sisterVSbrother

di mikaru99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il risveglio di Sasuke ***
Capitolo 3: *** gli occhi, il riflesso dell'anima ***
Capitolo 4: *** Che confusione c'è tra testa e cuore... ***
Capitolo 5: *** Come hai potuto?! ***
Capitolo 6: *** Ti conosco....fin troppo bene... ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Pugno...schiaffo...calcio...

Il corridoio risuonava di colpi.

Itachi Uchiha, criminale di livello S, aveva appena messo al muro il fratello Sasuke, oramai privo di sensi in seguito alle percosse ricevute.

“Tu sei troppo debole” disse Itachi con voce cupa.

“Il fatto è che...” continuò avvicinando la bocca all'orecchio dell'altro.

“Non mi odi abbastanza”

 

A una decina di metri (o forse di meno, bho...) un paio di occhi azzurro cielo osservavano attoniti la scena.

“Come puoi vedere non ha alcuna pietà...il ragazzino non avrebbe mai dovuto mettersi in mezzo” gli giunse la voce di Kisame, l'uomo-squalo compagno di Itachi, sovrastate dalle urla di Sasuke.

Con uno scatto repentino, Naruto si volse verso i due fratelli e vide Itachi guardare il fratello, che a sua volta lo fissava senza vederlo, con una luce diversa negli occhi.

Nessuna pietà, aveva detto...

E in effetti quella non era pietà...

Era un sentimento diverso, a cui non riuscì ad attribuire alcun nome.

“Kisame, prendi il ragazzo della volpe e andiamocene...muoviti, se ci scoprissero sarebbe una vera seccatura” ordinò Itachi, poi però sembrò ripensarci e di uovo barlume insolito attraversò i suoi occhi rossi.

Senza dire altro, si chinò e si caricò sulla spalla il corpo inerte di Sasuke.

Kisame lo guardò un po' scettico.

“Come? Hai davvero intenzione di portare con noi anche lui?” chiese infatti l'uomo-pesce.

“Non possiamo rischiare di lasciarlo qui...ha visto e sentito troppo e potrebbe rivelare a qualcuno di poco propizio le nostre intenzioni a proposito della volpe...dobbiamo tenerlo all'organizzazione” rispose Itachi avvicinandosi a Naruto.

Il ragazzino disciolse lo sguardo per non incontrare quegli occhi assetati di sangue.

Ma Itachi fece scivolare una mano sotto il mento del biondo alzandogli la testa e costringendogli così a sostenere il suo sguardo.

Naruto si sentì prevalere da un inspiegato terrore, poi pian piano cominciò a sentirsi strano e, prima di poterselo impedire sentì le palpebre pesanti...

Troppo...pesanti...

 

Angolo autrice:

Salve a tutti!

Innanzitutto comincio col dirvi che questo è solo il prologo...ergo, i capitoli seguenti saranno più lunghi.

Questa è una storia che mi è venuta in mente guardando per la milionesima volta lo scontro tra Sasuke e Itachi nella prima serie...e la mia mente a elaborato un modo per far riavvicinare i due fratelli, senza compromettere l'amicizia di Naruto e Sasuke come nel manga!

Bhe....non vi (mi) resta che scoprire come andrà a finire!

RECENSITE MI RACCOMANDO!!

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Capitolo 2
*** Il risveglio di Sasuke ***


IL RISVGLIO DI SASUKE

La prima cosa che percepì fu un forte dolore alla testa seguito poi a uno ancor più forte al polso spezzatogli da suo fratello.

In seguito sentì un’improvvisa ondata di nausea e all’immediato bisogno di vomitare.

Piano…in modo da non esser preso da forti vertigini, si alzò sui gomiti buttando un’occhiata intorno per cercare di orientarsi.

La sua prima ipotesi era di essere stato portato in ospedale da Jiraya…doveva essere intervenuto dopo che aveva perso conoscenza.

E invece quella tutto era meno che una confortevole camera di un ospedale di Konoha.

