Moment in time.

di She loves writing
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Too soon. ***
Capitolo 3: *** E' stato così pesante.. ***
Capitolo 4: *** Pander and too sweety. ***
Capitolo 5: *** Finally happy. ***
Capitolo 6: *** Ian. ***
Capitolo 7: *** Be mine. ***
Capitolo 8: *** Cemetery. ***
Capitolo 9: *** What if.. ***
Capitolo 10: *** Thank you. ***
Capitolo 11: *** I'm gonna stay with you. ***
Capitolo 12: *** I hate you, 'cause I love you. ***
Capitolo 13: *** Snow White. -The End. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



Seguito di You're my reason to be



MOMENT IN TIME     





#Ellie’s Pov


La mia vita, prima del suo arrivo, era sempre stata incasinata.
Troppi misteri, troppo odio, troppo silenzio, troppe parole non dette, alla fine però non mi ero mai accorta che a soffrire così tanto non ero solo io.
Avevo sempre creduto che fossi l’unica a stare male, l’unica a rimetterci in quella situazione, l’unica a non avere più una famiglia.
La verità era che, per quanto mi sia sforzata di capire il comportamento di mia madre, io ero sempre rimasta chiusa in me stessa.
Egotismo. Quando una persona tende sempre a parlare di se.
Egoismo. Quando pensa solo a se stessa.
Ed ora che la situazione mi era più chiara, mi rendevo conto che io ero sempre stata in entrambe le categorie.
Ero stata egoista da fare schifo, senza neanche accorgermene.
Perché mia madre mi odiava ed io ricambiavo, senza mai rendermi conto che c’era un motivo. Sbagliato, ma c’era.
E lei soffriva, quanto me, forse di più.
“Mamma andiamo?” Mi voltai di scatto verso la porta, nascondendo la sigaretta dietro la schiena.
“Arrivo subito, tesoro.” Sorrisi a Melanie, poi mi accertai che fosse uscita di nuovo dalla stanza e, dopo aver fatto un ultimo tiro, spensi la sigaretta nel posacenere.
Presi il cellulare e mi affrettai a scendere al piano di sotto.
“Che stavi facendo?” Chiese Zayn quando lo raggiunsi.
“Niente, stavo finendo di prepararmi.” Sorrisi, quando mi attirò a se.
“Mm.” Acconsentì, stampandomi un bacio sulle labbra. Quando si allontanò aveva la fronte aggrottata ed un espressione confusa. Stava per parlare, ma Melanie lo interruppe.
“Oh, andiamo! E’ tardi!” Esclamò facendomi ridere.
“Andiamo, andiamo.” Dissi staccandomi dalla presa del moro e prendendo la mano che mia figlia mi stava tendendo. Entrammo in macchina dopo aver chiuso la porta di casa a chiave. Zayn non parlò per tutto il tragitto, lo sentivo strano e distante.
“Ci saranno altri bimbi, mamma?” Chiese Melanie dal sedile posteriore, guardandomi con quei suoi occhioni neri sorridenti.
“Certo che si, amore.” Batté le mani, felice.
“Quando arriviamo??” Chiese di nuovo. Zayn rimase in silenzio. I miei occhi si fermarono un secondo sulla strada.
“Zayn?” Non rispose. Gli scossi una spalla.
“Eh?” Chiese come risvegliatosi da un sogno. Mi guardò, senza alcuna espressione.
“Dove stai andando?” Chiesi.
“Alla scuola di Mel.”
“Hai sbagliato strada.” Gli feci notare. Lui si guardò intorno, sbarrando di poco gli occhi, prima di sbuffare e tornare indietro.
“Che ti prende?”
“Niente.”
“Zayn..”
“Niente Ellie, lascia stare.”
“Che succede?” Domandò Melanie. Scossi la testa, senza risponderle.
“Papà?” Chiese dopo un po’.
“Si?”
“Sei triste?” Lui le sorrise.
“Ho solo sonno tesoro.”
“Ah.”
“Siamo arrivati.” Disse, parcheggiando e scendendo dall’auto. Melanie corse fuori, saltellando.
“Salve!” Una donna sulla quarantina d’anni, con un taglio di capelli neri lungo fino alle spalle e un paio di occhiali da vista quadrati, si presentò non appena entrammo nell’edificio.
“Buongiorno.”
“Malik, se non mi sbaglio, vero?” Provò a ricordare la direttrice.
“Si, abbiamo fatto l’iscrizione qualche mese fa.”
“Si, mi ricordo.” Sorrise.
“Come ti chiami piccola?” Chiese abbassandosi all’altezza di Mel, che si nascose dietro le mie gambe.
“Melanie.” Sussurrò, facendomi ridacchiare.
“E quanti anni hai?” Lei le mostrò tre dita, sporgendosi di poco.
“Tre? E dimmi, ti va di conoscere gli altri bambini?” Melanie uscì dal suo ‘nascondiglio’ annuendo con un sorriso enorme.
“Bene! Allora andiamo!”
“Mamma tu non vieni?”
“No tesoro, vengo a prenderti dopo, appena hai finito di giocare.” Lei abbassò la testa, poi alzò le spalle ed allungò le braccia verso di me.
“Che c’è?”
“Mi saluti?” Sorrisi intenerita, quella bambina mi avrebbe sempre fatto lo stesso effetto. La presi in braccio stampandole un rumoroso bacio sulla guancia che la fece  ridere. Si sporse anche verso Zayn che fece la stessa cosa rimettendola poi a terra.
“Dove sono i bimbi?” Chiese alla direttrice della scuola.
“In giardino, vieni con me?” Lei annuì, prendendole la mano.
“A dopo.” Ci salutò la donna. Ricambiammo, vedendole sparire dall’altra parte dell’edificio. Spostai il mio sguardo sul ragazzo accanto a me.
“Zayn?” Lui mi guardò.
“Che hai?” Lui sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
“Perché hai fumato stamattina?” Chiese, facendomi capire cosa lo turbava tanto.
“Io non.. Oh..” Risposi, ricordandomi solo in quel momento del bacio che ci eravamo scambiati subito dopo la mia sigaretta.
“Già.”
“Per questo stai così?” Chiesi.
“Secondo te? Avevi promesso che non lo avresti più fatto, Ellie.”
“Lo so, ma..”
“Ieri. Non cinque mesi fa, me lo hai promesso ieri.” Sottolineò.
“Scusa.” Mi limitai a dire.
“Non è a me che devi chiedere scusa, lo sai.” Disse incamminandosi verso l’auto. Sospirai, entrando in macchina subito dopo di lui.
“Se lo dico è per il tuo bene Ellie, fumare non servirà a niente.” Continuò.
“Anche tu fumi.” Sbuffai. Lui mi guardò con un sopracciglio alzato.
“Sono due cose diverse.”
“Ah davvero? E perché sentiamo?”
“Perché io posso smettere quando mi pare, tant’è vero che non fumo da due mesi. Ellie, ti fa male.” Sbuffai, rassegnata.
“Lo so, è solo che..”
“Se non te la senti possiamo rimandare.” Mi interruppe, probabilmente alludendo a mia madre.
“No, io..” Presi un respiro profondo, mentre l’auto era ancora ferma nel parcheggio della scuola.
“Andiamo, sono passati sei anni, cosa potrebbe succedere di tanto grave? Nemmeno mi riconoscerà..” Ipotizzai, nascondendo la paura che avevo.
“Els..” Lo guardai, prima che le sue labbra premessero sulle mie.
“Sei terrorizzata..” Constatò.
“Calmati, ok? Ci sono io..” Disse, tirandomi sulle sue gambe e stringendomi in un abbraccio.
“Sto.. Sto bene.” Mi baciò i capelli.
“Non è vero. Amore rilassati, andrà tutto bene, lo giuro.”
“Come fai a dirlo?”
“Non lascerò che accada nulla, te l’ho promesso.”
“Mi avevi fatto tante promesse anche sei anni fa, eppure..” Sussurrai quasi controvoglia.
“Eppure..?” Mi incitò.
“Eppure non le hai mantenute..”
“Però ora siamo qui insieme.” Osservò.
“Per fortuna.” Aggiunsi stringendo di più la presa sulla sua maglia. Lo sentii sorridere.
“Andrà tutto bene.” Ripeté e stavolta annuii, più tranquilla.
“Ti amo da morire piccola.” Sentii il mio cuore accelerare i battiti.
“Tr..”
“Troppo smielato, lo so.” Mi precedette strappandomi una risata divertita.
“Ma ti amo comunque.” Concluse.
“Ti amo anch’io.” Le nostre labbra si incontrarono di nuovo ed io mi sentii rinascere. Ogni pensiero scomparve dalla mia mente e la mia anima era appena atterrata su un altro pianeta che ormai conoscevo come le mie tasche.
“Ti amo.” Ripetei sulle sue labbra, prima di appropriarmene ancora e ancora. 







Ciao splendori!
Come state?
Ammetto che ero parecchio indecisa se pubblicare o meno questa
storia, perchè la fine che avevo dato all'altra mi sembrava giusta in linea di massima,
quindi avevo paura di rovinare tutto con questa, e ne ho ancora,
però Ellie e Zayn mi mancavano troppo, quindi al diavolo,
li ho fatti tornare. Spero solo
non vi dispiaccia, e nel caso vi chiedo scusa, tantissimo :')
ksjnksdj comunque, passando al capitolo, niente, è corto lo so,
ma prometto che gli altri li allungherò, per quanto mi sia possibile :') Scusate,
di nuovo.
Ah, poi, visto che è il seguito di una storia, non credo ci saranno tanti
capitoli, non so ancora dirvi quanti di preciso, ma comunque non tanti c:
Un ultima cosa. Lo so che la scuola è finita e tutto il resto, però non ho davvero la più
pallida idea di quando riuscirò ad aggiornare.
Potrebbe essere domani, così come tra una settimana ç_ç
Va bien, niente di più, vi lascio, sperando di non aver fatto un casino con questa storia skdjn
A presto, bacii <3 C.

 

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Capitolo 2
*** Too soon. ***






Too soon.





L’edificio che si innalzava di fronte a noi era di una tristezza infinita. Non solo mi riportava in mente fin troppi episodi spiacevoli, aveva anche un non so che di macabro.
Le pareti di un azzurro spento, si trovava in un posto piuttosto isolato, immerso nel totale silenzio.
Tanto che quando il mio cellulare squillò, l’eco della suoneria si espanse nell’aria, mettendomi paura.
“Pronto?” Risposi velocemente, mentre mi stringevo nel giaccone e mi avvicinavo un po’ più a Zayn.
“Ellie! Come va?” Sorrisi leggermente, mentre la voce squillante di Allyson mi metteva allegria.
“Tutto bene, te?”
“Bene, che fate oggi?”
“Non lo so ancora, Melanie esce a mezzogiorno e dieci e.. in realtà non lo so, non abbiamo ancora deciso niente..”
“Io e i ragazzi stavamo pensando di andare in spiaggia, venite con noi?”
“In spiaggia? Con questo tempo?”
“Non fa tanto freddo.. E comunque lì c’è il sole.” Tentò.
“Ne dubito. In ogni caso, non lo so Ally, ti faccio sapere più tardi.”
“Va bene, nel caso domani mattina passo da te, volevo parlarti di una cosa..”
“Certo, non c’è problema. Ci vediamo, ciao bella.” Lei rise.
“Ciao splendore.”
“Voleva andare in spiaggia? A Brighton?” Chiese Zayn. Annuii, alzando le spalle.
“Vediamo come vanno le cose, poi decidiamo se raggiungerli o meno, ok?”
“Grazie.” Mi limitai a rispondere, sorridendogli. Mi passò un braccio sulle spalle, lasciandomi un bacio sulla tempia.
“Entriamo?”
“Non lo so..”
“Amore?” Alzai lo sguardo verso di lui.
“Va tutto bene, ci sono io qui.” Mi rassicurò, per la centesima volta. E non potei fare a meno di credergli, quindi annuii.
“Andiamo.” Sussurrai, ancora un po’ incerta, ma più determinata di prima.
Avrei rivisto mia madre, dopo sei anni.
E quella cosa mi spaventava da morire, forse non ero ancora pronta. Forse non era il momento giusto.
Ma mia madre sarebbe dovuta uscire il giorno prima e noi eravamo già in ritardo, rimandare ancora non avrebbe avuto senso.
Per cui, respirai profondamente, prima baciare Zayn ed entrare nella clinica che per sei lunghi anni aveva ospitato mia madre.
Nemmeno cinque minuti dopo, mi ritrovai davanti una Jade Evans abbastanza invecchiata, ma comunque con quella nota accesa negli occhi.
“Cerca qualcuno?” Mi chiese subito, lanciandomi una strana occhiata.
“Sono Ellie. Corwell.” Il suo viso sembrò illuminarsi e sorrise allegra.
“Ellie, cara! Come stai?” Chiese.
“Bene, grazie.”
“Mi fa piacere, l’ultima volta non era così.” Ricordò.
“Ho saputo che sei finita in ospedale, cos’era successo?” Chiusi gli occhi.
“Un.. piccolo incidente, ma ora è passato, sto bene.” Risposi.
“Ti vedo più rilassata.”
“Già.” Concordai, mentre cercavo di scacciare quei ricordi.
“Ho splendide notizie.” Disse subito.
“Tua madre sembra completamente guarita. E’ un record per noi, anche se sembrano tanti, sei anni sono davvero niente per quella cura.” Ammise, non tranquillizzandomi. Se ci avevano messo meno tempo, significava che c’era qualche possibilità che mia madre non fosse cambiata ancora?
Zayn strinse la presa sulla mia mano, provando a darmi conforto.
“Oh ciao!” Lo salutò Jade, accorgendosi solo ora della presenza del moro al mio fianco.
“Salve.”
“Jade Evans, piacere.”
“Zayn Malik, sono il ragazzo di Ellie.” Mi sorrise.
“Ah, che bello! Che ne dite di un caffè? Tua madre sta ancora finendo di fare le valigie..” Continuò la donna, indicando con un cenno del capo il lungo corridoio.
Tremai al pensiero che mia madre fosse a pochi passi da me.
“Va bene.” Acconsentii infine, provando a concentrarmi su altro.
“Allora, dove sei stata in questi anni?” Chiese curiosa Jade.
“A Londra, ho solo cambiato casa.”
“Vivi da sola?”
“Con lui.” Guardai Zayn, pensando a quanto la situazione fosse cambiata. Avevo sempre creduto che la fortuna non potesse vedermi neanche in fotografia eppure da quando lo conoscevo mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo.
Era come se tutto il peso che avevo addosso si fosse alleggerito di colpo, Zayn mi metteva una calma assurda eppure allo stesso tempo mi travolgeva e sconvolgeva, come se dentro di me fosse appena passato un uragano.
Mi ritrovai a pensare che lo amavo smisuratamente, senza limiti e senza paura.
“Oh, da quanto vi conoscete?” Chiese Jade, riportandomi alla realtà.
“Sei anni.” Lei annuì, forse un po’ sorpresa dalle coincidenze, sorseggiando il caffè macchiato che aveva appena preso ad una macchinetta.
“State insieme da così tanto?”
“Si.” Mi limitai a rispondere, sperando di placare la sua curiosità.
“E come farai con tua madre ora? Se non mi sbaglio, la casa è stata venduta, no?”
“Si ed in realtà non lo so. Credo che alloggerà in un albergo, fin quando non troviamo un appartamento..”
“In un albergo?” Ripetè.
“Io.. Non credo sia il caso di farla stare a casa nostra.”
“Ellie, ti assicuro che è guarita, non ha più nessun..”
“Non è solo per me. E’ che.. Non viviamo proprio da soli, ecco.” Lei mi guardò confusa.
“Abbiamo una figlia.” Spiegai, sperando non chiedesse altro.
“Di quanti anni?” Domandò invece, con gli occhi che brillavano.
“Tre.” Stava per parlare di nuovo, quando un uomo la interruppe.
“Jade, Jennifer è pronta..” Sussultai al sentire il nome di mia madre.
“Arrivo.” Disse lei, sorridendogli, per poi rivolgersi di nuovo a noi.
“Se non te la senti va bene, lì c’è il telefono, però pensaci tesoro, stare da sola non la aiuterà.” Continuò.
“Vado a prenderle le valigie.” Concluse allontanandosi. Quando entrò in una porta infondo al corridoio, mi accorsi di aver trattenuto il fiato negli ultimi cinque minuti.
“Amore?” Guardai Zayn, provando a sorridere.
“Sei ancora agitata?” Scossi la testa, distogliendo lo sguardo. In un secondo mi ritrovai avvolta tra le sue braccia.
“Va tutto bene.” Quante volte me lo aveva ripetuto, soprattutto ultimamente? Mi ostinavo a non credergli, ma ogni volta che lo aveva detto, una parte di me pensava che avesse ragione. Che andasse davvero tutto bene. Ed anche questa volta, non si era smentita.
“Lo so.” Risposi. E in quel momento, li, tra le sue braccia, mi sentii davvero al sicuro. Come se fossi indistruttibile, solo perché c’era lui a difendermi. E non avrei cambiato quella sensazione con niente al mondo.
“Grazie.” Dissi quindi, infine. Le sue labbra si posarono sulla mia testa. Lo sentii sorridere, prima di allentare la presa. Lo strinsi più forte a me, perché non ero ancora pronta a lasciarlo andare e ad affrontare tutto il resto. Fu un colpo di tosse a farci allontanare.
“Ehm.. Ellie?” Chiusi gli occhi un istante, prima di riaprirli. Guardai Zayn, che con gli occhi socchiusi, fissava un punto alle mie spalle, quindi mi arresi e mi voltai. Accanto a Jade c’era una donna che non assomigliava per niente a mia madre.
Aveva i capelli di un nero lucente e due occhi verdi brillanti. Era.. bella, ma per niente simile al ricordo che avevo di mia madre. La squadrai da capo a piedi e quando incrociai di nuovo i suoi occhi, notai le sue lacrime.
“Non ce la faccio Jade, scusa.” Disse, prima di voltarsi e tornare in quella camera. Guardai la dottoressa avanti a me con la fronte corrugata in un espressione confusa.
“Jennifer aspetta!” Urlò lei guardando verso il punto in cui era sparita quella donna. Mi sentii quasi svenire quando capii che quella era proprio mia madre.
Sentii due braccia sostenermi, prima che i miei occhi si chiudessero.

Quando mi svegliai, credo più o meno dieci minuti dopo, ero stesa su tre sedie e qualcuno mi stava tenendo le gambe alzate. Un paio di labbra mi sfiorarono la fronte, poi riuscii a distinguere il viso di Zayn che mi sorrideva dolcemente.
“Tutto bene?”
“S.. Si. Cos’è successo?”
“Sei svenuta.” Feci roteare gli occhi.
“Fin qua ci ero arrivata anch’io, genio.” Commentai. Lui ridacchiò e mi chiesi cosa ci fosse di divertente.
“Allora?” Chiesi.
“Allora cosa?” Sbuffai.
“Sei svenuta all’improvviso, se non lo sai tu tesoro..” Disse.
“Sei d’aiuto insomma.”
“Sempre amorevole, vedo..” Notò.
“Quando vuoi.” Sorrisi sarcastica, prima di mettermi seduta. Mi guardai intorno, le pareti verde mela e il viso preoccupato di Jade mi fecero tornare in mente il motivo per il quale ero lì.
“Era.. Era lei?” Chiesi alla donna che mi stava di fronte, sporgendomi leggermente verso di lei. Annuì abbassando lo sguardo.
“Non pensavo avesse reagito così, scusa.”
“Non è colpa tua.” Dissi.
“No, però mi dispiace. Credevo fosse pronta, però evidentemente c’è ancora qualcosa che non va..”
“Non preoccuparti, forse è meglio così..” Le ultime parole le dissi in un sussurro.
“Scusa.” Si limitò a ripetere lei. Alzai le spalle.
“Quindi ora che facciamo?”
“Ora vado a parlare con lei, voi potete tornare a casa, non credo che per oggi voglia uscire.” Disse indicando con un cenno del capo la stanza in cui si era chiusa mia madre. Annuii.
“Vi chiamo appena so qualcosa.”
“Grazie.”
“Di niente, ci sentiamo tesoro. E riposa, non vorrei che svenissi di nuovo!” Disse salutandomi con due baci. Poi sparì nel corridoio. Sospirai, prima di guardare Zayn.
“Come ti senti?” Chiese lui.
“Bene, credo. Andiamo?” Lui mi tese la mano in risposta. La afferrai e mi alzai di slancio, finendo tra le sue braccia. Lo abbracciai, non riuscendo a trattenere le lacrime.
“Va tutto bene.” Ripeté.
“Vieni, ti porto a fare un giro.” Disse, lasciandomi un veloce bacio a stampo. Annuii.
“E non piangere. Lo sai che amo vederti sorridere, anche quando sei acida.” Concluse strappandomi una risata. Uscimmo entrambi, diretti verso l’auto.
“Zayn?” Lo bloccai prima che entrasse.
“Si?”
“Grazie.”
“Non dirlo neanche per scherzo.” Mi avvicinai di più.
Non c’è nessun altro posto in cui vorrei essere se non proprio qui con te, ricordi?” Chiesi, ripensando alla canzone che avevamo scritto al campo estivo.
Hai rubato il mio cuore con un solo sguardo.” Continuò, esattamente come sei anni prima. Non so perché mi fosse venuta in mente in quel momento, non c’entrava niente con il contesto in cui ci trovavamo, ma era come se una parte di me avesse bisogno di dirglielo.
“Ti amo.” Soffiarono le mie labbra sulle sue.
“Dovresti essere illegale, Corwell.” Risi.
“Le solite frasi fatte, Malik.”
“Ti amo anch’io.” 







Tadaaaan (?)
Che ve ne pare?
Grazie a chi ha deciso di continuare a seguire questa storia,
significa davvero tanto per me skdn
vi adoro, punto. hhahaha
Niente, per parlare con sua madre Ellie dovrà aspettare
ancora un po'..
E nel prossimo capitolo tornerà tutta la banda :')
Va bien, vi lascio, a presto!
Bacii <3 C.


Ps. l'ho già detto che amo Zayn? *^* 

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Capitolo 3
*** E' stato così pesante.. ***







E' stato così pesante..






“Oh, non è giusto! Zayn, torna qui!” Le urla di Allyson si sentirono probabilmente per tutta la spiaggia. Alla fine avevamo accettato di andare con loro e dopo essere passati a prendere Melanie a scuola, ci eravamo subito messi in viaggio per Brighton. E nonostante i cinquanta terribili minuti di auto che avevamo dovuto affrontare, alla fine quella di raggiungere i ragazzi in spiaggia si era rivelata la scelta migliore.
“Guarda che se non lo prendi entro due secondi il tuo cappello finisce a mare.” Avvisai la mia amica che stava disperatamente cercando di far ragionare Zayn. Lei sbuffò, prima di alzarsi.
“E va bene. Vuoi la guerra? E guerra sia, Malik.” Disse, prima di cominciare a rincorrerlo. Melanie, al mio fianco, rise.
“Sai cosa le è successo?” Mi chiese Lottie, indicando la mora che era giù di morale già ancora prima di arrivare a mare.
“Non ne ho idea. Ora che ci penso, stamattina ha detto che doveva dirmi una cosa, ma non me ne ha ancora parlato..” Ammisi.
“Ehi biondino!” Urlai a Niall, seduto poco distante da noi con Harry. Lui mi sorrise, prima di avvicinarsi a noi.
“Che ha la tua ragazza?” Chiese Lottie.
“A.. Allyson?” Balbettò lui.
“No, la signora laggiù, guarda.” Commentò lei sarcastica. Ridacchiai, mentre Niall si passò una mano tra i capelli.
“Non lo so.” Disse semplicemente.
“Come non lo sai?” Lui alzò le spalle.
“Ellie, aiutami!” Urlò Allyson attirando la mia attenzione. Sorrisi divertita.
“Non muoverti di qui.” Dissi a Melanie, prima di alzarmi e raggiungere quei due. Risi, provando ad aiutare Ally, ottenendo così più di un’occhiataccia dal mio ragazzo.
“Cos’è, vi siete alleate contro di me?” Chiese quest’ultimo, lanciando un occhiata ad entrambe, prima di continuare a correre.
“Cos’è, ce l’hai col mio cappello?” Lo canzonò Allyson, facendomi ridere di gusto. Alla fine riuscì a fermarlo e a riprendersi il suo cappello, solo che Zayn se la prese con me.
“Così impari a metterti contro di me!” Esclamò e prima che me ne accorgessi, i miei piedi si erano sollevati dal terreno ed il mio corpo era sostenuto in aria dalle braccia del moro.
“Che vuoi fare?”
“Secondo te? Non serve nemmeno un po’ di fantasia Corwell, è così scontato..” Disse, avvicinandosi sempre di più all’acqua e lasciandomi capire le sue intenzioni.
“No, non ci provare. Zayn! No, Zayn!” Provai ad urlare, prima di finire in mare. Quando riemersi mi stropicciai gli occhi che bruciavano per il sale, poi non persi tempo a tornare sulla spiaggia e sorridere sadica.
“Perché non mi abbracci, amore?” E prima che avesse il tempo di rispondere, mi buttai tra le sue braccia, bagnandolo.
“Sei perfida.” Commentò.
“Senti chi parla.” Ridacchiai. Lui sorrise, poi mi stampò un bacio sulla fronte.

