La figlia del Dottore

di KillerQueen86
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una sorpresa per il Dottore ***
Capitolo 2: *** Jenny ***
Capitolo 3: *** Un piccolo momento ***
Capitolo 4: *** Mentire ***



Capitolo 1
*** Una sorpresa per il Dottore ***


Note dell'autore: Sono in ritardo nell'aggiornamento della storia, lo so, ma giuro che stavolta non è stata colpa mia, sono stata senza connessione fino a ieri sera, e non avevo modo di pubblicare, scusate.

Non vi nascondo che ho avuto un po’ di problemi nel scrivere, non avevo molta ispirazione, nonostante come episodio mi piaccia molto, ma la presenza di Rose ha reso il tutto molto complesso da scrivere, spero che vi piaccia lo stesso.

Disclaimer: Doctor Who e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

La figlia del Dottore

 

Capitolo 1

Una sorpresa per il Dottore

 

Rose, Martha, Donna e il Dottore si tenevano saldamente alla console, nel tentativo di non cadere, mentre il Tardis continuava a tremare e muoversi di propria volontà.

"Che cosa succede?" chiese Rose guardando allarmata la colonna del Tardis.

"I comandi non funzionano" rispose tentando ancora una volta di fermare  la navicella.

"Ma dove stiamo andando?" chiese invece Donna, il Dottore si piègò un po’ notando che il recipiente con la mano si agitava tutto.

"Non lo so, ma la mia vecchia mano è eccitata" rispose senza nascondere la sua eccitazione.

"Credevo che fosse una stramberia aliena, vuoi dire che tu …" tentò di dire Donna.

"Beh" si giustificò.

"Se l'è tagliata, gliene ne cresciuta un'altra" rispose Martha.

"Persa durante un duello" specificò Rose.

"Tu sei assolutamente impossibile" continuò Donna faticando a tenersi saldamente alla console.

"Non sono impossibile, sono solo improbabile" rispose il Dottore un po’ contrariato, Rose non riuscì a non sorridere a quell'affermazione.

Con un colpo finale che li fece cadere quasi tutti a terra, il Tardis si fermò, Donna e Martha si guardarono confuse per poi guardare il Dottore, che scambiò uno sguardo veloce con Rose e correre fuori per primo.

"Il Tardis ci ha portati qui, ma perché?" chiese una volta fuori guardandosi attorno, le tre lo raggiunsero subito.

"Sembra un tunnel o qualcosa del genere" disse Rose osservando il tutto, riusciva a percepire il senso di eccitazione e paura del Dottore, verso tutta questa situazione assurda.

"Adoro questa parte" disse Martha.

"Tu non volevi andare a casa?" gli chiese retoricamente Donna.

"E' così, ma quello che si prova, è davvero fantastico" spiegò la ragazza, Rose si avvicinò al Dottore.

"Riesci a capire dove siamo?" chiese la biondina.

"Non proprio, dovremmo dare un'occhiata in giro" rispose un po’ distratto.

"Fermi, non vi muovete, gettate le armi" una voce urlò alle loro spalle, e si ritrovarono dei giovani ragazzi che impugnavano delle armi correndo verso di loro, per istinto il Dottore si mise davanti a Rose, alzando le mani come gli altri.

"Non siamo armati, siamo inoffensivi" intervenne Rose.

"Guardate le mani, sono pulite" disse il secondo ragazzo, quasi sorpreso della cosa.

"Cosa c'è di tanto strano?" chiese Rose.

"Ok, perquisiteli, prima lui" comandò il primo ragazzo che sembrava il capo, i due consegnarono le armi e presero il Dottore.

"Dottore" chiamò Rose preoccupata non capendo che stesse succedendo.

"Aspettate che state facendo?" chiese lui mentre era condotto verso uno strano aggeggio.

"Che succede?" chiese Martha avvicinandosi con Donna e Rose al Dottore, che fu costretto a inserire il braccio destro dentro l'aggeggio, che si accese subito.

"Non serve a misurare la pressione del sangue, vero?" chiese ai due dietro di sé, per poi urlare di dolore.

"Dottore" Rose tentò di avvicinarsi, ma il capo dei tre giovani puntò il fucile contro di lei.

"Non avvicinarti" le intimò.

