Come la Lituania conquistò la Bielorussia (e viceversa)

di Rico da Fe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fase 1: Stringere le opportune alleanze ***
Capitolo 2: *** Fase 2: Preparare gli armamenti ***



Capitolo 1
*** Fase 1: Stringere le opportune alleanze ***


Era una tiepida mattina di luglio.
I raggi del torrido sole italiano fecero delicatamente capolino nella stanza, filtrando dalle persiane accostate.
Romano sbatté le palpebre.
Ci mise qualche minuto buono a capire che doveva svegliarsi, quindi si tirò su lentamente, poggiò i piedi scalzi per terra e (in mutande) si alzò e uscì dalla camera.
Sorrise pregustando la magnifica giornata che lo attendeva: niente fratellino rompicoglioni in giro per casa, niente crucco bastardo tra le palle, niente riunioni... Solo lui, la magnifica giornata d'estate che sorrideva raggiante dalla finestra del bagno e Belgio.
'Aaaah... Fosse così tutti i gior...'
DLIN DLON!!!
"Ma che PALLE!!!" sbottò l'italiano, sciacquandosi rapidamente la faccia.
Fece per mettersi una maglietta addosso, quando lo colse un dubbio: che Belgio fosse in anticipo?
Eccitato, mandò affanculo la maglietta e si precipitò giù per le scale, preparando la sua migliore faccia da macho.
Aprì la porta e...
"AAAAAARGH!!! Copriti subito!!!"
"AAAAAARGH!!! L... Lituania?!?"
Il lituano lo guardava stralunato sulla porta, indugiando involontariamente sul fisico robusto e muscoloso di Romano.
L'italiano acchiappò il giubbotto di pelle dall'attaccapanni e se lo mise addosso.
"Ma perché non sei Belgio... Sob... Vabbè, entra..." farfugliò Romano, scansandosi e invitando lo slavo ad entrare.
Lituania entrò, e mentre Romano correva di sopra a mettersi addosso qualcos'altro oltre le mutande e il giubbotto, si guardò intorno.
Il Sud Italia aveva davvero una gran bella casa: le ceramiche di Caltagirone occhieggiavano da ogni angolo, le pareti di tufo bianco ospitavano oltre ai quadri anche piatti in ceramica, stampe antiche, scimitarre saracene e bizzarri ed esotici strumenti musicali.
Alle finestre, leggere tende di lino bianco celavano alla vista lo splendido panorama che tutte le altre nazioni invidiavano all'italiano: un mare luminoso e azzurro, accarezzato dal vento e dalle strida dei gabbiani...
Lituania sospirò. Avrebbe tanto voluto affacciarsi anche lui sul Mediterraneo abbracciato dal sole... Invece gli toccava il gelido Baltico.
"Eccomi qua!"
Romano entrò nel soggiorno, con indosso un paio di jeans e una maglietta rossa e gialla con al centro la Trinacria.
"Hai davvero una bellissima casa..." mormorò malinconico Lituania, guardando l'italiano con espressione cordiale.
"Grazie! Però... Non credo tu sia venuto fin qui da Vilnius per farmi i complimenti sulla casa, o sbaglio?" chiese Romano avvicinandosi.
"No, infatti... Sono qui perché ho un problema, e... Credo che tu possa aiutarmi..." rispose Lituania, torcendosi le mani e guardando speranzoso l'italiano.
"Ah sì? Beh... Parliamone davanti a una colazione... Non so tu ma io ho fame!" disse Romano sorridendogli rassicurante e guidandolo in cucina.
Fece accomodare l'ospite e iniziò ad apparecchiare, tirando fuori ogni sorta di leccornia: cannoli, cassate, brioches, babbà, ricce, una pastiera avanzata dalla sera prima, qualche diplomatica e una grossa fruttiera traboccante di arance, limoni di Sorrento, melegrane, fichi...
"Caspita! Ma... A colazione mangi tutta questa roba?!?" chiese Lituania sbarrando gli occhi davanti a tutto quel ben di Dio.
"Poco, eh? Infatti a pranzo dopo ho ancora fame..." rispose Romano sedendosi e porgendo a Lituania il suo espresso.
"Di cosa volevi parlarmi?"
"Ecco..." cominciò il lituano, schiarendosi la gola. "Come ben sai, io... Cioè... Mi piace Bielorussia..."
"La sorella sciroccata di Russia?" chiese Romano, aggrottando le sopracciglia. Certo che Lituania era davvero masochista...
"Ma no... Non è più sciroccata! È rinsavita! Non corre più dietro al fratello, da quando le hanno spiegato che rischia di scomparire se si unisce a lui come dice lei!" si affrettò ad aggiungere lo slavo.
"Ah... Beh, allora hai campo libero... O Russia fa il geloso?"
"No... Non è Russia il problema, lui mi ha detto che è d'accordo..."
"DAVVERO???"
"Incredibile, eh?" fece Lituania, sorridendo all'espressione incredula di Romano. Addentò il suo cannolo, gustandoselo fino all'ultima briciola, poi proseguì.
"Il problema... È che non so come fare per conquistarla! Bielorussia è sempre così distante... Così ho pensato, visto il tuo successo con Belgio... E il successo di tuo fratello con Monaco..."
"Vuoi che ti aiuti a conquistare la gelida manina (e non solo) della fanciulla ex-sovietica?" completò Romano alzando un sopracciglio.
Era strano sentirsi chiedere consigli sull'amore, specie se l'esperto di innamoramenti vari era da tutti considerato Francia.
"In sostanza... Sì!" annuì Lituania imbarazzato: lui e Romano si erano incrociati giusto un paio di volte durante le riunioni, e non erano mai andati oltre un semplice 'buon giorno' o 'buona sera'... E adesso gli piombava in casa esponendogli i suoi problemi di cuore e chiedendogli di aiutarlo a risolverli, nonostante si conoscessero appena!
"Beh... D'accordo!" fece Romano, sorridendo allo slavo con aria esperta.
"Mi aiuterai?" chiese Lituania, alzando gli occhi su di lui.
"Ma sicuro! Accomodati in soggiorno!" rispose Romano, sparecchiando e badando bene di non farsi vedere mentre sogghignava trionfante.
'Alla faccia tua, Francia dei miei stivali!' esultò mentalmente Romano: Lituania che chiedeva A LUI consigli su come conquistare una ragazza...
 
