Destiny di RoloChan105 (/viewuser.php?uid=29574)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Destiny
Capitolo
1
-No!-Si voltò verso le due
amiche.-Non mi sembra il caso e il luogo adatto!- -Avanti non fare
la guastafeste!-La spinse la ragazza dai capelli azzurri. -Un po' di
riposo ti farà bene! Credimi!- -Non voglio!-Replicò
in modo energico.-Bibi, sul serio, lo apprezzo ma non mi va!-Cercò
con gli occhi Robin, sua collega di lavoro, per cercare un appiglio
di salvezza. -Bibi ha ragione-Replicò in modo piatto.-Mi
chiedo perchè non vuoi...-L'osservò assottigliando gli
occhi sospettosa-Cosa ci nascondi?- -Chi io!?-Scattò la
rossa sull'attenti.-Nulla! Assolutamente nulla!-Bugia. Lo si poteva
capire dal tono troppo energico e dall'insistenza nel voler tornare a
casa. -Allora non vedo ragione per cui non possiamo entrare in
questo innocuo locale.-Con passo deciso, la mora oltrepassò le
due amiche e aprì la porta del locale. Era stato aperto da
poco, ma la gente a quell'ora tarda, si affrettava per gettarsi alle
spalle i propri problemi e per correre a farsi un drink. -Robin...-La
chiamò passandosi nervosa una mano tra i
capelli.-No...- -Senti che musica!-Bibi ondeggiò sui
talloni.-Mi sembra un posticino divertente!- Nami assottigliò
gli occhi. No. Non era divertente. Per niente. Forse lo era stato
per i primi cinque minuti che aveva messo piede lì dentro
quasi due settimane fa, ma poi... I suoi pensieri vennero interrotti
dalla mano di Bibi che l'arpionò per il polso. -Non fare la
mummia e vieni dentro!-La invitò di nuovo. Scosse il capo. Non
voleva entrarci...e nemmeno vederlo. Con un gesto netto, si liberò
dalla sua presa e la fissò implorante. -Non voglio
entrare.-Disse per l'ultima volta. La ragazza l'osservò e poi,
con un alzata di spalle la liquidò. -Quanto sei noiosa-
Imitò l'amica e varcò la soglia, sparendo dalla vista
di Nami in mezzo alla calca all'interno. Con un sospiro, si portò
una mano al petto. Era sicura che le aveva deluse e si sarebbe
fatta perdonare, ma aveva delle buone ragioni per non entrare in quel
posto. -Tu...-Una presenza alle sue spalle le fece perdere un
battito. Riconobbe quella voce nonostante il tono basso e la musica
che dal locale, si riversava per la strada. Con la coda dell'occhio
si voltò e lo vide. Imprecò mentalmente e le guance le
si accesero. Decise che non era il caso di rimanere lì un
secondo di più. Con capo chino, sgattaiolò per la
strada davanti a se sperando di farla franca. -Sto parlando con te
Rossa- Strinse gli occhi, i brividi lungo la spina dorsale. No, non
se la sarebbe cavata... Sentì i passi dell'uomo avvicinarsi
alle sue spalle e raggiungerla. Nuovamente sospirò e alzò
il volto per riuscire ad inquadrarlo. Massiccio. Era questo quello
che aveva pensato la prima volta che lo aveva visto e anche ora, non
riusciva a pensare ad altro. Si mordicchiò nervosa il
labbro inferiore per poi passarci sopra la lingua. Si stampò
in faccia il suo finto sorriso da segretaria e mosse una mano in
segno di saluto. -Hey- Riuscì a dire. -Hey?-L'uomo
inarcò un sopracciglio.-è tutto quello che hai da
dirmi?- Abbassò il volto e si fissò i piedi. No. A dire
il vero aveva molte cose da dire e allo stesso tempo niente. Schioccò
la lingua e lo guardò infastidita. -Insomma ma cosa vuoi?-
Gli occhi dell'uomo si assottigliarono e con una mossa, la prese per
il polso. “Di nuovo”, si ritrovò a pensare Nami
mentre con insistenza, veniva trascinata per il lato opposto della
strada. Si ritrovò davanti ad un' auto nera dall'aria costosa
e ammaccata quasi impercettibilmente. Impercettibilmente per lei
però. -Ricordi?-La mollò e si mise a braccia
conserte. Ricordava, purtroppo. Con uno stanco sospiro, lanciò
nuovamente uno sguardo al suo interlocutore. -Senti, mi
dispiace...- -Pensi di cavartela con un “mi dispiace”
detto in quel tono scocciato?- Si, lo sperava dannatamente.-Potrei
denunciarti!- -Hey, è solo una stupida ammaccatura che
nemmeno si vede!-Si difese. -Questa stupida ammaccatura come la
chiami tu, è opera tua!-La sgridò. Si grattò
una guancia Nami e con la mente viaggiò al ricordo di quella
sera. Traffico immenso, nessun posto auto...Tho! Quello pareva
perfetto! Con un abile mossa si era infilata nel piccolo spazio e
senza accorgersene: pam! Aveva tamponato la macchina dietro. Scese
dall'auto e controllò il danno. La sua macchina aveva qualcosa
di rotto? No. Bene, a bere. E aveva bevuto, fiumi e fiumi d'alcol
finchè il sogno non era stato rovinato da lui: il proprietario
dell'auto. Le aveva inveito contro per il danno che aveva causato e
in risposta, gli aveva versato in faccia il contenuto del
bicchiere. Si schiacciò una mano in fronte a ricordarlo e
il seguito non era tanto meglio. Si era alzata e con gran voce gli
aveva urlato di sparire, altrimenti avrebbe chiamato la
polizia. Roteò gli occhi e si strinse nelle spalle. -Ok,
forse hai ragione tu...- -FORSE?!- Sbuffò. Era stanca di
sentire le proprie parole ripetute con tono arrogante. -Hai
ragione-Si trovò a rettificare.-Senti, risolviamola tra di noi
ok?- Si offrì di trovare un compromesso.-Non mettiamo in ballo
nessuno, sono cosciente del danno e lo ripago.-Fissò
l'ammaccatura sul davanti immaginando di cavarsela con un centinaio
di berry.-Allora, a quanto ammonta il danno?-Mormorò aprendo
la borsa per estrarre il portafogli. -Cinquemila berry- -COSA!?-
Sbraitò lasciando cadere nella borsa il borsello.-Dico io, sei
matto!? Per quel picchietto che nemmeno si vede!?- Estrasse dal
giubbotto di pelle un foglio e glielo porse. Erano i dati che il
carrozziere aveva stillato facendo la perizia del veicolo. -è
assurdo!- -Non è assurdo!-Le si avvicinò
minaccioso-Se non l'hai vista, questa è una Porche!-Indicò
l'auto.-Mi hai rotto i fari, il paraurti, la vernice è
scrostata e mi hai ammaccato il fianco della macchina, senza parlare
del marchio che mi hai rovinato!-Elencò. -è
troppo!- -Mi sono scordato di aggiungere i danni morali
perdono.-Inarcò entrambi i sopraccigli sorpresa. Stava
giocando la carta dell'ironia per caso? Perchè non era affatto
divertente! -è un costo troppo alto! Vienimi incontro!- -Ti
sono venuto incontro Rossa, ti ho cercato per settimane in questo
locale e sapevo che saresti tornata!- Gli diede un biglietto. -Cosa
sarebbe!?- Sbraitò rigirandoselo tra le mani. -Il mio
conto.- Prese dal giubbotto le chiavi e salì in macchina.
-Vedi di indirizzare i soldi qua e se entro due giorni non ci saranno
-Estrasse dal cruscotto dei fogli e delle fotografie riguardanti lei
e il suo veicolo.-Io ti denuncio- -EH!?-Rimase allibita per quella
dichiarazione.-HEY ASPETTA!-Urlò vedendolo mettere la freccia
e partire-Non puoi fare così fermo!- Si mise ad urlare quando
la superò-Sei un fottuto bastardo!-
-Cinquemila
Berry-Ordinò al banchiere il giorno dopo con un nervoso
pazzesco addosso.-ah-estrasse il bigliettino da visita-Dovranno
essere accrediti a questo nome ok?- L'uomo prese il biglietto e
ghignò. -Oh, il signor Roronoa-Glielo restituì ed
eseguì al computer il trasferimento. -Come prego?- -Roronoa
Zoro-Ripetè-è il nome dell'uomo a cui appartiene questo
conto.-Finì di digitare-Nostro abituale cliente- Le
sussurrò-Un pezzo grosso- -Ah-Annuì annotando il
nome di quel bastardo.-Si, Rorocoso...-Prese i fogli.-Grazie mille-Lo
liquidò uscendo a passo di marcia. -Grazie a lei-
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
L'angoletto
dell'autrice...
Benvenuti
gente in questa nuova fan fiction!
Ci
troviamo di fronte ad un AU.
-Rolo,
un altra!? Ma che palle!
Si
-___- un altra!
Inizialmente
questa doveva essere una shot...ma è venuta fuori una trama
abbastanza lunga e quindi, ho deciso di dividerla in capitoli!
Perdonatemi
se i capitoli sembreranno brevi.
Essendo
la settimana ZONAMI ho deciso ( sotto minaccia ç__ç) di
non inserire nessun elemento LawxNami con mio grande dispiacere.
Mi
rifarò prossimamente con una long solo su di loro!
Che
altro dirvi? Buona lettura e buona settimana Zonami!
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Hai
appena letto una delle tante FF zonami, che in questa settimana
stanno sommergendo il sito Efp, per contagiare il più alto
numero possibile di utenti con la sindrome della Quarta Spada. Non
esiste cura, ma solo l’aggravarsi di tale sindrome. I
sintomi sono semplici e terrorizzanti: adorazione della quarta spada,
digievoluzione in assatanati di rating rosso e presenza acuta e
esaltante di urla alla visione di una fan fiction Zonami. I dottori
più dotti ed esperti, da Chopper a Rayleigh, passando per
Trafalgar Law, si stanno impegnando per trovare un vaccino contro
questa pestilenza, ma per ora le ricerche non hanno dato
frutto. Ma… Ma esiste un luogo di quarantena: il Midori
Mikan. L’ospitalità è ottima, la mensa pure, i
programmi zonami abbondano e le discussioni pervertite anche di più.
Il vitto è gratis, l’alloggio puramente piratesco e la
grafica spaventosamente verde e arancione… se sei stato
contagiato, registrati sul forum e… lascia ogni speranza,
ormai sei dei nostri… WHAHAHAHAHAHA!!!!!!!
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo
2
-Roronoa-Digitò in modo
frenetico il nome al pc-Zoro-Premette invio alla ricerca e un
immagine dell'uomo della sera prima le aparve davanti allo
schermo. -Eccolo! È lui!- -Lui?-Robin si sporse dalla
sedia-Accidenti- -Quel gran figlio di puttana-Si morse le labbra e
iniziò una ricerca su di lui. Diceva che erano coetani,
soldi a palate, una figura di rilievo e bla bla bla. Con la
rotella del mouse, cercò qualcosa di più interessante
da sapere. Scoprì che da giovane era stato un asso del kendo
ma che aveva abbandonato perchè disgraziatamente si era rotto
un braccio. -Chissene frega-Mormorò mangiando un
salatino. -E tu hai picchiato la macchina a questo tipo?- -Non
l'ho picchiata!-La corresse alzando il volto.-Era accidentalmente
dietro di me e stavo facendo manovra- -Certo-La vide sorridere e
tornare al suo posto rispondendo poi al telefono.-Ufficio del signor
Mihawk-Rimase in attesa e dischiuse poi le labbra.-Certo, può
riceverla adesso- Nami la fissò mentre aspettava che un altra
pagina caricava. -Molto gentile-Riappese e con le labbra tirate,
indicò il suo computer.-Se fossi in te toglierei quella
roba.- -E perchè?- Strinse i denti-Non sto facendo niente
di male.-Appena la pagina guizzò sullo schermo si mise a
leggere rimanendo perplessa. -Qua dice che attualmente sta avendo
vari affari con ditte della zona-Si avvicinò maggiormente allo
schermo-Aziende dai nomi facoltosi sono in lizza per averlo al loro
fianco...-Staccò gli occhi dal pc quando sentì la porta
del suo superiore spalancarsi e sistemarsi la cravatta. -Sono
presentabile?-Le domandò avvicinandosi agitato. -Signor
Shanks è perfetto come sempre-Si assestò meglio gli
occhiali. -Ah bene!-Mormorò sollevato bussando poi alla
porta di Mihawk-Esci fuori idiota!-Con lentezza, il cupo capo di
Robin mise la testa fuori. -Cosa c'è?- -Ci siamo
riusciti!-Mormorò al suo orecchio.-è qui!-Gli occhi del
moro si dilatarono sorpresi. -Sul serio?- -Si!- Affermò
deciso con un sorriso. -Sarà qui a minuti!- Uscì del
tutto dalla sua stanza e si diresse assieme a lui al centro della
sala d'aspetto. -Tra quanto ha detto?-Si rivolse a
Robin. -Adesso-Gli confermò tornando al suo lavoro. -Molto
bene-Annuì pacato. Nami invece, tornò alla sua
ricerca. Il numero del loro piano si illuminò e i due capì
alzarono gli occhi febbricitanti d'impazienza. Con un suono
allegro della campanella che segnava l'arrivo del piano, l'uomo
attese che entrambe le porte fossero aperte per poter uscire. La
scena che gli si presentò davanti era comica. Un capo
agitato e l'altro pacato e indifferente. Increspò le labbra in
un sorriso e tese una mano avanti presentandosi e
salutandoli. Schioccò la lingua Nami quando anche quelle
informazioni non erano altro che superficiali pettegolezzi senza
senso e senza prove fondate. Cambiò pagina di ricerca,
rimanendo assorta dal suo nuovo lavoro tanto che non si accorse di
avere gli occhi puntati su di se. Alzò il volto e sbattè
le ciglia perplessa, finò a che non sbiancò nel vedere
l'uomo davanti a se. -La signorina Nami intende?-Domandò
Shanks fissando l'uomo. -Vorrei che ci seguisse-Ordinò con
un ghigno sul volto intimandole con lo sguardo di alzarsi. -La
riunione potrebbe essere molto interessante e ho diversi punti che
vorrei mettere per iscritto. La sua segretaria mi pare proprio la
persona giusta per questo ruolo.-Superò i presenti aprendo la
porta della sala riunioni. Nami prese la sua cartellina e con
passo tremante seguì gli uomini. Cosa aveva in mente quel
maledetto bastardo!?
-Sono certo che per questa questione,
possiamo trovare un efficiente compromesso-Intrecciò le dita
sporgendosi in avanti. -Voi che ne dite?- -Bhe-Shanks si rilassò
sulla poltrona comoda e costosa sotto di se.-Senz'altro-Guardò
il collega-Mihawk?- -Sono d'accordo con Roronoa-Annuì
lisciandosi il pizzetto.-è una buona idea e cambiando qualche
dettaglio, sicuramente riceveremo buoni profitti.- -Molto
bene!-Rispose felice il rosso-Nami stai scrivendo vero?- Fissò
la sua segretaria. -Certamente-Rispose in tono gentile e scattante
mentre dentro di se voleva alzarsi, scappare e morire in un angolo.
Aveva accanto a se quello stronzo di Roronoa e poteva gia sentire il
suo fiato sul collo. Era abituata ad essere presente a quel genere di
riunioni e prendere appunti, ma stava veramente scoppiano. Seduto
alla sua destra, lui invece appariva a suo agio. Sicuramente,
essere una persona di rilievo aveva fatto nascere in lui una vena di
arroganza e di superbia. Stringendo le labbra, si ritrovò a
fissarlo con fare ostile per nemmeno ricordava che numero di
volta. -Allora possiamo concluderla qua-Zoro abbassò il
volto per poi alzarsi in piedi.-Manderò i miei avvocati per
firmare le carte e acquistare la società.-Un sorriso gli solcò
il volto. -Siamo d'accordo-Gli uomini si scambiarono una stretta
di mano che concordava i loro accordi finanziari. -Faremo
preparare immediatamente il suo ufficio e le possiamo offrire una
segretaria degna di questo nome.-Shanks si alzò in piedi
felice-Penso che la signorina Tashigi possa...- -No-Il suono di un
suo rifiuto ghiacciò l'aria. I presenti lo fissarono con
sorpresa e con un semplice gesto della mano indicò alla sua
sinistra.-Ho deciso, voglio la signorina Nami come mia
segretaria-.
-Shanks, mi ascolti-Cominciò per
l'ennesima volta il suo discorso-Io mi trovo bene con lei, sono stata
anni al suo capezzale e so come lavora!- Si mosse nervosa sulla
sedia-Perchè devo lasciare il lavoro e diventare la sua
segretaria?- -L'hai sentito no?-si allentò il nodo alla
cravatta-Per qualche strana ragione lei le piace e la vuole.
-Ridacchiò-è un grande onore e può prenderla
come una promozione!- -NON VOGLIO UNA PROMOZIONE-Urlò al
limite dell'isteria-Non voglio lavorare con quel bastardo!- -Occhio
Cocoyashi...- -è quello che è!-Sbuffò-Solo
perchè ha i soldi- -...e l'azienda-Aggiunse per lei. -Non
può fare come gli pare!- -Oh e invece può-Si alzò
in piedi e si sporse verso di lei.-è stata una segretaria
eccellente e mi dispiace lasciarla.-Sospirò andando poi alla
finestra-Può cominciare da subito ad impacchettare i suoi
effetti.- -Ma sono solo le dieci!-L'uomo si volto appena. -Tashigi
ha gia preso il suo posto e sta lavorando.-Tossicchiò-Puoi
andare nel nuovo ufficio e sistemare tutto, avrai così il
giorno libero- -Ma!-Provò a ribattere. -Niente ma!- Si
voltò. -Così Roronoa ha deciso.-
Cerchi immagini zonami... vai sul Midori Mikan.
Vuoi leggere FF zonami… vai sul Midori Mikan.
Vuoi confrontarti con altre zonamiste… vai sul Midori Mikan.
Desideri consigli o aiuti per le tue FF zonami… vai sul Midori Mikan.
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Vuoi sapere quant’è lunga la quarta spada di Zoro… vai sul Midori Mikan.
Vuoi diventare ceca a forza di guardare Hentai… vai sul Midori Mikan.
Desideri tartassare di domande i tuoi autori zonami preferiti… vai sul Midori Mikan.
Vuoi divertirti a suon di immagini e battute verdi e arancioni… vai sul Midori Mikan.
Cerchi altre zonamiste pazze e depravate come te… vai sul Midori Mikan.
Uhm… mi è venuta voglia di andare sul Midori Mikan…
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo
3
L'ufficio verso l'ora di pranzo era
gia sistemato. Sembrava così diverso dalla sala d'attesa che
lei ogni mattina occupava. Una cosa che la mandò in bestia,
era la sua scrivania DENTRO l'ufficio di lui. Per quale nobile
causa doveva lavorare a stretto contatto con lui!? In quel modo,
per il poco di tempo libero, non poteva concedersi una pausa o
mangiare di nascosto. -Una promozione...-Così aveva detto
Shanks, ma per lei sapeva più di punizione. La punizione
divina e il Dio all'interno dell'edificio era Roronoa. Ringhiò
sommessamente iniziando ad addobbare il suo posto di lavoro. Il
computer che era sulla scrivania era nuovo di zecca, avanzato e
sicuramente con un ottimo sistema operativo. Posò la scatola
contente i suoi effetti e tolse tutti i suoi ninnoli preferiti. Il
suo porta penne stravagante, un libro romantico che stava leggendo
che pensò bene di infilare nel cassetto, un pupazzo a forma di
panda e un piccolo vasetto con un fiore finto che si muoveva grazie
ai raggi del sole. Tutto, anche così le sembrava cupo.
Estrasse il porta foto raffigurante lei e il suo gatto attorniati
dagli alberi di mandarini del suo vecchio giardino. La sua vita
non poteva essere cambiata in modo tanto brusco e tanto
deprimente.
-Sono a casa-Mormorò non si sa bene a chi
appena chiuse la porta. La sua gatta le corse subito incontro
strusciandosi contro le sue gambe. Sicuramente voleva mangiare e lo
voleva subito. -Si...- Stanca, appese il cappotto e prese il
barattolo del cibo per gatti andando ad aprirlo nella ciotola. Coco
si precipitò affamata a divorare il suo pasto. -Almeno tu
sei felice...- Scrollò le spalle e cercò qualcosa per
lei nel frigo. Niente. Prese il telefono e digitò il numero
del ragazzo della pizza. Era una sua abitudine e non aveva voglia di
prepararsi qualcosa. Voleva godersi la serata e dimenticare quello
che era successo in ufficio e il pranzo con Robin e quella
là...Tashigi. Non faceva altro che dirle quanto era fortunata
mentre in realtà rosicava perchè Roronoa l'aveva
rifiutata. Accese la tv in soggiorno e rimase basita nel vedere
che il notiziario riportava la notizia della sua azienda. Parlava di
Roronoa e dei suoi due capi che felici, rilasciavano
interviste. Pensò bene di cambiare canale e imprecò
quando anche questo, faceva vedere la stessa notizia, stessa cosa per
altri sette canali. -Va bene-Lasciò cadere il telecomando e
si avviò verso la sua teca dei dvd. Ne prese uno a caso a lo
inserì, felice nel non sentire parlare ancora di
Roronoa. -Consegna pizze-Una voce alla porta la fece rilassare
ancor di più. Era affamata. -Sto arrivando-Prese il
borsello e tolse il chiavistello.-Quanto le devo?-Mormorò
distratta aprendo il portafogli. -Mangi davvero tutta questa roba
da sola?- Si raggelò. Lentamente alzò gli occhi e trovò
la persona che più odiava. -CHE CAZZO CI FAI QUI!?-Esplose
rossa in volto incredula di vedere Roronoa con in mano le pizze. -è
così che ci si rivolge al proprio capo?-Le rivolse un sorriso
ed entrò dentro chiudendo la porta.-è quindi è
qui che vivi.- -Ripeto, cosa vuoi!?-Stentava a crederci, cosa
diamine voleva? -Ti spiegherò-Posò le pizze sopra al
tavolino in salotto, togliendosi poi il giubbotto.-Ma adesso
mangiamo.- -Mangiamo?-Ripetè confusa-Noi?- -Certo-Si
mise a sedere sul divano guardando la tv. Aprì uno dei due
scatoloni e scelse la pizza margherita. -HEY!- Ringhiò
piantando i piedi a terra-Io non ti ho invitato!-Sentì la bile
salirle alle stelle-ESCI DA CASA MIA!- -Sei sempre così
scontrosa e incazzata o è perchè sei in quel
periodo?-Addentò un pezzo-Che razza di film è?- Un
verso strozzato uscì dalla bocca di Nami. Prese il telecomando
e fermò il video. -Adesso tu mi dici che cosa ci fai a casa
mia, perchè sei seduto sul divano e perchè stai
mangiando la mia cena!-Dando un ulteriore morso, Roronoa si leccò
le labbra. -Va bene-Si arrese.-Ho bisogno di un posto dove stare e
non avevo altre idee-Fissò il suo volto-Contenta?- Nami rimase
di sasso. Se era contenta!? Non voleva estranei a casa sua e non
voleva certo che quell'arrogante stesse sotto il suo stesso
tetto. -COSA!?- -Hai capito bene!- Finì il pezzo.-Starò
da te, non so per quanto, ma ci starò.-Indicò la
porta-Domani sera i miei uomini porteranno i miei effetti.-Si leccò
le dita. -E io...pensi che te lo lasci fare!?-Domandò
sconcertata. -Hai una camera degli ospiti no?- -NO CHE NON CE
L'HO!- Si tenne la testa-Non ti voglio qua! Stai invadendo la mia
privacy!- -Ti pagherò l'affitto-Mise in chiaro prendendo
una altra fetta-Le bollette e altre stronzate che chiedono ai
poveracci come te. - -Poveraccia io!?- -Oltre a questo,
provvederò alla cena io personalmente e ti scorterò a
lavoro-Rise-Che ne pensi? Verrai trattata da regina.- Rimase
ammutolita. Cazzo se era arrogante, chi si credeva di essere
Paperone? -Penso che farai meglio ad alzare il tuo culo e
sloggiare, altrimenti chiamo la polizia.-Lo vide sbuffare e alzarsi
in piedi raggiungendola. -Pensi che la polizia mi
arresterebbe?-rise sguaiato-A me? Roronoa in persona?-Con un
ulteriore passo si trovò a poca distanza da lei.-Io non penso
che succederà sai?- -Cosa te lo fa credere?- arretrò,
cercando di tenere le distanze tra di loro. -Molte cose, ma io ti
do la mia parola che starò qua da te e non penso che tu dopo
questo, possa cercare di scacciarmi via.-La inchiodò al muro
impedendole di scappare. -Dopo questo cosa!?-Si ritrovò con
le spalle e i movimenti bloccati. Sussultò nel sentire la sua
mano prenderle il mento e alzarlo. -Questo-Famelico calò
sulle sue labbra unendole alla sua, in un bacio che non aveva niente
di casto. Impiegò qualche secondo Nami per accorgersi di cosa
stava succedendo e con forza, cercò di spintonarlo via. Un
flash la accecò e subito dopo, riprese a respirare. L'osservò
allontanarsi e visionare un oggetto. Sgranò gli occhi appena
si rese conto di cosa si trattava. Un immagine le comparve davanti
assieme all'apparecchio e sbiancò. Lei e Roronoa, stretti
l'uno sull'altro in un bacio che sembrava passionale e
sensuale. -NO!- -Oh si-Ridacchiò leccandosi le
labbra-Pensa se i giornalisti mettessero le mani su quest'immagine!-
Non volle pensarci... sarebbe stato il natale di tutti i giornali di
pettegolezzi. -RAZZA DI BASTARDO!-Gli urlò contro. -Tu
mi ospiterai-La sfidò-Ho appena inviato questa foto al mio
agente.-Assottigliò gli occhi-Dimmi di no e do l'ordine di
spedirla...- Ingoiò a vuoto Nami non appena Roronoa tornò
sul divano a mangiare. Quell'uomo sarebbe stato la sua rovina.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Se anche tu sei stanco dei soliti siti democratici per ogni coppia di One piece…
Se anche tu sei in fuga dalla devastazione yaoista…
Se anche tu cerchi disperatamente un’oasi di solo zonamismo…
Se anche tu vuoi uno spazio tutto tuo per delirare in stile verde e arancione…
Se anche tu sei un’adepta dell’eretta via della quarta spada…
Se anche tu sogni di essere una navigatrice tirchia e ladra, che spesso e volentieri finisce a letto con uno spadaccino buzzurro e ben dotato…
Se anche tu deliri al solo pensiero di leggere una FF zonami…
… benvenuto, hai le carte in regola per iscriverti al Midori Mikan!!!!!
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo
4
-Non hai davvero la stanza per gli
ospiti...-Notò scocciato aprendo tutte le porte. -Cosa me
ne faccio di una stanza per gli ospiti!-Ribattè-è gia
tanto se ho una stanza tutta mia!- -Voi poveracci immagino che
siete abituati ad un solo bagno...-Diede una rapida occhiata alla
casa-Eh si a quanto pare...- -Perchè non te ne ritorni alla
tua super villa di lusso nel cuore di chissà dove!?-Replicò
stizzita.-E mi lasci in pace!?- -Vorrei farlo ma non posso.-Sbuffò
chiudendo la porta.-Sono sommerso dai media e questo è il
luogo adatto dove nascondermi.- -Sono affari tuoi, non me ne frega
niente!-Rispose acida digrignando i denti.-Potrebbe anche esserci
l'apocalisse fuori-Mise in chiaro-Ma ti voglio fuori di qui!- Sospirò
pesantemente Zoro a sentire le sue parole. Quella stupida proprio non
capiva il concetto del semplice e umile “ricatto”.
-Se mi sbatti fuori, io pubblico la
foto-Le fece vedere il telefono. -Mi sembrava di essere stato
chiaro...-
-Come il piscio-Sibilò Nami a
denti stretti vedendo la foto quel bastardo aveva messo come profilo
del telefono.
-Bene-Ghignò soddisfatto
trovandosi di fronte la stanza da letto. Senza tante cerimonie, entrò
dentro e ammirò la stanza di Nami. Un colore arancio adornava
le pareti, tutto era in ordine e con una grande scrivania vicino alla
finestra. Studiò il tutto attentamente, volendo imprimersi
nella mente l'ambiente della sua vittima. Vecchi libri scolastici,
riviste all'ultimo grido e Peluche enormi erano ammassati agli angoli
della stanza. Assottigliò gli occhi Zoro quando posò lo
sguardo sul letto: le coperte erano adornate da disegni di gatti.
C'era una sola parola per descrivere
quell'ambiente e la trovò senza problemi: Infantile.
-Cos'è quello sguardo?-Storse il
naso la proprietaria vedendo la sua espressione schifata.
-Quale sguardo?-Domandò calmo
restando sulla soglia, non avendo il coraggio di avventurarsi oltre.
-Quello dannazione!-Lo indicò
frenetica con un dito.-Cos'hai da ridire sulla mia stanza?!-Ponderò
le parole con calma Zoro per poi, dischiudere le labbra e farle voce
dei suoi pensieri.
-Non sapevo frequentassi ancora la
scuola...-
-Scuola?-Cascò dalle nuvole Nami
sentendo la sua sentenza.
-Bhe-Si avventurò dentro
calpestando la moquette.-Questa è tutto e per tutto la stanza
di una ragazzina...- Il volto di Nami divenne infuocato. Non solo
quel viscido bastardo si intrufolava in casa sua e veniva a dettar
legge, ma adesso si metteva anche a deriderle la stanza e i suoi
gusti?
-Fuori-Mormorò in tono che non
ammetteva regole.
-Eh?-Inarcò le sopracciglia Zoro
vedendola rigida.
-HO DETTO FUORI!-Lo artigliò per
un braccio e con malagrazia, lo spintonò fuori con un calcio
nel didietro. Con velocità, si chiuse la porta alle spalle,
bloccandola con la chiave.
-Ohh- Evidentemente il verde non ne
aveva abbastanza.-Ce la siamo prese eh?-Ridacchiò
sciogliendosi il nodo della cravatta.-Non temere-Alzò la voce
per farsi sentire-Rimedierò anche a questo...-
Si rigirò nel letto non
riuscendo a prendere sonno. Con malagrazia si gettò sulla
testa il cuscino, cercando di ovattare i suoni che si espandevano per
la stanza. Imprecò mentalmente contro quello stronzo di
Roronoa. Fissò la sveglia sul comodino e lo maledisse un
ulteriore volta.
Erano le 3 del mattino e quel citrullo
era ancora sveglio e con la tv a tutto volume. Si sarebbe volentieri
impiccata per quella situazione. I suoi vicini di casa le avrebbero
fatto il terzo grado per quella sconsiderata azione nella prossima
riunione di condominio.
Si passò stanca una mano sulla
fronte e sbuffante, si alzò dal letto. Se ne fregò di
essere solo in intimo e con passo da soldato, si diresse alla porta.
L'aprì piombando coi piedi nel lucido parquet dell'ingresso.
Si voltò verso il grande salotto e trovò la stanza
illuminata. Un brusio sommesso le fece inarcare le sopracciglia.
Che diavolo stava facendo
quell'imbecille?
Rimase a bocca aperta quando alla tv
comparve la sagoma di una donna nuda. Si spiaccicò le mani in
volto e schifata, si avvicinò al divano.
Per sua fortuna, Zoro era sdraiato e
con le mani ben riposte dietro la testa come cuscino. Un solo fatto
era negativo in tutto quell'insieme, porno alla tv a parte: Roronoa
era solo in boxer.
Con sua sorpresa non dormiva ma seguiva
con sguardo attento, i movimenti sensuali della donna alla tv.
-Che cosa stai facendo?-Domandò
assonnata e letale, avvicinandosi pericolosamente al verde.
-Non ho sonno-Zoro si strinse nelle
spalle non staccando gli occhi dalla tv.-Così mi guardo un po'
di tele.-
-Dimmi che non è un canale a
pagamento!- Le labbra dell'uomo si incurvarono in un sorriso
compiaciuto. Ringhiò frustrata Nami stringendo nervosa le
mani. Se non avesse avuto tutto quell'autocontrollo lo avrebbe
strozzato.
-Spegni subito!-Gli ordinò
scoprendo i denti.
-No-Si sentì rispondere con un
sorprendente tono di sfida. Bene...sembrava che Roronoa volesse
giocare alla guerra. Avrebbe avuto quello che chiedeva...
Con movimenti lenti, si posizionò
di fronte a lui oscurandogli la vista.
Un imprecazione le giunse soave alle
orecchie. Facendo scorrere il dito sul lato destro della tv, la
spense udendo ulteriori proteste.
Si scostò i capelli da un lato
apparentemente vittoriosa e lo fissò sprezzante.
-Abbiamo delle regole qua-Iniziò
a muovere i passi verso il tavolo in cucina.
-Regole?-Domandò Zoro per niente
entusiasta. Odiava le regole, solitamente era lui a dettar legge.
Ma quello, non era il suo territorio o
almeno, non ancora.-Che regole?-Insistette alzandosi in piedi
furioso.
-Le mie regole-Assottigliò gli
occhi Nami a sentire le sue proteste. Afferrò un foglio bianco
dal fax e una penna, iniziando a compilare una serie di punti.-Regola
numero uno-Parlò con tono deciso mentre elegantemente,
scriveva il tutto-Qua comando io!- Le sopracciglia di Zoro svettarono
verso l'alto.
Cosa aveva appena detto? Incuriosito,
si avvicinò a lei per osservare il suo operato.
-Regola numero due-Continuò
alzando lo sguardo verso quello color pece del verde.-Ridurre i costi
sui miei beni!-
-Ridurre...cosa?-Scosse il volto non
riuscendo a comprenderla.-Quali costi?- Con un solo movimento, Nami
gli indicò la tv.
-I canali a pagamento sono inclusi nei
costi!-
-EH!?-Urlò scandalizzato
afferrandogli il foglio e stracciandolo.-Neanche per sogno!-
-Brutto idiota!-Mormorò vedendo
i pezzi di carta cadere a terra. Immediatamente il gatto, si gettò
su di loro a giocare.-CHI TI HA DATO IL PERMESSO!?-
-IO!-Si puntò un dito contro-Se
non l'hai ancora capito, adesso comando io!- Nami spalancò la
bocca pronta a dirgliene quattro ma venne preceduta da Zoro che
imperterrito, continuava il suo discorso.
-Ricordati della foto!-La sfidò
con un ghigno sul volto.-Con questa devi abbassare la cresta!-
-SCORDATELO!-Afferrò il telefono
che si trovava in cucina-Ora chiamo la polizia!- Iniziò a
comporre il numero nel medesimo istante in cui quel bastardo, iniziò
a comporre quello del suo agente.
-Franky?-Domandò con tono
perentorio nonostante l'ora tarda e la voce assonnata dell'uomo
all'altro capo del telefono.-Manda alla Doskoi Panda la foto che ti
ho inviato...-
Il volto di Nami sbiancò. Si
immaginò in un battibaleno la sua bella vita rovinata. Addio
passeggiate tranquille al parco, addio scatole di nutella che
comprava ai saldi...e addio a tutti gli abiti comodi e firmati della
Criminal che adorava acquistare. Con uno scatto, si gettò su
Zoro mandandolo al tappeto. Il telefono volò nell'aria e con
maestria, riuscì ad afferrarlo.
-NO!-Gridò spaccando i timpani
all'uomo-Nessun invio! Cancella, cancella!- Urlò frenetica e
impaurita di essere sulla bocca di tutti.
