Il mio cielo di Papaya (/viewuser.php?uid=43582)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuvole ***
Capitolo 2: *** Dea ***
Capitolo 3: *** Inseguimento ***
Capitolo 4: *** Guai ***
Capitolo 5: *** Sorpresa ***
Capitolo 6: *** Sagge mosse ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** Rimpianti ***
Capitolo 9: *** Sparizione ***
Capitolo 10: *** Incontro inaspettato ***
Capitolo 11: *** Ricercati ***
Capitolo 12: *** Profumo ***
Capitolo 13: *** Ricordi ***
Capitolo 14: *** Rivelazioni ***
Capitolo 15: *** Complicazioni ***
Capitolo 16: *** Riunione straordinaria ***
Capitolo 17: *** Identità ***
Capitolo 18: *** Fuori controllo ***
Capitolo 19: *** Cancellazione ***
Capitolo 1 *** Nuvole ***
Non avrei mai immaginato di
poter fare quello che volevo. Leader della fazione degli automisti Albhed.
Davvero il massimo. Sto tutto il giorno a contatto con le macchine, le guido, le
perfeziono, ne invento di nuove. Perché davvero, modestia a parte, ho un gran
bel cervello e lo uso a dovere nel mio lavoro. E quello che faccio mi piace.
Sono soddisfatto di me stesso, della mia mente, del mio ruolo, di dove sono
arrivato dopo aver sudato non poco.
Eppure...
No, sono contento, davvero. Ma
c’è sempre un neo, c’è sempre qualcosa lungi dall’essere perfetta. La perfezione
non si può raggiungere, mai. E allora perché noi umani non facciamo altro che
cercarla anche nella consapevolezza di non poterla avere mai? E’ come voler
raggiungere l’orizzonte. Che cosa stupida. Lo sanno tutti che è impossibile. Non
si fa altro che fantasticare sulle cose che puoi avere, senza tenere in
considerazione quelle che hai già. Errore madornale. Magari la vita che vorresti
ce l’hai proprio sotto gli occhi, ma tu ti ostini a guardare sempre al di là del
tuo campo visivo, scavalcando ogni altra cosa. Oddio, non che sia sbagliato,
anzi. L’ambizione è la cosa che ti fa migliorare e migliorare, sapendo che non
hai ancora dato il massimo, e ti ostini a dover fare sempre di più, di più. Ma è
inutile alzare la testa e guardare sempre in alto, quasi per provare a contare
le stelle, o tentare di guardare il sole ad occhio nudo. Si sa che le stelle
sono infinite e che il sole acceca. Lo sappiamo com’è fatto il cielo. Ma se
abbassassimo un attimo gli occhi per vedere com’è la nostra vita in quel
momento, essere concreti per un attimo, come la realtà circostante? Chi direbbe
mai di aver visto quella stella del cielo proprio accanto a lui? Io non l’ho
fatto nemmeno. Ho sempre pensato che la parte migliore del mondo è il cielo. E
quando pensavo questo, il mio cielo era fatto di macchine, di persone che
condividevano le mie idee, che seguivano i miei consigli, di un lavoro
importante, bello, appagante.
Bene, è arrivata una nuvola a
coprire questo cielo. Adesso tutto ciò che desideravo fa parte della mia realtà
concreta. Nonostante questo alzo ancora gli occhi al cielo, nella speranza di
scorgere qualche altra stella da raggiungere per riempire quello che c’è di
imperfetto nella mia vita. Figuriamoci se Dio mi manda un segno positivo. La
nuvola copre tutto. È così fitta che quasi si mette a piovere.
Vaffanculo. Piove davvero. Dico
a tutti di rientrare a Djose tramite un auricolare che ho dato per comunicare in
situazioni di emergenza. Non che quattro gocce siano un’ emergenza, ma non mi va
che la gente vada in giro con le mie macchine con questo tempaccio, che potrebbe
andare sempre a peggiorare. E dato che le strade del circondario non siano delle
migliori, potrebbe anche succedere che gli automisti rimangano bloccati lontani
dal Tempio...
Ma a chi voglio fare ridere?
Come se le persone che lavorano con me non siano abbastanza grandi e vaccinate
da potersela cavare da soli...Che mania di superiorità. Il titolo di leader a
volte mi da alla testa. Avrei davvero bisogno di qualcuno che mi frenasse, a
volte. Avrei davvero bisogno di Qualcuno. Punto. Quel Qualcuno che ho scavalcato
per vedere al di là del visibile, quel Qualcuno per cui la mia vita è
imperfetta, quel Qualcuno che quella dannatissima nuvola copre.
