Inu's alphabet

di Inu_Ran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A di a cuccia ***
Capitolo 2: *** B di bacio ***
Capitolo 3: *** C di cane ***
Capitolo 4: *** D di doccia ***
Capitolo 5: *** E di ecografia. ***
Capitolo 6: *** F di febbre. ***
Capitolo 7: *** G di gelosia. ***
Capitolo 8: *** H di Halloween. ***
Capitolo 9: *** I di Inuyasha. ***
Capitolo 10: *** L di Luna ***
Capitolo 11: *** M di Mamma. ***
Capitolo 12: *** N di natale. ***
Capitolo 13: *** O di Oracolo. ***
Capitolo 14: *** P di papà ***
Capitolo 15: *** R di Rimpatriata ***



Capitolo 1
*** A di a cuccia ***


                                                                                       A di a cuccia

                      



Quando i suoi occhi avevano un aria minacciosa.
Quando le sue mani erano strette a pugno e ci mancava poco che le uscisse il sangue.
Quando il suo sguardo era fisso sul suo, freddo, impassibile. Era in quel momento che Inuyasha comprendeva di aver fatto la più grande stupidaggine della sua vita e che scappare non avrebbe risolto nulla. Doveva trovare un modo per scusarsi, doveva fargli qualche complimento subito se non voleva ricevere la punizione divina.
“Kagome, non è che tu non sappia cucinare ma…” forse la situazione poteva risolversi per il meglio ed il mezzo demone accortosi che la ragazza lo stava ascoltando continuò.
“…anche se tutto quello che cucini a me non piace, perché piccante ed alle volte a un sapore brutto, ripeto non vuol dire che tu cucini male, certo non sto dicendo che mangerei ogni giorno qualcosa cucinato da te perché te lo devo dire alle volte quello che porti a un sapore terribile, per ese…”
“Inuyasha è meglio che stai zitto se non vuoi complicare la situazione.” Gli consigliò il monaco che poco distante da loro li osservava soprattutto a lui non era sfuggito un dettaglio che il mezzo demone, troppo preso dalle sue parole, non aveva notato: la faccia di Kagome cambiare espressione in una piena d’odio.
“Perché? Sto dicendo la verità, magari grazie a me impara una volta per tutte a cucinare ben…” si portò subito una mano sulla bocca resosi conto di quello che aveva detto. Adesso era spacciato non sarebbe sopravvissuto.
“Inuyasha?”
“S-si?”
“A cuccia, a cuccia, a cuccia. Sei un idiota. A cuccia.” Una forte energia sbatté violentemente il mezzo demone a terra.
“Kagome fa davvero paura.” Disse il Shippo rifugiandosi dietro monaco.
“Aiutatemi. Fermatela.” Supplicò Inuyasha ormai al limite.
“Stai scherzando? Sarebbe più semplice fermare Naraku ed ucciderlo che fermare Kagome.” La mora si voltò per un secondo verso Miroku e questo bastò ad azzittirlo.
“Shippo torniamo al villaggio.” E s’incamminò lasciando il povero mezzo demone alla sua tragica situazione.
“Ma sarà prudente lasciarlo solo?” chiese dopo che si furono allontanati.
“L’amore non è bello se non è litigarello. Vedrai che tra un po’ faranno pace, si vogliono troppo bene non si allontanerebbero mai per un motivo così futile.” Come predetto dal monaco quando ripartirono alla ricerca di Naraku i due stavano vicino e per un minuto Kagome prese la mano di Inuyasha per poi sorridergli. Shippo li osservò ammirato e non poté negare che il monaco aveva ragione: quei due erano fatti per stare insieme e niente e nessuno li avrebbe separati.


Angolo dell’autrice:
Sono tornata stavolta con una raccolta di flash-fic e qualche volta vi saranno delle drabble su questa meravigliosa coppia. La mia fanfic sarà composta da 21 storie che, come dice il titolo della mia storia, ogni capitolo corrisponderà ad una lettera dell’alfabeto. Non saranno collegate tra loro. Questa per esempio è ambientata prima che arrivi Sango, per questo motivo non la nomino. Il prossimo capitolo sarà b di bacio. Spero di poter aggiornare presto, grazie a tutti e una buona giornata =). 
 

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Capitolo 2
*** B di bacio ***


 
                                                                        B di bacio.






“Kagome?”
“Sì?” rispose la mora voltandosi.
“Siamo soli.”
“Siamo soli.” Ripeté per confermare le sue parole. Il volto del mezzo demone si avvicinò sempre di più finché le loro labbra non si sfiorarono. Erano soli, finalmente soli. Miroku, Shippo e Sango erano andati al, ormai raso al suolo, villaggio di quest’ultima a portare i fiori sulle tombe dei defunti. La vecchia Kaede era stata chiamata da un altro villaggio da un sacerdotessa. Inuyasha si chiese chi volesse l’aiuto da una sacerdotessa vecchia come lei ma presto il pensiero scivolo via perché l’unica cosa importante e che finalmente potessero stare soli lui e Kagome. Cominciò a baciarla con passione mentre la ragazza portava le sue esili mani sopra il suo capo. Iniziò a massaggiare quelle orecchie canine, che tanto amava, con grande pacatezza stando attenta a non graffiarle con le unghie. Inuyasha, a quel contatto, sentì  un brivido percorre la sua schiena. Amava sentire le sue mani vagare liberamente sul suo corpo, amava sentire il suo profumo di vaniglia invadere prepotente le sue narici, amava specchiarsi in quelle distese profonde di cioccolato, amava tutto di lei. Kagome fece scivolare fino a terra la sua maglietta mostrando i suoi seni coperti dal tessuto del reggiseno. Cercò di togliere la veste di hinezumi a Inuyasha che non oppose resistenza troppo impegnato a fissare la ragazza di fronte  a lui. Kagome iniziò a baciargli prima la bocca in seguito gli angoli di essa per poi passare al collo.
“Non sai da quanto lo desideravo.” Sussurrò all’orecchio del mezzo demone per poi continuare la sua discesa di baci. Anche lui la bramava, ogni volta doveva fare i conti con un demone volpe che non si staccava mai da Kagome come fosse la sua ombra, da un monaco pervertito che ogni momento era buono per fare battute e metterlo in imbarazzo e con una sterminatrice che ,ogni qualvolta quello stupido di un bonzo andava in cerca di altre donne, trovava conforto nelle braccia di Kagome. Lui era un tipo troppo timido per baciarla in pubblico diversamente dalla ragazza che sarebbe stata capace di urlarlo al mondo intero, Kagome non gliene faceva una colpa, conosceva il suo carattere e lo avrebbe amato anche se fosse stato il mezzo demone più timido del mondo. Con un movimento veloce Inuyasha spinse, stando attento che non si facesse niente, la ragazza sul freddo pavimento e si mise a cavalcioni sopra ella. Alcune ciocche del ragazzo caddero sul viso della mora che le solleticarono il naso, non poté fare a meno di sorridere. Era davvero felice come mai in vita sua.
“Ti amo.” Disse in un sussurro che solo lui con un udito così sviluppato poteva sentire.
“Anche io.” E si piego per baciarla di nuovo.
“Kagome. Inuyasha. Ma cosa…?” grido una ragazza dai lunghi capelli castani. Poco distante da lei fecero la loro comparsa: un ragazzo con dei corti capelli ,del medesimo colore della ragazza, e due occhi blu, un piccolo demone volpe e una dolce demone gatto. Inuyasha li guardò per poi comprendere che i loro amici erano tornati. Kagome spinse il mezzo demone lontano da se e prese la veste di hinezumi per coprirsi il petto poiché la sua maglietta era troppo lontana. Entrambi seduti, i due piccioncini, fissavano i loro amici. Erano imbarazzati. Kagome giurava che il colore della sua pelle era cambiato dal rosa ad rosso pomodoro.  Inuyasha iniziò a ignorare gli sguardi dei suoi compagni e si ostinava a guardare il pavimento. Miroku si avvicino al mezzo demone e con fare amichevole gli diede una pacca sulla spalla.
“E’ bravo il nostro Inuyasha. Allora non pensi solo a combattere.” Inuyasha lo fulminò con lo sguardo ma il monaco non ci fece caso. Sango rimase in silenzio comprendendo il disagio dell’amica. Il più curioso era Shippo che non capiva cosa stesserò facendo i due. Se si volevano baciare perché stendersi a terra? Era inverno, non era più intelligente stare seduti? Senza contare che Iuyasha era messo in una posizione scomoda. Mille interrogativi invasero la mente del cucciolo che stanco di porsi domande, che sicuramente non avrebbero avuto risposta, decise di domandarlo a loro.
“Ma cosa stavate facendo? Perché Inuyasha era sopra Kagome?” il mezzo demone a quella domanda divenne ancora più rosso.
“Devi sapere Shippo che quando una donna e un uomo si amano poi decidono di fare…” una gomitata dritta nello stomaco colpì il monaco che si piego in due dal dolore.
“Ma ti sembrano discorsi da fare ad un bambino? Tu sei pazzo Miroku. Shippo quando cresci ti racconterò tutto. Comunque” disse rivolgendosi alla coppia” noi siamo passati solo per prendere una cosa, togliamo subito il disturbo. Torneremo stasera quando calerà il Sole. Promettiamo di non tornare prima. Ma vi prego state attenti potrebbe anche venire Kaede. Allora ciao.” Inuyasha fece cenno con la mano mentre Kagome li salutò.
“Ma io voglio sapere cosa stavano facendo.” urlò Shippo dirigendosi verso la porta insieme alla sterminatrice e alla sua fedele compagna.
“Dacci dentro Inuyasha.” Lo incitò Miroku che venne di nuovo colpito da una gomitata. Finalmente i loro amici erano andati via ma quella atmosfera che si era creata era andata a farsi benedire nel momento in cui erano stati scoperti. Forse vicino al pozzo, all’aperto, sarebbe stato un posto più sicuro. Inuyasha allungò una mano e prese la maglietta di Kagome.
“Tieni questa è la tua maglietta, quando ti rivesti potresti restituirmi la mia veste? Grazie.” Disse imbronciato il mezzo demone. Kagome buttò entrambi gli indumenti lontano da se e spinse il mezzo demone facendolo sbattere col pavimento.
“Non hai sentito che ha detto Sango? Torneranno stasera.”
“Si ma…” replico Inuyasha ma fu prontamente bloccato da un bacio di Kagome.
“Ti ho mai detto quanto ti amo?” domando il mezzo demone conoscendo già la risposta.
“Sì anch’ io ti amo, ma adesso stai zitto e baciami.” Disse la mora per poi incatenare le sue labbra a quelle di Inuyasha.
 
Angolo dell’autrice:
Volevo fare una drabble ed alla fine ho fatto 969 parole. Meno male che doveva essere corta XD. La fantasia non si può bloccare ed una volta che si inizia a scrivere e difficile smettere. Questo capitolo, rispetto il precedente, è più romantico se non fosse che l’allegro gruppetto li ha sorpresi. Io immagino che Miroku in una situazione del genere avrebbe fatto qualche battute e magari avrebbe pure chiesto a Sango di farlo. Miroku non è uno che si fa molti problemi =). Shippo è piccolo e non può sapere tutto, una volta chiese, nel manga e nell’anime, ad Inuyasha perché lui non si facesse il bagno con Kagome quindi come potrebbe capire questa situazione? Il prossimo capitolo sarà “C di casa”. Ringrazio tutti, buona serata Inu_Ran ^.^

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Capitolo 3
*** C di cane ***


                                           C di Cane

“Inuyasha, smettila.” Le disse la ragazza dai lunghi capelli castani.

“Sango ha ragione. Lascia perdere se non senti niente vuol dire che siamo sulla strada sbagliata inoltre nel paese che abbiamo appena passato ci hanno guardato tutti.”
“Sì è stato imbarazzante.” Ma il mezzo demone di smettere non aveva voglia, sapeva, credeva che prima o poi avrebbe sentito qualcosa ed allora tutti l’avrebbero ringraziato.
“Lasciatelo stare.” Lo difese Kagome. I suoi occhi si illuminarono, finalmente qualcuno che stava dalla sua parte e che credeva nelle sue capacità. “Non vedete che adora comportarsi da cane?”
“Concordo con Kagome,alla fine Inuyasha è un cane.” Disse Miroku. Tutti tranne il mezzo demone scoppiarono a ridere e questo non fece che irritarlo di più. Ma i suoi compagni non avevano torto, messo su quattro zampe, con la faccia rivolta verso terra ed il naso intento ad annusare ogni centimetro di terra sembrava in tutto e per tutto un cane senza tralasciare che sulla testa aveva delle simpatiche orecchie da cane.
“Cosa hai detto dannata?” si rivolse scontroso a Kagome. La ragazza non si spaventò ma prese un bastone poco lontano da lì e si avvicinò al viso di Inuyasha. Lui iniziò ad imbarazzarsi, il viso della mora era pochi centimetri lontano da lui e se si fosse spostata di qualche passo le loro bocche si sarebbero potute unire. Ma ella porto davanti al naso del mezzo demone il bastone e gli ordinò di annusarlo. In un primo momento era titubante, perché doveva?, ma alla fine lo fece.
“Bene.” Disse la ragazza sorridendo” E adesso va’ a prenderlo.” E lo lanciò molto lontano. Inuyasha non avrebbe potuto spiegare ciò che gli scatto in testa. Era come se il suo corpo non si controllasse, l’unica cosa che sapeva e che doveva prendere quel bastone. Con un lungo salto scattò in avanti e afferrò l’oggetto del desiderio con i denti, solo dopo si rese conto di cosa aveva fatto. I tre ragazzi scoppiarono a ridere prendendosi gioco del povero mezzo demone che era cascato nella trappola di Kagome. La sua risata le arrivò dritta alle orecchie e nonostante fosse arrabbiato con lei non poté negare quanto dolce e soave fosse la sua voce, di quanto fosse bella mentre nella sua faccia si allargava un enorme sorriso. Ma la ragione prevalse su i suoi sentimenti e non poté scordare l’affronto appena subito.
“Kagome, come hai potuto farmi questo? Non sono un cane.”
“E non lo eri neanche quando saltavi per prendere il bastone ed afferrarlo con i denti?” Fregato. Questa era la parola giusta, come poteva controbattere? Rimaneva un'unica soluzione: insultarla.
“Stupida.”
“Come scusa?” chiese sicura di aver sentito male.
“Sei pure sorda? Ti ho detto stupida.”
“Inuyasha vai a cuccia.” Ed il poverino si ritrovo con la faccia attaccata al freddo terreno. Il viaggio prosegui in silenzio. I due non avevano intenzione di parlarsi troppo presi ad insultarsi mentalmente,perché Inuyasha riconosceva di aver sbagliato ad insultarla e Kagome  comprendeva di aver esagerato, insomma tutto si sarebbe risolto con un” mi dispiace o scusa” ma erano troppo orgogliosi e testardi per dirlo. La notte era ormai sopraggiunta ed i ragazzi avevano deciso di accamparsi vicino al mare. Inuyasha si era staccato un attimo dal gruppo per sentire l’aria salmastra pungergli le narici ma oltre ad esso sentì l’inconfondibile odore di una ragazza che tempo addietro aveva rapito il suo cuore.
“Kagome, che ci fai qui? Torna a dormire.” La mora non gli rispose e si sedette accanto a lui.
“Kagome ma tu pensi veramente che tutto quello che stavo facendo oggi non serviva a niente?”
“Se mi stai chiedendo se credo nelle tue capacità è sì. Io crederei in te anche quando tutto dimostrasse il contrario.” Prese un profondo respiro permettendo all’aria di mare di entrare nei suoi polmoni e poi continuò.” Oggi  stavo solo scherzando ma sono stata una stupida e mi sono comportata in modo infantile…”
“Kagome io non vole…”
“So che mi hai insultata perché ti sentivi a disagio, tranquillo non mi hai offeso.” Lo interruppe Kagome anticipandolo” Ti chiedo scusa.” La ragazza odiava vedere la faccia del mezzo demone avere un espressione triste, odiava non poter sentire la sua voce, odiava litigare con lui. Sapeva che Inuyasha non si sarebbe mai scusato che il giorno dopo avrebbe fatto finta di niente ma lei ci teneva a fargli capire che le sue intenzioni erano buone, non voleva offenderlo, voleva solo scherzare, anche se aveva esagerato e se ne rendeva conto da sola.
“Tranquilla io neanche ci pensavo più.” Mentì.
“Ne sono lieta.” Sorrise. Il mezzo demone la osservò: i lunghi capelli che ondeggiavano per il vento, la sua pelle nivea adesso scura a causa della poca luce e i suoi occhi che illuminati dalla luna risplendevamo, come poteva aver litigato con una ragazza così dolce e bella come lei?
“Scusa.” Sussurrò per poi voltarsi verso l’enorme distesa di blu scuro. La ragazza non disse niente ,ma un enorme sorriso le contornava il viso, e si appoggiò a lui, che divenne rosso per l’imbarazzo.
Poco distanti da là due ragazzi e due demoni fissavano la scena sorridendo. Sapevano che avrebbero fatto pace ma erano curiosi di sapere come. Kagome ed Inuyasha, specialmente quest’ultimo, avevano notato gli sguardi curiosi dei loro compagni ma non avevano voglia di staccarsi, per questa volta avrebbero fatto finta di niente. Per una volta ci sarebbero stati solo loro e il loro amore.
 
Angolo dell’autrice:
All’inizio doveva essere C di casa ma poi mi è venuta quest’idea ed ho preferito cambiare con C di cane. Capitolo un po’ lunghetto che si può dividere in due parti. Come al solito cercò di mettere parti comiche con scene romantiche e la cosa si sta rivelando una lotta difficile ma la porterò a termine, non mi piace lasciare le cose incomplete. Sono del parere che i due si completino a vicenda, per questo li trovo meravigliosi insieme. Sango, Miroku, Shippo ed anche Kirara li hanno sempre spiati quindi ho pensato perché non farlo anche ora?Fatemi sapere cosa ne pensate, ringrazio tutti e ci vediamo al prossimo con -D di doccia-.
Notte, Inu_Ran.
 

