Verità

di lacla32
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
“Che facciamo adesso?” mi chiede Lisbon, sembra spaesata, come darle torto ha appena scoperto che i miei 7 candidati a Red John sono tutti suoi conoscenti ed uno è addirittura il suo capo
“Non lo so, hai sentito anche tu quello che ha detto, incomincerà ad uccidere più spesso se non lo trovo” dico
“O lui non trova te” sussurra lei preoccupata.
“C’è una talpa” esclamo preoccupato
“Questo lo avevo capito, se no come fa Lui a conoscere la tua lista?” mi risponde lei
“Per ora comportiamoci come se nulla fosse…ok?” le chiedo
“Sarà difficile ma ci posso provare, ma ti prego non fare cose pericolose o avventante capito?” mi dice
“Cose del tipo?” le chiedo alzando un sopracciglio
“Del tipo sparire chissà dove per 6 mesi e poi ricomparire dicendo che vuoi la mia testa” dice stizzita
Mi strappa un sorriso, adoro quando  si arrabbia fa sempre delle facce buffe
“Bravo ridiamoci sopra!” mi dice “ ti ricordo che l’ultima volta hai fatto scoppiare una guerra tra dipartimenti federali” sussurra puntandomi il dito contro
“Dai Lisbon non te la prendere” dico sorridendo, so che non resiste ai miei sorrisi
“Va al diavolo!” urla uscendo dalla porta
 
 
“Avanti Lisbon” riconosco sempre il suo passo, i tacchi che toccano secchi il pavimento e la velocità della camminata
“Buon giorno” dice facendo capolino dalla porta “Andiamo ad arrestare Morgan Rush vieni?” mi chiede
“Va bene” dico alzandomi e una volta uscito chiudo la porta
“Abbiamo le prove della sua colpevolezza ora manca solo il suo arresto” dice intenta a mettersi il giubbotto anti proiettile e caricando la pistola “Tu aspetta qui”
“Non mi sposterò neanche di un millimetro” la rassicuro
La guardo mentre si avvia insieme a Rigsby e Cho, un giorno o l’altro la faranno fuori, se non arriva prima Red John, questo pensiero mi incupisce
Ci metto un bel po’ “Gardenie!”  dico avviandomi a un cespuglietto di fronte all’abitazione del sospettato, le annuso hanno un profumo dolce e intenso, quasi quasi ne prendo un paio da dare a Lisbon
“Fermo!” urla Lisbon “Scenda dall’auto” urla ancora “Scenda o sparo!”
Che sta succedendo? Mi affaccio alla staccionata giusto in tempo per vedere l’auto sfondarla e venirmi addosso travolgendomi.
“O mio dio Jane stai bene?” è la voce di Lisbon
“Lisbon?” chiedo
“Si Jane sono io, adesso ti portiamo in ospedale, dov’è l’ambulanza!!  Ti avevo detto di stare la, ma quando mai mi ascolti?”  
Faccio in tempo a sorridere poi tutto si fa buio.
 
“Jane? Per quanto hai intenzione di dormire ancora?” dice una voce prima di scuotermi “abbiamo un caso di Red John! Svegliati!”
“Lisbon?” chiamo
“Si sono io”  dice seccata “Muoviti ci attendono sulla scena del crimine” e si avvia  verso gli ascensori
“Subito” dico alzandomi un po’ indolenzito
“Ti sembra questo il modo di svegliare un ferito?” le chiedo fingendomi arrabbiato
“Sta zitto” mi risponde lei
 
 
“si tratta proprio di Red John” dice  Brett Partridge “ Guardate attentamente lo smile, lo stile il tratto…è sicuramente lui!”
“Che ci fa lui qui?” sussurro a Lisbon , odio quell’essere, prova troppo gusto nel vedere le opere di John.
“è un tecnico della scientifica” mi guarda come se la cosa fosse ovvia
“Lo so però…” inizio a dire prima che lui mi interrompa
“Signor Jane, allora? Vorrei la sua conferma è davvero Red John?” si rivolge verso di me
Quanto lo odio “Si” dico guardando lo smile sulla parete
“Il consulente ha parlato” dice Partridge facendo delle foto
Decido di ignorarlo e mi concentro sulla vittima, la guardo, una donna bionda sui 40, buon profumo ma niente fede al dito, ben vestita, tacchi alti e rossetto ben messo
“Allora?” mi chiede Lisbon chinandosi
“è molto elegante ha un buon profumo e siccome ci troviamo in una casa in vendita credo che fosse un agente immobiliare” dico guardando la mia collega
“Capo” dice Rigsby entrando con una borsa “abbiamo trovato la borsa della vittima al piano di sotto, si chiamava Katherine Sullivan era un agente immobiliare e secondo la sua agenda il suo ultimo appuntamento risale a ieri alle 18”
“Katherine Sullivan?” chiedo, non so perché ma questo nome ha un che di famigliare.
“Che c’è Jane?” Lisbon si gira verso di me “La conoscevi?”
“No” rispondo, devo indagare, sono sicuro di aver già incontrato questa donna prima ma non ricordo quando ne dove
“Bene, noi torniamo al CBI” sento dire a Lisbon “Cho, di agli altri di indagare sulla sua vita, voglio sapere anche quello che mangiava a colazione”
“Non Sali?” mi chiede Teresa mentre avvia il motore
“No, ho visto una casa carina, vorrei darci un’occhiata sarebbe ora di lasciare le soffitte del CBI…” capisco che ha abboccato alla mia scusa quando sorridendo mi risponde “Ok ci vediamo dopo” mentre si allontana la vedo telefonare, devo ricordarmi di regalarle degli auricolari, prima o poi farà un incidente per colpa di quel dannato telefono. 
Diamoci da fare devo scoprire chi sia quella donna. Perché non cominciare dal suo ufficio?
“Salve, mi chiamo Patrick Jane e vorrei comprare una casa” dico al mio interlocutore, un omone tutto impomatato e con un sorriso smagliante
“è nel posto giusto!” e sfodera un sorriso spaventoso
Dopo avermi fatto fare il giro completo della casa e avermi illustrato nei minimi particolare decido di mettere fine al supplizio “Ho deciso è quella giusta! Per comprarla ?” chiedo
“possiamo farlo subito” dice lui tirando fuori un contratto
“mi spiace ma non ho soldi qui con me…potrei passare nei vostri uffici e concludere il contratto li che ne dice?” affermo
“Si certo, nessun problema” dice dandomi un biglietto da visita
“La ringrazio, ci vediamo domani” e mi avvio alla mia auto
 
“Salve, sono stato mandato qui per comprare una casa” annuncio tutto sorridente
“Buon giorno” la segretaria è molto giovane e solare “è la prima volta che compra da noi?” mi chiede
“Penso proprio di si” le rispondo
“mi dice il suo nome, per favore”
“Patrick Jane”
“Ha visitato una casa oggi” sta leggendo dallo schermo del computer
“Si” rispondo
“Non è la prima casa che prende da noi” afferma
“Scusi?” chiedo sorpreso
“ Ha già comprato una casa da noi! Più di 10 anni fa” sembra felice di rivedere un vecchio cliente
“Chi era l’agente immobiliare?” chiedo
“Katherine Sullivan” risponde lei ma io me ne sono già andato, ora ricordo tutto
Mentre guido verso il CBI i ricordi ritornano alla mente, io e mia moglie avevamo comprato una casa e Katherine ci consegnava le chiavi facendoci i complimenti e tanti auguri. Un ricordo felice.
 
Entrando al CBI mi fiondo nell’ufficio di Lisbon
“Quando imparerai a bussare?” mi chiede alzando lo sguardo
“Abbiamo un problema” sussurro
“Parla”
“Ti ricordi il video che mi ha mandato John il rosso?” le chiedo mentre mi siedo sul divanetto
“Si certo, la lista” si siede anche lei
“Oltre a quello, parlava dei ricordi felici” la mia voce trema
“Non capisco dove vuoi andare a parare” ha lo sguardo incuriosito
“Katherine Sullivan era un ricordo felice, fu lei a vendermi la prima casa che comprai con mia moglie” sussurro
“Questo significa che…”inizia lei
“Devo andarmene” dico alzandomi
“Aspetta” Lisbon mi afferra per un braccio bloccandomi
“Ascolta…” incomincio a dire
“NO! Ascoltami tu!” si sta arrabbiando “Vuoi scappare ancora? Vuoi sparire per altri 6 mesi? O magari per un anno?” mi chiede
“Non voglio mettervi in pericolo! Non ho nessuno intenzione di dover venire a trovare qualcuno di voi al cimitero” dico indicando i ragazzi seduti alle loro scrivanie
“Certo, cosi se te ne vai sarò io a dover venire a portarti i fiori ogni settimana” urlai in risposta lei
Sembra preoccupata, so quello che prova, neanche a me piace l’idea di lasciarli in balia di Red John, ma se me ne vado forse si salveranno…forse? Aspetta Jane! Forse si salveranno e se non aspettasse altro per ucciderli? Forse dovrei rimanere e indagare, d’altro canto se rimango posso sfruttare le risorse del CBI.
“Jane, cerchiamo di essere ragionevoli” incomincia Lisbon
“Forse hai ragione, devo rimanere, non posso più fuggire, prima o poi arriveremo alla resa dei conti” dico stringendo i pugni
“Incominciamo a ragionare!” sospira “vieni, andiamo a sentire le novità” dice uscendo dall’ufficio
“Rigsby, abbiamo qualcosa?” chiedo
“No, abbiamo controllato anche se fosse un membro della visualize ma è risultato tutto negativo” risponde lui
“Non abbiamo nulla in mano quindi?” chiede Lisbon
“No capo” risponde Cho scuotendo la testa
“Continuate a cercare!” ordina
 
Io me ne vado nel cucinino a prepararmi un thè, mi ci vuole.
Seduto al tavolo con la tazza fumante davanti ho tutto il tempo per ragionare. Se Lui vuole i miei ricordi felici, devo solo trovarli prima che lo faccia lui è semplice. Devo stilare una lista, l’ho già fatto una volta, posso farlo una seconda.
“Che fai?” mi chiede Lisbon sedendosi davanti a me
“Scrivo una lista di tutte le persone che rappresentano un ricordo felice, per me” intanto appunto un altro nome
“Speri di salvarli?” chiede lei perplessa
“Ci posso provare” rispondo facendo spallucce
“Jane” inizia guardandomi  “ti ricordi della lista dei sospettati vero? John la conosceva, non credi che facendo cosi metti solo in pericolo quelle persone?”
“Ho commesso un errore l’altra volta e non ho intenzione di commetterlo ancora” dico
“Se c’è davvero una talpa…” inizia
“ Lo scopriremo” affermo, sono convinto che qualcuno qua dentro sia una spia di Red John devo solo capire chi sia.
La vedo sbuffare e alzarsi “diventeremo pazzi lo sai?” sussurra
“Lo so” le rispondo sorridendo
 
Attraversiamo le varie scrivanie e raggiungiamo l’ufficio di Lisbon dove io mi accomodo sul divano e faccio finta di dormire, mi piace sentire il rumore della penna e dei tasti del computer che battono veloci e poi guardarla di nascono mentre si concentra mi fa ritrovare la calma, se avessi saputo che il mio desiderio di vendetta avrebbe potuto metterla in pericolo non avrei mai scelto di collaborare con il CBI, avrei lottato da solo, senza coinvolgere vite innocenti, vite innocenti come la sua e quelle della squadra. Oramai è tardi per tornare indietro, Teresa  soprattutto è la più esposta, lei conosce la lista è nel mio stesso mare e sono io ad avercela trascinata e sono io a dover portarcela fuori, se dovesse morire per colpa mia non so cosa potrei fare, probabilmente mi consegnerei a Red John di mia volontà, non potrei sopportare un’altra morte, sarebbe troppo.
Mi passo una mano sul volto, forse dovrei dormire un po’, ultimamente dormo poco e male.
 
 
“Jane?” sento chiamare “svegliati”
“Cosa?” chiedo aprendo un occhio
“Hai fatto una bella dormita sono le 21” dice Lisbon prendendo la borsa
“Dove vai?” chiedo
“A casa, sono stanca, al posto tuo io ho lavorato “
“Ti accompagno” dico alzandomi
“Perché?” ha uno sguardo incuriosito
“Lui è la fuori e tu sei un bersaglio” tiro fuori il mio quadernino e lo sventolo davanti al suo naso
“Ma fammi il piacere! Sono armata e so difendermi “ afferma
Io la guardo storto, so che è molto autonoma ma con John non si sa mai…alla fine ho cedo, Lisbon sa essere testarda quando vuole, cosi la vedo allontanarsi attraverso una finestra.
Ritorno nel mio stanzino, ho molto lavoro da fare, sedendomi tiro fuori il quadernino e la penna.
Scrivo nomi su nomi, la panettiera, l’edicolante, l’autista , le maestre i miei vecchi vicini, il medico…ci sono troppi nomi, troppe persone che possono essere associate a ricordi felici. Mi fermo a fissare un nome Teresa Lisbon, so già che per ora non è in pericolo, la userà alla fine dei giochi quando vorrà darmi il colpo di grazia, il problema sta nel capire quando i giochi si concluderanno e chi dei due metterà la parola fine a questa caccia. Sono consapevole che non potrò proteggere tutti ma Lisbon posso farlo, devo solo trovare il modo per farlo e di certo stando in questo dannato stanzino non posso riuscirci devo trovare un modo per andarmene, però mi serve una scusa, non posso andarmene cosi come se niente fosse, sono sicuro che Lui capirebbe subito che sto facendo qualcosa e potrebbe colpire Lisbon per dimostrarmi che sono impotente davanti a lui…devo ideare qualcosa.
 
“Avanti” dico
“Noi siamo tutti giù… se vuoi raggiungerci” dice una voce oltre la porta
“scusa ma sto lavorando su qualcosa… vorrei che non mi disturbassi per un po’” dico avvicinandomi alla porta
“Ma Jane, dobbiamo lavorare” mi ripete Lisbon
“Lo so, scusa ma penso che per un paio di giorni mi darò malato, lo puoi dire tu a Bertram?”
“Come vuoi” sento i suoi passi che si allontanano
Fisso fuori falla finestra, credo che tre giorni basteranno per ottenere quello che voglio, dopo tutto io sono pazzo no? Sorrido a questo pensiero. “Bene mettiamoci al lavoro” dico a me stesso.
Scrivo, scrivo e riscrivo, penso e scrivo, nomi su nomi, di alcuni non ricordo il cognome o il nome, sono solo volti che associo a un mio sorriso o ad una risata, volti che hanno condiviso con me un attimo o più di felicità.
Sono passati 3 giorni e quella che mi trovo davanti è una lista lunga, troppo lunga sono più di 3000 persone, devo assolutamente restringere il campo, cercare e ricordare, mettere in primo piano chi ricordo meglio e depennare chi credo sia inutile. Guardo l’ora sono le 9.15. Vado verso lo specchio, ho un aspetto orribile e ne sono pienamente soddisfatto! Ho i capelli sporchi, i miei ricci sembrano piatti e unti, gli occhi arrossati, segno del fatto che non dormo da un po’ per non parlare della sottile macchia nera che si sta delineando nella parte bassa dell’occhio…occhiaie! La barba è incolta e punge da morire, ancora un po’ e posso tagliarla, finalmente, non vedo l’ora di togliermi anche questi vestiti sono stropicciati e puzzano.
Con l’aria da cane bastonato mista a quella di un pazzo esco e chiudendomi la porta alle spalle mi avvio verso l’ufficio di Bertram.
“Jane?” dice lui vedendomi entrare “tutto a posto?”
“Sei tu vero?” urlo
“Cosa?” si guarda in torno spaesato
“SEI STATO TU!” proseguo col mio monologo
“Jane non capisco?” ripete
“SEI ENTRATO NEL MIO NASCONDIGLIO E MI HAI RUBATO TUTTO QUELLO CHE SAPEVO SU JOHN. SPORCA SPIA!” incomincio a prenderci gusto
“Tu sei pazzo!” urla a sua volta
“NONO IO NON SONO PAZZO” urlo mentre accompagno la frase con una risata
Intanto fuori dal suo ufficio incominciano ad arrivare curiosi che ci fissano esterrefatti, devo sbrigarmi prima che arrivi Lisbon
“TI UCCIDO” urlo fiondandomi su di lui e mollandogli un pugno dritto sul naso. Finiamo a terra entrambi e cominciamo a lottare, lui per liberarsi io per cercare di essere, nel modo più credibile, impazzito
“JANE MIO DIO!” è la voce di Lisbon “Rigsby aiutami” da un ordine ed entrambi si buttano su di noi per separarci
Io non oppongo resistenza, non avrebbe senso oramai ho ottenuto quello che voglio
“SEI LICENZIATO! VATTENE !STA LONTANO DAL CBI O GIURO SU DIO CHE TI FACCIO ARRESTARE!“ strilla Bertram furibondo
Rigsby mi trascina di peso fuori dall’ufficio per portarmi nell’ufficio di Lisbon.
“Cosa diavolo ti è saltato in mente?” sta urlando
“io..” vorrei parlare ma non me ne lascia il tempo
“Picchiare il capo? Sei impazzito! Se vai avanti cosi ti faranno rinchiudere! Tu sei pazzo” il tono della voce passa dal rassegnato alla rabbia per finire in uno sbuffo
“Era tutto calcolato” affermo
Lei alza lo sguardo, vedo i suoi occhi verdi spalancarsi “Vuoi farti uccidere?” chiede
“O nono, volevo solo lasciare lo stanzino in cui mi hanno rinchiuso”
“E per farlo dovevi picchiare Bertram? Non potevi semplicemente traslocare come fanno tutte le persone?”
“Cosi avrebbero capito le mie intenzioni”
“Hai appena picchiato uno dei tuoi 7 sospettati” sussurra lei
“Per ora i miei sospettati sono solo 6” dico
“6?” chiede
“Bertram è appena uscito dalla lista, se fosse stato John o il suo braccio destro avrebbe di sicuro trovato un’altra opzione, se mi allontana non può controllarmi” rispondo “Secondo i miei calcoli tra 1 o 2 giorni entrerà da quella porta chiedendoti di farmi tornare”
“ Jane lo hai appena picchiato! Non può ragionare in modo lucido e poi ti ricordo che c’è una talpa che si aggira nei nostri corridoi e se John avesse previsto tutto?”
Effettivamente il suo ragionamento non fa una piega ma preferisco ignorarlo, sono convinto di quello che faccio.
 Sto per dire qualcosa quando Lisbon mi da uno spintone “Nasconditi arriva Bertram”
Faccio appena in tempo a raggomitolarmi sotto la scrivania quando Bertram entra nell’ufficio di Lisbon
“Lui dov’è!” urla, noto che è ancora leggermente adirato
“L’ho sbattuto fuori capo” risponde Lisbon
“So che resterete in contatto quindi digli che se non vuole che sbatta via tutta la sua roba deve venirsela a prendere e di liberare la soffitta e tanto che c’è può anche buttarsi giù dal tetto!” strilla uscendo e sbattendo la porta
“Mi sa che è leggermente arrabbiato “ dico uscendo da sotto la scrivania
“Sta giù idiota” sussurra Lisbon  “fino a che non se ne va, sta li sotto”
“ma è scomodo” mi lamento
“la prossima volta vai a prendere a pugni un muro!” mi sgrida lei
“Eddai Lisbon! Ho tolto un sospettato dalla lista, dovresti gioirne” sorrido
“ti sei fatto sbattere fuori dal CBI e non hai più un tetto… direi che per essere un genio ti sei superato”
“Dettagli” dico facendo oscillare la mano
“Che farai adesso?” chiede
“ Aspetto che mi richiami, sono sicuro che lui sia in contatto con John il rosso anche se non lo sa, di sicuro John vorrà avermi ancora sotto il suo controllo e quindi dovrà farmi tornare al CBI” il mio ragionamento seppur contorto ha una base stabile, John vuole il controllo su di me e per averlo deve avermi, non fa una piega
“quindi dormirai sulle panchine al parco?”
“Io avrei un idea migliore” sussurro sorridendo
 
“Ti ho detto che non se ne parla!” urla sbattendomi la porta in faccia
“Eddai Lisbon fammi entrare” piagnucolo sbattendo il pugno sulla porta chiusa
“No!” ribatte la voce dall’altra parte della porta “Casa mia non è un albergo!”
“Mi vuoi davvero lasciare qui fuori?” chiedo incredulo
Dall’altra parte nessuna risposta, il silenzio più totale.
Decido di accamparmi davanti alla porta, mi stendo, mi copro la testa con la giacca e provo a dormire
Dopo 10 minuti sento la porta aprirsi “Jane?” un piccolo colpo sulla spalla mi fa oscillare
“Dannazione e va bene entra” la sua voce è di qualcuno rassegnato a un destino inevitabile
Mi alzo di colpo “Permesso” dico entrando in casa con la mia piccola valigia, dietro di me Lisbon scuote la testa sembra quasi divertita
“Il bagno è di sopra, vai a farti una doccia puzzi. Io intanto preparo qualcosa per cena” dice indicandomi le scale
Dopo una bella doccia mi sento ringiovanito e soprattutto  posso proteggere Lisbon.  Scendo le  scale e vedo la tavola apparecchiata e un piatto di pasta fumante “ Ti ho preso dei cuscini e delle coperte” dice una voce alle mie spalle
“Ma come? Non posso dormire con te?” chiedo sorridendo
“O il divano o la veranda fai tu” risponde lei sorridendo al mio stesso modo, solo che il suo sorriso fa paura, a volte questa donna fa più paura di John il rosso
“Ahah sisi mi accontento” rido alzando le mani in segno di resa
“Ora mangiamo su” dice sedendosi a tavola
“con piacere” le rispondo imitandola
 
 
Il mio angolino privato
Ciao a tutti! Sono tornata!  Be non che sia stata via per molto XD
Storia tutta nuova che mi frullava in testa da quando ho finito la 5 stagione, devo ammetterlo scrivere dal punto di vista di Jane è difficile, pensare come pensa Heller è complicato…comunque oramai sono sulla barca tanto vale remare diciamo che scrivere qualcosa che rimanga sulla falsa riga della serie è più difficile di quel che pensavo!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio belli miei ;)
 
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
Sono seduto sulla seggiola del tavolo della cucina, Lisbon è andata al lavoro e forse anche io dovrei mettermi a lavorare , devo fare delle ricerche e depennare un po’ di nomi dalla mia lista.
Naturalmente prima devo soddisfare i miei impulsi ovvero… frugare tra le cose di Teresa. Non posso resistere alla tentazione, sono in casa sua da solo, mi sento come un bambino in un parco giochi vuoto dove posso provare tutte le giostre che voglio quante volte mi pare.
Dopo essermi alzato dalla sedia incomincio a salire i gradini per arrivare nella camera da letto, giro il pomello della porta sto per entrare quando il rumore della porta che si apre per poi richiudersi e una voce mi bloccano “Jane?”
“Come mai sei già a casa?” chiedo chiudendo la porta e affacciandomi sulle scale
“Devo cambiarmi” dice salendo le scale
Io la guardo interrogativo poi noto che ha tutti i pantaloni e le scarpe inzuppati di fango
“Palude?” chiedo ridendo
La vedo annuire prima di entrare in camera per cambiarsi, io intanto scendo e raggiungo la cucina
“Vuoi un caffè?” strillo
“No” risponde lei scendendo dalle scale “Devo tornare al CBI abbiamo un caso un po’ complesso, penso che farò tardi questa sera, se vuoi mangia pure senza di me io ordino qualcosa quando torno” dice prima di uscire
“Va bene” rispondo al vuoto
Sono pronto per uscire, vado all’appendi abiti per prendere la giacca quando trovo un foglio con una chiave sopra “Questa è la chiave di casa te la lascio solo perché non puoi uscire lasciando casa mia aperta! Quindi usala”
Prendo la chiave e con un sorriso esco chiudendomi dietro la porta.
 
Bene il mio primo obbiettivo è scoprire chi è ancora in città e chi è morto, cosi posso depennare qualche nome e ridurre la lista.
Prima di tutto devo scoprire se il circo è in città oppure sono in tour e per farlo devo andare a trovare un vecchio amico
 
“Patrick Jane! Che piacere rivederti” saluta un signore sulla settantina
“Magus! Come stai?” chiedo abbracciandolo
“Si tira avanti il più possibile…che ti porta qui?” chiede entrando nella roulette
“Volevo delle informazioni sulla famiglia” sussurro
“Tutto quello che vuoi!” afferma con un largo sorriso
 
Dopo la bella rimpatriata con Magus decido di rimettermi in macchina, ho la giornata tutta per me, niente CBI niente Lisbon che mi strilla dietro, sono solo.
Non so come ma mi ritrovo a guidare verso il cimitero, ho voglia di rivederle non so perché ma ogni volta che mi avvicino sempre più a John loro si riaffacciano nei miei ricordi trascinandomi nell’abisso, tutto quello che faccio è per loro, lo ripeto ogni giorno è come un mantra, qualcosa che mi manda avanti. Ma ultimamente è sorto in me un dubbio… è davvero per loro che lo faccio? O è solamente per cercare una specie di redenzione da quello che ho fatto? Le ho uccise io, anche se in pratica è stato Lui io ho avviato la reazione a catena che le ha uccise, una reazione a catena che tutt’ora va avanti e che per quanto mi sforzi non riesco a fermare.
Sono perso nei pensieri quando arrivo al cimitero rimando un attimo con l’auto spenta poi decido di scendere e avviarmi all’entrata, percorro il piccolo vialetto circondato da tombe in religioso silenzio una volta raggiunte le due piccole lapidi mi fermo a fissarle, trovo assurdo il fatto che tutto quello che resta di una vita, dopo la sua morte, sia una semplice lastra in pietra con un nome e una data e che comunque questo riesca a darci conforto facendoci sentire ancora vicini a loro per quanto la morte provi a separarci.
Non so quanto tempo è passato da quando sono qui in piedi ma il suono del cellulare interrompe il flusso di pensieri che mi affollano la mente
“Lisbon?” rispondo
“Jane dove diavolo sei? Ho provato a chiamare una decina di volte a casa ma non rispondevi”
“Sono in un bar a prendere un thè…hai bisogno?”
“Bertram ti vuole parlare”
“Lo so” affermo riagganciando
Forse a causa dei pensieri o del cellulare non mi sono accorto della piccola figura appostata dietro di me.
 
