Save me from myself.

di whatswrong_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who the hell are you? ***
Capitolo 2: *** Nothing ***
Capitolo 3: *** Miss you ***
Capitolo 4: *** Stop it! ***
Capitolo 5: *** Plan ***
Capitolo 6: *** It's my fault ***
Capitolo 7: *** Leave me alone, stay with me. ***
Capitolo 8: *** But I know that it's not true. ***
Capitolo 9: *** Bipolarism ***
Capitolo 10: *** Jamie, open your eyes ***
Capitolo 11: *** Nightmare ***
Capitolo 12: *** Kisses and secrets confessions. ***
Capitolo 13: *** Feelings? ***
Capitolo 14: *** New message ***
Capitolo 15: *** Run away ***
Capitolo 16: *** I love you ***
Capitolo 17: *** Forgive me for all this, Louis ***
Capitolo 18: *** love, confessions, feeling good and nightmare ***
Capitolo 19: *** Save me from myself ***
Capitolo 20: *** Epilogue ***



Capitolo 1
*** Who the hell are you? ***


Fin da piccola, sono sempre stata attratta dai tuoni, dal rumore forte che producono e dalle saette, dai fulmini.
Adoravo la pioggia, era un qualcosa di rilassante.
Avevo cinque annui, quando seduta su una piccola sedia, ero appostata alla finestra e guardavo le piccole goccioline di pioggia cadere sull'asfalto della strada.
Mia madre era impegnata a preparare la cena, mio padre e mio fratello erano usciti, non mi avevano dato una spiegazione, e io ero lì.
Ad aspettare la macchina blu di mio padre che, assieme a mio fratello, correvano sotto casa per ripararsi dalla pioggia.
Aspettai, ma nessuna macchina spuntava dall'inizio della stradina.
Aspettai, fissando imperterrita la pioggia scendere.
Aspettai qualsiasi cosa.
Mia madre mi aveva detto che sarebbero arrivati ed era andata in camera per riposarsi.
Avevo cinque anni, ma ero abbastanza furba per la mia età.
Aspettai, contando i minuti, i secondi di quel fottuto 13 Novembre 1999.
E mentre li aspettavo, mio padre e mio fratello venivano travolti da un camion.
Al volante un uomo che a causa della scarsa visibilità e della pioggia, non è riuscito a frenare in tempo e li ha travolti.
L'uomo era rimasta ferito mentre il mio adorato padre e il mio dolce fratello erano morti sul colpo.





12 anni dopo.

Ero seduta sul divano di casa mia, aspettando che i miei due migliori amici, nonchè fidanzati storici, venissero a tenermi compagnia.
Era il 21 Settembre 2012, pioveva e si sentivano i rimbombi dei tuoni.
Mia madre era in camera sua a riposarsi. In questo periodo era molto stanca, facendo i doppi turni a lavoro.

Accesi la televisione, ciotola di pop corn sul tavolino di fronte a me assieme ad altre bibite gassate e ad altre schifezze varie.
Mi immaginavo già, i grandi occhioni scuri di Marianne guardare gli oreo con un luccichio negli occhi e un ghigno malefico, come se stesse per compiere un omicidio.
Adoravo Marianne, era quel tipo di ragazza che ti metteva il buon umore. Un sorriso mozzafiato, occhi scuri, capelli ricci e rossi.
Amava la letteratura francese, leggeva molti libri fantasy, colore preferito era il porpora, praticava danza e tutte le volte che doveva prepararsi per un balletto l'accompagnavo con il pianoforte.
Una cosa che mio padre mi aveva insegnato ad appena quattro anni e col tempo sono riuscita a diventare abbastanza brava.
Un qualcosa che condividevo con il mio migliore amico, nonchè suo fidanzato dal tempo del tempo.
Chad, era quel tipo di ragazzo che ti faceva sorridere anche solo con un abbraccio. Occhi di un azzurro più intenso del mare, capelli neri e portati con una cresta e un sorriso dolce.
Amava suonare il pianoforte, andare al mare, non leggeva nessun tipo di libro, idolatrava Rihanna, colore preferito era il giallo e adorava la Matematica.
Tutte le volte che veniva a casa mia, suonavamo sempre con il pianoforte. Canzoni nuove, vecchie e qualche volta gli facevo ascoltare qualche strofa che componevo io stessa.
Mi piaceva canticchiare, ogni tanto.

Erano le 20:30, perchè non arrivavano? Mi alzai dal divano e mi appostai alla finestra, guardavo la pioggia scendere.

Quando ritornai indietro per telefonare a Marianne, vidi spuntare una macchina nera avvicinarsi a casa mia.
La loro macchina. Corsi alla porta, la aprì e li vidi.
Scendere e poi essere travolti da una macchina rosso fuoco.
Una striscia di sangue, macchiava l'asfalto.
La pioggia continuava a scendere e io, che guardavo quella scena senza fare niente.
Calde lacrime, spuntavano dai miei occhi, bagnandomi le guance.
Corsi fuori, la macchina che li aveva travolti era andata via. 
Chiamai l'ambulanza, guardando i loro corpi venire colpiti dalla pioggia incessante.
Mi buttai addosso a i loro corpi inermi, trovai il telefono di Chad.
Un messaggio non inviato.
Lo aprii.

A: Jamie
Piccola siamo quasi arrivati, voglio abbracciarti.
Un bacio, Chad.

Piansi.
Piansi leggendo quel messaggio.
Piansi quando chiamai l'ambulanza.
Piansi quando mi dissero che non c'era nulla da fare.
Piansi in camera mia, la stessa notte.
Piansi e urlai.
Piansi, due giorni dopo al funerale.
Piansi, quando passai davanti alla lapide di mio padre Max e mio fratello Logan.
Piansi perchè non avevo più nulla.
Piansi perchè mia madre mi spedì da mia zia a Londra.
Piansi perchè dovevo rifarmi amici nuovi.
Piansi perchè non ne volevo.
Piansi quando iniziai a fumare.
Piansi quando iniziai ad odiare mia madre.
Piansi quando iniziai ad ubriacarmi.
Piansi quando iniziai a prendere roba pesante per non piangere.
Piansi quando mi bucai per la prima volta.
Piansi quando persi la mia verginità.
Piansi quando iniziai ad andare dallo psicologo.
Piansi quando picchiai per la prima volta una ragazza.
Piansi perchè sapevo che era tutta colpa mia.
Piansi quando mi fece tingere i capelli di viola.


Non piansi invece quando mi feci incidere le iniziali e  L.
Non piansi quando sul polso, mi tatuai M e C.
Non piansi quando sul braccio una scritta padroneggiava. Love you, little princess.
Non piansi quando sulla spalla destra, feci tatuare Four Nightingales.





E ora sono qua, seduta su quel banco di quella stupida scuola privata.
Senza divisa, capelli viola raccolti in una coda alta, trucco scuro, piercing sul sopracciglio, sulla lingua e il septum.
Unghie dipinte di nero.
Maglia dei Queen, giacchetto di jeans strappatto dalle maniche, pantaloni a vita alta di jeans e anfibi neri, consumati.
Tatuaggi in bella vista, sguardo impassibile.
Masticando un chewing, matita picchiettata sul tavolo. Il mio compagno di banco che non mi degna neanche di uno sguardo.
Le ragazze pon pon che sono più concentrata con i giocatori di rugby.
Il professore che cerca di attirare l'attenzione dei ragazzi, compresa me ma facendo un grande buco nell'acqua.
Nella testa mi risuona la canzone Teenage Dirtybag, chiudo gli occhi.
Respiro, appoggio la matita sulla mia parte di banco piena di scritte e la campanella suona.
Raccolgo in fretta e furia la borsa ed esco fuori dall'aula, sapendo che quello è l'ultimo giorno di scuola.
Respiro a pieni polmoni l'aria estiva, recupero l'accendino e la canna girata ricreazione.
Vado a imboscarmi in un vicolo, vicino casa. Il solito vicolo dei drogati, insomma.
Cammino, trascinando la borsa, mi appoggio al solito muretto e mi porto il filto alle labbra, l'accendo e prendo un lungo tiro.
Me lo gusto e butto il fumo fuori con calma, formando vari cerchi.
Continuo così finchè non la finisco. Butto il filtro da qualche parte del vicolo e recupero la borsa, precedentemente buttata a terra.
Mi guardo nel display del telefono: occhi rossi, ma non eccessivamente.
Mi sistemo la coda e mi dirigo verso casa, busso alla porta.
Nessuno mi viene ad aprire, busso ancora una volta e quando rinuncio e mi metto a cercare le chiavi, la porta si apre e davanti agli occhi mi ritrovo un ragazzo.
-Ciao, io sono Louis. E' un piacere conoscerti, Jamie- rimango interdetta.
Chi diavolo è?





Ciao a tutte, girlz!

Allora, volevo dirvi che questa è un'altra fanfiction che mi è venuta in mente.
Wrecking Ball la aggiornerò domani, per ora questo è il prologo di questa storia.
Spero che vi piaccia, fatemi sapere.
Un bacio:)



Proud of who you are.


-Cenciux



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Capitolo 2
*** Nothing ***


Rimango interdetta. Chi diavolo è?
Non accenno ad accettare la sua mano, lo guardo e basta con un sopracciglio alzato.
-Diciamo che sono tuo cugino, non propriamente di sangue- annuisco -bene, cugino non di sangue mi fai passare o..- sembra capire.
Si sposta a lato e mi fa passare. -Che hai fatto agli occhi? Sono rossi- me li strofino con l'indice e il pollice -allergia.-
Raggiungo la mia camera e mi butto sul letto, sfinita -Mettici del collirio, ti passerà- mugugno in senso di approvazione.
-Com'è andata a scuola?- la smette? -Ok- mi tolgo gli anfibi e lascio cadere la borsa sul pavimento.
Mi sciolgo la coda e poso l'elastico sul comodino a fianco al letto e mi sistemo meglio sopra il materasso.
-Non ti piace molto la scuola eh?- fa anche lo spiritoso? -A chi piace la scuola?- gli chiedo retorica, fissandolo negli occhi.
Inclino la testa di lato. Prima che possa dirmi qualcosa, sento l'urlo di mia zia.
Ci raggiunge in camera -Oh Jamie, scusa per non avertelo detto prima. E' il figlio di mio marito, tecnicamente siete cugini. Lui è Louis e lei è Jamie- sorride.
Cos'ha da sorridere? -Tranquilla Marie, ci siamo già presentati-dice Louis, io annuisco. -Bene, tra poco è pronto il pranzo- annuisco di nuovo e mi ributto sul letto a peso morto.
Quello è ancora lì, a fissarmi appoggiato allo stipite della porta -ti serve qualcosa?- non lo guardo neanche, chiudo gli occhi e sospiro.
-Che cugina antipatica che ho- si siede accanto a me. Sospiro, di nuovo.
-Te ne vai o ti serve qualcosa, ripeto- volto lo sguardo verso il suo. -Cosa ti è successo Jamie?- rimango impassibile.
-Niente- sempre la solita storia.
Cos'hai Jamie? Cosa ti è successo Jamie?
Ed io rispondo con il solito e banale niente.
-Non ti credo Jamie- sbuffo e mi alzo dal letto. Raggiungo la cucina dove trovo mia zia.
-Zia vado a mangiare fuori, ho bisogno d'aria- le dico. Mi guarda e dopo trenta secondi annuisce, ma prima che possa ritornare di là, mi richiama.
-Ha chiamato tua madre, dovresti chiamarla ogni tanto. Le manchi, Jamie- si, certo le manco.
Non rispondo neanche e ritorno in camera mia, ancora c'è quel Louis.
Raccolgo la borsa e il telefono. -Dove vai?- chiede, nel frattempo mi avvicino alla porta di ingresso e mando un messaggio a Joshua.
 
Da: Joshua
Ci vediamo nel solito vicolo, tra cinque minuti.

Sorrid incosciamente, ne ho proprio bisogno. Un fottuto bisogno.
-Jamie, ehi. Dove vai così di fretta?- chiede il cuginetto.
-Mangio fuori- apro la porta di casa -con chi?- lo guardo dritta negli occhi.
Alzo un sopracciglio. -Non credo siano affari tuoi cuginetto- e mi richiudo la porta alle spalle.






-Ce l'hai fatta finalmente-
mi sorride Joshua. Accenno un sorriso e raggiungo gli altri del gruppo.
Sono tutti lì, in cerchio ad aspettarmi.
Davanti ai miei occhi, un piattino con una striscia bianca affianco un tubicino. Poso la borsa e afferro il tubicino, lo porto al naso e avvicino il piattino.
Tiro su tutto e un senso di leggerezza mi pervade.
Le pupille si allargano e tutto mi sembra il niente.
Perchè io sono il niente, il tutto è il niente.
Faccio questo per sentirmi niente, per non sentire alcun peso opprimermi.
Vado avanti, non sapendo neanche come.
Vuota, completamente insensibile.
E l'unico modo per sentirmi più viva è questo. Non ne vado fiera, ma non riesco a smettere.
Molti dicono che è la droga che ti uccide, che è una malattia. Devi solo farti curare.
Tutte stronzate. La droga non è una malattia, non puoi curarla. E' una fottuta dipendenza che ti porta a distruggere ogni brandello di te stesso.
La droga non ti uccide, sei tu che ti uccidi nel peggiore dei modi.
Mettiamo in piedi scuse, per non sentirci troppo colpevoli, ma in realtà tutti siamo colpevoli.
Molti vogliono ritornare indietro, per vivere una vita più sicura. Non avendo paura di morire prima o poi, io invece sono una di quelle che non vuole tornare indieto sapendo che rifarei gli stessi errori.
Pur sapendo di stare sbagliando alla grande. Sono una delusione per mia madre, per mia zia.
Creo problemi e delusioni, ma sono solo capace di fare quello.
Sono solo capace di creare il niente più assoluto e mi sta bene così.
C'è gente che dice di voler combattere per essere di nuovo felice, ma se io fossi stanca?
Se io mi lasciassi trasportare da questo dolore, cercando di alleviarlo o di farlo sparire almeno per qualche ora?
Vorrei solo svegliarmi la mattina e ritrovarmi nel mio letto con Logan accanto che mi abbraccia, andare a scuola e vedere Marianne e Chad litigare e poi far pace subito.
Vorrei ritornare a casa e vedere Max, seduto sulla poltrona a guardare il baseball e sentire mia madre che canta in cucina.
Vorrei solo riuscire a suonare il piano senza piangere.
Vorrei solo riaverli qui con me, ma so che non potrà mai accadere perchè sono morti.

Come è morta la vitale Jamie di qualche anno fa'.
Com'è morta Jamie, quando le dissero che suo fratello e suo padre furono travolti da un camion.
Com'è morta Jamie, quando si buttò sull'asfalto addosso ai cadaveri dei suoi migliori amici.

Io sono morta e continuo a morire ogni giorno, ma mi va bene così.





Ok, boh non ho da dire nulla riguardo a questo capitolo. E' cortooo, mi farò perdonareee.
Molto triste direi e boh ahha non so da dove mi sia uscito sinceramente.
Sorry, perchè sono in ritardo ma con scuola e il resto non ce l'ho fatta.
Spero vi piaccia e bè scusate se ci sono eventuali errori.
Avete voglia di lasciarmi una piccola recensione? Pleeeease!
Ora vi lascio, un bacione.

Proud of who you are.

-Cenciux

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Capitolo 3
*** Miss you ***


Save me cap 3 Odio l'estate. Odio il sole accecante e caldo, il cielo limpido, odio il fatto che tutti aspettano con impazienza quei dannati tre mesi.
Odio sentire le risate, gli schiamazzi di tutti i bambini felici, odio gli uccellini che cinguettano al mattino, pieni di vita.
Odio l'estate, in tutti i sensi e odio ancora di più chi ama quella stagione.
 -Finalmente l'estate! Amo tutto questo!- certo, ci mancava lui.
Odio anche lui, come i suoi stupidi amichetti: Zackary, Lian, Henry e Neul almeno credo.
Eppure, loro non sono neanche lontanamente odiabili come lo è Louis.
Odio tutto di lui. Quei maledetti capelli scuri, quegli occhi azzurri come il ghiaccio, quelle labbra sottili, quelle fottute maglie a righe, quei mocassini osceni e i pantaloni con i risvolti.
Odio quel sorriso che ha sempre stampato in faccia, vivace, vitale, contento della sua vita.
Sempre preoccupato per Jamie.

Cosa ti succede, Jamie? Perchè hai gli occhi rossi, Jamie?
Perchè sbandi, Jamie? Chi è Joshua, Jamie?
Perchè hai un taglio sul labbro, Jamie? Sei strana, Jamie.
Ne vuoi parlare, sfogarti, urlare magari, Jamie? Sono qui, Jamie.
Parlami, Jamie.
Confidati, Jamie.
Jamie, Jamie, Jamie, Jamie e ancora Jamie.


Sono stanca, stufa. Sempre con il mio nome sulle labbra.
Odio quando cerca di darmi conforto. Non ho bisogno di lui.
Non lo sopporto più ed è qui da solo una fottutissima settimana. Vorrei urlargli contro, picchiarlo e strappargli quell'aria da ragazzino immaturo, soddisfatto della sua vita.
Sempre preoccupato per tutti o meglio per me.
Per Jamie Herbrox.
La piccola cuginetta diciasettenne che non capisce niente sul fatto di moda, come dice lui.
La piccola Jamie che dovrebbe essere più felice, insomma è estate!
Peccato, che la piccola Jamie, detesta seguire le mode e l'estate.