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Capitolo 4
*** D di doccia ***


      D di doccia



“ Inuyasha, mi prenderesti quello scatolone vicino il vaso.” Con un grande salto raggiunse la scatola e, dopo averla agguantata, con entrambe le mani la tirò verso sé. Però nel farlo la polvere che vi era, sia sopra l’oggetto che sotto esso, cadde addosso al mezzo demone ed anche alla ragazza lì vicino. Inuyasha mise la scatola sopra la scrivania e incominciò a strofinarsi gli occhi pieni di polvere mentre Kagome era intenta a scrollarsela dalla gonna battendo le mani su di essa.
“E’ inutile la polvere non andrà via così ormai ci conviene farci la doccia. Grazie lo stesso per avermi preso quello che ti avevo chiesto.” Disse ad un certo punto la ragazza rompendo il silenzio.
“Hai ragione. Allora io vado nell’epoca Sengoku, domani preparati che verrò a prenderti e inutile che venga stanotte.” Fece per andarsene ma venne trattenuto dalla manica dalla mora che di lasciarlo andare non ne aveva nessuna intenzione
“Puoi farla qui la doccia, non c’è bisogno che tu vada via.” Il mezzo demone non ebbe il coraggio di rifiutare soprattutto se la ragazza glielo chiedeva con quella dolce voce.
“Però sarò io la prima a farla, tu mi aspetterai in camera.” I due si incamminarono insieme verso casa finché una andò al bagno e l’altro aspettò paziente dietro la porta. La ragazza non impiegò molto tempo e in dieci minuti uscì dal bagno con addosso un vestito corto, che le arrivava sulle ginocchia,  senza spalline. I lunghi capelli bagnati li aveva lasciati sciolti.
“Io sono nella mia stanza ad asciugarmi i capelli, mia madre che sta arrivando adesso ti aiuterà.” La madre di Kagome come per magia apparse dalle scale e fece accomodare il mezzo demone all’interno della stanza. Era semplicissimo: vi erano un gabinetto, un lavandino ed una vasca grande quanto tutta la parete. La donna prese un asciugamano, purtroppo era sprovvista di una più lunga quindi gli avrebbe sicuramente coperto solo la  parte inferiore, lo shampoo e il bagnoschiuma.
“Inuyasha ho aperto il rubinetto, quando vedi che si è riempita abbastanza, fai attenzione non deve essere troppo piena, chiudi il rubinetto. Bé credo che sia inutile dirti che devi levarti i vestiti ed immergerti. Lì ci sono il bagnoschiuma e lo shampoo se hai bisogno non esitare a chiamarmi.”
“Grazie.” Sussurrò il mezzo demone, ogni qualvolta si trovava in sua presenza si sentiva in imbarazzo. La donna uscì non prima di avvertilo.
“Inuyasha la porta del bagno purtroppo è rotta, è meglio se la lasci socchiusa, non penso tu voglia rimanere chiuso dentro, nessuno verrà a spiarti se ciò che ti preoccupa. Anche prima Kagome non ha chiuso completamente la porta. Io sono sotto, il nonno sta riposando,Sota è fuori e Kagome si sta asciugando i capelli.” Il mezzo demone aveva staccato le orecchie nel preciso momento in cui aveva capito che la porta non si chiudeva e lui era stato dietro essa mentre Kagome faceva il bagno. E se fosse caduto? L’avrebbe potuta vedere nuda. Fortuna che non era imbranato. Finalmente Inuyasha rimase da solo e posò i suoi indumenti sul mobiletto. Chiuse il rubinetto che aveva riempito completamente la vasca e quando si immerse gran parte dell’acqua fuoriuscì da essa. Non se ne curò minimamente e preso il sapone, che la madre della ragazza gli aveva detto che serviva per lavare il corpo, ne buttò un gran quantità dentro l’acqua creando così tantissima schiuma. Quell’odore gli arrivò dritto nel naso e non poté fare a meno di pensare che quello gli ricorda tanto una lunatica ragazza che tanto amava.
Kagome finì di asciugarsi i capelli e s’incamminò verso il corridoio finché non si dovette fermare alla vista dell’acqua. Come una furia si diresse verso la fonte di quel fiume che, ovviamente, la portò al bagno. Aprì la porta  per poi con impeto richiuderla con rabbia.
“Inuyasha cos’hai fatto?” gridò fuori di se la mora. A quelle urla Inuyasha saltò in aria.
“Perché che ho fatto?”
“Non vedi che c’è tutta l’acqua a terra?” il mezzo demone si sporse con la testa in avanti e notò il danno.
“Mi dispiace non l’ho certo fatto apposta. Tu invece ti sei resa conto di quello che hai fatto?”
“No. Perché cos’ho fatto?” chiese curiosa la ragazza. Kagome presa da un impeto di rabbia non si era minimamente accorta di essere entrata nel bagno mentre Inuyasha stava nella vasca nudo.
“Kagome mi sto lavando. Non potevi aspettare dopo per dirmelo?” La mora divenne tutta rossa e si girò perché voleva andar via, si voleva quasi fondere col pavimento per la figura che aveva fatto, e quindi poggiò la mano sul pomelo. Girò a destra. Niente. Girò a sinistra. Niente. Ci riprovò di nuovo ma niente. La porta non si apriva. Si batté una mano sulla fronte e si diede mentalmente della stupida. Come aveva fatto a dimenticarsi che la porta era rotta? Solo pochi minuti prima era stata costretta a tenere la porta semi chiusa e si era sentita imbarazzata al solo pensiero che Inuyasha stava proprio accanto ad essa e l’avrebbe potuta aprire. Ma lui era troppo ingenuo per fare una cosa del genere …o no?
“Inuyasha credo di aver fatto una cosa sbagliata.”
“Come sbattere forte la porta e chiuderci entrambi qui dentro?”
“S-sì.”
“Come sì? Io scherzavo. Non ci credo, sei proprio stupida.”
“Ha parlato quello che mi ha praticamente allagato casa.” I due come da copione stavano iniziando a litigare ma Kagome si distrasse un millesimo di secondo fissando il mezzo demone. Come potevano dire che non era perfetto? Che non sarebbe dovuto esistere? Se era ‘l’uomo’ che tutte le donne avrebbero voluto avere o almeno lei lo desiderava da tempo.
“Litigare non ci porterà a niente e di sicuro non sistemerà la porta.” Sentenziò la mora.” Posso lavarti i capelli.”
“Sicura che non sia una scusa per vedermi nudo?” disse sarcastico Inuyasha che fu incenerito da un’occhiata della ragazza.
“Da piccolo il cervello ha deciso di abbandonarti?” rispose andandogli incontro. Inuyasha aveva il corpo coperto dal quintale di bagnoschiuma che si era messo. Con un po’ di dispiacere della mora non si vedeva niente. Meglio così si disse non avrebbe sopportato altre battutine da parte di Inuyasha era già abbastanza imbarazzata. Prese i lunghi capelli bagnati ,del mezzo demone, e li portò fuori dalla vasca. Mise un po’ di shampoo nelle sue esili mani ed incominciò ad insaponarli. Erano così lisci, morbidi neanche i suoi erano così perfetti. Inuyasha a quel contatto rilasso tutti i muscoli, chiuse gli occhi e si godete quei massaggi. Dopo aver insaponato la parte inferiore dei capelli passò a quella superiore, fece attenzione a non graffiare  o a rovinare in qualche modo le sue delicate orecchie, e continuò a massaggiargli le tempi. Ad ogni toccò il corpo del mezzo demone veniva percorso da brividi che neanche lui sarebbe riuscito a spiegare, ma era estremamente piacevole. Kagome dopo aver finito la sua opera prese un secchio contente dell’acqua ghiacciata e la verso sopra la testa del mal capitato, ormai a terra c’era un lago perché non ingrandirlo di più? , che saltò in aria preso alla sprovvista. Non replicò, non disse nulla non appena sentì le mani di Kagome affondare di nuovo sui suoi capelli si rilasso di nuovo ma esse vennero sostituite da un freddo pettine di legno. Ma ad Inuyasha piaceva lo stesso. Adorava stare lì in sua compagni e doveva ammettere che non appena aveva saputo che era impossibilitata ad uscire in silenzio aveva gioito. Kagome si spostò verso la metà della vasca e si sporse in avanti cercando di prendere il balsamo.
“Kagome se vuoi presa qualcosa dimmelo che faccio io.” Disse Inuyasha notando la mora in seria difficoltà.
“No faccio da sola.”
“Ma così cadrai.”
“Ma non. Non mi succederà niente.” Le ultime parole famose e si ritrovò dentro la vasca tra le bracci a di Inuyasha. Il ragazzo non appena aveva visto che Kagome aveva perso l’equilibrio l’aveva presa tra le sue braccia preoccupato che si potesse fare male. I due rimasero fermi. Il tempo si era fermato. L’universo era scomparso. Gli unici al mondo erano solo loro due stretti in un abbraccio. Uno non intenzionato a lasciarla, l’altra non l’avrebbe mai abbandonato. Nonostante l’acqua fosse diventa fredda i due sentivano un forte calore invadere i loro corpi. Purtroppo il corpo di Kagome il freddo l’aveva sentito ed il momento romantico fu rotto da una serie di starnuti.
“Come faresti se non ci fossi io?” chiese Inuyasha ma non attese una risposta sapeva che la ragazza era in gamba e non aveva bisogno di nessuno ma amava salvargli la vita, lo faceva sentire utile, felice come nessun’altro al mondo.
“E’ meglio se esci, ti stai raffreddando.” A  suo malincuore la ragazza uscì fuori dalla vasca bagnata fracida. Il vestito le stava attaccato quasi fosse una seconda pelle ed alcune ciocche dei capelli non avevano intenzione di tornare al loro posto e stavano attaccati sulla faccia.
“Ti dovresti spogliare.”
“Porco, maniaco, pervertito. Stare con Miroku ti ha fatto rincretinire?” Urlò la ragazza lanciandogli la prima cosa che le capitò a tiro: una piccola saponetta.
“Non intendo questo. Ti sto dicendo di levarti di dosso quei vestiti zuppi se non vuoi ammalarti.”
“Sicuro che non sia una scusa per vedermi nuda?” rise convinta che il mezzo demone avesse compreso.” comunque io vado a cambiarmi dietro il separé nel frattempo tu sciacquati e copriti.” La ragazza prese da un cassetto un asciugamano ed andò dietro il separé. Inuyasha, dopo vari tentativi riuscì a mandar via l’acqua levando il tappo e incominciò a levarsi di dosso tutta la saponata. Nel mentre ammirava la figura di Kagome muoversi dolcemente, sembrava danzasse, nel togliersi quei vestiti che poc’anzi non lasciavano niente all’immaginazione.
“Inuyasha posso uscire?”
“Solo un momento,” uscì e poggiò i piedi sul pavimento che era ancora bagnato e  si mise l’asciugamano che copriva dalla vita fin un po’ più in sopra delle ginocchia.
“Perfetto sono pronto. Esci.” La ragazza anche se timidamente fece la sua comparsa da dietro il separé coperta da un misero asciugamano.
“Io ora vado a cambiarmi. Fortunatamente i miei vestiti sono ancora asciutti.”
“Non è giusto. Perché tu puoi cambiarti mentre io devo rimanere così?” piagnucolò la ragazza.
“Non sono io il genio che è caduto nella vasca.” Rispose acido Inuyasha.
“Bé non sono io quello che vedrà i suoi vestiti fuori dalla finestra.” Prese i suoi indumenti ed aprì la finestra.
“Kagome non fare la bambina.”
“No, perché?”
“Stupida ragiona una volta tanto.” Fu un passo falso. La risposta sbagliata ed  vestiti caddero giù. La risata fragorosa di Kagome riscaldò la stanza ed Inuyasha la trovò meravigliosa nonostante quello che aveva fatto, meravigliosa anche con quella semplice veste, se così si poteva chiamare, con la faccia distesa in un sorriso e quei meravigliosi occhi nocciola che,a parer suo, brillavano di più del solito. Era stupenda.
“Inuyasha se hai finito di fissarmi trova un modo per uscire.” Il mezzo demone distolse lo sguardo e con due spallate ben assestate riuscì ad aprire la porta. Entrambi uscirono e con grande stupore di Kagome il corridoio era in perfetto stato segno che sua madre aveva sistemato tutto. Il nonno della ragazza si alzò dalla sua stanza diretto al bagno ma si dovette fermare alla vista di sua nipote e quel tipo in asciugamano.
“Kagome ma che stavate facendo?”
“Non è come sembra.” Cercò di difendersi il mezzo demone.
“Nonno non è successo niente e tu Inuyasha non gli dare corda.” Prese la mano di Inuyasha e lo condusse all’interno della sua stanza lasciando il nonno a bocca aperta che balbetta un “ma-ma”.
“Ora ti prendo i vestiti  e dopo ti asciugo i capelli.” Inuyasha prese un ciocca dei suoi capelli e li odorò.
“I tuoi capelli hanno il mio odore.”
“Che scoperta, genio ci siamo lavati con lo stesso shampoo.”
“Non intendo quello, io sto parlando del mio odore deve essere successo quando sei caduta nella doccia ed io ti ho…” non riuscì a completare la frase troppo imbarazzato.
“Se è così sono felice di avere il tuo odore addosso. Ah quasi mi scordavo.” Si issò in punta di piedi e diede un bacio ad Inuyasha sulla guancia.
“Grazie per avermi salvato, di nuovo.”
“Di n-niente. Fi-figurati.” Disse un po’ impacciato il mezzo demone. Dopodiché la ragazza scomparve dalla sua vista.
Fare il bagno in quest’epoca si era rivelato per Inuyasha molto divertente, la prossima volta si sarebbe sporcato di nuovo per poi sentire gli urli di Kagome ad un suo errore ed il suo calore sul suo corpo.
 
Angolo dell’autrice:
Salve ^^ capitolo un po’ lunghetto . Il nostro mezzo demone alle prese con il bagno. Avrei voluto fare B di bagno ma mi piaceva di più B di bacio ma fortunatamente ho potuto utilizzare la D. “…Fortuna che non era imbranato…” questa frase come spero abbiate capito è ironica diciamo che il mezzo demone per una volta avrebbe voluto essere imbranato. Kagome è vendicativa e lascia cadere giù i vestiti neanche lei alla fine è così ingenua come sembra. Mi sono divertita a scrivere questa storia e spero che la stessa cosa valga anche per voi. La prossima è la E ma non ho le idee chiare su che cosa possa stare la E, datemi dei consigli, non ho bisogno che mi diciate la trama mi basta sapere: E di ?. Grazie a tutti e ci si sente alla prossima, buona notte =)

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Capitolo 5
*** E di ecografia. ***


E di Ecografia.




Un ragazzo dai lunghi capelli argenti e una ragazza con un folta chioma corvina passeggiavano mano nella mano lungo il vialetto. Lui sembrava abbastanza imbarazzato a quel contatto ma nonostante questo non si era allontanato ne aveva in qualche modo evitato. Non ci poteva fare niente se era così timido. Si girò un secondo per ammirare la sua splendida compagna e non poté far a meno di sorridere. Con quei pantaloni attillati che fasciavano le sue perfette gambe, con i suoi meravigliosi capelli ribelli liberi di volare a causa del vento e con quel maglione enorme, era bellissima. Ma la cosa che la rendeva ancora più bella era il suo enorme pancione. Pensare che li dentro stava crescendo il frutto del loro amore lo rendeva felicissimo. Ricorda ancora quando tornati nella sua epoca, a causa delle continue nausee e mancamenti, lei era andata in un posto a farsi controllare, lo chiamava ospedale, ed avevano scoperto attraverso il prelievo, ricordava ancora quei nomi a lui sconosciuti ma non voleva dimenticarsi il minimo particolare che quel giorno avevano segnato il cambiamento della sua vita, e lei tutta sorridente era tornata a casa e l’aveva preso in disparte.
-Inuyasha, sono incinta. Aspetto nostro figlio- Se chiudeva gli occhi riusciva a sentirla e a rivedere quel enorme sorriso che gli riscaldava ogni volta il cuore. Certo all’inizio non si era aspettato una cosa del genere ma, superata la timidezza, l’aveva abbracciata.
-Diventerò papà, grazie Kagome.- Da quel fatidico giorno erano già trascorsi 6 mesi e la pancia di Kagome era pian piano cresciuta.
“Inuyasha, mi stai ascoltando?” chiese la ragazza un po’ infastidita.
“No scusami pensavo ad altro.”
“Ti stavo dicendo che devi comportarti bene con il dottore non fare scenate, non litigare con nessuno, non parlare se non è necessario, non fiatare, non muoverti se non te lo dico io, chiaro?”
“Praticamente devo essere una statua: immobile e silenziosa.”

“Bravo amore hai colto le mie parole al meglio.” Si alzò in punta di piedi e lo baciò in bocca. Il bacio non durò molto ed i due si staccarono dopo pochi secondi.
“Kagome sai cosa ti ho detto.”
“Sì, sì lo so. Davanti ad estranei non vuoi che ti baci. Ma che ci vuoi fare se sei così dolce che non riesco a fare a meno di baciarti.”
“Non pensavi la stessa cosa ieri dopo che mi hai mandato a cuccia per all’incirca dieci volte solo perché ti avevo detto che quella maglietta non ti stava bene, perché troppo piccola, a causa del tuo meraviglioso pancione.”
“Ma lo sai che con la gravidanza i miei ormoni stanno impazzendo.”
“Non solo quello.” Ormai Inuyasha combatteva con i repentini sbalzi d’umore della ragazza. Se un momento prima era dolce e felice il secondo dopo era un demone che non vedeva l’ora di trovare qualcuno da torturare. Chi poteva essere il mal capitato che sopportava tutto per amore? Chi se non Inuyasha anche perché il resto della famiglia scappava via non appena avvertiva che la loro adorata bambina stava per scatenare la sua ira.
“Come scusa. Mi stai dando della pazza? Inuyasha io chiedo il divorzio.” Disse seria la mora.
“Ma se non siamo sposati, mi dici come fai? Dai smettila di fare così andiamo dal modico o come si chiama se no arriveremo in ritardo.” La ragazza concordo con il mezzo demone e proseguirono insieme. Arrivati di fronte l’enorme struttura entrarono ed andarono verso un lungo bancone ove vi era una giovane ragazza.
“Salve sono la signorina Higurashi Kagome ed avrei un appuntamento con il dottor Tofu.” La ragazza guardò degli enormi libri e diede delle indicazioni a Kagome ed Inuyasha per trovare la stanza del dottore. Kagome era leggermente in ansia, aveva paura che qualcosa potesse andare storta, che il suo bambino potesse stare male e che Inuyasha combinasse qualche casino. Statisticamente era più probabile si avverasse l’ultima. Entrarono dentro la stanza era semplicissima: le bianche pareti erano illuminate dalla finestra dietro la scrivania, la tendina rossa non stava ferma e volava da ogni parte, poco più lontano vi era un  lettino ed un enorme macchinario. Il dottore vide i pazienti e li salutò. L’uomo aveva dei lineamenti maturi, i corti capelli castani contornavano il suo volto mentre degli enormi occhiali rendevano quel viso un po’ buffo.
“Prego accomodatevi.” Prese un agendina e cercò il nome della sua paziente.”Lei deve essere la signorina Kagome Higurashi. Mi dica è qui per una visita di routine?”
“Sono al sesto mese e vorrei sapere come sta il mio bambino ed anche il sesso. Quando sono venuta per il primo controllo il mio compagno non era presente e non ho voluto sapere il sesso del bambino ma adesso non sto più nella pelle dalla curiosità.” Kagome con dolcezza si massaggiò il suo enorme pancione.  Oggi avrebbe saputo se comprare vestiti tutti rosa o blu.
“Benissimo. Si sdrai sul lettino.” La ragazza fece come le era stato detto ed Inuyasha le si avvicinò. Però lui non aveva ben capito perché la ragazza dovesse proprio sdraiarsi, non poteva farsi un altro preliovo, prelieve o come  diamine si chiamasse? Perché in quel momento il cervello del mezzo demone era andato in tilt non appena aveva sentito il medico dire a Kagome di alzarsi la maglietta fino al seno. La ragazza, con tranquillità, mise le mani sulla maglietta ed iniziò ad alzarla ma quelle di Inuyasha la bloccarono.
“Lei non si toglie niente.”
“Ma è impossibile io devo visitarla. Ascolti una volta che scoprirà la pancia dovrò mettergli...”
“Vuole mettere pure le sue mani su Kagome? Assolutamente no.” A quel punto la situazione iniziò a degenerare e la ragazza decise di calmare l’animo del mezzo demone. Sapeva che Inuyasha lo faceva perché protettivo nei suoi confronti, soprattutto ora che portava in grembo suo figlio, ma alle volte esagerava e per farglielo capire doveva sempre mandarlo a cuccia. Ma non poteva farlo davanti al medico, come l’avrebbe spiegato?
“Inuyasha calmati non mi farà niente. Credimi, questa non è la prima volta.”
“Quindi ti ha già toccato lui o un altro medico?” chiese incredulo.” Tu qui non ci verrai più.” Disse serio e prese in braccio la ragazza. Lei scalciava e si dimenava tra le sue braccia ma Inuyasha era irremovibile.
“Inuyasha mettimi immediatamente giù se non vuoi che nostro figlio nasca senza un padre.” Il mezzo demone a quelle parole congelò sul posto, sapeva che quando Kagome lo minacciava, in special modo con quel tono, l’avrebbe mantenuta ad ogni costo. L’aiutò a scendere e quando ella ebbe poggiato i piedi per terra poté tirate un sospiro di sollievo, se l’avesse fermato un secondo più tardi sarebbero già stati fuori dall’ospedale.
“Se lui non vuole un medico posso vedere se la dottoressa Fuje può occuparsi di voi.”
“Grazie lei è la mia salvezza.” Le sorrise Kagome. Il medico scompari da dietro la porta e lasciò i due genitori da soli.
“Perché quegli sguardi languidi? Ti piace quel tizio?”
“Ma cosa dici? Lo ringraziavo perché ,visto che tu non vuoi che lui mi visiti, ha trovato la soluzione al nostro problema. E poi lo sai che non occhi che per te.” Disse la mora per poi baciarlo ma non durò molto che fece la sua comparsa la dottoressa e, con grande disappunto di Inuyasha, Kagome dovette coricarsi in quel lettino e scoprire la sua pancia. Inuyasha non era molto d’accordo ma non disse nulla, aveva notato che la sua compagna era diventata nervosa non appena avevano varcato la porta, era preoccupata per il piccolo e di sicuro gli ormoni impazziti non l’aiutavano. Doveva lasciarla in pace se non voleva finire sotto i suoi artigli, perché Kagome poteva far male anche più di Sesshomaru e Naraku insieme.
“Allora ora metterò questo gel e poi con questo strumento, che ho nelle mani, vedremo il suo bambino sullo schermo.” La spiegazione della dottoressa rassicurò il mezzo demone che curioso aspettava di vedere il loro bambino su quella scatola grigia.
“Guardate questa è vostra figlia e sta benissimo.” Disse la dottoressa indicando nello schermo.
“Quindi è femmina?”
“Si.”confermò.
“Hai sentito Inuyasha? Avremo una bambina. Gli compreremo tanti vestiti rosa, poi faremo compere insieme, lei avrà un fidanzato e tu la porterai all’altare.”
“Frena Kagome. Il primo che tocca nostra figlia di spezzo un braccio e poi ancora deve nascere.” Disse il mezzo demone spaventato. L’avrebbe protetta da tutti, il primo che si fosse avvicinato a lei non sapeva di preciso cosa gli avrebbe fatto ma lei non si toccava. Insomma lui era iperprotettivo con Kagome e lo sarebbe stato anche con sua figlia. I due ragazzi ringraziarono la dottoressa e Kagome prese un altro appuntamento. Si diressero verso casa pronti ad annunciare alla famiglia della ragazza ed ai loro amici della bambina.  
“Inuyasha grazie per avermi reso mamma e la persona più felice del mondo.”
“E tu grazie per avermi reso papà.”Inuyasha se ne fregò altamente se non era solito baciarla in pubblico e incatenò le labbra alle sue in un bacio all’inizio casto per poi diventare sempre più passionale. Sciolsero le loro labbra quando ad entrambi mancava l’aria e improvvisamente l’espressione di Kagome cambiò.
“Inuyasha io non mi sono dimenticata di quello che mi hai fatto passare. Vai a cuccia.” Com’era prevedibile il mezzo demone si ritrovò faccia a faccia col freddo marciapiede.
“Io l’avevo detto che non erano impazziti soltanto gli ormoni.”Scherzò lui peggiorando la situazione.
“Inuyasha vai a cuccia, a cuccia.” La ragazza proseguì pacatamente il suo percorso mentre Inuyasha desiderava che i prossimi 3 mesi trascorressero il più velocemente possibile perché un altro mese con una Kagome isterica e non sapeva se ne sarebbe uscito vivo.


