Next stop: Happiness!

di foreverwithyou
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***




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Capitolo 1
 
L’odore del terreno bagnato dopo una forte alluvione inebria ancora una volta le narici di Melanie. La stazione di Londra è molto affollata in questo piovoso giovedì di novembre eppure la malinconia avvolge il cuore della minuta ragazza. Con lunghi e malinconici respiri riempie l’attesa che la separa dal suo treno, quello che la porterà a Winchester. I nonni l’aspettano con ansia, sono due anni che non vedono la loro preziosa nipote. Edward Sanchez, il padre di Mel,  ha creduto proficuo l’allontanamento di sua figlia da Londra.

«L’affare che devo concludere è molto importante e richiede la mia permanenza a Los Angeles per due settimane e non posso lasciarti qui da sola, andrai a trovare i nonni. Ce la farai a stare senza di me, tesoro?»

Sicuramente ce la farà Mel a stare senza suo padre per un paio di settimane, la cosa che l’abbatte è la distanza troppo sentita da sua madre. Il divorzio è una ferita ancora aperta sulla sua pelle candida. Non crede di farcela. Si rinchiude nel suo cappottino rosso e guarda i vari treni che scorrazzano davanti a lei.
“C’è davvero una gran folla!” Dice tra se e se Mel guardando tutti quei pallidi volti londinesi intorno a lei.
Sbuffa silenziosamente per poi abbassare lo sguardo sulla copertina del suo libro preferito, Shakespeare - Romeo e Giulietta. Sua madre Suzanne le ha trasmesso la gioia di leggere. E’ un’insegnante di lettere, una persona semplice. Infatti il suo essere nobile e caritatevole non l’ha aiutata nella vita matrimoniale! Edward è un uomo tutto d’un pezzo, colto, intelligente e freddo come il marmo. Il suo carattere impossibile e impenetrabile ha mandato all’aria quello che sembrava, ma che non era, un matrimonio perfetto. Troppi conflitti, troppi litigi, troppe cose che non andavano “ad incastro” e si sfregavano facendosi del male e poi.. la rottura definitiva. Suzanne ha emigrato in Francia e si è rintanata nel suo appartamento sulla Senna mandando, ogni tanto, delle mail a Melanie in cui prometteva che presto si sarebbero viste. Quel giorno non è mai arrivato.
“Papà sarà già in volo.” Dice, ancora tra se e se, Mel guardando il suo orologio da polso che segna le undici. Tra uno sbuffo e l’altro Mel abbraccia la sua valigia azzurro cielo poggiata sulle sue gambe.
«E’ libero questo posto?»
Una voce fa sobbalzare Melanie. I suoi occhi verdi si posano sulla figura di un possente giovane biondo che le regala un meraviglioso sorriso. Anche se solo per qualche istante Melanie si sente viva, scongelata da quel ghiacciato vento di metà novembre.
«Certo, si sieda pure.»
I suoi modi dolci e affabili fanno spazio al bel giovane che non tarda ad accomodarsi accanto a lei.
«Odio Londra!» Dice il ragazzo guardando il cielo ricoperto di nuvole.
«Meglio scappare..» Dice Melanie guardando il giusto ed elegante profilo del ragazzo.
«Sfortunatamente non parto per un posto migliore di Londra.» Dice ghignando mentre poggia lo sguardo sul dolce viso di Mel che si limita a sorridergli.
“Infondo questo ragazzo non ha tutti i torti. La Gran Bretagna è costantemente ricoperta di nuvole. Se si deve partire meglio scegliere una meta calda e confortevole piuttosto che una umida e ancora più fredda come Winchester.” Dice, ancora nella sua mente, Mel.
«Sono Benjamin Jay Miller, molto piacere.» Dice il ragazzo tendendole una mano.
Sorpresa da quel gesto Mel fa sparire il suo sorriso. Era da tanto che nessuno si presentava a lei con quella delicatezza e quella sobrietà. Mel stringe la mano del giovane soddisfatta anche se sa che non lo rivedrà mai più.. “La sua mano è così morbida!” L’unico pensiero fugace della ragazza che rimbomba nella sua testa. Mel è rimasta davvero sorpresa nel trovare quella mano così calda e rassicurante.
Due treni si stanno accostando sempre più lentamente. Mel capisce che uno di quelli è il suo e che non deve assolutamente perderlo. Lascia la presa del giovane e si alza dalla panchina ritornando in posizione eretta, cosa un po’ difficile se si indossano dei tacchi così alti. Del leggero vento fa sventolare i suoi lisci capelli castani a mo’ di bandiera. Mel, prontamente, si porta il ciuffo dietro all’orecchio impedendogli di disturbare la sua vista. Lancia degli sguardi ai treni e riconosce il suo.
«Devo prendere questo treno.» Dice indicando quello con più vagoni.
«Che coincidenza! Anch’io devo prenderlo.» Dice Benjamin.
Peccato che la piccola Mel non lo ascolti per niente, è troppo concentrata sul treno. E’ la prima volta che si ritrova ad affrontare un viaggio da sola e non vuole sbagliare. Non può sbagliare.
«Qual è la sua fermata?» Domanda Benjamin per poi accorgersi che la ragazza è intenta ad imbarcarsi.
Sorride scuotendo il capo e si avvicina anche lui al vagone.
“Spero di rivederla, non mi ha neanche detto il suo nome!” Dice, tra se e se, il giovane Benjamin.
Il viaggio è di circa un’ora e dieci per Melanie. Sta per partire, per lasciare Londra.
“Spero che la risposta alla domanda di ammissione al College non arrivi nelle prossime due settimane!” Dice ansiosa guardando fuori dal finestrino. Rabbrividisce e sobbalza. “Il signor Miller, non l’ho salutato! Oh, penserà che sono una vera e propria maleducata.” Dice scuotendo il capo arrabbiata. “Chissà se lo rivedrò. Non so nemmeno se ha preso questo treno o no!”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***




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Capitolo 2
 
Il viaggio è alquanto noioso per Melanie, sfoglia di continuo il suo prezioso libro di Shakespeare non riuscendo a capire dove si fosse interrotta la sua lettura durante l’attesa del treno.
“Credevo di essere arrivata qui.” Pensa ingenuamente Melanie. Chiude il libro di botto stanca di sforzarsi ancora di più la vista in quel semibuio vagone del treno.
C’è una madre attorniata dai suoi presunti figli seduta di fronte alla ragazza. Mel la guarda sorridendo e la donna contraccambia con uno sguardo mezzo spazientito. I bambini non la fanno star tranquilla un attimo, fanno domande su domande.
“L’ingenua curiosità dei cuccioli!” Pensa Melanie. La fermata per Winchester è vicina. Melanie si abbottona il cappottino rosso e guarda il gelido panorama che scorre veloce fuori dal finestrino imponente. È ignara che, nel vagone dopo al suo, c’è il giovane Miller.
Il ragazzo inganna l’attesa abbozzando su un foglio bianco i fini lineamenti di Melanie.
Benjamin Jay Miller ha la passione del disegno sin da piccolo. Ha anche frequentato delle lezioni private quando viveva con i suoi. Ora è cresciuto, è un uomo ricco di bontà e umorismo e Melanie sembra essersi accorta di questo. Benjamin è dedito al suo disegno, al ritratto di quella fanciulla che spera di rincontrare presto, immagina i suoi occhi verdi e brillanti, la sua bocca rossa e carnosa, il suo minuto corpo avvolto in uno squisito e fine cappottino rosso. Ogni cosa di quella dolce sconosciuta è impressa nella sua mente e nei suoi ricordi.
Se solo sapessi il suo nome.” Il giovane Miller si incupisce con questi pensieri. Sente che, se sapesse solo il nome di quella creatura potrebbe fare ogni cosa in suo potere e molto di più per trovarla.
“Il treno si è fermato di nuovo. Chissà se lei scenderà qui o se è già scesa.” Benjamin non si da pace. E’ irrequieto, cosa strana per un tipo calmo e sereno come lui.
Dopo altri venti minuti di viaggio, questi senza soste improvvise e brusche, è arrivato il momento dell’ultima fermata: Winchester.
Benjamin si stringe la sciarpa al collo per proteggersi da quell’inaspettato vento che lo investe non appena esce dal vagone.
Melanie recupera la sua valigia dal vagone-bagagli e si incammina verso l’uscita della stazione per poter trovare un taxi che la porti alla villa di nonno Alexander e nonna Christina.
Benjamin, tra la folla e il vento che lo attanagliano, scorge alcuni suoi familiari e si avvicina a loro. Mamma Elizabeth gli va in contro e lo imprigiona nelle sue possenti braccia come solo una mamma sa fare.
«Ben, mi sei mancato.» Dice quasi commossa.
«Forza mamma, sono solo otto mesi che non mi vedi!» Dice ironico il ragazzo mostrando un sorriso felice e rilassato.
Elizabeth accarezza la guancia ruvida di Ben e rimane leggermente perplessa.
 «Ti stai facendo crescere la barba!» Dice quasi in un soffio.
Il ragazzo si limita ad accennarle un sorriso. E’ soddisfatto del suo aspetto. Elizabeth ha capito che suo figlio sta maturando, sta crescendo e quello era un evidente segno.
«Ciao fratellone.» Dicono in coro avvicinandosi una coppia di gemelli, i fratelli minori di Ben.
«Ragazzi, ciao a voi.» Dice ricevendo un doppio abbraccio.
Dopo il piccolo momento di ritrovo con i familiari Benjamin entra in macchina e si reca a casa, non vede l’ora di riabbracciare suo padre e sua sorella che mancavano all’appello.
Intanto Melanie è giunta alla residenza dei suoi adorati nonni paterni. Scende dal taxi e inizia a guardare la meravigliosa villa in lontananza recintata da un cancello alto in ferro. Un grande sorriso si accende a quella vista così familiare! Melanie viene disturbata dal tassista che le porge la sua valigia. Così, la ragazza lo ringrazia per la premura, lo paga e si incammina verso il cancello. Alza il braccio e lo agita alla vista di sua nonna affacciata al balcone. Dopo un primo momento di stupore, la signora Christina, si precipita in casa e scende le scale velocemente urlando che la sua Mel è arrivata catturando, così, l’attenzione del suo consorte intento a fumare la pipa. Mel vede sua nonna varcare la soglia della porta d’ingresso con tutto il suo fascino inglese e la sua camminata signorile. Si avvicina alla sua nipotina con le braccia spalancate pronta ad accoglierla sul suo petto e farle sentire tutto il calore materno che le manca da tempo. Delle parole rinchiuse e strette accompagnano il dolce momento finchè non si aggrega anche nonno Alexander.
«Che bello che sei qui, Melanie!» Dice la nonna accarezzandole il viso, una volta sciolto l’abbraccio.
La ragazza sorride felice di fronte alle due querce della famiglia, alle due persone più unite del pianeta.
«Hai fatto buon viaggio?» Domanda il nonno.
Annuisce, Melanie, in risposta alla domanda mentre lo guarda con occhi quasi da innamorata.
«Hanno costruito tante ville qui intorno, ciò significa che manco da parecchio.» Dice con tono avvolto dalla tristezza.
«Ci rifaremo dei due anni persi, mia cara.» Dice rassicurante la nonna facendole strada.
Mel entra in casa accompagnata da Christina e Alexander Sanchez, i suoi adorati nonni paterni e spera vivamente che le cose possano tornare come prima in un baleno.
Benjamin entra nel cortile di casa Miller accompagnato dai gemelli, Ethan e Alan, e da sua madre Elizabeth. La servitù gli apre la porta e lo accoglie nel modo più benevolo. Le gambe di Ben tremano, ha voglia di incontrare suo padre.
«Ben, sei tornato!» Dice una ragazzina con una lunga capigliatura bionda e ribelle con indosso un abitino color pesca.
«Rosie, piccola!» Dice Ben andando ad abbracciarla.
«Mi sei mancato tanto, fratello!» Dice sorridendogli.
«Sei cresciuta tantissimo in questi otto mesi.» Dice Ben.
Dopo il ritrovo con la sorellina quattordicenne Rosie, Ben apprende dalla servitù che suo padre è bloccato in azienda ma che sarà a casa per cena. Il ragazzo si ritira in camera sua rassegnato per disfare i bagagli.
Pensa a suo padre e alle sue parole prima della sua partenza per la St.Andrews University.

