Athena tra vita e morte. di Anfalos (/viewuser.php?uid=43687)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Visione d'insieme ***
Capitolo 2: *** Il racconto di Leo ***
Capitolo 3: *** Un colpo? ***
Capitolo 4: *** L'ultimo miracolo ***
Capitolo 1 *** Visione d'insieme ***
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Atena tra vita e Morte
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Introduzione
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Le porte della
tredicesima casa. Immortali lastre di marmo finemente lavorato con oro e
argento, per molti invalicabili e per altri un semplice cumulo di pietra liscia
facilmente spazzabile via. Per i cavalieri di Athena sacre. Al di là delle
porte, barricati e in fin di vita Leo e Sagitter tentano di sigillare con il
proprio cosmo quelle lastre che rappresentano l'unica speranza di Athena di
salvarsi. I due sono esausti, le porte sembrano insormontabilmente forti
e il cosmo le ricopre donando loro un alone di dorati bagliori stupendi, i
due sembrano soddisfatti ma Athena non sorride, ella è coscente che non basterà
il cosmo di due cavaliere d'oro a fermare quello del dio dell'Ade e voltandosi
verso i due li richiama a sè
-
Cavalieri, a voi dono il mio cosmo, sicura che risanerà le vostre ferite e vi
darà speranza di vittoria e di salvezza dagli ultimi specter che rimangono -
le parole di
Athena commuovono i due cavalieri poichè capiscono che nemmeno le loro forze
possono salvare Athena e si disperano in un pianto che sembra togliere ai due
uomini quell'accento di fiera potenza che da sempre li ammanta.
Un cupo
rumore e una voce tona potente nella sala
- Athena,
son qui per cogliere il tuo ultimo respiro -
i cavalieri si
pongono alla destra e alla sinistra della loro protettrice e tornano seri, le
lacrime ancor bagnano il loro volto ma non intendono gettar al vento la loro
unica possibilità di vittoria, ardono furenti il proprio cosmo e la voce
ride malvagia di loro. Ad un tratto le porte tremano, un filo di polvere cade
dai loro spigoli e un tremendo urto segue il precedente, un altro e un altro,
sembra che il mondo intero si stia abbattendo contro la struttura a cardini
dell'artefatto marmoreo ora quasi dorato. Un ultimo urto, le porte si aprono di
quasi venti centimetri e i due cavalieri con uno scatto alla velocità della luce
sbattono il corpo su di esse richiudendole con le sole forze fisiche e
sigillandole nuovamente. Un urlo disumano dall'altra parte turba l'animo persino
della dea che sviene. Sagitter dibatte le ali ed in meno di un istante sorregge
la dea in procinto di cadere, Leo intanto ponendo le mani su ognuna delle lastre
continua a spingere in modo che nulla possa aprire quelle porte.
Passa
un'ora e nulla si muove, le porte non sono più prese d'assedio ma fuori una
serie di voci sembrano accalcarsi. non vi sono cosmi abbastanza forti per
impensierire i due gold e quindi Leo guardando Sagitter cerca approvazione
- Va Leo,
va fratello -
dice l'alato
con fare timoroso. In lui alberga infatti il timore di perdere l'unica traccia
della propria famiglia ancora vivente. Athena sospirando alza una mano e Leo le
si avvicina
- Mio
cavaliere, và, i miei occhi saranno su di te e morrò per salvarti se ce ne sarà
bisogno -
ma Athena è
debole e Leo sà che dovrà contare solo sulla sua mano e sulla sua fede, uscendo
dalle porte si volta verso Sagitter annuendo. Il cavaliere dalle grandi ali
d'oro sà cosa fare, se ce ne sarà bisogno richiuderà le porte evitando che
qualcuno entri ma soprattutto che Athena esca in suo soccorso. Un ultimo
sospiro: Leo è fuori.
Si ringrazia Alexiel Mihawk per
l'attenta revisione
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Capitolo 2 *** Il racconto di Leo ***
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Il racconto di Leo
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Non appena varcai le porte
mi ritrovai dinanzi ad uno spettacolo tremendo: la meridiana dello zodiaco era
totalmente distrutta e solo un quarto del suo quadrante era visibile, la mia
fiamma e quella di Sagitter brillavano ancora così come la speranza riluceva in
me. Subito alla destra della meridiana la prima casa dello zodiaco altro non
era che un cumulo di macerie idem per la seconda e la terza. Della quarta non
rimaneva nemmeno la scalinata che la percorreva e fino alla settima una enorme
nube di fumo impediva di capire cosa fosse successo ai templi d'Athena. La
guerra ci vedeva perdere, sebbene fossimo rimasti io e Aiolos non potevamo
sapere quanti specter fossero sopravvissuti nella scalata. Ero
preoccupato. Svoltai la muraglia che mi impediva di vedere cosa accadesse
alla dodicesima casa ma fatto il passo oltre le poche pietre me ne
pentii.
