Just Magnus and Alec

di GrePendergast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Non avevi mai baciato nessuno ***
Capitolo 3: *** A venerdì, o prima ***
Capitolo 4: *** Non era lui... ***
Capitolo 5: *** È meglio così ***
Capitolo 6: *** I miei genitori, Isabelle e... Magnus! ***
Capitolo 7: *** Venerdì ***
Capitolo 8: *** Rovinare i momenti ***
Capitolo 9: *** Solo noi due ***
Capitolo 10: *** Cadere sul collo e poi essere morsi da un vampiro ***
Capitolo 11: *** Isabelle sa sempre tutto ***
Capitolo 12: *** E anche l'Inquisitrice sa sempre tutto, anche troppo ***
Capitolo 13: *** Gli undici passi falsi ***
Capitolo 14: *** Madonna ***
Capitolo 15: *** Fuori dal cimitero ***
Capitolo 16: *** Come se non fosse successo niente ***
Capitolo 17: *** Fear ***
Capitolo 18: *** Fearless (pt. 1) ***
Capitolo 19: *** Fearless (pt. 2) ***
Capitolo 20: *** Prendi le mie mani ***
Capitolo 21: *** Uno stregone sexy ***
Capitolo 22: *** Il portale per Idris ***
Capitolo 23: *** 800 anni di esperienza ***
Capitolo 24: *** Ave atque vale, Max Lightwood ***
Capitolo 25: *** Sei fiero di me? ***
Capitolo 26: *** Pronti a combattere ***
Capitolo 27: *** Fireworks ***
Capitolo 28: *** Pop corn e Supernatural ***
Capitolo 29: *** Stalking ***
Capitolo 30: *** Nightmares ***
Capitolo 31: *** Maldive ***
Capitolo 32: *** Just Magnus and Alec ***
Capitolo 33: *** Vine ***
Capitolo 34: *** Parigi ***
Capitolo 35: *** Amsterdam *texting* ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Alec Lightwood con Jace, Isabelle, Clarissa e il mondano di cui gli sfuggiva di nuovo il nome, erano nel loft di Magnus Bane. Alec cercò, come al solito, di tenersi fuori dall'attenzione di tutti, ma questa volta non ci riuscì. Lo stregone continuava a guardarlo e a sorridergli, anche mentre stava parlando con qualcuno, ma il fatto era che nessuno pareva accorgersene. Gli aveva per sino dato un pizzicotto sul sedere, all'inizio aveva pensato fosse stato il puka, ma solo dopo si accorse che era stato Magnus che gli aveva sfoggiato un altro dei suoi sorrisi.
La festa era appena finita, tutti erano stati mandati via a forza da Magnus, ma visto che il mondano si era trasformato in un topo perchè aveva bevuto un cocktail blu, andarono nella camera da letto ben arredata di Magnus che stava parlando di qualcosa a Jace e Clary, dicendo una parola di cui non comprese il significato: ciccipucci.
Alec non stava ascoltando, era stanco, le ultime due notti le aveva passate in bianco a riflettere su qualsiasi cosa gli passasse per la testa. Smise di stirare distrattamente il copriletto e alzò lo sguardo. Magnus lo stava guardando di nuovo.
"...Vorrei poter dire che è stato un piacere, ma non è così. Non che non siate tutti dei tipi carini. E per quanto riguarda te, chiamami quando vuoi"
Magnus fece l'occhiolino ad Alec e schioccò le dita facendogli apparire un biglietto da visita in mano.
Alec cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa sarebbe andato bene, un semplice "grazie", "adesso no, Jace e Clary non sanno ancora che sono gay..." oppure "scusa, ma non sei il mio tipo", ma anche "ti chiamerò questa sera, domani usciamo insieme?", ma non riuscì a dire niente e iniziò a balbettare. Per sua fortuna Jace lo prese per il braccio e lo tirò fuori dalla stanza. Alec inciampò ripetutamente.
"Ma che ti prende?"
Jace lo stava guardando storto.
"Niente... Ero solo sovrappensiero e lui mi ha colto alla sprovvista..."
"Potevi semplicemente dirgli di no"
Non aveva considerato quell'eventualità, Magnus non era un ragazzo tanto sgradevole, insomma, non puoi trovare sgradevole una persona che da un mega party per il suo gatto anche se questi si perde. A pensarci meglio, lo stregone era anche bello, con quelle labbra carnose, gli occhi a mandorla, i capelli in disordine... Ok, doveva calmarsi, il suo cuore stava battendo più veloce del previsto.
Clary uscì dalla camera di Magnus e una palla di peli grande quanto un criceto passò in mezzo ai loro piedi.
"E così, il festeggiato è tornato giuto in tempo per la sua festa"
Disse ironico Jace.
Prima di parlare, Alec guardò Jace, come per dire: "no. shhh, zitto Jace, zitto".
I quattro scesero le scale, Clary aveva il topo-Simon nello zainetto.
"E quindi per... Ehm... Simon!"
Finalmente si era ricordato il nome del mondano, ma per sbaglio lo aveva urlato.
"Scusate... Quindi per Simon, cosa dobbiamo fare?"
Jace, Clary e Isabelle lo guardarono male, ma fu Clary a parlare per prima.
"Non hai sentito niente di quello che ha detto Magnus?!"
"Era troppo occupato a scambiare il numero di cellulare con lo stregone"
Ovviamente era stato Jace a parlare, che con il suo passo veloce li superò, seguito faticosamente a ruota da Clary. Alec e Izzy rimasero circa un metro più indietro degli altri due.
Alec guardò Isabelle e alzò le spalle muscolose.
"Dobbiamo solo aspettare un po' di tempo prima che si ritrasformi da solo"
Isabelle si asciugò una lacrima.
"Se gli fosse successo qualcosa, io... Io non so cosa avrei fatto!"
"Probabilmente la stessa cosa che stavi facendo prima, non puoi certo dire di conoscerlo da una vita..."
Alec era ancora più stanco, ma cercava di seguire il filo del discorso.
"Questo non vuol dire che io non.."
"Cosa? Che non lo ami?"
Ci vollero pochi secondi per far arrabbiare Alec.
"Bisogna conoscere una persona per amarla... È questo l'amore!"
Alec aveva alzato la voce senza rendersene conto, sperava che nessuno lo avesse sentito, e per nessuno intendeva Jace."Ma non è solo questo. Ti sei divertito alla festa, Alec?"
Senza pensarci troppo su, gli uscì una sola sillaba.
"No"
"Ho pensato che magari Magnus ti piaceva. È carino, vero?"
Sì, pensò Alec. Sì, è molto carino, ma il suo sguardo diceva il contrario.
"Carino? I gattini sono carini, Izzy. Gli stregoni sono..." Sexy, a quanto pare. Questo è quel che pensava, un lieve rossore si formò sulle guance di Alec.
"... Un'altra cosa"
"Ho pensato che potesse succedere qualcosa... Che poteste fare amicizia"
"Ce li ho già degli amici"
Alec guardò dietro di sè cercando Jace che si era fermato a parlare con Clary.
"Hai bisogno di amici diversi"
"Io non ne ho bisogno, sei tu che vuoi che io mi distragga da quello che provo per Jace"
Le ultime parole che pronunciò furono un sussurro e, per sentirle, Isabelle si avvicinò ancora di più ad Alec, ma non disse più niente.
Continuarono a camminare in un fastidioso silenzio. Capitava poche, anzi, pochissime volte in cui Alec riusciva a zittire la sorella e adesso che ci era riuscito, si sentiva in colpa per averlo fatto in modo brusco.
"Alec! Isabelle! Andate avanti, vi raggiungiamo"
Alec si fermò per ribattere, ma Isabelle lo prese per un braccio e si fece seguire, fino all'Istituto.

Magnus era finalmente solo nel suo appartamento aveva Presidente Miao sopra una mano. Andò in camera sua e poggiò il gatto sul suo pouf viola. Lo stregone andò in bagno e si spalmò sul viso la sua crema idratante, aveva ottocento anni, doveva pur mantenersi in qualche modo. Magnus si spogliò rimanendo in mutande e si sdrariò sotto le coperte, ma non riuscì a chiudere gli occhi che il suono del campanello gli rimbombò nelle orecchie. Si alzò sbuffando, si mise il suo kimono e andò a rispondere al citofono.
"Chi osa disturbare il mio riposo?"
"Jace Wayland. Ti ricordi? Sono quello del Conclave"
"Oh, sì, arrivo"
Magnus si era ringalluzzito, era sicuro che Jace fosse Alec e quando aprì la porta si accorse che non era il ragazzo che pensava e la sua impressione tornò infastidita.
"Tu non sei quello con gli occhi azzurri"
"Credo stia parlando di Alec"
Sussurrò Clary a Jace.
"No. I miei occhi vengono solitamente definiti dorati e luminosi, tanto per la cronaca"
"Si, ho notato, non sei il ragazzo Lightwood"
"Tanto per fartelo sapere, io sono un Lightwood. E di solito tutti desiderano vedere me, al posto di Alec"
"Me ne rendo conto perfettamente. Ma c'è qualcosa nel tuo amico. Non è come voi"
"È più gentile e non è pronto per i tuoi giochetti. Stagli alla larga"
"È un ordine ufficiale del Conclave?"
"È un consiglio"
"Bene. Volete dirmi perchè siete venuti qui?"
"Simon... Il topo... È scappato"
Clary sembrava sconvolta, anche troppo secondo Magnus.
"Mentre stavamo uscendo, uno dei tuoi ospiti è andato a sbattere contro Clary. Credo le abbia aperto lo zainetto e abbia preso il topo. Simon, voglio dire. Devo scoprire chi era. Immagino tu lo sappia. In fondo sei il Sommo Stregone di Brooklyn, no? Suppongo che a casa tua non succedano molte cose di cui tu resti all'oscuro"
Magnus aveva capito che lo stava adulando per ritrarne delle informazioni, ma lui stette al gioco.
"Hai ragione"
Disse guardandosi un unghia con lo smalto glitterato.
"Diccelo, per favore... Ti prego."
"Va bene. Ho visto uno dei vampiri motociclisti della tana di Uptown che se ne andava in giro con un topo grigio in mano. Sinceramente pensavo fosse uno di loro. A volte i Figli della Notte si trasformano in topi o pipistrelli quando si ubriacano"
"C'è un'altra cosa... Dov'è la tana?"
Magnus esitò a dirglielo, non voleva inimicarsi i vampiri, non era una scelta saggia metterseli contro, ma poi pensò a un incantesimo che poteva tirare addosso ai due per non far dire il suo nome ai Figli della Notte.
"Al vecchio Hotel Dumont, Uptown"
"Grazie"
Gli aveva detto Clary, ma lui aveva già chiuso la porta e li aveva messi sotto incantesimo senza che neanche se ne accorgessero, stupidi Nephilim. Tornò in camera sua e si sedette sul letto.
"Mmm... Alec, Alec Lightwood"



Oddio il mio obrobrio è online... Ehm... Sì, bene... Allora, so che non è un poema illuminista, ma è la mia prima ff che pubblico, non la prima che scrivo, ma solo delle mie amiche lo hanno letto (grazie @_Nightwisher_) e boh... Se recensite vi voglio bene(?) scrivete quello che non vi è piaciuto così mi miglioro u.u Pace, amore e shippate Malec ✌

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Capitolo 2
*** Non avevi mai baciato nessuno ***


Il giorno dopo la festa, Magnus era seduto sulla sua poltrona davanti al camino. Presidente Miao era sulle sue gambe mentre si godeva le carezze. Magnus stava ripensando a quel che aveva fatto il giorno prima. Probabilmente aveva mandato a morire quei Cacciatori nella tana dei vampiri. Beh, non era un problema suo, ma gli sarebbe dispiaciuto se con loro ci fosse stato Alec.
Presidente Miao miagolò e un secondo dopo un biglietto si materializzò nel camino.
Magnus sbuffò e si alzò per prenderlo tenendo in mano Presidente Miao, poi lesse il messaggio: 
-Sig. Magnus Bane, le chiedo di venire all'Istituto di Brooklyn per curare Alexander Gideon Lightwood, è stato avvelenato da un demone superiore e le nostre cure non lo stabilizzano.
La prego di fare il più in fretta possibile. La ringrazio.
Hodge Starkweather.-
Senza dire una parola, Magnus mise a terra Presidente Miao, aprì l'armadio che si trovava in soggiorno e prese una borsa che si mise a tracolla. Uscì e andò all'Istituto. Suonò il campanello più volte e poi aspettò per un minuto buono. Si sentì un "clanc" e la porta si aprì, dall'altra parte della porta c'era Isabelle.
"Magnus! Ti prego vieni! C'è mio fratello che sta male, è stato morso da un demone superiore..."
Isabelle era disperata, avrebbe iniziato a piangere se non avesse finito di farlo due minuti prima.
"Lo so già. Dimmi dov'è"
Isabelle corse all'ascensore seguita a ruota da Magnus e andarono in camera di Izzy. Disteso sul letto c'era Alec.
"Ok, da adesso posso fare da solo. Posso chiudere la porta?"
"Certo, qualsiasi cosa"
Magnus entrò e chiuse a chiave la porta della stanza.
Andò verso il letto dove Alec si stava contorcendo per il dolore, lo guardò e gli tocco il collo per vedere se il cuore batteva ancora normalmente. I battiti cardiaci erano troppo alti per un essere umano.
Mise un dito sotto il naso di Alec per controllare il respiro. Non riusciva a respirare.
Magnus disse due parole in una lingua sconosciuta e attorno le sue dita comparve della polvere rossa scintillante. Gli toccò il petto solo con l'indice e aspettò, poi lo fece un'altra volta con il medio, poi un'altra e un'altra volta con altre due dita, ad ogni tocco, la schiena del Nephilim si inarcava un po' e poi tornava giù. Il respiro era tornato normale.
Magnus disse un'altra frase in una strana lingua e, con una veloce rotazione del polso, gli comparve una fiamma blu grande quanto una pallina da golf sul palmo della mano. Avvicinò un po' la fiamma al viso di Alec, esitò qualche secondo poi colpì leggermente il suo petto e la fiamma che gli entrò in corpo. Alec inarcò la schiena involontariamente, un altra volta, ma questa volta più di prima. La stanza si colorò per un secondo di blu. Ripetè l'operazione, ma questa volta la fiamma era più grande e viola. Colpì nuovamente Alec, che fu attraversato da una scossa di energia. La stanza si illuminò di viola e fu come se il vento fosse entrato nella camera e i capelli dei due ragazzi si scompigliarono. Adesso i battiti del cuore erano più lenti di prima, ma ancora più veloci del normale.
Magnus recitò altre frasi in un'altra lingua e lanciò degli incantesimi sul ragazzo privo di sensi.
Lo stregone toccò le dita di entrambe le mani di Alec, vide che le sue vene erano diventate nere e  il veleno stava lasciando il suo corpo con successo. Schioccò le dita e gli comparvero in mano die recipienti e li mise una sotto ogni mano per raccogliere il veleno che stava già colando dalle sue dita.
Pronunciò altri imcantesimi per farlo rimanere stabile nelle sue condizioni e altri per le ossa rotte.
Si tirò su la manica della felpa con brillantini che cadevano per tutta la stanza disordinata e guardò il piccolo orologio al suo polso, che forse era la cosa più sobria che aveva. C'era voluta solo un'ora e un quarto per guarirlo, Magnus credeva ce ne sarebbero servite almeno tre e mezzo, ma non era neanche sicuro che Alec sarebbe sopravvissuto... 
Guardò i contenitori sotto le mani del Cacciatore, che aveva smesso di far fuoriuscire il liquido nerastro. Prese due coperchi che posizionò sui contenitori e li mise dentro la borsa vuota e la richiuse.
Stava per andasene, ma qualcosa lo trattenne. Alec stava parlando da svenuto. Magnus si sedette sulla poltroncina blu e appoggiò le mani sul letto, curioso di sentire cosa il Nephilim aveva da dire inconsciamente. Pur troppo per lui, stava solo farfugliando versi incomprensibili. Fece per alzarsi, ma Alec si girò di fianco sul letto e prese la mano di Magnus con la sua. Lo stregone lo guardò di nuovo, lui stava ancora dormendo, allora per non svegliarlo si rimise a sedere sulla poltrona.
Magnus continuava a guardarlo da ormai sei ore, Alec era diverso dai Cacciatori del suo gruppo. Alec era anche diverso dai Lightwood che aveva conosciuto secoli prima, lui aveva gli occhi blu e non verdi, poi era completamente diverso.
Avvicinò con cautela una mano al suo viso e gli scostò una ciocca di capelli dal viso e Alec attorcigliò il naso, strizzò gli occhi e poi ne aprì lentamente uno.
"Ben sveglio, Cacciatore"
"Magnus...?"
Alec strizzò di nuovo gli occhi blu e lo guardò di nuovo, poi si accorse che lo stava tenendo per mano e lo lasciò spalancando gli occhi, per poco non cadeva giù dal piccolo letto di Isabelle.
"Non mi dava fastidio tenerti per mano"
Magnus assunse un tono malizioso, inarcando un sopracciglio.
"Ehm... Ma... Che cosa... Magnus... Pe... Perchè..."
Alec balbettava e non riusciva a smettere perciò Magnus lo aiutò.
"Bene, adesso calmati o ti farò un incantesimo per la tortura"
Il tono malizioso era scomparso, sostituito da uno più deciso e scherzoso.
"Perchè sono in camera di Izzy?"
"Sei stato attaccato da un demone superiore e ti hanno portato qui"
Forse, avrebbe voluto aggiungere, non sapeva cosa avevano fatto loro.
"Perchè ci sei anche tu?"
"Come perchè ci sono anche io? Io ti ho guarito! Saresti morto subito se non ci fossi stato io!"
"Oh... Scusa... Pensavo ti avesse fatto venire Isabelle..."
"Mi ha fatto venire Isabelle"
"Ah... Ecco perchè. Ti ha detto lei di venire all'Istituto?"
"No"
Alec sembrò sorpreso della risposta. Pensava fosse stato tutto un piano di Izzy per far conoscere lui e Magnus.
Alec provò a mettersi seduto, ma non ci riuscì per il dolore.
Magnus alzò le braccia, scoprendo la pancia piatta e si mise le mani dietro la testa. Alec cercò di non fissare la parte di pelle nuda.
Alec all'improvviso si incupì. Pensò a quel che Isabelle sicuramente gli aveva raccontato a proposito di lui.
"Sono certo che Isabelle ti abbia detto del mio essere... 'Diverso'..."
Magnus non sapeva di cosa stesse parlando, ma non lo diede a vedere, quindi ne approfittò.
"Sì, stai parlando..."
Lasciò la frase in sospeso in modo che lui la potesse completare.
"Sto parlando del fatto che io sono gay..."
"Oh, seriamente?"
"Come seriamente? Avevi detto che Izzy ti aveva raccontato tutto!"
"Ops"
Alec si autocommiserò per aver lasciato che lui lo ingannasse così facilmente.
"Beh, dai, racconta"
"Racconta? Cosa devo raccontare?"
"Sei mai stato con un uomo? Con una donna?"
"Non sono mai stato nè con una donna nè con un uomo"
Alec si stupì del fatto che stava raccontando tutto senza neanche imbarazzarsi e allora pensò che forse Magnus gli aveva fatto qualche incantesimo. Non era così. Era solo Alec, stanco di tenersi tutto dentro di sè, senza mai parlarne con nessuno, neanche con la sorella che lo sapeva già.
"Non ho mai neanche baciato nessuno"
Alec riprovò a mettersi seduto e questa volta ci riuscì.
"Qualcuno sa che tu sei gay?"
"Mia sorella... E Clary, ma è stato un errore"
Alec si appoggiò alla testiera del letto, si tirò sù e Magnus lo seguì con fare curioso.
"E... Adesso sei innamorato?"
Alec pensò a Jace che se n'era andato all'Hotel Dumont con Clary, lasciando lui, il suo parabatai, a casa.
"No... Per adesso no"
Magnus inarcò le sopracciglia e gli rivolse un sorriso.
"Per adesso?"
"Per adesso..."
Ci fu un attimo di stasi silenziosa poi Alec parlò così velocemente che Magnus non capì quel che Alec aveva detto.
"Come?"
"... Jace mi ha detto che io ti piaccio... Quando è tornato da te ha detto che eri deluso di aver visto lui al mio posto..."
"Beh, sì"
"Di solito, tutti hanno una reazione inversa"
"Questo mi piace di voi Lightwood, siete schietti"
"Conosci i Lightwood?"
"Sì"
Disse Magnus, poi aggiunse:
"Davvero non hai mai baciato nessuno?"
"No..."
I due si guardarono negli occhi per un po' poi, con un movimento fulmineo, Magnus fu vicino ad Alec. Questi sussultò per l'improvviso movimento e perchè erano vicini, molto vicini, troppo vicini. Di solito l'idea di stare così vicino ad una persona, ad Alec, non piaceva, ma dato che quella persona era Magnus, gli andava più che bene. Magnus era uno o due centimetri più alto di Alec e gli teneva la testa sollevata con una mano, mentre con l'altra gli cingeva la vita, un secondo dopo si stavano baciando. All'inizio fu un bacio innocente, a stampo, poi, le labbra esperte di Magnus, aprirono quelle di Alec. Magnus lo attirò a sè tirandolo per i passanti dei pantaloni. Alec poggiò le mani sui fianchi nudi di Magnus e le fece scorrere sotto la maglia. Magnus sussultò per il tocco freddo delle dita di Alec e poi si rilassò.
Magnus si staccò delicatamente da Alec che lo guardò con fare smarrito.
"Ecco fatto"
Gli disse Magnus sorridendogli.
Alec non riusciva a dire niente, era ancora preso dal momento.
Magnus si schiarì la gola.
"Bene, adesso vado. Ormai sei guarito completamente"
"E... E io cosa dico a mia sorella? Mi ha curato e poi mi ha baciato?"
"Dille che non ti ricordi niente. A volte capita che dopo il morso di un demone non si ricordi niente. E mettiti a dormire, anche adesso hai bisogno di riposare"
Magnus andò verso la porta.
"Ah... Se ti esce del liquido nero dalle dita non preoccuparti, ma lavatelo via subito, non toccare niente e lavalo via"
Gli fece l'occhiolino ed uscì prima che Alec gli potesse dire "Ciao".
Magnus uscì e trovò Isabelle, che si era addormentata, seduta sul pavimento, ma si svegliò subito dopo aver sentito la porta aprirsi. 
"Sta bene, ha solo bisogno di riposare"
Disse Magnus sussurrando a Isabelle che fece un sospiro di solievo.
Alec sentì la voce di Magnus fuori e si mise sul letto di Izzy per far finta di dormire per non dover rispondere alle domande inquisitorie di Isabelle.
Izzy entrò e vide Alec che dormiva sul suo letto, gli si avvicinò e si inginocchiò di fianco al letto. Baciò la fronte del fratello maggiore e si asciugò una lacrima. Senza fare altro uscì dalla camera e andò verso quella di Alec per dormirci.


Ta daaaaa. Allooooora... Secondo capitolo, primo bacio e buona notte. So che il primo bacio tra i due non sarebbe dovuto essere qui... Ma non potevo aspettare neanche io u.u
Quindi pace amore e shippate Malec e buondì

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Capitolo 3
*** A venerdì, o prima ***


In piedi nell’atrio di casa di Magnus, Alec fissò il nome scritto sotto al campanello. BANE. Non si adattava granché a Magnus, pensò; non ora che lo conosceva. Ma il nome Magnus Bane evocava nella mente di Alec una figura imponente, con spalle enormi e abiti viola formali, da mago, una che chiamava fuoco e fulmini. Non Magnus, che sembrava più un incrocio tra una pantera e un elfo demente.
Alec inspirò profondamente e poi soffiò fuori l’aria. Beh, era riuscito ad arrivare fino a quel punto; poteva anche andare avanti. La lampada appesa sul soffitto lanciava ampie ombre mentre Alec si avvicinava alla porta e suonava il campanello.
Un attimo più tardi una voce eccheggiò nella tromba delle scale. 
“CHI VUOLE IL SOMMO STREGONE?”
“Ehm... Sono io. Intendo, Alec. Alec Lightwood.”
Ci fu un momento di silenzio; persino il corridoio sembrava sorpreso. Poi un suono metallico, e la seconda porta si aprì, permettendogli di entrare nell’atrio. Al buio si diresse verso le scale traballanti, che odoravano di pizza e polvere. Il pianerottolo del secondo piano era luminoso, la porta in fondo aperta. Magnus era poggiato all’uscio.
Paragonato alla prima volta che Alec l’aveva visto, sembrava abbastanza normale. I suoi capelli neri erano ancora ritti sulla testa, e sembrava insonnolito; il suo viso pareva molto giovane, anche con gli occhi da gatto. Indossava una maglietta nera con una scritta in lustrini, ‘ONE MILLION DOLLARS’, che gli attraversava il petto; i jeans che portava gli ricadevano morbidi sui fianchi, abbastanza larghi da spingere Alec a distogliere lo sguardo e fissarsi le scarpe.
“Alexander Lightwood”
Disse Magnus. Aveva solo una vaga traccia di accento, qualcosa su cui Alec non poteva mettere becco, una cadenza sulle vocali. 
“A cosa devo il piacere?”
Alec guardò oltre Magnus. 
“Hai… compagnia?”
Magnus incrociò le braccia, il che mise in mostra i suoi bicipiti, e si poggiò contro lo stipite della porta. 
“Perché vuoi saperlo?”
“Speravo di poter entrare e parlarti.”
Gli occhi di Magnus lo percorsero dall’alto al basso. Al buio splendevano davvero, proprio come quelli dei gatti. 
“Beh, allora va bene.” 
Si voltò bruscamente e scomparve nell’appartamento; dopo un attimo di smarrimento, Alec lo seguì.
Il loft sembrava diverso, senza un centinaio di corpi ammassati all’interno. Era un posto in cui vivere sembrava possibile. Come la maggior parte dei loft, aveva una grande sala centrale, divisa poi in stanze grazie al mobilio. A destra c’era un quadrato formato da divani e tavoli, e Magnus indirizzò Alec da quella parte. Alec si sedette su un divano di velluto dorato con eleganti ghirigori di legno sui braccioli.
“Ti andrebbe del tè?” 
Chiese Magnus. Anziché sedersi su una sedia si era spaparanzato su un pouf, le lunghe gambe distese davanti a sé.
Alec annuì. Non si sentiva in grado di dire niente. Niente di interessante o intelligente, ecco. Era sempre Jace quello a dire le cose interessanti, intelligenti. Alec era il suo parabatai, e questa era tutta la gloria di cui sentiva l’esigenza e che desiderava. Ma questo era un posto in cui Jace non poteva seguirlo, un qualcosa con cui Jace non poteva aiutarlo e che non avrebbe mai dovuto scoprire.
La sua mano destra improvvisamente divenne calda. Alec abbassò lo sguardo, e si rese conto di star stringendo un bicchiere di carta cerata di Joe, L’Arte Del Caffè. Alec sobbalzò, e riuscì a stento a non versarselo addosso. 
“Per l’Angelo…”
“Amo quel modo di dire, è così caratteristico.”
Osservò Magnus.
Alec lo fissò. 
“L’hai rubato, questo tè?”
Magnus ignorò la domanda. 
“Dunque, perché sei qui?”
Alec prese un sorso di tè rubato. “Isabelle mi ha mandato qui per ringraziarti, per avermi salvato la vita. Non le ho raccontato niente e...”
Magnus si appoggiò sulle mani. La sua maglia si sollevò sullo stomaco piatto, e stavolta Alec non aveva nient’altro da guardare. 
“Volevi ringraziarmi.”
“Mi hai salvato la vita e non credo di averti ringraziato... non davvero. So che non eri obbligato a salvarmi. Quindi grazie.”
“Di… niente?”
Alec posò il bicchiere di tè. 
“Forse dovrei andare.”
Magnus saltò in piedi. 
“Dopo aver fatto tutta questa strada? Tutta la strada fino a Brooklyn? Solo per ringraziarmi?” 
Stava ghignando. 
“In quel caso, avresti faticato per niente.” 
Si allungò e poggiò una mano sulla guancia di Alec, sfiorandogli lo zigomo col pollice. Il suo tocco sembrava fuoco, lasciava scintille dietro di sé. Alec si immobilizzò per la sorpresa, sorpreso dal gesto, e sorpreso dall’effetto che gli stava facendo. Magnus socchiuse gli occhi e lasciò cadere la mano. 
Alec si sporse in avanti e fu il più schietto possibile. 
“Vuoi uscire con me?”
Magnus sbatté le palpebre. 
“Visto? Siete schietti”
Alec si morse il labbro e non rispose.
“Perché vuoi uscire con me?”
Gli domandò Magnus. Prese Presidente Miao che stava passando in mezzo alle loro gambe e gli accarezzò la testa, le lunghe dita che spingevano verso il basso le orecchie del micio. 
“Non che io non sia altamente desiderabile, ma il modo in cui me l’hai chiesto, mi è parso come se stessi cercando di adeguarti…”
“L’ho fatto e pensavo di piacerti, quindi avresti detto di sì, e io avrei provato... Nel senso, noi avremmo provato…” 
Rispose Alec, poi nascose il viso tra le mani. 
“Forse è tutto uno sbaglio.”
La voce di Magnus era gentile. 
“I tuoi genitori non sanno che sei gay?Neppure Jace?”
L’idea che Jace lo sapesse attraversò la mente di Alec, ma la spinse il più lontano possibile alla svelta. 
“No. No, e non voglio che lo sappiano, specialmente Jace.”
“Penso che potresti dirglielo.” Magnus grattò il Presidente Miao sotto il mento. 
“È andato in pezzi come un puzzle quando ha pensato che stessi per morire. Gli importa…”
“Preferirei di no.” 
Il respiro di Alec era ancora accelerato. Si strofinò le ginocchia coi pugni. 
“Non sono mai uscito con nessuno"
Disse a bassa voce. 
“Fino a ieri non avevo neanche mai baciato nessuno. Mai. Izzy ha detto che ti piacevo, e ho pensato…”
"Era solo un bacio"
Disse Magnus facendo il disinteressato, ma anche lui sapeva che non era così. Infatti si pentì subito dopo di averlo detto, Alec, che sembrava già abbastanza stordito, adesso lo era ancora più disorientato.
“Non ti sono insensibile. Ma io ti piaccio? Perché il fatto che tu sia gay non significa che puoi stare con un ragazzo qualsiasi e andrà bene perché non è una femmina. Ci sono ancora persone che ti piacciono e persone che non ti piacciono.”
Alec pensò alla camera di Izzy all’Istituto, a come stava delirando per il dolore e il veleno quando Magnus era entrato. L’aveva riconosciuto a stento. Lo ricordava, ricordava la mano di Magnus su di lui, le sue dita fredde e gentili. Ricordava il modo in cui aveva stretto la mano di Magnus, per ore e ore, anche quando il dolore era passato e sapeva che sarebbe guarito. Ricordava di aver osservato il viso di Magnus alla luce del sole nascente, con l’oro dell’alba che gli faceva risplendere gli occhi dorati; in quel momento Alec aveva pensato a quanto stranamente era bello, con gli occhi di un gatto.
“Sì, mi piaci"
Incrociò lo sguardo di Magnus. Lo stregone lo stava osservando con una strana mistura di curiosità, affetto e confusione. 
“È così strana, la genetica. I tuoi occhi, quel colore…” 
Si fermò e scosse il capo.
“I Lightwood che hai conosciuto non avevano gli occhi azzurri?”
“Mostri con gli occhi verdi,” 
Replicò Magnus, e sorrise. Sistemò il Presidente Miao sul pavimento, e il micio si avvicinò ad Alec, strofinandosi poi contro la sua gamba. 
“Piaci al Presidente.”
“È un bene?”
“Non esco con le persone che non piacciono al mio gatto,” 
Spiegò Magnus semplicemente, e si alzò. 
“Facciamo venerdì notte?”
Un’enorme onda di sollievo attraversò il volto di Alec. 
“Sul serio? Vuoi uscire con me?”
Magnus scosse la testa. 
“Smettila di giocare a fare il difficile, Alexander. Rende le cose più complicate. Andiamo, ti accompagno fuori.”
Alec seguì Magnus fino alla porta d’ingresso con la sensazione che un peso gli fosse stato tolto dalle spalle; un peso che non sapeva neppure di star portando. Ovviamente avrebbe dovuto mentire, per poter uscire da solo quel venerdì notte, inventarsi un qualcosa a cui Jace non avrebbe voluto partecipare, un posto dove doveva andare senza gli altri. Oppure avrebbe potuto fare finta di essere malato per poi sgattaiolare fuori. Era così perso nei suoi pensieri che quasi andò a sbattere contro la porta d’ingresso a cui Magnus era poggiato; lo stregone lo stava osservando con gli occhi socchiusi.
Alec stava per uscire, ma Magnus lo prese per il gomito e se lo portò vicino. Magnus era alto e magro, ma non pelle e ossa; il suo corpo era duro, le sue braccia lievemente muscolose ma forti; era un centimetro o poco più alto di Alec, cosa che succedeva davvero di rado; si adattavano perfettamente l’uno all’altro. Il dito di Magnus era sotto il mento di Alec e gli teneva il viso sollevato e poi ecco, si stavano di nuovo baciando. Alec sentì un piccolo rantolio uscire dalla sua stessa gola, e le loro bocche si incontrarono con una sorta di urgenza controllata. Magnus, pensò Alec stordito, sapeva benissimo quel che stava facendo. Le sue labbra erano morbide, e obbligarono quelle di Alec a dischiudersi, e poi Magnus gli esplorò la bocca.
Trovò la vita di Magnus con le dita, toccando la striscia di pelle nuda che prima aveva cercato di non guardare, e fece scivolare le mani sotto la maglia dello stregone. Magnus, con le dita, trovò l'orlo della maglia di Alec e lo strattonò. La sua bocca lasciò quella del ragazzo, e Alec sentì la pressione calda delle labbra di Magnus sulla gola, dove la pelle era sensibile. Alec aveva gli occhi scintillanti, e così anche le labbra.
“Ci vediamo venerdì?”
Alec si schiarì la gola. Si sentiva stordito, e anche vivo, il sangue correva rapido attraverso le sue vene come il traffico alla massima velocità; i colori di quasi tutte le cose gli sembravano troppo vivaci. Mentre oltrepassava la porta, si voltò e guardò Magnus, che lo stava osservando perplesso. Si spinse in avanti e afferrò la maglia di Magnus, trascinandolo vicino a sé. Lo stregone gli inciampò addosso e Alec lo baciò, con forza e veloce e disordinato e inesperto; ma questo era tutto ciò che sapeva fare. Strinse Magnus contro di sé, una mano premuta tra loro, e sentì il cuore dello stregone battergli nel petto.
Spezzò il bacio e si ritrasse.
“Venerdì” 
Disse lasciando andare Magnus. Indietreggiò sul pianerottolo, con Magnus che lo teneva d’occhio. Lo stregone incrociò le braccia sulla maglia, che aveva delle pieghette lì dove Alec l’aveva strattonata, e scosse la testa, ghignando.
“Lightwood. Devono sempre avere l’ultima parola.”
Chiuse la porta, e Alec corse per le scale, facendole a due a due, per la felicità.



Ed eccoli qui, di nuovo, quanto li shippo. Beeeene... Lo so che non c'è molto di mio, anzi, ma mi rifarò con gli altri capitoli, promesso e, come ulteriore aggiunta, sapendo che piace molto Max, metterò un capitolo o due o tre con lui. Non vi chiedo neanche di recensirmela, sapendo che quasi tutto il capitolo è della Clare.
Pace amore e shippate Malec a tutti! ✌

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Capitolo 4
*** Non era lui... ***


Alec era in camera sua e si stava vestendo. Camminava con le stampelle, Isabelle aveva insistito perchè le usasse. Se le era procurate da qualcuno e lui non voleva sapere nè da chi nè come era riuscita ad averle. Andò verso il suo armadio e lo aprì. Dentro c'era il casino totale. I vestiti erano stati buttati dentro e non erano stati rimessi a posto, Alec non aveva voglia di piegare i vestiti, lo faceva una volta ogni due settimane, o per le occasioni speciali, come quando sua mamma veniva all'Istituto. Pescò una maglia nera a maniche lunghe con lo scollo a "V", ne aveva circa cinque di quelle maglie, tutte di colori diversi e tutte consumate. Scelse un paio di jeans a caso, se li infilò e li arrotolò sopra il ginocchio per non muovere la fasciatura.
Passando davanti la porta della camera sentì Isabelle che parlava. Probabilmente parlava con Jace, o magari Magnus era venito all'Istituto. Alec, senza fare nessun rumore, si affrettò ad andare in corridoio, svoltò un angolo e trovò Izzy che parlava con Clary.
Giusto, pensò Alec, fosse venuto Magnus avrebbe suonato il campanello. 
L'idea che fosse Clary non lo aveva neanche sfiorato. Ripensò a quando loro due avevano avuto una discussione, lui voleva scusarsi con lei del suo comportamento, probabilmente l'aveva ferita. Lei era stata fino a una settimana prima una mondana, non era abituata ad essere ferita. Ovviamente anche lui ci era rimasto male, non solo dopo che gli aveva detto quel che aveva da dire, ma anche perchè Jace e Alec erano sempre stati insieme, avevano sempre fatto tutto insieme, dalle battaglie contro i demoni agli scherzi ad Izzy, poi arriva una mondana e glielo porta via di punto in bianco.
Alec si spostò da dietro l'angolo e andò verso le due ragazze agitando una stampella per salutarle.
"Ciao"
Lo salutò Clary con un espressione stupita sul volto.
"Come..."
E non continuò la frase.
"Come sto? Abbastanza bene. Ancora qualche giorno e non mi serviranno neanche più queste"
Indicò una stampella, ma guardò Isabelle come per aggiungere "secondo Izzy".
"Sono davvero contenta che tu stia bene"
Alec fece un'espressione stupita, non si aspettava che gli dicesse qualcosa del genere, pensava che lei lo odiasse.
"Grazie"
"Quindi ti ha rimesso a posto Magnus? Luke ha detto.."
Stava dicendo Clary, ma Isabelle la interruppe.
"Cavoli se lo ha rimesso a posto! È stato fantastico. È arrivato, mi ha detto di uscire dalla stanza e ha chiuso la porta"
Alec cercò di non arrossire, ma probabilmente non aveva avuto successo perchè si sentì le guance più calde.
"In corridoio continuavano ad esplodere scintille blu e rosse"
Per non far continuare la sorella, Alec disse quel che Magnus gli aveva consigliato di dire.
"Io non ricordo niente"
"Poi è stato seduto al capezzale di Alec fino al mattino per assicurarsi che al suo risveglio stesse bene"
Certo, e poi mi ha baciato come mi ha baciato ieri nel suo appartamento, avrebbe aggiunto Alec, ma non lo fece e subito dopo arrossì ancora di più.
"Non ricordo neanche questo"
Si affrettò a dire.
"Non so come sia venuto a sapere che Alec stava male. L'avrà sentito da qualche parte, a quanto pare ha degli agganci in un'enorme rete di pettegolezzi. È una tale ragazzaccia.."
"È il Sommo Stregone di Brooklyn"
Disse Alec con una nota di acidità nella voce, non poteva lasciare che parlassero così del suo ragazzo, anche se nessuno dei due aveva fatto una vera dichiarazione. Poi si rivolse a Clary.
"Jace è nella serra, se vuoi vederlo ti ci accompagno"
"Davvero?"
Clary sembrava stupita.
"Ma certo, perchè no?"
Clary guardò Isabelle che fece spallucce.
"Andate. Io in ogni caso ho delle cose da fare. Sciò"
E li liquidò con un gesto della mano.
Si incamminarono verso la serra, Alec era avanti a Clary.
"Ho le gambe corte"
Disse Clary, ansimando.
Alec si fermò e lasciò che Clary lo raggiunse.
"Scusa... Senti... Quelle cose che mi hai detto, quando ti ho urlato addosso, a proposito di Jace..."
"Lo so"
"Quando mi hai detto che tu... Sai... Che io ero... Che era perchè..."
Ok, stava delirando. Doveva calmarsi, non si stava dichiarando, stava solo cercando di chiedere scusa a Clary. Sbuffò.
"Quando hai detto che ero.."
"Alec, lascia stare"
"Certo, va bene. Non ti va di parlarne"
Anche se cercò di nasconderlo, Alec era seccato per la risposta di Clary.
"Non è quello. È che mi sento così in colpa per quello che ho detto, è stato orribile, non era affatto vero"
Alec ci riflettè su. Adesso era lei che si stava scusando con lui.
"Invece era tutto vero. Fino all'ultima parola"
"Questo non mi giustifica comunque. Non è obbligatorio dire qualsiasi cosa solo perchè è vera. Sono stata cattiva. E quando ho raccontato che Jace mi aveva rivelato che tu non avevi mai ucciso un demone, mi aveva detto che era così perchè tu proteggevi sempre lui e Isabelle. Era una cosa bella su di te, quella che mi aveva detto. Jace può essere uno stronzo, ma lui... Non mi ha mai detto una parola cattiva su di te, mai, lo giuro"
"Non c'è bisogno che lo giuri. Lo so già"
Cercò di sembrare sicuro di sè anche se non lo era. Jace non era un ragazzo che elogiava ogni cosa che facevi, però era abbastanza sicuro che non gli avesse mai sparlato alle spalle. Adesso che ci pensava, era sicuro che non avesse mai sparlato di lui, con chi avrebbe mai potuto farlo? Con isabelle? No, glielo avrebbe sicuramente detto. Con Hodge? Neanche, sicuro.
"So anche di non essere stato io a uccidere Abbadon. Ma ho apprezzato il fatto che tu me l'abbia fatto credere"
Clary rise nervosamente.
"Hai apprezzato il fatto che io ti abbia mentito?"
"Lo hai fatto per essere gentile. Significa molto, che tu abbia voluto essere gentile con me, anche dopo il modo in cui ti avevo trattata"
"Credo che Jace si sarebbe arrabbiato parecchio con me, perchè avevo mentito, se in quel momento non fosse stato tanto sconvolto. Anche se meno di quanto si arrabbierebbe se sapesse quel che ti avevo detto prima"
Alec sorrise.
"Ho un'idea. Non diciamoglielo. Voglio dire, Jace potrà anche decapitare un demone Du'sien a venti metri di distanza con un cavatappi e un elastico, ma a volte penso che non ci capisca molto delle persone"
Clary sorrise.
"Direi di no"
Alec picchiò una stampella contro il gradino.
"Io non posso salire"
"Tanto so la strada"
"Avrei dovuto immaginare che eri la sorella di Jace, avete lo stesso talento artistico"
"Jace sa disegnare?"
"No. Scherzavo. Non saprebbe disegnare una linea retta"
Clary rise e Alec tornò in camera sua.


Salve popolo!
Ho lasciato il capitolo a metà apposta, per farvi soffrire e non farvi sapere cosa succede dopo. Sono malvagia. Di questo passo potrò avere il mondo tra qualche anno OuO
Se volete recensire, recensite, se non volete recensire, recensite.
Al prossimo capitolo (che probabilmente metterò già domani per problemi di tempo) e mangiate le cioccorane. Oh, yeah!

