Un amore di migliore amico.

di Lovewriting01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due amici e tanti ricordi. ***
Capitolo 2: *** E tu cosa ci metti in valigia? ***
Capitolo 3: *** Il profumo della tua pelle. ***
Capitolo 4: *** Niente paura. ***
Capitolo 5: *** Il primo giorno di Università. ***
Capitolo 6: *** Stanotte non sarai qui con me. ***
Capitolo 7: *** Puoi farmi solamente del bene. ***



Capitolo 1
*** Due amici e tanti ricordi. ***


Un caldo pomeriggio di inzio Settembre.
Dalle finestre entrava un leggero vento caldo,che faceva svolazzare leggermente le pagine di quel libro di biologia.
Luca lo fissò e pensò che magari con altri libri simili uno poteva costruirci una casa.
Ma non erano i suoi progetti.
Lui e Alessandro,avevano altri progetti per la testa.
Medicina.
Avevano scelto di condividere anche questo passo importante della loro vita.
"Insieme anche questa volta,amico mio!" erano state le parole di Ale.
Nessuno osava provare a spiegare questa strana amicizia.
Cosi diversi,eppure si completavano.
Quei due avevano condiviso proprio ogni cosa.
L'asilo,il primo e l'ultimo giorno di scuola,la maturita',il primo tiro,il primo spinello,le nottate fuori casa,le cazzate e qualche volta,anche qualche ragazza.
Luca lanciò ancora un'altra occhiata malefica su quel libro che lo aveva tenuto impegnato tutto il pomeriggio.
Il test di ingresso sembrava esser vicino,e l'ansia aumentava.
Pensò ad Ale,e si chiese come mai lui non era ansioso,ma si spiegò subito che quel ragazzo non sarebbe mai riuscito a capirlo.
Sua madre li lanciò un'occhiata che per un attimo le terrorizzò.
Poi sorrise.
E lui pensò che una volta arrivato a Roma tutto questo gli sarebbe mancato.
Sua sorella Claudia,la sua citta',i dolci sorrisi di sua madre,suo padre che mancava gia' da un pò di tempo,il dolce scodinzolare di Toby.
A rasserenarlo per fortuna c'era il pensiero di avere il compagno di mille avventure al suo fianco. Ale.

"Sei stanco? Sono ore che studi?" chiese premurosamente sua mamma.
"Si,ho la testa che fra un pò va in crash?"
"Crash?"
"Si,come what's up sul telefono di Ale"
Sorrise al ricordo della faccia del suo amico quando lesse sul display del suo bell'Galaxy SII -l'applicazione è andata in crash-.
Digitò il numero di Ale,ognugno sapeva a memoria il numero dell'altro,la data di nascita,i difetti,le paura e le idee.
"Comandi!" la voce di Ale suonò squillante e carica di vita.
Ecco un'altra cosa che Luca non avrebbe mai capito; come facesse Ale ad essere sempre cosi pieno di vita.
Lo era anche quando Arianna lo mollò dopo due anni di relazione per Luca.
Eh già,nemmeno una bionda era riuscita a separare quei due.
"La smetti di risponde in questa maniera?"
"Ti da fastidio saputello?" 
Risero entrambi al pensiero di quello strano nomignolo.
"Sei sempre il solito. Film e pizza? Il cervello fra un pò va in crash."
"Non pronunciare quella parola che è meglio. Stupido telefono!"
"Ahahah sei un mito!"
"Fra mezz'ora sono da te,il tempo di finire queste due pagine"
"Veloce!"
"Tranky funky!"
Se c'era una cosa che Luca amava sfogliare era l'album che Ale gli aveva regalato per i suoi 18 anni.
Conosceva a memoria quell'album,ma continuava ad amare le sue pagine cartonate,il suo profumo,le sue fotto vecchie di 18 anni.
Era sempre bello sfogliarlo.
Le foto del primo giro in macchina,e si ricordò di quando Ale prese con tutti i sensi un palo lungo il fiumiciattolo che portava nelle zone di campagna.
Le foto in quel prato da quelle parti,con una spiga di grano perennemente in bocca,sdraiati sotto il sole sull'erba fresca.
Sfogliando sfogliando,mezz'ora era gia' passata.
Non c'era una volta in cui Ale era in ritardo. Sempre puntuale,e se Luca stava male arrivava anche senza che lui lo chiamasse.
Luca pensava sempre che dovesse avere un qualche potere in grado di leggergli nel pensiero.
"Oh me la ricordo quella foto! Ma ricordi quando presi di ponte quel palo?"
"ahahahah ci stavo pensando prima!"
"E di quella volta che tentai di rimorchiare la bruna della 3B e mi diede un 2 picche micidiale?"
"Dai che ci sei stato male!"
"Come quando sei stato rimandato in greco!"
"Quella stronza della Bertolotti!"
Entrambi si ritrovarno a contorcersi dal ridere,ed entrambi provavano piacere nel sapere che i ricordi prefertiti di uno lo erano anche dell'altro.

