Legame

di Lady_Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terry the kid - Il peso di un nome ***
Capitolo 2: *** Kevin Mask - La mela marcia ***
Capitolo 3: *** Kid/Mantaro - Eredità ***



Capitolo 1
*** Terry the kid - Il peso di un nome ***


Ci sono nomi che hanno un peso.
Quando nasciamo, i nostri genitori, ci donano un qualcosa di importante insieme alla vita  e quel qualcosa è il nome.
Quando ci presentiamo a qualcuno diciamo “Piacere, sono X” e con questa piccola frase regaliamo una piccola parte della nostra vita, un misero frammento di noi, un piccolo biglietto da visita.
Ci sono dei nomi, però, che oltre a rappresentare un dono, rappresentano anche una maledizione e ci sono persone che non riescono a sopportarne il peso.
Ci sono figli stufi di sentirsi dire “Hai il nome di tuo padre, cerca di non deluderlo!” “Sei la vergogna di tuo padre!” “Tuo padre sarà orgoglioso” , schiacciati dal peso di un qualcosa che non hanno chiesto; lettere così dannatamente pesanti che ti costringono a seguire quel destino ormai segnato.
C'è un figlio che è costretto a lottare ogni giorno per tenere alto il nome del proprio vecchio; combattere ogni ora con la delusione nel volto delle persone perchè possiede solo l'aspetto di quel generoso texano; è una sorta di consuetudine, una sorta di legge non scritta, un'involontaria costrizione, un dono maledetto che non riesce a togliersi di dosso.
"A caval donato non si guarda in bocca" non fa altro che ripeterlo, non fa altro che giustificare tutte queste "attenzioni" non richieste.
C'è un figlio che, a causa di quel suo carattere impulsivo, non fa altro che fare errori su errori e se ne pente perché non vuole gettare fango su quel nome che gli è stato regalato.
"Io non sono Terryman, io sono Terry the Kid" ogni giorno lo pensa e non sa che, prima o poi, lo urlerà rendendo, finalmente, orgoglioso il suo vecchio che involontariamente gli ha donato quel nome così dannatamente importante.

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Capitolo 2
*** Kevin Mask - La mela marcia ***