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Capitolo 5
*** È meglio così ***


Tornando in camera sua, Alec si sentì sollevato per essersi chiarito con Clary.
Entrò nella stanza, andò a chiudere le ante dell'armadio che aveva dimenticato aperte. Appoggiò le stampelle all'armadio e ne stoppò una, che stava scivolando, con il piede.
Stava per andare nella biblioteca dell'Istituto, ma sentì qualcosa fare un rumore strano. Si voltò e vide che sul letto c'era il telefono che si illuminava. Strano, non riceveva mai messaggi, soprattutto quando era all'Istituto con Jace e Isabelle.
Guardò il display del cellulare. Era Magnus che gli aveva scritto. Aveva sempre creduto che Magnus odiasse i cellulari. Lesse il messaggio.
- Stasera faccio una piccola festa, vieni? -
Alec non ci pensò su e scrisse il messaggio il più velocemente possibile.
- certo -
Poi si rese conto che avrebbe dovuto inventarsi una scusa per poter uscire, senza che nessuno sospettasse niente.
-al mio appartamento alle nove. Porta i tuoi amici Cacciatori, se vuoi, ma se non ti vedono più, te la devi cavare da solo-
Alec sorrise al display come si Magnus avesse potuto vederlo.
- no, meglio di no. Vengo da solo -
Alec guardò l'orologio: le sette e diciassette. Andò in bagno, si spogliò e si fece la doccia.
Mezz'ora dopo finì di lavarsi e con un asciugamano alla vita, uscì dal bagno e tornò in camera sua.
Alec sussultò quando vide Isabelle, seduta sul letto, vicina al suo telefono, che lo guardava. Sperò con tutto se stesso che non avesse letto i messaggi.
"Per l'Angelo! Izzy! Che ci fai qui? Da quant'è che sei in camera mia?"
"Sono entrata due minuti fa per chiamarti, io e Simon andiamo a mangiare da Taki, Jace e Clary non li troviamo e volevo chiederti se venivi, ma stavi facendo la doccia, così ho aspettato qui..."
Isabelle si fermò, lo guardò e poi aggiunse:
"Perchè hai fatto di nuovo la doccia? Mi avevi detto che l'avevi fatta questa mattina..."
"Sì, ne ho rifatta un'altra... Mi andava"
Alec la guardò e lei ricambiò lo sguardo.
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Quindi vieni o vado a mangiare la pizza da sola con Simon?"
Alec si sentì contrariato, non voleva lasciare Isabelle da sola con Simon, ma voleva anche andare a trovare Magnus. Beh... Però ormai aveva capito che Simon era interessato a Clary e non a Izzy e poi lo aveva visto come usava arco e frecce, quindi la sorella sarebbe stata abnastanza al sicuro con lui e comunque Isabelle era brava a difendersi anche da sola.
"No... Io rimango qui... Verso che ore tornate?"
"Sì, sì, non faremo tardi, lo so.."
"No, fate pure le ore volete, basta che tornate prima delle sette di mattina.."
Alec non riuscì a finire la frase perchè Isabelle gli era saltato al collo per abbracciarlo.
"Grazie"
"... Prego..."
Isabelle lo lasciò e uscì dalla stanza.
Alec si sedette sul letto, guardò il telefono e non trovò nessun messaggio e lo bloccò. Poi lo riaccese per guardare l'ora. Le otto in punto.
In un'altra mezz'ora riuscì ad asciugarsi i capelli, a vestirsi con una maglia con lo scollo a "V" blu e dei jeans.
Andò in corridoio e parlò a voce alta.
"IZZY? SIMON? CI SIETE?"
Aspettò un po', ma nessuno rispose.
"JACE? CLARY? CI SIETE?"
Aspettò ancora e nessuno rispose.
Alec prese le chiavi ed uscì per andare da Magnus.
Arrivò da Magnus con qualche minuto di ritardo, ma non c'era ancora nessuno, o almeno, non si vedeva e sentiva niente. Beh, a tutte le feste a cui aveva partecipato con Isabelle e Jace si andava anche un'ora dopo, ma lui era andato prima apposta per stare un po' da solo con lui.
Alec suonò il campanello, ma invece che la risposta dal citofono, la porta si aprì. Dietro c'era Magnus, sembrava più normale del solito, finchè non si notavano i dettagli. I capelli, che sembravano neri, erano viola con sfumature blu, come al solito, aveva brillantini sparsi dappertutto, i bottoni non avevano la consueta forma rotonda, ma erano appuntiti, la camicia nera era sbottonata lasciando intravedere i pettorali, i jeans che aveva indosso erano attillati, parecchio attillati, probabilmete troppo attillato. Si chiese com'era possibile che non gli dessero fastidio.
"Alec, non ti aspettavo per quest'ora"
Magnus aveva un'espressione stupita.
"È... È un problema?"
"Ti aspettavo prima"
Senza aspettare altro, Magnus lo prese per lo scollo della maglia e lo tirò a sè. Alec inciampò nello zerbino, che non aveva mai notato, appoggiò le mani sul petto di Magnus e non si meravigliò di sentirlo muscoloso.
Magnus chiuse la porta alle loro spalle e lo baciò. Disse qualcosa ad Alec che non capì e poi lo tirò per farsi seguire. Salirono le scale per entrare nell'appartamento. 
Alec si accorse subito che il loft era pulito, non pulito pulito, ma la polvere che il giorno prima copriva qualsiasi cosa, non c'era più.
"Vedo che hai pulito"
"E voglio un premio"
Alec stava per rispondere: cosa?, ma Magnus gli mise le mani tra i capelli e lo baciò di nuovo. Questa volta fu Alec che fece schiudere le labbra di Magnus e ad immettere la lingua.
Intanto Magnus stava dirigendo Alec verso la sua camera. Cercò di aprir la porta, ma non ci riuscì subito. Entrarono, senza che nessuno dei due si staccasse dall'altro.
Magnus fece sdraiare sul letto Alec, che sussultò per il gesto, e poi si mise sopra di lui.
Alec sentì le borchie della camicia di Magnus che lo pungevano. Gli baciò il collo ripetutamente e gli mise una mano sul petto, si fermò sentendo che il cuore di Alec stava andando velocissimo.
"Hey"
Alec aprì gli occhi e guardò Magnus sopra di lui.
"Stai bene?"
La sua voce era gentile e apprensiva, gli ricordò sua madre quando si preoccupava troppo per lui. Scacciò il più lontano possibile il ricordo di sua mamma, non voleva che Magnus gli ricordasse sua madre, soprattutto in un momento come quello.
"Sì..."
Magnus si chinò ancora sopra Alec, stava per baciarlo, ma il campanello suonò.
"Devo andare ad aprire"
Disse prima di dargli un ultimo bacio fugace.
Magnus aprì la porta e mentre lui uscì, entrò Presidente Miao.
Alec, che era ancora sdraiato con i gomiti impuntati nel materasso, si alzò per prendere il gatto in mano, che era grande quanto un criceto.
"Heylà!"
Sussurrò Alec. In tutta risposta il gatto miagolò verso la porta da dove si sentiva la voce di Magnus.
"Mi dispiace averti tolto un po' di tempo con Magnus... Ma almeno possiamo passare un po' di tempo insieme tu ed io"
Presidente Miao si strofinò sul petto di Alec come se avesse voluto dire "sì, mi piace stare con te".
Magnus entrò in camera e vedendo Alec con in braccio Presidente Miao sorrise.
"Te l'ho detto che gli piaci"
Si avvicinò al letto, grattò la testa del gatto con un dito.
"Chi hai invitato oltre a me? I Fratelli Silenti? Non si sente nessuna voce"
"Doveva venire un po' di gente, ma la metà non è venuta per "impegni dell'ultimo minuto" e l'altra metà, dopo avermi raccontato che avevo di nuovo delle moto di vampiri sotto casa, l'ho mandata via io"
"Cosa? Perchè?!"
"Questa sera non mi sento in vena di feste..."
Lo guardò con malizia.
"Ma con te posso fare qualsiasi tipo di festa tu voglia"
E gli si fiondò addosso baciandolo con tanta decisione che Alec cadde all'indietro sul letto.
Magnus spalancò gli occhi quando sentì miagolare e si alzò dal corpo di Alec. Presidente Miao era rimasto schiacciato tra Magnus e Alec, ma questi lo aveva protetto con le mani.
"Perchè non me lo hai detto che non avevi lasciato Presidente Miao?"
"Io ci ho provato... Ma tu eri sopra di me e non riuscivo a parlare"
Alec si mise a sedere e lo guardò prendere il gatto per metterlo sul suo pouf sperando di non aver rovinato niente tra di loro.
"Hai altri gatti nascosti da qualche altra parte"
"No... Che...?"
Magnus si sedette sulle gambe di Alec e premette nuovamente le sue labbra contro quelle del Cacciatore.
"Beh? Cosa facciamo?"
Gli stava chiedendo Magnus guardandolo negli occhi.
"Hai detto che hai delle moto sotto casa tua?"
"Sì. Una l'ho data al Cacciatore biondo, Jace" 
Oh, ecco dov'era andato Jace con Clary, era una fuga neo romantica tra fratelli...
"Perchè?"
Magnus lo guardò per un po' senza capire, poi, sfortunatamente, capì.
"No! Alexander, no!"
"Perchè hai paura di salire sulla moto con me? Potrai abbracciarmi per tutto il viaggio, senza che nessuno possa dirti niente, il vento tra i capelli, la velocità che ti fa sentire libero, potrai abbracciarmi per tutto il viaggio di nuovo... E se vado troppo veloce ti stringi ancora di più a me"
Magnus sorrise della sua descrizione alternativa di andare in moto, ma lo stava ancora guardando incerto.
"Li sai guidare quei cosi?"
"Certo"
"Sicuro?"
"Sì"
Magnus sembrava più convinto, ma poi il suo sguardo divenne di nuovo incerto.
"Quante ne hai guidate di quelle moto?"
Alec iniziò a stufarsi delle domande.
"Tante. Non posso più tenere il conto. Sai, il mio lavoro è parcheggiatore di moto ad energia demoniaca"
Disse Alec in tono ironico sperando che l'altro dicesse solo "ok". Magnus lo guardò cercando di trattenere un sorriso.
"Va bene, andiamo"
Uscirono dalla camera, Magnus prese la giacca di pelle nera con le borchie sulle spalle dall'appendiabiti  vicino alla porta d'ingresso e... le chiavi che si stava per dimenticare... Di nuovo. Stava attraversando un periodo in cui voleva essere un po' meno stregone e usare di meno la magia, senza troppi successi.
Mentre scendevano le scale, si mise le chiavi in tasca e indossò la giacca.
Alec lo guardò. Probabilmete gli abeva chiesto qualcosa che lui non stava ascoltando. Accidenti, doveva smettere di fare sempre così!
"Eh?"
"Dove sono le moto?"
"Ah! Qui dietro l'angolo. Vieni, seguimi"
Lo prese per le dita di una mano e lo trascinò nel vicolo vicino alla struttura del magazzino.
Alec notò stupito che c'erano cinque Harley Davidson parccheggiate.
Alec scelse la terza, un modello completamente nero, l'aveva scelta in base a due criteri: doveva essere comoda da guidare e ci sarebbe dovuto essere poco spazio per due persone, in modo che Magnus sarebbe stato costretto a stringersi a lui.
Alec salì per primo, guardò Magnus che lo stava ancora fissando incerto.
"Beh? Non vieni?"
Magnus salì dietro Alec, che girò la testa di novanta gradi per guardarlo e sorridergli.
"Adesso dovrebbe partire la fase "mi abbraccerai per tutto il viaggio", lo dico per te, se non vuoi cadere dalla moto"
Magnus circondò il ventre di Alec e sentì i muscoli contrarsi mentre infilava lo stilo, apparso come per magia, nell'avviamento.
Alec fece retromarcia fino quasi a toccare il muro dietro di loro. Girò bruscamente la moto per uscire dal vicolo. Si chinò ancora di più e Magnus fece lo stesso su di lui.
Alec alzò il muso della moto e poi lo riportò giù. Impennò di nuovo e accellerò.
Magnus strinse le gambe attorno alla moto e si attaccò ancora con più forza ad Alec.
La moto accellerò ancora di più e si staccò dall'asfalto. Ad una certa altezza ed elevando ulteriormente la velocità, Alec gridò di gioia.
"Adesso ci credi che queste moto possono volare?"
Urlò Alec per sovrastare il rumore del rombo del motore.
"Sì, ora sì"
Magnus sentì il corpo di Alec vibrare tra le sue braccia e appoggiò il mento sulla sua spalla.
"Magnus!"
Magnus alzò lo sguardò e guardò Alec che aveva giarato la testa più che poteva verso di lui.
"Dovresti guardare giù!"
Magnus, anche se un po' riluttante, guardò giù e vide New York. Semplicemente New York. Semplicemente sminuiva la vista di cui si godeva da là sopra. Dall'alto, circondata dal buio non del tutto totale, le luci che precedevano la notte, i colori, il profumo dell'aria autunnale, New York così era uno spettacolo magnifico.
Era uno scenario molto romantico, pensò Magnus.
Adesso stavano passando sopra l'Hudson e Alec scese lentamente.
"Ho sentito delle voci che dicevano che queste moto possono andare anche sott'acqua, ma non vorrei provarle"
Magnus non sentì la risata di Alec, ma in compenso sentì nuovamente il suo corpo vibrare tra le sue braccia. Quel gesto, anche non sapendo il perchè, lo rassicurava. Probabilmente perchè facendolo sentiva il corpo di Alec e la sua vitalità sù di se, o forse solo perchè così era sicuro che Alec non fosse svenuto mentre guidava. In ogni caso avrebbe voluto baciarlo.
Alec fece abbassare ulteriormente la moto. Le gomme sfiorarono l'acqua, che si divise sotto di loro creando degli spruzzi che saltavano di fianco a loro.
Alec fece tornare la moto in aria inaspettatamente... Inaspettatamente per Magnus, che si aggrappò con forza alla maglia di Alec. Magnus sentì che le sue dita erano intorpidite, non solo per la forza con cui stringeva la maglia di Alec, ma per il freddo. Pensò subito ad Alec, lui non aveva neanche una giacca e il vento che gli sferzava i capelli era più forte su di lui.
"Alec. Non hai freddo?"
"Tu hai freddo?"
Magnus non voleva dire sì, perchè Alec si stava divertendo, non voleva fare il guasta feste, lui aveva sempre odiato chi faceva il guasta feste, non voleva diventare come uno di loro, fatta eccezione se la festa era una delle sue.
Non sentendo nessuna risposta, Alec girò la moto e tornò verso Brooklyn, all'appartamento di Magnus.
Lungo la strada davanti al loft, Alec scese piano, quando toccò il suolo Magnus non se ne accorse, c'era da dire che si aspettava di peggio.
Alec parcheggiò la moto nel vicolo dove l'aveva presa, scese ed aiutò Magnus a scendere porgendogli una mano.
Quandò Magnus toccò il suolo con le scarpe sentiva le gambe intorpidite e se le sgranchì, senza lasciare la mano di Alec.
"Ti è piaciuto?"
"Sì, mi è piaciuto stare abbracciato a te per tutto il tragitto"
Disse Magnus facendogli il verso, gli sorrise e si incamminarono verso la porta mano nella mano.
"Comunque il giro è stato bello. Per atterrare mi aspettavo qualcosa del tipo: atterraggio di fortuna di un aereo, ma è stato meglio così"
Magnus tirò fuori le chiavi dalla tasca della giacca, aprì la porta e salì le scale. Alec si chiese perchè lo stregone avesse portato le chiavi quando poteva semplicemente la magia. Lo seguì disinvolto sempre tenendolo per mano, come se non si fosse neanche accorto di dove stesse andando.
"Quindi dici che me la so cavare?"
"Sì"
"Bene"
"Perchè me lo chiedi?"
Intanto Magnus arrivo sul pianerottolo seguito da Alec.
"Solo perchè non ne avevo mai guidata una"
Beh, le aveva studiate su dei libri. Guardò Magnus che lo ricambiò con sguardo scioccato e Alec gli fece un sorriso beffardo.
Magnus lo indicò con la chiave che aveva ancora in mano.
"E tu mi hai portato lì sopra non sapendo neanche guidarle?"
Alec non rispose, Magnus sembrava abbastanza arrabbiato.
"Bravo, Lightwood"
Infilò velocemente le chiavi nella toppa, circondò il collo di Alec con le sue braccia e lo baciò.
"È stato comunque romantico"
Alec lo baciò di nuovo facendo indietreggiare Magnus, che, schioccando le dita, aprì la porta lasciando le chiavi nella toppa. Richiuse la porta tirandogli un leggero calcio. Portò Alec davanti alla sua stanza e, con un altro schiocco delle dita, aprì la porta. Loro entrarono e Presidente Miao, vedendoli entrare, uscì miagolando come per dire "sì, ho già capito, devo andarmene".
Magnus spinse Alec sul letto e si distese sopra di lui.
Alec mise le mani nei folti capelli dello stregone e se li attorcigliò attorno alle dita.
Magnus sentì qualcosa vibrargli sulla gamba e spalancò gli occhi. A quanto pareva, anche Alec l'aveva sentito perchè lo stava guardando con un'espressione confusa.
Magnus si alzò da Alec che si toccò i pantaloni e mise le mani in tasca tirandone fuori un telefono. Guardò il display.
"È Izzy..."
"Bhe? Vuoi che dia fuoco a quell'aggeggio o rispondi?"
 Disse Magnus, poi borbottò qualcosa che sembrava "odio quegli cosi".
"Izzy?... Ehm... Sto facendo una passeggiata... Voi siete già tornati?... No, no, arrivo... Sì"
E attaccò il telefono.
"Non l'hai ancora detto a tua sorella? Di noi, intendo"
"No..."
Alec si guardò le mani attorcigliate.
"Devi andare?"
"Se no sarebbero arrivati loro"
"Aspetta, ti accompagno fuori"
Scesero le scale silenziosamente e quando Alec si girò per salutare Magnus lo liquidò con un bacio.
"Venerdì, ricordati"
"Certo"
Alec gli sorrise e i suoi occhi blu scintillarono. Lo salutò con un gesto della mano e poi si girò per andare all'Istituto.


Ve l'avevo detto che mi sarei rifatta per i capitoli poco Malec OuO come sono shipposi.
Bene bene, vi spoilero il prossimo capitolo: Izzy li scopre mentre sono in intimità. Eh già, quante cose si possono scoprire e quante cazzate sto dicendo, no, non li scopre. Bhe, una recensione ogni tanto non fa tanto male a meno che voi non abbiate una maledizione del tipo "ogni recensione che pubblichi vuol dire un anno in meno di vita" in tal caso, mi dispiace u.u
Pace, amore e shippate Malec! ✌

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Capitolo 6
*** I miei genitori, Isabelle e... Magnus! ***


Alec entrò nell'ascensore con Isabelle che si guardava, come di consueto, allo specchio e Jace che lo guardava poi spostava lo sguardo verso il pavimento e poi tornava a fissarlo.
"Sei ancora arrabbiato?"
Alec alzò lo sguardo verso Jace e cercò di sembrare più indifferente possibile.
"Non sono arrabbiato"
Jace lo indicò con fare accusatorio.
"Oh, sì che lo sei, invece"
Beh, Alec era solo un po' arrabbiato, aveva usato le stampelle fino a due giorni prima e poi Isabelle, vedendo che erano solo di intralcio al fratello, gli aveva detto che poteva smettere di usarle e che sapeva che, quando non c'era lei, non le usava e adesso aveva iniziato a zoppicare nuovamente. Era tutto sporco, sentiva il fango nelle mutande, i capelli gli si erano attaccati alla fronte e al collo e si sentiva scivoloso.
Strinse i denti per non urlargli contro.
"Non è vero. Solo perchè hai detto che i demoni draghi erano estinti.."
"Io avevo detto perlopiù estinti"
Come puoi dire perlopiù estinti? Si chiese Alec, o sono estinti o non sono estinti.
"Perlopiù estinti... Significa NON ABBASTANZA ESTINTI!"
Alec non era riuscito a trattenersi e adesso stava urlando.
"Capisco. Vuol dire che farò cambiare la voce nel manuale di demonologia da "quasi estinti" a "non abbastanza esitinti per Alec perchè lui i mostri li preferisce davvero estinti". Questo ti farà felice?"
Alec stava per rispondere di sì, ma Isabelle, che non aveva prestato loro troppa attenzione, lo precedette.
"Ragazzi, ragazzi, non litigate. D'accordo, c'è stata un po' più azione di quanto ci aspettassimo, ma io l'ho trovato uno sballo"
Alec scosse la testa incredulo, lui e Jace erano completamente sommersi di fango e lei era linda e profumata.
"Ma come fai a non sporcarti mai di fango?"
"Ho il cuore puro. Respinge la sporcizia"
Puro, pensò Alec, probabilmete il più puro tra noi è Church, anche se, pensandoci, nessuno sa dove va quando non lo vediamo.
"Sporco dentro e fuori"
Disse Jace agitando le sue dita davanti al viso di Isabelle.
L'ascensore si fermò e Isabelle lo aprì con forza.
"Sarebbe ora di riparare questo affare"
Isabelle uscì seguita da Jace e Alec aspettò che tutti fossero fuori poi andò anche lui. Riusciva a stento a camminare con tutta la melma che aveva negli stivali. Si sedette vicino a Jace, che si tolse la giacca zuppa, e iniziò a canticchiare per far sentire a Jace che non era poi così arrabbiato.
"Ho una fame! Vorrei che la mamma fosse qui per cucinarci qualcosa"
"Meglio di no. Starebbe già strepitando per il fango sui tappeti"
Disse Jace che si stava sfilando la cintura con le armi. Jace era solito a fare battute sull'ossessione di sua mamma per i tappeti.
"Proprio così"
Alec alzò di scatto la testa e vide sua madre. Si alzò dopo che Isabelle le corse contro per abbracciarla. Dopo aver fatto un passo verso di lei si ricordò che zoppicava ancora e cercò di nasconderlo.
"Dov'è papà? E max?"
Alec guardò nel corridoio dietro sua madre pensando di vedere suo padre che camminava per andare da Maryse e Max che correva verso Jace. Max aveva sempre preferito Jace a lui. Probabilmente le uniche persone che preferivano Alec a Jace erano i suoi genitori e Isabelle, ma non ne era del tutto sicuro, non poteva chiedere chi era il figlio/fratello migliore... E Magnus, adesso che lo sapeva. Mentre pensò a Magnus si ricordò che il giorno seguente sarebbe dovuto andare da lui. 
E adesso come faccio? Si chiese Alec.
"Max è nella sua stanza. Quanto a tuo padre, purtroppo è ancora ad Alicante. C'erano alcuni affari che richiedevano la sua presenza"
Ad Alec, quella frase, non suonò bene.
"C'è qualche problema?"
"Potrei rivolgere la stessa domanda a te. Sbaglio, o zoppichi?"
Alec non capiva se era una domanda retorica o l'inizio di una ramanzina.
"Io..."
Alec cercò di dire una bugia, ma non gli venne in mente nulla di concreto, poi sapeva bene, come tutti gli altri in quella stanza, che non sapeva mentire e per sua fortuna Isabelle parlò al posto suo.
"Abbiamo avuto una zuffa con un demone drago nei tunnel della metro. Niente di che"
"E immagino che anche il Demone Superiore contro cui avete combattuto la scorsa settimana fosse niente di che, vero?"
"Non era programmato"
Disse Jace con voce incerta. È strano, pensò Alec, che la mamma non saluti Jace.
"Jace!"
Alec guardò di fianco alla mamma e vide Max. Come al solito era andato prima da Jace, poi sorrise ad Alec e ad Isabelle.
"Sei tornato! Siete tutti tornati! Mi pareva di aver sentito l'ascensore"
"E a me pareva di averti detto di restare nella tua stanza"
Max guardò Maryse con uno sguardo serio.
"Non me lo ricordo"
Alec sorrise e pensò che Max, a nove anni, mentiva già meglio di lui. Allungò la mano e gli arruffò i capelli, ma il fratello minore continuava a guardare Jace.
"Ho sentito che avete combattuto contro un Demone Superiore, era bestiale?"
"Era... Diverso. E Alicante com'era?"
Rispose Jace.
"Bestiale. Abbiamo visto delle cose fichissime. C'è un'armeria immensa. Mi hanno anche fatto vedere un nuovo modo di fare le spade angeliche in modo che durino di più. E poi voglio convincere Hodge a spiegarmi.."
Alec guardò subito sua mamma, ma lei stava guardando Jace. Ovviamente. A riguardo di Hodge sapeva solo che era andato via, non sapeva né dove né perchè.
"Basta, Max"
"Ma sto parlando con Jace"
"Lo vedo. Alec, Isabelle, portate vostro fratello nella sua stanza. Jace, datti una pulita e raggiungimi in biblioteca appena puoi"
Alec guardò prima sua madre e poi Jace, che, a quanto pareva, non sapeva niente di quel che sarebbe successo in biblioteca.
"Non capisco. Che succede?"
Chiese Alec, ma nessuno parve farci caso. Ovviamente.
"C'entra mio padre?"
Chiese Jace.
Maryse strinse i denti come se le parole "mio padre" non le piacessero.
"In biblioteca. Discuteremo della faccenda là"
Alec iniziò ad infastidirsi.
"Quello che è successo mentre voi eravate via non è colpa di Jace. C'eravamo dentro tutti. E Hodge ha detto.."
"Anche di Hodge discuteremo più tardi"
"Ma... Mamma... Se hai intenzione di punire Jace, devi punire anche noi. È una questione di giustizia. Abbiamo fatto tutti esattamente le stesse cose"
Dopo le parole di Isabelle ci fu il silenzio. Nessuno parlò per quasi un minuto.
"No. Non è vero. E adesso accompagnate Max in camera sua"
Alec guardò Jace poi prese per mano il fratello senza aggiungere niente, aveva la sensazione che, se avesse detto qualcosa, sua madre si sarebbe scagliata su di lui.
Alec e Max camminavano davanti ad Isabelle, poi lei affiancò il maggiore.
"Credi che.."
"Credo che adesso non sia il momento"
E spostò lo sguardo su Max poi di nuovo su Isabelle e lei capì.
Entrarono nella stanza di Max. Le uniche cose che segnalavano la presenza di qualcuno in quella stanza erano dei libri e una maglietta rossa buttata sul letto.
Max si buttò sul letto e spostò la maglietta.
"Hey, Max, hai fame?"
Chiese gentilmente Isabelle.
"Sì"
Alec sperò che lei non decidesse di voler cucinare... se si poteva definire "cucinare".
"Allora vado a cercare qualcosa in cucina. Alec vieni con me"
"Ma.."
"Alec!"
Disse tra i denti. 
Alec corse vicino alla sorella dando un ultima occhiata a Max che aveva iniziato a leggere un fumetto.
Uscirono dalla stanza e per un po' nessuno disse niente.
"Secondo te, cosa è successo?"
"Non lo so, ma sono abbastanza sicuro che c'entri Valentine"
"E adesso la mamma cosa farà a Jace?"
"Credo... Spero che voglia solo chiarirsi e fare delle domande a Jace"
"Spero che non si arrabbi con Jace anche per tutto il resto"
"Sai com'è fatta la mamma, se vuole arrabbiarsi con Jace per lo scontro nei tunnel o quello contro Abbadon, lo farà, ma sai anche che non lo fa quasi mai"
"Intanto pensiamo alla nostra sopravvivenza"
Alec si lavò le mani nel lavello, si era praticamente dimenticato di essere ricoperto di fango.
Isabelle prese tre mele e le lanciò una dopo l'altra ad Alec che le prese al volo. Aprì la dispensa e prese due barrette al cioccolato, due bottigliette d'acqua del pane a fette, dei tovaglioli e un piccolo vasetto di marmellata, che mise nel sacchetto del pane.
"Andiamo?"
Chiese Alec porgendo una mano libera vedendo che Isabelle non riusciva a tenere tutto.
"È un bottino migliore del solito"
Disse Isabelle dando il sacchetto del pane ad Alec.
Tornarono in camera di Max silenziosamente.
"Quanta roba avete preso?!"
Max saltò giù dal letto e prese la bottiglietta d'acqua che gli stava porgendo Isabelle.
Alec poggiò le mele e il sacchetto sul comodino sopra i tovaglioli.
"Prima di mangiare mi vado a fare una doccia... Ne ho veramente bisogno"
"Sì, è meglio se vai"
"Poi chiedo a Jace se si vuole unire a noi"
Alec uscì e andò in camera sua. Finì la doccia in dieci minuti, l'aveva fatta più per schiarirsi le idee che per lavarsi. Si mise dei vestiti puliti e andò in biblioteca.
"Mamma...?"
Maryse era seduta alla scrivania di Hodge. Alzò lo sguardo su Alec.
"Ehm... Dov'è Jace?"
"L'ho mandato in camera sua"
"L'hai messo... In castigo?"
"No. Gli ho solo detto di andare in camera sua"
"Ok..."
Era la prima volta che Alec si sentiva in imbarazzo davanti a sua mamma.
"Devo parlare con te e Isabelle dopo... Non c'è bisogno che veniate a cercarmi, verrò a chiamarvi io"
Alec la guardò e annuì prima di uscire dalla stanza.
Alec passò davanti alla stanza di Max e Isabelle era sulla porta.
"Jace?"
"Stavo andando a chiamarlo"
"Vengo anch'io"
Isabelle seguì Alec fino alla porta della stanza di Jace.
"Jace?"
Disse Alec bussando. Jace non rispose.
"Alec, magari sta facendo la doccia e non ci sente..."
Alec aprì lentamente la porta, ma ci rimase dietro senza guardare dentro.
"Jace?"
Alec stette ad ascoltare.
"Non si sente la doccia..."
Alec aprì del tutto la porta ed entrò. Si guardò un po' intorno ed andò al bagno. Senza bussare aprì la porta. Non c'era nessuno neanche lì.
"Non c'è"
"Magari è in biblioteca"
"No, c'era solo la mamma"
"Potrebbe essere nella stanza della musica, nell'armeria o nella serra"
"Io vado nell'armeria"
"Io nella stanza della musica, ma.."
"E se non c'è andiamo nella serra"
"Ma non possiamo sai..."
Isabelle si strofinò il naso con l'indice per far capire ad Alec che non potevano andare per via delle loro allergie.
"MAAAX"
Gridarono all'unisono Isabelle e Alec andando verso la sua stanza.
Prima di arrivare, Max era già davanti a loro.
"Sì?"
"Devi andare nella serra per vedere se c'è Jace, se c'è digli di venire"
Max annuì e camminò tranquillamente verso la serra.
Prima di andare in armeria Alec incontrò Church.
"Hey, Church"
Disse accarezzandogli la testa.
"Dov'è Jace?"
Church si rotolò e finì a pancia in su.
"Dai Church..."
Alec gli accarezzò la pancia, ma il gatto non si mosse.
"Ha ragione Jace, sei una botte, dovresti metterti a dieta"
Alec si alzò ed entrò in armeria.
"Jace? Sei qui?"
L'unica risposta fu l'eco della sua voce.
"Jace?"
Ancora nessuna risposta.
Alec uscì. Jace non si era sicuramente nascosto dietro una spada angelica o dietro alle frecce, sin da piccolo aveva reputato nascondino come "un esercizio per bambini che da grandi andranno a rubare". Ci aveva giocato una volta, per l'undicesimo compleanno di Isabelle, lei lo aveva costretto a forza e alla fine avevano solo scoperto che era una frana nel trovare nascondigli.
Tornando indietro trovò Isabelle, ma dietro di lei non c'era Jace.
"Non l'hai trovato in armeria?"
"No..."
"Andiamo da Max"
Sulle scale trovarono Max che scendeva.
"Non c'è"
"Ah... Puoi tornare in camera tua"
"E Jace?"
"Era in armeria, adesso torna in camera"
Disse con decisione Isabelle. 
Senza aggiungere niente Max tornò in camera sua.
"Magari è uscito..."
"No, la mamma lo ha mandato in camera sua"
"E se magari si è arrabbiato ed è andato da Clary?"
"Prova a chiamarla"
"Cosa ti fa pensare che io abbia il suo n.."
"Chiamala e basta!"
Isabelle compose il numero e al secondo squillo Clary rispose. Aveva una voce strana, diversa dal solito.
"Luke? Sei tu?"
"No. Sono Isabelle"
"Isabelle? Perchè mi... Voglio dire, che è successo?"
"Jace è lì?"
"Jace? No. Perchè dovrebbe essere qui?"
Isabelle sospirò guardando il fratello e scosse la testa con un'espressione preoccupata.
"Il fatto è che... È sparito"
"Cosa?! Siete sicuri che non sia all'Istituto? Vado subito a cercarlo"
"Ma.."
Stava dicendo Isabelle, ma Clary aveva già attaccato. Isabelle si rimise il cellulare nella tasca dei pantaloni.
"Bene"
Fece Isabelle sconsolata.
"Non è da lei..."
"Chi dovrebbe essere da chi?"
Maryse era dietro Alec, che si girò di scatto verso sua mamma.
"Nessuno"
Disse subito Isabelle.
"Devo parlarvi, venite in biblioteca"
"Di cosa?"
Chiese curiosa Isabelle, anche se il tono della madre faceva capire che non sarebbe stato qualcosa di troppo piacevole.
"Devo parlarvi di Hodge"
Alec e Isabelle seguirono Maryse in biblioteca e, dopo che i due fratelli entrarono, chiuse la porta guardando come se dietro di loro ci fosse stato qualcuno che lei non voleva far entrare.



I know, I know... C'è pochissimissima Malec, ma ho messo una scena con Max e non riuscivo a scrivere di Alec e Magnus che stanno insieme con Max all'Istituto...
E mi scuso per il ritardo dell'aggiornamento della ff, ma il wifi è andato in ferie e il 3G è caduto in un profondo letargo... Sorry...
Comunque: peace, love & ship Malec ❤
Ps. Chi non recensisce è un mondano!

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Capitolo 7
*** Venerdì ***


Anche il giorno dopo la spiegazione che sua mamma gli aveva fatto su cosa era successo veramente ad Hodge, Alec continuava a ripensarci. Avrebbe voluto porle tante, tantissime domande a riguardo oltre quelle poche che le aveva fatto. Allora perchè in tutti questi anni ha fatto finta di volerci bene? Non sarebbe stato più facile snobbarci? Perchè ha chiesto a Magnus di venirmi a curare proprio mentre stava bruciando tutto quello in cui credeva? Perchè voleva tenersi per sé la Coppa e non darla a Valentine? 
Per tutto questo tempo è stato fedele a Valentine?
Beh, almeno era più quieto dopo aver visto Jace che tornava, anche se sembrava che qualcuno gli avesse marciato con decisione più e più volte sulla faccia, ma almeno stava bene. Con lui erano arrivati Luke e, ovviamente, Clary.
Alec era sdraiato sul letto, era stato lì dalle sei, quando si era vestito con una maglia grigia e dei jeans, dopo essersi fatto la doccia, fino alle sette e mezza. La testa a penzoloni dal materasso aveva iniziato a pulsargli e a farsi pesante per il sangue e il telefono in mano non suonava nè vibrava. Aspettava solo quello, un suo messaggio per sapere l'ora e il posto in cui incontrarsi. È venerdì, continuava a ripetersi Alec, uscirò con Magnus e mi divertirò. Doveva distogliere la mente dai suoi problemi, gli avrebbe fatto bene uscire.
Alec continuava a chiedersi come sarebbe uscito dall'Istituto senza farsi notare, aveva già scartato l'idea di mentire, non sapeva farlo. Avrebbe dovuto chiedere a Max di insegnargli a dire le bugie.
Anche se non voleva ammetterlo, Alec si sentiva teso e allo stesso tempo ansioso al solo pensare che sarebbe uscito con Magnus. Lui gli piaceva, gli piaceva davvero.
Finalmente sentì vibrare il telefono. Un messaggio. Alec si mise a sedere troppo velocemente e la sua testa, che gli era sembrata un macigno pulsante fino a quel momento, iniziò a girargli vorticosamente. Appoggiò la faccia sul cuscino e chiuse gli occhi, tutto, intorno a lui, girava. Li riaprì lentamente, adesso tutto era tornato a stare fermo. Con altrettanta cautela si alzò e guardò il telefono.
- Ti va bene passare al mio appartamento alle otto e un quarto? Facciamo cena insieme e poi... -
Alec sorrise al display del telefono come se Magnus lo potesse vedere. Poi pensò ad Isabelle, a Jace, a Max e a sua mamma, che avrebbero cenato con lui.
- E se ritardassi l'appuntamento di un'ora, un'ora e mezzo? -
Alec sentì bussare e nascose il più velocemente possibile il telefono sotto i cuscini. Si girò di scatto, a pancia in sù.
"Avanti"
Isabelle entrò nella stanza del fratello e si lanciò sul letto, vicino a lui.
"Stavi già andando a dormire?"
Disse Isabelle pettinando i capelli di Alec all'indietro.
"No... Stasera uscite?"
"Non so... Pensi di seguirci o rimarrai a casa a fissare il soffitto come un imbecille per tanto altro tempo?"
"Penso che rimarrò qui a fissare il soffitto come un imbecille per un'oretta, poi sposterò lo sguardo all'armadio e ci starò su qualche ora, poi passerò alla lampada.."
"Sì, sì, ho capito. Vuoi diventare un parassita di quel povero letto"
"Certamente"
Disse Alec sorridendo vedendo Isabelle che rideva. Gli faceva sempre piacere quando qualcuno rideva ad una delle sue poche e stupide battute.
"Bene. Io sono venuta qui per chiederti se volevi venire a cenare, mangiamo presto perchè Max ha fame"
"Sì. Ho fame anche io"
"Ho cucinato io"
"Ma sarebbe bene se mi mettessi a dieta. Non posso essere un agile Cacciatore con tutto quello che mangio"
Si affrettò a dire Alec. Avrebbe fatto meglio ad andare a mangiare da Magnus.
Isabelle si alzò di scatto per l'indignazione e nello stesso istante in cui lo faceva il cuscino sotto la testa di Alec vibrò, Magnus aveva risposto con un tempismo non invidiabile.
"Che cos'è stato?"
"Stato cosa?"
Oh no, pensò Alec, sto per mentire, non va bene.
"Ho sentito qualcosa vibrare, tu no?"
"Io? Io no"
Ecco fatto, non aggiungere altro, Lightwood, sei stato già poco credibile dopo aver detto tre parole, non peggioriamo la situazione, pensò ancora Alec.
"Comunque, stavo scherzando prima. Non capisco perchè troviate la mia cucina così orribile!"
Disse indignata Isabelle, poi si calmò, ma non troppo.
"Vieni?"
Disse mentre stava uscendo senza neanche voltarsi per vedere se il fratello la stesse seguendo.
Alec ascoltò il suono dei passi che si allontavano di Isabelle poi prese il telefono e lesse il messaggio.
- D'accordo, alle nove, però un giorno dovrai cenare con me -
- Certo -
Rispose, poi rimise il telefono sotto il cuscino.
Scese in cucina e trovò Jace appoggiato al frigorifero che sfogliava un... Calendario? Alec non aveva mai notato il calendario appeso al fianco del frigorifero. Ecco trovata la risposta a come facevano sempre gli altri a sapere con esattezza quando ci sarebbe stato un qualcosa di particolare, pensò Alec sentendosi sciocco a non aver mai guardato di fianco il frigo di casa sua.
Max era seduto al tavolo e Isabelle stava scaldando qualcosa nel forno.
"E mamma?"
Chiese Alec vedendo che non c'era.
"Non viene... Ha da fare"
Disse secco Jace.
Un suono acuto riempì la stanza e Isabelle aprì il forno. Ne uscirono due pizze giganti, sicuramente prese dalla pizzeria che si trovava qualche strada più in là.
"Et voilà"
Disse Isabelle mettendo le due pizze sui due piatti, che ripose sul tavolo cercando di non farle cadere.
Max ne prese subito una fetta, seguito poi da Jace, Isabelle e Alec.
Iniziarono a chiaccherare tutti tranne Alec che era assorto nei più profondi recessi della sua mente. Stava pensando a cosa avrebbero potuto fare Magnus e lui quella sera, dalle cose più divertenti a quelle più intime. E, ovviamente, arrossì pensandoci.
"Mettiamoci a fissarlo e vediamo se se ne accorge"
Propose Max dopo che tutti si accorsero che stava masticando lo stesso pezzo di pizza da cinque minuti fissando il tavolo.
Jace Isabelle e Max lo fissarono per qualche minuto.
"Non funziona. Non sapete quanta voglia ho di entrare nella sua testa per vedere a cosa pensa"
Disse Isabelle continuando a fissarlo.
"So io come fare"
Jace si alzò dal suo posto e fece il giro del tavolo. Si avvicinò lentamente ad Alec poi si fermò. Jace avvicinò ancora di più la sua bocca al viso di Alec. Erano vicini, molto vicini, Jace sembrava sul punto di baciarlo, ma gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Alec trasalì quando sentì la parola "ombrello".
"Cosa? Dove?!"
Disse guardandosi intorno, ma vide solo i tre fratelli che ridevano.
"Oh! Scusate se mi sono imbambolato"
Ma continuavano a ridere e Alec sorrise.
"Come se a voi non succedesse mai..."
"A me non succede mai di trasalire da un altro mondo per degli ombrelli"
Disse Jace continuando a ridere.
Alec lo squadrò, aveva lo sguardo che era un misto tra rabbia, sfida e qualcos'altro che sembrava voler dire "ah, sì? Adesso guarda".
"Anatre"
Disse semplicemente Alec,con calma, e guardò Jace.
Jace smise immediatamente di ridere e guardò Alec.
"Non è divertente"
"Invece sì. A me non è mai successo di trasalire da un altro mondo per delle ANATRE"
Disse Alec urlando l'ultima parola. Inarcò le sopracciglia e fece un sorrisetto beffardo.
"Ombrelli ombrelli ombrelli ombrelli ombrelli..."
Iniziò a ripetere Jace alzandosi sempre di più dalla sedia.
"Dai, smettetela voi due!"
Disse Isabelle continuando a sorridere. A volte, pensò Isabelle, sembrano dei bambini, degli enormi bambini che uccidono i demoni. 
Tornarono a mangiare e a parlare normalmente e questa volta anche Alec partecipò alla conversazione, almeno per i primi dieci minuti, poi tornò nel suo mondo masticando il pezzo di pizza e fissando il tavolo.
"Guardatelo! Lo sta facendo ancora!"
Disse Max divertito.
Jace si alzò e gli andò vicino.
"Non dirgli... Lo sai...”
Disse Isabelle, preoccupata per il fratello.
Jace sbuffò e Isabelle si accigliò.
"Prova a fare qualcosa di nuovo, non essere monotono"
Jace le fece il segno dell'OK. Max si tratteneva per poco dal ridere.
Jace si avvicinò ancora all'orecchio di Alec e gli urlò dentro. Gridò talmente forte che Isabelle temette che da un attimo all'altro sua madre sarebbe spuntata e avrebbe cercato chi si era fatto male.
Alec si girò di scatto e colpì Jace al plesso solare senza farlo apposta. Spalancò gli occhi ancor più di prima vedendo quel che aveva fatto e si mise a ridere. Si abbassò su Jace che era piegato a metà e sembrava essere rimasto senza fiato per il colpo. Alec mise la mano destra sul suo braccio, ma Jace gli prese la mano e gliela girò in modo che gli finisse dietro la spalla.
Alec fece strisciare velocemente la gamba dietro di sè facendo cadere Jace a terra e si avvicinò a lui porgendogli una mano. Jace afferò la mano di Alec e si tirò su con un unico e fluido movimento.
"Hai qualcosa da dire?"
Disse Alec sorridendo aspettandosi una delle solite battute che faceva Jace quando, ogni tanto, riusciva a vincerlo.
"Ahia"
"Ahia?"
"Ahia"
"Solo ahia? Nessuna battuta? nessun 'complimenti Alec'?"
"No. Ahia"
"Beh, è sempre qualcosa"
Alec guardò l'orologio che aveva al polso. Le otto e sette minuti. Avrebbe dovuto darsi una mossa per arrivare da Magnus in tempo e si alzò.
"Io vado in camera mia a... Leggere. Se volete uscire andate, non venite neanche a chiamarmi, io stasera devo fissare l'armadio e poi andrò a dormire"
"Perdi colpi, Alec"
Alec annuì a Jace prima di uscire e di andare in camera sua.
"Deve fissare l'armadio?"
Sentì dire da Jace.
Questo era quello che riusciva a dire che più si avvicinava di più ad una bugia.
Entrò in camera sua e andò in bagno a lavarsi i denti. Si guardò allo specchio e fece spallucce senza nessun motivo.
Prima di uscire dalla stanza prese la giacca, le chiavi, lo stilo e il telefono anche se sapeva che non gli sarebbe servito a niente. Si avvicinò alla porta e si mise ad ascoltare. Jace, Isabelle e Max erano ancora in cucina. Perfetto. Poteva uscire senza che nessuno se ne accorgesse. Spense la luce e sgattaiolò fuori.
Davanti all'ascensore premette più volte il pulsante sperando che, in un qualche mistico modo, sarebbe arrivato più velocemente. L'ascensore arrivò al piano, lui ci si infilò dentro e quando iniziò a scendere provò una strana sensazione di solievo.
Quando l'ascensore arrivò a terra, le porte non si aprirono come al solito e Alec, cercando di fare meno rumore possibile, le aprì. Indossò la giacca nera, uscì dall'Istituto e guardò l'orologio. Le otto e quaranta. Sarebbe arrivato da Magnus giusto in tempo.
S'incamminò felice di essere riuscito ad uscire senza destare troppi sospetti.



Come mi piace spezzare i capitoli a metà OuO
C'è di nuovo Max (che io adoro tantissimo OnO) e non c'è di nuovo Magnus, hehehehe come sono malvagia u.u
Se recensite vi dirò cosa sono i Nargilli (a patto che abbiate letto/visto Harry Potter...)
Peace & love & shippate Malec ✌

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Capitolo 8
*** Rovinare i momenti ***


Alec arrivò davanti all'appartamento in ritardo di una decina di minuti e bussò. Aspettò che passassero trenta secondi poi bussò ancora. Passò un minuto. È possibile che sia già uscito? Si chiese Alec. No, si rispose, non è possibile che si sia dimenticato del nostro appuntamento, ne abbiamo parlato giusto un'ora e mezzo fa e anche se sono arrivato in ritardo non dovrebbe essere già andato via. La vocina che gli parlava in testa sembrava infastidita.
Magnus era in bagno. Sentiva Alec bussare alla porta e suonare il campanello, ma, essendosi addormentato leggendo, gli si era stropicciata tutta la faccia e i capelli erano attaccati ad una guancia, non poteva sicuramente mostrarsi in quello stato!
Stava andando ad aprire la porta quando questa si aprì. Alec aveva ancora in mano lo stilo e sulla porta un marchio fumante stava scomparendo.
Alec sentì che in casa di Magnus c'era un caldo accogliente e poi lo vide. Il suo Magnus, bellissimo come sempre e seguito da una scia di glitter.
"Non rimarrà il segno, vero?"
"Tanto poi la cambi. Mi stavi preoccupando, pensavo che qualcuno fosse entrato in casa tua.."
"Sono il Sommo Stregone di Brooklyn, non so se ricordi"
"Sì, ma.."
Alec si bloccò vedendo Magnus sorridergli e andargli vicino.
Magnus gli prese entrambe le mani e sfiorò le labbra del Nephilim con le proprie.
"Ti preoccupi troppo"
Disse Magnus con la bocca sopra quella di Alec prima di approfondire il bacio.
Una mano di Alec finì tra i capelli di Magnus che stava indietreggiando lentamente e con l'altra lo costrinse ad avvicinarsi.
Magnus posò le mani sui fianchi di Alec e fece scorrere le dita sotto la maglietta. Gli percorse la schiena muscolosa con le mani e sentì i muscoli contrarsi sotto il suo tocco.
Magnus si girò e fece andare Alec contro il muro.
Alec aveva bisogno di respirare, un disperato bisogno di respirare, ma non riusciva a staccarsi dalle labbra di Magnus. In realtà ci riusciva benissimo, solo che non voleva.
Magnus schiuse un occhio e vide che Alec stava diventando paonazzo. Si staccò leggermente da lui e lo guardò. Aveva il viso rosso e probabilmente in fiamme. Tolse la mano dalla schiena nuda di Alec per scostargli una ciocca di capelli che gli ricadde nuovamente sugli occhi.
"Questa sera ci divertiamo a modo mio"
Disse Magnus facendo riprendere fiato ad Alec.
"Come?"
"Andremo a fare un giro per Brooklyn e daremo fastidio ai mondani"
Rispose semplicemente lo stregone, come se avesse detto "andimo a fare una passeggiata". Alec sapeva che Magnus era stravagante, bastava vedere come si vestiva e l'arredamento sempre differente del suo appartamento, quindi non si sconvolse più di tanto.
"Daremo fastidio ai mondani?"
"Sì, un gruppo di fate lo ha fatto e me lo ha raccontato, sembra divertente"
Alec era esitante, ma Magnus, ancora attaccato a lui, lo guardava, sembrava potesse leggergli il pensiero da così vicino.
"Va bene"
Magnus lo baciò ancora poi lo prese per mano e se lo trascinò verso la porta. Con la mano libera, Magnus prese la giacca e uscì chiudendo la porta.
Prima di uscire, Magnus fece l'incantesimo per coprirli dalla vista dei mondani.
Fuori dal magazino, Magnus indossò la giacca e riprese Alec per mano.
Dopo qualche minuto di camminata silenziosa fatta mano nella mano, Alec inziò a chiedersi della destinazione.
"Dove stiamo andando?"
"Lì"
Disse Magnus indicando il parco davanti a loro.
"Adesso dovrebbero arrivare le coppiette felici che si incontrano al parco"
Aveva ragione Magnus, appena entrati nel parco trovarono un ragazzo e una ragazza che si scambiavano effusioni su una panchina.
Magnus lasciò la mano di Alec, schioccò le dita e due bottigliette d'acqua gli comparverò in mano e ne porse una al Cacciatore che la prese con un po' di esitazione. Si sentiva già leggermente in colpa per quello che avrebbero fatto.
Magnus aprì la bottiglietta e guardò Alec che, ancora incerto, non si era mosso. Con un altro schiocco delle dita la bottiglia di Alec si stappò da sola, tutto questo davanti ai due amanti sulla panchina che li trapassavano con lo sguardo. Dopo tanti anni, ad Alec sembrava ancora leggermente strano poter passare davanti ai mondani senza che loro potessero vederlo.
Magnus e Alec si guardarono negli occhi e poi si mossero contemporaneamente.
Entrambi non avevano versato tanta acqua, ma la ragazza bagnata da Magnus si immobilizzò e poi schizzò in aria con un salto gridando e imprecado con parole incomprensibili, seguita poi dal ragazzo.
Alec rise e Magnus gli fece cenno di non fiatare, ma lui stava guardando la coppia che saltava. Visto che il Cacciatore non lo stava a guardare gli si fiondò addosso e lo baciò. Magnus lo fece indietreggiare e il bacio, che fino ad allora era stato senza troppa emozione, venne approfondito da Alec che voleva assaporare nuovamente il suo ragazzo. Magnus mise le mani sui fianchi di Alec e sussultò per l'iniziativa presa dal Cacciatore. Lo stregone fece scontrare Alec contrò un albero e la sua bocca si spostò sul collo lasciandogli dei segni rossi al suo passaggio. Alec gemette buttando in dietro la testa e spinse con le mani la testa di Magnus contro il suo collo.
Ogni volta che Magnus era con Alec, gli sarebe saltato addosso e gli avrebbe strappato i vestiti di dosso, ma riusciva a resistere a quell'impulso insistente.
Lo stregone, continuando a baciare l'incavo del collo di Alec, allungò la mano, la fece strisciare su tutta la schiena del Nephilim e gliela infilò nella tasca posteriore dei pantaloni ricevendo come risposta un visibile sussultò da parte di Alec che riaprì gli occhi. Alec vide un ragazzo che camminava e si guardava attorno come in cerca di qualcosa, probabilmente aveva sentito i suoi sospiri sommessi e cercava di aggirare quella zona, la coppia che prima avevano bagnato era tornata a sedersi poco lontana sulla stessa panchina e una donna stava passeggiando insieme a due bambini con dei gelati in mano e sarebbero passati davanti a loro di lì a poco. Anche se nessuno poteva vederli loro erano davanti ai mondani e tutto ciò infastidì Alec.
"Hey"
Disse il Cacciatore con un sussurro.
"Aspetta"
Magnus guardò Alec, che aveva le guance arrossate, con fare infastidito, ma il Nephilim non stava guardando lui, stava seguendo con lo sguardo una donna e due bambini a quelchr metro da loro.
"Non aspettarti che io ti dia dei figli, Alexander"
Disse con fare asciutto, Magnus.
"Non chiamarmi Alexander, chiamami Alec"
Sussurrò mentre i tre passavano davanti a loro senza accorgersi della loro presenza.
"Perchè? Io trovo che il nome Alexander ti si addica. È così maestoso e... Sexy"
Alec stava per ribattere, ma le labbra di Magnus erano di nuovo sulle sue e la sua mano era tornata al suo posto nella tasca del Cacciatore, quindi gli uscì un rantolio incomprensibile.
La mano libera di Magnus andò alla patta dei pantaloni di Alec e sentì che un leggero rigonfiamente premeva contro i jeans e lo attirò ancora più a sè. Un altro gemito uscì dalla bocca di Alec e Magnus accorse alle sue labbra.
"Hey! Senti qua! C'è un'altra coppia imboscata, qui vicino!"
Entrambi si guardarono con stupiti e compresero che nessuno dei due aveva detto niente e si girarono per vedere chi aveva parlato.
Due  mondani, uno basso e magro sui quindici anni e uno più alto e muscoloso attorno ai sedici anni erano dietro l'albero dov'era appoggiato Alec. Avevano sicuramente sentito Alec e i suoi gemiti e divenne paonazzo al solo pensiero.
"Mondani"
Sussurrò Magnus sulle labbra arrossate di Alec e tornò a baciarlo.
Alec, seppur controvoglia, si staccò dalle labbra di Magnus volgendogli uno sguardo truce che diceva tutto.
"Oh, dai, facciamoli impazzire"
Disse sempre sottovoce Magnus in modo che i due mondani non potessero sentirlo. Poi tornò a preoccuparsi delle labbra arrossate di Alec che questa volta non si scansarono.
"Hey, hey, guarda che sono di qua"
Disse quello alto al più piccolo, erano a dieci centimetri dalla coppia e questo infastidì anche Magnus.
"Sapete bene come rovinare un momento"
Disse lo stregone abbassando ulteriormente la voce e guardando Alec negli occhi. Quest'ultimo fece spallucce con fare non proprio innocente e prese la bottiglietta che aveva lasciato cadere ai loro piedi. Guardò di nuovo Magnus che gli sorrise e aveva già la bottiglia in mano. 
Intanto i mondani erano sempre lì, vicini a loro, avevano sentito lo strusciarsi della stoffa della giacca di Alec contro la corteccia dell'albero, ma non vedendo nulla, non capivano bene da dove provenisse.
Alec si avvicinò al ragazzo più alto, che, comunque, era più basso di lui, senza far alcun rumore mentre Magnus con la sua consueta agilità era affianco al più piccolo che aveva tirato fuori dalla tasca dei piccoli petardi innocui e ne stava porgendo un po' al più grande.
Magnus infilò un dito nel colletto della giacca del più piccolo e lui non se ne rese conto, almeno finchè l'intero contenuto della bottiglia non si riversasse sulla sua maglia.
Alec, invece, decise di versargliela in faccia e poi sul torace. Sapeva che il Conclave non avrebbe mai approvato quel che faceva, ma per una volta nella sua vita non gliene fregava niente, voleva solo divertirsi con il suo ragazzo e basta, senza troppe preoccupazioni.
"Anche noi possiamo rovinare dei momenti"
Disse Alec con lo sguardo prima rivolto a Magnus, poi ai due ragazzi bagnati in fuga e dopo di nuovo a Magnus.