Cinquanta o forse sessanta specter eran seduti vicino un fuoco di
vesti bianche e alcuni di loro si alzavano per perlustrare di tanto in tanto la
decima casa come ci fosse qualcosa di pericoloso da cui guardarsi. La situazione
era drammatica in quanto solo non potevo aver molte speranze di vittoria, avevo
bisogno di un piano. Nascondendomi nell'ombra di una catasta di massi, prima
stupenda statua di Nike, mi tolsi l'elmo posandolo per terra
- Se solo ci fosse Fish
con me, le sue rose potrebbero uccidere quei vermi senza farci esporre, ma è
inutile stare qui, provocherò una frana della scalinata prima della tredicesima
casa e sfrutterò il marasma successivo per colpire quanti più specter
possibile. -
mi sembrò un buon piano ed
alzandomi ripresi l'elmo tra le mani, trassi un sonoro respiro profondo quando
oramai ero pronto ad agire, mi piegai sulle ginocchia e saltai sulla muraglia,
nello stesso istante una enorme esplosione scaturì dalla decima casa facendomi
cadere ad opera della mole di aria mossa. Da quella esplosione simile a
fulmine uscì un cavaliere d'oro, me ne resi conto poichè dopo essermi messo
nuovamente in piedi sentì provenire dal basso una voce che urlava
- Per Athena -
e altre voci urlare di
dolore come prese da mille colpi. Avvampai il cosmo e saltai la prima parte del
piano, il cosmo d'oro che non avevo ancora identificato stava facendo strage di
nemici e così mi decisi ad aiutarlo lanciandomi nel pieno della battaglia.
Saltando caricai il cosmo e a dieci metri da terra urlai
- Per il sacro Leo -
qualcuno si girò alla mia
stessa velocità di movimento ma era oramai troppo tardi per fuggire alle zanne
del mio colpo. In trenta perirono. Arrivai a terra ma, sfortunatamente, il mio
colpo avea reso anche il terreno instabile, esso infatti non appena posi piede
sulla sua faccia non mi resse sbriciolandosi
- Maledizione-
urlai senza trattenermi,
ero appeso per una mano ad uno spuntone della roccia e non sapevo quanto avrei
ancora retto dopo il colpo che avevo lanciato, sembrava la fine, ma
all'improvviso sulla mia destra un'altra piega del terreno franò offrendomi per
un istante un appoggio su cui saltare prima di rimettermi in piedi su una zona
più salda del terreno.
Cinque specter mi furono subito difronte
impedendomi di capire chi stesse facendo fuori gli altri nemici. Non mi feci
pregare e nemmeno loro, i cinque infatti lanciandosi insieme contro di me
menaro, i loro colpi di natura cosmica: semplici fasci cosmici imbevuti però di
molta energia. Nuovamente menai il io colpo per tentar di contrastare i cinque
avversari al suono di
- Ruggito del leone,
vai! -
Fui troppo sicuro di me e
rimasi colpito sul fianco in maniera non indifferente, la vista mi vacillò come
se stessi per svenire, feci un passo indietro finendo sull'orlo di quel
"burrone" creato da me. Era la fine ma almeno ora sapevo che solo una decina
di specter s'eran salvati, socchiusi gli occhi e mi lasciai andare.
Una
mano fredda, forte e sicura mi tirò tentai di aprir gli occhi ma solo la luce
dorata del suo cosmo mi giunse
- Aioros, fratello
- dissi istintivamente
- Tsk, cosa volevi
fare?! -
fu la risposta di quello
che mi stava tenendo ma non capì molto delle sue successive parole e caddi in un
sonno profondo. Attorno a me, senza dubbio la battaglia era nel suo pieno ma
cosa stava accadendo?
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Ringrazio Alexiel Mihawk per
l'attenta revisione. Inoltre grazie mille a Sixter_the_Vampire, LeFleurDuMal,
gloglo e Alexiel per avere commentato.
