I'll be back,Annie,I promise

di itsveronicaa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Perdono ***
Capitolo 3: *** 3. La Conchiglia ***
Capitolo 4: *** Causa-Effetto ***
Capitolo 5: *** Ranor ***
Capitolo 6: *** La spiaggetta ***
Capitolo 7: *** Paure ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: ESTRAZIONE ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


 I'LL BE BACK,ANNIE,I PROMISE

 

Capitolo 1:INCONTRO.

 

“Hey Annie!Guarda qui,ho il tuo nastro per capelli!!”

Questo era ciò che Ranor stava ripetendo ad Annie da quasi mezz'ora.La ragazza lo aveva inseguito per gran parte del Distretto 4,ma non era riuscita a raggiungerlo.E ora lui stava lì davanti a lei con quello stupido ghigno sulla faccia.

“Ti...ti ho già detto...di ridarmelo!”Disse lei senza fiato.

“E perchè non vieni a prenderlo tu?Magari..non so...in acqua!”

Questo è troppo!Penso Annie.Usare la sua paura dell'acqua contro di lei era una mossa vile che suo fratello amava.

“Ah,giusto!La principessa ha paura!”Urlò lui.E fu a quel punto che lei,presa dall'ira,si lanciò contro di lui finendo nell'acqua salata.

Fu colta da un panico improvviso che le bloccava il respiro e non la faceva muovere bene.Tutto quello che riusciva a fare era annaspare con le braccia e intanto cercare di chiamare aiuto.Ma la sua voce si rifiutava di uscire e quindi tutto quello che riusciva a produrre erano gemiti flebili.

Ranor era scomparso dal suo campo visivo.Vedeve solo acqua tutto intorno a sé e nei suoi occhi iniziavano ad insinuarsi delle ombre scure che le restringevano la visuale.

 

 

Stava intrecciando tranquillamente le sue reti da pesca sulla spiaggia,quando vide comparire un ragazzino che correva e rideva sguaiatamente.

Ecco che arriva quello stupido di Ranor a disturbarmi...Pensò Finnick.Alzò la testa per dirgli di andarsene quando comparve anche una ragazzina che sbraitava dietro a Ranor.

Una bambina bassina,magra,con dei bei capelli color cioccolato,ondulati e lunghi e un vestitino di cotone azzurro e bianco.Deve avere la mia età.Pensò Finnick.

“Ti...ti ho già detto..di ridarmelo!”Urlò lei con la voce stridula tipica dei bambini.

Finnick capì che stava parlando del nastrino azzurro che il ragazzo teneva in mano e si alzò in piedi per andare ad aiutarla,ma i due si erano già tuffati in acqua.

Vide la ragazzina annaspare e il terrore nella sua espressione.Senza pensarci due volte si lanciò in acqua e nuotò fino da lei.

 

Iniziava a pensare che sarebbe morta in quell'acqua fredda,la vista era sempre più annebbiata e aveva bevuto molta acqua di mare.Sentì un rumore vicino a sé e,allo stremo delle forze,si girò pensando che fosse Ranor.Se devo annegare tu annegherai con me!Stava per dirgli,quando però si accorse che non era suo fratello ma un nragazzino di circa 10 anni come lei.Stava per ringraziarlo di essere venuto ad aiutarla,quando un'onda le fece bere dell'altra acqua e poi non vide più nulla.

 

Nuotò come un pazzo finchè non raggiunse quella massa di capelli scuri.Quando la ragazzina si girò si accorse che aveva gli occhi di un verde molto intenso colmi di lacrime e che iniziava ad avere un principio di soffocamento per la troppa acqua ingerita.Tese le mani verso di lei per aiutarla,ma la ragazza gli svenne tra le braccia.Se le caricò sulla schiena e la portò a riva,dove la distese e le fece uscire l'acqua dai polmoni.

 

La prima cosa che vide appena riprese conoscenza,furono un paio di occhi verde mare che la fissavano pieni di preoccupazione.Dopo riuscì anche a mettere a fuoco i capelli color bronzo e un viso gentile dalla pelle lievemente abrata.

“Per fortuna ti sei svegliata!Avevo paura che ti fosse rimasta dell'acqua nei polmoni!”Disse il ragazzo.Poi la guardò così intensamente che lei dovette distogliere lo sguardo.

“Sono Finnick”Proseguì il ragazzo.

“Annie”riuscì a rispondere lei,rossa in volto.

“Bel nome!Quanti anni hai?”

“10...tu?”

“11...come mai ti sei tuffata se non sai nuotare?A scuola è la prima cosa che insegnano:Mai tuffarti in acqua se non hai imparato,altrimenti rischi la vita”

“Mio fratello mi aveva preso il mio nastro per capelli preferito”

“Oh....e ora lui dov'è?”

In quel momento Annie realizzò che in effetti il fratello era sparito non appena si erano tuffati in acqua.Venne presa da un moto di agitazione.

“Non lo so!E' sparito quando ci siamo tuffati!Magari è annegato!”

Solo l'idea le fece contorcere lo stomaco:è vero,non si erano mai voluti davvero bene,ma in fondo era suo fratello!

“No,stai tranquilla...Abbiamo nuotato assieme qualche volta.Sono sicuro che non gli è successo niente...”

E proprio in quel momento comparve da dietro

un masso Ranor,ancora bagnato e con il viso colpevole.I due fratelli si guardarono un momento e poi,inaspettatamente,Finnick si lanciò contro il ragazzo e iniziò a picchiarlo.

“Brutto idiota!Cosa ti passa per la testa?Sarebbe morta se non mi fossi tuffato!”innick stava picchiando Ranor con una foga tale che si poteva pensare che fosse stato lui sul punto di annegare e non Annie.

“Lo so...mi ero spaventato e...”Le parole gli morirono in bocca in seguito a un pugno alla bocca dello stomaco.

“E cosa?E così hai deciso di abbandonarla in mezzo al mare?Sei un verme!TUA SORELLA STAVA PER MORIRE!”

Annie osservava sbigottita la scena.Era la prima volta che suo fratello non reagiva a dei pugni.Lo vedeva accasciato,con gli occhi gonfi di lacrime e il sangue che gli usciva dal naso.Non capì bene perchè,ma si alzò in piedi e urlò a Finnick:”Smettila!Non vedi che gli stai facendo male?”

“Annie,questo coso ti stava lasciando annegare!”

“QUELO COSO E' MIO FRATELLO!”e urlando queste parole si lanciò fra i due ragazzi per proteggere Ranor proprio mentre Finnick stava facendo scattare un altro pugno.

 

Si rese conto di quello che era successo un secondo dopo averlo fatto:Annie si era presa il pugno di Finnick in faccia e ora teneva una mano appoggiata alla guancia arrossata con occhi arrabbiati e furenti.

“Ranor,andiamocene”Prese il fratello per mano e Finnick rimase a guardarli mentre si allontanavano sulla spiaggia.

 

 

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Salve popolo di EFP!!

Questa è la nostra prima storia speriamo vi piaccia.Se c'è qualcosa che non va ditecelo che così ci aiutate a migliorare:))

Be' commentate e alla prossima!

Johanna&Foxface

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Capitolo 2
*** Perdono ***


 Capitolo 2:PERDONO

 

Nei giorni seguenti Annie cercò di fare qualunque cosa per evitare Finnick:si lanciava in una classe se lo incontrava per i corridoi della scuola,andava in giro circondata da amiche,che ridacchiavano tutte le volte che lo incontravano,siccome lui era uno dei ragazzi più belli del Distretto.Lui le lanciava sempre sguardi pietosi,ma lei faceva finta di non vederlo,anche se dentro le si stringeva il cuore.

Un giorno stava tornando a casa dal mercato,carica delle casse che avevano contenuto il pesce ormai venduto,quando vide sbucare da dietro un angolo Finnick.I due ragazzi si fissarono a lungo,in silenzio.Annie si rese conto che lui tendeva a mordicchiarsi il labbro inferiore quando era imbarazzato,si fissava la punta dei piedi e vide anche qualche lacrima fare capolino dai suoi occhi verde mare indecise se abbandonarli oppure no.

 

Davanti ad Annie scusarsi non sembrava più tanto facile.Lei lo fissava con i suoi occhioni enormi,i capelli lunghi le ricadevano sulle spalle fasciate da un vestitino leggero giallo chiaro che metteva in evidenza la sue forme da bambina,completamente in contrasto con lo sguardo serio che gli stava rivolgendo.Forza scusati! Diceva una vocetta nella sua testa.E se lei non le accetta? Insomma,la stavi difendendo! Le hai tirato un pugno in faccia! Ma era per aiutarla. Era un PUGNO!

Mentre avveniva questa lotta nella sua testa,la vide spazientirsi.Lei iniziò ad allontanarsi e a quel punto le urlò letteralmente dietro:”ANNIE,MI DISPIACE!” A lei si irrigidirono le spalle,pensò che se ne sarebbe andata,invece si fermò e si girò verso di lui con gli occhi pieni di lacrime.

“Davvero?”Chiese lei con la voce rotta

“Certo!”

“E per cosa?”

“Come per cosa?”Che razza di domanda è?

“Sì,per cosa?”

“Per averti tirato un pugno”

“E invece per aver picchiato mio fratello?”

“Scusami,ma per quello non mi dispiace.Avresti dovuto picchiarlo tu,ma non avresti fatto abbastanza male.Forse in questo modo capirà quanto è prezioso il vostro legame”

“E tu invece,scommetto che l'hai capito”La sua voce era scettica,ma non riuscì a nascondere un accenno di insicurezza.

“Annie devi sapere che io avevo una sorella,una volta...”

Così Finnick iniziò il suo racconto.

 

Alle otto del mattino del 10 ottobre in un piccolo ospedale del Distretto 4 si sentirono le urla strazianti di una donna che stava partorendo.Nel frattempo i piedini di una bambina di sei anni stavano percorrendo per la millesima volta il brave corridoio che portava dalla sala d'attesa alla sala parto.Era una creatura minuta,con dei bellissimi capelli ondulati biondo miele,occhi scurissimi ornati di ciglia molto lunghe,guance rosa,una piccola sprizzata di lentiggini sul nasino all'insù e una boccuccia rossa e abbastanza carnosa.Il vestitino di tulle e tessuto azzurro con le maniche a sbuffo e le scarpine aperte intonate,la facevano assomigliare ad una minuscola nuvola.In mano teneva un fazzolettino bianco ricamato con il quale giocava nervosamente.

Si bloccò di colpo non appena sentì il rumore inconfondibile del pianto di un bambino e le parole “E' un maschio”;poi uscì un uomo alto e magro dalla sala e cercò con gli occhi,colmi di lacrime e preoccupazione,la bambina.Non appena la individuò le rivolse un sorriso enorme e lei chiese:”Posso entrare papà?”

“Certo Sherine,entra,vieni a vedere il tuo fratellino Finnick!”

La sala parto era bianca e odorava di disinfettante,sul letto c'era una donna dall'aria stravolta:i capelli color bronzo scompigliati,occhi scuri cerchiati da delle occhiaie,pelle del viso tiratissima,nonostante questo sembrava sollevata e fece segno a Sherine di avvicinarsi.Lei le si lanciò tra le braccia con tanta foga che alla poveretta sfuggì un gemito di dolore.

“Mamma,stai bene?”La bimba tratteneva a stento le lacrime.

“Certo tesoro...sono solo un po' stanca...”Guardò il marito con un sorriso e lui,capendo,prese in braccio Sherine che iniziò subito a protestare:”Voglio vedere Finnick,papà!Perchè non ce lo portano?Io lo voglio vedere per regalargli...”in quel momento si accorse di non aver più il fazzoletto in mano e quindi,presa dal terrore,iniziò a urlare ed agitarsi finchè il padre non la posò a terra dicendole di andarlo a cercare nel corridoio.La bambina si fiondò fuori dalla sala parto e per fortuno lo trovò vicino alla porta della sala d'aspetto.

Ritornò dai suoi genitori sventolandolo come un premio e si accorse che vicino al letto della madre c'era una culla con una targa attaccata su un lato con su scritto “Finnick”.

Sherine si lanciò verso il lettino e,mettendosi in punta di piedi,sbirciò dentro:un bambino paffutello,con la pelle ambrata e una peluria color bronzo che gli copriva la testa,stava sonnecchiando tranquillamente.Lei lo prese in braccio con molta delicatezza e,camminando molto lentamente,andò verso il letto della madre e ci si sedette sopra.In quel momento ,con un sussulto,il bambino aprì gli occhi.Erano di un colore a metà fra l'azzurro e il verde ed erano grandissimi.La bambina gli rivolse un sorriso enorme:”Ciao Finnick” furono le uniche parole che riuscì a dire.

