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di intery
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** attenzione ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Il sole stava per tramontare nell’era sengoku.

Una bambina era intenta a raccogliere delle margherite in un vasto campo fiorito, colorato d’arancione dal sole che si stava nascondendo dietro le montagne.

Era così allegra e vivace, nulla la turbava, era felice, anche se la sua famiglia l’aveva persa già da molto tempo a causa dei briganti che, li avevano trucidati senza pietà.

Anche lei era stata accolta nelle fredde mani della morte…ma era riuscita a sfuggirgli, il suo angelo era riuscito a salvarla.

Beh direi proprio che angelo non è visto che stiamo parlando del più temibile degli Youkay.

Lo youkay aveva usato al sua spada taumaturgica, ereditata dal padre, per farla scampare alla morte e dall’ora l’aveva sempre portata con se…

La piccola umana rallegrava le giornate del demone con le sue canzoni e i suoi fiori.

Mai in vita sua era stato rallegrato così…

Anche il suo fidato servo si era abituato alla presenza della ragazzina, gli faceva da balia, ogni tanto la sgridava del suo comportamento poco cortese nei confronti del suo padrone, ma infondo gli voleva un gran bene.

Era uno strano trio…due demoni ed un cucciolo umano.

Ma quell’idilliaca pace e quiete non potevano durare per sempre, il potente youkay era stato messo a dura prova durante lo scontro finale con Naraku, si sentiva debole per la prima volta, era insicuro di se stesso…

Aveva paura che non sarebbe stato in grado di proteggere la piccola Rin.

Durante la sera, radunati intorno al fuoco, il nobile Youkay Sesshomaru prese parola.

Sesshomaru:Rin!

Rin:si Sesshomaru Sama!!

Sesshomaru : è tempo che tu non viaggia più con me…e tempo che tu vada via da questo luogo.

Rin: Sesshomaru sama!! Ma Rin non vuole andare via!!Rin non vuole lasciare padron Sesshomaru!!

Sesshomaru: Rin ormai ho deciso e non piangere della mia decisione…sai che non ti sopporto, quando fai così!

Rin: ma Rin non piange…

Sesshomaru: tu menti...sento l’odore delle tue lacrime.

Rin: ma io non voglio!!NON POSSO STRE SENZA PADRON SESSHOMARU!!

Sesshomaru: Rin basta!! Mi saresti d’intralcio durante le mie battaglie.

Rin: e Rin ora dove andrà?

Sesshomaru: ti darò in consegna a quell’umana, la compagna di mio fratello. Lei ti porterà nel suo mondo.

Rin: ma…così io non potrò rivedervi mai più!

La bambina a quel punto non poté più trattenere le lacrime, si lasciò andare ad un pianto disperato senza che nulla la poteva consolare.

Sesshomaru la guardò perplesso, anche lui non avrebbe voluto separarsi di quel tenero cucciolo d’uomo che rallegrava le sue giornate, certo non gli lo avrebbe mai detto apertamente di volerle del bene, anzi ancora dove convincersi lui stesso di tale sentimento a lui cosi sconosciuto…

Infondo era per questo che l’allontanava da lui per sempre, per il suo bene.

Perché non voleva più che quel fragile corpo rincontrasse di nuovo la morte.

Non poteva permetterselo, quindi l’avrebbe portata lontano da lui per sempre…l’avrebbe portata nel mondo di quell’umana di nome Kagome che viaggiava fra le due epoche.

Questa per lui era l’unica cosa giusta da fare.

Con un gesto privo della sua volontà, il demone abbracciò con fare paterno la piccola umana.

Si stupì lui stesso del gesto, ma in quel momento non volle dargli peso.

Rin lo guardo in volto con gli occhi ancora lucidi, vedeva nel volto del suo padrone un’espressione che non aveva, mai visto era sempre la stessa, fredda e glaciale ma, questa volta esprimeva un sentimento…era tristezza.

Rin lo guardo ancora un po’, si asciugò le lacrime con le maniche del suo chimono e cominciò a parlargli.

Rin: padron Sesshomaru, mi promettete una cosa?

Sesshomaru: dimmi pure…

Rin non so come ma, giuratemi che un giorno potrò rivedervi, infondo siete immortale!

Quelle parole turbarono Sesshomaru non poco, è già lui era immortale, poteva vivere quanto gli pareva.

Quindi la richiesta della bambina non era così irrealizzabile.

Sesshomaru: va bene...te lo prometto e tu che rimarrai sempre quella che sei.

Rin: ok Sesshomaru sama!! Rin vi aspetterà!!

Glie lo disse con tuta la naturalezza che aveva in corpo, per poi donargli il più bel sorriso che aveva.

Dopo un po’ si accoccolò sulla stola pelosa del suo padrone e si mise a dormire.

Il demone quella sera non avrebbe chiuso occhio.

Il sole stava per sorgere nelle vaste pianure.

Un gruppo di ragazzi stava per mettersi in viaggio quando…

Kagome:A CUCCIA A CUCCIA A CUCCIAAAAAAA!!

Inuyasha: dannata…Kagome!!si può sapere che diamine ho fatto sta volta!

Miroku: certo se la divina kagome ti ha scaraventato a terra con ben tre a cuccia, avrà le sue valide ragioni…

Sango: Inuyasha insomma non imparerai mai?

Shippo: io certe volte non vi capisco proprio!!

Mentre il mezzo demone tentava di rialzarsi da terra, Kagome continuava a camminare a passo deciso…

Inuyasha: Kagome dannata! Si può sapere cosa ti ho fatto stavolta?

Kagome: osi pure chiedermi perché?

Inuyasha: beh sinceramente si…

Kagome: ma come?non hai un minimo di tatto!!ora che Naraku è stato sconfitto non c’è più motivo per cui rimanga qui e devo ritornare al mio mondo e…

Non riuscì a finire la frase in tempo, quando sentì due calde labbra che gli tappavano la bocca.

Un dolce bacio…non violento, non affannoso ma pieno di desiderio…sì, Inuyasha la baciava con desiderio.

Kagome si staccò mal volentieri da quel bacio per poterlo guardare negli occhi, quelle due iridi dorate che rispendevano di luce propria, la guardavano con dolcezza, quella dolcezza che Kagome si ricordava poche volte…

Kagome: I-Inuyasha…

Inuyasha: si Kagome?

Kagome: cosa significava questo?

Lo guardava incredula, a tal punto che inuyasha stesso si spaventò a vederla in quello stato…non se l’aspettava quella reazione da kagome, gli pareva ora, di aver commesso un errore.

Istintivamente abbasso le orecchie, era in imbarazzo, era confuso…

Inuyasha: ho forse sbagliato?non volevi?

Kagome: no!!cosa vai a pensare, anzi non hai sbagliato niente…

Inuyasha: ed allora perché quella faccia?

Kagome: perché ora ho paura e…

Inuyasha: ed io verrò con te!

Kagome: tu cosa fai??

Inuyasha .Io verrò con te…non ho più intenzione di fare a meno del tuo profumo…

Kagome: oh Inuyasha!

Questa volta fu Kagome a gettarsi al collo d’Inuyasha, voleva vivere di nuovo quella bella sensazione delle sue labbra calde sulle sue.

Ora lo sapeva…Inuyasha teneva a lei, l’avrebbe seguita nella sua epoca senza batter ciglio.

Era felice, toccava il cielo con un dito, ora niente e nessuno li avrebbe separati.

Nemmeno l’ombra opprimente di Kikyo li avrebbe divisi...lui l’aveva fatto la sua scelta ed aveva scelto lei, non poteva rimanere legato per sempre ad un sentimento che il tempo gli aveva portato via…

Certo i primi tempi sarebbero stati duri…doveva abituare Inuyasha ad un nuovo stile di vita, ma pian piano era sicuro che c’è l’avrebbe fatta.

Mano per mano i due si diressero verso il gruppo…era giunto il momento degli addii.

Sarebbe stato difficile, li lasciava anche un pezzo della sua vita, ma quello non era il suo posto.

Si era decisa a tornare al villaggio della vecchia Kaede, lì avrebbe spiegato a tutti la sua decisione e quella d’Inuyasha e lì, avrebbe detto addio a tutti.

Si misero in viaggio, Sango e Miroku li guardavano strani…come mai quel comportamento? Perché quei due ora camminavano mano per mano??

Sango: vuoi vedere che sia successo qualcosa a quei due?

Miroku: mi sa che il nostro Inuyasha si è deciso una volta per tutte a dichiararsi alla divina Kagome!

Sango: meno male che qui c’è qualcuno che fa passi avanti!

Miroku: cosa vorresti dire Sango?

Sango divento immediatamente rossa al pensiero…è vero, loro già si erano dichiarati, quando Miroku stava per morire a causa del suo vortice, lei lo aveva persino baciato quando lui era svenuto.

Gli aveva detto che voleva morire insieme con lui, ma da allora non avevano più ripreso in mano la situazione.

Miroku: Sango...cos’hai?

Sango. Miroku certe volte sei proprio stupido!!

Miroku: Sango, non dire queste cose!

Vide il monaco che le guance della sterminatrice si stavano rigando delle sue lacrime, Sango si sbagliava di grosso, miroku sapeva tutto, sapeva cosa turbava Sango…lo sapeva.

Dannazione se lo sapeva!!

Era cosciente, quando lei in preda alle lacrime gli rubò quel bacio.

Sapeva della promessa che gli aveva fatto, che l’avrebbe sposata…Beh ora forse era giunto il momento di rinnovare quella promessa.

Prese fra le mani, il viso della ragazza, con le dita gli asciugò le lacrime, a quel gesto Sango avvampò ancora di più, tingendo il suo bel viso di un rosso ancora più acceso.

Il monaco la guardava dolcemente negli occhi, si era perso in quegli occhi color della terra, voleva baciarla, mancava poco ma non volle, non prima di avergli detto…

Miroku: Mia dolce Sango, appena arriveremo al villaggio tu diverrai mia sposa.

Non ebbe il tempo di replicare Sango, senti le sue labbra tappate da quelle forti e vigorose del monaco, la baciò con passione e desiderio…quanto avrebbe potuto possederla in quel prato…Piano Miroku, cosa andava a pensare! Non poteva di certo rovinare quell’attimo!

Si staccò a malincuore da lei, la guardò teneramente negli occhi e gli disse.

Miroku: che ne pensi?

Sango: va bene…L’importante e che non ti comporti più da monaco depravato quale sei con le altre donne!!

Miroku: certo Sanguccia cara!!

Miroku si fece paonazzo in volto, ecco ora doveva esserne cosciente al massimo, non poteva più andare in giro dalle altre donne a chiedergli di fare un figlio con lui!!

La stava per abbracciare Sango altrettanto, quando la sua mano gli scivolò nel fondo schiena di quest’ultima, prendendosi un sonoro ceffone sulla guancia.

Sango: non cambierai mai!!

Miroku: ma Sango ora il maniaco lo faccio solo con te!!

Sango si mise a correre come una pazza, ma in volto aveva un sorriso.

E si, era felice ora il suo Miroku era solo e soltanto suo!!

Al tramonto il gruppo arrivò al villaggio.

Una quiete che non si sentiva più da tempo aleggiava lì, era bello poter sentire quella pace.

Tutto procedeva per il meglio, quando Inuyasha sui fermò di botto.

Kagome: che ti prende?

Inuyasha: sento l’odore di cane!!

Poco dopo da dietro gli alberi spunto Sesshomaru con il suo gruppo.

Sesshomaru: anch’io sono felice di vederti Inuyasha!

Disse sarcastico il demone, sapeva che nonostante tutto, nonostante avevano riappacificato il loro rapporto, Inuyasha aveva ancora del rancore…non gli perdonava di aver il colpo di grazia a Naraku.

Inuyasha: che vuoi ?

Sesshomaru: non voglio parlare con te Inuyasha, ma con la tua donna…a quanto pare finalmente ti sei deciso! Sento un po’ del tuo odore sopra di lei.

Kagome avvampò non poco all’affermazione del demone, la seguì a ruota il mezzo demone, che per nascondere l’imbarazzo si scagliò contro il fratello.