 
Scusate la lunghezza ma ero molto ispirata!
Spero che questa storia vi piaccia,perchè ci sto mettendo anima e cuore.
Sono G. e amo dannatamente scrivere.
Ho scritto una decina di storie fino ad ora,ma non le ho mai ritenute adatte per questo sito.
Questa invece è diversa,questa ha quel qualcosa in piu'.
Spero vi piaccia...e RECENSITE..vi pregooo!*-*
Ovviamente passo a leggere le vostre long (Essendo anche una buona lettrice..ehehehe) e a recensirle! :)

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Capitolo 2
*** E tu cosa ci metti in valigia? ***


21 Settembre,giorno di test.

La sveglia suonò imperterrita, ore 5.30.
Il ragazzo allungò un braccio e tentò di premere il tastino magico che avrebbe interrotto quel "driiiiiin" odiossismo.
Nulla da fare,dovette alzarsi.
"Maledetto treno..2 ore per arrivare in universita',non vedo l'ora di trasferirmi,accidenti!" mormorò guardando il suo cagnolone negli occhi. 
Si alzò ed eseguì quasi meccanicamente ogni singolo gesto della sua routine mattuniera.
Si preparò,e si avviò verso casa di Ale.
"Bella"
"Ehi amico hai la stampa del cuscino in faccia!" disse il suo migliore amico stampandoli un sorriso a 32 denti alle 6.30 del mattino.
"Sei molto simpatico,muoviamoci o faremo tardi" disse Luca incamminandosi.
"Muoviamoci che facciamo tardi,è tardi,veloce..bla bla"
"E non farmi il verso!"
"E tu comincia a sorridere!"
"Ma sono le 6.30!"
Le voci dei ragazzi andavano man mano scemando nell'aria gelida di quel 21 settembre.

Giorno 1 Ottobre,risultati.

Ricevette l'email.
Era stato preso.
Sobbalzò dalla sedia e corse da sua madre,sua sorella e Toby a dare la bella notizia.
Sua sorella l'abbraccio',il cane gli saltò addosso, ma tutta l'euforia di quel momento fu interrotta da una domanda di fondamentale importanza.
"E Ale? Ti ha fatto sapere niente?"
Si fermò a riflettere per due minuti,diede uno scatto improvviso verso la porta,lasciondosi dietro un "Mà vado da Ale!"

Suonò il campanello ed attenderlo ci fu un Alessandro troppo allegro.
"Sono stato preso!"
Un sorriso. Un abbraccio. Il calore di un amico. Una sensazione strana all'altezza dello stomaco.
"Bisogna festeggiare!" esordì Ale "Stasera ci ubriachiamo a pezza!" continuò sicuro.
"Devo ricordarti che sono astemio?"
"Vabbè significa che la tua sbronza per stasera sara' l'acqua frizzante"
"Stronzo!"
"Dai,che ti voglio bene! Entra!" 
"E i tuoi?"
"Fuori,in giro,boh"
"Aaah"
"Perchè?"
"Curiosità?"

"Quando è prevista la nostra partenza?" disse Alessandro puntando il suo sguardo in quello di Luca.
Aveva detto bene?
La loro partenza?
"La n-nostra?"
Ale agitò una mano davanti al volto del amico fraterno.
"Minchia brò,c'hai il cervello fuso! Condivideremo la casa!"
Per un attimo nel cervello di Luca rimase impressa la parola N O S T R A.
Una strana sensazione all'altezza del petto,un calore improvviso mai provato.
Cosa stava accadendo?
Non riusciva a proferir parola.
Non una singola lettera.
Pronunciare un periodo era diventato quasi impossibile.
"Vabbè io esco a fumarmi una sigaretta,tu oggi sei sconnesso" 
Cosa stava accadendo?
Luca non riusciva a chiedersi altro.
Perchè?
Quegli occhi.
Non aveva mai fatto caso a quanto fossero scuri.
Quei capelli color rame e quelle tenere lentiggini.
Continuava a ripetere di doversi riprendere.
Passarono 10 minuti buoni,fin quando (ripresa la dignita') si rese conto di avere la gola leggermente secca.
Fece un lungo respiro,lunghissimo per i suoi gusti.
"Ale..." pronunciò il suo nome flebilmente,quasi avesse paura di rovinare una qualche poesia nascosta dietro quel nome "Posso prendere dell'acqua per favore?" fissava incessantemente il pavimento.
Quegli occhi lo avevano colpito e affondato.
"Luca ma sei sicuro di star bene? Non farmi preoccupare"
"No,sto bene giuro."
"Se lo dici tu. Sai che per qualsiasi cosa.."
"Ci sei"