Angolo dell’autrice:
Io ringrazio coloro che mi hanno dato dei consigli per la lettera E ma aimè non mi veniva l’ispirazione e non sapevo come sviluppare la trama con quelle parole che voi, gentilmente, mi avevate dato. Poi per caso mentre guardavo la televisione hanno detto ecografia e da lì mi è venuta questa storia. Volevo metterli in un contesto differente ove Kagome fosse incinta. Capirete che i comportamenti strani della ragazza sono dettati dal suo stato interessante ed Inuyasha povero cristo deve subire tutto. Non ho una grande fantasia per quanto riguarda inventare nomi quindi ho utilizzato il nome Tofu preso dal manga Ranma1/2, per la dottoressa ho utilizzato un nome inventato da me. Io non sono un medico quindi ho evitato di specificare con quale strumento facesse l’ecografia trovo che senza quel particolare si possa comprendere la storia. Inuyasha iperprotettivo lo è sempre stato e sempre lo sarà, giusto?
Per quanto riguarda la foto ho scelto questa perché ricorda la parte finale quando si ringraziano a vicenda. Il prossimo capitolo vedrà i ruoli invertiti, non sarà Inuyasha a combinare guai ma Kagome( non posso fargli fare sempre tutto a lui) e sarà F di febbre. Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piace vederli genitori, perché avrei intenzione più avanti di fare P di papà e M di mamma(ovviamente le cose possono cambiare).  Grazie a tutti voi, un bacione enorme e buona notte ^^

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Capitolo 6
*** F di febbre. ***


F di febbre.


Il rumore delle gocce che s’infrangevano contro l’ombrello fecero trasalire il mezzo demone. Kagome si sedette accanto a lui coprendo entrambi con esso.

“Inuyasha non dovresti stare sotto la pioggia e meglio se entri.” Disse dolcemente la ragazza. Aveva notato che Inuyasha aveva un atteggiamento strano. Non era il solito lamentoso, attivo e dinamico mezzo demone che conosceva anzi era stato zitto tutta la mattina ed aveva rifiutato il cibo, non aveva detto niente neanche quando Shippo gli aveva fregato il suo pasto.
“Sì.” Sussurrò Inuyasha ancora assorto nei suoi pensieri. Non capiva cosa non andasse in lui: si sentiva stanco, esausto, senza energia e un forte mal di testa non voleva lasciarlo.
“Inuyasha ti vedo strano c’è forse qualcosa che ti preoccupa? Posso aiutarti?”
“No niente.” Disse guardando Kagome. Fu in quel momento che la ragazza notò lo strano rossore dipingergli le guance.
“Tu stai male?” chiese perplessa. Era davvero strano poiché il ragazzo non si ammalava facilmente soprattutto per una pioggia come quella. Il mezzo demone fece di no col capo, non voleva farla preoccupare, e cercò di rialzarsi ma una volta in posizione eretta il dolore alla testa aumentò, tutto attorno a lui cominciò a girare e perse l’equilibrio cadendo a terra. Kagome si spaventò e incominciò a chiamare i suoi amici. Miroku e Sango non ci misero molto ad arrivare e aiutarono Kagome a spostare Inuyasha dentro la casa di Kaede.
“Cos’è successo?” chiese in preda al panico Shippo.
“Quando sono arrivata da Inuyasha ho notato il suo rossore. O chiesto se stesse male ma mi ha risposto negativamente quando ha provato ad alzarsi poi ha perso l’equilibrio ed il resto lo sapete.”
“Ma è molto strano per un mezzo demone, robusto come lui, ammalarsi. Non credo c’entri la pioggia.”
“Ieri sera, ricordate il freddo che c’era? Anche Inuyasha tremava dal freddo ed ha voluto una coperta. Ho aperto gli occhi quando ho sentito un tonfo ed ho visto Inuyasha dentro il fiume, sicuramente sarà caduto. Credo che dopo non si sarà levato i vestiti o asciugato. Oggi questa pioggia non ha fatto che peggiorare la situazione.” Disse Miroku ricordando la sera precedente.
“Stupido.” Imprecò a mezza voce Kagome.La ragazza mise una mano sopra la fronte del mezzo demone e si sorprese per quanto fosse calda.
“Ha la febbre altissima. Qualcuno chiami Kaede e l’unica che sa come utilizzare l’erbe mediche.”
“Kaede è andata via stamani e non tornerà prima di sera.” Li informò il piccolo di demone.
“So che è andata qua vicino potremmo raggiungerla con Kirara.” Propose Sango la quale non aveva distolto lo sguardo dal suo amico preoccupata, come gli altri, per la sua salute.
“Per prima cosa bisogna levargli quegli abiti. Miroku ci pensi tu mentre noi usciamo?” disse Kagome che già si dirigeva verso l’uscita sicura della risposta affermativa del monaco che non tardò di giungere. Le ragazze e Shippo rimasero fuori il tempo necessario per Miroku di cambiare gli abiti a Inuyasha e nel frattempo si misero d’accordo sul da farsi.
“Sango io preferisco restare qui potrei essergli di aiuto se dovesse aprire gli occhi. Shippo tu sai dove andata Kaede accompagnali.”
“Sei sicura?” chiese dispiaciuto.
“Si tranquillo me ne occuperò io, sarai più utile a loro.” Miroku uscì dalla capanna ed insieme agli altri compagni si apprestarono a partire. Kagome entrò dentro e notò che Inuyasha aveva ancora gli occhi chiusi ed il respiro affannato come se avesse corso per ore. Si accorse che nonostante tutto era sempre bellissimo. Si insultò da sola, non poteva fare osservazione del genere quando il mezzo demone stava malissimo. Per alleviare ed abbassare di poco la febbre, pensò che un panno bagnato sulla fronte sarebbe stato perfetto. Si guardò attorno in cerca di qualcosa per poter trasportare l’acqua e lì, lontano lo vide: un piccolo secchiello. Lo raccolse, prese l’ombrello e si diresse verso il fiume. La pioggia non era cessata anzi era aumentata. Il corso d’acqua non era distante e preso ciò che le occorreva s’incammino con passo svelto verso la capanna perché l’idea di averlo lasciato solo la terrorizzava. Lei non era forte come Inuyasha né possedeva tessaiga ma se si fosse trovata di fronte un losco individuo che voleva attentare alla vita del suo amato l’avrebbe protetto anche a costo della sua vita. Nel formulare questi pensieri non si accorse di una pietra e cadde al suolo, riuscendo a salvare il secchio con l’acqua. Si issò con fatica notando come la gonna e la maglia fossero sporchi di acqua, fango e sangue poiché nella caduta si era pure graffiata. Imprecò contro i Kami che oggi avevano voglia di giocare e farsi beffa di lei ed entrò di corsa, attenta a schivare tutte le pietre, trovando il mezzo demone sempre nella stessa posizione. E si scordò che era bagnata fracida, che era sporca, ma si concentrò unicamente su di lui. Ora serviva solo un panno: ma dove trovarlo? Un’idea le arrivò dritta al cervello. Strappò una manica della divisa, sua madre si sarebbe arrabbiata per questo ma non le importo più di tanto, e la bagnò poggiandola successivamente sulla fronte calda di Inuyasha. Passarono alcuni minuti e dei suoi compagni neanche l’ombra, adorava poter stare sola con lui ma non in quello stato eppure aveva notato che Inuyasha aveva un aria meno affranta. Sicuramente era grazie alla sua natura di demone che gli permetteva di recuperare le forze velocemente.
“Etciù. Ci mancava solo il raffreddore.” Levò la pezza e poggiò le sue labbra sulla sua fronte per constatare che la febbre era scesa. Inuyasha semi cosciente sentendo quel contatto non poté fare a meno di sorridere ma la ragazza non lo vide a causa dei suoi starnuti. La febbre del mezzo demone aveva completamente fatto dimenticare a Kagome che era ancora bagnata. La veste del mezzo demone era asciutta e guardando se Inuyasha dormisse ancora si mise di schiena sfilandosi prima la gonna ed in seguito la maglia. Il mezzo demone osservava ammirato la figura di Kagome, perché gli starnuti l’avevano svegliato,  levarsi con sensualità gli indumenti per poi calciarli lontano. Il suo corpo era così bello, la sua pelle così candida, l’avrebbe riempita di baci. Si girò per ammirarla meglio ma urtò col secchio che cadendo fece girare la ragazza terrorizzata. I loro occhi si incrociarono: oro e cioccolata che si fondevano. Ma a rompere l’atmosfera fu la mora che prese il sopra della veste di hinezumi coprendosi il corpo.
“Inuyasha ma allora ti sei svegliato?” disse sistemandosi la veste come meglio poteva, ma era larga, troppo grande per una ragazza esile come lei.
“Da quanto tempo?”
-Il tempo necessario per vedere il tuo copro fasciato solo dagli indumenti intimi.- voleva dire ma una simile risposta avrebbe posto fine alla sua vita.
“No, mi sono girato e quando ho urtato il secchio mi sono svegliato.”
“Non ti credo.” Inuyasha iniziò a sudare e non era per le mille coperte che aveva addosso. Già le coperte. Non si era accorto di averne due e c’era molto caldo in quella stanza. Le allontanò ma quando la ragazza urlò rossa in volto e si voltò comprese di aver fatto una mossa sbagliata. Era nudo, completamente nudo. Eppure ricordava che quando era svenuto aveva ancora la veste di hinezumi, che fosse stata lei a spogliarlo?
“Sei un maniaco.”gridò ancora rossa in viso.
 “Io? Non è vero. Non sapevo di non possedere più i vestiti.” Fece un profondo respiro.
”Me li hai tolti tu. Tu mi hai visto nudo come puoi dare del maniaco a me?”
“Non sono stata io ma Miroku poco fa.”
“Ma io non vedo il bonzo da nessuna parte. Non mentire non sei brava in questo.”
“Come sei stupido ed io che sono rimasta qui per aiutarti.” Disse mettendo il broncio.
“Cosa ci fai con la mia veste? Come mai non  hai la tua? E soprattutto perché sento l’odore del tuo sangue? Non sarai ferita?” domandò non rendendosi conto di aver detto tutto velocemente.
“Mi vuoi fare un’altra domanda? Comunque per quanto riguarda i miei vestiti.” Si avvicinò a lui ma inciampò su tessaiga cadendo sopra Inuyasha.
 “Non può essere e già la seconda volta. Maledizione. Etciù.” Imprecò per nulla imbarazzata per quella posizione. Lei fece leva sulle mani e osservando lo strano rossore che colorava le guance di Inuyasha si preoccupò.
“Ti è salita di nuovo la febbre? Non è possibile.” Si mise a cavalcioni e poggiò le labbra, come poc’anzi, sulla sua fronte. La febbre era scesa ne era sicura ma Inuyasha aveva le guance rosse come un pomodoro: come mai? Si chiese. Il mezzo demone era terribilmente imbarazzato e pensò che ritornare la discorso di prima le avrebbe fatto cambiare posizione.
“Non mi hai risposto.” Come sperato la mora si sedette al suo fianco.  
“Prima volevo prenderti dell’acqua per porla, con un fazzoletto o qualcosa del genere, sulla tua fronte ma sono caduta e mi sono bagnata e sporcata di fango. Nella caduta ho anche sbattuto e mi sono ferita, niente di che solo graffi.” Puntualizzò notando il terrore negli occhi del mezzo demone.” Poi sono tornata e ho pensato di mettermi la tua veste.” Prese i suoi vestiti e li mostrò ad Inuyasha per confermare la sua teoria.
“Cos’è successo alla manica? Dov’è?”
“Mi serviva qualcosa da metterti in fronte ed ho pensato che la manica sarebbe stata perfetta.” Inuyasha era commosso. Non aveva ricevuto mai tante attenzioni come adesso.
“Grazie.” Sussurrò, la mora non rispose gli sorrise e lo abbracciò.
“L’ho fatto volentieri, sono felice di sapere che ti stai riprendendo ma ora riposa un po’. Io sono qui e non me ne vado.”strinse la mano di lui e poi si sdraiò. Inuyasha le sorrise e questo fu cento volte meglio di mille grazie. I giorni passarono ed il mezzo demone si era ripreso subito, non aveva neanche avuto bisogno delle erbe di Kaede. Ritornò il solito mezzo demone che Kagome amava. Ma quest’ultima non fu fortunata e la sua sbadataggine le costò cara.
“Non ci posso credere. Kagome come puoi ammalarti ora che dobbiamo partire in cerca di Naraku?”
“Etciù, mi dispiace.”
“Non dispiacerti per quello stupido. Non ti ricordi che Kagome, quando sei stato male, ti è sempre rimasta accanto come puoi trattarla così?”La difese la sterminatrice.
“Tranquilla Sango ma viso che siamo tutti riuniti vorrei dire una cosa. Miroku sei stato tu a spogliare Inuyasha quando era malato? Perché sono stata accusata di essere una maniaca.” Disse la mora fulminando il mezzo demone con lo sguardo.
“Si, sono stato io. Ammettilo che ti sarebbe piaciuto se fosse stata lei.” Lo stuzzicò Miroku mentre Inuyasha balbettava cose incomprensibili. I compagni uno a uno abbandonarono la capanna e gli unici a rimanere furono Kagome e Inuyasha. Lui prese un pezzo di stoffa e lo mise sopra la fronte dalla mora.
“Grazie.” Sussurrò troppo stanca per parlare più forte.
“Ehi ricordi cosa mi dicesti tempo fa?  Anche io l’ho fatto volentieri e non c’è bisogno che mi ringrazi. Adesso riposa.”
“Ma tu starai vicino a me?” chiese speranzosa di una risposta positiva.
“Certo, io non me ne vado.” Disse imbarazzato prendendole la mano come aveva fatto lei quando i ruoli erano invertiti. Kagome chiuse gli occhi e in pochi minuti si ritrovò tra le braccia di Morfeo. Quella volta il suo sogno fu popolato da un dolce ragazzo dai lunghi capelli argentati e buffe orecchie da cane.

Angolo dell’autrice:
So che Inuyasha è un mezzo demone e difficilmente si ammala quindi ho provato a creare una situazione in modo tale che gli venisse la febbre. Subito dopo è migliorato grazie alla sua natura di demone. Kagome è un umana è dovrà aspettare molti giorni prima di un miglioramento ma Inuyasha saprà aiutarla. Ho poco tempo e non posso soffermarmi sulle notte dell’autrice ma ci tenevo a salutarvi e ringraziarvi per aver seguito la mia storia che è solo all’inizio ancora mancato tante lettere. La prossima sarà G di gelosia, un bacio a tutti buona notte Inu_Ran ^.^.

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Capitolo 7
*** G di gelosia. ***


G di gelosia.