 
“Prego Jane accomodati” dice Bertram indicandomi una seggiola.
Dopo la telefonata di Lisbon sono subito corso al CBI
“Voleva parlarmi?” chiedo conscio del fatto che la mia domanda sia inutile
“Riguardo a quello che è successo ieri, vedi io ho esagerato, non dovevo licenziarti…”  sono compiaciuto dal fatto che si vede lontano un miglio che queste parole gli sono state messe in bocca, credo proprio che se fosse stato per lui sarei già in prigione da non so quanto
“Credo che sia tutta colpa mia “ affermo  “sono molto stanco e stressato e…” prima che finisca mi ferma con un gesto della mano
“Non preoccuparti capita anche ai migliori di cedere” sorride comprensivo
“Quindi…” sussurro
“Sei riassunto, ma ti prego, se devi prendere a pugni qualcosa fallo con un divano “ istintivamente si tocca il naso incerottato
“Me ne ricorderò la prossima volta” sorrido alzandomi e uscendo dal suo ufficio per dirigermi in quello di Lisbon,  mi accorgo subito che non c’è nessuno, saranno fuori per quel caso complesso.
Decido di prepararmi un thè e di aspettarli in ufficio, sono quasi le 19 prima o poi rientreranno.
Dopo un buon the mi sdraio sul divanetto nell’ufficio di Lisbon aspettando che qualcuno si faccia vivo, non passa neanche mezzora quando sento le porte dell’ascensore aprirsi e delle voci famigliari chiacchierare allegramente. Mi alzo e li raggiungo
“Hei Jane” saluta Rigsby
“Jane! Come stai?” chiede Van Pelt, Cho fa un cenno col capo
“Bene ragazzi, da domani ritorno e risolvere i casi” dico strizzando l’occhiolino
“Dov’è Lisbon?” chiedo guardandomi attorno
“Ha detto che aveva da fare una cosa prima di tornare a casa” risponde Van Pelt
“Ah capisco, be io vado a domani ragazzi” saluto avviandomi all’ascensore.
Guido fino a casa e quando entro noto che non è ancora tornata, chissà cosa aveva da fare? Stanco ma poco affamato vado a farmi una doccia e a mettermi qualcosa di più comodo per la vita casalinga.
Sto per scendere le scale quando sento aprirsi la porta di casa “Lisbon” chiamo
“Dammi una mano” dice
Scendo di corsa le scale e la vedo con un sacco di buste della spesa tra le braccia, scoppio a ridere nel vederla in balia del peso della spesa che la sbilancia un po’  a destra e un po’ a sinistra
“Non stare li a ridere e dammi una mano!” mi sgrida
“Subito” e scatto appena in tempo per prendere una busta che le stava cadendo, portiamo tutto in cucina e piano piano sistemiamo tutto negli scaffali
“Quanta roba hai preso?” chiedo incredulo “Dobbiamo ospitare un plotone dell’esercito?”
Lei mi guarda come se non capisse “Siamo in due adesso e poi non possiamo mangiare sempre cinese o cibo d’asporto” conclude
Io mi guardo un attimo in torno “Lascia cucinare me” affermo prendendo una pentola e riempiendola d’acqua
“Come vuoi” risponde lei allontanandosi dalla cucina e salendo le scale, probabilmente si farà una doccia prima di venire a cenare.
Io intanto armeggio con le padelle e i vari condimenti, non c’è niente di meglio che un buon ragù fatto in casa per tirarsi su dopo una giornata stressante. Oramai è quasi tutto pronto quando Lisbon scende dalle scale “ sono stanchissima” sussurra accasciandosi sulla sedia
“Ecco a te” e le appoggio davanti un piatto di pasta fumante
“Ragù?” chiede sorpresa
“c’erano le verdure fresche e ne ho approfittato”
Dopo aver cenato e sistemato i piatti nella lavastoviglie ci sediamo in soggiorno con una vaschetta enorme di gelato, abbiamo un po’ di cose di cui parlare
“Bertram mi ha riassunto” incomincio
“Quindi la tua  teoria era corretta” intanto prende una cucchiaiata enorme di gelato. Ma come fa ad essere cosi piccola e mangiare cosi tanto?
La vedo arrossire, forse perché la sto fissando? Decido di avvicinarmi ancora un po’ e lei diventa sempre più rossa distogliendo lo sguardo
“Si la mia teoria era corretta” sussurro per poi allontanarmi per lasciarla respirare
“Quindi lui è definitivamente eliminato dalla lista?” chiede incuriosita
“Direi di si, ora dovrei solo scoprire chi ha dato l’ordine del mio reintegro al CBI “
“Come hai intenzione di scoprirlo?”
“Potrei semplicemente chiederlo al diretto interessato”
“Ma immagino che non lo farai” dice mettendo il bocca un altro cucchiaio stracolmo
“Certo che no, sarebbe troppo facile e poi di sicuro mi direbbe qualcosa tipo ‘i piani alti’ o ‘ringrazia il cielo che ti abbiano aiutato chi sia stato non ti interessa’ “ rispondo imitando la voce di Bertram e facendo scoppiare a ridere Teresa
In un attimo ritorna seria e mi chiede “ Be il piano allora?”
“Potremmo controllare i suoi tabulati telefonici” ipotizzo
“Potremmo… ma non lo faremo!” esclama lei
“perché?” domando stupito
“Lui non è il primo che passa per strada! È il mio capo ed è una persona importante e come minimo John il rosso non lo ha chiamato da casa”
“Hai ragione ma dobbiamo provare lo stesso” sono convinto di quello che dico, lei non sembra capirlo
“Stiamo giocando col fuoco Jane” bisbiglia
“Lo so ma dobbiamo correre il rischio di bruciarci” affermo
“E va bene, diremo a Van Pelt di farlo”
“No!” ho alzato troppo la voce perché Lisbon ha sobbalzato “Non possiamo, si chiederanno il perché, non credi?”
“Jane sono i miei uomini! Non ti fidi di loro?” chiede incredula
“Mi fido ma non voglio coinvolgerli, finché possiamo tenerli all’oscuro di tutto è meglio, Lui lo scoprirà subito e saranno in pericolo” cerco di spiegarle la situazione “lo faccio solo per il loro bene”
“A me la lista l’hai mostrata”
“Tu hai insistito e poi sapevi che stavo lavorando a qualcosa…loro no”
La vedo che fa oscillare gli occhi, sta pensando, probabilmente sta valutando le opzioni che ci rimangono
“Va bene, ma se le cose si complicheranno dobbiamo parlare con loro…ok?”
“Va bene” mi sembra un ottimo compromesso
“Ora” dice alzando lo sguardo verso di me “parlami della tua lista”
“Oggi sono andato a parlare con un vecchio amico del circo e mi ha detto che la maggior parte dei ragazzi sono tutti fuori dallo stato per una fiera e fino a fine mese non rientreranno”
“Amico del circo?” chiede
“Si Magus, mi ha cresciuto cercando di creare un minimo di etica corretta in me, ci sono molto affezionato”  le spiego
“Quindi hai eliminato qualche nome?”
“Si, siamo a 2530 nomi”
“Ne hai eliminati molti” esclama sorpresa
“ho eliminato molti nomi quelli di cui non ricordavo o il nome o il cognome, quindi non erano importanti e poi alcuni del circo, alcune persone del circo sono morte , su questo mi ha aggiornato Magus. Cosi i nomi sono calati velocemente”
“ è una buona cosa” afferma
“Si, ma dovrei utilizzare il computer al CBI per controllare gli altri nomi, vorrei vedere chi non si trova nello stato o è morto, cosi calerebbero ancora”
“Ma non è una lista sicura, lo sai vero?” la domanda esce dalle sue labbra come una consapevolezza schiacciante
“Lo so e sono consapevole che potrei cancellare qualcuno che invece si trova il pericolo, ma lo ha detto anche Lui no? Io ho molta fortuna”
“Fin troppa direi” sussurra
“Ahah Lisbon non dire cosi! Vedrai che questa storia finirà” sono ottimista
“Lo so che finirà! Quello che mi preoccupa è il come finirà! È possibile che tu non lo capisca? Potresti morire! “ ha iniziato ad alzare la voce ed è visibilmente preoccupata
“Sono consapevole anche di questo, ma oramai la partita è in pieno svolgimento e sai anche tu che non posso tirarmi indietro neanche volendo”
“è solo che…” incomincia a dire, ha gli occhi lucidi
Allora il mio corpo decide di muoversi da solo, in un attimo le mie braccia la avvolgono.
Sento il suo petto contro il mio, il suo respiro caldo sul collo, la stringo per darle conforto anche se credo che questo gesto ne dia più a me che a lei.
“Ho capito, ma stai attento” dice stringendomi a sua volta
Rimaniamo cosi ancora per qualche secondo poi sciogliamo l’abbraccio
“Farò il bravo” la rassicuro
“Lo spero per te!” sussurra minacciosa “Beve vado a dormire, buona notte” saluta sbadigliando
“Notte” la saluto a mia volta
Io mi alzo e vado a rimettere a posto il gelato e butto il cucchiaio nella lavastoviglie e mi fermo a fissare la strada fuori dalla finestra è deserta e silenziosa. Dopo qualche istante decido di andare a dormire, mi avvio al divano sistemando i cuscini e mi stendo chiudendo gli occhi.
Di colpo li riapro, guardo la sveglia segna le  4:45, qualcosa mi ha svegliato, mi alzo e accendo la luce
“Ma che fai? Spegni” strilla Lisbon coprendosi gli occhi  con la mano
“Che fai tu! Mi hai fatto prendere un colpo” dico spegnendo la luce
“Avevo sete”
La guardo meglio nel chiarore mattutino, è al centro della stanza “ e ti sei messa le scarpe?” chiedo
“Ho sentito un rumore e sono uscita a controllare, ultimamente ci sono stati dei furti nella zona e volevo solo assicurarmi che fosse tutto a posto… è un reato?” chiede incrociando le braccia
“No è solo che potevi svegliarmi… tutto qui”
“Si hai ragione scusa…vado a dormire” e si avvia sulle scale
“L’acqua?” chiedo
“Mi è passata la sete” dice chiudendosi la porta alle spalle
 
Mi risiedo sul divano, a me invece è passato il sonno, sono solo le 5 che diavolo faccio adesso?
Chissà se quella panetteria è ancora aperta? Mi cambio velocemente e esco di casa, spero che Lisbon non si arrabbi ma prendo in prestito la sua macchina visto che va più veloce.
In un ora e mezza sono a casa, Lisbon non si è ancora svegliata…ottimo.
Imbandisco la tavola, succo d’arancia, caffè il mio thè e i cornetti caldi appena sfornati lisci, col cioccolato o la crema.
“Che profumino” mormora Lisbon scendendo le scale, dopo una rapida occhiata alla tavola mi guarda “E questi? Da dove saltano fuori?”
Mettendomi un dito sulle labbra rispondo “ Segreto professionale”
Mangiamo tutti e due di buon gusto, quella panetteria non mi delude mai, in poco siamo pronti ad uscire quando a Teresa suona il cellulare “Pronto….si ho capito, ma ne abbiamo già uno, no certo, sisi immagino, si lo so è più importante, non ci sono altre squadre? Ah capisco…ok”
“Nuovo caso?” chiedo
“Si John ha colpito ancora…credo che avremo qualche problema” risponde lei aprendo la porta
 
 
 
Il mio angolino privato
Buon giorno/sera a tutti J capitoletto più corto del solito ma spero che vi piaccia lo stesso.
Ci vediamo al prossimo capitolo! Un bacio 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3
Ci stiamo dirigendo verso la scena del crimine e Lisbon sembra piuttosto preoccupata
“Chi è la vittima?” chiedo
“Non lo so, Bertram mi ha detto che ci saranno un po’ di problemi e basta”
Problemi? Chi può essere la vittima? Che sia uno dei nostri? Appena il pensiero mi sfiora rabbrividisco.
Ogni dubbio viene dissipato appena arriviamo, Cho, Grace e Rigsby sono li in piedi sul marciapiede ad aspettarci, di fianco a loro c’è qualcuno appoggiato ad un albero, Grace sta parlando con lui.
Dopo aver parcheggiato scendiamo e riconosco subito l’uomo è Gabe Mancini, è bianco e non sembra stare bene, Cho si avvicina a Lisbon e sussurra qualcosa al suo orecchio la vedo sbiancare e poi guardare dalla mia parte prima di dirigersi verso Mancini
“Gabe…mi spiace” sussurra
“Teresa” risponde lui abbracciandola
Da quando quei due sono cosi intimi? Non mi piace la cosa, so che siamo sulla scena di un crimine e questo dovrebbe essere il mio ultimo problema ma detesto vedere Lisbon vicina a quel tipo e cosi in confidenza.
“Se non te la senti puoi rimanere qui entriamo noi” dice lei rivolta a Mancini
“Non lo so, ho già visto il cadavere non ho voglia di rivederlo in quello stato e poi devono ancora interrogarmi” sussurra indicando un paio di agenti
“Lo farò io, tratteremo questa faccenda col massimo riguardo e impegno. Ora vai al CBI, ci vediamo li…ok?” risponde lei
“Grazie”  bisbiglia Gabe allontanandosi
“Forza ragazzi, andiamo” incoraggia Lisbon
Credo di aver capito chi sia la vittima , ma lo shock nel vederlo rimane comunque intenso, Reed smith  è riverso sul letto con diverse coltellate sul corpo e sopra la sua testa lo smile rosso che col suo ghigno mi sorride
“Dannazione” borbotta Lisbon, credo che non sia tanto per la morte di Reed ma per il fatto che lui era uno della lista.
“Salve agente” saluta uno della scientifica
“Dov’è il medico legale?” chiede rivolta a lui
“C’è stato un incidente lungo la strada ed è rimasto bloccato nel traffico, la centrale ne sta mandando un altro”
“ok grazie”
“Almeno non dovrò vedere la faccia inquietante di Partridge o sentire le sue teorie” dice Rigsby raggiungendoci
Io neanche li ascolto, osservo lo smile e successivamente il corpo ed è qui che mi accorgo di un piccolo particolare, ha colorato le unghie delle mani, o meglio ha colorato solo le unghie di una mano.
“Lisbon” chiamo
“ trovato qualcosa?” chiede raggiungendomi
“Noti niente di strano?”
“No”
“Guardagli le mani”
“ha colorato le unghie di solo una mano” afferma
“si e poi?” chiedo
“ Che non abbia avuto tempo?” ipotizza
“Non credo, quante sono le dita?”
“Che domande? Sono 5 Jane” vedo i suoi occhi spalancarsi “ un messaggio”
“ Già, mi sta dicendo che sa che ora ho 5 sospettati”
“Non può essere” dice inorridita “ Come faceva a sapere …”
“Non lo so” sussurro sconsolato. Come ha fatto a saperlo? Forse aveva ragione Lisbon, John sapeva che con la mia mossa avevo smesso di sospettare di Bertram, ma perché aveva ucciso Smith? Voleva restringere il campo dei sospettati? L’unica cosa di cui sono sicuro è che i giochi stanno per finire e uno vincerà.
 
 
“A che pensi?” mi chiede Lisbon mentre guida verso il CBI. Dopo aver esaminato il luogo abbiamo lasciato i ragazzi li e noi siamo tornati al CBI per interrogare Mancini
“Sono preoccupato”
“è per via dell’omicidio di Smith?”
“ Abbastanza” rispondo. In verità l’unica cosa a cui penso è scoprire la talpa, se trovo la talpa trovo John ed il gioco è fatto, devo solo riuscire a non coinvolgere Lisbon nelle mie indagini è già troppo invischiata nei miei piani, prima o poi la licenzieranno per colpa mia.
Siamo arrivati al CBI appena parcheggiamo ci accorgiamo entrambi che ci sono un po’ di agenti dell’ FBI che gironzolano in tutto il CBI
“Vorranno il caso per loro” afferma Lisbon mentre siamo in ascensore
“Hanno ucciso un loro uomo, sono come cani di un branco vogliono vendetta”
“Lo so, la voglio anche io per Bosco ma sto aspettando pazientemente “
Me ne ero quasi scordato, anche Teresa aveva perso molto in questa storia di John in rosso non aveva mai detto nulla ma in cuor mio so che soffre, non lo da a vedere ma soffre.
Ci dirigiamo nel suo ufficio dove Mancini ci sta aspettando seduto sul divanetto
“Hei” lo saluta Lisbon porgendogli una tazza di thè
“Grazie” bisbiglia
“Mi spiace ma dobbiamo farti alcune domande, cercheremo di essere i più veloci possibili” dice Lisbon
“Va bene”
“Cosa ci facevi da Reed?” chiedo curioso
“Un paio di giorni fa la sua macchina si è rotta, quindi gli davo dei passaggi”
“E cosa è successo sta mattina?”
“Quando sono arrivato non era sul vialetto come al solito cosi ho provato a chiamarlo un paio di volte ma non rispondeva…pensavo si stesse vendicando per uno scherzo che gli ho fatto ieri.”
“Quando hai visto che non rispondeva che hai fatto?” chiedo
“Ho deciso di entrare in casa, ho bussato ma la porta era aperta, c’era molto silenzio…” faceva fatica a parlare stava facendo il duro “ l’ho chiamato dicendo che se non si sbrigava avremmo fatto tardi al lavoro, ho iniziato a salire le scale ripetevo  ‘bravo mi stai facendo preoccupare, lo scherzo ti è riuscito ora esci’. Ho visto la porta  della camera chiusa e cosi l’ho aperta piano piano, pensavo fosse dietro pronto per farmi spaventare ma poi ho visto lo smile  e lui” una lacrima accarezzò la sua guancia, la lasciò correre, quello non era un segno di debolezza era tristezza pura, perdita e odio.
“Perché hai chiamato prima noi?” chiede Teresa porgendogli un fazzoletto
Rifiutandolo dice “ siete voi gli incaricati del caso, so che avete molte informazioni che non avete divulgato, mi sembrava giusto chiamare prima voi”
 
Abbiamo lasciato Gabe nell’ufficio di Lisbon, voleva prendere un po’ di fiato, cosi siamo andati nell’ufficio di Bertram.
“Sedetevi” dice sedendosi a sua volta “Immagino che sappiate perché vi ho convocati”
“Immagino per Red John” afferma Lisbon
“I federali vogliono il caso” dice lapidario Bertram
“Ma è nostro!” protestiamo in coro
“Lo so, sto cercando di raggiungere un accordo ma quelli sono come cani affamati…temporeggio il più possibile, sto cercando di far leva sul fatto che l’ultima volta hanno perso una sospettata e che non sono capaci di condurre le indagini”
Mi volto per guardare Lisbon, ha lo sguardo perso, allora dico qualcosa per risvegliarla “Noi siamo più informati sul caso è giusto che rimanga a noi!”
“Jane ha ragione” sussurra Lisbon dopo essere ritornata al presente
“Vedrò quello che posso fare, voi però dovete tenermi aggiornato su ogni cosa”
“Lo faremo” afferma Lisbon alzandosi e uscendo, io la seguo salutando Bertram con la mano
 
“Ragazzi venite un attimo” chiama appena usciamo dall’ufficio del capo, Cho, Rigsby e Van Pelt si riuniscono attorno a noi  “L’FBI  vuole il caso ma noi non lo molleremo, Bertram ha detto che farà tutto il possibile ma che vuole essere costantemente aggiornato” inizia
“Quindi i progressi, ammesso che ci siano vanno diretti a lui?” chiede Cho
“certo che no, lui deve essere all’oscuro di tutto” bisbiglio, credo che sia il momento di dire qualcosa hai ragazzi su quello che pensiamo io e Lisbon
“Ci stai chiedendo di mentire al nostro superiore?” chiede Van Pelt scioccata
“Si, è un mio ordine” interviene Lisbon
“Sta sera, quando ci sarà meno gente in giro dobbiamo spiegarvi delle cose” dico indicando col mento Lisbon “Sono nostre supposizioni sul caso”
Vedo i ragazzi annuire.
“Bene tornate al lavoro adesso” gli esorta Lisbon
Mentre loro ritornano alle scrivanie io e lei ci dirigiamo nel suo ufficio dove Gabe è ancora seduto sul divano
“Che ci fai ancora qui?” chiedo beccandomi un’occhiataccia da Lisbon che si rivolge a lui in tono certamente più gentile del mio “Hai bisogno?”
“Posso dirlo io ai suoi genitori?” ci chiede in tono neutro
“emm… certo nessun problema ma dovrai essere accompagnato da un paio dei miei che devono fare loro qualche domanda”
“Va bene nessun problema” dice alzandosi e avviandosi alla porta “ Grazie” sussurra prima di uscire e lasciarci soli
Lisbon si siede alla sua scrivania sospirando, io mi accomodo sul divano
“Tutto a posto?” le chiedo
“Sono solo stanca tutto qui”
“Per quanto riguarda i ragazzi…-“ incomincio “ avrei intenzione di dirgli solo della lista dei sospettati, per ora” concludo
“Certo per me va bene , come sei messo con l’altra?”
“Siamo a 150 nomi “
“Pensi di riuscire a ridurla ancora?
“ L’intenzione era quella, ma non so come fare, forse dovrei andare a trovare i 150 nomi e vedere se possono essere considerati in pericolo” l’idea di dover girovagare per un po’ non mi dispiace affatto
“Capisco e quando inizierai?”
“Subito” dico alzandomi e avviandomi alla porta
“Sta attento” si raccomanda
“Non ti preoccupare” la rassicuro uscendo e avviandomi all’ascensore
 
 
Sono le 19,30 e ho incontrato solo 15 persone della lista, tra queste ne ho eliminate solo 5, sono ancora il alto mare, mi sa che ne avrò per un bel po’, con calma mi avvio al CBI.
Appena si aprono le porte vedo che i ragazzi sono tutti riuniti alla scrivania di Cho
“Buona sera” saluto sorridendo, noto subito che i ragazzi sono molto seri e fissano prima Lisbon poi me
“ Credo che sia ora di raccontare un po’ di cose” sussurro sedendomi
Io e Teresa spieghiamo per filo e per segno la lista dei 7, oramai 5, sospettati, parliamo della nostra idea sulla presunta  talpa, i ragazzi sono stupefatti e a tratti sconcertati e piano piano sui loro volti incomincia a disegnarsi qualche traccia di rabbia
“Ci avete tenuto nascosto tutto questo…” sussurra Van Pelt
“Piccola Grace noi…” incomincio a dire ma vengo subito zittito da Lisbon “Si, tutto per il vostro bene, dovreste capirlo”
“No io non lo capisco!” esclama Rigsby
“Siamo colleghi e amici! E voi due non vi fidate di noi” Van Pelt sembra alquanto arrabbiata
“Non è questa la questione” sussurra Lisbon 
“Ah no?” chiede Cho in tono sarcastico
“Avete visto Reed? Dannazione era su quella dannata lista e ora è in obitorio!” Urla Lisbon, sta iniziando ad arrabbiarsi sul serio
“Ma noi lavoriamo con voi!” accusa Rigsby
“E allora? Anche Smith lavorava con Mancini ma non mi sembra che questo lo abbia reso immortale” sibila Lisbon
“ Dovevate dircelo” sentenzia Cho
“Per cosa? Aiutarlo ad uccidervi?” chiedo io
“Per aiutare voi! “ questa volta è Rigsby ad alzare la voce
 “Ah si? E come? Facendovi uccidere? Complimenti bell’idea!” urla Lisbon, è davvero arrabbiata, non l’ho mai vista in quello stato, non è la solita Teresa di sempre è come dire, diversa, tesa.
“non dovevamo dirvi niente, abbiamo sbagliato, scusateci” continua
“Capo noi…” inizia Cho
“Non mi interessa! Non stiamo facendo uno dei soliti giochetti Jane! La fuori c’è un pazzo criminale che non aspetta altro per uccidere qualcuno! Volete farvi ammazzare? Bene fatelo ma prima date le dimissioni non voglio avere nessuno sulla coscienza!” detto questo prende e se ne va, sia io che la squadra siamo rimasti a bocca aperta. Sono il primo ad agire corro in ufficio prendo le cose di Lisbon e mi precipito fuori lasciando i ragazzi ancora pietrificati. Arrivo nel parcheggio e cerco la sua auto, noto che è ancora parcheggiata li, certo che stupido le chiavi sono nella sua borsa che ho preso io. Deve per forza essere tornata a casa a piedi. Corro alla mia auto, metto in moto ed esco il più veloce possibile dal parcheggio e mi avvio verso casa controllando strade e marciapiedi ma non la vedo. Oramai sono arrivato a casa, è impossibile che sia già arrivata, parcheggio la macchina e mi avvio sul marciapiede, deve essere pure da qualche parte a smaltire la rabbia.
Controllo supermarket, negozi aperti, bar ma niente non la trovo, sono quasi tentato di chiamare i ragazzi perché mi aiutino quando la vedo. È seduta su una panchina del parco con una bottiglia in mano e una buttata ai suoi piedi, vuota.
Mi avvicino piano piano  “Hei Lisbon?” chiamo
“Sei John? Vuoi uccidermi? Fai pure” biascica lei
“Sono Patrick” sussurro
“Ciao Patrick” mugola
“Ti va di venire a casa con me?” piano piano mi avvicino fino a mettermi di fronte a lei
“No”
“Come hai fatto a comprarti da bere? Ho io il tuo portafoglio”
“Tengo i soldi in tasca, non mi fido di te! Rubi sempre i soldi a Rigsby” dice bevendo un altro sorso
“Ahah ma lascio un biglietto quando lo faccio… dai andiamo a casa”
“Non voglio”  piagnucola
“Teresa, bere non ti aiuta”
Mi sta ignorando? Decisamente si, le porgo la mano “Dai vieni con me”
“Non voglio andare a casa”
“Non andiamo a casa”
“e dove andiamo?” mi chiede
“Fammi pensare… ti porto nel mondo dei sogni!” affermo tirando fuori un foulard dalla tasca
“Non esiste il mondo dei sogni e poi da dove salta fuori quello?” mi chiede indicando con la mano mal ferma il foulard
“Sono un mago”
“Non è vero tu li odi” biascica cercando di stare in piedi
“è vero ma per sta sera mi trasformerò in uno di loro” dico avvicinandomi per sorreggerla “Però quella devi lasciarla giù” indico la bottiglia
Lei la guarda “No”
“Dai Teresa cerca di essere collaborativa! Nel mondo dei sogni non si può portare l’alcool “ la sgrido
Con mala voglia abbandona la bottiglia e io la bendo
“Che fai?” mi chiede ciondolando
“Ti porto nel mondo dei sogni” rispondo prendendola in braccio
“Mettimi giù!” cerca di protestare
“Sei ubriaca e bendata…quanta strada credi di riuscire a fare?” le domando
“Non sono ubriaca!” ribatte lei
“Raccontala ad un altro”
Cammino per qualche metro quando mi dice “Mi spiace per la sfuriata, non volevo”
“Lo so” la rassicuro
“Io non voglio che moriate, vi voglio bene siete la mia famiglia” piagnucola
“So anche questo” le rispondo sorridendo
Appena arriviamo a casa la metto giù apro la porta e la sbendo
“Questa è casa mia!” afferma girandosi verso di me
“No è il mondo dei sogni” dico entrando seguito da lei che cerca di stare il più dritta possibile  “Guarda!” indico un punto a caso nella stanza “ Lo hai visto?”
“Cosa?” bisbiglia aguzzando lo sguardo
“Il folletto! Oooh guarda che carino questo coniglietto” mi abbasso facendo finta di accarezzare qualcosa. Se qualcuno dovesse vederci ora probabilmente ci farebbe rinchiudere ma per lei questo e altro
“Io non vedo niente” mugola avviandosi al centro della stanza
“Attenta!” strillo correndo verso di lei che mi guarda spaventata “stavi andando a sbattere contro l’unicorno” la rimprovero
Lei si guarda un po’ attorno ed esclama “che bello quel folletto!”
Ok siamo ufficialmente pazzi ma ci stiamo divertendo molto, Lisbon sembra essere spensierata, niente Red John, niente morti, solo noi e qualche unicorno e folletto.
Dopo qualche minuti a indicare qua e la vado in cucina a recuperare il gelato e ci sediamo sul divano a mangiare quel poco che è sopravvissuto alla fame inumana di Lisbon dell’altra sera.
Siamo seduti al buio sul divano , anche se per noi è pieno giorno e siamo in un prato con una cascata, Lisbon è appoggiata a me con gli occhi chiusi, forse è meglio se la metto a letto, mi sto alzando  quando sento una mano che mi blocca “Dove vai?” mi chiede
“Ti metto a letto” dico issandomela in braccio
“Non voglio!” cerca di protestare
“Sei stanca devi dormire, se no domani mattina vedi che mal di testa che ti ritrovi” inizio a salire pian piano le scale
“Grazie Jane” sussurra
“Di cosa?” chiedo mettendola giù davanti alla porta della sua stanza
“Per tutto” sorride e mi da un bacio veloce sulle labbra prima di rifugiarsi in camera
Io rimango imbambolato davanti alla porta, è stato veloce, lieve ma ha portato tantissime emozioni. Era da un po’ che non mi capitava di volere una donna, ma con Lisbon questa voglia era ricomparsa e si faceva sentire spesso. Ma non potevo, non volevo, lei è quel ricordo felice di cui parla Red John, è quella che devo proteggere più di tutti, non posso avvicinarmi a lei… ma voglio farlo, John mi ha già rubato anni della mia vita, questa volta non mi porterà via niente , non ci riuscirà.



il mio angolino privato
Ciao! grazie per le recensioni, prima di tutto.
è stato difficile scrivere questo capitolo! ma alla fine ci sono riuscita! (Gloria a me!)
Vabbe...spero vi sia piaciuto! ci vediamooo

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4
Sono ancora sdraiato sul divano, non ho praticamente chiuso occhio per quel bacio, sembro un ragazzo alla sua prima cotta ma quel bacio è stata una boccata d’ossigeno, mi ha riportato alla vita.
Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo, ad un certo punto sento un rumore sulle scale, sono dei passi, mi alzo
“Ehi! Dormito bene?” chiedo
“Shhh zitto, ho mal di testa” mormora lei tendo una mano sulle tempie
“Con tutto quello che hai bevuto ieri sera”
“Non mi ricordo granché” bisbiglia dirigendosi in cucina per prendere un’aspirina
“Ti preparo la colazione” dico alzandomi e dirigendomi verso il bancone “Tu vatti a cambiare”
Dopo essersi data una rapida occhiata ed essere arrossita si fionda su dalle scale con le mie risate come sottofondo. Ridiscende dopo 20 minuti e si siede a tavola addentando tutto quello che trova
“Fame?” chiedo
Lei annuisce bevendo un sorso di caffè.
“Senti” incomincio a dire sedendomi  “Dobbiamo parlare di ieri sera”
Lei alza lo sguardo “Hai ragione”
“Be io….” Incomincio ma lei mi ferma
“Prima io” dice appoggiando il bicchiere “ mi spiace per la sfuriata, io vi voglio bene non voglio mettere tutti in pericolo”
Deve intuire che non era questo che volevo sentirmi dire perché la guardo sorpreso “ Questo me lo hai già detto ieri sera, Lisbon”
“Ah si? Non mi ricordo bene… non so perché ricordo dei folletti e un unicorno” sussurra scuotendo la testa
“Ahaha lo immagino” dico strizzandole l’occhio
“Devo aver preso una bella sbronza” in quell’istante il suo telefono squilla, dopo una breve conversazione con Cho si alza “Forza abbiamo un caso”
 
 
Arriviamo sulla scena del crimine e vedo i ragazzi che ci aspettano tutti in fila “Giorno capo” salutano in coro
“Prima di tutto mi scuso per ieri, ho esagerato lo ammetto, ma siete la mia famiglia io…” inizia lei
“Lo sappiamo” le risponde Van Pelt interrompendola e dandole un grande abbraccio
“Bene e ora il caso” dico sorridendo
“La vittima si chiamava John Tudor 46 anni, sposato con 2 figli” attacca Rigsby
“Il medico legale dice che è morto per strangolamento e poi è stato buttato nel cassonetto”
“Sospetti?” chiede Lisbon
“per ora nessuno ma Cho e Rigsby stanno parlando con i testimoni, abbiamo lasciato a voi la famiglia”
“Va bene, quando avete finito tornate al CBI ci vediamo li” conclude Lisbon avviandosi alla casa
“Certo che è lussuosa” sussurra
Effettivamente la tenuta era piuttosto grande, una piscina, un grande giardino e una casa niente male, dovevano essere molto ricchi. Ci dirigiamo verso una porta aperta, entriamo e lo sfarzo colpisce i nostri occhi.
“Buon giorno sono l’agente Lisbon, lui è Patrick Jane, siamo del CBI” Presenta Lisbon. Le persone che ci troviamo davanti sono una donna di mezza età con gli occhi gonfi e che singhiozza, il figlio invece è calmo ma ha gli occhi rossi, si nota che ha pianto.
“Vorremmo farvi delle domande” incomincia la mia collega
“Troverete il colpevole?” chiede la vedova
“lo faremo” la rassicura Lisbon
Io lascio il quadretto per dirigermi in cucina, devo farmi il mio solito thè. In cucina la cameriera mi accoglie con lo sguardo stralunato “P-Posso aiutarla?” balbetta
“ Oh nono lasci faccio io”
“Lei è della polizia?” mi chiede
“Sono un consulente” rispondo mentre armeggio per prepararmi un thè “Lo ha ucciso lei?” chiedo
La cameriera sgrana gli occhi “Certo che no!” esclama
“Ha ragione” affermo riempiendo la tazza e raggiungendo Lisbon
 
“Allora?” le chiedo dopo essere usciti di casa
“Aveva abbastanza nemici per riempire un libro, sarà abbastanza facile trovare il colpevole”
“Quindi non ti spiace se io ritorno a lavorare sulla mia lista?”
Mi da un’occhiata veloce “ No fai pure ma vieni al CBI ogni tanto, qualcuno potrebbe insospettirsi” in quel momento suona il suo telefono, sbircio il display, un numero privato
“Scusa devo rispondere” sussurra salendo in auto
Io rimango a fissarla un attimo, sta conversando intensamente e ad un tratto la vedo sbattere una mano sul volante, quando si accorge del mio sguardo, mi saluta e mette in moto allontanandosi
“Che aveva Lisbon?” chiede una voce alle mie spalle
“Non lo so piccola Grace, non lo so” rispondo
 
