoi genitori ad Holmes Chapel per incontrare i suoi vecchi amici e per stare un po’ in famiglia. Ma, mai come questa volta, sembrava che tutti volessero parlare con “Harry degli 1D” per chiedergli ogni genere di favore, realizzabile grazie alla fama del ragazzo. Infatti, appena arrivato, il suo amico Nick gli chiese di cantare alla festa privata di una ragazza sulla quale voleva fare colpo. Harry aveva pensato di trascorrere una serata tranquilla con il suo migliore amico e invece lui aveva in mente tutt’altro. In ogni caso la giovane star non rifiutò e accontentò l’amico. Ma la faccenda non terminò qui, più persone iniziarono a chiedergli favori e così il ragazzo, stufo e stanco, decise di trascorrere le vacanze in California, lontano da tutto e da tutti. Il giorno dopo infatti, salutò la famiglia e prese un volo diretto per Los Angeles, senza sapere che sarebbero iniziati lì i suoi veri problemi. 

Arrivato, prenotò una stanza in albergo sotto falso nome e senza farsi riconoscere. Quella stessa sera uscì con un gruppetto di ragazzi, sembravano simpatici, li aveva conosciuti durante il Take Me Home Tour in America. Si fermarono ad un bar per bere qualcosa e uno di questi chiese:
-Hei Harry, hai mai pensato di lasciare la band?  

Harry non capiva il perché di una domanda del genere, così sarcasticamente rispose –Si è vero, credo che lascerò la band…ma tra una cinquantina d’anni, forse!- poi con tono arrabbiato di continuò - Non vedo come potrei fare una cosa così stupida, incontrare i ragazzi e formare gli One Direction sono tra le cose più belle che mi siano capitate!  

La chiacchierata non tornò più su quell’argomento e terminò felicemente; poi il riccio ritornò al’albergo. Il mattino dopo giornali, tv e radio parlavano della clamorosa confessione di Harry Styles. Su YouTube, infatti, era stato postato il video della serata del giovane in compagnia dei suoi “amici”, quando il ragazzo, alla domanda sugli 1D, affermava:  “è vero, credo che lascerò la band”.  
Le parole di Harry continuavano e nel contesto assumevano un significato totalmente opposto, ma sentite così, sembrava davvero che la giovane popstar volesse lasciare la band. Così capì che era stato imbrogliato e che i suoi presunti amici avevano parlato di proposito dell’argomento per ottenere scoop da vendere alla stampa…e lui stupidamente gli aveva dato una grande notizia! Non sapeva cosa fare… 

Devo chiamare la stampa e smentire tutto, io non ho mai detto questo,cioè l’ho detto, ma nel contesto aveva un altro significato, riuscirò a convincere i ragazzi che non ho mai pensato niente di simile? Cosa staranno pensando adesso?… tutti questi pensieri frullavano nella sua mente in maniera confusa. Notò più di 100 messaggi sul suo cellulare, tra cui anche quelli di Louis, Zayn, Niall e Liam, e un migliaio di tweet delle fan che gli chiedevano spiegazioni. Che doveva fare?  

Gli fu consigliato dai manager, arrabbiati e impreparati a questa situazione, di rimanere chiuso nella camera d'albergo, troppi giornalisti volevano parlare con lui e avrebbero potuto ingannarlo di nuovo, dando vita così ad ulteriori scandali. Più volte lo staff aveva consigliato ai ragazzi di non fidarsi “del primo che capita” e di fare attenzione. Sembravano tutti preoccupati: poteva una stupida frase tagliata mettere in crisi l’esistenza degli One Direction?! Gli altri quattro componenti sembravano abbastanza arrabbiati e, non sapendo cosa realmente fosse successo, se la presero con Harry, dicendo che forse aveva preso un po'  troppo sole in California. Il ragazzo era distrutto, preoccupato e stanco di tutti questi problemi, di essere segregato nella camera dell'hotel, di non poter parlare con i ragazzi, di non poter dare loro adeguate spiegazioni. A volte una vita normale era la cosa che più avrebbe desiderato.
 
Si era fatta sera e pensò di uscire fuori al balcone per prendere una boccata d’aria, forse in questo modo il nervosismo sarebbe sfumato, ma niente.  
 
Ad un certo punto una stella cadente illuminò il cielo ed il giovane ragazzo guardandola cadere pensò ad alta voce in preda ad uno sfogo di rabbia “Mi sono stancato di tutti questi problemi, ho solo 19 anni… non ce la faccio vorrei una vita normale…” poi rientrò nella stanza sbattendo la porta e si stese sul letto, non sapendo che bisogna fare attenzione a ciò che si chiede alle stelle …

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Uno strano risveglio. ***


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Capitolo 2: "Uno strano risveglio" 

Driiiiiin, driiiin…la sveglia iniziò a suonare ed Harry per lo spavento cadde dal letto. La testa gli faceva male, aveva gli occhi socchiusi per il sonno e sentiva il suo corpo pesante, come se avesse corso da poco una lunga maratona. Per qualche minuto si guardò intorno, sfregò le mani sugli occhi, non credendo a ciò che aveva davanti, c’era qualcoa di molto strano: la stanza in cui si trovava non apparteneva  all’albergo di Los Angeles, ma era la sua cameretta di Holmes Chapel. 

Com’è possibile?-pensò-  Io ero a Los Angeles, i giornalisti, quel video su You-Tube…aspetta vuoi vedere che era tutto un brutto sogno? Forse io nn sono mai andato in California- cercò di autoconvincersi, ma non durò per molto, una voce familiare lo chiamò. 

-Harry, muoviti è tardi! Barbara si arrabbierà se arrivi in ritardo anche oggi! Scendi a fare colazione!- era sua madre Anne. Ormai era da tanto tempo che Harry non subiva più le sue prediche, anche perché il tempo che trascorreva a casa era davvero poco. Ma quella mattina c’era qualcosa di diverso, perché sua madre lo stava svegliando ora che lui era in vacanza? E soprattutto perché gli aveva detto di andare da Barbara?! In panetteria non lavorava più e la signora aveva trovato altri ragazzi che le avrebbero dato una mano. La cosa migliore da fare era scendere di sotto e chiedere spiegazioni. 
-Mamma, mi vesto e scendo!- gridò Harry che si era messo addosso i primi vestiti trovati nell’armadio: una maglietta bianca, con sopra una camicia rossa a quadri, jeans stretti e i suoi adorati stivali. Poi scese le scale e vide sul tavolo in salotto la colazione, sua sorella Gemma era seduta e lo salutò con un cenno della mano, il ragazzo ricambiò e si sedette, prese un cornetto e una tazza di latte, iniziando a parlare.  

-Gemma non ti puoi immaginare l’incubo che ho fatto stanotte! Ero andato a Los Angeles, dei ragazzi avevano messo su internet un video in cui dicevo di lasciare la band e gli altri erano arrabbiati, non sapeva cosa…- il suo racconto fu bruscamente fermato dalle parole di sua madre, mentre la sorella lo guardava con aria stupita e confusa.
-Harry, non perdere tempo a raccontare stupidaggini! Devi andare in panetteria, hai promesso a Barbara che l’avresti aiutata!- lo rimproverò sua madre. Il ragazzo era ancora confuso, non aveva promesso niente a Barbara, forse lo aveva dimenticato, così prese gli occhiali da sole e prima di uscire disse: -Mamma va bene per te se prendo la tua macchina? Non vorrei andare a piedi, potrebbero essere in giro paparazzi e fan e a quanto pare sono già in ritardo, quindi…- questa volta fu Gemma ad interromperlo
-Fan? Paparazzi? Harry cosa hai stamattina? Ti va di scherzare vedo!- poi lo spinse fuori al portone e con un sorriso chiuse la porta. 

Harry non capiva più niente, sua madre e sua sorella sembravano non ricordarsi della sua vita “da star”. 

...SPAZIO AUTRICE... 

Mi scuso per il capitolo piuttosto corto, 
i prossimi saranno migliori, 
promesso, 
xo xo, 

Eleanor_Herondale

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Se è uno scherzo, non è divertente! ***


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Capitolo 3: "Se è uno scherzo, non è divertente!" 

Harry camminava confuso per le strade di Holmes Chapel, doveva raggiungere la panetteria, aveva le mani in tasca e rifletteva sulla conversazione avuta con le donne della sua famiglia.  

-Hey amico! Finalmente ti sei fatto vivo!- questa voce ruppe i suoi pensieri: era Nick, il suo migliore amico. Harry lo guardò e gli sorrise, era ancora un po' arrabbiato con lui per la festa alla quale aveva dovuto partecipare appena tornato dalla première. Poi l’amico continuò –Sono passato in panetteria a cercarti e Barbara mi ha detto che non eri ancora arrivato, allora volevo arrivare a casa tua! Devo avvisarti sulle prove della band!
Sentendo la parola band, Harry si riprese, finalmente qualcuno che sembrava ricordarsi che il ragazzo era membro di una delle più famose boy band attuali, così disse –Mi fa piacere che hai parlato con i ragazzi! Dopo la première non ho avuto il tempo di incontrarli, non vedevano l’ora di andare in vacanza! Devo mostrare  loro il mio nuovo tatuaggio, sono sicuro che lo adoreranno!
Nick sgranò gli occhi non riuscendo a capire ciò che il suo amico volesse intedere –Harry ma di cosa cavolo stai parlando? Io parlo sempre con “i ragazzi” e che io sappia non sono andati a nessuna première, li abbiamo visti ieri per le prove! Ricordi? E poi...tu odi i tatuaggi…!- si fermò per un attimo, poi riprese con aria preoccupata –Tu sei sicuro di stare bene? Mi sembri un po’ pallido, forse è meglio che torni a casa, devi avere qualche linea di febbre!
Effettivamente Harry sentendo le parole dell’amico era sbiancato, si era guardato i polsi e il petto e la sua pelle era pulita: non vi era la minima traccia di nessun segno nero che potesse sembrare un tattoo. Ma lui sapeva bene di averne e anche tanti: da quando era entrato negli One Direction, il suo corpo si era ricoperto di scritte e disegni. Harry cercò di calmarsi e pensare a cosa era potuto succedere, forse stava ancora sognando. Poi con un sospiro chiese all’amico –Quando hai parlato della band, ti riferivi agli One Direction,  giusto?
Nick gli sorrise –Mi stai prendendo in giro? Cosa sono gli One Direction? Dai Harry lo sai che i parlo degli White Eskimo, la nostra band!  

Cosa sono gli One Direction? Come cosa sono? Ma cosa è successo, sto diventando matto… pensò Harry tra se e se. L’unico spiegazione era che tutta la storia fosse solo uno scherzo, organizzato magari da quei programmi nei quali vengono prese di mira le celebrità.  Così sorrise al compagno ed iniziò a gridare, guardandosi intorno –Va bene! Avete vinto voi! Potete dirlo alla telecamera, Harry Styles è ci cascato in pieno! Lo scherzo però è bello quando dura poco, su uscite tutti! Liam, Zayn, Louis, Niall fatevi vedere! So che è tutta opera vostra!- mentre si agitava camminando e continuando a gridare, sperando che davvero si trattasse di uno scherzo, non vide il palo di un segnale stradale e lo prese in pieno con la testa, cadendo a terra e perdendo i sensi.  

Si ritrovò in una stanza completamente bianca, nel nulla più totale. Sembrava una specie di limbo senza uscita.
-Non posso essere morto!-, pensò sconvolto ad alta voce, ma poi subito una dolce voce femminile lo tranquillizzò  -No, che non sei morto, sciocchino! Ho solo fatto in modo che perdessi conoscenza, così da poterti finalmente parlare, credo tu abbia bisogno di qualche spiegazione! Sembra che non ricordi cosa sia successo l’altra notte e ti stai facendo prendere per pazzo!
Harry aprì bene gli occhi e vide davanti a lui una ragazza vestita di bianco, alta, magra, con i capelli castani lunghi e lisci, gli occhi marroni e un bel sorriso. Era davvero bella, ma l’aveva già vista da qualche parte… 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: L’incontro con una stella. ***


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Capitolo 4: "L'incontro con una stella" 

Harry la fissò stupito, era Nina, Nina Dobrev, l’attrice che recitava nella serie The Vampire Diaries! Era una delle sue attrici preferite e recentemente, in una intervista,  l’aveva definita anche il suo tipo ideale. Arrossì lievemente, non voleva darlo a vedere; ma perché lei era lì? Per quale motivo voleva parlare con lui, cosa era successo “l’altra notte”?  E soprattutto: dove si trovava?! Le domande che avrebbe voluto porre erano davvero tante, ma nella troppa confusione mentale riuscì solo a dire:
-Nina Dobrev? Cosa ci…- si fermò per qualche secondo, tirò un lungo sospiro e riprese- Cosa ci fai tu qui?- ecco: sembrava uno di quegli adolescenti  che, nei corridoi scolastici, si ritrova a parlare per caso con la ragazza dei suoi sogni e balbetta facendo la figura dello sfigato.  
 
La ragazza sorrise, come se fosse riuscita a leggere tutte le sue emozioni, anche quelle più nascoste. Gli tese una mano per aiutarlo ad alzarsi e poi iniziò a parlare ritornando seria: 
-Spiacente, io non sono Nina Dobrev, certo ho le sue sembianze, ma ho deciso di assumere questa forma per farti sentire più a tua agio, sapendo che lei ti piaceva!- evidentemente però l’intento non era riuscito, perché la ragazza aveva messo in difficoltà la giovane star, ritenuta da tutte le riviste un grande “play-boy”. 
-Io sono una stella, una stella dei desideri per la precisione, quelle che voi umani chiamate comunemente stelle cadenti! Solitamente noi siamo solo  polvere luminosa, ma per parlare con voi terrestri tendiamo ad assumere la forma di un vostro simile… Ed ora ci troviamo nella tua mente, nel tuo sogno per esattezza, poiché hai perso conoscenza…Ricordi? - continuò la ragazza con tutta la naturalezza possibile.
  
Harry la guardava in silenzio, era così sconvolto dalle sue parole da non saper cosa rispondere. Non aveva mai creduto alle stelle cadenti o a qualsiasi cosa che non fosse spiegabile razionalmente. Ora però nulla sembrava avere anche solo un pizzico di razionalità. Così non ricevendo alcuna risposta la giovane riprese parola:
-Hey, ci sei? Non guardarmi come se fossi impazzita, tutto ciò che sto dicendo è vero. Comunque io sono qui per avvisarti che il tuo desiderio è stato esaudito, hai finalmente una vita normale! Per vari motivi ho fatto in modo che nessuno di voi 5 abbia mai partecipato alle settima edizione di X-Factor! – dal suo viso sembrava avere un’aria molto soddisfatta, forse era contenta perché pensava di aver fatto un buon lavoro.
Harry riuscì finalmente a spiccicare due parole, la sua espressione era un alternarsi di stupore, rabbia ed incredulità, non sapeva se credere a ciò che la ragazza stesse dicendo, ma sembrava l’unica spiegazione al perché nessuno ricordava gli One Direction e i suoi componenti. Solo una magia, qualcosa di inspiegabile, avrebbe potuto cambiare la vita del ragazzo nel giro di una sola notte. 

-Cosa hai fatto?- esclamò il ragazzo –Io non mai chiesto nulla a nessuna stella, non ho mai creduto  in queste cose, anche se ora mi tocca forse cambiare idea, resta il fatto che non ho espresso alcun desiderio!- terminò sospirando, era difficile vedere Harry arrabbiato, solitamente cercava di prendere tutto con calma e filosofia, ma questa volta era tutto così assurdo e surreale che anche un tipo tranquillo come lui avrebbe dato di matto.

-Come non hai espresso il desiderio? Caro ragazzo, io ti ho sentito con le mie orecchie, ma vedo che tu non ricordi. Meglio che ti dia una rinfrescata alle idee.- disse la stella e poi schioccò le dita.  
I due si ritrovarono spettatori degli aventi della notte prima: Harry, triste ed arrabbiato, era appoggiato al balcone della sua camera d’albergo a Los Angeles e in preda allo rabbia per ciò che era accaduto, esclamò  -“Mi sono stancato di tutti questi problemi, ho solo 19 anni… non ce la faccio vorrei una vita normale…”. - 

Ritornarono nella spazio bianco e la ragazza, felice perché sperava di avere convinto il giovane ragazzo, disse –Vedi? L’hai chiesto! Volevi una vita normale senza problemi…ora è tutta tua! Non ringraziarmi, è il mio dovere.
Harry era ancora più arrabbiato, lui non aveva desiderato quelle cose, era un momento di sfogo. A volte si,  è vero, pensava a come sarebbe stata la sua vita senza partecipare a quel provino ad X-Factor, ma poi ci ripensava subito: incontrare i ragazzi, formare la band, girare il mondo e vedere quanto le fan tenevano a loro  erano state tra le cose più belle che gli fossero mai capitate.   

-Non ringraziarmi? Non intendo farlo! Io quella sera ero stanco ed arrabbiato. Quando ho parlato di non volere problemi non mi riferivo alla band, ma a tutto il casino successo nel pomeriggio. Ero solo stressato e avevo bisogno di riposo, ero tornato da poco da un tour, con concerti nelle più grandi arene d’America quasi ogni sera. La normalità che chiedevo era una semplice settimana di vacanza, senza giornalisti che cercano scoop, per poi ritornare a Londra e registrare il nuovo disco, incontrare le fan e ricominciare con le interviste. –esclamò il giovane a voce alta. 

La stella lo ascoltava lievemente turbata, nessuno mai aveva protestato per il realizzarsi del proprio desiderio, aveva sempre reso felici tutti: questa volta però non sembrava essere così. Lei aveva preso alla lettera il desiderio del ragazzo e quest’ultimo non sembrava essere affatto felice. 
-Dovresti fare attenzione a ciò che chiedi, dovevi essere più specifico! Se tu non sai esprimere i desideri non è un mio problema!- affermò la ragazza stizzita. 

-Io nn sapevo che stavo per esprimere un desiderio che si sarebbe realizzato! Senti è inutile discutere, ora che abbiamo chiarito rimetti le cose come stavano, riportami a Los Angeles e te ne sarò grato per l’eternità!- replicò il ragazzo cercando di ricomporsi dallo shock iniziale. 

-Rimetti le cose come stavano? Cosa pensi che i desideri funzionino con la regola “soddisfatti o rimborsati”? Io nn posso annullare un desiderio…nessuno può- disse la ragazza.
 
Harry sgranò gli occhi, si sedette per terra e si mise le mani in testa.
Perché tutto questo doveva succedere proprio a me? Cosa ho fatto di male? Giuro che se esco da questa storia non chiederò più niente a nessuno… -pensò. 

La stella sembrava poter leggere i pensieri del ragazzo, il suo viso si rattristò: in fondo Harry si era espresso male, ma non sapeva di esprimere un desiderio che si sarebbe poi avverato, era solo arrabbiato, e lei aveva stravolto la sua vita. La ragazza spiegò:
-Senti, non mi stai molto simpatico, ma mi rendo conto che forse è anche colpa mia, in fondo sono una stella giovane e non so ancora leggere bene i sentimenti delle persone per capire quanto forti essi siano. Il tuo desiderio sembrava tale, forse solo perché alimentato dalla rabbia-  fece una piccola pausa e poi sospirando riprese parola  -Ci sarebbe un modo per rimettere tutto a posto, ma è impossibile.  

Harry la bloccò: -Cioè? 

-Dovresti riportare la tua vita com’era prima che il desiderio si avverasse, fare in modo che la tua storia riprenda il corso precedente, ma queste cose gli umani non dovrebbero nemmeno saperle e adesso è il momento che tu ti svegli, sei svenuto già da troppo tempo! – terminò la ragazza prima di sparire
-Non andare! Io non credo di aver capito…- stava dicendo quando aprì gli occhi e si ritrovò in una camera di ospedale, con una benda sulla fronte.  

Vide sua madre Anne e Nick che lo guardavano. L’amico con un sospiro di sollievo disse: -Hai preso una bella botta vicino a quel palo, devi fare attenzione, pensavamo non ti riprendessi più! I medici avevano paura si trattasse di qualcosa di serio, ma per fortuna ti sei ripreso; vado ad avvisarli.
Harry si guardò intorno, sorrise alla madre e all’amico, li aveva fatti preoccupare. –Sto bene ora, state tranquilli.- esclamò, mentre tutti i suoi pensieri erano concentrati verso le ultime parole dette dalla giovane stella. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: C’è ancora una speranza. ***


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Capitolo 5: "C'è ancora una speranza" 

La mattina dopo Harry lasciò l’ospedale, sua madre lo aveva obbligato a fare tutti gli accertamenti possibili per la sua salute, si era davvero preoccupata molto. Erano circa le otto e il ragazzo pensieroso camminava spaesato lungo la strada per tornare a casa, non riusciva ancora bene a realizzare ciò che era successo. Come avrebbe fatto a rimettere tutto in ordine? In più ciò che aveva combinato toccava anche le vite di Liam, Zayn, Louis e Niall, ma, forse,  loro non ricordavano di essere stati nella band, o tutte le avventure vissute insieme. Per loro, come per tutti del resto, questa vita era la normalità e non si può sentire la mancanza di qualcosa che non è mai accaduto. Per Harry invece era come se qualcuno gli avesse portato via una parte di se, si sentiva vuoto. La stella gli aveva detto di provare a portare la sua vita sul vecchio corso degli eventi. 

Devi fare in modo che la tua storia riprenda il corso precendente degli eventi, mi ha detto. Cosa significa? Che dovrei tornare indietro nel tempo per fare il provino? Ma come faccio? Ormai sono in ritardo di tre anni… - pensò tra se e se. 

Ad un certo punto sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, si girò di scatto: era Nick.   
-Harry, vedo che ti sei rimesso subito! Stavo venendo a trovarti in ospedale, ma da come posso vedere te ne sei già andato. Ho un urgente bisogno di parlarti, sei il mio migliore amico e ho bisogno di un tuo consiglio. Che dici se ci fermiamo al bar qui vicino, ti offrò un caffè e ti racconto tutto.- disse l’amico. 

Harry annuì e i due di diressero al bar più vicino. Forse era meglio vivere la vita senza pensare al suo passato da celebrità, anche la stella, dopo tutto, aveva detto che era impossibile annullare il desiderio. Si sedettero ad un tavolino fuori ed ordinarono i caffè.
-Allora Nick, di cosa dovevi parlarmi?- chiese Harry, fingendosi curioso. 
Nick tirò un sospiro ed iniziò il suo racconto –Amico questa volta l’ho combinata davvero grossa! Sarah non vuole più vedermi, ed ha ragione. Anche io al suo posto, non vorrei più vedermi. Sono un idiota, uno stupido, io non vivo senza lei, sono tre anni che stiamo insieme ed ho rovinato tutto.- iniziò a sbattere la testa sul tavolino, quasi come se volesse punirsi in qualche modo per ciò che aveva fatto.
Harry lo fermò, le persone sedute agli altri tavoli stavano guardando loro in modo strano. Il ragazzo si ricordava di Sarah, era la sua fidanzata storica, ma nella vita precedente i due si erano lasciati da circa un anno e se non ricordava male, era stato proprio Nick a prendere la decisione. In questa nuova vita però era tutto differente, così  chiese- Nick, prima di tutto calmati! Stiamo dando nell’occhio, poi si può sapere che hai fatto di così tanto grave?
L’amico aveva gli occhi lucidi, si stava per mettere a piangere, doveva essere davvero pentito; sussurrò a bassa voce, come se si vergognasse –Ero leggermente ubriaco, la scorsa sera e ho baciato un’altra. Lei non so come è venuta a saperlo e…dopo avermi tirato una schiaffo mi ha lasciato! Le ho provato a dirle, che per me non è signifcato nulla, che sono pentito…ma non vuole più vedermi, aiutami Harry! Aiutami a farmi perdonare! Io ho già una piccola idea, ma mi servi tu!
Harry ascoltò la storia, Nick era sempre stata una testa calda, ma era un bravo ragazzo. Gli disse –Nick mi dispiace davvero, comunque a cosa “ti servo?”- chiese, questa volta era davvero curiosa di ascoltare il suo piano. 
-Ho pensato di scriverle una canzone, ma io non sono bravo- disse Nick, assumendo una “faccia da cucciolo”, poi chiese –Quindi ho pensato che potessi scriverla tu! Ti prego Harry! Sei bravo e sono il tuo migliore amico, non accetto un “no” come risposta! Sono disposto anche a pagartela!  
Harry lo guardò ridendo, non era in vena di scrivere canzoni, ma non se la sentì di dirgli di no, così rispose:
-Non dirlo nemmeno per scherzo, non devi pagarmi nulla. Siamo amici, ti aiuterò! Vieni in serata da me, forse ho qualcosa in mente! Ora torno a casa, mamma sarà preoccupata se è andata all’ospadale e non mi ha trovato. Ciao Nick, a stasera!
Si alzò dalla sedia e si incamminò verso casa. -Ciao Harry! Mi raccomando, conto su di te!- sorrise Nick, felice per aver convinto l’amico.   

Nick si presentò puntuale alle otto a casa di Harry, era curioso di leggere il testo scritto dall’amico. Harry da sempre era stato un artista, in più sapeva come comportarsi con le ragazze e cosa dire  loro per farle sentire meglio, anche se chiunque, in fondo, ci sarebbe riuscito se avesse avuto un sorriso come il suo. Lo aprì Anne che lo salutò e lo mandò di sopra dal figlio. –Sali pure Nick! Harry è in camera sua che ti aspetta!
Nick salutò la signora, salì le scale ed entrò in camera: vide Harry sul letto con un foglio scritto tra le mani.
-Ciao Nick! Sei stranamente puntuale!- sclamò il riccio, sorrise e diede all’amico il foglio –Ecco, leggi dimmi se va bene!
L’amico prese il foglio, notò che alla canzone non vi era il titolo, così iniziò a leggere ad alta voce:
-Girl I see it in your eyes you’re disappointed, ‘cause I’m the foolish one that you anointed with your heart I tore it apart, and girl what a mess I made upon your innocence and no woman in the world deserves this, but here I am asking you for one more chance…- si fermò un attimo ed esclamò ad alta voce - HARRY TU SEI UN GENIO, è assolutamente PER-FET-TA! Ti devo un favore!- poi pensandoci bene continuò – Sai, è così bella che, con una musica adatta, potrebbe essere un singolo di successo!   

E come dare torto a Nick, quelle parole nella vita precedente di Harry appartenevano ad un singolo con più di 100 milioni di visualizzazioni su You-Tube, ascoltato in tutto il mondo. In questa invece non era mai stato scritto, non essendoci gli One Direction, nessuno aveva dovuto scrivere delle canzoni per loro:  “Gotta be you” era solo un brano sconosciuta scritta da un ragazzino su un foglio di carta.   