-Togliti di dosso razza di
mocciosa!-Posò le mani callose sopra le sue cosce.-No-Si fermò
accarezzandole i glutei con un sorrisetto-No va bene...-Ridacchiò
posizionandola più in basso verso il suo bacino-Continua.-
Nami non continuò. Con tutte le
sue forze, gli scagliò contro un pugno in mezzo agli occhi. Il
dolore e l'urlo sovrumano giunsero poco dopo a riempire la stanza.
-Che tu sia dannato Roronoa!- Si scostò
da lui rendendosi conto di essere solamente in intimo.
Un delizioso reggiseno color nero in
pizzo con abbinato le mutandine.
Afferrò oltre al cellulare, il
telecomando e a passo deciso, tornò in camera lasciando
Roronoa a imprecare e a inveire contro di lei tutta la notte.
Quella che hai appena letto è una delle tante fanfiction zonami che in questa settimana invaderanno Efp. Questa e altre FF si possono trovare sul forum Midori Mikan.
Cos’è il Midori Mikan?
Bhè, non è un elettrodomestico, non è una parolaccia in giapponese, non è una formula magica per far ammalare la prof. di matematica ne tanto meno un modo di dire (“in bocca al Midori Mikan” o “chi fa al Midori Mikan fa per tre”).
È il primo sito ufficiale italiano dedicato esclusivamente alla coppia Zoro e Nami, dove ogni zonamista si può sentire a casa, condividere con altre fan le sue passioni verdi e arancione e trovare materiale e informazioni sul suo pairing preferito…
E allora?!? Sei ancora lì… va a darci un’occhiata dai!!!!
ULTIMO GIORNO ZONAMI WEEK.
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo
5
Il tailleur più pregiato che coi
suoi risparmi aveva comprato per il suo primo giorno di lavoro, le
sembrò uno spreco quel giorno. Di un color verde petrolio, le
metteva in risalto splendidamente le forme. La gonna, lunga fino al
ginocchio, la desiderò più lunga.
Con suo grande stupore, quella mattina,
dopo essere uscita dalla sua stanza, aveva trovato l'appartamento
completamente vuoto.
Inizialmente, pensò che tutta
quella faccenda fosse stato semplicemente un sogno, anzi, un
terribile incubo. Con timore, aveva scandagliato tutte le edicole in
cerca delle riviste di pettegolezzi, controllando e sfogliando pagina
dopo pagina, sperando di non trovare la foto incriminata.
Oltre al sollievo, aveva appreso però
che Zoro Roronoa era reale.
Ancor più reale era stato vedere
Tashigi al suo posto di lavoro, che con un sorriso tirato, le ricordò
che il piano di Roronoa era al centotrenta.
Mordicchiandosi le labbra e stringendo
il caffè che aveva preso al bar prima di entrare, aspettò
nervosa l'aprirsi delle porte.
Non appena queste scattarono, allungò
il volto verso la fila di divanetti di quel piccolo ambiente. Il
giorno prima nemmeno ci aveva fatto caso, ma era abbastanza piccolo
come spazio di lavoro. A malapena poteva entrarci una scrivania.
Forse era per questo che l'aveva fatta
accomodare assieme a lui nel suo studio.
Si tolse dalla testa, la visione di lui
compassionevole e con una spallata, entrò dentro lo studio.
Come sospettava, nessuno era presente e
con sollievo, si andò ad accomodare alla sua postazione.
Non appena si lasciò cadere
sulla sedia ed emise un sospiro, la porta dell'ufficio venne aperta
con foga. Roronoa, vestito di tutto punto come il giorno prima, era
intento a togliersi di torno un sacco di giornalisti e uomini di
successo che per suo sgomento, riconobbe.
Sordo a tutte le loro domande, il verde
prese posto alla sua scrivania ergendosi davanti a loro in un modo
fiero e impeccabile.
-Signor Roronoa-Lo chiamò un
giornalista con un evidente pelata in testa-è vero che sta
cercando di battere in questo compra-compra di aziende, suo padre?-
-Roronoa, siamo tutti molto curiosi di
sapere perchè proprio questa azienda!-
-Signore, quale sono i suoi obbiettivi
per questo nuovo anno?- Domande su domande e silenzio come risposte.
Affascinante.
-Roronoa sii ragionevole-Mormorò
il ricco Bellamy mostrando un atto simile a quello che aveva
stipulato il giorno prima con i due capi di Nami-Questa azienda ha
potenziale, te lo concedo. Ma da solo non saresti in grado di
riuscire a cavare un ragno dal buco!- Rise in modo sguaiato-Con me al
tuo fianco, riusciremo in grandi imprese.- Un grosso sospiro fece
zittire i presenti.
Con un unico movimento, Zoro indicò
loro la porta mentre con eleganza, afferrò un elenco di nomi
sondandoli con lo sguardo.
-Ma Roronoa...-Cercarono di protestare.
-Signorina Nami-La sua voce la fece
quasi sobbalzare.
-Eh?-Scattò in piedi sbattendo
le ciglia dopo quella confusione-Si?-
-Accompagni fuori i signori- Incastonò
lo sguardo nel suo.-Se ne stanno andando- Con poca convinzione, Nami
si alzò dalla scrivania e con cortesia, nonostante le
proteste, accompagnò i signori verso l'ascensore.
Massaggiandosi la fronte, tornò
in ufficio pronta a cominciare il suo primo giorno di lavoro.
Non appena si chiuse alle spalle la
porta, trovò Roronoa con una rivista di moda in mano e il suo
bollente caffè nell'altra.
Quella visione sembrò
risvegliare le idee che aveva avuto fin dall'inizio su quel bastardo.
Era proprio un gran figlio di puttana. Con passo deciso e la giusta
motivazione, marciò verso di lui.
-Quello è mio!-Sibilò a
denti stretti indicando con l'indice il caffè.
-Oh si-Ne bevve un sorso e glielo
avvicinò-Lo vuoi assaggiare?- I nervi di Nami iniziarono ad
eruttare.
-Forse non mi sono spiegata-Fece una
breve risatina nervosa-Il caffè-Bevanda che abitualmente
comprava e che ogni santo giorno consumava-è mio!-
-Non essere così egoista-Scosse
il volto lui tornando a prestare attenzione sulla rivista. Alzò
gli occhi al cielo Nami rendendosi conto di avere a che fare con uno
stupido ma ancor di più quando occhieggiò cosa
effettivamente stava leggendo.
-Dimmi che non è quello che
penso...-Zoro silenzioso, si strinse nelle spalle.
-Non so...-Le mostrò una
pagina-Tu che pensi?- Che voleva licenziarsi.
Il suo capo, quello scemo di Roronoa,
quell'essere abnorme che l'aveva ricattata e quasi denunciata per il
livido alla sua macchina, le mostrava delle divise da lavoro. Divise
per segretarie...
A disagio, si tirò ancor più
giù la gonna. Cosa non andava col suo cervello!?
-Che sei pazzo-Si mise a braccia
conserte puntando lo sguardo sul caffè.
-A me sembrano carine-Commentò
cambiando pagina-Non preferiresti una divisa così che questo
vecchio cencio che indossi?- Nami strabuzzò gli occhi.
-Vecchio cen...-Rimase a bocca
aperta-EH!?-
-Andiamo-L'addocchiò per bene
analizzando il suo tailleur.-Diciamo la verità: quello è
utile se vuoi rimanere casta a vita.- Ridacchiò passandosi una
mano sul mento.-Aggiungiamoci degli occhiali da insegnante
severa...-Si fermò completamente e l'osservò
nell'insieme. Nami assottigliò gli occhi.
-Ripensandoci...-Scoccò la
lingua contro il palato.-Mi va bene così...-Le sorrise
chiudendo la rivista.-Rimanici pure...-
Sapeva esattamente Nami a cosa
pensava...Non era stupida e di film e libri, ne aveva letti a sfare.
-Fammi indovinare-Dischiuse
elegantemente le labbra-Segretaria sexy e austera?- Zoro sorrise
vedendola cogliere nel segno.
-Tombola!-Con uno scatto, afferrò
la rivista iniziandola a sfogliare in cerca di qualcosa di decente e
meno provocante.
Voltò pagina dopo pagina,
mangiandosi con gli occhi i bei culi mozzafiato che le modelle
assumevano con quelle gonne.
-Forse così lo avrò anche
io-Sospirò pensierosa cambiando pagina dopo pagina.
-Cosa?-
-Un bel culo- Zoro si tirò
indietro e l'osservò. Come poteva non ritenersi perfetta?
Aveva un bel visino da ragazza combattiva, braccia snelle e gambe da
urlo. Il vitino da vespa poi era sensazionale.
Ancora di più lo erano i seni
prosperosi e le labbra rosse e piene. Con uno schiaffo, cercò
di riemergere dalla sua ispezione.
Lo sapeva bene, meglio di chiunque
altro che quella, era una brutta strada. Eppure, non riusciva a non
pensare a lei e al suo corpo. La sera precedente, aveva faticato
parecchio a mostrare indifferenza, se si poteva definire tale...
-Ho impegni per la mattinata?-Mormorò
tornando contro lo schienale della sedia. Nami lo fissò e
scrollò le spalle.
-Che ne so io.-Rispose leccandosi un
dito e voltando pagina.-Ho iniziato solo adesso...-
-Giusto-Si massaggiò pensieroso
il mento ed aprì l'agenda. Era completamente vuota. Un nuovo
sorriso increspò le sue labbra. Afferrò il cordles e
compose il numero del suo autista.
-Usopp-Lo chiamò e il ragazzo si
riscosse rispondendogli con tono agitato.
-Signor Roronoa-Rispose con foga
scattando sull'attenti.
-Prepara l'auto-Riagganciò con
evidente soddisfazione. Adorava quel lavoro.
-L'auto?-Domandò Nami perplessa
chiudendo la rivista.-Devi andare via?-L'osservò alzarsi e
sistemarsi la cravatta. Il sorriso strafottente non era svanito.
-Tu verrai con me- Quelle parole la
stordirono.
-Come?-Zoro le posò una mano sul
fondo schiena tastando con accuratezza le sue deliziose curve.-COSA
DIAVOLO FAI!?-Sbottò cercando di distanziarsi da lui.
-Mia cara segretaria-La spinse verso
l'ascensore prendendo per lei la valigetta-Hai bisogno decisamente di
un look adeguato.-Annuì-Ti comprerò una divisa nuova.-
Non seppe cosa la shoccasse di più se andare a far shopping
con Roronoa o che lui le comprasse una divisa...o peggio, la
scegliesse per lei.-Mi piace molto il look, vedo-non vedo-Ammise
premendo il tasto dell'ascensore.
-Te lo scordi!-Sbraitò entrando
per prima e attendendo la propria morte.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo
6
Ringhiò sonoramente quanto si
trovò davanti ad un lussuoso negozio d'abbigliamento.
La Doskoi Panda era una delle marche
più famose al mondo assieme alla Criminal. Nota per le riviste
dei pettegolezzi, era anche un ottima casa di moda.
Sperò seriamente che Roronoa
tenesse fede alle sue promesse dato che lei non voleva spendere
nemmeno un centesimo per un abito da lavoro.
-Scendi-Le ordinò indicandole la
portiera.
-Cosa?-
-Scendi-Ripetè incrociando le
braccia al petto-Sei sorda?-Nami corrugò le sopracciglia. E
lui dove aveva intenzione di andare?
-Anche tu vero?-
-Cazzo, ma sei matta?-Scosse il volto
gettando un occhiata al negozio-Io non ci metto piede!-
-Vuoi far scegliere a me?-
-Precisamente-Smosse una mano-Lo
shopping è roba da donne-Ghignò-E non ho la minima
intenzione di scendere e portare i tuoi pacchi tesoro.-
-Bene se la metti così-Tese una
mano con il palmo rivolto all'insù, attendendo la sua fonte di
denaro.
-Cosa?-Zoro evidentemente non aveva
afferrato.
-I soldi!-Appena terminò
l'ultima sillaba, Roronoa si mise a ridere. Rossa in volto per tutta
questa arroganza e superbia, afferrò la maniglia e scese
dall'auto, richiudendo lo sportello con un sonoro “SBAM”.
-Stronzo-Mormorò dirigendosi a
passo di marcia verso l'interno.
-Rossa-La chiamò abbassando il
finestrino. Nami alzò gli occhi al cielo, non ne valeva la
pena voltarsi e mandarlo a quel paese. Riprese dunque a camminare.
-Mi raccomando-Si fece sentire alzando
il tono di voce-Trova qualcosa che ti faccia sembrare meno isterica!-
AH! Questo era decisamente troppo!
Al limite della pazienza, si voltò
verso quell'imbecille e lo mandò a quel paese.
Con un sorriso d'apprezzamento, il
verde la salutò borbottando all'autista la sua destinazione.
-Buon giorno!-La salutarono con un
sorriso a trentadue denti le commesse del negozio.
Tutto splendeva, dalle pareti, fino
alle tavolette dei WC nel retro. Era costoso, tutto troppo costoso
per lei lì dentro.
-S-salve-Borbottò lei a disagio
esibendo un esile sorriso.-Io...sono qui per...-
-Una divisa immagino-Borbottò
una donna dai capelli neri, splendidi e lucenti.-Una divisa da
segretaria-Annuì oltrepassando il bancone-Ho ragione?- Nami,
facendo spallucce, annuì.
-Questa è parecchio datata di
divisa-Anche l'altra ragazza, la raggiunse-Penso che la indossasse
mia nonna...-
-Non è così
vecchia...-Storse il naso la rossa fissandosi allo specchio.- è
...classica.-
-Classica per noi, vuol dire
datata!-Esplose la mora poggiandole una mano dietro la schiena.
-E dato che la Doskoi Panda è
sempre avanti nel look, noi siamo la rivoluzione!- La bionda, portò
in alto una mano.-Dimmi, per quale azienda lavori?-
-Per la Galley Company-Rivelò
con un po' di timore. Si sarebbe aspettata di essere derisa, di
ricevere insulti su quanto fosse sciatta e domande e domande su il
suo nuovo capo.
-Oh allora sei la signorina
Nami-Mormorò soddisfatta la mora.-Il signor Roronoa ci ha
avvisato del suo arrivo, tutto sarà addebitato alla sua
carta.-Le indicò quello che doveva essere il reparto
divise.-Prego, da questa parte.-
-è la signorina Nami quella che
sta uscendo?-La indicò Usopp, riassestandosi il cappello.
-Umh?-Zoro inarcò le
sopracciglia. Tornò eretto con la schiena, sbirciando oltre i
vetri oscurati della limousine. Non appena i suoi occhi si posarono
sulla ragazza, emise un sonoro sbuffo.-Si. È lei.-Si sistemò
i capelli arruffati per quell'ora di sonno che si era concesso.-Non
una parola su dove siamo stati-Lo avvertì.
-Non una parola-Ripetè il
ragazzo mettendo in moto la macchina.
-Nessun fiato-
-Sarò muto, signore.-
-Bene-Si scostò la manica dal
polso, per poter vedere che ore erano.-Ci ha impiegato solo due
ore...-
-Sembra sorpreso- Notò Usopp
fissando il suo principale dallo specchietto.
-Pensavo che ce ne mettesse
tipo...cinque.- Sbuffò osservandola attraversare la strada con
enormi buste addosso.
-Devo darle una mano?-Si preoccupò
per lei il moro.
-Naaa...-Sghignazzò-Se
l'aiutassi, mormorerebbe qualcosa tipo: sono il sesso debole, perchè
non mi hai aiutato prima?-
-A me non sembra quel tipo di persona-
-Di sicuro ha carattere-Riconobbe il
verde non appena, la portiera dell'auto si aprì.
In un battibaleno, tutte le buste che
fino a poco prima, aveva in entrambe le mani, adesso, erano addosso
al povero Roronoa.
-Non l'ho fatto apposta-Mormorò
con un sorrisino, chiudendo lo sportello.
-Oh si immagino- Il verde, fece un
veloce cenno del capo ad Usopp per poter partire.
-Me la sono presa un po' comoda...sai
com'è- Continuò a parlare.-Provare tutte quelle
divise...è faticoso sai?-
-Terribile immagino.-
-Signore-Usopp interruppe la brillante
conversazione-Dove devo andare?- Zoro non ebbe il tempo di
rispondere, che Nami, lo precedette.
-Vai in un negozio chiamato: “artista
monello”.-Sventolò in aria una mano in modo da attirare
su di se, l'attenzione dell'autista.
-Cosa!?-Sbottò Zoro.-Che diavolo
sarebbe?- Nami tornò composta sul sedile.
-Un negozio di vestiti-
-UN ALTRO!?- Nel sentirlo urlare, Nami
rise sotto i baffi.
-Dove si trova?-Domandò Usopp
fermo al semaforo.
-Umh-Ci pensò-Si trova accanto
ad Arlong Park, all'angolo tra lo Spiders Caffè e il negozio
di fotografie Skypea-
-Ricevuto-
-Perchè devi andare in questo
negozio?-Bofonchiò Zoro afferrando dal piccolo Frigo, una
bottiglietta di Birra.
-Oh, ma non è per me-Accavalò
le gambe lei osservando fuori dal finestrino, i passanti.
-No?-Stappò la bottiglia.-E per
chi?-
Uno strano sorriso, increspò il
volto della rossa.
Le cose stavano prendendo una brutta
piega...
-è per te-
Per l'appunto...
-EEEHHH!!!-
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo
7
-Io non ci entro-Furono queste le
parole esatte che Roronoa mormorò non appena si trovò
davanti al negozio che Nami, con tanta diligenza, aveva spiegato ad
Usopp come trovare.
Non era visibile, era un po' nascosto e
i clienti erano scarsi. Lei però lo adorava.
Fin da quando si era trasferita in
quella città, tutte le volte che passava davanti a quella
vetrina, si prometteva sempre la stessa cosa: “semmai avrò
un ragazzo, voglio che venga qua a rifarsi il guardaroba”.
Non costava molto, era abbastanza urban
e per la gente di città.
-Tu entri-Lo fissò in cagnesco
indicandogli la portiera.
-Vuoi costringere il tuo capo?-Con un
ghigno, alzò in modo fiero il mento. Le loro posizioni, sia
per il lavoro che come comune persone, era sempre nelle mani di
Roronoa. Il destino era una merda molte volte.
-Entra-Scese dalla macchina e gli
indicò con l'indice la porta.
-Chi lo dice?- Usopp si portò
una mano tra il ponte del naso e la fronte. Sentire il suo superiore
bisticciare in quel modo, era pressoché infantile. Ma a
giudicare dalla sua espressione,era molto divertito. Se fosse stata
un altra ragazza, Roronoa l'avrebbe mandata al diavolo da parecchio
tempo.
-Io- Lo afferrò per una manica e
iniziò a tirarlo-Esci, maledetto bastardo!-
-Piano con le parole dolcezza-Ridacchiò
non provando il minimo sforzo nel fare resistenza.
-Devo comprarti dei vestiti!-Strepitò
affaticata Nami, chiudendo gli occhi e aumentando la forza.
-Ne ho già un
fantastilione-Sospirò annoiato.-Non mi servono- Aveva vestiti
da far girare la testa a chiunque. Camicie finissime, con decorazioni
pregiate, pantaloni eleganti recanti i più alti simboli della
moda. Ne aveva tanti di vestiti, troppi. E in ognuno di esso si
sentiva sempre elegantemente scomodo.
-Vuoi farti riconoscere per l'intera
città brutto imbecille?- Mollò la presa tanto che per
poco, non cadde all'indietro.-Se ti vesti troppo elegante, ti
riconoscerebbe chiunque!-Ringhiò spazientita-Anche mia
nonna.-Per l'ultima volta, indicò il negozio-Adesso, entra in
quel cazzo di negozio e comprati una fottuta maglietta- Si mise a
braccia conserte- Non sopporto gli uomini che se ne vanno in giro
vestiti da quarantenni...- Cos...? Quarantenne lui!? Lui!?
Con un elegante mossa, scese dalla
vettura e la squadrò attentamente.
-Ho ventisette anni-Si puntò un
dito al petto.-Ti darò la dimostrazione che anche con un
vestiario da poveraccio, sarò sempre elegante.-
-Ah- Nami gli soffiò in volto
impettendosi-Questo è da vedere!-
-Buon giorno- Un essere con la
pettinatura a scodella e un trucco molto stravagante, salutò i
nuovi arrivati. -Oh, ma chi abbiamo qui!-Lasciò immediatamente
perdere la cliente a cui stava consigliando un abito e si precipitò
verso il duo.-Nami cara!-L'abbracciò facendo venire un enorme
spavento a Zoro.
-Bonkure-chan-Lo salutò lei
ricambiando il gesto-è da tanto che non ci vediamo!-
-Trooooppo tempo zuccherino!-Si staccò
ammirandola estasiato-Tesoro ma ti sei fatta allungare i capelli, sei
molto attraente-I suoi occhi scesero verso il completo che
portava.-Però questo look da segretaria austera e con la
passerotta incelofanata non ti sta per niente bene!- Nami sospirò.
Era il terzo che quella mattina, metteva in ridicolo il suo bel
tailleur.
-Ne ho comprati di nuovi non
preoccuparti!-Sventolò in aria una mano.-Sono qui per
lui.-Indicò Zoro accanto a se.
-Oh-Gli occhi di Bonkure
sbrilluccicarono dalla meraviglia.-Chi è questo stallone
favoloso? Il tuo maschio?-Nami arrossì immediatamente.
-Cosa!?-Si irrigidì-Assolutamente
no!- Lo presentò un po' in imbarazzo- Bonkure, questo
stronzo-Fissò rossa e comunque, con disprezzo Zoro- è
il mio capo, Roronoa Zoro.-
-Ohh!-Annuì-Ma certo, quello che
è apparso in tv ieri!-Gli strinse la mano-Ma perchè
stronzo caramellina?-
-Perchè se lo merita- Gli
rispose voltandogli la schiena.
-Grazie mille, dovrò tipo
toglierti almeno mille berry dallo stipendio-A solo sentire quella
minaccia, le si drizzarono i capelli. Lo squadrò adirata e lo
prese per un braccio.
-La questione potrebbe rimanere tra di
noi?-Soffiò in tono basso.-Vedi, ho bisogno che lo trasformi
da preside di scuola a fighetto di città.- Al solo sentire
quella proposta, il cuore di Bonkure esplose di gioia.
-Ma naturalmente!-Si portò
entrambe le mani al cuore.-Ma avremmo bisogno di rinforzi!- Svanì
nel retro.-Emporio!-Iniziò a chiamare a gran voce-Emporio!-
Non appena rimasero soli, Zoro lanciò
un occhiataccia a Nami.
-Stronzo?-
-è quello che sei-Alzò le
spalle.
-Io non sono stronzo...anzi-Socchiuse
gli occhi-Sono anche troppo clemente con te!-
-Clemente?-Ripetè
sconcertata.-Mi hai fatto pagare quella cifra pazzesca, mi hai invaso
casa e hai stravolto il mio lavoro.-Mormorò letale.
-Ma davvero? Io la vedo più
così: Mi distruggi la macchina ma ti elevo ad un grado più
alto a lavoro e ti pago vitto e alloggio...-Il suo sguardo scese
verso il suo vestito.-...E vestiario.-
-Da fuori sembri un buon
samaritano-Mostrò i denti-Ma da dentro sei un viscido
bastardo!-
-Con neanche un letto per dormire-Si
portò una mano alla fronte-Il mio fondoschiena da un miliardo
di berry, a dorme in uno scomodissimo divano da angolo di strada.-
Nami spalancò la bocca. Non poteva realmente credere a quello
che aveva detto!
-Roronoa, maledetto figlio di...-
-Eccoci tesorini!- Zoro la lasciò
perdere e voltò lo sguardo il bancone. Accanto a Bonkure, era
comparso un omaccione travestito da donna.
-Salve a tutti caramellini!-Si avvicinò
minaccioso a Zoro-Io sono Emporio Ivankov, al vostro servizio!- Al
solo vedere il proprietario, Nami sorrise soddisfatta.
-Posso lasciarlo alle tue sagge cure
Iva?-Domandò sventolando le ciglia.
-Ma certo zuccherino!-Afferrò
con una mossa Zoro per la cravatta-Vedrai, trasformerò questo
pezzo d'antiquariato in uno stallone da cavalcare!- Al solo sentire
quegli oscuri propositi, Zoro iniziò ad agitarsi.
-Ma io...-Mormorò mentre veniva
trascinato verso i camerini-Io...volevo solo una maglietta!-
Sette paia di buste, zeppe dei vestiti,
intasavano la macchina.
-Sei contento?-Mormorò Nami con
un sorrisetto soddisfatto stampato in volto. Zoro la fissò con
la stessa intensità di un assassino che si era scelto una
vittima. Aveva speso tutta la mattinata a provare abiti su abiti. I
due negozianti erano andati in visibilio urlandogli che gli abiti di
quel negozio sembravano tagliati su misura solo per lui.
Tutto sommato però, si era
ritrovato d'accordo. Quei vestiti, per quanto poveri e dalle più
svariate fantasie, gli stavano bene. La cosa terribile era che anche
lui, si sentiva bene in quei panni. Non l'avrebbe mai ammesso però,
non a lei.
-Tzè-Le rispose voltando la
testa altrove.
-Adesso dove andiamo?-Domandò
Usopp fissando l'orologio.-La riporto a lavoro?-Zoro scosse il volto.
-No-Chiuse gli occhi-Portaci
all'abitazione della signorina.- Nami si irrigidì. Per un
attimo, si era dimenticato che quello stronzo, aveva deciso di vivere
con lei.
Era affamata e voleva farsi un bagno
caldo.
-Subito signore-Annuì Usopp e
prese la strada per casa.
-Non dovresti andare a
lavorare?-Domandò Nami affondando stanca nel sedile.
-Lavorare a cosa?-Alzò le
spalle.-L'unica cosa che dovrei fare è stare fisso su quella
poltroncina a fissare un mucchio di fogli, recanti stronzate.-Alzò
le spalle.-Devo solo mettere una firma e i soldi, ma per il resto,
sono i tuoi capi che tirano le fila.-Nami dovette dargli ragione.
Magari era così perchè era il primo giorno, forse il
lavoro sarebbe venuto da se.
-Ah-Accennò un sorriso il
verde-Mentre non eravamo in casa, ho fatto venire i miei uomini e
hanno apportato delle piccole modifiche al tuo appartamento.- Al solo
sentire quelle determinate parole, il cuore di Nami si fermò.
-COSA!?-
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo
8
Dire piccole modifiche, era un termine
che assolutamente, non si adattava all'ambiente circostante.
Nami aveva visto negli anni quel
piccolo appartamento mutare, trasformarsi da lotto vuoto e riempirsi
fino ad arrivare ad avere un certo stile che la caratterizzava. Lo
sentiva finalmente casa sua.
-Allora-Zoro entrò dentro casa
gettando i pacchetti e le buste, sul divano in pelle nera.-Ti mostro
un po' di cambiamenti.-
I cambiamenti erano tanti, troppi, dal
colore delle pareti, fino all'aggiunta di nuove stanze.
Non era umanamente possibile fare un
lavoro del genere in un solo giorno, anzi, mezza mattinata.
-L'idea è mia-Le comunicò
Zoro allentandosi la cravatta-Ma il genio dietro tutto questo è
il mio carpentiere di fiducia, Franky, insieme alla sua gang.- Nami
esitò ad entrare, guardando sconcertata quella che doveva
essere stata casa sua.-Buttando giù il divisorio della cucina,
ho ottenuto questo salotto e cucina all'aperto-Indicò i
fornelli nuovi di zecca. Si avvicinò con dimestichezza al
frigorifero e prese una birra. -C'è più luce e
sicuramente avrai notato il nuovo divano.- Oh, eccome se lo aveva
notato. In pelle nera, dall'aria estremamente costosa e dal design
accattivante. Aveva visto quel genere di divani solo alla tv e in
case di agiata posizione sociale. Il suo divano color latte era
letteralmente sparito nel nulla, insieme alla tv e a tutta la
mobilia. Al posto dei suoi oggetti, c'era una tv ad alta definizione
con sopra, un quadro dal valore spropositato che raffigurava una
piantagione di mandarini. Degli eleganti bamboo erano posizionati ai
lati della stanza. Ninnoli dall'aria orientale, accompagnavano la
collezione di dvd ai lati dello schermo.
-Abbiamo ricavato due bagni-L'afferrò
per le spalle vedendola imbambolata e trascinandola nel
corridoio.-Abbiamo eliminato lo sgabuzzino che prendeva decisamente
troppo posto.-Aprì la porta rivelando un bagno di lusso
compreso di vasca idromassaggio.-Siamo riusciti inoltre a sfruttare
la mansarda che come ho potuto notare, era in disuso e decadente-La
fece fermare-Ovviamente abbiamo chiesto i permessi e i padroni si
sono dimostrati entusiasti, ma te la mostrerò più tardi
perchè è una sorpresa.-Premette leggermente le punte
delle dita sulla sua pelle, guidandola verso un altra porta.-Il tuo
studio di disegno e di lavoro è scomparso dando vita ad una
stanza per gli ospiti.-L'ambiente all'interno era confortevole. Le
pareti erano di un delizioso color crema e anche qua, come il
salotto, l'aria orientale, rispecchiava il gusto del verde.-Questa
invece, è la tua.-Le chiuse gli occhi e la spinse ad aprirla.
Titubante allungò una mano e afferrando il pomello, si ritrovò
in un mare di luce.
I colori un po' cupi che avevano i
muri, erano scomparsi, sostituiti da colori raggianti della tonalità
dell'arancione. Il suo letto da una piazza e mezzo era sparito e al
suo posto, un enorme letto matrimoniale, rendeva la stanza più
grande e immensa. I suoi libri di scuola erano spariti esattamente
come gli interni. I pupazzi che nel corso degli anni gli avevano
regalato, erano ancora lì però, con delle aggiunte di
nuovi coinquilini. La stanza, esattamente come le precedenti, era
dotata di tutti i comfort. -Osserva-Tirò l'anta di una porta
rivelando un enorme stanza guardaroba. La maggior parte dei vestiti
che pendeva dai porta abiti, era nuova e mai vista prima.
In compenso però, era una stanza
favolosa, una di quelle che aveva sempre sognato.
-Vieni-La prese per un polso e la portò
a quelle nuove scalette.-La mansarda è stata del tutto
ristrutturata dando vita a questo luogo solo per te.-
Al solo vedere l'enorme spazio
illuminato, sentì gli occhi bruciarle.
Una stanza enorme, piena di librerie,
quadri e strumenti di disegno, per poco non la fece svenire.
Sul bancone nascosto ma da cui si
poteva ammirare il panorama, c'erano delle piante di mandarino e una
mini serra con molti fiori splendidi.
Si riscosse non appena sentì le
piccole zampette di Coco posarsi sopra la sua gamba. Abbassò
il volto e notò un piccolo trespolo e una cuccetta solo per
lei.
Roronoa aveva modificato ogni cosa.
La casa che conosceva era sparita dando
vita a qualcosa di unico, con stile ed estremamente costoso.
-Ti piace?-Ondeggiò sui
talloni-A me si.-
Nami si chinò a prendere tra le
braccia Coco, la frangetta a nascondere i tratti del suo volto.
-Allora?-
Per la prima volta da quando la
conosceva, era estremamente silenziosa. Era positivo o negativo?
Sarebbe scoppiata in lacrime per quel
nuovo cambiamento? L'avrebbe strozzato o meglio ancora, gettato dal
nuovo bancone o accoltellato? Si avvicinò pericolosamente per
studiarne il volto.
-Nami?-La chiamò nuovamente
inarcando le sopracciglia, aspettandosi da un momento a l'altro le
urla.
-L'adoro-
-Eh?-Sgranò gli occhi per quanto
sentito.
-Ho detto: l'adoro.-Alzò il
volto per poter incrociare il suo sguardo. Al solo vedere i suoi
deliziosi occhi alla nocciola, il cuore di Zoro prese a pompare
frenetico.
Aveva un simpatico sorriso sul volto e
lo sguardo languido.
-Dici sul serio?-Chiese ancora
portandosi una mano dietro il collo.
-Si.-Iniziò a muovere i primi
passi per il posto, calpestando il bellissimo pavimento in
parquet.-Io...non avrei mai sperato in tanto...-Si diresse verso
l'enorme scrivania e si voltò verso di lui.-Però dovevi
dirmelo!-La bella espressione felice mutò in una cupa e
omicida. Zoro sudò freddo a quella reazione.-Il mio parere non
contava? Accidenti, è casa mia!-
-Ma da adesso è anche casa
mia-Si portò le mani sui fianchi e con enorme soddisfazione,
osservò la faccia sconcertata della sua segretaria.
-COSA!?-Lasciò cadere la gatta
che subito, si arrampicò sul suo nuovo gioco.
-Ho parlato con i proprietari e ho
firmato.-Si tolse dalla tasca un foglio bianco.-Il contratto parla
chiaro: io e te abitiamo in questo posto assieme.-
Con varie difficoltà
respiratorie, lesse attentamente il foglio che Zoro le aveva appena
passato.
Non poteva crederci...era vero.
Tutto maledettamente e
irrimediabilmente vero.
-Come ti ho già accennato però,
pagherò tutto io.-Sbuffò incrociando le braccia al
petto.-Tu non dovrai far altro che condividere questo luogo con me-.
Le sue parole venivano pronunciate con
un tono all'apparenza lugubre. Nami iniziò già a vedere
le finestre trasformarsi in sbarre e la casa stessa, divenire una
prigione.
Il suo dominio era finito.
Assieme ai suoi mobili, Roronoa aveva
gettato e cambiato ogni cosa.
Adesso, chi aveva in mani le sorti di
tutto, compreso il suo futuro, era lui.
Si era sempre detta che il destino era
una vera merda.
Che le cose seguono un ordine naturale
e il concetto di causa ed effetto, era fottutamente vero.
Aveva picchiato la macchina di
quell'idiota di Zoro, quindi, era successo quello.
Se non avesse causato quell'incidente,
sarebbe stata ancora la segretaria di Shanks e la sua casa, sarebbe
stata ancora la stessa.
-Cos'hai da guardare?-Domandò
scoccandole un occhiataccia.
-Stavo solo pensando-Ammise portandosi
le gambe al petto. Con dolore, aveva accettato quella specie di
cooperazione nel vivere assieme.
I dubbi però erano troppi.
Quando se ne sarebbe andato e avrebbe
portato tutta quella roba con se?
Mica aveva intenzione di viverci per
sempre vero?
-Zoro-Tornò a posizionare lo
sguardo su di lui. Lo aveva obbligato a non tenere la camicia o
indumenti troppo formali. Così conciato e cioè con una
canotta nera e un paio di pantaloni di Jeans, non sembrava nemmeno
lui. A ricordarle invece che era il suo capo, c'erano quegli occhiali
neri e dalla montatura sexy.
Fermò i pensieri immediatamente.
Aveva appena detto sexy?
-Cosa?-Mormorò prendendo il
telecomando e facendo zapping. Era annoiato, parecchio annoiato.
-Io...-Sbuffò abbassando il
volto-Grazie.-Il verde fermò immediatamente la ricerca e si
voltò a fissarla.
-Come hai detto?-Aveva problemi di
udito? Nami sospirò e ripetè quanto appena detto,
sprofondando nel comodo divano.
-Grazie.-
-Non ho sentito-Chiuse gli occhi
iniziando ad arrabbiarsi.
-Ho detto Grazie!-Ripetè
mostrando i denti.
-Figurati-Le regalò un sorriso
che la spiazzò. No. In quel momento e in quell'ambiente, lui
non era il suo capo e nemmeno lo stronzo di qualche giorno fa. Era
qualcosa di diverso...qualcosa che sembrava nascosto dentro di lui.
-Dunque...-Prese un respiro e afferrò
il telecomando cambiando canale al posto del verde.-Quando te ne
andrai?-
-EH!?-
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo
9
Le faceva uno strano effetto il suo
carattere.
