Perdersi è un modo pericoloso per ritrovarsi

di Nihal07
(/viewuser.php?uid=115380)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Il ritorno di un fantasma ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Una vecchia conoscenza? ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Vicini all'obiettivo ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Una nuova commissione ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Continuare a sperare ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Il ritorno di un fantasma ***



Note dell'Autrice: Ciao a tutti!! Bè, da dove posso iniziare?
Questa FanFiction è stata scritta da due autori: EleNuvole e la sottoscritta.
Naturalmente, attribuiamo i meriti a chi ce li ha, infatti l’idea è stata sua e le sono davvero grata per avermi chiesto di partecipare ^^
Ah, si… Sapete tutti che questa è una KakaSaku, no?
Credo non ci sia altro da precisare, a parte che Sakura ha sui 20 anni e Kakashi sui 34, ma credo che ormai sia di routine.
Spero vi piaccia, perché noi ce la metteremo tutta!
*Pollice alla Gai* Buona lettura!
 

 
Perdersi è un modo pericoloso per ritrovarsi

 Clarisse Lispector
 
 
“Non disturbare” per dare più enfasi all'avvertimento, sul cartellino appeso alla maniglia della porta, Tsunade aveva usato uno scintillante rosso amaranto.
L' Anbu unì l'indice e il medio.
Nessuno della squadra speciale si faceva problemi sul disturbare l'Hokage così come ad usare la porta, come tutti gli altri.
Una pessima abitudine a dir la verità, convenne l'uomo mascherato, smaterializzandosi.
“ Giuro che uno di questi giorni aumenterò il compenso di Shizune! Meno male che mi ha dato l'idea del cartellino fuori della porta, così nessuno potrà disturbarmi” cinguettò allegra Tsunade.
“Hokage.”
La donna aveva cantato vittoria troppo presto. Già, nessuno tranne gli Anbu, pensò acida.
Così, tra pile di documenti e rapporti appoggiati sulla sua scrivania, - solo gli dei sanno da quanto si trovavano lì - alzò la testa e fulminò l’uomo, il quale non si scompose più di tanto.
“Credo di essere stata abbastanza chiara sul non essere disturbata” sottolineò secca.
“Mi dispiace, ma è una questione urgente.”
Tsunade sospirò e con un cenno della mano intimò il ninja a continuare, rilassandosi sulla sua sedia.
“Si tratta di Rin Nohara.”
L'attenzione di Tsunade deviò dalle questioni burocratiche alle parole dell'uomo ad una velocità impressionante.
Un tuono squarciò il momento di silenzio tra i due così come il rumore del vento che scuoteva le foglie degli alberi, fuori dal palazzo.
“ Potresti essere più chiaro?” nel mentre lo diceva aveva incrociato le mani sotto il mento con inusuale lentezza.
“Lei è viva.”
Qualcosa, nelle iridi ambrate, tremò.
Lo stupore si mischiò allo shock sull'eterno viso da ventenne di lei.
“Rin è viva…” ribadì cautamente, sperando che il ninja davanti a lei la correggesse, ma il tanto sperato commento di disappunto non arrivò.
“E dove l’avresti vista?”
“Nei dintorni del Villaggio della Nebbia, io e i miei subordinati stavamo svolgendo la nostra quotidiana missione di spionaggio.”
La donna socchiuse brevemente gli occhi e posò la penna, che prima teneva in mano, sulla scrivania.
Si massaggiò le tempie, ancora scossa dalla notizia“ chiama Kakashi e digli di venire qui” ordinò.
L’ Anbu annuì e una volta fuori dall’ufficio, le labbra celate dalla maschera, si curvarono in un sorriso.
Missione compiuta.
 
