Run away with my heart

di xmiriam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** To watch you, to guide you, through the darkest of your day ***
Capitolo 2: *** Yes. ***
Capitolo 3: *** Expecto Patronum ***
Capitolo 4: *** Learn me right ***
Capitolo 5: *** He changes her too ***
Capitolo 6: *** Take my hand ***
Capitolo 7: *** The Yule Ball ***
Capitolo 8: *** Just a dream ***
Capitolo 9: *** But I always will remember ***
Capitolo 10: *** The way that you are is enough ***
Capitolo 11: *** The Dark Lake ***
Capitolo 12: *** I can feel you behind my eyes ***
Capitolo 13: *** 'Cause I'm tired of feeling alone ***
Capitolo 14: *** Dear Hermione ***
Capitolo 15: *** But the arms of the ocean deliver me ***



Capitolo 1
*** To watch you, to guide you, through the darkest of your day ***


                                                                                    To watch you, to guide you, through the darkest of your days
                                                                                                                                     
      A Giulia a Gloria e ad Anna
Ritornai da Hogsmeade alle venti in punto, era tardi ma mi ero soffermata a bere una Burrobirra e a leggere un buon libro che non mi accorsi neanche che il tempo passava.
Il dormitorio delle ragazze era buio e silenzioso, forse erano scese tutte nella Sala Grande per la cena, ero l’unica là dentro: sfilai dal mio collo la sciarpa amaranto e gialla che richiamava i colori della casa a cui appartenevo e la poggiai sul mio letto, di seguito la mia borsa e infine uscii dal dormitorio e scesi le scale fino alla Sala Grande. I corridoi erano pieni di ragazzi che andavano e venivano; a scuola erano arrivati ragazzi di altre scuole in onore del Torneo Tremaghi: le allieve francesi di Madame Maxime e i maghi della Bulgaria.
Un pomeriggio il Professor Silente tirò fuori dal Calice di Fuoco i quattro nomi dei ragazzi che avrebbero partecipato alle tre sfide: Fleur Delacour, il celebre giocatore di Quidditch Viktor Krum, il valoroso Tassorosso Cedric Diggory e per la prima volta nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il famoso quattordicenne Harry Potter, nonché il mio migliore amico, accusato di aver inserito il proprio nome nel Calice trasgredendo ogni regola. Io sapevo che Harry non si sarebbe permesso di fare una cosa simile, qualcuno l’aveva messo per lui? Non sapevo veramente cosa pensare.
Harry e Ron erano seduti sulla panca davanti al banchetto ad aspettarmi; camminai spedita verso di loro prima di dare un’occhiata alla tavolata delle altre case.
«Miseriaccia, Hermione, tutto il pomeriggio fuori, potevi anche avvertirmi visto che mi avevi promesso che avremo studiato Storia della Magia insieme!» sbottò Ron con aria offesa, io guardavo altrove, diamine come poteva essere che quello che fino a mesi prima detestavo con tutta me stessa adesso mi piaceva da morire? Decisi di non pensarci e mi ricordai che Ron era in attesa di una mia risposta «Emh.. si scusa, Ronald» riuscii a dire solo questo, evidentemente mi ero persa qualcosa? Come mai non mi ricordavo di aver promesso a Ron che avremo studiato insieme? «Fa niente, piuttosto tu dove sei stata tutto questo tempo?» mi chiese un po’ scocciato del fatto che non mi ero ricordata di lui. Io dal canto mio mi sedetti sulla panca accanto a Harry che nel frattempo fissava un punto senza muoversi «A Hogsmeade» risposi senza pensarci su «A Hogsmeade? A fare che?» fece incuriosito «Tu che vai a fare a Hogsmeade, Ron?» tutte quelle domande mi irritavano.
In quel preciso momento Draco Malfoy seguito da Tiger e Goyle si avvicinarono a Harry «Non capisco come il nome di un quattordicenne sia andato a finire in quel Calice di Fuoco» Tiger dietro sfoggiava una spilla che diceva ‘ Tifate per Cedric Diggory e Potter fa schifo ’.  «Si da il caso, Malfoy, che lui non si sarebbe permesso nemmeno di sfiorare il Calice di Fuoco» sbottai spazientita ottenendo una risposta sgradevole «Non osare rivolgermi una sola parola, sporca Mezzosangue» con lo sguardo disgustato, mi limitai a rigirarmi verso il banchetto senza aggiungere altro.
«Non chiamarla così, Malfoy» lo aggredì Ron con uno sguardo un po’ minaccioso
«Oh, Granger, ti sei fatta il fidanzatino?» mi rigirai stizzita dalla sua battuta rivolgendogli un’occhiataccia, lui dal canto suo alzò il sopracciglio destro e sparì, senza dire una parola.
«E’ invidioso, non dare troppo peso alle sue parole, Hermione» mi rassicurò Ron, io abbassai la testa senza aggiungere altro, cosa si aspettava? Che piangessi all’improvviso davanti a tutti? «Oh, Ron, non ti preoccupare per me, ci sono abituata» risposi poi accontentando Ron in attesa di una mia risposta «Giuro che se te lo dice ancora una volta lo uccido».
Harry non disse nulla, non parlò, era turbato quella sera. Finita la cena io e Ginny salimmo insieme per andare nel dormitorio e ci mettemmo a letto con l’intento di dormire, cosa che Ginny fece infatti dopo qualche minuto già dormiva. Io invece non avevo intensione di dormire, pensavo alle parole di Draco Malfoy che stranamente mi turbarono più delle altre volte, non riuscivo a distogliere il pensiero.
Decisi di alzarmi e per la prima volta io, Hermione Jean Granger trasgredii le regole, avevo solo voglia di farmi un giro, tutto qui. I corridoi erano deserti, al contrario di poche ore fa quando li percorsi per arrivare in Sala Grande, mentre camminavo udii il russare sottomesso dei ritratti a me circostanti, poi il silenzio. Ma non durò perché in quel preciso istante dei passi svelti cominciarono ad avanzare in quel corridoio, non avevo idea di chi fosse, ero al buio presi la bacchetta e a bassissima voce sussurrai «Lumos» e la punta di quest’ultima si accese, i passi continuarono ad avanzare sempre più vicini, sempre più vicini, trattenni il respiro, chiusi gli occhi ma in quel momento una voce che conoscevo molto bene mi porse una domanda «Granger? Che cosa ci fai qui?» Draco Malfoy parlò, io aprii gli occhi, ripresi a respirare regolarmente poi alzai la mia bacchetta verso il suo viso e lo vidi davanti a me in attesa che io parlassi «Potrei farti la stessa domanda» cosa ci facevo io lì? E lui cosa ci faceva? «Mi hai fatto prendere uno spavento, credevo fosse uno dei professori» gli confessai, anche lui con la bacchetta accesa alzata in direzione del mio viso «Non sei la sola, se ci scoprono qui passiamo i guai» mi disse, stranamente quella sera Malfoy era molto meno spietato del solito, era pure molto gentile per essere un Serpeverde. Un attimo di silenzio poi decise di parlare «Bene, torna dai tuoi amichetti Granger, io farò la stessa cosa, buonanotte» mi diede una pacca sulla spalla, mi voltò le spalle e riprese a camminare nella direzione opposta «Notte» sussurrai quando già aveva girato l’angolo.
Mi sentii strana, le gambe mi tremavano ero forse anche allegra, cominciai a camminare spedita verso la rampa di scale che salii due alla volta trovandomi la Signora Grassa che ronfava tranquillamente. Mi schiarii la voce, in qualche modo dovevo entrare «Oh, signorina che ci fa qui, nel bel mezzo della notte?» mi chiese insospettita. Dopo giri e giri di parole finalmente entrai e andai a dormire.
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Ciao a tutte questa è la mia prima fanfiction, eh sì è una Dramione:) 
spero vi piaccia,se volete recensite per darmi consigli!
Miriam.

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Capitolo 2
*** Yes. ***


                                                                                                                 YES.
Al mio risveglio, passarono alcuni istanti prima che mi ricordassi dell’accaduto della sera prima. Mi alzai barcollando. Il sole era appena sbucato da dietro le colline verdi. Appena fui pronta uscii dal dormitorio femminile e aspettai Harry e Ron nella Sala Comune. Attesi per dieci minuti buoni quando finalmente la porta del dormitorio maschile si spalancò e da quest’ultima uscirono Harry e Ron.
«Ti dico che è più strana del solito!» disse Ron rivolto ad Harry
«Sì, lo credo anch’io, meglio lasciarla in pace, ci potrebbe aggredire» io in quel momento non sapevo veramente di cosa stessero parlando, mi limitai a tossicchiare e subito dopo ad alzarmi dalla poltrona rossa, loro si voltarono verso di me con un mezzo sorriso stampato in faccia «Di cosa parlavate voi due?» chiesi con un tono indagatore  «Di niente» risposero loro insieme meccanicamente. Ripensandoci bene, però, non è che mi interessava più di tanto. «Andiamo?» ci chiese Harry avviandosi verso il retro del quadro della Signora Grassa, io e Ron ci guardammo e poi lo raggiungemmo.
Nei corridoi, molte delle ragazze di Beauxbatons mi salutavano con un “Bonjour” e io sorridevo a tutte, ogni volta che una di loro mi si avvicinava Ron diventava tutto rosso. Anche gli allievi di Durmstrang non se lo facevano ripetere due volte e ogni volta che li incrociavamo ci salutavano con un sorriso o con il loro “Buongiorno” con un evidentissimo accento bulgaro.
La Sala Grande era già molto affollata e i banchetti colmi di cibo. Camminammo verso Neville e ci sedemmo accanto a lui. Prima di sedermi mi voltai verso i Serpeverde: la solita scena di ogni giorno, Draco Malfoy circondato dai ragazzi della sua casa. Mi guardò e mi sorrise e io feci lo stesso e mi girai subito: Harry e Ron non dovevano sapere niente di quello che era successo pochi istanti prima e non dovevano sapere neanche di quello che succedeva nel mio stomaco, d'altronde Draco era il loro acerrimo nemico dall’inizio dei nostri anni ad Hogwarts.
La prima lezione della giornata sarebbe stata Pozioni ed evidentemente Draco ne era molto felice, perché appena arrivati in aula lui era seduto con Tiger e Goyle che ridevano. Quel giorno decisi di sedermi nella fila di sinistra, secondo banco, lui era qualche posto dietro di me nella fila di destra.
«Malfoy, se la tira troppo» mi intimò Ron «Perché evidentemente se lo può permettere» mi accorsi subito di quello che avevo detto e me ne pentii immediatamente, sgranai gli occhi, non rivolsi lo sguardo né a Harry né a Ron che sicuramente mi stavano guardando torvi. Perché lo avevo fatto? «Te lo dicevo che era strana» bisbigliò Ron a Harry, cercando di non farsi sentire, ma in realtà io avevo sentito tutto però non dissi nulla, decisi quindi di cambiare discorso «Chi inviterete al Ballo del Ceppo?» chiesi facendo finta di nulla, Harry e Ron si scambiarono un’occhiata «In realtà non ci ho ancora pensato» mi rispose Harry «Mmh, nemmeno io» si aggiunse anche Ron, alla nostra conversazione «Vi dovete sbrigare perché mancano poche settimane» li ammonii.
Dopo la fine della lezione del professor Piton uscii in cortile. Il freddo vento di Dicembre pungeva la mia pelle candida mentre camminavo a passo svelto lungo tutto il perimetro del cortile. Fiocchi di neve scendevano silenziosi dal cielo bianco. Mi soffermai ad osservarli con tanta attenzione, niente mi poteva distogliere dalla mia silenziosa meditazione interiore, quando però dopo qualche minuto distolsi il mio sguardo da quel magnifico spettacolo bianco «Bello vero?» Malfoy si insinuò nei miei pensieri «Mi capita spesso di fermarmi a guardare la neve ed è sempre magnifica» spiegai «ma oggi è…» Malfoy mi levò le parole di bocca «Diverso?» mi chiese sorridendo «Sì, esatto» distolsi lo sguardo dai fiocchi e gli sorrisi. Un attimo di silenzio. «In questo ultimo periodo sembra che il mondo si stia rivoltando» mi guardò e io continuai «improvvisamente non mi va più di impiegare tutto il mio tempo a leggere un libro, qualunque argomento riguardi e ora io e Draco Malfoy» lo indicai «parliamo da amici, senza litigare, è molto strano, non credi?» lui sembrava quasi divertito «Si, si, strano, molto strano. Comunque» inarcai le sopracciglia «il vero motivo del perché sono qua è che ti volevo chiedere una cosa» all’improvviso divenne serio, io cominciai a prestargli più attenzione e lo guardai accigliata «Ti andrebbe venire al Ballo Del Ceppo con me?» mi chiese con tanta naturalezza, con quel sorriso stampato sul suo viso che io mi chiesi se stesse facendo sul serio oppure era tutto uno scherzo, dapprima cominciai a ridere ma poi quando vidi che lui non stava ridendo capii che faceva sul serio. Smisi subito di ridere, cominciai ad osservarlo: il suo viso allungato incorniciato dai capelli di un biondo chiarissimo; gli occhi grandi, grigi, magnetici quasi pungenti, la bocca carnosa, che negli ultimi tre giorni non era quasi mai mossa da quel suo solito spalmo di riso sprezzante che la caratterizzava tanto, bensì da un normale sorriso, sincero e maledettamente rassicurante.
Ormai il mio tempo per pensarci era agli sgoccioli, quindi mi affrettai a dare una risposta per evitare –come era solito a fare- di fargli perdere la pazienza «Sì» mi stupii della risposta che avevo dato, l’avevo sempre detestato, dalla prima volta che lo vidi sull’Espresso per Hogwarts, mi aveva attribuito nomi come “Sporca Mezzosangue”, eppure la mia risposta fu chiara e netta “Sì”, due lettere, una parola, una cortissima parola che fu fatale che delimitò l’inizio. «Sì?» mi chiese, era stupito anche lui «Sì, perché no?» gli dissi, che male c’era? Per una volta avrei lasciato da parte la guerra ancora aperta tra i membri della sua casa e quelli della mia «Magnifico!» concluse la sua affermazione con un sorriso a trentadue denti e lo stesso feci io. «Io vado, ci vediamo in giro, Granger» mi fece un cenno con la mano «Oh, sì certo, ciao Malfoy!».
Il desiderio di urlare tutto ai quattro venti cominciava a farsi sentire, ero felicissima, avevo un compagno per il ballo ed ero la ragazza più felice di Hogwarts, ma una domanda mi frullò nel cervello: avrei potuto fidarmi? Ma soprattutto, Harry e Ron cosa avrebbero detto? 
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Ciao a tutti, 
questo è il secondo capitolo della mia fanfiction Dramione
spero vi piaccia,
se vi va lasciate una recensione ed esprimete il vostro parere.
Un bacio
Miriam.

