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di DamonBonnie7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ok, premetto che questa è la mia prima storia in assoluto su efp, nonostante abbia aperto l’account già da un po’, e che non sono nemmeno sicura di continuarla. L’ispirazione mi è venuta all’improvviso e ho pensato che sarebbe stato interessante provare a pubblicare un abbozzo di prologo qui. Chiedo scusa per eventuali errori di ortografia/battitura. Detto questo, siate clementi! :)
 
(Ovviamente i personaggi non appartengono a me ma a Lisa Jane Smith.)


Qualcuno stava cercando di svegliarla, Bonnie di questo era cosciente. Sentiva un leggero picchiettare sulla sua spalla e una voce che, sommessamente, chiamava il suo nome, ma non aveva davvero la forza per sollevare le palpebre e scoprire chi fosse quello scocciatore. Il tocco, dapprima delicato, si fece man mano sempre più insistente; non fu questo, però, a convincerla ad aprire gli occhi, quanto piuttosto quella voce, ora più alta di un’ottava, che, un po’ impaziente, esclamò: -Bonnie!
Avrebbe sicuramente raggiunto il soffitto, con il sobbalzo che il suo nome pronunciato in quel modo le aveva provocato, se la mano che prima cercava di richiamarla dal mondo dei sogni non l’avesse saldamente afferrata per il braccio, quasi a voler instaurare un collegamento tra lei, ancora non del tutto cosciente, e il mondo reale.
Una volta aperti gli occhi, davanti a lei si presentò l’immagine di uno Stefan sorridente ma nervoso, a cui chiese: - Stefan! E’ successo qualcosa? Che ore sono? Stai bene?”
Il sorriso del vampiro, sentendo quella raffica di domande tipiche di una Bonnie molto confusa, si allargò sempre di più sul suo viso.
- Tranquilla, non è successo niente, sono le cinque del mattino e io sto bene.
- Come mai sei qui, allora? Non fraintendermi, non è che non mi faccia piacere trascorrere del tempo con te, ma se non c’è nessun ‘cattivo’ da sconfiggere o pericolo all’orizzonte, come mai sei nella mia stanza, alle cinque, a strapparmi dalle braccia di Morfeo?
- Hai ragione, forse avrei dovuto aspettare che il sole fosse sorto già da un po’, prima di venire qui, ma non ce la facevo più, avevo bisogno di parlarti. Bonnie, io…
Improvvisamente la strega, che era stata calma fino a quel momento, sentì una strana ansia nascere al centro del suo petto. Stefan stava per sganciare su di lei una bomba, lo sentiva, e la pausa che seguì, per qualche secondo, le parole del ragazzo, prima che concludesse la frase da lui lasciata in sospeso, la convinse ancora di più che la sensazione che provava fosse giusta.
- Bonnie – disse alla fine Stefan, deciso – ho appena lasciato Elena.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Bonnie guardò Stefan, incerta su come reagire dopo le parole che aveva pronunciato. Lui ed Elena erano stati uniti dal primo momento e il vampiro si era sempre dimostrato molto innamorato della ragazza, sebbene non lo meritasse così tanto, di questo Bonnie era sicura. E allora come spiegarsi quello che le sue orecchie avevano appena sentito? Era oltremodo assurdo che la storia tra i due fosse finita, e ancora più assurdo che a mettere un punto alla loro relazione fosse stato Stefan. Fu proprio l’insensatezza del tutto che, dopo qualche attimo di sbigottimento, portò Bonnie alla reazione che meno di tutte il vampiro si sarebbe aspettato. Una risata fragorosa, infatti, scaturì involontariamente dalle labbra della rossa, lasciando Stefan sorpreso e senza parole.

- Bonnie?- la richiamò quest’ultimo, non appena il suono della risata di lei si fu calmato.
- Scusa, Stefan, è che, davvero, con me non attacca. Credevo che Elena mi conoscesse un po’ meglio di così, invece ti ha mandato qui a recitare questa sceneggiata solo per farmi uno stupido scherzo, per di più nel cuore della notte, convinta che ci avrei creduto. Va bene che lei si diverta così, ma appena la sento…-
Stavolta fu Bonnie ad essere sorpresa dalla risata potente e incontrollata di Stefan. Credeva davvero che la stesse prendendo in giro? Che fosse tutto architettato da Elena per farsi due risate? Poteva capire che attribuisse alla bionda un simile atteggiamento, considerando che quest’ultima non si faceva poi molti scrupoli ad usare gli altri per il suo piacimento, ma credeva davvero che lui si sarebbe piegato a farle una cosa del genere? L’ingenuità di Bonnie a volte lo lasciava davvero allibito. Non si era nemmeno resa conto che, pensando una cosa del genere, potesse in qualche modo offenderlo. Insomma, non era affatto il tipo di persona che agiva così alle spalle degli altri, in special modo dei suoi amici, fosse anche per uno scherzo innocente come quello a cui aveva pensato Bonnie. Non era mica Damon, lui.
Stefan si riscosse dai pensieri che l’avevano assalito nel momento in cui si rese conto di avere lo sguardo di Bonnie puntato su di sé, perplesso e spaesato.
- No, Bonnie, sei fuori strada. Non ti farei mai uno scherzo di così cattivo gusto, nemmeno per accontentare Elena, con cui, come ti ho detto, ho chiuso. L’ho amata in un modo che lei non ha mai capito, sebbene sia sempre stata convinta di ricambiarmi nella stessa misura, ma adesso non c’è più niente ad unirci.
- Vuoi dire che…che l’hai lasciata davvero?
Gli occhi della strega si spalancarono a dismisura, provocando un sorriso sincero in Stefan, a cui quello sguardo da cucciolo spaurito aveva sempre fatto molta tenerezza.
- Sì, davvero.
Dopo qualche secondo di silenzio che calò tra i due, Bonnie si azzardò a chiedere:
-E, se posso…perché?
Stefan la guardò negli occhi, cercando di capire cosa le stesse passando per la testa in quel momento. Immaginò che fosse preoccupata per l’amica, ma era abbastanza sicuro che fosse preoccupata anche per lui. Lei sapeva bene, infatti, quanto la storia con Elena avesse significato per lui, e sebbene ancora non fosse a conoscenza del motivo che l’avevo spinto a quella decisione, era certo che Bonnie fosse ansiosa di accertarsi di come stesse anche lui.
- E’ il motivo per cui sono qui. - si decise, infine, a risponderle – Vedi, Bonnie, era da un po’ che sentivo che qualcosa era cambiato, ma non riuscivo a capire cosa. E poi stasera, guardando Elena, ho capito che non sono più innamorato di lei, perché io…-
Bonnie si ritrovò improvvisamente a fissare il posto vuoto che aveva lasciato Stefan davanti a lei, mentre ancora stava cercando di concludere il suo discorso, poiché una figura scura l’aveva improvvisamente scaraventato lontano da lei. Voltandosi, riuscì a riconoscere un ragazzo poco più che ventenne, dai capelli corvini e una smorfia dipinta sul viso decisamente furiosa, che teneva il suo amico per il collo, a qualche centimetro dal pavimento. Le bastò poco per realizzare chi fosse e urlargli:
- DAMON!


 

 

Ecco qui il primo capitolo! Stefan prova a spiegare a Bonnie i motivi che l'hanno spinto a chiudere (definitivamente?) la storia con Elena, ma viene interrotto da un Damon parecchio arrabbiato. Il perché, ovviamente, lo scoprirete nei prossimi capitoli, se avrete ancora voglia di leggere questa storia..:D
Al prossimo capitolo (che spero di aggiungere presto)
DamonBonnie7

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Damon sentì che il suo pettirosso l'aveva chiamato, ma, nonostante ciò, non riusciva a fare altro che guadare negli occhi suo fratello e sperare ardentemente che sparisse senza lasciare traccia, come se non fosse mai esistito. Nel corso della sua lunga esistenza tutti quelli che avevano conosciuto i fratelli Salvatore avevano sempre pensato che lui fosse il cattivo, mentre vedevano in Stefan un povero martire da amare e coccolare. Nessuno aveva mai capito che, sotto la sua faccia da santarellino, Stefan fosse in realtà molto più subdolo di lui. Si fingeva buono e riusciva ad accaparrarsi la simpatia e l’affetto di quelli che lo circondavano, mentre non faceva altro che rubargli le persone che gli appartenevano. Aveva incominciato con Katherine cinquecento anni prima, continuando la relazione con lei nonostante sapesse quanto intensamente lui l’amasse. Quanto l’amava, invece, Stefan? Quanto, considerando che non avesse impiegato poi tanto tempo a dimenticarla? Dopo questo primo duro colpo, infertogli dal suo caro fratellino, era arrivata nelle loro vite Elena. All’inizio l’aveva vista solo come un ulteriore modo per ferire Stefan, perché sapeva quanto tenesse a lei, ma poi aveva cominciato a guardarla con occhi diversi. Elena era la sua principessa delle tenebre, il suo angelo, e la voleva al suo fianco, perché insieme sarebbero stati perfetti. Era riuscito a realizzarlo quasi subito, dopo averla conosciuta meglio, e sembrava che fosse riuscito a convincere anche lei. Ma Elena non era ancora sicura, perché c’era sempre il suo dannatissimo fratellino a interporsi tra lui e i suoi obiettivi. E adesso, adesso anche questo.

- Damon! Damon, lascialo! Così gli fai male! – continuava a ripetergli Bonnie.
- Tanto meglio, è proprio quello che voglio. Fargli così male da farlo pentire di non essere morto parecchio tempo fa!
Bonnie rimase senza parole. Era ovviamente a conoscenza che il rapporto tra i due fratelli non fosse dei migliori, ma, nell’ultimo periodo, sembrava stessero facendo dei progressi. La reazione di Damon, quindi, per lei non aveva alcun senso. A riscuoterla da questi pensieri furono le parole di Stefan - strozzate a causa della mano dell’altro vampiro ancora stretta sulla sua gola - che, rivolgendosi al fratello, chiese:
- Hai...hai pa...parlato con…E...Elena?
- Elena? Chi, la tua ragazza? Ah, si, Elena! Elena, la tua ragazza, quella che mi ha chiamato, mezz’ora fa, in lacrime, per avvisarmi che era improvvisamente diventata la tua ex-ragazza!  Ce n’è voluto di tempo, prima che riuscissi a trovare un senso nelle sue frasi sconnesse, ma alla fine il suo discorso era così inverosimile da sembrarmi quello di una visionaria. Ho iniziato seriamente a credere che avesse bevuto. Mi sono chiesto se avesse scoperto la scorta di bourbon* che, qualche settimana fa, avevo nascosto nella cantina della pensione. Ho scartato velocemente quest’ipotesi, però, considerando che conosco molto bene i sintomi di una sbronza ed Elena non ne riscontrava nessuno. A parte quel discorso assurdo che mi aveva rivelato, certo. Nel momento in cui ho capito che quello che mi aveva detto era vero, tutta la felicità che avevo provato al telefono quando le avevo sentito dire che vi eravate lasciati si è trasformata in un profondo istinto omicida nei tuoi confronti. Come diavolo hai osato mettere gli occhi sul mio uccellino? COME? –
Stefan era ovviamente impossibilitato a parlare, considerando che sarebbe già svenuto per asfissia, se non fosse stato un vampiro. L’unica cosa che gli era concessa era subire l’ira del fratello fino a quando non si fosse calmato ed era abbastanza convinto – o almeno lo sperava vivamente – che non avrebbe dovuto aspettare molto. Sapeva, infatti, che, nonostante la reazione spropositata del fratello in quel momento, Damon non l’avrebbe ucciso, come non aveva mai fatto fino a quel momento.
Bonnie, invece, non aveva capito assolutamente niente del discorso di Damon. Insomma, che voleva dire “mettere gli occhi sul mio uccellino”?
- Che…che cosa vuoi dire? Cosa ti ha fatto Stefan per trattarlo così, Damon? Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo? -
La confusione di Bonnie stava salendo a livelli inimmaginabili, e la risposta di Damon, invece di schiarirle le idee e farle capire cosa fosse accaduto di così grave, riuscì, se possibile, a confonderla solo di più.
- Come, Santo Stefano ancora non ti ha detto niente? Ha lasciato Elena, perché non la ama più. L’ha lasciata perché, a detta sua, si è reso conto di essere innamorato di te!



*un piccolo omaggio al Damon Salvatore del telefilm! :3

Rileggendo questo capitolo, mi sono resa conto che forse la reazione di Damon assomiglia più a quella che avrebbe nel telefilm che non nei libri. Alla base c'è sempre la sua insicurezza, il senso di abbandono che lo accompagna dalla morte della madre e la sensazione che, non importa cosa faccia, Stefan riuscirà sempre a farla meglio e ad essere amato più di lui. Il discorso di Damon però mi è uscito così, perché non saprei vederlo in modo diverso, per cui vi lascio la versione originale del capitolo. :)
Tornando a noi...Bonnie ha finalmente saputo la verità! Mentre il povero Stefan, che stava provando a dirgliela da un po', è stato preceduto da Damon. Qualcuno l'aveva già capito, che era Bonnie il motivo della rottura tra Elena e Stefan, però mi piaceva l'idea che non fosse lui a dirglielo. Insomma, glielo dirà, ma non era da lui che doveva scoprirlo (almeno nella mia mente contorta).
Beh, che dire. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito e..ci vediamo al prossimo capitolo! ;)
DamonBonnie7

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Meredith era sveglia da un pezzo. Non sapeva cosa le stesse succedendo, ma aveva una strana sensazione che per tutta la notte non le aveva fatto chiudere occhio. Sentiva che c’era qualcosa che non andava, ma non capiva cosa, e per questo motivo non aveva fatto altro che rigirarsi nel letto per ore. Era riuscita ad appisolarsi quasi subito, una volta stesa, ma si era svegliata dopo poco più lucida che mai, senza un briciolo di stanchezza. Aveva provato a bere una camomilla, sperando che la tranquillizzasse e le conciliasse il sonno. Quando aveva capito che non sarebbe servita a nulla, era passata alla lettura di un libro, che avrebbe potuto liberarle la mente, ma anche quello era stato un tentativo vano. Aveva allora optato per un buon film, ma aveva scoperto che a quell’ora in televisione tutto quello che veniva trasmesso era piuttosto scadente. A quel punto si era arresa davanti all’evidenza: non avrebbe dormito, quella notte. Un po’ annoiata e parecchio infastidita, aveva iniziato a pensare ad un modo utile per impiegare il tempo rimasto prima della colazione. Quando il suo cellulare incominciò a vibrare, Meredith si disse che chiunque avesse deciso di chiamarla a quell’ora aveva decisamente risolto il suo dilemma. Leggendo sul display il nome “Elena”, però, capì che era successo qualcosa e che era questo, probabilmente, il motivo per cui non era riuscita a dormire.
La ragazza rispose alla telefonata, ma non ebbe nemmeno il tempo di parlare perché la voce acuta della sua amica, rotta dal pianto, le invase le orecchie.
- MEREDITH!! Vieni subito qui! È…è…terribile! Ho bisogno…di te!
- Elena? Ma…cosa è successo? Perché stai piangendo e…- provò a dire Meredith, ma fu interrotta da una sola parola, prima che la conversazione fosse improvvisamente chiusa dall’altra.
- VIENI!- Click. Fine della chiamata.
-Ma che razza di modi..!- disse fra sé e sé Meredith, che era rimasta alquanto perplessa. Se fosse successo qualcosa di serio, Elena non si sarebbe limitata alle poche parole che le aveva rivolto, ma le avrebbe spiegato velocemente il problema, per informarla dell’accaduto. Inoltre, il suo “Ho bisogno di te!” spiegava chiaramente che, qualunque fosse il suo problema, riguardava i fratelli Salvatore.
Nonostante l’ora, Meredith decise di vestirsi velocemente per andare a controllare le condizioni dell’amica. Dopo essersi preparata, scese le scale e aprì la porta per uscire. L’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere, però, era una Bonnie tremante e pallida fuori casa sua.
- Bonnie! Cos’è successo? Cos’è quella faccia? Vieni, entra! – le disse, dimenticandosi completamente di Elena che la stava aspettando al pensionato.
La rossa la guardò e quello sguardo le fece paura. Riusciva a leggervi mortificazione, angoscia, confusione, ma, più di ogni altra cosa, paura.
Quando si decise a muovere qualche passo per entrare in casa, Meredith l’abbracciò. Riusciva a sentire quanto ne avesse bisogno anche senza sapere cosa fosse accaduto. Una volta separate, Bonnie le sorrise, ma il suo sorriso era spento e stanco.
- Vieni, andiamo in cucina. Preparo una cioccolata calda mentre tu mi dici cos’è successo. -
Bonnie annuì, ma, mentre si stava sedendo e la sua amica stava prendendo tutto ciò che le serviva, il telefono di quest’ultima iniziò a squillare.
- Oh Dio, avevo completamente dimenticato Elena! Sarà sicuramente lei che mi chiede che fine abbia fatto. Scusami un attimo, Bonnie, le rispondo e…- ma la voce allarmata della rossa la fece bloccare all’istante, mentre ancora la sua mano stava per afferrare il cellulare.
- Aspetta! Non dirle che sono qui! Io…lei…insomma…-
- Bonnie, cos’è successo tra te ed Elena? – la voce di Meredith si fece preoccupata, di fronte alla reazione dell’amica.
- Io...sono qui per questo, ma ti prego, non dirle che sei con me. -
Alle parole supplicanti dell’amica, Meredith annuì, poi rispose ad Elena. Le disse che aveva avuto un contrattempo e che avrebbe tardato un po’, ma che sarebbe arrivata presto. Una volta chiusa la conversazione con lei, si voltò verso Bonnie.
- Ora sputa il rospo, tu!-
- Ok, solo…-
- Cosa c’è adesso?-
Alla risposta un po’ scocciata di Meredith, Bonnie sorrise, di uno di quei sorrisi luminosi che solo lei sapeva fare.
- …la cioccolata?-
- Ma Bonnie! – rispose Meredith ridendo. Poi, iniziò a preparare quello che l’amica le aveva chiesto, rivolgendole nel frattempo uno sguardo per incitarla a parlare. Con voce un po’ tremolante per l’ansia che Bonnie sentiva crescere dentro di sé ripensando a cosa fosse successo, iniziò a raccontarle.
- Ok, allora…stanotte Stefan è venuto a casa mia. Doveva dirmi qualcosa di importante ed era preoccupato, glielo leggevo negli occhi. Mi ha detto che ha lasciato Elena, ma poi…-
- COSA?!?- Meredith non voleva urlare, né tantomeno versare fuori dalla tazza un po’ della cioccolata che stava portando a Bonnie, ma fece entrambe le cose. Dopo essersi ripresa e aver appoggiato le due tazze sulla tavola, le disse:
- Non ci posso credere! Ecco perché Elena era così sconvolta! E perché, poi?-
- Beh, questo lui non è riuscito a dirmelo, perché all’improvviso è arrivato Damon e l’ha sbattuto al muro. All’inizio non capivo cosa stesse succedendo, ma poi me l’ha detto. Damon me l’ha detto. Il fatto è che…-
Bonnie non riuscì a concludere la frase, perché il campanello della casa di Meredith iniziò a suonare all’impazzata.
- Oh, e chi è adesso? Scusa, vado un attimo a vedere chi è.-
Bonnie annuì mentre la sua amica andava ad aprire la porta. Nemmeno un secondo dopo riuscì a sentire la voce di Elena che, urlando, diceva:
- Avevo bisogno di te e credevo che, dato che QUALCOSA ti aveva impedito di venire al pensionato, sarei potuta venire io da te. Non avrei mai immaginato che quel “qualcosa” fosse quella traditrice! So che sei qui! Traditrice! C’era il tuo braccialetto, qui fuori!-
Voltandosi verso la porta della cucina, Bonnie vide Elena che si avvicinava a lei sempre più livida in viso, seguita da una Meredith alquanto preoccupata e confusa, che disse:
- Elena, calmati! Si può sapere cosa sta succedendo, qui? Siete strane, tutt’e due. Sei ferita perché Stefan ti ha lasciata e lo capisco, ma cosa ti ha fatto Bonnie?-
La bionda la guardò, poi dalla sua bocca uscì una risata amara.
- Cosa mi ha fatto? Davvero? È lei, il motivo per cui Stefan mi ha lasciata!-
Detto questo, sotto lo sguardo attonito di Meredith e quello spaventato di Bonnie, Elena si voltò e si lanciò su quella che, fino a poche ore prima, aveva considerato una delle sue migliori amiche.