Non solo i nomi possono diventare delle vere e proprie maledizioni, alle volte, anche il cognome può fare la differenza. 
Kevin era un Mask e, come tale, doveva portare avanti la storia della famiglia. Non importava in che modo, doveva soltanto tenere alto quel cognome che, in passato, aveva rischiato di venire infangato.
Robin Mask cresceva il proprio figlio con soltanto quell'unico pensiero fisso, ma più gli anni passavano e più, il giovane Kevin, iniziava a ribellarsi, arrivando persino a considerare "casa" la strada, piuttosto che le mura che doveva dividere col padre.
Ormai c'era incompatibilità tra di loro e, come due leoni, cercavano di prevalere l'uno sull'altro; due caratteri forti, troppo orgogliosi per potersi fermare, per poter dare un freno alle parole ed ai gesti.
Kevin non sapeva dosare la sua anarchia verso quell'autorità paterna che cercava di trasformarlo in un ragazzo perfetto e Robin non sapeva calmare la sua sete di comando rivolta a quel suo unico figlio.
Ad ogni litigata si innescava un tremendo gioco di tiro alla fune, ma, come tutte le corde, anche quella aveva una sua durata ed una sua resistenza e cosí, un giorno, si ruppe; Robin aveva tirato troppo ed aveva portato il ragazzo a prendere la decisione definitiva: unirsi alla DmP.
Una scelta impulsiva,fatta solo ed esclusivamente con lo scopo di fare un torto al suo vecchio perché unirsi a quel gruppo significava fare parte dei nemici.
Eppure, in tutta questa storia, c'era un "ma", perchè Kevin non aveva messo in conto una semplicissima cosa: lui era un figlio ribelle, ma non un ragazzo malvagio e non poteva immaginarsi la crudeltá che risiedeva nel cuore dei suoi compagni, non poteva sapere che da quel giorno la sua vita sarebbe cambiata definitivamente. Non poteva saperlo, ma poteva scoprirlo ed infatti, dopo poco tempo, si trovò a dover lottare contro gli allievi del suo vecchio. 
La cattiveria con cui i suoi "compagni" sferravano i colpi era un qualcosa di mostruoso, mai visto prima e Kevin nascondeva tutto il suo disgusto dietro quella maschera che, forse, in tempi passati, aveva raccolto le sue lacrime di incomprensione e dolore.
Iniziava a sentirsi combattutto tra l'essere buono e l'essere cattivo o, almeno, tra l'essere un figlio diligente e un figlio ribelle; più osservava quell'orrore e più iniziava a chiedersi se quella fosse stata la scelta giusta, se una semplice ribellione giovanile potesse giustificare atti così atroci e violenti. 
Non riusciva a darsi risposta, anche perché da un lato aveva la sua nuova "famiglia" e dall'altro aveva coloro che, in qualche modo, potevano legarlo ancora a suo padre; bene e male, due sensazioni che iniziavano a tormentarlo, a ferirgli la testa. 
Quelle maledette indecisioni facevano di lui una persona debole e facile da manipolare, ma non se ne rendeva conto.
Sapeva soltanto che il punto in comune, il filo che poteva legare queste opposte sensazioni era uno solo: suo padre. 
Robin Mask riusciva, anche da lontano, a perseguitare il figlio, a tormentarlo. Sembrava una sorta di maledizione: più cercava di allontanarsi dalla sua presenza e più si sentiva schiacciato. 
Kevin lo odiava, ma ancora di piú odiava il proprio passato ed il proprio presente. Per il futuro, invece, non provava nulla, forse perchè pensava di non averne uno.  
Eppure il giovane Mask non era del tutto una mela marcia, probabilmente proprio in quel lontano domani avrebbe lottato per l'onore di quell'uomo tanto odiato perché, lo sapevano tutti, Kevin era un figlio ribelle, ma non un ragazzo malvagio.
Un domani, perché per ora c'era soltanto il suo amaro presente e  lì non c'era compassione per Robin; in quel momento esisteva soltanto il dolore che quel padre gli aveva causato.





---Note:
É raro che mi metta a scrivere delle piccole note d'autore, ma oggi il mio account efp compie due anni.
C'é una stranezza, ho voluto festeggiare questo "compleanno" con una storia su uno dei personaggi che ho odiato e che sto recentemente rivalutando: Kevin.
Escludendo ciò, vorrei ringraziare tutti quelli che hanno letto/seguito/recensito le mie fan fiction. Grazie per aver dedicato loro cinque minuti del vostro tempo :) 

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Capitolo 3
*** Kid/Mantaro - Eredità ***