I primi raggi del Sole svegliarono la ragazza. Si alzò mostrando un grande sorriso e si accorse che i suoi compagni erano tutti svegli. 
“Ciao. Come mai svegli di primo mattino?” 
“Perché Miroku stamattina all’alba non sapendo cosa fare mi ha toccato il sedere. Gli ho dato uno schiaffo e purtroppo ho svegliato Shippo e Kirara.”disse una furiosa Sango che guardava con sguardo omicida Miroku lontano kilometri da lei. Non voleva prendersene un altro. 
“Ah capisco. Inuyasha?” chiese cercandolo in giro, ma di lui nemmeno l’ombra.
“Mi hai chiamato.” Disse sbucando dietro di lei facendole perdere dieci anni di vita.
“Ma ti sembra modo? Mi hai fatto spaventare.”
“Mi dispiace. Siccome siamo tutti svegli che ne dite di partire?”Non aspettò la risposta e s’incamminò. Il resto della combriccola, anche se con poca voglia, lo seguì. La mattinata trascorse in totale tranquillità, qualche volta interrotta dalle palpate di  Miroku che si risolvevano con un sonoro schiaffo, ma la cosa più assurda era che Inuyasha e Kagome non avevano litigato anzi sembravano stranamente felici.
“Manca ancora molto?” chiese la mora sbadigliando”Sono un po’ stanca.”
“Kagome non hai dormito bene?” chiese Shippo saltando sulla sua spalla. Lei si guardò verso destra, dove c’era Inuyasha, e poi si rivolse al piccolo demone.
“No, anzi ho dormito benissimo.” Rispose mostrando il sorriso, a parer del mezzo demone, il più bello che avesse.  Ad un certo punto la ragazza però si fermò.
“Che c’è Kagome?” Disse Sango visibilmente preoccupata.
“Sento la presenza di due frammenti della sfera avvicinarsi.” Un tornado si dirigeva verso l’allegro gruppo per poi arrestarsi davanti alla ragazza. Altri non era che Koga che come suo solito prese le mani di Kagome per salutarla. Inuyasha, ancor prima che la ragazza gli rivelasse di aver percepito i frammenti,aveva capito che si trattava di lui, aveva sentito il suo odore, e l’idea che tenesse le mani di Kagome e che fosse sopra la sua testa lo fece arrabbiare, lui che quella mattina si era svegliato felice, e sguainò tessaiga con l’unico desiderio di toglierlo dalla faccia della terra. Il demone lupo schivò il colpo con facilità ma ad Inuyasha non gli andò bene  e si ritrovò a terra per colpa di Kagome.
“Kagome come puoi averlo fatto? Non vedevi che era sopra la mia testa? Doveva pagare.” La ragazza lo fissò per poi concentrarsi sul nuovo arrivato, sapeva che quando lui era nei dintorni il mezzo demone diventata irascibile e antipatico persino con lei che non aveva fatto niente, ma doveva sapere il motivo del loro incontro. 
“Koga come mai qui? Sei solo? Dove sono i tuoi compagni?”
“Sì,sono solo ma domani ci rincontreremo. Stavo aspettando sotto gli alberi ed ho sentito il tuo profumo e ne ho approfittato. “
“Ma se sei solo puoi rimanere anche con noi.” Disse dolcemente la ragazza.
“Kagome.” La sgridò un collerico Inuyasha. La giornata andava a peggiorare di minuto in minuto.
“Oh Kagome lo sapevo che mi amavi.”
“Ma dai che dici ti ho solo invitato a pranzare con noi.” Ma il demone lupo non voleva sentir ragioni, per lui la mora l’aveva fatto per amore. Kagome non se ne curò molto, era un suo amico lo faceva volentieri, ma era preoccupata per Inuyasha. Ne era sicura in quel momento se ne avesse avuto l’opportunità l’avrebbe ucciso subito, soprattutto dopo quello che era successo tra i due. Inuyasha, dopo tanto tempo, si era finalmente dichiarato ma la loro relazione non era così semplice. S’incontravano tutte le sere e stavano insieme finché uno dei due, solitamente la mora, non cadeva in un sonno profondo. Ma il mezzo demone non voleva che lei dicesse qualcosa sulla loro relazione e lei da brava compagna non l’aveva detto ad anima viva. Lui era sempre stato una persona protettiva nonché possessiva ma ora che era ufficialmente la sua compagna lo era diventato di più. Sango per rompere la tensione che si era creata propose di andare a pranzare sotto un albero poco distante, del resto era ora di pranzo.
“Kagome posso portarti io la borsa?” chiese gentilmente Koga. La mora glielo porse ma venne preso da Inuyasha.
“Faccio io, lei non ha bisogno del tuo aiuto.”
“Invece si.” Disse tirando lo zaino.
“Ho detto di no.” Inuyasha non era intenzionato a lasciare la presa e mai l’avrebbe fatto.
“Ragazzi, posso portarla io. Grazie lo stesso non è pesante.”
“No.” Urlarono in coro. Kagome prevedeva che se l’avessero tirato ancora si sarebbe diviso a metà. 
“Inuyasha a cuccia.” Ed il primo cadde al suolo.” Koga dammi lo zaino.” Mentre il secondo non poté rifiutarsi, il tono di Kagome era serio e freddo e spaventava anche un demone forte come lui. Nessuno dei due aiutò Kagome ne riproposero ad ella se ne volesse. Giunti al posto la ragazza estrasse dalla sua borsa: sei ramen, una scatoletta per gatti, per Kirara, ed un pacchetto di patatine.
“Ehi Koga hai mai mangiato le patatine? Tieni sono buone.” Il demone lupo le accettò ringraziandola e le annusò.
“Dalle a me. Non capisco, perché darle ad un idiota come lui?”s’intromise Inuyasha come poc’anzi ma questa volta Koga fu più veloce e riuscì a scappare dalle mani del mezzo demone che avide volevano rubargli il generoso regalo della ragazza. Si rincorsero ma questo non sembrò turbare il gruppo che continuò a mangiare ignorandoli. Ma quando il pacco delle patatine si ruppe sopra la testa di Kagome ella non poté far finta di niente ed uso l’unica tecnica che sapeva sarebbe riuscita a quietare i loro animi. Incominciò a piangere e alla vista delle lacrime i due si sentirono in colpa e si scusarono per poi sedersi. Non fiatarono e mangiarono tutto in rigoroso silenzio. La mora si girò compiaciuta verso Sango sfoggiando un enorme sorriso. La sterminatrice sospirò: quei due erano gli unici che non si erano accorti del finto pianto della ragazza poi però si disse che in fin dei conti era meglio così avrebbero pranzato in pace. La giornata passò in fretta. La sera trovarono, grazie all’aiuto di Miroku e delle sue truffe, un posto adatto per dormire. Come era solito fare Inuyasha rimase fuori mentre Koga e il monaco si sistemavano in una stanza lontano da Kirara, Shippo, Sango e Kagome. Quest’ultima, verso le undici, accertatasi che tutti dormivano andò nel bosco alla ricerca del suo amore. 
“Finalmente sei arrivata.” Sbuffò salutandola con un casto bacio.
“Non ci posso fare niente se Sango non si addormentava troppo impegnata a insultare Miroku.”
“Comunque perché ti comportavi in quella maniera con Koga?”
“Come?”
“Stavi sempre con lui, continuavi a parlargli, accettavi i suoi aiuti come se lui fosse l’unico uomo presente nel mondo.” Quello che diceva il mezzo demone non stava né in cielo né in terra, era geloso ma il suo orgoglio non gli permetteva di ammetterlo. Doveva inventarsi scuse inutili che facevano solamente innervosire la ragazza.
“Bé non avrebbe fatto nulla del genere se avesse saputo di noi due.”
“Sai come la penso e non cambio idea.” Si appoggiò all’albero ed evitò lo sguardo furioso della mora.
“Ma almeno spiegami il motivo per la quale devo mantenere questo segreto.”
“Pensa se qualcuno sapesse di noi due, se volesse attaccare me cercherebbe di farti del male perché sa di noi e della nostra relazione.” Mentre parlava evitava il contatto visivo perché stava mentendo e Kagome lo capiva solo dal suo sguardo.
“Scuse sono scuse. La verità e che non mi vuoi come compagna, ti vergogni di me.” Una lacrima le rigò il viso ed essa venne seguita da molte altre. Inuyasha non appena udì i singhiozzi provenire dalla sua compagna perse un battito. Odiava vederla piangere e odiava essere lui la causa. Si levò la veste di Hinezumi e la mise sulle spalle di lei. Quella sera faceva molto freddo. L’abbraccio e fece adagiare il suo viso sul suo petto.
“Hai ragione, ma è la prima relazione seria che ho ed ho paura che se si sapesse in giro qualcuno o qualcosa potrebbe rovinare tutto. Ho paura di perderti. E non pensare mai che io mi vergogni di te perché sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.” Erano parole così dolci che Kagome non poté fare a meno di sorridere e smettere di piangere. Inuyasha, successivamente, la spinse il più lontano possibile da lui e la ragazza si ritrovò a terra intontita e spaventata dal suo cambiamento d’umore e dalla sua azione. 
“Inuyasha ma cosa fa…” rimase senza parole nell’osservare Inuyasha intento a scansare i calci ed i pugni del demone lupo. La sua espressione le fece paura, non l’aveva mai visto così arrabbiato. La vera domanda era: ma per cosa?
“Koga.” Sussurrò e il demone si voltò per poi avvicinarsi sempre di più.
“Non ti preoccupare Kagome ora ci sono io. Non gli permetterò di avvicinarsi e toccarti con quelle luride mani.” I due ragazzi erano sempre più confusi. 
“Dannato lupastro si può sapere cosa ti è preso? E  allontanati da Kagome.”
“Così potrai violentarla di nuovo?”gridò fuori di sé. 
“Eh?” disserro i due in coro.
“Non fare il finto tonto, credi che non me sia accorto? Kagome stava piangendo, ha ancora gli occhi gonfi. Tu l’hai violentata gli hai strappato la maglietta e le hai dato la tua veste così che nessuno potesse scoprire ciò che avevi fatto. Poi ho visto che l’hai abbracciata e lei voleva scappare dalla tua presa.” Koga da una parte non aveva torto. All’inizio aveva provato ad allontanarsi dal mezzo demone delusa dal suo comportamento ma quando aveva sentito le sue parole si era stretta più forte. 
“Koga se vuoi mi tolgo la veste e ti faccio…” le prese le mani e la guardò dritta negli occhi.
“Non c’è bisogno che tu mi faccia vedere come ha deturpato il tuo splendido corpo. Lo ucciderò così non soffrirai più.” La situazione peggiorava a vista d’occhio. Lasciate le mani di Koga la mora si diresse con passo svelto verso Inuyasha, rassicurando il demone che voleva solo parlargli.
“Inuyasha non è meglio dirgli la verità?”
“E perché dovrei? Sai come la penso e ad uno come lui non lo direi mai. Che creda quello che vuole.” 
“Va bene ma l’hai voluta tu.” Kagome era un ottima attrice e fingendo di piangere si diresse tra le braccia del demone lupo. Lui in un primo momento rimase immobile senza sapere come reagire ma poi la strinse con più forza.
“Hai ragione tu. E’ inutile mentire: Inuyasha mi ha violentato.” A quella affermazione il mezzo demone divenne rosso dalla rabbia. Non solo stava tra le braccia di quello stupido ma aveva confermato le ipotesi del demone.
“Kagome non eri tu quella onestà che non mente mai?”
“Sei stato tu a costringermi.” Koga non volle ascoltare oltre e attaccò il suo nemico che, avendo ottimi riflessi, riuscì a schivare il colpo. Ma il demone non si fermò e continuò a colpirlo ma ormai la sua mente era offuscata dalla rabbia e non riusciva a capire che così non sarebbe mai riuscito neanche a sfiorarlo. Entrambi si arrestarono quando la ragazza si mise tra loro due. 
“Inuyasha diglielo. Non fare lo stupido testardo.” Se Kagome voleva giocare allora anche lui l’avrebbe fatto. Non avrebbe detto niente soprattutto dopo quegli amorevoli epiteti.
“Sì ho violentato Kagome.” 
“Cosa?” domandò un incredula Kagome.
“Ma se non riesci a toccarmi con un dito che diventei subito tutto rosso, figuriamoci abusare di me.”
“Invece posso.” Le fece la linguaccia.
“No.”
“Sì.”
“Ragazzi…” cercò di parlare Koga ma non volevano ascoltarlo.
“No.”
“Sì. Se dico sì e sì.”
“Ma non farmi ridere. Stupido.”
“…ma cosa succede?”Non ci capiva niente sembrava che non gli importasse che lui fosse lì. Aveva paura anche a continuare lo scontro con Inuyasha sicuro che lei l’avrebbe potuto eliminare anche solo con uno sguardo tanto era arrabbiata.
“Scema.”
“Idiota.”
“Ragazzi spiegatemi cosa succede.” Ma nessuno dei due volle dargli conto e fu costretto ad urlare.
“Inuyasha, Kagome. Ascoltatemi.”
“Zitto tu.”urlarono in coro . 
“Ti costa così tanto dire la verità?”chiese guardando negli occhi Inuyasha.
“Ha parlato quella che non mente mai.” Il mezzo demone era la persona più testarda che avesse conosciuto, non voleva mettere da parte l’orgoglio e dargliela vinta.
“Cosa ti costa dire che abbiamo una relazione e che…” si tappò la bocca con le mani resasi conto della frase appena detta. Si girò verso il demone lupo e vide che i suoi occhi erano velati da uno strato di tristezza. 
“Koga… ascoltami io… mi dispiace. Sto con Inuyasha e lui non mi ha mai costretto .lo spero che un giorno potrai perdonarmi.” 
“Non potrei mai odiarti ma se ti dovessi stancare di lui chiamami.” E veloce come la luce scomparve nel bosco, sapere che stavano insieme faceva male ed andarsene era l’unica soluzione.
“Io vado a dormire si è fatto tardi.” Inuyasha diede ragione, dopo tanto tempo, alla ragazza e si diressero dai loro compagni per poi addormentarsi. Il mattino seguente i componenti del gruppo si domandarono che fine avesse fatto Koga ma non ebbero risposta da Kagome e Inuyasha. Verso le nove s’incamminarono. Kagome non era di ottimo umore e il poco sonno non l’aiutava, Inuyasha, accanto ad ella, guardandola si avvicinò chiedendole scusa. 
“Tranquillo.” Disse con poca vivacità. Allora raccogliendo tutto il coraggio che aveva, buttando via l’imbarazzo, incatenò le labbra alle sue. Miroku e gli altri si voltarono stupiti da quel gesto: non s’immaginavano tanta intraprendenza dal mezzo demone.
“Io e Inuyasha stiamo insieme.” Disse raggiante Kagome.
“E dove sta la novità?”
“Come scusa?”
“Ma era ovvio. Kagome era sempre stanca e sbadigliava tutte le mattine, non credo soffrisse di insonnia, tu eri felice e non litigavi quasi mai.” Disse il monaco illustrando le sue ipotesi.
“E non ti dimenticare Miroku degli sguardi languidi.” Concluse per lui la sterminatrice. 
“Grazie Sango.” Disse palpandole il sedere.”Va bene adesso possiamo continuare.” e continuò a camminare toccandosi la guancia offesa. I due innamorati erano sconvolti, loro si erano fatti tanti problemi per non essere scoperti quando già conoscevano la loro situazione. Il mezzo demone si avvicinò all’orecchio della mora sussurrando:
“Ieri hai detto che non né ero capace.”
“E perché non mi mostri se mi sbagliavo stasera.”lo provocò Kagome.
“Koishiteru.*”
“Anche io. Koishiteru Inuyasha.”e si baciarono di nuovo.
 
Angolo dell’autrice:
Ho scritto un capitolo lunghissimo ben 4 pagine e mezzo. Questa l’ho ambientata tempo dopo la morte di Kikyo. Ho voluto fare qualcosa di diverso,a parer mio, solitamente uno dei due combina qualcosa l’altro si arrabbia ma poi fanno pace. Questa volta sono i due che si comportano, diciamo, da bambini facendo impazzire il povero Koga. Per quanto riguarda lui credo che abbia sempre compreso che con Kagome non c’era un futuro, ne è un esempio quando muore Kikyo lui se ne va senza fare scenate o roba del genere poiché ha compreso che il suo amore non è corrisposto. Inuyasha è un po’ imbranato e spaventato ma è la sua prima relazione perché quella con Kikyo non la si può definire tale, non stavano molto tempo insieme come non credo che si siano mai baciati quando lei era in vita. Kagome accetta ma fino ad un certo punto, anche per lei è la prima relazione ha pur sempre 15 anni quindi è normale volerlo gridare al mondo. Praticamente ho messo in paragone due personaggi con caratteri diversi ma con il medesimo problema. Ma andiamo alla parte finale vi sarete chiesti cosa volesse dire quella parla dovete sapere che in Giappone ci sono tre modi per dire “ti amo”. Il modo più trascurabile è Daisuki, poi c’è Aishiteru un termine più serio e infine Koishiteru e lo si dice alla persona con la quale si desidera trascorrere il resto della vita. Quindi Inuyasha non solo rivela la sua relazione mettendo da parte l’imbarazzo ma le dice un ti amo che significa che vuole essere suo compagno a vita. Il prossimo capitolo doveva essere con la H e non mi veniva niente in mente, non sono molte le parole con questa lettera sono quasi tutte straniere, ma guardando il calendario ho notato che tra un po’ è halloween quindi sarà H di Halloween. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, un grosso bacio e buona notte a tutti <3.

 
 

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Capitolo 8
*** H di Halloween. ***


H di halloween.







