Definetely, maybe.

di d r e e m
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ammiratore cercasi ***
Capitolo 3: *** Pettegolezzi ***
Capitolo 4: *** Di pedinamenti e porte in faccia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Definetely, maybe

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Prologo


Che Rose Weasley fosse la figlia della strega più brillante che Hogwarts avesse mai avuto era facilmente deducibile dato il suo intelletto sopraffino, la sua astuzia – per lo meno in fatto di logica - e la matassa di capelli ricci che oscillavano continuamente strofinando il colletto della toga. Per non parlare poi delle montagne di libri, certo: di ogni genere, di ogni misura, di ogni argomento e di ogni grossezza. Detto in parole povere, era la degna figlia di Hermione Granger. O perlomeno era questo che tutti si aspettavano.
«Sicura che sia indirizzato a te?» bofonchiò Maggie, la migliore amica di Rose, accovacciata su una poltrona di velluto rosso della sala comune dei Grifoni, sbocconcellando un muffin al cioccolato che aveva abilmente sottratto a colazione.
Rose si rigirò il biglietto tra le mani leggermente sudate rileggendo per l'ennesima volta quelle righe contando ormai di saper distinguere le trame della pergamena dall'inchiostro.
«Sono sicura, non c'è altra spiegazione. Conosci altre ragazze a Grifondoro che si chiamano Rose Weasley
La rossa si strofinò i polpastrelli delle mani sudate sulla gonna grigia e schizzò via dalla poltrona mettendosi a gironzolare per la sala comune, brandendo quel lembo di pergamena strappato con due dita come se fosse un Ungaro spinato in miniatura.
«O miseriaccia». No quella situazione non le piaceva per niente.
Perché se era vero che Madre Natura le aveva dato la fortuna di ereditare metà dei geni da sua madre, non si poteva dire che Rose non fosse una vera Weasley, con lentiggini e capelli tendenti al rosso inclusi. E benché le efelidi sul suo viso fossero di numero nettamente minore, se non del tutto inesistente, rispetto a quelle della cugina e del fratello, in realtà si sentiva più Weasley lei che gli altri componenti della famiglia. E la cosa non le piaceva per niente, anzi a dir la verità un po' se ne vergognava. Come poteva lei, la figlia della strega più brillante, mettersi ad imprecare uno scurrile miseriaccia e perdere la testa per un insulso biglietto!
Maggie roteò gli occhi poggiando il mento sul palmo aperto della mano destra ed eliminando gli ultimi residui di briciole dal labbro superiore, prima di riportare la sua amica con i piedi per terra, da vera Corvonero che era.
Maggie voleva molto bene a Rose anche se non era così calorosa ed espansiva con lei. Non che non lo dimostrasse, ma evitava i modi orribilmente convenzionali e d'altro canto Rose sapeva che se c'era qualcuna che potesse farla rinsavire in quelle rarissime occasioni in cui perdeva la testa quella era proprio Maggie.
Appunto di questo si trattava, di una della rarissime occasioni in cui l'equilibrio logico e razionale di Rose Weasley veniva pesantemente dirottato per una manciata di minuti e tutto questo per un ipotetico ragazzo.
«Se fossi in te, Rosie, non mi preoccuperei tanto. È possibile che sia solo uno scherzo e che non ci sia nessun ragazzo dietro a tutto questo»
«Allora è decisamente uno scherzo di cattivo gusto» sbottò veloce Rose appallottolando la carta e lanciandola contro il tappeto. Maggie osservò esasperata il biglietto rotolare malamente in un angolo della stanza.
La Weasley si barricò dietro la sua muraglia di capelli ricci e si accaparrò il primo libro che vide poggiato sul tavolinetto.
Benché avesse letto più libri lei che la stessa Madama Pince custodiva nella biblioteca di Hogwarts, risultava essere ancora ignorante in una materia: i ragazzi. Non che se ne fosse interessata più di tanto, sia chiaro. Le sue esperienze in fatto di ragazzi si fermavano all'età di undici anni, prima che Harold, il gufo di famiglia, le consegnasse la lettera di ammissione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Ma di quei primi approcci c'erano sicuramente da escludere la cotta che suo cugino Albus si era preso per lei all'età di sei anni, con tanto di biscotto di fidanzamento, e l'infatuazione che aveva avuto intorno ai nove anni per un babbano ventenne durante una vacanza di famiglia a Bristol. Escludendo quelle due vicende patetiche e omettendo sorrisi e complimenti persi nel vuoto, Rose si ritrovava a sedici anni e cinque mesi, al sesto anno di studi ad Hogwarts senza aver baciato né tanto meno avuto un ragazzo.
«Per Priscilla! Raccogli quel foglio e rileggimelo» ordinò Maggie veloce essendo stanca del pesante silenzio che era sceso in stanza e l'amica dai capelli rossi non se lo fece ripetere due volte.
Si schiarì per bene la voce e iniziò a leggere a voce alta come se fosse uno dei soliti incantesimi. La rosa disegnata e che continuava a sbocciare ad intervalli regolari la distrasse per un nano secondo.
«Cara Rose Weasley, dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore. Tuo ammiratore.»
La Corvonero si umettò le labbra e inarcò le finissime sopracciglia ad arco che sormontavano gli occhi neri e da cerbiatto.
«Shakespeare. Di una cosa sei certa: non è Gazza il tuo corteggiatore» sghignazzò Maggie e si beccò pure un'occhiataccia da parte della Grifondoro, la quale al pensiero di essere corteggiata dal custode del castello represse un conato di vomito.
«Grazie per aver dissipato i miei dubbi» asserì con una punta di sarcasmo portandosi un braccio sugli occhi e rigettandosi alquanto scomposta sulla poltrona.
L'amica schiuse le labbra come per parlare ma si pentì subito non appena vide la rossa ormai sull'orlo di una crisi isterica rinsavire quasi come se avesse bevuto un infuso di mandragola dopo essere stata Pietrificata.
«Spero solo che Hugo non lo venga a sapere» mugugnò affondando le dita tra i riccioli ramati.
Il livello di acidità giornaliero di Maggie stava gradualmente aumentando e avrebbe tanto voluto rimbeccare la Weasley chiedendole di piantarla di preoccuparsi così tanto; peccato però che non fece in tempo a sputare quelle sentenze perché dalla direzione del dormitorio femminile fece capolino una zazzera di capelli rossi con annesso un viso trapuntato di lentiggini in centosessantadue centimetri di pura schiettezza firmata Potter.
«Cos'è che Hugo non deve assolutamente sapere?» biascicò maneggiando la sua scopa, di tre spanne più alta di lei.
E mentre Rosie pregava Merlino di farla uscire fuori da quell'orribile situazione - che a detta della cugina non aveva niente di orribile - la mente calcolatrice da Corvonero di Maggie aveva già intuito che avevano davanti la soluzione al loro problema.
Chi meglio di Lily Luna Potter, figlia del Salvatore del Mondo Magico, avrebbe potuto aiutare la cugina a scoprire il responsabile del biglietto?


