lei? lui?

di infinjty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei. ***
Capitolo 2: *** Lui ***
Capitolo 3: *** Loro ***
Capitolo 4: *** Noi e basta ***



Capitolo 1
*** Lei. ***


Bellissima. Non trovo un’altra parola per descriverla. E in più legge. Penso che non ci sia ragazza migliore di una ragazza che legge. Le ragazze che leggono sono sempre perfette. Sono belle, sempre. E non di quella bellezza convenzionale delle riviste, ma di una bellezza tutta loro che ti conquista, magari piano piano, magari a prima vista. Poi sono dolci. E carine. Ed un pochettino ingenue. E romantiche. Sono come le principesse che aspettano il principe con il suo cavallo bianco, come Sansa Stark che era ubriaca d’amore per il suo Joffrey e non vedeva l’ora di poter accarezzare quei suoi capelli biondi. Allo stesso tempo sono forti. Forti come Katniss Everdeen che è riuscita a vincere e non solo, li ha rovinati quelli di Capital City, lei. Negli occhi poi, le ragazze che leggono, hanno quella luce, come quella di Hermione Granger ad una nuova lezione. Sono così, e sono perfette.

Anche lei è così. Sta seduta su quella poltroncina nell'angolo in fondo alla biblioteca, sempre sulla stessa. Una volta composta con il libro sulle ginocchia, una volta sdraiata sulla pancia su due poltroncine, una volta quasi sdraiata su una sola poltrona con il libro in mano, oppure ancora sulla schiena con il libro in alto. Oppure il più delle volte sta con una gamba su e una a penzoloni. Il libro appoggiato sul ginocchio. Un ciuffo ribelle davanti agli occhi, che anche se le da fastidio non sposta mai. Con la mano invece gioca con un altro ciuffo poggiato sulla sua spalla. Ha poi un blocchetto sul tavolino vicino a lei e quando trova una bella frase la riscrive li. E la copia finchè non ha la calligrafia giusta. Una volta le ho visto buttare via dieci fogli. 

Mentre legge sorride. Non con il sorriso classico, quello che si fa quando si vede la propria ragazza o il tuo libro preferito il libreria, no, è un sorriso spontaneo. Chissà, forse neppure se ne accorge che sorride. Mentre legge sorride sempre. Sempre. Sorride mentre legge Harry Potter come mentre legge Orgoglio e Pregiudizio. Forse è il solo fatto di vedere le parole scorrere sulla carta che la fa sorridere. Ogni tanto sorride anche quando piange. Si commuove spesso lei. Magari sono per un bacio, magari per il culmine della perfezione nella vita del personaggio. Non ne può fare a meno. E allora continua a sorridere, ma piange anche. Qualche volta però non sorride. Piange e basta. Vedere quelle lacrime mi fa morire ma non ci posso fare niente. Ho imparato a conoscerla, io. Ha bisogno di piangere quando muore Fred o quando legge quel “Sempre.” di Piton, quando sente quel “attenta alla coda paperella!” o quando muore Patrick. A quel punto a lei non puoi dire niente. Non la puoi aiutare. Quando avrà finito si asciugherà gli occhi sulla manica della felpa, attenta a non sporcarla di mascara. Dopodiché prenderà il cellulare, si guarderà nel riflesso e controllerà quanto rossi sono i suoi occhi. Fatto questo si alzerà, andrà in fondo alla sala della biblioteca dove si trova il caffè Starbucks e tornerà con una tazza di ceramica bianca con il famoso logo verde con del the al limone. E’ un rituale che si ripete ogni volta. Persino il commesso la conosce ormai. Se la vede arrivare con gli occhi arrossati prende la sua tazza e la riempie di the, se invece ha il trucco perfetto le prepara un cappuccino con molto zucchero. Le ha persino regalato una tazza. Sempre di Starbucks. Vicino al logo ci ha scritto il suo nome, come si fa con i bicchieri di carta del Frappuccino. E’ così che ho scoperto il suo nome. Un giorno l’ho vista piangere più del solito, così sono andato a prenderle il the, dicendo al commesso che era per lei, così lui mi ha dato la sua tazza. Savannah. Così si chiama. Finalmente aveva un nome. Comunque le ho portato la tazza con il the e qualche macaroon. Li ho lasciati li e me ne sono andato. Lei prima di uscire mi è passata accanto e mi ha sorriso.