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Capitolo 3
*** Expecto Patronum ***


                                                                                                    EXPECTO PATRONUM
La lezione di Trasfigurazione era iniziata da più di un quarto d’ora. Guardavo la McGranitt e annuivo facendo finta di ascoltarla, ma in realtà era come guardare un film muto, lo sguardo era lì, ma la testa era altrove, forse a Draco? Sì, era proprio lì già da ore, forse anche mesi. Uscii dall’aula dopo un’ora che sembrò un secolo, Harry e Ron dietro di me, eravamo pronti per andare alla Sala Grande per il pranzo. 
«Ho bisogno di una ragazza per il Ballo» disse Ron cercando di auto convincersi di quello che doveva fare «Hermione…» mi girai verso di lui annuendo «Tu sei una ragazza, puoi accompagnarmi tu?» mi chiese e io risposi «Me l’ha già chiesto qualcun altro, e io ho detto di sì» lui ed Harry mi fissarono «Chi?» mi chiesero all’unisono e arrivati a quel punto avrei dovuto dirglielo, ma perché era così difficile? Istante di silenzio, mi permisero di elaborare la mia risposta nel migliore dei modi ma non ci fu bisogno di dare una risposta perché una persona da dietro parlò prima di me  «Io» rispose Draco al posto mio, ci aveva già raggiunto ed era accanto a Harry. A giudicare dalla faccia Ron non era affatto convinto, mi rivolsero uno sguardo come a chiedermi se fosse vero e io annuii sorridendo «A dopo» Draco mi sorrise poi guardò Ron e Harry con un’espressione di disgusto e si unì ad un gruppo di Serpeverde che passava di lì.
«Hermione, non puoi» sbottò Harry, dopo essersi assicurato che fossimo da soli «Certo che posso» risposi «lui è cambiato, Harry» gli intimai, alla nostra conversazione si unì anche Ron «Draco Malfoy? Cambiato? Oh, Hermione, io non ne sarei poi tanto sicuro» poi continuò «No, Hermione, ha ragione Harry, non puoi» sentenziò, lo guardai torva, il suo comportamento cominciava a darmi fastidio  «Chi sei tu per decidere? Mio padre?» gli gridai e corsi via senza aggiungere altro.
Entrai in Sala Comune per l’ora di pranzo, Harry e Ron mi seguivano e io distavo da loro qualche metro. Mi sedetti sulla panca accanto al nostro tavolo con disinvoltura, come se non fosse successo nulla, ci sedemmo senza aggiungere una parola, sembrava che avessero letto nella mia mente, che avessero capito che non volevo discutere con loro di quella faccenda, che quello che avevo deciso era una mia scelta e non una loro. Dopo qualche istante di fastidioso silenzio il soffitto Incantato della Sala Grande si riempì di gufi che andavano e venivano. Il gufo mi portò solo il Profeta  del giorno, a Ron arrivò un pacco contenente un vestito da cerimonia del 2 a.C e io cercai di trattenermi ma non ci riuscii e scoppiai in una fragorosa risata.
«Hermione, non ridere delle disgrazie altrui» mi disse Harry tra una risata e l’altra «Che spiritoso» disse Ron con una smorfia sarcastica sul volto. Tutta la tensione di pochi minuti prima svanì improvvisamente.
Alle tre salimmo nella sala comune e nel tragitto continuammo a parlare tutto il tempo del vestito da cerimonia femminile «Non è poi tanto male» disse Ron sulla difensiva, poi si guardò allo specchio sopra la mensola del camino nella sala comune e aggiunse «…ma che dico, è orrendo!» si accasciò sulla poltrona sconsolato «Al Ballo ti scambieranno per la zia di Ginny» dissi ridendo.
La sera, dopo cena, io, Ron e Harry ci sedemmo sulle poltrone rosse davanti al camino della sala comune. Fuori era buio e la stanza era illuminata solo dal fuoco che vi scoppiettava dentro. Io ero completamente distratta e anche molto stanca. Harry e Ron discutevano delle famiglie Mezzosangue e Purosangue con la convinzione che io li stessi ascoltando «…Malfoy, vero Hermione?» mi chiese Ron con un sorriso beffardo sul volto «Oh, ragazzi, ancora con quel discorso?» risposi stufa  «dateci un taglio» continuai decisa «Ti ha insultata e offesa, ora improvvisamente l’hai perdonato?» mi gridò contro «Hermione, non lo fare ti può portare a strade sbagliate» continuò sempre gridando e io mormorai «Tu non capisci» e abbassai la testa cominciando a torturarmi le mani «Hermione, Ron ha ragione» intervenne Harry. Le lacrime scorrevano sul mio volto, avevo ancora i loro sguardi puntati addosso e non volevo restare lì un minuto di più. Mi alzai dalla poltrona e mi avviai a passo spedito verso l’uscita.
«Hermione!»
«Hermione!»
Non ascoltai nessuno e continuai a camminare nel corridoio apparentemente vuoto. C’era buio, presi la bacchetta e la accesi, ripresi a camminare verso la Torre di Astronomia. Arrivata lassù mi potei sfogare senza che nessuno mi guardasse.
«Che ci fai quassù?» Draco si rivelò nel buio «…ma stai piangendo?» mi chiese cercando il mio volto, io dal canto mio mi asciugai gli occhi con la manica e scossi il capo «Tutto bene?» mi chiese scostandomi il braccio lasciando che mi potesse scorgere il mio volto, annuii e poi gli sorrisi.
«Che ci fai qui?» gli chiesi tirando su col naso «Non riuscivo ad addormentarmi» annuii e poi continuò «Tu che fai qui sopra?»  «Niente, credo di essere scappata dalla sal…» fui interrotta da Gazza «STUDENTI FUORI DAL LETTO!» sbraitò «Mi sa che devo portarvi dritti dal Preside» ci prese per un braccio e ci trascinò fino al gargoyle di pietra davanti allo studio del Preside.
«Credo che un giro nella Foresta Proibita con Hagrid non vi farà male» sentenziò il professor Silente «Ma fuori nevica, professor Silente» protestai «Appena lo verrà a sapere mio padre vi farà sbattere tutti ad Azkaban» gridò Draco, poi Gazza ci prese di nuovo per le braccia e ci portò giù per le scale fino al cortile e poi fino a casa di Hagrid.
«Questi studenti erano fuori dai loro rispettivi dormitori, un bel castigo non gli farà male» Gazza avvisò Hagrid con un ghigno sul viso.
Appena entrati ai limiti della Foresta, un aria gelida mi ghiacciava i polmoni: non era il solito freddo umido che c’era di solito quando nevicava, era un freddo secco che penetrava all’interno della pelle.
Ci dividemmo: io e Draco da una parte e Hagrid e Thor dall’altra. Io e Draco cominciammo a camminare verso l’interno della Foresta e il clima gelido aumentava ogni passo che facevamo. Ci fermammo accanto a un lago ghiacciato e solo dopo qualche minuto ci accorgemmo che eravamo circondati da Dissennatori che vagavano a mezz’aria con le braccia putrefatte lungo il corpo. Mi affrettai a prendere la bacchetta e a urlare l’incantesimo che ci avrebbe liberato da quelle creature
«Expecto Patronum» e dalla mia bacchetta sbucò una lontra d’argento che danzava nell’aria e i Dissennatori si ritirarono.
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Ciao a tutti:)
Questo è il mio nuovo capitolo che secondo me è venuto malissimo,
però spero lo stesso che vi piaccia:)
Se volete recensite per darmi un  vostro parere o un consiglio,
io sarò molto felice, perché mi aiuterebbe molto!
Un bacio!
Miriam.


 

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Capitolo 4
*** Learn me right ***


                                                                                                            LEARN ME RIGHT
«Da quando sai evocare un Patronus?» mi chiese Draco subito dopo che salutammo Hagrid e ci avviammo verso il castello «Me l’ha insegnato Harry» risposi alzando le spalle «Potter sa evocare un Patronus?» «Sì, se no come si difenderebbe dalle masse di Dissennatori che lo seguono costantemente?» lui annuì.
Arrivati nel castello salimmo le rampe di scale che portavano alla sala comune del Grifondoro e dato che quella del Serpeverde si trovava nei sotterranei, non ci misi molto a comprendere che mi stesse accompagnando. Durante tutto il tragitto facemmo una lunga conversazione riguardante i Patroni e scoprii che Draco era molto affascinato da quelle creature d’argento
«Posso insegnarti io a produrne uno» gli proposi sfoggiando un gran sorriso «Lo faresti davvero?» mi chiese guardandomi accigliato «Certo! Anche domani se vuoi»  «Grazie, Granger» sorrise e mi diede una pacca affettuosa sulla spalla sinistra «A domani, buonanotte» lo salutai sorridendo «E grazie per avermi accompagnata» esclamai quando lui già si era girato per scendere le scale «Sarà sempre un piacere per me» si girò e poi mi sorrise e poi continuò «’notte».
Entrai nella sala comune trovandomi sotto gli sguardi preoccupati di Ron e Harry che erano seduti sul divano rosso davanti al camino come li avevo lasciati.
«Dove sei stata tutto questo tempo?» mi sgridò Ron «Credevamo fosse questione di pochi minuti» disse Harry «ti abbiamo cercata sulla Mappa del Malandrino» continuò «Mi hanno scoperto sulla Torre di Astronomia… ci hanno scoperti» spiegai  «Ci?» fece Ron incuriosito «In realtà c’era anche Draco Malfoy sulla Torre» li avvertii con tranquillità. «Malfoy?!» mi chiesero Harry e Ron meccanicamente «Sì, esatto, ora, se non vi dispiace io andrei a letto, prima che a qualcuno di voi non venga in mente di elencarmi i motivi per cui non dovrei andare al Ballo con lui» incrociai le braccia al petto e camminai a testa alta verso la porta del dormitorio femminile e prima di chiudermela alle spalle mormorai: «Buonanotte».
L’orologio del dormitorio segnava l’una meno venti ed ero molto stanca quindi nel momento in cui mi misi a letto caddi in un sonno profondo.
La sveglia sopra il comodino di Ginny squillò e io saltai in aria e a malincuore mi alzai dal letto e aprii le tende: il cielo quel giorno era di un bianco accecante e le civette volavano libere e felici.
«Ginny» la chiamai scuotendola e la sua risposta fu un sonoro e tormentato ‘mmmh’.
Scesi le scale che portavano alla Sala Grande, si prospettava un giorno noioso, per non parlare di tutte le ore passate a spronare Harry a dare il meglio nella Seconda Prova che sarebbe stata due giorni dopo. “Ce la farai” continuavo a ripetergli imperterrita come se riuscissi a concludere qualcosa.
Mentre camminavo per il corridoio di ritorno dalla biblioteca sentii sussurrare il mio nome: «Granger!» lo sentii più forte e poi ancora più forte, mi ferma, stetti immobile in attesa del bisbiglio ma come per risposta, una mano uscì dal retro di una tela mi afferrò per il polso e mi tirò dietro quell’enorme quadro sul cavalletto: mi ritrovai davanti Draco «Mi avevi detto che oggi mi insegnavi ad evocare un Patronus» mi sussurrò «Beh, allora andiamo» gli risposi stringendomi nelle spalle, Draco sorrise improvvisamente, mi prese per la mano destra e cominciò a correre per il corridoio pregandomi di fare non gridare e di fare piano.
Arrivammo davanti un muro, io e lui fianco a fianco senza dire nulla: chiuse gli occhi e respirò profondamente; dopo qualche secondo una porta sorse dal nulla, Draco la aprì ed entrammo dentro una stanza stracolma di oggetti, rimasi meravigliata davanti a quell’ambiente che Draco definì la Stanza delle Necessità.
Presi la mia bacchetta e lui fece lo stesso, mi spostai per avere a disposizione maggior spazio, mi preparai e dopo una manciata di secondi agitai la bacchetta e gridai 
«Expecto Patronum»  e da questi –come successe la sera prima- ne uscì la lontra d’argento che cominciò a trotterellare nell’aria. Abbassai la bacchetta sorridendo mentre la lontra ondeggiava ancora a mezz’aria.
«Pensa a qualcosa di felice» gli spigai, lui alzò la bacchetta, chiuse gli occhi e la agitò: non ne uscì niente; mi guardò deluso «Riprova, pensa più intensamente alla cosa che ti rende la persona più felice del mondo» sorrisi e feci un passo indietro in attesa. Ci riprovò: chiuse gli occhi, agitò la bacchetta e da quest’ultima uscì un lupo bianco che mi girava intorno e ululava. Draco aprì gli occhi e sorrise: era molto soddisfatto del suo lavoro, si mise le mani sui fianchi e ammirò il suo lupo.
«Grazie, se non ci fossi stata tu non sarei riuscito» mi disse mentre stavamo facendo la strada di ritorno verso i corridoi «…ho una domanda da farti, però» e io annuii continuò «A cosa pensi quando produci il tuo Patronus?» mi chiese incuriosito «Ai miei amici, alla mia famiglia, a questa scuola» risposi, annuì e sorrise «e tu hai cosa pensi?» gli chiesi, smise per un attimo di camminare e io non potei far altro che fermarmi «A te» rispose con un sorriso, sincero «Davvero?» chiesi sbalordita «Mi hai detto di pensare alla cosa che mi rende la persona più felice del mondo» disse semplicemente.
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Ciao a tutti ragazzi, 
questo è il mio nuovo capitolo!
E' un po' più corto delle altre volte perché per ora non sto molto al pc
Spero vi piaccia 
se volete recensite per darmi un vostro parere o un consiglio:)
Prima di andare volevo dirvi di dare un'occhiatina a un video Dramione che potete vedere cliccando
 qui :)
un abbraccio
Miriam.


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Capitolo 5
*** He changes her too ***


                                                                                                  HE CHANGES HER TOO
«Mi hai detto di pensare alla cosa che mi rende la persona più felice del mondo» disse semplicemente «e questa è la verità Granger, tu mi rendi la persona più felice al mondo» lo guardai negli occhi, gli sorrisi «Mi domandavo se un Serpeverde e una Grifondoro come noi due, siano mai andati d’accordo» mormorai «Io ho sempre pensato di no, ma evidentemente non è così» rispose stringendosi nelle spalle e prima che io potessi aggiungere altro, mi baciò e tutto il mondo attorno a me sparì, era tutto buio, solo io e lui in questo spazio immenso e vuoto; sotto i miei piedi non c’era più il pavimento, attorno a me non c’era più niente solo il suo braccio attorno alla vita che ero sicura che se mi avesse lasciato sarai caduta, forse a terra o forse nel vuoto: cadere significava perdermi, rimanere sola. Ci separammo da quel bacio durato qualche minuto solo perché Harry, Ron, Neville e Ginny passarono da quel corridoio e ci videro: Ron emise una specie di grugnito, Harry si schiarì la voce, Neville scappò via e Ginny rimase lì a guardarci. Draco imbarazzato si girò verso di loro e bisbigliò qualcosa tipo ‘io vado’, fece un cenno con la mano, mi sorrise e scappò via percorrendo tutto il corridoio.
Mi avvicinai ai tre rimasti, Ron aggrottò le sopracciglia «Cosa ti è saltato in mente?» gridò «Non è affar tuo, Ronald» incrociai le braccia al petto «Non sai quello che fai, Hermione» disse scuotendo il capo «Io so sempre quello che faccio» risposi gelida, non osavo neanche guardarlo negli occhi «Hermione, non lo puoi fare» continuò, dietro di lui, Harry e Ginny continuava a ripetergli di darci un taglio «Ronald Weasley, tu non sei nessuno per dirmi quello che devo o non devo fare» gridai in risposta «Questa è una mia scelta, voi –tu e Harry- non c’entrate niente» Harry e Ron si scambiarono un’occhiata «Hermione, da quando si dice che Tu-Sai-Chi è tornato, la famiglia Malfoy sarà la prima a bussare dietro la sua porta; ti porteranno dalla loro parte!» sbraitò «Non lo farebbero mai, io sono “la sporca Mezzosangue”, Ron» un’altra occhiata tra Ron e Harry e a questa si unì anche Ginny «Quando succederà noi non saremo lì con te, ricordatelo» disse puntandomi un dito addosso «Bene» sentenziai «Bene» ripeté «BENE!» gridai e corsi via.
Correndo per il corridoio ripensai a tutte le parole di Ron ‘ti porteranno dalla loro parte’ per non parlare poi di tutte quelle volte che mi avevano detto di non farlo, di non fidarmi, ma una domanda mi tornava sempre in mente quando io riportavo i miei pensieri là: avevano ragione? Mi avrebbero portato con loro? Sarei diventata come loro?
A ora di cena, scesi giù in Sala Grande, non c’erano molti studenti, presi il primo posto nel tavolo dei Grifondoro
«Tutto bene, Granger?» mi chiese Draco annuii, mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò. Rimasi immobile davanti a tutti gli sguardi dei ragazzi al tavolo con me perché era molto strano per loro vedermi andare d’accordo con Draco Malfoy, gli studenti di Grifondoro e di Serpeverde si detestavano di principio. Ma in realtà stavo sostituendo i miei amici con il loro più grande nemico, avevo paura del giudizio dei miei migliori amici e dall’altra parte del conflitto avevo paura di non essere abbastanza davanti a Draco e ai suoi amici Serpeverde; mi sentivo una codarda: i miei migliori amici c’erano sempre a sostenermi nelle mie situazioni difficili e ora che avevano bisogno loro di me io ero andata via.
Dopo la cena parlai di nuovo con Harry «Hermione, stai bene?» mi chiese «Certo, sono stanca, vado a dormire, ‘notte» «Buonanotte» mi gridò quando io già stavo camminando spedita verso le scale che portavano al quadro della Signora Grassa. La sala comune era affollata di ragazzini del primo e del secondo anno: salutai la maggior parte di questi e salii nel dormitorio.
Buttai tutto sul mio letto: dal mantello nero alla cravatta a righe amaranto e rossa e poi, dopo essermi messa sotto le coperte del mio letto, mi addormentai.
Immagini offuscate cominciarono a vagare davanti ai miei occhi e poi diventarono sempre più chiare.