-Harry davvero l’hai scritta tu? Qual è il titolo? Devi venderla a qualche casa discografica, dopo che io l’avrò dedicata a Sarah!- continuò l’amico.
-Il titolo è “Gotta be you” e si diciamo che l’ho scritta io- Harry dicendo ciò ritornò triste, scrivendo quel testo aveva avuto nostalgia dei ragazzi, che forse non avrebbe mai più rivisto. 

Nick iniziò a fissarlo, sembrava aver avuto, un’idea –Harry, perché non vai a fare il provino per X-Factor? Tra una decina di giorni i giudici saranno a Manchester per òe audizioni! Tu hai la creatività ed il talento per essere una star! Poi ti ricordi? Tu volevi fare il provino, poi non so perchè rinunciasti. Dai, se vuoi ti accompagno io!- disse alla fine con un sorriso enorme stampato sul viso. 

Harry alzò lo sguardo ed esclamò –Nick- tu- sei –un- genio!  
L’amico senza saperlo aveva regalato al ragazzo l’unico spiraglio di salvezza per recuperare la vita persa. Tutto ciò che dovevano fare era ripartecipare alle audizioni. Harry ricordava tutti i successi degli One Direction, ora sconosciuti, aveva gli ingredienti per riportare celebre la band. L’unica cosa che mancava era la band, ma doveva provarci, doveva convincere i ragazzi a fare il provino, questa volta direttamente tutti insieme: gli One Direction dovevano rinascere! 
Tutti questi pensieri gli frullavano per la testa, era felice ed agitato nello stesso tempo, non doveva perdere altro tempo: aveva solo dieci giorni per rimettere le cose a posto. Nick guardava i suoi occhi brillare e non ne capiva il motivo, così chiese –Harry, tutto ok? So di essere un genio, ma perché che ho detto? Farai l’audizione?
 
Harry gli sorrise e disse –Niente lascia stare, si la farò… ma prima devo andare a fare delle visite. Meglio che vai dormire, hai detto che mi dovevi un favore per la canzone, bene…domani mi accompagni a Bradford!
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: L’artista innamorato. ***


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Capitolo 6: "L'artista innamorato" 

-Quindi, ricapitolando, ti sto accompagnando a Bradford perché devi convincere un ragazzo, anche lui bravo nel canto, ad unirsi ad una tua ipotetica boyband per fare il provino ad X-Factor? Harry ti rendi conto che tutto ciò è assurdo? Io sono il tuo migliore amico, quindi ti sto accontentando, ma sono tenuto ad avvisarti che è una totale follia! A volte mi chiedo dove hai il cervello…- disse Nick mentre guidava la sua piccola macchina rossa, con qualche ammaccatura sul cofano. 

-Qui!- rispose Harry sorridendo e indicando la sua testa, ricoperta da tanti riccioli. Quella risposta sarcastica era il modo migliore per non dare troppe spiegazioni, non poteva dire all’amico davvero la verità, sarebbe sembrato un pazzo. Si rendeva conto, però, che ciò era ridicolo: come avrebbe convinto il suo ex-collega e “quasi fratello” ad entrare nella band, una volta trovato, sempre se ci fosse riuscito? Cosa gli avrebbe detto?  “ Ciao, Zayn, sono Harry, forse tu non ricordi, ma eri con me negli One Direction, riformiamo la band?”  Il problema era che non avrebbe potuto dire la verità nemmeno a lui, la storia della stella era troppo surreale e assurda per essere considerata  vera. Harry doveva inventarsi qualcosa. 

Quella mattina lui e Nick erano partiti presto per Bradford ed Harry non aveva pensato a cosa avrebbe raccontato a Zayn. Solo a pochi minuti dalla città iniziò a pensarci sul serio e non aveva la minima idea di come l’avrebbe convinto. 

Forse sto facendo un casino, ma non posso arrendermi non avendoci nemmeno provato. In fondo Zayn è sempre lo stesso ed io ormai lo conosco come se fosse mio fratello, so cosa dire per convincerlo, o almeno credo di sapere come fare-pensò nella sua mente:  cercava di auto-convincersi di avere un piano. 

I suoi pensieri  furono spezzati quando sentì le parole di una canzone alla radio, appena accesa da Nick. 

-I won’t let these little things slip out of my mouth, but if I do it’s you (oh, it’s you) they add up to,
i’m in love with you…-
Harry spense la radio, non volendo sentire il resto della canzone, la conosceva fin troppo bene, anche se il ritmo non era proprio “soft” come nella versione “originale”. 

-Harry perché hai spento? Adoro quella canzone! La cantano i The Wanted, l’ha scritta per loro Ed Sheeran, non so se lo conosci, ma è un cantautore davvero fenomenale!- esclamò Nick irritato.
Harry era sconvolto, aveva accettato di non essere famoso, ma il suo “ex-amico”  Ed non aveva potuto dare alla loro band “nemica”, quella canzone. Era una canzone degli One Direction e doveva essere cantata da loro e basta.  

-Si conosco Ed Sheeran! Ma i The Wanted non mi piacciono e quella canzone non va cantata così!- disse il ragazzo alla fine. Come dargli torto: uno dei componenti di quella band nella vita precedente aveva attaccato Louis ed Harry non poteva perdonarlo per questo. E poi quella era la loro “Little Things”.  

Dopo dieci minuti di silenzio, Nick disse- Harry, eccoci! Siamo a Bradford! 

I due parcheggiarono la macchina e si diressero verso casa di Zayn, Harry sapeva dove abitava: quando entrò nella band era stato da lui più volte. Doveva solo sperare che in tre anni il collega non avesse traslocato. 

Si avvicinò alla casa con Nick che lo seguiva, facendo finta di non conoscerlo. 

-Malik!- escalmò con un sorriso leggendo il nome inciso sul campanello: fortunatamente Zayn e la sua famiglia vivevano ancora lì. Bussò.
Una ragazza aprì la porta, era Waliyha, una delle sorelle minori del suo amico. Lui la conosceva e anche bene, ma lei ovviamente non ricordava nulla. Lei gli sorrise, arrossendo lievemente: non tutti i giorni un ragazzo sconosciuto come Harry viene a bussare alla tua porta, quel comportamento era più che normale.  

-C-ciao! Chi stai cercando? Sei un amico di Zayn? Non ti ho mai visto.- chiese la ragazza con timidezza.
-Ehm…- Harry non sapeva esattamente cosa dire –Ecco, veramente…SI! Diciamo che sono un suo amico!- mentì spudoratamente -È in casa? – domandò alla fine.   

-Mi dispiace, ma è uscito poco fa con uno zaino sulle spalle. Non mi ha voluto dire dove sarebbe andato, ha solo detto di volersi rilassare un po’. Ma se ti va, puoi fermarti e aspettarlo qui.- Waliyha terminò la frase con sorriso, quasi sperando in una risposta positiva. 

-Sei gentile, ma non posso. Fa niente, grazie comunque!- salutò la ragazza e si allontanò dalla casa.
Nick era rimasto in disparte, non voleva essere ulteriormente coinvolto, poi si rese conto dello sguardo triste e sconsolato dell’amico e gli andò vicino. 

-Cosa vuoi fare ora? Su Harry torniamo a casa!- lo implorò Nick. 

-Scusa Nick, ci vediamo tra un po’ vicino alla macchina. Vorrei stare un po’ da solo- sussurrò Harry mentre si allontanava per le strade di Bradford. 

Forse Nick ha ragione, è una follia. È destino che non dovevo trovare Zayn. –pensò.
Poi si ricordò di una conversazione tenuta con l’amico ai tempi di X-Factor. Zayn gli raccontò che c’era un vasto vicolo cieco dietro casa sua nel quale si recava sempre per rilassarsi. In più in quel posto, vi erano murales stupendi, disegnati dagli artisti più bravi di Bradford. E anche l’amico ogni tanto andava lì a “lasciare un suo segno”. 

Doveva tentare l’ultima possibilità, si recò in quel posto. Sentì qualcuno che cantava, non poteva non riconoscere quella voce: era Zayn.
Harry si affacciò sul vicolo e lo vide: stava canticchiando “Let me love you”, mentre finiva di spruzzare gli ultimi ritocchi di vernice sul suo murales. Il ragazzo sembrava non essersi accorto dell’arrivo di Harry.  

-Wow, bravo! Complimenti!- esclamò Harry, era giunto il momento di improvvisare qualcosa per convincere Zayn.
 
Il ragazzo smise di disegnare e cantare, voltandosi di scatto. –Oddio, mi hai spaventato! Comunque grazie, sono felice che ti piaccia!- disse Zayn, con il cuore a mille per lo spavento preso a causa dell’arrivo inaspettato  di quel ricciolino dagli occhi verdi. –Piacere Zayn, Zayn Malik! – sorrise porgendogli la mano.  

Harry si avvicinò, la strinse ed esclamò: -Harry Styles!   

Si accorse che il ragazzo pensava che i complimenti fossero dovuti al disegno e non alla sua voce, così Harry diede uno sguardo veloce al murales, al quale prima non aveva fatto caso. Aveva dipinto una ragazza: pelle chiara, occhi azzurri e i capelli biondo platino con ciocche fuxia alle punte. Aveva un microfono in mano. Gli venne da sorridere: Zayn, anche se non si ricordava di lui, non era affatto cambiato.  

-Eh si, stupendo il tuo graffito! È una cantante giusto? Perrie Edwards delle Little Mix,  per caso?- continuò Harry, forse aveva capito dove “colpire” per convincere l’amico. 

Zayn arrossì lievemente- Ehm…si…mi sono ispirato a lei.- rispose timidamente, forse non si aspettava che qualcuno la riconoscesse. In effetti nessuno sconosciuto se ne sarebbe mai accorto: guardandola da sola sembrava la raffigurazione di una giovane popstar. Ma per Harry che conosceva davvero bene Zayn fu facile capire a chi era ispirato il disegno. 

-Comunque io parlavo anche della tua voce! Sei davvero un bravo cantante Zayn! Hai mai pensato di fare anche tu il provino ad X-Factor come lei?- disse Harry rivolgendo uno sguardo al murales con Perrie.–Senti, mi è venuta una splendida idea, io volevo fare il provino. Ma da solo non me la sento e, visto che sembra che i gruppi vocali siano tornati di moda, ne volevo creare una! Avevo già in mente alcuni ragazzi ai quali chiedere- mentì- ma se ti va potresti far parte anche tu della band! Allora cosa ne pensi?- chiese Harry, non aveva più fiato, aveva raccontato tutto molto di fretta. 

Zayn rise, per qualche inspiegabile motivo, provava una forte simpatia per quel ricciolino appena conosciuto –Sei matto! Ti conosco appena e tu già mi chiedi di entrare nel tuo gruppo? Comunque mi dispiace, ma io odio i balletti che le boy-band sono costretti a fare. La mia risposta è no … scusami- disse alla fine. 

-Anche a me non piacciono le coreografie, non dobbiamo farle per forza e poi è una prova, giusto per divertirci: se non ci prendono, pazienza. Poi pensa che potrai conoscere le Little Mix! Di sicuro loro si esibiranno lì!- sorrise Harry, poi continuò –Io credo tu potresti anche piacere a Perrie!- sorrise. 

Zayn arrossì, come faceva quel ragazzino a sapere della sua cotta per la cantante delle Little Mix? 

-Senti Harry, ammetto che mi ispiri una strana fiducia e che mi sei simpatico, ma davvero io non credo… - Zayn fu interrotto da una voce. 

-Fratellone questa è una occasione che non puoi rifiutare!- esclamò Waliyha. La sorella di Zayn, sentendo delle voci provenienti dal vicolo dietro casa, si era precipitata a vedere cosa stesse succedendo. Così aveva sentito un po’ della conversazione. 

-Che fai qui? Da quanto stai origliando?- chiese Zayn irritato. 

-Da quanto basta per capire che ti piacciono le Little Mix e che non vuoi fare il provino!- cacciò la lingua, poi tornò seria e disse - Zayn, il tuo amico ha ragione! Tu sei bravo a cantare, dovresti provare! Poi se ti unisci al gruppo non dovrai nemmeno stare da solo, le cose vanno meglio se affrontate insieme. Poi ricordi, tre anni fa volevi andare ad X-Factor, poi il giorno delle audizioni, io mi scordai di svegliarti e tu non andasti più perché era troppo tardi. Questa volta invece lo devi fare, così il mio errore sarà riparato, fallo per me! Ti prego!- terminò la ragazza assumendo uno sguardo “da cucciolo”. 

- Dai, Zayn! Fallo per lei! – lo incitò ancora di più Harry … poi continuò ridendo – E per incontrare Perrie! 

Zayn era stato convinto, ma non voleva darla vinta alla sorella, esclamò –Okay, ci sto, ma avevo già deciso dopo tutto. Lo faccio solo ed esclusivamente per Perrie!- tese la mano ad Harry. 

Il ragazzo ricambiò la stretta di mano e sorridendo, disse –Certo collega, come dici tu, per Perrie!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: L’amicizia giustifica i mezzi. ***


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Capitolo 7: "L'amicizia giustifica i mezzi" 

Dopo aver convinto Zayn, Harry si era recato contento all’auto di Nick, dove l’amico lo stava aspettando preoccupato. 
-Harry! Finalmente, temevo ti fosse successo qualcosa. Come mai quel sorriso? Circa un’ora fa eri depresso.Hai trovato il tuo “amico”?!- chiese Nick. 

Harry sorrise –Si, esatto! Ci siamo accordati, che tra quattro giorni verrà ad Holmes Chapel per provare, avremo solo una settimana per cercare di cantare insieme! Gli ho lasciato l’indirizzo di casa, spero riuscirà ad arrivare! Comunque ci fermiamo a mangiare qualcosa o ritorniamo a casa?- chiese alla fine.  

Nick ci rifletté  un secondo, non si sentiva molto bene, così disse – Ci vogliono più di tre ore di viaggio per tornare a casa Harry! Meglio che ci mettiamo in macchina, mangeremo qualcosa per strada! 
Harry annuì. Doncaster non era molto lontano, ma non se la sentiva di chiedere all’amico, che non era neanche particolarmente in forma, di allontanarsi ancora di più; preferì non chiedere altro per quel giorno. Doveva evitare di farlo arrabbiare, doveva ancora accompagnarlo in altri posti. 
Arrivarono verso sera ad Holmes Chapel, Harry salutò Nick e tornò a casa.  
Ripensò all’incontro con Zayn, era stato davvero felice di rivederlo, di sapere che stava bene. Era sempre il solito “Dj Malik”, timido, amante del disegno e innamorato perso della sua dolce Perrie. Già, il suo amore per lei doveva essere davvero forte, dato che nella precedente vita aveva tatuato sul braccio il suo ritratto, mentre,  in questa, le aveva dedicato un intero murales. 
Il mattino dopo, si alzò presto, pronto per un’altra meta, ma ci fu un problema: Nick aveva preso l’influenza! L’amico gli aveva lasciato un messaggio in cui si scusava davvero tanto, ma non riusciva ad alzarsi dal letto, stava troppo male. Harry pensava di andare a Doncaster, dato che la strada era più o meno la stessa del giorno precedente, ma ora probabilmente non sarebbe andato da nessuna parte. Come doveva fare? Aveva i giorni contati poiché tra otto giorni ci sarebbero state le audizioni.
Scese a fare colazione e sentì sua sorella parlare al telefono:
-Certo, non preoccuparti;  sarò a Birmingham nel pomeriggio, parto subito dopo pranzo!- disse Gemma al cellulare.
-Perfetto!- pensò Harry, che aveva origliato da dietro la porta. Birmingham infatti era subito dopo Wolverhampton: poteva cercare Liam. Doveva solo convincere Gemma a dargli un piccolo passaggio, dato che era di strada.  
 
Erano entrambi seduti a tavola per la colazione, ed Harry fissava la sorella per cercare di capire quale sarebbe stato il momento migliore per parlarle. Ad un certo punto il ragazzo chiese -Sorellina cara, ho sentito per caso che non ci sei dove te ne vai di bello? A Birmingham?
Gemma gli lanciò un’occhiataccia ed esclamò con tono di voce molto basso: -Shhhh, non c’è bisogno di urlare, vado da una mia amica.
Harry capì che la sorella non voleva farsi sentire dai genitori e che loro forse non sapevano molto riguarda la sua partenza: -E chi? La conosco? Che dici se vengo anche io?- chiese sfoderando un sorrisetto malefico, quasi come se potesse leggerle nella mente.
-No, non la conosci e no, non puoi venire!- disse la ragazza leggermente irritata. Si mordeva nervosamente le labbra: era il segno che stava mentendo. Harry capì subito che Gemma non doveva andare a trovare un’amica: ci doveva essere un “lui” ad aspettarla a Birmingham. Ed evidentemente i genitori non sapevano della sua esistenza. Odiava i ricatti, ma ne aveva bisogno per il passaggio così, disse: -Allora? Come si chiama?  
-Harry non c’è nussun ragazzo che mi aspetta, smettila!- esclamò Gemma. Harry sorride di nuovo: quel sorrisetto perfetto e maligno terrorizzava Gemma sempre di più.
-Io ho chiesto solo come di chiama, non ha fatto riferimento a nessun ragazzo. Questo lo hai fatto tu, cara la mia sorellina. Se vuoi il mio silenzio con mamma e papà, mi devi un passaggio! Non preoccuparti, dovrai fermarmi a Wolverhampton. Non verrò a Birmingham ad interrompere il tuo incontro romantico!- il ragazzo terminò di parlare e fissava la sorella, sperando in una risposta positiva.
-Harry, ti odio!- disse mettendosi le mani davanti a gli occhi, come per riflettere, tirò un sospiro e disse –Io stanotte rimango lì! Tu dove starai? Non ritorno ad Holmes Chapel solo per riaccompagnarti.
-Mi vieni a prendere a Wolverhampton e  verrò anche io a Birmingham; il tuo “lui” ha una casa? Io mi accontento anche del divano! Il letto lo lascio a voi.- il “dolce fratellino” fece una smorfia.
-Harry, smettila! Aspettami qui, vado a fare una telefonata!- disse Gemma alla fine.   

Il ragazzo aspettò circa un quarto d’ora e ne approfittò per terminare la colazione. Arrivò Gemma che tirò un sospiro e disse lievemente stufata: -Va bene puoi venire! Alle due partiamo, prepara le tue cose!   

Harry e sua sorella erano in viaggio già da un paio d’ore e nella macchina vi era un’aria tesa. Dopo tutto il giovane si rendeva conto di aver usato metodi poco leali per avere quel passaggio, ma non aveva avuto scelta. Così lui pensò di rompere quel silenzio imbarazzante iniziando una conversazione: -Mi dispiace di averti ricattato, ma devo parlare con un mio amico a Wolverhampton. Devo convincerlo a fare con me il provino ad X-Factor. Ci presenteremo come gruppo vocale!
Gemma sembrava ancora leggermente arrabbiata, però voleva tanto bene al suo tenero fratellino: sapeva che non sarebbe riuscita a mantenere il broncio per la durata dell’intero viaggio.
-Sono felice per te, Harry! Sarebbe bello vederti ad X-Factor! Hai una splendida voce e poi,  mi rode ammetterlo, ma tu hai proprio il viso da star!-  esclamò Gemmo sorridendogli, poi continuò – Sai quante ragazze ti verranno dietro se vai a X-Factor? Riusciresti a reggere fan che ti chiedono autografi e foto appena metti il piede fuori casa?
-Ehm … non saprei dirtelo- rispose mentendo. Harry pensò alle parole di Gemma. Sapeva come ci si sentiva ad essere una celebrità e adorava le “Directioners”, anche se cercava sempre di comportarsi come un ragazzo normale, gentile e simpatico. Preferiva essere descritto in questo modo, che essere definito “famoso”.Era una parola che proprio non sopportava, secondo lui si annullava tutto dietro quel semplice aggettivo. 

La conversazione non continuò per molto: i due erano arrivati a Wolverhampton. Gemma lasciò Harry in una piazza con un parco, dicendogli di lasciare in macchina la valigia, l’avrebbe portata lei a casa del suo “amico” di Birmingham. Inoltre prima di salutarsi lo avvertì di tenere acceso il cellulare poichè sarebbe passata a riprenderlo in serata. 

-Bene, meglio che mi sbrighi ad andare da Liam!- esclamò Harry pieno di entusiasmo. Ormai, dopo che con Zayn era filato tutto liscio, pensava che sarebbe stato facile riformare la band. Si incamminò verso casa dell’amico , ma una volta arrivato a destinazione il suo entusiasmo iniziale fu ridotto in mille pezzi. Tutta la sua forte convinzione venne distrutta,  come quando a scuola sei convinto di aver svolto un buon compito e ti ritrovi, invece, con un cinque stentato. Ma questa volta Harry doveva ripartire da zero: davanti alla casa di Liam vi era un cartello con la scritta “VENDESI”. L’amico non viveva più lì e in tre anni era potuto succedere di tutto. Non aveva la minima idea di dove si fosse trasferito, se vivesse ancora a Wolverhampton o avesse cambiato città, o addirittura paese. Non sapeva a chi chiedere, in giro non c’era nessuno.  –GAME OVER, HARRY!- pensò tra se e se. 

Ritornò in quella piazzetta: doveva comunque aspettare l’arrivo della sorella. Si sedette sulla panchina guardando la grande fontana al centro della piazza e i tanti piccioni che la ricoprivano. Quegli uccelli gli riportarono in mente il pennuto di nome Kevin,  che aveva accompagnato gli One Direction durante il loro primo tour, Up All Night. Ad Harry non piacevano molto, anche se adorava scherzare con Louis riguardo quel piccione. Uno di questi si staccò dallo stormo appoggiato sulla fontana e stava per volare verso di lui; così il ragazzo si spostò e si trovò di fronte un manifesto: era una gara di talenti che si sarebbe svolto nel tardo pomeriggio a Wolverhampton. Sopra quel foglio di carta vi erano scritti i vari concorrenti iscritti e tra questi gli balzò all’occhio un nome: LIAM JAMES PAYNE. 
-Non si è trasferito, quindi! Deve aver solo cambiato casa! Perfetto assisterò alla sua esibizione e dopo gli parlerò!- mentre elaborava i suoi pensieri, Harry si scrisse l’indirizzo del locale e chiese informazioni per riuscire a trovarlo: non mancava molto all’inizio della gara.   

Arrivò sul posto, il pub non era niente male: tavolini in stile fast-food americano, un bar con luci da discoteca dietro il bancone, mura colorate con colori fluo e un piccolo palchetto sul quale si stava esibendo una coppietta. Harry si mise a sedere non troppo avanti e ordinò un succo aspettando l’esibizione di Liam, sperava davvero che non avesse già cantato. Purtroppo aveva impiegato un bel po’ di tempo a trovare il locale e quando era arrivato lo spettacolo era già iniziato da circa un quarto d’ora. 

Sentì cantare varie persone: ragazze, ragazzi, bambini e anche qualche anziano; di Liam però non vi era traccia. Poi lo vide entrare nel pub accompagnato da una ragazza; salì sul palco. Cantò “Wonderwall” una famosa canzone degli Oasis, in tre anni la sua voce non era cambiata: perfetto come al solito. La competizione terminò e fu Liam a vincere; Harry non si stupì era stato davvero il più bravo!  

-Perfetto!- pensò Harry- Ora mi congratulo con lui per il premio e gli chiedo di unirsi alla band.- Si avvicinò all’amico che era sotto il piccolo palchetto con la coppa in mano e notò che era di nuovo con quella ragazza. Ora Harry la riuscì a vedere meglio, lui la conosceva: era Sophia, la fidanzata di Liam nella vita precedente. Effettivamente era possibile che i due si conoscessero anche in questa vita, erano stati alle superiori insieme. Vide che si salutavano,  lei gli stampò un bacio sulla guancia e se ne andò, mentre lui con un sorriso sconsolato la guardava  allontanarsi.  
 
Era il momento di andare da Liam, così Harry si avvicinò.
-Davvero complimenti per la vittoria! Amico tu hai davvero un grande talento!- esclamò Harry. –Vorrei parlarti!- terminò sorridendo.
Liam si voltò, sembrava triste –Hey, ti ringrazio … certo va bene, ti dispiace però se ne parliamo fuori da qui? Ho un gran mal di testa.- rispose Liam; il locale infatti aveva iniziato a preparare la sala per la discoteca serale e la musica veniva alzata sempre di più. Harry annuì e i due uscirono dal pub.   

-Innanzitutto piacere, Harry Styles!- disse il ricciolino dagli occhi verdi una volta usciti. Liam lo guardava a stento, sembrava sovrappensiero, poi si accorse che il ragazzo gli tendeva la mano e ricambiò –Scusami, non ti stavo ascoltando, non ho avuto una bella serata, piacere Liam James Payne, ma chiamami semplicemente Liam!- disse alla fine, il suo sguardo sembrava vuoto.
Harry si accorse della malinconia nel suo viso ed era dispiaciuto per il suo amico, non poteva fare finta di non accorgersi del suo malessere: anche se Liam non ricordava, lui era sempre uno dei suoi “fratelli”. Così chiese:  -Tutto bene? Perché sei triste hai vinto la competizione! Hai un grande talento, su con il morale!- sorrise.
Liam lo guardò, questa volta lo stava ascoltando, tirò un sospiro e disse: -Non so se hai visto quella splendida ragazza? Quella con la quale parlavo poco fa! Non la vedeva da molto tempo, era una mia compagna di classe. Le ho chiesto di uscire per 22 volte alle superiori e mi ha sempre rifiutato. Oggi quando l’ho incontrata prima di venire, l’ho invitata alla mia esibizione, poi le ho chiesto di vederci e come al solito lei è riuscita a darmi il 23esimo “due di picche”… è destino che non dobbiamo stare insieme, lei non mi noterà mai!- si fermò un attimo e poi disse: -Scusami se ti ho annoiato, non ti conosco nemmeno, non so perché ti sto raccontando ciò. Comunque di cosa dovevi parlarmi?
 
Harry aveva ascoltato le parole dell’amico. Sophia non gli piaceva come ragazza per Liam e a quanto pare aveva ragione. Lui ricordava perfettamente che nella vita precedente non vi era mai stato il “23esimo due di picche”, perché la ragazza quando rivide Liam gli saltò tra le braccia senza pensarci. Però il suo amico era così innamorato che non aveva mai pensato di dirgli che forse lei lo stesse usando. La cosa più importante dopo tutto era la felicità di Liam. 