Non sapevo cosa inventarmi e ho scrito questa formidabile cavolata del bagnare i mondani u.u
Per non essere visti dai mondani ho scritto che ci vuole un incantesimo, ma mi sembrava una runa, ma gli stregoni non possono avere rune a meno che siano fuori dal Libro Grigio ma non sapevo se la runa era fuori dal Libro Grigio e allora sono andata in pappa e ho messo un incantesimo, così pace e amen, o meglio Pace amore e shippate Malec
Ps. Se lo sapete, scrivetemi se è una runa e, se lo è, mi dite il nome? E, se vi gusta, lasciate una recensione qua sotto 👇 e non là sopra 👆(citazioni di Daniele Doesn't Matter messe alla cavolo, ma se il capitolo non vi è piaciuto: magnema)

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Capitolo 9
*** Solo noi due ***


Magnus e Alec, anche dopo che fosse passata la mezzanotte, erano ancora in giro per Brooklyn a la maggior parte dei passanti per poi continuare la passeggiata chiaccherando e tenendosi per mano.
"Oggi, durante l'allenamento, Jace ha detto che, ieri, ti... Ti ha visto all'Hunter's moon e..."
Alec non sapeva come continuare la frase, non sapeva neanche che cosa voleva dire o chiedere.
"Un ragazzino, un licantropo, è stato dissanguato e mi hanno chiesto di ispezionare lì intorno. Ho visto anche Clary, Luke e il mondano... Ehm... Stephan?"
"Simon. Come fai a conoscere Luke?"
"A volte Luke accompagnava Jocelyn e Clary per il blocco mentale, non è cambiato negli ultimi sedici anni"
Alec non lo stava più ascoltando, aveva sentito fino a "a volte" poi si perse negli occhi di Magnus, sotto la luce della luna, quegli occhi felini risaltavano su tutto.
"Perchè mi fissi? Non che io non sia degno di essere fissato per ore e ore"
Alec arrossì, non si era neanche reso conto di fissare Magnus.
"Ehm...Non... Non c'è più tanta gente in giro"
Si lamentò Alec sorridendo.
"Non dobbiamo per forza stuzzicare i mondani solo così, ci sono tanti altri modi"
"E, di grazia, cosa vuoi fare?"
"Questo"
Senza aggiungere altro né aspettare niente, Magnus si fiondò sulle labbra semiaperte di Alec e gli lasciò un lungo bacio per poi staccarsi dalla sua bocca e guardarlo. Alec andò addosso a Magnus facendolo scontrare al muro costringendolo, così, a baciarlo ancora e ancora e ancora e ancora.
"Come siamo passionali, stasera"
Lo prese in giro Magnus che con un colpo invertì le posizioni.
Il Nephilim si preoccupò per un attimo che qualcuno lo potesse sentire, ma, anche non essendo in una strada piccola, era quasi l'una, ed era una zona non abitata, non passava nessuno a quell'ora in strade come quelle.
Alec passò dalle labbra al collo dello stregone che apprezzò quel gesto facendoglielo notare con dei sospiri. Alec aveva appena trovato il punto debole di Magnus, appena sotto la mandibola, e questo fece una specie di squittio strozzato. Alec alzò lo sguardo per guardare Magnus, era la prima volta che sentiva gemere così lo stregone e questo lo appagò più di quanto avesse pensato. Appena Alec alzò il viso, Magnus lo bloccò baciandolo. Lo stregone gli baciò la gola, poi iniziò a mordergli una parte del collo ricevendo dei pesanti gemiti in risposta. Lo stregone si avvicinò ancora di più al Nephilim e portò la sua gamba in mezzo a quelle dell'altro facendogliele divaricare. In quell'istante, Alec credette di sentire la musica nelle orecchie. Dopo qualche secondo risentì la musica assieme a degli schiamazzi, ma non aprì neanche gli occhi per vedere chi erano, le voci venivano da qualche strada più in là.
Se Magnus aveva sentito le voci e la musica, non lo diede a vedere e continuò a stringere il Nephilim a sé e a baciargli il collo per arrivare al lobo dell'orecchio.
Le voci si fecero più vicine e la musica più alta finchè Alec non se la sentì davanti.
"Abbassa la musica, è l'una, potresti svegliare qualcuno"
Disse in tono derisorio una ragazza. In tutta risposta la musica si alzò di volume.
"Non è possibile"
Sussurrò Magnus all'orecchio di Alec appoggiando la fronte sulla sua spalla.
Il Nephilim guardò prima lo stregone appoggiato sulla sua spalla poi quei quattro ragazzi che si erano messi attorno alla panchina sull'altro lato della via. La musica veniva da un telefono attaccato ad una cassa più piccola del cellulare.
I due stettero fermi per qualche secondo, come bloccati, e Alec portò le mani ai fianchi dello stregone e questi si rimise dritto, come se si fosse risvegliato al suo tocco. Magnus si girò verso i ragazzi e si avvicinò a loro talmente velocemente che anche Alec ci mise qualche secondo a rendersi conto della distanza percorsa da Magnus. Lo stregone mosse la mano in direzione della coppia che pomiciava, si separarono violentemente e il ragazzo, lo sguardo smarrito, cadde a terra con un tonfo. Premette l'indice sul tasto del telefono per fermare e avviare la musica e il ragazzo di fianco lo ripremette, sconcertato, Magnus pigiò nuovamente il bottone così come fece il ragazzo. Continuarono per qualche decina di secondi così, poi Magnus bloccò il cellulare con uno schiocco di dita, guardando la scena della ragazza con un altro ragazzo che aiutavano quello caduto e l'altro che urlava contro il telefono perchè non riusciva a usarlo.
Alec aveva assistito alla scena a poca distanza dal gruppo, ridendo per le espressioni e le imprecazioni più varie provenienti dai ragazzi. Magnus lo raggiunse a piccoli passi, sempre guardando il gruppetto, con un sorriso divertito stampato sul volto.
“Ora possiamo anche andare”
Disse Magnus schioccando le dita un'ultima volta, dopo aver fatto girare Alec per incamminarsi.
“Cos'hai fatto?”
Chiese Alec girandosi con la testa per vedere.
“Ho fatto comparire un biglietto non troppo cordiale che dice di non disturbare a quest'ora della notte”
Passò qualche silenzioso minuto, poi Magnus si voltò verso Alec e sorrise, senza un apparente motivazione.
“Magnus, è probabile che tu abbia dei tic per cui mi sorridi senza motivo”
Lo stregono rise per la stupida battuta di Alec e lo avvicinò a se.
“Sei pronto a scappare?”
“Scappare? Scappare da cosa?”
Magnus premette qualche pulsante di un citofono davanti ad un cancello e si voltò verso Alec per sorridergli.
Qualche secondo dopo una decina di voci si parlarono una sopra l'altra e un cane iniziò a ringhiare di fianco a loro.
Alec non fece in tempo a chiedere il perchè del suo gesto che si ritrovarono a correre inseguiti da un cane di grossa stazza. Svoltarono qualche strada e il cane non li stava più inseguendo allora Alec diede un pugno alla spalla di Magnus.
“Perchè l'hai fatto?”
Gli chiese Alec ancora sconcertato.
“Per divertirci”
Gli disse Magnus dando un bacio sulla guancia ad Alec che, dopo quel gesto, pensò che non poteva restare arrabbiato con lui.
Dopo una decina di minuti di passeggiata silenziosa, Magnus che cingeva con un braccio i fianchi di Alec e Alec che cingeva con un braccio i fianchi di Magnus, arrivarono davanti al loft.
“Stasera dormi qui, con me?” Chiese Magnus portandosi vicino al Nephilim che era diventato completamente rosso, allora aggiunse: “Tranquillo, non ti tocco se non sarà necessario...”
“Ehm... Non so... Domani devo essere all'Istituto... Ho gli allenamenti... Isabelle... Sì, rimango qui” disse infine con un tono rassegnato, seppur felice di passare la notte con Magnus.
“Io non ti toccherò se necessario, ma sappi che le mie necessità sono diverse dalle tue” Disse Magnus facendogli l'occhiolino e prendendolo sotto braccio, come se niente fosse.
Entrarono nel loft e, dopo aver rifiutato parecchie volte uno dei pigiami di Magnus che erano tutti di colori sfavillanti o comunque con forme strane e essersi messo nel letto con lui, l'imbarazzo, dentro Alec, crebbe. Al di fuori di Magnus non aveva mai baciato nessuno, figuriamoci averci dormito insieme. Comunque, dopo che Magnus gli si era sdraiato affianco e lo aveva abbracciato, tutto il suo imbarazzo era andato via. Si addormentarono insieme, uno tra le braccia dell'altro e Presidente Miao ai piedi del letto.
Alle cinque meno cinque minuti il telefono di Alec ronzò e ronzò ancora e ancora. Fece un verso gutturale allungando la mano verso il comodino affianco al letto, lo rigettò sotto il cuscino quando la luce del display lo accecò. Magnus, dietro di lui, si mosse e aprì gli occhi, sentì le sue lunghe ciglia che si muovevano sulla sua pelle. Un brivido percorse tutta la lunghezza di Alec e riprese il telefono per guardarlo. Aveva quattro messaggi. Da Isabelle.
“Spegni quell'aggeggio malefico”
Disse Magnus nascondendosi dietro le spalle di Alec che lesse i messaggi. Dicevano tutti che l'Inquisitrice era appena arrivata e che, ovunque fosse stato, sarebbe dovuto essere lì, all'Istituto. Alec trattenne il fiato e Magnus se ne accorse.
“Cosa c'è?”
Disse prima di dargli un bacio sulla nuca.
“Jace”
Fu la risposta sussurrata.
“Cosa?”
“Jace. L'Inquisitrice. Ehm... Non... Devo andare, mi dispiace”
Magnus sentì l'urgenza nella voce di Alec e non replicò.
“Posso fare qualcosa?”
“Puoi creare un portale che arrivi all'Istituto?”
Magnus creò il portale per arrivare alla camera di Alec.
“Grazie”
Magnus schioccò le dita e una sciarpa azzurra gli comparve in mano.
“Tieni, ti servirà”
Mise la sciarpa al collo di Alec e gli diede un bacio sulla gola, dove gli aveva lasciato un segno di un morso, gli arrotolò la sciarpa e gli mise un piccolo oggetto tra le mani. Alec lo guardò: era una chiave.
"Magnus...”
Non sapeva neanche cosa dire, ma Magnus lo precedette.
“Puoi sempre venire qui, quando vuoi, per qualsiasi cosa”
Alec diede un ultimo bacio a Magnus ed entrò nel portale. 



Awawawa ⊙‿⊙ li shippo anche dopo i miei capitoli.
È una delle poche volte che non so cosa dire, ma una cosa da dire ce l'ho sempre: voglio un unicorno.
Dopo questa perla vi chiedo di recensire così il mango vi apparirà in sogno, qualcosa tipo i sogni mandati da Ithuriel... Ma meno "filosofici", solo manghi
Pace amore e shippate Malec!

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Capitolo 10
*** Cadere sul collo e poi essere morsi da un vampiro ***


Alec entrò nel portale e vide la figura di Magnus svanire. Dopo la sensazione di caduta, si ritrovò nella sua stanza, si guardò un secondo intorno, spaesato poi uscì e si ritrovò davanti sua mamma, era più tesa del solito.
“Alec! Dove sei stato?”
Non fece in tempo a rispondere che sua mamma stava già parlando.
“Non importa, vai da Jace e chiamalo, digli di venire in biblioteca”
Fece un cenno d'assenso e corse verso la camera di Jace e bussò. Nessuno venne ad aprirgli la porta. Bussò ancora, ma con meno insistenza. Jace si affacciò alla porta, si era addormentato vestito vista la condizione dei suoi vestiti.
“Alec?”
Alec, le mani in tasca che si rigirava la chiave tra le dita, continuava a sorridere e fece spallucce.
“Scusami, è prestissimo. La mamma mi ha mandato a chiamarti. Vuole vederti in biblioteca”
“Che ore sono?”
“Le cinque”
“Che cosa diavolo ci fai alzato a quest'ora?”
“Non sono mai andato a letto”
Arrossì pensando che aveva passato la sera da Magnus, ma per sua fortuna, Jace si era già voltato e aveva detto qualcosa su una camicia. Rimise a fuoco la scena e vide Jace a torso nudo e distolse lo sguardo. Ecco cos'aveva detto riguardo la camicia.
“Che ti è successo?”
Sapeva già la risposta, Magnus l'aveva visto all'Hunter's moon con Luke, Simon e Clary.
“Ho attaccato briga con un gruppo di lupi mannari”
"Tipico di te”
Sussurrò a se stesso e Jace non lo sentì neanche.
Quando fu vestito seguì Alec in corridoio e lo squadrò.
“Hai qualcosa sul collo”
La sciarpa. Non ce l'aveva più, constatò dopo essersi messo la mano sul collo.
“Che cosa?”
“Sembra il segno di un morso. Ma che cos'hai fatto fuori tutta la notte?”
Alec era rosso fuoco su tutto il viso, si sentì fortunato perchè Jace era dietro di lui e affrettò il passo.
“Niente... Ho fatto una passeggiata nel parco, per chiarirmi le idee”
“E ti sei imbattuto in un vampiro?”
No, in uno stregone assetato della mia carne, pensò Alec e divenne ancora più rosso.
“Cosa? No! Sono caduto”
“Sul collo?”
Alec non sapeva come tirarsene fuori e fece un verso insofferente come richiesta a Jace di non fare altre domande.
“Okay, non importa. E su cosa avevi bisogno di chiarirti le idee?”
“Su di te. Sui miei genitori. Dopo che te ne sei andato, mamma è venuta a spiegarmi perchè era così arrabbiata. E mi ha anche raccontato di Hodge. A proposito, grazie per non avermelo detto”
“Mi dispiace”
Alec si tolse la mano dal collo, Jace ormai lo aveva affiancato.
“Bhe, non è un buon segno. Sembra quasi che tu nasconda qualcosa. Qualcosa sul conto di Valentine”
Jace si fermò e Alec si pentì all'istante di averlo detto.
“Pensi davvero che io abbia mentito, quando ho detto di non sapere che Valentine era mio padre?”
“No! E non m'importa nemmeno chi sia tuo padre. Non m'interessa. Per me sei sempre lo stesso”
“Chiunque io sia?”
“Voglio dire che... A volte sei un po'... brusco. Tutto quello che ti chiedo è di pensare prima di parlare. Qui nessuno ti è nemico, Jace”
“Beh, grazie del consiglio. Ora posso andarci da solo, in biblioteca, so la strada”
“Jace...”
Ma era ormai troppo lontano.
Stette fermo lì, tirò fuori la chiave che gli aveva dato Magnus, la guardò rigirandosela tra entrambe le mani, poi si mosse. Andò verso l'ascensore, scese ed uscì.
Trenta minuti dopo Alec si trovava davanti alla porta dell'appartamento di Magnus. Mise la chiave, che aveva tenuto in mano da quando era uscito, nella toppa ed entrò.
Quando entrò nella camera da letto sorrise vedendo Magnus che dormiva sotto le coperte rosso fuoco con Presidente Miao vicino alle sue gambe. Alec andò verso la sponda di Magnus e gli diede un bacio sulla guancia lasciando cadere la giacca e sfilandosi le scarpe.
“Già di ritorno, Alexander?”
Disse Magnus aprendo i suoi occhi felini che risplendettero in mezzo al buio.
“Avevi detto che potevo venire quando volevo...”
“...E per qualsiasi esigenza”
Concluse Magnus circondando il compagno con entrambe le braccia per poi trascinarlo nel letto.
“Cos'è successo?”
“Jace. Sono il parabatai del Cacciatore più cocciuto che esista. Non ci intendiamo. Non mi capisce. Forse sono io che non–”
Non finì la frase, Magnus lo aveva zittito con un bacio e Alec aprezzava essere zittito in quel modo.
“Ci penseremo domani, ora dormiamo qualche ora”
Dopo solo qualche minuto, si addormentarono abbracciati con Presidente Miao ai piedi del letto.
La mattina, Magnus, dopo essersi preparato, andò in camera dove Alec stava ancora dormendo. Si mise a cavalcioni sul Nephilim, che non si mosse, e gli diede un bacio.
“Buongiorno”
Disse Magnus spostandosi sul letto. Alec rispose con un mugolio e si mise la testa sotto le coperte così Magnus lo seguì.
Ad Alec venne la pelle d'oca quando Magnus tracciò i contorni di quella che una volta era una runa di velocità.
“Almeno sai che ore sono?”
“Certo, mentre dormo io conto le ore che passano, secondo per secondo”
Magnus sogghignò.
“Non faresti così se sapessi l'ora”
Alec accarezzò i capelli dello stregone appoggiato sul suo petto e stettero un paio di minuti così, a godersi l'uno la presenza dell'altro.
“Sono le undici e venticinque”
“Le undici e venticinque?!”
Quasi urlò Alec mettendosi di scatto a sedere e facendo sobbalzare Magnus.
“Ma all'Istituto c'è Isabelle, Max, Jace, mia mamma, forse anche Clary! Credo si accorgano della mia assenza”
“Invece no”
Rispose Magnus con la naturalezza più assoluta.
“Non mi sei d'aiuto”
“Non hai capito. Ci ho pensato io, ho fatto un incantesimo, adesso dovresti essere in camera tua malato, febbre, un po' di influenza, cose del genere”
“Oh. Grazie”
“Già, dovresti proprio ringraziarmi”
Disse Magnus con noncuranza teatrale. Alec gli si avvicinò e gli diede un lungo bacio mentre si stringevano sempre di più l'uno all'altro.
“Non c'è di che”
Rispose Magnus a bacio finito.
“Se vuoi, puoi andare in bagno”
Alec annuì, aveva urgente bisogno del bagno e stava per chiedere dove si trovava, ma fu interrotto da una pacca sul sedere da parte di Magnus che lo indirizzò verso la stanza.
Dopo qualche minuto, Alec uscì dal bagno e trovò Magnus seduto su una poltrona che leggeva un libro con Presidente Miao in braccio. Alec andò dietro la poltrona dello stregone per guardare il libro, ma non riuscì a capire niente.
“Non lo puoi capire, è demoniaco antico”
“Posso sempre imparare”
Sussurrò all'orecchio dello stregone.
“E... Da chi?”
“Dal Sommo stregone di Brooklyn, lui sa qualsiasi cosa”
Affermò Alec continuando a sussurrare nell'orecchio di Magnus che stava faticando mantenere il controllo.
Magnus lasciò cadere il capo all'indietro e trovò il viso dell'altro a qualche centimetro da lui. Si alzò ed era già di fronte ad Alec.
“Ne ho sentito parlare, dicono che sia ingamba”
Disse sulle labbra del Nephilim circondando la sua vita con le braccia. Alec dovette tornare alla realtà, non poteva restare lì per tanto altro tempo.
“Magnus...”
Lo stregone si appoggiò alla sua spalla.
“Devo andare comunque... Oggi ho allenamento con Isabelle e lei mi porterebbe fuori dal letto lo stesso”
Magnus fece un verso di disapprovazione, ma poi si alzò dalla sua spalla e lo guardò nei suoi occhi blu.
“Allora ti accompagno”
Alec sorrise e prese la mano di Magnus.
In un attimo furono all'Istituto, avevano parlato e riso fino alla destinazione e il tragitto era sembrato durare solo qualche minuto.
“Grazie per avermi accompagnato”
Disse Alec, sotto l'arco della portone, prima di baciarlo stringendo Magnus a se. Magnus gli sorrise, gli fece un cenno con una mano e, accompagnato da un "ciao", se ne andò.


Buongiorno creaturine!
Vi dico subito che cambierò il tempo degli aggiornamenti, invece che ogni 2 giorni, lo farò ogni 3 perchè ho tante taaaaante cose da fare.
Se recensite vi do il permesso di smantellare tutti gli armadi che volete per trovare Narnia

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Capitolo 11
*** Isabelle sa sempre tutto ***


“Ma non stavi male?”
Domandò una voce da dentro una camera. Isabelle. Alec si voltò verso di lei, era appoggiata allo stipite di una camera con il telefono in mano.
“Sì, perchè?”
“Ti ho appena visto fuori”
Alec spalancò gli occhi, si girò e continuò a camminare.
E adesso sì che era nel panico più assoluto, la sua idea di non far sapere a nessuno che stava con Magnus era finita. Non aveva pensato che qualcuno avesse potuto vederlo là fuori... Con Magnus... Mentre si baciavano...
“Sì, mi sono sentito un po' meglio e sono andato a fare una passeggiata attorno all'Istituto...”
Provò a mentire Alec, forse non sapeva tutto...
“Con Magnus..?”
Alec accellerò il passo verso la sua camera mentre il sul viso diventava completamente rosso.
“L'ho... L'ho incontrato qui... Qua attorno...”
Isabelle capì di aver agitato il fratello e cercò di rimediare.
“Sai... Vi ho scorti appena, poi sotto il portone siete scomparsi dalla visuale”
Quindi non aveva visto il bacio, bene... Insomma, meglio. Alec si sentì leggermente sollevato al pensiero che Izzy non sapesse della relazione, sapeva che lei sarebbe andata a parlarne a destra e a manca se Alec gliel'avesse data vinta.
Isabelle si accorse, però, che era arrabbiata con il fratello per non averle detto che frequentava qualcuno, era vero che non li aveva visti sotto il portone, ma nessuno va in giro con un altra persona im quel modo se si è solo amici.
“Ma vi tenevate per mano in modo così carino. Da quando state insieme? Insomma... Non sarà mica che eravate fidanzati da quando c'è stato il party? Ecco perchè eri così strano!”
Alec si pietrificò sul posto, Isabelle, per poco, non gli andò contro.
“Io... Noi... Noi non stiamo insieme”
“Già, e io sono un demone e Church è un unicorno così come voi non state insieme”
Alec tornò a camminare verso la sua camera senza dire niente.
“Allora?”
“Cosa?”
Alec quasi urlava, si voltò verso la sorella, ma poi ci ripensò e si rimise a camminare, era sicuramente arrossito e non voleva farlo vedere a sua sorella.
“Da quanto siete una coppia?”
“Da mai! E se vuoi abbassare il tono visto che in giro c'è Jace,la mamma, Max e chissà chi altro! L'hai già fatto sapere a Clary, non divulgare troppo la voce, ok? Grazie”
E chiuse la porta che fece un tonfo alle sue spalle.
Alec iniziò a fare avanti e indietro per il perimetro della stanza pensando a tutte le possibili conseguenze.
Bene, anzi, non va per niente bene! Isabelle non lo dirà sicuramente a Jace e a tutti gli altri, non lo ha fatto fino ad oggi, perchè dovrebbe farlo adesso? O no? E se lo dicesse alla mamma? E se poi lo venisse a sapere il Conclave? Di certo non apprezzerebbero un matrimonio gay tra un Cacciatore e un Nascosto! Matrimonio? Non so neanche se stiamo insieme come coppia e penso al matrimonio?! Ma magari non sa niente... Forse, visto che non ci ha visti sotto il portone, non... Non sa che stiamo insieme e prima lo ha detto per farmi arrabbiare... Sì, forse c'è una possibilità che– No! Non è possibile, ci ha visti mentre ci tenevamo per mano. In più non credo si sia bevuta la balla del "l'ho incontrato attorno all'Istituto", cosa ci farebbe Magnus sotto l'Istituto di mattina?
Alec si buttò sul letto e cercò di soffocarsi con il cuscino per mandare via tutti i suoi pensieri continui, ma fu inutile. Sapeva che  durante l'allenamento con lei, Izzy avrebbe continuato a torturarlo e tartassarlo con domande su un ipotetico "loro" finchè lui non avrebbe ceduto. Decise, infine, che non sarebbe sceso a fare allenamento anche se sapeva bene che Iz sarebbe andata nella sua stanza a chiamarlo fino a trascinarlo per un piede lungo i cprridoi e le scale.
Stranamente, Isabelle non andò a chiamarlo per l'allenamento, forse se n'era dimenticate, ma no, c'era il calendario vicino al frigorifero. Passò l'intera giornata in camera sua a leggere, a mettere a posto il suo armadio e a non fare nulla per gran parte del tempo. Rubò qualcosa dalla cucina per cena e tornò nella sua stanza e riuscì a evitare per tutto il giorno Isabelle. L'Istituto era più silenzioso del solito e verso le dieci si addormentò.
“Alec! Alec! Alec! Alec! Alec! Alec svegliati!”
Alle undici e un quarto, Isabelle era sopra Alec a scrollarlo intenta a svegliarlo.
“Dimmi! Sono sveglio! Ho gli occhi aperti da circa dodici Alec fa`! Senti, se riguarda ciò che hai... Ciò che credi di aver visto, non–”
“Riguarda Jace”
“Cos'è successo?”
Chiese mettendosi di scatto seduto sul letto. Anche se sapeva che Jace era arrabbiato con lui, era pur sempre il suo parabatai.
“L'inquisitrice! L'ha portato nella Città Silente”
“Come?! Come fai a saperlo?!”
“Sono una sensitiva. Secondo te come faccio a saperlo? Ho origliato in biblioteca e ho sentito che l'Inquisitrice lo ha portato lì!”
“E... Perchè non me l'hai detto?”
“Perchè... Credevo che, dopo le risposte di questa mattina che ti ho dato, fossi arrabbiato con me e...”
“E cosa? E non sarei andato a parlare con l'Inquisitrice per dirle che non può mandare Jace, il mio parabatai, nella città Silente?”
Alec stava quasi urlando e Isabelle gli puntò un dito contro con fare accusatorio.
“Non urlarmi contro, Alexander Gideon Lightwood! Sei tu che dai sempre l'impressione di andare contro tutti!”
“E allora tu, Isabelle Sophie Lightwood, non venirmi contro, così ci risparmiamo una scocciatura”
“Bene allora!”
Disse Isabelle stizzita dalla risposta del fratello. Si girò e uscì dalla stanza con le braccia incrociate sul petto. Dopo qualche secondo Alec la seguì, ma in corridoio non c'era più. Corse in biblioteca e in armeria pensando che si fosse nascosta da lui, poi andò nella camera di Izzy e la trovò seduta sul largo davanzale della sua camera che guardava fuori dalla finestra.
“Si bussa, sai?”
Alec si avvicinò a Isabelle e le mise una mano sulla spalla con fare amichevole.
“Iz, anche io sono preoccupato per Jace...”
“Sai cos'ha detto Jace entrando in biblioteca da mamma? Le ha chiesto perchè non gli cantava mai la canzone della buonanotte... Sai, quella che ci cantava la mamma per non avere paura del buio, quella in francese”
Alec attese un proseguo che arrivò dopo quasi un minuto.
“Sembra che Jace si ricordi solo le cose brutte passate con noi...”
“Non è vero”
Sussurrò Alec mentre accarezzava la schiena della sorella, si vedeva benissimo che era preoccupata e lo era anche lui, ma doveva essere quello forte nelle situazioni, non poteva farsi scappare neanche un singhiozzo.
“Quand'è stata l'ultima volta che Jace ha parlato di un momento felice della sua infanzia con noi? Quand'è stata l'ultima volta che ti ha parlato del disegno che avevamo fatto tutti e tre insieme sullo specchio con il rossetto della mamma? O di quando, a tredici anni, ci siamo messi a dormire tutti e tre sullo stesso letto e il giorno dopo non riuscivamo a camminare e abbiamo riso per un giorno intero... O di uno dei vostri scherzi rivolti a me che mi facevano infuriare ma erano divertenti...”
Isabelle aveva gli occhi lucidi, ma non permetteva alle lacrime di uscire, non voleva. A quei ricordi, entrambi sorrisero, si ricordavano tutto perfettamente, Alec aveva adorato il disegno sullo specchio, Jace non era riuscito a disegnare neanche un sole decente e alla fine ci aveva disegnato una nuvola sopra.
“Izzy, non ne parla, ma ci pensa sempre, lui ci vuole bene, noi gli vogliamo bene. Vuole bene anche a Max e alla mamma e a papà”
Stettero seduti uno di fronte all'altra per due minuti buoni in silenzio poi Alec azzardò una domanda che non voleva fare per paura che Isabelle si mettesse a piangere.
“Per quanto tempo deve restare lì?”
“Una notte...”
“Una notte?!”
Chiese Alec allibito, certo, una notte nella città Silente era "una notte nella città Silente" ma lui aveva creduto che Jace sarebbe dovuto restare là per un mese o più.
“Isabelle, io credevo che Jace sarebbe dovuto restare lì parecchio tempo... Una notte?”
“Alec! Una notte nella città Silente! Sai cosa vuol dire!?”
Quasi urlò Isabelle.
“Sì, certo! Ma sembravi talmente sconvolta... Sei sicura di non essere nei tuoi gior–”
“ALEC!!!!!”
Urlò Isabelle tirandogli un cuscino addosso.
“Scusa... È che... Doveri di fratello”
“Per l'Angelo, Alec... Non devi chiedermelo!”
Disse Isabelle mentre andava verso la porta per andarsene via, ma lì di fronte ci trovò Clary. 



Da qui continua alle pagine 109 110 111 di City of Ashes... Non penso che sia necessario continuare a scrivere il capitolo perchè tanto non cambia niente



Salve!
Non so che scrivere... Ed è brutto... Bho...
Se vi è piaciuto recensite, se non vi è piaciuto recensite, se vi è indifferente recensite, se mi odiate recensite, se volete una banana volante recensite o contattate uno psicologo bravo.

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Capitolo 12
*** E anche l'Inquisitrice sa sempre tutto, anche troppo ***


Ve lo dico subito qui: non ho specificato che questo succede quando Jace viene tirato fuori dalla cella della Città Silente e dopo essere quasi svenuto... Ok, ho detto tutto, enjoy :)


Alec era inginocchiato al fianco di Jace steso per terra che rifiutava, come sempre, il suo aiuto. Era stata una fortuna aver pensato di scrivere a Magnus di venire ad aiutare Jace e, anche se lui lo aveva preso in giro dicendo che non erano passate neanche dodici ore dal loro ultimo incontro dopo aver sottolineato che non riusciva a stare senza di lui, aveva fatto quel che non si può definire proprio serio, ma ci si avvicinava e gli aveva detto che sarebbe venuto. Alec sapeva già da prima che Jace si fosse accasciato a terra che c'era qualcosa che non andava, aveva le pupille dilatate anche con la luce e i suoi movimenti erano scordinati. Non pensava a quel che stavano dicendo gli altri Cacciatori attorno a lui, tanto meno quello che aveva da dire l'Inquisitrice che non voleva aiutare Jace. Sentiva Isabelle, sua mamma e Clary dire qualcosa per difendere Jace e si stupì quando Clary andò contro l'Inquisitrice, aveva del fegato la ragazza.
“I Fratelli Silenti sono morti. Suggerisci un ospedale mondano?”
Stava dicendo l'Inquisitrice.
“Potrebbe andare da Magnus”
Disse Alec e sentì la sorella emettere uno strano suono metà tra uno starnuto e un colpo di tosse per coprire una mezza risata. Era ufficiale, lo sapeva bene che stava con Magnus, ma non doveva renderlo così ufficiale!
Il telefono nella tasca di Alec vibrò: Magnus era arrivato. Giusto in tempo.
“È uno stregone. A dire il vero è il Sommo Stregone di Brooklyn. Mi ha guarito dopo che avevo combattuto contro un Demone Superiore. I Fratelli Silenti erano impotenti, mentre Magnus...”
Passò un secondo, il viso dell'Inquisitrice era duro, ma perchè Magnus non entra? Ah, certo, vuole fare un'entrata di scena teatrale.
“È ridicolo! Tu vuoi solo aiutare Jace a fuggire”
“No, Magnus glielo impedirebbe. Non ha alcun interesse a mettere i bastoni tra le ruote al Conclave”
“E come potrebbe impedirglielo? Jonathan è un Cacciatore, non siamo tanto facili da tenere sotto chiave”
“Forse dovresti chiederlo a lui”
Dopo un altro secondo l'Inquisitrice tornò a parlare.
“Ma certo, dov'è?”
“È qui. Magnus! Magnus, vieni fuori!”
Magnus entrò dal cancello, tutti erano stupiti, pensavano che Alec stesse giocando. Si avvicinò a Jace mentre guardava Alec con aria divertita mista a malizia, poi il suo sguardo si posò su Jace.
“È morto?”
Alec spalancò gli occhi a quella domanda, come poteva chiederlo?
“No, non è morto”
Rispose secca Maryse.
“Avete controllato? Posso dargli un calcio, se volete”
Alec si chiese se Magnus fosse diventato scemo nelle ultime dieci ore e poi lo vide muoversi verso Jace.
“Fermo!”
Gridò l'Inquisitrice e Alec capì cosa stava facendo Magnus. Aveva sentito Imogen parlare di Jace in modo così arrogante e adesso e la stava facendo quasi... Scusare con Jace e farle vedere che anche a lei interessava di lui oltre a farle capire che le serviva il Cacciatore.
Alec non ascoltò il pezzo seguente della conversazione, pareva che tutti si fossero dimenticati che Jace era steso a terra sofferente. Si riscosse e sentì quel che diceva l'Inquisitrice.
“...se gli verrà permesso di stare all'Istituto? Pensi di potermi prendere in giro come prendi in giro come prendi in giro i tuoi genitori, Isabelle Lightwood?”
Gli occhi di Alec corserò da Isabelle diventata paonazza a sua madre che squadrava l'Inquisitrice shockata. L'Inquisitrice sapeva tante cose, ma non pensava così tante!
“Sentite, non è un problema, posso tenere Jace a casa mia senza difficoltà”
Alec si chiese se stesse scherzando.
“Il tuo stregone si rende conto che Jace Wayland è un testimone della massima importanza per il Conclave?”
“Non è il mio stregone”
Ok, sapeva troppe, troppe cose. Alec arrossì, mentre Magnus lo guardava sorridendo. Ma cosa sta succedendo a tutti? Si chiese Alec.
“Ho già tenuto prigionieri per il Conclave in passato. Potrai facilmente scoprire che il mio curriculum è eccellente, in tal caso. Il mio contratto è uno dei migliori”
Disse Magnus senza più la sfumatura scherzosa.
“Allora è deciso. Fammi sapere quando sarà abbastanza in forma per parlare, stregone. Ho ancora un sacco di domande da fargli”
“Certo”
Disse Magnus, ma non la stava più ascoltando, stava guardando Alec che gli chiedeva il perchè di quel gesto soltanto con uno sguardo.
“Può parlare?”
Chiese Magnus, ma Jace aprì lentamente gli occhi e lo squadrò.
“Che ci fai qui?”
“Salve, compagno di stanza”

Alec era davanti a Magnus che continuava a chiederei perchè avesse invitato Jace a stare da lui, sapeva anche lui che, dopo un altro minuto o due di proteste, l'Inquisitrice avrebbe lasciato Jace stare all'Istituto per un po'. Adesso non sarebbero più riusciti a vedersi se da una parte c'era Jace e dall'altra Isabelle Max e Maryse.
Magnus curò Jace sul posto, intanto tutti i Cacciatori se ne andarono, chi a vedere quel che era successo nella Città Silente e chi a casa. Restarono soltanto Magnus, Alec, Isabelle, Jace e Clary sul prato davanti l'entrata della Città Silente.
Isabelle e Clary parlavano a qualche metro dai tre ragazzi, ma Clary, ogni venti secondi, guardava Jace.
“Allora?”
Chiese Magnus.
“Cosa?”
“Cos'erano quegli sguardi omicidi che mi mandavi?”
Passò qualche secondo, poi Magnus riprese.
“Ha perso i sensi, non ti sente. E poi, davvero ti darebbe così fastidio se qualcuno lo scoprisse?”
“Isabelle lo sa, ci ha visti sotto l'Istituto questa mattina. L'Inquisitrice lo sa, non so se hai notato che ha detto che sei il mio stregone"
“Non devi per forza farne un dramma... Io sono il tuo stregone”
Disse Magnus maliziosamente facendo arrossire Alec.
“Ti guardavo male perchè non dovevi proporti per farlo stare da te. Dopo qualche minuto l'Inquisitrice avrebbe ceduto e avrebbe lasciato Jace all'Istituto”
Poi stettero entrambi in silenzio.
“Davvero lo sa tua sorella?”
“Sì...”
“E cos'ha detto in proposito?”
“Niente... Che eravamo "carini" mentre ci tenevamo per mano”
Magnus rise, Alec si girò e vide che Isabelle aveva voltato la testa nella loro direzione e stava sorridendo maliziosamente ad Alec. Izzy tornò a parlare a Clary che si era seduta, forse a piangere visto che aveva il volto tra le mani, e Alec si girò verso lo stregone. Le sue labbra si scontrarono contro quelle di Magnus che si era avvicinato mentre Alec stava guardando Isabelle. Alec continuò a baciare Magnus, Isabelle sapeva di loro due, Jace era svenuto e Clary aveva dato loro le spalle. La mano del Nephilim si posò sulla guancia di Magnus che si staccò da lui e gli sorrise, veramente felice.
"Sai, quando ti ho curato io non sei svenuto"
Disse Magnus sogghignando.
“Quand'è che finisci con Jace?”
“Ho fatto”
Disse Magnus mentre spostava i capelli di Alec da davanti i suoi occhi blu.
Il Nephilim prese Jace da sotto un braccio e la sua mano finì sotto quella di Magnus che lo stava alzando dall'altra spalla. Lo guardò e vide il suo Parabatai aprire lentamente gli occhi, ma non lasciò la mano di Magnus, non lo avrebbe più toccato per un po' di tempo, meglio approfittarne.
“Jace!”
Urlò Clary mentre gli andava in contro.
“Nessuno di questi due mi ha fatto la respirazione bocca a bocca, vero?”
Chiese con un filo di voce indicando i due ai suoi fianchi e Clary sorrise.
Magnus e Alec portarono Jace all'appartamento del primo. Lo poggiarono sul letto della stanza degli ospiti dove era tutto di colori fluorescenti.
“Alec...”
Biascicò piano Jace.
“Dimmi”
Disse Alec chino sul letto.
“Scusa”
Disse prima di sorridere e addormentarsi.
Alec si accorse della presenza di Magnus che li stava guardando appoggiato allo stipite della porta e si portò verso di lui.
“Non lo vestirai da pinguino o da tigre, vero?”
“Certo che no, con i capelli che si ritrova, lo vestirei da bambola o da leonessa”
Alec rise e, con una mano sul petto di Magnus, portò lo stregone fuori dalla stanza e lo baciò avvinghiandosi al suo collo.
“Ciao, Magnus”
Lo salutò, ma Magnus lo risprese per la manica e se lo riportò alle labbra.
“Vai già via?”
“Ehm... Sì, magari tra qualche minuto sono le tre e io ho dormito cinque ore negli ultimi due giorni”
Magnus biascicò qualcosa in protesta sulle labbra di Alec prima di baciarlo di nuovo e lasciare che se ne andasse.


Wawawa. Ho solo questo da dirvi. Wawawa.
Ho visto che avete apprezzato la banana volante allora questa volta ve la ripropongo: se recensite avrete una banana volante in omaggio (con l'apposito psicologo) e un unicorno spara glitter per attirare Magnus!
Pace amore e shippate Malec ✌

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Capitolo 13
*** Gli undici passi falsi ***


Alec era andato solo una volta da Magnus in una settimana per trovare Jace, ma con lui erano venute anche Clary e Isabelle. Era stato a parlare con Jace e concedersi qualche sorriso a Magnus quando Clary e Jace non guardavano.
E finalmente erano da soli, sulla porta d'ingresso, Magnus con le spalle al muro mentre baciava Alec. Ad Alec erano mancate terribilmente le attenzioni dello stregone, ma questo alzò le testa di scatto.
“Vai che ci sono i tuoi amici mondani”
Disse Magnus prima di dargli un ultimo leggero bacio, Alec aprì la porta e guardò fuori, c'erano davvero Clary e Simon, lui però non li aveva sentiti. Si sedette sulla veranda e aspettò che i due fossero un po' più vicini per poi alzarsi e salutarli.
“Non sapevo che avresti portato il mondano”
“È questo che mi piace di voi, mi fate sempre sentire il benvenuto”
“Oh, avanti Alec. Qual è il problema? Come se Simon non fosse già stato qui”
Il problema, pensò Alec, è che Simon è un tipo piuttosto intuitivo e io commetto molti sbagli e Magnus non sa trattenersi.
Alec scrollò le spalle facendo un sospiro teatrale e salì le scale con la chiave dell'appartamento di Magnus in mano. Mise il piccolo oggetto nella toppa e se ne pentì, aveva appena mostrato che possedeva la chiave di casa di Magnus, furbo. Primo passo falso.
“Ciao ciao. Alec, mio caro. Clary. E il ragazzo-topo. A cosa devo il piacere?”
Disse dopo aver fatto un inchino a Simon e aver detto "piacere" guardando Alec. Secondo passo falso. E aver aggiunto quel "mio caro" non aveva migliorato di sicuro la situazione. Terzo passo falso.
“Siamo venuti a trovare Jace. Sta bene?”
Chiese Clary.
“Non lo so. Di solito se ne sta disteso e immobile sul pavimento”
“Che cosa...? Non è divertente”
“È sempre facile prenderti in giro”
Disse Magnus tra le risate. Quarto passo falso. "Sempre", loro credevano che si fossero visti due volte... Ok, forse stava diventando un po' troppo ossessivo.
“Comunque sta bene. Beh... A parte il fatto che continua a rassettare la casa e a mettere in ordine. A me non piace. Comunque è là dentro”
Anche se Jace aveva pulito, Alec si accorse che il loft era più sporco del solito.
Alec rimase indietro ad accarezzare Presidente Miao che si strusciava sulla sua gamba e non sentì quel che dicevano gli altri. D'un tratto si accorse dell'apparizione di un tavolo rotondo e delle sedie e il gatto scappò. Si sedette tra Jace e Magnus con Simon davanti.
“Come si fa a creare qualcosa dal nulla?”
Chiese Clary.
“Non si può. Tuttò viene da qualche posto. Queste...” Fece apparire delle tazze di plastica “Vengono da Dean&DeLuca a Brodway”
“Sa tanto di furto, no? ... Oh, caffè! Ma l'hai pagato?”
Disse Simon prendendo la tazza.
“Certo, faccio apparire delle banconote da un dollaro nel registratore di cassa”
Disse Magnus mentre Alec rideva perchè anche lui, la seconda volta che si erano visti, glielo aveva chiesto, e adesso gli sembrava una domanda così stupida da fare.
“Tanto per cominciare, potremmo cercare di capire cosa sta succedendo. Jace, hai detto che ciò che è successo è opera di Valentine?”
Chiese Clary.
“Sì”
“Ma cos'ha fatto? L'hai visto?”
Chiese preoccupato Alec mettendo la mano sul braccio di Jace. Il suo gesto provocò varie occhiatacce da parte di Magnus, ma Alec non le vedeva. Quinto passo falso.
“Ero nella cella. Ho sentito urlare i Fratelli Silenti. Poi Valentine è sceso di sotto con...  con qualcosa. Non so cosa fosse, come del fumo con gli occhi scintillanti. Sì è avvicinato alle sbarre e mi ha detto...”
Jace si fermò e Alec lo incitò a continuare facendo scivolare la mano sulla spalla di Jace affettuosamente. Sentì Magnus schiarirsi la gola irritato come per dire "non mi sembra che qualche giorno fa tu abbia dormito con lui”. Sesto passo falso.
“Mellartach. Voleva la Spada dell'Anima e ha ucciso i Fratelli Silenti per impadronirsene”
“Alec, la scorsa notte, quando i Fratelli Silenti vi hanno chiesto aiuto, dov'era il Conclave? Perchè nessuno era all'Istituto?”
Alec era sorpreso di essere interrogato da Magnus, non se l'era aspettata.
“Ieri notte è stato assinato un elfo a Central Park, il corpo era dissanguato”
“Scommetto che l'Inquisitrice mi accusa anche di questo. Il mio regno del terrore continua”
Magnus si alzò e sfiorò la mano di Alec a cui vennero i brividi per quel gesto voluto dallo stregone.
“Sangue. Tre notti fa ho fatto un sogno. Ho visto una città con torri di ossa e strade attraversate da fiumi di sangue”
“Sta sempre alla finestra a borbottare qualcosa sul sangue e cose simili?”
Chiese Simon mentre guardava sia Alec che Jace, non sapeva a chi chiedere.
“No. A volte lo fa seduto sul divano”
Alec guardò entrambi con fare scocciato, non gli piaceva che parlassero così del suo ragazzo. Sì, il suo ragazzo. Ed ecco il settimo passo falso, ormai tutti avevano intuito che tra loro due c'era qualcosa.
“Magnus, qual è il problema?”
“Il sangue. Non può essere una coincidenza”
Disse Magnus guardando fuori dalla finestra. Il volto era mezzo oscurato dalla tenda, la luce della luna si rifletteva sulla sua pelle e sui suoi occhi felini in modo incantante, infatti, Alec ne era rimasto incantato. Continuava a guardarlo senza ascoltare quel che dicevano tutti.
Che ne dici di chiudere la bocca, Alec? Disse la sua vocina interiore. Ottavo passo falso. Era rimasto a fissarlo con la bocca aperta, gli mancava la bava che gli colava da un lato e sarebbe stato un quadretto perfetto. Sentì a mala pena la frase che aveva detto Magnus sul fatto che Valentine aveva ucciso i tre Nascosti e voleva il loro sangue, poi aprì un libro che Alec non aveva neanche notato. Si sporse per vedere cosa c'era scritto, ma le lettere erano incomprensibili, gli ricordava il libro che aveva letto quando era restaro a dormire dallo stregone, ma questa volta c'era un disegno.
"Tu non sei in grado di leggerlo, è Purgatico”
"Ma riconosco il disegno. È Mellartach. L'ho già visto in qualche libro"
"Il Rituale della Trasformazione Infernale! Ecco cosa sta cercando di fare Valentine"
Esclamò Magnus.
“Il cosa di cosa?"
Chiese perplessa Clary.
"Ogni oggetto magico ha un allineamento. L'allineamento della Spada dell'Anima è angelico... Come le spade che usate voi Cacciatori, ma mille volte di più, perchè il suo potere non deriva semplicemente da un'invocazione di un nome angelico. Deriva direttamente dall'Angelo. Quello che Valentine vuole fare è rovesciare l'allineamento... E farne un oggetto di potere demoniaco anzichè angelico"
Spiegò semplicemente Magnus mentre Alec pendeva dalle sue labbra.
"L'uso di Mellartach come Spada dell'Angelo sarebbe limitato, ma se il suo potere demoniaco fosse pari al potere angelico che possedeva prima, beh, sarebbe molto più efficace. Il potere sui demoni, tanto per cominciare, Valentine non avrebbe solo la protezione limitata offerta dalla Coppa Mortale, ma anche la facoltà di chiamare a sé i demoni e di costringerli a eseguire i suoi ordini. Perfino il potere di portarli ad Idris”
"Non capisco perchè dovrebbe andarci, non è là che stanno tutti i Cacciatori di demoni? Annienterebbero i suoi amichetti demoni in men che non si dica?"
Disse Simon come se fosse ovvio.
"I demoni arrivano da altre dimensioni, non sappiamo quanti sono. Il loro numero potrebbe essere infinito. Le protezioni ne possono respingere molti, ma se arrivano tutti insieme..."
Disse Jace lasciando in sospeso la frase.
"Non capisco, cosa ha a che fare il rituale con i Nascosti morti?"
"Per eseguire il rituale della Trasfomazione bisogna arroventare la spada finchè non diventa incandescente, quindi raffreddarla quattro volte, ognuna nel sangue di un giovane Nascosto. Una volta nel sangue di un figlio di Lilith, una nel sangue di un figlio della notte, una nel sangue di un figlio della notte e una nel sangue di un figlio delle fate"
Spiegò Magnus guardando uno ad uno le persone attorno al tavolo per poi soffermarsi su Alec. Nono passo falso.
"Oh, mio Dio. Perciò non ha finito di uccidere? Ne manca ancora uno?"
"Due. Con il giovane lupo mannaro non gli è andata bene, è stato interrotto prima di prendere tutto il sangue necessario. Qualunque sia il suo fine, è più che a metà dell'opera di Trasformazione della Spada. Probabilmente può già trarne un certo potere. Magari sta già chiamando i demoni..."
"Ma se lo stesse facendo, dovrebbero esserci rapporti di disordini, di un eccesso di attività demoniaca. E invece l'Inquisitrice ha detto esattamente  il contrario... Che è tutto tranquillo"
"E così potrebbe essere, se Valentine stesse chiamando tutti i demoni"
Silenzio. Ci fu solo silenzio dopo quell'affermazione, rotto solo dal trillo del telefono di Alec.
"È mia madre. Torno subito"
Disse Alec guardando il telefono per poi accorgersi che Clary si era rovesciata il caffè addosso.
"Alec?"
"Ciao, mamma"
"Dove sei? Perchè tua sorella non risponde al telefono?"
"Non importa, stiamo bene, ho qualcosa di più importante da dirti... Sappiamo il piano di Valentine"
"Cosa?! D–davvero?"
"Sì, vuole fare la Trasformazione Infernale di Mellartach... Per chiamare tutti i demoni a sé"
Maryse, dall'altro lato del telefono, era rimasta sbigottita, non parlò per qualche secondo.
"Lo dirò di fronte al Conclave, ma adesso non ho molta influenza davnti all'Inquisitrice. Comunque... State bene?"
"Sì, mamma... Adesso devo andare. Ciao"
"Ciao"
Alec tornò al tavolo e vide Magnus che, annoiato, guardava alternativamente Jace e Simon.
"Che succede?"
Chiese Alec restando in piedi.
"Sembriamo i personaggi di una soap opera. È tutto molto noioso"
Disse Magnus.
"Ho detto a mia madre della Trasformazione Infernale"
Jace aprì la bocca per parlare, ma fu interotto da un altro squillo del telefono di Alec.
"Scusate. È Isabelle. Un secondo"
Disse Alec allontanandosi di nuovo dal tavolo.
"Alec! Come va da Magnus? Come mai non siete ancora qui?"
Fece una pausa per riprendere fiato.
"PER L'ANGELO! Non ho mica interrotto qualcosa?"
Alec sbuffò esasperato.
"Isabelle, dimmi"
"Tra quanto arrivate tu e Jace?"
"Non lo so! So che devo portare Clary con me per far venire Jace, ma con lei potrebbe venire anche Simon"
"Alec, la Regina della Corte Seelie ci ha chiesto udienza per mezzanotte, non credo che sarà felice se la facciamo aspettare. Vai a dirlo, io sono quasi arrivata. Devi solo convincere Magnus a lasciare che Jace venga e... tu sai bene come convincerlo"
Disse Isabelle attaccando subito il telefono con una risata, Alec le avrebbe gridato qualcosa contro se non avesse subito chiuso il telefono.
Chiuse il telefono e sentì Clary che diceva di dover avvertire Luke.
"Aspetta"
 Disse Alec pensando a quel che le aveva detto Isabelle su di lui e Magnus.
"Che cosa voleva Isabelle?"
Chiese Jace. Alec esitò.
"La Regina della Corte Seelie ci ha chiesto udienza"
"Come no. E Madonna mi vuole come ballerino per suo prossimo tour mondiale"
Disse Magnus beffardo.
"Chi è Madonna?"
Chiese Alec dopo un secondo, ma sapeva che non avrebbe ricevuto risposta, almeno, non subito.
"E chi è la Regina della Corte Seelie?"
Chiese Clary ancora più sconcertata.
"È la Regina delle Fate. Beh, quella locale"
Disse Magnus.
"Di` di no a Isabelle"
Disse Jace prendendosi la testa tra le mani.
"Ma lei la trova una buona idea!"
"Allora dille di no due volte!"
"Questo cosa vuol dire?"
"Soltanto che alcune delle idee di Isabelle sono la fine del mondo e altre solo delle fesserie assurde. Ricordi quando le è venuto il ghiribizzo di usare le gallerie abbandonate della metro per spostarci? Certi topi giganti..."
"Ti prego, preferirei non toccare questo tasto"
Disse Simon con un'espressione strana in volto.
"Stavolta è diverso! Vuole che andiamo alla Corte Seelie"
"Hai ragione, è diverso. Questa è la peggiore idea che abbia mai avuto"
"Lei conosce un cavaliere della Corte. Le ha detto che la Regina Seelie è interessata a incontrarci. Izzy sapeva che avremmo avuto bisogno di qualcuno e lei è già là ad aspettarci... Ha pensato che se spiegassimo la nostra teoria alla Regina, la Corte Seelie potrebbe darci manforte e forse si alleerebbe anche con noi"
"È sicuro andarci?"
Chiese Clary. Come se ci fosse qualcosa di sicuro nel nostro mondo, pensò Alec.
"Certo che non è sicuro"
Disse Jace.
"Io non so niente della Corte Seelie. Ai vampiri e ai lupi mannari ci arrivo, ci sono abbastanza film su di loro. Ma le fate sono roba da bambini nel mio mondo"
Disse Clary.
"Isabelle pensa, e io sono d'accordo, che non sia una buona idea ignorare il Popolo Fatato. Se vogliamo parlarci che male c'è? E poi, se la Corte Seelie stesse dalla nostra parte, il Conclave dovrà per forza ascoltare quel che abbiamo da dire"
"Il Popolo Fatato non aiuta gli umani"
"Ma i Cacciatori non sono umani, non esattamente"
Disse Clary a bassa voce.
"Ai loro occhi non siamo tanto meglio"
"Cos'hanno di tanto male le fate?"
Chiese Simon che ancora non capiva cosa c'era di tanto malvagio in loro.
"Le fate sono il frutto dell'unione tra angeli e demoni. Hanno la bellezza degli angeli e la cattiveria dei demoni. Se invadi il loro territorio una fata può costringerti a ballare fino a farti morire con le gambe ridotte a due moncherini, può indurti a una nuotata di mezzanotte e trascinarti urlante sott'acqua finchè non ti esplodono i polmoni, può riempirti gli ochi di polvere fatata finchè non te li strappi—"
"Jace! Sta' zitto. Gesù. Basta."
Scattò Clary, aveva reso abbastanza chiara l'idea che le fate erano malvagie assassine assetate di sangue umano.
"Senti, è facile essere più astuti di un vampiro o di un lupo mannaro, non sono più intelligenti di chiunque altro. Ma le fate vivono centinaia di anni e sono astute come serpi. Non possono mentire, ma adorano giocare a dire la verità in maniera creativa. Scopriranno ciò che vuoi più di ogni altra cosa al mondo e te la offriranno... Nascondendoci dentro un'insidia che ti farà rimpiangere di averlo mai desiderato. Non sono molto disposte ad aiutare la gente. Piuttosto a farle del male fingendo di aiutarla"
Spiegò Jace continuando a fissare Clary con durezza.
"E non credi che siamo abbastanza in gamba per capire la differenza?"
"Non credo che tu sia abbastanza in gamba da non farti trasformare in un topo"
"Non vedo che importanza abbia quello che pensi che dovremmo fare, tanto tu non puoi venire con noi. Non puoi andare da nessuna parte"
Disse Simon squadrando Jace con rabbia.
"Non porterai Clary alla Corte Seelie senza di me! E con questo il discorso è chiuso"
Disse Jace, rosso in volto, dopo aver rovesciato la sedia con violenza.
"Posso badare io a Clary..."
Disse Alec quasi con timidezza.
"No, Alec. Non puoi"
"Noi andiamo... Jace... È una richiesta della Corte Seelie... Sarebbe sciocco ignorarla. E poi, probabilmente Isabelle gli ha già detto che ci saremmo andati"
Proseguì Alec come per scusarsi. Forse sarebbe stato meglio se fosse andato da solo con sua sorella invece che sollevare il putiferio che stava creando Jace.
"Non te lo lascerò fare neanche morto, Alec. Ti metterò KO se necessario"
Disse Jace in modo minaccioso puntandogli un dito contro.
"Quantunque la prospettiva sia interessante, ci sarebbe un altro modo"
Disse Magnus dopo aver ascoltato tutta la conversazione con un'espressione annoiata.
"E quale? È una direttiva del Conclave. Non posso scantonare come se nulla fosse"
"Ma io sì. Non mettere mai in dubbio le mie capacità di scantonatore, Cacciatore, perchè posso raggiungere livelli memorabili, epici direi. Sul mio contratto con l'Inquisitrice ho gettato un apposito incantesimo che mi consente di lasciarti andare per breve tempo, se lo desidero, purchè un altro Nephilim prenda il tuo posto"
Perfetto, pensò Alec, ma qualche secondo dopo si rese conto che non avevano un Nephilim di scorta da barattare con Jace.
"E dove lo troviamo un altro—ah... Vuoi dire me?"
Disse Alec con un misto di delusione e felicità, ma la prima sensazione scomparve del tutto quando comprese che sarebbe dovuto restare da Magnus.
"Oh, non dirmi che adesso non ardi più dal desiderio di andare alla Corte Seelie"
Disse Jace.
Alec avvampò, le guance gli si colorarono di un leggero rosso e la stanza gli sembrò troppo calda.
"Forse è meglio se ci vai tu. Sei il figlio di Valentine e sono sicuro che la Regina vuole vedere te, non me. E poi, sei un tipo affascinante"
Magnus si voltò verso Alec e lo guardò incredulo per quel che aveva detto. Decimo passo falso.
Jace gli lanciò un'occhiata truce.
"Magari non in questo momento, ma di solito lo sei. E le fate sono molto sensibili al fascino"
Cercò di scusarsi Alec con Magnus sentendo lo sguardo di quest'ultimo su di sé.
"Inoltre, se rimani qui, ti lascio tutta la prima serie di Gillian's Island in DVD"
Disse Magnus per convincerlo ad andarsene, ma agli occhi degli altri non aveva un buon motivo per avere per sé tutta la casa, se non per stare con Alec. Undicesimo passo falso.
"Nessuno potrebbe rifiutare una proposta del genere"
Disse Jace mentre Simon e Clary si alzavano  e lo seguivano fino alla porta.
"Isabelle vi aspetta al Turtle Pond, conosce l'entrata segreta della Corte"
Disse Alec davanti a Jace.
"E un'ultima cosa. Cerca di non farti ammazzare alla Corte Seelie. Se muori, avrò un sacco di spiegazioni da dare"
Spiegò Magnus. Jace fece un ghigno.
"Sai, ho la sensazione, che ti toccherà farlo comunqie, che io venga ucciso oppure no"
Disse prima di uscire dalla porta che si chiuse alle sue spalle.
Magnus si girò verso Alec e si avvicinò a lui con un sopracciglio alzato.
"Jace ha fascino?"
"Dovevo pur farlo adare via. E poi non ho mica detto che tu non ne abbia"
Magnus si avvicinò ancora di più ad Alec.
"Adesso sei obbligato a restare qui"
Disse Magnus ghignando a pochi centimetri dal volto di Alec.
"Credo che sia uno degli obblighi più piacevoli che abbia mai dovuto affrontare"