Mezz’ora dopo erano magicamente scomparsi tutti, lasciando me ed Allyson in spiaggia, da sole. Zayn aveva accompagnato Mel al bar, Lottie ed Harry erano andati a fare una passeggiata e, dopo aver lanciato un occhiata alla mora, Niall aveva deciso di seguire Zayn.
“Che hai Al? E’ tutto il giorno che stai.. così.”
“Così? Così come? Sto bene, non preoccuparti.” Lo sguardo che le riservai la fece sospirare e qualche secondo dopo cominciò a parlare.
“La settimana scorsa ho litigato con Niall.” Ammise.
“E’ la prima volta che litighiamo ed è stato così.. pesante..” Continuò.
“Nel senso, non abbiamo mai litigato in questi anni, nemmeno per cose stupide, come tutte le coppie e poi l’altro giorno.. non lo so è stato come se tutti i litigi si fossero accumulati e ne fosse uscito.. quello. E’ stato tremendo, non ci siamo mai urlati contro in quel modo.” Concluse.
“Perché avete litigato?” Chiesi. Lei deglutì.
“Gli ho detto di voler iscrivermi all’università. Lo so che è tardi, ma, insomma, era quello che avrei voluto fare e..”
“E lui si è arrabbiato per questo?” Domandai confusa. Lei si morse il labbro.
“Bhe.. Qualche mese fa ho fatto domanda a qualche università e la settimana scorsa mi è arrivata risposta.” Si fermò un secondo, in cui chiuse gli occhi, poi continuò.
“L’unica università che mi ha accettato è a Nottingham. Credo lui sapesse che volevo davvero andarci, quindi si è un po’.. riscaldato ecco. Ed io ero già nervosa di mio, quindi abbiamo cominciato a discutere e da lì.. Alla fine lui se ne è andato ed è tornato la mattina dopo. Abbiamo litigato di nuovo e abbiamo smesso di parlarci.”  
“Oh.. ma ci andrai all’università?”
“Non lo so, quando ho letto la lettera non volevo andarci, non ce l’avrei fatta a trasferirmi, però ora..” Scosse la testa, abbassandola ancora di più.
“Dai, vedrai che si risolverà tutto.” Provai.
“Ci siamo lasciati.” Disse, lasciando cadere una lacrima. Rimasi senza parole.
“Andrà tutto bene.” Per la prima volta, mi ritrovai a confortare la mia amica. Era strano vederla così, Allyson era sempre stata piena di energia, frizzante, allegra, anche se allo stesso tempo, terribilmente dolce. Non credevo di averla mai vista piangere. E invece ora era lì, con il cuore a pezzi ed una porta che la conduceva diritta a 109 miglia da me.
“Mi mancherai.” Disse, confermando i miei dubbi. Sarebbe partita. Se ne sarebbe andata.
“Quanto starai lì?” Chiesi, abbassando lo sguardo.
“I corsi durano cinque anni.” Disse.
“Poi torni?” Domandai, speranzosa.
“Non lo so.” Disse di nuovo.
“Non lo so, davvero.” Ripeté. In un secondo mi ritrovai abbracciata a lei.
“Non puoi andartene.” Sentenziai.
“Non puoi. Io.. Ho bisogno di te, Al. Sei la mia migliore amica, non.. non puoi andartene.” Dissi, lasciandomi andare ad un pianto silenzioso. Lei ricambiò l’abbraccio.
“Scusa.” Disse solo.
“Quando parti?” Chiesi dopo qualche minuto, il tempo di riprendermi.
“I primi di ottobre.”
“Ma.. manca meno di un mese!” Esclamai.
“Io pensavo fosse.. tipo un anno o due!”
“Sarebbe troppo tardi tra un anno. Devo partire ora.”
“La settimana prossima è il compleanno di Niall.” Dissi.
“Lo so.”
“Se farete pace? Partirai comunque?” Domandai.
“Non lo so Ellie, credo di si.” Annuì, mettendo fine al discorso.
“Va bene. I ragazzi stanno organizzando una festa però e tu ci verrai, volente o meno.” La avvisai.
“Si, certo.” Confermò.
“Ti voglio bene.”
“Anche io Ellie. E scusami, davvero.”
“No, va bene, lo capisco. Però vieni a trovarci ogni tanto.”
“Su quello puoi giurarci!” Esclamò, prima di essere interrotta da Harry.
“Ehi, eccoci.” Disse, mano nella mano con Lottie. Sorrisi, o almeno ci provai.
“Avete fatto presto..” Commentai.
“Si, la spiaggia non è poi così grande.” Disse la bionda, facendo vagare lo sguardo da me ad Allyson.
“Cos’è successo?” Ally mi guardò, quindi sorrisi ad Harry.
“Perché non mi accompagni al bar, Styles?” Lo presi sottobraccio e senza aspettare risposta, lo trascinai via, lasciando sole le mie amiche.
“Ma che.. Ellie, che ti prende?” Chiese il riccio piantando i piedi per terra.
“Dovevano parlare, prima o poi lo saprai anche tu, non preoccuparti.” Lo liquidai, riprendendo a camminare.
“Di cosa?”
“Non posso dirtelo io.”
“Ma..”
“Ma niente Styles, è una cosa che riguarda Allyson e quando vorrà dirlo anche a te lo saprai.” Lui sbuffò.
“Quanto femminismo.” Roteai gli occhi, ridacchiando.
“Dai, lo sai che ti voglio bene, in fondo. Molto in fondo. Molto, molto in fondo. Molto..”
“Si, ho afferrato il concetto.” Mi interruppe. Gli diedi un bacio sulla guancia, ridendo, prima di scorgere il ciuffo nero di Zayn al bancone del bar e corrergli incontro. Era di spalle, quindi gli saltai addosso, aggrappandomi a lui stile koala e facendolo barcollare. Voltò la testa, alzando le sopracciglia. Poi guardò Harry.
“Cosa le hai dato?” Gli chiese.
“E’ così di natura, amico.” Rispose mentre io affondavo la faccia nel collo di Zayn.
“Povero me.” Commentò quest’ultimo.
“Quando avete finito di prendere in giro la mia intelligenza, io vorrei..” Harry rise, interrompendomi.
“Intelligenza? Corwell, qui al massimo si parla di qualche neurone bruciato a metà..” Lo fulminai con lo sguardo.
“Ah-ah-ah, simpatico.” Scesi dalla schiena di Zayn, tornando con i piedi per terra.
“Hai cominciato tu.” Mi fece la linguaccia.
“Non è vero!”
“Si invece!”
“No.”
“Si.”
“Ehi, queste sono le nostre battute Styles!” Lo rimproverò Zayn, indicando prima me poi se stesso e ripensando probabilmente a tutte le volte in cui affermavamo cose diverse e finivamo sempre così.
“Dov’è Melanie?” Cambiai discorso.
“Lì con Niall.” Rispose indicando un tavolo poco distante da noi.
“Andiamo?” Chiesi, mentre Harry si era già incamminato in quella direzione. Zayn mi rubò un bacio facendomi sorridere, prima di far intrecciare le nostre mani e farmi strada fino al tavolo in questione.
“Mamma! Ha detto Niall che domani mi porta al parco, vero zio?” Chiese Mel al biondino che annuì.
“Se per voi va bene..”
“Solo se vengo anche io.” Rispose Harry al posto nostro.
“E perché?” Chiese Niall.
“Perché questa bella bimba è anche mia.” Disse prendendo a farle il solletico. Melanie rise, diventando tutta rossa.
“Veramente, è ancora mia figlia.” Si intromise Zayn, sottolineando l’aggettivo possessivo.
“Quello passa in secondo piano Malik.” Disse Harry con un gesto disinteressato della mano, mentre mia figlia gli si arrampicava addosso.
“Vedi? Vuole più bene a me.” Sentenziò.
“Vero piccola?” Lei annuì, baciandogli una guancia. Guardai Zayn che aveva la bocca spalancata e un finto broncio adorabile. Mi sedetti in braccio a lui.
“Allora papà lo prendo io.” Dissi accoccolandomi sul suo petto. Melanie ci guardò, confusa, prima di scendere dalla sedia e provare in tutti i modi a separarci. Risi.
“Che c’è, ora vuoi più bene a me?” Disse Zayn facendole una linguaccia. Lei annuì.
“Ehi!” Urlò Harry, allargando le braccia un secondo, prima di farle ricadere lungo i fianchi.
“Ah, ma tanto lo sappiamo tutti che questa piccola peste ama solo me.” Disse Lottie, sbucata dal nulla.
“Zia!” Urlò infatti mia figlia correndole incontro.
“Dov’è Louis?” Chiese infine con gli occhi a cuoricino, facendo ridere tutti.
Anche Allyson sorrise, prendendo posto al tavolo. Guardai Niall tre posti dopo di lei, aveva la testa bassa e stava torturando un pezzo della tovaglia.
“Ehi biondino..” Lo richiamai. Lui alzò lo sguardo, puntandolo nel mio.
 “Comunque per domani va bene.” Gli sorrisi, felice quando lui ricambiò. Si sarebbe risolto tutto, lo sapevo. 








I'm baaaaaaaack! :D
Innanzitutto crazie mille,  perchè siete stupende come sempre :')
ksdjn adorabili. <3
Poi, surpriseeeee, niente più Nally (?) ve lo aspettavate? Ahahahah
Che ne pensate?
Scusate per il ritardo, in realtà non so quando potrò aggiornare
di nuovo, spero presto..
smnsklndsl Zayn in questa gif è più bello del solito.
Cavolo. *--------*
Credo dobbiate venire con un secchio a raccogliermi, mi sono
sciolta :')
Scusate, ma è troppo kajdsn
Va bene, basta. Ahahaha mi dissolvo nell'aria. 
Lol. A presto!
Bacii <3 C.

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Capitolo 4
*** Pander and too sweety. ***






Pander and too sweety.






“Lunedì torni a lavoro, vero?” Mi chiese Zayn, mentre la sua mano mi accarezzava distrattamente i capelli. Annuii affondando il viso nel suo petto.
Dopo essere tornati dal mare, verso le otto e mezza, Melanie era talmente stanca che non aveva neppure cenato e si era addormentata durante il viaggio di ritorno. Zayn l’aveva messa a letto ed ora io e lui eravamo seduti sul divano, in pigiama, a vedere un film che però era finito da tempo ormai.
“Tu?”
“Dopodomani.” Annuii di nuovo, alzando di poco la testa, quanto bastava per guardarlo.
In quegli anni era cambiato, il suo ciuffo era, se possibile, diventato ancora più alto e si alternava a giorni in cui invece i suoi capelli erano abbassati, a volte tanto da coprirgli gli occhi. La differenza di altezza tra me e lui era rimasta più o meno la stessa perché lui era cresciuto, ma anche io avevo messo i miei dieci centimetri in più. Ed anche il suo corpo era cambiato. Da normale a magro, quasi invisibile, ora era tornato lo stesso Zayn di sempre. Il carattere era forse l’unica cosa che era rimasta invariata, se si escludeva quel pizzico di responsabilità in più che inevitabilmente aveva acquistato tre anni prima.
“Domani usciamo?” Chiese.
“Ok.” Sorrisi, lasciandogli un bacio sulla mascella.
“Hai sonno?” Scossi la testa, ma uno sbadiglio mi batté sul tempo. Zayn rise, alzandosi e porgendomi una mano.
“Andiamo a dormire bimba.” Aggrottai la fronte.
“Sai, credo tu mi abbia scambiato con Mel.”
“No, non ti ho scambiato con nessuno, sei solo tanto piccola e assonnata.” Alzai gli occhi al cielo teatralmente.
“Un giorno mi dirai mai quali sostanze usi, Malik?” Chiesi ironica, alzandomi.
“Solo se mi dirai quali usi tu, Corwell.” Rispose seguendomi al piano di sopra. Borbottai qualcosa di incomprensibile, entrando in camera, poi mi lasciai cadere sul letto.
“Elegante come sempre.” Commentò sedendosi al mio fianco.
“Ah, sta zitto.” Lo spinsi leggermente. Lui sorrise, poi si mise sotto le coperte, invitandomi a fare lo stesso.
“Dolce notte, tesorino.” Lo guardai con una smorfia disgustata.
“Se prima scherzavo ora sono più che sicura che tu abbia fumato qualcosa di forte.” Commentai, tentennando nell’avvicinarmi a lui. Lui si morse il labbro inferiore, trattenendo una risata.
“Volevo solo essere dolce!” Disse. Alzai un sopracciglio, poi dopo qualche minuto mi decisi a parlare.
“Sei serio?” lui scoppiò in una risata fragorosa che mi affrettai a spegnere con un bacio.
“Così svegli Melanie, orsacchiotto.” Lui rise di nuovo.
“Vedi che anche a te vengono in mente certe..” Lo baciai di nuovo, interrompendo la sua frase.
“Parlavi a voce troppo alta, di nuovo.” Mi giustificai.
“Bhe, dovrei farlo più spesso, allora.” Un sorriso malizioso si fece spazio sul suo volto, facendo ridere me, stavolta.
“Notte Malik.” Sorrisi stendendomi al suo fianco.
“Notte Els.” Le sue labbra si posarono sui miei capelli, mentre il suo braccio mi circondava la vita, facendo aderire la mia schiena al suo petto.

La mattina dopo ero troppo stanca per alzarmi al suono della sveglia. Non sapevo cosa fosse, ma era come se il giorno prima avessi prosciugato tutte le mie energie ed ora dovessi recuperare. Sentii un paio di voci ovattate, poi un tocco veloce sulla guancia ed un altro subito dopo più forte, poi una porta che si chiudeva e di nuovo il silenzio.
Sempre troppo stanca per alzarmi, spinsi un po' di più la testa contro il cuscino e tornai a dormire come se non avessi mai smesso dalla sera prima.
Mi svegliai chissà quanto tempo dopo solo grazie all'odore di caffè che mi inebriò completamente le narici. Mi stropicciai gli occhi, notando solo qualche secondo dopo la presenza di Zayn al mio fianco.
"Buongiorno eh!" Esclamò lui sorridendo.
"'Giorno.." Biascicai con la voce ancora impastata dal sonno. Lui mi porse una tazzina e non ci pensai due volte prima di berne tutto il contenuto, che poi rivelò essere, appunto, caffè. Sbarrai gli occhi quando lessi l'orario sulla sveglia sul comodino.
"Perché la sveglia non è suonata?!" Domandai agitata.
"È suonata, ma tu dormivi troppo profondamente per sentirla." Rispose Zayn sorridendo divertito.
"E perché cavolo non mi hai svegliato?"
"Perché avrei dovuto?"
"Melanie doveva andare a scuola."
"Infatti ci è andata. Sono i tuoi ultimi giorni di vacanza amore, non ha senso che ti svegli così presto." Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo, prima di annuire. Lui mi baciò la tempia.
"Se vai a vestirti usciamo." Sussurrò.
"Va bene." Acconsentii alzandomi e trascinandomi fino all'armadio.
Un'ora dopo eravamo già per strada, senza una meta precisa.
"Dobbiamo prendere il regalo a Niall." Ricordai.
"Mm. Diamo un occhiata li?" Chiese lui indicando un negozio di abbigliamento poco distante da noi. Annuii, incamminandomi verso il negozio in questione e soffermandomi sulla vetrina.
Mi voltai di scatto verso Zayn, scuotendo la testa.
"Qui non c'è nulla." Commentai con un po' troppa fretta.
"Ma se non l'hai ancora visto!"Notò lui. Storsi le labbra.
"Non mi piace. Andiamo li?" Indicai un punto a caso alle sue spalle.
"Che ti prende?" Chiese lui, accorgendosi del mio strano comportamento.
"Niente!" Risposi con troppa foga per risultare sincera.
"Ellie?" Sbuffai, lasciando che scuotesse la testa ed entrasse comunque nel negozio.
"Aspetta!" Esclamai raggiungendolo.
Mi guardai intorno sperando di non scorgere di nuovo la chioma bionda che avevo intravisto dalla vetrina e, troppo impegnata a cercarla con lo sguardo, non mi ero accorta che questa si era fermata proprio davanti a noi.
"Zayn! Mio Dio, quanto tempo è passato, come stai? Cosa ci fai qui?" Lui la guardò per qualche istante, prima che nel suo sguardo passasse una scintilla.
"Kaitilyn?!"
"In persona!" Sorrise e non potei evitare una smorfia. Non le avevo ancora perdonato ciò che aveva fatto anni prima e non l'avrei fatto così in fretta.
Tossii attirando la sua attenzione. Mi scrutò a lungo, anzi, più che altro mi squadrò dalla testa ai piedi e lo sguardo che mi riservò non era certo dei più amichevoli.
"E lei chi è?" Chiese, sempre rivolta a Zayn. Sbarrai gli occhi, trattenendo poi a stento una risata.
Mi presi qualche secondo, prima di rispondere al posto del moro.
"La sua ragazza." Il sorriso che le lanciai era senza dubbio di sfida. E avrei potuto giurare di vedere Zayn sorridere compiaciuto.
"Certo Zayn che te le scegli tutte uguali eh!" Fu il suo commento e stavolta non riuscii a non ridere.
"Chissà perché Kaitilyn, ma qualcosa mi dice che in questi anni tu non sia cambiata per niente." Dissi.
"Kait, lei è Ellie." Disse a quel punto Zayn.
"Quella Ellie." Aggiunse, facendo così sbarrare gli occhi della bionda.
"E che cosa significa che è la tua ragazza?!" Domandò.
"Vuoi un disegnino?" Chiesi sarcastica.
"Intendevo"- e qui mi fulminò con lo sguardo, come se il suo atteggiamento non fosse bastato a far capire la rabbia che provava vedendomi li- "state ancora insieme? Ma sono passati sei anni ed io avevo.."
"Si, ci avevi provato a renderci la vita un inferno e sai cosa? Forse ci eri anche riuscita all'inizio. Ma come puoi ben vedere, noi siamo ancora qui, insieme e stavolta non c'è niente che tu possa fare, mia cara." La interruppi. Ne seguì un silenzio colmato solo da sguardi provocatori che probabilmente non piaceva a nessuno dei tre.
"Se non ti dispiace.." Dissi infine, prima di sorpassarla e trascinarmi dietro Zayn.
Quando ci fummo allontanati abbastanza, lasciai la mano di Zayn incrociando le braccia al petto.
"Quando ti dico di non voler entrare in un negozio, caro il mio 'Manonlohaiancoravisto!' uomo, ci sarà un motivo no?"
"Se me lo avessi detto prima non ci saremo entrati."
"Ah e la prossima volta che guardi quella biondina in quel modo giuro che.." La frase fu interrotta dalle sue labbra sulle mie.
"Mi sono appena accorto di non averti ancora salutato per bene, stamattina." Soffiò, ancora sulle mie labbra.
"Ruffiano e smielato. Decisamente."
"Come se ti dispiacesse." E nonostante tutto sorrisi, prima di baciarlo di nuovo.

#Lottie’s Pov

“Harry vai tu?” Gridai dal bagno quando sentii il campanello bussare. Erano quattro anni che vivevamo insieme a Londra.
In realtà, ci eravamo ritornati quasi subito, sei anni prima, quando Zayn ci aveva chiamati e avvisati di ciò che era successo ad Ellie. Eravamo rimasti lì un paio di settimane, lei si era svegliata all’inizio della seconda settimana e poi eravamo stati costretti a dividerci di nuovo. Io e Louis a Doncaster, Harry che andava e veniva da Holmes Chapel a casa nostra, Niall a Mullingar ed Allyson a Nottingham. Nonostante la distanza, la loro relazione andava a gonfie vele e comunque non era un problema enorme, dato che ogni due mesi ci riunivamo tutti a Londra e ci tenevamo costantemente in contatto tra noi.
Alla fine io avevo convinto mia madre a lasciarmi andare ed, insieme ad Harry, mi ero trasferita a Londra, poco distante dalla casa di Ellie e Zayn. Quest’ultimo invece era sempre rimasto lì, all’inizio solo precariamente, in seguito, dopo aver risolto ogni cosa con Ellie, si era trasferito definitivamente. Allyson e Niall ci avevano raggiunti solo quando Ellie li aveva chiamati per darci una notizia. E quando ci aveva detto di essere incinta aveva, probabilmente, fatto scattare qualcosa in quei due che avevano deciso di venire a vivere nella nostra stessa città.
E, alla fine, eravamo tutti a Londra da tre anni, con mio fratello che veniva a trovarci ogni tanto e le nostre famiglie che chiamavano assiduamente.
Sentii un urlo provenire dal piano di sotto, quindi chiusi l’acqua della doccia.
“Harry?” Chiamai. Non mi arrivò nessuna risposta, quindi mi affrettai ad uscire ed avvolgermi un asciugamano attorno il corpo, poi scesi.
“Harry? Tutto ok? Ti ho sentit..” Mi bloccai di colpo quando vidi che la persona che mi era comparsa davanti non era Harry.
“Louis!” Gridai, prima di allacciare le braccia dietro il suo collo ed abbracciarlo.
“Sorpresa!” Esclamò lui sorridendo.
“Che ci fai qui?” Lui si massaggiò la nuca, forse in imbarazzo.
“Sono.. venuto a trovarti!” Sorrise.
“Lou? Ti avrei creduto se avessi saputo mentire un po’ meglio.” Lui sbuffò.
“Mi vado a vestire, poi ne riparliamo. Non mi scappi, Tomlinson.” Lo avvertii, prima di abbracciarlo di nuovo.
“Mi sei mancato.” Ammisi.
“Anche tu, piccola peste.”
“Ehi!” Lo ripresi, prima di tornare in camera e infilarmi l’intimo e il primo jeans e maglietta che trovai. Andai in bagno e mi asciugai i capelli alla men peggio, cercando di fare in fretta, prima di precipitarmi di nuovo giù.
“Devi assolutamente venire con me dagli altri, oggi.” Dissi a mio fratello non appena entrai in cucina.
“Oggi? Non possiamo andarci domani?” Chiese.
“Perché che hai da fare di interessante oggi?” Lo schernii.
“Io.. ehm.. devo.. devo uscire.”
“Cos’è Lou, Harry ti ha attaccato il suo modo di parlare?”
“Ehi, guarda che non me ne sono andato, ti sento!” Si difese il mio ragazzo seduto di fronte a lui. Lo liquidai con un gesto della mano, tornando a mio fratello.
“Allora?” Lui sbuffò, di nuovo.
“Perché tra tante sorelle, proprio quella che mi fa il terzo grado doveva vivere a Londra?” Chiese, più a se stesso che a qualcuno in particolare. Gli diedi uno schiaffo sul braccio che non lo scalfì minimamente.
“Mi hai fatto male!” Recitò invece lui.
“Louis..” Lo chiamai a mo’ di rimprovero.
“Che c’è?”
“Che devi fare oggi?” Insistei.
“Devo uscire con una ragazza, va bene?” Sorrisi soddisfatta di aver ottenuto quell’informazione, prima che mi rendessi davvero conto di cosa aveva detto.
“Cosa?!”








Tadaaan
*si protegge dai fischi e dai pomodori* :')
scusate, lo so che fa pena e sono sempre più convinta che non avrei
dovuto postare il seguito, ma va beeeene, lasciamo perdere.
Come vi va la vitaaa??
In bocca  al lupo a tutti quelli che hanno l'esame, so che quello di
maturità di quest'anno è  l'esame più difficile che abbiano dato c.c
Buona fortuna :')
Io intanto spendo le mie giornate a chiedermi cosa fare, nella noia lol
Domani vado a mareee, yayyy.
Ok, tralasciando le cose di cui a voi non importa niente, vi lascio.
ahhaha a presto splendori!
Bacii <3 C.

Ps. si, Malik, continua così, ok. *^*

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Capitolo 5
*** Finally happy. ***






Finally happy.


 


Sbuffai, prendendo l’ennesimo scatolone in braccio.
Avevo ripreso a lavorare da una settimana ormai, ma quel giorno ero talmente stanca che mi sembrava il lavoro si fosse raddoppiato.
“Jim, assumerai mai qualcuno che mi aiuti?” Urlai all’uomo che era dall’altro lato del negozio, intento a chiacchierare amabilmente con qualcuno. Lo sentii ridacchiare, mentre alzavo gli occhi al cielo e mi sistemavo davanti ad uno scaffale vuoto.
“Domani arriva il nuovo commesso, tesoro.”
“Davvero?” Spostai di colpo lo sguardo su di lui, per accettarmi che fosse serio.
“Ah-ah.” Annuì.
“Ohw, finalmente!” Esultai. Nonostante il negozio di musica in cui lavorassi non fosse proprio famosissimo, c’era parecchia gente e tanto lavoro da fare ed io non ero più capace di gestire la cosa da sola. Soprattutto in quei giorni.
La sera prima c’era stata la festa di Niall.
Era andato tutto bene, fin quando non mi ero accorta dell’assenza di Allyson. Avevo chiesto a Lottie se l’avesse vista e lei mi aveva assicurato che ci fosse.
Così, dopo aver chiesto in giro, alla fine l’avevo trovata in bagno, a piangere.

“Ally? Sei qui?” Qualcuno tirò su con il naso, così cominciai a bussare alla porta del bagno.
“Al? Sei tu? Dai, apri.”
“Ellie?” Chiese qualcuno dall’altra parte, dandomi la conferma che dentro quella stanza ci fosse proprio Allyson.
“Tutto bene?” Le chiesi, prima che aprisse la porta. Aveva il mascara colato sulle guance e non c’era più ombra di rossetto sulle labbra. Gli occhi erano gonfi e rossi e non ci misi tanto a capire che stava piangendo.
“Oh mio Dio, cos’è successo?” Domandai subito.
“Io.. lui.. e poi..” Balbettò.
“Ehi, calmati. Va tutto bene ora, stai tranquilla.” Provai, abbracciandola. Lei riprese a piangere, lasciandosi accarezzare i capelli.
“Shh, cos’è successo?”
“Abbiamo litigato di nuovo.” Ammise tra i singhiozzi.
“Perché?”
“Io.. penso che.. non voleva che venissi qui stasera.. e..”
“Cosa?” La interruppi.
“E’ impossibile tesoro, non poteva non volerti..”
“E’ quello che mi ha fatto capire ed io non.. Non ce la faccio Els.” Si passò una mano sulle guance, provando a fermare le lacrime.
“Mi manca.” Disse infine.

