Athena tra vita e morte.

di Anfalos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Visione d'insieme ***
Capitolo 2: *** Il racconto di Leo ***
Capitolo 3: *** Un colpo? ***
Capitolo 4: *** L'ultimo miracolo ***



Capitolo 1
*** Visione d'insieme ***


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Atena tra vita e Morte

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Introduzione

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Le porte della tredicesima casa. Immortali lastre di marmo finemente lavorato con oro e argento, per molti invalicabili e per altri un semplice cumulo di pietra liscia facilmente spazzabile via. Per i cavalieri di Athena sacre. Al di là delle porte, barricati e in fin di vita Leo e Sagitter tentano di sigillare con il proprio cosmo quelle lastre che rappresentano l'unica speranza di Athena di salvarsi.
I due sono esausti, le porte sembrano insormontabilmente forti e il cosmo le ricopre donando loro un alone di dorati bagliori stupendi, i due sembrano soddisfatti ma Athena non sorride, ella è coscente che non basterà il cosmo di due cavaliere d'oro a fermare quello del dio dell'Ade e voltandosi verso i due li richiama a sè

- Cavalieri, a voi dono il mio cosmo, sicura che risanerà le vostre ferite e vi darà speranza di vittoria e di salvezza dagli ultimi specter che rimangono -

le parole di Athena commuovono i due cavalieri poichè capiscono che nemmeno le loro forze possono salvare Athena e si disperano in un pianto che sembra togliere ai due uomini quell'accento di fiera potenza che da sempre li ammanta.

Un cupo rumore e una voce tona potente nella sala

- Athena, son qui per cogliere il tuo ultimo respiro -

i cavalieri si pongono alla destra e alla sinistra della loro protettrice e tornano seri, le lacrime ancor bagnano il loro volto ma non intendono gettar al vento la loro unica possibilità di vittoria, ardono furenti il proprio cosmo e la voce ride malvagia di loro.
Ad un tratto le porte tremano, un filo di polvere cade dai loro spigoli e un tremendo urto segue il precedente, un altro e un altro, sembra che il mondo intero si stia abbattendo contro la struttura a cardini dell'artefatto marmoreo ora quasi dorato. Un ultimo urto, le porte si aprono di quasi venti centimetri e i due cavalieri con uno scatto alla velocità della luce sbattono il corpo su di esse richiudendole con le sole forze fisiche e sigillandole nuovamente. Un urlo disumano dall'altra parte turba l'animo persino della dea che sviene. Sagitter dibatte le ali ed in meno di un istante sorregge la dea in procinto di cadere, Leo intanto ponendo le mani su ognuna delle lastre continua a spingere in modo che nulla possa aprire quelle porte.

Passa un'ora e nulla si muove, le porte non sono più prese d'assedio ma fuori una serie di voci sembrano accalcarsi. non vi sono cosmi abbastanza forti per impensierire i due gold e quindi Leo guardando Sagitter cerca approvazione

- Va Leo, va fratello -

dice l'alato con fare timoroso. In lui alberga infatti il timore di perdere l'unica traccia della propria famiglia ancora vivente. Athena sospirando alza una mano e Leo le si avvicina

- Mio cavaliere, và, i miei occhi saranno su di te e morrò per salvarti se ce ne sarà bisogno -

ma Athena è debole e Leo sà che dovrà contare solo sulla sua mano e sulla sua fede, uscendo dalle porte si volta verso Sagitter annuendo.
Il cavaliere dalle grandi ali d'oro sà cosa fare, se ce ne sarà bisogno richiuderà le porte evitando che qualcuno entri ma soprattutto che Athena esca in suo soccorso.
Un ultimo sospiro: Leo è fuori.

Si ringrazia Alexiel Mihawk per l'attenta revisione

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Capitolo 2
*** Il racconto di Leo ***


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Il racconto di Leo

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Non appena varcai le porte mi ritrovai dinanzi ad uno spettacolo tremendo: la meridiana dello zodiaco era totalmente distrutta e solo un quarto del suo quadrante era visibile, la mia fiamma e quella di Sagitter brillavano ancora così come la speranza riluceva in me.
Subito alla destra della meridiana la prima casa dello zodiaco altro non era che un cumulo di macerie idem per la seconda e la terza. Della quarta non rimaneva nemmeno la scalinata che la percorreva e fino alla settima una enorme nube di fumo impediva di capire cosa fosse successo ai templi d'Athena.
La guerra ci vedeva perdere, sebbene fossimo rimasti io e Aiolos non potevamo sapere quanti specter fossero sopravvissuti nella scalata. Ero preoccupato.
Svoltai la muraglia che mi impediva di vedere cosa accadesse alla dodicesima casa ma fatto il passo oltre le poche pietre me ne pentii.

