Fratello e Sorella

di gatta12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 7 anni dopo: dopo guerra ***
Capitolo 3: *** Cap.2 Rottura ***
Capitolo 4: *** Cap.3 Seguiamoli ***
Capitolo 5: *** Cap.4 Non lo sanno neanche loro ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prologo
 
“DRACOOO!!!! FRATELLO HAI VISTO IL MIO LIBRO DI POZIONI???”
“Non ho visto nulla sorella”
“Mhhh…. Ti conosco troppo bene, con quel ghigno so che nascondi qualcosa, forza ridammi il mio libro!”
Draco Malfoy, seduto comodamente sul divano, tirò da sotto il fondoschiena un libro.
“Vieni a prenderlo se lo vuoi, ‘Mione” Draco sapeva bene che la sorella odiava essere chiamata così.
“Ma Dracuccio caro!” lo prese in giro la ragazzina.
“Non chiamarmi Dracuccio! Lo odio!”
“E tu ridammi il mio libro!”
“Ti ho detto che devi venirtelo a prendere!”
A quel punto la bambina saltò addosso al fratello, cercando di riprendere il libro.
Il bambino fece il solletico alla sorella.
“NO! Smettila Draco!! Ahahahah” si agitava sotto al fratello.
“Ragazzi! Smettetela!” la voce di Narcissa li fece fermare.
“DRACO!” tuonò la donna “leva immediatamente le mani da tua sorella e vai a prepararti il baule! E tu signorina, prendi il libro e vai a finire il baule!”
I due si alzarono e dissero:
“Si, mamma!” e detto questo corsero via dal salottino diretti nella loro camera.
La donna sospirò. Lei e Lucius avevano preso una decisione.
 
 
 
“Ma perché mamma?” chiese Hermione.
“Non fate domande ragazzi, abbiamo deciso così: dovrete fare finta di non conoscervi, quindi Draco farai finta di essere figlio unico della nostra famiglia, mentre Herm, tu farai di cognome Granger, farai finta di essere una nata babbana. Farete finta di odiarvi e vi insulterete sempre, chiaro?”
“Va bene, ma-”
“Non chiedete nulla, abbiamo deciso così”
“D’aaaaccccordo” dissero in coro.
“Forza ora, alla stazione!” disse Narcissa.
 
 
 
“Uffa però! Perché devo stare da sola nello scompartimento??” si lamentava tra sé e sé Hermione.
Aveva davanti il libro di storia di Hogwars, ma non lo leggeva veramente.
Pensava che doveva fingere.
Lei era Hermione Jean Granger. Non Hermione Jean Malfoy.
Hermione Granger.
Era una nata-babbana.
Ora che ci pensava, nessuno della sua famiglia tranne Lucius, Narcissa e Draco sapevano della sua esistenza.
I suoi genitori l’avevano sempre nascosta.
Chissà perché.
Bah.
“Scusa…” un ragazzo era entrato nello scompartimento.
“Sì?” rispose lei.
-Ricorda, Herm: comportamento da saccente-
“Hai visto un rospo?”
“Un rospo? No, mi spiace, ma se vuoi posso aiutarti a cercarlo”
“oh, grazie mille….”
“Hermione Granger”
“Neville Paciock”
“Ok, allora andiamo”
 
 
 