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Capitolo 3 *** Un colpo? ***
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Infinity
Break
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Quella mano
gelida che mi aveva soccorso mi avvolse dapprima in un caldo abbraccio e poi
come fossi un sacco mi portò sulla spalla, non riuscivo ancora a distinguere
bene ciò che accadeva, poi d'un tratto una voce tonò nell'aria - Shura,
al tredicesimo tempio, avanti fuggi- era Shura quindi che mi aveva
tratto in salvo ed ora con voce ferma e imperiosa, quasi disturbata disse -
Non ho mai preso ordini e non comincerò ora, tu e tuo fratello siete stati
avventati a non credere in chi vi precedeva e vi seguiva andando direttamente da
Athena- mentre quello che sapevo esser mio fratello rispondeva -
Ci è stato ordinato Shura, ti prego, nel tredicesimo tempio!- la voce
atteggiata a supplichevole richiesta era senza dubbio contornata da quel viso
che Aioros utilizzava sempre per ricevere un favore da chi non lo avrebbe mai
fatto: ferma e sicura ma al tempo stesso supplichevole di fiducia e speranzosa
d'aiuto, praticamente impossibile era per lui ricevere un no. Shura sbuffò e
cominciò a correre verso la scalinata, o almeno ciò che ne rimaneva, per arrivar
al portone clamorosamente aperto seppur vigilato da Sagitter.
Non appena
mi ripresi mi feci metter giù da Shura che capii nettamente le mie intenzioni
intimandomi - Ha detto tuo fratello di rientrare, non sò cosa abbia in
mente, ma da lassù può avere solo una intenzione e sarà meglio non
intralciarlo- feci due passi barcollando sotto lo sguardo ansimante di
fatica di Shura e vidi il cavaliere alato librarsi in aria avvampando furioso il
proprio cosmo. Era chiaro mio Fratello voleva menar quel colpo che si era
autoproibito - Fratello - ebbi il tempo di pronunciare prima che
Shura mi strattonasse, lo guardai superando l'angolo buio creato dal muretto che
circondava la tredicesima casa ed entrai dove eravamo stati barricati io e mio
fratello fino a qualche ora prima.
Non richiusi le porte, sia io che
Shura eravamo al sicuro dietro il muretto e comunque il colpo pensavo si sarebbe
scatenato solo sugli specter. Ciò che vidi fu straordinariamente tremendo: il
cosmo del mio caro fratello si concentrò tra le braccia creando un'alone dorato
che le avvolse facendole divenire un secondo sole. Tra le mani quella luce si
faceva mano mano più intensa e lo sguardo orribilmente teso in smorfie di rabbia
e odio. Mi spaventò, molto e incredibilmente vedere mio fratello esprimere
tanta negatività, solo allora capii perchè si era proibito quel colpo: troppo
devastante, troppo cruento, troppo malvagio.
Dopo quasi un minuto, gli
specter si ripresero dal caos dell'esplosione e dei colpi che avevo loro
lanciato concentrando sguardo e cosmo su mio fratello che movendo le mani e
allungandole verso l'esterno urlò - Infinity Break! - un mare, di
puro potere dorato si mosse ad una velocità inverosimile dal suo corpo. Decine,
poi centinaia e migliaia di frecce sibilando e graffiando rabbiose l'aria si
mossero a trafiggere ogni anima che era sopravvissuta al tumulto iniziale. Fu
una carneficina. I corpi degli specter vennero martoriati e trafitti in ogni
dove, urla di dolore e schizzi di sangue macchiorono la terra color ocra, fu
come assistere ad una esecuzione chiunque tentasse di opporsi ai colpi aveva il
tempo solo di rendersi conto che sarebbe morto in brevi istanti e disperato si
lasciava uccidere. Il mondo si fermò un'attimo dinanzi a quella crudeltà
mossa dal cavaliere della giustizia per antonomasia ed io stesso chiusi gli
occhi. Quando tutto finì nessuno specter era rimasto in vita e Sagitter muto
con il capo chino si fece largo tra me e Shura con il viso bianco e le mani
tremolanti, non era il cavaliere delle stragi ma quello delle parole e della
pacatezza, quello che lottava solo se necessario e anche Athena lo
sapeva. Quando richiusi le porte, ed eravamo sicuri di aver vinto oltre che
di aver posto fine alla guerra sacra seppur in un bagno di sangue, l'ansia tornò
forte - Dannati! Athena riserverò a te le pene che i tuoi maledetti santi
hanno riservato ai miei Specter, non avrò pietà, tutto il mondo saprà che soffre
per colpa delle scelte dei tuoi cavalieri! - la voce era senza dubbio
quella di Hades in persona e senza dubbio era fuori dalla tredicesima
casa. Sagitter però non parve riprendersi da quel suo stato di morte nel
cuore e avvicinandosi ad Athena cominciò a parlare in modo impercettibile. Io
intanto portai Shura in una delle stanze della tredicesima casa, le porte
avrebbero retto, per un pò e almeno per ora nessuno pareva volere mettere in
discussione la loro resistenza. Ciò che comunque mi premeva capire era cosa
aveva spinto mio fratello ad usare quel colpo? Cosa stava dicendo ad Athena ma
soprattutto come si era salvato Shura? Troppe domande non avevano ancora
risposta.