 
Kakashi si fermò davanti la porta dell’ufficio di Tsunade e rimase a fissare con una certa perplessità, per un paio di secondi, il cartellino appeso alla maniglia.
E' stata lei a chiamarmi, dubito in una sua possibile punizione, entrò tranquillamente, chiudendosi la porta alle spalle.
“Mi ha fatto chiamare, se non sbaglio.”
Tsunade annuì. “Devo comunicarti una cosa, poi sarai tu a scegliere se partire o meno per questa missione.”
Allungò un foglio e Kakashi si avvicinò alla scrivania.
“Poco fa, un Anbu mi ha comunicato che…” rimase un attimo di silenzio, scegliendo con cura le parole da usare. Una cosa che non faceva quasi mai. La Kunoichi era conosciuta soprattutto per il suo carattere ottuso e per la sua schiettezza “Rin è viva, ed è stata avvistata nei dintorni del Villaggio della Nebbia. Voglio che tu vada a verificare se è vero.”
Kakashi rimase immobile e Tsunade pensò che forse non l’aveva neppure sentita. Ma la realtà era ben differente, semplicemente, Kakashi non sapeva come sentirsi. Probabilmente doveva essere felice ma qualcosa dentro di lui lo mise in allerta e la sua inquietudine venne mascherata dalla sua intaccabile flemma.
Rin è morta. E i morti non ritornano in vita due volte, si disse mentalmente lo Shinobi.
“Io…” cominciò, per poi essere interrotto dal tono, stranamente morbido, della donna.
“Se non vuoi andare, posso capirlo.”
Lui scosse la testa, in segno di diniego “ Non si preoccupi, andrò. Posso partire anche subito.”
“Temo non sia possibile” esortò duramente Tsunade.
Kakashi piegò la testa da un lato, i pensieri ritornarono involontariamente su Rin.
Sarà solo qualcuno che le assomiglia o un jutsu illusorio, si disse, quasi per rassicurare se stesso, eppure, la sensazione di ansia che lo stava opprimendo, si affievolì.
Sentì la porta aprirsi dietro di lui, voltandosi di scatto, vide la sua ex allieva.
“Lady Tsunade, mi ha chiamata?”
La voce si Sakura riecheggiò nella stanza, subito dopo, accorgendosi la presenza del suo ex maestro, gli regalò un caldo sorriso.
“Voglio mandarti in missione con Kakashi. Credo che potrebbe avere bisogno di un ninja medico.”
L’Haruno annuì e quando l’Hokage ebbe finito di spiegare i dettagli ad entrambi, li invitò a tornare a casa e prepararsi.
 
 
“E così Kakashi dobbiamo ritrovare una persona?”
“Si.”
“Ma Tsunade non ci ha consegnato nessuna foto, non ci ha detto l’età, com'è esteticamente, nulla e…”
L'uomo si fermò, “ stai tranquilla Sakura, quando arriverà il momento, la riconoscerò io”.
Sakura decise di non approfondire l'argomento, smettendo di tartassare di domande Kakashi, anzi, deviò il discorso.
“Visto che ci siamo Kakashi-sensei “ scherzò, “ potremmo andare a mangiare qualcosa insieme, che ne dici? È da molto che non passiamo del tempo insieme e la routine da jonin rende tutto più difficile.”
“Verrei volentieri, ma non credo sarei di molta compagnia. Magari sarà per quando torneremo dalla missione. Ci vediamo domani.”
Magari sarà per quando torneremo con Rin.
La rosa alzò la mano in segno di saluto ma Kakashi era già sparito.
Anche stasera si cena da sole, pensò sarcasticamente.
Quando si ricordò della proposta che Ino le aveva fatto, giorno addietro, decise di accoglierla ben volentieri, svoltando a destra in una via secondaria; le migliori amiche servono anche a questo, no?
Kakashi inveì un paio di volte contro la serratura arrugginita della porta, quando, mezz'ora buona dopo, entrò.
Lanciò malamente le chiavi sul tavolo e andò in camera, lasciandosi cadere sul letto.
Posò lo sguardo sulla foto del Team Minato appoggiata sul comodino, con una mano l'afferrò e contemplò la figura mingherlina alla sua destra.
Rin, sei davvero viva, da qualche parte, là fuori?
Perchè non sei tornata a Konoha? Dopotutto, qui è sempre stata la tua casa.
Rimise la foto al suo posto, affondando la testa nel cuscino ed improvvisamente si sentì stanco.
Non abbastanza a quanto pare, pensò.
Perché per tutta la notte si era ritrovato a essere sommerso dai ricordi e quasi tutti vedevano come protagonista la sua ex compagna di squadra.
Le domande continuavano ad accatastarsi una sull'altra nella sua mente, anche se la sua lucidità era al minimo. Tra tutti quegli interrogativi, uno in particolare, continuava a tormentarlo.
Cosa le avrebbe detto quando l’avrebbe trovata?
Kakashi si rese conto che forse stava correndo un po' troppo con la fantasia e che magari i suoi, non erano altro che castelli senza fondamenta. Inutili speranze, ecco cos'erano le sue.
Eppure, per la prima volta in tutta la sua vita, si ritrovò a pregare per qualcosa e sentire la luce della speranza avvolgere il suo animo, colmo di rammarico e di buchi.
Ti prego, chiunque tu sia, fa che sia lei.
Valeva la pena riporre quella preghiera a qualcuno?
Quella notte, Morfeo non lo venne a trovare, lasciandolo in balia della sua coscienza e delle sue riflessioni.
Quella notte, persino l’immagine di una Rin sorridente di appena dodici anni, sembrava più viva che mai.
Stava sognando?
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II - Una vecchia conoscenza? ***