Savannah ha i capelli castano chiaro, illuminati da menches bionde. Che poi non sono proprio menches, è quell’effetto che ti schiarisce i capelli da metà verso il basso, non so come si chiama, però so che va di moda adesso. Anche i suoi occhi sono marroni. Ma non di un marrone banale, di un bel marrone, quasi dorato. Sono così belli. Però sono nascosti dietro a un paio di occhiali. Non che sia un peccato. Le stanno benissimo. Si trucca poco, mette sono un filo di matita, il mascara e l’eyeliner.

Ha un bel fisico. Non è altissima, è di statura media. Ed è magra. Non di quella magrezza scheletrica, è magra giusta. E’ magra perfetta diciamo. Lo so perché a settembre, quando ho iniziato a vederla in biblioteca, veniva in shorts e canotta magari. In quel caso quando piangeva si asciugava gli occhi su un banale fazzoletto, ma la cosa non mi piaceva. O almeno. All’inizio non ci facevo caso, poi è arrivato l’inverno e così le sue felpe e allora ha iniziato la storia delle maniche e mi è sembrata la cosa più dolce del mondo ed era lei, ed era diversa, e mia colpito.

Ogni giorno che passava, ogni sguardo rubato, ogni sua espressione studiata, ogni cosa mi faceva capire che lei non era più solo la ragazza del the al limone e dei macaroon. Non più solo Savannah, quella che vedo in biblioteca. Era Savannah. La ragazza che mi faceva venire voglia di piangere e ridere insieme. Che mi faceva sentire le farfalle nello stomaco. Che sognavo di abbracciare. Che volevo rendere felice. La ragazza a cui avrei detto il famoso “Always”. L’ho capito dal primo momento che l’ho vista che l’avrei aspettata sempre. Come in quel romanzo, Sono Il Numero Quattro, in cui il protagonista si innamora della biondina e sente che non potrà più vivere senza di lei.

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salve care/cari c:
allora, non scrivo benissimo e ho l'immaginazione di un bradipo in letargo quindi questa "storia" farà sicuramente pena ma volevo comunque pubblicarla per vedere se magari qualcosa di buono c'è c:
detto questo...niente, ho finito il mio angolo autore.

love you xx
infinjty

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Capitolo 2
*** Lui ***


Quando ero piccola credevo che un giorno sarebbe arrivato un principe a prendermi con il suo cavallo bianco, anzi, a dire la verità speravo che arrivasse con un bel purosangue del colore del fieno.
Una volta cresciuta sono rimasta ancora la bambina che aspettava il suo principe, solo che me lo vedevo arrivare con una bella macchinona, un BMW possibilmente, bianco. Nei miei sogni usciva con jeans e camicia bianca, una rosa rossa in mano. Me la porgeva e mi baciava come si vede nei film. Si, sono sempre stata piuttosto romantica e non vedevo l’ora di essere io la ragazza di uno di quei film che tanto amavo. Pensavo che il ragazzino con i capelli biondi pieni di gel, un bel visino e i vestiti di marca fosse il massimo. Finche ho iniziato a leggere.
 
I ragazzi dei romanzi sono perfetti. Non l’ho pensato io, è un dato di fatto. No, okay, questo lo dico io, però è vero. Sono dolci, romantici, scemi e spiritosi. Poi sono belli. Sempre. Il che è tutto dire, perché ormai siamo troppo grandi per leggere i libri con le immagini quindi ci accontentiamo di romanzi senza illustrazioni, però nelle nostre menti sono sempre belli. Sono i nostri ragazzi ideali. Solo che i ragazzi perfetti esistono solo nei libri, o almeno, lo credevo prima di incontrare lui.
 
Alto, ma non in maniera eccessiva. Un bel fisico, asciutto e un pochino muscoloso, ma non il tipo che passa le giornate in palestra. Lineamenti dolci ma allo stesso tempo virili. Le sue labbra sono giusto un filino carnose. Intorno ad esse e sulle sue belle guance un’ accenno di barbetta. Amo quelle sue guance. E i suoi occhi. Azzurri, di un colore così intenso che ti ci perdi. Poi ci sono i suoi capelli. Castani chiari. Mossi. Perfetti anche senza strane acconciature. Un'altra delle cose che mi fanno impazzire è il suo abbigliamento. Si veste bene, troppo bene, con troppa cura, ma in un modo “maschile” non da gay. Per non parlare poi del suo portamento: virile e maschile ma allo stesso modo dolce e tenero, ti fa venire voglia di abbracciarlo e di morderlo allo stesso tempo. E’ perfetto eppure sicuramente non se ne accorge. Se se ne accorgesse e usasse questo suo pregio avrebbe tutte le ragazze ai suoi piedi. Ma a lui non importa. Gira tra gli scaffali, cerca titoli e mi sorride con il suo sorriso perfetto.
 
