A dangerous attraction

di CamyDenDirectioners
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ep. 1 ***
Capitolo 2: *** Ep. 2 ***
Capitolo 3: *** Ep. 3 ***
Capitolo 4: *** Ep. 4 ***



Capitolo 1
*** Ep. 1 ***


"No non posso!" Gridai tra le risate, ero rimasta vicino alla scuola quel giorno, un bel giorno anche, era appena finita la scuola. Le mie amiche avevano avvistato un ragazzo, come dicono loro 'un figo' seduto sulla panchina un po' più in la, lo avevo guardato per poco ma non avevo notato niente di particolare in lui, non ero una che ci andava forte con i ragazzi, avevo ricevuto parecchi rifiuti e li mi ero chiusa come un riccio, ci eravamo messe in un angolo cercando di non fare troppo rumore, per non farci vedere quando lo fissavamo, be, in realtà solo loro lo fissavano, io mi ero appoggiata contro il muro freddo, a parlare con Jane, quando Mary distolse lo sguardo dal ragazzo puntandoli verso di me... "Emily..Avanti vai a chiedergli l'accendino!" Mi chiese Mary, mi girai di scatto scuotendo freneticamente la testa cercando di farle capire che non avevo nessuna intenzione di avvicinarmi a quel ragazzo, "Ti prego!" Insistette, "Oh cazzo vai, voglio fumare!" Sbuffo, la guardai ancora una volta nei suoi occhi azzurri mentre delle ciocche di capelli biondi e ricci le ricadevano sugli occhi, mi afferro la mano tirandomi in avanti verso di lei. "Ma se ti piace tanto vai tu!!" Le dissi, non mi spiegavo perché dovevo andare io, ad un certo punto mi prese le spalle facendomi voltare, e spingendomi in avanti, "E va bene, vado!" Sbuffai annoiata, iniziai a camminare in avanti, ero nervosa, non lo conoscevo ed ero anche una ragazza molto chiusa. Le mani mi tremavano leggermente mentre mi avvicinavo alla panchina dove era seduto il ragazzo, mi ripetevo tante volte che dovevo aprirmi di più, ma con i ragazzi ero sempre una frana. E ora ero li che stavo per chiedere se aveva un maledettissimo accendino, le suole delle mie scarpe facevano rumore sotto la ghiaia davanti al portone della mia scuola, non lo avrei rivisto per un po'. Volsi il viso al cielo : il sole era coperto dalle nuvole, e faceva anche parecchio freddo, anche se eravamo a Giugno. Prima che me ne accorgessi ero poco distante da lui, feci ancora due passi prima di arrestarmi "Ciao.." Sussurrai verso di lui, alzò gli occhi prima puntati verso il suo telefono. Sussultai quando i suoi occhi color ghiaccio squadrarono tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi. "Hey." Mi rispose distaccato e freddo, mi feci coraggio cercando di far durare la cosa il meno possibile, aveva occhi molto azzurri e capelli castani portarti da una parte "Hai un accendino per favore?" Chiesi velocemente, sforzandomi di sorridere mentre giocavo con una collana che portavo al collo, me ne stavo davanti a lui, rigida. Lui sorrise e si lasciò scappare una risata,era melodiosa in un certo senso, mi irrigidì ancora di più quando senti le risate delle mie amiche alle spalle, e le maledissi mentalmente. "Una ragazza come te non dovrebbe fumare." Mi rispose duro, come se fosse mio padre. Il mio viso arrossì, irrigidendomi ancora più di prima. "Ti rovineresti..." Spiegó velocemente, lo fissai prima di distogliere lo sguardo dai suoi occhi color ghiaccio, non ne avevo mai visti di così belli. E non riuscivo neanche a sostenere quello sguardo, i suoi occhi erano così profondi. "Infatti non fumo, lo voglio perché, emh.. Serve a una mia amica. Poi te lo riporto se aspetti." Mi sorrise, era molto carino in effetti, fissai la sua maglia che gli fasciava il torace, era nera con scritto sopra 'love will tear us apart' riflettei sulla frase, traducendola, ed era vero, l'amore può essere una cosa bellissima, ma anche devastante. "Meglio così. No tienilo, non mi serve, ne ho altri." Mi venne quasi da dirgli che si stava rovinando anche lui... Ma alla fine mi trattensi, mi porse una mano, con l'accendino.. Allontanai le mani dalla collana con cui avevo continuato a giocare. Allungai la mia piccola mano, afferrando il piccolo aggetto che teneva stretto, mentre i suoi occhi non lasciavano per un attimo i miei, era come se tutto si fosse fermato per un attimo, le sue dita sfiorarono le mie mentre afferravo l'accendino rosso, erano calde e morbide, lo vidi sorridere, lo ringraziai un'ultima volta voltandomi velocemente. Mi accorsi che avevo trattenuto il respiro, camminai molto velocemente, era come se sentissi ancora i suoi occhi color ghiaccio su di me, sorrisi alle mie amiche che mi aspettavano ferme dove erano. "Uhhh ce l'hai fatta!!" Jane batté le mani, allungandosi e abbracciandomi dolcemente, ricambiai l'abbraccio prima di rivolgermi a Mary "Ecco tieni!" Mary mi prese l'accendino tra le mie mani "Ah, e avevate ragione.." Sorrisi timidamente, "Riguardo cosa?!" Chiese Jane, i suoi occhi azzurri brillavano con il sole al tramonto mentre era quasi ora ti tornare a casa.. "Su cosa?" Fece eco Sasha, portandosi i ribelli ricci rossi dietro l'orecchio, "Emh.. Era parecchio carino.." Ammisi, "Ehh lo so!" Rispose Mary, buttando fuori il fumo dalla bocca, scoppiammo in una sonora risata. L'estate era appena cominciata! ------> Bene ragazze, questa é la prima FF che pubblico, quindi siate buone, il prossimo capitolo lo farò molto più lungo promesso ❤️ Spero vi sia piaciuto questo piccolo inizio, ma vedrete quante cose accadranno!! :) ps: andrò avanti quando arriverò a 5 che seguono la storia e 3 preferiti :)