Camminavo lungo un vialetto buio e deserto e in fondo a questo vialetto, ergeva un maestoso cancello, arrivata davanti a quelle sbarre, automaticamente si aprirono sferragliando: nessuno era venuto ad aprirmi e nessuno era dietro il cancello ad aspettarmi. Percorsi il resto del vialetto e l’inferriata si chiuse alle mie spalle: davanti a me sorgeva un edificio imponente. Entrai da un portone nero con un battente a forma di serpente, aperto da un uomo basso e tozzo che io riconobbi come Peter Minus e subito dopo, mi condusse in una sala enorme con un camino mastodontico e un tavolo longilineo e ai lati di questo tavolo parecchie persone tra cui Draco, Narcissa e Lucius Malfoy, il professor Severus Piton, Fenrir Greyback Bellatrix Lestrange e a capo tavola una figura mostruosa mai vista prima: un uomo con una faccia serpentesca. Sentivo di provare una forte devozione per quell’uomo di cui non conoscevo l’identità.
«Hermione, ti aspettavamo, accomodati» mi invitò l’uomo-serpente, non avevo idea di chi fosse, mi faceva un po’ di paura: gli occhi iniettati di sangue, labbra inesistenti e due fori al posto del naso, devozione e affetto continuavano a crescere in me. Presi posto accanto Draco che mi sorrise incoraggiante, era tutto un po’ strano, ovattato «Allora, Hermione, che notizie ci porti?» mi chiese l’uomo spaventoso «Spiacente, Mio Signore ma loro stanno cominciando a non fidarsi più di me» sussurrai abbassando lo sguardo, mi stupii però del nominativo che gli avevo dato “Mio Signore” e prima che potesse esitare aggiunsi «Ma mi offro io stessa a catturarlo e a consegnarglielo, Signore, può contare su di me, ogni cosa per Lord Voldemort» quell’uomo spaventoso era lui, Lord Voldemort ma io non mossi neanche un muscolo, ero devota a quell’uomo e la cosa mi spaventava non poco. Poco dopo Voldemort acconsentì facendo un cenno con la mano bianca e lunga e seduta davanti a me, Bellatrix Lestrange, alzò gli occhi al cielo, tra tutti i Mangiamorte di Lord Voldemort lei era la più fedele, lei provava immenso amore per il Signore Oscuro come nessuno dei suoi fidati servi. «Sono sicuro che ce la farai, Hermione» sorrise Voldemort e sorrisi anch’io.

Le immagini cominciarono ad offuscarsi e poi vidi Ron ‘Ti porteranno dalla loro parte’ gridava e poi il buio, trasalii e mi svegliai con il respiro corto.
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Ciao a tutti ragazzi, scusate il ritardo,
questo è il mio nuovo capitolo
spero vi piaccia ;)
Se volete lasciate una recensione per farmi sapere che ne pensate!
un bacio,
Miriam.

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Capitolo 6
*** Take my hand ***


                                                                                                         TAKE MY HAND
Il solo pensiero di alzarmi dal mio letto mi distruggeva, ma ahimè dovetti farlo. Mi alzai dal letto, aprii le tende e per la mia felicità fiocchi di neve leggeri, scendevano elegantemente dal cielo; mi massaggiai la fronte socchiudendo gli occhi e mi ricordai che era la Vigilia di Natale. Spalancai gli occhi incredula di quanto tempo fosse passato dalla Prima Prova del Torneo Tremaghi, una settimana era volata e io non avevo neanche un vestito per il Ballo che sarebbe stato la sera stessa.
Appena fui pronta, presi dal tavolo della sala comune i pesanti tomi che tenevo costantemente sulle braccia, uscii dal retro del quadro della Signora Grassa e mi diressi in biblioteca per posare i libri che avevo tra le braccia e prenderne altri. I volumi librarono e si andarono a posizionare nei loro rispettivi scaffali, poi mi sedetti su un banco e cominciai a fare i miei compiti su una pergamena; quella era la cosa che mi piaceva fare di più, soprattutto nelle ore di buco, l’odore di quella sostanza nera e appiccicosa mi faceva ricordare terribilmente le mie ore passate in biblioteca con Harry e Ron, mi faceva ricordare a quanto mi mancassero le implorazioni di Ron ogni volta che non gli permettevo di copiare i compiti, mi faceva ricordare a tutte quelle volte che mi sentivo sconfortata e mi chiudevo nel mondo dei libri e mi faceva ricordare che solo quello mi poteva davvero rassicurare. Era strano avere un’ora vuota perché io cercavo di occupare il mio tempo con tutte le lezioni che esistevano a Hogwarts anche perché ai professori  -essendo la studentessa più brava del mio anno- non dispiaceva avermi sempre in mezzo ai piedi: in Babbanologia la professoressa Burbage mi faceva sempre intervenire per raccontare le abitudini dei Babbani (anche tutti gli altri Nati Babbani di quel corso intervenivano spesso); in Antiche Rune ero molto brava a tradurre; seguivo Cura delle Creature Magiche solo perché Hagrid era il professore; riguardo Divinazione non ero molto appassionata di quella materia e considerato che la professoressa Cooman era un’impostora, smisi di seguire le sue lezioni dopo il terzo anno a Hogwarts; infine Aritmanzia che essendo la mia materia preferita seguivo con piacere e la considerai “la materia più difficile che esista”. Un grande aiuto, me lo dava anche il Giratempo che la professoressa McGranitt mi aveva affidato il primo trimestre del terzo anno, così mi veniva più facile seguire tutte le lezioni.
Al suono della campana mi alzai di scatto facendo cadere tutti i miei libri a terra e facendo un gran fracasso: mi affrettai subito a raccoglierli, mi alzai con disinvoltura e mi avviai verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, materia obbligatoria per tutti gli studenti e lì avrei affrontato Harry e Ron: mi feci coraggio e arrivai davanti l’aula di Difesa: una fila molto lunga di studenti del quarto anno era davanti la porta e io mi accodai aspettando che il professor Moody ci permettesse l’ingresso nell’aula, infatti, il professore, uscì dalla classe e ci fece entrare a tutti, con il suo occhio roteante che faceva anche un po’ ridere «Buongiorno a tutti» biascicò «Buongiorno professor Moody» pronunciammo noi all’unisono mentre lo sfregare insistente delle sedie sul pavimento annunciavano che tutti gli studenti stavano prendendo posto. Io, con il mio abituale primo banco, iniziai a prendere il libro che abitualmente era sempre alla pagine delle maledizioni perché il professor Moody era un uomo strano e brusco e le sue lezioni rudi ed eccentriche erano la prova di tutto questo; lui ci preparava alle maledizioni e molte volte ce le faceva eseguire su degli animali. La solita ora di Difesa terminò. Uscii dall’aula al  suono preciso della campana «Hermione!» qualcuno mi chiamava, mi girai per vedere chi fosse: Ron e Harry mi fecero un cenno con la mano chiedendomi di raggiungerli «Ciao, Hermione» sorrise con impaccio e Harry lo spinse in avanti per venirmi in contro «io ci ho pensato e ho capito che devi farle tu le scelte, non noi, quindi non ci pensiamo più» farfugliò «ce l’hai ancora a morte con me?» a me venne da ridere, la sua insicurezza mi faceva sorridere e senza i miei due migliori amici non sarei andata avanti, stetti in silenzio però ma chiaramente a Ron non piacque questo mio gesto quindi sbraitò «Miseriaccia, Hermione, dimmi qualcosa!» mi misi a ridere «No, Ronald, non sono arrabbiata con te» dichiarai, Ron cacciò un sospiro e poi si girò verso Harry che gli alzò un pollice sorridendo «Oh, dai venite qui tutti e due» dissi affettuosamente mentre aprivo le braccia accogliendoli in un grande abbraccio, in fondo non ero mai stata arrabbiata con loro e non lo sarei stata mai. Quando ci separammo da quell’abbraccio mi sentii più leggera, come se pochi minuti prima avessi un peso nello stomaco.
Alle dodici e mezza io insieme a Harry e Ron ci recammo nella Sala Grande per il pranzo; Ron cominciò a giustificarsi del fatto che lui e Harry non avevano ancora una ragazza per il Ballo di quella sera stessa, perché le ragazze “camminavano tutte in branco e una da sola non si poteva trovare” quindi avevano dato una conclusione a quella caccia disperata. Io dal canto mio avevo altri problemi da risolvere come quello del vestito.
Nel tardo pomeriggio, quando le lezioni furono tutte terminate, cominciai a prepararmi e per mia fortuna Ginny mi prestò un abito di un morbido tessuto color pervinca (allargai quel vestito con un incantesimo). Poi mi sistemai i capelli con un nodo elegante dietro la testa­ e dopo che Ginny mi convinse che non dovevo imbarazzarmi e dovevo mostrarmi disinvolta, mi decisi a uscire dalla sala comune dei Grifondoro dirigendomi verso la Sala Grande dove si sarebbe tenuto il Ballo del Ceppo. Arrivata fino all’ultima rampa di scale, avvistai molti degli studenti dal quarto anno in su e alcuni anche del terzo tra cui Harry con Parvati Patil, Neville in attesa di Ginny, Fred Weasley e Angelina Jonhson, Fleur Delacour con il suo compagno Roger Davis di Corvonero e infine un gruppo di sei ragazzi: Blaise Zabini, Tiger, Goyle, Astoria Greengrass, Pansy Parkinson e Draco Malfoy inizialmente distratto a sparlare di tutte le persone possibili e immaginabili che passavano davanti a loro: un gruppetto alquanto chiuso, dato che molti dei Serpeverde invitarono ragazzi e ragazze delle altre Case e alcuni fortunati riuscirono a chiederlo agli studenti di Durmstrang o alle alunne di Beauxbatons. Scesi il primo scalino il secondo e poi il terzo molto lentamente e quando mi accorsi che avevo già attirato gli sguardi della maggior parte dei miei compagni lì giù, scesi più spedita tutti i gradini che rimanevano per arrivare fino al portone di quercia della Sala Grande. Draco si accorse di me quando Zabini lo scosse leggermente facendo sì che si girasse verso l’ultima rampa di scale che separava la Sala Grande dal resto del castello. Arrivata all’ultimo gradino sorrisi a Harry e poi salutai Draco che mi diede il braccio così potemmo varcare il portone della Sala Grande insieme dove il grande camino acceso illuminava gran parte della sala immensa e l’albero di Natale sorgeva al centro di essa con tante luci. Quando vidi Ron, la sua espressione fu subito torva ma poi dopo averlo fulminato con lo sguardo mi sorrise e si strinse nelle spalle: accanto a lui Padma Patil mi fece un cenno con il capo in segno di saluto. Era strano vedermi insieme a Draco Malfoy, era strano per tutti anche per i professori  «Granger? Malfoy?» ci intimò la professoressa McGranitt basita «Professoressa McGranitt» la salutò Draco con un inchino. «La sai fare bene la parte del reale, Malfoy» gli dissi io ridendo, dopo che mi fui assicurata che la McGranitt era andata via «Io non faccio la parte del reale, io sono un reale» dichiarò Draco a testa alta trattenendosi un po’ dal ridere, io dal canto mio non mi trattenni gli scoppiai a ridere in faccia.
TO BE CONTINUED… 
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Ciao a tutti ragazzi,
mi dispiace tantissimo di non aver scritto come si è svolta la serata,
ma il capitolo si stava facendo troppo lungo e avevo paura di annoiarvi,
ma mi farò perdonare ;)
Hermione e Draco sono troppo carini in questo capitolo ahah!
Ma passando dall'altra parte (ahahahah) mi sono "innamorata" dell'attrice che fa Pansy Parkinson in HP6-7 
Scarlett Byrne è bellissimaaaa!
Con questo vi mando un bacio 
e spero che mi scriviate qualche recensione anche dove mi dite che faccio schifo ahah
Miriam.