Dopo essermi assicurata che stesse un po’ meglio, ero tornata dai ragazzi e avevo provato a parlare con Niall, senza però concludere niente.
La serata era finita alle due e mezza ed io ero troppo stanca per fare un discorso sensato, quindi ognuno era tornato a casa.
“Già, è venuto l’altro giorno a chiedere lavoro, mi è sembrato un tipo in gamba..” Disse Jim, interrompendo i miei flashback.
“A me basta che mi aiuti.” Sorrisi, sistemando gli ultimi cd. Lo sentii sbuffare.
“Stai sempre a lamentarti!” Risi.
“Tanto lo so che mi adori.” Risposi.
“Tutta colpa di quel faccino d’angelo.” Gli feci una linguaccia, portando lo scatolone ormai vuoto nel suo ufficio. Jim aveva circa trent’anni più di me e il nostro rapporto era stato sempre padre-figlia, sin dall’inizio. Gli volevo davvero bene e sapevo che anche lui ne voleva a me.
“Siete andati poi alla festa, ieri?” Mi chiese seguendomi. Annuii.
“E Melanie?”
“I genitori di Zayn sono venuti sabato e si sono trattenuti da noi, ieri era con loro.” Sorrisi.
“Ah, capisco..”
“Tu che hai fatto?”
“Il solito, ho visto un po’ di televisione e poi sono andato a dormire. Eh, mia cara, non siamo tutti giovani come te.” Ridacchiai.
“Lo ammetto, su questo posso vantarmi.”
“Ma sentila!” Mi spinse leggermente.
“Ehi, lo hai detto tu, io ti ho solo dato ragione.” Lui scosse la testa.
“Sei irrecuperabile.” Disse infine.
“Lo so, Jim, lo so.”

La porta si aprì per l’ennesima volta, lasciando tintinnare il campanello.
“Ellie!” Alzai lo sguardo, notando Louis che agitava una mano in aria.
“Lou!” Esclamai, andandogli incontro. Mi abbracciò, prima di sorridere.
“Cos’è quella faccia?” Chiesi.
“Volevo presentarti una persona..”Svelò, continuando a sorridere.
“Eleanor, lei è Ellie, quella pazza, di cui ti parlavo prima. Els, lei è Eleanor, la mia ragazza.” Dietro di lui spuntò una ragazza con dei capelli mossi e castani ed un sorriso dolce stampato in faccia.
“Piacere!” Sorrisi di rimando, stringendole la mano. Lei ridacchiò.
“Louis mi ha parlato molto bene di te.” Disse lei, affiancandolo.
“Immagino, anche perché non ci sono cose non buone da dire.”
“Lasciatela perdere ragazzi, oggi è un po’ su di giri!” Urlò Jim intromettendosi.
“Quando mai non lo è?” Rispose Louis, ottenendo una mia smorfia di disappunto.
“Non sono pazza.” Misi in chiaro ad Eleanor, prima che si facesse un’idea strana di me. Lei rise.
“No, infatti, è molto peggio.” Disse di nuovo Louis.
“Ma cos’hai contro di me, oggi?” Scherzai. Lui rise e mi scompigliò i capelli.
“Posso andare io a prendere Melanie oggi?” Chiese sorridendo.
“Va bene, però portala qui.”
“Melanie è tua figlia?” Chiese Eleanor. Annuii.
“Ohw, quanti anni ha?”
“Tre, se vieni con me te la presento.” Disse Louis.
“E’ la bambina più bella che esista, te lo assicuro.” Risi.
“Eh bhe, con una madre come me..” Jim ci passò accanto scuotendo la testa rassegnato. Eleanor rise e Louis si battè una mano sulla fronte.
“Ehi!” Mi finsi offesa.
“Stasera ci siamo autoinvitati a casa tua.” Disse Louis.
“Voi due?”
“Si, anche Lottie ed Harry.”
“Ah davvero?” Lui annuì.
“E chi vi dice che io vi voglia a casa mia?”
“E chi dice il contrario?”
“Io.”
“Non ci vuoi?” Sporse di poco il labbro inferiore.
“No. Soprattutto te!”  Lui aggrottò la fronte, piegando le labbra verso il basso e tirando su col naso, fingendo di piangere. Eleanor rise.
“Anzi, sai cosa? Mi porto solo lei e a te non ti faccio entrare!”  Presi il polso di Eleanor e la abbracciai.
“Ellie, mi dispiace interrompere la vostra commedia ad alto livello, ma ti ricordo che tu stai lavorando.” Disse Jim.
“Va bene, se è così che la pensi, siamo scompa ora.” Louis incrociò le braccia al petto. Eleanor rise, mentre io la lasciavo e mi aggrappavo a Lou come un koala.
“Ti perdono solo perché devo lavorare.”
“Pff, ammettilo che non resisti senza di me.”
“Ci vediamo stasera. E portami Mel sana e salva.”
“Ciao splendore.” Mi diede un bacio sulla guancia.
“Ciao Ellie, piacere di averti conosciuta!” La salutai anche io con due baci, poi li vidi uscire dal negozio e tornai al mio lavoro.

“Allyson e Niall non vengono?” Chiesi a Lottie che era appena entrata, dopo averla salutata. Lei scosse la testa, con un sorriso dispiaciuto.
“Spero risolvano, è strano vederli così..” Rispose poggiando il cappotto sull’appendi panni.
“Già..”
“Ciao ragazzi!” Disse Zayn, raggiungendoci. Come mi aveva accennato Louis, erano venuti tutti e quattro.
“Piacere, Eleanor.” Sorrise la mora, porgendogli una mano.
“Zayn. Sei la ragazza di Louis, giusto?” Lei annuì.
“Povera te.” Disse, ricevendo in risposta uno schiaffo sulla nuca da parte di Louis.
“Vado a rapire tua figlia.” Disse portandosi via Eleanor.
“Ma l’hai già avuta oggi!” Si lamentò Zayn.
“Tu l’hai tutti i giorni della tua vita, non lamentarti.” Disse, sparendo di sopra. Risi, alzando le spalle quando Zayn mi guardò.
“Andiamo, ti aiuto a cucinare.” Lottie mi prese per mano, entrando in cucina.
“Senti, dobbiamo fare qualcosa.” Disse chiudendosi la porta alle spalle. La guardai, confusa.
“Riguardo?”
“Ally e Niall. Non possono continuare così, Allyson parte tra dieci giorni e non possiamo permettere che se ne vada così. Non lasciandole pensare che Niall la odi!”
“Ieri era distrutta.” Lei annuì.
“Appunto. Dobbiamo intervenire.”
“E come?” Lei sorrise.
“Domani mi trascino Ally in centro. Quindi Niall resterà da solo a casa.. E se non mi sbaglio, nessuno gli ha ancora parlato per chiarire la situazione..” Sorrisi anche io.
“Ho capito. Vorrà dire che domani farò una bella visita improvvisata al biondino.” Lei alzò una mano. Le battei il cinque, poi scossi la testa.
“Oddio, sembra che abbiamo tredici anni.” Lei rise.
“Bhe, riscattiamoci facendo una cena con i fiocchi!” Esclamò avvicinandosi ai fornelli. Risi anche io, seguendola. In quel momento entrarono anche Zayn ed Harry.
“Che fate di buono?” Chiese quest’ultimo.
“Non lo saprai mai, amore.” Disse Lottie.
“Vuoi farmi rimanere digiuno?” Le cinse i fianchi con le braccia.
“Non lo farei mai.” Sorrise voltandosi verso di lui. Prese a giocare con i suoi ricci e stavano per baciarsi, quando Louis entrò in cucina.
“C’è una bambina!” Urlò facendoli separare. Risi di gusto, vedendo che aveva chiuso gli occhi.
“Ehi, giù le mani!” Esclamò poi picchiando sul braccio di Harry che ancora avvolgeva la sua ragazza.
“Quanto sei pesante Lou. Non sono più una bambina!” Sbuffò lei.
“E allora?”
“Posso baciare il mio ragazzo se voglio farlo.”
“Si, ma Harry è mio tesoro.” Disse aggrappandosi letteralmente al riccio e facendomi ridere ancora di più.
“Dovevo aspettarmelo.” Commentò Lottie alzando gli occhi al cielo e voltandosi di nuovo.
Sentii lo sguardo insistente di qualcuno su di me e smisi di ridere guardandomi intorno. I miei occhi incrociarono quelli di Zayn, che stava sorridendo.
Si avvicinò a me, fino a sfiorare le mie labbra.
“Amo la tua risata.” Sussurrò. Sorrisi, prima che mi baciasse.
“Bleah.” Mi voltai verso i ragazzi, vedendo poi Melanie fare una smorfia disgustata. Risi di nuovo, fermandomi solo quando Zayn mi baciò ancora.
“Ok, ok, questa bimba ha subito abbastanza. Pensate a cucinare, su!” Disse Louis sbattendo le mani.
Sorrisi, pensando che era così che avrei voluto vivere per sempre. Felice e senza pensieri.
E per ora ci stavo riuscendo alla grande. 








Ciao ciao ciao ciao ciao ciao ciao principese!
HAHAHA come va?
Chissà quante volte vi ho chiesto scusa e mi dispiace (lol)
ma ve lo chiedo ancora.
Sorry, sia per il ritardo, sia per la mia davvero inopportuna mancanza
di idee. I'm sorry, credo che questi capitoli siano un po' banali, ma davvero non so fare
di meglio, in questo periodo mi sento strana, bho. 
Quindi  scusate di nuovo :')
AND WE DANCE ALL NIGHT TO THE BEST SONG EVERRR
aww  ma l'avete visto il trailer? Cioè, non ho mai visto niente di più bello,
li amo troppo, punto. skkjnsk
non vedo l'ora che esca il film! *^*
Ok, vi lascio, inutile ripetervi quanto sia bello Zayn lol
HAHAHAH a presto!
Bacii <3 C.

 

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Capitolo 6
*** Ian. ***






Ian.






“Mi raccomando, non dimenticarti Ellie, domani alle 5.” Disse Lottie per la centesima volta, infilandosi il cappotto.
“Si, certo.” Annuii.
“Ciao ragazzi, ci vediamo.” Disse Harry, salutando tutti.
“Ciao e grazie per la serata.” Sorrise Eleanor.
“Figurati, è stato un piacere.”
“Vedi che avevo ragione?” Chiese retorico Louis.
“Quando?” Risi.
“Quando ho detto che mi amavi alla follia.”
“Non l’hai detto..”
“L’ho pensato.” Disse con un gesto disinteressato della mano.
“In ogni caso, non è vero.”
“Si, invece.”
“Ti piacerebbe.”
“Oh andiamo, non ricominciate!” Sbuffò Harry.
“Ci stavamo solo salutando!” Mi giustificai. Louis rise, stampandomi un bacio sulla guancia.
“Comunque ti voglio bene anche io.” Disse. Sorrisi scuotendo la testa, prima che uscissero tutti.
“Mamma, domani posso tornare al parco con Niall?” Abbassai lo sguardo su Melanie.
“Perché sei ancora sveglia?” Chiesi prendendola in braccio.
“Ti prego!” Mi ignorò lei.
“Domani devo andare a casa sua, se prometti di stare buona ti porto con me.” Lei annuì.
“Giuro.” Zayn scosse la testa, sorridendo. Segno che Melanie, furba, aveva incrociato le dita dietro il mio collo.
“Mel..” La rimproverai. Lei sbuffò, portando le mani davanti ad i miei occhi ed allargando bene le dita.
“E va bene.” Disse.
“Prometti?”
“Si.” Zayn alzò le spalle.
“Allora puoi venire.” Tornò con i piedi per terra e corse al piano di sopra, esultando.
“Che devi fare da Niall?” Chiese Zayn, dopo una risata divertita.
“Devo parlargli.”
“Di cosa?” Mi abbracciò da dietro, affondando il naso nel mio collo ed intrecciando le mani sulla mia pancia.
“Di.. una cosa.”
“Una cosa, cosa?”
“Una cosa, Malik, rassegnati perché non saprai altro fino a domani.” Lui si staccò di colpo.
“Perché no?” Scossi la testa baciandogli una guancia.
“Sei troppo vecchio per queste cose.” Scherzai, accarezzandogli il ciuffo. Lui aggrottò la fronte, facendo un passo indietro. Mi avvicinai per baciarlo, ma si sottrasse con un linguaccia.
“Sono troppo vecchio anche per i baci allora.” Ridacchiai.
“Come vuoi.” Mi voltai e cominciai a salire le scale, prima che una mano mi bloccasse il polso. Zayn mi tirò indietro, facendomi scivolare e, alla fine, si ritrovò a terra, con il mio corpo sopra il suo.
“Ouch.” Fece una smorfia.
“Che c’è?”
“La schiena.” Risi alzandomi.
“L’ho detto che sei vecchio.” Gli porsi una mano, che lui afferrò solo per trascinarmi di nuovo sopra di lui.
“Vorrei vedere te..”
“Ho solo ventitré anni amore, ho ancora tutta la vita davanti, io.” Sottolineai l’ultima parola. Lui fece una faccia stralunata e pensai che, se le sue braccia non fossero state impegnate a stringermi a se, le avrebbe allargate a dismisura.
“Abbiamo la stessa età!” Esclamò infatti.
“Dettagli.”
“Mi dai un bacio?”
“Non eri troppo vecchio?” Dissi sorridendo, avvicinandomi di più al suo viso.
“Nha.” Sorrise azzerando la distanza che ancora ci separava.
“Ah, te l’ho detto che Jim ha assunto un nuovo impiegato?” Chiesi quando ci fummo rialzati entrambi.
“Davvero?”
“Si, comincia domani!” Ero più esaltata di quanto avrei dovuto a quell’idea. Il fatto era che mi ci voleva un po’ di compagnia.
“L’hai già conosciuta?”
“E’ un maschio e comunque no. Non so nemmeno come si chiama!”
“Ah.. Jim non te lo ha detto?”
“No, ha detto solo che aveva chiesto lavoro qualche giorno fa..”
“Capisco..” Disse prima di sbadigliare.
“Andiamo a dormire?” Chiesi.
“Direi di si.” Mi diede un altro bacio, seguendomi poi al piano superiore.
“Mel? Dove sei?” Aprii la porta della sua stanza e notai che si era addormentata. Le aggiustai le coperte, poi le stampai un bacio sulla fronte ed uscii, chiudendomi la porta alle spalle.
“Dorme?” Chiese Zayn entrando nella nostra, di camera.
“Si. Vado a cambiarmi.” Annunciai mentre lui si lasciava cadere sul letto.
Quando tornai in camera, lui aveva gli occhi chiusi.
“Zayn?” Lo scossi leggermente.
“Ehi, amore?” Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile.
“Che c’è?” Disse poi.
“Non sarebbe meglio se ti cambiassi?”
“Mm.”
“Dai..” Lui aprì lentamente gli occhi, poi si alzò ed entrò in bagno. Io invece mi stesi sul letto, rannicchiandomi sotto le lenzuola.
Cinque minuti dopo due braccia forti mi avvolsero, lasciandomi un senso di protezione e tranquillità.
“’Notte Els.”
“’Notte Zayn.”

Ancora ansimante, entrai nel negozio, respirando a fatica.
Quella mattina mi ero svegliata tardi ed avevo perso l’autobus, quindi di conseguenza, per arrivare in orario, avevo dovuto correre per tutto il tragitto.
“Ecco, questa è una delle cose da evitare.” Sentii dire a Jim.
“Giorno Ellie, dormito bene?” Scherzò, mentre io riprendevo fiato e mi avvicinavo.
“Simpatico.” Commentai con una smorfia.
“In ogni caso, lui è Ian.” Disse quando mi fui ristabilita. Alzai lo sguardo, incrociando quello di un ragazzo con i capelli biondo cenere e gli occhi scuri.
Bello, senza dubbio.
“Piacere, Ellie.” Mi presentai, stringendogli la mano.
“Jim mi ha parlato di te..” Guardai l’uomo con la coda dell’occhio.
“Non fidarti di ciò che ha detto, non sono così.” Lui rise.
“Peccato, perché mi ha detto che sei molto simpatica e che andremo d’accordo..”
“Davvero?” Jim mi guardava fintamente offeso.
“Guarda tu, io faccio di tutto per metterti in bella luce e tu mi ripaghi così! Ma chi me l’ha fatto fare di assumerti, boh!” Risi, sapendo che stava scherzando.
“Dai, io ti voglio bene!” Esclamai.
“Si, certo.” Commentò.
“Ma dico sul serio! Lui è il miglior datore di lavoro di sempre!” Guardai Ian annuendo. Lui stava ridendo sotto i baffi.
“Ruffiana.” Disse Jim.
“Quando dicevo che andrete d’accordo, sappi che intendevo anche che tra qualche ora vorrai già andartene, quindi buona fortuna.” Continuò rivolto al ragazzo di fronte a me.
“Ehi!” Mi lamentai. Lui mi stampò un bacio in fronte, poi sorrise ad Ian e se ne andò.
“Grazie eh!” Gli urlai dietro, mentre il biondo scoppiava a ridere. Lo guardai, sorridendo.
“Bhe, benvenuto?”
“E’ una domanda?”
“Sai, Jim non ha tutti i torti. Dovrai sopportarmi e non è facile.”
“Credo di potercela fare.” Disse.
“Meglio così.” Sorrisi, prima di voltargli le spalle e prendere posto dietro la cassa.
Il mio cellulare vibrò, avvisandomi dell’arrivo di un nuovo messaggio. Sorrisi inevitabilmente quando lessi il nome di Zayn.
‘Allora, com’è questo tipo? x’
‘Davvero niente male.’
Risposi.
‘Ah si?’
‘Già, sembra simpatico.’
‘Quanti anni ha?’
‘Non lo so, ma a vista d’occhio più o meno la nostra età.’
‘E’ gay?’
Guardai il cellulare confusa a quel messaggio.
‘Perché? Non credo, ma, Zayn, devo preoccuparmi?’ Commentai ironica.
‘No, quello a doversi preoccupare sono io.’
‘Continuo a non capire.. Non hai cambiato gusti, vero?’
‘Eh? No, assolutamente no! Els ma che..? Ah, lascia perdere.’
Risi, anche se ancora non avevo capito.
In negozio non c’era ancora nessuno, quindi lo chiamai sotto lo sguardo curioso di Ian.
“Ehi Malik, che ti sei fumato che è ancora mattina e tu sei già fatto?” Chiesi non appena rispose.
“Come hai detto che è questo tipo?” Chiese in risposta.
“Ahh, sei geloso!” Capii dopo un attimo di silenzio, trattenendo un sorriso.
“Cosa? No, non sono geloso, per niente, assolutamente no. Non devo, vero?” Risi, di fronte al suo essere impacciato.
“No, credo di no.”
“Come credi?” Risi di nuovo.
“In effetti, fossi in te mi preoccuperei..” Scherzai.
“Davvero? Oggi vengo a prenderti io..”
“Sto scherzando Zayn. Non c’è motivo di preoccuparsi tanto.”
“Oh si che c’è ed in questo momento ti starà guardando chissà come..” Alzai lo sguardo su Ian, notando che effettivamente mi stava guardando. Abbassai la testa imbarazzata.
“In ogni caso, tu rimani sempre il mio stupido preferito.”
“Non so se emozionarmi o offendermi per lo ‘stupido’..” Ridacchiai.
“Amore devo andare, c’è gente. Ci sentiamo più tardi.”
“Vengo davvero a prenderti oggi eh!”
“Ti aspetto.” Dissi sorridendo divertita.
“Ti amo.”
“Anch’io. A dopo.” Quando misi il telefono in borsa, avevo un sorriso enorme stampato in faccia.
Vidi Ian parlare con i clienti appena entrati ed aiutarli. Sorrideva cordiale ed annuiva ogni tanto mentre i due signori chiedevano informazioni. Quasi come ipnotizzata da quella scena, non mi ero accorta che qualcun altro era entrato nel locale.
“Scusi, posso chiedere a lei?” Mi voltai di scatto, sorridendo ad una signora bionda.
“Certo, cosa le serve?”







Ciao meravigliee
how are u? kdndjs
Io mi sto annoiando a morte c.c
Ahahha no, ma avete visto la nuova scrittura di efp?
E' parecchio strana, però è tutto ordinato ora lol
AHHAHA si, il caldo mi fa male.
In ogni caso, spero di trovare qualcuno che mi accompagni
a fare un giro oggi, mi scoccio troppoooo
Ahahah che fate di bello quest'estate? c:
Babbene, torno a deprimermi mangiando gelato ed ingrassando 238738
quintali lol
AHHAHA a presto, bacii! <3 C.


PS. Non è possibile che ogni volta che vedo una gif di Zayn mi viene un attacco
cardiaco.  *^*
CIOE', E' TROPPO PERFETTO! 
Help <3

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Capitolo 7
*** Be mine. ***






Be mine.


 


“Melanie sta’ ferma!” La richiamai per la centesima volta.
La casa di Niall era abbastanza grande, forse troppo per sole due persone.
“Lasciala, non fa niente.”
“La vizi troppo, ora capisco perché voglia tanto stare con te.” Sorrisi scuotendo la testa.
“Io credo che sia più per il fatto che sono irresistibile.” Si vantò il biondino.
“Come ti pare. In ogni caso, devo parlarti di una cosa importante.”
“Sei incinta di nuovo?” Chiese subito. Lo guardai come se fosse un alieno.
“Assolutamente no!” Dissi alzando un po’ troppo la voce. Sbuffai.
“No, non sono incinta, se magari mi fai parlare..”
“Oh, ok, scusa.” Sorrisi.
“Si tratta di Allyson.”
“Che succede?” Chiese, visibilmente allarmato.
“Ecco, questo.” Lui mi guardò confuso.
“Andiamo Niall, sappiamo tutti che la ami da morire, perché vi siete lasciati?” Lui rimase in silenzio qualche secondo.
“Perché lei andrà a Nottingham per chissà quanto tempo ed io non voglio.”
“Non voleva partire.”
“Per colpa mia?” Sorrise amaramente.
“Per merito tuo. Non voleva lasciarti e non sapeva se accettare. Avrebbe rifiutato se tu glielo avessi chiesto.”
“E’ questo il punto. Tu non hai la più pallida idea di quanto aspettasse con ansia quelle risposte. Ed è ovvio che non le avrei lasciato rifiutare a causa mia.”
“Ma avrebbe potuto trovare altre scuole in posti più vicini, magari. Non è detto che non avrebbe avuto la sua occasione, dovevi solo sostenerla Niall!”
“Lei non me lo aveva neppure detto, come ti aspettavi che reagissi?”
“Di certo non cominciando a litigare con lei per questo! Niall, ci sta male. Tantissimo. E lo so che anche tu non stai bene. Perché continui con questa messinscena allora?”
“Perché voglio che parta.”
“Ma perché?!”
“Perché se lo merita. Ha sempre voluto andare all’università e non sarò certo io ad impedirglielo.”
“Sai che potrebbe non tornare più?”
“Tornerà.” Sussurrò lui provando ad essere sicuro.
“Tornerà se sa che tu l’aspetterai. Non gli stai dando alcuna certezza e lei crede che tornando potrebbe solo rovinare tutto, ancora di più.” Lui mi guardò per accettarsi, forse, che fossi seria, poi abbassò lo sguardo.
“E cosa dovrei fare?”
“Sicuramente farle credere di non volerla alla tua festa non è un buon inizio..” Commentai.
“Speravo davvero che venisse. Anche se viviamo ancora insieme non ci vediamo quasi mai..”
“E perché non glielo hai detto? Ha passato metà della serata a piangere chiusa in bagno perché credeva che tu la odiassi!”
“Io..” Abbassò lo sguardo rimanendo poi in silenzio.
“Mi dispiace.”
“Non è a me che devi dirlo. Tra meno di dieci giorni parte e non sa se tornerà. Te ne sei accorto?” Lui annuì.
“E perché sei ancora qui?”
“Far pace con lei non cambierà niente. Complicherà solo le cose.”
“Cosa? Cosa complicherà Niall?”
“Il momento della partenza!”
“E non pensi al fatto che così ci starete solo peggio tutti e due? Se risolvete, lei chiamerà più spesso e finiti i cinque anni tornerà qui!”
“E se nel frattempo incontra qualcun altro? Se si innamora di un ragazzo che non sono io?”
“Come potrebbe Niall?”
“C’è tanta gente lì. E lei è troppo bella per passare inosservata. Se trovasse qualcuno migliore?”
“Non lo farà, lo hai detto tu stesso che sei irresistibile!” Lui mi guardò contrariato.
“Stavo scherzando.” Precisò.
“Io no. Lo sei davvero e lei ti ama, fin troppo.”
“Per ora. Chi ti assicura che una volta arrivata lì non incontrerà qualcuno che la tratti come merita e mi dimenticherà?”
“Melanie! Vieni qui.” Niall mi guardava confuso, mia figlia in colpa.
“Scusa, faccio la brava ora, promesso.” Disse lei. Sorrisi, prendendola in braccio.
“Volevo solo chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“Com’è lo zio Niall?” Lei guardò il ragazzo seduto al mio fianco, poi sorrise.
“Bello.” Disse infine.
“E basta?”
“E buono. Non mi tratta mai male.” Disse allungandosi per sedersi sulle gambe del biondino.
“E poi mi fa sempre ridere e divertire.” Continuò accoccolandosi su di lui.
“Ed è morbido.” Ridacchiai vedendolo sorridere.
“E’ lo zio migliore di sempre.” Concluse mentre lui prendeva a farle il solletico. Alla fine, lei gli stampò un bacio sulla guancia e saltò giù dal divano.
“Posso tornare a giocare?” Chiese. Annuii aspettando che si allontanasse di nuovo, prima di guardare Niall.
“Ora capisci che intendo?”
“E’ una bambina Els, e non è Allyson.”
“No, ma sono sicura che la tua ragazza la pensi come noi. Lo so. Quindi ora smettila di screditarti, lei ti ama Niall.”
“Non so che fare..”
“In realtà lo sai, solo che hai paura.” Lui rimase in silenzio.
“Ehi, voglio bene a tutti e due e se sono qui è perché brutto vedervi in questa situazione.”
“E’ brutto anche per me viverla.”
“E allora fa qualcosa! Puoi cambiare le cose Niall, devi solo volerlo e provarci.”
“Io non so se ce la faccio a starle lontano cinque anni.”
“Lo hai già fatto Niall. Non cinque anni, ma abbastanza da poter sopravvivere.”
“E’ proprio perché l’ho già fatto che non voglio. So come ci si sente e non voglio sentirla così lontano, di nuovo.”
“Quando tornerà sarà ancora più bello, vedrai.”
“Lo so. Ma ho paura che non torni.”
“Se aggiusti le cose ora, tornerà.”
“Tu credi?”
“Lo so per certo.” Lui annuì.
“Grazie.” Disse infine.
“E di che?” Sorrisi.
“Io vado, ci vediamo.” Continuai, alzandomi.
“Va bene, ti accompagno alla porta.”
“Chiarisci con Al.” Mi raccomandai prima di chiamare Melanie ed infilarle il giubbotto.
“Ciao Ellie.” Sorrise lui.
“Ciao meraviglia.” Disse poi facendo una linguaccia a Mel. Lei alzò le mani in alto e lui la prese in braccio, dandole continui baci sulla guancia e facendola ridere.
“Eh no, tesoro.” Gli strappai praticamente Melanie dalle braccia, ignorando i suoi lamenti.
“Prima risolvi la tua situazione e poi ne riparliamo. Ciao biondino.” Uscii di casa e mi avviai verso l’auto. Lo sentii ridere e chiudere la porta, mentre entravo in macchina seguita da Melanie.