«Mandare avanti un’azienda è complicato al giorno d’oggi, figliolo. Temo che quest’anno farò i salti mortali per non fallire. Tua madre chiederà il divorzio non’appena glielo dirò! Tu studia e non preoccuparti per me.»

Il ricordo del tono rassicurante e ironico di Terence Miller fanno accennare un sorriso sulle sottili labbra di Benjamin.
Melanie, intanto, spalanca la finestra della sua stanza e si gode il panorama prima che la nonna la chiami per pranzare. Ci sono così tante nuove e belle case intorno a lei, i ricordi si rifanno vivi in modo intenso.
“Mi ricordo quando questa stradina era solitaria e quanto i miei nonni si incolpavano per aver scelto un posto così isolato dove abitare, poi se ne sono fatti una ragione e sono piombati così tanti vicini!” Pensa fugace la piccola Mel appoggiata al davanzale beandosi del venticello freddo che le percorre gli zigomi.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




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Capitolo 3
 
Dopo un pranzo rigorosamente inglese cucinato e servito da nonna Christina, Melanie decide di andare a sgranchirsi un po’ le gambe passeggiando per il piccolo quartiere di Winchester.

«Non ti allontanare troppo, bimba.»

Il tono della raccomandazione del nonno fa sorridere Melanie intenta a passeggiare per le strette stradine a lei familiari.
“Si preoccupa così tanto per me. E’ bello sapere che c’è qualcuno che ti vuole veramente bene.” Pensa Mel.
Alza il capo e si lascia invadere da quel fugace vento che soffia imponente sulla piccola Winchester. Socchiude le palpebre e si bea dei rumori delle auto, del chiacchiericcio della gente, delle urla dei bambini e del cuore della piccola cittadina che batte incessante in ogni dove..
«Mamma, io esco per un po’. Devo riabituarmi alla piccola Winchester visto che mi fermerò per un bel po’.» Dice il giovane Benjamin.
Una volta salutata sua madre con un bacio sulla guancia si dirige verso il centro città per fare delle ricerche. Lo sguardo limpido di Benjamin si posa sulle villette che si estendono per l’intero viale, piccole palazzine e graziosi negozi rendono ricca e viva Winchester. Cammina fiero Ben rinchiuso nel suo impolverato e sgualcito cappotto grigio. La sua barba punge al tatto, i suoi capelli ricci biondi sono arruffati e sconvolti. Ha un aspetto trasandato, tipico degli artisti. Perché Benjamin è davvero un artista. I suoi disegni lo portano in nuove dimensioni.È qualcosa di veramente magico per lui. Terminato il suo giro d’ispezione si siede, ormai stanco, su una panchina in legno nel bel mezzo del parco giochi. Questo posto gli è così familiare. Manca da tanto a Winchester. Otto mesi non passano in un soffio.

«Signorino Benjamin venga qui, non corra così veloce. Rischierà di cadere e farsi male!»

Il ricordo di quelle ore passate nel parco a svagarsi con le imprecazioni costanti della tata Marie fanno riempire il volto del giovane con un sorriso triste. Non è più un bambino ora, la tata non ce l’ha più. I suoi occhi grigi si riempiono di tristezza mentre scrutano ogni zona del parco. Ogni ricordo fa male al cuore ma allo stesso tempo fa bene. Ben è molto confuso, sente che potrebbe estendere la sua pausa dall’università per poter continuare a recuperare ricordi e avvenimenti a Winchester. Si sente davvero come una bussola ribelle che non vuole più indicare la strada giusta oppure, non ha più la forza di farlo.
Scuote il capo in modo veloce, vuole liberarsi di quei pensieri che non l’aiutano a concentrasi. Il suo album da disegno dalla copertina in pelle scura è accanto a lui, spera di essere aperto al più presto. Ben esaudisce la sua preghiera e lo solleva con la mano sinistra e lo poggia sulle sue gambe accavallate in modo signorile, lo apre lentamente Ben scorgendo, pian piano, i numerosi fogli bianchi e ruvidi che lo riempiono. L’album è la cosa più preziosa che Ben possegga. Una folata di vento violenta fa volare via alcuni fogli dall’album. Ben con un movimento veloce richiude l’album e lo poggia sulla panchina per poi alzarsi di scatto e chinarsi per raccogliere i fogli caduti.
“Fortunatamente sono solo fogli bianchi!” Pensa il giovane ma si ricrede subito dopo, alla vista della bozza del viso della dolce sconosciuta della stazione.
“Se avesse un po’ di colore potrebbe davvero risultare reale.” Si risiede sulla panchina Benjamin con il foglio tra le mani, guarda quelle linee marcate in tutta lentezza. Riesce a percepire le stesse sensazioni che ha provato ore prima mentre era immerso nel suo capolavoro. Durante la creazione, ogni tanto, alzava lo sguardo e lo lasciava cadere libero nel nulla cercando disperatamente di ricordarsi ogni particolare di quel meraviglioso viso.

«E’ libero questo posto?» Le chiese. 
«Certo, si sieda pure.» Gli rispose.

Con una semplice domanda sono iniziati i piacevoli tormenti del giovane Miller. Non riesce più a dimenticarsi di quella ragazza, gli occhi con cui lo ha guardato erano colorati di un verde bosco meraviglioso, si poteva vivere in quegli occhi. E la sua bocca? Ben se la ricorda molto bene: rossa, carnosa e ferita dai tanti morsi procurati dai denti. Ben sfiora con le dita quelle labbra disegnate con cura e maestria.
“Il suo ricordo è impregnato in me, ormai.” Pensa Ben come se non ci fosse più alcuna speranza di risalire in superficie da quell’oceano paralizzante e piacevole.
Melanie Sanchez fa il suo ingresso nel luogo della pace interiore, così lo definisce.
“Le zone immerse nel verde mi sono sempre piaciute, ho il pollice verde!” Pensa divertita Mel. Da piccola trascorreva con i nonni ogni estate, accompagnata anche dalla madre Suzanne e dal padre Edward, ma non aveva mai avuto modo di venirci in questo parco, era andata sempre e solo al lago.
“Non avevo molta libertà all’epoca. Mi domando come mai le cose siano cambiate in questo modo.” Pensa Melanie. All’improvviso sente il bisogno di sedersi, aguzza la vista e la panchina più vicina è a qualche metro da lei.
“E’ già occupata per metà da un giovane, forse sarà così gentile da scostare i suoi oggetti dall’altra metà per farmi riposare un po’.” Pensa Mel avvicinandosi.
«Scusi, è libero questo posto?» Domanda la ragazza distraendo il giovane intento a rammentare dolci ricordi.
«Certo.» Risponde sollevando l’album accanto a lui e poggiandoselo sulle gambe.
Alza il capo Benjamin Miller e incrocia uno sguardo verde che gli sorride insieme ad una bocca rossa e carnosa.

