Lost Boys Calling

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tabella dei prompt ***
Capitolo 2: *** Angoscia ***
Capitolo 3: *** Tristezza ***
Capitolo 4: *** Odio ***
Capitolo 5: *** Lussuria ***
Capitolo 6: *** Rancore ***
Capitolo 7: *** Vendetta ***
Capitolo 8: *** Desiderio ***
Capitolo 9: *** Malinconia ***
Capitolo 10: *** Malessere ***
Capitolo 11: *** Disperazione ***



Capitolo 1
*** Tabella dei prompt ***


Ciao a tutti,
inserisco solo ora la tabella dei prompt. Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate di questa raccolta.
Ci vediamo comunque domenica prossima con il nuovo capitolo della raccolta
Baci e abbracci,
Triz
 
Set 03 - Stati d'animo
[Novecento] Un po' tutti
01. Angoscia 02. Tristezza  03. Odio 04. Lussuria  05. Rancore 
06. Vendetta 07. Desiderio 08. Malinconia 09. Malessere 10. Disperazione
COMPLETATE: 10/10


Sono felice di annunciarvi che ho concluso la tabella.
Ringrazio anche chi ha letto e basta e ringrazio anche _Simph_ per aver indetto la challenge.
Alla prossima,
Triz


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Capitolo 2
*** Angoscia ***


Angoscia
Novecento calciò via un pezzo di legno marcito dall'acqua, sospirò e si sedette su una carica di dinamite guardandosi attorno: sapeva che sarebbe morto di lì a breve, sapeva che la nave sarebbe saltata in aria e sapeva che si stava muovendo per il suo ultimo viaggio. Meno di mezz'ora prima aveva consolato il suo amico Tim, lo aveva abbracciato un'ultima volta e aveva persino sdrammatizzato sull'altro mondo. Si lisciò la camicia e si sistemò il papillon, pensando che, se avesse dovuto di nuovo sdrammatizzare per consolare Tim, non ci sarebbe riuscito.
"Cristo" mormorò stringendo i pugni: che diavolo era quell'angoscia che lo attanagliava?
Non fece in tempo a pensarci su che il Virginian saltò in aria.

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Capitolo 3
*** Tristezza ***


Tristezza
Tim era sceso dalla scaletta per l'ultima volta e si allontanò dal porto prima che potesse incontrare qualcuno, magari quell'idiota del capocantiere, che con il sorrisetto sulle labbra gli avrebbe detto qualcosa come: "Hai visto? Ora sei convinto che non esiste?".
"Al diavolo tutto e tutti" borbottò con le lacrime che gli pungevano le palpebre e accelerò il passo. Un forte boato lo costrinse a voltarsi e, esterrefatto, vide pezzi del Virginian volare via come proiettili: con la bocca ancora aperta dallo stupore, Tim si buttò in ginocchio e vide quello che rimaneva del Virginian bruciare e affondare.
"D-danny..." balbettò mentre le lacrime salate gli rigavano le guance.

Note dell'autrice
Salve a tutti,
a grandissima richiesta (?), ecco a voi la seconda flash di questa raccolta.
Approfitto di questo spazio per una piccola comunicazione di servizio: la pubblicazione di questa raccolta riprenderà il 4 agosto.
Alla prossima,
Triz

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Capitolo 4
*** Odio ***


Odio
Novecento vide i passeggeri della nave scendere dalla scaletta dall'oblò e gli parve di scorgere Tim che lo cercava con lo sguardo, stringendo a sé la custodia della tromba come se fosse un bambino piccolo. Rimase in quella posizione, con il naso incollato al vetro, anche dopo che la scaletta fu tolta e la nave poté riprendere la rotta, come se non fosse sceso nessun trombettista.
"Voglio chiudere con l'Oceano, me ne torno a casa" aveva detto il giorno in cui si era licenziato, poi aveva visto l'espressione stranita sul viso di Novecento e aveva aggiunto: "Nulla contro la nave o contro di te, ma la mia famiglia mi manca".
"Sì, famiglia un cazzo" biascicò Novecento amaramente allontanandosi dal vetro: "Mi hai abbandonato, ti odio" mormorò andando verso la terza classe.

Note dell'Autrice
Rieccomi, vi sono mancata?
Dopo la pausa di due settimane eccomi di nuovo qui con un nuovo capitoletto. Ci vediamo alla prossima.
Triz

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Capitolo 5
*** Lussuria ***


Lussuria
Era steso sulla branda della sua cabina quando Tim entrò: "Oh, ciao. Andiamo a suonare insieme in terza classe" lo salutò Novecento amichevole. Tim non parlò, si avvicinò alla branda e si chinò su di lui baciandolo sul collo.
"Tim, cosa c'è?" chiese perplesso, ma Tim continuava a tacere e gli salì sopra, baciandolo sulla fronte, sulla guancia e infine sulla bocca.
"Danny" sussurrò iniziando a sbottonargli la camicia e Novecento lo tenne avvinghiato a sé continuando a baciarlo.
 
Novecento saltò a sedere sulla branda e per un pelo non diede una capocciata contro il letto sopra di lui: si accorse di aver iniziato a sudare e prese la coperta per asciugarsi.

