50 Shades of Zoe Leeshay.

di ImagineMonkeys
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** British Sweetheart gets scared. ***
Capitolo 2: *** Things get a little out of hand. ***



Capitolo 1
*** British Sweetheart gets scared. ***


 

                                                                                        {one}




 http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1962031&i=1 link di "Have a Palmwoods day", la storia precedente, per chi non volesse leggerla perchè si fracassa le palle, ecco un piccolo riepilogo:
Zoe è una ragazza inglese trasferitasi grazie ad un occasione casuale a Los Angeles per fare la musicista insieme ai suoi nuovi migliori amici, i Big time rush.
Al Palmwoods conoscerà nuovi amici come Julia,Emily,Erikah e Mark e nemici come Jenette, oltre ad iniziare a frequentare Kendall, con cui ha una relazione molto particolare.
Alla fine, dopo insidie e litigi, riesce a pubblicare il suo primo album e parte per un minitour C:

Il grosso tour bus nero laminato era ormai fermo nel traffico da mezz’ora, Los Angeles era illuminata dai tanti lampioni accesi, fari delle auto e dalle forti luci al neon dei negozi, il cielo era scuro, e all’interno del mezzo non volava una mosca.

Zoe spalancò un occhio solo, per poi stiracchiarsi in modo da ritornare in vita dopo nove ore di viaggio no-stop, appena un concerto finiva si rintanava nella sua camera d’albergo o nel bus per infilare un comodo pantalone della tuta verde acido, una larga maglietta grigia dei Nirvana e legarsi i capelli in uno chignon in cima alla testa, sembrava vivere due vite distinte in quelle ultime tre settimane di minitour.
Le sembrava ancora strano che la gente la fermasse per strada per chiederle un autografo,come stesse procedendo il suo murales che aveva intenzione di completare nella sua crib o scattare una foto con lei, era tutto nuovo per lei, pensava si stesse sdoppiando in due persone diverse: Zoe Leeshay, la timida ragazza dai ricci biondi che non riesce a trattenersi mai una risata, e un’altra Zoe Leeshay, la rockstar super sicura di sé che non ha paura di suonare un lungo e complesso power riff con una sbrilluccicante chitarra elettrica su di un palco illuminato.
Il suo cellulare trillò, e con mossa felpata del braccio lo afferrò, per poi strisciare il dito su “unlock”.
One new message from: Juls” lampeggiò nel mezzo dello schermo, Zoe sorrise e lo aprì;
-Tra quanto arrivi! aspettiamo tutti con ansia i dettagli salienti sul tour :))-lesse nella sua mente, per poi girare lo sguardo verso i grossi finestroni: era finalmente arrivata al Palmwoods.
Si catapultò velocemente giù dal divanetto, infilando la felpa su per le braccia e chiudendola, coprendo il vestitino a strisce che indossava.
Afferrando i due grossi bagagli a mano, la porta automatica del bus si aprì, facendo scendere meccanicamente tre piccoli scalini per poggiare piede a terra.
“Eccomi qua”disse fra se e sé,  uscendo fuori e rabbrividendo un po’ appena del vento soffiò nella sua direzione, facendo svolazzare i capelli biondi (da poco coronati da delle ciocche rosa chiare e blu elettrico).
Pulendosi le sneakers sul tappetino d’entrata, spinse la porta d’ingresso del Palmwoods, trovando la solita atmosfera a cui era abituata: Persone chiacchierare sulle poltroncine, dei ragazzi che provavano delle scene dai loro copioni, Bitters sbuffare dietro il bancone della reception, il rumore delle ascensori che salivano e scendevano, e della musica soft in sottofondo provenire da un ragazzo che silenziosamente suonacchiava.
-Potrei riavere le chiavi del 9J?-domandò Zoe a Bitters, premendo svariate volte il palmo della mano contro il campanello sul bancone.
Bitters brontolò seccato, alzando poi lo sguardo verso Zoe con una smorfia altezzosa stampata sul faccione tondo;
-E’ tornata la miglior amica delle teste di hockey, che gioia.-esclamò con finto entusiasmo Bitters, per poi prendere le sue chiavi dalla mensoletta nascosta sotto il bancone.-A quanto pare non perde le sue abitudini.-Continuò, riferendosi al campanello,Zoe ridacchiò.
-Certe volte non si cambia, non crede signor “Ho- nascosto- nel-contatore -della -luce –due- pacchi di- patatine” Bitters?- replicò Zoe, un sogghigno le comparve sulle labbra, per poi afferrare le chiavi con velocità.-Penso sia proprio così!-
Mr. Bitters sbuffò  innervosito, ritornando concentrato sulla rivista posta sopra il bancone, e Zoe raggiunse le grosse ascensori, spingendo a fatica le due valigie.
Appena le porte si chisuero,qualcosa si incastrò fra esse, facendole così rumorosamente strisciare l’una contro l’altra, infatti il laccio della sua scarpa era finito nel mezzo delle due.
Zoe se ne accorse e strabuzzò gli occhi,tirando con forza il piede, ma niente, il laccio non mollava, e rimaneva lì,conficcato fra due porte, mentre la scarpa di Zoe veniva portata sempre più su.
-Oh diamine!-disse innervosita Zoe, dando un ultima grossa spinta,ed improvvisamente, entrambe le porte si aprirono,facendo catapultare fuori Zoe ed i bagagli.
La ragazza si abbassò per rifare velocemente il laccio alla sua Lo pro Vans color rosso fuoco, e con i bagagli in mano, si diresse verso il 9J.
Girò le chiavi nella serratura dell’appartamento, e appena ci fu l’ultimo click, la porta si spalancò.
-SONO A CASA!-gridò ad alta voce, e sua mamma Alexa, seduta sulla sedia girevole della cucina spalancò gli occhi di colpo.
-MOSTRICIATTOLO!-disse Alexa correndole in contro sorridente, stringendola forte a se come fosse un pupazzo.-Sei tornata finalmente!-
-Ti sono mancata eh?-esclamò Zoe lasciando la presa sui bagagli,Alexa annuì stritolandola ancora di più.
-Ho passato tre settimane d’inferno, non c’era nessuno nell’appartamento che mi suonava vecchie canzoni dei cheap trick!-rispose la mamma.-Come è andato il tour?-
-E’ stato estenuante, ma anche divertente dopotutto!-rispose Zoe.-Sono andata ad esibirmi a New York, Detroit, Chicago, Toronto, per poi andare direttamente verso la Florida  a Miami e Tampa, dalla Florida ho fatto due tappe in Wichita e Dallas ed oggi sono qui!-
Zoe sbadigliò e si gettò di peso sul divano, togliendo con i piedi le scarpe e chiudendosi ad armadillo.
-Fammi indovinare…hai sonno?-esclamò Alexa ridendo,Zoe annuì.
-Non so neanche che ore sono ma mi sento stanca come se fossero le quattro del mattino dopo un hangover.-esclamò Zoe.-Ieri non ho proprio dormito, ero così felice di ritornare nella mia crib!-
-E di rivedere tua madre che non sapendo a che ora tu venissi non ha cucinato per te ma rimedierà al più presto?-esclamò velocemente Alexa,Zoe ridacchiò e alzò la testa dal divano con un movimento brusco, ritrovandosi ciocche rosa blu e bionde davanti agli occhi azzurri.
-Anche tu mi sei mancata!-rispose.-Ma i ragazzi?-
Alexa scrollò le spalle dubbiosamente, in quei giorni erano quasi spariti, non li vedeva girovagare spesso per il Palmwoods come era loro solito, oppure non li sentiva battibeccare nell’appartamento 2J, anche Emily, Julia ed Erikah non davano segni di vita, oppure semplicemente non le aveva incrociate.
-Vedrò di parlare con loro domani,ora se ti dispiace…-esclamò Zoe appoggiando il capo su di un cuscino color verde acido e stropicciandosi gli occhi assonnati.-Chiudo gli occhi per dieci minuti.-
Alexa scosse la testa e si sedette affianco a lei.
-Non vuoi metterti il pig…-
-Shhhh!-l’ammutolì Zoe afferrandole la mano, sua mamma ridacchiò e prese velocemente un plaid che stese sulle sue gambe, lasciandola riposare tranquillamente.
 
 
 
 
-Russell…Russ…-
Il ragazzo dai capelli rosso fuoco non apriva gli occhi, si rifiutava di spalancarli e di essere accecato dalle luci al neon dell’aereo in cui aveva passato ben dieci ore di volo.
-Cosa vuoi?-mormorò a bassa voce il ragazzo, grattandosi la guancia un po’ paffuta contornata da piccoli brufoletti.
-Stiamo atterrando, allacciati la cintura.-continuò il fratello gemello, Sean, appena la lucetta segnale sulle loro teste iniziò a lampeggiare.
Russell sbadigliò, aprendo lentamente le palpebre per abituarsi di nuovo alla forte luce artificiale, e chiudendo il tavolino sullo schienale anteriore, raccolse i suoi occhiali da vista rayban dalla montatura doppia, indossandoli per vederci meglio.
-Ho dimenticato di mettere le lenti a contatto stamattina, sono ridicolo con indosso questi cosi.-esclamò il ragazzo, mettendosi le mani fra i capelli arruffati, Sean scosse la testa.
-Sei peggio di una ragazza.-disse il fratello.-Ora che sei a Los Angeles non dovrai comportarti mica da diva!-
-Non sto facendo la diva, espongo la mia opinione su questi occhiali da vista che trovo ridicoli e completamente non cool.-rispose Russell,Sean ignorò tutto quello che aveva appena detto.
-Ribadisco,sei una diva- disse ridacchiando, un segnale acustico precedette la voce del pilota,il quale velocemente affermò di essere nelle vicinanze dell’aeroporto.
Sean e Russell,due gemelli che fino a poche settimane prima erano quasi indistinguibili, i loro nomi erano stati invertiti per più di diciotto anni, ma finalmente, in seguito ad una scommessa piuttosto rischiosa che si basava su chi riusciva a inghiottire più marshmallows dove Russell fu costretto a colorarsi le ciocche castane di rosso pomodoro, potevano essere riconosciuti e chiamati per il loro nome.
Entrambi diciotteni da poco, avevano avuto una vita piuttosto particolare, caratterizzata da una famiglia in continuo cambiamento e tanta,TANTISSIMA musica.
Avevano quattro anni l’ultima volta che videro la loro mamma, Faith, che lasciò il loro papà Calvin in seguito ad una rivelazione sconvolgente, a quanto pare non era attratto da lei, o dalle donne in generale.
Così crebbero in una piccola villetta a Hampsted heath, solo loro due, Calvin e la loro nonna paterna, Keira, una pianista pensionata con la passione per la musica jazz,che a quanto pare ha tramandato ai due gemellini.
Da poco Calvin aveva incontrato un compagno, un certo Quentin, americano, bruno, viso circondato da riccioli e scarpe di alligatore sempre in tinta con la cravatta, tipico stereotipo da uomo gay in poche parole, inizialmente per i due gemelli era davvero strano vivere in una famiglia così, non sapendo chi dei due reputare come madre, però alla fine riconobbero che Quentin era un tipo davvero simpatico ed affettuoso, e faceva sempre spuntare un sorriso sul viso, tranne quelle sere in cui decideva di cucinare uno dei suoi piatti pieni di azoto liquido del corso di cucina sperimentale.
Da poco non erano neanche in due, infatti, Quentin e Calvin avevano deciso, un anno prima, di adottare un altro bambino, che dopo una serie di sfortunati eventi, sarebbe al più presto arrivato direttamente da Bangladesh.
-IO ODIO I BAGNI DEGLI AEREI!-
Calvin, con aria stizzita, fece velocemente la strada che dal corridoio del bagno portava al suo sediolino, e  appena preso posto allacciò velocemente la cintura.
-Qual è il problema questa volta?-disse Quentin sbuffando un po’, rialzando lo schienale, Calvin scosse la testa.
-Sono stretti e la porta come al solito non si apriva, tu sai che sono claustrofobico, e mi stava venendo un attacco di panico!-
-Ora stai esagerando un po’.- esclamò Quentin, Calvin sistemò il colletto della camicia a strisce.
-Tu non puoi capire, ora silenzio,sono nervoso, non sopporto gli atterraggi!-continuò, Russell ridacchiò.
-E’ l’ennesima cosa odiata in dodici ore di aereo, ora che arriviamo a terra dovremo ricominciare il gioco.-disse a bassa voce al fratello, il quale rise in uno sbuffo e mise una gamba sull’altra,ma Calvin a quanto pare li aveva sentiti, perché il broncio che aveva in volto si crucciò ancora di più.
 
 
 
Autunno, le foglie ingialliscono, il lavoro e la scuola ricominciano,le giornate si accorciano, l’estate pian piano svanisce a dissolvenza come alla fine di un bel film.
 