Preferisco l'inverno. Preferisco il freddo, i maglioni invernali.
Preferisco quando ci sono i nuvoloni neri e quando piove.
Preferisco il freddo e accogliente inverno che la calda e asfissiante estate.
Preferisco il ventoso autunno alla sprizzante primavera.
Prederisco i toni freddi a quelli caldi.
Preferisco la musica frastornante che quella rilassante.
Preferisco il rum alla vodka.
Preferisco fumarmi una bella canna che stare davanti alla tv con una cioccolata calda in mano.
Preferisco ballare in discoteca che stare a studiare sui libri.
Preferisco stare in silenzione che straparlare su argomenti futili e inutili.
Preferisco le persone che si fanno gli affari propri, lasciandomi da sola.
Preferisco dimenticare che ricordare ogni minimo particolare.

Voglio solo dimenticare, ma come si può fare?
Sono due anni che continuo a pensare a loro, pur convicendomi che ormai non mi interessa più niente.
Sono due anni che dico di voler smettere con quelle schifezze eppure ritorno sempre indietro.
Eppure continuo a fare scelte sbagliate, perchè è la via più semplice.

Eppure anche adesso, sono qui nel solito vicolo, con l'ago di quella siringa impiantato nelle vene.
Eppure sono qui, che chiudendo gli occhi assaporo il momento.
Sono ancora qui, quando sfilo la siringa e la butto vicino alle altre, nel terreno sudicio di quel vicolo.
Ancora qui, quando mi passo un fazzoletto per togliere il sangue fuori uscito.

Dico di voler dimenticare, ma non ci riesco.
Dico di voler smettere, ma vado sempre più a fondo.
Dico di preferire il silenzio, ma vado in discoteca a ballare.

Dico che prima o poi ritornerò a suonare il piano, ma so che non ci riuscirò mai.
Dico tante cose e sono tutte delle immense bugie.
Perchè io sono una bugiarda. La stessa bugiarda che ha incominciato ad odiare sua madre ma che adesso sta componendo il suo numero.
 
-Pronto?- sento la sua voce.
Avevo detto che non mi sarebbe mancata, avevo detto che l'avrei continuata ad odiare.
Avevo anche detto che non avrei più pianto.
Con l'eroina nelle vene, il telefono all'orecchio, la voce di mia madre che mi risuona nella testa, casa vuota, chiusa in camera mia, accovacciata in un angolo mi scende la prima lacrima, dopo due anni.
-Ciao mamma- dico semplicemente. Sento un suo sospiro, ma ancora non risponde.
-Mi sei mancata, mamma- e scoppia a piangere, io assieme a lei.

Forse la colpa è dell'eroina che mi sta facendo andare fuori di testa, ma ho già detto tante di quelle bugie che ormai non ci credo neppure io.




Two pieeeces of broken hearts.

Allora, che posso dire di interessante.
Boh ahahahah, che questo capitolo è un po' corto lo so e diciamo che si capisce un po' di più il carattere di lei.
E cosa prova Jamie per Louis.
Il sentimento non è reciproco, anzi. *spoiler*
Ahahaahah, ovviamente non sarà tutto così semplice!
Anyway, volevo scrivere un immenso grazie a:
Blues Girls.

Ti lovvo, ahahaha:)

Ok, ora vado! Un bacione.

Proud of who you are.

-Cenciux

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Capitolo 4
*** Stop it! ***


-Cosa diavolo stai facendo?- urlo a quel menomato di mio cugino.
-Sto cercando una cosa- risponde, continuando a frugare tra la mia roba. Sbuffo.
E' da ben un mese quasi che lo devo sopportare, o almeno che lo ignoro. Tutto di lui mi irrita ed ora si mette anche a rovistare tra le mie cose? Siamo pazzi.
-Cosa?- gli chiedo innocentemente. Lui si irrigidisce e si gira verso di me.
Mi guarda arrabbiato quasi e deluso. Mi pone davanti una bustina con delle pasticche.
Roteo gli occhi al cielo e in un impeto di rabbia gliela strappo dalle mani con violenza. Ci manca solo che mi faccia la predica.
-Cos'è? Sentiamo- nel frattempo metto la bustina nella tasca esteriore dei miei jeans.
-Aspirina- invento nel momento, anche se non penso ci creda. Non gli do tempo di rispondere che afferro la borsa e mi dirigo verso la porta.
-E ora dove vai?- urla raggiungendomi. Sto per aprire la porta ma la sua mano destra me lo vieta.
-Non posso uscire ora?- gli chiedo retorica, dandogli le spalle. -No, esatto- risponde.
Lascio cadere la borsa a terra e mi ritrovo davanti a lui. Mi guarda con rabbia. Adesso è lui quello arrabbiato?
Alzo gli occhi al cielo -si può sapere il motivo?- -si può sapere perchè fai uso di droghe?- cerco di andarmene via da quella situazione.
Mi sento con le spalle al muro, il respiro mi manca.
Maledetti attacchi di panico. -Tu pensi davvero che io sia stupido? Ti ho sentita sai, l'altra volta. Stavi piangendo e parlavi con tua madre- sospirai.
-Cos'hai fatto Jamie? Che ti è successo, Jamie?- non rispondo.
-Parlami Jamie, ti prego. Dimmi che quella roba è di un tuo amico. Dimmi perchè ritorni sempre tardi la sera, Jamie.- Sbuffo, ancora.
-Dimmi perchè ogni fottuto giorno ti ritrovo a sbandare con gli occhi rossi, Jamie.-
Jamie, Jamie, Jamie...


-Sono morti Jamie. Papà e Logan sono morti-
-Non c'è più nulla da fare, Jamie-
-Sono morti Jamie-
-Perchè devi fare così Jamie?! Parlami, ti prego. Sfogati, sono tua madre. Dimmi che diavolo ti passa per quella testa!-
-Basta, lasciami stare!-
-Ti trasferirai da tua zia, Jamie. Hai bisogno di cambiare aria-

-Piccola Jamie, un giorno io non ci sarò più ma tu dovrai essere forte daccordo? Sei coraggiosa e ce la farai-
-Certo papà. Ti voglio bene-
-Anche io, piccola mia-


-
Jamie?- mi ripresi dalla mia piccola trance. La rabbia prese possesso di me e lo spinsi via con violenza.
-Cosa? Cosa vuoi eh? Jamie di qua, Jamie di là. Che diavolo vuoi Louis? Si, sono di un mio amico e si, piangevo e ho chiamato mia madre. Sei felice ora?- urlo contro di lui.
Lo spingo ancora una volta. Basta, mi deve lasciare in pace.
Ri apro la porta di casa e stavolta non mi ferma, anzi è immobile.
-Finiscila di preoccuparti per me. Smettila di guardarmi con pena-
e prima di chiudermi la porta, gli urlai un'altra volta.
-Piantala di fare il padre premuroso e preoccupato. Ce ne avevo già uno, non mi serve il rimpiazzo- sputai fredda e mi chiusi il portone di casa alle spalle.



Erano le 22:30 ed io ero seduta nel solito vicoletto con gli effetti dell'exctasy in corpo.


Erano le 02:30 ed io ero in discoteca, recuperando shortini al rum ed ingurgitandoli tutti.


Erano le 04:50 ed io ero di nuovo nel vicolo, con l'ago di quella siringa impiantato nelle vene.


Erano le 07:00 ed io stavo tornando a casa, sbandando un po' ma soddisfatta e senza pensieri.


Erano le 09:30 quando fui a casa.
Aprì lentamente la porta e raggiunsi la mia camera e senza svestirmi mi buttai sul letto.

Chiusi gli occhi e quella dormita fu perseguitata da una figura femminile, accucciata in un angolo circondata da un fiume di sangue.
Quella ragazza alzò gli occhi. Un sorriso malinconico e rilassato aleggiava su quelle labbra screpolate con una canna tra di esse. Gli occhi spenti, ma vivaci.
Le braccia piene di buchi infetti e sanguinanti.
Nella mano destra una siringa, nella sinistra una pistola.
La stessa pistola che si puntò alla testa e sparò un colpo.
Cadde a terra morta.





Quella ragazza era Jamie, Jamie Herbrox.
Ero io.






Capitolo triste. C'è un piccolo litigio tra Louis e Jamie.

Quest'ultima a memoria di alcune frasi dette tempo fa'. E' arrabbiata perchè Louis si mette sempre in mezzo e cerca di scappare via da lui.
Per questo l'attacco di panico.
Non so che altro dire, continurò presto. Un bacio a tutte voi?
P.s qualcuna che mi riesca a fare un cavolo di banner? Non ne sono capace ahhaha.
Mi lasciate qualche recensione?

A presto.




Proud of who you are.

-Cenciux

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Capitolo 5
*** Plan ***


1 Luglio.

-Dove diavolo è?!- urlo, sbraito.
Serro i pugni e tiro un calcio all'armadio.
-Dov'è?!- urlo di nuovo e smuovo i cuscini sul letto, tolgo le coperte e le lancio  per terra.

Mi dirigo verso l'armadio. Butto i vestiti a terra.
Guardo nelle tasche dei jeans, delle felpe, delle giacche, delle camicie.
Guardo ovunque, ovunque.
Niente, assolutamente e fottutamente niente, nada, nisba.
Sto per avere una crisi isterica, mi verrebbe voglia di rompre ogni cosa.
Sento delle risate e delle urla affemminate provenire dalla camera di Louis.

Louis. Quel maledetto stronzo.

E' stato lui, ne sono sicura.
Con passo furioso, mi dirigo verso la sua camera e apro la porta violentemente, senza neanche bussare.
Mi si para davanti quel frocio di mio cugino e dei suoi amici affemminati. Lo scosto e inizio a cercare in camera sua.
-Dove cazzo l'hai messa?!- io lo uccido.
Tolgo i cuscini: niente.
Tolgo le coperte: un preservativo. Lo prendo e glielo lancio in faccia, fa una smorfia.
-Non so di cosa tu stia parlando- quel figlio di papà non sa di cosa io stia parlando, certo.
Mi fermo e lascio cadere a terra i libri che avevo in mano.
Mi avvicino a lui, minacciosa.
-Senti, non hai capito un cazzo. Dammi ciò che mi hai preso, non te lo ripeto- digrigno i denti e lui sorride.
-Ed io, ti ripeto che non so di cosa tua stia parlando, cuginetta- sorride strafottente.
-Te lo toglierei quel sorriso da frocio, quale sei- sputo acida -sei diventata omofobica, Jamie?- ride, ride e ride.
Che cazzo ha da ridere?!
Da due fottuti giorni che non la trovo, DUE.
Sono nervosa e irrascibile. Io lo uccido, lo ammazzo, lo strangolo.
-Stai impazzendo, Jamie?- sorride, di nuovo.
Lo scosto  e ride di nuovo, quel coglione. Lo odio, con tutta me stessa.

Ritorno in camera mia, recupero la borsa e il telefono.
Mi è venuta in mente una brillantissima idea. Quel deficiente pensa davvero che io me ne stia con le mani in mano?
Scrivo un messaggio a Joshua.


A: Joshua
Tra trenta secondi nel vicolo.

Invio e sorrido tra me. Raggiungo la porta di casa -ESCO!- urlo. Non faccio in tempo a chiudermi fuori che Louis mi blocca.
-Non puoi uscire- mi dice serio. Ah, adesso non ride più?
Tolgo la sua mano dal mio braccio e riapro la porta.
-Ed io te lo ripeto, non sei mio padre-, esco.


Sorrido, scorgendo Joshua nel vicolo che mi tende una siringa.
Il resto furono solo immagini disconesse e uno sfioramento di labbra.



Louis' Pov

Quella ragazza è tremenda.
E' malata ed ha bisogno di cure. Di qualcuno che riesca ad aiutarla e voglio essere io. Non ne so il motivo preciso, ma ne ho bisogno.
Qualche giorno fa', sequestrai tutte le sue scorte di droga.
Jamie era una drogata ed io non volevo crederci, fino a quando non scoprii quella maledetta bustina.

Dopo l'uscita di Jamie, ritorno dai miei amici. Sono tutti seduti per terra, eccetto Zayn che ora sta fumando una sigaretta dalla finestra.
-Cosa le hai fatto Lou?- mi chiede Harry.
Dovrei dirglielo? Dovrei dirlo a tutti loro?
-Si droga e sto cercando di aiutarla- gli rispondo -non penso che voglia il tuo aiuto, da come si comporta- constata Harold.
-Ma va, genio-  gli tiro uno scappelotto dietro la testa, lui mi guarda male e io gli sorrido.
Mi volto verso gli altri -e quindi che vuoi fare?- mi domanda Zayn.
-Ecco, il mio piano sarebbe...- esito -che non hai un piano- finisce la frase Liam, io annuisco.
-Insomma, come si aiuta una drogata?- chiedo perplesso.
-Stalle accanto- rido -già fatto Nialler. Non mi sopporta- abbassa lo sguardo.
-Costringila a non uscire- rido, ancora -Fatto e rifatto Hazza. Non mi da' ascolto- sospira.
-Ti aiuteremo noi- esala alla fine, Zayn. Gli altri annuiscono vigorosi, non ne sono tanto sicuro.
-Non voglio mettervi in mezzo- -non dire sciocchezze, Lou. Ti aiuteremo noi- afferma più convinto Liam.
Alla fine, mi faccio convincere.
Io la devo salvare, la devo salvare da sè stessa.

-Missione anti-droga in atto!- urla Harry -sta' zitto, Hazza- lo rimbecco.
Ci mettiamo daccordo su cosa fare per domani.
Ebbene si, domani inizierà il recupero per Jamie.

Si sono fatte le sette e mezza di sera e Jamie ancora non è ritornata. Mi sto iniziando a preoccupare.

Dopo un'ora abbondante di altre chiacchere, saluto i ragazzi.
Prima di chiudere la porta, Harry mi blocca.
-Ti piace?- mi chiede sorridente -chi?- sono confuso.
-Jamie. Ti piace, Jamie?- m'irrigidisco e sorride furbo.
Mi scompiglia il ciuffo -ci vediamo domani, ragazzo innamorato- sbuffo -addirittura- lo prendo in giro.
Chiudo la porta e sorrido, raggiungendo camera mia.

Domani sarà una giornata intensa.
Mi butto sul letto e guardo l'orario: 8:40.
Volgo il mio sguardo al soffitto e adesso che ci penso: dove diavolo è finita Jamie?!






Bueno, ora abbiamo anche il pov di Louis.
Capitolo scritto durante l'ora di Scienze Umane, ahahahaha.
Lo so, è coorto ma mi ci sto impegnando davvero.
Come possiamo notare a Louis piace una certa Jamie che però è sua cugina o quasi, ma non penso che se ne faccia (o farà) di problemi.
*SPOILER* lol
Inizierà la missione 'anti-droga'!
Cosa ve ne pare? Qualche buon anima che mi aiuta a fare il banner? LOL
Devo trovare un personaggio a Jamie, ma sinceramente non so chi. Avete dei consigli?
Scusate per eventuali errori u.u
Ci sentiamo,
Baci

Proud of who you are

-Cenciux





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Capitolo 6
*** It's my fault ***


Save me from myself cap 6 da finire 4 Luglio.

Jamie's Pov


-Ma che diavolo?-
cerco di aprire la porta, ma nulla da fare.
Ci tiro un calcio, infuriata.
Louis è uscito, mia zia anche e il marito di mia zia pure, fantastico.
Vado in cucina e cerco di aprire la finestra, ma tutto è inutile.
Vado in soggiorno, la stessa identica cosa.
Salgo al piano di sopra: provo con la mia, quella di Lou, di mia zia. Niente, inutilmente, maledettamente, fottutamente niente.
Sono chiusa in casa, rendiamocene conto.
Sbuffo e ritorno in camera mia.
Cerco tra le mie cose, nei cassetti, nell'armado, ovunque.
Niente, niente e ancora niente.
Ad un tratto, scorgo una bustina sotto il tappeto, la raccolgo, ma è vuota.
Totalmente vuota.
Urlo e tiro un pugno all'armadio.
-Cazzo, che male- mi tengo la mano dolorante e scendo, fino ad arrivare alla cucina.
Prendo un ghiaccetto dentro al freezer, lo ricopro con uno straccio e lo adagio piano sulla mano dolorante.

Sono furiosa.
E' stato di nuovo quello. Gli auguro di venire messo sotto da un autobus.
Mi siedo sul bancone della cucina e sento le chiavi girare nella toppa della porta.
Louis assieme ai suoi amici, entra in casa.
Mi sorride e poi sposta il suo sguardo sulla mia mano, mi guarda preoccupato e mi si avvicina.
-Che hai fatto Jamie?- mi prende la mano e la maneggia con cura, togliendo il ghiaccietto ed esaminandola.
Lo guardo.

Dopo tutto Louis, è un bel ragazzo e può essere insopportabile, a volte, ma si prende cura di me. Si preoccupa per me.
Io gliene sono terribilmente grata.
Mai a nessuno è fregato qualcosa di me, solo a Marianne e Chad.
A mio padre e a Logan.
Loro quattro erano tutto per me e ora, non ci sono più. Sono scivolati via, dalle mie mani come acqua.
Si sono allontanati da me per poi non ritornare.
Sono andati via, lasciandomi cadere nel baratro.


Mi prende il polso e lo gira piano.
Noto le iniziali M e C.