Sto impazzendo. Dov’è finito il
mio orgoglio?
“Gippal, sono rientrati tutti”.
Come? Oh, già. Ero così
sovrappensiero da dimenticarmi dell’ordine dato. Ma chi è il tizio che mi ha
parlato? Ci sono così tanti automisti che a volte mi dimentico anche i nomi. O
forse è colpa del fatto che è da un po’ che ho la testa da un’altra parte.
“Ok, grazie.” Ma grazie di che?
Non ho proprio niente da ringraziare a nessuno, io. Devo smetterla di essere
sempre così assente. Questo è il mio lavoro. Se continuo così, prima o poi
faccio qualche danno.
Ormai è tardi. Congedo tutti,
che ritornano alla proprio a casa. Dovrei tornare anche io, ma è così bello
stare qui, in silenzio, da soli. Circondato dagli automi, la mia passione da
sempre, e dai miei pensieri, la mia Ossessione di sempre. Chiudo gli occhi. Il
suono della pioggia è davvero piacevole...
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Capitolo 2 *** Dea ***
Quando riapro gli occhi, il sole
illumina il grande spiazzo dinanzi al Tempio di Djose. Bah, anche oggi mi sono
addormentato qui. Che cretino che sono. Tra l’altro è anche tardi, dato che vedo
già gruppi di automisti avvicinarsi. Ma chi se ne frega...
“Buongiorno, capo! Già
all’opera?” Non ricordo nemmeno il suo nome, in questo momento. Che testa.
“Già. Prima si comincia, prima
si finisce”. Ma quando mai... Dico a tutti di riportare le macchine fuori.
Inoltre ce ne sono due nuove che hanno bisogno di essere collaudate. La cosa è
allettante. Mi andrebbe proprio di fare un giretto qui intorno.
“Ehi, Seth!” Beh, qualcuno mi
dovrà pur rispondere.
“Dimmi!” Colpo di culo. “Che
succede?”
“Credo proprio che mi
allontanerò da qui un attimo. Mi faccio un giretto su quel nuovo automa. Non ci
metterò molto, sul serio, ma mi serve che tu stia di guardia mentre sono via.
D’accordo?” E’ davvero un’idea del cazzo. Ma, onestamente, oggi mi secca stare
di nuovo rinchiuso in una fetta di territorio a fare il meccanico. Il che è
alquanto strano.
“Nessun problema!” Ci mancava
solo quello!
“Grazie, Seth, ti devo un
favore!”
Cavalco l’automa abilmente. Sono
già fuori da Djose, quest’aggeggio funziona davvero bene. Come sempre, ho fatto
un gran bel lavoro. Mi dirigo verso la via Mico Rocciosa per poi proseguire
nella via Mihen. Infine torno indietro. Lascio l’automa di guardia al principio
della via che arriva dritta dritta al quartier generale, mentre io proseguo a
piedi.
Non l’avessi mai fatto.
Per un momento la mia testa si
ritrova a conservare un cervello morto, guasto, bloccato. Il resto del corpo
segue il suo esempio. Rimango immobile, come avessi visto chissà quale mostro
orrendo e spaventoso. Okay, diciamo che la cosa che vedo è un bel po’ diversa
da un mostro orrendo e spaventoso. I miei occhi mettono bene a fuoco e a quel
punto ne sono certo. C’è lì, a una decina di metri davanti a me, una persona.
Cioè, una in particolare. A quest’ora questa via è abbastanza trafficata, ma
come non notare una ragazza che va in giro in bikini? …E in minigonna. Dai, ma
dico io, è normale una cosa del genere? Vuole vedere schiattare tutti gli uomini
della zona? No, sai, perché gli ormoni reggono fino ad un certo punto, biondina.
E tu non te ne puoi stare così tranquilla, mezza nuda davanti a me. Non devi.
Perché, te l’assicuro, potrebbe davvero finirti male. Ringrazia il Cielo che mi
ha donato uno spiccato autocontrollo. Comunque, superato il blocco iniziale, di
certo non me ne starò a guardarti solo da lontano. Ho passato anni a cercarti
ed a stare in pena per te. Ma la cosa che più mi fa incazzare è che la colpa è
la mia. Non mi sarei mai aspettato che saresti venuta tu un giorno da me. Anche
perché, dopo che ti ho letteralmente mandata a fanculo, non me lo merito,
davvero.