A lavoro, era composto, ligio ai suoi
doveri e con una condotta impeccabile.
A casa invece o in privato con lei, era
diverso. Sempre un gran bastardo certamente, ma in una qualche
maniera, sembrava dimostrare effettivamente la sua età.
-Bambi-Lesse la copertina del dvd tra
le mani inarcando le sopracciglia. Spostò lo sguardo verso di
lei e ghignò riconsegnandoglielo.-Scordatelo-
-Siamo a casa mia!-Avvampò Nami
digrignando i denti.-Vedo quello che voglio!-
-Io sono il tuo capo...- Le fece
presente scendendo dal divano e avvicinandosi alla collezione di
DVD-...e questa adesso è anche casa mia.-
Alzò gli occhi al cielo Nami nel
sentirsi ripetere un ulteriore volta quella verità.
Erano passate due settimane da quando
c'era stata quella ristrutturazione, ma ogni qual volta poteva, gli
rammentava la loro convivenza.
Per la sfortuna di Nami, i giornali e i
tg, non avevano ancora smesso di parlarne.
Evidentemente Roronoa era un tipo di un
certo calibro.
-Spiegami perchè sei così
famoso-Si mise a braccia conserte, chiudendo con cura lo scollo della
vestaglia.-Insomma, sei un tizio qualunque e solo perchè hai
comprato una cacchio di compagnia, non significa che hai tutta questa
notorietà da apparire ogni cinque secondi ai tg- Era un
miracolo che ancora non fossero sbucate fuori le prime riviste dei
paparazzi su loro due.
Sembrava che il camuffamento andasse a
gonfie vele.
-Io non vorrei apparire in tv,
credimi-Osservò le copertine e i titoli dei film rimettendoli
al loro posto.-Preferirei tenermi il mio anonimato.- Si voltò
a lanciarle un occhiata interdetto.-Non mi hai ancora cercato su
Wikipedia?-
-Oh, perdonami tanto se non ti reputo
importante- Alzò fiera il mento, per poi, gelarsi.
In realtà aveva fatto una specie
di ricerca su di lui...
Aveva scoperto la sua età, che
lavoro faceva e che era bravo con la spada.
Ah.
-Voglio quello!-Urlò non appena
scorse un altro titolo. Zoro lo sollevò per poi, leggerlo e
rimetterlo tra il mucchio.-Cazzo quanto sei arrogante!-Sbuffò
sonoramente stringendo le mani.
-Ho voglia di un film d'azione-Ammise
il verde continuando la sua ricerca.
-Io ne volevo uno di animazione!-Indicò
la custodia di Bambi.-Era da tanto che non lo vedevo...-
-Te lo vedrai quando sarò
morto.- Ecco, chiaro significato per dire: non lo vedrai mai.
-Zoro...-Chiuse gli occhi cercando di
frenare i vari istinti omicidi che provava.
-Sai cosa ci starebbe bene
adesso?-Prese un DVD e l'osservò, ritenendolo poi all'altezza.
-Non me ne frega!-Accavallò le
gambe.
-Dei Pop corn!-Annuì il verde
per la sua pensata, aprendo lo sportellino per inserire il cd. -Si,
dei pop corn ci starebbero alla grande-La fissò ammiccando un
sorriso.-Perchè non vai a farli?- Nami storse il naso.
No, non ci sarebbe andata. Il suo
orario di segretaria era finito da un pezzo e non era la sua schiava.
-Col cavolo-Chiuse gli occhi-Se ci
tieni, falli tu.- Al solo sentire le sue parole, Zoro prese in mano
il telefono. Un brivido oscuro attraversò la schiena di Nami.
-No...-L'avvisò digrignando i
denti.
-Non mi lasci altra scelta-Si strinse
nelle spalle e compose il numero del suo agente-Sapevi che Franky
oltre che ad essere un abile carpentiere è anche il mio
agente?- Oh si, lo aveva imparato a sue spese.
Odiava quel Franky appena Zoro ne
pronunciava il nome, anche se la sua nuova casa era merito suo.
-Non lo chiamerai sul serio!-Si alzò
in piedi avvampando.
-Sto già chiamando-Le mostrò
il telefono.-Franky!-Urlò il nome dell'amico-Oh, ti ricordi la
foto di quel bacio focoso con la mia...-
-ARGH!!!-Per l'ennesima volta, Nami si
tuffò su di lui. Ne aveva abbastanza di quella ripicca!
-Dammelo!-Gridò cercando di
toglierglielo dalle mani.
-Scordatelo!-Zoro l'allontanò da
lei e continuò a parlare al suo agente.- Io penso che sia
giunto...ah!-Si ritrovò supino e fermato dalla mole di Nami.
Sgranò gli occhi appena sentì la presa del telefono
venir meno.
-Ci sono!-Esultò la rossa felice
sentendo già il profumo della vittoria.
-Col cavolo!-Con una sola mossa, Zoro
ribaltò le posizioni, trascinandola sotto di se.
Il telefono gli cadde di mano, troppo
impegnato nel cercare di fermare i polsi della sua segretaria.
-Non puoi fare sempre così, che
diamine!-Protestò a gran voce fissandolo severa negli occhi.
-Tu dici?-Inarcò spavaldo un
sopracciglio, divertito da tutto quel pepe che ogni volta, le tirava
fuori.
-Sei uno stronzo. Un grandissimo
stronzo, Roronoa!- Lo offese cercando di piazzargli un bel calcio nei
testicoli.
-Piano strega, quella roba serve!-La
fissò severo- È patrimonio nazionale chiaro?- Nami
sgranò gli occhi per quella frase detta con tanta serietà.
Non diceva sul serio vero?
-Che cos...?-Si fermò e gli rise
in faccia-Ahahahahah!!!-Si ritrovò a ridere come una pazza
alzando il tono di voce.
-Che ridi scema!?-La riprese lui
alzandosi di poco con la schiena.
-è la più grossa cazzata
che io abbia mai sentito!-Continuò a ridere di gusto fino a
farsi venire le lacrime agli occhi.-Perchè al posto del capo
d'azienda, non diventi un comico?-
-Capo?-La voce al telefono continuò
a parlare-Devo inviare la foto allora?-
-Dovrò seriamente abbassarti lo
stipendio Cocoyashi!-Ghignò lui scordandosi del suo agente.
-Fallo e sarò io vendicarmi sul
serio!- Lo avvertì minacciosa.
-Umh-Zoro sorrise di gusto-Non mi pare
che tu sia nella posizione ideale per poter minacciare qualcuno
però...-
Con immediatezza, si fermò
immediatamente. Le guance le si tinsero di rosso nel rendersi conto
di come si trovava.
Lei, sotto di lui, in intimo e con la
vestaglietta in raso mezza aperta per la lotta.
Lui, sopra di lei, con una canotta e
dei pantaloni sportivi.
L'introduzione perfetta per un film
romantico e diabetico.
-Togliti-Lo avvisò arrossendo
sempre di più.
-E se non volessi?-Si avvicinò
lento al suo volto.
-Cazzo Roronoa, giuro che te la farò
pagare cara!-Lo minacciò nuovamente sentendo sulla pelle il
calore del suo respiro.
-Roronoa?-La voce al telefono
finalmente, catturò l'attenzione del verde. Allungò il
braccio e si riappropriò del telefono, tenendo i polsi di Nami
bloccati con una sola mano.
-Si, ci sono-L'avvisò facendo
innervosire la rossa sotto di lui.
-Cosa devo fare allora?-Domandò
ormai stanco-Gliela mando o no?-
-Dobbiamo sentire la signorina
Cocoyashi che ne pensa-Gli avvicinò il telefono
all'orecchio.-La mandiamo in stampa?-
-Fanculo Roronoa!- Quella risposta,
sortì l'effetto sperato.
-Immagino che sia un no...-Sbuffò
l'uomo.
-Prendila per un no si-Sorrise- A
presto.-Con un sonoro “click” il telefono smise di
funzionare.
Appena sentì le mani libere,
Nami le incrociò sotto ai seni.
-Sei contento?-Domandò
assottigliando lo sguardo pericolosamente.
-Ci devo pensare-La sfidò
poggiando entrambe le mani ai lati del suo volto.
-Sei un incredibile stronzo!-Chiuse gli
occhi-Non solo sei il mio capo, ma mi ricatti!- Digrignò i
denti-Tutto per quella foto...-
-Una foto che può far diventare
la tua vita un inferno-Al solo sentire la sua frase, Nami si ritrovò
a pensare che l'inferno, lo stava già vivendo.
-E se avessi io per una volta il
coltello dalla parte del manico?- Mormorò lenta, riaprendo gli
occhi coloro cioccolato.
-Non succederà-L'avvisò
spavaldo fissandola con estrema attenzione.
-Ne sei sicuro?- Un piano iniziò
a circolare nel suo geniale cervello. Quella sarebbe stata la sua
rivincita. Avrebbe dovuto ragionare d'astuzia ed essere paziente.
Molto paziente.
-Potresti sbagliarti sai?-Gli sorrise
sfidandolo. Con eleganza, portò una mano contro la sua
guancia, carezzandola dolcemente.
-Errore mia piccola segretaria- Zoro
chiuse gli occhi-Io non perdo mai.-
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
Nei giorni a seguire, Zoro aveva alzato
la guardia. Non solo la inabissava di lavoro, ma l'aveva anche
promossa a ruolo di “fai tu i grafici che io, non me ne
intendo”.
Inutile dire la marea di imprecazioni
nel ritrovarsi il sabato pomeriggio a lavorare su cose che non erano
richieste nel suo ambito lavorativo.
-Devono essere capibili-La informò
Zoro steso sul divano a guardare il notiziario, urlando in modo che
la potesse sentire.-Alla riunione di questo lunedì, ci saranno
molti esponenti importanti-Sbuffò al solo pensarci.
-Io li faccio come posso!-Imprecò
Nami contro il programma grafico. No. Lei e la tecnologia, non
andavano assolutamente d'accordo.
-Potresti aiutarmi sai!?-Vociò
in modo che la sentisse forte e chiaro. Una delle tante cose positive
di quella ristrutturazione, era il suo studio.
Era professionale e all'avanguardia.
Adorava l'immenso spazio che regnava e la postazione per le letture:
cuscini morbidi e la classica finestra incassata nel muro. L'adorava.
Adorava di meno il suo computer.
Non ci aveva mai capito molto e
preferiva fare le cose manualmente.
-Dunque...-Afferrò i dati
d'azienda-Questi dati dovrebbero andare qua...nelle
percentuali.-Digitò lentamente i numeri cercando di non
sbagliare.-E questi sono i profitti...-Corrucciò le
sopracciglia non appena la linea del grafico, saettò verso
l'alto.
Ah, bene. Allora l'entrata in scena di
Zoro aveva aumentato i dati d'azienda.
Il calcolo finale era un fenomenale
89%.
Decisamente meglio dello scarso 63
dell'anno precedente. Si distanziò dal computer e osservò
il suo lavoro.
Beh, per essere la sua prima volta, non
era affatto male.
Si assestò soddisfatta gli occhi
e annuì energica, compiaciuta del suo operato.
-Guarda che si scrive “Baroque”
con la Q e non con la C-
-AHH!-Scattò impaurita sulla
sedia non appena la voce di Zoro, a poca distanza dal suo orecchio,
la spaventò.
-Imbecille!-Gli mollò senza
tante cerimonie un cazzotto in pieno volto facendolo imprecare di
dolore.
Sgranò gli occhi accorgendosi
del danno.
No.
Non doveva fare così. Doveva
essere carina, accomodante e seducente.
Non manesca e furiosa.
Inspirò lentamente cercando di
calmare il battito cardiaco che aveva preso a battere frenetico.
Concentrazione, calma e un bel sorriso.
Ripetendosi in mente come una nenia
quelle tre parole, non appena Zoro si riprese, tornò a
parlarci.
-Ho finito il grafico-Gli espose
alzando una mano verso lo schermo. Dopo aver corretto quel piccolo e
insignificante errore, Zoro si mise a studiare un po' l'immagine.
Afferrò i fogli dei dati e annuì
soddisfatto nel vedere il tutto, corretto.
-Bene-Li ripose accanto a lei. -Adesso,
salva in questo pc i dati che ci sono su questo grafico- Gli mostrò
le icone da premere.-Dopodiché, fanne un altro, ma con il 20%
in meno dei profitti.-
Nami sbarrò gli occhi. Cosa?
-E perchè?-Zoro le sorrise e si
distanziò scendendo le scalette per tornare al piano
inferiore.
-Stampa 10 fascicoli con i dati
modificati, mi raccomando.-
Non capiva, ma sinceramente, poco le
importava.
Era sabato sera e incredibilmente, era
sola.
Dopo un bagno rilassante nella vasca da
bagno, aveva trovato la casa vuota.
Zoro era sparito e le aveva lasciato un
biglietto di spiegazioni su dove fosse.
“A caccia di coccodrilli, non
aspettarmi alzata”.
Non appena aveva letto il contenuto, lo
aveva appallottolato e lanciato nella spazzatura.
Solitamente, cosa faceva il sabato
sera?
Usciva con le amiche, andava a bere, si
guardava un film melenso accompagnata dalla classica vaschetta
abnorme di gelato.
Schioccò la lingua contro il
palato e decise la sua destinazione.
Era sola? Non importava.
Non è indispensabile bere in
compagnia.
Strinse gli occhi a due fessure non
appena notò la macchina nera e splendente di Zoro, al locale.
La Porche, quasi a volersi prendere
gioco di lei, occupava lo stesso e identico posto della volta
precedente. E nuovamente, l'unico posto macchina libero, era dietro
di lui.
Con maestria, si ritrovò a far
retromarcia e a spiaccicarsi con il muso, contro il paraurti.
Per sua fortuna, quel piccolo
millimetro di distanza che li separava, era una benedizione. Non
voleva ripetere la scena dalla volta precedente. Non voleva inoltre
sborsare altri soldi.
Afferrò la borsetta e un po'
esitante, si addentrò nel locale.
La musica era assordante e la gente,
ballava come se non ci fosse un domani.
Per sua fortuna, non aveva ancora
intravisto la zazzera verde del suo capo.
Con abilità, si avvicinò
al bancone e trovato un posticino, ordinò da bere.
Chiuse gli occhi e sospirò
beata. Dopo due settimane di inferno, finalmente, poteva rilassarsi.
Le brillarono gli occhi non appena il
cocktail che aveva ordinato le fu servito.
Afferrò con il pollice e
l'indice la cannuccia e se la portò diretta alle labbra. Ah,
già poteva gustarsi la deliziosa combinazione di mandarino e
alcool..
-Che razza di cocktail stai bevendo?-
Una voce alle spalle, la fece fermare. Con un terribile presagio, si
voltò e trovò l'uomo dei suoi incubi, davanti a lei.
Alzò gli occhi al cielo e decise
di lasciarlo perdere.
Non doveva rovinarsi quella serata.
Decisamente no.
-Sentivi la mia mancanza?-Le domandò
sistemandosi accanto a lei. Nami sospirò sonoramente in modo
che la potesse sentire forte e chiaro il suo disappunto. Per sua
enorme sfortuna, la musica coprì ogni suoi più piccolo
ansimo.
-Non eri a caccia come hai detto
tu?-Inarcò le sopracciglia voltandosi verso di lui.
-Infatti-Fece cenno al barista di
servigli da bere. Se c'era una cosa che non sopportava, era essere
presa in giro, ma soprattutto, odiava il suo modo di fare.
-Guarda-Si avvicinò con lo
sgabello al suo.-Lo vedi?-Si avvicinò al suo orecchio in modo
da farla voltare verso la folla.-Crocodile- Immediatamente collegò
quel nome strambo, all'uomo che mesi prima, in tv, era stato
segnalato come pericoloso acquirente per le compagnie.
Si diceva che chi facesse affari con
lui, dopo pochi giorni, chiudesse i battenti.
Si avvicinò maggiormente a Zoro
e cercò di intravederlo tra la folla. Dischiuse le labbra
sorpresa, non appena ne scorse la figura imponente. In un separé,
con una decine di donne attorno, capelli unti e gioielli alla mano,
sembrava veramente un boss mafioso.
-Ci hai parlato?-Domandò
tornando ad una distanza di sicurezza da Zoro.
-No- Ringraziò il barman non
appena il suo drink venne servito.
-E allora che cosa sei venuto a fare
qui?-Esplose nervosa. L'osservò meglio e sobbalzò nel
vederlo vestito diverso dal solito. Jeans scuri, maglietta di un
gruppo metal famoso e occhialoni da sole da vero figo. No, il capo
d'azienda Roronoa Zoro, non era in quel locale quella sera.
-A spiarlo no?-Le sorrise alzando gli
occhiali e sistemandoseli tra i capelli. Bene, il suo superiore si
dava allo spionaggio. Di bene in meglio.
-Da qua non potrai capirci molto però.-
Gli fece notare alzando le spalle e avvicinandosi nuovamente al suo
drink.
Zoro sospirò.
-è vero, ma se mi metto accanto
a lui, potrebbe riconoscermi...-Un ghigno che non prometteva niente
di buono, la fece sudare freddo.-Ho bisogno di una copertura...e di
un aiuto.-Nami sgranò gli occhi. Non voleva ascoltarlo.
-è un bene che ci sia anche tu
qui...-Con fare lento, osservò il suo vestiario così
diverso dal solito.
Minigonna aderente, camicetta scollata,
trucco e stivali.
Anche lei aveva lasciato il ruolo di
segretaria a casa.
-Io non ti aiuto-Mise bene in chiaro,
bevendo finalmente un sorso del suo cocktail. Sobbalzò non
appena Zoro afferrò il suo polso, trascinandola in piedi.
-Tu adesso-L'avvicinò a se
fissandola dritto negli occhi.-Mi aiuterai...-Le sorrise suadente,
tanto da farla sciogliere.-Balliamo.-
Stiamo per entrare nel
vivo della storia e lettori, vorrei dunque spiegarvi il motivo per il
quale, sto lasciando un breve commento.
Ho lasciato molte volte
EFP nel corso degli anni, un po' per una cosa, un po' per un altra.
L'anno passato, ho smesso di scrivere perchè al pc, avevo
trovato un altra occupazione.
Il role. Cosa è
mai? Significa interpretare un ruolo e cioè un personaggio (
reale o no) e svolgere le sue azioni. Mandare avanti la sua storia o
crearne una nuova. È molto più usato il termine magari
GDR, ma il concetto è quello. Non ho ruolato chissà a
che livelli, ma mi divertivo assieme ad una certa persona che
svolgeva il ruolo del mio compagno. Ebbene, abbiamo ruolato Zoro e
Nami.
Ho perso un po' il
conto di quante storie si saranno inventate coi botta e risposta su
Facebook, ma adesso, dopo quasi un anno, ho intenzione di riscrivere,
sottoforma di fic, quelle role.
Non saranno uguali
perchè qualche castroneria si è fatta anche noi ( ma
sopratutto ogni 5 battute conigliavano).
Insomma, io le
rivisiterò e ci scriverò sopra.
Destiny era una di
quelle role. È completamente diversa da come si era
strutturata, ma il ruolo: capo-segretaria, c'è. La storia
inizia adesso e pian piano, inizierò a seguire la role come
traccia.
Vorrei dunque dare metà
del merito, al mio vecchio compagno di role, anche se ci siamo
lasciati in modo molto brutto e non ci parliamo più. Perciò
lettori, se questa fiction è nata, così come nasceranno
le altre, è anche merito suo.
Grazie Marco.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo
11
-COSA?!-Urlò Nami nonostante la
musica assordante.-Te lo scordi!-Lo spinse via indispettita.
Non aveva nessuna intenzione di
diventare un ninja e non voleva sicuramente nella vita, essere una
spia.
Che chiedesse a qualcun'altro!
-Non fare la bambina-La riprese Zoro
incrociando le braccia al petto-Aiutami, cosa ti costa?-Costare? Beh,
a lei costava molto. Inoltre, ballare con lui era del tutto
sconveniente e fuori di testa.
Era sempre il suo capo! Non poteva
buttarsi in quei ballo osceni con lui. Già ci abitava assieme
e lo vedeva uscire mezzo nudo dalla doccia, cosa di per se assurda in
quanto dipendente e ora le chiedeva di ballare?
Poco mancasse perchè le
chiedesse di mettersi un collare e di andare a fare una passeggiata
al parco.
-Ho detto no-Digrignò i denti
tornando a sedere. A sentire le sue proteste, Zoro sbuffò.
Doveva avvicinarsi a Crocodile, in ogni
modo possibile. Sapeva che quella sera, avrebbe avuto un incontro
molto importante in quel locale. Doveva solo sapere chi fosse e quale
accordo era.
-Inoltre-Nami continuò le sue
urla-Ti riconoscerebbe chiunque!- Al solo sentire quell'insinuazione,
Zoro si allarmò. Era veramente così appariscente?
Eppure aveva usato un abbigliamento non
consono per uno come lui.
-Vuoi fare investigazione e poi, non
sai nemmeno come camuffarti?-Lo derise riprendendo in mano il
Cocktail, pronta mentalmente a gustarselo.
-Allora aiutami tu a non sembrare
così...me-Le propose tornando a sedersi accanto a lei.
Chiuse gli occhi Nami, cercando di
calmare e stendere i nervi.
Doveva fargliela pagare, doveva
vendicarsi e doveva mostrargli cosa volesse dire, prendersi gioco di
lei.
-Ma per favore!-Gli scoccò un
occhiataccia accavallando le gambe.
-Nami-Il verde si avvicinò
ulteriormente prendendole il cocktail di mano e allontanandolo dalle
sue grinfie.
-ZORO!-Sbraitò furiosa.
-Aiutami e ti aumento la paga- Nami
sbattè varie volte le ciglia, pensando di esserselo
immaginato. Aveva bevuto? Non ancora così tanto da essere
sbronza.
Aveva sentito bene dunque?
-Che hai detto?- Chiese per conferma.
-Aiutami e io ti aumento la paga-La
fissò deciso delle proprie azioni.
-Di quanto stiamo parlando?-Ci tenne a
voler precisare, avvicinandosi a lui.
-Prendi circa seimila berry al mese
no?- Nami alzò gli occhi al cielo. Si. Purtroppo il suo
stipendio da fame, era quello. Niente a che vedere con i
duecentocinquanta mila berry a settimana di lui...
-Te l'aumento di diecimila berry- Per
poco la mascella non le toccò terra. Era impazzito?
Sicuramente un aumento del genere,
avrebbe dato nell'occhio.
-Non prendermi per il culo!- Lo afferrò
per la maglietta, minacciandolo con lo sguardo di essere serio.
-Non ti sto prendendo in
giro-Assottigliò gli occhi Zoro, in modo da farle capire bene,
quanto le sue intenzioni fossero vere.
-Nessuno approverà questo
aumento- Gli spiegò.
-Se resti una semplice segretaria.-Un
ghigno malandrino increspò le sue labbra.-Ma se ti promuoverò
a mia aiutante...le cose potrebbero cambiare...-
Sgranò gli occhi Nami a sentire
quella proposta.
Sua aiutante? Aiutante nel senso:
complice?
Che doveva fare?
-In cosa consiste?- Ci tenne a sapere
abbandonando la presa alla sua maglietta.
-Amministrerai come sempre i miei
appuntamenti-Spiegò calmo lanciando occhiate preoccupate nella
direzione di Crocodile.- Organizzerai i miei incontri, farai i
grafici come quello che hai fatto oggi e...-Tornò a
fissarla-Mi aiuterai negli affari.- Sorrise-E per affari, si intende,
anche quello di stasera...-Si avvicinò al suo
orecchio.-Crocodile potrebbe tramare contro di noi-
A quello, non ci aveva minimamente
pensato.
Si morse il labbro inferiore, indecisa
sul da farsi e sospirò infine, dopo qualche minuto,
rassegnata.
-Ventimila berry-Propose.
-Diecimila-Contrattò Zoro.
-Ma sono pochi! Inoltre mi hai fatto
lavorare come una schiava in queste settimane!- Sbuffò
sonoramente alzandosi in piedi.-Ventimila!-Tentò di nuovo.
-Non posso, al massimo, una via di
mezzo: Quindicimila.-La fissò soddisfatto alzandosi a sua
volta.-Che cosa te ne pare?-
-Sei sicura che questo possa essere
d'aiuto?-Domandò del tutto scettico.
-Si che ti può aiutare!-Lo aiutò
a legarsi in testa una bandana da motociclista.-Anche questo
giubbotto di pelle.- Spostò lo sguardo al ragazzo che, dietro
di loro, offriva, dopo una considerevole somma, il proprio vestiario
a Zoro. -Forza-Gli intimò con un dito, di cedergli il
giubbotto. Il ragazzo, sbuffante, acconsentì rimanendo in
maglietta e con i capelli lunghi ai lati del viso. Tutti gli
accessori, erano adesso, addosso a Zoro.
-Mi sento stupido-Borbottò
sistemandosi i guanti alle mani.
-Sei perfetto- Lo inquadrò bene
allontanandosi di qualche passo. Bandana, cinturone, stivali alti e
giubbotto di pelle. Dio, non sembrava nemmeno lui...
-Adesso tocca a me-Annuì
soddisfatta fissando la marea di gente attorno a se. Da chi poteva
camuffarsi?
-Umh-Sentì un verso di
apprezzamento provenire dal suo capo, intento a fissare la parte
opposta alla sua. Aguzzò la vista lungo lo stretto corridoio
dei bagni e trovò il capo d'abbigliamento che aveva attirato
l'attenzione del verde. Oh oh...
No. Quello no!
-Buona sera-
-Uh?-Crocodile, boss di varie aziende,
si voltò non appena una cameriera dal seno prosperoso
interruppe il suo racconto. Quelle ragazze erano proprio senza
cervello e lui, adorava le tizie così. Poteva rifilagli un
mare di stronzate e loro, indistintamente da quanto la storia fosse
assurda, ci credevano. E lo stesso valeva per i suoi acquirenti.
-Avete già ordinato o posso
offrirvi altro?- Lanciò uno sguardo al suo bicchiere vuoto e
fece un segno con la testa, alla bionda davanti a se in modo da
togliergli il calice da davanti gli occhi. Ne voleva un altro. Bere
era sicuramente la distrazione migliore per ingannare l'attesa.
-Un altro-Mormorò alzando la
mano a scacciarla via, non prima certamente, di avergli ridato una
bella occhiata.
-Certo signore-Chinò la testa e
afferrò il bicchiere, svanendo tra la folla.
Dio, quanto ci mettevano quei due?
-Allora?-Domandò nel retro
bottega Zoro, assetato di informazioni.
-Allora cosa?-Gli mostrò il
bicchiere.- Stava solo parlando di quando era ad Alabasta e si è
fatto un Harem di donne...- Gli raccontò-Adesso, dimmi perchè
diavolo mi hai fatto vestire da cameriera!- Vociò come una
matta Nami.
-In questo modo, puoi avvicinarti a lui
senza problemi.-Sorrise-Non hai detto che non avevi nessuna
intenzione di ballare? Oltretutto, la sala “vip” è
qui dietro...-Con poca grazia, Nami appoggiò il bicchiere
sopra ad un ripiano, contenente altre stoviglie.
Era vero, non voleva ballare con lui.
Inoltre, nemmeno lo sapeva fare...
-Già-Rispose incrociando le
braccia sotto ai seni.-Non ci tengo a ballare con te.-
-è un vero peccato-L'afferrò
per i fianchi facendo combaciare i bacini-Ti avrei potuto insegnare
un sacco di cose...-
-Cosa!?-Posò le mani sopra il
suo giubbotto-Zoro allontanati!-
-Shh-La fece avvicinare alla parete
alle sue spalle.
-Non dirmi Shh!-Si infuriò.
-Sta arrivando...-Si voltò verso
il corridoio. A quanto sembrava, le informazioni che Usopp era
riuscito a raccogliere, erano fondate. Scorse in lontananza la figura
di Crocodile, accompagnata da altre due...
Bene. I giochi si facevano
interessanti.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo
12
In vita sua, si era sentita molte volte
in imbarazzo, ma aveva sempre saputo passarci sopra.
C'era quella volta in prima elementare
che era andata a scuola con le mutandine al rovescio. In terza
superiore, quel deficiente della squadra si Football, Eustass Kidd,
aveva scritto una poesia poco lusinghiera, sbandierando a tutti come
era stata la loro “prima volta”. La colossale figura di
merda che aveva avuto il primo giorno di lavoro, versando il caffè
sulla giacca di Shanks e adesso, quello.
Forse quella situazione batteva tutte.
Non forse: le batteva.
Avrebbe dovuto annotarsela sul
calendario, sicuramente. L'anno successivo, lo avrebbe anche
festeggiato, urlando a tutto il mondo:“oggi è
l'anniversario della mia più grande figura di merda”!
Eh si.
Non capitava tutti i giorni infatti di
ritrovarsi contro una parete, presa per i fianchi e baciata
selvaggiamente.
Forse si ok, ma non dal proprio datore
di lavoro.
Erano da considerarsi come molestie
sessuali? Forse si.
Ci avrebbe ricavato qualche soldo?
Probabilmente no e inoltre, non le avrebbero creduto.
-Dio-Mormorò Zoro dischiudendole
le labbra-Sei strepitosa...- Recitazione.
Pura e semplice recitazione.
Primo, Zoro non le avrebbe mai detto
così.
Secondo, anche se si era azzardato già
una volta a baciarla, non l'avrebbe certo rifatto in quel locale.
Terzo, qualcosa, l'aveva spinto ad
agire così.
Ripensò mentalmente Nami, al suo
stipendio che in quelle poche ore, era salito ad un prezzo
esorbitante.
Era così terribile baciare
Roronoa?
Tutto sommato, no.
In bocca conservava ancora quel
delizioso sapore del cocktail che aveva preso poco prima e difficile
a credersi, sentiva il cuore battere all'impazzata.
Era una situazione anomala, nuova per
lei. Il suo ex ragazzo, mai si era permesso di riservarle un
trattamento del genere e molte volte, nei suoi sogni più
proibiti, se lo era aspettato.
Portò dunque le mani lungo la
schiena di Zoro, per trascinarlo accanto a se, mentre con occhio
attento, cercò di carpire chi stava occupando quel corridoio
oltre a loro.
Crocodile, ben in vista a capo del
gruppo,era seguito da due individui che ancora, non riusciva a
comprendere.
-Sei così...passionale-Cercò
di calarsi nella parte piegando il volto da un lato, per avere una
migliore prospettiva. Si ritrovò a mordicchiare il labbro
inferiore di Zoro, quasi senza pensarci, aguzzando l'occhio verso le
persone che lente, si avvicinavano alla porta accanto a loro.
Strabuzzò gli occhi quando notò
l'imponente figura di Smoker.
Era un uomo molto potente e famoso. Non
al pari di Zoro, ma anche lui, era conosciuto nel settore.
A mandarle in tilt il cervello però,
era stata la terza persona.
Mai se lo sarebbe aspettato da lei.
Tashigi.
La nuova segretaria di Shanks.
Che diavolo ci faceva lì?
-Ahia-Mugolò Zoro staccandosi
dalle sue labbra. Riportò l'attenzione al suo capo e con la
lieve luce delle piccole lampadine, fissò un rivolo di sangue
scendere lungo il suo mento.
Merda, lo aveva morso troppo forte.
-Ti piace duro eh?-Ghignò
Roronoa afferrandola per le cosce. Senza avere il tempo di pensare,
si ritrovò completamente addossata alla parete con le gambe
all'aria. Poteva benissimo sentire contro le mutandine, la dura patta
dei pantaloni del suo capo. Arrossì all'istante iniziando al
balbettare frasi senza senso.
-L'hai voluto tu tesoro...- Con estrema
facilità, iniziò ad armeggiare con la cinta dei
pantaloni.
Nami iniziò sul serio a sudare
freddo.
No.
Non l'avrebbe permesso! Nemmeno per
tutto l'oro del mondo!
-Fiuu...-Zoro la depose a terra prima
che potesse anche solo pensare a mettersi ad urlare. Aprì gli
occhi stordita e si guardò attorno: i tre erano spariti.
-CAZZO!-Urlò strattonandolo per
il giubbotto, scuotendolo come un tappeto-SEI MATTO?! Stavi per...-
-Shhh!-Le tappò la bocca con una
mano.-Non l'avrei realmente fatto cretina e poi...-Estrasse da una
tasca un involucro-Mi porto sempre dietro i preservativi!-
-La cosa non mi rassicura per niente,
anzi!-Si portò agitata le mani tra i capelli.
-Adesso stai zitta...-Zoro si leccò
il labbro inferiore dove ancora, qualche goccia di sangue stillava
dalla ferita.-Devo sentire...-
-Sentire?-Inarcò imbarazzata un
sopracciglio.-Sentire cosa!? Li hai visti no!?- Sospirò
esausta. Non voleva rimanere lì un minuto di più!
L'osservò quindi avvicinarsi
alla porta e origliare. Da quella postazione, lei non sentiva un
tubo, ma ancora, era scossa. Tashigi.
Perchè lei?
Che ci fosse dietro qualche piano?
-Ohh...-Ascoltò Zoro sorridere
compiaciuto.-Bene-Si alzò in piedi prendendola per
mano-Possiamo andare- La guidò fuori dal locale.
-Scoperto qualcosa dunque?-Si voltò
verso di lui incuriosita.
-Parecchie...-Si fermò quando
con disappunto, trovò la sua auto.-Nami...-
-Cosa!?-Lo fissò innocente-Non
ho fatto niente!-Indicò la propria auto che per quel
miracoloso centimetro, non era attaccata a quella di Zoro.
-Devo dedurre che le vecchie abitudini
sono dure a morire?- In risposta, lei alzò le spalle.-Per
stasera lascerai l'auto qui.-
-EH!?- Lo fissò
sconvolta.-Scordatelo!-
-La tua auto è troppo in vista!-
In risposta, Nami digrignò i denti.
-è solo una stupida Mini rossa!-
Indicò la porche nera.-La tua no eh!?-
-è una macchina comune e non
ho...-Si sporse verso la macchina di Nami-Un adesivo sul didietro con
scritto: “baciami il culo”.- Non avrebbe mai lasciato la
sua fiera macchina lì. Mai!
-I sedili riscaldabili...-Si sciolse
come un cubetto di ghiaccio nel sentire quel comfort alle spalle.
Doveva ammetterlo: adorava quell'auto e odiava il padrone.
-Ti piace eh?-Ghignò Zoro
soddisfatto. Alla fine, l'aveva avuta vinta lui. L'indomani Usopp,
sarebbe andato a recuperarla per lei.
-Allora...-Cercò di tornare in
tema del discorso-Cosa hai scoperto? Complotti? Uccisioni?-
-Complotto-Mormorò piuttosto
annoiato.-Smoker e Crocodile si sono alleati per conquistare la
compagnia...- Beh, questo era un classico si ritrovò a pensare
Nami. Ma Tashigi?
-E la segretaria di Shanks?- La mise in
mezzo.
-Ah...-Sospirò contrariato-La
storia è lunga...-Le lanciò uno sguardo-E io non mi
fido del tutto di te- A sentire quella frase, sgranò gli
occhi.
COSA COSA!?
Non si fidava di lei?
Dopo che l'aveva praticamente costretta
a diventare la sua segretaria, a condividere casa, a cercarsi un
uniforme, ad essere ricattata e quel travestimento cretino, non si
fidava?
Una rabbia improvvisa la costrinse a
mettersi composta sul sedile.
Attese il semaforo rosso e con grande
stupore di Zoro, scese dall'auto.
-Che stai facendo!?-Le domandò
sconvolto.
-Vaffanculo!- Chiuse con forza lo
sportello lasciandolo da solo. Una fila di macchine iniziarono a
suonare i propri clacson non appena la vettura fu lasciata in mezzo
alla strada.
-NAMI!-Si sentì chiamare e
rincorrere.