Eccomi qui! Invece di ripetere ancora per la prima prova di domani ho deciso di postare un altro capitolo di questa storia, sebbene fossi certa di non riuscire a farlo prima della fine della maturità. Mi rendo conto che, ora che è l'inizio e che i capitoli sono bene o male di passaggio, possano risultare un po' noiosi, ma spero di riuscire ad entrare presto nel vivo della storia..;)
Beh, che dire...in questo capitolo abbiamo avuto un assaggio della reazione di Elena, che non ha ancora dato il meglio di sé! Cos'è successo, poi, prima che Bonnie andasse da Meredith? La poverina era andata lì per raccontarglielo, ma è stata interrotta da uno tsunami biondo. Nel prossimo capitolo (che non credo di riuscire a pubblicare prima dell'inizio di luglio) ne saprete un po' di più.
Ora scappo...grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono la storia.


DamonBonnie7

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Per la prima volta da quando era diventato vampiro, Stefan non sapeva davvero cosa fare. Continuava a pensare e a ripensare a quello che era successo e non riusciva a capire cosa dovesse fare adesso. Era confuso, aveva bisogno di parlare con qualcuno e aveva creato un casino con le uniche due persone con cui poteva farlo, per cui si sentiva più solo che mai. Infatti Elena, che per diverso tempo era stata sua consigliera e custode dei suoi più oscuri segreti, in quel momento probabilmente lo odiava; per quanto riguardava Bonnie, invece, che in più di un momento aveva trovato accanto a sé come amica e sostegno, credeva che non fosse il caso di disturbarla ancora, per quella giornata. Aveva creato molta confusione nella sua vita, lo sapeva, ma, sebbene non avesse intenzione di scombussolare quello che poteva considerare, ormai già da un po', il suo gruppo di amici, si era ritrovato a non poter più nascondere quello che provava per Bonnie. La sua piccola amica gli era entrata lentamente nel cuore. Dapprima, aveva provato per lei un grande affetto. Era praticamente impossibile non affezionarsi a quella piccola donna dal sorriso caldo e dagli occhi scintillanti, considerando che era riuscita a farsi benvolere addirittura da Damon. La dolcezza che riusciva a scatenargli nel cuore, unita al progressivo distacco che avvertiva da parte di Elena nei suoi confronti, avevano iniziato a fargli sorgere il dubbio su cosa provasse per entrambe. Aveva amato Elena dal primo istante, in parte per la somiglianza impressionante con Katherine, ma, dopo averla conosciuta meglio, era stato il suo carattere ad affascinarlo e stregarlo. Era riuscita a scaldargli il cuore dopo anni di gelo e, come le aveva detto più di una volta, le era grato per questo. Con l'avvicinamento tra lei e Damon, però, aveva avvertito che qualcosa nel loro rapporto stava cambiando. Non credeva che fosse accaduto realmente qualcosa tra i due, perché, come aveva avuto modo di constatare con il tempo, Elena era completamente diversa da Katherine. Si era però ritrovato spesso a chiedersi se nel cuore di colei che amava Damon non stesse iniziando ad accaparrarsi un posto significativo. La ragazza, infatti, aveva iniziato a trascorrere con suo fratello più tempo di quanto non facesse prima. Nonostante tutto, questo non le aveva fatto mutare atteggiamento nei suoi confronti: aveva continuato a mostrargli lo stesso amore di sempre e la stessa gioia di condividere la sua vita con lui. A tormentare Stefan era stato piuttosto quello che aveva iniziato a provare lui. Notando l'attenzione che Elena stava prestando a suo fratello aveva iniziato a sentirsi, invece che preoccupato o geloso, quasi sollevato. La cosa l'aveva fatto sentire tremendamente in colpa, portandolo a spingere quest'emozione sempre più in fondo al suo cuore. Quella notte, però, per Stefan la situazione era diventata insostenibile. Da qualche giorno, infatti, aveva capito che il sollievo provato dal leggero allontanamento di Elena era dovuto dal fatto che, sebbene le volesse ancora molto bene, non era più innamorato di lei. Qualcun'altra aveva preso il posto che aveva sempre creduto della bionda e, al solo pensarci, la cosa lo faceva sorridere. Non avrebbe mai creduto di vedere Bonnie in quel modo, eppure era esattamente quello che era successo: aveva incominciato a vederla in quel modo, fino al punto di non riuscire più a togliersela dalla testa. Dopo l'ennesimo bacio scambiato con Elena, che sapeva di bugia e inganno, aveva deciso che fosse arrivato il momento di confessare tutto, sia a lei che a Bonnie, ma mai si sarebbe aspettato quello che era successo dopo.

*Inizio flashback*
Damon lo teneva ancora per la gola, ma non era quello a preoccuparlo, quanto le parole che aveva appena rivolto a Bonnie. Era ovviamente nello stile di suo fratello impedirgli di dichiararsi alla piccola rossa, quasi come se anche questa fosse una vittoria su di lui. Nonostante non fosse nella posizione ottimale per riuscirci, Stefan provò a guardare Bonnie, per provare a capire cose le avesse scatenato dentro quella rivelazione. Gli occhi di lei erano fissi su di lui. Lo sguardo era penetrante, quasi a voler comprendere quanto ci fosse di vero nelle parole di Damon. Quando comprese che non c'era un filo di bugia, in quello che le aveva detto, i suoi occhi si allargarono in maniera spaventosa. La sua espressione sarebbe quasi stata comica, se le circostanze fossero state diverse. Dopo un attimo di esitazione, Bonnie disse:
- Damon, lascialo subito. -
Nonostante il tremolio, la sua voce fu decisa e sicura. Bonnie non si aspettava, ovviamente, che Damon le obbedisse ciecamente, ma non credeva nemmeno che avrebbe udito le parole pronunciate dal vampiro in risposta alle sue.
- E per quale motivo dovrei? Vediamo...è stato un buon fratello? No! Mi è stato accanto nei momenti di difficoltà? No! Ha mai provato a mettersi nei miei panni per capire, per una sola volta, me? No! Se sparisse per sempre dalla faccia della terra la mia vita non potrebbe far altro che migliorare. -
Nonostante il ghigno malefico comparso sul volto di Damon, nessuno dei tre aveva creduto veramente a questa sua ultima affermazione. Certo, del rapporto tra i due fratelli si poteva discutere. Avevano commesso errori l'uno nei confronti dell'altro e questo era indubbio, ma erano entrambi consapevoli di quanto sarebbe stata vuota la loro vita senza quel fratello amato/odiato.
Stefan guardò Damon, senza riuscire a capire come si sarebbe evoluta quella situazione. Nel momento in cui aveva parlato con Elena non avrebbe mai creduto che sarebbe corsa subito a spifferare tutto al fratello, anche se forse avrebbe dovuto immaginarlo. Sperava di avere il tempo di parlare tranquillamente con Bonnie. Non si aspettava che la rossa corresse tra le sue braccia, anche perché era consapevole del fascino che Damon aveva, da sempre, esercitato su di lei, ma desiderava almeno farle capire realmente cosa provasse. E invece era successo..beh, quello che era successo.
Mentre ancora teneva gli occhi puntati in quelli del fratello, che non aveva smesso di fissarlo per un solo istante, Stefan sentì chiaramente Bonnie dire:
- E tu? Sei mai stato un buon fratello? Hai mai cercato di capire Stefan o di stargli accanto? Per quello che ho visto da quando vi ho conosciuti, mai. Tutto quello che hai fatto, l'hai fatto per Elena, ed è ancora per Elena che tieni stretto per il collo l'unico fratello che hai e senza il quale, lo sappiamo entrambi, la tua vita non sarebbe migliore. Mi sembrava che l'unica cosa che volessi fosse che loro due si separassero, quindi, perché sei qui a prendertela con Stefan invece di provare a conquistare quella che era la sua ragazza? Adesso basta, Damon, vattene. Vai da Elena e lascia in pace Stefan! -
Alle orecchie di chiunque non l'avesse conosciuta, quella di Bonnie sarebbe sembrata una scenata di gelosia bella e buona, ma in realtà quello che aveva detto era la pura e semplice verità.
Velocemente, Damon si era portato davanti alla rossa, smettendo di prestare attenzione al fratello. Stefan, che aveva finalmente ricominciato a respirare a pieni polmoni, si voltò verso i due, in tempo per vedere Damon allontanarsi dall'orecchio di Bonnie, a cui aveva detto qualcosa che non era riuscito a sentire nonostante il suo superudito da vampiro, e volare via sotto forma di corvo. Osservando la ragazza, si rese conto dell'espressione svuotata e pietrificata che aveva assunto in quel momento. Si avvicinò subito a lei, scuotendola per le spalle, preoccupato per quello che Damon le aveva detto, ben consapevole di quanto potesse essere diretto e cattivo quando si sentiva ferito o frustrato.
- Bonnie! Ehi, Bonnie - provò a chiamarla Stefan. Quando finalmente lo guardò negli occhi, le chiese:
- Cosa ti ha detto Damon? Sembri sconvolta. -
- "Sei solo il rimpiazzo di Elena. Nessuno potrebbe mai preferire te a lei."...ecco cosa mi ha detto. - 
Gli occhi le si riempirono inevitabilmente di lacrime, ripetendo quelle parole, ma Bonnie si voltò velocemente, per evitare di farsi vedere piangere. Stefan aveva provato ad avvicinarsi, per abbracciarla e consolarla, consapevole di quanto quelle parole le avessero fatto male, avendo toccato esattamente il punto debole della ragazza, intaccando la sua già scarsa autostima, ma lei non glielo permise.
- Mi dispiace, Bonnie, io...forse non sarei dovuto venire qui. -
- No, non dire così, è solo che...ora non ce la faccio. Possiamo parlarne più tardi? - 
La richiesta di Bonnie arrivò alle orecchie di Stefan come una supplica: sapeva che quello che provava per lei l'aveva sconvolta e che quello che le aveva detto Damon l'aveva ferita, così come sapeva quanto avesse bisogno di non averlo tra i piedi in quel momento.
- Quando te la sentirai, chiamami. Ho bisogno di parlarti, senza che arrivi Damon ad inchiodarmi ad un muro, possibilmente. -
Detto questo, il vampiro aveva lasciato la ragazza che aveva occupato il suo cuore sola con se stessa.
*Fine flashback*

Dopo essersene andato, Stefan si era diretto verso un albergo e aveva preso lì una stanza a 'tempo indeterminato' - così aveva detto alla receptionist - e adesso non sapeva cosa fare. Aveva bisogno di aprirsi con qualcuno ma, per un motivo o per un altro, sembrava che tutte le persone che, fino a quel momento, c'erano state per lui, non fossero più disponibili. Stefan ci pensò un po' su, realizzando improvvisamente una cosa: forse c'era qualcuno che avrebbe potuto aiutarlo a chiarirsi un po' le idee. Dopo nemmeno un secondo il vampiro era già uscito dalla porta della sua stanza, diretto dall'unica persona su cui, in quel momento, era sicuro di poter contare.

 

Alloooora! Sono riuscita a pubblicare questo capitolo un giorno prima rispetto alle mie previsioni! Avendo avuto l'orale della maturità oggi, temevo di essere troppo stanca/distrutta/sfinita per riuscirci, e invece, scrivendo un pezzettino alla volta nei giorni scorsi, sono riuscita a mettere insieme questo capitolo..:D
Qui vediamo un po' cos'è successo tra Damon, Stefan e Bonnie prima che quest'ultima decidesse di andare da Meredith, mentre Elena-che-prende-Bonnie-per-i-capelli l'ho destinata al prossimo capitolo o a quello dopo ancora. Credevo che fosse arrivato il momento di far capire i motivi che hanno spinto Stefan a prendere LA decisione. Non so se qualcuno ci ha fatto caso, ma lui non è minimamente consapevole che qualcosa tra Elena e Damon sia effettivamente successa, mentre è consapevole dell'effetto che Damon ha su Bonnie. Insomma, diciamo che la sua attenzione si era focalizzata sulla rossa già da un po', per non accorgersi di quello che stava succedendo sotto il suo naso tra gli altri due già da tempo!
Con la fine della maturità i capitoli dovrebbero arrivare ad intervalli più brevi e regolari, per cui...alla prossima! ;)