 

 

I primi quattro anni di vita di Finnick furono del tutto ordinari:cresceva,mangiava,dormiva,giocava e faceva i capricci;Sherine si prese sempre moltissima cura del fratellino e se lo portava sempre dietro quando andava in giro per il distretto o andava a fare la spesa al mercato per conto della madre.La famiglia Odair era una delle più felici e semplici che si potesse trovare.

Un giorno però cambiò tutto.

Erano passati due mesi e diciassette giorni dal quarto compleanno di Finnick quando a tutte le famiglie fu ordinato di vestire bene i propri figli e portarli in piazza.

“Sarà qualche premiazione o annuncio ufficiale” disse il signor Odair,per tranquillizzare i propri cari,ma non riuscì a convincere nemmeno sé stesso.In poco più di mezz'ora furono pronti ad uscire:Finnick indossava un paio di pantaloni al ginocchio di velluto blu,calze al polpaccio bianche,stivaletti eleganti neri,camicia bianca e una giacca della stesso tessuto e coloro dei pantaloni,chiusa da dei bottoni dorati;la sorella portava invece un bellissimo vestitino rosso porpora con lo sulla a barca e le spalline a sbuffo,la schiena e le maniche erano strette da un nastrino d'oro,ai piedi portava dei sandali dorati e al collo una catenina con un ciondolo circolare,i capelli erano raccolti in uno chignon fermato da un nastro rosso come l'abito.

Arrivati in piazza,dei pacificatori divisero la famiglia mandando i genitori in una via laterale,Sherine fra le bambine e Finnick tra i maschi.

Quando furono arrivati tutti gli abitanti,venne imposto il silenzio e comparve su un palco,allestito per l'occasione,un uomo che tutti riconobbero come il Presidente Snow.

Quello,senza spiegare niente,iniziò ad indicare ai pacificatori dei giovani e delle ragazze da prendere e portare sul palco;alcuni erano molto noti,altri meno,cambiavano i vestiti,il colore dei capelli e della pelle,il sesso(anche se i “prescelti” erano in prevalenza femmine),ma avevano tutti una caratteristica in comune:erano bellissimi.

Finnick guardò le schiene degli ultimi che erano stati chiamati mentre salivano sul palco:una ragazza con i capelli neri lunghi fino alla vita,un giovanotto con un completo tortora ed una bambina con i capelli biondo miele legati in uno chignon e un vestitino rosso porpora.

Il cuore gli si fermò.

Intanto i pacificatori formarono una catena intorno ai ragazzi sul palco per non farli allontanare.A questo punto il Presidente prese la parola,fece un bellissimo discorso che includeva la promessa di una vita migliore per i prescelti,un contributo monetario mensile alle famiglie che avrebbero donato i figli a Capitol City e un aumento di stipendio a tutti i lavoratori del distretto per ringraziare la comprensione del popolo,poi fece un gesto ai pacificatori che iniziarono a portare via i ragazzi.Si sentì un boato assordante nella piazza:tutti gli uomini urlavano,le madri coinvolte piangevano,alcune svenivano,i prescelti opponevano resistenza;solo Finnick era rimasto immobile fissando la sorella incredulo,incapace di capire cosa stava succedendo.Dopo un po' di tempo i pacificatori sfoderarono le armi e a quel punto ritornò la calma,i prescelti vennero caricati su camion e portati via,il Presidente venne recuperato da un'auto di lusso e i pacificatori intimarono gli abitanti di ritornare alle proprie abitazioni.

 

In casa Odair si iniziò a parlare poco,poi nemmeno più quello.Ogni tanto si sentivano i singhiozzi della madre,che si aggirava per l'abitazione come un fantasma;dopo questo evento la famiglia passò da più semplice e felice a più triste e silenziosa del Distretto.

Rividero Sherine in TV un giorno,o meglio,quello che la Capitale aveva fatto della bambina:nonostante avesse solo undici anni ne dimostrava almeno quattordici,le labbra erano state rese più carnose ed evidenziate dal rossetto blu,gli occhi erano cerchiati di matita,i capelli,un tempo lunghi e biondi,erano cortissimi e fuxia,indossava un mini abito che metteva in evidenza il seno ritoccato chirurgicamente e delle scarpe con dei tacchi altissimi e sottili come un capello.Alla vista di quella scena la madre iniziò a piangere più forte del solito e lo sguardo del padre si rabbuiò.

Finnick,invece,decise di tagliare i ponti con la sua vita passata:non avrebbe più pianto per sua sorella e non si sarebbe più dimostrato debole.Mai più.

 

Quando Finnick smise di parlare,Annie rimase a fissarlo con le guance rosse e la bocca socchiusa.Poi,improvvisamente,lasciò cadere le scatole in terra e si lanciò al collo di lui.Caddero entrambi,lei avvinghiata a lui piangendo rumorosamente mentre il ragazzo le accarezzava i capelli imbarazzato.

Quando Annie smise di piangere,Finnick la aiutò ad alzarsi,raccolse le scatole e la accompagnò a casa con la mano libera ancora affondata nei capelli di lei.

 

“Dlin Dlon!”

Il campanello della porta stava suonando,probabilmente Annie era tornata a casa.

Crux posò il coltello da cucina sul tagliere e si diresse verso la porta,fermandosi a guardare la sua immagine riflessa nello specchio dell'ingresso.Come al solito vide una donna graziosa,alta e magra,con un viso delicato incorniciato da una massa di capelli neri raccolti in una crocchia,gli occhi verdi(un tempo brillanti) iniziavano ad avere delle ombra più scure e intorno ai lati della bocca si intravedevano delle lievi rughe,unici segnali dei suoi trentacinque anni.

Aprì la porta d'ingrasso e si ritrovò davanti sua figlia e un ragazzino.

“Buongiorno mamma!Lui è Finnick”

Il ragazzo era piuttosto alto per la sua età e iniziava ad assumere la forma allampanata tipica degli adolescenti.I capelli color bronzo ricadevano sugli occhi verdemare in riccioli scomposti,la pelle ambrata era messa in risalto dalla camicia larga bianca e dai pantaloncini azzurri.

“B-Buongiorno”

“Buongiorno Finnick.Sono Crux.Entra pure!”Si fece da parte per far entrare i ragazzi in casa.

“Sto preparando un'insalata di frutti di mare,ti fermi con noi?”

“Certo!Grazie mille signora!”

 

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Buonsalve a tutti!! Eccoci con un nuovo capitolo.Questo capitolo è parecchio lungo rispetto al precedente.Speriamo vi piaccia. Recensite!

Johanna&Foxface

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Capitolo 3
*** 3. La Conchiglia ***


Capitolo 2: LA CONCHIGLIA


“Che mangiata! Tua mamma cucina davvero bene!”
Finnick non poteva credere che un semplice pranzo in famiglia potesse essere tanto festoso. Il pasto era stato studiato da Crux apposta perchè i suoi figli si alzassero da tavola sazi ma senza ingrassare: insalata di frutti di mare, crostini con totani e patate, mele rosse molto succose e una fetta di pane integrale con una dose molto generosa di marmellata di albicocche. Ma non fu tanto il cibo, quanto l'atmosfera a colpire Finnick. La famiglia Cresta assomigliava molto a quelle mostrate in televisione da Capitol City: si rideva, si chiacchierava, ci si facevano scherzi e in ogni gesto era celato un amore reciproco incredibile. Rispetto ai pranzi a casa sua, dove si mangiava in religioso silenzio e con gli occhi fissi nel piatto, quella sembrava la sagra del pesce del 24 agosto (il giorno più propizio per la pesca).

Solo una cosa era sembrata strana al ragazzo: il padre di Annie non si era presentato a tavola. Siccome il Distretto 4 era uno dei più ricchi di Panem, i lavoratori avevano diritto a una pausa pranzo di due ore per tornare a casa e salutare i figli appena arrivati da scuola, il fatto che a pranzo mancasse la figura di un padre era del tutto inusuale, perciò Finnick decise di chiedere: “Annie, tuo padre non è venuto a pranzare con noi perchè ha divorziato d tua madre?”

“Mio padre non è venuto a pranzare con noi perchè è mrto.”
Finnick sentì un'ondata di gelo che si irradiava dal petto in tutto il corpo e gli si impastò la lingua: “Mi.. mi dispiace, io.. non.. io..” Che gli stava succedendo? Lui era Finnick Odair, il ragazzo che non rimaneva MAI senza parole!
“Non ti preoccupare, ero molto piccola.. non me lo ricordo nemmeno più.” Ma la mascella serrata e i pugni chiusi indicavano il contrario.

Notando che era un argomento delicato Finnick decise di cambiare discorso:”Ho ancora una domanda, perchè quando sei caduta in acqua non hai cercato di nuotare ma ti sei bloccata?”

“Perchè.. ho paura dell'acqua..” Le guance di Annie si colorarono di rosso ed abbassò lo sguardo.

Finnick non poté fare a meno di sorridere:” come fai ad averne paura? Siamo nel Distretto 4! Noi viviamo grazie all'acqua!”
“Mi è successa una cosa da piccola.. Non mi fido più del mare.” La sua voce era diventata un sussurro impercettibile pieno di risentimento e imbarazzo.

“Mi puoi raccontare cosa?”
“No, mi dispiace. Quando vorrò parlarne con qualcuno giuro che verrò a cercarti.” Detto questo Annie si rinchiuse in un silenzio ostinato.

Camminarono fianco a fianco in silenzio fin ad una spiaggia. La sabbia era calda e il mare di un azzurro invitante. Non c'era un'onda e l'odore salato pizzicava il naso dei due bambini.

Finnick si tolse la camicia bianca che aveva indossato per andare a casa di Annie. La ragazza notò che, nonostante il corpo da bambino, all'altezza dell'addome iniziavano ad esserci degli abbozzi di addominali.

Il ragazzo si accorse che lo stava guardando e le fece un sorriso ammiccante, Annie divenne rossa e lui ridendo si tuffò in acqua. Le sembrò un pesce: nuotava con grazia e sicurezza ed era così leggero che non lasciava quasi nemmeno una traccia dietro di sé.

Si fermò e fissò Annie:” Forza, vieni! Ti aiuto io!”
“Grazie Finnick.. Magari un'altra volta.” Detto questo prese un filo dal vestito e iniziò ad intrecciarlo.

 

Si immerse nell'acqua fino a raggiungere il fondale per dimostrare ad Annie che non c'era niente di cui aver paura nel placido bacino circondato dl Distretto 4, quando vide luccicare fra le alghe una bellissima conchiglia bianca ricca di spirali, piccola e delicata. La raccolse e tornò in superficie per mostrarla alla bambina, ma si accorse di aver perso la sua attenzione . La vedeva tutta intenta a lavorare su un pezzetto di corda o roba del genere, quindi assunse la migliore delle sue espressioni offese e tornò a riva pensando intanto a qualche battuta da fare sul fatto che un pezzo di corda fosse più interessante di lui. Stava per dirla ad Annie quando vide che lei stava intrecciando un filo sfuggitole dal vestito con una precisione e velocità che non aveva mai visto. Quanto si sentiva goffo lui all'idea che a malapena sapeva intrecciare delle reti di tre centimetri di spessore in confronto a lei che senza problemi riusciva a lavorare un oggetto così piccolo!
Mentre elaborava questi pensieri si accorse che la bambina lo stava fissando con un'espressione interrogativa. Finnick chiuse la bocca,che a quanto pare aveva spalancato, e chiese:”Chi ti ha insegnato ad intrecciare così bene?”
Prima di rispondere Annie posò gli occhi su una mano del bambino, che evidentemente aveva aperto insieme alla bocca, nella quale brillava la conchiglia. Gliela porse e gli occhi di lei si illuminarono quando la prese e iniziò ad intrecciarla al fino.

“Mia nonna. Mi ha insegnato anche a farmi i vestiti da sola,invece mio padre a fare moltissimi nodi.”
Detto questo rivolse un sorriso a Finnick che le sorrise di rimando e poi le chiese:”Potresti insegnarmi?”