Girava tra gli scompartimenti, ma nessuno aveva visto un rospo.
Stava anche pensando se avesse avuto la fortuna di incontrare Harry Potter, quella sì che sarebbe stata una grande occasione.
Si affacciò in un scompartimento dove c’erano un ragazzo moro dagli occhi verdi ma con gli occhiali rotti e un ragazzo rosso dagli occhi azzurri circondato da dolci che stava per fare un incantesimo.
“Per-” stava per pronunciare il ragazzo rosso, quando la notò.
Lei guardò dentro lo scompartimento sotto gli occhi dei due e, poi, sospirando disse:
“Qualcuno a visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso”
Il rosso scosse la testa e con una smorfia disse:
“No”
-Avanti Hermione: saccente so-tutto-io-
“Oh, state facendo magia! Vediamo allora!”
Il rosso si schiarì la gola:
“Per il sole splendente, per il fior di corallo…”
-Ma che sta dicendo questo stupido?-
“…stupido topo diventa giallo!” e puntò la bacchetta sul topo che aveva sulle ginocchia.
Nulla.
I ragazzi alzarono le spalle.
“Sei sicuro che sia un vero incantesimo?” disse Hermione con tono saccente e un sorrisetto sornione sulle labbra “Bè, non funziona, direi
Il rosso fece una stana faccia al moro.
“Naturalmente” continuò Hermione non badandoci “ anch’io ho provato a farne alcuni semplici e mi sono riusciti sempre”
Detto ciò estrasse la bacchetta e si sedette davanti al ragazzo con gli occhiali rotti.
“Per esempio…” e puntò la bacchetta sugli occhiali del ragazzo.
Questo si spaventò.
“…Oculus Reparo” e gli occhiali si aggiustarono.
“Va meglio, dico bene?”
Il ragazzo si prese gli occhiali tra le mani incredulo.
Poi Herm si accorse di una cosa:
“OH! Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter! Io sono Hermione Granger, e… tu sei?” disse al rosso.
Quello con la bocca piena rispose:
“Ron Weasley”
-Che schifo-
“Piacere” disse indifferente.
Poi si rivolse a Harry:
“Vi conviene indossare le vostre divise, credo che manchi poco all’arrivo”
Poi si alzò e fece per andarsene, ma si girò e disse a Ron:
“Hai dello sporco sul naso a proposito, lo sapevi? Proprio qui” e si indicò un punto del naso.
Anche il rosso si toccò il naso e lei se ne andò.
-Silenzioso, Harry Potter-
Hermione non sapeva che, con gli anni, quei due sarebbero diventati i suoi migliori amici.
 
 
“Hermione Granger”
“GRIFONDORO”
“Ronald Weasley”
“GRIFONDORO”
“Harry Potter”
GRIFONDORO”
“Draco Malfoy”
“SERPEVERDE”
 
 
 

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Capitolo 2
*** 7 anni dopo: dopo guerra ***


7 anni dopo: dopo guerra
 

“Forza Herm! Dobbiamo andare a colazione!”
“A-arrivo, Ginny!” si risvegliò dalla trans in quel momento.
Pensare al passato le aveva fatto male.
Voldemort…
La sua famiglia era seguace del Lord.
Fortunatamente, lo avevano sconfitto, la sua famiglia era salva e non ad Azkaban, e lei, da quando aveva finto di aver cancellato la memoria hai genitori babbani, viveva le estati dalla famiglia Weasley.
Le dispiaceva mentire ai suoi amici.
In tutti quegli anni, i suoi genitori l’estate non le avevano permesso di tornare a casa.
Si era sentita male quando aveva saputo che loro c’entravano più che bene in quella storia del Signore Oscuro.
Lucius era completamente impazzito, ma ora era tornato in sé.
Era stata male soprattutto per il fratello: non aveva potuto aiutarlo, e men che meno consolarlo.
Ormai la finzione era diventata realtà: lei stava male per questo.
Anche se i primi tempi si era sentita umiliata per gli insulti che le rivolgeva Draco, col tempo però aveva capito che erano per tenere la maschera.
Negli ultimi tempi non ne era più così sicura.
Da quando era apparso Voldemort, e anche dopo averlo sconfitto, i due fratelli non si incontravano più di nascosto: pareva che Draco si fosse dimenticato di avere una sorella, e Lucius e Narcissa di avere una figlia.
E per questo lei stava male, molto male.
Perché non le avevano detto niente?
Perché quando la zia la torturò, non sapendo che fosse sua nipote, non fecero nulla?
Si sentiva tradita.
Adesso, dopo tutto quello che era successo, lei stava vivendo gli ultimi giorni alla Tana: dopo sarebbero partiti per ripetere l’ultimo anno, che avevano perso a causa della guerra.
Scese le scale e incontrò Ron: ah, già: il suo ragazzo.
O forse era molto meglio dire bambino.
Ronald aveva un comportamento infantile: all’inizio Hermione credeva di amarlo davvero, ma era solo una cotta, e anche se adesso provava solo un amore fraterno, non voleva fargli male, quindi era la sua ragazza anche se non voleva.
Prima o poi, però, avrebbe dovuto mollarlo.
“Ciao ‘Mione
NO. Solo il fratello la poteva chiamare così.
Lui non era Draco, non si poteva permetter-
“Ciao Ron. Dove è Ginny?”
“E’ di sotto a fare colazione, Herm”
“Ok, la raggiungo”
Si diresse al piano di sotto.
“Gin”
“Hermione, vieni forza!” disse la ragazza piena di energie.
Chissà come faceva, si chiedeva Hermione.
Fece colazione anche lei, e le due amiche si diressero poi verso Diagon Alley.
 