-Forse semplicemente avevi bisogno di sfogarti con qualcuno, ora vedrai che starai meglio. Credo comunque che quella ragazza non ti meriti!- disse facendo una smorfia e poi disse: -Bene, oggi sentendoti cantare ho pensato che potessi unirti alla boy-band che sta cercando di formare. Ci siamo io e altri ragazzi, che poi ti presenterò se accetterai. Faremo il provino per X-Factor tra otto giorni! Che ne pensi?
Liam ascoltava Harry interessato, disse: -Mi piace la tua proposta, è interessante. Sai io ho partecipato ad X-Factor quando aveva 14 anni. Arrivai davvero vicino al serale, ma venni eliminato nell’ultima fase. Volevo riprovarci tre anni fa, però ero troppo scoraggiato, avevo paura di essere illuso di nuovo, così non andai. Forse in un gruppo è diverso, non so …- guardò in basso, quasi si vergognasse del suo fallimento passato.
-Liam, io sono certo che ce la possiamo fare!-  lo esortò Harry, lo guardava fisso con quei suoi occhi verdi pieni di speranza, si leggeva chiaramente nel suo sguardo la determinazione di chi non avrebbe accettato un “no” come risposta. 
-Facciamolo! Mi hai convinto- disse alla fine l’amico, mentre Harry esultava: due dei ragazzi li aveva convinti.
-Ben detto Liam! Così non penserai nemmeno a Sophia, mi hanno detto che a X-Factor ci sono delle ballerine davvero carine!- esclamò infine;  ogni riferimento era “puramente casuale”. 

I due camminarono e chiacchierarono tutta  la sera, discutendo di musica, del provino e del nome per la band. 
-Direi di chiamarci “The Avengers”, io vorrei tanto essere IronMan! Cosa ne pensi?- esclamò Liam sognante. Harry si accorse che l’amico non era cambiato, aveva ancora la fisse per i supereroi!  

Il discorso fu bloccato dal suono del cellulare di Harry: era Gemma, il ragazzo doveva andare con lei a Birmingham.  I due, allora, si scambiarono i numeri di cellulare ed Harry lasciò a Liam l’indirizzo di casa sua.
-Scusa Liam, ma devo andare, mia sorella è venuta a prendermi! Mi raccomando tra tre giorni ti aspetto a casa! Abbiamo un gran lavoro da fare.- disse il ricciolino sorridendo.  
Poi mentre si allontanava disse ad alta voce:
-Per il nome comunque, io avrei un’altra idea in mente! Quando ci saremo tutti, ve la dirò … sono certo che vi piacerà!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Un altro amico in squadra. ***


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Capitolo 8: "Un altro amico in squadra" 

Il treno correva veloce sui binari, Harry aveva la testa appoggiata al finestrino e guardava il paesaggio che scorreva lievemente assonnato. Come dargli torto, aveva passato una nottattaccia.  
 
Quando era tornato a Birmingham con sorella, aveva conosciuto Jim, il suo “amico”. Lo odiava, era uno sbruffone americano, palestrato e abbronzato. Ma, forse, questo era solo l’istinto da fratello geloso verso le sua adorata sorellina: molto probabilmente avrebbe odiato chiunque. Il ragazzo aveva preparato ad Harry la camera degli ospiti, era una stanza non molto grande, ma confortevole. Nonostante questo il ragazzo non riusciva a pensare che, nella camera di fronte, Gemma stesse “dormendo” con quel tipo. Quindi, dopo aver riposato solo per poche ore,  si svegliò presto, fece colazione e se ne andò quando la dolce coppietta era ancora nel pieno del sonno. Lasciò un biglietto attaccato al frigorifero con scritto di non preoccuparsi per lui e di avvertire sua madre che sarebbe tornato in serata ad Homes Chapel. Era diretto alla stazione e, una volta arrivato, prese il primo treno per Doncaster. Adorava quella cittadina, la sua quiete, le sue strade, gli abitanti e soprattutto uno di questi. Louis era ormai diventato, in tre anni,  una presenza fondamentale nella sua vita. Adorava tutti i componenti degli One Direction, ma con Lou si era venuta a creare un’empatia particolare: nessuno sapeva farlo sorridere, divertire, tranquillizzare come lui. Era una persona speciale, di quelle che si incontrano una volta nella vita.   

Appena arrivato, scese dal treno e senza fretta si diresse fuori dalla stazione. Aveva un po’ paura di recarsi dal suo amico per vari motivi: prima di tutto era presto, molto probabilmente Lou era ancora nel pieno del sonno e poi lo terrorizzava l’idea che si fosse trasferito. Già con Liam, il suo sogno di riformare la band stava per terminare, poi fortunatamente aveva letto il manifesto: di sicuro non avrebbe avuto di nuovo una così grande fortuna.
Si recò da Starbucks per la colazione: un cappuccino caldo con caramello era quello che ci voleva per iniziare una giornata come quella.  L’idea di non trovare l’amico era troppo forte, così invece di andare dal suo Lou, iniziò a passeggiare per le strade di Doncaster, senza una meta precisa. Era una giornata stupenda, il sole sorgeva luminoso nel cielo striato dalle nuvole bianche. L’alternarsi delle strisce azzurre di fondo e delle lunghe nubi color latte gli riportavano alla mente le maglie che Louis indossava sempre: adorava le righe. Dopo aver camminato per circa due ore, si fermò in un parco per riflettere su ciò che doveva fare.
Mentre pensava a cosa dire all’amico, vide da lontano dei ragazzini che importunavano una bambina. Si avvicinò: la bimba non poteva avere più di dieci anni, era bionda, con la pelle chiara e due grandi occhi verdi. Gli ricordò tanto “Baby Lux”, la figlia della loro parrucchiera durante i tour, anche se questa bambina era molto più grande. La piccola stava piangendo e quando Harry gli andò vicino, i ragazzi che la importunavano se ne scapparono. 

-Piccola che succede? Cosa ti hanno fatto quei ragazzacci?- chiese Harry con un tono fraterno accarezzando la guancia della bimba.
Lei continuava a singhiozzare, non rispose, ma indicò con il dito un punto del terreno del parco: vi era una bambola immersa nel fango e sporca di terra. Quei tipi dovevano averle fatto un dispetto, gettando la sua “amica” nella pozzanghera. Harry si avvicinò, ma ormai quel gioco era inutilizzabile, nemmeno lavandola la piccola bambola di pezza avrebbe ripreso le sembianze di prima.
-Facciamo così!- esclamò Harry –Tu ora mi aspetti, mentre io vedo di risolvere! Non preoccuparti fidati di me!- sorrise rivolgendosi alla piccola che nel frattempo si stava tranquillizzando. 
-Tu siediti qui- continuò il ragazzo, indicando una panchina del parco –Io vengo subito con un’altra bambola!- Harry terminò la frase e poi si allontanò. Doveva trovare un’altra bambola per la bimba. Non sopportava vedere i bambini piangere, era una cosa che da sempre lo aveva reso triste. Anche quando la piccola Lux piangeva, lui cercava sempre di trovare un modo per farla stare meglio. Era parte del suo carattere: risolta questa faccenda, sarebbe andato da Louis. 

Camminò per una decina di minuti in cerca di un posto in cui vendessero bambole;  vide ad un certo punto sopra un negozio l’insegna di Toys “R” Us, una catena coomerciale che vende giocattoli.
-Perfetto! Posso vedere qui!- pensò Harry, così entrò in quel posto. 

Vi erano scaffali pieni di giocattoli, non aveva la minima idea di dove si trovassero le bambole, lui era un ragazzo ed erano anni ormai che non entrava più in un negozio di giocattoli. Camminava attraverso quelle file di giochi, poi vide un reparto dedicato alle bambole di pezza e si mise a dare un’occhiata.  

-Hey qui dobbiamo chiudere per la pausa pranzo, non sei un po’ “maschio” e cresciuto per giocare con le bambole?- chiese una voce che proveniva dalle spalle di Harry. 

Il ragazzo anche prima di girarsi, aveva notato qualcosa in quella voce, qualcosa di molto familiare. Si voltò. C’era un ragazzo poco più basso di lui, occhi azzurro ghiaccio, capelli castani spettinati e un cappellino della Toys “R” Us in testa. L’avrebbe riconosciuto tra mille, anzi tra un milione di persone: era Louis.  
Harry sgranò gli occhi, come se avesse visto un fantasma. Non si sarebbe mai aspettato di vedere così il suo amico, non era pronto a parlargli e non sapeva cosa dirgli. Solo in quel momento si ricordò che Lou prima lavorava in un negozio appartenente a quella catena. Continuava a fissare l’amico, senza riuscire ad aprire bocca. Prese la prima bambola di pezza che si ritrovò davanti e corse verso il bancone, con il commesso dagli occhi azzurri che lo seguiva leggermente indispettito. 

-Pago questa!-  disse il ricciolino con la bambola in mano, tenendo bassi i suoi grandi occhi verdi e porgendo venti sterline alla cassa. Non voleva incrociare lo sguardo di Lou, non riusciva a pensare che lui non si ricordasse della loro grande amicizia. Non era pronto. Uscì di corsa dal negozio, senza pensare a come avrebbe ritrovato poi il quarto componente degli One Direction.  
Si diresse verso il parco, l’unica cosa che voleva fare era portare il gioco alla bimba. La trovò seduta ancora su quella panchina che guardava la sua “amica” di pezza ricoperta di fango. Quando vide Harry sorrise e, dopo che lui gli diede il regalo, il suo sguardo si illuminò ancora di più.
-Grazie! Non pensavo saresti davvero ritornato…- disse la piccola, finalmente si era decisa a parlare.
Harry sorrise, per un momento la felicità della bimba gli aveva fatto scordare l’incontro avuto prima.
-Di niente, è stato un piacere! Ma non dovresti allontarti così da sola, in ogni caso dovresti tornare a casa!- disse alla fine il ragazzo con un tono apprensivo. 
La piccola allora lo salutò dandogli un bacio sulla guancia e poi si allontanò per il viale. Harry la vedeva saltellare mentre si allontanava e alle sua spalle sentì un suono simile a un applauso. 

Clap, clap, clap …  
 
Il ragazzo si voltò e vide il commesso della Toys “R” Us che gli batteva le mani con uno sguardo dolce. I suoi occhi azzurri brillavano più del solito alla luce del sole.
-Sei un bravo ragazzo! Davvero… nessuno avrebbe fatto una cosa del genere!- esclamò Louis guardando con orgoglio il ricciolino davanti a lui, poi continuò –Scusami se ti ho seguito, ho finito il mio turno ed ero curioso di sapere cosa avrebbe un ragazzo come te con una bambola, non sono scene che si vedono tutti i giorni!- lo guardava interessato, evidentemente dopo averlo seguito, aveva assistito a tutta la scena.  
 
Harry, invece, lo guardava stupito, stava giusto pensando a come avrebbe ritrovato Louis e invece era accaduto l’esatto contrario. Gli disse –Figurati, non è nulla. Semplicemente non mi piace vedere i bambini piangere. Lo trovo davvero triste.- Harry terminò la frase sempre a testa bassa. 

Louis stava per rispondergli, ma gli squillò il cellulare. 

-Scusami devo un attimo rispondere!- esclamò, prendendo il telefono ed allontanandosi un pochino. 

La chiamata terminò velocemente, l’amico sembrava lievemente turbato e scocciato. Così Harry pensò di chiedere cosa fosse successo.
-Tutto bene?- disse il ricciolino.  

Louis lo guardò, poi in un attimo si riprese, quasi come se avesse avuto un’idea.
-Senti, ho pensato una cosa. Per farmi perdonare, visto che ti ho “spiato”, ti invito allo stadio a vedere una partita dei Doncaster Rovers- Louis fece una piccola pausa e poi riprese parola –Doveva venirci Hannah la mia ragazza, ma come al solito quando si tratta di clacio declina sempre i miei inviti e io ho comunque preso già due biglietti. Mi sei simpatico, dai non puoi rifiutare! La partita inizia tra una mezz’oretta- sorrise e fece spallucce, non aveva voglio di andare da solo. 

Harry a quel punto alzò lo sguardo: non poteva rifiutare, infondo lui era a Doncaster per ritrovare l’amico e quale migliore occasione se non una bella partita di calcio?   

-Certo! Va bene, sarà divertente, poi ho il pomeriggio libero. Ero qui per fare delle compere- esclamò infine Harry. 
-Perfetto! Andiamo ho la macchina parcheggiata non molto lontana da qui! E comunque piacere Louis “the Tommo” Tomlinson!- disse alla fine scoppiando in una risata e tirando una pacca sulla spalla del suo nuovo amico.
-Non ci siamo presentati, hai ragione. Io mi chiamo Harry, Harry Styles!- disse il ricciolino, mentre i due si dirigevano verso l’auto. 

Arrivarono allo stadio e si sedettero nei loro posti. Subito dopo iniziò la partita. Harry non riuscì a parlare molto, lui e Louis discussero su vari temi, ma il ragazzo non riusciva a trovare il momento giusto per intradurre l’argomento “provino ad X-Factor”. Era più difficile di quel che pensava.   

Poi nel secondo tempo,  durante un’azione da goal dei Doncaster Rovers, in cui tutto lo stadio si era entusiasmato, Louis compreso, il ragazzo esultante esclamò –Ti giuro Harry che un giorno anche io sarò lì! Fare il calciatore è sempre stato uno dei miei due sogni!
Harry sorrise all’esclamazione dell’amico, poi la sua felicità si spense pensando che per colpa del suo desiderio ora Louis non aveva avverato una dei suoi sogni. Con curiosità poi domandò: -Hai detto che fare il calciatore è dei due tuoi sogni. Qual è l’altro?
-Fare il cantante!- esclamò Louis, poi si mise a ridere. Dopo riprese –Fai finta di niente, l’ultima è un’idiozia. So cantare, o almeno così mi dicono, ma sfondare nel mondo della musica è impossibile. Una volta, tre anni fa, pensai anche di fare il provino ad X-Factor, ma poi rinunciai. Non mi piace fallire e la probabilità era troppo alta.- sorrise con un po’ di risentimento, forse ci teneva ancora a fare quel provino. 

-Non bisogna rinunciare non avendoci nemmeno provato, Louis!- esclamò Harry, poi con sospiro riprese, era il momento giusto per raggiungere il suo obbiettivo –Senti, io e altri ragazzi quest’anno, precisamente tra una settimana , parteciperemo ad X-Factor come gruppo vocale, così tanto per provare. Ti va di unirti a noi? Sarà un modo per conoscerci meglio, mi sei simpatico e poi ci divertiremo!- finì la frase fissando per la prima volta l’amico negli occhi, non poteva rifiutare.
Louis gli sorrise –Devo ammettere che la tua proposta è allettante, se partecipo posso almeno dire di aver provato a raggiungere il mio obbiettivo. Si Harry, ci sto!- esclamò Louis. 

Harry stava per rispondere al "nuovo" componente del gruppo, ma in quel momento uno degli attaccanti dei Doncaster Rovers mise il pallone in porta e in tutto lo stadio si levarono delle urla di gioia.  
"Gooooooaaaallll……"  
Quella felicità esplosa in tutta la curva poteva essere parogonata a quella che Harry provava in quel momento: ormai mancava poco per ricreare la band.  
  
SPAZIO DELL'AUTRICE :3 
Salve a tutti\e, questa è la prima volta che scrivo sotto uno dei miei capitoli, sono un po' emozionata *-* 
Vorrei ringraziare tutti coloro che stanno leggendo la fanfic, davvero grazie! Vedere che il primo capitolo ha raggiunto 600 visite per me è fantastico, è bello sapere che le persone apprezzino il tuo lavoro. Un grazie speciale va a chi ha recensito la storia fino a questo punto, se non vi secca troppo potete continuare e potete anche farmi delle domande (sempre se ne avete) a me fa piacere rispondervi.  
Infine vorrei dedicare questo capitolo a  Larry___Shipper , una mia carissima amica e grande fan del nostro Lou.  
Continuate a seguire la mia storia e se recensite io sarò spinta a scrivere più velocemente il prossimo capitolo, ancora grazie a tutti! 
xo xo, 
Eleanor_Herondale :*

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Eventi inaspettati. ***


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Capitolo 9: "Eventi inaspettati" 

Al termine della partita Harry salutò Louis e, come con Liam e Zayn, lo invitò ad andare a casa sua per le prove lasciandogli l’indirizzo e il numero di cellulare. Poi aveva preso il primo treno per Manchester, che dista  pochi chilometri dal suo piccolo paese: una volta arrivato in città avrebbe preso un bus per Holmes Chapel.  

Era tardo pomeriggio quando Harry, stanco per i viaggi, giunse a Manchester. Come deciso stava per prendere l’autobus, poi però si ricordò di una cosa molto importante da fare. Così mandò a monte tutti i suoi piani per arrivare all’aeroporto. Doveva comprare urgentemente un biglietto per Dublino per il giorno seguente.  Dopo circa dieci minuti di fila riuscì a parlare con la signorina al banco della  compagnia aerea. Era una ragazza giovane, con i capelli neri, corti e lisci, gli occhi grandi e scuri e le orecchie ricoperte da numerosi piercing luccicanti; poteva avere massimo tre o quattro anni in più di Harry e quando lo vide anche lei fu colpita dall’aspetto del giovane ricciolino con il sorriso perfetto. 

-Mi scusi, devo partire domani per Dublino, ho bisogno di un biglietto. Possibilmente in prima mattinata!- disse Harry dolcemente. 

La ragazza annuì e si mise a controllare sul computer gli orari dei vari voli. Il suo sguardo sembrava dispiaciuto. 

-Sono spiacente, in mattinata c’è solo un aereo alle otto di mattina, ma il volo è già al completo…- si fermò un attimo e riprese –se vuole però nel pomeriggio ci sono molti voli in classe economica e abbiamo ancora dei posti!- sorrise infine. 

Harry ci rifletté un secondo, sarebbe stato davvero un rischio partire di pomeriggio, doveva cercare Niall e aveva bisogno di più tempo: sapeva che poche ore non gli sarebbero bastate.  

-Davvero? È proprio sicura che non ci sono più posti? Io devo partire urgentemente…Lei  sul serio non può fare nulla? È una questione di vita o di morte…- disse il ragazzo sospirando e mettendosi una mano nei folti capelli e scombinando i suoi morbidi riccioli. 

Nessuno sarebbe riuscito a resistere a quel suo sguardo e al suo sorriso rovinato dalla consapevolezza di non potere partire. La ragazza allora, si alzò dalla sedia e fece segno al ragazzo di avvicinarsi a lei. 

-Aspettami, qui…- gli sussurò nel orecchio la brunetta.  

Harry arrossì, per un attimo aveva pensato che la ragazza si stesse avvicinando per baciarlo e lui doveva ammettere che non gli sarebbe dispiaciuto affatto: l’impiegata era davvero carina. Dopo poco lei tornò con un sorriso e, un po’ di imbarazza sul volto, attraversò il bancone, prese il ricciolino per un braccio trascinandolo dietro un pilastro, lontano dal banco della compagnia aerea.  Il ragazzo di nuovo iniziò a fantasticare sui comportamenti “ambigui” della giovane, ma appena lei iniziò a parlare lui ritornò sul pianeta Terra. 

-Allora, io mi chiamo Mary e da oggi fino a domani sarò la tua fidanzata!- esclamò la ragazza a bassa voce. 

-Co-co-cosa?- esclamò Harry che guardava Mary imbarazzato e sconvolto, anche se in fondo gli piaceva l’idea di approfondire la conoscenza della ragazza. 

Lei gli mise una mano sulla bocca e continuò –Shhhh, non farti sentire “Riccio”! Ora ti spiego! Io domani mattina alle nove devo fare l’hostess su un aereo privato che fa scalo a Dublino, con la scusa che sei il mio ragazzo ho convinto il capo, mio zio, a darti un passaggio. Tu mi aiuterai per il viaggio di andata, poi arrivati in Irlanda te ne andrai dove vuoi. Per il ritorno dovrai cavartela da solo, questo è il massimo che ho potuto fare…- terminò la frase con soddisfazione e sorridendo.  

-Grazie, grazie, e ancora grazie, davvero sei fantastica!- esclamò Harry sbalordito, stringendo le mani di Mary in segno di gratitudine. Poi riprese –Domani sarò qui già alle otto, sarò puntualissimo…e comunque io non mi chiamo “Riccio”, ma Harry!- il suo sorriso, nonostante l’evidente stanchezza, brillava più del solito. 

I due si salutarono ed Harry in tarda serata ritornò a casa, dove sua madre lo sgridò per averla fatta preoccupare. La povera donna lo aveva chiamato diverse volte, ma lui non le aveva mai risposto. 

Dormì pochissimo, e il mattino dopo corse a Manchester per vedere la sua “nuova fidanzata per un giorno”. Arrivò all’aeroporto, Mary era già vestita da hostess e aveva in mano un grosso borsone. Appena il ragazzo si avvicinò per salutarla, lei glielo gettò addosso, dicendo –Su, caro…Vai a cambiarti!- poi con un tono di voce più basso –Ti avevo avvisato che mi avresti aiutato!- lo salutò con un occhiolino e gli indicò la strada per i bagni. 

Il ragazzo fu presto di ritorno: indossava una giacca blu scuro, una camicia bianca,  una cravatta rossa e dei pantaloni color sabbia. Per quanto riguarda le scarpe, portava sempre i suoi adorati stivaletti marroni: non si sarebbe mai separato da loro. 
Mary lo guardò soddisfatta, poi notando i piedi del ragazzo fece una leggera smorfia e disse –Non considerando quei cosi che hai ai messo ai piedi, sei un gran figo, caro il mio Harry! Ho un debole per gli “uomini” in uniforme!- lo prese sottobraccio e insieme si diressero verso la pista, dove sarebbe decollato il loro aereo. 

Il viaggio non fu stancante, Harry non dovette lavorare molto: iniziava a pensare che l’indossare la divisa era stata solo un decoro per il piacere personale della sua finta ragazza.
Arrivati in Irlanda, il ragazzo indossò nuovamente i suoi vestiti, poi si diresse all’uscita per salutare la sua salvatrice. La ragazza ancora in giacca e gonna stretta lo vide arrivare e sorrise.
-Mary, non ti puoi immaginare quanto ti sono grato! Davvero!- replicò Harry tendendo la mano per salutarla.
-E’ stato un piacere Harry, non preoccuparti!- la giovane brunetta gli strinse la mano tirando il ragazzo verso di lei. Si mise sulle punte e, chiudendo gli occhi, appoggiò le sue labbra su quelle del ricciolino dal sorriso perfetto. Harry sorpreso ricambiò, infondo aveva sognato quel bacio almeno un paio di volte. 

Poi lei sorrise e si incamminò per prendere un altro aereo mentre il ragazzo rosso in viso la vedeva allontanarsi. Ora “il bell’addormentato” doveva riprendersi e andare a cercare il suo irlandese preferito. Come tutte le band che si rispettano anche negli One Direction c’era un membro irlandese, ma come affermava convinto il suo amico Louis, loro avevano il migliore di tutti.
Da Dublino fu facile arrivare a Mullingar, la cittadina dista pochissimi chilometri dalla capitale.  
 
Harry doveva recarsi a casa di Niall, ma di nuovo sentì una strana sensazione: quella di non riuscire a trovare l’amico. Era sempre più vicino alla meta, ma questo lo rendeva anche più preoccupato per un possibile fallimento. Camminava sul marciapiede della piccola cittadina mentre cercava di ricordarsi da che parte andare per raggiungere casa Horan. Vide da lontano l’insegna rossa di un ristorante\fast-food: subito corse e si affacciò ai vetri per vedere chi stesse mangiando. Era il Nando’s, il ristorante che Niall preferiva: persino la ragazza più bella del mondo per il tenero irlandese non era paragonabile alle deliziose pietanze di quel luogo. Purtroppo non c’era nessuno: non riusciva a scorgere l’amico seduto tra quei tavoli. Sospirò, ritenendosi uno stupido: non avrebbe di certo avuto la fortuna di incontrare così velocemente l’ultimo membro degli One Direction. 
Era quasi ora di pranzo e in strada non c’era anima viva, così camminava spensierato finché non vide arrivare su di lui un enorme scatolone. Un ragazzo sui roller correva con quel peso ingombrante davanti agli occhi e non aveva visto il giovane ricciolino passeggiare sulla strada. Harry cadde a terra e batté la testa, mentre le ossa iniziavano a fargli male e i gomiti bruciavano per le abrasioni al contatto con l’asfalto. Gli girava la testa, vide sfocato un ragazzo con gli occhiali da sole che si fiondava su di lui. Sembrava avere la sua età, aveva i capelli rossi e un tribale tatuato su tutto il braccio destro. 

-Hey amico, stai bene? Dimmi di si! Parlami! Oddio sono uno sbadato!  Ora vieni a casa mia, vivo qui vicino e chiamo un medico!- esclamò il giovane combina guai, mentre si toglieva i roller e cercava di alzare da terra il povero Harry che ancora non era riuscito ad aprire bocca. 
-Sto, bene…- cercò di dire il ricciolino, mentre cercava di alzarsi a fatica. La testa gli faceva male e in più il gran caldo, atipico in Irlanda, non contribuiva a farlo stare meglio. 

Il ragazzo lo portò a casa, lo fece stendere nel letto in camera sua, mentre sua madre chiamò un dottore che viveva nei paraggi.
Il medico raggiunse in fretta la casa e visitò il ragazzo steso sul letto, medicandogli le ferite: aveva preso solo una forte botta, ma non era nulla di grave. Un po’ di riposo lo avrebbe fatto stare meglio. Così il ragazzo dai capelli rossi, sua madre e il medico uscirono dalla stanza, mentre Harry come un cucciolo riposava nel letto di quello sconosciuto. Dopo circa un’oretta il ricciolino si svegliò: non ricordava bene come fosse entrato in quella camera, gli ritornava in mente solo la scena del ragazzo dai capelli rossi che lo aiutava ad alzarsi. Harry si guardava intorno, la stanza era singolare: le pareti color pesco,  due chitarre appoggiate al muro, una scrivania in mogano con sopra un portatile, molti libri e cd, tra i quali anche quelli di Bieber, inusuali nella camera di un “punk tatuato”.  In ogni caso, il ragazzo non poteva perdere altro tempo: doveva andare da Niall. Stava per alzarsi dal letto quando la porta si aprì: il punk tatuato entrò nella camera in un accappatoio color giallo canarino mentre con il cappuccio cercava di strizzare via l’acqua dai capelli. Harry notò che gli aggettivi “punk” e “tatuato” non gli si addicevano poi così tanto. Non vi era più l’ombra di un tatuaggio sul suo braccio destro: solo qualche segno nero che stava scomparendo. E i suoi capelli, tolta l’asciugamano, non erano più color rame, ma di un biondo che si intonava perfettamente con il giallo dell’accappatoio.  
-Ti  sei svegliato, vedo!- esclamò il tipo a testa bassa, mentre continuava ad asciugarsi, poi riprese –Mi fa davvero piacere che tu stia meglio, tra un po’ si pranza, io però io dovrei cambiarmi, ti dispiacerebbe uscire per qualche secondo?- sorrise, mentre aiutava il ricciolino ad alzarsi e lo accompagnava alla porta. 

Harry in quel momento, vedendolo bene, si accorse della forte familiarità che provava per quello sconosciuto. Non disse nulla. Solo quando uscì dalla porta e si voltò per vedere il biondino capì il perchè di quelle sensazioni. Il ragazzo alzò la testa, permettendo finalmente la vista dei suoi occhi color ghiaccio, e mentre si chiudeva nella sua camera, Harry sorrise poiché la sua ricerca era terminata: aveva trovato Niall, anzi era stato l’amico a travolgerlo. 