La ragazza oltrepassò la porta della cucina e si diresse verso il salotto. Poggiò il vassoio con sopra quattro tazze di tè e si sedette vicino ai suoi compagni. Kagome era ritornata a casa sua perché ormai erano passate settimane dall’ultima volta che vi era stata. Sua madre non le diceva niente, si fidava di Inuyasha sapeva che con lui la figlia non avrebbe corso nessun pericolo, ma era pur sempre una madre ed era logico che qualche volta sentisse la sua mancanza anche se non lo confessava a nessuno. La ragazza, invece, alle volte aveva la necessità di vederla: le mancavano i suoi sorrisi, le sue dolci rassicurazioni e i suoi calorosi abbracci. Ma quando era tornata ,felice di poter rivedere anche quella peste del suo fratellino e quello svitato di suo nonno, l’unica cosa che l’aveva accolta era stato il silenzio. Inuyasha nell’altra epoca non riusciva a credere che la ragazza per un motivo così futile fosse andata via e poi sentiva la sua lontananza nonostante non la vedesse da poche ore. Smise di pensare e si gettò all’interno del pozzo seguito da due dei suoi compagni che curiosi volevano riveder il mondo della loro amica. Quando Sango aveva spinto Miroku, dopo l’ennesima palpata, dentro il pozzo, con grande stupore il monaco era scomparso  e fu catapultato nel futuro. Solo il piccolo Shippo e Kirara non riuscivano ad oltrepassarlo. Eppure non erano stati tanto la sterminatrice e il monaco, troppo presi dalle battaglie con Naraku erano dovuti ritornare al loro presente. Ed adesso si ritrovavano tutti seduti in cerchio a casa Higurashi desiderosi di conoscere il motivo per la quale Kagome si ritrovasse sola.
“Quando sono tornata ho trovato un biglietto di mia madre dove mi informava che la mia famiglia era fuori città a far visita ad un nostro parente malato. Purtroppo è fuori Tokyo quindi torneranno fra una settimana.” Disse sconsolata sorseggiando il tè caldo.
“Allora possiamo anche ritornare nella nostra epoca. Non capisco cosa ci trattenga qui.”
“Inuyasha io sono stanca. Queste ultime battaglie sono state massacranti senza contare che dormire all’aperto e a terra non aiuta. Che ne direste di fare una pausa? Potremmo stare a casa mia un paio di giorni.”
“Kagome ha ragione. Rilassarci un po’ ci gioverà e sicuramente nella prossima battaglia saremo in forma.” Anche Miroku appoggiò l’idea della ragazza l’unico che non era d’accordo era il mezzo demone che trovava il tutto stupido e superfluo. Sbuffò infastidito dalla situazione erano in maggioranza e conoscendoli sapeva che non si sarebbero arresi facilmente. Kagome aprì la bocca per iniziare un dialogo con il  mezzo demone ma fu interrotta dal suono del campanello.
“Vado a vedere chi è, dopo continuiamo la discussione.” Si alzò e chiuse la porta alle sue spalle che pochi secondi dopo si riaprì e sbucarono le teste di Sango e Miroku curiosi di scoprire da dove provenisse quel suono e chi fosse alla porta. Kagome fu sorpresa di trovare le sue amiche a casa sua.
“Ciao ragazze come mai qui?”
“Ciao Kagome, come stai? Tuo nonno ci ha detto che ti rimanevano tre giorni di vita e che avevi anche il beriberi.” Un enorme gocciole comparve sulla testa della mora, suo nonno si divertiva ad inventare le malattie più assurde senza pensare alle conseguenze.
“Non preoccupatevi mio nonno si è sbagliato.”
“Perfetto allora potrai venire alla festa.” Disse Ayumi: la ragazze con corti capelli ricci e due enormi occhi castani.
“Kagome perché quella faccia? Non ti sarai mica dimenticata che oggi è Halloween?” chiese Yuka guardando la sua amica con i suoi profondi occhi blu.
“Devi venire per forza.”la incoraggiò Eri la chiacchierona del gruppo.
“E ditemi alla festa ci saranno ragazze?” Miroku era uscito dal suo nascondiglio e l’aveva seguito pure Sango.
“Certo. Ma chi sei?”
“Ma Miroku cosa fai?” s’intromise la sterminatrice seccata per la domanda, con ovvi fini, che aveva rivolto alle ragazze. Inuyasha lasciato solo nel salotto decise anch’esso di uscire allo scoperto, non preoccupandosi di coprirsi le orecchie.
“Ragazze vi presento: Miroku, Sango e Inuyasha che già conoscete. Sono amici di quest’ultimo e staranno un po’ da me perché abitano in un’altra città.” La ragazza si mantenne vaga ne approfondì la loro presentazione.
“Se volete potete venire anche voi.”
“Con molto piacere, io vengo.” Anche Sango accettò volentieri poco incline a lasciare solo Miroku.
“Perfetto alle otto a casa mia.” Disse Eri con un enorme sorriso.
“Ma è tra tre ore. Io non ho nemmeno un vestito.” Le ragazze uscirono da una busta, che teneva in mano Ayumi, un vestito nero e lo diedero a Kagome.
“Sapevamo che saresti venuta ma sapevamo anche che con la tua malattia ti sarebbe stato difficile comprarti un abito e ci abbiamo pensato noi. All’interno della busta troverai denti finti che ti serviranno per fare i canini dei vampiri, Ayumi ha esagerato e ne ha comprato in più  quindi per la tua amica potrebbero andare bene, poi metti tacchi alti e sarai una bellissima vampira. Per quanto riguarda i ragazzi vedo che sono già vestiti. Ma da cosa?” Kagome si accorse che Inuyasha non indossava niente sulla testa mentre Miroku teneva in mano il suo fedele bastone, fortuna che poteva ingannarle con la scusa di Halloween.
“Miroku è vestito da un monaco cattivo che uccide tutti i demoni. Inuyasha da mezzo demone cane.”Le ragazze si complimentarono con il mezzo demone per il travestimento e salutarono l’amica che avrebbero rincontrato tra poche ore. Kagome sbatté la porta e poggiò la schiena su di essa.
“Si può sapere perché avete accettato?”
“Mi sembrava una bella idea. Vedrai ci divertiremo tanto ma una curiosità cos’è Halloween?” Bene i suoi amici avevano accettato senza sapere nulla, più che rilassarsi questi giorni sarebbero stati stressanti. Lì condusse di nuovo in salotto e li fece accomodare.
“Halloween è una festività e i ragazzi si vestono da vampiri, demoni, mostri che fanno paura. Non è una festività giapponese ma occidentale.” Riprese la tazza con il tè e ne bevve un po’ ma ormai il contenuto si era raffreddato, la posò e continuò il suo discorso. Velocemente, vedendo che il tempo scorreva e mancava poco alla festa, spiegò come comportarsi in una festa e cosa rispondere se qualcuno avesse fatto loro delle domande.
“Sango tu sei al primo anno di liceo, Miroku tu studi per diventare medico all’università e tu Inuyasha… uhm.” Si poggiò un dito sulle labbra e pensò “ Trovato tu ti sei iscritto all’università con Miroku però devi ancora iniziare i corsi. Tenete sempre a mente che i demoni non esistono e Inuyasha non è un mezzo demone è un semplice  comunissimo umano che per Halloween ha deciso di vestirsi da mezzo demone. Bene detto questo vi volete fare un bel bagno?”
“Sì, dove sono le terme?” chiese Miroku. Kagome rise e spiegò loro cosa fosse il bagno. Diede loro asciugamani e a turno sia la sterminatrice che il bonzo si fecero la doccia mentre Inuyasha dopo  l’ultima esperienza aveva deciso di no.
“Non fate come un tizio che conosciamo che l’ha riempita troppo e l’acqua mi ha allagato casa.” Lì raccomandò e poi andò nella sua stanza a trovare un vestito adatto per Sango seguita da un imbronciato Inuyasha che si era arrabbiato a quella affermazione. Non l’aveva fatto apposta. Quante altre volte si doveva scusare?
Dopo ore di ricerca Kagome trovò un vestito  e, buttato fuori Inuyasha, lo diede a Sango che lo indosso. Il blu scuro le donava, il vestito le fasciava il corpo lasciando scoperta la schiena e le gambe dalle ginocchia in giù. Ad esso abbinò delle semplici decolleté nere con un po’ di tacco, non le poteva dare scarpe con tacco dieci sarebbe caduta dopo il primo passo. Lasciò che i suoi capelli ricadessero morbidi sulla schiena e la truccò con colori leggeri. Sango si ammirò allo specchio  e sorrise: era davvero bella. Kagome invece aveva un vestito rosso, il modello era simile a quello della sua amica solamente non aveva  le spalline. Arricciò i suoi capelli e si truccò con le tonalità del rosso. Le decolleté di Kagome nonostante fossero alte non davano nessun fastidio alla ragazza. Si guardo un ultima volta allo specchio complimentandosi con il lavoro eccellente che aveva fatto sia con lei che con la sua amica, che aveva abbandonato le vesti di sterminatrice diventando una normalissima ragazza di città, e scesero le scale trovandosi davanti i due ragazzi.
“Stai benissimo. Compimenti Sango quel vestito ti dona.” La elogiò il monaco che non riusciva a staccare gli occhi da Sango la quale era diventata rossa come un peperone. Kagome si avvicinò al mezzo demone fece un  girò su se stessa ed aspettò un commento da parte sua che non arrivò.
“Allora Inuyasha cosa ne pensi?”
“Che sei nuda. Copriti.” La ragazza diede un forte schiaffo ad Inuyasha e s’incamminò verso l’esterno con al seguito l’altra coppia. Durante il tragitto per la casa di Eri nessuno osò fiatare: Inuyasha si accarezzava la parte indolenzita domandandosi cosa avesse detto di male, Kagome insultava in tutti i modi e  in tutte le lingue che conosceva il mezzo demone, mentre Miroku e Sango erano felici. Arrivati all’abitazione Kagome suonò il campanello e la padrona di casa aprì la porta mostrando la quantità assurda  di persone presenti lì. Era incredibile come in una casa come quella, non grandissima, entrasse così tanta gente.
“Finalmente siete arrivati. Sbrigati che ti sta aspettando Hojo. “ E la poverina venne trascinata all’interno e da quel momento in poi il gruppo si divise. Inuyasha venne assalito da dieci ragazzi che l’elogiarono per l’ottimo vestito che si era creato però si sentiva in imbarazzo, non era abituato a quel genere di attenzione. Un po’ gli piaceva ma avrebbe preferito avere questo genere di attenzioni da un’altra persona. Nel frattempo Kagome si era incontrata con le altre amiche , vestite da streghe, e Hojo travestito  da fantasma.
“Ciao Higurashi. Ti trovo in ottima forma ma ho saputo del beriberi permettimi di darti questo.” E uscì mille oggetti assurdi per curare una malattia che lei non aveva. Le sue amiche decisero di lasciarli soli e alla mora, per non sembrare maleducata, ascoltava annoiata tutti i suoi discorsi. Nel mentre Sango e Miroku erano rimasti insieme e la prima era intenta ad osservare l’ambiente per ritrovare uno dei suoi compagni dando così le spalle a Miroku.
“Bellissima, stupenda non trovo altre parole per descriverti.” Sango divenne rossa per i complimenti e si girò lentamente per osservarlo negli occhi.
“Miroku ma cosa dic… Miroku.” urlò fuori di se. Il ragazzo non stava parlando con Sango ma con un’altra alta, bella, bionda e formosa ragazza che sorrideva ad ogni complimento. La sterminatrice a quella visione gli mollò uno schiaffo per poi dirigersi verso il tavolo dove incontrò Inuyasha. Il mezzo demone, dopo essere scappato da quei pazzi, anche se con seria difficoltà a causa di tutti quegli odori, era riuscito a trovare il tavolo ove vi era il cibo e si era seduto prendendo la vaschetta delle patatine.
“Inuyasha.” Non ebbe neanche il tempo di prenderne una che Sango si sedete accanto a lui afferrando il recipiente.
“Quello stupido di Miroku, non lo sopporto. Prima fa tutto il carino con me, mi fa i complimenti e poi va con le altre ragazze. Non che mi interessi.”
“Ma si vede che la cosa ti scivola come l’acqua. Potresti ridarmi le patatine?” fece scivolare le mani sull’oggetto del desiderio ma venne spostato dalla sterminatrice.
“Vedi tu sei maschio non capisci. Sei dalla parte di Miroku. L’unica cosa che vi interessa a voi è il sesso ve ne fregate dei sentimenti delle ragazze.”
“Io voglio solo le mie patatine.” Gridò stufo di quella situazione.
“Sei un egoista pensi solo a te stesso. Per una volta renditi utile.” Inuyasha fece un profondo respiro e mantenne la calma.
“Ma se non ti interessa, fregatene, divertirti dimostragli che stai bene anche senza lui.” Il consiglio di Inuyasha era servito ad alzare l’autostima della ragazza che ringraziandolo era scappata via con le patatine. Inuyasha,allora, prese l’altra vaschetta e non appena stava per prenderne una qualcuno più veloce di lui gli prese tutto.
“Ma si può sapere che vi ho fatto di male?”sbuffò indispettito.
“Inuyasha mi devi aiutare. Hai visto Sango? Perché credo di aver fatto una cavolata.”
“Ma mi avete preso per un consulente di coppia? Comunque Sango è andata via a divertirsi. Vai, cercala e ritornami le patatine.” Disse esasperato.
“Non mi chiedi il perché?”
“Non mi interessa.” Rispose freddo.
“Te lo dico lo stesso. C’era una ragazza bellissima e non sono riuscito a fermarmi e gli sono andato dietro senza pensare a Sango ed ora mi sento uno schifo perché so di averla fatta soffrire.”
“Va’ da lei. E’ inutile rimanere qua a pensare a ciò che hai fatto. Cercala e dammi il mangiare perché ti giuro su Tessaiga che ti faccio a fette.” Il monaco non sentì l’ultima parte che partì spedito verso la ragazza con in mano il cibo. Inuyasha iniziava ad alterarsi: l’avevano preso per un consulente, gli avevano fregato il cibo e la musica gli spaccava i timpani. Kagome sarebbe sicuramente stata migliore di lui. Già Kagome. Si alzò ed andò a cercarla e nonostante nell’aria ci fossero più di trenta odori riuscì ad individuarla subito. Stava parlando con un ragazzo della sua stessa età. Era felice. Stava sorridendo e non gli andava di disturbarla e farla arrabbiare come tempo addietro. Non sapeva che Kagome era sul punto di urlargli che non gliene importava niente e che quei sorrisi erano forzati, falsi diversi da quelli che rivolgeva al mezzo demone. Si girò solo un momento per notate una folta capigliatura argentea scomparire in mezzo alla folla.
“Scusa Hojo devo andare.”  Al diavolo se sarebbe sembrata maleducata, voleva stare un po’ con Inuyasha. Divertirsi, scherzare e magari qualcosa di più. Si maledisse per aver passato del tempo con Hojo. Finalmente arrivò fuori dalla casa e lì vicino la strada incrociò l’oro.
Sango si portò l’ennesimo drink vicino la bocca e ne bevve a sorsi il contenuto. Voleva divertirsi ma alla vista di Miroku con un’altra ragazza si era intristita e aveva preso il primo bicchiere che aveva trovato sul tavolo. Era buono ma non capiva bene cosa fosse, avevano detto che si chiamava vodka alla fragola.
-Certo che qui le fragole hanno un gusto strano.- pensò non accorgendosi dell’arrivo del monaco.
“Sango finalmente ti ho trovata. Ma dov’eri?”
“Io vado dove voglio. Perché tu non mi puoi fermare… io tu.. sei uno scemo.” E gli saltò al collo per poi incatenare le sue alla labbra a quelle del monaco. Sango era decisamente ubriaca e Miroku si accorse che qualcosa non andava in lei. Si staccò subito perché non voleva assolutamente approfittare della ragazza soprattutto se in quello stato. Lei farfuglio qualcosa di incomprensibile per poi addormentarsi tra le braccia del ragazzo.
“A cuccia.” Urlò Kagome per fermare l’avanzata del mezzo demone che, stanco della festa, aveva deciso di tornare a casa senza dire nulla a nessuno. Si sedette in una panchina lì vicino ed attese che anche lui la seguisse.
“Mi spieghi dove volevi andare?Soprattutto senza avvertirmi.”
“Cosa sarebbe cambiato? Tu eri impegnata a parlare con quel tizio.” Rispose fissando un punto della strada.
“Sei uno stupido.” Si alzò e si mise davanti a lui.”Se tu vai via io ci sto male perché alla festa volevo andarci solo conte, io mi preoccupo perché ti voglio bene. Ma sembra che ogni volta che faccio qualcosa a te dia fastidio. Oggi ci sono rimasta male quando mi hai detto di coprirmi, ci sono rimasta male quando trovandomi hai deciso di andartene via, ma faccio finta di niente e sorrido sempre però non accetto che mi si dica che non sarebbe cambiato niente se tu te ne fossi andato via.” A quelle parole il mezzo demone non seppe cosa rispondere. La osservò e  si diede dello stupido per non essersi complimentato con lei. Era stupenda con quel vestito che le fasciava il corpo valorizzandole le forme perfette, i suoi capelli ribelli sciolti e ricci che le cadevano sulla sua schiena scoperta e il trucco che non nascondeva quegli occhi così profondi che se avesse continuato a guardarli  sarebbe potuto affogare e non riemergere più. Era stupenda ed era lì per lui. Un idiota senza speranza ecco cos’era. Era rimasto seduto a dare consigli d’amore quando era lui il caso disperato che ne aveva più bisogno.
“Hai ragione, sono uno stupido.” Si issò e fu vicino al volto della mora. Lei lo abbraccio e venne ricambiata.
“Meno male che ci sono io.” Rise.”Per stasera dimentichiamo tutto. Lanciamoci nell’ignoto e poi l’indomani scordiamoci di questa serata. Sarà solo per oggi, sarà il nostro segreto. Ti prego.”
“Ma cosa?” chiese dubbioso. Lei sciolse l’abbraccio e incollò la sua bocca su quella del mezzo demone. All’inizio casto divenne sempre più passionale. Gli mordicchiò il labbro superiore con i suoi canini finti. Le loro lingue giocavano, si inseguivano. Kagome si accorse che la bocca del mezzo demone era dolcissima e sapeva di agrumi. Non sapeva neanche lei da dove arrivasse tutta quell’intraprendenza: forse era stata l’adrenalina, il drink di poco prima o la voglia irrefrenabile di poter affondare le mani sui suoi capelli, si assaggiare le sue labbra, di sentirsi viva grazie a lui. Perché lei non aveva bisogno di un ragazzo che parlava di antichi rimedi o con un carattere debole, lei voleva una persona passionale, forte, coraggiosa, testarda, stupida,dolce. Lei voleva Inuyasha perché lei lo amava. Non avrebbe mai cambiato niente di lui anche i suoi difetti paradossalmente erano perfetti. Si staccarono per prendere fiato e la prima a rompere il silenzio fu la ragazza.
“Questo. Era questo che dovevamo dimenticare.”
“Cosa?” fece il finto tonto e incollò di nuovo le sue labbra. La sollevò e con un salto la portò sopra un albero.
“Perché mi hai portato quassù?”
“Perché se deve essere il nostro segreto non possiamo farci scoprire da Miroku che riesce sempre a rompere anche quando si impegna per non farlo.”
“Grazie per essere sempre presente, grazie perché mi accontenti sempre, anche se  prima mi fai sudare sette camicie , e grazie per avermi accontentato anche oggi.”
“Sei bellissima ma sono sempre dell’opinione che tu debba coprirti poiché sei nuda.” Sentenziò.
“Ma può essere che devi sempre rompere?Sei sempre geloso.”
“No non lo sono. Io ti stavo solo dando un consiglio, puoi fare quello che vuoi.”
“Quindi posso venire vestita così nell’epoca Sengoku?”chiese.
“Io lo so che lo fai per Koga.”girò lo sguardo verso sinistra ed incrociò le braccia, mettendo il broncio.
“Ecco lo vedi? Sei geloso. E sicuramente Koga mi avrebbe fatto un complimento.” Gli fece la linguaccia.
“Koga, Koga sempre lui ma perché non te lo spos…” si interruppe.
“Che c’è?” chiese preoccupata.
“Miroku sta venendo qua sento il suo odore e quello di Sango.” Prese la ragazza in braccio e con un saltò arrivò a terra. Fece scendere Kagome ed attesero i loro compagni. Miroku li aveva cercati in lungo e in largo con una Sango addormentata sulle spalle e quando aveva deciso di prendere una boccata d’aria uscì ritrovandosi di fronte i suoi amici.
“Ragazzi Sango ha bevuto qualcosa che le ha fatto male mi sembra si chiamasse vodka.”
“Ma è un alcolico. Poverina domani si risveglierà con un terribile mal di testa. Torniamo a casa che è meglio.”
“Sì concordo con Kagome.” I quattro si dissero verso il tempio Higurashi.
Arrivati davanti la porta Kagome aprì le porta facendo accomodare i suoi compagni e indicando loro dove avrebbero dormito.
“Miroku.” Lo richiamò.” Tu e Sango dormirete insieme. La prima stanza sulla sinistra. Inuyasha tu non vuoi dormire sul letto?”
“Non né ho bisogno farò come ogni volta che vengo qua. Ma sapete come reagirà male Sango quando scoprirà che ha dormito con Miroku?”
“Domani mi troverete con la faccia tumefatta.” I tre risero per poi salire e coricarsi non prima che Kagome ringraziò loro per essere venuti. Quando la ragazza si mise il pigiama fece entrare Inuyasha che si sedette vicino il letto abbracciando Tessaiga. A lui andava bene dormire così e non c’era modo di fargli cambiare idea. Kagome si avvicinò a lui e posò le labbra sulle sue unendole in un dolce casto bacio.
“Buona notte Inuyasha.”
“Buona notte Kagome.” La festa non era andata benissimo eppure Kagome andò a letto con un enorme sorriso stampato sul volto.
 
Note dell’autrice:
Salve a tutti =), ho finito il capitolo ieri ma ho pubblicato solo ora perché mi sembrava giusto farlo ad Halloween considerato che la tematica è quella. Diverso dagli altri perché ho introdotto anche Miroku e Sango come personaggi principali nonché come coppia, diciamo che in una festività, anche se non so se in Giappone la festeggino, mi piaceva pensare che sarebbero stati tutti insieme. Per far si che il gruppo fosse tutto riunito nel mondo di Kagome ho dovuto inventare la storia del pozzo. Era completamente inutile far attraversare il pozzo anche a Shippo e Kirara non avrebbero cambiato l’esito della storia. C’è anche da dire che questo capitolo è lunghissimo: 6 pagine, io all’inizio pensavo di fare una raccolta di drabble ed invece mi stanno venendo tutte one-shot, non credo a voi dispiacia o almeno lo spero. Kagome ed Inuyasha non stanno insieme ma per una notte desiderano dimenticare i loro problemi, Kikyo e godersi la serata :è il loro piccolo segreto. Io non odio Hojo ma l’ho messo per fare il paragone con Inuyasha ed era ovvio che vincesse quest’ultimo =).
Immaginarmi Inuyasha arrabbiato perché tutti gli fregano le patatine mi ha fatto ridere e spero di averla strappata anche a voi una risata. Penserete tutti che la storia sia finita ed invece ho deciso di fare un altro finale, un continuo della storia. Auguro a tutti di passare una buona serata e anche delle buone vacanze, anche se si tratta di un giorno, grazie a tutti, un bacio enorme ^.^.
 