Inuyasha: tu miserabile…non fare più di queste battute!!

Sesshomaru: smettila di dare aria hai polmoni fratello, tu kagome vieni qua.

Kagome avanzò verso Sesshomaru, la sua presenza gli dava sempre delle starne sensazioni, sesshomaru era un demone maggiore, era normale che gli incutesse timore.

Sesshomaru l’invitò a seguirlo dietro un albero per stare lontano da occhi indiscreti.

Il demone si allontanò da Kagome, mentre quest’ultima si sedette su di una roccia, mentre il demone gli volgeva le spalle.

Sesshomaru: questo mi costa molto...credimi.

Kagome: di cosa state parlando Sesshomaru?

Sesshomaru: del fatto che sono costretto a chiedervi un favore Kagome.

Kagome: un favore da me cosa vorrà mai?Che cosa volete?

Sesshomaru: vedete…dopo la battaglia contro Naraku, mi sono reso conto, anche se sono un demone maggiore adesso, ho troppi nemici al mio fianco...e che pian piano sto perdendo un po’ del mio vigore, tutto questo perché sono preso da altri pensieri…

Kagome: intendete forse Rin?

Sesshomaru: già…la sua vicinanza per quanto può essere buona cosa, mi porta soltanto a concentrarmi su di lei ed ho paura che un giorno non riesca più a proteggerla, quindi ti pregio io che prego un’umana?di portarla nel tuo mondo.

Kagome: se è questo che volete…lo farò, ma come la prenderà la piccola?

Sesshomaru: già n’abbiamo parlato, infondo ora io sono immortale, riuscirò a sopravvivere fino alla tua epoca e cosi la potrò rivedere, non voglio che stia in questo mondo pieno di pericoli...non posso riportarla in vita per la terza volta…

Si fermò un attimo il demone per riprendere fiato e poi continuò.

Sesshomaru: voglio che si ricorda di me, nel momento in cui mi dovrà rivedere, parlagli sempre di me, mantieni vivo il ricordo mio in lei…te l’affido Kagome, so che con te sarà in buone mani.

Kagome; il tuo è un gesto nobile Sesshomaru, la tratterò come se fosse la mia sorellina e ci sarà anche Inuyasha con me. Lei si ricorderà di te non ti preoccupare…

Sesshomaru: lo spero, bene vedo che mio fratello ha deciso di seguire la sua strada, mi sembra una cosa giusta… ora io vado Kagome, non la voglio salutare, ne soffrirebbe troppo, eh e digli ad Inuyasha che infondo lo stimo…lo rivedrò spero.

Non dando il tempo a Kagome di poter parlare, lui se n’era già andato, trasformatosi nella sua naturale.

Il grosso cane bianco demoniaco, grande e maestoso, sovrastando il cielo nero della notte.

Tutti si accorsero della sua scomparsa, Inuyasha lo vide voltarsi per un attimo, gli fece un ghigno come per salutarlo, in fondo quei due si volevano bene.

Tutti guardavano quella gran figura allontanarsi, tutti lo guardarono con ammirazione...tutti tranne uno o meglio una.

La piccola Rin non appena lo vide volare via, si precipitò nel luogo dov’era Kagome, lo chiamava disperata con le lacrime agli occhi, non aveva più fiato in gola per quanto lo chiamava.

Kagome vide la bimba così disperata, che gli venne un tuffo al cuore, come gli avrebbe detto che d'allora sarebbe lei stata quella a prendersene cura?

Gli si buttò addosso abbracciandola, ma la piccola non ne voleva sapere di calmarsi, anzi piangeva ancora più forte...

Kagome: piccola calmati! Sesshomaru ti vuole un gran bene ma, adesso sarò io a prendermi cura di te nel mio mondo insieme ad Inuyasha!come ho fatto ad essere così veloce a spiegarli tutto?

Rin: lo so!!m-ma…Padron Sesshomaru nemmeno mi ha salutata!!

Kagome: credimi…è stato meglio così! L’avresti fatto andar via?

Rin: no…

Kagome: ecco vedi, dai asciugati le lacrime, lui non vorrebbe trovarti in questo stato sai? Lo rivedrai…non ti preoccupare!

Rin cercò di calmarsi, si asciugò le lacrime con le manine e gli fece un piccolo sorriso a Kagome, quest’ultima fu contenta del gesto della piccola e l’abbraccio forte…

Quello era l’inizio di una convivenza ed era iniziato nel migliore dei modi.

Ora bisognava spiegare tutto quanto agli altri…

Stavano per tornare al villaggio prendendo la strada che portava al pozzo.

Con sorpresa, Kagome notò che erano tutti lì ad aspettarla.

Aveva capito anche dal suo sguardo, che Inuyasha aveva spiegato a tutti la situazione…

Quella che la preoccupava di più era Sango, la guardava con uno sguardo omicida che gli gelava il sangue, anche se sotto sotto, sapeva che scherzava.

Sango: è brava!! Te ne vai senza assistere al mio matrimonio!

Kagome: cosa?ti sposi! Allora quel pervertito di un monaco si è deciso!!

Sango: e già…

Kagome: mi dispiace non poterci essere, ma ora devo occuparmi anche di lei.

Sango volse lo sguardo dietro le spalle di kagome, dove poté notare il visetto paffuto di Rin.

Sango: di lei?

Kagome: si...Sesshomaru me l’affidata, non posso farla rimanere ancora qui…

Sango; e va bene amica mia, mi raccomando in qualche modo cerca di sempre di rimanere in contatto con noi!

Kagome: lo farò!!stanne certa!

Le due si scambiarono un forte abbraccio, in fondo sapevano in cuor loro che, quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbero viste.

Ugualmente fecero gli altri, le lacrime erano impossibili da frenare per le due amiche, e i due uomini cercarono di mantenere un certo contegno.

Miroku: divina Kagome statemi bene! E tu Inuyasha non trattarla male!

Kagome: va bene Miroku! E voi non trattate male Sango!

Inuyasha: tsk! Pensa al fatto tuo Monaco!!

Senza ulteriori indugi i tre saltarono il pozzo…l’ultima fu Rin che guardando per l’ultima volta quel cielo stellato rivolse un ultimo saluto al suo padrone.

Rin mi fa male il petto…non sai quanto e non capisco perché, ma so che ora senza di te, la mia vita tornerà quella di prima, triste e solitaria, ti dico solo una cosa, non dimenticarmi…

Quanto si sbagliava il signore dei demoni, perché purtroppo il destino gli avrebbe giocato un brutto scherzo.

salve a tutti quanti!!!!so che ho ancora molte fict da completare...però mi è venuta l'ispirazione per questa ed ho deciso di scriverla!!!!

spero che vi piaccia!!

leggete e sopratutto commentate in numerosi!!!

un kissone Intery!!!!

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Capitolo 2
*** 2 ***


Scusate il disumano ritardo per pubblicare...

ma ho avuto molto da fare e questa storia merita il giusto impegno psifico e fisico e non

ci sono stata con la testa ultimamente!!ringrazxio tutti quelli che hanno letto, e sopratutto chi ha commentato...

a presto un kiss intery

Quando uscirono dal pozzo, Kagome cominciò a respirare la tiepida aria di casa sua, era nel suo mondo ora, tutto cambiava, tutto era per come se lo ricordava.

Inuyasha dal canto suo, si era abituato a quell’atmosfera, più volte era andato nella sua epoca, più volte si era soffermato per qualche giorno, ma ora era diverso…ora doveva accettare che quella fosse la sua nuova casa.

Quella che a tutto questo era estraneo, era la piccola Rin.

Cominciò a girarsi in torno mettendosi il ditino alla bocca, per capire bene quel luogo da cosa era formato.

Tutto l'era nuovo, niente conosceva e nulla sapeva…

Anche se erano ancora dentro il chiosco, la piccola si sentì strana, non avvertiva il calore della sua epoca, tutto era così diverso da li. Quello non era né il suo tempo, né il suo luogo.

Il pomeriggio passo veloce a casa Higurashi.

Ci volle un bel po’ a Kagome per spiegare a sua madre la situazione, in un giorno gli doveva far accettare che da quel momento sotto lo stesso tetto ci sarebbero state due persone nuove che, non avevano la minima idea di come funzionassero lì le cose.

Infondo, però la madre di Kagome era una donna d’ampie vedute e di gran cuore, o era felice di vedere la figlia di nuovo a casa e se, la felicità di sua figlia consisteva nel vivere la sua vita con un mezzo demone, lo avrebbe accettato.

E poi quella bambina….La prese subito a cuore, una madre sa leggere il dolore negli occhi e vedeva che quella bimba, di tristezza in cuor suo n’aveva tanta, una cosa buona c’era: sarebbe cresciuta con Sota, ad occhio e croce i due bambini avranno la stessa età, sarà meno traumatico questo cambiamento d’epoca.

Certo non poteva essere tutto rose e fiori e Kagome, non si poteva certo aspettare di fare fin da subito la sposina con Inuyasha…

Mamma: sia chiara una cosa Kagome: ovviamente tu ed Inuyasha dormirete in camere separate!!

Kagome: ma certo mamma!!che vai a pensare!ehehhe!!

Mamma: c’è poco da ridere Kagome! Tu dormirai con Rin, mentre Inuyasha dormirà con Sota!

Senza replicare Kagome andò nella sua cameretta per sistemare anche lo spazio per Rin.

Si sentiva strana in quella nuova situazione, si ritrovava a crescer una bimba…chissà come sarebbe stata la sua bimba…cosa si metteva a pensare Kagome! Era ritornata da poco tempo nella sua epoca con inuyasha e già pensava ad una famiglia sua!!Rin allora per lei sarebbe stato il suo banco di prova, per vedere come si deve crescere una bambina…

Stava riordinando la sua camera, quando si sentì prendere da dietro con forza ed un’estrema dolcezza.

Poteva riconoscere quelle braccia ovunque, appartenevano al suo Inuyasha, ora sì ora lo poteva dire al mondo.

Kagome: inuyasha se mia madre ti becca nella mia stanza minimo ci fucila!!

Inuyasha: non ti preoccupare che non se n’accorgerà nemmeno!!

Kagome: vedi che non è come le altre volte…qui ci tiene di più sotto controllo!!

Inuyasha: tsk! Non ha il mio olfatto sviluppato!! E poi sono proibito di stare abbracciato alla mia ragazza?

Alla mia ragazza…Kagome quasi non sveniva nell’udire quelle parole, quanto le aveva sognate? Quanto le aveva sperate? Ormai nemmeno lei se lo ricordava più. Quella giornata era davvero fantastica, pensava, ma non sapeva che il peggio ancora doveva avvenire.

Inuyasha: ehi scema ti sei imbambolata??

Kagome: n-no…no…e che pens…ehi!!ma come mi hai chiamata brutto scemo?

Inuyasha: a poi sono io quello che sbaglia a parlare?

Kagome:chiedimi scusa!!!

Inuyasha: io? Ma perché che ho detto? E poi non ci penso per niente!!

Kagome: ma è possibile che in un modo o nell’altro tu riesci sempre a farmi soffrire!!

Soffrire…quella parola inuyasha l’aveva impressa nella sua mente, quante e quante volte l’aveva fatta piangere per lui? Troppe, troppe volte ora era stanco di se stesso, non poteva ancora vederla soffrire per causa sua…

Un gesto lento, un gesto delicato e pian piano la girò verso di sé stringendola al suo petto, come lo inebriava quel dolce profumo, la voleva tutta per sé, la voleva punto.

Gli alzò delicato il mento con un artiglio, quegli artigli che avevano procurato moltitudini di morti, ma con lei erano più delicati di una piuma, dolcemente gli posò un casto bacio sulle labbra, con voce sensuale che pian piano s’insinuava nel suo orecchio gli disse:

Inuyasha: scusami Kagome, vieni con me in cima al Goshinboku…

Non se lo fa ripetere due volte Kagome.

Si ritrovo aggrappata alla sua schiena, quante volte l’ha fatto.

Un tuffo nel passato, negli antichi ricordi, di momenti che ora non ci saranno più ma che ne verranno sempre di nuovi e più belli.