Dieci minuti e l’amico uscì dalla stanza, altro che punk: polo rossa, jeans chiari e delle nike alte e bianche ai piedi.   –Scusami, ma dovevo fare urgentemente una doccia, piacere comunque Niall Horan!- esclamò il biondino.
-Harry Styles!- disse il ragazzo, mentre gli stringeva la mano, ora aveva la certezza che quel ragazzo era colui che stava cercando. I due scesero a tavola, dove Maura, la madre di Niall, si stava ancora scusando con l’ospite per il guaio combinato da figlio, ma a dire la verità Harry non era mai stato così felice di essersi fatto male. 

Parlarono per un po’ ed il ricciolino chiese, sperando di non sembrare maleducato –Senti Niall, avevo la vista leggermente annebbiata, ma io ricordo i tuoi capelli di colore rosso, o sbaglio?- era curioso di sapere cosa combinava l’amico. Niall ridendo con un po’ di imbarazzo rispose:
-Devi sapere Harry che questa è una lunga storia. Ho un sogno, voglio fare il cantante e dovevo pur partire con qualcosa. Così mi sono messo a suonare la chitarra per un gruppo punk, in cui se non sei tatuato e se non hai capelli strani non puoi entrare. Non amo fingermi qualcuno che non sono, ma a volte i ragazzi mi danno anche la possibilità di cantare e allora mi sono accontentato … - sospirò e fece spallucce, sperando che il suo nuovo amico potesse comprenderlo.   
Harry si incupì: tutto questo era SEMPRE colpa sua, solo ed esclusivamente sua.  
-Ora capisco anche il motivo di tutte quelle chitarre nella tua stanza! –esclamò Harry, non aveva alcun diritto di giudicare il comportamento di Niall, pur non condividendolo. I sogni si devono raggiungere rimanendo sempre se stessi, questo era la prima promessa che i ragazzi si fecero quando nel 2010 aveva formato la band.  Riprese il discorso dopo una breve pausa: -Anche io amo la musica, infatti sono qui in Irlanda per salutare dei parenti, prima di iniziare una nuova avventura: tra sei giorni io e il mio gruppo faremo il provino a Manchester per X-Factor! È una prova, non sappiamo come andrà a finire, ma per il momento ci proviamo- sorrise, mentre guardava Niall entusiasta per le parole di Harry.
-Wow Harry è fantastico! Giuro che vi guarderò e farò il tifo per voi!- disse il ragazzo irlandese sognante. 

-Perché devi fare il tifo e stare in panchina, quando potresti essere uno dei titolari? – chiese il ricciolino scrutando l’amico che lo guardava confuso  -Si, insomma, hai detto che sai cantare … Noi siamo in quattro e un quinto componente non ci dispiace affatto! Più siamo e più ci divertiremo!- terminò Harry. 

Niall sorrise, non aveva mai pensato di andare ad X-Factor, era convinto che non l’avrebbero mai preso, però la proposta di quell’ospite inaspettato lo allettava parecchio.
 Non fece nemmeno in tempo a rispondere poiché  sua madre, che aveva ascoltato la conversazione,  esclamò rivolgendosi al figlio –Bene tesoro, vado a prepararti la valigia! A quanto pare parti per l’Inghilterra! 
 
Salve gente,
mi scuso per aver impiegato così tanto tempo a 
terminare il capitolo. 
Spero vi piaccia!  
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Grazie per aver seguito la Fanfic fino a questo momemonto!
 XO XO :*  
Eleanor_Herondale
P.S. la Mary di cui parlo nel capitolo, è una mia cara amica che ci teneva 
a diventare un personaggio della mia storia :3  

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Di nuovo insieme. ***


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Capitolo 10: "Di nuovo insieme"  

Harry e Niall erano in aeroporto in cerca del primo volo per l’Inghilterra: vi era una gran fila.
In quel momento il giovane ricciolino ripensava alla sua “amica” Mary, non aveva mai desiderato così tanto di rivedere qualcuno: lei lo avrebbe sicuramente aiutato.  

-E’ mai possibile che devono tutti partire in questi giorni?- si chiese Harry stanco, era normale dato che lui e il suo compagno aspettavano due biglietti ormai a circa due ore.  Il ragazzo della compagnia aerea gli aveva detto di aspettare di essere chiamati, ma nessuno si decideva a pronunciare i loro nomi. 

-Su amico calmati, risolveremo in qualche modo!- lo rassicurò Niall con in spalla la sua amata chitarra acustica avvolta dalla custodia nera di pelle. I due ragazzi sentirono da lontano una musica e l’irlandese, un po’ per curiosità, un po’ per tranquillizzare il suo nuovo amico, decise di correre a vedere cosa stesse succedendo. Vi erano dei ragazzi e delle ragazze che cantavano e ballavano per raccogliere soldi: erano una specie di artisti di strada, anzi di “aeroporto”.  

Niall entusiasta sfilò il suo adorato strumento a corde dal fodero e si unì a loro.
-Harry che aspetti? Noi vogliamo fare i cantanti, no? Allora che ne dici di un po’ di esercitazione prima di iniziare con le vere prove? Non farti pregare!- esclamò l’irlandese mentre aveva già iniiziato a suonare le prime note con quegli sconosciuti.
Il solito Niall, sempre pronto a fare amicizia e ad avere quel sorriso pieno di allegria sulle labbra. Nessuno riusciva ad essere sempre felice come lui e questa sua particolare caratteristica era mancata al giovane ricciolino, che alla fine si unì al gruppo.  

Venne data la possibilità a Niall di esibirsi da solo per questo spettacolino improvvisato, allora il ragazzo prese un grosso sospiro ed iniziò con la chitarra tra le mani :
-My heart’s a stereo, it beats for your, so listen close. Hear my thoughts in every note-oh-oh- oh-oh…Make me your radio, turn me up when you feel low. This melody was meant for you, just sing along to my stereo-oh-oh-oh-oh…– cantò, mentre tutti gli altri a facevano  il coro da dietro. Terminata la canzone tutti si congratularono con il tenero biondino, il quale iniziò ad incitare Harry a canticchiare anche lui un brano. Anche gli altri ragazzi lo supplicarono e così il riccio non potè rifiutarsi. 

Sussurrò qualche parola nell’orecchio di Niall, che annuì dicendo –Capito, si lo posso fare!- poi si appoggiò ad un muro e iniziò a suonare alcune note.
Harry sorrise e disse –Bene dato che insistete, io vi canterò questa canzone. L’ho scritta io e spero vi piaccia!- prese fiato ed iniziò –Now you were standing there in front of me, I hold on, it’s getting harder to breathe. All of a sudden these lights are blanding me, I never noticed how bright they wolud be…-
Una volta terminata alcune ragazze ferme lì ad ascoltare quel gruppetto si misero a piangere, “Don’t let me go” era davvero una canzone stupenda e questa volta Harry poteva davvero affermare di esserne l’autore.   
 
Un applauso grandissimo si levò intorno a loro e tra la folla sbucò il ragazzo della compagnia aerea: -Styles e Horan, siete voi? Vi ho trovato i biglietti, tra un’ora partirà il vostro aereo per Manchester, vi conviene iniziare a fare il check-in!- terminò la frase pieno di affanno, evidentemente li aveva cercati per un bel po’ di tempo.  

I due ragazzi allora iniziarono le procedure per prendere il volo e una volte terminate si diressero all’aereo. 

Il viaggio non fu stancante, Harry e Niall ne approfittarono per parlare un po’ e conoscersi meglio. Anzi, era il biondino che doveva conoscere il suo nuovo amico, poiché  il riccio sapeva già tutto sul tenero irlandese.  

Giunti a Manchester in serata i ragazzi ne approfittarono per mangiare qualcosa  ovviamente Niall volle andare da Nando’s. Harry non aveva mai veramente capito cosa avessere di particolare la cucina di quel fast-food, a suo parere ce n’erano di migliori, ma non se la sentì di dire di no al suo amico.  Poi avvisò sua madre la quale,  dato che non stava tornando a casa da solo, avrebbe dovuto preparare la camera degli ospiti. 

Arrivati ad Holmes Chapel, Harry presentò il suo amico ai suoi genitori, i quali iniziarono a chiedere entusiasti notizie sul provino e sulle canzoni che avrebbero portato.
-Dobbiamo ancora pensarci. Domani saranno qui anche gli altri tre ragazzi del gruppo e ne discuteremo- affermò Harry convinto, poi guardando il suo patrigno chiese con una sguardo da cucciolo –Senti Robin, pensavo che, per non disturbare voi con le prove, io e i ragazzi potevamo passare questi cinque giorni di prove nella tua casa in montagna, li non daremo fastido a nessuno!   

Robin sorrise –Certo Harry, non c’è problema, solo che è da un po’ che non va nessuno, non so in che condizioni si trovi. Ma sono certo che voi saprete arrangiarvi.- disse guardando i ragazzi neglio occhi, continuò –Comunque ti abbiamo preparato la camera Niall, Harry ti ci accompagnerà. È meglio che riposiate se domani vi aspetta il primo giorno di prove- terminò la frase porgendo ad Harry le chiavi della vecchia casa di montagna e salutando i ragazzi mentre si dirigeva verso le scale, molto probabilmente andava a  dormire. Era piuttosto tardi. 

Harry non riusciva a prendere sonno: era spaventato ed emozionato nello stesso tempo. Quella villetta era stato il luogo in cui gli One Direction si erano conosciuti e ora gli sembrava di dover rivivere nuovamente quella fantastica avventura con quattro sconosciuti: solo che questa volta avevano qualche anno in più. Alla fine però la stanchezza  prese il sopravvento su di lui.   

Il mattina dopo il ragazzo si svegliò di soprassalto:
-Svegliaaaaaaaaaa! Oggi è un grande giorno!- urlò il biondino, il quale si era alzato piuttosto presto ed aveva anche aiutato la signora Anne a preparare un’abbondante colazione. 
Harry aveva ancora gli occhi incollati dal sonno e cercando di aprirli scorse il sorriso dell’amico mentre lo incitava ad alzarsi. 
-Niall è presto! Che ore sono? Mi fa piacere vedere il tuo entusiasmo, ma dormire è fondamentale per cantare bene e poi dobbiamo aspettare comunque gli altri.- mormorò il riccio mentre si tirava fuori dal letto a fatica. 

-Sono già le dieci! È meglio che scendi a fare colazione, io e tua madre abbiamo preparato di tutto!- affermò l’irlandese soddisfatto, poi riprese parola –Ah quasi dimenticavo, hai lasciato il tuo cellulare in cucina ed è da circa due ore che squilla di continuo. Anche per questo Anne mi ha mandato a svegliarti- terminò la frase porgendo il telefonino all’amico. 

Harry lo prese un po’ pensieroso: chi poteva mai essere a quell’ora? Erano “solo” le dieci del mattino. 

Accese il display e sbloccò il cellulare mettendo il codice: vi erano dei messaggi e delle chiamate di Louis. Nei messaggi l’amico lo avvertiva che sarebbe stato lì tra circa due ore. Il ragazzo gurdò l’ora: due ore erano abbontamente passate. Cosa era successo a Louis? Doveva essere già arrivato. Si mise a scorrere gli altri messaggi  e lesse l’ultimo: “Harry mi serve aiuto, ho un problema!” 
Il ricciolino sgranò gli occhi nel leggerlo. Lo chiamò subito. 

-Pronto Louis, Sono Harry. Che succede? Dove sei?- chiese allarmato. 

-Hey che fine hai fatto? È mezz’ora che provo a rintracciarti! In ogni caso sono nella caserma dei carabinieri di Holmes Chapel, ti prego corri! Qui non mi lasciano andare!- disse  l’amico con un tono preoccupato, poi riattacò non dando nemmeno la possibilità al riccio di rispondergli. 

-Niall, Louis, un componente del gruppo, è nei guai! Dobbiamo aiutarlo!- esclamò Harry mentre prese degli abiti dall’armadio, per dirigersi poi nel bagno. 

Fu pronto dopo circa dieci minuti, non fece nemmeno colazione, prese l’irlandese per un braccio ed i due uscirono sbattendo la porta. Impiegarono un po’ ad arrivare perché la stazione era dall’altra parte del paesino. Giunti in caserma chiesero subito di Louis. I carabinieri spiegarono loro che avevano fermato il ragazzo perché guidava troppo lentamente e lo avevano trovato senza patente, evidentemente l’aveva dimenticata. Questo, pensò Harry, era un comportamento tipico del suo amico. Era uno sbadato e nemmeno con la sua Lamborghini superava  gli 80km\h , che per quella macchina sono davvero pochi.   

Gli ritornò in mente la volta in cui fu fermato per lo stesso motivo mentre giravano il video di “What makes you beautiful”. Quelli erano tempi davvero felici e spensierati per Harry. Stavano appena iniziando ad avvicinarsi al loro sogno, ma ancora non erano davvero pienamente sotto le luci della ribalta: ancora nessuno voleva scoop su di loro. Chi avrebbe mai pensato, a quel tempo,  che di lì a un anno avrebbero inciso un altro album e sarebbero diventati una delle più grandi boy-band attuali. Ora invece la sua celebrità gli sembrava una cosa così lontana, come se non ci fosse mai stata ed effettivamente era proprio così. 

Dopo aver ascoltato i carabinieri ed essersi scusato Harry chiese di poter parlare con il capo della stazione: dopo un po’ gli fu concesso.
Passarono vari minuti, Niall era in ansia, iniziava a pensare che avessero messo in gattabuia anche Harry. Invece ecco uscire il ricciolino, il quale parlava e salutava serenamente il capo, che nel frattempo diceva ai suoi di far uscire il ragazzo multato, e di far finta di nulla per questa volta.
Il maresciallo della caserma era il padre di Nick, il migliore amico di Harry, il quale vedeva il giovane quasi come un figlio ed aveva deciso di aiutare Louis proprio perché suo conoscente.   

Louis entrò dalla porta accompagnato da un carabiniere che lo raccomandò di non farsi mai più trovare senza patente: in ogni caso l’importante era vedere che l’amico era arrivato a destinazione sano e salvo.
Tutti e tre si diressero nuovamente verso casa Styles e lungo il tragitto Harry ne approfittò per fare le prime presentazioni. Niall e Lou sembravano vecchi amici, parlarono per un sacco di tempo e questa forte amicizia tra i due riportò alcuni ricordi al giovane ricciolino.   

I suoi due amici erano soliti, durante i concerti, “allearsi” per far ridere il povero Liam durante i suoi assoli nelle canzoni. Erano i “pagliacci” del gruppo ed insieme facevano davvero tanto divertire: era bello rivederli uniti.   

A casa di Harry pranzarono e, subito dopo, i tre iniziarono a caricare i loro borsoni in macchina, poiché, una volta giunti a destinazione anche gli altri due componenti, sarebbero subito partiti per la villetta di montagna.  
Harry si connesse a Twitter per vedere le ultime novità prima della partenza e lesse un Tweet dell’amico Liam con scritto “Quasi arrivato ad Holmes Chapel”. Da come poteva ben notare il riccio, l’amico di Wolverhampton non aveva perso il vizio di connettersi continuamente ai social network e di scrivere praticamente ogni suo singolo movimento.
 
Solo nell’ultimo periodo, della vecchia vita, aveva smesso con questo hobby, perché troppo impegnato con la sua “dolce” Sophia. Da quaesto punto di vista, forse, questa nuova vita era stata un bene per l’amico che non poteva più essere influnzato negativamente da quella ragazza. È brutto da dire, ma Liam, da quando stava con lei,  era certamente felice, ma anche meno disponibile sia con i ragazzi che con le fan e ciò ad Harry dispiaceva abbastanza. 

*Din-Don.* 

Mentre Niall aiutava Anne a lavare i piatti e Louis sparecchiavano la tavola, suonò il campanello. Il padroncino di casa corse subito a vedere chi fosse, anche se forse aveva una piccola idea di chi potesse essere. 

Aprì la porta. 

-Liam!!! Che piacere rivederti!- escalmò Harry abbracciando l’amico sulla soglia della porta di casa. 

-Hey Harry! Ti trovo bene! Allora quando proviamo?- chiese Liam coscenzioso. Questo era un tratto tipico dell’amico: la responsabilità. Era il classico ragazzo dedito al lavoro e a svolgere i suoi compiti: motivo per cui gli altri lo prendevano schersosamente in giro. Questo suo atteggiamento lo si notava anche all’esterno tanto che le fan lo avevano soprannominato “Daddy Direction” ed Ed Sheeran, in un’intervista, alla domanda “Dove sarebbero gli One Direction senza Liam Payne ?” aveva risposta ironicamente “In prigione!”.  

Il ricciolino fece finta di non sentire la domanda ed invitò l’amico ad entrare. Lo presentò a Niall e Louis come il quarto componente di questo “neo gruppo”. I due lo accolsero con un grande sorriso e amichevolmente iniziarono a fare mille domande al nuovo arrivato. Ora mancava solo il “bad boy” di Bradford.  

Era passata già un’ora dall’arrivo di Liam e di Zayn non si sapeva nulla. Harry aveva provato a chiamarlo, ma scattava sempre la segreteria.
-Harry sei sicuro che arriverà questo quinto componente? Non è che ha cambiato idea all’ultimo minuto?- chiese Liam impaziente di partire per poter inziare le prove, avevano solo cinque giorni dopotutto.
-Forse si è dimenticato!- aggiunse Louis penserioso.
-O forse si è fermato a mangiare qualcosa da Nando’s!- terminò Niall toccandosi la pancia: l’attesa gli aveva fatto venire una gran fame.
-No Niall! Quello che si fermerebbe a mangiare da Nando’s ,SEI TU!- ribadì Harry, mentre osservava l’amico con aria di disapprovazione. Purtroppo il cibo rimaneva sempre la sua priorità, niente lo avrebbe mai fatto cambiare.  
 
I ragazzi uscirono fuori a controllare di nuovo se l’ultimo ragazzo era per caso nei paraggi, ma fuori alle quattro del pomeriggio non c’era praticamente nessuno. I ragazzi si misero ad aspettare nel giardino ed Harry, sconsolato, si accasciò sul dondolo.
Chiuse gli occhi e si mise a pensare. Ovviamente riflettere con gli altri che scherzavano e ridevano era piuttosto difficile. 

-Harry, che tipo è questo Zayn che stiamo aspettando?- chiese Niall curioso. 

Harry non rispose subito, poi con lo sguardo rivolto in cielo disse –E’ un ragazzo simpatico, un po’ tenebroso forse, ma è una bravissima persona e poi fa degli acuti incredibili- questo lo faceva pensare ad un acuto in particolare, quello durante “Rock Me” alla O2 Arena di Londra, che l’amico dedicò alle fan: uno spettacolo. 

-E questo Zayn è un ragazzo alto, magro e i capelli neri con la cresta?- chiese poi Liam. 

Harry guardò l’amico con aria strana, si domandava come faceva il ragazzo a conoscere il quinto membro, dato che in questa vita non si erano ancora conosciuti. –Si certo, hai fatto un’ottima descrizione … ma come fai a …- il ricciolino stava per terminare la frase, quando Louis lo fermò affermando –Bene, allora in questo caso credo che possiamo partire, perché quel ragazzo è lì!- indicò l’altro lato della strada, vicino alla fermata del bus. Lì c’era Zayn, appena sceso dal mezzo pubblico, che si guardava intorno per cercare l’indirizzo di casa Styles. 
Harry si voltò, si alzò dal dondolo e corse incontro all’ultimo componente della band. Poi come aveva fatto con gli altri diede il via alle presentazioni.   

Ora i ragazzi erano finalmente tutti riuniti e potevano finalmente partire per questa nuova avventura. Presero la vecchia macchina di Anne per raggiungere la villetta di montagna. Al volante voleva mettersi Louis, perché il maggiore del gruppo, ma tutti, dopo aver saputo della suo incontro con le forze dell’ordine, optarono per far guidare Liam: era sempre il più serio e diligente. 
Caricarono tutte le valige e si misero in macchina, adesso Harry, Niall, Louis, Liam e Zayn erano tutti diretti verso “quell’unica direzione”, che già nella vita precedente li aveva fatti conoscere in tutto il mondo. 
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Una direzione. ***


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Capitolo 11: "Una direzione"  

Arrivarono verso sera alla casetta con piscina del patrigno di Harry e, avendo portato con loro cibi e bevande, i ragazzi decisero di fare un grande falò e cenare tutti fuori intorno al fuoco. Zayn iniziò a scaricare le valigie e le buste dalla macchina, aiutato da Niall, che cercava disperatamente un pacco di snack da divorare. La fame del povero irlandese era ormai smisurata, avevano impiegato molto più tempo del dovuto per arrivare. Avevano sbagliato strada più volte e in più Liam, precisino com’era, si fermava ad ogni singolo semaforo anche con il giallo, rallentava alle strisce pedonali e non superava nemmeno di pochissimo il limite di velocità, anche se non vi era anima viva in giro. Era un po’ come andare in macchina con i propri nonni, anche se in questo caso il vecchietto non aveva più di vent’anni. 

Harry, invece, fece prendere un po’ di aria alla casa: aprì porte e finestre. Vi era un odore di chiuso che riempiva tutte le stanze di quel posto. Erano minimo due anni che Robin, il suo patrigno, non veniva a starci per qualche giorno. Lo spazio interno “abbandonato” era in forte contrasto invece con il giardino e la piscina della villetta: entrambi ben curati. L’uomo circa un mese fa, infatti, in previsione dell’estate,  aveva fatto riordinare la spazio fuori alla casa da un vecchio giardiniere che viveva in quelle zone desolate.  

Proprio in quella zone di verde, ora, Liam e Louis stavano cercando di accendere un falò per poter cenare tutti insieme in stile campeggio estivo. Avevano attinto alla riserva di legna collocata nel garage della villetta e Liam era tutto intento ad ordinare i ceppi per creare il “fuoco perfetto”, come gli avevano insegnato agli scout. Louis, invece, il quale non si era minimamente offerto di aiutare l’amico a trasportare il combustibile, si era accasciato su una sedia a sdraio dettando ordini. Vedendo il falò “scolastico” di Liam, però, pensò di aiutarlo e si alzò di scatto. 

-Liam, che combini? Metti da parte gli insegnamenti degli scout. Ora accendiamo un bel falò “alla Tommo”!- disse il ragazzo e avvicinandosi fece cadere, distrattamente, tutta la costruzione creata dal giovane amante degli scout.  

-Louis!!! Erano dieci minuti che cercavo di accendere il fuoco!- affermò Liam ormai rassegnato. A quanto pare era meglio gettare tre o quattro ceppi e dargli fuoco: le cose ordinate non erano proprio per quel gruppetto improvvisato.  

Dopo circa un’oretta era tutto pronto per la cena: il fuoco era acceso ed intorno ad esso vi erano varie sedie da campeggio. Il tavolino era carico di cibo e bevande: buste di patatine, enormi spiedini da arrostire sul fuoco, hamburger da cucinare sulla griglia, salse di ogni tipo, vari panini a forma di rosetta e dei morbidissimo marshmellow di colore rosa e bianco. Niall guardava con la bava alla bocca tutte quelle vivande, non vedeva l’ora di provare una salsa piccante che avevano portato alla madre di Harry dal Messico. Purtroppo ancora non erano tutti intorno al fuoco: mancavano Louis e Zayn. 

Il ragazzo di Doncaster arrivò subito dopo e affondò le sue mani nella busta di patatine che l’irlandese aveva in mano per spegnere i morsi della fame. Harry e Liam invece avevano iniziato a cuocere sulla griglia i vari tipi di carne. Entrambi indossavano dei grembiuli bianchi da cuoco, per non sporcarsi e questo provocò le risate di Lou. 

-Ragazzi siete a dir poco stupendi! Liam sei una perfetta donna di casa- commentò con ironia e poi guardando il riccio esclamò –Harreh tu invece sei davvero “secsi”!  

Tutti risero e si misero intorno al fuoco. 

-Dov’è Zayn?- chiese poi Harry che si era accorto dell’assenza dell’amico. 

Tutti alzarono le spalle e scossero la testa, il ragazzo, dopo aver scaricato le valigie dall’auto, era andato in camera sue e non era più sceso. 

-Ha detto che avrebbe voluto fare una doccia prima di cena, è stato in giro tutto il giorno. Forse è ancora in bagno.- disse Liam ricordandosi della conversazione intrattenuta con il ragazzo di Bradford. 

- Forse non sta bene. Quale ragazzo impiega così tanto tempo per prepararsi!- esclamò Niall preoccupato.
Alle parole del biondino, Liam si alzò e si diresse verso l’interno della villetta: -Ragazzi, Niall ha ragione. Vado a vedere che succede!- disse mentre si chiudeva la porta alle sue spalle. 

Salì le scale e nella totale oscurità, non aveva accesso le luci per la fretta, vide un bagliore provenire dalla porta semi-chiusa del bagno. Si affacciò e fu spettatore di una  scena  davvero singolare. 

Zayn, con tutta la calma possibile e immaginabile, stava aggiustando i suoi capelli allo specchio con un pettinino, mentre canticchiava allegramente la canzone “How ya doin’?” delle Little Mix. Una cosa era certa, il ragazzo di Bradford, in qualsiasi vita si sarebbe trovato a vivere, non avrebbe mai smesso di essere un narcisista e un “mixer”.
 
-Zayn sei qui! Ti stiamo aspettando per cena, non mi sembra il caso di farsi belli stasera. Non ci sono le Little Mix, non devi farti notare da nessuno!- disse Liam con un sorriso, avendo ascoltato la canzoncina canticchiata dall’amico. Poi rifletté un secondo e riprese parola –A meno che tu non voglia fare colpo su Harry, Louis o Niall. In quel caso non ci sarebbe nulla di male, ma non so se loro ricambiano- terminò l’ironica frase ridendo: lo sguardo imbarazzato di Zayn era uno spettacolo. 

-Che cosa? No no, ti sbagli ... Non devo fare colpa su nessuno , mi piace stare bene con me stesso!- esclamò con lieve imbarazzo. Nella vecchia vita i ragazzi avevano ormai imparato ad accettare il forte narcisismo del ragazzo amante degli specchi: ora il processo di “accettazione” doveva riavvenire pian piano, si conoscevano ancora da poco. 

 – Comunque pensandoci, credo che se fossi una donna anche io morirei davanti ai riccioli di Harry!- ironizzò infine Zayn, mentre lasciava il pettine e lo specchio e, mettendo una mano sulla spalla di Liam , si dirigeva con lui verso l’esterno della casa. 

Arrivati davanti al falò si sedettero anche loro e gli altri ragazzi iniziarono con le domande. 

-Zayn tutto bene? Ti è successo qualcosa?- chiesero all’unisono Niall, Harry e Louis che pensavano fosse accaduto qualcosa di grave all’amico. 