«Ottimo giorno per andare a caccia di gorgosprizzi, vero Lys?»
Stare seduti con la testa a ciondoloni su un albero al limite della Foresta Proibita era un'abitudine che Lysander Scamander aveva preso da una settimana o due, dal primo avvistamento di gorgosprizzi che fluttuavano tranquillamente sulle fronde di quegli alberi, ma sebbene più volte fosse venuto e avesse aspettato nelle ore più disparate del giorno, violando una grande quantità di regole, di nargilli e gorgosprizzi non si era vistoneanche l'ombra.
«Già peccato che non ce ne siano molti» rispose tranquillo sporgendosi dal ramo per osservare il fratello che da basso lo scrutava con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e con aria alquanto divertita dati i bizzarri occhiali rosa, ereditati dalla madre.
Seguì una lunga pausa e poi, come se una fluffa lo avesse colpito, mormorò un leggero oh e Lysander si sbarazzò degli occhiali strizzando gli occhi color giada.
«Ad ogni modo, come mai sei venuto a cercarmi, fratello?» chiese rivolgendo lo sguardo alla sua stessa immagine e scendendo dall'albero con una tale grazia che Mrs. Purr a confronto era goffa - o forse lo era davvero.
«Mi chiedevo dove fosse Maggie» bofonchiò allentandosi la cravatta verde e argento.
Ad Hogwarts i gemelli Lysander e Lorcan Scamander erano ben noti a tutti gli studenti, ma di certo non avevano ereditato la celebre fama dei gemelli Weasley. Mentre le mura e i dipinti del castello erano ben consapevoli delle burle dei due fratelli rossi e del loro legame molto stretto, lo stesso non si poteva dire per i fratelli Scamander, indistinguibili solo per un puro fattore genetico ma per la verità molto diversi tra di loro, tanto che a tutti venne un colpo quando Lorcan venne smistato a Serpeverde. A tutti meno che a Harry il quale aveva accettato la medesima condizione per il secondogenito.
E così mentre Lorcan fraternizzava con le Serpi, Lysander approfittava della sua permanenza ad Hogwarts per seguire le orme della madre, tentando di convincere qualsiasi studente Corvonero dell'esistenza di quegli esseri dimenticati dal Mondo Magico.
«L'ho vista a colazione e poi mentre si dirigeva verso la Torre dei Grifondoro» concluse laconico battendo le mani l'una contro l'altra per liberarsi dalle schegge di legno.
Lorcan gonfiò le guance e si passò una mano tra i capelli biondi.
«Sarà stata con la Weasley» dedusse mormorandolo appena e si liberò completamente del vincolo della cravatta.
Lysander si dondolò sui talloni indeciso se esprimere i suoi pensieri al fratello oppure ignorare l’impulso e continuare il suo appostamento come se niente fosse.
«È carina?...Rose intendo» chiese Lys frettolosamente tanto che il fratello ruotò velocemente la testa non essendo ancora completamente sicuro di aver afferrato il senso delle sue parole e, se non fosse stato per le labbra di Lysander che si erano mosse nel momento in cui aveva udito quelle parole, probabilmente Lorcan avrebbe pensato che fosse tutto frutto della sua immaginazione. Ed invece no.
Per Salazar, suo fratello le stava chiedendo un'opinione su Rose Weasley o cosa?
Sbottò in uno sghignazzo cupo e quasi forzato per mascherare la forte meraviglia che il quesito del fratello gli aveva provocato.
«Come scusa?»
Lorcan sperava che il fratello adesso abbandonasse quel cipiglio grave e lo sostituisse con la sua solita aria trasognata, che dicesse che stava scherzando e magari sarebbero andati a fare un giro insieme sulla scopa.
Invece Lysander si portò nervosamente una mano dietro la nuca.
«La Weasley. È..apposto secondo te? Sai, per Maggie»
Per un secondo Lorcan si sentì il cervello evaporare e dubitò addirittura della sua esistenza, cosa del tutto rara data la sua spiccata autostima che lo cottrandistingueva dal fratello, a suo malgrado.
No, Lorcan Scamander si sentì per un momento il più perfetto idiota di tutta Hogwarts ma di questo ovviamente ne furono a conoscenza solo una manciata di neuroni e lui.
Per il resto: suo fratello e Rose Weasley? Neanche per la terza guerra magica!
«Si, credo di si» si limitò a dire con una veloce scrollata di spalle, giusto per far scivolare via quelle idee a dir poco malsane. E in fin dei conti non gli dispiaceva affatto che la Grifondoro passasse così tanto tempo con Maggie. Il Serpeverde era molto affezionato a Maggie tanto che in quegli ultimi anni aveva maturato un senso di profonda protezione nei suoi confronti. La verità era che c’era qualcos’altro sotto ma il suo orgoglio da Serpe non gli permetteva di esternarlo perfettamente.
Lysander sembrò girare intorno quanto detto dal fratello, ma alla fine si convinse che fosse sincero e quasi alla pari di un Elfo domestico fece una piccola riverenza, poi estrasse la bacchetta recito un veloce Vingardium Leviosa e si allontanò dal fratello con lo stuolo di cianfrusaglie che lo seguivano.
E mentre Lorcan si chiedeva che cosa avesse fatto di male per avere un fratello del genere e magari, si magari, a furia di credere nei nargilli un giorno o l'altro avrebbe raggiunto il livello ottimale di follia, mentre rimuginava tutte queste belle cose nel suo calderone personale, una voce più che familiare lo colpi ad un timpano.
«Scamander!»
Lorcan si irrigidì peggio della sua bacchetta credendo di trovarsi davanti il professor Rasputin di Pozioni e inorridendo all'idea di una nuova sgridata.
Invece al posto del naso aquilino di Rasputin si trovò davanti il pizzetto malcurato di Zabini seguito a distanza da Caleb Nott.
Ottimo giorno per le serpi per uscire dalle loro tane.
«Avresti dovuto vedere la tua faccia» sghignazzò il moro scimmiottando Lorcan il quale stava già riportando alla mente qualche maledizione senza perdono.
Nott intervenne cambiando subito argomento e aprendosi in uno smagliante sorriso che a detta dello Scamander non prometteva nulla di buono.
«Notizie fresche dal Gazzettino di Hogwarts»
«Notizie che non puoi neanche immaginare» rincarò la dose lo Zabini mentre si svoltava le maniche della camicia, gongolando come non mai alla notizia che fremeva a dire e che Lorcan non aveva la benché minima voglia di sentire.
Loro e il loro stupido giornale di pettegolezzi.
«La Weasley ha un ammiratore segreto» sbottò Caleb con aria di indifferenza, evidentemente contrariato dal comportamento dell'amico.
Ora, una persona sana di mente avrebbe sicuramente pensato a quella notizia come a una semplice coincidenza e non a chissà quali fatture o addirittura scherzi del destino; stava di fatto che era certo che qualche mago del passato ce l'aveva con lui.
«Per tutte le cavallette, e chi è il tipo in questione?»
Lo scambio di sguardi più che eloquente tra i due Serpeverde, che sembravano saperla lunga, incuriosì il biondo.
«Scorpius Malfoy»
La risposta lasciò basito lo Scamander il quale aggrottò le sopracciglia e non fu ben certo del fatto che le sue orecchie sentissero bene. Magari qualche gorgosprizzo gli si era intrufolato dentro nel sonno.
No, aveva sentito proprio bene. Scorpius Malfoy.
Zabini intervenne in aiuto di Lorcan ancora incredulo della notizia.
«Sta tranquillo, quando Malfoy fa qualcosa ha in mente tutt’altro» disse con una scrollata di spalle e con una punta di ironia in quella lingua biforcuta che si ritrovava.
Una mano si posò sulla spalla dello Scamander e guardò di sottecchi chi potesse essere.
«Ben detto amico, mio-» annunciò Scorpius «quando Malfoy fa qualcosa ha sempre in mente qualcos’altro».

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Ciao a tutti,
non sono - come dire - abituale da queste parti, ho scribacchiato qualche one-shot sulla prima generazione ma niente di che. Ebbene adesso ho picchiato per bene la testa e mi ritrovo nel fandom di HP a proporvi questa long - o meglio dovrei dire neverendingstory dato che la sto iniziando e non si sa dove arriverò. Sta di fatto che mi è balzata alla mente questa idea e ci ho scritto un paio di capitoli sopra. Per adesso è solo il prologo che avete letto ma nei capitoli a seguire ci sarà ben altro. Spero che questa anticipazione vi sia piaciuta e se la risposta è sì spero vivamente che continuerete a seguire questa storia. Preciso che il titolo l'ho preso da un film del 2008 dal medesimo titolo (che poi in verità è anche una canzone degli Oasis)
Ad ogni modo grazie per l'attenzione.
un bacio
Sil

P.S per chi volesse contattarmi mi potete trovare su facebook Dreem L. Efp

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Capitolo 2
*** Ammiratore cercasi ***


Definetely, maybe

1.Ammiratore cercasi

Margaret Pevensie sapeva perfettamente dall'età di undici anni che sarebbe entrata a Corvonero.
Nonostante sua madre e suo padre discendessero da famiglie purosangue ed entrambi avessero frequentato Hogwarts in abiti rigorosamente giallo-nero, la loro fedeltà alla casata Tassorosso non era confluita nel sangue della loro unica figlia prediletta. Dopotutto era anche logico, dato che la piccola Maggie aveva ereditato dalla nonna non solo il nome, ma anche la passione per il volo e lo smistamento alla casa appunto. Ma a differenza di nonna Margaret, la cui esistenza a Corvonero sembrava essere stata cancellata da qualsivoglia archivio e fotografia, così non era per la nipote la quale se la cavava egregiamente in qualsiasi disciplina, frequentava già dal terzo anno ben tre corsi extracurricolari, era entrata da poco a far parte della squadra di Quidditch e contava entro l'inizio della pausa natalizia di entrare a far parte del prestigioso Club delle Scope.
Insomma, tutt'altra pasta rispetto alla povera nonna Margaret.
E, com'era sua buona abitudine, si era infilata in una questione che, detto con tutta franchezza, non la riguardava neanche: per quel che ne sapeva Rose avrebbe potuto pure ignorare il suo ammiratore segreto se non ne fosse stata interessata. Ma non aveva saputo resistere dal rendersi utile e poi Rosie era pur sempre la sua migliore amica e il suo spirito latente da Tassorosso l'aveva obbligata ad essere fedele e ad aiutare la sua amica.
I giorni successivi al biglietto erano stati infernali, non tanto per le ricerche che avevano portato ad un nulla di fatto, quanto per gli attacchi isterici della Grifondoro i quali, ancora non era successo ma Maggie ne era certa, sarebbero gravati sulla sua impeccabile carriera scolastica.
E dopo teorie su teorie che avevano visto coinvolti gli studenti più disparati di Hogwarts e tutti possibili ammiratori di Rose Weasley, alla fine tutto ciò che aveva ottenuto era un mal di testa cronico e un'acidità pari ad un succo di zucca andato a male.