“Certo!” Si girò e gli porse un bellissimo braccialetto giallo pastello con inserita al centro la conchiglia bianca. Lui lo rese e lo legò al polso di Annie che lo guardò contrariata. Prima che lei potesse lamentarsi o offendersi lui disse:”Visto che nuoto e pesco tutti i giorni rischierei di romperlo, in più la conchiglia l'ho raccolta per regalartela, quindi tienilo tu.”
A queste parole Annie gli rivolse un sorriso particolarmente radioso e le comparvero perfino dei piccoli riflessi dorati negli occhi (o forse l'aveva immaginato?). Poi prese un pezzo di corda che sbucava dalla sabbia, si appoggiò a Finnick e così iniziarono il corso di nodi e la loro amicizia.




Angolo delle scrittrici
Salve a tutti! Questo capitolo è un po' più corto degli altri.. ma solo perché è di "Transizione" ^__^ Speriamo vi piaccia :D recensite, recensite, recensite!!!! :D Al prossimo capitolo ^_____^

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Capitolo 4
*** Causa-Effetto ***


Capitolo 4:CAUSA-EFFETTO


 

Dopo quell'unico episodio i due bambini non riuscirono più a vedersi perchè,oltre allo studio,Finnick doveva andare a pescare e Annie era costretta ad aiutare la madre a tessere tappeti o intrecciare cestini da vendere al mercato.

Quindi i due dovettero accontentarsi dei ritagli di tempo:Finnick andava a prendere Annie a casa e si dirigevano insieme a scuola,si incontravano nei corridoi per scambiarsi la merenda(la bambina si portava sempre dietro due fette di pane e marmellata in più da quando aveva scoperto che a lui piaceva così tanto) e poi si aspettavano davanti all'ingresso dell'istituto per tornare a casa.

Questi nuovi comportamenti non passarono inosservati.

 

Bisogna sapere che Finnick Odair era uno dei ragazzi più ammirati di tutto il Distretto 4,il suo bel viso e il costante comportamento da sbruffone facevano svenire le ragazze di ogni età,il cui scopo era unicamente di farsi notare da lui;Annie invece,per l'aura di smarrimento e ingenuità che la circondava,non era particolarmente notata.Si può immaginare,dunque, lo sbigottimento con cui furono accolti la prima volta che arrivarono a scuola insieme:ovunque,sguardi di ghiaccio erano lanciati alla ragazza e si sentivano mormorare appellativi veramente poco gentili.C'era un'atmosfera elettrica e nell'aria aleggiava una domanda:Perchè Finnick Odair,che potrebbe avere chi vuole,frequenta una bambina qualunque?

 

Inizialmente i due non si accorsero di niente.Finnick,sapendo che avrebbe visto Annie,si alzava dal letto col sorriso ogni mattina e la ragazza metteva particolare cura nel tagliare il pane,imburrarlo e spalmarlo di marmellata.In pratica procedeva tutto per il meglio finchè...

Una mattina,mentre andava ad incontrare Finnick durante l'intervallo,ad Annie venne bloccato il passaggio da un gruppo di ragazze più grandi di lei e dall'aria poco amichevole.La più grande,Shadia,che doveva avere più o meno diciassette anni,prese la parola e con una voce forte,matura e carica d'odio le disse:”Non farò giri di parole inutili perchè non ho tempo da perdere con te:lascia in pace Finnick!”

Ad Annie si gelò il sangue nelle vene.Sapeva che un giorno sarebbe arrivato il momento di fronteggiare le fan del ragazzo,ma sperava che quel giorno sarebbe stato un po' più avanti.Trovandosi impreparata fece la prima cosa,nonchè la meno indicata,che le venne in mente:aveva notato che tra il gruppetto e il muro c'era un piccolo spazio e decise di lanciarvisi dentro riponendo le speranze nella sua gracilità e nell'effetto sorpresa.Inutile dire che il tentativo fallì miseramente.La diciassettenne,con una velocità straordinaria,si piazzò tra la bambina e lo spazio prendendola al volo e sollevandola in aria.Poi le disse con voce fintamente amorevole:”Cercavi di scappare?Povera piccola,non sai che è stata la cosa peggiore che potessi fare?” Si lo sapeva,ma ormai era troppo tardi.La ragazza la sbattè per terra e poi le urlò,con tutta la cattiveria che possedeva,di stare lontana da Finnick.Poi il gruppetto se ne andò lasciando la piccola Annie sul pavimento.Mettendosi seduta si accorse di aver perso di mano,durante la tentata fuga,le fette di pane destinate al ragazzo che ora giacevano per terra.

Quel giorno non andò a trovare l'amico durante l'intervallo.

 

Finnick stava aspettando Annie da quasi dieci munuti.Strano pensava intanto.Di solito arriva subito..In quel momento sentì la voce di Shadia che al piano di sopra urlava qualcosa.incredibile,quella ragazza ha il potere di prendersela con chiunque!Non mi stupirei se un giorno la vedessi urlare contro una pietra.Le urla si erano intanto calmate e Shadia si stava avviando verso Finnick.La ragazza era la più rispettata della scuola sia per la famiglia prestigiosa da cui proveniva sia per il suo carattere forte.Con i suoi diciassette anni si era aggiudicata il ruolo di più grande ammiratrice di Finnick.Alta,bionda,piuttosto bella,aveva gambe lunghe e affusolate,una vita snella e un bel seno messo in evidenza dagli abiti attillati che indossava,le gonne plissettate la slanciavano e mettevano in risalto le sue curve da giovane donna.Sarebbe stata una fidanzata perfetta,se non fosse stato per il carattere.

“Ciao Finnick” la voce era sensuale come il corpo.Lui le fece un sorriso e lei se ne andò ridacchiando e lasciandosi dietro una scia di profumo agli agrumi.Appena l'odore della fragranza scomparve suonò la campanella che indicava la fine dell'intervallo,ma di Annie nemmeno l'ombra:il ragazzo,un po' preoccupato,tornò in classe.

 

Nonostante avesse sperato il contrario,per Annie le cose non fecero che peggiorare:non ricevette più visite da Shadia o minacce dirette,ma quotidianamente qualcuno nella sua classe smise di parlarle. Esattamente un mese dopo l'episodio di bullismo,le era rimasta una sola amica (oltre Finnick).

Dopo pochi giorni,però,le successe un altro fatto spaicevole.Entrando in classe si accorse che c'era qualcosa di strano:tutti i banchi erano stati spostati da un lato della classe mentre vicino alla porta,staccato da tutti gli altr e isolato,c'era un banchetto azzurro.Tutti sapevano che quella formazione serviva a isolare gli scolari poco produttivi oppure quelli senza amici,vicino a cui nessuno voleva sedersi.Annie non ci mise molto a riconoscere quel banco come il suo e,ricacciando indietro le lacrime,si sedette al suo posto.

 

Siccome sua madre quella mattina aveva fatto una torta glassata,Finnick decise di fare una sorpresa ad Annie portandogliene una fatta direttamente in classe,quindi appena suonò l'intervallo si lanciò per le scale a rotta di collo.Arrivò davanti alla classe di lei con il fiatone e ,aspettandosi una faccia sorpresa e una buona accoglienza,entrò in classe con il petto in fuori e la fetta di torta davanti a sé.Ma non ricevette nessuna buona accoglienza,vide invece delle guance bagnate e uno sguardo triste,occhi più grandi del solito pieni di lacrime e praticamente scuri.

Capì subito qual era il problema:Annie era stata isolata.Preso da una rabbia improvvisa posò il dolce sul banco della ragazze,poi tornò nella sua classe,allontanò il banco dalla zona in cui si trovava(centrale e circondata dai tavoli delle ragazze) e lo sbattè in un angolo lontano da tutti.Le ragazze non accettavano Annie?Bene.Non avrebbero accettato nemmeno lui.Si sedette al banco e si chiuse in un bunker di ostilità.

 

Quel giorno Annie camminava lentamente,molto lentamente,tanto che Finnick doveva fermarsi ad aspettarla ogni quindici metri.Appena entrò in casa salutò la madre con voce cupa e si chiuse in camera sua.Posò la cartella in un angolo e si sdraiò sul letto fissando il soffitto senza nemmeno levarsi le scarpe.Dopo un po' di tempo,Crux le portò il pranzo e cercò di fare un po' di conversazione,ma sia il tentativo di farla mangiare che quello di parlare fallirono miseramente.La lasciò,dunque,ai suoi pensieri ed Annie rimase a fissare il soffitto finchè non sentì bussare alla porta e la voce di sua madre che la chiamava.Con un enorme sforzo di volontà rotolò gguù dal letto e si diresse,trascinando i piedi,verso l'ingresso.Sarà Finnick che mi chiede di andare in spiaggia...ma oggi no...proprio no.E in effetti era Finnick.Riconobbe la sua figura nel ritaglio della porta,ma avvicinandosi si accorse che dietro di lui c'erano almeno altri sei ragazzi con cui andava in giro di solito.Erano tutti suoi compagni di classe o amici di infanzia e avevano almeno un anno in più di Annie.

“Ciao Annie!”Disse Finnick “Ti va di venire un po' in giro con noi?O preferisci chiuderti in camera a deprimerti?”

Lei guardò uno ad uno i visi dei ragazzi che la osservavano e poi chiese:”Ma volete DAVVERO che esca con voi?” La domanda venne accolta da una risata generale.

“No...in realtà volevamo andare a pesca di squali e usarti come esca.” Ci fu un altro scoppio di risa a cui partecipò anche Annie.

“Datemi un secondo,vado a cambiarmi.” Disse lei con un sorriso.

“Fai con comodo”

Dopo un ultimo enorme sorriso,voltò le spalle al gruppetto e si fiondò in camera.Spalancò l'armadio e afferrò una canottiera di cotono verde acqua e una gonna bianca a balze.Si mise ai piedi dei sandalini bianchi e raccolse i capelli in una corona d'angelo che fermò con un fermaglio argentato.Si stava arrotolando un foulard verde a fiori intorno alla gola quando si accorse di avere fame.Invece che mangiare il pranzo che la madre le aveva preparato,tirò fuori dallo zaino della scuola la fetta di torta che Finnick le aveva portato al mattino e che lei aveva avvolto in un fazzoletto.

Era un dolce fatto di pan di spagna e ripieno di cioccolato,la copertura era stata fatta con della glassa blu e sopra era stato tracciato un disegno con la panna che però si era rovinato stando nel fazzoletto.Annie la mangiò in tutta fretta

,poi(mentre il cioccolato le si spandeva in bocca facendo cantare le sue papille gustative) afferrò una mantellina bianca e argentata e corse all'ingresso dove la stavano aspettando i sette ragazzi.

 

Ranor dalla finestra di camera sua seguì il gruppetto che si allontanava con occhi di fuoco e una promessa in mente: Me la pagherete.

 

 

 


 

 


 


 


|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Saaaaaaaaaaalveeee a tuttiiii!!! Ecco qui il quarto capitolo. Questo è un capitolo che ci piace particolarmente(non perchè siamo sadiche :)) Questa FF ha ricevuti poche recensione,a dir la verità; solo una,ma abbiamo visto che in parecchi l'hanno letta. E questo ci rende molto felici perchè; vuol dire che un pochino piace :)

Se lasciate una piccola recensione anche: CHE BELLA, MI FA SCHIFO, a noi va bene perchè; se a qualcuno non piace il modo in cui scriviamo o come scriviamo possiamo cercare di cambiare.

Oraaa vi lascioo e al prossimo capitolo :)) :3/>

 

Johanna&Foxface

 

 

 

 

 

PS: Questa è la nostra pagina Facebook. Passate :) ---> http://www.facebook.com/IWishICouldFreezeThisMomentAndLiveInItForever

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Capitolo 5
*** Ranor ***


 

Capitolo 5:RANOR


 

Nei due mesi precedenti alla mietitura,Annie continuò ad uscire con gli amici di Finnick.Si trovava bene con loro,erano simpatici e,per essere dei ragazzi più grandi,con lei erano gentili(probabilmente perchè era stato Finnick a chiedere di essere cordiali).

A scuola continuava ad essere isolata,le ragazze non le rivolgevano la parola e le lanciavano sguardi minatori,però dopo l'episodio di bullismo da parte si Shadia non le era più successo niente di simile.In classe era da sola in banco ma ormai non le dava più fastidio perchè sapeva che all'intervallo e all'uscita c'erano i suoi nuovi amici ad aspettarla.