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Capitolo 7
*** The Yule Ball ***


                                                                                                        THE YULE BALL
Ormai tutti gli studenti dal terzo al settimo anno di tutte le case erano arrivati a grandi gruppi in Sala Grande e i Campioni del Tremaghi si cominciavano a preparare per aprire le danze con i loro rispettivi compagni. Io e Draco inizialmente ci sedemmo in due sedie libere ai lati della pista da ballo dove la McGranitt e il professor Silente cominciarono a eseguire passi di valzer con i Campione dietro, così Fleur Delacour e Roger Davis, Viktor Krum e Astoria Greengrass, Cedric Diggory e Cho Chang e Harry Potter e Parvati Patil aprirono le danze. Inizialmente noi ci mettemmo un po’ da parte e ci sedemmo a un tavolo vicino a tantissime allieve di Beauxbatons, per la maggior parte tutte Veele: ragazze con dei bei lunghi capelli biondi fluttuavano ovunque, la mia autostima scendeva sempre di più ogni volta che una di queste dava un colpetto alla folta chioma d’oro, e come se non bastasse ogni ragazzo che passava di là, rimaneva folgorato, ma era purtroppo non si poteva evitare, perché era pur sempre uno dei maggiori poteri di quella specie e quindi domandai a Draco: «Mi chiedevo se saresti riuscito a portare al Ballo una di quelle» indicai le mezze Veele; Draco scoppiò in una sonora risata e poi obiettò: «Sarebbe stato troppo facile» mi sorpresi della sua risposta, troppo facile? Era molto presuntuoso, ma sicuramente ci sarebbe riuscito, insomma, lui era Draco Malfoy, voleva ottenere tutto e tutto otteneva. «Facile?» domandai «Sono molto ambizioso, Granger» alzai gli occhi al cielo «perciò cerco sempre di avere il massimo, l’irrealizzabile» si strinse nelle spalle «L’irrealizzabile? E io sarei questo irrealizzabile?» proferii alzando il sopracciglio sinistro «Sì». Passarono un po’ di minuti prima che ricominciassimo di nuovo a parlare e in questo frangente occupai la mia mente a osservare i capelli ben pettinati di Hagrid in compagni di Madame Maxime e ogni volta che l’alta signora  sfiorava la pelle del mezzo gigante, saltavano fuori, sul viso di quest’ultimo, dei grossi pomelli rossi.
«Ma sei sicuro?» domandai ricollegandomi alla conversazione precedente «Sicuro di cosa?» esordì distogliendo lo sguardo dalla pista da ballo «Sicuro che io sia l’irrealizzabile» obiettai «Nessuno è mai stato più sicuro di me, Granger» dichiarò, sorrise e ritornò a contemplare la pista da ballo «Insomma, con quella storia dei Mezzosangue e dei Purosangue…» presi un sorso di succo di zucca e mi capacitai che non trovavo le parole come spiegarlo; distolse di nuovo lo sguardo «Credo che sia venuto il momento di darci un taglio» affermò «Fin da piccolo mi è sempre stata riferita l’importanza di essere Purosangue, mi hanno sempre insegnato a guardare con disprezzo i Nati Babbani, i Mezzosangue, i traditori del proprio sangue; i Weasley per esempio, perché loro sono inferiori, “meno pregiati”. Ecco con chi sono vissuto in questi lunghi quattordici anni; ma ora ho deciso di darci un taglio, penso che questo non mi porti da nessuna parte: voglio dire, sono tutte sciocchezze quelle che mi hanno insegnato.» confessò e io ero veramente stupita «Non mi sarei mai aspettata un discorso del genere da te, Malfoy» gli affermai guardandolo accigliata «Sono veramente commossa» aggiunsi con tono ironico, lui alzò le sopracciglia «No, sul serio» dissi ridendo «Non te lo saresti mai aspettata perché io sono troppo orgoglioso per pensare al bene delle altre persone» rispose con fare altezzoso ma con una punta di sarcasmo «No, tu sei perfido» lo presi in giro ridendo «Sì certo, ora se non le dispiace, signorina Granger, vuole ballare con me?» mi chiese porgendomi la sua mano bianca come il resto della sua carnagione «Se proprio devo, per una volta farò uno sforzo e passerò al Lato Oscuro» presi la sua mano e ci avvicinammo al centro della Sala Grande dove Neville e Ginny, Hagrid e Madame Maxime, Krum e Astoria Greengrass, Zabini e la Parkinson e la professoressa McGranitt e il professor Silente ballavano. Ci unimmo anche noi e come i rispettivi direttori delle Case ci avevano insegnato qualche giorno prima, cominciammo a ballare il valzer. Dopo qualche minuto ci affiancarono Padma Patil e Ron con il suo vestito da cerimonia che gli aveva mandato via gufo la signora Weasley e di cui Draco scoppiò a ridere, Ron lo guardo torvo con gli occhi ridotti a fessure, per cui ci fermammo e ci sedemmo ad un altro tavolo perché quello di prima era stato occupato da Fleur Delacour e dal suo compagno Corvonero.
«Weasley un tantino suscettibile» proferì Draco «Non sai cosa ha fatto quando ha saputo che mi avevi invitata, era fuori di sé, evidentemente è geloso» raccontai «Weasley è geloso di me?» reclamò stupito «Penso proprio di sì» confessai bisbigliando, lui dal canto proprio aggrottò la fronte «Avanti, Draco, chi non sarebbe geloso di te se non fossi arrogante, meschino e Serpeverde?» riconobbi alzando un po’ il tono della voce sulla parola “Serpeverde” «Grazie per il conforto» disse ironico, scoppiai a ridere attirando gli sguardi di tutti e non solo ci guardavano perché io avevo riso troppo forte, ma anche perché la Granger era in compagnia di Draco Malfoy e sarebbe stato un pettegolezzo assoluto per Lavanda Brown, Romilda Vane, le gemelle Patil e la loro combriccola, infatti si un risolino uscì fuori dalla bocca di Romilda che bisbigliava all’orecchio di Lavanda come se non lo facevano già abbastanza durante tutta la giornata scolastica. «A quanto pare anche la Vane ci trova qualcosa di divertente» disse Draco indicando le ragazze troppo indaffarate a spettegolare per girarsi e verso di noi e accorgersi che anche noi stavamo parlando di loro: accanto a loro Seamus Finnigan e Dean Thomas che evidentemente stavano rimuginando sull’errore più grande della loro vita: invitare al Ballo del Ceppo la Vane e la Brown.
«Ehi, Granger ti chiama Dean Thomas!» strillò Draco scuotendomi: mi alzai dalla sedia accanto a quella del biondo dicendo “solo un secondo” e mi avvicinai a Dean «Tu sei sotto la Maledizione Imperius» affermò guardandomi negli occhi «Cosa ti salta in mente, Dean?» chiesi alzando il sopracciglio «Perché sei venuta qui con lui?» mi chiese «Mi ha invitata e io ho accettato» dichiarai, poi mi girai e tornai al mio posto.
«Cosa voleva?» domandò Draco «Crede io sia sotto la Maledizione Imperius» confessai alla Serpe «Lui è sotto la Maledizione Imperius, guarda che faccia che ha!» rise indicando Dean con la faccia funerea e io mi misi a ridere.
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Ciao a tutti:)
Questo è il mio nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto:)
Qui abbiamo una bella conversazione tra Hermione e Draco
che ve ne pare?
Rigrazio le due persone che hanno deciso di lasciarmi una recensione nello scorso capitolo
significa veramente molto per me capire cosa ne pensa la gente, quindi GRAZIE<3
ho già elaborato al meglio quello che succederà nei prossimi capitoli,
non avete idea di quello che vi aspetta!
Vi mando un abbraccio e spero che anche questa volta recensiate, ciao!:)
Miriam.


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Capitolo 8
*** Just a dream ***


                                                                                                          JUST A DREAM 
Io e Draco passammo la serata a parlare del più e del meno e ogni tanto Harry o Ron si avvicinavano a noi e parlavano di quanto fossero stati stupidi a non trovare una compagna prima che la professoressa McGranitt potesse scaricare loro una delle sorelle Patil, che di tanto in tanto cercavano di proferir parola con Lavanda o Romilda che spettegolavano di tutto e di tutti. Ovviamente non potevano mancare i battibecchi tra Draco e Ron, rosso –quanto i suoi capelli- di rabbia degli ultimi quattro giorni e puntualmente io andavo su tutte le furie e cominciavo a sbraitargli di farsi gli affari suoi.
Dopo che le Sorelle Stravagarie (per la mia felicità) suonarono sul palco, decisi di andare fuori nella Sala d’Ingresso, dove un sacco di ragazzi conversavano tra loro. Sentii l’orologio sulla Torre battere mezzanotte: era Natale. «Buon Natale, Draco!» mormorai al ragazzo biondo davanti a me «Buon Natale anche a te, Granger» obiettò. I suoi occhi grigi puntati nei miei castani; ci fondemmo in un abbraccio stretto e non ci lasciammo per niente al mondo, come se non ci sarebbe stato un domani. Ci separammo e lo lasciai lì in fondo a quella scalinata di marmo che percorsi per arrivare alla Torre di Grifondoro e subito fui raggiunta da degli indignati Ron e Harry che mi superarono prima di accorgersi che ero io «Spero tu ti sia divertita con Malfoy» affermò Ron quando fu accanto a me «Oh, sì» sorrisi serena «Ti ha detto qualcosa di sgradevole?» domandò Harry «Nient’affatto» vociai «Anzi è stato molto più gentile di quanto voi crediate» confessai sorridendo ai miei migliori amici che alzarono gli occhi al cielo. Una volta arrivati davanti al quadro della Signora Grassa che sonnecchiava dissi la parola d’ordine: «Guazzabuglio» lei si aprì sbuffando e noi entrammo nel buco.
«A proposito, buon Natale, ragazzi» proferii prima di avviarmi verso la porta del dormitorio femminile.
Mi misi sotto le coperte e pensai alla serata con Draco, pensai a quanto fosse cambiato negli ultimi giorni e pensai alle sue parole ‘mi hanno sempre insegnato a guardare con disprezzo i Nati Babbani, i Mezzosangue, i traditori del proprio sangue’ ‘ma ora ho deciso di darci un taglio, penso che questo non mi porti da nessuna parte’ ‘sono tutte sciocchezze quelle che mi hanno insegnato’ e poi mi addormentai.
Stavo su uno spalto e davanti a questo, i Campioni del Torneo Tremaghi tutti accanto ai tre presidi delle scuole: Albus Silente per Hogwarts, Olympe Maxime per Beauxbatons e Igor Karkaroff per Durmstrang. Il braccio destro di Silente circondava le spalle di Harry, mentre quello sinistro, le spalle del Tassorosso Cedric Diggory.
Argus Gazza con le guance tremolanti e il suo solito ghigno increspato sul viso diede un colpo di cannone e i quattro Campioni fecero strada verso l’entrata di un labirinto. Sentivo che qualcosa non sarebbe andata per il verso giusto e l’istinto di seguirli si fece sentire: accanto a me Draco prese la mia mano cercando di fermarmi: «Che stai facendo?» mi domandò «Devo scendere, Draco!» mi giustificai ma lui mi tratteneva tenendomi per la mano; mi liberai e spintonando riuscii a scendere dagli spalti ed entrare nel labirinto, ma nessuno mi fermava, nessuno si accorse di me tranne Malfoy che gridò: «Dove stai andando?» e io non risposi.
Mi addentrai nel labirinto dove le urla dei tifosi negli spalti cominciavano a dissolversi completamente.
 «Harry!» lo chiamai ma l’unica cosa che sentivo era la mia voce che si diradava
Corsi per trovare un’altra via di uscita ed ecco che girando l’angolo lo trovai che correva nella mia direzione «Hermione!» gridò. Una volta che ci ritrovammo al centro di quel viale di cespugli gridai: «Harry, devi uscire di qui, succederanno cose orribili, ti prego usciamo!» lo tirai per il braccio ma lui non si muoveva, rimase impassibile con gli occhi vitrei puntati nel vuoto «Harry, andiamo!» strillai ma all’improvviso cominciò a correre trascinandomi con sé. Superammo degli Schiopodi Sparacoda, un Molliccio e una Sfinge che ci propose un indovinello dicendoci che se non avessimo risposto ci avrebbe aggrediti. Fortunatamente Harry rispose correttamente e la superammo e infine oltrepassammo un’Acromantula gigante.
Ci fermammo, l’idea di aver superato tutti quegli ostacoli rendeva Harry ancora più invulnerabile. Si levò un grido straziante di una ragazza che poteva essere Fleur Delacour. Dovevo aiutarla, le stava succedendo qualcosa di orribile: cercai di divincolarmi dalla stretta presa di Harry sul mio braccio senza nessun risultato, l’unica cosa che ottenni fu la risposta al mio contorcermi insistente: «Hermione, non possiamo salvarla, dobbiamo prendere la Coppa» si giustificò Harry «No, Harry, usciamo ti prego» lo supplicai «Non possiamo» ribatté deciso «Andiamo!» detto questo ricominciammo con la nostra corsa sfrenata senza una meta concreta.
Niente e nessuno poteva fermare quella ricerca affannosa di Harry, neanche io potevo fermarmi, Harry teneva il mio braccio troppo stretto e io ero troppo stanca per liberarmi. Durante quella corsa incontrammo Cedric Diggory a terra che si contorceva dal dolore, sottomesso da Viktor Krum –evidentemente sotto la Maledizione Imperius - che utilizzava la Maledizione Cruciatus illegalmente sul povero Tassorosso. Io dal canto mio ero ossessionata dal rispetto delle regole e cercai di fermarlo: «Oh no, Krum, questo non puoi farlo; Expelliermus!» strillai disarmandolo. Diggory si alzò in piedi, evidentemente perché Krum non aveva avuto molto tempo per Cruciarlo ci venne incontro e mi ringrazio: «Grazie mille!» disse sorridendomi ma dopo di ciò fissò un punto sopra la mia testa e sgranò gli occhi: io e Harry di istinto ci girammo: la Coppa era lì che brillava di un azzurrino acceso «Vai, Cedric, conquista la vittoria!» lo incitò Harry battendogli un colpo affettuoso sulla spalla «No, Harry, vai tu, te lo meriti» sorriseCedric «No ti prego, vai tu!» controbatté di nuovo Harry «Lo faremo insieme» dichiarò Cedric e correndo andarono verso la Coppa e per mia sfortuna la mano di Harry stringeva ancora il mio braccio perché nel momento in cui Harry e Cedric toccarono la Coppa, questa si rivelò una Passaporta: cademmo nel buio più totale e l’unica cosa che sentivo era la mano di Harry sul mio polso, chiusi gli occhi per un momento e quando li riaprii mi ritrovai in un cimitero: il cimitero  di Little Hangleton. Inizialmente era deserto, c’eravamo solo io Harry e Cedric, ma poi si Materializzò un uomo tozzo con dei lineamenti da topo: Peter Minus, l’ex topo di Ron. Levò la bacchetta verso di noi ma io fui più svelta e glie la puntai addosso ma subito dopo gridò: «IMPERIO!» e non vidi più nulla.
Mi svegliai con il fiato corto e tutto attorno a me era buio. Cercai di ricordarmi quel brutto sogno e una volta che ci riuscii volevo raccontarlo a qualcuno, ma era notte fonda e non potevo fare niente.
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Ciao a tutti:)
Ho pubblicato un nuovo capitolo dopo due giorni

QUESTO E' UN RECORD!
Che ne pensate di questo capitolo? 
Il sogno di Hermione sarà l'inizio di un sacco di cose!
Se volete lasciate una recensione con un vostro parere!:)
Ah dimenticavo: volevo creare un account Facebook dove rilascio spoiler,
se lo volete me lo fate sapere in una recensione così magari nei prossimi capitoli vi posto il link!:)
Un bacio!<3
Miriam. 

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Capitolo 9
*** But I always will remember ***


But I always will remember
La mattina seguente dovetti partire con Harry, Ron, Ginny, Fred e George per la Tana e i genitori Weasley decisero che saremmo partiti con la Metropolvere.

Quando arrivai in sala comune, Harry e Ron – come sempre- erano in ritardo. Quando finalmente scesero dal dormitorio maschile cominciarono a giustificarsi con scuse molto banali, dopodiché ci dirigemmo nell'ufficio della McGranitt. Nei corridoi c'era una gran confusione di studenti che si auguravano buone vacanze e in realtà anch'io volevo dire arrivederci a qualcuno che fino a quel momento speravo di incontrare e successe: scorsi in mezzo alla folla un ciuffo di capelli platinati che io riconobbi subito. Corsi verso Draco che era impegnato a conversare animatamente con Zabini e la Parkinson e dietro di loro, degli esclusi Tiger e Goyle.