Zayn era alquanto in imbarazzo, lui stava benissimo, non gli era successo praticamente nulla: forse aveva davvero impiegato un po’ troppo tempo per prepararsi e poi anche inutilmente. Non sapeva che rispondere, non poteva dire di non essere stato bene, dopotutto Liam conosceva la verità. Ma fu proprio l’amico a parlare. 

-Ragazzi non preoccupatevi Zayn sta bene, ha avuto solo qualche “problema fisiologico” e  per questo ha tardato a scendere.- disse Liam sorridendo, e guardando il ragazzo cercando di non ridere. 

Zayn annuì e poi guardò Liam con lo sguardo di chi volesse dire “Grazie”.  

Ora però era giunto il momento tanto atteso dall’irlandese: finalmente si dava inizio alla cena. Niall prese la tanto desiderata salsa messicana e la spalmò sul suo hamburger. 

Mentre mangiavano i ragazzi iniziarono a parlare finalmente di musica e del gruppo che avevano formato.  

-Ragazzi, io credo che come prima cosa dobbiamo scegliere lo stile da seguire! Che ne pesate?- propose Liam contento, sembrava che finalmente tutti si fossero decisi a fare le persone serie. 

-Io dico che dobbiamo tutti quanti indossare le scarpe come quelle di Lou! Sono fighissime!- affermò Niall convinto, mentre osservava gli stivaletti Timberland dell’amico.  

-Io invece dico che dobbiamo tutti pettinare i capelli come Harry! I ricci vanno di moda!- continuò Louis, ringraziando poi l’irlandese per i complimenti alle sue scarpe. 

-Che ne dite se ci riempiamo di tatuaggi??? Io li adoro!- disse anche Zayn la sua idea. Lui anche in questa vita ne aveva molti, ovviamente non quelli collegati agli eventi straordinari avvenuti dopo l’anno 2010.  

In quel caos di affermazioni, idee e domande, Harry alzando un po’ la voce e disse:
-Ehm… ragazzi, io dico che non dobbiamo per forza seguire tutti lo stesso stile, o fare le stesse cose. Tutte le boy-band si comportano in questo modo e dopo pochi anni scompaiono proprio perché gli artisti, essendo stati “uniformati”,non possono mostrarsi per ciò che sono. Noi dobbiamo essere una boy-band diversa: dobbiamo stravolgere l’opinione della gente sui gruppi vocali! Ognuno di noi ha una sua particolare caratteristica ed è giusto mostrarla, perché è quella che ci rende particolari.- terminò la frase soddisfatto, infondo quella era sempre stata la strada  che tutti i ragazzi avevano concordato e seguito, quando formarono tre anni fa la band. 

Infatti tutti si congratularono con il riccio per le parole e si decise di seguire quella direzione. Poi, però, sorse un nuovo dubbio, questa volta fu Zayn a porlo. 

-Ragazzi, per fare il provino ad X-Factor, il gruppo vocale ha bisogno di un nome. Noi come ci chiamiamo?- chiese il ragazzo pensieroso. Dopotutto tra cinque giorni ci sarebbe stata l’audizione e loro non avevano nemmeno trovato il nome per la boy-band. 

-Nando’s! Chiamiamoci Nando’s!- esclamò Niall ad alta voce.  

-Non puoi chiamare il nostro gruppo come una catena di fast-food!- lo corresse Louis e affermò: 
-Io direi di chiamarci- non gli veniva in mente nulla, così disse - Chiamiamoci i The Tommo & co…! – scoppiò a ridere, mentre si rendeva stesso lui conto che il suo nome non era tanto meglio di quella scelto in precedenza dall’irlandese.  

-Ragazzi, fate i seri!- disse Zayn –Che ne dite di chiamarci Little Sound?- continuò serio.
Liam guardava l’amico perplesso: la sua ossessione per le Little Mix era quasi paragonabile a quella di Niall per il Nando’s.  

-NO! Zayn non se ne parla proprio di chiamare  così il gruppo, poi tu sai meglio di me che già esiste una band che ha  all’inizio quell’aggettivo! Ragazzi fate i seri!- affermò Liam, il quale voleva mettere un po’ di ordine. Non era possibile: ogni volta che si dava inizio ad un discorso serio, si finiva per ridere e scherzare. 

-Dai Liam, non essere troppo serio! Stasera divertiamoci e viviamo  finché siamo giovani!- disse Niall sorridendo, poi ripensando alla frase appena detta, affermò –Ragazzi,”viviamo finché siamo giovani” sarebbe il titolo perfetto per una canzone. Non credete???- sorrise, soddisfatto di se stesso. 

Harry stava ascoltando in silenzio tutto il discorso, voleva scoppiare dal ridere:  tutti loro non si erano mai conosciuti in questa vita eppure sembravano amici da un’eternità.  

Alla fine si decise anche lui a dire qualcosa –Ragazzi, io un nome carino lo avrei in mente, forse è un po’ stupido … - disse con tono basso, non sapeva come doveva dire ai ragazzi che il nome della boy-band DOVEVA essere quello e solo quello. Poi fu bloccato da Liam. 

-E’ vero Harry! Quando ti proposi il nome, tu mi dicesti che avevi già qualcosa in mente, ma che l’avresti detta solo una volta riuniti tutti. Su dici!- sorrise il ragazzo. 

Tutti pendevano dalle sue labbra, evidentemente si aspettavano un’altra pillola di saggezza del piccolo Harry. 

-Bene, stavo pensando che noi siamo tutti riuniti dalla passione per la musica. Quindi, in un certo senso è questa la direzione che ci avvicina tutti, pur essendo tra noi molto diversi. Così io direi di chiamarci … - fece una breve pausa - … One Direction!- concluse sorridendo e sperando in un commento positivo.   

Ci fu il silenzio per qualche secondo. 

-Grandioso! Mi piace!- disse Niall entusiasta.  

-Wow il primo nome serio e che ha una certa logica! Sono per One Direction!- affermò Liam. 

-Harreh sei un genio!- continuò Louis. 

-Ci sto anche io! E già vedo anche il logo per il nostro gruppo: un numero “1” e una “D” con all’interno una freccia! È perfetto!- terminò Zayn. 

Harry era davvero felice che il nome scelto da lui avesse avuto un riscontro positivo. Disse –Bene ragazzi, anzi colleghi, sono felice di annunciarvi che oggi – prese il cellulare dalla tasca per vedere che giorno fosse: era appena scattata le mezzanotte e non riusciva a credere nel “potere delle coincidenze”; la voce gli tremava per l’emozione –che oggi 23 luglio 2013 nascono gli One Direction!  

Il display del suo cellulare portava che erano esattamente le 00:00 del 23 luglio, giorno in cui tre anni fa era nata per la prima volta la band ed ora il gruppo, come una fenice, riprendeva vita dalle sue ceneri. 
 
SPAZIO AUTRICE 
Salve lettori\lettrici, 
ecco l'undicesimo capitolo, spero vi sia piaciuto ;) 
Per quanto riguarda il prossimo spero di riuscire a pubblicarlo al più presto, 
ovviamente se recensite il capitolo sarò spronata a scrivere il seguito più velocemente :P 
Voglio ringraziare tutti voi che mi state seguendo, davvero siete fantastici e niente... 
ci sentiamo nel prossimo "spazio autrice", 
Xo Xo, 

Eleanor_Herondale

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Prove in corso. ***


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Capitolo 12: "Prove in corso"    

La mattina dopo,  il risveglio fu abbastanza duro, soprattutto per Harry e Zayn. Erano rimasti tutti svegli fino a tardi, quasi come se non avvertissero minimamente la tensione per il provino che ci sarebbe stato tra quattro giorni. Ma se Liam, Niall e Louis, non sentivano la stanchezza della notte insonne, gli altri due componenti erano, alle dieci e mezza del mattino, ancora “tra le braccia di Morfeo”. Dovevano iniziare le prove e quindi i due dormiglioni andavano svegliati con le maniere forti. 

Harry e Zayn dormivano in un letto matrimoniale al piano terra e nella loro stanza vi era la più assoluta quiete: si sentivano solo i respiri tenui dei due ragazzi. Gli altri, lentamente, entrarono nella stanza e, dopo aver contato fino a tre per sincronizzarsi, si gettarono sul letto cantando e saltando. Il ricciolino sentendo il casino intorno a lui si alzò di soprassalto, mentre l’amico sembrava non avvertire minimamente il baccano causato dagli altri. Continuava a dormire beato tenendo abbracciato il cuscino.  

-Ragazzi, vi prego non fate più una cosa simile!- esclamò Harry con il cuore a mille. Poi il ragazzo vide con la coda dell’occhio Zayn, ancora nel mondo dei sogni, e guardò gli altri perplesso. - Com’è possibile che stia ancora dormendo con tutto il rumore che avete fatto?-chiese il ricciolino. 

-Secondo me sta fingendo, sperando che lo lasciamo stare!- sussurrò Niall, mentre guardava gli amici con l’aria di chi avesse avuto una grande idea. 

Gli altri ricambiarono il suo sguardo, Harry iniziava a temere il peggio per il povero “bad boy” di Bradford: quando Louis e Niall si scambiavano quegli sguardi c’era solo che da preoccuparsi. Poi a contribuire al loro folle piano, questa volta c’era anche Liam, il quale non era sempre tranquillo come voleva far sembrare. Al riccio infatti tornò in mente quando, durante un concerto, appena terminato il suo assolo in “What makes you beautiful”, si ritrovò a causa dell’amico con i pantaloni abbassati. Ricordò di aver provato una gran vergogna, nonostante anche ad X-Factor era solito stare in casa senza abiti, ma allo stesso tempo rese felici molte directioners: questo lo aiutò a superare l’imbarazzo.  

-Bene se le maniere “dolci” con Zayn non hanno funzionato …- disse Liam con in volto ancora un’espressione “malefica”. 

-… Mi sa proprio che dobbiamo passare al piano B!- continuò Louis la frase dell’amico, condividendo quello sguardo di chi non aveva “buone intenzioni”.  

Infatti Liam prese Zayn per le braccia, Niall per i piedi e Louis si apprestò ad aprire la porta, mentre Harry, seduto sul letto, stupito guardava il prigioniero allontanarsi. Scorse un espressione di paura nel volto di Zayn, il quale, forse, stava davvero facendo finta di dormire. 

-Uno, due e tre … Yeahh!- urlarono all’unisono Niall, Louis e Liam gettando il povero ragazzo nella piscina della villetta.  

Zayn, ormai sveglio, si dimenava nell’acqua perché non sapeva nuotare. –Ragazzi che avete fatto! Salvatemi! Non so nuotare, affogo!- esclamò terrorizzato ad alta voce. 

Harry arrivò proprio in quel momento e guardò la scena ancora più confuso: evidentemente Zayn non si era reso conto che non poteva affogare in un metro e mezzo d’acqua. 

-Zayn sul serio, CALMATI! Non puoi affogare in una piscina dove tocchi abbondantemente!- sorrise il riccio, mentre non poteva fare a meno di ridere per la scena. 

Si ricordava dei problemi che aveva Zayn con il nuoto e spesso lo stesso ragazzo ironizzava su questo. Basta pensare al video che avevano girato per la canzone “Kiss you”, dove “il Bradford bad-boy” appariva in costume e con dei braccioli arancione fluo.    

Al termine di quello scherzetto si misero tutti intorno al tavolino della cucina per fare colazione: uova strapazzate, bacon e cornetti con creme e marmellate di ogni genere. 

-Scusa Niall puoi passarmi la marmellata di more?- chiese gentilmente Liam con un cornetto gigante tra le mani. 

L’irlandese gli passò il barattolo con un cucchiaio infilato dentro. L’amico guardava l’oggetto immerso nella marmellata, ma non si degnava di prenderlo. Zayn aveva assistito alla scena e guardava perplesso l’amico. 

-Liam devi semplicemente riempire un cornetto con la marmellata! È facile: prendi la gelatina con il cucchiaio e poi la spalmi sulla brioche!- affermò Zayn. 

Liam li guardava a testa bassa, come se volesse confessare qualcosa.
-Beh… il fatto è che io non uso i cucchiai! Lo so è strano, ma è l’unica posata che non riesco ad utilizzare …- sussurrò arrossendo, forse un po’ si rendeva conto di avere una fobia assurda. 

Tutti scoppiarono in una grossa risata: era tutto come una volta, quando in casetta, durante X-Factor avevano imparato pian piano a conoscersi. A Harry sembrava di avere continui dejavù. 

Ora però era giunto il momento di dedicarsi alle prove, dopo un’abbondante colazione dovevano assolutamente impegnarsi per il provino. Così si misero tutti in salotto, il luogo più fresco della casa, seduti sul divano ed iniziarono a provare a cantare insieme. Cantarono alcune cover e poi anche delle canzoni inedite che i ragazzi credevano scritte da Harry. Stavano giusto provando una di queste accompagnati da  Niall e dalla sua inseparabile chitarra, quando si ruppe il condizionatore. Un caldo torrido, atipico dell’estati inglesi, iniziava a farsi sentire nella casa. 

-Ragazzi vi prego chiamiamo un tecnico, io con questo caldo non riesco a concentrarmi per cantare bene!- si lamentò Niall. 

-E chi chiamiamo? È estate e siamo in luogo alquanto desolato, sarà difficile trovare qualcuno che venga a riparare il condizionatore!- osservò, saggiamente, Liam. 

-Mi dispiace io non conosco nessuno da queste parti, potrei provare io ad aggiustarlo, ma rischierei di combinare ulteriori danni!- commentò infine Harry, il quale cercava inutilmente una soluzione.  

Mentre si ragionava sul da farsi, Louis e Zayn stavano guardando attentamente qualcosa sul cellulare. Ci fu un momento di silenzio, poi fu il ragazzo di Bradford a spezzarlo. -Ragazzi, Louis ha avuto un’idea geniale!- esclamò ad alta voce. 

-Che ne dite se ce ne andassimo tutti al mare? Ho controllato su internet e non è molto distante da qui: circa due ore di viaggio!- disse Louis sorridendo. 

I ragazzi lo guardavano perplesso e con gli occhi sgranati, quasi non volendo credere che l’amico avesse davvero fatto una simile proposta. 

-Al mare? E come faremo con le prove? Noi tra quattro giorni abbiamo l’audizione per partecipare ad X-Factor! Ti schiarisco la memoria: abbiamo provato davvero poco!- commentò Liam serio e diligente. Il ragazzo aveva preso molto seriamente il provino a differenza degli altri che vedevano tutto come un gioco. 

-Liam non ha tutti i torti Louis, forse…- iniziò a dire Harry poi fu interrotto dall’amico. 

-Harry, Liam questo gran caldo è inusuale qui in Inghilterra ed ora che abbiamo queste giornate non possiamo lasciarcele scappare! Dovevamo intraprendere un’avventura: bene viviamola in pieno! Ho notato che nel capannone della villetta ci sono delle tende da campeggio. Noi le portiamo e le montiamo sulla spiaggia, così passeremo lì la notte. Poi domani nella mattinata o nel pomeriggio torneremo di nuovo qui, a morire dal caldo. Da domani proveremo senza sosta, ma almeno oggi prendiamocela di vacanza …- a questo punto Louis fece una faccia da cucciolo e continuò  - …poi sulla spiaggia non ci disturberà nessuno, porteremo la chitarra e proveremo anche lì! Dai non fatevi pregare!  

Tutti lo guardavano sorridendo, Louis era da sempre molto bravo a convincere le persone nel fare ciò che desiderava e anche  questa volta  fu così.  

-Allora chi è con me?- chiese alla fine. 

-Io!- gridò Zayn, il quale aveva approvato fin dall’inizio il piano dell’amico. 

-Idem!- disse Niall entusiasta. 

Alla fine anche Harry e Liam tirarono un sospiro di sollievo ed accettarono. In pochi minuti presero tutto l’occorrente per passare il resto della giornata sulla spiaggia e si misero in macchina. Questa volta però si decise di far guidare l’irlandese: con Liam avrebbero impiegato il triplo del tempo e Louis, al volante, era sempre un pericolo pubblico. 

Come da programma, dopo due ore arrivarono. Si stabilirono in un area sulla spiaggia, adibita proprio per montare tende per chi volesse trascorrere le notti sul mare. Il posto era carino, non molto affollato, silenzioso e quieto.   

Come per il fuoco durante il giorno precedente, fu Liam  che montò le tende con Harry che provò a dargli una mano e con Louis che dettava ordini su come seguire le istruzioni. Niall e Zayn invece erano già sulla spiaggia a godersi la pomeridiana brezza marina: non aveva niente a che vedere con l’aria secca e artificiale del condizionatore. 

Una volta terminati i preparativi, prima di continuare con le prove, ancora di fatto mai svolte davvero, Harry si recò in cerca di un WC accompagnato da Louis.  

-Bene Harry lì c’è un bar, entriamo così prendo qualcosa da bere e tu, nel frattempo, ne approfitti per soddisfare i tuoi bisogni!- disse Louis sorridendo. 

Il ragazzo entrò nel bar e dopo aver preso varie bevande al bancone, si recò alla cassa per pagare. Una ragazza davvero carina con un fisico da modella si trovava in quella postazione: alta, snella, capelli lunghi e castani, due occhi color nocciola e un sorriso dolce. Louis le sorrise e un po’ imbambolato le pagò le bibite. 

Harry proprio in quel momento uscì dal bagno e si guardò intorno per cercare l’amico: la scena alla quale stava assistendo  gli sembrò incredibile. Louis stava parlando con la commessa del bar completamente inconsapevole del fatto che in un’altra vita quella ragazza era la sua fidanzata.  

Il riccio si avvicinò a loro e con un sorrisetto disse :- Hey Lou, hai preso le bibite? Vedo che hai fatto conoscenze! Piacere io sono Harry il suo migliore amico e tu sei… - fece finta di leggere il cartellino sulla maglia della commessa, ma conosceva fin troppo bene il suo nome -… Eleanor? Sai non so perché, ma ti vedo bene con il mio amico!- terminò la frase ridendo, come se stesse scherzando. Gli sembrava di avere un altro dejavù: anche nella vita precedente era stato lui a farli conoscere.  
La ragazza arrossì, forse era davvero attratta dal giovane di Doncaster. 

-Harreh che dici? Non dargli ascolto! Ci si vede!- esclamò infine Louis imbarazzato, spingendo lontano l’amico. Arrivati fuori dal bar disse –Harry non dire queste cose! Io sto ancora con Hannah, anche se prima di partire abbiamo litigato, ma meglio non parlarne. In ogni caso non fare più queste affermazioni, mi metti in imbarazzo! E poi io al momento mi vedo bene solo con te e i ragazzi!- sorrise. 

Non aveva tutti i torti: era meglio ritornare dagli altri e provare seriamente. Gli One Direction finalmente si riunirono in spiaggia e sul far della sera ricominciarono le prove interrotte nel primo pomeriggio.  

-Bene, ragazzi io direi di partire da dove ci eravamo fermati. Harry ci ha fatto vedere il testo e gli accordi di quella canzone, che ne dite di provarla?- chiese Liam, volendo fare il serio. 

-Perché no! Allora io inizio con i primi accordi!- esclamò Niall con la chitarra in mano. 

Fu Liam a cantare per primo  –“You're insecure, don't know what for; you're turning heads when you walk through the do-o-or. Don't need make up to cover up, being the way that you are is en-o-ough…”-  

Poi fu il turno di Harry –“Everyone else in the room can see it; everyone else but you…”- 

Quando tutti insieme attaccarono con il “famoso” ritornello “Baby you light up my world like nobody else”, vi era già una piccola folla di persone, alloggiate come  loro nella zona camping, attorno ai ragazzi che ascoltavano entusiasti le prove. La gente batteva le mani al ritmo di quella canzone, che tutti adoravano anche se la stavano ascoltando per la prima volta. La serata continuò con altre esibizioni dei ragazzi per il loro piccolo pubblico e terminò in modo sereno e piacevole. 

Il giorno dopo, Liam fu l’unico che si alzò di buon mattino. Era soddisfatto del concertino improvvisato della sera precedente. Essendo uno sportivo, il ragazzo, aspettando il risveglio dei quattro dormiglioni, decise di mettersi a correre sulla strada che scorreva in parallelo con la spiaggia. Così indossati pantaloncini corti, canotta e scarpe da ginnastica iniziò l’attività fisica.
Corse per circa un chilometro, e ne avrebbe corsi almeno altri due, ma fu distratto dalla vista di una ragazza che prendeva nervosamente a calci la sua macchina. Si fermò e cautamente si avvicinò a quella ricciolina dalla pelle scura.  

-Tutto bene?- chiese il ragazzo leggermente preoccupato. 

Lei arrabbiata si voltò, lo squadrò per bene e risposte –Ti sembra che vada tutto bene? No, non c’è esattamente nulla che va come dovrebbe andare!- sembrava quasi che stesse per piangere. 

-Posso aiutarti in qualche modo?- chiese ancora Liam, quella giovane iniziava a fargli tenerezza, nonostante lei lo avesse trattato in maniera scortese. 

-Sei un meccanico? Solo in questo caso potresti aiutarmi!- esclamò irritata guardando l’auto, poi riprese –Il motore della mia macchina è andato e tra un’ora devo essere sul set … -sembrava essersi calmata, forse si era resa conto che il ragazzo non aveva colpa e dopotutto stava solo cercando di aiutarla. 

-Ecco veramente no!- disse Liam, il quale osservò la delusione nel volta della tipa sentendo la sua risposta. Poi riprese parola –Senti non ti abbattere, non sono un meccanico, però ho un’auto, ti porto io dove devi andare, se vuoi- fece una breve pausa e non riuscendo a decifrare la faccia di quella sconosciuta aggiunse –Non devi preoccuparti, non sono un maniaco o tantomeno un pervertito!  

La ragazza sorrise a quelle parole e disse –Ti ringrazio, sei un angelo mi hai salvato! Se davvero per te non è un problema accetto volentieri il tuo passaggio! E scusami se me la sono presa con te, oggi la giornata è iniziata nel peggiore dei modi e sono furiosa. 

-Figurati non preoccuparti, le giornate negative ci sono per tutti! Ti prometto che arriverai puntuale al tuo appuntamento!- affermò Liam convinto, non avendo pensato a come avrebbe chiesto ai ragazzi di accontentarlo in questo “fuori programma”. 

I due iniziarono a camminare verso la zona camping. 

-Comunque … - Liam voleva intraprendere un discorso con la ragazza, ma si rese conto di non averle chiesto nemmeno il nome - … riflettevo che non so come chiamarti, io sono Liam, piacere. Tu?- terminò la domanda con un sorriso, aveva paura che la conversazione potesse innervosire quella strana, ma simpatica tipa. 

-Scusami, oggi non so dove ho la testa. Credo che ritornerò calma e tranquilla solo se riuscirò ad essere puntuale sul set. Piacere di conoscerti Liam, io sono Danielle!- rispose infine la ragazza.   
 
...SPAZIO AUTRICE... 
Salve gente, 
eccomi, anche se un po' in ritardo, con il continuo della storia. 
Dovete scusarmi ma sono stata leggermente impegnata  
con la scuola  (sto frequentando il quinto anno >.<). 
Spero che vi piaccia il nuovo capitolo e ringrazio in anticipo
 tutti coloro che lo leggeranno. Inoltre sono davvero grata a chi mi sta seguendo e 
perde il proprio tempo a scrivere qualcosa di carino sulla fanfic. 
Siete fantastici, alla prossima, 
XO XO,
 
Eleanor_Herondale
  
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Un piacevole imprevisto. ***


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Capitolo 13: "Un piacevole imprevisto"  

Liam e Danielle camminarono e chiacchierarono molto durante il tragitto per arrivare dai ragazzi. 

-Mi hai detto che devi  arrivare puntuale sul set, giusto? Sei un’attrice, quindi?- chiese Liam ormai con familiarità. 

Lei rise –Sei buffo, mica solo gli attori possono stare sul set? Hai sbagliato, sono una ballerina e mi hanno chiamata per coreografare e danzare in un video-clip. Questa per me è una grande occasione!- affermò alla fine con la sguardo sognante. Dal suoi occhi luminosi e pieni di passione  si vedeva quanto amasse il suo lavoro.
Liam era sempre più deciso ad accontentarla: anche lei dopotutto era una semplice ragazza con grande sogno, proprio come loro.  

Arrivarono nei pressi della zona camping e il giovane chiese gentilmente alla ragazza di aspettarla ,seduta su una panchina; lui doveva spiegare agli amici le sue intenzioni. Non sapeva fino a che punto l’avrebbero compreso: fino a ieri egli era il diligente della situazione che pensava solo ed esclusivamente alla prove. Ora però, dopo quell’incontro casuale, si sentiva preso dalla storia di quella sua nuova conoscenza: voleva aiutarla.  

Giunto alla tenda vide tutti i ragazzi, tranne Harry, svegli e pronti per la partenza. 

-Liam sei arrivato finalmente! Avevamo mandato Harry a cercarti! Comunque non dovrai più sbuffare, ora ce ne torniamo a casa e proveremo fino a non avere più voce!- disse Louis rilassato. 

Liam tirò un grande sospiro e si decise a spiegare, il più velocemente possibile, le sue intenzioni : -Ecco ragazzi, prima di tornare a casa, dobbiamo deviare facendo una piccola sosta in una città vicina. Faremo subito, una ragazza ha bisogno di aiuto e … - fu bloccato da Zayn, il quale spaventato gli mise una mano sulla fronte. 

-No, ragazzi. Non ha la febbre. Sei sicuro di essere Liam? Perché vedi, il nostro amico si sta lamentando da quando siamo arrivati perché non proviamo mai … - affermò Zayn perplesso. 

-Beh Zayn forse “qualcuno” ha perso la testa. Che cosa bella l’amore!- sospirò Niall dando una pacca sulla spalla dell’amico, poi riprese –Chi è la fortunata? 

Non fece in tempo a finire la frase quando arrivò anche Harry in compagnia di Danielle. 

Il riccio, non avendo trovato Liam, aveva deciso di ritornare alla base e aveva notato la ragazza seduta su una panchina. Lei si era avvicinata a lui chiedendogli se per caso conoscesse un certo Liam, che aspettava ormai da un po’ di tempo. Harry, in quel momento riconobbe quel viso familiare. Non riusciva a credere che il mondo fosse davvero così piccolo. La ragazza di fronte a lui era proprio la ballerina che tre anni fa, nella precedente vita, aveva rubato il cuore dell’amico. Ed ora eccola lì a chiedere proprio di colui che avrebbe definito il suo ex. Il riccio non aveva ben capito perché i due si fossero lasciati, il collega preferiva non parlarne e loro avevano accettato questa sua decisione. Ma di una cosa era sicuro: quei due insieme formavano una coppia perfetta  e, forse,  non aveva tutti i torti. Si dice che quando due persone sono destinate a stare insieme, il loro incontro ci sarà in ogni modo indistintamente dal tempo, dall’epoca o dalla vita nella quale ci si trova.
Il riccio si sentiva in colpa perché a causa del suo desiderio i due, forse, non si sarebbero mai incontrati, ed il suo amico sarebbe rimasto sempre con il pensiero di Sophia. Ma fortunatamente questa volta il destino lo aveva aiutato a sistemare un po’ le cose. 

