Burning Love

di polutropaul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Holding Hands ***
Capitolo 2: *** 2. Cuddling Somewhere ***
Capitolo 3: *** 3. Gaming/Watching a movie ***
Capitolo 4: *** 4. On A Date ***
Capitolo 5: *** 5. Kissing ***
Capitolo 6: *** 6. Wearing each others' clothes ***
Capitolo 7: *** 7. Cosplaying ***
Capitolo 8: *** 8. Shopping ***
Capitolo 9: *** 9. Hanging Out With Friends ***



Capitolo 1
*** 1. Holding Hands ***


Fandom: Supernatural  Pairing: Destiel [implicito] Rating: Verde Beta: Sara e Giulia, i miei amori. Words: 237
Note: Ssssalve! È da un po' che scrivo questa challenge e, pur non partecipandovi, ci tenevo a condividerla con voi. Non è un capolavoro, me ne rendo conto, ma sto cercando di migliorare e a quanto pare questo è l'unico modo. Un grazie stramegaiperenorme a  quelle dolcezze di Sara e Giulia che mi hanno aiutata, sostenuta e in qualche modo convinta a pubblicare. E non mi hanno 
ancora mai picchiata, anche se so che avrebbero voluto farlo. In ogni caso, se la storia fa schifo non lanciate pomodori contro allo schermo ma prendetevela con loro. Sì, con loro. Perchè sì u.u
Aaah, e prima che mi dimentichi, tanti auguroni a quei figaccioni di Dean e Castiel che oggi compiono cinque anni insieme perchè sì, loro stanno insieme e basta. 
Bene, tornerò a cliccare biscotti (http://orteil.dashnet.org/cookieclicker/ lailala) e a comprare macchine del tempo. Sono una bimba speciale e mi diverto con poco.
Un'altra cosa poi vi prometto che vi lascio in pace: non so se riuscirò a pubblicare ogni giorno, in teoria -ma proprio solo in teoria- ho iniziato il liceo e dovrei anche studiare (ahahaha, no.). Appena posso, comunque, vedrò di fare qualcosa.
Buona notte Mishamigos e buon Destiel Day a tutti <3

 

#1 Holding Hands


Castiel è piccolino per la sua età e quando entra nella nuova scuola, piena di tacchi alti, creste colorate e giocatori di rugby la sua prima impressione è quella di un pulcino in una gabbia di leoni.
E devono essere anche affamati, perché già dopo poco si trova davanti un gigante che lo fissa in modo strano.
“Hai per caso la mia merenda, pivello?” gli sputa in faccia, sprezzante.
“Non direi proprio, ma se vuoi pos-” Non finisce la frase e si trova per terra, strattonato, mentre il gigante gli prende i soldi dalla cartella.
“Risposta sbagliata, pivello.”
Se ne va come è venuto, lasciando Castiel seduto per terra, il piccolo trench stropicciato e il portamonete vuoto.
Quando alza la testa, dopo pochi secondi, la prima cosa che vede è un’esplosione di lentiggini e di verde che sprofonda in una giacca di pelle da adulto. Il bambino lo guarda sorridente e gli allunga una mano, che accetta dopo un attimo di esitazione.
“Dean, piacere.”
“C-Castiel.”
“Vieni, ti offro una cioccolata.”
Si ferma un secondo, la mano ancora stretta a quella di Dean.
“Qualcosa non va?”
“Io non ho amici.”
“Beh, allora questo mi rende un pochino speciale, Cass [1]” Il sorriso che gli rivolge è abbagliante e Castiel proprio non se la sente di dirgli di no.
Così si incamminano per il corridoio, la mano di uno in quella dell’altro e la promessa di non lasciarla mai.
 


[1] semi-citazione dalla fan fiction Twist and Shout, che  mi ha rovinato la vita potete trovare qui: http://discover.livejournal.com/8648.html





 

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Capitolo 2
*** 2. Cuddling Somewhere ***


Fandom: Supernatural  Pairing: Destiel [implicitissimissimo] Rating: Verde Beta: Sara e Giulia, sempre più amori. Words: 259
Note: Buongiorno camperisti, campeggiatori e campanari (non ho davvero citato un film che ho visto 10 anni fa, no.)! Ieri non ho aggiornato quindi oggi è sostanzialmente d'obbligo; comunque sia non ho proprio fatto niente, ho dovuto cambiare tutto il font perchè era più che orribile e ho passato la serata a fingere di divertirmi ad una cena di compleanno per un bimbo di cinque anni, quindi ... *nobody caaaares* Ok. Devo ricordarmi che è lo spazio note e non lo spazio scleri. Ma fra esattamente 18 giorni, 9 ore, 39 minuti e 30 secondi inizierà la nona stagione e mi sto uccidendo dai feels con tutti quei promo bellerrimi. 
Ah, non sono sicura di avere centrato in pieno il prompt, ma mi sembrava carina l'idea. Cioè, cuddling ... 
Ok, vi lascio alla fanfiction. Siete belli, lo sapete? No? Siete bellissimi.
 