 
 
Un uomo con un grosso coltello in mano la inseguiva. Voleva vedere il suo sangue sporcare l’arma e macchiare i suoi vestiti. Gli occhi erano rossi mentre un ghigno gli dipingeva il volto. Eppure nonostante corresse lui era sempre dietro di lei. Cercava, provava si sforzava di urlare ma non una sillaba uscì dalla sua bocca. Lui era sempre più vicino e tale era la paura che non si mosse di un passò. L’uomo rise e poi affondò il coltello nelle carni della ragazza. Kagome si svegliò spaventata. Quell’incubo l’aveva terrorizzata, si alzò decisa ad andare a prendere un bicchiere d’acqua, poiché sentiva la gola asciutta, e notò che il mezzo demone non era presente. Sentì dei rumori provenire dalla cucina e , presa Tessaiga che era stata abbandonata vicino al letto, strano visto che il mezzo demone non se ne separava mai, si fece coraggio scendendo in cucina. Ogni passo che faceva il cuore le batteva forte, le sembrava di rivivere quell’incubo, tutto era buio e non udì altri suoni. Era tentata di salire di sopra e chiedere aiuto a Miroku ma se in realtà fosse stato Buyo l’avrebbe svegliato inutilmente. Quindi quando arrivò sulla soglia della porta, in una mano teneva Tessaiga, con la mano libera accese la luce ed il suo cuore perse un battito. Riprese a battere regolarmente quando vide che la figura losca era Inuyasha che si ingozzava con le patatine. La bocca era piena di esse ed aveva le guancie enormi.
“Scufsa mge lfe dovefi.”
“Inuyasha mangia e poi parla che non capisco niente.” Urlò esasperata posando la spada sul tavolo. Lui mastico velocemente per poi ingoiare.
“Me le dovevi. Miroku e Sango mi hanno fregato le patatine. Io ero venuto principalmente per quelle.”
“Grazie, è bello sapere che l’hai fatto per me. Comunque mi hai fatto prendere un colpo.”
“Strano sono stato silenzioso ho pure lasciato Tessaiga nella tua stanza per non fare rumore. Forse…” ci pensò su e arrivò alla conclusione che una volta non era stato silenzioso.”… ho sbattuto la testa, avrai sicuramente sentito quello.”Kagome sbuffò:era incorreggibile e andò vicino a lui per prendere le patatine ma il mezzo demone, poteva caderci due volte ma alla terza aveva compreso, prese tutte le patatine e le mangiò in un sol boccone.
“Adesso non ti è rimasta neanche una briciola neanche il sale.” Rise felice. Kagome si avvicinò e lecco le sue labbra.
“Invece ti sbagli, mi è bastato assaggiare le tue labbra per sapere che sapore avevano le patatine.”La ragazza aprì la credenza e gli mostrò un altro pacco di esse.
“Le vuoi? Allora dovrai prendermi.” E scappò verso la sua stanza. Ma lui era troppo veloce e la fermò a metà strada. Alla mora era rimasta una sola alternativa: mangiarsi tutto il contenuto. Ne mise in bocca tre ma non riuscì a metterne di più e la busta venne presa dal mezzo demone.
“Ti ricordo che anche se le mangi tutte io posso fare la stessa cosa che tempo addietro hai fatto tu.”
“Allora che aspetti, la mattina non è ancora arrivata ed il nostro patto non è ancora finito, assaggiale.” Ed i due si baciarono altre mille volte passionalmente. 

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Capitolo 9
*** I di Inuyasha. ***


I di Inuyasha.



Da  sopra il goshinboku, si aveva una vista di tutto il bosco da levare il fiato. Si  intravedevano gli animali passeggiare, nei rami più alti degli alberi gli uccelli cantare, perfino un piccolo campo fiorito. Tutti avrebbero potuto affermare con sicurezza che un spettacolo del genere era magnifico eppure lui che aveva la possibilità di ammirarlo sempre sembrava non apprezzarlo. Guardava ma non osservava. Era nervoso. Irrequieto. Stanco. Odiava quel giorno con tutto se stesso. La sera precedentemente aveva chiesto alla sua compagna se poteva dormire fuori, lei aveva compresso tutto e senza porgli domande l’aveva lasciato andare. La sua vita era perfetta ma ogni qualvolta arrivava quel giorno; il giorno del suo compleanno la sua mente ricordava la sua amata madre e la morte del padre. Il giorno successivo sarebbe tornato quello di sempre ma aveva bisogno di stare un po’ solo. Aveva passato quasi l’intera mattinata sopra il ramo e decise di scendere credendo che la compagnia di sua  moglie avrebbe, come sempre, quietato il suo animo.
 
Poco distante da lì un gruppetto di cinque persone, nascosti sotto un albero, parlavano a bassa voce guardandosi sempre in giro con la paura di essere scoperti.
“Allora siamo d’accordo? Io vado e voi distraetelo.” Disse una voce femminile.
“Ma lo conosci. Sai quant’è insistente prima o poi uno di noi parlerà.” Rispose il più piccolo del gruppo.
“Non amerà questa cosa. Forse è meglio lasciar perdere. Non ci tiene a queste cose e potrebbe non gradire.” Parlò un uomo.
“Come fai a dirlo?” chiese irritata la voce femminile.” Nessuno l’ha mai fatto per lui, ascoltatemi se doveste incontrarlo: ignoratelo, non ascoltatelo, siate vaghi e se sarà necessario scappate.” Quando tutti furono d’accorso il gruppo si sciolse per poi andare verso strade separate.
Nel frattempo il mezzo demone vagava nel villaggio alla ricerca della sua amata. Non trovandola per le strade entrò nella casa della vecchia Kaede.
“Ehi Kaede hai per caso visto Kagome oggi?” chiese osservando la stanza ma di lei nemmeno l’ombra.
“No. E tu Rin?”  domandò alla bambina accanto a lei che giocava con i figli di Miroku e Sango.
“No, no. Oggi la signorina Kagome non è passata da qui.” Inuyasha ringraziò ma nell’uscire si scontrò con Shippo.
“Kaede ti devo dire una cosa.” Urlò allegro.
“Dimmi.” Il demone volpe stava per proferire parola quando notò che il mezzo demone era rimasto fermo davanti la porta.
“No, ora non posso.” Inuyasha prestò poco attenzione a Shippo ed uscì cercando Sango. Praticamente le due erano grandi amiche e di sicuro la ragazza sapeva dove si trovasse Kagome. Ma lungo il suo tragitto incontrò Miroku. Forse lui poteva dare una risposta alle sue domande.
“Miroku.” Alzò le braccia per farsi notare, visto che erano lontani, ma lui non se ne accorse. A quel punto Inuyasha gridò ma niente, il monaco non sembrava guardarlo troppo impegnato nella conversazione. Alla terza volta lui si voltò ma non appena comprese che la voce che lo chiamava era del suo amico fece dietrofront e s’incamminò verso la foresta. Il mezzo demone già nervoso non apprezzò quel gesto e incominciò a seguirlo urlando a squarcia gola il suo nome. Miroku continuava ad ignorarlo. Il mezzo demone stanco di ciò fece un enorme salto ostacolando il suo percorso.
“Ciao Inuyasha.” Sorrise Miroku facendo finta di niente.
“Si può sapere perché mi ignori?” domandò un irritato Inuyasha.
“Chi io? Ma cosa dici? Cosa vuoi?”cercò di sviare l’argomento ,per non avere problemi con l’amico, e sembrò funzionare.
“Sai dov’è Kagome?”
“No.” E si voltò verso il villaggio.
“E invece lo sai. Perché allora staresti scappato?” il mezzo demone non era scemo e qualunque scusa in quel momento non l’avrebbe convinto.
“Ce l’ha con te… ehm Sango lo sa.” Disse velocemente, Sango l’avrebbe ucciso per averla cacciata in un guaio simile ma non trovava altre soluzioni.
Inuyasha non capiva per quale ragione la donna ce l'avesse con lui, decise quindi di andare alla ricerca di Sango che sapeva sicuramente qualcosa. Non ci volle molto tempo e la incrociò vicino al bosco con accanto la sua fedele Kirara.
"Sango. Sango, ti devo chiedere una cosa. Miroku mi ha detto che lo sapevi." la ragazza si spaventò e corse verso il bosco. Inuyasha si chiese cosa avessero tutti. Bastava che lui li chiamasse per farli fuggire. Come aveva fatto con il monaco, le si parò davanti.
"Perché Kagome sta scappando da me? Non sarà per ieri sera?” Sango era una pessima bugiarda e rispose affermativamente  non comprendendo che così avrebbe complicato le cose.
“Ma aveva detto che non le importava, adesso vuole pure fare la vittima?”
“No allora non era per quello. Era per il… il… il bacio.” Inuyasha non comprese e Sango capì di aver complicato le cose.
 Da un cespuglio spuntò Shippo che tutto contento urlò il nome della compagna.
“Sango, ho trovato Kagome sta con…” si fermò notando lo sguardo iroso del mezzo demone.
“Dov’è Kagome?” chiese freddo. Shippo era simile a Sango, era bravo a mentire tanto quanto Miroku a stare lontano dal sedere di Sango.
“Rispondi Shippo!” Urlò fuori di sé.
“Con… con… ehm… Koga.”Disse un nome a caso senza rendersi conto che da lì a poco sarebbe scoppiata una guerra più grande di quella con Naraku. La sterminatrice, prevedendo il peggio, salì in groppa a Kirara  e prendendo Shippo con sé andò via. Il mezzo demone li inseguì da terra e , per vedere i suoi compagni volare alti nel cielo, non vide la pozzanghera di fango e ci cadde dentro. Stava esplodendo, la sua pazienza aveva un limite. Era sporco, con una moglie arrabbiata che forse, dalle parole dei suoi compagni, era andata tra le braccia del demone lupo. Estrasse Tessaiga dal fodero e con tutta la forza scagliò una cicatrice del vento verso la foresta. Un grande rumore e poi il silenzio.
“INUYASHA.” Un urlò squarciò il silenzio ed il mezzo demone comprese a chi appartenesse la voce.
“A cuccia.” E il poveretto, senza conoscere il motivo, si ritrovò a terra. Si rialzò quasi subito, ormai era abituato a questo genere di situazioni, e corse verso la fonte della voce. Ciò che gli si parò lo lasciò a bocca aperta. Vi era: un enorme cartellone tagliato in due, in una parte vi era la scritta ‘buon’ mentre l’altra ‘compleanno’, poco distante da lì, un tavolo spaccato ed il mangiare tutto a terra. E poi vi era quello splendore di sua moglie tutta sporca di torta, fortunatamente Kaede, Rin,Miroku e i suoi tre figli erano lontani e quindi si erano salvati. Sango insieme a gli altri arrivarono qualche minuto dopo constatando con il loro occhi che la festa a sorpresa era andata in fumo. Passarono minuti di silenzio finché non fu Kagome a parlare.
“Io dico:con tutto il Giappone a disposizione dovevi per forza scagliare quella tua stramaledettissima   cicatrice del vento proprio qua?”urlò terrorizzando i figli di Miroku che si rifugiarono dietro le gambe dei loro genitori.
“Non puoi farmi la predicata proprio tu per quello che mi hai fatto.”
“Scusa non credevo che ti desse fastidio.”
“Certo che mi da fastidio, stupida. Adesso dimmi dov’è?” chiese guardandosi attorno.
“Ma scusa non stai parlando della festa a sorpresa?” domandò un po’ confusa.
“Non mi interessa se hai organizzato una festa a sorpresa per Koga io mi riferivo al bacio con lui.” La bocca di Kagome si spalancò a dismisura. Aveva forse sentito male?
“Non fare quella faccia, loro…” Disse indicando i suoi compagni. “… mi hanno detto che tu ieri sera, siccome ce l’avevi con me, ti sei incontrato con Koga e l’hai pure baciato. Adesso sto scoprendo che hai fatto una festa a sorpresa per lui.” Kagome puntò un dito verso Inuyasha.
“Io non ho baciato nessuno. Ho organizzato questa festa a sorpresa per te, per il tuo compleanno, Sango e gli altri mi hanno aiutato a nasconderti tutto. A proposito noi facciamo i conti dopo per aver detto cose che non ho fatto a mio marito.” A quella parola il mezzo demone arrossì, non si era ancora abituato a quell’appellativo. Era molto felice di essere suo marito e di scoprire che tutto quello l’aveva fatto per lui. Il problema era che aveva rovinato il suo lavoro e non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
“Inoltre…” aggiunse.”…  a causa di tutto questo non ti ho fatto i miei auguri.” E corse ad abbracciarlo per poi stampargli un bacio sulla bocca.
“Non sei arrabbiata con me?”
“Sì, in questo momento vorrei mandarti a c… così tante volte da non poterti alzare da terraa per giorni.” Inuyasha deglutì spaventato.”Ma non lo farò perché è il tuo compleanno. “ Il mezzo demone sospirò sollevato. La giornata passò velocemente tra le chiacchierate, le risate e le prese in giro su Inuyasha da parte dei suoi compagni.
“Noi andiamo che i bambini sono stanchi.” Miroku prese per le manine le due gemelle e s’incamminò verso casa seguito dalla moglie, con in braccio il terzogenito, e  Kirara.
“Anche noi andiamo si è fatto tardi. Voi che fate?” chiese Kaede che si alzò da terra con molta fatica, la vecchiaia iniziava  a farsi sentire di giorno in giorno.
“Noi rimaniamo un altro po’. Ciao e grazie a tutti per aver collaborato.” Ed anche l’altro gruppo, formato da Kaede, Rin e Shippo, lasciò i due piccioncini da soli.
“Sei tutto sporco di fango.” Rise la ragazza pensando a quella buffa mattinata.
“E  tu di torta.” Disse assaporando le labbra della moglie che non si ritrasse da quel contatto.
“C’è un posto che voglio mostrarti.” Inuyasha prese in braccio Kagome e saltando tra gli alberi si fermò non appena giunse sopra il ramo, più alto, del Goshinboku.
“E’ bellissimo!”Esclamò la ragazza senza parole. Tante volte aveva desiderato salire la sopra ma aveva sempre lasciato perdere per vari motivi.
“Grazie Kagome. Ti amo.” E la baciò.
“Ma figurati, lo farei altre mille volte. E poi…” si staccò da quel panorama e si voltò guardandolo negli occhi” mi ringrazierei pure quando ti darò il mio regalo. Avrei voluto dartelo ieri a mezzanotte ma tu te ne sei andato. Forse non dovrei.”
“Cosa? E Perché mai?” Il mezzo demone aveva capito a cosa si riferisse il regalo e si maledisse. Lei voleva passare una notte d’amore con lui e Inuyasha cosa aveva fatto? Era uscito.
-Idiota, idiota, idiota.- si ripeté mentalmente.
“Ma essendo il tuo compleanno farò un eccezione.” Inuyasha la baciò di  nuovo e prendendola in braccio la portò a casa loro. Forse nel passato quel giorno era stato uno dei più brutti e aveva sempre desiderato che terminasse in fretta ma invece adesso, con in braccio Kagome, diretto verso casa, desiderò solo che la giornata finisse il più tardi possibile per poi risvegliarsi il giorno dopo, e anche quelli successivi,  con l’unica donna che rendeva tutta la sua vita perfetto.
 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti =) scrivere questo capitolo  mi è riuscito un po’ difficile e non mi piace tantissimo, purtroppo ho un vuoto anche per ciò che riguarda il capitolo successivo (L di luna) ma cercherò di farmi venire in mente qualcosa. Ho sempre pensato cosa ne pensasse Inuyasha del suo compleanno, non credo gli riporti alla mente momenti felice per cui ho voluto dimostrare come Kagome abbia notevolmente cambiato la vita triste e buia di Inuyasha in una più felice. Sango non è brava a mentire e neanche Shippo mentre Miroku credo che sia migliore. Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto o vi ha fatto schifo u.u. Ringrazio a tutti, buona serata ^^.

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Capitolo 10
*** L di Luna ***


L di Luna.



“Hai capito la situazione? Non so come comportarmi e poi ogni volta quando mi sento pronta succede qualcosa.” Disse Kagome camminando per la stanza.
“Ma stai tranquilla, lui prenderà benissimo la notizia.” Cercò di rassicurarla la sua amica.
“Sango e se invece non lo volesse? Se non fosse ancora pronto?” domandò più a sé stessa.
“Prima di tutto fermati perché mi sta girando la testa, secondo stai calma. Oggi appena verrà per cenare, io andrò via, e tu racconterai tutto.” Dopo aver ottenuto il consenso da parte di Kagome si misero a cucinare. Quando tutto fu pronto, come previsto da Sango, il mezzo demone varcò la  porta ma la ragazza non aveva previsto che insieme a lui ci fosse anche Miroku.
“Ciao ragazze. Kagome ho invitato Miroku  a cena.” A quelle parole il piatto, che la mora teneva in mano, cadde a terra facendo sobbalzare tutti i presenti.
“Kagome tutto apposto? Ho forse sbagliato a invitarlo?” chiese preoccupato il mezzo demone.
“Ma no figurati. L’avrei fatto anche io se ne avessi avuto l’opportunità.” Sorrise Kagome trattenendosi dal desiderio di lanciare qualcosa ai due ragazzi. Un po’ rassegnata si sedette e Sango la rassicurò che non appena avessero finito la cena sarebbero andati via. La notte scese ma la luna non vi era e non illuminava il cielo. Le orecchie da cane, i canini, gli artigli, gli occhi dorati e i capelli argentei scomparvero lasciando posto ad un Inuyasha umano.
“Inuyasha dopo cena di devo parlare.”
“Spero che sia qualcosa di bello perché sai che odio questo giorno e odio avere brutte notizie in questo giorno… maledizione mi sono proprio dimenticato di oggi.” Borbottò l’ultima parte fra sé e sé. Ecco un’altra giornata rovinata. Aveva provato varie volte a dirglielo, aveva provato a : pranzo, la mattina, il pomeriggio a tutte le ore del giorno ma ogni  volta o succedeva qualcosa o le parole le si bloccavano e non uscivano. Questa era un’altra giornata buttata al vento.
“Ma se è importante puoi dirlo anche ora.”
“Non te lo possiamo dire ora.” Sbuffò Kagome.
“Ma non eri solo tu che volevi parlarmi? Perché  parli al plurale?” la mora si morse il labbro per aver commesso un errore così banale.
“Ora ho capito!” esclamò Miroku” ho capito perché ti comporti così Kagome… tu sei…” Sango pestò un piede a suo marito che smise di parlare.
“Che sei… cosa?” domandò Inuyasha che non comprendeva niente.
“Che Kagome voleva passare una serata con te e noi abbiamo rovinato tutto. Scusate noi togliamo il disturbo.” Cercò di giustificarsi Sango.
“Ma Kagome potevi dirlo senza questi giri di parole.” Ora voleva prenderlo a schiaffi, possibile che non si accorgesse di nulla anche Miroku l’aveva capito. Era anche vero che Miroku era al terzo ed ormai era esperto in materia.  Quando i loro amici se ne furono andati mangiarono in rigoroso silenzio e il mezzo demone iniziò a sospettare che non era vero che la ragazza voleva cenare con lui.
“Kagome dimmi la verità ti fa antipatia Miroku?” A Kagome caddero le bacchette dalle mani e incominciò a ridere e Inuyasha si sentì sollevato dal constatare che la ragazza era felice.
“No, come puoi pensare una cosa del genere?... Inuyasha andiamo dal Goshinboku, per favore?” Inuyasha acconsentì e prendendola per mano si diressero verso l’albero. Non ci volle molto per arrivarci. Inuyasha poggiò la schiena sul tronco e Kagome si poggiò sul petto del mezzo demone.
“Qui per la prima volta ti ho incontrato e sempre qui tu hai tentato di uccidermi.”
“E tu mi hai messo il rosario.”
“Ed eri scontroso, chiuso, egoista e non ti importava niente di me…” chiuse gli occhi ripensando ai primi giorni quando non la chiamava neanche per nome.” …E poi sono successe tante cose, molte ci hanno separato, altre unite ed adesso siamo qui insieme.” Si girò e fisso gli occhi di Inuyasha, solitamente dorati, ma che adesso erano più scuri della notte.
“Inuyasha io sono incinta.” Urlò Kagome e per minuti nessuno fiato. Inuyasha non mosse un muscolo, la sua faccia era inespressiva.
“Di’ qualcosa, qualunque cosa. Anche io come te sono spaventata, anche io come te non so cosa fare. Mi madre è lontana e non la posso raggiungere, e non sai quante domande , consigli mi servirebbero, sono in un mondo che non mi appartiene. Ho scelto di vivere qui perché ti amo ma in un momento come questo, con gli ormoni impazziti,  le mie scelte cominciano a vacillare. Ho bisogno di te, ora… quindi ti prego, urla, toccami, parla, ti prego.” Una lacrima le solcò il viso. Inuyasha con il suo dito asciugò la lacrima e un enorme sorriso illuminò il suo volto.
“E’ la notizia più bella che mi potessi dare. Diventerò papà, diventerò papà.” Era felicissimo, la notizia l’aveva reso il mezzo demone più fortunato al mondo. Abbracciò la sua compagna che ricambiò.
“A cuccia.” Inuyasha si ritrovò a terra e vide la sua compagna di vita andare verso casa.
“La prossima volta che ti do una notizia bella, non fare quell’espressione da idiota ma sorridi e dimmi cose confortanti perché mi sono preoccupata e…” incominciò a piangere. Il mezzo demone si alzò in fretta e abbracciò Kagome per farla calmare. Ancora  mancavano all’incirca 8 mesi e mezzo e Kagome stava già dando di matto per gli ormoni impazziti, sarebbe stato un periodo lungo e stressante per Inuyasha eppure non riusciva a smettere di sorridere. Stava diventando papà.
 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti =) ed eccoci al 10 capitolo, pazzesco non pensavo che sarei arrivata fino a qua. Nel prossimo capitolo leggerete di come se la passa Kagome nel periodo della gravidanza e come il povero Inuyasha sarà stressato. Inizierò a scriverlo adesso e per la prossima settimana lo pubblicherò. Non ho trovato una foto migliore ma quando lo troverò la metterò. Ringrazio tutti, e non credo che smetterò mai, per sostenermi e per leggere la mia storia. Un bacione enorme, ciao e alla prossima ^.^ .  