 A Los Angeles il sole era già alto, i raggi passavano dalla finestra della camera di Zoe,la quale dormiva ancora beata.
Il risveglio,che fino a quel momento sembrava essere tranquillo,invece si rivelò un po’ più rumoroso del solito.
-ZOE!-gridò Alexa, togliendole le coperte da dosso, Zoe sbuffò e girò il viso nel cuscino.
-Qual è il problema?- mormorò, Alexa incrociò le braccia innervosita.
-Mi sono già arrivate ben otto chiamate dalla tua manager, Kelly, la quale ha ammesso di aver parcheggiato la limousine sotto il Palmwoods per venirti a prendere, hai un intervista con “L’ellen show”!.-rispose,Zoe alzò la testa di scatto, lasciando la forma spiaccicata della faccia sul materasso.
-ODDIO ME NE ERO DIMENTICATA!!-gridò scattando in piedi e correndo nel bagno.-O mio Dio ed ora come faccio?! Ho meno di dieci minuti per prepararmi per uno dei talk show più redditizi americani!-continuò, sciacquandosi velocemente la faccia e spruzzando una quantità immane di dentifricio sul suo spazzolino.
-Facciamo cinque di minuti, la limo è parcheggiata qui da quasi mezz’ora.-disse Alexa.-Perché non mi hai avvisato?-
Zoe sputò il dentifricio nel lavandino, prese la spazzola e liberò alcuni nodi dalle ciocche bionde.
-Perché ieri sera non distinguevo più i colori! Mi dispiace!-rispose la figlia, riaprendo la porta del bagno ed afferrando al volo una maglietta a pois non stirata che era sul suo divanetto.
-Sei sempre così distratta, non te lo puoi più permettere lo sai?-continuò Alexa, Zoe grugnì annoiata e chiuse i bottoni del pantalone bordeaux.
-Non migliori la situazione!-esclamò Zoe.-Devo scappare, ci vediamo oggi pomeriggio, e tu guardami in tv!-
Zoe si avvicinò alla mamma e le diede un bacio sulla guancia, per poi correre verso la porta.
-ZOE!-strillò di nuovo Alexa,Zoe sbuffò.
-Cosa c’è ora?- continuò,Alexa le indicò la sua borsa che aveva lasciato per terra, e Zoe presa dall’imbarazzo l’afferrò di fretta e furia.-Okay okay è stato un errore,ti voglio bene!-
Chiuse la porta dietro di lei e corse all’ascensore, ma a prima mattina era quasi una specie di magazzino di persone, quasi non si respirava, e sembrava che per mettere di nuovo piede sulla moquette di uno dei corridoi passasse più di mezz’ora.
Appena le porte scorrevoli si aprirono sul mucchio di gente che occupava ogni angolino dell’ascensore, Zoe sbuffò e tirò indietro la testa, ma in men che non si dica altre sei persone la spinsero dentro con loro di fretta e furia, spiaccicandola contro altra gente che appena urtati la guardarono irritati.
-Scusate.-disse Zoe a bassa voce, la ragazza affianco a lei roteò gli occhi e si incentrò di nuovo sullo schermo del suo iphone.
Silenzio tombale, non volava una mosca lì dentro, tutti fissavano il tettuccio o guardavano l’orologio, o semplicemente rimanevano immobili a mordicchiarsi le labbra impazienti, Zoe fece lo stesso e cercò di farsi un po’ di spazio appena il rilevatore lampeggiò, indicando che erano arrivati al pian terreno.
Le porte neanche si aprirono, e tutta quella massa di gente si precipitò fuori,spingendosi fra di loro e superandosi con altezzoso egocentrismo, Zoe rimase chiusa fra la ragazza col cellulare ed il tipo con la valigetta.
-E fate attenzione dannaz…-
Zoe non terminò la frase, che appena uscì da quella stretta ascensore inciampò contro qualcuno, finendo praticamente spiaccicati sul pavimento, ma fortunatamente, il qualcuno non era poi così tanto sconosciuto.
-O mio Dio scu…Kendall?-esclamò Zoe, Kendall scoppiò a ridere.
-Uhm…non era esattamente come pensavo di ridarti il benvenuto al Palmwoods!-rispose, Zoe ridacchiò e si alzò in piedi.-Quando sei arr…-
-Scusami non ho davvero tempo, ho un’intervista, ma ci vediamo oggi pomeriggio, e salutami i ragazzi!- esclamò velocemente Zoe superandolo e correndo verso il parcheggio all’esterno, Kendall aggrottò la fronte.
-Ciao…?- disse in modo confuso.
 
 
-SCUSATE IL RITARDO!-
Zoe aprì la portiera della limousine, prendendo velocemente posto ed allacciando la cintura di sicurezza, una Kelly spazientita e accigliata la fissava a braccia incrociate.
-Te ne eri dimenticata non è vero?- esclamò, Zoe annuì.
-E’ tutta colpa mia lo ammetto,ma ieri sera sono arrivata tardi e…-
-Non voglio sentire scuse!-tagliò corto Kelly.-Arriveremo agli studios per L’Ellen show fra meno di venti minuti, ciò vuol dire che hai circa dieci minuti per essere sistemata dai make up artists! La prossima volta Gustavo non te la farà passare liscia!-
-E se Gustavo non scopre neanche di questo piccolo imprevisto?-domandò Zoe stringendo gli occhi,Kelly roteò le pupille per poi darle un segno d’assenso.-Perfetto!-
La zatchel rossa di Zoe tremò un pochino, e lei si affrettò a leggere il messaggio ricevuto:
Come mai tutta quella fretta? Comunque bentornata al Palmwoods :)raccontami poi al più presto del tour, e perdonami per avermi spezzato la schiena oggi! xx–Kendall”
Zoe rise e scivolò il dito su “reply”:
Ho un intervista con L’Ellen show questa mattina ed avevo fatto ritardo, scusami per averti accidentalmente spiaccicato, rimedierò al più presto! ;) –Zoe”.
La piccola icona segnalò che il messaggio era stato mandato,e la ragazza ripose il telefono nella borsa.
 
 
-Cosa indossi?- domandò Kelly, indicandole le brogues marroni un po’ impolverate che aveva ai piedi,Zoe fece spallucce.
-Non ho avuto tempo di prepararmi,quindi ho preso i primi abiti che mi sono capitati sott’occhio.-
-Per fortuna che gli stylist sono già agli studios, oppure avresti fatto una tremenda caduta di stile!-continuò Kelly.
Dopo aver superato la Sun Valley, fra una partita o due di “four pics one word”, arrivarono a Burbank, dal finestrino si vedevano viali alberati super curati, persone in tute da palestra per un po’di allenamento mattutino, tipico cliché LosAngeliano, e fra ville di lusso e grattacieli, di fronte a loro c’erano anche i cancelli imponenti della Warner Bros, con tanto di serbatoio d’acqua decorato dal logo dei famigerati studios.
-O MIO DIO DEVO FARE UNA FOTO!-gridò Zoe, prendendo il suo telefono e zoomando sull’imponente struttura, Kelly rise.
-Non sei mai venuta a Burbank in tutti questi mesi?-domandò,Zoe scosse la testa.
-Mai! Ma sono una fan scatenata dei Looney toons, e nonostante sia un semplice serbatoio d’acqua, questo è IL serbatoio d’acqua!-rispose ridacchiando,per poi scorrere il dito su “share”.-Ed ora il mio instagram verrà aggiornato!-
In men che non si dica, le casette e gli alberi vennero coperti da un enorme muro grigio, con tre lettere in grassetto ben visibili nell’angolo in alto: NBC.
-Eccoci qua!-disse Kelly, aprendo lo sportello del mezzo.-Ora CORRI!-
Zoe afferrò la borsa e cercò di stare al passo con Kelly, correndo quanto più veloce poteva in una direzione remota, finché due porticine bianche si presentarono davanti a lei,con al lato scritto su di una targhetta argentata “ELLEN; the Ellen Degeneres show”.
Spinse velocemente la porta, continuando a seguire il cardigan rosa fosforescente di Kelly, la quale si fece strada in un lungo corridoio dalle pareti grigiastre, circondate da cornici raffiguranti Ellen con tutti i suoi ospiti, che comprendevano artisti di qualsiasi calibro;
Da Victoria Beckham a Justin Bieber a persino Billy Joe dei Green day, Ellen aveva praticamente scambiato quattro chiacchiere con quasi qualunque persona possedente un cuore pulsante, e Zoe sarebbe stata la prossima.
Distratta a fissare la fotografia in cui Ellen dava un forte abbraccio a Kanye West, un cartellino le passò davanti agli occhi, e distogliendo lo sguardo dai quadri si accorse di essere davanti a due guardie del corpo.
-Scusatemi…-esclamò prendendo velocemente il pass e facendosi strada verso il camerino, spalancando la porta e tirando un sospiro di sollievo appena visto un vestitino a motivo floreale attaccato ad una stampella sullo specchio, ed un paio di scarpette col tacco nere di vernice, di sicuro più eleganti delle sue oxford triturate.
-OMG!-gridò improvvisamente un uomo di colore con milioni di treccine colorate ai capelli, mettendosi le mani sulla bocca.-Ho solo dieci minuti per sistemarla? Da quanto tempo sei sveglia, sette secondi fa?-
-Prima cosa, tu chi diamine sei?- esclamò Zoe confusa, mettendosi i capelli dietro l’orecchio,Kelly chiuse la sua valigetta.
-Lui è Dactyl, il tuo stilista personale, almeno per oggi!-rispose, poi altre due ragazze entrarono nella stanza.-E loro sono Faylor e Francesca, le tue make up artist, ora vi voglio vedere subito a lavoro, lo show andrà in onda fra venti minuti!-
 
Fondotinta, matita nera, mascara, fard, lucido, piastra, crema, spazzola, le uniche parole che fuoriuscirono dalla squadra di bellezza furono quelle, formulate ogni volta che prendevano in mano un attrezzo per migliorare la situazione “appena sveglia” di Zoe.
-Ora vestiti!-ordinò Dactyl, Zoe si sistemò i capelli stirati sulle spalle, arruffando un po’ la frangia per gonfiarla, ma Faylor le diede uno schiaffetto sulla mano.
-Ahia!-esclamò Zoe,Faylor scosse la testa.
-Mai toccare i capelli appena fatti, si elettrizzano e rischi di apparire sciatta!-esclamò Faylor,Zoe arricciò la bocca.
-Non credi di esagerare un po’, insomma, stavo solo…-
-NON C’E’ TEMPO PER BLATERALE! Misurati questo abito, è un Oscar De La Renta, non lo spiegazzare mentre lo tiri su!- continuò Francesca, allungandole il vestito ed aprendole la porta della cabina armadio.
Zoe lo infilò con velocita su per i piedi,per evitare di ammaccare i capelli liscissimi dalle punte rosa e blu,e tirando la zip lo chiuse, per poi indossare le scarpe nere.
-Uhm…Oscar De La Renta, mi piace!-esclamò fra se e sé,per poi aprire la porta della cabina.
Dactyl si fece scappare un gridolino, e  Francesa e Faylor contemporaneamente si misero una mano sul fianco, per poi schiacciare un cinque a tre.
-Sei divina!-esclamò Dactyl.-Siamo troppo brave ragazze, abbiamo trasformato una bed head in una fashionista in meno di quindici minuti!-
Zoe ridacchiò insieme agli stylist, quando l’insegna “ON AIR” si illuminò, lo show era iniziato.
-Devo scappare!-esclamò Zoe, correndo verso la porta.
-Non correre sui tacchi cinque o rovini la suola!-gridò Faylor, ma ormai Zoe era già dietro le quinte.
 
-LADIES AND GENTS,PLEASE WELCOME TO THE MOST AMAZING WOMAN, THE PRESENER ALSO KNOWN AS “DA PRESENTER”, ELLEN DEGENERES!-
 
Le luci illuminarono le due sedie bordeoux dello studio, situate su di uno sfondo rappresentante delle palme, ed Ellen Degeneres, dai capelli biondi e cortissimi ed un colorato maglioncino a quadri camminò davanti al pubblico, sommersa da applausi e fischi divertiti.
-Punto primo, io AMO il monologo iniziale di questo show!- affermò, con la sua voce un po’ nasale per poi scuotere il ciuffetto in cima alla testa.-E secondo, ribadisco, BENVENUTI ALL’ELLEN DEGENERES SHOW!-
Zoe si mantenne ai grossi tendoni neri del backstage, aspettando il segnale che l’avrebbe avvertita su quando entrare in scena.
-Oggi abbiamo tantissimi nuovi ospiti, vecchi amici e anche moltissime novità sul mondo della musica, sport, cibo, attualità, crocchette per cani contenenti apparentemente carne di cavallo e, come ogni settimana, un’ottima dose di Ellen!-esclamò Ellen, il pubblico scoppio a ridere.-Oggi qui con noi c’è una ragazza che non è mai venuta qui, non vi voglio rivelare il nome, solo alcuni indizi…vediamo…capelli biondi, alta, chitarra elettrica…-
Il pubblico si guardò in giro confuso, Ellen continuò.
-E se vi dicessi che ha un accento inglese chi vi viene in mente?-esclamò, la folla iniziò ad intendere.-Forse la conoscete meglio come la cantante di “We are never ever getting back together”,ma oggi la conoscerete come la nuova stella dell’indie pop Zoe Leeshay!-
 