Siamo a 135, guardo la mia lista, non so perché ma ho la sensazione che sia inutile lavorare su questo, l’omicidio di Smith è stato un duro colpo, forse, se non fosse stato sulla lista sarebbe sopravvissuto. In un raptus butto la lista per terra, mi guardo attorno, vedo un paio di ragazzi mi avvicino a loro “Avete un accendino?” chiedo
“Emm..si eccolo” dice uno porgendomi un accendino verde
“Grazie” dico sorridendo e dandogli 10 dollari
I ragazzi mi guardano un attimo e poi se ne vanno, io ritorno dove ho buttato la lista la prendo e le do fuoco. Basta liste. Ho un’ottima memoria è ora di usarla. Decido di tornare al CBI, sono già le 16,45.
Guido tranquillo fino al CBI, appena esco dall’ascensore mi trovo faccia a faccia con un uomo urlante che sbraita insulti e minacce, i due agenti che lo tengono fanno fatica a trattenerlo.
“Chi era quello?” chiedo affiancando la scrivania di Van Pelt
“ il nostro killer” risponde lei, la sua voce è tesa , capisco che è successo qualcosa
“Cosa è successo?” chiedo
Cho indica col mento l’ufficio di Bertram dove Lisbon sta discutendo animatamente.
Mi avvio verso l’ufficio ma Rigsby mi blocca “Non andare”
“Perché?” chiedo sorpreso
“Il capo ha detto che nessuno deve entrare nell’ufficio”
Proprio in quel momento Lisbon esce sbattendo la porta, lancia uno sguardo alla squadra e si rinchiude a chiave nel suo ufficio attaccandosi al telefono.
“Che cosa sarà successo?” domanda Van Pelt
“Scopriamolo” dico sorridendo e avviandomi verso l’ufficio seguito dai ragazzi
Cerco di aprire la porta ma è chiusa a chiave, Lisbon ci vede e fa segno di andarcene e poi ci da le spalle girando sulla sedia. “Credi che una chiave mi fermi?” sussurro tirando fuori i ferri del mestiere
“Si arrabbierà” dice Cho
“Tanto lo è già” afferma Rigsby facendo spallucce
Piano piano apro la porta ed entriamo ascoltando la conversazione
“Lo so ma non possiamo fare nulla? capisco che è della sicurezza, si so anche questo! Ma non lo voglio tra i piedi! Cosa devo fare? No! Avanti siamo amici da tanto non puoi farmi questo favore? Ti offro la cena! Un pranzo o una colazione, quello che vuoi! Per favore no aspetta…Dannazione!” si volta per riagganciare e ci vede. Credo che l’espressione sul suo viso non possa essere paragonata a nulla
“Non ti arrabbiare, volevamo solo essere resi partecipi della tua discussione” affermo io alzando le mani in segno di resa
Da una rapida occhiata in giro “Chiudete la porta e sedetevi”, in suo tono è del tipo che non ammette repliche
“Quello che sto per dirvi deve essere strettamente confidenziale, nessuno e sottolineo nessuno deve sapere quello che uscirà dalla mia bocca” bisbiglia
I ragazzi sono tutti concentrati sulle parole di Lisbon
“è stata richiesta un’ispezione del personale” inizia
“Ispezione?”  chiede Van Pelt titubante
“Si, penso che conosciate la homeland sicurity… bene loro passeranno al setaccio il dipartimento per cercare eventuali talpe” dice Lisbon
“Quindi?” chiede Rigsby
“Vi spremeranno come arance e scandaglieranno il vostro passato” rispondo io
“Ci sei dentro anche tu” afferma Lisbon
“ io sono solo un consulente”
“Ma lavori qui, anche se la parola lavoro non credo sia esattamente quella che userei per descrivere ciò che fai”
“Ah no? E sentiamo che faccio secondo te?” chiedo incuriosito
“Collezioni” risponde lei semplicemente
“Colleziono?” chiedo perplesso
“Si collezioni querele, denunce e derivati” afferma sorridendo, dopo qualche istante scoppiamo tutti a ridere, direi che la tensione si è sciolta
“Tornando seri” inizia “ A noi è stato affidato Kirkland”
Alzo la testa di scatto e intercetto il suo sguardo, ecco perché stava discutendo con Bertram
“Immagino che sia uno dei 7” afferma Cho, sia io che Lisbon  ci voltiamo a fissarlo
“Avanti è logico, sei preoccupata per Kirkland non per il controllo, di conseguenza lui deve avere a che fare qualcosa con quello che state tramando e quindi l’ho collegato alla lista, semplice” spiega lui
“Quindi siamo a due, Smith e Kirkland, però se i sospettati sono stati ridotti a 5, immagino che Bob non sia uno di quelli eliminati” afferma Van Pelt
Abbasso la testa sorridendo, appena la rialzo vedo Lisbon che sorride, credo che sia fiera di loro, sono ottimi agenti, di sicuro riusciranno a scoprire almeno metà della lista. Dopo tutto sono anche io un po’ fiero di loro.
“Stavo pensando al tizio della Visualize …” bisbiglia Rigsby, come se non potessimo sentirlo ne io ne il suo capo
“Chi? Bret Stiles?” sussurra Cho
“Ragazzi” li richiama Lisbon
“ SI lui, avanti è il capo della Visualize! Secondo me anche lui è nella lista” bisbiglia Van Pelt
“Ragazzi!”
“Hai ragione” afferma Cho
“Ragazzi!!” urla
Di scatto si girano
“Potete pensare a quello più tardi, ora dobbiamo discutere di qualcosa di più importante” sbuffa
“Sentite sarò franca, credo che avremo dei seri problemi nel superare il controllo. Se ci fanno delle domande su Red John…insomma noi sappiamo più di quanto si crede… Nessuno passerebbe la macchina della verità o un interrogatorio senza destare dubbi” cerca di spiegare Lisbon
“Cosa proponi?” chiede Van Pelt
Lisbon si gira verso di me sorridendo “ Possiamo sfruttare la nostra arma migliore”
Non so perché mi ritengo tirato in causa
“Jane ci insegnerà a fare ciò che gli riesce meglio, ovvero mentire” afferma sorridendo
“Cosa?” chiedo stupefatto
“ Tu menti tutti i giorni a tutti, sei un maestro in questo”  dice Cho
“Io non mento!” dico sembrando scandalizzato
“Ah no? Cosa fai allora?” chiede Rigsby alzando un sopracciglio
“Io faccio credere false verità alle persone…è diverso” cerco di spiegare
“Be in base all’interpretazione personale sei bravo a mentire” conclude Lisbon
“Cosa propone capo?” chiede Cho
“Jane vi insegnerà a cercare di mentire nel modo più semplice e disinvolto possibile”
Vedo che si volta verso di me, faccio un cenno di assenso col capo, tutto sommato tornerà utile.
“Benissimo” inizio “ Quanto abbiamo?”
“2 giorni”
“Avanti Rigsby vieni con me” dico alzandomi, prima iniziamo prima vedo a che livello sono i ragazzi.
 
 
“Hei” dico entrando nell’ufficio di Lisbon
“Finito?” chiede alzando lo sguardo dalle scartoffie
“Si, andiamo?”
“ok”
Oramai la mia macchina è perennemente parcheggiata al CBI, è diventata un’abitudine andare e venire insieme.
“Sei preoccupata?”
“Abbastanza”
“Cosa ti preoccupa?”
“Non ti interessa” risponde secca
“Avanti Lisbon, sei tesa  come una corda di violino! Hai problemi? Sei invischiata in qualcosa di illegale? Hai rubato soldi a Rigsby? No perché per quello non ti devi preoccupare…”
“Piantala Jane!”
“Sto solo facendo domande per risolvere i grandi misteri della vita…”  cerco di non ridere ma la cosa mi riesce difficile
“Aaah vuoi risolvere i grandi misteri? Bene allora risolvi questo…perché vivi ancora con me nonostante il tuo lavoro al CBI sia ripreso?”
“Certi misteri non possono essere risolti Lisbon” dico scuotendo la testa, la vedo alzare gli occhi al cielo con un sorriso
 
 
Siamo tornati e abbiamo optato per il cibo cinese, non avevamo voglia di cucinare, cosi dopo una telefonata e una doccia ci sediamo sul divano con i nostri piatti.
“Come sono messi i ragazzi?” chiede
“Be diciamo che Cho fa quasi paura, è riuscito a mentire tranquillamente ha ingannato anche me, non cambia mai espressione è statico, grazie al cielo è un poliziotto se fosse stato un criminale ho come la sensazione che sarebbe stato difficile accusarlo”
La vedo sorridere, ho come la sensazione che stia pensando la stessa cosa
“Rigsby e Van Pelt?”
“Sono un disastro” dico scuotendo la testa “Van Pelt non sa mentire di natura è troppo sincera e Rigsby mente bene ma cade nei tranelli, credo che con un po’ di lavoro possano migliorare ma di certo non in 2 giorni”
“Quindi in poche parole dobbiamo sperare che non ci interroghino uno a uno” sussurra
“Si, il fatto è che non capisco perché questo controllo”
“Da quanto mi ha detto Bertram la homeland security ha ricevuto una soffiata che parlava di una presunta talpa che lascia trapelare informazioni e che sia addirittura associata al caso di John”
“Dannazione!” esclamo, ci mancava anche Kirkland “Come mai Kirkland è finito da noi?”
“Non lo so, ho cercato di chiedere ma sono tutti chiusi nel silenzio”
“Va bene” sussurro “Forza mettiamoci al lavoro” dico appoggiando il piatto sul tavolo
“Lavoro?” chiede
“ Sei stata un’alunna poco diligente! Non hai seguito le mie lezioni” la rimprovero
“Ahah stai scherzando vero?”
“No, sei il capo e di sicuro si accanirà contro di te”
“Jane, sono capacissima di raggirare un interrogatorio!” esclama
“Be provare non costa nulla”
“No, non farai i tuoi giochetti con la mia mente”
“Avanti, se riuscirai ad ingannarmi ti lascerò perdere” prometto
Ci pensa un po’ su e poi accetta
“Bene , io ti farò delle domande e tu dovrai rispondermi sia mentendo che dicendo la verità, sta a scegliere se mentire o no” le spiego tirando fuori una penna dalla tasca
“ E tu che farai?” chiede indicando la penna
“Io devo capire se menti o no e poi vedremo insieme dove hai problemi e i segni che fai quando menti ” dico facendo spallucce e iniziando a roteare la penna  “Pronta?” lei annuisce
“Hai perso tua madre in un incidente stradale”
“Jane questo non c’entra…” protesta
“Fidati di me” le sussurro esortandola a rispondere
“Si” risponde sospirando
“Tuo padre era alcolizzato?”
“No”
“Stai mentendo”
“Jane, lo sai che mio padre era alcolizzato”
 “Consideri Van Pelt come un’amica?”
“No”
“Stai mentendo”
“Jane, te ne accorgi perché mi conosci tutto qui” si difende lei
“Amavi l’agente Bosco?”
“Si”
“Stai mentendo spudoratamente, Lisbon rimani concentrata sulla penna ok?”
“Chiedimi altro, qualcosa che non puoi sapere”
“Ti piacciono i cani?”
“Si”
“Non  sei cinica come fai credere agli altri”
“No” la sua concentrazione è tutta sulla penna
“Ti ricordi di ieri sera?”
“Si”
“Ti ricordi il bacio”
“No”
Sta mentendo
“Lo rifaresti?” sussurro
“Si”
La penna mi cade di mano e lei ritorna a fissarmi rossa in volto, credo di avere lo sguardo stupefatto, poi sul suo volto appare un sorriso
“Te l’ho fatta” bisbiglia avvicinando la bocca al mio orecchio “Buona notte Jane” dice alzandosi e correndo su per le scale.
La seguo con lo sguardo fino a che non chiude la porta, lentamente sul mio volto compare un sorriso “Come bugiarda non vali proprio niente Teresa” sussurro.
 
 
Il mio angolino privato
Ciao a tutti! Inizio col ringraziare per le recensioni mi fanno sempre moltissimo piacere.
Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento! Alla prossima : )
 
 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Capitolo 5
Sto preparando la colazione quando sento Lisbon scendere le scale, appena mi vede abbassa la testa,  beve veloce il suo caffè e poi scappa nella sua camera. Io non posso far altro che sorridere è decisamente buffa quando si libera del suo strato di freddezza e distacco che tiene sempre al lavoro.
“Lisbon andiamo?” strillo dalla cucina
“Arrivo” risponde scendendo le scale e fiondandosi fuori dalla porta
Si prospetta una giornata interessante, un piccolo sorriso mi sfiora le labbra.
 
Appena arriviamo al CBI, Lisbon si chiude nel suo ufficio
“Avete discusso ancora?” chiede Rigsby
“Oh nono meglio” risponde Van Pelt sorridendo
“Piano con la fantasia piccola Grace” la sgrido sorridendo “Forza, dobbiamo ricominciare a lavorare, Grace ti va di iniziare?”
“Certo” alzandosi dalla scrivania noto che lancia un occhio nell’ufficio di Teresa
 
Dopo aver “interrogato” Cho siamo tornati dagli altri “Bene per sta mattina abbiamo finito” vedo il sollievo sul volto di Rigsby e Van Pelt, Cho invece è indifferente come al solito, pagherei per vedere un interrogatorio tra lui e Kirkland.
 Mi avvio verso l’ufficio di Lisbon, apro la porta ed entro
“Che vuoi?” chiede senza neanche alzare lo sguardo dal foglio
“Sei strana oggi?”
“Non è vero”
Mi avvicino sempre di più appoggiando i gomiti alla scrivania, quando alza lo sguardo siamo vicinissimi, la vedo arrossire
“Dimmi che cosa hai?” sussurro
La vedo deglutire “I-io” balbetta
“Sappiamo entrambi che non sei brava a mentire, allora perché continuare a farlo?”
Lei distoglie lo sguardo, ho fatto centro
“Red John,  aspetta questo” dice lapidaria
“Red John uccide anche senza un motivo”
“Quindi noi dovremmo dargliene uno valido?” chiede guardandomi
“Siamo in gioco, perché non giocare?”
“Quindi per te è un gioco” sussurra
“No” bisbiglio dandole un bacio veloce.
Nell’esatto attimo in cui mi stacco suona il telefono, lei ancora fissandomi risponde “Lisbon…è sicuro? Ok arriviamo” mette giù il telefono
“Abbiamo un caso, Red John” dice alzandosi e uscendo ad avvisare i ragazzi
Io la seguo senza fiatare, un momento magico distrutto in un istante, prima o poi questo finirà, lo giuro.
 
Salgo in macchina con Lisbon è piuttosto silenziosa
“Jane, devi prepararti, quello che potresti vedere è come dire….” Le mancavano le parole
“Mi stai facendo preoccupare” dico guardandola
“L’omicidio è avvenuto al circo”
Dopo aver assorbito l’informazione rimango in silenzio, so già chi è la vittima, non ho bisogno che qualcuno mi dica il nome.
Appena arrivati corro nella roulotte dove Cho e Rigsby stanno parlando con Partrigde
Entro di corsa, non noto neanche lo smile, sto fissando il corpo adagiato sul divano.
“La vittima è Ro…” inizia Cho, ma io lo blocco
“Magus, lui era Magus” dico fissando i ragazzi
“Capito” rispondono in coro
“è proprio Red John, la sua mano, guardate che tratto, io la considero arte anche se macabra” incomincia Partrigde
“Sta zitto” sibilo guardandolo
“Sto solo facendo il mio lavoro” si difende
“Mi dai fastidio”
“Ahah io ti do fastidio? Sto analizzando la scena del crimine”
“Tu stai facendo sembra tutto una commedia grottesca” sto alzando la voce
“Una commedia? Perché non lo è?”
“Bastardo” urlo afferrandolo e spingendolo contro la parete, gli tiro anche un pugno scaricando tutte le energie su di lui, Cho e Rigsby si buttano su di me trattenendomi. Mi sento libero, ho appena preso a pugni uno dei miei sospettati, la cosa mi ha fatto sentire bene, ho sfogato lo stress ora sono più rilassato.
Rigsby mi ha trascinato fuori e sono finito a parlare a quattr’occhi con una Lisbon che più arrabbiata di cosi non si può
“Sei diventato pazzo?” mi chiede agitando le mani
“Mi ha sempre dato sui nervi” mi giustifico
“Non puoi farlo! Bertram ti farà una ramanzina senza precedenti! Ultimamente fai a pugni troppo spesso”
Mi sento come un bambino sgridato dalla mamma, so che ho sbagliato.
“Torniamo al CBI, Sali in macchina” ordina
Io salgo senza dire niente. Perché non c’è niente da dire
 
 
Appena tornati sono stato spedito da Bertram
“Cosa devo fare con te?” mi chiede “stai esagerando, puoi anche risolvere i casi ma se ti comporti da pazzo nessuno ai piani alti può salvarti”
“Piani alti?” chiedo
“Esci forza” mi esorta
“Ha detto che qualcuno ai piani alti mi ha riassunto vero?” mi alzo e mi avvicino alla scrivania
“Ho detto che devi uscire SUBITO” ordina
Lascio il suo ufficio con la consapevolezza che avevo ragione e che quello che mi ha detto lo ha fatto per sbaglio. Mi dirigo nell’ufficio di Lisbon, lei dice qualcosa ma io non la ascolto mi butto sul divano e mi copro con la giacca e faccio finta di dormire.
Sento che si alza e si siede per terra, vicino al divano “Abbiamo controllato, il tuo amico era pulito, John lo ha ucciso perché….” Non conclude la frase
Mi sta dicendo solo cose che so, ora che John ha ucciso Magus ho capito la sua strategia, vuole torturarmi, uccide le persone a me care e i miei sospettati, so già che quando non rimarrà nessuno sulla sua lista toccherà a me.
“Jane so cosa stai per fare e quindi ti prego non farlo” sussurra preoccupata
“Non capisco”
“Jane lo sai, incomincerai a fare le tue solite cose al buio, da domani ci sarà Kirkland incollato a noi….”
“Allora?” le chiedo tenendo sempre la testa nascosta
“Hanno avviato una caccia alle streghe e non credo che tirare i sassi sugli inquisitori sia l’idea più geniale che tu possa avere…”
Mi ero dimenticato di Kirkland, dannazione, posso provare ad andare avanti lo stesso…
“Se vai avanti lo stesso ci metti tutti nei guai”
“Da quando mi leggi in testa?” le chiedo, lei ignora la mia domanda e continua “La squadra non lo merita, puoi gettare delle ombre su di loro e scommetto che Kirkland non aspetta altro per farci licenziare”
Odio quando Lisbon ha ragione
“Quindi per favore tirati su” mi esorta
Non ho la minima voglia di uscire dal mio angolino sicuro
“Jane io devo lavorare… fa come vuoi! Ma se torno e sei ancora qui ti uccido e se torno e non ci sei ti uccido lo stesso!” sbotta prima di uscire
“è un controsenso!” urlo in risposta
So che si preoccupa per me e la cosa mi fa piacere ma devo indagare , lo faccio solo per Magus, glielo devo.
 
Scendo nel parcheggio e metto in moto, girovago per la città, non so dove andare non so cosa fare cosi decido di tornare a casa e farmi un bagno caldo, devo schiarirmi le idee
Quanto arrivo sono le 18.20, Lisbon tornerà di sicuro tra qualche ora, riempio la vasca e mi immergo lasciando che l’acqua mi scotti.
Sono in ammollo da circa 30 minuti quando sento un rumore, in un attimo esco dalla vasca avvolgendomi un asciugamano attorno alla vita e mi metto in ascolto, sembra che qualcuno stia cercando di aprire la porta, prendo la prima cosa che mi capita in mano ovvero il phon di Lisbon, come arma non è un granché, meglio di niente. Appena apro la porta del bagno sento un vetro della cucina rompersi, ho i nervi a fior di pelle, piano piano scendo le scale, mi blocco quando vedo un’ombra in cucina. Piano piano scendo gli ultimi 3 gradini e mi avvio in cucina “Chi è?” urlo piombando in cucina, mi guardo attorno non c’è nessuno “Lisbon sei tu?” chiedo attraversando il soggiorno, ad un tratto sento una presenza alle mie spalle, un dolore alla testa e poi il buio.
 
“Jane?” un lieve scossone mi riporta alla realtà
 “Lisbon?”
“Hei “
Riapro lentamente gli occhi “o mamma”
“che c’è?” chiede lei preoccupata
“vedo due te ed è terribile”
Il suo sguardo omicida mi fa intendere che non è il momento di scherzare
“Che è successo?” chiedo tirandomi a sedere
“questo devi dirmelo tu”
“ho sentito un rumore e cosi sono sceso a controllare”
“te lo avevo detto che ci sono stati dei furti nella zona di recente”
Piano piano mi alzo, ho preso una bella botta ma tutto sommato sto bene, mi do un’occhiata e poi guardo Lisbon è rossa in volto e guarda da un'altra parte
“Forse è meglio se mi cambio” dico avviandomi alle scale
 
Dopo essermi vestito ci siamo seduta a tavola, abbiamo ordinato un paio di pizze.
“Hanno preso qualcosa?” chiedo
“no, ho dato un’occhiata in giro e non sembra mancare nulla…secondo me dopo averti steso si è spaventato ed è fuggito” dice lei facendo spallucce
“Forse è meglio che per sta notte andiamo al CBI a dormire” propongo
“perché mai?” chiede alzando un sopracciglio
“La finestra della sala non ha più il vetro, potrebbero entrare in casa ancora e sta volta con molta meno fatica”
“Sono armata”
“ io no! E siccome dormo in salotto vorrei evitare di essere malmenato ancora” esclamo
Lei ci pensa un attimo “dormi con me”
Il boccone che sto mangiando mi va per di traverso “come scusa” dico tossendo
“se hai cosi paura puoi dormire nella mia stanza” dice con una semplicità disarmante
“ma- ma sai io…” balbetto
“non ti preoccupare mettiamo una coperta sul pavimento cosi non senti freddo e rimani anche più comodo”
Ecco la fregatura, io dormo sul pavimento e lei nel letto
“emm…va bene” accetto di buon grado, l’idea di dormire sul pavimento non mi alletta ma neanche l’idea di dormire in una stanza praticamente aperta al mondo.
 
 
Dopo aver cenato e guardato un po’ di tv ci ritiriamo nella sua stanza
“Ecco” dice mettendo una coperta sul pavimento
Io mi guardo attorno, la sua stanza non è molto grande, c’è un bel letto matrimoniale e un armadio non molto grande, una piccola scrivania e due comodini
“Grazie” dico sdraiandomi, che scomodo, questo pavimento è durissimo, quasi quasi preferisco dormire di sotto, almeno se deve giungere la mia fine posso morire su un divano comodo
Lisbon si sdraia tirandosi le coperte fino a sotto il mento.
“Sai” inizia “stavo pensando che forse dovresti prendere  un cassetto del mio armadio”
Io fisso il soffitto è una confessione d’amore?
“Si be i tuoi vestiti sono nella valigia, visto che non hai intenzione di tornare al CBI non mi sembra il caso di lasciarli li” spiega
“Va bene, ma voglio metà armadio”
“Cosa?!? Mai! ti lascio 2 cassetti”
“Come sei tirchia, ne voglio 3” esclamo, stiamo contrattando per un armadio, appena ci rendiamo conto dell’assurdità dell’argomento ci mettiamo a ridere
“Va bene ti do 2 cassetti e metà degli appendi abiti” decide
“ mi sembra equo”
Rimaniamo in silenzio, io cerco una posizione comoda, ho come la sensazione che domani mattina avrò la schiena a pezzi, altro che Kirkland questo pavimento è peggio di qualsiasi interrogatorio.
“Tutto a posto li giù?” chiede Lisbon  appoggiando la testa al bordo del materasso e fissandomi
“Diciamo di si” intanto cerco di liberarmi dalla coperta
“Dai vieni su” dice spostandosi
“Come?” chiedo incredulo
“Dormi sul letto, quel pavimento è troppo scomodo domani avrai mal di schiena”
Io mi alzo e con un balzo mi fiondo nel letto infilandomi sotto le coperte
“Morbido” sospiro
Vedo Lisbon che prende dei cuscini e li mette come un divisorio
“Che fai?” chiedo guardandola storto
“delineo il territorio, se non ti sta bene c’è il pavimento”
“Oh nono mi va bene” dico sdraiandomi sul fianco e chiudendo gli occhi “Notte” sussurro
“Notte Jane”
 
Bip Bip Bip Bip Bip
“Spegni quella sveglia” biascico ancora addormentato
“Umm…”
“Grazie”
Dopo qualche secondo ricordo gli avvenimenti della sera prima e spalanco gli occhi, la muraglia di cuscini è sparita e Lisbon è a pancia in giù con i capelli tutti arruffati e la faccia di chi non ha la minima voglia di svegliarsi
“sei bellissima” sussurro
Di colpo apre gli occhi, si alza di scatto e scappa in bagno.
“Ahah non fare cosi” urlo dalla camera da letto mentre faticosamente mi alzo, do un occhiata al letto, Lisbon scalcia come una matta di notte.
Scendo a preparare la colazione, constato che è ancora tutto a posto il telo che avevamo messo era ancora integro , nessuno è entrato…questo significa che sta notte dovrò tornare a dormire sul divano…
 
 
Sto preparando la colazione quando la sento scendere le scale
“O mio Dio! ” esclama guardando la finestra
“Hai visto? “ domando sconcertato
Lei si avvicina ad ispezionare il telo, oramai a brandelli.
“Hanno rubato qualcosa?” chiede preoccupata
“ non mi sembra”
“Lo hanno fatto a brandelli” sussurra raccogliendo i pezzi di stoffa da terra e rigirandoseli tra le dita
“terribile vero?” chiedo mettendo il coltello nella lavastoviglie
“devo chiamare un vetraio”
“Già, ma credo che ci vorranno ancora un paio di giorni per sistemare quella finestra”
“Non puoi dormire qui giù!” esclama
“Mi so difendere”
“No! È pericoloso, fino a che non sistemeremo quella” dice indicando la finestra “dormirai di sopra con me e la pistola”
 
 
Ci stiamo dirigendo al CBI, io sono piuttosto felice, Lisbon un po’ meno credo che il risveglio, per lei sia stato un po’,come dire, traumatico
“Sai che scalci tantissimo?” le chiedo
“tu russi” ribatte
“ io non russo!” esclamo stizzito
“Certo…”
“Tu parli!”
“io non parlo” esclama lei
“Oh invece si!”
“e sentiamo cosa dico?” chiede con uno sguardo divertito
“Dici cose del tipo oh Jane quanto sei bello oppure Jane sei la fine del mondo…” cerco di imitare la sua voce
“Shhh” mi zittisce “ la senti questa voce?” sussurra
“Quale voce?” chiedo cercando di captare qualche suono
“quella del tuo ego!”
 
Finalmente arriviamo al CBI e qui ci attende la peggiore delle sorprese, non appena si aprono le porte dell’ascensore ci troviamo davanti Kirkland con un sorriso stampato in faccia
“Buon giorno agente Lisbon, signor Jane” saluta stringendoci le mani
“Kirkland” risponde Lisbon avviandosi al suo ufficio seguita da me
“Noto che si è trasferito, Patrick” dice Kirkland affiancandomi
“Si, mi piace cambiare aria” rispondo scocciato
 
“Perché siamo qui?” sussurra Van Pelt a Rigsby.
Kirkland ci aveva riunito nell’ufficio di Lisbon per dirci qualcosa
“Benissimo, sapete tutti che siamo qui per portare pulizia al CBI” incomincia  “Quindi vi chiedo di essere collaborativi e se avete qualche problema di parlare subito cosi da mettere in chiaro la situazione”
“La trovo una cosa inutile” dice Lisbon
“Perché?” chiede Kirkland
“Sospettate di noi?” esclama Rigsby
“Noi non sospettiamo di nessuno, per ora” chiarisce l’uomo
“Io non mi fido” borbotta Cho
Dopo qualche istante di silenzio, Kirkland decide di parlare “Bene se questo era quello che dovevate dirmi e non c’è più nulla io incomincerei il mio lavoro”
I ragazzi escono dalla stanza lasciandoci soli, Lisbon si avvicina a Kirkland “Non so cosa hai in mente Bob, ma prova anche solo ad accusare uno dei miei e giuro che ti faccio fuori” detto questo esce dalla stanza lasciandomi solo con lui
“Bel caratterino” borbotta
“Già” rispondo
“Allora Jane…da chi dovrei incominciare secondo lei?”
“Non abbiamo niente da nascondere”
“Questo lo dice lei, ogni persona ha uno scheletro nell’armadio e che ci piaccia o no arriverà sempre qualcuno che aprendo l’armadio lo farà cadere e venire alla luce”
“Quindi anche lei ha qualche scheletro, signor Bob?” chiedo interessato
“Caro Jane, io devo lavorare” dice uscendo dalla porta e avviandosi verso l’ufficio di Bertram.
Anche io esco e mi dirigo verso Van Pelt “Piccola Grace, potresti farmi un favore?”
 