E così avvinghiata alla sua schiena la porto in cima all’albero, nel cuore del dio albero, per Inuyasha quello era l’unico modo di sentirsi vicino casa, infondo quell’albero c’era anche nella sua epoca, era stata la sua casa ed ora l’ha seguito fin qui, in quest’epoca moderna cosi strana e diversa da lui, sembra quasi un modo per non lasciarlo solo…non è forse questa la verità?

Inuyasha teneva stretta fra le sue braccia Kagome, si sentiva letteralmente in paradiso a quel contatto, le sue braccia che mille volte l’avevano protetta, ora erano qui per amarla…amarla…amarla?

Ok è vero che Inuyasha si è dichiarato…ma…lui ama Kagome?

La ragazza a questo pensiero stava uscendo fuori di se, non riusciva più a stare quieta sul quel ramo,

inuyasha capì che c’era qualcosa che non andava…ma si sa, lui non è stato mai un genio…

stranamente però, Inuyasha la riprese fra le sue braccia e comincio a parlare….

Inuyasha: sai…qui mi sto trovando bene, forse perchè infondo questo è lo stesso luogo che mi apparteneva.

Kagome: eh? Non ti seguo molto bene.

Inuyasha: eppure è tanto semplice, infondo il tuo tempio si trova dov’era il villaggio, l’albero in cui io sono stato sigillato per 50anni è questo...non mi sono mai spostato realmente da casa mia, e che con gli anni le cose cambiano, tutto cambia ed io sono cambiato…

Kagome: ma perchè mi stai facendo questi discorsi? Credimi che fra un po’ impazzisco!!

Inuyasha: Kagome mi deludi, di solito sei sempre stata tu quella più sveglia di me!

Kagome: mi stai dicendo che sono scema?!?

Inuyasha non fraintendere tutto….e fammi finire di parlare se non dove lo ritrovo il coraggio! Ti dicevo, anch’io sono cambiato, io ho rinunciato al mio modo di vivere, alla mia epoca, per stare accanto alla donna che amo…

Tum tum...un battito tum tum due battiti…il mio cuore sta perdendo dei battiti, oh inuyasha!ma adesso che fai perché stringi forte le mie mani, tum tum tum tum…il mio cuore sta impazzendo!!adesso mi guardi pure fisso negli occhi…lo sai che mi perdo in quelle pozze dorate...che stai dicendo??

Inuyasha: io ti amo!

Kagome: anch’io!! E non sai quanto ho aspettato questo momento!

Inuyasha: lo so... piccola sciocca mia!!

Kagome: come hai detto?

Eccola che ricomincia….non si stuferà mai di attaccarmi? Ma infondo e per questo che l' amo.

Mentre la giovane coppia si divertiva a scambiarsi occhiate d’amore e d'odio dall’alto dell’albero, una bambina era intenta a giocare sul ciglio della strada, sotto la sorveglianza di Sota.

Sota: Rin fai attenzione!! Se qualche macchina sbanda, t’investe in pieno!

Rin: capito signorino Sota!

Sota: Rin non c’è bisogno di tanti formalismi!

Rin: va bene!!

E gli regala uno dei suoi bei sorrisi, già a lei piace sorridere, anche se non erano più luminosi come un tempo, quelli più belli li regalava solo a lui…

Rin: Sota scusami…ma cos’è una macchina??

Sota: beh una macchina è tipo una carrozza senza cavalli.

Rin: e come si muove?

Sota: beh si muove…RIN ATTENTA!!!

BOOM!

Una forte luce e poi…il buio.

Un impatto e poi nulla.

Inutile la corsa forsennata d’Inuyasha per tentare di salvarla.

Inutili le lacrime di Kagome…

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Capitolo 3
*** 3 ***


scusate il tremendo ritardo!! ma come si dice chi non muore si rivede!!

ed ecco che dopo un periodo buio, aggiorno questa fic a cui sono particolarmente legata...vedrete che da qui in poi le sorprese saranno sempre maggiori!!!

un kiss a tutti quanti!!! leggete e commentate! sbizzaritevi!! ditemi qualsiasi cosa!!

e ringrazio che ha commentato e letto la scorsa volta!! scusatemi se non vi ringrazio uno per uno!!!!

ed ora vi lascio a presto!!(spero....)XD

Un anno dopo l’incidente.

Una bambina di circa 13 anni giocava gioiosa nel grande tempo Higurashi, era intenta a giocare con la palla insieme a Sota che aveva circa un anno in più di lei.

Rin le sue giornate le trascorreva così, fra giochi e studio, studiava in casa perchè dopo l’incidente lei non voleva più varcare la soglia delle scalinate del tempio, ma non era solo per quello, si sentiva estranea a quel mondo, anche se non ricordava nulla del suo passato.

Dopo quell’incidente, un anno esatto, rin era entrate in coma per tre mesi, i medici la davano per morta, una bambina cosi piccola e quell’auto che l’aveva investita a tutta velocità non era di certo una buona notizia per auspicare a qualche speranza di vita, fortunatamente lei c’è la fatta anche se ad un caro prezzo.

A perso completamente la memoria, per l’esattezza aveva perso i ricordi che la riconducevano alla sua epoca d’origine, si ricordava perfettamente d’Inuyasha e Kagome, ma del resto aveva un enorme vago ricordo.

Ogni tanto Rin si fermava a guardare il Goshinboku, immobile ed attenta ad ogni piccolo particolare dell’albero, qualcosa dentro la faceva fremere ad ogni sguardo, ma non riusciva proprio a ricordare.

Sota: ehi Rin ti sei incantata? La palla non si lancia da sola!

Rin: eh? Ah si perdonami ma non mi va più di giocare…scusami!

Sota: no... non fa nulla!! Non ti preoccupare tanto ora devo fare i compiti!

Rin non diede risposta stavolta a Sota, se ne andò sotto all’albero secolare a pregare un po’…

Ogni giorno passava a pregare, ogni giorno pregava per riacquistare la sua memoria.

Dall’alto della finestra, Kagome guardava la bambina affranta, avrebbe voluto tanto fare qualcosa per la piccola, ma nemmeno i suoi immensi poteri di miko la potevano aiutare.

Era frustata da quella situazione ed era anche molto frustrata per il suo Inuyasha.

L’amore fra i due era sempre grande certo, ma fra la madre che li teneva sempre sotto il suo sguardo minaccioso, i suoi impegni scolastici e il nuovo impegno che Inuyasha era riuscito a prendersi(studiava kendo, voleva affinare la sua tecnica nell’utilizzo della spada) aveva ormai poco tempo per stare insieme…e dopo un anno di fidanzamento, ancora fra i due non era andato nulla oltre il bacio, questo di certo non pesava a Kagome, sapeva in cuor suo quanto Inuyasha l’amava, ma erano rare le occasioni per farle vedere quanto la desiderava.

E poi la situazione di Rin non l’aiutava per niente, si sforzava ogni giorno per farle ricordare il suo passato, doveva mantenere una promessa fatta al principe dei demoni, ma purtroppo non riusciva ad essere di parola.

Si gettò nel letto a pancia sotto, esausta di tutti questi pensieri che le ronzavano per la mente giorno per giorno, aveva lasciato la finestra semi chiusa in modo che la leggera brezza potesse entrare nella sua stanza.

Si stava quasi per addormentare, quando sentì bussare alla porta.

Kagome: chi... è?? (voce molto impastata dal semi-sonno)

Mamma: Kagome ti vorrei parlare, hai un minuto?

Kagome sì certo mamma…

Mamma: vedi io, il nonno e Sota partiamo questa sera.

Kagome: e per andare dove?

Mamma: ha trovare il fratello del nonno, sai da quando tu ed Inuyasha siete ritornati, noi non siamo più andati a trovarlo per sorvegliare voi due, ma ora dopo un anno, ritengo opportuno andargli a far visita.

Kagome: ed io e Inuyasha? E Rin?

Mamma: in questi mesi ho riposto molta fiducia sul quel ragazzo e credo che due settimane di relax con tuo nonno me li posso concedere…vi sto dando piena fiducia Kagome, ed anche giusto che io respirerei un po’ d’aria nuova.

Kagome: grazie mamma! Ripagherò la tua fiducia!

Mamma: grazie figlia mia!!!

Kagome: ma quando partirete?

Mamma: appena scenderò le scalinate del tempio, troverò il taxi ad aspettarci.

Kagome: e quindi??

Mamma: fra qualche minuto…

Kagome: COSI PRESTO!?!?!

Mamma: qualche problema?

Kagome: no..no..!! Figuriamoci!!! Allora buon viaggio mamma!!!

Mamma:grazie piccola mia!

La signora Higurashi baciò sulla fronte la figlia ed uscì dalla stanza, per permettergli di continuare il suo riposo.

Nel frattempo nella testa di kagome s’idealizzavano mille idee….una casa per due settimane disponibile, genitori assenti, il proprio fidanzato a disposizione, una bimba che non crea fastidi…

Quella sarebbe stata una settimana spettacolare! Pensava la ragazza, e persa fra i suoi sogni di gloria, si addormentò.

La piccola Rin intanto stava anche lei schiacciando un pisolino nella nuova stanza che gli era stata affidata, ogni volta che chiudeva gli occhi il suo sogno era sempre lo stesso…un uomo alto e forte girato di spalle, lunghi capelli argentei che gli ricadevano e una frase che le ripeteva costantemente…ricordati di me… ma la piccola proprio non riusciva a ricordare.

Era trascorsa qualche ora, dalla partenza della madre di Kagome ed in tatto la giovane ragazza si era destata dal suo riposino, per preparare qualcosa da mangiare.

Un bel filetto di pollo per Rin e per lei e Inuyasha? Uhm…era molto indecisa sul da farsi, dentro di sé aveva una piccola battaglia, da una parte volva organizzare una bella cenettina romantica dall’altra non voleva farlo per non sembrare spacciata, optò per una cenetta informale e classica senza che avrebbe dato nell’occhio.

Si ritrovò a tavola con Rin che divorava il suo petto di pollo ma di lui nessuna traccia, la cena sì stava raffreddando e non appena vide che Rin aveva finito di mangiare la mandò su in camera sua…

Erano già le 10 e kagome era stufa di aspettare, non era la prima volta che capitava, Inuyasha ogni tanto prolungava i suoi allenamenti…ma giusto ora che lei era sola in casa doveva prolungare!

Annoiata salì in camera sua si mise il pigiama e s’infilò sotto le coperte, ormai per quella sera aveva perso le speranze di vedere Inuyasha, così decise di mettersi a dormire….

Kagome ha un difetto: ha il sonno molto profondo e non appena sente il contatto con il cuscino, sprofonda pacificamente fra le braccia di Morfeo, non era molto tardi, erano circa le 11 di sera, ma lei non aveva voglia di rimanere sveglia ad aspettarlo.

Era passato poco tempo da quando Kagome si era addormentata, finché il suo sonno non fu destato da un rumore alla finestra.

Sbuffando e con aria al quanto strana, accese la luce del suo comodino, si alzò in piedi, fin quando un nuovo rumore si udì dalla finestra.

Kagome: ma che diav…Inuyasha!

Kagome guardò sbalordita fuori dalla finestra il povero mezzo-demone che stava congelando dal freddo e che, molto probabilmente, stava imprecando contro tutti i Kami affinché quella dannata di Kagome aprisse quella dannata finestra.

Era quasi divertita a vederlo là, dietro il vetro a prendere tutta quell’aria gelida, ma infondo non poteva di certo lasciarlo lì a farlo morire dal freddo e così, con aria da finta scocciata gli andò ad aprire la finestra, vedendoselo letteralmente catapultare addosso.

Si ritrovarono entrambi uno sopra l’altra, senza che nessuna parola violasse le loro bocche, Kagome divenne di un leggero colorito rosso che gli si andava propagando per le guance senza permettergli di reagire, Inuyasha non era da meno, stare lì, in quella posizione sopra la ragazza che si ama, che si brama, che si desidera, non era di certo facile, poteva perdere il controllo da un momento all’altro.

