Juliet Fanny

di giuliaff96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La storia e il sogno ***
Capitolo 2: *** La verità ***
Capitolo 3: *** Si vola! ***
Capitolo 4: *** Una partita a Quidditch ***
Capitolo 6: *** Diagon Alley ***
Capitolo 7: *** Il binario 9 3\4 ***



Capitolo 1
*** La storia e il sogno ***


 
La storia narra che un unico ragazzo sia mai sopravvissuto all'anatema che uccide: Harry Potter. Divenne famoso per questo. Ma se qualcun altro fosse sopravvissuto? Se avessero appositamente evitato di far diffondere la notizia? Questa è la storia di Juliet Fanny. Quando nacque, i genitori appresero immediatamente che non era una ragazza come tutte, lei era speciale. Dice la leggenda che ogni 500 anni, nasce un ragazzo o una ragazza con i poteri di una fenice e che ha un collegamento empatico proprio con essa.
 
Fu in una fredda sera di Dicembre, che i suoi genitori persero la vita uccisi dal più spietato mago che sia mai esistito: Voldemort. Lui voleva la piccola Juliet morta, per paura del suo potere, sapeva che probabilmente sarebbe stata in grado di distruggerlo se avrebbe imparato ad usarlo. Ma quando si trovò di fronte a lei l'avada kedavra, non funzionò. Voldemort non scomparve ma rimase molto debole. Probabilmente fu anche per questo, oltre al fatto che Lily Potter gli fece da scudo, che salvò la vita al piccolo Harry.
 
I suoi genitori morirono quando lei aveva solo otto mesi. Da quel momento in poi andò a vivere con i migliori amici dei suoi genitori nonchè suoi padrini di battesimo: Arthur e Molly Weasley. Quando loro la accolsero avevano già 5 figli: Bill, il più grande che aveva 6 anni in più di lei, Charley che aveva un anno in meno del primo, Percy che aveva 2 anni in più di lei e i gemelli Fred e George che avevano la sua stessa età. Un paio di anni dopo arrivò anche Ron e ancora un anno dopo arrivò Ginny. Lei in realtà aveva dei parenti in vita: i suoi nonni e i suoi zii. Sembra impossibile, ma Albus Silente e Minerva McGrannit erano i suoi nonni. Quando loro ebbero il figlio Michael, gli diedero il cognome di Fanny, e lo fecero vivere in incognito, non potè svelare quasi a nessuno il suo segreto, altrimenti probabilmente sarebbe stato cacciato da Hogwarts perché tutti avrebbero pensato che i voti che prendeva gli venivano regalati perché; era il figlio del preside! Cosa assolutamente non vera! Ma delle cose che sembrano impossibili, questa è; solo la prima. Infatti, il figlio della sorella di Minerva, Matilda, era niente popò di meno che Remus Lupin. Non potè; trasferirsi dai nonni o dallo zio Remus, perchè; i nonni erano occupati con la scuola praticamente tutto l'anno e lo zio, bhè aveva i suoi problemi da lupo mannaro e questo gli impedì di prenderla con se. Ciò non toglie che comunque sia tutti e tre andavano spesso a trovarla. Per quanto riguarda suo zio diretto, il fratello di sua madre, non lo aveva mai conosciuto non sapeva chi fosse e per la verità, nessuno si era mai degnato di dirle quale fosse il cognome di sua madre. Quando faceva qualche domanda in proposito, tutti cambiavano discorso. I nonni di Juliet decisero di non dire ad ella chi era in realtà, una strega... Avrebbero aspettato il momento adatto, così i Weasley non usarono mai la magia davanti a lei, e quando i fratelli (erano come fratelli per lei) più grandi dovevano andare ad Hogwarts, le raccontavano che in realtà stavano andando in una scuola lontana da casa perché era la migliore di tutta Londra. Juliet ricordava tutto, a partire dal compimento del suo quarto anno, di quello che fosse successo prima non ne sapeva niente era come se avesse avuto un vuoto di memoria dal momento in cui un bambino è capace di ricordare qualcosa fino ai suoi 4 anni. Si era convinta che era troppo piccola per ricordarsi cosa fosse successo negli anni precedenti. Una volta però, aveva fatto un sogno stranissimo: lei aveva circa 2-3 anni e stava giocando con un bambino che avrà avuto poco meno di un anno. C'erano anche suo zio Remus, un uomo alto con i capelli lunghi, un altro uomo con i capelli arruffati e una donna con i capelli rossi e gli occhi verdi. Juliet non sapeva chi fossero le altre persone, non sapeva nemmeno se fossero solo frutto della sua immaginazione, non conosceva i loro nomi, sapeva solo che per quanto piccola fosse era affezionatissima a quella gente. Stavano ridendo tutti, forse qualcuno aveva fatto una battuta. Poi il sogno cambiò, lei era con l'uomo dai capelli lunghi, si trovavano davanti a una casa distrutta, etrarono e videro dei corpi per terra: l'uomo con i capelli ribelli e la donna con gli occhi verdi. L'uomo accanto a lei iniziò a piangere. D'un tratto si senti un rumore e un uomo bassino con la faccia da topo apparve magicamente nella stanza. -TU!!- Urlò quello più vicino a lei. L'altro alzò la testa e subito sparì di nuovo. L'uomo con i capelli lunghi l'afferrò di corsa per la mano, lei chiuse gli occhi e quando li riaprì si ritrovò per strada. L'uomo si guardò attorno e il suo sguardo si fermo su un uomo davanti a un palazzo, era di nuovo quello con la faccia da topo. Quello affianco a lei tirò fuori un bastoncino di legno dalla tasca dei pantaloni e la puntò contro l'altro uomo. Quello non si mosse, ma tremava come un matto e parlò con voce anch'essa tremante: -S-Sirius... Sirius ti prego non avevo altra scelta... Se non lo avessi fatto lui... Io sarei morto- L'uomo con il bastoncino in mano che probabilmente era questo Sirius urlò nuovamente contro quell'altro: -E ALLORA HAI DECISO BENE DI SACRIFICARE I TUOI MIGLIORI AMICI PER SALVARTI LE PENNE? PETER MINUS SEI L'UOMO PIU' SPREGEVOLE CHE IO CONOSCA. MA LA PAGHERAI!!- Detto questo urlò qualcosa che lei non capì e come per magia un getto di luce rossa uscì dal bastoncino che teneva in mano e colpì in pieno petto quell' altro, Peter. La gente che stava li intorno cominciò a urlare. Quello si rialzò e senza dare il tempo a Sirius di ripetere l'attacco, tirò fuori un bastoncino uguale disse qualcosa e poi ci fu una grande esplosione e Sirius si chinò su Juliet e la strinse forte. Lei si guardò intorno e vide tanti, troppi corpi a terra, senza vita. Iniziò a piangere e Sirius si rialzò pronto a scagliare un attacco a quel mostro ma egli era intento a tagliarsi un dito. Urlò di dolore, poi puntò il bastoncino contro Juliet e strillò una parola che non riuscì a capire, e un getto di luce verde partì dalla punta dritto verso Juliet ma Sirius si mise davanti a lei e urlò qualcosa a sua volta, e dal suo bastoncino uscì nuovamente una scia di luce rossa che andò a scontrarsi con quella verde. Peter stava perdendo e si capiva perciò alzò il bastone al cielo e il contatto dei due getti s'interruppe e sparirono all'istante. Non passò più di qualche millessimo di secondo che ci fu un'altra esplosione probabilmente data dall'interruzione dei due getti di luce e questa volta Juliet fu scaraventata via, l'ultima cosa che vide fu Sirius che urlava il suo nome e Peter sparire nel nulla. Chiuse gli occhi e urlò come non mai, e quando li riaprì stava ancora urlando ma non era più in quella strada distrutta ma bensì nel suo letto, e lei non aveva più 3 anni ma ne aveva 7.
NOTE: Salve a tutti, questa è la primissima fan fiction che scrivo, vi prego recensionate, accetto tutto anche le critiche, mi fa piacere sapere cosa ne pensate, grazie a tutti quelli che la leggono e quelli che la recensionano.