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Capitolo 2
*** Ep. 2 ***


Ero stata praticamente buttata giù dal letto quella mattina, era il mio primo giorno di vacanza e mia madre mi aveva mandata a fare la spesa, non ci potevo credere, era proprio incredibile! Camminai velocemente per le vie della città, il ticchettio della mia borsa a tracolla mi dava il nervoso, più di quanto non ne avessi già, controllai l'orologio 'le 10.30!' Sbottai mentalmente, e io che avrei dormito fino all'una minimo. Svoltai a destra, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, il cielo era azzurro e non c'era neanche una nuvola, a differenza di ieri.. Mi ero messa dei pantaloncini corti e una maglietta leggera con scritto 'California' in nero davanti, scorsi da lontano l'insegna 'ipercoop' coloro rosso accesso. Affrettai ancora di più il passo verso l'entrata quando qualcuno uscì da un negozio, scontrandosi con me. Bestemmiai mentalmente, alzai lo sguardo per vedere con chi mi ero scontrata accidentalmente. Rimasi completamente paralizzata quando lo riconobbi "Ci si rivede eh?! Ti serve un altro accendino?" Il suo tono scherzoso mi fece irritare, insieme al sorrisetto sul suo viso "No.. Per niente. Ora devo andare, scusami ancora." Gli dissi velocemente, lo sentì ridere quando finalmente lo superai, proprio con lui mi dovevo andare a scontrare! 

***

'Ma che cazzo!' Mi dissi, mi sporsi ancora una volta sulle punte cercando di prendere una bottiglia di Coca-Cola, maledizione a chi le aveva messe così in alto, per di più non c'era nessun commesso che mi potesse aiutare, mi sporsi ancora una volta ma non ci riuscì nuovamente. Una ragazza normale avrebbe rinunciato a prenderla, ma purtroppo io no, dovevo assolutamente berla, era come una droga per me! Ci riprovai ancora, ma quello che ottenni fu quasi di scivolare e far cadere tutto, per fortuna non successe niente e non c'era nessuno li vicino, non ero decisa però a non prenderla, si ero parecchio testarda "Hey ti serve una mano?" Mi senti sollevata sentendo una voce che mi chiedeva se avevo bisogno di aiuto, posai completamente i piedi a terra. Ma corrugai subito il viso vedendo chi era in piedi davanti a me. "No grazie, faccio da sola." Risposi acida, non poteva avermi seguita!! Mi sporsi ancora decisa a fargli vedere che ce l'avrei fatta a prendere quella maledetta bottiglia, ma sbuffai quando feci un altro buco nell'acqua, lo senti ridere e mi girai verso di lui portando le braccia al petto "Mi hai seguita per caso?!" Alzai la voce, quel ragazzo mi incuteva paura "Hey hey, calma.. Questo é un super market e io sono venuto a fare la spesa okay?!" Alzò la voce anche lui, feci ricadere le braccia lungo i fianchi vedendo il suo sguardo corrugato. "Bene, io vado. Ciao." Lo salutai in fretta, stavo per raccogliere la borsa poggiata sul pavimento quando afferro la mia mano, sussultai facendo un passo all'indietro e ritraendo la mia mano, mi aveva procurato dei brividi lungo tutta la schiena, la sua mano era così fredda in confronto alla prima volta che ci eravamo incontrati. "Non così in fretta..." Mi disse con un sorriso spavaldo sul volto "Piacere, mi chiamo Louis Tomlinson." Mi porse nuovamente la mano, spostai il mio sguardo da ella ai suoi occhi e con un po' di titubanza la strinsi "Emily Packwood." La strinsi, ma il nostro contatto non duro molto dato che ritrassi nuovamente la mano, quella volta colsi l'occasione per piegarmi e raccogliere la borsa bianca, con la coda dell'occhio lo vidi mordersi il labbro inferiore, la paura si impossesso di me quando ne capì il perché, piegandomi la maglia aveva lasciato scoperto il petto, mettendo in bella mostra il seno coperto dal reggiseno. Mi alzai di scatto vedendolo con un sorrisetto malizioso sul volto, girai sui tacchi senza neanche salutarlo, camminando velocemente tra gli scaffali ignorando la sua voce che mi richiamava "Hey aspetta, la tua Coca-Cola!" Mi grido dietro, ma non volevo neanche voltarmi, avevo il viso in fiamme. Optai per 'la cassa automatica' e ci misi meno, pagai in fretta uscendo di corsa, decisa a non vederlo, non potevo credere che era successa una cosa simile! Percorsi tutto il pezzo di strada con il cuore che mi scoppiava per la rabbia e per l'imbarazzo, mi chiusi in casa e mi sentì solo leggermente sollevata. Non volevo vederlo mai mai più. -----> questo è il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto :) scusate per gli errori! 