Prima cosa: Scusate se non ho aggiornato l'altro ieri, ma ho fatto un casino tra telefono e computer, ieri sono andata a Firenze e ho fatto firmare la Principessa a Cassie (yeeeeeee) e lì non mi prendeva quindi non ho aggiornato.
Seconda cosa: Secondo me, Isabelle è una Malec shipper come noi. Hehe. Banana🍌.


Ps. Piccolo spoiler del prossimo capitolo: heeeeeeheheeeeeee ⊙‿⊙.  <- ecco, questa è stata la mia reazione nel rileggere il capitolo e di solito non mi emoziono tanto per le cose che scrivo io. E vorrei anche dire che il capitolo si chiamerà "Madonna". Just Saying. Hehe. Double banana🍌🍌.

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Capitolo 14
*** Madonna ***


"Credo che sia uno degli obblighi più piacevoli che abbia mai dovuto affrontare"
Disse Alec ancora a qualche centimetro dal volto di Magnus.
"Sei uno stupido, stupido Nephilim"
Disse Magnus prima di baciarlo. Si staccò dal Cacciatore con un verso insofferente.
"Cosa c'è?"
Chiese allarmato Alec.
"Devo finire di lavorare"
"Lavorare? Prima, sulle scale, non sembrava che tu avessi tanta fretta o voglia di lavorare"
Disse Alec continuando a tenere lo stregone vicino a sé con le mani sui suoi fianchi.
Magnus represse con poco successo un sorriso poi si allontanò.
"Che cosa fai?"
"Sto cercando Valentine"
Disse Magnus guardando tra i libri su degli scaffali.
"Nella tua libreria?"
Chiese ironico Alec appoggiandosi al tavolo rotondo.
"Sì, Alexander, ho trasformato anche lui in un topo e si è rifugiato qui in mezzo"
"Alec"
Disse mentre seguiva con lo sguardo i movimenti di Magnus.
"Magnus"
Rispose beffardo lo stregone prendendo due libri per poi metterli sul tavolo.
"Aspetta... Anche? Vuoi dire che hai trasformato qualcun'altro in topo? Hai trasformato tu Simon?"
"Simon?"
"Il mondano che c'era prima o come lo chiami tu: Il ragazzo topo"
"No, lì è stata colpa della sua mancata astuzia"
Alec sospirò continuando a guardare Magnus che so sedeva con dei libri, in silenzio per un paio di minuti.
"Da quando lo cerchi?"
"Da quando il tuo amico è venuto a stare qui"
Alec si avvicinò ad un divano e si lasciò sprofondare e un piccolo oggetto catturò la sua attenzione.
"Questo è l'anello di Jace. Perchè ce l'hai tu?"
Chiese Alec rigirandosi tra le dita l'anello dei Morgenstern.
"Ah, ecco dov'era... Gliel'ho chiesto per rintracciare Valentine e lui me lo ha tirato contro dicendo che avrei anche potuto bruciarlo, se ne avessi avuto voglia"
Alec rimase in silenzio a pensare a quel gesto che rispecchiava completamente il carattere impulsivo di Jace. Alzò lo sguardo e trovò Magnus che leggeva qualcosa su un libro, si alzò, gli andò vicino e lo guardò il grande volume da dietro le sue spalle.
"Non puoi capire neanche questo libro, a meno che tu non abbia imparato il purgatico in meno di venti minuti"
"Me lo dici sempre, ormai mi sono abituato a non capire i tuoi libri, ma nessuno ha detto che stavo tentando di leggerlo..."
Disse Alec abbassandosi vicino all'orecchio di Magnus.
"Io stavo guardando te"
Proseguì mentre sul volto di Magnus si formava un'espressione di puro piacere.
"Dillo che stai cercando di boicottare il mio lavoro"
"Io..." Stava dicendo Alec, ma poi si rese conto che era sarcastico "certo"
Finì continuando a stare con le labbra vicine all'orecchio di Magnus che non riuscì a contenere un sospiro quando Alec gli baciò il collo, ma poi si allontanò, tanto per farlo soffrire.
Magnus chiuse il libro e si alzò per andare dietro ad Alec che intanto si era girato per esaminare non-si-sa-cosa nella stanza.
Adesso era il turno di Magnus a fare soffrire Alec in quel modo: era una delle sue attività preferite. Appoggiò le mani sui fianchi dell'altro e si attaccò al corpo del Cacciatore muovendoso a destra e a sinistra.
"Sai essere persuasivo, Nephilim"
Soffiò sul suo collo prima di morderglielo. Le sue mani si infilarono sotto la maglia di Alec che abbandonò la testa sulla spalla di Magnus con un sospiro.
"Ho imparato dal migliore"
Disse prima di girarsi e ritrovare davanti a sé Magnus che subito baciò portando le sue braccia dietro al collo dell'altro. Quando lasciò la bocca di Magnus, Alec rimase a guardarlo continuando a chiedersi una cosa.
"Chi è Madonna?"
Magnus sorrise appoggiando la sua fronte su quella del Nephilim.
"È una cantante che balla, anche. Ha cinquant'anni suonati e sembra una neo quarantenne"
"Mmmh... Molto interessante"
Disse sorridendo.
Magnus schioccò le dita e da una cassa messa in un angolo partì una canzone.
"Questa, mio caro Alexander, è "Love profusion" di Madonna"
Alec stava per ribattere di non chiamarlo Alexander, ma Magnus lo zittì con un bacio.

There are too many questions
There is not one solution
There is no resurrection
There is so much confusion
The love profusion
You make me feel
You make me know
And the love vibration
You make me feel
You make it shine
(Ci sono troppe domande 
Non c’'è una sola soluzione 
Non c'’è resurrezione 
C'’è così tanta confusione
Tu mi fai provare 
E mi fai conoscere 
La perfusione dell’'amore 
Mi fai sentire 
E fai risplendere 
La vibrazione dell’'amore)
Alec portò le sue mani ai fianchi dello stregone mentre continuavano a baciarsi e ad accarezzarsi. Fece indietreggiare Magnus fino a raggiungere una parete contro cui si appoggiò lo stregone.

There are too many options
There is no consolation
I have lost my illusions
What I want is an explanation
(Ci sono troppe possibilità 
Non c'’è consolazione 
Ho perso le mie illusioni 
Quello che voglio è una spiegazione)
Alec scese sul collo di Magnus e gli baciò il punto che gli aveva baciato qualche venerdì prima e ottene lo stesso effetto della volta scorsa: lo squittio strozzatto che appagava Alec in modo che non riusciva neanche a capire.

And the love profusion
You make me feel
You make me know
And the love direction
You make me feel
You make me shine
You make me feel
You make me shine
You make me feel
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
(Tu mi fai provare 
E mi fai conoscere 
La perfusione dell’'amore 
E mi fai sentire 
La direzione dell’'amore 
Mi fai brillare 
Mi fai sentire 
Mi fai brillare 
Mi fai sentire
Ti sento sotto la mia pelle)
Magnus passò le mani sotto la maglia logora di Alec che rabbrividì al suo tocco freddo, ma ci si abituò subito, voleva abituarcisi. 

There is no comprehension
There is real isolation
There is so much destruction
What I want is a celebration
And I know I can feel bad
When I get in a bad mood
And the world can look so sad
Only you make me feel good
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
(Non c'’è comprensione 
C'’è vero isolamento 
C’'è così tanta distruzione 
Quello che voglio è festeggiare
E so che posso sentirmi male 
Quando mi sveglio di cattivo umore 
E il mondo può sembrare così triste 
Solo tu mi fai sentire bene
Ti sento sotto la mia pelle)
Magnus strinse la stretta del braccio attorno al bacino di Alec che gli si avvicinò ulteriormente. Alec tornò a stuzicargli le labbra baciandole, monrdendole e leccandole

And the love profusion
You make me feel
You make me know
And the love intention
You make me feel
You make me shine
You make me feel
You make me shine
You make me feel
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
I got you under my skin
(Tu mi fai provare 
E mi fai conoscere 
La perfusione dell’'amore 
E mi fai sentire 
L’'invenzione dell’'amore 
Mi fai brillare 
Mi fai sentire 
Mi fai brillare 
Mi fai sentire
Ti sento sotto la mia pelle)
Magnus si girò e trascinò Alec nella camera da letto. Richiuse la porta per lasciare fuori Presidente Miao che stava, per l'appunto, cercando di entrare.
Alec diede un rapido sguardo alla camera: i colori gli sembravano accesi, tanto accesi, ma smise di farci caso quando Magnus ricatturò le sue labbra.

And I know I can feel bad
When I get in a bad mood
And the world can look so sad
Only you make me feel good
(E so che posso sentirmi male 
Quando mi sveglio di cattivo umore 
E il mondo può sembrare così triste 
Solo tu mi fai sentire bene)
Magnus girò attorno ad Alec e si mise alle sue spalle circondandogli il bacino con le braccia. Si mosse dietro Alec e si strusciò sul suo corpo provocando gemiti ad entrambi.
Alec appoggiò la testa sulla spalla dello stregone lasciandogli più spazio sul suo collo mentre le ultime strofe della canzone passavano.
La canzone finì e ne iniziò un'altra. Alec era già abbastanza eccitato, non era abituato a essere toccato in quel modo da un ragazzo, e quel che gli serviva di meno era continuare a muoversi in quel modo con Magnus.

I'm outta time and all I got is 4 minutes
4 minutes
Breakdown come on 
Come on 
Madonna 
(-Sono in ritardo, ho solo quattro minuti, quattro minuti. Dai, Madonna)
Cominciò la canzone e Magnus, che si era fermato con la musica e respirava con la bocca sul collo di Alec, tornò a baciarglielo e a morderlo mentre i sospiri di Alec si facevano più intensi.

-Come on boy I've been waiting for somebody to pick up my stroll 
-Now don't waste time, give me desire, tell me how you wanna roll
(-Dai ragazzo, sto aspettando qualcuno che mi venga a prendere per poi uscire.
-Dai ragazza, non fermarti, mi fa davvero male sentirtelo dire, dimmi come vuoi muoverti.
Il tuo corpo, fallo muovere velocemente per me e prendi il controllo, c'è abbastanza spazio per entrambi)
Alec portò le mani dietro il collo di Magnus per tenerselo vicino. Lo stregone si mise davanti all'altro continuando a baciarlo, si muovevano a tempo di musica.

Girl I can hit you back just gotta show me where it's at 
Are you ready to go? 
(-Hey ragazza, posso farlo, devi solo sederti, io sono seduto, siamo pronti ad andare? Sei pronta ad andare?
Se lo vuoi, ce l'hai già
Se ce l'hai già)
Magnus spinse Alec sul letto e mentreclo faceva gli uscirono delle scintille blu dalle dita, poi lo seguì. Si mise sopra di lui e stavolta fu Alec a baciare lo stregone che aveva ancora le mani sotto la maglia dell'altro. Gli percorse tutto il petto e l'addome e mentre lo faceva la stoffa scopriva un po' della sua pelle segnata da cicatrici. Magnus guardò Alec e gli sfilò lentamente la maglia, troppo lentamente per i gusti di Alec.

Time is waiting
We only got four minutes to save the world  
No hesitating 
Grab a boy 
(-Hey ragazzo, adesso che succede? non sei così male! Anticipi tutte quelle cose che voglio e io non ti fermerò)
Magnus passò le mani sul petto nudo di Alec mentre le loro labbra continuavano a scontrarsi in lunghi baci appassionati, poi Magnus scese e passò dal collo al petto dell'altro andando a stuzzicare una cicatrice che una volta era una runa.



Go grab you girl 
But if I die tonight at least I can say I did what I wanted to do 
Tell me how 'bout you? 
And I know I can tell that you like it and that it's good 
By the way that you move 
(-Hey ragazza, io sono quello che vuoi, sono solo, e aspetto di rendertì mia, ti renderò mia
Tutti vengono e vanno, ma spero che tu rimarrai un po', conosco quel sorriso)
Un sorriso si formò sulle labbra di Alec immaginando che quel "tutti vengono e vanno, ma spero che tu rimarrai un po'" fosse una frase perfetta per Magnus. Questi continuava a non dar tregua alla pelle di Alec e stava cercando di sfilare la vedte di Magnus che poi volò sul pavimento vicino alla maglia di Alec.




You gotta get em a heart
(-Hey,ragazza, per me va' bene, io e te, è proprio dove sono pronto ad andare, tu sei pronta ad andare?)
Mentre Magnus tornava alle labbra di Alec, che ora sopsirava pesantemente, il Cacciatore gli tolse la maglia e sentì la loro pelle a contatto, rabbrividendo. Alec passava le mani per tutta la lunghezza della schiena di Magnus fino all'elastico dei boxer mentre baciava ogni centimetro della pelle dello stregone.





If you want it 
You've already got it 
If you thought it 
It better be what you want
If you feel it 
It must be real just 
(-Se lo vuoi, ce l'hai già
Se ce l'hai già
Meglio che sia quello che vuoi
Se lo senti, devo essere reale)
Magnus passava la mano sulla gamba di Alec, che sospirava sommessamente sulla bocca dello stregone, poi passo alla striscia di pelle sopra l'elastico dei suoi boxer e si fermò sul suo fianco quando Alexander gli morse un labbro. Rimase con la mano sul suo fianco mentre con un dito indugiava verso il suo inguine sentendo l'evvidente eccitazione di Alec.




Say the word and 
I'ma give you what you want
(-Di' solo una parola e io ti darò quello che vuoi)
"Magnus"
Gemette Alec aggrappandosi alle spalle dell'interessato quando la sua mano fu sul cavallo dei pantaloni del Cacciatore.
Magnus sorrise sulle labbra di Alec che gemeva e sospirava sulla sua pelle.
"Shhh"
Sospirò Magnus con le labbra vicine all'orecchio di Alec.



No hesitating
We only got four minutes to save the world 
So keep it up keep it up 
Don't be afraid 
You gotta get em a heart
(-Non aspettare
Hai solo 4 minuti per salvare il mondo
Devi cambiare
È per questo che sei mia, ragazza
Non aspettare)
I gemiti di Alec vennero bloccati da un impetuoso bacio di Magnus che fece rimanere senza fiato entrambi.



We only got four minutes huh four minutes 
So keep it up keep it up 
Don't be afraid 
Madonna 
(Abbiamo solo quattro minuti per salvare il mondo
Devi cambiare
Abbiamo solo quattro minuti)
Alec portò le mani sui jeans di Magnus, ma un qualcosa simile ad un trillo lo risvegliò parzialmente dal suo torpore dei sensi e si guardò affianco senza far notare a Magnus quel gesto, ma non c'era niente di insolito.
Un altro trillo. No, sarà stata la mia immaginazione, si disse Alec.
Un terzo trillo, anche Magnus se ne accorse questa volta e si accigliò. Il suo telefono stava squillando. Magnus si accigliò, ma non si scostò da sopra Alec che rimase bloccato sotto il corpo mezzo nudo dell'altro.
"Io li odio quei malefici aggeggi infernali. Si stava meglio quando non erano ancora stati inventati"
Disse prima di togliersi dal corpo del Cacciatore che temporeggiò per riprendere il controllo del battito cardiaco e della respirazione.
“Jace! Cosa c'è?"
Disse Alec un po' accigliato non appena aprì il telefono.
"Anche io ti voglio bene, parabatai. Passata una bella ora e mezza?"
Alec arrossì, sì, aveva passato una bella ora, decisamente. Sentì le dita di Magnus percorgliergli la spina dorsale e si scansò un po'.
"Devi portare del sangue. Non so quanto, portalo e basta"
Disse Jace non sentendo risposta.
"Cosa? Jace, che è successo?"
"Simon, è stato morso dai vampiri. Portalo al cimitero ebraico"
"Ma—"
Stava dicendo, ma Jace aveva attaccato.
Magnus si mise dietro Alec facendo combaciare il suo petto con la schiena del Nephilim che fece ricadere la sua testa sulla spalla dell'altro con un sospiro di frustrazione.
"Possiamo tornare a noi?"
Disse Magnus all'orecchio di Alec per poi mordergli una spalla. Un brivido percorse la schiena di Alec e tutto il suo corpo gridava "sì!" Però doveva aiutare Simon.
"Sai il detto mondano: chi tace acconsente?"
"C'è un problema"
"E non possiamo risolverlo dopo"
Continuò Magnus baciando il collo di Alec.
"Così farai morire Simon"
"Cosa?!"
Chiese allarmato Magnus tirandosi un po' indietro.
"Simon, lo hanno trasformato in vampiro... Non so cosa sia successo, o cosa sia successo. So solo che ha bisogno di sangue"
"Ed è sempre zio Magnus che risolve la situazione del momento"
Disse in modo teatrale Magnus mentre si spostava da Alec.
"Per favore, non dirmi che hai del sangue in casa"
"No... Lo facevo comparire... Davvero mi credi così strano e perverso?"
Alec arrossì e riprese la sua maglia per infilarsela. Quando ai voltò vide Magnus già vestito con un sacchetto nero in mano.
"È quello il sangue?"
"Sì, Alecander. Vogliamo andare?"
Disse porgendogli un braccio per stare sottobraccio con Alec, ma lui rifiutò l'offerta e uscirono.



Ritaaaaardo ritardo ritardooooo
Da adesso faccio che metto il capitolo ogni sabato perchè ho tante cose da fare e non ce la faccio ad aggiornare sempre...
Dopo qeusto, mi dispiace per aver rovinato il mito di Madonna e, tra l'altro, ho fatto un casino con i testi, ma va beh...
Spero che il capitolo vi sia piaciuto comunque, recensite se volete e shippate Malec perchè fa bene u.u
Arrivederciiiii ~('.'~) (~'.')~

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Capitolo 15
*** Fuori dal cimitero ***


Durante il tragitto per andare al cimitero Alec aveva quasi corso, ma ogni volta che si girava vedeva Magnus che camminava dietro di sé. Alla fine Alec aveva acconsentito alla proposta di Magnus di stare a braccetto solo per poterlo trainare più velocemente.
"Dobbiamo ancora recitare la parte degli sconosciuti?"
Chiese Magnus voltandosi verso Alec che abbassò lo sguardo, ma rimase in silenzio.
"Alec, non lo puoi nascondere per sempre a tutti. Prima o poi ci arriveranno anche da soli"
"Beh... Io preferirei non dirlo, per il momento, e farli arrivare da soli alla conclusione"
Magnus non replicò, ma il suo disaccordo era evvidente.
"Magnus... Non è per te... È che–"
"Non importa Alexander. Io ti intralcerò e ti ostacolerò con tutto me stesso in ogni caso"
Disse ironicamente Magnus dando una pacca sulla schiena di Alec.
"Credevo ti andasse bene..."
"Sono ironico... Devi capire quando una persona scherza e fa del sarcasmo"
Alec sospirò.
"Non dobbiamo per forza fare gli sconosciuti, possiamo fare gli amici..."
Distolse lo sguardo da quello di Magnus e si accorse di una figura che si stagliava in lontana davanti a loro. Jace. Guardò verso  Magnus in una domanda muta e lui acconsentì lasciandogli il sacchetto con il sangue. Corse verso Jace porgendogli il sachetto.
Magnus rimase dietro a camminare con il soprabito di pelle che gli svolazzava dietro. Vide Jace mentre apriva il sacchetto dicendo che non voleva sapere dove l'aveva preso.
"In una macelleria di Greenpoint. Dissanguano la carne per renderla halal. È sangue animale"
"Il sangue è sangue"
Borbottò Jace prima di alzarsi e dire a Clary di rimanere dov'era, ma, come sempre, lei fece di testa sua e lo seguì alla tomba.
"Allora ti va bene se non lo dico?"
Chiese Alec ancora fermo dietro Magnus.
"Certo che no. Ma se lo vuoi davvero allora cercherò di fare il bravo stregone"
Rispose Magnus con una scrollata di spalle mentre Alec lo raggiungeva.
"Perchè vuoi che lo dica?"
"Perchè non lo trovo giusto nei confronti dei tuoi amici"
Nessuno dei due parlò, guardavano entrambi avanti, in direzione dei due fratelli Morgenstern.
"Alexander... Stai tremando"
Disse preocupato Magnus posandogli una mano sulla schiena che neanche venti minuti prima era nuda.
"Sembra che sia arrivato l'inverno in un attimo"
Disse Alec cercando di controllare i brividi, non era solo per il freddo che tremava, era per l'agitazione, non aveva mai assistito alla nascita di un vampiro e non sapeva cosa sarebbe potuto accadere. Si scostò dalla mano di Magnus vedendo la figura di Raphael avvicinarsi.
"Sommo Stregone. Non mi aspettavo di vederti qui"
Disse Raphael con un'espressione stupita sul volto.
"Ero curioso. Non ho mai visto nascere un figlio della notte"
"Avete amicizie incredibilmente illustri, Cacciatore"
Disse Raphael guardando per un secondo Jace per poi tenere lo sguardo fisso su Alec.
"Stai di nuovo parlando di te? Mi sembri un po' spocchioso"
Replicò Jace spostando un po' di terra con la punta dello stivale.
"Forse intendeva me"
Sussurrò Alec credendo che nessuno lo avesse sentito, invece si ritrovò con cinque volti che lo fissavano.
"Scusate... È la tensione"
Disse imbarazzato Alec.
Magnus lo guardò con un mezzo sorriso.
"Non ce n'è bisogno"
Disse portando una mano alla spalla del Cacciatore, ma questo si spostò dalla traiettoria dello stregone. Magnus cercò di nascondere un sorriso mentre pensò che, da quando aveva baciato Alec per la prima volta, voleva continuare ad essere sulle sue labbra e toccarlo e stargli vicino e poter passare più tempo possibile con lui. Non gli era mai capitato in ottocento lunghi anni di vita.
"Perchè?"
Bisbigliò accigliato Alec, questa volta sicuro che nessuno, oltre a Magnus, l'avrebbe potuto sentire.
Magnus non rispose, gettò un'occhiata a Raphael e mimò con le labbra -lui ci sente- .
Alec guardò Raphael che stava alternando lo sguardo tra Magnus e lui mentre gli sorrideva malizioso. 
Perfetto, pensò Alec, anche Raphael l'ha capito.
Ormai lo sapevano Isabelle, Raphael, probabilmente Simon e l'Inquisitrice e quest'ultima era quella che lo spaventava di più. 
Alec si riscosse dai suoi pensieri sentendo la terra sotto di sé tremare. Non era il tremolio di un terremoto, era come un battito continuo e perpetuo proveniente da sottoterra.
"State indetro"
Disse Raphael deciso, tutti fecero qualche passo indietro, ma Clary si muoveva appena, era completamente paralizzata. 
Perchè non è restata giù? Si chiese Alec, ma poi pensò che se Jace o Magnus o Isabelle fossero stati nella stessa situazione di Simon, anche lui avrebbe voluto essere al loro fianco.
La terra sotto i loro piedi si muoveva come se Simon stesse tirando pugni al terreno e una mano spuntò dal terreno.
"Simon!"
Gridò Clary e si lanciò verso la sua mano aperta. Raphael la bloccò tirandola indietro.
"Lasciami andare! Non vedi che ha bisogno d'aiuto?"
"Dovrebbe farlo da solo. È meglio in questo modo"
"È il tuo modo! Non il mio!"
Clary si lanciò verso la terra che si alzava mentre Simon spuntò dal mezzo scagliando la ragazza a terra. Simon si accasciò a terra e Clary gli si avvicinò.
"Clary! Che stai facendo?"
Girdò Jace mentre Clary continuava ad andare verso Simon e poi gli cadde vicino.
"Simon. Simon stai... Bene?"
Chiese Clary mentre allungava una mano verso Simon che si girò di scatto verso di lei. Simon le saltò addosso facendola schiantare al suolo.
"Simon!"
Urlò e gli tirò un calcio, ma lui non si mosse, si avvicinò a lei con la bocca aperta, ma Raphael lo prese per il colletto della giacca e lo tirò via come se pesasse quanto una piuma.
"Te l'avevo detto di stargli lontana"
Disse Raphael mentre si avvicinava al corpo di Simon.
"Non mi riconosce"
"Ti riconosce. Ma non gliene importa niente. Sta morendo di fame. Ha bisogni di sangue"
Disse Rapheal guardando Jace che si avvicinava con il sacchetto. Lo strappò e caddero degli involucri trasparenti pieni di sangue, ne prese uno e lo strappò portandolo davanti alla bocca di Simon. Raphael versò il liquido verso la bocca di Simon che continuava a contorcersi.
"Ecco. Bevi, piccolo uccellino, bevi"
Simon afferrò il sacchetto e ingurgitò il contenuto quando lo finì lo buttò via e Raphael gliene passò un altro.
"Non bere troppo velocemente. Ti sentirai male"
Disse Raphael come se non ci fosse nessuno ad ascoltarlo.
"La prossima volta che si nutrirà non sarà così pasticcione"
Disse Raphael rivolto a Clary. La ragazza distolse lo sguardo mentre tutti la guardavano, poi si allontanò di qualche passo barcollando.
"Clary..."
Stava dicendo Jace, ma lei parve non accorgersene.
"Clary!"
Disse più forte quando lei iniziò a correre per allontanarsi da quello spettacolo. Jace però non si mosse, rimase appoggiato all'albero e tornò a fissare il terreno sorprendendo tutti i presenti... Beh, forse tutti tranne Simon.
"Vado io"
Si girarono verso Alec che aveva detto quelle due parole. Fece un passo e sentì una mano pesargli sulla spalla. Magnus.
"Ti accompagno"
Alec non disse niente e si fece seguire nella sua camminata veloce.
Quando furono abbastanza lontani da poter parlare, Alec rallentò appena cosicchè lo stregone potesse raggiungerlo.
"Sei venuto perchè iniziavi ad annoiarti o perchè non è un bello spettacolo?"
Chiese Alec.
"Nessuno dei due. Tu non rimetterai, vero?"
"Ho visto demoni vomitare e sputarmi addosso, ci vuole qualcosa di più per farmi rimettere"
Un movimento catturò la loro attenzione. Svenuta su una tomba c'era Clary.
"Clary?"
Disse Alec quando le fu abbastanza vicino.
"Clary..."
Continuò appoggiandole una mano sulla spalla. Mise una mano sotto la spalla di Clary e la sollevò prendendola il braccio come si portano le spose in casa dopo il matrimonio. Solo che la situazione era ben diversa.
"Vieni, ti aiuto"
"No, riesco da solo. Non è così pesante"
Magnus sorrise e restò a guardarlo mentre risalivano verso gli altri.
"Clary..."
Disse Jace che era sceso con Isabelle.
"La prendo io, Alec"
Disse Jace prendendo Clary che fu come risvegliata dal contatto con la pelle del Cacciatore.
"Jace" disse con espressione stupita in volto "ehm... Lasciami"
Jace fu quasi colpito da quell'affermazione, ma non lo diede a vedere, peròAlec sapeva che era così, sapeva che ci restava male quando lei lo trattava così.
Jace lasciò Clary a terra e i due si guardarono un istante, poi lei si girò sui tacchi e si incamminò di nuovo verso il basso della collinetta.
Jace non la seguì per qualche secondo come indeciso sul da farsi, poi si girò e le andò dietro camminando.
Isabelle, che era rimasta tutto il tempo tra due alberi senza dire niente e senza farsi notare, catturò gli sguardi di Magnus e Alec.
"Ok, capito. Vi lascio soli, piccioncini"
Disse Isabelle allontanandosi un po' da loro.
"Siamo in un cimitero, Iz, ho abbastanza autocontrollo"
Disse deciso Alec, ma Magnus circondò le spalle del Cacciatore con un braccio, con un dito gli accarezzò il collo e il Nephilim non fu più tanto sicuro della sua affermazione.
Isabelle se ne andò silenziosamente vedendo che il fratello aveva di meglio da fare mentre Magnus passava il braccio dietro le spalle di Alec.
"Ne sei così sicuro, Alexander?"
Alec non rispose perchè la sua risposta sarebbe stata un sonoro "no".
Magnus avvicinò le labbra all'orecchio di Alec.
"Alla tua sinistra c'è l'uscita del cimitero, lo sai?"
Alec rimase qualche secondo a pensare a quell'affermazione e non si rese neanche conto che Magnus lo stava trascinando fuori. Oltrepassarono il cancello e scesero verso il fondo della collinetta mano nella mano. Più lontani da Simon e Raphael.
"Adesso che siamo fuori dal cimitero?"
Disse suadente Magnus.
"Non ricordarmi dove siamo"
"Perchè?"
Chiese avvicinandolo a sé.
"Rende tutto meno... Romantico"
Rispose Alec catturando le labbra dello stregone sentendolo sospirare.
"Quindi adesso Jace deve tornare a casa con te?"
"Se vuoi venire con noi..."
Rispose Magnus riavvicinandosi lentamente alla bocca di Alec.
"No, credo si lamenterebbe dei nostri rumori molesti"
Disse con un mezzo sorriso sulle labbra giocando con il bavero della vestaglia di Magnus.
"Vuoi dire dei tuoi rumori molesti"
Disse Magnus e per sottolineare l'affermazione morse il collo del Caccitore che gemette.
"Magnus!"
Disse Alec allontanandosi un po'.
"Sì?"
"Ci... Sono tutti qui attorno"
Magnus non resistette a non baciare quelle labbra che si muovevano per rimproverarlo.
"Ma—aaaagnus"
Gemette sentendo la mano di Magnus sui suoi pettorali disegnare linee immaginarie e Alec non riuscì a rifiutare oltre le labbra di Magnus.
Alec appoggiò le mani sul petto di Magnus sentendo un rumore e si staccò controvoglia da lui.
Forse Magnus non lo sentì perchè tornò a stuzzicare il collo di Alec e a lui sarebbe dovuta servire più autocontrollo di quello che aveva per respingere Magnus, soprattutto quando faceva certe cose con la lingua.
"Ragazzi, vi divertite?"
Chiese una voce che fece scattare entrambi sull'attenti.
"Isabelle..."
Disse scocciato Alec mentre Magnus gli sorrideva.
"Avevi detto che avevi abbastanza autocontrollo"
"Tecnicamente non siamo nel cimitero"
Isabelle sbuffò.
"Io vado a casa, vi aggiungete?"
Alec guardò Magnus per capirne le intenzioni.
"Io resto ad aspettare Jace, deve tornare al mio appartamento"
"Io resto a farti compagnia"
Disse Alec avvicinandosi al fianco di Magnus.
"No, stai congelando, è meglio se vai. Adesso vado a cercare il Nephilim incestuoso"
Alec spalancò gli occhi a quell'escalamazione poi fece un sospiro di rassegnazione.
Intanto Isabelle era rimasta a guardarli con un sorrisino sulle labbra.
"Volete muovervi? Io sto solo congelando per il freddo, ma se volete pomiciare ancora un po' basta dirlo"
Alec fece un passo verso Isabelle, ma Magnus lo riportò indietro e gli stampò un bacio sorridendogli.



Prima regola delle mie fanfiction: non è maaaai, ripeto: MAI facile starsene da soli in intimitá.
Muahahahahah questo credo che l'abbiate capito da un po', ma volevo sottolinearlo.
Allora... Ero convinta al mille per cento di aver aggiornato sabato scorso, invece vengo a sapere che il capitolo non è online, fantastico.
Sabato non avevo il telefono su cui scrivo i capitoli e ho aggiornato domenica, ma Efp mi odia alla morte e non mi aggiungeva i capitoli, adesso ci riprovo (per la 94929384292939103948 volta) con il computer e se c'è qualche anima buona che in una recensione mi scrive "sì, Gre, il capitolo c'è, banane e unicorni gay vivranno per sempre"
Poi potete fare quello che vi pare e piace.
Aaaaaaaameeeen.
Shippate Malec che fa bene👍

Ps: non fate troppo caso ai titoli dei capitoli, non sono brava a scegliere i titoli, faccio letteralmente schifo quindi... Non so... Fate finta che non ci siano e siate felici per Isabelle fangirl Malec shipper

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Capitolo 16
*** Come se non fosse successo niente ***


Alec era da solo all'Istituto, nella biblioteca, intento a leggere un libro in santa pace. Ma chi mai poteva restare in pace in quel periodo? Infatti il suo telefono squillò da dentro la sua tasca.
"Magnus?"
"Stiamo andando da Luke, vieni con noi"
"Perchè, cos'è successo? E... Noi chi?"
"Io, te e quel maniaco delle pulizie"
Alec alzò gli occhi al cielo mentre usciva dalla stanza.
"Cos'è successo da Luke?"
"Maia è stata aggredita da un demone Drevak e hanno chiesto a me di curarla"
"E io in tutto questo cosa c'entro?"
"Sostegno morale, penso"
"Sostegno morale per chi?"
"Per Jace"
Dall'altro capo del telefono si sentì uno sbuffo. Alec si fermò di colpo davanti all'ascensore.
"Cosa gli è successo?"
"Niente, forse"
"Non sei molto rassicurante, sai? Adesso dov'è?"
"È qui al mio fianco mentre stiamo uscendo e faresti meglio a sbrigarti"
Alec attaccò il telefono e uscì dall'Istituto.

Alec arrivò davanti al vialetto della casa e oltrepassò il pickup di Luke e vide che dalla parte opposta arrivavano Jace e Magnus.
Alec si fermò per aspettarli, o almeno, ad aspettare Magnus visto che Jace si mise a correre verso la casa facendogli solo un cenno di saluto.
Appena Magnus arrivò al fianco di Alec, gli mise un braccio attorno alla vita, ma il Cacciatore si scostò spostando lo sguardo su Jace che aprì di colpo la porta.
"Magnus... Lo sai"
Magnus fece sospirò esasperato.
"Tu ti lamenti? Dovrei essere io a farlo visto che ci incontriamo solo quando i tuoi amici hanno bisogno di me"
"Magnus, io non..."
Ma lo stregone lo aveva già superato e Alec gli corse dietro. Quando entrarono in casa, la prima cosa che i due notarono fu Clary, accovacciata sul tavolino da caffè, che teneva un pugnale in mano e la seconda fu il litigio tra la ragazza e Jace. Magnus e Alec alzarono gli occhi al cielo insieme, ogni volta che stavano insieme i due litigavano.
"Credo che stia peggiorando"
Disse Simon parlando di Maia che era sdraiata sul divano.
"Fuori dai piedi, mondano"
Disse Magnus con amarezza a Simon che era rimasto davanti a Maia.
"Sono Magnus Bane"
Disse quando si abbassò sul divano, verso Maia, ma lei non rispose, aveva lo sguardo confuso perso nel vuoto.
"Sono lo stregone che è venuto qui per curarti. Non ti hanno detto che stavo arrivando?"
Chiese Magnus intrecciando incantesimi attorno a loro due.
"So chi sei, ma... Sembri così... Risplendente"
Alec soffocò una risata con un colpo di tosse, Magnus gli sembrava già abbastanza arrabbiato, non voleva peggiorare la situazione. Ma non ci riuscì, Magnus si girò verso di lui e sotto i suoi incantesimi gli lanciò un'occhiata furiosa.
Forse era solo nervoso per la convivenza con Jace, sapeva bene che non era facile stargli vicino tutto il giorno, ma dopo un po' ci si abituava.
"Dov'è Luke?"
Chiese Jace.
"Fuori, stava spostando il pickup dal prato"
Rispose Simon cercando di capire quel che stava succedendo tra Magnus e Alec. Stavano insieme? Sono in crisi? Si sono lasciati? Ma smise di pensarci, non era affari suoi.
"Io non l'ho visto quando abbiamo salito le scale"
"Hai visto il suo pickup?"
"L'ho visto io. Era nel vialetto. A luci spente"
Disse Alec e tutti lo guardarono, anche Magnus, ma il Cacciatore evitò il suo sguardo.
"Non mi piace. Non dopo l'attacco di un Drevak. Si spostano in branchi"
"Vado a cercarlo. Alec, tu rimani qui, proteggi la casa"
Alec aprì la bocca per ribattere, ma Clary lo interruppe.
"Vengo con te"
"No"
Clary si portò tra lui e la porta e furono talmente vicini che Alec pensò che da un momento all'altro si sarebbero baciati.
"Non ho tempo per farti i marchi e tu hai solo quel pugnale. Non sarà di grande aiuto se dobbiamo vedercela coi demoni"
"E con questo? Tu hai due spade, dammene una"
"Oh, per l'amor del... Vado io"
Disse Simon, anche lui stufo dei loro litigi. Ovviamente lui ci stava, come Alec. Beh, a Simon piaceva Clary e Jace era... Il parabatai di Alec.
"Simon, non..."
"Almeno non perdo il mio tempo standomene qui a guardarvi flirtare mentre non sappiamo cos'è successo a Luke!"
"Andiamo tutti"
Disse Jace porgendo una spada a Clary, poi i tre uscirono.
Alec ci mise qualche secondo a accorgersi che era rimasto solo con Magnus e Maia, che era sotto un incantesimo soporifero, in casa, fu tentato di scusarsi, ma non ci riuscì, non riusciva a trovare le parole per dirglielo.
Passarono due minuti che sembrarono interminabili ore ad entrambi prima che Alec riuscì  a dire anche solo una parola, perchè Magnus non aveva nessuna intenzione di fare niente.
"Magnus... Io... Mi dispiace. Lo so, dovevo chiamarti e non ho fatto niente per incontrarci. E non ti do torto per non avermi chiamato, sei sempre tu quello che mi chiede di incontrarci e questo è... Sbagliato e–"
Si bloccò vedendo Magnus prendere in braccio Maia e alzarsi.
"M–Magnus?"
Ma lui non lo guardò neanche, come se non l'avesse neanche sentito.
E solo allora, Alec si ricordò di tutta la rete di incantesimi attorno allo stregone, per questo che non lo sentiva.
Aspettò nel salotto con la mano posata sul manico del pugnale finchè Magnus non tornò nella stanza.
"Ho portato Maia nella camera da le—"
"Non mi sentivi prima?"
Magnus fece cenno di no e aspettò che Alec proseguisse.
"Mi... Mi stavo scusando"
Magnus espirò e andò verso la porta, Alec lo raggiunse e si mise tra lo stregone e la porta che stava per aprire.
"Perchè sei così arrabbiato? E... Dove vai?"
"Se non lo hai notato, è passato un po' di tempo da quando i tuoi amici sono usciti"
Alec chiuse gli occhi e appoggiò la  fronte a quella dello stregone.
"Magnus, mi dispiace, davvero. Se sei arrabbiato perchè io non ho detto a loro di noi due... Credevo che fossimo d'accordo... È... È solo che non sono ancora pronto"
Magnus annuì sconsolato e Alec portò una mano alla guancia dello stregone.
Un suono improvviso fermò Alec dal baciare Magnus e lo stregone sgusciò fuori dalla porta.
Quando tutti rientrarono, Jace e Simon trasportarono Luke sul divano e solo allora Alec si rese conto dell'aspetto del licantropo.
Jace si avvicinò alla finestra dov'era appoggiato Alec e accostò la testa alla parete.
"Cos'è successo?"
Chiese Alec mentre Magnus tornava a curare Luke.
"C'è stato un attacco da una coppia di demoni Raum vicino alla riva del fiume e hanno ferito Luke"
"Li avete uccisi?"
"No"
"No?"
"Sono... Scappati"
Alec rimase colpito dall'affermazione di Jace, i demoni Raum difficilmente scappavano se non avevano quello che volevano.
"Sta bene!"
Disse Clary e tutti andarono verso Luke mentre Magnus si lasciava cadere sulla poltrona vicino esausto. I suoi capelli non erano più pettinati, la sua pelle era diventata bluastra ed era estremamente teso.
"È ancota vivo? Ne sei sicuro?"
Chiese Simon guardando Luke sdraiato sul divano.
"Sì, sono sicuro"
"Luke sarà anche vivo, ma lui non sta bene..."
Sussurrò Jace ad Alec che fu pronto a nascondere un sorriso in caso che Magnus si fosse girato verso di lui sentendo la battuta. E fu proprio quello che successe.
"Sono il Sommo Stregone di Brooklyn, so quello che faccio. Il che mi rammenta che non ho ben capito come mai voi mi chiamate ogni volta che uno di voi ha anche un'unghia spezzata da curare. Come Sommo Stregone il mio tempo è prezioso. C'è un'infinità di stregoni meno importanti che sarebbero felici di lavorare per voi a un prezzi molto più modico"
Disse secco Magnus.
"Vuoi farci pagare? Ma Luke è un amico"
Ribattè Clary.
"Non un mio amico. Pensavate che vi aiutassi per il mio buon cuore? O si dà il caso che io sia l'unico stregone che conoscete?"
Alec sentiva Jace fremere di rabbia di fianco a sé e sperò soltanto che non scoppiasse in quel momento. Ma ovviamente non si poteva avere tutto.
"No. Ma si da il caso che tu sia l'unico stregone che conosciamo che sta con un nostro amico"
Disse Jace e tutti rimasero nel silenzio più assoluto.
Alec rimase impietrito e si sentì perdere qualche battito mentre non riusciva a fissare altro se non il viso di Magnus anche lui sorpreso di quell'affermazione.
Alec cercò di ritrovare la voce, era uno Shadowhunter e non riusciva a parlare dopo un'affermazione? No! Non andava bene.
"Perchè dici una cosa del genere?"
Riuscì a dire con voce tremante mentre quello che voleva fare era solo saltare addosso a Jace e dargli qualche sberla.
"Cioè?"
Chiese Jace come se niente fosse.
"Che io... Che noi... Non è vero"
Alec non riusciva a controllare il tono della sua voce.
"Non ho detto che sta con te, ma è buffo che tu abbia capito esattamente quel che intendevo, non ti pare?"
-no, visto che siamo parabatai- voleva dire Alec, ma gli uscì tutt'altra cosa dalla bocca.
"Non stiamo insieme"
Ripetè mentre sentiva la sua stessa voce flebile a quell'affermazione.
"Ah no? Dunque sei amico di tutti a quel modo, eh?"
Disse Magnus con le braccia incrociate al petto.
"Magnus"
Disse Alec rivolgendo allo stregone uno sguardo implorante, ma le sue parole gli vennero in mente: "preferirei non dirlo, ma quando ci arriveranno da soli io lo confesserò" e la risposta di Magnus su quanto sembrasse una frase da detenuto che aveva commesso un crimine non si fece attendere e Alec quasi sorrise se non fosse tornato alla realtà.
"Tu non... Voglio dire, come hai potuto solo pensare..."
Tentò di negare ancora Alec, ma lo sapeva meglio di tutti che, ancora una volta, la dote delle menzogne gli era stata negata.
"Quello che non capisco è perchè ti dai tanto da fare a tenermi nascosta la tua relazione con Magnus quando non sarei certo contrario se tu me ne parlassi"
Alec abbassò lo sguardo non sapendo cosa dire mentre diventava grigio pallido.
"Aiutami a convincerlo che non m'importa"
Disse Jace a Magnus.
"Oh, credo che su questo ti creda"
Rispose tranquillamente Magnus mentre sul viso di Alec si disegnò un'espressione di orrore misto a paura e un velo lucido passò sopra gli occhi del Cacciatore mentre il groppo alla gola cresceva.
"Allora non..."
"Jace, lascia perdere"
Disse Clary come se avesse provato pietà nei confronti di Alec.
"Lasia perdere cosa?"
Chiese Luke.
"Luke! Tu ricordi cosa è successo?"
Chiese Clary continuando a evitare la conversazione precedente.
"L'ultima cosa che ricordo è essere andato al pickup, qualcosa mi ha colpito alla spalla e mi ha tirato da una parte... In ogni caso devo essere svenuto. Poi mi sono ritrovato a sentire cinque persone che urlavano. Di che si tratta?"
"Di niente"
Dissero Alec, Magnus, Simon, Jace e Clary all'unisono.
"Capisco"
Disse Luke, anche se non convinto.
Poi tutti si sparsero per la casa, come se non fosse successo niente.