Di solito dopo essere uscita da scuola ognuno andava a casa e poi nel pomeriggio si vedevano per andare in spiaggia dove lei stava sulla riva a fare nodi o a intrecciare bracciali e collane.Da quando usciva con questo nuovo gruppo,aveva notato che suo fratello si comportava in modo strano:era distante e freddo,non che prima fosse stato molto socievole con lei,ma quando uno dei ragazzi la veniva a chiamare e apriva lui la porta,Ranor iniziava a sbuffare.Annie pensò che gli stessero antipatici oppure fosse geloso e,conoscendo suo fratello,la seconda ipotesi poteva essere quella corretta.

Il dodici aprile era stato il suo compleanno.Lei non lo aveva mai festeggiato perchè ogni anno che passava si avvicinava sempre di più alla sua prima mietitura.

Quell'anno avrebbe compiuto undici anni.Sua madre,come sempre,le aveva regalato un vestitino verde mare con le spalline sottili,stretto sui fianchi e la gonna larga che arrivava fino sopra al ginocchio,in più le aveva preso un nastro per capelli dello stesso colore.Aveva indossato subito entrambi.

Suo fratello,come ogni anno,non le aveva fatto nemmeno gli auguri ma non le importava più di tanto.

Quel giorno stava pranzando con la sua famiglia quando bussarono alla porta.Annie si alzò per andare a vedere chi fosse e quando aprì davanti a lei c'era Finnick tutto sorridente.

“Tanti auguri Annie!!”Le disse con voce gioiosa.

Entrò in casa,Annie era confusa,coma faceva a sapere del suo compleanno?Lei non lo diceva mai a nessuno.Andò dalla madre della ragazza e le disse:”Salve signora Cresta.Annie può uscire?” Crux annuì e Finnick la trascinò fuori casa.

 

Ranor non capiva perchè quel Finnick era tanto gentile con sua sorella.Lui aveva fatto di tutto per farsi accettare da quel gruppo ma non era servito.E ora sua sorella senza fare niente usciva con quelli e il giorno del suo compleanno erano pure venuti a prenderla.

Era geloso lo ammetteva,voleva esseri lui al suo posto.L'unica cosa che pensava era che gliel'avrebbe fatta pagare,loro non potevano preferire quella sciocca di sua sorella a lui.

 

Finnick la trascinò fino ad una spiaggia dove c'era un tavolo tutto addobbato con in mezzo una torta.C'erano tutti i suoi nuovi amici,Annie si avvicinò e in coro le fecero gli auguri.Era emozionata:nessuno le aveva mai fatto una torta.Quella non era delle migliori,anzi era proprio brutta,ma non era importante.Quando l'assaggio rimase colpita perchè era veramente buona.

Passò un pomeriggio fantastico e quando fu ora di tornare a casa Finnick l'accompagnò.Durante il tragitto nessuno dei due proferì parola ma quando arrivarono alla porta di casa della ragazza,Finnick tirò fuori un pacchetto e glielo diede.Lei lo aprì e un sorriso le comparve sulle labbra,dentro c'era un cerchietto color avorio con a sinistra un fiore composto da minuscole conchiglie.

“Grazie Finnick,è bellissimo!”disse Annie,si avvicinò al ragazzo e gli diede un lieve bacio sulla guancia,poi si girò ed entrò in casa.

 

Passò un mese dal compleanno di Annie quando iniziò la mietitura.

Era il primo anno per Finnick ed era un po' agitato.Si preparò e con sua madre si avviarono verso la piazza.Quando arrivarono si registrò e poi fu mandato nella zona riservata ai ragazzi della sua età.Sul palco comparve la accompagnatrice capitolina con un tubino viola,capelli e labbra in tinta.L'agitazione aumentava in Finnick,mentre lei faceva il suo discorso,poteva essere estratto,anche se le probabilità erano minime poiché aveva solo una nomina.

La donna finì di parlare e si mise tra le due bocce contenenti i nomi dei ragazzi del Distretto.Di solito veniva estratto prima il tributo femmina ma quell'anno iniziò dai ragazzi.

"Ci sono dei volontari?" esordì la capitolina,calò un silenzio assordante.Di solito nel Distretto 4 c'erano volontari ma ultimamente i ragazzi dovevano lavorare e non avevano più tempo per prepararsi per gli Hunger Games.

La donna,delusa,si avvicinò alla boccia dei ragazzi,ne estrasse una e sela rigirò tra le dita e poi lesse con voce stridula il nome:"Ranor Cresta."

Non sono io pensò Finnick sollevato.

Oh no.E' il fratello di Annie fi il suo secondo pensiero.La cercò con gli occhi e la vide,di fianco alla madre,tutte e due con lo sguardo perso nel vuoto.

 

Ranor salì con passo fiero sul palco.La madre di Annie le stingeva la mano così forte che le doleva.

Non poteva essere vero,suo fratello stava per partire per gli Hunger GAmes e chi sa se sarebbe tornato.

Annie non riuscì a capire il nome del ttributo femmina.

Tutto successe velocemente e si ritrovò in una stanza del palazzo di giustizia dove c'era suo fratello,lo abbracciò ma lui non ricambiò.La madre cercava di non piangere mentre lo teneva stretto a sè.Poi arrivò un pacificatore a scortarli fuori.Annie e la madre camminarono in silenzio fino a casa e quando furono arrivate la donna si chiuse in camera.

In questo modo passarono la settimana seguente:sua madre in camera e lei davanti alla TV a vedere gli svolgimenti degli Hunger Games,che sarebbero iniziati a breve.

C'era già stata la sfilata e Ranor era vestito da pescatore,non era un vestito eccezionale,soprettutto se veniva paragonato a quello degli altri tributi.

La mattina dopo iniziarono i giochi veri e propri.Annie vide suo fratello in piedi sulla pedana con sguardo fiero.Quando la voce fuori campo arrivò allo zero,risuonò una sirena e i tributi scattarono verso chi la cornucopia chi verso la boscaglia che circondava la radura dove si trovavano.

Ranor si diresse deciso verso il corno metallico Ma cosa fa? pensò Annie Così si fara ammazzare!

Mancavano pochi metri all'ingresso della cornucopia quando il viso del ragazzo venne colpito da uno schizzo di sangue.La telecamera spostò il proprio occhio su un combattimento vicino,quando tornò sul ragazzo,un coltello si stava conficcando nella sua schiena facendolo cadere a terra morto.Il sangue che gli colava dalla schiena si mischiò a quello degli altri tributo morti.

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Dopo un lasso di tempo decisamente lungo ecco il 5° capitolo!Recensite e diteci cosa ne pensateee

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Capitolo 6
*** La spiaggetta ***


 

Capitolo 6:LA SPIAGGETTA.

 

Gli Hunger Games di quell'anno vennero ricordati come i più brevi della storia:per rendere il programma più spettacolare,gli strateghi avevano fatto sorteggiare venti tributi tra i dodici e i tredici anni e quattro tributi,dai Distretti 1 e 2,di diciassette anni,ma risultarono un fiasco totale.Alla fine della prima giornata erano stati uccisi due terzi dei giovani tributi ( dieci nel bagno di sangue e sei nella caccia del branco dei favoriti),dopo la seconda giornata erano rimasti solo i quattro grandi,alle sedici e ventiquattro della quarta giornata il tributo femmina del Distretto 2 aveva piantato la lama del suo stiletto nell'occhio del tributo dell'1 uccidendolo.

Pochi giorni dopo l'incoronazione di Kona Gardi,la vincitrice,fece visita al Distretto 4 per il tour della Vittoria;l'abito color panna sembrava fuori luogo sul corpo massiccio e mascolino della ragazza che scrutava la folla con sguardo duro e minaccioso.Il sindaco le diede dei fiori,lei non parlò nemmeno per ringraziare,ma nessuno si aspettava che lo facesse.

 

Annie,intanto,la guardava disgustata della sedia su cui le avevano detto di stare.In quanto familiare di un tributo lei e sua madre erano costrette a vedere la vincitrice e mostrarsi anche cordiale,ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare era il pugnala che quel mostro aveva scagliato contro suo fratello con potenza tale da farlo volare per quasi due metri prima di cadere a terra morto.

Finita la premiazione,Kona ritornò nel palazzo di giustizia per prepararsi alla festa che si sarebbe data la sera nella casa del sindaco ed Annie approfittò del momento di distrazione generale per andarsene indisturbata.

Stava camminando da mezz'ora circa sulla spiaggia tirando calci alle pietre che incontrava.Le lacrime le rigavano il viso e non le permettevano di vedere bene.Dalla morte del fratello aveva passato il periodo peggiore della sua vita:non era tanto per la tristezza causata della perdita,che comunque non era un dolore opprimente dato che in fondo non gli aveva mai voluto tanto bene,quanto il comportamento di sua madre lasciarla vuota dentro:piangeva ogni giorno e a malapena trovava la forza per mangiare.Annie faceva di tutto per tirarla su di morale e la nonna preparava dei pasti deliziosi ma la signora Cresta non dava segno di accorgersene,chiusa com'era nel suo dolore.

Pensando alle sue disavventure la bambina non si rese conto della persona che aveva di fronte finchè non andò a sbatterci dentro.

“Oh,mi scusi io...ah...ciao Knot..” La persona in questione era un degli amici di Finnck che l'aveva accolta nella compagnia quando era rimasta sola.Il suo viso gentile e pallido e gli occhi azzurri messi in risalto dalla massa disordinata di capelli neri,il corpo da uomo e i sui quattordici anni rendevano Knot un degno avversario in bellezza di Finnick.

“Hey Annie,cos'è quasta delusione nella voce?Speravi che fossi qualcun altro?” In quel momento si accorse che lei stava cercando di trattenere le lacrime e allora rivolgendole uno sguardo preoccupato le chiese:”Ho detto qualcosa che non va?” Annie fece di no col capo. “Va tutto bene?” Scosse di nuovo la testa e,questa volta,scoppiò a piangere.Lui la abbracciò forte e le posò il mento sui capelli.Lei appoggiò la propria fronte sul suo petto,si sentiva protetta tra le sue braccia forti.Lui le accarezzava la schiena con dei piccoli movimenti circolari trasmettendole un calore ed un affetto incredibili.

“La mia povera,piccola Annie...” Knot iniziò a ripetere la stessa frase e intanto a spingere la mano sempre più giù lungo la schiena di lei.Quando raggiunse l'inizio delle balze del vestitino che indossava,Annie alzò il viso per dirgli di smetterla,ma si ritrovò a pochi centimetri dal suo,i capelli neri le solleticavano la fronte e,i loro nasi si sfioravano.La bocca di lui sempre più vicina...e fu allora che capì che Knot non intendeva consolarla.Cercò di spingerlo via,ma lui la prese per i polsi e la avvicinò a sé,lei cercò di divincolarsi ma era troppo piccola per contrastarlo.Alla fine,disperata,gli tirò un calcio colpendolo al ginocchio così lui la lasciò cadere e finì nell'acqua.

Annie iniziò a tremare e singhiozzare.Nonostante fosse sdraiata sulla riva non riusciva a muoversi o ad alzarsi;era in preda al terrore e intanto Knot si avvicinava sempre di più con un sorriso poco rassicurante stampato in volto.

Quando moncò poco più di un metro tra loro,si sentì un urlo e un paio di braccia strinsero il ragazzo al collo che cadde in terra insieme al suo aggrassore.I due rotolarono per un po',poi lo sconosciuto si alzò in piedi ed Annie lo riconobbe:Finnick.Lui tirò prima dei calci a Knot,poi,quando l'altro si alzò,iniziò a colpirlo con delle pietre finchè non lo fece scappare e a quel punto iniziò a gridargli dietro quanto fosse spregevole.

Dopo averlo cacciato,Finnick corse da Annie,la coprì con la sua giacca,la prese in braccio e la portò via da quella maledetta spiaggia.

Camminò per alcuni minuti finchè non giunse ad una stradina ciottolata che sboccava in una piccola piazza circondata da palazzi abbandonati e fatiscenti,attraversò un varco tra un ex macellaio e un negozio decadente di un barbiere e i due bambini si ritrovarono in una spiaggetta sconosciuta.Era composta da sabbia arancione e conchiglie,piccola e squadrata,era chiusa da due muretti che si protendevano in mare sottoforma di moli,a ridosso di un muro c'era una costruzione che fungeva da deposito e al centro della spiaggia c'erano un telo azzurro scolorito e una rete in parte intrecciata.

Finnick adagiò Annie sull'asciugamano e scomparve nel deposito per poi uscirne con degli abiti asciutti che diede alla bambina,quindi ritornò nella costruzione per lasciarle il tempo di cambiarsi.La ragazza osservò gli indumenti:una camicia bianca larga e leggera e un paio di pantaloncini.Decise di indossare solo la prima,profumava di pulito e sale e le arrivava poco sopra al ginocchio.Stese il suo vestito su uno scoglio,bussò alla porta della costruzione dentro la quale c'era Finnick e,si sedette sulla spiaggia annodando e districando un pezzo di corda.