La voleva…mai prima di allora l’aveva bramata tanto, nemmeno quando per curiosità, l’andava a spiare in bagno mentre lei si lavava. Erano fidanzati ormai da un anno è riteneva quasi impensabile che ancora non era riuscito ad avere la sua ragazza.

Si stava perdendo in quegli occhi nocciola, come lei si stava perdendo nel miele di lui, non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso, si stavano assaporando con lo sguardo.

Inuyasha prese il coraggio a quattro mani e decise d’interrompere quel silenzio che si era venuto a creare.

-dove è tua madre?- disse con voce roca e sensuale per poi proseguire-ho bussato alla porta ma non mi è venuto ad aprire nessuno…

Senza che niente poteva fermarlo cominciò a baciare il collo della ragazza con forte desiderio che gli si propagava dal più profondo del suo corpo.

Kagome cominciava pian piano ad ansimare senza riuscire a prendere di nuovo il controllo su se stessa, più lui gli torturava il collo come un vampiro assetato di sangue, più lei perdeva ogni inibizione, senza riuscire a muovere un singolo muscolo se non quello della bocca per poter permettere a qualche piccolo gemito di uscir fuori e più lui la sentiva gemere, anche se debolmente più lui continuava la sua dolce tortura.

Finalmente Kagome riuscì ad aprire bocca per parlare.

-i miei non sono in casa….staranno via per due settimane…disse con voce flebile sempre sotto il controllo del suo ragazzo.

Inuyasha a quelle parole perse completamente ogni inibizione, neo corpo sentiva che gli stava crescendo qualcosa che non sarebbe più riuscito a fermare, un brivido che gli pervase il corpo, i suoi occhi erano diventati gli specchi del suo desiderio, si era trasformato, dopo molto tempo ora sentiva il suo corpo che richiamava la passione, quella passione che ogni uomo non ne può fare a meno.

-ed allora questa sarà una notte lunga Kagome…una lunga notte amore mio- gli sussurrò nell’orecchio alla ragazza, che nel sentire quel fiato caldo che l’avvolgeva lentamente , si lasciò andare….

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Capitolo 4
*** attenzione ***


anche se ha molto tempo che non aggiorno ci tenevo a comunicare a tutte le mie lettrici vecchie e non(anzi ne approfitto per ringraziare che mi ha letto e commentato recentemente)che la storia al più presto la riprenderò, e ci tenevo ad rassicurarvi che questa assenza si sta per annullare, se ho avuto questi problemi di pubblicazione è perchè ho messo sui famiglia, mi sono sposata, ed aspetto una piccola cucciola di 5 mesi!!! non vi nascondo il mio entusiasmo!!!! ma questo non significa che mi sia allontanata dal sito...e con questo non posso che rimandarvi al prossimo capitolo di " Aspettami" un bacio a tutte quante. intery

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Capitolo 5
*** 4 ***


Ciao a tutti!!!
sono finalmente ritornata ad aggiornare questa fic a cui sono particolarmente affezzionata!!!
prima di lasciarvi al capitolo volevo ringraziarvi tutti quanti per l'affetto che mi avete dimostrato!
grazie di cuore!!

ed ora vi lascio al cap...un kiss intery


!!!ATTENZIONE!!!
questo capitolo contiene scene di sesso abbastanza esplicite, se non gradite questo genere di narrazione o
se urtano la vostra sensibilità, vi prego di non leggere o tutt'al più leggete gli ultimi pragrafi del capitolo.
e se siete minorenni passate oltre!!!!





Dal terreno gelido del pavimento, la prese fra le braccia adagiandola sopra il letto con delicatezza, la rimirò nel suo splendore creato anche da quelle gote che diventavano sempre più rosse, si liberò della casacca che aveva addosso, impregnata del sudore degli allenamenti e la buttò sul pavimento, si distese dolcemente sopra la sua ragazza riempiendola nuovamente di baci, lasciando una scia infuocata che non si sarebbe spenta facilmente.

Percorreva ogni centimetro del suo corpo, mentre le delicate mani di Kagome stringevano avidamente la schiena nuda del ragazzo, lasciando visibile anche qualche graffio, ansimava sotto le sue mani ancor più di prima, sentiva cambiare qualcosa dentro di lei in modo irreversibile.

Si spingeva letteralmente contro il suo bacino, che si gonfiava sempre più, come a voler da un momento all’altro, scoppiare dai pantaloni, la voglia del mezzo demone era giunta a un limite e pensò bene di fare arrivare alle sue stese condizioni, la sua sensuale ragazza, sensuale con tutte quelle perle di sudore che cominciavano a scendere dalle guance, quel respiro spezzato dall’eccitazione e quel calore che pervadeva tutto il suo corpo.

Con foga gli levò la maglietta lasciando scoperti due seni sodi pronti a qualsiasi cosa, lui li guardava avidi di possederli, lei lo guardava con un’ombra d’imbarazzo. Li strinse prima piano, per tastarne la solida consistenza, e poi con più forza, le sue mani sembravano alloggiarlo perfettamente, continuava a stuzzicarlo con le unghie affusolate e massaggiandolo intorno ai capezzoli, che diventavano sempre più scuri e duri, li guardava quasi ipnotizzato, erano cosi belli…d’assaggiare.

A questo suo pensiero non riuscì a resistere, ne prese uno fra le mani, si avvicinò con la testa al seno turgido e lo cominciò a leccare con desiderio, con la punta della lingua arrivò fin nel capezzolo, e lei a questo contatto strinse i pugni, il desiderio la stava divorando dentro, il mezzo demone se ne accorse vide che il piacere in lei era cresciuto ancor di più.

Cominciò a succhiare i seni prosperosi, sempre più velocemente come un cane affamato si nutre dalle mammelle della madre, e li stringeva quasi a schiacciarli, facendo emettere qualche piccolo grido di dolore a Kagome.

Allento un po’ quel ritmo che stava prendendo, per permettersi qualche boccata d’aria e assaporare l’odore del desiderio, cosi forte alle sue narici così sviluppate, si alzò dal letto, lasciando la ragazza al quanto stranita, distesa sul letto col corpo arrossato dall’eccessiva foga.
Lui la stava fissando nuovamente, a guardare i seni nudi e arrossati, che fino a pochi secondi prima, erano stati tra le sue mani, era ricoperta soltanto da un piccolo pantaloncino rosa, lui ancora indossava metà della divisa da kendo, si liberò prima della sua divisa che, stranamente, piegò e ripose sulla sedia, mentre i pantaloncini di Kagome ebbero una fine diversa.

-sono pur sempre un mezzo demone….

Con questa frase, che lasciò leggermente allibita Kagome, si avvicinò lentamente, infilò un’unghia fra la cucitura dell’indumento, e glie lo strappò totalmente, infine vide che c’era ancora un piccolo ostacolo, gli slip erano ancora  lì, barriera separatrice della parte più intima e profonda della ragazza, glie li sfilò delicatamente, per poter guardare ed imprimere nella mente ogni centimetro della pelle, quella pelle bianca e delicata, sfiorata da un uomo per la prima volta.

Si fermò ancora a guardarle, splendida e nuda, ed era sua, lo accarezzò lievemente per tutto il corpo tastandone ancora una volta la morbidezza, sì liberò dei boxer, lanciandoli chissà dove per la stanza, liberando la sua parte intima da quell’ultima prigione, Kagome lo guardava sempre con più voglia, lui era lì, a guardarla fisso ed immobile in piedi vicino al letto, lo voleva, lo voleva sopra di sé, sentire il suo calore, il profumo, le sue mani, tutto.

Inuyasha si mise a cavalcioni sopra di lei, la guardava non più con quella voglia maniacale di possederla, lo sguardo si era addolcito, guardando gli occhi da cucciolo indifeso della ragazza, quello sguardo compensato da labbra gonfie rosse di desiderio, prima che potesse essere proferita qualsiasi parola superflua, si scambiarono un dolce e profondo bacio, dove bocche calde ed accoglienti facevano spazio a lingue fredde per il troppo ansimare.

Il bacio è un sigillo d’amore, è quello pareva fosse il loro, quel bacio cosi profondo, le loro pelli a contatto l’una con l’altra, la tranquillità di stare fra le braccia di Kagome la si vedeva nel mezzo demone, le sue orecchie erano dolcemente abbassate in avanti come segno di sottomissione, lei lo guardava intenerita e cominciò a grattarle dolcemente scendendo fino nel collo, continuavano a guardarsi negli occhi, ancora nessuna parola riusciva ad interrompere quell’idilliaca situazione, Inuyasha sembrava volesse parlare ma, non riusciva ancora a prendere parola su quella situazione.

Kagome: Inuyasha io ti amo….
Inuyasha: anch’io Kagome, anch’io…
Kagome: fermerei quest’attimo per sempre, ma credo che sia poco conveniente per te.
Inuyasha: Lo farei se potessi, resterei fra le tue braccia, fino alla fine dei tuoi giorni, assaporare ogni tuo odore, lo sai che nel tuo profumo io mi ci perdo, ho aspettato tanto per toccarti come ho fatto ora, per averti mia, ma se non ti senti pronta, io posso fermarmi…
Kagome. Non c’è motivo di farlo Inuyasha, ti desidero. Ti voglio, voglio sentirti dentro di me, per la prima volta, per la mia prima volta.
Inuyasha. Allora sei sicura?
Kagome: sì, se fosse stato il contrario, non ti avrei fatto arrivare nemmeno a questo punto….

Rassicurato dalla sua ragazza, il mezzo demone, cominciò a baciarla nuovamente su tutto il corpo riaccendendo quella scia di desiderio che li pervadeva.
Erano l’uno sopra l’altra, impazienti di scoprire il loro calore dentro di sé.
Ansimavano, godevano e si amavano, era l’idillio perfetto, il loro amore stava per compiersi, le loro anime stavano per fondersi, il mezzo demone con una delicatezza amorevole si spinse piano dentro di lei, annullando definitivamente quella minima distanza che li divideva.
Nuove sensazioni percepivano i loro corpi in quell’unione, sentivano i loro cuori uniti, le loro essenze fuse insieme, mentre l’ansimare e la voglia crescevano sempre di più, le spinte si andavano facendo più profonde e veloci, il dolore di Kagome se ne stava andando per lasciare quella sensazione di completezza e piacere assoluto che la stava pervadendo.

Inuyasha la guardava sempre fisso negli occhi, quelle iridi ambrate avide di desiderio e amore fissavano quelle scure di lei, accondiscendenti e bramose, ancora i loro corpi si spingevano l’un verso l’altro, le loro mani stringevano con forza le carni altrui, lasciando dei segni ben evidenti, fin quando, dopo che i loro corpi e il loro amore ebbero raggiunto il massimo momento di piacere, arrivando al culmine del desiderio, completando quell’amplesso insieme, stanchi, sfiniti dolcemente appagati.
Inuyasha si levò sopra di Kagome, per stendersi al suo fianco, abbracciandola teneramente finche i loro occhi non furono chiusi, per assaporare al meglio la loro prima notte d’amore insieme, prima che l’alba li colga insieme.
Giunta mattina, la piccola Rin scese giù per le scale per far colazione, era abituata ad essere svegliata da Kagome, ma non entrò nessuno nella sua camera per svegliarla.
Non ci diede molto peso, poco le importava, era già abbastanza grande per svegliarsi da sola.

La cucina era stranamente deserta, cosa molto rara, non era abituata a vederla così, anche perché la mamma di Kagome, preparava una colazione che sembrava per l’intera famiglia reale!

Fece spallucce anche a questo, senza lamentarsi e senza dir parola, si avviò verso il frigo, prese la busta di latte, e se ne verso un po’ nel bicchiere, dallo stipetto prese i biscotti e ne mangio qualcuno. Meno male che è domenica! Se no chi mi avrebbe accompagnato a scuola!?pensava preoccupata ed allo stesso tempo divertita da ciò, penso bene visto la giornata grigia che si prospettava, di ritornare a letto, fin quando qualcuno non si sarebbe deciso di svegliarsi…

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Capitolo 6
*** 6 ***


Salve a tutti!! non mi sembra vero di esser tornata con questa fict!!!

troverete delle novità, e vi chiedo scusa in anticipo se la storia delle flotte è 

poco realistica ma...mi sembrava caruccia come cosa!!

e dopo quasi due anni d'assenza, vi lascio col nuovo capitolo.

sperando di ritrovare vecchie e nuove lettrici

un bacione grandissimo da intery!!!