 

Quel giorno Maggie si era svegliata nella sua stanza e dato che i raggi del sole avevano puntellato il copriletto color blu notte dovette strizzare più volte gli occhi per abituarsi totalmente alla luce accecante.
Si tirò su con gli occhi neri ancora chiusi e con la mano sinistra si friziono i leggeri capelli corvini che le circondavano il viso pallido.
Il gracchiare di un gufo nero poggiato su un trespolo fece distendere le sue labbra in un sorriso stanco.
«Buongiorno anche a te Mr. Black» bofonchiò non ricevendo alcuna risposta dal suo animale di compagnia.
Si lavò per bene il viso e si strofinò i denti con tutta calma, vedendo che le sue compagne di dormitorio stentavano ancora ad alzarsi, colpa della pigrizia e dell'aria autunnale che cominciava a farsi sentire sempre più. Si infilo per bene la sua toga e strinse il nodo della cravatta nerazzurra. Non si corrucciò molto allo specchio, non era una di quelle bamboline dalle gonne troppo corte o la camicia sbottonata, ma approfittò comunque della rapida occhiata per tirare i capelli neri in una crocchia veloce che le avrebbe fatto davvero comodo dato che alla prima ora aveva Storia della Magia.
Non si poteva dire che fosse bella di per sé, ma aveva un viso pulito e un sorriso smagliante - quando si ricordava di usarlo, era ovvio.
Un pungolo insistente alla tempia sinistra e Maggie dovette dire addio al suo buonumore quella mattina.
Tirò a sé la porta della sua stanza, con le sue compagne ancora in pigiama, e si affrettò ad allontanarsi, ostinata a non alzare lo sguardo se non una volta arrivata in Sala Grande davanti a un bel piatto di frittelle.
Ed invece un paio di rampe di scale dopo dovette alzare lo sguardo su un minuscolo colibrì che sembrava darle il buongiorno. Opera di qualche magia, suppose.
«Buongiorno Mags. Facciamo colazione insieme?»
I riccioli biondi di Lysander fecero capolino in fondo alla scala e la Pevensie si affrettò a mettere un piede davanti all'altro per raggiungere l'amico.
«Buongiorno a te, Lys» mugugnò sforzandosi di arcuare le labbra ma ciò che ottenne fu un orribile smorfia.
E no, quella non era sicuramente la sua giornata migliore.
«Sembra che mezza dozzina di nargilli ti abbiano adocchiata ieri notte. C'è qualcosa che ti preoccupa?» Scamander la guardò di sottecchi e Maggie non riuscì a trattenere un grugnito di esasperazione.
«Guarda, se te lo dicessi preferiresti leggere una Strillettera piuttosto che vedermi isterica» sbottò acida intristendo così l'amico.
Le ci vollero due secondi per pentirsi del suo tono e cercare di rimediare.
«Scusami, Lys. E' che...sai qualcosa, tu, su certi bigliettini?» chiese a bruciapelo scostando un ciuffo sfuggito alla crocchia.
Lysander sgranò gli occhi e incrociò le braccia al petto.
Non sapeva che Maggie si interessasse di certe cose.
«Bigliettini di che genere?»
«Bigliettini d'amore»
Ora la situazione si complicava: non solo non aveva la ben che minima idea di chi fosse ad aver inviato quel biglietto ma era ad un passo dal raccontare ogni cosa a Lysander Scamander, suo migliore amico sin dal primo giorno ad Hogwarts.
Okay, Rose l'avrebbe sicuramente Cruciata, ma questo e altro per scoprire chi diamine fosse il suo ammiratore - e porre una fine al suo mal di testa.

 

«Usare le forchette non è un optional, Hugo» lo rimbeccò Lily osservando il cugino depositare le sue dita già umidicce di saliva sulle frittelle di mele appena sfornate dalla cucina.
Non che quel giorno Lily avesse così tanta voglia di fare colazione, in effetti il suo piatto era pressoché vuoto, solo poche briciole cadute da uno o due biscotti che aveva mangiucchiato.
La sua espressione era così guardinga e circospetta che forse se si fosse munita di un binocolo avrebbe dato meno nell'occhio.
Stava di fatto che ciascun ragazzo che osava ricambiare il suo sguardo insistente si ritrovava bello che Pietrificato.
Il punto era che ad Hogwarts prolificava l'abbondanza di sesso maschile e questo non aiutava di certo lei e Rose a scoprire chi potesse avere un qualche interesse verso quest'ultima.
Hugo mugugnò a bocca piena qualcosa di non comprensibile.
«Piuttosto dov'è mia sorella?» ripetè dopo aver deglutito il trancio di frittella.
Ecco un'ottima domanda a cui anche Lily avrebbe voluto tanto sapere la risposta.
Si voltò lanciando un rapido sguardo al tavolo dei Corvonero riconoscendo la crocchia di Maggie calata sul suo piatto. Evidentemente sua cugina non era con Maggie.
Gli occhi azzurri scivolarono poi sul tavolo dei Serpeverde e dopo aver ricambiato con occhiate omicide i sorrisi di Zac Zabini e Caleb Nott, notò la mancanza degli occhi grandi e azzurri del fratello.
Lily era sul punto di rispondere al cugino, ma non ebbe il tempo di aprire bocca che lo sbattere d'ali dei gufi la zittì subito.
Un gufo dalle piume bianche e puntinate di nero scese in picchiata in loro direzione lasciando un pacchetto dentro il piatto di Lily.
Fortuna che non aveva mangiato niente quella mattina.
«Scusa Lils, questo lo prendo io»
Hugo allungò le mani e si cimentò a districare il nastro rudimentale del pacchetto che emanava una fragranza dolce di confettura.
La Potter si limitò a leggere la lettera.

Carissimi nipoti,
spero che il ritorno ad Hogwarts sia stato sereno come gli altri anni.
Nonno Arthur ed io sentiamo molto la vostra mancanza. Rose, Albus, avete tirato fuori dal baule il maglione che vi ho regalato? Dicono che lì stia facendo gia freddo. Lily, Dominique avete fatto pace dopo quella litigata alla Tana? Hugo, mangi sempre, vero? Roxanne, Louis, Molly, Lucy, Fred non vi metterete a fare scherzi anche li spero!
Vi mandiamo con tanto affetto questi biscotti.
Scriveteci spesso, mi raccomando.
Nonni Weasley.

«Ce li manda nonna Molly» la anticipò Hugo mettendole sotto il naso dei biscotti allo zenzero.
Lily sospirò lievemente e, nonostante l'odore invitante dei biscotti di nonna Weasley, il pensiero del fratello a poltrire la fece desistere.
Ne acciuffò due nel momento in cui il cugino era distratto.
«Grazie lo stesso Hugo, ma vado da Al. Se non lo sveglio io il lunedì mattina, neanche il grido di una Mandragola lo sveglierebbe».
E così dicendo si allontanò dal tavolo dei Grifondoro e imboccò le scale in marmo che portavano direttamente nei sotterranei.
Più scendeva e più si stupiva di come suo fratello riuscisse a vivere in un ambiente del genere: quei sotterranei non avevano niente a che vedere con l'accogliente Sala Comune dei Grifoni o con la rumorosa casa Potter. No, Albus non era una Serpe ma non poteva non dire che quella sua collocazione gli dispiacesse data la tranquillità.
Nel suo lento rimuginare la rossa non si era accorta di essere arrivata all'ingresso della casa Serpeverde e per poco non andava a sbattere il naso contro la lastra di marmo freddo che costituiva una porzione della parete.
Corrugò la fronte per ricordarsi quale accidenti fosse la nuova parola d'ordine. La memoria non era mai stata il suo forte, di questo ne era più che convinta.
Era un qualcosa come Callis IngentumCaldis Ingendum…
«Callidus Ingenium» sussurrò scettica a riguardo nonostante quella non fosse di certo la prima volta che si presentava davanti al colonnato e per di più che scoperchiasse il covo degli studenti verde-argento.
La parete di marmo bianco si ritrasse e creò un'apertura abbastanza grande per lasciar passare la magra figura di Lily.
La Sala comune dei Serpeverde le si presentò davanti agli occhi in tutta la sua eleganza e sobrietà. Il pavimento a scacchi bianchi e neri sembrava a dir poco infinito e i divanetti in pelle nera rifiniti in argento erano disposti a semicerchio illuminati dal tenue chiarore verdastro delle lampade, dalle sfumature azzurrognole del Lago e del fuoco magico ancora non del tutto sveglio per illuminare la stanza a dovere.
«Signorina Potter, a quanto pare le piacciono i sotterranei più di quanto lei stessa voglia ammettere» brontolò il fuoco destandosi e sputacchiando un po' di brace sul tappeto.
«Sto solo andando a trovare mio fratello» latrò svelta e si incamminò verso l'ala del dormitorio maschile.
Stupido fuoco.
Ricordava come era stata odioso i primi tempi quando voleva andare a trovare suo fratello: le occhiate guardinghe dei Serpeverde, le risatine e le battute su come il cappello parlante avesse sbagliato a smistare la piccola di casa Potter a Grifondoro.
Detto con tutta sincerità era una gran seccatura avere una parte della famiglia a Serpeverde, dato che anche sua cugina Dominique era finita lì.
Spalancò la porta della stanza del fratello senza nessun contegno e così come era abituata in casa propria privò Albus del lenzuolo.
«Porca Morgana- Lils che cazzo stai combinando?» biascicò infilando la testa sotto il cuscino e premendo il guanciale contro le orecchie per non sentire le urla della sorella.
Poi si ricordò di essere completamente nudo - o quasi - e si convinse ad abbandonare il suo candido rifugio.
«Lily! Sono nudo» obiettò spazzolandosi la zazzera di capelli neri arruffati e cercando di riacciuffare un lembo del lenzuolo per coprirsi.
«Se non ti decidi ad alzarti te le faccio ingoiare quelle mutande» controbatté la sorella acida.
Albus si passò una mano sul viso ancora assonnato e con le dita cerco l'elastico delle mutande per coprire la natica sinistra rimasta scoperta.
Mentalmente si rimproverò il giorno in cui aveva deciso di spifferare la parola d'ordine alla sorella.
«Guarda invece cosa ti ho portato» cantilenò Lily ed estrasse dalla divisa il biscotto che aveva fregato a Hugo dalla scatola. Per qualche strano incantesimo, si mantenevano caldi e friabili come appena sfornati.
Gli occhi azzurri di Albus - che fino ad un momento prima dichiaravano di essere ancora non completamente svegli - scintillarono di gioia.
«I biscotti di nonna Molly»
Tentò di acciuffare il biscotto, ma la sorella lo allontanò prontamente dalla sua portata con tanto di disappunto per il giovane Potter.
«Mi dici qual è il problema, Lils?» sbottò ricadendo sul letto in attesa di qualche spiegazione più che plausibile da parte della sorella.
«Io...cioè...tu, per caso...voglio dire...hai idea se...non so, sei un Serpeverde...quindi...ma porco Godric»
Dell'andamento monosillabico della sorella, c'è poco da dire che Albus aveva afferrato si e no due o tre parole non tenendo conto del fatto che era sveglio da poco più di cinque minuti. Per cui, essendo sì abituato alle stranezze della piccola di casa Potter, ma del tutto inesperto con il mondo femminile, provò a mettere il moto il cervello e cercare di dare una spiegazione a quell'insolito blaterare di Lily.
Alla fine si arrese.
«Ok ripeti o riformula»
La rossa roteò gli occhi e trattenne l'istinto di Schiantare il suo stesso fratello e farlo arrivare in fondo al Lago Nero.
«Lascia perdere- piuttosto vedi di vestirti prima che riduca le tue pluffe in poltiglia» lo minacciò Lily.
«Almeno posso avere il mio biscotto?» chiese Albus rassegnato all'idea della stranezza della sorella - non che non ne dubitasse già.
La Potter glielo lanciò senza troppo garbo e si preparò ad uscire dalla stanza.
Aria, aveva bisogno d'aria.
«Cerca di non combinare guai» biascicò Albus, ancora in mutande, addentando un pezzo di biscotto con aria da cucciolotto contento.
Un sorrisetto affiorò nelle labbra della sorella prima di richiudere la porta.
Lily lasciò la maniglia in ferro e imboccò il corridoio che conduceva il dormitorio maschile alla Sala Comune dei Serpeverde.
In effetti di norma Lily non andava in cerca di guai.
«Ma guarda un po'! Chi l’avrebbe detto che la piccola Potter fosse una pervertita?»
Essendo una Potter, erano loro a trovare lei.