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Capitolo 3
*** Ep. 3 ***


"Be allora ci possiamo vedere ancora domani!!" Jane mi afferro la mano, mentre annuivo contenta, davanti alla porta di casa sua. Era stato un bellissimo pomeriggio in sua compagnia, mi sentivo protetta. Anche se avevo paura di incontrare Louis, con lei avevo cercato di evitare l'argomento, volevo che non lo sapesse nessuno... Malgrado fosse una mia grande amica, non ce la facevo, era stato un avvenimento troppo caotico per me, non volevo ricordarlo più che altro. "Peccato che non abbiamo visto il figo!" Se la rise contenta, i suoi occhi azzurri brillarono per un momento all'eccitazione di poterlo rivedere, si passo una mano tra i corti capelli biondi, mentre i miei occhi si incupirono e il cuore martellava nel petto, cercai di stare calma tenendo il suo gioco "Eh sisi, gran peccato." Risposi schiarendo la voce, abbassando, anche se per poco, lo sguardo sulle mie converse. "Magari domani ahaha!" Rise, l'idea di rivederlo mi dava la nausea, le sorrisi timidamente mentre cercavo disperatamente di non arrossire. "Be, ci si vede domani eh?" Le chiesi, le sorrisi prima di stringerla dolcemente a me, ricambio l'abbraccio. La salutai un ultima volta prima di voltarmi e incominciare a percorrere la strada di casa che distava due isolati. Presi il cellulare controllando i messaggi, lo rimisi in borsa annoiata. Il sole stava lentamente tramontando all'orizzonte, la cena con lei era stata fantastica, sua madre era bravissima a cucinare! Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Senti una macchina dietro di me che parcheggiava, era un'auto nera... Continuai a camminare tranquillamente, quando notai che la macchina continuava a muoversi vicino al marciapiede, mi stava seguendo. La paura si impossesso di me, la guardai con la coda dell'occhio ma i finestrini erano totalmente oscurati. Inghiotti rumorosamente la saliva, perché doveva succedere sempre tutto a me?! "Hey bellezza!" Mi arrestai all'improvviso, era lui, dietro di me. Mi costrinsi a girarmi, era sceso dall'auto, e ora se ne stava li i piedi con un sorrisino sfacciato sul viso. Si , Louis Tomlinson era il tipo di ragazzo da cui bisognava stare alla larga, non mi piaceva proprio per niente e questo era quello che pensavo di lui. A riportarmi alla realtà dei miei pensieri ci pensarono i suoi passi verso di me. Louis indossava un giubbotto di pelle nero sopra la maglietta bianca, berretto a coprirgli i capelli castano scuro e jeans strappati.  Si mise di fronte a me e , dopo avermi messo due dita sotto il mento , mi chiuse la bocca aperta. "Esatto. Questo è l'effetto che ho sulle ragazze. "Mi sussurrò all'orecchio mentre sorrideva malizioso.  Mi venne la pelle d'oca nel sentire il suo respiro sul mio collo. Deglutì alzando lo sguardo verso i suoi occhi. Un azzurro freddo come il ghiaccio mi investì costringendomi ad abbassare lo sguardo. Louis sorrise compiaciuto. Voleva mettermi in difficoltà e c'era riuscito in pieno. "Allora tesoro, che ne dici se ti accompagno a casa?" Sorrise sfacciatamente, lo uccisi con lo sguardo... Forzandomi a sorreggero quel azzurro ghiaccio, se mi portava a casa avrebbe saputo il mio indirizzo, non poteva averlo. "No, ci vado da sola. Grazie." Risposi acida, maledizione a lui! "Avanti, il sole sta tramontando, non vorrai andare a casa sola soletta nel buio." Il suo discorso non faceva una piega, sbuffai arrendendomi. Abbassai lo sguardo sconfitto mentre lo senti ridere, afferro il mio polso duramente. Sobbalzai alla stretta fredda cercando di liberarmi, si volto all'improvviso con aria minacciosa. "Non costringermi a farti del male non fare troppe storie e sali in auto." La sua voce era dura, priva di sentimenti, i miei occhi divennero lucidi mentre mi trasportava verso l'auto contro la mia volontà, mi aprì la portiera spingendomi dentro con non molta dolcezza. Guardai l'interno dell'auto, era decisamente sporca, piena di carte e addirittura una bottiglia di birra vuota, rabbrividì irrigidendomi sul sedile. Lo guardai salire, in auto e sorridermi "Calma bellissima, non essere così tesa." Le sue parole non erano per niente rassicuranti. Mise in moto stringendo il volante, il modo in cui parti mi fece sobbalzare, andava a una velocità assurda verso la via che gli avevo indicato. Non ci potevo credere.