Marianne, la mia dolce Marianne.
Chad, il mio piccolo Chad.
I miei due migliori amici, morti.
Per colpa mia, solo colpa mia. Io li ho costretti a venirmi a tenere compagnia.
Stupida egoista.


-Jamie per cosa stanno queste iniziali?- mi domanda Louis, io mi riprendo dalla mia trance.
Mi guarda con il solito sguardo preoccupato.
No, non può essere preoccupato per me.

-Niente, sto bene- lo scosto.
Faccio un cenno di saluto ai suoi amici e mi ritiro nella mia stanza. Chiudo la porta a chiave.
Mi butto sul letto e guardo fuori dalla finestra.
Sta piovendo.

Sin da piccola, mi piaceva la pioggia. Guardo affascinata le piccole goccie, cadere e scontrarsi con l'asfalto.
Osservo, invece quelle piccole goccioline, scontrarsi contro la finestra.
Il dolce rumore della poggia che batte, mi culla.

Mi sistemo meglio sul letto, appoggio la testa sul cuscino e controllo l'ora: 16:40.
Sono tremendamente stanca e una dormita è proprio ciò che mi serve, così chiudo gli occhi e mi lascio trasportare nel mondo dei sogni.


Stavo cadendo
Cadevo sempre più in fondo, verso un buco nero.
Non riuscivo ad aprire gli occhi, le palpebre erano troppo pensanti.
Non riuscivo ad urlare, la voce era sparita.

Atterrai, ad un tratto, in una strada.
Era piena di vetri, scheggie.
Vidi la mia immagine riflessa in uno specchio rotto.
Una ragazza triste, con dei tagli sangunanti ed infetti sulle braccia, i vestiti stracciati.


Iniziai a camminare, non sapendo a cosa sarei andata in contro.

Piangevo e sorridevo.
Urlavo e ridevo.
Parlavo, ma stavo zitta.
Camminavo, ma stavo ferma.
Ero completamente sfinita, ma avevo ancora energie.

Arrivai ad una stada sterrata, la percorsi tutta fino ad arrivare ad un prato, pieno di fiori colorati.
Il cielo era sereno e il sole bruciava la mia pelle.

Vedevo, ma ero cieca.


Steso a terra, c'era Louis, con il suo solito sorriso ragginate e quegli occhi, resi ancora più azzurri dalla luce solare.
Mi stesi accanto a lui.
-E' colpa tua- affermò ridendo malignamente. Cercò di afferrarmi, ma io scappai.
Urlai ed iniziai a correre.
Un corridoio nero, pareti sporche di sangue, graffi sulle braccia.
Siringhe per terra che mi tagliavano i piedi nudi.
Pianti rieccheggiavano in quel corridoio e un urlo mi fece raggelare il sangue nelle vene.

Jamie si risvegliò sudata. Ansimando e respirando forte.
-E' colpa mia-si ripetè mille volte.
Raccolse le gambe e iniziò a tirarsi i capelli -è colpa mia-




Scusaaatemi:c
Anyway, inizia il recupero, diciamo, per Jamie.
Ecco, Jamie si accorge di sentire qualcosa in Louis ma lo respinge.
Il sogno, bèèè si definisce da solo.
Non riesce ancora a lasciarsi alle spalle il passato e inizia a sentirsi in colpa, per ciò che è successo a quelli che sono morti.
Insomma, crede di essere colpevole.
Da due giorni che non si droga ed inizia a dare i numeri.

Whatever, vi piace questo capitolo? Forse è un po' corto, ma cercherò di allungarli un po'.
Ci sentiamo, a presto.
Baci

Proud of who you are
-Cenciux

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Capitolo 7
*** Leave me alone, stay with me. ***


Leave me alone, stay with me. 9 Luglio 20;04


La mia testa gira e gira continuamente.
Mi sale il voltastomaco e un impeto di rabbia si fa largo nella mia testa.
Stringo la forchetta che ho nella mano e fisso mia zia e suo marito parlare tranquillamente.
Li invidio quasi: mi sembrano completi e innamorati.
Mi sembrano così felici, e probabilmente lo sono.
Giro lo sguardo e mi scontro con quello di Louis.
Uno sguardo duro e freddo, senza alcun minimo interesse, tanto meglio.
Da tutta la giornata che non fa altro che evitarmi, sbuffa, alza gli occhi al cielo e se ne va via, sbattendo, rumorosamente, i piedi a terra e infine si chiude in camera sua, sbattendo la porta.
E' frustrato, molto anche. Non so bene dire come lo riesco a capire, ma me lo sento e basta.
Da un mese che vive in questa casa con me e il suo carattere l'ho afferrato: solare, allegro, pieno di energia.
Con il sorriso sempre stampato su quel bel faccino, gli occhi vispi e vivi.

Degli occhi che ti facevano sorridere, che ti mettevano il buon umore.
Vivi, erano qualcosa di vivo. Percepivi un senso di spensieratezza, guardando quei due piccoli pozzi azzurri e anche se lo negavo, io amavo i suoi occhi, amo i suoi occhi.
Ma ora, in quel fottuto momento, quegli occhi sono morti, spenti. Una luce spenta, senza alcuna emozione.
E mi mettono tristezza. Sento come se tutto fosse gelato.
Sto odiando gli occhi di Louis. Voglio vederli accesi.

Stringo ancora di più la forchetta e lo guardo: voglio vedere quella luce, quello scintillio azzurro.
Lascio cadere la forchetta sul tavolo e mi alzo, infuriata, perchè non riesco a trovare quel maledetto spiraglio di luce.
Mi guarda e alza un sopracciglio, vorrebbe dire qualcosa, io lo so, ma non fa niente.
Scrolla le spalle e ritorna a mangiare.
-Dove vai?- mi chiede mia zia -di sopra- dico, continuando a far bruciare il mio sguardo sulla nuca di Louis, so che se n'è accorto.
-Non hai finito il piatto- mi rimprovera, sbuffo -non ho molta fame- e ignorando la sua risposta, salgo le scale per dirigermi in camera mia.
Passo davanti a quella di Louis e mi blocco.
La sua camera sembra distrutta, di solito, avrei tirato avanti e mi sarei chiusa in camera, ma c'è qualcosa nel mio subconscio che mi dice di entrare.
Così, spalanco lentamente la porta di camera sua e mi ritrovo davanti un disastro: letto completamente sfatto, il cuscino per terra.
L'armadio svuotato e tutti i vestiti sparsi a terra.
La sedia caduta per terra, i libri sparsi sul letto, dei fogli bianchi sparsi per terra.
E' forse, passato un tornado e non me ne sono accorta? Cosa diavolo ha combinato quell'emerito idiota?
Non so per quale motivo, ma inizio a cercare di sistemare la stanza.
Inizio a recuperare tutti i fogli sparsi per la camera e uno mi incuriosisce particolarmente.
In realtà è una lettera.
Visto che non voglio farmi gli affaracci suoi, la ripiego e l'appoggio alla scrivania davanti a me, ma accidentalmente scorgo un nome, il mio nome.

Jamie, cosa mi stai facendo?

Riesco a leggere solo quello perchè sento la porta sbattere ed un incazzato Louis mi si avvicina.
-Cosa fai in camera mia?- guarda me, poi il figlio e poi di nuovo me.
Chiude gli occhi e respira.
E' incazzato, direi.
-Perchè cavolo, hai ridotto la tua stanca così?- gli domando, apre di scatto gli occhi.
Mi sembra un pazzo. Mi fissa, fulminandomi con lo sguardo. Odio i suoi occhi, in questo momento.
-Come scusa?- mi chiede e inarco un sopracciglio. Non ho detto niente.
-Odi i miei occhi?- sgrano i miei. Cazzo, non pensavo di averlo detto ad alta voce.
-Non cambiare argomento- sbuffa -non sono affari tuoi- ma che diavolo?!
-Bene, fantastico- sbuffo -te ne vai?- dio mio, lo fucilo adesso.
-Me ne vado, tranquillo- lo supero, spingendolo un po'.
Sorride. Oh, ma che cazzo ha da sorridere adesso?!
Non riesco a tenere a freno la lingua -cos'hai da sorridere ora?- sospira -niente Jamie. Vai perfavore. Lasciami stare- mi blocco e lo guardo.
-Io dovrei lasciarti stare? Ma se sei te che continui a rompere i coglioni alla sottoscritta! Lasciami stare te, idiota!- sono furiosa.
-Non sono io nella tua camera- è calmo, apparentemente calmo.
Io, invece, sono agitata. Terribilmente agitata. -Sei un emerito idiota- e sbatto la porta, dirigendomi nella mia.

Prima che m butti sul letto, Louis compare magicamente davanti a me.
-Ah, io sarei l'idiota? Ma ti sei vista, tu?! Finiscila di comportarti da vittima della situazione. Sono stanco-
E' stanco, no? Certo, ieri mi bacia e fa tutto il carino con 'Jamie fammi entrare' o 'Ci tengo a te' e ora mi dice che è stanco?!
-Sei stanco?! Ma stanca dovrei esserla io! Mi hai chiusa in casa, emerito imbecille. Non posso fare un cazzo, sembra di essere in carcere e mi dici che sei stanco?! Roba da pazzi-
Gli punto un dito contro -Sei tu la pazza qui- sbatto un piede a terra -esci da questa maledetta camera- lo spingo, ma non fa una piega.
Resta lì, a fissarmi. -Esci, Louis. Non te lo ripeto un'altra volta- lo incito, ma non si smuove. Mi avvicino a lui, minacciosa.
-Lasciami da sola! Vai via! Ritornatene in camera e lasciami da sola!- mi osserva.
I suoi occhi sono più morti di prima, scuote la testa e se ne va, sbattendo la porta con violenza.
Sento i suoi piedi sbattere rumorosamente a terra, uno sbattimento di porta e varie imprecazioni.
E' frustrato e incazzato, con la sottoscritta.

Chiudo gli occhi e respiro. Vorrei andare da lui e spaccargli la faccia.
Mi butto sul letto a peso morto.
Sono veramente stanca. Sono stressata, infuriata, in astinenza.
Devo andare. Devo farmi di qualcosa, assolutamente, ora.
Ho bisogno di annebbiarmi le idee, di chiudere i sentimenti, di remprimere i pensieri.
Mi alzo e mi dirigo alla finestra.
Cerco di aprirla, in tutti i modi, ma non la muovo di un millimetro
Sono sfinita, la litigata con Louis, mi ha tolto tutte le energie.
Lo mando al diavolo mentalmente e tiro un calcio all'armadio.
 
21;25

Mi ributto sul letto e senza neanche cambiarmi, chiudo gli occhi e mi faccio cullare dalle braccia di Morfeo.




02;04

Louis' Pov

Sento delle urla, dei pianti.
Sono sveglio da mezzanotte. Non sono riuscito a chiudere occhio.
Vorrei solo che Jamie, non fosse così testarda, dannazione!

Decido di alzarmi e andare nella sua camera.
Le urla provengono da lì.

Mi alzo con cautela e apro la porta, raggiungo quella di Jamie ed entro.
La trovo con le lacrime, sudata, agitata, urlante.
Non capisco come zia, non se ne fosse accorta.
-Jamie- sussurro, ma non risponde. Non so che fare.
Io vorrei abbracciarla e fare passare tutto, ma..
Ma, un cazzo ma.
Mi avvicino e mi stendo affianco a lei.
Le tocco i capelli, lisciandoglieli pian piano e noto che si sta calmando.
E' così fottutamente bella. Non capisco perchè una creatura meravigliosa come lei, debba farsi del male.
Mi sembra fragile e piccola. Mi sembra triste, sola.
Vorrei un sorriso, vorrei qualcosa da lei, ma so che non potrà mai accadere. Non per il fatto che è mia cugina -o quasi- ma perchè, è così tremendamente testarda.

Sento che il suo respiro si è regolato. Ha smesso di muoversi, di piangere e di urlare.
Poso un bacio sulla sua fronte e cerco di alzarmi, ma sento la sua voce.
-Resta. Non lasciarmi, Lou, lou, non lasciarmi- mi giro verso di lei e noto che ha gli occhi chiusi.
Non è sveglia, sta parlando nel sonno.
Mi rimetto a fianco a lei, le prendo la mano e Jamie si accoccola sul mio letto.
Vorrei che restasse così per sempre.
Sembro sdolcinato, ma mi fa uno strano effetto quella stupida ragazza.
Gli do un altro bacio sulla fronte e lei sorride nel sonno. E' così meravigliosa quando sorride.
E così sorrido anche io, non pensando alla sfuriata che avrebbe fatto l'indomani mattina.

E così sorridiamo felici, rifugiandoci nei nostri sogni.



Ok, new chapter.
La storia sta iniziando a prendere una piega nuova, ecco.
Spero che vi piaccia, fatemi sapere. Un bacio

-Cenciux


This is Jamie


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Capitolo 8
*** But I know that it's not true. ***


save me 8 8 Luglio, 16;45

Quattro notti insonne. Quattro maledette notti insonne.
Da quattro giorni che mi rigiravo nel letto, il respiro ad un tratto se ne andava a puttane, così mi alzavo sbuffando e degli scatti d'ira mi pervadevano il corpo.
Da quattro giorni che non aprivo bocca.
Me ne stavo in camera mia, seduta sul letto con le cuffiette nelle orecchie.
Louis che ogni tanto, passava davanti a camera mia, bussava alla porta ma non ricevendo nessuna risposta, se ne ritornava in camera, sbuffando ed imprecando.
Mi aveva chiusa in casa, tolto il telefono.
Mi aveva tolto tutte le possibilità per uscire dagli schemi, per staccare i pensieri e spegnere i sentimenti: nostalgia, senso di colpa, frustrazione, rabbia, tristezza, malinconia.
Si aspetta ancora che lo ringrazi.

Sbuffando, tolgo le cuffie dalle orecchie e scendo in cucina: ho bisogno di bere qualcosa.
Prendo un bicchier d'acqua e mi appoggio al bancone, con ancora tutta l'acqua dentro al bicchiere.
Mi soffermo a guardare un punto, non ben definito, davanti a me.
Come si permetteva di farmi quello? Con quali fottuti diritti? Stringo i denti e inizio a stringere anche il bicchiere di vetro.
Mi sto facendo parecchio male, così chiudo gli occhi e sospiro rumorosamente e sbatto il bicchiere sul bancone, il quale si rompe ed i vetri cadono per terra.
Sento una porta sbattere e Louis mi raggiunge, tutto preoccupato.
-Ah, certo. Ora si preoccupa- sussurro tra me e me, raccogliendo i vetri, ma nel farlo, mi taglio un dito, così lo porto alle labbra per levare il sangue.
-Maledizione, brucia- impreco, togliendo il dito dalle labbra. -Che è successo?- mi chiede, io lo ignoro.
Non ho tempo per i suoi drammi. Apro il rubinetto e metto il dito sotto l'acqua gelata.
Un po' di sollievo.
-Jamie, ti prego- adesso supplica.
Quel maledetto fottuto coglione.
Sbuffo, chiudo il rubinetto ed inizio a cercare un cavolo di cerotto -sono in bagno- mi informa. Bene, si sta rendendo utile.
Lo scosto e cerco di salire le scale, ma la sua maledetta mano, mi blocca il polso, stringendolo delicatamente. Non va bene.
-Ti prego, parlami- mi dice -lasciami in pace- tolgo la sua mano e arrivo fino al quarto scalino, dai ne mancano solo sei.
-Perchè dovrei?- chiede. Oh, non vuole mollare. -Perchè te lo dico io. Lasciami stare- finisco la rampa.
Arrivo in bagno, recupero il cerotto e mi fascio il dito.
Ritorno in camera e mi ritrovo Louis seduto sul mio letto con una foto in mano.
Cosa diavolo ci fa in camera mia con una foto in mano?
Lo raggiungo e riconosco quella stramaledetta foto.
L'avevo buttata.
-Chi sono?- mi chiede curioso, io non rispondo. Gli strappo la foto dalle mano e la osservo:
Marianne e Chad, mano nella mano, sorridenti ed io, che spunto in mezzo, guardando le loro mani con sguardo serio e le mani sui fianchi.
Adoro quella foto, ma perchè diavolo è in camera mia? L'accartoccio e la  butto per terra.
-Esci- lo esorto. Si alza, diminuendo le distanze tra noi. -Lou, esci- lo guardo, avvicinarsi.
Mi prende il viso tra le mani -sto facendo tutto questo per te- e posa le sue labbra sulle mie, in un delicato e dolce bacio a stampo.
Io rimango impassibile, ma qualcosa in me si è smosso, ma non so esattamente cosa sia.
Non è niente, mi ripeto. -Non devi farlo- gli sussurro -si invece, ci tengo a te- e mi spazzia.
Non so che dire. Sospira, mi guarda e mi sorride. Mi accarezza -ci tengo a te, da impazzire Jamie. Ti prego, fammi entrare- socchiudo gli occhi.
Scuoto la testa -non ci riesco- Louis sospira e lascia cadere le mani sui suoi fianchi -non mi arrendo, sappilo- afferma, guardandomi duro.
Non dico niente, non faccio alcun gesto. Semplicemente recepisco il messaggio.
Mi supera e chiude la porta di camera mia.
Lo sento sbuffare, imprecare e la porta di camera sua sbatte violentemente.

Sospiro e mi butto a peso morto sul letto.
Se non sento niente, perchè ho il cuore che non si ferma più?
E' l'astinenza, mi dico, ma tanto lo so che non è vero.