 
 
“Ragazzi, non c’è un vagone libero!”
“Smettila di lamentarti Ronald, sei tu che ci hai fatto arrivare in ritardo!”
“Uff!”
“Ehm, ragazzi…”
“Dimmi Ginny”
“L’unico vagone con posti liberi è quello di Malfoy…”
Hermione ebbe un tuffo al cuore.
“CHE COSA?? PIUTTOSTO CHE STARE CON UN MEMBRO DEI MALFOY MI SUICIDIO!”
Hermione quasi svenne.
“Lenticchia, invece di stare lì ad urlare ed a infastidire gli altri, vieni nel vagone con i tuoi amichetti e stai zitto”
Hermione sì girò e si trovò faccia a faccia con il fratello.
Il cuore prese a battere fortissimo.
Senza fare storie entrò e si sedette, suscitando lo stupore generale delle serpi e dei grifoni, tranne di Draco, ovviamente, che dopo tutto quello che era successo se lo aspettava dalla sorella.
Si sedettero l’uno di fronte all’altro vicino al finestrino.
Imitando l’amica Ron, Harry e Ginny si sedettero rispettivamente davanti a Pansy Parkinson, Dafhne Greengrass e Blaise Zabini.
Dopo un po’, Ron ed Harry iniziarono a giocare a scacchi magici, Pansy e Dafhne leggevano qualche rivista e Ginny e Blaise, l’unico serpeverde che va d’accordo con le altre case, chiacchieravano sul Quiddich.
Solo Hermione e Draco non facevano nulla.
Almeno all’apparenza, perché i due stavano parlando col pensiero.
-Hermione? Hermione! ‘Mione ci sei?-
Sentendosi chiamare col nomignolo dal fratello, anche se solo mentalmente, si sentì completa.
-Fratello sei davvero tu? Oh, mi vengono le lacrime agli occhi! Come stai? E i nostri genitori? Vi ho pensato tutta l’estate sai?-
-Calma Herm, non sei cambiata per nulla! Stiamo tutti bene, stai tranquilla, e tu? Ho sentito che stai con Lenticchia… non potevi scegliere meglio?” chiese con tono disgustato. In realtà, stava solo rimandando il discorso che avrebbero affrontato poi a voce.
-Ron? All’inizio credevo di amarlo veramente, ma poi la cotta mi è passata, per lui ora provo solo amore fraterno, ma lui è ancora innamorato di me! Se solo fosse arrivato prima a dichiararsi! Io ho una fottuta paura a lasciarlo! Gli voglio bene, è mio amico, ma non lo amo, e non so come dirglielo…-
-Dovrai dirglielo prima o poi, Herm! Quando uscirete da scuola, se non l’avrai ancora mollato, ti chiederà in moglie, e tu con la tua paura gli dirai di sì anche se non vuoi per nulla!!-
-Lo so…fratello, come sempre hai ragione tu…-
-Lo so bene-
“Draco, credo che tu e la Granger ora dobbiate andare alla riunione dei Caposcuola, no?”
A interrompere il loro dialogo mentale fu Blaise, che si accorse dell’ora tarda.
Draco e Hermione non annuirono neanche, si alzarono e uscirono dal vagone.
 