 

#2 Cuddling Somewhere


Fuoco. Caldo -tanto caldo. La mamma brucia sul soffitto, il papà lo prende in braccio e lo porta fuori. Quando rientra per prendere Sam, la casa gli crolla addosso.
Improvvisamente sente freddo, gli occhi fanno male per la luce troppo intensa, le gambe tremano per la paura. Riesce a sentire il suo cuore e deve mettersi una mano sul petto perché diamine, potrebbe saltare fuori e correre via. E per di più è solo, non c’è nessuno che lo abbraccia e lo culla fino a farlo addormentare. C’è solo una persona -un po’ troppo nera e un po’ troppo irreale- che lo osserva dalla casa, puntando i suoi due occhi gialli nei suoi così piccoli, così spaventati.


Si alza di scatto, trattiene un urlo, lascia cadere la testa sul cuscino e il coltello -che da quando mamma è morta tiene sul comodino - per terra e scoppia piangere, stanco. È la stessa storia ogni notte, ma come può un bimbo di sei anni soffrire così?
“Dean …” bisbiglia una vocina dal letto vicino. “Dean, perché piangi?”
“Non sto piangendo. Torna a letto, Sammy.” Gli risponde lui, accarezzandogli la testolina cotonosa, finché il suo respiro diventa regolare, lento. Allora lo lascia andare e si arrotola nelle sue coperte, stringendo a sé il suo orsetto.
“Cass” gli dice “quando vedi la mamma, dille che mi manca. E quando vedi il papà, digli di tornare presto.” Si asciuga una lacrima e lo abbraccia un po’ più forte, ricordandosi quei due occhi gialli che lo fissavano “E proteggici dai mostri, anche questa notte.”

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Capitolo 3
*** 3. Gaming/Watching a movie ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel [e finalmente non implicito, yowzah.] Rating: Verde Beta: Giulia, che mi sopporta anche a scuola adesso, e Sara con il suo articolo sulle ship sul giornalino della scuola. Words: 328
Note: Salve salvino! Avrei dovuto aggiornare domenica scorsa, ma era il mio compleanno e non ho avuto tempo e adesso, con il computer nuovo e il mio cervello bacato, ho impiegato una settimana per trovare World e riuscire ad aprire la pagina con la fanfiction. Quindi, eccomi, con un mal di gola e un raffreddore impressionante e, finalmente, un bacio. Mi ero stufata del destiel implicito, damn. 
Questa, comunque, era l'ultima già pronta, quindi non so quanto ci metterò ad aggiornare di nuovo, tra la scuola, il teatro, la piscina e balle varie.
Buona lettura dolcibotti!
Dedica: A quei quattro tesorini che hanno messo la storia tra le seguite, a chi ha recensito o comunque chi ha perso del tempo su questa storia. Siete belli u.u       


#3 Gaming/Watching a movie

“Allora, Cass” Dean è sdraiato sul letto e guarda il suo amico con un misto di malizia e puro divertimento “Obbligo o verità?”
“Dean non penso sia il caso, siamo nel mezzo di un c-”
“Zitto. Obbligo o verità?” Castiel non sa di preciso quando e come sono finiti a giocare ad un gioco per adolescenti urlanti ai pigiama party, anche se pensa che l’episodio di Sleepover Club che hanno appena finito di vedere alla tv c’entri qualcosa.  “Obbligo” si convince a rispondere; di certo non vuole farsi strappare qualche altra confessione che sarebbe meglio rimanesse chiusa nel profondo della sua mente- o dovunque possa stare la prima scopata di un angelo di qualche migliaio di anni.
Dean sghignazza e aggrotta la fronte, cercando una tortura degna di un Winchester che ha passato quaranta anni all’inferno a torturare anime. “Solletico”.
“Cosa?” Esclama lui, esasperato. Soffre il solletico -il suo tramite lo soffre- e Dean lo sa.
Di risposta quello ride e si alza, avvicinandosi lentamente a lui, come un predatore davanti alla sua vittima.  
Quando il materasso cigola sotto il suo peso Castiel giura di sentire il suo cuore mancare un colpo e si costringe a non urlare. “È solo solletico, Cass, non intendo ucciderti. Rilassati” Apre un occhio -da quando ha gli occhi chiusi?- e guarda il suo amico ridere mentre si prepara alla tortura.
"Pronti" gli occhi verdi del cacciatore sono a pochi centimetri da quelli dell'angelo. "Partenza" è incredibile cosa scatenino in Castiel quegli occhi. Si sente disorientato, ma felice. Quegli occhi contengono mille storie e l'angelo muore dalla voglia di farsele raccontare tutte. "Via" le labbra di Castiel si incontrano con quelle di Dean.
 