Una vecchia conoscenza?

 

Sakura aveva come l'impressione che in quello strano quadro, mancassero le tessere.

Kakashi si comportava in modo strano, sembrava più assente di quanto non lo fosse già.

Si allacciò il borsello, posizionandolo dietro la vita.

Si guardò allo specchio con un sospiro, dirigendosi verso la porta.

 

Kakashi rimase a fissare a lungo un punto indefinito davanti a sé.

Sakura era in ritardo, una cosa alquanto insolita.

“ Kakashi?Sei in anticipo” affermò sorpresa la giovane, comparendo alle sue spalle.

Quindi, era lui che era arrivato prima?

Il pensiero di Rin, a quanto pare, lo aveva letteralmente scombussolando.

“ A quanto pare. Andiamo?”.

Questa annuì.

 

Sì, c'era qualcosa che non andava.

La donna misteriosa che dovevano trovare, era in qualche modo, la causa del cambiamento repentino del suo ex maestro.

Sakura non sapeva cosa vi era alle fondamenta, solo di una cosa era certa, quella donna aveva segnato in maniera indelebile la vita di Kakashi.

Non voleva approfondire la questione, sapeva molto bene che certi argomenti erano un tabù per il ninja.

Come la sua vita privata, per esempio.

Forse era un po' troppo presto.

Ritornò con la mente alla realtà, accorgendosi del tramonto al loro fianco.

 

“ Ci fermeremo qui per questa notte. Vorrei che ispezionassi il perimetro circostante, per almeno tre kilometri”.

“ Ricevuto”.

Kakashi osservò la ragazza scomparire tra gli alberi.

Era cresciuta davvero tanto.

Quanto? Venti?Ventidue?Sakura era sempre più matura di ogni numero.

La sua ex allieva era diventata una giovane donna, forte e risoluta.

 

Si guardò intorno, attenta.

Aveva come l'impressione che qualcuno la stava osservando, ma il silenzio regnava sovrano nella fitta foresta.

Alzò le spalle, ignorando la sensazione.

 

La donna spostò due rami del cespuglio, scrutando la ragazza dai capelli rosa.

Le labbra si curvarono in un sorriso mentre gli angoli della bocca sembravano quasi raggiungere le linee viola su entrambe le guance.

Si dileguò in un battibaleno.

 

“ Allora?”.

“ Tutto tranquillo. Anche se...”.

“ Anche se?”.

“ Lascia stare, forse me lo sono solo immaginato”.

Kakashi si ritrovò a pensare che quel sorriso fosse tremendamente affascinante.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III - Vicini all'obiettivo ***


 

Vicini all'obiettivo

 

Rin scostò timidamente un ciuffo di capelli che le ricadeva sulla fronte e si guardò attentamente allo specchio mentre con la mente, ritornò al giorno prima con quella strana ragazza dai capelli rosa.

Ogni giorno passava davanti a quel vetro rettangolare, ma da quando si trovava in quella stanza, poche volte si era soffermata ad osservare attentamente se stessa.

Non era cambiata molto da quando era bambina, ma Kakashi, l’avrebbe riconosciuta?

Sorrise solo a pensarci.

Non le sembrava vero, lui era lì, per qualche strano motivo, lui era proprio là fuori.

Rin pensò che finalmente il destino si era accorto di lei. O forse era la fortuna che per una volta aveva deciso di assisterla?