***

"Deduco che tua madre non sia in casa." Rise sfacciatamente, continuai a suonare pregando che qualcuno aprisse... Non volevo ancora stare troppo con lui. "Mmh.. Be, a questo punto ti devo portare a casa mia." Sollevai lo sguardo, preoccupata. Sul suo viso era stampato un sorrisetto malizioso, feci una smorfia all'idea "No, ho le chiavi." Aprì la mia borsa, cercandole. Esultai quando le trovai, ma il mio buon umore si dissolve alle sue parole. "Bene, voglio proprio vedere come e la tua casa." Allungo una mano verso di me, accarezzandomi la guancia, scacciai le scintille che avevano iniziato a percorrere tutto il mio corpo, allontanandomi. Aprì velocemente la porta, infilandomi dentro, cercai inutilmente di chiuderlo fuori ma la sua mano afferro la porta, aprendola violentemente, era molto forte. "Non farlo mai più!" Mi mise in guardia, afferro nuovamente il mio polso stringendola con più forza, mentre aspettava che salissi le scale, cosa che vuoi costretta a fare. 
Arrivai all'appartamento, e aprì anche quest'ultima porta, la figura imponente di Louis era dietro di me. Lo sentivo respirare profondamente. Aprì la porta, ed entrai nel salotto, mia madre non c'era... Forse era ancora fuori a fare compere. Richiusi la porta con un calcio mentre Louis si guardava intorno, si diresse verso la prima porta che si trovo davanti, entrò in cucina, lo segui titubante attenta ai suoi movimenti... Era davanti a me, ma capì quello che stava facendo solo dopo che vidi del fumo alzarsi dalla sua bocca. "Ma che stai facendo, sei pazzo per caso?! Come ti permetti di fumare in casa mia!" Premetti le mie mani sulla sua schiena spingendolo in avanti sul balcone. Si tolse la sigaretta dalla bocca, spegnendola contro il muro e gettandola per terra. Ma che stronzo! Louis arriccio le labbra e socchiuse gli occhi. Era furioso, si vedeva. Ma cosa avrebbe mai potuto farmi ? Con un gesto veloce e inaspettato mi liberò la spalla sinistra dalla maglietta rosa. Con l'altra mano stappò letteralmente tre bottoni di essa lasciando scoperto il seno coperto dal reggiseno. Cerai di bloccarlo ma Louis continuava ad essere imprevedibile nei suoi moventi. Avendo più spazio mi lasciò completante scoperta la spalla sinistra. Lo guardai letteralmente spaventa. I suoi occhi erano ancora più imprevedibili. Cosa aveva in mente? Iniziai a tremare. Louis si chinò e posò le labbra sulla spalla nuda. Iniziò a baciare la pelle chiara ma poi sobbalzai quando affondò i denti. Iniziò a succhiare la carne mentre serravo gli occhi dal dolore. " Louis! Cazzo mi fai male!" Gli urlai mettendogli una mano sulla nuca per allontanarlo. Ma mi circondò la schiena con un braccio mentre fece scendere l'altra mano per palparmi il fondoschiena. Mi inarcai sotto il suo corpo. "Non devi mai più opporti a me, capito? Quello che detta le regole qua sono io!" Disse staccandosi per un momento dalla mia spalla. Poi torno a baciare la pelle inumidificandola con le labbra morbide. Provai un leggerlo sollievo quando i denti non incisero più la tua pelle, ma una smorfia si posò sul mio viso quando tornò a mordere, lo maledissi mentalmente."V-va b-bene Louis." balbettai presa dal panico ancora una volta. Il ragazzo si staccò finalmente dalla mia pelle e puntò i sui occhi azzurri nei miei. Sorrise in maniera soddisfatta e questo fece montare ancora di più la rabbia che stava crescendo dentro di me. Non potevo crederci che aveva fatto una cosa simile, era un pazzo!! "Bene ora devo proprio andare. Ci si vede Emily." Mi accarezzo la guancia ma anche questa volta mi ritrassi, lo senti andarsene e chiudere la porta.
Andai in bagno, e una lacrima scivolo giù sulla guancia che prima aveva accarezzato, notando il livido violaceo sulla spalla. 'Ben fatto Louis, ben fatto maledetto stronzo!' Mi dissi, ora non potevo più scappare da lui, era come se con quel gesto mi avesse reso sua schiava, e anche se non volevo ammetterlo. L'avrei rincontrato. 