 Non sa da quanto Dean ha iniziato a ricambiare il suo bacio e non sa da quanto sono sdraiati sul suo letto così abbracciati, ma di sicuro l’ultima cosa che farà sarà per chiederglielo.
“Hmm” mormora Dean tra un bacio e l’altro “mi piace questo gioco, dovremmo farlo più spesso”
 

 

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Capitolo 4
*** 4. On A Date ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: Verde Beta: Giulia, che adesso ha iniziato a pubblicare una challenge Johnlock che vi invito a leggere perchè è davvero qualcosa di magnifico. (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2216155&i=1Words: 458
Note: Ciaaaao beeelli! ♥  Devo scusarmi tantissimo con le persone che hanno recensito l'ultimo capitolo e a cui non ho ancora risposto. Mi sono proprio dimenticata, cercherò di rimediare. Comunque, bene, eccoci al quarto capitolo che, finalmente, mi piace. è anche più lungo del solito e sono contenta, davvero, davvero contenta. Ho cercato di non essere così tanto banale, anche se la scena dell'appuntamento lo è comunque, e di non farla troppo uguale a Twist and Shout (nella prima versione che ho scritto i dialoghi erano praticamente gli stessi). 
Nel frattempo, vi prego, se qualcuno di voi conosce qualche buono psicologo vi prego di dirmi il nome perchè la 9x01 mi sta distruggendo. Fangirlo da mercoledì e ogni mio discorso finisce parlando di quella. Quindi heeeelp, I need somebody, not just anybody, you know I need someone, HEEEEELP.
Bene, penso di aver finito (finalmente, lo so.)
Buona lettura, vi voglio tanto tanto bene (ma di più a chi recensisce) ♥
 
 
#4 On a Date

Dean si lasciò cadere sul letto producendo un sordo rumore di molle che si sfondavano e chiuse gli occhi.
Nuova casa, nuova città, nuova vita; di nuovo.
Saving people, hunting things, sempre la stessa solfa.
Facevi in tempo ad affezionarti al posto, alla tua casa, magari ad una ragazza; te la portavi a letto una notte e il giorno dopo, se ti andava bene, stavi già guidando per un altro Paese pregando Dio, gli angeli, il diavolo forse, che ti facessero restare vivo anche per quella volta.
 
Era stato mandato in una classe di nerd; c’erano due o tre ragazze ok, certo, ma niente per cui valesse la pena provare.
C’era solo un ragazzo che l’aveva attratto davvero.
Era alto, un po’ timido e aveva degli occhi che, per quanto ne sapeva, avrebbero potuto contenere tutto il Paradiso. Erano gli occhi di un angelo.
Ovviamente non aveva perso tempo a pensarci e già quella sera, alle sette e trenta in punto, sarebbe andato a prenderlo per una pizza. Una pizza, almeno, era il pretesto.
 
“Castiel, quindi” inizia il cacciatore, assaporando ogni lettera di quel nome così strano, così bello “non so ancora niente di te. Voglio dire, potresti essere un assassino, un maniaco e questa potrebbe essere una scusa per, non so, corteggiarmi e poi bere il mio sangue”
“Hmm. Credi nei vampiri?”  Castiel ride.
“Diciamo che sono costretto a farlo. Mio padre è … un amante della mitologia, ecco.” Dean addenta un boccone enorme da un hamburger altrettanto enorme.
“Beh, puoi stare tranquillo. Preferisco la birra al sangue, ultimamente.”
Dean e Castiel rimangono in silenzio mentre finiscono di mangiare. Si guardano, e basta quello: Dean fra una, massimo due settimane sarà già partito e le parole si perdono. Gli sguardi, invece, no.
Sa che non lo dovrebbe fare, non vuole soffrire di nuovo, ma quegli occhi lo stanno ipnotizzando.
È difficile innamorarsi quando la tua vita è un continuo fuggire, ma Castiel ora gli sta sorridendo e gli occhi gli brillano e Dio, non sa se è l’alcool o l’ora o se è davvero felice ma vorrebbe poterglieli staccare e appenderli da qualche parte per poterli vedere sempre.
Quando escono dal locale a braccetto e si stringono sempre un po’ di più l’uno all’altro, un po’ per il freddo, un po’ per la paura di poter volare via Dean non riesce a non baciarlo, non riesce a non guardare quegli occhi fissarlo stupiti, felici, felici, per poi chiudersi e assaporare pienamente la sua lingua, le sue labbra.
Gli circonda la vita e gli accarezza la pelle fredda con le dita, senza smettere di baciarlo.
Chissenefrega dei demoni, dei mostri, di suo padre, di suo fratello.
Dean si è innamorato, sta sera, e tutto il resto non conta.