DamonBonnie7

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Nel momento in cui vide che Elena si stava avventando su di lei, a Bonnie si gelò il sangue nelle vene. Non aveva mai visto la sua amica comportarsi in quel modo e aveva seriamente timore di quello che avrebbe potuto fare. A volte, quando Stefan e Damon non erano ancora entrati nelle loro vite ed Elena era ancora la ragazza più popolare della scuola, le era capitato di vederla alterarsi per il comportamento di qualche ragazzina che aveva provato ad imitarla o a screditarla, oppure per colpa di qualche ragazzo che non si era comportato in maniera corretta nei suoi confronti. Si era innervosita, era stata scortese e, sebbene raramente, aveva usato parole non troppo carine, riferendosi a chi non aveva agito come lei aveva previsto. Bonnie aveva assistito anche alle vendette messe in atto da Elena nei confronti di alcune ragazze invidiose che avevano provato a tirarle qualche brutto tiro. Che la bionda non fosse una santa, quindi, lo sapeva bene. In qualità di sua migliore amica era – nel bene e nel male – sempre stata presente nei momenti in cui stentava a riconoscere Elena, ma si era spesso ripetuta che tutti hanno un lato oscuro che, a volte, non riescono a controllare e che, in fin dei conti, la sua amica aveva agito così solo per non lasciarsi schiacciare da qualcun altro. Ad avvalorare questa sua idea c’era il fatto che Meredith si era opposta di rado alle decisioni di Elena, per cui, se lei - che era la responsabilità e la giustizia fatta persona - l'aveva supportata, perché Bonnie non avrebbe dovuto farlo? Nella sua vita, quindi, aveva più volte assistito ai momenti in cui Elena aveva decisamente dato il peggio di sé, ma non l’aveva mai vista così arrabbiata nei confronti di qualcuno.
Senza nemmeno pensarci due volte, Bonnie decise di alzarsi dalla sedia su cui era seduta e di allontanarsi velocemente dalla bionda. L’unica alternativa possibile per lei era quella di dirigersi verso l’ampio salone di cui era costituita la casa di Meredith, considerando che l’altra scelta sarebbe stata quella di imboccare la porta che dava sull’ingresso, che, però, si trovava esattamente nella direzione da cui Elena si stava avvicinando per aggredirla. Dopo aver lasciato dietro di sé le sue due amiche, una imbestialita e l’altra perplessa e confusa, aveva quindi oltrepassato la porta del salone. Bonnie era convinta che quella fosse una buona idea, e lo sarebbe stata sicuramente, se non fosse inciampata nella poltrona che, dopo nemmeno due metri, era posizionata sulla sua destra. A causa di questo inconveniente, Elena le fu velocemente sopra. Il suo intento era quello di colpirla, a Bonnie era piuttosto chiaro. Così, quando la vide sollevare un braccio per darle un pugno, la rossa decise di chiudere gli occhi il più forte possibile. Non le erano mai piaciute le lotte, nemmeno quando era piccola e i bambini si picchiavano più come passatempo che perché effettivamente avessero un motivo per azzuffarsi. Tutte le volte – rare, considerando che Bonnie non aveva mai fatto del male ad una mosca e, quindi, difficilmente riusciva ad inimicarsi qualcuno – in cui avevano provato a prendersela con lei, Meredith ed Elena erano sempre corse in suo aiuto, schierandosi accanto a lei e difendendola da chi, a differenza sua, aveva voglia di litigare. La feriva pensare che la stessa Elena che per anni era stata al suo fianco a sostenerla e con cui aveva condiviso qualunque cosa, la stessa Elena che l’aveva difesa e protetta, adesso, era quella che, sopra di lei, stava per colpirla.
Bonnie rimase ad occhi chiusi fino a quando non sentì la voce di Elena che, stridula, diceva:
- Lasciami, Meredith, lasciami! -
In quel momento decise che era arrivato il momento di aprire gli occhi e guardare cosa stesse accadendo. La scena che le si presentò davanti la lasciò sbalordita: Elena, quasi completamente in piedi, era stata afferrata, per lo stesso braccio che avrebbe dovuto colpirla, da Meredith, che, con la sua discreta forza, stava provando ad allontanarla da lei.
Bonnie decise di alzarsi dal pavimento per allontanarsi, a sua volta, dalle due. A quel punto, dopo aver interposto una buona distanza tra le sue amiche, Meredith disse:
- Adesso basta! A prescindere da quello che è successo, Bonnie non merita di essere trattata così! È sempre stata tua amica, anche nei momenti di maggiore difficoltà! Da quando, per il resto del mondo, sei morta, lei è sempre stata al tuo fianco: ti ha sostenuta, supportata, ha messo a tua disposizione i suoi poteri e ha provato in tutti modi a rendersi utile durante gli scontri che abbiamo affrontato. Non hai nessun diritto di chiamarla “traditrice”, e poi…come ti è venuto in mente di aggredirla? È Bonnie, ti ricordi? Quella geneticamente incapace di fare del male a qualcuno. Ce l’ha nel sangue, è più forte di lei! –
- Ti sbagli, è stata tutta colpa sua! Lei lo ha provocato! Gli ha fatto gli occhioni da cucciolo, quelli tanto dolci a cui non resiste nessuno. È già riuscita a far affezionare Damon, in questo modo: le basta sbattere le ciglia e fare l’espressione da cane bastonato, bisognoso di affetto e protezione, per legare a sé le persone come calamite. Non l’avevo mai capito, finora, ma è subdola fin nel midollo. Non ero mai riuscita a spiegarmi come mai Damon la salvasse sempre, addirittura durante lo scontro ravvicinato che ha avuto con Shinichi, eppure la risposta era così chiara davanti ai miei occhi! Lei li ammalia! L’avevo sempre vista come una ragazza dolce e generosa, ma ho avuto modo di ricredermi. È soltanto una traditrice che non merita più il mio affetto e la mia amicizia! Ha ingannato anche Stefan, in questo modo! Gli si è avvicinata come amica e, lentamente, ha iniziato con le sue moine da ragazza indifesa e fragile, ma buona e altruista, che l’hanno affascinato. L’ha fatto di proposito! È tutta colpa sua se Stefan mi ha lasciata! -
- Elena, ma ti sei sentita? Bonnie? Bonnie ammaliatrice che progetta di rubarti il ragazzo? Davvero? –
Meredith era rimasta allibita di fronte alle parole della bionda. Per quanto potesse essere arrabbiata, ferita e frustrata per l’abbandono da parte del suo ragazzo, trovava oltremodo ingiusto che se la prendesse con Bonnie. Da quando la conosceva, infatti, non aveva mai avuto motivo di credere che fosse così subdola e calcolatrice e, in realtà, nessuno al mondo avrebbe potuto partorire un pensiero del genere. Nessuno, a parte un’egocentrica Elena.
- Perché? -
La voce di Bonnie fu quasi un sussurro, ma, nel silenzio che si era venuto a creare, era stato capace di far voltare verso di lei le due ragazze che stavano discutendo. Alzando verso di loro lo sguardo, con gli occhi che avevano iniziato a riempirsi di lacrime, la strega continuò, riferendosi ad Elena:
- Perché? Perché pensi che abbia bisogno di stratagemmi e macchinazioni, per far sì che un ragazzo si interessi a me? Perché non ti sfiora l’idea che possa essermi conquistata sia l’affetto di Damon che quello di Stefan per quella che sono? Ti sembra così assurda, come cosa? Insomma, la piccola Bonnie McCullough che riesce a trovare un piccolo posto nel cuore di due brillanti e bei vampiri. Una cosa scandalosa, non è vero? È questo quello che hai sempre pensato di me? Che fossi l’amica adatta a fare da tappezzeria, quella che conveniva avere intorno per risaltare agli occhi degli altri? Io non ho fatto niente di quello che hai detto. Non ho fatto “gli occhi dolci” con Stefan, né tanto meno ho provato ad ammaliare Damon. Mi sono comportata con loro due esattamente come ho fatto con tutte le persone che ho conosciuto o con cui ho avuto a che fare fino a questo momento. Provo affetto per loro esattamente come ne provo per te, e non mi sarei mai permessa di farti quello che dici. Io non sono il tipo di persona che ruba i ragazzi altrui e usa mezzi subdoli per attirare l’attenzione o per farsi amare. Quella, casomai, sarai tu. –
Il discorso di Bonnie aveva lasciato sia Elena che Meredith senza parole: la prima, perché si sentiva punta sul vivo e non sapeva più cosa pensare; la seconda, invece, perché era oltremodo fiera e orgogliosa della sua piccola amica.
Dopo averla guardata in cagnesco, Elena provò ad avvicinarsi, di nuovo, a Bonnie. Meredith non le diede però modo di fare alcunché, nonostante non avesse capito quali intenzioni avesse la bionda. Prontamente di parò tra le due chiedendo ad Elena, con la massima calma di cui disponeva, di andarsene e di non tornare fino a quando non si fosse schiarita le idee. A Meredith non piaceva prendere le parti di una delle sue amiche a discapito dell’altra, ma, lo doveva ammettere, questa volta Elena aveva davvero esagerato, per cui riteneva giusto che non si avvicinasse di nuovo a Bonnie finché non si fosse calmata.
- Ti sei schierata dalla sua parte, eh? – chiese la bionda con astio – Avrei dovuto immaginarlo, ha “conquistato” anche te. Beh, buona fortuna. Quando ti renderai conto di che razza di persona sia, sarà troppo tardi. –
Detto questo, Elena voltò le spalle alle altre due ragazze e se ne andò, sbattendo la porta di casa. Meredith si girò quindi a guardare Bonnie.           
- Mio Dio, è impazzita! Non l’ho mai vista così! Comunque tu stai bene? Sono stata davvero orgogliosa di te! Mi dispiace per quello che ti ha detto Elena. Sai che niente di quello che ha detto è vero, giusto? -
- No, non lo so. Insomma, se avesse ragione? Se, involontariamente, avessi provocato Stefan? Io... -
Meredith non le permise di dire altro. Le si avvicinò, afferrandola per le braccia, dicendole:
- Bonnie McCullough, guardami attentamente negli occhi: tu non sei nemmeno lontanamente simile alla descrizione che Elena ha fatto di te, mi hai capita? Era arrabbiata e ferita, ha detto cose che non pensa veramente e, appena se ne renderà conto, verrà a scusarsi con te, ne sono sicura. Quindi smettila di dire assurdità e raccontami una buona volta cos’è successo. –
Dopo essere tornate in cucina e aver completato il racconto, interrotto dall’arrivo di Elena, Bonnie guardò sconsolata Meredith.
- Cosa devo fare? Insomma, non mi sarei mai aspettata che Stefan…beh, si, che potesse interessarsi a me. Sono confusa, davvero. Inoltre c’è Damon. Era così arrabbiato. Non ho capito il senso della sua reazione. Se non sapessi che è follemente innamorato di Elena, penserei quasi che fosse una scenata di gelosia. Ma Damon non potrebbe mai essere geloso di me, con o senza Elena, quindi perché farsi domande su una cosa che non esiste? E poi… -
- Bonnie? Non credi che dovresti concentrarti su Stefan, prima di pensare a Damon? In fondo è lui, quello che ti ha quasi fatto una dichiarazione d’amore e che ha lasciato la sua ragazza perché è innamorato di te.-
Bonnie sospirò profondamente, con la testa che le scoppiava e gli occhi pesanti a causa delle lacrime e della mancanza di sano riposo.
- Cosa credi che dovrei fare, allora? -
- Beh, mi sembra abbastanza ovvio- rispose Meredith – Devi andare a parlare con Stefan. -


 

Eccomi qui! Che ne dite? Finalmente Elena spiega cosa è scattato nella sua testolina! Si è fatta un bel film mentale, ma non è riuscita a spiegarsi in nessun altro modo quello che è successo, se non con l'idea che Bonnie li abbia da sempre fregati tutti con un modo di fare che non è reale. Ovviamente Bonnie è rimasta più che ferita da quello che le ha detto la bionda, ma ha bisogno ancora di rielaborare il tutto, per avere una reazione seria a quello che è successo con Elena. Meredith invece...beh, proverà ad essere il più imparziale possibile, perché vuole molto bene ad entrambe, ma a volte sarà inevitabilmente costretta a scegliere da che parte stare, per far sì che le sue amiche possano risanare il loro rapporto. 
Forse riuscirò a postare il prossimo capitolo prima della fine della settimana..;)
Grazie a tutti quelli che leggono e a chi recensisce..le recensioni sono mooolto gradite! :D
Alla prossimaaaa..xD

DamonBonnie7
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


- Parlare con Stefan? Insomma, io…cioè, lo so che prima o poi dovrò parlarci, ma forse…-
- Bonnie McCullough! Ti conosco da una vita e so esattamente cosa stai facendo! Non riuscirai a trovare una scusa per rimandare all’infinito l’incontro con Stefan. Capisco che possa agitarti e angosciarti e che, fosse per te, non affronteresti mai la cosa perché non vuoi ferirlo, ma pensa a lui. Insomma, si è dichiarato consapevole che avresti potuto rifiutarlo e ora aspetta solo che gli comunichi la tua decisione. Immagina come possa essere, per lui, l’attesa. –
Bonnie abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore: era consapevole che ogni singola parola pronunciata da Meredith fosse vera, ma il solo pensiero di dover parlare con Stefan per dirgli una cosa di cui tutti erano al corrente – ossia che si, gli voleva molto bene, ma niente di più – le spezzava il cuore. Ancora non era riuscita ad elaborare bene il tutto, ma se il vampiro era arrivato al punto di dichiararsi voleva dire che doveva essere davvero innamorato di lei. A maggior ragione, quindi, ne sarebbe uscito ferito, come minimo. Se fosse stata lei quella al suo posto, però, non avrebbe voluto essere lasciata in balia degli eventi, aspettando chissà quanto per una risposta.
Con questa consapevolezza, Bonnie sollevò la testa puntando il suo sguardo deciso sull’amica.
- Hai ragione. Hai ragione, Stefan non merita assolutamente di essere lasciato sulle spine, soprattutto considerando che non ho dubbi su quello che ho da dirgli. -
Meredith le sorrise. Sapeva che Bonnie avrebbe capito la situazione, ma temeva che avrebbe dovuto insistere un po’ di più per convincerla. Alla rossa, invece, erano bastati pochi secondi per decidere il da farsi.
- Bene, allora cosa aspetti? Chiamalo, così potrai mettere un punto a questa storia e dopo potremo andare a mangiare un bel gelato! –
Nonostante quello fosse, da parte di Meredith, un tentativo per smorzare un po’ la tensione, gli occhi di Bonnie iniziarono a luccicare. Non era golosa in assoluto, ma i dolci e, nello specifico, la cioccolata, erano la sua droga. Chiunque l’avesse guardata letteralmente sbavare davanti alla vetrina di una pasticceria non avrebbe mai immaginato che fosse una strega e, men che meno, che potesse diventare una delle più potenti. Prima che potesse anche solo supplicare Meredith di tenere fede alla parola data, però, lei la precedette.
- Si, Bonnie, si. Ci andiamo davvero, a prendere un gelato. Ora vedi di muoverti, su! -
Scambiandosi uno sguardo di intesa, le due ragazze esplosero in una fragorosa risata.
- Ok, vado, vado! -
Dopo essersi abbracciate, entrambe si diressero verso la porta.
- Chiamami appena avrete finito, ok? Voglio sapere cos’è successo, come sta lui e come stai tu! Mi raccomando, non dimenticarlo! -
Sorridendo, Bonnie annuì. Uscendo dalla porta principale di casa Sulez, si diresse verso casa sua, lasciando dietro di sé una Meredith un po’ pensierosa e preoccupata.

 

Bonnie era consapevole di aver promesso a Meredith che sarebbe subito andata a parlare con Stefan, così come era consapevole che non sarebbe riuscita a farlo senza un po’ di coraggio. Per acquisire un pizzico di fiducia, allora, decise di fare una piccola deviazione nell’Old Wood. Da sempre, camminare la aiutava a schiarirsi le idee: era l’unico modo per mettere ordine nei suoi pensieri, analizzare bene ogni situazione, trovarne una soluzione e l’Old Wood, da un po’ di tempo a quella parte, era diventato un ottimo posto in cui trovare un po’ di pace, nonostante i vari avvenimenti che l’avevano sconvolto dall’arrivo di Damon e Stefan. In quel momento, poi, era stranamente tranquillo. Un leggero venticello muoveva le foglie ancora ricoperte dalla brina della notte da poco trascorsa, mentre alcuni uccellini intonavano un canto per il Sole che stava iniziando a farsi alto nel cielo. Bonnie era sicura di poter distinguere la musicalità degli usignoli, tra i vari cinguettii, ma sentiva anche il gracchiare di un corvo. Sovrappensiero, continuò a camminare. Ripensò a tutto quello che era successo da quando Stefan l’aveva svegliata, l’arrivo di Damon, lo sfogo con Meredith e l’aggressione di Elena. Quando elaborò cosa fosse successo con la bionda, gli occhi le si riempirono di lacrime. Non riusciva a capire il perché, ma da quando, poche ore prima, era incominciata tutta quella storia, si sentiva più fragile che mai. L’aveva ferita, l’atteggiamento di Elena, ma a darle il colpo definitivo erano state le sue parole. Davvero credeva che fosse una traditrice? Una subdola manipolatrice? Si, lo credeva. La conosceva da troppo tempo per non sapere che Elena parlava solo quando era convinta di qualcosa. Ma l’idea che aveva di lei le era cresciuta dentro anno dopo anno. Questo Bonnie non riusciva a capirlo. Che fosse arrabbiata con lei perché Stefan l’aveva lasciata poteva addirittura avere un senso, ma Elena non era arrabbiata solo per quello. Le attribuiva responsabilità che non aveva, come l’avvicinamento di Damon. Lei non c’entrava niente: non l’aveva costretto, non gli aveva lanciato un incantesimo né tantomeno l’aveva ammaliato. Ma andiamo, Damon che si lascia ammaliare? Che si lascia manipolare? Era un’assurdità bella e buona!
Calpestando un ramoscello sotto le suole delle sue scarpe, Bonnie si riscosse. Non era il momento di pensare ad Elena, non ancora. Tantomeno a Damon. Adesso la sua priorità era Stefan soltanto. Continuando a camminare, Bonnie pensò a quali fossero le parole più delicate per rifiutare qualcuno. Insomma, a lei era successo solo una volta con un tale di nome Brian. Era carino, ma troppo presuntuoso e convinto di poter avere tutte ai suoi piedi. All’epoca avevano cinque anni, ma Bonnie non era mica stupida: sapeva di doversi liberare di un tipo come quello il più velocemente possibile. Con Stefan, invece, era diverso. Lui era dolce, generoso, comprensivo. Era sempre stato presente nei momenti in cui ne aveva avuto bisogno e ora, in quella situazione, Bonnie non sapeva cosa fare. Velocemente il panico si impossessò di lei. Le mani iniziarono a tremarle e si chiese se non sarebbe stato meglio dirgli tutto subito, senza rimandare il discorso a data da definirsi. Era spaventata all’idea di ferirlo, perché era una cosa che non avrebbe mai voluto fare, soprattutto non a Stefan.
La camminata nel bosco non l’aveva aiutata, Bonnie stava iniziando a rendersene conto. Improvvisamente, però, le venne in mente un’altra idea. Prima di chiamare Stefan e affrontare il discorso che, sebbene in due modi diversi, avrebbe spezzato il cuore di entrambi, la rossa si diresse velocemente a casa sua, lasciandosi dietro il cinguettio degli uccellini e un paio d’occhi che la scrutavano.

 

Appena arrivata a casa, Bonnie salì le scale ed entrò in camera sua. Aprendo il cassetto del comodino accanto al suo letto, ne estrasse un libro di magia che le era stato prestato dalla signora Flowers qualche mese prima. Quando, qualche giorno prima, l’aveva sfogliato, era sicura di aver visto un incantesimo che conferisse alle persone un maggiore coraggio. Dopo qualche minuto di ricerche, Bonnie trovò finalmente quello che stava cercando. Tutto quello che le occorreva erano quattro ramoscelli di timo* da disporre, secondo la figura, in modo tale da formare un 2 in numeri romani** e, nel centro, posizionarvi una sola candela da accendere dopo aver pronunciato l’incantesimo, per suggellare la richiesta della strega. Fortunatamente, Bonnie aveva qualche ramo di timo che aveva raccolto nell’Old Wood due giorni prima, che subito collocò come descritto. Dopo aver sistemato anche la candela, iniziò a leggere l’incantesimo:


Al cielo e alla terra
All’acqua e al fuoco
Chiedo coraggio
Per affrontare
Ciò che si troverà
Sul mio cammino

Al Sole e alla Luna
Ai pianeti e alle stelle
Chiedo che si manifesti
Quella parte della mia anima
Che possa aiutarmi
A superare questo momento

Dopo aver pronunciato queste parole, Bonnie avvicinò il fiammifero alla candela. Sperava che funzionasse, lo sperava dal profondo del cuore, ma non accadde niente. Guardò la candela consumarsi completamente, senza avvertire dentro di sé il minimo cambiamento. Quando anche l’ultima parte dello stoppino fu bruciata,  Bonnie svenne.

 

Quando si riprese, Bonnie era ancora a terra, vicino al timo e a quello che era rimasto della candela. Alzandosi velocemente, afferrò il suo cellulare. Erano passati poco più di dieci minuti da quando aveva pronunciato l’incantesimo: fortunatamente, non aveva perso troppo tempo. Adesso sapeva cosa fare e come farlo. Sollevando la testa dal cellulare incrociò il proprio sguardo nello specchio; per la prima volta dopo ore, sorrise a se stessa.

Bonnie camminava da qualche minuto. Nonostante il pensionato non fosse vicino casa sua, decise che arrivarci a piedi avrebbe solo potuto farle bene. Quando aveva chiamato Stefan per chiedergli di incontrarlo, lui si era proposto di raggiungerla dovunque lei fosse. Bonnie aveva però insistito dicendogli che sarebbe stata lei ad andargli incontro. Era stata irremovibile, al punto in cui anche il vampiro si era dovuto arrendere. Dopo un attimo di esitazione, le aveva risposto che, in pochi minuti, sarebbe stato al pensionato, per cui avrebbe potuto raggiungerlo lì. Bonnie aveva dapprima accettato, per poi chiedersi il perché di quella scelta. Entrambi sapevano che avrebbero potuto incontrare sia Elena che Damon, lì, eppure Stefan le aveva proposto quel luogo. Probabilmente era vicino al posto in cui si trovava e aveva pensato che, pur di parlarle, sarebbe andato bene anche il pensionato. Questa era l’unica risposta plausibile che era riuscita a dare a se stessa. Scuotendo la testa, si rese conto di essere quasi arrivata. Inspirando profondamente, Bonnie sorrise: finalmente avrebbe potuto chiarire tutto.

 

Stefan aspettava ansiosamente l’arrivo della ragazza a cui, nemmeno cinque ore prima, si era dichiarato. Camminava nervosamente intorno al tavolo che la signora Flowers aveva posizionato al centro della cucina, quando aveva arredato il pensionato anni prima. Sentiva un peso sul petto e sapeva esattamente a cosa fosse dovuto: Bonnie sarebbe arrivata in poco tempo e l’avrebbe scaricato. In maniera gentile e delicata, certo – alla Bonnie, insomma – ma avrebbe fatto male lo stesso. Per un solo secondo si chiese se non sarebbe stato più “sicuro” rimanere con Elena. Insomma, lei lo amava e lui provava affetto per lei. Scacciò velocemente quest’idea dalla sua mente, quasi con terrore: sarebbe stato il vampiro più infelice sulla faccia del pianeta. A farglielo capire, era stata la persona con cui si era sfogato fino a quel momento. L’aveva aiutato a comprendere i limiti del suo rapporto con la bionda e che rimanere con lei sarebbe stato uno sbaglio per entrambi, a prescindere dal suo amore per Bonnie.