No. Questa volta, non avrebbe ceduto.
Ora ne aveva sul serio abbastanza! Non
poteva dirle di non fidarsi di lei dopo che l'aveva baciata in quel
modo.
-Nami!-L'afferrò per il polso
costringendola a voltarsi.
-CHE DIAVOLO VUOI!?- Gli urlò
astiosa, con degli occhi furenti.
-è la mia ragazza...-
-COSA!?-
-Tashigi-La tenne ferma contro di lui
lasciandola stupita-è la mia ragazza...-
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo
13
L'enorme fila di macchine che avevano
causato, pian piano, si affievolì. Il traffico tornò di
nuovo a scorrere quando tornarono all'auto.
Entrambi non parlavano, troppo chiusi
in loro stessi: chi ad apprendere la nuova rivelazione, chi a
comprendere le trame dei nemici.
Inoltre, erano confusi.
Zoro per primo.
Perchè diavolo le aveva rivelato
quel segreto?
Non lo aveva rivelato a nessuno,
nemmeno ad Usopp, il suo autista e amico. Si massaggiò la
fronte cercando una risposta. Sapeva solo, che il vedere il volto
offeso di Nami, l'aveva colpito come un pugno in faccia.
Era stato disarmante, doloroso e
letale.
In parte era colpa sua, ma lei?
Perchè se l'era presa tanto?
I suoi pensieri vennero interrotti, non
appena ricevette una chiamata. Si tolse il cellulare dai pantaloni e
inarcò le sopracciglia.
Tashigi?
Che l'avesse riconosciuto?
-Fai silenzio per favore-Si raccomandò
con Nami appendendo il telefono all'altoparlante. Sbuffante, accettò
la chiamata e attese la sua sentenza.
-Pronto?-La voce di Zoro suonò
strana.
Non era una voce o un tono adatto a
rispondere alla propria fidanzata. Le aveva dato l'impressione di
essere freddo e distaccato.
Che stesse recitando anche in quel
momento?
Nami sospirò e in silenzio, si
obbligò ad ascoltare la voce di quella che per anni, le era
sembrata una noiosa e sfrontata segretaria.
-Ciao Amore- Cinguettò lei con
un tono melenso e quasi irriconoscibile.-Come vanno gli affari?-
-Bene-Mormorò Zoro imboccando
una rotonda.
-Credi che avremo del tempo per
vederci?-Gli occhi di Nami si socchiusero pericolosamente. Del tempo?
Ma stava scherzando o cosa?
-Sono piuttosto impegnato e non mi va
di uscire di casa-Mentì il verde continuando a guidare.
-Ancora i paparazzi eh?-La sentì
ridacchiare.-Dovrai farti perdonare prima o poi, sono ancora
arrabbiata con te- Precisò.
-Per quale motivo?-Domandò lui
inserendo le quattro frecce e accostando ad un margine della strada.
-Per la questione della segretaria!
Ricordi?!-Tuonò inviperita.-Te l'avevo chiesto e sai che ci
tenevo! Perchè hai scelto Cocoyashi!?- Al solo sentire il suo
cognome, Nami si strinse nelle spalle. Sapeva di non esserle
simpatica e quel discorso era la riprova che il sentimento nei suoi
confronti era lievitato maggiormente.-Dovevo esserci io al suo
posto!-
-Nami è un eccellente
segretaria-Stupita dalle sue parole, fissò incredula Zoro.-è
intelligente, furba e precisa. Sa esattamente quello che voglio e
quando lo voglio.-Chiuse gli occhi-Inoltre è molto portata per
i grafici e i numeri.- Abbozzò un sorriso.-Posso fare
affidamento su di lei e smistare il lavoro.- Spiegò
incrociando poi, le braccia al petto.
-Mi dichiaro offesa-Sibilò-Queste
cose le posso fare anche io!-
-Tu saresti solo in grado di strisciare
sotto la scrivania e slacciarmi i pantaloni.- Gli occhi di Nami
schizzarono fuori increduli per quella frase. COSA COSA!?-Dì
un po', com'è la mercanzia di Shanks? Ci hai già fatto
un giro?-
-E tu la tua segretaria? Immagino che
non facciate altro dalla mattina alla sera vero?-
-Oh certo-Ridacchiò sonoramente
Zoro-Ha un fondoschiena così provocante che tutte le volte, me
lo fa rizzare...sapessi sulla scrivania quante volte l'ho
presa.-Sorrise sentendola ringhiare attraverso il telefono. Il
ringhio in questione però, era condiviso anche da Nami che
accanto a lui, tribolava nel fargliela pagare.
-Attento a quello che fai Roronoa!-Lo
minacciò-Ricordati il contratto!-
-Ricordalo anche tu, razza di scema!-
Riattaccò immediatamente dando un pugno contro il volante.
Lentamente, si voltò verso Nami.
Sudò freddo nel vederla con gli
occhi socchiusi ed un aura nera attorno al corpo.
-Sulla scrivania?-Domandò
minacciosa mostrando i denti. Zoro, sconfitto, si strinse nelle
spalle.
-è una mia fantasia...-
-Allora-Mormorò Zoro tenendosi
il ghiaccio sopra la testa. Nami non aveva resistito a fargliela
pagare e un bel pugno, era precipitato a velocità divina
contro la sua zucca vuota.-Tashigi è la mia ragazza...sotto
contratto.-
-EH!?-Domandò Nami incrociando
le gambe sul morbido divano. In mano aveva una tazza calda di thè
al mandarino.-Che diavolo sarebbe?-
-Anni fa, mio padre e il suo,
stipularono un contratto tra le compagnie.-Sospirò-Una specie
di “garanzia”, se la vogliamo chiamare così. In
pratica io e lei, siamo promessi.-
-Oh andiamo!-Tuonò Nami
scuotendo il capo-Ma nemmeno ai promessi sposi!-
-Siamo promessi è vero, ma
questo non vuol dire che la amo!-Ringhiò-Anzi, per niente.-
-Allora perchè non vi
lasciare?-Chiese pratica portandosi la tazza alle labbra.
-Vorrei ma è un casino-Si tolse
il ghiaccio per valutare con la mano libera, se ancora la sua fronte
fosse gonfia.-Ci sono delle clausole...-
-Ci sono sempre delle clausole-Mormorò
lei schioccando la lingua contro il palato.
-Se si scoprisse che lei e cioè
Tashigi, mi tradisce con un altro, io erediterò la sua
compagnia.-Al solo sentire quella frase, rimase a bocca aperta.
-COSA?-
-Si stessa cosa, io con lei- Sentendosi
meglio, poggiò il ghiaccio sul tavolino.
-La trovo una cosa...-Nami si concesse
di pensare-Idiota-
-Approvo-Si alzò in piedi Zoro,
vagando per la stanza-Ed e lo penso anche io-
-Cosa ci faceva allora in quel
locale!?-Non riusciva a capirlo e in verità, non capiva
proprio niente.
-Quello che ti sto per dire.-Si
avvicinò paurosamente a lei, tanto da farla spalmare contro lo
schienale del divano-è segreto ok? Non ne ho mai parlato con
nessuno-Ripetè lento togliendole di mano la tazza-Nessuno.-
-Il mio thè!-Strepitò
furiosa vedendolo posato sul tavolino davanti a lei.
-Tashigi è da anni che mi
tradisce con Smoker.- Si fermò immediatamente nell'urlare
appena apprese la frase. Smoker? Con Smoker?!
Senza pensarci, le scappò un
grosso sbuffo per poi, ridere come una matta.
Al solo pensarla con Smoker comprese
che, come pensava, quella era una grandissima idiota!
-Si può sapere che ridi!?-
-Con Smoker!?-Si asciugò le
lacrime agli occhi-Dio ma l'hai visto!? È uno degli uomini più
inchiavabili che io abbia mai visto!-Affermò decisa.
-Le piacciono gli uccelli potenti si
vede...-
-O i sigari nel sedere...-
-Il punto è che, se si sapesse
che Tashigi se la intende con lui, la mia azienda finirebbe nelle sue
mani...legalmente!- Sospirò stressato.
-Ma...è terribile-Nami scosse il
volto.-Perchè non la tradisci in modo da prenderti la sua
compagnia allora?- Aveva una compagnia? Lei? Era così ricca?
-Suo padre è un brav'uomo ma la
sua società sta colando a picco. Ne risentirei...- Nami si
lisciò il mento.
-Se invece Tashigi prende la tua,
avrebbe di che guadagnarci quindi...-
-Esatto-
-E perchè la tua e non quella di
tuo padre?- Zoro sbuffò: odiava parlare di lui.
-Quella di mio padre non è vista
di buon occhio grazie allo scandalo di anni prima e inoltre, la mia
società è nettamente superiore rispetto alla sua.-Si
mise a sedere accanto a lei.
-Cosa sta aspettando Tashigi allora?-
Nami si grattò la fronte perplessa.
-Che la mia società raggiunga il
top.-Indicò i fascicoli che nel pomeriggio, lei aveva spillato
e compilato.-Ti ho chiesto di truccare i dati per questo. Se lei
sapesse che la società viaggia così bene, non esiterà
ad attuare il suo piano...-
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Capitolo
14
Domenica.
Amata domenica.
Se lo ripeteva sempre Nami non appena
la mattina, apriva gli occhi. Il sole, sbarazzino, entrava monello
dalle feritoie conferendo all'arredamento quell'aria da “stanza
felice” e augurandole un dolce risveglio.
Quella mattina invece, lo odiò.
Profondamente.
Afferrò sfinita e spossata la
sveglia che segnava pigramente le sette e mezzo e imprecò.
Un imprecazione alta, forte e chiara.
Non aveva chiuso occhio per tutta la
notte, la testa che per conto proprio, cercava ancora di ragionare e
di comprendere quello stupido contratto. Non pensava che
salvaguardare il proprio posto di lavoro, fosse faticoso, non fin
quando non si ritrovava anche lei, nella merda fino al collo.
Aveva pensato e ripensato alle parole,
seppur confuse di Zoro, la notte prima e la parola “aiutante”,
le si materializzò più e più volte nella testa.
La paga era alta, ma sarebbe stata
all'altezza? Avrebbe retto tutta quella pressione?
Come faceva lui ogni santo giorno?
Assottigliò gli occhi e immediatamente, trovò la
risposta.
Lei.
Lui, semplicemente, riusciva a reggere
tutto quanto, svagandosi e torturando lei.
Afferrò infuriata le coperte e
si alzò in piedi, pronta per una nuova vendetta.
Smise di muoversi non appena un altra
illuminazione la colse, fino a farla barcollare.
Viscido, grosso e patetico bastardo!
Con velocità, si gettò
nel corridoio, svoltando per la stanza del suo capo.
Ah, questa volta si che l'avrebbe
pagata cara. Carissima!
Senza neanche stare a bussare, entrò
dentro e lo trovò, come ben sospettava, immerso nei cuscini e
nelle coperte a poltrire.
Bene. Lei lavorava per lui anche la
notte e quello stronzo era così tranquillo e rilassato?
Ringhiando come una furia, montò sul letto strattonandogli di
dosso le coperte e trovandolo, come sempre, in boxer. Con le
coperte in mano, si concesse un paio di minuti di osservazione del
soggetto, prima di svegliarlo crudelmente.
Aveva un fisico aitante, scolpito, ben
allenato e portentoso. Aveva visto quegli addominali solo a dei veri
atleti e tutti, nessuno escluso, attraverso la tv. La profonda
cicatrice in trasversale però, era un enorme mistero.
-Potrei chiamarla-Mormorò Zoro
nel sonno facendola sussultare-Violazione della privacy...-
-Brutto idiota!-Abbandonò le
coperte saltando, senza tante cerimonie, a cavallo dei suoi fianchi.
-Ricordi quella foto che mi hai scattato?-Domandò furente
portandosi le mani sulle anche. Il verde, al solo sentirla addosso,
si costrinse immediatamente ad aprire gli occhi.
-Foto?-Domandò assonnato
stropicciandosi gli occhi con una mano.
-Foto esatto!-Gli prese dal comodino il
telefono e cercò la foto incriminata. Sussultò nel
vederla da così vicino, ma ringraziando la penombra che le
nascondeva il rossore, gliel'avvicinò-Questa! Del bacio!-
-Ah-Le prese di mano il telefono e se
lo portò vicino al volto-Dunque?- Per poco Nami non si strappò
i capelli.
-Tue parole: Ho un contratto di
“matrimonio” con Tashigi. Se io la tradisco, mi prendo la
sua compagnia, se lei mi tradisce, si prende la mia.-Sbuffò-
Se la prende Tashigi è male, se prendi la sua, è male
comunque!-Indicò la foto nervosa-Quella l'hai usata per
ricattarmi!-
Con uno scatto, Zoro chiuse il telefono
e con un tonfo, lo riportò sul comodino.
-E allora?- Del tutto tranquillo, si
portò le mani dietro la testa.
-E ALLORA, SE TI BECCANO CON QUESTA, TI
BECCHI L'AZIENDA DI TASHIGI NO!?-Urlò non riuscendo più
a sopportarlo.
-Ripeto-Sospirò sonoramente-E
allora?-
-HAI OSATO RICATTARMI CON QUESTA,
QUANDO POTREBBE NUOCERE A TE!- Finalmente, un ghigno si dipinse sulle
sue labbra.
-Naturalmente, ma pensi che io sia così
scemo da pubblicarla?- Quella risposta la mandò fuori
controllo. Con uno scatto, balzò con la schiena in avanti
afferrandogli i polsi e costringendolo a fissarla.
-Hai osato ricattarmi...falsamente?-
-Mi credi così meschino e tanto
meno stupido?- le sorrise-Andiamo, non l'avrei mai pubblicata!-
-Ma hai osato prenderti gioco di
me!-Gridò furente con gli occhi lucidi. Merda. Lo lasciò
andare e si distanziò, tornando eretta con la schiena.
Quell'uomo era un vero diavolo.
Un diavolo che per settimane le aveva
alitato sul collo e adesso? Scopriva che era tutta una falsa?
-Brutto...stronzo!-
-Hey!-Si indispettì Zoro
allargando le gambe.-Avevo bisogno di un posto dove stare e dovevo
fartela pagare per la macchina!- Si difese.
-NON TI SONO BASTATI I SOLDI!?-
-Che me ne faccio di quei pochi
spicci?- Nami fremette. Si allontanò, con l'intenzione di
andare a prendere un arma contundente da spaccargliela in fronte,
quando venne afferrata per il polso e trascinata tra le morbide e
fluenti coperte.
-Lasciami!-Urlò non appena la
possente mole di Zoro, la costrinse contro il materasso-Lasciami
razza di deficiente!-
-Non urlare-Le mormorò
all'orecchio facendola immediatamente fermare-è mattina
presto...che impressione vuoi dare ai vicini?-
-Al diavolo i vicini!-Sibilò
nervosa.
-Inoltre-Si avvicinò al suo
volto-Penso di essermi sdebitato dandoti un lavoro e una casa
nuova...-
-Adoravo il mio lavoro...-Volse lo
sguardo altrove-E anche la mia casa!-
-Andiamo...ti ho ricavato un secondo
bagno!- Puntualizzò fiero.
-Cosa me ne faccio di un secondo bagno
se abito da sola!?-Scosse il volto, cercando di togliersi da quella
situazione. Nel sentirla sgusciare via, Zoro le afferrò i
polsi e li portò prontamente verso l'alto.
Rimase senza fiato Nami, nel ritrovarsi
in intimo, spalmata e fremente, contro di lui. Arrossì
violentemente non appena, contro le sue deliziose mutandine, percepì
il membro eretto di Zoro.
-Allontanamelo!-Gridò agitandosi
ancor di più, causando una frizione maggiore.
-COSA!?-Urlò di rimando Zoro,
parecchio divertito dalle sue reazioni. Era sempre così la
domenica?
-Quel tuo affare!-Cercò di
chiudere le gambe, ma si ritrovò solo a circondargli i fianchi
aumentando la vicinanza.-Argh!-
-Razza di stupida!-La riprese lui,
cercando di farla calmare-La mattina è sempre così! Hai
mai dormito con un uomo!?- Nel movimento, i suoi sodi pettorali,
erano premuti contro i seni morbidi e prosperosi di lei. Un pensiero,
seppur idiota, lo fece imbarazzare. Non aveva mai provato contro di
se la bellezza di una donna tutta curve come Nami. A differenza delle
sue vecchie fiamme e ovviamente, di Tashigi, il corpo di Nami era
morbido e fluente. Fianchi pieni, seno abbondante, pelle morbida e
profumata. Senza stare a pensarci, abbassò il volto
affondandolo nella sua spalla. Inspirò a lungo il suo buon
odore rimanendo quasi stordito.
-Cosa stai facendo Roronoa!- Gli
strepitò contro-Diavolo! Queste sono molestie sessuali belle e
buone!- Protestò mordicchiandosi il labbro inferiore.
Il suo cervello era andato in tilt non
appena quell'energumeno si era completamente piegato su di lei.
Ringraziò di avere ancora i vestiti, perchè altrimenti,
con quella mossa stupida, l'avrebbe penetrata senza pensarci.
-Nami-Mormorò il suo nome,
ancora bloccato contro la sua spalla.
-Cosa c'è!?-Gracchiò
ormai al limite della sopportazione. Sgranò gli occhi quando
lo sentì smuovere il bacino, dandole una spinta e facendola
andare in visibilio.
-Ahh-Le uscì un gemito dalle
labbra senza rendersene conto.
-Nami ascolta...-Continuò a
ripete il suo nome a ritmo con il suo bacino.-Io...-Mugugnò
stringendo i denti.-Ah...al diavolo!- Le distanziò i polsi in
modo da essere nuovamente, completamente contro di lei.-Facciamolo!-
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo
15
Si era sempre detta una donna
intelligente.
L'unico colpo di testa che aveva avuto,
era sicuramente stato con Eustass Kidd. Dopo diversi anni, lo aveva
rivisto e si, era cresciuto.
La bellezza selvaggia che lo
caratterizzava era sparita, così come il suo senso dello
stile. Da atleta, era passato a fare il modello e adesso, sfilava con
pellicce assurde e rossetto.
Una vera, grande delusione.
Aveva avuto anche altre avventure, ma
niente di estremamente serio.
Quello che adesso, sfregava con
insistenza contro le sue mutandine, era una cosa seria.
Più che seria.
Il suo capo di lavoro ergo, Zoro
Roronoa, grande uomo d'affari, ricco da fare schifo e da quel che le
sembrava, estremamente dotato nonché, altamente piacente, le
stava chiedendo di farlo.
Farlo.
Lei e lui.
Il capo d'azienda e la segretaria.
Aveva letto romanzi di una situazione
analoga a quella e tutte, finivano sempre allo stesso modo:
situazione sentimentale nascosta.
Situazione sentimentale nascosta e
dopo, crudelmente e barbaramente scoperta e in onda in tv. Non faticò
molto ad immaginare i titoli in tv: Roronoa e la sua segretaria hanno
una relazione. Adesso si comprendono le intenzioni di comprare la
compagnia... Roronoa e Cocoyashi insieme. Affari e vita sociale,
nettamente unite. Scandalo per la compagnia Roronoa. Per entrate non
si intende solo quelle dell'azienda...giusto?
-Argh!-Lo spinse via iniziando a sudare
freddo.-Oddio!-Lo fissò furiosa, tanto quanto eccitata in
volto- Ma sei scemo!?-
-Scemo?-La fissò Zoro con il
fiatone e con le sopracciglia contratte.-Mi prendi per il culo?-
-Non possiamo!-Scosse violenta il
volto-Che diavolo!-Lo indicò mettendosi a sedere.-Io manco ti
sopporto e devo andare a letto con te!?-Ancora scossa, si portò
la mano alla fronte.-è assurdo!-
-Nemmeno io ti sopporto molto-Ammise
lui imitandola.-Ma ciò non toglie che il tuo corpo è
attratto da me!- Al solo sentire quella frase tutta testosterone,
assottigliò gli occhi.
-Cosa!?- Scoppiò in una
risata.-Ma sei fuori?- No, quell'atteggiamento fortemente maschile e
quella postura quasi animalesca, facevano sembrare le parole di Zoro
estremamente serie. Senza che se l'aspettasse Nami, si sentì
afferrare per una caviglia e trascinare nuovamente supina sul
materasso. Sibilò un imprecazione non appena Roronoa le tolse
con un gesto veloce le mutandine. Urlò in imbarazzo non appena
si ritrovò con il sedere scoperto e la propria intimità
in bella mostra.
-Vuoi dirmi che non sei attratta da
me...ancora?-Le domandò in ginocchioni a tenerle alzato il
bacino. Le gambe di Nami, erano piegate e per poco, non gli
sfioravano la testa.
-Non lo sono!-Gli ringhiò
contro. Se Roronoa voleva giocare, beh, non si sarebbe tirata
indietro. Lui stava giocando con il fuoco e sicuramente, l'imbarazzo
era una carta da scartare.
-Sei molto contraddittoria-Mormorò
avvicinando il volto alla sua femminilità. Le guance in un
baleno si colorarono e la rabbia saettò fuori non appena sentì
le dita di lui toccarla. Strinse i denti e le mani andarono subito ad
artigliare le lenzuola.-La tua mente non è d'accordo con il
tuo corpo-Inserì un dito dentro di lei facendola fremere di
desiderio.
Maledetto, stronzo e bastardo d'uomo.
Non appena tirò fuori il dito
assieme ad una scia di umori viscosi, sorrise vittorioso.
-Andiamo Nami...-La depositò sul
letto salendole sopra e imprigionandola-Stai letteralmente morendo
dalla voglia di avermi...e per “avermi”, intendo
“grondando”!-
-Che arrogante del cazzo...-Sibilò
lei per poi, abbassare il volto. -Anche tu però!-Osservò
i suoi boxer-Qualcosa fa fatica a rimanere al suo posto!- Un sorriso
compiaciuto comparve sulle labbra di Zoro e stupendola, si avvicinò
al suo volto.
-Non ho mica detto che non sono
attratto da te...-Con il volto, scese a posarle un intimo bacio
proprio sotto l'orecchio-Se non lo fossi, credi che me ne starei
ancora qua a tenerti contro di me?-
Sgranò gli occhi Nami, per
quelle parole.
A differenza sua, lui era sincero:
fisicamente le piaceva e voleva portarsela a letto.
-A differenza tua...-Cercò di
resistere alla lunga scia di baci che le stava lasciando sul
collo.-Io non cerco una botta e via!- Inoltre il suo lavoro poco le
poteva permettere una vacanza! Figurarsi una relazione. Tuttavia,
cercava un uomo che potesse darle fiducia, una bella vita e soldi.
Al solo sentire le sue parole però,
Zoro alzò il volto. Dischiuse le labbra e la fissò
storto.
-Credi che io sia da una botta e via?-
Si distanziò-Perchè non cerchi su internet l'ultima
volta che ho avuto una “relazione” con qualcuno?- La
prese in giro-Ma dubito che troverai qualcosa!-
-Pensi che me ne freghi chi ti sei
fatto in vita?-Gli domandò alzandosi con il busto al suo
livello.
-Ti sto solo dicendo, sciocca
segretaria-Sospirò-Che io, non sono da farmi chiunque!-
Ringhiò-Posso essere ricco, stronzo quanto dici te, ma
io...-La fissò serio-Le cose non le dico tanto per fare!-
Nami aprì la bocca per poi,
richiuderla subito dopo.
Cosa stava cercando di dirle? Che era
un uomo “fedele”?
Bene certo, ma loro due assieme cosa
potevano centrare in tutto quello?
-Cosa vuoi dunque? Che lo facciamo e
poi si continui finchè uno dei due si stanca?- Lo strattonò
a se vedendolo deviare il suo sguardo.-Zoro!-
-COSA?-Urlò fissandola
preoccupato.
-Cosa vuoi fare!?- Domandò di
nuovo sperando in una sua risposta. L'osservò sospirare,
sbuffare per poi, inspirare a fondo.
-Voglio farlo con te Nami-Fece leva
sulle braccia.-Voglio farlo dannatamente.-Chiuse gli occhi.-Non da
oggi...non da ieri...-Cercò di distanziarsi, ma nuovamente
Nami lo tenne contro di se.
-Da quando?- Cercò le risposte
con il cuore che le tamburellava forte.
-Da quando mi hai fracassato la
macchina-Ghignò sorridendo-Hai un carattere detestabile molte
volte...ma mi sono reso conto che se ti ho rivelato tutto quello, è
perchè in realtà mi fido di te.- Si grattò la
base del collo a disagio.
-Quindi?-Cercò di sondare ancor
di più il terreno.
-Quindi cosa?-
-Cosa vuoi fare dunque?- Abbassò
il volto in imbarazzo. Non voleva cedere, voleva sentirselo dire.
Voleva sentirsi dire dall'uomo che detestava che la desiderava.
-Voglio...fare l'amore con te-Mormorò
deciso facendola sussultare.- Sei una donna capace di tenermi
testa...ed è una cosa che rispetto.- Abbassò il volto
posando la fronte contro la sua.-Non sarà amore...ma
attrazione si- Nami iniziò a trattenere il respiro.-E almeno
su questo, non puoi negare l'evidenza.-
Che fosse dannato... quel cretino,
orgoglioso, deficiente e pure bastardo aveva pienamente ragione.
Anche lei, in fondo al suo cuore, apprezzava come sapeva farla stare
al suo posto. Era in fin dei conti...divertente.
Con uno spintone, lo allontanò
da se facendolo quasi cadere dal letto.
-Nami?-Domandò Zoro nel vederla
con una strana espressione in volto. Sgranò gli occhi quando
la osservò mettersi a sedere sul suo petto e afferrargli il
volto con decisione. Soffocò un imprecazione non appena le
labbra di Nami, si posarono sulle sue. Deliziose e morbide,
esattamente come lo erano stare la sera prima. Con audacia, allungo
le mani contro i suoi seni, prendendoli tra le mani e massaggiandoli.
I suoi sospiri deliziati lo incoraggiarono a continuare.
Sorrise contro le sue labbra non appena
le sue dita, incontrarono i capezzoli turgidi ed eretti. Come aveva
detto, lei lo voleva. Spinto da questa nuova scoperta, capovolse le
posizioni portandola sotto di se. Il bacio tra i due, divenne ancora
più profondo, entrambi nel voler prendersi una piccola
rivincita sull'altro. Le bocche si dischiudevano, le lingue danzavano
all'unisono e i pochi indumenti che erano rimasti addosso, furono
lanciati contro le pareti dalla stanza.
In quel preciso momento non erano capo
e segretaria.
Non erano Nami Cocoyashi e il grande e
potente Roronoa Zoro.
Erano solo Zoro e Nami, i due della
prima sera che sconosciuti, avevano litigato.
Nami sussultò e si aggrappò
alla sua schiena non appena, Zoro la penetrò.
Aveva fatto bene i calcoli: era un uomo
estremamente dotato e sembrava conoscere tutti i punti giusti dove
toccare. La mandava in visibilio e lui, sembrava fiero di ciò.
Non appena iniziò a pompare tra
le sue pareti, i gemiti di Nami che fino a poco prima cercava di
nascondere, salirono al cielo.
-Fai piano...-Le mormorò
strafottente-Cosa diranno i vicini?-
-Che...-Cercò di parlare lei tra
una spinta e un altra-Che ci stiamo divertendo...-Affondò il
volto contro la sua spalla.-Ohh...-Mugolò di piacere.
-Oh-Una voce alle loro spalle li fece
gelare-Vi state decisamente divertendo...-
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Capitolo
16
Era in situazioni come queste che aveva
sempre desiderato un antifurto.
Pensando però che la casa, dopo
che Zoro ci avesse messo le mani, lo disponesse, il suo cervello
ragionò e passò in rassegna tutte le persone che
avevano via libera all'abitazione.
C'era sua madre e sua sorella che
ormai, non vedeva da anni, suo padre che non sentiva da almeno tre
mesi e c'era Robin. L'amica però, avrebbe chiamato e in quella
settimana, così come quelle precedenti, non aveva fissato
nessuna uscita. Ne con lei, ne con Bibi.
Aprì gli occhi solo per guardare
con sguardo omicida il compagno che, indiavolato quanto lei, fissava
il nuovo arrivato ritto sulla soglia.
-Usopp!-Urlò il suo nome tra i
denti. Sospirò di sollievo nel sentire quel nome e rimase
immobile nel godersi la sfuriata del compagno.
-Io...-Iniziò a gesticolare
l'autista-Ero solo venuto a riportare le chiavi della
macchina!-Ingoiò a fatica indicando il mazzo di chiavi che
teneva alzato.
-DOVEVI PROPRIO ENTRARE?-Puntò
le mani sul materasso cercando di coprire il corpo di Nami. Per loro
grande fortuna, Usopp li aveva trovati con le teste ai piedi del
letto. I loro bei sederini, così come la loro congiunzione,
era al sicuro dal suo sguardo.
Con fare stizzito, Nami afferò
le coperte attorno a loro e le sistemò sopra la schiena di
Zoro, giusto per coprirsi e dare quel minimo di intimità.
-Non dirai nulla...-Lo minacciò
Zoro.
-Io? Ma certo! Che domande!!!-Scappò
lasciando il mazzo di chiavi sopra il pavimento-Vi lascio ai
divertimenti!-Li salutò sbattendo il portone.
-Usopp!-Gridò il suo nome
portandosi una mano tra il ponte del naso e le sopracciglia. Sospirò
pesantemente e tornò a fissare Nami che fino a quel momento,
era rimasta in silenzio.
-Emh...-Mormorò arrossendo-è
stata...una fortuna che fosse lui...-
-Zoro-Lo chiamò lentamente e
minacciosamente. Il verde in automatico, iniziò a sudare
freddo.-Voglio sapere a quante persone hai dato le chiavi di questo
appartamento!-Lo afferrò per l'orecchio, attendendo la
risposta. Tirando un profondo sospiro di sollievo, Zoro si limitò
ad alzare le spalle.
-A nessuno-Ammise per poi, indicare il
mazzo di chiavi in mezzo alla stanza-Hai le chiavi di questo
appartamento oltre a quelle dell'auto?-
-Ma se ieri ho...-Si fermò
mollando la presa-Oh-Annuì ricordandosi che effettivamente,
chi aveva aperto la porta di casa, era stato lui.-Eh si...-
-Quindi...-
-Quindi...-Sospirò di rimandò
alzando gli occhi al cielo.
-Quindi è colpa tua!-Ghignò
vittorioso.
-Mia!?-Urlò sbigottita portando
le mani sulle sue spalle per distanziarsi.-Stai scherzando!?-
-Ti sembra che stia scherzando?-Si
avvicinò al suo volto mantenendo un aria divertita. In
imbarazzo, Nami abbassò lo sguardo. Dopo quell'interruzione,
sentiva che tutta la passione che era sgorgata fuori, era calata.
Adesso aveva solo pensieri idioti come: quella che poteva
considerarsi la scopata del secolo, era finita con il peggior
rapporto di sempre.
Sbuffando, puntò i piedi al
materasso per sfilarsi da lui. A quanto pareva però, i suoi
pensieri erano in netto disaccordo con quelli di Zoro.
-Roronoa!-Lo richiamò con un
sopracciglio alzato.
-Cosa?- Domandò irritato.
-Non ti sembra che...-Cercò le
parole adatte-Che adesso...non sia più il caso
di...continuare, diciamo?-Ci andò leggera, in fondo, poteva
ferire il suo orgoglio maschile.
-Perchè no?-Tornò a
muoversi facendola sobbalzare-Non mi sembra che tu sia contraria qua
sotto.-
-Forse stiamo facendo un
errore!-Rettificò immediatamente tutti i pensieri. Basta. Era
successo ma era successo male. Fine della storia.
-Ah-Continuò a muovere il bacino
contro il suo riprendendo un ritmo veloce.-E perchè sentiamo?-
-Insomma...-Ingoiò a vuoto-Sei
il mio capo e le tue clausole del contratto...-Portò le mani
sopra le sue spalle-E Tashigi...-Chiuse gli occhi sentendosi
nuovamente accaldata. C'erano tante e tanti altri argomenti validi
per farli smettere di fare quel che stavano facendo, ma in un baleno,
li aveva dimenticati tutti.
Anzi, al solo pensare di fare del sesso
con il proprio capo, si eccitò maggiormente mandando in
visibilio Zoro che eccitato quanto lei, aumentò il ritmo
pompando maggiormente tra le sue pareti.
-Zoro...-Ansimò il suo nome
allargando più che poteva le gambe. Dannazione: prima lo
odiava e adesso, lo adorava per il semplice modo perfetto in cui si
univa a lei.
Inoltre, cosa che non avrebbe mai
ammesso, baciava divinamente. Con una mossa pigra, circondò il
suo volto e l'avvicinò al proprio, già in astinenza
delle sue labbra. Sospirò contro di esse non appena, in un
moto di tenerezza, l'abbracciò con un entrambe le braccia
approfondendo la penetrazione. Non appena per entrambi scoppiò
l'orgasmo, rimasero fermi l'uno contro l'altro, non volendo
interrompere quel piacere.
Dio, Roronoa Zoro era un capo divino e
un compagno di letto stupendo.
La colazione venne consumata in
perfetto silenzio.
Una tazza di caffè caldo in una
mano e il mouse del pc dall'altra. Con grande interesse e come tutte
le mattine, Zoro controllava i grafici dei profitti dell'azienda e la
borsa.
Nami, che poco ci capiva, era
accoccolata contro il suo petto. Diversamente da quello che
pensavano, non erano riusciti a scollarsi l'uno dall'altro.
-Va tutto bene?-Domandò quindi
lei, sbirciando lo schermo.
-Direi di si-Ammise inspirando a
fondo.-Questa roba, non la sopporto-Le rubò un pezzo di
cornetto.
-Hey-Protestò agitandosi sulle
sue gambe.
-Umh?-
-Questo è mio!-Glielo sventolò
davanti.
-Beh, condividiamo lo stesso posto di
lavoro...-Posò entrambe le mani sulle sue anche- La stessa
casa...-Si avvicinò al suo orecchio facendola rabbrividire.-Lo
stesso letto...-
-Ora non esageriamo- I letti erano
ancora i propri. Non poteva dopo tre orgasmi, appropriarsi del suo
spazio vitale così. Stupita, rimase a bocca aperta.
In realtà, Zoro aveva occupato
dannatamente ogni singolo buco della sua vita.
Lavoro, casa e relazione.
Si portò le mani tra i capelli,
finalmente spaventata.
-N-non posso!-Lo fissò in volto
sconvolta.-Oh mio Dio...non posso!-
-Nami...-Si incupì prendendole
le mani.
-Non possiamo!-Alzò il tono di
voce.
-Nami calmati-Posò le mani sulle
sue spalle.
-Sei il mio capo! Se si venisse a
sapere sarebbe un terribile guaio!-Un enorme guaio. Perchè
solo ora scoppiava di paura? Perchè non lo aveva fermato
prima?!
-Nami ascoltami!-Cercò di
parlare con lei.
-Se questa cosa saltasse fuori,
acquisiresti l'azienda di Tashigi e l'azienda ne subirebbe un danno
ingente!- Pensò a tutti i profitti che l'azienda, con l'arrivo
di Zoro, aveva avuto. Era incredibile come in così poco tempo,
era riuscito a rendere una società come quella, un colosso.
-Per favore!-La scrollò talmente
forte da farla fermare-Nami-La guardò negli occhi-Questa cosa
non salterà fuori!- Avvicinò la fronte alla sua-Te lo
prometto...- La sentì inspirare forte, ancora impaurita. Non
l'avrebbe convinta facilmente...
-Hey-Le prese il volto.-Hai paura è
così?- Al solo vederla annuire, l'abbracciò.-Allora se
ti fa stare meglio-Chiuse gli occhi pentendosi della sua
scelta-Dimentichiamo tutto...-
-Dimentichiamo?-Domandò lei
scostandosi da lui.