 
 
Quando il treno si fermò, Draco e Hermione tornarono dagli amici, con un sorriso sulle labbra.
Avevano la ronda notturna insieme.
“Forza Draco non restare lì impalato! Dobbiamo andare, forza!” lo sgridò Daphne.
“Sì, sì, arrivo Daf!”
Si sedettero nel tavolo dei Serpeverde e attesero lo smistamento e il discorso della McGrannitt.
Quando il banchetto ebbe inizio, Draco guardò verso Hermione, ed ebbe voglia di abbracciarla e tenerla stretta a sé.
Da quant’è che non abbracciava la sorella?
Decise di scriverle un messaggio nel suo succo di zucca:
Sorellina, ho voglia di parlarti di persona, che ne dici se ci vediamo nella Stanza Delle Necessità? Se vuoi seguimi.
Tuo fratello.
 
Hermione lesse il messaggio e alzò lo sguardo.
Draco se ne stava andando.
Decise di seguirlo.
“Ragazzi, io vado, ci vediamo dopo in Sala Comune!”
E senza attendere risposta si incamminò.
 
 
 
“Fratello? Draco? Dove sei, diamine!”
Hermione aveva pensato –Dove è Draco- ed era entrata nel salottino che il fratello di sicuro aveva fatto apparire.
Due mani fredde le pararono gli occhi.
Urlò.
“Ehi, ehi, calma sorellina! Mi spezzi i timpani così!”
“Draco!” Con le lacrime che scendevano copiose sul suo giovane volto, si buttò tra le braccia del fratello.
“Sorellina, così mi stritoli!” Hermione si staccò di colpo e lo guardò furiosa.
“Così ti stritolo? Così ti stritolo???? Hai idea delle pene dell’inferno che ho dovuto subire quando combattevamo l’un l’altro, quando avevo bisogno di un consiglio?? Hai idea delle lacrime che ho versato quando mi insultavi????  Di quanto mi sono preoccupata per te e per i nostri genitori?? Quanto mi sono sentita umiliata quando nostra zia mi ha torturata?? Quanto mi sono preoccupata quando in questa stanza stavi per essere mangiato dalle fiamme?? NO! TU NON NE HAI IDEA!”
Draco era rimasto in silenzio.
Si limitava ad ascoltare e pensare.
Quando la sorella ebbe finito l’abbracciò e disse:
“Ti voglio bene, sorellina”
“Ti voglio bene anch’io, fratello”
Restarono così per parecchi minuti, poi si separarono.




Un'idea un pò sciocca, ma leggevo da tutte le parti di due fratelli, volevo farlo anche qui, anche se non so se l'hanno già fatto!
 
 
 

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Capitolo 3
*** Cap.2 Rottura ***


Cap.2    Rottura
 
“Herm, dove sei stata???” chiese Ron molto preoccupato.
“Ehi Ron, calmati, che è successo?”
“Che è successo?? La mia ragazza scompare per ore e io dovrei calmarmi?”
“Per ore? Sono stata via solo un’ora!”
Ora Hermione si stava arrabbiando.
Come si permetteva??
Ora non poteva nemmeno andare dove voleva??
“Appunto! Dove sei stata??”
-Ora basta, non posso vivere con un fidanzato come lui-
“In biblioteca, Ronald, ma ora basta! Non mi lasci i miei spazi, e ti preoccupi così tanto, ma non hai neanche il coraggio di baciarmi in pubblico! E sai qualcos’altro?? IO NON TI AMO PIU’!! Quindi finiamola qui! Sei pressante!!”
Ronald era diventato di pietra.
Hermione non si era accorta che i suoi amici avevano ascoltato tutto.
“Hermione ha ragione Ron! Sei troppo pressante!” intervenne Ginny.
“Ecco…” iniziò Ron.
“Se cambierai allora Hermione ti darà un’altra possibilità” aggiunse più calmo Harry.
“Allora cambierò” disse Ron deciso.
-Ma sono cretini??-
“MA MI AVETE SENTITO??? IO NON AMO PIU’ RONALD!! LO VOGLIO LASCIARE! E NON GLI DARO’ UN’ ALTRA POSSIBILITA’, CHI SIETE VOI PER DECIDERE PER ME?!!?!?!?!?” e se ne andò via in lacrime.
Aveva bisogno di un abbraccio.
E l’unico che poteva abbracciarla, che voleva che la abbracciasse, era suo fratello.
E mentre correva per i corridoi, in lacrime pensava:
-Draco…-
E il fratello, dalla sua stanza, la sentì.
-Hermione… che è successo??-
-Vieni nella Stanza Delle Necessità, ti prego!!-
E il fratello la ascoltò.
 