Sciao beles.
Allora capitolo importante della storia.
Jamie sente qualcosa per Louis and the same for the last one.
Comunque, vi piace?
Lasciatemi una recensionee, dddai c:

*Un bacino, ino ino* ahahaha, tranquille non sarà l'ultimo, di certo.
*SPOILER*

LOL
A presto,
Baci,
-Cenciux

p.s Un consiglio per il volto di Jamie? c: Fatemi sapere, linde **
sorry, per eventuali errori.
Buenas noches.


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Capitolo 9
*** Bipolarism ***




10 Luglio, 9;15

Jamie's Pov

Sento un braccio sul mio stomaco, stringermi.
Sento caldo, parecchio caldo.
Sento dei ciuffi di capelli, solleticarmi il viso ed un respiro caldo e regolare, soffiarmi sul collo. E' quasi piacevole, se non per il fatto che sto morendo letteralmente di caldo.
Un inconfondibile profumo da uomo mi inebria le narici. Ma che cavolo?!
Mi alzo di scatto e mi siedo sul materasso, lo sconosciuto si sveglia.
Alla fin fine, tanto sconosciuto non era, maledetto Louis Tomlinson.
-Cosa diavolo ci fai in camera mia? Nel mio letto, per giunta?- gli urlo contro.
Sento gli occhi bruciare.
Mi guarda e si avvicina a me, sorridendo compiaciuto -sei prevedibile- e posa un bacio sulle mie labbra, di nuovo.
-Sei prevedibile- ed esce dalla stanza, tutto felice.
Io sono confusa.
E scioccata.
E scocciata.
E stanca, spossata.
Cerco di tirarmi in piedi, ma non ce la faccio.
Così cado rovinosamente sul letto, a faccia in giù. Gli occhi mi bruciano, parecchio.
Mi volto e poso una mano sulla mia fronte: brucia.


Sento bussare alla porta.
Se è Louis, gli sparo in bocca.
-Hey, piccola- dice mia zia, sorridendomi. Mi scruta e si avvicina. Posa la sua mano destra sulla mia fronte e sussulta -ma tu scotti- afferma, sgranando gli occhi.
-Sta tranquilla. Ti porto qualcosa da mangiare? Hai fame, o no? Hai sete? Vuoi una tachipirina? Ma sei bollente, ci vuole una pezza fresca. Il termometro?-
Rido di gusto. E' così buffa. -Zia, prendi un bel respiro. Non sto per morire. Mi puoi portare la pezza e la tachipirina per favore?- le chiedo cordiale, annuisce.
Mi posa un bacio sulla fronte, scuote la testa ed esce dalla camera.
Sospiro e mi ri butto sotto le coperte. Non riesco a tenere gli occhi aperti e mi rituffo nel mondo dei sogni.


14;05

Sento qualcuno che mi liscia i capelli e che ha un braccio sulla mia vita, stringendomi a sè.
E' mia zia, ovviamente.


Apro gli occhi e mi ritrovo quelli di Louis davanti.
Sono meravigliosamente azzurri e scintillanti.
-Buonpomeriggio- mi sorride. Mi stiraccio -che ore sono?- recupera il telefono e osserva l'ora -le due- sgrano gli occhi.
Ma quanto cazzo ho dormito?
Mi alzo di scatto e sento la testa girare. Chiudo per due secondi gli occhi e li ri apro, ritrovandomi un confuso Louis davanti.
-La febbre ti è passata, ma ti senti bene?- chiede preoccupato.

Odio quando fa' così. Quando mi guarda in quel modo.
Odio Louis, punto e basta.
Stronzate.

Scuoto la testa, per risvegliarmi dai miei pensieri -tutto bene.- Sento la vibrazione del mio telefono e lo recupero dal comodino.

Chiamata in corso da: Candice.

Alzo gli occhi al cielo e poi premo il tasto verde, portandomi l'aggeggio all'orecchio.

-Che vuoi?- le chiedo scocciata, notando Louis curiosare tra la mia roba.
-Ascolta, stasera c'è una festa a casa di Matt. Sei dei nostri?- ci penso su ed intanto tiro un cuscino in faccia a Louis.
Sta rovistando tra la mia biancheria intima. Maledetto pervertito.
-Si, ci sto- affermo -Passiamo io e Adam, alle otto-
-Bene, a stasera- e attacco.

Butto il telefonino sul letto e strappo dalle grinfie del pervertito, un mio reggiseno e lo lancio sulla scrivania.
-Dove intendi andare stasera?- mi guarda serio -ad una festa- -dove?- -vicino al centro- -con chi?- sbuffo, la deve finire.
-Amici- -che tipo di amici?-
si avvicina ancora -smettila Louis- inarca un sopracciglio -che tipo di amici Jamie?- afferma, più deciso.
E' freddo. Mi spaventa.
Mi prende il polso -lasciami- tolgo la sua mano sul mio polso destro. Stava iniziando a stringere.
-Piantala- affermo ancora -tu non esci per farti, chiaro?- rido amara -per farmi? Dio. Faccio quel che mi pare- sbuffo rumorosamente.
-Ti stai facendo del male- -non sono affari tuoi. Vai via- mi prende, una seconda volta, il polso e me lo stringe. Stavolta più forte.
E' pazzo, completamente ed inesorabilmente pazzo.
E bipolare.
E strano.
-Lasciami Louis- gli tolgo la mano e lo spingo via, lontano da me.

Scuote energicamente la testa e sospira pesante. Mi osserva, con quegli occhi così vuoti, che mi mettono in soggezione.
Sbatte la porta di camera mia e si rifugia nella sua.
E' incazzato, anche parecchio.


17;09

Da ben tre ore che sono sempre nella stessa posizione a pensare alla stessa cosa: Louis, Louis, Louis. Maledetto e fottuto Louis.

Tomlinson è solare, allegro, pieno di energia e bipolare. L'attimo prima scherza e mi fa ridere, quello dopo si arrabbia e inizia ad urlare.


Mi butto il cuscino e in faccia e respiro.
Quel ragazzo mi farà uscire di testa.


19;20

Accantonando 'problema Louis', mi faccio una doccia veloce, asciugo i capelli e li sistemo a lato, in una treccia disordinata.
Mi infilo l'intimo e inizio a cercare qualcosa di decente da poter indossare.
Alla fine opto per: una maglione lungo, blu elettrico, dei jeans skinny e delle vans blu, un po' rovinate.

Vado in bagno e passo sotto le occhiaie violacee un po' di correttore ed un filo di blush pesca, sulle guance.
Una fina linea di eye.lainer blu sulla palpebra superiore, un abbondante strato di mascara ed uno strato di rossetto rosso, sulle labbra, per completare l'opera.


Guardo l'orario: 19;40.

Mi spruzzo un po' di profumo ed avendo ancora 20 minuti, inizio a sistemare la camera, il più possibile.

20;00

Sento un suono di clackson e mi affaccio alla finestra, dove noto Candice e Adam aspettarmi.
Prendo la borsa, telefono, portafoglio e scendo le scale, raggiungendo il soggiorno.
Saluto mia zia e suo marito, accordando per l'oriario, che sicuro avrei sforato.
Appena arrivata in soggiorno, noto un solare Louis, vestito magnificamente, fissarmi sorridente.
-Allora andiamo?- mi porge il braccio.
Sgrano gli occhi.

Cosa?




Heyyyy, girlzzz!
Vi piace? Spero di si.
Anyway, scusate per vari errori.
Lasciatemi qualche parere, daii c:

Un bacione,
-Cenciux

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Capitolo 10
*** Jamie, open your eyes ***


Save me from myself Scusa cosa?

Inarco un sopracciglio -che diavolo hai detto?- fisso lui, il braccio, poi di nuovo lui.
Mi sorride ancora di più e lo squardo dalla testa ai piedi -ripeto, che diavolo hai detto?- -vogliamo andare?- mi prende di forza e mi porta fuori.
Urla un saluto a zia e a suo marito e usciamo.
Tolgo il braccio dalla sua presa e sbuffa, nel frattempo riconosco la chioma fluorescente di Candice e il ciuffo chilometrico di Adam.
-Andiamo Jamie, ti farò compagnia su- alzo gli occhi al cielo e ci raggiungono gli altri due. Subito si presentano -io sono Candice e lui è Adam- Lou annuisce e si stringono le mani.
Io sono lì, in piedi, come uno stoccafisso e quei due non mi salutano minimamente.
L'ho sempre odiata Candice e continuerò a farlo. Maledetto lampione della luce.
-Hey, J!- si avvicina, e mi stampa due baci sulle guancie, mentre Adam mi abbraccia forte. -Come stai bellissima?- mi chiede all'orecchio -bene- sciogliamo l'abbraccio e ci dirigiamo alla macchina.
Prima di entrare nella lussiosissima macchina del neon, fermo Louis per un braccio -si dal caso, che non voglio la tua compagnia- quante stronzate -quindi non mi stare addosso- patetica bugiarda.
Lo scosto ed entro, quasi subito mi raggiunge e si siede accanto a me. Circonda le mie spalle con il suo braccio. Glielo taglio.
Mi sposto, ma continua a starmi addosso, infine mi prende per mano.
Inarco un sopracciglio, la macchina sta partendo, guardo lui, siamo sulla strada, guardo le nostre mani, un semaforo rosso, poi guardo di nuovo lui.

Sbuffo e, visto che non riesco a slegare le nostre mani, alzo gli occhi al cielo e non faccio niente.
Lascio la mia mano lì dov'è.


Dopo circa dieci minuti, arriviamo a casa di Matt, un mio vecchio compagno delle medie.
Scendiamo e le nostre mani continuano ad essere legate.
Noto come tutti ci guardano e così, riesco a sfilare la mia mano e mi dirigo a passo svelto dentro casa.

Devo bere, devo fare qualcosa.






Louis' Pov

00,25

Non la trovo.
Non la trovo da nessunissima parte.
Dove diavolo è sparita?
Cosa starà facendo?
Perchè diavolo fa' così?
Perchè mi allontana?
Perchè si nasconde?
Perchè, dannazione, l'ho persa di vista?


Jamie's Pov

01,37

Non capisco un cazzo.
Rido e non so per cosa.
Siamo in bagno, sinceramente so io di essere in bagno, l'altra gente non so neanche chi sia.
Qualcuno mi prende ed ora siamo, veramente, all'interno del bagno.
E' bianco, le pareti sono bianche e pulite.
E' tutto così bianco.

-Allora vuoi?- qualcuno mi domanda, non capisco chi sia.
Così sposto lo sguardo dal suo viso, e guardo cos'ha in mano.

Mi si illuminano gli occhi, mi si accende il sorriso.
Sento una vitalità dentro, sto per esplodere dalla felicità.
Annuisco, mi siedo a terra e mi porge un piattino e un tubicino, lo porto al naso e tiro su tutto.
Ogni granello di quella polverina magica.
Di quella scaccia pensieri.
La mia testa subito è in aria, non c'è.


E quando le pupille si dilatarono, il buio prese possesso della mia mente.


Louis' Pov


03,40

Dove diavolo è?
Non può scomparire così.
Assolutamente e inesorabilmen-.
-Cosa stai facendo?- le chiedo. L'ho trovata: è sopra un tavolo, con qualcosa in mano e gli occhi chiusi.
Ride e urla.
La raggiungo e la trascino giù dal tavolo. E' ridicola.
Tiene ancora gli occhi chiusi. La prendo per il polso: deve guardarmi negli occhi, deve aprirli.
-Le prendo il viso tra le mani, sorride ma ancora non li apre.
-Jamie guardami- sorride di più -Jamie, ti prego- ride -Jamie, sono Louis- mi prende le mani tra le sue -Jamie, apri gli occhi- sospira.
-Jamie.. Jamie- li apre di scatto. Le pupille sono dilatate, fottutamente dilatate.
-Dimmi- il suo alito odora di alcool. -Che cazzo hai fatto?- mi innervosisco.

Ma cosa credevo eh? L'avrei potuta controllare?
Sarebbe stata con me per tutta la sera, come un angioletto?
Cosa cazzo avevo nella testa? Sono un idiota, un emerito fottuto idiota.


-Jamie, andiamo a casa- affermo e le prendo il polso.
La porto via da quella casa, da tutto quello schifo.

-Lou- mi trattiene -Lou, non essere arrabbiato- siamo in strada -Fermati e guardami- scuoto la testa.
-Cosa credevi di fare eh? Basta Jamie, devi finirla. Promettimelo- si allontana. Mi guarda confusa.
-Promettimi che la smetterai con la droga- scuote la testa. Si allontana ancora di più. Sta scappando da me.
-Non sei nessuno per me. Per dirmi questo!- mi urla contro -non capisci. Tu non capisci niente- si avvicina.
Inizia a tirarmi dei pungni sul torace, le blocco le braccia -aiutami a capire- scuote la testa energicamente.
-Lasciami!- urla, di nuovo. Ad un tratto si ferma, respira rumorosamente -andiamo a casa, Jamie- affermo, lei annuisce.


04,50

Siamo a casa, nella sua camera. E' distesa nel letto, sotto le coperte. -Allora, io vado- annuisce, ma prima che io possa chiudere la porta, mi chiama -insisti-










Hola girls, i hope that you like it.
Non sarà così semplice metterla sulla retta via.
Vabbueno, fatemi sapere.

Vorrei ringarziare DELLIA e BLUEGIRLS.
Andate a leggere le loro fanfisctionssssss.

Okappa.
See ya later, looool.

Besos
-Cenciux


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Capitolo 11
*** Nightmare ***


save me 39838430





Jamie's Pov


Cerco di aprire gli occhi, ma le palpebre le sento pesanti.
Cerco di alzarmi dal letto, ma i movimenti mi creano dolore.
Le gambe e le braccia non rispondono ai comandi. Con molta fatica mi alzo, sopprimendo imprecazioni, ma tutto è inevitabilmente inutile.
-Cazzo- sussurro, mettendomi seduta. Sospiro e mi alzo, gemendo per il dolore.
A passo di bradipo, raggiungo il bagno, aprendo lentamente la porta. Entro e sempre, molto lentamente, la richiudo.
Mi osservo allo specchio e noto come il mascara sia completamente colato, i capelli sono tutti spettinati e indosso ancora i vestiti di ieri sera.


-Lou- lo trattengo -Lou, non essere arrabbiato- siamo in strada -Fermati e guardami- scuote la testa.



Recupero una spazzola ed inizio ad districare i capelli.


-Basta Jamie, devi finirla. Promettimelo-
mi allontano. Lo guardo confusa.


Apro il rubinetto e mi sciacquo il viso, usando un po' di sapone.


-Non sei nessuno per me. Per dirmi questo!- gli urlo contro -non capisci. Tu non capisci niente- mi avvicino.


Serro le palpebre e stringo i pugni.
La mia testa sta andando a puttane. I ricordi di ieri sera, iniziano a farsi nitidi nella mia testa.
I discorsi, il litigio, Louis, la cocaina, l'acool.

Sospiro e mi dirigo in camera mia: mi tolgo quei vestiti e recupero dei pantaloni della tuta grigi e una felpa blu.
Prendo delle calzettoni neri e me li infilo ai piedi, infine recupero un elastico e mi ci lego i capelli.

Chiudo la porta di camera mia e mi dirigo verso il soggiorno, dove sento molta confusione.
Più mi avvicino, più mi sale il malditesta.

Passo davanti al soggiorno e noto gli amici di Louis, parlare con quest'ultimo.
Ridono, scherzano e mangiano, a quanto posso vedere.
Le loro voci si mischiano, le risate aumentare di volume e lo sbattere delle forchette e dei bicchieri, mi rimbomba in testa.

Mi dirigo verso la cucina, ignorandoli.
Raggiungo il bancone e noto  un bicchiere pieno d'acqua e un aspirina a fianco, con un post-it attaccato:

Per il post-sbronza
-Lou

E sorrido. Sorrido inconsciamente.
-Perchè sorridi?- mi giro e noto quello riccio, fissarmi sorridendo. Alzo un sopracciglio -non posso sorridere, Henry?- prendo l'aspirina e l'apro, versandone il contenuto nel bicchiere.
-Certo che puoi, comunque sono Harry, non Henry- afferro un cucchiaino e inizio a girare l'acqua con l'aspirina, per fare sciogliere quest'ultima.
-Si dal caso, Henry- lancio il cucchiaio nel lavandino, facendo anche centro -che non mi interessa-  butto giù il contenuto del bicchiere. Poggiandolo poi, delicatamente nel lavandino.
-Come sei acida- si avvicina e mi scompiglia i capelli -stai lontano dai miei capelli- lo scosto e ritorno in camera mia, sentendo quel rincretinito dagli occhi verdi, ridere.

Adesso gli amici di Louis, mi girano intorno? Mi parlano e mi scompigliano i capelli, anche?
Se c'è una cosa che odio, più delle giornate soleggiate, è chi osa solo toccare i miei capelli.
Anche se sono disordinati e una massa indefinita nessuno si deve azzardare, neanche a sfiorarli.
 
Sbuffo, risistemandomi la coda.
Raggiungo il letto e mi ributto sotto le coperte, al caldo.
L'aspirina sta facendo passare, lievemente, il malditesta.
Le gambe mi fanno ancora male. Guardo fuori dalla finestra e mi imbroncio: c'è il sole.