-è...è stato
solo...-Cercò le parole adatte per descrivere quella loro
meravigliosa unione-è stato quel che è stato.-Sospirò
pesantemente Zoro.-Non sei costretta a continuare e non voglio
metterti nei guai.-Con delicatezza, la scostò da se, facendola
tornare in piedi-Dimentichiamolo e torniamo ad essere capo e
segretaria.- Chiuse il pc con una mano.
-Zoro...-Lo fissò pronta a
ribattere ma si fermò. Aveva ragione. Pienamente ragione.
Cosa era saltato in mente a tutti e
due!? Con il pericolo di Tashigi alle spalle
poi...-Hai...ragione-Faticò ad ammetterlo portandosi le mani
al petto.-è stato solo...un episodio isolato.-Alzò il
volto verso il suo cercando di mentire a se stessa.
-Non succederà più-Mormorò
Zoro in tono accondiscendente.
-Si-Annuì Nami con un filo di
voce, per la prima volta, delusa da una sua decisione-Non accadrà
più … capo.-
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo
17
Era già sveglia non appena
l'orologio, suonò preciso alle sei e mezzo.
Lo fermò facendogli produrre
solo un pigro suono e strascicando le gambe, si diresse in bagno per
la consueta doccia.
Sotto il getto caldo, passò a
rassegna le cose che quella mattina, doveva fare.
Prendere le chiavi della macchina
ovunque fossero finite, andare a prendere il caffè per Zoro e
passare in farmacia a prendere...quel che doveva e che ormai da anni
non prendeva più.
Come si era fatta convincere a farlo
con lui, ancora non lo sapeva, ma era giusto finirla e mettere tutto
a tacere.
Con un gesto stanco, posò la
fronte contro le piastrelle e sospirò forte.
Ci sarebbero riusciti ad andare avanti
senza intoppi? Avrebbero superato l'imbarazzo?
Zoro lo pensò calmo, sereno e
con la sua faccia neutra da lavoro. Sarebbe riuscita lei a fare
altrettanto?
Lo sperò con tutta se stessa.
Dopo la lunga doccia, afferrò il
telo di spugna e se l'avvolse tutt'attorno al corpo. Cercò di
pensare alla giornata e immediatamente, la riunione che quella
mattina era in programma le inondò i pensieri. Si vestì
di corsa e cercando di fare il minimo rumore, corse al piano di sopra
a prendere tutti i documenti.
Rimase sbalordita di vedere grafici e
cartelloni.
Ieri dopo quella specie di accordo, si
erano rintanati ognuno a svolgere le proprie azioni in stanze
differenti. Evidentemente Zoro, aveva scelto di mettersi a lavorare.
Afferrò tutto quanto e con
difficoltà, lasciò l'appartamento, non prima di aver
preparato la colazione al suo capo.
Mugugnò un imprecazione alla
vista del traffico mattutino.
Ne aveva abbastanza. Forse era meglio
dare ascolto a quel notiziario su come la città fosse più
praticabile in metropolitana e a piedi.
-Non riuscirò a fare in tempo
per la farmacia-Sospirò fissando l'orologio.
Non poteva però aspettare domani
e sopratutto, non poteva aspettare ora.
Dentro di lei forse era già in
corso di fabbricazione un piccolo Roronoa e sicuramente, non era il
caso con tutti i casini che entrambi, volevano evitare.
Si promise mentalmente che nel
pomeriggio, sarebbe andata dal dottore e avrebbe preso un
appuntamento quella stessa mattina.
-Nami-La voce alle spalle la gelò.
La conosceva e ne aveva paura. Con un
sorriso tirato, si voltò e salutò Tashigi che come lei,
era diretta verso l'ascensore.
-Tashigi-La salutò cordialmente,
arricciando le punte dei piedi per il nervoso.
Ecco: quella era una scena a dir poco
disumana.
Lei, la cosiddetta “amante”
del capo, si trovava in ascensore con “la fidanzata” del
suo superiore. Doveva calmarsi...
-Oh-Sospirò Tashigi alla vista
del nuovo arrivato in ascensore.-Buon giorno-Salutò
educatamente, mentre Nami, abbassò lo sguardo.
-Buon giorno- Sgranò gli occhi
nel riconoscere quella voce e iniziò a sudare freddo.
Se quella di prima era una scena da
considerarsi disumana, quella in cui Nami stava sguazzando adesso era
a dir poco apocalittica.
Zoro, che per settimane era arrivato in
ritardo o come sempre, ad un orario consono a lui, quella mattina era
in perfetto orario.
In automatico, si schiacciò
nell'angolino più a fondo dell'ascensore e cercò di non
fissarlo in volto.
Tashigi avrebbe capito e non voleva
altre grane di prima mattina.
-Buon giorno segretaria-Sospirò
sonoramente Nami per quella specie di “stoccata” che lui,
pungente, le aveva rivolto. Stampandosi un finto sorriso, alzò
il volto e lo salutò.
-Buon giorno capo- Gli consegnò
il caffè che ancora caldo, teneva in mano.-Ecco il suo caffè-
-Molte grazie-La ignorò per poi,
tornare a fissare Tashigi.-Come mai così mattiniera?-Domandò
aprendo il bicchiere e iniziando a sorseggiare la bevanda.
-Ho delle questioni da parlare con
te-Gli spiegò brevemente la mora producendo un ghigno.-Spero
vivamente che potrai ascoltarmi se non hai troppo da fare...-
-No-Ammise Zoro-Nessun disturbo...per
la riunione ci penderai tu Cocoyashi- Le ordinò non appena le
porte dell'ufficio si aprirono.-La sala conferenze è al
sessantasettesimo piano.-Le comunicò fissandola freddo e
distaccato. In tutta risposta, lei ringhiò.
-Lo so-Urlò inviperita-Non sono
idiota!-
Quel gran bastardo e figlio di puttana
aveva preso alla lettera le sue parole.
Era stato uno sbaglio.
Un enorme sbaglio e adesso? Si metteva
a fare l'offeso con lei? Scosse il volto e con velocità,
affisse i grafici al muro. Cosa aveva da parlare con lui Tashigi e
sopratutto... che genere di affari aveva in mente?
In un baleno si immaginò una
scena che le fece venire il voltastomaco.
Tashigi, sdraiata sulla grande e grossa
scrivania di Zoro mentre lui, con vigore e passione, la penetrava. Le
si indurì lo sguardo al solo immaginarli.
Quello, non era sicuramente il posto di
quella stupida!
Quel posto così confortevole,
caldo e protettivo, era il suo posto personale. Era il suo!
Si portò una mano alla bocca non
appena quel pensiero la sconvolse.
Si appoggiò al muro di spalle e
sbiancò.
Non poteva essere vero...non poteva
essersi...
Abbandonò i suoi pensieri non
appena alcune persone entrarono nello studio. Veloce, depositò
davanti ad ogni individuo il fascicolo contenenti i dati contraffatti
della società. Aprendolo, li osservò ghignare contenti
uno ad uno. Smoker e Crocodile, seduti accanto, sembravano felici di
quello che stavano leggendo.
Evidentemente, si aspettavano quei
dati.
Con passo veloce, andò al pc in
modo da aprire il programma.
-Il capo arriverà presto-Li
confortò del ritardo che quell'imbecille, stava causando. Ok
qualche minuto, ma era passato un quarto d'ora da che erano saliti.
Nami inspirò profondamente cercando di calmarsi e far partire
il programma.
Era facile dirsi: calmati ma non
altrettanto, ascoltare i consigli e applicarli.
Le immagini di Zoro e Tashigi avvolti
insieme come due Sushi le fece salire la pressione a mille.
Doveva andare assolutamente a
chiamarlo.
La riunione era cominciata e lui era in
ufficio da troppo tempo. Si domandò mentalmente quanto potesse
durare un rapporto. Magari in un record di cinque minuti scarsi
entrambi si erano già soddisfatti...
Strinse le mani a pugno e sonoramente,
le sbattè sul tavolo facendo zittire i presenti.
-Vado a chiamarlo-Annunciò
scomparendo sotto l'aria stizzita di tutti.
Non appena si trovò davanti
all'ascensore, le porte si aprirono rivelando entrambi.
-Ti telefono questa sera-Annunciò
Tashigi leccandosi golosa le labbra.-A presto- Non appena Zoro
oltrepassò la soglia dell'ascensore, le porte si chiusero con
uno scatto.
Nami lo fissò imbronciata.
-è già
cominciata?-Domandò aggiustandosi il nodo alla cravatta.
-Si-Gli rispose incrociando le braccia
al petto.
-Ok-La superò.-Puoi tornare in
ufficio a rispondere al telefono.- Quel temperamento freddo la fece
innervosire. Che fine aveva fatto l'uomo dispettoso e bastardo che
aveva conosciuto?
-Zoro...-Lo chiamò non appena le
voltò le spalle-Zoro ascolta...-
-Ho detto-Si fermò nel corridoio
continuando ad ignorarla-Che il suo lavoro qua è finito. Può
tornare di sopra a rispondere al telefono.- Ogni singola parola le
sembrò un coltello, che crudele e in sequenza, la trapassava.
-Si...-Abbassò il volto
mordendosi il labbro inferiore.-Vado.-
Premette il tasto dell'ascensore e
attese.
Non appena le porte si aprirono, entrò
e si fissò allo specchio. Aveva un aspetto orrendo. Rimase
sorpresa nel sentire un rumore sorso salire per la sua gola, finchè
non si riscoprì disperata, a piangere.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Capitolo
18
Due mesi dopo
Con fare stanco, Zoro si portò
una mano a massaggiarsi il volto.
Era da ore che, con fare quasi
annoiato, fissava un foglio completamente bianco.
In poche settimane, l'azienda era
diventata una potenza mostruosa e approfittando della costruzione di
un nuovo centro commerciale, aveva dato una mano per aumentare i
profitti.
Ora che finalmente era terminato, dopo
irreparabili mesi di stallo, era stato invitato a partecipare
all'inaugurazione della struttura.
Non aveva un discorso però.
Se lo aspettavano tutti insomma, ma
proprio, nessuna parola riusciva ad uscire dalla sua mente.
Aveva passato la notte in bianco, a
scribacchiare ed appallottolare fogli di carta. Niente però
gli era sembrato adatto.
Sospirò profondamente
sprofondando nella comoda sedia e imprecò.
L'inaugurazione era quello stesso
pomeriggio e più che sentirsi teso, era stancamente stufo.
Il lieve bussare alla porta lo riportò
alla realtà.
Si schiarì la voce e tornò
composto con la schiena.
-Avanti-Mormorò prendendo la
penna in mano e tornando a far finta di scrivere.
-Permesso-Nami si fece avanti rimanendo
però sulla porta. Come sempre, sguardo chino, fogli alla mano
e un espressione spenta in volto.
Assottigliò le labbra e alzò
lo sguardo verso di lei.
-Vieni avanti-Gli concesse con un breve
cenno della mano. Ancheggiante sui tacchi, la rossa si posizionò
davanti alla sua scrivania.
Come ogni mattina, depositò la
tazza di caffè caldo e attese il permesso di parola.
-Come vedi, sono molto indaffarato-Le
spiegò abbozzando un paio di frasi che nemmeno lo
convincevano.-Perciò, vedi di sbrigarti...-Il loro rapporto
era diventato duro, come il cemento. Abitavano ancora nella stessa
casa, ma da “conoscenti” erano diventati due estranei.
Entrambi non si parlavano e poche volte, con i loro orari, si
incrociavano. Zoro molte volte neanche tornava a casa. Ferita dalla
situazione, Nami si era spostata fuori dal suo ufficio, nel piccolo e
angusto corridoio. Zoro non aveva rifiutato la sua offerta. L'aveva
liquidata con un: “benissimo” ed era tornato a lavoro.
Nami in compenso, se Zoro era diventato un pezzo di pietra, lei si
era trasformata in una segretaria docile. Non era assolutamente nel
suo carattere farsi mettere i piedi in testa, ma ogni giorno,
rimaneva costantemente ferita da lui. Il loro rapporto quindi era
piombato in un vortice del tutto professionale. Capo e segretaria.
Niente di più.
-Le ho portato il discorso di oggi
pomeriggio- Depositò sulla sua scrivania una cartellina
contenente dei fogli.-Ho pensato che essendo molto impegnato e pieno
di impegni, questo potesse in qualche modo sollevarle il
lavoro.-Bisbigliò a capo chino. In verità, lei voleva
aiutarlo. Entrambi lo sapevano e Zoro, più di lei.
-Ci darò un occhiata più
tardi- Afferrò una fila di documenti ignorandola
volutamente.-Chiama il mio autista e ordinagli di passare a prendere
Tashigi per le...-Si fermò. A che ora era quello stupido
taglio del nastro? Fissò Nami in segno di aiuto e prontamente,
si sentì rispondere.
-Per le tre e un quarto di questo
pomeriggio-
-Esatto-Si alzò in
piedi.-Inoltre, voglio che Tashigi trovi nella limousine quella borsa
stupida che mi ha chiesto.- Dopo pochi giorni, Nami aveva scoperto
cosa era successo all'interno dell'ufficio di Zoro quella mattina. Il
padre di Tashigi, l'aveva eletta presidentessa della sua azienda.
Aveva consegnato una lettera di dimissioni a Zoro ed era diventata
immediatamente famosa. Sotto l'occhio dei riflettori, aveva
spifferato la presunta relazione con Zoro e adesso, tutti si
aspettavano l'unire delle compagnie. Ma tutto questo, non l'aveva
scoperto da Zoro, no.
Lo aveva visto al telegiornale.
Con sguardo vacuo, seduta sul lussuoso
e comodo divano, aveva sentito la notizia ed era rimasta inebetita.
Zoro, rientrato dal lavoro, trovandola a vedere il notiziario e con
uno sguardo ferito, le aveva urlato che non le doveva dare
spiegazioni.
I due avevano quindi tagliato ogni
rapporto.
-Contatterò il negozio e dirò
loro di preparala-Annuì.
-Molto bene-Si alzò in piedi
andando verso la finestra. Zoro osservò il panorama e inspirò
a fondo.
-Devo farle recapitare una giacca o un
abito per l'occasione?-Domandò Nami prima di congedarsi.
-No- Si assestò bene gli
occhiali-Puoi tornare alle tue occupazioni.-
-Come desidera capo.- Con un cenno del
capo, voltò le spalle e si diresse alla sua postazione.
Non appena la porta si chiuse, Zoro si
precipitò alla scrivania a tirare fuori il discorso da quella
stupida cartellina color arancio. Si mise comodo a sedere e lo lesse
attentamente.
Velocemente lo passò in rassegna
e imprecò a fior di labbra non appena lo terminò.
Perfetto. Estremamente perfetto.
Era esattamente quello che avrebbe
voluto dire e quello che la gente voleva sentire. Iniziò a
ripeterlo a voce alta cercando di far sembrare la lettura scorrevole
e convinto, per poi fermarsi.
Si tolse gli occhiali depositandoli
accanto a se e si passò una mano tra i corti capelli.
Nami, come molte settimane a questa
parte, aveva preso il suo lavoro sul serio. I grafici che le ordinava
di fare, erano perfetti e precisi. I discorsi e i vari rapporti,
erano splendidi, scorrevoli, pratici e comprensibili. Un giorno,
l'aveva trovata addormentata nel suo studio con libri e pagine
internet riguardanti gli affari e il “come gestirli”.
La promozione che le aveva promesso e
l'aumento, non erano mai arrivati.
Le pagava tutte le bollette e ogni
mese, sul suo conto, depositava la differenza dei soldi che il suo
stipendio portava, ma sempre di nascosto.
Dopo la notizia di Tashigi, non poteva
promuoverla senza attirare l'attenzione.
Non si era mai lamentata però.
Gli consegnava i lavori sempre in orario anche se rimaneva a lavoro
oltre l'oltre l'orario.
Molte volte ci lavorava anche a casa e
ultimamente, non era mai uscita.
Chiuse gli occhi e abbassò il
volto.
Era colpa sua e lo sapeva. Sapeva di
essere lui quella merda che le aveva tolto quello splendido sorriso.
Alzò il volto verso il caffè ancora caldo e lo prese.
Era già zuccherato e ormai,
aveva imparato a conoscerlo. Molte volte, si era lamentato per
l'amarezza del caffè del bar e lei, di nascosto, ogni mattina
glielo preparava da casa.
Aprì la confezione e se lo portò
alle labbra, facendo così, rilassare i sensi.
Per preparalo, per arrivare in ufficio
in orario e tutto, Nami si svegliava alle cinque e mezzo.
Arrivava in ufficio alle sette e un
quarto e aveva smesso di prendere la macchina.
Ogni dannato giorno prendeva il treno o
la metropolitana e molte volte, era tornata a casa a piedi per i
continui scioperi.
Perchè non le offriva un
passaggio dunque?
Perchè non una parola di
conforto o un ringraziamento?
Se anche si fosse permesso un solo
gesto, tutto sarebbe crollato. Non sarebbe più riuscito a
trattarla freddamente e avrebbe gettato quella maschera cinica per
poterla nuovamente baciare e abbracciare.
Le mancava.
Le mancava terribilmente anche se erano
divisi da un solo muro. Le mancava anche se abitavano nello stesso
appartamento. Le mancava sopratutto unirsi a lei.
-Dannazione- Bevve un altro sorso di
caffè e tornò al discorso. Non doveva deconcentrarsi,
assolutamente.
Tornò a leggere le prime righe e
il volto di Nami, sorridente e colorato, si sovrappose alle parole.
Rideva, scherzava, si incavolava e lo
offendeva.
La Nami di adesso era sempre pallida,
mogia, servile e non mostrava mai il suo sguardo. Indossava i vestiti
che lui, le aveva fatto comprare, ma con enorme nostalgia, la
preferiva con quel suo vecchio tailleur color petrolio e lo sguardo
severo e magnificamente vitale.
“Fingiamo che non sia mai
successo”, “è stato uno sbaglio”, “non
possiamo”... Tutte queste frasi ancora ronzavano nel suo
cervello e Zoro, ne era stufo.
Sobbalzò nel sentire nuovamente
la porta battere. Cercando di nuovo compostezza, concesse il permesso
a chiunque si trovasse dall'altra parte di entrare. Sgranò gli
occhi non appena vide Mihawk varcare la soglia.
Strinse i pugni, ma decise di restare
calmo.
-Ho bisogno di parlarti-Annunciò
Drakul avvicinandosi lento e composto. Zoro annuì, era da
tanto che entrambi non si parlavano.
-Ti ascolto Papà.-
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitolo
19
L'entrata di Mihawk nell'ufficio, lo
lasciò perplesso.
Era sempre stato un tipo taciturno da
quando lo aveva conosciuto, ma una discussione vera e propria con
lui, non l'aveva mai avuta.
Aveva sempre parlato di affari,
dell'azienda, di sua madre...del sesso, anche se in ritardo di anni,
ma di una questione seria e sopratutto, voluta da lui, mai.
Con sguardo attento, Zoro fissò
il suo vero padre. Mihawk era stato distante, quasi uno sconosciuto e
solo da pochi anni aveva saputo di lui.
-Mettiti a sedere-Il verde indicò
la comoda poltrona accanto alla scrivania. Senza farselo ripetere due
volte, l'uomo accettò la sua richiesta. -Di cosa vuoi
parlarmi?- Cercò di arrivare subito al punto. Non amava girare
intorno al problema anche se, con Nami effettivamente, lo stava
facendo alla grande.
-Tua madre, mi ha rivelato dove abiti
al momento-Zoro digrignò i denti e imprecò ad alta
voce.-Abiti dalla tua segretaria?-
-Papà...-
-Hai intenzione di fare come
quell'altro imbecille?-Domandò imperioso contenendo però,
il tono di voce.-Vuoi rovinarti la vita?- Zoro scosse il volto. No,
non voleva rovinarsi la vita certo, ma neanche l'azienda. Nami non
era una rovina, come poteva esserlo? Stava così bene con lei,
sentiva che era così...giusto.
-Non lo sa nessuno-Lo precedette-L'ho
detto solo al mio autista e a mamma, per l'appunto-Abbozzò un
sorriso-è preoccupata che non mi nutra a dovere...-
-Lo so-Annuì rilassandosi contro
lo schienale-Sono io che a casa, la sera, la sento imprecare e
chiedere se il suo unico figlio mangia abbastanza.- Il sorriso di
Zoro si allargò maggiormente. Sua madre non era affatto
cambiata. Alzò gli occhi verso il padre e si dovette
ricredere. In effetti, il suo umore e la sua vita, erano migliorate
grazie a lui.
-Papà-Lo chiamò
sospirando pesantemente.-Abitiamo solo assieme...nient'altro-Lo
rassicurò non convincendolo.
-Conosco bene Cocoyashi sai?-
Elegantemente, Mihawk intrecciò le dita tra loro.-è da
anni che lavora qua...-
-Posso immaginarlo-Lo ascoltò
attento Zoro.
-è sempre stata un ottima
segretaria a detta di Shanks. Gli piaceva la sua lingua lunga e la
sua aria frizzante-Ridacchiò appena-Ma ti giuro
figliolo.-Posizionò i suoi grandi occhi color dell'oro su di
lui-adesso è irriconoscibile...è diventata l'ombra di
se stessa.- Al solo sentire le sue parole, Zoro ingoiò a
vuoto. Lui lo sapeva, ma che anche gli altri notassero quel
cambiamento, era veramente doloroso.-Centri qualcosa in tutto
questo...è così?- Cosa doveva fare? Mentire? Urlargli
che era tutta colpa sua? Solo ed esclusivamente sua?
-Si-Ammise infine chinando il volto.
Strinse le mani in dei pugni, tanto da far sbiancar le nocche.
-Non è solo una storia vero?-
Era terrificante come suo padre, sapesse leggergli dentro.
-No.-Rispose di nuovo, mantenendo però,
un tono basso.- Sono...uguale a Papà...- Prese un grande
respiro.
-Non sei uguale a quell'altro scemo- Lo
rimproverò.-Doflamingo, ha tradito tua madre con la sua
segretaria, questo lo sanno tutti. L'azienda grazie alla sua
scappatella ci ha rimesso la reputazione, ma è scesa
maggiormente quando si è venuto a sapere che non la tradiva
solo con la segretaria, ma con tutte...-
-E dopo il divorzio, ti sei fatto vivo
con la mamma...-
-Sono tornato da voi, si- Sua madre e
Mihawk, fin da quando erano giovani si amavano. Hancock però,
era una donna volubile e si era fidata di Doflamingo. Dopo alcuni
mesi, si era accorta di aspettare Zoro, ma ormai, si era già
sposata. Con la scusa della scappatella, aveva chiesto il divorzio e
finalmente, era tornata con l'uomo che amava. Non erano sposati, non
ancora, ma la cosa minacciava di essere attuata da un momento
all'altro.-E ora sono molto felice che tu abbia preso in mano la
società di famiglia.- Era strano che suo padre fosse così
orgoglioso di lui. Nessuno sapeva della loro parentela ancora, grazie
anche, al cognome differente.
-Ma rispondimi sinceramente adesso
Zoro- Si alzò in piedi a fissare il figlio che ogni giorno,
affondava nel dolore.-Ami Nami?- Zoro sussultò.
L'amava?
Iniziò a domandarselo e la sua
mente, fu percorsa solo dai ricordi passati assieme a lei.
La macchina distrutta e la litigata al
bar. La faccia che aveva fatto appena l'aveva visto a lavoro e
sopratutto, quella dove era piombato a casa sua intromettendosi nella
sua vita.
Il ricordo più caro però,
era stato quel bacio, quasi surreale che si erano scambiati nel
locale. Non era per finta. Non era per imbrogliare Crocodile o
Tashigi. Lo aveva dato con reale sentimento.
-Non potrei comunque stare con
lei...-Si alzò a sua volta fissando il padre.-Se io stessi con
lei, getterei fango sulla società...e otterrei quella di
Tashigi che sta andando a picco.-
-Sarebbe così grave?- Con un
espressione dolorosa, Zoro annuì. Afferrò i nuovi
grafici che Nami gli aveva consegnato e li affidò al padre.
-Beh-Si ritrovò a borbottare
Mihawk-Questa mossa te l'ho insegnata io...- Zoro ghignò. Si,
questo era uno dei pochi insegnamenti validi che suo padre gli aveva
dato e che, aveva sempre messo in atto: truccare i dati.
-L'azienda però va a
meraviglia.-Si ritrovò a guardare i grafici orgoglioso.
-Si, per questo, non potrei gettare
alle ortiche tutto adesso...- Mihawk sospirò e per una volta,
si ritrovò a concordare con il figlio.
-Quel contratto è una vera
merda.-Borbottò il moro posando i fogli sulla scrivania.
-Lo penso anche io-Annuì Zoro
scuotendo il volto.
-Chissà cosa aveva per la testa
tuo padre...-
-Non lo so-Imprecò
raggiungendolo-Non certo la mamma...- L'uomo si ritrovò ad
annuire con il figlio.
-Chiamerò il mio avvocato-Battè
una pacca sulla spalla del verde.- Devo sentire per il
matrimonio...ma posso chiedere se c'è qualche scappatoia per
te.-Zoro sgranò gli occhi. Sul serio l'avrebbe fatto?
-Veramente?-Domandò incredulo.
-Certo- Gli sorrise.-In questo genere
di contratti prematrimoniali, c'è sempre una scappatoia no?-
Si avviò alla porta-E poi con chi credi di parlare?- Domandò
con un ghigno-Sono tuo padre no?-
Non appena Mihawk lasciò lo
studio di Zoro, Nami sospirò. Aveva già avvertito Usopp
e chiamato il negozio per quella stupida borsa. Tutti gli
appuntamenti del suo capo, erano stati spostati per la settimana a
venire. Con sguardo annoiato, fissò l'orologio al polso: erano
l'una e un quarto e aveva una fame tremenda.
-Non vai a mangiare?-La voce di Zoro la
fece sussultare. Alzò gli occhi nei suoi, per poi, abbassarli
immediatamente. Non voleva incrociare il suo sguardo.
-L'orario è già passato
da un pezzo-Ammise cercando tra i fogli, qualcosa da poter fare.-
Mangerò più tardi.-
-Io voglio che tu, mangi adesso- Si
posizionò di fronte a lei posando entrambe le mani ai lati
della scrivania. Nami sudò freddo, non doveva fissarlo...
-Guardami-Le ordinò stufo di
vederla sempre a capo chino. Era una cosa che nel suo nuovo
atteggiamento, non sopportava.
Lentamente però, il suo ordine
venne accolto e il suo cuore perse un battito alla vista, di nuovo,
di quei deliziosi occhi color cioccolato che tanto, gli erano
mancati.
-Adesso, eseguirai alla lettera, quello
che ti dirò di fare.- Abbozzò un ghigno che la confuse.
L'afferrò per un polso costringendola ad alzarsi e le infilò
in mezzo ai seni, una banconota da cinquanta berry. Quell'azione, la
fece imbarazzare oltre ogni limite. Le guance le diventarono rosse e
per puro miracolo, resistette all'impulso di prenderlo a botte.
-Ora-La fissò deciso-Vai a
rimpinzarti di cibo che sei secca come un chiodo.- Le si avvicinò
andando dietro alle sue spalle.-Mangia come se non ci fosse un
domani-La spinse verso l'ascensore lasciandola allibita.
-C-capo ma ho altri impegni!-Cercò
di trovare una scusa qualunque.
-Il mio secondo ordine e impegno che
dovrai assolvere dopo aver divorato mezzo negozio, è di andare
a casa e farti un bel bagno-Con una mossa della mano, richiamò
l'ascensore che pigro, iniziò la lunga salita.
-Terzo-Si avvicinò al suo
orecchio-La tua scrivania deve stare, dentro il
mio ufficio-Le sussurrò roco all'orecchio facendola
tremare.-Ci siamo chiariti, signorina Nami?- Al solo sentire la sua
voce, così sensuale e tanto nostalgica, non potè fare a
meno di annuire.
-S-Si...-
-Brava-
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Capitolo
20
Era quasi strano vedere quella serie di
divanetti davanti all'ufficio di Zoro.
Per due mesi interi, quella era stata
la sua postazione e per ore, senza far niente, aveva fissato gli
stravaganti quadri appesi alle pareti.
Dovevano essere molto costosi, ma
l'arte moderna non era mai riuscita a comprenderla.
Fissò con un sospiro l'orologio
che portava al polso e con decisione, decide di varcare la soglia
dell'ufficio.
Erano le sei e cinquatacinque.
Il treno quella mattina era arrivato in
orario e per sua fortuna, nessuna complicazione meteorologica. Con
accuratezza, posò la sua valigetta sopra la scrivania che,
come Zoro aveva promesso, era tornata a rendere omaggio all'ambiente.
Anche se lei si era trasferita nel
corridoio, Zoro non aveva mai osato trovare un rimpiazzo per quel
posto libero che si era creato. Ci poteva stare bene una vetrinetta o
una libreria. No.
Le aveva ordinato di tornare a lavorare
con lei.
Posò il contenitore del caffè
sulla scrivania e un piccolo particolare che prima non aveva notato,
la fece fermare. Sopra la sua scrivania, c'era una scatola.
Dal colore arancione e dall'aspetto
semplice, decise di aprirla. Rimase stupita di vedere un grosso pezzo
di torta.
-Torta al mandarino-Una voce profonda,
la fece sobbalzare. Piegò il volto da una parte e si stupì
di vedere Zoro entrare in ufficio. - Buon giorno- Come le era ormai
di Routine, abbassò il volto.
-Buon giorno capo- Incartò con
un gesto veloce la piccola delizia. -La sua torta- Gliela consegnò.
-Veramente-La corresse trascinando
dentro l'ufficio una sedia.-Quella è tua.- Quella rivelazione
la sconvolse. Zoro, che le prendeva una torta?
-Come?-
-Ti alzi la mattina presto e non fai
colazione-Chiuse la porta con un tonfo e avvicinò la sedia
davanti a lei. Andò dritto alla sua scrivania a prendere un
pacchetto simile al suo e due tazze da caffè. -Cosa credi, che
non ti senta quando esci di casa?- Elegantemente, si mise a sedere.
-Non pensavo di fare così tanto
rumore...-Sospirò Nami imitandolo e mettendosi a sedere a sua
volta.
-Non ne fai infatti-La corresse lui
aprendo il suo contenitore.-Non ho pensato alle forchette, ma le mani
sono un ottimo modo di mangiare ugualmente- Afferrò un pezzo
di torta al cioccolato e l'avvicinò alle labbra. Molte volte
avevano fatto colazione assieme, ma adesso, anche quella singola
azione, le sembrava così...intima.
Con diligenza, scartò il
pacchetto e prese con entrambe le mani la torta. Appena ne assaggiò
un pezzo, le sue papille gustative cantarono di gioia. Erano anni
ormai che non mangiava una torta ai mandarini così buona...
-Ti piace?-Le domandò leccandosi
le dita. Nami annuì riprendendo immediatamente a mangiare.-Ne
sono felice-Ammise con un sorriso.
Ecco, quella reazione la spiazzò
del tutto.
Cosa era preso a Zoro adesso?
Prima era un completo bastardo, poi un
cinico uomo e infine un premuroso capo.
Tutto ciò la confondeva.
Ovviamente non voleva sperare in qualcosa, ma il suo cuore poco le
dava ascolto.
-Se vuoi, posso portartela tutte le
mattine-Le propose leccandosi le labbra.
-Eh?-Alzò il volto, sconvolta da
tanta generosità.
-Non mi stavi ad ascoltare
vero?-Domandò con un ghigno. In risposta, Nami si strinse
nelle spalle.
-No, mi spiace-
-Ho detto-Le ripetè Zoro
paziente-Che se vuoi, posso portartela ogni giorno.- Con energia,
Nami scosse il volto.
-Non si prenda tanto disturbo per
me!-Mosse le mani in segno di diniego.
-Ti avverto-Afferrò il container
del caffè.-Se non ti vedo mangiare regolarmente ogni mattina,
te la troverai sulla scrivania... sempre.-Svitò il tappo e con
un gesto della mano, la versò in entrambe le tazze. Avvicinò
quella color arancio a Nami che subito, prese.
-Io...-Cercò di ribattere ma
inutilmente-Va bene...-
-Inoltre-Si sporse verso di lei
alzandole il mento- Vorrei essere guardato in faccia quando parlo...-
Immediatamente, si scostò da lui. Quel tocco così
inaspettato bruciava sulla pelle. Con impegnò, cercò di
non alzare lo sguardo ma nuovamente, venne afferrata per la
mandibola.-Mi hai capito Nami?-Domandò serio. Non ottenendo
risposta però, Zoro mollò la presa.
La tazza che Nami pochi attimi prima
reggeva tra le mani, la posò tremante sulla scrivania.
Era confusa, con il cuore che
frenetico, non smetteva di pompare.
-Io mi sono stufato-Annunciò
Zoro ad alta voce in modo che lei, potesse udirlo. Si alzò in
piedi costringendola ad alzare il volto.
-Eh?-Rimase paralizzata nel vederlo
chiudere la porta. Afferrò il cellulare dalla tasca e
controllò il display. Niente.
Ancora suo padre non gli aveva fatto
sapere niente di niente. Con uno scatto, lo chiuse e lo gettò
a terra. Si voltò verso Nami e afferrandola per i polsi, la
costrinse ad alzarsi in piedi.
-Pensi che sia ancora uno
sbaglio!?-Domandò imperioso facendola tremare.-Pensavi sul
serio quello che hai detto?! Lo pensi ancora?-Scossa, dischiuse le
labbra per cercar di dar voce ai suoi pensieri, ma nulla. Il vedere
Zoro così indiavolato con lei, che ancora, sperava nella loro
relazione, l'aveva lasciata di stucco.
-Rispondimi almeno!-La pregò
avvicinandola alla parete. Nami sentiva la gola secca, le gambe molli
e la pelle accaldarsi.
-Io...-Cercò di parlare, ma
niente sembrava adatto.
-Tu cosa?-Chiese avvicinandosi
maggiormente.-Cosa?- Nami chiuse gli occhi.
-Non...non lo so più...- Quella
risposta lo lasciò in silenzio. Impaurita di aver commesso un
ulteriore errore, aprì gli occhi. Zoro, di fronte a lei, la
fissava come se avesse davanti a se la cosa più bella mai
vista al mondo. Con lentezza, le posò le mani sui fianchi e la
spinse contro di se. Sgranò gli occhi Nami al solo sentire il
suo corpo.
Quanto gli era mancato il suo odore
così virile, quel calore che riusciva ad emanare e il forte
senso di beatitudine tra le sue braccia.
-Almeno non è un no-Mormorò
Zoro contro il suo collo.
No, non era un no. Era un si.
Un si urlato dal profondo del cuore,
troppo spaventata però per poterlo dichiarare e dire ad alta
voce. Quel si che strepitava per volergli dire che non era attrazione
come avevano precedentemente pensato, ma qualcosa di più.
-Zoro...-Bisbigliò il suo nome
alzando entrambe le mani a circondargli il collo.-Zoro...-Lo ripetè
con la voce che incredibilmente, si era incrinata.
-Nami-Intensificò l'abbraccio
quasi a volerla inglobare contro di se.-Maledizione...-Imprecò
alzandole il volto-Non è uno sbaglio accidenti!- Con gli occhi
lucidi, Nami riuscì a scuotere il volto.
Non poteva essere un errore essere così
felici.
-Hai ragione...- Mormorò tirando
su col naso.
Non c'era bisogno di altre parole,
entrambi avevano compreso quello che il compagno pensava dell'altro.
Svelto, Zoro scese a baciarla, la passione che in quei mesi aveva
soppresso era finalmente tornata a galla. Assaporò con
nostalgia le labbra di Nami, così morbide e deliziose; il
sapore di mandarino ancora presente nella sua bocca. Intensificò
il bacio non appena la sentì rispondere con altrettanta
passione.