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Capitolo 5
*** 5. Kissing ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: Verde Beta: Giulia Words: 429
Note: Hiiii. Ho pubblicato ieri, lo so, ma dato che oggi ho avuto la mia prima vera insufficienza del liceo e non sto propriamente andando bene, probabilmente non pubblicherò niente per un po'. Voglio dire, preferisco nettamente Dean e Cass come John e Sherly o il Dottore agli accenti greci, ma se sbaglio quelli mi fanno un culo gigantesco, mentre se non scrivo una fanfiction per uno o due giorni i miei non sono altro che contenti. Yowzah. Vorrei tanto raccontarvi la mia giornata orribile ma non penso vi possa anche minimamente interessare, quindi ... beh, se qualcuno vuole parlare (Ah! non vi conviene) io sono praticamente sempre qui, so ... 
Va bene, vi lascio andare prima  di iniziare con i vaffanculo alla vita grandi come una casa annoiarvi. 
Alla prossima :D
Dedica: a Patrizia, che prima mi ha trovato in cucina a piangere e mi ha detto che sono la migliore. Anche se non lo sono, effettivamente, ma è stata tenerissima.
 
 
#5 Kissing
 
La pioggia di meteoriti continua.
La gente esce dalle case, fa foto, torna in casa urlando o si ferma ad osservarla.
Castiel è seduto sul marciapiede e piange.
Piange, sì. Soffre.
Ora è umano, ora può permetterselo; ora non è più un problema mostrarsi debole.
Piange perché sa che quelli non sono meteoriti ma fratelli: quelli sono i suoi fratelli, che ora non si faranno più di certo nessun problema ad ucciderlo.
Lui che una volta pretendeva di essere il capo, lui ha distrutto tutto.
E diamine, vorrebbe morire, farla finita, smetterla di demolire ogni cosa su cui mette piede.
Qualcuno si è seduto di fianco a lui e gli ha messo una bottiglia di birra gelata in grembo.
“Come mi hai trovato?” gli chiede.
“Noi ci troviamo sempre Cass, ricordi?” Dean gli mette una mano intorno alla vita e lo avvicina a sé. “E forse ho fatto qualche ricerca. Insomma, una pioggia di meteoriti? È così triste vederle da soli.” Sdrammatizza.
Castiel sorride cercando di nascondere il nodo che ha in gola e che gli impedisce il respiro.
“Ho finito, Dean. Ho fallito nell’unica missione che avevo. Non ho più niente da fare, qui.” La voce si strozza e deve bere della birra perché fa male, fa così male.
“Castiel”
“No, Dean. Ho distrutto il Paradiso. Preferirei l’Inferno che vedere i miei amici, i miei fratelli cadere uno per uno per un mio errore.”
“Cass, figlio di puttana, ascoltami.” Dean gli prende la testa fra le mani e lo strozzerebbe, potendo, ma sembra un pulcino con quei capelli spettinati e la faccia stropicciata e vorrebbe coprirlo con una coperta e farlo addormentare sulla sua spalla “Ho perso i miei genitori, Bobby, Lisa, Ben e Sam è in condizioni pietose e Dio sa quanto tempo resisterà ancora. Tu sei l’unica cosa che mi rimane. Se mi lasci tu, non avrò più niente. Io ho bisogno di te, Cass.”
Castiel si gira, ha le lacrime agli occhi e una faccia che sa di sconfitta, di delusione.
“Io non penso di poter-“  Dean non riesce a farlo finire, non può farlo finire; lo lascerebbe andare, lo sa, e non  può permetterselo. Gli stringe le mani e lo bacia, lo morde fino a che non sente il suo sangue sulla lingua, allora si allontana, poco, per vederlo in faccia.
“Tu non te ne andrai” gli sussurra e stringe ancora di più le sue dita intorno alle sue “Non mi lascerai solo. Intesi?”
L’angelo annuisce e si impossessa di nuovo delle labbra del biondo “Ti amo” dicono i suoi baci “Non ti lascerò.”
 
