Un'altra possibilità

di darkimera
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'altra possibilità ***
Capitolo 2: *** Un'altra opportunità - Una vita insieme ***



Capitolo 1
*** Un'altra possibilità ***


Quello che sarebbe potuto essere – Rin e Sesshomaru

Un’altra opportunità

Cos’era successo? Dove si trovava? Ecco le domande che si affollavano nella mente della giovane. Aveva pochi ricordi, vaghi ricordi, che le dicevano che era morta. Ricordava che era stata presa in ostaggio da Naraku. Ricordava il signor Sesshomaru che la veniva a salvare. Oh , Sesshomaru… Ricordava che il demone che sempre aveva amato, sì amato perché il sentimento che provava non le sembrava come quello verso un fratello, le faceva scudo col proprio corpo, morendo lui stesso. Ricordava, infine, che era morta anch’ella per mano del fratello di Sesshomaru. No. In quel momento non le era apparso come il mezzo demone che aveva sempre conosciuto, no era diverso, quasi terribile. Quanto tempo era passato da quando era morta? Sembrava diverso tempo, visto che il suo corpo era cresciuto. Sarebbe potuta tornare in vita? Si chiedeva. No. Jaken una volta, tanto tempo fa, forse troppo tempo fa, le aveva detto qualcosa riguardo alla prima volta che aveva conosciuto il signor Sesshomaru, ma cosa? Riguardava una spada, forse… E poi ancora di un’avventura nell’aldilà , dove era stata salvata grazie a… una collana, mi pare… troppe, troppe domande. Era già fuggita alla morte per due volte, non ci sarebbe stata una terza… E intanto osservava l’aldilà. In tutti gli anni che aveva passato lì dentro, non era mai riuscita a vedere oltre ai suoi occhi. Tutto era troppo, troppo buio. Sarebbe mai scesa una luce in quella tenebra? Inutile sperare, la risposta era sempre no. In quel luogo non sarebbe mai scesa la luce,doveva solo aspettare di reincarnarsi, già ma quando sarebbe arrivato questo momento? Che strano, la tenebra che la circondava stava diventando sempre più luminosa. Avvolta in un alone luminoso, una bambina scese dal cielo, se si poteva definire tale ciò che la sovrastava.

- Rin…? – Chiese con una voce che alla ragazza ricordava qualcuno.

- Sì… Sono io… - Rispose speranzosa.

- Vieni… - Le tese la mano e l’altra la prese. Insieme cominciarono ad ascendere verso una meta indefinita, sarebbe stata l’ora della sua reincarnazione?

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Era morto, questo era un fatto certo. Ma quanto tempo era passato da allora? Un minuto? Un ora? Un giorno? Un anno? Non lo sapeva. Sapeva però come era morto. Ricordava che per qualche ragione, per qualche assurdo tranello, probabilmente, si era introdotto nel corpo di Naraku per cercare Rin. Ricordava che l’aveva protetta col proprio corpo dall’attacco del fratello, chissà se ora era viva, chissà se si era salvata… Ma che pensava? Cos’erano questi pensieri? Lei era solo uno stupido umano e allora perché quando la pensava, quando la guardava, il suo cuore sussultava? Cos’era quel tremito? Ne era certo, non si era innamorato. Quello che provava era di certo l’affetto di un fratello maggiore verso il più piccolo. Ma allora perché non era mai successo con Inu Yasha? Forse perché nonostante tutto aveva qualcosa in più che lui, il più potente, non aveva? Comunque ne era certo non era amore. Quanti pensieri nella sua mente. Già pensieri, perché pensare alla propria vita passata era l’unica cosa da fare in quel luogo oscuro in cui devi stare per l’eternità, perché ai demoni non è concessa la reincarnazione. Oppure si poteva sperare che qualcuno concedesse un’altra possibilità, che una luce venisse nelle tenebre. E infatti venne. Una bambina scese leggiadra avvolta in un alone di luce, rischiarando il buio.

- Sesshomaru…? – Chiese con la voce di Rin.

- Rin? Che ci fai tu qui?

- Sesshomaru…? – Chiese di nuovo.