Zoe prese un respiro profondo ed entrò nello studio, salutando il pubblico con la mano e sorridendo, cercando di sciogliere un po’ la tensione.
-E’ un piacere conoscerti Ellen!-esclamò Zoe, avvicinandosi alla donna e stringendole la mano,Ellen tirò fuori il labbro inferiore.
-Aw, che dolce, ma ammettiamolo a tutti fa piacere conoscermi!-ripose,Zoe rise e prese posto sulla poltroncina, sistemando il vestito sotto le gambe.-Allora Zoe, sei giovanissima, carina, talentuosa…qual è il tuo trucco magico?-
Zoe ridacchiò e imbarazzata abbassò la testa.
-Non ne ho la minima idea, praticamente io mi sottovaluto ogni mattina davanti allo specchio, cerco di essere me stessa e di non preoccuparmi più tanto dei medias o delle critiche.-rispose.-E poi per quanto riguarda la bellezza non è merito mio ma dei grandiosi make up artist dietro quei tendoni!-
Ellen rise,come del resto fece il pubblico,e poi dal lato della sua poltroncina prese una copia del suo cd,”Fearless”.
-E’ da pochissimo che è uscito il tuo album, ed ho sentito che sta andando davvero a ruba! E devo dire la verità le tue canzoni sono molto orecchiabili ed ottime da ascoltare in seguito ad una tragica rottura!-
-Già, devo ammettere di non essere una grande nelle relazioni!-esclamò Zoe scrollando le spalle.-Diciamo che il mio cuore si spezza più di quanto io spezzi cuori, ma sai una cosa, non c’è sfogo migliore di una canzone!-
-Quindi tu non sei mai stata una “rubacuori” o qualcosa del genere…-
-PER NIENTE!-tagliò corto Zoe.-Ero l’esatto contrario a scuola, tutti i ragazzi che mi piacevano si rivelavano un completo disastro,anche perché io sono abbastanza difficile, non mi piace ferire le persone e neanche sentirmi ferita, quindi scelgo attentamente quella giusta, ma questo l’ho imparato solo adesso, e quindi ho passato dei difficili periodi al liceo, alternati fra ragazzi brufolosi e stupidi componenti della squadra di cricket!- rispose, il pubblico scoppiò immediatamente a ridere.
-Sembri la protagonista di uno di quei telefilm anni 60, e mi piaci!-esclamò Ellen,Zoe sogghignò e fece un piccolo inchino.-E poi amo il tuo accento, è così tenero!-
-Grazie,grazie, è stato davvero difficile integrarmi qui in America con un accento forte come il mio, tipo  abbiamo due modi totalmente differenti di dire “ascensore”, e sono andata in panico per almeno due mesi!-rispose Zoe,Ellen ridacchiò.-Ma sai cosa? Credo di aver preso un bell’accento californiano!-
-Davvero? Dimostracelo!- esclamò Ellen,Zoe rise e si schiarì la gola, esclamando con voce nasale un “WHAT’S UP DUDES?” , il quale fece ridere il pubblico.
-Ci devo lavorare su…-esclamò Zoe,Ellen annuì.
-Penso proprio di si! Faremo altre chiacchiere con Zoe Leeshay dopo la pubblicità!-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
-MAAATCHPOIINTT!- gridò Carlos, posizionandosi davanti alla piccola rete di plastica che avevano sistemato lui e i ragazzi fuori all’entrata del Palmwoods, James  impugnò la mazza da hockey fra le mani.
-Se segno sta volta mi devi quei cinque dollari!- esclamò indicando Logan,il quale roteò gli occhi.
-L’hai già detto due tiri fa, non è più valido!-disse.
-No, vale eccome, tre è il numero magico Logie!-rispose l’amico, Logan incrociò le braccia e si sedette sul muretto,Kendall lo seguì a ruota.
-Okay, allora vai, ultima chance James!-disse Kendall,James si allontanò dal puck nero e appena la mazza stava quasi per colpirlo Julia spalancò la porta dell’ingresso, precipitandosi in mezzo al campo.
-JULIA!-gridò James.
-Che c’è?- rispose lei,con in mano un foglio che svolazzava di qua e di là,James le indicò la mazza da hockey.
-Non vedi che siamo giusto un po’ occupati in una situazione MOLTO seria?- disse James, Kendall rise.
-Drama queen, rilassati!-esclamò.-Cosa c’è Julia?-
-Se ve lo dico promettete di tenere la bocca chiusa con mio padre?-esclamò, i ragazzi si guardarono confusi,per poi ritornare su Julia ed annuire.
-Fammi indovinare…-borbottò Logan.-Esame di guida?-
-Sono stata bocciata la terza volta!-esclamò la ragazza, aprendo il foglio e mostrando la grossa “F” stampata in rosso sull’attestato di adesione, con la firma veloce del suo insegnante ed un sarcastico “You tried” scritto in stampatello sull’angolo.
Emily ed Erikah arrivarono improvvisamente, e imbattendosi nelle facce dispiaciute dei loro migliori amici si rivolsero degli sguardi confusi.
-Non so perché Julia abbia quest’espressione suicida in viso, ma sono quasi sicura sia a causa dell’esame per la patente….-disse Emily, Logan le alzò un pollice in su.
-Non mi dire,hai fallito di nuovo?-disse sconvolta Erikah, Julia sbuffò e incrociò le braccia, facendo cenno di si con la testa.
-Sfortunatamente si, è la terza volta che faccio fiasco, e non capisco il problema!-replicò Julia, Kendall si mantenne per non farsi scappare una risata.
-Uh…non capisci perché il tuo insegnante non ti abbia promossa dopo che hai investito il suo cagnolino durante un parcheggio?-disse,Julia grugnì innervosita e strinse gli occhi grigiastri rabbiosamente, mandandogli un occhiata assassina,Kendall alzò le mani per dichiararsi innocente.
Logan le si avvicinò, mettendole un braccio attorno alle spalle.
-Ma non l’ha fatto di proposito!-esclamò cercando di difenderla, Julia rivolse l’occhiataccia al suo ragazzo.
-Sai che non mi fai sentire meglio così?-disse.
-Se è un grosso problema posso insegnarti io.-si offrì Logan, Julia accennò un sorriso.
-Grazie Logan, ma non voglio rischiare di ucciderti, Kendall ha ragione, guidare non è il mio forte.-rispose.
-Avanti, ho insegnato a James a guidare che non sapeva neanche come funzionano le marce sulla bicicletta, potrò insegnare anche a te!-esclamò Logan, James scosse la testa.
-Non è affatto vero!- si lamentò.-Ho imparato anche molto bene, e sai che ti dico? Potrei proprio insegnare io a Julia a guidare!-
-Non sei in grado…-
-Vuoi fare una scommessa Logiebear?-
Carlos si allontanò dalla rete per andare vicino a Kendall,Emily ed Erikah.
-Non capisco perché litigano per chi deve essere ucciso…-disse sottovoce, tutti e tre ridacchiarono, quando il telefono di Erikah trillò.
La ragazza lo tirò fuori dalla borsetta, controllando il messaggio appena ricevuto da Mark.
“Ho bisogno di ritornare nella friendzone, il più presto possibile”
 
Erikah lesse attentamente quelle parole, cercando di capire cosa intendesse il cugino in quelle due piccole righe…
 
 
 
 
-MARK!-
Gli auricolari nelle orecchie avevano risparmiato a Mark l’urlo quasi isterico di Jenette, la quale avvicinandosi al lettino dove stava prendendo il sole glieli strappò via.
Mark alzò lo sguardo, socchiudendo gli occhi per il sole e prendendo al volo gli occhiali da vista dal davanzale per mettere a fuoco.
-Jenette…che ci fai qui?-domandò Mark, Jenette incrociò le braccia, mostrandogli il cellulare.
-Ti ho chiamato più di quindici volte ieri sera, e non mi hai ne richiamato oggi né appena tornato!-esclamò, Mark aggrottò la fronte.
-Ma ieri sera ero sul set perché lo show era in prima serata, e sono tornato qui a mezzanotte.-rispose.-Ed oggi mi sono completamente dimenticato delle chiamate perché ero stanco morto, mi dispiace…-
Jenette lo guardò arcignamente, passandosi il telefono fra le dita.
-Come ti permetti di ammettere di avermi dimenticato? Inventa una bugia più plausibile!-esclamò innervosita.
-Ma Jenette è la verità! Prometto che non capiterà più.-esclamò Mark.-Non credi di esagerare un pochino?-
-Esagerare? Se volessi esagerare adesso ti avrei già mollato!-replicò Jenette, Mark fece un piccolo sospirò.
“Magari” pensò, quando Jenette sorrise.
-Ma non riesco davvero a farlo.-continuò facendogli un occhiolino, Mark sorrise nervosamente, alzando il pollice all’insù.-Ti perdono questa volta, ma ora, se ti dispiace, devo andare a scegliere che abito mettere!-
-Perché?-
-Uh…per il nostro settimanaversario, e cos’altro?-completò Jenette, come se lo desse quasi per scontato, correndo verso l’ingresso.
Mark si mise una mano sulla fronte, sbuffando forte ed accasciandosi sul lettino, rischiando di schiacciare le lenti dei suoi occhiali.
Jenette era bellissima, e anche molto dolce, ma forse fin troppo per i suoi gusti, riceveva più di quaranta chiamate solo sue ogni singolo giorno, aveva fissato stupide date sul calendario riguardanti la loro relazione come il “settimanaversario”, ogni volta che uscivano insieme dovevano avere almeno un capo d’abbigliamento coordinato, diciamo che se si potesse vincere un Oscar per la  persona più “mielosa”, Jenette si sarebbe sempre accaparrata il primo posto, cosa che a Mark stava iniziando ad irritare da un po’.
Ma una cosa che nessuno riesce ad affrontare è la rottura con una persona così sdolcinata, com’è possibile non ferirli se si emozionano solo a vedere una cornice vuota a forma di cuore di un negozio di souvenirs?
-Mark…-
Il ragazzo alzò la testa, incrociando lo sguardo di Erikah la quale gli indicò il telefono rosa fra le mani.
-Hai ricevuto il messaggio vero?-disse Mark, Erikah annuì facendosi spazio sulla sdraio di fianco, appoggiando i gomiti sul bracciolo di plastica.
-Friendzone? Sul serio?-disse Erikah, Mark scosse la testa.
-E ‘ andata a scegliere il vestito per il settimanaversario.-continuò annoiato, Erikah tirò fuori il labbro inferiore.
-Aw! Che dolce!-
-CHE DOLCE?-gridò Mark.-Dolce è quando fa un bel complimento, quando cucina qualcosa di speciale, ma inventare una cosa del genere…E’ OSSESSIONE!-
-Ora stai esagerando…-
-NO! NON STO ESAGERANDO! Per quanto le voglia bene, credo che le cose non possano più funzionare…siamo troppo diversi.-disse Mark,Erikah scrollò le spalle.
-E’ allora vai e diglielo.- Esclamò, Mark fece una finta risatina tesa.
-Aahahaha, dirglielo? Non sarà così facile, non voglio spezzarle il cuore e non so davvero come trovare un modo “soft” per chiudere qui questa relazione.-
Erikah tamburellò con le dita sul bracciolo, pensando a qualche modo per aiutarlo, ma non le veniva in mente davvero niente…
-Allora appoggiala, diventa ancora più smanceroso di lei, e vedi fino a quanto riesce a resistere!-esclamò Erikah.
-Credi che possa funzionare?-domandò Mark,Erikah scosse la testa.
-NO! Ma tentar non nuoce,no?-rispose la cugina, Mark strinse le labbra.
Nuoce se la tua ragazza possiede dei tacchi a spillo utilizzabili come armi” ,pensò Mark, ma a mali estremi,estremi rimedi.
 
 
 
 
 
Los Angeles è un po’ per tutti una specie di giungla dove devi usare denti,unghie e, molto spesso, make up per sopravvivere, c’è chi ce l’ha fatta e continua tutt’ora a brillare, o chi ha brillato per molto, ma pian piano la sua fiamma ha iniziato ad oscillare, soffiata e tormentata da delle folate improvvise, o spesso continue, ed in men che non si dica, la fiamma si arrende, spegnendosi e diventando semplice fumo grigio.
La similitudine con la fiamma poteva descrivere al massimo la vita “al top” di Dahlia, Dahlia Bunchen, modella, attrice, cantante, ballerina e showgirl degli anni sessanta, di un eleganza strepitosa e determinazione da vendere, i capelli neri corvino e riccissimi spesso legati in chignon raffinati e alti Christian Lobouten ai piedini ancora in forma e di un ristretto trentasei.
Eccola qua, dopo quasi sessant’anni, vagare per lo studio della Rocque records con un grosso paia di occhialoni a gatto neri, nonostante si trovasse in un luogo chiuso.
-Gustavo!-gridò lei, bussando alla porta dell’ufficio dove Gustavo si era rintanato.
-Apro subito Dahlia-rispose lui, prendendo un lungo respiro e sistemandosi gli occhiali dalle lenti gialle fosforescenti sugli occhi.
Girò la piccola maniglia e spalancò la porta, salutando Dahlia con la mano.
-Gustavo Rocque se non erro.-esclamò Dahlia, squadrandolo praticamente da capo a piedi.
-Si sono proprio io, onorato di avere una diva come lei nel…-
-Si certo come vuole…-lo tagliò Dahlia, prendendo un sorso del suo caffè e togliendo gli occhiali da sole, mostrando i due grossi occhi castani marcati da matita nera.-Sono qui solo di passaggio e perché è l’anniversario della mia vecchia casa discografica, poi prendo il primo aereo e me ne ritorno a New York.-
Kelly irruppe nel corridoio, scuotendo i capelli e stendendo con le labbra il lipgloss che aveva applicato poco tempo prima, e con un sorriso smagliante si diresse verso di loro.
-Salve signora Bunchen, Kelly Wainwright, molto lieta di conoscerla!-esclamò allungando la mano verso quella della signora, la quale diede un occhiata veloce ad entrambi.
-Io non lo sono affatto.-rispose aspramente, portando di nuovo il caffè alla bocca, Kelly aveva ancora la mano a mezz’aria, ma dopo un po’ si arrese e se la infilò in tasca.
-Allora, le abbiamo allestito una piccola sala dove potrà fare la sua intervista, e anche una settimana nel prestigioso Palmwoods!-esclamò Gustavo, Dahlia gli diede uno sguardo interrogativo.
-Ha detto Palmwoods?-chiese lei pensierosa, Kelly annuì.
-Si, il Palmwoods hotel,a venti minuti da qua signora Bunchen.-chiarì Kelly, Dahlia si concentrò, cercando di ricordarsi del nome che le ricordava qualcosa vagamente, ma scosse il capo lasciando perdere.
-Uh…okay, spero abbiano cuscini ipoallergici e vasca idromassaggio in camera, le docce sono così sorpassate.-rispose lei, rindossando gli occhiali da sole e dirigendosi a piccoli passi (a causa degli alti tacchi Jimmy Choo blu elettrico e lo stretto tubino nero che le impediva una camminata normale) al piano inferiore, Gustavo e Kelly si guardarono un po’ spaventati.
-E’ una diva isterica.-mormorò Kelly.
-No Kelly, è una multimiliardaria star del cinema con semplici problemi di ira.-replicò Gustavo, Kelly sbuffò.
-E che ho detto io? E’ una diva isterica, occupatene tu!-completò lei, scappando via verso la sala incisioni, lasciando Gustavo senza parole e molto probabilmente, fra poco senza neanche un bulbo oculare.
 