"Che diavolo gli state facendo?" intervenne Donna.

"Tutti vengono esaminati" spiegò senza abbassare l'arma.

"Prede campioni di tessuto … ahi, ohi … li analizza subito, e una specie di acceleratore" spiegò il Dottore guardando i tre, improvvisamente il suo braccio fu liberato, Rose corse subito da lui, seguita dalle altre.

"Tutto bene?" chiese, Martha gli prese la mano che era stata intrappolata.

"Sei ferito" disse, ma il Dottore stava guardando davanti a sé, dove due porte si aprirono facendo uscire del fumo, e successivamente una ragazza bionda.

"Ma cosa?" chiese Rose sorpresa. La nuova arrivata si guardava attorno un po’ spaesata, il capo di quei tre si avvicinò a lei consegnandole un'arma.

"Da dove è venuta?" chiese Martha.

"Da me" rispose serio senza riuscire a staccare gli occhi da lei.

"Da te? Come?" chiese confusa Donna.

"Lei è tua figlia" disse Rose più sconvolta delle altre, guardando attentamente la ragazza di fronte a loro, notando i suoi occhi azzurri che le ricordavano il suo primo Dottore.

"Ciao papà" lo salutò sorridendo.

Le tre non riuscivano a toglierle gli occhi di dosso, osservandola con attenzione, sconvolte da quell'affermazione. La ragazza nel mentre veniva armata allontanandosi da loro.

"Quella è tua figlia?" chiese ancora Donna sconcertata.

"Tecnicamente" spiegò freddamente.

"Tecnicamente come?" chiese invece Martha.

"Progenazione, riproduzione da un singolo organismo, un genitore in pratica è sia madre sia padre" disse osservando l'aggeggio da cui è venuta fuori la ragazza.

"E' tua figlia …. " ripeté Rose incredula, senza riuscirle a staccare gli occhi di dosso, non riuscendo a dimenticarsi di quegli occhi.

"Rose" la chiamò il Dottore avvicinandosi, lei si voltò nel sentire la sua mano sul suo braccio.

"Rose" la chiamò di nuovo preoccupato, ma lei lo tranquillizzò sorridendogli.

"Ha i tuoi stessi occhi …. Gli occhi del tuo vecchio te" disse con dolcezza voltandosi nuovamente verso di lei, sorridendo.

"Rose, ti prego …" non riuscì a terminare la frase che qualcosa veniva correndo verso di loro, e gli altri, compresa la nuova arrivata iniziarono a sparare, il Dottore spinse Rose e Donna a riparo dai colpi, mentre Martha si nascose un po’ più distante da loro.

 

Fine

Capitolo I

 

Note Finali: So che è molto corto, ma è davvero difficile scrivere questo episodio, cmq spero di aggiornare presto con il secondo capitolo, spero che continuerete a seguirmi, alla prossima.

Scusate eventuali errori di grammatica e altro.

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Capitolo 2
*** Jenny ***


Note dell'autore: Eccomi qua, finalmente direte voi, con il secondo capitolo di questa storia tanta sofferta per me, perché le idée scarseggiano e trovo sempre molto difficile inserire Rose nei dialoghi, spero cmq che anche questo capitolo vi piaccia.

Buona lettura e alla prossima.

 

Capitolo II

Jenny

 

Dopo essersi separati da Martha, il Dottore, Rose e Donna e la nuova arrivata furono condotti dal capo dei tre ragazzi che avevano incontrato per primi.

Per tutto il tempo, Rose aveva notato come il Dottore cercava di mantenere una certa distanza da sua figlia e non ne capiva il motivo, forse non era arrivata nel classico metodo convenzionale, ma quei suoi occhi chiari per lei erano troppo famigliari per ignorargli.

"Ehi, ciao, io sono Rose e lei e Donna, qual è il tuo nome?" disse avvicinandosi alla ragazza.

"Non lo so, non mi è stato assegnato" rispose la ragazza con calma camminando davanti agli altri.

"Se non sai questo, cosa sai?" chiese Donna accanto a Rose.

"So combattere" rispose come se fosse logico.

"Nient'altro?"chiese la rossa.

"La macchina ha inserito, storia e tattica militare ma non un nome. Hanno generato un'anomalia" spiegò il Dottore senza nascondere il suo disagio per l'intera faccenda.