 
 
DRIIIINNN!!!
Belgio si alzò dal divano, poggiò il piatto con la tarte au maton sul bracciolo e andò ad aprire.
"Bonjour... Oh! Ciao... Bielorussia!"
La belga salutò la nazione slava, in piedi davanti alla porta, con un espressione perplessa.
E da quando la fredda (e psicopatica) Bielorussia veniva a farle visita a Bruxelles?
"Ehm... Ciao..." cominciò l'altra, tormentandosi una ciocca di capelli: era visibilmente a disagio.
"Mi fai entrare? Ti... Dovrei parlare..."
"Mais oui! Accomodati!" rispose Belgio, scansandosi e facendola entrare, dandosi mentalmente della cretina: di certo Bielorussia non era venuta apposta dall'altro capo d'Europa per chiederle lo zucchero...
La fece accomodare in soggiorno, dove la TV trasmetteva un animato e piuttosto ridicolo talk-show, e le offrì dei waffle e qualcosa da bere.
"Grazie..." disse la bielorussa, ora un po' più a suo agio.
"Figurati! Dunque... In che posso esserti utile?" chiese Belgio, sorridendo amichevole alla sua ospite. Bielorussia abbassò lo sguardo e riprese ad attorcigliarsi la ciocca di capelli biondi.
"Beh... Ecco... Io... So che non ci siamo mai nemmeno guardate in faccia prima d'ora..." cominciò la slava, poi prese un bel respiro e parlò in maniera un po' più sciolta.
"Ho bisogno di... Aiuto... In campo amoroso!"
"In campo amoroso?" chiese la belga alzando un sopracciglio e guardandola perplessa. Che ci azzeccava lei... Tra Bielorussia e Russia?
"Sì... Credo di provare qualcosa per..."
"Russia?"
"Ma no! Per... Lituania!"
"Eh?"
Belgio sbatté le palpebre: questa cosa se l'era persa... Da quando la psicopatica non correva più dietro allo psicopatico slavo?
"Quindi... Sei venuta qui perché ti piace Lituania... Ma non sai come dichiararti... E vuoi che io ti dia qualche consiglio?"
"Se per te non è un problema... Insomma, mi sono resa conto che i miei metodi con Russia erano... Ehm, poco ortodossi... E così, vedendo il tuo successo con gli uomini, ho pensato che forse avresti potuto..."
"Mia cara... Ma certo che ti aiuto!" esclamò Belgio, accostandosi di più all'altra e mettendole una mano sulla spalla.
"Davvero?" chiese speranzosa Bielorussia.
"Bien sûr! Vedrai, prima di domani sera riuscirò a procurarti l'invito a cena di Lituania su un piatto d'argento... E poi tu farai il resto! Ti insegnerò tutto quello che posso insegnarti!"
"Io... Non so cosa dire..." balbettò la bielorussa al colmo della felicità "... Grazie, grazie davvero... E scusa se magari mi sono comportata male con te..."
"Ma figurati! Chissà... Magari diventiamo anche amiche!" disse la belga, prendendo i piatti vuoti e alzandosi dal divano.
Lasciò cadere lo sguardo sul vestito blu con grembiule di Bielorussia, e sospirò: forse non sarebbe stato così facile...
 