Sono in un prato, un prato immenso.
Il sole mi acceca. Mi guardo intorno e noto una casa.
Mi avvicino: sento i fili d'erba accarezzarmi delicatamente i piedi nudi, il vento fresco scompigliarmi i capelli e scivolare sulla mia pelle.
Il sole mi scalda, non mi da poi così tanto fastidio.
Raggiungo la casa e osservo due bambini rincorrersi con delle pistole d'acqua.
Il bambino più grande, raggiunge la piccolina, la prende in braccio e inizia a girare in tondo.
La bambina urla e ride, il ragazzino anche.
Sono così felici, sono così piccoli e spensierati.

Cerco di avvicinarmi di più, sento una voce.
-Logan, dobbiamo andare, dai!- mio padre. La voce di mio padre che richiama mio fratello.
Guardo mio padre, darmi un bacio sulla fronte e dirigersi in macchina con mio fratello.
-Ci vediamo tra un'oretta, sorellina- Logan mi abbraccia e sale in macchina.


Cerco di raggiungermi, ma la strada si allunga e mi ritrovo in un'autostrada.
Sono in mezzo ad essa e davanti a me una macchina viene travolta da un camion.
Vedo mio padre stingere Logan tra le braccia.
Vedo quando i loro occhi si spengono, quando muoiono.
Vedo quando non si muovono più, non respirano.
Non piangono neanche. Sono fermi, abbracciati con gli occhi spenti.

Ed inizio ad urlare, a piangere.
-Papà! Logan!- apro la portiera della macchina, ormai distrutta e cerco di tirarli fuori.
Non riesco a prenderli, mi sfuggono.
-Ti prego! Non siete morti! NO! NO! NO!- piango e cerco, in vano, di poterli risvegliare con i miei urli.
Il sangue li ricopre, scuoto la testa e corro via. Inizio a correre via.

Scappo verso il prato ed ora i fili d'erba tagliano i miei piedi come lame, il sangue inizia a fuori uscire.
Il dolore è lancinante.
Il vento quasi mi soffoca, mi spinge via.
Il sole mi acceca, mi scalda fin troppo. Brucia, brucia sulla mia pelle.

Mi ritrovo in una camera, piena di gente ubriaca e fatta.
Tutti si divertono.
Inizio a camminare alla ricerca di qualcosa, di qualsiasi cosa.
Devo alleviare il dolore.

Cammino per la stanza velocemente, sposto la gente violentemente.
E quando sto per avere ciò che mi serve, la stanza scompare e io cado.
Cado nel vuoto ed inizio ad urlare.
Cerco di tirarmi su, ma la fatica è tanta.
Il dolore è troppo e così mi lascio cadere.
Mi lascio affondare, sprofondo sempre più in basso.
Non ne vale la pena.






-Non ne vale la pena- Jamie sussurrò nel sonno.
Dopo aver gridato. Dopo aver pianto, Jamie si calmò, sussurrando che non ne valeva la pena.



Attaccato alla porta della camera di Jamie, seduto a terra, con la testa tra le gambe, Louis Tomlinson, pianse.
Pianse per Jamie.
Pianse per le sue urla disperate.
Pianse perchè non seppe cosa fare in quel momento.
Pianse perchè si accorse, di essersi innamorato di lei.
Louis Tomlinson si era innamorato di Jamie.






Hola girls.
Allora non so che dire, sinceramente.
C'è un primo incontro con Harold.
L'incubo di Jamie, non sarà l'ultimo.
E Louis si accorge di essersi innamorato di lei e piange.
Piange per lei, perchè capisce cosa sta provando e piange, perchè non sa che fare. Si ritrova confuso, ecco.
Comunque, potrete pensare: ma non si sono neanche baciati decentemente come fa' Lou ad essersi innamorato?
Bè, semplicemente: ti innamori di una persona se la baci sempre e costantemente?
Anyway, spero che vi piaccia. Fatemi sapere x





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Capitolo 12
*** Kisses and secrets confessions. ***


save me from 12





17 Luglio


Piove. Piove ormai da quattro intere ore.
Sono le otto di sera e da cinque maledetti giorni che Louis non mi degna di una parola. Di un minimo accenno di saluto e sto impazzendo.
Che cosa gli ho fatto? In cosa ho sbagliato?
Da cinque maledetti giorni che sto sul divano, con una coperta a coprirmi e la stessa solita tazza di ceramica azzurra, stretta tra le dita fredde.
Il programma che sto guardando, non è neanche poi così tanto interessante.
Quindi sbuffo e mi accascio sul divano, mettendomi più comoda, prendendo un sorso di tè dalla tazza e poi, poggiandola sul tavolino di ciliegio, difronte a me.

Sento le goccie di pioggia sbattere, imperterrite, sulla finestra.
L'orologio segna le 20:45 e Louis è ancora in camera sua.
Questa situazione mi sta uccidendo.





La pioggia ha smesso di battere, i programmi alla tv sono sempre i soliti.
L'orologio a muro segna le 21:17.
Guardo le scale e decido di alzarmi.
Sto solamente andando da Lo-.
Sto solamente andando in camera mia, sotto le mie coperte, a dormire, abbracciata a Lou-.
Butto la coperta di lana a terra e spengo la televisione.

Salgo le scale e passo davanti alla porta di camera di Louis.
Sospiro e cerco di passare avanti, disinvolta.
Non riesco.
Da cinque maledetti giorni che non mi parla, mi evita, mi ignora, scappa in camera sua e si chiude all'interno con la musica altissima, quasi volesse isolarsi.
Allontanarsi.
Possibile, da me? Che volesse allontanarsi da me?

Ma sentitemi, Louis non prova assolutamente niente per me, nada de nada.

Sospiro e alla fine, cedo. Devo sapere che caspiterina sta succedendo.
Busso alla porta: nessuna risposta. Accende la musica.
Busso una seconda volta, stavolta tirando un calcio: zero. La musica si sta alzando.
Busso una terza: niente. La musica è forte, quel rimbecilitto si sta ascoltando Ed Sheeran.

Tiro un calcio -avanti, non puoi continuare ad evitarmi!- urlo. La voce di Ed mi arriva sempre più chiara.

You need me, but I don't need you

Sospiro forte e continuo a bussare -Smettila d'ignorarmi!- urlo.
-Ti prego Lou, dai- abbasso la testa -questa cosa mi sta uccidendo-. Non ne so il motivo, ma ho bisogno che lui mi parli.

La musica si ferma e la porta si apre.
Gli occhi di Louis sono strani. Li osservo bene, osservo come mi guarda.
Mi scrutano in maniera diversa, rispetto alle altre volte.
I suoi occhi li sento più vivi che mai.

-Ripetilo- mi ordina ed io corrugo le sopracciglia -ripetere cosa?- sospira, scuote la testa e mi richiude in faccia la porta.
Rimango lì impalata. Che stronzo, mi ha chiuso la porta in faccia!
Serro i pugni e sto per dirgliene quattro, quando la porta si ri apre di scatto.
-Sai cosa? Sei talmente stupida- cerco di parlare, ma mi interrompe -non capisci, vero? Quando mai capisci qualcosa?- lo guardo, inclinando la testa.
-Ma di che diav- -sta zitta!- si fionda sulle mie labbra.

Il bacio è dolce. Mi prende il viso tra le mani e mi spinge contro la porta di camera sua, ma essendo aperta, cadiamo rovinosamente a terra.
Io rido, è una scena davvero comica.
Lou è sopra di me, con la testa appoggiata al mio petto ed io, che rido come una deficiente con i capelli in bocca tra l'altro.
-Dai Lou, alzati- lo incito. Scuote la testa -amo quando ridi- ed io rimango interdetta.
M'irrigidisco e ritorno seria -devo andare a dormire, sono stanca- lo scosto e mi alzo.
Louis inarca le sopracciglia -stai qui- mi prende per il polso.
-Dai, sono stanca- sbuffo. Maledetta la sua testardaggine.
-Dormi qui, con me- non faccio in tempo a rispondere, che le sue labbra sono di nuovo sulle mie.
Ed io cedo. Mi lascio trasportare dal movimento delle sue labbra.
Dischiudo le mie e le nostre lingue si uniscono, s'incontrano, si rincorrono, si cercano e si raggiungono.
Louis mi accarezza una guancia e posa l'altra mano sulla mia nuca.
Io poso le mie, sulle sue spalle e lo stringo a me, il più possibile.
Ci avviciniamo al letto e sorrido -andiamo a dormire- sussurra sulle mie labbra.
Il bacio finisce ed io mi sento fredda.
Abbasso la testa, ma occhiazzurri posa due dita sotto il mio mento e mi ritrovo il suo viso davanti.
Inclina la testa di lato, è così buffo.
Gli sorrido e gli scompiglio i capelli.
-Andiamo dai- lo esorto.

Ci mettiamo sotto le coperte, Lou mi abbraccia e poso la testa sul suo petto e grazie al battito del suo cuore, in men che non si dica, chiudo gli occhi.
Con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Dio, se mi è mancato.


Louis' Pov

L'amo. L'amo pazzamente, follemente.
Sento che il suo respiro è regolare. Si è addormentata.
-Ti amo Jamie- sussurro. La stringo più forte a me -ti amo da impazzire- e chiudo gli occhi, anch'io.
Con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Dio, se mi è mancata.





Hola girls!
I'm so so so sorry per il ritardo, ma dovevo studiare e fare i compiti, percui non sono riuscita a scrivere.
Ho preso 6,5 di Grammatica, yeee. Na merda.
Anyway, si sono baciati!!!
Louis è dolce dolce e finalmente Jamie si è, un pochette, lasciata andare.

Fatemi sapere x

-Cenciux

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Capitolo 13
*** Feelings? ***


save me 13





18 Luglio, ore 9:48

Jamie's Pov


Mi stiracchio, aprendo le braccia e sbadigliando, ma tenendo ancora i miei occhi ben chiusi.
Mi giro verso destra e sento qualcosa di.. duro?
Apro gli occhi di scatto e noto due occhi azzurri fissarmi, sorridendo.
-Lousi?-

Le immagini di ieri sera mi invadono la mente.

Il litigio.
Il bacio.
-Amo quando ridi-



Mi siedo di scatto sul materasso.
Ci siamo baciati e mi è anche piaciuto.
Non poco.

Chiudo gli occhi e respiro. Mi alzo e mi dirigo in cucina.

-Buongiorno bellissima- mia zia, posa un bacio sulla mia fronte -giorno- rispondo solamente, accennando un sorriso.
-Hai fame?- annuisco, così mi siedo a tavola, salutando mio zio.
Subito dopo, spunta un Louis, particolarmente sorridente.

-Come mai così felice?- gli chiede Andrew, il marito di mia zia. Lou scrolla le spalle e si siede accanto a me.
-Forse una ragazza?- inarca un sopracciglio Andrew.
Nel frattempo, Louis posa una mano sulla mia coscia, stringendola delicatamente. M'irrigidisco.
-In realtà- si gira verso di me, sorridendomi -si- .
Inizia a muovere le dita, sul mio ginocchio, in modo circolare.

Sento lo stomaco che si restringe.
Sento qualcosa alla bocca dello stomaco.
Vorrei sorridere, perchè, probabilmente, se ha dato conferma, vuol dire che magari, sono io quella ragazza?
Ma me lo impedisco.
Non devo sorridere.
Non provo niente per lui.
Non mi piace.. o forse si?



-Ah, a proposito. Tu, Jamie. Ragazzi?- mi domanda mio zio. Sento la presa di Louis stringersi particolarmente.

Cosa dovrei dirgli?
Potrei mentire e fingere un sorriso.
Perchè poi mentire, se è vero.
Quel bacio non ha significato niente.
Assolutamente ed inesorabilmente, niente.

Allora perchè non riesco a negare?

-Si- sussurro quasi.
Spero che non mi abbia sentito, lo spero, ma Louis mi sorride e cerca la mia mano sotto al tavolo.
La stringe ed un sorriso si fa largo tra le mie labbra.




15:22


Sono sul letto, con il portatile sulle gambe.
Apro una nuova finestra e inizio a cercare su Google.


Con il termine sentimento, si intende una condizione cognitivo-affettiva che dura più a lungo delle emozioni e che ha una minore incisività rispetto alle passioni.
Per sentimento genericamente si indica ogni forma di affetto: sia quella soggettiva, cioè riguardante l'interiorità della propria individuale affettività, sia quella rivolta al mondo esterno.




Sbuffo. Sto anche facendo delle ricerche su Google.
Chiudo la finestra e spengo anche il computer.
Mi alzo e mi dirigo alla finestra.

Il sole picchia forte, i bambini urlano e giocano schizzandosi con le pistole d'acqua.
Le coppiette, si sbaciucchiano nelle pachine del parco di fronte.
Che fastidio, immenso.
Se devi stare a sbaciucchiarti ovunque, con il tuo fidanzatino, stattene a casa.

Sbuffo di nuovo e mi butto a capofitto sul letto.
Sento la porta bussare e urlo un -avanti!-

Louis apre la porta e si stende affianco a me.

-Allora chi è?- mi domanda, girando la testa e osservandomi. Sempre con quel sorriso sbarazzino, impiantato sulle labbra.
Corrugo le sopracciglia -chi è chi?- -il ragazzo che ti fa girare la testa-.

Il mio cuore sta battendo forte, molto forte.
Sono nervosa.
Sento le guancie scaldarsi.
Oh santo cielo, non mi sono mai imbarazzata prima.

Sono nervosa, imbarazzata.

Respiro e scrollo le spalle, indifferente.
-Non so di cosa tu stia parlando- gli dico, alzandomi e recuperando il telefono.

2 messaggi non-letti.
1 chiamata persa.

Apro i messaggi e alzo gli occhi al cielo.

Da: Joshua
Dove cazzo sei sparita?

Da: Candice
Hai qualcosa?

Leggendo l'ultimo messaggio, un impeto di rabbia mi sale al cervello.
Io l'ammazzo, la fucilo, la strangolo.
La odio, non la sopporto. Una puttana, è solo quello.

Non guardo neanche chi mi ha chiamata, spengo direttamente il telefonino.

Louis nel frattempo, mi ha raggiunto.
Posa le sue mani sui miei fianchi e una scossa mi percorre.

Non è niente.
Non provi neinte per lui.

Mi ripeto -stasera esci con me- mi sussurra all'orecchio e non posso fare altro che annuire.
Mi volta verso di lui -sarà una serata magnifica- si avvicina e posa le sue labbra sulle mie.

Qualcosa nel mio stomaco, inizia a muoversi.
Nella mia testa, tutto gira.
Il cuore batte decisamente troppo forte.

Annuisco, quasi non riesco a muovermi.
Mi sorride e dio, quel sorriso è strepitoso.

Chiude la porta di camera mia, mentre io, recupero un cuscino ed inizio ad urlare.







Queste reazioni, sono causati dai sentimenti che provo per Louis?
Non mi rispondo neanche, sapendo già la risposta.
















Heyyyyyyyyyy.
Mi DISPIACE UN SACCO. I'M SO SO SO SO SORRY.

Potrei dare la colpa alla scuola, ahahahaha, infatti do la colpa a lei.
Whatever, Jamie inizia a sentire qualcosa per Louis.
Louis è innamorato perso, ma credere che andrà tutto a gonfie vele?

Un bacione, me gusta questo capitolo, spero anche a voi.
Mi lasciate un parere? x

See ya later ;)

Scusate se il capitolo è corto, mi farò perdonate, promesso!

Crediti banner: @_Phobja su Twitter
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Capitolo 14
*** New message ***


save me 14





18 Luglio, ore 19:00


No, non ce la faccio.
Non posso.
Devo uscire con Louis. Magari non è neanche qualcosa di serio. Non è un appuntamento. Sarà un'uscita tra amici.
Ma gli amici si baciano? Mi tiro un schiaffo mentalmente.
Di certo, gli amici non si baciano. Quindi io e Louis cosa siamo? Siamo un qualcosa? Siamo un noi?
Rido, ripensando alla stronzata che ho appena detto. Perchè è una stronzata? Nel senso, io e Louis non siamo un noi. O lo siamo?
Non ha ufficializzato niente, ma c'è qualcosa da ufficializzare? Dai, due o tre bacetti non significano niente, giusto?
O sbagliato?

Respiro forte, molto forte. Davvero molto molto forte.
Sono nervosa. Terribilmente nervosa.

Odio queste sensazioni, per questo cerco di evitarle.
Ho paura, ansia che qualcosa vada male.

Digrigno i denti e sbatto un piede a terra.
Devo smetterla di essere così.. così troppo.. troppo ragazza.

Guardo l'ora sul telefonino e mi faccio prendere da un infarto.
Le 19:25.
In realtà, non so a che ora voglia uscire.
Sento bussare alla porta e non ho neanche il tempo di dire qualcosa, che Louis mi si piazza davanti.
Mi osserva e sorride. Mi prende per mano -sei nervosa?- inclina la testa di lato e continua a sorridere.
Quanto mi da sui nervi.
Cerco di fare l'indiferrente -no, perchè dovrei?- gli domando, togliendo la mia mano.
Mi avvicino al'armadio e lo apro.
-Sembra- mi raggiunge, posa le sua mani sui miei fianchi.
Scrollo le spalle e inizio a fissare i vestiti. Tutto mi fa schifo.
-Sii te stessa- posa un bacio sul mio collo e sento bruciare in quel punto.
-Dove andiamo?- gli chiedo prendendo dei leggins, nel frattempo Louis, ha lasciato i miei fianchi ed ora è seduto sul mio letto.
-In giro- alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Annuisco scocciata e recupero un felpone blu elettrico.
Butto la roba sul letto e cerco gli stivaletti blu, li trovo e li poggio accanto al letto.
Poi guardo Louis, con una mano sul fianco.
-Louis- lo chiamo -dimmi tutto, bellissima- lo incenerisco con lo sguardo.
-Esci, mi devo cambiare- gli ordino. Con tutta la calma del mondo si alza, mi sorride ed esce.
Prendo un respiro. Devo smetterla di essere così agitata.