 

«Chiudi quella fogna, Malfoy» abbaiò la rossa incrociando lo sguardo di - niente poco di meno che - Scorpius Malfoy, in tutta la sua arroganza, appena uscito da una porta laterale, in veste di..no, decisamente ancora in fase di assestamento.
Scorpius pose due dita sotto il tessuto verde argento della cravatta per effettuare il nodo, non abbandonando il sorrisetto beffardo da quella faccia da schiaffi.
«E, se posso, quale scopa ti porta da queste parti?»
Con uno strattone completò di legare la cravatta intorno al colletto della camicia, si appoggiò contro lo stipite della sua camera dalla quale fuoriusciva un odore di menta misto a fumo di sigaretta.
Ovviamente in attesa di una risposta da parte della Potter.
«Se posso, ti manderei a quel paese visto che ficchi il naso in calderoni che non ti riguardano» rispose stizzita e con una notevole punta di acidità tra le righe.
Lily fece per andarsene ma il Serpeverde le si parò davanti scoccandole un'occhiata eloquente che faceva ben intendere che quel giorno sarebbero arrivati entrambi in ritardo alla loro prima ora di lezione.
«E sentiamo, mocciosa, nei tuoi calderoni in cui io non dovrei ficcare il mio bel naso, c'è magari un certo biglietto?»
A Lily si gelò il sangue nelle vene e si irrigidì come il manico della sua scopa.
Quanto Scorpius Malfoy sapeva di quella storia?
D'istinto la rossa aprì la bocca per controbattere e dopo aver mimato per due buoni minuti un certo numero di smorfie e prima che Malfoy dubitasse delle capacità di dialogo della Grifondoro, Lily rispose alla provocazione.
«Considerati un mago morto se ci sei tu dietro a tutto questo» sibilò scoccandogli un'occhiata velenosa in sua direzione.
Di tutta risposta Scorpius si aprì in una grassa risata che lasciò disarmata la rossa.
«Tranquilla, Potty, la Weasley per il momento non è nei miei piani. Ma so chi c'è dietro tutto questo» spiegò spicciolo attirando così l'attenzione della Grifondoro.
A Lily quella situazione puzzava di bruciato.
«Mh-mh..e, di grazia, chi sarebbe il molestatore dunque?» chiese incrociando le braccia sul maglioncino e non appena notò con quanta beffardaggine il biondo distolse lo sguardo metallico dal suo, fu certa della risposta.
Quella Serpe non glielo avrebbe confessato così facilmente.
«Vediamoci oggi pomeriggio nelle cucine» propose assumendo la stessa postura della rossa nonostante lei dovesse tenere il mento ben alto per sostenere lo sguardo del rampollo di Casa Malfoy.
«Negativo, oggi pomeriggio ho le prove del Quidditch» ribatté sprezzante, cercando di non dargliela vinta.
«Facciamo allora di sera» patteggiò, sperando che la Potter non facesse la difficile.
Lily si torturò il labbro inferiore, ma alla fine arricciò il naso contrariata alla risposta che stava per dare.
«Okay» si rassegnò, dandogliela vinta per questa volta.
Era già pronta ad abbandonare quel campo di battaglia, che l'aveva vista sconfitta e aveva tutta la voglia di svoltare l'angolo per leccarsi le ferite distante dagli occhi di quella Serpe, ma Scorpius la interruppe nuovamente.
«Non vorrei illuderti Potter, ma ci terrei a precisare che questo non è un appuntamento»
Il ghigno beffardo e l'occhiolino che le riservò fecero andare la Potter su tutte le furie. Avevano tutta voglia di scatenare una terza guerra magica, ma per quella volta si limitarono a guardarsi in cagnesco e ad allontanarsi l'un l'altro.
Contò mentalmente fino a cinquantuno galeoni, poi si decise a ripercorrere il corridoio che pochi minuti prima aveva percorso Scorpius.
Allungò il collo per vedere se vi fosse qualche studente nella Sala Comune, appollaiato in qualche divano ma a quanto pareva le Serpi erano tutte risalite per fare colazione.
Notò delle pergamene sparse sul tavolinetto di mogano e, dopo essersi osservata attorno con fare sospettoso, ne prese una con noncuranza.
Era il Gazzettino di Hogwarts e tra sondaggi, calendari delle prossime partite di Quidditch, articoli e pettegolezzi vari, in basso a destra figurava in bella calligrafia un nome più che familiare. Lily lo osservò allibita.
Per tutte le mutande di Merlino!

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Buonsalve popolo di Efp,
eccomi tornata con il primo capitolo della storia. A quanto vedo il Prologo non è stato molto gradito (ringrazio le due anime pie che l'hanno recensito) ma non mi abbatto visto che dopotutto nel prologo non si diceva granchè e che ancora il meglio deve venire. Ad ogni modo in questo primo capitolo avete conosciuto il personaggio nuovo ovvero Margaret e un po' la storia della sua famiglia e il suo carattere; avete pure assaggiato un po' dello Scorily che sarà abbastanza frequente in questi primi capitoli mentre di Rose e Lysander ancora niente ma non preoccupatevi, tra qualche capitolo sbucheranno anche loro. Per il momento vi lascio con l'appuntamento di Lily e Scorpius e la notizia pubblicata in prima pagina sul Gazzettino di Hogwarts.
Oh, nonna Molly manda un biscotto pure a voi.
Baci,
Sil

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Capitolo 3
*** Pettegolezzi ***