L’ho incontrato la prima volta in biblioteca. Mi sono trasferita da poco e quindi era una delle prime volte che ci entravo. Ho girato un po’ gli scaffali e mi sono guardata in giro. Una vecchietta che leggeva un libro alle nipotine, qualche altra signora con un libro di Daniel Steel in mano, un padre in cerca di libri per la figlia, due ragazze della mia età e qualche ragazzo. Uno era lui. L’ho notato subito. Nonostante fosse estate e facesse caldo aveva dei jeans lunghi, poi una polo a mezza manica bianca e Vans nere ai piedi. Stava leggendo un libro di Ken Follett, l’Inverno del Mondo mi pare. Ad un certo punto ha alzato lo sguardo fermandosi proprio su di me e mi ha sorriso. Un sorriso che mi ha colpito dal primo momento. 
 
Ho preso il mio libro e sono andata a sedermi su quella che sarebbe diventata la mia poltroncina. Dopo una mezz’oretta ho chiuso il libro e alzato lo sguardo dalle pagine che stavo divorando e l’ho incrociato con il suo. Un leggero rossore ha colorato le sue guance, mentre il mio viso era sicuramente color pomodoro maturo. Sono così io, arrossisco sempre. Mi sono alzata e sono andata a prendere un Cappuccino da Starbucks, la famosa caffetteria con la medusa a due code, in fondo alla sala. Ho preso anche qualche macaroon. Amo quei dolcetti. 
Da quel giorno torno alla caffetteria quasi ogni giorno: the al limone se mi sono commossa o cappuccino se invece non ho gli occhi rossi dal pianto. Ovviamente prendo sempre un macaroon. 
Il commesso mi ha persino regalato una tazza della Starbucks con il mio nome. E’ così che lui ha scoperto come mi chiamo. Un giorno, si vede che piangevo più del solito, mi ha portato lui il the e i macaroon. Li ha lasciati li sul tavolino mi ha sfiorato i capelli con la mano in una maniera appena percettibile e se n’è andato. Nessuno aveva mai fatto una cosa così dolce per me. 
 
La nostra storia, se così si può chiamare, è fatta di attimi, di sguardi incrociati, di sogni e di cose non dette, di the al limone e di macaroon, di frasi scritte sui foglietti e di titoli di romanzi.
Lui è il mio Ragazzo del Pane, il mio Peeta troppo timido per farsi avanti (e io sono uguale a lui). E’ il mio Edward Cullen, romantico e bellissimo. E’ il mio Harry Styles di Dark che mi protegge dal mondo reale e che mi lascia sognare. E’ anche il mio Ron Weasley, tenero e un pochino impacciato, ancora un po’ bambino. E se lui è il mio Ron io voglio essere la sua Hermione. 
 
E’ come in quel film, Io Sono Il Numero Quattro. Lui, interpretato da Alex Pettyfer, si innamora della ragazza, nel film Dianna Agron. Il punto è che Alex non è umano, è una specie di alieno che deve combattere i mostri e così via. La sua vita è fatta di cambiamenti, cambia spesso vita, identità, casa e tutto il resto. Deve tenere un basso profilo ed essere indifferente agli altri e alla realtà che lo circonda. Ma questa volta qualcosa cambia, lui incontra lei e si innamora. E il suo sentimento non è umano, va oltre. Sa che non si potrà più innamorare di nessun’altra, che nessuna sarà mai come lei, nemmeno lontanamente. Così le promette amore eterno. Bè, anche per me è così. Sento che nessuno sarà mai lui. Lui è il mio Quattro e io sarò qui per lui. Sempre.
 