 
Il mio angolino privato
Ciao a tutti/e! grazie mille per le recensioni sono sempre ben accette…
Voglio subito dire che ho fatto dormire Jane nel “lettone” solo perché sono stata mossa da compassione, ho provato anche io l’ebrezza di dormire sul pavimento e credo che nessuno si meriti questa tortura, neanche un personaggio immaginario.
Be detto questo ci leggiamo al prossimo capitolo! Bye

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Capitolo 6
 
“Salve, chiamo per sapere se è possibile sostituire un vetro…certo…si ma quanto ci vorrà? 3 giorni?!? Sta scherzando? Oh nono capisco… domani alle 4 va bene per lei? Certo , la ringrazio” riaggancia
“Chiamato il vetraio?” chiedo aprendo un occhio
“Si domani alle 4 passa per vedere cosa si può fare”
Io mi tiro su dal divano, guardandomi attorno, Kirkland dopo una veloce conversazione con Bertram è scomparso e tutti sono preoccupati
“Bene” dico alzandomi e stiracchiandomi “vado a fare un giro”
“Vengo con te” dice Lisbon prendendo le sue cose
 
Sto guidando, dopo una lotta sono riuscito ad ottenere le chiavi.
“Dove stiamo andando?” chiede lei guardandosi intorno
“ In giro”
“questo lo vedo… ma avremo una meta?”
“che ne dici di andare al circo?”
“Al circo?”
“Si, sono quasi le 18 forse riusciamo a vedere lo spettacolo delle 18.30 se ci sbrighiamo” dico schiacciando l’acceleratore
“Okok ma per favore rallenta” urla lei nel panico
 
 
“Io con te non ci salgo più in macchina!” strilla scendendo e sbattendo la portiera
“Come sei drammatica”
“Volevi ucciderci? Quel camion non si sarebbe spostato!”
“Quale camion?” chiedo facendole l’occhiolino. Mi guardo un po’ attorno cercando il botteghino, dopo aver preso i biglietti ci accomodiamo sui seggioli in plastica
“Signori e signore vi diamo il benvenuto! Questo spettacolo sarà un po’ speciale, infatti sarà dedicato a Magus il nostro più straordinario mago che ieri, per mano di un uomo ignobile ci ha lasciati. Prego godetevi lo spettacolo e lasciate a noi un pezzo del vostro cuore” dice il direttore del circo
“Ora capisco” sussurra Lisbon
Rimaniamo in silenzio per tutto lo spettacolo, non so se rido più per le facce di Lisbon o per i vari acrobati, pagliacci, domatori o giocolieri che si susseguono uno dopo l’altro creando magia ed emozioni
“Wow” sussurra Lisbon una volta finito lo spettacolo
“Già” dico alzandomi e prendendola per mano la trascino dietro le quinte, devo salutare qualche persona.
“Patrick!” esclama un clown vedendomi arrivare
“Clown!” saluto abbracciandolo
“Come va vecchio mio?”
“Bene voi?”
“siamo tutti scossi” sussurra un altro clown dietro
“Ragazzi vi presento Teresa Lisbon, lei è la poliziotta incaricata del caso” dico spostandomi affiche la vedano
“Salve” saluta incerta lei
I ragazzi le si avventano contro abbracciandola e incoraggiandola.
“Troveremo quel mostro” li rassicura lei
Sono felice di aver passato un po’ di tempo con la mia vecchia famiglia ma ora dobbiamo tornare a casa, dopo un abbraccio a tutti ce ne andiamo
“Sono simpatici” afferma Lisbon sedendosi al posto di guida
“Già ma non sperare di guidare, la macchina è mia e guido io”  le dico
“Ah si? E come fai senza queste?” chiede sventolandomi le chiavi davanti
“Quando le hai prese?” chiedo sorpreso
“ Questo è un segreto” sussurra strizzando l’occhio
Rassegnato mi siedo e mi lascio trasportare fino a casa, siamo felici nel vedere il telo nuovo che abbiamo messo sta mattina, ancora intatto.
“Cucino io” affermo entrando in casa e fiondandomi in cucina
“Qualche volta potrei anche cucinare io” borbotta lei
“Sai cucinare?”
“Ci sono tante cose che so fare mio caro Jane” dice in modo malizioso salendo le scale, questo basta per farmi rimanere a bocca aperta
 
“Era tutto buonissimo” dice dandomi una mano a sparecchiare
“Lo so” esclamo
“Lo so che lo sai mister ego sovrasviluppato”
Ci avviamo verso il divano con l’immancabile vaschetta di gelato
“Credo che domani Kirkland inizierà con gli interrogatori” sussurra preoccupata
“ Di sicuro e penso di sapere da chi inizierà”
Lei mi guarda con uno sguardo interrogativo
“Van Pelt”  dico rispondendo alla sua domanda mentale
“Dannazione!” esclama
“Non ti preoccupare ha imparato da un genio”
“Vacci piano se no il tuo ego non ci starà più in casa” esclama fingendo di spingere qualcosa che si trova nell’aria
Mi scappa una risata che coinvolge anche lei
“Sai” inizio “ho chiesto a Van Pelt di farmi un favore” dico tirando fuori un fascicolo
Lisbon lo prende “e chi è Robert Ross?” chiede leggendo il nome scritto a penna
“La domanda è chi è Robert Kirkland” sussurro
Lei apre il fascicolo e da una scorsa hai fogli “Hai chiesto a Van Pelt di indagare su di lui?” chiede incredula
“Si”
“Tu sei pazzo! Quello ci sta col fiato sul collo e tu che fai? Chiedi a uno dei miei di indagare su di lui!” urla alzandosi e stringendo il fascicolo
“Calmati”
“No Jane non mi calmo! Ti avevo chiesto di non lanciare i sassi sugli inquisitori mi sembra?”
“Non sto lanciando sassi…”
“No infatti, gli stai scaraventando addosso una montagna intera!”
“Questo” dico indicando il fascicolo “ci serve, chiodo scaccia chiodo”
Sbuffa e si risiede sul divano “ Lo hai già letto?”
“Scherzi? Volevo divertirmi con te, non abbiamo altro modo di passare le serate”
Lei alza lo sguardo di colpo arrossendo, forse ho sbagliato parole…o forse no
 
Sono quasi due ore che leggiamo di Bob Kirkland e niente sembra rilevante
“Non c’è nulla” dice Lisbon sfogliano il fascicolo
“è impossibile, non può essere pulito” esclamo
“Jane non tutti commettono reati, forse dovremmo accettare che ci sono persone pulite”
“Avanti! Non può essere, lo ha detto lui stesso, tutti abbiamo almeno uno scheletro nell’armadio” dico convinto
“Non tutti Jane, ci sono persone buone”
Le lancio un’occhiata…e no Lisbon non mi puoi lasciare queste opportunità
“Qual è il tuo scheletro?” le chiedo
“Non ne ho” risponde facendo spallucce
“ stai mentendo…sai dovremmo esercitarci ancora un po’ “ propongo
Mi lancia uno sguardo omicida
“Mentre credo che negli sguardi omicidi tu abbia il massimo dei voti” scherzo
“Simpatico”
“Dai non fare cosi…” dico dandole un colpetto sulla spalla
“Stavo pensando” inizia ignorandomi “forse e dico forse ci sono cose che qui non sono scritte”
“File secretati?”
Lei annuisce, certo perché non ci avevo pensato
“Come si fanno ad ottenere questi file?” chiedo
“Be si potrebbe andare alla homeland security… “ dice sovrappensiero, in un attimo però si accorge di quello che ha detto “ ma tu non lo farai”
“Mai detto di volerlo fare”
“Se lo dici tu…”
“Andiamo a letto?” chiedo stiracchiandomi
“Io rimango alzata ancora un po’, tu vai pure”
Mi avvio su per le scale e arrivo alla camera buttandomi sul letto, sono distrutto ma quello che mi infastidisce di più è non essere riuscito a scoprire qualcosa su Kirkland, domani andrò alla sua base e vedrò di trovare qualcosa, neanche mi rendo conto di essermi addormentato
“Ma tu guarda questo”
Sento una voce
“Teresa” biascico, non capisco se sono sveglio o no
“Jane stai occupando tutto il letto!”
“Il letto?”
“Mio dio neanche ti sei tolto i vestiti” sbuffa
“ vestiti?”
“ Torna a dormire” mi ordina strattonandomi, io non me lo faccio ripetere due volte
 
Quando mi sveglio è mattina, almeno credo, dalle finestre filtra la luce, cerco di stiracchiarmi quando mi rendo conto di non sentire più un braccio
“Che diavolo…” mormoro aprendo gli occhi, sto abbracciando Lisbon, la sua schiena è contro il mio petto e un mio braccio è intorno alle sue spalle, l’altro le cinge la vita, le dita delle nostre mani sono intrecciate.
Cosa ho fatto ieri sera? Mi ricordo di essere andato a letto e di essermi addormentato. Con un sospiro Lisbon si gira finendo faccia a faccia con me. Io mi affretto a tirare il mio povero braccio verso di me, lo sento formicolare la sensazione è terribile. Finalmente torno ad avere l’uso di entrambe le braccia, sollevo la coperta e mi accorgo di non avere tutti gli abiti con cui sono andato a letto, mancano la giacca e il panciotto e i miei calzini sono spariti.
“Mi hai spogliato!” dico scandalizzato
Nel sentire le mie parole fa un sussulto e apre lentamente gli occhi “Perché fai casino già dal mattino?”
“Mi hai spogliato!” ripeto
“Ti ho tolto solo la giacca e qualcos’altro “ sussurra stiracchiandosi
“Quindi ti approfitti delle persone indifese”
“Ma che stai dicendo?” borbotta
“Tu sei una donna senza pudore! Un uomo della mia età abusato in questo modo”
“Ho ben altri gusti” strilla prendendomi a cuscinate
“Ah si?” chiedo bloccando il cuscino e strappandoglielo di mano
Lei si gira cercando un'altra arma ma appena afferra il mio cuscino la blocco, le prendo entrambe le mani e le porto sopra la sua testa.
“Avanti confessa” la intimo “Cosa hai fatto al mio corpo delicato mentre mi trovavo tra le braccia di morfeo?”
Lei rimane a fissarmi con gli occhi spalancati ed in un attimo, mi ritrovo a baciarla, ma non come le altre volte, questa volta è un bacio vero, intenso. In un attimo le posizioni si invertono , lei è sopra di me.
Le prendo il viso tra le mani, lei affonda le dita tra i miei ricci, è da tanto che non provavo una sensazione simile, la volevo tutta per me, lei doveva essere mia, cerco di toglierle la maglietta ma lei mi blocca interrompendo il bacio rossa in volto.
“Scusa non posso” dice prima di fiondarsi in bagno, lasciandomi imbambolato a darmi dell’idiota.
Mi alzo e scendo in cucina, ho fatto una cavolata, ho affrettato le cose, conosco Teresa so che ha bisogno di tempo per metabolizzare le cose e io invece le sono letteralmente saltato addosso. Pessima decisione Jane, pessima decisione. Scuoto la testa, neanche mi accorgo che Lisbon è di fianco a me
“Vado al lavoro” dice aprendo la porta
“Ma non hai fatto colazione!” esclamo ma lei è già uscita, decisamente pessima decisione
Dopo aver bevuto la mia tazza di thè non so che fare, andare al CBI è escluso, non voglio Kirkland tra i piedi, guardo l’ora sono quasi le 8, il funerale è alle 11,30, ho ancora un po’ di tempo per andare a fare un salutino agli amici del mio caro Bob, prendo il telefono e compongo un numero.
“Grace? Ciao sono Jane”
“Hei Jane” risponde la voce dall’altro capo del telefono
“Oggi non vengo in ufficio” avverto
“Ah ok, ma non c’era bisogno di chiamare”
“Si lo so ma vorrei che avvisassi Lisbon che al vetraio ci penso io”
“Vetraio?” chiede
“Tu dille questo…ah in bocca al lupo per l’interrogatorio e ricorda…”
“Fissa sempre a destra per mentire e a sinistra per la verità, confondilo e fagli credere nelle menzogne” interrompe lei
Riaggancio, la mia piccola Grace sta crescendo.
 
Salgo in macchina e mi dirigo alla Homeland security.
Appena arrivato parcheggio e mi dirigo all’entrata, sto percorrendo l’atrio quando una guardia mi blocca “Lei è il signor Jane vero?”
“Dipende da chi lo chiede”
“Lei non può entrare qui” dice afferrandomi per un braccio
“Scusi ma che fa?” chiedo opponendo resistenza
“Siamo stati informati che vuole sottrarre dei file riservati”
Sono scioccato, come hanno fatto? Come sapevano che volevo entrare….Lisbon, ma certo! Estraggo il cellulare dalla tasca
“Hei Rigsby”
“Ciao Jane” saluta
“Dov’è Lisbon?”
“Sta discutendo con Kirkland che vuole interrogare Grace, cioè Van Pelt”
“Dille che se pensa che avvisare qualcuno affinché non entri basti è davvero inutile” dico riagganciando
Prendo l’auto ed esco dal parcheggio, la lascio un po’ fuori dai cancelli e rientro nascondendomi dietro un auto. Quello che devo fare è aspettare.
Dopo circa 10 minuti arriva un uomo che, dopo aver parcheggiato, scende dall’auto ed è in quel esatto momento che agisco, arrivo alle sue spalle “Salve” saluto allegramente
Lo vedo sobbalzare “S-salve”
“Mi scusi se l’ho spaventata ma ho perso le chiavi della mia auto”
Lo vedo guardarsi attorno
“So che non mi conosce ma la prego mi aiuti, oggi mia moglie ha la prima ecografia e sa… non vorrei perdermela” mento spudoratamente
“Capisco, be visto che sono in anticipo le do una mano” dice voltandosi e appoggiando la giacca nell’auto, io ne approfitto per sfilargli il portafoglio
“Le dispiace se io controllo l’entrata dell’edificio?” chiedo
“O nono io guardo qui” dice mettendosi a cercare
Io intanto mi dirigo verso l’ingresso, per pura casualità avevo degli occhiali da sole e un soprabito in macchina. Apro il portafoglio e prendo il tesserino, grazie a questo entro con estrema facilità.
Vago per un po’ alla ricerca degli archivi del personale
“Salve” dico fermando un’impiegata “Mi spiace disturbarla” sorrido, Lisbon sicuramente si arrabbierebbe nel vedermi usare queste armi con le donne “Sono appena stato trasferito e sto cercando gli archivi del personale…” un altro ampio sorriso mi illumina
“C-certo… deve scendere al 2 piano e seguire tutto il corridoio poi giri a destra” sussurra lei
“La ringrazio” andandomene le regalo un altro sorriso, si decisamente Lisbon mi ucciderebbe
Seguo le indicazioni datemi e arrivo agli archivi che come immaginavo sono chiusi a chiave, nessun problema tiro fuori gli attrezzi del mestiere ed entro. Ci sono un mucchio di scartoffie, incomincio a cercare, c’è un mucchio di polvere che mi fa starnutire. Finalmente trovo la sua cartella mentre la tiro fuori dalla scatola il mio cellulare squilla, guardo lo schermo.
“Lisbon ora sono piuttosto occupato” dico
“Esci di li!” urla
“Non ti arrabbiare ma dovevi immaginarlo che non potevi fermarmi”  dico aprendo il fascicolo
“Jane esci subito” io neanche la sto ascoltando, sto leggendo e decisamente ho trovato qualcosa di interessante
“Jane mi stai ascoltando? Kirkland sa che sei li! Devi andartene” urla
“Dannazione!” esclamo
“Ascolta io non posso muovermi di qua, se lo facessi di sicuro sospetterebbero di me…”
“Non ti preoccupare” dico rimettendo a posto tutto e uscendo dalla stanza “ Sono troppo furbo per lui” riaggancio, mi avvio per le scale e arrivo all’entrata. Metto gli occhiali e cammino spedito verso Kirkland che è impegnato a dare indicazioni a due uomini. Gli passo di fianco e neanche si accorge di me è troppo preso nella discussione e cosi io esco tranquillamente avviandomi al parcheggio.
“Le è caduto questo” dico sventolando il portafoglio davanti all’uomo che era ancora intento a cercare le mie chiavi
“Oh accidenti! Grazie” dice lui prendendolo “Le sue chiavi…” inizia
“Trovate” lo interrompo tirando fuori le chiavi
“Per fortuna” sorride “ be faccia le congratulazioni a sua moglie” mi saluta avviandosi
“Grazie a lei” saluto aspettando che sia uscito per poter uscire anche io.
 
Finalmente riesco a sedermi in auto, devo correre al cimitero, mentre sto avviando il motore suona il cellulare
“SI?”
“Tutto a posto Jane?”
“Certo…perché me lo chiedi Rigsby?”
“Lisbon ha un diavolo per capello! È da sta mattina che strilla e sbraita e quando ha saputo che eri alla homeland security voleva prenotarti l’esecuzione capitale…”
“Ottimo”
“Forse è meglio che non ti fai vedere in giro oggi…tanto non abbiamo casi e poi Kirkland deve interrogare Van Pelt”
“Io veramente vorrei vedere l’interrogatorio” dico contrariato
“Per quello non c’è problema, ora riaggancio Lisbon sta tornando”
Detto ciò riaggancia e io riparto verso la mia meta. Appena arrivo al cimitero noto che c’è molta gente, parcheggio e scendo dall’auto avviandomi verso la bara.
La cerimonia non è molto lunga ma l’emozione si fa sentire, Magus non avrebbe mai voluto vedere qualcuno piangere al suo funerale di conseguenza l’elogio funebre fu divertente e tutti ridevano, si era parlato della sua vita, di come era entrato al circo…
Dopo aver salutato tutti decido di tornare a casa per mangiare qualcosa, sto per aprire la macchina quando una voce mi ferma
“Signor Jane è un piacere vederla…non crede?”
 
 
 
Il mio angolino privato
Ringrazio tutti per le recensioni e per quelle 7 persone che hanno messo la storia tra le seguite, davvero vi sto mandando un bacio grosso grosso J
Voglio anche scusarmi per il ritardo, prima riuscivo a pubblicare tutti i giorni perché ero praticamente abbandonata a me stessa, moroso e amici erano tutti via ora invece sono tornati quasi tutti e sembra essere diventato di moda presentarsi sotto casa delle persone e rapirle per giorni interi oppure organizzare eventi il giorno stesso…ma che ci possiamo fare gli amici sono gli amici.
Chiusa la parentesi amici apro quella del romanticismo, mi sono accorta con mio sommo orrore che il romanticismo nei capitolo precedenti era praticamente scomparso, diamo la colpa al fatto che sto guardando criminal minds e li il romanticismo è un serial killer che lascia rose sulle vittime, sono stata colta dal poco romanticismo che abbiamo pienamente recuperato in questo capitolo ;)
Dopo questo poema vi saluto! Al prossimo capitolo!!! 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
“Bob, non posso dire che il piacere sia reciproco” saluto aprendo l’auto
“Scappa Jane?” chiede lui
“Veramente ho un certo languorino…”
“Be che ne dice di pranzare assieme? Ho giusto un oretta di pausa” esclama
“Non posso” salgo in macchina e avvio il motore “Sarà per la prossima volta”
 
Guido spedito verso casa, lungo la strada trovo un supermarket e decido di fermarmi, devo fare un po’ di spesa. Comprato il necessario ritorno a casa e preparo qualcosa da mangiare.
Sono le 14, tra un paio di ore dovrebbe arrivare il vetraio, nel frattempo che faccio?
Mi guardo un po’ attorno e apro un’antina del mobile del salotto, ci sono delle videocassette: Forrest Gump,  The terminal e altri film, qualche DVD. Chiudo l’antina e ne apro un’altra…tombola! Ci sono degli album fotografici li prendo e mi accomodo sul divano iniziando a sfogliarli.
Questa è sicuramente Lisbon, il broncio è suo. Ho in mano una foto di quando aveva più o meno 8/9 anni.
Poi mi capita una foto di lei con sua madre, era davvero molto bella. Sorrido all’idea di vederle insieme.
Ci sono molte foto, lei ha sempre in braccio uno dei suoi fratelli, oppure un pupazzo.
Dopo aver sfogliato tutti gli album e averli rimessi al loro posto mi dirigo in camera. Magari Lisbon ha un diario segreto o qualcosa di simile. Dopo essere entrato mi dirigo subito verso il suo comodino aprendo il cassetto.  Ci sono dei libri, ne tiro fuori uno e qualcosa cade dal cassetto. Mi abbasso per prenderlo, è un portachiavi con una T, mi scappa un occhio sotto al letto e vedo qualcosa che mi incuriosisce, la polvere è a chiazze, come se ci fosse stato qualcosa sotto al letto che, in alcuni punti, ne avesse impedito il deposito. DRIINN il campanello suona e di colpo mi tiro su sistemando il cassetto e precipitandomi di sotto ad aprire la porta.
“Buon giorno sono il signor Smith…il vetraio” saluta allegro un uomo di mezza età coi capelli brizzolati e il naso rosso.
“Buon giorno” saluto
“Immagino che lei sia il marito della signora Teresa Lisbon, be piacere signor Lisbon” saluta stringendomi la mano
“Veramente mi chiamo Patrick Jane” dico ricambiando la stretta
“ o mi scusi io….”
“ Non si preoccupi mia moglie usa sempre il suo cognome” affermo strizzando l’occhio
“Oh bene, allora mi faccia vedere questo vetro”
Lo conduco alla finestra incriminata e lui si mette ad analizzarla.
“Ci vorrà un po’, ma se tutto va bene lo riparo entro sera” si mette subito a prendere misure su misure
“Vuole qualcosa? Una tazza di thè? Del caffè?” chiedo
“No grazie sono a posto, a pranzo mia moglie mi riempie sempre troppo” dice accarezzandosi il pancione
Gli sorrido e mi accomodo sul divano a vederlo lavorare
“Che lavoro fa lei?” chiede mentre svita qualcosa
“Sono un consulente della polizia”
“Wow lavoro eccitante” esclama
“ è mia moglie la poliziotta” affermo
“ahah mi sa che in casa comanda lei allora? Mia moglie nonostante sia una casalinga comanda come un maggiore dell’esercito”
“Le donne sono sempre le donne” ridiamo entrambi per un paio d’ore, fino a quando la finestra è a posto.
“Bene signor Jane” dice pulendosi le mani in un pezzo di stoffa
“La ringrazio” saluto pagando e stringendogli la mano
Mentre esce di casa arriva Lisbon
“Salve signora” saluta allegramente lui “suo marito è davvero simpatico”
Lisbon rimane sulla porta e fissarmi con uno sguardo interrogativo e rossa in volto, dopo qualche secondo entra e corre su per le scale chiudendosi in bagno
Io ne approfitto per preparare la cena.
Finalmente si decide a scendere in cucina, si da un’occhiata in giro “ Finalmente la finestra è tornata a posto” sospira
“Già” bisbiglio deluso mettendo i piatti in tavola
Lei dopo essersi seduta e avermi dato una rapida occhiata dice “ Te ne devi andare”
Il boccone che sto mangiando mi va di traverso “Cosa?” chiedo
“Te ne devi andare” ripete lapidaria
“Perché?” chiedo
“Jane, te lo sto chiedendo per favore, vattene” esclama
“Non capisco il perché?”
“A volte non bisogna porsi domande” conclude
“Se si tratta di quello che è successo sta mattina, mi spiace va bene? Ho oltrepassato il limite” mi sto scusando col cuore
Si guarda attorno imbarazzata “Non è per quello”
“Stai mentendo”
“Ascolta, hai il CBI dove andare, li sei al sicuro”
“Al sicuro?” chiedo perplesso
“Si al sicuro”
“Da cosa? Da John?”
“Dal mondo Jane, dal mondo”
“Tu non mi vuoi?” chiedo
“Non guardarmi con quella faccia, non si tratta di quello che voglio io”
“Ah no? Allora spiegami di cosa si tratta?” voglio una spiegazione mi sembra il minimo
“Per favore non complicare le cose” mi supplica
“Va bene ho capito” mi alzo e mi dirigo in camera, tiro fuori la valigia e la riempio con la mia roba.
Quando ridiscendo lei è ancora seduta al tavolo, io apro la porta ed esco salendo in auto.
“Perdonami Jane” sussurra, ma io sono troppo lontano per sentirla.
 
Apro la porta e subito la puzza di chiuso mi soffoca, getto la giacca sulla scrivania e mi tuffo sul divano alzando una nuvola di polvere, chi lo avrebbe detto che sarei tornato cosi presto nelle soffitte del CBI
Sono arrabbiato per come Lisbon si è imposta, ha esagerato se me la sta facendo pagare per quello che è successo sta mattina. Non riesco a starmene sdraiato qui, mi alzo e scendo per vedere se qualcuno è ancora in ufficio.
“Jane?” chiede Rigsby alzando la testa
“Che ci fai ancora qui?” chiedo
“Niente” si alza e si mette la giacca “tieni” dice dandomi qualcosa e avviandosi all’ascensore
Io rimango a guardarlo mentre scompare dietro le porte, poi guardo l’oggetto nelle mie mani è una penna USB.
Entro nell’ufficio di Lisbon e mi siedo al computer, mentre carica il file annuso l’aria, c’è il suo profumo.
Un sorriso mi compare sulle labbra ma si spegne subito quando parte il video.
Ci sono Van Pelt e Kirkand nella sala interrogatori.
“Pensavo volesse fare una semplice chiacchierata” inizia lei
“La stiamo facendo”
“Nella sala interrogatori?”
“Be un luogo vale l’altro no? Agente Van Pelt”
“Cosa vuole?” chiede lei scocciata
Io piano piano mi appoggio allo schienale della sedia
“Non sia ostile, la prego”
“Cosa vuole?” ripete
“Voglio solo ripercorrere la sua carriera” intanto estrae dei fogli “la sua prima squadra è stata quella dell’agente Lisbon giusto?”
“si” il suo sguardo cade leggermente verso sinistra
“Ottimo Grace” sussurro con il sorriso
“Come si trova nella squadra?” chiede Kirkland sedendosi
“Bene, sono come una famiglia”
“Famiglia…che termine interessante per definire i propri colleghi”
“Cosa intende?” chiede lei spaesata
“Be solo che per famiglia io intendo persone legate dal sangue tutto qui” spiega lui
Grace ha uno sguardo perso, la sta disorientando, devo ammetterlo è bravo nel suo lavoro
“La famiglia” inizia lei “Può essere molto di più”
“Ah si? Di più come per esempio lei e l’agente Rigsby?” chiede incuriosito
Van Pelt spalanca gli occhi, ottimo, devo ammetterlo, non saprà mentire ma se le si insegna qualcosa lo apprende facilmente, vediamo se riesce a fare la finta tonta come le ho insegnato
“C-come? Io non so di cosa sta parlando” balbetta
“Avanti sanno tutti che lei ha una relazione col suo collega” dice tirando fuori un foglio “I suoi tabulati telefonici non mentono sa?”
“Ok ho una relazione con un  mio collega! Ma questo non influisce sul mio lavoro!” esclama
“Non ho mai detto questo” si difende lui “Passiamo ad altro, posso immaginare cosa pensa di Rigsby…vorrei sapere cosa pensa dell’agente Cho”
“è un ottimo collega, svolge il suo lavoro in modo esemplare”
“Tutto qui?” chiede stupito
“In che senso?”
“Non ha altro da dire su di lui?”
“No”
“Va bene allora parliamo di Patrick Jane… cosa ne pensa di lui?”
“ è una brava persona” sussurra
“E poi?” la esorta
“molto spesso siamo in contrasto per quanto riguarda la religione e ciò in cui crediamo in generale”
“Secondo lei, il modo in cui risolve i casi è consono al modo di lavorare della squadra?”
“Per niente” risponde schietta
Mi metto a ridere, chi lo avrebbe mai detto che fosse così schietta
“Per niente?”
“Spesso fa tutto di testa sua senza informarci, Lisbon si arrabbia molto quando fa cosi…”
“Capisco… mi parli di Teresa”
Grace alza di colpo lo sguardo, probabilmente non si aspettava che la chiamasse per nome
“Siete amiche?” chiede lui
“Si abbastanza” conferma lei
“Quindi vi raccontate tutto?”
“Non so dove voglia andare a parare” sta iniziando ad irritarsi cosa che non è da lei
“Non voglio andare a parare da nessuna parte, stavo solo chiedendo”
“Bene allora chieda ciò che vuole sapere e la faccia finita con questa pagliacciata”
“L’agente Lisbon è coinvolta in qualche modo con Patrick Jane?”
Mi drizzo all’improvviso sulla sedia
“Coinvolta?” chiede Grace, sta cercando si evitare la domanda senza troppo successo
“Sarò franco, l’agente Lisbon va a letto con il signor Jane?”
Lo sguardo di Grace è incredulo e sorpreso
“Immagino che non lo sappia” conclude Kirkland
Grace si alza di scatto facendo cadere la sedia “Lei è un bastardo! Non ci conosce non sa come siamo fatti o cosa pensiamo, ma pensa di poterci giudicare di sapere come siamo! Be sa che le dico? Ci provi ma alla fine non concluderà nulla! Ho stima dei miei colleghi e so per certo che sono tutti puliti, noi vogliamo bene a Jane, lo stiamo aiutando a trovare l’uomo che ha ucciso la sua famiglia e che ha ucciso altre persone! Lei non può capire cosa si prova nel perdere una persona cara!” sta ansimando
“perché lei si? Ha ucciso il suo fidanzato non mi sembra il caso di fare la predica” appena conclude la frase una cinquina si stampa sulla sua faccia. Dopo aver ritratto la mano Van Pelt esce dalla stanza sbattendo la porta.
Il video si interrompe e io rimango a fissare lo schermo nero.
Non c’è che dire Grace ha fatto un ottimo lavoro, chiudo un attimo gli occhi e mi tornano in mente le immagini di lei che impara…
“Devi condurre tu l’interrogatorio” dico
“Ma come faccio? Sono io sotto  accusa!” esclama
“Appunto, tu rispondi puoi tranquillamente fargli credere quello che vuoi e indirizzare le domande a tuo piacimento”
“E se ha domande già pronte?”
“Di sicuro le ha, dopo tutto è un poliziotto. Vedi Grace, la mente umana è facilmente influenzabile, basta solo essere bravi in quello che si fa”
“Va bene, insegnami” afferma
“Quando ti chiederà di te e Rigsby fai la finta tonta, fagli capire che è un passo avanti a te, dagli la convinzione di essere migliore”
“Quindi dovrò fargli capire che pensavo che nessuno lo sapesse?”
“Esatto, poi ti chiederà di sicuro di Teresa e Cho, digli tranquillamente quello che pensi.” la rassicuro
“E se chiede di te?”
“ Digli che siamo spesso in contrasto”
“Perché? Cioè è vero ma non siamo in lotta”
“ questo gli farà pensare che non mi appoggi del tutto, farà cadere i sospetti”
“Quindi mi stai scagionando?” domanda alzando un sopracciglio
“Esatto” confermo
“Ma Jane…” inizia
“Ascolta più di voi riescono ad uscire dalle sue grinfie meglio è”
 
“Adesso  dormi nel mio ufficio?”
Apro lentamente gli occhi e vedo il viso di Lisbon a pochi centimetri da me, sono ancora seduto alla sua scrivania
“Io…” dico alzandomi e cercando la chiavetta USB “Hai per caso preso la chiavetta USB ?” domando
“Quale chiavetta?” domanda lei guardandosi attorno
“Niente” dico alzandomi e accingendomi ad uscire
“Ascolta Jane” mi blocca “Per la storia di ieri sera…” cerca di spiegare
“Non ti preoccupare” dico uscendo, sto andando verso l’ascensore quando incontro Van Pelt
“Ottimo lavoro”  dico strizzando l’occhio
“Grazie Jane”
Mi apposto aspettando che Lisbon esca dall’ufficio, la vedo alzare la cornetta del telefono e riabbassarla. Appoggia il cappotto e si dirige verso l’ufficio di Bertram.
Io ne approfitto per correre nel suo ufficio e cercare la chiavetta, non la trovo da nessuna parte. Forse la presa Rigsby? mi guardo in giro e vedo che è intento a mangiarsi un panino, ok non è stato lui. Può essere entrato chiunque nell’ufficio mentre dormivo. Sbuffando esco, non vorrei che Lisbon mi trovasse ancora qui. Mi dirigo verso l’ascensore sconsolato.
 
Sono chiuso in soffitta da non so neanche quanto tempo, sto fissando il vuoto quando dei passi mi riscuotono
“Avanti Cho”
“Kirkland vuole vederci tutti” dice dall’altra parte della porta
Mi alzo di malavoglia e lo seguo fino a che non raggiungiamo gli altri nell’ufficio di Lisbon
“Jane” saluta
“Bob” saluto in risposta
“Bene signori e signore, come sapete ieri ho avuto l’onore di fare una chiacchierata con l’agente Van Pelt” inizia lui
“Cosa vuoi Kirkland?” domanda Lisbon interrompendolo
“Quanta rabbia” sogghigna lui
“Sta zitto” ruggisce Lisbon
“Calmiamo gli animi per favore” chiedo
“Grazie Jane” sorride lui
“Non lo faccio per te” sussurro io
“Stavo dicendo, ho avuto una piacevole conversazione con l’agente Van Pelt e spero di averne una altrettanto piacevole con l’agente Cho oggi” sorride voltandosi verso di lui
Cho rimane impassibile come al solito
“Noto che è felice” scherza Kirkland
Cho non cambia espressione…per niente al mondo mi perderei l’interrogatorio.
“Benissimo allora tra 10 minuti nella sala interrogatori” ordina Kirkland prima di uscire
Rimaniamo tutti in silenzio immersi nei nostri pensieri
“Possiamo assistere all’interrogatorio?” domando
“Tecnicamente no…” sussurra Lisbon
“Ma lo facciamo lo stesso” sorride Rigsby
 
Ci dirigiamo tutti, tranne Cho nella mia stanza, non so come ma sono riusciti ad entrare nel circuito delle telecamere della sala interrogatori.
Ci sediamo tutti attorno al computer e ci mettiamo in attesa.
 