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Capitolo 2
*** La verità ***


Erano passati 4 anni da quando aveva fatto quel sogno strano. Aveva raccontato il sogno a suo nonno sperando che fosse qualcosa che riguardava il suo passato, ma niente, suo nonno le disse che non era mai successa una cosa del genere e che probabilmente era un semplicissimo sogno. Alla fine si convinse che doveva essere stato solo un sogno. 
Oramai Juliet aveva 11 anni, e i nonni decisero che dovevano raccontargli la verità. La mattina di Ferragosto, Juliet si alzò, si lavò e si vestì poi si guardò allo specchio per sistemarsi i capelli: era alta circa 1 metro e mezzo e era piuttosto magrolina. Portava i capelli  più neri della pece, corti con il ciuffo lungo che le ricadeva su un lato e i suoi occhi erano di un blu più acceso e profondo di quelli del nonno. Poi corse a chiamare i gemelli. Spalancò la porta e iniziò a saltargli addosso: -George! Svegliati su! Fred! Anche tu cammina alzati!- Fred fece un grande sbadiglio e aprì leggermente gli occhi guardando Juliet euforica. -Ma che ore sono?- -Sono le 9! E Liz sta per arrivare! Forza dobbiamo farci trovare pronti!! Appena arriva suo padre ci porta a pesca!! Non ditemi che ve ne siete dimenticati?!- I gemelli si guardarono. Juliet sospirò calmando per qualche secondo l'euforia: -Ve ne siete dimenticati vero?- -Cosa? Oh ehm... No, no certa che no! Come potermi dimenticare una cosa del genere- -George so che stai mentendo spudoratamente! Ti conosco da 11 anni!- -Si ok, ce ne siamo dimenticati... Ma non fa niente! Forza andiamo giù a fare colazione!- George si alzò di scatto e prese Juliet per le gambe e la mise sulla spalla come un sacco di patate. -No George!! Mettimi giù ti prego George!!!- Lui e Fred se la ridevano di gusto mentre scendevano a fare colazione con Juliet in spalla. Arrivati davanti al tavolo George la mise giù. Iniziarono a mangiare le deliziose pietanze che Molly gli cucinava ogni mattina. D'un tratto qualcuno bussò alla porta. -Vado io, questa dev'essere Liz- Disse Juliet. Di fatti appena aprì la porta una ragazzina della sua età, le saltò al collo. Aveva i capelli castani e lunghi e gli occhi del medesimo colore. Era la figlia di una famiglia anch'essa molto legata con i Fanny e con i Weasley, i Wickynson. Lei, Juliet, George e Fred erano legatissimi passavo tutto il giorno insieme a ridere e a scherzare. -Ehi ragazzi ancora non siete pronti?- -Sta tranquilla Liz- rispose Fred. -Ora andiamo su e ci prepariamo saremo qui in cinque minuti!- Continuò George. Detto questo entrambi si avviarono su. Un uomo entrò alle spalle di Liz, salutando tutti con un caloroso buon giorno. -Salve Micheal!- Rispose Juliet. Quell'uomo era il padre di Elisabeth. Arturh Weasley andò da lui stringendogli la mano. -Ehilà Micke!- -Ciao Arturh!- -Allora porti i giovani a pesca?- -Si, almeno così si divertono un pò!- -Già... Però ricordati di tornare presto, perché stasera voi siete a cena da noi e vengono anche Albus, Minerva e Remus... E' arrivato il momento sai...- E rivolse uno sguardo a Juliet. -Si capisco- Rispose lui guardando anche lui Juliet. Lei lì guardò a sua volta cercando di capire com'è che la stessero fissando, ma Fred e George arrivarono nella  stanza in quel momento e la distolsero dai suoi pensieri. Finalmente partirono. Juliet amava pescare ed era decisamente brava a farlo, era sempre quella che prendeva più pesci. Infatti, la sera quando tornarono lei aveva preso ben 13 trote! Liz e suo padre li lasciarono davanti casa, così si avevano il tempo di andarsi a fare una doccia a casa, e anche loro. Ritornarono alle 18 e non appena entrarono Molly li assalì: - Quanti pesci avete preso il tutto?- -Vent'otto!- Esclamò George. -Perfetto! Stasera siamo in 18, perché vegono anche Taylor, Jason (la sorella maggiore e il fratello minore di Elizabeth) e Lois (la madre), quindi li vado a cucinare! Forza su, ora andate a lavarvi! Prima però passate di là in salotto, Juliet sono arrivati i tuoi nonni e tuo zio, andateli a salutare- I tre annuirono e corsero in soggiorno. Appena entrarono un uomo dalla folta e lunga barba argentata le andò in contro. -Nonno!- Esclamo Juliet correndo ad abbracciarlo. Poi si rivolse alla donna dietro di lui: -Ciao nonna!- E abbracciò anche lei. In fondo alla stanza c'era un tipetto poggiato su muro, piuttosto trasandato ma con un'aria felice. -Che fai a me non mi saluti?- -Zio!!- E corse saltando tra le braccia dello Zio. -Bhè sentite io ora vado a lavarmi che puzzo di pesce! Ci vediamo dopo... Ho un sacco di cose da raccontarvi! Lo sapete che su 28 trote 13 ne ho pescate io da sola?-  -Fantastico! Sei proprio uguale a tuo padre, anche lui adorava pescare, anche se non sempre trote!- Disse Remus facendo l'occhiolino ai gemelli. Juliet lo guardò curiosa, ma non ci badò molto, in quel momento suo zio l'aveva resa felice. Lei era uguale a suo padre. Qualche minuto dopo corsero di sopra a farsi la doccia e una volta finito, quando tornarono giù erano già arrivati i Wickynson. Scherzarono tutti insieme per un pò, fin quando Molly annunciò che era pronta la cena.
Quella fu una delle serate più belle della sua vita. Oltre al fatto che si era mangiata un mondo di prelibatezze, si stava sbellicando dalle risate con le battute dello zio e gli scherzi che invano Fred e George tentavano di fare a suo nonno. Alla fine della cena, andarono tutti in salotto, dove, dopo qualche istante Albus si rivolse a Minerva: -E' il momento.- Calò il silenzio nella stanza e tutti divennero seri improvvisamente. Juliet sembrava l'unica a non capire cosa intendesse dire il nonno. Quest'ultimo la guardò e disse: -Juliet, finalmente stai per sapere tutta la verità- -La verità? Su cosa?- -Tu sei una strega, hai dei poteri magici- -Aspetta cosa? Ahahahah! Nonno per cortesia non dire baggianate!- Ma nessun'altro stava ridendo. Lei lo guardò e disse: -E' uno scherzo vero? Insomma questo è impossibile!! Le streghe esistono solo nei film!- Lo zio inarcò un sopracciglio: -Tu dici?- Tirò fuori un bastoncino dalla tasca e lo puntò sul ventilatore spento e questo si accese, come per magia... Juliet sussultò, non poteva essere vero. Arturh intervenne: -Ehi Ju, tu sei stata molte volte a Londra, ma non ti sei mai chiesta dove fosse la famosa scuola di Bill, Charley e Percy? Semplice, perché non è a Londra! Lì prendono solo il treno per arrivare alla migliore scuola di magia e stregoneria che esiste, Hogwarts, di cui i tuoi nonni ne sono il preside e la professoressa.- Juliet guardò verso i "fratelli" e questi annuirono. -Allora è proprio vero?-  -Già- convenne il nonno. -E questo non è tutto. Ci sono cose che devi sapere: tu tesoro, hai  un collegamento empatico con una fenice e quindi possiedi i suoi poteri- -Cos'è una fenice?