- Sì, sono qui, ma tu…

- Shhh, le domande dopo… Ora è tempo di andare. – Gli tese la mano e lui la prese. Insieme cominciarono a salire verso una meta indefinita, gli sarebbe stata data un’altra possibilità?

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Rin e la bambina atterrarono lievi in una stanza bianca e infinita.

- Dove mi trovo? – Chiese la ragazza non ottenendo risposta. Due bambine avanzarono verso di lei porgendole una veste bianca.

- Vestiti e abbi la pazienza di aspettare.

Rin obbedì. Intanto in un altro punto del luogo Sesshomaru e la bambina atterrarono nella stanza bianca.

- Rin… Allora sei viva! – Esclamò. Ma come mai era così felice nel rivederla?

- Io non sono Rin… - Rispose pacata. – Ma se mi vuoi chiamare così…

Due bambine avanzarono verso il demone portando una veste bianca.

- Vestiti…

Lui eseguì. Non appena si fu completamente vestito, la bambina che l’aveva accompagnato lì scomparì insieme alla compagna di Rin. Spaesati cominciarono a camminare inconsciamente l’uno verso l’altro. Ad ogni passo sembrava di non averlo fatto, sembrava di essere sempre nello stesso luogo. Poi avvenne, si notarono e cominciarono a correre l’una verso l’altro per avere la certezza di una vita in quel luogo strano. Quando erano a pochi metri di distanza si fermarono.

- Signor Sesshomaru… - Disse in un sussurro lei, incredula.

- Rin…? – Chiese l’altro con timore di sbagliare. Aveva davanti una Rin cresciuta, sui 20 anni, nel pieno della sua bellezza, totalmente diversa da come la ricordava. Nel vederla sentì nel suo cuore evolversi qualcosa, quel sentimento di affetto che aveva sempre provato verso la bambina.

- Sì, sono io signor Sesshomaru…

- Quindi tu sei viva?

- No sono morta come lei e, come lei, sono stata portata qui, forse è l’ora che mi reincarni…

- Oh Rin… - Sussurrò il demone abbracciandola forte. Ma che faceva? Ora non era importante, mai quanto l’avere ritrovato la donna che amava. Adesso l’aveva capito. Aveva capito i sentimenti che provava verso la donna.

- Sesshomaru… - Rispose abbandonando ogni formalità. Si guardarono negli occhi perdendosi nei loro meandri. Occhi ambra dentro occhi scuri e occhi scuri dentro quelli d’ambra. Poi, come se fosse scattata l’ora giusta, si baciarono.

- Bene, vedo che avete chiarito i vostri sentimenti… - Affermò la bambina ricomparendo.

- Chi sei? – Chiesero entrambi.

- Diciamo che sono lo spirito dei desideri, sono colei che può dare un’altra a ogni essere vivente se vorrà, sono colei che può richiamare dalla morte le persone se lo meritano e se hanno lasciato in sospeso qualcosa quand’erano in vita… - Fece una pausa e poi ricominciò. – Sesshomaru io vi ho richiamati dal sonno eterno perché sentivo i vostri sentimenti rischiarare l’aldilà, ti soddisfa come risposta? Rin, sì volevo darvi un’altra possibilità… - Fece un gesto strano con le mani e una porta comparve. – Prego varcate pure quella soglia il vostro futuro vi attende, non fatelo aspettare…

Sesshomaru e Rin cominciarono ad avanzare mano nella mano verso la porta. Stavano quasi per oltrepassarla quando lo spirito li richiamò.

- Che sciocca che sono stata! Dimenticavo di darvi questa… - Pose a Sesshomaru una sfera.

- Che cos’è?