Infatti, arrivato alla tenda con la ragazza, fu proprio Harry a convincere gli altri ad aiutare la povera Danielle rimasta a piedi, accontentando così anche Liam.  
Quindi, dopo aver caricato l’auto i ragazzi si misero in macchina per portare la loro nuova amica sul set. C’era però un piccolo problema: in auto vi erano solo cinque posti. 

-Ragazzi mi sa che dobbiamo stringerci in macchina, sperando che non ci fermi la polizia!- disse Niall, già seduto al posto del conducente. 

-Io direi, che Danielle deve mettersi dietro con Harry, Zayn e Liam. E credo che debba mettersi in braccio a Liam in fondo è il più forzuto dei tre- disse Louis, seduto comodamente sul sedile davanti -sono certo che a Liam non dispiacerà!- terminò la frase rivolgendo un occhiolino all’amico, rosso per l’imbarazzo. 

-Per me va bene!- affermò Danielle, la quale, dopo aver fatto sedere Liam, si adagiò leggiadramente in braccio a lui.
 
Gli altri si divertirono ad osservare il viso imbarazzato dell’amico, che, evidentemente, provava qualcosa per la bella ballerina. In auto, durante il viaggio, continuarono una serie di frecciatine verso il giovane innamorato, che decise di sviare discorso.
-Senti Danielle, mi stavi dicendo che devi girare un video-clip, di che genere?- chiese Liam a testa bassa. 

-Un video-clip musicale!- rispose la ragazza. 

-Bene, allora quando la nostra boy-band vincerà X-Factor e diventerà famosa chiameremo te a farci da coreografa!- affermò Niall. 

-Wow Liam, mi aveva parlato del vostro gruppo, ma non mi aveva detto che avreste fatto  il provino per X-Factor, è fantastico! Sapete io solitamente ballo durante lo show!- esclamò Danielle felice –Vi raccomanderò ai giudici!- terminò la frase ridendo.   

Il viaggio continuò parlando dello show e del provino, finché non arrivarono in un angolino di spiaggia dove si sarebbe girato il video-clip. 

-Ragazzi, non sapete quanto vi sono riconoscente! Che ne dite di scendere e di vedere un po’ il set? Dirò che siete con me vi lasceranno assistere alle riprese!- disse Danielle. 

I ragazzi si guardarono in faccia, dovevano provare, ma era un’occasione da non poter perdere: dopotutto, eccetto Harry, nessuno di loro, in quella vita, aveva mai partecipato alla realizzazione di un video-clip. Accettarono. 

Parcheggiarono e scesero dall’auto, poi entrarono grazie all’aiuto della loro nuova amica. Una volta arrivati sul set, una ragazza dai capelli mossi tendenti al rosso,  in pantaloncini corti, e con gli occhiali da sole si avvicinò a Danielle. 
-Dani, finalmente! I ballerini sono tutti pronti per imparare la tua coreografia, noi siamo certe che sarà fantastica!- esclamò a gran voce la ragazza, poi si accorse della presenza di quei cinque dietro di lei e chiese:–E loro sono dei nuovi ballerini? Piacere di fare la vostra conoscenza!- portò gli occhiali da sole sulla fronte in modo da rendere visibili il suo volto –Io sono Jessica Nelson, ma forse voi mi conoscete come Jasy!  

I ragazzi l’avevano riconosciuta non appena aveva levato gli occhiali: il suo gruppo vocale, dopo la vittoria ad X-Factor era diventato famoso in tutta l’Inghilterra. “Idioti” com’erano, non avevano minimamente pensato di chiedere a Danielle di chi fosse il video-clip, al quale la ballerina doveva prendere parte. Ora, ormai, questa domanda era inutile: la risposta, nel vedere una delle quattro componenti  delle Little Mix, fu piuttosto chiara.   

-No, non sono dei ballerini, sono degli amici che mi hanno accompagnato. Ho pensato che non ci sarebbero stati problemi a farli rimanere, o sbaglio?- chiese la ballerina sperando di non aver creato casini. 

-Va bene, non ci sono problemi! Io ora vado prepararmi, ci vediamo tra un po’!- disse la cantante allontanandosi. 

Poi Danielle si voltò verso i ragazzi e notò le loro facce incredule, sorrise –Scusate avevo dimenticato  di dirvi che avrei girato il video delle Little Mix!- disse portandosi una mano dietro al collo e facendo spallucce. 

I volti dei ragazzi ritornarono normali dopo pochi minuti: solo Zayn era pallido in viso per l’emozione. C’erano le Little Mix al completo e questo assicurava anche la presenza della sua adorata Perrie: non riusciva a credere che l’avrebbe finalmente incontrata.  
Harry, invece, non riusciva a credere in tutte queste coincidenze e in più iniziava a preoccuparsi per Zayn: era troppo emozionato, il cuore gli batteva così forse che il riccio riusciva a sentirlo solo standogli accanto.    

I ragazzi si diressero emozionati vicino alle telecamere, dove videro, pronte per girare il video, le Little Mix al completo insieme ad una grande schiera di ballerini e ballerine, tra le quali anche Danielle. La ragazza era in prima fila e stava spiegando la sequenza dei passi. Il video da girare era quello del nuovo singolo Move, primo estratto dal loro nuovo album. 

Le riprese durarono per diverse ore: girare un video-clip non era così facile, ma nonostante ciò i ragazzi aspettarono. Erano stati invitati alla festicciola con tutto il cast, star comprese, che si sarebbe tenuta sulla spiaggia, appena terminato il lavoro. Ancora una volta le loro prove venivano rinviate, ma adesso anche il diligente Liam sembrava non importarsene. 
Nel tardo pomeriggio,  il set venne smontato e si iniziava a preparare l’angolino di spiaggia per la cena: vennero montati dei tavolini, sedie e il barbecue.   

Danielle, dopo aver abbondato gli abiti di scena, si recò sul posto; lì vide Liam appoggiato ad uno dei tavolini, il quale cercava di rendersi utile nei preparativi. Lei si avvicinò da dietro appoggiando le mani davanti ai suoi occhi.
-Indovina chi è?- sussurrò la ragazza ridendo.
Un brivido di emozione pervase la schiena di Liam, rosso in viso: non si aspettava una simile sorpresa. 

-D-Danielle! Ti ho visto ballare, sei fantastica!- esclamò il ragazzo con un po’ di imbarazzo. 

La ragazza abbassò la testa ed arrossì per il complimento, poi lo guardò dicendo –Non sarei qui se non fosse stato per te. Senti, qui ci sarà una noiosissima cena con il colleghi, ti va di venire con me in un locale a ballare?  

Liam non si aspettava una simile proposta che aveva tutta l’aria di essere un appuntamento, balbettò qualcosa. Per fortuna Louis aveva sentito tutto e avvicinandosi ai due disse a voce alta –Devi scusarlo Danielle, è un tipo timido. Se permetti ti traduco le sue “parole”, se così possono essere definite: Liam sarebbe davvero molto felice ed onorato di portarti a ballare!- poi diede un buffetto sulla guancia dell’amico e disse: -Ti auguro una felice serata e mi raccomando, non ringraziarmi per questo!- si dileguò facendo un occhiolino alla ragazza che sorrise e prese il giovane sottobraccio trascinandolo verso il locale, non molto distante da lì.   

Il resto degli One Direction, invece, decise di partecipare a quella piccola festicciola. Era sera ormai e Niall trascorreva il tempo a degustare la sua amata pizza, mentre varie ballerine cercavano di attirare le sue attenzioni ,invano. Ragazze stupende e dal fisico perfetto non potevano minimamente competere, per il giovane irlandese, con una gustosissima pizza. Harry e Louis, osservando la scena, scoppiarono in una grandissima risata: il biondino era davvero unico nel suo genere. 

-Ragazzi, quando saremo famosi, il primo luogo che vorrò visitare sarà l’Italia! Devo assolutamente vedere la patria della pizza!- esclamò Niall con occhi sognanti.  

Harry pensò all’amore che tutti loro avevano per quella piccola penisola del Mediteranno: adoravano, nella precedente vita, fare concerti in Italia. Le fan italiane erano uniche nel loro genere: potevano, infatti, definire il concerto a Verona uno dei migliori, anzi forse il migliore in assoluto! Testimone di ciò era la presenza, nel video di “Best Song Ever”, dei ragazzi nell’arena di quella magnifica città. 

Al loro gruppetto si aggiunsero anche le Little Mix, le quali avevano appena terminato un’interviste e potevano finalmente rilassarsi un po’. Erano rimaste le ragazze simpatiche che Harry conosceva e amava: erano una vera forza della natura.   

Da quella folla che si era riunita intorno al tavolo sgattaiolarono Louis e Harry che decisero di sedersi in riva alla spiaggia. 

- Harry, devo dirti una cosa … - iniziò a dire Lou con lo sguardo rivolto al cielo limpido e stellato - … tutto ciò che stiamo vivendo è solo merito tuo, per questo GRAZIE! Sono stato fortunato ad incontrare persone speciali come te e i ragazzi! Forse, eravamo destinati a conoscerci … - fece una breve pausa - … penso che le cose dovevano andare in questo modo, anche se ci conosciamo da poco, ora non riesco ad immaginare la mia vita senza di voi!- sorrise abbassando lo sguardo. 

Harry sentendo quelle parole ebbe un blocco in gola: l’amico non doveva ringraziarlo, lui aveva stravolto le vite dei suoi migliori amici, ora ignari di tutto. Non era stato il destino a permettere il loro incontro, ma era stato il giovane a fare in modo che le loro strade si incrociassero di nuovo. Si domandava se gli avrebbe mai raccontato tutta la verità sul desiderio e la stella, ma, diciamocelo, l’avrebbero solo preso per un pazzo. Di una cosa però era certo: la sua vita anche così era completa. Aveva ritrovato i suoi “fratelli” e a anche se non fosse riuscito a ritornare alla vita precedente, sarebbe stato comunque felice.   

-Grazie, Lou, sei gentile!- furono le uniche parole che il riccio riuscì a sussurrare a testa bassa, pieno di sensi di colpa. 

Mentre  tutti festeggiavano, Zayn, pensieroso ed entusiasta per aver visto la ragazza dei suoi sogni, camminava avanti e dietro sulla riva della spiaggia osservando il cielo stellato. Si era sentito così emozionato alla vista di Perrie che, alla fine delle riprese, non aveva nemmeno avuto il coraggio di congratularsi.  Una voce fermò i suoi pensieri. 

-Hei, come mai tutto solo? Se ti stiamo antipatiche o c’è qualcosa che non ti piace, sei libero di parlare- disse una dolce voce femminile alle spalle del ragazzo. 

Zayn si voltò lentamente: non poteva credere ai suoi occhi. Perrie Edwards in felpa e pantaloncini corti, lo stava squadrando con i suoi grandi occhi azzurri come il mare. Le parole non gli uscivano dalla bocca, poi si fece coraggio, non poteva fare l’imbambolato come Liam. 
-No, ma che dici. Anzi vi trovo eccezionali. È solo che sono un tipo solitario e mi piace trascorrere del tempo a riflettere su me stesso- ammise Zayn tentando un sorriso.   

Lei rise –Si Zayn, lo so che ci adori. Diciamo che il tuo amico dai capelli ricci mi ha raccontato qualcosa, ma volevo sentirlo dire da te!- esclamò la ragazza appoggiandosi verso uno scoglio e facendo segno al ragazzo di seguirla, poi riprese –E mi ha parlato anche di un certo murales, che “qualcuno” ha fatto ispirandosi a me;  sono un’amante dell’arte e sarei felice se quel “qualcuno” me lo mostrasse almeno in foto. 

Zayn arrossì, la cantante conosceva il suo nome e sembrava proprio che Harry si era fatto scappare un po’ troppe cose -Ah bene, quindi se volevo usare la carta dell’indifferente per fare colpo su di te ora è andata- sorrise, questa volta più spontaneamente –Davvero io non credo che il mio graffito meriti di essere definito arte … - fu bloccato dalla ragazza che gli prese un braccio. 

Perrie assunse una sguardo da cucciolo e iniziò a pregarlo come una bimba –Dai, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!
Dopo quelle suppliche il ragazzo non seppe rifiutare, prese il cellulare dalla tasca dei jeans e mostrò alla giovane star il murales dipinto da lui a Bradford. Gli occhi di Perrie si illuminarono. 

-Zayn, è … è stupendo! Davvero, se potessi staccherei il muro della città e lo porterei a casa da me!- disse entusiasta, continuò –Non solo sei bravo nel disegno, ma un “uccellino” mi ha detto che hai anche una gran voce.  

-Credo che Harry dovrebbe imparare a parlare un po’ più di se stesso che degli altri.- sorrise il giovane. Continuò –Comunque si, me la cavo. Immagino ti avrà anche detto dell’idea di fare il provino … - 

Lei annuì –Già, mi ha raccontato un po’ di cose – la sua voce si fece più triste –non voglio distruggere il vostro sogno, ma pensateci bene prima di intraprendere questa carriera. Sembra tutto “rose e fiori” eppure ti impedisce di avere una vita normale. Non posso lamentarmi, io alla fine era ciò che desideravo, ma a volte mi mancano i bei tempi, quando ero piccola e “famosa” solo per i familiari e gli amici. Ora non so distinguerli nemmeno più , quelli veri… - proseguì sulla riva della spiaggia e si sedette sulla sabbia con la testa bassa tra e ginocchia. 

Zayn ascoltò le sue parole, dettate, evidentemente, da un momento di sfogo, e si sedette accanto a lei, mettendo una mano sulla sua spalla e carezzando la sua guancia con l’altra. – Hey, è una bella serata, avete girato il nuovo video; non rovinartela. Immagino possa essere difficile la vita di una celebrità, ma pensa a quanta gente rendi felice con la tua musica, pensa a quanti sorrisi puoi regalare a chi è triste solo attraverso la tua voce. Io credo che questo sia il compenso più bello a tutti i tuoi sacrifici. Poi si, ovviamente a tutti manca il bel periodo dell’infanzia e della prima adolescenza. Era tutto più facile- si fermò per un secondo, sorrise e riprese parola –Sai, da piccoli, era anche più facile conquistare le ragazze. Mi ricordo di quando a dodici anni mi fidanzai per la prima volta con una tipa molto più alta di me, dovevamo darci il fantomatico primo bacio e io non arrivavo a lei. Così ci appoggiammo ad un muretto e presi dei mattoni, sui quali salii per baciarla. Pensandoci ora, credo che il tutto sia stato abbastanza imbarazzante, ma a quel tempo mi ritenni un gran figo - terminò il racconto ridendo e volgendo il suo sguardo alle onde che si rompevano sugli scogli. 

Perrie scoppiò dalle risate e si voltò verso di lui senza dire una parola. Lui imbarazzato disse –Oddio scusami se ti sto annoiando, non so nemmeno perché ti ho raccontato questa cosa..-  

Lei scosse la testa e disse –No, assolutamente, sei una persona fantastica Zayn, davvero; questa è la prima sera che passo in compagnia di qualcuno che mi mette a mio agio e mi permette di essere solo Perrie e non “una delle cantanti delle Little Mix”-  terminò la frase mettendo una mano sul viso del ragazzo. 

Tra i loro volti, rivolti l’uno verso l’altro, vi erano ora solo pochi centimetri di distanza ... 
 
SPAZIO AUTRICE 
Hola a todos, con largo anticipo sono riuscita a pubblicare questo nuovo capitolo.
Non credevo di riuscire a trovare il tempo per scriverlo così rapidamente,  
eppure eccolo qui ^_^  
Spero vi piaccia! 
Ringrazio tutti coloro che mi seguono e vi inivito a lasciare una piccolissima 
recensione per farmi semplicemente sapere che ne pensate 
di questo nuovo capitolo. 
A presto (spero), 
Xo Xo 

Eleanor_Herondale 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Cogli l’attimo. ***


...Back to the start...

Capitolo 14: "Cogli l'attimo"  

“Mama told me not to waste my life, she said spread  your wings my little butterfly” squillò forte il cellulare di Perrie. Il telefono vibrò così improvvisamente dalla tasca della ragazza che fece spaventare i due piccioncini ormai vicinissimi, ma non abbastanza perché le loro labbra si sfiorassero.  

-Pronto? Chi è?- chiese la ragazza con il cuore in gola per lo spavento, mentre si alzava dalla riva e si allontanava per continuare la telefonata. 

Zayn, con rammarico per non essere riuscito a terminare l’azione precedente, si alzò anche lui e strofinando via la sabbia dai pantaloni, aspettò che la sua “amica” terminasse di parlare. 

Non poteva credere a ciò che era successo: Perrie Edwards stava per baciarlo. Non stava sognando, la cantante delle Little Mix, il suo idolo, aveva mostrato interesse nei suoi confronti. Era la giornata più bella della sua vita. 

-Grazie, allora ci vediamo tra poco, dammi solo il tempo di chiamare le altre!- disse infine Perrie e riattaccò mettendo di nuovo in tasca il “cellulare guasta feste”. Poi si voltò verso Zayn e con un po’ di imbarazzo, molto probabilmente per ciò che era quasi successo tra loro, disse –Devo tornare dalle ragazze, ci hanno chiamato per un’intervista di mezzanotte alla radio locale, il nostro autista ci viene a prendere tra un po’- sospirò e con tristezza  chiese–Vieni con me dagli altri?  

Zayn la guardava fisso, rispose  –Sto ancora un po’ qui da solo, ciao Edwards. Mi ha fatto piacere parlare con te!- si voltò dandole le spalle. 

Perrie delusa per l’atteggiamento “freddo” e distaccato del ragazzo, riuscì solo a dire –Anche a me ha fatto piacere conoscerti, Malik!- lo guardò per l’ultima volta prima di tornare alla festicciola per chiamare le altre: lui di spalle la salutò con un cenno della mano.  

Zayn si sedette nuovamente sulla spiaggia: era arrabbiato con se stesso. Perrie non si meritava di essere trattata così, ma dopotutto che tipo di storia poteva esserci tra i due? Lei era una pop-star di fama internazionale, lui un fan come tanti. Lei probabilmente si sarebbe scordata di lui tra qualche giorno, mentre Zayn non avrebbe mai dimenticato l’incontro con la ragazza che più amava al mondo. Era meglio non farsi troppe illusioni, il ragazzo era convinto di non avere alcuna possibilità. 

Nel frattempo Liam e Danielle, dopo aver trascorso ore a ballare sopra musica di ogni genere, passeggiavano sulla spiaggia per ritornare dagli altri. Camminavano senza scarpe, tenendo i piedi nudi sulla riva bagnata. Non era stata una grande idea quella di togliere le calzature, iniziavano a sentire dei brividi di freddo pervadergli il corpo: molto probabilmente l’indomani avrebbero avuto entrambi un forte raffreddore. Questo però al momento era il minore dei loro pensieri.   

-Liam, devo ammetterlo: questa è stata una serata PER-FET-TA! Mi tocca ancora una volta dirti grazie!- esclamò Danielle con un tono squillante, mentre saltellava lungo la riva schizzando l’amico con l’acqua salata del mare. 

-Grazie a te!- rispose lui, correndole incontro e rispondendo all’attacco d’acqua  con altrettanti schizzi. 

-Come ballerino, devo ammetterlo non sei niente male! Diciamo che da professionista, mi sento di darti un … - ci pensò un po’ e disse -un sei … - scherzò la brunetta, facendo una smorfia.   

Liam, fingendo un espressione risentita, rispose –Solo un misero sei? Non la pensavi così quando mi hai chiesto di accompagnarti nella salsa … sono profondamente offeso!  

 Si avvicinò a Danielle, velocemente la prese in braccio e, facendola girare, la minacciò di gettarla in mare. 

-Hai detto solo sei? Bene qui qualcuno merita una punizione, che dici lo facciamo un tuffo…uno, due e…- esclamò il giovane sorridendo, quando venne bloccato dalla ragazza. 

-Ok, ok ,ok fermo- urlò - Va bene, hai vinto. Diciamo che dopo queste giravolte, il mio voto sale a sette … e mezzo!- sorrise lei, mentre il ragazzo la riappoggiava dolcemente sulla riva. 

-Ora va meglio!- sorrise lui.  

Continuarono a passeggiare, quando Danielle, non vedendo un pezzo di legno portato in riva dalla marea, inciampò. Liam fu pronto ad afferrarle un braccio, impedendole così di cadere, e la tirò a se, cingendole la vita con le sue possenti braccia. Per la prima volta il giovane dimostrò un po’ di intraprendenza e senza nemmeno pensarci due volte baciò la ragazza stretta a se. Lei, chiudendo gli occhi, ricambiò il gesto mettendo le sue braccia intorno al suo collo di lui. Poi lo strinse forte ed appoggiò la sua fronte sulle sue larghe spalle.  

-Liam … - sussurrò Danielle.  

-Dimmi … - rispose lui, tenendola ancora stretta tra le sue braccia. 

-Io tra qualche giorno partirò per un tour che mi terrà due mesi lontana dall’Inghilterra, quando tornerò sarà per riprendere a ballare durante lo show di X-Factor – tirò un sospiro e continuò … -Promettimi che, al mio ritorno, tu sarai uno dei concorrenti! –esclamò alla fine. 

Una lacrima scendeva dal volto di Danielle, che non voleva separarsi dal suo nuovo amore così presto, ma purtroppo aveva impegni lavorativi ai quali non poteva mancare. È già difficile incontrare la persona giusta, ed è ancora più complicato separarsi da questa quando finalmente la si trova. 

Liam con una carezza asciugò il suo viso bagnato e sorridendo sussurrò –Te lo prometto, il nostro provino andrà a buon fine!  

Louis, Niall e Harry erano ancora sulla spiaggia aspettando il ritorno dei loro amici “dispersi”, per andare a riposare in un albergo lì nelle vicinanze. Le Little Mix avevano prenotato l’intera struttura per i loro ballerini e avevano offerto anche ai ragazzi delle camere per trascorrere li la notte lì e partire così più riposati il giorno dopo. I ragazzi, stanchi per i viaggi, non se la sentirono di rifiutare la generosa offerta: dovevano solo aspettare il ritorno di Zayn e Liam. 

Il ragazzo di Bradford non tardò ad arrivare. Dopo aver riflettuto a lungo sugli avvenimenti tra lui e Perrie, aveva deciso di dimenticare e si era recato di nuovo dai ragazzi. Liam arrivò leggermente più tardi con Danielle. I colleghi, vedendoli camminare insieme e mano nella mano, iniziarono con battutine e applausi, tanto da far vergognare il povero ragazzo che divenne rossa come un peperone. Tutti insieme poi, tra scherzi e risate, si diressero all’albergo per riposare.   

L’indomani i ragazzi si svegliarono presto: era giunto il momento di fare ritorno a casa. Tra due giorni ci sarebbe stato l’attesissima audizione e non erano ancora pronti: non avevano provato quasi per niente. Quella doveva essere una piccola pausa e invece era durata più del previsto. 

-Ragazzi muovetevi, dobbiamo sbrigarci a partire! Arriveremo nel pomeriggio a casa e questo significa che se tutto va bene avremo circa un giorno e mezzo di prove per sembrare un vero gruppo vocale!- disse Liam ansioso; il ragazzo dopo aver salutato la sua nuova fiamma, ritornò ad essere il perfettivo diligente di prima, ma forse ci voleva qualcuno con quell’atteggiamento nel gruppo. Per gli altri il provino poteva essere affrontato anche senza un minimo di esercitazione. 

-Eccolo che ritorna ad essere il nonnetto del gruppo! Liam rilassati! Non possiamo provare ininterrottamente, io ho bisogno di pizza quando torneremo a casa. Poi proveremo!- rispose Niall sorridendo. 

-Mi manca Danielle! Quando c’è lei non fai tutte queste storie!- affermò poi Louis, questa sua affermazione provocò le risate di tutto il gruppo, ormai in partenza. 

Questa volta fu Harry a mettersi al posto del conducente, con Louis seduto nel posto di fianco, mentre Niall Liam e Zayn occuparono i posti dietro. Il riccio accese il motore, ma fu bloccato da un ticchettio contro il vetro dell’auto: un uomo anziano, vestito di nero, bussò al finestrino. Il ragazzo aprì lo sportello per sentire cosa volesse quella strana figura. 

-C’è Zayn Malik in quest’auto? – chiese, il vecchietto dando uno sguardo all’interno dell’autovettura. 

Zayn perplesso, aprì lo sportello e, scendendo, chiese –Ehm … Sono io, è successo qualcosa? 

-Nulla di grave, si è solo dimenticato alcuni oggetti personali nella sua camera, è pregato di tornare a prenderli, se non vuole lasciarli qui. Io ero tenuto ad avvisarla.- disse l’uomo, porgendogli le chiavi di quella che era stata la sua camera. 

Il ragazzo però, prima di uscire dalla sua stanza, aveva controllato bene e gli sembrava di non aver scordato nulla: evidentemente erano ancora impressi su di lui i segni della stanchezza. Rientrò così in albergo, salì le scale e aprì la porta. La lasciò aperta e proseguì dritto a cercare qualcosa di familiare che potesse aver dimenticato, ma non vi era nulla.  

*Sbam* - la porta si chiuse e il ragazzo si voltò di scatto. 

Zayn vide, seduta su un piccolo puffo, Perrie che guardava il ragazzo con il mento appoggiato tra i palmi delle sue mani. 

-Che ci fai tu qui?- chiese lui scioccato, mentre le andava lentamente incontro. 

-Niente, sono tornata perché volevo salutarti e augurarti in bocca al lupo per il tuo provino- si fermò un attimo, poi riprese –Sai, ieri sera non ne ho avuto il tempo …  

-Sei gentile, grazie, ma non dovevi. Immagino tu abbia molte cose migliori da fare, che perdere il tuo tempo ad augurare buona fortuna al prima che capita … - le fredde parole di Zayn, ormai vicino alla ragazza, furono bloccate. 

-Pensi che io, solo perché sono un personaggio famoso,  mi diverta a giocare con i sentimenti degli altri? O cosa? Perché questa tua freddezza nei miei confronti non la riesco a capire … - continuò Perrie. 

-No, non sto dicendo questo. E’ che io non sono nessuno e tu … tu sei Perrie Edwards. Io non sono alla tua … - rispose il ragazzo, che venne nuovamente interrotto. 

Perrie con qualche lacrima agli occhi, avendo finalmente intuito il motivo di tale freddezza nei suoi confronti, sussurrò –Alla mia altezza? – il giovane a testa bassa annuì – Ti sbagli, sono io che non mi sono sentita abbastanza quando abbiamo parlato l’altra sera. Zayn tu sei una persona straordinaria, forse non te ne rendi conto, ma è così. – lo abbracciò forte, poi sorrise come chi ha appena avuto una grande idea: continuò –Comunque riflettendo sulla tua storia, credo ci sia un modo per essere “alti uguali”- sorrise. 