Dopo circa 5 minuti vediamo entrare Kirkland seguito da Cho, entrambi si accomodano come se fossero a prendere un caffè nel bar di fronte al CBI.
“Bene” inizia Kirkland
Cho rimane impassibile a fissarlo
“Noto che è di molte parole”
Ancora uno sguardo fisso come risposta
“Parliamo, se ne ha voglia, della sua collega Van Pelt” inizia Kirkland
“è un ottima agente” risponde lapidario
“lei dice la sua stessa cosa… non ha altro da dirmi su di lei? Per esempio della sua relazione con l’agente Rigsby?”
“Quello che fa sono affari suoi” fa spallucce
“Sono affari suoi se mette a repentaglio anche la squadra?”
“Non lo ha mai fatto”
“Ah no? I suoi ultimi fidanzati sono stati, come dire, pericolosi…” sussurra Kirkland alzandosi
Di fianco a me Van Pelt si irrigidisce di colpo
“Abbiamo sempre risolto tutto senza problemi”
“L’ultima volta ci è scappato il morto”
“Succede”
“Fa quasi paura” sussurra Rigsby dietro Lisbon
“è questo il bello, Cho è quello più distaccato è molto probabile che Kirkland non lo abbia neanche sulla lista dei sospettati” sussurro
Tutti si girano a fissarmi come per chiedere delle spiegazioni ma Kirkland riprende
“Quindi a volte può succedere che ci scappi il morto”
Cho rimane impassibile, sta fissando Kirkland ma nel suo sguardo non ci sono emozioni sono una fiera lucidità di chi sa che se sbaglia anche una vocale può causare un disastro immane.
“Va bene” dice sconsolato Bob “ Parliamo di Rigsby”
“siamo, come dire, amici” risponde semplicemente
“Come dire?”
“SI come dire” ripete
“Quindi, come dire vi spalleggiate”  chiede
“Dipende” risponde vago
“Dipende?”
“Si dipende”
“Ora ho capito cosa significa non cavare un ragno dal buco” sorride divertita Lisbon
“Già” annuiscono i ragazzi
“E va bene signor Cho, parliamo dell’agente Lisbon”
Lo sguardo di Cho si fa interessato, vedo Kirkland riprendere un briciolo di speranza
“Lei è a conoscenza del fatto che il suo capo ha una relazione con il signor Jane?” domanda
“Ancora con questa storia?” esclama Van Pelt, Lisbon si è rabbuiata all’improvviso, credo che abbia capito che quando toccherà a lei questo sarà un bell’argomento di conversazione
“No, l’agente Lisbon e Jane non hanno nessuna relazione” risponde secco Cho facendo intendere che non avrebbe risposto a nessun’altra domanda sull’argomento
“Bene, che mi dice di Summer?” chiede Kirkland
Alziamo contemporaneamente tutti la testa, compreso Cho
“Si è sposata”
“Ma avevate una relazione?”
Ci guardiamo in faccia, nessuno lo sapeva, neanche io, avevo intuito qualcosa ma non pensavo che fosse vero
“Si”
“Quindi è consueto, per questo ufficio, avere rapporti con delle informatrici? E poi da quando ha smesso di utilizzare i farmaci? Ne era dipendente vero?”
In quel momento il cellulare di Lisbon suona , dopo una breve conversazione di volta verso di noi e dice “Abbiamo un caso, dobbiamo andare “
Ci alziamo e lasciamo la soffitta, Lisbon è ancora ferma a fissare lo schermo, Cho sta evitando le domande.
“Se la caverà” la rincuoro
“Devo parlare con lui quando ha finito” afferma Lisbon e sono quasi sicuro che non sia Kirkland il soggetto della sua frase.
 
 
Il mio angolo…
O mamma quasi non ci credo, pubblico 2 giorni di fila! Neanche la nonna che mi obbliga a cucinare può fermarmi! XD
Be che ne dite? Capitolo un po’ pesantuccio ( a mio parere)
Fatemi sapere! Baciotti J

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Siamo corsi sulla scena del crimine, anche se l’umore della squadra non è dei migliori.
Appena arriviamo vediamo un poliziotto che ci viene incontro “Voi siete del CBI?”
“Si, agente Lisbon, Rigsby e Van Pelt” saluta Lisbon
“Io sono Patrick Jane” saluto a mia volta
“Venite, la vittima è stata trovata questa mattina dalla sua coinquilina che rientrava dal lavoro” spiega
“Nome della vittima?” chiedo
“Si chiamava Sasha Thomas, 21 anni” risponde
Entriamo nel piccolo appartamento e ci troviamo catapultati nella confusione più totale, libri per terra, sedie rovesciate, piatti e vasi rotti.
La vittima è sdraiata a terra, vicino a lei il medico legale 
“Come è morta?” chiede Lisbon abbassandosi
“Probabilmente per questo colpo alla nuca ma le saprò dire di più dopo l’autopsia”
“La ringrazio” dice alzandosi e dando un’occhiata in giro
C’è molta tensione tra di noi, l’hanno percepita anche Rigsby e Van Pelt che ci lanciano occhiate furtive e scrutatrici.
“Avanti chiedimelo” dico avvicinandomi a lei
Lei si volta un attimo “Chiederti cosa?”
“Cosa penso, le mie ipotesi…” spiego
Mi lancia un’altra occhiata e poi si allontana andando a parlottare con Van Pelt che si avvia verso di me .
“Allora Jane, Lisbon mi ha chiesto di chiederti cosa pensi”
La guardo
“Ci siamo accorti tutti che tra di voi c’è qualche problema, mi spiace dirtelo ma dovete risolvere, soprattutto ora che Kirkland è in mezzo ai piedi, dobbiamo essere uniti” mi mette una mano sulla spalla
“Grazie Grace” sorrido ed esco scontrandomi con Cho
“Come è andata?” chiedo fermandomi un attimo
“Ho voglia di sparargli” dice allontanandosi.
Esco dalla casa alla ricerca di Lisbon ma noto con sommo dispiacere che la sua auto non c’è.
Appena rientriamo al CBI facciamo il punto della situazione
“La coinquilina ha detto che Sasha non aveva molti nemici, era tutta casa, scuola e lavoro.” Inizia Rigsby
“Avete controllato il suo passato? Magari un ex fidanzato ?” chiede Lisbon appoggiandosi alla scrivania di Cho
“Da qui” inizia Van Pelt che è seduta al suo fidato computer “risulta che aveva sporto denuncia verso un certo Josh Tiller”
“Bene, andatemi a prendere Tiller, tu Cho nel mio ufficio” ordina
Io seguo Cho nell’ufficio di Lisbon
“Jane per favore esci” mi ordina non appena metto dentro un piede
“Suvvia fammi stare qui!” esclamo sedendomi sul divano e tirando fuori il cellulare
“No ti ho detto di uscire. Subito !”
“Ok come vuoi” dico alzandomi e uscendo
Salgo in soffitta e mi metto all’ascolto, spero che Rigsby non si arrabbi quando scoprirà che gli ho preso in prestito il telefono. Un semplice trucco, lascio un cellulare nell’ufficio e dopo averlo chiamato lascio la chiamata aperta , cosi posso sentire ciò che dicono.
“Di cosa parlava Kirkland?” incalza subito Lisbon “Cho non fare quello sguardo con me hai capito? Sono il tuo capo! Col silenzio non otterrai nulla”
“Ho avuto una storia con Summer” confessa
“Non è questo che mi interessa! Puoi fare quello che vuoi fuori dall’ufficio” scandisce bene la parola fuori
“Ho avuto un problema coi farmaci”
“E?”
“Ora sono pulito, quel giorno in cui sono entrato nel tuo ufficio e tu mi hai detto che potevo parlarti di qualsiasi cosa… poi sono andato in bagno e ho buttato tutto”
“Sei pulito?”
“Si lo sono”
La sento sbuffare e sedersi
“Tutto a posto?” chiede Cho
“Si” ma è uno dei si meno convinti della terra
“Per quello che può valere sai che Van Pelt sa ascoltarti e darti qualche consiglio”
“Consiglio?” chiede
“Si…tra te e Jane è successo qualcosa vero?”
Da quando Cho è cosi loquace? Non l’ho mai sentito dire più di qualche breve frase.
C’è silenzio, vorrei poter vedere quello che succede
“Parla con qualcuno” la porta si chiude
“Come se fosse facile” esclama
Decido di scendere e recuperare il cellulare prima che qualcuno possa scoprirmi, ho già abbastanza problemi.
Sento suonare il telefono “Pronto” risponde Lisbon  “ Oh ciao… certo, si credo che mi farebbe piacere, questa sera? Be si…ahah okok ci sto…a dopo”  riaggancia
In quell’istante piombo nel suo ufficio e la trovo con un sorriso ebete stampato in faccia
“Che bello vederti sorridere, ogni tanto”  dico sedendomi e recuperando il cellulare
“Sta zitto”
“Credo che noi due dovremmo parlare” dico serio
Lei alza un attimo lo sguardo squadrandomi “Non abbiamo nulla di cui parlare”
“Sbattermi fuori da casa tua, ignorarmi sulla scena del crimine… io penso che abbiamo un po’ di cose di cui parlare… per esempio l’altra mattina…”
Lei si alza di scatto “Non è successo nulla l’altra mattina, ora esci” dice indicando la porta
“Ma si può sapere che hai in questi giorni?” strillo uscendo e sbattendo la porta. Tutti si girano a guardarci, anche Kirkland e ha uno strano sorrisino compiaciuto sulla faccia
Vado nel cucinino a farmi una tazza di thè, ho bisogno di rilassarmi.
“Tutto a posto?”
“Si” dico voltandomi verso una Grace preoccupata
“le hai parlato?”
“Ci ho provato”
“Lasciale un po’ di spazio, è sotto pressione più di tutti noi…cerca di capirla”
“Lo so” sussurro sconsolato
Proprio in quel momento arriva Rigsby “Dobbiamo interrogate Tiller”
“Arriviamo” rispondiamo insieme io e Grace
 
“Allora signo Tiller è vero che è stato denunciato da Sasha Thomas?” chiede Lisbon
Io sono dall’altra parte del vetro insieme a Cho e Grace.
“Si”
“è stato lei ad ucciderla?” chiede diretta a lui
Lo sguardo si lui si accende “è morta?” chiede incredulo
“Non sta mentendo” dico pensieroso
“Dove si trovava ieri sera?” continua Lisbon
“Ero al bar, le scrivo l’indirizzo” dice mentre piange
 
“L’alibi regge” dice Cho raggiungendoci nel cucinino, siamo tutti riuniti.
“Bene, andate a parlare con gli amici, i colleghi” ordina Lisbon. Van Pelt e Cho escono di corsa. Rigsby rimane tranquillo a mangiare il suo panino, quando alza gli occhi nota che sia io che Lisbon lo stiamo fissando.
“Be io…emm… vado a fare qualcosa” borbotta uscendo di corsa
Io e Lisbon ci fissiamo in attesa che qualcuno dica la prima parola.
“Devo andare” dice uscendo. Io rimango a fissare il vuoto
 
Mi sdraio sul divano e cerco di concentrarmi sul caso ma non ci riesco.
“Cosa ne pensa?”
“Non saprei…come le ho detto i prossimi giorni saranno decisivi”
“Lo ha detto anche due giorni fa”
“Lo so, mi spiace ma io non posso fare nulla”
“Allora?”
“Ancora niente…dicono la stessa cosa, tutti i giorni”
“Non preoccupiamoci”
“Facile a dirsi”
“Hai visto il capo?” chiede Cho avvicinandosi a me
Di colpo mi sveglio “Cosa?” farfuglio, mettendomi a sedere
“Come non detto” borbotta andandosene
Butto un occhio sull’orologio, sono le 19.30, ho dormito per un bel po’
“Ah capo…wow” sento dire da Van Pelt
Mi giro e vedo Lisbon con un bellissimo abito piuttosto elegante, i capelli semi raccolti.
“Scusate, sono andata a casa e mi sono accorta di aver lasciato il portafoglio nella scrivania”
Siamo tutti a bocca aperta “Be che c’è?” chiede arrossendo
“Abbiamo parlato con i colleghi e uno in particolare ci è parso interessante, un certo Robert Will, negli scorsi mesi tra lui e la vittima c’è stata molta corrispondenza”
“Bene, domani portatelo qui adesso andate tutti a casa…” viene interrotta dal cellulare, dopo una rapida occhiata allo schermo dice “Scusate devo andare” e si avvia verso l’ascensore 
“Aspetta scendo anche io” strillo correndole dietro ed entrando nell’ascensore per un soffio
“Appuntamento romantico?” chiedo
“No, esco solo con un amico”
“Aaah capisco” quando si aprono le porte dell’ascensore non credo ai miei occhi “Mashburn!” esclamo
“Hei ciao Walter” saluta allegramente Teresa
“Oh cielo sei uno splendore” esclama lui “Jane” saluta rivolto a me
“Che ci fai tu qui?” chiedo
“Sono in città per un paio di giorni e non potevo non passare a salutare Teresa” spiega baciandole la mano
“Capisco” guardando prima lui poi lei
“Bene noi andiamo” dice salendo in macchina seguito da lei
 
“Ma quello non era Mashburn?” chiede Rigsby raggiungendomi
Io neanche gli rispondo, salgo  in ascensore e vado a rinchiudermi nel mio stanzino. Non ci riesco, non posso stare seduto qui. Prendo le chiavi dell’auto e corro a casa sua, ho ancora le chiavi ed entro. Non c’è nessuno. Mi siedo sul divano e aspetto, prima o poi dovrà tornare.
Mi scappa una risata, sono a casa sua e sono geloso. Non provavo questa sensazione da molto tempo.
Sono ancora seduto quando sento scattare la serratura, sono le 23.45
“Che dolore” borbotta, sento un tonfo
Mi alzo e mi dirigo all’ingresso
“Che diavolo ci fai tu qui?” chiede sbigottita
“Io?” farfuglio
“O mio dio! Adesso mi segui pure!”
“Ti stavo aspettando”
“Esci subito da casa mia!” strilla
“No” mi impunto “Adesso parliamo”
“Jane è quasi mezzanotte! Ho sonno e non ho voglia di parlare”
“Ho letto il dossier su Kirkland” continuo imperterrito “Da ragazzo è stato arrestato! Ha aggredito un uomo e faceva parte della Visualize”
Di colpo si volta
“Ha lasciato l’organizzazione anni fa, ma questo non cambia la mia opinione”
“Siediti” dice accomodandosi sul divano “Quindi…”
“Non lo so, il mio istinto mi dice, anzi, urla che è lui John il rosso”
“Ma tu non ti fidi” conclude
“Ho già sbagliato una volta…non posso andare in giro ad uccidere le persone a caso”
“Sai che non sempre l’omicidio è la prima forma di giustizia” afferma
Finalmente la vedo, la solita Lisbon, ha le occhiaie è stanca e segnata.
“Lo so…”
“Che hai intenzione di fare adesso?” chiede
“Vorrei parlare con quell’uomo, per capire cosa è successo” affermo
“Va bene, ma stai attendo a Kirkland” dice alzandosi
“Aspetta” la fermo “ Con Mashburn…” inizio
“Cosa?”
“Tu e lui?”
“Abbiamo cenato ed è finita li”
“Capisco”
“Ora vattene” mi ordina
“Va bene” mi alzo e mi dirigo alla porta aprendola  “Buona notte Teresa”
“Notte Jane”
 
 
Ritorno stancamente al CBI, mi butto sul divano e cerco di dormire ne ho davvero bisogno.
Vengo svegliato da un rumore metallico, è la porta che si apre
“Jane, Kirkland sta per interrogare Rigsby” sussurra Van Pelt
“Arrivo” dico alzandomi e dando una stiracchiata ai vestiti
Silenziosamente scendiamo, appena si aprono le porte vedo una Lisbon sul piede di guerra.
“Stiamo indagando, mi servono tutti i miei uomini sul campo”
“Sono sicuro che può fare a meno dell’agente Rigsby per almeno un ora”
“Lui è un mio uomo” dice tirandolo verso di lei
“Ma lui è un mio sospettato” ribadisce Bob tirando Rigsby verso di lui
Sarebbe una scena comica se non fosse che in gioco c’è molto.
“Per favore calmiamoci” dico avvicinandomi e beccandomi un’occhiataccia da Lisbon
“Stanne fuori Jane” ringhia lei
“Avanti Bob, cerchiamo di venirci incontro… ti diamo Rigsby alla fine del caso” cerco di mediare
“Io lo voglio adesso”
“Lisbon che succede?” interviene Bertram
“Non mi lascia campo libero” accusa Kirkland
“Con tutto il dovuto rispetto, noi stiamo lavorando” dice Lisbon
“Suvvia Teresa! Tu aiuti lui e lui aiuta te” dice pacatamente Bertram “Quindi, Rigsby rimane qui, se la cosa ti infastidisce puoi ascoltare l’interrogatorio”
“No questo non lo accetto” inizia Bob
“Qui il capo sono io!” lo sgrida Bertram
“E va bene” rispondo insieme i due contendenti
“Quindi io che faccio?” chiede Rigsby
 
Siamo dietro il vetro a vedere un nostro collega lanciato al macello, da qui fa tutto un altro effetto
“Allora” inizia Kirkland sedendosi “Come sta?”
“Bene grazie”
“E suo figlio?”
“Bene anche lui”
“Come sa ho già interrogato i suoi colleghi e sono stati come dire… molto combattivi, spero che lei sia più disponibile”
“Anche loro sono stati disponibili” dice Rigsby facendo spallucce
“Sa capisco cosa trova di cosi attraente nella signorina Van Pelt, ha una bella forza e non intendo solo quella di volontà” dice
“Ahah lo so le sue cinquine fano male” ammette
“Io non ho mai parlato di questo” dice Bob scrutandolo
“Non ci credo” sussurra Cho scuotendo la testa
“In che senso?” balbetta Rigsby
“Io non ho mai detto che mi ha tirato uno schiaffo”
“Me lo ha detto lei” dice nel panico più totale
“Sta mentendo! Sa, avevo il sospetto che aveste assistito agli interrogatori …questo me ne da la conferma”
“Non è vero!” esclama
“Ah no? Be mi sono beccato uno schiaffo sulla guancia sinistra e tu lo sapevi…”
“La destra” risponde senza pensarci
“Come non detto”
I ragazzi scuotono la testa, che ci possiamo fare? Oramai è andata
“Non si preoccupi, signor Rigsby, non dirò nulla…a patto che mi dica chi è la talpa”
“Non c’è nessuna talpa!”
“Oh si che c’è” lo incalza Kirkland
“Non c’è nessuna talpa!” ripete
“Ah no? Allora mi spiega perché è Lui è sempre un passo avanti a voi?”
“I-Io non lo so!”
“Chi è? Van Pelt? Cho? O l’agente Lisbon?”
“Nessuno! non c’è nessuna talpa!” urla
“Come fa a saperlo? Lei vive in simbiosi coi suoi colleghi? Sa cosa pensano?”
“Sono i miei colleghi! Vogliamo tutti la stessa cosa!”
“Cosa? Red John?” chiede Bob
“Si!” esclama prendendo fiato
“Sa non si deve sentire in obbligo di tenere il silenzio perché loro sono di la” dice indicando con la testa la nostra direzione
“Io non sto facendo niente! Mi fido di loro!”
“Molto spesso ci fidiamo delle persone sbagliate” conclude sedendosi
“Abbiamo finito?”
“Ha cosi tanta voglia di uscire di qui?” Kirkland sfrutta l’occasione
Non sa cosa rispondere, si guarda attorno spaesato
“Non risponde?” incalza
“Sa, adoro questa sedia, potrei starci seduto anche tutto il giorno” risponde sarcastico
I due rimangono a fissarsi in cagnesco per un po’, fino a quando Kirkland non decide di mettere fine allo spettacolino “Benissimo, allora rimanga pure li” raccoglie le sue cose ed esce
“Torniamo al lavoro” mormora scocciata Lisbon
 
 
 Il mio angolino
Buon giorno/sera gente! Ringrazio per le recensioni J mi fanno sempre piacere
Piaciuto il capitolo? Non so perché ma Mashburn mi mancava D: e quindi perché non infilarcelo dentro? Come dice mia nonna “Quando fai la minestra butta dentro tutto quello che trovi almeno se fa schifo puoi dare la colpa a qualche ingrediente ” XD saggezza popolare
Un bacione!!

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
“Da quanto abbiamo scoperto, il collega che aveva contatti con Sasha era fidanzato con lei ma ha troncato la relazione il mese scorso” afferma Van Pelt
“Come mai?” chiedo
“Litigavano spesso “
“Dobbiamo tornare a casa della vittima e capire cosa ci è sfuggito” afferma Cho
“Va bene” concorda Lisbon “Io e Jane andremo la, voi verificate la storia che vi ha raccontato il suo ex e per favore andate a recuperare Rigsby” ordina prima di avviarsi all’ascensore seguita a ruota da me.
 
Appena arriviamo notiamo che la casa è ancora nello stesso stato in cui l’avevamo lasciata la scorsa volta.
Evidentemente la coinquilina non aveva nessuna voglia di tornarci.
“Noti qualcosa?” chiede Lisbon
“Guardati attorno, cosa vedi?”
“oggetti ovunque” dice in tono ovvio
“Esatto, tutto  ci suggerisce che il killer cercasse qualcosa ma guarda meglio, ci sono oggetti di un certo valore, guarda quella borsa e poi i vestiti della vittima di certo non li aveva presi al mercato sotto casa”
“Aveva uno stile di vita troppo alto” afferma
“Esatto… guarda la libreria”
“Cosa?”
“La casa è sottosopra e la libreria è a posto, neanche toccata”
 “Se stava cercando qualcosa perché non ha buttato i libri a terra?” chiede
“Andiamo” corro fuori dall’appartamento
 “Andiamo dove?” strilla lei seguendomi
Saliamo in macchina “Vai al CBI” le ordino
“Cosa hai in mente?”
Io tiro fuori il cellulare “Hei potresti chiamare la coinquilina della vittima e dirle che ho trovato una cosa che probabilmente è sua?” riaggancio
 
Appena arriviamo al CBI trovo Grace che parla con la coinquilina della vittima io mi avvicino e sorridendo le porgo un libro “è questo quello che cercava”
Lei mi guarda sorpresa “Io non capisco” balbetta
“I soldi erano nel libro”
“Quali soldi?” si intromette Lisbon
“Quelli che avevano rubato dal posto di lavoro di Sasha” spiego
“Non so cosa stia cercando di insinuare…”
“Avanti non ci faccia perdere tempo” la sgrido “ lei e Sasha rubavate dal fondo cassa e quando il fidanzato di lei vi ha scoperto siete stata obbligate a smettere, di conseguenza il vostro stile di vita si era abbassato, niente più borse firmate ne tanto meno scarpe nuove”
“Aspetta!” mi ferma Lisbon “Stai dicendo che l’ha uccisa per i soldi?”
“Tecnicamente si ma non solo per questo vero?” chiedo voltandomi verso la ragazza
“Aveva ripreso a rubare senza dirmelo! Voleva tenersi tutto per lei!” urla
“Ma lei non glielo avrebbe permesso…”
“No! Volevo cercare solo i soldi ma lei mi ha scoperto cosi le ho tirato un colpo in testa…” confessa
“e non ha finito di cercare, le mancava solo la libreria” finisco, lei annuisce.
 
“Complimenti! Avete risolto il caso” applaude Kirkland avvicinandosi a noi mentre Van Pelt ammanetta la ragazza.
“Già” affermo andandomene
“Aspetti! Jane non ha voglia di fare quattro chiacchiere?” chiede
“Certo è sempre un piacere parlare con lei Bob” dico sorridendo
“Benissimo allora mi segua” dice avviandosi alla sala interrogatori
Dopo essere entrati mi dice “Prego si sieda e faccia come se fosse a casa sua”
“Tecnicamente lo sono” dico sedendomi
“Ahah ha ragione… bene di cosa vuole parlare?” mi chiede
“Questo dovrei chiederlo io visto che è stato lei ad invitarmi”
“Ha ragione! Bene che ne dice di raccontarmi come è iniziato tutto questo?” domanda indicando il vetro, è pienamente consapevole che i ragazzi ci stanno guardando
“Potrebbe chiedermi quello che non sa già?” domando a mia volta
“Ma io non so come lei è arrivato al CBI” afferma
“Avanti Bob, mi chieda quello che vuole sapere. Non ha bisogno di certi giochetti con me” dico tranquillamente
“Come vuole “ dice sconsolato “Lei sa chi è John il rosso?”
“Diretto è?” scherzo
“Un mio piccolo difetto” confessa
“No, non lo so chi sia Red John”
“Non so perché ma ho come la sensazione che stia mentendo”
“Davvero? Mi spiace ma le sue sensazioni sono errate” sorrido
“Forse si o forse no” sussurra
“Ho fatto tanti errori e uno in particolare è costato la vita alla mia famiglia” inizio
“Dove vuole andare a parare?” domanda incuriosito
“Da nessuna parte, voglio solo farle sapere che non ho alcuna intenzione di guardare con insicurezza i miei colleghi una volta uscito da qui, so a che gioco sta giocando Kirkland ma vede sono troppo furbo per lei” affermo
“Ahah lei furbo? Nono lei è solo fortunato”
Di colpo alzo gli occhi verso il vetro conscio che lo sguardo di Lisbon ha incrociato il mio. Io sono solo fortunato. Mi ritornano in mente le immagini di Lorelei, Kirkland intuisce di aver detto qualcosa che ha fatto cadere un mattone del mio solido muro.
“Che c’è Jane? Il gatto le ha mangiato la lingua?” chiede sarcastico
“Che c’è Bob? Ha paura che stia architettando qualcosa contro di lei?” chiedo allo stesso modo
Mi lancia un rapido sguardo per capire se rispondere o ignorarmi…sceglie la seconda “Parliamo di Lorelei Martins”
“è morta, non sta bene sparlare dietro ai morti” affermo
“Credo che ci perdonerà” dice facendo spallucce “ Da quanto ho saputo avete avuto una specie di relazione…”
“Si ci sono andato a letto se è questo che vuole sapere”
“Diretto è?”
“è un mio piccolo difetto” dico copiando la sua stessa battuta
“Sarebbe bello averla dalla mia stessa parte Patrick” dice sedendosi
“Litigheremmo spesso”
“Come fa adesso con la sua collega?” domanda
“Io e Lisbon non litighiamo”
“A me non è sembrato” afferma
“Sa è nel suo periodo no…” probabilmente mi ucciderà appena esco di qui
“Ahah anche la mia ex era cosi”
Lo guardo un attimo prima di pensare a dove voglia andare a parare “Ha capito male” dico
“Cosa? Io non ho neanche parlato” dice stupefatto
“Ha pensato però”
“Quindi è vero che lei legge nella mente”
“Dopo aver visto i suoi precedenti interrogatori, mi creda, non serve leggere nella mente”
“ogni cosa ha suo tempo… stavamo parlando della Martins se non erro. Allora mi dica cosa ha scoperto”
“Perché dovrei dirglielo” chiedo stupefatto
“Perché io la voglio aiutare”
“Ma io non voglio il suo aiuto”
“Abbiamo tutti bisogno di aiuto, Jane”
“Ah si? Anche il commerciante che ha aggredito da ragazzo aveva bisogno di un aiuto?” domando
“Ero uno scapestrato” afferma sedendosi
“Immagino” sussurro sorridendo
“Perché non parliamo francamente” inizia “ Lei non ha la minima intenzione di dirmi nulla”
“Non c’è nulla da dire, quello che so io lo sapete anche voi”
“Ne è sicuro?” mi chiede alzando un sopracciglio
“Le assicuro che se sapessi chi è John il rosso di sicuro non sarei qua a ciarlare con lei, Kirkland”
“Mi ha convinto”
“Quindi posso andarmene?”
“Certo che no!” esclama “Vorrei che rispondesse a una mia domanda”
“Non che abbiamo molta scelta”
“Sono solo voci di corridoio è vero che tra lei e l’agente Lisbon c’è qualcosa?”
Non faccio in tempo a rispondere che una fitta alla testa mi toglie il fiato. Le mano corrono subito a sorreggere il capo dolorante. Kirkland si accorge e mi si avvicina “Jane sta bene?” chiede preoccupato
“Si” farfuglio cercando di alzarmi, in un attimo mi ritrovo steso a terra. Ho i sensi confusi tutto vortica attorno a me, sento una porta e una voce che urla e poi il buio.
Lentamente riapro gli occhi, c’è buio pesto non vedo niente.
“C’è nessuno?” chiedo camminando in vano, probabilmente sono ancora svenuto. Cerco di captare qualche suono quando sento una voce, è molto lontana è come un sussurro. Mi metto a correre nella direzione da cui proviene la voce, piano piano inizio a capire cosa dice
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
Chi è negli affanni prega,
E ad esse virtù che liberano

Torna l’animo grato”
Poi di colpo tutto svanisce, al posto del buio c’è la luce e la voce è scomparsa e io mi ritrovo catapultato nella realtà.
Intorno a me c’è un via vai frenetico, sento la voce di Lisbon e quella di Van Pelt, poi ci sono dei medici.
“Signor Jane?” dice uno passandomi una fastidiosa luce davanti agli occhi
Io cerco di alzarmi ma un capogiro mi blocca ancora a terra o meglio sulla barella.
“Jane sono Teresa, ascolta stiamo andando in ospedale ok? Sei svenuto devono farti dei controlli” mi spiega
Piano piano riacquisto lucidità, nel frattempo siamo arrivati in ospedale, sono stato spedito a fare una risonanza, all’uscita trovo Lisbon coi ragazzi , tutti seduti nella sala d’aspetto.
Appena mi vedono mi corrono incontro, chiedendomi come sto.
 