“Sei tu.”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



• Cambiato il banner. Bello, eh?. Be honest. •

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Nota AutriceNon ho mai scritto una nota autrice nei capitoli di NSH,                 
                                                    oggi ho deciso di scriverla, but I don't know why. Innanzitutto volevo dirvi grazie
                                                     per tutte le meravigliose recensioni che avete lasciato e per aver messo la storia   

                                                    nelle seguite/preferite/ricordate. NSH sta riscuotendo parecchio successo e io non
                                                    posso che esserne soddisfatta! Anyway, me ne vado e vi lascio al quarto capitolo.
                                                             
                                                                       Umilmente vostra,
                                                                       foreverwithyou





 

Capitolo 4
 
Benjamin Miller non ci crede. La ragazza che da ore gli offusca la mente è proprio davanti a lui. Il cuore del bel giovane va in subbuglio.
“I miracoli esistono, allora.” Pensa Ben che, da sempre, è molto scettico sulla religione. Si stropiccia gli occhi con le mani e fa spazio sulla panchina a quell’ angelo senza ali.
«Davvero lei è qui, accanto a me?»
La domanda del giovane fa sussultare Melanie immersa, già da un po’, nei suoi pensieri.
«Prego?» Domanda la ragazza, leggermente confusa.
Ben le tende una mano e le sorride. Un sorriso familiare a Mel, uno di quelli che non si dimenticano con facilità. Inizia a scrutare il viso di quel giovane inglese. Cerca in lui qualche ricordo, qualche aiuto.
«Benjamin Jay Miller.» Dice la ragazza dopo un lungo attimo di silenzio.
«Veramente questo avrei dovuto dirlo io!» Dice il ragazzo sorridendole.
Mel ricambia il sorriso alquanto imbarazzata. Gli stringe la mano e sente in lei una specie di scossa elettrica. Quella mano così morbida, quella voce così acuta … Benjamin Jay Miller è il ragazzo della stazione.
Finalmente si sono rincontrati. Ben è entusiasta di Mel, una dolce e giovane ragazzina nata e cresciuta nel centro di Londra da due genitori, da come racconta, splendidi anche se non si sofferma tanto sull’argomento e, Ben è talmente galante da non domandarle il perché. Ha una grande passione per la lettura e, per Shakespeare, in particolare. Ben si lascia cullare dal dolce suono delle parole di Mel mentre lei racconta. La guarda con i suoi profondi occhi semigrigi, guarda quei lineamenti piccoli e perfetti su cui avrebbe potuto trarne ispirazione per i suoi disegni. Guarda le sue mani che gesticolano a mala pena, i movimenti lenti delle sue labbra che lasciano fuoriuscire parole su parole in quelle lunghe ore.
E’ la volta di Ben. Anche la piccola Sanchez è molto curiosa sulla sua vita. Apprende che Ben è un uomo di un indubbio fascino e smisurata ricchezza. La sua famiglia possiede la villa accanto a quella dei suoi nonni e anche un ranch fuori città dove si recano per l’estate. Nel suo racconto Ben incrocia, spesso e volentieri, il suo sguardo grigio con quello verde di Mel.
“E’ molto bello!” Sorride Mel a quel fugace pensiero.
Terminato l’ avvincente racconto di Ben, la ragazza si accorge che il tramonto è vicino e che non dovrebbe far preoccupare i nonni ulteriormente. Si alza dalla panchina, si aggiusta il cappottino rosso fiammante e tende una mano a Ben.
«Arrivederci, Benjamin.» Dice la ragazza con un tono imbarazzato.
«Sicuramente.» Ricambia il ragazzo.
Le loro mani sono come incollate e gli occhi di Ben imprigionano quelli di Mel ancora una volta. E’ diverso adesso. Il cuore di Mel sta impazzendo, non è mai stata così presa da un ragazzo prima d’ora. Di giovani ricchi Londra ne è popolata ma Ben è diverso. Sfila via la sua mano da quella di Ben. Ritorna a respirare e ricuce tutto con un sorriso che Ben ricambia prontamente.
Miller vede la ragazza allontanarsi ma non se ne dispiace.. Ora sa che il miracolo della stazione è vero.
Melanie torna a casa con un gran sorriso stampato sul volto, si sente così emozionata e la nonna se ne accorge. Domande inquisitorie assalgono Mel alle quali risponde con un semplice “niente”.
«Fai la furbetta Melanie, sei qui da nemmeno dieci ore e già fai conquiste.» Dice divertita nonna Christina mentre vede il magro corpo della sua nipotina allontanarsi nel corridoio.
Mel si chiude in camera e spalanca la finestra, vorrebbe urlare al mondo la sua felicità ma si contiene e sorride semplicemente. Guarda i numerosi tetti delle villette della bella Winchester, tutti rigorosamente rossastri mischiati al marroncino.
“Tutto mi sembra così bello!” Pensa Mel.
Benjamin spalanca la porta d’ingresso più raggiante che mai. I gemelli sono esseri molto curiosi ma mamma Elizabeth sa come reprimere le domande inopportune dei piccoli insolenti.
“E’ tutto perfetto, stasera!” Pensa il giovane Miller. La cena sta per essere servita in tavola e i fratelli Miller creano caos per casa, non vedono l’ora di rimpinzarsi lo stomaco con lo stufato di Adele. Ben viene chiamato da Rosie per mettersi a tavola. Qualcosa fa bloccare l’andatura di Ben in sala da pranzo. Suo padre è appena rientrato e sta ricevendo il benvenuto da Ethan e Alan.
Appena gli occhi grigi del giovane si scontrano con quelli azzurri di Terence Miller, Ben si precipita giù per le scale e corre ad abbracciare quell’uomo che tanto gli è mancato mentre era in Scozia, suo padre.
«La cena è pronta, famiglia Miller.»
La voce di Adele rompe quel momento magico ma che è durato un po’ troppo. Ben è un sentimentale, fissato con la famiglia, il che è una virtù al giorno d’oggi. La famiglia Miller segue le indicazioni di Adele e si accomoda a tavola. Chiacchiere e risate riempiono la sala da pranzo quella sera come se tutto avesse di nuovo un senso.
«E’ bello riaverti con noi, figliolo.» Dice Terence Miller concludendo il discorso che accompagna il suo brindisi in onore di Benjamin.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***




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Capitolo 5

 
Nonno Alexander avvisa Melanie che la cena è pronta in tavola. La ragazza segue il nonno fino alla cucina per poi prendere posto accanto a lui. Respirare gli odori delle spezie e l’amore dei nonni permette a Melanie di godersi la cena.
“Niente può andare storto a Winchester, ritroverò la serenità!” Pensa fugace Mel.
Un freddo pungente e una pioggia inaspettata assalgono la piccola cittadina inglese, stamane. Melanie fa fatica ad alzarsi, le piacerebbe tanto rimanere a letto a sfogliare quelle pagine un po’ ruvide di uno dei suoi preziosi libri.
Le piacerebbe, purtroppo nonna Christina è decisa a trascinare sua nipote con se per negozi alla ricerca delle “spezie perfette”.
Una donna ricca di sapori, nonna Christina, ha sempre messo la cucina prima di tutto. Si è rimboccata le maniche, quando sua madre morì, per sfamare i suoi numerosi fratelli e suo padre. Melanie sorride compassionevole alla vista del viso della nonna. Un viso tanto riccio quanto vissuto.
«Ti accompagno, nonna. Dammi solo il tempo di prepararmi.» Dice Melanie dopo averle lasciato un dolce bacio sulla guancia.
Escono per le stradine di Winchester, nonna e nipote a braccetto. Sembrano due donne normali, senza problemi. Proprio così vogliono essere considerate. I dispiaceri che riserva la vita devono essere custoditi come un segreto inviolabile. Un codice segreto avvolge la famiglia Sanchez, quel codice che li unisce tutti ma che qualcuno ha spezzato. Suzanne, la madre di Mel.

«Le sono grata solo perché ha messo al mondo mia nipote.»