Si girò di scatto quando dietro alla sua immagine riflessa apparve un uomo.

“Rin, a quanto pare oggi ci hai degnati di un sorriso.”

“Sarebbe opportuno bussare prima di entrare in una stanza che non vi appartiene.”

L’uomo alzò l’indice e iniziò a negare. “Quello che dici non è esatto. Questa stanza mi appartiene, e anche la ragazza che la abita.”

La giovane donna si morse un labbro e iniziò a chiedersi se valeva veramente la pena avvisare quell’uomo dell’arrivo del suo ex compagno di squadra.

La risposta fu sì.

“Credo che Kakashi si trovi qui.” Lo disse velocemente e un lieve, amaro, sorriso si disegnò sul suo bel volto.

“Lo so.”

Già, come poteva non saperlo?

“Pensavo… Visto che lui si trova qui, io potrei…”

Lo sguardo dell’uomo divenne cupo e Rin ne ebbe quasi paura.

“No, tu non andrai da nessuna parte. Ricordi il nostro piccolo patto?”

“Ma è da anni che vivo qui e ho sempre fatto tutto quello che volevate senza mai replicare: ho curato i vostri uomini, condotto missioni di vario genere e persino condiviso tutto quello che so con i vostri medici. Che cosa volete ancora? Sono un ninja medico come tutti gli altri!”

Ma l’unica a cui Kakashi è legato, pensò l’uomo davanti a lei.

“Voglio che tu continui su questa strada. Kakashi si trova qui per una missione che per ora ignoriamo, ma quando la porterà a termine, tu sarai libera.”

Rin si sedette sul bordo del suo umile letto, intenta a trattenere le lacrime. “Me l’avete ripetuto così tante volte che ormai stento a crederci.”

L’uomo sorrise e si avviò verso la porta. “Credo tu sia stata fortunata Rin. Chi l’avrebbe mai detto che Kakashi un giorno di questi avrebbe messo piede nel Paese della Nebbia?”.

 

 

 

La mattina dopo Sakura si alzò prima del previsto e decise di fare una piccola passeggiata prima di ripartire.

Stando attenta a non svegliare Kakashi, si diresse verso un piccolo fiumiciattolo che aveva visto il giorno prima.

La prima domanda che si pose fu riguardo il perché Kakashi fosse così strano, ma poi rise, ricordando che fin da quando era bambina, Kakashi era sempre stato un tipo strambo.

Chissà com’era alla sua età, fu la seconda domanda che ronzò nella sua testa fino a quando non vide una donna, seduta sull’argine del fiume.

“Ehm, scusa?”

Sentendo la voce di Sakura, questa si girò di scatto, alzandosi e facendo un passo indietro, i sandali scricchiolarono sulla ghiaia.

Ci fu un lungo e quieto silenzio.

Era davvero bella. I capelli erano corti quanto i suoi, soltanto castani. Mi somiglia molto, si ritrovò a pensare la rosa.

La cosa che la colpì di più, nel complesso di quella figura esile e slanciata, furono le due linee viola dipinte sul volto.

“Non volevo spaventarti, perdonami.”

Rin, dall’altro canto si tranquillizzò, notando il copri fronte della foglia.

Kakashi...

Sapeva molto bene che per proteggerlo, doveva assolutamente evitarlo.

“Non preoccuparti” la rassicurò.

“Posso farti compagnia? Credo che noi due abbiamo avuto la stessa idea stamattina.”

Per un attimo il sorriso di Sakura contagiò Rin, ma non durò molto.

“Io stavo per andarmene.”

La rosa si pentì immediatamente di avergli posto quella domanda. Per recuperare la situazione,allungò una mano.

“Io sono Sakura. Sono un ninja medico di Konoha.”

L'espressione di Rin mutò, sembrava tentennare nel risponderle.

“Piacere di conoscerti, Sakura. Io abito in uno dei villaggi qui vicino.” Bugia.

La rosa non approfondì ulteriormente, in quanto notò le numerose omissioni della donna che aveva davanti.

“Sakura.”

Entrambe le donne sussultarono quando sentirono quella voce e Rin fu tremendamente tentata di restare.

Unì le dita con un sospirò, ad una velocità impressionante, smaterializzandosi.