"Hanno generato un'anomalia" ripeté Donna, riflettendo.

"Jenny, ti potremmo chiamare Jenny, se ti piace" intervenne Rose sorridendole con dolcezza.

"Jenny? Sì, mi piace" concordò l'altra biondina sorridendole complice.

Tu che ne dici, papà” chiese Donna avvicinandosi al Dottore, Rose gli prese la mano continuando a guardare Jenny davanti a loro.

"E' buono come un altro" rispose infastidito.

"Non sei un genitore naturale?" chiese Donna con ironia.

"Mi hanno tolto un campione di tessuto e l'hanno manipolato, non posso essere un genitore naturale" rispose acidamente evitando di guardare Jenny.

"Non capisco proprio, è come avere figli con l'inseminazione artificiale" aggiunse Rose non capendo il motivo per cui il Dottore era così contrario.

"Non si forma una parentela da un incidente biologico" continuò lui con calma.

"Gli Assistenti sociali lo fanno" rispose Donna.

"Solo perché condivido alcuni tratti fisiologici con i primati, questo non mi rende lo zio di una scimmia, giusto?" continuò il Dottore, Jenny davanti a loro si fermò e si voltò a guardarli.

"Io non sono una scimmia, né una bambina" rispose la ragazza, mentre Il Dottore continuava a camminare incurante, Rose lo strattonò con la mano costringendolo a fermarsi, Donna capendo si avvicinò a Jenny e ripresero a camminare superandoli.

"Che ti prende?" gli chiese non capendo il comportamento.

"Cerca di non affezionarti a lei" rispose serio.

"Perché non dovrei, è tua figlia" continuò cercando il suo sguardo.

"Non lo è, lei … non è per niente mia figlia, tienilo a mente" rispose lasciandole la mano e andando avanti da solo, Rose sospirò e riprese a camminare.

 

Una prigione, una prigione un po’ troppo piccola per loro quattro, o almeno Donna riusciva a leggere questo sul viso del Dottore, soprattutto per la presenza di Jenny, non capiva perché ma il suo caro amico si sentiva nervoso accanto alla nuova arrivata. Anche Rose si comportava in modo strano, da quando aveva parlato al Dottore, la tensione tra loro si riusciva a tagliare con un coltello.

 Era meglio concentrarsi su altro, davanti a lei, in alto sulla parete vide una placca di metallo con dei numeri, si avvicinò alle sbarre per leggerli meglio, quelle scritte le ricordavano qualcosa, ma non capiva il perché.

"Ancora numeri, devono significare qualcosa!" disse attirando l'attenzione di tutti su di lei.

"Certo, come la storia del respiro della vita" disse ironicamente il Dottore.

"Non mi dirai che non è vero!" aggiunse sorpresa Jenny guardandolo.

"Credo che si tratti di un mito" le rispose Rose.

"Si, ma potrebbe esserci qualcosa in quel tempio, qualcosa diventata un mito, un qualche congegno tecnologico, un arma?" rifletté a voce alta.

"La sorgente può essere un'arma, e noi abbiamo appena detto dov'è al capitano ammazza tutti" fece notare Donna.

"Oh si" affermò il Dottore.

"E questo non è mai un bene" aggiunse Rose.

"Ecco perche dobbiamo uscire, trovare Martha e impedire a Cobbs di massacrare gli Haflt." Spiegò il Dottore.

"Scusa, cosa … cosa stai fissando?" chiese il Dottore guardando Jenny in piedi davanti a lui a braccia conserte.

"Ripeti continuamente di non essere un soldato, ma guardati tiri fuori strategie, come se tu fossi un generale" parlò la ragazza velocemente, Rose e Donna non riuscirono a trattenersi e si scambiarono un sorriso divertite.

"Io voglio fermare la battaglia" si difese il Dottore senza nascondere il suo fastidio.

"Non lo vuole ogni soldato?" fece notare la ragazza.

"Beh, suppongo … questo è … senti non ho tempo" balbettò il Dottore senza una spiegazione, chiaramente in forte difficoltà.

"Rose, dammi il tuo telefono" disse allungando la mano verso la ragazza accanto a sé.