- -E' un uccello- -Fantastico ho i poteri di un uccello... Accidenti mi sento potente!- -Non scherzare, la fenice ha dei poteri che tu neanche puoi immaginare!. Comunque i maghi non sono diversi dai babbani, vedi ci sono quelli buoni e quelli cattivi...- -Babbacosa?- - Babbani, persone senza poteri magici... Dunque dicevo, ci sono dei maghi che diventano cattivi, tra questi ce ne era uno spietatissimo, voleva distruggere tutti i babbani e i mezzosangue, cioè figli di babbani con poteri magici ,e cominciò a raccogliere seguaci. Per combatterlo, c'era un gruppo, di cui facevano parte anche i tuoi genitori. Purtroppo questo mago aveva delle spie e quando nascesti tu, arrivò la voce anche a lui dei tuoi poteri magici. Lui sapeva che se tu crescendo saresti stata capace di controllarli, lo avrei potuto sconfiggere. Così cercò di ucciderti. La notte della vigilia di Natale, uccise i tuoi genitori e tentò di uccidere anche te, ma non ci riuscì. Tu sei la prima ragazza al mondo che è sopravvisuta all'anatema che uccide, e ti chiedo scusa per averti privato della fama e non aver permesso che la notizia si divulgasse, ma l'ho fatto primo: perché se la voce arrivava a qualche mangiamorte cioè i suoi seguaci, avrebbero tentato di vendiare il loro signore, visto che si era molto indebolito dopo l'incontro con te, secondo: perché nessuno sapeva che tuo padre era in realtà mio figlio e nessuno sapeva e sa che tu eri e sei la ragazza collegata con la fenice. La fenice con cui sei collegata si chiama Fanny, da lì presi spunto per inventarmi un cognome per tuo padre. La tengo sempre con me, perché così se tu fossi in pericolo anche se ne dubito qui con i Weasley, io lo saprei. Inoltre c'è un'altra cosa che devi sapere, due anni dopo di te, quel mago cattivo venne a sapere di una profezia che parlava di un bambino nato alla fine di luglio, che lo avrebbe sconfitto: Harry Potter. Così cercò anche lui e uccise i suoi genitori, e poi quando cercò di uccidere lui, la madre si interpose tra loro ed essendo già indebolito dopo lo scontro con te, la maledizione gli rimbalzò addosso e da quel momento in poi nessuno lo ha più visto, qualcuno crede addirittura che sia morto. Comunque, da quel giorno Harry Potter è diventato il mago più famoso del mondo perché tutti pensano che sia stato il primo e unico ad essere sopravvisuto all'anatema che uccide. Ma in realtà sei stata tu,  ed è anche grazie a te che lui è sopravvissuto. Lui come te, sta crescendo lontano da questo mondo e quando avrà 11 anni, verrà riferito anche a lui stesso chi è in realtà. Perdonami se non ti abbiamo mai detto niente ma lo abbiamo fatto per il tuo bene, e inoltre ti chiedo di non dire a nessuno che sei nostra nipote o che sei sopravvisuta o che sei tu la ragazza della fenice, so che sarà difficile ma ti prego, è per il tuo bene. Inoltre i babbani non dovranno mai sapere della comunità dei maghi, altrimenti protrebbe succedere come in passato, che inizierebbero a perseguitarli per paura.- Juliet era rimasta a bocca aperta tutto questo... Non poteva assolutamente essere vero, e in quel momento gli salirono talemente tante domande che non sapeva da dove iniziare. Alla fine disse: -Come si chiamava?- -Chi?- -L'uomo che ha ucciso i miei genitori.- -Solitamente i maghi non osano pronunciare il suo nome anche se io la trovo una stupidagine. Il suo nome è VOLDEMORT.- Quel nome risuonò nella testa di Juliet come una cantilena. Quell'uomo aveva ucciso quanto di più caro aveva, in quel momento provò un sentimento che mai prima d'ora aveva provato: l'odio. Odiava quella persona di cui non sapeva neanche l'esistenza fino a qualche minuto prima. D'un tratto le venne in mente un'altra domanda: -E mia madre? Non mi parlate mai di lei! In undici anni non vi siete degnati di dirmi come fa di cognome! Nè tanto meno chi è mio zio!- -Per questo dovrai aspettare ancora, ogni cosa a suo tempo- -Undici anni non bastano?- Chiese lei quasi in lacrime. -So che è dura Juliet, aver scoperto tutte queste cose tutte insieme questa sera, senza aver saputo niente per 11 anni, so che ora vorresti sapere proprio tutto ma davvero per questa sera basta ciò che ti ho detto... So come ti senti, ma capiscimi...- -No che non lo sai! Stai solo sparando un mucchio di cavolate! Io non sono una strega nè tanto meno voi! Questo Voldemort non esiste e neanche quell'Harry Potter e tanto meno quell'uccellaccio che mi dicevi! Io non sono sopravvisuta a un bel niente e prima probabilmente zio aveva un qualche telecomando per accendere il ventilatore e i miei sono morti in quel maledetto incendio!!- Detto questo diede le spalle a tutti e salì di corsa le scale mentre piangeva e si buttò sul suo letto. Poco più tardi sentì i nonni e lo zio congedarsi. Molly stava dicendo: -Capirà Albus... Sono troppe cose... Dopotutto a solo 11 anni- -Spero solo che non sia arrabiata con noi- -No vedrai che le passerà!- Pochi minuti dopo si congedarono anche i Wickynson. Poi d'un tratto sentì bussare alla porta. Ma non rispose. Voleva restare da sola. -Juliet lo so che sei sveglia. Sono George ti avverto sto entrando voglio solo parlare con te!- Quest'ultimo entrò e si andò a sedere ai piedi del letto. Nessuno dei due parlò. George prese la mano di Juliet e la strise. Lei guardò le loro mani e si decise a parlare: -Allora è tutto vero?- -Si Juliet... Ma non piangere... So che la storia sulla morte dei tuoi è terribile, ma essere dei maghi è fantastico te lo posso assicurare! Ti diverti un mondo! Infatti non vedo l'ora che a Settembre cominci la scuola finalmente andremo ad Hogwarts!!- Lui la guardò sorridente e anche lei sorrise. -Sai George, la cosa che mi ha preoccupata di più questa sera, è stato vedere te e Fred seri. Sembrava impossibile!- Entrambi risero. -Domani ti insegnerò un sacco di cose fiche sulla magia e poi ti insegnerò lo sport più bello che praticano i maghi: il Quidditch!- -Cos'è?- -Domani lo scoprirai, vedrai ti piacerà è bellissimo e ti diverti un mondo!- Lei gli sorrise. -Daccordo! Accidenti George sembra pazzesco! Io una strega? Insomma...- -Una strega formidabile!- Sorrisero ancora. -Bhè io vado buona notte Jù fai sogni d'oro e magici!!- -Notte George!- Lui le diede un bacio sulla guancia e si concedò. Juliet rimase a pensare a tutte le cose che il nonno le aveva detto quella sera, alla fine ci aveva dovuto credere! E pensava all'indomani quando George gli avrebbe insegnato quelle cose fiche di cui parlava e a giocare a quel Quidditch, alla fine però, il sonno ebbe il sopravvento e si addormentò con quel dolce pensiero in testa.
NOTE: Ecco qua il secondo capitolo, ringrazio tutti quelli che hanno letto il primo e in particolare clacla_97 per aver recensionato. Inoltre mi scuso se ci sono degli errori grammaticali, ma l'ho finito di scrivere a mezzanotte! Ringrazio chi la leggerà e la recensionerà.