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Ringrazio Alexiel Mihawk per avere
betato il capitolo e per avere commentato. Inoltre un grazie a
gloglo: come vedi
ecco la risposta alle tue domande. Grazie mille per i complimenti
Gufo_Tave: grazie, come vedi però non
parla il dialetto siculo ù.ù in compenso si diletta con la corrida.
Aledileo: grazie, sono contento che ti
piaccia.
Silver_Saint: grazie ^^
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Capitolo 4 *** L'ultimo miracolo ***
White
- L'ultimo miracolo - La fine è vicina, Athena è ora a pochi
passi da Hades e sulla sua vita solo un lieve manto d'oro cala baluardo di una
difficile difesa . Shura, Aioria e Aioros cercheranno di impedire a papillon e
minos di arrivare ad Athena.
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La nube di polvere ci nascose
tra le sue pieghe grigiastre. Leo stava alla mia destra, Shura alla mia sinistra
ma nel trambusto che si scatenò nell'attimo seguente mi riuscì difficile vedere
se in volto avessero timore o speranza.
Quando la polvere lasciò
nuovamente il posto alla luce dinanzi a me o per meglio dire a noi si pararono
Hades Papillon e Minos, sui loro volti era dipinto un sadico sorriso e negli
occhi portavano la fiamma di chi pregusta una facile vittoria su prede oramai
smarrite dalla paura. Feci un passo avanti - Hades lasciatelo a me, fate
fuori Minos e Papillon poi fuggite con Athena. Io vi coprirò le spalle - ma
Leo e Shura non erano per nulla daccordo e specialmente il cavaliere del
capricorno che sbottò nervoso - tsk, quanto pensi di poter resistere contro
Hades? Quello è un Dio! - mi voltai e alzai l'arco indicando a Shura
Papillon - Farò del mio meglio - ci separammo dando inizio alla battaglia
su tre fronti diversi.
La tredicesima casa era di forma rettangolare, la
porta stava difronte ad una scalinata che dava su una piccola piattaforma sulla
quale faceva capolinea un altare, un corridoio dava poi ad una camera che
avevamo allestito ad infermeria e che a sua volta faceva strada per un'enorme
spiazzo coperto d'erba verdeggiante. dinanzi alla scalinata, quella dinanzi alla
porta, stava il trono a circa trenta metri dall'altare, infine a sinistra
dell'altare la sala del primo ministro. Non seppi mai cosa vi albergava o come
era fatta quella parte del tredicesimo tempio: i miei occhi mai sfiorarono quel
luogo.
La tredicesima casa divenne dunque il campo di battaglia e Minos,
abile stratega si lanciò nel corridoio oltre l'infermeria; Leo lo inseguì con la
giusta dose di furia e attenzione. Shura invece assai abile in battaglia ma
freddo si stava letteralmente divertendo nel lanciare Papillon verso le sale del
primo ministro anche se lo spectre pareva divertito dal comportamento del mio
compagno. Infine rimanevamo io ed Hades uno di fronte all'altro separati solo
dall'altare sacro d'athena. La battaglia entrò nel vivo quando una enorme
esplosione scosse le fondamenta della casa e da destra sbucò Shura che
sorridendomi teneva in mano un pezzo dell'ala di papillon segno che la sua
battaglia era già terminata. Notai però che il vincitore dello scontro non era
privo di ferite: una enorme macchia di sangue faceva capolinea sulla sua coscia
e le mani erano completamente imbrattate di sangue. Immaginai che per colpire
papillon Shura avesse dovuto farsi colpire a sua volta indebolendosi di molto.