Cinquanta o forse sessanta specter eran seduti vicino un fuoco di vesti bianche e alcuni di loro si alzavano per perlustrare di tanto in tanto la decima casa come ci fosse qualcosa di pericoloso da cui guardarsi. La situazione era drammatica in quanto solo non potevo aver molte speranze di vittoria, avevo bisogno di un piano. Nascondendomi nell'ombra di una catasta di massi, prima stupenda statua di Nike, mi tolsi l'elmo posandolo per terra

- Se solo ci fosse Fish con me, le sue rose potrebbero uccidere quei vermi senza farci esporre, ma è inutile stare qui, provocherò una frana della scalinata prima della tredicesima casa e sfrutterò il marasma successivo per colpire quanti più specter possibile. -

mi sembrò un buon piano ed alzandomi ripresi l'elmo tra le mani, trassi un sonoro respiro profondo quando oramai ero pronto ad agire, mi piegai sulle ginocchia e saltai sulla muraglia, nello stesso istante una enorme esplosione scaturì dalla decima casa facendomi cadere ad opera della mole di aria mossa.
Da quella esplosione simile a fulmine uscì un cavaliere d'oro, me ne resi conto poichè dopo essermi messo nuovamente in piedi sentì provenire dal basso una voce che urlava

- Per Athena -

e altre voci urlare di dolore come prese da mille colpi. Avvampai il cosmo e saltai la prima parte del piano, il cosmo d'oro che non avevo ancora identificato stava facendo strage di nemici e così mi decisi ad aiutarlo lanciandomi nel pieno della battaglia. Saltando caricai il cosmo e a dieci metri da terra urlai

- Per il sacro Leo -

qualcuno si girò alla mia stessa velocità di movimento ma era oramai troppo tardi per fuggire alle zanne del mio colpo. In trenta perirono. Arrivai a terra ma, sfortunatamente, il mio colpo avea reso anche il terreno instabile, esso infatti non appena posi piede sulla sua faccia non mi resse sbriciolandosi

- Maledizione-

urlai senza trattenermi, ero appeso per una mano ad uno spuntone della roccia e non sapevo quanto avrei ancora retto dopo il colpo che avevo lanciato, sembrava la fine, ma all'improvviso sulla mia destra un'altra piega del terreno franò offrendomi per un istante un appoggio su cui saltare prima di rimettermi in piedi su una zona più salda del terreno.

Cinque specter mi furono subito difronte impedendomi di capire chi stesse facendo fuori gli altri nemici. Non mi feci pregare e nemmeno loro, i cinque infatti lanciandosi insieme contro di me menaro, i loro colpi di natura cosmica: semplici fasci cosmici imbevuti però di molta energia. Nuovamente menai il io colpo per tentar di contrastare i cinque avversari al suono di

- Ruggito del leone, vai! -

Fui troppo sicuro di me e rimasi colpito sul fianco in maniera non indifferente, la vista mi vacillò come se stessi per svenire, feci un passo indietro finendo sull'orlo di quel "burrone" creato da me.
Era la fine ma almeno ora sapevo che solo una decina di specter s'eran salvati, socchiusi gli occhi e mi lasciai andare.

Una mano fredda, forte e sicura mi tirò tentai di aprir gli occhi ma solo la luce dorata del suo cosmo mi giunse

- Aioros, fratello - dissi istintivamente

- Tsk, cosa volevi fare?! -

fu la risposta di quello che mi stava tenendo ma non capì molto delle sue successive parole e caddi in un sonno profondo.
Attorno a me, senza dubbio la battaglia era nel suo pieno ma cosa stava accadendo?

**

Ringrazio Alexiel Mihawk per l'attenta revisione.
Inoltre grazie mille a Sixter_the_Vampire, LeFleurDuMal, gloglo e Alexiel per avere commentato.