-Per qualsiasi cosa. Per qualsiasi cosa. Per qualsiasi cosa. Per qualsias.. Per quals... Per qua.. Perch.. Perchè ha degli occhi cosi profondi?
Questi erano i pensieri che girovagavano nella testa di Luca.
Perchè non aveva mai notata i suoi occhi?
La testa cominciò a girare,forse era dovuto al forte odore di fumo.
O di Alessandro.
Non l'hai mai capito.
Si sedette d'improvviso su una sedia.
Di nuovo la stessa domanda.
Cosa dimaine stava succedendo?
Versò un bicchiere d'acqua,poi sopsirò.
Bevve,e fece un respiro lungo un secolo.
Restò 20 minuti buoni in quella cucina dalle pareti color blu.
"Sicuramente mi sto esaurendo,con tutto questo stress"
Si stupì del riatrdo con cui aveva trovato una simil risposta ai suoi perchè,e decise di raggiungere l'amico,che trovò intento a fare le valigie.

"Come stai?" disse Ale "Secondo me hai un pò di febbre" disse poggiando la sua mano sulla fronte di Luca.
"No ale,stai tranquillo"
"Se lo dici tu."
"Che fai?"
"Le valigie. E te in valigia che ci metti?"
"Qualcosa di utile"
Alessandro sobbalzò tutt'un tratto.
Si avvicinò al volto di Luca,cosi vicini da poter sentire l'uno il respiro dell'altro.
"Facciamoci una promessa."
Quello sguardo ancora.
I neuroni di Luca andarono in tilt.
Ma la risposta era sempre li,con i suoi modi razionali,con i suoi 'è facile' 'è cosi'.
Era colpa dello stress.
"Quale?"
"Qualsiasi cosa succeda,qualsiasi ostacolo troveremo.. Io e te sempre insieme. Sempre"
"Non c'era neance bisogno di prometterselo".
Strinsero i loro mignoli,e si scambiarono dei sorrisi.

Io e te sempre insieme.
Sempre.
Insieme.

I o e t e.

 
Bella regà!
Ahahaha.
Volevo ringraziare le 50 anime che sono passate a leggere il primo capitolo,le due che hanno messo la mia storia fra le seguite e la 4 anime che hanno commentato. 
Volevo ringraziare anche xcarots (spero di aver scritto giusto) poichè si sta instaurando un bel rapporto e ci scambiano recensioni,visite e quant'altro.
Vorrei chiedervi un piccolo favore.
Potete lasciarmi qui il vostro parere?
Mi sto impegnando al massimo per fare conoscere la mia storia a un pò di gente e sapere cosa ne pensano.
Anyway,capitolo in cui si comincia gia' a muovere qualcosa.
Ma è ancora presto.
Maledetta razionalita'!

Comunque questa storia è dedicata ad una persona in particolare che so che mi legge.
E' dedicata a te.
Sei speciale anche con questa tua piccola caratteristica.
Ti voglio bene amico mio!

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Capitolo 3
*** Il profumo della tua pelle. ***


Lunedì 30 settembre,la partenza.

"Ma porca puttana oh!" quella mattina dalla bocca di Ale non uscivano altre parole.
"Ma cazzo la vuoi smettere?"
"Cazzo di treno"
"Sono solo 5 minuti di ritardo"
"In cinque minuti uno può conquistarci il mondo"

Immediatamente quelle parole fuorno seguite dai pensieri di Luca.
-in cinque minuti tu hai conquistato me.

"Ma cosa cazz..?"
"Ehi Liuk,che ti prende?"
Il ragazzo fissò l’amico incredulo dei suoi stessi pensieri,e puntando i suoi occhi color ghiaccio in quelli neri dell’amico pronunciò un “Niente”
Che di niente aveva ben poco.
-Sempre la stessa risposta: è colpa dello stress- pensò.
Era di nuovo immerso nei suoi pensieri,e trasalì al tocco della mano calda dell’amico sulla sua nuca.
Era uno schiaffo in piena regola.
“Oh ma che hai?”
“Il treno!” esclamò l’amico.
“Aaah..non ti capirò mai”
“Non ne hai bisogno” disse voltandosi e strizzando l’occhio.
Un sorriso spuntò sulla bocca di Luca.