Note dell'Autrice
Buongiorno a tutti,
siamo quasi giunti a metà di questa raccolta. Il prossimo capitolo lo pubblicherò venerdì 16.
A presto,
Triz

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Capitolo 6
*** Rancore ***


Rancore
Si era lasciato umiliare da un infimo marinaio, uno che la terraferma non l'aveva vista nemmeno in cartolina: lui, il grande Jelly Roll Morton, l'inventore del jazz, sconfitto in duello da uno che doveva avere l'oceano sotto il culo per suonare come si deve! Il pianista si allontanò lentamente dal salone della prima classe con la sigaretta penzolante dalla bocca, mentre udiva distintamente le grida di gioia degli altri passeggeri: "Novecento! Novecento! Sei il migliore, bravo!" strillavano quelli pieni di allegria.
"Tsk!" grugnì Jelly voltandosi verso la porta della sala, poi spiaccicò la sigaretta contro il legno del muro: "Possa bruciare all'inferno, quel dannato marinaio!" ringhiò osservando il segno nero della bruciatura.

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Capitolo 7
*** Vendetta ***


Vendetta
"Signor Brooks, c'è un uomo che la vuole vedere, dice che è urgente".
Il cinquantenne armatore del Virginian alzò gli occhi dal giornale e guardò la giovane segretaria aspirando una boccata dal suo sigaro: "E chi sarebbe?".
"Non lo so, ha detto solo che le vuole parlare del Virginian".
Brooks sbuffò, sbattè via un po' di cenere dal sigaro e gettò il giornale sulla scrivania: "Lo faccia entrare".
La ragazza si allontanò e Brooks spense il sigaro nel posacenere: sentì dei passi affrettati e vide un uomo apparire sulla soglia del suo ufficio. L'uomo lo fissò con odio e si mise una mano nella tasca del cappotto estraendo una pistola: "No, NO!" gridò spaventato Brooks prima che Tim Tooney lo uccidesse con tutti i proiettili che riuscì a sparargli.
"Questo è per aver fatto saltare in aria Novecento, figlio di puttana!" ringhiò Tim gettando via la pistola.

Note dell'Autrice
Buondì,
abbiamo oltrepassato la metà della raccolta: non è stato semplice questo prompt, ma alla fine sono riuscita a inventarmi qualcosa, come potete notare.
Ci vediamo domenica prossima,
Triz

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Capitolo 8
*** Desiderio ***


Desiderio
Novecento aveva sempre voluto scendere a terra, sin da quando aveva finito di esplorare ogni centimetro quadro della nave, ma il vecchio Danny glielo aveva sempre proibito: "Non c'è da fidarsi di quelli che vivono sulla terraferma" gli diceva sempre ogni volta che gliene chiedeva il motivo.
Ma ora Danny non c'era più e, dopo oltre trent'anni passati sul Virginian, Novecento aveva deciso di scendere: c'era solo una scaletta tra la nave e l'oggetto dei suoi desideri, doveva solo scendere quei quaranta gradini.
Ne scese uno, ne scese due, ne fece altri quattro e dopo otto gradini alzò gli occhi verso la nuova avventura che avrebbe affrontato, una grande città pronta ad accoglierlo: forse era una città troppo grande.
"Non desidero mica così tanto scendere, dopotutto" mormorò girandosi su sé stesso e ritornando sulla nave.

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Capitolo 9
*** Malinconia ***


Malinconia
Tim Tooney era quello che si poteva definire un detenuto modello: niente rivolte, nessun piccolo reato anche da dietro le sbarre, niente di niente. Dopo dieci anni di detenzione, aveva cominciato a fare piccoli lavori per il carcere come riparare tavoli traballanti, pulire i corridoi e, dal 1967, si occupava lui della piccola biblioteca del carcere.
Il 1° gennaio 1976, dopo trent'anni scontati per omicidio, Tim fu liberato: ci mise meno di cinque minuti ad accumulare le sue cose e uscì salutando tutti. Appena fuori dalla prigione camminò fino alla fermata del bus e ne prese uno, ma quando questi passò davanti alla casa di sua sorella Talia non scese e proseguì fino al porto.
Si piazzò lì dove trent'anni prima c'era la scaletta: sembrava ieri che ci era salito un'ultima volta illudendosi che Novecento sarebbe sceso assieme a lui.
"Oggi Novecento avrebbe settantasei anni" constatò amaramente mentre una lacrima si perdeva nella barba bianca.

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Capitolo 10
*** Malessere ***


Malessere
L'indomani Tim sarebbe sceso dalla nave: suonò il suo ultimo assolo con tutta la foga che aveva dentro e, in teoria, in quel momento gli altri musicisti dovevano stare in silenzio. Novecento iniziò a suonare nonostante le proteste silenziose del direttore e Tim avvertì che l'amico aveva qualcosa che non andava: sembrava che ogni singola nota uscisse dopo chissà quanta sofferenza e pena e l'espressione sul viso di Novecento gli fece temere che, prima o poi, l'amico avrebbe stramazzato sui tasti in preda a un malore mortale. L'accompagnamento che ne venne fuori fu come se il pianista sfornasse i ricordi di tutte quelle cose che erano successe e li aveva visti protagonisti e l'assolo di tromba divenne immediatamente incerto: "L'hai visto il trombettista? Sta piangendo, o è matto o è ubriaco" sussurrò un uomo poco lontano all'orecchio della moglie.

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Capitolo 11
*** Disperazione ***


Disperazione
I suoi occhi vagavano spauriti di qua e di là: le sue piccole mani si calcarono in testa il berretto del vecchio Danny e poi riavvolsero il cappotto ancora più stretto al suo corpo.
Il bambino temette che un terribile mostro sarebbe spuntato da una delle cabine di prima classe: di solito c'era Danny a rassicurarlo alla fine di quel lungo corridoio, pronto a portarlo nella sala macchine con sé e a fargli leggere i nomi dei cavalli da corsa mentre lui spalava carbone.
Di solito, ma ora lui non c'era più.
Avevano appena buttato il suo corpo in mare e il piccolo Novecento se ne rese conto in quel momento, mentre cadeva in ginocchio nel bel mezzo del corridoio e scoppiava a piangere.

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