Definetely, maybe

2.Pettegolezzi

L'Acromantula è un ragno nero molto forte che può raggiungere enormi dimensioni; un esemplare di questa specie è Aragog, progenitore di una colonia di Acromantule insediatesi nella Foresta Proibita ad Hogwarts. – ugh - Sono delle "bestie", classificate come XXXXX, quindi non addestrabili.
Rose alzò gli occhi color nocciola dal libro di Cura delle Creature Magiche, più che disgustata, ed estrasse la piuma magica dal groviglio di capelli ramati dato che l'aveva adoperata come un ferma capelli.
Le ciocche ondulate le ricaddero sulle guance e soffiò un ciuffo di capelli che le era finito tra le due labbra.
È originario del Borneo, l'aperture delle zampe misura 4m, la peluria è grigia e sono c-ca-carnivore.
Se c'era un posto in cui era più che possibile trovare Rose Weasley quello era la biblioteca. Non perché avesse necessariamente bisogno di studiare: aveva assodato in quei sei anni che la probabilità che lei fosse riuscita a studiare in qualsiasi posto era quasi quanto la capacità che aveva suo cugino Albus di sonnecchiare ovunque. Per cui, passando intere domeniche, Natali e qualsivoglia festività in compagnia della moltitudine di parenti, aveva imparato a isolarsi e a concentrarsi. Quindi avrebbe potuto svolgere i suoi compiti anche comodamente distesa nel letto della propria camera.
No, era ben noto agli studenti di Hogwarts che Rose si recava puntualmente ogni pomeriggio in biblioteca per il semplice fatto che era il luogo in cui maggiormente era reperibile.
Eppure in quei giorni invece che recarvisi per puro diletto, la Weasley sembrava barricarsi in biblioteca, a volte sceglieva i tavoli più lontani e isolati, e si trincerava dietro montagne di libri che non necessariamente dovevano essere attinenti con quanto stava studiando.
Chi commercia le sue uova (ne produce fino a –miseriaccia!- cento all'ora) viene pesantemente sanzionato dal Ministero della Magia. L'Acromantula viene identificata come il numero otto nelle Antiche Rune per il numero di occhi o di zampe.
Rose si pizzicò le labbra con i denti, distogliendo lo sguardo dal libro e preparandosi ad impugnare la piuma e lisciare la pergamena sulla quale avrebbe annotato qualche informazione per la sua relazione.
«Scusa, è libero questo tavolo?»
La Grifondoro sobbalzò e di tutta risposta l'equilibrio precario del tavolo scosso fece cadere alcuni libri posti nei ripiani più alti del suo muro personale. E, come se non bastasse - come si dice, oltre al danno pure la beffa - il calamaio contenente l'inchiostro si rovesciò malamente sul tavolo.
Si, Rose Weasley in quell'ultima settimana si recava in biblioteca più che per studiare, per nascondersi da qualcosa - o qualcuno - di non nettamente identificabile.


«Scusami, non volevo spaventarti» intervenne il ragazzo biondo per ridestarla dal suo stato di imbarazzo. Rose non poté non notare l'aria leggermente divertita e da sbruffone nel viso di quel ragazzo per cui non ci mise molto a ricomporsi e a ritornare vigile e attenta come sempre.
«Ecco...ero così immersa nella lettura, che non ti ho visto arrivare» spiegò in maniera franca, estraendo dalla manica della toga la sua fedele bacchetta e mormorando a mezz'aria un incantesimo che fece ben presto evaporare le macchie di inchiostro sul tavolo e sui libri.
«E dunque, posso sedermi?» riprovò nuovamente a chiedere il ragazzo.
«Mh-mh» concluse Rose senza troppe parole, convincendosi ad alzare lo sguardo per dare un'occhiata all'ospite non desiderato.
Era molto alto, fisico asciutto, con dei riccioli biondi in testa che conferivano al viso un'espressione angelica rimarcata da un paio di occhi color giada. Ciò che tradiva la sua espressione innocente era una leggerissima patina di malizia nello sguardo e un modo di fare un po' troppo disinvolto. A giudicare dalla divisa, era un Serpeverde e aveva un qualcosa di vagamente familiare.
Il biondo prese uno dei libri utilizzati come mattoni per quel surrogato di muro e liberò Rose dall'impiccio di dover allungare il collo per lanciargli occhiate circospette.
Ora ne era più che certa: era uno dei gemelli Scamander.
«Lor- Lysander?» balbettò non essendo del tutto sicura di aver azzeccato il nome.
Il ragazzo alzò appena gli occhi, evidentemente irritato dall'essere stato scambiato per suo fratello, e chiuse il libro con un gesto secco del pollice.
«No, Lorcan» la corresse e si aprì in un sorriso che imbarazzò non poco la Grifondoro.
Era vero che gli Scamander fossero in contatto con i Potter e i Weasley, ma salvo qualche eccezione in cui si erano ritrovati insieme, non aveva mai avuto molta confidenza con i gemelli Scamander. Lei come anche il resto dei suoi cugini, fatta eccezione per Dominique, Albus e James. Sarà stato forse il gene "capelli rossi" a far desistere lei, Lily e Hugo a fare amicizia con i due fratelli.
«Ah» dichiarò a mo' di scusa e si affrettò a recuperare la pagina dalla quale stava effettuando la sua ricerca.
Dopo una buona mezz'ora, poco prima che Rose riprendesse in mano la piuma pronta ad elaborare qualche idea per il suo compito, la voce di Lorcan tornò nuovamente a interrogarla.
«Senti, Weasley, hai letto il Gazzettino di questa mattina?» chiese a bruciapelo e, senza lasciare alla rossa possibilità di ribattere, continuò.
«Ti consiglio caldamente di dare un'occhiata»
Per un momento Rose ebbe l'impressione che quelle parole avessero lo stesso tono di suo padre quando da piccola le raccomandava di non rubare mai la sua macchina volante, cosa che - tra parentesi - non le interessava minimamente. Stava di fatto che la richiesta intimidatoria del Serpeverde la incuriosì parecchio.
Scamander si alzò e raccolse i pochi fogli di pergamena che portava con sé, lasciando la Weasley sola, non prima di essersi scoccati una stilettata.
Rose gonfiò le guance, indecisa sul da farsi, ma dopo riassettò le sue cose e abbandonò il suo tavolo di studio alla ricerca di Edmund Brooks, il responsabile del Gazzettino di Hogwarts. Era pur certa di aver scovato i suoi occhiali spessi e i capelli unti qualche tavolo più avanti a lei.
«Eddie, ho bisogno di una copia del tuo giornale» chiese senza troppe cerimonie, interrompendo il quartetto di ragazzi che stavano studiando. Edmund alla vista di Rose si aprì in un sorriso e la Weasley dovette resistere alla tentazione di vomitare il suo pranzo alla vista dei residui di cibo attaccati alle placchette dell’apparecchio di lui.
Estrasse da un volume una copia del giornale e Rose fu ben che felice di non sborsare due galeoni, visto che quello era un omaggio del redattore.
Sotto gli occhi dei tra maghi, aprì il giornale alla ricerca di- non sapeva cosa!
Nell'angolo a destra, un riquadro incorniciato da tanti cuori che sbocciavano ad intervalli regolari, con la sua foto scattata il giorno in cui era diventata Prefetta.
Stagione degli amori ad Hogwarts anche quest'anno, ma gli studenti non sembrano voler attendere la primavera. Infatti, nonostante gli studenti siano rientrati da sole tre settimane, corre voce che la neo Prefetta dei Grifondoro, Rose Weasley, abbia già ricevuto molte avances dai suoi colleghi tramite bigliettini disseminati nel suo appartamento. La prossima mossa dei corteggiatori sarà forse una bella bottiglia di Amorentia?
Quel pomeriggio fu la prima volta che Madama Pince vide la signorina Weasley fiondarsi fuori dalla biblioteca a tale velocità.

 

Non che Malfoy avesse sviluppato un ego pari alla circonferenza della terra, semplicemente la sua indole lo portava a pensare che la sua bellezza non fosse decisamente piovuta dal cielo. E, come se non bastasse, non perdeva l'opportunità di manifestarlo all'intero universo femminile, che non smentiva per nessuna ragione al mondo le voci che da sei anni a quella parte erano ormai sulla bocca di tutti.
Scorpius Malfoy era ciò che si poteva definire un vero Don Giovanni, il più popolare a detta di alcuni, con grande orgoglio di Malfoy senior. E sì, se nell'attesa di diventare un grande mago Scorpius Hyperion Malfoy avrebbe dovuto stare tra le gambe di qualcuna, non c'era nessunissimo problema.

 