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Capitolo 3
*** Si vola! ***


La mattina si svegliò di buon umore, scese giù dove trovò tutti già svegli intenti a fare colazione. -Buon giorno a tutti- Disse allegramente, tra le facce stupite di tutti tranne George. -Buon giorno Juliet!- Le rispose contenta la signora Weasley. -Allora George quando iniziamo?- George le sorrise: -Su via, senza fretta! Abbiamo un sacco di tempo!!- -Non vedo l'ora di iniziare!- Arturh li guardò sospettosi: -Cosa mi nascondete voi due?- -Ieri sera ho promesso a Juliet che le avrei spiegato qualcosa sulla magia e le avrei insegnato a giocare a Quidditch!- -Ah! Ecco a cos'era dovuta tutta questa allegria!!- Li rimbeccò la signora Weasley, ma che non riusciva comunque a nascondere la sua contentezza. Juliet fece colazione con gli altri, poi si andarono a lavare e vestire e scesero di nuovo giù. -Bene- Le fece George. -La prima cosa che penso tu debba sapere sia come funziona Hogwarts, la scuola di magia, ma penso che Bill sia il più adatto a spiegartelo!- -Giusto- Fece Bill. -Allora Juliet, intanto, Hogwarts sarà la scuola più bella che vedrai in tutta la tua vita ne sono sicuro! E' un castello gigantesco! Lì è tutto magico! Le scale si muovono i quadri anche, e nella sala grande, cioè dove si pranza ecc., ci sono delle candele sospese in aria magicamente e il soffitto è incantato, cioè anche se è coperto, sembra di stare all'aperto, visto che rispecchia il tempo che c'è al di fuori. Hogwarts è divisa in quattro casate, che sono: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde. Ogni alunno del primo anno viene smistato in una di queste case da un cappello parlante, e durante l'anno scolastico, dovrete cercare di far vincere punti alla vostra casa, non so magari eccellendo in qualcosa, e ogni volta che una regola verrà trasgredita, la casa perderà punti! Alla fine dell'anno la casa che ha più punti vincerà la coppa delle case. Inoltre, c'è anche il gioco del Quidditch in cui si battono sempre le 4. Poi c'è un lago bellissimo ed è tutto verde, ma finchè non lo vedi con i tuoi occhi non saprai mai quant'è bella Hogwarts! Ci sono un sacco di altre cose da dire, ma per elencarle tutte ci vorrebbe troppo tempo! Le cose più fondamentali sono le bacchette: hai presente il bastoncino con cui ieri sera tuo zio ha acceso il ventilatore? Ecco, quella è una bacchetta, che come saprai, serve per fare magie! Inoltre i soldi sono diversi da quelli babbani: ci sono 3 tipi di monete, cioè d'oro che sono i Galeoni, d'argento che sono le Falci  e di bronzo che sono Zellini. 29 Zellini fanno una falce, 17 falci fanno un galeone. E poi ci sono un mucchio di altre cose tipo gli ingredienti per preparare pozioni ecc.- Bill finì di parlare e Juliet rimase a bocca aperta, alla fine disse solo: -WOW- In quel momento riprese a parlare George: -Forza Juls ora andiamo fuori così ti spiego come si gioca a Quidditch!!- Juliet si riprese dallo sbalordimento e sorrise felice: -Fantastico arrivo!- Bill, Charley, Fred e George seguiti da Juliet, si avviarono nel ripostiglio delle scope. Quando ne presero 5, Juliet rimase delusa dicendo: -Non ditemi che il Quidditch consiste nello spazzare il giardino.- Tutti risero, anche se Juliet non scherzava. -Ci dovrai montare sopra a questa scopa Jù!- Le disse Charley. -In che senso scusa?- -Tra poco lo vedrai- Le rispose Bill. Uscirono di fuori e raggiunsero una collina là vicino con due alberi giganteschi ai lati. -Bene- Fece Charley. -Ti spiegherò come si gioca a Quidditch... Sai sono il capitano della squadra a scuola- A Juliet in quel momento venne in mente un'altra domanda -Voi a quale casa appartenete?- - Tutti Grifondoro!- Disse Bill orgoglioso. -Sai a quanto ne so, anche tuo padre, tuo zio e i tuoi nonni erano Grifondoro- Le Disse George. -Veramente? E mia madre?- -Bhè questo non lo so, nessuno lo ha mai detto, ma so per certo che lei non era nella nostra stessa casa- -Come lo sai?- -Bhè perché una volta ho sentito Remus che parlava con la mamma e diceva: "ti ricordi quando Dylan e Mary si sono conosciuti?" "e come potermi dimenticare! Si sono conosciuti alla prima lezione di erbologia che abbiamo avuto insieme a loro!"- -Oh- -Bhè comunque ti devo spiegare come si gioca a Quidditch o no?- Intervenne Charley. -Certamente!- Rispose lei allegra. -Allora- iniziò Charley. Nel Quidditch si gioca con 4 palle, la prima, questa palla rossa grande che vedi- E indicò un baule con all'interno 3 palle, 1 rossa grande e due poco più piccole legate, e Juliet ebbe la strana sensazione di dare i numeri avendole viste muoversi. -Ci sono in tutto 7 giocatori, 3 di questi, i cacciatori, si passano questa palla, chiamata puffa, e cercano di farla passare in uno dei 3 anelli che ora non vedi, ma che sono in cima a quest'albero- E indicò l'albero alle sue spalle. -Li abbiamo costruiti noi stessi, abbiamo usato i cerchi dell'ulaop di Ginny. Naturalmente ce ne sono altri 3 sull'altro albero, se la pluffa attraversa uno di quei cerchi, si ottengono 10 punti. Un'altro giocatore, è il portiere che protegge gli anelli. Poi ci sono 2 battitori, ossia 2 giocatori che con la mazza proteggono i propri giocatori dai bolidi e li ritirano cercando di disarcionare i giocatori avversari. I bolidi sono queste due palle che vedi accanto alla pluffa, e se te lo stai chiedendo, si, si muovono. Infine c'è un ultimo giocatore, il cercatore, che deve trovare una palla che purtroppo non abbiamo, il boccino d'oro. Questa palla è piccolissima e velocissima quasi impossibile da vedere e da prendere. La squadra che prende il boccino vince 150 punti e mette fine alla partita. Tutto chiaro? Ci sono domande?