Le parole di Christina erano state molto chiare. Suo figlio Edward aveva compreso il suo dispiacere nel vedere sua nipote abbandonata da una madre ingrata e lunatica. I motivi di quel gesto folle di Suzanne sono, ancora oggi, un mistero per la piccola famiglia Sanchez ma a Christina non importa..
“Finchè il mio cuore batterà sarò io la madre di Melanie.” Questo è il suo compito. Il compito che si è imposta da sola e che è fiera di svolgere.
Anche nonno Alexander ha deciso di appoggiare sua moglie in questa ardua camminata. È un gesto pieno d’amore il suo, avrebbe anche potuto fermarla ma non l’ha fatto. Ha dato piena fiducia a sua moglie, ha creduto e crede nelle sue capacità di madre e di donna. Una cosa rara se si parla di coppie. Alexander e Christina nei loro quarantacinque anni di matrimonio non si sono mai divisi, nemmeno per un secondo. Sempre insieme, sempre uniti. Ecco perché Mel li definisce “le querce della famiglia Sanchez.”
Benjamin è sempre più preso dai suoi colori e dalle sue sfumature. Si sfiora, con le dita, quel poco di barba che ha e perde lo sguardo in quella pittura astratta che ha di fronte. Una tela completamente ricoperta di un rosso abbagliante intersecato con un verde bosco e un miele dorato. Gli istinti hanno guidato la sua mano che stringeva il pennello a realizzare quell’opera. Benjamin respira affannoso.
“Melanie Sanchez.” I suoi colori più vispi sono riportati su quella tela.
Ben, con un po’ di immaginazione, può scorgere il viso della dolce ragazza tra quelle strisce di colore.
«Alquanto raccapricciante!» Dice Ben.
Si può udire una vena d’ironia nelle sue parole. Ovviamente, per lui, è sempre un piacere vedere il viso di Mel ma preferirebbe che fosse in “carne ed ossa” davanti a lui. Così, decide di uscire di casa per prendere un po’ di gelo. Passeggia per le quiete strade di Winchester, affascinante e trasandato mentre osserva le vetrine dei negozi. Durante la sua passeggiata incrocia lo sguardo di una fanciulla a lui familiare. Uno sguardo verde e profondo.
«Melanie!» Dice Benjamin avvicinandosi alla giovane ragazza.
Quest’ultima riempie i suoi occhi di un’inaspettata gioia.
«Benjamin.» Dice trascinata dalle emozioni.
Il suo tono non lascia trasparire nulla però Mel è contenta di vederlo lì. Sorride, finalmente.
«Non ho mai visto un sorriso più bello!» Dice sottovoce Ben perdendosi in quell’abisso di emozioni che lo travolgono.
 Il tempo sembra essersi fermato. Solo una persona richiama nel mondo reale i due giovani, nonna Christina.
«Lei chi è?.» Domanda la nonna al biondo giovane.
Dopo una furtiva presentazione Benjamin percorre un grosso pezzo di strada con le due donne chiacchierando amichevolmente con loro. Durante quei lieti minuti Ben capisce che i Sanchez sono i suoi vicini.
«Guarda un po’ che coincidenza!» Dice Christina lanciando sguardi complici alla nipote che tenta di nascondersi in se stessa. Rincasano portando anche Benjamin con loro. Del the e dei pasticcini accompagnano altre chiacchiere e vecchi aneddoti. Le due famiglie sono sempre state molto pacifiche e cordiali l’una con l’altra. È tutto così scorrevole e semplice.
“All’improvviso scopri di avere amici.” Pensa Mel sorridendo. “Meraviglioso!”


Nota Autrice: Qualcuno mi applauda, è la seconda nota autrice che scrivo per questa storia.
      Spero questo capitolo vi sia piaciuto e che lasciate qualche parere.
                               Detto questo, scappo a fare le mie cose. Ci rivediamo al prossimo aggiornamento!

                                          Umilmente vostra,
                                          foreverwithyou

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***



Capitolo 6
 
Ben ha lasciato da poco la residenza dei Sanchez per tornare a casa. Dipingerà, o forse leggerà.. ormai non fa altro. Winchester gli trasmette una tranquillità assurda! È felice di essere ritornato.
Melanie, intanto, si è rintanata in camera. Vuole stare un po’ da sola, sdraiarsi sul letto duro, chiudere gli occhi e pensare a Benjamin.
Un sorriso sorge sulla carnosa bocca della ragazza rilassandole il volto pallido. Tutto è, alquanto, meraviglioso!
Melanie stringe forte il cuscino tra le sue braccia come se volesse rimanere aggrappata alla realtà. Una realtà in cui c’è Benjamin Miller e i suoi discorsi da “sindaco del paese”.
Nonno Alexander fa il suo ingresso nella camera della nipotina e tossisce per attirare la sua attenzione.
«Ho bussato tre volte, dormivi?.» Domanda il nonno con la fronte corrugata.
Melanie si alza di scatto dal letto e guarda il nonno sorridendo, come se si stesse prendendo beffa di lui. Nonno Alexander, purtroppo, non è perspicace come nonna Christina. Le cose gli si devono spiegare passo per passo altrimenti non capisce. È troppo chiuso nei suoi anni cinquanta per capire il “mondo moderno” ma per Melanie non fa differenza, anzi, è contenta che suo nonno non sia un impiccione come sua nonna.. Si stringe forte alla sua vita come faceva da bambina e gli dice un rapido “ti voglio bene” poi corre di corsa giù per le scale e si reca in salotto per scegliere un libro con cui passare le ore pomeridiane.
Opta per un di quei romanzi rosa di cui la nonna è dettagliatamente munita. Tutte le collane di Barbara Cartland ed Elinor Glyn sono sfarzosamente messe in mostra sull’ampio scaffale della libreria in legno scuro che domina una gran parte della parete del salotto.
«Con tutta la tecnologia moderna ti affidi ancora ai cari e vecchi libri?!. Sei unica Mel.» Dice nonno Alexander interrompendo la lettura appassionata della ragazza che si limita a fare di sì col capo.
Ormai Alexander è circondato da lettrici di alto livello. Sia sua nipote che sua moglie hanno una cultura infinita sui romanzi rosa e sui libri in generale. Lui, oltre a leggere i manuali d’istruzione degli elettrodomestici e il quotidiano, non si appassiona ad altre righe. Sua moglie Christina, invece, ama solo i libri di autrici inglesi e di genere romantico. La lettura è un’epidemia per tutte le donne Sanchez. Suzanne, Mel, Christina.. tutte malate per i libri.
È proprio vero, Dio li fa e poi li accoppia.
Non sempre, però, queste accoppiate sono destinate a durare. Suzanne ha spezzato il cerchio che avvolgeva la famiglia.. pian piano è stato ricostruito ma, una volta rotto, nulla torna più come prima. Infatti la mancanza di Suzanne è chiaramente visibile negli occhi di Mel. Sono vuoti, cupi.. Christina e Alexander si sono accorti di questa cosa ma non sanno che fare.
Suzanne sembra essere sparita nel nulla. Una mattina andò via lasciandosi dietro una lunga fila di promesse. Promesse mai mantenute. Melanie sta ancora aspettando una sua e-mail.
Improvvisamente, nonna Christina, urla a gran voce dalla cucina. Nonno e nipote accorrono velocemente. La nonna ha un gran sorriso stampato in faccia.
«Tuo padre al telefono!» Dice tendendo la cornetta a Melanie.
Dall’altra parte del mondo, Edward Sanchez, chiama la sua bambina per sapere di lei..
Anche se la telefonata è stata breve, Melanie si sente di nuovo viva. È contenta che suo padre l’abbia chiamata e rassicurata di un suo imminente ritorno.
Nella dimora dei Miller si è esteso un dolce profumo di focaccia che fa rinsavire i gemelli dal loro riposino pomeridiano. Benjamin è dedito alla sua pittura da ore, ormai. Rosie lo coinvolge nei suoi studi filosofici.. Vuole che il fratello si distragga un po’ e la smetta di pensare a qualunque cosa stia pensando. Mamma Elizabeth si è estraniata dal “gruppo-giovani” in casa e si riposa sulla panca in giardino avvolta nell’essenza di rosa emanata dai suoi fiori. Terence è ancora in azienda, non tornerà prima di cena. La routine dei Miller è rimasta la stessa, anche da quando è tornato il primogenito Ben. Nessuno ha spostato o cancellato impegni. Tutto è rimasto impeccabilmente regolare e, non dispiace alla famiglia che sembra serena e sollevata.
Una vita agiata è tutto ciò che li fa stare bene oppure, anche l’amore che regna tra i vari membri, è un contributo alla loro felicità?. Questa è davvero un’ottima domanda. 