«Draco!» lo chiamai «Draco!»gridai e solo dopo che lo chiamai la seconda volta si accorse di me che correvo verso di lui e quindi si mise a correre anche lui e ci abbracciammo «Dove vai adesso?» mi chiese mentre ci stringevamo in quel lungo abbraccio «A casa dei Weasley» risposi «Oh, perfetto allora puoi venirmi a trovare» esclamò e a quelle parole lo presi dalle spalle e lo allontanai da me per guardarlo negli occhi «Cosa?!» chiesi incredula, lo sapeva anche lui che un se un Mezzosangue fosse entrato a Villa Malfoy non ne sarebbe più uscito «A casa mia» ribatté «Stai scherzando» pronunciai con un tono sarcastico e lui scosse il capo energicamente «I tuoi genitori non ne saranno molto felici» aggiunsi con un'alzata di spalle «Lo so» confessò stringendosi anche lui nelle spalle. Ci fu un attimo di silenzio e poi una sonora risata da parte di tutti e due «Allora buon Natale e buone vacanze, Granger» mi disse sorridendo «Anche a te» ci abbracciammo per l'ultima volta e poi raggiunsi di nuovo i cinque che mi stavano aspettando.

«Che ti ha detto Malfoy?» mi domandò Ron con un tono indagatore «Niente di che, mi ha chiesto di andare a trovarlo a Villa Malfoy durante le vacanze» farfugliai bussando subito dopo alla porta di quercia dell'ufficio della professoressa McGranitt «E questo lo chiami 'niente di che'?» sbraitò quando ci fummo chiusi la porta alle spalle ma subito venne ammonito dalla professoressa: «Abbassi il tono della voce, signor Weasley» e lui borbottò «Mi scusi» e subito dopo mi lanciò un'occhiataccia.

Ci posizionammo tutti davanti al camino di quella stanza i primi ad entrare furono Fred e George che gridarono: «Tana!» e vennero risucchiati dalle fiamme verdi, seguiti da me.

Nuove fiamme verdi mi fecero atterrare nel camino del salotto dei Weasley, dove la signora Weasley ci aspettava, dopo qualche secondo affiorarono dalle fiamme Ron, Harry e Ginny tutti impolverati.

La signora Weasley ci accolse con un urlo acuto e poi venne ad abbracciare Harry e me dicendo: «Harry! Hermione! Come state?» «Benissimo, signora Weasley» rispose Harry anche per me e io annuii. Alla nostra destra i fratelli Weasley erano raggruppati in un semicerchio che guardavano torvi la madre: «Pensate che mi sia dimenticata dei miei figli?» domandò ai quattro Rossi «Oh, venite tutti qui!» aggiunse poco dopo aprendo le braccia e accogliendo i suoi figli in un abbraccio: le loro teste si unirono formando un'appariscente cupola rossa e io e Harry ci scambiammo uno sguardo e ridemmo.

Una volta che posai tutti i bagagli, invitai Harry e Ron a salire nella camera di quest'ultimo per parlargli di una cosa: raccontai del mio sogno, di come avevo seguito Harry dentro il labirinto, che la Coppa del Tremaghi era stata trasformata in una Passaporta e che eravamo atterrati in un cimitero.

Quando finii di raccontare Harry aveva spalancato la bocca e Ron aveva il suo solito sguardo preoccupato. «Non ci posso credere» disse Harry con uno sguardo esterrefatto «Lo sapevo che non ci credevi, ma...» cominciai a giustificarmi io ma lui mi bloccò «No, non ci posso credere perché io ho fatto lo stesso identico sogno» proferì e ora quella ad essere esterrefatta ero proprio io, mi fermai di accarezzare il mio gatto Grattastinchi che stava acciambellato sulle mie gambe «Harry, tu non credi che dovremmo fare qualcosa? E se succedesse davvero?» chiesi preoccupata «Io penso che se qualcuno volesse farvi fuori siete stati fortunati ad essere stati avvertiti» disse Ron che fino a quel momento non aveva osato proferir parola «Sì, giusto, questo sarà sicuramente un segno» si convinse Harry «Dobbiamo fa...» ma non riuscii a terminare la frase perché in quel preciso istante la porta si spalancò ed entrò Ginny che annunciò: «I tuoi genitori sono arrivati, Hermione» finalmente li avrei rivisti, i miei genitori avrebbero passato il Natale insieme ai Weasley. «Ne riparliamo dopo» affermò Harry alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta seguito da Ron e subito dopo da me.

Quando vidi i miei genitori corsi ad abbracciarli «Come state?» domandai sorridendo «Bene, tesoro!» rispose mia madre.

La signora Weasley annunciò che il pranzo era pronto e ci sedemmo tutti a tavola, un'enorme teglia di tacchino ripieno giaceva al centro della tavolata e una radio di legno trasmetteva 'Un calderone pieno di forte amor bollente' cantata da Celestina Warbeck, la cantante preferita della signora Weasley che cominciò a raccontare a mia madre che Celestina aveva inciso l'inno della squadra di Quidditch Puddlemere United per raccogliere fondi da donare al reparto di Malattie e Ferite Magiche dell'Ospedale di San Mungo e mia madre annuiva interessata, non che sapesse niente di Celestina Warbeck, né di Quidditch, né del San Mungo, ma si mostrava lo stesso molto interessata. Il signor Weasley invece conversava con mio padre delle usanze Babbane e di quanto fosse bello il mondo Babbano.

Quando venne il momento dello scambio dei regali la signora Weasley mi regalò un pullover di un azzurro cielo fatto a mano con sopra una 'H' di 'Hermione' dello stesso azzurro cielo di qualche tono più chiaro del resto del maglione.

Fred e George mi regalarono una boccetta con un liquido madreperlaceo all'interno di essa: «Amortentia, prodotta da noi» annunciarono all'unisono, io li guardai con uno sguardo interrogativo e Fred aggiunse «Pensi che non abbiamo notato la corte spietata che Pansy Parkinson fa a Draco Malfoy?» alzai le sopracciglia «E pensi che non abbiamo notato la corte spietata che Draco Malfoy fa a te» aggiunse George che alla parole 'te' mi punto un dito sul petto con così tanta forza che persi l'equilibrio. «Non so di cosa state parla...» cominciai a ribattere ma fui interrotta di nuovo da Fred «Vi abbiamo visto stamattina» e si mise a ridere «Molto astuta, Granger» aggiunse George con ironia.

La signora Weasley spuntò dalla scala a chiocciola con un orologio identico a quello che c'era appeso in cucina solo che al posto delle lancette 'Arthur', 'Charlie', 'Bill', 'Percy', 'Fred', 'George', 'Ron' e 'Ginny', c'era una sola lancetta con su scritto 'Hermione' e glie lo consegnò a mia madre dicendo: «Per le mamme questo orologio è molto importante» e mia madre, dopo aver capito come funzionava abbracciò la signora Weasley ed esclamò: «Grazie, Molly, è bellissimo!».

Infine Harry e Ron si avvicinarono a me scambiandosi uno sguardo eloquente: Ron mi mise tra le braccia il mio libro di Storia della Magia che avevo prestato ai due miei migliori amici qualche settimana prima, tutto distrutto; appena lo vidi cominciai a sbraitare: «Cosa avete fa...» ma Harry mi bloccò mettendomi tra le braccia un pacco rettangolare che io scartai: era il libro: 'Storia della Magia di Bathilda Bath' nuovo di zecca e aggiunsero: «Direttamente dal Ghirigoro». Lo osservai per un momento e poi sorrisi e li abbracciai ringraziandoli.

Il pomeriggio passò in fretta e i miei genitori erano molto felici. Il Natale alla Tana fu il più bello della mia vita.
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Ciao a tutti!
Scusate il ritardo ma con la fortuna che ho mi si è rotto il pc con il capitolo pronto e non mi andava neanche il wifi!
Spero vi piaccia e spero recensiate, anche se il capitolo fa veramente schifo ahah!
Vi lascerò una bella gif di una scena Dramione violenta yeeeah.
Un bacio,
Miriam.

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Capitolo 10
*** The way that you are is enough ***


The way that you are is enough
La mattina del due gennaio i nostri bagagli erano pronti nell'ingresso della Tana: per ritornare a Hogwarts avremmo preso l'Espresso alle undici. C'era movimento in casa: Ron non trovava la sua bilancia di ottone e la signora Weasley stava svuotando tutti i cassetti per trovarla; finalmente la trovarono e quindi fummo pronti per partire. Presi il mio baule, Grattastinchi e tutte le oggetti extra e poi uscimmo dalla Tana e salimmo su delle macchine Babbane che ci avrebbero portato tutti e sei – accompagnati dal signor Weasley- alla stazione di King's Cross.
Superata la barriera tra il binario nove e dieci, scorsi subito la locomotiva scarlatta: cominciai a spingere il mio carrello, Harry e Ron al mio fianco e salimmo a bordo salutando il signor Weasley. Gli scompartimenti vuoti erano ben pochi e quindi ci infilammo nel primo che trovammo libero. Appena Harry si chiuse la porta dello scompartimento alle spalle decisi di ricominciare a parlare del sogno che avevo trascurato per il resto delle vacanze natalizie.
«Harry» lo chiamai cercando di prendere tempo per formulare al meglio la frase, lui distolse lo sguardo dalle campagne che scorrevano velocemente fuori dal finestrino e mi guardò «Harry, riguardo al labirinto, io penso che dobbiamo fare qualcosa» spiegai «Sì, lo penso anch'io, se devo entrare in quel labirinto mi devo preparare al peggio, no?» affermò con un'alzata di spalle «Se dobbiamo entrare» lo corressi, aggrottò la fronte «Cosa?!» gridò «Harry, voglio venire con te!» ribattei decisa «No, Hermione, non posso permettere che tu ti metta in pericolo per me» disse scuotendo la testa «Io penso che se anche Hermione abbia sognato il labirinto, allora dovrebbe venire anche lei con te, Harry» gli intimò Ron e io annuii «Ma è contro le regole, Ron» rispose Harry «Da quand'è che ti sta a cuore il rispetto per le regole?» chiesi «Dai, Harry, io devo venire!» gridai, da quel momento in poi Harry dovette sopportare il mio sguardo di supplica e lo sguardo intimidatorio di Ron e dopo cinque minuti buoni aggiunse: «E va bene, ma se mi ammoniscono perché mi porto in giro per un labirinto un'amica do la colpa a te.» affermò incrociando le braccia al petto «Faremo in modo che non se ne accorgano» mormorai succeduta da Ron che si lamentò: «Quando arriva il carrello? Sto morendo di fame!» e subito dopo si massaggiò la pancia: i suoi desideri si avverarono perché dopo qualche minuto la signora che spingeva il carrello busso nella vetrata del nostro scompartimento: «Qualcosa dal carrello, cari?» chiese «Sì, quattro Cioccorane e due Tuttigusti +1» ordinò affrettandosi a pagare quello che aveva preso «Voi?» chiese rivolgendosi a me e a Harry «No, grazie, siamo a posto» risposi, lei annuì e sorrise; fece per chiudere lo scompartimento ma un piede bloccò la porta scorrevole: Draco Malfoy entrò nel nostro scompartimento accompagnato da una smorfia di disgusto da parte di Ron. «Granger!» gridò dopo aver rivolto un ghigno sprezzante a Ron e Harry. Mi alzai dal sedile e sfoggiai un sorriso a trentadue denti «Draco! Mi sei mancato» gli intimai. Harry alzò gli occhi al cielo e Ron fece finta di vomitare. «Tutto bene?» domandò prendendomi la mano «Benissimo» ribattei. «Draco, vieni qui?» una voce maschile fuori dallo scompartimento chiamò il biondo «Arrivo, Blaine» gridò, poi ritornò di nuovo a guardarmi e disse: «Andiamo» aggrottai le sopracciglia «Dove?» chiesi ma era troppo tardi perché lui mi trascinò via dallo scompartimento: rivolsi l'ultimo sguardo a Ron e Harry prima di sparire. I corridoi erano affollati per via del passaggio del carrello e fu molto difficile raggiungere gli scompartimenti dei Serpeverde: Draco cominciò a sgomitare come al solito e finalmente raggiungemmo il primo scompartimento dove quattro dei Serpeverde più popolari del quarto anno erano seduti: Blaise Zabini, Pansy Parkinson, Gregory Goyle e Vincent Tiger. «Facci spazio, Goyle» ordinò Malfoy al ragazzo grosso e tarchiato seduto alla destra di Blaise e una volta che obbedì, si spostò e ci sedemmo: Zabini infastidito dalla vicinanza con Goyle si alzò e si sedette nel sedile davanti a quello nostro accanto alla Parkinson. «Draco...» Zabini fece un cenno con il capo indicando me con un'espressione interrogativa «Non sono affari tuoi, Zabini» strillò Draco distogliendo lo sguardo dal suo amico che a sua volta distolse lo sguardo da me e lo posò su Goyle che si strinse nelle spalle. «Quanto manca all'arrivo?» chiese la Parkinson sbuffando e guardando fuori dal finestrino «Un'ora» risposi prontamente e subito tutti mi guardarono, anche Draco «Tu, Mezzosangue, sai sempre tutto?» mi chiese la Parkinson, io alzai le sopracciglia «Smettila, Parkinson» ringhiò Draco «Da quando in qua difendi la sporca Mezzosangue, Draco?» rispose a tono Zabini «Ho detto che non sono affari vostri» ribatté Draco. Ci fu un attimo di silenzio e poi io mi schiarii la gola e aggiunsi: «Io... vado a cambiarmi» detto questo mi alzai dal sedile e feci per andarmene «Aspetta, vengo con te» gridò Draco, subito dopo lanciò un'occhiata minacciosa ai suoi compagni Serpeverde. «Cosa succede?» mi domandò una volta che riuscì a raggiungermi «Niente» mentii «Non è vero, te la sei presa?» mi chiese indicando con il pollice il suo scompartimento e io scossi il capo energicamente «Non dare troppo peso a quello che dicono loro, non sanno quello che fanno» disse stringendosi nelle spalle «Sì che lo sanno» smentii quello che aveva appena detto «Sono solo invidiosi» affermò mentre camminavamo a passo svelto per tutto il corridoio ma non durò per molto perché mi prese la mano e ci fermammo «Invidiosi di cosa? Del mio sangue sporco? Oh, ammettilo, Draco, io sono diversa agli occhi di tutti» gli occhi mi pizzicavano ma non dovevo piangere perché dovevo essere forte «No, sei meravigliosa.» proferì Draco con un filo di voce. Io dal canto mio non sapevo cosa dire, lo pensava veramente? Era sincero? Non potevo crederci: detto da lui faceva tutto un altro effetto. Stemmo qualche minuto a fissarci: i suoi occhi illuminavano il corridoio del treno, erano grigi, chiarissimi e brillanti. Ci baciammo, non avevo nient'altro da dire né da fare, solo stringerlo forte.
Arrivata dentro il mio scompartimento aprii il baule e presi la mia divisa amaranto e gialla e mi cambiai. Se fino a qualche ora fa il sole brillava sulle campagne ben curate, ora tramontava dietro le foreste selvatiche e incolte. Passai velocemente una mano sopra la divisa appena indossata per levare le eventuali pieghe e ritornai negli scompartimenti dei Grifondoro e raggiungei Harry e Ron. «Hermione! Ma dov'eri finita?» mi chiese preoccupato «Nello scompartimento di Malfoy» risposi con un'alzata di spalle «Non c'è molto da divertirsi lì».
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Ciao a tutti:)
Eccomi qui con un nuovo capitolo!
In questo capitolo i Dramione sono veramente la dolcezza *^*
Non vedo l'ora di continuare a scrivere, non sapete cosa vi aspetta,
questi sono solo capitoli di passaggio (non so se intendete quello che voglio dire),
in ogni caso spero che recensiate per sapere il vostro parere,
è molto importante per me!:)
Un bacio<3
Miriam.