#Allyson’s Pov

“Continuo a non capire perché mi hai portata qui.”
“Dio mio, Al, volevo solo fare un po’ di shopping con un’amica!” Esclamò Lottie.
“Sai ho due anni in meno a te, ma a volte sembra che sia io quella più grande.” Continuò.
“Andiamo.” Mi prese per mano e mi fece entrare nell’ennesimo negozio.
Eravamo in giro da più di due ore ed io non solo non ce la facevo più, ma non avevo neanche voglia di uscire di casa quando lei aveva bussato alla porta.
Certo, rimanere sola con Niall, viste le circostanze, non era proprio il massimo, anche perché era come se ci fossi solo io, lui non si faceva mai vedere ultimamente.
Eppure ero così stanca da preferirlo, piuttosto che uscire.
Solo che Lottie era testarda ed io mi ero ritrovata in giro per Londra, nonostante l’imminente pioggia, con una noia pazzesca dentro ed un’amica fuori di testa.
Dopo aver ispezionato ogni capo del negozio da cima a fondo, la bionda sbuffò.
“Non c’è niente di carino.” Disse.
“Usciamo.” Ordinò, ma prima che potesse mettere piede fuori, un potente acquazzone venne giù.
“Perfetto, ed ora?” Borbottai.
“Non abbiamo neanche un ombrello!” Mi lamentai ancora.
“Oh Ally, smettila! Ora chiamo Harry.” Dopo tra minuti riposò il cellulare nella borsa.
“Allora?”
“Ehm.. Probabilmente è a casa.” La guardai con un sopracciglio alzato.
“Lì non c’è mai campo quando piove ed ora mi ha risposto la segreteria telefonica.” Spiegò.
“Louis?”
“Era con Eleanor ed Harry..”
“Non ci credo, ed ora cosa facciamo?!” Lei sembrò pensarci su, poi sorrise.
“Puoi chiamare Niall!” Esclamò fin troppo felice. La guardai malissimo.
“Non se ne parla.”
“Dai, non c’è nessun altro!”
“Ellie? Zayn?”
“Zayn sta lavorando ed Ellie è con sua figlia, non possiamo di certo chiederle di venire fin qui!”
“E perché dovremmo chiederlo a Niall?”
“Bhe.. Tu e lui vivete insieme e da quello che ho visto prima non aveva molto da fare..” Commentò. Sbuffai sonoramente.
“Piuttosto aspettiamo che spiova!”
“Non credo finirà in fretta. Insomma, hai visto? E’ un diluvio, non una semplice pioggia!” Disse.
“E’ tutta colpa tua e della tua mente malata.” Dichiarai prendendo il cellulare.
“Parla tu.” Dissi lanciandoglielo.
“Ehi!” Esclamò afferrandolo al volo. Sorrisi falsamente, ero piuttosto arrabbiata. Lei alzò gli occhi al cielo.
“Cosa non si fa per le amiche..” Sospirò avviando la chiamata.
“Ehi, no, sono Lottie. Si, siamo bloccate in un negozio, non è che puoi venirci a prendere?” Aspettò qualche secondo in silenzio, poi sorrise e gli disse il nome del negozio, al quale io non avevo neanche fatto caso.
“Due minuti e arriva.” Disse tendendomi il telefono.
“Fantastico.” Borbottai per niente entusiasta della cosa.
“Quanta felicità..” Commentò.
“Visto?” Chiesi sarcastica.
“Perché sei così irritata oggi?”
“Non mi andava di uscire, tutto qui.”
“Neanche per come si sono messe ora le cose?”
Soprattutto ora che dovrò stare in auto con Niall per dieci e passa minuti.”
“Perché?”
“Hai idea di quanto mi sentirò in imbarazzo?”
“Non vorrei fartelo notare, ma vivete insieme, cosa c’è di strano?”
“Ci siamo lasciati.”
“Ma vi amate ancora.”
“Dubito.”
“Cosa?”
“Non credo che lui mi ami ancora.”
“Non può smettere di amarti da un giorno all’altro!”
“Non lo so..”
“E tu? Lo ami?” Roteò gli occhi dopo quella domanda, convinta di sapere già la risposta.
“Si.” Le confermai abbassando lo sguardo.
“Secondo me mi ringrazierai.”
“Di cosa?” Chiesi confusa tornando a guardarla. Lei sorrise, ma non rispose perché proprio in quel momento il suono di un clacson attirò la nostra attenzione.
Riconobbi la macchina di Niall e mi affrettai a seguire Lottie.
Lei salì sui sedili posteriori ed io l’avrei imitata, se non avesse bloccato la portiera. Le lanciai uno sguardo di fuoco e feci il giro dell’auto sotto la pioggia.
Lottie però aveva bloccato la portiera posteriore anche dall’altro lato, quindi, per non bagnarmi ulteriormente, fui costretta a salire al posto del passeggero, accanto al mio- ormai ex- ragazzo.
“Grazie tante eh!” Fu il mio commento mentre cercavo di asciugarmi i capelli con le mani.
“Non c’è di che, cara. Niall, potresti accompagnarmi a casa?”
“Certo.” Disse lui semplicemente. Nonostante la scarsità di parole, la sua voce mi fece rabbrividire.
“Allora, che hai fatto di bello mentre noi svaligiavamo i negozi?” Chiese alzando le buste per farle vedere a Niall dallo specchietto.
“Oh, niente di che.. Sono venute Ellie e Melanie.” Rispose.
“Davvero?!” Disse con troppo interesse per sembrare sul serio sorpresa. Aggrottai la fronte, alzando poi le spalle e lasciando perdere il discorso.
Mentre loro due portavano avanti una specie di conversazione, io guardavo fuori dal finestrino e non riuscivo a non pensare a quanto mi sarebbe mancata Londra.
“Ally? Ci sei?” La voce di Lottie mi arrivò sfocata alle orecchie. Subito mi raddrizzai e mi voltai a guardarla.
“Eh? Scusa, non stavo ascoltando.”
“Me ne sono accorta..” Disse.
“Di che parlavate?”
“Tra due mesi è il compleanno di Melanie, tornerai?”
“Io.. Non lo so, non credo.”
“Come no?! Ci rimarranno malissimo..”
“Non credo di poter venire.” Biascicai, distogliendo lo sguardo. Niall frenò di scatto.
“Siamo arrivati.” Disse.
“Oh, grazie mille! Ci sentiamo ragazzi, ciao.”
“Ciao.” Rispondemmo io e lui insieme, abbassando la testa subito dopo. Quando Lottie si fu richiusa la porta alle spalle, Niall ripartì.
“Perché non torni?” Chiese inaspettatamente, rompendo il silenzio.
“Non credo mi sia permesso.”
“Non dire sciocchezze, è solo un giorno..”
“Si, ma comunque non credo di poter venire.” I miei occhi continuavano a fissare la strada e lo sentii sbuffare.
Rimanemmo in silenzio per circa dieci minuti, poi lui riprese a parlare, stupendomi.
“Mi dispiace.” Disse.
“P.. Per cosa?” Domandai ingenuamente.
“Per tutto. Non dovevo prendermela così tanto e non avrei mai voluto litigare così pesantemente con te. Scusa.”
“N.. Non fa niente.” Dissi, pensando in realtà l’esatto contrario. Faceva eccome!
“No invece. So che volevi davvero andarci all’università ed avrei dovuto rispettarti, mi dispiace.” Fermò l’auto, poiché eravamo arrivati a casa.
“Potrei..” Cominciò arrossendo lievemente. Sorrisi davanti a quella scena. Era così bello..
“Potrei aspettarti, se tu lo vuoi.”
“Aspettarmi?”
“Si, cioè.. Potremmo sentirci per telefono ed ogni tanto ti verrei a trovare.. Potrei aspettare che tu finisca i tuoi.. cinque anni lì e poi.. Poi potremmo continuare a vivere qui, insieme.” Rimasi a fissarlo immobile, finchè la mia bocca non si decise a parlare.
“Lo faresti davvero?”
“Se lo faresti anche tu.. perché no?” Fece un sorriso sghembo, voltandosi verso di me.
“Perché si?” Controbattei, nonostante la mia risposta fosse stata affermativa fin dall’inizio. Lui alzò le spalle.
“Non voglio lasciarti andare.” Disse.
“Me ne andrei comunque..”
“Si, ma saresti mia. E a me non servirebbe altro.” Sorrisi, uscendo dall’auto. Lui fece lo stesso e quando lo raggiunsi non persi tempo a gettargli le braccia al collo.
“Mi sei mancato.” Lui mi poggiò una mano sulla schiena, avvicinandomi ancora di più.
“Anche tu.” Poi finalmente le mie labbra toccarono le sue.
“Sii mia.” Disse. Sorrisi, non potendo farne a meno.
“Lo sono già.” 








Hello people!
Come vi va la vita?
ksdjnsk hanno fatto pace, visto? *^*
AHAHAH
volevo avvisarvi che per tre settimane non ci sarò, quindi
non potrò aggiornare per un bel po', mi dispiace tantissimo.
In compenso, il capitolo è leggermente più lungo del solito, anche se non
è niente di speciale, quindi scusate :')
Tonight c'è Horan a farvi compagnia, non è stupendo? sjdnk
E' troppo tenero, dai! *-*
In ogni caso, buone vacanze a tutte e grazie mille, per tutto.
Vi amo <3
Ahahah vi lascio così u.u
Ah, un'ultima cosa poi mi dissolvo in the air :')
Qui c'è il link di un OS su Louis che ho scritto un po' di tempo
fa, è un po' lunga, ma mi farebbe davvero piacere se passasse.
Ci tengo abbastanza. Lol
Ok, ora vado. Alla prossima splendori!
Bacii <3 C.

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Capitolo 8
*** Cemetery. ***








Cemetery.







#Ellie’s Pov

Mi guardai intorno più volte, sentendo il coraggio mancarmi improvvisamente.
Ero esattamente sotto l’arco d’ingresso, qualche centimetro più avanti, ai lati, si innalzavano tre grossi alberi di pino, di un verde fin troppo brillante per il posto lugubre in cui si trovavano.
Mossi qualche passo incerto, chiudendo e riaprendo gli occhi più volte.
Forse avrei dovuto accettare l’invito di Zayn quando quella mattina mi aveva chiesto se volevo che mi accompagnasse.
Di solito veniva con me e se, come stava accadendo proprio in quell’istante, mi mancava il coraggio, c’era lui a farmi forza. E tutto sembrava andare bene.
Quel giorno, invece, per la prima volta avevo deciso di andare al cimitero da sola.
Ma ora che mi ci trovavo davanti, non mi sembrava più tanto una buona idea.
Stavo per voltarmi e andare via e lo avrei fatto, se non mi fossero apparse in mente le immagini di mio padre.
Chiusi gli occhi, focalizzando i pensieri sui ricordi, dal primo all’ultimo. E fu grazie a questo che riuscii ad incamminarmi sempre più all’interno.
Erano quasi le sette di sera, il cielo era già in parte scuro e di certo non contribuiva ad aiutarmi.
Riuscii a calmarmi solo quando raggiunsi la tomba di mio padre e mi ci sedetti di fronte.
Rimasi in silenzio per cinque lunghissimi minuti, lo sguardo perso nel vuoto e la mente ancorata ai ricordi.


Lo sguardo della donna che aveva appena varcato la soglia della porta di casa era quasi indecifrabile.
Non che di solito capissi cosa le passasse per la testa, ma quel giorno sembrava ancora più strana.
Trattenni il fiato, aspettando di vedere alle sue spalle la figura di mio padre. Finchè non c’era anche lui, era meglio starle lontana, lo avevo imparato a mie spese.
Mia madre mosse un passo nella mia direzione ma, nonostante i miei ingenui dodici anni, sapevo che non mi stava relmente vedendo.
Salì le scale ed entrò nella sua stanza, muovendosi come se fosse un fantasma. Appena fu sparita al piano superiore, corsi verso la porta.
Stranita di non aver ancora visto mio padre, uscii fuori, lanciando uno sguardo al giardino. Niente.
Arrivai fino al cancello socchiuso, affacciando solo la testa fuori, ma la strada era deserta.
Rientrai in casa, prendendo un profondo respiro per infondermi coraggio, poi entrai nella camera di mia madre.
Sapevo che era una mossa sbagliata, ancora di più in quella circostanza e non avevo neppure bussato. Sapevo che non me l’avrebbe fatta passare liscia, ma quando misi piede nella stanza, lei non alzò neanche lo sguardo che aveva puntato fuori dalla finestra. Deglutii, avvicinandomi.
“D.. dov’è papà?” Azzardai a chiedere. Lei voltò lentamente la testa, aveva gli occhi lucidi e per un secondo pensai che stesse per piangere.
Lei però non piangeva mai, non davanti agli altri.
Ciò che fece invece, ful’esatto contrario. Scoppiò in una risata isterica, tetra. Rabbrividii per la rapidità con cui tornò seria.
Quello fu forse uno dei giorni in cui mi spaventai di più. Si alzò di scatto dal letto, facendomi istintivamente muovere un passo indietro.
Assottigliò lo sguardo, prima di scuotere leggermente la testa.
“Vuoi sapere dov’è?” Chiese, apparentemente calma. Non risposi, sapendo e temendo i suoi improvvisi sbalzi d’umore.
“Si o no?!” Tuonò. Annuii, non avendo il coraggio di parlare. Lei sorrise, ma non era un sorriso dolce. Era cattivo, quasi quanto ciò che mi disse dopo.
“Dove dovresti essere tu da almeno dodici anni, ecco dov’è.” Non capii a pieno il significato di quella frase e non ebbi il tempo di fare domande, perché mi sbattè letteralmente la porta in faccia.
Dopo quel giorno non vidi più mio padre e quando, qualche settimana dopo, mia madre mi ordinò di scendere dall’auto dopo avermi costretto a salirci, capii che non lo avrei rivisto.
“E’ stato un incidente, quel pover’uomo non lo aveva visto e lo ha investito.” Un incidente, certo. A me sembrava più dispiaciuta per l’uomo al quale avevano dato tre anni di carcere che per mio padre, morto.
“Ellie, tesoro, vieni a salutare le zie!” Zie che in realtà non erano altro che sue amiche, false e totalmente insensibili.
Guardai la bara marrone in cui avrebbe dovuto esserci il corpo di mio padre e non riuscii ad evitare le lacrime.
Se ne era andato. Mi aveva lasciato sola il giorno prima del suo compleanno.

L’avevano portato via da me ed io non ero sicura di essere forte abbastanza per sopravvivere.
Mi mancava.


E continuava a mancarmi anche undici anni dopo, mentre mi trovavo davanti alla sua tomba, esattamente come ogni santissimo anno.
Rimasi in silenzio ancora un po’. Nonostante lo facessi tutti gli anni, parlare con qualcuno che non poteva sentirmi continuava a sembrarmi stupido.
Io non andavo al cimitero per fargli sapere come procedeva la mia vita senza di lui. Ci andavo per renderlo partecipe. Perché sentivo che se gli avessi dedicato anche pochi minuti del mio tempo, lui avrebbe preso a far parte della mia storia. Ed io ne avevo disperatamente bisogno.
Nonostante il tempo guarisca le ferite, quella che la morte di mio padre aveva lasciato in me era stata troppo grande e bruciava ancora come se fosse appena stata inflitta. Probabilmente non si sarebbe mai risanata.
“Mi manchi.” Ribadii solamente, lasciando che tutte le altre parole a cui stavo pensando gli arrivassero senza essere espresse ad alta voce.
“L’altro giorno ho visto mamma.” Provai.
“E’ così cambiata.. Non l’avevo riconosciuta. Credevo di non essere pronta ad affrontarla, ma neanche lei lo era. E’ scappata via.” Guardai la foto sulla lapide, deglutendo per cacciare indietro il groppo che mi si era formato in gola.
“Sai, credo che questo dica molto più delle parole. Forse Zayn aveva ragione, ora sta bene. La donna che conoscevo io non sarebbe mai scappata vedendomi. Avrebbe sorriso falsamente, poi mi avrebbe dato contro non appena rimaste sole. Ma non lo ha fatto. E non era pronta per affrontarmi, ma forse è davvero cambiata. Lo spero, almeno.” Chiusi gli occhi, provando poi a sorridere.
“Tra poche ore è il tuo compleanno.. Ti faccio gli auguri ora, perché non credo di riuscire a venire domani. Scusa.” Allungai un braccio per sfiorare la foto sorridente di mio padre.
“Anche Zayn e Melanie ti fanno gli auguri. Se vorrà un giorno la porterò qui, te lo prometto. Per ora devi accontentarti di me, però.” Ridacchiai, sentendomi immensamente stupida.
“Perché non puoi rispondermi?” Quanto avrei dato per sentire la sua voce, o per abbracciarlo anche solo una volta..
“Mi manchi.” Ripeteii alzandomi. Mi avvicinai, fino a sfiorare la lapide con le labbra, come se in quel momento stessi baciando la sua fronte, non una stupidissima pietra. Mi allontanai dopo qualche secondo e mi affrettai ad uscire dal cimitero.
Inevitabilmente, gli occhi mi si appannarono di lacrime portandomi a vedere tutto sfocato. Concentrata, poi, com’ero sui miei pensieri, era quasi impossibile non finire addosso ad una persona che camminava nella direzione opposta alla mia.
“Scusi, io..” Mi passai il dorso della mano sotto agli occhi, per cacciare via le lacrime e provai a focalizzare la persona che avevo di fronte. Dopo esserci studiati a vicenda per due minuti d’orologio, le nostre espressioni si tramutarono in completa incredulità.
“Liam?!”
“Ellie?” Chiedemmo allo stesso tempo. In un secondo, mi ritrovai avvolta dalle sue braccia.
“Non posso crederci, sei tu?” Domandò staccandosi.
“Si.. mamma, quanto tempo è passato?” Il suo sguardo si spense.
“Sei anni..” Commentò. Abbassai la testa, comprendendo il motivo della sua improvvisa tristezza.
“Non ti eri trasferito?”
“Si, ma poi sono tornato. Wolverhampton è stupenda, è il posto in cui sono cresciuto si, ma la mia vera casa è qui.”
“Da quanto sei qui a Londra?”
“Circa tre anni.” Sorrisi.
“Stavi andando..?” Indicai un punto alle mie spalle, lasciando in sospeso la domanda. Lui annuì.
“Ci vado quasi ogni mese da quando sono tornato..” Ammise.
 “Posso venire con te?”
“Non venivi da quella parte tu?”
“Si, ma non ci ero andata per.. lei. Ti dispiace se ti faccio compagnia?”
“Assolutamente no, andiamo.” Sorrisi riconoscente.
“Allora, che hai fatto in questi  anni?” Chiesi, provando a mettere da parte quel discorso.
“Ho finito gli studi e nel frattempo ho trovato un lavoro part-time, che ora è il mio lavoro ‘ufficiale’.” Sorrise.
“Tu?” Alzai le spalle.
“Anche io ho finito gli studi e trovato lavoro. Lavoro in un negozio di musica. Ti ricordi di Zayn?” Lui sembrò pensarci su.
“Quello moro con il ciuffo?”
“Esatto. Io e lui stavamo insieme. Lui però viveva a Bradford e con la lontananza, bhe, ci siamo lasciati. Quando lo hai conosciuto tu, io avevo appena scoperto che tra noi era finita, del tutto. Erano mesi che non ci sentivamo, ma io avevo sempre sperato che ci fosse ancora qualcosa. Invece lui è riapparso con una ragazza ed io ho scoperto cose sul mio passato non troppo piacevoli. Diciamo che non ho passato proprio un bel periodo, ma alla fine sono riuscita a superarlo. Per fartela breve, insomma, io e Zayn siamo tornati insieme ed ora è il padre di mia figlia.”
“Hai una figlia?!” Esclamò sorpreso.
“Di tre anni.” Confermai, sorridendo.
“Wow!” Alzai le spalle.
“Tu hai trovato qualcuna?” Lui abbassò lo sguardo, camminando come se conoscesse il percorso a memoria.
“Lo so che è da stupidi, ma continuo a pensare a lei.” Ammise.
“Liam..”
“Lo so, lo so.” Mi bloccò.
“Però mi manca e non posso farci niente.”
“Quello che è successo non è giusto.” Constatai.
“Non dirlo a me..” Concordò, voltando a sinistra e ritrovandosi di fronte ad una lapide. Era molto simile a quella di mio padre, ma le incisioni, la foto e i fiori erano totalmente diversi. Al solo leggere quel nome sentii qualcosa contorcersi nello stomaco.
Caddi in ginocchio, sentendomi terribilmente in colpa.
Quella che un tempo era stata la mia migliore amica, quella che mi aveva aiutata nonostante fosse la prima ad aver bisogno di aiuto, la stessa ragazza che c’era sempre stata, in ogni occasione, era morta ed io non ero andata a trovarla neppure una volta in cinque anni, nonostante al cimitero ci venissi annualmente.
La sua foto mi riportò alla mente il primo giorno in cui la vidi.

La mia attenzione venne catturata tutta dalla finestra di fronte alla mia. La tenda si era spostata leggermente, lasciando intravedere la figura di una ragazza minuta, i capelli raccolti in una treccia scura che ricadeva sulle sue spalle, con il cellulare all’orecchio e gli occhi arrossati dalle lacrime.
Per un momento, avevo visto me in quella ragazza. Fino a pochi secondi fa ero anch’io al telefono in lacrime. Disse qualcosa al suo interlocutore, poi annuì ed attaccò. Si portò una mano agli occhi, singhiozzando, poi lanciò il cellulare in una parte indefinita della stanza e appoggiò la testa al vetro. Fu questione di secondi, prima che i suoi occhi verdi incrociassero i miei neri.
Mi guardò, curiosa, sempre con quella tristezza nello sguardo, poi mi sorrise debolmente e scosse di poco la mano in segno di saluto.


Così simili, eppure così diverse.. Ci eravamo capite da subito.
Con un solo gesto. Una sola parola scritta su un foglio ed io già sapevo che sarebbe stata importante per me.
Non mi aspettavo e non volevo, però, che se ne andasse così presto.
“Anche tu sei convinta che io debba provare ad andare avanti?” Chiese Liam, catturando di nuovo la mia attenzione.
“Non devi dimenticarla. Devi solo.. guardarti intorno e renderti conto che la tua vita continua. Non come prima, non con lei, ma tu sei qui Liam. Sei vivo. E, credimi, conoscevo Reb abbastanza da sapere che lei avrebbe voluto che tu andassi avanti.” Lui annuì.
“Ci sto provando. Anche se mi sembra impossibile.”
“Conta su di me per qualunque cosa.” Dissi.
“E quando vorrai tornare qui con qualcuno, non esitare a chiamarmi. Manca tanto anche a me.” Riportai il mio sguardo sulla foto.
“Scusami, per tutto.” Sussurrai. Sentii il telefono vibrarmi in tasca e quando lo presi la prima cosa che vidi fu l’orario.
“Cavolo è tardissimo!” Esclamai, balzando in piedi.
“Pronto? Zayn.. si, si, lo so, sto arrivando. Si. Arrivo. Ciao.” Attaccai e riposai velocemente il cellulare in tasca.
“Scusami Liam, devo scappare. Hai ancora il mio numero?”
 “Dovrei averlo, si.”
“Perfetto, allora ci sentiamo. Scusa.”
“Non preoccuparti, ciao Els.” Mi diede un bacio sulla guancia.
“Ed io e te ci vediamo presto, te lo prometto Reb.” Sussurrai di nuovo rivolta alla foto. Poi corsi letteralmente via.