Erano seduti accanto,e non fu certo difficile per Luca notare che quella mattina Ale non aveva su il suo amato profumo.
-Perché non lo ha messo? Io amo quel profumo-
Restò ad interrogarsi per un paio di minuti,ma non trovava il coraggio di chiedere all’amico come mai.
Perché?
In fondo loro si erano sempre detti tutto,compresa la loro prima volta,nei minimi dettagli.
Sospirò,e tentò di raccogliere quel poco di coraggio che aveva.
Fu Alessandro a parlar per primo.
“Appena arriviamo,dobbiamo andare in profumeria”
Certo.
Adesso era tutto chiaro.
Luca si finse poco interessato e rispose semplicemente con tono quasi infastidito “Ah va bene”
Sentì l’amico afferrarlo per un braccio e avvicinarlo a sé.
“Ohi Luk,fammi dormire,c’ho sonno” disse poggiando la testa nell’incavo del collo del suo amico.
Si completavano anche nel fisico quei due.
Luca arrossì in viso dopo quel gesto,ma per sua fortuna Ale dormiva già.
Ne scrutava ogni singolo lineamento.
La pelle marmorea.
Le labbra carnose e screpolate dal suo vizio di morderle continuamente.
Le mani da chitarrista,con i calli del mestiere.
Possibile che non si era mai accorto quanto il rosso di quella felpa donasse al suo incarnato?
Era bello, il suo Ale.
Ne accarezzò delicatamente le labbra e le guance.


I suoi pensieri erano un minestrone di sentimenti, parole, amore, amiczia.


E’ cosi bello quando dorme.
Smetti di pensare queste cose,non sei mica una femminuccia?
Ha delle mani stupende.
Cosa ti aspetti,una carezza? Riprenditi.
Ha occhi neri come la pece. Profondi. Scuri. Stupendi.
E beh e ora? Hai concluso qualcosa?



“Smettila Luca!” esclamò facendo attenzione a non svegliare la causa di tutti quei problemi.
Poggiò la testa su quella dell’amico e lasciò che le parole scivolassero via dalla sua bocca.
“Al naturale,il profumo della tua pelle è ancor piu’ buono”.
Basta interrogarsi, basta con i perché.
Adesso tutto cominciava ad essere piu’ chiaro.
-Niente paura.
Ripeteva fra sé e sé.
-Niente paura Luk. Niente paura.

 
 
L’angolo di G.

Guarda passar le mie mani tremule fra i tuoi dolci capelli.
Lasciati accarezzare un altro pò.
Concedimi le tue labbra ancora per un po’.
E se io ti amassi ancora per un po’?
Davvero è cosi lungo un attimo che dura per sempre?

Per altre mie ‘poesie’ qui:
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Grazie a chiunque stia seguendo la storia,l’ha messa fra le preferite e  grazie a chiunque mi abbia lasciato un suo pensiero in una recensione.
Grazie infinite!

 

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Capitolo 4
*** Niente paura. ***


Una volta qualche canzone,mi aveva suggerito questa frase.
“Niente paura,niente paura ci pensa la vita mi han detto cosi.
Niente paura,niente paura,si vede la luna perfino da qui”
 