Capì di trovarsi in una camera da letto vera e propria, priva di finestre e, a giudicare dai panni stesi per terra o poggiati su una sedia, non esattamente in ordine.

Davanti a sé si trovava un armadio enorme, che occupava quasi tutta la parete  e accanto la letto in cui si trovava il giovane Uchiha, c’era un piccolo comodino e sopra di questo faceva mostra di sé una cornice con una fotografia.

A guardarla, per Sasuke, fu come se il mondo si fosse aperto sotto i suoi piedi facendolo sprofondare nelle tenebre più oscure.

La foto rappresentava, apriti cielo, ITACHI…

La gola gli si seccò.

Itachi…con una ragazza che non aveva mai visto…

Guardandola si domandò chi mai potesse essere…anche perché, quegli occhi color del cielo, sembravano così familiari…ma poi si convinse che non ci si poteva dimenticare di aver mai visto dei capelli così rossi e neanche una ragazza così bella.

Ma…cos’era quel sentimento che provava nel vedere Itachi, il suo Itachi, abbracciato con una ragazza di cui non sapeva assolutamente nulla?

Gelosia?

Era geloso di Itachi?

“No…ma da fastidio solo che illuda quella ragazza come a fatto con me…visto e considerato che non potrà mai, un assassino, amare una ragazza così bella…Sì…è solo questo…deve essere solo questo!”

 

“Sei sveglio”

Se Sasuke fino a ora era stato scombussolato…non era niente in confronto allo sguardo con cui inquadrò la figura sullo stipite della porta.

Itachi entrò nella stanza e si mise a sedere sul letto.

Non sembrava essersi accorto dell’occhiata di fuoco con cui Sasuke lo stava fissando…o più semplicemente faceva finta di nulla.

Itachi lo fissò con un’espressione indecifrabile per qualche secondo.

D’improvviso gli posò una mano sulla testa e Sasuke sembrò davvero andare nel pallone.

La sua mente era come divisa in due parti…una che voleva allontanare la mano di Itachi, la stessa che era stata artefice del suo dolore e della sua solitudine…

E un’altra…che non sentiva da tempo, da 5 lunghi anni, e che ora tornava a farsi sentire prepotente, a dispetto dell’odio che si era imposto di provare per sopravvivere.

Itachi parve accorgersene.

“Stai temando…hai paura”

Ma dico…ma stiamo scherzando?!

Certo che ho paura e non fingere di non saperlo!

“NO” rispose Sasuke secco.

Poi si accorse che non era tanta la paura a farlo tremare.

Sentiva un gran freddo e penso anche di esersi prso qualche malanno.

“Eppure stai tremando…” insistette Itachi ccon voce incolore.

Tempismo perfetto fratellone…

Itachi sapeva sicuramente che il fratello stava male ma cercava di nasconderlo per vedere fino a che punto l’orgoglio avrebbe potuto sostenerlo.

Sasuke, d’altro canto, venne assalito da quello che possiamo, quasi con certezza, definire fastidio e nostalgia misti a una buona dose del panico più irrazionale.

Non gli piaceva stare così vicino a Itachi.

Non gli piaceva il suo tono calmo e…premuroso.

Non gli piaceva neanche il suo tocco gentile col quale posò la mano fredda sulla sua fronte rovente…

Quel tocco che tanto aveva amato…ora lo faceva solo stare male.

“Questo lo so, razza di idiota! Non so il perché però!!”

Sasuke sapeva che quelle parole avrebbero ferirlo.

E un po’ se ne dispiacque.

Si era appena convinto a porvi rimedio quando vide Itachi sorridere.

Ora…se Itachi fosse stato ancora quello di un tempo, avrebbe potuto giurare che quello fosse un sorriso amichevole.

Ma, visto che suo fratello non era più da considerare tale, ci vide solo del maligno in quel ghigno.

Sasuke venne assalito dalla rabbia e schiaffeggiò la mano di Itachi per allontanarla dalla sua fronte.