Mentre stava pensando a questo, il campanello suonò. Nemmeno un secondo dopo, grazie alla sua velocità vampiresca, Stefan andò ad aprire la porta. Si sarebbe aspettato di vedere una folta chioma di capelli rossi che coprivano il volto di Bonnie, troppo intento a scrutare le proprie scarpe, oppure il rossore sulle sue guance, ma mai avrebbe creduto di trovarsi davanti il sorriso luminoso e splendente che gli stava rivolgendo in quel momento. A Stefan sembrò quasi un sogno: gli occhi le scintillavano e il volto era radioso, e tutto questo era solo per lui.
- Bonnie! -
- Ciao, Stefan. -
Era malizia, quella che aveva sentito nella voce della ragazza? Stefan non fece in tempo a capirlo prima che le labbra di Bonnie si posassero, velocemente, sulle sue.




* La traduzione della parola "timo", dal greco, è "forza, coraggio" (almeno secondo Wikipedia..nel caso in cui sia sbagliato fatemelo sapere! :D)
** Per intenderci: 
II

 
Ce l'ho fatta! So che è passata una settimana dall'ultimo aggiornamento ma è stato un periodo abbastanza complicato e volevo cercare di dare il meglio per questo capitolo. Ammettetelo: non vi aspettavate questo finale! xD
Non sono impazzita e nemmeno Bonnie..quello che ha fatto ha un senso, che si spiegherà più avanti. Volevo però avvisarvi che il prossimo capitolo non riprenderà la storia da questo punto ma si incentrerà sulla persona da cui è andato Stefan per parlare e quindi, attraverso lei, sapremo un po' cosa gli è successo prima della telefonata di Bonnie. Secondo voi chi è, questa persona? :D
Comunque, per sapere cosa succederà dovrete aspettare il capitolo 8! (Sono un po' sadica, lo so..:3)
Per quanto riguarda l'incantesimo..l'ho inventato io. So che, in genere, ci sono delle rime, ma non sono riuscita a fare meglio di così..chiedo venia! >.<
Un'ultima cosa..chi ha notato il corvo canterino nell'Old Wood? u.u Damon è immancabile! xD
Ora vado..domani escono (finalmente) i voti finali della maturità e devo svegliarmi presto altrimenti mia madre mi lascia a piedi..:S
Un grazie enorme a chi continua a leggere questa storia, che cresce ogni giorno di più nella mia mente, a mia sorella, che mi ha aiutata a correggere gli errori di questo capitolo dovuti alla prima stesura e, ovviamente, a BonBon15 e annaterra che hanno recensito tutti i capitoli fino ad ora. :D
A presto,

DamonBonnie7

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Nonostante quanto accaduto prima, quella che stava iniziando si prospettava essere una bella giornata. Il sole illuminava ogni cosa e si respirava un'aria frizzante. Grazie al vento che, durante la notte, aveva spazzato via le nuvole, il cielo era completamente terso. La signora Flowers pensò che fosse il clima ideale per un picnic, ma, dopo gli avvenimenti di quella notte, sapeva che nessuno fosse dell'umore adatto per organizzarne uno.

Sebbene fossero stati, a modo loro, discreti, aveva sentito chiaramente il litigio tra Stefan ed Elena. Aveva capito che lui aveva messo un punto alla loro relazione e che, a lei, la cosa non era andata bene. Aveva assistito anche allo sfogo di Elena con Damon, una volta che Stefan l'aveva lasciata da sola. La ragazza aveva pianto tanto e, tra le lacrime, aveva detto confusamente che era stata lasciata. Per Bonnie. Pazientemente e tentando di calmare Elena, Damon aveva provato a capire bene cosa fosse successo, per poi dire "Stefan la pagherà!" e andarsene.
La signora Flowers aveva tentato di avvicinarsi alla ragazza per sostenerla e consolarla, come era solita fare quando vedeva qualcuno dei suoi 'pupilli' stare male, ma lei si era irrigidita e aveva lasciato il salotto, in cui era accaduto tutto, per ritirarsi in quella che, fino a poco prima, era stata la camera che aveva condiviso con Stefan.

Era passata poco più di un'ora, quando sentì bussare alla porta del pensionato. La signora Flowers immaginò che potesse essere qualcuno dei ragazzi coinvolti in quel 'dramma' amoroso. Scartò velocemente l'ipotesi che potesse essere Damon o Elena: il primo era semplicemente troppo ottuso per poter ammettere di essere geloso dell'interessamento del fratello nei confronti di Bonnie e, quindi, parlarne con qualcuno, mentre la seconda aveva mostrato chiaramente di non avere voglia di aprirsi con lei. Tralasciando quei due, quindi, la scelta ricadeva su Bonnie o Stefan. Benché sapesse quanto la rossa le volesse bene, dubitava che sarebbe corsa subito da lei. Nel tempo aveva imparato a capire quanto potesse essere forte il legame tra lei e Meredith, per cui suppose che avrebbe scelto di confidarsi con lei prima che con chiunque altro.
Dopo quelle considerazioni non fu dunque sorpresa di ritrovarsi davanti un confuso Stefan, una volta aperta la porta.

- Signora Flowers! Mi dispiace disturbarla a quest'ora, ma avrei bisogno di parlarle. -
- Stefan! Vieni, entra dentro. -
La signora Flowers si fece da parte per permettere a Stefan di entrare, ma si accorse subito della sua esitazione.
- Ehm...se non le dispiace, preferirei evitare di rimanere qui al pensionato. Insomma, vorrei un po' di tranquillità e... -
- Lo capisco, non preoccuparti. Ti va di fare una passeggiata? -
Il viso di Stefan era teso; non sapeva cosa fare e, forse, aveva rovinato la sua amicizia con Bonnie. Sarebbe andato anche in capo al mondo, se questo gli avesse dato la possibilità di parlare con la vecchia strega per avere un consiglio da lei.
Dopo averlo visto annuire, la Signora Flowers chiuse la porta del pensionato alle sue spalle e iniziò a camminare insieme a Stefan.

- Quindi, riassumendo: hai detto ad Elena che non avresti più potuto continuare la vostra relazione perché hai capito di essere innamorato di Bonnie, poi sei andato da lei per dirglielo, ma, nel momento cruciale, è arrivato Damon a prendersela con te senza che tu ne capissi il motivo e ha detto tutto a Bonnie, dopodiché lei gli ha intimato di andarsene ma poi ha chiesto di fare lo stesso anche a te e ora tu non sai come comportarti. Ho capito bene? -
- Esattamente. Avrei voluto confessare i miei sentimenti a Bonnie senza che Damon mi togliesse la possibilità di farlo. In questo modo avrei potuto usare un po' più tatto di quanto non abbia fatto lui e parlare tranquillamente con lei. Mi avrebbe ascoltato, ne sono certo, mentre adesso, grazie all'intrusione di mio fratello, non sono nemmeno sicuro che voglia rivedermi! Era così ferita, quando lui le ha detto quelle cose. Come se io potessi seriamente considerarla il 'ripiego' di Elena! Ma non mi ha dato la possibilità di spiegarle, di farle capire che Damon è stato un completo idiota a pensare una cosa del genere, perché mi ha chiesto subito di rimanere da sola e, adesso, non so cosa fare. In realtà vorrei solo correre da lei e abbracciarla, ma non credo che sia una scelta saggia. La verità è che non so che fare. -
Dopo aver raccontato alla signora Flowers cosa fosse successo, Stefan le espose le sue perplessità. Insomma, voleva un consiglio da lei, convinto che, forse più di tutti, avrebbe potuto dargli la sua opinione a riguardo in modo imparziale.
- Credo che tu abbia ragione, caro Stefan. Probabilmente, se tu andassi da lei a invadere i suoi spazi, non lasciandole il tempo per rielaborare il tutto, non sarebbe una buona mossa. Ora devi solo aspettare che ti contatti. Bonnie è una ragazza dolce e altruista, non ti farebbe mai aspettare troppo prima di chiarire la situazione e dirti cosa provi per te. Devi essere cauto, per evitare di rovinare l'amicizia che vi ha legati finora. -
Sospirando, Stefan si rese conto di quanto fossero vere quelle parole. Nonostante sentisse il bisogno impellente di correre da lei, avrebbe dovuto aspettare che Bonnie fosse pronta ad affrontarlo. Ad affrontare i sentimenti che provava per lei.
- E con Elena e Damon? Cosa dovrei fare? Insomma, so di aver ferito Elena e mi dispiace. Ho cercato di lasciarla nel modo più delicato possibile, sperando che, tra di noi, potesse continuare ad esserci una buona amicizia, ma lei non ha saputo fare altro che correre da mio fratello e piangere sulla sua spalla, aspettando che lui vendicasse il suo 'onore ferito'. Inizio davvero a chiedermi se non ci fosse qualcosa tra quei due! -
Dopo un secondo di pausa, Stefan riprese il suo discorso.
- Ok, sono stato ingiusto a dire questo, ma non capisco cosa c'entrasse Damon. Tra l'altro, non ho capito la sua reazione. Ero sinceramente convinto che sarebbe stato più che felice della cosa, avendo, in questo modo, una possibilità in più per convincere Elena a stare con lui. Avrei ancora capito se si fosse arrabbiato perché avevo ferito lei, ma cosa importa a lui se mi sono innamorato del suo 'uccellino'? -
La signora Flowers si rese conto di quanto Stefan fosse arrabbiato con il fratello. Aveva subito la sua intromissione mentre stava provando, disperatamente, a dichiararsi, e stava provando una totale gelosia per le parole piene di possessività che aveva pronunciato riferendosi a Bonnie. Mentre ascoltava lo sfogo di Stefan, non aveva potuto fare altro che sorridere sommessamente. Erano tutti così ciechi.

- Per quanto riguarda Elena, credo che tu debba lasciarla da sola per un po'. Se sei davvero interessato ad iniziare un rapporto di amicizia con lei, dovresti aspettare che la rabbia, la frustrazione e il dolore che prova in questo momento per te scemino lentamente. Per quanto riguarda Damon, invece...davvero non ti sei accorto di niente? -
Senza capire a cosa si stesse riferendo, Stefan guardò, confuso, la signora Flowers.
- Di cosa sta parlando? - le chiese, dopo un attimo di esitazione.
Nell'esatto momento in cui la signora Flowers aprì la bocca per rispondere, il cellulare di Stefan iniziò a squillare. Estraendolo velocemente dalla tasca e leggendo il nome sul display, disse solo:
- È Bonnie. -
- Cosa aspetti? Rispondile! -

Stefan le aveva detto che si sarebbe allontanato un attimo per parlare con Bonnie. Nonostante non sentisse cosa le stesse dicendo, riusciva chiaramente a scorgere la sua espressione: era preoccupato e angosciato. La signora Flowers pensò che nemmeno cinquecento anni di vita avrebbero potuto cancellare l'ansia provocata dall'amore sincero per qualcuno e questo pensiero le scaldò il cuore.

Dopo nemmeno un minuto, Stefan tornò da lei.
- Ha detto che vuole incontrarmi. Non ha voluto che la raggiungessi, quindi le ho detto che ci saremmo potuti vedere al pensionato, così posso riaccompagnare lì anche lei, signora Flowers. Poi porterò Bonnie da qualche altra parte. Non vorrei che il nostro incontro fosse disturbato da visite indesiderate, ancora! -
- Oh, Stefan caro, non era necessario che ti scomodassi per me. So quanto tu preferisca rimanere lontano dal pensionato, sarei potuta tornare da sola. - gli rispose lei, sorridendogli.
- Certo che era necessario! Lei è rimasta ad ascoltare tutti i miei problemi da adolescente alla prima cotta. Il minimo che possa fare è riaccompagnarla a casa! -
La signora Flowers non disse più nulla e il suo silenzio fu interpretato, da Stefan, come un tacito consenso.

Una volta arrivati al pensionato, Stefan ringraziò profondamente la signora Flowers per il tempo che gli aveva dedicato e per averlo ascoltato. La conosceva da diversi anni e sapeva di poter contare su di lei, che era sempre stata un'amica preziosa.
Lei gli rispose che sarebbe potuto tornare da lei in qualunque momento. Gli voleva molto bene e desiderava solo che fosse felice, così come lo desiderava per tutti gli altri.
Dopo aver provato a rassicurarlo per il suo imminente incontro con Bonnie, la signora Flowers si diresse verso il giardino che si trovava sul retro del pensionato. Il giorno prima si era accorta di averlo trascurato un po' troppo, così, favorita dalla fresca aria mattutina, decise di dedicarsi al giardinaggio. Pensò che fosse il modo migliore per curare le sue piante e, al tempo stesso, lasciare a Stefan e Bonnie un po' dell'intimità di cui avevano bisogno.

La signora Flowers iniziò ad estirpare alcune erbacce, per poter piantare, al loro posto, dei semi che aveva comprato la settimana prima. Nel momento in cui finì quest'operazione, però, si accorse di aver dimenticato i semi su un ripiano della cucina, dove li aveva messi la sera precedente, convinta che, vedendoli lì, non li avrebbe dimenticati.
Sperando che Bonnie non fosse ancora arrivata o che i due ragazzi avessero già trovato un altro posto in cui parlare, si allontanò dal retro del Pensionato per dirigersi verso la porta principale, da cui avrebbe raggiunto velocemente la cucina. Nel momento in cui svoltò l'angolo, ritrovandosi vicina al sentiero che portava all’ingresso, vide che Bonnie era quasi arrivata alla porta. La ragazza non si era accorta della presenza della signora Flowers che, nel momento in cui l'aveva vista, si era fermata ad osservarla. Il suo modo di camminare era incredibilmente sicuro e, nei suoi occhi, si poteva scorgere una strana luce. Sembrava quasi spavalda e, nonostante le volesse un gran bene, la signora Flowers pensò che Bonnie non lo era mai stata.
La vide suonare il campanello, con uno sguardo fiero e determinato. Quando Stefan aprì la porta e la sentì rispondere, con tono seducente e complice, al saluto di lui, dentro di lei si fece strada l'idea che ci fosse qualcosa di sbagliato nella scena che si stava presentando ai suoi occhi. Nel momento in cui la vide baciarlo, quell'idea divenne certezza, mentre l'unica cosa che riuscì a pensare fu: 'Nadia!'
 

 

Si, lo so: mi presento dopo quasi due settimane con un capitolo breve, di passaggio e poco interessante! La verità è che questo capitolo mi ha messa un po’ in difficoltà. Volevo trovare il modo di renderlo interessante nonostante fosse, per l’appunto, di passaggio, ma non sono sicura di esserci riuscita. Il prossimo, che arriverà a breve (promesso!), sarà più lungo e ci sarà Damon (alleluia, alleluia!).
Parlando del capitolo, l’unica cosa che vi chiedo è: chi sarà Nadia?
Ah, ci tenevo anche a dirvi che, in questa storia, la signora Flowers sarà fondamentale..:) A proposito della signora Flowers..l'unica ad aver capito che potesse essere lei, la persona da cui era andato Stefan, è stata annaterra. Brava! xD

Un’ultima cosa…il primo di agosto andrò in vacanza e, quindi, non potrò più aggiornare per un paio di settimane. Prima di allora, però, vorrei pubblicare altre due capitoli. Nel frattempo, nei quindici giorni in cui sarò via, preparerò un succosiiiiiissimo capitolo 10! xD
Spero che questo capitolo non faccia troppo pena. Vi aspetto tra mercoledì e giovedì con il prossimo (sarò rapida! :D).
A prestoooooo..;)


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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Damon era furioso come poche volte gli era capitato di essere.
Dopo aver lasciato la camera di Bonnie, era entrato in un pub e aveva bevuto. Si era fatto servire molti drink, ma nulla era riuscito a togliergli dalla mente l'idea che, per l'ennesima volta, Stefan avesse messo gli occhi su una persona importante per lui.
Nonostante non si fosse sbilanciato con Bonnie né si fosse confidato con qualcuno, era abbastanza onesto con se stesso da capire che la streghetta valesse qualcosa per lui. Avendo nelle sue giornate Elena, però, non si era mai posto il problema di definire il 'qualcosa'. In fondo, aveva solo bisogno di una principessa delle tenebre ed Elena era perfetta per quel ruolo. L'unico ostacolo ai suoi piani era sempre stato Stefan. Stefan che non aveva fatto altro che accampare diritti sulle donne della sua vita e che, anche in quell'occasione, non si era smentito. Pensando al fratello e al suo 'amore' per Bonnie, Damon provò una rabbia cieca.
In quel momento vide uscire dal pub un ragazzo atletico, con gli occhi verdi e i capelli castani. Un tipo molto simile a Stefan. Che fosse a causa dell'alcol, della gelosia o dell'odio che provava per suo fratello, Damon decise di seguire quel ragazzo e, attirandolo in un vicolo buio, gli perforò la trachea e bevve fino all'ultima goccia del suo sangue.
Se Bonnie l'avesse visto in quel momento, sarebbe probabilmente rimasta disgustata da lui. Questo pensiero fece accrebbe la sua rabbia. Lei era buona, gentile e altruista e non l’avrebbe mai perdonato se avesse saputo delle vite umane che aveva spezzato. L’avrebbe guardato senza capire casa l’avesse spinto a comportarsi in quel modo; lei, che non era capace di fare del male a nessuno.
Sentendosi solo e ferito, iniziò a cercare altre prede, altre vene in cui affondare i denti e da cui succhiare via la vita. In fondo, lui era questo: un cacciatore della notte che, per sopravvivere, si cibava di persone.
Lui era questo, e nemmeno gli occhi da cerbiatta di Bonnie avrebbero potuto cambiare la sua natura.

Dopo essersi lasciato dietro un imprecisato numero di corpi e dopo aver smaltito l'alcol, Damon aveva deciso di andare a vedere cosa stesse facendo Bonnie. In realtà era consapevole che lo scopo di quella visita fosse capire cosa stesse succedendo tra lei e Stefan, ma non gli importava. Riteneva che fosse un suo diritto. Insomma, una volta era morto per lei, quindi doveva assicurarsi che stesse vivendo al meglio la vita che lui le aveva preservato. E quindi si, stava andando a spiarla.
Mentre si stava dirigendo a casa sua, aveva avvertito la sua aura nell'Old Wood. Dopo essersi trasformato in corvo ed essersi appollaiato su un ramo, l'aveva vista camminare e camminare, mentre, grazie ai suoi poteri, aveva potuto sentire stralci dei suoi pensieri. Ovviamente tutti concentrati su Stefan, su quanto stesse male Stefan e su cosa dovesse dire a Stefan.
Damon era abbastanza convinto che Bonnie non provasse niente per suo fratello che andasse al di là dell'affetto per un amico, ma lo infastidiva il modo in cui stava pensando a lui. Era preoccupata di ferirlo e di rovinare la loro amicizia. Non aveva pensato nemmeno per un secondo a se stessa e, sebbene fosse un atteggiamento tipico di Bonnie, Damon vi lesse altro.
"Che la streghetta stia iniziando ad interessarsi a mio fratello?", si chiese con orrore.
Se le avesse messo le mani addosso gli avrebbe staccato la testa dal collo definitivamente. Era da tanto che immaginava come ci si sentisse ad essere figlio unico: forse avrebbe avuto finalmente un motivo per scoprirlo.