Con una mossa, la prese in braccio e
con altrettanta delicatezza, la depose sulla sua scrivania.
Il vasetto delle matite cadde a terra,
così come i portafoto contente le foto di lui e Tashigi. Al
diavolo... Con una mossa del braccio, fece cadere ogni oggetto, in
modo da avere quel piccolo appoggio solo per loro.
Abbassandosi con la schiena, tornò
a baciarla, le mani di entrambi che vagavano alla ricerca del corpo
del compagno. Mugolò soddisfatto contro la sua bocca non
appena sentì le gambe di Nami circondargli la vita e
avvicinare il bacino al suo.
-Questa è la mia Nami-Mormorò
tra un bacio e l'altro, felice di vederla esplodere di energia. Alzò
il volto di qualche centimetro, soddisfatto di vederla fissarlo negli
occhi.
Si perse nel contemplare il suo
magnifico colore, le ciglia lunghe e seducenti.
-Mia?-Ripetè lei inarcando le
sopracciglia. Una dolce scarica di adrenalina, annunciò a Zoro
il ritorno della sua segretaria. Con un sorriso sghembo, scese a
baciarla.
-Dovresti saperlo...- La mise in
guardia-...Sono un tipo molto egoista.-
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Capitolo
21
Aveva una strana sensazione addosso.
Si sentiva visibile, esposta. Era come
se qualcuno le avesse messo un enorme cartello sulla schiena che
segnalava che lei, era l'amante di Zoro.
La parola amante però, la
sviliva. Preferiva definirsi, come diceva lui scherzosamente, la sua
“fiamma” e il rifermento ai suoi capelli, era del tutto
voluto.
Con fare distratto, si passò una
mano sul collo, sfiorando da sotto il colletto della camicia, il
violaceo succhiotto che Zoro, le aveva fatto la sera prima.
La scrivania era stata solo la punta
dell'iceberg. Dopo la riconciliazione, l'aveva presa, tornati a casa,
in ogni dove: sul tavolo, sul divano, nella vasca e a letto.
Come aveva predetto il verde, entrambi
condividevano lo stesso letto adesso.
Le mancava il suo?
No, anzi, ci stava magnificamente. La
notte era abbastanza fredda e il calore del corpo del compagno, la
riscaldava a dovere.
-Battiamo la fiacca?-La voce di Zoro la
fece tornare con i piedi per terra.
-Eh? Cosa?-Alzò il volto verso
il suo, solo per vederlo ghignare. Aveva in mano il telefono della
sua scrivania ed era seduto comodamente da un lato. Dio, era così
persa nei suoi pensieri che nemmeno si era accorta del trillo del
telefono.
-Ufficio di Roronoa-Rispose per lei
portano una mano dietro al suo collo.-Si-Confermò-Parla con il
sottoscritto- Nami chiuse gli occhi non appena le dita di lui,
iniziarono ad accarezzarla lentamente. -Umh, una cena?-Domandò
Zoro non smettendo di muovere la mano-Per questa sera?-Allontanò
per un attimo la cornetta dal suo volto.-Puoi controllare se abbiamo
impegni per domani?-Le domandò mettendo fine alla carezza.
-Per domani?-Ripetè Nami
riprendendosi e aprendo l'agenda. La sfogliò velocemente e
scosse il volto.-Nessuno-
-Allora vada per stasera-Confermò
Zoro mettendo poi giù il telefono. Con un sospiro, Nami si
ritrovò a sbuffare.
-Chi era?-
-Sei gelosa?-Ghignò in risposta
scendendo dalla scrivania.
-Affatto- Volse lo sguardo altrove-
Devo solo annotarlo- Indicò l'agenda con la penna già
pronta.
-Ebbene, era la bellissima attrice di
film porno Hina...la “gabbia nera” mi ha chiesto una
parte nel suo prossimo film sadomaso e quindi vuole mettere alla
prova le mie prestazioni...-Si interruppe immediatamente non appena
sentì l'agenda contro la spalla.
-Imbecille!-Si alzò in piedi
solo per picchiarlo maggiormente.
-Non ci credi? Ho il suo numero sul
telefono eh!-Continuò a stuzzicarla Zoro non riuscendo a
smettere di ridere.
-Vaffanculo, prenditi la sifilide per
quel che mi riguarda!- Lo liquidò Nami mettendosi nuovamente a
sedere.
-Adoro quando fai la gelosa-Si chinò
dietro la sua poltroncina a baciarla sotto l'orecchio.-Questa sera,
io e te, siamo stati invitati ad una cena.- Non era strano che Zoro
partecipasse a delle cene per lavoro, ma il fatto che l'avesse
coinvolta con se, era del tutto incomprensibile.
-Io?-Inarcò le sopracciglia-E
che centro?-
-Centri sempre tu...-Iniziò a
mordicchiarle la pelle.
-Oh Zoro...-Sospirò cercando di
contenere i propri ormoni-Parla ti prego.-
-Mio padre, ci ha invitati a
cena...-Spiegò brevemente-Per affari-
-Tuo padre?-Sgranò gli occhi-Oh,
beh, allora devo dare una buona impressione...-Zoro sorrise e la fece
voltare.
-Non è il mio vero padre-Ammise
appoggiandosi alla parete dietro di se. Quella rivelazione la lasciò
di stucco.
-Come no?-
-Ho un altro papà-Ridacchiò
della sua espressione.-Per farla breve, dovremo andare a cena con
l'ex marito di mia madre- Ci mise del tempo Nami per assimilare
l'informazione.
-è lui che ti ha coinvolto in
quel contratto?-
-Esatto-Annuì.
-E il tuo vero padre...-Cercò di
farlo continuare a parlare di se.
-E il mio vero padre è diventato
il fidanzato attuale di mia madre- Nami sospirò di sollievo e
si alzò in piedi.
-Sembri molto legato a lui- A
differenza di quello che era successo, Zoro annuì. Dopo tre
giorni da quando aveva fatto pace con Nami, gli era giunto finalmente
un messaggio.
Mihawk lo aveva rassicurato
avvertendolo che aveva sottoposto, assieme a sua madre, la questione
ad un loro avvocato di fiducia. Al solo leggere il nome di Edward
Newgate, si era tranquillizzato.
-Per la serata, dobbiamo stampare i
nuovi grafici che mi hai portato la settimana scorsa- Le spiegò.
-Non i veri dati?-Nami aggrottò
la fronte perplessa.
-Lui vuole comprarci Nami-Si mise a
braccia conserte-Con la scusa che è mio padre, vuole unire la
mia e la sua compagnia- Zoro digrignò i denti. Non l'avrebbe
mai fatto. Si era reso indipendente da solo, formando una compagnia
tutta sua. Era arrivato al successo con le sue sole forze e non
grazie a quel coglione di Donflamingo. Gli venne da ridere al ricordo
di Bellamy mesi prima.
Suo cugino voleva unire le forze con
lui per rovesciare suo Zio.
Per quanto la cosa poteva sembrare
allettante, quella sfida non gli interessava.
-E tu non vuoi-Finì lei per lui.
-Già- Sospirò
sonoramente- La ditta “il fenicottero” non ci comprerà-.
In gran segreto, Zoro aveva fatto
arrivare per lei, un meraviglioso abito da sera della facoltosa
Criminal. Color blu, linea a sirena, profonda scollatura sul
didietro. Le lasciava la schiena nuda, un particolare che, con
immenso piacere, si sarebbe prestato a coprire con la sua giacca.
-Nami-Urlò a gran voce sul
divano-Se in bagno da circa un ora!- Quella furia dai capelli rossi,
era entrata prima di lui. Non riuscendo ad aspettarla, aveva
usufruito del secondo bagno, rendendo veritiera e ancor più
importante la sua creazione.
-Nami!-La chiamò ancora, volendo
sapere quanto ancora ci avrebbe messo. Erano il largo anticipo, ma
sperava in un po' di movimento pre-serata.
Con solo un paio di boxer neri e una
bottiglia di birra in mano, fissava lo schermo senza interesse.
Era tutto così assurdo, la
situazione lo era.
Aveva sempre vissuto nel lusso e
seguito la dura etichetta suo padre e sua madre gli avevano ordinato.
Stare nudo davanti alla tv a sorseggiare birra, era un atteggiamento
che non avrebbero mai approvato. Indossare vestiti di seconda mano,
ugualmente.
Convivere addirittura, era una cosa
inaudita. Ancora ricordava le urla isteriche di sua madre Hancock.
Stare con Nami, lo aveva fatto cambiare
in meglio. Certo, non era una cosa da pensare vestito pressochè
con niente, ma le era debitore.
Non appena sentì il fastidioso
suono del phon, ringraziò il cielo. Nami si era dedicata
finalmente ai capelli e questo significava che il bagno era finito.
Si portò alle labbra la
bottiglia quasi vuota e percepì nell'aria il suono del
campanello.
Gettò veloce uno sguardo
all'orologio alla parete e scosse il volto; non peteva sicuramente
essere Usopp, troppo presto.
-Nami suonano alla porta!-L'avvertì
ma senza successo. Con un sospiro, andò lui stesso e si
ritrovò a chiedersi chi diavolo fosse.
Che fossero i vicini? Ormai avevano
capito che convivevano ma vecchi e rimbambiti, non avevano idea di
chi fosse.
Non appena il videocitofono venne
azionato, nessuno figurava nel video. Zoro si grattò il collo
perplesso. Significava dunque che la persona, si trovava di fronte
alla porta.
Un senso di allerta scattò nella
sua mente e per precauzione, decise di controllare dallo spioncino
chi fosse.
Si ritrovò a sudare non appena
riconobbe la persona fuori dalla porta.
Capelli lunghi e neri, occhiali e
quello sguardo duro e insopportabile.
Ingoiò a vuoto allontanandosi
immediatamente.
Era nella merda.
Che diavolo ci faceva Tashigi lì?
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
Capitolo
22
La prima impressione che si era fatto
di Tashigi, era quella giusta.
L'aveva trovata insipida, con un
carattere morale delle volte eccessivo e fin troppo morbosa e
piagnucolosa. Inoltre era sbadata.
Ricordava che solo una settimana prima,
gli aveva fatto una testa così per una borsa che aveva visto
in vetrina. Gli aveva urlato: la voglio!, solo perchè la sua,
era caduta, grazie a lei, in una pozza di fango.
Una borsa era una borsa e la sua
funzione principale era il “contenere”.
Che senso aveva spendere soldi
inutilmente per una stupida borsa che, dell'egual misura e forma, ma
senza una griff, costava meno ma aveva la solita funzione?
Con disperazione ed esasperazione,
aveva fatto comperare quella stupida borsa per tapparle la bocca. La
stessa stupida borsa che adesso, davanti alla porta, teneva al
braccio.
Zoro si allontanò pian piano,
ritrovandosi a chiedersi mentalmente, cosa diavolo quella donna ci
facesse lì.
Da quanto sapeva, lei e Nami non erano
amiche. Tashigi la odiava e il sentimento alla fine, era diventato
reciproco.
Non comprendeva la sua visita...che
l'avesse scoperto? Passò in rassegna tutti i nomi che
conosceva che effettivamente, sapevano della sua nuova abitazione, ma
oltre ai propri genitori, Usopp e Franky, nessuno, sapeva di quel
trasferimento.
Ingoiò nervoso la saliva e
lentamente, si spostò nel corridoio in direzione del bagno.
Tashigi ormai, aveva sentito che qualcuno era presente all'interno
dell'abitazione grazie al rumore provocato da Nami e conoscendola,
non avrebbe mollato.
Senza attendere un invito, entrò
nel bagno facendo sobbalzare Nami.
-Cosa c'è?-Borbottò
spegnendo il phon. Immediatamente, Zoro si slanciò verso di
lei, per accenderlo di nuovo.
-Hanno suonato alla porta-Urlò
nel frastuono.
-Cosa?-
-Hanno suonato alla porta-Indicò
l'ingresso.
-Ho un nano sulla torta?- Zoro sospirò.
Nami non lo faceva apposta a non capire e con pazienza e molta
cautela, le bisbigliò ad un orecchio la sua tragica scoperta.
-TASHI-Con prontezza, le tappò
la bocca.-Cosa ci fa qui!?-
-Non lo so!-Ammise turbato e
preoccupato-è ancora alla porta!-
-Se ne andrà prima o poi-Zoro
scosse il volto dispiaciuto.
-Ti ha sentito che sei in casa...ecco
il piano!-Alzò un indice-Io, vado a nascondermi...e tu, apri
alla porta. La fai entrare e se vede che abiti con qualcuno...fingiti
fidanzata!- Nami scosse impaurita il volto.
-COSA!?-L'osservò sparire dalla
sua vista non appena il citofono suonò un ulteriore volta.
-VAI!-
-Tashigi-Con un sorriso a trentadue
denti carico di tensione e stizza, aprì quel maledetto
portone.
-Nami-Ricambiò il saluto la mora
piegando da un lato il volto. Senza attendere un ordine preciso,
entrò dentro l'appartamento osservando l'ambiente che la
circondava.
Nami sperò dentro di se, che non
riconoscesse il tocco orientale di Zoro.
Bamboo, spade alle pareti, quadri
giapponesi...
Ma chi voleva prendere in giro!? Se lo
conosceva da anni, sapeva benissimo i suoi gusti no?
-Uao-Si ritrovò ammaliata a
commentare la stanza-Che bella casa!-Il suo complimento era sincero e
Nami, tirò dentro di se un piccolo sospiro di sollievo.
-Grazie mille-Le concesse un
sorriso-Qual buon vento ti porta da queste parti?-Domandò
cercando di non sembrare troppo invadente o agitata. Tashigi, sospirò
e si accomodò sul divano in pelle nera.
-Abiti da sola?-Come immaginato, aveva
aggirato la domanda. Seguendola, si sedette accanto a lei.
-Abito con il mio
fidanzato-Ridacchiò-Conviviamo...-
-Oh capisco-Annuì e l'occhio, le
cadde sulla piccola bottiglia di birra. Nami imprecò
mentalmente e subito, l'afferro e se la portò alle labbra. Il
liquido dentro era ancora fresco e immediatamente, cercò una
scusa per quella piccola e singolare presenza.
-Bere una bibita fresca dopo la doccia
e senza alcun dubbio molto rilassante-Rise nervosamente cercando di
finirla.-Ne vuoi una?-L'osservò scuotere il volto e la folta
chioma.
-No...in verità sono qua, perchè
sto cercando Zoro.- Nami si ritrovò ad annuire. In effetti per
giorni, era sparito dedicandosi solo ed esclusivamente a lei.
-Ok- Le fece segno di continuare a
parlare.
-E so che stasera, sei invitata a cena
da lui...- Con un sospiro, Nami tirò fuori il suo carattere da
segretaria. Zoro non era l'unico bravo nella recitazione.
-Si-Ammise-Abbiamo una cena con
l'azienda “il fenicottero”.-Le spiegò-So che è
il padre di Zoro...-Cercò altre informazioni ma poco sapeva
sinceramente.
-Il signor Doflamingo si-Tashigi si
rilassò contro lo schienale.-Pensavo fosse qua da te- Nami
scosse energica il volto.
-Oh No!-Negò-Il signor Roronoa
verrà a prendermi si, ma alle nove in punto-Gettò
veloce uno sguardo sull'orologio e notò con piacere che era il
largo anticipo di ore. - Sono sola soletta.-
-Non c'è il tuo ragazzo?-
-Il mio ragazzo?-Cercò una
scappatoia-Ah, no!-Sorrise-Lui è fuori per lavoro!-Smosse una
mano avanti e indietro.
-Parlami un po' di lui- Se Nami avesse
potuto, avrebbe imprecato ad alta voce. Ma l'avrebbe fatta pagare a
Zoro dopo che quell'arpia se ne fosse andata...e cara. Molto,
terribilmente, cara...
-Lui...-Cercò di ricordarsi i
volti dei suoi ex. C'era stato quel ragazzo carino nel bar...
Era biondo, pizzetto e strane
sopracciglia a girigogoli. Era durata poco: era stato un tremendo
donnaiolo.
-Ecco...- Le tornò alla mente
l'uomo più recente con cui aveva intrattenuto una relazione.
Anche questa, era durata molto poco. Era più vecchio di lei,
amava i sigari e faceva il carpentiere.
No...
-è un modello-Rivelò
infine iniziando ad avere brividi lungo la schiena-Un modelli di
vestiti si...-
-Oh-Rimase affascinata da quella
rivelazione-Sul serio?-Nami annuì.
-Ha i capelli rossi, è alto e un
espressione un po' minacciosa...- E un carattere di merda.
Eustass Kidd era stato il ragazzo a cui
aveva gettato in pasto la sua prima volta, ma anche l'uomo più
impossibile con cui trattare.
-Sembra simpatico!- No. Simpatico non
era il termine adatto. -Ad ogni modo, mi piacerebbe vederlo...- Nami
strabuzzò gli occhi per l'orrore di quella rivelazione.
Vederlo!? Cosa!?
-Tieni-Tashigi prese dalla borsa un
biglietto-è un invito per una festa- Nami osservò le
varie scritte e rimase a bocca spalancata. Il biglietto recava la
data dell'unici novembre. Se ricordava bene era la data del
compleanno di Zoro...
-Ma è...-Cercò di trovare
un senso.
-Una festa a sorpresa per Zoro-
Confermò i suoi pensieri con un sorriso.- Ho pensato che, dato
che sei una sua fidata collaboratrice, potesse fargli piacere
vederti- Si alzò in piedi.-Ma acqua in bocca!-L'avvisò
portandosi un indice alle labbra. Nami annuì, fingendo alla
grande di reggergli il gioco.
-Ah!-Si voltò verso di lei prima
di sparire-Porta il tuo ragazzo modello mi raccomando!-
-Noo!-Urlò una disperata Nami in
piena crisi.
-è andato anche tutto troppo
bene-Ammise il verde passandosi una mano tra i folti capelli.
-Parla per te!-Fissò ancora il
biglietto che ormai, era diventato stropicciato.
-Andiamo, sei stata brava-La elogiò
riappropriandosi della bottiglia di birra.
-Sarò anche stata brava-Sbuffò
alzandosi in piedi-Ma sarò costretta a venire alla festa
assieme a quel gran coglione di Eustass!- Sibilò contro di
lui. In risposta, Zoro si strinse nelle spalle.
-Chiamalo-
-Hai idea di come sia almeno?-L'osservò
ovviamente scuotere il volto e a gran velocità, corse a
prendere il pc. Lo accese aspettando che caricasse e infine, ricercò
su Google il suo nome.
Sgranò gli occhi appena lesse
alcuni articoli.
-Oh...mamma-
-Che cosa!?- Urlò Zoro
togliendole il pc di mano. Con una mossa del mouse, cliccò il
primo risultato della lista e lesse per lei ad alta voce.-Eustass
Kidd, noto modello di moda, è diventato l'uomo più
ricercato dagli stilisti. Dopo la sua litigata con il suo precedente
datore di lavoro, che a seguito alla scazzottata, ha revocato il
contratto, Eustass Kidd è diventato simbolo di una nuova forma
di moda. “Basta con queste pellicce da mezza checca e cosmetici
da finocchio” Ha urlato alla stampa “Adesso comando io,
ca**oni”- Zoro, allibito dagli eventi che lo descrivevano,
spostò il cursore verso la voce “ immagini”. Nami
spalancò la bocca incredula. Kidd era stato di parola e quasi
tutte le foto che lo riguardavano, erano in pose assolutamente virili
e selvagge.
Zoro sospirò chiudendo
velocemente lo schermo. La fissò infuriato e la minacciò
a denti stretti.
-Tu questo non lo chiami!- Aveva
proprio una bella faccia tosta...
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
Capitolo
23
Aveva sempre visto film e scene
imbarazzanti capitare a tavola. Molte volte succedeva qualcosa di
divertente e sexy, ma quel momento, era tutt'altro che pieno di
ilarità.
A sedere accanto a Zoro, i nervi tesi e
le mani che sudate reggevano i pronostici dell'azienda, Nami fissava
quasi con terrore l'uomo davanti a se.
Biondo, occhiali stravaganti e un
enorme pelliccione rosa.
Non assomigliava a Zoro e ne fu ben
lieta. Da quello che aveva compreso, lui era il padre adottivo, ma
ancora non riusciva a capacitarsi da cosa la madre, ne era stata
attratta.
Era silenzioso, con un sorriso
accattivante a solcargli le labbra.
Due donne erano accanto a lui, entrambe
come Nami, a reggere i dati aziendali.
-Non ho intenzione di comprare- Lo
avvisò Zoro sorseggiando il cocktail alla frutta.-E non voglio
nemmeno che tu, pensi di poterlo fare.- Una risata sommessa passò
per la gola del biondo. Trovava la situazione divertente
evidentemente.
-Figliolo, mi sorprende trovarti con la
tua segretaria- Ridacchiò indicando Nami. -Non fraintendermi,
è molto graziosa e io ti sono accanto per questa
scelta...-Afferrò con due dita il bicchiere che una delle
segretarie gli tese.- Ma Tashigi non se la prenderà a male?-
Zoro ringhiò sonoramente. Lui sapeva quanto la odiava.
-Congratulazioni inoltre per il
pubblico fidanzamento-
-Non sono stato informato di questo
evento quanto è successo-Spiegò il verde stringendo tra
le mani il bicchiere.
-Posso immaginare...fufufu...-Rise e
bevve in un sol sorso il contenuto-Un altro Mone-Ordinò
alzando un dito.
-Certo mio signore- Ubbidì la
segretaria versando altro cocktail.
-L'hai sentita?-Domandò a Zoro
pieno d'orgoglio-Mi ha chiamato “mio signore”- Nami alzò
gli occhi al cielo e Zoro sospirò. Era oltremodo contento che
quell'idiota non fosse il suo vero genitore.
Era stato un pessimo padre: mai a casa,
infedele, meschino...all'età di dieci anni l'aveva visto
tradire sua madre finchè al suo diciottesimo anno, era tornato
a farsi vivo Mihawk.
Dentro di se Zoro, sapeva che Drakul
sarebbe stato un padre differente se ci fosse stato. Ma andava bene
anche così.
-Tu come ti fai chiamare dalla tua
segretaria?-Nami arrossì. A lavoro, in presenza di altri lo
chiamava Capo, ma nella vita privata, quel “capo” detto a
letto, aveva un suono più provocante e più apprezzato.
-Siamo qui per parlare di affari o
cosa?-Domandò irritato Zoro, tanto che, si alzò da
tavola intenzionato ad andarsene.
Suo padre per l'incontro, non aveva
scelto un locale o un ristorante.
Aveva scelto la sua vecchia dimora, il
luogo dove era cresciuto e passato l'infanzia.
Conosceva quel luogo come le sue tasche
e non aveva il bisogno del suo permesso per alzare i tacchi e
sloggiare.
-Che maleducato- Sussurrò
passando un braccio dietro le spalle dell'altra segretaria-Non trovi
Baby 5?- L'osservò annuire e ridacchiò-Volevo solo
sapere come vanno gli affari e la vita di mio figlio...-Si assestò
con un colpo delle dita gli occhiali-Non devo?- Lo sguardo che Zoro
gli rivolse valse come risposta. Glaciale, freddo e disarmante.
Non correva buon sangue tra i due.
-Non sei mio padre-Sottolineò
quell'affermazione alzando il volto.-Non devo dirti niente...Nami
andiamocene-Gli ordinò voltandogli le spalle e intenzionato ad
abbandonare la tavola.
-Oh...-Indicò i piatti arrivare
dalla cucina-Ma la cena?-Zoro scosse il volto e l'afferrò per
un polso.
-Ho detto andiamo-Aumentò il
tono della voce-Non intendo stare qui un minuto di più!- Il
volto di Doflamingo assunse un aria soddisfatta.
-Sta bene figliolo...-Alzò una
mano mostrando comprensione-Mi ha fatto piacere parlare nuovamente
con te...-
-MERDA-Urlò Zoro non appena
furono in macchina. -Merda, merda, merda!- Si tenne la testa tra le
mani.
-Zoro calmati-Con pazienza, Nami si
avvicinò a lui. La cena non era andata bene sotto nessun punto
di vista. Zoro era furioso e non sembrava sentire ragioni.
Afferrò una sua mano e la
strinse tra le sue cercando di tranquillizzarlo. Poteva comprendere
il forte odio che provava per il padre: aveva tradito sua madre e
l'aveva legato a quella serpe di Tashigi.
-Hai ragione-Borbottò stringendo
la sua mano.-Usopp!-Chiamò l'autista.
-Oh! Si capo!?-Scattò
sull'attenti.
-Portaci a casa...e facci recapitare
delle pizze-
-Certo- Evidentemente la cena, era
andata più male di quello che pensavano.
Con un sonoro respiro, Nami controllò
i nomi che quell'enorme appartamento conteneva. Sembravano tutti
altisonanti e tutto, aveva un aria costosa...a cominciare dal tappeto
nell'ampio ingresso...
Si avvicinò ad un portone e
lesse la targhetta affissa al muro. “Lucci”...no. Non era
lui. Scosse il volto e continuò a camminare. Non appena ne
trovò un altra si avvicinò e lesse il nome. “Galdino”.
Sbuffò; anche quella, non era
l'appartamento giusto. Tornò in ascensore e salì
all'ultimo piano rimasto. Il lusso sembrava aumentare e gli
appartamenti ridursi.
Che seguissero un sistema piramidale?
Più in alto vai più lusso
trovi? Sorrise e e si avvicinò ai nomi dei proprietari.
C'erano solo tre appartamenti affittati mentre i restanti tre, erano
ancora senza nessun proprietario.
Strabuzzò gli occhi però,
non appena trovò il nome corrispondente.
Prese un gran respiro ed inspirò
a fondo.
Aveva appreso la notizia che era
rientrato in città da pochi giorni. Alla fine, anche se
profondamente arrabbiato, Zoro aveva accettato quell'incontro.
Mancavano solo 11 giorni al suo
compleanno e ancora, nessuna notizia dall'avvocato. Nami alzò
una mano e lentamente, la portò al campanello. Un lieve suono
dall'aria rilassante si espanse all'interno dell'appartamento. Rimase
in attesa per qualche secondo per poi, riprovare nuovamente.
Una forte imprecazione giunse alle sue
orecchie non appena suonò una terza volta.
Dei forti e pesanti passi arrivarono
alle sue orecchie e per istinto, indietreggiò di qualche passo
quando la porta si aprì.
-Chi cazzo è!?- Tuonò
l'uomo che, come una furia, era uscito a rispondere.
Nami lo fissò titubante e
dovette ricredersi su quello che fino a mesi prima o anni, aveva
pensato su di lui.
Alto più di due metri, naso
storto e un espressione truce sul volto, Eustass Kidd possedeva
ancora quella bellezza selvaggia.
I capelli rosso fuoco cadevano sulle
sue spalle e la linea delle sue labbra, era dura e senza alcuna
traccia di rossetto.
Una comoda camicia lasciata aperta sul
davanti e dei pantaloni da tuta, riunivano il suo vestiario in quel
preciso momento.
-Eustass Kidd?-Domandò per
precauzione stringendo i manici della borsa. L'uomo in risposta,
annuì.
-E tu chi sei?- Si appoggiò con
una mano allo stipite della porta e la osservò attentamente.
Nami aveva scelto di andare a trovarlo subito dopo il lavoro e
ancora, possedeva il suo completo da segretaria. Maledisse
mentalmente Zoro per quella scelta di vestiario: Tacchi alti, gonna
stretta fin sopra le ginocchia, calze di seta con autoreggenti,
giacca, ma niente camicia. Una fascia nera le strizzava il seno,
mettendo in risalto il generoso decoltè. Dall'espressione sul
volto del rosso però, anche lui, esattamente come Zoro,
apprezzava quella vista.
-Nami Cocoyashi-Rivelò il suo
nome cercando di abbassarsi la gonna.- Ti ricordi di me?-Domandò
accennando ad un sorriso.
Immediatamente la testa di Kidd, venne
colta da un illuminazione. In risposta dunque, annuì in modo
percettibile e con il busto, si avvicinò al suo volto.
-Come potrei dimenticarlo?-Le afferrò
una ciocca di capelli-Dopotutto la prima volta di una ragazza non si
scorda mai no?-
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
Capitolo
24
Non voleva essere ricordata solo per
quello.
Avevano passato tanti bei momenti
insieme quando lei era stupida cheerleader e gli sbavava dietro.
Ricordava il cinema, quei baci dati
contro l'armadietto allo scoccare delle lezioni e sopratutto, quando
lui l'andava a prendere a casa. La loro prima volta era stata
indiscussamente selvaggia e primitiva. Rozza ed eccitante.
Entrambi ne erano rimasti soddisfatti e
lui, forse un po' troppo.
Nami abbassò il volto, una
leggera sfumatura di imbarazzo a colorarle le guance.
-Disturbo?-Domandò per
precauzione. Doveva procedere per gradi con lui. Doveva chiedergli
quel dannato favore e non svelarsi troppo.
-Cosa sei venuta a fare qua?-Sospirò
il rosso incuriosito da quella inusuale visita. Non si vedevano da
più di dieci anni.
-Ho...-Cercò le parole
adatte.-Ho bisogno del tuo aiuto- Lenta, si passò la lingua
sulle labbra secche, tanto desiderosa al momento di un bel bicchiere
d'acqua.
-Aiuto?-Ripetè Kidd sempre
vicino a lei. Nami annuì lasciandosi andare in un profondo
respiro.
-Aiuto-Confermò alzando i
luminosi e seducenti occhi verso di lui. Più la osservava
Eustass e più trovava quella vecchia conoscenza attraente.
Lasciò andare la sua ciocca e gli voltò le spalle,
entrando nuovamente nel suo appartamento.
-Seguimi-Le disse tenendole aperta la
porta. Un po' titubante, Nami si costrinse ad entrare guardandosi
attorno per precauzione. Kidd aveva fatto soldi e il suo appartamento
ne era la prova. Tutto sembrava estremamente costoso ma molto
spartano. Aveva uno stile essenziale, rude quasi, adatto per
l'appunto ad un uomo.
Sobbalzò non appena si ritrovò
l'uomo alle sue spalle.
-Di cosa hai bisogno?-Le mormorò
piegandosi con la schiena, verso di lei. Posò entrambe le mani
sulle sue spalle e il bacino contro il suo sedere. Nami iniziò
a sudare freddo.
-Io ho...-Si mosse infastidita-Bisogno
di un favore-
-Un favore...-Ripetè lento
contro il suo orecchio. Strabuzzò gli occhi Nami non appena
sentì in modo indistinto, l'enorme erezione premerle contro.
-Eustass!- Lo chiamò cercando di
farlo tornare in se, ma inutilmente. In un attimo, si ritrovò
presa per i fianchi e con la schiena contro la parete; la bocca di
quel grosso idiota contro la sua a cercarla insistentemente.
Si ritrovò a pensare che davanti
ad un uomo, fuori dall'orario lavorativo, non si sarebbe mai più
presentata in uniforme. Con entrambe le mani, afferrò i suoi
capelli ribelli cercando di staccarsi da lui.
-Kidd-Provò nuovamente a
protestare ma le parole che le arrivarono in bocca, la convinsero ad
agire.
-Mmm...-Le sussurrò-So io come
aiutarti, tranquilla.- Impossibilitata ad utilizzare le gambe che
quell'idiota teneva divaricare e a contatto con le sue parti basse,
l'unica arma micidiale che possedeva, erano le mani. Con il pollice e
l'indice, gli afferrò il naso e iniziò a torcerglielo.
-AHIA!-Urlò in risposta
sbarrando gli occhi-Che minchia fai!?-
Se lo conosceva abbastanza bene, sapeva
che quello, era il suo punto debole.
Quel naso storto, se l'era procurato in
una delle sue tante partite e non era mai tornato apposto.
-Non sono qua per una
scopata!-L'avvertì continuando a strizzarlo.
-Vuoi una cosa seria?-Le domandò
inarcando le sopracciglia-Scordatelo!- Nami roteò in alto gli
occhi.
-Sono qua per un favore!-Urlò-
Devi farmi da accompagnatore ad un ballo!- Quelle parole ebbero
l'effetto sperato. Aveva smesso di premere contro di lei la dura
erezione e adesso, la fissava come se si fosse trovato tra le braccia
un orribile alieno.
-Cosa!?- Lenta, lasciò andare il
suo naso e iniziò a scalciare con le gambe, protestando per
essere rimessa a terra.
-Accompagnatore ad un ballo!-Tirò
fuori il biglietto d'invito.-La mia azienda festeggia il compleanno
del mio capo. Per non fare brutte figure, ho inventato che tu, eri il
mio ragazzo!- Si tirò giù la gonna ormai sgualcita.
-Io?-La fissò continuando a
mangiarsela con gli occhi-Che centro io!?-
-Sei il primo che mi sia venuto in
mente ok?-Si difese abilmente-Inoltre non sapevo che poi ti avrebbero
invitato!- Si avvicinò al comodo divano e si mise a gambe
conserte.-Devi venirci!- Terminò.
-Puoi scordartelo!- Gettò il
biglietto dietro di se. Nami imprecò sonoramente.
-Ho detto che ci verrai e sono
disposta...-Chiuse gli occhi per la frase che avrebbe detto-...A
pagarti!-
-E chissene frega rossa!- Sbottò
lui sedendosi di fronte a lei.-Dammi un valido motivo per il quale io
debba farti questo favore!- Nami si scroccò mentalmente le
nocche.
-Ricordi il compito in classe?-
Cominciò con un sorriso.-Quello di fisica...-Cercò di
farglielo tornare in testa.
-E allora?-Si mise a braccia conserte.
-Te l'ho completamente passato io!-
-Ripeto-Tuonò poggiando le gambe
sopra al tavolino dinnanzi a se-E allora?- Nami sospirò.
-Saresti stato bocciato!-
-Non è un pretesto per
costringermi a quella cazzo di festa-Bene, allora doveva essere più
convincente e ammorbidirlo.
-Ricordi quando l'abbiamo fatto sulla
cattedra?- Un sorriso delineò le labbra di Kidd. Evidentemente
se le ricordava-O quando l'abbiamo fatto negli spogliatoi?-Si alzò
in piedi.
-E nello sgabuzzino-Continuò lui
per lei-E sugli spalti...-
-Si-Si mise a sedere accanto a lui.-Mi
devi quindi la tua presenza per averti concesso degli orgasmo da
urlo.- Terminò fissandosi poi le unghie.
-E cazzo!-La fissò male- Non ti
devo proprio niente!-
-Vorresti dire che non ti sono
piaciuti?-Si finse indispettita.
-No- Grugnì lui-Erano
fantastici-Nami annuì condividendo.
-Allora fallo per me-Si sporse verso di
lui mostrando palesemente la scollatura. L'occhio del rosso infatti
cadde contro le sue due morbide collinette. -Eustass...-Mormorò
il suo nome in tono delizioso.-Fallo...- Imprecante, Kidd chiude gli
occhi.
-Mi pagherai-L'avvisò mettendosi
a braccia conserte.
-Umh...- Sospirò lei affranta.
-E verrò...-Mugugnò
alzando il volto-Se e solo se...- Nami si preparò-Se mi
bacerai come hai fatto quella volta al Drums...-
Era giovane e con la mente, persa solo
per lui. Amava quel deficiente e insieme si divertivano.
Adorava farlo tribolare e vederlo rosso
dalla rabbia. Godeva nel vederlo perdere il controllo.
-COSA!?-Strabuzzò gli occhi Nami
ritirandosi indietro. No. Quello non l'avrebbe fatto.
-Baciami in quella maniera e verrò
con te a quella cazzo di festa.- L'afferrò per un polso
costringendola ad avvicinarsi e a non scappare.-Vuoi solo questo da
me, no?-
Maledisse se stessa e sopratutto, lui.