20:51

Siamo al ristorante, mezz'ora da casa.
Più che ristorante sembra un agriturismo.
E' un locale carino, accogliente. Un enorme camino è immezzo alla sala e riscalda il luogo.
Il ristorante è affollato; mi guardo intorno e noto parecchie coppiette. Affianco a noi, c'è una famiglia.
Tutti sorridenti e felici.
E li invidio.

Mi incanto su quella famigliola, ignorando completamente Louis e qualcosa nella mia testa scatta.




-Dai su, JamJam- mi dice Logan. Gli scompiglio i capelli. -Non mi lamare JamJam, Loggy- rido diveritata.
So che odia quando lo chiamo così.
Era il mio quarto compleanno -si dice chiamare, non lamare Jammy- sbuffo. -Non so par-par- mia mamma ride.
-Dai Loggy, lasciala stare- mia mamma mi prende in braccio e faccio una linguaccia a mio fratello.
Ecco così impara! Mio papà mi inzia a toccare le guancie. -Che belle guanciotte JamJam- lo guardo male, ma poi mi scappa un sorriso.
Adoro mio papà. Arriviamo al ristorante le Stelle Luccicanti, ad un quarto d'ora da casa mia.
-Mamma ma quando sarò grande, dovrò stare a Boston?- mi mette giù e mi guarda.
Sorride -dove vuoi andare quando sarai grande?- mi domanda -a Londra- nel frattempo entriamo.
La mamma mi tiene la mano -dalla zia Mary?- annuisco -va bene, quando sarai grande, andrai dalla zia Mary- mi sorride.
-Chi è che vuole andare dalla zia Mary?- mio papà ci raggiunge al tavolo, assieme a mio fratello.
-Io, papà! Voglio andare a Londra, dalla zia Mary- ci sediamo a tavola -tu non andrai da nessuna parte, bellissima. Starai con me  per sempre- ride ed io insieme a lui.
-Per sempre, papà? Promesso?- chiudo la mano a pungo ma tengo fuori il mignolo, papà fa' la stessa cosa.
Ci sorridiamo e ci stringiamo i mignoli -promesso, bellissima-



Louis' Pov

-Jamie?- cerco di rianimarla. E' immobilizzata verso la famiglia accanto a noi.
Mi ignora. Così mi alzo e le vado difronte. Il suo sguardo è ancora rivolto alla famiglia.
-Jamie- la chiamo, le prendo il viso tra le mani e mi ritrovo due occhi pieni di dolore guardarmi. Implorarmi di portarla via da lì.
Così mi faccio portare il conto e lascio i soldi sul tavolo.
Le prendo la mano e usciamo via da quel ristorante.

Iniziamo a camminare, mano nella mano.
E' assente, distante da me.
-Jamie cos'è successo?- le domando.
Arriviamo in una stradina sterrata ed iniziamo a percorrerla.
Non mi risponde. -J- mi interrompe -eravamo così felici- mi risponde.

Non le chiedo altro. Continuamo a camminare per un po'.
Fino a quando non ci ritroviamo in uno spiazzo di prato.
-La luna è luminossissima, stanotte- afferma, lasciadomi la mano.
Si stende sul prato ed io la raggiungo.

Sopra di noi, le stelle.
-E' magnifico- sussurra, prendendomi la mano.
Sgrano gli occhi, ma poi mi rilasso.

Jamie, ti amo.

-Hai ragione- l'appoggiò. -Sai, da piccola adoravo guardare le stelle, assieme a mio padre- afferma, di nuovo.


Ti amo da impazzire.


-Non le ho mai guardate in questo modo- dico -che vuoi dire?- mi chiede, guardandomi confusa.
-Non ho mai guardato le stelle, steso su un prato con qualcuno- affermo, posando il mio sguardo sui suoi due pozzi neri.
-Sei strano- sorride -mai quanto te- aggiungo, sorridendole.

Restimo lì per tutta la notte quasi, non parlando molte volte.
Restando in silenzio.
Mentre, in altri casi inizia a parlarmi di ciò che le piace e non.
Il suo colore preferito: il bianco, ma non lo indossa mai. -E' che, se lo indossassi, sembrerei innocente-
La grammatica non è il suo forte -la odio e sinceramente, non mi è mai importanto tanto della scuola-
Non le piace l'estate -è troppo calda-
Odia il Natale -è una patetica scusa per farsi comprare dei regali che alla fine, non userai mai-
Adora Ed Sheeran, la sua canzone preferita è Little bird -è sempre così tranquillo. Ha una voce pazzesca e la musica è rilassante-
Le piace andare in discoteca, dice di essere ipocrita. Non sopporta i colori accesi.
Un giorno vorrebbe visitare Edimburgo, per non so quale motivo -mi ispira come città-



Jamie's Pov

Restiamo lì, parlando del più e del meno.
Il vento freddo mi accarezza il viso.
Inizio a scoprire ciò che gli piace e non.
Il suo colore preferito è il verde -è un colore vivace-
Gli piace la scuola e la sua materia preferita è la Storia. E' completamente pazzo -è una materia interessante-
Non sopporta l'inverno -fa freddo e ti congeli-
Adora il Natale -è un momento da passare con la famiglia ed è per questo che mi piace-
Adora Ed Sheeran, la sua canzone preferita è Little Bird -almeno in questo, ci assecondiamo-
Gli piace la discoteca e andarci con gli amici, odia chi mente. Non sopporta i colori troppo scuri.
Vorrebbe visitare Atene -quella città trasuda storia, da tutte le parti-

E così, passano ore.
Parliamo, ridiamo, facciamo battute.
Niente baci, stavolta. Solo qualche sorriso, qualche occhiata, qualche stretta di mano.
E così ci addormentiamo, in mezzo a quel prato.






Il telefono di Jamie suonò per tutta la notte: lo schermo lampeggiava.
1 nuovo messaggio non-letto:

Da: Mamma
Sono a Londra.








Heyyy, heyyy, heyy.
Allora, capitolo che a me piace molto, non ne so il motivo ahaha.
Comunque Jamie è così nervosa per il suo appuntamento, am è un appuntamento?
Non ci sono baci, ma solo qualche sorriso, qualche stretta di mano.
Iniziano a raccontarsi qualcosa di loro stessi. Jamie inizia ad aprirsi con Louis, ma non del tutto.
Il flashback si spiega da solo.
Le cose stanno andando bene.
Ma ta da da, la madre di Jamie è a Londra.
Cosa succederà? Perchè è a Londra?

Fatemi sapere se vi piace. x

A presto, guys.
Love y'all.

-Cenciux


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Capitolo 15
*** Run away ***


save me 15





Corro in camera, ma quella donna mi segue.
-Lasciami spiegare, ti prego- mi implora. Mi stringe il polso e mi ferma. -Smettila di essere così infantile ed immatura-
Infantile? Immatura? -Io? Io sarei infantile ed immatura?- tolgo la sua mano dal mio polso.
-Cosa sei venuta a fare qui eh? Vuoi portarmi da qualche altra parte?- noto Louis e la zia guardarci, senza pronunciare parola.
-Ti prego piccola, ritorna a casa con me- rido guardandola -piccola? Ma chi cazzo ti credi di essere? Dovrei ritornare a casa con te?- sputo con rabbia.
-Sono tua madre, Jamie. Tu ritorni a casa con me, chiaro?- mi ordina, mi prende la borsa. -Forza, prendi la tua roba- entra in camera mia.
Recupera una valigia e inizia a sistermare la roba al suo interno. -Starai di nuovo con me. Non saremo più sole- inizia a blaterare tra sè.
-Tu sei pazza- sussurro. -Sei completamente pazza. Non ci vengo con te, nè ora nè mai- affermo.
Prima di fare qualsiasi cosa sento un bruciore sulla guancia. Mi ha appena tirato uno schiaffo.
-Ma come cazzo ti permetti?- la spingo all'indietro -qua, l'unica sola sei tu- prendo la valigia e la svuoto, buttando tutti i vestiti a terra.
-Fatti internare in un manicomio, perchè hai qualche problema. Cosa pensi eh?- lascio la valigia per terra.
-Che io ora me ne vada? Che ti segua come una cretina? Non hai più nessun diritto su di me, da quando mi hai portato qui- raccolgo la borsa.
-Tu rimarrai da sola e non me ne frega un cazzo- mi arriva un altro schiaffo. Vedo mia madre piangere e sedersi sul letto.
-Ritornatene a Boston. Vattene via. Sparisci dalla mia vita- e con questo, me ne vado via.
Uscendo da casa, ignorando i richiami di Louis.

Inizio a camminare e mi ritrovo in un parco.
Sto congelando di freddo. Sento vibrare il telefono nella tasca dei jeans, lo recupero e il nome di Louis continua a lampeggiare.
Rifiuto la chiamata e lo spengo.
-Ma guarda guarda, chi si vede- una voce alle mie spalle mi fa bloccare.
-Emily- delle risate e poi, quest'ultima mi si avvicina. Mi giro verso di lei.
-Qual buon vento ti porta qui Herbrox?- la odio. L'ho sempre odiata e così farò.
Emily Brington, ragazza diciannovenne con un'innata passione per rompere il cazzo alla gente e soprattutto alla sottoscritta.
Una ragazza di media statura, occhi azzurri contornati da uno spesso alone viola, capelli ramati.
-Perchè non ci facciamo i cazzi nostri Brington?- ribatto, mettendomi le mani nella felpa.
-Sii più educata. Il tuo dolce paparino non ti ha insegnato l'educazione?- stringo i pugni -ah già. E' morto, assieme a quel coglione del fratello- una risata.
-Figlia di puttana- sussurro. Corro verso di lei e la butto a terra. Il sorriso scompare dal suo viso. Inizio a prenderla a calci, sempre più forte.
Cerca di fermarmi, prendendomi i capelli ma tutto è inutile.
La tengo ferma a terra e mi metto a cavalcioni su di lei.
Inizio a tirarle dei pugni in faccia, fino a quando non sento un liquido caldo sulle nocche.
Mi alzo e un calcio la colpisce sulle gambe -puttana- un calcio sulle costole -stronza- ed infine un calcio in faccia -stammi alla larga, figlia di troia- e la lascio a terra, con il labbro spaccato.
Recupero il telefono che nella rissa era volato e rimettendo le mani nella tasca nella felpa, me ne vado via.





Casa

-Dove, porca puttana, sei stata?- mi urla Louis, appena entrata in casa. Sospiro e mi butto sul divano.
-Mi rispondi, cazzo!- prendo il telecomando e accendo la televisione.
-Jamie Herbrox, chiudi quella cazzo di televisione e rispondi alla mia fottuta domanda- lo osservo -le parolaccie non sono adatte a te- inarca un sopracciglio.
Mi strappa il telecomando di mano e mi spegne la tv. -Che cazzo! Stavo guardando diario di una nerd superstar- -devi parlare con tua madre e sistemare tutto-.
Una risata esplode dalla mia bocca. -Parlare con- rido ancora -mia madre?- finisco, alzandomi dal divano e superandolo, andando al piano di sopra.
-Jamie vieni qui- sbatto la porta e mi butto sul letto. -Non fare così. Parlale forza- la rabbia si impossessa di me.
Mi alzo dal letto e mi ritrovo faccia a faccia davanti a lui.
-Senti Louis, tu non sai niente di me. Di cosa ha fatto quella a me. Non puoi venire qui e darmi ordini su cosa devo fare e con chi. Fine della storia, ora te ne vai?- gli indico la porta.
Chiude gli occhi e poi li ri apre -Ovvio che non so niente, non mi dici un cazzo. In qualsiasi caso è tua madre. Sono stanco di litigare con te- mi urla addosso.
-Non me ne frega un cazzo che è mia madre, ok? Smettila di fare il protettivo con me. Basta, finiscila, piantala, smettila- urlo anch'io.
-Non posso smetterla. Mi preoccupo per te- non gli lascio il tempo di finire -non devi!- si che devo! Nessuno si preoccupa per te, sono l'unico- stringo i pugni.
-Ah, bene. Fantastico. Lasciami stare per una volta- non so più che dire -parla con tua madre. L'avevi chiamata, ti mancava. Cos'è cambiato?- gli prendo il braccio con violenza.
Lo porto fuori dalla mia camera -non sono affari tuoi, maledizione! Visto che sei l'unico a preoccuparti per me, non farlo allora- gli sbatto la porta in faccia.
-Non ci riesco, Jamie. Io-io non ce la faccio- mi accascio contro la porta.
-Parliamone, ti prego- non so per quale motivo, ma mi alzo e riapro la porta. Vedo Louis, in piedi che mi guarda meravigliato.
-Ma che diav- lo interrompo, buttandomi tra le sue braccia -non volevo urlarti contro, scusa- mi sussurra, stringendomi più forte.
Entriamo in camera, di nuovo. Ci stendiamo sul letto. Siamo ancora abbracciati.
-Neanche io, mi-mi- sbuffo e Louis ride. Posa un bacio sulla mia fronte -tranquilla. Non sei adatta a chiedere scusa- lo spingo delicatamente.
-Sta zitto, imbecille- e mi ricordo che oggi non ci siamo neanche baciati.
Mi alzo e mi siedo sul materasso. -Che hai?- mi chiede, poggiando la sua testa nel mio collo ed inspirando.
Scrollo le spalle.
Non ci siamo ancora baciati, cazzo.
-Jamie, andiamo- mi abbraccia e inizia a darmi dei baci sul collo.
Sono baci, ma non sulle labbra.
Lo blocco -che c'è?- prendo il suo viso tra le mani.
Sorride -stavo per impazzire- mi sussurra, prima che le nostre si incontrino.
Chiede accesso alla mia bocca e io glielo concedo.
Le nostre lingue si raggiungono, si rincorrono piano.

Ci fermiamo, fisso le sue iridi scure -Louis, mi dispiace-













Hey girlsss, scusatemi davvero tanto per il ritardo, ma non ho trovato tempo per scrivere.
Scusate per il capitolo che è corto!! Mi farò perdonare!!!!!
Comunque, entra in gioco la madre di Jamie ed questa misteriosa Emily.
Louis e Jamie litigano, ma wowowowo.
Grazie per le recensioni. Grazie per quelle che l'hanno messa tra preferite\seguite\ricordate.
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE. LOVE YOU <3

Fatemi sapereee!
So much love, mates.




-Cenciux

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Capitolo 16
*** I love you ***


sav me 17






24 Luglio


-Oh, santo dio! Louis, basta!- urlo, tirandogli un cuscino in faccia -andiamo Jamie- mi prende per i fianchi e li stringe delicatamente.
Posa un bacio a stampo sulle mie labbra -non fare il ruffiano- gli sussurro, scompigliandogli i capelli. Sbuffa scherzosamente e si alza dal materasso.
Si dirige in bagno e chiude la porta dietro di sè. Io, invece, affondo nelle coperte. Sono assonnata, ho freddo, ho la tosse e chi ne ha più ne metta.
Tossisco e mi copro fino a far scomparire la testa.

E' passata quasi una settimana e tra me e Mr. perfezione, sta andando tutto verso la retta via.
Nei giorni passati, abbiamo dormito sempre assieme, i miei incubi sono quasi svaniti. Stavamo sempre in casa, sul divano o nel mio letto a parlare o a guardare qualche film.
Niente film romantici o comici. Io odio i film comici e quelli romantici ancora di più, anche se occhiazzurri li adora, dubito della sua eterosessualità.
Rido silenziosamente sotto le coperte, chiudendo gli occhi.
In pochi secondi mi riaddormento...

-Va via da lui. Gli farai del male-
-Tutto ciò che è perfetto, sarà distrutto-
-Lascialo andare-
-Lascialo andare, Jamie! Lascialo vivere-
-Lascialo! Lascialo! Lascialo Jamie! Va via! Va via da lui!-
-Jamie maledizione! Va via da lui!-


Apro di scatto gli occhi. Sento qualcuno scuotermi.
-JamJam. Alzati dai, oggi usciamo-
scuoto la testa vigorosamente e mi libero dalle coperte.
La testa mi pulsa, gli occhi bruciano. Osservo un Louis sorridente, vestito di tutto punto.
-Louis William Tomlinson, io ti odio- mormoro, buttandomi a capofitto sotto le coperte.
-Jammy anch'io ti odio. Forza, alza il culo. Ti porto fuori- tolgo bruscamente le coperte e sussurro -va bene- , dirigendomi in bagno.

Mi guardo allo specchio...

-JamJam. Alzati dai, oggi usciamo-

-JamJam?- corrucio le sopracciglia. Mi ha chiamata JamJam?

Mi schizzò dell'acqua sul viso, gli occhi bruciano, ancora.

-Jammy anch'io ti odio. Forza, alza il culo. Ti porto fuori-

-Jammy?- non me ne sono neanche minimamente accorta.


Gli occhi bruciano, cazzo.
Prendo un asciugamano e inizio a sfregare.
Una voce inizia ad urlare nella mia testa.