“Roma non far la stupida staseraaaaa!” urlò Ale affacciandosi dal balcone del loro appartamento.
“Oh ma che ti gridi che sono le due di notte?” sbiascicò Luca alzando lo sguardo dal suo manga preferito.
Alessandro scoppiò in una sonora risata,e Luca pensò che non ci fosse niente di piu’ bello al mondo del suo sorriso.
Quelle labbra perfette.
I denti bianchissimi anche dopo 5 anni di Marlboro rosse.
Il tono della voce che non dava mai fastidio.
Quella casa sembrava gia’ piena di Alessandro.
Sembrava avesse contaminato ogni singolo angolo della casa,eppure erano poche ore che era li dentro.
Il frigo gia’ mezzo vuoto.
Le bottiglie di birra nella spazzatura.
Il posacenere pieno,che quando Luca l’aveva visto aveva esclamato “Tutto quel fumo ti ammazzerà”.
I cuscini del divano gia’ in disordine e il letto gia’ sfatto.
Oh,e il cuore di Luca.
Quel giorno aveva presa una grande decisione.
Aveva deciso di esser coraggioso.
Di lasciar vivere le sue emozioni e i suoi sentimenti per Alessandro.
Aveva deciso di farsi incantare ancora dai suoi occhi neri,e di lasciarsi trasportare dalle note dolci della melodia della sua voce.
Tornò con gli occhi sul libro,controllando con lo sguardo che Alessandro (gia’ mezzo brillo) non combinasse qualcuna delle sue.
Luca l’aveva capito di essere diverso.
“Luca….” Il suo tono di voce sembrava quasi serio; si voltò.
Lo sguardo fragile, triste, senza piu’ barriere.
“Dimmi” non esitò a staccar gli occhi dal libro.
“Vieni e guarda quante stelle”
Non esitò nemmeno un secondo a restar seduto sulla sua sedia.
Si avvicinò,tirò un sospiro e notò che Alessandro non aveva ancora indossato il profumo.
Erano andati di fretta a comprarlo.
Alzò lo sguardo cercando chissà quale costellazione.
“Da casa mia con tutte quelle luci,non ne vedevo nemmeno una” sibilò.
Sapeva benissimo che l’unica stella di cui aveva bisogno era accanto a lui.
“Adesso le potremo osservare ogni volta che vorrai.”
“Che vorrò?”
“Si, che vorrai. Sai..pensavo ad Arianna”
Il giovane dagli occhi azzurri sentì una lama ghiacciata passargli il petto.
Un dolore lancinante all’altezza dello stomaco.
“Come mai?” non riuscì a chiedere altro.
“Tu credi ancora nell’amore Luca?”

-Amore. Amor. Amo. Am. Alessandro.-

Scosse nuovamente la testa,doveva ancora abituarsi a quei pensieri.
“Si,ci credo” disse in maniera decisa. “Come mai me lo chiedi?”
“Ho voglia di innamorarmi Luca,come mi sono innamorato di quella stella” disse indicando con l’indice una stella che non emanava cosi tanta luce.
“Ci sono molte altre stelle,perché proprio quella?”
“Ha quel qualcosa di piu’. Piccola e fragile”


Se solo avesse saputo che l’unico ad essere piccolo e fragile in quel momento era Luca.

“Non mi aspettavo questo discorso da te Ale.”
“Era gia’ da un po’ che ne volevo parlare con te. Perché io è solo con te che posso parlare.”

In quell’esatto momento Luca faticò nel dire “Ti voglio bene”
-Non hai capito niente Liuk.- pensò fra sé.
Non gli vuoi bene.
Lo ami.


“Te ne voglio anch’io. Sei come un fratello”
Si guardarono per un attimo e Ale diede una piccola pacca dietro la spalla di quello che sarebbe dovuto essere suo fratello.
“E’ tardi,andiamo a dormire. La stanza con il letto matrimoniale è la mia” sussurrò Luca.
Quanto sarebbe stato bello condividere quel letto con Alessandro.

Passò la notte immaginando tutta la scena.
Loro due abbracciati.
Il profumo di Alessandro.
Ci volle poco affinchè il cuscino fosse zuppo di lacrime amare.
Perché a lui?
Alessandro non sarebbe mai potuto esser suo.
E questa cosa lo feriva.
Pensò che prima o poi quel pensiero insistente l’avrebbe ammazzato.
“Stupido amore” sibilò stringendo a sé il cuscino,troppo intriso di lacrime per dormirci sopra.


L’angolo di G.
Vorrei ricordarvi ancora la mia pagina face book:
https://www.facebook.com/pages/Biancanera/351637808247707?bookmark_t=page

Un grazie a xcarlots che si offerta di aiutarmi con il banner della storia (Essendo io una gran ciuccia con banner e roba varia..e un grazie a tutti voi che recensite,seguite la storia,mi date consigli e quant’altro!
Vi voglio bene!
Besos!

 

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Capitolo 5
*** Il primo giorno di Università. ***


Martedì 31 settembre,primo giorno di universita’.


“Veloce!”
“Ma la smetti di mettermi fretta?”
“Ale sono le dieci porca miseria!”
“Scendo,scendo”
“Dammi una sigaretta”
“Ma se sono anni che non fumi”
“Non mi interessa sono nervoso”.


Quella mattina non cominciò nel migliore dei modi.
Avevano fatto tardi,e come se non bastasse il pullman di città non era da meno.
Si sedettero su una panchina,entrambi troppo stanchi per parlare.
Luca si soffermò a guardare il mozzicone che aveva in mano.
Si paragonò alla sigaretta,poiché come lei anche lui stava bruciando lentamente.
Riaffioravano tutti i ricordi con Alessandro,e scandendoli minuziosamente tentava di trovare una risposta ai suoi perché.