 

 

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Capitolo 6
*** 6. Wearing each others' clothes ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: verde Beta: Giulia (che sta tentando di farmela allungare, ma no.) Words: 278, pochine pochine sta volta.
Note: Salve, ragassuoli. Pubblico in frettissima perchè ho tanto tanto sonno, ma odio tenere le cose in sospeso e poi non pubblico da un po' di tempo. Come sempre non mi piace la drabble, come sempre a Giulia sì, come sempre lei finisce per dirmi che non capisco niente e io finisco con il dire che ok, chissenefrega, il capitolo lo pubblico e vaffanculo. So, eccomi qua. E' molto fluff, questa (Do you hear the angels sing? [No, aspetta ...]), quindi se soffrite di diabete saltatela direttamente. 
Ok, torniamo ad ucciderci di Les Miserables e Hunger Games e Chris Pine. Chris Pinuabuobfueaobaebueaoe. 
Alla prossima
Dedica: a chibisaru81, quel tesoro che mi recensisce ogni capitolo, a JJNovakDW che l'ha fatto per il secondo e per il terzo e a Sara, che mi ha lasciato una recensione bellissima e poi ha cancellato l'account perchè è stupida.
 
#6 Wearing each others' clothes

“Ti dico che non puoi farcela, Castiel” urla Dean dal suo letto “Non hai mai provato, non si diventa cacciatori da un giorno all’altro.”
“Dean, sono un Angelo del Signore. Ho qualche migliaio di anni, penso di sapere come si brucia un corpo.” Dice lui, calmo come sempre. Dio, come se cacciare un fantasma fosse una cosa così difficile.
“Non hai la minima idea di cosa voglia dire! E se poi ti ammazza? Non posso permettermelo, Cass, non posso.” Tossisce e si gira dall’altra parte, imprecando. Proprio oggi che non riesce neanche ad alzarsi dal letto quel maledettissimo figlio di puttana deve mettersi ad ammazzare turisti?
“Dean. Lasciami provare, una volta. Se le cose si mettono male, giuro che ti chiamerò.”
Il cacciatore sbuffa e scalcia via le coperte, ma appena si mette in piedi crolla tra le braccia dell’angelo.
“Ce la posso fare” lo assicura lui, lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra. “Tu torna a letto, ora.”
Indossa un paio di stivali, dei jeans consumati e una maglietta sgualcita dei Kansas, poi si siede sull’angolo del materasso.
“Quelli sono i miei vestiti?” Chiede Dean.
“Può essere”
“Stanno meglio a me” lo spinge lui, sorridendo.
“Mi piacciono” l’angelo si stringe la maglietta sul petto “profumano di te”. Dean non sarà al suo fianco e avere addosso quell’indumento è come un promemoria, un pezzetto di lui stampato nella stoffa scura.
“E di cosa profumo io, moccioso?”
“Di buono” Castiel si abbassa e lo bacia sulla fronte, sul naso, sulla bocca. “Profumi di casa.”
“Ti amo.” Sussurra lui e chiude gli occhi, stanco.
Castiel sorride, lo bacia ancora una volta ed esce, prendendo con sé pistola e sale.
“Anche io.”

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Capitolo 7
*** 7. Cosplaying ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: giallo (è giallo, no? il giallo è cool. il verde mi annoia) Beta: Giulia e Sara Words: 412
Note: Ehi dolcibotti! ♥ Non aggiorno da quasi un mese e lo so che avrei dovuto farlo ogni giorno ma davvero, non sono riuscita. Problemi a casa, problemi con gli amici e con quella brutta bestia del liceo classico; in più il mio Word era in prova ed è scaduto e non mi sono più ricordata di chiedere a mio papà di aggiornarlo. Ieri l'ha fatto, finalmente, e quindi eccomi qua. Per finire, questo prompt mi ha ucciso. All'inizio dovevano essere Nine e Rose -perchè li amo fottutamente e perchè avevo appena finito la prima stagione di Doctor Who - e poi Iron Man e qualcun altro e poi sono diventati Spock e Kirk. Inutile dire che li amo alla follia insieme quei due e che li shippo fino alla nausea. Bene, non vado oltre. 
Per chi volesse mandarmi qualche virus (non lo farete vero? no che non lo farete) per farmi smettere di scrivere o qualcosa del genere, qui c'è il mio facebook:
 https://www.facebook.com/ginevra.taccagni e qui il mio twitter, praticamente inutilizzato negli ultimi tempi: https://twitter.com/mywaywardjawn Se vi va, scrivetemi! :D
Dedica: al bellissimo pomeriggio di oggi con Giulia e Rachele e al nostro bruttissimo cosplay di Supernatural. Ci stiamo preparando per il Lucca Comics dell'anno prossimo. O di quello dopo. O di quello dopo. O di quello dopo ...