Quando arrivai a casa, Melanie e Zayn erano impegnati a giocare sul divano.
“Ehi.” Salutai, poggiando il cappotto sull’appendi panni.
“Finalmente! Che fine avevi fatto?” Chiese Zayn raggiungendomi.
“Scusate, ho incontrato un vecchio amico e non mi sono accorta dell’orario.”
“Chi amico?” Domandò prima stamparmi un bacio. Melanie mi si arrampicò addosso, fino a quando non la presi in braccio.
“Liam, non so se te lo ricordi.. Stava con noi la prima volta in cui ti ho visto con Perrie..”
“Ah, si, credo di aver capito..” Sorrisi.
“Non avete già cenato, vero?” Chiesi.
“Sai che non sono un esperto in cucina.” Sentenziò in risposta Zayn facendomi ridere. Lasciai che Mel tornasse con i piedi per terra, poi mi lasciai abbracciare dal mio ragazzo.
“Stavo pensando..” Cominciò lui.
“Questo è preoccupante.” Lo interruppi ironica.
“Divertente Corwell. Fammi finire!” Risi.
“Dai, dimmi.”
“Dicevo.. stavo pensando.. E se ci sposassimo?”







Tadaaaa!
I'm back, anche se per poco.
Infatti non porto proprio buone notizie :(
Sono appena tornata e già devo lasciarvi per altre due settimane.
Forse anche di più :(
I'm so sorry, proverò a connettermi ed aggiornare prima,
ma non vi assicuro niente, perchè nel posto in cui vado non c'è la rete wifi.
In ogni caso, è tornato Leeyummmm *^*
Aww, io sono felice, voi non siete felici?
Leeroy! ahahah
no, ok.. Vi ricordate vero di Reb?
Volevo anche dirvi che (vi avevo già accennato una mezza cosa all'inizio)
essendo questo il seguito di una storia e poichè mi serviva solo a mettere i puntini sulle i
ad alcune situazioni che avevo lasciato in sospeso (tipo questa del padre di Ellie e di Liam)
non credo durerà ancora parecchio. Cioè, altri quattro, cinque capitoli, più o meno.
Poi ci lasceremo per sempre. :(
*piange disperata*
Ma passiamo alle cose allegre va!
MAYBE IS THE WAY SHE WAAAAAAALKED!
dskjnk no, cioè, ma quella canzone è troppo bella!
E il video? Non ne parliamo proprio, è qualcosa di
indescrivibile! Gosh, quanto li amo! sdksjndskjn
Ok, basta, la smetto perchè mi sono scocciata di scrivere, ma sappiate
(anche se non ve ne importa niente) che sto continuando a sclerare lol
Ci sentiamo -spero presto.-
kjsdnkj Byeee
Bacii <3 C.

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Capitolo 9
*** What if.. ***








What if.. 

 






La prima volta che vidi Zayn pensai che fosse uno dei ragazzi più belli che avessi mai incontrato.
La prima volta che lo sentii ridere, il mio cuore seguì la sua risata, come se ne fosse dipendente.
Quando mi propose quella scommessa, capii che con lui c’era da divertirsi.
Ne ebbi la conferma nei giorni seguenti.
La prima volta che mi baciò, qualcosa cominciò ad agitarsi nel mio stomaco, mentre il mio cuore si divertiva a fare capriole ed il mio respiro sembrava andarsene per i fatti suoi.
Zayn mi aveva stupito fin da subito.
E continuava a farlo ogni volta, nonostante ormai fossero passati quasi sette anni da quei momenti.
Restava il più bel ragazzo che avessi mai visto, il mio cuore continuava a seguire la sua risata e il mio stomaco continuava a contorcersi ad ogni bacio.
Lasciai che i miei occhi cercassero e trovassero i suoi, come se non potessero farne a meno.
Ed era così in fondo.
Non potevo più fare a meno di lui, di ogni cosa che lo riguardasse.
“Cosa?” Dissi dopo qualche lungo secondo. Lui sorrise, mandandomi ancora più in tilt di quanto non lo fossi. Mi aveva davvero chiesto di sposarlo?
“Non è una proposta, non era così che volevo chiedertelo. Era solo un ipotesi. Se te lo chiedessi, accetteresti?”
“Quindi.. non mi hai chiesto di sposarti..” Constatai.
“Non ancora.” Precisò lui. Annuii, riprendendo a respirare regolarmente e accorgendomi solo in quel momento di aver completamente smesso di farlo.
“Allora?” Chiese.
“Cosa?”
“Se te lo chiedessi, cosa risponderesti?” Lo guardai qualche altro secondo, poi gli lasciai un bacio all’angolo della bocca.
“Quando me lo chiederai saprai la risposta.” Sorrisi.
“E’ un si?” Provò lui.
“Ti lascio il beneficio del dubbio.” Risposi sparendo in cucina. Pochi attimi dopo mi raggiunse anche lui.
“Oh, stronza eri sei anni fa e stronza sei rimasta!” Esclamò. Risi divertita.
“Sei ancora in tempo per ritirarti eh!” Lui fece scontrare di nuovo i nostri corpi. Allacciai le braccia dietro il suo collo.
“Non so se mi conviene.” Sussurrò sulle mie labbra, prima di baciarle. Sorrisi di nuovo, ricambiando il bacio.
“Ti amo.” Dissi.
“Mi amerei anch’io.” Sorrise beffardo.
“Ehi!” Mi allontanai, spingendolo leggermente. Lui mi attirò di nuovo a se, affondando la testa nel mio collo.
“Scherzavo!” Si giustificò. Scossi la testa.
“Facile così.” Lui rise, facendomi rabbrividire a causa del suo respiro sulla pelle.
E non c’erano dubbi, se un giorno mi avesse chiesto di sposarlo, la mia risposta sarebbe stata centomila volte si.

#Allyson’s Pov

“Amore?” Mi voltai verso la porta, sorridendo alla vista di Niall.
“Ehi..”
“Che fai?”
“Oh io..” Guardai i vestiti piegati sul letto e la valigia aperta. Lui seguì il mio sguardo, permettendo che il suo sorriso lasciasse posto ad un espressione indecifrabile.
Puntò i suoi occhi nei miei.
“Cinque anni?” Chiese semplicemente.
“Tornerò per il compleanno di Melanie. E ad ogni festa, promesso.” Lui abbassò la testa, annuendo. Mi avvicinai, lasciando che i miei occhi scuri sprofondassero nei suoi azzurri.
“You and me together through the days and nights, I don’t worry ‘cause everything’s gonna be alright. Ricordi?Riprovai. Sul suo viso apparve l’ombra di un sorriso.
No one can get in the way of what I feel for you.”Continuò.
“Funzionerà.” Dissi, provando a convincere anche me stessa. Lui annuì di nuovo, circondandomi la vita con le braccia.
“Ti amo.” Sussurrò poi, prima di baciarmi.
“Grazie.” Lui rise, scaldandomi il cuore. Catturai la sua risata in un altro bacio.
“Ti amo anch’io.” Dissi dopo, lasciandomi cullare dal suo abbraccio.
Fu il mio cellulare ad interrompere la pace che si era creata nella stanza. Lasciai a Niall un ultimo bacio sulla guancia, poi presi il telefono dalla scrivania.
“Pronto?”
“Indovina chi è?” Risi scuotendo la testa.
“Si, esatto.” Rispose.
“Non ho ancora detto niente..” Commentai.
“Hai riso, quindi hai capito sicuro. E poi, dai, chi non riconoscerebbe la mia voce? E’ deliziosa!” Esclamò Ellie, facendomi ridere di nuovo.
“Sei pazza.” Constatai.
“Che novità..” Biascicò lei.
“Allora, quale bella notizia ti porta a chiamarmi?” Domandai sorridendo a Niall che intanto si era seduto sulla parte ancora libera del letto.
“Notizia? Perché ora non posso nemmeno chiamare un’amica senza avere un motivo?” Domandò in un tono scherzosamente indignato.
“Ellie, spara.”
“Non voglio morti sulla coscienza.” Ci misi un po’ a capire la sua battuta.
“Di che ti sei fatta, tesoro?”
“Felicità!” Urlò.
“No, ok, ora sono seria. Ti va di fare un giro?” Chiese.
“Non è tardi?”
“Non ora, genio! Domani?”
“Non lo so..”
“Dai!! Lottie ha già accettato, viene anche Eleanor! Siamo solo noi quattro..”
“Il fatto è che stavo preparando la valigia e..”
“Ti prego!” Allungò la ‘e’, addolcendo il tono di voce.
“E va bene.” Accettai in un sospiro.
“Perfetto! Domani alle quattro, ci incontriamo all’uscita della metro a Baker Street.”
“Baker street alle quattro. Va bene.” Ripetei, annuendo.
“Avete fatto pace?” Chiese.
“Chi?”
“Tu e il tuo gatto.” Disse sarcastica.
“Tu e Niall, Ally, chi altri?”
“Bhe, non si sa mai..”
“Allora?”
“Si.”
“Sono un genio, amami.” Risi.
“Sei pazza.”
“Lo so. A domani allora! Ciao splendore, salutami il biondino!”
“Si, si, ciao bella.”
“Esci?” Chiese Niall quando attaccai.
“Domani pomeriggio, con Eleanor, Lottie ed Ellie. Ti saluta.” Lo raggiunsi, sedendomi sulle sue gambe. Lui sorrise.
“Domani mattina posso venire con te?” Domandai.
“Al bar? Perché?” Alzai le spalle.
“Non ho niente da fare..”
“Non volevi.. finire la valigia?”
“C’è ancora tempo per farla..”
“Vedermi lavorare non è proprio un passatempo divertente, ma se ti fa piacere va bene.” Annuii appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Mi mancherai tantissimo.” Ammise, prima di baciarmi la fronte.
“Anche tu.” –Non sai quanto..- pensai.
“Amore, ma tu non hai sonno?” Domandai sbadigliando.
“Sono solo le dieci..”
“Io sono sfinita.” Lui si alzò, tenendomi in braccio.
“Che fai?”
“Aspetta.” Mi fece sedere al suo posto e cominciò a spostare i vestiti dal letto alla scrivania.
“Niall?” In due minuti aveva già liberato il letto. Mi aiutò a togliermi le scarpe.
“Che stai facendo?” Chiesi divertita quando aprì l’armadio. Prese il mio pigiama e me lo portò.
“Grazie.” Mi alzai sbadigliando di nuovo. Entrai in bagno e mi cambiai. Mi piegai a prendere il jeans, quando sentii una tremenda fitta alla pancia.
Feci una smorfia dolorante, accompagnata da un piccolo urlo quando la fitta si ripeté. Istintivamente mi portai le mani allo stomaco.
“Ally?” Niall bussò alla porta.
“Tutto bene?”
“Si, credo..” Alzai lo sguardo sul mio riflesso allo specchio. Feci passare qualche secondo, poi presi il jeans e mi infilai in fretta il pantalone del pigiama. Mi lavai i denti continuando a mantenermi la pancia con una mano, poi uscii dal bagno.
“Tutto ok?” Ripeté Niall. Annuii.
“Si, solo un po’ di mal di pancia.” Confessai raggiungendolo sul letto. Mi stesi al suo fianco, lasciando che le sue braccia mi avvolgessero in un abbraccio.
“’Notte amore.” Disse, mentre mi allungavo a spegnere la luce. Mi raggomitolai di nuovo tra le sue braccia.
“’Notte.” Sorrisi, prima di addormentarmi sotto le sue carezze.

La mattina dopo arrivai al bar da Niall più assonnata della sera precedente.
Eppure avevo dormito pesantemente tutta la notte e mi ero alzata solo alle nove meno un quarto.
“Ciao Ally!” Salutò Zayn da dietro il bancone. Mi sedetti su uno degli sgabelli di fronte a lui, ricambiando il saluto, mentre Niall ci raggiungeva.
Avevano trovato lavoro assieme, mentre Harry era stato assunto in una panetteria. Ellie al negozio di musica e Lottie era ancora in cerca di un lavoro.
Sbadigliai per la centesima volta.
“Avete fatto le ore piccole stanotte?” Chiese il moro ridacchiando.
“Si, alle dieci e mezza eravamo già profondamente addormentati.”
“E tu hai tanto sonno perché..?”
“Non lo so, ma sono stanchissima.” Guardai la vetrina con i dolci.
“E affamata.” Mi alzai e mi avvicinai al vetro. Niall rise.
“Vuoi qualcosa?” Chiese poi.
“Posso?” Lui annuì.
“Quello.” Indicai un enorme cornetto ripieno di cioccolato.
“Giusto per tenerti in forma.” Commentò Zayn.
“Ma ho fame!” Il mio ragazzo rise di nuovo, porgendomi il cornetto. Gli sorrisi riconoscente, poi cominciai a mangiare, tornando a sedermi.
“Sembra che non mangi da mesi!”
“Mi sento affamata come se fosse vero.” Risposi.
“Hai fatto colazione?” Chiese Niall. Lui si era svegliato prima, perché il suo turno cominciava alle sette. Annuii.
“Questo è preoccupante..” Disse Zayn, guardando il mio cornetto ormai quasi terminato.
“Zayn!!” Una biondina si avvicinò al bancone, sorridendo. Lui sbuffò.
“Ciao Kaitilyn.”
“Non sapevo lavorassi qui!” Gracchiò. Aveva una faccia conosciuta, ma ero troppo stanca per riconoscerla.
Appoggiai la testa sul marmo, mentre le voci attorno a me si facevano sempre più ovattate. E senza nemmeno accorgermene, mi addormentai.


“Al? Ally?” Mugugnai qualcosa di incomprensibile, mentre provavo ad aprire gli occhi.
“Ehi, tu non dovevi uscire con le ragazze oggi?” Gli occhi azzurri di Niall mi apparvero davanti non appena focalizzai la scena.
“Si, alle quattro, è presto ancora..”
“Amore, sono le tre e venti..”
“Cosa?!” Sgranai gli occhi.
“Già..”
“E perché non mi hai svegliato prima?”
“Avrei voluto farlo, ma dormivi profondamente, ti ho chiamata più volte, ma niente.. Poi è arrivata gente e non ho più potuto tentare..”
“Davvero?”
“Si, hai anche saltato il pranzo.. Ora che esci prendi qualcosa, ok?”
“Si, si, però prima devo tornare a casa..”
“Ok, allora aspetta.” Lo vidi parlare col suo capo, che annuì alla sua domanda, poi tornò verso di me.
"Dai, vieni, ti accompagno." Disse sorridendo e sfiorando il mio braccio. Mi alzai dallo sgabello, salutando Zayn con un cenno della mano, poi seguii Niall.
"Ti senti bene?" Mi chiese entrando in macchina. Annuii.
"Si, perché?" Lui alzò le spalle.
"Mi sembri strana.."
"Sto bene." Confermai, chiedendomi cosa avessi di strano. In cinque minuti arrivammo a casa.
"Dove dovete incontrarvi?"
"Baker street, non preoccuparti, prendo la metro." Annuì.
"Va bene, allora io torno a lavoro. Ci vediamo dopo."
"Finisci alle quattro e mezza, giusto?"
"Si, se vuoi ti vengo a prendere." Sorrisi, sporgendomi sul sedile per stampargli un bacio.
"Ti chiamo, se serve. Ciao amore." Scesi dall'auto ed entrai in casa.
Feci uno squillo di telefono ad Ellie, prima di andare a farmi una doccia. Sentii di nuovo una fitta allo stomaco, quando uscii dal bagno. Non troppo forte, ma comunque dolorosa.
Ancora avvolta nell'accappatoio, ma completamente asciutta, mi lanciai sul letto a pancia in giù, sperando che il dolore si alleviasse.
Se mi alzai, venti minuti dopo, fu solo perché sentii il telefono squillare.
"Ally, che fine hai fatto?"
"Lottie?"
"Si, dove sei?"
"Che ore sono?" Chiesi senza rispondere.
"Ti stiamo aspettando da dieci minuti.."
"Arrivo, scusate!" Attaccai rivestendomi in fretta, poi afferrai il cellulare e le chiavi ed uscii di casa. Corsi fino alla metro, forse un po' troppo in fretta, perché quando arrivai ed entrai nel treno, il male alla pancia mi stava uccidendo. Scesi dopo cinque fermate, individuando per prima la chioma rossa di Ellie.
"Ragazze!" Mi avvicinai, agitando un braccio in aria.
"Finalmente!" Esclamò la rossa.
"Che fine avevi fatto?"
"Mi ero quasi addormentata, scusate.."
"Zayn mi ha detto che hai dormito tutta la mattinata.." Ridacchiò Ellie.
"Ore piccole?" Chiese poi.
"Si vede che sei la sua ragazza." Commentai scuotendo la testa, mentre ricordavo che la stessa domanda me l'aveva fatta proprio Zayn. Lei rise.
"Melanie?"
"Con il padre, aveva appena finito il turno a lavoro." Annuii.
"Harry e Lou?"
"Davanti alla Tv a giocare a calcio. Ormai non mi sorprendo neanche più." Commentò Lottie, facendomi sorridere.
"Hai già finito la valigia?" Mi chiese. Scossi la testa.
"L'ho solo iniziata, mi manca ancora un bel po'..."
"E con Niall?"
"Con Niall cosa?"
"Come farete?"
"Non lo so.. Io proverò a tornare ogni volta che ho qualche ora libera e lui credo farà lo stesso.."
"Per cinque anni?"
"Non lo so, Lottie, non ne ho idea."
"Ci vai in aereo?" Chiese invece Eleanor.
"No, ho il treno alle sette, lunedì." Lei annuì. Il silenzio che seguì durò meno di tre minuti, interrotto da Ellie.
"Vi va di andare a Kensington Garden?"
"Per me va bene."
"Anche per me." Sentenziò Lottie. Eleanor annuì, quindi prendemmo di nuovo la metro e in dieci minuti arrivammo.
"Ci mettiamo qui?" Chiese Ellie puntando il dito all'ombra di un albero.
"Ok." Il tempo di sistemarci che una voce attirò la nostra attenzione.
"Mamma!" Alla nostra sinistra, Melanie correva verso di noi.
"Mel? Che ci fai qui?" La rossa si alzò e raggiunse la bambina.
"Ehi tesoro, cos'è successo?" Domandò poi prendendola in braccio. Ritornò sotto l'albero e solo in quel momento mi accorsi che Melanie stava piangendo.
"Non sapevo dove andare.." Mormorò.
"Come ci sei arrivata qui?"
"Stavo giocando con papà e poi non c'era più.." Spiegò strofinandosi un occhio.
"Shh, va tutto bene ora." La tranquillizzò Ellie, accarezzandole i capelli.
"Adesso lo chiamo." Disse poi, prendendo il cellulare.
"Aspetta, eccolo!" Esclamò Lottie indicando un punto distante a sinistra.
"Torno subito." Disse Ellie, incamminandosi. Si bloccò a metà strada.
"Che succede?" Chiese Eleanor aggrottando la fronte. Mi alzai per vedere meglio, ma la risata di qualcuno mi fece istintivamente guardare a destra.
Un bambino che giocava, mentre la madre provava a fargli mangiare qualcosa. In quel momento mi ricordai di non aver ancora pranzato, ma la sola idea di ingerire qualcosa, mi mise in subbuglio lo stomaco.
"Ragazze.." Dissi respirando a fatica. Mi portai una mano davanti alla bocca, quando ebbi un conato di vomito.
"Non mi sento bene.." Dissi, cercando disperatamente un cestino. Individuatone uno a pochi metri da me, corsi fino a raggiungerlo, poi cacciai fuori tutta la colazione di quella mattina.

#Ellie's Pov

"Mamma!" Mi alzai riconoscendo la voce di Melanie.
"Mel? Che ci fai qui?" La vidi correre verso di me in lacrime, quindi la presi in braccio.
"Ehi tesoro, cos'è successo?"
"Non sapevo dove andare.." Rispose.
"Come ci sei arrivata qui?" Chiesi confusa. Perché non era con Zayn? Lei si strofinò un occhio, dicendo che lo aveva perso di vista. Stavo per chiamarlo al telefono, quando Lottie mi avvisò di averlo visto.
"Torno subito." Dissi alle ragazze, camminando in quella direzione.
"Va tutto bene." Sussurrai a Mel, continuando a tenerla in braccio. Alzai di nuovo lo sguardo su Zayn, notando che però non era solo.
Mi bloccai di scatto, mettendo a fuoco l'immagine. No, non stava parlando.
Le sue labbra erano impegnate a fare qualcos'altro che avrei vivamente preferito non vedere.
Sentii qualcosa rompersi all'interno del mio petto, mentre ogni mia difesa sembrava sgretolarsi davanti ai miei occhi senza che potessi fare niente.
"Zayn.." Sussurrai senza nemmeno accorgermene. Se Melanie non si fosse aggrappata saldamente al mio collo, sarebbe certamente caduta, perché le labbra di Zayn continuavano ad essere attaccate a quelle di Perrie e le mie forze continuavano a diminuire.
"Scusa mamma." Disse Melanie. La guardai, senza vederla davvero.
Le sue parole arrivarono al mio cervello dopo un tempo indeterminato.
"Per.. Per cosa?" Chiesi.
"Non volevo farti piangere." Disse stringendomi ancora di più. Solo in quel momento mi accorsi che le mie guance erano bagnate.
Mi asciugai in fretta con una mano, mentre con l'altra ricambiai la sua stretta.
"No, tesoro, non è colpa tua."
"Non ti senti bene?" Chiese allora.
"No, sto bene. Andiamo a casa, che dici?"
"E papà?" Tornai a guardare Zayn.
"Papá ha di meglio da fare ora." Chiusi gli occhi e per un secondo mi sembrò di rivivere la stessa scena di sei anni prima.
Lui con Perrie ed io non in grado di gestire le mie emozioni. Stavolta però mi imposi di non piangere.
"Andiamo." Dissi voltandomi. Mi diressi dove prima ero seduta con le ragazze, trovando però solo Eleanor che prendeva le borse da terra.
"Che succede?" Chiesi.
"Allyson non si sente bene, ha vomitato." Spiegò, poi guardò alle mie spalle.
"A te cos'è successo?"
"Oh, niente. Non era Zayn." Mentii desiderando che le mie parole fossero vere. Lei annuì, porgendomi la borsa.
"Grazie."
"Di niente." Disse prima che la seguissi da Lottie ed Allyson.
"Ehi, cos'hai?" Domandai, provando a distrarmi dall'immagine di Zayn e Perrie che continuava a tormentarmi.
"Mi fa male la pancia." Rispose.
"Ed ho un terribile senso di nausea."
"A questo punto direi di tornare a casa.. Veniamo da te, ok?" Le chiese Lottie. Lei annuì.
Un quarto d'ora dopo Lottie era occupata a tenere Melanie, mentre Eleanor preparava una camomilla ed io aiutavo Ally che stava di nuovo vomitando.
"Ma che hai?" Chiesi, mentre lei si puliva la bocca.
"Non lo so, è da un po' di giorni che la pancia mi fa terribilmente male.."
"Ciclo?" Scosse la testa.
"La settimana prossima e poi non mi ha mai fatto tanto male.." Eleanor entrò in bagno, dandole una tazza fumante.
"Tieni, attenta che scotta."
"Grazie El." Lei sorrise in risposta. Ci spostammo tutte in salotto, quando sentii il cellulare squillare.
Leggere il nome sullo schermo fu come ricevere una coltellata in pieno petto. Rifiutai la chiamata.
"Chi è?" Scossi la testa.
"Nessuno." Dissi, prima che il cellulare squillasse di nuovo. Rifiutai ancora, per poi decidere di scrivergli un messaggio.
'Melanie è con me, sempre se ti interessa.' La risposta non tardò ad arrivare.
'Cos'è successo?'
'Dovresti dirmelo tu, Zayn.'
"Ellie?" Chiamò Lottie.
"Arrivo."
'Dove siete?' Bloccai lo schermo del telefono, senza rispondere, poi lo rimisi in borsa.
"Eccomi."
"Tutto ok?"
"Si, certo." Allyson mi lanciò una strana occhiata.
"Ragazze potete andare, davvero. Mi sento meglio ora.." Disse poi.
Melanie rise, come se ci fosse qualcosa di divertente, poi si arrampicò su Lottie e saltò in braccio ad Ally.
"Ti voglio bene." Disse. Le ragazze le lanciarono un occhiata confusa, mentre gli occhi di Allyson si fecero più lucidi.
"Ohw, anche io piccola." Sorrise abbracciandola, prima che qualche lacrima le solcasse le guance.
"Ally?"
"Scusate." Ridacchiò.
"Che hai?"
"È che.. Mi mancherete.." Lottie emise un suono intenerito, prima di saltarle addosso e farla piangere ancora di più.
Dopo qualche minuto si staccò, lasciando che riprendesse a respirare regolarmente.
"Ho fame." Sentenziò Ally, facendo ridere di nuovo Melanie.
"Ma non ti faceva male la pancia?"
"Si, ma ora ho fame.. Lottie mi ha fatto venire in mente che ho una torta gelato in frigo.. Volete?" La bionda la guardò.
"Sei strana ultimamente.." Commentò scrutandola.
"Me lo ha detto anche Niall.." Lottie assottigliò lo sguardo.
"Mi ricordi Ellie quando.." Si bloccò.
"Aspetta, quando ti dovrebbe venire il ciclo?" Domandò.
"La settimana prossima, ma questo che c'entra ora?"
"E se.." Mi guardò provando a farmi capire qualcosa. Io però non mi stavo impegnando a fondo per partecipare alla conversazione e non riuscii a decifrare il suo sguardo.
"Insomma, nausea, fame incontrollata, forti mal di pancia.. Non ti dicono niente?" Chiese.
"Sonno.." Aggiunse Eleanor, mentre Allyson sbadigliava.
"Potrebbe essere." Concordò.
"Cosa?" Chiese Ally sorseggiando la camomilla.
"Ellie?"
"Non ho ancora capito di cosa state parlando, scusate.." Ammisi.
"E se fosse incinta?"