"Era da un po’ che non ti vedevo in difficoltà" sussurrò la bionda passandogli il telefono.

"Credo che imparerò tanto da te, sei un grande soldato" continuò la ragazza entusiasta.

"Rose, Donna qualcuno di voi vorrebbe spiegargli come stano le cose" cercò l'aiuto delle ragazze.

"Oh no, tu che sei senza parole, ma è stupendo, continua pure Jenny" disse soddisfatta Donna.

"Rose dimmi è già successo?" chiese all'altra compagna.

"Uhm … fammi pensare … non così spesso quanto vorrei" rispose sorridendo, il Dottore sbuffò roteando gli occhi.

 

Il Dottore tentò di parlare con Martha, ma con pochi risultati, almeno sapevano che stava bene, poco dopo la chiamata nella loro prigione arrivarono le urla d'incitamento dell'esercito che si preparava a raggiungere la sorgente, il Dottore guardava tra le sbarre, preoccupato.

"Si preparano ad andare, dobbiamo superare quella guardia!" disse avvicinandosi nuovamente a loro.

"Me ne occupo io" intervenne Jenny alzandosi, ma il Dottore la fermò con un braccio.

"No , no, no, no, tu non vai da nessuna parte" disse seriamente, Jenny e le altre lo guardarono sorprese.

"Cosa?" chiese Rose accanto a lui.

"Lei rimarrà qui, con la sua gente" continuò infastidito.

"Noi siamo la sua gente" continuò lei decisa.

"Lei è tua figlia" precisò Donna.

"E' un soldato, è uscita da quella macchina" specificò arrabbiato.

"Quindi la lasciamo in mezzo a persone pronte a un genocidio, pur di imporre la propria idea" aggiunse Rose.

"Hai con te lo stetoscopio?" chiese Donna improvvisamente, sapendo che era l'unico modo per chiudere quella storia.

"Daglielo, che aspetti" lo invogliò Rose, il Dottore cercò nelle sue tasche e voltò lo sguardo da un'altra parte. Donna prese l'oggetto e si avvicinò a Jenny.

"Che stai facendo?" chiese lei non capendo.

"Non preoccuparti, dobbiamo solo controllare una cosa" aggiunse dolcemente Rose.

Donna ascoltò il doppio battito di quella ragazza, sapeva di avere ragione, sapeva che Jenny era proprio come il Dottore, fece un segno a Rose che si voltò verso il Dottore.

"Vieni qui e ascolta" disse Donna tornandogli lo stetoscopio, in silenzio il Dottore obbedì.

"E poi decidi con chi deve rimanere" aggiunse Rose prendendogli la mano.

Il Dottore ascoltò in silenzio e strinse la mano di Rose, e guardò prima il petto della giovane poi i suoi occhi. Si allontanò quasi spaventato, appoggiandosi al muro.

"Lei è come te, non puoi lasciare correre" disse Rose con dolcezza avvicinandosi a lui, stringendogli nuovamente la mano per dargli il conforto che vedeva nei suoi occhi.

 

Fine

Capitolo II

 

 

 

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Capitolo 3
*** Un piccolo momento ***


Note dell'autore: E' dopo una lunga pausa estiva, spero possiate perdonarmi, eccomi tornata con il penultimo capitolo di questa storia, non preoccupatevi l'ultimo è già in lavorazione e spero di aggiornare in settimana.

Scusate per eventuali errori.

Buona lettura

 

Capitolo III

Un piccolo momento

 

 

I corridoi di quel posto sembravano non finire mai, il Dottore attraverso la mappa le guidava in quel dedalo infinito, Donna annotava su un foglio le serie di numeri che ogni tanto incontravano sulla loro strada. Chissà come stava Martha, il pensiero che la sua amica si fosse divisa da loro, non la faceva stare tranquilla. Certo, è una donna in gamba, e sapeva difendersi, del resto ha viaggiato per un intero anno da sola, ma era più forte di lei era preoccupata per la sua amica.

"Quindi voi viaggiate insieme?" chiese Jenny avvicinandosi.

"Oh sì, attraverso il tempo e lo spazio" rispose Donna accanto a loro.

"E' state insieme?" chiese rivolgendosi a Rose.

"Oh, beh … ecco, non stiamo proprio insieme … cioè in un certo senso si … è complicato" rispose balbettando imbarazzata per quella domanda.