Bene ragazze questo era il terzo capitolo, spero vi sia piaciuto, scusate per gli errori :)
Ps: non vi metto un immagine di Emily perché voglio che ve la immaginate voi, come preferite ❤️ 

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Capitolo 4
*** Ep. 4 ***



Finalmente avevo un po' di riposo, avevo appena finito di mangiare quando mia madre se ne andò a lavoro lasciandomi libera per tutto il pomeriggio. Il succhiotto che Louis mi aveva fatto per fortuna non era visibile essendo sulla spalla, coperta dalla maglia, se fosse stato sul collo non avrei potuto nasconderlo, insomma, sarebbe stato parecchio difficile e non avevo intenzione di mettere sciarpe per colpa sua nel mezzo dell'estate! Mi sedetti comodamente sul divano e accesi la tv che mi faceva da sotto fondo mentre usavo il mio iPad, passarono cinque minuti prima che Jane mi chiedesse se saremmo uscite quel pomeriggio, glielo avevo promesso.. Le scrissi che andava bene, e che ci saremmo trovate alle 15.30 alla fermata dell'autobus. Ma ormai avevo la fobia di uscire, Louis poteva essere ovunque e la cosa che mi preoccupava era che ora sapeva il mio indirizzo. Improvvisamente il flash delle sue labbra sulla mia spalla si fece viva nella mia mente, era come se lo rivivessi in quell'istante: rimasi con gli occhi fissi alla tv mentre sentivo il dolore dei suoi denti penetrare nella mia pelle, era una sensazione così maledettamente strana, eppure in un lato abbastanza piacevole. Lo avevo detto la prima volta che lo avevo visto, era parecchio carino. Ma così maledettamente stronzo.
Sussultai quando il citofono suono, lentamente posai l'Ipad accanto a me sul divano, mi alzai spostando i capelli all'indietro e camminando velocemente per il salotto. Mi fermai davanti a esso, cercando di capire chi aveva suonato, probabilmente era mia madre... Eppure non dimenticava mai niente, era una donna così pignola! O almeno, lo speravo. Mi portai una mano alla bocca: lui, li, sotto casa mia. Gli occhi fissavano la piccola telecamera, quegli occhi così maledettamente azzurri e belli, quando non mi era vicino riuscivo a sostenere il suo sguardo, solo perché non sapeva che lo stavo guardando. Suonó una seconda volta, andai in salotto e mi misi le infradito, non volevo che salisse così aprì la porta di casa mia richiudendola alle mie spalle, il cuore mi batteva a mille mentre scendevo le scale, era come se da un momento all'altro sarebbe potuto saltare fuori dal petto e ricadere sulle scale. Ma non potevo rimanere in casa, se poi mi avesse trovato? E se fosse riuscito a salire? La mia chioma ballonzolava mentre facevo due scalini alla volta, dovevo affrontare il mio incubo. Dovevo farlo una volta per tutte. "Louis?! Louis cosa diavolo ci fai qui?!" Gridai esasperata, mi misi davanti a lui, i suoi occhi erano puntati nei miei mentre lo guardavo dal basso. "Piccola, sono venuto a salutarti. E poi ti volevo chiedere se... Volevi venire a cena con me stasera." I miei occhi si spalancarono, un attimo dopo le braccia conserte al petto si lasciarono cadere lungo i fianchi. Non ci potevo credere, Louis mi stava invitando a cena?! "C-cosa? Sei impazzito, io non ti voglio conoscere e non voglio avere niente a che fare con te!" Gli urlai, volevo che sparisse, questa era la mia intenzione ed ero fissa su questa cosa. I suoi occhi blu diventarono d'un tratto più scuri, il suo viso era corrugato in una smorfia, era molto più che furioso. Prima che me ne potessi accorgere ero di nuovo dentro l'edificio, le sue mani avevano colpito forte le mie spalle facendomi indietreggiare duramente chiuse la porta così che nessuno al di fuori ci potesse vedere... Vidi i suoi occhi azzurri ancora una volta prima che spostasse la testa vicino al mio orecchio, sentivo il suo respiro sul collo. Era una cosa così orribile, non riuscivo nemmeno a urlare, ero terrorizzata. "Tesoro, non so se l'hai capito ma il mio era un ordine!" Mi grido nell'orecchio sinistro, mentre premeva le dita nella pelle delle spalle, costringendomi a stare ancora più appiccicata al muro freddo... Il mio respiro era così forte, il cuore stava esplodendo nella cassa toracica. "Allora, verrai con me si o no?!" La mano destra rimase ferma sulla spalla dolorante, stava schiacciando il succhiotto che mi aveva fatto la volta precedente, mentre l'altra si insinuò tra i miei capelli, stavo trattenendo le lacrime, i miei occhi erano lucidi mentre mi dimenavo con forza contro di lui, senza nessun risultato. Tiro i miei capelli, per forzarmi a dire cosa voleva sentire. "V-va bene, uscirò con te. A patto che oggi pomeriggio mi lasci in pace!" Gli gridai tutto d'un fiato, le mie gambe stavano cedendo, mi ero accorta solo in quel momento che tremavo come una foglia. Presso il suo corpo contro il mio, i nostri bacini sfregarono, digrignai i denti dalla rabbia e frustrazione di quel gesto "Molto bene ragazza." Mi disse, tra i sospiri spezzati mentre eravamo ancora uno contro l'altro, mi lascio una lunga scia di baci umidi sul collo, per un momento chiusi gli occhi, perché mi sembrava così piacevole?! Louis era uno stronzo, e lo sapevo, ma sapeva anche essere così maledettamente sexy. Il suo naso sfiorò il mio mentre ci allontanavano, il mio respiro era tremolante mentre lo fissavo, a pochi centimetri da me. Era così bello nonostante tutto. "Ti passo a prendere alle 19.00." Allungò la mano, accarezzandomi la guancia e per la prima volta lo lasciai fare, ancora ferma e pressata contro il muro. Lo guardai uscire, poi barcollando camminai verso le scale, correndo su immediatamente.