“Che è successo?” chiedo a Lisbon seduta al mio fianco, i ragazzi sono stati spediti tutti a casa
“Kirkland ti stava interrogando, sei sbiancato di colpo e ti sei preso la testa tra le mani poi quando hai cercato di alzarti ti sei accasciato al suolo. Pensavo stessi facendo finta ma poi non ti muovevi e mi sono spaventata”
In quel momento esce il dottore “Buona sera, sono il dottor Marshal” si presenta “Vi prego di seguirmi nel mio ufficio” dice indicandoci un corridoio. Appena entranti ci accomodiamo e comincia a parlare “La risonanza non ha evidenziato problemi, mi dica ha subito traumi al capo di recente?”
“Sono stato aggredito in casa e un auto mi ha investito”
“Ha fatto dei controlli dopo questi due eventi?” chiede leggendo la mia cartella
“No”
“Ha dei mal di testa?”
“Si” affermo
“Non me lo hai mai detto” mi sgrida Lisbon
“Ho sempre avuto mal di testa, tutti i comuni mortali lo hanno” spiego
“Si ma i comuni mortali non svengono cosi di punto in bianco”
“Scusate” ci interrompe il dottore con un colpo di tosse “La signora ha ragione, doveva fare dei controlli, comunque le ho prescritto queste pastiglie, deve prendere quando ha mal di testa. Se ha altri problemi come oggi non esiti a venire in ospedale” dice alzandomi e dandomi la ricetta
“La ringrazio” saluta Lisbon trascinandomi fuori dall’ospedale
Saliamo in macchina e noto che ha sbagliato strada “Il CBI è in quella direzione” dico
“Noi non stiamo andando al CBI”
“E dove andiamo?” chiedo
“A casa mia”
La guardo sbalordito, pensavo che casa Lisbon fosse irraggiungibile.
“Non guardarmi in quel modo! Pensavi davvero che ti avrei abbandonato da solo? Se svieni ancora? Se sei da solo potresti anche picchiare la testa e rimanerci secco”
“Capisco…sai credo che a causa del mio mal di testa non potrò dormire sul divano, insomma sono malato io”
Mi lancia un veloce e letale sguardo omicida
“Sai dopo tutto credo che per il mio mal di testa il divano sia la migliore cura”
“Lo penso anche io” afferma
 
Una volta a casa sorge un problema piuttosto urgente “Cosa mi metto?” chiedo
“In che senso?” chiede a sua volta mentre armeggia in cucina
“Non posso dormire vestito cosi” esclamo
“Lo fai sempre “ dice prendendo un padella
“Si ma non di notte, insomma è scomodo” mi lamento
Dopo aver messo l’acqua sul fuoco e sbuffando esce di casa per ritornare 5 minuti dopo con un paio di pantaloncini e una maglietta.
“Tieni” dice lanciandomi degli indumenti, li annuso e capisco al volo che non sono suoi o comunque non vengono dalla casa, il profumo è molto diverso. Notando il mio sguardo interrogativo spiega “Il mio vicino mi doveva un favore, domani glieli riporto, intanto tu andrai a recuperare i tuoi ”
“Quindi ritorno qui?” chiedo stupefatto
“Si” conferma appoggiandosi al bancone della cucina in attesa di buttare la pasta
“Dove è finita la Lisbon degli ultimi giorni?” chiedo
“Cosa?”
“Hai passato dei giorni mettendo a ferro e fuoco me e i ragazzi! Mi hai sbattuto fuori di casa” esclamo
“Ti vorrei far notare che questa è casa mia e poi sono stressata! Sai cosa vuol dire avere Kirkland che controlla anche la mia spesa?”
“Quindi sei tornata normale?” chiedo titubante “Nel senso che non ti trasformerai in una piccola principessa psicopatica?”
Il suo sguardo omicida seguito da uno sbuffo me ne da la conferma
 
Dopo aver cenato ed essermi cambiato scendo in salotto, Lisbon appena mi vede scoppia in una risata.
“Oddio Jane fai troppo ridere” dice asciugandosi una lacrima
Effettivamente la maglia è stretta e i pantaloni pure “Il tuo vicino è una specie di puffo?” domando sedendomi
“Diciamo che è un po’ più piccolo di te”
“Questo l’ho notato”
In un attimo cala un silenzio imbarazzante.
“Mi spiace” sussurra  “Io… sono stata troppo dura, non dovevo sbatterti fuori di casa, scusa”
“Non ti preoccupare”
“Vorrei chiederti una cosa” inizia
“Cosa?” domando guardandola
“L’ultima domanda che ti ha fatto Kirkland…” inizia ma si blocca, rossa in volto
“Si…”
“Cosa avresti risposto?”
È un attimo, frazione di secondo e mi ritrovo a baciarla, lei ricambia il bacio e dopo essersi staccata da me sussurra “Immagino che questa sia la risposta”
“Mi complimento per le sue doti deduttive agente Lisbon” sussurro a un soffio dalla sue labbra. Per quanto ci posso pensare i miei sentimenti non cambiano, ho amato già una volta nella vita questo non significa che non possa amare ancora, certo quello che provavo per mia moglie era amore puro, quello che provo per Teresa non lo si può ancora chiamare amore, ne sono innamorato, questo è chiaro ma per dirle ti amo credo che ci vorrà ancora del tempo, dopotutto abbiamo ancora la maggior parte della vita davanti, piccoli passi e molta calma è quello che ci vuole con lei.
Rimaniamo a fissarci ancora negli occhi per qualche istante poi lei sussurra “Credo che per i tuoi mal di testa il divano non sia la cura ideale”
“Stavo pensando la stessa cosa” dico sorridendo
“Andiamo a dormire?” chiede
“Ogni suo desiderio è un ordine” affermo alzandomi seguito da lei
Saliamo le scale, la paura di fare l’errore dell’altra mattina mi perseguita ma nell’esatto momento in cui apre la porta della camera e mi trascina sul letto baciandomi la paura scompare.
Fare l’amore con lei è bellissimo, si muove sicura e mi trascina in un tunnel di emozioni profonde che in un attimo ci fa arrivare entrambi a toccare il cielo con un dito.
Il mattino dopo mi sveglio e noto subito che Lisbon non c’è, di scatto mi alzo e sul suo cuscino trovo un biglietto “Devo fare una commissione prima di venire in ufficio, vai pure non mi aspettare ci vediamo al CBI”
Placidamente mi alzo dal letto ripensando alla notte prima, direi che oramai le cose sono abbastanza chiare per tutti e due. Mi preparo velocemente, raccattando i vestiti sparsi per la stanza e corro al CBI.
Quando arrivo lei è già seduta alla sua scrivania, appena arrivo mi regala un sorriso “Buon giorno” saluta
“Buon giorno” ricambio sedendomi sul divano
“Tiene” dice lanciandomi una scatolina
La prendo al volo analizzandola
“Sono le tue medicine” spiega
“Ah grazie” sussurro
“Dovresti, per una volta, dare retta al medico e prenderle” mi consiglia
“Come vuoi” dico aprendo la scatola e ingoiando una piccola pillola.
In quell’esatto momento entra Kirkland
“Vedo che sta bene, Jane “ sorride
“Si” rispondo in modo asciutto
“Hai bisogno di qualcosa?” chiede Lisbon
“No, penso che con il signor Jane io abbia finito, a meno che lui non abbia ancora qualcosa da dirmi…”
“Non penso”
“Bene” dice sorridendo e in fine uscendo
Io e Lisbon ci lanciamo uno sguardo interrogativo
“Pensavo volesse interrogarti”
“Lo pensavo anche io” risponde lei scrutando oltre la parete di vetro
“Presto o tardi lo farà”
“Lo so” afferma
 
 
 
Il mio angolino
‘giorno a tutti! Vi ringrazio per le recensioni!
Allora…qualche piccola spiegazione, le parole che sente Jane nel suo piccolo subconscio sono tratte dalla poesia di William blake The Divine Image. Ho pensato di riciclare Blake, se non erro in qualche episodio avevano parlato di un’altra sua poesia Tiger (Se non erro) e cosi ho pensato di sfruttare l’occasione e infilarcelo dentro , anche se, personalmente Blake non mi piace neanche un po’.
Parliamo di Subconscio! Yeah! Dopo 3 anni buoni di psicologia, un giorno siamo finiti a parlare di subconscio e sogni con la prof ed è saltato fuori che ognuno immaginava questa piccola parte della nostra mente in modo diverso, chi vedeva palazzi, giardini io vedo solo nero -.-“ e la mia visione è diventata anche quella di Jane, quindi svenendo è finito nel suo bellissimo (?) subconscio…
Chiuso capitolo delle spiegazioni passiamo a noi, vi do un consiglio spassionato…non viaggiate mai alle 2 di notte, in auto con tutti i finestrini abbassati… viene il torcicollo e fa male L! Molta gente lo sa ma evidentemente io ne ero all’oscuro :/ dovrei scrivere qualcosa su di questo…
Vabbè lasciamo stare…fatemi sapere che ne pensate!! Un bacio
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Capitolo 10
 
Siamo tutti in piedi nell’ openspace a fissare l’ufficio di Bertram .
Kirkland è la dentro da quasi un ora a discutere con lui, quanto vorrei sapere di cosa stanno parlando. Ad un certo punto si stringono la mano e Bob esce trionfante dicendo “Prego agente Lisbon”
Lisbon lo segue senza fiatare con le mani nelle tasche dei pantaloni.
I due si accomodano nella sala interrogatori e noi dall’altra parte del vetro. Subito cala il silenzio
“Sa cosa ammiro di più dei capitani delle navi?” inizia Kirkland
“Il loro stipendio?” chiede sarcastica lei
“Ahah nono, io li ammiro perché, qualsiasi cosa accada affondano con la loro nave” spiega
“la mia nave non sta affondando”
“Ne è sicura?” chiede sedendosi
“Non capisco”
“Due suoi sottoposti vanno a letto insieme , uno andava a letto con un’informatrice e si impasticcava e il signor Jane…be lui è lui” afferma
“Non vedo il problema” esclama
“La sua nave sta colando a picco o meglio ,lo ha sempre fatto senza mai affondare definitivamente” dice come se fosse ovvio
“La mia nave” sottolinea “Tira avanti, nonostante i problemi. È vero, Van Pelt e Rigsby vanno a letto insieme, Cho ha avuto dei problemi e Jane colleziona denunce come se fossero francobolli ma tutto sommato risolviamo i casi e finché i problemi sono fuori dall’ufficio io non ho nulla da dire”
“Si rende conto che la sua squadra non è affatto normale?”
“Me ne rendo conto” asserisce
“Non ho capito se ci stanno insultando o cosa” borbotta Rigsby al mio fianco
“Posso chiederle perché lo fa?”  domanda Kirkland
“Faccio cosa?”
“Tutto questo! Perché li protegge? Perché non ammette che qualcuno nella sua squadra ha a che fare con John il rosso?”
“Perché è impossibile ecco perché!”
“Come fa a saperlo?” domanda sorridendo
“Perché mi fido di loro”
“Lei e il signor Jane ragionate allo stesso modo, solo che lei non è mossa da istinti omicidi”
“La prego, veniamo al dunque” supplica Lisbon
“Come vuole…ho dato un’occhiata ai suoi tabulati telefonici e sarà felice di sapere che ho escluso una possibile relazione tra lei e il signor Jane” sorride scontento
“Alleluia” esulta
“Ma è uscito qualcosa di interessante” dice mettendole davanti un foglio con linee evidenziate “questo numero è piuttosto gettonato ma essendo un numero privato non ho potuto rintracciarlo” conclude
“Ho anche io una vita privata” afferma
“Allora non le dispiacerà dirmi di chi è questo numero”
“Sono affari miei” conclude lei incrociando le braccia
“ Si sta mettendo sulla difensiva?”
“No! Sto solo dicendo che non voglio che lei passi al setaccio la mia vita”
“Perché non me lo vuole dire? Renderebbe le cose facili a tutti” afferma
Lisbon si guarda in torno “Io…” inizia
“è un uomo sposato?” chiede lui interrompendola
Di colpo tutti tratteniamo il fiato
Lei abbassa lo sguardo “No”
“E allora? Avanti!” la esorta lui “da quanto ho letto questa storia va avanti da quando Jane se ne è andato dal CBI per andare a Las Vegas, non è un delitto avere qualcuno che ci consoli”
“Non è questo” borbotta
“Che diavolo stanno dicendo?” chiede Van Pelt stupita
“Non sapevo che Lisbon avesse una storia” afferma Rigsby, io rimango in silenzio a contemplare la scena.
“E cos’è?” chiede lui
“Si va bene, lo ammetto ho una storia con una persona il cui nome preferirei rimanesse celato” confessa
Senza accorgermene tiro un pugno al vetro
Eccola, di nuovo questa sensazione, il mondo, il mio mondo che si sgretola, cade a pezzi, si distrugge “è impossibile…” sussurro incredulo “Non esiste!”
“Jane calmati” dice Rigsby mettendomi una mano sulla spalla
“Non è vero! Lei non ha una relazione” sussurro voltandomi verso i ragazzi
“Immagino che nessuno lo sapesse” afferma Kirkland dall’altra parte del vetro, probabilmente ha sentito il colpo del mio pugno
“No” conferma
“Bene, vede se è sincera con me le cose si spiegano da sole!” è tutto felice e trionfante
“Se lo dice lei” borbotta senza alzare lo sguardo
“Ho saputo che dei ladri sono entrati in casa sua…mi dispiace”
“Si certo”  dice lei sarcastica
“Oh no, non usi quel tono! Sono sinceramente dispiaciuto…spero non abbiano rubato nulla”
“Non hanno preso niente” afferma
“Fiùù sarebbe un bel disastro se i fascicoli su John il rosso cadessero nelle mani sbagliate…non crede?” chiede lui
Di colpo lei alza lo sguardo “Cosa sta dicendo?”
“I fascicoli che si trovano a casa sua, avanti non cerchi di negare, so che ha delle copie di tutti gli sviluppi del caso a casa”
“Come fa a saperlo?”
“Ho molti amici” risponde facendo spallucce
“Allora i suoi amici non sono ben informati, ho riportato tutto quello che avevo su Red John quando Jane se ne è andato, se vuole controllare a casa mia…” poi si blocca, evidentemente si è accorta di quello che ha detto, se vanno a casa troveranno anche le mie cose
“Non ne ho bisogno, mi fido”  afferma
Kirkland inizia a dare un’occhiata ad alcuni fogli mentre Lisbon si agita sulla sedia.
“Tutto a posto?” chiede
Lei annuisce ma si vede che si sente sottopressione
“Si rilassi non voglio mica mangiarla” sorride lui
“Di questo non ne sono molto sicura”
“Allora…un po’ di tempo fa il signor Jane si è insediato alla Homeland Security, lei sapeva delle sue intenzioni?” domanda
“Si”
“Quindi lei non nega il suo coinvolgimento?” domanda perplesso
“Io ho avvisato la guarda delle sue intenzioni, il fatto che lui sia più intelligente di voi non è colpa mia”
“Ahah il signor Jane è piuttosto fortunato, devo rendergliene atto… Bertram è al corrente delle scorribande del suo consulente?”
“Qualcuno lo ha avvisato?” domanda in risposta lei
“Da quanto ne so, no”
“Allora no, non ne è al corrente” afferma facendo spallucce
“Se io fossi il vostro superiore avrei dato le dimissioni molto tempo fa” sospira lui
Lisbon rimane impassibile.
“Vuole dirmi qualcosa?” domanda lui raccattando i fogli
“No”
“Bene allora abbiamo finito, può andare”
Lisbon, senza dire una parola si alza ed esce sbattendo la porta.
Noi ci catapultiamo fuori e la intercettiamo mentre raccoglie le sue cose nell’ufficio.
“Capo dove va?” chiede Rigsby vedendola dirigersi verso l’ascensore
“A casa”
“Ma sono solo le 13! Se arriva un caso?” borbotta lui
“Cho, prendi il mio posto” ordina
“Lisbon aspetta” inizio io ma le porte dell’ascensore si chiudono, tagliano a metà la mia frase
Rimaniamo tutti li a fissare le porte chiuse
“Anche io le trovo stupende” dice una voce alle nostre spalle “ ma purtroppo dovete lavorare, quindi tutti alle scrivanie!” ordina Bertram
“Subito” rispondono in coro i ragazzi, io rimando ancora li in piedi, sono indeciso se seguire Lisbon o no. Voglio lasciarle i suoi spazi ma voglio anche delle spiegazioni. Alla fine premo il pulsane dell’ascensore, appena prima che le porte si aprano Cho mi chiama “Jane abbiamo un caso”
“Non ora Cho” rispondo entrando in ascensore
“Si tratta di Red John” afferma
In un attimo mi catapulto verso i ragazzi che si stanno preparando per uscire.
 
 
“Allora? Chi è la vittima?” chiedo appena giunti sulla scena del crimine
“La vittima era Natalie Brown” dice Van Pelt raggiungendoci all’auto
“Patrick Jane!” sento salutare alle mie spalle, mi giro “Bret Stiles” saluto a mia volta
“è triste vederla in questa situazione” pian piano cammina verso di me
“Deduco che se lei è qua è perché la vittima era una dei suoi sottoposti”
“Che modo terribile di definire i miei seguaci” dice arricciando il naso lui
“Bene, se mi può scusare io ho del lavoro da fare” dico abbassandomi per superare il nastro messo dalla polizia
“Certo, ma non vedo l’agente Lisbon”
“è indisposta” borbotto andandomene
 
“Che ci fa Bret Stiles qui?” mi chiede Rigsby appena entro in casa
“Controlla i suoi cagnolini” dico dirigendomi verso la stanza da letto.
Lo smile spicca sulla parete color crema, la vittima è stesa a terra esanime
“Abbiamo qualcosa?” chiede Cho raggiungendoci
“Per ora sappiamo solo che il killer si è introdotto dalla finestra della cucina, per altro dovrai aspettare che torni al CBI per fare qualche ricerca” spiega Van Pelt
“Faceva parte della Visualize” affermo
“Ok allora torniamo al CBI e cerchiamo di scoprire qualcosa di utile sulla vittama” ordina Cho “ Tu vai a casa”
“Perché?” domando
“Vai dal capo” mi ordina prima di scendere le scale
 
Lentamente guido fino a casa, appena arrivo noto che la porta di casa è spalancata “Lisbon?” dico varcando la soglia e guardandomi attorno.
“Lisbon?” domando ancora chiudendomi la porta alle spalle. Nessuna risposta, incomincio a perlustrare ogni stanza del piano terra ma niente, allora cautamente salgo al piano superiore e apro la porta della nostra camera.
“Lisbon” sussurro entrando
Lei è stesa sul letto, la borsa e le chiavi dell’auto gettate in malo modo per terra, mi avvicino e le scosto i capelli dal volto e subito sento il suo russare leggero, si è addormentata. Mentre un leggero sospiro esce dalla mie labbra la sollevo e la metto sotto le coperte sdraiandomi al suo fianco, addormentandomi a mia volta.
“Allora signor Jane, come sta oggi? Non ha nulla da dire? Strano mi hanno raccontato che è un gran cicerone”
“Già lo è sempre stato, sa fare anche degli assurdi giochini con la mente”
“Ahah è fortunata ad averlo al suo fianco”
“Siamo tutti fortunati”
Di colpo apro gli occhi passandomi una mano sulla testa, forse dovrei prendere per davvero le pillole che mi ha prescritto il dottore.
Lentamente mi giro e noto che Lisbon è sveglia e mi sta fissando
“Da quanto sei sveglia?” domando con la voce ancora assonnata
“Non lo so” bisbiglia
Rimaniamo sdraiati a fissarci fino a quando non decido di interrompere il silenzio “è vero quello che vi siete detti tu e Kirkland?” domando titubante, non sono sicuro di voler sapere la risposta
“A proposito di quello” inizia lei “è vero, avevo dei fascicoli di John il rosso, volevo capire dove potevi essere finito, forse avevi trovato il suo luogo sicuro, avevo paura che avessi deciso di mettere in atto la tua vendetta…” spiega
Le lancio uno sguardo che fa intendere che questo non era quello che volevo sapere
“Per quanto riguarda l’altra cosa…” inizia “ Non ho nessuna relazione, lui è un mio informatore”
“Informatore?” chiedo perplesso
“Aspetta non lo avevi capito?” domanda ridendo “Non ci credo!” esclama
“Io…”
“Ahah l’alunna supera il maestro” dice tutta soddisfatta
“Sisi…ma spiegami sta storia dell’informatore” dico tagliando corto
“Quando te ne sei andato ho chiesto un po’ di favori in giro” dice vaga
“Quindi?” domando
“Be un amico mi doveva un gran bel favore, cosi gli ho chiesto di cercarti e poi di scoprire qualcosa su John il rosso” spiega
“Aspetta! Quindi tu sapevi dove ero cosa facevo?” chiedo scandalizzato
“Diciamo di si, ma è stato difficile trovarti” spiega sospirando
“Quindi sapevi anche di Lorelei era entranti in contatto con me?” domando incuriosito
“No, ti ripeto è stato difficile trovarti, figuriamoci sapere con chi andavi a letto” risponde acida
“Ehi questo era un colpo basso” dico ridendo
Per tutta risposta lei sbuffa
“Parlami un po’ di questo tuo informatore…come mai lo senti ancora, nonostante io sia tornato?”
“Sta indagando su John il rosso in via non ufficiale, l’idea di avere un paio di occhi a mia disposizione mi piace” spiega
“E ha scoperto qualcosa?” domando interessato
“Per ora no” sussurra scuotendo la testa
“Come fai ad essere sicura che non sia coinvolto?”
“Mi fido di lui e dovresti farlo anche tu” afferma
Sbuffando mi alzo e do un occhiata all’orologio “Che ne dici se ceniamo?” chiedo
“Non ne ho voglia” borbotta
“Devi mangiare qualcosa” la sgrido
“Pensavi davvero che avessi un’altra relazione?”
“No”
“Stai mentendo”
“Da quando in qua sei tu la mentalista?”
“Se vai con lo zoppo impari a zoppicare”
“Be zoppi a parte…sai una cosa? Come mentalista fai pena” dico accarezzandole i capelli
“Ha parlato Sherlock Holmes “
“Ahah dai andiamo a mangiare qualcosa” dico alzandomi dal letto e dando una sistemata ai vestiti
“Va bene” mugola alzandosi a sua volta
Scendiamo in cucina e prepariamo qualcosa velocemente, io parlo e parlo ma lei non mi ascolta
“Che cosa hai?” domando preoccupato
Lei mi guarda un attimo e poi ritorna a fissare il vuoto “Secondo te Kirkland ha ragione?”
“Su cosa?”
“Sul fatto che la squadra sta colando a picco piano piano”
“Ma che stai dicendo?” chiedo scioccato
“Niente”
“Siamo sempre stati cosi… non dubiterai dei tuoi uomini! Vero?” esclamo
“Ma che cavolo stai dicendo? Certo che non dubito dei miei uomini!”
“Allora cosa ti preoccupa?” chiedo sparecchiando
“Non lo so neanche io, ho come un brutto presentimento…tutto qui”
“Ti fidi dei tuoi presentimenti? Siamo messi bene” esclamo
“Jane!” strilla tirandomi un pugno sulla spalla
“ahai! Sei violenta” piagnucolo
“Stai zitto” dice tra le risate
Dopo cena ci sediamo sul divano, devo aggiornarla sul caso
“Quindi Stiles è venuto a trovarti?” domanda dopo il mio breve resoconto
“Già”
“Quell’uomo non mi piace e per di più ho come la sensazione che lo avremo trai i piedi per tutte le indagini” sbuffa
“Mi piacerebbe fare un altro giro alla Visualize” affermo
“Per cosa? Finire nei guai?” dice lanciandomi uno sguardo
“E va bene! Ne sto fuori”
“Sappiamo entrambi che non lo farai…almeno non farti scoprire da Kirkland” si raccomanda
“L’ultima volta mi ha scoperto per colpa tua” esclamo incrociando le braccia al petto
“Colpa mia? Io ti avevo avvisato che non dovevi andarci!” esclama stizzita
“Ma se hai allertato tutta la Homeland Security!”
“Era per evitare che ti arrestassero!”
“Alla fine non mi hanno arrestato” dico facendo spallucce
“Sei incredibile” sussurra passandosi una mano sul volto
 
 
Il mio angolo
Prima di tutto, grazie mille per le recensioni J!!
Mi scuso per il ritardo ma sono piena di impegni -.-“ preferirei di gran lunga scrivere, ma purtroppo ho poco tempo.
Detto questo chiudo le comunicazioni, fatemi sapere che ne pensate! Baciotti a tutti XD

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Capitolo 11
 
“Buon giorno capo” salutano i ragazzi vedendoci entrare nell’openspace
“Novità?” domanda evitando discussioni inutili
“Per ora no, io e Cho stavamo andando alla Visualize” afferma Rigsby
“Lasciate stare ci andiamo io e Jane” dice avviandosi al suo ufficio
 
“Perché ci vuoi andare tu?” domando entrando nell’ufficio
“Non voglio stare chiusa qui dentro con Kirkland a pochi metri” spiega lanciando qualche occhiata qua e la
 “Capisco”
“Andiamo” dice aprendo la porta e catapultandosi fuori
 
Il viaggio in auto è silenzioso e questo mi scoccia non poco. Dopo aver parcheggiato scendiamo diretti all’ufficio di Stiles
“Salve sono l’agente Te..”
“Oh Patrick! Teresa!” esclama Bret alle nostre palle, interrompendo Lisbon che si stava presentando ad una donna “Cosa posso fare per voi?”
“Inizi a smettere di sorridere” risponde acida Lisbon, decisamente quest’uomo non le piace.
“Giornata storta?” domanda in tono triste
“Non quanto quella di Natalie Brown” dico
“Povera donna! Siamo tutti addolorati” esclama
“Allora non avrete problemi se facciamo qualche domanda in giro?” chiede Lisbon
“Certo! Era una nostra sorella, amica… faremo di tutto per aiutarvi”
“Benissimo, allora che ne dice di farci accomodare nel suo ufficio?” domando
“Con piacere” sorride indicandoci una porta
“Grazie” sorrido in risposta aprendo la porta ed andandomi a sedere
 
“Cosa volete sapere?” domanda sedendosi
“Da quanto faceva parte della vostra setta?” domanda LIsbon
“Era nostra amica da circa 4 anni” risponde lui sottolineando eccessivamente amica
“Aveva nemici?”
“Da quanto ne so neanche uno”
“Amici?”
“Qui siamo tutti amici, agente” afferma
“Amici speciali?” domando io
“Questo non lo so, provate a chiedere alla signorina Jennifer Rosh erano sempre insieme”
“Lo faremo di sicuro” afferma Lisbon alzandosi
“Già finito?” chiede sorpreso
“Con lei si” afferma lei prima di uscire
“Be è stato un piacere” dico affrettandomi ad uscire
 
“Torniamo in ufficio e convochiamo la signorina Jennifer” dice Lisbon avviandosi verso la macchina
“Perché non la interroghiamo qui?” domando
“Se sa qualcosa preferisco metterla sotto pressione e quale luogo è migliore di una sala interrogatori?” dice lanciandomi un’occhiata
“Sei spaventosa lo sai?” domando aprendo la portiera
“Perché?”
“Perché inizia a pensare come me!”
 
Quando arriviamo al CBI Lisbon ordina ai ragazzi di convocare l’amica della vittima prima di rintanarsi nel suo ufficio.
“A cosa pensi?” chiedo entrando
“Stavo pensando che forse dovrei farti fare un corso” borbotta
“un corso?” domando incuriosito
“Si, per farti imparare a bussare”
“Ma quello lo so fare!” affermo
“Allora perché non lo fai?”
“Mi piace infastidirti… tutto qui” dico facendo spallucce
“Va al diavolo” dice fissando l’ufficio di Bertram e contemporaneamente tirandomi una penna
“La calma prima della tempesta” sussurro raccogliendo l’oggetto
“Già” afferma
“Cosa credi che si inventerà Kirkland?”
“Non lo so e questo mi preoccupa” dice sprofondando nella sedia
Il nostro discorso viene interrotto da un piccolo colpo alla porta “Capo è arrivata l’amica della vittima, vuole che ce ne occupiamo noi?” domanda Van Pelt facendo capolino
“No fa niente, la interrogo “ dice alzandosi e avviandosi verso la sala interrogatori
 
Le due donne si accomodano dai lati opposti del tavolo, io le raggiungo sedendomi accanto a Lisbon
“Lei era molto amica della vittima?” inizia Lisbon
“Si” risponde lei tra le lacrime
“Sa se per caso avesse qualche nemico?”
“Era una brava persona”
“Un ex fidanzato?”
“No, era single da molto tempo, le piaceva dedicare la sua giornata ai più bisognosi”
“Va bene, la ringrazio può andare” dice Lisbon abbandonandosi sullo schienale della sedia
“Grande aiuto” borbotta
“Non fare cosi” dico sorridendo
“Ti senti bene?” chiede scrutandomi
“Si perché?” domando
“Sei pallido… hai preso le medicine?”
“Si” mento
“Dovresti andare ancora in ospedale a farti controllare” ordina alzandosi
“Potresti farmi tu da infermiera” dico ammiccando
“Sta zitto” dice uscendo e lasciandomi solo a ridere
 
Ci dirigiamo nel suo ufficio, ogni volta che c’è un caso su John il rosso le nostre piste non portano a nulla e di conseguenza rimaniamo senza lavoro.
Io sono sdraiato sul divano e Lisbon sta battendo a computer quando la porta del suo ufficio si apre.
“Agente Lisbon” saluta Kirkland entrando
“Ha bisogno?” domanda lei infastidita
“Nono, volevo solo lasciarle questo” dice dandole un foglio in busta chiusa e uscendo dall’ufficio
“Cosa è?” domando alzandomi
Lei apre velocemente la busta e dando una rapida occhiata al foglio estratto si precipita fuori dall’ufficio lasciando cadere il foglio, io mi abbasso velocemente a raccoglierlo e leggo velocemente è una notifica che da l’autorizzazione ad un arresto.
Mi precipito fuori dall’ufficio giusto per vedere una Lisbon inerme mentre arrestano uno dei suoi agenti
“Capo!” esclama Cho dimenandosi
“Cho non complicare la situazione!” lo sgrida
“Non esiste! Lui non ha fatto niente! Dovreste arrestare Kirkland” sbraita Rigsby “ è lui sulla lista di Jane, non Cho!”
Tutti ci giriamo a fissarlo
“Adesso basta!” urla Lisbon “Hanno un mandato possono farlo” dice rivolta a lui poi avvicinandosi a Kirkland gli sussurra “ Le giuro che questa la pagherà cara”
Lui ignorandola le passa di fianco trascinando Cho con se sotto gli occhi di tutti, una volta che le porte dell’ascensore si sono chiuse si volta verso di noi “Nel mio ufficio. Ora!” ordina
 
Ci siamo riuniti tutti nel suo ufficio.
“Questo foglio dice che secondo le prove Cho è coinvolto in azioni non legali” inizia
“Azioni non legali?” domanda Van Pelt confusa
“Avanti!” esclama Rigsby “Cho è una brava persona”
“Lo so” afferma Lisbon, sta pensando a qualcosa glielo si legge in faccia
“C’è scritto di che tipo di prove sono in possesso?” domando
“Tabulati telefonici, c’è scritto che ha fatto parecchie chiamate ad un numero intestato ad un cellulare usa e getta poi si dice che ha rubato dei fascicoli su John il rosso” spiega
“Ma è ridicolo!” esclama Rigsby
“Hanno il video della sorveglianza che lo riprende mentre porta fuori i fascicoli” dice Van Pelt leggendo il foglio
“Potrebbe essere stato manomesso” dico tranquillamente
“Jane ha ragione! Dobbiamo visionare quel video” di impunta Rigsby
“Capo non potrebbe parlare con Kirkland o con Bertram…” suggerisce Van Pelt
Lisbon ci pensa un po’ e poi risponde “Ci proverò, ma non vi posso assicurare nulla, l’indagine non è  nostra”
Rimaniamo tutti in silenzio, io sto pensando a un piano
“Va bene, tornate al lavoro” ordina Lisbon
I ragazzi escono in religioso silenzio e si siedono alle loro scrivanie facendo finta di lavorare
“Che farai adesso?” domando
“Forse dovrei parlare con Bertram, vedere da che parte sta ed agire di conseguenza”
“Forse… oppure potresti prendere in considerazione la mia idea” dico lanciandole un’occhiata
Lei si volta guardandomi in modo interrogativo
“Che ne dici di una tazza di thè?” domando alzandomi
“Con piacere” risponde lei seguendomi fuori dall’ufficio
 
Dopo un ora siamo di ritorno… che lo spettacolo abbia inizio
Lisbon si avvia nel suo ufficio mentre io rimango fermo al centro della sala
“Jane ti senti male?” chiede preoccupata Van Pelt avvicinandosi a me
“Io…” articolo prima di buttarmi a terra fingendo uno svenimento, subito tutti si catapultano su di me, in breve tempo l’ambulanza arriva portandomi in ospedale. Mi hanno fatto moltissimi controlli e io ne ho approfittato per schiacciare un pisolino.
Quando riapro gli occhi trovo Lisbon al mio fianco “Come ti senti?”
Io do un occhiata in giro prima di rispondere “Una meraviglia, quando mi dimettono?” chiedo
“Sono riuscita a convincere il dottore che sei svenuto per lo stress” mi rassicura
“Ottimo!” esclamo mentre entra il dottore
“Vedo che sta bene signor Jane” dice allegro
“Si, in questo periodo sono troppo stressato…”
“La sua collega mi ha informato… prende ancora le medicine vero?”
“Certo! Tutti i giorni”
“Va bene. La lascio andare ma deve fare almeno una settimana di assoluto riposo, niente lavoro niente stress, mi sono spiegato?” chiede in tono grave
“Non si preoccupi, ho preso anche io una settimana  di ferie” lo rassicura Lisbon
“Va bene, appena si sente pronto può andare a casa” dice uscendo
 