"Ally? Allyson?" La scossi per una spalla, provando a farla riprendere.
Dopo l'ipotesi azzardata di Lottie, la mora era letteralmente svenuta sul divano di casa sua.
Eleanor rientrò in salotto con un bicchiere d'acqua, che gettò senza esitazione sul viso di Allyson. Lei si svegliò di scatto, scuotendo la testa.
"Cos'è successo?" Chiese subito.
"Sei svenuta.. Come ti senti?"
"Stordita.." Si portò una mano in fronte, massaggiandosi poi la tempia.
"Forse dovresti davvero fare il test.." Lei guardò Lottie confusa.
"Mamma, andiamo a casa?" Mi chiese Melanie. Non avrei voluto lasciare Allyson in quelle condizioni, però non vedevo l'ora di restare un attimo da sola.
Il bacio di Zayn e Perrie continuava a tormentarmi e mi convinsi che di certo non sarei stata comunque d'aiuto, quindi annuii.
"Ragazze, vi dispiace se..”
"Non preoccuparti, vai pure. Io intanto provo a dirle.. quella cosa, con calma." Ridacchiai.
"Buona fortuna." Presi la borsa e la mano di Mel, poi salutai tutte ed uscii. Sentii il cellulare vibrare e dopo un istante di esitazione decisi di rispondere.
“Pronto?”
“Ellie? Dove sei?” Sospirai, sentendo la voce di Louis.
“Sto tornando a casa, eravamo da Allyson. Perché?”
 “Zayn ti sta cercando. Sembra impazzito.”
“Ah..”
“E’ successo qualcosa?”
“Immagino di si..”
“Immagini?”
“Non lo so.”
“Ellie?”
“Scusa Lou, non mi sento tanto bene..” Lui borbottò qualcosa, poco convinto.
“Se senti Niall puoi dirgli che Ally non sta bene?”
“Cos’ha?”
“Ha vomitato.”
“Eleanor e Lottie sono con lei?”
“Si.”
“Ora andiamo. Lo avviso io, non preoccuparti.”
“Grazie.”
“Di niente e.. Ellie?”
“Si?”
“Chiama Zayn. Era preoccupato..” Sospirai.
“Va bene Lou. Ciao.” Attaccai, stringendo la mano di Melanie. Mi resi conto di essere arrivata a casa solo quando mia figlia lasciò la mia presa per correre sul dondolo.
“Mel, dai entriamo.”
“No.”
“Tesoro, fa freddo qui fuori, dai..” Aprii la porta con le chiavi.
“Ma mamma..”
“Vieni a metterti qualcosa di più pesante poi esci.” La sentii sbuffare, mentre mi seguiva. Quando mi chiusi la porta alle spalle ed alzai lo sguardo, la prima cosa che vidi fu l’espressione dura di Zayn.
“Papà!” Esclamò Melanie correndogli in contro. Lui sembrò addolcirsi mentre la prendeva in braccio, poi però tornò a guardarmi, serio.
“Dov’eravate?” Lasciai che Mel rispondesse al posto mio.
“Da zia Ally.”
“Tu perché ti sei allontanata?” Le chiese.
“Stavamo giocando e non ti ho visto più..” Spiegò..
“E tu perché non rispondi al telefono?”
“Forse Zayn, invece di fingerti tanto arrabbiato e dare la colpa a noi, dovresti spiegarmi perché mi sono vista tua figlia corrermi incontro piangendo perché tu eri distratto.” Mi decisi a dire.
“Cosa..?” Mi morsi l’interno della guancia, per non scoppiare a piangere.
“Perché?” Chiesi in un soffio. Lui deglutì, guardandomi. Non riuscii a sostenere il suo sguardo più di dieci secondi, quindi abbassai la testa.
Sussurrò qualcosa a Melanie e dei passi mi fecero intuire che fosse uscita dalla stanza.
“Ellie io non..”
“Perché?” Ripetei interrompendolo.
“Voglio solo sapere perché. La verità Zayn, poi ti lascerò in pace.”
“Non voglio che..”
“Zayn..” Lui sospirò pesantemente.
 “Ci hai visti?” Chiese solo. Tornai a guardare i suoi occhi.
“Se non l’avessi fatto, me lo avresti detto?” Stavolta fu lui ad abbassare lo sguardo, confermando i miei dubbi.
“A quanto pare no..” Sussurrai. Lui rimase in silenzio.
“Di’ qualcosa..”
“Non so che dire, io..” Si fermò di nuovo, passandosi una mano tra i capelli.
“Zayn..” L’unica cosa che ottenni fu di nuovo silenzio.
“Qualunque cosa, prova a spiegarmi, a farmi capire che per te è stato uno sbaglio, che ti importa ancora qualcosa di noi, che..”
“Certo che m’importa, Ellie.” Disse finalmente.
“E allora perché?” Lui scosse la testa.
“Io non..”
“Continua!” Esclamai esasperata.
“Tu non..? Parla Zayn, preferisco tu mi dica che ti sei innamorato di lei, piuttosto che stare qui a guardarti mentre mandi tutto all’aria.” Lui sorrise amaramente.
“Cambierebbe qualcosa?” Chiese. E in quel momento sentii il mondo crollarmi addosso. 







Ce l'ho fatta! YAYY
Ora però vado a nascondermi. Ahahah
Innanzitutto, un applauso, perchè a sposare
Zayn non sarà la mia Ellie, ma Perrie.
Ed ora che l'ho detto cambiamo subito discorso.
Non so quanto abbiate capito di ciò che è successo in questo capitolo,
credo sia un po' confuso, lo so, però vi spiego.
Sono finalmente tornata a casa e guardate un po'?
Dai, ho continuato a scrivere anche se non avevo internet.
Ok, no, in realtà lo avevo, ma non mi apriva la pagina per pubblicare
il capitolo, quindi ho continuato e continuato e continuato
ed ora sono tornata a casa e tadaaaaan!
Il fatto è che ho scritto un pezzo al giorno, quindi non tutto di seguito e
non so quanto chiaro sia uscito.
In ogni caso...
Sorprese? Ahahahah
so che molte si aspettavano un matrimonio, ma vi dimenticate che io sono
perfida u.u E non è finita qui eh!
Purtroppo, c'è anche un però.
Quest'estate ho visto casa mia si e no dieci giorni in tre mesi e quindi,
devo dirvelo, sto per andare via di nuovo, per non smentirmi lol :')
Solo fino a sabato, stavolta, poi (spero) pianto le radici qui e mi metto a studiare,
anche perchè non ho ancora fatto una mazza T.T
Ok, considerato che a voi di questo non importa, volevo chiedervi
scusa, sia per il ritardo con il quale ho aggiornato, sia per quello con il quale
probabilmente aggiornerò.
Quindi, vado ancora a nascondermi.
Ci sentiamo, bye bye meraviglieee <3
Bacii :D C. 

 

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Capitolo 10
*** Thank you. ***







Thank you.





#Narratore Esterno

Allyson era appena uscita di casa, senza dare alcuna spiegazione al biondino col quale stava chiacchierando pochi istanti prima.
L’idea che ciò che aveva detto Lottie fosse vero l’aveva fatta sbiancare in un secondo, portandola ad alzarsi e uscire sussurrando un flebile ‘scusa’.
Alzò lo sguardo al cielo, respirando profondamente.
“Ehi, tutto bene?” Voltò la testa di scatto, sorpresa di vedere Niall. Avrebbe dovuto aspettarsi che la seguisse, dopotutto, eppure in quel momento era l’ultima cosa a cui avrebbe pensato.
“Si, scusa.”
“Che hai?” Lei si guardò intorno, quasi come se volesse cercare aiuto, poi abbassò la testa sospirando.
“Stavo pensando al fatto che tra pochi giorni partirò e..” La voce le uscì roca e bassa e dovette fermarsi. Chiuse gli occhi, non riuscendo a mentire ancora.
Niall però la prese in un altro modo, immaginando che Allyson si fosse fermata solo a causa della tristezza che quella frase comportava. Quindi si avvicinò a passo svelto alla sua ragazza e la abbracciò di slancio. Gli occhi di Ally si inumidirono.
“Non è possibile..” Sussurrò.
“Shh..” Disse Niall accarezzandole i capelli provando a tranquillizzarla.
“Va tutto bene.” Continuò. Lei scosse impercettibilmente la testa.
“Non è vero..” Commentò.
“Si invece. Affronteremo tutto questo e lo supereremo, insieme. Te lo prometto.” Lei si lasciò andare ad un pianto liberatorio, con la testa ancora appoggiata alla spalla del biondino.
Aveva paura, tanta. E sapeva che le parole di Niall erano riferite alla partenza, non ad una presunta gravidanza. E se fosse davvero stata incinta? Se lui l’avesse saputo?
Qualcosa dentro di lei le disse che non avrebbe detto quella frase. Che non l’avrebbero affrontato, non insieme.
E quel pensiero la colpì diritta allo stomaco, portandola a piangere ancora più forte.
“Niall..” Riuscì a dire. Lui la strinse ancora di più. Aveva bisogno di certezze in quel momento, doveva sapere che Niall ci sarebbe stato, che sarebbe rimasto al suo fianco nonostante tutto.
“Ti amo.” Sussurrò. E quando lui ricambiò, lasciandole un bacio sul collo fu come se il resto non avesse più importanza.
Le lacrime, la partenza, il peso sul suo cuore, la nausea, i mal di testa, la fame, la stanchezza, persino il bambino che sentiva di portare in grembo.
Per un secondo, ogni singola cosa fu messa in un angolo, lasciando il posto solo a loro due. Ai loro corpi ancora stretti in un abbraccio, alle loro parole, ai loro sentimenti e al bacio che seguì a tutto ciò, che riuscì a portare via le lacrime dal volto di Allyson.
“Ti amo.” Ripetè Niall fissandola negli occhi e rimanendo dell’idea che neanche un milione di chilometri sarebbero riusciti a separarli.


Di un idea completamente diversa, Ellie si era chiusa in camera da un paio di ore.
Aveva pianto anche lei, fin troppo, ignorando Zayn che dopo venti minuti di continuo picchiettare alla porta ci aveva rinunciato ed era entrato nella camera di Melanie.
“Tesoro..” Si era seduto sul letto, guardando sua figlia giocare con una bambola.
“Papà!” La bambina aveva abbandonato il giocattolo, correndo verso Zayn che aveva sorriso.
Aveva accettato di giocare con lei e, appagato dalla risata e dai sorrisi di Melanie, non si era nemmeno accorto che la porta della stanza accanto si era aperta e che, scendendo in cucina, Ellie si era fermata più di un minuto a guardare la scena.
Si rese conto che la rossa era uscita dalla camera solo quando, una quarto d’ora dopo, sentì il rumore di una padella provenire dal piano di sotto.
“Hai fame?” Chiese quindi a Mel. Lei annuì.
“Andiamo a mangiare, che dici?”
“Si!” Lasciò ogni cosa così com’era e corse in cucina. Zayn posò le bambole in una scatola, poi la seguì.
“Stavo proprio per chiamarti, sai?” Sentì dire ad Ellie e quando entrò nella stanza Melanie era già seduta a tavola. Lui alzò la testa verso la ragazza che si era ammutolita non appena era entrato, poi apparecchiò la tavola, sospirando. Quando finì, Ellie non lo degnò di uno sguardo mentre metteva i piatti sulla tovaglia e rimetteva a posto le posate destinate a lei. Zayn la guardò confuso, ma fu Melanie a parlare per prima.
“E tu mamma?” Chiese ingenuamente, mentre prendeva goffamente la forchetta e mangiava.
“Cosa?”
“Non mangi?” Lei scosse semplicemente la testa, sorridendo a labbra strette.
“Perché no?” Chiese Zayn.
“Non ho fame.” Rispose continuando ad evitare il suo sguardo.
“Ellie..” Lei alzò una mano per fermarlo. Sussurrò qualcosa a Melanie che annuì, poi le diede un bacio sulla fronte.
Quando uscì dalla stanza senza aggiungere altro, Zayn chiuse gli occhi per un istante.
“Che ti ha detto?” Chiese poi a sua figlia, sperando che glielo dicesse.
“Che devo fare la brava perché lei non c’è e che ci vediamo domani. E che mi vuole bene.” Rivelò la bambina.
“Cosa..?” Disse Zayn a voce talmente bassa che a stento si sentì lui stesso. Poggiò la forchetta nel piatto.
“Torno subito amore, tu continua a mangiare.” Mormorò alzandosi.
Entrò nella camera matrimoniale e si avvicinò all’armadio, in cui Ellie era occupata a cercare qualcosa.
“Che stai facendo?” La rossa sobbalzò quando sentì la voce di Zayn tanto vicina, ma non si voltò.
“Hai.. Hai visto il mio pigiama?” Biascicò, schiarendosi la voce. Lui allungò una mano, sfiorandole una spalla. Ellie si allontanò immediatamente, come se si fosse scottata e Zayn dovette resistere all’impulso di chiudere nuovamente gli occhi e lasciar perdere.
Si limitò a sporgersi leggermente e prendere il pigiama, porgendolo poi alla ragazza che si diede della stupida per non averlo visto prima.
Lo afferrò, stando ben attenta a non sfiorare la sua mano, poi, continuando a tenere lo sguardo basso, raggiunse la borsa poggiata sul letto e lo infilò dentro.
“Che fai?” Chiese di nuovo Zayn. Lei rimase in silenzio.
Avrebbe tanto voluto rispondere con qualche frase acida, per dimostrargli chissà quale sciocchezza, ma non ce la faceva.
Non se la sentiva, non ci riusciva perché la persona della quale era delusa non era Zayn. E neanche Perrie, non ce l’aveva neppure con lei.
Era arrabbiata con se stessa, delusa, perché ancora una volta non era riuscita ad essere abbastanza.
Erano passati sette anni da quando aveva incontrato Zayn e lei ancora non ci credeva che stavano insieme.
Ancora si svegliava la notte e non trovava pace finchè le braccia di Zayn le confermavano che lui era lì, con lei.
Ancora aveva bisogno delle piccole attenzioni che il moro le dava, per sentirsi bene.
E quando lui aveva ipotizzato un matrimonio.. In quel momento si che le era sembrato tutto troppo bello per essere vero.
Ma, come quando di notte fai un bel sogno e poi sei costretto a svegliarti, tornando ad una realtà in cui tutto perde colore, ora Ellie si sentiva stupida, perché nonostante quel sogno fosse durato per sette anni, ci aveva messo un secondo a tornare alla realtà e nemmeno si era accorta di ciò a cui andava incontro.
Alla sua realtà poi, quella in cui contava meno di niente, quella in cui ogni cosa era sempre più bella di ciò che aveva lei, quella in cui non bastava sperare una cosa ed aspettare perchè succedesse.
Quella in cui non serviva neanche lottare, perché non era abbastanza per ottenerla.
La realtà in cui Ellie aveva vissuto da sempre, fino all’arrivo di Zayn.
Così come lui le aveva sconvolto la vita in passato, così com’era arrivato, ora stava andando via.
E no, non era a causa di un semplice bacio. C’erano sentimenti più profondi, molto più intensi che lei non sarebbe mai riuscita a descrivere.
Per questo, dopo vari secondi dalla domanda che lui le aveva fatto si decise a rispondere con un tono di voce molto più fragile di ciò che avrebbe voluto.
“Da Allyson. Dormo lì stanotte.” Senza aspettare oltre entrò in bagno prendendo lo spazzolino da denti, controllò di nuovo che nella borsa ci fosse un cambio per il giorno seguente e tornò in camera dove Zayn era rimasto fermo dov’era.
Ci mise tutta se stessa per riuscire a parlare, dopo.
“Non so se torno per pranzo, nel caso ti ho lasciato due piatti in frigo, devi solo riscaldarli.” Rimase ancora un po’ nella stanza e si rese conto di non aver incrociato gli occhi di Zayn neanche per un secondo da quando si era decisa ad uscire dalla camera, poco prima.
“Bhe.. Io vado.” Camminò fino alla porta, tenendo sempre la testa bassa.
“Ellie, aspetta.” Si fermò, senza però  voltarsi. Sentì il rumore dei passi muoversi velocemente dietro di lei, facendosi sempre più forte, per poi arrestarsi.
“Mi dispiace..” Semplice, scontato, banale, Zayn si diede dello stupido non appena finì la frase perché davvero non trovava altre parole. Ellie sorrise tristemente.
“Dispiace anche a me.” Disse prima di fare un altro passo, per poi venire bloccata ancora.
“Resta qui stasera. Ti prego.”
“Perché? Per continuare a farmi del male alla vista di te che giochi con Mel?” Chiese voltandosi. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli, poi finalmente lo guardò negli occhi.
“Ci avevo creduto davvero, sai?” Domandò, scuotendo la testa.
“Certo, me lo avevi detto che non era una proposta, ma pensavo davvero che avessi voluto sposarmi.”
“Ellie io..”
“No, aspetta. Va bene Zayn, me ne farò una ragione, in fondo lo sapevo che non poteva durare, avrei solo voluto aprire gli occhi prima.” Provò a sorridere, mentre Zayn si sentiva morire. Sapeva che non poteva durare? Perché no?
Si, aveva acconsentito quando Perrie lo aveva baciato e per un istante aveva anche ricambiato..
Non sapeva perché lo avesse fatto e non avrebbe accampato un paio di scuse per farsi perdonare. Però non avrebbe voluto che uno stupido bacio rovinasse tutto in quel modo.
Voleva impedirlo, fare qualcosa perché Ellie capisse che a lui importava eccome di lei, che l’amava come prima, forse anche di più.
 E invece l’unica cosa che era riuscito a dire era un ‘mi dispiace’. Sincero, certo, ma chiaramente insignificante.
Forse era per questo che per Ellie non poteva durare.
Zayn non era uno di quelli che aveva sempre le parole giuste da dire.
Si trovava in enorme difficoltà quando doveva dare un consiglio a qualcuno e spesso preferiva rimanere in silenzio, piuttosto che dire cose che non avevano senso.
Ellie era esattamente come lui e si sa che i poli uguali si respingono a vicenda.
Forse era per questo che lei avrebbe voluto aprire gli occhi prima.
Sospirò, prima che la rossa ricominciasse a parlare.
“Ti ringrazio, di tutto sul serio. Mi.. Mi hai letteralmente salvato la vita e con te ho vissuto gli anni più belli della mia vita. Mi hai dato Melanie ed è in assoluto il regalo più bello che tu mi abbia fatto, quindi grazie.” Ridacchiò, pensando alla frase successiva, mentre le lacrime avevano iniziato a scorrerle giù per le guancie.
“Certo che ci metterò un bel po’ a dimenticarti eh..” Abbassò lo sguardo sorridendo, anche se dentro qualcuno si stava divertendo a prenderla a calci.
“E mi mancherai, decisamente..” Aggiunse, chiedendosi perché gli stesse dicendo tutte quelle cose. Quando incontrò di nuovo gli occhi di Zayn, stavolta anch’essi lucidi, e immaginò di dover vivere il resto della sua vita senza lui che la prendeva in giro ogni volta che aveva una scusa per farlo, che le preparava la colazione la mattina rendendo già da allora quella giornata perfetta, che la notte la stringeva come se avesse paura che scappasse via, senza lui che anche quando c’era gente cercava di continuo un minimo contatto con lei, senza il suo modo di passarsi la mano tra i capelli, di infilare la lingua tra i denti quando sorrideva, di mordersi il labbro inferiore quando lei indossava qualcosa che le stava particolarmente bene, senza la sua risata, senza la sua gelosia, semplicemente senza lui, allora capì che avrebbe voluto ringraziarlo da sempre. E non se ne sarebbe andata senza prima averlo fatto.
Zayn era stato, era in quel momento e sarebbe sempre rimasta la sua ragione di vivere.
Ma se il suo cuore aveva preso un'altra direzione, lei doveva lasciarlo andare.
Lo guardò di nuovo, pensando a come pochi minuti prima aveva evitato ogni contatto con lui. Avrebbe voluto baciarlo e dimenticare tutto, implorarlo di non allontanarsi da lei, perché lei aveva bisogno di lui, ma non lo fece e rimase ferma mentre la sua vita sembrava scivolarle tra le mani come sabbia.
“E’ stato tutto.. come in un sogno, sebbene il concetto sia fin troppo smielato per me..” Lui sorrise, ma quando mosse un passo verso di lei, Ellie si ritirò scuotendo la testa.
“E’ stato tutto perfetto, fin troppo, ma ora la favola è finita.” Indietreggiò ancora, ritrovandosi nel corridoio.
“Lo so che lo farai già, ma.. l’unica cosa che ti chiedo è di restare vicino a Melanie. Lei non c’entra niente con questa storia ed io non voglio che..” Abbassò lo sguardo, incapace di continuare.
Zayn si sentì del tutto impotente. Avrebbe voluto dirle che l’amava un milione di volte, che non era vero che era tutto finito, che sarebbe rimasto con Melanie esattamente come sarebbe rimasto con lei, ma nessuna di queste parole riuscì a venir fuori dalla sua bocca.
Nella sua mente le stava urlando di non andarsene, di non parlare in quel modo, persino di odiarlo, ma di smetterla di farlo sentire così vuoto.
“Ellie ti prego, ascoltami io..” Le parole gli morirono in gola, di nuovo.
Lei gli sorrise debolmente, poi corse al piano di sotto. Qualche secondo dopo sentì la porta di casa chiudersi e con essa, probabilmente, anche le sue possibilità di rimediare.
“Ti amo.” Sussurrò al vuoto, troppo tardi ormai.
“Ti amo più di quanto immagini.”
Ormai sola per strada, Ellie, che dopo un piccolo sfogo iniziale aveva ricacciato indietro tutte le lacrime, era esplosa, scoppiando in un pianto rumoroso quanto distruttivo. Sentì a sento la suoneria del suo cellulare provenire dalla borsa.
Lo prese con la mano tremante e provò ad asciugarsi gli occhi, in modo da leggere il messaggio.
‘Se sei ancora per strada puoi passare in farmacia a prendere il test? Voglio togliermi il dubbio subito. Non dirlo a nessuno, Niall non lo sa ancora. x’
Alzò lo sguardo sul marciapiede di fronte, voltandolo poi a sinistra, grata di vedere le luci ancora accese del negozio.
Comprò in fretta il test di gravidanza per Allyson, poi camminò a passo svelto verso casa sua.
E durante il tragitto non riuscì a fare a meno di pensare a Zayn e a ciò che gli aveva detto poco prima.
La favola è finita.
-Già Ellie, e sarebbe il caso che tu lo accettassi.- 




 





Hello! :D
Ci sono, ci sono ahahah
Che ne pensate?
Ellie ritorna nel suo oscuro passato (?)
e Zayn non può fare niente, o almeno così crede..
Ed Ally? Cosa pensate che succederà con il test?
Sarà davvero incinta o è tutto un falso allarme?
*parentesi che non c'entra niente*
IO NON CE LA FACCIO AD ASPETTARE FINO A GIOVEDI', AIUTO.
kdjksjd Devo vedere quel film ora. *-*
Vi lascio perchè, aimè, devo studiare t.t
Che noiaaa :(
Adios amigos (?)
Ps. Qualcuno di voi ha tumblr? Ahahah bacii! <3 C.

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Capitolo 11
*** I'm gonna stay with you. ***


 




I'm gonna stay with you.





#Ellie’s Pov

“Contiamo fino a tre?”
“Si, però controlli tu dopo.” Sussurrò Allyson, pallida in viso.
“Ally..”
“Ti prego, io non ce la faccio.” Sospirai.
“E va bene.” Acconsentii infine.
“Uno..” Lei chiuse gli occhi.
“Due..” Mi strinse la mano, mentre tentava inutilmente di calmarsi.
“Tre.” Lasciai uscire l’aria dal naso, come se l’avessi trattenuta fino a quel momento, poi mi avvicinai al lavandino e presi il test che Allyson aveva fatto poco prima.
Niall era al piano di sotto, occupato a vedere la tv e ancora inconsapevole di ciò che io e la sua ragazza stavamo facendo in quel momento.
“Andrà tutto bene.” Le assicurai ancora una volta, prima di abbassare lo sguardo e leggere il risultato.
Mi impressi nella mente le due strisce ben evidenti, sperando di sbagliarmi, poi, tremando, presi il foglietto delle istruzioni.
“Q.. Quante sono?” Non risposi, mi limitai a scannerizzare velocemente il pezzo di carta, fino ad arrivare al punto che m’interessava.
Due linee. Positivo.
Mi ritrovai a fissare il vuoto, mentre un vivido ricordo si faceva strada in me.


“Amore, sei sicura di stare bene?” Mi chiese Zayn, avvicinandosi.
“S.. si, ho solo un po’ di mal di testa..” Commentai.
“Ellie?”
“Mm?”
“Perché stai piangendo?” Mi portai una mano sulla guancia, trovandola bagnata.
“Io.. non lo so..” Mormorai.
“Non.. Non credo di..” I miei occhi si chiusero prima che riuscissi a completare la frase. Sentii Zayn chiamarmi più volte, prima di perdere completamente i sensi.
Quando mi ripresi ero stesa sul divano, la testa mi girava ancora.
“Solo un po’ di mal di testa?” Chiese sarcastico Zayn. Scosse la testa, poggiandomi una mano in fronte.
“Non scotti..” Constatò.
“Zayn, l’ho misurata venti minuti fa la febbre, non credo che sia cambiato qualcosa..”
“Ce la fai ad alzarti?”
“Perché?”
“Ti porto a fare qualche controllo. Non è normale svenire così..” Spiegò.
“Ma sto bene!” Mi opposi. L’occhiata che mi riservò mi fece sbuffare ed arrendere subito.
“E va bene.” Mi misi a sedere, riuscendo poi ad alzarmi e camminare lentamente fino alla porta.
“Ti prendo la giacca, aspetta.” Mi appoggiai al tavolino accanto all’ingresso, afferrando il mio cellulare che era lì sopra e mettendolo in borsa.
Zayn prese un giubbotto lungo nero dall’appendipanni e mi aiutò ad infilarlo, poi mi sistemò un cappellino di lana bianco sulla testa e mi porse un paio di guanti.
“Andiamo?” Chiese infine, prendendo il portafoglio con le chiavi ed il cellulare. Annuii mentre la sua mano sinistra si intrecciava alla mia destra.
Quando arrivammo all’ospedale, la mia voglia di entrare era ancora meno.
“Dobbiamo proprio?” Chiesi facendo una smorfia.
“Si.” Sbuffai, seguendolo. Dopo aver parlato con un’infermiera che ci aveva detto di andare al quinto piano, un dottore ci venne incontro quasi subito.
“Avete prenotato una visita?” Chiesi. Lanciai un occhiataccia a Zayn, ricordandomi però anche io solo in quel momento che bisognava prenotare per avere un controllo.
“Ehm.. no..” Gli occhi del dottore si soffermarono per un attimo su di me, poi prese a sorridere.
“Fammi indovinare, hai dei forti mal di testa?” Chiese, sentendosi libero di darmi del tu.
“Si e prima è anche svenuta..” Rispose Zayn al posto mio. Il medico continuò a guardarmi insistentemente, portandomi ad abbassare la testa.
“Qualche problema?” Chiese il moro al mio fianco.
“Assolutamente, solo che non dovete fare un controllo. Non qui.”
“Dobbiamo aspettare e fissare un appuntamento o..”
“No, avete semplicemente sbagliato reparto. Venite, vi accompagno, la ginecologa dovrebbe essere libera se non mi sbaglio..” Lanciai un’occhiata confusa a Zayn che alzò le spalle.