Aveva pianto la notte prima per Ale.
Perché?


La testa cominciò a girare,forse perché non fumava da tanto o forse per il poco sonno,o le troppe domande.
Un senso di nausea si fece strada in lui.
Un colore pallido prese il sopravvento.
“E’ l’inizio” pensò, e continuando “è l’inizio della mia fine”.
Passarono altri cinque minuti e quando Alessandro si voltò per guardare Luca non credeva ai suoi occhi.
Una Luca diverso,si vedeva che aveva qualcosa che non andava.
Stretto al suo maglione,gretto, quasi inerme.
“Oh Luca ma che hai?” aveva quasi paura a sfiorarlo.
“Sicuramente è per lo stress,o per il sonno perso”
“Tu tremi Luca”
“Non preoccuparti” esclamò.
Poi finì la frase nel suo pensiero ‘io tremo ogni volta che mi sei accanto’.
“Tu hai qualcosa che non va”
“No”
“Si”
“No”
“Ne parliamo piu’ tardi a casa”.

In quell’istante Luca pregò affinchè Alessandro dimenticasse la loro conversazione.
Alessandro non meritava bugie.
E se gli chiedesse ‘Che hai? Parla!’ inchiodandolo con due braccia al muro e incatenando i loro sguardi come faceva ogni volta?
Lui cosa avrebbe risposto?
Che era tutto ok?
Che era solo stanchezza?
Quanti sentimenti contrastanti.

-Alessandro non merita bugie. E allora perché continui a mentire?
Senza rendersene conto erano saliti entrambi sul pullman.
“Tieni” disse con tono secco Ale passandogli una cuffia “La musica è la migliore medicina” professò come fosse stato il migliore dei dottori.
Luca non rispose,si limitò semplicemente a raccogliere l’invito dell’amico.
Sperava ardentemente che quella merda lo tirasse fuori da tutti i suoi guai.

“Dovrebbe essere qui” sibilò Luca davanti alla porta di un’aula.
“Entriamo no?”
“E se non è qui?” chiese tutto preoccupato.
Alessandro,cingendo le spalle dell’amico con un braccio e stampando uno dei suoi sorrisi esclamò “E che ti frega? Magari conquistiamo anche qualche donzella!” Sogghignò sotto i denti.

Le ore passarono veloci ed entrambi avevano conosciuto un ragazzo,Mattia.
“La mensa è di qui.” Proclamò con un accento romano cosi forte da far sentire i ragazzi come alieni. “Non siete di Roma,vero?”
“No no siamo di fuori” rispose Luca portando la sua mano destra dietro la nuca.
“Eccola” continuò Mattia.
In lontananza una ragazza bassina,magra di corporatura e con capelli ricci e lunghissimi.
Mattia le stampò un bel bacio sulle labbra.
“Ragazzi lei è Alice,la mia futura sposa” la ragazza esibì subito la mano con l’anello della proposta.
Una diamante così grosso da emanare luce propria.
“Piacere sono Alice!”
Si presentò la ragazza,stringendo le mani ad entrambi.

 
L'angolo di G.
Ogni volta cambio colore,eheheheheh.
Comunque capitolo transitorio e di passaggio,ma non prendetelo sotto gamba..è il filo conduttore dei tre capitoli WOW (?) che ho appena scritto.
Sono cosi fiera di me*-*
Buahahahhahahah.
Comunque un grazie a chi segue la storia,chi la recensice e anche a chi mi da qualche consiglio.
Grazie anche a chi ha messo mi piace alla mia pagina facebook,di cui vi lascio nuovamente qui il link.

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Capitolo 6
*** Stanotte non sarai qui con me. ***


“Se vi va stasera c’è una festa organizzata da un paio di amici”
Gli occhi di Ale si sgranarono,amava le feste.
“Grande!” esultò “Però..”
“Però?” Luca era quasi sorpreso. Davanti ad una festa Ale non aveva ne ma e ne se.
“Però oggi pomeriggio io e lui abbiamo da fare?” disse cingendo l’amico con un braccio e sorridendo alle due nuove conoscenze.
Il cuore di Luca cominciò a battere all’impazzata,come quello di un bambino di fronte il regalo tanto ambito.
La sua salivazione aumentò,quasi sudava e felice come una pasqua domandò “Si? Abbiamo da fare,sul serio?” il tentativo di mantenere un tono poco entusiasta fallì miseramente.
“Si,abbiamo da fare!”
“Oh,va bene”
Nella testa di Luca solo e solamente la parola abbiamo.
Dopo essersi dati appuntamento stasera,i quattro si salutarono e Luca (cercando invano di mantenere la lucidità) chiese “Ma cos’è che dobbiamo fare oggi?”
“Cazzate in giro per Roma” sghignazzò l’amico.
Luca ricambiò il sorriso.