 
 
 
 
-Joey aiutami a prendere i bagagli!-
La donna dai codini biondi aprì il cofano del taxi, tirando fuori la sua grossa valigia verde acido e posandola sul marciapiede che dava sulla piccola villetta di Emily.
-Non avrei mai pensato Monica si trasferisse a Los Angeles.-mormorò la donna dai capelli color miele, guardando la casa con occhi quasi strabiliati.-E che si comprasse una villa in pieno centro poi.-
-Avanti Rachel, Monica è sempre stata imprevedibile, chi pensava si potesse mai sposare una seconda volta poi?- continuò l’uomo dai capelli neri carbone, strattonando dal cofano una ventiquattr’ore di pelle.
-Su questo ha ragione Chandler, io non credevo neanche si potesse mai sposare!- completò la donna con i codini, facendo scoppiare tutti a ridere.
Joey, Chandler, Rachel, Phoebe e Ross, cinque newyorkesi legati fin dai tempi del liceo (e credetemi, di tempo ne era passato!), tutti e cinque di personalità differenti, che quando erano insieme diventavano una specie di tornado, e combinavano guai a ogni passo che facevano.
Non avevano mai perso i contatti con la sesta componente della gang, Monica, che prima di diventare la Monica di ora, era una teenager un po’ in carne e con  problemi di autostima, che avrebbe dato di tutto per organizzare il matrimonio dei suoi sogni, cosa che realizzò, visto che si sposò con Chandler, il genio della situazione, l’uomo un po’ goffo e timido che c’è sempre in ogni gruppo di amici, ma le nozze erano destinate a terminare, entrambi erano troppo amici, e le cose erano così scomode che dopo un po’ non riuscivano neanche più a guardarsi in faccia.
Così Monica fece le valigie e partì per Los Angeles, abbandonando New York ed il suo vecchio lavoro da chef per cambiare radicalmente la sua vita, dicendo addio per sempre a sneakers da jogging per inserire tacchi a spillo, alla risatina da maialino per una più composta, e ai maglioni informi anni novanta per stretti tubini a tinta unita che la invecchiavano ancora di più, praticamente, della vecchia Monica di Manhattan non era rimasta neanche una briciola, si era dissolta insieme al suo guardaroba.
-Mancia per favore.-esclamò il taxista, Joey scavò fra le sue tasche, tirando fuori cinquanta cents, una pedina del monopoli ed un fazzolettino usato.
-Uh…accetta anche carta?-disse lui ,indicandogli il fazzolettino e scoppiando a ridere per la battutaccia, Ross si inserì.
-Lo scusi è un attore.-disse, prendendo una banconota e porgendola al taxista.-Arrivederla!-
-ugh, Newyorkesi…- mormorò il taxista, prendendo velocità e sfrecciando lontano lungo la strada.
-Su andiamo a bussare!- propose Chandler, e tutti e cinque si incamminarono verso l’entrata della villetta.
Appena arrivati sul patio, Rachel premette il dito sul campanello, e dei passi veloci sulle scale anticiparono lo sblocco del lucchetto principale.
-Sto aprendo la porta a cinque magnifici migliori amici?-domandò, Phoebe si schiarì la voce.
-Specifica, cinque migliori amici e la MAGNIFICA Phoebe!-disse, Monica rise e corse ad abbracciarli tutti e cinque in un caloroso abbraccio.
Rivedere vecchi amici dopo lungo tempo ti fa sentire così bene dentro, quasi colmato di qualche cosa che credevi perso, ma spesso le personalità, con l’avanzare degli anni, cambiano e mutano, e non tutto sarebbe andato secondo i piani…
 
 
 
 
 
 
 
Zoe ritornò nel backstage, togliendosi dai piedi le scarpette rosse e prendendo posto sulla sedia del trucco, l’intervista oramai terminata non era andata poi così male, aveva chiacchierato con Ellen come ci si confida ad un amica, raccontandole della carriera, della sua vecchia vita a Londra, vita sentimentale e amicizie correnti, praticamente del più e del meno, tentando anche di mostrare come cantare la “cup song” del  famigerato film Pitch Perfect, con risultati però un po’ scarsi, ma al pubblico era piaciuta così com’era.
-Sei stata FA-VO-LO-SA!-gridò Dactyl, posizionandosi dietro di lei e scuotendole i capelli ancora liscissimi dalla piastra.
-Ti ringrazio Dactyl!-replicò la ragazza sorridendo, per poi girarsi attorno alla ricerca di Kelly.-Come faccio a tornare al Palmwoods?-
-Ha pensato a tutto la tua manager, c’è un’auto che ti aspetta al piano di sotto.-chiarì Dactyl.-Ma prima togliti un po’ di matita in eccesso dagli occhi, sta colando e sembri un procione malato di ittero.-
Zoe aggrottò la fronte guardandosi nello specchio, non notando questo estremo paragone, e ascoltando lo stilista si diresse nel bagno a passo lento.
Spalancò la porta bianca, e nel nanosecondo in cui lei accese la luce, un urlo di terrore la fece saltare in aria.
-AAAAHH!-gridò Zoe terrorizzata, scivolando con la testa all’indietro e urtandola contro il lavandino in porcellana, ritrovandosi accovacciata in un angolino del bagno a mormorare diverse parolacce.
-ED ANCHE ZOE E’ STATA COLPITA DALLA “ELLENPRANKCAM” !-esclamò Ellen, uscendo fuori dall’angolino dove si era nascosta per spaventarla, e salutando alla telecamera nascosta nella doccia e quella fuori nel camerino, Zoe si guardò attorno intontita.
-Questo era organizzato?- domandò confusa, indicando il cameraman.-SIETE DEI GRANDISSIMI STR…-
-Stop!-gridò uno dei due operatori, spegnendo la telecamera e poggiandoci sopra un grosso tappo.
Ellen rise e appoggiò la mano contro lo stipite della porta, tenendosi in equilibrio.
-Non c’è nulla da ridere!-esclamò Zoe, massaggiandosi la testa dove aveva preso la grande botta.
-Invece si! È stata una delle reazioni più divertenti mai viste!-rispose Ellen.-Mi sei simpatica Zoe, non vedo l’ora di intervistarti la prossima volta!-
-Se quando ritornerò sei nascosta nelle condutture dell’aria giuro che non mi vedrete mai più.-disse Zoe, accompagnata dal suono del clacson della Range Rover al pian terreno che la stava aspettando.
Infilò i suoi vestiti in un grosso borsone nero e corse all’uscita degli studios, entrando velocemente a bordo dell’automobile.
Venti minuti passarono in fretta, e in un batter d’occhio l’auto parcheggiò, lasciando aprire la portiera a Zoe la quale scese dal veicolo.
Tolse le scarpette rosse dai piedi e le mantenne fra le dita, e si incamminò verso il lobby, spingendo con la spalla la porta d’ingresso.
Girandosi attorno vide tutti i ragazzi presenti ridacchiare davanti ad Ipads, laptops, cellulari, Ipods e (i più vecchio stile) computer fissi a pagamento, erano tutti sommersi dalle risate.
-ZOE SEI QUI!- gridò qualcuno alle sue spalle, Zoe si voltò e vide Julia, Erikah ed Emily sorridenti.
-RAGAZZE!-urlò indietro, stringendo tutte e tre in un abbraccio.-Non vi siete fatte più sentire!-
-Lo so, dovremmo vergognarci seriamente.- esclamò Emily.
-E dov’è finita la brava ragazza che conoscevamo fino a tre settimane fa?-continuò Erikah, Zoe aggrottò la fronte ed incrociò le braccia, non afferrando ciò che intendeva l’amica.
-Uh…è sempre qui, perché?-rispose, Erikah ridacchiò.
-Certo come no, ho contato quante bip vengono fatti durante il video dell’Ellen prankcam, e credimi ne sono tant…-
-VIDEO?-gridò Zoe spaventata, Julia annuì porgendole il suo Iphone in mano, mostrandole una finestra di youtube aperta sul canale ufficiale di Ellen, aggiornato sempre in tempo reale.
-Si, il video della tua intervista, alla fine mostra lo scherzo che ti ha fatto Ellen, come ad ogni intervista che fa dopotutto.-chiarì Julia, Zoe scosse la testa e premette play, rivedendo la sua dolorosa caduta sul pavimento.
-Questo non può essere vero!-disse a bassa voce, quando girandosi vide tanti occhi puntati su di lei,compreso persino quello di mr.Bitters.
-E poi cade a terra e dic…Zoe?-
Carlos non completò la frase, che Zoe lo ghiacciò con uno sguardo arrabbiato.
-BENTORNATA ZOE!-gridò invece Kendall, notando il momento di imbarazzo ed applaudendo con un entusiasmo carente, sforzandosi di farla sorridere, Emily ed il resto della comitiva lo appoggiarono.
-BENTORNATA ZOE!- gridarono tutti e sette cercando di coinvolgere il resto del Palmwoods, il quale comprendeva vecchi e nuovi arrivi, impassibile e quasi confuso, che si faceva scappare ancora una risata vedendo la “vittima” di Ellen davanti ai loro occhi, Zoe si mise una mano in faccia.
-Bentornata, frana.-disse a se stessa Zoe, camminando incontro agli amici ed uscendo da  quell’infernale (e silenziosamente letale) lobby.

 
 


*Angolo me*
OH WHADDDUPP!
Sono tornata dopo una lunga assenza e astinenza da Efp C: avevo il blocco dello scrittore, ma sono riuscita ad elaborare un sequel di HAPD ASDFJADSAFLDKASFJLAK *-*
(L'ideafascifoatuttielamandanogentilmenteafanculo) okay :))
Che ne pensate del ritorno "elettrizzante" della signorina Leeshay? Ho in mente così tante cose per questa storia lsadkfjdfla sarà epica!
Fatela girare, continuo ad almeno 5 commenti, intanto scrivo il resto e mi faccio venire in mente delle ideucce, ci sono così tanti nuovi personaggi da aggiungere!
Intanto, ecco a voi Russell: 
http://24.media.tumblr.com/tumblr_lgddszv4hl1qau7q1o1_500.gif e Sean :http://24.media.tumblr.com/tumblr_ld6x4hJR7D1qb3ykio1_500.gif grandissimi figoni oh ahahahaha ;)
Ah, e si, c'è il cast di "fRIENDS", per ovvi motivi asdlpfkjglkds 
xoxoxo



 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Things get a little out of hand. ***


 

                                                                        {two}












 

-Perché Ellen fa questi stupidi scherzi? Cioè, non c’è nessun bisogno di spaventarti a morte, rischiare un attacco di tachicardia e rannicchiarti per terra in posizione fetale!-esclamò Zoe lamentandosi ed incrociando le braccia.

-Perché lei è Ellen Degeneres, lei non ha paura di nessuno ed  ha abbastanza denaro per umiliarti.-rispose Emily mangiucchiandosi le unghie,Logan scosse la testa.
-Ma non l’ha umiliata, era una semplicissima scivolata!-
-SCIVOLATA, ESATTO!-gridò Zoe.-E se mi costasse la reputazione di “british sweetheart”?-
-Non te la rovinerà Zoe!-replicò Kendall, seduto affianco a lei.-Non potrà mai rovinartela, è una semplice sciocchezza, basta riderci sopra!-
Kendall aprì il video dal suo cellulare, mostrandoglielo un’altra volta, ed appena arrivò la parte della caduta, Zoe accennò quasi una risata.
-Ho davvero quel tono di voce quando sono spaventata?-disse, Erikah annuì.
-E ti è andata bene che non ti è scappato il gridolino da maiale.-continuò, tutti scoppiarono a ridere.
-Hai ragione Kendall, la sto prendendo troppo sul serio.-disse Zoe, passandogli il telefono in mano, Kendall le mise un braccio attorno alle spalle.
-Si…l’importante è che non leggi i commenti-disse a bassa voce il ragazzo, Zoe assunse un espressione confusa.
-COSA?-
-Niente di che…sono solo…-
-Dammi il telefono.-
-NO!-gridò Kendall, Zoe strinse gli occhi innervosita.
-Kendall, dammi quel telefono…-replicò a denti stretti, Julia si mise una mano sulla fronte.
-Ci risiamo con la paranoia!-esclamò, mentre praticamente i due si stavano rincorrendo attorno al divano .
-RAGAZZI!-gridò James,  i due si fermarono improvvisamente.-Sentite anche voi questa musica?-
Tutti e otto iniziarono a muovere la testa, cercando il luogo di provenienza della forte musica, quando si sentì persino una voce femminile cantare.
-Let’s go to the beach,each Let’s go get away! They say, what they gonna say? Have a drink, clink, found the Bud Light,Bad girls like me, is hard to come by,The Patrón, own, let’s go get it on
The zone, own, yes I’m in the zone,Is it two, three, leave a good tip Imma blow all my money and don’t give two damns!-