"Oh tanto complicato" scherzò Donna.

"E com'è viaggiare?" chiese la ragazza curiosa.

"Non ci si annoia mai, può essere terrificante e bellissimo allo stesso tempo" spiegò Donna.

"Ho visto cose straordinarie da quando viaggio con lui, mondi e civiltà che non avrei mai pensato di vedere, di conoscere" continuò Rose.

"Oh mi piacerebbe vederli" sospirò Jenny alzando gli occhi verso il soffitto.

"Lo farai!" disse Donna decisa.

"Non credo …" iniziò a parlare la ragazza, Rose le fece l'occhiolino sorridendo.

"Dottore, non è vero che Jenny vedrà mondi nuovi" lo chiamò facendolo fermare. Guardò Jenny, non più spaventato, ma con speranza, le sorrise dolcemente.

"Immagino di si" le rispose.

"Vuoi dire …?" tentò di chiedere la conferma guardando anche le altre due donne, che le sorridevano.

"Vuoi dire che mi porterete con voi?" chiese infine voltandosi verso il padre.

"Non possiamo lasciarti qui" le rispose sorridendo.

Con uno slancio la giovane ragazza lo abbracciò ringraziandolo, per poi scappare affamata da avventure.

"Attenzione alle trappole" le urlò dietro il Dottore, come solo un padre poteva fare, Rose sorrise a quel cambio improvviso, era contenta che l'aveva accettata.

"Tranquillo, ci penso io" disse allontanandosi dai due per raggiungere l'altra bionda.

"Jenny aspettami" le urlò la ragazza facendola fermare, la guardava con un sorriso che sembrava non finire mai.

"Secondo te quale sarà il primo posto in cui mi porterà?" chiese eccitata all'idea.

"Oh beh, non saprei, la prima volta mi ha portato a vedere la fine del mio Mondo" disse prendendola sottobraccio.

"Sul serio?"chiese curiosa.

"Ovvio … non è stato molto divertente, ma è stato bello" disse ricordando con piacere quel viaggio.

"Ma potremo andare in qualsiasi posto?" chiese ancora la biondina.

"Certamente … Beh grazie a te potrei convincerlo finalmente a portarmi a Barcellona" scherzò strattonandola un po’.

"Se tu stai con lui, che è mio padre, questo fa di te mia madre?" chiese improvvisamente la ragazza, facendo bloccare Rose che arrossì.

"Piano, piano, piano, credo che stai correndo un po’ troppo" disse imbarazzata.

"Scusa se state insieme per logica, tu saresti una specie di madre per me" continuò convinta di quello che diceva, Rose la guardò sconcertata.

"Mia madre né sarà davvero entusiasta" disse afferrandola per un braccio e continuando a camminare.

 

Il Dottore prese in mano la sfera di terra formazione, attorno a loro Hath e umani pronti a sparare.

"Io sono il Dottore, è dichiaro conclusa questa guerra" disse solennemente gettando a terra la sfera. La luce e i gas contenuti all'interno si liberano alzandosi in aria davanti a loro, costringendo tutti ad abbassare le armi, Rose si avvicinò al Dottore sorridendo e gli strinse la mano.

"E' la vita che prende forma, Rose" disse stringendo la sua mano.

"E' stupendo" sospirò guardando ancora quella luce svettare verso il cielo.

"Cosa succede?" chiese Jenny avvicinandosi sorridendo.

"I gas si espanderanno iniziando il processo di terra formazione" spiegò il Dottore.

"Naa è più bello come hai detto prima" lo richiamò Rose sapendo che spesso il Dottore straparlava con termini scientifici.

"Cioè?" chiese Jenny confusa.

"E' la vita che prende forma" ripete Rose.

"Un nuovo Mondo" continuò il Dottore, sorridendo a Rose.

In quel piccolo momento, Rose, si rese conto che loro tre potevano farcela, viaggiare insieme nel Tardis tra un'avventura e un'altra, come una pseudo famiglia, sentiva la felicità del Dottore espandersi nella sua mente, ed era una delle cose che più amava del loro collegamento.