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Capitolo 3
*** Un colpo? ***


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Infinity Break

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Quella mano gelida che mi aveva soccorso mi avvolse dapprima in un caldo abbraccio e poi come fossi un sacco mi portò sulla spalla, non riuscivo ancora a distinguere bene ciò che accadeva, poi d'un tratto una voce tonò nell'aria
- Shura, al tredicesimo tempio, avanti fuggi-
era Shura quindi che mi aveva tratto in salvo ed ora con voce ferma e imperiosa, quasi disturbata disse
- Non ho mai preso ordini e non comincerò ora, tu e tuo fratello siete stati avventati a non credere in chi vi precedeva e vi seguiva andando direttamente da Athena-
mentre quello che sapevo esser mio fratello rispondeva
- Ci è stato ordinato Shura, ti prego, nel tredicesimo tempio!-
la voce atteggiata a supplichevole richiesta era senza dubbio contornata da quel viso che Aioros utilizzava sempre per ricevere un favore da chi non lo avrebbe mai fatto: ferma e sicura ma al tempo stesso supplichevole di fiducia e speranzosa d'aiuto, praticamente impossibile era per lui ricevere un no. Shura sbuffò e cominciò a correre verso la scalinata, o almeno ciò che ne rimaneva, per arrivar al portone clamorosamente aperto seppur vigilato da Sagitter.

Non appena mi ripresi mi feci metter giù da Shura che capii nettamente le mie intenzioni intimandomi
- Ha detto tuo fratello di rientrare, non sò cosa abbia in mente, ma da lassù può avere solo una intenzione e sarà meglio non intralciarlo-
feci due passi barcollando sotto lo sguardo ansimante di fatica di Shura e vidi il cavaliere alato librarsi in aria avvampando furioso il proprio cosmo. Era chiaro mio Fratello voleva menar quel colpo che si era autoproibito
- Fratello -
ebbi il tempo di pronunciare prima che Shura mi strattonasse, lo guardai superando l'angolo buio creato dal muretto che circondava la tredicesima casa ed entrai dove eravamo stati barricati io e mio fratello fino a qualche ora prima.

Non richiusi le porte, sia io che Shura eravamo al sicuro dietro il muretto e comunque il colpo pensavo si sarebbe scatenato solo sugli specter. Ciò che vidi fu straordinariamente tremendo: il cosmo del mio caro fratello si concentrò tra le braccia creando un'alone dorato che le avvolse facendole divenire un secondo sole. Tra le mani quella luce si faceva mano mano più intensa e lo sguardo orribilmente teso in smorfie di rabbia e odio.
Mi spaventò, molto e incredibilmente vedere mio fratello esprimere tanta negatività, solo allora capii perchè si era proibito quel colpo: troppo devastante, troppo cruento, troppo malvagio.

Dopo quasi un minuto, gli specter si ripresero dal caos dell'esplosione e dei colpi che avevo loro lanciato concentrando sguardo e cosmo su mio fratello che movendo le mani e allungandole verso l'esterno urlò
- Infinity Break! -
un mare, di puro potere dorato si mosse ad una velocità inverosimile dal suo corpo. Decine, poi centinaia e migliaia di frecce sibilando e graffiando rabbiose l'aria si mossero a trafiggere ogni anima che era sopravvissuta al tumulto iniziale. Fu una carneficina. I corpi degli specter vennero martoriati e trafitti in ogni dove, urla di dolore e schizzi di sangue macchiorono la terra color ocra, fu come assistere ad una esecuzione chiunque tentasse di opporsi ai colpi aveva il tempo solo di rendersi conto che sarebbe morto in brevi istanti e disperato si lasciava uccidere.
Il mondo si fermò un'attimo dinanzi a quella crudeltà mossa dal cavaliere della giustizia per antonomasia ed io stesso chiusi gli occhi.
Quando tutto finì nessuno specter era rimasto in vita e Sagitter muto con il capo chino si fece largo tra me e Shura con il viso bianco e le mani tremolanti, non era il cavaliere delle stragi ma quello delle parole e della pacatezza, quello che lottava solo se necessario e anche Athena lo sapeva.
Quando richiusi le porte, ed eravamo sicuri di aver vinto oltre che di aver posto fine alla guerra sacra seppur in un bagno di sangue, l'ansia tornò forte
- Dannati! Athena riserverò a te le pene che i tuoi maledetti santi hanno riservato ai miei Specter, non avrò pietà, tutto il mondo saprà che soffre per colpa delle scelte dei tuoi cavalieri! -
la voce era senza dubbio quella di Hades in persona e senza dubbio era fuori dalla tredicesima casa.
Sagitter però non parve riprendersi da quel suo stato di morte nel cuore e avvicinandosi ad Athena cominciò a parlare in modo impercettibile. Io intanto portai Shura in una delle stanze della tredicesima casa, le porte avrebbero retto, per un pò e almeno per ora nessuno pareva volere mettere in discussione la loro resistenza.
Ciò che comunque mi premeva capire era cosa aveva spinto mio fratello ad usare quel colpo? Cosa stava dicendo ad Athena ma soprattutto come si era salvato Shura? Troppe domande non avevano ancora risposta.