 
 

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Capitolo 2
*** Fase 2: Preparare gli armamenti ***


"Dunque..." cominciò Romano squadrando da capo a piedi Lituania.
Erano entrambi nell'arioso e luminoso soggiorno dell'italiano, e il meridionale stava esaminando con occhio esperto lo slavo in piedi davanti a lui, che per poco non scattava sull'attenti, tanto era teso.
"Punto primo: il look!" esordì Romano schioccando le dita.
"Che cos'ha il mio look che non va?" chiese Lituania leggermente offeso.
"Uhm... Beh, non so, secondo te alle ragazze piacciono gli sfigati con la divisa verde muschio (sbiadita) retaggio del periodo sovietico, e i capelli sciolti e flosci?"
Romano vide il povero Lituania rimpicciolire per la vergogna, più imbarazzato che mai, ma scacciò subito i sensi di colpa: se il lituano gli chiedeva consigli doveva stare zitto e dargli retta!
"Dunque..." riprese Romano ripassandolo con una veloce occhiata. "Innanzitutto legati i capelli: a molte ragazze piacciono gli uomini col codino! Fa figo!"
Mentre Lituania obbediva, rimediando da chissà dove un elastico, l'italiano andò di sopra a rovistare nell'armadio (del fratello) in cerca di vestiti adatti.
Quando tornò, guardò con piacere il suo primo consiglio messo in pratica: lo slavo stava davvero bene con i capelli legati! Il viso era molto più luminoso e gli occhi verde pino splendevano raggianti.
Se Bielorussia non gli cadeva ai piedi, o era lesbica o era ancora fissata col fratello.
Ma c'era ancora del lavoro da fare...
"Ecco, indossa questi!"
Gli porse i vestiti di Feliciano (che portava più o meno la stessa taglia) e lo invitò a cambiarsi nel bagno degli ospiti. Lituania obbediva mansueto come sempre, tanto che Romano non si sorprese del fatto che sia Polonia che Russia avevano fatto un sacco di storie prima di concedergli l'indipendenza. E dove lo trovavano un altro così servile e accomodante come Lituania?
Romano si riscosse dai suoi pensieri quando sentì il click della porta del bagno che si apriva.
Guardò il lituano. Si fece i complimenti da solo. E poi li fece a Lituania.
"Caspita! Lo vedi che se mi ascolti fai strage di cuori (alla faccia di Francia)?"
Lituania si guardò timidamente al grande specchio appeso nel soggiorno: la camicia di seta blu scuro, i costosi pantaloni d'alta sartoria, gli stivaletti di Pollini... Ma era davvero lui quel dandy col codino che ammiccava dallo specchio? Era davvero Lituania? In un impeto subito sopito di vanità, la nazione pensò alle possibili reazioni degli altri due baltici se lo avessero visto in quel momento.
Si ripromise di farsi una foto, possibilmente con Bielorussia, e di spedirla a entrambi.
"Bene!" esordì Romano quando il novello Cenerentolo ebbe finito di rimirarsi allo specchio: c'era ancora bisogno del Fata Madrino!!!
Mise amichevolmente un braccio intorno alle spalle di Lituania.
"È ora di passare al punto secondo..."
 