-VA VIA! MALEDIZIONE JAMIE! LASCIALO ANDARE VIA!-

Chiudo gli occhi e scuoto la testa.
-Jamie? Tutto bene lì dentro?- la voce di Louis.

Gli occhi non bruciano poi così tanto.
Quella voce, man mano inizia a scemare.
Mi guardo allo specchio -si Lou. Sto uscendo, un attimo- prendo l'elastico che c'è sul lavandino e mi faccio una bella coda alta, aprendo la porta del bagno.
Louis mi è davanti: teso, preoccupato.
Lo guardo per un secondo, poi con una lentezza ed una calma disarmante, gli accarezzo una guancia.
-Lou è tutto apposto- Louis mi si avvicina e sorride. -Su, vestiti- mi incita.
L'avvicinamento man mano si dissolve. La distanza inizia a farsi largo tra i nostri corpi.
Scuoto la testa.
Lo prendo per un braccio e le distanze si annullano di nuovo.
Le mie labbra sfiorano le sue, un miliardo di volte.
Non so cosa diavolo mi stia prendendo, ma è fantastico.
Non so cosa sia, quel brivido che sale dalla mia schiena.
Non so il motivo dell'acceleramente del battito del mio cuore.
Non so perchè mi verrebbe voglia di urlare di felicità e di baciarlo.
E di toccarlo.
Di sentirlo mio. Solo mio.
Non so il motivo di questo, ma sento che è incredibile.
 
Louis pian piano inizia a porre di nuovo una certa distanza, minima, ma comunque una distanza.
Le sue labbra sono gonfie e rosse, come le mie.
Il suo respiro è irregolare, come il mio.
I suoi occhi sono scintillanti e vivi.
-Dai, muoviti- mi sorride ed io non posso fare a meno di sorridergli.




23:34

Siamo sul prato, ad osservare le stelle.
Siamo sullo stesso prato del nostro primo appuntamento, perchè ne ho la conferma: quello era il nostro primo appuntamento.
Ma quel giorno, su questo stesso prato, nessun bacio è stato dato.
Le nostre labbra non si sono sfiorate.
Qualche sorriso, qualche sfioramento di pelli, ma niente di più, niente di meno.
Abbiamo fatto quello strano gioco del 'qual'è la tua cosa preferita?'.
Ed ora, siamo di nuovo qui, su questo prato, sotto queste stelle.
E sento che posso raccontargli qualcos'altro di me.



Louis' Pov

-Ero piccola, quando mio padre Max e mio fratello Logan, furono travolti in macchina da un camion. Morirono sul colpo- mi dice, quasi sussurrando.
Mi volto verso di lei e noto, che mi sta già osservando.
-Mio padre m'insegnò a suonare il piano forte, avevo anche scritto una canzone assieme a lui. L'ho strappata un po' di tempo fa'- non dico niente.
Le parole non servirebbero a darle conforto.
-Mio fratello invece era insopportabile, mi face scherzi su scherzi. Ed aveva solo undici anni- sospira e ride.
E la trovo bellissima.
E tremendamente forte.
-Sai, ero ancora piccola ma mi ricordo. Molte persone che venivano in casa mia a dispiacersi. A piangere e a parlare di cose senza senso-
-Dicevano 'mi dispiace per la vostra perdita'. E abbracciavano mia madre. Io non li volevo in casa mia. Non mi serviva la loro compassione- una lacrima riga la sua guancia.
Tremendamente coraggiosa.
-Un anno fa', la mia migliore amica Marianne e il suo ragazzio Chad, nonchè mio migliore amico morirono. Davanti ai miei occhi. Investiti. Una macchina rossa- un'altra lacrima.
E i suoi occhi scintillano.
E' sè stessa.
-Piansi tanto quel giorno. E così iniziai. Due mesi dopo, ero qui. A Londra- altre due lacrime, scappano dai suoi occhi.
E la amo, ancora di più.
E si avvicina a me, sfiora le mie labbra con le sue, ma niente di più, niente di meno.
E posa la sua testa sul mio torace.
Non m'interassano le conseguenze, io non ce la faccio più.

-Jamie- sussurro al suo orecchio, lei alza il viso e scontra le sue iridi scure con le mie, chiare.
-Jamie, io ti amo-








Ok, io sono una deficiente.
MI DISPIACE UN SACCO! UN RITARDO ENORME. SCUSATEMI!
Ok, io non ho scuse, davvero. Solo che, cioè io.. sono DAVVERO UN'IMBECILLE.

AUGURI A TOMMO (IN RITARDO, VISTO CHE SIAMO IL 30), VABBE'.
Meglio tardi che mai no?
Ah, AUGURI PER NATALE E SANTO STEFANO E PER CAPODANNO (un po' in ritardo e in anticipo aahhaha)

Passando alla storia:
-Le voci che le dicono di lasciarlo andare.
-La sua dolcezza. La maschera da dura, stronza ed insensibile crolla, come il ghiaccio che serpeggia nel suo cuore.
-La sincerità e le quattro lacrime uscite dai suoi occhi.
-ED INFINE, LA CONFESSIONE.
Come la prenderà Jamie?
Ci siamo, manca davvero poco alla fine.
Grazie a tutte quelle che l'hanno messa tra preferite\ricordate\seguite.
GRAZIE A BLUES GIRL, love you. --> andate a vedere la sua fanfiction, c'est magnifique. (FATELO)
E grazie a chi ha recensito l'ultimo capitolo, much love girlz.

Nel frattempo, mi sto impegnando a scrivere un'altra fanfiction, questa sarà molto diversa.
1) i ONEDY sono famous 2) in terza persona 3) ho preso spunto (non per la trama) da un libro 'Bugiarda' di Larbalestier.
Ok, at the end, love y'all.




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Capitolo 17
*** Forgive me for all this, Louis ***


SAVE ME 16



Louis' Pov

Una settimana e tre giorni.
Una cazzo di settimana e tre fottuti giorni.
Evita il mio sguardo, abbassa la testa.
Mi sta facendo uscire di testa.
La vedo uscire alle due del pomeriggio e rientrare la sera -o la mattina, dipende dai punti di vista- alle quattro, cinque.
Completamente ubriaca.
E dannazione, ora sono nel mio letto con le coperte buttate malamente a terra, il cuscino lanciato dall'altra parte della stanza e lo sguardo rivolto al soffitto bianco.
E dannazione, quell'emerita imbecille di mia cugina che è in salotto a far casino alle tre e quaranta sei minuti del mattino.
E dannazione, per quale diavolo di motivo mi sto alzando?

La raggiungo al piano di sotto, e la noto cadere rovinosamente a terra, ridendo sguaiatamente.
Non si accorge di me -o per lo meno, fino a quel momento- mi squadra e si tira in piedi con fatica. Mi sorpassa e si dirige su per le scale.
Fa due scalini e la ritrovo con il culo per terra a tre centimentri da me, cerca di alzarsi ma i suoi tacchi kilometrici la fanno finire di nuovo a terra.
-Che guardi?- sputa acida. Le porgo una mano -non mi serve il tuo aiuto- e non rispondo più di me.
-Non ti serve il mio aiuto quindi? Fai quel che cazzo ti pare, Jamie. Non m'interessa. Vuoi ubriacarti? Bene. Vuoi drogarti? Ancora meglio.-
Sospiro e mi dirigo su per le scale, non mi volto neanche -cerca solo di fare meno casino, stavo cercando di dormire- e mi dirigo in camera mia.
Pronto per un'altra serata insonne.


5 Agosto

23:00

I ragazzi mi hanno invitato ad una festa a casa di qualcuno.
Io, ovviamente, ho accettato. Devo togliermela dalla testa, solo per una serata.
Solo per un po'.
Le mie preghiere non vengono ascoltate da nessuno che riconosco una chioma scura a circa sei metri da me.
Sta ingurgitando una spropositata quantità di alcool che mi verrebbe voglia di raggiungerla e strapparle dalle mani quella bottiglia di rhum.
Ma, insomma, non ha bisogno di me, giusto?


03:24

Sto parlottando con Candice, la padrona di casa a quanto mi ha detto lei.
Una ragazza carina, ma troppo stupida.
Avvicino la birra alla mia bocca e prendo un lungo sorso dalla bottiglia in vetro.
Il mio sguardo viene rivolto alla folla.
Riconosco a pochi metri da noi, una figura dagli occhi scuri osservandomi immobile.
Vorrei raggiungerla, ma non faccio in tempo a fare qualsiasi cosa che delle appiccicose labbra al gusto di ciliegia e vodka si attaccano alle mie prepotentemente.
Candice mi sta baciando.
Cerco di scostarla da me, nel modo più cortese e quando ci riesco, cerco di nuovo quegli occhi scuri tra la calca di gente.
Li trovo, sofferenti e delusi che scappano via.
La devo raggiungere.
Candice cerca di trattenermi, ma la sposto.
Arrivo fuori dall'abitazione la trovo, intenta a fumarsi una sigaretta, seduta su un muretto.
Mi osserva, butta il mozzicone a terra e subito le sue labbra vengono impossessate da un'altra sigaretta.
Una smorfia si forma sul mio viso -non dovresti fumare così tanto- lascia cadere il mozzicone a terra ed un altro filtro si scontra tra le sue labbra screpolate.
-Non ti dovrebbe interessare- mi avvicino e le sfilo la sigaretta dalle labbra. La butto a terra e la calpesto per spegnerla.
S'acciglia -ma che diavolo vuoi? Faccio quel cazzo che mi pare no?- m'innervosisco, ma non mi lascia risponderle.
-Perchè diavolo hai ficcato la lingua in gola a quella imbecille di Candice?- sputa infastidita.
Un sorriso si forma sulle mie labbra -sei gelosa- -non lo sono- il sorriso si fa sempre più largo -era un'affermazione. Sei gelosa-
Fa scontrare i nostri sguardi -perchè dovrei mai essere gelosa di te? Tra di noi.. non c'è niente!- e questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
Il sorriso scompare, solo rabbia e tanta.
-Si, hai ragione sai? Non c'è niente! Ma stai scherzand
o, spero! I baci, gli abbracci, il prato, la fiducia, le tue confessioni- sospiro.
-Ma certo! Perchè diavolo dovresti essere gelosa di me, no? Che stupido! Tutte stronzate, non è così?- mi allontano da lei.
-Sono stufo di te Jamie. Sei un'immatura ragazzina che crede di essere l'adulta della situazione- mi allontano ancora un po', girandomi per andarmene.
-Sei solo una stupida ragazzina, incapace di affronatarmi- faccio dietro front e punto il mio sguardo nel suo.
-Sei solo egoista, capricciosa. Ci sono sette miliardi di persone in sto mondo, credi di averli solo tu i problemi? Ci sono persone che stanno peggio e tu ti lamenti?-
Un altro sospiro -Ti lamenti come una bambina egocentrica che vuole attenzioni. Non ci sto ai tuoi giochetti psicopatici Jamie- finito, basta.
Cerco di allontanarmi, ma la sua mano fredda si avvicina al mio viso -hai detto di amarmi- sbattito di ciglia -è vero? Tu mi ami?-
-Si, ti amo- non c'è esitazione nella mia voce. So ciò che provo -allora, ti prego. Baciami, perchè sono orribilmente gelosa- e fa scontrare le nostre labbra.

Non so come, finiamo nella mia macchina.
Non so come, finiamo nel mio letto: nudi, spogliati dalle insicurezze e vestiti d'amore.
Baci passionali, dolci, delicati.
Ci uniamo in un'unica cosa. Siamo solo noi due.
Questa notta, questo meraviglioso 5 Agosto, noi abbiamo fatto l'amore.
Quello dolce e delicato. Quello che non ti basta mai.
E abbracciati, ci siamo addormentati, non prima di averle sussurrato un ti amo, carico di tutto quell'amore e di tutte quelle sensazioni contrastanti che solo lei è capace di farmi provare.


Jamie's Pov

Ti amo anche io Louis, ma perdonami perchè ho paura che tutto questo possa finire.
Perdomani per non avertelo sussarrato dopo aver fatto l'amore.
Dopo aver passato la serata migliore della mia vita.
Perdonami perchè ti amo anche io, più di tutto, ma non riesco a dirtelo, perchè tutto questo potrebbe finire ed io non voglio.
Perdonami per tutto questo Louis, ma ti amo e non sono mai stata più sincera di così.





Heilà.
Io mi butto a terra e chiedo il vostro immenso perdono.
Scusateeeemi, ma la scuola est très fatiguè.
Comunque: Louis l'ama.
Litigio, gelosia, e lei confessa i suoi sentimenti ma tenendoseli per sè, ha paura che qualcosa possa rovinare tutto.
Bè spero che vi piaccia e fatemi sapere x

GRAZIE A TODAS LES CICAS CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITES\RICORDATES E SEGUITES.
YO VE AMO.


OK, ALLA PROSSIMA. DITEMI SE FA SCHIFO DAVVERO.

at the end, love yall.


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Capitolo 18
*** love, confessions, feeling good and nightmare ***


save me 18






Jamie's Pov

Ti amo, ti amo, ti amo Jamie.
Solo questo mi frulla in testa appena sveglia. Nuda, abbracciata a Louis tra queste lenzuola calde. E ti amo Louis, molto più di me stessa, ma non sono pronta ad ammetterlo.
Almeno non a confessartelo e mi dispiace. Mi sento tremendamente in colpa. Ti giuro Louis, vorrei dirtelo ma le parole mi muoiono in gola.
Ora come ora, osservandoti dormire con quel sorriso stampato in viso, come se la notte passata fosse la miglior notte che tu abbia mai avuto con una ragazza, le parole sono ancora più bloccate.
E fa male, Louis. Tanto, ma spero tu possa perdonarmi per non avertelo ancora detto.
Scrollo tutte queste parole disconesse e tutte queste frasi che mi inondano la testa e mi districo tra quell'ammasso di braccia e gambe intrecciate.
Prendo della biancheria pulita ed una tuta e vado in bagno. Mi butto sotto il getto d'acqua gelata, l'unico modo per allontanare tutte le mie preoccupazioni, ed inizio ad insaponarmi il corpo.
Ripenso al tocco delicato di Louis. Così dolce sulla mia pelle, i baci soffici che sfioravano ogni singola parte del mio corpo e che rimettevano insieme i pezzi.
Sento, sfiorandomi le labbra, il tuo sapore e un accenno di gelosia mi stringe lo stomaco, ricordando come le labbra di quella puttana, si erano appiccicate alle tue.
Penso a te, a lei, insieme. E giuro, vorrei prenderle quella maledetta testa rosa confetto e sbattergliela contro qualsiasi cosa di solido.
Sospiro e spengo l'acqua. Esco dal box della doccia e mi asciugo il corpo.
Mi vesto e con ancora l'asciugamano verde a farmi da turbante nei capelli, scendo in cucina, osservando Mary indaffarata ai fornelli.
Mi siedo al tavolo in cucina, poggiando i gomiti sul bancone in marmo e prendendomi la testa tra le mani, osservandola e sorridendo tranquilla.
E' strano, non mi sono mai sentita così rilassata e in pace con me stessa da un po' di tempo.
In passato, c'erano stati dei momenti in cui mi svegliassi senza pensieri, ma forse era soltanto l'effetto della droga che continuava il suo corso.
Ma oggi, tutto è perfetto e pensandoci è un mese più o meno che non tocco roba. Ieri sera ho solo bevuto un po', niente droghe.
Dannazione, cosa diavolo mi sta facendo Louis?
-Buongiorno Jamie-  mi saluta Mary, sorridendomi aggraziata e porgendomi una tazza di caffè scuro e un pacco di biscotti.
-Giorno- sbadiglio e prendendo un piccolo sorso di caffè, le sorrido ancora.
-Come sta andando con Louis?- sto per sputare tutto il caffè, ma mi trattengo. Irrimendiabilmente divento rossa e abbasso lo sguardo.
Maledetto Louis.
Faccio finta di niente, poso la tazza sul tavolo e punto il mio sguardo su Mary. -Non capisco- scrollo le spalle, prendendo un biscotto.
Mary scoppia a ridere e prima che vada a lavoro, mi posa un bacio in fronte -sei proprio come tua madre. Ci vediamo stasera- ed esce, sorridendo ancora.
Alzo gli occhi al cielo e finendo il caffè, mi alzo. Nell'andare in camera mia, mi scontro con qualcuno e sto pregando in ottanta lingue diverse che non sia il ragazzo dagli occhi azzurri.
Ma chi voglio prendere in giro? Mary è appena uscita e suo marito è come al solito a fare la spesa. Quindi, chi rimane?
Alzo gli occhi e mi scontro con quelli chiari di Louis. Din din din, abbiamo un vincitore.
-S-scusa- mi ritrovo anche a balbettare, maledizione. Jamie riprendi il controllo.
Louis sorride ancora di più. Sto per andarmente di sopra e di abbandonarlo lì, come se niente fosse successo, quando la sua mano mi ferma delicatamente.
-Ti prego, bac- non lo faccio finire. Mi fiondo sulle sue labbra e sento che sta sorridendo. Continuando a baciarci, ritorniamo in camera mia.
Louis chiude la porta con un piede e mi butta a letto. Gli ho resistito fin troppo in questi mesi, una pausa mi è dovuta.