Un piccolo momento che si spezzò con violenza, successe talmente in fretta che neanche se ne rese conto, Jenny si mise davanti a lei, uno sparo e il Dottore che teneva la ragazza tra le sue braccia, Donna e Martha dietro di loro accorsero in loro aiuto. Rose stordita, guardò ai suoi piedi, dove Jenny si teneva ancora una mano sul petto, da dove fuoriusciva del sangue.

"Jenny" sospirò mettendosi in ginocchio vicino al Dottore, il dolore e la rabbia che sentiva in lui la stavano soffocando, non riusciva a essere forte e lucida per lui.

"Si riprenderà vero?" chiese speranzosa Donna, tanto da portare alla realtà Rose, giusto in tempo per vedere Martha fare cenno di no.

Sospirò tremante e le strinse la mano.

"Un nuovo Mondo, è bello" disse sofferente guardando in alto.

"Jenny, resisti" disse il Dottore. Rose non riusciva a dire nulla, solo piangere in silenzio accanto al suo Dottore che tentava di fare forza alla sua figlia ritrovata raccontandole di tutto quello che avrebbero fatto. Finché la ragazza non chiuse gli occhi per l'ultima volta, il Dottore la strinse a sé cullandola un po’.

"Ha due cuori Dottore, forse …" tentò di rincuorarlo avvicinandosi, ma Martha fece segno ai due di no.

"Non ci sono segni vitali, nessuna rigenerazione, e come te, forse, ma non abbastanza" disse la ragazza dispiaciuta.

"No, era uguale a me, questa è la verità, troppo uguale a me".

Con dolcezza la appoggiò a terra, premendole un piccolo bacio sulla fronte, poi lo vide voltarsi con odio verso Cobbs trattenuto dai suoi ex uomini.

In un attimo il Dottore si alzò prese la pistola e la puntò alla testa dell'uomo, Rose sopraffatta da quell'odio non riuscì a reagire subito, si voltò nuovamente verso Jenny, le strinse ancora la mano.

"Mi dispiace piccola" disse con voce tremante, sospirò ancora una volta e si alzò voltandosi verso il Dottore, cercando di non pensare quello che percepisse in lui.

 

"Dottore" tuonò la voce di lei nella sua mente, il Dottore si voltò a guardarla sorpreso. Doveva farle male comunicare così con lui, ma questo non la fermava.

"Non è questo il modo, e tu lo sai" disse sicura di sé quasi sfidandolo con lo sguardo, sentì le sensazioni che tentava di mandargli attraverso il loro collegamento.

"Rose … lui l'ha uccisa" le sussurrò con rabbia.

"C'è sempre una scelta, glielo hai insegnato tu a lei" continuò lei, addolcendo lo sguardo e la sua voce.

Il Dottore guardò un ultima volta Cobbs che quasi lo sfidava a ucciderlo. E si rese conto di quanto fosse sbagliato tutto quello, assopì la rabbia che provava facendosi investire dalle sensazioni positive che Rose gli stava mandando.

La pistola che aveva in mano la prese per la canna, s'inginocchiò e fece per darla a Cobbs.

"Io non potrei farlo, riesci a capire. NON POTREI MAI FARLO" Urlò infine senza mai distogliere lo sguardo da lui. Si alzò rivolto agli uomini dietro Cobbs.

"Quando inizierà il nuovo mondo, questo mondo di umani e di Hath, non dimenticatelo, basate su questo fondamento la vostra società: un uomo non può uccidere" disse guardando entrambe le fazioni, gettò la pistola a terra e si avvicinò a Rose, le accarezzò la tempia spostandole un ciuffo che le ricadeva.

"Grazie" le sussurrò nella mente, per poi sedersi accanto al corpo di Jenny.

 

Fine

III Capitolo

 

 

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Capitolo 4
*** Mentire ***


 

Note dell'autore: E finalmente eccovi il capitolo finale di questa storia, spero che non vi deluda troppo. Scusate per il titolo, ma davvero non avevo in mente nulla.

Scusate eventuali errori.

Buona lettura

 

Capitolo IV

Mentire

 

 

Quante volte si era seduta attorno a quel tavolo, con la consapevolezza che quello che era successo nella loro ultima avventura aveva cambiato una parte di lei, quante volte si era seduta tenendo tra le mani quella sua immancabile tazza di te caldo, con la consapevolezza che presto lui si sarebbe unita a lei, e avrebbero trovato il modo per andare avanti e sorridere nuovamente, insieme.