Quando Bonnie abbandonò l'Old Wood per tornare a casa, con un'idea per la mente che non era riuscito a cogliere, Damon la seguì. Mantenendo la forma di un corvo si posizionò sul ramo di un albero, in maniera da poter osservare ogni sua mossa. La vide cercare un incantesimo, preparare l'occorrente per pronunciarlo e, una volta terminato, svenire.
Preoccupato, aveva provato ad entrare nella sua stanza, ma qualcosa gli aveva impedito di avvicinarsi a Bonnie. Intorno a lei era sorta una specie di barriera invisibile che non gli aveva permesso di capire come stesse o di aiutarla. Infuriato, aveva deciso di correre al pensionato dalla signora Flowers, l'unica strega a cui potesse chiedere cosa fosse successo a Bonnie, senza però trovarla.
Maledicendo il suo tempismo, che l'aveva spinta ad allontanarsi da lì proprio nel momento in cui aveva bisogno di lei, aveva iniziato a cercarla, setacciando la zona alla ricerca della sua aura. Dopo alcuni tentativi falliti si era reso conto che, molto probabilmente, la signora Flowers l’aveva occultata. Aveva continuato a cercarla per un po', decidendo, infine, di tornare da Bonnie per vedere come stesse.
Arrivato a casa sua si era accorto che di lei non c'era traccia e che non riusciva a captare nemmeno la sua aura.
"Forse mi converrebbe tornare al pensionato. Anche se non trovassi la signora Flowers, potrei parlarne con Elena. Insomma, considerando che ci troviamo a Fell's Church, quello che è successo a Bonnie potrebbe essere stato causato da un nemico."
Dopo aver fatto queste considerazioni veloci, Damon si era avviato verso il pensionato. Lungo il tragitto aveva iniziato a pensare a quale minaccia stesse per incombere sulle loro vite. A prescindere da chi o cosa fosse, comunque, erano tutti in pericolo: lui, la sua principessa, la streghetta, il suo fratellino e persino Meredith e Mutt. Arrivando davanti al pensionato pensò che la minaccia fosse imminente per tutti.
Sicuramente per suo fratello. Sarebbe diventato la minaccia più grande per lui, considerando che stava baciando il suo uccellino.

Stefan si ritrovò con le labbra di Bonnie sulle sue senza nemmeno rendersene conto. Nel momento in cui lei provò ad approfondire quel contatto, Stefan la allontanò da sé.
Qualunque uomo sano di mente che fosse stato baciato dalla ragazza che amava, al suo posto, non si sarebbe comportato così, ma da Bonnie si sarebbe aspettato tutto fuorché quello. Insomma, anche le pietre sapevano che provava qualcosa per Damon!
A fermarlo, però, non era stato questo pensiero, quanto il gesto del tutto inaspettato. Era stato preso in contropiede, non si aspettava assolutamente una cosa del genere e la prima reazione che aveva avuto istintivamente era stata quella di allontanarsi da Bonnie che, in quel momento, lo stava guardando un po' confusa e con le sopracciglia aggrottate.
- Cos'è successo? Ci hai ripensato? - gli chiese lei, ammiccando.
Subito dopo entrambi udirono un forte rumore che li fece voltare verso l'interno del pensionato.
Sulla cima delle scale che portavano al piano di sopra c'era Elena, che li guardava con rabbia mista ad odio, mentre ai suoi piedi giacevano pezzi di quelli che erano stati una tazza e una teiera di porcellana.
- Ecco la santarellina! Quella che non provava niente per Stefan, quella che non aveva fatto assolutamente niente per separarci. La mia migliore amica, quella che non avrebbe mai fatto nulla per ferirmi. Guardati, Bonnie: hai ancora il coraggio di dirmi che avevo torto? -
- Sì, ce l'ho. Non hai mai meritato l'amore di Stefan e ora che si è finalmente accorto di poter avere di meglio dai la colpa a me? Sei così prevedibile. -
Elena sbarrò gli occhi.
- Non ho mai meritato l'amore di Stefan? Come osi? Sono stata al suo fianco quando ho scoperto che era un vampiro, ho fatto di tutto per recuperarlo dalla Dimensione Oscura e l'ho nutrito con il mio sangue. Io sono l'unica che merita di stargli accanto! -
- E come l'hai dimostrato? Riscaldando le sue lenzuola insieme a suo fratello? -
Stefan, accanto a lei, si tese, mentre Elena divenne livida di rabbia.
- Non avresti dovuto dirlo! -
Dopodiché, iniziò ad avvicinarsi minacciosa a Bonnie.

Elena riuscì a percorrere solo quattro scalini prima che fosse scaraventata contro un muro. Era bloccata a qualche centimetro da terra senza che riuscisse a muoversi o anche solo a parlare. Si potevano notare solo i suoi occhi spaventati, mentre guardava convulsamente intorno a lei alla ricerca di un aiuto. Prima che qualcuno potesse fare un passo, Damon, che si era avvicinato e aveva assistito a tutta la scena, era corso verso la sua principessa provando a salvarla. Proprio come era successo con Bonnie, però, a separarlo da lei c'era una sorta di muro invisibile che gli impediva di raggiungerla.
- Damon? Cosa sta succedendo? -
Stefan era perplesso. Non capiva cosa fosse accaduto ad Elena né, tantomeno, per quale motivo non riuscisse ad arrivare a lei.
- Non è abbastanza ovvio, fratellino? Siamo sotto attacco! Qualcuno ha appena bloccato Elena contro il muro e innalzato una barriera per impedirci di avvicinarci a lei! Vorranno sicuramente qualcosa da lei, è in pericolo! -
- In realtà sono stata io. Sono stufa del suo atteggiamento e del suo accanimento nei miei confronti. Mi accusa di essermi interposta tra lei e Stefan e di aver rovinato il loro rapporto quando è stata lei a tradirlo costantemente con te. Inoltre, nella maniera più infima che esista, ha provato ad attaccarmi fisicamente per la seconda volta. Dovrebbe scendere dal suo piedistallo: non sono la ragazza impaurita che, per anni, è stata al suo comando. Potrei farla pentire se decidesse di mettersi contro di me. -
L'espressione preoccupata sul viso di Damon si trasformò in confusa e irritata, dopo aver sentito le parole di Bonnie.
- Come? Vuoi farmi credere di essere stata tu? Insomma, capisco che voglia il tuo momento di gloria ora che Stefan ha lasciato Elena. Per una volta sei tu a poter prendere qualcosa di suo e non il contrario e vuoi godere a pieno il momento, come hai dimostrato dieci secondi fa. A parte questo, però, pensi che qualcuno potrebbe seriamente credere che tu, improvvisamente, abbia smesso di essere una strega inutile? -
- Non mi sfidare, vampiro. Non ti conviene. -
- Wow, 'vampiro'? Ora sì che mi sembri una strega forte e coraggiosa! -
Damon iniziò a ridere in maniera incontrollata. Più che divertita, la sua era una risata sarcastica e pungente. Dopo nemmeno due secondi smise. Si rese conto di non riuscire a muovere nemmeno un muscolo e capì come potesse sentirsi Elena in quel momento.
- Se vuoi posso farti raggiungere la tua amata: ho l'impressione che si senta un po' sola, lì, ignorata da tutti. -
Prima che Bonnie potesse fare alcunché, però, Stefan decise che fosse arrivato il momento di intervenire. - Bonnie! Cosa stai facendo? Li stai trattando come se fossero tuoi nemici! Li hai paralizzati, bloccati. Non credi che sia un po' esagerato? -
- Esagerato? No, Stefan, non credo che lo sia. Hanno sfruttato, maltrattato e ingannato tutti per anni. Hanno fatto quello che volevano esattamente quando lo volevano, senza curarsi dei sentimenti di nessuno. Sono stati subdoli ed egoisti. La ragazza che fino a ieri si definiva come 'mia migliore amica' ha provato ad aggredirmi due volte, ed è la stessa ragazza che non ha fatto altro che ripeterti di amarti mentre ti tradiva alle spalle con tuo fratello! -
Dopo questo Stefan si irrigidì. Mentre una parte della sua mente gli ripeteva che quelle parole fossero state dettate solo dalla rabbia, un'altra parte si chiese se non fosse tutto vero. A quel pensiero la sua mascella si indurì.
Guardò Bonnie negli occhi, provando a capire quale fosse la realtà, e non vi scorse altro che fierezza e sincerità. Questa cosa gli tolse il fiato.
E così era vero? Elena l'aveva tradito, al pari di Katherine? Nonostante non provasse più amore per lei, venire a conoscenza del tradimento con suo fratello gli fece male.

- Adesso basta! Lascia stare Damon ed Elena. -
La signora Flowers decise che fosse arrivato il momento di fermare quello che stava accadendo prima che fosse troppo tardi.
Stefan la vide guardare Bonnie in maniera ferma e un po' dura, mentre pronunciava quelle parole. Poi sentì, contemporaneamente, Damon ed Elena respirare in maniera convulsa e tossire un po'. Suo fratello si avvicinò subito al suo 'angelo', sostenendola e accertandosi che stesse bene. Osservando il loro atteggiamento sentì una fitta al cuore.
Era vero.
Bonnie aveva ragione, quei due lo avevano pugnalato alle spalle. Elena, che, nonostante la somiglianza fisica, era sembrata così diversa da Katherine, e Damon, suo fratello, che, ancora una volta, aveva iniziato una relazione segreta con la donna che amava.
Non riusciva a capire se fosse più ferito o disgustato, ma una cosa la sapeva: non voleva più avere a che fare con nessuno dei due.

Prima che Bonnie potesse anche solo pentirsi di aver dato ascolto alla signora Flowers, i vetri delle finestre del soggiorno si infransero in tanti piccoli pezzi. Il lampadario crollò al suolo, le vetrine in cui erano conservate le ceramiche si aprirono, facendo cadere il proprio contenuto, e il pavimento iniziò a tremare. Poi si udì una voce spaventosa.
- Vi ho trovate, finalmente! –

 



Eccomi qui! Come vi avevo promesso sono riuscita ad aggiornare in tempi record (per me)! xD
Allora, che ne dite?
Damon ammette a se stesso che Bonnie significa qualcosa per lui (cosa importante per lo svolgimento romantico della storia u.u), Stefan viene a sapere del tradimento e decide di chiudere i ponti con il fratello e la sua ex, Bonnie si comporta in maniera ferma e decisa e sembrerebbe che, effettivamente, siano sotto l’attacco di qualcuno.
Il prossimo capitolo dovrebbe essere più incentrato sull’azione e arriverà tra domenica e martedì.
Grazie a tutti quelli che leggono/recensiscono!
Ora scappo…a prestoooooo! :D

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


AVVISO: ho cambiato il nome dell’antagonista!
 
(Vi chiedo scusa in anticipo per qualche errore che potreste trovare nel capitolo, ma, purtroppo, non sono riuscita a ricontrollarlo come avrei voluto. Provvederò a correggere eventuali errori quando tornerò dalle vacanze...beh, detto questo: buona lettura!)

Elena era sconvolta.
Oltre al tradimento di Stefan e Bonnie - che l'aveva ferita profondamente - era rimasta spiazzata davanti alla reazione di quella che era stata la sua migliore amica.
Bonnie le aveva risposto in maniera arrogante, quando le aveva fatto notare che aveva avuto ragione su di lei, e l'aveva letteralmente scaraventata contro un muro, usando dei poteri che nessuno sapeva avesse sviluppato.
Questo la infastidì e indispettì: come si era permessa di attaccarla e renderla ridicola davanti agli occhi dei due Salvatore? Non gliel'avrebbe mai perdonato. Anche se un giorno, in qualche modo, fossero riuscite a ricostruire il loro rapporto, Elena avrebbe sempre portato dentro di sé il ricordo di quella umiliazione.
Il fatto che avesse rivelato a Stefan della sua relazione segreta con Damon - di cui era convinta che nessuno fosse a conoscenza - la fece arrabbiare ancora di più. Con quale diritto si era permessa di intromettersi in affari che non le riguardavano? E poi le aveva praticamente dato della sgualdrina! A lei, che aveva fatto di tutto per tenere in salvo Fell's Church e le persone che più amava!
Come se non bastasse, poi, Bonnie aveva usato i suoi poteri anche su Damon. L'aveva guardato senza il solito luccichio che si poteva scorgere nel suo sguardo quando parlava con lui, ma, anzi, quasi con astio, mentre si beffava di lui. Non l'aveva mai vista così e, sebbene non l'avrebbe mai detto a nessuno, per un istante le aveva fatto quasi paura.
Era così diversa dalla Bonnie che era sempre stata.
Fortunatamente, dopo un debole tentativo da parte di Stefan, era intervenuta la signora Flowers a farla ragionare. Finalmente i piedi di Elena avevano toccato di nuovo terra e Damon era subito corso ad aiutarla.
Non era riuscita nemmeno a voltarsi verso Bonnie, però, che ogni cosa aveva iniziato a tremare. La grande finestra del salotto, da cui si poteva godere la vista del giardino e di una piccola parte dell'Old Wood, esplose improvvisamente in mille pezzi, mentre una figura irrompeva dalla porta che era stata spalancata magicamente.
- Finalmente vi ho trovate! - gli sentì dire Elena.

Non era facile stabilire se fosse un uomo o una donna. Alcuni lineamenti del viso erano dolci, mentre la mascella era ben definita. Il taglio degli occhi era decisamente orientale, gli zigomi alti. A spiccare più di tutto, però, erano i corti capelli di un bianco candido.
La si sarebbe quasi potuta scambiare per una presenza positiva e candida, se non fosse stato per il ghigno maligno e sadico sulle labbra. Lo sguardo, poi, luccicava di bramosia e qualcosa che assomigliava alla gioia. Elena si chiese chi altri stesse cercando, oltre lei, mentre un leggero brivido le percorse la schiena: chiunque fosse quell'individuo, non avrebbe portato altro che problemi.

La prima scarica elettrica colpì Damon. Evidentemente il loro nemico aveva capito chi fosse più forte tra i due fratelli e aveva fatto in modo da impedirgli di creargli problemi.
Damon fu scaraventato contro la grande poltrona che troneggiava al centro della stanza e si ritrovò sul pavimento, incapace di muoversi.
Elena non lo vide alzarsi e capì che, probabilmente, era stato bloccato in modo analogo a quanto accaduto prima con Bonnie.
- Chi sei? - gli chiese, mentre correva ad assicurarsi delle condizioni di Damon.
- Sono Athanatos -
La risposta arrivò ad Elena in maniera gelida e pungente, quasi come se fosse stato infastidito dalla sua domanda. Non si era nemmeno voltato a guardarla, troppo preso a scrutare Bonnie con un'aria che non aveva niente di rassicurante.
- Che cosa vuoi da noi? -
Stavolta Elena riuscì a catturare tutta la sua attenzione, ma se ne pentì presto.
- Fai un po' troppe domande per i miei gusti. -
Dopo aver sentito queste parole, la bionda non riuscì più a produrre alcun suono né tantomeno a separare le labbra. Inoltre sentiva un leggero formicolio in tutto il corpo, come se i suoi muscoli si stessero intorpidendo velocemente. Dopodiché sentì Stefan urlare. Voltandosi lentamente, lo vide accasciarsi, mentre il suo corpo si muoveva in maniera convulsa.
Ragionando a mente fredda si rese conto che avevano davanti uno stregone, per di più molto potente.

Esattamente due secondi dopo, i capelli di Bonnie iniziarono a fluttuare, a causa della potente energia che stava rilasciando il suo corpo.
Stava per scagliare un'ondata del proprio potere su Athanatos, pronunciando un incantesimo in una lingua antica.
Intorno al loro nemico, però, si creò una specie di scudo protettivo, che respinse l'attacco di Bonnie.
- Cosa credevi, sciocca strega, che bastasse lanciarmi contro un incantesimo del genere, per riuscire a sconfiggermi? -
La risata maligna che echeggiò nell'aria paralizzò Elena.
Non era ancora riuscita a capire quanto fosse forte ma, a giudicare da come aveva facilmente messo fuori gioco Stefan e Damon, doveva esserlo abbastanza.

Elena vide le mani dello stregone riempirsi di fuoco, che fu velocemente scagliato verso Bonnie.
- Chi ha mai parlato di sconfiggerti? Volevo solo indebolirti, e ci sono riuscita! -
Detto questo, Bonnie deviò il corso di quel getto infuocato verso colui che l'aveva generato.
Elena era convinta che non lo avrebbe nemmeno scalfito, ma dovette ricredersi.
Athanatos riuscì a stento a schivare il colpo partito dalle sue mani, ferendosi ad una spalla.
Oltre al grugnito disumano uscito dalle sue labbra, dalla pelle dilaniata iniziò a sgorgare del sangue di un argento vivo.
Elena rimase spiazzata davanti a quella visione, mentre si chiedeva cosa significasse.
Non aveva mai visto niente del genere.

Nonostante Athanatos stesse guardando Bonnie in cagnesco, la sua pelle si rigenerò in pochi secondi, come se non fosse mai stato ferito. Il suo indebolimento, però, fu evidente nel momento in cui Stefan smise di rantolare e Damon iniziò a muoversi. Anche Elena aveva avvertito il formicolio sparire e ne era stata più che felice.

- Vedo che ti sei allenata, in tutti questi anni! E lei dov'è? Oh, immagino che si stia nascondendo, non è vero? È sempre stata la più debole. Ma ora, finalmente, ho trovato quello che stavo cercando e potrò accrescere il mio potere! -
Nell'esatto istante in cui finì di parlare, Athanatos iniziò ad urlare e a mantenersi la testa.
- Vattene! - urlò la signora Flowers.
Elena si voltò verso di lei. Il viso della donna era contratto e gli occhi le brillavano di una strana luce che non aveva mai visto nel suo sguardo.
Sembrava che fosse preoccupata ma, allo stesso tempo, anche combattiva.
- Tu! - Athanatos si voltò verso la signora Flowers con un astio, mentre si poteva scorgere chiaramente la sofferenza sul suo viso - Ci rivedremo presto! -
Detto questo, si dissolse nel nulla.