 

Quando sentì bussare,il ragazzo uscì dal deposito e andò a sedersi vicino ad Annie.Avvolta in quella camicia troppo larga sembrava ancora più piccola e indifesa del solito,annodava un pezzo di corda logoro portato dal mare e fissava la distesa azzurra e verde con le lacrime agli occhi.Istintivamente Finnick la strinse a sé,dandole un lieve bacio sulla guancia.Lei si appoggiò al suo petto e,continuando a fare nodi,iniziò a calmarsi.Quando il respiro le tornò regolare,Finnick le chiese perchè annodasse quella corda. “Perchè mi calma” Fu la risposta di lei.

Rimasero abbracciati in silenzio fissando il mare per alcuni minuti,poi Annie disse:”Finnick,se ti dicessi perchè ho paura del mare,tu non lo racconteresti a nessuno,vero?” “Certo Annie.Me lo terrei per me e cercherei di aiutarti a superarla.”

“D'accordo allora...” Trattenendo le lacrime,Annie iniziò a raccontare ciò che non sapeva nessuno tranne Crux.

 

Hermit Cresta era un uomo alto,con i capelli scuri e una voce fonda.Aveva molte qualità,ma quella impressa nella mente di Annie era la sua gentilezza.Era il capitano di una nave da crociera ,la McWay,e quindi era costretto a scomparire per due mesi ogni quattro per portare i capitolini in giro per il mare.Nel periodo in cui stava a casa si dedicava anima e corpo ai figli:giocava,insegnava loro a leggere,scrivere,fare i nodi,a conoscere e sfruttare il vento e a costruire barche in miniatura da mandare alla deriva in balia delle correnti marine.

Voleva molto bene a Ranor,ma aveva un debole per Annie:piccola,dolce,sempre sorridente e bendisposta era praticamente la figlia perfetta.

Una mattina di settembe Annie si svegliò di buon ora.La scuola sarebbe iniziata dopo poche settimene e,lo stesso giorno,Hermit sarebbe ripartito,quindi la bimba decise di passare con lui quella giornata.Si vestì di corsa e poi andò nella camera dei genitoi a svegliarlo.

“Buongiorno Papà!Sono sette e mezza ed è già tardi!” “Che succede Annie?” chiese lui con voce assonnata. “Voglio uscire in barca con te!Sono già tre giorni che la nostra Mary è ferma in porto...inizierà a chiedersi se non l'abbiamo abbandonata..” Un sorriso comparve sul volto dell'uomo che disse:”Vai a prendere formaggio,pane e marmellata in dispensa mostriciattolo!”

Annie obbedì felicemente ad padre:quello che doveva prendere erano i componenti del pasto che Hermit preparava quando erano in mare.

Fecero colazione e si vestirono così velocemente che alle otto e un quarto furono pronti a uscire.Annie saltellava tenendo la mano del padre.Laria fresca svegliò definitivamente entrambi e il profumo salmastro del mare si mischiava a quello del pane appena fatto e dei fiori esposti davanti ai rispettivi negozi.

Mary era una piccola barca con la vela bianca e lo scafo azzurro.Il nome era stato dipinto da Crux in modo che sembrasse scritto con la schiuma marina e lungo la chiglia erano disegnati dei tentacoli di polpo colorati in violetto.

Hermit la portò a largo con maestria e catturando il vento.Dopo tre ore di navigazione gettarono l'ancora e mangiarono i panini preparati dal padre:il sapore forte del formaggio contrastava con il gusto agrodolce della marmellata di agrumi e l'insieme lasciava in bocca u retrogusto aspro.Dopo altre due ore di navigazione si alzò un vento molto forte e improvviso che increspava il mare e sballottava la barchetta.

Hermit virò bruscamente puntando la prua verso la costa che sembrava una strisciolina informe sulla linea dell'orizzonte.La vela era gonfissima e spingeva la barca con forza doppia rispetto al solito.Dopo un'ora di navigazione avevano coperto metà del tragitto percorso e si riusciva anche a vedere il faro che illuminava l'oscurità delle nuvole dalla punta nord.

“Ci siamo quasi,Annie!” La bambina si teneva al bordo dello scafo per non venire sbalzata fuori.Da lontano si vedeva una barca di salvataggio che si avvicinava,probabilmente Crux li aveva mandati a salvare il marito e la figlia.Hermit stava districando una cima,impigliata all'albero,da attaccare alla nave per farsi trascinare fino in porto,ma un'onda più alta delle altre si abbatté su Mary,rovesciandola.La barchetta scricchiolò sotto la forza del mare e si ruppe.Alcuni pezzi di chiglia galleggiavano intorno a loro e Annie si issò su uno di quelli per non annegare.Hermit annaspava a pochi metri da lei. Ma perchè non nuota? Quell'uomo era uno dei nuotatori migliori del Distretto!Le ci volle un po' per capire cosa stava succedendo:la cima che stava districando prima si era impigliata al suo piede e il peso della vela piena d'acqua lo stava trscinando in basso.

La nave di salvataggio arrivò d loro e colò una scaletta.Con una fatica immane,Hemit nuotò fino ad Annie e la aiutò a salire sulla barca,poi,con uno sbuffo affaticato,smise di lottare contro la gravitò e venne inghiottito dalle onde.

 

Annie Concluse il suo racconto con voce rotta e gli occhi lucidi.Parlare del padre le faceva male,Finnick se ne rese conto e la abbracciò con più forza di prima e la cullò fra le sue braccia.Lei pianse tutti i problemi e le paure delle ultime settimane,la morte del fratello,l'assenza della madre e il ricordo del padre.Con quell'atmosfera triste,dolce e raccolta,la spiaggetta di Finnick divenne il loro luogo segreto.

 

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

Eccoci con un nuovo capitolo.A questo ci siamo particolarmente legate e ci è piaciuto scriverlo.Da questo capitolo si capisce bene(speriamo) la fobia dell'acqua di Annie. Be' recensite e dateci dei consigli che ne abbiamo bisogno.   :))

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Capitolo 7
*** Paure ***


Capitolo 7:PAURE

 

Davanti alla grande porta bianca la determinazione di Finnick venne meno per un momento.Erano due settimane che non si vedevano,anzi erano due settimane che Annie non usciva di casa per paura di incontrare Knot.Finnick aveva pensato più volte di andare a prenderla per fare un giro ma per una cosa o per l'altra non era più andato.Si fece coraggio e bussò con forza.La porta si aprì dopo poco e il volto gentile di Crux comparve sulla soglia.Finnick si accorse che la donna sembrava molto invecchiata nell'ultimo periodo:le rughe appena accennate ai lati della bocca erano diventate più profonde,delle piccole occhiaie persistenti erano apparse sotto gli occhi e fra i capelli si vedevano alcuni fili bianchi.

“Salve signora.Volevo vedere Annie,è in casa?” chiese Finnick un po' incerto,quando parlava con lei era sempre esitante. “Ciao Finnick”disse con voce stanca”Sì è in casa.Meno male che sei venuto,io non riesco a farla uscire.Mi ha raccontato quello che è successo e non vuole lasciare casa.”

Dopo quelle parole,Finnick si avviò verso la stanza di Annie.Arrivato lì davanti esitò poi si fece coraggio e bussò.Dopo qualche secondo la ragazza aprì la porta e quando lo vide sul suo viso comparve un'espressione sorpresa. “Finnick!Ciao!Non pensavo fossi tu.Che ci fai qui?” chiese ancora sorpresa di vederlo. “Ciao Annie.Tutto bene?Secondo te perchè sono qui?Volevo vederti.Mi fai entrare o devo rimanere sulla porta fino a Natale?” rispose con la suo solita aria beffarda. Annie alzò gli occhi al cielo e sulle labbra si intravide un leggero sorriso.Si spostò di lato e lo fece entrare,lui si sedette sul letto con lei accanto.Senza guardarla negli occhi le disse:”Come stai?Sono due settimane che non esci.” Annie si stava guardando le meni “Sto bene Fin,non sono uscita perchè non voglio incontrare Knot” “Allora vieni con me.Lo sai che gli faccio paura.Andiamo alla spiaggetta?”

Annie non rispose subito,Finnick notò che era nervosa e continuava a tormentarsi le mani. “Va bene.Ma solo se non mi lasci da sola”disse lei alzandosi dal letto. “Non ti preoccupare.Tanto nessuno conosce l'esistenza di quella spiaggia.E' il nostro posto segreto.” rispose Finnick alzandosi a sua volta dal letto,Annie gli sorrise e prese la borsa.Usciti di casa si avviarono verso la spiaggetta. Arrivati lì Finnick entrò in acqua e Annie si sedette sulla riva.Lui si annoiava da solo in mezzo al mare così gli venne in mente un'idea.Uscì dall'acqua quasi gridando:”Annie!Mi è venuta un'idea fantastica!Che ne diresti se ti insegnassi a nuotare?”

Annie che era sorpresa da quella proposta non sapeva cosa rispondere “Finnick lo sai che ho paura dell'acqua,te l'ho già spiegato” rispose infine “Non ti devi preoccupare,rimaniamo dove si tocca e poi ti tengo io.E' ora che impari a nuotare.” “Ok,hai vinto.Ma rimaniamo a riva e non più in là.Capito?”

Finnick rise e si avviò verso l'acqua bassa.In tanto Annie si tolse i vestiti e si incamminò verso Finnick. Il ragazzo si girò mentre Annie stava arrivando.Notò che era cresciuta,si conoscevano da appena un anno ma lei stava iniziando a trasformarsi,abbandonando le forme tipiche della bambina. Annie si immerse nell'acqua fino alle ginocchia e poi si bloccò,sbiancò in viso e spalancò gli occhi.Il suo respiro si fece affannoso quasi non riuscisse a respirare.

Finnick si accorse che la ragazza stava per avere un attacco di panico così le si avvicinò,le accarezzò lievemente il braccio e le disse:”Hey stai tranquilla.Ci sono io e poi il mare è tranquillo.” “Anche l'altra volta era calmo...” rispose lei con lo sguardo fisso sull'orizzonte.

“Non devi avere paura.Oggi ci immergiamo soltanto,poi quando te la sentirai,inizieremo con le lezioni di nuoto vere e proprio.”

Annie prese coraggio ed entrò completamente in acqua.

 

Si era tranquillizzata,Finnick le stava accanto e le mostrava come rimanere a galla.Lei si impegnava e cercava di fare come diceva il ragazzo,ma non le riusciva molto bene.

Dopo quella lezione uscirono dall'acqua e si asciugarono.Quando furono vestiti,Finnick la riportò a casa e decisero di vedersi anche il giorno dopo per andare in spiaggia.

Il giorno seguente,però,non entrarono in mare.Annie aveva deciso di insegnare a Finnick il metodo per fare i nodi,così passarono tutto il pomeriggio a intrecciare corde e a ridere.

Trascorsero così quasi tutta l'estate.La loro amicizia diventava sempre più forte,Annie si accorse che stava iniziando a riprendersi dalla morte di Ranor.Cercava di reagire a differenza della madre.

Iniziarono un nuovo anno scolastico e anni conobbe una ragazza di nome Minnow che era stata assegnata alla sua stessa classe,non era molto alta,più o meno come lei,aveva una cascata di capelli biondi e lisci,portava la frangia e aveva dei meravigliosi occhi nocciola.Era molto carina e gentile,e poi era l'unica che le parlasse in classe,poichè gli altri ce l'avevano ancora con lei per essere legata a Finnick.Le due bambine diventarono inseparabili e per la prima volta Annie ebbe una migliore amica.

Minnow era molto solare e piaceva a tutti,anche a Finnick che,dopo averla conosciuta,convenne che sarebbero potuti diventare amici,non come lui ed Annie,ma pur sempre amici.

Knot,temendo che Finnick lo picchiasse e umiliasse,non si era più fatto vedere in giro e girava addirittura voce che fosse stato chiamato da Capitol City a studiare nelle loro scuole iperecnologiche per l'intelligenza di cui era dotato ma la sorte del ragazzo non rientrava negli interessi dei giovani.

Nel Distretto 4 faceva sempre caldo,così Finnick e Annie continuarono con le lezioni di nuoto,che non vedevano miglioramenti,e le lezioni di nodi,durante le quali il ragazzo si dimostrò sempre più abile nel maneggiare la corda.