LO SO. LO SO, DIO BANANA. Lo scorso sabato, quella massa vivente di materia organica (ovvero mio fratello) ha ben deciso di cancellarmi tutte le note del telefono tra cui anche la Malec e allora ho dovuto riscrivere tutto il capitolo... Picchiate lui. Picchiatelo selvaggiamente con un ombrello. Sette volte. E mettete lui e un'anatra in una piccola stanza chiusa a chiave.
Sono una sorella amorevole.
E poi oggi sono andata a vedere Catching fire. ASDFGHJKLKJHGFDSA. Solo questo.

Ps.: io e una barbona gestiamo una pagina, se volete passare, questo è il link: https://www.facebook.com/pages/Babbani-Mondani-Capitolini-e-Mortali-non-ammessi/156986221149984
Grazie O3O

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Capitolo 17
*** Fear ***


Alec era seduto con le gambe contro il petto su una poltrona tra i due divani del salotto di Luke. Tutti dormivano, anche lui aveva dormito, ma solo per una decina di minuti.
In casa erano rimasti lui, Jace, Clary, Luke, Maia e Magnus.
Jace era andato in una stanzetta a dormire, Clary era nella stanza degli ospiti, Maia nel letto di Luke e Luke e Magnus sui divani del salotto, insieme ad Alec.
Il Cacciatore guardava Magnus, lo sguardo triste e le lacrime agli occhi che però non uscivano, pensando di averlo deluso. Gli aveva promesso di dire a tutti della loro relazione quando gli altri ci fossero arrivati da soli, ma lui non l'aveva fatto. Si sentiva un codardo. Aveva visto e combattuto demoni di qualsiasi tipo e aveva paura di parlare della sua sessualità. Si sentiva stupido. Si sentiva anche un traditore. Magnus aveva esplicitamente fatto capire di sapere che per lui Jace poteva sembrare più del suo parabatai. E l'unica persona, oltre a lui, ad averlo capito era stata Clary. Per questo aveva richiamato Jace cercando di cambiare discorso e le era riconoscente per questo.
Alec si chiedeva se tutti i Cacciatori si sentivano così vicini ai propri parabatai.
Chiuse gli occhi cercando di tornare a dormire e premette il viso contro lo schienale della porltrona sperando che quei pensieri non lo assillassero più. Un movimento gli fece riaprire gli occhi, Magnus si stava muovendo sul divano e Alec rimase fermo, trattenedo il fiato inconsciamente, a guardarlo. Quando lo stregone si fermò, Alec continuò a restare fermo a guardarlo pensando che Magnus ci teneva a lui tanto da lasciarlo mentire e fingere, ma il Cacciatore non aveva dimostrato altrettanto.
Si ritrovò davanti al viso di Magnus, un ginocchio a terra, a fissare i suoi lineamenti perfetti, gli scostò una ciocca di capelli dal viso e rimase qualche altro secondo a guardarlo passando con il pollice sopra il suo zigomo.
"Scusa"
Fu l'unica cosa appena sussurrata che disse, poi si alzò e uscì di casa.

Arrivò all'Istituto e corse in camera sua cercando di evitare di svegliare gli altri facendo rumore. Si fece una lunga doccia per schiarirsi le idee e si vestì con  un'altra maglia nera e dei jeans.
"Alec"
Alec si girò di scato verso la voce.
"Mamma... Sì?"
Disse Alec rendedosi conto che non l'aveva sentita entrare.
"Dove sei stato?"
Disse secca Maryse.
"Sono stato... con Jace"
Tentò di mentire Alec, però era comunque vero: lui era stato con Jace.
"Come sta?"
Chiese incerta delle parole di Alec.
"Sta bene"
Ci fu qualche secondo di silenzio dove nessuno dei due sapeva cosa dire.
"Comunque non puoi più uscire. Dovevi dirmi che uscivi a far visita a Jace. Prima è arrivato tuo padre e io neanche sapevo che non c'eri"
Disse Maryse incrociando le braccia al petto.
"Davvero è arrivato papà?"
Chiese Alec anche se sapeva che Maryse non stava mentendo.
"Adesso sta dormendo. Come stanno facendo tutti. E come dovresti fare anche tu"
Disse autoritaria la donna che poi uscì. Alec rimase fermo ad aspettare di non sentire più niente per poi sgattaiolare fuori dall'Istituto di nuovo.

Tornò di nuovo a casa di Luke ed era quasi l'alba.
Stava per entrare in casa, ma si fermò. Avrebbe potuto svegliare qualcuno. E quel qualcuno sarebbe potuto essere Magnus. Per il momento preferiva non dirgli niente, anche se, così facendo,avrebbe potuto peggiorare le cose.
Si sedette sul bordo della veranda e si sfregò le mani, solo in parte per il freddo. Forse un po' d'aria gli schiariva le idee.
Passarono appena dieci minuti e un rumore richiamò la sua attenzione, alzò lo sguardo, ma non c'era nessuno davanti a lui.
"Buuu"
Disse Jace dietro di lui. Alec sobbalzò e si girò verso di lui.
"Come hai fatto ad uscire?"
"Ho aperto la porta e ho iniziato a camminare, sai, il solito procedimento si sempre"
"Intendo come hai fatto ad uscire senza che nessuno si accorgesse della tua assenza"
"Dormivate tutti"
"Ma non dovevi rimanere con... Magnus per l'incantesimo?"
"Forse quello che ci ha raccontato era una balla"
Jace rimase zitto a fissare Alec che rimaneva fermo con lo sguardo fisso sulle sue scarpe.
"Per favore, evita"
Disse Alec alzandosi e incamminandosi sul vialetto, Jace lo seguì.
"Io non ti tormenterò se tu me ne parlerai"
Alec si fermò e si girò verso Jace.
"Va bene. È vero. Frequento Magnus. O, almeno, frequentavo... Ora non so neanche se vorrà più essere mio amico..."
Jace sbuffò e si mise le mani in tasca.
"Figuriamoci. Non ha nascosto la vostra relazione fino ad adesso?"
"Sì, ma..."
"Ma cosa? Adesso, fammi capire, io ero l'unico a non sapere che eri... Mh... Gay?"
Alec tornò a camminare messo a disagio dalle sue domande e Jace fece lo stesso al suo fianco per incitarlo a rispondere.
"Ehm... No"
"E chi lo sapeva?"
"Isabelle... Clary..."
Alec sussurrò appena il secondo nome sperando che Jace non lo avesse sentito.
"Clary? Clary lo sapeva e io no? La ragazza che non ti piace lo sapeva e il tuo parabatai no. Perchè?"
Chiese Jace quasi con rabbia.
"Non lo so! Va bene? Forse... Forse avevo paura che tu reagissi così. Forse avevo paura che tu non mi accettassi più e che... Tu potessi cambiare opinione su di me"
"Io, cambiare opinione su di te? Solo perchè preferisci i... I ragazzi alle ragazze?"
"Senti, Jace, è... È piuttosto imbarazzante per me discutere con te della... Della mia sessualità..."
"Bene, perchè la cosa è reciproca"
Alec sorrise e solo allora si accorse che si erano allontanati dalla casa di Luke.
"Jace?"
"Sì?"
"Dove stiamo andando?"
"Ah... Ehm... Boh"


 

SALVE POPOLO MALEC OuO
Sono in ritardo, sono sempre in ritardo, praticamente tutti i miei ritardi sono a una settimana di distanza l'uno dall'altro... Quindi non sono in ritardo... ÔoÔ
È tutta colpa delle serie tv. Oggi ho passato la giornata a guardare la quarta stagione di The walking dead visto che io sono arrivata dopo nel fandom... Spero che qualcuno, tra voi, capisca il mio disagio dopo aver visto la testa di Hershel staccata dal suo corpo. Sono letteralmente traumatizzata. Non è bello. E pensare che tra un po' inizio Game of Thrones. E lì, sì, che saran cazzi, da quello che mi racconta una mia amica.
In più Pendergast mangia un ratto. E questo è ancora peggio perchè la serie di Pendergast non l'ha letta praticamente nessuno D: mondo triste OnO
Boh... Mi sto dilungando... Ma oggi ho l'ispirazione per scrivere a manetta le cazzate più pesanti v.v

Qui è di nuovo il link per la mia pagina facebook:  https://www.facebook.com/pages/Babbani-Mondani-Capitolini-e-Mortali-non-ammessi/156986221149984
Se passate, passate, se non passate... Non passate... La llllllogica.

Ps: se qualcuno ha letto la saga di Pendergast, anche solo un libro, una pagina, una riga, o anche se ne ha solo sentito parlare, SCRIVETEMELO NELLA RECENSIONE. HO UN URGENTE BISOGNO DI QUALCUNO CON CUI FANGIRLARE. Sì, il mio disagio è palpabile.

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Capitolo 18
*** Fearless (pt. 1) ***


Alec teneva in mano una scatola bianca mentre seguiva Jace in casa di Luke. Appena entrò i suoi occhi andarono verso Magnus che aveva i capelli bagnati e una tuta di raso azzurro. Quando si accorse che anche lui lo stava guardando, cambiò direzione e iniziò a guardare un muro.
"Tutti di buonumore, vedo"
Disse Jace e solo dopo Alec si accorse che Maia stava piangendo.
"Merda. Odio piangere davanti ai Cacciatori"
"Allora vai a piangere in un'altra stanza. Possiamo fare volentieri a meno di sentirti frignare mentre parliamo, o no?"
Disse Jace con la voce atona.
Maia si alzò dalla poltrona su cui era seduta e se ne andò dalla stanza a grandi falcate.
Alec continuava a evitare lo sguardo di Magnus che continuava a pesargli sopra.
"Parlare? Ma non stavamo parlando"
Fece notare Clary.
"Però dobbiamo farlo. Magnus deve darmi una lavata di capo, vero, Magnus?"
Magnus distolse lo sguardo da Alec e guardò male Jace.
"Sì. Dove diavolo sei stato? Pensavo di averti detto chiaro e tondo che dovevi rimanere a casa" 
"Io pensavo che non avesse scelta, che fosse costretto a stare dove stai tu. Sai, per via della magia"
Disse Clary come per difenderlo.
"Di norma è così, ma ieri notte, dopo tutto il lavoro che ho avuto, la mia magia si è... Esaurita"
"Esaurita?"
"Già. Nemmeno il Sommo Stregone di Brooklyn dispone di risorse inesauribili. Sono un essere umano. Beh... Semiumano, quantomeno"
"Ma dovevi pur esserti accorto che le tue risorse fossero esaurite, no?"
Disse Luke in tono conciliante, cercando di non far sembrare la frase un rimprovero.
Magnus fulminò Jace.
"Sì. E ho fatto giurare a quella carogna di rimanere in casa. Adesso so quanto valgono i tanto decantati giuramenti dei Cacciatori"
"Dovevi farmi giurare in modo giusto. Solo un giuramento sull'Angelo ha un qualche valore"
"È vero"
Disse Alec e subito se ne pentì, aveva di nuovo catturato lo sguardo di Magnus.
"In ogni caso, dove sei stato tutta la notte? Con Alec?"
Chiese Magnus con una nota aspra nella voce.
"Non riuscivo a dormire così sono andato a fare una passeggiata. Quando sono tornato, mi sono imbattuto in questa anima in pena che ciondolava sulla veranda"
Spiegò Jace.
Ora Magnus sapeva che Alec ci stava male per il suo comportamento e un po' di preoccupazione si percepì nella sua voce.
"Sei stato là tutta la notte?"
Chiese ad Alec, animandosi.
Alec esitò a rispondere.
"No... Sono andato a casa e sono tornato. Mi sono cambiato, non vedi?"
Beh, non si notava di certo, indossava una maglia nera e dei jeans praticamente identici a quelli che portava il giorno prima.
"Che cosa c'è nella scatola?"
Chiese Clary indicando quella che teneva in mano il Cacciatore.
Alec sembrò ricordarsene solo in quel momento.
"Ah, sì. Sono delle ciambelle. Qualcuno ne vuole una?"
Rispose aprendola e posandola sul tavolino da caffè.
Dopo che tutti ebbero preso una ciambella, calò il silenzio.
"C'è solo una cosa che non capisco"
Disse ad un tratto Luke.
"Solo una? Allora sei messo meglio di tutti noi"
Disse Jace.
"Non vedendomi rientrare in casa, voi due siete venuti a cercarmi"
"Noi tre. È venuto anche Simon"
Specificò Clary.
"Bene. Voi tre. C'erano due demoni, ma Clary dice che non ne avete ucciso neanche uno. Allora cos'è successo?"
"Io avrei ucciso il mio, ma è scappato"
Disse Jace.
"Ma perché lo avrebbe fatto? Loro erano due, voi eravate tre, si sentivano in inferiorità numerica?"
Chiese Alec.
"Senza offesa per gli interessati, ma l'unico tra i tre con l'aria pericolosa è Jace. Una Cacciatrice non addestrata e un vampiro terrorizzato..."
Disse Magnus.
"Forse sono stata io... Forse l'ho fatto scappare per lo spavento"
Disse Clary e Magnus la guardò come per dire "ma hai sentito una mezza parola di quello che ho appena detto?".
"Non ho detto che l'ho fatto scappare perché metto paura... Credo che il motivo sia questo"
Clary mostrò il palmo della sua mano, sopra c'era un marchio che nessuno conosceva.
"Non ho mai visto quel marchio. E voi?"
"No. Ma non mi piace"
Disse Magnus.
"Non sono sicura di cosa sia o di cosa significhi. Ma non arriva dal Libro Grigio"
Disse Clary.
"Tutte le rune arrivano dal Libro Grigio"
Disse Jace quasi con fastidio.
"Non questa. L'ho vista in sogno"
"In sogno? A che gioco stai giocando, Clary?"
Chiese Jace furioso.
"Non sto giocando a nessun gioco. Ricordi quando eravamo alla Corte Seelie e la Regina ci ha detto che eravamo esperimenti? Che Valentine aveva fatto... Anzi, ci aveva fatto qualcosa per renderci diversi, speciali? Ha detto che il mio era il dono delle parole che non possono essere pronunciate e il tuo il dono dell'Angelo"
Alec stette ad ascoltare l'intera conversazione con attenzione. Perché Jace non gli aveva parlato di questi ipotetici doni di Valentine?
"Stupidaggini da fate"
"Le fate non mentono, Jace. Le parole che non possono essere pronunciate... Cioè le rune. Ognuna ha un significato diverso, ma sono fatte per essere disegnate, non dette ad alta voce. Ricordi quando mi chiedesti come avevo fatto a entrare nella tua cella nella Città Silente? Ti risposi che avevo usato una normale runa di Apertura, ma la mia runa non si limitò ad aprire la porta, aprì anche tutto quello che c'era nella cella. Spezzò le manette di Jace. Penso che la Regina volesse dire che posso disegnare rune molto più potenti di quelle normali. E magari crearne di nuove"
"Nessuno può creare nuove rune"
"Magari lei può, Jace. È vero, nessuno di noi ha mai visto il marchio che ha sul braccio"
Disse Alec percependo lo sguardo infuriato del parabatai su di sé.
"Alec ha ragione. Clary, perché non vai a prendere il blocco da disegno?"
Alec si stupì delle parole di Luke che gli davano ragione, mentre Clary usciva dalla stanza.
"Che gran cazzata"
Disse Jace incrociando le braccia al petto.
"Almeno dalle una possibilità"
Disse Alec andando ad appoggiarsi al pianoforte, più lontano da Magnus che continuava a guardarlo di soppiatto, sistemandosi dietro a Jace che sbuffò.
"Mettila così: se non funziona avrai ragione, se però funziona avrai ragione lo stesso perché fino ad adesso non hai detto esplicitamente che sarebbe stato tutto un fallimento"
Disse Magnus notando lo spostamento di Alec.
Clary tornò nella stanza e si sedette di nuovo mentre sistemava il blocco e le matite.
"Ehm. Cosa volete che faccia?"
Chiese incerta.
"Hai detto di essere capace di disegnare nuove rune, Clary?"
Chiese Luke.
"Ho detto che lo penso"
"Beh, mi piacerebbe che ci provassi"
"Adesso?"
"A meno che tu non abbia in mente qualcos'altro"
Rispose di nuovo Luke con un sorriso.
Clary aprì il blocco, prese la matita tra le dita e la puntò sul foglio, ma non si mosse e rimase qualche secondo ferma, mentre tutti i presenti restavano a guardarla.
"Non posso farlo così, a comando, senza un'idea"
Disse Clary abbassando la matita.
"Che genere di idea?"
"Voglio dire, non so neanche quali rune esistono già. Ho bisogno di sapere un significato, una parola, prima di poter disegnare una runa corrispondente"
"Che ne diresti di Antipaura?"
Disse Jace con la più totale nonchalance e tutti si volsero verso di lui increduli che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca della persona che, fino a qualche secondo prima, non credeva neanche che si potessero creare rune.
Lui è l'unico che non sembra provare mai paura, pensò Alec contrariato.
"Ci sono rune che danno coraggio, ma non ce n'è mai stata una per eliminare la paura. Ma se tu, come dici, puoi crearne di nuove..."
Jace si accorse solo in quel momento degli sguardi stupiti di Alec e Luke e di quello di Magnus che faceva trasparire scetticismo per ogni sua parola.
"Sentite, mi sono appena ricordato che non ne esiste una così, tutto qui. E mi sembra abbastanza innocua"
Clary guardò Luke che le diede il consenso per disegnarla, puntò di nuovo la matita sul foglio e tracciò una linea, si fermò per un secondo a guardarla e tornò a disegnare un intreccio di linee. Mentre tracciava con la matita ripeteva in sussurri "antipaura, antipaura" poi di fermò ad osservarla e voltò il blocco per farla vedere agli altri.
"Ecco"
"Fantastico"
Commentò Alec, veramente ammirato per il lavoro della ragazza, probabilmente era l'unico in quella stanza che aveva creduto a quello che aveva detto Clary.
"Ma funziona?"
Chiese Jace scettico.
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire, come facciamo a sapere se funziona? Per ora è solo un disegno... Non si può togliere la paura ad un foglio di carta, non ce l'ha a prescindere. Dobbiamo provarla su una di noi, prima di essere certi che sia un'autentica runa"
"Non sono sicuro che sia una buona idea"
Disse Luke.
"È un'idea fantastica. Ho uno stilo di cui possiamo servirci, chi vuole farmi?"
Chiese Jace non accorgendosi dello sguardo di Luke.
"Che deplorevole scelta di parole"
Borbottò Magnus e Alec soffocò una risata attirando lo sguardo dello stregone che prontamente evitò.
"No. Jace, ti comporti già come se non avessi sentito la parola "paura". Non vedo come potremo percepire la differenza, se funziona su di te"
Disse Luke alzandosi e Jace si stampò un sorriso poco amichevole in volto.
"Certo che ho sentito la parola "paura". Solo che preferisco credere che non abbia niente a che fare con me"
"È proprio questo il problema"
Rispose Luke.
"Provala su di me"
Disse inaspettatamente Alec.
"Potrebbe tornarmi utile, un po' di mancanza di paura"
Alec si sfilò la giacca e scoprì la sua maglia leggermente più attillata delle sue solite maglie sgualcite, il che attirò ancora di più lo sguardo di Magnus su quel corpo. Quel corpo che gli mancava già, anche se era passato un solo giorno da quando  aveva litigato con Alec e per lui un giorno era lungo quanto un sospiro. Tornò alla scena in salotto, Jace stava tracciando la runa sulla pelle candida di Alec, sotto una runa per l'equilibrio.
Alec sentì lo stilo appoggiarsi sulla sua pelle e dopo qualche secondo iniziò a muoversi. Sentì la sua pelle bruciare sotto quel tocco, bruciava più di molte altre rune, forse più di tutte quelle che si era mai disegnato. A parte una. Quella per il cuore spezzato.
Lo stilò rallentò sulla sua pelle, fino a fermarsi. Una sensazione nuova lo pervase, si sentiva diverso, completamente diverso. Sentiva di potersi buttare giù da un palazzo senza neanche pensarci.
Tirò giù la manica della maglia, a coprire il nuovo marchio, ora doveva solo testarlo.
Pensò a quanto prima fosse intimorito a incontrare lo sguardo di Magnus, non ci riusciva, aveva paura di guardarlo negli occhi per vedere di nuovo la sua disapprovazione.
Alzò leggermente lo sguardo, poi ancora un po' ed eccoli lì, degli occhi da gatto sul verde che lo stavano fissando, rimase concentrato su di lui per qualche secondo, poi sentì la runa Antipaura consumarsi un po' sulla sua pelle.
Sì. Funzionava.




GNEEEE. IERI SAREI RIUSCITA AD AGGIORNARE SE NON FOSSE STATO PER QUELLA KCMSLXMEODJW DI SAPONETTA (saponetta perché il coso [sì, coso {e sì, metto parentesi dentro parentesi }] del wifi ne ha la forma e io la insulto dicendo che assomiglia ad una saponetta dei bagni di un motel di quarta categoria) CHE STA COMPLOTTANDO IL MIO OMICIDIO. 
Non siamo sincronizzati, io posso aggiornare una volta tanto in tempo e quello si spegne e scappa in groppa a Smaug per la Terra di mezzo. Invece quando io non ho ancora finito di ricontrollare il capitolo per la tremillesima volta, quello va.
Lui mi odia e io odio lui. È un profondo sentimento reciproco. Gli ho dedicato la canzone "I hate everything about you" dei Three days grace, perché la odio ma le voglio bene perché comunque mi connette ad internet (bipolarismo is the way).
Btw, prima o poi ce la farò ad aggiornare i tempo. Questa è una promessa.
Il prossimo sabato (si spera che ci riesca per sabato) sarà l'ultimo capitolo prima dello stacco per le vacanze, almeno riuscirò a scrivere la Johnlock *-*, o almeno la Larry che mi stanno imponendo delle mie amiche u.u

MOMENTO IMPORTANTE *squillo di trombe*:
Ringrazio tuuuutti tutti tutti tutti quelli che hanno letto la mia storia, che credevo facesse schifo, ma poi ho capito che non era poi tanto vomitosa dalle recensioni, e, a questo punto, un grazie speciale a chi mi ha scritto recensioni, positive, neutre o negative che siano. Un grazzissimo (wut?) soprattutto a: Martyc97, Cure Ari, clarissafairchild, Howl13, Violet Girl e yeye98 che hanno recensito tutti i capitoli o tanti o comunque ne hanno recensiti più degli altri o boh.
*lacrimuccia, banana, va a mangiare*

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Capitolo 19
*** Fearless (pt. 2) ***


Tirò giù la manica della maglia, per coprire il nuovo marchio, ora doveva solo testarlo.
Pensò a quanto prima fosse intimorito a incontrare lo sguardo di Magnus, non ci riusciva, aveva paura di guardarlo negli occhi per vedere di nuovo la sua disapprovazione.
Alzò leggermente lo sguardo, poi ancora un po' ed eccoli lì, degli occhi da gatto sul verde che lo stavano fissando, rimase concentrato su di lui per qualche secondo, poi sentì la runa Antipaura consumarsi un po' sulla sua pelle.
Sì. Funzionava.
"Allora?"
Chies Clary.
"Allora cosa?"
"Allora... come ti senti? Diverso?"
Alec pensò che aveva sentito quel moto di sensazioni che non aveva mai provato, ma poi era svanito.
"Ehm. No... Non proprio"
"Dunque non funziona"
Disse Jace.
"Non è detto, forse non c'è nulla in grado di attivarla. Magari qui non c'è niente di cui Alec abbia paura"
Disse Luke, mentre lo sguardo di Alec si posava di nuovo su quello di Magnus.
"Buuu"
Disse lo stregone con un sopracciglio alzato.
"Avanti, hai sicuramente una fobia o due. Che cosa ti fa paura?"
Chiese Jace, pur sapendo che una tra le sue fobie c'erano gli ombrelli, ma aveva avuto la discrezione di non dirlo e di lasciare che lo facesse lui.
"I ragni"
Disse Alec e Jace sembrò piuttosto deluso della sua risposta.
"Hai un ragno da qualche parte?"
Chiese Clary a Luke.
"Perché dovrei avere un ragno? Ho forse l'aria di qualcuno che colleziona ragni?"
"Senza offesa, ma direi proprio di sì"
Rispose Jace.
"Sai, forse è un esperimento stupido"
Disse Alec acido.
"E il buio? Potremmo chiuderti in cantina"
Propose Clary.
"Do la caccia ai demoni. Ovvio che non ho paura del buio"
Disse Alec cercando di mantenere un tono di pazienza nella sua voce.
Il campanello della casa trillò e Clary si girò verso Luke.
"Simon?"
"Impossibile. È giorno"
"Oh, giusto. Vuoi che vada io?"
"No. Sto bene. Probabilmente è qualcuno che si chiede perché la libreria è chiusa"
Luke si alzò e con passo malfermo andò ad aprire la porta. Sulla soglia della casa si trovavano Maryse, Robert e Isabelle Lightwood accompagnati da Imogen Herondale che li seguiva silenziosa.
Gli occhi di Alec percorsero i nuovi arrivati fino a fermarsi a sua madre, lei lo credeva ancora all'Istituto, infatti si stupì di vederlo lì, ma non si mosse nulla.
Alec vide la testa di Magnus scattare e lo guardò, poi passò lo sguardo sui suoi genitori.
"Alec. Che cosa diamine ci fai qui? Pensavo di averti detto chiaro e tondo che—"
"Madre. Padre. Mi vedo con qualcuno"
Disse Alec rivolgendo loro un sorriso.
"Alec, non mi pare questo il momento..."
Disse Robert, ma il figlio tornò a parlare.
"Invece lo è. È importante. Sapete, non mi vedo con una persona qualsiasi. Mi vedo con qualcuno che appartiene al Mondo Invisibile. In effetti si tratta di uno stre—"
E cadde per terra. Alec aprì gli occhi e gli ci vollero un paio di secondo per capire dove fosse, ma non ricordava come fosse arrivato a baciare il pavimento davanti alle scarpe di sua sorella. O, almeno a dormirci sopra. Alzò lo sguardo e vide il viso di sua sorella che cercava di trattenere un sorriso mentre scambiava lo sguardo tra lui e Magnus. Guardò lo stregone e gli vide un'espressione stupita e interrogativa e contrariata.
"Co... Cosa... perché sono sul pavimento?"
"Bella domanda. Magari puoi dirci cosa significava"
Disse Isabelle porgendogli una mano.
"Significava cosa? Aspetta... Ho detto qualcosa? Prima di svenire, intendo"
"Ti ricordi che ci chiedevamo se quella roba creata da Clary funzionasse? Funziona eccome"
Disse Jace prima che gli altri potessero dire qualcosa.
Alec si portò di corsa una mano al braccio sentendo una nuova cicatrice. Si pietrificò sul posto e il suo sguardo corse subito su Magnus.
"Cosa ho detto?"
"Hai detto che ti vedevi con qualcuno, ma non hai spiegato perché fosse tanto importante"
Disse Robert continuando a fissare Alec.
"Non lo è. Voglio dire, non mi vedo con nessuno. E non è importante. E non lo sarebbe neanche se mi vedessi con qualcuno, il che non è"
Tentò di salvarsi Alec, ma non riusciva a mentire, proprio come al solito.
Magnus lo guardò come se stesse parlando in una lingua inventata e cercò di aiutarlo.
"Alec è stato in preda al delirio. Un effetto secondario di qualche tossina demoniaca. È stato un po' iellato, ma si riprenderà presto"
Alec lo guardò sorpreso che lo stesse difendendo, ma subito sentì la voce di sua mamma fattasi stridula.
"Tossine demoniache? Nessuno ha riferito di un attacco demoniaco all'Istituto. Che cosa succede qui, Lucian? Questa è casa tua, no? Sai perfettamente che, in caso di attacco demoniaco, devi rifer—"
"Anche Luke è stato assalito. È svenuto"
Lo difese Clary.
"Molto comodo. A quanto pare, tutti sono stati privi di sensi o in preda al delirio. Nascosto, sai perfettamente che Jonathan Morgensern non dovrebbe essere in casa tua. Dovrebbe essere rinchiuso sotto la sorveglianza dello stregone. Hai già mancato una volta al tuo dovere, non avrai un'altra occasione"
"Mancato al mio dovere? Solo perché ho portato il ragazzo qui? Il contratto che ho firmato non faceva cenno al fatto che non potessi portarlo con me a mia discrezione"
"Non è questa la tua mancanza, permettergli di vedere suo padre, ieri notte, questa lo è"
Rispose l'Inquisitrice a Magnus con un tono di superiorità, come se fosse stata intoccabile, in quel momento.
"È ridicolo. Jace non sa neanche dov'è Valentine. Smettetela di perseguitarlo"
Disse Luke.
"Perseguitare è il mio compito, Nascosto. Il mio lavoro"
Guardò Luke con tono di sfida e si volse a Jace.
"Ora, di` la verità, ragazzo, e sarà tutto molto più semplice"
"Io non ho niente da dirvi"
"Se sei innocente, perché no ti discolpi? Dicci dove sei stato davvero ieri notte. Parlaci della nave di Valentine"
Alec risentì Jace che diceva di essere andato a fare una passeggiata prima di essere arrivato da lui sulla veranda.
Rimasero tutti zitti a quella richiesta, così Robert prese la parola.
"Imogen? Stai dicendo che Valentine era..."
"Su una nave in mezzo all'East River. Esattamente"
"Ecco perché non sono riuscito a trovarlo. Tutta quell'acqua ha ostacolato la mia magia"
Disse Magnus tra sé e sé.
"Cosa ci faceva Valentine in mezzo al fiume?"
Chiese Luke.
"Chiedilo a Jonathan. Ha preso i prestito una moto dal capoclan dei vampiri della città per volare sulla barca"
Disse l'Inquisitrice mentre Alec continuava ad ascoltare stupito la storia. Perché è andato da suo padre? Perché non me l'ha detto? Come fa l'Inquisitrice a sapere tutte queste cose?
"Infila la mano nella tasca della tua giacca. Tira fuori l'oggetto che ti porti dietro dall'ultima volta che hai lasciato l'Istituto"
Jace portò la mano alla tasca e Alec si sorprese a trattenere il respiro. Ne tirò fuori un pezzo di vetro con impressa un'immagine. Imogen glielo strappò di mano e gli tagliò la pelle, il sangue iniziò a zampillare fuori e Maryse fece un verso sommesso, ma non si mosse.
"Sapevo che saresti tornato all'Istituto a riprenderlo. Sapevo che il tuo sentimentalismo ti avrebbe impedito di lasciarlo lì"
"Ma cos'è?"
"Un pezzo dello specchio che fungeva da Portale. Quando è andato distrutto ha conservato l'immagine della sua ultima destinazione. In questo caso, la casa di campagna dei Wayland"
Imogen si rigirò il frammebto tra le dita e, con un movimento improvviso, lo frantumò a terra. Si chinò sui cocci a terra e ne tirò fuori un foglietto di carta con una runa sopra.
"Ho disegnato una runa e l'ho infilato tra lo specchio e il sul supporto. Poi l'ho rimesso nella stanza del ragazzo"
Disse Imogen come se fosse la cosa più ovvia da fare e solo allora Alec si rese conto di come l'Inquisitrice avesse potuto sapere di lui e Magnus. Quando aveva detto quel "il tuo stregone" sapeva che lui aveva una relazione con lo stregone perché era riuscita a spiarlo attraverso la runa spia. L'unico problema era: come ci è arrivato il frammento di Portale a loro?
Quando tornò alla scena in salotto, si rese conto che l'Inquisitrice era più furiosa che mai.
"Domani tornerà a Idris con me. Vi siete giocati il diritto di saperne di più"
Alec capì che l'unico modo per aiutare Jace era andargli contro. Se riusciva ad avvicinare l'Inquisitrice, lei avrebbe potuto permettergli di andare da Jace e insieme potevano fare tutto.
"Ha ragione lei. Jace ci ha mentito. Non ci sono scusanti, per questo"
Alec sentì una fitta al cuore quando vide gli occhi di Jace, il suo parabatai, che lo guardavano con un misto di rabbia, sorpresa e qualcosa che non riusciva a decifrare. Questo sì che faceva male. Seppur sapeva che lo stava facendo per lui, per far sì che Imogen si fidasse di lui, faceva male sentire di tradire una persona così vicina.
"Alec, come puoi dire una cosa del genere?"
Chiese Isabelle sconvolta.
"La Legge è Legge, Izzy"
Serrò la mascella dopo quella frase.
Isabelle sbottò e uscì di casa con un lamento.
"È giunto il momento che anche io tolga le tende. Mi piacerebbe dire che è stato bello incontrarvi, ma non è così. È stato piuttosto imbarazzante"
Annunciò Magnus, cercando di evitare lo sguardo di Alec che fissò gli occhi a terra mentre Magnus pronunciava le ultime parole prima di uscire.
"E, francamente, la prossima volta che vedrò anche solo uno di voi, sarà troppo presto"
Forse era questo che faceva davvero male.



Prima di tutto: avete letto e recensito di più il capitolo "Madonna" di tutti gli altri. Siete dei pervertiti. Mi piace. So che non ve lo aspettavate, ma io vi vedo. Vi vedo tutti c.c

Ora posso salutarvi.
SALVE GENTE DEL PASSATO PRESENTE FUTURO E CHI NON SA CHE GIORNO È OGGI! Oggi è il giorno in cui tutti i desideri si avverano, in cui i miracoli accadono, in cui nessuno squalo verrà maltrattato, in cui ho fatto pace con la mia saponetta, in cui io posso scrivere 9294929294848294839292 parole senza senso e senza sapere cosa scrivere tanto voi continuerete a leggere quello che scrivo. Perché io ho il potere. Oh yeah. O magari avete smesso di leggere alle parole "davvero male" e io sto scrivendo per nessuno. Allora tutto ciò che sto scrivendo è interamente inutile dato che nessuno leggerà.
In tal caso: NESSUN UNICORNO VERRÀ INVIATO A CASA DELLE SUDDETTE PERSONE CHE NON LEGGONO. Mehehehe. Sono una persona persuasiva.
Ringrazio ancora chi ha recensito, chi continua a recensire, chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate, ma anche i lettori che non si fanno notare, so che ci siete. Io vi posso vedere c.c

Io continuo a scrivere perché ho voglia di scrivere, anche senza saper cosa dire. Anzi sì, so cosa dire. OMMIODDIO CI SARÀ L'EPISODIO DI SHERLOCK A NATALE E A CAPODANNO. SENTO PRESAGIO DI MUORO PRESTO PER ATTACCO DI FANGIRLING. Dopo due anni. DUE anni. Due anni di maratone delle stesse sei puntate. NE AVRÒ UNA SETTIMA BUAHAHAAH. 

We wish you a merry Christmas. We wish you a merry Christmas.
We wiiiish you a merry Christmaaaas.
And a new Sherlock episode.

Bene. Ora vi lascio ai vostri affari burocrati, perché io so che voi siete tutti dei pesci che volano. Io so tutto.
Arrivederci e ci vediamo a gennaio con il prossimo capitolo perché io vi lascio qui per le vacanze. 

BUON NATALE, PERSONE CHE NON CONOSCO!!!🎅🎄

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Capitolo 20
*** Prendi le mie mani ***


Il demone lo strinse con un tentacolo, lui tentò di recuperare il pugnale dalla tasca nella cintura, ma la proboscide lo strinse maggiormente e con uno scatto Alec stava volando sopra la barca nera di Valentine, verso l'acqua nera dell'East river.
Lo scontro con l'acqua fu più doloroso di quanto avesse pensato e, con le poche energie rimaste, Alec cercò di nuotare verso la superficie, ma l'armatura da Cacciatore era pensante e impregnata d'acqua lo era ancora di più. Alec nuotava freneticamente, ma non si muoveva: non saliva e non affondava, rimaneva allo stesso livello nell'acqua.
Continuando a guardare verso l'alto, Alec scorse un'ombra nera sopra di sé e per un attimo credette di vedere qualcuno che si sporgeva da lì, ma poi scomparse.
In un ultimo vano tentativo di risalire, sganciò la cintura e la lasciò sprofondare, ma l'ossigeno nei suoi polmoni era troppo poco e la testa gli faceva male e pensò che da un momento all'altro gli sarebbe scoppiata così fece d'impulso quel che faceva sempre, ma che, questa volta, avrebbe determinato la sua morte. Cercò l'ossigeno, ma trovò l'acqua. Poi vide degli occhi felini che gli si avvicinavano e tutto scomparve.


Sentiva del metallo ondulato sotto la schiena, prese un respiro profondo, ma non ci riuscì.
Si mise a sedere di scatto e vomitò acqua mista ad acido e finalmente riuscì a inspirare, Dio se gli era mancato poter respirare.
Guardò bene dove si trovasse: era sul pickup azzurro di Luke che sorvolava a poca distanza l'acqua che poco prima aveva respirato e di fianco a lui c'era Magnus con i suoi occhi da gatto che contrastavano il buio attorno a loro.
Aveva un'espressione sollevata e distrutta allo stesso tempo. Il suo viso era bianchissimo, gli occhi cerchiati di nero erano infossati, le scintille che gli uscivano dalle dita erano spente, flosce e il suo solito aspetto appariscente non era presente, i capelli erano bagnati e tirati indietro ed era vestito da un austero completo grigio.
Ad Alec venne l'impulso di abbracciarlo, magari così avrebbero anche smesso di tremare, ma non lo fece.
"Ch... Cosa è successo?"
Magnus continuò a far uscire le scintille dalle sue dita concentrandosi ancora di più.
"Hai cercato di bere l'acqua dell'East river. E io ti ho tirato fuori. Sei stato svenuto per quasi cinque minuti, iniziavi a preoccuparmi"
Alec corrugò la fronte e strinse gli occhi, si sentiva la testa scoppiare e la vista appannata e fu come si fosse appena ricordato della battaglia sulla nave di Valentine e di Isabelle.
"Isabelle! Si stava calando giù quando sono caduto–"
"Sta bene. È riuscita a raggiungere una barca. L'ho vista"
Magnus allungò una mano verso la testa di Alec e ci rimase qualche secondo, come se si fosse risvegliato a quel tocco e non volesse interrompere quel contatto.
"Tu, d'altro canto, potresti avere una commozione cerebrale"
Alec gli spinse via la mano, doveva tornare da Jace e Isabelle, come poteva Magnus suggerirgli di restare lì quando i suoi fratelli erano in battaglia a rischiare la propria vita?
"Devo tornare in battaglia. Tu sei uno stregone: non puoi, che so, trasportarmi in volo alla nave o qualcosa del genere?"
Magnus lasciò cadere il braccio ancora proteso, deluso.
Alec vide lo sguardo stanco e infelice di Magnus in quegli occhi verdi dorati che gli piacevano tanto e si rese conto che aveva esagerato.
"Scusa"
Disse abbassando la testa e prendendosela tra le mani, però per lui era di vitale importanza arrivare alla nave.
"So che non sei obbligato ad aiutarci... È un favore"
"Smettila"
Disse in tono secco Magnus e Alec tirò su la testa che cominciò a pulsargli violentemente.
"Io non ti faccio favori, Alec. Io faccio cose per te perché... Beh, perché pensi che le faccia?"
Alec rimase fermo a guardare lo stregone. Non riusciva a far uscire le parole dalla sua gola. Non riusciva a dare sfogo alle sue emozioni. Era bloccato.
L'unica cosa che riuscì a sussurrare fu un debole: "devo tornare sulla nave"
Magnus chiuse gli occhi.
"Ti aiuterei, ma non posso. Eliminare gli incantesimi difensivi della nave è stato già abbastanza duro, è una magia forte, demoniaca, e come se non bastasse quando sei caduto ho dovuto fare un incantesimo al pickup per non farlo affondare nel momento in cui io avessi perso i sensi. E io perderò i sensi, Alec. È solo questione di tempo"
Fece una pausa, passandosi la mano sugli occhi. Indeciso se continuare o no.
"Non volevo che annegassi. L'incantesimo dovrebbe durare abbastanza da permetterti di riportare il pickup a terra"
"Io... Non... Non me n'ero reso conto"
Ed era davvero così, non si era davvero accorto dei profondi solchi che passavano attorno agli occhi e alla bocca di Magnus, forse per il buio pesto che impediva di vedere tanto lontano, forse per il fatto che Alec continuava a deviare lo sguardo da Magnus.
E ora non sapeva cosa fare. Non poteva riportare il pickup sulla riva, lui doveva tornare in battaglia, per Jace e Isabelle, non poteva lasciarli soli. Ma così facendo sarebbero affogati entrambi all'interno dell'East River e non poteva lasciare che ciò accadesse. Non poteva lasciar morire Magnus.
E d'impulso tese entrambe le mani  verso Magnus. Si ricordò quando sua madre aveva insegnato a lui e i suoi fratelli che gli stregoni potevano assorbire forza dagli esseri viventi, ovviamente lei lo aveva detto per metterli in guardia da quei pericolosi Nascosti che descriveva e adesso la situazione era diversa.
"Fa qualcosa che lo sorprenda" aveva detto Isabelle e lui era abbastanza certo che non si fosse riferita a questo, ma, a giudicare dallo sguardo confuso di Magnus che si spostava dalle sue mani al suo viso, lo aveva sorpreso.
"Prendi le mie mani"
Disse Alec dopo aver visto Magnus che spostava lo sguardo confuso.
"E prendi anche la mia forza. Usane quanta ne vuoi per... Per tenerti su"
Magnus non si mosse, rimase fermo a fissare gli occhi blu di Alec che finalmente era riuscito ad incrociare.
"Pensavo che tu dovessi tornare alla nave"
"Devo combattere. Ma è quello che fai anche tu, no? Tu partecipi alla battaglia quanto i Cacciatori sulla nave... e so che puoi assorbire un po' della mia forza, ho sentito che gli stregoni lo fanno... perciò te la offro. Prendila. È tua"
Alec prese la mani stanche di Magnus tra le sue e le strinse.
Magnus, spostando riluttante lo sguardo verso le mani incrociate, gli prese i polsi e ruotò leggermente le loro mani.
"Non svenire"
Disse piano Magnus continuando a guardare le loro mani con un sorriso quasi malinconico.
Alec non capì perché sarebbe dovuto svenire finché non sentì tutta la stanchezza piombargli addosso. Raddrizzò la schiena e mantenne gli occhi aperti, doveva farlo. Per Magnus.
Magnus lasciò i polsi di Alec, ma non lasciò le sue mani.
Alec tornò ad avere di nuovo la sua energia e, prima di guardare come stesse Magnus, rimase con gli occhi fissi sulle loro mani e gli occhi gli si fecero lucidi, ma lui buttò indietro le lacrime. Per l'Angelo, non era il momento per piangere! Pensò lui.
Alec guardò Magnus, non completamente carico di energia come lo era sempre, ma almeno non sembrava esanime come prima. Si accorse solo in quel momento che erano più vicini di prima, le loro spalle di sfioravano mentre quando era rinvenuto erano ad un braccio di distanza.
Entrambi si girarono verso una luce che girava distante ma veloce sull'acqua, una delle barche degli Shadowhunters.
Alec tornò a guardare gli occhi verdi che sostenevano lo sguardo, si poggiò su un braccio e si sporse verso Magnus. Rimase a qualche centimetro dal viso di Magnus qualche secondo, solo a guardarlo più da vicino, poi poggiò le sue labbra su quelle dello stregone, che non fece niente. Non si ritrasse e non ricambiò. Rimase semplicemente fermo.
Alec si ritrasse leggermente non sentendo nessuna reazione da parte di Magnus, ma lui poggiò le mani sulle spalle del Nephilim e se lo riavvicinò al viso. Fu solo uno scontro tra le loro bocche, ma fu abbastanza per far riaccendere quella scintilla dentro Alec che lo emozionava tanto.
"Alec?"
Sentirono dire da lontano e interruppero il contatto, Alec si girò verso la voce lasciando completamente il tocco con il corpo di Magnus.
Lo stavano chiamando dalla barca che si avvicinava sempre di più fino ad arrivare di fianco al pickup.
"Alec!"
Gridò di gioia una donna messa in ombra. Maryse,  le lacrime agli occhi, si fece avanti tra la gente sulla barca.
"Per l'Angelo Alec. Co-come hai fatto a finire su... Un pickup che fluttua?"
E in risposta Magnus si avvicino ad Alec in modo che potessero vederlo.
"Salve Maryse"
"Magnus Bane?"
"L'unico e il solo"
Maryse tornò a rivolgersi ad Alec più preoccupata che mai.
"Alec, tua sorella è ferita... Io non... non..."
Alec guardò preoccupato la madre, poi si voltò verso Magnus che annuì abbassando lo sguardo verso le loro mani di nuovo incrociate dietro il pianale del pickup.