-Che non esca-L'avvisò
minacciosa.-Da questa stanza!-
-Lo prometto-Si portò una mano
al cuore.
-Eustass-L'avvisò puntando un
dito contro di lui-Sono seria!-
-Te lo giuro tesoro- Ghignò
divertito.-Ok?- Nami annuì. Si alzò in piedi e si
posizionò a sedere tra le sue gambe. Odiava ancor di più
quella dannata divisa adesso.
-Certo che ti sei fatto proprio un bel
sedere-L'elogiò lui posando entrambe le mani sul suo
fondoschiena.
-Stai dicendo che è
grosso!?-Tuonò inviperita.
-Naa-Glielo palpò-è
ancora un po' scarno, ma adatto alle mani di un uomo.- L'avvicinò
con forza contro di se. Nami respirò affannosamente: aveva il
petto premuto contro il suo e tra poco, ne era sicura, le sarebbe
schizzato fuori dalla fascia, le sue parti basse, nuovamente
premevano contro il suo bacino. Ingoiò a vuoto e con entrambe
le mani, afferrò il volto di Kidd.
-Ricordi cosa mi avevi detto?- Nami
ringhiò sonoramente. Ricordava ogni singolo momento.-Dimmelo
allora.-
-Eustass...- Borbottò
imbarazzata e con gli occhi ridotte a due fessure.-Ado...-Tossicchiò
imbarazzata dalla sua stessa stupidità-Adoro baciarti...-Il
rosso sogghignò soddisfatto-Perchè amo il tuo
sapore...- Imprecò sonoramente-Niente di più
patetico...!- Una sculacciata la rimproverò.
-Continua forza!- Con forza, scese sul
suo volto baciando quella sua stupida bocca larga e sporca dalle più
sentite parolacce. Era stata una stupida da ragazza, ma doveva
ammetterlo con se stessa: Eustass possedeva ancora il solito buon
sapore.
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
Capitolo
25
Ansimò ad alta voce non appena
sentì il suo membro avanzare lentamente dentro di se.
Adorava quando, con la sua mole
massiccia, la copriva con il suo corpo in un abbraccio. Le sue labbra
erano così morbide e così deliziose che non riusciva
proprio a farne a meno. Non appena cominciò a muoversi
aumentando la velocità delle spinte, si aggrappò alla
sua ampia schiena.
Si avvicinò al suo orecchio per
ansimargli contro; era una cosa che adorava. Voleva sentirla gemere
contro di se, per il gusto di sapere che quello che provava, quei
gemiti deliziosi che produceva, erano opera sua.
Solo ed esclusivamente sua.
Le sciolse il perfetto chignon dalla
nuca e i suoi capelli color del tramonto si sparpagliarono casuali
sul cuscino. Le deliziose guanciotte, erano diventare rosse, dando al
suo aspetto quel tocco sensuale ed erotico.
I suoi seni erano grandi e gonfi,
stretti in quella divisa che ogni volta che la vedeva, gli faceva
venire voglia di spogliarla.
Apprezzò il fatto che fosse
bagnata, garantendo una penetrazione più piacevole.
Era sempre pronta per lui e mai, negava
la loro unione.
Entrambi erano dipendenti l'uno
dall'altro. Con una spinta violenta, la sentì invocare il suo
nome e malandrino, si leccò le labbra dalla soddisfazione.
Le sbottonò il doppio petto e
con i denti, abbassò la fascia che conteneva le sue deliziose
curve. Non appena esplosero fuori, si chinò a baciarli e a
mordicchiarli i capezzoli, sentendoli sulla lingua duri e bisognosi
delle sue attenzioni.
-Zoro-Urlò il suo nome
afferrandolo per la cravatta. Il verde sorrise nel vederla così
persa nel suo piacere.
-Zoro? Sei una maleducata-Le bisbigliò
all'orecchio frenando i movimenti del bacino-Per te, sono Roronoa, il
tuo capo...-Sghignazzò-Sei una brava segretaria Cocoyashi?-Le
domandò muovendo il membro in circolo dentro le sue pareti.
Nami si inarcò violentemente con la schiena dinnanzi a quel
piacere.
-Lo sono...-Ansimò afferrando il
colletto della sua camicia.
-Allora dove sono quei pronostici che
ti avevo chiesto?-Iniziò a sfilare la virilità da lei
dispettoso.
-Sulla mia...-Prese fiato-Sulla mia
scrivania...-Spalancò gli occhi Nami, non appena Zoro la
penetrò con decisione, rimanendo nuovamente fermo dentro di
lei.
-Non c'erano...-Posò entrambe le
mani ai lati del suo volto.-Perchè non c'erano?-Nami ridacchiò
sonoramente. Amava scherzare così con lui.
-Forse...ero troppo impegnata con
lei...-Suppose.
-Impegnata?-Ripetè le sue parole
cercando di rimanere serio.
-Impegnata si-Lo fissò
malandrina-Troppo impegnata a soddisfarla, capo-
-Umh-Scese verso il suo volto sfiorando
il naso con il suo-E secondo lei, mi sta soddisfando a dovere?- Un
ghigno si dipinse sulle labbra di Nami. Ne era certa, Zoro era sempre
pienamente soddisfatto.
-Non lo so...-Si finse innocente-Sta a
lei giudicare-
-Giudichiamo allora-L'esortò
riprendendo a spingere dentro di lei. I gemiti si fusero assieme,
dando vita ad una sinfonia sincera e armoniosa.
Appena giunsero al limite, entrambi si
aggrapparono al compagno; il piacere divenuto troppo intenso.
-Si-Ringhiò Zoro continuando a
liberarsi-Mi soddisfa...-
-Non avevo dubbi-Sospirò Nami
stringendo la presa sulle anche.-Sono assunta?- Zoro ridacchiò.
-Penso proprio di si...-La portò
contro di se sdraiandosi su un lato. Non appena la sua erezione perse
vigore, si sfilò lentamente da lei. Lesto, si tolse il
preservativo e lo gettò nel cestino accanto al letto.
Da quando avevano ripreso a farlo, ogni
volta, Zoro usava precauzioni.
Aveva una scatola immensa di
preservativi e nel giro di una settimana, la confezione era stata
visibilmente intaccata.
-Com'è-Le iniziò a
domandare posandole una mano sul fianco.-Com'è che non vorrei
far altro se non questo?- Nami ridacchiò, nascondendo il volto
contro il suo petto.
-Dovevi fare il pornodivo allora-Gli
baciò il petto, scostando i lembi della camicia lasciata
aperta.
-Mi ci vedevi?-Le alzò il
volto.-Roronoa Zoro, l'uomo insaziabile-
-Che idiota che sei!-Lo prese in
giro-Ah! Ma guarda!-Sbuffò alzando una gamba-Mi si è
sfilata una calza!- Zoro osservò il paio di collant e le
accarezzò con i polpastrelli lo strappo.
-Adoravo queste calze-Sospirò
portando una mano sotto la sua gonnella.-Perchè quando ti
chinavi, ti si vedeva tutto qua...-
-Che porco che sei!-Scherzò
picchiettandogli la mano.
-Sei tu che fai cadere le cose...-Le
morse giocoso e vendicativo il naso.
-Per provocarti!-Si difese abilmente la
rossa, montando sopra il suo petto.-Solo per provocarti!-
-Ci riesci senza alcun dubbio
ragazzina-La prese in giro afferrandole le mani. Il suono di un
telefono, fece fermare entrambi. Si fissarono l'un l'altro e si
sporsero verso il cellulare. Zoro imprecò ad alta voce: era
Tashigi.
-Cosa vorrà?- Si domandò,
pronto a risponderle. Nami però, lo precedette. Rimase in
silenzio e la fissò spaventato. Erano l'una di notte! Che
aveva in mente?
-Pronto?-Rispose al telefono
lasciandolo in apnea.
-Zoro?No aspetta...Nami?-Domandò
Tashigi incredula nel sentire la segretaria. Nami sorrise
doddisfatta.
-Tashigi?-Borbottò incredula.-Ma
che?-Si finse preoccupata e dopo, scoppiò in una
risata.-Oddio!-Iniziò a ridere-Non posso crederci! Roronoa ha
preso il mio telefono.- Zoro sorrise compiaciuto. In quel modo, si
era risparmiato una rottura colossale.
-Capisco-Ridacchiò la mora-Sono
cose che capitano-Sospirò-Immagino che ti abbia disturbato...-
-Eh?-Mormorò Nami cercando di
scendere dal petto di Zoro-Ma no!-La rassicurò-Non
preoccuparti ero solo...AH!-Urlò spaventata non appena, si
ritrovò nuovamente supina contro il materasso.
-Tutto bene Nami?-Si sentì
domandare. Scoccò un occhiataccia a Zoro e riprese a parlare
con lei.
-Si-Confermò-Tutto bene è
solo...-Si fermò non appena, notò Zoro prepararsi.
Scosse il volto inutilmente, per poi, imprecare ad alta voce.
-Nami?-
-Un attimo!-La pregò per poi,
coprire il telefono.-Sei scemo!?-
-è divertente...-La sfidò
lui indirizzando il membro verso la sua apertura. Nemmeno il tempo di
ribattere che lesto, l'aveva penetrata.
-Ahh...-Urlò Nami contorcendosi,
stringendo tra le mani la cornetta.
-Nami, stai bene!?-Aprì gli
occhi nel sentire la voce di Tashigi. Avvicinò il telefono al
volto e cercò di parlare.
-è...è tutto ok!-Sussurrò
tra una spinta e l'altra-è solo...il mio ragazzo-Gracchiò
spostando lo sguardo a Zoro-Non sa cosa significhi...aspettare!-
-Capisco-Le diede corda-Gli uomini sono
così frettolosi!-Commentò.
-è così...AHH!-Ansimò
ad alta voce-Così...ahh!-
-Emh...-La mora, imbarazzata, non
sapeva che cosa fare.-Nami, mi dispiace averti disturbato...grazie
mille!-
-Oh figurati-La liquidò cercando
di salutarla-A presto allo...ahh!-Gemette ad alta voce-Ahh...-Chiuse
gli occhi aggrappandosi alle lenzuola non appena Zoro, la sollevò
per i fianchi aumentando la penetrazione-Ahh...Kidd-Ansimò il
nome del rosso-Oh si così...-Lanciò un occhiata a Zoro
che al solo sentirla pronunciare un altro nome, si infuriò.-A
presto Tashigi-Mise giù e si mise a braccia conserte. Sospirò,
pronta per la litigata.
-Era necessario pronunciare il nome di
quell'uomo?-Brontolò spalancandole maggiormente le gambe.
-Si-Confermò fiera lei-Putroppo
era necessario-Cacciò fuori la lingua.-Così alla festa,
avrà la conferma che Kidd, è il mio ragazzo e non farà
domande, se mai ne avrà su te e me!-Gli puntò contro un
dito-Inoltre ti ho risparmiato di sentire la sua mielosa e
insopportabile voce- Zoro sospirò sonoramente alzando gli
occhi al cielo.
-Va bene, ma non mi è
piaciuto!-Si avvicinò con il bacino facendola aggrappare
maggiormente alle lenzuola.-Non mi è piaciuto che hai urlato
il nome di un altro-Con un movimento, raggiunse il suo centro
facendola ansimare e contorcere dal piacere.-Dì il mio nome-La
sfidò dandole delle lievi spinte.
-Ahh...-Ansimò lei non riuscendo
più a connettere il cervello.
-Il mio nome!-Le urlò piegandosi
e prendendola tra le braccia. Finalmente, dopo varie spinte, sentì
la parola che voleva.
-Zoro...-
-Esatto piccola-
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
Capitolo
26
-Non mi va-Borbottò Zoro
sistemandosi la camicia.-Non mi va proprio-Ripetè più
convinto.
-Non fare il bambino-Lo riprese Nami
aiutandolo ad agganciarsi i gemelli ai polsi.
Con quel vestiario, Zoro era perfetto:
molto simile al look da ufficio, ma più sciolto.
Vestiva colori scuri e una camicia
bianca di seta.
Non era uno smoking, sarebbe stato
troppo elegante e certamente, anche se la festa era la sua, non
voleva attirare l'attenzione più del dovuto.
-Dovrei esserne contento-Sospirò
dandole ragione-Ma non ci riesco-Chinò il capo.-Qualcosa non
andrà...Tashigi non può aver organizzato qualcosa senza
un preciso scopo dietro-Mise a nudo i suoi dubbi e Nami, non potè
fare a meno di concordare.
Tashigi era stata viscida mesi prima,
annunciando, appena ereditata l'azienda del padre, il fidanzamento
con Zoro.
A che scopo poi?
Aumentare la sua immagine?
Riportare in auge l'azienda?
Se, cosa che in effetti, entrambi
ipotizzavano, la notizia aveva fatto scalpore e le vendite erano
salite a beneficio di entrambi.
Smoker, suo complice invece, non aveva
assimilato nessun profitto.
Crocodile, stessa cosa.
Che cosa si nascondeva allora dietro
quella riunione?
-Ho paura-Ammise Nami posando le
braccia su quelle di Zoro.-Ho il terrore che presto o tardi, qualcosa
vada storto.-
-è quello che penso anche io-La
rassicurò alzandole il volto.-Mi vien difficile credere che
quell'adunata avvenuta al locale, fosse solo per quella riunione
avvenuta mesi fa.-Si fermò-Crocodile voleva comprarci, ma
Tashigi cosa avrebbe guadagnato?-Si portò una mano tra i
capelli.-Smoker è solamente in attesa.- Nami si morsicchiò
il labbro inferiore, anche lei, con le rotelle del cervello in
funzione.
-Non sappiamo cosa abbiano in mente-
-Ho il sentore che questa sera, si avrà
la risposta-Confermò le sue parole Zoro. Mi suona difficile
credere che Tashigi, dopo la visita e la telefonata, abbia voluto
solo parlarmi.-
-Sai cosa voleva?-Zoro scosse il volto
dispiaciuto.
-No, ha smesso di provare a
rintracciarmi-
-Capisco- Si distanziò da lui e
tornò con un pacchettino.-Non è molto, lo
ammetto...-Glielo posò tra le mani-Ma ho un capo parecchio
esigente e riesce a tenermi occupata anche nel tempo libero.-Abbozzò
un sorriso fissando il suo bel volto.-Auguri di buon compleanno-
Zoro rimase a bocca aperta. Da quando
si erano riuniti, aveva sempre tenuto Nami con se. Il tempo libero in
effetti, lo passavano assieme. Come aveva fatto a fargli un regalo
tenendolo nascosto a lui, era un mistero. Con un ghigno, tolse il
fine nastro color oro e scartò con entusiasmo, la carta blu
cobalto. Fissò quasi incantato i due regali. Alzò il
volto verso il suo l'attirò a se.
-Ugh-Mormorò Nami senza
fiato.-Piano-
-è favoloso-Le sussurrò
all'orecchio baciandola tra i capelli.-Voglio indossarli-
-Adesso?-Domandò divertita dal
suo entusiasmo.
-Si ora!-Le confermò gettando la
carta sul tavolino del salotto.
-Va bene-Alzò le spalle e
afferrò la cravatta che il verde teneva in mano. Era di color
nero, finemente lavorata e pratica. Si alzò sulle punte e con
un gesto veloce, gliela legò attorno al collo. Con maestria,
compose il nodo e dopo, lo allentò per farlo respirare.
-Vai a vederti-Gli consigliò
sistemandogli il colletto. Correndo verso il grande specchio in
camera, Zoro sghignazzò. Gli piaceva.
Aveva un aria da boss, da adulto e da
uomo potente. Con Nami accanto si sentiva in effetti, il re del
mondo.
-Gli orecchini adesso- Si avvicinò
al vetro e indossò i tre pendenti. Nami doveva essere stata
una brava osservatrice. Quando era giovane, si era fatto i pircing
all'orecchio e sua madre, lo aveva rimproverato ritenendolo
oltraggioso e rozzo.
Non aveva mai potuto portare orecchini
o altro.
Quelli, erano i primi che indossava e
la cosa, lo faceva sentire elettrizzato.
-Ti piacciono?-Domandò
affiancandolo e osservandolo dallo specchio. Zoro sorrise, felice
come un bimbo.
-Li adoro-L'afferrò per i
fianchi facendola volteggiare.-Ti ringrazio- Non appena la depositò
a terra, si chinò a baciarla profondamente. Le mordicchiò
le labbra rosse e piene, accarezzandole sapientemente i fianchi. Il
vestito che indossava, rosso petardo, le conferiva un aria frizzante.
I capelli, che per tutto il pomeriggio aveva tentato di acconciare,
erano acconciati in deliziosi boccoli che fuoriuscivano
dall'acconciatura.
Se avesse potuto, Zoro avrebbe mandato
al diavolo la festa e l'avrebbe tenuta con se per tutta la sera.
Purtroppo però, conciata in quel
modo delizioso solo per lui, avrebbe dovuto cederla ad un altro uomo.
Eustass Kidd, sarebbe passato a prenderla alle sette in punto. Gettò
un occhiata veloce al rolex e imprecò ad alta voce. Cinque
minuti e sarebbe sparita.
-Mi piaci vestita così-Si
complimentò dedicandosi ad ammirare la sua figura.
-Sul serio?-Domandò felice nel
sentire, per la prima volta, un commento sul suo abbigliamento.
-Si-Annuì-Si intona proprio a
te-
-Grazie Zoro-Annuì contenta. Il
suono di un telefono cellulare, fece sobbalzare entrambi. Nami lasciò
la presa e sospirante, si diresse verso la fonte del rumore.
Non appena afferrò il cellulare
in mano, il nome di Kidd, comparve.
Dentro di se, sperò che la
festa, sarebbe trascorsa senza intoppi, sopratutto da parte del
rosso.
Si, si preoccupava da morire che, da
come aveva letto su internet, il ragazzo potesse avere un
comportamento brusco e che la situazione degenerasse.
-Pronto?-Rispose attivando il vivavoce.
-Non ricordo quale numero mi hai detto-
La voce di Kidd, alterata per la frustrazione, le giunse all'orecchio
come una frustrata. Non avrebbe dovuto aspettare la festa per vedere
il suo lato peggiore: quello che al momento presentava, era una breve
anteprima di cosa effettivamente, si sarebbe trovata.-Era il 36 o
quel cazzo di 45a ?- Lanciò uno sguardo veloce e Zoro e si
avvicinò.
-Abito al 24-Urlò in modo da
farsi sentire-24 Kidd!-Ripetè in modo che il rosso, potesse
ricordarlo.
-Non urlare come una gallina!-Percepì
dal telefono il rombo del motore-Cazzo di traffico!-
-Scendo giù, così mi vedi
ok?-Riattaccò senza sentire la sua risposta.-Devo
andare-Avvisò il suo capo.
-Ho capito-Annuì con il
volto.-Ma se quel pezzo di merda ti mette le mani addosso, io mi
incazzo e lo attacco alla parete.-Nami sudò freddo
ricordandosi il modo in cui, aveva convinto Kidd. Zoro sapeva essere
molto possessivo...meglio tenere la bocca chiusa.
-Non mi farà niente- Lo
rassicurò alzandosi sulle punte, scoccandogli un bacio veloce.
-Lo spero per lui-Borbottò
lasciandola andare.
Tra tutte le macchine che Kidd poteva
utilizzare quella sera per venirla a prendere, aveva scelto una super
car. E non una super car qualsiasi...un alfa romeo.
Non sapeva esattamente Nami se l'avesse
scelta apposta o era una delle tante che, quel fine settimana, aveva
intenzione di guidare.
Sta di fatto che, oltre ad essere
estremamente comoda ed elegante, era anche strepitosamente veloce.
L'unica pecca, oltre al traffico immenso di quella sera, era il
colore.
Un lucidissimo, sfavillante, attirante
color rosso.
Lui era rosso di capelli e per fortuna,
si era vestito di nero, lei però, era completamente vestita di
rosso.
Non voleva essere al centro
dell'attenzione. Era solo la segretaria dopo tutto.
-Kidd!?-Urlò cercando di far
breccia nella musica a tutto volume. Lui non l'ascoltò, troppo
preso a muovere le labbra. Sicuramente, pensò Nami, per
snocciolare qualche imprecazione.
-Kidd!-Gridò dandogli al
contempo, un pugno contro la spalla. Attirata la sua attenzione,
abbassò il volume.
-Cosa vuoi?-Le domandò rozzo
alzando in alto un sopracciglio.
-Ti ricordi il luogo?- Non appena
l'osservò rimanere di sasso, comprese che no, non se lo
ricordava.
-Abbassa questa merda di musica!-Spense
del tutto la radio-E ascolta la mia voce pezzo di cretino!-
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Capitolo 27 *** Capitolo 27 ***
Capitolo
27
Contare mentalmente fino a dieci,
poteva essere d'aiuto.
Lo dicevano tutti: i terapisti, gli
amici, i proverbi, i cartoni animati...
Davvero, poteva sortire un grande
effetto, ma quella sera, non era proprio di nessuna utilità.
Miracolosamente, Kidd era riuscito ad orientarsi e a puntare la sua
super car all'indirizzo che con cura, calma e gentilezza, gli aveva
rilasciato.
Era incavolata Nami, non tanto con lui,
ma con il mondo intero.
Era una festa e ok, lo poteva
comprendere. C'erano un sacco di persone, dalle più
sconosciute, a quelle più gettonate.
Ma lei, era la segretaria di Zoro.
Non una tizia qualunque.
La sua segretaria nonché amante
segreta.
Perchè doveva parcheggiare
lontano kilometri, quando per diritto, le rispettava un dannatissimo
posto macchina.
-Mi dispiace signorina-Le aveva
risposto un uomo con un pizzetto e dei riccioli assurdi-Il suo posto
macchina è occupato dalla signora Domino, ricca donna d'affari
nel centro di Impel Down...-Un sorriso cordiale e al contempo
sfacciato, si dipinse sul suo volto-Lei capisce vero?-
-No-Urlò in macchina mettendosi
a braccia conserte-Non capisco!-Borbottò ad occhi chiusi.
-Stai parlando da sola?-Le domandò
Eustass che, preso a cercare un posto libero, poco le stava dando
considerazione.
-Sto solo dicendo-Si alterò
digrignando i denti-Che quel cazzo di posto macchina, era il mio!-Si
puntò con forza un dito al petto-Mio!-
-Ma tu non sei nessuno-La prese in giro
svoltando per una strada.
-Io non sono nessuno!?-Tuonò
ripetendo la sua frase.-Sono la segretaria di Roronoa!- Quella
rivelazione, le costò cara.
Venne sbalzata in avanti e grazie alle
cinture di sicurezza, evitò di scontrarsi con il vetro.
-EUSTASS!-Urlò il suo nome a
pieni polmoni mentre la macchina, si spegneva. A quanto pare, il
rosso non ne sapeva niente...
-Sei la sua segretaria!?-Gridò
ad alta voce fissandola sconvolto.
-Si!-Cercò di tornare composta a
sedere.-Sono la sua segretaria!- Si cacciò dietro un orecchio
una ciocca ribelle-Cosa credevi!?-
-Che diavolo ne so che
credevo!-Riprese, dopo i vari strombazzamenti dalle macchine dietro
di loro, a guidare con calma.
-Non te lo eri immaginato?-Inarcò
curiosa le sopracciglia.
-Beh-Schioccò la lingua contro
il palato-Non mi sono immaginato niente quando ti ho visto con quella
divisa addosso...- Nami arrossì per quella considerazione.
Sapeva cosa si era immaginato il suo cervello bacato e, ovviamente,
non ne era interessata a sentirlo.
-Lo immaginavo-Sospirò-Sono la
sua segretaria-Riprese a raccontare-Lavoro a stretto contatto con lui
e ...-Cercò di trovare altre informazioni-Diremo che noi,
stiamo insieme da anni-
-Da anni?-Ripetè Kidd per nulla
impressionato. Nami sbuffò sonoramente.
-Cosa non va!?-
-Io non sono per le relazioni fisse!-Le
scoccò un occhiataccia-Diciamo che siamo impegnati in una
relazione molto corporea...-
-Ah fanculo!-Si morsicchiò
nervosa il labbro inferiore.-Ho detto a quell'oca di Tashigi che sei
il mio ragazzo!-Scosse il volto-Pensa quello che vuoi, ma lei crede
che tu lo sia!-Si imbarazzò per un piccolo particolare che
magicamente, le era piombato in mente. E non c'erano scuse che
tenevano! Andava detto, non poteva certo tralasciare quell'importante
informazione.-E...e noi, qualche giorno fa, quando ci ha
chiamato...-Inspirò a fondo cercando di rilassarsi sul
sedile.-Stavamo facendo sesso-
-Cosa!?-
-Io e te!-Continuò imperterrita,
chiudendo gli occhi-All'una di notte.-
-Uao-Commentò svoltando e
strabuzzando gli occhi per la sorpresa: finalmente un buco libero.
-Lei ci ha chiamato, perchè
cercava il cellulare di Roronoa- Si slacciò le cinture non
appena, Kidd parcheggiò il veicolo.-E ci ha interrotto.-
-E perchè...-La prese per un
polso avvicinandola al suo volto-...stavamo facendo sesso?-Non appena
la sentì grugnire, sorrise maggiormente.
-Perchè stavo facendo
sesso!-Spiegò.
-Ah...-Annuì lui spegnendo i
motori-E con chi?-
-Ma con Rorono...-Immediatamente, Nami
si portò le mani alla bocca per frenare quelle parole, che
malandrine, le erano scappate fuori.
Fissò terrorizzata Kidd e
l'osservò sorridere.
Non era un sorriso normale o
amichevole, era più un sorriso malvagio di chi la sa lunga.
-Eri a fare sesso con il tuo
capo!?-Domandò mollandole il polso e uscendo dalla macchina.
-Shh!-Alzò le mani in alto per
farlo tacere.
-Avanti, rispondimi!-Nami piagnucolò
ad alta voce e infine, si avvicinò a lui.
-Si, ok?-Bisbigliò a bassa
voce-Abbiamo una relazione...-
-Sembra la trama di un film porno!-Rise
in modo sguaiato.
-KIDD!-Lo picchiò ad un
braccio-Reggerai il mio gioco?-Lo fissò supplichevole e con
gli occhi lucidi. In risposta, il ragazzo contrasse, per nulla
impressionato, le fini sopracciglia.
-Dammi una ragione per non sputtanarti
davanti a tutti!-Come aveva appunto pensato quella sera, cercò
di contare fino a dieci. Arrivò circa al numero tre, quando
decise di lasciar perdere e artigliarlo per la camicia.
-Se lo fai sei un gran figlio di
puttana!-
-Te lo meriti!-Le urlò
mettendosi a braccia conserte-Mi hai mollato!-
-Avevi scritto sui bagni della scuola
la nostra prima volta!-Gridò rossa dall'imbarazzo.-è
stato umiliante!-
-Era lusinghiera come cosa!-La
corresse.
-Per te magari!-Abbassò il
volto.-Lo faresti sul serio!?-Domandò in sussurro-Saresti così
bastardo?-
-Lo sono sempre stato no?-Le fece
presente scansandosi da lei.
-Kidd!-Lo afferrò per una mano
costringendolo a rimanere immobile.-Ti prego...-
Tutto il suo mondo, la sua carriera, il
suo segreto, il suo amore e la sua vita, erano nelle mani del rosso.
Forse, esattamente come aveva detto
Zoro, non era stata una buona idea metterlo in mezzo.
-Baciami-Le ordinò fissandola
severo in volto. Nami sospirò. I baci non erano una buona
idea, ma per mantenere il segreto, lo avrebbe fatto. Si alzò
sulle punte, cercando di arrivare al suo volto e con entrambe le
mani, si aggrappò alla sua camicia.
-Non qua-L'allontanò prendendole
il braccio.-Alla festa!-
-Alla cosa!?-Ripetè piena di
orrore.-No!-
-Allora lo dirò a quella
cozza...come hai detto che si chiama?-Iniziò a camminare
trascinandola con se, dietro.
-A-avanti!-Balbettò Nami,
cercando di stare al suo passo. Ma che razza di deficiente! Non
vedeva che aveva i tacchi?-Non fare l'idiota! Se anche lo facessimo,
cosa ci ricaveresti!?-
-Intanto, ci ricavo tutti i baci che in
questi anni, mi hai negato-Nami si fermò bruscamente al suono
di quelle parole.-Inoltre, per te, sarà un grandioso
specchietto per le allodole-Alzò fiero il volto.-La tua
copertura terrà no?-
-Eustass...-Cercò di parlare.
-Forse Roronoa sarà geloso da
morire, ma hey! Mica può venirmi a prendere e urlami in faccia
di non baciarti!-La fissò deciso-Che figura ci ricaverebbe?!-
-Eustass!-Gridò il suo nome
interrompendo i suoi pensieri. Finalmente, aveva chiaro il suo
comportamento. Tutto.
L'aver accettato d'accompagnarla, quel
bacio come richiesta nel suo appartamento...
-Sei ancora innamorato di me...-Non era
domanda, ma una considerazione. Nel sentirla però, Kidd grugnì
allontanandosi da lei.
-Perchè dovrei essere ancora
innamorato di una stronza come te?!-Si fece da parte camminando lungo
il marciapiede.
Nami annuì assottigliando gli
occhi, capendo appieno finalmente, il suo punto di vista.
Nonostante gli anni trascorsi, Eustass
era ancora innamorato di lei.
Non poteva negarlo ed era facile da
comprendere, capire che in quel momento, stava mentendo ad entrambi.
Tutte le volte che era con lei, i suoi
occhi splendevano di una luce nuova. A differenza della paura che la
gente provava standogli accanto, lei, con quel suo sguardo puntato
addosso, Nami si sentiva amata e protetta.
Ma era trascorso troppo tempo e quella
fiamma che teneva vivo il loro rapporto, si era spenta anni fa.
Afferrandosi gli angoli della gonna e
cercando di farsi coraggio, iniziò a correre, tentato, come
negli gli anni precedenti, di stare al suo passo.
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
Capitolo
28
Per tutto il tempo, Eustass, come Nami
aveva immaginato, non spiccicò parola.
Quando nella Hall le venne chiesto il
nome e l'invito, gli addetti storsero il naso alla vista di Kidd.
Era un uomo che non passava certo
inosservato con i suoi due metri di altezza e i lineamenti duri e
marcati. I capelli rosso fuoco inoltre, non lo aiutavano di certo a
mantenere un basso profilo.
-Ecco qua-Nami, con un sorriso in
volto, consegnò il biglietto che Tashigi le aveva consegnato.
L'addetto, un uomo alto e pelato,
controllò la lunga lista di persone presenti alla festa.
Lanciò un occhiata al biglietto che le aveva dato e con un
sonoro sbuffo, glielo consegnò indietro.
-Ho detto: biglietto-Ripetè le
parole che poco prima, aveva espresso ad entrambi.
Nami fissò con un cipiglio
corrucciato il pezzo di carta. La stava prendendo in giro?
-Sono Nami Cocoyashi-Sospirò
sonoramente.-Sono la segretaria di Roronoa! Tashigi mi ha
personalmente dato questo invito!-Spiegò cercando di mantenere
una certa calma.
-Mi spiace-Si sentì
rispondere-Quello non è un invito-Indicò poi con una
penna la lunga lista-Inoltre non risulta tra le persone invitate-Nami
sbarrò gli occhi per quella rivelazione.
Non era stata invitata!? E allora
perchè le aveva dato quel biglietto?
-Come sarebbe a dire?-Domandò
Kidd avvicinandosi all'uomo e sovrastandolo.
-Le sto dicendo quello che vedo-Con un
sospiro, indicò nuovamente la lista.-Il nome della signorina e
il suo, non risultato tra le persone invitate.-
-Ci deve essere un errore-Sbraitò
mostrando i denti.-è stata invitata e lavora qua!-
-Mi dispiace-Nuovamente, si scusò
e controllò una terza volta i nomi-Sul serio, non è
presente nessuna Cocoyashi e nessun Eustass Kidd...- Al suono di
quelle conferme, Nami chiuse gli occhi. Afferrò il braccio di
Kidd e lo spinse verso l'uscita.
-Cosa fai!?-Le domandò ancora
irritato.
-Andiamo via-Annunciò
conducendolo verso le porte.
-COSA!?-Urlò strattonando con
forza il braccio.-Perchè me ne dovrei andare!?-Volse lo
sguardo verso l'uomo pelato che, con un enorme sorriso, faceva
passare gli altri invitati.
-Perchè non siamo sulla
lista!-Con dolore, Nami si morse il labbro inferiore, troppo
incavolata con l'autrice di quella burla.-Andiamocene- Quella
maledetta di Tashigi...l'aveva presa in giro.
Con grandi passi, si diresse verso le
porte scorrevoli e rimase imbambolata quando notò una lussuosa
limousine nera.
Non appena questa si fermò
davanti all'entrata, trattenne il fiato. Come aveva immaginato,
osservò Zoro che con enorme eleganza, scendeva dal veicolo.
Dietro di lui però, ecco sbucare
Tashigi.
-è quella Tashigi?-Le domandò
Kidd affiancandola e trascinandola da un lato. Nami annuì.
-Si-
-è proprio una cessa-Commentò
per poi, iniziare a scendere assieme a lei, i pochi gradini.
La folla, composta da invitati e
giornalisti, si precipitarono sulla coppia del secolo, ricoprendo
entrambi di attenzioni.
Non era nemmeno sicura che Zoro
l'avesse vista in quella calca incredibile.
Oh merda... Delle grosse lacrime
iniziarono a scenderle dal volto. Si sentiva tanto Cenerentola in
quel momento. Più che delusa, era arrabbiata. Molto
arrabbiata! La cosa peggiore di tutte però, era che non poteva
ribattere o andarle contro. Scese i gradini, diretta alla macchina,
quando si sentì tirare nuovamente il braccio. Si voltò,
già in collera con il suo cavaliere.
-Eustass finiscila!- Tuonò, per
poi, sgranare gli occhi: non era lui.
-Dove stai andando?- Rimase sbigottita
nel vedere Zoro. Con coraggio, si era fatto strada tra la folla
attirando però, l'attenzione di quest'ultima. Con un gesto
veloce, Nami si asciugò gli occhi sbavandosi il trucco.
-Via-Spiegò fissandolo
dispiaciuta.-A quanto pare, non abbiamo un invito.-
Al suono di quelle parole, Zoro imprecò
ad alta voce. Si voltò all'indietro e indirizzò un
occhiataccia alla sua compagna.
-Odio già questa merda-Borbottò
a denti stretti-Come faccio a superare la serata se non ci sei
tu?-Quella frase la sorprese. Non per il suo significato, ma per il
modo con cui aveva pronunciato la frase. Era un suono abbastanza alto
e chiunque, vicino a loro, avrebbe potuto sentirli.
-Vieni-L'afferrò per il polso
facendosi largo tra la folla. Nami sgranò gli occhi e nella
calca, afferrò Kidd per una mano, trascinandoselo dietro.
-Zoro...-Lo chiamò, preoccupata
per l'immagine che poteva dare. Fregandosene e lasciandosi indietro
Tashigi, si avvicinò all'uomo nella hall per urlargli tutta la
sua rabbia.
-Signor Roronoa!-Scattò sugli
attenti non appena lo vide. Avvicinò Nami a se e la indicò.
-Nami Cocoyashi- Urlò il nome
della sua segretaria-Perchè non compare sulla lista!?- Nel più
completo panico, l'uomo non sapeva che cosa rispondergli.
-Tashigi!-Chiamò la donna dietro
di loro che sbuffando, stava già tentando di raggiungerlo.
-Cosa?-Domandò incrociando le
braccia sotto ai seni non appena gli fu vicina.
-Nami non compare- Lasciò la
presa su di lei, per avvicinarsi a quella serpe-Eppure era stata
invitata...- In risposta, Tashigi si strinse nelle spalle.