***

Mentre aspettavo Jane seduta sulla panchina, pensai a cosa era successo con Louis, avrei dovuto passare l'intera serata con lui, e probabilmente non mi avrebbe portato in uno di quei locali tranquilli dove si parlava con calma, niente alcol niente droga niente musica sparata a volume altissimo, sono l'idea mi attanagliava lo stomaco, lo odiavo eppure c'era qualcosa che mi attirava in lui, aveva qualcosa di strano così maledettamente attraente! Portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre controllavo che la maglia fosse ben su e che non si intravedesse nulla, da quando era successa quella cosa al supermercato avevo la fissa di questa cosa, solo ricordarla mi dava i brividi... Chissà cosa mi avrebbe fatto quella sera, le sue mani sul mio corpo mi facevano venire i brividi per tutto il corpo, ma ancora non avevo ben capito se erano brividi perché quel contatto aveva qualcosa di dolce, oppure perché avevo paura, ma pensavo fossero tutte e due le cose, i suoi baci sul mio collo mi erano sembrati così... Come dire, dolci? Non li so definire, ma quando non faceva il duro sembrava quasi un ragazzo dolce, e sottolineo quasi. Risi, era tutto iniziato grazie alle mie amiche, ma alla fine ero stata io ad arrendermi, quindi preferisco non scaricare tutta la colpa su di loro. "Hey Emy!" Una vocina squillante mi fece girare la testa, sorrisi quando scorsi la piccola figura di Jane che si avvicinava velocemente saltellando, affianco a lei c'era Mark, un suo amico delle medie se non mi sbaglio, anche lui carino, ma non aveva quella cosa, ancora a me sconosciuta, che mi attraeva a Louis. "Heyy!" Mi alzai dalla panchina abbracciandola, mi sorrise quando ci staccammo girando si verso Mark, che sposto ma ciocca dei suoi lunghi capelli biondi dagli occhi marroni, era molto alto, più o meno come Louis. "Ti ricordi di Mark vero? L'ho voluto invitare così per fare un giro!" Gesticolò lei, cercando di spiegare, tenendo il suo cellulare nella mano destra, la sua grande dipendenza, il cellulare ne era sempre attaccata, per questo era sempre rintracciabile, per fortuna. "Oh si, ciao!" Lo salutai timidamente, alzò la mano sorridendomi... "Bene possiamo andare!" Jane mi strinse la mano tirandomi avanti, pronta per una giornata di shopping selvaggio. Mark rise, correndoci dietro. Per quelle ore mi scordai della serata che mi aspettava.