- Diciamo che è una specie di Sfera degli Shikon da usare solo in un momento specifico se vorrai continuare a vivere insieme a lei… Sai l’aveva con sé il visitatore prima di voi, non si è neanche accorto dello scambio che ho fatto… Ma non voglio trattenervi oltre, andate, vi auguro uno dei migliori futuri…

Il demone e la donna varcarono finalmente la soglia e cominciarono a vivere il loro futuro. Ma questa è un’altra storia e se vorrò ve la racconterò poi…

*

Ni-Hao... spero che questa storia vi sia piaciuta… diciamo che è una specie di continuo non continuo di “ Quello che sarebbe potuto essere”… se scriverete dei commenti, vi ringrazio… d’altronde questa storia fa così schifo che mi chiedo “ perché scrivere commenti?” … ma questa è una cosa che va da persona a persona… vi saluto la vostra emo dark kimera

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Capitolo 2
*** Un'altra opportunità - Una vita insieme ***


Un’altra opportunità - Una vita insieme Il demone e la ragazza attraversarono la porta che indicava per loro il desiderio che fino a quel momento avevano celato nei loro cuori. Eppure entrambi non sapevano ciò che era stato architettato dalla bambina. Non sapevano che lo spirito aveva dettato che il loro sarebbe stato un futuro insieme, certo, ma che avrebbero dovuto costruirselo ricominciando dal principio. Così mentre erano in questo spazio che pareva infinito e finito al contempo le loro mani cominciarono a staccarsi e la distanza tra loro si fece sempre più distante. Qualcuno provò a urlare il nome dell’altro per invocare il suo aiuto, ma questo non venne alle loro labbra perché tutto ciò che li riguardava era stato cancellato insieme a ciò che riguardava Naraku. Quando la distanza tra loro non fu più calcolabile, ci fu un’accecante luce bianca. Rin si svegliò di soprassalto, aveva fatto uno strano sogno quella notte, ma non riusciva a rammentare altro che fluidi capelli bianchi. Si alzò e, dopo essersi sistemata un po’, uscì dalla casa. Era una splendida giornata e il sole brillava alto nel cielo, la ragazza ne fu un po’ abbagliata e si riparò gli occhi con la mano, quindi si avviò per andare a cogliere le erbe medicinali che servivano al medico che aiutava, era questa la routine della mattina. Continuava a chiedersi di chi fossero quei capelli, sembravano di una donna, ma qualcosa le diceva che erano di un uomo… chissà se quello era un sogno premonitore… Contemporaneamente il grande demone aprì gli occhi. Non ricordava ciò che aveva sognato eppure… cos’erano quei due occhi scuri come la notte, umani senza dubbio, che lo tormentavano quando chiudeva i suoi? Chissà cosa significavano… cominciò a camminare andando inconsapevolmente incontro al suo destino… Sesshomaru giunse infine al limitare del bosco e rimase impalato sul posto. Una giovane umana, intenta fino a un attimo prima a raccogliere delle erbe, lo stava guardando con gli stessi occhi che tanto lo tormentavano. Rin era finalmente arrivata alla sua meta e stava accingendosi a raccogliere le erbe. A un certo punto si accorse che qualcuno era appena uscito dal bosco, alzò il capo e rimase stupita nel vedere quell’uomo dai capelli bianchi che aveva sognato. Rimasero lì a fissarsi a lungo, poi lui scomparve dentro alla vegetazione da cui era arrivato e lei decise di ricominciare il suo lavoro, convinta che fosse tutto un sogno. Per giorni Rin si recò a raccogliere le erbe sperando di poterlo rivedere, per giorni Sesshomaru rimase nascosto nella vegetazione vicino al luogo dove aveva visto la donna a spiarla a sua insaputa. Che cosa stava succedendo nel suo gelido cuore? Una luce si era accesa per una donna che non aveva mai visto? E soprattutto per un umana? Che cosa stava succedendo nel suo cuore? Come mai ogni mattina sperava di vedere quell’uomo che non sapeva neanche se esisteva? E soprattutto come mai il suo cuore si era riempito di gioia nel vederlo qual giorno? Ma in tutta questa confusione, c’era qualcuno che si divertiva vedendo la scena: la piccola bambina che li aveva incontrati, la piccola bambina del fato, burattinaia degli uomini di cui intreccia i fili della