Salì in piedi su quell’instabile e morbido puffo: i due, ora, erano uno di fronte all’altro e i loro sguardi si incrociavano perfettamente. Questa volta non c’era nessun cellulare ad interromperli e le loro labbra si sfiorarono in un dolcissimo bacio. 

-Era questa la “cosa” che avevo dimenticato?- sussurrò Zayn sempre con il volto molto vicino a quella della cantante. 

Lei sorrise –Si, mi hanno insegnato che non si lasciano le cose in sospeso … -  

-In questo caso, credo che da oggi in poi sarò molto più smemorato. Non è così male dimenticarsi le cose- sorrise infine lui, prima di salutarsi definitivamente.   

Il ragazzo tornò in auto, un po’ scioccato, in senso positivo, per l’accaduto: era semplicemente felice. Forse un pochino poteva illudersi sulla possibilità di un futuro con la sua adorata Perrie. 

-Zayn, allora? Cosa avevi dimenticato?- chiese Harry, dopo aver messo la macchina in moto ed essere partito. 

-Nulla, i camerieri si erano semplicemente sbagliati … -sorrise Zayn. 

I ragazzi tornarono a casa in serata: erano stati costretti a fermarsi più volte, allungando di molto il tragitto. Prima Niall aveva visto un ristorante italiano sulla strada e si era dovuto assolutamente fermare per provare alcune deliziose pietanze; poi Lou  aveva notato l’insegna di un grosso negozio di sport e aveva supplicato anche lui i ragazzi per fare una piccola sosta; infine ci furono molte soste per il bagno. Quando tornarono alla villetta di montagna era tardi, ma questo non impedì ai ragazzi di fare almeno un minimo di prove: dopodomani ci sarebbe stata l’audizione. Fu Liam ad insistere anche se tutti non vedevano l’ora di riposarsi.   

Mentre cantavano le canzoni in quel salotto, reso ora più fresco dallo scendere della notte, ad Harry arrivò un messaggio: era sua sorella Gemma. Il riccio lo lesse e poi disse con gli occhi sgranati: -Ragazzi, è mia sorella, mi ha appena chiesto, anzi ci ha appena chiesto, un grande favore. Dovete sapere che domani ad Holmes Chapel c’è une piccola festa di beneficenza dove vengono organizzati stand, balli di gruppo e concerti. A quanto pare una delle band che doveva suonare si è tirata indietro e Gemma mi ha chiesto se vogliamo sostituirla. Che facciamo?- chiese alla fine. 

-Non so Harry, non abbiamo provato molto, e poi non può suonare solo Niall, abbiamo bisogno comunque di una band che ci accompagni … - disse Liam non convinto. 

-Liam non essere il solito perfettino. Questa potrebbe essere un’ottima prova generale per gli One Direction! Facciamolo!- esclama Louis con entusiasmo. 

Mentre Niall e Zayn applaudivano la frase enfatica dell’amico, Liam, rassegnato, annuì anche lui. 

Harry sorrise –Bene allora chiamo subito Gemma e comunque non vi preoccupate per la band che ci accompagnerà: chiederò agli White Eskimo, Nick mi deve ancora qualche favore! 

Provarono fino a tardi, poi si addormentarono tutti nel salone con in mano i testi  delle canzoni che avrebbero cantato.  
Il mattino seguente, dopo aver organizzato la piccola scaletta dei brani da cantare, provarono senza sosta, poi di nuovo tutti in auto, direzione : Holmes Chapel, luogo dove ci sarebbe stato il loro primo concerto. 

Harry presentò agli White Eskimo il suo nuovo gruppetto di amici e nel piccolo back-stage, organizzato dietro al palchetto, dove si sarebbero esibiti, provarono i vari attacchi e accordi. Mancava poco e gli One Direction sarebbero saliti per la prima volta tutti insieme su un palco: era giunto il momento di dare il massimo. 

Harry guardava i loro spettatori, non erano tanti come ricordava, ma dopotutto non si stavano esibendo in una grande arena, ma solo in un piccolissimo paese di circa 5000 abitanti. L’ansia, però, era la stessa: non importa quanta gente ci sia ad ascoltarti, la paura di sbagliare, di non essere apprezzato era identica.  

-Ragazzi, diamo il massimo!- esclamò alla fine il riccio. I ragazzi si misero in cerchio e allungando una mano iniziarono un rituale per infondersi coraggio a vicenda. Tutti salirono sul piccolo palco e ad Harry quasi scendeva una lacrima nel rivederli nuovamente tutti lì insieme come nella precedente vita. 

Il riccio, con il microfono in mano, tirò un grandissimo sospiro e disse -Salve a tutti! Immagino mi conosciate, dopotutto sono anche io un abitante di questo bellissimo paese. Questa sera sono qui con il mio gruppo, gli One Direction, accompagnati in via del tutto eccezionale dagli White Eskimo, e spero trascorriate in nostra compagnia una splendida serata.  

Niall prese parola subito dopo di Harry –Inizieremo con una cover “soft” , per chi come noi, pur avendo tutto una vita davanti, sa che non gli basterà per realizzare tutti i propri sogni ed è per questo che vorrebbe rimanere  giovane per sempre, per poter vivere ancora e ancora tantissime avventure …  
 
Let's dance in style, lets dance for a while… 
…Hoping for the best but expecting the worst…
We don't have the power but we never say never…
…Forever young, i wanna be forever young 
Do you really wanna live forever, forever 
Forever young … 

 
Poi fu il momento di Zayn –Grazie a tutti voi per essere qui, il prossimo brano è sempre una cover per chi si è sentito almeno una volta una nullità rispetto ad altri, per poi però accorgersi che in fondo siamo tutti uguali …  

Her name is Noel, I have a dream about her…   
But she doesn't know who I am …   
It's prom night and I am lonely … She's walking over to me…
..And why does she give a damn about me…   
‘…Cause I'm just a teenage dirtbag baby like you… 
 
Lou prese poi il microfono –La terza canzone che vi proponiamo è una cover che piace molto a tutti noi, forse perché era destino che in un modo a nell’altro dovevamo incontrarci …   
 
One way or another
I'm gonna find ya..   
One way or another I'm gonna see ya
 One day, maybe next week… 
…I'm gonna meetcha, I'm gonna meetcha, I'll meetcha…
…I will drive past your house 
And if the lights are all down 
I'll see who's around …   

 
Poi toccò a Liam, il quale diede sfogo a tutta la sua velocità nel parlare –Ora vi proponiamo una nostra canzone, personalmente vorrei dedicarla ad una persone che adesso non è qui, ma che ha quel qualcosa di speciale di cui io ho fortemente bisogno e che la rende unica …    

I've tried playing it cool 
Girl when I'm looking at you … 
Shot me out of the sky 
You're my kryptonite…
That I need you here with me now 
Cause you've got that one thing

 
Riprese parola Harry –Spero vi stiate divertendo, ora è il momento di un’altra nostra canzone. Fate un po’ di rumoreee …  
Maybe it's the way she walked
…Straight into my heart and stole it
"…Can you give it back to me?"
…."Never in your wildest dreams!" 
…And we danced all night to the best song ever 
We knew every line, now I can't remember 
How it goes but I know that I won't forget her 
'Cause we danced all night to the best song ever... 

 
Ed è così che terminarono la serata, danzando tutta la notte sotto “la migliore canzone di sempre”.
Il concerto fu un successo, ma i ragazzi non dovevano dimenticare che il giorno dopo ci sarebbe stata la vera prova: l’audizione per X-Factor.  
 

Spazio Autrice 

Salve a tutti, 
rieccomi con un altro capitolo, 
non so perchè, ma questo non mi è piaciuto molto,
 mi ritengo alquanto insoddisfatta :\ 
Per questo mi scuso se non è stato all'altezza delle vostre aspettative.
Sto attraversando una crisi da scrittrice, forse, spero in ogni caso 
che voi lo apprezziate come gli altri. 
Ovviamente vi sono sempre grata per tutte le recensioni e per le visualizzazioni. 
C'è solo una parola che può descrivere al meglio la mia riconoscenza:
GRAZIE! 
A presto, 
Xo Xo, 

Eleanor_Herondale

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Ricordi di mezzanotte. ***


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Capitolo 15: "Ricordi di mezzanotte"  

Era giunto il momento del verdetto finale, i ragazzi avevano cantato, ed ora i loro sguardi erano fissi sui giudici che li osservavano pensierosi. I loro volti non promettevano nulla di buono. Louis mise una mano sulla spalla di Harry, teso nell’attesa di un verdetto che sembrava non arrivare mai.  

-Andrà bene ragazzi, DEVE andare bene!- sussurrò Liam con un tono di voce basso e speranzoso, mentre tutti gli altri sospirarono. 

Un silenzio tombale era esploso nello studio dopo la loro audizione, nessuno si decideva a dire anche solo una piccolissima parola. Il riccio riusciva a sentire il battito del cuore dei suoi compagni, era l’unico rumore percepibile in quell’immensa stanza. 

Fu Louis Walsh, giudice veterano di X-Factor, il primo ad esprimersi –Ragazzi voi siete bravi, ma non abbastanza- con un tono secco e freddo continuò –Per è un NO!  

I pareri che seguirono furono tutti simili al primo: NO, NO e ancora NO. I ragazzi non c’erano riusciti, il sogno di X-Factor si era disintegrato davanti ai loro occhi. Harry non riusciva a credere in quel giudizio: avevano dato il massimo, non doveva finire così. Il loro viaggio non poteva concludersi lì, non dopo tutti gli sforzi  che lui aveva fatto per ricreare la band. Cadde sulle ginocchia e abbassò la testa, mentre delle lacrime amare gli rigavano il viso: era un pianto rassegnato, di chi sapeva di aver perso. Solo una volta si ricordava di aver provato queste stesse emozioni: quando, nella precedente vita, durante il Boot Camp, il suo nome non era tra quello dei ragazzi scelti per la fase successiva. Nel back-stage pianse come un bimbo, singhiozzando “volete farci rimanere qui per vederci piangere?”: a quel tempo aveva solo sedici anni. Ora i suoi occhi erano rossi e gonfi, pieni di rabbia e di tristezza, proprio come in quel giorno.  

-No! Non deve finire così … - urlò ad alta voce, quel grido risuonò nell’intero studio. 

Si alzò di scatto: il sudore gli scendeva dalla fronte bagnata fino ai morbidi riccioli, gli occhi verdi pieni di paura erano spalancati, respirava a bocca aperta cercando di rallentare il battito cardiaco, mentre stringeva stretto a se con le mani il bianco lenzuolo. Era stato solo un altro incubo causato dall’ansia.   

Harry non aveva dormito per nulla quella notte: la paura del provino era sempre più forte. Si guardò intorno nella sua camera: c’erano Louis, Zayn e Niall che riposavano beatamente nei sacchi a pelo. Sembravano tre angioletti, anzi due, il russare di Niall non era così “angelico”. Il riccio invidiava i suoi amici: loro sembravano tranquilli. L’unico a non essere lì era Liam: molto probabilmente si era alzato prima per riscaldare la voce. Tipico atteggiamento da perfezionista del loro adorato Daddy Direction.   

Il riccio immerso nei suoi pensieri nell’attesa che arrivasse nuovamente il sonno, sentì dei passi veloci salire le scale: di colpo la porta si aprì.   

-Ragazzi sveglia! Dovete alzarvi ORA!- gridò Gemma sulla soglia della porta, seguita a ruota da Liam. Entrambi non avevano un viso che prometteva buone notizie. 

Harry si alzò nuovamente, sedendosi sul letto, mentre gli altri tre, farfugliando qualcosa aprirono gli occhi, spaventati per l’intrusione improvvisa. 

-Ragazzi spero abbiate avuto davvero un gran bel motivo per svegliarci in questo modo alle sette del mattino … - mormorò Louis che si sfregava gli occhi ancora pieni di sonno. 

-Infatti, condivido con Lou. Questo risveglio traumatico mi ha fatto venire una gran fame!- affermò Niall strofinandosi lo stomaco. 
I ragazzi si voltarono verso l’Irlandese con una sguardo ormai rassegnato: poteva crollare il mondo, ma il cibo rimaneva sempre la sua priorità. 

-Comunque ci spiegate che succede?- chiese Harry, l’unico cosciente e veramente sveglio in quella stanza di “belle addormentate”. 

-Succede che stavo facendo un giro veloce sui social network e  la direzione di X-Factor ha appena pubblicato un Tweet nel quale si scusa, e scrive di aver cambiato la città in cui si terranno i provini di oggi per problemi tecnici.- spiegò Liam velocemente. 

-E se non si terranno a Manchester le audizioni, dove le faranno? Non possono fare queste sorprese agli ultimi minuti, non è giusto.- chiese Zayn lievemente irritato. 

- Londra. Le audizioni si terranno a Londra, negli studi in cui si registra anche il Live di X-Factor! Le hanno spostate lì, perché avendo avuti problemi a Manchester, la sede ufficiale era l’unico luogo già pronto per ospitare i provini, e c’è dell’altro … - disse Liam fissando negli occhi i suoi compagni. 

I ragazzi gli fecero segno di proseguire, nessuna notizia poteva essere peggiore di quella appena detta. Londra non era proprio vicina e ci sarebbero volute diverse ore per arrivare. 

Liam tirò un lungo sospiro e disse – Ragazzi, poiché le audizioni sono alla sede principale, come giudice solo per questa volta tornerà il Signor Cowell. Ormai sono già due o tre edizioni che non si fa più vivo ad X-Factor UK, lui è un uomo così freddo e severo. Non ci riusciremo mai a passare con quel soggetto!- terminò la frase mettendosi le mani in testa. Tutti iniziarono ad abbattersi per le notizie; tutti tranne Harry. 

Sentendo quel cognome il riccio sgranò gli occhi: il Signor Cowell era il loro Simon. Era l’uomo che aveva fatto di tutto per loro, li aveva sostenuti, aiutati, non avrebbe mai potuto mandarli a casa. Gli erano piaciuti già una volta nella precedente vita, potevano, anzi DOVEVANO, sorprenderlo nuovamente.   

-Ragazzi andiamo, non deprimiamoci per questo! Hanno cambiato la sede dei provini, bene: noi oggi andremo a Londra! Ci sarà Simon … , cioè volevo dire il Signor Cowell a giudicarci, ancora meglio: gli dimostreremo la tenacia e il talento dei ragazzi che avrà davanti! Voglio vedervi tutti pronti e preparati tra mezz’ora, gli One Direction sono diretti verso la Capitale!- Harry terminò la frase con una convinzione che fece sorridere tutti e che diede agli altri ragazzi la forza di continuare nonostante gli imprevisti. 

Zayn e Louis occuparono i bagni per prepararsi, erano quelli che impiegavano più tempo, mentre Niall e Harry con Liam scesero al piano di sotto per iniziare a fare la colazione: Gemma aveva preparato molte cose buone, che portarono il giovane irlandese in Paradiso.   

Un grido seguitò da un forte rumore, però, ruppero quel momento di pace. 

-Aiutooooooo!- urlò Gemma mentre fece cadere una serie di piatti di vetro che teneva tra le mani.
I ragazzi preoccupati le corsero in contro e si accorsero della presenza di un piccolo ragnetto su quel cumulo di vetri rotti.  

-Non ci credo che hai urlato per quello! Sei proprio una ragazza, cara la mia sorellona!- esclamò Harry divertito, mentre Gemma gli rispose con una "sguardo assassino”. 

I ragazzi, dopo essersi liberati della piccola e pelosa bestiola, si diedero da fare per mettere a posta con scopa e paletta, invece Gemma, ancora sconvolta, preferì guardarli rassettare stesa sul divano. 

Di colpo arrivò Louis con i capelli bagnati e indossando  solo il jeans e una canotta; era in cerca di Harry. 

-Harreh dove sei? Non riesco a trovare un phon per asciuga … - il ragazzo non riuscì a continuare la frase perché folgorato da un dolore lancinante, proveniente dalla pianta del piede destro, nudo sul freddo pavimento. Una delle schegge, appartenenti ai piatti rotti, si era conficcata proprio al centro della parte inferiore del piede, provocando un profondo taglio e delle macchie di sangue per terra. Si accasciò sul divano guardandosi la ferita e sospirando per trattenere il dolore. Gli altri ragazzi e Gemma subito corsero attorno al povero ferito cercando di tranquillizzarlo. 

-Non è nulla Louis, vedrai che un pezzo di pizza riuscirà a farti stare meglio!- esclamò Niall, il quale accarezzava la testa dell’amico, come si fa solitamente con i cuccioli.  

-Niall tu sei sicuro che non è nulla? A me sembra un bel taglio, forse ci vorranno addirittura i pun… - cercò di dire Liam, ma fu bloccato da uno sguardo arrabbiato dell’Irlandese. 

-Grazie, Liam … puntiglioso come sempre! Noi dobbiamo far sentire meglio il povero Lou!- disse infine Niall sottovoce. 

-Ragazzi Liam ha ragione, qui ci vuole un medico, ma in questo modo non ce la faremo ad arrivare in tempo a Londra: vi ricordo che dobbiamo prendere il posto per il provino. Forse è meglio lasciar perdere… - disse Harry preoccupato per la salute dell’amico; tutti questi imprevisti e l’incubo fatto stanotte erano dei segnali ben chiari dati dal destino: il provino “non s’ ha da fare”.  

-Harreh NO! Io non ci sto, hai detto che non ci saremmo fermati alle prime difficoltà ed ora per un taglietto, lasci perdere tutto? Non se ne parla! Dov’è il ragazzo convinto di qualche minuto fa? – ribatté Lou fissando il riccio. 

Ad Harry quelle sue parole non erano nuove, l’amico aveva detto la stessa identica cosa quando, nella precedente vita, si fece male prima dell’ultima audizione agli Home Visit. Avevano deciso che non si sarebbero mai esibii senza il loro quinto componente, ed è così che aspettarono, fino all’ultimo, il suo arrivo per poi esibirsi, per la volta decisiva, davanti a Simon Cowell.   

-Ragazzi voi andate a prepararvi e partite al più presto, per iscrivervi al provino! Accompagnerò io Louis a Londra appena avremo fatto dal medico!-  disse Gemma, mentre si apprestava a chiamare in ospedale per annunciargli il loro arrivo. 

-Infatti, Harry noi non rinunciamo! Farò io compagnia a Louis voi preparatevi e andate!- aggiunse Zayn, , il quale, arrivato da poco, aveva cercato di capire cosa fosse successo.   

Era deciso: Liam, Harry e Niall, dopo una decina di minuti, furono pronti e si misero subito in auto per partire verso la capitale. Zayn e Gemma avrebbero accompagnato il ferito in ospedale, per poi mettersi anche loro in viaggio per Londra.   

Il tragitto fu stranamente silenzioso, il riccio guardava dal finestrino ripensando a tutto quello che era successo in quella decina di giorni. La sua vita era cambiata completamente: da grande celebrità, si era ritrovato magicamente ad essere un ragazzo come tanti, con un sogno. In fondo lui lo era sempre stato, solo che nella precedente vita quel sogno, era divenuto realtà. Ed ora eccolo nuovamente a tentare la fortuna, nonostante tutta quella serie di imprevisti. 
Il paesaggio inglese scorreva velocemente dal finestrino dell’auto, mentre una serie di canzoni passavano lente alla radio, accesa dall’irlandese per scaricare la tensione. Dopo ore di viaggio, nel primo pomeriggio giunsero al luogo delle audizioni: una fila chilometrica era già lì ad aspettare, mentre molti avevano già avuto il verdetto. Le audizioni erano già iniziate da circa un’ora. I ragazzi si misero anche loro in fila e Liam provò a chiamare Zayn, ma il ragazzo aveva il cellulare staccato. Dovevano solo sperare che i loro amici, rimasti temporaneamente ad Holmes Chapel, fossero già partiti, altrimenti non sarebbero mai riusciti ad arrivare in tempo.   

La fila, man mano che si svolgevano le varie audizioni, si rimpiccioliva sempre di più: mancava poco al momento degli One Direction.   

-Ragazzi, noi siamo i prossimi! Zayn e Louis non ci sono! Che si fa?- chiese Liam sussurrando. 

Harry e Niall si scambiarono un’occhiata, non avevano risposta alla domanda del loro amico; o almeno nessuno dei due voleva dare la brutta notizia, era ovvio: senza i loro compagni non avrebbero fatto l’audizione. Nei loro visi comparve un sorriso di rassegnazione, ma almeno non potevano avere rimpianti: avevano fatto il possibile per partecipare allo show. 

-“Vas Happenin' boys ?” Cosa cono queste facce tristi, sbaglio o dobbiamo esibirci ora?- disse una voce alle spalle dei tre ragazzi sconsolati.  Quella frase, Harry l’avrebbe riconosciuta tra mille. 

I tre si girarono e videro Zayn sorridente, ma con il fiatone, ed appoggiato a quest’ultimo Lou con il piede fasciato. Non fecero nemmeno in tempo ad abbracciarsi, che una voce li chiamò –Ora è vostro turno, muovetevi salite sul palco!- disse uno degli organizzatori. 

Entrarono nello studio, lo stesso dove era iniziato tutto. 

Ora avevano di fronte a loro nuovi giudici Sharon Osburne e Gary Barlow, ma anche qualche vecchia conoscenza come Louis Walsh e Nicole Sherzinger. Quest’ultima non fece parte dei giudici, nella vita precedente, ma fu lei ad annunciare l’unione dei cinque ragazzi. Per Harry fu un’emozione trovarla di nuovo davanti a lui, non avrebbe mai pensato di rivivere nuovamente queste sensazioni. Del Signor Cowell però non sembrava esserci traccia, forse era andato via. 

-Salve ragazzi, presentatevi!- disse Nicole sorridendo, quando i cinque misero piede sul palco. 

-Certo,  noi siamo gli One Direction. Siamo tutti ragazzi amanti della musica e … - cercò di dire Harry, ma fu bloccato da una voce. 

-One Direction? Gran bel nome, davvero! Chissà se siete anche altrettanto bravi, io direi di iniziare … sono curioso di sentirvi! Allora mettiamo questa base!- sorrise Simon entrando nello studio e sedendosi vicino ai giudici. 

I ragazzi si irrigidirono alla vista di quell’uomo, ma non era il momento di farsi prendere dal panico. Annuirono alle parole di Simon e così il loro provino iniziò con Liam che prese le prime note. 

Oh ,I saw a girl 
Brought to life. 
She was warm , she came around 
and she was dignified … 
…There's nothing left 
I used to cry 
My conversation has run dry 
that's what's going on …
… Nothing's fine I'm torn …   
 
L’esibizione terminò. I giudici guardavano i ragazzi non lasciando trasparire alcuna emozione dai loro volti. Harry rivedeva gli sguardi del suo sogno, aveva paura di non farcela. Ci furono pochissimi minuti di silenzio che si trasformò, poi, in un lungo e rumoroso applauso.  

-A quanto pare non è solo il nome che colpisce, Simon! Questi ragazzi sono fenomenali! Avete tutto quello di cui un gruppo vocale ha bisogno: talento, empatia e una buonissima dose di presenza scenica! Magari tra qualche anno diventerete la più eccitante boy-band dei nostri tempi! Per me è un grandissimo SI! Vi voglio ad X-Factor!- esclamò il signor Walsh con enfasi ed entusiasmo. 

I giudizi che seguirono furono tutti positivi; anche il signor Cowell li guardava con ammirazione e soddisfazione: forse, aveva trovato finalmente dei talenti sui quali puntare. 

I ragazzi si abbracciarono sentendo le sentenze positive. È vero, avevano superato solo la prima fase, la strada per il successo sarebbe stata ancora lunga, ma il primo ostacolo era stato sconfitto. Dopo aver ringraziato i giudici, i ragazzi ridendo e saltando si recarono nel backstage dello studio. Qui un cameraman chiese loro di registrare un piccolo video, da mandare in onda, per conoscere le emozioni dei giovani dopo quei tanti complimenti. I cinque accettarono e si recarono in un luogo dove poter registrare.

Harry fu l’ultimo ad entrare e guardando quel posto, i suoi occhi si fecero lucidi per l’emozione. 

-Ragazzi, per voi va bene se registrate il video seduti su queste scale? Non ci sono altri posti silenziosi qui in studio!- disse il cameraman indicando l’inizio di una piccola scalinata.  
Per chiunque quelle fredde scale di marmo non avrebbero avuto significato, ma per il riccio quei gradini segnavano una parte della sua vita dimenticata da tutti. Frasi e pensieri  risuonavano nella sua testa come il ricordo di un sogno lontano. 

 … I’d be a birthday-cake … 
… NO- Jimmy protested  … 
 
… Mary? She’s mine! … 
… Superman is here! … 
 
… I like girls who eat carrots …   
… Sharing a room with four of our BEST FRIENDS … 
 
… Simple but effective… 
 
  …Vas  Happenin’ ? …
… Triangle! Triangle! … 
 
… I like girls with a nice pretty face …

 
 
… Hi! We are One Direction and this is our Video Diary week …   

 
-Il pianeta Terra chiama Harold Edward Styles!- disse Louis scuotendo una mano davanti ai verdi occhi del ricciolino, perso nelle sue memorie. 

Il ragazzo scosse la testa, sorrise e ritornò nella vita reale. Tutti e cinque si posizionarono su quei gradoni ed iniziarono con l’intervista. 

-Salve, Io sono Louis!-   

-Io sono Zayn!- 

-Io sono Niall!-  


-Io sono Liam!-  

-E io sono Harry e siamo gli One Direction!- sorrise il riccio, ricordandosi che ormai da molto tempo, nella vita precedente, non facevano più quella strana, ma divertente presentazione. 

Terminata l’intervista, i cinque si stavano dirigendo fuori dagli studi: fatto il provino non avevano più motivo di rimanere lì. Scelsero, però, di rimanere a Londra per la notte, era ormai tardi per fare ritorno a casa. Così decisero di chiamare un taxi e di prendere una camera in un piccolo albergo non molto distante da lì. Mentre attendevano l’autoveicolo, nella sala d’aspetto degli studi, una figura si avvicinò a loro applaudendo. 

-Hey! Vi ho visti oggi, davvero niente male!- sorrise una donna in occhiali da sole e cappuccio. 

-Ehm … grazie! – risposero ad unisono i ragazzi stupiti e perplessi, mentre si accingevano ad uscire per prendere il loro taxi, appena arrivato.   

Zayn era l’ultimo della fila e non fece in tempo ad avvinarsi all’uscita che quella figura gli tirò il braccio in modo da farlo allontanare dagli altri, ormai fuori. 

-Non solo vengo a vedere la tua audizione, e tu mi ripaghi non riconoscendomi nemmeno?- chiese quella ragazza, togliendo gli occhiali da sole e mostrando così i suoi grandi occhi azzurri.  