***

Quando il citofono suono mi stavo infilando le ballerine rosa, mia madre era ancora a lavoro, le avevo lasciato un messaggio attaccato al frigo, come di tradizione era fare a casa nostra. Mi tirai ancora un po' su i pantaloncini rosa, indossavo una maglia rosa infilata dentro i pantaloni con sopra il segno dell'infinito in bianco, mi ero messa un filo di trucco sugli occhi e un po' di blush. Ero così maledettamente tesa, aprì la porta facendo un grande sospiro richiudendola con le chiavi, strinsi la mia giacca tra le braccia scendendo le scale... A ogni passo che facevo avevo sempre più ansia per quello che mi aspettava. Rimasi a bocca aperta quando lo vidi, la sua macchina nera era parcheggiata vicino al marciapiede, lui era appoggiato alla fiancata con le braccia conserte, il suo sguardo lussureggiante viaggiava su e giù sul mio corpo, questo mi rendeva molto a disagio, non si mosse, mi sorrise e basta. Avanzai verso di lui, guardandolo fisso... Mi fermai a pochi passi, mentre il venticello mi spettinava i capelli. "Ma ciao bellissima." La sua mano accarezzo dolcemente la mia guancia, arrossì abbassando lo sguardo,  "Ciao..." Lo salutai velocemente "Andiamo." Mi aprì la portiera, rimasi ferma per alcuni secondi finché titubante non entrai, notai che l'aveva ripulita, almeno un poco. Ma sempre sporca era. Rimasi poi ad osservarlo mentre camminava di fronte alla parte frontale dell'auto per raggiungere il posto di guida. La sua figura balzò facilmente all'interno del veicolo prima che rapidamente chiudesse la portiera. Mi terrorizzò il pensiero di essere ora sola con lui. Mise immediatamente in moto senza neanche guardarmi... "Allora come è andato il pomeriggio?" Mi chiese tranquillo, come era strano. Sembrava avesse sbalzi d'umore. "Molto bene e tu?" Gli chiesi, per non essere scortese "Nulla di interessante." 
 Il resto del viaggio fu abbastanza silenzioso e passai il tempo osservando fuori dal mio finestrino. Il sole stava ormai calando lentamente quando entrammo in un parcheggio. "Siamo arrivati." Slacciai la cintura di sicurezza, poi raggiunsi con la mano la maniglia della portiera, aprendola e uscendo. Il tempo era bellissimo, si stava così bene, Louis mi si avvicinò e prese immediatamente la mia mano stringendomi a se. Ci fermammo fuori ad un ristornate e lui allontanò il braccio dalle mie spalle mentre entravamo dentro, il locale era carino... Non era un posto dove sembrava esserci gente drogata oppure già ubriachi, era molto calmo, Louis mi aveva stupita. In quel locale non c'ero mai stata. Louis diede il suo nome all'uomo all'entrata del ristorante, poi ci guidarono ad un tavolo nella parte posteriore. Mi sedetti di fronte a un piccolo tavolo, togliendomi la giacca e posizionandola sullo schienale della sedia. La cameriera ci porse i menù, poi prese le ordinazioni delle bevande e si allontanò velocemente. Louis scorse la lista dei pasti offerti, "Che cosa prendi?" Mi chiese alzando leggermente lo sguardo su di me, "S-spaghetti con vongole." Risponsi con tono sommesso, quasi vergognoso "Bene... Anche io." Decise posando il menù sul piccolo tavolo. "Sei davvero bellissima." Le sue parole furono un colpo al cuore, inizió a pompare il sangue più velocemente mentre lo guardavo fissa nei suoi occhi azzurri, lo trovavo così carino. "G-grazie, anche tu..." Spostai lo sguardo, imbarazzata dalle sue parole e da come avevo risposto, sussultai irrigidendomi sulla sedia mentre il suo piede colpiva leggermente il mio, mi sorrise mentre rideva, 'Mi sta facendo piedino, oh mio dio!' Urlava la vocina dentro la mia testa, mentre cercavo di restare calma e controllata. Smise immediatamente quando scorse la cameriera che si avvicinava con i nostri piatti, mangiai velocemente cercando di non sporcarmi, che figure. In più avevo così ansia che riuscì a malapena a finire il cibo nel mio piatto. Quando arrivò il secondo fui costretta a ingoiare, odiavo avanzare il cibo, così mi costrinsi a fare finta di nulla. "Bene. Direi che abbiamo finito, possiamo andare." Tiro fuori il portafoglio, estraendone 10 euro e lasciandoli sul tavolo, un po' poco per un pranzo così, nonostante mi stessi chiedendo che intenzioni aveva rimasi zitta a fissarlo in silenzio. La sedia fece un rumore stridulo mentre Louis si alzava, io rimasi seduta mentre lo guardavo venire verso di me. Prese la mia mano, tirandomi su, afferrai la mia giacca velocemente prima che mi trascinasse per la sala, il cameriere appena ci vide uscire ci richiamó, sapevo che non saremmo riusciti a farla franca. "Hey voi! Dovete pagare!" La sua voce era rimproverativa, mi voltai spaventata mentre la mia mano rimaneva intrecciata a quella di Louis, 'aspetta aspetta...' Mi dissi, distogliendo la vista dall'uomo irritato dietro il bancone "Oh, non si preoccupi, ho lasciato tutto sul tavolo." La voce di Louis era così credibile, non faceva una piega, mi fece anche un po' paura, chissà come sapeva mentire bene. Ma la paura si dissolse mentre osservavo le nostre mani, intrecciate dolcemente mentre mi tirava ancora più vicino a lui. "Voi rimanete qui, vado a controllare." Uscì dal bancone, dirigendosi verso il nostro tavolo, "Certamente!" Dissi Louis, rimasi immobile, mentre aspettavo. Louis era un completo idiota. "Vieni!" Mi sentì tirare, poco dopo eravamo nel buio della sera, mentre ci allontanavamo a passo svelto. Louis sembrava voler correre ma io ero troppo preoccupata per aumentare il passo, avrei voluto pagare io "Louis ma sei scemo?! Se ci rivedono quelli ci denunciano! Non intendo avere guai per colpa tua!" Gli gridai dietro, strattonandolo, si volto verso di  rompendo il nostro legame, sciogliendo le nostre mani "Ci sono tanti ristoranti baby, basta preoccuparti, fottitene!" La sua risata rimbonbó nelle mie orecchie, prima che il suo braccio si spostasse dietro la mia schiena, con la sua mano colpi forte il mio sedere cercando di farmi aumentare il passo, poi la sua mano si poso sul mio fianco, li finalmente riuscì a farmi correre, altrimenti sarei caduta, ma ormai eravamo lontani... Che cosa fuori di testa. Aprì la macchina da lontano e appena potei afferrai la maniglia della portiera aprendola e infilandomi dentro, mi sedetti con il fiatone, avevo paura che sarebbero riusciti a trovarci, Louis entró nel veicolo, sbattendo la portiera, era così calmo in confronto mio, mi rivolse un sorriso beffardo, accendendo il motore e partendo velocemente verso casa mia.