“Ehi, guarda un po’ chi si
rivede dopo tanto tempo!” Mi sorprendo io stesso di come sembro spavaldo e
tranquillo. Riesco a mascherare il mio stato d’animo. E ringrazio nuovamente il
Cielo. Peccato che subito dopo mi si crea un groppo alla gola. Si gira verso di
me. Merda. È una dea. I capelli lunghissimi, biondi, legati in una coda e con
numerose trecce che le coprono la fascia blu, ondeggiano a destra e a sinistra.
Porta una sciarpa lunga, come a voler nascondere un poco la sua pelle nuda.
Pessimo risultato. Il reggiseno giallo in bella vista e la minigonna di certo
non aiutano.
“Ciao, figlia di Cid!” Riesco
incredibilmente a parlare, mostrando sempre quella solita faccia da schiaffi.
Detto fatto.
Si avvicina a me più veloce di
quanto mi aspettassi (effettivamente mi aspettavo che corresse via), ed eccolo,
lo schiaffo sonoro e doloroso.
“Ahia! Hai la mano pesante!”
Dico, massaggiandomi la guancia arrossata. “E’ così che accogli un vecchio
amico?” Ops. Forse non dovevo dirlo.
“AMICO?” Ed ecco il secondo
schiaffo. Per fortuna ho i riflessi abbastanza pronti. Le afferro il polso prima
che la sua mano riesca a sfiorare anche l’altra parte della mia faccia.
“Sei un pezzo di merda” Oh. Mi
sa che è davvero arrabbiata.
“Ehi, ehi, che paroloni per una
bambina come te!” Ma perché amo farmi del male da solo? Bah. Poteva anche
evitare di sputarmi in un occhio.
“Vaffanculo!” E si allontana da
me, così, senza una parola di più.
“Rikku!!” Oh, non mi ero accorto
delle sue amiche. Se non mi sbaglio, quella che ha appena parlato è Yuna, la
famosa invocatrice che ha ucciso Sin. E l’altra...Ma tu guarda la coincidenza!
Paine! Da quanto tempo che non la vedevo. Mentre guardo le due allontanarsi
correndo, mi asciugo la saliva di Rikku dalla faccia.
“E’ inutile che ti comporti
così, Gippal” Paine si avvicina a me. “Sai di essere nel torto completo.”
“Stai fuori dalla mia vita,
Paine. Quello che faccio non ti riguarda” Beh, di certo nemmeno io ho il titolo
di “miglior accoglienza di vecchi amici”. Ma non sopporto che gente estranea si
immischi nei fatti miei.
“Che ci fai qua?” mi chiede. Ma
come? Non lo sa?
“Sono leader degli automisti,
mia cara, e a Djose sta il nostro quartier generale. Possibile che non lo
sapevi?”
“Qualcuno me l’ha detto?” Io no
di certo. “Sicuramente non mi aspettavo di incontrarti. Non ci aspettavamo” si
corresse. “Perché penso proprio che se l’avessimo saputo non ci saremmo nemmeno
avvicinate a Djose. Io perché non amo ricordare il mio passato. E Rikku
perché…beh, la stessa cosa.”
“Senti, lo so che è colpa mia se
Rikku adesso mi vede come un nemico da annientare, ma tu non sai come sono
realmente andate le cose e non puoi permetterti di giudicare, chiaro? Hai altro
da dirmi?” La guardo con uno faccia incazzosa, ma lei non se ne cura
completamente.
“So che tieni a lei” continua “e
so che adesso che l’hai ritrovata, non la molli più”. Perspicace. “Ti do un
consiglio: non farlo. Lasciala in pace e vattene. Aveva faticosamente rimosso
quella parte della sua vita in cui c’eri anche tu.” Anche io. O almeno lo
speravo. “ Quindi se non vuoi farla soffrire per la seconda volta, non cercarla
più” Bene. Adesso è il mio turno. Mi avvicino a lei finchè il mio volto non sia
più distante di un centimetro rispetto al suo.
“Paine...” le sussurro
all’orecchio. Giurerei si averla sentita sussultare, alle mie parole. Comunque
uso il più garbato e cortese dei miei modi cavallereschi. “Vai a farti fottere”.
Allontano il viso dal suo. Lei
mi guarda torvo, non so come ha fatto a resistere dal tranciarmi in due con la
sua spada. Ci guardiamo ancora minacciosi, finchè lei non si gira e raggiunge le
sue amiche.
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Capitolo 3 *** Inseguimento ***
“Seth, scusami, ma dovrai
sostituirmi per un altro po’ di tempo” Dico di fretta, prendendomi l’auricolare.
“Per qualsiasi problema, chiama”
“Ma...Dove vai?” Ficcanaso.