ADESSO MI VOLETE BENE, EH? MH? MHH?
Bene, mi mancava troppo scrivere di un bacio Malec o comunque di un bacio dato che le fanfiction che sto scrivendo stanno andando verso un baratro oscuro e carico di acido. A parte l'incesto Pendergast, tranquilla Vale, loro non ci vanno a meno che non si uccidano l'un l'altro.
Ok. Non so. Unicorni gay a tutti e odio verso le sveglie che sono tornate a svegliarci prima delle sette. Stronze. Vi odiamo tutti. TUTTI.
Ora passo alle noti dolenti. La prossima settimana non pubblicherò il capitolo perché prima rileggo una parte di CoG per segnarmi degli appunti eccetera eccetera. Blah blah blah scusate se pubblico solo adesso, ma sono appena uscita dal cinema perché ho visto Angry games


Ringrazio Dolcemary per aver letto e recensito tutti i capitoli in un giorno solo (sinceramente, non so come tu abbia fatto c.c) e, dato che il mio telefono ha deciso che rispondere a troppe recensioni è molto pericoloso, te l'ho scritto qui u.u

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Capitolo 21
*** Uno stregone sexy ***


Alec rimase fermo nella camera di Isabelle a guardare Jace saltare dalla finestra. La sorella trattenne un urlo e Alec corse alla finestra, ma Jace non c'era più.
“Su, chiama Magnus"
Disse Isabelle dopo qualche secondo di shock apparente. Gli lanciò il telefono e Alec, esitante, compose il numero.
Isabelle, con un sorriso malizioso, borbottò qualcosa che Alec non capì appieno, ma sembrava tanto "sai il suo numero a memoria". Proprio in quel momento Max tornò in camera e Alec finì di comporre il numero, portandosi il telefono all'orecchio.
"Dov'è Jace?"
Chiese il piccolo prendendo un giornalino che aveva dimenticato lì poco prima.
"È dovuto andare"
Rispose Isabelle accompagnando il fratello minore alla porta.
"Andare? E... Alec, stai chiamando Jace?"
"No, è al telefono con Magnus"
"Magnus?"
"Sì, uno stregone. Uno stregone molto sexy"
Isabelle, ignorando lo sguardo omicida di Alec, chiuse la porta prima che Max potesse replicare.
"Sì?"
Disse una voce dall'altra parte della cornetta dopo qualche secondo.
"Magnus!"
Disse Alec, forse con troppo entusiasmo dato che la sorella sorrise di nuovo verso di lui.
"Alec?"
"Ehm sì... Io... Puoi..."
"Sì"
"Ehm, sì? Quindi, lo sai già?"
Alec guardò perplesso Isabelle che ricambiò lo sguardo ancora più confusa.
"Immagino cosa tu mi stia per chiedere, vuoi dirmi dove?"
"Uhm. Sì"
Alec gli diede l'indirizzo mentre Isabelle si passava la spazzola tra i capelli mentre lanciava delle occhiate di soppiatto al fratello attraverso lo specchio.
"Posso solo sapere perché me lo chiedi tu?"
Alec rimase fermo qualche secondo senza dire niente, poi guardò la sorella che aveva già capito cosa le avrebbe chiesto ed uscì dalla stanza.
"Alec?"
"S-sì?"
"Perché me lo chiedi tu?"
"Jace ha chiesto a me di chiedertelo e... io non ci ho pensato su e ti ho chiamato"
"Se ci avessi pensato di più mi avresti chiamato comunque?"
Si sentì un fruscio dall'altro capo della linea e la voce di Magnus con qualcosa di simile alla rabbia si allontanò leggermente dalla cornetta.
Alec rimase a pensarci un paio di secondi.
"Sì. Ti avrei chiamato comunque"
"Ah, e perché?"
Chiese Magnus sorpreso, quindi non si aspettava quella risposta.
"Perché... Mi manca sentire la tua voce che mi parla come faceva un tempo"
Alec non ricevette risposta, così continuò.
"Quando eravamo da Luke, io stavo dicendo ai miei genitori che noi ci... Frequentavamo e tu mi hai fatto un incantesimo. Perché?"
Magnus si riavvicinò alla cornetta.
"Perché non voglio che i tuoi lo vengano a sapere solo perché tu hai una runa idiota che ti toglie la paura. Lo devono sapere quando smetterai di avere paura di ciò che sei e del loro giudizio"
E, detto questo, attaccò bruscamente la comunicazione.
Alec si appoggiò contro il muro, si lasciò scivolare contro il muro e si sedette sul pavimento lasciando andare la testa indietro.
"Isabelle, so che sei dietro la porta"
"Ma solo da poco"
Si giustificò lei entrando.
"Allora? Avete fatto pace?"
"No. Forse. Non credo. Probabilmente è peggio di prima"
Isabelle si sedette di fianco a lui e gli mise un braccio attorno alle spalle, non sapeva cosa dire se non uno di quei modi di dire mondani che diceva sempre Clary.
"Mi dispiace"
Disse lei vedendo poi comparire un sorriso sulle labbra di Alec.
"Allora?"
"Allora cosa?"
"Cosa farai per riavere il tuo sexy stregone di nuovo accanto?"
Chiese Isabelle mentre si tirava su e porse una mano al fratello.
"Prima di tutto: ti farò smettere di chiamarlo "stregone sexy" perché è piuttosto strano dato che quello che ci stava insieme ero io"
"Oh ammettilo che è sexy"
Entrambi risero.
"Beh, certo, ma dato che io lo frequentavo..."
"Frequentavi? Per l'Angelo, non sono passati neanche tre giorni da quando avete litigato e già dai per scontato che la vostra relazione sia finita?"
"Non so se sei al corrente che io non sono molto pratico in materia dato che non sono mai stato con nessuno"
"Oh, povero piccolo"
Disse Isabelle intrecciando le dita con i capelli di Alec e mettendoli in disordine ridendo.
"Beh, dovresti fargli un regalo"
"Un regalo? A uno stregone che può far comparire qualsiasi cosa in camera sua come e quando ne abbia voglia? La credo difficile come impresa"
"Beh, fai qualcosa di speciale che attiri la sua attenzione su di te. Puoi ripetere quel tuo melenso "mi manca sentire la tua voce" e bla bla bla mentre siete faccia a faccia dopo essertelo portato a letto"
"ISABELLE!"
Gridò Alec sedendosi sul letto della sorella.
"Oh per l'Angelo. Stavo scherzando. Comunque puoi sempre ripetergli quella frase per rabbonirtelo"
Alec ci pensò su.
"Sai cosa? Credo che Jace mi darebbe un consiglio migliore"
Isabelle si mise davanti al fratello mormorandogli uno "stupido" mentre spostava i vestiti per sedersi.
"Al massimo Jace ti può dire di andarci a letto per far pace"
Alec sbuffò divertito perché la sorella aveva completamente ragione.
"Quindi cosa dovrei fare?"
"Fa... Qualcosa che lo sorprenda"




Sono tornaaaaaataaaaaa *0*
Hehehehe continuerò a distruggere i vostri piccoli cervellini con la mia fanfiction OuO
Io mi immagino Isabelle che, quando tutti se ne vanno, tira fuori i suoi poster Malec e li appende alle pareti  e si siede ad ammirarli. 
So che il capitolo non è molto lungo, ma la conversazione tra Alec e Magnus non mi dava tanti spunti e quindi gne. Perfetto. Ora: tritacarne a tutti.

Ps: per chi abbia letto la parte di sclero a fine capitolo della scorsa volta: OTTO EPISODI DI SHERLOCK. ABBIAMO OTTO EPISODI E DOMANI SARANNO NOOOOOVE.
E poi ci sarà un altro anni di niente. O forse due come è successo tra la seconda e la terza stagione. O tre. NON DEVO PENSARCI. Meow forevah.

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Capitolo 22
*** Il portale per Idris ***


"Dov'è Izzy?"
"Sta finendo di prepararsi, Alec"
Gli rispose Jace passandogli accanto.
Era da tempo che Alec, Isabelle e Jace non andavano ad Idris e finalmente potevano alla loro casa ad Idris dov'erano nati e cresciuti.
Alec tornò a guardare il suo parabatai, sembrava in cerca di qualcosa, o forse era solo arrabbiato.
"Jace"
Lo chiamo Alec.
"So che Clary non può venire, ma magari è perché non è ancora pronta per venire con noi nella patria degli Shadowhunters. Insomma, da quanto sa di essere come noi? Da quasi un mese. E guarda cos'ha scoperto fino ad adesso. Per lei, che era una mondana e non conosceva niente del nostro mondo, potrebbe essere stato un po'... scioccante"
Jace si girò verso Alec e lo guardò come se fosse appena diventato pazzo.
"La stai davvero... Difendendo? Chi sei tu? Rivoglio il mio odioso noioso e rompiscatole parabatai"
Disse Jace dandogli un leggero pugno su una spalla e si misero a ridere. Alec passò il braccio attorno alle spalle di Jace.
"Oh, dai Jace, eri sempre iperattivo prima di andare a Idris... Adesso sembra che tu stia cercando... Il momento perfetto per scappare"
"È probabile"
Rispose lui soprappensiero.

Magnus varcò la soglia dell'Istituto dal cancello aperto. Strano fatto, data la quasi ossessiva cura con cui gli Istituti venivano protetti. Non che un cancello sarebbe stato un grosso ostacolo per qualcuno.
Sentì delle voci e subito riconobbe quella di Alec e si fermò un secondo pensando che forse lui non aveva ancora raccontato a Maryse e ai suoi fratelli di loro e questa volta non aveva intenzione di intralciare la decisione di Alec, anche contro la sua stessa volontà. Non voleva di nuovo essere arrabbiato con lui.
Magnus girò l'angolo e si ritrovò a pochi metri da Alec che stringeva le spalle di Jace. Quella che provò non fu rabbia, era... gelosia. Gelosia perché quando vedeva come Alec guardava Jace notava che quella luce che c'era nei suoi occhi era presente solo quando guardava lui, Magnus. E per quanto lo amasse, non era sicuro che sarebbe riuscito a convivere con questo.
Magnus fece un passo verso di loro dopo essersi fermato inconsciamente mentre Alec girò prima la testa poi tutto il corpo verso di lui, lasciando Jace, e gli rivolse un sorriso. 
Alec disse qualcosa a Jace che non riuscì a capire, poi il suo parabatai lo guardò e andò verso una piccola porta dell'Istituto.
"Hey"
Gli disse avvicinandosi e Magnus gli fece un sorriso un po' forzato cercando di nasconderlo.
"Adesso andrai ad Idris, non ci sentiremo per un po'"
Disse Magnus portando un mano alla guancia di Alec, accarezzandogli uno zigomo con il pollice.
"Ti chiamerò"
Rispose Alec con esitazione mista ad eccitazione.
"Ma i telefoni non funzionano ad Idris"
"Ad Idris"
Magnus ritrasse la mano e guardò Alec come se fosse pazzo.
"...esatto... A Idris... Credevo di aver detto la stessa cosa"
Alec mosse la mano come per scacciare qualcosa.
"Intendo dire che posso sempre uscire da Idris, ormai sono un Cacciatore maggiorenne, posso uscire ed entrare quando voglio"
Magnus rimase qualche secondo a fissare Alec, poi annuì e subito dopo arrivò Isabelle che porse loro un sorriso raggiante a cui solo Magnus rispose.
"Stanno arrivando Jace e Max, quindi sbrigatevi a fare le vostre cose"
Disse Isabelle indicando i due con un dito e sistemandosi i capelli con l'altra mano.
"Isabelle"
La richiamò il fratello.
"Sì?"
Chiese girandosi verso Alec.
"Zitta"
"Mai"
Disse lei fiera.
Neanche dieci secondi dopo arrivò Jace con al fianco Max con un giornalino sotto il braccio. Il bambino passò lo sguardo su tutti i presenti per poi fermarsi su Magnus e rimanere con la bocca leggermente aperta mentre lo fissava. Indossava una maglietta bianca decorata con schizzi di colore che gli arrivava sopra il punto in cui ci sarebbe dovuto essere l'ombelico che non aveva, e degli stretti pantaloni di pelle arcobaleno. Era difficile non notarlo anche senza contare i brillantini sparsi ovunque sui suoi capelli a punta.
Il bambino si riscosse, guardò in giro trovando Isabelle e le corse incontro.
"Iz"
Disse lui strattonando la sua manica.
"Lui chi è?"
Chiese indicando lo stregone.
"Magnus, Magnus Bane, lo stregone che ci porterà a casa a Idris"
Max rimase qualche secondo a pensare con le sopracciglia aggrottate, ignaro che tutti i presenti nel giardino avessero sentito.
"È... È lui lo stregone sexy?"
Chiese innocentemente e tutti ebbero reazioni differenti: Isabelle sorrise spostando lo sguardo sul fratello più grande che stava passando dal rosso paonazzo al viola, Magnus sollevò un sopracciglio chiedendosi se lo chiamassero sempre in quel modo e Jace, appoggiato dietro un albero, che aggrottò le sopracciglia e sporgendosi per vedere cosa stava succedendo dall'altra parte, per lui non era normale che Max chiamasse Magnus "Stregone sexy", non lo aveva neanche mai incontrato!
"Credo di essere io, sì"
Rispose Magnus guardando verso il piccolo che si girò verso di lui diventando anche lui rosso.
"Io... Ehm... Io... Non... Ehm.."
Balbettò Max senza sapere come scusarsi con lo stregone che aveva appena chiamato sexy senza neanche accorgersi che tutti lo stavano ascoltando.
"Ah, non importa"
Disse Magnus guardando verso il fumetto sotto il suo braccio.
"Quelli sono manga? Riesci a capirli?"
Chiese abbassandosi mentre Max perdeva qualsiasi incertezza, era uno stregone perlomeno simpatico.
"Non riesco a capirli, ma Clary mi ha spiegato che si devono leggere al contrario, io guardo le immagini, mi piacciono"
Rispose sfogliando in una sola volta il fumetto mentre Maryse e Robert arrivavano, non visti, vicino al gruppetto.
"Se vuoi un giorno posso leggerteli, so leggere il giapponese"
"Oh, certo"
Rispose Max con entusiasmo, era decisamente uno stregone simpatico.
Un sorriso increspò le labbra di Alec mentre osservava quella scena con gli occhi quasi lucidi, poi sentì un rumore dietro di sé e si ritrovò faccia a faccia con i suoi genitori e quasi non cadde in terra.
Alec vide lo sguardo di sua madre e lesse a lettere cubitali "tu non leggerai un bel niente a mio figlio, stregone", e pensò che rivelare di essere il ragazzo di quello stregone sarebbe stato ancora più difficile. Dietro di loro vide una figura con i capelli bianchi che si avvicinava lentamente e riconobbe Madeleine.
Tutti si girarono verso i nuovi arrivati, Alec si accorse che neanche Magnus si era accorto dei suoi genitori e subito si spostò da Max, ma lui non capì subito perché l'avesse fatto.
Tra presentazioni varie, Alec si accorse che Jace non c'era più, guardò dietro l'albero a cui era appoggiato e a quelli vicini, ma non c'era. Si scusò con gli altri e, appena girato l'angolo, lo trovò a parlare con Simon. Probabilmente per qualcosa di Clary, pensò lui e tornò dagli altri dove Magnus continuava a creare il portale temporaneo che stava richiedendo più tempo di quanto pensasse.
Una leggera nebbia passò davanti a loro, non era una cosa che succedeva spesso, ma a volte a Brooklyn capitava di vedere dei veloci banchi di nebbia. Solo, non nebbia così scura. La nebbia che li circondava dal grigio chiaro e spento che di solito era, adesso era più grigio come quello che usciva dal tubo di scappamento di una macchina.
Alec incontrò gli sguardi altrettanto sconcertati degli altri, e vide un fulmineo movimento dietro di sé mentre il portale iniziava finalmente ad allargarsi.
Un altro movimento dietro di lui e si girò per trovarsi davanti un Dimenticato davanti a tanti altri. Prese subito in mano la prima spada angelica, ma un grido che spezzò il silenzio creatosi.
Madeleine cadde a terra sanguinante. La nebbia avvolse tutto e Jace e Simon arrivarono da loro.
Gli occhi di Alec corsero da Magnus mentre apriva il portale al massimo.
E l'unica cosa che si riusciva a vedere era il bagliore delle spade angeliche nel mezzo della nebbia demoniaca.



Da da daaaa angst. Ogni tanto ci vuole un pochino di angst e io ne ho messo decisamente poco per i miei standard di appassionata di angst.
Allora, ho riletto CoG ho fatto gli appunti so che non vi interessa s viva le virgole.
Ho anche messo un punto esclamativo nella fanfiction, di solito non li metto, io odio i punti esclamativi che potrebbero semplicemente essere normali punti e basta. Vi interessa sempre meno, I know.
So che il capitolo non è un gran che, ma ho avuto il blocco dello scrittore ed è stato veramente orribile. Tanto orribile. Ero nel panico. Non so cosa mi sia capitato, forse è per la mia insonnia o per la mia iperattività del niente, ma comunque il capitolo c'è, per quanto spezzettato possa essere. 
Quindi pace amore e shippate Malec ✌
Era troppo tempo che non lo dicevo.
PS: è probabile che questo sia l'ultimo capitolo con Max. Ora: piangete.

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Capitolo 23
*** 800 anni di esperienza ***


Alec aveva appena lasciato Max e Isabelle a casa con Sebastian, correva sui tetti di Alicante ormai da una decina di minuti, chiamando il nome di Aline, ma di lei non c'era nessuna traccia. Solo dopo altri cinque minuti si rese conto di dirigersi verso la Sala degli Accordi, si voltò e vide da una piazza un guizzo di luce azzurra qualche casa più in là. Credeva di aver già visto quel tipo di luce, come scintille. Si diresse verso la piazza del Pozzo e si fermò slittando su un tetto spiovente. Rimase senza fiato per qualche secondo vedendo Magnus che combatteva contro dei demoni Iblis con sembianze umane che si avvicinavano a lui sempre di più.
Alec non ci pensò due volte e si lanciò di sotto aggrappandosi all'insegna davanti a lui e atterrò agilmente sulla strada.
Con la spada angelica già sfavillante in mano, colpì un demone che si era condensato alle spalle di Magnus.
"Alec?"
Chise Magnus voltandosi verso di lui dopo aver ucciso gli ultimi due demoni in piazza.
"Mi hai... Mi hai appena salvato la vita?"
"Non mi hai richiamato"
Disse Alec seccato con parole petulanti alle sue stesse orecchie e dato che Magnus non accennava a dire niente, Alec continuò.
"Io ti ho chiamato un sacco di volte quando uscivo da Idris, il che succedeva praticamente ogni giorno, e tu non mi hai mai richiamato"
Magnus ruotò gli occhi al cielo, aveva la frase "no, ma fai sul serio?" stampata in faccia, eppure Alec non si mosse di mezzo centimetro.
"La tua città è sotto assedio, le difese sono state abbattute, e tu vuoi sapere perché non ti ho chiamato?"
"Io voglio sapere perché tu non mi hai richiamato"
Disse il Nephilim ostinato e Magnus alzò le braccia esasperato e nel farlo gli uscirono delle scintille blu dalle dita.
"Sei un idiota"
Disse Magnus cercando di non esplodere da un momento all'altro.
"È per questo che non mi hai richiamato? Perché sono un idiota?"
Chiese Alec avvicinandosi un po' a Magnus.
"No. Non ti ho chiamato perché sono stanco che tu mi cerchi solo quando hai bisogno di qualcosa. Sono stanco di vederti innamorato di qualcun altro. Di uno che, tra parentesi, non ricambierà mai il tuo amore. Non come me."
Disse secco Magnus avvicinandosi sempre di più ad Alec fino ad essere talmente vicino che se uno dei due avesse mosso un solo muscolo si sarebbero toccati.
Nonostante gli occhi pieni di rabbia di Magnus, Alec sorrise e il volto dello stregone si addolcì.
"Tu mi ami?"
"Stupido Nephilim. Perché mai sarei qui? Perché mai avrei passato le ultime settimane a rimettere in sesto i tuoi stupidi amici ogni volta che si fanno male? E a tirare fuori te da ogni situazione assurda in cui ti cacciavi? Per non parlare dell'aiuto dell'aiuto che vi ho dato per vincere la battaglia contro Valentine. E tutto completamente gratis!"
"Non l'avevo mai vista in questo modo"
"Certo che no. Tu non la vedi mai in nessun modo. Io ho settecento anni, Alexander, so quando qualcosa non funziona. E tu invece non vuoi nemmeno ammettere con i tuoi genitori che io esisto"
Alec lo fissò qualche secondo.
"Aspetta, tu hai settecento anni?"
"Beh, sarebbero ottocento, ma non li dimostro. Comunque, non è questo il punto, il punto è ch—"
"Dannazione"
Una decina di demoni Iblis entrò dal viottolo vicino a loro e Alec sguainò la spada angelica.
"Bel modo di cambiare discorso Lightwood"
Disse Magnus mentre i demoni li circondavano.
"Sai che ti dico? Se usciamo vivi di qui, giuro che ti presento a tutta la famiglia"
Magnus sollevò le mani sfavillanti per delle fiammelle azzurre che aveva sui palmi.
"Ci sto"
Fu la risposta mentre Alec saltava in avanti a colpiva due dei demoni Iblis in un solo colpo, i due sfrigolarono e iniziarono a sciogliersi. Magnus mandava schegge simili al vetro in ogni direzione mentre Alec prendeva l'arco sulle sue spalle e incoccava le frecce.
Continuarono a combattere fianco a fianco in un esplosione di scintille, frecce,scie di luce e sangue di demoni per vari minuti quando un Iblis si materializzò dietro i due e si scagliò contro Alec. Cadde a terra con un grido mentre il demone lo attaccava, si girò sulla schiena, gli piantò la spada angelica nel petto e il demone scomparve lasciando una scia di sangue nero su Alec.
"Alec!"
Gridò Magnus vedendo la schiena ferita, uccise l'ultimo demone Iblis presente nella piazza e corse verso Alec.
"N... Non importa, è solo un graffio"
Magnus lo aiutò ad alzarsi portandosi un braccio attorno al collo, si spostarono ed entrarono in un vicolo nascosto.
Alec si appoggiò al muro ma quasi subito scivolò e si accorse che era cosparso da una macchia nerastra di sangue misto all'impronta del suo. Tirò fuori dalla tasca lo stilo con un sospiro di dolore e Magnus glielo prese.
"Ti faccio un'iratze sulla schiena"
Magnus si mise alle spalle di Alec e cominciò a tracciare la runa.
"Come fai a combattere così, contro i demoni?"
Chiese Alec mentre Magnus finiva l'iratze.
"Te l'ho detto, ho ottocento anni di esperienza"
Rispose lui portandosi davanti il Cacciatore.
"Posso farmela io sulla caviglia"
Ma Magnus gli sorrise e iniziò a fargli la runa.
"La mia lettera ti è arrivata?"
Chiese Alec con imbarazzo dopo qualche secondo di silenzio.
"Quella: -Mi dispiace per tutto ciò che ho fatto, non volevo lasciarti nel giardino dell'Istituto, mi chiedo se si possa tornare indietro, dopo una cosa simile. Se quello che avevamo è già andato in frantumi per causa mia.
Allo stregone Magnus Bane-
Allo stregone Magnus Bane? Davvero?"
Ripeté Magnus scocciato.
"Sai che controllano le lettere ad Idris, Magnus"
Alec rimase qualche secondo a guardare lo stregone che muoveva agile lo stilo sulla sua pelle.
"Sai la lettera a memoria"
Sussurrò Alec mentre lo sguardo di Magnus, che non rispose, si posava su di lui. Alec sorrise mentre Magnus continuava a guardarlo e catturò le sue labbra per un fugace momento prima che altri demoni entrassero nel vicolo.





ASDFGHJKLAAAA Ho superato le 100 recensioni, oddio grazie grazie grazie asdfghjkl 
E ora posso salutarvi.
Ma non lo farò muahaha.
Ok, no.
Buonsalve mirabolanti cosetti mistici c:
Lo scorso sabato, come ho scritto, non sapevo se "Idris" sarebbe stato l'ultimo capitolo con Max, ma invece quello è esattamente l'ultimo capitolo con Max.
O, almeno, con Max in vita.
Piangete c:
Questo capitolo è esattamente 222 pagine dopo l'ultimo capitolo. Lodatemi perché non ho usato la calcolatrice.
Sono un unicorno con le ali quindi sono anche un pegaso quindi sono un pegacorno o un unigaso o un unipegacorno. (W le virgole)
Unipegacorno mi piace di più.
Boh, non sapevo cosa scrivere allora:
Pace amore shippate Malec e unipegacorni <3

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Capitolo 24
*** Ave atque vale, Max Lightwood ***


"Alec, Jace, voi andate a casa, noi restiamo qui ancora un po'"
Disse Maryse con la voce rotta cercando di non piangere, ma le lacrime iniziavano a sporgere dai suoi occhi.
"Ne... Ne sei sicura?"
Chiese Alec avvicinandosi alla madre.
Maryse inspirò a fondo poi annuì, portò un braccio attorno alle spalle del figlio e gli diede un bacio sulla fronte.
"Sì, siete stanchi, dovete riposarvi"
Alec annuì a sua madre, fece un cenno di saluto ai genitori, guardò un'ultima volta la tomba del fratellino e si incamminò seguito da Jace.
Appena uscirono dal cimitero Jace affiancò Alec.
"Non le hai raccontato di Sebastian?"
"No"
"Non ancora?"
"No, non lo farò"
Jace si fermò di scatto davanti ad Alec, ma lui lo scansò e passò oltre.
"Cosa vuol dire che non lo farai? Vuoi dire che non farai niente dopo quel che ha detto ai tuoi amici? A quel che ha detto a te? A quel che ha fatto a tua sorella? A quel che ha fatto a Max!"
Gridò Jace, rimasto nel punto in cui si era fermato, puntando il dito verso il cimitero.
Alec si girò rabbioso verso il fratello e gli andò incontro. Jace non lo aveva mai visto così: i muscoli completamente tesi fino allo spasmo, gli occhi liquidi per le lacrime che non uscivano, i capelli ritti per la rabbia, pensò che lo avrebbe preso a pugni- e in tal caso non avrebbe fatto niente per fermarlo- ma non lo fece.
"Jace devi smetterla! Non m'importa di quello che ha detto a me! Io sono quel che sono e se crede che io non possa essere uno Shadowhunter degno di questo nome perché... perché sono gay, cosa posso farci? Io sarò sempre e comunque chi voglio essere, non cambierò solo perché il Conclave potrebbe non accettarmi. E, a proposito, a loro diremo solo che Sebastian è un traditore e che lavora per Valentine, niente di più niente di meno, a loro non interessano le offese che fa un ragazzo ad un paio di persone"
Urlò Alec, fece una pausa per riprendere fiato e si passò una mano tra i capelli.
"Per quanto riguarda quel che ha fatto Sebastian a Max... Io... Io..."
Jace, che era stato fermo a fissarlo fino a quel momento, passò di fianco ad Alec.
"Non importa"
Disse e se ne andò, lasciandolo da solo sulla stradina sterrata attorniato dagli alberi.
Alec camminò per una più di dieci minuti, non si dirigeva verso il centro della città, non sapeva neanche dove fosse diretto, ma qualsiasi posto sarebbe stato meglio che casa sua.
Prese il telefono in mano, adesso che le difese erano cadute forse avrebbe potuto funzionare.
"Alec?"
Si sentì chiamare con voce flebile, alzò lo sguardo dallo schermo e puntò gli occhi in quegli altri verdi e tristi con la pupilla verticale che rispondevano allo sguardo.
Alec corse per i quattro metri che li separavano aprendo le braccia e chiudendole attorno al collo dell'altro, poggiando la testa sulla sua spalla. Magnus, leggermente scosso da quel gesto, rispose all'abbraccio.
"Perché non me l'hai detto?"
Alec alzò la testa dalla spalla dello stregone e lentamente alzò le spalle una sola volta. Fino ad allora non aveva ancora pianto, doveva e voleva essere forte davanti agli altri, ma non ci riusciva.
"È– è stata colpa mia"
Disse solamente e le lacrime cominciarono a scendere copiosamente.
"Max, lui è morto per causa mia"
"Hey, Alec. No, ascoltami"
Disse lo stregone, ma Alec continuava a guardare in basso, come se avesse avuto paura di fronteggiarlo.
Magnus prese tra le sue mani le guance di Alec e lo forzò a guardarlo.
"Ascoltami. Non sei stato tu, non è colpa tua. Io so com'è andata la storia e so per certo che non sei stato tu. Ok?"
Alec inspirò profondamente poi lentamente annuì con un solo cenno del capo e si riavvicinò al corpo dello stregone in un abbraccio.
"Io sono uscito poco fa da casa, appena Isabelle mi ha detto cos'era successo, vieni con me"
Alec lasciò la presa e iniziò ad incamminarsi con Magnus che intrecciò le dita alle sue.
In pochi minuti furono davanti al posto in cui stava, non era molto diversa da tutte le case di campagna ad Alicante, anzi, era praticamente uguale a tutte le altre.
Quando entrarono Alec notò subito l'ordine, il che non era da Magnus, si accorse anche che la casa era più piccola di quanto potesse apparire all'esterno.
Magnus, appoggiando la schiena contro il bracciolo, portò a sedere Alec sul grosso divano al centro del salotto, facendo aderire la sua schiena al suo petto.
"A cosa pensi?"
Chiese Magnus portando una mano a cingere Alec, dopo qualche secondo di silenzio.
"Non lo so. Continuo a pensare a come hanno trovato Max e Isabelle a casa. I miei genitori hanno detto che Iz era svenuta sul pavimento con varie ossa rotte... E Max... Max... Lui era..."
"Hey, hey, se non vuoi parlarne va bene"
Disse Magnus all'orecchio del Nephilim.
"Aveva in mano il shadowhunter giocattolo che gli aveva regalato Jace tanti anni fa'. Lo hanno trovato con quello in mano, come se avesse potuto proteggerlo dalla morte. Probabilmente con quello si aggrappava all'ultimo momento di felicità nel suo mondo di fantasia"
Alec si fermò un secondo, reprimendo un singhiozzo.
"Prima di entrare nella Sala degli Accordi e trovare... loro, Seb– Jonathan ha ucciso Hodge e dopo ha iniziato ad insultarci: me, Jace, Clary e Simon. Ha detto che io non dovrei neanche essere uno Shadowhunter, che io non sono degno e..."
"Non farti condizionare dai pensieri altrui. Chi rinfaccia la debolezza di qualcuno, ne ha il triplo. Se ti ha detto una cosa del genere, è perché è un codardo e perché si rispecchia nelle sue stesse parole"
Alec girò appena la testa, per incontrare lo sguardo di Magnus che si avvicinò lentamente a lui dandogli un bacio sull'angolo delle labbra. Alec girò il busto verso Magnus e gli diede un leggero bacio sulle labbra prima di portare anche le gambe davanti a sé e lentamente portarle attorno alla vita dello stregone. Si sporse di nuovo a dargli un bacio, portando le mani sulle sue spalle, poi tornò indietro. 
Magnus gli andò in contro con tanta impetuosità da farlo cadere di schiena sui morbidi cuscini del divano.
"Scusa"
Disse non molto convinto Magnus prima di posare di nuovo le labbra su quelle di Alec, che portò le braccia  attorno al suo collo.
Entrambi si girarono, appoggiandosi ad un fianco, Alec, attaccato allo schienale del divano, mise la testa nell'incavo del collo di Magnus, rimanendo fermo.
Magnus lo circondò con le braccia e gli accarezzò delicatamente la schiena, sentendo la stretta di Alec farsi più stretta sulla sua maglietta.
"Non lasciarmi andare"
Sussurrò impercettibilmente Alec sulla spalla dello stregone.
"Dove?"
Chiese l'altro appoggiando le labbra tra i suoi capelli.
"A casa... Qua fuori... Via da te"
"Non potrei mai lasciarti andare via da me"
La testa di Alec si mosse di poco e Magnus sentì la scia bagnata che lasciavano i suoi occhi. 
"Ti aiuterò a trovare Sebastian... O Jonathan, comunque sia. Userò tutti gli incantesimi di mia conoscenza per trovarlo"
Alec alzò lo sguardo lucido verso Magnus e alzò un angolo della bocca, per sorridergli.
Rimasero un tempo indeterminato in quella posizione, l'uno tra le braccia dell'altro, senza fare niente, tanto per loro contava solo della presenza dell'altro.




Yaaaa happiness is in the air

Keoae I know. Sorry masters. I won't do it agai (hehe I'm  lying. Maybe)
Dopo questo momento di inglese: ehwo scusatemi, lo so lo so loso losolosolosoloso. Gh.
Mea culpa. Mea maxima culpa.
All'inizio volevo chiamare il capitolo "non andare via da me", ma poi mi è parso brutto non chiamare così il capitolo e wewe. Non sto a scrivere tanto adesso... è che sono rimasta scioccata dalla puntata di The walking dead che ho visto tipo dieci minuti fa e ora oh jesus christ.
E quindi boh. 
Shippate malec.
Forevah.

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Capitolo 25
*** Sei fiero di me? ***


"Quindi Jace non è il figlio di Valentine? Non lo è mai stato? E allora di chi è figlio?"
Chiese incredula Isabelle a Simon, strattonando la manica di Alec.
"Stephen Herondale"
Rispose Simon, guardando Alec che sembrava assente.
"Allora Jace era il nipote dell'Inquisitrice. Ecco perché l'ha..."
Disse Alec senza finire la frase, guardando in lontananza mentre gli altri due lo fissavano aspettando una risposta.
"Ecco perché cosa? Alec, non ti distrarre, o almeno dicci cosa stai cercando"
"Non cosa. Chi. Magnus. Volevo chiedergli di essere il mio compagno in battaglia, ma non ho idea di dove sia... Tu l'hai visto?"
Chiese rivolto a Simon, che scosse la testa.
"Prima era sul podio con Clary e... le ha detto che non voleva avvicinarti davanti ai tuoi, ma ora non so dove sia"
Non vuole avvicinarmi davanti ai miei genitori, si ripeteva Alec, vuol dire che non importa se loro non lo sanno.
Ma lui voleva farlo sapere, non gli importava quel che avrebbero pensato gli altri.
"Davvero? Davvero vuoi chiedergli di essere tuo compagno in battaglia? È come un ballo delle debuttanti, questa storia, solo che qui ci si ammazza"
"Appunto, proprio come in un ballo delle debuttanti"
Disse Simon catturando l'attenzione di Isabelle.
"Forse ti chiederò di essere mio compagno in battaglia, Simon"
Alec girò di scatto la testa e la fulminò.
"Isabelle, tu non hai bisogno di nessun compagno perché non combatti. Sei troppo giovane. E se solo ti frulla l'idea, ti ammazzo io personalmente"
Lo sguardo di Alec si spostò velocemente in mezzo alla folla, seguito da quello di Isabelle e Simon.
"Ecco Magnus!"
Disse lui prima di andargli incontro senza neanche guardare gli altri. Si fece spazio attraversando la Sala da parete a parete e quando arrivò a quasi due metri dallo stregone, lui si girò e la grande sorpresa sul suo volto fu rimpiazzata da un sorriso.
Prima che Magnus potesse dire qualcosa, Alec lo prese per mano non facendosi notare da nessuno, nonostante fossero entrambi tra i più alti tra quel miscuglio di Shadowhunters e Nascosti. Insieme si spostarono verso una parte della stanza meno trafficata, dove avrebbero potuto parlare più tranquillamente.
"Alec, cosa c'è? Stai bene?"
Chiese preoccupato lo stregone, gli sembrava strano il comportamento che aveva assunto.
"Sì... Vuoi essere il mio compagno"
"Credevo di essere già il tuo compagno"
Alec arrossì e guardò in basso sorridendo.
"Sì, ma io intendevo per la battaglia"
Magnus sorrise portando una mano verso il viso di Alec, ma si fermò poco prima.
"E i tuoi genitori? Non sanno ancora niente?"
Alec fece sorriso a Magnus e prese la sua mano, tracciando la runa sul polso, poi lui fece lo stesso.
"Se mai arriveremo a sposarci, credi che i tuoi genitori sapranno già di noi? O non dovremmo invitarli?"
Alec rise e si avvicinò a Magnus portandogli le braccia attorno al collo.
"Sarebbe maleducato non invitarli"
Rispose piano Alec avvicinandosi lentamente, ma sempre di più al viso di Magnus, che non riusciva neanche più a muoversi. Alec posò le labbra su quelle di Magnus lasciandole lì a lungo, molto a lungo. Alec era sul punto di approfondire il bacio, ma non lo fece, per sua madre sarebbe già stato uno shock vederlo così, meglio non farle venire un infarto. Rimasero entrambi con gli occhi chiusi, ma sentirono che la stanza in subbuglio si zittì in circa cinque secondi, con il silenzio misto a suoni di sorpresa e sussurro di parole. Poi ci fu un lieve e lontano "wuhuhu" da parte di qualcuno, ma Alec conosceva quella voce da ben sedici anni, sapeva chi era stata.
Magnus si staccò da Alec e guardò il sorriso che aveva stampato in faccia, come a dire "sei fiero di me?" E se fosse stata davvero quella la domanda, sì, avrebbe risposto di sì. Si girò verso la folla della Sala, tutti li guardavano e Alec pregò l'Angelo che Magnus non dicesse cose come "so che siamo magnifici, ma un po' di privacy dovreste lasciarla anche a noi". Ma lui non disse nulla, si limitò a rivolgere un veloce sorriso beffardo alla folla e tornare a guardare Alec, che aveva notato sua madre col volto bianco e una mano davanti alla bocca e sua sorella che gli sorrideva.
"Sei felice di averlo fatto?"
Chiese Magnus alzando un angolo della bocca.
"Sono molto felice di averlo fatto"
Rispose l'altro notando con sollievo che le persone iniziavano di nuovo a preoccuparsi di altro.
"Perché adesso?"
Chiese Magnus e un velo di tristezza passò davanti agli occhi di Alec e lo stregone si pentì di averglielo chiesto, ma sparì quasi subito.
"Perché dopo quello che è successo a Max ho capito che non posso aspettare a fare le cose, sapendo quel che c'è nel nostro mondo e dovendolo combattere, sono a rischio ogni giorno e non so mai quando non potrò più tornare a casa. Ne ho approfittato"
Fece una pausa per riprendere fiato.
"In più, non so neanche se sopravviverà qualcuno dopo questa sera"
Aggiunse con la più totale nonchalance, il ché fece ridere Magnus.
"Se dopo questa sera riusciremo a sopravvivere, ti giuro che ti porto con me in un viaggio attorno al mondo. Sperando che dopo non ci uccida tua madre"
Entrambi risero e videro Isabelle avvicinarsi.
"Heylà"
Li salutò lei con nonchalance.
"Ciao"
La salutò Magnus.
"Dovevi proprio esultare mentre tutti facevano silenzio?"
Chiese Alec invece che salutarla e Isabelle sbuffò.
"Se avessi esultato mentre gli altri parlavano, nessuno avrebbe potuto sentirmi"
Si giustificò lei.
"Sono totalmente d'accordo con lei"
Disse Magnus e Alec gli prese la mano e la strinse.
"Credo che la mamma sia svenuta per qualche secondo. Dopo questa sera le dovrai una spiegazione chiara e tonda"





IT IS LAAAAAAATE IN THE NIIIIIIIIIIGHT.
Ho sssssonno.
So che il capitolo non è lungo, ma sembrava più lungo nella mia testa e boh c.c 
È dalle 11.13 che cerco di mettere il capitolo online, ma la saponetta non me lo permette.
E
Io
Avrò
La
Mia
VENDETTAAAAA
Ew, magari più tardi... Sono messa leggermente male: sono andata a pattinare con la mia classe e io ovviamente non so pattinare, ma invece che seguire il consiglio di tutti di starmene attaccata alla balaustra, io ho fatto di testa mia e ho preso a vagare così sono caduta tre volte e ho il coccige incrinato. Poi sono andata a correre e ho peggiorato le cose e dopo sono andata a danza e mi sono storta la caviglia e il polso. FA MALE. TANTO MALE. GGGGHHHHH.
So che non v'interessa, ma tanto poca gente arriva a leggere fino a qui. So I'm Batman.

Pace amore e shippate Drarry.

Ops... Ho sbagliato fandom.

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Capitolo 26
*** Pronti a combattere ***


Tra tutti gli stregoni presenti, scelsero Magnus per creare il portale che li avrebbe portati a Brocelind, il che lo sorprese, non che temesse di poter far crollare il portale prima del tempo, era il Sommo stregone di Brooklyn, ma era difficile farne uno tanto grande e farlo durare tanto.
Vide dall'altro lato della Sala Alec, stava abbracciando Isabelle e porse un sorriso forzato ai genitori.
Magnus aprì il portale, si ingrandì sempre di più e lo fece più grande che poté, in modo che tutti i Nascosti e tutti gli Shadowhunters potessero passare il più in fretta possibile, perché sapeva che un portale grande come quello non avrebbe retto tanto. Diede il via libera, i primi entrarono e la folla si spostò sempre più velocemente verso il suo portale, come un fiume verso la cascata.
Alec tagliò la folla per andare verso Magnus che continuava a fissare il suo portale e a rilasciare scintille blu dalle dita.
"Non credo di riuscire a farlo durare ancora molto, il portale"
Disse Magnus non appena vide Alec.
"Non è rimasta tanta gente, ancora pochi minuti e saremo tutti a Brocelind"
"Che ore sono?"
"Le dieci e cinquanta, circa un'ora e Valentine libererà i demoni..."
Rispose Alec chiudendo lentamente gli occhi e inspirando profondamente.
"Isabelle non verrà?"
"No, è troppo giovane, e comunque avrei trovato un modo per fermarla e non farla venire con noi se fosse stata maggiorenne"
Magnus sorrise guardando per un secondo Alec e poi tornando a guardare le ultime persone passare attraverso il suo portale.
"Sei pronto?"
Chiese Magnus portando la mano verso quella di Alec.
"Certo"
Rispose lui afferrando la mano di Magnus.
Magnus guardò Alec, lui sembrava perfettamente tranquillo, pur sapendo a cosa sarebbe andato incontro quella sera, mentre lui sentiva un po' di agitazione scorrergli nelle vene.
Fecero un passo verso il portale e si ritrovarono a caderci all'interno. Dopo pochi istanti le scarpe di Alec toccarono terra e così fecero quelle di Magnus che vacillò leggermente, ma Alec lo sostenne prontamente e subitamente il portale si richiuse.
Alec sorrise nervoso e arrossì per la vicinanza tra la sua faccia e quella di Magnus, il che non era una cosa nuova, ma la presenza di tutte quelle persone che avrebbero potuto girarsi da un momento all'altro lo metteva leggermente a disagio. Erano dietro a tutti, gli ultimi della folla che salivano verso la cima della collina, nessuno li avrebbe visti. Si sporse in avanti e baciò Magnus, abbracciandolo e rimanendo aggrappato alle sue spalle. Con la coda dell'occhio vide un paio di giganti ali verdi rimaste ferme dietro a tutti. Sua madre e la sua compagna in battaglia, una fata, si erano fermate dietro alla folla, Maryse aveva un'espressione preoccupata che passò al sereno non appena vide Alec e poi all'imbarazzato quando si accorse che stava abbracciando Magnus. Maryse si voltò e tornò a camminare con la fata e il resto della folla.
"Aspetta..."
Disse Alec lasciando Magnus e andando verso la madre.
"Mamma"
La chiamò lui e lei so girò.
"Cosa... Mi stavi cercando?"
Chiese lui.
"Sì, non ti ho trovato in mezzo agli altri, poi mi sono ricordata che Magnus era il tuo compagno in battaglia e che lui avrebbe fatto il portale, ma in fondo non vi ho trovati. Ero preoccupata"
Disse lei con agitazione.
"Sei agitata già adesso, pensa a come lo sarai dopo. Sta' tranquilla, andrà tutto bene"
Le disse con calma.
"Comunque perché mi cercavi?"
Chiese Alec dopo qualche secondo. Pian piano si fermarono le prime persone a capo di tutti e loro rallentarono sempre di più il passo.
"Perché volevo dirti che qualunque cosa tu faccia, chiunque ti piaccia, a me va bene"
Alec arrossì, non riusciva ancora a parlare con nessuno riguardo argomenti come quelli, soprattutto se doveva parlare con i suoi genitori di sesso, aveva diciotto anni e ne dimostrava dodici.
Magnus, che era rimasto indietro, affiancò Alec e Maryse si affrettò a raggiungere la sua compagna.
"Devo farti delle rune"
Disse Alec rivolto a Magnus.
"Delle rune?"
"Sì, per combattere"
"Ma gli stregoni non possono farsi le rune, credevo che gli Shadowhunters lo sapessero"
"Sì, ma hai sentito cos'ha detto Clary, adesso tutti hanno le doti del proprio compagno"
Magnus guardò gli occhi blu di Alec ed annuì, gli stregoni avevano una percentuale alta di sangue demoniaco, ma sapeva che Alec non gli avrebbe mai voluto fare del male.
Alec sorrise e prese il suo stilo iniziando a tracciare delle rune sulle braccia di Magnus.
"Cosa...?"
Iniziò a dire Alec guardando il cielo con ancora lo stilo in mano, Magnus seguì il suo sguardo e improvvisamente li vide: centinaia di demoni che passavano sopra di loro come nuvole nere.
"Che ore sono?"
Chiese Magnus senza staccare lo sguardo dai demoni.
"Le undici e venti. Valentine ha mentito"
"Com'è prevedibile"
Disse Magnus lasciando il tempo ad Alec di finire di disegnare l'ultima runa. Corsero verso i primi demoni materializzatisi vicino a loro, Alec tirando fuori dalla cintura due spade angeliche che nominò e Magnus facendo uscire delle scintille dalle dita.
In un attimo la serata si illuminò di luce di spade angeliche, scintille sprigionate dagli stregoni, bagliori di ali che sbattevano e luci sfuggevoli che si muovevano attorno a loro.
Alec e Magnus combattevano schiena contro schiena, per coprirsi le spalle l'un l'altro. Alec che infilzava i demoni con le spade angeliche con la più totale facilità e agilità mentre sferzava l'aria con le sue spade.
Magnus uccideva i demoni con tanta facilità da sembrare una cosa che faceva quotidianamente, quando lui stesso aveva detto di non essere bravo in battaglia, beh, si sbagliava.
Nei primi dieci minuti riuscirono a uccidere alcune centinaia di demoni, ma molti Shadowhunters e Nascosti erano rimasti feriti, alcuni necessitavano solo di un'iratze, altri di cure degli stregoni, per fortuna tutti ce la facevano, nessuno era ancora morto, ma erano passati solo dieci minuti e i demoni sembravano spuntare sempre in maggiore quantità.
Magnus e Alec iniziarono a staccarsi lentamente l'uno dall'altro combattendo a più non posso.
Un demone Iblis si riformò tra i due con il solito fumo nero di cui erano fatti e gli occhi gialli luminosi che risplendevamo come la stregaluce nel buio della notte. Fu proprio il bagliore degli occhi del demone a catturare l'attenzione di Magnus, seppur fosse a qualche metro di distanza.
"Alec! Dietro di te!"
Gridò Magnus facendo girare verso di se  Alec, ma anche altri due demoni che gli andarono incontro.
Alec prese un'altra spada angelica, ma non fece in tempo a dire il suo nome che il demone gli fu praticamente addosso e gli tolse la spada dalle mani.
Allungò le braccia verso il demone che gli stava saltando addosso e scagliò dei dardi infuocati comparsi dal nulla, o, per meglio dire, dalle sue mani e il demone Iblis scomparve lasciando una striscia di sangue nero su Alec.

Due ore tutto finì. I demoni si erano praticamente volatilizzati. Avevano vinto.
"Cos'è successo? Perché se ne vanno?"
Chiese Magnus avvicinandosi ad Alec.
"Non lo so, ma per adesso non mi farei tante domande"
Ribatté indicando le ferite sul suo corpo e su quello di Magnus.
"Forse Valentine è morto e il potere di Mellartach, la Spada dell'Anima, si è spento di colpo richiamando i demoni"
Disse Alec prendendo lo stilo e avvicinandosi ancora di più a Magnus che glielo rubò dalle mani per disegnargli un iratze sul braccio, dove sanguinava copiosamente.
"Forse"



Sono una persona orribile.
Lo so.
E lo sarò ancora di più quando finirete di leggere.
Blue potato.
No, ok, quello non c'entrava, ma l'ho scritto comunque. Allour, lo so, sembreranno scuse idiote, ma ho avuto da fare tutta la settimana scorsa e questa non parliamone neanche, non sono neanche entrata un giorno su Efp, in fatti mi sono ritrovata dieci recensioni all'ultimo capitolo, oddio grazie solo "Madonna" aveva avuto tanto successo hehehe you know what I mean. Beh, sono in montagna perché io scio e a fine settimana farò probabilmente le gare. Che. Palle. Preferisco. La. Scuola. E con questo intendo che novanta su cento non riuscirò a pubblicare il capitolo questo sabato anche perché ne ho scritto solo una piccola parte e credo che lo metterò il prossimo sabato.
Lapidatemi in fretta, grazie.
E la mia prossima One Shot sarà una Destiel, credo. Devo. Una Destiel. Eh.
Pace amore e non lapidatemi, io sono un Dio, io sono Loki, now kneel.

Ok, la devo smeeeettere.