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La macchina si fermó, davanti a casa mia. Vicino al marciapiede. "E stata una bella serata... G-grazie..." Gli dissi sommessamente arrossendo,mettendo a parte quando eravamo scappati non pagando tutto. Mi chiedevo come era successa una cosa del genere, era seriamente una cosa pazzesca, mi sentivo così in colpa! E questa era un'altra dimostrazione del carattere di Louis.. Menefreghista. "Non devi ringraziarmi e stato un piacere." Mi disse, mise due dita sotto il mio mento tirandolo su, sul suo viso aveva un sorriso malizioso, fece incontrare i nostri sguardi, mentre solo i lampioni illuminavano la macchina. I suoi occhi brillavano, fui totalmente ipnotizzata da essi, non riuscivo a non guardarli, ma alla fine il silenzio fu troppo imbarazzante per me "I-io ora devo andare." Gli dissi, si sporse in avanti, lasciandomi un bacio sulla guancia, le sue labbra bruciavano contro la mia pelle, le farfalle iniziarono a svolazzare nelle mia pancia, ma le scacciai via, come poteva lui essere così attraente?! Era una cosa che mi sarei sempre chiesta. Con quel l'ultimo gesto mi fece arrossire, poi mi voltai, aprendo la portiera e uscendo, l'aria sembrava più fredda di prima, forse perché avevo il viso in fiamme per quel 'bacio' così innocente. "Ci vediamo!" Mi urló, "V-va bene." Gli risposi mentre entravo nell'edificio scuro, accessi la luce delle scale, salendo. Mi sarei sicuramente ricordata di quella serata. 

Ecco a voi il quarto capitolo, spero che vi sia piaciuto :) scusate per gli errori!! 

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