Sakura si girò, facendo qualche passo verso Kakashi, intento a scostare i rami degli arbusti circostanti.

“Kakashi, guarda! Ti presento…”.

La ragazza però si fermò di colpo, in quanto la giovane, che prima si trovava davanti a lei, era sparita.

“Che cosa dovrei guardare?”

Sakura gonfiò le guance in segno di disappunto. “Nulla.”

L’uomo sorrise e le passò una mano sopra la testa, scompigliandole i capelli.

“Ma che cosa fai?!”

“Così la prossima volta impari a non svegliarmi.”

Sakura arrossì ma sorrise, constatando che Kakashi quella mattina era di ottimo umore.

Il jonin però sapeva fingere molto bene, almeno in parte; perché il pensiero di Rin non lo abbandonava mai, ma non era giusto comportarsi in quel modo con Sakura, dopotutto, non aveva nessuna colpa.

Ripartirono poco dopo, quando ebbero finito di preparare lo zaino.

Sakura entusiasta lo superò distanziandolo di tre o quattro metri e Kakashi si fermò un attimo.

Proprio in quel momento si girò, pensando di aver sentito qualcuno pronunciare il suo nome, ma forse si sbagliava.

L’unica che continuava a gridare il suo nome era la sua ex allieva, intimandogli di muoversi e prendendolo in giro per la sua lentezza.

 

“Kakashi…”

Quando il jonin si girò, Rin tremò per un istante.

Pregò che non la vedesse, ma in cuor suo, sperava fosse lui ad accorgersi di lei.

Avrebbe potuto giustificarsi dicendo che era tutta colpa sua.

Quando l'uomo però perse interesse e si allontanò, Rin tirò un profondo respiro mentre i suoi occhi si caricarono di una dolorosa malinconia.

Non era minimamente cambiato.

Era solo diventato più alto.

“Forse potrei avvicinarmi a quella ragazza…” Di colpo divenne curiosa e in lei uno strano presentimento la mise in allerta.

Sakura, era quello il nome?

Sakura, qual'era il legame che aveva con Kakashi?

Rin scosse la testa, decisa a non pensarci, perché ne era sicura: avrebbe fatto ancora più male più di quanto già ne faceva.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV - Una nuova commissione ***



 

Una nuova commissione



“ C'è il rischio Kakashi. Il suo chakra è l'unico di tutto il Villaggio a essere complementare a quello del Trecode”.

“ Maestro, lei mi sta dicendo...”.

“ Probabile. Rin è stata rapita per diventare una forza portante. Un destino che non auguro a nessuno, vedendo Kushina. Men che meno alla mia allieva”.

“ Andrò a cercarla”.

“ E' troppo rischioso. Almeno, lascia che Gai o Tenzo, vengano con te”.

Titubante, il giovane Jonin, accettò.

Minato s'incupì.

Nessuno dei due parlò più.

 

 

“ Kakashi?” la ragazza al suo fianco lo ridestò dai suoi ricordi.

“ Sakura, perdonami. Cosa stavi dicendo?”.

Questa aggrottò le sopracciglia, segno evidente della sua perplessità.

A cosa stava pensando?

“ Dicevo...siamo vicini al Paese della Brina”.

“ Molto bene, inizieremo da lì”.

“ Come intendi procedere?” Sakura balzò su un tronco, arrestando la sua corsa.

L'altro mise le mani in tasca, affiancandosi a lei. “ Con il metodo tradizionale. Chiederemo se qualcuno l'ha vista”.

Lei annuì, esitante, decise di tirar fuori una parte delle cose che aveva dentro “ Kakashi, senti...Non voglio sembrarti troppo invadente e tu sei libero di non rispondermi...” guardava davanti, verso il cancello del piccolo Villaggio.

Socchiuse le iridi chiare.

Kakashi sapeva perfettamente cosa stava per domandargli, ma non la interruppe.

“ Il rapporto tra te e Rin...di che genere era?”.

L'uomo non le rispose subito, lasciando che il vento catturasse quell'attimo di silenzio che era calato nella zona circostante.

Una foglia s'impigliò tra i capelli rosa confetto della Kunoichi.

Lui gliela tolse con un gesto veloce, lasciandola sorpresa e imbarazzata.

“ Era la mia compagna di squadra” sentenziò.