**

Ringrazio Alexiel Mihawk per avere betato il capitolo e per avere commentato.
Inoltre un grazie a

gloglo: come vedi ecco la risposta alle tue domande. Grazie mille per i complimenti

Gufo_Tave: grazie, come vedi però non parla il dialetto siculo ù.ù in compenso si diletta con la corrida.

Aledileo: grazie, sono contento che ti piaccia.

Silver_Saint: grazie ^^

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Capitolo 4
*** L'ultimo miracolo ***


White

- L'ultimo miracolo -
La fine è vicina, Athena è ora a pochi passi da Hades e sulla sua vita solo un lieve manto d'oro cala baluardo di una difficile difesa . Shura, Aioria e Aioros cercheranno di impedire a papillon e minos di arrivare ad Athena.


**

La nube di polvere ci nascose tra le sue pieghe grigiastre. Leo stava alla mia destra, Shura alla mia sinistra ma nel trambusto che si scatenò nell'attimo seguente mi riuscì difficile vedere se in volto avessero timore o speranza.

Quando la polvere lasciò nuovamente il posto alla luce dinanzi a me o per meglio dire a noi si pararono Hades Papillon e Minos, sui loro volti era dipinto un sadico sorriso e negli occhi portavano la fiamma di chi pregusta una facile vittoria su prede oramai smarrite dalla paura.
Feci un passo avanti - Hades lasciatelo a me, fate fuori Minos e Papillon poi fuggite con Athena. Io vi coprirò le spalle - ma Leo e Shura non erano per nulla daccordo e specialmente il cavaliere del capricorno che sbottò nervoso - tsk, quanto pensi di poter resistere contro Hades? Quello è un Dio! - mi voltai e alzai l'arco indicando a Shura Papillon - Farò del mio meglio - ci separammo dando inizio alla battaglia su tre fronti diversi.

La tredicesima casa era di forma rettangolare, la porta stava difronte ad una scalinata che dava su una piccola piattaforma sulla quale faceva capolinea un altare, un corridoio dava poi ad una camera che avevamo allestito ad infermeria e che a sua volta faceva strada per un'enorme spiazzo coperto d'erba verdeggiante. dinanzi alla scalinata, quella dinanzi alla porta, stava il trono a circa trenta metri dall'altare, infine a sinistra dell'altare la sala del primo ministro. Non seppi mai cosa vi albergava o come era fatta quella parte del tredicesimo tempio: i miei occhi mai sfiorarono quel luogo.