“Mi hanno chiamato urgentemente
dal deserto di Bikanel, hanno bisogno del mio aiuto” Che balla.
“Ok...Ma se vuoi, qualcuno di
noi può andare laggiù al posto tuo.” Ma che testa dura!
“ No, Seth, vado da solo. Non
venite e non mi cercate da nessuna parte per nessun motivo. Se avete
problemi...” e gli mostro il mio auricolare. “...verrò subito qui.”
“D’accordo...”
“Grazie, ti devo un altro
favore” E fuggo.
Di certo non gli avrei mai detto
la verità. Chissà che avrebbero pensato di me, di uno che abbandona il lavoro
per correre dietro ad una ragazza. Bisogna avere le palle per fare queste cose,
ma questa per me è una faccenda davvero importante. Non mi è venuto niente di
meglio della balla di Bikanel, ma penso che se la sia bevuta. E’ anche la più
plausibile che potessi usare.
Ho ancora rapporti abbastanza
buoni con Cid. E’ un grand uomo, quello. L’ho sempre pensato. Mentre cammino a
prendere l’automa più veloce che abbia, prendo la trasmisfera che avevo posto in
un angolo del cortile antistante il quartier generale. Quel piccoletto di Shinra
è un genio. Ringrazio lui se quella trasmisfera ha il collegamento con la
gigantesca aeronave di Cid. Solo che è da parecchio tempo che non viene usata,
chissà se funziona ancora. L’accendo. Prima che prende il collegamento ci sta un
po’, ma alla fine funziona alla perfezione. Ecco! Comincio a vedere qualcosa. Ma
si, quella è la sala pilotaggio!
“Cid? Ehi, Cid!” Lo chiamo. Però
non mi risponde nessuno, strano. Oddio, strano... In realtà, dopo tutto questo
tempo si sarà sorpreso a sentire la mia voce.
“Chi parla?” Eccolo là.
“Cid! Da quanto tempo! Spero non
ti sia dimenticato del tuo caro meccanico di fiducia! Ahah!”
“Gippal! Come va, giovanotto? Da
quanto tempo! Qual buon vento ti porta da queste parti?” Simpaticone come
sempre. Non è cambiato di una virgola e questo non può farmi che piacere.
“Ho notato la trasmisfera che
avevo dimenticato del tutto in un angolino qui intorno, e quando l’ho rivista ho
pensato subito a te. Mi fa davvero piacere risentirti” Beh… Non è del tutto una
bugia…
“Ma certo, anche a me!” Ok.
Andiamo al punto, paparino.
“Perché non vieni qui a
trovarci? Sarei davvero contento di rivederti!” Bingo.
“Ma certo, perché no? È davvero
una splendida idea!”
“Dimmi tu quando sei libero,
figliuolo. So che sei abbastanza impegnato con il lavoro, non vorrei…”
“Scherzi? Per quanto mi riguarda
potrei venire anche subito! Il mio lavoro a volte è pesante, mi servirebbe
proprio una pausa.”
“Sante parole! Passiamo subito a
prenderti, allora!” Passiamo? Fratello e Compagno devono essere con lui. Cazzo,
questo non è bene. So che Fratello mi odia quasi quanto sua sorella da quando
l’ho lasciata. Okay, non è poi un problema grave. Basta non farci troppo caso,
stare alla larga il più possibile da lui, e quelle poche volte che ci parliamo,
essere il più amichevole possibile, ed è fatta. Semplice.
“D’accordo, mi faccio trovare al
principio della via per Djose. Ti aspetto” E chiudo.
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Capitolo 4 *** Guai ***
“GIPPAL! Ragazzo mio! Ci si
rivede finalmente!!” Cid è davvero molto entusiasta di vedermi. Anche troppo. Mi
intrappola in un abbraccio stritola-ossa e per poco non ci lascio la pelle.
“Si…anche…io…sono…felice…di…vederti…” Fatico a parlare. Cid scioglie l’abbraccio
ancora festoso, mentre io riprendo fiato con un’espressione traumatizzata.
“Come stai? Va’ tutto bene? Hai
un bel titolo nel lavoro! Ed è meritato! Sei un grande meccanico! Vedi
l’aeronave? Non è cambiata di una virgola da quando c’hai messo mano tu! E’
perfetta!”
“Vedo…”
“Piuttosto abbiamo modernizzato
un po’ l’interno. Dovresti vedere che bel laboratorio che abbiamo! E che
cabine!” Quasi non si ferma più di parlare, tanto è su di giri.
“Ehi, ehi, con calma, Cid!