 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***



Capitolo 7
 
Stufa di qualsiasi riga shakespeariana, Melanie, decide di uscire e prendere un po’ d’aria.
“È un intenso vento occidentale che accompagnerà la giornata di oggi.. Davvero fantastico!” Pensa Mel.
Ciò, però, non la ferma. Si munisce di giacca, sciarpa,stivaloni ed esce di casa.
“Una buona passeggiata alla mercé di questo ventaccio mi farà bene..” L’ironia nei pensieri di Mel regna sovrana oggi..
Dopo essersi allontanata pochi metri dal cancello di casa dei nonni scorge una macchina nera con accanto un ragazzo alto e biondiccio.
“Benjamin?!.” Il cuore di Mel inizia a battere all’impazzata appena ha la certezza che quel giovane è davvero Ben. Respira affannosamente nella sua sciarpa bianca mentre ammira l’immensa compostezza del ragazzo. È un signorino inglese in tutto e per tutto, nulla è cambiato dalla sua precaria residenza in Scozia.
Melanie non riesce più ad avanzare neanche di un passo. La sola presenza di Ben la paralizza, le fa gelare il sangue nelle vene più di questo vento di novembre.
Il bel Miller si sente infastidito, quasi osservato, alza lo sguardo e vede una figura esile rinchiusa in un ingombrante cappottino grigio chiaro e un visino per la metà coperto da una grande sciarpa. Due occhioni verde bosco si intrecciano con i suo grigi e limpidi. Benjamin alza una mano sorridendo alla vista familiare. Melanie fa lo stesso anche se in modo abbastanza impacciato. Ben vorrebbe ritornare all’incarico che si è imposto ma non ci riesce, continua imperterrito a fissare Melanie che inizia ad avanzare lentamente. Il ragazzo si sente vacillare le ginocchia ad ogni tonfo degli stivali rossi sull’asfalto della ragazza. Suda, a novembre con un grado sotto zero lui suda. È finalmente di fronte a lui la piccola Sanchez. Gli sorride.
Su quelle labbra rosse come il fuoco, screpolate dal troppo gelo su cui Ben ha sempre fantasticato, ora appare un nuovo sorriso. Le ricambia il dolce gesto senza proferire parola.
«Cosa stavi facendo?.» Domanda di spirito Melanie.
«Tentavo, in tutti i modi, di far ripartire la mia vecchia auto. Troppi mesi rinchiuso alla St.Andrews mi hanno fatto perdere la sensibilità su queste cose!.» Risponde.
«Lascia fare a me, sono esperta di motori!.» Dice Melanie strappandogli le chiavi dalle mani con un sorrisetto beffardo.
Dopo essersi seduta al posto di guida, infilato la chiave e fatto un po’ di pressione sull’acceleratore ecco che la macchina da segni di vita. Un gioco da ragazzi per Melanie! Benjamin rimane stupefatto dall’esperienza meccanica della ragazza e inizia a fare domande su domande a cui Melanie trova un’unica risposta: «Libri.»
«La tua unica fonte di vita, scommetto!.» Dice il ragazzo sorridendo.
Annuisce benevola, Melanie, mentre apre lo sportello dell’auto ma viene, prontamente, fermata da Ben che la invita a fare un giro per la piccola cittadina. «Ad una condizione: guido io.» La risposta netta di Mel fanno abbassare la cresta al giovane Miller che si posiziona affianco a lei.
«Ricacci dal garage la tua vecchia auto decapottabile per andare a farci un giro in pieno inverno. Sei davvero unico!» Dice Mel intenta a guidare con le risate di Ben in sottofondo.
Effettivamente non aveva tutti i torti.
Quale essere umano deciderebbe di uscire con la sua auto decapottabile il ventisei novembre?. Solo Benjamin Jay Miller.
Dopo un lungo giro in preda al vento più pungente e gelido, i ragazzi decidono di fermarsi e di andare a bere qualcosa di caldo in un bar nelle vicinanze.
«Un buon caffè ci rimetterà in sesto, bevi!.» Dice Benjamin porgendo una tazza colma a Melanie.
«È il minimo che tu possa offrirmi dopo tutto quel vento che mi hai fatto prendere.» Risponde scherzosa.
Si limita a ghignare Ben per poi iniziare a sorseggiare.
Il contenuto fumante delle tazze poggiate sul tavolino, la poca gente intorno che mormora e il silenzio che c’è tra i due ragazzi.. Alcuni lo definirebbero “imbarazzante” invece, per Mel, è un ottimo momento per osservare al meglio Benjamin.
La testa china nella sua tazza. I ricci biondi arruffati dal vento che gli pendono sul viso. Le mani grandi e rosee che, al contatto con la tazza bollente, tremano. Gli occhi che non guardano altro che il caffè nero che va sempre diminuendo ad ogni sorseggiata. Lo spirito infreddolito. Semplicemente Benjamin.
La piccola Sanchez accenna un sorriso mentre gira il cucchiaino nell’infuso al caffè che le è davanti.
«Ti senti un po’ meglio?.» Domanda Benjamin guardando Melanie.
Annuisce in segno di risposta per poi sorridere ampiamente. Ben è davvero innamorato del sorriso di Mel.
Un impulso veloce ed elettrico avvicina il viso del ragazzo a quello della ragazza. La lontananza tra di loro si azzera quando Ben posa delicatamente le sue labbra su quelle di Mel regalandole l’emozione del primo bacio.
Melanie non riesce a pensare, non è lucida. Rimane immobile in quei pochi secondi in cui si ritrova ad assaporare le labbra calde e morbide con il retrogusto al caffè di Ben sulle sue.
Una volta distaccati Melanie riprende a respirare.
Ben si accorge del suo nervosismo e accenna un piccolo, incoraggiante sorriso. La ragazza lo guarda con le sue pozze verde bosco e cerca in lui delle risposte a quel gesto così incomprensibile. Quella stessa scena, probabilmente, l’aveva letta in uno dei suo tanti libri.. però, viverla nella vita reale è ben diverso.
Sbatte gli occhi ripetutamente facendo ondeggiare quelle lunghe e sontuose ciglia.
«Mi sento bene con te, Melanie. Tu mi fai stare bene.» Dice sorridendo e accarezzandole il mento.
Melanie, dopo un lungo momento di pausa, ricambia il sorriso e fa scivolare le sue braccia intorno al collo di Benjamin attirandolo, poi, a se per riassaporare il gusto delle sue labbra al caffè.
Il secondo bacio che li unisce è ben diverso dal primo. C’è più coinvolgimento, adesso. Le lingue dei due ragazzi di cercano focosamente, in modo quasi brutale.. Forse è lo sfogo per essersi desiderati così tanto o è solo la gioventù un po’ folle che li spinge a farlo. Avendo entrambi gli occhi chiusi, il tatto è la loro vista. Si cercano e si accarezzano come due semplici amanti.
Amanti felici di essersi trovati.
Terminato quel momento così intenso e magico, Ben e Mel ritornano a guardarsi e a sorridere. Quello che è successo lo considerano meraviglioso, imparagonabile.
«Facciamo un giro per il paese. Ti va?.» Dice il ragazzo tendendole una mano che, lei, afferra.
Melanie si fida di Benjamin. Si può fidare di lui. Un miscuglio così concentrato di emozioni non lo aveva mai provato. È tutto nuovo, tutto così naturale. Melanie Sanchez ne è affascinata. Non sapeva che esistesse questo lato, alquanto dolce, della gioventù. Credeva che la sua età sarebbe stata divisa tra libri e studi. Evidentemente non è così! C’è tanto da scoprire, tanto da fare e Melanie se n’è accorta!

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***



Capitolo 8
 
Quella che doveva essere una fredda giornata d’inverno si è trasformata in una radiosa giornata primaverile. Il canto degli uccelli, la brezza fresca e il sole splendente.
Ovviamente, tutto questo è nella testa di Melanie che è rincasata con gli occhi strabordanti di felicità e i nonni se ne sono stranamente accorti.
Si tuffa tra i numerosi cuscini rosa che invadono il suo letto e, dopo averne abbracciato uno, riprende a pensare a quello che c’è stato tra lei e Benjamin e a come è semplice riacquistare la felicità.
Dopo mesi passati a piangere e a fingere di stare bene ora, si merita questo e altro..
La ragazza, però, non perde la speranza che un giorno sua madre la chiami o, meglio, che ritorni a casa pentita del gesto affrettato che ha compiuto.
Ma non vuole pensare a questo adesso.
Deve concentrarsi su questa nuova relazione che sta nascendo. Deve cercare, in tutti i modi, di far funzionare le cose.
Melanie sente che Ben è troppo importante per lei e che perderlo significherebbe affogare, di nuovo, in un oceano di disperazioni.
“Non voglio.”
I pensieri di Mel sono dannatamente chiari. Non vuole più soffrire, vuole semplicemente stare bene.
“Chiedo troppo?!.”
Pensa con una lacrimuccia che le percorre lentamente la guancia rosea. Le sue labbra si restringono e tremano mentre le sue mani imprigionano una foto di Suzanne e lei qualche anno prima a Londra.
“Non voglio stare male, ma non voglio nemmeno dimenticarmi di te. Voglio che torni..”
Un cumulo di pensieri assordanti sono stati capaci di rattristare Melanie che si riaddormenta con gran fatica.
La cena a casa Miller procede in modo scorrevole. Ethan e Alan non fanno altro che bisticciare su chi mangerà l’ultimo muffin e Rosie è sempre più presa dal suo diario e i comuni segreti di un’adolescente.
Benjamin, invece, è assente. Il suo cervello non è a tavola con i suoi cari ma da un’altra parte.
Melanie, è tutta colpa sua. Ha stregato il giovane Miller che non riesce nemmeno a mangiare.
Vuole rivederla, vuole assaporare ancora le sue labbra, vuole tenerla ancora stretta a se. Per fare questo, però, dovrà aspettare l’indomani..
Quindi si alza di botto dal tavolo e annuncia il suo ritiro in camera. Mamma e papà Miller lo guardano sbigottiti: Ben non aveva fame, voleva solo che il tempo passasse in modo rapido.
Si rinchiude nella sua stanza e si infila sotto le coperte. Spente tutte le luci serra gli occhi in modo forzato.
“Devo dormire, devo dormire.” Pensa ripetutamente.
Il grande orologio in casa Sanchez segna le sette e trenta minuti. La casa è ancora dormiente, solo nonno Alexander è già in piedi a sorseggiare the in cortile e a leggere il quotidiano del giorno precedente.
«L’aria gelida del mattino non fa bene agli anziani.» Dice Christina avanzando verso il suo consorte.
«Per fortuna che io non sono un anziano!» Dice Alexander alzandosi e dandole un leggero bacio sulle labbra.
«Melanie dorme ancora.» Dice Christina sedendosi.
«Lascia che si riposi. Quella ragazza ha diritto almeno a questo.» Dice Alexander piegando in due il giornale e poggiandolo sul tavolo.
Christina annuisce in segno di risposta rimanendo in silenzio per un bel po’ assaporando quel fresco vento mattutino.
«Entro altrimenti mi prenderò un accidente!» Borbotta la nonna correndo in casa.
Melanie apre leggermente gli occhi. È sveglia e guarda il soffitto della sua stanza dipinto rigorosamente di un rosa pallido.
Sta iniziando una nuova giornata nella piccola Winchester, una giornata che si spera positiva.
Con un po’ di fatica, si tira a sedere e si gratta il capo sbadigliando.
“Ben, sei sveglio?.” Pensa Melanie arrossendo ingenuamente.
Si posa le mani sulle guance e sorride scuotendo il capo.
Un messaggio inaspettato le interrompe il dolce momento. È di Ben. In fretta e furia si veste e corre in cucina.
«Buongiorno, nonna. Ci vediamo più tardi!» Dice prendendo un croissant e correndo verso la porta.
«Melanie, ma dove corri così di fretta?» Domanda Christine.
«In paese. Ho da fare delle commissioni urgenti!» Risponde Melanie.
Con il croissant stretto tra i denti e la borsa nel pugno della mano destra raggiunge lo Starbucks dove a breve incontrerà Benjamin.
L’infreddolito Miller è impaziente. Seduto al tavolino vicino alla vetrata laterale del locale con le mani infilate in tasca e lo sguardo rivolto fuori.
“Starà arrivando. Avrà letto il mio messaggio..” Pensa tra un sospiro e l’altro. Dopo pochi secondi vede avvicinarsi una figura minuta, protetta in un cappottino bianco che attraversa l’incrocio per poi entrare nel bar.
«Melanie!» Dice Ben alzando una mano con la speranza di essere notato.
Mel si volta e gli sorride.
«Scusa il ritardo ma non mi hai dato nessun preavviso.» Dice accomodandosi di fronte a lui.
Ben scuote la testa sorridendo.
«Non importa. M’importa solo che tu sia qui!» Dice prendendole la mano.
La mattinata trascorre velocemente tra caffè, biscotti e brioche..
Mel e Ben sembrano felici. Si sorridono, si guardano.. Sentono che non potrebbero vivere l’uno separato dall’altro.
Benjamin, verso le undici accompagna Mel a casa. Si fermano al cancello. La presenza indiscreta di nonna Christina è ferma all’uscio della porta come una guardia svizzera.
Guarda i due ragazzi in modo abbastanza inquietante.
«Chris, ma vieni dentro. Cosa stai facendo lì ferma come un’allocca?!.» Domanda, spazientito, nonno Alexander che, come al solito, non capisce mai nulla di quello che gli succede intorno.
«Non bene. Troppo immaturi per una cosa simile.» Borbotta Christina fregandosene alquanto delle lamentele di suo marito alle sue spalle.
«Ma che cosa dici?!. Dio mio, aiutami.» Dice, imperterrito, Alexander recandosi in cucina con le mani giunte.
Un leggero bacio d’addio è tutto ciò che Ben può dare a Mel.
In realtà, lui vorrebbe stringerla forte a sé, sentire il calore del suo corpo e, poi, forse, lasciarla rientrare in casa.
«Meglio che vada prima che tua nonna mi uccida!» Dice il giovane biondo provocando la debole risata della sua innamorata.
«D’accordo.» Dice Melanie con una vena di tristezza.
Ben, con un gesto improvviso, avvicina la sua bocca all’orecchio di Mel. Le scosta i capelli di troppo e le sussurra qualcosa che fa riaccendere un sorriso alla ragazza...
Dopo una piccola lotta di sguardi con sua nonna, Melanie, riesce finalmente a ritirarsi in camera e a stare un po’ da sola con i suoi pensieri prima di pranzo.
Un gran sorriso illumina il viso della ragazza che si distende sul letto e pensa al suo dolce Benjamin e al loro “incontro segreto” che si terrà tra qualche ora.
“Non vedo l’ora!” Pensa prima di chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dall’amore.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