 
 
“Hermione… su, non devi piangere per lui”
“Lo so, ma non piango per lui, ma per il fatto che i miei amici non mi capiscono!!”
Draco non rispose, rimase a cullare la sorella, e darle qualche bacio sulla testa ogni tanto.
“Non vedo l’ora che quest’anno finisca, così potremo tornare a casa…”
“…insieme” finì Draco.





E' un capitolo corto, ma... importante, accontentatevi!
 

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Capitolo 4
*** Cap.3 Seguiamoli ***


Seguiamoli


 

“C-cosa? M-ma che dici Ginny?”
“Ho solo detto che mi sembra strano che dall’inizio dell’anno Malfoy non abbia ancora insultato Hermione, quindi forse è innamorato di lei”
“Non pensarci nemmeno!!”
“Ron, lei non è più la tua ragazza!!”
“Ma…ma…”
“Ha ragione Ginny, Ron!”
“Ora anche tu, Harry!”
Quella mattina la Sala Grande era gremita di gente, ma Hermione ancora non c’era.
E neanche Malfoy.
“E se fossero insieme?!”
“In quel caso sarà faccenda sua, non ti deve interessare, Ron!”
“Ma, Ginny!”
“Zitto!” lo sgridarono entrambi.
 

“Cavolo, cavolo sono IN RITARDO!” Correva, Hermione, per i corridoi.
“Vediamo… Pozioni… c’è…Trasfigurazione… c’è… Erbologia…  Cacchio ho lasciato il libro in camera! Ah, bè, lo recupererò dopo pranzo!”
Quando entrò in aula non c’era nessuno. Anche se i suoi amici entrarono poco dopo.
“Herm! Eccoti! Dove eri finita?”
“Ero in biblioteca”
Di prima mattina? Certo, infondo loro credevano che lei non facesse altro che studiare, quella scusa riusciva sempre.
-Hanno dimenticato che è grazie a me se Harry ha battuto Voldemort- pensò.
Appena entrò Piton, la lezione cominciò.
“Preparerete l’Amortentia oggi, gli ingredienti sono sulla lavagna, cominciate”
Hermione iniziò subito.
Come sempre, lei e Draco erano i più bravi.
Quando mancava poco alla fine della lezione, Piton, dopo aver ricevuto le boccette contenente il liquido, disse:
“Signor Malfoy, Signorina Granger, visto che siete stati gli unici ad aver fatto una pozione perlomeno decente, dovreste  sentire l’odore delle vostre pozioni”
Hermione si avvicinò e prese sicura la sua boccetta.
Draco invece deglutì e imprecò mentalmente.
“Signor Malfoy, c’è qualcosa che la blocca? Si avvicini”
Draco non potè fare altro che deglutire e avvicinarsi anche lui.
“Allora?” chiese Piton, quando entrambi ebbero annusato la loro boccetta.
“Io sento…” iniziò Hermione “sento… miele…menta… e tabacco” rispose compiaciuta Hermione.
La classe la guardò strano.
Non erano diversi gli odori che sentiva solo due anni prima?
“Lei, signor Malfoy?”
“Io sento…libri vecchi…mandorle…e cioccolato”
Se prima la classe era stupita, ora aveva gli occhi spalancati.
“Bene, la lezione è finita, uscite dall’aula”
I ragazzi raccolsero le proprie cose e uscirono per andare a pranzo.
“Maledizione Herm! Di chi diavolo erano quegli odori?!”
“Non è affar tuo Ron!” gli disse Hermione.
Si sedettero e iniziarono a mangiare.
“Hermione senti dopo puoi aiutarmi con il tema di Difesa Contro le Arti Oscure per domani?”
Hermione quasi si strozzò.
“Ehmm… non posso mi dispiace”
“Oh”
“Mi spiace, sono occupata”
“Ancora” si lasciò sfuggire Ron.
“Non è affar tuo, Ron! Quante volte devo dirtelo?!”
Hermione si alzò e corse all’appuntamento con suo fratello.
“Ron!”
“Ma non vi sembra sospetto che ogni pomeriggio sparisca?”
“Bè, effettivamente…” dovette ammettere Harry.
“E va bene Ron: la seguiremo, ok?!”