Passo qualche giorno da quell’episodio, i due amanti si comportavano da perfetti sposini, volevano approfittare del tempo che gli rimaneva per rimediare a tutto il tempo perso.

 

La piccola Rin però era sempre più strana, Kagome era quasi certa che si trattava dei suoi ricordi che, pian piano stavano riaffiorando nella sua mente, ma la vedeva sempre così triste e solitaria.

 

Una sera di luna piena, si accorse che Rin era intenta a guardare la luna piena, mentre alcune lacrime scivolano velocemente dal suo dolce volto, la ragazzina si accorse di lei, e gli saltò in grembo versando lacrime copiose senza che niente avesse intenzione di fermarla.

 

Rin: oh Kagome…per…Perché non riesco a fermarmi di piangere? Perché guardo la luna e mi vien sempre più da piangere? Per... Perché?

 

Kagome si sentiva terribilmente in colpa, si sentiva in colpa di averla messa un po’ da parte in quei giorni, soltanto per passare del tempo col suo Inuyasha, oh come si sentiva in colpa! Ma del resto, lei avrebbe voluto seriamente aiutarla alla piccola, ma come faceva a spigargli la verità? Ora che lei era così fragile per via dell’incidente.

 

Kagome: piccola scusami se sono stata così distante in questi giorni… mi sono comportata malissimo con te! L’unica cosa che ti posso dire è che la luna riguarda il tuo passato, se guardandola, hai questa reazione, vorrà dire che qualcosa in te si sta risvegliando.

 

Rin: no...non preoccuparti di questo, io so…sono ben felice per te e Inuyasha, ma vorrei tanto sapere quale il mio passato, che c’entra la lu…luna!

 

Kagome: Rin ci sarà un giorno che io ti spiega tutto quanto, ma ora non sarebbe un bene per te, subiresti un grande shock e ti sarebbe molto difficile riprenderti, ti dico solo questo non dimenticare mai la luna, per essa fa parte del tuo passato, specialmente ricordane il colore, perché questo un giorno entrerà nella tua vita!

 

Rin: c’entra per caso anche quell’uomo che sogno ogni volta? Perché mi dice che mi devo ricordare di lui?

 

Kagome: lo scoprirai col tempo…e quando lo farai, tutto ti sarà più facile!

 

Abbracciò forte la piccola al suo petto, oh kami quanto avrebbe voluto spiegarli tutto, anche perché, stava venendo meno alla parola del principe, mantieni vivo in lei il mio ricordo, quelle parole le risuonavano in testa in modo assillante, ma il tempo le avrebbe dato ragione e lei sarebbe ritornata a ricordare…

 

 

L’idillio dei due colombi finì, la madre di Kagome tornò al tempio con tutta la famiglia, mentendo rassicurò la madre che non aveva combinato nulla di male, la madre, anche se perplessa si complimentò con lei per il buon mantenimento della casa e sperando in cuor suo, che la sua bambina non avesse combinato nulla di male.

 

Sota non vide l’ora di rigiocare con Rin, subito presero la palla e giocarono nel cortile, stavano imparando a volersi un bene dell’anima, si cercavano in ogni istante della giornata, per la piccola era un buon modo per poter lasciare i problemi in un angolo.

 

 Inuyasha come al solito, si trovava sul Goshinboku, era l’unico luogo che riusciva a fargli ritornare in mente i luoghi del suo passato, i suoi ricordi più lontani, quando fu distolto dal ragazzo del giornale.

 

Quella volta fu lui a prenderlo e leggerlo.

 

Aveva imparato a leggere a furia di doversi sentire le varie ripetizioni di Kagome, odiava vederla studiare, pensava che quel tempo si potesse usare per cose più utili…

E capendo comunque, che non sarebbe mai riuscito a persuaderla dal non-studiare, si decise a imparare a leggere, per almeno, non sentirgli dire baggianate.

 

Lo prese fra le mani rigirandolo un paio di volte su se stesso, quando capì finalmente come si dovesse leggere, notò un annuncio in prima pagina che lo fece sobbalzare.

 

“LA NUOVA ESPORTAZIONE DEL THE’, DALLA CINA ALLA GRAN BRETAGNA, è AFFIDATA ALLE FLOTTE NO TAISHO, GUIDATE DAL GENERAL MAGGIORE NO TAISHO”

 

 

Inuyasha sbarrò gli occhi, guardò sbalordito l’articolo, vi era anche una foto allegato in esso: un uomo con una divisa militare nautica, con lungi capelli argentei raccolti in una coda.

 

Capì tutto, Sesshomaru era riuscito a sconfiggere il tempo e arrivare fin da lui, aveva scelto una strada strana, ma sicuramente voluta, e ne aveva percorsa molta di strada, 500 anni per la precisione.

 

Non ci poteva credere! E a guardarlo in quella foto, gli ricordò il volto di suo padre che, una volta riuscì a vedere in un ritratto del castello del fratello.

 

Se la rise di gusto, stava gustando il momento che l’avrebbe rivisto, sghignazzava proprio!

 

Non vide l’ora di raccontarglielo a Kagome.

 

 

In quanto a Kagome, era riversa sui libri per studiare…avrebbe avuto l’esame di diploma il prossimo mese e voleva superarlo ad ogni costo, fin quando gli ricadde l’occhio sulla sua agenda, la aprì e quello che vide la spaventò non poco…

 

 

Chiunque donna o ragazza, ha l’abitudine di appuntarsi un certo appuntamento mensile biologico e Kagome, sì accorse che lo mancava da ben tre settimane…

 

-eh?? Ma non può…essere!! Sicuramente sarà un falso allarme!

 

Si sentì mancare, doveva accertarsene alla svelta, prima che un falso allarme gli avrebbe scombussolato la vita, sempre se era un falso allarme…

 

E quando tutto sembra crollargli alle spalle, entra all’improvviso inuyasha, che sventolandogli il giornale in faccia, gli urla.

 

Inuyasha: Kagome ! Kagome!! Leggi qui!

 

Kagome lo guardò adirata, sapeva che lui era all’oscuro di tutto, ma in quel momento il povero hanyou , si sentì colpire con mllie frecce dagli occhi infuocati di Kagome.

Inuyasha  tentava invano di parlargli ma lei era irremovibile.

 

Inuyasha: maledetta mi stai ad ascoltare un attimo?

 

Kagome: come hai detto?

 

Inuyasha: dai Kagome io non vo….

 

Kagome: A CUCCIA! A CUCCIA !A CUCCIAAAA!!

 
 

 

Inuyasha per poco  stava per sprofondare il pavimento, per quella giornata capì che era meglio che la lasciasse in pace,  mentre Kagome si pentì in fondo di come l’aveva trattato, ma ormai era tardi, e doveva chiarire quel piccolo ritardo...

PS:e come sempre se vi è piaciuta ditemelo, se trovate qualcosa che non vi va ditemelo, sono sempre pronta alle critiche!!

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Capitolo 7
*** 7 ***


visto? ve l'avevo promesso! ho pubblicato in poco tempo un altro capitolo....
questo sarà molto contorto, starà a voi capirlo per bene,
ringrazio tutti quanti per i deliziosi commenti che mi avete mandato,
un ringraziamento particolare va a Rossy-chan,
che mi ha commentato tutti i capitoli precedenti ed un grazie,
anche a quelli che l'hanno eltta solamente!!
grazie ancora a:
LarcheeX,
Lamoon,
Serin88.

un grazie ancora e vi lascio alla lettura
Kiss Kiss da intery!!



Inuyasha per poco non stava per sfondare il pavimento, per quella giornata capì che era meglio che la lasciasse in pace.


Inuyasha per poco non stava per sprofondare il pavimento, per quella giornata capì che era meglio che la lasciasse in pace, mentre Kagome si pentì in fondo di come l’aveva trattato, ma ormai era tardi, e doveva chiarire quel piccolo ritardo...

La giornata passò senza che i due si rivolsero la parola, né Inuyasha gli mostrò il giornale, né Kagome gli parlò del suo ritardo.
 
Il giorno seguente, Inuyasha scese dal tempio, intenzionato a saperne di più, se suo fratello si trovava lì, lui era intenzionato a scoprirlo e in un secondo momento, andargli a parlare.

C’era soltanto un piccolo problema: Inuyasha anche se da un anno passato si trovava lì, non aveva ancora fatto conoscenza con la burocrazia odierna, in sintesi, non sapeva da che parte muoversi.

E di certo non aveva intenzione di rivolgere la parola ha quella dannata di Kagome, dopo il trattamento che gli aveva dato il giorno prima. In suo soccorso, come un dono dei kami, vide Sota nel salone armeggiare con un diabolico aggeggio elettronico umano, che nel tempo imparò che si chiamava personal Computer e serviva per tenersi in contatto col mondo e se si voleva, ricercare notizie di qualsiasi genere da tutto il mondo e di tutte le ere geologiche.
Così a suo tempo gli spiegò Kagome.

Pensò che se quell’affare avesse tutti quei poteri divinatori, sicuramente avrebbe fatto al caso suo.

Inuyasha: ciao Sota!

Sota: Ciao fratello cane! Posso esserti d’aiuto? Sai ho notato che ha da ieri, che tu e la mia sorellina vi guardate in cagnesco!

Inuyasha: si mi servirebbe il tuo aiuto, ma non osare più a domandarmi di quella dannata di tua sorella!

Sota: ok ok, non ti agitare allora cosa devo cercare?

Inuyasha: leggi qui!

Inuyasha porse il giornale al piccolo Sota che, apprese la notizia delle navi mercantili Taisho dell’Inghilterra dirette in Cina a fare un carico di the, ma Inuyasha questo l'aveva già letto, lui voleva sapere del General Maggiore no Taisho.

Sota: …allora qui sul portale c’è scritto, che il General Maggiore no Taisho, è un giovane rampollo di una delle famiglie più prestigiose Giapponesi, trasferitasi intorno al 1700 in Inghilterra sotto la corte di Elisabetta I, occupandosi dell’esportazione della lana, per poi tramite le conquiste britanniche delle coste americane, dando un cospicuo aiuto allo sviluppo industriale di quest’ultimo, occupandosi dell’esportazione dall’America di patate e pomodori, oltre all’oro, trovato in abbondanza, verso l’Europa entrando ancor più nelle grazie dei re britannici dell’epoca.
Nell’inoltrato 1850, alla sesta generazione della famiglia no Taisho, un giovane Inomaru no Taisho, istauratosi negli Stai Uniti prese piede nella guerra del Boshin, conducendo il Giappone all’abdicazione dello Shogunato, instaurando un regime più occidentale, dando il potere all’imperatore.
Dopo questa breve parentesi i no Taisho, ritornarono in Inghilterra, giurando fedeltà alla corona inglese, diventando lord e occupandosi per la maggior parte del traffico d’importazione delle materie prime dalla Cina.
Dopo una pausa causata dalla I e II guerra mondiale che vide la famiglia Taisho esporre il suo unico erede Goshumaru in guerra per poi perire, della famiglia no Taisho no si ebbe più alcuna notizia fino ai giorni nostri, quando qualche anno fa, presentandosi alla corte della regina Elisabetta II d’Inghilterra, il pronipote di Goshumaru (il quale si scoprì aver avuto una storia clandestina durante la guerra) Sesshomaru no Taisho, soldato pluridecorato dell’esercito USA, promosso per questo a General Maggiore, ritornando dalla guerra in Iraq, ha nuovamente dichiarato fedeltà alla regina, per riavere il ruolo che sempre hanno avuto i no Tasho in Inghilterra, quello d’importatori di materie prime dalla Cina.
L’imperatore giapponese Akihito, accortosi delle grandi gesta dei no Taisho, negli ultimi 500 anni, ha deciso di premiare il giovane Sesshomaru in nome dei suoi avi provenienti dal Giappone.
E questo e quello che ti ho detto in sintesi fratellone!!!