“Dai basta fermiamoci. Sudo”
“Ahahahahhahaha è cosi divertente Liuk!”
“Lo facevamo quando avevamo dieci anni!”
“Oh dai che lì c’è un condominio”
Luca alzò la testa dalla posizione china in cui era per il troppo affanno, e vide il suo amico puntare già un altro campanello.
“Tre,due,uno….scappa cazzo!”
Una corsa dietro l’altra,come due bambini.
“Fermiamoci almeno per un caffè!”
“La pensata non è malaccio!”
Si fermarono in un piccolo bar al centro di piazza di spagna.
“Due caffè grazie”
Fra i due calò il silenzio.
“Ti ho sentito ieri sera sai”
Il cuore di Luca si fermò per un momento.
Cosa aveva sentito?
I pianti?
I ti amo sussurrati?
“Cosa?” domandò con voce debole Luca.
“Piangevi”
Finse un sorriso,e scoppiò a ridere.
“Ma sei scemo o cosa Ale?”
“La stessa situazione di ieri mattina”
Luca sentiva d’aver perso.
“Taci”
Si avvicinò in maniera brusca al tavolo e fissando negli occhi Luca si raccomandò “Sai che puoi contare su di me”
“Lo so.” Luca divenne d’un tratto serio “Piuttosto,fai in modo di non combinare guai come l’ultima volta stasera”
“Non ti deluderò”
“Promettilo”
“Prometto”
L’ultima volta era finita male.
Alessandro aveva passato quasi un anno ai domiciliari per 2 grammi d’erba addosso.
Non toccavano mai quell’argomento,forse era stato l’unico momento di crisi nella loro amicizia.

Luca non si trovava a suo agio in quel locale.
Ovunque spostasse gli occhi vedeva Mattia e Alice strusciarsi e baciarsi,e cagne in calore strusciare il loro sede contro le parti intime di Alessandro.
Prova vergogna, schifo, disgusto.
Non ballò per tutta la serata,e decise di mettersi buono buono in un angolino del bar.
Intanto dagli specchi della vetrata degli alcoli osservava tutto ciò che faceva Alessandro.
Non vedeva l’ora arrivasse la mattina successiva per poter sgattaiolare via da quel locale mostruoso.

Si diresse alla macchina con Mattia e Alice.
“Sapete dove è Ale?” domandò.
“E’ già andato in macchina.”
“Perfetto.”

Arrivarono in macchina,e la scena trovata bastò per mandare su tutte le furie Luca.
Puzza d’erba, di sborra, e di alchool, e una biondina impegnata a saltare sul sul membro di Alessandro.
Era troppo.
“Alessandro cazzo! Porca puttana! Scendi da quella macchina immediatamente!”
La prima a scendere fu la biondina,coperta solo da una fascia.
Forse era un vestito?
Alessandro si vestì alla meglio e scese.
“Ma cosa hai da gridare tanto?”
“Guardati cazzo! Guardati! Sei ubriaco fradicio,puzzi d’erba e sei ridotto a una pezza!”
Luca urlò,urlò con tutta la voce che aveva in corpo,quasi a rimanere senza fiato.
“Stanotte resta con noi,forse è meglio” disse Alice fissando negli occhi Luca.
“Tenetevelo caro! Io con questo pezzo di merda non voglio averci niente a che fare!”
In quel momento nel cuore di Luca c’era un mix di emozioni letali.
Amore.
Paura di aver perso Alessandro.
Delusione.
Rabbia.
Sgomento.
Dolore.
Le lacrime furono inevitabili.
Cominciò a correre,correre e correre, fin quando non raggiunse la porta di casa sua.

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Capitolo 7
*** Puoi farmi solamente del bene. ***


Arrivò a casa sua,e lasciandosi scivolare lungo la porta si lasciò cadere fra le braccia di morfeo.
A svegliarlo furono i pugni di Alessandro sulla porta.