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Capitolo 11
*** The Dark Lake ***


The Dark Lake
I due mesi dopo le vacanze natalizie furono devastanti, i professori ci lasciarono compiti su compiti e a metà del mese di marzo eravamo già tutti esausti, ma felici perché a poco a poco cominciava ad avvicinarsi la tanto attesa seconda prova del Tremaghi. Harry era molto nervoso, da quando aveva aperto l'uovo d'oro e aveva scoperto in cosa sarebbe consistita la seconda prova dedicava il suo tempo a cercare una soluzione per affrontarla e anche io e Ron lo aiutavamo e quindi negli scarti di tempo che ci rimanevano tra una lezione e l'altra, ne approfittavamo per andare in biblioteca a leggere 'Mille erbe e funghi magici', il nostro volume di Erbologia.
Il giorno prima della seconda prova ancora non avevamo concluso niente e nel pomeriggio in cui passavamo il nostro tempo sui libri di Erbologia, il professor Moody annunciò a me e a Ron che la professoressa McGranitt ci stava cercando: cosa voleva da noi?
Appena arrivammo nell'ufficio della professoressa non eravamo i soli ad essere stati convocati, c'erano anche Gabrielle Delacour, la sorella di Fleur Delacour, Cho Chang la studentessa di Corvonero, nonché compagna di Diggory al Ballo del Ceppo e Astoria Greengrass, Serpeverde, amica fidata di Draco Malfoy, anche lei compagna di un Campione Tremaghi al Ballo, Viktor Krum.
«Buon pomeriggio a tutti, ragazzi» ci salutò la McGranitt con aria severa «Forse vi starete chiedendo perché vi ho convocato qui» continuò e noi annuimmo incuriositi «Vi ho chiamati perché voi farete parte della seconda prova» annunciò impettita «Noi?» chiese incredulo Ron «Esatto, signor Weasley» ribatté la professoressa «I quattro Campioni dovranno recuperare un tesoro dal fondo del Lago Nero e quel tesoro siete proprio voi, ragazzi» spiegò «Professoressa?» la chiamai alzando la mano «Sì, signorina Granger» rispose «Comincio a capire quello che sarà la seconda prova: Gabrielle dovrà essere salvata da Fleur, Cho da Diggory e Astoria da Krum, ma io non capisco perché Harry debba salvare sia me che Ron» dissi insicura «Il professor Silente ha stabilito che è bene che sia così» rispose gelida la professoressa McGranitt «Ma questa è disparità, professoressa» controbattei «Lo capirai in seguito» affermò «Arrivando a conclusione, faremo ad ognuno di voi due incantesimi che vi pietrificheranno e vi faranno perdere i sensi, in seguito verrete posizionati sul fondale del Lago Nero» spiegò, Gabrielle trasalì e la McGranitt aggiunse: «Ovviamente gli incantesimi che vi verranno fatti avranno effetti benigni e solo una volta che sarete ritornati in superficie questi si scioglieranno, intesi?» noi annuimmo.
Detto questo ci posizionammo uno accanto all'altro schierati e la professoressa McGranitt uscì la bacchetta e ci rassicurò: «Non vi succederà niente» e in seguito puntò la bacchetta su Cho e gridò: «
Petrificus Totalus» e Cho cadde a terra come se fosse stata congelata, la professoressa si avvicinò al suo corpo e mormorò: «Stai tranquilla». Poi passò ad Astoria e fece la stessa cosa, poi a Gabrielle, di seguito a Ron e infine a me: «Petrificus Totalus» e in un baleno non sentii più il mio corpo non riuscivo più a muovere un muscolo e sentii il mio corpo appesantirsi. «Benissimo, ragazzi, so che potete sentirmi, ora farò a tutti voi l'ultimo incantesimo che vi farà perdere completamente i sensi, non spaventatevi, l'incantesimo si scioglierà non appena i Campioni vi tireranno fuori dall'acqua» e dopo che ci rassicurò iniziò di nuovo da Cho: «Stupeficium» gridò, poi passò ad Astoria, Gabrielle e Ron ed infine a me: «Preparati, Granger. Stupefi...».


Draco tells
Mi svegliai, aprii le tende verdi del letto a baldacchino, accanto al mio letto c'era quello di Zabini che russava: sapevo che era tardi e che dovevamo sbrigarci per arrivare in tempo a fare colazione e a dirigerci sulle rive del Lago Nero dove si sarebbe svolta la seconda prova del Tremaghi «Blaise, alzati» lo svegliai con un tono di voce freddo.
Mi vestii, feci il nodo alla cravatta verde e grigia e mi precipitai fuori dal dormitorio, andavo di fretta «Spostati, Parkinson» ordinai alla ragazza con i capelli corvini che si era appena alzata dalla poltrona di pelle nera solo per venire a salutarmi «Buongiorno, comunque» gridò non appena la scansai per dirigermi verso gli scalini di marmo che portavano alla porta d'uscita della sala comune Serpeverde «Sei sempre il solito insolente, Malfoy» ribatté Pansy «Senti chi parla» la biasimai alzando il braccio sinistro come per dirle di stare zitta e uscii dalla porta d'ingresso con Zabini alle calcagna.
Appena entrai in Sala Grande la maggior parte degli studenti era tutto attorno a quell'idiota di Diggory che si pavoneggiava, che essendo uno sfigato di Tassorosso, non mi era mai stato simpatico, ma se si trattava di stare dalla parte opposta di quella di San Potter sarei arrivato ben oltre. Dall'altra parte della Sala c'era proprio Potter che giocherellava con le salsicce nel suo piatto. Aveva tutta l'aria di non voler fare nulla quel giorno, ma considerato che doveva affrontare una prova molto difficile i suoi desideri non si sarebbero mai esauditi. Mi avvicinai a lui con la testa alta e la mia aria di superbia ma non volevo dirgli niente, volevo solo farmi vedere perché se c'era una cosa che Draco Malfoy doveva ottenere era attirare l'attenzione di tutti i presenti. Passai in mezzo a tutti quei Tassorosso adulatori sgomitando e spingendo e mi andai a sedere al tavolo di Serpeverde con Zabini e trovammo Tiger e Goyle seduti su una panca che avevano già cominciato ad ingozzarsi di dolci, io dal canto mio li guardai con disgusto e poi presi una tazza e versai dentro di essa del Succo di Zucca e lo bevvi velocemente, la mattina a colazione – al contrario di Tiger e Goyle – non mangiavo molto. Mi alzai dalla panca intimai a Zabini: «Ci vediamo giù» e uscii dalla Sala Grande oltrepassando tutti i Tassorosso.
Appena arrivai agli spalti sulla riva del Lago intravidi molti Grifondoro e Corvonero e alcuni fedeli Serpeverde del mio anno tra cui Millicent Bulstrode e Theodore Nott. Presi posto accanto a loro e guardai il Lago che era una tavola nera, lì dentro da qualche parte c'era la Granger; giurai a me stesso che se Potter non l'avrebbe portata a galla l'avrei ucciso.
Di lì a pochi minuti sarebbe iniziata la seconda prova: la Parkinson mi raggiunse subito e si sedette accanto a me seguita da Zabini, Tiger, Goyle e Daphne Greengrass in pensiero per sua sorella. Nel frattempo tutti i professori presero posto in prima fila e i Campioni erano pronti per tuffarsi.
Dal momento in cui si tuffarono tenni d'occhio Potter per vedere se riemergeva con la Granger, ma questo non accadde: la prima a risalire fu Fleur Delacour senza il suo ostaggio per via degli Avvincini seguita da Diggory e da Krum.
Finalmente Potter venne a galla e io trasalii; aveva due corpi tra le braccia: l'inconfondibile testa rossa di Weasley e un corpo troppo piccolo per essere quello della Granger, dei capelli biondi affiorarono dall'acqua e il corpo della bambina cominciò a respirare affannosamente: quella era Gabrielle Delacour che venne letteralmente assalita da sua sorella Fleur. E Hermione? Harry si era preoccupato di liberare la sorella di una perfetta sconosciuta al posto di salvare la sua migliore amica? «Dov'è la Granger?» constatò Zabini «Hermione...» mormorai in sovrappensiero «Spostati, Blaise, devo andare a prenderla» dichiarai sgomitando tra gli spalti «Cosa?! No, Draco, non puoi» mi avvertì Blaise «Tienimi questo» ordinai levandomi il mantello nero dalle spalle e porgendolo a Pansy «Dove stai andando?» mi chiese la ragazza «A riprendermela» risposi «Tu sei pazzo» strillò Pansy sigillandomi il braccio «Lasciami, Parkinson» ringhiai guardandola con disprezzo, passarono alcuni istanti prima che mi lasciò e mi disse: «Buona fortuna, allora» e finalmente riuscii ad arrivare in un luogo appartato e a puntarmi la bacchetta addosso: «Testabolla» sussurrai e una sostanza gelatinosa mi ricoprì il naso e la bocca, poi andai verso il piano di legno dove i Campioni si erano tuffati, mi guardai intorno: Piton, la McGranitt e Silente mi avvistarono e mi si catapultarono addosso ma io fui più svelto e mi tuffai.
All'inizio non vidi niente, il Lago era troppo scuro, poi cominciai a nuotare verso il fondo. Un movimento improvviso mi fece trasalire: gli Avvincini si stavano avvicinando a me, nuotai più veloce che potevo con tutte le mie forze, non vedevo molto bene era tutto molto scuro. Cercai di arrivare ancora più in fondo e più scendevo più riuscivo a scorgere dei corpi molto strani, mi avvicinai e vidi le Sirene, delle creature tutt'altro che affascinanti
Poi arrivato a toccare il suolo la vidi: vidi la Granger completamente pietrificata e con delle corde che legavano le sue caviglie, presi la bacchetta e gridai: «Diffindo» e le corde si tagliarono. Dopo di che presi Hermione e cercai di portarla a galla ma vedevo la luce molto lontana e cercai di essere veloce. C'ero quasi, stavo per arrivare a galla e sicuramente mi sarebbero stati levati dei punti o sarei stato messo in punizione, ma non potevo lasciare sul fondo del Lago Nero e priva di sensi la Granger, non potevo.
Arrivai a galla e Hermione prese a respirare.
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Ciao a tutti!:)
Questo è il mio nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto!:)
In questo capitolo possiamo vedere che cambio la prima persona da Hermione a Draco e vi devo avvertire che vi dovete abituare a queste alternanze di prima persona perchè ora arriva una parte molto importante di tutta la storia.
In questo capitolo Draco si trasforma da codardo a coraggioso, vi è piaciuto?:)
Spero che recensiate anche per dirmi che il capitolo fa schifo ahahahah!
Un bacio<3
Miriam.

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Capitolo 12
*** I can feel you behind my eyes ***


I can feel you behind my eyes
Hermione riprese a respirare e io fui felice di uscire dall’acqua anche se una volta uscito avrei dovuto affrontare i professori. La Granger diede un colpo di tosse e uscendo dall’acqua sentii la grande folla gridare e battere le mani. Il professor Piton con l’aiuto del professor Moody ci fecero salire sugli spalti e poi –dato che eravamo grondanti d’acqua– ci diedero un asciugamano.
 
Hermione tells
Mi girai e vidi degli occhi grigi e solo dopo qualche secondo capii che non era stato Harry a farmi ritornare a galla, ma Draco. La sensazione che provai appena uscii dall’acqua era come se fossi uscita da una trance; fui subito avvolta in un asciugamano bianca: il freddo mi faceva battere i denti «Stai bene?»mi chiese Draco passandomi una mano sulla colonna vertebrale e io annuii lievemente ancora un po’ stordita. «Siamo arrivati a conclusione che al signor Potter assegneremo il secondo posto per il suo gesto eroico» affermò il professor Silente «Tuttavia, Harry Potter non ha adempito al compito di prendere sia il signor Weasley che la signorina Granger» aggiunse guardando Harry di sbieco. Mentre il professor Silente parlava, il professor Piton afferrò Malfoy per il colletto della camicia bianca, si stava beccando una punizione per avermi presa dal fondale del Lago. «Per cui, Cedric Diggory è al primo posto, seguito da Harry Potter, Viktor Krum e Fleur Delacour» concluse il professor Silente. Io mi precipitai da Harry e Ron che erano impegnati a chiacchierare con Fleur Delacour: Ron era tutto rosso e Harry sorrideva come un deficiente. «Sei arrivato secondo!» esclamai abbracciandolo «Scusami, Hermione, io non ne ho potuto fare a meno» si giustificò indicando le sorelle Delacour «Non preoccuparti, ha già provveduto qualcuno» risposi sorridendo. «Sì, carino da parte sua» proferì facendo un sorriso forzato. «Harry, non devi sforzarti di essere cortese nei confronti di Malfoy» ribadii scoppiando in una tonante risata e anche lui lo fece.
I nostri mesi di scuola continuavano ad essere estenuanti: come sempre, nella ricreazione e nelle ore vuote ci recavamo in biblioteca a cercare una soluzione per affrontare l’ultima prova.
Draco si era beccato due settimane di punizione con Piton a lucidare i distintivi e coppe nella Sala Trofei e il tempo per vederci era veramente limitato tra compiti, ricerche in biblioteca, i suoi allenamenti di Quidditch e tutte le lezioni extra che seguivo: ci vedevamo nella Sala Grande a cena, alle lezioni di Erbologia, Difesa e Pozioni e sulla Torre di Astronomia, il mio posto preferito che tuttavia era proibito se non nelle ore di lezione di Astronomia.
Nel frattempo continuava la nostra ricerca affannosa su come io sarei potuta entrare nel labirinto senza essere vista, ma leggere non serviva a niente, io non ero un Animagus e non sarebbe stato possibile trasformarmi in un animale molto piccolo. Fu solo il terzo giorno di giugno che Ron si stufò di stare tutto il giorno rintanato in biblioteca e considerando che era la prima giornata di sole che capitava da aprile, decidemmo di uscire in cortile. «Se solo ci fosse un modo per rendersi completamente invisibili» sospirai uscendo dalla Sala d’Ingresso e dirigendomi in compagnia dei miei due amici in cortile «Invisibili…» ripeté Harry fissando un punto sopra la mia testa «Ci sono! Come ho fatto a non pensarci prima? Avevamo la soluzione proprio sotto i nostri nasi» sbraitò saltando di gioia «Parla, Harry!» strillò Ron «Il vecchio Mantello di mio padre!» spiegò Harry saltando ancora; io mi sbattei una mano sulla fronte e dissi: «Geniale! Sì, assolutamente geniale» lo lodai.
Nelle settimane che seguirono non mancarono le occasioni per rilassarci nella sala di ritrovo in compagnia dei nostri compagni di Casa; «Non credo di potercela fare» affermò Harry la sera prima dell’ultima prova «Ma sì che ce la fai» lo rassicurò Ron posizionandogli pigramente la mano sulla spalla «Rilassati» aggiunse distendendosi sul divano più grande con le braccia dietro la testa «Allora: tu procederai nel labirinto e io nel frattempo troverò un posto appartato in cui nascondermi sotto il Mantello, poi ti seguirò e dopo dobbiamo solo affidarci alla sorte» ripassai il piano con un fremito di paura: era tutto pronto, dovevamo solo chiudere gli occhi e aspettare che venisse il giorno dopo; questo avvenne un’ora dopo quando decidemmo di andare nei rispettivi dormitori e provare a dormire.
Era una giornata soleggiata, scesi in Sala Grande per la colazione con Harry, Ron e Neville che era rimasto a dormire nel corridoio perché non ricordava la parola d’ordine. Non avevo molta voglia di mangiare: misi nella mia tazza di caffè un cucchiaino di zucchero e cominciai a sorseggiare la bevanda. «Ho paura» dichiarò Harry allontanando il piatto con le uova «Voi» cominciò Ron puntandoci una forchettata di salsiccia «Non potete fallire» ci disse con la bocca piena «Ne sono più che sicuro» affermò annuendo leggermente. Una volta usciti in cortile in direzione degli spalti, Harry mi consegnò il Mantello dell’Invisibilità e ci augurammo buona fortuna e Ron continuava a dire tutto il tempo «Andrà tutto bene» in realtà si voleva auto convincere che sarebbe andato tutto bene: alla fine Harry si indirizzò verso il posto in cui erano riuniti Krum, Diggory e la Delacour, e io e Ron prendemmo posto tra la calca di scolari che continuava a crescere. Dopo qualche minuto venimmo raggiunti da Malfoy (Ron non osava guardare nella sua direzione) che si mise proprio accanto a noi. La prova iniziò dopo una mezz’oretta buona, quando Gazza diede un colpo di cannone: a quel punto dovetti agire. Rivolsi a Ron uno sguardo eloquente e poi mi feci strada per scendere dagli spalti ma sentii subito la mano di Draco cingermi il polso «Che stai facendo?» domandò «Devo scendere, Draco!» mi giustificai ma lui mi tratteneva tenendomi per la mano «No, non puoi» disse «Devo farlo, devo entrare con Harry» controbattei cercando di divincolarmi «Ma…» tentò di ribattere ma lo bloccai «Andrà tutto bene» lo rassicurai: ‘andrà tutto bene’ quel giorno l’avevo affermato molte volte, ma sarebbe andato veramente tutto bene? Ci guardammo per qualche secondo, anche Draco cercava di convincersi che sarebbe andato tutto bene. «Te lo giuro» ribadii lasciando che il mio viso si increspasse in un sorriso sincero «Va bene» acconsentì finalmente lasciando il mio polso. Feci per andarmene quando mi bloccò di nuovo e mi disse: «Stai attenta, mi raccomando» poi sorrise, io annuii e lo abbracciai; finalmente,spintonando, riuscii a scendere dagli spalti. Trovai un posto appartato dove nessuno potesse vedermi e mi gettai di sopra il Mantello. E finalmente potei addentrarmi nel labirinto ed era una sensazione bellissima perché nessuno poteva vedermi. Sarebbe andato tutto bene? Infilai la mano in tasca e strinsi la mia bacchetta tra le dita e mi dissi che lo stavo facendo solo per il bene del mio migliore amico.
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Ciao a tutti:)
Eccomi con un nuovissimo capitolo! 
Novità su novità: Hermione e Draco hanno avuto molto tempo per rinforzare la loro relazione e adesso sono passati due mesi!
Secondo voi Draco ci tiene a Hermione? Secondo me sì, lui si preoccupa molto per il bene della ragazza<33
A proposito, sto partecipando a un contest: ho scritto una one shot Draco\Astoria che potete trovare cliccando qui!
In questi giorni ho scritto un missing moment di questa storia, se volete dare un'occhiata cliccate qui, è una Dransy!
Spero vi sia piaciuto e spero che recensiate, perchè è molto importante per me il vostro parere! 
Ringrazio tantissimo la fan number one della mia fanfic _mrs_Malfoy <3<3<3
Un bacio a tuttiii<3
Miriam.