“Dottore, io ho solo mal di testa, non..”
“Oh non preoccuparti, è normalissimo nelle tue condizioni.” Mi liquidò con un cenno della mano.
“Allora,” riprese “da quanto l’avete saputo?”
“Ehm.. cosa?” Chiesi sempre più confusa, mentre il cerchio alla testa stringeva sempre di più.
“Ma della gravidanza, ovvio.” Mi bloccai di scatto in mezzo al corridoio.
“La che?!” Il medico si voltò guardandomi come se fossi pazza.
“La gravidanza. Mi sembra ovv.. Oh, aspetta..” Si interruppe, guardando prima me e poi Zayn.
“Non lo sapevate?” Chiese poi.
“Non sono incinta.” Misi subito in chiaro.
“Oh si che lo sei. Ne ho viste tante di ragazze come te che hanno scambiato i sintomi della gravidanza con un semplice mal di testa. Ormai so riconoscerle. E fidati, tu sei proprio una di quelle.” Scossi la testa.
“Perché non ti fai visitare? Poi ne riparliamo.” Disse dolcemente, quasi come a voler rimediare alle parole di troppo che aveva detto.
“Io non..” Poi intorno a me fu di nuovo tutto buio e mi ritrovai per la seconda volta in mezz’ora priva di sensi.
Quando mi svegliai, di nuovo, ero accerchiata da tre persone tra cui Zayn.
“Dove..” Mi guardai intorno, riconoscendo una sala del reparto di ginecologia, poi riconobbi il dottore con cui stavo parlando poco prima.
Il dottore che mi aveva appena rivelato che..
“Era un sogno? Ho sognato tutto vero? Lei non mi ha davvero detto.. ed io non sono davvero..” Chiesi subito, lasciando le frasi in sospeso, non avendo il coraggio di terminarle ne ad alta voce ne in silenzio. Era tutto troppo assurdo..
“Temo di si, cara. Non era un sogno.” Disse il medico. Zayn lo guardò come se neppure lui si aspettasse quelle parole, poi si lasciò cadere sulla sedia dietro di lui.
Io, che ero rimasta stesa su un lettino, mi misi a sedere, guardando la terza persona. Era una donna sulla quarantina, più o meno la stessa età del dottore. Deglutii a vuoto, mentre lei parlava.
“Io sono la ginecologa e.. lo so che può essere stato un duro colpo, se non ve lo aspettavate, però.. se vuoi possiamo controllare, così ti togli ogni dubbio.” Scossi la testa.
“Non sono incinta, lo sentirei se lo fossi, io non..” La donna sorrise divertita.
“E’ ancora un po’ presto per sentirlo, non credi?” Mi portai una mano in testa, troppo pesante anche solo per continuare a pensare.
Mi limitai a guardare Zayn, sorprendendolo a fissare il vuoto. Probabilmente sentii il mio sguardo su di se, perché si voltò a guardarmi di conseguenza, in uno sguardo carico di domande di cui purtroppo neppure io sapevo la risposta. Una risatina isterica della dottoressa mi portò a distogliere lo sguardo.
“Che c’è?”
“E’ sempre divertente vedere una giovane coppia alle prese con una gravidanza inaspettata. Sembrate sconvolti.” La guardai.
“Io non lo trovo divertente e siamo davvero sconvolti.” Insomma, che cosa c’era di divertente? Io vedevo solo due ragazzi troppo giovani per potersi prendere cura di un bambino. E no, non era una scena divertente.
“Oh, quando nascerà capirai perché lo trovo esilarante.” L’allusione alla nascita mi appesantì ancora di più la mente.
“Linda, così svengono entrambi! Allora, che ne dite di fare questo controllo e smetterla di perderci in chiacchiere?” Tornai a guardare Zayn, chiedendo silenziosamente aiuto. Lui si alzò dalla sedia, avvicinandosi a me. Mi strinse la mano, sorridendo a labbra strette verso la ginecologa che battè le mani e si allontanò per prendere l’attrezzatura. I suoi occhi incrociarono i miei, provando a rassicurarmi, nonostante sapessi perfettamente che anche lui era agitato.
Insomma, avevamo solo vent’anni, cavolo.
Solo quando si chinò a lasciarmi un bacio sulla fronte mi resi conto che lui era rimasto lì.
Che non era ancora scappato via, che non mi aveva lasciata sola.
Che ci sarebbe stato.
“Tesoro, comincia a stenderti e sbottona i jeans.” Disse la dottoressa mentre accendeva un monitor alla mia destra.
“Pronta?” Chiese qualche minuto dopo. Annuii, nonostante non fossi per niente pronta.
 E quel giorno scoprii che il medico non si sbagliava.
Ero davvero incinta. Da due settimane e mezzo.



“Ellie, ti prego, quante ne sono?” Domandò Allyson riportandomi alla realtà. Guardai di nuovo il test, poi il foglietto che avevo in mano, infine la mia migliore amica, provando a sorridere.
“Bhe, almeno tu non lo hai saputo da un dottore ed una ginecologa pazza.” Sdrammatizzai mentre lei sbarrava gli occhi e lasciava che le lacrime le scorressero sulle libere guancie.

#Niall’s Pov

La partita che stavo guardando era appena finita, quindi mi alzai per spegnere la tv, pensando che Allyson ed Ellie erano state abbastanza da sole e che ora magari avrei potuto passare un po’ di tempo con la mia ragazza.
Salii le scale, ritrovandomi proprio Allyson di faccia all’ultimo gradino. Aveva un’aria sconvolta e sembrava terribilmente triste. Inoltre, gli occhi erano arrossati ed io non sapevo davvero cosa pensare.
“Ehi, cos’è successo?” Lei mi guardò, abbassando poi la testa. Un colpo di tosse da parte di Ellie sembrò riscuoterla, perché si girò verso la rossa scuotendo la testa.
Lei le mimò qualcosa che non riuscii a capire, poi sentii Ally sospirare e “Dobbiamo parlare” disse.
“Tutto ok?” Chiesi, mentre lei mi sorpassava e cominciava a scendere le scale.
Si sedette sul divano su cui ero comodamente steso fino a pochi istanti prima, incitandomi a fare lo stesso.
“Non te ne andrai, vero?” Chiese a bassa voce. Cosa?
“Certo che no, mi sembra di avertelo già detto.” Lei annuì, respirando profondamente.
“Niall io..” La interruppi, abbracciandola.
“Lo so che è tanto tempo, ma passerà in fretta vedrai. Ed io ti aspetterò, te lo giuro.” Lei scosse la testa, allontanandosi.
“Non..” Singhiozzò, portandosi una mano alla bocca, mentre ricominciava a piangere.
“Ehi, no.. Va tutto bene.” Provai, accarezzandole i capelli. Appoggiò la testa sulla mia spalla, rimanendo in silenzio se non per i singhiozzi che non riusciva ad evitare.
“Ti prendo un po’ d’acqua aspetta.” Lei annuì, provando a calmarsi. Un minuto dopo, quando tornai dalla cucina, le lacrime sembravano essersi fermate, mentre il singhiozzo non accennava ad andare via.
“Tieni, bevi. Va tutto bene.” Ripetei baciandole la testa e sedendomi di nuovo accanto a lei.
“Non.. non credo di poter andare all’università.” Ammise sorprendendomi.
“Cosa?” Lei sospirò.
“Perché? Cos’è successo?” Lei mi guardò, probabilmente di nuovo sull’orlo delle lacrime.
“Aspetto un bambino.” Sussurrò lasciandomi confuso e senza fiato. 

 





E' corto e fa schifo, lo so, mi dispiace.
Vi prometto che il prossimo proverò a farlo più
lungo e meno orrido.
I'm so sorry! c':
Anyway, Middddddnight Meeeemorieeees
aww non vedo l'ora di sentirlo! E no, ma dico, voi l'avete visto
This is us?!?
A parte il fatto che mezza sala, me compresa, ha iniziato a piangere
alla scritta 'Sony' e non esagero.
 A quella 'Modest' poi hahaha è partito un coro di buh pazzesco!
:') Noi può.
Ad ogni modo, l'avete visto?!
No, perchè DOVETE vederlo. E' troppo troppo troppo bello
è qualcosa di meraviglioso ed è davvero un lavoro di squadra tra noi e loro. Tutto.
Ahhh, prima che mi dimentico, se c'è qualche piccola fan (?) di
Ian Somerhalder (l'ho scritto bene, giusto? lol)
una mia amica ha pubblicato un os su di lui,
è una storia vera, è il modo in cui lo ha conosciuto e in cui si è accorta di
esserne totalmente pazza e dipendente c':
vi lascio il link, se vi interessa basta cliccarci sopra lol


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2126223

 I'm gonna leave you now.
Ahahah spero di aggiornare presto e in un modo migliore, 
​bacii! <3 C.

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Capitolo 12
*** I hate you, 'cause I love you. ***






 
I hate you, 'cause I love you.


 



#Ellie’s Pov

Contrariamente a ciò che mi aspettavo, Niall non aveva preso tanto male la notizia.
Era scosso, certo, ma sembrava felice.
Non che mi aspettassi chissà quale scenata, in fondo sapevo quanto fosse dolce quel biondino e quanto poco sarebbe stato capace di arrabbiarsi per una cosa simile.
Però di certo mi aveva sorpreso quando era venuto nella camera degli ospiti in cui avrei dormito io e aveva cominciato a piangere.
Mi aveva sorpreso ancora di più quando mi aveva detto che erano lacrime di gioia.
“Sono felice Ellie, ma mi sento in colpa per questo, perché Allyson non lo è.” Aveva detto infine spiazzandomi del tutto.
L’avevo capito anche io che la mora era turbata, ma..
“Ha solo paura Niall, è normale.” Avevo detto.
“No. O meglio, si, ha anche paura, ma è anche il fatto che non potrà andare all’università..”
“Ti assicuro che in fondo è felice anche lei. Lo so, per certo.”
“Che dovrei fare ora?”  Avevo alzato le spalle, sorridendo leggermente.
“Stalle vicino.” Anche lui aveva sorriso, poi mi aveva abbracciato.
“Sono così felice, Ellie.” Aveva ripetuto e avrei giurato che si stesse trattenendo dalla voglia di saltare.
“Lo sono anche io per voi, Niall. Davvero.”
Eppure quella notte avevo pianto. Non esageratamente, non come in camera il pomeriggio precedente, ma avevo comunque permesso alle lacrime di uscire.
Perché si, ero sul serio felice per Ally e Niall, ma in quel momento non avrei voluto essere lì.
Avrei voluto essere nel mio letto, con le braccia di Zayn sui miei fianchi e le sue mani intrecciate sulla mia pancia.
Perché erano passate poche ore, ma quel ragazzo mi mancava come l’aria.
La mattina dopo, mi alzai distrutta, sia fisicamente che mentalmente. Scesi in cucina, trovando solo Allyson.
“Buongiorno.” Sorrise lei.
“Ehi..”
“Niall è in bagno. Ha detto che se vuoi può accompagnarti al negozio..” Sorrisi.
“Grazie per avermi fatto restare, stasera.”
“Non dirlo nemmeno Ellie. A proposito, come va?”
“Non va.” Ammisi.
“Non mi hai ancora detto cos’è successo..”
“L’ho visto con Perrie.”
“Cosa?”
“Si, ieri al parco. Era con lei, per questo Melanie si era persa. Credo.. Credo le piaccia, tanto..”
“E’ impossibile.” Disse subito.
“Perché? In fondo io non sono tutto questo splendore..” Lei scosse la testa.
“No, no Ellie, è proprio impossibile.” La guardai confusa e lei aprì bocca per rispondere, interrotta, però, da Niall.
“Buongiorno.” Sorrise, scompigliandomi i capelli, prima di raggiungere Allyson e sedersi accanto a lei.
“Ciao.” Gli angoli della bocca mi si sollevarono istintivamente quando Niall guardò la pancia ancora piatta della sua ragazza e dopo si allungò a stamparle un bacio sulle labbra.
“Avete già deciso cosa fare?” Chiesi. Allyson mi guardò sospirando.
“Ovviamente lo terremo. Spero solo di essere all’altezza, è un compito così grande..” Il biondino strofinò il naso sulla sua guancia, sussurrandole qualcosa all’orecchio che la fece sorridere ed arrossire.
“Non preoccuparti, alla fine è difficile si, ma è la cosa più bella del mondo.”
“Bhe, almeno so a chi chiedere consiglio, in caso.” Ridacchiò.
“Dopodomani abbiamo la visita dal ginecologo.” Continuò lei.
“Spero sia una donna.” Commentò Niall, strappandomi una risata.
“Non so se consigliarti la mia sia un bene o un male.” Allyson rise liberamente, ripensando forse a ciò che mi aveva fatto passare quella dottoressa tanto pazza quanto esperta.
“No, guarda, ce la caveremo.”
“Dai, in fondo era brava..”
“Non preoccuparti Ellie, davvero.” Disse lei sarcastica, facendomi ridere di nuovo.
“Ehi rossa, se vai a vestirti ti accompagno a lavoro.” Annuii.
“Grazie Niall.” Sorrisi prima di tornare nuovamente in camera e prendere il cambio dalla borsa. Entrai in bagno e dopo essermi fatta una doccia veloce ed essermi vestita raggiunsi i ragazzi in salotto. Presi il mio cellulare, notando solo in quel momento un nuovo messaggio. Mi andai a sedere sulla poltrona accanto al divano, facendo in modo che Niall ed Allyson si accorgessero della mia presenza.
“Pronta?” Mi chiese lui mentre ancora fissavo il nome sullo schermo del telefono. Annuii decidendo poi di metterlo in borsa e di non leggere ciò che Zayn aveva scritto. Almeno per il momento.
“Andiamo.” Sorrisi, rialzandomi ed avvicinandomi ad Ally.
“Ci sentiamo dopo tesoro, grazie ancora.” La salutai, stampandole un bacio sulla guancia.
“Ciao bella.”
“Torno subito, tu preparati intanto.” Disse Niall alla sua ragazza.
“E sta’ attenta.” Sorrise, baciandola e poggiandole una mano sulla pancia. Lei rise, annuendo.
“Dai, vai!” Esclamò dopo e Niall si decise ad uscire, non prima di averle rivolto un altro sorriso. Entrammo in macchina.
“Ti rendi conto di ciò che sta succedendo?” Mi chiese il biondino stringendo il volante.
“Ma quanto sei euforico!” Lo presi in giro.
“E’ che.. Ancora non ci credo che presto diventerò padre e.. cavolo sarebbe come avere una Melanie tutta per me! Non è fantastico?” Risi divertita.
“Si, senza dubbio. Almeno non rapirai più mia figlia quando ti gira.”
“Ehi! Guarda che mi adora.”
“Oh, certo.”
“Dico sul serio.” Ridacchiai di nuovo.
“Lo so.”
“A proposito, dov’è?” Chiese.
“A scuola, dove vuoi che sia..”
“Come mai hai dormito a casa nostra?” Domandò curioso. In quel momento ripensai alle parole di Zayn quando anni prima mi disse che Niall era uno che si faceva i fatti suoi. Sorrisi, pensando che aveva completamente sbagliato sul biondino. Era forse la persona più curiosa che avessi mai incontrato.
“Ho.. avuto un piccolo problema a casa.” Ammisi. Lui aggrottò la fronte.
“Cos’è successo?”
“Ho litigato con Zayn..”
“Perché?” Frenò ed in quel momento mi accorsi di essere arrivata.
“Devo andare, scusa. Grazie per il passaggio ed anche per l’ospitalità, biondo. Ci sentiamo.” Mi slacciai in fretta la cintura di sicurezza ed aprii la portiera.
“Ma..” Lo salutai con la mano, evitando la sua domanda e correndo letteralmente dentro il negozio.
Il campanello all’ingresso suonò e due paia di occhi si voltarono immediatamente verso di me.
“’Giorno.” Salutai.
“Ciao splendore.” Ricambiò Jim.
“Ehi!” Sorrise Ian raggiungendomi.
“Tutto bene?” Chiese mentre mi toglievo la giacca.
“Potrebbe andare meglio, ma ok. Te? Tutto bene?”
“Si, si. Cos’è successo?” Sospirai.
“Niente, lascia stare.” Lui mi guardò per niente convinto, ma annuì comunque.
“Mi aiuti a mettere questi a posto?” Chiese indicando uno scatolone pieno di cd appena arrivati. Sorrisi.
“Certo.”
“Allora, devo trovarmi una guida turistica o hai trovato un po’ di tempo per farmi visitare Londra?” Chiese.
“No, ti accompagno.” Sorrisi, ripensando alla richiesta che mi aveva fatto il giorno prima.
“Di dove hai detto che sei?”
“Non l’ho detto.” Sorrise divertito.
“Sono di Oxford.” Disse infine.
“E non sei mai stato a Londra?” Lui scosse la testa.
“Perché?”
“La mia scuola non ci ha mai fatto allontanare troppo durante le gite ed io non ho mai avuto tempo, né il bisogno in realtà, di venire.” Spiegò.
“Ed ora?” Lui alzò le spalle, voltandosi a guardarmi.
“Ed ora mi sono trasferito qui con il mio migliore amico perché ci andava di cambiare aria, ho trovato lavoro in un negozio di musica con una commessa davvero molto carina. Per ora non sono affatto pentito della scelta.” Arrossii, ridacchiando.
“Beato te, io invece mi ritrovo un collega abbastanza brutto, sai?” Scherzai dovendo ammettere che in realtà Ian non era per niente male.
“Ah si?” Annuii con vigore.
“Strano, perché mi pareva di aver visto un ragazzo stupendo l’altro giorno e sai, lavorava proprio nel tuo negozio..” Stette al gioco.
“No, hai visto male. Forse era un cliente..” Lui mi guardò, sorridendo divertito.
“Un cliente eh?”
“Già.” Scosse la testa, lasciando cadere il discorso.
“Guarda che scherzavo eh! Il mio collega è molto più carino di te, in realtà.” Lui rise.
“Posso immaginarlo.” Lo spinsi giocosamente, prima di tornare a riordinare i cd.


“Dove andate?” Chiese Jim dopo che lo avevamo avvisato di uscire per la pausa pranzo.
“A mangiare.”
“Non viene Zayn?” Scossi la testa.
“No.”
“Ah, come mai?” Sbuffai, ma perché mi chiedevano tutti la stessa cosa?
“Non viene e basta Jim.” Lui mi guardò confuso, ma poi ci lasciò andare.
Uscii dal negozio in fretta, quasi come se lì dentro mi mancasse l’aria. Sentivo lo sguardo di Ian addosso e non ci volle molto prima che lui prendesse parola.
“Qualcosa non va?”
“No, tutto perfetto.” Mentii.
“Devo crederti?” Chiese. Annuii, stringendomi di più nella giacca.
“Sai, è vero, non ti conosco da molto, ma in questi giorni non ti ho mai vista così. Sul serio Els, che hai?” Alzai di scatto lo sguardo su di lui.
“Non chiamarmi Els.”
“Non cambiare discorso.”
“No, sul serio, non farlo.” Lui annuì.
“Va bene, scusa. Allora?” Sbuffai di nuovo rumorosamente.
“Abbiamo discusso.” Mi decisi a dire.
“Perché?” Un’occhiataccia da parte mia gli fece chiaramente capire di aver chiesto troppo.
“Ok, niente perché. Non vi siete lasciati, vero?” Bella domanda.
“Immagino di si..”
“Si? Oh, mi dispiace..”
“Anche a me.” Sussurrai.
“Mangiamo lì e poi mi porti a vedere il Big Ben?” Chiese cambiando discorso ed indicando un ristorante a pochi passi da noi.
“E’ lì di fronte.” Sorrisi puntando il grande orologio.
“Intendevo da vicino.” Annuii.
“Ok.” Entrammo nel ristorante e ci sedemmo ad un tavolo, giusto in tempo perché un cameriere venisse a chiederci le ordinazioni. Dopo aver dato un occhiata al menù ed aver scelto, restammo di nuovo soli.
In quel momento, il mio cellulare suonò.
“Scusa.” Dissi, rispondendo alla chiamata di Lottie.
“Allyson! Come ti senti?” Chiese subito.
“Lottie, sono Ellie.”
“Ah, ciao! Sei da Allyson?”
“Ehm, no.”
“E perché hai il suo cellulare?”
“Non ho il suo cellulare, hai sbagliato numero.” Ci fu un secondo di silenzio, in cui probabilmente controllò lo schermo del cellulare, data la frase che disse dopo.
“Oh, è vero. Scusami.” Rise.
“Figurati. Comunque, se ti trovi, passa da lei.”
“E’ successo qualcosa?”
“Si e no.”
“In che senso?”
“Vai da lei e fattelo spiegare. Ci sentiamo Lottie. Ciao!” Attaccai prima che potesse replicare, sapendo che non mi avrebbe lasciato finchè non le avessi detto che aveva Allyson. L’icona di un messaggio non letto mi ricordò del messaggio che Zayn mi aveva inviato quella mattina. Lo aprii, non sapendo cosa aspettarmi.
Di tutto, assolutamente, mi sarei aspettata tutto, tranne quello che mi aveva scritto.
‘Ti odio perché non ci riesco.’ L’espressione confusa sul mio volto incuriosì Ian.
“Chi era?” Alzai lo sguardo su di lui.
“Una mia amica, ha sbagliato numero.” Risposi scuotendo la testa. Ti odio perché non ci riesco. Che diavolo voleva dire?
“Capito.” Mangiammo tra una chiacchiera e l’altra, anche se la mia partecipazione era quasi nulla. Dopo aver pagato, uscimmo e lui riuscì a strapparmi un sorriso divertito quando inciampò nei suoi stessi piedi.
“Ma che..?” Ridacchiai. Lui imprecò facendomi ridere ancora di più, poi scosse la testa e mi prese la mano, trascinandomi a passo svelto verso il Big Ben.
“Ehi, calma!” Esclamai sempre divertita. Quando arrivammo, Ian si aprì in un sorriso meravigliato.
“Wow.” Disse semplicemente.
“Wow?”
“Non me lo aspettavo così.. suggestionante.”
“Oh, si, fa quest’effetto.” Lui sorrise.
“Anche tu suggestioni.” Disse poi guardandomi con la coda dell’occhio.
“Ah si?” Annuì, voltandosi completamente verso di me.
“Assolutamente.” Arrossii, di nuovo. Si avvicinò di poco,  continuando a sorridere. Sorrisi anche io, senza motivo.
“Scusa.” Sussurrò e prima ancora che me ne accorgessi le sue mani furono sui miei fianchi e le sue labbra sulle mie.
Ti odio perché non ci riesco. L’immagine di Zayn e Perrie insieme mi apparve improvvisamente in mente. Ti odio perché non ci riesco.
In quel momento mi odiavo anche io perché nei minuti successivi non feci niente per fermare quel bacio che di giusto non aveva nulla.
Ti odio perché non ci riesco. Avrei voluto odiarti anch’io Zayn.
Avrei voluto. E invece ti amavo, ogni secondo di più.
Anche mentre baciavo un altro.
Ti odio perché non ci riesco. Già.






 


Macciao meraviglie! c:
Come va? Cominciata la scuola?
Io comincio lunedì e devo ancora finire di studiare c.c
Che. Palle.
In ogni caso, volevo avvisarvi che la storia è finish! (?)
Hahaha no, nel senso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, poi
ci saluteremo- stavolta definitivamente- purtroppo :(
#So sad!
Awww, avete preso 'our moment'?
Io sono andata in profumeria due volte, ma era finito entrambe..
L'ho provato comunque, ed è buonissimo! *-*
Mi piace tantissimo lol
Però ho preso il bagnoschiuma, perchè si, ho scoperto che
oltre al profumo ci sono anche il bagnoschiuma e la crema corpo *^*
Che mi dite di bello?
Io mi scoccio da morire c.c
Va bien, vado a leggere un bel libro và :')
Ci sentiamo splendori, bacii! <3 C.

Ps. qualcuna di voi segue Ed Sheeran?
Perchè sto scrivendo una storia su di lui e I don't want to lose you at all.
Hahahah <3



 

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Capitolo 13
*** Snow White. -The End. ***








Snow White.







 
-Missing you is all I'm thinking about.