Una volta sparito, Damon e Stefan si ripresero velocemente.
- È stata lei a far urlare di dolore quell'essere? -
La signora Flowers si voltò verso Damon, che le aveva rivolto quella domanda, e annuì, pensierosa.
- Lei lo conosce, non è vero? Non sembrava minimamente sorpreso di vederla. Cosa vuole da noi? -
Stavolta era stato Stefan a parlare, ma non aveva avuto la possibilità di ottenere una risposta prima che Elena si intromettesse nel discorso.
- Cosa vuole? Beh, è chiaro, vuole me! Vuole rubare i miei poteri di guardiana per diventare sempre più potente! È una minaccia e dobbiamo fermarlo, prima che riesca a farmi del male. -
- Sì, Elena ha ragione. Questo tizio è pericoloso e potrebbe fare del male al mio angelo, e non è ammissibile. E poi... -
Prima che Damon riuscisse a finire il suo discorso, si sentì un tonfo.
- Bonnie! -
Stefan corse verso di lei che, priva di sensi, giaceva a terra.

Damon vide suo fratello stringere in corpo di Bonnie e poi prenderlo tra le braccia, adagiandolo sul divano.
Non voleva che fosse lui a prendersi cura di lei e desiderava tanto allontanarlo, ma la sua priorità era la salute della streghetta. Per prendersela con il suo fratellino ci sarebbe stato tempo dopo - non aveva mica dimenticato che c’era anche il bacio.
- Cosa le è successo? Perché è svenuta? - chiese alla signora Flowers, avvicinandosi al divano.
- Non vi preoccupate, sta bene. Non è abituata ad usare i suoi poteri, per cui il suo corpo ne ha risentito. Si riprenderà presto, ha solo bisogno di un po' di riposo. -
Il sorriso della donna riuscì a rassicurare un po' i due fratelli, nonostante la preoccupazione fosse tangibile.
- Quindi cosa facciamo adesso? Voglio dire, c'è questo Athanatos che ci ha attaccati e tornerà per ottenere quello che vuole - anche se non sappiamo ancora cosa sia - e Bonnie non può usare troppo i suoi poteri, perché potrebbe affaticarsi. -
Stefan si voltò speranzoso verso la signora Flowers. Era sicuro che lei sarebbe stata capace di trovare una soluzione e di aiutarli, come sempre.

La signora Flowers sospirò. Quando aveva visto il bacio che Bonnie aveva dato a Stefan aveva realizzato che fosse arrivato il momento di raccontare tutto, ma sperava di avere più tempo. Con l'arrivo di Athanatos, invece, aveva capito che di tempo non ce n'era affatto.
Se volevano avere una speranza di sconfiggere il nemico, doveva avvisare tutti di quello a cui stavano andando incontro.

- Chiamate Meredith e Matt. Devo raccontarvi una cosa importante e ho bisogno che ci siate tutti. -
Stefan guardò la vecchia strega preoccupato. Il tono della sua voce era stato serio e non ammetteva repliche. Non rimaneva altro che aspettare l'arrivo dei suoi due amici.

Elena aspettava impazientemente che arrivasse Meredith. Aveva bisogno di lei per affrontare tutto quello che le stava capitando. Dopo il tradimento di Stefan e Bonnie era arrivato anche un nuovo nemico che voleva i suoi poteri! Doveva sfogarsi con l'unica amica che le era rimasta e preparare con lei un piano A, B e C.
Pochi minuti dopo la vide arrivare insieme a Matt. Elena corse subito ad abbracciarla, singhiozzando e lamentandosi.
- È arrivato un nuovo nemico e ora sono in pericolo! Vuole rubarmi i poteri! Io...io... -
- Elena, calmati! Cosa vuol dire che è arrivato un nuovo nemico? -
- È molto semplice, miss inquietudine. Siamo stati attaccati da un tale Athanatos che vuole accrescere i suoi poteri - probabilmente sottraendoli ad Elena. Dopo aver attaccato me e Stefan, c'è stato un veloce scontro tra lui e Bonnie, interrotto dalla signora Flowers che è riuscita a mandarlo via. Dato che lei sa qualcosa, ci ha radunati tutti qui per raccontarci tutto, in modo da poterlo affrontare al meglio quando tornerà. - rispose Damon velocemente.
Voleva saltare i convenevoli e passare alle informazioni che la strega aveva promesso loro.
- E dov'è ora Bonnie? - chiese Meredith preoccupata.
- È qui. Dopo lo scontro è svenuta. - rispose Stefan, ancora vicino al divano.
Meredith e Matt, che erano stati bloccati all'ingresso dalle lamentele di Elena, entrarono nel salotto per accertarsi delle condizioni di Bonnie.
- Ma è così pallida! Siete sicuri che stia bene? Voglio dire: e se uno degli incantesimi che le ha lanciato quel Athanatos le avesse fatto del male? Bonnie non è poi così forte e potrebbe... -
- Stai zitto, Mutt. La streghetta sta bene, deve solo riposare. Ora lascia parlare la signora Flowers, che ne sa più di te, e ascolta. –
Dopo aver gelato Matt con le sue parole, Damon si voltò verso la donna, in attesa di spiegazioni.

La signora Flowers aveva assistito all'arrivo di Meredith e Matt in silenzio. Aveva lasciato che li informassero dell'accaduto, prima di iniziare il suo racconto che, ne era certa, li avrebbe destabilizzati.
Una volta che l'attenzione di tutti i presenti fu concentrata su di lei, prese un profondo respiro e incominciò a spiegare.
- Puoi stare tranquilla, Elena cara. Athanatos non vuole i tuoi poteri di guardiana e, fino a che non intralcerai i suoi piani, non avrà motivo di farti del male. -
- E allora cosa vuole? Cosa cerca, qui? - chiese la bionda, interrompendola stizzita.
- Vuole Bonnie e Nadia. -
- E chi sarebbe questa Nadia? - domandò Matt, confuso.
- È quella che si trova nel corpo di Bonnie e che, in questo momento, ha preso il suo posto. È la sua gemella. –

 

 
 
Ciao a tutti!
Questo capitolo è abbastanza carico: arriva Athanatos e finalmente la signora Flowers svela chi sia Nadia! Spero che non sia troppo scontato e banale. Nel prossimo capitolo ci sarà un luuuungo flashback sulla storia di Bonnie e Nadia e si capirà cosa vuole il cattivo di turno da loro.
Per il resto, volevo chiarire una cosa: effettivamente Athanatos non è né un uomo né una donna. È, semplicemente, asessuato. Essendo costretta, però, ad attribuirgli degli aggettivi, ho deciso di scriverli al maschile. Sappiate che, comunque, è una scelta puramente narrativa…:)
Avete visto quant’è egocentrica Elena? Pensa che Athanatos voglia lei e non manda giù il fatto che non sia così! Ma vabbé, è pur sempre Elena!

Per quanto riguarda la storia, volevo chiedervi una cosa. Inizialmente, quando la trama non era ben chiara nemmeno a me, avevo scelto il raiting verde. Oggi però mi è venuto il dubbio che forse dovrei cambiarlo e farlo diventare giallo (considerando che ci sarà qualche altro scontro con il cattivone). Non ne capisco granché di raiting, per cui voi che dite? Fatemi sapere!

Ci rivediamo con il prossimo capitolo tra il 17 e il 18 Agosto, se tutto va bene!
Buone vacanze a tutti e alla prossima!

DamonBonnie7


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


 Ciao a tuttiiiiiiiiiiii!!
Eccomi qui dopo la mia piccola pausa estiva!
Prima di lasciarvi al capitolo volevo avvisarvi che ho deciso di cambiare il nome dell’antagonista. Maddock non mi convinceva e poi richiamava palesemente al Maddox di “The vampire diaries” (cosa del tutto involontaria e di cui mi scuso).
Ho scelto di chiamarlo Athanatos, che in greco significa “immortale”. Mi piace come suona e anche il fatto che abbia un suo significato.
Detto questo: buona lettura! :)

 
 
 
 
 
Quindici anni prima
 
 

L'ennesimo tuono scosse il corpo di Ann. Era un pomeriggio piovigginoso e umido, ma rispecchiava perfettamente l'atmosfera cupa che si era venuta a creare in quella casa.
Ann si voltò, e quello che vide le spezzò il cuore.
Beth era accovacciata vicino a Bonnie e Nadia. Le teneva strette e parlava con voce bassa, quasi avesse paura di spaventarle se ne avesse alzato un po' il tono. Bonnie era attenta, ma riusciva a scorgere le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi, mentre ascoltava quello che sua madre le stava dicendo. Nadia, invece, aveva indurito lo sguardo, prendendo per mano sua sorella.
Tra le due, Nadia era sempre stata la più forte e Ann, che era la loro nonna, lo sapeva.
Bonnie era più pacata, più umile e più delicata, connotata da un'eleganza innata che non tutti riuscivano a scorgere. Quasi per sopperire alle caratteristiche della gemella, invece, Nadia era forte, determinata e non si spaventava quasi mai. Bonnie era quella che piangeva se si ritrovava davanti un ragno, Nadia era quella che lo cacciava e che consolava la sorella.

Ann si riscosse da questi pensieri nel momento in cui sentì un singhiozzo. Per un istante, pensò che fosse stata Nadia a produrlo.
Il destino che avevano scelto per lei era ingiusto e triste e lo sapeva, ma non potevano fare altrimenti.
Voltandosi, invece, vide Bonnie completamente in lacrime.
- No, non è giusto! Non deve essere lei! Lei può...può aiutarvi! Può usare i suoi poteri e...e... -
Il suo pianto dirotto non le permise di continuare, ma Ann sapeva che non era finita. Bonnie poteva sembrare fragile in certi momenti, ma possedeva una tenacia che non aveva eguali.
- Bonnie, cerca di capire. Non può essere Nadia. Il suo spirito è più esuberante del tuo e, tralasciando questo, non riesce a controllare del tutto i suoi poteri, mentre i tuoi riescono a rimanere sopiti fino a quando non decidi di usarli. Hai su di loro un controllo che lei non riesce ad avere. -
Beth era disperata. Ann vide sul suo volto una totale sofferenza. Con voce strozzata cercava di far capire ad una delle sue figlie che avrebbe dovuto ospitare nel suo corpo sua sorella e che non avevano scelta.
Non era facile convivere con questo peso e lo sapevano entrambe. L'unica cosa che aveva permesso loro di accettare la realtà dei fatti era stata la convinzione che sarebbero riuscite presto a sconfiggere Athanatos, rendendo quella soluzione solo temporanea.
 

 

Sei mesi prima Ann era venuta a conoscenza di una profezia.
Si riteneva che, nel momento in cui fossero nate due gemelle discendenti dai druidi, di cui una con i capelli rosso fuoco e l'altra con gli occhi cerulei, grazie a loro qualunque essere vivente avrebbe potuto acquisire il potere di tutte le streghe esistenti sulla Terra, diventando pressoché invincibile.
Nessuno ancora sapeva che, quattro anni prima, quelle bambine erano nate e che erano figlie di Beth, la sua primogenita, e quindi sue nipotine. Nessuno, fino a quel momento.
Gli spiriti le avevano fatto conoscere la profezia a causa di Athanatos.

Athanatos era uno stregone dall'età indefinibile, potente oltre l'immaginabile e desideroso di accrescere le proprie capacità.
Era stato presente quando, più di due millenni prima, in una casa piccola e isolata dell'Irlanda, una druida di nome Deirdre aveva pronunciato quella profezia. La sfortunata si era accorta della sua presenza e aveva pensato di fermarlo, perché sapeva chi fosse e quanto desiderasse il potere, ma non era riuscita a trasformare in azioni i suoi pensieri, poiché Athanatos l'aveva uccisa prima ancora che riuscisse a formulare nella sua mente un incantesimo.
Dopo essersi assicurato di essere l'unico a conoscere di quella profezia, Athanatos aveva iniziato a spiare la vita della comunità druida, informandosi sulle nuove nascite e sbarazzandosi di chiunque si fosse messo sulla sua strada. Non amava essere osteggiato e l'aveva dimostrato al punto di accrescere la sua già nota fama di stregone potente e senza scrupoli.
Aveva cercato in lungo e in largo quelle due bambine, minacciando, torturando e uccidendo coloro che avevano provato a fermarlo, nella stupida convinzione che sarebbero riusciti a sconfiggerlo.
Senza che potesse fare niente per impedirlo, i romani avevano conquistato le isole britanniche, portando alla dissoluzione della comunità druida, i cui componenti avevano iniziato a sparpagliarsi in altri paesi, avvalendosi dei loro poteri, senza che lui riuscisse a fermarli.
Impauriti, avevano iniziato a nascondere la propria aura e i propri poteri, facendogli perdere le tracce di tutti loro.
Di tutti, tranne dei discendenti di colei che aveva pronunciato la profezia.
Athanatos aveva stretto con loro un patto: informazioni su quelle bambine in cambio della loro vita.
Ann aveva scoperto che, nel momento in cui fossero nate le due gemelle, solo la discendenza di Deirdre avrebbe potuto sentirlo e, quindi, rintracciarle, pur non possedendo alcun oggetto che appartenesse loro.

La ricerca era continuata nel corso dei secoli, fino a quando Bonnie e Nadia erano nate.
Erano le bambine che quello stregone cercava e, appena avevano iniziato a sviluppare i propri poteri, Olimpia, discendente di Deirdre, l'aveva capito.
Aveva avvisato Athanatos e, davanti ai suoi occhi, aveva cercato le bambine, dicendogli dove trovarle. Athanatos aveva calcolato che avrebbe impiegato poco più di un giorno a raggiungerle e poi aveva ucciso Olimpia e i suoi figli, mettendo così a tacere le uniche altre persone a conoscenza di quella profezia.

Ann non avrebbe mai saputo nulla di tutto questo, se gli spiriti non avessero avuto paura di quello che Athanatos avrebbe potuto fare una volta ottenuti tutti i poteri che desiderava, rivoluzionando in maniera radicale l'equilibrio della Terra.
Così l'avevano contattata e informata che, nel giro di poche ore, sarebbero state attaccate e che Bonnie e Nadia sarebbero state in pericolo.

Dopo aver parlato con sua figlia Beth, avevano deciso insieme che sarebbe stato più sicuro per tutti se si fossero ritirate in un paesino al Nord, dove avrebbero potuto facilmente far perdere le proprie tracce.
Avevano preparato in fretta i bagagli, infilandoci dentro le cose più importanti, sapendo di non avere molto tempo.
Nel momento in cui Beth si stava dirigendo verso la camera delle sue bambine, che erano andate a dormire da poche ore, Athanatos le aveva trovate.
Ann e sua figlia, entrambe molto forti e unite dal legame di sangue, avevano combattuto fino allo stremo delle loro forze. Nonostante fossero sfinite erano riuscite ad avere la meglio su Athanatos, il quale, prima di dissolversi nel nulla, aveva giurato che le avrebbe trovate e che, la prossima volta, non sarebbero state così fortunate.
Appena era sparito avevano svegliato Bonnie e Nadia ed erano partite più velocemente possibile, lasciandosi dietro la città in cui le due bambine erano nate e dove sarebbero cresciute se la loro vita non fosse stata sconvolta.
Dopo qualche ora di viaggio erano arrivate a destinazione e, anche se a fatica, avevano riacquistato un po' della normalità che era stata brutalmente strappata dalle loro vite.

Tutto questo fino a due giorni prima.
 

Dopo mesi di tranquillità, gli spiriti avevano nuovamente informato Ann che Athanatos aveva individuato la zona in cui si nascondevano e che, a breve, sarebbe tornato.
Ann sapeva quanto fosse pericoloso. Non solo aveva testato le sue abilità nello scontro a cui era stata sottoposta tempo prima, ma era anche consapevole che, se aveva allertato gli spiriti, doveva essere molto pericoloso.

Beth era dell'avviso che avrebbero dovuto sconfiggere Athanatos definitivamente, in modo da consentire alle sue figlie di vivere una vita felice, senza essere costrette costantemente alla fuga e alla paura di essere trovate. Era combattiva come una leonessa che, di fronte al pericolo, usava tutte le sue risorse per difendere i suoi cuccioli, e Ann non poteva che essere orgogliosa della tenacia di sua figlia.
Quello di cui però Beth non si rendeva conto era che non avevano né i poteri né i mezzi per sconfiggerlo, indebolirlo ulteriormente o ucciderlo.
Avevano già provato in precedenza a chiedere l'aiuto di altre streghe, ma le loro suppliche non avevano sortito effetto: tutte sapevano che, se non avessero ostacolato i suoi piani, Athanatos non avrebbe fatto loro del male.
Ann le aveva avvisate del fatto che, se fosse riuscito nei suoi intenti, avrebbe acquisito i poteri di qualunque essere magico, ma a nessuno era sembrato tanto grave quanto perdere la vita.
Lo sconcerto di Beth era stato grande. Voleva proteggere le sue figlie ma non sapeva come.
Ann aveva scorto una paura cieca nel suo sguardo quando, dopo averla avvisata dell'arrivo imminente di Athanatos, le aveva detto che non sarebbero riuscite a sconfiggerlo. Sua figlia aveva urlato, pianto, perso il controllo della propria magia e poi si era arresa davanti all'evidenza che non poteva nulla contro di lui.
Avevano fatto ricerche su ricerche per capire in che modo trovare una soluzione, un'alternativa al destino che quello stregone aveva in serbo per le sue figlie.
Beth e Ann, infatti, sapevano già cosa avesse intenzione di fare.
Il rito che aveva in mente Athanatos riguardava la magia nera: due streghe, discendenti dai druidi e unite da un forte legame di sangue, avrebbero trasferito i propri poteri ad una terza persona.
In questo caso, però, c'erano solo due problemi: prima di tutto Bonnie e Nadia avrebbero dovuto trasferire i poteri di qualunque essere magico, e poi, a causa dell'incantesimo che le avrebbe prosciugate, sarebbero morte.

A seguito di ore di ricerche andate a vuoto, Ann era inorridita e preoccupata. Avvertiva la paura di Beth, al suo fianco, e per un attimo la sentì impossessarsi anche di lei. Non sapevano cosa fare e la possibilità di perdere Bonnie e Nadia non era minimamente pensabile.
Ann lasciò che la paura si propagasse in ogni angolo del suo corpo, consapevole che non sarebbe riuscita a fermarla.
Poi, ritrovando la calma che le era propria, capì cosa dovevano fare.

Se non potevano sconfiggere Athanatos per impedirgli di portare a termine il rito, potevano impedirgli di trovare la cosa che gli serviva di più: le due streghe.

Dopo esitazioni e incertezze, avevano deciso di 'nascondere' Nadia nel corpo di Bonnie. Sarebbe stato sicuramente un incantesimo complesso e, forse, avrebbe affaticato eccessivamente Ann, ma avrebbe fatto qualunque cosa per poter salvare le sue nipotine e le altre creature magiche.
Avrebbero dovuto rendere Nadia incorporea, facendola diventare solo spirito, che poi avrebbero dovuto imprigionare nel corpo della sorella. In questo modo, Athanatos non avrebbe più avvertito la presenza delle due gemelle e non sarebbe più riuscito a trovarle.