All'ora di cena la Sala Grande era quasi al completo quando il Serpeverde vi fece il suo ingresso. Si frizionò leggermente i capelli dorati, scompigliandosi il ciuffo e portandolo indietro, così che un paio di studentesse Corvonero ai limiti del loro tavolo rischiarono di avere uno spasmo emotivo per via di quella visione. Prese posto alla sua solita porzione di panca, non prima di aver fatto l'occhiolino a Susie Spencer, Tassorosso, sua ultima conquista, la quale lo stava già rimirando. Non appena notò il gesto del Serpeverde esplose in una risata isterica.
«Ehi» esordì per richiamare l'attenzione di Zabini, già intento a trangugiare le sue alette di pollo.
«Ciao» rispose all'amico, abbandonando le posate per bere un sorso d'acqua.
Malfoy notò con suo dispiacere l'assenza di Caleb al fianco di Zac, ma non si crucciò più di tanto per la mancanza del cugino e affondò la forchetta nel vassoio delle costolette di maiale, scartando il pollo.
«Dunque, hai niente da fare dopo cena?» chiese con noncuranza il moro, scoccando un'occhiata in tralice a Scorpius intento ad iniziare la sua cena.
Malfoy tagliò la carne ancora fumante e ne portò un pezzo alla bocca, non prima di essersi riempito il bicchiere con dell'acqua.
Riflettè un secondo, inarcando le sopracciglia. Poi rispose.
«Niente di particolare»
Zabini abbandonò la forchetta e acciuffò il tovagliolo per ripulirsi dalle macchie di sugo agli angoli della bocca.
«Quindi non è vero» concluse attendendo un gesto affermativo dal biondo.
Malfoy sbatté le palpebre e intrecciò le dita sotto il mento, incuriosito.
«Non è vero che cosa?»
«Non è vero che tu e la Potter avete un appuntamento»
Lui? Lei? La Potter? Lui con la Potter? Insieme?
«Ma certo che no. Dio, come ti è venuto in mente un simile obbrobrio?» chiese disgustato come se avesse appena ingurgitato un succo di zucca inacidito.
«Voci» rispose in tono vago l'amico, riprendendo a mangiare.
Ora era Scorpius che aveva perso l'appetito.
«Amico mio, mi deludi se credi a simili scemenze. Pettegolezzi, bleah»
Com'era caduta in basso Hogwarts per essere vittima di stupide voci di corridoio e pettegolezzi da quattro galeoni alla pari di quelle dei domestici.
Ad un tratto si ricordò dell'appunt- cioè dell’incontro con la Grifondoro nelle cucine per la faccenda di Rose Weasley.
«Allora dopo ci vediamo in sala comune - o hai da fare con la Spencer?» chiese maliziosamente Zac arcuando le sopracciglia su quel viso abbronzato che si ritrovava e facendo riferimento con il capo al tavolo dei Tassorosso.
Malfoy represse l'istinto di lanciargli una Maledizione, ma mentalmente lo ringraziò per avergli fatto ricordare l’appuntamento. Il solo pensare il nome appuntamento e Potter nella medesima frase lo faceva inorridire.
«Uhm» mormorò non dando un'effettiva risposta allo Zabini. Per la verità Malfoy era più impegnato ad allungare il collo e aguzzare la vista tentando di scorgere, tra le miriadi di teste degli studenti, quelle appartenenti ai Grifoni.
Cercava Potter 3 formato uno e sessantadue con lentiggini incluse, ma, benché cercasse da un bel po', riuscì a localizzare solamente i due patetici Weasley - e poteva ben constatare quanto Weasley 1 fosse particolarmente avvilita. Ma di lei, della sua acidità e della sua chioma fulva di derivazione Weasleyana nessuna traccia.
«Ma si può sapere chi stai cercando?» tentò l'amico dopo che svariate volte si era girato per vedere nella medesima direzione del biondo, non trovando nessuno ovviamente.
Malfoy ritornò nuovamente con gli occhi puntati in quelli di Zabini, Cruciandolo, il che fece abbassare gli occhi al moro con un "come non detto" appena borbottato.
Sbocconcellò un pezzo di pane avvilito quando con la coda dell'occhio notò l'inconfondibile Lily Luna Potter, fare il suo ingresso in sala con una coda di cavallo abbastanza alta.
Le labbra del Serpeverde si piegarono in un sorriso beffardo e prontamente estrasse dalla giacca un pezzo di pergamena e una penna.
Sbrigati a mangiare, Potter.
Ci vediamo tra mezz'ora all'ingresso delle cucine.
Non farti beccare dagli Elfi domestici.

Prima che Lily giungesse al suo solito posto, un aeroplanino di pergamena atterrò sul suo piatto.
Malfoy abbandonò così il suo posto e si avviò con calma verso l'uscita, non prima di aver riservato un'occhiata alle gambe in bella vista di Susan.
Non era male il programma della serata: sarebbe andato dalla Potter, avrebbe risolto la questione e l'avrebbe presa un po' in giro.
E poi forse, per la goduria di Zabini stesso, avrebbe trovato anche un po' di tempo per la Spencer.

 

Puzzava.
Ci credeva che puzzava visto che aveva concluso gli allenamenti di Quidditch da poco più di un’ora senza nemmeno farsi una doccia veloce. Il fatto era che l'idea di presentarsi di fronte a Malfoy pulita e profumata come un biancospino non le andava affatto a genio. Con l'ego che si ritrovava, quella Serpe avrebbe pensato che quell'incipriamento fosse tutto per lui.
Così non appena era scesa dalla scopa era corsa subito negli spogliatoi per cambiarsi e rimettersi la toga che già indossava da due o tre giorni, e i capelli sudaticci, e per questo molto più malleabili, erano stati legati accuratamente in una coda alta.
Aveva ingurgitato quanto più poteva contenere nello stomaco ad una velocità pazzesca, dato il suo netto ritardo a cena, ma non appena aveva finito, si era incamminata senza fretta, preferendo gironzolare per il castello piuttosto che imboccare le svariate scorciatoie.
Eppure c'era qualcosa che non andava. Non che avesse paura dei corridoi del castello di notte, ma la sensazione di essere seguiti da qualcuno non si presenta sotto la luce del sole.
Il suo istinto le diceva che qualcuno la stesse seguendo a distanza di sicurezza e quasi mai l'istinto di un Potter si era sbagliato.
Così dopo un buon quarto d'ora da quando si era allontanata dalla Sala Grande, si voltò brandendo la sua bacchetta.
«La pianti di seguirmi?»
La Grifondoro attese qualche minuto e la strega uscì allo scoperto.

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Ciao carissimi lettori,
Finalmente sono qui con il terzo capitolo di questa storiella che, a quanto sembra, non convince molti di voi. Questo un po' mi dispiace ma non ve ne faccio certo una colpa, dico solo che se c'è qualsiasi cosa che mi volete dire (opinione, giudizio, idea, critica) sul mio modo di scrivere, sulla storia in sé, sulla caratterizzazione dei personaggi - che non vi piace o che trovate scialba e scolastica - potete farlo tranquillamente in un recensione o contattandomi privatamente.
Detto questo passo a fare il resoconto del capitolo. Dunque, incontriamo Rose alla prese con lo studio e i ragni (un parallelismo che ho voluto tracciare con il padre) e un Lorcan pronto a girare il dito nella piaga. Basicamente Lorcan non è cattivo, ma è molto più lucido di Lysander e possiede una logica pari quasi a quella della Weasley, per questo entrambi non si trovano a proprio agio nei pressi dell'altro. In Biblioteca Rose scopre le voci che circolano su di lei e scappa potete immaginare in che stato d'animo. Scorpius invece è come molti di voi se lo immaginano ma vi avverto che questo è lo strato superficiale, avrà molte cose da raccontare/confessare in futuro. E poi c'è la Potter che - a detta di alcuni - non si lava (ahaha) per il semplice gusto di non dare modo a Scorpius di prenderla in giro. E intanto nel loro appuntamento tutt'altro che romantico - anzi, direi di lavoro visto che devono discutere sull'autore del biglietto di Rose - arriva un terzo incomodo. Chi è?
Lo so bene che ancora della Rosander sembra non vedersi neanche l'ombra ma si deve pur sistemare la faccenda del biglietto, no?
Grazie mille per aver letto e per continuare a leggere nonostante tutto.
Baci,
Sil

P.S Per chi volesse aggiungermi su Facebook Dreem L. Efp

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Capitolo 4
*** Di pedinamenti e porte in faccia ***


Definetely, maybe

3.Di pedinamenti e porte in faccia 

«Lumos»
La rossa agitò la bacchetta dalla quale fuoriuscì un debole fascio di luce sufficiente per illuminare le efelidi della Potter.
«Per quanto tempo dobbiamo aspettare chiuse nell'armadio delle scope?» abbaiò sottovoce Maggie, spazientita per lo spazio angusto in cui si ritrovavano praticamente ad un palmo dal naso l'una dall'altra.
Lily alzò gli occhi al soffitto basso brontolando appena.
Se Margaret Pevensie non avesse chiuso quel becco da Corvonero che si ritrovava all'istante probabilmente si sarebbe ritrovata sbalzata fuori da quell'armadio colpita in pieno da uno Schiantesimo. Ma probabilmente l'istinto omicida della Grifondoro non teneva in conto il fatto che Margaret era una degli studenti più brillanti di tutta Hogwarts, in stile Rose Weasley.
Ed era stato proprio il suo ingegno a suggerirle che ci doveva essere sicuramente qualcos'altro dietro le frecciatine che Potter e Malfoy si scambiavano quasi come se stessero giocando allo sport babbano del tennis.
Così niente le aveva impedito di alzarsi dalla panca, abbandonare il dolce che Lysander si era offerto di dividere con lei e di seguire la coda di cavallo di Lily Potter mentre ondeggiava per i corridoi bui del castello. Niente a parte gli occhi gonfi e imploranti di Rose che le sbarrarono la strada per una manciata di minuti, livida come non mai. Solo una volta aveva visto la sua migliore amica in quelle condizioni e cioè quando al secondo anno un bolide impazzito l'aveva colpita in piena faccia, lasciandole con due macchie viola al posto delle guance per una buona settimana. Aveva tentato di consolarla come meglio poteva, cercando di non perdere di vista il soggetto da lei inseguito e così, quando la Potter si era trovata fuori il suo campo visivo, a malincuore l'aveva liquidata consigliandole di abbracciare Grattastinchi se proprio doveva e la sorpassò subito tornando sui passi della minore di casa Potter.
Non si poteva dire che Lily e Maggie avessero un buon rapporto, ma neanche che si odiassero. Non si erano mai frequentate perché la simpatia era reciproca ma esclusivamente perché l’unica cosa che le legava era il rapporto con Rose. Ciò che le ostacolava era il carattere fin troppo simile e il livello di acidità che continuava ad oscillare senza mai azzerarsi. Tuttavia ciò che distingueva la Corvonero dalla Grifondoro era la ponderatezza e l'arguzia della prima contro la testardaggine e l'impulsività della seconda.
Lily tentò di sbirciare il corridoio attraverso una minima fessura così da poter rispondere alla compagna.
«Il tempo di non vedere più Elfi domestici in giro» brontolò, un po' infastidita da quella situazione e dal ginocchio della Pevensie che andava a toccarle l’anca destra.
Esatto, elfi domestici.
Perché nel momento in cui Lily si era voltata brandendo la sua bacchetta e Maggie aveva trattenuto il fiato, notevolmente stizzita dall'essere stata scoperta, neanche il tempo di rivolgersi un’occhiata in cagnesco che due esseri alti poco più di tre piedi stavano percorrendo il corridoio opposto con al seguito una pila di piatti sporchi, vassoi, bicchieri e ciotole.
Non c'era voluto molto alla Grifondoro per prendere Maggie per una ciocca di capelli e trascinarla all'interno di quell'armadio - nolente o volente, era ovvio.