- -Ehm... Si una... Visto che non si vedono neanche da qui quegli anelli di cui mi hai parlato, come facciamo a lanciare la pluffa lì su?- -Bhè semplice perché questo gioco si gioca in aria- -Che vuoi dire?- -Con le scope è ovvio- -Aspetta mi vuoi dire che queste scope sono volanti?!- -Si esatto!- Juliet guardò incredula la scopa che aveva in mano, ma non dava alcun segno di vita. -E ora, ti insegnerò a volarci sopra- Juliet annui ancora con gli occhi sganati, guardando prima Charley poi la sua scopa. -Allora, posa la tua scopa a terra, poi mettiti alla sua sinistra e con una mano sopra di essa di forte e chiaro "su!"- Le fece vedere come si faceva, e la sua scopa appena pronunciò la parola "su" gli volò nella mano. -Strabiliante!- Disse Juliet sbalordita.  -Bene- Fece Charley orgoglioso. -Ora prova tu!- Juliet con un pò di esitazione si posizionò alla sinistra della sua scopa mise una mano sopra ad essa e urlo: -Su!- E anche la sua volò nella sua mano. -Ce l'ho fatta!- Gli altri le sorrisero. -Perfetto! Ora montaci sopra, in questo modo- E le mostrò come. Juliet eseguì. -E ora?-  -Ora datti una spinta con i piedi per alzarti in'aria, e poi piegati in avanti e partirai. Non è poi tanto difficile, se vuoi acquistare velocità chinati il più possibile verso il manico e se invece vuoi rallentare alzati e se ti vuoi fermare, tira il manico verso di te, se vuoi girare a sinistra sposta tira il manico a sinistra e se vuoi girare a destra tira il manico a destra, e lo stesso se vuoi andare su o giù, tira in manico nella direzione in cui vuoi andare, tutto chiaro?- -Penso di si!- -Forza allora fammi vedere cosa sai fare!- Juliet si diede una spintarella con i piedi e si ritrovò a galleggiare a qualche centimetro da terra... Sembrava impossibile. Poi si chinò in avanti e tenne il manico leggermente alzato per andare verso su. La scopa partì a tutta velocità, Juliet sentiva il vento fischiargli dentro le orecchie, stava volando. Girò a destra e a sinistra un paio di volte per prenderci la mano, sembrava come se lo sapesse già fare le risultava facilissimo! Fece un paio di giri sopra i due alberi, dove vide i sei cerchi spuntare sulle punte. Alla fine andò in picchiata verso giù e tirò su la scopa a pochi metri da terra, per farla fermare e scendere piano piano. George le corse incontro: - Sei stat bravissima, per essere la prima volta sei andata davvero bene!- -Si concordo! I tuoi nonni rimarrano a bocca aperta!- Fece eco Fred. Juliet arrossì. In quel momento li interruppe Molly, dicendogli che era pronto il pranzo. Per tutto il pranzo non fecero altro che parlare di volare e di Quidditch. Ad un tratto Charley disse: -Ehy, ragazzi approposito, oggi pomeriggio saremo tutti un pò impegnati, io, Bill e Percy per i compiti e voi altri per non so cosa, però domani mattina possiamo farci una partita a Quidditch tutti insieme! Vengono anche Liz, Taylor e Jason. Ginny è un pò piccolina, ma Ron si è imparato ad andare bene su le scope quindi potrebbe giocare con noi! E Jason anche, ha un anno in più di Ron quindi se gioca Ron può giocare benissimo anche lui! Così possiamo fare le squadre da 5 giocatori, giochiamo con un solo bolide e un solo battitore e senza cercatore, la faremo a tempo, che ne pensate?- -Perfetto! La trovo una fantastica idea! Anche perché altrimenti Albus per quale motivo ci avrebbe regalato la pluffa e i bolidi? Di certo non per belezza!- Disse Ron tutto felice che i fratelli lo prendessero in considerazione per giocare la partita a Quidditch del giorno dopo. -E' stato mio nonno a regalarveli?- -Si, è stato davvero gentile! Sapeva che a tutti noi in famiglia piaceva giocare a Quidditch e così ce li ha regalati!- -Forte!- Nel pomeriggio Fred e George insegnarono a Juliet come rimuovere i nani da giardino, che all'inizio trovò molto divertente, ma dopo un pò, iniziò ad essere faticoso. Alla fine dopo una bella doccia e dopo aver mangiato, Juliet andò a dormire, aspettando con ansia la partita dell'indomani. NOTE: Ringrazio ancora una volta tutti quanti quelli che hanno letto i 2 capitoli precedenti, sperando che vi piaccia e che la continuerete a leggere. Inoltre spero che qualcuno di voi si fermerà a lasciarmi una recensione per sapere cosa ne pensate della storia, se vi piace o meno, accetto molto volentieri anche le critiche, così mi correggo no? Grazie in anticipo a tutti!