 
-Che sta succedendo lì sotto?- disse confuso Carlos,  Logan scrollò le spalle.
-Andiamo a vedere.-propose, facendo segno a tutti di alzarsi.
Kendall si avvicinò alla grossa finestra di vetro, tirando su la tapparella che si affacciava sulla piscina, e tutti si accalcarono per cercare di vedere.
-Oh no, i newbies.- esclamò Emily, Zoe aggrottò la fronte.
-Chi sono?-chiese, Logan si schiarì la voce.
-Newbies, i nuovi arrivati al Palmwoods,  quelli così determinati che non ti guardano neanche in faccia, tipo quelli lì.-esclamò Logan.
-Ma allora anche io l’anno scorso ero una…”newbie”?-domandò Zoe.
-Si, ma non una di QUEI newbies!-esclamò Erikah.-Loro perché sono appena arrivati vogliono farsi notare.-
-Esibizionisti praticamente, almeno la maggior parte.-continuò Kendall.-E sono quasi sicuro che quelli non ce la faranno passare liscia.-
-Che ne dite di andare a sentirli?- propose Carlos, tutti si fissarono e gli diedero assenso, scendendo velocemente al piano inferiore.
La musica era sempre più forte, e appena spalancarono la porta della hall era quasi insopportabile, da far sanguinare i timpani.
-Starships were meant to fly, hands up and touch the sky , can’t stop ‘cause we’re so high, let’s do this one more time!-
Una ragazza dai lunghi capelli biondi ed un cappello con su stampato a caratteri cubitali “HOMIE”  si stava scatenando sulla piccola pedana che dava sulla piscina, attorniata da altri due ragazzi vestiti nello stesso modo, erano strani, non la solita band, lei era l’anima del gruppo, con un piercing sulle sopracciglia scurissime, i pantaloni  in tartan strappati su alcune parti , una larga t shirt piena zeppa di disegni e scarabocchi e un coraggio strepitoso che con disinvoltura sventolava in faccia a tutti, mentre gli altri due ragazzi, uno abbastanza muscoloso,  scuro di carnagione e con la faccia innocente, quasi da bambino, che faceva dei passi di break dance e occhiolini a diverse ragazze nell’audience ristretta e l’altro, biondissimo, un metro e novanta di muscoli e pelle abbronzata che con il microfono appiccicato alla bocca dava una base di beatbox.
-E’ UNA CANZONE DI NICKI MINAJ GIUSTO?-gridò Erikah ad alta voce, cercando di superare la musica.
-SI!-rispose Emily.-E NON HO MAI VISTO UNA RAGAZZA BIANCA INTERPRETARLA COSI’!-
-Starships were meant to fly, hands up and touch the sky, can’t stop, cause we’re so high, can’t stop…- La ragazza prese la rincorsa, e mentre si avvicinava sempre di più al bordo della piscine gridò l’ultima parte della canzone.-IMMA FLYING ONTO ALL OF YOU SUCKERS!-
La piccola folla venne praticamente bagnata da capo a piedi dagli schizzi provocati dal suo tuffo, ma nonostante ciò continuò ad applaudire, gridare e fischiare con foga ed entusiasmo.
-Sono bravi!-esclamò Carlos  applaudendo a sua volta, Kendall annuì.
La ragazza uscì dalla piscina, scuotendo i lunghissimi capelli biondi di qua e di là e si unì di nuovo al gruppo, afferrando il microfono:
-Grazie infinite, siamo i wired empire,  non ripeteremo il nome un’altra volta perché è sicuro che verremo ricordati,  se volete continuare ad ascoltarci, venite nella nostra crib per un concert after party e diventate fan della nostra pagina su youtube!-esclamò la ragazza.-Io sono Lotti, ma per tutti conosciuta come Indi da queen.-
-Io invece sono Miles, conosciuto invece come Rhyme.-continuò il ragazzo biondo, ci furono moltissime ragazze che appena aprì bocca si fecero scappare risatine imbarazzate o gridolini,ed infine il microfono passò all’ultimo ragazzo.
-Ed io sono Kalani, ma voi bros mi potete chiamare Kdope.-terminò,  James  trattenne una risata.
Kalani cercò chi ridesse fra la folla, e poi con passo pesante si avvicinò a James, squadrandolo dalla testa ai piedi e poi alzando lo sguardo con sfida.
-Cos’hai da ridere tu?-domandò, James scrollò le spalle e fece  una smorfia confusa.
-Nulla, è che Kdope è…va beh, piacere, James D…-
-Si sappiamo chi sei.-continuò Lotti, avvicinandosi a Kalani ed appoggiandogli un gomito sulla spalla.-E sappiamo anche chi sei tu, tu tu, si anche lei,  lei e…-Lotti indicò Zoe, mantenendo una risatina.
-Si, anche la “british sweetheart”, o forse meglio la signorina “testata al lavandino”-concluse, Zoe scosse la testa ed incrociò le braccia annoiata.
-Mi farebbe tanto piacere restare qui e chiacchierare con voi ma sfortunatamente…non ne abbiamo voglia.-disse Miles con nonchalance, seguendo a ruota i compagni.-E poi abbiamo un after party, se non vi dispiace.-
-No guarda, ora ci mettiamo a piangere.-esclamò Emily, facendo finta di asciugarsi le lacrime con la mano, Lotti rise.
-Ma non vi rammaricate, siete invitati anche voi al party, l’angolino dei “vecchi arrivi” è tutto per voi.-disse, ormai l’attenzione era tutta puntata su di loro, ma non più come una volta, quando erano considerati i ragazzi più divertenti e pazzi del condominio, quelli che riuscivano sempre a farti ridere e che organizzavano sempre le cose più strane e insolite, erano visti con occhi diversi da gente diversa, come se non fossero più originali, non più…nuovi.
-Preferiamo mille volte andare al nostro di party!-esclamò Carlos, tutti lo guardarono con aria incredula.
-Quale party?-mormorò Kendall innervosito, Carlos gli fece segno di fidarsi con la mano, sussurrando un “ho in mano la situazione”.
-Già, avete sentito bene, anche i big time rush stasera hanno organizzato un party per…uh… l’uscita del nostro nuovo singolo, “Song for you”.-completò.
-Oh ma davvero? Allora se troviamo uno spacco veniamo a trovarvi e a vedere se tutte le chiacchiere sui big time rush e i loro “epici” avvenimenti sono vere.-disse Kalani, James incrociò le braccia e annuì.
-Oh ci puoi contare Kdoll!-esclamò, Kalani scosse il capo.
-E’ Kdope, non Kdoll.-lo corresse, James scrollò le spalle.
-Si okay è lo stesso!-disse,il gruppo dei tre si allontanò verso l’entrata del Palmwoods, seguiti a ruota dal resto della folla, ed i ragazzi rimasero praticamente soli, circondati solo dai soliti vecchi residenti del Palmwoods: Camille, che aveva guardato la scena incredula, guitar dude, le Jennifers, e gli altri.
-CHE COSA TI E’ VENUTO IN MENTE?!-gridò Logan arrabbiato, riferendosi a Carlos.-Ti ricordi l’ultima volta che tu e James vi siete cacciati in una situazione del genere cosa è successo? Ricordi i danni che avete provocato alla crib? O quelli fisici che MI avete provocato?-
-Uh…ho un vago ricordo…-esclamò Carlos, Logan gli mostrò la parte del mignolo cicatrizzata.
-Ecco, anche il mio mignolo lo ha!-replicò nervosamente, rinfilandolo velocemente in tasca.
-Carlos, mia madre mi ucciderà  se organizziamo un'altra festa, e sinceramente non voglio cacciarmi in questo guaio di nuovo.-esclamò Kendall, James sbuffò.
-Ma hai visto come ci hanno trattati quelli li? E come ci guardava l’intero Palmwoods? Pian piano l’ombra dei newbies soccomberà sui big time rush!-disse innervosito affiancando Carlos, ed entrambi incrociarono le braccia.
-James, sei come al solito il re del dramma.-disse Julia.-Se è un problema organizzarlo nella vostra crib potete farlo nella mia.-
-Non credo sia il…-
-SI SI SI!-gridarono in coro Carlos e James,  senza lasciar terminare quello che stava dicendo il povero Logan.-Daaaai Logan!-
Entrambi assunsero un’espressione supplicante con il labbro all’infuori, guardando Logan con gli occhi spalancati e sbattendo le palpebre.
-Avanti Logan, quanto male potrà andare?-esclamò Erikah, Logan incrociò le braccia e sbuffò.
-So che ci pentiremo amaramente di quello che stiamo facendo.-si limitò a dire, facendo scattare improvvisamente Carlos e James, i quali corsero verso l’interno del Palmwoods.-Julia, preparati a vedere raso al suolo il tuo appartamento.-
 
 
 
-Da quanto tempo non indossiamo questi smoking?-esclamò Carlos, aprendo l’armadio della loro stanza da letto e tirando fuori da uno scatolone due giacche leopardate viola e gialle, James sospirò e accarezzò la seconda.
-Bei tempi Carlitos, bei vecchi tempi.- disse, quelle due giacche avevano un magnifico ricordo impresso nella loro stampa animalier, risalente al lontano 2010, quando si erano trasferiti al Palmwoods.
Per l’uscita del loro primo album, lanciarono una piccola festa fra amici, e gli organizzatori ufficiali erano proprio Carlos e James, i quali  si soprannominarono “Gli hollywoods party, i re dei party a Hollywood”, ma la situazione stava filando troppo liscia, e a causa di un messaggio sbagliato da Carlos, il quale  “accidentalmente” invitò l’intera sua rubrica comprendente ballerini russi e cheerleaders, il raduno fra amici divenne un party incontrollabile, ma grazie ad un po’ di strategia e TANTI diversivi, riuscirono a non essere cacciati dal Palmwoods.
-Odorano ancora di cloro e patatine al formaggio, senti!-esclamò Carlos, sbattendo in faccia a Kendall la giacca, il quale la respinse con un espressione disgustata.
-Ugh, e anche di sudore e polvere, da quanto non lavate queste giacche?-disse, James scrollò le spalle.
-Ehm…dall’ultima volta che le abbiamo indossate.-
-Siete disgustosi.-tirò fuori Logan arricciando il naso, ma entrambi lo ignorarono e continuarono a contemplare le loro amatissime giacche.
 
 
 
 
Una testa rossa ed una castana si addentrarono nell’atrio del Palmwoods, con tre grossi borsoni sulle spalle, seguiti a ruota da altri due uomini che si giravano attorno come frastornati.
-C’è più moquette qui che in una tappezzeria.-esclamò Russell seccato.
-E’ c’è più negatività in te che in un elettrone.-rispose Sean passandosi una mano fra i capelli,per poi lasciare andare per un attimo il borsone a terra e prendere il gemello per le spalle.-Russell, siamo a Los Angeles! La città delle spiagge, la musica, il cinema, il surf, le ragazze!-
-E’ strano che tu faccia discorsi così dopo aver fatto una similitudine fra me ed un elettrone, nerd.-disse il suo gemello, ma prima che i due iniziassero a litigare un’altra volta, il padre Calvin li separò.
-Ragazzi, non fate scenate, siamo appena arrivati e voglio che si facciano un’idea buona su di voi, non voglio siate ricordati come i “Zack e Cody la vendetta”-disse, entrambi odiavano quando venivano soprannominati così.
Quentin fece roteare le chiavi fra le sue dita, e appena arrivarono al piano dove il loro appartamento era situato, le infilò nella serratura: il 7F.
Appena aperta la porta ci si affacciava su di un grosso salone dai colori tenui, sul beige chiaro, un divano a isola nel mezzo rivolto verso un tavolino da caffè che manteneva la televisione a schermo piatto, non una ad alta definizione, ma dava sui canali dei musical, e questo bastava ed avanzava per Calvin.
Attraverso un arco in muratura dello stesso colore delle pareti si andava in cucina, era piccola e un po’ vintage, forse questa era una delle poche camere del Palmwoods a non essere state ristrutturate, infatti sembrava risalisse al 1963.
-E’ un po’ diversa dalla nostra vecchia casa.-mormorò Russell indossando gli occhiali da vista quadrati, girandosi attorno confuso.
-A me piace molto, la trovo accogliente e molto vecchio stile!-affermò Quentin, toccando il divano col palmo della mano.-O mio Dio è pelle vera!-
-Magari non è l’appartamento più amato dagli animalisti.-concluse Sean.-Andiamo a vedere le stanze da letto.
I gemelli corsero verso l’atro grosso arco che si aprì su un corridoio stretto, dove c’erano tre porte separate, Russell spalancò la prima che conduceva alla stanza da letto.
Ma la camera non era poi così maschile.
Le pareti avevano cambiato colore, ed erano una specie di tonalità di rosa chiaro, tipo il colore del salmone che si mette sul teriaki, c’erano due letti separati, uno sotto la finestra che si affacciava sul parco del Palmwoods, con in bella vista anche la spiaggia, e l’altro invece sul muro.
Il problema era che, sulle pareti, insieme al terribile color sushi, c’erano anche disegnati degli unicorni e arcobaleni.
Tanti piccoli unicorni sorridenti che saltavano su questi colorati arcobaleni, con criniere decorate e zoccoli smaltati, circondati da delle stelline sorridenti e nuvolette rosa shocking, un sogno per una bambina di cinque anni, ma una deprimente distruzione di vita sociale per due gemelli di diciotto anni.
-E’ uno scherzo vero?!-esclamò Sean facendo cadere la sua valigia a terra, Russell scoppiò a ridere buttandosi sul materasso.
-Non pensavo la nostra vita potesse diventare più gay…e ora mi rimangio tutto!-gridò rotolandosi dalle risate sul letto, alzando però la testa e urtandola sul davanzale della finestra.-AHIA!-
Quentin e Calvin, sentito il tremendo impatto fra la testa rossa e qualcosa di duro, corsero nella stanza, ma rimasero sbalorditi appena visti quegli inquietanti unicorni luccicanti.
-Oh.-si lasciò sfuggire Calvin.-Questa stanza sarebbe la vostra…?-
-SI!-gridò Sean innervosito.-La nostra stanza è quella di una bambina di sette anni con  una seria ossessione per il rosa! Ma non vi siete informati su chi prima aveva l’appartamento?-
-Ma Sean eravamo così felici per voi che avevate ottenuto l’ingaggio e…-
-E ora dormiremo attorniati da cavallucci volanti!-disse Russell ridendo, Sean scosse la testa.
-Come fai tu a ridere?! Se invitiamo degli amici, o delle ragazze…? –
-Sean.-disse Quentin portandosi i riccioli neri su e ponendogli una mano sulla spalla.-Siamo appena arrivati, questo luogo è dove tu e Sean, insieme al lavoro, farete le vostre esperienze, realizzerete i vostri sogni e…-
-E tu smettila di dare questi stupidi consigli o discorsi da padre generoso, so cavarmela da solo.- gridò Sean innervosito, Calvin sgranò gli occhi e incrociò le braccia arrabbiato.
-SEAN!-lo ammonì, il ragazzo sbuffò e corse verso l’uscita, sbattendo la porta dell’ingresso, aveva sempre avuto problemi nel contenere la rabbia, ad un certo punto scoppiava e tirava fuori il PEGGIO di se.
Prese le scale di fretta e furia, vagando senza una meta fra i piani, per poi arrivare nel lobby ed accomodarsi su una poltroncina, con il gomito sul bracciolo di stoffa.
Non è che non gli piacesse Quentin, gli stava simpatico, era un ottimo consigliere ed anche chef occasionale, ma non sopportava il fatto che fosse sempre tranquillo, quello che mette apposto le cose in un batter d’occhio, e pensava che né lui né Russell potessero andare avanti senza un’altra figura da genitore, cosa che lo infastidiva un sacco.
Alzò lo sguardo verso i ragazzi che girovagavano all’ingresso: alcuni si dirigevano alla piscina armati di salvagenti e pistole ad acqua, altri ripassavano copioni andando avanti e indietro ansiosamente, qualcuno meditava a gambe incrociate sui divanetti in posizione Zen, mentre un grande gruppo di ragazzi suonava con delle posate sul tavolo da caffè cantando a cappella “Like a Virgin” di Madonna.
“Certo che qui sono tutti parecchio strani” pensò Sean, nel suo piccolo quartiere abbastanza benestante erano tutti molto tradizionali e conformisti, era strano essere catapultato in un ambiente completamente diverso nella città più desiderata del pianeta.” E queste sedie non sono da meno, sembra quasi che vibrino”
Infatti era proprio così, il suo sedere iniziò a tremare fastidiosamente come se ci fosse un terremoto solo sul suo posteriore.
-E’ il mio cellulare.-disse una voce femminile alle sue spalle, Sean scosse il suo lato B e si alzò in piedi, accorgendosi che quel movimento tellurico era dovuto ad un Iphone dalla cover a forma di gattino che ruotava su se stesso.
Alzò lo sguardo verso la ragazza, che sghignazzava fra se e sé: aveva i capelli castani legati in una coda spettinata in cima alla testa, gli occhi grandi e scuri sopra gli zigomi pronunciati, la carnagione olivastra ed un sorrisetto furbo, e a giudicare dall’accento non era americana.
-Oh.-disse Sean.-Questo spiega tutto.-
La ragazza ridacchiò in uno sbuffo e raccolse il suo telefono dalla poltrona, controllando la chiamata e rovesciando il sorriso in un broncio annoiato.
-Ugh, era mio padre.-mormorò.-Non sopporto il fatto che mi chiami ventiquattro ore su sette.-
-Hai rapporti difficili con lui?-domandò Sean incuriosito, la ragazza bloccò il cellulare e lo ficcò in tasca.
-No, è solo che… i miei si sono separati da poco, e ora che io e mio fratello dobbiamo passare un mese con lui sta diventando oppressivo.-rispose, Sean annuì.
-A chi lo dici, io mi sono appena trasferito qui- La ragazza sorrise.
-Io sono qui da un mese, ma mi sono subito ambientata, vedrai che è divertente vivere al Palmwoods.-esclamò, poi allungò la mano verso quella di Sean.-Piacere, Talia.-
-Sean, il piacere è mio.-rispose lui stringendogliela, quando Russell gli comparve alle spalle ansimando.
-Perché sei scappato così? Papà è arrabbiatissimo con te e…-
-ODDIO!-gridò Talia sconvolta.-Siete identici!-
-Talia, lui è Russell, il mio gemello.-lo presentò Sean, Russell sogghignò e le fece un occhiolino.
-Io sono quello carino.-esclamò con nonchalance, togliendosi i grossi occhiali dal viso e mostrando i suoi due occhietti azzurri, Talia rise e improvvisamente sembrò quasi illuminarsi.
-Ma allora voi due siete il gruppo jazz che mio padre ha ingaggiato!-disse, Russell sbarrò gli occhi sbalordito.
-Tuo padre è Howel Gallagher? Il discografico australiano?- disse in stato di shock, Talia annuì.
-Esatto, nonché il più grande rompi scatole dell’Oceania.-continuò la ragazza, il suo Iphone riprese a vibrare.-Devo andare, è mio fratello indeciso su che smalto mettere.-
-Aspetta un secondo…che smalto mettere?-disse Sean incredulo, Talia fece una smorfia.
-Hai sentito bene.-
 