 

#7 Cosplaying
 

Avrebbe ammazzato Gabriel nel più doloroso dei modi. Oh sì, l’avrebbe fatto appena fosse riuscito a scappare da lì.
Era finito ad una stupida convention in una stupida città di quello stupido pianeta che era la Terra. Non si ricordava neanche bene il perché: doveva aver fatto una scommessa con suo fratello e, come al solito, aveva perso. Ed ora era fermo in mezzo ad una sala enorme gremita di gente, il vestito da Spock che gli prudeva terribilmente sulla schiena e la faccia rossa di imbarazzo.
Era un angelo del Signore, diamine, un angelo in un ritrovo di umani con troppo tempo libero e poca vita sociale.
Si prese la testa fra le mani e, sbuffando mosse qualche passo, andando a sbattere contro il petto di qualcuno.
“Ehi, stai attento a dove cammini!” gli urlò quello, seccato.
“Scusa, non ti avevo visto” alzò gli occhi trovandosi davanti un cosplay del capitano Kirk con due occhi pericolosamente verdi.
“Cavoli, bel costume! Non avevo ancora trovato qualcuno di Star Trek e mio fratello mi ha abbandonato qui per la sezione dei videogiochi. E poi odio questo posto.” Gli sorrise e, se possibile, i suoi occhi diventarono ancora più verdi.
“Sì, anche io. Sono qui per una scommessa.”
“Io sono stato costretto da mio fratello. Lavoriamo pressoché sempre e c’era questa convention vicino a noi e volevamo fare un giro, sai, per cambiare un po’ l’aria. Cioè, lui voleva. Io avrei preferito un altro genere di divertimento. Ma Sammy è il più piccolo e mi ha fatto gli occhi dolci, quindi eccomi qua” si voltò, poi, indicando un chiosco che vendeva birre lì vicino. “Ne vuoi una?”
“In realtà preferirei andarmene da qui. Mi sento abbastanza un idiota” rispose l’angelo, imbarazzato.
“Si può fare. Non penso che il mio fratellino finirà presto di masturbarsi davanti a delle donne con un’armatura su internet” poi, vedendo l’espressione confusa dell’altro “Niente, non … non importa. C’è un bar qui dietro, hai voglia?”
“Ok, penso.” In fondo, o quello o una massa di cosplay nerd.
 
Poche ore dopo, in una piccola stanza di un piccolo albergo di quella piccola città di quel piccolo pianeta, il cacciatore Dean e l’Angelo del Signore Castiel, fino a poche ore prima il capitano Kirk e il primo ufficiale Spock, dormivano avvinghiati l’uno all’altro. Poteva essere stato l’alcool, la stanchezza o potevano essere entrambi pazzi. Non lo sapevano ma, in quel caso, sorreggersi era di certo l’unico modo possibile per restare in piedi. [1]




[1] Piccola cit. di un mio discorso di ieri con Giulia, tanto per ricordarle che le voglio bene. 



 

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Capitolo 8
*** 8. Shopping ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: Verde, aredaje. E' un colore natalizio, in fondo. Come il rosso. La differenza è che non sono capace di scriverle, le fanfiction rosse. Words: 488 (è il mio regalo di Natale: la fanfiction più lunga.)
Note: Ehilà! Allora, rieccomi con l'ottavo capitolo della Challenge. Sono a buon punto, no? Me ne mancano solo ... 22 *muore*. Cooomunque, settimana scorsa ha nevicato, ho fatto l'albero e un mercatino natalizio in piazza e hanno montato la pista di pattinaggio sotto casa. E' Natale, gente! Quindi, dato che per la prima volta da forse tre anni l'atmosfera quest'anno la sento davvero ... mi è uscita sta cosa, e spero sia perlomeno accettabile. Almeno è fluff. E ok, il finale è stramegaipersuperbanalissimissimo ma amo quella canzone e la versione di Bublè ancora di più (diciamo che amo il suo album di Natale. Poi da gennaio a novembre torno ad odiarlo e a dicembre di nuovo non ascolto altro. Ma effettivamente Silent Night a giugno non è la cosa più normale del mondo, quindi ...) quindi ... niente, buona lettura!  
ps: la storia è ambientata circa al 23 di dicembre ma non avevo voglia di aspettare, ecco. Anche perchè, conoscendomi, mi sarei dimenticata totalmente di averla scritta.