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Capitolo 4
*** Una partita a Quidditch ***


Il giorno dopo, tutti si alzarono verso le 8 e dopo aver fatto colazione, essersi vestiti ecc. Risalirono la collina. Qualche minuto dopo li raggiunsero anche Taylor, Liz e Jason. -Salve a tutti!- Ci fu uno scambio di saluti, dopo di che Charley iniziò a parlare: -Bene, allora pronti per la partita? Le squadre saranno così: Io, Percy, Fred, Ron e Liz in una squadra e Bill, Taylor, George, Jason e Juliet in un'altra che ne pensate? Almeno così le squadre saranno equilibrate!- Ci fu un coro di assensi. L'unica cosa che gli mancava era un albitro. Qualcuno che tenesse il tempo di un'ora di gioco almeno. Detto fatto. Li raggiunse il quel momento sulla collina, Remus. -Zio!- Esclamò Juliet andandolo a salutare. -Molly mi ha detto che eravate qua. Allora stai per giocare la tua prima partita di Quidditch?- -Bhè si non è proprio una vera partita perché Charley mi ha detto che mancano dei giocatori, però giochiamo! Anzi, siccome manca il cercatore e non abbiamo la pallina d'oro, ci serve qualcuno che tenga il tempo, così giochiamo per un'ora e alla fine chi a più punti vince!- -Mi stai chiedendo di offrirmi volontario?- -Lo faresti?- -Forza monta su quella scopa e fammi vedere che sai fare, al mio fischio si inizia la partita!- Juliet sorrise: -Grazie!- Montò sopra la scopa per la seconda volta in vita sua e spiccò il volo. Era bellissimo. Charley, diede una scopa e un fischietto a Remus per seguire la partita da vicino e fischiare eventuali falli. Volarono tutti in cielo e Remus portò il fischietto in boccae soffiò. Lanciò la palla in aria, la partita era iniziata. Juliet rimase in mobile per qualche secondo, a bocca aperta, guardava gli altri prendere la palla e andare a tutta velocità verso le porte. Era impressionante. D'un tratto sentì un rumore vicino, si guardò alla sua sinistra e vide un bolide arrivare proprio addosso a lei. Non si mosse e George spuntò all'improvviso e lo colpì in modo da allontanarlo. -Allora che fai giochi? O vuoi rimanere là impalata aspettando che un bolide ti colpisca?- George le fece l'occhiolino e tornò in basso. Juliet si riprese e scese un pò anche lei. Bill stava passando la palla a Taylor, che però in quel momento era marcata da Ron e Liz. Intercettò il passaggio, di fatti, Charley che corse a tutta birra contro Jason che era a protezione delle porte e segnò un fantastico goal, nel cerchio di sinistra. Remus segnò dieci punti per la squadra di Charley. Ripresero, Jason passò la palla a Bill, il quale vedendo Juliet smarcata, le passò la palla. Juliet la prese al volo e senza pensarci due volte corse contro Percy che era in porta. Un bolide lanciato da Fred le sfiorò i capelli e Ron tentò di prederle la palla, ma Juliet riuscì a mantenerne il possesso. Si trovava ormai di fronte a Percy e fintò un tiro verso sinistra, e poi lanciò con tutta la forza, nel cerchio di destra. Suo zio fischiò: aveva segnato! La partita continuò e segnò altri 4 gol, niente in confronto ai 7 di Bill e ai 9 di Charley, ma come prima partita, non stava andando poi così male. Quando Remus fischiò la fine della partita, la squadra di Juliet esultò: Avevano vinto 120 a 100. Mentre scendevano la collina, suo zio la chiamò in disparte. -Senti Juliet, dopo ti va di farti una passeggiata con me? Vorrei chiaccherare un pò con te.- -Certo zio, mi lavo, mi cambio e arrivo!- Così fece, non appena ebbe finito uscì con lo zio. -Allora, ti vedo contenta! L'altra sera eri sconvolta... Mi è dispiaciuto molto...- -Lo so zio, ero... Insomma scoprire tutte quelle cose, così di botto, in una sera sola! E sembravano così impossibili...- -Già- -Poi però ho parlato con George e lui mi ha fatto cambiare idea... Ieri mi hanno spiegato come funziona Hogwarts e  altre cose così... E Charley mi ha insegnato le regole del Quidditch, e a volare su una scopa, alla fine è stato fighissimo! E oggi la partita a Quidditch! Semplicemente straordinaria!- -Già, sai sei piuttosto brava. Non ho mai visto nessuno volare così bene al solo secondo giorno di prova! Sei molto veloce sai? Hai un talento da cercatrice!- -Lo pensi veramente?- -Certamente! Forza sediamoci qui.- Disse indicando una piccola cunetta sul prato. -Sai Juliet, anche tuo padre amava il Quidditch. Tuo padre era di un anno più piccolo di me, e quando anche lui venne ad Hogwarts e divenne Grifondoro, stavamo sempre insieme, io e lui poi abbiamo fatto amicizia anche con altri, e ci siamo dati dei soprannomi: Io ero lunastorta, un altro era felpato, un altro codaliscia e un altro, il padre di Harry Potter, era ramoso.- -E mio padre?- -Phoenix- -Perché?- -Bhè noi eravamo gli unici a sapere che lui in realtà era figlio di zio Al e zia Minerva... E sapevamo che il suo cognome derivava dal nome della fenice di tuo nonno. E da qui, fenice uguale phoenix, capito?- -Si penso di si... Ma quindi voi conoscevate il padre di Potter?- -Si, eravamo grandi amici, tuo padre in particolare era legato con lui, sai, entrambi amavano il Quidditch e non facevano che parlare d'altro! Spesso e volentieri si aggiungeva alla compagnia Arthur, sai era il migliore amico di tuo padre!- -Zio, mia madre in che casa era?- -Serpeverde, era la miglior Serpeverde che avessi mai conosciuto. Sai, quella casa, non ha buon nome... Solitamente i serpeverde sono tutti figli di papà che hanno la mania del sangue puro, come Voldemort, anche lui era un Serpeverde. Ma tua madre no, era diversa, lei era speciale. Aveva coraggio da vendere e un'intelligenza sovraumana, infatti, sarebbe stata molto meglio a Grifondoro, dove il coraggio è una delle qualità più apprezzate, o Corvonero, dove l'intelligenza è la dote principale. Non sono sicuro che lei volesse finire a Serpeverde. Però sai, sua madre era stata una Serpeverde, e così era da generazioni... Sarebbe rimasta delusa se sua figlia non lo fosse stata. E poi sai, tuo zio aveva un anno in più di tua madre, ed era già in Serpeverde, quindi penso che tua madre abbia un pò convinto il cappelo parlante a metterla in Serpeverde, sai, così tanto per non rimanere sola. Non aveva amici a quei tempi, aveva solo suo fratello e diciamo che la combriccola che frequentavamo, non andava molto daccordo con lui. Sai io non vado a genio a tuo zio tutt'ora.- -Come si chiama mio zio? Perché non me lo avete mai fatto conoscere?- -Si chiama ... Ascoltami Juliet io... Presto sono sicuro che lo scoprirai da sola... Non posso dirti come si chiama... Quando arriverà il momento verrai a conoscenza del perché non te lo abbiamo fatto conoscere  e in quel momento capirai. Comunque nessuno gli ha mai impedito di venirti a trovare, quindi se ci teneva a te, poteva benissimo venirsi a presentare... Lascialo stare, ok?- Juliet rimase un pò delusa. -Ok... Zio devo chiederti un'altra cosa- -Dimmi pure- Juliet era indecisa se esporgli la domanda che la tormentava dal giorno in cui aveva scoperto di essere una strega. Riguardava il sogno fatto 4 anni prima. -Anzi, no niente, niente.- Suo zio la guardò con sospetto, ma alla fine lasciò stare. Tornarono a casa e mentre mangiavano Molly annunciò: -La prossima settimana andiamo a Diagon Alley!- -Cos'è Diagon Alley?- Chiese Juliet  a Fred e George. -E' un posto dove ci sono negozi per maghi, ti piacerà ne sono sicuro!- Rispose quest'ultimo. -Bene allora non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana!- -Contaci!- Le fece Fred. D'un tratto senza motivo tutti e tre scoppiarono a ridere. E così si concluse quella giornata, ridendo e scherzando.
 