Capitolo 9
Melanie si stende delicatamente il lucidalabbra color pesca sulle sue carnose labbra.
L’immagine di una graziosa signorina inglese riflette limpida nello specchio.
Mel è fiera di se e di quello che sta diventando. Le sue mosse non sono mai state più giuste.
Sente che amare Ben è la cosa più naturale del mondo!.
“Sono carina.” Ammette imbarazzata.
Esce dalla sua stanza di soppiatto e scende le scale lentamente. Le maledette scarpe col tacco fanno un rumore assurdo!
“Zitte, disgraziate.. Sveglierete la nonna dal suo riposino!” Dice prendendosela con esse.
«Dove vai così carina?.»
La voce della nonna fa sobbalzare Melanie ad un passo dalla “libertà”.
«Nonna, pensavo dormissi!»  Dice la ragazza grattandosi il capo.
Il vestitino che indossa viene ispezionato a dovere da nonna Christina che si avvicina lentamente.
«Non mi rispondi?. Ti vai ad incontrare col giovane Miller?.» Domanda inarcando un sopracciglio.
Senza proferire parola, Melanie, annuisce ripetutamente in preda al nervosismo.
Teme una reazione sbagliata dalla donna che tanto stima.
«E che ci fai ancora qui?. Non farlo aspettare!» Dice sorridendo.
Il cuore di Melanie pulsa ad una velocità impressionante. Non crede alle sue orecchie. Sua nonna le stava dando la “libera uscita”.
«Ti voglio bene, nonna!.» Dice abbracciandola forte.
«Si, si.. Ora vai prima che cambi idea e ti faccia restare qui a ricamare con me!» Dice minacciosa.
Melanie si fionda fuori dalla tenuta dei nonni ed esce in strada. Benjamin le aveva dato delle indicazioni precise:

«Nostro primo bacio. Ti aspetto lì.»

Una volta lì, Melanie si guarda intorno, cerca Benjamin per quelle stradine semi-isolate di quel piccolo quartiere.
«Ciao.»
Una voce la fa sobbalzare, ancora una volta. Ora, però, è quella di un uomo..
«Ben!» Dice girandosi e abbracciandolo.
È come se non si vedessero da secoli!. Sciolto l’abbraccio, i ragazzi, si guardano e si sorridono in modo dolce e sincero poi, Ben, prende la mano di Mel e la guida verso il posto in cui devono recarsi.
«Cos’è?.» Domanda curiosa Melanie indicando una casupola sperduta in lontananza.
«Un posto magico.» Risponde Benjamin sorridendole.
Una volta dentro, Melanie avverte una calma e una serenità da far venire i brividi.
Si guarda intorno mentre Ben accende il camino.
“Tutte le sfaccettature dell’arte di Benjamin sono racchiuse in questa casa..” Pensa Mel guardando le numerose tele adagiate sul pavimento.
Sorride la piccola Sanchez davanti a tutti quei colori e quelle bozze mai finite.
«Sono meravigliosi!» Dice Melanie dando voce ai suoi pensieri.
Benjamin la sente e sorride.
«Non li ho mai fatti vedere a nessuno. Nessuno sa che li tengo qui..» Dice avvicinandosi.
Un’espressione interrogativa si dipinge sul volto della ragazza.
«Sai, questo è il mio posto segreto! La mia famiglia lo voleva vendere prima che io partissi per l’università ma io dissi loro di aspettare. Sono stati tanto pazienti e, alla fine, ho deciso cosa fare di questa baracca!.» Dice Ben guardandosi intorno.
«Il tuo spazio creativo, dove ti puoi concentrare in tutta tranquillità!» Dice, concludendo, Melanie.
I due giovani incrociano i loro sguardi e si sorridono.
Mel è molto perspicace, capisce esattamente il concetto di “solitudine” espresso da Benjamin.
«Sei molto speciale per me, Melanie. Ecco perché ti ho portata in questo posto. Questa casa è come se fosse una parte nascosta di me.»
Melanie è pietrificata dalle parole del suo innamorato. Non sa davvero cosa dirgli, così gli getta le braccia al collo e lo attira a se baciandolo delicatamente.
Terminato il bacio, Ben, sente che non può più andare avanti in questo modo. Ora lo sa: vuole Melanie. Solo lei.
Così l’attira a se prendendola per i fianchi ed inizia a baciarla con passione assaporando la sua lingua e facendo scorrere le sue mani sulla sua schiena.
Il cuore di Melanie batte così forte da coprire tutti gli impulsi che la vorrebbero allontanare dalla presa di Benjamin.
La voce della ragione.. o, forse, quella del torto.
Il ragazzo avanza e fa adagiare la schiena di Mel al muro continuando, voglioso, a baciarla.
Le alza lentamente il vestitino sfiorando le sue cosce e poi, nuovamente, i suoi fianchi..
Una volta accorto del notevole disagio della ragazza, si ferma.
«Scusami. Non posso obbligarti in questo modo..» Dice chinando il capo.
Melanie si sente un po’ scombussolata. Forse Ben ha ragione, stanno correndo troppo.
«Ben..» Dice facendogli alzare il capo.
Sembra che gli occhi della ragazza parlino.. Sorride beffarda per poi riprendere a baciare il ragazzo.
«Io ti amo.» Dice riprendendo fiato.
Quello era un evidente segno per Ben. Ora Mel è più sicura, ha dichiarato il suo amore e accantonato gli ansiosi pensieri.
Così ripresero a spogliarsi. Benjamin fece molta attenzione, un terreno così puro e inesplorato doveva essere trattato con la massima cura.
Goderono di ogni tocco e di ogni bacio finchè non furono finalmente uniti. Per sempre.