Zayn voltandosi sgranò gli occhi ed arrossì –P-Perrie? Che ci fai qui?- il ragazzo era così stupito da non riuscire a dire altro. 

-Ero di passaggio e, dato che Danielle mi aveva detto il giorno del provino, ho pensato di venire a salutarti! Ma se continui ad avere quella faccia quando mi vedi, mi fai preoccupare! Credevo fosse passata la fase di “imbarazzo” tra me e te!- sorrise lei fissandolo negli occhi.  

Lo stupore di Zayn aumentò ancora di più nel sentire le sue ultime parole, seguite da quel dolce sorriso.   

-Tu sul serio hai parlato di “un me e te”, non l’ho sognato vero?- chiese il ragazzo ad alta voce. 

Perrie iniziò a ridere sentendo quella frase impacciata del ragazzo di fronte a lei. Poi senza dargli tempo di replicare, gli stampò un bacio sul margine delle labbra e disse –Ora devo andare, purtroppo ho poco tempo; facciamo che la prossima volta ti avviso, prima di presentarmi a te. Spero non ti dispiaccia se mi sono fatta dare il tuo numero! A presto Malik!- disse lei, voltandosi e scomparendo verso gli studi.  

Zayn ancora incredulo per l’accaduto si diresse lentamente verso l’uscita, dove gli altri lo stavano aspettando nel taxi. Quando entrò nell’autovettura provocò le risate di tutti: aveva lo stampo di un bacio color rosa fluo vicino alle sue labbra.  

-E bravo il nostro Malik, allora Perrie sta bene?- chiese Niall facendo una smorfia. 

-Voi sapete di lei?- chiese Zayn, con ancora più stupore. 

-Ovvio che sappiamo, noi siamo da molto tempo i suoi adorati complici!- confessò Louis, scatenando poi le risate che continuarono fino all’arrivo davanti all’hotel. 

Prenotarono cinque stanze e, dopo la cena, si ritrovarono tutti sul terrazzo all’ultimo piano dell’edificio.  Guardavano dall’alto Londra illuminata dai tanti lampioni che costeggiavano le lunghe strade, mentre sorridevano di gioia al pensiero di aver superato il primo provino: quello sarebbe stato il loro punto di partenza. 

-Ragazzi, ancora non riesco credere che ce l’abbiamo fatta!- esclamò Niall sporgendosi verso il terrazzo per ammirare meglio il panorama notturno. 

-Siamo stati fantastici, ma … - ammise Liam, poi riprese – … ma ora come  si procede?- guardò gli altri negli occhi. 

-Che domande Liam! INSIEME è così che si procede!- gridò Louis volgendo una sguardo al cielo stellato. 

-Ben detto Tommo!- sorrise Zayn guardando con soddisfazione l’amico, poi riprese –Non sono un tipo sentimentale- cercò di dire il ragazzo, ma fu bloccato da delle vocine che sussurravano il nome “Perrie”, lui ignorandole, continuò – Ragazzi, andiamo, siate seri ... per una volta! Cercavo di dire, che non sono uno che lascia trasparire i proprio sentimenti, ma davvero ragazzi io VI VOGLIO BENE! Sono fortunato ad avervi incontrato. Grazie soprattutto a te Harry, se non ci fossimo presentati quel giorno a Bradford, io ora non sarei qui!- sorrise. 

Quelle parole resero felice il riccio, ma nello stesso tempo gli portarono un senso di tristezza: tutti continuavano a ringraziarlo, senza sapere cosa effettivamente fosse successo. Non ne poteva più di quella situazione. 

-Ragazzi io …- iniziò a dire Harry e sospirando, riprese - … Io vi devo chiedere scusa, se ora dobbiamo ricominciare tutto dall’inizio è solo colpa mia, mia e di quello stupido desiderio … - abbassò lo sguardo, come se si vergognasse. 

-Harreh! Tutto bene? Si hai ragione dobbiamo iniziare tutta da capo, ora ci sono il Boot Camp e gli Home Visit ancora da superare, ma noi ce la faremo! Il tuo non è uno stupido desiderio, voler fare i cantanti è un sogno stupendo che tutti noi porteremo a termine! È una promessa! Ora però non ti abbattere. – lo incoraggiò Lou, non capendo a cosa si riferisse in realtà l’amico. 

Il riccio durante il resto della serata, trascorsa tra chiacchiere, risate e brindisi, non ritornò più su quell’argomento, ma di una cosa era certo, prima o poi avrebbe raccontato loro tutta la verità; così, almeno, non avrebbe avuto più sulla coscienza il peso dei ricordi della sua vecchia vita, persa chissà dove.  
 
SPAZIO AUTRICE 
 
Hello everyone,  
 vorrei assolutamente scusarmi per aver pubblicato così in ritardo il capitolo.
 Purtroppo ha avuto una settimana davvero, ma davvero impegnativa:
 tra compiti in classe, visite di orientamento per l'università e
 i preparativi per la festa di Halloween, che sto organizzando con la mia classe,
  non so dove sbattere prima la testa.
 Spero apprezziate questo capitolo, 
so che avrei potuto scrivere di meglio,
 ma lo stress purtroppo non è un buon compagno.
 In ogni caso grazie a tutti coloro che gli daranno anche solo uno sguardo
 e che apprezzeranno i miei sforzi. 
Un grosso bacio a tutti\e voi, 
A presto ;) 

  

Eleanor_Herondale 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: Sogno o realtà? ***


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Capitolo 16: "Sogno o realtà?"  

Quella sera i ragazzi rimasero svegli finché non videro spuntare l’alba; solo a quel punto si accorsero che avevano davvero fatto troppo tardi e ritornarono ognuno nella propria stanza.   

Ad Harry girava la testa: aveva leggermente esagerato con i brindisi, ma, dopotutto, dovevano festeggiare per la splendida audizione. Così infilò il pigiama, si stese sul morbido materasso e ripensò a ciò che aveva cercato di confessare ai suoi amici; poi senza che se accorgesse sprofondò in un sonno profondo.   

Il risveglio fu altrettanto traumatico: il mal di testa era aumentato e da fuori provenivano rumori  forti di automobili e pedoni, insoliti per Londra alle prime ore del mattino. Doveva essere, quindi, piuttosto tardi per sentire tutto quel casino in una città tanto grande, ma anche così silenziosa.  

Cercò di aprire gli occhi, appannati dal sonno, sfregandoli con le mani e sbattendo forte le ciglia, poi, non riuscendo a trovare l’interruttore della luce, il riccio, cercò di farsi strada nel buio della stanza per uscire. Come prima cosa doveva assolutamente scendere al bar sotto l’albergo per chiedere un medicinale contro il mal di testa, poi sarebbe andato a svegliare i suoi quattro “compari”.   

Si alzò dal letto e così iniziò a camminare contro il muro per cercare la porta: non riusciva a vedere nulla e sentiva il capo ricoperto da riccioli sempre più pesante. Riuscì a scontrarsi con quasi tutti gli oggetti presenti nella camera e ad ogni colpo un soffocato grido di dolore usciva dalla sua bocca. Trovò la maniglia della porta e subito uscì dalla stanza. La forte luce che proveniva dal corridoio non lo aiutò affatto: i suoi verdi occhi da poco aperti furono accecati dal bagliore delle lampade che illuminavano quel posto. Dopo vari tentativi riuscì a trovare l’ascensore per scendere al piano terra, sembrava che in un notte l’hotel si fosse rinnovato: era davvero incredibile come una lieve sbornia poteva mandarti in totale confusione il giorno dopo.  

Uscì dall’ascensore e si guardò intorno nella hall con le mani appoggiate in testa, quando si rese conto di essere insolitamente osservato. Non vi era molta gente in quell’ala dell’albergo , ma le poche presenti lo fissavano ad occhi sgranati. Fece finta di nulla e cercò di dirigersi verso il bancone per chiedere informazioni riguardo il bar dell’hotel. Non fece in tempo a muoversi, però, che una gran folla di persone si riversò su di lui. 

I suoi occhi verdi erano ancora appannati e non riusciva a capire bene cosa stesse succedendo: vedeva solo tanta gente vestita in nero sopraggiungere veso di lui. Tra la folla iniziarono ad accavallarsi varie voci accompagnate da piccole luci, emanate dai flash delle macchine fotografiche. Harry non capiva più nulla, l’unica cosa alla quale riusciva a pensare era  il suo tremendo mal di testa, aggravato dalla situazione che si era venuta a creare. 

Doveva trovare un modo per andarsene, per scappare da quelle persone che lo tenevano imprigionato davanti all’uscita dell’ascensore. 

Si strofinò meglio gli occhi per cercare di capire se conoscesse quella gente, per scorgere un volto familiare, eppure nulla. Tutti lo chiamavano, tutti conoscevano il suo nome.  La folla gli faceva varie domande, ma essendo poste tutte nello stesso momento, esse si accavallavano rendendo le parole incomprensibili.   

-Bastaaaa, uno allo volta, che diamine sta succedendo?- urlò il riccio in preda al panico. 

La folla si zitti, ma il silenzio fu nuovamente rotto da altre domande. Tra queste Harry riuscì a capire che quella gente chiedeva notizie sugli One Direction, ma come facevano a conoscerli se avevano fatto solo un piccolissimo provino?  

-Harry Styles, è sicuro di stare bene? Perché è sceso in boxer nella hall dell’albergo? Ha deciso di cambiare mestiere? Perché in questo caso anche come modello, lei sarebbe perfetto!- chiese una donna dotata di microfono e telecamera. 

-Boxer? Ma cosa sta dicendo? - si chiese Harry tra se e se. Poi si guardò il corpo: la donna aveva ragione. Per qualche inspiegabile motivo il ragazzo non indossava più il pigiama della sera prima, ma solo un paio di boxer scuri, abbigliamento tipico per le calde serate americane. A sorprenderlo, però, non fu tanto lo stare in mutante nella hall dell’hotel, ma il guardarsi il petto nudo, inciso da moltissimi segni neri, che visti insieme davano la forma di due rondini. I suoi tatuaggi erano nuovamente lì, al loro posto.  

Questo deve essere un altro sogno, si deve essere così! Scommetto che se mi do un pizzicotto mi sveglio! –pensò cercando di trovare una spiegazione abbastanza “logica” a ciò che stava accadendo. Così provò a pizzicare il suo braccio, ma non riusciva a svegliarsi. 

I suoi pensieri furono riportati alla realtà da una voce. 

-Permesso! Permesso! Fate passare, per favore! Qui c’è una “riunione di famiglia”, parleremo dopo con tutti voi, ora fate spazio!- gridò una voce squillante tra la folla.    

Da quel mucchio di persone sbucò davanti ai verdi occhi di Harry, un ragazzo a lui familiare, con occhiali da sole e cappellino, seguito da altri tre ragazzi alle sue spalle. Non fu difficile per Harry identificarli: il tipo che aveva parlato era Louis e dietro vi era il resto del gruppo. Ma cosa facevano i ragazzi lì? Harry per quanto riusciva a ricordare li aveva lasciati a dormire ognuno nella propria camera. Non gli fu dato il tempo di fare pensieri perché subito Lou riprese parola –Ora noi dobbiamo urgentemente fare una riunione privata, dopo i manager si adopereranno per organizzare un’intervista e tutti voi sarete accontentati e saprete tutto ciò ch volete riguardo la band. Per il momento vi basta conoscere una verità: GLI ONE DIRECTION SONO ANCORA UN GRUPPO E NON HANNO ALCUNA INTENZIONE DI SCIOGLIERSI!- terminò la frase stringendo Harry per un braccio e tirandolo verso l’ascensore, dove si erano già diretti gli altri. 

-Un’altra cosa!- aggiunse Liam –Il nostro Harry sta benissimo e se ha deciso di scendere semi-nudo nella hall dell’albergo, era solo perché voleva fare piacere alle nostre dolcissime Directioners!- terminò la frase sospirando e con la speranza di essere creduto.  

Poi si infilarono tutti e cinque nell’ ascensore, mentre delle guardie giunsero per bloccare quella folla di giornalisti che tentava, invano, di seguirli.   

-Harry ci spieghi cosa combini? Noi veniamo a Los Angeles per salvarti e tu ci complichi le cose scendendo in boxer nella hall di un hotel a cinque stelle? Il tuoi neuroni hanno smarrito la strada del buon senso per  via dei troppi ricci?- chiese Niall ironico mentre fissava l’amico dritto negli occhi.   

Il riccio fissava con il cuore in gola i suoi amici, solo poche parole riuscì a pronunciare a causa del troppo stupore
 –Los Angeles? Siamo a Los Angeles?  

-Certo Harry, Los Angeles, in America … - cercò di dire Liam preoccupato per lo sguardo sconvolto del collega.
L’ascensore giunse a destinazione e i ragazzi scesero e si diressero verso la camera di Harry che li guidava leggermente spaesato.  

-Ragazzi ma noi non eravamo a Londra?  Il nostro provino … siamo passati alla fase del Boot Camp … - chiese Harry timidamente, quasi non riuscendo più a comprendere in che verso ruotasse la propria vita. 

-Certo noi abbiamo fatto il provino, questo lo sappiamo tutti … - sorrise Zayn - … chi di noi non ricorda gli eventi di tre anni fa! Il 23 Luglio del 2010 … - sospirò il ragazzo con un senso di nostalgia. 

-Harry sono passati tre anni! Come è possibile che eravamo a Londra per fare un provino? Va tutto bene? Hai battuto la testa? Qualche problema con la memoria? Conosco un medico a Mullingar che … -iniziò a dire Niall, ma fu interrotto dalla parole del riccio. 

-Non ho battuto la testa! Sto bene! Ma … -gridò Harry, ma pian piano la suo voce si affievolì fino a non continuare il suo discorso di auto-difesa.   

La sua vita era di nuovo quella di prima? Quella che lui ricordava, prima dell’incontro con la stella?  

Un sogno, esatto. Deve essere stato un sogno. Un sogno reale, ma solo questo e nient’altro. Le stelle cadenti non esistono. – rifletté tra se e se il riccio.  

-Caro il mio “Alice nel paese delle meraviglie”, odio fare la parte del frettoloso “bian coniglio” ligio al dovere, ma davvero dobbiamo assolutamente parlare e spiegarti cosa è successo! Questa volta devi proprio fare un gran ringraziamento alle directioners e noi ti dobbiamo delle grosse scuse! – disse Louis sorridendo e abbassando lo sguardo. 

-Louis ha ragione, noi non dovevamo dubitare di te! Non avresti mai potuto dire o pensare di lasciare gli One Direction, ma nel filmato, sembrava tutto così reale e … - disse Liam interrotto dall’irlandese. 

- … e abbiamo sbagliato a credere a delle parole che tu non ci hai detto personalmente!- finì Niall. 

Harry, nel vivere il presunto incubo, aveva totalmente dimenticato la faccenda successa a Los Angeles a causa dei giornalisti. Per quanto la storia che aveva sognato era piuttosto scioccante, era riuscita a riportargli una grande serenità e a fargli dimenticare la rabbia provata in quella serata americana. Tutti i ricordi che aveva ri-vissuto, gli erano parsi così reali, così ricchi di forti emozioni, che ora gli sembrava quasi assurdo di averli solo immaginati. Eppure quella era l’unica spiegazione. 

-Non importa, ho visto anche io il video e devo dire che le parti sono tagliate magnificamente. Diciamo che mi sarei convinto io stesso di aver detto davvero quelle cose. Mi fa piacere che ora mi crediate, ma … -Harry si fermò per qualche secondo, poi riprese –Voi eravate arrabbiati, come mai avete cambiato idea?  

-Ti abbiamo detto che ti tocca fare un grande, anzi grandissimo, ringraziamento alle nostre dolcissime directioners! – disse Zayn sorridendo. 

-Questa volta, ci hanno salvato! Già da questa mattina infatti alcuni giornalisti hanno iniziato a smentire lo scoop scoppiato ieri sul nostro scioglimento! Devi sapere che quella sera al ristorante un gruppetto di Directioners ti ha ripreso per tutta la sera e nel video vi era anche l’ambigua conversazione. L’hanno postata stanotte per intero e, appena l’abbiamo vista, siamo subito corsi qui per chiederti scusa e per aiutarti ad uscire da questa situazione una volta per tutte!- spiegò Liam velocemente. 

-WOW!- esclamò Harry sorpreso per tutto ciò che era potuto succede in una sola notte, mentre lui era alle prese con il sogno più strano che avesse mai fatto. Poi guardando Liam dritto negli occhi sorrise e disse: –Credo ci sia un buon modo per ringraziare le fan, ma mi serve il tuo aiuto Liam! Nessuno riesce a far funzionare le Tweet-Cam meglio di te!   

-Perché lui? Anche io sono bravissimo, modestamente l’altro giorno sono riuscito a fare una Tweet-Cam niente male dalla mia casa di Londra e … - cercò di vantarsi Niall, ma fu bloccato dalle risate di tutti. 

-Certo Niall, avrai anche fatto una bella Tweet-Cam se omettiamo il ritardo pazzesco perché non riuscivi a connetterti, interrompendo così  l’appuntamento galante del povero Daddy per farti aiutare!- ribatté Louis con aria divertita. 

-Ehh Niall, fossi stato in Liam, io non ti avrei aiutato, era un appuntamento troppo importante! I ritorni di fiamma non avvengono mica tutti i giorni. Ma come al solito il nostro Payne è troppo buono!- sorrise Zayn tirando una pacca sulla spalla dell’amico rosso per la vergogna. 

-Ritorno di fiamma, Liam?- chiese Harry curioso. 

-Che cosa? Harry tu non eri quello che doveva fare urgentemente una Tweet-Cam? Su mettiamoci al lavoro e non perdiamo tempo in chiacchiere inutili!- disse Liam con le guance arrossate, cercando di cambiare discorso.   

Il riccio sospirò e con rammarico per non aver capito esattamente i nuovi, o meglio dire i vecchi, intrighi amorosi del collega, rinunciò a fare ulteriori domande. 

-Bene ora attiviamo la web-cam  e collegandoci con questa sito dovrebbe aprirsi una finestra e … - spiegò Liam mentre il suo sguardo era fisso sulllo schermo del computer - … e fatto! Ragazzi siamo in onda! E abbiamo già più di un milione di spettatori!- concluse il ragazzo alla fine. 

I cinque salutarono le fan e poi Harry si posizionò in primo piano davanti all’obiettivo. 

-Salve care e cari directioners, la prima cosa che vorrei  fare è ringraziare di cuore le ragazze che hanno postato quel video. Davvero, ora sarei in una situazione poco piacevole senza il vostro preziosissimo aiuto e quindi GRAZIE! Sento o leggo spesso di fan che ci ritengono i proprio eroi, che ci ringraziano per avergli salvato la vita, questa volta è il contrario, anzi lo è sempre stato perché noi senza tutti e tutte voi non saremmo qui.  Io non alcuna intenzione di lasciare il gruppo, per me è troppo importante. Mi sentirei vuoto senza di loro: incontrare questi pazzi che ho alle mie spalle è stata certamente un evento che mi ha cambiato la vita. Non rinuncerei mai a quel provino fatto tre anni fa. – il riccio sorrise, mostrando pienamente le sue adorabili fossette e, dopo aver tirato un lungo sospiro riprese -Vi sembrerò nostalgico o noioso, forse, ma durante questa notte ho riflettuto. Ho fatto un incubo, che pian piano, evolvendosi, è diventato un sogno. C’ero io, Harold Edward Styles, che aveva espresso un desiderio: non voleva più essere famoso  per non avere più problemi. E si, la mia richiesta divenne realtà ed io ero nella mia casa privo di tutte le esperienze fatte in questi tre anni, che mi hanno dato la possibilità di crescere. Nell’incubo io rivolevo la band, ma non sapevo come fare. Non mi dilungo molto, ma alla fine io e i ragazzi ci incontrammo e in quel momento mi resi conto che il vuoto creatosi nella mia vita si era riempito senza che me ne accorgessi. Era la loro presenza a mancarmi, non il successo, i premi o le interviste. Le nostre risate, i nostri concerti e le prove dei nostri assurdi balletti. Vi ho raccontato questo per far capire a voi miei cari fan e a loro  –rivolse lo sguardo verso i quattro colleghi alle sue spalle- quanto io tenga a proseguire per quanto più tempo possibile in questa unica e fantastica direzione.- terminò il discorso e staccò la web-cam proprio quando una piccola lacrima iniziò a rigargli il volto. 

In quel momento i ragazzi si fiondarono sul riccio in un lungo abbraccio, proprio come tre anni fa, quando i giudici ad X-Factor presero la fatidica decisione di unire i cinque in un solo gruppo. 

Quel tenero momento fu interrotto dai manager che iniziarono a chiamare senza sosta i ragazzi: dovevano prepararsi urgentemente per un’intervista. Così Niall, Louis, Liam e Zayn scesero nella hall dell’hotel per dare il tempo ad Harry di vestirsi e rendersi presentabile. Dopotutto era ancora in boxer, in più aveva solo una magliettina, indossata per la Tweet-Cam.   

Il riccio entrò nella doccia calda, poi, una volta terminata, prese l’accappatoio e si stese sul divano nel salottino della sua suite: sentiva i segni di una stanchezza inspiegabile, ma al momento il tempo di riposare non vi era. L’intervista doveva avere la priorità. 

Si diresse verso la stanza da letto per cercare qualcosa di carino da indossare. Davanti all’enorme specchio, nel quale stava provando vari abbinamenti di camicie, si riflesse una sagoma vestita di bianco. Si mosse velocemente e il ragazzo la vide svoltare nel salottino: doveva trattarsi certamente di qualche giornalista riuscito ad infiltrarsi nella sua camera. Lentamente si affacciò alla porta con aria sospettosa atteggiandosi ad agente segreto. Nulla, il salottino sembrava vuoto. 

-Hey, chi c’è?- chiese Harry sospettoso.   

Alle sue spalle sentì una risata e poi subito seguì una voce –Spaventato Styles? Eppure credevo saresti stato felice di vedermi, ora che ce l’hai fatta.  

Il riccio si voltò di scatto: appoggiata alla porta d’entrata della camera vi era una ragazza. Quella ragazza che lo aveva fatto penare nel suo sogno, sempre se poteva ancora essere chiamato così. Il ragazzo iniziò a dubitare anche sulla spiegazione che si era dato. 

-Nina?- chiese senza riflettere, anche se infondo pensava di sapere chi fosse quella figura di fronte a lui. 

-Ancora a chiamarmi Nina? Pensavo di essere stata abbastanza chiara sul fatto che questa non è la mia reale forma.- disse stizzita la ragazza, poi sospirò e riprese – Beh, ma infondo cosa posso mai aspettarmi da un essere umano come te .- concluse con un sorrisetto sadico fissandolo negli occhi.   

-Tu sei la stella? Ma se tu sei reale allora significa che anche il sogno è … - cercò di dire Harry, ma fu bloccato. 

-Anche il sogno non è stato un sogno, ma è successo davvero, cara la mia celebrità dal cervello grande come una nocciolina. Eppure dopo la tua impresa non so perché ma ti facevo più intelligente.- sorrise infine la stella. 

Harry la fissava incredulo, dunque la sua avventura non era stata solo frutto della sua immaginazione. 

-La mia impresa? Stai dicendo che sono riuscito a tornare alla mia vita? Alla fine mi hai accontentato ed hai annullato il desiderio?- il riccio iniziò a porre domande a raffica. 

-Allora, se mi dai il tempo forse riesco a spiegarti qualcosa. Prima di tutto non sono stata io, ma per quanto mi rode ammetterlo hai fatto tutto da solo e te la sei cavata anche alla grande. Ti avevo detto che io non potevo fare nulla per il desiderio, ma tu potevi provare a riportare la tua vita sul vecchio corso degli eventi. E bene, non so come, ma ci sei riuscito: dopo il primo provino che tu e gli altri avete fatto a Londra, per gli One Direction ci sarebbe stata una vita ricca di successi. Dato che tu avevi chiesto di non essere famoso, la tua richiesta è stata annullata, perché, come ti ho spiegato, saresti comunque stato famoso anche nella tua nuova vita. Per questo le stelle  più anziane hanno preferito, anche sotto mio consiglio, ridarti la vita che avevi già. E poi mi hanno inviato qui per avvisarti.- spiegò la stella con aria da saputella e con quel sorriso malefico ancora stampato in viso. 

Harry senza pensarci due volte, sentendo che il ritorno alla sua vecchia e adorata vita era stato anche un po’ merita della “dolce” stellina, la abbracciò forte e sussurrò un “grazie”. 

Lei arrossì, evidentemente non le capitava spesso di aver a che fare con essere umani di un così bell’aspetto. Poi, fingendo di essere infastidita, lo spinse via, tossì come se volesse ricomporsi, e disse –Il mio compito è terminato e non devi affatto ringraziarmi. Sai perché alla fine ho suggerito alle stelle anziane di ridarti la tua vecchia vita, invece di farti proseguire con la nuova?- terminò la frase con uno sguardo gelido. 

Harry alzò le spalle per dire di non conoscere la riposta. Il ragazzo non riusciva a capire dove la ragazza volesse arrivare. 

-Mi era arrivata la voce che nella vita nuova tu e il tuo gruppetto avreste vinto X-Factor, e la tua arroganza di certo non si meritava un ulteriore premio. Vedi non devi ringraziarmi!- sorrise infine lei, soddisfatta per aver compiuto quel “dispetto”. 

Harry sorrise e la abbracciò nuovamente, poi sussurrandole nell’orecchio disse : -Non credo sia questo il motivo, forse qualcuno è semplicemente gentile ed altruista, ma non vuole darlo a vedere. E forse immaginava quanto io tenessi alla mia vita. Sai, ti confesso un segreto, molti considerano un perdente chi non riesce a vincere, ma io, personalmente, non ho mai desiderato così tanto un terzo posto!   
  
 
 SPAZIO AUTRICE    
Ed eccoci arrivati alla fine della storia. 
Prima di tutto vorrei scusarmi per il tempo che ho impiegato a scrivere questo capitolo, 
ma dato che doveva essere l'ultimo, volevo che fosse scritto per bene. E poi a ritardarmi ci sono stati i soliti impegni scolastici. Il quinto anno è difficile e l'ansia della maturità si fa sentire ogni giorno di più >.<"
In ogni caso, spero di essere riuscita a scrivere un buon capitolo, anche se non mi sento pienamente soddisfatta. Questa fine doveva essere così fin da quando inventai la storia, ma ho paura che non sono stata brava nel descriverla. 

Voi che ne pensate? Vi è piaciuta la fanfic? Vi aspettavate un altro finale?  
Aspetto vostre notizie care\cari lettrici\lettori ;) 
Per finire vorrei ringrazarvi davvero tanto per avermi seguita fino alla fine e niente un bacio a tutte\tutti voi! :* 
 
Eleanor_Herondale

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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