Prima di scegliere quale delle due bambine avrebbe dovuto ospitare l'altra, Beth e Ann avevano vissuto un profondo dissidio interiore. Sapevano che non fosse giusto favorirne una al posto di un'altra, ma sapevano anche quanto fosse necessario 'sacrificarne' una per salvarle entrambe.
La scelta era ricaduta su Bonnie per due motivi fondamentali: prima di tutto era più pacata e difficilmente avrebbe attirato l'attenzione su di sé; poi non aveva la tendenza, come Nadia, ad usare i propri poteri, che rimanevano per la maggior parte sopiti dentro di lei. Avrebbe potuto essere una bambina normale, come tante altre, senza che nessuno sapesse quanto fosse potente né che possedeva una sorella gemella rinchiusa nel suo corpo.
Se ogni cosa fosse andata secondo i piani, Bonnie avrebbe dimenticato tutto. Avrebbe dimenticato la vita che aveva condotto fino a quel momento, la fuga, sua sorella, la madre, la nonna.
L'avrebbero affidata a qualcuno di normale che avrebbe saputo come tenerla al sicuro. Ann non sapeva quanto tempo sarebbe durata questa soluzione. Rabbrividiva al solo pensiero che potesse essere permanente, ma sapeva che non avrebbero avuto molte possibilità di far tornare tutto com'era in maniera rapida.
Beth, invece, era convinta che quella situazione non sarebbe durata per più di qualche mese. Aveva solo bisogno di tempo: tempo per capire come sconfiggere Athanatos, trovare l'aiuto che le serviva e cancellarlo dalla faccia della Terra. In questo modo avrebbe permesso alle sue figlie di vivere una vita normale, dimenticando la piccola parentesi di quei mesi di cui, comunque, non avrebbero ricordato niente, una volta finito tutto.
 

 
Ann fu riportata alla realtà da un altro singhiozzo di Bonnie, più forte del precedente.
- No, non capisci, mamma! Non puoi... -
- Adesso basta! Sei tu che non capisci! -
Nadia guardò Bonnie con uno sguardo gelido. Non si era mai rivolta così a sua sorella, ma stavolta era necessario. Bonnie era delicata, buona e generosa e non le avrebbe mai permesso di sacrificarsi se non si fosse mostrata dura e decisa con lei.
- Devo fare questa cosa. Se non la smetti di fare i capricci la mamma e la nonna potrebbero farsi molto male, non lo capisci? Dobbiamo fare come dicono loro, così saremo tutti al sicuro. -
Il corpo di Bonnie fu percorso da un tremito, ma non singhiozzava più. Aveva ascoltato la sorella rapita dalla sua forza e dal suo coraggio.
Dopo qualche secondo lo sguardo di Nadia si addolcì e le sorrise.
- Hai sentito la mamma, durerà poco. Poi potremo ricominciare a bere i frappé al cioccolato della nonna, a giocare con la palla e a guardare i cartoni. Tornerà tutto come è adesso. -
Mentre Nadia parlava, Ann vide gli occhi di sua figlia riempirsi di lacrime e diventare troppo colmi per poterle trattenere ancora.
Beth abbracciò le sue bambine, così piccole e coraggiose, così belle e forti, ognuna a suo modo, e non riuscì a contenere un pianto incontrollato.
- Andrà tutto bene, ve lo prometto. Io...io...staremo di nuovo tutte insieme e saremo felici. -
Bonnie e Nadia strinsero forte a sé la loro mamma, senza piangere, senza emettere il più minimo rumore.
Si fidavano di Beth e di Ann ciecamente, come solo un bambino può fare. Quelle due donne le avevano cresciute e avevano contribuito a renderle quello che erano e quello che sarebbero diventate.
Nel momento in cui si staccarono da Beth, andarono ad abbracciare la loro nonna, che fino a quel momento era rimasta in disparte.
Mentre Ann provava a rassicurarle con parole dolci, non sapendo quanto sarebbe riuscita a rasserenarle, il campanello suonò.
Non fece nemmeno in tempo a sollevare la testa che Beth era già andata ad aprire alla porta e la sentì dire:
- Theophila! –

Dopo essersi liberata dall'ingombrante cappotto appesantito dalla pioggia, Theophila aveva abbracciato prima Beth e poi Ann. Quest'ultima l'aveva chiamata il giorno prima spiegandole la situazione.
Conosceva Ann da quando erano bambine e, sebbene col trascorrere del tempo si fossero perse di vista, la loro amicizia non ne aveva mai risentito. Theophila sapeva quanto fosse rischioso l'incantesimo che volevano utilizzare per salvare le due bambine, ma sapeva, alla stessa maniera, quanto fosse inevitabile in quella circostanza.
Nonostante non praticasse la magia da più di dieci anni, aveva già eseguito quell'incantesimo tempo addietro, per cui non si era meravigliata quando Ann l'aveva chiamata per chiederle il suo aiuto. L'aveva sentita scusarsi per il disturbo e per il fatto che, se avesse accettato di farsi coinvolgere, l'avrebbe costretta a risvegliare i suoi poteri, ma Theophila l'aveva tranquillizzata subito. Sapeva che sarebbe arrivato il momento di fare di nuovo i conti con la magia ed era felice che accadesse per aiutare Ann.

Dopo aver abbracciato Beth e sua madre, Theophila si concentrò su quelle due bambine che la stavano fissando.
Una aveva dei ricci rosso fuoco e il viso a forma di cuore; i suoi occhi sembravano attenti e spaventati al contempo. L'altra, invece, aveva dei voluminosi capelli castani, che le ricadevano ondulati sulle spalle, e i suoi occhi cerulei la scrutavano per capire chi fosse e che ruolo avesse in quella storia.
Sorridendo, si avvicinò a loro.
- Ciao! Io sono Theophila, un'amica di vostra nonna. Mi ha parlato molto di voi. Tu dovresti essere Bonnie mentre tu Nadia, giusto? -
Le bambine annuirono, rilassandosi leggermente.
- Sanno già tutto. Mentre ti aspettavamo Beth ha parlato con loro e...beh, sono pronte. -
Ann guardò Theophila con un misto di ansia e trepidazione e la sua amica se ne accorse. Le sorrise dolcemente e iniziò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare.
- Per nessuno dei due incantesimi occorre nulla. Niente candele, ramoscelli di qualche pianta o cose simili. Sono incantesimi che possono pronunciare solo streghe molto potenti, che non hanno bisogno di nulla di tutto ciò. Per far diventare Nadia solo spirito è necessario che si posizioni in questo punto, mentre noi tre - disse indicando se stessa, Beth e Ann - dobbiamo disporci in circolo intorno a lei. Dobbiamo connetterci tra di noi e poi richiamare il potere della natura e dei suoi quattro elementi. Non serve altro. Poi dovremo pronunciare questo incantesimo. -
Beth annuì, mentre Ann si avvicinò alle sue nipotine, dicendo:
- E per il secondo incantesimo? -
- Il secondo è un po' più complesso. È necessario che lo spirito di Nadia si disponga davanti a Bonnie, in modo che le due bambine si trovino faccia a faccia. Dovranno pronunciare quest'incantesimo - disse indicando una pagina del suo grimorio - contemporaneamente. Il contatto visivo tra loro non dovrà interrompersi neanche per un secondo durante la recitazione dell'incantesimo. Quando avranno finito, per pochi secondi Bonnie sarà una specie di porta attraverso la quale solo Nadia potrà passare. Dovrà essere veloce, perché Bonnie tornerà normale nel giro di pochi secondi e, nel caso in cui non riuscisse ad entrare nel suo corpo, non potremmo ripetere l'incantesimo prima che siano trascorse ventiquattro ore, e mi è sembrato di capire che non ci sia molto tempo. -
Theophila vide che lo sguardo di Nadia era attento e concentrato, mentre quello di Bonnie era spaventato.
- Io...io non credo di farcela. Insomma, e se chiudessi gli occhi? Se pronunciassi male l'incantesimo? Se... -
Beth si avvicinò a Bonnie e la strinse forte. Avvertiva la sua paura e la capiva. Aveva paura anche lei. Temeva che l'incantesimo potesse non riuscire o riuscire male, che potessero rimanere ferite, che il corpo di Nadia non si 'smaterializzasse' o comunque non completamente.
Provava la paura cieca che solo una madre può provare quando sa che deve fare qualcosa di pericoloso per salvare la vita dei propri figli e non ha scelta.
- Andrà bene. Sarai brava e non succederà niente di male. -
Beth lo sussurrò nei morbidi capelli di Bonnie, sperando che fosse vero, sperando che quell'incubo finisse il più velocemente possibile.

Mentre sua sorella, sua madre, sua nonna e Theophila si disponevano per recitare il primo incantesimo, Bonnie rimase in disparte a guardarle.
Osservava Nadia e cercava di capire cosa provasse. Vedeva il suo sguardo concentrato e serio, le sopracciglia leggermente aggrottate per lo sforzo di rimanere perfettamente immobile - come le aveva detto prima Theophila -, le labbra strette. Chiunque l'avesse vista in quel momento avrebbe pensato che fosse una bambina coraggiosa, che non aveva paura di niente, ma Bonnie sapeva che non era così. A differenza sua, Nadia non era un libro aperto nemmeno per sua madre. Si mostrava forte e indipendente, nonostante avesse solo quattro anni. Con il tempo aveva imparato ad esserlo per tutte e due e non le era mai pesato.
Bonnie però la conosceva meglio di chiunque altro ed era riuscita a scorgere in lei la paura.
Se ne accorgeva sempre, quando sua sorella aveva paura. Nadia non urlava, non tremava, non scappava, non piangeva. Quando era impaurita, cosa che non succedeva tanto spesso, a Nadia iniziava a muoversi ritmicamente l'indice della mano destra. Era una specie di tremolio quasi invisibile di cui non si era mai accorto nessuno. Nel movimento leggero di quell'unico dito, Nadia sfogava la sua angoscia, la sua paura, quasi senza accorgersene.
Probabilmente Bonnie era stata la prima e l'unica persona ad accorgersi di quel piccolo dettaglio e, in quel momento, per quanti sforzi sua sorella facesse per fermarlo, riuscì a notare quell'impercettibile movimento.
Nadia aveva paura. E, come tutte le volte in cui Nadia aveva paura, Bonnie non sapeva cosa fare.

Theophila, Ann e Beth stavano per iniziare a recitare l'incantesimo. Nadia avrebbe dovuto tenere gli occhi chiusi, ma, un istante prima di farlo, cercò con lo sguardo sua sorella. Nel momento in cui incrociò il suo sguardo si rese conto di averle lanciato involontariamente una richiesta di aiuto. Per la prima volta da quando erano nate Nadia aveva bisogno che Bonnie fosse quella coraggiosa. Aveva bisogno di cederle il posto, aveva bisogno che si prendesse cura di lei.
Era sempre stata forte per entrambe e lo sarebbe stata ancora, ma in quel momento aveva bisogno che Bonnie le trasmettesse un po' di coraggio.
Probabilmente sua sorella lo capì, perché le rivolse il sorriso più bello e luminoso che le avesse mai visto sulle labbra, e a Nadia non servì altro.

Il primo incantesimo era stato eseguito senza nessun intoppo, ma adesso era necessario portare a termine anche il secondo.
Ann vide le sue nipotine disporsi frontalmente l'una all'altra e le si strinse il cuore. Avevano imparato l'incantesimo che avrebbero dovuto pronunciare e aspettavano solo un segnale da parte di Theophila.
Pochi istanti dopo, iniziarono a recitarlo.

Appena ebbero finito, Nadia si avvicinò a Bonnie. L'idea di entrare nel corpo di sua sorella le sembrava strana e assurda, ma si fidava ciecamente di sua madre e sua nonna e, per qualche motivo che non capiva, anche di quella strana donna che era arrivata lì poco prima. Le avevano detto che non avrebbe ricordato niente del tempo trascorso nel corpo di Bonnie, che sarebbe stato come addormentarsi e svegliarsi una volta finito tutto, e lei ci aveva creduto. Sperava solo che finisse in fretta.

Quando gli occhi di Nadia si trovarono a pochi centimetri da quelli di sua sorella, Bonnie le sentì dire:
- Ci vediamo presto. Ti voglio bene. -
Non riuscì nemmeno a pronunciare le parole "Ti voglio bene anch'io" che Nadia era già sparita dentro di lei.
Nel momento in cui le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, Bonnie perse i sensi.

Ann vide Bonnie accasciarsi al suolo e Beth correre prontamente verso di lei, prenderla tra le braccia e cullare le sue figlie, sebbene il corpo che stringeva fosse uno solo.
- Ora dobbiamo andare. Unendo le nostre forze riusciremo a teletrasportarci a Fell's Church, una cittadina tranquilla in cui, anni fa, mi sono trasferita anch'io. Lì potrete lasciare Bonnie alla famiglia McCullough. Sono brave persone che conosco da anni e che se ne prenderanno cura nel migliore dei modi. Poi, appena Athanatos sarà stato sconfitto, potrete tornare a prendere entrambe. -
- Si, andiamo, prima che sia troppo tardi. Ma...Theo, sei sicura che riusciremo a teletrasportarci? Voglio dire, ci vogliono anni di pratica per riuscirci e poi... -
- Non ti preoccupare, Beth, ce la faremo. Io ho già affinato questa tecnica tempo fa, sebbene non la usi da molto, per cui vi basterà 'sintonizzarvi' sulla mia stessa lunghezza d'onda. E poi tu e tua madre siete unite dal legame di sangue più forte che esista, sono sicura che andrà tutto bene. -
Theophila sorrise in maniera rassicurante, mentre osservava quella giovane donna tenere tra le braccia Bonnie, ma il suo sorriso venne incrinato dalla preoccupazione.
Prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo vide il volto di Beth impallidire improvvisamente, mentre un'espressione piena di orrore le alterava i lineamenti dolci del viso.
Voltandosi, si ritrovò a guardare negli occhi Athanatos.
-Stavolta non mi sfuggirete! Non riuscirete a portarmi via ciò che mi appartiene! - lo sentì dire.

Accadde tutto in pochi secondi.
Sentì Ann urlare "Andate via, ci penso io a lui!", Beth protestare che non voleva lasciarla e vide Athanatos, in quel frangente, scagliare un potente incantesimo su Ann, che riuscì a schivarlo tempestivamente.
Mentre Ann contrattaccava, Theophila afferrò Beth e la trascinò lontano.
- Pensa a Bonnie e Nadia, pensa a loro! Quello che abbiamo fatto sarà stato vano se non scompariamo subito! -
- Ma mia madre... -
- Ann è forte e se la caverà! Ci raggiungerà dopo, ora dobbiamo andare! -
Theophila e Beth si disposero l'una di fronte all'altra, pronte a teletrasportarsi. Dalla sua posizione, Beth riusciva a scorgere una minima parte dello scontro tra sua madre e Athanatos, sebbene la sua visuale fosse quasi totalmente intralciata da Theophila. Lo scontro non stava volgendo a favore di Ann e Beth se n'era accorta, ma doveva concentrarsi sul luogo in cui sarebbero andate, per cui fu costretta a distogliere lo sguardo da quella scena.

Appena finirono di pronunciare l'incantesimo, Beth si voltò verso sua madre. Vide, quasi come in una scena al rallentatore, un'ondata di potere investirla e il suo corpo accasciarsi al suolo. I suoi occhi erano sbarrati e spenti e un rivolo di sangue fuoriusciva dalla sua bocca.
Mentre l'aria che aveva trattenuto nei polmoni, a quella scena, stava per esplodere in un urlo, sentì Athanatos gridare:
- NOOOOO! -
Poi sparirono.
 

Theophila osservò Beth tornare verso di lei.
Aveva appena affidato Bonnie - e Nadia - ai signori McCullough. Sul suo volto si vedevano i segni del dolore che provava. Oltre a dover lasciare le sue figlie con degli sconosciuti per chissà quanto tempo, aveva appena perso sua madre.
Appena fu abbastanza vicina l'abbracciò, consapevole di cosa stesse provando in quel momento.
- Mi dispiace così tanto che sia andata così. Io...mi dispiace per Ann, tanto. -
Beth annuì tra le sue braccia, rendendosi conto solo in quel momento che anche Theophila aveva appena perso la sua migliore amica.
- Come...come faremo adesso a sconfiggerlo? -
La voce di Beth era rotta a causa del pianto trattenuto troppo a lungo.
- Non lo so. Non lo so, ma troveremo un modo, te lo prometto. -
Theophila le sorrise in una maniera che non convinse nemmeno se stessa, temendo, per la prima volta, che non esistesse alcun modo per risolvere quella situazione.
Poi, osservando la casa che aveva appena ospitato Bonnie, cinse le spalle di Beth e si allontanò da lì con lei.
 

 
 
 



Allooooora!
Questo capitolo è ambientato quindici anni prima rispetto al resto della storia ed è incentrato su quello che è successo a Bonnie e a Nadia. Vengono introdotti due nuovi personaggi, che sono mamma Beth e nonna Ann! Spero di essere riuscita a renderle bene…:D
Spero che si capiscano le dinamiche della storia e le intenzioni di Athanatos. Dopo aver saputo della profezia ha cercato queste due bambine in lungo e in largo per farsi trasmettere praticamente tutti i poteri del mondo.
Nel prossimo capitolo la storia riprenderà da dove l’avevamo lasciata, ossia Theophila che ha appena finito di raccontare il tutto a Meredith, Matt, Elena, Damon e Stefan e vedremo un po’ di reazioni.
Volevo dirvi solo una cosa: prendete con le pinze le poche informazioni sui druidi che ho scritto. Dovrebbero essere corrette ma potrebbe esserci qualche imprecisione..:)
Per il resto…spero di aver compensato alla mia assenza con questo capitolo. Sono riuscita a renderlo due volte più lungo degli altri (sono orgogliosa di questa cosa, si vede?)! xD
Mi farebbe piacere leggere delle recensioni in cui mi dite cosa pensate di questa storia e della sua evoluzione! :D
Grazie ancora a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia.
Alla prossima!