Si divertivano molto insieme.Un giorno Finnick si era immerso per cercare delle conchiglie mentre Annie lo aspettava sulla riva con i piedi a bagno.Quando riemerse e uscì dall'acqua,la ragazza notò che al centro della schiena c'era una piccola stella marina.Annie iniziò a ridere,quando la stacco gli rimase un segno rossiccio a forma di stella,così lei riprese a ridere ancora più forte.Finnick non avendola mai vista così divertita,si unì alla risata.

L'inverno passò velocemente senza troppi problemi.Annie era sempre impegnata,un giorno con Finnick e uno con Minnow.

Arrivò la primavera e con essa anche il suo dodicesimo compleanno.Quell'anno avrebbe affrontato la sua prima mietitura.

 

Ecco arrivata la seconda mietitura di Finnick.Non era agitato come l'anno precedente,certo aveva un po' di ansia ma non ci faceva troppo caso.

Quella mattina si svegliò presto e uscì di casa per andare a trovare Annie che sicuramente sarebbe stata agitatissima per la sua prima estrazione.

Andò davanti alla porta e bussò.Apri Crux,la donna aveva delle occhiaie marcate e gli occhi gonfi dal pianto.Aveva l'aria di una che non dormiva molto da quando aveva perso il figlio.

Crux chiamò Annie e dopo poco lei fu lì fuori con lui.

“Ciao An.Vieni”disse allungando la mano verso di lei,la ragazza gliela prese ” Andiamo a fare una passeggiata in spiaggia” Si diressero verso il loro luogo segreto,quando lo raggiunsero si sedettero sulla riva uno acconto all'altra con le mani ancora intrecciate.Finnick si accorse che Annie stava tremando. “Annie va tutto bene,sta tranquilla” “Fin come faccio a stare tranquilla dopo quello che è successo a Ranor?Ho paura.Non voglio morire.”Il ragazzo sentiva che stava trattenendo le lacrime.

“Vedrai che andrà tutto bene.LA prima volta fa sempre paura.” la cinse con il braccio e lei appoggiò la testa sulla sua spalla. “Sei il mio migliore amico Fin” Finnick rimase piacevolmente sorpreso dalla sua affermazione.Non avrebbe mai pensato che Annie,la timida Annie,gli potesse dire ciò. “Anche tu sei la mia migliore amica An,e finchè mi starai accanto non ti succederà niente.Te lo prometto.” Annie gli si avvicinò ancora di più e lo abbraccio cingendogli la vita.Lei stava rannicchiata sotto il suo braccio,era così minuta.Le voleva bene,Veramenta.Non aveva mai conosciuto una persona più dolce e buona di lei.Era stato proprio fortunato ad incontrarla.

 

Finnick l'accompagnò a casa dicendole che si sarebbero visti dopo la mietitura.

La madre di Annie le aveva preparato la vasca da bagno,la ragazza si lavò e si sistemò i capelli che le ricadevano sulle spalle in leggere onde e decise di lasciarli sciolti.Scelse un vestito con colori troppo accesi,blu scuro e semplice con le maniche lunghe fino al gomito.

Dopo aver mangiato qualcosa si avviò con la madre verso il Palazzo di Giustizia.Arrivati lì,Crux le accarezzò la guancia e andò a mettersi nella zona riservata ai genitori dei probabili estratti.

Annie era Agitata,continuava a tormentarsi le mani sudate.Andò a registrarsi e un pacificatore le indicò la zona adibita alle ragazze della sua età.Trovò Minnow e si sistemò vicino a lei.L'amica le strinse forte la mano.

Sul palco arrivò la capitolina,quell'anno aveva i capelli lunghi fino alla vita di un giallo evidenziatore.Esordì con la classica frase:'Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore' e lasciò parlare il sindaco che iniziò a leggere il documento sulla guerra dei Giorni Bui,quel discorso letto con voce strascicata le fece salire a picco l'ansia,la paure e l'agitazione.Dopo la lettura,durante la quale venivano elencate e descritte con cura la brutalità e la disperazione dei tributi delle prime edizioni,il sindaco si ritirò dal centro del palco lasciando che la donna si avvicinasse alle due bocce e estrasse da quella delle ragazze una strisciolina di carta.

Annie trattenne il fiato mentre la capitolina leggeva il nome:”Cassandra...” la ragazza espirò contenta che non fossero né lei né Minnow.Non aveva capito il cognome di Cassandra e quando la vide sul palco non la riconobbe come una sua conoscente.La donna in giallo prese il biglietto con il futuro tributo maschio.

Annie stava fissando Finnick e notò che anche lui stava trattenendo il respiro.Aveva le orecchie ovattate e non riusciva a sentire niente distintamente,le sembrava di stare in una bolla.Vide Finnick rilassarsi e buttare fuori l'aria che stava trattenendo e capì che lui non era stato stratto.La ragazza salutò Minnow e andò a cercare la madre.Quandò la trovò l'abbracciò forte e si accorse che la donna stava trattenendo le lacrime.Mentre stavano per tornare a casa intravide Finnick con i suoi amici “Mamma,posso andare a salutare Finnick?Torna a casa da sola” Crux sorrise “Ma certo cara.Stai attenta” Annie si avviò verso il ragazzo che stava parlando con gli amici e involontariamente sentì la conversazione così per non farsi vedere si nascose dietro ad una catasta di cassa vuote.

“Allora Finnick,sei contento che la tua ragazza non sia stata estratta?” Annie pensò che fosse Grid ma non vedendolo non ne era sicura. “Chi scusa?Di cosa stai parlando?” rispose Finnick “Parlo di Annie,siete sempre insieme.Tutti pensano che sia la tua ragazza.E' così?” “Sai che non è così.Siamo solo amici.” “Solo amici” ripetè Grid “Mi piacerebbe conoscerla meglio,la tua amica.” “Non ci pensare nemmeno.Lasciala stare.” Annie guardò il gruppetto di ragazzi e notò che stavano fissando Finnick con un'espressione divertita.

Veramente pensavano che lei fosse la sua fidanzata?Che assurdità!Lei non pensava a Finnick in quel modo e poi era piccola per pensare a determinate cose (anche se viveva in una società in cui si poteva morire giovane).Loro due avevano un magnifico rapporto di amicizia ma niente di più.Scosse la testa per scacciare quei pensieri e si allontanò dal suo nascondiglio.

In strada c'erano più poche persone e uno dei ragazzi la vide arrivare e la indicò a Finnick che le sorrise.Il ragazzo salutò gli amici con un cenno del capo e la raggiunse.Le prese la mano e si incamminarono verso la spiaggia.Perchè mi prende sempre la mano? Pensò lei e represse l'istinto di ritirarla,Finnick era sempre stato gentile con lei e quel gesto sarebbe risultato altamente scortese.Annie si convinse che era semplicemente un modo per dimostrarle la sua amicizia.Arrivati sulla spiaggia si sedettero e,fino a sera,intrecciarono corte tra chiacchere e risate.

 

|ANGOLO DELLE AUTRICI|

TAAAAAADAAAAAAAA!
Ecco il nuovo capitolooo!*finalmenteee*(spero ;) )
Anyway ci ho messo un'infinità di tempo e mi scuso ma ero bloccata e la scuola non aiuta .-.
Spero vi piaccia e commentate,criticate,soprattutto critiche perchè ne ho bisogno,è la prima volta che scrivo qualcosa di gradevole (?)
Vaaa be' ciao e fatemi sapere se vi piace. :)

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: ESTRAZIONE ***


     CAPITOLO 8:ESTRAZIONE

 



La Capitolina indossava un vestito giallo fosforescente e cercava di stare in equilibrio sui suoi tacchi vertiginosi. Si avviò verso la boccia contenente i nomi delle ragazze, prese il bigliettino ripiegato con cura e lo aprì con le unghie brillantinate e lunghe come coltelli. Avvicinò la bocca al microfono e scandì con il suo strano accento il nome scritto: “Annie Cresta!”

 

La bambina si svegliò di soprassalto nella sua cameretta rendendosi conto di aver sognato. L'agitazione le chiudeva lo stomaco facendole venire voglia di vomitare e la penombra della sua stanza la opprimeva, quindi decise di alzarsi per fare una passeggiata.

L'alba stava spuntando e l'aria fresca raffreddava le guance e solleticava le gambe nude di Annie. Il vestitino leggero che indossava non la riparava dal venticello che si era alzato ma lei parve non accorgersene. Ovunque per le strade vedeva ragazzi e ragazze persi nei loro pensieri oppure intenti a colpire pietre, a quanto pareva la mietitura imminente aveva turbato il sonno di parecchie persone.

Passeggiò senza meta per alcune ore, poi a mezzogiorno tornò dalla madre per prepararsi ad andare in piazza. Entrò in casa e mangiò solo un pezzo di pane, poi si fece un bagno e indossò un vestitino di cotone blu lungo fino al ginocchio, un paio di sandali color avorio con un medaglione argentato e il cerchietto che le aveva regalato Finnick, si diede uno sguardo veloce allo specchio, sfiorò la conchiglia che splendeva rosea al suo polso e uscì seguita da Crux.

Nonostante mancasse ancora più di un'ora alla mietitura, la piazza era già piena di ragazzi, genitori e cameraman. Annie diede un bacio alla madre, si registrò e andò dalle ragazze della sua età.

Fra le zone adibite ai tributi femmine e maschi c'era un piccolo corridoio delimitato da corde di velluto rosso rubino.

Nella zona dei ragazzi Finnick si stava aggiustando il completo azzurro che era stato costretto ad indossare. Annie si rese conto che quel giorno lui era particolarmente bello: il vestito metteva in evidenza il suo corpo da quattordicenne alto, snello e muscoloso, i capelli incorniciavano il viso ambrato con una serie di ciocche bronzee e gli occhi brillavano per l'ansia e per il sole. Il ragazzo la salutò con un sorriso che lei ricambiò, ma non andò a parlargli perchè altrimenti il senso di panico sarebbe aumentato.

 

 

Finnick non riusciva a staccare gli occhi da Annie: il vestito le abbracciava le forme accennate mettendole in evidenza e nascondendole allo stesso tempo facendola sembrare adulta e bambina. Avrebbe voluto parlarle ma sapeva che lei stava morendo di agitazione, come lui.

 

La capitolina arrivò indossando un vestito fuxia e oro ricco di pieghe e fiocchetti, un trucco pesantissimo e una parrucca blu notte a boccoli. Parlò con la sua voce nasale e una accento molto marcato per salutare tutti i ragazzi e augurare che la buona sorte potesse essere sempre a loro favore, poi lasciò il posto al sindaco perchè leggesse, come ogni anno, le motivazioni degli Hunger Games, quindi riprese parola. “E adesso iniziam! Prima le signore.” Si avvicinò alla boccia di vetro con una lentezza spaventosa, e con la stessa flemma aprì il biglietto: “Sarah Hopkins!”

 

Sarah era una ragazzina di 16 anni minuta e delicata. Essendo figlia di uno dei maggiori esponenti del Distretto 4, Henry Hopkins, non si era mai allenata per i Giochi perchè sapeva che ci sarebbe sempre stata una volontaria per sostituirla, e così sarebbe stato se non fosse cambiata la situazione nel 4: fino a poco tempo prima solo gli abitanti più poveri o in cerca di gloria si allenavano per offrirsi come tributi, mentre i ricchi continuavano tranquillamente a vivere senza preoccuparsi per la mietitura, ma nell'ultimo anno la capitale aveva iniziato a fare ordinazioni di prodotti marini sempre maggiori impiegando nel lavoro ogni singolo abitante e, quindi, impedendo ai meno abietti di allenarsi. Quindi la povera Sarah dovette recarsi verso il palco senza nessuno che la sostituisse. Nel tragitto inciampò nei suoi stessi piedi più volte, il sindaco dovette aiutarla a salire e quando lei si girò verso il pubblico, tutti videro apparire delle ombre bluastre sotto i suoi occhi e sulle labbra carnose.

“E adesso i ragazzi!” La capitolina afferrò un biglietto dalla seconda boccia, lo aprì e lesse ad alta voce:” Finnick Odair!”

 

 

Annie si girò verso Finnick pallida e con le orecchie che ronzavano. Come in un sogno lo vide farsi largo tra i suoi compagni e camminare lungo il corridoio verso il palco anche lui pallido e con gli occhi ingigantiti dal terrore. Strinse la mano a Sarah e poi venne scortato al palazzo di giustizia da due pacificatori.