 
 
Note: Eccomi qua con il 4° capitolo! Spero che vi piaccia, anche se continuo a pregarvi di lasciarmi una recensione, altrimenti non so se è il caso o no di continuare, non sapendo se vi piace. Un grazie in anticipo a tutti.

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Capitolo 6
*** Diagon Alley ***


La settimana dopo, come annunciato da Molly, andarono a Diagon Alley. Il martedì mattina, scesero tutti giù in cucina e si stagliarono davanti al camino. Percy si rivolse a Juliet: -Allora, per arrivare a Diagon Alley passeremo per il camino, viaggiando con la polvere volante!- -La cosa?- -Polvere volante, adesso fai attenzione, Bill entrerà nel camino e dirà forte e chiaro Diagon Alley, e finirà nel camino del Ghirigoro, il negozio di libri. Devi tenere la bocca chiusa e anche gli occhi, stringi i gomiti e in poco tempo ti ritroverai li!- -Allora: dire forte e chiaro Diagon Alley, bocca e occhi chiusi e devo stringere i gomiti, ok ci sono!- Bill prese una manciata di polvere dentro un vaso che Molly aveva in mano, entrò nel camino, buttò la polvere per terra e disse: -Diagon Alley!- Un fuoco verde lo avvolse, e pochi istanti dopo era sparito. -Pensi di potercela fare?- Le chiese Ron. -Penso di si- Entrò nel camino e prese una manciata di quella polvere anche lei. La gettò a terra e disse: -Diagon Alley!- Vide lo stesso fuoco verde che aveva avvolto Bill e seguì il suggerimento di Percy, chiuse bocca e occhi e strinse i gomiti. Si sentì tirare via e qualche secondo dopo urtò qualcosa e si ritrovò a terra. Aprì gli occhi e vide una mano tesa nella sua direzione. La prese e si alzò. -Allora com'è stato?- Le chiese Bill. -Preferisco viaggiare in macchina!- Il più grande le sorrise. Juliet si guradò intorno erano stipati su centinaia di scaffali, migliaia di libri. -Bill, come facciamo a comprare i libri se non sappiamo quali ci occorrono?- -Stà tranquilla, quando tuo zio è passato la settimana scorsa, a consegnato alla mamma le lettere dei libri ecc, che gli ha dato tuo nonno!- -Capisco...- Sentì un rumore alle sue spalle e vide che anche Charley la aveva raggiunta, e dopo di lui anche Percy, Fred, George, Ron, Arthur, Ginny e Molly. Molly consegnò un sacchetto piuttosto pesante a Juliet. -Qui dentro ci sono i soldi che ti ha mandato tuo nonno.- -Grazie- Rispose Juliet prendendolo. Comprarono i libri e una volta fuori, Juliet rimase a bocca aperta, lungo tutta la strada, c'erano negozi per maghi, di vestiti, di manici di scopa, di calderoni, di bacchette e molto altro.  Charley sorrise alla faccia di Juliet e disse: -Bhè benvenuta a Diagon Alley!- -E' fantastico! Quella cos'è?- -Una banca dei maghi- -Fico, e quello invece?- -Quello è Olivander, il miglior negozio di bacchette, tu Fred e George andrete li a prenderle!- -Ehi ma quella scopa in quella vetrina è fantastica!!!- -Quella è la nuova scopalinda 7, due modelli dopo quelle con cui abbiamo giocato a Quidditch...-  Juliet guardò il sacchetto che aveva in mano: -Pensi che questi soldi mi basteranno per comprarne una?- -Eccome! Juliet, quello è un sacco pieno di galeoni!- -Allora andiamo a comprarla?- -Bhè mi dispiace ma no... Vedi secondo le regole di Hogwarts i ragazzi del primo anno non possono avere scope personali...- -Ma Fred e George ce le hanno!- -Bhè si, un pò tutti hanno una scopa personale, ma non si possono portare a scuola, e allora a cosa ti servirebbe una scopa chiusa dentro un ripostiglio distante chilometri da scuola?- -Giusto è vero... Hei! Però mio nonno è il preside di quella scuola giusto? Potrei chiedergli di fare un'eccezione!!- -Solo molto raramente vengono fatte delle eccezioni, e conoscendo tuo nonno, non ne farà!- -Uffa!- -Su via sorellina non disperarti, finalmente potremo avere una bacchetta!- Le fece Fred, e Juliet vide nei suoi occhi il riflesso dei suoi pensieri: tutti i danni che avrebbe combinato con una bacchetta! Juliet rise e si avviò con gli altri verso Olivander. Entrarono e subito un signore anziano si avvicinò: -Oh salve signora Weasley, occorre qualche nuova bacchetta per qualche altra testa rossa?- -Si grazie, Olivander!- -Bene ne prendo qualcuna! Oh ma invece chi è questa giovanotta dagli occhi blu? Sembra una stampa di Marienne...- Il signor Olivander non riuscì a finire la frase che Molly parlò: -Oh si, lei è Juliet, la figlia di Marienne e Michael!- -Sai piccola- Fece Olivander rivolgendosi a Juliet. -Ho venduto le bacchette anche ai tuoi genitori tanti anni fa, ricordo come se fosse ieri! Quando ho saputo che erano morti, ero davvero dispiaciuto, due gran brave persone! Facevano parte dell'Ordine della Fenice, combattevano Tu-Sai-Chi senza paura, e così sono stati uccisi, lui li uccise... Così come uccise i Potter, torturò i Paciock e distrusse molte altre famiglie... Sei stata davvero fortunata tu piccola Fanny, Silente disse che tu ti eri salvata perché eri a casa dei Weasley con tuo zio quel giorno...- -Signor Olivander la prego, ha 11 anni...- Juliet fissava a occhi spalancati Olivander, i suoi genitori facevano parte di qualche Ordine che combatteva Voldemort, e quest'ultimo non aveva distrutto solo la sua di famiglia, ma quella di molti altri... Olivander si riprese alle parole di Molly e iniziò a cercare delle bacchette adatte a loro. -Hei Ju, tutto bene vero?- -Si, si. Tranquillo Freddie sto bene!- Olivander tornò da loro con un bel pò di bacchette in mano. Il primo a provare fu George, ci vollero ben 5 bacchette prima che trovasse quella giusta! Dopo di lui andò Fred che trovò quella adatta al secondo colpo. Alla fine toccò a Juliet, che dopo 3 tentativi, riuscì a trovare la bacchetta perfetta. -Ottima scelta! 10 pollici e mezzo, piuttosto flessibile, legno di pino, contiene... Una lacrima di fenice. Molto rara, sa signorina Fanny, è molto raro che qualcuno possieda una bacchetta con una lacrima di fenice, non ne ho molte, e comunque tutte di fenici diverse... Questa è la prima che vendo. Dovrò aspettarmi cose speciali da lei. Dopo tutto è strano che sia capitata a lei questa bacchetta- -Mi scusi signore, sa dirmi a quale fenice appartiene la lacrima nella mia bacchetta? Il nome...- -Ora capisce perché dico che è strano che questa bacchetta sia capitata proprio a lei? La fenice in questione, si chiama Fanny, è la fenice del professor Silente... Non è strano che lei fa di cognome come questa fenice?- Olivander sorrise tra se e se e non aggiunse altro. Pagarono e andarono via, finendo il giro per i negozi di Diagon Alley, e Juliet dimenticò le cose che le aveva detto Olivander e si divertì un mondo con il resto della famiglia.