Appena arriviamo a casa mi butto sul divano.
“Che fai?” mi sgrida Lisbon
“Il dottore ha detto che devo riposarmi”
“Si certo, muoviti i ragazzi stanno per arrivare” dice lei lanciandomi un cuscino io lo afferro e glielo rilancio colpendola in pieno
“Centro” esclamo alzandomi
Lei sbuffa e poi si mette a ridere io ne approfitto per avvicinarmi a lei e abbracciarla
“Ne usciremo vedrai” mi rassicura contraccambiando l’abbraccio
Mi allontano leggermente per poi riavvicinarmi dandole un bacio, questo piccolo tocco diventa piano piano passione e non so come mi ritrovo sdraiato sul divano.
Piano piano le sbottono la camicetta continuando a baciarla, lei fa lo stesso con me. Con un po’ di forza inverto le posizioni e mi abbasso a baciarle il ventre liscio, le sto per slacciare il bottone dei jeans quando il campanello suona.
Di scatto ci alziamo ricomponendoci, lei si affretta ad andare ad aprire la porta mentre io mi riabbottono la camicia
“Capo si sente bene?” chiede Van Pelt vedendo Lisbon rossa in volto
“Abbiamo interrotto qualcosa?” domanda Rigsby dando un occhiata prima a me e poi a lei
“No” esclama forse con troppa enfasi e non appena si volta verso di me noto che ha i bottoni della camicetta allacciati male
“Avanti, vai a finire di farti la doccia, io preparo qualcosa” dico andandole in soccorso
“Grazie” dice rivolta verso di me “Scusate ragazzi” dice congedandosi e salendo le scale
“La farete impazzire” dico ridendo e andando in cucina seguito da una Van Pelt e da un Rigsby che si guardano furtivi, di sicuro Van Pelt non se si è bevuta la bugia
 
Appena Lisbon torna tra noi incomincia a parlare
“Nessun sospetto?” chiede
“Nessuno capo, tutti sanno che Jane è stato male e che lei ha deciso di prendersene cura sotto consiglio del medico” afferma Van Pelt
“Ottimo” esclama contenta
“Ora come procediamo?” chiede Rigsby
“Direi che casa mia diventa la base operativa, nessuno si insospettirà se venite ogni giorno da me, d’altra parte il vostro collega è stato male e volete sapere come sta” dice Lisbon soddisfatta
I ragazzi annuiscono
“Avete scoperto qualcosa?” domando
“Niente, il telefono è stato disattivato 6 giorni fa ed è stato probabilmente buttato chissà dove” spiega Rigsby
“Ok e per quanto riguarda il video?” domanda Lisbon
“Ancora niente, domani andremo da Bertram ma non siamo fiduciosi del risultato, era Cho il suo secondo, lui sa come muoversi” dice Van Pelt sconsolata
“Ce la farete” la rassicura il capo
“Per quanto riguarda Cho?” domando io
“Non sappiamo ancora nulla, nessuno vuole dirci niente” afferma arrabbiato Rigsby
“Posso fare qualche telefonata” afferma Lisbon
I ragazzi si voltano guardandola fiduciosi
“Domani mattina provo, non vi preoccupate” li rassicura
“Grazie” sussurrano
“Che ne dite di ordinare qualcosa per cena?” domando
“Si!” esclama Rigsby
“sei sempre il solito” lo rimprovera Van Pelt
Tutti scoppiamo in una risata e finalmente ci rilassiamo, Lisbon ordina della pizza e ci attardiamo a chiacchierare del più e del meno.
“Credo che sia ora di andare” afferma Grace alzandosi dal divano
“Già è piuttosto tardi” dice Rigsby seguendola
“Ci vediamo domani” li saluta Lisbon chiudendo la porta
Ci avviamo in cucina a sparecchiare il tavolo, dopo aver finito ci ritiriamo in camera esausti
“Questi giorni saranno duri” sospira Lisbon buttandosi sul letto
“Lo so” affermo avviandomi alla doccia
Mentre l’acqua calda mi rilassa cerco di ideare un piano per tirare fuori Cho dalla prigione, ovunque essa sia, sono già riuscito a far evadere Lorelei farlo con Cho non dovrebbe essere difficile.
Esco dalla vasca e dopo essermi asciugato e vestito entro in camera dicendo “Allora dove eravamo rimasti oggi?”
Purtroppo le mie speranze si frantumano appena noto che Lisbon si è addormentata, sorridendo mi avvicino e la sposto al fine di metterla sotto le coperte, le do un lieve bacio sulla fronte “Buona notte” sussurro prima di sdraiarmi accanto a lei.
 
 
Il mio angolo
Ci sono riuscita! Ho finito il capitolo prima che inizi NCIS (è da un po’ che non stavo a casa la sera e ne approfitto per fare il pieno)! Fiùùù
Spero che vi sia piaciuto, la parte finale l’ho scritta in 10 minuti perché volevo assolutamente postare prima di domani ma siccome oggi sono stata impegnata non ero sicura di riuscire e invece…
Ringrazio tutti per le recensioni e mi scuso se c’è qualche errore. Un bacioneeee 

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Capitolo 12
Sai, stavo pensando che forse dovrei prendermi qualche giorno di ferie… che ne dici? Magari potremmo organizzare qualcosa e andare via, che ne so al mare o in qualche città…
Appena ti rimetti andiamo ok?
Jane?
“Jane? Ti svegli o cosa?”
La voce di Lisbon mi strappa dal solito luogo scuro e dalle voci, appena apro gli occhi mi rendo conto del martellio nella mia testa.
“Tutto a posto?” domanda vedendo che strizzo gli occhi per alleviare il dolore
“La mia testa” borbotto cercando di alzarmi
“Sta giù ti porto le pillole col thè” e in un attimo di dilegua
Io mi sdraio e fisso il soffitto sperando che la mia testa smetta di martellare.
“Ti sei riaddormentato? Sei incredibile” dice Lisbon svegliandomi e ridendo
“Cosa?” domando stiracchiandomi
“Tieni” dice mettendomi in mano la tazza di thè fumante e una pillola, io ingoio tutto
Dopo aver finito di sorseggiare il mio thè appoggio la tazza sul comodino e mi sdraio accanto a Lisbon “Piani per oggi?” domando
“Prima di tutto devo fare qualche telefonata per vedere cosa fare con Cho e per il resto abbiamo la giornata libera” spiega
“Ottimo! Ho proprio voglia di andare al mare” dico alzandomi
“Altolà! Dove credi di andare?” dice afferrandomi il braccio
“Ahah Lisbon Lisbon se volevi fare qualcosa a letto bastava dirlo” dico ammiccando
“Idiota!” strilla diventando rossa in volto
“Non ti devi vergognare siamo due adulti responsabili” dico sdraiandomi e avvicinando il volto al suo
“Tu sei malato! Non puoi andare al mare!” dice spingendomi via
“Hai ragione sono molto malato… non è che vorresti farmi stare meglio?” domando facendo gli occhioni dolci
“Certo” dice lei alzandosi “Vado a comprarti le punture”
“Sai credo di  sentirmi già meglio” affermo
“Ottimo” dice uscendo dalla stanza
Io mi vesto e scendo in cucina , dove trovo Lisbon mentre parla al cellulare, quando mi vede riaggancia e voltandosi verso di me dice “ è in custodia cautelare a casa sua”
“Efficiente” dico sorridendole
“Dopo questa storia dovrò parecchi favori in giro” mormora sedendosi
“Dove abita Cho?” domando
Lei mi lancia uno sguardo rapido “Non ci pensare minimamente”
“Pensare a cosa?” chiedo nel modo più innocente possibile
“Non puoi farlo evadere!” esclama
“Perché no?”
“Renderesti le cose più difficili”
“Io non credo” affermo
“Ah no? Secondo te Kirkland cosa aspetta?” chiede retorica “Il momento buono per metterci le manette” si risponde da sola
“Ma…” inizio
“Niente ma, lascialo dov’è credo che gli saremo molto più utili fuori di prigione” conclude avviandosi alla porta
“Dove vai?” domando
“A fare la spesa” risponde uscendo di casa e lasciandomi solo
 
Io mi butto sul divano, non posso uscire di casa e Lisbon non c’è.
Afferro il cellulare compongo il numero di Van Pelt
“Hei Jane” saluta allegra lei
“Ciao”
“Hai bisogno?” domanda
“Lisbon vi ha informati di Cho?”
“Sisi, tra poco dobbiamo parlare con Bertram e Kirkland” spiega
“Capito” mormoro
“Ah Jane! Ora che mi ricordo, potresti chiedere a Lisbon se ha per caso ancora la mia sciarpa blu?”
“Sciarpa blu?” domando
“Si, l’ho dimenticata da lei un bel po’ di tempo fa e ogni volta che vengo li mi dimentico di prenderla “ spiega
“Capisco, te la cerco cosi sta sera può tornare a casa con te”
“Grazie mille… scusa ma ora devo andare, ci sentiamo” saluta riagganciando
 
Chiudo la chiamata e mi fiondo su per le scale alla ricerca della sciarpa blu… almeno ho qualcosa da fare.
Parto aprendo i cassetti in anticamera ma non trovo nulla cosi ispezioni quelli della stanza. Nei miei sicuramente non c’è nulla cosi apro i cassetti di Lisbon, se mi vedesse probabilmente mi ucciderebbe.
Apro il cassetto del comò ma non c’è nulla allora passo all’armadio e anche qui nulla, solo abiti. Decido, quindi, di aprire il primo cassetto della grande cassettiera. Il terzo e il quarto erano miei , il primo e il secondo suoi e il quinto non lo utilizzavamo, visto che a detta di Lisbon era rotto e inutilizzabile.
Inizio a frugare tra la sua biancheria “ è una nobile causa” continuo a ripetere a me stesso. In fine eccola! La sciarpa di seta blu di Van Pelt, la prendo chiudendo il cassetto. Sto per uscire dalla stanza quando mi blocco, se Lisbon la vede saprà di sicuro che ho rovistato nel suo cassetto della biancheria e di sicuro farà il diavolo a mille. Velocemente ritorno davanti alla cassettiera aprendola e ripongo la sciarpa esattamente dove l’ho trovata.
Poi scendo giù in cucina e scrivo su un biglietto ‘Van Pelt ha chiesto di riavere la sua sciarpa di seta blu’ ecco fatto, cosi non sarebbe scoppiata nessuna terza guerra mondiale.
Quasi quasi provo a sistemare la cassettiera, cosi mi avvio su per le scale e mi siedo davanti al mobile.
Cerco di aprire l’ultimo cassetto ma in vano, sembra incollato, lo strattono per un po’ ma niente.
Cerco di infilare la testa sotto la cassettiera per vedere se è possibile rimuovere qualcosa per sbloccare il cassetto, ma non noto nulla di strano. Sbuffando mi raddrizzo, strattono ancora un po’ il cassetto quando sento la porta aprirsi
“Hei!”  saluto scendo di corsa le scale
“Ciao”
“Sei stata via 2 ore per tornare con una busta della spesa?” domando sorpreso
“C’era traffico e cosi sono rimasta bloccata, appena ho potuto ho fatto retromarcia e ho cercato un altro supermarket” spiega sistemando le quattro cose che aveva comprato
“Ha chiamato Van Pelt chiedendo di una certa sciarpa blu” dico
“Ah si! Dopo la vado a cercare cosi sta sera se la porta via” dice sorridendo
“Stavo pensando” inizio “Magari posso provare  a sistemare la cassettiera”
“Non ce ne è bisogno” afferma
“Ma è rotta! Il cassetto non si apre” cerco di convincerla
“Lo so, ma è sempre stato cosi e in fondo mi piace, non abbiamo bisogno di un cassetto in più” dice avvicinandosi a me
“Si ma…” inizio io ma vengo subito bloccato da un bacio di lei
“Basta parlare di quella vecchia cassettiera” sussurra al mio orecchio
“Già direi basta” dico io afferrandola e baciandola con passione, per ora l’argomento era chiuso ma di sicuro avrei aperto quel cassetto
“Basta pensare alla cassettiera!” mi sgrida lei mentre mi accompagna al divano
“Scusa” dico iniziando a sbottonarle la camicia
Pian piano i nostri vestiti incominciano ad accumularsi ai lati del divano.
I baci diventano sempre più roventi e passionali. Le lascio una scia di baci su tutto il corpo mentre lei ogni tanto si lascia scappare qualche gemito.
Dopo aver fatto l’amore rimaniamo abbracciati sul divano, lei gioca coi miei riccioli e io seguo il profilo del suo corpo con le dita
“A che pensi?” mi chiede
“Al potere della tua cassettiera” sussurro, scoppiamo entrambi a ridere.
 
Il resto della giornata passa tranquillo e pacifico, verso le 20.30 sentiamo qualche colpo alla porta
“Avanti” urla Lisbon
“Permesso” dico in coro Van Pelt e Rigsby
“Ciao ragazzi” saluto sporgendomi dalla porta della cucina verso l’entrata
“Volete qualcosa?” domanda Lisbon dopo averli fatti accomodare
“No grazie” risponde Van Pelt mentre Rigsby si limita a scuotere la testa
“Benissimo, allora iniziamo” affermo
“Oggi siamo andati a parlare con Bertram e poi con Kirkland” inizia Rigsby
“e?” domanda impaziente Lisbon
“Cho non è stato accusato di nulla, per ora, le accuse sono solo, come dire…” cerca di spiegare Rigsby
“Preventive” afferma Van Pelt prendendo la parola “ si stanno arrampicando sugli specchi”
“Ma a quanto vedo basta” affermo
“Si ma non possono tenerlo ancora per molto… a meno che” inizia Rigsby
“A meno che non trovino qualcosa di più” conclude Lisbon
“Capo, Cho è pulito!” esclama Van Pelt
Lisbon la ignora e ordina “Domani per prima cosa cercate se ha commesso qualche errore , parlate con Summer, con i suoi vicini, gli amici o chiunque lo conosca”
I ragazzi la guardano sbigottiti
“Mi rifiuto” urla Rigsby infuriato
“Capo, sta mettendo in dubbio che Cho sia…” inizia Van Pelt
“Calmatevi” intervengo io
“Jane! Sta mettendo in dubbio Cho!” urla sempre più forte
“Adesso basta! Rigsby siediti” ordina Lisbon alzandosi “Non metto in dubbio nessuno”
“Sta cercando di essere solo d’aiuto” affermo
“E come?” domanda sarcastico
“Se scopriamo delle prove contro Cho possiamo distruggerle” dice semplicemente lei
“Esatto, se Kirkland scopre qualcosa su di lui che potrebbe complicare la sua situazione anche noi saremmo messi male, se hanno prove concrete il caso diventa più difficile” spiego sperando che questo basti a calmarlo
Lui si siede pesantemente sul divano sbuffando “E va bene” borbotta
“Oltre a quello che possiamo fare?” domanda Van Pelt
“Chiederemo un colloquio con Cho, dopo tutto ne abbiamo il diritto” afferma Lisbon
“Parleremo con Kirkland” assicura Rigsby, finalmente il rossore è sparito
“No, ci parlo io” ribatte Lisbon
“Come vuoi” risponde Van Pelt, è sicuramente sollevata dal fatto di non dover discutere con quell’uomo
“Possiamo andare?” domanda Rigsby
“Se non avete altro da dirmi si” afferma Lisbon alzandosi e andando a prendere la sciarpa di Grace
“Tieni”
“Grazie mille! Pensavo l’avessi buttata” dice lei
“Ahah nono era solo nel cassetto”  
“Grazie mille” dice avviandosi verso la porta seguita da Rigsby
“A domani” salutiamo  prima di chiudere la porta
 
“Stai dormendo?” domando fissando il soffitto buio della camera da letto
“Si”
“Simpatica”
“Non quanto te”
“Detesto stare chiuso in casa tutto il giorno” borbotto
“Sarà per poco, non appena tireremo fuori Cho dai guai potrai uscire di nuovo a girovagare ed a compire tutte quelle cose illegali che fai”
“Cose illegali?” domando
“Si illegali” ripete
“E cosa avrei fatto di cosi illegale?” domando incuriosito
“Vuoi un elenco?”
“Se vuoi…”
“Va bene, diverse volte hai fatto a pugni, una volta hai sotterrato un sospettato per farlo confessare, hai fatto evadere una detenuta, hai preso in giro degli agente dell’FBI facendo credere che fossero affiliati a John il rosso poi…”
“Ok ok ho capito” dico “ forse ho commesso qualche errore… ma erano tutti a fin di bene” cerco di giustificarmi
“Anche quando sei sparito per sei mesi?” domanda, non la posso vedere ma molto probabilmente sta alzando un sopracciglio
“Quello soprattutto era a fin di bene” esclamo
“Si come no” borbotta
“ Metti in dubbio?”
“Jane, ogni volta che siamo su una scena del crimine e tu scompari prego di non dovermi subire qualche lamentela! È stressante” esclama
“Ma io risolvo i casi”
“Si tu risolvi i casi” ripete
“Nella tua visione negativa delle mie, benevole, azioni, ho fatto almeno qualcosa di buono?” domando divertito
“Una cosa ci sarebbe” mormora
“Cosa?” domando incuriosito
“Mi hai fatta innamorare” afferma alzandosi e mettendosi a cavalcioni su di me
Io sono rimasto leggermente stupito da questa svolta negli eventi e lei non manca di farmelo notare
“Che c’è? Il mio mentalista è rimasto senza parole?”
“Io…no, nel senso” balbetto scatenando una sua risata
“Ahah si come no” dice avvicinandosi al mio volto “Prova ad indovinare a cosa sto pensando” mi esorta
“Non credo ce ne sia bisogno” dico tirandola verso di me e baciandola.
 
 
Il mio angolino
Ciao a tutti, scusate il ritardo ma sono stata in vacanza (alleluia), sono tornata oggi, mi spiace che il capitolo sia un po’ corto, ma volevo pubblicare e comunque vediamolo come un capitolo di “mezzo” visto che dal prossimo ci avviamo alla conclusione della storia, quindi probabilmente i prossimi saranno più lunghi .
Be che dire W i romagnoli che mi hanno fatto mettere su qualche chilo XD
Piadine a parte fatemi sapere cosa ne pensate…. bacioniiii

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Capitolo 13
 
“Io esco, fai il bravo” si raccomanda lei prima di chiudersi la porta alle spalle
E io sono di nuovo solo, finisco la mia colazione e poi riordino la cucina.
Ora sono ufficialmente annoiato, sono sdraiato sul divano a fissare lo schermo della TV senza interessarmi minimamente al programma di cucina. Spengo la TV alzandomi e dirigendomi in cucina, ho avuto un ‘ idea.
Prendo un coltello e mi dirigo in camera, mi siedo davanti alla cassettiera “Bene, cara Cassie, ora la guerra è tra me e te!” dico rivolto alla cassettiera che inerme si erge davanti a me.
Strattono ancora un po’ il cassetto e vedendo che non si apre infilo il coltello nella fessura tra il quarto cassetto e il quinto, noto che il coltello non penetra bene faccio un po’ più di pressione ma niente.
“Che diavolo!” esclamo stupefatto tirando il coltello verso di me  “Sarebbe bello se collaborassi Cassie!” la sgrido
“Ma che fai?” domanda una voce dalla porta della camera
“Ehi Lisbon!” esclamo allegro
“Perché stai cercando di affettare la mia cassettiera?” domanda avvicinandosi e sedendosi al mio fianco
“Cassie non vuole collaborare” dico facendo spallucce
“Cassie?” domanda alzando un sopracciglio “Aspetta! Hai dato un nome alla cassettiera?” domanda ancora più sconcertata
“Se si intraprende una guerra è bello conoscere il proprio nemico” affermo
“Jane, è una cassettiera… non è il tuo nemico e non sei in guerra. Lasciala in pace! È sempre stata rotta e a me non da fastidio quindi evita di distruggerla, per  favore”
“Non sei curiosa di sapere cosa c’è in quel cassetto?” domando sorpreso
“No, non lo sono perché non c’è nulla in quel cassetto” risponde
“Io non credo” dico pensieroso
“Ti spiacerebbe smettere di pensare alla cassettiera per un attimo?” mi chiede
“Si chiama Cassie” ribatto
Lei mi lancia un’occhiataccia e dice “ Ho parlato con Kirkland, siamo riusciti ad avere un colloquio con Cho, si tratterrà di pochi minuti ma meglio che niente”
“Quando?” domando
“Oggi pomeriggio”
“Posso venire anche io?” domando
“Vorrei si potesse ma per quanto ne sa il mondo tu stai male” borbotta alzandosi
“Posso dire di essermi ripreso” esclamo  
“Stai troppo bene per essere uno che appena 2 giorni fa è stato in ospedale” dice
“Voglio venire anche io, solo per dare un’occhiata alla casa di Cho” protesto
“E va bene ma ci vorrà un qualche ritocco” dice con un sorrisetto
“Quando sorridi cosi mi fai quasi paura” dico indietreggiando
“Dove scappi?” dice lei avvicinandosi e alzandosi sulle punte dei piedi mi sussurra “Vai in cucina” e dandomi un bacio veloce si dirige in bagno
“Agli ordini capo” esclamo precipitandomi in cucina pregustando ciò che succederà tra pochi minuti.
 
“Che hai?” dice lei guardandomi
“Niente” borbotto sbuffando
“Ecco fatto” dice allontanandosi e ammirandomi
Io pensavo che avremmo fatto un po’ di movimento e invece lei si è messa truccarmi cercando di darmi l’aria più malaticcia possibile
“Avanti guardati” mi esorta porgendomi lo specchio che prendo e metto davanti al viso
“Complimenti” dico ammirandomi, ho una leggera traccia di occhiaie e sono piuttosto bianco
“Ora basta che metti una tuta un po’ stropicciata e cammini piano piano e sarai perfetto” dice sorridendo
“Ho come l’impressione che da piccola usavi spesso i trucchi per saltare le lezioni” dico alzandomi
“Ma cosa dici!” esclama fingendo indignazione
“Scoperta”
“Va a vestirti” dice spintonandomi
“Hei! sono un povero malato” dico tossicchiando e iniziando a salire le scale
Dopo 20 minuti siamo seduti in macchina con destinazione la casa di Cho
“Chiama Rigsby” mi ordina Lisbon dandomi il suo cellulare
Io compongo il numero e attendo
“Si capo?”
“Ciao, sto andando da Cho, avete scoperto qualcosa?” chiede lei
“Quando Summer viveva con lui, Cho ha picchiato uno spacciatore che aveva a sua volta picchiato la ragazza”
“Dove si trova lo spacciatore adesso?” domando
“Ci risulta che sia fuori dal paese per affari non precisi” spiega
“Meglio cosi” sospira Lisbon
“Altro?” chiedo
“Niente… capo vuole che vi raggiungiamo?” chiede
“No tanto non vi farebbero entrare”
“Va bene, allora torno al caso che ci hanno assegnato… è dura lavorare solo in due” si lamenta
“ Non lamentarti e torna al lavoro” lo sgrida Lisbon
“Agli ordini capo”
“A dopo” saluto
“A dopo” saluta lui riagganciando
Lisbon accelera all’improvviso
“Vuoi uccidermi?” domando aggrappandomi al sedile
“Voglio concludere questa dannata storia “ borbotta
“Si ma io non voglio morire” esclamo
“Siamo arrivati” dice lei parcheggiando  “Ricorda, sei malato” si raccomanda scendendo dall’auto e correndo ad aprirmi la portiera
“Come siete gentile mia signora” dico sorridendo e prendendo la mano che lei mi porge
“Non ti crederà nessuno se salti giù dall’auto come un grillo” borbotta lei lanciando un occhiata in giro
“Jane! Lisbon! Che piacere vedervi” esclama una voce alle spalle di Lisbon
“Caro Bob” dico mettendomi in piedi e facendo la voce roca
“Pensavo fossi malato” dice facendo capolino da dietro la spalla di Lisbon “oooh mi spiace, sei in uno stato orribile!” esclama
“Ha voluto venire lo stesso” dice Lisbon scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo
“Ce la fa a fare le scale?” mi domanda lui
“Sisi, con molta calma” dico sorridendo
“Benissimo, allora io vi lascio 20 minuti e poi dovete uscire di li, sono stato chiaro?” domanda fissando prima me e poi lei
“Certo” risponde Lisbon avviandosi alla rampa e trascinandosi dietro me
“Solo 20 minuti?” domando scocciato salendo piano piano le scale
“Dobbiamo accontentarci, è il massimo che ho potuto ottenere, credimi è un osso duro” dice lei
“Arrivati” esclamo sollevato, fare le scale a quella velocità è snervante
Lisbon bussa alla porta e Cho viene ad aprirci
“Capo! Jane!” esclama sorpreso “Che ci fate qui?”
“Kirkland non ti ha avvisato che saremmo venuti?” domanda sorpresa
“No, prego accomodatevi” dice facendoci spazio
Ci sediamo sul divano
“è cipria quella?” domanda Cho fissandomi
“è una lunga storia, diciamo che ci serviva una base operativa e un diversivo” rispondo
“Capisco” sussurra
“Dimmi del cellulare usa e getta” domanda diretta Lisbon
“Io non ne so niente! Come non so niente di quel video” si difende
“Cho, stiamo cercando di aiutarti, ma devo sapere la verità”
“Capo, io non so cosa sia successo! Da quanto ho capito le chiamate a quel cellulare sono partite tutte dal telefono della mia scrivania, potrebbe essere stato chiunque!” esclama
“Questo è vero” dico io pensieroso
“Ma non possiamo dimostrarlo” afferma Lisbon alzandosi e cominciando a vagare per la stanza
“Questo è vero” confermo “Prendere le impronte sarebbe inutile visto che spesso Rigsby usa il tuo telefono e anche Van Pelt”
“Esatto, ci sarebbero le impronte di tutti, però potremmo controllare lo stesso, magari siamo fortunati” afferma Lisbon anche se nella sua voce si riflette il dubbio della sua mente
“Dannazione!” esclama Cho
“Stiamo cercando di fare tutto il possibile” lo consola Lisbon
“Quando potrò tornare ad uscire di casa? Magari anche tornare al lavoro” domanda Cho
“Non lo so, proverò a chiedere a Kirkland”
“Grazie” sussurra Cho
TOC TOC
“Agente Lisbon, dovete uscire” dice la voce oltre la porta
“Subito” risponde lei
Io mi alzo e riassumo la posizione, alquanto, scomoda con cui sono arrivato
“Tieni” dice Lisbon avvicinandosi a Cho e dandogli un cellulare “Questo è pulito, se hai bisogno chiamami pure”
“Grazie mille”
“Forza usciamo” dice lei rivolta verso di me
“In bocca al lupo” dico salutando Cho e avviandomi alla porta
Piano piano usciamo, Lisbon mi tiene a braccetto mentre scendiamo le scale, giù ci attende Kirkland con un odioso sorriso stampato sulla faccia
“Come sta Jane?” mi chiede
“Bene” rispondo acido
“Quando lascerete libero Cho?” domanda senza mezzi termini Lisbon
“Quando lo scagioneremo del tutto” risponde lui senza smettere di sorridere
“Non avete prove” ribatte lei visibilmente irritata
“Non è vero, ci sono, dobbiamo solo trovarle”
“Non troverete nulla, perché non c’è nulla da trovare” esclama Lisbon che piano piano ha iniziato a stringere il mio braccio
“Prima che Lisbon mi blocchi la circolazione potreste mettere fine alla discussione?” domando
“ Non siamo discutendo… vero agente Lisbon?” domanda Kirkland sorridendo a 32 denti
“No, non stiamo discutendo, stiamo conversando” ribatte lei fissandolo negli occhi e allentando la presa  “Sappia solo che ho intenzione di andare fino in fondo e userò ogni mezzo” sibila lei in tono tutt’altro che amichevole
“Lo faccia se questo la può far sentire meglio” ribatte lui “Sappia comunque che io la controllo”
“è una minaccia?” domanda lei alzando un sopracciglio
“Certo che no! È solo un piccolo avvertimento” risponde lui scandalizzato
Lisbon neanche lo ascolta e trascinandomi si dirige verso l’auto
 
 
“Quanto vorrei ucciderlo” esclama furente sbattendo i pugni contro il volante, finalmente siamo arrivati a casa, il viaggio di ritorno è stato dominato dal silenzio
“Se lo uccidi sarebbe un bel problema” dico sorridendo “Potresti augurargli qualche sciagura…” propongo
Lei incomincia a ridere, finalmente.
Asciugandosi una lacrima dovuta alle risate mi dice “Cosa farei senza te?”
“Probabilmente ti annoieresti “ rispondo facendo spallucce
“Probabilmente avrei ancora i nervi al proprio posto” dice sconsolata
“Ahah facciamo cosi, io aiuto i tuoi nervi preparandoti un bagno caldo” inizio
Lei mi lancia uno sguardo “A che condizione?”
“Beh potresti prepararmi la cena” ipotizzo
“Umm…che ne dici di questo?” domanda avvicinandosi e dandomi un piccolo bacio “Vedilo come un anticipo, il resto dopo il bagno” dice staccandosi
“Hai bisogno che qualcuno ti strofini la schiena?” domando scendendo dall’auto
“Può darsi” risponde vaga
“Accidenti dovrò proprio aiutarti” dico lanciandole uno sguardo malizioso
“Temo proprio di si”
 
Siamo ancora avvinghiati nella vasca quando sentiamo suonare il campanello, di colpo ci rendiamo conto che è tardi e i ragazzi sono arrivati per il resoconto giornaliero
“Merda!” esclama Lisbon schizzando fuori dalla vasca
“Capo? C’è nessuno?” urla una voce oltre la porta
“Arrivo subito” urla in risposta Lisbon asciugandosi velocemente nell’asciugamano
“Noi entriamo “ urla la voce
Di colpo Lisbon si blocca e voltandosi mi dice “Hai chiuso la porta… vero?”
“No, ero troppo occupato a toglierti i vestiti” rispondo
Di colpo ci rendiamo conto di quello che aspetta Rigsby e Van Pelt di sotto, in un attimo ci catapultiamo di sotto, Lisbon con la camicia e i pantaloni e io in asciugamano, un attimo prima che la porta si apra Lisbon ci si butta contro mentre io raccolgo i vestiti e scappo di sopra il più veloce possibile
“Hei” saluta aprendo la porta e cercando di darsi una sistemata sotto gli occhi spalancati dei suoi colleghi
“Tutto a posto?” articola Van Pelt
“Emm… certo, noi stavamo, c’è io stavo facendo le pulizie” balbetta
“Le pulizie?” domanda Rigsby alzando un sopracciglio
“Sedetevi” dice spostandosi dalla porta
Io intanto scendo le scale con una tranquillità disarmante
“Buona sera” saluto allegro
“Anche tu fai le pulizie?” domanda Van Pelt, spostando una sedia
“Già” borbotto
“Capo…” inizia Rigsby spostando una sedia e tirando su un reggiseno
Lisbon diventa tutta rossa e con mio piacere noto che ha i capelli tutti bagnati che gocciolano sulla camicia lasciando intravedere la pelle sottostante, purtroppo  vengo riportato al mondo da un suo sguardo omicida.
“Dammelo!” dice strappando il reggiseno dalle mani di Rigsby
“Colpa mia” dico alzando una mano “Ho fatto il bucato e probabilmente mi è caduto”
Risgby ci è cascato, Van Pelt no, glielo si legge in faccia
“Ti ho detto mille volte di non portare in giro i panni” mi sgrida Lisbon cercando di essere il più convincente possibile
“Teresa” inizia Van Pelt “ la tua lavatrice è di fianco all’asciugatrice… al piano di sopra”
Presi decisamente con le mani nel sacco
“E va bene” sospira “ è quello che pensi” dice Lisbon lanciandomi un’ occhiata, io annuisco
“Sono contenta per voi” esclama tutta felice Van Pelt
Lisbon e io sorridiamo imbarazzati e Risgby guardandoci domanda “Non ho ben capito cosa sia successo… mi sono perso qualcosa?”
 