 
"Très bien! Cominciamo!" esordì Belgio, invitando Bielorussia a seguirla in camera da letto, più precisamente nella sua enorme cabina armadio.
Bielorussia restò a bocca aperta.
"A-accidenti! Ma quanti vestiti hai? Si direbbe che hai svaligiato gli outlet di mezzo mondo!"
La belga le rivolse un sorriso eloquente.
"Tesoro, Monaco ha un guardaroba che é il doppio del mio... Del resto, quando confini con Francia, avere un'infinità di vestiti chic é d'obbligo..."
Mentre Belgio si tuffava allegramente in quella miriade di abiti e vestiti d'ogni genere alla ricerca di qualcosa per lei, Bielorussia ne approfittò per rifarsi gli occhi: caspita quanta roba!
Nel suo povero Paese non avrebbe mai visto quella straordinaria fiera dell'alta moda... C'era di tutto, e forse anche di più: borse costosissime, scarpe con tacchi vertiginosi, eleganti abiti da cocktail, raffinati abiti di gala e sontuosi abiti da ballo, e poi morbide pellicce, impeccabili tailleurs, cappotti dai prezzi esorbitanti (Belgio non sembrava curarsi di togliere i cartellini)...
"Ecco qua!"
Belgio riemerse da quel mare di vestiti e le porse raggiante quello che doveva indossare.
"Di là, se magari ingaggi un esploratore o usi Google Maps trovi (forse) un camerino dove cambiarti... Io ti aspetto qui!"
La belga sorrise incoraggiante e Bielorussia, presa la roba, si affrettò a cercare l'agognato camerino.
Più che un camerino, quello era lo stanzino delle scope (che diavolo ci faceva nella cabina armadio?), ma la slava lasciò correre: ormai era così abituata ad arrangiarsi...
Al buio, si infilò i leggins neri e una casacca di seta che aveva tutta l'aria (data la leggerezza al tatto) di essere costituita da ben poco materiale e quindi di lasciare davvero poco all'immaginazione.
Almeno non era aderente...
Non appena calzò le décolleté di Guess con tacco 15 e plateau, la bielorussa si sentí mancare: neanche un fachiro sarebbe riuscito a restare FERMO in piedi su quei trampoli (figurarsi a camminare...)!
Barcollando, uscì dal camerino e tenendosi saldamente ancorata al muro costeggiò il perimetro della cabina armadio fino a sbucare nel corridoio principale, dove la sua nuova amica la aspettava.
Non appena la vide, Belgio si illuminò: altro che vestitino alla Alice in Wonderland!
Una bionda da favola con un fisico ancora più da favola camminava verso di lei, avvolta in una casacca di seta scollatissima e bordata di strass, le gambe fasciate da aderenti leggins neri e i delicati piedini infilati in scarpe... Ehm... Forse un tantino troppo alte...
Bielorussia, dal canto suo, guardò la belga con l'aria di uno scalatore davanti a una cima particolarmente irraggiungibile.
"Coraggio Biel... Ce la puoi fare... Non lasciarti bloccare da un semplice paio di tramp... Cioè, scarpe..." pensò la slava mentre si staccava dal muro e pian piano, simile a un'equilibrista in bilico su un filo di nylon teso tra due mongolfiere sospese a 1200 metri di quota, cercò di raggiungere Belgio.
"Avanti, Biel... Ancora... Ehm... Una decina di metri..." la incoraggiò Belgio, ma la nazione dovette ammettere che qualcosa non andava: Bielorussia stava benissimo con quelle scarpe, ma aveva l'andatura di un acrobata con entrambe le gambe ingessate e seri problemi di scoliosi.
Del resto, la slava non aveva mai neppure visto delle scarpe del genere...
Finalmente Bielorussia raggiunse, pericolosamente in bilico sulle due lussuose torture cinesi, l'agognata meta belga.
"Eccomi, ci sono quasi..."
Allungò le mani aspettandosi di essere sorretta (o meglio, soccorsa) da Belgio...
Ma abbrancò l'aria!
"Aspettami qui, vado a prenderti delle scarpe più basse!" disse frettolosamente l'amica scomparendo nuovamente nei meandri oscuri della cabina armadio.
"BELGIOCAZZOTORNAQUIIIIIIII!!!" gridò Bielorussia, agitando invano le braccia e barcollando come una giraffa ubriaca con la labirintite.
Ma quando Belgio tornò dall'amica, raggiante e con un paio di Gucci tacco 12 senza plateau, la trovò spiaggiata faccia a terra sul parquet.
"Bielorussia! Sei caduta?"
"Ma no, diciamo che sono diversamente in piedi..." rispose l'interpellata cercando di tirarsi su e di liberarsi degli aggeggi infernali.
"Vabbè, dai, provati queste!" disse Belgio rifilando alla bielorussa il nuovo paio di scarpe.
Bielorussia se le infilò e con l'aiuto di Belgio provò ad alzarsi e a fare qualche passo.
"Uhm... Sì, decisamente meglio!" constatò la belga. "Adesso prova ad ancheggiare un po', così..."
Le mostrò come doveva fare, e si compiacque del risultato: persino Russia le avrebbe fatto stalking!
"E ora... Passiamo al punto B!"
 
 

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