 
 
 
 
-SONO FIERA DI TE!.-
Alexa uscì dalla doccia dell’appartamento ancora gocciolante, e stritolò la figlia in un abbraccio bagnato.
-Mamma!-mugugnò Zoe innervosita.-Staccati che mi grondi sui piedi!-
Alexa sbuffò e mise i capelli scuri in un asciugamano.
-Finalmente ti sei svegliata un po’!-continuò la mamma, Zoe storse la bocca.
-In che senso?-domandò.
-Ho visto la tua intervista oggi!-rispose Alexa, dandolo quasi per scontato.-E sono davvero felicissima che hai tirato fuori la tua rabbia!-
-NON ERA RABBIA!-rispose Zoe.-Era terrore, urla di terrore tramutatesi in parolacce appena il mio cranio ha fatto contatto con della ceramica!-
-Ugh, okay è come dici tu, ma sai, è scientificamente provato che dicendo parolacce appena dopo un urto il dolor…-
-Mamma, non voglio saperlo!-la tagliò Zoe, Alexa smise di parlare offesa.-Scusami, ma voglio lasciarmi questa giornata alle spalle.-
-Okay, ti perdono solo stavolta, la prossima che mi insulti mi fai da schiava per un giorno intero.-
-Sai che è contro la legge schiavizzare i propri figl…-
-Zoe, non lo voglio sapere!- Alexa le fece il verso, e Zoe scosse il capo arresa, poi si alzò in piedi dallo sgabello stiracchiandosi.
-Ora meglio che mi vada a sbarazzare di questi abiti, i ragazzi hanno organizzato un “non-party” nell’appartamento di Julia-
-Mi devo preoccupare?-chiese Alexa, Zoe scosse la testa.
-Credimi proprio stavolta non c’è nulla di cui preoccuparsi,  i nuovi arrivati al Palmwoods stanno tenendo un after party nella loro crib, e sono sicura che tutti i ragazzi del condominio siano lì.- affermò dispiaciuta facendo una smorfia.-Però sono sicura loro si inventeranno qualcosa, dopotutto sono pure sempre i big time rush.-
 
 
 
 
 
 
-Make this an epic night, we’re gonna do it right, our hands up in the ai-i-i-r, make this an epic night, don’t wanna see daylight, our hands up in the ai-i-i-r…-
James alzò al massimo il volume dello stereo, e Julia si tappò le orecchie con le mani.
-JAMES ABBASSA SUBITO LA MUSICA!- gridò, e Carlos scivolò velocemente affianco all’amico, continuando ad abbottonare lo smoking leopardato.
-Julia, questo non è per niente “party-holic” da parte tua.-esclamò Carlos, Julia aggrottò la fronte.
-Oh io sono molto “party-holic”, non potete nemmeno immaginare quanto! E poi, vi ho lasciato organizzare il party nella mia crib, non me ne fate pentire!-disse indicandoli con la mano, Logan le passò davanti con un bicchiere rosso in mano.
-Uhmm no te ne pentirai.- disse ironico, scoppiando  in una risatina, Julia alzò gli occhi al cielo ed iniziò a sistemare i bicchieri sul tavolino di vetro.
Kendall spalancò la porta, un espressione un po’ delusa aveva occupato la sua faccia.
-Allora? Trovato invitati?-domandò James impaziente, Kendall strinse gli occhi.
-Una specie…-disse, quando il campanello suonò.
James corse confuso verso la porta, e appena spalancata non rimase per niente sorpreso.
Zoe, Emily, Camille,Erikah, Guitar dude, il trapezista russo sordomuto, alcuni di quei ragazzi che suonavano i cestini della spazzatura,il nerd blogger sempre appiccicato ad un ipad e Jett Stenson, l’attore più vanitoso che tu potresti mai incontrare, erano sull’uscio.
-E questi sarebbero i nostri invitati?-disse James disgustato, trattenendo leggermente l’aria per riuscire a non sbottonare la giacca viola che oramai gli andava stretta, Kendall sgranò gli occhi innervosito.
-Beh non è colpa mia se tutti i ragazzi del Palmwoods stanno al meraviglioso party dei Wired empire! –rispose a tono, Emily continuava a fissare shoccata lo smoking di James.
-Ma cosa ti sei messo?!-gridò, James sistemò i bottoncini finali della giacca.
-E’ un pezzo vintage Emily, non ci scherzare su!-continuò lui, lasciando poi entrare tutti quanti nell’appartamento.
Ambiguamente, tutti iniziarono a vagare in tondo, mangiucchiando delle patatine al buffet e accarezzando il legno dei tavolini, scambiando qualche sguardo confuso con qualcuno.
-Più che un party questo mi sembra una celebrazione funebre.-esclamò Zoe, Carlos e James rimasero seduti tristi su due poltroncine.
-La nostra reputazione degli Hollywood party, i re dei party a Hollywood, è ufficialmente…-esclamò James, Carlos sospirò.
-Distrutta.-finì la frase di James, alzando il bicchiere di coca cola e scontrandolo contro quello dell’amico, Julia si dispiacque e fece segno a Logan,Erikah,Emily,Zoe e Kendall di avvicinarsi.
-HEY!-gridò Emily cercando la loro attenzione, Carlos e James alzarono lo sguardo.-Siete dei bravissimi organizzatori, vi faccio i complimenti.-
-Non dire bugie Ems, questa festa è un emerito disastro!-esclamò James, per poi indicare il ragazzo russo che era seduto con le gambe incrociate in un angolino del salotto.-Persino Vladislav sembra annoiarsi, ed è un muto che normalmente è seduto con un piede dietro la testa e col braccio si taglia le unghie mentre canta canzoni folk russe!-
-Okay okay, magari questo party non è il massimo dell’entusiasmo, però ci stiamo divertendo, no?!-esclamò Erikah .-CHE NE DITE VOI, VI STATE DIVERTENDO?!-continuò urlando, tentando di coinvolgere il resto degli invitati, i quali si scambiarono sguardi inquieti e risposero all’unisono in un demoralizzante “uh…okay”.
-Sono così depresso.- affermò Carlos, i ragazzi non sapevano davvero cosa dire, erano così dispiaciuti e arrabbiati dentro quanto lui, non erano più nessuno, erano i vecchi scarti del Palmwoods, i giochi vecchi sostituiti per dei magnifici e scintillanti giocattoli  tecnologici, l’iphone 4 rimpiazzati dal 5S e così via, praticamente, ERANO IGNORATI.
-Sapete che vi dico?.-Incalzò Kendall, sogghignando.-Carlos e James hanno ragione, i wired empire devono capire chi è che regna qui!-
-Oddio Kendall non appoggiarli!- disse Logan, ma ormai troppo tardi visto che mentre parlava Kendall aveva già sfilato il cellulare dalla mano.
-Hey hey niente decisioni affrettate, questo è il mio appartamento!-disse Julia afferrando il telefono di Kendall, già impostato sulla finestra “scrivi un tweet”,James aggrottò la fronte.
-Oh, giusto, Julia “non-ho-uno-spirito-da-partyholic” ha troppa paura di non poter avere tutto sotto il suo controllo!-disse,Julia grugnì e gli diede uno sguardo di sfida.
-Ritira quello che hai detto!-gridò indicandolo.-Non è vero che sono una maniaca del controllo! Giusto ragazzi?!-
Julia cercò gli sguardi dei suoi amici, ma tutti si limitarono a guardarsi intorno ignorandola o fischiettando.
-LOGAN!-continuò Julia, Logan finse di riprendere coscienza.
-Che c’è?-
-Sei il mio ragazzo, difendimi!-continuò con le braccia incrociate, Kendall trattenne una risata e si avvicinò all’orecchio di Zoe.
-Logan è in un vicolo cieco.-mormorò, Zoe scosse il capo e sorrise.
Logan si fece uscire diversi “uhmm” e “ergh”, ma nessuna esclamazione vera e propria, Julia iniziò a spazientirsi.
-Allora?-esclamò, Logan sospirò.
-Beh…da un lato a te piace controllare e manipolare le situazioni…-disse, l’espressione di Julia divenne confusa.
-In che senso?-
-Che al tuo esame di guida hai voluto scegliere che stazione radio mettere per tranquillizzare i muscoli delle braccia .-continuò Logan, Julia scosse il ciuffo riccio dai capelli.
-Questo non prova nulla…-
-O che decidi che salsa mettere nei miei panini durante i picnic per insaporire meglio, qualche volta hai paura che tu possa fare ritardo al corso di Karate quindi prenoti il taxi un’ora prima, chiedi a tutte le persone che conosci prima quando compie gli anni così da annotarlo sul tuo block notes ed essere sicura di non aver già un impegno quel giorno…-elencò Logan, gli altri annuirono.
-Oh, e vi ricordate quella volta che…-
-OKAY!-gridò Julia annoiata.-Visto che mi considerata una maniaca con un problema compulsivo di eccessivo controllo…-
La ragazza iniziò a scrivere qualcosa sulla piccola tastiera del cellulare, Emily allungò il collo per leggere cosa stesse facendo.
-Julia noi stavamo soltanto scherz…-
-No, no, avete ragione, devo lasciarmi più andare!-esclamò, con gli occhi sempre puntati sullo schermo.-INVIO!-
Big time rush party 2night! Correte al Palmwoods hotel, appartamento 4B terzo piano, B sure 2 party hard! :) #bigtimeparty”
Julia sogghignò e lanciò il telefono in mano a Kendall, per poi incrociare le braccia,Logan si mise una mano in viso.
-Adesso chi è che non si sa divertire?!-disse, Carlos e James annuirono all’unisono.
-Vedremo Julia,vedremo!-
 
 
 
 
-Sean…-
Suo padre Calvin spalancò la porta della sua nuova stanza, trovando Sean impiegato nel piegare jeans e magliette, che gli diede un occhiata dispiaciuta.
-Ciao.-disse, riprendendo a piegare la larga t-shirt nera che aveva fra le mani.
-Non sono arrabbiato con te, quindi puoi anche parlarmi normalmente.-scherzò Calvin sorridendogli, Sean si strinse nelle spalle.
-In realtà io sono arrabbiato con me stesso, non capisco perché sbotto in quel modo, mi faccio schifo da solo.-
-Non dire così Seaoni, Quentin non se le presa poi, sa dei tuoi problemi con il controllo della rabbia.-lo tranquillizzò il papà.
-Ora non ci voglio più pensare.-rispose Sean posando la valigia per terra, quando Russell sbucò fuori dal bagno, con il filo del phon attorcigliato al braccio e le ciocche rosse sparse sul viso.
-TU!-Russell indicò Sean con l’asciugacapelli.-Vestiti, andiamo a un party! E non puoi rifiutarti di andare! –
-Quale party?-domandò il fratello, Russell gli corse incontro schiaffandogli il suo cellulare in faccia.
-QUELLO DI LOTTI  BECKENDORF!gridò, Sean strizzò gli occhi per vederci meglio,  notando che era la fotografia di una ragazza dai lunghissimi capelli biondi, circondata da altri due ragazzi, il nome non gli era tanto familiare.
-Non ho idea di chi sia.-affermò Sean, Russell alzò gli occhi al cielo e strinse la cinturina dell’accappatoio.
-Lotti è quella rapper di cui ti avevo parlato e mostrato i video su youtube!- spiegò.-Quella ragazza sarà mia!-
-Come pensi che una come lei potesse mai interessarsi ad uno come…cioè…a te?- disse Sean ridendo osservando meglio la foto.
-Fratellino, magari tu sarai stato un nerd patentato con i cerotti sulle dita al liceo, ma io ho i miei assi nella manica!-rispose Russell sorridendo.-A chi non piace un affascinante sassofonista inglese?-
-Lei non mi sembra esattamente una tipa da …sassofonista.-commentò Calvin, indicando l’outfit molto eccentrico di Lotti, comprendente una gonna fuxia a balze, un cappello giallo con su stampato “Punk is dead” ed enormi anfibi argentati ai piedi.
-Papà, credimi, appena vedrà tutto questo…-Russell scosse il ciuffo rosso e si puntò con l’indice.-Il fatto che sono un sassofonista sarà l’ultima cosa a passarle per la mente!-
 
 
 
 
 
 
 
 
La signora Bunchen fece una smorfia disgustata alla vista della bottiglia di champagne retta sul tavolo in vetro, uno dei TANTI regali lasciati in giro per l’appartamento affittato del Palmwoods.
-Ew.-si fece scappare, afferrandola e cercando il prezzo scritto in minuscolo sul fondo.-136 dollari, si sono davvero sprecati!-
Sbuffando, lasciò la bottiglia sul tavolo e si girò attorno altezzosamente, di certo la suite non era come tutte le altre in cui era stata ospitata.
Si sedette sul divano in pelle e si concentrò alla ricerca di qualcosa da fare, solo l’idea di essere circondata da ragazzini le dava sui nervi.
Così prese la vestaglia in seta dalla valigia e si appisolò, senza sapere che fra poco qualcosa avrebbe sconvolto totalmente il suo soggiorno al Palmwoods…
 
 
 