 
“Quindi Kirkland non ha in mano niente” spiego io, ci siamo seduti sul divano, con la speranza di non trovare altri indumenti.
“Capisco ma in sostanza che facciamo con Cho?” domanda impaziente Rigsby
“Molto probabilmente lo lasceranno tra un paio di giorni” dico alzando le spalle
“Avete sistemato le cose con quello spacciatore?” domanda Lisbon
“Si” afferma Van Pelt
“Perfetto, allora siamo a posto, di sicuro succederà quello che ha detto Jane” rassicura sorridendo Lisbon
i ragazzi finalmente sorridono rassicurati dalle parole del loro capo
“Resta comunque un fatto” inizio io “ Qualcuno ha cercato di incastrare Cho”
Di colpo tutti si voltano a fissarmi
“Qualcuno?” domanda Lisbon
“Avanti non crederete di certo che sia una coincidenza?” domando sorpreso
“No ma, insomma…” borbotta Lisbon
“Kirkland voleva un sospettato e lo ha avuto” afferma Van Pelt socchiudendo gli occhi “Quindi ci sono due opzioni : Kirkland è John il rosso o qualcuno vicino a noi e al killer non vuole essere scoperto”
Il silenzio cala spaventoso su di noi, la rossa aveva fatto centro
“Stai dicendo che qualcuno di noi è…” inizio Rigsby
“No! Certo che no!” si affretta a dire Van Pelt “Non penso che uno di noi sia legato al killer, ma qualcuno in ufficio di sicuro”
“Allora indagate” dice Lisbon
“Come?” domandiamo in coro io e i ragazzi
“Avete sentito! Indagate su chi ha accesso al CBI e al nostro piano” dice semplicemente lei
“Ma capo…” inizia Rigsby
“Niente ma!” lo sgrida
“Va bene” risponde rassegnato
“E per favore non fatevi beccare” li supplica
“Non ti preoccupare” la rassicura Van Pelt
“Penso anche io che sia un’ottima idea ma c’è un problema” dico attirando su di me gli sguardi
“Ovvero?” chiede Lisbon
“Se fosse entrato senza coinvolgere nessuno? Stiamo parlando si John il rosso dopo tutto”
“Hai ragione” dice pensieroso Rigsby
“E poi non capisco perché prende di mira Cho, dopo tutto chi gli interessa sono io” dico
“Potrebbe voler distruggerci uno a uno” ipotizza Van Pelt
“Se volesse farlo di sicuro vi ucciderebbe… ma non lo fa”
“Secondo voi perché?” chiede Rigsby preoccupato
“Sto cercando di capirlo” dico sospirando
“Non siamo al sicuro quindi?” domanda preoccupata Van Pelt
“Siamo armati” dice Lisbon tranquilla
“Si ma… lui ha ucciso un agente dell’ FBI” dice con calma Rigsby
“Sto cercando di capire perché non ci uccide, probabilmente facciamo parte di un suo gioco ma piano piano ci stiamo avvicinando alla meta, se volesse neutralizzarci potrebbe semplicemente mettere fine alle nostre vite ma non lo fa” dico pensieroso
“Si vuole divertire” dice cupa Lisbon
“Probabile” rispondo
Van Pelt si mette una mano sulla bocca e Rigsby di scatto si alza “Non ho la minima intenzione di morire, ne di dover venire al funerale di uno di voi”
“Già, domani indagheremo e di sicuro scopriremo qualcosa, possiamo vedere i video della sorveglianza controllare la posta e i computer” dice Van Pelt alzandosi
“Credo che sia ora di andare” dice Rigsby rivolgendosi alla rossa
“Lo penso anche io” risponde lei
“Va bene… state attenti” dice Lisbon accompagnandoli alla porta
 
 
“Non ci posso credere” dice lei buttandosi sul divano
“A cosa?” domando
“A tutto” borbotta “Teorie di cospirazioni e reggiseni”
“Aaaah se intendi quello  be mi è sfuggito”
“Questo lo avevo notato” dice lei acida
“Però devi ammettere che la faccia di Rigsby era stupenda” dico io ridendo
“Questo è vero” afferma lei sorridendo
Rimaniamo in silenzio a contemplare il vuoto
“Direi che è ora di andare a letto” dice lei dopo un po’ sbadigliando
“Vuoi andare di già a letto?”
“Sono un  po’ stanca” borbotta
“La notte è ancora giovane” dico alzandomi e spegnendo le luci
“Che vuoi fare?” mi domanda
“Andiamo a farci un giro” dico aprendo la porta
“Un giro?” domanda sorpresa
“Si a casa di un amico”
 
 
Il mio angolino
Ciaoooo, prima di tutto, immensi grazie per le recensioni, secondo visto che gli hunger games… cioè, volevo dire, la scuola è iniziata ho meno tempo del poco tempo che avevo prima O.o ma questo non cambia il fatto che amo scrivere, di sicuro sarò più lenta nel pubblicare anche perché posso scrivere solo la sera e grazie a quelli che hanno bellamente deciso di comprare un diario unico per tutto il mio istituto sono costretta a disegnare una copertina per il mio, visto che non ho intenzione di avere il diario uguale ad altre 1200 persone, cosi ho ancora meno tempo -.- (odio profondo…) Vabbe! Ho visto con mio sommo piacere che sta sera su rete 4 andrà in onda la 5 stagione +.+ di sicuro la guarderò! È la stagione che mi è piaciuta di più tra tutte >-<
Be… fatemi sapere che ne pensate del capitolo! bacioniii

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Capitolo 14
“Non ci posso credere” borbotta ancora una volta al mio fianco Lisbon
“Shhh” le ripeto per la centesima volta
“Shhh cosa?” ringhia
“Se non fai silenzio ci scopriranno!” le dico voltandomi verso di lei e notando l’occhiata omicida migliore di tutto il suo repertorio “Non guardarmi in quel modo” esclamo
“Non capisco di cosa tu stia parlando” ribatte lei alzando le spalle  “Possiamo andarcene ora?”
“Ancora un paio di minuti” borbotto aprendo più cassetti contemporaneamente
“Ti rendi conto in che guaio ci stiamo cacciando?” dice lei seguendomi
“Ma se scoprissimo qualcosa ne sarà valsa la pena no?”
“Certo! Vale sempre la pena farsi arrestare per violazione di domicilio, scasso e furto” dice lei sarcastica
“Questi sono dettagli”
Altra occhiata omicida
“Ok forse avremmo dovuto fare le cose in maniera… come dire, più tradizionale, ma cosi potremmo scoprire se effettivamente è invischiato in tutta questa storia” spiego
“Capisco, ma non credo che introdursi a casa di Kirkland e frugare tra le sue cose sia giusto, dopo tutto potremmo finire nei guai”
“Sarà fuori tutta la sera” dico entrando nella camera da letto
“Come fai a saperlo?” domanda perplessa
“Oggi mentre salivo le scale l’ho sentito parlare al telefono”
“Va bene, ma questo non cambia le cose” borbotta appoggiandosi alla porta
Io continuo imperterrito ad aprire i cassetti cercandone uno con un doppio fondo, Kirkland non è uno stupido se nasconde qualcosa non lo fa in modo approssimativo
“Anche se trovassimo qualcosa come pensi di poterla utilizzare?” domanda “Pensa che divertimento dire ad un giudice ‘Ci siamo introdotti a casa sua e abbiamo frugato nei suoi cassetti’”
“Tombola” dico tirando fuori i vestiti da un cassetto
Lisbon si avvicina incuriosita mentre sfilo il cassetto e lo appoggio sul letto
“Dici che…” incomincia ma lascia la frase a metà quando ribaltando il cassetto faccio uscire dallo scompartimento segreto una marea di fogli e foto
Lisbon afferra velocemente una foto e la osserva visibilmente scossa
“Cosa significa?” domanda scossa
Sul letto sono sparpagliati in modo confuso fogli e foto
“Di qualcosa Jane?” mi implora
Ma io non ci riesco,  le parole mi muoiono in gola
“Non capisco” riesco a sussurra fissando le carte, ci sono un sacco di foto, un sacco di foto di Lisbon
Lisbon si siede sul letto frugando tra le foto “Questa è di 2 settimane fa, questa dell’altro ieri” dice guardandomi preoccupata
Sto per risponderle quando una fitta alla testa mi stordisce, l’ultima cosa che ricordo è Lisbon che si butta verso di me e poi il buio
 
“Ieri abbiamo arrestato un pazzo che sotterrava vive le sue vittime, dovevi vederlo faceva paura aveva gli occhi fuori dalle orbite e urlava parole senza senso”
È la voce di Lisbon
“Buona sera”
“Oh buona sera”
“Come sta oggi?”
È sempre la sua voce, qui c’è troppo buio devo chiamarla, cerco di articolare il suo nome ma le parole rimangono bloccate, non ho voce
“L-li-s-sbon” farfuglio con tutte le mie forze
O mio dio Jane!”
“Chiamo il dottore”
“Jane, Jane”
 
“Jane “
Di colpo apro gli occhi
“Grazie al cielo, mi hai fatto prendere un infarto”
“Cosa è successo?” domando tirandomi a sedere
“Sei svenuto! Ecco cosa è successo” mentre parla do un’occhiata in giro, sono ancora nella casa di Kirkland
“Riesci ad alzarti? Dobbiamo andarcene di qui”
Annuisco anche se in verità ho un mal di testa allucinante
“Ho preso qualche foto e qualche documento e rimesso tutto a posto” spiega dandomi una mano ad alzarmi
“Grazie” borbotto appoggiandomi a lei 
“Dobbiamo andare in ospedale” afferma decisa
“No” esclamo
“Non accetto obbiezioni”
“Non ho preso le pastiglie è per quello, appena torniamo ne prendo un paio e torno come nuovo” dico cercando di essere il più convincente possibile
Dopo un sonoro sbuffo dice “ Va bene, ma se stai male ti porto in ospedale, sia chiaro”
“E va bene” non ho voglia di discutere, non ne ho le forze
Piano piano ci dirigiamo verso l’uscita del palazzo, mi guardo in giro, temo che Kirkland possa sbucare in ogni momento ma questo non accade.
Saliamo in auto e in pochi secondi stiamo correndo verso casa, Lisbon è scura in volto
“Prenderò le medicine” dico
“Non è questo…lui sospetta di me” afferma
“Lo so” dico senza mezzi termini, è impossibile negare l’evidenza
“Non capisco perché abbia accusato Cho”
“Per indagare su di te” dico mentre un’altra fitta alla tempia mi fa chiudere gli occhi
“Dannazione” dice colpendo con tutta la forza possibile il volante
“Ehi ehi” dico cercando di calmarla
Finalmente arriviamo a casa, entriamo e subito ci dirigiamo in camera da letto e diamo un occhiata a quello che Lisbon ha raccolto.
“Questi sono i miei tabulati telefonici , queste invece sono foto “ dice tirando fuori dalla borsa le scartoffie
“I tabulati telefonici non sono nuovi ma le foto si” dico prendendone un paio e osservandole, nella prima Lisbon era intenta a fare la spesa  nella seconda stava parlando con un uomo
“Chi è?” chiedo indicando l’uomo della foto
“Ti presento il mio informatore”
“Aaah quindi è lui” dico scrutandolo più da vicino
“Ci siamo incontrati quando sei tornato e mi hai fatto visita nella chiesa, ricordi?”
Io annuisco
 
“Che facciamo?” domanda lei dopo un lungo silenzio
“Dobbiamo capire perché Kirkland sospetta di te, prima di tutto”
“Forse perché non sa del mio informatore” ipotizza
“Quindi vede l’informatore come una spia”
“Se fosse davvero cosi saremmo in guai seri” dice incupendosi
“Perché? Sarebbe tutto molto semplice, basterebbe raccontagli la verità”
“è scomparso”
“Scomparso?”
“Si, sono due giorni che cerco di contattarlo ma non ci riesco, sembra si sia volatizzato “
“Credi che…” dico lasciando volutamente la frase a metà
“No” afferma “ o almeno lo spero, se fosse morto il cadavere sarebbe in bella vista da qualche parte”
“Hai ragione”
“Vado a prenderti le pastiglie “ dice lei alzandosi e avviandosi in cucina
Io rimango sdraiato sul letto, per un attimo avevo dimenticato persino il mal di testa, sono successe troppe cose in una sola sera. Il mio problema principale, ora, è capire come evitare che Kirkland sospetti di Lisbon.
“Forse dovresti andare da un terapeuta” mi consiglia Lisbon entrando nella stanza con le mie pastiglie in una mano e un bicchiere d’acqua nell’altra
“Perché?” domando prendendo il bicchiere e ingoiando le pastiglie
“Hai detto che senti delle voci quando dormi o svieni…”
“Il mio inconscio mi manda dei segnali” borbotto sdraiandomi
“Non è normale, insomma…” cerca di dire
“Lisbon, sto bene! Non sono pazzo o chissà che, ho solo un semplice mal di testa” dico cercando di tranquillizzarla
“Fa come vuoi” borbotta in risposta spazientita
“Avanti vieni” dico abbracciandola
“Notte” sussurra
“Notte” rispondo dandole un bacio sulla fronte
 
 
Quando apro gli occhi è già mattina, qualche raggio di sole penetra dalle finestre, mi stiracchio e noto che Lisbon non è più al mio fianco. Pigramente scendo in cucina dove trovo un biglietto ‘ Vado al CBI per aggiornare i ragazzi, tu stai a casa e riposati e mi raccomando prendi le pastiglie’
“Agli ordini” borbotto sedendomi sulla sedia in attesa che il mio thè fosse pronto.
Nell’esatto momento in cui verso l’acqua bollente nella tazza il mio cellulare squilla spaventandomi e facendo si che metà dell’acqua finisce per buona parte in terra.
“Pronto” ringhio
“Signor Jane”
“Non è il momento, Bob”
“Per favore mi conceda un po’ del suo tempo” mi implora
“Cosa vuole?” domando asciugando il pavimento
“Mi ascolti attentamente, so che ieri sera si è introdotto in casa mia” inizia
“Non so….” Inizio a mia volta
“ Per favore, so che ha scoperto quello che ho in mente, vorrei che potessimo parlare faccia a faccia cosi potrei raccontarle il perché di tutto questo”
Io rimango in silenzio
“So che le sto chiedendo molto, ma se potesse ascoltarmi, le assicuro che finalmente potremmo catturare John il rosso una volta per tutte”
“Come faccio a crederle?” domando
“Patrick, so che sospetta di me come io sospetto di Lisbon ma mi creda, se verrà non se ne pentirà”
“E va bene”
“Ci vediamo tra mezzora, sa dove si trova la stazione?”
“Si” affermo
“Benissimo, allora ci vediamo li” dice prima di riagganciare
Io rimango un attimo a fissare il vuoto, poi risvegliandomi corro su per le scale e mi preparo.
 
Siamo quasi in Inverno, l’aria è fredda e stare all’aperto, fermo immobile non è di certo l’ideale.
Ho dovuto anche mentire a Lisbon e questo non mi piace, l’ho spedita dall’altra parte della città per prendermi una specie di pane che fanno solo in una panetteria a circa 1 ora da casa.
“Jane” sento alle mie spalle
“Kirkland” rispondo
“Grazie per essere venuto”
“Spiegami cosa vuoi” dico scrutandolo
“Abbiamo poco tempo” sussurra  “credo che lui sappia che sono vicino a smascherarlo”
“Cosa stai farneticando?” domando alzando un sopracciglio
“Mi serve che tu vada a casa, apra la cassettiera di Lisbon, l’ultimo cassetto…” mi spiega
“Aspetta! Come sai della cassettiera?”
“Non è il momento delle domande, quando avrai preso i documenti vieni a questo indirizzo” sussurra passandomi un foglietto
Io sono sorpreso e lo guardo spaesato
“Grazie” sussurra prima di allontanarsi e disperdersi nella folla della stazione
 
 
In un attimo sono a casa, ho ancora qualche minuto prima che Lisbon ritorni, sto elaborando una scusa credibile quando una sua chiamata mi blocca
“Hei, Kirkland vuole parlare di Cho” inizia
“Quindi farai tardi?”
“Credo di si, devo incontrarmi con lui tra un ora al Cbi” dice sconsolata
“Peccato” borbotto
“So che ti diverti anche solo… scusa devo andare, ci vediamo più tardi” saluta riagganciando
E bravo Kirkland, quando vuole ottenere qualcosa non risparmia di certo energie
 
 
“Mi spiace Cassie” dico sferrando un colpo di martello all’ultimo cassetto, Lisbon mi ucciderà sul serio.
Sferro un altro colpo e un altro ancora, finalmente il cassetto si rompe, con cautela infilo la mano tra le schegge e tiro fuori una miriade di fogli. Senza neanche leggere metto tutto in uno zaino e chiamo Kirkland per avvisarlo, nessuna risposta.
Senza pensarci due volte salgo in macchina e mi dirigo all’indirizzo che lui stesso mi aveva dato poco prima, la testa mi pulsa. Continuo a lanciare occhiate allo zaino, la mia teoria è molto semplice, Kirkland vuole incastrare Lisbon, o meglio, vuole che sia io ad incastrarla, decisamente astuto ma non sa che io conosco il suo piano, mal di testa o no prenderò John il rosso.
L’indirizzo è di un vecchio capannone nella ex zona industriale della città, prendo lo zaino e scendo dall’auto avviandomi all’entrata.
Scosto la porta scorrevole che cigola in modo spaventoso, dentro è buio pesto nonostante sia mattina, entro con cautela “Kirkland?” chiedo nel silenzio più assoluto.
Nessuna risposta, piano piano il dubbio di essere finito in trappola cresce dentro di me rafforzandosi.
I miei occhi si stanno lentamente abituando alla poca luce, nonostante ciò sono costretto ad utilizzare la torcia che per prevenzione mi sono portato dietro.
La luce rischiara le pareti logore, faccio scorrere il fascio lungo i muri fino a bloccarmi, il sangue mi si gela nella vene. Di fronte a me uno smile rosso mi sorride, ai suoi piedi riverso al suolo un corpo privo di vita abbandonato.
 
 
Il mio angolo
Mi scuso per il ritardo! E per il capitolo corto ma il prossimo sarà l’ultimo e credo anche lunghino J fatemi sapere che ne pensate! Bacioniii
 
 

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Capitolo 15
“Lisbon?” farfuglio avvicinandomi al corpo riverso a terra
“Non sono io” dice una voce alle mie spalle, di colpo le luci si accendono, con un sussulto mi volto, lei è in piedi con la pistola puntata verso di me e sorride
“Grazie al cielo” dico avvicinandomi al corpo
“è Kirkland”
“Come fai a saperlo?” domando spostando il corpo confermando ciò che ha detto
“Lo so e basta” dice facendo spallucce
“Puoi anche abbassare la pistola” dico avvicinandomi a lei
“Non credo” ribatte lei
“Cosa?” domando
“Metti giù lo zaino “ mi ordina
Faccio come dice, non capisco cosa sta succedendo e il peggio è che ho ancora delle fitte allucinanti alla testa
“Mi dispiace” sussurra infine
“Di cosa?”
“Per Kirkland e per tutte queste morti, ma tu eri troppo vicino alla verità e Kirkland… beh lui aveva scoperto tutto, non poteva vivere, ci avrebbe messo in pericolo tutti” spiega
Un brivido mi percorre la schiena
“Stava per vanificare tutti i miei sacrifici” dice guardandomi negli occhi
“Lisbon, cosa stai dicendo?”
“Non l’ho ucciso io”
“Lisbon…” sussurro in tono supplichevole
“Io… Jane ti prego capiscimi! Io dovevo proteggervi “
Io rimango in silenzio
“Parlami”
Ancora silenzio
“Ti prego” mi supplica
“Tu…” inizio ma le parole mi muoiono in gola “Tu, sei sua complice?” domando
“Mi spiace” sussurra
L’ira prende il sopravvento “Tu! Tu! Sei sempre stata con lui”
“No Jane, non è cosi”
“Non pronunciare il mio nome!” urlo, sento le tempie pulsare sempre più forte
“Cerca di capirmi! Lui voleva uccidere i ragazzi e te”
“Quindi hai pensato di dargli una mano?” domando stizzito
“No!” esclama
“A me non sembra” dico in tono ironico
“Aspetta, voglio che tu sappia tutta la verità”
“Non voglio sapere niente, sei una schifosa traditrice”
“Per favore, ascoltami”
Io rimango in silenzio, non perché non abbia nulla da dire ma per il semplice fatto che la vista si sta lentamente annebbiando
“Circa due anni fa, fui contattata da un uomo che affermava di essere John il rosso, mi lasciò una lettera sotto la porta di casa ” iniziò lei “All’inizio non credetti a una sola parola di quello che mi scrisse, ci sono tanti pazzi nel mondo, ma per darmi prova dell’autenticità della sua storia uccise una donna, me ne fece la descrizione completa…”
Io rimango in religioso silenzio in preda alle vertigini
“Quando fummo chiamati per il caso rimasi scioccata e consapevole del fatto che avevo il serial killer tra le mani”
“Perché non me lo hai detto?”  domando sorprendendomi di me stesso per essere riuscito ad articolare quella semplice frase
“Mi propose un accordo, io aiutavo lui e lui aiutava me”
“E scommetto che il fatto che io rimanessi fuori fosse parte dell’accordo” borbottai
“Il primo punto” spiegò lei con un sorriso tirato
“Dovevi dirmelo”
“Lasciami finire per favore!” esclama  “All’inizio ero restia a contrattare, non volevo essere sua complice, anzi, la mia idea era di sfruttare l’occasione per arrestarlo”
“Ma qualcosa è andato storto” dico alzando la testa
“Lui mi ha fatto capire che se non avessi accettato o se avessi anche solo provato a catturarlo vi avrebbe uccisi tutti. Credimi non avevo scelta”
“C’è sempre una scelta” le rinfaccio
“In alcuni casi no”
“Fammi capire” dico massaggiandomi le tempie “Tu hai nascosto prove e ucciso persone per tutti questi anni?”
“Dio no!” esclama lei  “Non arriverei a tanto, mi sono solo limitata a tenerti lontano il più possibile da John, tutto qui”
“Scusa ma non ti credo”
“Sono sincera, non ho mai ucciso qualcuno o eliminato prove, non c’era bisogno. Io ho fatto solo quello che mi chiedeva”
“Sei caduta in basso” dico sprezzante
“L’ho fatto perché vi voglio bene! Non potevo permettere che vi uccidesse!”
“Lisbon, detto tra noi, credo che tu abbia un bel po’ di accuse sulle spalle”
“Questo è il mio ultimo problema” sussurra guardandosi attorno e avvicinandosi a me
“Stai lontana” dico cercando di allontanarmi
Lei imperterrita si avvicina e mi sussurra all’orecchio “Dobbiamo sparire, sia tu che io”
“Dove vuoi andare a parare?” domando fissandola
“Ci sono altri due cadaveri qua dentro, ho un amico che può aiutarci, devi solo ascoltare il mio piano”
“Scordatelo” ribatto massaggiandomi le tempie
“Possiamo catturarlo! Te ne rendi conto vero?” domanda perplessa
“Non mi fido”
“Sai non credo tu sia nella posizione per contrattare” mi ammonisce “Se facciamo finta di essere morti possiamo arrivare a lui”
“Ci abbiamo già provato ma non è servito a nulla”
“Saremmo solo noi due” cerca di convincermi
“Solo noi due?” ripeto
“Si, i ragazzi saranno fuori da tutta la storia, se tutti ci credono morti avremmo campo libero” spiega
“Io…” farfuglio
“Ho già pensato a tutto io, ho lasciato una lettera a casa, in pratica ho scritto che dovevamo incontrarci con Kirkland perché da tempo stavamo svolgendo un’operazione sotto copertura che serviva per catturare John il rosso, molto probabilmente oggi avremmo arrestato il killer ma se le cose non fossero andate come calcolato e fossimo morti…”
“Hai inscenato la nostra morte” dico
“Si, alla fine l’unico che poteva contestare ciò che ho scritto è morto” dice lanciando un’occhiata al cadavere
“Cho?” domando, le gambe mi reggono sempre meno
“Ho lasciato i documenti che ho rubato a Kirkland vicino alla lettera, quelli testimoniano che Cho è innocente” mi rassicura “Non ti senti bene?”
“Io…la testa” dico
“Vieni” dice guidandomi fuori dal magazzino “Aspetta qui due secondi, do fuoco al capanno e poi andiamo via”
“Dove andiamo?” chiedo sentendo le forze mancare
“Da John”
“Sai dove si trova?” domando accasciandomi al suolo
“Si” risponde lei
L’ultima cosa che vedo è il fuoco
 
 
Come per magia mi ritrovo nel buio più totale, niente voci, solo buio e silenzio. Lentamente inizio a camminare, non so dove vado ne cosa ho intorno, sono cieco e sordo .
Sto ancora vagando quando ad un tratto mi viene a mancare la terra sotto i piedi, di colpo mi sento cadere, dapprima lentamente poi sempre più velocemente, urlo a pieni polmoni, ma il mio non è un urlo di terrore, l’unica cosa che riesco a dire è Lisbon, ed è cosi che mi sveglio, urlando il suo nome.
Di colpo apro gli occhi, le mani serrate ai bordi del letto e il fiato corto
“Jane?” sento alla mia destra “ O mio dio Jane”
Io lentamente riprendo fiato e mi guardo in torno
Lisbon si alza dalla sua seggio e aprendo la porta urla “Infermiera! Infermiera!” poi ritorna velocemente al mio fianco
Sono in una stanza d’ospedale, piccoli tubicini mi escono dalle braccia e un “Bip bip” continuo segna la mia presenza nel mondo terreno.
“Grazie Signore” sussurra Lisbon tra le lacrime “Non puoi capire Jane, eravamo tutti preoccupati”
Cerco di alzarmi, ma non ci riesco
“Nono signor Jane” mi sgrida una paffuta infermiera appena entrata nella stanza “Lei di qui non si muove”
Dopo aver dato una veloce occhiata ai macchinari al mio fianco dice “ Sembra che sia tutto normale, più tardi passerà il dottore” detto questo esce
“Sei un idiota!” borbotta Lisbon
“Cosa è successo?” domando spaesato “Abbiamo arresto John? Siamo rimasti intossicati nell’incendio? Hanno scoperto che Kirkland era l’unico vero cadavere?”
Lisbon mi guarda stupita e poi dice “ Forse è meglio se chiamo ancora l’infermiera”
“Cosa?” domando
“Stai farneticando” borbotta
“Ma se era il tuo geniale piano! Lo sapevo che non avrebbe funzionato… almeno hanno liberato Cho?” domando sbuffando
“Hai picchiato la testa più forte di quanto pensassimo” dice fissandomi
Solo ora mia accorgo della fascia che mi avvolte la testa, la tasto e sento una fitta di dolore
“Cosa è successo?” domando
“Hai picchiato la testa piuttosto violentemente” risponde lei alzandosi e avviandosi alla porta per chiamare l’infermiera che in un attimo si fionda in camera mia per controllarmi
“A me sembra in perfetta  salute” dice lei allegra
“Prima farneticava” ribatte Lisbon
“Signora è normale che abbia un po’ di confusione” cerca di tranquillizzarla
Lisbon mi lancia un’occhiata “E va bene”
“Perfetto, tra poco , comunque, arriverà il dottore” la rassicura prima di uscire
Lisbon si siede al mio fianco guardandomi “Almeno questa volta ti ricordi chi sono”
“Non hai risposto alle mie domande” dico
Lei mi fissa alzando un sopracciglio “Jane l’unica persona che abbiamo arrestato è Morgan Rush”
“Morgan Rush?” domando sorpreso “Non lo conosco, sei sicura che sia lui John il rosso?”
“Ma quale John il rosso! “ esclama
“Non capisco” farfuglio confuso
“Jane, l’uomo che ti ha investito”
Di colpo vengo invaso da una scarica di immagini, io vicino alle gardenie, un colpo, Lisbon che urla e poi l’auto, Lisbon che mi sgrida e poi il buio.
“Cosa succede?” mi chiede preoccupata Lisbon
“Io… cosa è successo esattamente?”
“Quando quel pazzo ti è piombato addosso hai picchiato la testa, prima contro il parabrezza e poi sull’asfalto e sei svenuto. Abbiamo chiamato subito i soccorsi, ma tu non ti svegliavi” la sua voce si incrina leggermente “Quando ti hanno visitato ci hanno detto che eri in coma”
“Coma?” domando sorpreso
“Si, sei stato addormentato per 6 giorni. Dicevano che ti saresti svegliato ma col passare dei giorni non succedeva niente…”
La realtà mi disorienta, tutto quello che ho provato era cosi reale, cosi vero, mi sembra quasi assurdo che fosse tutto inventato dal mio perverso subconscio
“Ti senti bene? Vuoi che chiami il dottore?” domanda Lisbon alzandosi
“No è solo che…”
“Solo che?”
“Be diciamo che ho sognato…” dico vago
“Hai sognato?”
“Si”
“E sentiamo…cosa hai sognato?”
“Ma niente di che… diciamo che io e te andavamo molto d’accordo…tra le coperte”
“Molto d’accordo…tra le coperte” ripete, poi di colpo mi lancia un’occhiata omicida e risedendosi mi dice “Quasi mi spiace che Rush non ti abbia colpito più forte”
 
 
Il mio angolino
Ebbene si, siamo giunti alla fine! Sono quasi felice (dopo aver visto l’orario definitivo delle lezioni, ho calcolato che se riesco a leggere e recensire almeno 2 storie alla settimana sono un fenomeno) certo la tristezza c’è ma a consolarmi ci sta il mio bel tomo di sociologia (chi non lo vorrebbe al proprio fianco)
Detto ciò vi lascio, fatemi sapere che ne pensate del capitolo.
 
PS. Vorrei dedicare questa frase a tutte le donne vittime del femminicidio, affinché tutte noi possiamo trovare la forza di vivere la nostra vita come vogliamo e con chi vogliamo
Le donne mi hanno sempre sorpresa: sono forti, hanno la speranza nel cuore e nell’avvenire.
Monica Vitti

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