Sota prese una buona boccata d’aria, dopo questa lunga e ininterrotta lettura, Inuyasha rimase allibito, ne era certo tutti quei nomi, tutte quelle gesta erano state svolte da un unico uomo, anzi, youkay.

Era sbalordito, non riusciva a credere che suo fratello, era riuscito a fare queste innumerevoli cose, di certo pensava che non fosse il tipo, non era il tipo che stava a contatto con gli umani, allora perché l’ha fatto?

Inuyasha: Sota dimmi, c’è qualcos’altro scritto?

Sota: fammi vedere…oh si! Una curiosità, che nella famiglia no Taisho, raramente si è sentito parlare di un’eventuale donna nella famiglia no Taisho e la varia discendenza, durata ben 500 anni, non si conta in nessuna generazione, l’avvento di più figli, ma solo e soltanto di un unico genito.

Inuyasha: ok Sota, mi sei stato di grande aiuto!

Sota: figurati fratellone, ma no Taisho non è il tuo cognome?

Inuyasha: si Sota, più in là ti spiegherò meglio, ora devo fare una cosa.

Ora che Inuyasha, aveva tolto qualsiasi dubbio dalla sua mente, gli rimaneva soltanto incontralo, ma come…forse pensò, che l’unica occasione sia quella della parata organizzata in suo onore dall’imperatore.

Ma ora che il pensiero “Sesshomaru” era stato in parte risolto, doveva capire perché quella maledetta di Kagome, lo stava trattando in quel modo…non riusciva proprio a capire, come del resto non era mai stato in grado di capire gli stati d’animo di Kagome a primo impatto, lui la voleva rendere partecipe della sua scoperta, mentre lei cosa fa? come al solito lo atterra con un sonoro a Cuccia!

L’andò a cercare per tutta la casa, ma senza avere nessun risultato.
Rassegnatosi, magari pensò, che fosse in quella maledetta scuola, visto che manca poco alla fine dell’anno scolastico, decise d’andare in palestra ad allenarsi.

Kagome in tanto, quella mattina non andò a scuola, non ne aveva la minima intenzione, si sentiva strana e poi quel ritardo la stava logorando.

Doveva prendere una decisione, doveva levarsi ogni dubbio, non poteva resistere ancora, doveva accertarsi che i suoi dubbi, erano soltanto dubbi è nulla più.

Prese il metrò per avviarsi al primo ospedale vicino, chiedendo qualche fugace informazione, si diresse al pronto soccorso della ginecologia.

Fu fortunata che non incontrò nessuno di familiare, anche se aveva il cuore che le andava a mille lo stesso, passeggiava avanti e indietro quella porta dell’ambulatorio, avanti e indietro, quel suo ticchettare delle scarpe, avrebbe fatto irritare chiunque.

Specialmente se ci fosse stato, quello scemo di Inuyasha, già Inuyasha, che stupido pensava, non era riuscito a capirla, ma del resto, non l’aveva mai capita a primo impatto, ci voleva sempre un po’ di tempo per fargli capire le cose.

E se fosse stato, come lei pensava ? oh kami! Non aveva idea di come glie l’avrebbe dovuto dire…

D’impatto si apri la porta, era il ginecologo che fece uscire una ragazza visibilmente in sovrappeso.

Ginecologo: mi raccomando signorina, cerchi di dimagrire un po’, il suo ritardo può essere dovuto a questo suo aumento di peso o ad un blocco psichico.

Ragazza:...certo dottore arrivederci.

Kagome in quel momento avrebbe ringraziato tutti i Kami, dei o qualsiasi altra cosa al mondo, per sentirsi dire le stesse parole.
Ancora soprapensiero non si accorse che il medico la invitava a entrare.

Ginecologo: signorina allora cosa aspetta a entrare? La sentivo fuori la porta scalpitare e ora si è bloccata?

Kagome in un balzo si destò dai suoi pensieri, entrò muta e mortificata verso la sala visite, riuscì a spiccicare poche parole, il dottore capì la fece sedere sulla lettiga per farle un’ecografia.

Ginecologo: allora signora Higurashi qui non c’è nulla grave, lei sta bene come un pesce è la gravidanza, sta andando bene!

Kagome sentì un tonfo, un tonfo che proveniva da dentro di sé, quella parola continuava a risuonarci dentro.
Gravidanza, gravidanza, gravidanza?

Kagome: gravidanza?!?

Purtroppo non si accorse che invece di pensare, urlò.

Ginecologo: signorina, anzi signora Higurashi, devo forse pensare che non sia desiderata la gravidanza?

Kagome: no…si…no…cioè non lo so! Prima penso che en dovrei parlare con lui!

Ginecologo: il presunto padre immagino...

Kagome: si…

Ginecologo, comunque signora Higurashi a guardare qui dall’ecografo, la gravidanza e di tre settimane, e anche se è molto precoce per dirlo, sembrerebbero due d’embrioni, ora la prego di non agitarsi ancora, come ha fatto poco fa!

Kagome: Cosa?due embrioni?  Oh kami!

Ginecologo: signora, l’invito a prendere una decisione nei prossimi tre mesi, dopo di ché, sarà e a decidere della vita di questi due embrioni.

Lo salutò, gli scambiò altre due parole e se ne andò.

Si rese conto, che non era molta la strada quella che la separava dal tempio, optò quindi di far due passi a piede per schiarirsi le idee.






ps: la storia di Sesshomaru, le sue gesta storiche, in parte sono frutto della pura realtà.
altre cose incongruenti con la storia, le ho dovute modificare per motivi di trama.
potete accertarne la vericità, controlalndo su Wikipedia o altro.
scusatemi se ho scritto delle baggianate e perfavore fatemele notere!!
un bacione intery!!

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Capitolo 8
*** 8 ***


scusate se vi hi fatto aspettare!!! sapete gli impegni!
sono ritornata con questi nuovo capitolo, non prosegue di molto la storia, ma è un capitolo importante!!

ringrazio tutti quelli che l'hanno letta, e sopratutto chia commentata, mi date sempre dei buoni consigli, e sono felice dei comlimenti che mi avete fatto!!

un grazie speciale va a:
Rossy-chan!!!
LarcheeX!!
serin88!!

adesso vi lascio col capitolo, un gran bacione Intery!!

a prestissimo!!





Quella lunga scalinata avrebbe stancato chiunque, ma Kagome in quel momento, non pensò per niente alla stanchezza.

Più che altro era stanca mentalmente, passò velocemente dalla cucina prendendo un piccolo boccone di pane, quella mattina non aveva fatto colazione, infondo non avesse questa gran fame, anzi al contrario.

Si sedette sul letto e si mise a guardare il muro, il suo sguardo in vece si perse nel vuoto.

Troppe cose gli vorticarono nella mente, non sapeva nemmeno come poterglielo dire e soprattutto come l’avrebbe presa.

Ma anche un’altra cosa gli martellava la testa, come sarebbero vissuti, in caso li avrebbe tenuti, questi due bambini?

C’era un piccolo problema che non era assolutamente da sottovalutare, una volta nati questi bambini, avrebbero avuto le sembianze del padre… ovvero di mezzo demone, anche se solo per un quarto, ma li avrebbero avute.

Già era difficile mantenere nascosta l’identità di Inuyasha, lo obbligava ogni giorno a portare un capellino o qualsiasi altra cosa le coprisse le orecchie, lui seppur tacendo, ne soffriva molto di questa situazione, lei tante volte aveva tentato con i suoi poteri di miko, di nascondere le sue orecchie, ma purtroppo senza nessun risultato.
Pensava Kagome, pensava…la stessa sorte l’avrebbero vissuta i suoi figli?
Lei gli avrebbe permesso quel genere di vita? O magari era una sua mera illusione, magari quel filo di discendenza demoniaca, si sarebbe affievolito, non si sarebbe visto nulla, ma i dubbi erano troppi e velocemente vorticavano nella sua mente.

E poi lei, se la sentiva di affrontare un passo del genere? Ad un passo dalla maturità?
Come l’avrebbe presa sua madre e suo nonno? E poi c’era il grande impegno che si era presa nei confronti di Rin, già era un gran danno che aveva perso la memoria, non mantenendo la parola del principe e ora, era arduo cercarle di farle ricordare pian piano la memoria senza tubarla.

Se la sentiva di diventare madre? Madre di due cuccioli frutto del suo grande amore con Inuyasha, era il suo sogno, ma mai si sarebbe aspettata d’avveralo così precocemente…

Doveva assolutamente parlare con Inuyasha, insieme pensò, avrebbero preso la decisione più giusta.

Inuyasha ritornò in casa, era ancora preso dalla storia di suo fratello, tanto ché quella mattina si allenò poco in palestra, deciso di andare in biblioteca a esaminare tutti gli eventi storici.

Fu per lui un’impresa ardua! Insieme hai grandi volumi storici, vi affiancava anche un dizionario per capire le parole più difficili, e insieme al dizionario, il dizionario per i bambini per capire quello che non capiva (e scusate il gioco di parole) nel dizionario normale.

Con questo metodo non riuscì a ricavare molto, stancatosi facilmente, si arrese.

Si accorse che la casa era vuota, sicuramente pensò, la signora Higurashi era andata a fare la spesa, mentre i piccoli erano a scuola.
Notò con sua gioia però, che lo zaino di Kagome era in cucina, segno che la ragazza era in casa.

Deciso entrò nella camera della ragazza, Kagome ebbe un sobbalzo al cuore, non si aspettava certo di vederlo subito e soprattutto, persa nei suoi pensieri com’era, le prese un vero colpo.

Inuyasha la calmo con un dolce bacio, la ragazza ne fu molto rincuorata da quel gesto, anche se ora il suo cuore andava a mille, doveva riuscire a dirglielo quello stesso giorno, sennò sarebbe stato troppo tardi.

Inuyasha: Kagome, ti devo parlare… a da ieri che cerco di farlo, ma tu non so perché mi tieni il broncio! Ma cosa ti ho fatto di male?
A Kagome venne un nuovo colpo, voleva parlargli? E cosa mai gli avrebbe detto?              E se era qualcosa di brutto? No in quel momento non avrebbe retto un colpo del genere, decise quindi di replicare.

Kagome: niente Inuyasha, niente… e che sto un po’ male in questi giorni, anch’io veramente ti dovrei parlare…

Inuyasha odorò quasi la paura in lei, cos’è che le nascondeva? Perché era diventata cosi seria?  Quasi le stava passando la voglia di dirgli di Sesshomaru, ma non poteva ancora accantonare quella storia, era importante per entrambi e per la piccola Rin.

Kagome: comunque, dimmi prima tu!

Inuyasha rassegnato, visto il suo consenso, decise di raccontargli quello che gli era successo.
 
Inuyasha. Per puro caso, ho scoperto che Sesshomaru è giunto fino nella tua epoca! In pratica lui è qui….

E il racconto tutto quello che gli aveva raccontato Sota ed anche, della sua patetica ricerca fatta alla biblioteca.

La ragazza si rasserenò il volto, anzi era una notizia che le aveva dato molta gioia, finalmente pensò, che avrebbe potuto sistemare molte cose con lui qui, ma soprattutto, si meravigliò delle grandi gesta che aveva compiuto.

Gli promise a Inuyasha, che avrebbe fatto di tutto, per essere presente alla parata in suo onore, in qualche modo, dovevano cercare di allacciare un rapporto con Sesshomaru, cosa che sarebbe avvenuta, infondo lui voleva questo…

Purtroppo ritorno alla realtà, dopo aver fatto mille progetti per incontrarlo, Inuyasha si accorse che il viso della sua amata s’incupì nuovamente, voleva sapere qual era questo tormento che la stava logorando, diamine era il suo ragazzo e avrebbe fatto di tutto per renderla felice. Di tutto.

Inuyasha: beh Kagome, ora mi sembra che sia il tuo turno…

Kagome. Si beh … ecco, vedi… Inuyasha non so proprio da dove cominciare!