Siamo a letto, ancora. Guardiamo il soffitto con silenzio. Si sente solo lo sbattere della pioggia. -Sto finalmente bene- dico, prendendo le mani di Louis tra le mie e giocando con le dita.
-Io sono sempre stato bene, quando c'eri tu- confessa, stringendomi a sè. -Perchè stai cercando di aiutarmi?- gli domando.
Mi sono sempre chiesta il motivo della sua apprensione nei miei confronti, nel controllarmi ogni volta e richiudermi a casa.
-Perchè non dovrei farlo?- controbbatte, posandomi un bacio in fronte. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo -sono seria Louis. C'è un motivo particolare o solamente perchè bè..-
 Non riesco a terminare la frase. Deglutisco e ci riprovo -o solamente perchè mi ami?- il groppo in gola si è alleviato.
-No, non è solo per quello. Io voglio aiutarti- mi sussurra all'orecchio -voglio alleviare il tuo dolore- un bacio sulla mascella -voglio che i tuoi incubi finiscano- un bacio sulle labbra.
Si posiziona sopra di me -Jamie, voglio che tu stia bene. Solo questo mi importa-.
Gli poso un bacio sulle sue labbra sottili.
Se stare bene significa sentirsi la testa senza nessun pensiero complicato a fottertela.
Se stare bene significa sentire il cuore che batte tranquillamente.
Se stare bene significa non sentire più una specie di vuoto nello stomaco, non avercela con il mondo intero, con sè stessa persino.
Se stare bene significa sentirsi rilassati e beati.
Se stare bene significa sorridere così ampiamente da farti quasi male la mascella.
-Si, Louis. Sto bene- gli sussurro all'orecchio. Dolcemente e piano, ma anche abbastanza a voce alta per fargli capire che lui mi fa sentire bene.
-Ti amo- mi dice e vorrei rispondergli con un 'anch'io' o con un altro semplice 'ti amo', ma le parole non escono e mi sento un po' dispiaciuta ed in colpa.
Ma Louis mi stringe -sta tranquilla. Non ti sto obbligando. Ti amo Jamie ed ora dormi- mi culla dolcemente e con il suo tocco tra i capelli e il suo sapore impresso nelle mie labbra mi addormento. Finalemente felice dopo tutto questo tempo.
Finalemente bene dopo tutto questo tempo.
E dovrei  ringraziare solo Louis che, amore mio, ti amo.





Sono seduta sul divano, aspetttando Louis ritornare a casa. Ero decisa a dirgli quel maledetto 'ti amo'.
La televisione mi tiene compagnia in quel momento. Sento la finestra sbattere in cucina e mi dirigo lì per chiuderla.
Noto fuori le goccioline di pioggia cadere innocenti sull'asfalto e una marea di ricordi si insinuano nella mia mente.
Cerco di allontanarmi da quella finestra, ma mi è impossibile.
Cerco di smettere di guardare, ma gli occhi rimangono aperti.

Lo stridio di ruote.
Le urla.
I pianti.
Del sangue.
Una macchina che va via.
L'ambulanza.
'Non ce l'ha fatta'.
E quel 'ti amo' che finalemente si è liberato dalle catene e che è risuonato in quella strada vuoto e fredda.
E che le spettatrici di quella tragedia sono quelle maledette goccie d'acqua che innocenti, bagnano i corpi dei morti.
E si mischiano con le mie lacrime.
'Ti amo Louis'.





***




 
Un urlo molto forte si protese nella stanza. La pioggia batteva, Louis era uscito ed aveva lasciato un biglietto accanto al letto.


Torno presto principessa, ti amo.
Louis

Jamie rivestendosi velocemente, lasciò il biglietto sul letto e si diresse alla finestra.
Ed iniziò a pregare qualsiasi Dio.
Senza Louis, lei sarebbe caduta in pezzi ancora.
E il suo povero cuore non avrebbe più retto.









Ciaoooo!!!
Sentite io mi scuso ancora ancora ancora ancora per il ritardo, ma davvero ho trovato pochissimo tempo per scrivere.
Comunque che ne dite?
Louis molto dolce, lei si confessa.
L'incubo e l'ansia di Jamie.
Cosa succederà nel prossimo capitolo? TA DA DA DA
Fatemi sapere girlssss

GRAZIE MILLE PER CHI L'HA MESSA TRA:
PREFERITE\RICORDATE\SEGUITE.
THANK YOU SO MUCH. I WILL LOVE YOU UNCONDITIONALLY.

*CANTO KATY*
ok, adios amiges.
Tomorrow entro alle dieci, yoooooo.
Andate a leggere: Againts the world di yaya poggi.
Ok,
Oggi sono stata friendzonata lol

at the end,
love y'all.

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Capitolo 19
*** Save me from myself ***









E Louis dov'è? Dannazione a me. La pioggia è più insistente, le goccie scendono più velocemente. E cazzo, dov'è finito? Da venti minuti che lo aspetto e non c'è ancora. Non è arrivato.
Mi sposto dalla finestra e inizio a camminare avanti ed indietro. Mi mangio le unghie, respiro. Prendo il telefono e compongo il suo numero. Lo devo chiamare. No, non posso.
Se è in macchina? Mi risponde: travolto, morto. Pioggia, lacrime, ritorno in America, cuore spezzato. No, no, no. Se è a piedi? Mi risponde e magari sta attraversando la strada, si distrae: travolto, pioggia.
Macchine, ambulanza, ospedale, morto. Cuore in frantumi, ritorno. No, no.
Lancio il telefono a terra violentemente. Non mi interessa se è rotto, ma se lo fosse e Louis mi volesse chiamare? Non gli rispondo e magari succede qualcosa. E poi il senso di colpa, e le lacrime.
E questa maledetta pioggia. Corro dal telefono -non deve essere rotto- dico, respirando velocemente. Volto il telefonino: schermo rotto.
Provo ad accenderlo e non funzione. Maledizione. -Cazzo, cazzo, cazzo- sono in preda al panico. La porta però si apre e un Louis fradicio ma con il sorriso sulle labbra è dall'ingresso.
Mi osserva. Lascio il telefono a terra e mi fiondo su di lui. -Sei vivo. Non lasciarmi mai dei biglietti- gli sussurro. Tiro un sospiro di sollievo.
Non sento più quella stretta allo stomaco. E' qui. Vivo. Sano. Non come gli altri. E' tornato. Da me. Non come gli altri. Lui è qui. Si, vivo.
-Jamie che succede?- mi stringe anche lui, lasciando le buste della spesa a terra. La porta è ancora aperta e quella pioggia non vuole smettere di scendere.
-Il telefono perchè è per terra?- mi punta il suo sguardo azzurrino su di me. -Perchè hai pianto?- sbuffo e lo abbraccio ancora -fai troppe domande- lo rimprovero scherzosamente.
Gli sfioro poi le mani e sento qualcosa di familiare. Nocche sbucciate, sangue secco, taglietti. Lo osservo meglio.
Labbro gonfio, taglio sul sopracciglio.
Mi acciglio -cos'hai fatto?- scrolla le spalle e mi sposta. Recupera le busta della spesa e va in cucina. Posando il tutto sul tavolo.
Lo seguo.
-Cos'hai fatto?- chiedo di nuovo. Più seria. Lo sapevo che era successo qualcosa. Dannazione.
-Niente- mi altero. Deve dirmele le cose.
-Louis, dimmelo ora- sono più seria. Non mi guarda neanche. Sbuffo irritata -guardami e dimmi che è successo- lo incito. Deve farlo.
-Un certo John- dice, scrollando le spalle e puntando il suo sguardo sul mio. Si sfiora le nocche e sposta subito dopo la mano. Ci rifletto su.
John. Io non conosco nessuno con quel nome. Un attimo -Joshua?- ti prego, non lui. Louis annuisce. Cazzo.
-Cosa gli hai detto?- domando. Scrolla quelle dannate spalle ancora. Il suo silenzio è assordante.
-Cosa cazzo gli hai detto? Lo conosco, non mette mai le mani addosso a nessuno se non per una buona ragione- concludo.
Louis si acciglia e sposta il suo guardo al pavimento. No, Louis. Mi devi guardare. Guardami ora. Fallo. Dai.
-Ti ha chiamata 'puttana'- non batto coglio. Non mi interessa. Lo conosco Joshua, lo fa sempre. E' un idiota.
-'Te la stai scopando quella puttana, non è così? Brava con la bocca, vero?'- mi ripete le sue parole. Ma sono solo parole infatti. Non mi toccano. Non mi interessano.
Non mi interessa di Joshua e delle sue fottute parole. Mi interessa di Louis e della sua stronzata. Se Joshua lo rivede, lo ammazza di botte. Serva rancore quel fottuto bastardo.
E quando picchia fa male. L'ho visto. Fa tanto male.
-Non ci ho più visto e gli ho detto di togliersi dai coglioni- sbuffo -non dovevi- lo rimprovero, stavolta seria. Sono capace a cavarmela da sola.
-Si, invece- non mi guarda -no, invece- insisto. Mi avvicino a lui, ma si allontana da me. Ancora.
-Ah e quindi cosa avrei dovuto fare? Starmene zitto e lasciare che quel coglione chiami la mia ragazza 'puttana'? Hai ragione, davvero- alzo gli occhi al cielo.
-Sempre la solita storia- si avvicina a me -quale?- sembra incazzato. -Lascia perdere- si allontana di nuovo. Ancora. Come tutti.
Gli blocco il polso e cerco di far scontrare i nostri sguardi. Niente da fare -fallo- lo incito. -Guardami Louis, fallo ora- si volta verso di me, ma quegl'occhi sono spenti.
Respiro, ho bisogno di fumare.
Ho bisogno dei suoi occhi felici che guardamo me. Solo me.
Con uno strattone toglie il suo polso dalla mia mano. Perchè?
-Basta- mi dice. Inarco un sopracciglio. Scuote la testa, alza gli occhi la cielo. Mi guarda, occhi grigi, vuoti e spenti. Stufi, stanchi di qualcosa.
Di questa situazione. Di me. E' stanco per colpa mia. Basta, la vuole finire. Come? Non può. Stava andando tutto bene. Cosa fa? Perchè? Non mi ama? Mi ha mentito? E io?
Lo amo? Certo che si. Come l'ossigeno.
-Lasciami- mi dice. Cosa? Non posso. Ma inconsciamente gli lascio lo spazio per fuggire via. Da me. Esce di casa e non sento più niente.
Ascolto il rumore della pioggia confondersi con il suono del mio cuore andato in mille pezzi e le scheggie che si incastrano tra la mia carne.
E sento solo dolore. E male. E il cuore che non funziona più. Ha detto che mi ama. Io lo amo.
Se ami qualcuno, lascialo libero.
Tiro un pugno al muro e corro fuori.
La pioggia mi bagna completamente. Io non esco mai con la pioggia. Fa troppo male, ma ora devo cercarlo.
Se ami qualcuno, lascialo libero.
Lo vedo, è lì. Immezzo alla strada. Fermo. Le goccie di pioggia lo stanno bagnando dalla testa ai piedi. Bagnano anche me.
Sono uscita con la pioggia.
Lo ragguingo.
Se ami qualcuno, lascialo libero.

Gli prendo il braccio e lo sposto dalla strada.
Finiamo per terra, su un prato. Ci stendiamo e l'acqua ci colpisce entrambi. Sempre più forte.
Se ami qualcuno, lascialo libero.
Non riuscirà mai a salvarmi. Non potrà mia farlo.
Forse devo farlo andare via. Chiudere i rapporti anche se sono appena iniziati.
Se ami qualcuno, lascialo libero.
Volto il viso verso di lui. Mi sta già fissando. I suoi occhi sono belli. Sono felici. Ora, grazie a me? Si, grazie a me.
E lo amo. Così tanto. Sono uscita con la pioggia per lui. Sento che il respiro mi manca, ma non è per la paura, il dolore.
E' perchè lui è affianco a me e mi toglie il respiro. Gli occhi così belli, felici che mi osservano pensierosi.
Le sue labbra sottili che mi cercano  e che mi trovano.
Il suo tocco, terribilmente dolce.
E la sua voglia di salvarmi da quello che ho fatto.
La voglia di salvarmi da me stessa. Neanche io forse ce l'ho.
Non ce l'ho mai avuta.
-Salvami da me stessa Louis- sussurro. Mi ha capito. -Lo farò piccola- mi risponde.
Se ami qualcuno, lascialo libero.
No, lui mi sta salvando.
No, io lo amo.
No, io lo voglio.
No, non lo lascio.
Lo amo e non intendo farmelo scivolare via.

Salvami da me stessa amore mio, ma penso che tu lo abbia già fatto.
Ti amo, Louis.
Tua per sempre,
Jamie.





writer's wall.

HOLA CHICAS.
ULTIMO CAPITOLO!!!!!
MANCA L'EPILOGO E POI, THE END OF THE STORY.
Spero che vi sia piaciuta.
Ci rivedremo al prossimo (e ultimo) aggiornamento.
Avete voglia di passare alla mia seconda fanfiction? Motorsbike's girl.
At the end, love y'all.


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-cenciux

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Capitolo 20
*** Epilogue ***







Epilogue





E in quel preciso istante, dopo aver fatto l'amore, Jamie si era finalmente decisa. Si era detta 'perchè mia dovrei ancora aspettare?'.
Lo amava con tutte le sue forze. Era innamorata persa di un cretino dagli occhi azzurri, presuntuoso, maleducato, arrogante, maniaco dell'ordine e con degli amici terribilmente odiosi.
Era innamorata del ragazzo con quelle dannate maglie a righe, quegli stupidi pantaloni rossi con i risvolti fin sopra il ginocchio e quei maledettissimi mocassini che ormai aveva riposto nell'armadio.
Perchè era finita l'estate, l'inverno era appena iniziato e loro due, stesi nudi sotto le coperte, abbracciati. Le loro pelli incandescenti a contatto, le loro mani intrecciate.
Erano semplicemente loro due. Jamie e Louis.
Completamente innamorati l'uno dell'altro e forse Louis ne era a conoscienza, ma faceva finta di niente e glielo sussurrava dolcemente, dopo aver finito di amarsi.
E Jamie gli sorrideva, amandolo ancora di più.
Finalmente così quel giorno, quel 17 Novembre, glielo disse. Gli disse tutto.
Perchè ormai il suo cuore era solamente di Louis. E ce l'aveva fatta, l'aveva salvata.

Prese un bel respiro e fece scivolare le parole fuori dalla sua bocca, Luois si meravigliò.

E inziò a sorridere come un bambino, e a stringerla, e a baciarla.


-Ti amo Louis-












 

E non si sa come andrà a finire. Conta di più il viaggio che la meta.
Si deve vivere ciò che si ha e tenerselo più stetto possibile.
Bisogna cercare di non perdersi in sè stessi. Bisogna rialzarsi.

Non avere paura e librati in aria.
Salvati da te stesso, sii forte e sconfiggi i tuoi demoni.






Cara mamma,
Scusami per tutto. Scusa per non essere stata la figlia che tu hai sempre desiderato.
Ti voglio bene.
Sempre tua,
Jamie.

Caro Papà,
Sai mi manchi tanto.
Ho incontrato un ragazzo, avrei voluto tanto fartelo conoscere.
Ti voglio bene,
Jaime.

Caro Logan,
Ciao piccolo angelo custode.
Sai oggi avresti compiuti quindici anni.
Buon compleanno,
Sei sempre nei miei pensieri.
Jamie, la tua sorella preferita.

Cara Marianne,
Vorrei abbracciarti ancora una volta. Vorrei farti conoscere Louis.
E' fantastico. Lo adoreresti.
Un bacio.
Jamie.

Caro Chad,
Tre anni che sei andato via.
Mi manchi ogni giorno di più.
Avresti adorato anche tu Louis, anche se è tifoso del Chelsea.
Sei sempre con me.
Jamie.


E i suoi mostri erano andati via. Ora con Louis, usciva anche con la pioggia e aveva preso la patente.
Jamie aveva rimesso tutte le foto dei suoi cari.
Era andata a trovare sua madre con Louis, era andata al cimitero.
Aveva portato Louis e poi aveva un po' pianto, prima di baciarlo e di stringergli la mano.
Avevano poi fatto l'amore, sussurrandosi altri di quei ti amo, che non avrebbero dimenticato più.
E Jamie si era fatta un altro tatuaggio, forse quello più importante di tutti:


17th November.
Saved from myself.









OK, HOLA A TODOS LES MUNDOS.
SCUSATE PER QUESTO MESE (e qualche giorno) DI ASSENZA.
THE END OF THE STORY.
Spero che vi piaccia e mi mancheranno un po' i nostri personaggi.
Ringrazio tutte quante per aver seguito questa storia:

1 - 1121324291D 
2 - 1Dforever12 
3 - Alex_Malik 
4 - AlleLovesNiall 
5 - andwedancedallnight 
6 - Antonia_ 
7 - BeliDirectioner_69 
8 - Be_My_Friend 
9 - Blues Girls 
10 - chiara_noce
11 - CrazyRainbow
12 - directioner4everlove 
13 - giulylove23
14 - Hazza_forevah_ 
15 - heartbeat_F_ 
16 - Jade Lewis 
17 - laila93xx 
18 - Leeyumismine
19 - LudovicaP3 
20 - maristella_armstrong 
21 - musicmydrug 
22 - onedirectionilove 
23 - pellegattiemma 
24 - wizismyhero 
25 - Yolo_Karis 


THANK YOU SO MUCH. I LOVE YOU.

Un ringraziamento specialo a Blues Girls, la quale ha recensito la mia storia.
Ok, at the end, love y'all!
Alla prossima storia.

p.s non ci saranno ovviamente sequel di questa.
Pace, take care.




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