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Capitolo 27
*** Fireworks ***


Alec uscì di casa assieme a Isabelle, Aline e Clary che era appena arrivata da loro, probabilmente in cerca di Jace, ma da quando, quella mattina, era andato al funerale di Valentine non era più tornato, ma non si erano preoccupati più di tanto.
Salutarono Maryse, Robert e i genitori di Aline che rimasero in casa, mentre loro si dirigevano verso la Piazza dell'Angelo.
Non vedeva Magnus da due giorni, quando erano rientrati dalla battaglia sporchi e spossati, anche se era stato un conflitto breve, si erano abbracciati ed erano rimasti così per qualche minuti perché sapevano che avrebbero potuto perdere l'un l'altro durante quella notte. Si erano promessi di rivedersi alla festa di quella sera, si erano salutati e ognuno aveva percorso la propria strada per tornare a casa, ma non dopo un bacio sfuggente. E adesso non vedeva l'ora di rivederlo di nuovo, di poterlo toccare di nuovo e di poter assaporare di nuovo il suo sapore. Ritornò alla realtà con un leggero colpo di tosse cancellando quei pensieri dalla sua mente, non poteva permettersi di diventare rosso mentre era in mezzo a delle ragazze che intuivano a cosa pensavi anche solo annusando l'aria. E Maia poteva farlo. La vide alla fine della strada assieme a Simon mentre gli venivano incontro.
Si salutarono e andarono insieme in piazza dove avevano posizionato le basi per mettere i fuochi d'artificio.
Quando entrarono nella Sala degli Accordi la trovarono piena di gente, alcuni seduti ai lunghissimi tavoli posizionati al centro, altri in piedi che ridevano e chiacchieravano, in fondo alla Sala c'era una specie di boschetto in miniatura con alberi altissimi che avevano dei nastri argentati che si arrampicavano attorcigliandosi attorno al tronco e ai rami. 
Proprio lì in mezzo Alec vide Magnus e i suoi occhi scintillarono. Come se se ne fosse accorto, Magnus guardò verso di lui e gli venne incontro con un sorriso, a differenza di lui lo stregone era vestito di tutto punto e ricordava tanto un gentiluomo vittoriano. Si avvicinò e diede un leggero bacio sulle labbra di Alec, come se non si fosse neanche accorto di esserglisi avvicinato tanto con il viso.
"Bel gilet"
Commentò Alec con un sorriso portando una mano al petto di Magnus e infilando un dito sotto l'orlo.
"Ne vorresti uno uguale? Del colore che preferisci, naturalmente"
Chiese subito lo stregone senza smettere di guardarlo.
"In realtà i vestiti non m'interessano granché"
Ammise Alec come se gli altri non se ne fossero mai accorti.
"Ed è una cosa che adoro di te, ma ti adorerei lo stesso anche se tu avessi un bel vestito griffato. Che dici? Dolce? Zegna? Armani?"
"Non ne conosco uno"
Disse Alec alzando le spalle e Isabelle affianco a loro rise e Magnus approfittò per dire qualcosa a Clary che se ne andò.
"Allora, ragazzi, cosa farete adesso?"
Chiese Isabelle parlando ad entrambi.
"Intendo dire che dovreste festeggiare adesso che tutti sanno che state insieme"
Aggiunse Isabelle
"Andremo a fare un viaggio attorno al mondo"
Isabelle guardò Magnus stupita, ma Alec lo fu ancora di più.
"Cosa?"
Chiesero all'unisono i fratelli Lightwood.
"Una promessa è una promessa, Alexander"
Disse semplicemente Magnus, Alec ignorò che lo aveva chiamato Alexander e si ricordò che glielo aveva promesso prima di andare a Brocelind, aveva detto "se dopo questa sera riusciremo a sopravvivere, ti giuro che ti porto con me in un viaggio attorno al mondo" ma credeva non dicesse sul serio.
"Pensavo fossi sarcastico"
Disse il Nephilim girandosi totalmente verso Magnus.
"Mai stato più serio"
Lo stregone sorridendogli beffardo portò la sua mano sotto il mento dell'altro e lo avvicinò al suo volto.
"Aspetta"
Lo fermò Alec mettendogli le mani sul petto.
"Non posso partire per il mondo così come se niente fosse, io... io devo dirlo a mia madre"
Mentì Alec, doveva dirlo a sua madre, ma non era quello il problema, aveva realizzato che andare in giro per il mondo con Magnus lo imbarazzava un po', o almeno era qualcosa molto simile all'imbarazzo. Però doveva ammettere che l'idea lo compiaceva anche.
"Certo, glielo diremo appena finita la festa"
Rispose lui avvicinandosi ancora al volto di Alec.
"Diremo? No, caro, sarai tu a dirglielo, questa genialata è stata tua, vai tu a dire a mia mamma che suo figlio partirà per un giro attorno al mondo per chi sa quanto tempo assieme al suo ragazzo"
Alec rimase a pochi millimetri dal viso di Magnus mentre lo fissava negli occhi con un angolo della bocca sollevato in un sorriso beffardo.
"Forse è meglio se le darò la notizia domani mattina, così posso vivere una notte in più"
Sospirò Magnus che annullò la distanza tra di loro in un profondo bacio.
Alec passò le braccia attorno al collo di Magnus e attaccò il suo petto a quello dello stregone che abbassava le mani sempre di più verso il suo fondoschiena.
"Oh dio santo, sentite io vado a fare un giro, magari trovo Simon e andiamo insieme verso la piazza"
Alec sorrise e lasciò Magnus allontanandosi a poco a poco dal suo corpo.
"Possiamo andare insieme alla piazza"
Disse Alec mentre Isabelle guardava entrambi come se fosse sul punto di ridere, ma si trattenesse.
"Con voi due piccioncini? Mh, no grazie, essere la terza in comodo non è mai stata una mia qualità"
"Intendevo noi tre con Simon Maia e Aline, probabilmente Jace e Clary ci raggiungeranno dopo"
Isabelle guardò il fratello che intanto aveva allungato la mano verso quella di Magnus e annuì, si girò e andò in cerca di Simon Maia e Aline.

Cinque minuti dopo arrivarono tutti e sei in piazza, si sedettero all'ultimo tavolo libero, era più in disparte degli altri con un muretto posto pochi metri dietro dove si erano seduti Magnus e Alec mentre gli altri erano al tavolo.
"Qual è la prima tappa che vuoi fare durante il nostro viaggio? Londra? Firenze? Roma? Parigi?"
Alec rise alla proposta di andare così lontano, gli unici posti che aveva visitato erano New York e Idris, non era mai andato oltre.
"Se proporrai così il viaggio a mia mamma, mi sa che poi mi tocca farlo da solo"
Spiegò Alec sporgendosi verso Magnus e lasciandogli un bacio sulle labbra.
"Allora lo formulo in modo diverso"
Continuò Magnus schiarendosi la voce con un sorrisino sulle labbra che non prometteva niente di buono per Alec.
"Dove vuoi andare?— Magnus si sporse verso Alec e lo baciò— Londra?— si abbassò e gli diede un bacio sul collo fino a lasciargli un piccolo segno rosso— Firenze?— si abbassò ancora e lo baciò nello spazio tra le clavicole— Roma?— gli morse un lobo facendolo irrigidire— o Parigi?" gli morse il collo stuzzicando la pelle con la lingua e Alec soffocò un gemito lasciando uscire solo un sospiro per non farsi sentire dagli altri.
"Magnus, potresti evitare?"
Lo stregone parve pensarci su qualche secondo con la fronte corrugata in un'espressione concentrata.
"Mh, no"
Sentenziò dopo pochi secondi per poi lanciarsi di nuovo a baciarlo.
Alec vide con la coda dell'occhio Clary e Jace che arrivavano mano nella mano e non gli diede per niente fastidio, ma mise una mano sul petto di Magnus per farlo fermare. Isabelle stava porgendo un bicchiere con un liquido rosa dentro a Clary e poi lo propose a Jace.
"Io sono un maschio. I maschi non bevono bibite rosa. Vattene, donna, e portami qualcosa di marrone"
Sentenziò Jace scandendo le parole, Alec non ricordava più da quanto tempo non lo vedeva così felice e né fu rilassato anche lui nel vederlo in quello stato.
"Marrone?"
Chiese Isabelle.
"Il marrone è un colore da uomini. Infatti, guarda, Alec ce l'ha addosso"
Alec, non aspettandosi di essere tirato in causa, si guardò i vestiti che erano pressappoco identici a quelli che usava di solito, solo meno logori.
"Un volta era nera, poi è sbiadita"
Rivelò Alec sorridente sentendo il braccio di Magnus attorno alle sue spalle che lo avvicinava a lui.
"Potresti abbellirla con una banda di lustrini... È solo un suggerimento"
Suggerì Magnus porgendogli del tessuto celeste che Alec scartò.
"Resisti alla tentazione, Alec. Sembrerai Olivia Newton John in Xanadu"
Disse Simon fingendosi preoccupato.
"C'è di peggio"
Ribatté Magnus dando un bacio sulla guancia ad Alec mentre Simon si girava verso Jace e Clary. Alec appoggiò la testa sulla spalla di Magnus che portò la mano tra i suoi capelli che iniziò a pettinare in varie direzioni.
"Alec"
Lo chiamò Magnus, lui aprì gli occhi, non si era addormentato ma era passato sicuramente qualche minuto perché si accorse che Jace stava parlando con Simon, Clary non c'era più e davanti a lui c'erano i suoi genitori che andavano sua direzione guardandolo.
"Avete scelto un bel posto per nascondervi tutti"
Ironizzò Maryse non appena gli fu accanto. Ironizzare non faceva parte del carattere di Maryse, probabilmente si sentiva a disagio per qualcosa e quel qualcosa, pensò Alec, poteva essere qualcuno, Magnus.
"Era l'ultimo tavolo libero rimasto e ci siamo messi qui"
Spiegò Alec continuando a sorridere.
"Beh, volevamo presentarci a Magnus dato che adesso... state insieme. Almeno credo che ci si debba presentare così, non saprei, non sono pratica di certe cose"
Confessò Maryse girandosi per un secondo verso Isabelle che parlava con Simon e Jace.
Alec sorrise guardando verso Magnus che aveva raddrizzato la schiena leggermente in imbarazzo.
"Mamma e papà, Magnus; Magnus, Maryse e Robert"
Li presentò Alec spostando un braccio tra di loro indicandoli. Magnus sorrise a Robert che non si scompose dal suo piccolo sorrisetto congelato e fece un accenno di inchino a Maryse.
I tre continuarono a parlare mentre Robert rimaneva un passo indietro rispetto a Maryse, con un falso sorriso dipinto in faccia, partecipando alla conversazione con solo qualche accenno del capo e pochi monosillabi per assentire ciò che diceva Maryse.
Potrebbe anche sforzarsi di più di sembrare felice per me, pensò Alec, la mamma ci sta provando e ci riesce anche. Ma sua madre lo era davvero, perché finalmente vedeva suo figlio veramente felice con qualcun altro al di fuori della loro famiglia.
"Noi raggiungiamo i Penhallow per l'inizio dei fuochi d'artificio"
Li salutò Maryse con un cenno della mano e appena si voltò il suo sorrise morì alla vista di Robert che non degnava di una parola né lei, né Magnus e nemmeno suo figlio.
"C'è qualcosa che non va t—"
"No, è sempre stato così tra di loro"
Lo precedette Alec guardando i suoi genitori andarsene, sapeva a cosa si riferiva Magnus, tutti se ne accorgevano della tensione tra i suoi genitori.
Alec scrollò le spalle e la mano di Magnus raggiunse la sua e il conto alla rovescia cominciò.
Tre. Due. Uno.
Il cielo si illuminò con un'esplosione di scintille rosse e blu e ad Alec ricordarono quelle che faceva uscire Magnus dalle dita, si girò verso di lui e so ritrovò con le labbra pressate alle sue. Portò una mano dietro al collo dello stregone fregandosi del fatto che tutti avrebbero potuto vederli, ormai tutti lo sapevano e dovevano abituarsi a loro. Sentì le labbra di Magnus che si distendevano in un sorriso e la sua mano che gli passava attorno ai fianchi mentre alzavano entrambi gli occhi verso la cascata di luce che sovrastava il cielo.



Chiedo umilmente perdono a tutti voi che seguite la mia storia OnO Mi da fastidio tardare l'aggiornamento anche solo di un giorno, immaginate due settimane ._. Ero sul punto di tirarmi uno schiaffo .-. Non ho avuto un minimissimo secondo per aggiornare, non sono neanche entrata su EFP e le storie che seguo hanno tipo 394 capitoli in più c.c
Lunedì poi sono entrata in casa da scuola e mi sono trovata un cane in camera mia e boh mia madre mi fa "guarda, c'è un cane"
NO MA GRAZIE MAMMA NON ME N'ERO ACCORTA SEI DI GRANDE AIUTO SI SI. No beh, adesso ho un cane e si chiama Loki, come il dio nordico dell'astuzia. Quello che mi piace più di Thor. Esatto. Io sono per Loki. Come tutti dovrebbero essere. Kneel.
Poi, beh, nel frattempo mi sono fidanzata, sposata, ho tre figli che si chiamano tutti Loki, ho scoperto un continente, ho mangiato una torta a sette piani, ho scoperto di avere poteri sovrannaturali tipo Sam Winchester, sto per diventare nonna dal primo Loki, il secondo Loki si è appena laureato e il terzo è fidanzato con un bel ragazzo che mi aiuta a salire le scale e mi sono accorta cbe se si dice "Maia Aline" di seguito sembra "maialin" 
Ah e se ve lo stavate chiedendo, io non odio Robert, ma se avessi una vasta scelta di cavie da laboratorio, sceglierei lui
With
So
Much
Love
(¬◡¬)

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Capitolo 28
*** Pop corn e Supernatural ***


"A che ore dobbiamo essere lì?"
Chiese Isabelle urlando mentre si guardava allo specchio del bagno mentre finiva di truccarsi.
"Mh, vediamo... Cinque minuti fa"
Rispose Alec chiedendosi dove fosse andato Jace. Isabelle uscì dal bagno tirandosi giù l'orlo del vestito corto che aveva indossato, andò verso Alec e gli fece segno di tirarle su la zip.
"Jace?"
"Non lo so, prima era qui, poi è andato a cambiarsi e non è più tornato"
Rispose Alec facendo spallucce, spostò i capelli di Isabelle e tirò la cerniera sulla schiena della sorella.
"Possiamo andare"
Sentenziò Iz infilandosi le scarpe con il tacco per poi dirigersi verso la porta.
"JAAAAACE!"
Gridò Isabelle con le mani attorno alla bocca. Non sentendo nessuna risposta si girò verso il fratello che aveva un biglietto in mano.
- Sono già da Taki.
J. -
"Eh... Quando l'amore chiama..."
Sospirò Isabelle lasciando cadere il biglietto per terra.


"Heylà"
Salutò Izzy una volta arrivata davanti a Taki con il fratello affianco che con un cenno della mano salutò tutti. Simon, Jace, Clary e Magnus stavano seduti sul muretto che stava davanti al locale e gli altri due li raggiunsero.
"Potevi anche avvisarci prima che saresti stato già qui"
Disse Isabelle a Jace.
"Non avete letto il biglietto?"
"Sì, ma—"
"E allora vi ho avvisati"
Ridacchiò Jace prendendo la mano di Clary. Alec andò verso Magnus che si alzò in piedi e lo prese per entrambe le mani per avvicinarlo a sé.
"Salve"
Sussurrò Magnus continuando a sfiorare le labbra di Alec senza baciarlo veramente. Alec si sporse contro di lui quando capì che lui non si sarebbe mosso. 
"Magnus, cos'hai fatto a mio fratello? Prima stava canticchiando una canzone di Madonna"
Disse Isabelle e Alec guardò imbarazzato lo stregone che si mise a ridere. Si girò verso gli altri, Clary aveva la testa all'indietro, sulla spalla di Jace che restava contro il muretto, Simon e Isabelle stavano vicini un po' più in disparte rispetto agli altri quattro mentre parlavano.
"Allora? Cosa facciamo?"
Chiese Alec facendo girare tutti verso di lui.
"Io propongo una serata videogiochi, manga e pop corn davanti alla tv"
Propose Simon per primo e Clary sorrise perché quella era la sua serata-tipo quando ancora non sapeva di essere una Cacciatrice.
"Non ridere, io dicevo sul serio"
Continuò lui sorridendo, gli sarebbe piaciuto passare una serata come quella.
"Allora io ci sto. Stasera c'è Supernatural"
Rispose Clary.
"Allora facciamo videogiochi, pop corn e Supernatural, bene"
"Quindi anch'io"
Disse Jace, ovunque fosse andata Clary sarebbe andato lui.
Magnus e Alec si scambiarono un'occhiata e acconsentirono, sarebbe stato bello passare una serata senza fare niente di niente.
Si girarono tutti e cinque verso Isabelle, lei non aveva detto niente, sicuramente non era quello che si aspettava di fare.
"Dai, Iz, dobbiamo festeggiare prima che Alec e Magnus partano per il viaggio"
Disse Simon, Isabelle li guardò con le braccia incrociate al petto e sospirò.
"E va bene. Stupida pressione sociale...*"
"Andiamo a casa di Luke, lui e mia madre sono fuori e non credo torneranno tanto presto"
Propose Clary e tutti si incamminarono verso la destinazione.
Alec passò affianco a Jace che era stato coperto dal corpo di Clary fino allora e notò i suoi jeans blu sgualciti e la maglia nera a maniche corte con lo scollo a V.
"Jace"
"Sì?"
"Stai indossando i miei vestiti?"
"Mh... No..."
Mentì Jace, si portò una mano al bordo della maglia e la tirò un po' più avanti.
"Hai i miei jeans e hai pure la mia stessa maglia!"
Sentenziò Alec notando che in quel momento avevano la stessa T-shirt nera.
"Sei vuoi te la posso togliere io, la maglietta"
Sussurrò Magnus all'orecchio di Alec che arrossì all'istante da capo a piedi.
Magnus, vedendo che Alec si era fermato un attimo dopo che gli aveva sussurrato all'orecchio, sorrise e circondò la vita del fidanzato per portarselo affianco.
Dopo pochi minuti in cui Magnus e Alec parlavano tra di loro, Jace e Clary facevano lo stesso tra loro e Isabelle e Simon pure, lo stregone esordì.
"Allora, voi due, da quanto state insieme?"
Chiese indicando Simon e Isabelle che camminavano uno affianco all'altra.
"Beh... Io, no... Cioè, volevo dire noi... For—"
"Pochi giorni"
Rispose Isabelle al posto di Simon che avrebbe potuto metterci anni a dare una vera risposta. Simon si sorprese per la facilità con cui Izzy aveva detto di loro due quando, a Idris, aveva detto che sarebbe stato meglio se nessuno lo avesse saputo. Tuttavia, quelli più sorpresi furono Alec e Clary che guardavano rispettivamente Isabelle e Simon.
"Iz, hai qualcos'altro da dirmi?"
Chiese Alec continuando a rimuginare sulla notizia appena avuta. 
"Sono incinta"
Rispose sorridente lei con la felicità stampata in volto e gli occhi quasi lucidi, abbracciò il collo di Simon con un solo braccio e gli baciò la guancia lasciandogli lo stampo rosso del rossetto. Simon era sbiancato in volto, per quanto l'essere già bianco come un vampiro poteva permetterglielo.
"Isabelle Sophie Lightwood, dimmi che stai scherzando"
"Per favore Iz, digli che stai scherzando"
Disse Simon diventando sempre più bianco di secondo in secondo.
Alec stringeva talmente forte la mano di Magnus che gli faceva male, ma lui non disse nulla sentendo la tensione del suo corpo.
"Certo che stavo scherzando"
Isabelle alzò gli occhi al cielo, la ritenevano davvero così irresponsabile?
"Ti prego, non farlo più. Non posso essere un sedicenne padre-vampiro con una madre che lo odia"
"Sai, potrebbero farci una sit-com o qualcosa del genere. Tipo “Teen mom” ma invece sarebbe “Teen vampire dad”"
Si intromise Clary che fino ad allora non aveva detto niente.
"Io lo guarderei se ci fossi tu"
Continuò lei.
"Oh grazie, saresti l'unica spettatrice"
"No, saremmo in due, io e Maureen"
Simon si mise a ridere e poco dopo anche Clary.

In pochi altri minuti furono nel salotto di Luke.
"Claryyyy"
Chiamò Simon dalla cucina.
"Qui non ci sono i pop corn"
"Hai guardato dove sono di solito?"
"No, stavo cercando direttamente nel forno a microonde, chissà perché non ci ho pensato prima a guardare nella dispensa"
"Ok, allora sono nello scomparto in alto dell'altro armadietto, la parte che abbiamo scoperto io e te qualche anno fa"
Simon arrivò in salotto con tre pacchi di pop corn e un'espressione felice sul volto.
"Lo usi ancora?"
"Certo, mia madre non vuole che mangi tante schifezze, quelle sono le mie provviste per l'inverno"
Rispose Clary continuando a fare zapping tra i canali.
Magnus si era sistemato su una poltrona e aveva tirato su di sé Alec che non aveva opposto resistenza a cadergli addosso.
"Su che canale è Supernatural?"
"Non ricordo"
Disse Simon tornando dalla cucina con tre pacchetti di pop corn caldi. Ne diede uno ad Alec, uno ad Isabelle e uno a Jace .
"Cos'è Supernatural?"
Chiese Alec che però si distrasse subito sentendo le mani di Magnus strofinassi sulle sue gambe incrociate per risalire alle cosce.
"Magnus smettila"
Sussurrò in modo da non farsi sentire da gli altri posando delicatamente le sue mani su quelle dello stregone per fermarlo.
"Parla di Dean e Sam Winchester, due fratelli che sono morti uno sproposito di volte, sono cacciatori anche loro, ma cacciano demoni, fantasmi, lupi mannari, vampiri, zombie, qualsiasi cosa faccia girare le scatole. Poi c'è questo angelo, Castiel che li aiuta a combattere"
Spiegò Simon sedendosi tra Isabelle e Clary.
"Mh, molto interessante"
Commentò Isabelle più attenta ai pop corn che a quello che stava dicendo Simon poco prima.
"Beh, la cosa si sta facendo molto più interessante"
Commentò Magnus non appena vennero inquadrati Dean, Sam e Castiel. Alec si girò verso di lui con un'espressione finta indignata e guardò Magnus.
"Non ho mai detto che siano più interessanti di te
Si giustificò lo stregone con un sorrisetto malizioso a cui Alec non riuscì a non baciare, le mani di Magnus corsero sotto la sua maglia aderente mentre continuavano a baciarsi.
"Mi dispiace interrompervi, ma potreste prendervi una stanza"
Disse Isabelle tirando un pop corn addosso ai due, Alec lasciò le labbra di Magnus per girarsi lentamente verso Izzy con uno sguardo truce, ma lei continuò a sorridere.
I due iniziarono a guardare il telefilm, ma poco dopo Alec fu di nuovo distratto dal respiro caldo di Magnus che aveva appoggiato il mento sulla sua spalla. Il respiro dello stregone si avvicinava sempre di più alla pelle nuda del collo finché Alec non percepì le labbra calde di Magnus su di lui. Alec lanciò uno sguardo furtivo agli altri, ma nessuno badava a loro. Bene.
"Shh, non vorrai mica farti sentire"
Sussurrò Magnus all'orecchio di Alec appena sussultò, il che lo fece solo più eccitare, poi tornò al collo del Nephilim e le mani si infilarono lentamente sotto la sua maglia, le dita a delineare tutti gli incavi dei muscoli della pancia piatta e della schiena. Alec cercò un appiglio dove poter aggrappare le mani attorno doveva trovare un modo per ammutolirsi ma non aveva niente e sicuramente non avrebbe chiesto a Magnus di smetterla. Portò lentamente una mano ai capelli sulla nuca dello stregone, per non farsi notare dagli altri e ci attorcigliò le dita attorno.
Magnus gli morse la pelle della spalla e Alec gemette piano, ma lo stregone gli portò la mano sopra la bocca per fermarlo appena in tempo.
"Shh"
Ripeté lui soffiando sulla pelle nivea di Alec che rabbrividì per  l'aria fredda sulla sua pelle bagnata.
La mano libera di Alec si posizionò tra la sua schiena e lo stomaco piatto di Magnus aggrappandosi alla sua maglietta aderente per poi scendere verso l'orlo, si fermò per un secondo sulla pelle nuda sopra i pantaloni di Magnus e, un po' esitante, continuò a scendere.
"Alec, cos—ahh"
Chiese Magnus ma si fermò posando la bocca sulla manica della maglia di Alec per cercare di soffocare un gemito. Alec rimosse la mano dal cavallo dei pantaloni di Magnus non appena si rese conto di quel che aveva fatto. Non era da lui fare certe cose. Non era da lui iniziare a stuzzicare il suo ragazzo a casa di un'amica mentre tutti guardano un telefilm e cercare di non farsi scoprire.
Ma doveva ammettere che gli era piaciuto.
Magnus lo baciò sotto l'orecchio.
"E quello che cos'era?"
Chiese sogghignando sulla sua pelle calda, Alec avvampò d'imbarazzo.
"Aspetta"
Disse una voce a una trentina di centimetri da loro.
"Aspetta, ma di che alce stanno parlando? Non c'è nessuna alce"
Continuò Isabelle e fu come se Alec si fosse ricordato solo in quel momento che lui e Magnus si trovavano in una stanza con altre quattro persone e lui ringraziò l'Angelo per il buio della stanza che non lasciava intravedere il rosso intenso delle sue guance.
"No, è Sam che chiamano Alce, ma... ah va beh, non importa"
Rispose Simon ma sapeva che spiegare qualcosa non sarebbe servito a nulla perché sicuramente quel che avrebbe detto sarebbe stato il mezzo per andare avanti con altre domande tipo "e chi è Crowley?" E dopo "Il re dell'inferno? Ma non è Lucifero?" E ancora "Anime? Quali anime? Castiel era Dio? Ma se è solo un angelo?" E così non avrebbe seguito niente della puntata. A volte è decisamente meglio non parlare.
"Come è finito? E questo cosa significa? Non... Non può essere finito! Quindi? I leviatani hanno fatto cosa per cosa?"
Iniziò a chiedere Isabelle a Simon che rideva, all'inizio non sembrava interessata quanto lo sembrava ora.
Isabelle, Alec e Magnus uscirono, Simon si sarebbe fermato a dormire da Clary e Jace si sarebbe avviato verso l'Instituto un po' più tardi.
"Se vuoi puoi andare da Magnus, io riesco a raggiungere l'Instituto da sola"
Affermò Isabelle dando una spinta al fratello verso Magnus.
"Oppure puoi venire all'Instituto"
Scherzò Alec.
"Sì, non ho mai visto camera tua, solo quella di tua sorella e non è stata una delle migliori visite all'Instituto"
"Potrebbe essere una buona idea se vuoi uscirne da lì senza pelle. Mia mamma potrebbe andare su tutte le furie se lo scoprisse"
Commentò Alec sorridente.
"Bene, allora qua io vi saluto"
Disse Magnus dato che erano arrivati sui gradini dell'Instituto.
Isabelle fece un cenno con la mano mentre Alec tornava indietro di uno scalino verso Magnus.
"Ah"
Iniziò Isabelle prima di entrare dal grande portone.
"Sappiate che io ho visto tutto a casa di Luke"
E scappò all'interno.
Alec divenne di nuovo rosso pensando a prima, ma Magnus parve non accorgersene.
"Credo che non le rivolgerò mai più la parola"
Proferì Alec prima di dare un bacio a Magnus per salutarlo.


*"stupide pressioni sociali" è una frase che dice Sheldon di The big bang theory, sono una fan sfegatata di TBBT e so alcuni episodi a memoria, non dite che non vi piace perché vi mangio tutti c: 

~~LEGGETE QUI SE VOLETE SOPRAVVIVERE ALL'APOCALISSE DEI PANDA~~
No, non so cos'ho scritto, ma sapete tutti che tra un po' Magnus e Alec vanno in giro per il mondo, io ho scelto quattro tappe per adesso, ma volevo farne un po' di più se ci riesco. Ho scelto Londra, Cardiff, Firenze e delle isole nel Madagascar che ho visitato di cui non so scrivere il nome (figura di merda time :D) allora, Firenze la conosco a memoria pur essendo di Asti, poi beh, Londra e Cardiff le ho visitate, Londra credo di essermela fatta tutta sia a piedi che con la metro. Quindi, datemi una città o qualsiasi cosa che vi piacerebbe che loro visitassero, io mi informo su cosa c'è lì e proverò a scrivere un capitolo UuU

Sembra la pubblicità di un concorso.


Comunque si capitolo misto tra Malec Clace e Sizzy e whatever you want :D volevo anche fare qualcosa sulla Destiel, tipo far dire a Magnus "quell'angelo è sicuramente gay, guardate come guarda il cacciatore lì, Dean. Il mio rilevatore di gayaggine potrebbe anche esplodere" ma non ho trovato il modo di inserirlo. Hehehe. 
Scusate se ieri non ho aggiornato, ma sono andata a vedere Divergent.
QUANTO È STUPENDO QUEL FILM OMMIODDIO. Io non ho pianto per niente. Ho solo iniziato a sprecare l'acqua di trecentonovantaquattro stati attraverso dei condotti nei miei occhi. Quello non era piangere, quello era creare il secondo diluvio universale.
Bye idjits

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Capitolo 29
*** Stalking ***


-premessa: questo è solo metà capitolo, leggete in fondo così scegliete se avere l'altra metà che non è poi tanto importante ma comunque leggete anche per il resto anche saltando le mille michiate che dico
E buona Pasqua e Pasquetta un po' in ritardo


Alec dormiva in camera sua, era quasi l'una di mattina, la luna era parzialmente coperta da una nuvola, le stelle ricoprivano il cielo sereno e lasciavano entrare un po' di luce nella stanza buia.
Uno leggero scricchiolio proveniente dalla sua stanza fece svegliare Alec. Era da tutti gli Shadowhunters avere un sonno leggero, per evitare che qualcuno ti possa fare del male mentre si dorme. Prese immediatamente il pugnale appoggiato su uno dei due comodini e lo prostrò davanti a sé non vedendo praticamente niente.
"Come siamo violenti stasera"
Esclamò una voce dal buio che Alec riconobbe subito, anche prima di riuscire a distinguere la sua sagoma davanti al muro, posò di nuovo il pugnale dov'era prima e si rigettò sul letto con un tonfo.
"Magnus"
Fece in tono lamentoso Alec.
"Dimmi, mio caro Alexander"
"Cosa ci fai qui?"
Magnus si avvicinò di più al letto di Alec e con nonchalance si appoggiò al muro sorridendo.
"Ho accettato il tuo invito a rimanere a dormire qui, ma saltando la parte dove tua madre mi da fuoco con lo sguardo"
Alec sorrise e vide che il profilo di Magnus era contornato dalla luce della luna, gli fece segno con la testa di avvicinarsi e lui non se lo fece ripetere due volte. Si portò stancamente sul letto e si trascinò fin sopra il corpo di Alec, ricoperto da un fine lenzuolo bianco, fino ad arrivare al suo viso.
"Allora prima cantavi Madonna"
Sussurrò Magnus all'orecchio di Alec ricordando le parole di Isabelle.
"Oh dammi pace, Bane"
Sospirò prima di tirare la stoffa sul petto di Magnus cosicché gli venisse incontro. Magnus fece cadere le labbra contro quelle sotto le sue, lasciando che la lingua gli si intrufolasse tra le labbra. Alec gli mise le mani tra i capelli per farlo stare più vicino cercando di non gemere.
"Aspetta"
Sussurrò Alec per fermarlo, spostò un po' la testa di lato e guardò Magnus negli occhi.
"Sei entrato dalla finestra?"
"Sì, non sei al trentesimo piano, sono un agile scalatore, io"
"E... Da quanto tempo eri lì nell'ombra?"
Chiese aggrottando le sopracciglia, Magnus spostò il peso sull'avambraccio spostando il lenzuolo e solo allora notò con piacere che non indossava nessuna maglietta.
"Uhm... Non lo so"
Magnus si spinse un po' più in su con i gomiti per confermare l'espressione beffarda di Alec.
"Che c'è? Pensavo fosse romantico"
"Pensavo si chiamasse stalking. O pedofilia dato la differenza d'età"
Alec sorrise e si avvicinò a Magnus per baciarlo, ma lui si scansò.
"Mi hai dato dello stalker pedofilo e ora vuoi anche che ti baci?"
Disse Magnus alzandosi dal letto con un finto broncio, ma Alec si sedette e lo trattenne per la manica. Magnus si girò verso di lui e seguì con lo sguardo il lenzuolo che lentamente scivolava giù per il petto nudo di Alec che prima si guardò poi guardò Magnus mentre lo fissava. Alec sorrise e con la mano libera scostò il lenzuolo dalle sue gambe, indossava solo dei pantaloni grigi di una tuta ribassati su dei boxer neri.
"Vieni a dormire o vuoi un invito ufficioso?"
Magnus sorrise, si sdraiò affianco ad Alec che li coprì entrambi con il lenzuolo. Magnus si girò verso Alec, puntò un gomito sul cuscino e mise la mano sotto la guancia.
"Stai iniziando a imparare come condizionarmi, Nephilim"
Alec imitò la sua posizione mettendo la mano a pugno sotto lo zigomo e si sporse il più avanti possibile senza però baciare lo stregone.
"Ne sono felice"
Soffiò senza muoversi di un centimetro, Magnus gli spinse la spalla e lo fece sdraiare di nuovo portando il viso sopra quello di Alec senza dire né fare niente. Si portò a cavalcioni sulla vita del Nephilim continuando a guardarlo negli occhi, poi si abbassò lentamente per dargli un bacio, ma la porta della stanza cigolò. Alec vide la porta aprirsi e con un colpo di bacino fece tornare Magnus a sdraiarsi affianco a lui in meno di un secondo.
I due continuarono a fissare la porta in silenzio per qualche secondo ma nessuno entrava, solo poco dopo Church entrò stancamente nella stanza, guardò i ragazzi sul letto con il suo solito sguardo burbero che diceva tutto e lentamente se ne uscì.
Magnus rise piano sulla spalla di Alec per la situazione assurda: un gatto li aveva appena rimproverati per aver fatto troppo rumore.
Magnus passò il braccio attorno alla vita di Alec vedendo che i suoi occhi blu si chiudevano lentamente sempre di più.
"E se domani mia madre venisse a svegliarmi per salutarmi prima di partire e ci vedesse nello stesso letto con me senza maglietta? Non credo sarebbe così entusiasta di vedermi a letto con uno stalker"
Disse Alec avvicinandosi al viso di Magnus per baciarlo.
"Buonanotte"
Sussurrò Magnus dando un bacio sulla fronte ad Alec.
"Notte"
Rispose lui accarezzando la guancia dello stregone.
Si addormentarono cullati dal vento estivo che entrava dalla finestra mezza aperta della stanza con la luce della luna che filtrava e li sorvegliava durante il buio.



Eccoci tornati con gli improponibili orari di Greta La Tizia Che Non Dorme ma potete chiamarmi GLTCND
Le mie scuse questa volta avranno una validità!
Non ho postato sabato perché cambio il giorno di aggiornamento a domenica, così ho tutto sabato per ridefinire il capitolo, ma ieri non è arrivato mio fratello a cancellarmi tutto? E quando dico tutto intendo tutto il capitolo e i due che avevo già scritto insieme a tutti gli appunti.
DANNATO SARAI TU TRA GLI SCELTI DEL DIVINO, TUA SARÀ LA PENA DA SCONTARE TANTO FURIOSA QUANTO LA MIA GIOIA IN QUESTO MOMENTO. IO TI CONDANNO ALLE CORDE STRETTE AI POLSI IN MODO CHE TU NON POSSA CAMBIARE CANALE QUANTO TI METTERÒ DAVANTI ALLA MARATONA DI BEAUTIFUL.
Questo ho detto e questo verrà fatto.
Amen.
Quindi qui io ho metà capitolo che sono riuscita a scrivere oggi, l'altra metà era una cosa abbastanza cucciolosa che parlava di un sogno con una persona e poi una cosa e delle cose e poi si sveglia e dopo succede qualcosa con qualcuno che dovreste sapere chi anche perché questa persona ha fatto una cosa che gnaaaa. Punto. Non so come esprimermi. Se volete scrivetemelo in una recensione o comunque se volete mandarmi un messaggio privato là in cima, ma io di solito non me ne accorgo neanche quando arrivano.

Ah beh poi grazie a tutti quelli che mi hanno consigliato i posti da visitare, scusate se non rispondo mai alle recensioni, solo che non ho un minimo di tempo veramente ma sappiate che le leggo e le apprezzo e vi giuro che non do fuoco alle lettere c: 
Comunque se volete potete anche consigliarmi posti tipo musei o cattedrali (no per favore cattedrali no non so nemmeno perché l'ho scritto) o parchi and stuff.

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Capitolo 30
*** Nightmares ***


*premessa: questa è l'altra metà del capitolo precedente*

*altra premessa: contenuti un po' forti, violenza, tortura, le solite cose. Se non lo reggi, non lo leggi*

Buio.
Era l'unica cosa che circondava Alec, il buio. Riusciva a malapena a vedersi i piedi, ma sapeva che erano scalzi, poteva sentire l'irregolare pavimento freddo sotto di sé inclinarsi di poco ad ogni suo passo verso una destinazione ignota.
Passarono secondi, minuti, ore mentre lui camminava inutilmente nel buio senza sapere dove si trovasse, dove stesse andando e come fosse arrivato lì.
Si girò intorno un paio di volte in cerca di una luce che potesse guidarlo, ma niente. Non c'era niente. Non c'era nessuno.
Sentì un rumore: come piccole pietre che cadevano lungo un muro, ma fu come se il rumore provenisse da tutte le parti, tutt'attorno a lui e per un secondo pensò che non fossero solo sassi a cadere, ma un muro che si erigeva.
Velocizzò il passo verso una direzione, le mani davanti a sé nel caso ci fosse stata una parete davanti a lui, ma non trovò niente se non il buio.
Una leggera brezza si levò contro il suo volto e subito un leggerissimo barlume bianco si accese dietro di lui, si girò di scatto verso la luce, ma era troppo lontana e troppo fioca per vedere cosa ci fosse. Si diresse verso la luce bianca, era sicuramente stregaluce, si disse lui, quindi doveva esserci qualcuno.
"Hey!"
Cercò di urlare lui, ma non gli uscì altro se non un sussurro strozzato.
Dalla camminata passò ad una corsa lenta poi sempre più velocemente si avvicinò e quel punto di luce si trasformò in una stregaluce tenuta dalle mani di una bambina, che ancora non riusciva a riconoscere per via dei capelli neri davanti alla faccia.
Alec rallentò la corsa ad una ventina di metri dalla figura con la stregaluce e si fermò di colpo quando la persona davanti a lui alzò il viso, degli occhiali troppo grossi stavano sbilenchi sul naso. Non era affatto una bambina, era un ragazzino che Alec conosceva bene. Max.
"MAX!"
Gridò lui e questa volta ce la mise tutta a far uscire la voce dalla gola e ci riuscì. Max si girò verso di lui, ma fa come se non riuscisse a vederlo, come la se la luce della stregaluce tenuta tra le sue piccole mani non riuscisse ad arrivare ad Alec.
"A-Alec?"
Chiese confuso il bambino seduto sulle ginocchia scostandosi una ciocca di capelli dal viso.
"Sì"
Rispose una voce, ma non era Alec e neanche Max. Si sentirono dei passi risuonare, ma come prima Alec non fu in grado di capire da dove, il suono sembrava arrivare da qualsiasi lato. L'eco dei passi si faceva sempre più forte, ad ogni passo ne rispondevano altri cento in rapida successione.
Alec non ci pensò due volte e corse verso il fratello che era rimasto immobile, seduto a terra con gli occhi sgranati cerchiati dalle occhiaie e la bocca socchiusa.
"Max vieni qui!"
Gridò il maggiore e il piccolo si alzò di scatto sulle gambe, ormai solo pochi metri li separavano.
"No Alec, non barare"
Disse la voce di prima e subito Alec si bloccò non per sua volontà. Come quella voce aveva pronunciato il suo nome, lo aveva già sentito, quella voce gli era familiare, il modo in cui lo aveva chiamato, pieno di disgusto e disprezzo, lo aveva già sentito. Quella voce, quella voce, quella voce, quella voce, l'aveva sentita poche settimane prima, il tono atono e grave.
"Andiamo Alec, non riesci proprio a ricordarti di me? Dai lo sai chi sono"
Alec spalancò gli occhi e alzò il viso di scatto, come se gli fosse appena passato qualcuno davanti, ma non c'era nessuno, se non Max con la stregaluce in mano pietrificato davanti a lui.
"Sebastian"
Sputò Alec girandosi attorno per vedere dov'era, ma mentre l'eco dei passi continuava, lui rimaneva nascosto nell'ombra.
"Non ci voleva poi tanto"
Sussurrò lui e finalmente fece un passo verso la luce, ma purtroppo ogni centimetro più vicino alla luce era un centimetro più vicino a Max.
"Cosa ci fai qui?"
Chiese Alec, andò avanti ma dopo il primo passo si schiantò contro una barriera invisibile e rimbalzò indietro, portò una mano davanti a sé, dove sarebbe dovuta esserci la barriera, ma le dita passarono senza problemi e così anche il polso con tutto il braccio. Provò di nuovo ad andare avanti, ma non ci riuscì, fu di nuovo rispedito indietro.
"Qui dove? Tu non sai dove ti trovi, potresti essere a casa mia in questo momento e in quel caso saresti tu a dovertene andare"
Alec si spostò di lato per qualche metro, quella barriera doveva pur finire da qualche parte, quando pensò che fu abbastanza tornò a camminare verso Sebastian, le braccia dietro la schiena, che intanto si stava avvicinando sempre lentamente a Max che gli dava le spalle. Fu di nuovo rispedito indietro, questa volta con maggior forza.
"Oh, non barare"
Disse Sebastian ridendo di gusto.
"Per barare bisogna trovarsi in un gioco"
"E non credi che questo sia tutto un mio gioco?"
Chiese Sebastian girando sui tacchi con l'indice della mano destra alzato.
"Tu sei morto, non puoi più giocare al tuo sadico gioco"
Sputò Alec continuando a fissare Sebastian che aveva smesso di camminare e, con lui, anche i suoni ripetuti dei suoi tacchi sbattuti sul pavimento di pietra fredda.
"Per avere un morto bisogna possedere un cadavere"
"È stato portato via dalla corrente"
"Oh, lo sapevo che non ci avresti creduto, pur non essendo un Cacciatore degno di essere chiamato tale sei piuttosto intelligente"
Alec fece di nuovo il giro attorno al fratellino che era rimasto fermo come se fosse stato solo una sagoma di cartone, zitto e inanimato.
"Max, vieni qui"
Gli disse Alec porgendo una mano in avanti.
"No"
Rispose Sebastian che era ormai a un metro da lui, qualcosa gli brillò nella mano quando la stregaluce fu abbastanza vicina. Max si girò verso di lui e rimase fermo.
"Sai cosa? Ti lascerò assistere allo spettacolo"
Disse Sebastian avvicinandosi a Max fino ad arrivargli accanto. Alec si chiese di cosa stesse parlando, ma non ebbe neanche il tempo di chiederlo che un coltello lungo e affilato scese dalla manica di Sebastian.
"No!"
Gridò Alec portando una mano davanti a sé mentre Sebastian portava il coltello vicino all'avambraccio di Max, si chiese perché lui non stesse scappando, ma sicuramente era perché non riusciva a muoversi.
Sebastian puntò il pugnale sul braccio di Max e la sua pelle si incurvò sotto la pressione della lama, Alec rimase a guardare la scena, gli occhi puntati in quelli freddi del fratellino che sembravano, sembrava che non provasse nessuna emozione. La pressione della lama aumentò dopo che Sebastian non vide nessuna reazione da parte di Alec, un rivolo di sangue scese dall'avambraccio e scese giù, ma non gli bastava, tirò giù il coltello e la pelle si tagliò.
"No! Smettila! Prendi me e lascialo andare, in fondo sono io quello che odi, no? Prendi me"
Supplicò Alec guardando con sguardo sconvolto il braccio ricoperto di sangue, Max piangeva, sentiva i suoi singhiozzi entrargli nelle orecchie e rimanere lì a tormentarlo, però non si muoveva. Sebastian rise pulendo il coltello con la maglia azzurra di Max.
"No, sarebbe troppo facile. Cosa sarebbe un incubo se si togliesse la paura principale?"
Chiese Sebastian scostando i capelli di Max dalla fronte in un gesto quasi amorevole. Gli avvicinò il coltello alla guancia e lo accarezzò senza tagliare la pelle sottostante, Jonathan alzò lo sguardo divertito e Alec non si trattenne: si scaraventò contro la barriera invisibile con tutta la forza che aveva, si sentì un leggero crepitio, ma nient'altro accadde. Si portò di nuovo contro la barriera e il coltello di Sebastian gli scivolò dalle mani aprendo una lunga linea rossa dallo zigomo al mento di Max che questa volta gridò, mentre le sue lacrime si mischiavano al sangue.
"Oh, guarda cos'hai fatto. Come sei maldestro"
Disse semplicemente mentre raccoglieva da terra il pugnale, ma Alec non ci fece caso, continuò a sbattere contro la barriera con tutta la sua forza.
"E va bene, se è quello che vuoi allora vieni più vicino"
Sebastian roteò gli occhi e fece cenno di avvicinarsi. Qualcosa spinse Alec in avanti e in mezzo secondo si era ritrovato a mezzo metro da Max. Mosse un piede indietro, ma la cosa che lo aveva spinto era ancora lì, come un muro imponente. Si buttò in avanti per raggiungere il fratello, ma ancora una volta non riuscì ad andare avanti più di dieci centimetri e poi fu risbattuto indietro contro il muro.
Sebastian fece alzare il mento al bambino spingendolo con la lama affilata del pugnale e da sotto gli sgorgò del sangue e di nuovo gridò con le lacrime che gli cadevano dal mento e finivano suo pavimento che neanche riusciva a vedere.
"Guarda chi è venuto a trovarci"
Disse Sebastian con un tono infantile mentre stuzzicava altre parti di pelle scoperta con il coltello e altro sangue usciva e fu come se Max vedesse Alec per la prima volta da quando aveva acceso la stregaluce.
"No! No Alec! Alec smettila! Lasciami!"
Iniziò a gridare dimenandosi mentre il braccio di Jonathan lo teneva stretto per il petto e questo colpì Alec come una freccia al cuore.
"Alec! Alec lasciami andare, vattene via!"
Urlò piagnucolando e dimenandosi ancora tra le braccia di Sebastian che sorrideva maligno.
"Alec!"

"Alec!"
Disse ancora una volta con voce più gentile.
"Alec"
Una voce gentile e più bassa di quella di Max e in un istante realizzò di non poter più vedere né Max né Sebastian. Sentì dietro di sé qualcosa che lo bloccava, sobbalzò nel letto e si mise a sedere pensando che fosse ancora il muro a cui era legato nel sogno, ma invece trovò solo il petto di Magnus.
"Hey, Alec, calmati"
Lo tranquillizzò Magnus dopo essersi messo seduto affianco a lui, allungò una mano verso la sua spalla e la posò delicatamente. Alec tremava, aveva le guance in fiamme e i capelli tutti in disordine attaccati sulla fronte dal sudore, gli tornò completamente la vista e notò che sul palmo della mano sinistra aveva delle piccole mezzelune rosse. Si girò di scatto verso Magnus che lo stava guardando preoccupato e gli si buttò addosso stringendo le proprie braccia al suo collo mentre strofinava il viso sulla stoffa della sua maglietta.
"Gli avevo detto che era morto eppure non mi accorgevo che fosse tutto un incubo. Continuava a torturarlo e io non potevo farci niente e lui credeva che fossi io. Io lo stavo uccidendo"
Sussurrò respirando affannosamente e Magnus gli mise le mani sulla schiena nuda accarezzandolo dolcemente per fargli passare il momento di panico.
"Di... Di chi stai parlando? Chi era morto?"
Alec allontanò il viso dalla spalla di Magnus e lo guardò fisso negli occhi.
"Sebastian. Sebastian stava torturando Max, ma ero io ad ucciderlo"
Sussurrò con voce spezzata.
"Forse è perché non credo che Sebastian sia morto davvero"
Rivelò Alec mentre Magnus gli dava la mano in un gesto rassicurante.
"Lui è morto. Credi che se fosse vivo avremmo un periodo così tranquillo? Noi domani partiremo per il nostro viaggio"
Magnus sorrise leggermente portando una mano verso la guancia di Alec e passandola giù sotto il mento e lui parve rilassarsi.
"E poi guarda Jace, ora lui e Clary stanno insieme, Luke e Jocelyn si sposeranno, Isabelle sembra innamorata di Simon e noi due siamo sempre noi due"
Magnus sistemò i capelli di Alec con una mano e strisciò di nuovo sotto il lenzuolo.
"Ora: vieni a dormire o vuoi un invito ufficioso?"
Alec sorrise e si sdraiò affianco a Magnus che gli diede un bacio sulla guancia, accarezzando il suo braccio come per fargli che lui c'era, che lui era lì per lui e sarebbe stato lì per lui per sempre.




Questi capitoli mi piacciono più di quelli perversi :D
Ieri mi sono completamente dimenticata di aggiornare, I mean, davvero, a parte che non sapevo che giorno era, ma me ne sono proprio dimenticata. E boh. La vita.
Volevo condividere con voi la mia gioia. LA DESTIEL È CANON DA TRE STAGIONI E NESSUNO NE SAPEVA NIENTE. IFKSKCKDKX. Dean e Castiel stanno insieme per davvero T_T my life is complete. È la mia OTP delle OTP e io aw. Il mio cuore potrebbe esplodere di feels e trasformarsi in una specie di arcobaleno magico che protegge le ships gay perché aw aw aw. 
Hehehe vorrei darvi un'anticipazione del prossimo capitolo, ho postato questa su instagram: http://instagram.com/p/nWVh5cF2Y4/ se volete seguirmi allora sarò il vostro peggior incubo (✿⊙‿⊙) (si scusate, il blog l'ho fatto in inglese e gne ma se volete vi metto nei commenti la traduzione) e probabilmente domani posterò anche il post Destiel (hdsjlsdj) 
Buonanotte elfi molesti


Boh adesso sembra che tutto il mondo stia passando davanti alla finestra di camera mia con la macchina. MA È MEZZANOTTE NON VOLETE ANDARE A CASA A LEGGERE, GUARDARVI UNA STAGIONE DI QUALCOSA, FARE SESSO O DORMIRE? Porco Snow andatevene via.