DamonBonnie7

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


La signora Flowers scrutò attentamente il viso dei suoi ascoltatori. Sapeva che ciò che aveva appena rivelato era stato abbastanza sconvolgente per loro e che il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare, ma non si sarebbe minimamente aspettata quella totale assenza di reazione. Matt sembrava completamente shockato, Meredith era perplessa, Stefan confuso, Elena furiosa e Damon impassibile come una sfinge. Nessuno si era azzardato a parlare o ad emettere un fiato.
La signora Flowers stava per dire qualcosa in modo da smuovere quella situazione quando Elena si alzò di scatto. Gli occhi di tutti si puntarono su di lei mentre, arrabbiata, si dirigeva verso Bonnie.
Le sue intenzioni non furono chiare fino a quando non prese la rossa per le spalle e iniziò a scuoterla.
- Ehi! Svegliati immediatamente! Mi devi delle spiegazioni, oh, si che me le devi, e belle grosse! Bonnie o Nadia fa lo stesso, ma svegliati! -
Prima che la testa di Bonnie si staccasse dal suo collo per colpa dei violenti strattoni di Elena, Stefan la allontanò, prendendola per le braccia e staccandola con un po' di forza bruta dalle spalle dell'altra.
- Elena, calmati! Questa storia ha sconvolto tutti, ma non puoi comportarti così! È un momento delicato, dovresti mantenere la calma invece di reagire in questo modo! -
- No che non mi calmo, Stefan! Tu non capisci, quella lì... -
La voce arrabbiata di Elena fu coperta da un'altra più dolce.
- Cosa...cosa sta succedendo? -
Bonnie si stava sollevando lentamente dal divano, mentre, con una mano, proteggeva gli occhi dalla luce.
- Finalmente sei tornata tra noi, Bonnie! Oppure dovrei dire 'Nadia'? -
Elena la guardò con odio, mentre pronunciava quelle parole.
- Come? Non capisco...di cosa stai parlando? -
Lo sguardo di Bonnie era confuso e sembrava perso. Meredith pensò che fosse il caso di intervenire prima che la situazione degenerasse.
- Elena, non è il momento. Non lo vedi che Bonnie si è appena svegliata? -
- Svegliati anche tu, Meredith! Quella è Nadia e sta solo facendo la finta tonta! Ma come fate a cascarci? -
- Chi è Nadia? -
A sentirle pronunciare quelle parole, tutti si voltarono verso Bonnie.
- Bonnie? Sei davvero tu? -
Meredith diede voce alla domanda che stava tormentando anche gli altri da quando la sua amica aveva aperto gli occhi.
- Non capisco, Mere, chi dovrei essere? Ahi, che mal di testa! Ma cosa è successo e...perché sono al pensionato? -
L'espressione di Bonnie era ancora più attonita di prima. Guardò negli occhi ognuno dei presenti e, quando il suo sguardo incrociò quello di Damon, un pensiero le attraversò la mente: "Qui è successo qualcosa di grave, ma cosa?"
- Quindi non ricordi niente? Né di esserti buttata tra le braccia del mio fratellino, né di aver attaccato me ed Elena né, tantomeno, di aver messo in fuga uno stregone millenario? Troppo comodo! -
Bonnie era ancora persa nello sguardo freddo e distaccato di Damon quando lui aveva incominciato a parlare, ma il senso delle sue parole le era arrivato chiaramente. Di cosa la stava accusando, di preciso? Lei non aveva fatto quello che aveva detto lui, l'avrebbe certamente ricordato. A meno che...
- Si può sapere chi diavolo è questa Nadia? -
Era sempre stata una persona paziente, ma non le era mai piaciuto essere l'ultima a sapere le cose, e la sua pazienza, in quei casi, arrivava velocemente al limite.
- Ragazzi, adesso basta. Mi sembra chiaro che quella sia Bonnie, che sia molto confusa e che noi non stiamo facendo niente per aiutarla. Forse è il caso di spiegarle tutto e lasciarle assimilare la cosa. -
Damon si voltò con uno sguardo furente verso Matt, sentendosi punto sul vivo per quello che aveva tutta l’aria di essere un rimprovero indirizzato a lui.
- Povero, piccolo, ingenuo Mutt! Vuoi che Bonnie sappia quello che ci ha appena detto la signora Flowers? Bene, direi che potremmo incominciare raccontandole... -
- Non farlo, Damon! Non così! -
- Sta’ zitto, Santo Stefano! Dicevo, uccellino. Potrei incominciare dicendoti che hai una sorella gemella, che Athanatos, uno stregone molto potente, ha bisogno di voi due per diventare praticamente invincibile e che la tua vera madre e la tua vera nonna hanno provato a fare in modo che non vi trovasse. Per mettere in atto questo piano hanno 'rinchiuso' dentro il tuo corpo Nadia, la tua amata sorella, così che lui non riuscisse a percepire le vostre aure. Tua nonna è morta in uno scontro con Athanatos, ma tua madre, con l'aiuto della signora Flowers, è riuscita a portarti via e ti ha gentilmente scaricata dai signori McCullough, con l'intenzione di tornare a prendere entrambe, solo che, ops, adesso hai una madre di cui non si hanno notizie e una sorella incazzata nera con il mondo, che ha deciso di deliziarci della sua presenza per qualche ora, prima di sparire nuovamente da qualche parte dentro di te. Ho riassunto bene il tutto? -
Bonnie aveva assistito allo scambio di battute prima tra Matt e Damon e poi tra quest’ultimo e Stefan sentendosi sbigottita. Quando Damon aveva iniziato a spiegarle cosa fosse accaduto, però, sentì il suo stomaco contorcersi sempre di più: sembrava tutto così folle. La storia che aveva ascoltato era...irreale. E poi non era possibile che non si fosse mai accorta di nulla.
Damon doveva aver inventato tutto per vendicarsi di lei che aveva ferito il suo angelo, si disse, ma sapeva quanto fosse sbagliata questa supposizione. L'aveva capito nel momento in cui nessuno si era azzardato a smentire il tutto.
Durante quelle riflessioni, Bonnie non aveva mai allontanato lo sguardo da Damon. Durante il racconto lo aveva visto quasi godere nel rivelarle ogni cosa, ma, in quel momento, nei suoi occhi riusciva a leggere quasi una sorta di...rammarico? Come se si fosse pentito di aver sganciato quella bomba su di lei. Il rammarico fece però spazio alla sorpresa quando Stefan lo prese per il collo e lo inchiodò al muro.
- Vattene subito. Non sei il benvenuto qui. -
Stefan era furioso con suo fratello. Poteva solo lontanamente immaginare quanto quella situazione fosse difficile, e il fatto che Damon l'avesse scaricata sulle spalle di Bonnie con la sua solita nonchalance lo aveva fatto arrabbiare come poche volte gli era capitato.
Dopo un primo istante di sbigottimento dovuto a quell'attacco inaspettato, Damon ribaltò le situazioni, spingendo suo fratello contro il muro.
- Dovresti scegliere attentamente i tuoi avversari, prima di attaccarli. Non tutti sono deboli e facili da sottomettere come gli scoiattoli di cui ti nutri. -
Dopo aver lanciato un'occhiataccia a Stefan, Damon lasciò la stanza. In meno di un battito di ciglia, Elena si era già lanciata fuori dalla porta per seguire l'unica persona che, in quel momento, era ancora disposta a mostrarle le attenzioni che credeva le fossero dovute.


 
Dopo l'uscita di scena di Damon ed Elena, Meredith si avvicinò a Bonnie, sedendosi accanto a lei sul divano su cui, fino a pochi minuti prima, la sua amica giaceva svenuta. Senza quei due a riempire l'aria con la loro egocentricità, poteva finalmente concentrarsi sull'unica persona che in quella storia avrebbe sofferto, ossia Bonnie.
Senza riuscire ad impedirlo, però, un pensiero le attraversò la mente: "Certo che quei due sono proprio perfetti per stare insieme. Su certe cose sono dannatamente uguali.", ma si costrinse a non pensarci. Nessuno dei due era la sua priorità in quel momento.
- Bonnie? Vuoi che ti porti qualcosa? Insomma, un tè... -
- Raccontami. -
Meredith riuscì a percepire un tremolio nella voce della sua amica, che però si mostrava determinata a fiera.
- Cosa vuoi sapere? -
- Tutto. Raccontami tutto dall’inizio e fammi capire. -
Meredith guardò la signora Flowers, quasi chiedendole il permesso per raccontare una storia che, fino a poco prima, nemmeno conosceva, ma, quando la vide annuire, capì che era compito suo quello di rivelare a Bonnie la verità sulla sua vita.
Pochi istanti dopo, avvertendo l'importanza di quel momento, le due ragazze furono lasciate sole e Meredith incominciò a raccontare.


 
Quasi mezz'ora dopo, Bonnie non aveva ancora aperto bocca. Meredith aveva smesso di parlare da qualche minuto, ma non aveva ancora visto nessuna reazione da parte della sua amica. Poi, improvvisamente, Bonnie si alzò di scatto, chiedendo ansiosamente:
- Dov'è la signora Flowers? -
- Credo che sia in cucina, ma Bonnie, aspetta! -
Meredith aveva afferrato la sua amica per un braccio. Per la prima volta da quando la conosceva non riusciva a capire cosa le passasse per la testa, e, viste le circostanze, questo la preoccupava non poco.
- Ma non capisci? - le chiese Bonnie, liberandosi dalla sua stretta - Dobbiamo farla uscire! -
Captando l'angoscia nella sua voce e nel suo sguardo, Meredith capì.
- Nadia. È di Nadia che stai parlando, non è vero? -
Bonnie annuì impercettibilmente, prima di fiondarsi verso la porta alla ricerca della signora Flowers.


 
Stefan non capiva. Tutta quella situazione era...beh, a dir poco assurda. Aveva ascoltato il racconto della signora Flowers, che ad ogni parola sembrava sempre più surreale. Quando aveva finito, aveva aspettato che Bonnie (o Nadia) si svegliasse per poter parlare con lei.
Si vergognava profondamente della sua egocentricità, ma aveva assolutamente bisogno di chiedere a quella ragazza dai capelli rosso fuoco chi lo avesse baciato. Era consapevole che avrebbero dovuto fronteggiare un nemico potente, forse molto più di tutti quelli che avevano già sconfitto, ma da quando aveva saputo la verità non riusciva a smettere di chiedersi: " Chi? Chi delle due è stata?".
Lo stregone era la loro priorità, ma nel suo cuore c'era un'altra questione da affrontare altrettanto importante. Risolvere il problema del nuovo nemico all'orizzonte andava fatto per l'incolumità di Bonnie, sapere chi l'avesse baciato era per l'incolumità del suo cuore. L'aveva già sentito creparsi quando aveva saputo del tradimento di Elena e Damon, le due persone di cui si era fidato di più in assoluto, e adesso aveva timore di essere stato raggirato di nuovo, o almeno era il modo in cui si sentiva in quel momento. Raggirato, sì, raggirato dalla sua stessa vita. Era sempre stata una lotta contro qualcosa o qualcuno: contro la morte per poter stare con sua madre, contro Damon per poter avere Katherine, contro il rancore per poter ricostruire il rapporto con suo fratello, contro il desiderio di vendetta di Damon e quello di attenzioni di Elena per poter stare con quello che aveva considerato l'amore della sua vita per tanto tempo, e adesso questo. Adesso doveva lottare contro un incantesimo pronunciato quindici anni prima, che stava mettendo a dura prova la sua calma, per poter stare con la ragazza di cui si era scoperto innamorato, ammesso che a lei interessasse stare con lui.
Per un istante, quando le labbra di Bonnie si erano posate sulle sue, si era sentito bene. Felice, come non lo era da tempo. Aveva capito subito che c'era qualcosa che non andava, ma non credeva che fosse qualcosa di così grande. All'improvviso, Stefan avvertì il peso dei cinquecento anni che aveva vissuto sulle spalle. Si sentì vecchio e stanco.
- Stefan, stai bene? -
La signora Flowers lo guardava con un misto di preoccupazione e angoscia. Da quando avevano lasciato sole Bonnie e Meredith non aveva quasi respirato, mentre Matt non aveva fatto altro che riempire di domande l'anziana donna.
Si vergognò, se possibile, ancora di più per i pensieri che lo avevano travolto: in una situazione del genere, invece di pensare a come aiutare i suoi amici, non aveva fatto altro che preoccuparsi dei suoi problemi di cuore. "Quanto sono patetico!", pensò.
- Si, sto bene. È solo...troppo, in una giornata sola. -
- Anche se avessi potuto spiegarvi tutto con un po’ più tempo, dubito che l'impatto che ha avuto su di voi il passato di Bonnie sarebbe stato differente. -
Il sorriso della signora Flowers era caldo e comprensivo. Probabilmente aveva intuito cosa lo rendesse così pensieroso.
Stefan ricambiò il sorriso, ma, nel momento in cui stava per risponderle, avvertì il rumore di passi in avvicinamento. Pochi secondi dopo, la porta della cucina si aprì.
- Signora Flowers! La stavo cercando! - Il respiro di Bonnie era affannato, la sua espressione seria.
- Dimmi tutto, cara. -
- Nadia! Noi... - Meredith guardò la sua amica, preoccupata.
- Prendi fiato, Bonnie! E poi non credo che sia un'idea saggia, ora... –
Lo sguardo di Bonnie incontrò per un istante quello di Stefan. Poi, dopo aver fatto un respiro profondo, disse:
- Dobbiamo tirarla fuori, ed io so come! -


 
 
Damon era oltremodo furioso! Come si era permesso il suo caro fratellino di trattarlo così? Per difendere a spada tratta il suo uccellino, poi! Non le aveva fatto niente di male, anzi! L'aveva aiutata a capire cosa stesse succedendo. Se avesse dovuto aspettare che i suoi stupidi amici le dicessero tutto, sarebbero probabilmente stati sterminati tutti da Athanatos. Aveva solo facilitato la situazione, così che potessero sconfiggere quel pallone gonfiato e tornare alla normalità. E invece Stefan l'aveva trattato in quel modo! Sentiva così tanta rabbia crescergli dentro. Forse avrebbe dovuto dargli una lezione più significativa, ma un istante prima aveva guardato il suo uccellino negli occhi e quello che aveva visto non gli era piaciuto per niente. Sembrava così...smarrita e spaventata. Sembrava così piccola. Si era sentito in colpa, forse per mezzo secondo. Prima che Stefan gli desse un altro buon motivo per volergli staccare la testa dal collo.
- Damon! -
Voltandosi, Damon vide Elena corrergli incontro. Aveva lasciato il pensionato in fretta, dirigendosi verso l’Old Wood, senza nemmeno rendersi conto che il suo angelo aveva deciso di seguirlo.
- Principessa. Come mai hai deciso di abbandonare l'allegra combriccola? -
- Andiamo, Damon, non hai bisogno di usare il tuo solito sarcasmo con me! So quanto ti abbia infastidito l'atteggiamento di Stefan, e hai ragione. È stato completamente fuori luogo. Mi dispiace. -
Damon la guardò, poi esplose in una risata fragorosa. Elena lo osservò perplessa.
- Da quando hai incominciato a scusarti per lui? E poi lo sai, Santo Stefano non sbaglia mai! -
C'era tanta amarezza nella sua voce e lei se ne accorse.
- Non mi stavo scusando al posto suo, Damon. Sono dispiaciuta per te. -
Damon la guardò negli occhi e ricordò perché Elena fosse così diversa da Katherine.
Era stata molto dura con Bonnie da quando Stefan l'aveva lasciata, ma dietro la freddezza con cui l'aveva vista trattare la sua migliore amica c'era la solita dolce ed altruista Elena.
L'aria intorno a loro si era riempita di elettricità e, senza nemmeno accorgersene, Damon si ritrovò a baciare Elena. In quel bacio, riversò la rabbia e la frustrazione che provava in quel momento. Era quasi aggressivo, ma non gli importava. Per un istante gli sarebbe piaciuto dimenticare Bonnie, Stefan e tutta quella storia assurda che la signora Flowers aveva scaricato sulle loro spalle, ed Elena era il modo migliore per farlo. Era la sua principessa delle tenebre. Era l'unica persona che lo capisse e di cui si fidasse. Era l'unica persona con cui sapeva di poter essere se stesso. Era l'unica.


Dopo qualche istante, Damon si allontanò da Elena, teso.
- Cosa... -
Elena era confusa, ma fu interrotta da Damon.
- Il pensionato! Sta succedendo qualcosa! Sento un'ondata di potere impressionante venire da lì! -
- Pensi che sia Athanatos? Che sia tornato? -
- Non lo so, ma dobbiamo andare a controllare. Forse sta succedendo qualcosa. -
Si diressero entrambi verso il pensionato, sperando di raggiungerlo in tempo.
Man mano che si avvicinavano, Damon era sempre più preoccupato. Non l'avrebbe mai ammesso, ma temeva che fosse successo qualcosa a Bonnie e a suo fratello. Era certo che non fossero in grado di difendersi da un secondo attacco e questo non lo aiutava a stare tranquillo. A pochi metri dalla meta, però, le ondate di potere che aveva avvertito fino a quel momento sparirono.
Lasciando Elena dietro di sé, si fiondò verso l'ingresso del pensionato, spalancando la porta con forza.
La scena che si presentò davanti ai suoi occhi lo bloccò sul posto: Mutt e Miss Inquietudine erano come pietrificati, gli occhi di Stefan erano sbarrati mentre la signora Flowers sorrideva.
Al centro di quel quadretto, Bonnie abbracciava una ragazza poco più alta di lei, slanciata e con lunghi capelli castani.
Appena i presenti si accorsero del suo arrivo, la ragazza si voltò verso di lui. Il suo sguardo lo trafisse da parte a parte. Poi, quella che immaginava fosse Nadia, disse con il suo tono più pungente:
- Damon! Finalmente conosco il fratello Salvatore bastardo! –

 




 
Lo so, sono imperdonabile! Non mi era mai capitato di aggiornare dopo più di un mese, ma a mia discolpa posso solo dire che è stato un periodo difficile e che il cosiddetto “blocco dello scrittore” non ha aiutato per niente. Il capitolo è un po’di passaggio: insomma, serviva per far arrivare Nadia! xD
Succedono comunque un po’ di cose! Bonnie non ha idea di cosa sia successo e, dopo la sparata di Damon, Meredith glielo spiega.
Stefan, invece, si sente raggirato e, insomma, direi che un po’ di ragione ce l’ha pure lui! >.< Damon può sicuramente pensare che tutti amino solo suo fratello, ma, a pensarci bene, tutto quello che Stefan ha vissuto è sempre stato preceduto o seguito da qualche dramma, e ora non fa differenza. Un attimo prima pensa che la ragazza di cui è innamorato lo ricambi e un secondo dopo scopre che potrebbe essere stata la sorella a baciarlo!
Il passato di Bonnie, poi , porta ad un avvicinamento tra Damon ed Elena. Non uccidetemi, vi prego! Vi assicuro che è solo una cosa provvisoria e che non durerà a lungo. Damon vede in Elena la soluzione a tutti i suoi problemi, mentre lei tratta in maniera particolarmente dolce il suo unico e solo spasimante.
E Nadia, poi? Per quale motivo sarà così arrabbiata con Damon? Diciamo che potreste anche intuirlo, ma io non dico niente…xD
Nel prossimo capitolo vedremo un bel confronto tra Bonnie e Nadia..;) Spero tanto di riuscire a postarlo presto..>.<
Fatemi sapere cosa pensate di questa storia! :D
Alla prossimaaaa!

DamonBonnie7

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