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Capitolo 13
*** 'Cause I'm tired of feeling alone ***


'Cause I'm tired of feeling alone 

"I promise one day I'll bring you back a star
I caught one and it burned a hole in my hand oh
Seems like these days I watch you from afar
Just trying to make you understand
I'll keep my eyes wide open yeah
Don't let me

Don't let me
Don't let me go
'Cause I'm tired of feeling alone ."

«Harry!» lo chiamai ma l’unica cosa che sentivo era la mia voce che si diradava «Harry, dove sei?» gridai ancora; cominciai a correre cercando disperatamente Harry e lo trovai dopo qualche minuto e quando lo trovai gli corsi incontro, prima di ricordarmi di essere ancora invisibile: mi levai il Mantello di dosso facendo trasalire il mio amico davanti a me. «Eccoti qui, ma dov’eri finita?» mi chiese cominciando «Non è importante» risposi e all’improvviso lui prese il mio braccio e si mise a correre. Una corsa sfrenata senza alcuna meta: correvamo tra quei corridoi erbacei senza neanche fermarci per prendere fiato, fin quando però incontrammo degli Schiopodi, un Molliccio e una Sfinge che ci propose un indovinello:
La mia prima è la terza di passione, 
e tre ne vuole la sottomissione. 
La seconda è colei che, amica o amante, 
del cuore è la compagna costante. 
La terza è un albero dalla chioma folta, 
nobile ramo di foresta incolta. 
Ora unisci le tre e dimmi, o tu viandante, 
nero, sei zampe, sporco e ripugnante. 
Veramente baciarlo è cosa grama, 
sai dirmi ora come esso si chiama?

Harry cominciò a rifletterci su ma io fui più svelta e gridai la risposta: «Lo scarafaggio». Harry accanto a me mi guardò stupito e si chiese se ci avevo pensato prima di rispondere esattamente.
Continuammo a correre e correre finché non incontrammo Viktor Krum che stava torturando Cedric e io fanatica del rispetto delle regole gridai: «La Maledizione Cruciatus è assolutamente illegale, Krum; Expelliarmus!» e la bacchetta di Krum schizzò in aria; Cedric si alzò da terra «Grazie mille!» strillò dando a me e a Harry una pacca affettuosa sulla spalla.
Poi continuammo a correre e un urlo straziato si levò dal limite del labirinto, era un urlo femminile sicuramente di Fleur Delacour: dovevo salvarla, le stava succedendo sicuramente qualcosa di orribile; cominciai a dimenarmi cercando di liberarmi dalla presa di Harry che non mi mollava per niente al mondo, ma non ottenni nulla: Harry ricominciò a correre ma volevo liberarmi dalla sua presa e cominciai ad agitarmi senza alcun risultato: la presa di Harry era troppo forte e io ero troppo stanca per liberarmi. Ci imbattemmo in un sacco di ostacoli, l’ultimo fu un’Acromantula gigante: «Arania Exumai!» gridò Harry facendo uscire dalla propria bacchetta una luce bianca accecante e finalmente dopo ore di corsa sfrenata, la nostra ricerca affannosa si concluse con l’incontro di Cedric e della Coppa. La raggiungemmo tutti e tre ed avvisammo Cedric di prepararsi ad afferrarla perché neanche noi sapevamo cosa ci aspettava. «Sei pronta?» mi domandò Harry avvicinandosi alla Coppa «Sì» risposi semplicemente, poi guardammo Cedric e ci accostammo alla Coppa che si rivelò – come nel sogno – una Passaporta: dopo qualche secondo, ci ritrovammo nel cimitero di Little Hangleton.
Passò qualche secondo prima di alzarmi dal terreno freddo del cimitero e uscire la bacchetta dalla tasca; lo stesso fecero Harry e Cedric.
In un baleno si Materializzò un uomo basso e tozzo con sembianze da topo: Peter Minus. L’ultimo volta che lo vidi fu un anno prima alla Stamberga Strillante, prima di quella volta lui era ancora Crosta il topo di Ron; eppure anche dopo averlo visto un’infinità di volte, mi faceva sempre lo stesso effetto, disgusto: disgusto per via dei suoi lineamenti animaleschi come i suoi modi, disgusto perché tredici anni prima aveva tradito il suo migliore amico James Potter nonché il defunto padre del mio migliore amico Harry che sentivo fremere di rabbia accanto a me.
Tuttavia tutta quella rabbia non lo fece agire subito anche se sul volto di Minus si scorgeva un impercettibile ghigno superbo anche se di superbo in lui c’era ben poco.
Scosso dalla rabbia e dalla delusione, Harry puntò la bacchetta addosso a Minus ma non riuscì a disarmarlo, perché sebbene quell’individuo fosse stato così idiota e codardo, i suoi poteri erano degni di un uomo che aveva studiato sette anni alla scuola di Hogwarts e quindi più potenti di quelli di un quattordicenne.
«Cosa devo fare, Mio Signore?» chiese a qualcuno accanto a lui, ma accanto a lui non c’era nessuno; spaventata alzai la bacchetta contro di lui facendolo trasalire e a sua volta la alzò anche lui e gridò: «IMPERIO!» e io caddi a terra scossa da un mal di testa atroce: sentivo la testa spaccarsi a metà, mai mi era successo di avere male alla testa in quel modo. Passarono alcuni minuti che mi sembrarono un’eternità combattendo contro quel tremendo mal di testa e poi una voce rimbombò nelle mie orecchie, credevo la sentissero tutti, ma Harry e Cedric erano impassibili. «Uccidi Diggory» mi disse e io posizionai le mani sulle orecchie, ma la voce continuava a dirmi di uccidere Cedric «NO!» gridai «LASCIAMI!» continuai a gridare, ma la voce non smetteva; mi alzai da terra e recuperai la mia bacchetta, la puntai su Peter Minus con tutta la rabbia che avevo in corpo e gridai: «Stupefi…» ma lui schivò il mio Schiantesimo «STUPE…» ma di nuovo lo schivò «Stu…» riprovai, ma lui la schivò di nuovo e io riuscii a leggere l’ira nei suoi occhi: alzò la bacchetta, ma io non avevo intenzione di farmi Schiantare, però lui non voleva Schiantarmi: prese tutto il fiato del suo corpo e urlò: «CRUCIO!» colpendomi in pieno petto: sentii come se dei coltelli gelati stessero trapassando il mio torace e urlai con tutta la forza che avevo in corpo: urlai perché non avevo via di scampo, urlai perché mi sentivo persa, urlai di dolore. Non riuscii a vedere niente, soffrivo, non potevo pensare ad altro. Poi di colpo il buio.
 
Draco tells
Ormai erano passate tre ore da quando Hermione era entrata in quel labirinto, le sue ultime parole furono “Andrà tutto bene, te lo giuro”, eppure cominciavo a preoccuparmi, ma me l’aveva giurato che sarebbe andato tutto bene quindi non avrei dovuto preoccuparmi, perciò mi sedetti e aspettai. Passò la prima mezz’ora, un’ora e poi finalmente sentii un crac e Harry Potter con in mano la Coppa Tremaghi, accompagnato da due persone distese a terra: la prima era Cedric Diggory, disteso a terra impassibile; la seconda Hermione anche lei a terra, con il viso ricoperto di sangue, ma non era il sangue che mi preoccupava, lei non si muoveva completamente, era questa la cosa preoccupante. Scesi dagli spalti spintonando e raggiunsi il suo corpo immobile disteso a terra; quando la vidi mi misi in ginocchio accanto a lei: non ci potevo credere, Hermione Granger, così forte e coraggiosa, adesso era a terra priva di sensi debole e indifesa. Pochi secondi dopo, guardare quella scena divenne pesante e cominciai a piangere e piangere. «Non lasciarmi» gridai mentre le lacrime rigavano il mio volto e tutti gli studenti attorno a noi con un’espressione stupita dipinta sul viso continuavano a guardarmi, ma io non me ne curavo, ero a terra aspettando che il suo corpo facesse qualche movimento «Non lasciarmi andare» ribattei con la voce scossa dai singhiozzi «Ti prego» sussurrai crollando sopra di lei «Sono stanco di stare da solo» aggiunsi abbracciandola, perché era la verità, sarei rimasto di nuovo da solo, come successe qualche mese prima: senza di lei come avrei fatto? Come avrei fatto senza il suo sostegno, il mio appiglio? «Non lasciarmi» ripetei con un filo di voce.
Sarebbe andato tutto bene, me l’aveva detto, me l’aveva giurato, se solo l’avessi bloccata, era tutta colpa mia.
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Ciao a tutti!:)
Questo è il mio nuovo capitolo, spero vi piaccia!
Qui possiamo avere la conferma che Draco ci tiene veramente a Hermione e quindi si dispera e gli vengono i sensi di colpa anche se non c'entra niente.
Cosa succederà adesso?
All'inizio non avevo proprio ispirazione e se non fosse stato per la canzone "Don't let me go" (alcuni versi li ho riportati all'inizio del capitolo) questo capitolo non esisterebbe
Con questo vi saluto!
Se volete seguirmi su twitter sono @acciomiriam
Spero che qualcuno recensisca!
Un bacio<3
Miriam.

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Capitolo 14
*** Dear Hermione ***