Si risollevò dal pavimento,non credeva di aver dormito tutta la notte li.
“Luca! Luca cazzo! Luca apri!”
Passarano dieci minuti buoni prima che Luca si decise di aprire la porta.
Trovò Alessandro seduto sull’unico scalino che anticipava la porta di ingresso.
Aprì la porta,senza fiatare,senza dire una sola parola.

“Luca..” sussurrò l’amico.
“Ti ho fatto entrare solo perché condividiamo casa”
“Devi aiutarmi”

Si voltò e trovo il suo amico in lacrime.
“Non mi interessa in che cazzo di guai ti sei ficcato.”
“Il mio guaio sei tu. Sei il mio punto debole” disse ,quasi senza respirare.

Per un attimo il cuore di Luca si fermò e il sangue non affluì piu’ al cervello.

“E’ che io non so cosa mi prende quando ti vedo” mentre pronunciava queste parole Alessandro teneva gli occhi bassi,quasi come se il pavimento fosse piu’ interessante del volto del suo amico.
“Io si. Capita spesso anche a me”
“Cosa?”
“Di provare quella sensazione”
“Ovvero?”
“L’amore”
“Non posso”
“Perché”
“Potrei amarti troppo”
Luca non potè trattenersi per la rabbia e continuò,senza paura,senza idugi,sfogò tutta la notte precedente.
“Non posso. Non voglio se mai! Ammettilo! Non vuoi Alessandro” Alessandro. Quanto male faceva quando Luca pronunciava il suo nome per intero “Siete tutti legati ai vostri pregiudizi di merda,al sesso,alle vostre stupide cose!”
“Luca calmati”
“Sono stufo.”
Uscì sbattendo la porta alle sue spalle.

Ormai si era fatta l’una di notte,e Luca era rimasto sempre li,su quella panchina,fra qualche panino,un paio di birre e qualche Winston troppo amara per essere fumata.
Nel momento stesso in cui decise di inviare un messaggio ad Alessandro sentì una voce.
“Ti ho cercato per tutto il giorno”
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi languidi dell’amico.
“Mi sei mancato cosi tanto”
Manteneva i suoi occhi neri rivolti verso il basso,forse Luca non aveva poi cosi torto.
“Ale..io davvero..devo chiederti scusa”
“No”
“No?”
“Non è di quello che ho bisogno”
“E di cosa?”
“Stanotte,resta con me”
Luca lo abbracciò istintivamente e Alessandro si fece piu’ piccolo sul suo petto.
“Non sono pronto ancora,devo capire un sacco di cose”
“Sssssh” lo rassicurò Luca. “Sono qui per un motivo ben preciso”
Alessandro sorrise flebilmente.


Fu in quel preciso istante,fra quelle braccia che lo avevano stretto un mucchio di volte,che capì che mai nessun posto era piu’ accogliente delle braccia di Luca.

“Andiamo a casa,fa freddo”
“Si”

“Sei ancora sicuro di voler restare con me stanotte? Non devi sentirti obbligato”
“Stanotte ho bisogno di te”

Al risveglio Alessandro non c’era.
“Ale…”
“Buongiorno” lo trovò in piedi sull’uscio della porta “Scusami” continuò “Devo ancora abituarmi a tutto ciò che sto provando,spero possa perdonarmi”
“No,non devi scusarti”
“Ti ho preparato la colazione”
“Grazie”

Fecero colazione,e ogni tanto si sfioravano con lo sguardo.
Luca sentiva un vento freddo sfiorargli la pelle.
Sapeva che sarebbe andata a finire cosi.
Se lo sentiva.
Fissò per un attimo Alessandro,intento a finire tutto il suo caffè.
E se Ale avesse poi capito che non era quello ciò che lui voleva?

Forse non era il momento per pensare,perché si ritrovò le braccia di Alessandro strette in una morsa dietro il collo.
Sentì qualcosa di umido sul suo collo,e il calore della guancia di Alessandro.
“Se ripenso a tutto il male che ti ho fatto..”
Luca asciugò prontamente le sue lacrime e passò una mano fra i capelli di Ale.
“Tu puoi farmi solamente del bene”
“Davvero?”
“Si”

 
L'angolo di G.
Ciao ragazzi,vorrei scusarmi con voi per il fatto che non sto aggiornando ma davvero..non è colpa mia ragazzi,non so piu' cosa fare :(
Mi sono ripromessa di strappare ogni giorno 5 minuti allo studio,almeno per portarmi avanti con la storia.
Oggi aprendo il diario però ho notato che non avevo niente..e quindiii..JE DO SOTTO :D
Buona scrittura a me,e buona lettura a voi:3

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