Sakura lo osservò, certa che sotto c'era molto di più.

“ Come mai, non era a Konoha?”.

“ E' accaduto tutto, molti anni fa”.

Kakashi iniziò a narrarle la storia della sua vita.

Tralasciando i dettagli futili, come l'aspetto di Rin.

Così che la giovane si ritrovasse a non capire che la donna del fiume che aveva incontrato, il giorno prima, era la stessa.

 

Rin rimase nascosta tra il fitto fogliame.

La voce di Kakashi le giunse chiara e carica di amarezza.

Era la mia compagna di squadra...

Chinò la testa per alcuni minuti, poi, si smaterializzò.

Perdendosi il resto della conversazione.

 

“ Dove sei stata? L'hai trovato?”.

Era da neanche cinque minuti, apparsa nella sua camera e già la stava martellando di domande.

Sbuffò, sfilandosi il borsello dalla schiena e levandosi la maschera di ceramica.

“ Fuori”.

“ Che risposta è?”.

“ Quella che avete appena sentito. Se volete scusarmi...sono molto stanca”.

Un ghignò apparve sulle labbra dell'uomo davanti a lei, “ Non ancora. Ho bisogno di una commissione”.

“ Che genere di commissione?”.

“ Nel Paese della Brina c'è un ragazzino che lavora per me. Vorrei che raggiungessi il Villaggio e Kuyomo, non potrai sbagliarti, è basso e porta un bavero nero intorno al collo. Ti lascerà una cosa che mi appartiene”.

“ Non potete mandare Kimichi o Aruro?”.

“ Non sono efficienti quanto te. Inoltre, una donna così bella...” si avvicinò, afferrandole il mento con una mano, lei si sottrasse bruscamente al tocco rozzo e prepotente, “ ...nessuno potrebbe resisterti, se solo tu lo volessi. Diventeresti ricca e potente. Ti darei tutto, se solo me lo chiedessi...Rinoa”.

“ Neanche morta” lo fissò, inflessibile.

“ Sciocca. Ora vai...e concludi il tuo lavoro”.

La porta si chiuse con un colpo secco.

Rin si voltò verso lo specchio mentre gli occhi, oramai lucidi, si erano abituati a trattenere le sue lacrime.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V - Continuare a sperare ***



Grazie a chi segue la storia =D
 
Continuare a sperare

 

La afferrarono malamente per un braccio dopo averla bendata. Fu solo questione di pochi minuti e Rin si ritrovò in una cella buia e umida.

Spaventata si guardò intorno un paio di volte e quando vide un’ombra venire verso di lei si alzò e si affacciò alla grata davanti a lei.

Gridò più forte che poteva il nome di Kakashi ma non arrivò alcuna risposta.

Un uomo si chinò davanti a lei:

“Tu sei Rin, vero?” La sua voce assunse un tono gentile e la ragazzina ne rimase sorprendentemente colpita. “Si. Dov’è Kakashi?”

L’uomo ignorò la sua richiesta e passò alla seconda domanda. “Vuoi uscire da qui, mi sbaglio?”

“No.” Rin abbassò lo sguardo.

“Io posso fare in modo che una volta uscita da qui, tu riveda il tuo amico, ma ho bisogno di un piccolo favore.”

“E… Se io rifiutassi?”

L’uomo sorrise maligno. “Allora farò del male a Kakashi.”

 

Rin gettò malamente le sue cose dentro la borsa.

Non sarebbe partita in divisa perché era sicura che il ragazzino l’avrebbe sicuramente riconosciuta.

E Kakashi?

Scosse la testa scacciando dalla sua mente l’immagine dell’uomo e si affacciò alla finestra: sicuramente quella sarebbe stata una bella serata.

 

Dopo cena Sakura cercò di convincere Kakashi ad uscire.

“Perché non andiamo a fare un giro? È da quando siamo arrivati che hai la testa china su mappe e documenti.”

Kakashi non alzò lo sguardo per risponderle e questo la infastidì. “Voglio solo controllare se ho tralasciato qualche indizio, cosa che dovresti fare anche tu.”

La voce di Sakura divenne dura e decisa. “Non troverai alcun indizio e quelle mappe non ti diranno dove si trova Rin.”

A quel punto la porta si chiuse e Kakashi si portò una mano al viso.