vita e il destino di ognuno… Venne il giorno in cui la ragazza fu costretta a passare per il bosco da dove era uscito quell’uomo, perché doveva recarsi a un villaggio vicino. Mentre camminava facendosi strada tra i vari arbusti, sentì qualcuno dietro di lei che la seguiva. Questi accelerò improvvisamente il passo, lei si voltò e tutto fu troppo veloce da poterlo descrivere. Quattro lupi affamati si lanciarono su di lei che provò ad urlare, un dolore lancinante su tutto il corpo, poi il buio. Contemporaneamente una figura uscì dall’ombra, un ringhio potente e i lupi se ne andarono abbandonando la preda. Cosa gli era passato per la mente? Perché aveva salvato quella ragazza? Perché il suo unico pensiero quando l’avevano assalita era stato “lei no”? Non c’era tempo per le risposte, la Tenseiga vibrava, sembrava fosse desiderosa di salvare la vita della giovane almeno quanto lo voleva il suo padrone. La sfoderò e in un colpo solo fece fuori tutti i messaggeri dell’aldilà che stavano per prendersela. Rin aprì piano gli occhi, alzandosi. - Ma cosa…? - Ora è tutto a posto, non ti devi preoccupare… - Rispose lui posandogli una mano sulla spalla, per rassicurarla. Lei si voltò per vedere in faccia chi era il suo salvatore. Non credeva ai propri occhi era lui, il ragazzo, no ora ne era certa il demone, dai capelli bianchi. Gli sfiorò il viso per assicurarsi che fosse vero, e sì era lì, non era un sogno, era lì con lei. - Qual è il tuo nome? – chiese ancora incredula. - Rin, sono Sesshomaru… Lei lo fissò stupita. Come faceva a sapere il suo nome se non glielo aveva ancora detto? Come faceva a sapere il suo nome se la ragazza non glielo aveva ancora detto? Però era certo che si chiamasse così… questo nome gli era balenato in mente non appena l’aveva vista, come se la conoscesse da sempre… Si sentirono dei passi lontani avvicinarsi. A un certo punto comparve una bambina vestita interamente di bianco. - Sesshomaru… Rin… complimenti… immagino voi non ricordiate chi io sia, né tanto meno sapete perché entrambi vi siete cercati così. Sarebbe giusto darvi una spiegazione, ma preferirei non farlo, preferisco piuttosto darvi queste… Dal nulla apparvero due bianche sfere luminescenti che fluttuavano a mezz’aria. Il demone e la ragazza stavano ancora guardando stupiti la bambina, quando i due globi entrarono dentro di loro e i due sentirono che dentro di essi qualcosa di incompleto, stava per essere finito. - Immagino ora voi ricordiate tutto, so che non ci credete, ma questo è quello che vi capitò in un tempo lontano… mi auguro solo che i vostri cuori restino così per sempre… Queste furono le sue ultime parole, poi svanì in un alone di luce, lasciando che loro realizzassero che tutto ciò che era avvenuto non era stato un sogno… Eppure la bambina sapeva tutto, sapeva del loro destino, sapeva che avrebbero vissuto insieme, che si sarebbero amati e che avrebbero dato vita a dei mezzo demoni. Sapeva che sebbene aveva dato loro una specie di Sfera degli Shikon, non l’avrebbero mai utilizzata, lasciando che la vita facesse il suo naturale corso per gli umani… Sapeva inoltre che lui sarebbe morto sotto gli attacchi di altri demoni, quando avrebbe raggiunto l’età della saggezza, per poter difendere la sua famiglia, e che avrebbe lasciato in eredità ai suoi figli delle spade gemelle e con uguali poteri, così che l’invidia non potesse intaccare le loro menti, come era successo a lui molto tempo prima… * Se per caso giovedì 26 siete stati tra i 5 che hanno notato questa seconda parte e hanno voluto leggerla, ma hanno trovato nient’altro che una pagina bianca, vogliate perdonarmi… non so cosa sia successo col computer, ma avete visto il risultato… ma forse non posso dare la colpa alla povera macchina, sono talmente imbranata … bè alla fine ecco qua la storia, spero che vi sia piaciuta sebbene sappia che ho fatto un casino totale con le parole… perdonatemi… bè anche la storia fa un po’ schifo, ora che ci penso… comunque, come sempre, vi ringrazio in anticipo se scriverete commenti… scusatemi ancora… Bye bye, the dark kimera...

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