“Dracuccio, dopo perché non facciamo insieme il tema di Trasfigurazione?” chiese Pansy al suddetto.
Draco dentro di lui fremette. C’era una ragione se odiava essere chiamato in quel modo. E non era solo perché lo odiava.
Era anche perché Hermione era stata la prima a chiamarlo così.
“No Pansy sono occupato e poi te lo ripeto: non chiamarmi in quel modo!” detto questo raccolse le sue cose e se ne andò.
“Mi sembra strano che sia occupato ogni pomeriggio, a voi no?” chiese Daphne.
“Che ne dite di seguirlo?” propose Blaise.
La proposta fu accolta con un cenno di assenso.
 

“Zabini? Nott? Greengrass? Parkinson??”
“Potter?? Weasley??”
I due gruppi si guardarono sbalorditi. Erano entrambi davanti alla biblioteca, dove avevano seguito Draco e Hermione.
Capendo che erano nella stessa situazione, a tutti attraversò la mente l’idea che i due fossero insieme.
E allora entrarono e li cercarono.
Quello che videro, non piacque loro affatto.


 

 

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Capitolo 5
*** Cap.4 Non lo sanno neanche loro ***


Cap.4 Non lo sanno neanche loro


Draco Malfoy non aveva calcolato alcune cose, quell’anno:
1) Che si sarebbe riappacificato con l’amata sorella
2) Che sarebbe diventato così sdolcinato da abbracciare e consolare qualcuno (ma quando si tratta di Hermione non si deve calcolare, no?)
3) E di essere scoperto con Hermione dai suoi amici Serpeverde e da Potter, Weasley e la piattola.
“D-draco?? Cosa fai con… con… con la Granger?!?!” urlò Pansy.
“Hermione! Cosa stai facendo??”  anche Ronald era disgustato.
I due fratelli si guardarono di sottecchi.
-Colpa tua che sei voluta venire in biblioteca invece che nella Stanza delle Necessità come al solito!-
-ma che ne sapevo io Dra’??-

“Non è come pensate!” cercò di giustificarsi Hermione alzandosi dalla panca insieme al fratello.
“Allora com’è, eh? Draco, ma guardati insieme con una Sangue Sporco! Sei proprio caduto in basso! Sudicia Mudblood, sei solo una puttana coi fiocchi!!”
“Per una volta sono d’accordo anch’io!! Sei solo una puttana Hermione, e anche della peggior specie!” urlò Ron.
Draco non riuscì a trattenersi ancora.
In un attimo, la Parkinson si ritrovò con il segno di uno schiaffo in viso e Ron con occhio nero.
“Poche parole: non-insultate-più-mia-sorella!!!” sputò fuori quelle parole tra i denti con rabbia, poi, a dispetto dell’umore nero, prese delicatamente per mano la sorella e uscirono dalla biblioteca.