La tredicesima casa divenne dunque il campo di battaglia e Minos, abile stratega si lanciò nel corridoio oltre l'infermeria; Leo lo inseguì con la giusta dose di furia e attenzione. Shura invece assai abile in battaglia ma freddo si stava letteralmente divertendo nel lanciare Papillon verso le sale del primo ministro anche se lo spectre pareva divertito dal comportamento del mio compagno. Infine rimanevamo io ed Hades uno di fronte all'altro separati solo dall'altare sacro d'athena.
La battaglia entrò nel vivo quando una enorme esplosione scosse le fondamenta della casa e da destra sbucò Shura che sorridendomi teneva in mano un pezzo dell'ala di papillon segno che la sua battaglia era già terminata. Notai però che il vincitore dello scontro non era privo di ferite: una enorme macchia di sangue faceva capolinea sulla sua coscia e le mani erano completamente imbrattate di sangue. Immaginai che per colpire papillon Shura avesse dovuto farsi colpire a sua volta indebolendosi di molto. Nonostante questo il gold saint con passo degno di nota riversò le sue attenzioni al potere di Minos andando in soccorso di Leo.
Fu allora che Hades prese le redini della situazione - Maledetto - sbraitò furioso - Muori! - una enorme palla di cosmo nero si stava formando sulla mano puntata su Shura che non avvedutosene continuava la sua corsa - Fermati! - urlai colpendo il braccio del Dio con un calcio - Sono io il tuo avversario - rincarai per innervorsirlo -Tu, misero umano, credi davvero di poter fermare me, il sommo signore dell'Ade? - mi interrogò - Non lo so, ma posso provarci - risposi di getto e con finta arroganza - Allora morirai ! - Hades si mosse verso di me e scagliando alla velocità della luce un getto di nera fattezza.
Sorridendo allora dissi- Ci sei cascato! - e l'altare assorbì il nero cosmo del Dio proiettandolo sotto forma di bianco muro attorno al campo di battaglia. Hades mi guardò come un cane fa verso il gatto e poi rise -Ridi, dio malevolo, questa è una barriera inalzata con il tuo stesso cosmo. L'altare di Athena lo ha creato grazie a te! - ma il signore dell'ade continuò a ridere per poi urlarmi - E tu pensi che questa misera barriera possa nulla contro di me? - li bastò porre una mano sulla pallida barriera per farla esplodere in un abbagliante luce biancastra cosparsa di schegge.

Mi decisi dunque a lanciare il colpo che mi ero proibito ma ben presto Hades capì le mie intenzioni e preparando a sua volta una tecnica la scagliò contro la mia pioggia di frecce. La luce sconvolse il luogo abbattendo gran parte del tetto ma Hades ne uscì incolume a differenza mia che avevo sprecato molte energie.
Athena intanto si era alzata e reggendosi al suo bastone d'oro mi urlò - Salvati te ne prego - finendo poi a terra svenuta.
Hades la guardò - Non morire ora Athena, altre sono le pene che ho in serbo per te - le urlò incurante della mia presenza. Fu allora che decisi di usare ciò che di più caro e unico avevo, l'oggetto più pericoloso del grande tempio: la freccia d'oro. La incoccai sul dorato arco sfruttando il fatto che Hades s'era distratto per deridere la mia Dea e nella freccia incanalai tutto il mio cosmo, la mia forza. La vita.

-Per Athena -

Hades si voltò preso alla sprovvista e colpì la freccia con la sua enorme spada nera. Fu un duello titanico in cui la freccia tentava di trovare un pertugio in cui sfogare la sua potenza ma che mano a mano perdeva incisività. La lotta durò pochi secondi, una decina, Hades infatti si infuriò e scatenò il suo enorme potere travolgendo la freccia che prese verso opposto.

Leo e Shura nel contempo arrivarono. Sentii mio fratello urlare -Aiolos! - ma non lo vidi, sentii solamente il loro cosmo allontanarsi e con esso quello che rimaneva del potere divino d'Athena. Ringraziai gli dei dell'olimpo non so quante volte per quella enorme esplosione luminosa: essa aveva permesso a mio fratello e ad Athena di salvarsi così come a Shura.

Ma sfortunatamente Hades era ancora vicino a loro, molto, troppo vicino. E difficilmente essi sarebbero riusciti a fuggire dal Dio se non avessero avuto un aiuto. Mi rialzai ma una fitta lancinante attraversò la mia spalla sinistra ed il dolore si allungò verso il petto, il cuore, la gola. La freccia era conficcata nel mio petto e solo di qualche millimetro non toccava il cuore che a stento batteva. Respiravo affannosamente e la vista era offuscata. Hades mi guardò e goliardico mi disse - Toh guarda, sei ancora in piedi, non credi che sia il caso di morire? - scossi il capo e non per dissentire ma per riprendermi. Fu allora che... -Fine capitolo - @Gufo_Tave: sinceramente sono 4 anni che ruolo su dei gdr by forum sagitter e il gold ci aveva sempre mostrato la freccia d'oro un colpo invincibile, il migliore a sua disposizione. Poi in ep. G ci ha fatto ammirare il colpo delle frecce di luce/cosmiche che kurumada non degna minimamente di una storia o un momento di riflessione. La scelta che ho attuato è stata improntata proprio su questo: dare all'in. break un degno "lancio" e state pur certi che tenterò di darle nell'ultimo capitolo quello che avrebbe dovuto darle Kurumada: una storia.

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