Leggera una lacrima le scivolo sul viso, Inuyasha non poteva sopportare quell’odore di lacrime, troppe volte l’aveva vista piangere, troppe volte aveva pianto per lui.
La strinse forte a sé, dove la ragazza si lanciò n un pianto singhiozzante, Inuyasha voleva sapere, doveva sapere cosa faceva soffrire la sua Kagome.

Lei continuava a piangere, non riusciva a dire quella parola, quella frase le sembrava un macigno troppo pesante da dire, anche se la sua mente la risuonava continuamente, inesorabilmente, pungente e tagliente come mille lame.
Si aggrappava alla povera giacca del mezzo demone, la stritolava con forza con le mani la stava torturando, trovando un lieve sollievo nel farlo.

Inuyasha la baciò nuovamente cercando di farla calmare, delicato le accarezzava la testa, era un modo come un altro per farla calmare, per farla sentire al sicuro.

Inuyasha: Kagome, qualsiasi cosa ti sia successa, ricordati che io ci sarò sempre, come lo sono sempre stato.

Smise di piangere a quelle parole, si sentì leggermente sollevata, ma ancora non riusciva ad aprir bocca.

Quando all’improvviso, Inuyasha con uno scatto, si mise sull’attenti, le sue orecchie si drizzarono e col naso cercava di carpire qualcosa, qualche odore…
Kagome era allibita, che avesse sentito la debolissima aura demoniaca di due embrioni?
Improvvisamente Kagome fece la finta tonta, come se non nascondesse nulla, doveva sapere cosa gli era preso al mezzo demone.

Kagome: Inuyasha cosa ti è preso?

Inuyasha: Sento una debole aura demoniaca, c’è un odore strano in questa stanza, e come se ci fosse qualcun altro!

Kagome sorrise, non riusciva ben a capire se era un sorriso divertito o di scherno, il suo Inuyasha, così stupido come sempre che non si accorge mai di nulla.
Gli venne spontaneo prendere la sua mano, con un’altra accarezzargli il volto, mentre pian piano mise l’altra nel suo ventre.

Inuyasha era stupido è vero, ma tutto ha un limite.
Capì subito, capì tutto.
Capì quelle facili arrabbiature di Kagome in quei gironi.
Capì quell’indifferenza.
Capì quello sguardo avvolte assente.
Capì le sue esitazioni.

Si malediva mentalmente, come aveva fatto a non accorgersene prima, com’era potuto essere così cieco.

La strinse ancora più forte, più forte di prima la sua piccola Kagome, la sua Kagome aveva nel ventre il frutto del loro amore.
Lo continuava ad accarezzare dolcemente quel ventre, ora ricolmo di vita, di nuova vita.

Inuyasha: allora stiamo per diventare genitori?!

Quelle parole furono dette con una dolcezza rara, Kagome mai l’aveva visto così dolce così tenero nello sguardo.

Purtroppo l’istinto di Kagome gli fece aprire bocca senza pensare, cosa molto improbabile in lei.

Kagome: si, ma se vuoi, se non te la senti, posso anche prendere provvedimenti…

Inuyasha: non lo dire nemmeno per scherzo! Non riesco a sopportare questa pratica che avete nella vostra era! Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, umano o demone che sia!

Lo sguardo di Kagome da prima triste si trasformò in stupito, mai avrebbe pensato che il suo Inuyasha le avrebbe parlato in quel modo.

Kagome: allora sei deciso?

Inuyasha: si Kagome e credimi, è la cosa più bella che mi potessi aspettare, non ti preoccupare, tutto si risolverà, tutto avrà la sua soluzione, baderò e crescerò nostro figlio nel migliore dei modi e lo proteggerò, da chiunque gli voglia fare del male! Come ho fatto con la madre, s’intende!

Kagome cancellò qualsiasi nota negativa nella sua testa, aveva l’appoggio dell’uomo che amava e ora, non aveva più dubbi, lei sicuramente sarebbe riuscita a finire i suoi studi, per poi dedicarsi alla sua nuova famiglia, infondo il suo vero dubbio era la reazione di Inuyasha, ma ora che quello stupido gli aveva aperto il cuore, tutto era più semplice.
Ma un “piccolo” particolare gli stava sfuggendo.

Kagome: ehm, Inuyasha, ancora non ti ho detto tutto, tutto…

Inuyasha: che altro c’è?

Kagome: beh vedi, veramente sarebbero due gemelli…

Lasciando stare che per un attimo Inuyasha, sembrò diventare più bianco di un cadavere, la fece sedere delicatamente nel letto, cingendogli delicatamente la vita, la strinse nuovamente a sé.

La guardò con amore, con adorazione, stava per diventare la madre dei suoi figli, le baciava dolcemente la testa.
Un’idea gli sorvolò maliziosamente la mente…

Inuyasha. Beh, visto che ormai non c’è più bisogno di stare attenti che ne diresti di…

Kagome: ma Inuysha…

Anche se lo sguardo di Kagome, era un “no” secco, lui non volle accontentarla stavolta.

Dolce, quella volta sarebbe stato dolcissimo, come dolci erano i piccoli baci che le stava dando sul collo mentre, quasi morbosamente le continuava ad accarezzare la pancia.

Piano si mise sopra di lei, continuando a baciarla e accarezzarla, quando poi, spinti dall’eccitazione, si concedettero l’un l’altro, per la prima volta senza timori.

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Capitolo 9
*** 9 ***



ciao ragazze!!! scusate l'enorme ritardo, ma ho avuto i bimbi con la bronchite quindi immaginate un pò....

questo  capitolo si distoglie un attimo da casa Higurashi...e non vi dico nient'altro!!! sennò non c'è l'effetto sorpresa!!

vi dico che ho già steso l'altro cpitolo ma lo posterò soltanto quandro vedrò 4 commenti per questo!!!
ahaahhh

come sempre ringrazio tutti quelli che mi leggono, e sopratutto le mie recensitrici!!!

  LarcheeX

 Eynys

 serin88

 Chiaki Dears

ma soprattutto la mia....

 ....rossanadaipensaciunpotu!!!!!


ora vi lascio, un kisss intery!!!











Il mare era in tempesta, forte urlava il vento contro le onde, infrangendosi brutalmente contro una grande neve, un’imbarcazione di carico merci.


I marinai con gran fermento cercavano di far il possibile per imbarcare meno acqua possibile.

Qualcuno invece si occupava di tenere le vele ben salde, rinforzando i nodi, mentre qualcun altro cercava di mantenere la rotta col timone.

Non era una nave mercantile moderna, anzi, era una vecchia nave mercantile, che non aveva né motore, né turbine, contava solo sulla forza del vento e delle sue vele.

Intanto in una stanza nella stiva, si andava diffondendo l’odore del tabacco acceso, una sigaretta che lasciava delle sfumate scie di fumo nell’aria.

Accanto al posacenere, sopra una scrivania di antica fattura, probabilmente appartenente all’epoca del Re Sole, una bottiglia di Brandy della migliore annata.

La sigaretta lentamente bruciava e contemporaneamente, il brandy nel calice finiva.

Fu spenta in modo brusco, agitato, mentre un altro bicchiere, era riempito.

-Sir, mi pare che siate un po’ agitato, non vi preoccupate per la tempesta, i nostri uomini la stanno tenendo a bada.
 
Con marcato accento inglese parlò un uomo, anche se dalle sembianze molto strane, che tentava con una certa calma, di calmare l’inquietudine dell’uomo seduto sulla scrivania.
Era uno strano tipo, basso, goffo e un po’ avanti con l’età, si teneva in piedi con un vecchio bastone a due teste.

-Jared, state in silenzio, non sono affatto in pena!

-come dite voi Sir!

Si allontanò di nuovo verso la penombra quello strano tipo, quel Jared, mentre l’uomo seduto vicino la scrivania, accendeva un’altra sigaretta.

Sì volto verso un oblò, a osservare quelle maestose onde infrangersi contro la sua nave, mentre prese una nuova boccata dalla sigaretta, sul suo viso marmoreo spuntò lieve sorriso. La cosa divertì molto il vecchio Jared.

-Sir! L’ultima volta che vi ho visto ridere risale a quando vi hanno promosso General Maggiore!

-davvero Jared?

-si my lord, avete un sorriso magnifico nonostante gli anni.

-se tu avessi parlato più a sufficienza con tuo padre, avresti scoperto che è un privilegio alquanto inquietante vedere la mia dentatura e la mia bocca, posti in formazione da espressione di gioia.

Aveva imparato il Lord con gli anni, a complicare ancor più delle semplici frasi, in modo da tentar di tenere un distacco ancor maggiore da tutti, anche se ormai il suo fidato servo, aveva capito che era soltanto un metodo di scherno, quasi scherzo nei suoi confronti.

-Jared per quando arriveremo alle coste inglesi? Sapete che ho l’incontro con lì imperatore in Giappone e non vorrei farlo aspettare oltre!

-Sir se continuiamo a viaggiare con questa vecchia bagnarola, non arriveremo prima dei tre mesi alle coste inglesi, ma se voi dareste un piccolo aiuto alla nave…

-e sia! Ho degli affari importanti in Giappone da sbrigare, ormai è giunto il tempo che io mi rifaccia vivo.

-ma pensate che si ricorderanno di voi?
-sei più stolto di tuo padre, Jared! Ti ho tante volte raccontato tutta la storia e non intendo rifarlo.

-va bene Sir, non insisto so bene quello che volete dire, allora per quando il vostro ritorno in Giappone?

-calcolando che dovrei stare in Inghilterra un po’ di tempo per sistemare alcune cose, direi che potresti avvisare l’imperatore per il mio arrivo fra circa tre mesi.

-e poi Sir?

- E che sono intenzionato a soffermarmi lì per un lungo periodo…

Tirò un'altra boccata dalla sigaretta ormai giunta al filtro, si bagnò le labbra nuovamente col brandy, si alzò in piedi passando vicino allo specchio mentre, un fulmine all’improvviso illuminò la sua intera figura.
I capelli argentei legati in una coda arrivavano fin sopra le spalle, negli anni si sono accorciati.
Il miele dei suoi occhi, negli anni si era appena riscaldato, erano occhi di un uomo che aveva visto mille e più vite di gente andata e perse, di nuove conquiste e nuove invenzioni, non poté fare a meno di evolversi anche lui, per non rimanere impassibile, di fronte alla vita che gli scorreva avanti. E in fatti un leggero paio d’occhiali, ricopriva le sue iridi d’oro.

Gli antichi simboli demoniaci erano spariti, con tempo e concentrazione fisica e psichica, aveva imparato a dominare la sua parte demoniaca nascondendola dentro di sé per sempre.

La sua statura alta e possente come sempre, aveva abbandonato il vecchio kimono e l’armatura per far posto, a una più semplice camicia bianca dall’ampio colletto, leggermente sbottonata, con una giacca di raso nera.

Mentre la fedele Teinseiga, era sempre al suo fianco destro.

Sesshomaru era cambiato molto, sia nell’animo e nel fisico, ma gli anni trascorsi, l’avevano segnato nel profondo, gli hanno insegnato molte cose che lui, non avrebbe mai pensato di voler conoscere.

Quel sorriso, che tanto ha stranito Jared, figlio di una donna inglese del 17secolo e Jaken, purtroppo spirato molti decenni fa, era frutto del pensiero che ha tormentato il nostro principe per tutti questi secoli, il desiderio di riabbracciare la piccola Rin.


“quanti anni sono passati, per te pochissimi, per me mezzo millennio lontano da te, dalle tue gioiose risate, dai tuoi profumati fiori, e dai tuoi piccoli abbracci d’affetto, ho imparato molto da te, soprattutto a ridere, e non vedo l’ora di rivederti, chissà come sarai, chissà se ti ricorderai ancora di me, ormai manca davvero poco, una volta giunto in Giappone, farò tutto ciò che è in mio potere per poterti ritovare… aspettami ancora un po’, ti prego bambina mia, aspettami… e poi sono proprio curioso di sapere, che ha combinato quell’insulso di mio fratello!”


Gli scappò di nuovo, una lieve ristata al sol pensiero del mezzo demone, mentre uno sguardo malinconico andava verso il mare, il mare ormai calmo, verso il ricordo della sua Rin. Mentre grazie a lui, le coste inglesi erano ormai a un miglio di distanze, perché un demone può tutto.