8# Shopping

Dean si stava provando un paio di jeans in un camerino di un centro commerciale.
Tra poco – due giorni pressappoco – sarebbe stato Natale e, ok, né lui né Sam avevano mai amato quella festa, ma in fondo un attimo di pausa e di riposo dalla loro “routine” non sarebbe di certo stato un male.
E poi i suoi pantaloni cadevano a pezzi. Letteralmente.
Aprì la tenda del camerino mentre controllava per l’ennesima volta il prezzo e si scontrò contro un trench coat stropicciato.
“Cas” boccheggiò “gli… spazi vitali. Non… non farlo mai più.”
“Buon Natale Dean” rispose questi, sornione, le mani dietro la schiena “Chiudi gli occhi”
“Cosa devo fare?” cercò di girargli attorno, ma lui si ritrasse, mettendogli una mano a coprirgli gli occhi “Chiudili e basta, Dean.”
“D’accordo, moccioso, ma se mi addormenti e mi derubi mentre non ti vedo giuro che ti faccio fuori”
“So che sarebbe allettante ma no, questa volta decisamente non dovrai farlo.” Gli prese le mani e gliele aprì, appoggiandoci sopra una maglietta dei Led Zeppelin autografata. C’era perfino la dedica.
Il cacciatore aprì immediatamente gli occhi quando si accorse della stoffa morbida a contatto con la sua pelle e la fissò per un minuto buono, incapace di dire qualsiasi cosa. “Porca puttana, Cas, questo è…”
“Il minimo che possa fare, Dean” lo interruppe lui. “È Natale, no? È così che fate voi umani: vi scambiate dei regali. Questo è il mio.” Poi, improvvisamente serio, aggiunse “Non ti piace, vero? Sapevo che avresti preferito quella dei Kansas. Scusa, io … non volevo.”
Dean scoppiò a ridere e alzò gli occhi al cielo, poi rientrò nella cabina trascinandosi dietro l’angelo che, per quanto ne sapeva, era rimasto in piedi per miracolo. “Tu scherzi, vero? Questa è la cosa più bella che potessi farmi. Cioè, cavolo, è anche più di quello che avrei mai potuto immaginare e… sperare. Dio, Cass, potrei baciarti.”
“Beh, quello potrebbe essere il tuo regalo, non credi?” sussurrò, la faccia che non poteva essere più rossa dall’imbarazzo. Poi venne spinto contro lo specchio del camerino e le sue braccia vagarono nell’aria in cerca di un appiglio quando l’altro iniziò a baciarlo e a mettere le sue mani in parti del corpo che neanche conosceva e –oh Dio-, era così bello che avrebbe potuto baciarlo per sempre.
“Cas?” gli disse, con il fiatone, tra un bacio e l’altro “quello è il regalo più bello che abbia mai ricevuto –non che ne abbia mai ricevuti tanti, si intende, ma …” si bloccò, di colpo, sorridendo.
Alla radio andava una canzone vecchia e fin troppo orecchiabile, cantata dalla voce calda e piena di Michael Bublè.
“Ma?” chiese l’angelo, accarezzandogli le labbra e contando ogni sfumatura possibile dei suoi occhi.
“All I want for Christmas is you” canticchiò, seguendo la musica.
Castiel lo baciò ancora, più dolcemente.
Era Natale, erano in un centro commerciale e niente avrebbe potuto disturbarli, quindi perché avere fretta?
 
Tanti tanti tanti tanti tanti tanti tanti tanti tanti auguri a tutti! 
Tornerò entro la fine del mese, se riesco a postare, altrimenti ... all'anno prossimo! ;)

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Capitolo 9
*** 9. Hanging Out With Friends ***


Fandom: Supernatural Pairing: Destiel Rating: Verde, ancora e ancora. Words: 952. Cinquecento in più delle altre. Mi sa che un mese di "vacanza" ha fatto bene ...
Note: Ehilà! Sono tornata! E' dall'inizio dell'anno che tento di pubblicare, giuro, ma non volevo scrivere una cagata e non avevo assolutamente niente in mente: avevo scritto anche un pezzo di una fanfiction per Capodanno ma era decisamente orribile. Quindi, beh, spero ne valga la pena. Vi lascio subitissimissimissimo che metto a posto il mio nuovo account facebook (Shèr Lock T. Holmes, per chi volesse ...) 
Buona lettura, e grazie a chi segue, commenta (damn, mi sono appena accorta di non aver ancora risposto alle recensioni ...) o a chi legge e basta, siete bellissimi! 

 
9# Hanging Out With Friends

La prima volta che lo vede, Dean ha quattro anni; sua mamma è morta poche ore prima e lui dorme con il fratello stretto fra le braccia –nessun demone gli porterà via il suo Sammy- e Castiel è lì, immobile nel suo trench coat, che lo guarda senza aprire bocca e lo tranquillizza con un solo sguardo. Suo padre, nel sedile del guidatore dell’Impala corre, scappa il più veloce possibile da quel posto inzuppato di dolore ma che sa di casa, e non riesce a pensare ad altro che alla sua vendetta. Guarda Dean che tenta in tutti modi di proteggere il fratello e spera che un giorno anche lui troverà qualcuno che lo faccia con lui. Che lo farà davvero.
 
La seconda volta, Dean ha cinque anni è Mary Winchester non è mai morta. Sammy dice per la prima volta “mam-ma” e tutti in casa sono contenti. Dean sta tornando da scuola in bicicletta –rigorosamente senza mani- e alla prima buca cade per terra; sente un rumore, come un fruscio d’ali e qualcuno gli tende una mano.
“Dovresti stare attento” dice, e ha una voce calda e roca e Dean si ricorda che non dovrebbe parlare con gli sconosciuti ma lui l’ha già visto –sa di averlo già visto- e allora lo ringrazia, gli sorride e torna a casa spedito. Sammy lo vede e urla “Diiiin” con centomila i e lui non potrebbe essere più felice di così.
 