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Capitolo 11
*** M di Mamma. ***


Scusatemi se non c’è una foto ma al più presto, sempre se la trovo, la metterò.

M di Mamma.


“Ciao Kagome la colazione è pronta. Tutto bene?” Domandò Sango vedendo la sua amica entrare nella stanza.
“Benissimo.” Si massaggiò la grossa pancia, era ormai entrata nel ottavo mese” Tu? Hai bisogno di qualcosa?” Chiese nella speranza di poter essere d’aiuto all’amica che era sempre disponibile, soprattutto da quando l’enorme pancia della ragazza le ostacolava e non le permetteva di fare certe azioni, Kaede era stata categorica: doveva stare a riposo, ma lei si sentiva un peso e cercava di poter dare, nel suo minimo, un aiuto alla sua amica.
“Miroku sta cambiando le bambine, potresti chiedere ad Inuyasha se mi va a prendere dell’acqua dal fiume?” Kagome non rispose ma prese il secchio vicino al tavolo per dirigersi verso il fiume. Non avrebbe mai chiesto l’aiuto al mezzo demone, non dopo ciò che le aveva fatto, era abbastanza brava e prendere della semplice acqua non le era risultato difficile. Quando era in prossimità della casa una forte nausea e uno giramento di testa la colpirono e, lasciato cadere il secchio, perse l’equilibrio e cadde. Istintivamente chiuse gli occhi aspettando di sentire un forte dolore partire dal fondoschiena, dato dalla caduta. Nessun dolore. Nessun rumore. Aprì gli occhi ed incrociò quelli blu del suo amico.
“Kagome tutto bene? Ti sei fatta male?” Miroku aveva visto da lontano che la sua ex compagna di viaggio stava per cadere, era corso e aveva attutito la caduta. Porse una mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi. Lei ringraziò con un enorme sorriso ed entrarono a casa. Tutti erano seduti al tavolo mancavano solo loro due. Si sedettero ed aspettarono che la sterminatrice desse le porzioni di cibo.
“Ma dove Shippo?” chiese Kagome guardandosi attorno.
“E’ andato ad allenarsi, si è messo in testa di diventare un forte demone … comunque Inuyasha dovresti stare più attento a tua moglie.” Rispose Miroku per poi rivolgersi al mezzo demone.
“Perché?” domandò dubbioso.
“Perché se non ci fossi stato io sarebbe caduta a terra. E’ all’ottavo mese tra un po’ partorirà e tu la lasci andare al fiume a prendere l’acqua. Deve stare a riposo.” Lo rimproverò il monaco senza sapere che Inuyasha era all’oscuro di tutto.
“Inuyasha io ti avevo chiesto un piacere come hai potuto mandare lei.” Lo sgridò Sango.
“Adesso calmatevi entrambi, Kagome non mi ha detto niente.”
“Lui ha ragione.” Lo difese Kagome. L’argomento della discussione si concluse così ed i ragazzi iniziarono a fare colazione. Kagome aveva un comportamento abbastanza strano: se Inuyasha le chiedeva qualcosa non rispondeva oppure incominciava a parlare con Sango, se Inuyasha le chiedeva se poteva passarle il sale lei si rifiutava e rispondeva male.
“Si può sapere che problema hai Kagome?” Le disse Inuyasha ormai stanco de suoi comportamenti.
“Me lo chiedi pure? Dopo quello che mi hai fatto ieri notte.” Gridò per poi iniziare a piangere. Sango  abbracciò la sua amica rassicurandola che tutto si sarebbe sistemato.
“Non ti avrà violentata?”
“Sango ma come puoi pensare una cosa del genere?” Le urlò il mezzo demone sentitosi insultato.
“Sto cercando di indovinare il motivo, magari tu lo sai.”
“No, ha fatto… una cosa… peggiore.” Rispose Kagome singhiozzando. Eppure una reazione così disperata come questa poteva avere una sola possibilità:
“Ti ha tradita?” Certo non era una cosa fattibile dato che si parlava di Inuyasha. Aveva accolto la notizia della gravidanza con grande gioia. Sosteneva sempre la moglie e l’aiutava in tutto ed era una cosa difficile. Aveva conosciuto una Kagome: isterica, paranoica, egoista e lunatica. Qualunque cosa lei dicesse lui obbediva. Era diventato il suo fedele cagnolino. Arrivata la sera si addormentava subito, lui che nel passato era stato un mostro di resistenza, si stancava talmente tanto da non riuscire a tenere gli occhi aperti, per più di dieci minuti. Senza parlare delle nottate passate insonne perché se lei non riusciva a prendere sonno nessuno doveva dormire. Era ingestibile e non le si poteva dire nulla perché era incinta e guai a contraddirla. Inuyasha era un santo ma perché tradirla? Era forse stanco di questa situazione?
“No.” Urlò Kagome” Ieri sera mi sono svegliata e gli ho detto che avevo voglia di Oden e gli ho chiesto se andava in cucina a prenderli. Lui mi ha risposto: ‘sì certo, dormi ’ e si è girato dall’altro lato. Non mi ha preso l’oden vi rendete conto.” A tutti comparve un enorme gocciolone sulla testa e le bocche si spalancarono  per lo stupore di quella dichiarazione.
“E tu non mi hai parlato per mezza giornata, sei quasi caduta per non chiedermi aiuto solo per ieri sera? Ma io credevo che scherzassi.” Si giustificò Inuyasha.
“Se c’è una cosa che ho imparato mio caro amico e che bisogna prenderle sempre sul serio.  Anche io ci sono passato e ben tre volte e so che significa.” Lo consolò Miroku.
“Non è vero Miroku io  non ero così isterica, scusami amica mia, come Kagome.” Il monaco rise per poi risponderle.
“Tu mi hai buttato una notte fuori di casa mia solo perché stavo parlando con una signora che era tre volte più grande di me.” Sango e Miroku iniziarono a litigare finché i loro figli non iniziarono a piangere e furono costretti a smettere. Kagome non proferiva parola ed era decisa a non parlare con Inuyasha il quale era abbastanza irritato.
“Senti Kagome, sono stanco dei tuoi continuo cambi d’umore, delle tue fissazioni e altre problematiche che hai. Se hai qualche problema parliamone ma smettila di comportarti come una bambina di cinque anni.”Era la prima volta che il mezzo demone parlava usando un tono autoritario. La mora sembrò comprendere e asciugatasi le lacrime lo guardò con sguardo fiero. Che avesse veramente capito?
“Hai ragione, adesso però torno a casa che sono stanca. Tu potresti prendere l’acqua a Sango, grazie.” Disse con tono freddo e distaccato. Inuyasha fece come detto e si diresse verso casa. Durante il tragitto si elogiò, si complimentò con se stesso per non essersi comportato come se non possedesse un cervello e per essersi imposto su Kagome. Ma una volta giunto lo spettacolo che gli si presentò davanti lo fece ricredere sulla sua scelta precedente. Tovaglie, vestiti, lenzuoli erano sparsi fuori casa sua, la sua adorata moglie era intenta a lanciare tutto ciò che aveva vicino fuori dalla finestra.
“Vattene da casa mia.” Gridò la ragazza fuori di sé “E portati tutto questo, non voglio niente che mi ricordi te. Crescerò mio figlio da sola e quando mi chiederà del padre gli dirò che era una grande stronzo.” Era diventata una furia e niente e nessuno l’avrebbe fermata
“Io sarei un stronzo? E io racconterò a mio figlio che sua madre era una isterica.” Sarebbe bastato chiedere scusa ma era pur sempre Inuyasha non si poteva pretendere troppa comprensione da lui.
“Io un’isterica? Vattene subito se non vuoi che esca l’arco.”
“Sì me ne vado ma solo perché mi sono seccato di sentire queste sciocchezze.” Fece un grande salto ma, troppo immerso nei suoi pensieri, non si accorse di un ramo e sbatté cadendo rovinosamente a terra. Kagome si preoccupò molto e si avvicinò ad Inuyasha per poi sedersi vicino a lui.
“Maledettissimo albero, giuro che prima o poi un giorno ti butto giù.” La mora prese la testa del mezzo demone e la poggiò sopra le sue gambe. Spostò la frangetta e gli diede un bacio sulla fronte.
“Ti sei fatto tanto male?” chiese una premurosa Kagome.
“No, lo sai che sono resistente. Kagome forse è meglio se ti sdrai così ti stanchi.”
“Ma figurati, non mi stanco per così poco.” Kagome si guardò attorno e si rese conto di quello che aveva fatto.
“Senti Inuyasha: mi dispiace farti impazzire ed avevi ragione prima. Perché non mi aiuti a sistemare?” il mezzo demone fece sì col capo e si rimise in piedi.
“Inuyasha ho voglia di fragole.” Gli confessò. “Portamele, subito.” Ordinò.
“Come si dice? Per…” chiese il mezzo demone.
“Per forza perché giuro che se entro 30 secondi non sono qua io ti uccido.” Inuyasha sbuffò rassegnato ed andò alla ricerca di fragole, anche se era abbastanza difficile dato il periodo. Kagome non sarebbe cambiata in questi mesi per quanto si sforzasse i suoi ormoni avevano il soppravvento sulla ragione. Doveva resiste solo poche settimane dopodiché si sarebbe goduto la creatura nata dal loro amore.
 
Angolo dell’autrice:
Sono completamente scomparsa per giorni, non ho recensito né scritto e questo mi dispiace ma ho avuto molti impegni. Oggi mi sarebbe piaciuto poter pubblicare la N di natale ma tutto sarebbe stato possibile se avessi pubblicato questa una settimana fa. Cercherò di essere il più veloce possibile e aggiornare presto. Ci tenevo tantissimo fare gli auguri a voi che mi sostenete sempre. A coloro che leggono, a coloro che recensiscono :
serin88,
Kazuha95,
Saphira_chan,
sandy01,
 Maky 29,
CocoBook,
didismile94,
ilovejorgeblanco,
 Piccola Rin,
Rachy_Chan,
cicci89  e
_Dark_Angel_22_
A coloro che hanno messo la storia nelle preferite:
1 - edvige forever 
2 - gattinabianca 
3 - inulena
4 - kaggi18 
5 - Maky 29 
6 - Mary92love 
7 - yuki_kaggy 
8 - _Dark_Angel_22_ 
A coloro che hanno messo questa nelle ricordate:
1 - kaggi18 
2 - kagome67 
3 - Sowelu 
4 - Yasha Taisho 
A coloro che l’hanno messa nelle seguite:
1 - 46238148 
2 - Aredhel92 
3 - Beky99 
4 - bigne88 
5 - cicci89 
6 - edvige forever 
7 - FrannyIn 
8 - ilovejorgeblanco 
9 - Kazuha95 
10 - lalex 
11 - LaPitia 
12 - Lullaby 99 
13 - Mary92love 
14 - Ranmasha 
15 - serenella94 
 
Buon natale a tutti e buone vacanze, un bacio enorme a tutti voi <3.

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Capitolo 12
*** N di natale. ***


N di natale.



Le luci, i regali, l’allegria, la gioia, la felicità tutto si poteva riassumere con una semplice parola: natale. Quest’ultima era la festività preferita da Kagome, le ricordava quando da piccola aspettava babbo natale ed ogni volta finiva per addormentarsi. Le ricordava le sensazioni che provava in compagnia della sua famiglia. E le ricordava suo padre, anche lui amava il natale. Per questo motivo, nonostante fosse lontana da casa, in un luogo dove non sapevano neanche cosa fosse il natale aveva voluto festeggiare lo stesso. Per non dimenticare le vecchie abitudini. Solo che non aveva pensato che sarebbe stato così difficile. In quell’epoca non vi era l’elettricità quindi poteva escludere a priori l’utilizzo di luci, i festoni e le palle erano poche eppure fissando quel piccolo albero si sentì orgogliosa di se stessa del buon lavoro. Non poteva dire la stessa cosa di suo marito ,che aveva scelto un albero talmente grande che non entrava in casa ed erano stati costretti a cambiarlo con uno più piccolo, ed ora lungo i suoi capelli vi erano incastrate delle palle.
“Ciao ragazzi, tutto bene?” chiese Miroku da poco entrato in casa loro.
“Benissimo. Amo il natale e la sua magia. Non vedo l’ora che sia stasera.” Disse un’allegra Kagome. Non si poteva dire lo stesso di Inuyasha che rispose con un secco “sì” per poi prendere per il braccio Miroku e strascinarlo fuori dalla capanna.
“Inuyasha si può sapere cosa ti prende?”
“Ti devo parlare di una cosa importante. Ma non qui qualcuno potrebbe sentirci.” Disse il mezzo demone continuando a tirare il monaco per una manica del suo vestito. Quando furono abbastanza lontani il monaco riprese la parola.
“E’ successo qualcosa di grave? Parla perché mi sto preoccupando.” Se Inuyasha non voleva parlare davanti sua moglie, tenendo conto che tra loro non vi erano segreti , doveva esserci un motivo e poteva essere qualcosa di pericoloso.
“Mi devi aiutare a trovare un regalo per Kagome.” Un enorme gocciolone comparse sulla testa di Miroku.
“Ma sei serio?? Io mi sono spaventato per niente.” Sbuffò tra il seccato ed il divertito. Non capitava spesso che inuyasha chiedesse aiuto a qualcuno.
“E’ una cosa di vitale importanza.” Rispose scocciato.
“Io ho regalato un kimono a Sango solo perché vedevo che aveva preso sul serio questa festa che ha portato Kagome. Compragli qualcosa del genere.”
“Sai Miroku, sei inutile.” Il mezzo demone non gli diede neanche il tempo di replicare che già saltava tra gli alberi verso l’ultima persona che credeva l’avrebbe potuta aiutare.
 
“Sango sei in casa?” domandò Inuyasha varcando l’ingresso della loro casa.
“Sì, entra pure. Se cerchi Miroku non c’è, doveva prendere le bambine da Kaede.” Gli rispose per poi sorridere.
“Non mi serve lui sono venuto per te. Ho un problema. Conoscendo Kagome lei mi farà un regalo, non so cosa poterle regalare e non mi proporre un kimono perché non mi sembra adatto a lei.”
La sterminatrice ci pensò sopra per poi trovare una soluzione.
“Potresti fare qualcosa con le tue mani che lei apprezzerebbe di più di mille kimoni o altri oggetti.”
“Cosa?”
“Una torta. Lei è una persona molto golosa.”Inuyasha era un po’ titubante ma pensò che in quel momento quella era l’unica idea che avevano e tanto valeva provare. Sango lo condusse in cucina ed estrasse da un cassetto alcuni oggetti per cucinare che appartenevano all’epoca di Kagome e che le erano stati regalati da lei tempo addietro. Gli fece lavare le mani e gli diede dei guanti per non sporcarsi le mani con l’impasto. Se la prima volta lui li mise con troppa energia rompendoli, la seconda li ruppe a causa dei suoi lunghi artigli. La castana ci rinunciò e dopo aver messo in una scodella tutti gli ingredienti la diede ad Inuyasha.
“Adesso devi mescolare energicamente.” L’ultima parola fu fatale per Sango ma se ne accorse solo dopo pochi minuti quando era intenta a togliere l’impasto dal tavolo, dal muro e perfino sulla faccia e capelli di Inuyasha.
“Non ti chiedo neanche di mettere la crema sopra la torta perché so già dove finirebbe.”
“Sopra la torta.” Rispose sicuro il mezzo demone.
“Ti sbagli. Finirebbe ovunque ma non sulla torta. Inuyasha meno male che sei bravo a combattere perché non ti ci vedo in altri lavori.” La ragazza rise e questo infastidì Inuyasha ma non rispose alla provocazione e preferì aspettare che Sango pensasse ad altro che non fossero degli insulti.
“Prima ho preparato l’impasto per i biscotti. Devi solo utilizzare le formine.” Inuyasha la prese in mano e la premette sulla pasta. Non successe niente anzi pensò che tutto era troppo semplice ma nel momento in cui la formina si doveva staccare rimase attaccato all’impasto.
“Non si fa… forse se la piego …?”
“NO, no, no. Fermo!” Esclamò Sango ma ormai l’aveva piegato. In meno di venti minuti aveva combinato di tutto, aveva ragione Kagome quando affermava che vivere con lui era una, dolce, sfida. Come poteva aiutarlo? Se solo gli fosse venuta un’idea…
 
La sera si riunirono tutti a casa di Kagome che aveva cucinato in abbondanza per paura che morissero di fame quando poi alcune cose erano avanzate. Avevano ricordato: i vecchi tempi, Miroku libertino che seguiva tutte le donne belle che vedeva, gli schiaffi di Sango che nonostante il tempo e la situazione le capitava di darglieli, insultarono Inuyasha a la sua gelosia. Finché a mezzanotte brindarono con del sakè l’arrivo del natale. Si scambiarono i regali e Kagome regalò ad Inuyasha una veste simile a quella del mezzo demone ma di azzurro.
“Se quella ti ricorda tua madre, questa, quando un giorno non ci sarò più, ti ricorderà me.” Lui la ringraziò e si avvicinò al suo orecchio.
“Il mio regalo te lo do dopo, quando tutti saranno andati via.” Kagome sorrise comprendendo quale sarebbe stato il suo dono . Quando finalmente tutti furono andati via, Inuyasha prese in braccio Kagome e , chiedendole di chiudere gli occhi, la portò in cima ad un albero alto più o meno tre metri.
“Puoi aprirli.” La ragazza lo guardò in faccia e sorrise.
“Sarebbe andato bene anche a casa ma possiamo provare quassù. Sono dell’opinione che ci faremo male, speriamo di non cadere.” Kagome si buttò addosso il marito , fortuna che il ramo era abbastanza grande, baciandolo e cercò di togliergli la veste ma venne bloccata da lui.
“Cosa stai facendo?” Chiese sorpreso dalle azioni della compagna.
“Non mi avevi portato qui per fare sesso?” Lo disse con naturalezza ma non si accorse di aver fatto arrossire il marito.
“Ma cosa hai capito? Io volevo farti vedere questo.”  La girò verso il lago  facendola aderire al suo petto mentre il resto del corpo era appoggiato alla corteccia dell’albero. Sulla riva del lago una miriade di candele erano posizionate a formare la scritta ti amo. La loro luce illuminava la candida neve e il lago sembrava essere di fuoco. Lo spettacolo la lasciò senza parole proprio come aveva detto lei…
 
Vide il mezzo demone triste e le si chiuse il cuore.
“Ho trovato. E’ una cosa che durerà un attimo poi il vento lo porterà via. Non è detto che riesca ma possiamo provare.”
“Di che cosa si tratta?” chiese sempre più curioso.
“Tingeremo di rosso la neve ed il lago.”
 