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Capitolo 7
*** Il binario 9 3\4 ***


Passarono i giorni e finalmente arrivò il tanto atteso 1 Settembre. Jiuliet quella mattina si era alzata prima di tutti tanto presa dall'euforia. Non vedeva l'ora di andare ad Hogwarts. Verso le sette scesero anche tutti gli altri e dopo aver fatto colazione, essersi lavati e vestiti uscirono di casa diretti verso la stazione di King's Cross. Mentre erano in macchina Molly diede i biglietti del treno ai ragazzi. -Binario nove e 3\4? Cos'è? Non esiste!- Disse Juliet sconcertata. -Certo che esiste! E' il binario dove c'è il treno per Hogwarts, ma dovevano inventarsi qualcosa, altrimenti tutti i babbani potevano prenderlo! In pratica tu devi andare dritto verso il muro che separa i binari nove e dieci. Se sei un mago passerai attraverso la barriera!- Le rispose Percy. -E se io non dovessi riuscire a passare?- -Certo che ci passerai! Sei una strega Juliet!- Juliet gli sorrise. Poco dopo arrivarono alla stazione, ed uno alla volta passorono tutti attraverso la barriera, mancavano solo Juliet, George, Molly e Ron. - Vai George!- Fece Molly, e George prese la rincorsa e sorpassò la barriera. Molly sorrise a Juliet -Forza ora tocca a te!- Juliet fece un gran respiro prese la rincorsa e quando mancavano pochi centimetri al muro chiuse gli occhi preparandosi all'impatto, ma esso non ci fu. Juliet riaprì gli occhi e si ritrovò difronte ad un enorme treno rosso, l'espresso per Hogwarts. Alzò gli occhi e vide il cartello: "Binario 9 3\4", poi guardò la banchina piena zeppa di gente un pò strana, ragazzi e ragazze della sua età e più grandi emozionati, pieni di gabbie in mano con gli animali più bizzarri dentro, tutti che sfoggiavano le loro bacchette magiche e chi pronunciava qualche incantesimo strano. -Wow, è fantastico- disse lei con un filo di voce. -Ei, qui siamo nel mondo dei maghi, qui tutto è fantastico Juliet!- Le fece George. -Ei guardate sta arrivando anche Liz!- Disse Fred correndo verso l'amica. Molly guardò l'orologio sbiancando: -Accidenti ragazzi muovetevi a sistemare i bagagli sul treno che tra due minuti parte!- Bill, Charley e Percy presero oltre che ai loro bagagli anche quelli di Juliet, Fred e George, mentre loro salutavano Molly e Arthur. Questi ultimi due strinsero i ragazzi i un gran abbraccio: -Mi raccomando fate attenzione!- Disse Arthur, -E non combinate casini...- Continuò Molly, girandosi poi verso i gemelli: -Soprattutto voi due!- -Certamente- disse Fred, -Saremo buonissimi- fece George ghignando, -Qualcosa mi dice che quest'anno il povero Albus impazzirà con voi due!- Tutti scoppiaro a ridere, finchè Molly con una lacrimuccia annunciò che era ora di salire sul treno -Fate buon viaggio- dissero in coro Ron e Ginny. -Grazie!- Prima di salire sul treno Juliet si girò e vide che vicino al muro che aveva varcato pochi minuti prima c'era Remus. Juliet gli corse in contro abbracciandolo: -Zio!- Remus ricambiò l'abbraccio. -Credevo che non saresti venuto- -Davvero credevi ciò? Non vedrò mia nipote per un anno e non la saluto neanche? Allora si che sarei uno zio pessimo!!!- Juliet sorrise. -Ei ricordati di non dare nell'occhio, di non chiamare nonna e nonno zia Minerva e zio Albus capito?- -Si, stai tranquillo lo so- -Bene, allora adesso va che il treno sta per partire!- -Si! Ciao zio ti voglio bene!- Disse Juliet abbracciandolo di nuovo. -Anche io piccola, ma ora va!- Juliet corse sul treno poco prima che partisse. Corse a sedersi nella cabina con Fred, George e Liz, dove si era seduto anche un'altro ragazzo che i gemelli avevano appena conosciuto, un tipo simpatico, si chiamava Lee Jordan. -Dove sono Bill, Charley e Percy?- Chiese Juliet -Si sono andati a sedere in un'altra cabina con Taylor, e altre due loro amiche!- Le rispose Liz. Durante tutto il viaggio i ragazzi parlarono di come sarebbe stato ad Hogwarts, mangiando i più strani dolci, presi dalla signora del carrello, indossarono le divise, scherzarono e giocarono, finchè dopo diverse ore, il treno finalmente rallentò per poi fermarsi del tutto. Scesero dal treno emozionati, e un uomo grosso e alto almeno due metri con la folta barba e i lunghi capelli crespi li accolse dicendo di chiamarsi Hagrid, esso guardò un pò tutti i bambini, il suo sguardo indugiò sugli occhi di Juliet, poi le sorrise e le fece l'occhiolino. Forse quell'uomo sapeva chi era lei in realtà, pensò Juliet. Lì condusse verso delle barche, con cui attraversarono un enorme lago e finalmente si ritrovarono davanti all'imponente e meraviglioso castello di Hogwarts. Arrivarono davanti alla porta principale, che si aprì per magia, davanti allo stupore di tutti i ragazzi e Hagrid sorridente disse: -Bhè, benvenuti ad Hogwarts!-

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