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ciao c: ecco, un'altro capitolo e questa volta parla lei. 
bho, non ho mai scritto niente prima se non racconti o i temi a scuola quindi non so cosa pensare di questa storia, spero vi piaccia c:
accetto critiche e pareri e correzioni c:

un bacio xx
infinjty

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Capitolo 3
*** Loro ***



 
Quattro mesi. Sono passati quattro mesi. Quattro mesi di parole non dette. Quattro mesi di sorrisi sulle labbra. Quattro mesi si letture solitarie e di pensieri contrastanti.
Quattro mesi sono molti, sopratutto se passati da soli.
 
Loro due sono sempre lì. Lei sulla sua poltrona, una gamba a penzoloni e l'altra impuntata sulla poltroncina, il libro sul ginocchio. Sul suo viso c'è il solito sorriso e davanti ai suoi occhi il solito ciuffo ribelle. Indossa una camicia a scacchi sulle tinte del blu, una canotta grigia e un paio di leggins neri. Ai piedi dei stivaletti neri di pelle. Accanto a lei sono appoggiate una sciarpona grigia ed un berretto blu, una giacca nera di similpelle e una borsa J-Lo, nera con un lato tempestato di gemme.
Tutti regali di sua madre che era stufa di vederla girare con felponi e jeans larghi, insomma, a Natale le ha rifatto il guardaroba.
Lui pure è sempre al solito posto. Sul divanetto nero, quello che dava sulla finestra. Jeans chiari, t-shirt bianca e blazer nero aperto sul davanti. Una pashmina bianca al collo. Se si può dire, è ancora più bello del solito.
I suoi capelli sono sempre leggermente spettinati, i suoi occhi brillano come il solito quando è nelle sue vicinanze. Sul suo viso un sorriso perfetto, come sempre. 
 
Lei legge Sparks, Ho Cercato Il Tuo Nome. Lui l'ultimo libro di Vermes, Lui E' Tornato. Girano le pagine lentamente mentre cercano l'altro con lo sguardo, attenti a non farsi scoprire. 
 
 
Quattro mesi. Sono passati quattro mesi. Quattro mesi di sguardi cercati. Quattro mesi di rossori sommessi. Quattro mesi di romanzi e pagine sfogliate.
Quattro mesi sono molti, ma finchè si vedono ogni giorno passano in fretta.
 
Lui apre la finestra per prendere una boccata d'aria. Si respira aria fresca, frizzante, aria di pioggia. Probabilmente pioverà. A confermare la teoria il cielo è pieno di nuvoloni scuri. Chiude la finestra e torna a sedersi sul divano.
Lei gira l'ultima pagina del libro. Le è piaciuto tanto, si vede dalla luce che ha negli occhi e lui se ne accorge. La guarda e quando lei incrocia il suo sguardo lui non lo devia, ma per la prima volta continua a guardarla fissa. Studia i suoi occhi marroni e lei si perde nell'azzurro di quelli del ragazzo. Poi è un'attimo, lei abbassa lo sguardo e arrossisce e la magia finisce.
Lui torna al suo libro rassegnato. Era convinto che sarebbe successo qualcosa. Convinto com'era convinto dell'imminente pioggia. Lei accarezza il libro e pensa a Logan, il protagonista. Logan è il suo ragazzo ideale, una persona così, un po strana, pronta a fare pazzie pur di scoprire chi è la ragazza della foto, perchè si sa, lui ne è innamorato dall'inizio. Alza lo sguardo e vede lui con il suo romanzo e non può fare a meno di comparare Logan al ragazzo sul divanetto e un sorriso ancora più grande le compare sul viso. Lui è il suo Logan, lo ha sempre saputo ma la timidezza ha sempre avuto la meglio.  
 
 
Quattro mesi. Sono passati quattro mesi. Quattro mesi di certezze. Quattro mesi in cui sarebbe potuto succede tutto. Quattro mesi in cui non è successo niente.
Quattro mesi sono molti, e guardando indietro sembrano ancora di più.
 
Si fa coraggio come mai prima d'ora e raccoglie le sue cose. Prende la borsa, la sciarpa, il cappello ed anche il libro per farsi coraggio. Si alza e cammina verso di lui, lentamente, come sperando di cambiare idea.
gli chiede poi a bassa voce, quasi in un sussurro.
Il sorriso di lui si fa ancora più ampio e splendente, se possibile. 