“Draco… Draco aspetta fermati!” Hermione cercava di liberarsi dalla presa del fratello, ma egli continuava a tenerla per il polso. Hermione lo strattonò.
“ Stai zitta!!!” le urlò contro lui.
Hermione spalancò gli occhi.
Draco si bloccò a sua volta.
“Hermione…”
“Lasciami”
“Ma, Hermione…”
“Ho detto lasciami!!!” la ragazza riuscì a liberarsi dalla presa del fratello e iniziò a piangere.
“Io… non volevo…” bisbigliò Draco.
“Perché ti comporti così? Non dovevamo andarcene, dovevamo spiegare il perché abbiamo nascosto loro la verit-”
“Il perché? Il perché?? Ma non lo sappiamo neanche noi il perché!”
Come al solito, Draco era l’unico che riusciva a zittirla.
“Mamma e papà… Hanno mai parlato di me… quest’estate?”
Draco la guardò basito, ma annuì.
Sul viso di Hermione si dipinse un sorriso.
Sentirono dei passi nel corridoio.
“Hermione!!”
“Draco!! Venite fuori!”
I loro amici svoltarono l’angolo.
“Ecco…vi…” disse Ron.
Erano ancora una volta abbracciati. Gli veniva la nausea.
“Che c’è? Ora Serpi e Grifoni sono amici? Non l’avrei mai detto” disse atono Draco.
“Vogliamo solo sapere la verità” disse Daphne.
“Quale verità? Siamo fratelli. Punto” disse Hermione.
“E…ora?” chiese Blaise.
“Ora nulla. Non cambierà nulla”
“Sì, ma, perché ci avete nascosto tutto?”
I due fratelli si guardarono.
“Ecco… la verità è che non lo sappiamo neanche noi il perché. Quando siamo dovuti andare ad Hogwarts, i nostri genitori ci hanno detto che avremmo dovuto fingere di odiarci e di non essere fratelli. Di non conoscerci. Non fateci più domande per favore. E’ tutto ciò che sappiamo, anche se è da un po’ che vogliamo sapere il perché”
Ed era vero. Era tutto dannatamente vero.  I loro amici volevano sapere il perché loro avevano nascosto la verità, ma la verità era che neanche loro lo sapevano.

Da quel giorno, fino a Natale, le cose continuarono così.
Piano piano Serpeverde e Grifondoro, o almeno gli amici di Hermione e Draco, avevano superato –almeno un po’- la cosa ed erano diventati amici.
Ora, care lettrici, vi svelo un segreto. Forse alcune di voi l’avranno già capito dall’introduzione. E no, questa non è una nota autrice. Quello che vi sto per svelare è un grosso segreto che, una volta che Draco e Hermione torneranno a casa per le vacanze, scopriranno.
Ve lo svelo con un salto nel tempo… poiché nulla è meglio dei flash-back.

Dobby era appena apparso nel salottino dove Narcissa e Lucius Malfoy stavano chiacchierando.
“Scusate signori padroni, una persona è fuori dal portone che chiede di voi padroni Malfoy”
“Ma come è possibile? Con un temporale simile? Lucius sarà meglio andare a vedere”
I due coniugi andarono verso il portone di Malfoy Manor. Appena aprirono la porta, un fulmine attraversò il cielo, e una figura incappucciata era davanti alla porta.
“Oh, Salazar, si sente bene signora?”
La donna si calò il cappuccio, rivelando una chioma riccia. Era molto provata, si vedeva dalle profonde occhiaie e il viso sconvolto.
“Per favore, ho bisogno di aiuto”
“Che genere di aiuto?” chiese Lucius.
La donna scostò un po’ il suo mantello. Sotto c’era un neonato.
“Prendetevene cura, ve ne prego”
Baciò sulla fronte il neonato, piangendo, e lo consegnò con delicatezza a Narcissa.
“So che ve ne prenderete cura come se il neonato fosse vostro” poi, rivolgendosi al groviglio di coperte, sorridendo tra le lacrime sussurrò:
“Ti amerò sempre” e ribaciò la fronte al neonato.
Poi si voltò, percorrendo il viale.
“Aspetti, come si chiama la bambina?” chiese Narcissa.
La donna si voltò, con sul viso le lacrime mischiate alla pioggia, sorridendo amaramente.
“Chiamatela semplicemente… Hermione”

 

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