Adesso vado ad esplorare un po’ i piani, ma prima dimmi di te. Come stai? Dove
vai di bello con quest’aggeggio?”
“Io sto benone! Stiamo tutti
bene, abbiamo una salute di ferro, noi albhed, lo sai! Ah, a proposito…Fratello
non è molto felice di vederti…cerca di non farci troppo caso, tanto lui non
baderà molto a te. A deciso di evitarti, anche se non ho capito bene il perchè…”
Già. Come previsto. Beh, se è lui stesso ad evitarmi non c’è problema. Mi
renderà le cose più facili.
“Si, beh…lo immaginavo.”
“Perdonalo, è un viziato. Io
invece penso che è una fortuna che ci siamo rivisti! Piuttosto quello laggiù è
Shinra…Ehi, piccoletto!”
“Si? Oh, ciao, Gippal.” Mi
saluta e ritorna al suo lavoro. Simpatico…
“E laggiù c’è Compagno”
“Ciao, Gippal! Come andiamo?”
Anche Compagno è felice di vedermi.
“Tutto bene, ti ringrazio”
Riesco solo a dire, perché Cid, con i suoi soliti modi indelicati, mi trascina
via con un’allegria degna di un bambino di cinque anni per incitarmi a farmi un
giro nella sua fantastica aeronave. Ma quello che voglio io, quello per cui io
ho lasciato il mio lavoro non c’è.
Lei dov’è?
“Ma Rikku non c’è?”
Improvvisamente pronuncio la frase tutta d’un fiato.
“Rikku? No, quella testaccia
dura è in giro con mia nipote e un’altra amica, Paine. Pare che stiano cercando
un ragazzo, un vecchio conoscente di Yuna…”
“Erano fidanzati, Cid...”
Irrompe nel discorso Shinra. Si mette in ginocchio sulla sua sedia e mi guarda.
“Lui è scomparso due anni fa. Si è sacrificato per annientare Sin, ma c’è il
dubbio che sia realmente morto. Rikku le ha mostrato una sfera in cui si vedeva
quel ragazzo. Adesso sono cacciasfere, ma sono anche nei guai.”
“Nei guai..?” Beh, che Rikku sia
nei guai non è una novità.
“Già” Cid mostra un’espressione
poco interessata “Pare che quello nella sfera non è il ragazzo che cercano. Non
vogliono comunque sospendere le ricerche. Adesso, poi, si sono messe in testa di
dover annientare Vegnagun. C’entra qualcosa con quel ragazzo, ma io non ho
capito bene…”
La mia mente ci mette un po’
a recepire il significato di quelle informazioni. Ma poi capisco. Cazzo,
capisco. Ma non ci posso credere.
“COSA??? Vogliono mettersi
contro Vegnagun?? Ma è una follia!!”
“Concordo. Gliel’ho anche detto,
ma non mi danno retta. Rikku è la prima che è entusiasmata all’idea di un nuovo
combattimento. Non le è bastato eliminare Sin, eh no. Non c’è mai fine al male
in questo mondo, ma non lo vuole capire. Lei fa la paladina della giustizia,
senza pensare al suo povero vecchio…” Tipico di Rikku. Ma perché non pensa mai a
se stessa e lascia fare a più esperti il lavoro duro? E’ un’irresponsabile.
“Ma ha idea di che macchina
spietata parliamo? E cosa più annientare una macchina se non una macchina? Io ho
un esercito di automi nel mio quartier generale pronti per l’occasione. Non
lascerò di certo che altre persone mettano in ballo la propria vita per tentare
ciò che non gli è dovuto. Mi dispiace Cid. Devo fermare tua figlia.” Ancora non
ci credo. Se quando mi vede, quella ragazza ha voglia di pestarmi a sangue,
appena scopre che voglio fermarla per evitare che si metta contro Vegnagun, che
farà? Dio, ma perché mi devi complicare le cose?
“Fa come credi. Ma non ti darà
retta, lo sai.”
Ma vaffanculo. È incredibile
come quella ragazza debba sempre cercare guai. Gli affari suoi mai, eh? E io che
prima desideravo vederla, adesso le do la caccia. Ed ecco che sono nei guai
anche io. Cid ha detto che non appena vedranno una trasmisfera, si collegheranno
con l’aeronave, come ha raccomandato lui. Saliranno sull’aeronave e, appena
Rikku mi vedrà, urlerà contro me, suo padre, Compagno e tutti. Mi mollerà un
altro ceffone e se ne scapperà in cabina. Bene, non vedo l’ora.
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