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alloooora, grazie mille per le recensioni e per aver messo la mia storia tra le preferite le seguite sdfj 
questo capitolo è un po' diverso. non mi convince del tutto ma quando lo avevo scritto mi piaceva quiiindi...vabbè oh, io lo pubblico, al massimo datemi del bradipo e lasciatemi delle recensioni carine come quella di chainsawmasskretxs 
bene allora, spero che vi piaccia

love you xx
infinjty

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Capitolo 4
*** Noi e basta ***


"Sta iniziando a piovere. Mi piacciono i temporali. Non so il perchè, è così e basta, da quando sono piccola. Mi metto sulla finestra a guardare le gocce di pioggia che scivolano sul vetro e di colpo è come se tutto scomparisse e ci sono solo io e basta.  Ti va di guardare le gocce di pioggia con me?" gli dice lei sempre sussurrando.
"Lo farei volentieri, ma c'è qualcosa che non mi piace in quello che hai detto..." dice lui sussurrando. La sua voce leggermente roca fa venire i brividi alla ragazza.
"Oh...cosa?" dice lei, un pizzico di paura nella sua voce.
"Hai detto che di colpo ci sei solo tu e basta, e io non voglio che ci sia solo tu e basta. Io voglio che ci siamo solo noi e basta."
Lei lo guarda arrossendo e prendendogli la mano lo porta sulla finestra. Si appoggia alla finestra e lui dietro di lei, la cinge con le braccia.
 
Quattro mesi. Sono passati quattro mesi. Quattro mesi di gocce di pioggia. Quattro mesi di "ci sono solo io e basta". Quattro mesi di scie di pioggia sulle finestre. Quattro mesi di abbracci negati e di mani lontane.
 
Ad un tratto lei si voltò e si perse in quei suoi occhi azzurri che ricambiavano il suo sguardo.
"Ho appena finito di leggere Ho Cercato Il Tuo Nome. Mi è piaciuto tanto, insomma, è perfetto. E lui è perfetto. Quando era in Iraq in guerra con i Marines ha trovato una foto per terra, l'ha raccolta e da allora è stata il suo portafortuna. Sulla foto c'era una ragazza. Lui tornato negli Stati Uniti è partito ed è andato a cercarla e senza sapere niente di lei, se non dove viveva, l'ha trovata. E' la cosa più dolce del mondo, insomma, ha attraversato due Stati a piedi per cercarla. Quel ragazzo è la dolcezza. E da quel che immagino io è romantico e la guarda come si guarda il proprio tesoro più prezioso. E...okay, non mi prendere per matta o quant'altro, ma quando immaginavo lui immaginavo te. Il modo in cui mi guardavi quando pensavi che non me ne rendevo conto, i tuoi sorrisi erano i suoi, le tue attenzione le sue. E bè...vuoi essere il mio Logan?" disse lei calma, con dolcezza, la voce un po' tremante.
"Non aspettavo altro" rispose semplicemente lui stringendola un po' più forte. "Hey, la vuoi sapere una cosa?" 
"Dimmi " dice lei. 
"Mi chiamo Logan." 
 
 
Quattro mesi. E altri quattro ne passeranno. E non solo quattro. Mesi si abbracci e di parole. Mesi di "noi e basta". Mesi di carta ed inchiostro. Mesi di emozioni e sorrisi.
 
"Logan?" disse lei in un sussurro. Sono tornati sul divano, ognuno con il suo libro. Lei ne ha un'altro di Sparks sulle ginocchia, The Last Song.
"Si?" dice lui piano.
"Posso accoccolarmi su di te?" chiese con un sorriso furbetto sulle labbra e una piccola risatina.
Lui la guardò e ricambiò la risata.
Alzò il braccio e il libro e la ragazza si sistemò sulle sue ginocchia.
 
Lei legge Sparks. Lui l'ultimo libro di Vermes. Girano le pagine lentamente mentre cercano l'altro con lo sguardo sperando di incontrare gli altri occhi innamorati.
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e con questo ho finito, oh meglio, non so come andare avanti e non vorrei perdere i miei pochi lettori rovinandola con cose stroppo smielate e discorsi banali quindi la finisco qui, con loro che leggono accoccolati sul quel divano ahah sono così teneri c: no perchè io li ho visti veramente, tempo fa, ed erano la dolcezza sdfj quindi niente, grazie a tutte quelle belle persone che hanno recensito o che l'anno inserita nelle seguite c:
love you xx
infinjty

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