Logan scuoteva continuamente la testa preoccupato, camminando avanti e indietro per il salotto.
-Che c’è?- chiese Julia seccata.
-Qualcosa andrà storto, me lo sento, ho già le strette alo stomaco!- rispose Logan.-Ed è tutta colpa tua!-
-Colpa mia? Ma se siete voi che mi chiamate maniaca del controllo!-
-Tu te la prendi troppo Julia! Prendi stupidi scherzi alla lettera e…-
Il campanello suonò svariate volte, non lasciando terminare la frase di Logan, Carlos spolverò con le mani lo smoking dalle briciole e afferrò James per un braccio, facendo la via per la porta d’ingresso.
-E’ ora!-disse eccitato Carlos prendendo un respiro profondo.
-Gli Hollywood super party riaffermeranno la loro gloria!- continuò James, abbassando la maniglia, ma chi c’era di fronte a loro non era precisamente chi si aspettavano.
Lotti, Miles e Kalani  erano sorridenti e…fosforescenti, sull’uscio dell’appartamento, vestiti tutti e tre coordinatamente: Lotti aveva come al suo solito una delle sue eccentriche gonne, stavolta color evidenziatore, i capelli biondi raccolti in due codini alti e un paio di calze a pois rosse, Miles invece aveva un cappellino degli Chicago Bulls sempre giallo fluorescente al contrario, e mille catenine al collo, mentre Kalani era in tinta con gli altri due per la larga canottiera fluo con su scritto a caratteri cubitali “HELL TO THE NO”, avrebbero potuto privare della vista un qualsiasi essere umano nei paraggi al buio con quell’abbigliamento da mal di testa.
-Belle giacche.-affermò Miles sarcastico, squadrando James e Carlos dall’alto in basso, James roteò gli occhi e sistemò il colletto.
-Almeno le nostre giacche non rischiano di rendere cieca una persona.-ribattè lui, Lotti fece un mezzo sorriso.
-Lo so, non è grandioso?!-esclamò, i due amici si guardarono confusi.
La ragazza spinse i due con le braccia catapultandosi dentro l’appartamento, sporgendo la testa fuori e mettendosi la mano sopra gli occhi scherzosamente,facendola ondeggiare avanti e indietro.
-Uhm…mi sembra di non vedere nessuno qui!- disse Lotti ironica.-Non che ne fossi sorpresa dopotutto.-
-Ci avete provato sfigati.-Kalani mise una mano sulla spalla di Carlos.-L’era dei Big Time rush è term…-
Improvvisamente, un gruppo di ragazzi si ammassò contro la porta del 4B osservando meravigliati l’interno della crib.
-Oh.-disse uno di loro.
-Mio.-continuò una ragazza.
-DIO.-terminarono tutti in coro, Kendall,Zoe ed Emily si avvicinarono ai due.
-Uhm…chi siete?-chiese Emily, una ragazza dai capelli rossi indicò il suo cellulare.
-Siamo qui per il big time party, no?- esclamò.-Abbiamo letto il tweet e siamo subito corsi qui!-
-DOV’E’ IL CIBO?!-gridò un altro ragazzo, Zoe esitò.
-Ehm…è sul tavolo lì in fondo ma…-
Ignorandola completamente, la mandria di ragazzi si diede ad un inseguimento spasmodico nella crib, Lotti,Kalani e Miles rimasero sotto shock.
-Cosa stavi dicendo, Kdumb?-disse James beffardamente, Kalani brontolò.
-E’ KDOPE!-gridò, ma la ragazza dai capelli rossi corse ad alzare al massimo il volume della musica.
-SCUSA! NON TI RIESCO A SENTIRE!-urlò Carlos.-ORA SE VI DISPIACE DOVRESTE TORNARE AL VOSTRO NOIOSISSIMO PARTY!-
Lotti corrugò la fronte innervosita, facendo segno ai due di avanzare, si posizionò a cinque centimetri dalle facce di tutti quanti.
-E’ un po’ troppo vicino per i miei gusti…-mormorò Kendall, Lotti scosse la testa e assunse un espressione di sfida.
-Non è finita qui, big time rush, renderemo il vostro Palmwoods il nostro prima o poi e non abbiamo paura di farvi a pezzettini, e credeteci, ci sappiamo fare con le parole, quindi,  guardatevi le spalle.- esclamò, facendo quasi un piccolo ghigno maligno, Miles annuì.
-Esatto, guardatevi le spalle!-ribadì lui, Lotti grugnì alzando gli occhi al cielo.
-Che ti ho detto riguardo allo smettere di ripetere ciò che dico io!?-disse a denti stretti, Miles abbassò lo sguardo.
-Che mi fa sembrare un pappagallo senza personalità e disturbi mentali.-mormorò Miles, Lotti annuì.
-Esatto, ora andiamocene, non mi va di respirare la loro stessa aria!-
Lotti con un gesto delle mani spostò Carlos e James di lato, uscendo dall’appartamento arrabbiata.
Il gruppetto si diresse nel corridoio, Kalani e Miles iniziarono a correre per stare al passo con Lotti.
Improvvisamente, Lotti  si scontrò con due ragazzi apparentemente indentici, Sean e Russell.
-LOTTI!-gridò Russell shoccato, Lotti alzò un sopracciglio e incrociò le braccia.
Russell rimase incantato per due secondi, era ancora più bella da vicino, nonostante avesse un muso lungo che le arrivava quasi fin sotto le grosse sneakers nere zeppate alte circa cinque centimetri.
-So che non mi conosci,io sono Russell!-disse risvegliandosi e cercando di assumere una voce più profonda, Lotti venne raggiunta anche dagli altri due, i quali diedero delle occhiatacce ai gemellini.
-Chi?- esclamò Lotti impassibile, Sean fece una smorfia confusa, Russell si passò una mano fra i capelli imbarazzato.
-Uh…io, io sono Russ…-
-No-lo bloccò Lotti.-Chi te l’ha chiesto.-
Kalani e Miles si fecero scappare una risata e le schiacciarono il cinque, Russell restò con una mano a mezz’aria e la bocca spalancata, Sean cercò di non ridere.
Lotti sbuffò e l’urtò con la spalla, Kalani e Miles fecero lo stesso.
-Fratellino, non hai chance!-esclamò Sean sorridendogli, Russell scosse la testa.
-Oh no, lei sarà MIA!-Russell si girò verso Sean.-Non ho ancora tirato fuori i miei assi nella manica!-
-Credimi.-Sean gli mise una mano sulla spalla.-Non ti darà mai il tempo di farteli tirar fuori.-
 
 
Intanto Lotti continuava a correre per i corridoi, seguita a ruota da Kalani e Miles.
-Sei stata grandiosa prima con…-
-NON MI IMPORTA!-Lotti si girò di scatto, la rabbia le ribolliva nel sangue.-L’unica cosa che importa è considerare i big time rush e la loro piccola brigata di idioti senza talento schierati, schierati e…sapete cosa?-
-SCHIERATI!-gridarono in coro tutti e tre, scambiandosi occhiate d’intesa.
 
 
 
 
-DON’T STOP, KEEP ON MOVING GET IT UP, GET IT GOING, THROW YOUR HANDS IN THE AIR UNTIL THE SUN COMES UP!-
Carlos e James indossarono le loro corone di palloncini e salirono sul tavolino da caffè;
-UDITE UDITE INVITATI!-gridarono facendo un inchino, tutti i ragazzi si raccolsero attorno a loro.-Sono felice tutti voi siate qui a festeggiare il ritorno degli Hollywood super party, per questo, abbiamo decretato che, a noi due sovrani dei festeggiamenti LosAngeliani, ci si potrà unire un ALTRO re!!-
Tutti iniziarono ad esultare  contenti, Logan si mise una mano in faccia.
-Ci risiamo…-mormorò fra se e sé.
-Giudicheremo il prossimo sommo imperatore in base a una semplice gara…-esclamò James, per poi dare uno sguardo indeciso a Carlos.-Quale gara?-
Kendall alzò una mano, Carlos lo indicò.
-Sir Kendall, parli pure!-
-Che ne dite di un torneo di ingozzate di palline al formaggio?!-propose,Zoe scoppiò a ridere.
-Io concordo!-dissero in coro Julia,Emily, Erikah e Zoe, James e Carlos si guardarono soddisfatti.
-E COSI’ SIA!-gridarono all’unisono, quando un rumorosissimo clacson bussò.
Non faceva un semplice “beep”, sembrava ripetere all’infinito un lungo suono fastidioso, riproducendo quasi una musichetta.
-Che cos’è questo rumore?-domandò Erikah, cercando di superarlo con la voce.
Tutti si ammassarono contro la finestra, ed un ragazzo elettrizzato urlò:
-E’ IL PARTY BUS!-
-Il party che?-Logan rimase sconvolto, e la folla di ragazzini travolse tutti e otto.
L’appartamento si svuotò in un batter d’occhio, i ragazzi si scambiarono sguardi terrorizzati.
-Di che cosa stanno parlando quei ragazzi?!- disse Kendall shoccato, sistemandosi i capelli ammaccati dal pestaggio da parte di tutti gli invitati.-E’ stata una tua idea?!-continuò, indicando Carlos.
-Te lo giuro non ho fatto niente!-rispose Carlos con le mani alzate, Julia storse la bocca e si allontanò da gruppo.
-James?-chiese Emily, James scosse la testa.
-Sono stato tutto questo tempo con Carlos e non ho guardato di striscio il mio telefono!- replicò lui.
Julia distolse lo sguardo dagli altri, concentrandosi sulle tende del salotto e i cuscini del divano, e appena si resero conto della sua totale noncuranza, si voltarono verso di lei.
-Julia…?-disse Logan, Julia strinse le labbra.
-Mh…si?-
-Sei stata tu non è vero?-continuò Zoe, Julia sbuffò e scrollò le spalle.
-Okay okay sono stata io, è che mi avete fatto sentire così giù chiamandomi “maniaca del controllo” , poi sono sotto stress per l’esame di guida e ho così tanti pensieri nella testa e…-Julia prese un profondo respiro.-Volevo essere un po’ più come voi, più…senza pensieri.-
-Julia, chiamare una rete televisiva per registrare un party fuori controllo non è essere senza pensieri!!-protestò Logan.
-Oh scusami tanto se non ci ho pensato, per una volta che non ero attaccata alla mia agenda da pazza dell’autocontrollo speravo non mi criticaste come al solito!-rispose lei.
-Noi non ti critichiamo Julia! Ma siamo i tuoi migliori amici, e se proprio noi non dobbiamo essere onesti con te allora chi dovrebbe esserlo?!-continuò Erikah, Zoe alzò le mani in segno di resa.
-VA BENE VA BENE!-gridò mettendoli a tacere.-Ora non mi sembra il momento adatto per discutere, visto che stiamo per essere invasi da teenager in preda a sete di festeggiamenti e cameraman!-
Improvvisamente, un boato distrusse l’atmosfera quasi tranquilla dell’appartamento, e una dozzina di ragazzi iniziò a correre nel 4B come fosse casa loro, alzando la musica dubstep dalle casse al massimo del volume.
-BENVENUTI SUL PARTY BUS! AYE AYE!!-gridò Mario Lopez, il famigerato presentatore di Mtv.-Siamo al Palmwoods resident, in California, ad un party della boyband d’America , i big time rush!!!-
Mario vagò fra i ragazzini che avevano praticamente fatto proprio l’appartamento, e afferrò Kendall e Zoe per un braccio.
-QUI ABBIAMO KENDALL KNIGHT E LA SUA RAGAZZA ZOE LEESHAY!-esclamò,Zoe si allontanò dalla sua ascella.-Come va ragazzi?!-
-Uh…bene, credo…-disse Zoe al microfono che le venne puntato in faccia, Kendall lo prese dalla mano di Mario.
-Si stiamo benissimo, ma se ora ti dispiace Mario abbiamo una questione da risolvere CIAO!- esclamò velocemente, allontanandosi dalla telecamera con Zoe a sua ruota, Mario fece una smorfia confusa.
-Wow, si vede che andavano di fretta!- affermò sorridente, continuando a viaggiare e saltellare per l’appartamento.
 
Erikah ed Emily si fecero spazio fra la gente, e appena adocchiarono due giacche leopardate che tentavano di raggiungere il tavolo del buffet presero la rincorsa.
-VOI DUE!-gridò Emily, James alzò il bicchiere di coca cola in aria per non rischiare di rovesciarselo sull’amato smoking.
-Dovete liberarvi di questa gente!-continuò Erikah, stizzita. –Prima che succeda qualcosa di DAVVERO grave.-
-Hey, perché adesso scagliate la colpa su di noi?!- contestò  James, Emily gli puntò un dito contro.
-Perché voi siete gli Hollywood party, e se sapete organizzarne uno, allora ve ne saprete pur disfarne!-
-E poi l’idea di farlo è stata vostra!-la appoggiò Erikah, Carlos storse la bocca e sospirò.
-Lo so, ma…siamo teenager! Prendere queste difficili decisioni è asfissiante!- esclamò, James annuì.
Mentre sceglievano cosa fare, un grido di visibilio puro li distrasse, portandoli a girare la testa verso la cucina.
-Ma che cosa sta…-Erikah non finì di parlare.
-ABBIAMO TROVATO L’ORO!!!-
Una massa informe di ragazzi alzò le braccia al cielo, un’assordante canzone di Skrillex bombardava onde sonore altissime, e un tipo cacciò dal frigorifero una confezione di bottiglie di birra.
-E’ NOSTRA!-gridò abbracciando Mario Lopez, che scaraventò il microfono sul bancone da cucina e si unì a saltare con i ragazzi, persino il cameraman era stato trascinato dalla musica, infatti mentre manteneva la telecamera balzava su e giù ed i capelli afro gli volavano ovunque.
-ECCO COSA INTENDEVO PER QUALCOSA DI GRAVE!-esclamò Erikah, Julia, Zoe, Kendall e Logan raggiunsero gli amici.
-Avevi alcolici nel frigorifero?!!-gridò Zoe, Julia scosse la testa sbigottita.
-Non avevo idea i miei genitori li avessero lasciati lì, non sono andata a controllare e…-
-Questa situazione è fuori controllo Julia!-urlò Zoe arrabbiata, Julia tirò su col naso, come se fosse sul punto di scoppiare in lacrime.
-MI DISPIACE!-Julia trasalì.- Ma ora se continuate a rimproverarmi non risolverete nulla!-
La ragazza si voltò, indicando Mario Lopez che iniziava a scolarsi un’intera bottiglia di birra, scontrandola con quella di due ragazzi.
-Dovete cercare di distrarli, inventare un diversivo e cacciarli dal mio appartamento!-esclamò,Kendall esitò.
-E quale diversivo pensi potremmo attuare? –chiese, tutti assunsero delle espressioni pensierose, quando ad Emily le si illuminò una lampadina.
-Che ne dite di un “finto incendio”?-esclamò, Logan sobbalzò.
-Ma sei impazzita? Bitters ci prenderebbe a calci fuori di qui se vede solo una fiamma!-
-Infatti, io non ho detto di appiccare un fuoco nel bel mezzo del Palmwoods, ma di fare FINTA che ce ne sia uno!-rispose Emily con un ghigno furbo sulle labbra,James alzò le spalle.
-Perfetto, ho una fidanzata piromane!-proclamò James, Emily fece segno a tutti di ascoltarla.
-Allora, Zoe e Kendall usciranno fuori dall’appartamento e prenderanno l’estintore, dovrete semplicemente bruciacchiare un pezzo di carta sotto l’allarme antiincendio del piano per farla suonare, così che tutti se ne ritornino nel loro party bus del cavolo!-spiegò Emily, poi si voltò verso Carlos,Erikah,Julia,James e Logan.-Quanto a noi, dobbiamo cercare di nascondere gli alcolici e distrarli, prima che Bitters ci scopra sul serio e rischiamo di brutto! Siamo tutti d’accordo?!-
-SI!-gridarono in coro, Emily prese un lungo respiro e li guardò tutti negli occhi.
-Buona fortuna ragazzi.-
 