Nonostante questo il gold saint con passo degno di nota riversò le sue
attenzioni al potere di Minos andando in soccorso di Leo. Fu allora che Hades
prese le redini della situazione - Maledetto - sbraitò furioso -
Muori! - una enorme palla di cosmo nero si stava formando sulla mano puntata
su Shura che non avvedutosene continuava la sua corsa - Fermati! - urlai
colpendo il braccio del Dio con un calcio - Sono io il tuo avversario -
rincarai per innervorsirlo -Tu, misero umano, credi davvero di poter fermare
me, il sommo signore dell'Ade? - mi interrogò - Non lo so, ma posso
provarci - risposi di getto e con finta arroganza - Allora morirai !
- Hades si mosse verso di me e scagliando alla velocità della luce un getto di
nera fattezza. Sorridendo allora dissi- Ci sei cascato! - e l'altare
assorbì il nero cosmo del Dio proiettandolo sotto forma di bianco muro attorno
al campo di battaglia. Hades mi guardò come un cane fa verso il gatto e poi rise
-Ridi, dio malevolo, questa è una barriera inalzata con il tuo stesso cosmo.
L'altare di Athena lo ha creato grazie a te! - ma il signore dell'ade
continuò a ridere per poi urlarmi - E tu pensi che questa misera barriera
possa nulla contro di me? - li bastò porre una mano sulla pallida barriera
per farla esplodere in un abbagliante luce biancastra cosparsa di
schegge.
Mi decisi dunque a lanciare il colpo che mi ero proibito ma ben
presto Hades capì le mie intenzioni e preparando a sua volta una tecnica la
scagliò contro la mia pioggia di frecce. La luce sconvolse il luogo abbattendo
gran parte del tetto ma Hades ne uscì incolume a differenza mia che avevo
sprecato molte energie. Athena intanto si era alzata e reggendosi al suo
bastone d'oro mi urlò - Salvati te ne prego - finendo poi a terra
svenuta. Hades la guardò - Non morire ora Athena, altre sono le pene che
ho in serbo per te - le urlò incurante della mia presenza. Fu allora che
decisi di usare ciò che di più caro e unico avevo, l'oggetto più pericoloso del
grande tempio: la freccia d'oro. La incoccai sul dorato arco sfruttando il fatto
che Hades s'era distratto per deridere la mia Dea e nella freccia incanalai
tutto il mio cosmo, la mia forza. La vita.
-Per Athena -
Hades si voltò preso alla sprovvista e colpì la freccia con la sua
enorme spada nera. Fu un duello titanico in cui la freccia tentava di trovare un
pertugio in cui sfogare la sua potenza ma che mano a mano perdeva incisività. La
lotta durò pochi secondi, una decina, Hades infatti si infuriò e scatenò il suo
enorme potere travolgendo la freccia che prese verso opposto.
Leo e Shura
nel contempo arrivarono. Sentii mio fratello urlare -Aiolos! - ma non lo
vidi, sentii solamente il loro cosmo allontanarsi e con esso quello che rimaneva
del potere divino d'Athena. Ringraziai gli dei dell'olimpo non so quante volte
per quella enorme esplosione luminosa: essa aveva permesso a mio fratello e ad
Athena di salvarsi così come a Shura.
Ma sfortunatamente Hades era ancora
vicino a loro, molto, troppo vicino. E difficilmente essi sarebbero riusciti a
fuggire dal Dio se non avessero avuto un aiuto. Mi rialzai ma una fitta
lancinante attraversò la mia spalla sinistra ed il dolore si allungò verso il
petto, il cuore, la gola. La freccia era conficcata nel mio petto e solo di
qualche millimetro non toccava il cuore che a stento batteva. Respiravo
affannosamente e la vista era offuscata. Hades mi guardò e goliardico mi disse -
Toh guarda, sei ancora in piedi, non credi che sia il caso di morire? -
scossi il capo e non per dissentire ma per riprendermi. Fu allora
che...
-Fine capitolo -
@Gufo_Tave: sinceramente sono 4 anni che ruolo su dei gdr by forum sagitter e il gold ci aveva sempre mostrato la freccia d'oro un colpo invincibile, il migliore a sua disposizione. Poi in ep. G ci ha fatto ammirare il colpo delle frecce di luce/cosmiche che kurumada non degna minimamente di una storia o un momento di riflessione. La scelta che ho attuato è stata improntata proprio su questo: dare all'in. break un degno "lancio" e state pur certi che tenterò di darle nell'ultimo capitolo quello che avrebbe dovuto darle Kurumada: una storia.
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