 


Nota Autrice: Eccoci ritrovati. Vi è piaciuto questo nono capitolo?.
                        Recenite e fatemi sapere, pleasee. Oh, cosa importante:
                                        perdonate se il linguaggio è un tantino da range giallo/arancione.
                             Spero non vi abbia infastidito. Vi saluto, umilmente vostra.

foreverwithyou :3

{Vado di fretta quindi niente gif. I'm so sorry.}

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***



Capitolo 10
Melanie apre lentamente gli occhi, sta calando il sole e lei è ancora lì tra le braccia di Ben che dorme beato.
Decide di alzarsi e di rivestirsi.
Curiosa un po’ per quella piccola casa tra le numerose tele colorate.
Butta un sguardo sulla scrivania e vede l’album da disegno..
Spinta da una forte curiosità, lo prende e lo inizia a sfogliare.
Volti, scene quotidiane, radure fiorite e tanto altro riempie quei numerosi fogli che Melanie ammira con orgoglio.
Un altro volto riempie un altro foglio..
Melanie si sofferma molto su di esso prima di accorgersi che quello è il suo volto.
Il fiato quasi le manca, il cuore le batte forte.. Benjamin l’aveva disegnata.
“È meraviglioso!.” Pensa lasciando che alcune lacrime di gioia le righino il visino dolce e assonnato.
Si ripulisce in fretta prima che Benjamin, ormai sveglio, la veda per poi farsi riaccompagnare a casa.
L’album con tutti i suoi disegni rimane in quella casa ma quel disegno rimarrà nel suo cuore per sempre.
È splendido che qualcuno la prenda così sul serio.
Un fugace bacio sulla soglia della porta chiude l’appuntamento dei due che si lasciano vogliosi di rincontrarsi ancora.
Melanie entra in casa sprezzante di felicità. Passata a salutare calorosamente i nonni, sale in camera e si guarda allo specchio.
Quella timida ragazza che si stendeva il lucidalabbra alcune ore fa non esiste più, ora una donna ha preso il suo posto.
Una donna fiera di essere ciò che è.
Si siede sulla sedia a dondolo adagiata accanto alla grande finestra e perde il suo sguardo nel semicupo cielo che abbraccia Winchester.
Quel cielo così grigio le fa ricordare gli occhi di Benjamin, l’uomo della sua vita.
Melanie sorride ignara del pericolo che si nasconde dietro l’angolo..
..Si dondola allegramente sulla sedia, ora che è una donna si sente più bambina di prima.
Persa ed innamorata.
Lo squillo del cellulare la distrae dalle sue fantasie.
Mel si fionda freneticamente sul letto e raccoglie l’aggeggio posto in mezzo ai cuscini.
Il numero che vi compare sopra è nullo.
“Non è Ben.” Pensa aggrottando le sopracciglia..
«Pronto?!.»
«Ciao Melanie.»
Una voce dolce si fa largo nell’orecchio della ragazza.
Melanie non ci può credere. Gli occhi le pizzicano leggermente. Sta quasi per piangere.
«Mamma.. Sei tu?!.» Domanda con voce tremante.
Un lungo attimo di silenzio ed ecco che il respiro della presunta Suzanne si risente.
«Sì.»
«Mamma! Non sai per quanto tempo ho aspettato la tua telefonata.» Dice Melanie permettendo ad una piccola lacrima di rigarle la guancia.
«Telefono da un apparecchio pubblico quindi sarò breve.. Come ben sai mi sono allontanata da te e tuo padre per riflettere sull’imminente distruzione del mio matrimonio. Ti ho rintracciata per dirti che ho trovato una risposta..»
Anche se la voce di Suzanne è tutt’altro che rassicurante, in Melanie iniziano a nascere piccole, orgogliose speranze.
«..Io non voglio vedervi mai più.»
Le parole secche e inespressive di Suzanne sono paragonabili ad una pugnalata in pieno petto.
Melanie sente un dolore fortissimo.
Il suo cuore, che si stava curando grazie alla buona sorte regalatagli dalla tranquilla Winchester, era caduto ammalato nuovamente.
Una lacrima dopo l’altra iniziano a scendere dagli occhi di Melanie, più distrutta che mai.
Vorrebbe incolparsi di aver sentito male, vorrebbe avere la forza di dissentire le parole di sua madre ma non ci riesce..
Il nodo alla gola è troppo stretto.
«Non ti nego che mi dispiace ma non me la sento di stare con tuo padre e di vivere nella opprimente Londra..»
«Torna per me, allora.»
La forza di volontà è più forte di un nodo alla gola.
Melanie riesce a dire qualcosa, qualcosa che Suzanne evita di ascoltare.
« Mi dispiace. Addio.»
Un lungo respiro è quello che divide Melanie da un di un irrefrenabile pianto.
Suzanne ha riagganciato.
Le mani di Melanie tremano mentre lasciano cadere il telefono a terra.
Si guarda intorno sconvolta, come in cerca di qualcosa per poi cadere a terra con le lacrime che scendono violente sul suo viso arrossato di rabbia..
Un urlo disperato e forte arriva all’orecchio dei nonni Sanchez intenti a prendere il tè in salotto..
«Melanie!» Urla Christina mentre sale frettolosamente le scale seguita da Alexander..
Urla e forti singhiozzi riempiono la stanza illuminata solo da un piccolo lume.
Melanie è stretta in un angolo, accasciata a terra con le mani sul viso che racchiudono i suoi gemiti di dolore.
Christina è preoccupata.. Le sue mani battono forte contro la porta serrata della stanza della nipote.
Non sa cos’altro fare oltre ad urlare il suo nome e ad ordinarle di farla entrare.
Alexander, invece, è atterrito. Si paralizza sempre in questo tipo di situazioni, non sa mai cosa fare oltre a guardare impassibile le scene veloci e ripetitive che gli scorrono davanti agli occhi.
Scuote la testa, ogni tanto, ma più di questo non fa’..
«Non è possibile!» Urla Melanie nel pianto.
Christina pensa che è inutile continuare a bussare e a sbraitare fuori dalla porta come una pazza.
Accantona l’ansia e la preoccupazione e si reca giù, nell’ingresso.
Afferra cappotto e sciarpa ed esce di casa inferocita lasciandosi alla spalle quelle urla strazianti.
Una destinazione si impone la signora Sanchez. Una soltanto. Forse lì avrebbe trovato delle spiegazioni.
«Cos’hai fatto a Melanie?.» Domanda Christina.
Che fortuna sfacciata! L’uomo che le ha aperto la porta è proprio colui che cercava!
«Non so di cosa parla, signora Sanchez.» Risponde Benjamin spiazzato.
«Piange e grida da circa mezz’ora e io non sono in grado di fare nulla. Cosa le è successo?.» Dice gridando.
Benjamin si guarda intorno sperando che nessuno abbia sentito le grida di Christina per non seminare altri dubbi e preoccupazioni.
Con un gesto nervoso prende il cappotto appeso dall’attaccapanni ed esce di casa avviandosi verso la villa dei Sanchez seguito da Christina.
Dopo pochi secondi entrano in casa e Ben si fionda al piano superiore fino alla camera di Melanie.
«Melanie! Apri la porta, tesoro.. sono io, Ben.» Dice con gli occhi lucidi.
«Lasciamo fare a lui, Alexander! Vedrai che si sistemerà tutto.» Dice Christina accarezzando le spalle del marito in preda ad una leggera crisi di panico.
Deciso a bussare di nuovo contro quella dannata porta in legno ecco che la chiave nella serratura si gira..
Ben indietreggia di qualche passo..
Ad aprire la porta è la figura di un’insolita Melanie.
Il volto pallido e stanco, gli occhi gonfi per il pianto che continuano a far uscire lacrime e la bocca in fiamme completamente screpolata.
Deglutisce appena prima di essere avvolta tra le braccia del possente Benjamin che spende qualche lacrima di sollievo.
Il turno di Christina e Alexander è imminente, corrono ad abbracciare la loro nipotina prediletta.
Ben rimane un po’ in disparte mentre guarda quel quadretto familiare tanto commovente.
Carezze e frasi nelle lacrime accompagnano il momento non avendo, però, alcun effetto su Melanie che sembra essere ancora sconvolta..

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Nota Autrice.
Qualche secondo e poi vi lascio all'ultimo capitolo di NSH.
Volevo ringraziarvi di aver letto questa storia, di aver recensito e di averla aggiunta tra le seguite/preferite/ricordate.
Spero che questo capitolo conclusivo vi piaccia e che lasciate un piccolo segno del vostro passaggio.
Dopo questa, vi aspetto nella mia prossima storia che arriverà su EFP il 18 novembre.
Cliccate qui per vedere il trailer.