 
Zoe e Kendall cercarono di uscire dall’appartamento, quando Zoe urtò la testa su quella di una tizia.
-Ahia!-gridò lei, massaggiandosi il capo, la ragazza scoppiò a ridere e prese un lungo sorso dalla bottiglia.
-Non ti sei messa a imprecare stavolta, british sweetheart?!-esclamò, per poi scoppiare a ridere sguaiatamente, Zoe abbassò lo sguardo ai suoi piedi.
-Lasciala perdere…-la confortò Kendall, mettendole un braccio sulla spalla, Zoe agitò il capo.
-Sarà la…sedicesima persona che me lo ricorda qui dentro, io non ce la faccio più!-esclamò scostandosi e finalmente aprendo la porta del 4B, Kendall la seguì fuori.
-Perché sei perennemente arrabbiata con te stessa? E’ stato un errore, tutti li facciamo!-disse, Zoe aveva lo sguardo fisso sull’allarme, e appena la trovò fece scattare la rotellina dell’accendino.
-Si, ma io ne faccio troppi, e sono anche belli grossi!-rispose, quando si innervosiva il suo accento inglese diventava più forte.
-Si ma devi smetterla!-disse Kendall, prendendo il pezzo di carta e avvicinandolo alla fiamma.
-Smettere cosa? Di fare sbagli?-
-NO! Devi smettere di auto criticarti e farti problemi su quello che la gente pensa!-Kendall iniziò ad alzare la voce.
-A me non mi importa quello che la gente pensa, a me importa quello che le persone a cui voglio bene pensano! E da quanto sto sentendo, tu mi credi una pazza fissata per il giudizio altrui!-Zoe iniziò a bruciare la carta, la presa saldissima sull’accendino tanto da far sudare la mano,a Kendall gli scapparono di bocca delle parole che sarebbero dovute rimanere inchiodate fra le sue corde vocali.
-Beh in questo momento ti stai comportando davvero come tale!-
Zoe alzò lo sguardo verso quello di Kendall, gli occhi iniettati di pura delusione.
-Zoe io non intendevo…-
-Tu non riesci proprio a capire, vero?-esclamò Zoe con la voce spezzata.-Ho avuto un passato difficile alle spalle, e ora che pensavo di aver superato quegli ostacoli speravo di averli superati, ma non è così facile per me!-
 
-Non volevo dirti quel…-
BEEP BEEP BEEEP!
L’allarme scattò improvvisamente, e Zoe spaventata lasciò cadere la carta per terra.
-Io torno all’appartamento…-disse Kendall, prendendo l’estintore dalla teca di plastica, ma nel momento in cui si voltò le porte dell’ascensore si erano appena chiuse, e di Zoe non ce n’era più traccia.
 
 
 
-KENDALL!-
Logan e Julia gli vennero incontro appena mise piede nell’appartamento,Kendall aveva un’espressione assente.
-Che ti è preso? E’ ora della messa in scena!-disse Julia.-Zoe dov’è?-
-Ho detto che si stava comportando come una pazza ed è scappata…-disse Kendall dispiaciuto, Logan scosse la testa.
-Certo che tu e lei avete una relazione strana…-affermò, Kendall ridacchiò, Logan aveva pienamente ragione.
Si passò l’estintore fra le mani, per poi darlo a Logan.
-Vai tu, io vado a cercarla.-esclamò, Logan annuì salutandolo con la mano.
-Non fartela scappare Kindle!-urlò mentre usciva fuori dall’appartamento, per poi voltarsi verso Julia.-Facciamolo.-
Logan e Julia corsero fra la folla, raggiungendo le casse e spegnendo la musica.
-ASCOLTATECI!-gridò Julia, tutti i ragazzi si fecero scappare lamenti e guaiti di noia.-E’ scoppiato un piccolo incendio sul piano! Ma non preoccupatevi, abbiamo la situazion…-
-SCHIUMA PARTYYY!-gridò Mario Lopez strappando l’estintore da mano di Julia e spruzzando aria compressa e schiuma ovunque, era ubriaco marcio, come del tutto il resto dei ragazzi.
Alcuni ci cascarono e iniziarono a uscire fuori dall’appartamento, cadendo e vacillando, mentre gli altri lottavano nella schiuma.
-Ora basta!-gridò Carlos.-Noi siamo gli Hollywood party, e noi scegliamo quando un party è terminato!!!-
Afferrò James per un braccio  e iniziò a spingere fuori a forza i ragazzi, Mario Lopez si avvicinò a loro due.
-Ciao ragazz…-
-SPEGNETE LE TELECAMERE!!!-gridò James, mettendo una mano sull’obbiettivo e ignorandolo, continuando a spingere fuori flussi discontinui di ragazzi brilli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Puzza di bruciato si diffondeva per il 5B, come se qualcuno avesse appena deciso di fare un Barbecue nel corridoio.
Fu nel momento in cui l’allarme personale iniziò a suonare che la situazione degenerò.
Acqua venne spruzzata fuori dai piccoli getti, svegliando la signora che beatemene stava riposando sul divano.
L’aria le iniziò a mancare, una nuvola di fumo si librò dalla porta d’ingresso che ormai aveva preso fuoco a ogni cardine, incendiando a sua volta i piccoli ciuffi che fuoriuscivano dal tappeto persiano dell’elegante salotto.
La signora corse velocemente al telefono da  parete, componendo il numero dei pompieri:
-C’è un…qualcuno ha appiccato un incendio al mio appartamento! 5B, Palmwoods Resident!- disse trattenendo il fiato la donna, tossendo e coprendosi la bocca con la manica.-Nome e cognome? Io…mi chiamo Dahlia, Dahlia Bunchen.-
 
 
 
 
-Hai lasciato la botola aperta.-
Zoe sentì una voce alle sue spalle  e si voltò, riconoscendo subito Kendall che richiudeva l’apertura del tetto, uno dei suoi posti segreti del Palmwoods preferiti.
-Come facevi a sapere dov’ero?- chiese, Kendall accennò un mezzo sorriso.
-Ti conosco troppo bene, e so che quando vorresti prendere a pugni una persona ti rintani sempre quissù.-rispose, poi indicò il posto affianco a quello della ragazza.-Posso sedermi?-
Zoe alzò le spalle e spostò di nuovo lo sguardo sul panorama, Kendall storse la bocca.
-Lo prendo per un si.-mormorò, sedendosi affianco a lei e passandosi una mano nei capelli nervosamente, cercando attentamente le parole da formulare.
-Zoe, non volevo dire quello che…quello che ho detto in corridoio.-disse.-Mi è scappato al momento perché non mi piace vederti soffrire, e non capisco perché ogni volta che cerchiamo di dirci qualcosa sul proprio conto scoppiamo a fare questioni.-
Zoe sospirò, mettendo le ginocchia sotto il mento e scostandosi una ciocca blu dalla spalla, poi diresse l’occhiata verso Kendall.
-Siamo una coppia terribile eh?-esclamò, Kendall fece cenno di dissenso.
-Non siamo terribili, è solo che litighiamo, un sacco…-replicò lui, Zoe annuì con un espressione di indecisione sparsa sul viso.
-Pensi che dovremmo prenderci una pausa?-fece Zoe, Kendall scrollò le spalle.
-Non lo so, tu pensi dovremmo…?- replicò.
-Il fatto è che anche se litighiamo, in qualche modo finiamo sempre per sistemare le cose, cioè…è buffo.-Zoe fece una specie di piccolo sorriso.-E per quanto riguarda ciò che è successo ora, ho avuto una reazione del genere solo perché non mi sento ancora completamente a mio agio in questa città, è come se…stessi solo cercando di sopravvivere qui.-
-No,non è vero, in questo momento, tu stai VIVENDO, e anche alla grande!- rispose Kendall sorridendole, a Zoe le saltò di bocca una risatina.
-Sbaglio o hai appena quotato una tua canzone?-disse ironica, riferendosi a quello che aveva appena detto.
-Può darsi!-Kendall sogghignò, scoppiando in una risata leggera.-Il punto è che entrambi abbiamo reagito male come non avremmo dovuto, ma dobbiamo lasciarci questa giornataccia dietro.-
-Sono d’accordo.-Zoe annuì accennando un sorrisetto, Kendall le mise un braccio attorno alle spalle.
-E non mi hai ancora raccontato nei dettagli il tour! Com’è andata?-chiese, curioso.
-Abbastanza bene, è stato così bello esibirsi davanti a così tante persone che erano lì per te, due ragazze mi hanno persino regalato una custodia per la chitarra!-A Zoe le si illuminarono gli occhi.-Oh diamine, quasi dimenticavo!-
La ragazza mise le mani nella sua borsa al suo fianco, tirando fuori una piccola bustina verde e porgendola a Kendall.
-Ti avevo portato due souvenir!- disse, Kendall si schiarì la voce e mise una mano sullo sterno.
-Mi sento onorato mylady!- esclamò con un finto accento inglese, Zoe ruotò le pupille divertita.
Kendall aprì la bustina, trovandoci dentro una maglietta dei Minnesota Wilds,la sua squadra di hockey del cuore, con dietro scritto “KNIGHT 11”, il suo cognome e numero fortunato.
-Oddio è…è fantastica!-Kendall se la passò fra le mani, allargandola e stringendola,Zoe sorrise.-Grazie davvero, non so cosa dire!-
-Apri l’altro ora!-ordinò Zoe, Kendall allungò nuovamente la mano nella busta, accorgendosi che l’altro “regalo” era in realtà un tramezzino al formaggio di Whole foods.
-Fai sul serio?-disse ridacchiando, Zoe annuì.
-So che ami quel negozio e qui a Los Angeles non c’è, apprezza questo gesto di solidarietà!-rispose la ragazza, Kendall tolse via la plastica del tramezzino e gli diede un grande morso, e dopo aver ingoiato disse:-Mi sei mancata Zoe.—
-Anche tu signor “ ingurgito tramezzini che la mia ragazza importa dal Texas”-rispose lei, scoppiando a ridere e poggiando la testa sulla sua spalla, scrutando in lontananza delle luci.
-Hey.-Kendall sporse il collo in avanti, cercando di vedere cosa stava accadendo là sotto.-Il party bus è sparito!-
-Era ora!-gridò Zoe, le luci rosse divennero più intense.-Aspetta un minuto…-
Le luci provenivano da un auto blu e bianca che parcheggiava proprio di fronte l’ingresso, a Zoe e Kendall venne un tuffo al cuore.
-O mio Dio.-boccheggiò Kendall.-E’ la polizia.-
 
I due si affrettarono ad aprire la botola e a calarsi giù, e correndo presero le scale per raggiungere il 4B, investiti da una puzza di bruciato insopportabile e diverse chiazze di vomito per terra, probabilmente i resti di Mario Lopez in seguito alla terribile sbornia e troppi balletti scatenati.
Fortunatamente la porta era aperta, e i due si catapultarono all’interno, trovando il resto dei ragazzi completamente esausti.
-RAGAZZI FATE SPARIRE TUTTO!-gridò Zoe.-Qui fuori c’è la…-
Non terminò la frase, che le espressioni traumatizzate di Erikah, Emily, James, Logan, Julia e Carlos la fecero voltare.
Quattro uomini in divisa blu li stavano puntando con delle torce sul viso, accecandoli e non permettendo di mettere a fuoco, avevano un espressione strana sul volto, una del genere “Ehi, ci sono crimini più importanti da risolvere ma dobbiamo lo stesso venire a rompervi le scatole!”.
-Dipartimento di polizia di Los Angeles.-esclamò uno dei tizi, quello alto e palestrato.-Ci è arrivata una chiamata denunciante una festa fuori controllo al 4B del Palmwoods resident.-
Tutti e otto sgranarono gli occhi sotto shock, e beh, non c’era modo di far credere i poliziotti una scusa: il salotto era sotto sopra, cibo e bottiglie rotte di birra rovesciate sul pavimento e gli aspetti terribili dei ragazzi non avrebbero di sicuro dato a bere a quattro omoni in uniforme.
-Ehm… si, la festa era qui, ma non era del tutto “fuori controllo”.-esclamò James, il poliziotto in carne gli si avvicinò con la torcia sul viso.
-Non direi proprio, beicapelli, visto che siete sotto accusa per disturbo di quiete pubblica, possesso di alcolici e incendio doloso!—
-Incendio? Ma di cosa sta parlando?- domandò Emily incrociando le braccia, il poliziotto spense la torcia e prese un paio di manette dalla cintura.
-Ve lo spiegherò meglio durante il viaggetto in commissariato, ragazzini.-
 



 

{Angolo me}

Ciao amici del mulino(?) come sta andando con la scuola,la vita, la vostra voglia a forma di coccodrillo che avete sulla schiena o chissene importa? c:
Io sto benissimo, ho stretto amicizia con la maggior parte della classe nuova ed ho trovato un amico fantastico, poi mi piaceun ragazzo irraggiungibile ma ldjncjkdscds c'est la vie :)
Sono anche molto in vena di scrivere, infatti che ne pensate del nuovo capitolo? Troppo fanfictioso(?) che i Zendall si riappacifichino? Va beh non me ne importa un cazzuolo lol.
Vi lascio col finale sulle spine, ah ed ecco i nuovi personaggi!
Lotti Beckendorf :
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Kalani: http://static.tumblr.com/f164fc3050e2465d734389c1f352ce7a/cetievv/kkNmsq00a/tumblr_static_tumblr_inline_mkpdo8wm351qz4rgp.gif

Miles:http://24.media.tumblr.com/177677324ca1269ac48a4f5b4f89230d/tumblr_mlrudiLJro1qg4t9lo1_500.gif

Quanto sono avckjdanskjcasck c: vabeh, recensite in molti! Questa storia significa tanto per me! xxxx
-SwiftSchmidt

 

 



 

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