Le eredità possono essere tanto un dono quanto una maledizione perché possono diventare un fardello fin troppo pesante da trasportare.
Nel mondo Choujin moltissimi ragazzi avevano subito le conseguenze di questi regali mai voluti, ricevuti soltanto perché nati nella famiglia sbagliata (o giusta) al momento sbagliato; c’era chi aveva  dovuto portare avanti l’onore di un padre e chi, invece, cercava soltanto di dimostrare che il proprio nome non poteva  condizionare la propria vita e le proprie gesta. C’era anche chi doveva maledire il destino perché non uno, ma ben due fardelli gli erano stati regalati e questo giovane sfortunato aveva un nome: Mantaro.
Lui era un principe e come tale avrebbe dovuto seguire tutte le regole che una famiglia del suo rango possedeva e, soprattutto, doveva tener alto il nome di tutta la sua stirpe.
“Avrebbe” perché Kid, in realtà, faceva tutto il contrario, tutto l’opposto di quello che avrebbe realmente dovuto fare.
Non era cattiveria la sua, era soltanto pigrizia. Insomma, viziato fin dalla nascita, dal giorno alla notte si era ritrovato in un nuovo mondo, gettato come un sacco in una realtà ben diversa da quella a cui era abituato; pigro, svogliato, era stato costretto a  difendere un mondo già precedentemente soccorso da suo padre. Lui, l’ennesima vittima di un dono mai voluto.
Mantaro che aveva sempre vissuto degli onori del suo vecchio, ora, doveva cogliere il testimone di questa infinita staffetta, doveva prendere lui le redini della situazione e lottare, combattere per qualcuno, costruirsi un futuro in un pianeta che non l’avrebbe subito accettato.  Una situazione difficile per chiunque, ma non insostenibile.
Lottava perché Meat lo gettava sul ring, si allenava perché c’era qualcuno che lo buttava giù dal letto. Egoista, ecco come appariva agli occhi di persone che nemmeno lo conoscevano, agli occhi degli spettatori che ogni volta dovevano sopportare i suo patetici show prima dell’inizio di ogni incontro.
Mantaro, però, era realmente così oppure sotto quella maschera si nascondevano anche pensieri non rivolti soltanto al suo di bene?
“Se solo fossi come te; vorrei poterti rendere orgoglioso almeno una volta” Kid non era il ragazzo dalle parole tristi, ma ogni tanto ci pensava. A differenza dei suoi amici, lui non aveva un padre stressante, pieno di voglia di onori e gloria, ma l’ansia di non essere mai all’altezza ogni tanto si faceva sentire.
Si ricordava di Terry che per onore del padre avrebbe ferito il suo migliore amico, ma lui che cosa avrebbe fatto per il suo vecchio? Nulla. Niente che potesse fargli dire “Questo è mio figlio, sono fiero di lui!”; nascondeva questi dubbi e queste angosce con il suo solito sorriso ebete, ma nel suo cuore provava vergogna.
L’eredità aveva fatto una nuova vittima, aveva ferito anche la persona più egoista e gioiosa dell’universo. Almeno, era quello che pensava di aver fatto perché Kid aveva compiuto un errore di valutazione; è vero, lui non aveva un padre severo e con un passato da dover cambiare, ma era riuscito ad ereditare qualcosa di meglio.
Il re Suguru non era solo un forte combattente, ma era un uomo dal grande cuore; avrebbe dato la vita per salvare i suoi amici, avrebbe rinunciato altre mille volte al titolo di campione del mondo per poter salvare l'universo. Suguru era il miglior essere umano che la terra avesse potuto mai adottare e Kid non era da meno.
Certo, era viziato e capriccioso, ma chi non lo è mai stato?
Come poteva suo padre non essere fiero di quel figlio che, per amore dei suoi amici, si sarebbe fatto uccidere da Mars? Come poteva non provare orgoglio per quel figlio che riusciva a tirar fuori la bontà anche in quelli che erano suoi nemici?
Come poteva il mondo criticare un ragazzo giovane e viziato che dal nulla aveva raccolto il suo fardello e, con lamenti, si era, lo stesso, rimboccato le maniche ed aveva deciso di salvare l’umanità? Come?
Non si poteva.
Kid aveva ereditato tutti i difetti del padre, ma anche i suoi pochi ed unici pregi.
Lottava con incoscienza, con paura, ma senza gettare via il suo sorriso. Sì perché era quello il regalo più importante che era riuscito a ricevere dal vecchio, era quella smorfia che lo rendeva diverso da tutti gli altri.
Mantaro sorrideva e faceva ridere sempre, nessuno poteva negarlo.
Tutti erano fieri di Kid, ma nessuno lo avrebbe mai detto perché, come suo padre, anche lui si sapeva sedere con troppa facilità sugli allori.
Già, il principe ed il re erano fin troppo simili e la maledizione dell’eredità non sarebbe mai riuscita a far crollare il giovane che, con non pochi lamenti, si era fatto carico del testimone lasciatogli dal vecchio.
Lui sarebbe stato il nuovo eroe, suo padre ed i suoi amici ne erano sicuri; l’unico da convincere, ora, era soltanto sé stesso.
 
 
 
 
----Note----
Beh, dopo un po’ di mesi ho continuato questa raccolta (non so ancora da quante storie sarà composta).
Dedico questo capitolo a cristy_duck che ha aspettato con pazienza il capitolo dedicato al suo personaggio preferito ed a una mia cara amica.
Non so che dire di altro. Insomma fa troppo strano scrivere quattro fan fiction in una settimana, ma l’ispirazione quando arriva bisogna coglierla subito!!

Buona Lettura a tutti!
Al prossimo aggiornamento


 

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