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Capitolo 10
*** 10 ***


non so cosa dire... sono imperdonabile, ho promesso una cosa e non l'ho mantenuta,
scusatemi tanto se pubblico la prim a parte di questo capitolo solo ora, quando vi
avevo promesso altro, vi chiedo umilmente scusa!!

anche perchè ho visto che mi avete premitata con ben 8 recensioni....


scusate scusate scusate!!!

vi prometto che alm più presto pubblicherò la seconda parte di questo capitolo,
perchè ve lo meritate che state dietro a una pazza come me!!
mi giustificate però vero? sono pur sempre una mamma!!

comunque un grazie a chi mi legge ma quello più grande va a
chi mi recensisce!! soprattutto le 4 fedeli!!

ed un bacio particolare a Rossy chan!

adesso basta vi lascio al capitolo e vi chiedo ancora scusA!!!!
UN BACIONE INTERY!!!










Passarono tre mesi dalla notizia della gravidanza, il ventre di Kagome pian piano andava lievitando visibilmente, Inuyasha non si stancava mai di starle dietro, stava attento a ogni minimo passo, Kagome era molto colpita da quei piccoli gesti, la proteggeva come d'altronde a sempre fatto.
Certe volte però, ne era quasi infastidita, troppe attenzioni, troppe cure, la facevano sentire quasi disabile, più volte lei lo diceva, ma lui faceva l’indifferente.

Si mise in cucina, era l’ora della colazione, anche se già il sol pensiero di mangiare, la faceva star male. Soffriva di nausea fin allo sfinimento, più volte invocava i Kami per metter fine a quello scempio, ma ogni volta che lo faceva, andava dritta in bagno a rimettere, e quanti a cuccia disse in quei tre mesi! Se ne perdeva il conto, per colpa d’Inuyasha, perché anche se era molto premuroso, non si rendeva conto che mangiare ramen vicino alla futura mamma non era proprio una buona idea.

Per fortuna che aveva la signora Higurashi dalla sua parte, già la signora higurashi, una santa donna benedetta dai Kami, nemmeno Kagome si sarebbe aspettata una razione simile da sua madre, quando glie lo dissero tre mesi fa, seppur in principio ovviamente non la prese molto bene, non sembrò essere molto scossa, anzi, si può dire che il giorno dopo scoppio dalla gioia per la notizia che sarebbe diventata nonna.

Mentre il nonno, beh, non era dello stesso parere, faceva ogni giorno la testa gonfia al povero Inuyasha, lo esortava a sposare la nipote quanto prima, giacché il danno era stato fatto, ma Inuyasha più volte gli aveva detto che l’avrebbero fatto una volta nati i piccoli.

Ma mentre col povero mezzo demone aveva questo comportamento diciamo ostile, con la nipote era tutt’altra cosa, ogni occasione ogni nausea era buona per rifilargli un amuleto o qualche strano intruglio da farle ingerire.
Che naturalmente, rimetteva ogni volta.

Si sentiva letteralmente stanca la povera Kagome, la gravidanza, lo studio, anche se, ringraziando i kami, era riuscita a diplomarsi senza problemi e ora meditava se continuare o no.

E poi c’era Rin, non dava nessun segno di recupero, ormai sembrava che avesse cancellato per sempre la sua vita nell’era sengoku, le uniche tracce di quell'epoca, riaffioravano soltanto quando guardava la luna, ma non era un granché, e poi come se non bastasse, l’arrivo di Sesshomaru era imminente.

Inuyasha era stato mesi a cercarlo senza successo, mentre poi all’improvviso, accadde l’esatto contrario, il GenarlMaggior si era fatto avanti con una missiva: li aspettava il 17 giugno nella festa privata che si sarebbe svolta subito dopo la parata in suo onore, strano dapprima pensò Inuyasha, gli pareva che si sarebbe fatto vivo di persona invece nulla, c’era soltanto un piccolo post scriptum che qualche giorno prima della festa, qualcuno si sarebbe fatto vivo.



Ma a ben due giorni dall’evento, nessuno si era fatto vivo.
Si era quasi convinto mentalmente che suo fratello, non aveva nessuna intenzione di riallacciare un rapporto con loro, infondo in cinquecento anni ne ha avute di cose da fare, chissà quanta gente ha fatto parte della sua vita, di certo non aveva bisogno del suo fratellastro e comprensibilmente, non aveva bisogno di quella ragazzina umana.

Ma questo era solo frutto della sua mente, sperava con tutte le forze che non fosse così.


Kagome mentre era intenta a non rimettere per l’ennesima volta, sentì bussare alla sua porta.

-si?

-signorina Higurashi?

-si sono io, prego!?

-sono mr.Palmer e sono venuto per darle istruzioni.

-istruzioni?? Che?

-miss higurashi già andiamo male, il vostro modo poco garbato del linguaggio non sia addice a…una neo mamma vedo…

Arrossì leggermente in volto, era molto imbarazzata, ma soprattutto non sapeva chi diamine fosse quello strano individuo.

-mi potrebbe dire cortesemente allora, chi vi manda?

-    Sono qui perché sono stato informato che in questa dimora dovrebbe discendere l’ultimo parente più stretto del lord di Darlington .
-    E chi sarebbe?
-    Mr inuyasha no taisho.
-    Allora mi scusi molto buon uomo (detto in modo molto sarcastico), venite qua senza darmi nessun preavviso, senza spiegarmi chi siete e vi dovrei dire, dove sta il signor Inuyasha?
Improvvisamente però, I poteri divinatori di Kagome si risvegliarono, riconoscendo in quello strano tipo, l’aura anche se debole demonica.
-    Ma-ma… voi siete un demone?
-    Sì ma solo da parte di madre, my lady!
-    E allora ditemi chi vi manda, ma senza fare assurdi giri di parole o sennò, mi vedrete costretta a usare una mia freccia, e vi assicura che una miko per di più in dolce attesa non è certo da sottovalutare!
Lo sguardo di Kagome diventò incredibilmente minaccioso, il povero individuo fu costretto a spiegargli tutto.
-… e dopo tutto questo avrete capito che sono il messo di lord Sesshomaru.

Era Jared lo strano tipo, dopo una lunga chiacchierata si fece capire bene da Kagome, che all’inizio un po’ scettica, lo guardava con aria da ebete.

Lo fece accomodare in casa offrendogli una tazza di buon tè, continuava a ripetergli che in Inghilterra era buona educazione offrire anche dei pasticcini col tè, ma Kagome con far saputello, gli disse che era in Giappone ora, e che in questo paese c’è un altro metodo per offrire il tè.

Gli aveva anche detto che era il figlio di jaken, ma Kagome vide che jared era molto più petulante del padre, anche se la forma umana lo aiutava nel integrarsi nella popolazione.

Parlarono di molte cose, alcune un po’ futili, altre meno, finche non arrivò una domanda che Kagome avrebbe preferito evitare.

-Miss Kagome, Miss Rin dov’è? Il signor Sesshomaru mi ha incaricato, di occuparmi della preparazione di miss Rin per l’evento venturo, beh come sapete ad aspettato mezzo millennio per incontrarla nuovamente e vuole che la bimba sia preparata al meglio.


Sarà la gravidanza, sarà la stanchezza, che Kagome, quasi svenne a udire quelle parole, come poteva ora dirgli così spensieratamente che la dolce e piccola Rin aveva avuto un piccolissimo incidente che inavvertitamente ha cancellato tutti i suoi ricordi dell’era sengoku?

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Capitolo 11
*** 11 ***


ciao mie care fans!! dai direi che mi son regolata con un capitolo a settimana!!
si può accetare ehm ehm...

comunque ecco la seconda parte del capitlo precedente, è corto lo so,
ma è ricco di una piccola chicca!!

un bacione a tutte le fans!!
soprattutto a quelle che mi recensiscono una bacione la vostra intery!!!














Non riusciva proprio a trovare le parole più adatte, quando all’improvviso dalle scalinate. Eccola spuntare insieme a Sota,
ma come avrebbe potuto salvarsi la pelle da quella situazione imbarazzante?

-ehm…signo Jared, ecco qui Rin.

Disse fredda e placata senza esprimere nessuna emozione dalla voce, anche se, sarebbe volentieri sprofondata nel terreno.

Rin la guardava scettica, il suo tipico sorrisino dubbioso, non capiva cosa stava succedendo e non capiva chi era quello starno tipo.

-miss Rin! Anche se siete ancora in acerba età, siete proprio una bella ragazzina, il lord, non mentiva riguardo hai vostri capelli d’ebano, rispendono di luce propria!

-ehm, ci conosciamo? No perché io andrei a fare i compiti con Sota se non vi dispiace, mi scuso tanto ma domani comun verifica e dobbiamo studiare!

Il messo stava per replicare quando Kagome, gli fece cenno di salire in camera, si sentiva sprofondare e per di più in quel preciso momento
stava per avere una nausea fortissima, doveva risolvere quella situazione al quanto ambigua, non le restava che dichiarare la verità.

Lo invitò nuovamente a prendere un’altra sorsata di tè, mentre nel frattempo, gli disse i fatti come stavano.

-capisco… lord Sesshomaru non la prenderà molto bene questa notizia e sarà meglio che venga con me mr Inuyasha,
sapete non vorrei prendermi rimproveri che non merito a causa vostra.

-capisco… ma Inuyasha non è qui al momento!

-non è un mio problema, vi lascio questo biglietto miss Kagome e domani spero, che il vostro compagno si rechi nella residenza di lord Sesshomaru,
 meglio sbrigare certe faccende direttamente fra consanguinei.

La salutò con una svelta stretta di mano senza rivolgere più la parola, sapeva Kagome che il giorno dopo sarebbe stato duro,
 era tutto così complicato e difficile e per lei, tutto questo era molto stancante.

E sapeva per certo, che la chiacchierata di Inuyasha col suo fratellone, non sarebbe sta molto amichevole, anzi.

Era stanca, molto stanca, decise di riposarsi per schiarirsi le idee e di cercare di tenere a bada quei due piccoli demoni etti che aveva in grembo,
 era davvero una faticaccia, non era dei normali feti di essere umano, era per un quarto mezzo demone ed era normale
che si facessero sentire molto prima di qualsiasi altro feto sulla faccia della terra, ma per Kagome era davvero troppo!

Salendo a fatica le scale, vide la porta di Rin socchiusa, da un po’ di tempo si era fatta più impiccione del solito, beh saranno gli ormoni,
cercava vana di darsi una spiegazione logica e plausibile alle sue azioni.

Così si mise a sbirciare e quello che vide la turbò non poco.

Il suo caro fratellino Sota, stringeva amorevolmente le mani di Rin e nel frattempo gli dichiarava il suo amore.

Ok tenera la situazione, pensava ma con tutti i guai che aveva Rin, non era il caso, e Sota lo sapeva benissimo, erano due bambini ad un passo dall’adolescenza, quindi era una cottarella infantile, ma a Kagome quella situazione non riusciva proprio ad andare giù.

Ma con sua grande sorpresa, furono le parole di Rin a rincuorarla.

Sota capisco i tuoi sentimenti, ma io… non me la sento, saranno i miei problemi di salute, sarà che mi sento ancora una bambina,
 ma non me la sento di avere una storiella con te, mi sento ancora troppo piccola e troppo condizionata dalla mia condizione mentale,
 quindi non prendertela e poi, non vorrei rovinare la nostra amicizia".

Kagome si sentì sollevata da quelle parole, ma si era giurata in cuor suo che avrebbe fatto, una bella lavata di capo al suo caro fratellino,
che stupendosi ribatté a Rin.

-    Ma allora non mi dai nessuna possibilità?
-    Non so…magari un giorno ci ripenserò!
La vide Kagome che le sorrise, gli regalò un sorriso strano a quel baka di suo fratello, un sorriso che regalava solo a lui, anche se non era lo stesso.

Decise che per quella giornata non avrebbe fatto più nulla,, quindi kagome ando dritta nel suo letto a dormire, aspettando quell’altro baka di inuyasha per spiegargli tutta la situazione.

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