Era una nota di disprezzo quella che aveva sentito poco fa?

La verità era che lui voleva, anzi, doveva trovare Rin. Era la cosa più importante in quel momento.

 

Rin si infilò in un vicolo buio e stretto e fu lì che trovo il ragazzino descritto dal suo capo.

“Hey tu! Sono venuta a ritirare…”

Lui la bloccò. “Sei Rin?” Poi notò le linee viola sul suo volto e si diede dell’idiota per non averle viste prima.

Le allungò una pergamena e la donna la prese. “Che cosa c’è scritto?” Quando però Rin alzò lo sguardo, il ragazzino era già sparito.

Uscì dal vicolo e si nascose tra la folla.

Amava uscire e vagare per il villaggio senza una meta; specialmente se c’era il mercato.

Si fermò ad osservare delle maschere appese fuori da un negozio e ne rimase piacevolmente colpita.

“Sono davvero belle, vero?”

Rin sussultò, girandosi di scatto. “Sa-Sakura?”

“Allora ti ricordi il mio nome!”

Rin annuì e si guardò intorno, ma Kakashi non c’era.

“Posso sapere il tuo nome dato che tu sai il mio?”

La donna abbassò lo sguardo. “Saeko”. Non era brava a mentire.

“Piacere Saeko!”

Rin arrossì e per un attimo si sentì il colpa ad averle mentito.

“Perché sei così gentile con me Sakura?”

“Mi stai simpatica.” Sorrise.

No, quegli occhi non potevano mentire. “Ti va se andiamo a fare un giro Saeko? Probabilmente conosci meglio di me questo villaggio e a me serve una guida.”

Rin annuì e pensò che quello era il momento giusto per capire perché Kakashi si trovava al Villaggio della Nebbia.

“Mi dispiace per l’altro giorno. Sparire di colpo non è affatto educato.”

“Non preoccuparti.”

Rin sorrise maliziosa. “Ma dimmi, quell’uomo è il tuo fidanzato?”

Sakura arrossì. “No no! È solo il mio maestro. Siamo in missione e stiamo cercando una donna. Si chiama Rin, la conosci?”

Ci fu un momento in cui Rin si sentì sollevata nel sentire che Sakura non stava con Kakashi ma la tristezza che la colpì quando venne a sapere lo scopo della loro missione la trafisse come un coltello da parte a parte.

Forse doveva uscire allo scoperto; Kakashi era lì da qualche parte e lei avrebbe potuto…

 

“Farò del male a Kakashi.”

 

“No.” Rispose seria, poi sorrise. “Comunque penso sia davvero un peccato che tu e Kakashi non stiate insieme.”

“Dovresti conoscerlo, poi diresti il contrario. Ma come fai a sapere il suo nome?”

“B-Bè… Ecco… L’hai detto tu poco fa.”

“Davvero?”

Rin annuì. “Ma… Ti piace?”

“Ecco…” Ora fu Sakura quella più titubante.

Rin rise. A chi non sarebbe piaciuto Kakashi? Se l’era proprio vista brutta.

Ad un tratto però alzò lo sguardo e lo intravide tra la folla.

Tornerò prima o poi, pensò.

“Sakura, ora devo scappare.” E senza aspettare una risposta, scomparve.

“Aspetta!” L’Haruno allungò una mano nella direzione della donna ma fu tutto inutile.

“Sakura.” Kakashi la raggiunse e le appoggiò una mano sulla spalla.

“Kakashi? Che cosa ci fai qui?”

“Avevi ragione, lavoro troppo.” L’uomo rise e si passò una mano dietro la testa.

Sakura come risposta, sospirò. “Allora hai deciso di fare un giro con me?”

L’uomo annuì.

Le ho mentito ancora, si disse.

La verità è che non poteva esserci posto migliore per cercare Rin, se non il villaggio stesso.

 

Rin li guardò per un paio di minuti.

Sentì Kakashi ridere e lo rivide, dopo tanto tempo, muoversi davanti ad una donna in modo impacciato.

La verità era che Kakashi con le donne era una frana e probabilmente lo amava anche per questo.

Si asciugò velocemente una lacrima che le era appena scesa sulla guancia.

“Ci riprenderemo tutto il tempo perduto, te lo prometto.”

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2167619