Non ti fare beccare dagli elfi domestici, aveva detto Malfoy; incontriamoci subito, aveva detto la Serpe.
E ora Lily non poteva non dare la colpa del suo piede addormentato a Scorpius e a tutta la generazione dei Malfoy.
«Dici che Malfoy ti dirà chi è il responsabile del biglietto?» chiese Maggie appoggiata contro la parete, serrando le braccia al petto e osservando la Potter ancora china ad osservare attraverso la fessura.
L'ultima pila di piatti con davanti un elfo dall'aspetto piuttosto grassoccio stava per attraversare il corridoio.
«A dire la verità - non lo so», rispose in tutta sincerità, «però se non ce lo dice saprai già chi sarà il responsabile del suo omicidio» si affrettò ad aggiungere con un evidente tono macabro mentre riduce gli occhi a due fessure.
Maggie rabbrividì arricciando il naso all'idea di Scorpius Malfoy ridotto a mangime per draghi da Lily.
Dopo aver rivolto lo sguardo al soffitto basso e essersi dondolata per un po' sui talloni, la Corvonero estrasse la bacchetta dalla manica della toga, visto che la sua pazienza aveva rasentato il limite - e a dirla tutta anche il suo setto nasale non ne poteva più della puzza di sudore di Lily.
«Su, spostati» disse scostando Lily dalla fessura e impugnando la bacchetta.
In meno di un secondo un minuscolo gingillo grigio volante simile ad una libellula prese vita e, dopo aver ronzato per un po' davanti alla faccia della Grifondoro irritata, si insinuò nella fessura sotto la porta con l'intento di vedere se fosse davvero sicuro uscire da quel nascondiglio.
Ora era la Potter che sbuffava come un calderone bollente e non vedeva l'ora di uscire da lì.
L'esserino rientrò dalla medesima fessura, dando nessun segno di allarme così la mora con un ulteriore colpo di bacchetta lo fece Evanescere.
«Perfetto, la strada è libera» dichiarò Maggie soddisfatta di sé. Lily roteò gli occhi, non si scoraggiò dai trucchi della Pevensie e optò per aprire lei per prima la porta.
Girò i tacchi e con uno scatto veloce spalancò la porta in legno, non curandosi dell’eventualità che qualche Elfo domestico potesse essere ancora in giro.
Qualcosa batté violentemente contro la porta tanto che Lily dovette far forza per aprirla totalmente.
Il tonfo fece irrigidire subito le due streghe ancora seminascoste.
Maggie fece capolino sopra le spalle della rossa, incuriosita da quello strano rumore e rivolse uno sguardo a dir poco allibito quando Lily si aprì in una risata sguaiata che fece tremare le mura del castello e che la fece accasciare a terra.
Ed era più che ragionevole.
A terra, con un bernoccolo in fronte e con il naso sanguinante tra le mani, vi era niente poco di meno che Scorpius Hyperion Malfoy.

 

Lily si asciugo le lacrime per la terza volta da quando aveva fermamente giurato che non avrebbe continuato a ridere ma puntualmente, dopo due minuti, infrangeva la promessa e continuava a rotolarsi, inondata da sguardi assassini indirizzatele dal Serpeverde.
D'altro canto Scorpius si tamponava la narice destra con un fazzoletto, completamente scuro in volto e con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
Il tutto sotto lo sguardo vigile della Corvonero la quale si chiese in quale istante le era venuta in mente quella brillante idea di immischiarsi in quella faccenda.
Si torturò il labbro e abbasso lo sguardo non appena gli occhi gelidi di Malfoy intercettarono i suoi grandi e neri. Maggie si sforzò almeno di non arrossire di vergogna.
«Potter ti sarei grato se smettessi di starnazzare come un'oca ed evitassi di richiamare l'attenzione di professori e studenti con i tuoi gridolini da sguattera» latrò il biondo profondamente  irritato dal comportamento della Grifondoro.
Lily si pose entrambe le mani davanti alla bocca, soffocando un'ulteriore risata e dopo un bel respiro profondo si ricompose, accantonando l'eccesso di ilarità di poco prima.
Scoccò un'occhiata guardinga in direzione del Serpeverde e si morse la lingua per non ricominciare a ridere.
Aveva la narice gonfia ma ormai priva di residui di sangue, un bitorzolo posto al di sopra del sopracciglio sinistro, in quella porzione di fronte non coperta dal ciuffo, uno sguardo livido e un umore nettamente sottoterra.
Sì, sicuramente suo fratello James le avrebbe costruito una statua – come minimo - per quello che era riuscita a combinare involontariamente.
Tuttavia il sorriso della Grifondoro scomparve del tutto quando si concentrò sul da farsi.
Se prima forse avevano avuto una possibilità su cento che Malfoy fosse realmente disposto a collaborare con loro e rivelare il nome dell'autore del biglietto, adesso le possibilità erano sicuramente meno di zero.
Lily represse l'istinto di sbattersi la testa contro il muro, ma onde evitare uno spettacolo di buono gusto a Malfoy, si convinse a spiccicare qualche parola giusto per iniziare il discorso e togliersi da quella situazione insostenibile.
«Ehm...dunque, ci dici chi è l'autore di quel biglietto?» chiese Lily senza ulteriori giri di parole ma evidentemente il tono con cui aveva modulato la domanda non fu affatto di gradimento per Scorpius.
Il Serpeverde di tutta risposta spostò lo sguardo dalla rossa a Maggie la quale, questa volta, sostenne gli occhi di Malfoy su di lei.
«Io non parlo davanti a te, Corvaccia» sputò scoccandole un'occhiata di sufficienza e di disgusto, quasi il medesimo sguardo che avrebbe riservato a una mezzosangue.
Persino Lily era stata graziata da quello sguardo truce.
Maggie si torturò il labbro inferiore promettendosi di non perdere il controllo e di non fare scenate.
«S-si dà il caso, Malfoy, che io sia la migliore amica di Rose e-e che ci tenga a sapere chi si nasconda dietro a questa faccenda» lo apostrofò con coraggio seppur inceppando in qualche sillaba.
Il biondo sbuffò dandogliela vinta per quella volta e da quel momento in poi si voltò facendo come se Maggie non esistesse.
Lanciò un'occhiata di sottecchi alla Potter e Lily poté ben costatare – a suo malgrado - che il dolore al naso era svanito visto che era riapparso il solito ghigno strafottente.
«Malcom Corner, settimo anno, capitano della squadra di Quidditch dei Tassorosso» asserì solenne e quasi in sincrono le due studentesse inarcarono le sopracciglia per poi sbarrare gli occhi dipingendosi in volto una smorfia di notevole disgusto.
«Quel damerino irlandese?» buttò lì Lily arricciando il naso e aggrottando la fronte, non essendo ancora riuscita a capire quale improbabile collegamento vi fosse tra sua cugina e quel Malcom.
«O-o forse è Adam Johnson, terzo anno, il miglior esperto di Antiche Rune» aggiunse il biondo poggiando il pollice sotto il mento e assumendo un'aria pensierosa e divertita allo stesso tempo.