 

Capitolo 11
Due settimane nella graziosa Winchester sono state la cura del, tanto calpestato, cuore di Melanie Sanchez.
Purtroppo qualcuno aveva da dire qualcosa che ha detto nel momento sbagliato. Melanie non ha retto le parole di sua madre.
Il suo povero cuore è ormai distrutto in mille pezzi sparsi in quella stanza dove regnano tristezza e sconforto da più di due ore.
Un bel tè fatto da nonna Christina è proprio quello che ci vuole!
Seduta sul letto, stretta tra le braccia del suo con le lacrime, ormai secche, sulle guancie, Melanie, sembra riuscire a spiccicare parola.
«Anch’io.. n-non voglio v-vederla mai più.»
Benjamin rimane per un attimo sbigottito da quelle parole.
Melanie non aveva tutti i torti. La madre che tanto amava e ammirava l’aveva abbandonata per crearsi un’altra vita dove non c’era posto per lei.
Ben, dal canto suo, non può che assecondarla. È stato un duro colpo per Mel e ha bisogno di una spalla forte su cui reggersi.
Il ragazzo è, ovviamente, pronto a offrirgli tranquillità e appoggio. Sempre e comunque, solo che la ragazza non è tanto razionale in questo momento. Ha bisogno di calmarsi del tutto per poi riparlarne in seguito.
Tira su col naso, di nuovo.. Ormai la giovane Sanchez non fa altro.
Quella che si era portata avanti come una meravigliosa giornata è stata rovinata da Suzanne e dalla sua telefonata.
Melanie è stanca di starsene con le mani in mano e lasciare che gli altri la consolino e la guardino come se fosse malata o altro, quindi decide di alzarsi e prendere il telefono.
Avrebbe fatto la cosa giusta!
Benjamin toglie il disturbo, sa che Melanie deve compiere un passo importante e delicato quindi le lascia il suo spazio e si ritira nella sua villa.
Una volta rimasta sola compone il numero che, ormai, conosce a memoria.
Un numero che, incondizionatamente, la rende felice.
«Ciao papà.» Dice Melanie una volta resasi conto che dall’altra parte avevano sollevato la cornetta.
«Ciao tesoro!» Risponde, da Los Angeles, il signor Edward Sanchez.
Anche se suo padre si è arrabbiato un po’ per la telefonata di Suzanne, Melanie sa di aver fatto la cosa giusta dicendogli la verità.
Non poteva nasconderglielo o lasciare che fosse nonna Christina a riferirglielo.
Un lieve sorriso si fa spazio sulla sua bocca. È un sollievo per Melanie aver parlato con suo padre. Le ha fatto bene!
Fa il suo ingresso nella stanza la tanto acclamata nonna Christina che rimane un po’ contrariata da quello che le si presenta davanti agli occhi.
«Melanie, cosa stai facendo, cara?!.»
Era alquanto ovvio cosa stesse facendo Melanie ma si sa, in preda alla curiosità chiunque esporrebbe domande così scontate.
«Papà ritornerà a Londra questa sera ed io, domani mattina, prenderò il treno per raggiungerlo. Voglio stare un po’ con lui prima di partire per il college!.» Dice Melanie riponendo alcune cose in valigia.
«Già sono passate due settimane dal tuo arrivo. Davvero assurdo!» Dice Christina con un sorriso intristito.
Melanie si limita ad annuire mentre chiude la valigia, ormai colma di abiti e oggetti.
«Cosa farai con Ben?.»
La domanda di Christina lascia Melanie un po’ allibita.. La ragazza, poi, riprende lucidità e le risponde fiera:
«Mi farò accompagnare alla stazione, ovvio!» Dice per poi scoppiare a ridere divertita travolgendo anche sua nonna.
La sera è inoltrata e l’orario per radunarsi intorno al tavolo per la solenne cena è giunto. Melanie, però, deve fare una cosa prima di qualsiasi pasto.
Bussa il campanella di quella enorme casa e attende di essere aperta e accolta.
«Buonasera, sono Melanie Sanchez, cerco Benjamin Miller.» Dice con gentilezza alla donna che le ha aperto.
Le fa strada quella presunta cameriera e Melanie, in un batter d’occhio, si ritrova in uno sfarzoso ingresso arredato con mobili in legno scuro e grandi quadri appesi sulle pareti.
Degli schiamazzi attirano la sua attenzione tanto che si reca nella stanza alla sua destra..
«E tu chi sei?.» Domanda il piccolo gemello accortosi della presenza della ragazza.
Melanie si sente come se l’avessero tirato addosso un secchio d’acqua fredda.
È tutto così inaspettato e imbarazzante.
L’intera famiglia Miller la fissa con stupore e lei non può fare altro che abbozzare un sorriso nervoso.
«Perdonate l’intrusione, cercavo Benjamin.» Dice grattandosi il cuoio capelluto.
«Mel.»
Una voce, da dietro, la fa sobbalzare.
Fa per girarsi e vede Benjamin sorriderle sorpreso.
«Hey, devo parlarti, hai un minuto?.» Dice in un sussurro.
«Certo. Famiglia, scusatemi. Iniziate pure senza di me.» Dice elegantemente Benjamin congedandosi.
Una volta nella stanza del ragazzo, Melanie inizia a guardarsi intorno.
«Sono felice che tu ti sia ripresa!» Dice Benjamin prendendole le mani.
«Grazie per essermi stato accanto. Ora, però, devo parlarti di una cosa..» Dice Melanie mandando in panico il giovane che si accomoda sul piccolo sofà.
Melanie lo imita e inizia a guardarlo negli occhi.
«Benjamin, io ti amo.» Dice procurando il sorriso del giovane.
«Ti amerò sempre, anche quando sarò a Londra.. Perché io devo tornare lì per raggiungere mio padre e, se tutto va bene, iniziare a frequentare il college. Ho la mia vita, come tu hai la tua. Lo capisci?.» Dice per poi sorridergli con fare dolce.
Dopo un primo momento di confusione Benjamin riprende a respirare e, cosa più importante, a sorridere.
«Certo che lo capisco. Anch’io dovrò tornare alla St.Andrews, prima o poi.» Replica Ben.
«Sicuro, ma io ci devo tornare domani.» Dice seria Mel.
Quella frase suscita in Benjamin un vuoto incolmabile. Vuole pensare in modo ottimistico ma non ci riesce. È come chiuso in una bolla nera, una specie di bivio senza uscita. Ha bisogno di essere rassicurato.
Melanie comprende il suo dispiacimento e, con fare amorevole, lo abbraccia accarezzandogli la schiena.
«Non preoccuparti, ci sentiremo via telefono e via mail. Non ti lascerò un attimo in pace.» Dice Melanie per poi lasciargli un leggero bacio sulla guancia.
«Brava, non farlo!.» Dice Benjamin scostando il viso per guardarla negli occhi e baciarla..
“È il gran giorno!.” Pensa Melanie aprendo gli occhi e stiracchiandosi.
È giunto il momento per Melanie di lasciare la casa dei nonni.
Si tira a sedere e guarda la stanza che l’ha accolta per quindici giorni..
Scuote la testa incredula.
“È già passato tanto tempo!” Pensa.
Sebbene controvoglia si alza dal letto e si cambia per l’imminente partenza.
Viene accolta da un dolce profumo di cioccolata lungo il corridoio che la spinge a scendere le scale e recarsi in cucina.
«Due cucchiai di zucchero, quattro di.. Oh, buongiorno tesoro!.» Dice Christina pulendosi le mani sul grembiule che le fa da gonna.
«Nonna, cosa stai facendo?.» Domanda stranita Melanie non riuscendo a nascondere un’effettiva curiosità sul volto.
«Tua nonna si è data alla cucina, stamane.» Dice nonna Alexander entrando in cucina.
La situazione è molto tranquilla in casa Sanchez o, almeno, così pare..
Nonna Christina ha preparato la cioccolata calda e le ciambelle, vuole addolcire l’incalzante separazione dalla sua nipotina.
Quindici giorni sono stati troppo pochi e sono trascorsi troppo velocemente.
Intanto Benjamin è sul pianerottolo della villa dei Sanchez pronto per accompagnare Melanie alla stazione.
Abbracci e occhi pieni di lacrime accompagnano il momento della, non tanto voluta, separazione.
«Ti vogliamo bene!.»
La frase che fa scoppiare Melanie. Le lacrime non potevano mancare!.
Dopo essersi ripresa si reca alla porta, la apre per poi rigirarsi e fare un piccolo cenno con la mano ai nonni in preda alla tristezza.
Durante il tragitto in macchina, Benjamin sembra più logorroico che mai!.
Vuole parlare, parlare e parlare.. Forse vuole distrarsi e non pensare a quello che succederà tra poco o vuole, semplicemente, sconfiggere la noia.
«Ci siamo!.» Dice Benjamin ad un passo di distanza dalla sua Melanie.
Annuisce rassegnata la ragazza per poi gettarsi al suo collo e baciarlo dolcemente.
Lì, dove tutto è cominciato.
«Oh, devo prendere questo treno!.»  Dice Melanie una volta staccatasi dalle invitanti labbra di Benjamin.
Un flashback improvviso si fa strada davanti agli occhi di Benjamin.
«Sfortunatamente io no!.» Dice ironico.
«A presto, Benjamin.» Dice Melanie allontanandosi mentre le sue mani scivolano tra quelle di Ben.
«Buon viaggio, amore mio.» Dice sorridendole.
Il viaggio ha la stessa durata di quello di quindici giorni fa.
Nel vagone aleggiano la malinconia e la noia.
Melanie decide di ammazzare il tempo leggendo qualche riga shakespeariana.
Il treno si ferma.
“Londra. Papà.”
L’unica cosa che passa veloce nella mente di Melanie che con un balzo esce fuori dal treno e, una volta recuperato il bagaglio si fa spazio tra la folla e lo vede..
«Papà!.» Dice urlando come una matta e correndogli in contro.
Edward Sanchez le fa un piccolo cenno sorridendole per poi sollevarla di peso e abbracciarla forte.
«La mia bambina!.» Dice tenendola ancora stretta a sé.
La felicità ha finalmente ritrovato Melanie Sanchez o, meglio, dopo un lungo e tortuoso cammino ricco di pensieri e paure, Melanie Sanchez ha ritrovato la strada giusta.
Lì, tra le braccia di suo padre, si sente finalmente a casa!.

 
Fine.
 

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