La terza volta, Dean è in una camera di un motel e piange. Sam non c’è –siamo nell’universo parallelo in cui Sam è diventato un demone o in quello in cui è stato ucciso e Dean non ha fatto quel patto per salvarlo? – e il cacciatore sembra così tanto solo che Castiel vorrebbe abbracciarlo e baciarlo e dirgli che va tutto bene, di nuovo, e che cacceranno insieme e che magari potranno anche smettere e che non c’è nessun problema. Va tutto bene, sì, perché l’angelo non saprebbe dirgli altro: ha visto così tante versioni di lui –ti ricordi quella volta in cui era un gatto randagio e tu l’avevi accudito? Ti ricordi quella volta in cui ti ha baciato al ballo di fine anno? Ti ricordi di quella volta in cui ha cercato di ucciderti perché, diavolo, un angelo custode! È una follia! – e il lieto fine, in qualche modo, lo trova sempre ma Dio, quel ragazzo ne patisce ogni volta così tante … Va tutto bene, sì, anche se un angelo custode non dovrebbe innamorarsi del suo protetto; non dovrebbe, ma gli occhi di Dean lo cercano, si aggrappano alla speranza di qualcuno che lo protegga e lui non può fare altro che accoglierlo fra le sue braccia e cullarlo, addormentarlo, come un bambino.
 
Ora Dean è in un pub con Sam, Charlie e Kevin e c’è questo uomo, davanti al bancone, che fissa con aria stranita una birra ghiacciata; o è ubriaco fradicio o non ne ha mai bevuta una prima ma, andiamo, chi non ha mai bevuto una birra? Dev’essere ubriaco, sì, dev’essere ubriaco di certo. Non sarebbe l’unico, in fondo, in quel pub eppure Dean non riesce a staccargli gli occhi di dosso: l’ha già visto da qualche parte –quel cappotto, si ricorda di quel cappotto! - ma non si ricorda assolutamente dove. È come se avesse visto un fantasma, una faccia di quelle che sogni di notte e alla mattina già non ricordi più –l’ha sognato?  Sì, deve averlo sognato- o una faccia da un’altra vita, una vita parallela. Non che ci abbia mai creduto, Dean, assolutamente no, ma hanno a che fare con stranezze ogni secondo e in fondo non si sorprenderebbe più di tanto. Quando si gira e lo guarda negli occhi non ha più alcun dubbio, è sicuro di conoscerlo: allora si alza, sposta la sedia dal bancone e si siede di fianco a lui. Sam e gli altri lo stanno guardando male ma ehi, Dean è così pieno di merda che se anche un giorno decide di rimorchiare –con un uomo, però, questo è decisamente strano- non saranno di certo loro a fermarlo.
«Ti ho già visto» Dimmi chi sei.
«Ah» Castiel reprime una risata. Sono il tuo angelo custode, idiota, certo che mi hai già visto.
«Da piccolo, un giorno. Era appena mia mamma e stavo dormendo e –aspetta, perché te lo sto dicendo?» È così familiare, potrebbe raccontargli tutta la sua vita e non sentirsi tremendamente stupido –dovrebbe? – e potrebbe quasi non meravigliarsi se quello gli dicesse che sa tutto di lui. «Quello che voglio dire è che mi sembra di conoscerti. Ho già visto la tua faccia da qualche parte, sì? E non vorrei scoprire che sei il mio angelo custode o qualcosa del genere perché amico, avresti fatto davvero un lavoro pessimo, credimi, non hai protetto assolutamente nulla e dovresti rivedere le tue priorit-» Sente le labbra dell’altro cozzare sulle sue, senza grazia, e il sapore della birra gli entra in bocca e Dean, ora, vede tutto: tutte le volte in cui Castiel l’ha salvato, consolato, semplicemente guardato. Vede milioni e milioni di Dean Winchester e di Castiel che si trovano sempre, in ogni mondo, e lo ama, Dio se lo ama. Ricambia il bacio e Sam sputa la birra e tutti nel locale li stanno guardando ma non esistono, loro non esistono! Non esiste più nessuno.
L’angelo Castiel, ancora una volta, ha salvato Dean.
 
La quinta volta che si vedono Dean è all’Inferno e Castiel ha il compito di tirarlo fuori. Lo fa un po’ troppo forte e a Dean rimane una cicatrice sulla spalla. Poi Castiel si ribella e inizia a cacciare con lui e insieme salvano la Terra dall’Apocalisse.
Ma questa storia, forse, già la sapete.

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