 

 

Annie ci mise qualche minuto a capire cosa stesse succedendo, il suo amico, confidente, protettore, una delle persone più importanti della sua vita, il SUO Finnick stava per essere gettato in un'Arena a combattere fino alla morte contro altri 23 tributi. Alla ragazza cedettero le gambe per un istante quando le apparì nella testa l'immagine fugace del fratello ferito a morte da un pugnale. Appena riprese stabilità si fiondò al palazzo di giustizia, verso la stanza dove diede l'ultimo addio a Ranor.

 

 

La stanza degli addii era impregnata dell'odore salato del mare che invadeva ogni luogo nel Distretto 4. Un divanetto rosso cercava di tentare Finnick ad accomodarsi, ma lui non sarebbe riuscito a sedersi nemmeno volendo. Il legno che costituiva un tavolino posizionato davanti al sofà era ricoperto da una sottile patina bianca, deposito del sale rapido al mare dal vento negli anni.

Sentì un rumore provenire da dietro alla porta che si aprì di colpo permettendo l'ingresso ai genitori di Finnick.

Dal giorno del sequestro di Sherine, i signori Odair avevano iniziato a dare sempre più importanza all'apparenza che all'essenza, per non dimostrare il dolore della tragedia che stavano vivendo, studiando fin nei minimi particolari i comportamenti che avrebbero dovuto adottare in ogni situazione. Infatti la signora Odair nel suo vestito di seta argentata, per mostrare la sua disperazione per la sorte del figlio, tamponava ogni quindici secondi esatti con un fazzoletto blu gli occhi asciutti simulando un pianto senza lacrime mentre il signor Odair camminava con la testa bassa e cingendo le spalle della moglie. Quando la porta si richiuse i tre si guardarono in silenzio per alcuni istanti, poi il padre fece un discorso incoraggiante al figlio dandogli delle grandi pacche sulle spalle. Dopodiché il pacificatore entrò nella stanza intimando i genitori ad uscire, la signora Odair, prima di voltarsi e andarsene, fissò Finnick negli occhi e con voce piatta e sguardo di pietra disse solo “Fagliela pagare:” La porta si riaprì dopo pochi minuti e il ragazzo venne investito da Annie che si era fiondata tra le sue braccia. Sentendola piangere, la prese in braccio e si sedette sul divano adagiandola sulle sue ginocchia ed accarezzandole i capelli come immaginava avrebbe dovuto fare un fratello.

Tra le lacrime Annie ripetè a Finnick quanto gli volesse bene e quanto le dispiacesse per la sua sorte. Il ragazzo, per un secondo, si sentì felice perchè qualcuno stava davvero male per lui, ma oi gli venne in mente cosa sarebbe successo in poche settimane e lo stomaco gli si chiuse pervadendogli il corpo di piccole scariche elettriche.

Quando la ragazza smise di piangere lo fissò negli occhi e con uno sguardo supplichevole chiese:” Ti prego, fai attenzione! Sei forte e sei bello, sai quanti sponsor potresti conquistare?”

Quella specie di strategia fece sorridere Finnick, anche lui aveva pensato di accaparrarsi sponsor grazie al suo fisico, ma aveva bocciato l'idea, adesso però detta da Annie sembrava una cosa possibile, anzi sembrava l'unico modo per potersi salvare. Appoggiò la propria fronte su quella di lei e, con tutta la convinzione che possedeva, le disse: “Tornerò, Annie, te lo giuro. Non so come ma tornerò.” Annie sorrise, gli prese la mano e gli legò qualcosa al polso, lui abbassò lo sguardo e vide una striscia di tessuto giallo pastello intrecciato con al centro una piccola conchiglia bianca. Guardò Annie con uno sguardo confuso e risentito

“Era un regalo..”

“Tu ne hai più bisogno di me. Quando nell'Arena penserai di volerti abbandonare, quando perderai la speranza di tornare a casa, guarda la conchiglia e ricordati della promessa che mi hai fatto.”
“Annie..” Il pacificatore entrò nella stanza interrompendo il colloquio. Annie diede un piccolo bacio sulla guancia di Finnick che le sfiorò con le labbra la punta del naso, poi la porta si chiuse dietro alle spalle della ragazza e lui si ritrovò da solo.

 

 

Il treno correva talmente veloce sulla sua monorotaia che nel giro di poche ore avrebbero raggiunto Capitol City. Il vagone ristorante era, durante le ore lontane dai pasti, una saletta da buffet disseminata di poltroncine di velluto blu e tavolini inn legno carichi di dolci vari e bevande colorate. Finnick sedeva vicino alla finestra osservando un paesaggio sconosciuto sfilargli davanti agli occhi e sbocconcellando un cupcake violetto ai mirtilli e miele, mentre Sarah con gli occhi arrossati dal pianto divorava una fetta di torta alla panna e crema pasticcera. La capitolina fece il suo ingresso nel vagone ristorante. Aveva cambiato abito, nonostante non ci fossero telecamere a riprenderla, e ora indossava un abito corto, leggero, senza maniche, viola cosparso di brillantini blu e un paio di scarpe blu con degli enormi fiocchi sui talloni e dei tacchi vertiginosi, in faccia aveva stampato un sorriso a trentasei denti, messi in evidenza dal rossetto viola scuro.

“Buongiorno tributi!” La sua voce era acuta e martellante e i suoi modi di fare fin troppo allegri e frizzanti. “Sono Margaret, ma chiamatemi Margie!” Chiamatemi Margie fece svolazzare i capelli per sottolineare il suo nome “Domani mattina presto arriveremo a Capitol City, quindi riposatevi bene,” Secondo svolazzo “E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!” Con un ultimo svolazzamento della chioma blu Chiamatemi Margie uscì dal vagone ristorante, probabilmente per cambiarsi di nuovo d'abito.

Finnick osservò Sarah e si rese conto che gli ricordava vagamente Annie: stessa chioma indomabile, stessa aria indifesa e, soprattutto, stesso sguardo perso.

Lui provò lo strano desiderio di proteggerla stupido si disse tra poco sarai nell'Arena a combattere per la tua vita. Non puoi venire meno alla promessa. Decise di abbandonare il suo cupcake mezzo mangiato e di andarsene in camera. “Buonanotte Sarah, e possa la buona sorte essere sempre a tuo favore!” disse alla ragazza con una perfetta imitazione della voce nasale di Margie, poi imitando uno svolazzo dei capelli, sculettando vistosamente e fingendo di stare in equilibrio su un paio di tacchi altissimi lasciò la stanza accompagnato dalle risate della giovane.

 

 

La sua camera era in fondo al treno ed era composta da un letto, un armadio, un minibar e un bagno. Si fece una doccia e si infilò nel letto in mutande. Nonostante fossero le 22, si addormentò immediatamente.

Venne svegliato da dei colpetti veloci alla porta seguiti da uno stridulo “Sveglia, sveglia! È iniziata un'altra fantastica giornata!” Finnick guardò l'orologio a led che risplendeva vicino al suo letto e segnava le 6:30 del mattino. Come faceva Chiamatemi Margie ad essere così allegra già a quell'ora?

Maledicendola si alzò e, dopo essersi fatto velocemente una doccia, indossò un maglioncino azzurro e grigio di cotone e un paio di pantaloni leggeri. Si presentò nel vagone ristorante con i capelli ancora bagnati che gli ricadevano sugli occhi ricevendo in cambio uno sguardo adorante di Sarah.

Prese da un tavolo da buffet una minicrostata all'albicocca, alcune fragole ricoperte di cioccolato, un bicchiere di succo all'arancia e una tazza di latte e cacao amaro e si sedette su una poltroncina rossa di fronte all ragazza posando la sua colazione su un basso tavolino in mogano. Iniziando a mangiare le fragole lanciò un'occhiata a Sarah. La ragazza indossava una semplice maglietta azzurro chiaro che le abbracciava il corpo e dei pantaloni bianchi attillati, i capelli erano raccolti in uno chignon e alcuni ciuffi sfuggiti al fermaglio le incorniciavano il viso. Gli occhi di lei lo osservavano da dietro una tazza di caffè forte, Finnick le rivolse un sorriso e lei abbassò lo sguardo arrossendo.

Proprio in quel momento entrò nello scompartimento una dona sulla settantina, il ragazzo la riconobbe immediatamente: Mags, la prima vincitrice donna del Distretto 4, una sorta di leggenda vivente. La donna, dalla figura slanciata e una chioma di capelli grigi, era famosa per la sua intelligenza e capacità di fare strategie, qualità che le avevano permesso di vincere gli Hunger Games e di diventare un mentore che poteva vantare un gran numero di vittorie.

Mags prese una piccola meringa rosa, la intinse in una ciotola di cioccolato fondente fuso e si sedette su una poltroncina vicino ai due ragazzi ai quali rivolse uno sguardo pieno di simpatia ed apprensione, quindi iniziò a parlare: “Io sono Mags e sarò il vostro mentore. Eric, il mio collega, è già a Capitol City, a discutere con i vostri stilisti. Il mio compito è quello di riportare a casa almeno uno di voi facendo tutto ciò che è in mio potere per assicurarvi degli sponsor e cercare di non farvi mancare niente quando sarete nell'Arena, il vostro compito è quello di vendere cara la pelle. Ogni mattina e ogni sera per le prossime due settimane faremo una riunione e decideremo una strategia giorno per giorno. A Capitol City inizieranno i vostri allenamenti. Se avrete delle richieste dovrete farle solo a me o a Eric. Io seguirò principalmente Finnick mentre il mio collega Sarah. Ci sono domande?” Mags aspettò qualche secondo in silenzio, poi continuò:”Tra due ore circa arriveremo a destinazione. Il primo consiglio che vi do è di farvi apprezzare dal pubblico quindi tu, Finnick, fai in modo che i capelli ti ricadano intorno agli occhi con dei boccoli così da assumere un'aria innocente, mettiti qualcosa che metta in mostra un po' più di pelle e abbandona quell'aria da damerino e tu,Sarah, mettiti un vestito corto, sciogliti i capelli e truccati un po'.” Detto questo addentò la propria meringa rosa. Finnick e Sarah finirono di corsa la loro colazione e si fiondarono in camera. Dopo circa un'ora e trenta e quarantadue capi diversi, Finnick decise di indossare una canotta verde fintamente rovinata che metteva in mostra i bicipiti, un paio di pantaloni al ginocchio neri e dei mocassini neri in tela, fece cadere alcuni boccoli davanti agli occhi è uscì nel corridoio del treno. Proprio in quel momento la porta della camera di Sarah si aprì. La ragazza indossava un vestito bianco senza spalline che arrivava fino a metà coscia e dei sandali bronzei, i capelli le ricadevano sulle spalle in boccoli ordinati e gli occhi erano ingranditi dall'eye-liner rendendola innocente ed eterea.

Il treno rallentò bruscamente in vista della capitale e Sarah scivolò fra le braccia di Finnick reggendosi a lui per non cadere. Proprio in quel momento comparve nel corridoio Chiamatemi Margie in uno sfavillante abito rosa shocking completo di guanti al gomito coordinati e sandali dai tacchi improponibili argentati che, con la sua solita vocetta allegra, disse ai ragazzi: “Stavo per venire a dirvi che tra pochi minuti arriveremo alla stazione di Capitol City, ma forse è meglio che ripassi dopo..” se ne andò con aria fintamente imbarazzata e i due si staccarono immediatamente mentre le loro guance si dipingevano di rosso.

 

 

La stazione era gremita di capitolini che si spingevano per vedere i tributi del Distretto 4 e giornalisti che con le loro grosse telecamere cercavano di riprendere qualche immagine dei due favoriti. Finnick, seguendo le istruzioni di Mags, ammaliò quante più donne possibili con sguardi irresistibili e sorrisi ambigui, mentre Sarah salutava timidamente.

 

 

La stanzetta dei preparartori era piccola e bianca e ovunque aleggiava l'odore della cera calda. Finnick giaceva sdraiato su un lettino imbottito da estetista completamente nudo mentre i due aiutanti della stilista gli giravano attorno punzecchiandolo con delle pinzette e cospargendolo di un unguento dall'odore forte e acre studiato per non far crescere i peli per almeno tre mesi. La coppia appariva molto singolare agli occhi del ragazzo: il primo si chiamava Otto ed era un ometto basso e tarchiato dall'aria simpatica con la pelle verde acqua, una chioma blu cotonata sulla fronte e un paio di occhialetti tondi appoggiati sul naso all'insù, la seconda era una ragazza di nome Jessamine che non dimostrava più di vent'anni, alta, magra con la pelle chiarissima, una spruzzata di lentiggini sul naso, occhi grandi, verdi, lievemente a mandorla, cerchiati da uno strato di eye-liner e contornati da un tatuaggio a volute che le occupava parte dell'alta fronte e capelli arancioni, lunghi fino alle cosce e tenuti fermi a sinistra da delle forcine in modo che ricadessero solo sul lato destro coprendole la spalla e parte del viso.