La Grifondoro si voltò a scrutare il biondo con aria minacciosa non riuscendo a capire dove stesse cercando di andare a parare.
«O magari-» ma Scorpius non riuscì a terminare la frase che due dita lo strinsero per il colletto della camicia trascinandolo verso il basso all'altezza degli occhi di una Potter furibonda.
«Ammettilo - tu, lurida e viscida Serpe - ammetti che non hai la ben che minima idea di chi abbia scritto quel biglietto e che mi hai trascinato qui solo per il gusto di farmi un dispetto!»
Malfoy, ricurvo su di lei per via delle unghie di Lily che lo trascinavano giù insieme al colletto della camicia, serrò le dita attorno al polso della Grifondoro finché lei non dovette a malincuore abbandonare la presa intorno alla stoffa.
«Punto uno, mocciosa, io non ti ho mai detto che sapevo il nome dell'idiota che ha inviato il biglietto alla Weasley; punto secondo, se non la smetti di afferrarmi il colletto della camicia ti rispedisco nella tua Sala Comune a suon di calci nel sedere che ti ritrovi; punto terzo, anche se sapessi il nome, sei proprio tonta per sperare che io adesso te lo riveli dopo quello che hai combinato alla mia bellissima e preziosissima faccia».
Si guardarono in cagnesco per una manciata di minuti scarsi finché Lily si liberò dalla stretta del Serpeverde e il sangue tornò a circolare nelle sue povere dita.
«Allora se non lo sai perché diamine mi hai fatto venire qui?» domandò esasperata Lily allargando le braccia non sapendo più che pesci prendere.
«Per dirti che sapevo il nome» dichiarò con noncuranza e freddezza Scorpius mentre si risistemava il colletto della camicia e allentava il nodo della cravatta a fasce grigie e verdi.
La mandibola della Potter si aprì di ben quarantacinque gradi pronta a ritornare alla carica, ma a sua insaputa il Serpeverde continuò la sua arringa di difesa.
«Ma ovviamente tu e la tua sfrontatezza mi hanno fatto passare la voglia di rivelartelo - zero punti a Grifondoro» concluse scimmiottando pure la McGranitt - cosa che produsse un leggerissimo risolino sulle labbra di Margaret, rimasta appartata con le mani dietro la schiena.
Lily provò per l'ennesima volta a convincere la Serpe.
«Okay, è stato un incidente, come potevo sapere che tu fossi così intelligente da seguire quello strano animale e andare a sbattere contro la porta- e poi ti ho già chiesto scusa e…»
«No, non mi hai chiesto scusa» si difese prontamente Malfoy e Lily si sentì punta sul vivo.

No che non gliel'aveva detto, porco Godric.
«..'cusa» bofonchiò spostando lo sguardo sulle punte delle sue scarpe.
Scorpius si portò una mano all'orecchio.
«Come, Potter? Non ho sentito bene» ci marciò sopra e Lily era sul punto di lanciare una qualche maledizione.

Certo che non hai sentito bene pensò ironica ma alla fine si arrese.
Chiunque fosse stato l'autore del biglietto l'avrebbe pagata molto cara quella sua umiliazione.
«S-C-U-S-A» sillabò facendo vedere per bene la lingua e i denti ad uno Scorpius disgustato.
«Molto bene. Adesso veniamo a noi».
Margaret e Lily si scambiarono un'occhiata di intesa.
«Vi rivelerò il nome ma voi dovete darmi una cosa in cambio, una specie di piccolo favore» propose il Serpeverde affondando le mani nelle tasche dei pantaloni.
Gli occhi della Potter si ridussero a due fessure.
«Dovevo aspettarmelo che giocavi sporco» abbaiò profondamente indignata e dietro di lei sentì un leggero sibilo, un qualcosa come ricattatore pronunciato dalle labbra della Corvonero.
«Questo non è giocare sporco, sono affari, ma dubito che una Potter sappia cosa si intende per-»
«Piantala e vieni al dunque- cosa vuoi?» lo troncò di netto e tamburellò un piede contro il pavimento di pietra in attesa delle parole.
Malfoy sorrise malizioso e Lily si aspettò il peggio.
C'era sempre da aspettarsi il peggio da uno come Malfoy.
«Vi dirò il nome a patto che la Pevensie venga con me al ballo di Primavera» buttò li con indifferenza come se le avesse chiesto di passarle la Gazzetta del Profeta.
Lily non si curò delle minacce balbettanti che Maggie stava elaborando né del fatto che fosse sull'orlo di una crisi di nervi e che sarebbe mancato poco per scatenare un duello.
Così, mentre la mora si sbracciava, tutta rossa in viso, per colpire Malfoy nel posto dove non batte il sole - o almeno era questo che Lily riuscì a decifrare tra le miriadi di esclamazioni lasciate a mezz'aria - la Grifondoro rispose per lei.
«Okay, sì accetta. Il nome, prego» rispose spicciola mentre veniva colpita da occhiate omicide da parte di Margaret.

Pazienza, si era sacrificata per una giusta causa.
Non che Lily non fosse particolarmente incuriosita riguardo la richiesta del Serpeverde, del resto da quando in qua riceveva qualcosa da Malfoy senza che lei gli desse qualcosa in cambio? Che Malfoy avesse qualche tipo di interesse per Maggie?
Scorpius si abbassò leggermente giusto per arrivare alla medesima altezza della rossa la quale sentì una strana morsa allo stomaco nel momento in cui la punta del suo naso si trovò a meno di quattro centimetri da quello del biondo.
Fortunatamente deviò e avvicinò le labbra al lobo dell'orecchio.
Lily pregò Godric di non arrossire e serrò i pugni determinata.
«Per Salazar, Lilian, quanto puzzi» sussurrò per poi scoppiare in un eccesso di ilarità allontanandosi dalla Grifondoro con finto gesto di disgusto.
E per quella sera l'arrivo di Gazza salvò Scorpius Malfoy da morte certa.

 

Le fusa di Grattastinchi II non erano di certo il miglior modo possibile per convogliare il sonno, quel rarissimo senso di beatitudine e di ristoro che da ben tre ore e mezza non ne voleva sapere di raggiungere Rose.
Aveva provato di tutto: un buon libro, una tisana di miele e menta, una doccia. Ma l'immagine di lei su quell'articolo così diffamante le faceva arrovellare lo stomaco e tutte le sue preoccupazioni vertevano sulla sua carriera scolastica, impeccabile per sei anni - almeno fino ad ora.

Sarò lo zimbello di tutta Hogwarts, che cosa penseranno mai i professori.
Il gatto dal pelo liscio e folto si acciambellò maggiormente continuando a poltrire grazie alle carezze della padroncina.
Un picchiettio sul vetro fece sussultare Rosie ancora sveglia, mentre le sue compagne di dormitorio di limitarono a mugugnare e a rigirarsi dall'altra parte del letto.
Un piccolo allocco dalle ali tinte di nero beccava forsennatamente la finestra in attesa di essere invitato ad entrare.

La Weasley poggiò i piedi nudi sul freddo pavimento di pietra e si strinse maggiormente nel suo pigiama quando la fresca aria notturna di fine ottobre si introdusse in stanza facendo anche entrare l'uccello.
Grattastinchi rizzò il pelo sentendosi minacciato da quell'animale, ma dopo che l’allocco ebbe sbattuto un po' le ali, il gatto si leccò la punta del naso e socchiuse gli occhi ritornando a sonnecchiare.
La rossa notò un piccolo pezzo di carta e cosi slegò dalla zampa dell'allocco il biglietto.
Per suo malgrado era di nuovo per lei.

 
Non ti conosco bene.
Non ti conosco bene come dovrei, in effetti. E non so bene come funzionano queste cose. Vorrei studiarti. Mi incuriosisci. Mi piaci, credo. E se c'è una cosa che vorrei fare, come nell'intero mondo, è toccare, no accarezzare i tuoi capelli ricci appena ti svegli. Vorrei - tipo - conoscerti. Vorrei sapere cosa studi, qual è il tuo libro preferito, salire sulla scopa e guardarti a testa in giù e scoprire che il tuo sorriso è addirittura più bello visto all'incontrario, portarti fuori ad Hogsmeade, entrare a Mielandia e comprarti gli Zuccotti di Zucca che ti piacciono tanto e pulirti con un dito l'angolo destro della bocca, quello più bello, quello che non hai mai donato a nessuno.
Okay, scusa. Probabilmente tu non vuoi fare tutte queste cose, sarai impegnata con lo studio e cose così. Ma non c'è problema, continuerò a pensare queste cose tra me e me, magari a fantasticare per entrambi perché tu non hai tempo.
Aspetterò tutto il tempo necessario.
Tuo S.

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Salve carissimi lettori (semmai ce ne siete)
Eccomi tornata come promesso con un altro capitolo, questa volta incentrato quasi interamente sull’incontro di Scorpius e Lily nelle cucine. Mi domando coma mai nessun Tassorosso sia passato di lì- bah poco importa. Maggie è decisamente curiosa – da brava Corva – e ha trovato il modo di immischiarsi in quella faccenda. Il rapporto tra Lily e Maggie è un po’ aspro, ma in effetti non si odiano anzi Maggie è una delle poche ragazze ad Hogwarts con cui scambia volentieri qualche parola. Dal canto suo Maggie è un po’ impacciata in fatto di legami e amicizie e questo anche a causa della sua riservatezza che la spinge spesso a nascondersi dietro a un libro. Scorpius guarda con sdegno Margaret e Lily non se ne cura - male, molto male – ma alla fine il Serpeverde se ne esce invitando Maggie al ballo di Primavera. Ma sfortunatamente Lily non riesce a farsi dire il nome del presunto ammiratore perché il guardiano del castello interrompe la combriccola che scappa di filata nelle loro rispettive case. Intanto Rose è profondamente amareggiata per la situazione che si sta venendo a creare – lei, strega modello ecc – ma le arriva nuovamente un biglietto questa volta di natura diversa. Non la semplice citazione presa da qualche poeta o scrittore, questa volta è una confessione. E vedrete che questo secondo messaggio porterà molti più problemi del primo.
Ringrazio voi che leggete questi capitoli e non so, se non vi dispiace un vostro parere anche di tre righe mi piacerebbe riceverlo ewe
Al prossimo capitolo.
Un bacio,
Sil

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