 


#Narratore esterno

“Ellie?” Liam era entrato nel negozio da poco più di dieci secondi e aveva subito riconosciuto la chioma rossa dell’amica. 
Confuso quando lei non si voltò, pensò di aver sbagliato, ma più le si avvicinava, più era convinto che quella fosse proprio Ellie.
Le poggiò una mano sulla spalla, facendola sobbalzare.
“Liam!” Esclamò, guardandolo. Lui l’abbracciò di scatto.
“Ciao.” Disse semplicemente. Oltre le spalle della rossa, un ragazzo li stava fissando e lui se ne accorse. Tossì, sciogliendo l’abbraccio e tornando a guardare la sua amica.
“Che ci fai qui?” Chiese lei sorridendo.
“Stavo cercando un regalo per mia sorella e.. ti va di parlare?”
“Ehm.. mi piacerebbe, ma sto lavorando..”
“Lavori qui?” Lei annuì seguendo lo sguardo di Liam e guardandosi intorno.
“Oh.. A che ora stacchi?”
“Venti minuti e ho finito. Per fortuna.” Aggiunse alla fine a bassa voce.
“Ti dispiace se aspetto qui? Vorrei davvero parlarti.”
“Certo, va bene.” Lui le sorrise.
“Intanto io cerco qualcosa per mia sorella, magari trovo qualche cd originale che non ha!” Disse.
“Ti consiglio di cercare da quella parte. Se ti serve aiuto chiedi pure.” Sorrise lei.
“Grazie.” Liam si allontanò e Ellie tornò ad immergersi nei suoi pensieri. Era talmente concentrata prima, che nemmeno si era accorta che lui era entrato.
Si chiese di cosa volesse parlare, pensando poi a Reb. Forse voleva qualche consiglio, o magari voleva dirle che aveva incontrato un’altra ragazza.
Di certo non si aspettava ciò che effettivamente le disse Liam quando il suo turno al negozio finì.
“Come va?” Cominciò lui.
“Bene, a te?” Rispose istintivamente.
“Intendo come va davvero.” Disse Liam corrugando la fronte. Lei sospirò, alzando le spalle.
“Andava meglio prima, ma passerà.”  Più che altro, ci sperava.
“Sai..” Disse lui stringendosi nel cappotto.
“Stamattina ho incontrato Zayn.” Ellie si irrigidì all’istante.
“Davvero?” Liam annuì.
“Aveva appena accompagnato tua figlia a scuola.”
“Ah.”
“Abbiamo parlato.” Lei lo guardò.
“Ah si?” Commentò sentendo l’ansia crescerle dentro. Lui si sedette su una panchina.
“Scusami Ellie, ma davvero non ti capisco.” Disse poi, mentre lei lo raggiungeva.
“In che senso?”
“Perché te ne sei andata ieri sera?” Chiese. La rossa deglutì a vuoto, sospirando.
“Ha baciato un’altra, che pretendevi che facessi?” Domandò retorica.
“Ma ti ha chiesto di restare. E lo sai perfettamente che si era pentito Ellie, ti conosco abbastanza da sapere che lo avevi capito.” Lei annuì.
“E allora perché?”
“Non ce la facevo a restare.”
“Perché?!” Ora sbuffò, cominciando ad agitarsi.
“Liam, se fossi stato al mio posto avresti fatto lo stesso e comunque non cercare di dare la colpa a me, perché se lui non avesse baciato Perrie tutto questo non sarebbe successo.” Lui scosse la testa.
“Non sarei andato via. E scusa, ma continuo a non capirti.” Il tono di Liam era calmo, ma Ellie era davvero molto agitata, senza nemmeno sapere il motivo, quindi si ritrovò a riversargli contro quelle parole che avrebbe voluto rimangiarsi subito.
“Certo che non mi capisci, tu non ce l’hai la paura di perdere qualcuno!” Sbottò, zittendosi subito dopo, non appena collegò il cervello e si rese conto di ciò che aveva detto. Il silenzio li avvolse immediatamente, spezzato solo da un flebile ‘scusa’ da parte della rossa. Liam si alzò di scatto e mosse un passo nella direzione opposta a quella di Ellie.
“Aspetta, Liam..” Lui non si fermò e lei si ritrovò a corrergli dietro e a barrargli la strada.
“Mi dispiace. Non volevo dire quello, io..”
“Lascia stare, sul serio.”
“No, mi dispiace, davvero.”
“Sai perché non ti capisco?” Disse e prima che lei potesse rispondere, riprese a parlare.
“Non capisco perché tu che puoi fai di tutto per non essere felice. E’ vero, io non ce l’ho la paura di perdere qualcuno, ma solo perché non mi è rimasto nessuno ormai. Solo perché io qualcuno l’ho già perso e se sono venuto è perché so come ci si sente ok? Il fatto, Ellie, è che io non ti capisco, perché Zayn non è morto. Puoi ancora averlo e non capisco perché stai buttando via tutto così solo per una cazzata.” Lei abbassò lo sguardo e Liam sospirò.
“Senti, stamattina ho parlato con Zayn. Gli ho detto che se Reb fosse ancora qui non le avrei mai fatto una cosa del genere. Abbiamo parlato di lei, gli ho detto che avrei voluto sposarla un giorno. E lui mi ha detto che voleva chiederti la stessa cosa. Se Reb fosse ancora qui la sposerei. Anche ora. Ma lei non c'è. Se ne andata e hai ragione, probabilmente dovrei cercare qualcun'altra. Però mi ha fatto comunque incazzare quello che è successo. Voi potete essere felici, cavolo, perché non volete? Perché rovinare tutto?!” Sbottò infine, chiudendo gli occhi per cacciare indietro le lacrime.
Ellie invece non ci riuscì e per la quarta volta in due giorni scoppiò in un pianto silenzioso almeno quanto il dolore nelle parole di Liam. E lei lo sapeva, lo sapeva eccome che aveva ragione.
“Zayn mi ha detto che gli hai raccontato di Reb.” Riprese lui, passandosi una mano tra i capelli.
“Mi ha detto che però non sei mai scesa nei dettagli. Oggi io l'ho fatto. E credimi, è stato meglio di quanto mi aspettassi. Credevo di sprofondare di nuovo, che tutti i piccoli progressi che avevo fatto in questi anni andassero persi, ma qualcuno doveva aprire gli occhi al tuo ragazzo. E anche a te, a quanto pare. Invece aiuta molto, sai? Gli ho detto tutto, anche se Zayn non lo conoscevo. E mi sono sentito terribilmente più leggero. Come se mi fossi tolto un peso enorme da dentro. Sai alla fine cosa mi ha detto?” Sorrise lievemente, mentre Ellie scuoteva la testa.
“Mi ha raccontato di te. Di ciò che ti è successo dopo.. Dopo la morte di Reb. Non me lo avevi detto...” Mormorò.
“Io.. Io non..”
“Non fa niente. Il fatto è che Zayn sa come mi sento. Ed Ellie, lui lo ha capito da un pezzo che ti ama. Non aspettare che succeda un'altra tragedia prima di capirlo anche tu.” Lei abbassò di nuovo la testa, asciugandosi le lacrime, prima di venire avvolta in un abbraccio. Si strinse a Liam come se fosse la sua unica salvezza e lui le sfregò la schiena.
“Mi prometti che farete pace?” Chiese. Lei annuì.
“E che mi inviterete al matrimonio?” Chiese facendola sorridere.
“Potresti accompagnarmi all'altare..”
“Ne sarei onorato.” Lei ridacchiò, ancora stretta a lui.
“Scusa.” Disse infine.
“Non preoccuparti.”
“Ti voglio bene.”
“Anche io piccola.” Restarono in quella posizione qualche altro minuto, poi decisero di entrare in un bar.
“Ora mi spieghi chi era quel tizio nel negozio che continuava a guardarti?” Chiese lui in un tono visibilmente più leggero e rilassato.
“Chi?”
“Quello biondo che c'era nel negozio..”
“Ian? È un mio collega..”
“E perché ti guardava come se fossi un pezzo di cioccolata?” Lei aggrottò le sopracciglia per il paragone, poi arrossì.
“Prima.. Mi ha baciata.” Ammise imbarazzata. Liam sospirò.
“Ma come devo fare con te?” Chiese.
“Scommetto che hai ricambiato.” Continuò con aria rassegnata.
“Io.. No, solo all'inizio.” In realtà lei avrebbe voluto assecondare quel bacio anche dopo i primi tre secondi, forse per ripicca. Però non ci era riuscita. Il volto di Zayn continuava ad apparirle in mente e lei non ce la faceva a baciare un altro. Liam sospirò di nuovo rumorosamente.
“Ma lo sa che hai una figlia?”
“Si.”
“E ti ha baciata comunque?”
“Gli avevo detto che con Zayn c'erano dei problemi e.. Bho, forse ne ha approfittato, non lo so.”
“E dopo cos'è successo?” Chiese.
“Gli ho detto la verità.”
“Cioè?”
“Non farmelo dire di nuovo.” Lo sguardo che Liam le riservò non ammetteva repliche di nessun tipo. Ellie sbuffò.
“Gli ho detto che amo ancora il mio ragazzo e che non me la sentivo di uscire con qualcun altro. Contento?” Lui sorrise soddisfatto.
“Ora si.” Lei roteò gli occhi divertita.
“Mi fai conoscere la bambina?”
“Melanie? Certo che si! Mi accompagni a casa?” Sorrise lei pagando la cioccolata calda che aveva preso. Durante il tragitto si ritrovarono a parlare come se quei sei anni di lontananza non fossero mai passati. Quando arrivarono fuori la porta della casa di Ellie, lei rise ad una battuta di Liam girando le chiavi nella serratura.
“Mamma!” Non fece neanche in tempo ad aprire la porta che Melanie le corse incontro urlando.
“Ciao tesoro!” Rispose prendendola in braccio e stampandole un bacio sui capelli quando lei l'abbracciò.
“Mi sei mancata mamma.” Disse.
“Anche tu amore.” Rispose sorridendo e chiudendosi la porta alle spalle dopo aver fatto entrare l'amico.
“Mel, saluta che abbiamo ospiti.” Disse. La bambina staccò il viso dal collo della madre e guardò per la prima volta Liam.
“Ciao. Chi sei?” Chiese. Lui la stava guardando da un po'.
“Ciao! Io sono Liam. Tu come ti chiami?”
“Melanie.” Sorrise arrossendo.
“Dio, vi somiglia tantissimo!” Esclamò lui.
“Mel? Dove sei?” Ellie voltò di scatto la testa, sentendo quella voce provenire dal piano di sopra. Sentì dei passi muoversi, poi una figura cominciò a scendere le scale, bloccandosi dopo i primi tre gradini.
“Ellie..” Sussurrò Zayn riconoscendo la ragazza nel salotto.
“Liam! Che ci fai qui?” Disse poi continuando a scendere le scale e fermandosi a pochi passi dagli altri due.
“Sono passato a salutare.” Zayn aprì bocca per rispondere, ma il campanello lo interruppe.
Ellie, con ancora Melanie in braccio, aprì la porta e la figura che le si presentò davanti le fece dimenticare ogni singola sillaba del discorso che Liam le aveva fatto poco prima.
“Perrie..” Sussurrò.
“Oh, ehm.. ciao.” Sorrise la bionda.
“Che ci fai qui?” Chiese Zayn avvicinandosi.
“Io.. Volevo parlarti.” Ellie lanciò un’ultima occhiata al moro, poi prese la borsa e poggiò un giubbino sulle spalle di Melanie.
“Noi andiamo a fare un giro, ok?”
“Ellie..” La fermò lui.
“Ti ho già detto tutto ieri, davvero. Ciao Jawaad.” Sorrise debolmente prima di uscire di nuovo di casa. Liam aveva guardato la scena sospirando e chiudendo gli occhi e due minuti dopo era fuori per seguire la rossa, mentre Zayn prendeva, inconsapevolmente, una delle decisioni più importanti della sua vita.


-Cinque mesi dopo.


Ellie suonò per la quinta volta di seguito al campanello. Dopo aver sbuffato e battuto ripetutamente il piede a terra, bussò di nuovo e finalmente la chioma bionda di Lottie le aprì.
“Cavolo sono qui fuori da mezz’ora, che diamine stavi facendo? Anzi, no, non voglio saperlo. Eleanor? E’ con te, vero? Ed Allyson? Dimmi che sono già arrivate ti prego! Dobbiamo ancora decidere cos..”
“Ehi, ehi, ehi, frena.” La interruppe Lottie sorridendo. Ellie era nervosa, sperava davvero filasse tutto liscio stavolta.
“C’è solo Eleanor, Ally sta arrivando.” La avvisò aprendo di più la porta e lasciandola entrare.
“E’ in ritardo.” Constatò.
“No. Sei tu che sei in anticipo. Ellie, dovresti calmarti. Sul serio, sei troppo agitata!”
“Io? No, figurati! Non sono agitata, perché dovrei esserlo?” Lottie scosse la testa, entrando in cucina.
“Ehi!” Salutò Eleanor.
“Ciao splendore, come va?” Chiese ad Ellie.
“Bene, va tutto a meraviglia, sul serio. Non potrebbe andare meglio!” Lottie rise.
“Per l’amor del cielo, El falle una camomilla! E’ agitatissima.” Disse prendendola in giro.
“Non sono agitata Lottie.”
“Si, invece.”
“No.”
“Ragazze, non è il momento di discutere. Dobbiamo ancora trovare un vestito e ormai manca pochissimo al m..”
“Non dirlo!” Urlò Ellie.
“Non dire quella parola.” Lottie rise di nuovo.
“Perché no? Ti da fastidio? Mat..”
“Charlotte!” Esclamò di nuovo. Anche Eleanor rise.
“Forse dobbiamo farla davvero la camomilla.” Commentò poi. Ellie sbuffò, cacciando il telefono dalla borsa quando lo sentì squillare.
“Pronto?”
“E’ arrivata?” La voce di Niall le fece aggrottare le sopracciglia.
“Chi?”
“Allyson! E’ arrivata? Sta bene?”
“In realtà..” Il campanello suonò in quel preciso istante.
“Eccola, dev’essere lei.” Disse, correndo ad aprire. L’enorme pancione di Ally fu la prima cosa che vide.
“Si, è lei.” Confermò a Niall, alzando lo sguardo e sorridendo all’amica, che però sbuffò.
“E’ Niall?” Chiese. Ellie annuì.
“Passamelo.”
“Niall? Aspetta t..” Allyson le strappò il telefono tra le mani.
“Quando diamine lo capirai che sono incinta, non invalida? Niall, abbiamo finito di parlare a telefono esattamente trenta secondi fa, cosa può essermi mai successo?” Fece una pausa in cui il biondino stava probabilmente spiegando le sue preoccupazioni. Ellie rise, sentendo la tensione alleviarsi leggermente. Chiuse la porta quando Allyson fu entrata.
“Si. Certo. Ti preoccupi troppo Niall, io sto bene!” Alzò la mano libero al cielo, stringendo meglio il telefono nell’altra. Poi sorrise e arrossì di scatto.
“Si. Ok. Anche io, ciao.” Attaccò, restituendo il cellulare ad Ellie.
“Tutto bene?”
“Si, grazie. Allora, a che punto sei con i preparativi?” Chiese seguendo la rossa. Salutò le altre in cucina e si sedette attorno al tavolo.
“Io e Lottie avevamo pensato di cercare qualche modello su internet, così quando vai a provarlo sai già più o meno su cosa orientarti.” Disse Eleanor.
“E se non trovo niente?” Chiese Ellie, spalancando gli occhi a quella possibilità.
“Ma figurati! Il mondo è pieno di abiti da sposa.” Il campanello suonò di nuovo.
“Puoi andare tu? In fondo è casa tua eh!” Domandò a Lottie che annuì, alzandosi. Quando tornò poco dopo, la sua mano era intrecciata a quella di Melanie e dietro di loro Zayn e Liam.
“Ciao ragazze. Louis ed Harry sono già da Niall?” Chiese il moro avvicinandosi al tavolo.
“Si, dovrebbero essere già lì.” Rispose Eleanor mentre Zayn si chinava su Ellie e le lasciava un bacio sulle labbra.
“Ciao.” Sussurrò facendola sorridere.
“Ciao.” Rispose lei, baciandolo di nuovo.
“Tua madre e la mia stanno arrivando, hanno detto che dovevano parlare tra loro..” La informò alzando le spalle.
“Va bene.”
“Noi andiamo, trattatemele bene.” Disse guardando le ragazze e riferendosi naturalmente a Melanie ed Ellie. Liam rise.
“Ciao ragazze.” Salutò poi, lasciando che Mel gli desse un bacio. Quando Zayn e Liam uscirono per raggiungere Niall e gli altri, Lottie accese il computer e, dopo essere entrata in un sito di abiti da sposa, cominciò a commentare con Eleanor quale secondo lei fosse il più adatto alla rossa.
'Tesoro, non stressarti troppo per il matrimonio, devo presentarti una persona e mi servi intera.' Un messaggio da "Leeyum".
'Chi?'
'Mi fa ancora strano dirlo, ma.. ho conosciuto una ragazza. Mi piace davvero tanto Els.'
'Aww, devo conoscerla! Sono davvero felice per te L.'

Dopo aver sorriso felice per il messaggio di Liam, Ellie si perse nei suoi pensieri.
Lei e Zayn dopo l’ultima visita di Perrie avevano fatto pace quasi subito, lei gli aveva raccontato del bacio con Ian e lui le aveva chiesto scusa.
Scuse che all’inizio non erano bastate, ma che Ellie aveva accettato, perché era stanca di stargli lontano.
“Mi manchi.” Le aveva detto lui e lei non aveva potuto non ricambiare. Si erano guardati negli occhi, ognuno immerso nelle iridi scure dell’altro che da sempre avevano comunicato più di ogni parola e alla fine Ellie gli aveva gettato le braccia al collo e lo aveva abbracciato.
Un semplice abbraccio, ma diverso da quelli che era solita scambiarsi con gli altri.
Quando abbracciava Liam, o Niall o chiunque altro, non si sentiva come se un esercito le stesse combattendo nello stomaco, non si sentiva tremare il cuore o le gambe, non sentiva il bisogno di aggrapparsi meglio a loro perché il cervello sembrava andare in tilt tanto da poterla far cadere.
Si sentiva bene, si, ma non così maledettamente viva come succedeva con Zayn.
“Scusa.” Aveva detto di nuovo lui con voce rotta e quando Ellie aveva visto i suoi occhi lucidi, l’aveva baciato senza aspettare oltre.
Quella notte si erano amati in ogni modo, in ogni maniera possibile, come se fossero stati lontani anni, quando invece erano si e no tre giorni.
E il mattino successivo, era arrivata una chiamata da una clinica. Ellie ci aveva messo un po’ a riconoscere la voce di Jade Evans, ma alla fine era riuscita a collocarla nella sua mente e aveva saputo che sua madre sembrava definitivamente guarita. Stavolta sul serio.
Ed era vero, perché quando quel pomeriggio si era presentata a casa sua ed era scoppiata a piangere, Ellie lo aveva capito.
“Non mi aspetto che tu mi perdoni subito, io.. ti capisco se mi odi.” Aveva detto la donna tirando su col naso.
“Mi piacerebbe solo avere un’altra possibilità.” Quel giorno per la prima volta nella sua vita, Ellie si ritrovò ad abbracciare sua madre. E quando vide Zayn sorridere mentre la guardava, si sentì terribilmente completa.
Come mai lo era stata prima d’ora, nemmeno quando sembrava esserlo.
Era felice, felice davvero, felice così tanto che pensarci le fece salire le lacrime agli occhi.
“Ellie? Stai bene?” La voce di Allyson la riportò alla realtà.
“Si. Si, scusate.”
“Che ne pensi di questo?” Lei sorrise avvicinandosi al computer.
“Oh mio Dio.” Riuscì a dire semplicemente.
“Che bello!” Esclamò Melanie che era rimasta con loro. Anche Trisha e Jennifer, quando arrivarono, rimasero meravigliate dal vestito. Più che altro, dalla sua semplicità. Su Ellie, poi, erano sicure che non avrebbe stonato nemmeno mezzo centimetro. Eleanor sorrise.
“Bhe, direi che siamo state veloci.”


Dopo un pomeriggio di shopping, a tre giorni dal matrimonio, la rossa era tornata a casa con il suo vestito color panna.
“Posso vederlo?” Chiese Zayn.
“No.” Lo ammonì lei.
“Ma..”
“No, Malik. Non pensarci nemmeno.” Gli diede uno schiaffo leggero sulla mano per ribadire il concetto, poi esausta, si lasciò cadere sul letto.
Zayn spense la luce, stendendosi poi accanto ad Ellie.
“Zayn?” Lo chiamò.
“Mm?” Sentì il corpo di lei voltarsi e, nonostante fosse buio, riuscì a vedere i suoi occhi.
“Ti piacciono i bambini?” Lui sorrise divertito, corrugando la fronte.
“Bhe, si, direi si. Perché?” Ellie appoggiò la testa sul petto di Zayn.
“E Melanie? Lei ti piace?” Lui stavolta rise di gusto.
“Ma che domande sono? E’ mia figlia, nostra figlia, è ovvio che la ami da morire!” Lei sorrise.
“Perché?” Chiese di nuovo lui, rompendo il silenzio dopo qualche secondo.
“Ci pensi mai ad avere altri figli?”
“Io non..” Si bloccò.
“Aspetta.” Disse, mentre lei alzava la testa sorridendo ed incontrando di nuovo i suoi occhi.
Il luccichio nelle iridi nere di Ellie sembrò quasi annuire al posto suo. Zayn aprì di poco la bocca, sorpreso.
“Non posso crederci.” Sussurrò senza fiato.
“Davvero?” Chiese in conferma. Lei annuì ancora sorridente e abbassò la testa.
“Oh santo cielo!” Esclamò Zayn, prima di ridere felice. In un secondo Ellie si ritrovò avvolta in un abbraccio.
“Ti amo, ti amo, ti amo.” Le ripetè lui all’orecchio, stringendola a se. Rise anche lei, contagiata da Zayn.
“Ti amo.” Disse di nuovo guardandola negli occhi, prima di baciarla.
“Non ci credo, diventerò padre per la seconda volta e..” Si fermò, senza parole, mentre lei affondava la testa nell’incavo del suo collo.
“Zayn?” Lo chiamò nuovamente.
“Si?”
“Ti ricordi come ci siamo conosciuti?” Lui sorrise.
“Volevi cercare la tua camera ed entrarci senza nemmeno avere le chiavi al campo estivo.” Disse lui.
“Guarda che stavo andando a prenderle eh!”
“Si certo.” Ridacchiò.
“Comunque, il giorno dopo ti ho detto che avevi perso la nostra scommessa in partenza, perché io non mi innamoravo in generale..”
“Ed io ti ho detto che ti saresti ricreduta e tu hai fatto un orrenda battuta su Biancaneve.”
“Te lo ricordi ancora?”
“Hai detto che il cacciatore era più bello di me, come potrei dimenticarlo?!” Giocò lui. Lei rise.
“Bhe, volevo dirti che Melanie mi ha costretto a vedere Biancaneve l’altro giorno e mi sono ricreduta.”
“Ci hai messo sette anni e mezzo per capirlo?”
“Ehi, l’ho visto solo l’altro ieri eh! E comunque si, forse avrei dovuto accorgermi prima che persino Brontolo è più carino di te.” Lui la guardò spiazzato. Lei si portò una mano alla bocca per nascondere l’ennesima risata.
“Sai, sei più cattiva della matrigna.”
“Ma sono più bella di Biancaneve, ricordi?”
“Avevo solo diciassette anni quando l’ho detto, rimangio tutto.” Scherzò.
“Troppo tardi.” Sorrise lei.
“Sei davvero crudele.”
“Non è vero.”
“Si. Andiamo, Brontolo non è oggettivamente bello.”
“Ma in fondo è un tenerone!”
“Cosa c’entra?”
“C’entra invece.” Lui scosse la testa.
“Zayn?”
“Non ti dirò che sei più bella di Biancaneve, anche se è vero.” Lei ridacchiò.
“Ti amo.” Rispose semplicemente. Lui la guardò, sorridendo.
“E..?” Lei sbuffò.
“Non ti dirò che sei il ragazzo più bello che abbia mai visto, anche se è vero.” Lo copiò.
“Ti amo anch’io.” Ribadì lui soddisfatto, prima di baciarla di nuovo.
E stavolta non ci sarebbero davvero stati intoppi.
Forse è davvero troppo astratto e smielato come concetto, ma non saprei in che altro modo descriverlo, quindi mi accontenterò di questo.
Finalmente, esattamente come nella favola di Biancaneve, avrebbero entrambi avuto il loro lieto fine.
Con una figlia di quattro anni alla quale avrebbero dato una sorellina, con i loro vecchi amici, quelli persi e ritrovati, con le loro famiglie, unite. Uniti.
Per sempre.



 



Non. Posso. Crederci.
Oh Gosh, è finita davvero. E stavolta non ci
sarà nessuna "sorpresa", nessun continuo, nessuna os.
Niente.
Ci salutiamo. Ohww, let me cry! :'(
Mi mancherete tantissimo, mi mancherà scrivere la storia, aggiornare,
anche dopo tanto, troppo tempo, leggere
le vostre recensioni che sono davvero
un toccasana, che mi hanno aiutato tantissimo, perchè davvero
siete state meravigliose, io non ho parole.
Grazie per tutte le cose belle che mi avete scritto, grazie per essere arrivate
a leggere fin qui senza stancarvi, grazie per il supporto, grazie per tutto.
Vi amo, don't forget it.
Passando al capitolo, vi giuro che avevo pensato di farlo finire
con loro due separati, ma io ed i lieto fine non possiamo proprio stare
lontani, quindi si, il finale è quello che avete appena letto.
Sappiate che vi adoro tutte, una per una.
Spero di vedere qualcuna di voi a Milano a giugno, aww *-*
E spero con tutta me stessa di trovare i biglietti, soprattutto.
Ci spero fin troppo.
In ogni caso, vi ringrazio per la millesima volta, e vi lascio con
quell'essere perfetto di Zayn.
Love ya guys.
Bacii <3 C.



 

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