Otto chiacchierava in continuazione mentre Jessamine stava praticamente sempre zitta. Quando anche l'ultimo pelo venne strappato dal corpo di Finnick, i due scomparvero attraverso una porticina. Il ragazzo saltò giù dal lettino infilandosi un accappatoio leggero giusto in tempo per coprire il suo corpo all'entrata della stilista.

Brillance, una delle designer di moda più famose e stimate di Panem, era una donna altissima e formosa, il seno era stato ingrandito spropositatamente e la vita ristretta, il naso era stato rimpicciolito e le labbra gonfiate, i capelli a caschetto erano di un verde intenso e la pelle un po' troppo rosata per essere naturale. Sulle clavicole si arricciavano in volute sinuose delle linee nere tatuate con incastonate delle pietre preziose rosse. Lo sguardo della donna, intensificato dal trucco, misurava Finnick e lo osservava come se volesse insinuarsi sotto l'accappatoio, poi con un gesto imperioso gli fece capire di sedersi su una delle due sedie in plastica trasparente situate ai due lati di un tavolino bianco.

Quando iniziò a parlare, la sua voce si rivelò essere forte e fonda.

“Io sono Brillance e sono la tua stilista. Il mio compito è quello di farti brillare, risaltare, oscurando tutti gli altri tributi e con il costume che ti ho preparato sicuramente sarà così. Ora togliti l'accappatoio e mettiti al centro della stanza.”
Finnick fece quanto detto, coprendosi imbarazzato con le mani le parti intime. La donna lo squadrò da capo a piedi, poi con un'aria soddisfatta se ne andò.

 

I cavalli partirono e il carro su cui si trovavano Finnick e Sarah si mosse verso la grande porta del centro di preparazione. Il ragazzo cercò di non pensare al fatto che i capelli gli solleticavano il collo e che calzoncini che indossava pizzicavano le cosce e rivolse la sua attenzione al pubblico che stava per incontrare.

Durante il suo primo incontro con la silista aveva capito che le sue intenzioni non sarebbero state buone quando gli aveva lanciato quell'occhiata famelica e infatti così fu:Finnick indossava solo un paio di calzoncini striminziti di tela bianchi e un mantello blu ricoperto di piccole gemme perlacee che richiamavano la schiuma marina, il viso e il petto erano stati cosparsi di glitter azzurri e fra i capelli erano state inserite alcune piccole conchiglie bianche che risaltavano sulla sua chioma bronzea. Il carro raggiunse la porta e i due giovani vennero investiti dal boato della folla adorante. I ragazzi erano stati venduti al favore del pubblico con facilità perchè entrambi erano molto belli e soprannominati dai capitolini come “Doppia A” in quanto li accostavano alle due divinità greche Apollo e Afrodite.

Le gambe di Sarah, alla vista della vastità del pubblico, cedettero e Finnick lo passò un braccio dietro alle spalle per sorreggerla. A questo gesto il pubblico si sciolse e le guance della ragazza si colorarono di rosso. Il ragazzo, osservandola, si rese conto dell'ottimo lavoro fatto dal socio di Brillance, Gordon: Sarah indossava un abitino bianco tempestato di gemme azzurre,i capelli erano intrecciati e costarsi di piccole perle bianche e il suo corpo era completamente ricoperto di glitter bianchi e azzurri.

 

I carri comparvero sulla lunga via. Gli spalti che costeggiavano il viale della sfilata erano gremiti di gente e tutti gli abitanti di Panem iniziarono ad esultare, tutti tranne uno. Annie era seduta in un ampia poltrona in salotto e guardava la sfilata dal televisore con gli occhi umidi. Quando comparve Finnick iniziò a piangere disperatamente rendendosi conto in quel momento che probabilmente non sarebbe mai più tornato da lei. La vide sorridere al pubblico, ammiccare alle telecamere, mandare baci e abbracciare Sarah “Sta facendo di tutto per farsi apprezzare, sta seguendo la mia strategia, sta facendo tutto quanto in suo potere per tornare a casa..” pensava confortata Annie scossa dai singhiozzi.

Dopo aver ripreso più volte i vari tributi, fecero uno stacco per ascoltare le idee dei presentatori (che come ogni anno erano la coppia Flickerman-Templesmith) ed Annie andò a lavarsi la faccia dalle lacrime. Ritornò giusto in tempo per ascoltare il solito discorso di Snow, nel quale esortava i tributi a dare il massimo ad augurava che la buona sorte fosse sempre a loro favore, e per vedere i carri scomparire dietro la porta del centro d'addestramento.

 

Quando finalmente il carro si fermò, Finnick aiutò Sarah a scendere (dopo aver agilmente toccato il duro pavimento di pietra) e scrutò nella penombra dell'ingresso alla ricerca della forte e sicura figura di Mags. La donna comparve sulla soglia del centro pochi istanti dopo accompagnata da un signore alto, di costituzione media e dall'aria rispettabile. “Siete stati fenomenali!” Mags sembrava pittosto soddisfatta dalla sfilata. Poi, come ricordandosi all'improvviso dell'uomo al suo fianco, disse: “ Oh giusto.. Finnick, ti presento Eric, il tuo secondo mentore”- Eric salutò Finnick con una vigorosa stretta di mano-”Sarah.. beh tu lo conosci già.” L'uomo fece un piccolo inchino in direzione della ragazza che gli rispose con un ampio sorriso, poi con voce gentile disse:2Potete scusarci un momento? Vorrei congratularmi in privato con il mio tributo.” e senza aspettare la risposta parrò un braccio attorno alle spalle di Sarah e la condusse via dicendole: “Sei stata perfetta principessa! Tutta Panem parlerà di te adesso....”
Finnick si rese conto che le gambe della ragazza stavanoa ncora tremando e che Eric stava facendo di tutto per incoraggiarla, provò un senso di gratitudine per quell'uomo e lo ringraziò mentalmente per l'ottimo lavoro cge stava facendo. La voce di Mags riportò il ragazzo alla realtà: “E' un ottimo mentore e una persona molto dolce e sensibile. In teoria sarebbe dovuto spettare a te, ma penso che la sua personalià sia molto più utile a calmare i nervi di quella povera ragazza, spero che non ti dia fastidio avere un mentore donna.” Finnick scosse il capo, in effetti i modi sbrigativi e pratici di Mags gli infondevano una sicurezza che sicuramente la dolcezza e la sensibilità non avrebbero dato.

La donna proseguì: “Molto bene. So che è tardiper una riunione e che in questo momento sei stanco, ma cerca di prestarmi attenzione un attimo. Sarah è debole fisicamente e psicologicamente, quasi di sicuro non riuscirà a superare il bagno di sangue iniziale e ne è consapevole. Passare le sue ultime giornate con colui che potrebbe ucciderla non è facile, se in più tu cerchi di ignorarla è la fine. Vorrei chiederti di starle vicino e rassicurarla in questo periodo di preparazione perchè per lei sarà il più duro mai passato e mi piacerebbe che tu la facessi sentire al sicuro. Pensaci su.” Detto questo se ne andò lasciandolo avvolto da una sensazione di ripudio verso sé stesso.

Quella notte il sonno di Finnick venne disturbato dagli incubi.

Era nell'Arena con Sarah, avevano fatto un'alleanza e stavano facendo la guardia schiena contro schiena quando, dal nulla, cadde su di loro una pioggia di frecce seguita da un'orda di tributi. Ovunque infierivano su di loro pugnali, spade, sassi e pugni. Finnick cercava di difendere sé stesso e Sarah colpendo con un lungo pugnale chiunque si avvicinasse. Quando riuscì a sconfiggere tutti i nemici sentì un gemito alle sue spalle: Sarah era stata colpita al petto e ora si ritrovava in un lago di sangue. Il volto rigato di lacrime lo guardava con disprezzo e dalla bocca uscì questa frase ripetuta all'infinito: “Tu avresti dovuto proteggermi!” Finnick, disperato, cercava di tamponarle la ferita e di medicarla, ma più si sforzava di guarirla più lo squarcio si allargava e il sangue colava sempre più copiosamente. Alla fine spirò e il colpo di cannone fece alzare in volo tutti gli uccelli dell'Arena. Proprio in quel momento il ragazzo sentì un dolore lancinante fra le scapole e una risata acuta, folle dietro di sé. Si girò e vide Brillance vestita da tributo con un pugnale insanguinato in mano e il volto deformato da un sorriso sardonico. Finnick cadde a terra e nella sua testa esplose la voce di Annie che gli urlava: “Mi avevi promesso che saresti tornato!” Quell'accusa si mischiava alla risata della stilista e alle urla di Sarah che aveva ripreso la frase che l'aveva accompagnata fino alla morte con occhi vitrei e fissi nel vuoto. Poi Finnick si svegliò.

 

Le lenzuola lo facevano sentire in prigione e nel buio opprimente della stanza si ripresentavano vividi davanti ai suoi occhi brandelli di sogno, quindi decise di alzarsi nonostante fossero solo le 6:00 del mattino.

Mezz'ora più tardi con i caplli umidi, un paio di pantaloni di cotone, una maglietta e i piedi scalzi si presentò in sala da pranzo dove trovò Sarah che stava addentando una fragola ricoperta di cioccolato seduta al grande tavolo da pranzo.

Finnick si riempì una tazza di latte e cereali, prese due panini spalmati di cioccolato, una fetta di crostata ai mirtilli e andò a sedersi di fronte alla ragazza rivolgendole un grande sorriso. Notando lo sguardo stupito che lei rivolgeva a tutto quel ben di Dio, le disse: “Non faremo delle buone colazioni per un po', e poi se vogliamo qualche speranza di vincere dobbiamo mettere su un bel po' di peso!” detto questo tornò al tavolo da buffet e prese altri due panini al cioccolato, una fetta molto abbondante di crostata, cioccolata calda, due ciotole di insalata d'arance, due mini-torte alla panna e fragole, alcuni cioccolatini e due fette di budino al cioccolato e portò il tutto al tavolo da pranzo.

“Ecco, ora è una colazione degna di due tributi. Buon appetito Sarah!”
La ragazza sorrise e i due iniziarono a mangiare. Dopo un po' Finnick ruppe il silenzio: “Posso farti una proposta?” Sarah posò la tortina che stava per addentare e si fece attenta. “So che non ha senso chiedertelo prima di entrare nell'Arena e che quando saremo laggiù probabilmente cambierà tutto, ma io vorrei che ci alleassimo, e non con gli altri favoriti, ma solo io e te contro tutti i tributi. Voglio provare a proteggerti. Voglio provare a riportarci a casa. Entrambi.”
Sarah lo osservò per qualche istante prima di saltargli tra le braccia e stritolarlo in un abbraccio fortissimo. Poi, sempre stringendolo, iniziò a piagere e gli sussurrò in un orecchio solo una parola: grazie.

Finnick inizialmente rimase stupito da questa reazione, ma dopo qualche istante la abbracciò a sua volta accarezzandole i capelli, proprio come faceva con la sua Annie. Lo sguardo gli scivolò involontariamente sul braccio che cingeva le spalle della ragazza, più precisamente sul bracciale con incastonata la conchiglia che sembrò per un attimo risplendere più vivida, come a ricordargli la promessa fatta ad un'altra ragazza che lo stava aspettando a casa.

 

Questa bellissima scena avvenuta tra i due tributi del Distretto 4 non venne vista da nessuno che abitasse il centro d'addestramento, tranne che da una donna sulla settantina che osservava i due nascosta dietro lo stipite della porta della sala da pranzo. “Ben fatto Finnick” fu tutto ciò che pensò Mags mentre tornava nella propria camera da letto con aria molto soddisfatta.





Questo capitolo è un pochino più sdolcinato.. ma speriamo comunque che vi piaccia!!chiediamo scusa se non abbiamo più pubblicato ma prima la scuola e poi l'estate ci hanno impegnate molto ;) fateci sapere cosa pensate del capitolo con una recensione!! A presto e possa la buona sorte essere SEMPRE a vostr favore ;)
F&J

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