Dear Hermione 
Stava sorgendo il sole, erano appena le sei meno dieci. Io ero seduto sul davanzale della finestra dell’ufficio di Silente, lo stavo aspettando da troppe ore, e lui ancora non era tornato; niente mi poteva distogliere dai miei pensieri, niente e nessuno. Non avevo voglia di alzarmi, era come se qualcosa fuori dalla finestra attirasse la mia attenzione, ma non c’era niente là fuori.
All’improvviso una voce mi fece sobbalzare: «Ancora sveglio, Draco?» mi chiese Albus Silente; aveva la faccia di uno che non aveva dormito per tutta la notte, d’altronde come me. «Oh, professore, io stavo…» mi giustificai «Lo so, Draco» annuì il professor Silente «Dov’è adesso?» chiesi irrequieto «Al San Mungo, i medici si prenderanno cura di lei, non temere» mi tranquillizzò battendo una mano sulla mia spalla. Io poggiai il mio viso sulle mani. «Starà bene…» affermò; io lo guardai negli occhi: non l’avevo mai notato in quei quattro anni a Hogwarts, ma quell’uomo aveva gli occhi azzurri; sicuramente non avrei avuto più occasione di guardarlo negli occhi. «…lo giuro» aggiunse mantenendo il suo sguardo tranquillo e sereno. «Anche Hermione me l’aveva giurato e ora è in coma su un letto del San Mungo» constatai riappoggiando il mio viso alle mani. Dopo qualche minuto ritornai a guardarlo; quel suo sguardo mi metteva veramente in soggezione. «Meglio che io vada» asserii e uscii dalla porta dell’ufficio.
Mi sentivo strano, come se mi mancasse qualcosa; i corridoi erano deserti e non me ne stupii più di tanto. Scesi nei sotterranei ed entrai nella sala comune Serpeverde, anch’essa vuota. Era incredibile come la mia vita fosse diventata buia e fredda in così poche ore.
25 agosto 1995
Le vacanze stavano per finire mancavano pochi giorni all’inizio della scuola; ero andato a trovare Hermione tre giorni prima e non è che stava tanto bene. «Dai mamma, voglio andarci anche oggi» gridai a mia madre «Tuo padre non vuole, Draco» si giustificò mia madre «Lui non lo verrà a sapere» dichiarai facendo spallucce; lei mi guardò con gli occhi ridotti a fessure. «Sei l’unica che mi può accompagnare» ribadii alzando il tono della voce. Mia madre mi guardò con uno sguardo intimidatore e dopo qualche minuto acconsentì ad accompagnarmi al San Mungo con la Materializzazione Congiunta «Mi raccomando, acqua in bocca; se tuo padre lo viene a sapere che stai andando di nuovo dalla Mezzosangue ci Crucia a tutti e due» bisbigliò «Non chiamarla così, mamma» la ammonii e lei alzò gli occhi al cielo. Presi la lettera che avevo scritto mezz’ora prima e partii con mia madre al mio fianco. Scriverle lettere mi faceva sentire molto più legato a lei; nella lettera, con un inchiostro verde scuro c’era scritto:
Cara Hermione,
Come stai? Sei sempre nei miei pensieri. Mi sono sforzato, ho provato a non pensare alle condizioni in cui stai, ma non ci riesco proprio.
L’anno scolastico sta per cominciare, non ne ho proprio voglia; i corridoi di quella scuola sono ormai vuoti senza di te.
Sembra che il tempo non passi mai, quest’estate mi è sembrata lunga quasi un secolo.
Mi manchi tanto.
Con amore,
Draco.
Appena arrivati al San Mungo, entrai nella sua stanza, c’era già qualcuno: Potter e Weasley erano anche loro lì. Non avevo voglia di parlare; la guardai per qualche secondo, mia madre poggiò una mano sulla mia spalla come a volermi consolare: Hermione aveva l’aria serena, gli occhi chiusi come se dormisse. I suoi capelli castani e crespi erano sparpagliati su tutto il cuscino bianco. Era bella, anche in quelle condizioni; era bella sempre.  
Dopo qualche minuto poggiai la lettera sul comodino accanto al letto assicurandomi che nessuno potesse prenderla; glie lo dissi anche a Potter e a Weasley, anche se non ero sicuro che mi sarei potuto fidare. Osservai per un’ultima volta Hermione, distesa sul letto, impassibile, poi lasciai la stanza con mia madre al mio fianco.
***
Hermione tells
Gli sportelli del treno si aprono, prendo Grattastinchi tra le mie braccia, la borsa e il baule. Saluto mamma e papà e salgo sulla locomotiva scarlatta. E’ il mio primo anno a Hogwarts, sono nervosa e spaesata allo stesso tempo. Spingo il baule fino ad uno scompartimento: dentro c’è un ragazzino solo che piange. Apro la porta scorrevole dello scompartimento ed entro: il ragazzino si asciuga velocemente il viso con la manica del suo golf a quadretti e poi mi guarda. «Ciao, stai bene?» gli chiedo sedendomi sul sedile davanti al suo; non mi risponde, ma ricomincia a piangere. «Sono Hermione Granger» mi presento rivolgendogli un sorriso incoraggiante. «Io sono Neville Paciock» mi dice, offrendomi la sua mano tonda e rosea, io glie la stringo. «Cosa è successo, Neville?» gli chiedo lasciando la sua mano. «Io… ho perso Oscar» risponde con voce sottomessa e poi ricomincia a piangere. «Oscar?» domando io, molto confusa. «Il m-mio r-rospo» contesta con la voce scossa dai singhiozzi. «Oh, mi dispiace veramente moltissimo, posso aiutarmi in qualche modo?» propongo guardandolo con indulgenza. «Potresti c-chiedere in giro se qualcuno del t-treno l’ha visto?» balbetta abbassando lo sguardo. «Certamente, tu aspettami qua» gli dico con un tono gioviale. Lascio Grattastinchi sul sedile, ma lui sale subito sulle gambe di Neville, speranzoso di ricevere coccole.
Il treno è affollatissimo: incrocio tre ragazzi per lo meno del terzo anno: due di loro sono identici con dei capelli di un rosso acceso e l’altro ragazzo è più scuro di carnagione; lo chiedo a loro: «Scusatemi ragazzi, avete visto un rospo in giro?» loro si guardano a vicenda con uno sguardo eloquente. «No, mi dispiace» risponde uno dei gemelli rossi. Continuo con la mia ricerca. Incrocio altri tre ragazzi, questi sono del primo anno però: a primo impatto noto i capelli di quello che deve essere il ‘leader’, sono di un biondo platinato, ha gli occhi grigi e un ghigno sulle labbra. Gli altri due dietro di lui sono grossi e tarchiati. «Scusatemi, un mio amico ha perso il suo rospo, l’avete visto in giro?» dico e loro ghignano. «Chi è l’idiota che si porta un rospo in giro?» chiede il biondo scoppiando in una sonora risata. «Oh, io sono Draco Malfoy e loro sono Tiger e Goyle» aggiunge con aria altezzosa. «Hermione Granger» rispondo e ricambio anche io lo sguardo altezzoso. «Dovresti scegliere le persone giuste con cui fare amicizia, Granger, è un consiglio» afferma alzando il sopracciglio sinistro. Tende la sua mano bianca e magra e io la prendo e glie la stringo dicendo: «Non ho bisogno di qualcuno che mi dica con chi fare amicizia, so cavarmela da sola, grazie, Malfoy» sorrido scettica, lascio la sua mano; il suo sguardo è sbalordito, gli occhi grigi spalancati. Gli rivolgo l’ultima occhiata e poi li sorpasso urtando appositamente la sua spalla con la mia.
Continuo a camminare, guardo un po’ dentro tutti gli scompartimenti e poi entro in uno occupato da due ragazzini della mia età: uno con i capelli rossi somigliate molto ai gemelli che avevo già incontrato e l’altro ha degli occhiali rotondi, occhi verdi e i capelli neri; il rosso tiene la bacchetta puntata sopra il suo topo profondamente addormentato. «Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso» affermo «No» dice il ragazzo con i capelli rossi. «Oh, state facendo magia! Vediamo, allora» constato, gonfiandomi il petto. Il ragazzino rosso si schiarisce la gola e cerca di ricordarsi le parole «Per il sole splendente, per il fior di corallo, stupido topo diventa giallo» il topo si colora di un bagliore giallo ma poi ritorna marrone; il ragazzino rosso è deluso, l’altro si trattiene le risate. «Sei sicuro che sia un vero incantesimo? Beh, non funziona, direi. Naturalmente anch’io ho provato a farne alcuni semplici e mi sono riusciti sempre» dico, esco fuori la bacchetta e vado a sedermi davanti al ragazzino con i capelli neri. «Per esempio…» punto la bacchetta sugli occhiali del ragazzino davanti a me; lui è molto spaventato. «Oculus Reparo» pronuncio, e in un baleno gli occhiali del ragazzino si aggiustano «Va meglio, dico bene» gli altri due non osano proferir parola. Trasalgo nel momento in cui il ragazzino davanti a me si toglie gli occhiali e dico: «Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter! Io sono Hermione Granger, e… tu sei?» chiedo al ragazzino rosso. «Ehm, Ron Weasley» farfuglia con la bocca piena di Tuttigusti +1. «Piacere» pronuncio con aria disgustata. «Vi conviene indossare le vostre divise, manca poco all’arrivo» annuncio; Harry si guarda la maglietta, e Ron non sa che dire. Io faccio per andarmene quando mi fermo a guardare Ron. «Hai dello sporco sul naso, a proposito, lo sapevi? Proprio qui» avverto Ron toccandomi il naso; lui mi guarda confuso con una caramella che gli esce dalla bocca e poi si strofina il suo. 
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Ciao a tutti!:)
Eccomi ce l'ho fatta a pubblicare un nuvo capitolo!:)
Qui possiamo vedere per la prima volta in questa fanfic Narcissa Malfoy (<3) che è la madre più dolce del mondo magico!
Nella seconda parte del capitolo c'è una parte della riabilitazione di Hermione! 
I capitoli d'ora in poi saranno strutturati sempre così, non vi dico il numero di capitoli che troverete così però!
Qualche giorno fa ho pubblicato una Rose\Scorpius che sarebbe il seguito di una Dramione, se volete leggerla è qui!
Se volete contattarmi potete trovarmi su twitter @acciomiriam anche per fare una chiacchieratina ahahah 
Spero vi sia piaciuto!
RECENSITEEEEE
Un bacio<33
Miriam.
(Questo colore è troppo chiaro forse?) 

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Capitolo 15
*** But the arms of the ocean deliver me ***


But the arms of the ocean deliver me
Ormai andava avanti da troppo tempo: ogni tre giorni andavo al San Mungo e vedevo sempre la stessa cosa: Hermione distesa e immobile. Tante volte sperai di vederla sveglia, seduta sul suo letto, con un gran sorriso sulle labbra e magari anche una caramella Tuttigusti +1 in bocca, ma questo non accadeva mai.
Nonostante fosse iniziata la scuola andavo frequentemente da Hermione anche se i permessi erano diventati veramente limitati. Fu così che il 14 ottobre scrissi la mia seconda lettera che avrei sistemato sopra la prima sul comodino della stanza 47 del reparto delle Malattie e le Ferite Magiche del San Mungo.
Cara Hermione,
Non ti chiedo neanche come stai, perché tutti e due sappiamo la risposta. Mi manchi tantissimo. L’anno scolastico è iniziato; le lezioni sono diventate davvero pesanti e alquanto noiose perché a fine anno ci sono i G.U.F.O.
A volte ti sogno: ti sogno sorridente, felice, ti sogno mentre ridi, mentre stai con i tuoi migliori amici (forse non te l’ho detto, di solito io, Potter e Weasley veniamo insieme a farti visita, chi l’avrebbe mai detto, eh?).
A scuola c’è una nuova insegnante di Difesa, si chiama Dolores Umbridge, lavora al Ministero, è un po’ matta, si veste di rosa da capo a piedi, anche il suo ufficio è rosa e pieno di ritratti di gatti miagolanti, è disgustoso.
Spero di rivederti sorridere il più presto possibile,
Con amore,
Draco
«Malfoy, ti dai una mossa?» mi richiamò Weasley da dietro la porta del mio dormitorio. Dei Grifondoro nella sala comune Serpeverde erano insoliti, ma Weasley e Potter erano lì che mi aspettavano perché saremo andati insieme al San Mungo. «Sto… sto arrivando, un attimo di pazienza» sbraitai mentre chiudevo la lettera e la mettevo in tasca. «Se non esci subito noi…» cominciò, ma non riuscì a finire la frase perché io aprii la porta della mia stanza e loro sospirarono di sollievo.
Appena arrivati nella stanza 47 del San Mungo, la scena che mi si parò davanti agli occhi, mi fece rattristire ancora di più: la mamma di Hermione teneva la mano della ragazza distesa sul letto e il padre era seduto con il viso affondato fra le mani. Quelli erano dei genitori Babbani, eppure avevano ben capito che il Mondo Magico era in un grave pericolo; quando ci videro alzarono lo sguardo e fecero un sorriso forzato.
Non avevo voglia di vedere quella scena, non volevo piangere davanti a quelle persone: lasciai la lettera sul suo comodino sopra quella di poco tempo prima e dissi a Potter e a Weasley che non avevo voglia di guardare  quella disperata immagine, perché altrimenti sarei scoppiato anch’io.
 
Hermione tells
«Primo anno, primo anno, da questa parte!» grida un uomo gigantesco con la barba incolta. Io e i ragazzini del primo anno lo seguiamo. Arriviamo sulla riva di un lago somigliante ad una tavola nera, sul lato opposto di dove siamo noi, sorge un castello mozzafiato: una volta attraversato il lago con delle imbarcazioni, entriamo nel castello di Hogwarts. La professoressa McGranitt ci aspetta in cima alle scale di marmo e tutti noi la raggiungiamo.
«Benvenuti a Hogwarts!» ci accoglie la professoressa. «Dunque, fra qualche minuto varcherete questa soglia e vi unirete ai vostri compagni» annuncia indicando un enorme portone di quercia dietro di lei. «Ma prima che prendiate posto verrete Smistati nella vostre case» spiega. «Sono Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde» dice la professoressa McGranitt. Draco Malfoy ammicca. «Per il tempo che starete qui, la vostra casa sarà la vostra famiglia, i trionfi che otterrete le faranno guadagnare punti e ogni violazione delle regole le farà perdere punti» continua la professoressa con aria severa. «Alla fine dell’anno, alla Casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case» conclude la professoressa. Neville accanto a me trasale, si precipita in avanti, ai piedi della McGranitt, grida: «OSCAR!» e prende tra le mani il rospo che giace indisturbato sull’ultimo gradino della grande scalinata di marmo. Non appena si alza in piedi, si ritrova sotto gli occhi severi della professoressa e sussurra impercettibilmente: «Mi scusi». Poco dopo la professoressa ricomincia: «La cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochissimo» detto questo, volta le spalle e sparisce.
«E’ vero allora, quello che dicevano sul treno» Draco Malfoy parla. «Harry Potter è venuto a Hogwarts» aggiunge rivolto a Harry; un fremito di eccitazione percorre tutta la folla di ragazzini. «Loro sono Tiger e Goyle, e io sono Malfoy» fa un passo in avanti e si avvicina al ragazzino con i capelli corvini. «Draco Malfoy». Ron trattiene la risata e si gira dalla parte opposta. Malfoy se ne accorge «Il mio nome ti fa ridere, eh? Non c’è bisogno che ti chieda il tuo» guarda il Rosso con disprezzo. «Capelli rossi, una vecchia toga di seconda mano, devi essere un Weasley» Ron fa una smorfia di disgusto. «Scoprirai che alcune famiglie di maghi sono migliori di altre, Potter, non vorrai fare amicizia con le persone sbagliate» continua ignorando Ron. «Posso aiutarti io» porge la sua mano bianca a Harry, e quest’ultimo la osserva e poi aggiunge. «So riconoscerle da solo le persone sbagliate, grazie». La professoressa McGranitt ritorna e batte sulla spalla di Malfoy con una pergamena arrotolata, e lui ritorna al suo posto. «Siamo pronti per ricevervi, seguitemi» afferma la professoressa, e ci conduce all’interno di un portone di quercia. Non appena entriamo nell’enorme sala, ci accolgono applausi da ragazzi seduti in quattro enormi tavolate, due a destra e due a sinistra. In fila arriviamo fino ai tavoli delle autorità. Il soffitto era pieno di stelle e candele. «Il soffitto non è vero, sembra un cielo stellato, ma è una magia, è nel libro Storia di Hogwarts io l’ho letto» spiego alla ragazzina accanto a me. Alla fine di questa enorme sala uno sgabello è posizionato in cima a una gradinata composta di tre o quattro scalini.
La professoressa ci fa raggruppare tutti infondo a questa scalinata e prende un cappello mal concio e tutto rattoppato. «Bene aspettate qui per favore» ordina la professoressa e non appena raggiungiamo tutti la scalinata aggiunge: «Dunque, quando chiamerò il vostro nome verrete avanti, io vi metterò il Cappello Parlante sulla testa e sarete Smistati nelle vostre Case» srotola la pergamena e legge: «Hermione Granger» e un fremito di paura invade il mio corpo. Salgo i quattro scalini; ‘coraggio, stai calma’ penso. Mi seggo sullo sgabello e il cappello comincia a parlare: «Ah, molto bene, sì, bene, ci sono: GRIFONDORO!» un boato dal tavolo Grifondoro e io corro a sedermi. «Draco Malfoy» reclama la McGranitt, il ragazzino pallido si siede sullo sgabello e non appena il cappello sfiora la sua testa, grida con voce cupa: «SERPEVERDE».
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Ciao a tutti!
Scusate il disastroso ritardo, ma non avevo ispirazione e avevo anche deciso di prendermi una pausa, ma non ce l'ho fatta, 
mi farò perdonareee:)
Nel frattempo ho iniziato una nuova ff, quindi per tutte le lettrici directioners (sì, è sui oned) ecco a voi 'It's time to fly' che potete trovare cliccando qui!
Con questo vi saluto, se mi cercate sono su Twitter: sono @perfelt0n ci sono sempre anche quando volete farvi una bella chiacchieratina ahah!
Un bacio<33
Miriam.

 

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