Beh, stavolta era sicura che non sarebbe andata così, dopo aver salutato Martha sul Tardis era sceso il silenzio, si sono separati ognuno immerso nei suoi pensieri, il Dottore più di tutti.

"Ehi sei qui" la voce di Donna la riportò alla realtà.

"Con la mia solita tazza di te" si sforzò di scherzare.

"Come va?" chiese mettendosi seduta davanti a lei.

"Vado avanti, come sempre" le fece un sorriso tirato, sapendo che non le avrebbe creduto.

"Dov'è il Dottore?" chiese senza alzare lo sguardo dalla bevanda calda che stava bevendo.

"Oh dopo che sei tornata in camera, si è messo a trafficare sotto la console" le rispose.

"Ti ha mai parlato, del suo passato?" chiese improvvisamente, Rose sospirò sapendo di cosa Donna stesse parlando.

"Mi ha accennato una volta, ma è difficile parlarne per lui, ed io non ho voluto insistere" spiegò sapendo bene che sarebbe stato sempre più difficile che lui si decidesse a parlarle.

"E voi due non avete mai pensato …. Lo sai" chiese sorprendendo Rose che arrossì immediatamente.

"Donna" la richiamò imbarazzata.

"Cosa? Capisco che siete di specie diverse, ma state insieme, quindi è logico pensarci" continuò la rossa con tranquillità.

"Non credo che siamo compatibili sotto quel punto di vista" spiegò la ragazza arrossendo.

"Vuoi dire che … voi due non avete mai …" si sorprese Donna.

"Oh andiamo Donna, lo hai detto anche tu siamo di due mondi completamente diversi, non credo che ci abbia mai pensato" ammise un po’ tristemente.

Aveva preso una decisione molto tempo fa, aveva scelto di viaggiare con lui, ed era stata pronta a rinunciare a tante cose della vita quotidiana umana, come appunto un rapporto completo con un uomo, soprattutto se quest'uomo era il Dottore.

"Vuoi un po’ di te?" chiese cambiando discorso e alzandosi.

"No, credo che mi farò una bella doccia calda e poi a letto" le rispose con dolcezza, Rose le sorrise grata per la sua pazienza e comprensione e uscì dalla cucina.

Sospirò pensando che Jenny, forse, sarebbe stata quel legame che cercava con il Dottore, un altro piccolo passo verso di lui e il suo cuore, o almeno sperava che lui si lasciasse avvicinare quel tanto che le avrebbe consentito di guarire il suo dolore. Prima di entrare nella sala della console, si fermò un attimo, fece un respiro profondo, ed entrò, lui come sempre era sotto la console a giocare con i comandi della sua nave.

"Ehi" attirò la sua attenzione, la guardò un attimo le sorrise e tornò a lavorare.

"Ho fatto del tè se ne vuoi un po’" gli propose dolcemente mettendosi accanto a lui.

"Forse più tardi" mormorò continuando a lavorare, Rose sapeva che lo faceva a posta, che per lui era un modo di non pensare.

"Credevo che fossi già a letto"

"Non ancora" ammise tentando di decifrare i suoi sentimenti, ma non riusciva a trovare quel loro collegamento.

"Come stai?" chiese poi a voce bassa torturandosi le mani.

"Sto sempre bene" le rispose, a tono basso. Rose chiuse gli occhi riconoscendo bene quel tono, lo faceva sempre quando le mentiva, lo aveva fatto anche dopo aver conosciuto Renette. E dopo di tutto quello che loro avevano passato insieme, non lo trovava giusto, ma non disse nulla, deglutì cacciando via le lacrime e l'urlo di disperazione che aveva scatenato quella piccola bugia e si alzò.

"Vado a letto allora, mi raggiungi, dopo?" chiese con un'ultima briciola di speranza.

"Non credo, ho delle cose da sistemare qui." Le rispose.

"Buona notte Dottore" disse per poi andare via senza aspettare la sua risposta.

 

Fine

 

Note finali: Spero davvero che non vi abbia deluso, alla prossima con "Un caso per Agatha Christie" (che poi lasciare il titolo originale no, vero -.-).

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