Sango era stata geniale l’avrebbe ringraziata all’infinito.
“Anche io ti amo.” Rispose donandogli un casto bacio per poi tornare nella posizione di prima.
“Allora voglio continuare quello che stavamo facendo poco prima?” chiese malizioso.
“Sì, quando tornerà l’azzurro.”
 
Angolo dell’autrice:
Buon anno a tutti. Lo so sono un po’ in ritardo, sono passati solo 19 giorni XD. Sapete sta diventando difficile scrivere quando siamo nell’era Sengoku perché penso: “Questo non esisteva.” “Questo non c’era.” E poi rimango ferma dei secondi a pensare se a quel tempo esistevano o no quindi se ci sono delle incongruenze scusatemi. Ora sinceramente parlando a quel tempo non esisteva il natale, credo XD, e Kagome lo festeggia come festa pagana non come cristiana. Sango è stata un personaggio importante ha aiutato il nostro adorato mezzo demone. La cosa che ha fatto è troppo dolce e sdolcinata doveva esserci dietro la mano di una donna. La nostra Kagome ha capito tutto ma ha apprezzato il gesto. Kagome dice:” quando tornerà l’azzurro.” mi riferisco alle candele che quando si spegneranno smetteranno di illuminare il lago. Detto questo vi saluto perché sono stanca, vi ringrazio tutti, ci si sente con la P di Papà. Un bacio Inu_Ran ^^.

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Capitolo 13
*** O di Oracolo. ***


O di oracolo.





Kagome sbuffò attirando l’attenzione delle sue amiche che erano immerse in una conversazione che aveva come tema i ragazzi. La sacerdotessa sarebbe ritornata volentieri a casa sua a rilassarsi ma le sue compagne di scuola l’avevano trascinata in un bar.
-Non ci vediamo mai perché stai sempre male. Passa un po’ di tempo con noi.- Le avevano detto le sue amiche ed aveva accettato. Però per lei uscire l’argomento ragazzi e amore non era il massimo soprattutto in quel momento.
“Kagome, è già la seconda volta che sbuffi si può sapere perché?” Le chiese la più calma delle tre: Ayumi.
“Sto bene, non ho nessun problema.” Cercò di sorridere nella speranza che si convincesse.
“Ve lo dico io.” Disse Eri indicando con il dito il petto di Kagome.” Lei ha mal d’amore.” L’interessata deglutì. Colpita ed affondata.
“Non sarà che stai male per quel teppista?” Le domandò Yuka preoccupata.
“Bé… veramente io…” la ragazza era in difficoltà. Non aveva voglia di parlare ma conosceva le sue compagne e sapeva che l’avrebbero riempita di domande finché lei non avesse risposto.
“Con noi puoi parlare.” Disse la dolce Ayumi.
“L’altro giorno abbiamo litigato. Lui mi aveva preso una cosa senza chiedermelo e me l’ha distrutta. Non mi ha neanche chiesto scusa e mi ha insultato.” Inuyasha le aveva preso la palla, che lei aveva portato a Shippo per giocare, e l’aveva distrutta con gli artigli. L’aveva, successivamente, nascosta e quando Kagome l’aveva scoperto lui  aveva negato. Poi, davanti la realtà dei fatti, l’aveva insultata perché invece di pensare ai suoi doveri si era portata un giocattolo stupido come lei. Inuyasha non aveva intenzione di prenderla in giro ma era orgoglioso e non si sarebbe mai scusato, erano rari quei momenti. Quei due erano come cane e gatto: litigavano, si insultavano per cose di poca importanza però dopo non riuscivano a stare lontano per molto.
“Ho un’idea perché non andiamo da un’indovina? Lei potrà dirci se quel ragazzo è perfetto per Kagome oppure no.” Chiese Eri. Kagome non era molto d’accordo. Non credeva agli indovini e alle profezie però fu costretta ad andarci.
L’indovina non era molto lontana e le ragazze arrivarono dopo 10 minuti. L’indovina era seduta e osservava dei fogli appoggiati sopra la scrivania, di fronte a lei. Le amiche di Kagome la spinsero in direzione della signora. La donna la salutò e, dopo aver chiesto cosa volesse sapere, iniziò ad osservare la mano di Kagome in cerca di qualcosa che le facesse capire il futuro della ragazza con l’uomo che amava.
“Mia cara, oggi avrai un contatto con questo ragazzo. Lui ti toccherà come non ha mai fatto. Il vostro futuro però è un po’ incerto. Vuoi sapere altro?” la ragazza fece di no con la testa e , dopo averla pagata, salutò le sue amiche e scappò verso casa. Le parole dell’indovina l’avevano colpita. E se il contatto di cui parlava fosse un bacio? Milioni di dubbi le vennero e , dimenticando il loro litigio, prese la borsa, salutò i familiari ed entrò nel pozzo. In testa un unico desiderio: trovare Inuyasha nella speranza che si avverasse la premonizione della signora.
“E’ tutta colpa tua se Kagome è andata via.” Poco distante dal pozzo un piccolo demone volpe sgridava il suo amico.
“Non è vero. Se lei è stupida non è colpa mi…” Inuyasha non ebbe il tempo di completare la frase che venne scaraventato da Kagome che aveva sentito la discussione. Shippo appena la vide le corse incontro.
“Meno male che sei tornata.”
“Guarda cosa ti ho portato.” Kagome mostrò al piccolo una palla.”Inuyasha te l’aveva rotta quindi ho pensato di portartene un’altra.”
“Grazie. Ti va di giocare?” La mora rispose affermativamente chiedendo al mezzo demone di partecipare. All’inizio era restio ma poi decise di giocare. Iniziarono a lanciarsi la palla quando Shippo la mandò troppo lontano. Sia Kagome che Inuyasha provarono a prenderla ma il mezzo demone, dietro la ragazza, allungò il braccio nella speranza di prenderla ma toccò un’altra cosa al suo posto. Kagome avvertì la mano del mezzo demone incollata al suo sedere e si girò. Nel frattempo Inuyasha era caduto e si prese uno schiaffo da un’iraconda Kagome.
“Pervertito.” La mora se ne andò verso il villaggio lasciando il mezzo demone a terra che si toccava la guancia offesa mentre Shippo tratteneva le risate.
-Ma quale bacio? Ed io che ci speravo.- Pensò Kagome, si era illusa eppure non riusciva a smettere di sorridere perché era sempre bello sentire le sue mani toccarla anche se per sbaglio le aveva toccato il sedere.
 
Ciao a tutte=), non sono morta ma mi era venuta un’idea per un’altra storia e ho preferito lasciare questa in sospeso ma adesso sono tutta vostra J. Lo so, questo capitolo è brutto. Non piace neanche a me ma non sapevo cosa fare con la O. Ho messo quest'immagine perché qui Kagome è arrabbiata ed imbarazzata e rappresenta la parte finale della storia. Per ciò che riguarda gli altri capitoli ho già in mente cosa scrivere e sarò più veloce nell’aggiornare. Ringrazio voi tutte che siete rimaste a leggere e che non avete abbandonato la storia. Mi scuso ancora e vi mando un’enorme bacio a tutte <3, una buona giornata ^^.

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Capitolo 14
*** P di papà ***


P di papà.






Lo teneva in braccio nel vano tentativo che si calmasse, andava avanti e indietro nella stanza ma nulla arrestava il pianto del suo bambino. All’inizio credeva fosse perché si era appena svegliato, per fame ma quando un terribile odore gli arrivò dritto nelle narici capì il motivo degli strilli del suo bambino: andava cambiato. Inuyasha si trovò in seria difficoltà perché solitamente se ne occupava Kagome, che aveva deciso di uscire con Sango. Si specchiò negli stessi occhi del figlio nella mera speranza di trovare una soluzione. Si sorprendeva sempre di come fossero uguali: nel  colore dei capelli, negli occhi e nelle buffe orecchie.
“Inuyasha, fai qualcosa.” Disse Miroku entrando nella casa.
“Miroku arrivi giusto in tempo. Aiutami!” Il suo non era un favore che gli chiedeva ma un ordine, un disperato aiuto. Lui aveva avuto tre bambini sicuramente era molto più esperto di Inuyasha.
“Va bene.” Il mezzo demone si rilassò però non durò allorché dalla porta spuntò la sua bambina:Yuki. Lei era simile alla mamma se non fosse per le orecchie da cane sopra il capo. Un enorme sorriso le contornava il volto e  ciò lo rese felice perché si sa: che quando il proprio figlio è contento lo sono anche i genitori.
“Ciao papà. Mamma dov’è?”  chiese la mezzo demone di quattro anni.
“Non c’è ma se hai bisogno puoi chiedere a me.” Prese la piccolina in braccio e aspettò che lei parlasse.
“No, mamma non vuole.” Inuyasha si segnò questa cosa in mente. Come poteva negare a sua figlia che gli chiedesse dei consigli?
“Io non le dirò niente, puoi dirmelo.” Miroku che era lì vicino, ed aveva finito di cambiare il bambino, si addolcì nel vedere quella scena. Il mezzo demone forte, orgoglioso e testardo scompariva quando uno dei suo figli, specialmente la più grande, era con lui, lasciando il posto ad un Inuyasha dolce, apprensivo e iperprotettivo. Neanche con Kagome era così dolce, anche nel semplice modo di parlare, non di certo perché non le volesse bene. Forse era per il semplice motivo che era piccola e indifesa o istinto paterno.
“Va bene. Ma neanche lo zio Miroku lo deve dire a mamma perché lo voglio fare io.” I due annuirono ed ascoltarono.
“Mi sono fidanzata.” A quell’affermazione Inuyasha spalancò la bocca mentre il monaco rise.
“E volevo sapere come nascono i bambini perché anche io voglio averlo. Così vorrà significare che il nostro amore è grande grande.” Ed allargò le piccole braccia per farlo comprendere meglio. Miroku incominciò a ridere pensando al suo amico.
“Dimmi chi è?” chiese dolcemente il padre.
“Perché?”
“Perché così lo uccido.” Rispose sicuro di se. La bambina iniziò a strillare di lasciarla andare perché non voleva stare in braccio a lui, non dopo quello che aveva sentito.
“Smettila Inuyasha, sono bambini non sanno neanche cos’è l’amore. E’ probabile che neanche si parleranno fra 3 giorni.” Cercò di calmarlo ma Yuki si seccò ancora di più ed iniziò a piangere.
“Dai piccola smettila di piangere, ora sistemiamo le cose.” Lei tirò sul col naso ma le lacrime continuarono a scendere.
“Posso stare con lui?” chiese speranzosa.
“Ovvio che no. Non permetterò mai a nessuno di toccare la mia bambina.”
“Ti odio.” Disse lei, gridando e strillando ancora più forte.
“Perché tua madre quando serve non c’è mai?” Sbuffò in seria difficoltà.
“Cosa fa sua madre?” domandò Kagome comparendo e facendo spaventare Inuyasha.
“Kagome, si può sapere perché hai proibito a nostra figlia di non parlare con me.” Non gli importava che avesse sentito tutto o che potesse avere delle ripercussioni. Voleva capire.
“Perché so come avresti reagito ad un argomento come questo. Ed infatti l’hai fatta piangere.” Si avvicinò e la pregò di andare fuori a giocare con le figlie di Sango. Lei annuì, si asciugò la faccia ed uscì sperando che la sua mamma avrebbe risolto il problema.
 “Ragazzi ho lasciato il piccolo nel lettino a dormire. Io vado da Sango, ciao.” Miroku pensò di lasciarli soli a discutere.
“Quindi…” riprese la parola Kagome.” …ho detto questo a Yuki perché l’ultima volta che un bambino l’ha insultata tu gli hai spaccato il labbro con un pugno.”
“Legittima difesa.” Si giustificò.
“Io cerco di insegnarle che è sbagliato usare la violenza e tu cosa fai? Picchi tutti quelli che parlano con lei.”
“Lui l’ha insultata.”
“Lui le ha detto che non gli piaceva il suo kimono. Non è un insulto, ricordati che sono bambini.” All’improvviso irruppe nella stanza di nuovo la piccola che fissò suo padre.
“Mi ha lasciato per un’altra. Lo visto con i miei occhi.”
“Se prima avevo intenzione di picchiarlo, adesso lo uccido.”
“Posso venire con te?” chiese felice che suo padre fosse dalla sua parte.
“Tu.” Disse indicando suo marito.” Smettila di comportarti come un bambino mentre tu, piccola, non comportarti come tuo padre.” Erano due gocce d’acqua e Kagome sperò che crescendo lei potesse prendere un  po’ dalla madre perché combattere con loro due era un’impresa ardua.
“Hai visto che avevo ragione io. Dovevo ucciderlo prima. “ Kagome esasperata disse “a cuccia” ed il povero mezzo demone si ritrovò a terra.
“Amore sei sicura che ti abbia lasciato. Magari parlavano e basta. Vai lì fuori, parlane con lui e se non volesse stare con te fregatene. Non sa che si perde. “ Inuyasha cercò di alzarsi per fermare sua figlia ma fu sbattuto di nuovo a terra. Sua moglie, allora, si accovacciò vicino a lui.
“Inuyasha capisco che tu hai avuto un’infanzia brutta ma non puoi proteggerla da tutto. Deve fare le sue esperienze. E poi non dimenticarti che è la tua fotocopia se la caverà sempre.” Lei gli porse la sua mano per alzarsi e, preso l’altro figlio che dormiva beatamente, si diressero fuori per vedere Yuki che abbracciava il suo ‘fidanzato’.
“Sappi che se non vado lì per spaccargli la faccia e solo per te.”
“Mi sento onorata. Grazie.” Disse baciandolo. Kagome sapeva benissimo che la gelosia del marito ci sarebbe sempre stata ma questo significava che ci teneva a loro. Pregò i Kami che il suo ultimogenito avesse il suo carattere perché…
“Comunque ,se non si stacca da nostra figlia, gli spacco la faccia.”
… perché un Inuyasha era sufficiente a farla impazzire.
 
Angolo dell’autrice:
Se vi state chiedendo se dopo la N viene la O e non la P avete ragione ma per non farvi aspettare un’eternità ho deciso di scrivere la P. Inuyasha padre soprattutto di una figlia deve essere gelosissimo. Ho evitato di fargli cambiare il pannolino per una volta non gli faccio fare la parte del padre imbranato. Kagome non gli ha levato il rosario e il motivo si capisce: bisogna combattere la sua idiozia XD. Mi dispiace per il ritardo. Inuyasha ama entrambi i suoi figli ma essendo l’altro troppo piccolo non lo si può notare in atteggiamenti troppo dolci. Vi ringrazio tutti e un bacio enorme quanto il Giappone ^.^

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Capitolo 15
*** R di Rimpatriata ***


R di Rimpatriata


“Non hai ancora finito?” Sbuffò impazientito Inuyasha.
Era già passata un’ora e ancora Kagome non aveva terminato di sistemarsi i capelli. E lui proprio non ne poteva più, avrebbe preferito mille volte fare altro. La ragazza ignorò i lamenti del mezzo demone e continuò ad allisciare i suoi capelli.
“Perché non possiamo tornare nel periodo sengoku?” Chiese sbuffando di nuovo nella speranza che la mora gli rispondesse. Odiava essere ignorato ed odiava soprattutto essere ignorato da lei.
“Ti ho detto che stasera ho una rimpatriata con i compagni delle medie. Smettila di lamentarti e rilassati. Se proprio ti annoi ritorna nel Sengoku.” Disse la ragazza senza voltarsi a guardarlo troppo impegnata ad ammirare l’ottimo lavoro che aveva fatto con i capelli. Lei l’aveva detto ad Inuyasha che la sera sarebbe uscita e che avrebbe passato il pomeriggio a prepararsi. Nessuno l’aveva obbligato a rimanere nel suo presente.
“Uffa, mi sto annoiando.” Kagome sospirò sconsolata e consapevole che Inuyasha avrebbe continuato a lamentarsi. Si levò l’asciugamano che copriva il suo corpo rimanendo in intimo. Ormai erano una coppia già da tempo. L’imbarazzo che li aveva caratterizzati all’inizio nel vedersi completamente nudi era definitivamente scomparsa, lei, dunque, non si preoccupò completamente della sua nudità. Indossava un completino nero di pizzo. Nulla di particolare o sexy eppure agli occhi del mezzo demone lo era. Continuò a fissarla. Per quanto cercasse di resistere i suoi occhi erano immobili ad osservare il perfetto corpo della donna. Kagome se ne accorse e decise di farlo soffrire un po’. Accarezzò le lunghe gambe ed iniziò a spalmare una crema partendo dalle caviglie fino alle ginocchia per poi riscendere in un movimento lento e sensuale. La gola del mezzo demone si seccò a quella vista. Sapeva che la mora lo stava facendo apposta, non era la prima volta che si divertiva a farlo soffrire.
-Si guarda ma non si tocca- gli ripeteva ogni volta e lui non poteva far altro che impazzire alla vista di quel corpo perfetto.
Poi fu il turno delle calze che pacatamente infilò. Si alzò e si infilò il vestito. Kagome si mirò allo specchio. Era stupenda con quel tubino che le fasciava il corpo risaltano il decolté e i glutei sodi. Certo era un po’ corto e questo non fuggì a due occhi dorati.
“Allora ti piaccio?” Chiese la ragazza, facendo un giro per farsi mirare a trecentosessanta gradi.
“Tu non esci vestita così.” Fu una risposta secca, non c’era un minimo di incertezza nella voce di Inuyasha.
“Sei il solito geloso.” Sbuffò Kagome, avvicinandosi a lui.
“Io non sono geloso e non sto scherzando. O ti cambi oppure tu stasera non esci. Già non mi piaceva l’idea figuriamoci vestita così.”
“Lo vedi che sei il solito geloso.” Lei rise per la piccola scenata che il suo fidanzato le stava facendo ma lui non sembrò apprezzare minimamente. Le afferrò il braccio spingendola verso di sé, attento a non farle male con gli artigli.
“Tu sei mia e nessuno, e ripeto nessuno, può guardarti.” Lo disse con un tono che non ammetteva repliche. Quella voce ferma, sicura le mando in tilt il cervello e, presa dalla voglia irrefrenabile di sentire le sue labbra sulle sue, lo baciò. Dapprima casto e dolce divenne passionale. Il mezzo demone la fece distendere sopra il letto. Incominciò a torturarla con una scia di baci lungo il collo per poi scendere in prossimità del seno e risalire su. La ragazza si disse che era tardi, che tra poco sarebbe dovuta andare alla cena, dopo ci sarebbe stato sicuramente il tempo di baciarsi con Inuyasha. Ma quando lui aveva iniziato a mordicchiarle l’orecchio mentre con una mano le massaggiava una gamba avvicinandosi sempre di più all’inguine tutti i buoni propositi erano andati a farsi benedire. Rispose a quelle attenzione mordendo il suo labbro. Mise le mani in mezzo ai suoi capelli e si inebriò del suo profumo. Si guardarono negli occhi e si persero nei loro sguardi.
“È tardi, non dovresti andare?” Chiese Inuyasha senza smettere di toccare quel meraviglioso corpo, sicuro della risposta della sua compagna.
“Al diavolo la rimpatriata.” La risposta fece sorridere il mezzo demone che prese di nuovo possesso delle sue labbra. Infondo questo era molto meglio di quella stupida riunione.
 
Salve a tutti =), sono passati secoli dall’ultima volta che ho scritto ma finalmente ho un po’ di tempo e vorrei concludere questa storia. Non manca molto. Chissà se ancora qualcuno mi segue e se avrà letto questo capitolo. Non spiego come si siano messi insieme, come facciano a passare dall’altra parte del pozzo nonostante si possa evincere che sono passati diversi anni perché se no non avrebbe senso una rimpatriata. Ma ai fini della storia il tutto era irrilevante. Non sono molto soddisfatta di questo capitolo ma spero di rifarmi meglio con il prossimo, spero che almeno a qualcuno di voi sia piaciuta XD. Ringrazio chi ha letto, chi recensirà e chi continuerà a seguirla. Un bacione enorme, buona giornata Inu_Ran <3

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