-Una dimenticanza?-Cercò una
scusa non troppo convinta delle sue parole.
-Vaffanculo!-La superò andando
verso l'ascensore.-Andiamo-Fece un cenno a Nami e a Kidd di seguirlo.
Con un enorme sospiro e una sonora imprecazione, i due seguirono Zoro
all'interno del piccolo ascensore.
-Vuoi lasciarmi qui?-Sbraitò la
mora rimanendo qualche metro più indietro.-Non oserai!-Tuonò
avvicinandosi alle porte.
-Vuoi vedere?-Con forza, Zoro premette
il tasto del cinquantesimo piano, luogo adibito, alla festa.
Prima che le porte si chiusero, udirono
distintamente le imprecazioni della donna.
-Quella stronza-Digrignò i denti
Zoro, nel sapere quale altro piano stupido quella donna si era
inventata. Non poteva essere arrivata a tanto...-Tutto bene?-Domandò
avvicinandosi a Nami non appena la vide contorcersi.
-Umh...-Gli rispose con un mugolio
piegandosi su se stessa.
Kidd, preoccupato quanto Zoro nel
vederla così, le posò una mano sulla schiena.
-Hey, è tutto passato adesso-La
rassicurò.
-La...-Cercò di parlare
reggendosi a Zoro.-La pancia...-Bisbigliò iniziando ad
ansimare.
-Calmati Nami-Zoro si mise davanti a
lei.-Va tutto bene...- Con dolore, Nami cercò di annuire ma
qualcosa, non andava.
Non si era mai sentita così
prima e non avrebbe iniziato a star male adesso per una delusione.
Quando le porte dell'ascensore si
aprirono, vennero investiti dalla musica a tutto volume e dalle luci
stroboscopiche. Il cinquantesimo piano, era il punto mensa della
ditta, ma in quel momento, niente sembrava simile alla precedente e
spoglia stanza.
-Ce la fai a camminare?-Le domandò
Kidd lasciandola suo malgrado, a Zoro.
-Si-Con difficoltà, Nami prese
grossi respiri.
-Là-Indicò un
divanetto-Sediamoci per adesso-Con una mano appoggiata alla vita, la
condusse verso quel piccolo ristoro.
Gli invitati, non appena si resero
conto che Roronoa era arrivato, iniziarono ad applaudire. Un grande
fascio di luce proveniente dai riflettori, si concentrò su di
lui ottenendo un effetto sicuramente opposto da quello sperato.
-Oh merda-Imprecò nuovamente.
-Aria!-Urlò alla coppia a sedere che immediatamente, si tolse
liberando il posto. Quando il fondoschiena di Nami toccò
quella morbidezza, il dolore sembrò aumentare. Stava per
implorarlo di aiutarla, quando venne interrotta.
-Zoro!-Una voce in fondo alla sala,
attirò l'attenzione dei tre. Tashigi avanzò come una
furia, diretta verso di loro e a giudicare dal suo volto, per niente
contenta del trattamento che aveva ricevuto.
-Non adesso!-Cercò di liquidarla
concentrandosi su Nami.
-Ah no?-Sbottò inviperita-eppure
questo sembra il momento adatto!-Con perfidia, si guardò
attorno e appena notò l'oggetto dei propri desideri, l'afferrò
per aver maggior visibilità.
-Buona sera signori e signore!-Parlò
al microfono in modo che tutti, la potessero sentire.-Siamo qui
riuniti oggi, per festeggiare il compleanno del nostro leader-Indicò
teatralmente Zoro- Ventinove anni, dico bene?- Più propenso a
pensare a Nami, il festeggiato le grugnì in risposta.
-Ebbene, grazie ai media, avete tutti
potuto leggere della notizia del nostro fidanzamento...-In molti tra
il pubblico, applaudirono contenti-Ma oggi, non siamo solo qui per
festeggiare un compleanno...-Al sentire quelle parole, Zoro si alzò
in piedi preoccupato, iniziando a temere e a comprendere, forse
troppo tardi, i suoi piani.
-Tashigi...?-
-.-.-.-
Chiedo
perdono per il ritardo nell'aggiornare, ma la settimana passata, non
sono stata molto bene.
Inoltre
ieri e sabato, ho avuto nel mio paesino, una specie di fiera del
fumetto ( molto diludente) che mi ha tenuta impegnata.
Ne
approfitto con queste note, per ringraziare chiunque segua questa fan
fiction.
Grazie
mille a chi recensisce, a chi legge, a chi inserisce la fic tra i
preferiti e altro!
Grazie
davvero ^^
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Capitolo 29 *** Capitolo 29 ***
Capitolo
29
Con un terribile presentimento, Zoro si
avvicinò cauto alla donna. La squadrava, fissandola con
circospezione, cercando di comprendere il suo maledetto gioco. Portò
una mano a coprire il microfono e le andò vicino, in modo che
solo tra di loro le parole potessero comprendersi.
-Che diavolo hai in mente?-Bisbigliò
Zoro socchiudendo gli occhi. Tashigi, sorriso sulle labbra, si
strinse teatralmente nelle spalle.
-Annunciare il nostro
matrimonio-Rispose con fare ovvio spostando lo sguardo ai
presenti.-Per quale motivo ho organizzato questa festa sennò?-
-Sei tutta matta-Si trattenne con
difficoltà nell'offenderla maggiormente. Strinse la mano sul
microfono e iniziò a comprendere il suo piano.
Matrimonio. Cessazione del contratto.
-La chiesa è già stata
fissata sai?-Gli bisbigliò accarezzandogli il volto.
-Brutta...-
-Azzardati adesso a tradirmi...e tutto
verrà a tuo sfavore.-Lo minacciò allargando l'ampio
sorriso.
Come aveva immaginato, il piano di
quella strega era di sposarlo e condividere i beni.
A differenza del precedente contratto,
se adesso si dimostrava infedele, lei otteneva tutto. Lei sapeva
dunque...sapeva di Nami...
-Perciò, tu e la tua segretaria,
dovrete dirvi addio...- Esasperato dalle sue parole, l'afferrò
per il vestito lasciando esterrefatti tutti i presenti.
-Smoker è qua...posso
sputtanarti senza problemi-La informò avvicinando il volto al
suo.
-E allora? Cosa faresti? Erediteresti
la mia azienda che, guarda caso, sta andando in bancarotta.-Tashigi
schioccò la lingua contro il palato-E se io invece ti scopro,
mi prendo la tua azienda...-Ridacchiò-Se ti sposo e faccio
saltare fuori il tuo segreto, io me la prendo ugualmente...-Si
avvicinò al suo orecchio con un espressione soddisfatta.
-Hai perso Zoro- Al suono di quelle
parole, Zoro mollò la presa. Si allontanò da lei con un
espressione grave in volto. Il sangue gli ribolliva, troppo la voglia
di prenderla a pugni e che andasse al diavolo l'immagine che poteva
dare.
-Arhh...-Nel captare quel lamento
familiare, riportò l'attenzione a Nami. Sarebbe stato così
disastroso ereditare la sua azienda? Sarebbe riuscito ad uscirne
intatto? Forse ci avrebbe rimesso molti soldi, ma l'immagine che
avrebbe dato di se, non sarebbe stata più la stessa.
Tashigi aveva pienamente
ragione...aveva perso.
A strapparlo dai suoi pensieri però,
la vibrazione del cellulare segnalò una chiamata.
Fissò il display quasi stupito:
era di suo padre.
Alzò il volto e lo individuò
a pochi metri di distanza accanto a Shanks. Lanciò un occhiata
veloce a Tashigi che senza il suo consenso aveva ripreso a parlare e
con una corsa, si avvicinò a Mihawk.
-Zoro-Lo salutò Shanks alzando
una mano. Almeno lui sembrava felice di vederlo...
-Non è il momento-Spostò
lo sguardo sull'uomo accanto a se.-Allora?-Domandò quasi
disperato.
-Tutto risolto-Gli sorrise posando una
mano sulla sua spalla.-Abbiamo trovato la soluzione...-Sentire quelle
poche parole, lo fecero riavere. Scosse il volto più volte e
sbattè incessantemente le ciglia. Non stava scherzando vero?
-Dici sul serio?-Che idiota, la voce
gli tremava... Chiuse gli occhi sentendo finalmente, dopo gli anni
trascorsi, il peso sulle spalle diminuire fino a svanire. Non poteva
crederci...
-Si-Si slanciò e sotto gli occhi
perplessi di Shanks, abbracciò il figlio-Adesso sei libero.-
Con un certo imbarazzo Zoro, ricambiò
la stretta. Quella era la prima volta che suo padre l'abbracciava
così apertamente.
-Adesso devo andare però- Si
staccò da lui non accennando a spegnere quel ghigno luminoso
sul volto.-Tua madre mi sta aspettando-
-Sua cosa?-Mormorò perplesso
Shanks inarcando le sopracciglia.-Mihawk ma che dici?! Non puoi farti
la madre del tuo capo!-Sbottò imbarazzato.
-Beh, tecnicamente posso se la sposo e
attesto che Zoro, è mio figlio...-Entrambi gli uomini
spalancarono gli occhi, chi per la notizia, chi per aver compreso la
scappatoia. -Vieni con me rosso-L'afferrò per il braccio-Ho
bisogno di un testimone.-
-Io e Zoro, la prossima settimana, ci
sposeremo!-Quella notizia lasciò tutti i presenti a bocca
aperta. Nami sopratutto. Non poteva credere alla perfidia di quella
donna.
Con dolore, si strinse le mani attorno
al ventre iniziando quasi a lacrimare. Strinse forte gli occhi e
cercò di contenere i mugolii.
-Nami-Kidd si chinò davanti a
lei.-Non stai bene...-La informò-hai una faccia da schifo...-
-Sempre...-Cercò di replicare-Il
solito...rozzo-
-Ed è per questo che, vi
invitiamo tutti, dal primo all'ultimo a venirci a trovare-Continuò
Tashigi sotto il suono degli applausi.
Dov'era finito Zoro?
Si guardò attorno, ma niente”
Che fosse scappato? Scacciò immediatamente quel pensiero
stupido.
-Kidd...-Afferrò la sua
camicia-Hai un qualcosa per...il dolore?-In risposta, lui sollevò
eloquente un sopracciglio.
-Ti sembro un medico?! Non penso
proprio!-Nami sbuffò sonoramente e cercò suo malgrado,
di alzarsi in piedi.-Non ho comunque medicine-La informò
aiutandola ad alzarsi. Una leggera nausea la fece traballare.
-Mi sembra logico dirlo...- Kidd
abbasso il volto, trovandosi davanti la mora che, ancora microfono
alla mano, continuava a parlare.-Tu non sei invitata...- Fissò
con disprezzo Nami rivelando finalmente, l'occhiata odiosa che per
mesi, aveva conservato in segreto.
Velocemente, Nami si portò una
mano alle labbra.
-Per colpa tua, ho rischiato di perdere
tutto...-Chiuse il microfono riducendo la conversazione a loro
due.-Ma adesso, Zoro e la sua azienda, saranno finalmente mia.-Un
risolinò passò per la sua gola, svelando a Kidd e a
Nami la sua vera cattiveria.
-Io...-Mugolò traballando e
chiudendo gli occhi.
-Tu cosa?-Alzò superba un
sopracciglio avvicinandosi-Parla avanti!-
-Io...-Con dolore, Nami spalancò
la bocca liberando finalmente lo stomaco.
La scena che gli si presentò
davanti aveva dell'incredibile.
Non tanto per Nami che aveva compreso,
non stava bene, ma per Tashigi.
Il suo abito color lavanda era
diventato color marroncino...
Cercò di trattenere una risata,
ma senza successo. Gli vennero quasi le lacrime agli occhi dal troppo
ridere e Kidd, a pochi metri da lui, lo imitò.
-Passatemi un microfono-Ordinò
Zoro alzando una mano, cercando di ricomporsi.-Bene-Si avvicinò
al gruppetto che quella sera, era diventato lo spettacolo della
testa.
-Mi dispiace informarvi che...-Diede
una rapida occhiata ai presenti-Non ci sarà nessun
matrimonio.- Un brusio generale si elevò dalla sala. Tashigi
lo fissò in cagnesco, ancora intontita da quel vomito che
aveva addosso.
-Che spettacolo disgustoso...-Commentò
sghignazzando e porgendo un fazzoletto a Nami-Ma il marrone ti si
addice...- Ridacchiò di gusto-Il mio fidanzamento con Tashigi
è rotto!- Proclamò sentendosi finalmente libero.
Nami, Kidd e Tashigi rimasero basiti.
-COSA!?-Urlò la mora
stupefatta.-Sei scemo o cosa?!-Zoro scosse con noncuranza le spalle.
-Ho sopportato questa vipera per circa
sette anni-La indicò disgustato-Uno stupido contratto mi
legava a lei e adesso...per mio grande sollievo, non è più
valido.- Abbandonò il microfono e con eleganza, prese Nami in
braccio lasciando il pubblico a bocca spalancata.
-Me ne vado da questa festa di merda-
Nami imbarazzata, si coprì il volto.-Ma voi divertitevi-Girò
i tacchi e felice, si avviò verso l'uscita.
-Non puoi!-Si sentì urlare da
dietro mentre Kidd, sbuffante, premeva il bottone dell'ascensore.-Non
puoi farlo!-Gridò stringendo i pugni mentre Smoker, che fino a
quel momento era stato in disparte, emergeva fuori cercando di
portarla via.-Sei un maledetto bastardo!-Urlò a pieni polmoni
causando solo altre risate da parte del pubblico.
-Starnazza quanto vuoi-La rimbeccò
Zoro entrando dentro l'ascensore-Adesso non ti sento più-.
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Capitolo 30 *** Capitolo 30 ***
Capitolo
30
Una luce abbagliante colse i tre
impreparati non appena le porte dell'ascensore si aprirono.
Riducendo gli occhi a due fessure, Zoro
esaminò bene la situazione.
Le luci sparivano e tornavano, un suono
rumoroso di voci di sottofondo e grida, gli perforarono le orecchie.
Scosse il volto infastidito, cercando
però di riacquistare la vista.
Non aveva idea di come avessero fatto a
trovarlo, ma quella calca, era conosciuta con il nome di
“giornalisti”. Forse si aspettavano uno scoop o le
classiche quattro righe da rivista di pettegolezzo.
Era molto probabile che qualche
infiltrato alla festa, avesse fatto la spia.
Avanzando i primi passi, non ebbe
nemmeno il tempo di respirare, che venne bombardato di domande.
-è vero che lei e la signorina
Tashigi avete litigato?-Domandò uno sbracciandosi.
-Signor Roronoa, cosa ne sarà
dell'azienda!?-Chiese una donna.
-Roronoa! La donna che tiene in braccio
è la sua segretaria?-
-Ha forse tradito Tashigi in
precedenza!?-
Tante, troppe domande, molte alle quali
non voleva dare importanza ed altre che, oh, se ne avesse avuto il
tempo, avrebbe risposto con piacere.
Nessuno di loro però, sarebbe
uscito da lì senza una risposta per il proprio quotidiano.
Fermando la sua avanzata, Zoro
sogghignò apertamente.
Abbassò lo sguardo per fissare
Nami; il volto, distrutto dal dolore e dalla fatica.
-Non mi devo più nascondere-Si
avvicinò al suo viso attirando così, la sua attenzione.
-è davvero tutto
risolto?-Domandò abbozzando un sorriso e stringendo la sua
cravatta. Zoro annuì felice, unendo finalmente le labbra a
quelle di lei. Un ovazione plateale partì dai giornalisti che
immediatamente, iniziarono a scattare foto.
Sarebbero finiti in prima pagina?
Probabilmente si.
Avrebbero dovuto vergognarsi?
Ovviamente no.
Con dolcezza, pose fine al bacio e le
sorrise rassicurante.
-Si-Confermò la sua precedente
domanda-Tutto risolto-Alzò il volto verso Eustass che in
imbarazzato e offeso, aveva cercato di guardare altrove.
-Hai una macchina?- Kidd increspò
le labbra per quella domanda stupida.
-Certo che ce l'ho-Zoro annuì
soddisfatto.
-Vai a prenderla, abbiamo un posto da
visitare...-
-Le mie più sincere
congratulazioni-Mormorò un infermiera non appena, uscì
dalla sala in cui Nami era stata fatta precedentemente accomodare.
Kidd e Zoro si alzarono in piedi,
avvicinandosi alla donna. Aveva un altezza considerevole e degli
strani bigodini, anch'essi enormi in testa.
-Sta bene Nami?-Domandò Zoro
ingoiando a fatica. Doveva essere veramente uno spettacolo in quel
momento: sudore, tremore e tanta, tantissima paura.
-Adesso sta bene- Gli strizzò
l'occhio-Le abbiamo somministrato alcune pastiglie, ma si
riprenderà.-Si passò fiera una mano sotto al
mento.-Piuttosto-Fissò i due uomini-Chi è il padre del
bambino?-
Sia Kidd che Zoro sgranarono gli occhi.
Il rosso aprì la bocca senza
riuscire a proferir parola mentre l'altro, rimase pietrificato.
-Pa...padre!?-Sillabò Zoro con
estrema difficoltà.
-Brutto...-Una voce profonda e
gutturale uscì dalle labbra di Eustass- STRONZO!-Gli afferrò
i lembi del colletto e iniziò a strattonarlo.-CHE TU SIA
MALEDETTO!-Urlò lasciando esterrefatta l'infermiera che
tempestivamente, ebbe il buon senso di scansarsi non appena piantò
Zoro contro il muro.
-A-aspetta!-Cercò di farlo
ragionare.
-Mi hai portato via...-Mormorò a
denti stretti-...mi hai portato via Nami...-Serrò forte gli
occhi in preda alla rabbia.
Eppure aveva sperato...aveva scommesso
con se stesso che forse, avrebbe potuto fargli cambiare idea su quel
tipo...
Li riaprì e sussultò per
la scena che gli si presentò davanti: Zoro era rimasto al suo
posto, immobile, fermo, gli occhi fissi nei suoi. Il suo sguardo non
era ostile, era fiero e deciso.
-Che cazzo hai da fissarmi così!?-Tuonò
storcendo le labbra, non lasciandosi intimidire.
-Mi prenderò cura di
lei-Dichiarò facendolo bloccare. Non poteva credere alle sue
parole. Dischiuse le labbra ma nuovamente, rimase stupito da
quell'uomo. -La farò felice.-
-Stronzate...-Mugugnò alzando un
pugno, pronto a colpirlo.
-Cercherò di essere un uomo
degno di lei-Continuò non accennando a togliersi dalla sua
presa.-Nel caso mancassi al mio impegno...hai l'obbligo e il dovere
di farmela pagare- Un sorriso strafottente delineò le sue
labbra.-Che ne dici?-
In silenzio, il rosso soppesò le
sue parole. Poteva credere a quell'uomo? All'uomo che Nami aveva
scelto come suo compagno? Abbassò il pugno e digrignò i
denti frustrato.
-Azzardati a farla soffrire...-Lo
minacciò avvicinandosi al suo volto-E te la farò
pagare...- Zoro accettò con un cenno del volto. Rimase in
silenzio quando la presa su di lui venne meno e tornò con i
piedi a terra.
-Grazie Eustass...-L'osservò
voltargli le spalle e incamminarsi verso l'uscita dell'ospedale.
Non appena Nami aprì gli occhi,
le paure più profonde per quella situazione, scaturirono
fuori.
Impaurita sul da farsi, si portò
una mano al ventre. L'immagine di Zoro le balenò nella mente e
con timore, iniziò a farsi una serie di domande senza
risposta: Cosa poteva dirgli? Come avrebbe reagito? Cosa avrebbe
pensato di lei? L'avrebbe riconosciuto come suo? L'avrebbe
abbandonata? Dio, era troppo preoccupata...
Con stanchezza, chiuse gli occhi
cercando di cacciare dalla propria mente, tutte quelle tremende
domande.
Aveva una fottuta paura di Zoro.
Aveva visto tanti film dove il classico
uomo d'affari, abbandonava la donna di cui era innamorato, al proprio
destino. La carriera prima di tutto...
Sospirò più e più
volte, cercando di calmare i nervi che quella sera, erano partiti per
chissà quale località.
Era successo tutto troppo in fretta: la
festa, Tashigi, il contratto rotto, ancora Tashigi...
Strinse le labbra ripensando a quella
serpe.
Le aveva tirato un bel colpo mancino,
ma quel vomito sul vestito, se lo era meritato. Non era nel suo stile
certo e se fosse stata in forma, l'avrebbe gettata a terra e riempita
di mazzate.
Ci mancava soltanto la classica
piscinetta col fango e la lotta sarebbe stata epica.
Con uno sforzo, si portò le
coperte sopra al volto stanco. Sentiva la testa pesarle e lo stomaco
in subbuglio.
Come era stata stupida...come aveva
fatto a dimenticarsi di quella visita...e le sue cose!?
Si morse il labbro inferiore e cercò
di mantenere il controllo. Da quello che le aveva detto l'infermiera,
prima di svenire, era al terzo mese di gravidanza.
Si portò una mano al volto
coprendosi gli occhi.
Oggi era il compleanno di Zoro, un
regalo più...più...indesiderato forse, non poteva
farglielo. La festa era andata uno schifo e adesso quello.
-Cosa stai facendo?- Una voce la fece
sobbalzare. Alzò gli occhi, liberandosi dal lenzuolo e sbiancò
alla vista di Zoro, comodamente seduto accanto a lei.
Da quanto era lì?!
-N-niente!-Scattò a sedere, il
tempo di avere un altra fitta e tornare supina. Con un enorme groppo
in gola, fissò l'uomo accanto a se.
-Stai meglio?- Non era certo una
domanda facile quella. Per certi versi si, per altri, decisamente il
contrario.
-Non lo so...-Ammise Nami non smettendo
di fissarlo. Con fare quasi tremante, afferrò la sua mano che
subito, venne stretta in una morsa calda e rassicurante.
-Va tutto bene Nami- Le regalò
un sorriso scegliendo di sedersi accanto a lei sul letto. Le lacrime
iniziarono a premere per uscire fuori e senza più forze, le
lasciò correre.
Il trucco si sciolse, dandole così
un aria afflitta e impaurita. Con prontezza, Zoro estrasse un
fazzoletto e l'aiutò a struccarsi, asciugandole le lacrime.
-Non devi avere paura...-Le sussurrò
tenendole fermo il volto e infondendole qualche lieve carezza.
Con coraggio Nami, decise di rivelare
la sua paura più grande. Tutto, sarebbe finito o iniziato per
mano di Zoro e della sua volontà.
-Sono incinta...-
-.-.-.-.-.-.
Vogliate scusarmi.
Oggi avevo in programma
di fare un doppio capitolo, ma a quanto pare, non ci sono riuscita.
L'happy end si avrà
domani! ( SI SPERA, se non avrò impegni!)
Mi dispiace moltissimo
non essere riuscita a concludere in serata, ma ho chiesto uno sforzo
troppo grande per la mia concentrazione ( i miei tengono la tv a
tutto volume e rompono ogni ora).
Per cui, cari lettori,
pazientate! ^^
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Capitolo 31 *** Capitolo 31 ***
Capitolo
31
-Sono incinta...-
Mai parole furono più terribili
di quelle. Abbassò il volto di scatto e serrò forte gli
occhi, pronta al colpo di grazia. Era stata stupida e la colpa per
quella sconsideratezza, era solo sua.
Con uno guizzo, lasciò la sua
mano e con entrambe, si coprì il volto nuovamente rigato di
lacrime.
Non voleva piangere, ma dannazione,
aveva paura.
Paura che lui l'abbandonasse. Paura che
adesso che finalmente era libero da quello stupido contratto, la
lasciasse per intraprendere una vita libera e felice.
Tirò su col naso e affondò
ancor di più nel mani nel viso.
Non voleva vederlo mentre le diceva:
“Addio”. Non lo avrebbe sopportato...così come era
stata dura stare lontano da quei sentimenti nei due mesi precedenti.
Senza che se ne accorgesse, erano spuntati fuori ricchi di nuovi
significati.
Con orecchio teso, lo sentì
sospirare pesantemente per poi, afferrarla delicatamente per un
braccio. Con energia, le prese il volto, in modo che potessero
trovarsi faccia a faccia.
Nami si sconvolse nel vederlo calmo e
assorto nei suoi pensieri, ma sembrava che avesse preso una
decisione.
Ingoiando il rospo e respirando
affannosamente, cercò di trovare nuovamente la voce.
-Parlami Zoro...- A quella richiesta,
lui sbuffò attirandola contro il suo petto.
Sgranò gli occhi Nami nel
sentire il suo corpo così caldo e forte contro il proprio.
-Cosa vuoi che ti dica?-Le circondò
con entrambe le braccia le spalle.-Lo so...- Trattenne il fiato per
quella nuova scoperta. Lo sapeva?-Me l'ha detto l'infermiera...-
-A-allora?-Non osò scansarsi dal
suo duro petto, quello era un riparo che aveva imparato a conoscere e
ad amare.
-Allora cosa?-Domandò abbassando
il volto verso il suo.
-Cosa...-Dio, come era
difficile.-C-cosa hai deciso... di fare?- Uno scappellotto le arrivò
senza preavviso sulla fronte. Alzò gli occhi verso Zoro e si
spaventò nel vederlo serio.
-Stai cercando di farmi incavolare per
caso?-Tuonò furibondo afferrandole il mento. Odiava non essere
ricambiato nello sguardo. Considerava un gesto debole abbassarlo o
distoglierlo.
-E perchè non sei
felice?-Continuò lasciandola di stucco.
Felice? Doveva essere felice?
-Ma...-Cercò di parlare con
scarsi risultai.
-Lo voglio Nami-Con decisione, posò
il palmo aperto contro il suo ventre.-Lo voglio davvero.- Al suono di
quelle parole, il cuore di Nami scoppiò. Sentiva il dolore e
l'oppressione svanire, lasciando il posto ad una deliziosa sensazione
di leggerezza e beatitudine.
-Dici sul serio?-Mormorò con un
filo di voce stentando ancora a crederci.
-Ti ho mai mentito?-Ridacchiò
accarezzandole il ventre.-Non mi pare...- Beh, questo era vero.
Con un sorriso che le nasceva
direttamente dal cuore, si slanciò su di lui abbracciandolo.
Gli circondò con forza le spalle e posò il volto contro
il suo collo. Sentì l'abbraccio venire ricambiato dopo qualche
secondo e i singhiozzi, si fecero di nuovo sentire.
-Mi hai reso felice Nami...-Le sussurrò
all'orecchio Zoro con un sorriso sul volto.-Grazie-
-Non posso uscire di casa!-Con un colpo
secco, Zoro chiuse la porta dell'appartamento e imprecò
sonoramente prendendo poi a calci il portaombrelli nell'ingresso.
A sentirlo inveire, Nami si affacciò
dalla cucina con un enorme gocciolone dietro la testa.
-Sei scemo?-Lo offese riprendendo la
sua mansione.-Io te l'avevo detto.-
-Odio i “te l'avevo
detto”-Sbraitò togliendosi le scarpe e raggiungendola in
cucina. Afferrò una sedia e si lasciò cadere a sedere
su di essa.-è assurdo...-Sbuffò cacciandosi una mano
sulla fronte.
-Hai fatto tutto tu-L'informò
legando con uno spago, la carne per il pranzo.
-Non ho fatto niente!-Picchiò
sonoramente una mano contro il tavolo, ancora incavolato per quella
situazione: erano tre giorni che erano chiusi in casa.
I giornalisti avevano fatto viaggiare
ad una velocità incredibile, la notizia dello scioglimento del
fidanzamento con Tashigi.
Grazie a suo padre e all'avvocato,
erano riusciti a spiegare grosso modo, l'intera faccenda.
Mihawk aveva annunciato pubblicamente
che Zoro, era stato riconosciuto, dopo il matrimonio con Hancock, suo
figlio. Qualunque legame avesse avuto con Doflamingo, con
quell'unione tutto era svanito, contratto incluso. Il pelliccione
però, non aveva protestato e anzi, era sembrato parecchio
divertito dall'intera situazione.
Ogni rivista, ogni quotidiano e
telegiornale, non parlava d'altro.
Inoltre, come ben Zoro aveva sperato,
quel bacio che aveva dato a Nami davanti a tutti, aveva fatto il giro
del mondo.
Forse per quel bacio...si, la colpa era
sua.
-Che bugiardo-Lo riprese Nami
sistemando quel fagottino in un tegame ricolmo di patate. Accese il
forno e infine, attese che si scaldasse.-Sei tu che hai gonfiato
tutto quanto...-
-Le cose quando si fanno-Si alzò
in piedi dirigendosi al frigorifero-Si fanno per bene!-Afferrò
una bottiglia di birra e la stappò per poi, berne un sorso.
-Oh certo-Si tolse i guanti-E il
filmato di me che vomito addosso a Tashigi?-Sospirò
avvicinandosi a lui.-Sul you tube ha fatto più di un milione
di visualizzazioni!- Zoro sorrise malandrino. Anche lui, di
nascosto, era andato a vederlo e la soddisfazione che aveva provato,
era stata incredibile.
Tashigi per rimediare a quel casino,
aveva attuato un matrimonio riparatore con Smoker. I debiti di quella
cretina adesso, erano anche i suoi.
Inoltre, Crocodile l'aveva chiamata in
causa per degli affari che, al contrario di quello sperato da lei,
non erano andati in porto. Ecco svelato quella discussione al bar...
-Mi stai ascoltando?-Tuonò Nami
con le mani piantate sui fianchi. Zoro scosse il volto e si allentò
il nodo alla cravatta.
-Emh...si certo-Annuì passandole
un braccio dietro la schiena.
-Certo-Sospirò agitando una
mano-Stavo dicendo che in un insulso programma alla tv, stanno
facendo supposizioni sul sesso del bambino-Quella notizia lo lasciò
esterrefatto. Era incredibile quanto la gente non sapesse tenere a
freno la lingua.
-Che dicono?-Domandò comunque
poggiando la bottiglietta sul ripiano in marmo.
-Umh...dicono che sarà
maschio-Si strinse nelle spalle.
-Maschio?-Ci pensò su alzando
gli occhi al cielo. Effettivamente, un maschio non gli sarebbe
dispiaciuto.
-Tu cosa preferisci?-Se doveva essere
sincero, avrebbe preferito una femmina.
Aveva il debole per le guanciotte rosee
e le ciglia lunga che avevano le bambine appena nate. Inoltre,
avrebbe sicuramente ereditato la bellezza della madre.
-Femmina-
-Oh-Ridacchiò civettuosa
alzandosi sulle punte dei piedi.-Femmina eh?-Ridacchiò.
-Che male c'è?- Inarcò
burbero le sopracciglia.
-Niente-Sorrise posando entrambe le
mani sul suo petto-è che la volevo anche io...- Oh...
-Non stai scherzando eh?-
-Sono super seria!-Si strusciò
contro di lui.-Almeno non ci sarà un conflitto d'interessi-
-Puoi starne sicura-Ridacchiò
contagiato e abbracciandola caloroso. Inspirò a fondo il suo
profumo e con passione, le baciò il collo. Sentendo le sue
deliziose attenzioni, Nami alzò il volto per incontrare quello
di lui. A differenza di quello che poteva sembrare,si diedero un
baciò dolce, lento, con il solo scopo di esprimere i
sentimenti che entrambi provavano. Erano due idioti colossali, ma
erano felici. Un fulmine a ciel sereno, colpì i neuroni di
Zoro. Dio...non si erano nemmeno mai detti un “ti amo”.
Zoro forse non ne era il tipo, ma a
Nami, sentirlo ogni tanto, le avrebbe fatto piacere.
Con il volto rosso, Zoro si prese
coraggio. Doveva dirglielo senza sembrare un idiota. Inspirando a
fondo, l'afferrò per le spalle e la fissò convinto
negli occhi.
-Eh...-Balbettò cercando le
parole adatte. Si ma quali? Non poteva dirglielo semplicemente senza
imbellettare la frase.
-Cosa c'è?-Lo fissò
perplessa.-Stai male?-
-No ecco è che...-Ci riprovò-Si
insomma noi...- Chiuse gli occhi sospirando pesantemente.
Dannazione! Era sempre riuscito a conquistare le donne, perchè
adesso dire quella stupida frase sembrava così difficile?
-Ecco Nami....io ti...-Il suono del
telefono lo costrinse a fermarsi. Con un imprecazione sonora, afferrò
il cellulare e accettò la chiamata, senza guardare.
-PRONTO!-Urlò incavolato e
intento a fargliela pagare a qualunque essere umano avesse interrotto
il suo monologo.
-CHE CAZZO URLI?-Tuonò la voce
al telefono-VENGO Lì E TI SPACCO LA FACCIA CAZZONE!-Tutta la
grinta che aveva avuto pochi minuti prima sparì, riducendo gli
occhi a due fessure.
Ormai poteva riconoscere quella voce
ovunque...Kidd.
-C-cosa vuoi?-Mormorò cercando
di non farsi accorgere da Nami di essere al telefono con lui.
-Come cazzo credi che possa andare
avanti se tu, grandissima merda, sei ogni minuto in tv!?- Perchè
diavolo se la prendeva con lui? Non era mica il centro reclami!
-Se ti da fastidio, spegnila!-
-I giornali non parlano di altro!-
-è colpa mia!?-Sbraitò
stringendo il telefono tra le mani.
-CERTO CHE è COLPA TUA!-Lo sentì
sbuffare pesantemente per poi, riprendere il controllo-Ho visto un
servizio che vi inquadrava al supermercato-Zoro imprecò
mentalmente. Era stato quasi un miracolo quella spesa. Avevano fatto
una scorta di cibo considerevole...
-Nami...-Sospirò dolorante
Eustass-Aveva un espressione...felice però- Zoro si fermò.
Fissò la sua compagna e si accorse solo in quel momento
dell'enorme sorriso che teneva sul suo bel faccino.
Era vero...Nami era così felice
e radiosa...
-Lo so-Ammise.-Devo
lasciarti...-Mormorò spegnendo il telefono e infilandolo
frettolosamente in tasca. -Nami-La chiamò riacciuffandola tra
le braccia. Con sorpresa,lei lo fissò senza fiatare.
-Ti amo-Le confessò serio e
deciso, concentrato e assolutamente sincero.
Nell'udire quella dichiarazione, Nami
scoppiò in una sonora risata, alzandosi sulle punte per
abbracciarlo forte. Zoro rimase immobile, aspettandosi il
contraccambio.
-Che scemo che sei!-
-EH?!-
End
Oso dire un: finalmente è
finita!
Non immaginate quanto sia stato
difficile per me, portare a termine questa fan fiction. Ho aggiornato
a livelli inumani!
Vi avverto che d'ora in poi, non
sarò più così “veloce” eh! Tempo al
tempo!
Un paio di pallose note, prima di
ringraziare tutti!
Questa fan fic, ha significato un
po' di cose per me. Sicuramente mi ha tenuto compagnia, mi ha fatto
conoscere nuovi lettori e nuove persone.
Ho compreso il grande “affetto”
che ad ogni commento, mi avete dato e mi ha reso molto felice.
Inoltre questa fan fiction ha interessato anche altri utenti che di
Zonami, non ne sono grandi fan.
È STATO FANTASTICO.
Un grazie davvero infinito a
tutti.
Parte del merito di questa fic,
va a Marco.
Non voglio che lo dimentichiate.
Per chi ne ha lo sbattimento e la
voglia, lascio il link di Facebook della “ruolata” che si
era attuata.
È completamente diversa
per certi versi, ma è originale.
Purtroppo, a differenza della fan
fic, non ha una fine.
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=340712192693586&set=a.310800989018040.67214.100002644252296&type=3&theater
Un grazie immenso a chi ha
commentato questa fan fiction!
Flick
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Grazie a tutti i lettori che
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capitolo! Grazie!
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