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Capitolo 31
*** Maldive ***


Alec abbracciò per ultima Isabelle per salutarla.
"Se ti perdi, devi solo seguire la scia di glitter e sarai di nuovo da lui"
Sussurrò piano lei e Alec si staccò per vedere la sorella sorridere maliziosa. Tornò da Magnus che stava creando un portale, ma ancora non gli aveva detto dive sarebbero andati, si voltò di nuovo indietro, Isabelle, Jace e Maryse stavano uno accanto all'altro e si rese conto che gli sarebbero mancati più di quanto si fosse immaginato.
"Allora, dove andiamo?"
Chiese Alec dopo essersi girato verso Magnus che aveva finito di creare il portale.
"Non lo saprai finché non saremo lì"
Disse dopo aver preso la mano del fidanzato.
"Ma così rimarrò bloccato in—"
Disse Alec, ma non fece abbastanza in tempo perché Magnus l'aveva tirato nel portale, lui lo attraversò e percepì la solita sensazione di caduta. Cercò di atterrare in piedi, ma questa volta non ci riuscì. Solo dopo qualche secondo si rese conto di essere sott'acqua e che Magnus era lì davanti a lui che continuava a tenergli la mano, alzò il viso per tornare in superficie e notò che non era più mattina ma mezzo pomeriggio.
"Potevi anche avvis— da quando ho il costume?"
Chiese dopo aver notato i boxer blu che gli arrivavano quasi alle ginocchia, le guance gli si colorarono di rosso, guardando verso il basso notò che anche Magnus ne aveva un paio simile ma multicolore.  Alec si sentiva sempre imbarazzato quando era così vicino a Magnus e loro due erano svestiti, soprattutto quando lui era così bello quando lo guardava.
Magnus sorrise e alzò le spalle muovendo pigramente le braccia e le gambe mentre nuotava sempre più vicino ad Alec, lo faceva diventare quasi nervoso.
"Adesso che siamo qui vuoi dirmi dove ci troviamo?"
Chiese il Nephilim distogliendo lo sguardo da lui pensando che avrebbe potuto impazzire se lo avesse guardato un secondo di più.
"Mh, no"
"Avevi detto che me lo avresti detto appena fossimo arrivati"
Protestò Alec muovendo una mano in modo da schizzare Magnus.
"Ma poi non mi senti"
Magnus mise le mani sulle spalle del Cacciatore in un gesto affettuoso.
"Cosa—"
Ma Magnus non lo fece finire e lo buttò sott'acqua, poi lo seguì e disse una parola, probabilmente il nome del posto, ma ovviamente non si capì nulla. Alec prese a nuotare verso il fondo di quello che dedusse fosse un mare data l'acqua salata, attorno a loro una svariata quantità di pesci coloratissimi nuotavano veloci per allontanarsi, quasi non volessero disturbarli. Quando mise le mani sul fondo e guardò in su si accorse che era a circa sette metri sotto la superficie e che poco distante da loro c'era quella che sembrava un'isola. Magnus seguì Alec sul fondale e fece un veloce incantesimo per creare una bolla d'aria che li facesse respirare anche lì, ma il Nephilim se ne accorse solo dopo che Magnus glielo ebbe spiegato a gesti.
Alec si guardò intorno, sorrise a Magnus e partì a razzo verso un punto indefinito lasciando dietro di sé una scia di bollicine d'aria che espirava. Magnus, dopo un attimo di confusione si accorse che Alec lo stava istigando e aveva appena iniziato una gara a chi nuotava più velocemente. Dopo un secondo anche lo stregone iniziò a nuotare il più veloce che poté, raggiunse in poco tempo il Nephilim che girò la testa, gli sorrise per poi fare uno scatto in avanti e distanziarsi di nuovo dall'altro ma anche questa volta lui lo raggiunse senza problemi e poi lo superò. Alec si sorprese di quanto Magnus potesse essere veloce, ma mentre lo pensava non si accorse che lui si era fermato e gli andò quasi a sbattere contro. Sembrava quasi che stesse in piedi sul fondale e come se gli avesse letto nel pensiero si spinse giù di qualche centimetro per toccare il fondale per poi sedersi sulla sabbia. Alec lo imitò e si sedette anche lui, ma non era stato facile quanto gli avevano fatto credere i movimenti aggraziati dello stregone.
Magnus intanto aveva smosso della sabbia mentre si era appoggiato a terra e qualcosa gli saltò all'occhio: una perla tra il blu e il nero. La raccolse, se la girò tra le dita lasciando che l'acqua trasportasse via la sabbia da sopra e senza neanche guardare Alec si diede una spinta e tornò in superficie. Il Nephilim ci mise qualche secondo a raggiungere Magnus che intanto aveva aggiunto un filo nero all'interno di un piccolo buco con un qualche incantesimo.
"Il mio primo regalo dal viaggio"
Disse lo stregone aggirando il Nephilim, gli legò la cordicella nera attorno al collo e gli lasciò un bacio sul nodo del laccio, portò le mani sulle sue spalle e le fece scivolare per tutte le sue braccia fino ai polsi. Alec si accorse della vicinanza dei loro corpi, del calore che sprigionava Magnus dietro di sé a contrasto con l'acqua fredda e della pelle nuda che incontrava la sua. Un brivido percorse la schiena di Alec, non per il freddo ma per la consapevolezza dei loro corpi che si toccavano e della mano di Magnus che stava segnando il percorso della sua clavicola con un dito.
"M–Magnus. Io... Non mi sento a mio agio così. Scusa, lo so è stupido, m—"
Alec si fermò mentre l'altro gli era arrivato davanti e vedendo che sorrideva.
"Cosa?"
Chiese sempre lui, pensando che lo stesse facendo per prenderlo in giro.
"Niente, è che non dovresti vergognarti, sei bellissimo. Sei il mio bellissimo Nephilim"
Magnus gli si avvicinò dandogli un bacio sulle labbra e uno di fianco all'orecchio.
"Saresti anche più bello nudo"
Sussurrò come se qualcuno avrebbe potuto sentirli. Il cuore di Alec perse un battito e all'istante sbiancò per poi diventare completamente rosso, ma Magnus non lo vide perché era ancora di fianco al suo orecchio e sembrava non aver intenzione di togliersi.
In risposta Alec gli diede un pugno sulla spalla cosicché lui si girasse a guardarlo e in un secondo lo spinse sott'acqua soffocando le parole dello stregone.
"Potevi anche evitartela"
Proruppe Alec quando Magnus tornò in superficie spostandogli una ciocca di capelli dagli occhi.
"Io non credo"
Rispose avviandosi verso l'isola che aveva visto prima e man mano che si avvicinavano più si distinguevano delle strutture che si ergevano dall'acqua. Gli ci vollero pochi minuti per raggiungere la spiaggia sabbiosa e riconobbe le costruzioni come palafitte altissime.
"Maldive"
Disse Magnus portando il braccio intorno alla vita di Alec, attorno a loro delle persone giravano anche loro in costume e il Nephilim riconobbe fate, stregoni, lupi mannari e con sua sorpresa anche un paio di Nephilim.
"Ma qui non ci sono mondani"
Osservò guardandosi intorno schivando una palla per poco.
"Sì. È una delle piccole isole delle Maldive, non è segnata su nessuna cartina, non in molti la conoscono. Ci abitano solo Nascosti e Nephilim. Un po' come Idris ma senza il razzismo"
Alec guardò Magnus ma non rispose e non distolse lo sguardo fin quando lui si girò, la perla che gli aveva legato al collo, blu con sfumature viola e azzurre, faceva risaltare il blu intenso dei suoi occhi.
"Ti piace?"
Alec per un momento pensò che Magnus stesse parlando del posto, poi si accorse che i suoi occhi erano puntati sulla perla e allora annuì sorridente.
"Credo sia di una qualche sirena. Tipe simpatiche le sirene, se non le ascolti cantare, ovviamente"
Disse con la più totale nonchalance continuando a guidare Alec attraverso la spiaggia fino ad una delle casette.
"È qui dove staremo"
Magnus salì la scaletta esterna in legno ed arrivò alla porta mentre Alec lo seguiva. Fu come se il mondo esterno si fosse del tutto spento appena entrarono, i suoni arrivavano ovattati, quasi impercettibili dall'esterno e tutta la folla e il suo casino era rimpiazzato dalla serenità della casa. Era su un unico piano, di sicuro più grande all'interno che all'esterno, tutte le pareti erano in legno davanti all'entrata c'era un salotto di modeste dimensioni e sulla parete alla destra una piccola cucina, un corridoio portava alla stanza da letto che dava l'accesso ad un bagno.
Alec andò in camera e vide il letto matrimoniale dove avrebbe dormito con Magnus, ma in realtà sapeva cosa sarebbe andato a fare prima di dormire su quel letto. Si sentì il cuore accelerare nel petto in un moto d'ansia, ma prima o poi il momento sarebbe arrivato e lui sapeva già da settimane a cosa avrebbe portato quel viaggio da soli.
Magnus appoggiato sullo stipite della porta ammirava Alec che si era fermato a fissare incantato il letto per una ragione sconosciuta, poi si sbilanciò apposta per cadere sulla stoffa morbida della coperta, ma lo stregone fu più veloce e lo prese per un braccio.
"Non osare sdraiarti sul letto sei bagnato e salato, vai a farti una doccia"
Disse Magnus tutto d'un fiato continuando a tenerlo per un braccio.
"Sembri mia madre"
Replicò l'altro andando verso di lui per lasciargli un bacio e scomparendo subito dopo nel bagno.



Certo che se metto questi titoli non capirete mai in che posto si trovano. Ma nu.
Non
Mi
Funzionava
Il
Cellulare
E
Il
Wifi
Pure
Sempre quella stupida saponetta. Sto nutrendo un profondo odio verso le saponette. Geez.
Ma passiamo alle cose serie
Io non capisco la gente che come punteggiatura ha solo "...", anzi, adesso neanche più tre si usano, adesso sono solo due. nO. nO. nO.
NON CI SONO SOLO I DUE FOTTUTISSIMI PUNTINI, GUARDA CHE TUTTI QUEI SEGNI INTORNO AI TUOI BELLISSIMI PUNTINI PUOI USARLI.
E se io.. Invece che scrivere le virgole.. Mettessi i due puntini e basta.. ? Anche prima dei punti interrogativi.. Si... Sembrerei un'..idiota.. ? O sono solo io che la penso così..............? .....p....unti......ni....demerd.........
Ugh non lo so, non lo capisco.

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Capitolo 32
*** Just Magnus and Alec ***


Alle dieci e mezza di notte tutto era tranquillo, la luna era uno spicchio le spiagge erano deserte fatta eccezione per le poche persone e le coppiette che passeggiavamo mano nella mano, tra cui, ovviamente, Magnus e Alec. Camminavano lentamente sulla sabbia, mano nella mano, senza neanche parlare mentre si avviavano verso la casa passando dalla spiaggia invece che dalla strada.
"Mi sto divertendo qui con te"
Alec appoggiò la testa sulla spalla di Magnus e lui lo guardò sorridendo perché non poteva desiderare nient'altro di meglio. Gli mise una mano sotto il mento per sollevargli la testa lasciandogli un bacio leggero sulle labbra, Alec gli si mise davanti portandogli le braccia attorno al collo mentre loro continuavano a camminare, Alec all'indietro. Gli si avvicinò solo per far toccare il naso dello stregone con il proprio in un gesto affettuoso e con le mani andò in mezzo ai suoi capelli scompigliati tirando un po' qualche ciocca, con le dita scese fino a delineare il contorno della mandibola e poi  il collo di Magnus, senza mai distaccare lo sguardo dai suoi occhi felini verde-oro. Le loro gambe si muovevano in perfetta sincronia, continuavano a camminare verso la piccola casa che li attendeva e ormai non era più tanto lontana, attorno a loro le persone si facevano sempre più rare e la notte sempre più presente.
Magnus gli appoggiò le mani sulle spalle facendole salire fino al collo incrociando le dita dietro, avvicinò il viso del Nephilim al suo lentamente poggiando le labbra sulle altre, solo una lieve pressione che però fu abbastanza da far decidere ad Alec di approfondire il bacio avvicinandosi ancora di più al viso di Magnus. Una mano gli scivolò sul fianco dello stregone, sentì la pelle scoperta dalla camicia che si era alzata mentre i loro petti si erano scontrati e sfregati l'uno contro l'altro.
Continuando a camminare Alec non sentì più la sabbia sotto i suoi piedi, ma una lastra di legno in leggera salita, si girò per vedere cos'era mentre le labbra di Magnus si spostarono verso il suo collo in una lenta tortura sulla sua pelle. Si accorse che erano già arrivati alla casa e che quello che aveva calpestato era la piccola salita che portava alla porta poco più sopra di loro. Alec lasciò Magnus solo per prenderlo per il colletto e tirarlo verso la porta, mentre con una mano girava la maniglia. Scivolarono dentro, lo stregone chiuse la porta con un leggero calcio quando la mano che lo teneva per la maglia lo ritrasse a sé, finirono addosso alla valigia che si ribaltò.
Magnus si girò su sé stesso, prese l'altro per le spalle e lo guidò fino alla camera da letto, le uniche cose che la illuminavano erano la luna e le occasionali scintille sprigionate dalle mani dello stregone che andavano a stuzzicare ancora di più la pelle del Nephilim.
Alec si lasciò cadere all'indietro sul materasso e dato che la sua mano era ancora attorcigliata alla stoffa della maglia di Magnus se lo tirò dietro e gli finì addosso, non che dispiacque a nessuno dei due. 
Il gilet verde di Magnus fu il primo indumento a lasciarli, Alec glielo sfilò e lo lasciò cadere sul pavimento, tirando per il bavero della camicia lo stregone, ma lui si bloccò a pochi centimetri dal suo viso, consapevole di quali intenzioni gli giravano nella testa.
"Sei sicuro di volerlo fare?"
Alec lo guardò per un istante non sapendo cosa rispondere, così non lo fece; ribaltò le posizioni con un colpo di reni mettendosi sopra lo stregone e lo baciò impetuosamente. Non seppe bene da dove tutto quel coraggio gli fosse arrivato; si ricordò quando era ancora "il timido Alec" che al loro primo bacio era avvampato dopodiché tutti i colori gli erano sembrati troppo accesi; forse era solo per colpa del veleno di demone che gli circolava nel sangue, ma fu così anche per il secondo, il terzo e tutti gli altri baci tra di loro.
Magnus rimase a fissarlo stupito, non si aspettava tanta determinazione da parte dell'altro che, intanto, si era riabbassato a baciarlo. Passò le dita fra i suoi capelli e, facendo scendere le mani su tutta la schiena fino al suo fondoschiena, aiutò Alec a sfilarsi la maglietta e guardò i muscoli ai suoi fianchi allungarsi e restringersi, contrarsi e rilassarsi più volte sotto la pelle, ma guardare era una cosa, toccarli un'altra. La collana con la perla gli dondolava libera al collo, prese a sfilare i bottoni della camicia dall'asola uno ad uno, lasciando un leggero bacio sul posto su cui si trovavano: collo, torace, diaframma, addome e la parte bassa della sua pancia piatta, dove cominciavano i boxer che lasciavano vedere la "V" inguinale.
Senza neanche accorgersene, Alec tornò ad essere schiacciato tra il materasso morbido del letto e il corpo duro di Magnus, con lui che gli teneva le mani sulle spalle per non fargli più capovolgere le posizioni. Alzò un dito al cielo e lo fece ruotare, delle scintille azzurre illuminarono per un secondo la stanza, ma niente sembrò cambiare, in compenso la vista di Magnus a cavalcioni su di lui con ancora la camicia sulle spalle era una delle cose più belle che Alec avesse mai visto. Protese le mani verso il suo viso, come per richiamarlo, ma lui non si mosse se non per sorridere; vide le mani di Magnus scendere verso di lui e accarezzargli il ventre, ma si spostò più in giù, aprendo il bottone e tirando giù la lampo dei suoi pantaloni, sfilandoli lentamente. Non seppe mai se fu più grato a Magnus perché i pantaloni stavano davvero diventando troppo piccoli, piccoli da far male, o imbarazzato per essere praticamente nudo sotto di lui. Certo, era già successo una volta, la notte in cui Simon era diventato un vampiro, mentre gli altri erano alla Corte Seelie e lui nell'appartamento di Magnus. Scacciò via il pensiero, prima di tutto perché gli stavano venendo in mente Jace, Isabelle e tutti gli altri in un momento in cui non avrebbe dovuto pensare a loro, e poi perché lì era totalmente diverso, adesso sapeva cosa stava per fare, che nessuno avrebbe potuto interromperli.
La loro pelle scottava, soprattutto mentre era a contatto, Magnus si abbassò su di lui e lo baciò, le mani del Nephilim slacciarono i suoi jeans attillati, ma ebbe dei problemi a sfilarglieli dato che, su di lui, lo stregone si muoveva e strusciava; Magnus schioccò le dita e i suoi pantaloni scomparvero nel nulla, ora sì che Alec era preoccupato, a dividerli c'erano solo più due sottili strati di cotone, che ben presto li lasciarono.
In quasi quaranta minuti si sentirono doghe di un letto spezzarsi, cigolii del pavimento di legno, gemiti di uno stregone e di un Nephilim e le loro voci che si chiamavano.
Rimasero distesi sul letto, Alec con la testa sulla spalla di Magnus, che intanto gli spazzolava i capelli con le dita.
"Abbiamo..."
Cominciò Alec, alzando lo sguardo verso Magnus, che gli sorrise.
"Sì"
"No, non intendevo quello, ci arrivo anch'io a quello che abbiamo fatto. Intendo, abbiamo rotto il letto?"
"Oh, ehm, probabile. Lo aggiusterò domani con un incantesimo"
Alec si tirò un po' in su, puntellandosi sul materasso con i gomiti, allungandosi verso Magnus.
"Che incantesimo hai fatto prima?"
Chiese imitando il gesto che aveva fatto con il dito prima.
"Silenziatore. Per coprire i tuoi gemiti osceni"
Portò l'indice di una mano sul suo naso e lo fece scorrere fino alle labbra.
"Eppure continuo a credere di amarti, Magnus Bane"
"Ti amo anch'io, Alexander"
Ci fu silenzio mentre Alec sorrideva a Magnus e Magnus sorrideva ad Alec che non lo corresse neanche dicendogli di non chiamarlo così, pensando che avrebbe solo rovinato un momento altrimenti perfetto.
"Non per rovinare l'atmosfera, ma questo era esattamente ciò che si aspetterebbero tutti vedendo un film"
Alec sospirò esasperato per non ridere, non voleva dargli la soddisfazione; invece prese uno dei grossi cuscini che aveva di fianco e lo lanciò in faccia allo stregone.
"Non per rovinare l'atmosfera"
Gli fece il verso lui.
Ma il era comunque tutto perfetto, perché, in quel momento, erano solo Magnus e Alec.



Prima di tuttissimo: grazie Yelena perché lei mi picchia quando metto in ritardo i capitoli e mi ha gentilmente fatto notare che non l'avevo messo online. So che cos'hai pensato Yele. Lo so.

Olèèèè siamo arrivati alla fine c: in pratica ho scritto 32 capitoli solo per farli arrivare a ehm ehm copulare.
Gne, è l'ultimo capitolo, mi mancherete, ma sentirete di nuovo parlare di me e presto.
Cioè la prossima domenica perché no lol era uno scherzo, non vi lascerò mai :D
Sarò :D sempre :D con :D voi :D
E nooooo non dico cosa fanno, non sono una pervertita glialtridiconodisìeiosonounodiloro, ma comunque è una ff arancione, ci sono bambini in ascolto. Oggi ho insultato una bambina, alle prove del mio saggio, una tappetta di otto anni che si crede chi-sa-cosa, mi ha detto che le coppie gay sono disgustose e io ho detto che lei è disgustosa. Poi abbiamo continuano ad insultarci a vicenda. Mi sono divertita.
E andiamo con Le News della Settimana: forse ho 9 di inglese sulla pagella, ho sonno giorno e notte anche mentre dormo, ho rotto il naso a mio fratello, ieri ho comprato The fault in our stars e l'ho quasi finito, il mio cane cerca continuamente di uccidere il mio pupazzo, il finale di stagione di Supernatural mi ha fatta bestemmiare gli dei antichi e nuovi (come tutti gli altri), tra un po' di giorni ho il saggio e io sto implodendo già da ora e ci sono solo più 8 giorni di scuola haidjcieisjaaaaaaaaa.
Praticamente l'unica cosa che vi potrebbe interessare è il count-down dei giorni di scuola.
Shippate Malec e piangete per la Destiel.

Said
Nothing.
C.C

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Capitolo 33
*** Vine ***


Aw salve, è finita la scuola, buone vacanze mie shipper c:
E auguri per chi ha ancora gli esami e quant'altro. *scappa*




"Dove vuoi andare oggi?"
Fu la prima cosa che chiese Magnus appena si accorse che Alec si era svegliato. Si coprì tutto il viso con un braccio, un po' perché quella poca luce che c'era lo disturbava, in parte per coprirsi la bocca mentre sbadigliava. Si portò una mano alla faccia, strofinandosi un occhio cercando invano di svegliarsi un po'.
La stanza era poco illuminata, c'era la luce che entrava da in mezzo le tende delle due finestre che davano sul mare, ma si capiva che era mattina inoltrata; si sentivano delle voci ovattate, che neanche le orecchie da Nephilim di Alec riuscivano a comprendere pienamente, il suono continuo delle onde che passavano sotto la palafitta e si infrangevano sulla spiaggia infinite volte.
"Maaagnus, dovevi per forza svegliarmi completamente? Avrei potuto dormire ancora"
La voce di Alec era impastata, gli occhi ancora chiusi e i capelli arruffati, inarcò la schiena per stiracchiarsi, lasciando che un mugolio gli uscisse dalle labbra chiuse in protesta, non volendosi alzare; finalmente aprì la palpebre e le sbatté un paio di volte per mettere a fuoco la stanza e Magnus affianco a lui.
"Ma coss?"
Chiese Alec notando che Magnus aveva il suo telefono in mano e stava puntando la telecamera verso di lui.
"Buongiorno. Sei bellissimo mentre ti svegli"
"Aw, grazie, anche tu sei stupendo. Ora sta zitto e spegni quella cosa"
Magnus rise dandogli un bacio sul naso, lasciando che la telecamera li riprendesse. Alec portò una mano al telefono per spostarlo, ma Magnus lo riportò davanti a loro mentre continuava a filmare; lo spinse via dalla sua mano per farlo cadere per terra, ma lo stregone, con uno scatto del polso, lo fece raggiungere da un lampo di luce e il cellulare rimase fermo a mezz'aria.
"Oh, andiamo..."
Sospirò Alec girando la testa verso di lui.
"Non puoi vincere questa guerra contro di me"
Magnus si allungò verso il suo Nephilim dandogli un bacio, Alec gli mise le mani intorno al viso, attirandolo a sé e lui gli strisciò sopra, mettendosi a cavalcioni sulla sua vita, Alec mugolò quando gli morse un labbro, gli spostò i capelli del viso e lo guardò.
"Mh, queste non sono cose idonee da filmare, non credi?"
Magnus lo fissò dall'alto della sua visuale, inarcando un sopracciglio.
"Non lo spegnerò"
Si puntellò un po' sui gomiti per distanziarsi dal corpo del Nephilim per guardarlo sorridere divertito mentre non riusciva a liberarsi dalla presa dello stregone.
"Una domanda"
Fece Magnus interrompendo la replica di Alec con un bacio, ma riprese a parlare appena dopo.
"Sì?"
"Dove vuoi andare?"
"Mh, che ne dici di Nessunaparte? Oppure Rimaniamoquialetto. Mi hanno detto che sono posti bellissimi"
Disse con voce seria, sollevò po' il busto dal materasso, si avvicinò a Magnus che era ancora seduto su di lui e incrociò le gambe attorno alla sua vita. Alec portò le mani dietro il collo dello stregone, poi si avventò sulla sua bocca con tanta foga da far cadere Magnus di schiena sul materasso.
"Come osi spingere il Sommo Stregone di Brooklyn!?"
Scherzò Magnus e per un secondo Alec non si accorse del sarcasmo nella sua voce. 
"Perché? Al Sommo Stregone di Brooklyn non piace quando oso? A me è parso di sì"
Magnus rimase a guardarlo a bocca aperta con un mezzo sorriso, era la prima volta che Alec lo vedeva senza parole, in più era a causa sua, il che lo fece ridere.
Magnus rimase a guardare i suoi occhi blu, la perla gli batteva contro il petto e poi si allontanava in un continuo dondolio; non se l'era tolta da quando gliel'aveva legata al collo il giorno prima. 
Alec si accorse che la pelle di Magnus era ricoperto dai tipici segni violacei dei succhiotti e sulle spalle si riconoscevano dei graffi che poi continuavano dietro la schiena, a far testimonianza della serata prima; si chiese se anche lui fosse ridotto come Magnus: graffi, lividi e succhiotti dappertutto.
"Dovresti andare a farti una doccia, guardando i tuoi capelli si direbbe che qualcuno ti abbia messo sotto elettroshock"
Alec rise, portò una mano ai capelli di Magnus e glieli spostò dalla fronte, poi con un dito gli accarezzò la guancia, in un gesto affettuoso.
"Cos'è, un consiglio o un invito?"
"Ti sei svegliato da ieri sera, ti ho fatto proprio bene, dovremo farlo più spesso"
Risero entrambi, lasciando che il tempo passasse lentamente: non avevano fretta di far niente, di andare in alcun posto e fare qualcosa; solo loro due e le loro parole.
Alec sospirò, e, dopo essersi scostato da Magnus, si sedette in ginocchio affianco a lui.
"Adesso sai dove vuoi andare?"
Alec sospirò esasperato mentre Magnus gli sorrideva con le sopracciglia alzate.
"Sembri un furetto"
"Non è una risposta"
"Beh, in realtà potrebbe esserlo, se la domanda fosse stata “a che animale somiglio adesso?”"
Magnus rise dando una colpetto alla spalla di Alec facendolo vacillare, si sporse in avanti e scese con il busto fino ad arrivare alle labbra dello stregone.
"Quindi non sai dove andare?"
Chiese ancora lo stregone nel bel mezzo del bacio, Alec roteò gli occhi.
"Si che lo so"
"Dove?"
"Alla doccia"
"Pensavo più ad un posto che avremmo potuto visitare insieme"
"Nessuno ha detto che non lo visiteremo insieme"
Dicendo questo, Alec si alzò dal letto mettendosi in piedi, fece una smorfia quando sentì il tonfo di un pezzo del letto cadere a terra.
"È fatto a pezzi il letto, non è solo rotto"
Dicendo così, si diresse verso la porta del bagno con passo strascicato. Sentiva gravare su di sé gli occhi di Magnus, quindi cercò di non sembrare un totale barbone, raddrizzò la schiena e alzò lo sguardo dal pavimento verso la porta semi-aperta.
"Alexander"
Alec girò la testa verso Magnus, ormai si stava quasi abituando ad essere chiamato con il suo nome intero da lui.
"Hai qualcosa sul sedere"
Gli fece notare Magnus, Alec posò una mano sui suoi boxer abbassando gli occhi, ma non notò niente.
"Cosa?"
"I miei occhi"
Si voltò in fretta per non far vedere il rossore sulle sue guance a Magnus e andò spedito verso il bagno, dove si chiuse la porta dietro le spalle. Ci mise qualche secondo a scollarsi dalla porta e andare verso la doccia, aprì l'acqua e la lasciò scorrere. Si diresse di nuovo verso la porta quando sentì Magnus bussare.
"Non sono sicuro di voler fare la doccia con te dopo quel che hai detto"
Aprì la porta e dietro c'era Magnus che tratteneva un sorriso, poi si accorse del perché della sua espressione: gli stava porgendo il suo telefono.
"È... Maryse..."
Alec sbiancò ancora di più e chiuse con uno scatto la porta, ma la riaprì subito dopo, rubando il telefono dalle mani dello stregone e portandoselo all'orecchio.
"M–mamma?"
Alec chiuse il rubinetto dell'acqua.
"Alexander! Come stai?"
"Bene, ehm... So che hai sentito quel che ho detto, ma s– stavo scherzando, io–"
Si pentì subito di averne parlato, avrebbe fatto meglio a evitare l'argomento come stava facendo sua madre.
"No, non importa. Dove siete adesso?"
"Uhm, in un'isola delle Maldive. Voi come state?"
"Stiamo bene, qui c'è Isabelle che supplica per riavere il telefono. Te la passo"
Si sentì il telefono gracchiare e poi, dall'altro capo del telefono, una rapida successione di passi e una porta chiudersi.
"Alec!"
"Izzy?"
"Sì. Hey, voglio sapere, com'è andata?"
"Cosa?"
"La tua prima volta"
Alec, che stava camminando avanti e indietro per la stanza, rischiò di inciampare sui suoi piedi.
"ISABELLE! Ti sembrano domande da fare?"
"Uhm, sì, sei mio fratello"
Alec sospirò e si appoggiò alla parete per non continuare a camminare in cerchio.
"Comunque stavo per farmi—
"Magnus?"
"ISABELLE! Smettila"
"Ooooh, ma tu non mi dici mai niente"
"Ci sarà un motivo"
"Sì, e il motivo è perché sei scorbutico. Cosa stavi per fare allora?"
"Stavo per farmi la doccia"
"Con Magnus?"
"Qualsiasi cosa io dirò tu metterai in ballo la mia vita sessuale?"
La porta del bagno si scostò ed entrò Magnus, probabilmente attirato dai suoi "Isabelle" urlati.
"Oh sì"
"Fantastico, hai qualcos'altro da dirmi?"
"Mh no... Jace continua ad essere perso per Clary, papà è ancora ad Idris, la mamma lavora, niente di nuovo"
Magnus gli si avvicinò e lo cinse per la vita, poggiando il mento sulla sua spalla e riaprendo il rubinetto della doccia.
"E tu e Simon?"
"Continuiamo ad uscire, ma non è una cosa seria"
"Lui ti piace, non dire cazzate"
Magnus iniziò a dargli piccoli baci sul collo, facendo indirizzare entrambi verso il piatto doccia.
"Forse, ma non nel modo in cui credi tu"
"Ehm, Iz, adesso sono impegnato, ti richiamo... Domani, okay?"
"Sì, certo, impegnato. Sei in vacanza, potevi inventarti una scusa migliore. Vuoi che non tiri in ballo la tua vita sessuale ma poi vuoi mollarmi così. Sento sia Magnus che si muove sia l'acqua che scorre"
Magnus prese il cellulare dalla mano di Alec e se lo avvicinò alla bocca.
"Ciao Isabelle"
E attaccò, lasciando che il telefono cadesse sul parquet.




First of all- Il "ma coss?" che dice Alec è voluto, mi suonava bene in testa.

Correva l'anno 394 a.C. Quando quella tizia che scriveva una storia aveva fatto leggere un capitolo. Gli pterodaptili volavano alti sulle cime innevate del Monte Montuoso, gli unicorni erano ancora etero e io non ero in Hiatus con qualsiasi cosa.
No, mi sono presa queste due settimane di puro distacco dal mondo e da ogni azione per cui il mio cervello avrebbe dovuto lavorare. Ero una specie di vegetale in coma.
In più adesso che siamo in vacanza non c'è più Yelena che mi picchia quando non posto il capitolo. lol
Ditelo che vi sono mancata (OvO) sia io che le mie innumerevoli cazzate stratosferiche.
Comunque è finita la scuola, mi commuoverei se io NON AVESSI UN CUOREEEE. No, volevo dire: mi commuoverei anche se non avessi sprecato tutte le lacrime per Game of Thrones, Supernatural, Doctor who, CoHF (perché sì, io so tutta la storia comprese le sei morti). 
Me spiasa per quelli che hanno gli esami... Tra pochi anni ce li avrò anche io, I mean posso dire che mi dispiace anche per me stessa già da ora, ma sto scrivendo troppo qui nelle note.
Btw, VOLEVO FARE UN CAPITOLO COSÌ SENZA UN SENSO DA TREMILA ANNI, DAVVERO SOLO CUTE STUFF E FLUFF E NIENTE TA DAAA HERE IT IS :D

Ah, e la parte "aveva male dappertutto: muscoli, testa e altri posti di cui non sarebbe appropriato parlare", già, non avevo idea di come scriverlo senza diventare volgare. Io ci ho provato.

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Capitolo 34
*** Parigi ***


Alec aveva studiato la Francia sui libri: la capitale era Parigi, attraversata dalla Senna, divisa in venti dipartimenti, la festa nazionale era il 14 luglio per la presa alla Bastiglia nel 1789 e confinava, tra le altre nazioni, con Idris; aveva studiato ancora di più la città principale, con tutte le sue bellezze e la sua storia, sapeva della sua grandezza, la bellezza dei monumenti, delle grandi strade imponenti e tutto ciò che poteva studiare (all'inizio sotto volere di Maryse, ma poi si era appassionato) l'aveva studiato. Ma non l'aveva mai vista prima, Parigi, e non era paragonabile a niente di quello che aveva letto.
Ovunque si girasse c'era gente, ma non come a Brooklyn con il suo sovraffollamento e la gente che si spintonava quando si avvicinavano tra loro, lì le persone si passavano accanto con un ordine quasi studiato e ovunque si vedevano spuntare maestosi edifici tutti molto curati.
"No."
Ripeté Magnus per l'ennesima volta.
"Sì."
Gli rispose ancora Alec, le braccia incrociate al petto intento a non muoversi.
"No."
"Sì."
"Ma perché sì?"
Chiese Magnus spostandosi verso la costruzione, mentre la fila davanti a loro procedeva troppo lentamente per quel giorno caldo. Non erano nascosti da nessun incantesimo agli occhi dei mondani, infatti Magnus percepiva come le ragazze guardavano Alec e Alec vedeva come le ragazze guardavano Magnus. Gli unici incantesimi attivi erano quelli per celare gli occhi dello stregone, che adesso avevano le pupille tonde e l'iride senza le solite sfumature d'oro, e quelle per nascondere le rune permanenti di Alec, che spuntavano dal colletto della maglia e sulla sua mano destra.
"E perché no?"
"Ho troppi anni, Alexander, penso sia un motivo più che valido"
Alec roteò gli occhi, esasperato, quando Magnus ci si metteva diventava testardo come un mulo.
"Devi solo salire degli scalini, Magnus!"
"Sì, ma sono duemila, Alexander!"
"Ha mille seicento e qualcosa gradini, la Torre Eiffel, non sono tanti quanti sembrano" 
Intorno a loro tanti venditori andavano in giro per la piazza vendendo gadget a forma del monumento che si ergeva davanti a loro, Magnus aveva comprato un portachiavi con una piccola Torre Eiffel rosa, il cerchio di metallo attorno al dito indossato come un anello.
"Potremmo almeno saltare la fila, lo sai?"
Ribadì dopo un po' Magnus, le mani nelle tasche dei pantaloncini giallo fluorescente che gli arrivavano al ginocchio.
"Saltiamo la fila solo se facciamo le scale"
Rispose mentre continuavano andare avanti tra le transenne di ferro cocente.
"E se facciamo la fila prendiamo l'ascensore?"
"No"
Magnus fece un verso esasperato e l'uomo davanti girò il viso verso di loro con aria curiosa, Alec arrossì e gli fece un sorriso.
"Perché vuoi prendere le scale?"
Chiese Magnus non appena l'uomo si fu girato, portando una mano tra i capelli sulla nuca di Alec, accarezzandolo.
"Non lo so... Penso sia perché sono meno affollate"
Ma, ovviamente, Magnus interpretò in un altro modo il significato della frase e ridacchiò.
"Quindi tu sei venuto a visitare la Torre Eiffel solo per—"
"No! Non intendevo quello"
Si affrettò di dire Alec, anche se nessuno lì in mezzo riusciva a capire la loro lingua.
"Non mi piace stare in mezzo alla gente, tutto qua"
Non aggiunse altro e la risposta di Magnus fu un debole "mh mh", mentre prendevano il biglietto per salire. Si spostarono dalla massa del gruppo che sarebbe salito con loro, andarono verso l'imbocco della scala di ferro nero e entrambi notarono che erano gli unici a usare le scale.
"Pft, sfaticati"
Sussurrò a sé stesso, Alec, in modo da non farsi sentire dal compagno. Allungò la mano verso quella di Magnus, salendo i primi gradini e lui lo seguì, silenziosamente. Dopo ogni rampa di scale, c'era una passerella con un parapetto, sempre di ferro nero, che portava alle scale successive. Erano a metà del percorso quando la mano di Magnus strattonò il Nephilim indietro, verso di lui, facendogli fare mezzo giro su sé stesso e si trovò faccia con lo stregone. Essendo su uno scalino più in alto del suo erano alla stessa altezza, ma a lui non importava tanto quanto la mano di Magnus che si faceva strada sotto la sua maglietta e lo baciava togliendogli il respiro. Alec portò d'istinto le mani tra i suoi capelli cosparsi di brillantini, facendo ancora più pressione sulle labbra di Magnus.
"Era per questo che volevi fare le scale?"
Chiese Magnus tra un bacio e l'altro, scoccando un'occhiata dietro di sé perché sentiva dalle vibrazioni della scala che sarebbe arrivato qualcuno. Alec sbuffò, dandogli un pugno su una spalla e, dopo aver guardato sotto di loro per intravedere una donna e un bambino salire, si sporse per dare un bacio sulla guancia a Magnus e ripartire per la  scalinata. Più salivano e più la gente era meno rada: i bambini tenuti per la mano dai genitori parlavano lingue provenienti da tutto il mondo e alcuni correvano tagliando la strada alle persone.
"Umpf, bambini"
Farfugliò Magnus non appena uno di loro gli passò davanti correndo. Alec si girò verso di lui, guardandolo, non aveva mai parlato di avere dei bambini con Magnus, ma si era sempre immaginato avanti nel tempo con almeno un bambino. A dir la verità, aveva sempre voluto creare una sua piccola armata di marmocchi, un mini-esercito di quelle personcine in miniatura.
"Tu non vorresti dei bambini?"
Si decise a chiedere, ricevendo l'attenzione di Magnus. Finalmente erano all'ultima rampa di scale che portava all'ultimo piano accessibile, si sarebbero anche potuti fermare al piano prima, ma era talmente affollato che non c'era mezzo centimetro da cui potersi sporgere per ammirare la vista.
"Non lo so, penso di sì. Ma non vado matto per altri iperattivi che non siate te e Chairman Meow. E me, ovviamente"
"Chairman Meow non è affatto e per niente iperattivo"
Ribatté subito Alec, ricordandosi di quanto tempo il gatto dormisse, cioè tanto. Davvero tanto.
Magnus fece per ribattere, ma arrivarono alla balaustra e le sue parole furono smorzate dal "wow" sospirato da Alec, che guardava incantato il panorama. Erano le sette: il tramonto; le luci soffuse del cielo facevano accendere quelle della città che si illuminava poco a poco. Sotto di loro c'era un enorme campo da calcio, un po' più in lontananza l'Arco di Trionfo si ergeva in mezzo alla Place De l'Étoîle con i sei boulevard che la facevano davvero sembrare una stella da cui ne derivava il nome.
Il braccio di Magnus gli cinse la vita, lui lo guardò nelle sue finte iridi circolari e sorrise, appoggiò la testa sulla sua spalla non curandosi che tutti li potevano vedere e di cosa potessero pensare di loro. Ad un tratto volle che gli incantesimi sparissero, che gli occhi di Magnus tornassero alla sua pupilla verticale con le pagliuzze dorate nell'iride, che le sue rune e tutte le sue cicatrici fossero visibili, e che potessero camminare in mezzo alla gente, senza farsi pesare il pensiero degli altri. Senza spostare la testa dalla spalla di Magnus, guardò lo stregone di sottecchi, continuava a fissare un punto davanti a sé, anche lui stava pensando, magari non alla stessa cosa a cui pensava Alec, ma un leggero sorriso sfiorò le labbra di Magnus e capì che non era tanto importante a cosa stesse pensando quanto lui che era felice.
Alec portò anche il suo braccio attorno alla vita di Magnus, si guardarono e, per un attimo, poté vedere i suoi veri occhi, poi gli sorrise, lasciando che il tempo passasse tra di loro senza trasformarli e senza mutare ciò che provavano in quel momento.




Sono tornata in Italiaaaa yeee :D
Yep, sono andata ad Oxford/Londra/Stratford-Upon-Avon (che ho amato, btw) e sono tornata finalmente, spero che non mi odiate per non aver aggiornato ma non potevo OnO
Dato che non mi sono ancora abituata all'italiano (ci metterò qualche settimana a rimpararlo come tutti gli anni) potrei aver sminchiato(?) tutti i verbi e le preposizioni e qualsiasi cosa, quindi, nelle recensioni insultatemi pure dicendo che non so l'italiano e ditemi dove ho sbagliato, grazie :3
Però adesso voglio tornare là •~• Perché gli inglesi sono la dolcezza, ogni anno vado a finire addosso a qualcuno (sono molto agile e aggraziata mentre cammino) e prima di potermi scusare loro fanno "oh, sorry, did I hurt you?" E tipo aw no fatti abbracciare. Non so se capite quello che voglio dire, I mean se lanciassi giù da una finestra un secchio d'acqua e finisse su un inglese, lui potrebbe dire qualcosa tipo "oh, mi dispiace di aver interrotto il corso della tua acqua con la mia presenza, vuoi che venga su ad aiutarti a riempire un altro secchio?". Chebellesempiodimerda.

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Capitolo 35
*** Amsterdam *texting* ***


**dam dam dam premessa**
Se ne avete la possibilità, leggete il capitolo con un cellulare o un tablet o roba simile perché non tutti i computer fanno vedere gli emoji e boh, spero che si capisca un po'
Pace amore & shippate Malec :3



~Alec~

(23.07) da Magnus:
 Dove sei finito??

-   (23.07) a Magnus:
       Non lo so...

(23.07) da Magnus:
Come non lo sai?
Stai dicendo che Mr. IoSoDoveDobbiamoAndare si è perso?

-   (23.08) a Magnus:
       No...
       Ok forse un po'.

(23.08) da Magnus:
HAHAHA

-   (23.08) a Magnus:
      Non era necessario mandarmi la tua risata per messaggio.



(23.08) da Izzy:
Questa mattina non hai chiamato, ma adesso la sento IO la mamma sclerare su fantastici demoni che ti sciolgono i bulbi oculari per mangiarti la faccia presenti solo in Europa -.- hai intenzione di chiamarla?
Rispondi di sì o ti distruggo la camera.

-   (23.09) a Izzy:
      Sono leggermente occupato in questo momento.

(23.09) da Izzy:
Con Magnus? 😏😏😏😏😏



(23.10) da Magnus:
Ok, ok, dove sei?

-   (23.10) a Magnus:
       Se lo avessi saputo non credi che sarei tornato da te?



-   (23.10) a Izzy:
      No. Pensi che l'unica cosa che mi faccio sia Magnus?

(23.10) da Izzy:
Decisamente. :)

     

(23.10) da Magnus:
Sassy Alexander, mi direbbe cosa c'è intorno a lei così posso aiutarla a tornare a casa?

-   (23.10) a Magnus:
       Ci sono dei negozi di tatuaggi qui intorno, ma non c'è scritta né la via né i nomi dei negozi...
      Aspetta, ti mando una foto.
     [file allegato: immagine]



-   (23.11) a Izzy:
      Pft. Sto cercando di tornare a casa senza che un demone mi sciolga i bulbi oculari.




~Magnus~

da Alec ❤:
Aspetta, ti mando una foto



da Isabelle:
Hai perso mio fratello nel mezzo di Amsterdam?

-    a Isabelle:
       No, si è perso e adesso sto cercando di recuperarlo.

da Isabelle:
Come si è perso? Hahahaha

-   a Isabelle:
     Uscendo dal cinema ci siamo persi di vista e lui ha girato in una via sbagliata



da Alec ❤: 
[file allegato: immagine]

-   a Alec ❤:
     Non so che posto sia quello, continua a camminare.

da Alec ❤:
Uff...
Isabelle mi ha appena mandato un messaggio con scritto "Ti sei perso" con una lunga risata. Grazie Magnus ._.

-   a Alec ❤:
     Di niente ;)
     Ma sbrigati 

da Alec ❤:
Ok...
Uhm... Più in là ci sono dei negozi di biancheria intima da donna.

-   a Alec ❤: 
     Ooooh
     Alec, non andarci.
     Ho capito dove sei, più o meno 😁

da Alec ❤:
Come hai fatto a capirlo? Conosci tutti i negozi di biancheria intima presenti ad Amsterdam?

-   a Alec ❤:
     Mh... No, ma so dove sei lo stesso ù.ù



-   a Isabelle: 
    Ho capito dov'è Alec, lo sto raggiungendo.



da Alec ❤:
I manichini sono strani...
Si... Muovono?
MAGNUS.
MAGNUS QUESTI NON SONO MANICHINI
MAGNUS QUESTE SONO DONNE
E BALLANO MEZZE NUDE
MAGNUS!
MUOVI IL CULO IO NON CI VOGLIO STARE QUI

-   a Alec ❤: 
     HAHAHA 😂😂😂😂
     Te l'avevo detto di non avvicinarti.

da Alec ❤:
Dimmi dove sei, ti raggiungo io.

-   a Alec ❤:
     No no, sei riuscito a perderti uscendo dal cinema, immagino dove posso trovarti dopo che parti a piede libero per Amsterdam.
      Dieci minuti e sono lì.



da Isabelle: 
Dov'era?

-   a Isabelle:
     Nel quartiere a luci rosse.
     E si è trovato davanti ad un bordello.

da Isabelle:
HAHAHAHAHAHAHA 😂😂😂



-   a Alec ❤:
     Fiorellino mio, luce dei miei occhi e qualsiasi cosa...

da Alec ❤:
Cosa?

-   a Alec ❤:
Dovresti andare davanti al bordello e dirmi come si chiama :)

da Alec ❤:
No.
No.
No.
NoNoNoNoNoNoNoNoNoNoNo.


da Isabelle:
Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego dimmi che non stai scherzando e che Alec è davvero bloccato davanti ad un bordello

-   a Isabelle:
     Oh sì.
     Cerca di non sfotterlo troppo 

da Isabelle:
No... Certo che no... 😇



da Alec ❤:
C'è solo scritto "Chars"
Per favore, muoviti.

-   a Alec❤:
     Ok, fantastico ;)
     Ora chiudi gli occhi.
     E pensa a cose belle.
     Come me 😏😘




~Alec~

(23.20) da Izzy:
Magnus me l'ha detto.

-   (23.20) a Izzy:
       Cosa?



(23.20) da Magnus:
Ora chiudi gli occhi
E pensa a delle cose belle.
Come me 😏😘



(23.21) da Izzy:
Il bordello.

-   (23.21) a Izzy:
      Oh. 
      Appena lo vedo lo strozzo.

(23.21) da Izzy:
HAHAHAHAHAHAHA😂😂
Adesso ti piacciono le ragazze? 🌝🌚🌝🌚

-   (23.22) a Izzy:
      Non credo di essere mai stato più gay di così.

(23.23) da Izzy:
Hahahaha dovresti almeno ringraziare tutte le ragazze per aver indossato almeno la biancheria u.u

-    (23.24) a Izzy:
       Già. Peccato che non tutte indossano la biancheria. 
        Spero solo che Magnus si sbrighi.



-   (23.24) a Magnus:
       Tra quanto arrivi?
       Magnus?
       Quanto ci metti ancora?
       Maaaagnus?
       Dimmi che non esistono dei demoni che ti sciolgono i bulbi oculari...

(23.26) da Magnus:
Cosa? C.C
Sono il tipo che si sta sbracciando
Ti ho fatto delle foto davanti al bordello :D
Le manderò a tua madre ;) 😘





Sì, sono anche qua sotto ( ͡° ͜ʖ ͡°)
Scrivo dappertutto anche dopo una premessa di 394 righe, ma da dire ho solo cose che non interessano a nessuno tipo "oh guarda è fine agosto, dovrei iniziare a fare i compiti".

Ah già, dimenticavo, as usual mio fratello mi ha cancellato il capitolo *facepalm* perché l'avevo scritto sul nostro tablet *doppiofacepalm* perché non avevo mai scritto nessun capitolo sul tablet e volevo provare, ma lì non riuscivo a mettere in ordine i messaggi allora ho fatto tutto un robo strano e alla fine ci sono riuscita e lui ha cancellato i messaggi *triplofacepalm* le virgole sono per i deboli :B

IMPORTANTE
IMPORTANTE
IMPORTANTE
IMPORTANTE
*luci rosse lampeggianti, unicorni volanti, fuochi d'artificio e stuff*
Ditemi se vi è piaciuto o no il capitolo perché avevo intenzione di farne un altro (più avanti) così a messaggi, ma se mi dite "buuuh nooooo fa schifoooo datti al cucitooooo mangiati una capraaaa" allora non lo faccio e troverò qualcosaltro.


ANCORA UNA COSA POI ME NE VADO LO GIURO SU ZEUS

Questa primavera vado al Tornino Comics e porto il cosplay di Clary, ho già le cose pronte come se dovessi partire domani (social life level: -100), maaaa mi manca lo stilo. Ora, penso di poterlo comprare da una ragazza che me lo ha detto su facebook, in caso contrario lo farò a mano, ma prima di fare una schifezza immonda, volevo sapere se qualcuno di voi ne vende uno :3
Bene sciao puffoli

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