Itachi, che tutti non sappiamo essere dotato della pazienza superiore a quella di un santo, non reagì in alcun modo.

Si limitò solo a disciogliere lo sguardo dagli occhi di Sasuke che erano arrivati a spalancarsi oltre l’inimmaginabile.

“Sei caldo” decretò il maggiore dopo quella che sembrò un’eternità in cui Sasuke era rimasto a fissare Itachi che da parte sua sembrava aver trovato nel pavimento la cosa più interessante di questo mondo.

“Dovresti avere la febbre alta” continuò alzandosi lentamente, quasi con riluttanza.

Avanzò verso la porta e prese la maniglia per abbassare.

“Mettiti giù e vedi non uscire per nessuna ragione, hai capito?”

Sasuke era rimasto a fissare il puntò dove un attimo fa si trovava il fratello.

Senza aspettare una risposta Itachi uscì.

Il rumore della porta che si chiudeva servì come punto di sblocco per Sasuke.

Aveva così tante domande che lo assillavano e non era stato capace di chiedere spiegazioni a Itachi.

Era rimasto incantato dal fratello come un cretino…di nuovo!

E le domande ora tornavano a tormentarlo come per vendetta:

Dove mi trovo?

Perché sono qui?

Mi ha portato Itachi con sé?

Perché mai avrebbe dovuto farlo?

Chi è la ragazza nella foto?

Come mai Itachi tiene questa foto in camera sua?

Dove si trova Naruto?

È qui anche lui?

Sta bene?

Sospirò pesantemente.

È inutile…

Io non poso rispondermi da solo…

Non sono mio fratello…

Ignorando l’ordine di Itachi, si alzò per dare un occhiata alla stanza, soffermandosi a curiosare nel comodino.

Aprendo lo sportello trovò un kunai.

Con un lampo metallico che gli attraversò gli occhi d’ossidiana, lo prese lo fissò ammaliato stringendolo tra le mani.

 

ANGOLO AUTRICE:

Save a tutti!

Mi dispiace per non aver aggiornato prima ma ho avuto poca ispirazione…e non ero riuscita a mettere giù niente!

Spero mi perdonerete!

Comunque ho cercato di rimediare con la lunghezza!

Ma prometto che il prossimo capitolo non si farà attendere visto che l’ho già pronto!

Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento!

Non vedo l’ora di leggere le vostre impressioni!

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Capitolo 3
*** gli occhi, il riflesso dell'anima ***


Naruto!”

Di chi era quella voce?

Naruto!!”

Era spaventata...

Naruto!”

Doveva aiutarla...

Naruto...”

Ma era sempre più lontana...sempre più irraggiungibile...

Naruto!”

Dove sei! Aspettami!” cercò di dire boccheggiando.

Naruto!”

Fatti vedere! Non devi aver paura! Voglio solo aiutarti!”

Naruto!!!!”

Sono qui”

Come per magia, a quelle parole, davanti al biondino apparvero due figure.

Un uomo, alto, bello, sembrava un angelo con quei lineamenti perfetti, i capelli biondi e gli occhi di un azzurro più limpidi del cielo più sereno.

E una donna, anche lei alta e bellissima, gli occhi di un insolito blu scuro che assumevano delle strane sfumature violette...e i suoi capelli, i più rossi e lunghi che si fossero mai visti, le incorniciavano il viso chiaro.

Siete voi che mi chiamate?” provò a chiedere con incertezza.

Nessuna risposta...se non che udì ancora quel grido.

Naruto!”

Si voltò in modo così repentino che si stupì di non essersi spezzato l'osso del collo.

No...

Quella sembrava più la voce di una bambina piccola.

E sembrava aver bisogno di lui.

Ma allora, si chiese cosa aspettava a farsi vedere?

è un sogno questo? Se è così devo solo svegliarmi, vero?”

Si rivolse ai due.

Ma l'uomo e la donna erano svaniti.

"NARUTO!!!”

Si svegliò di soprassalto urlando.

Le mani e il corpo tremavano violentemente, incontrollati.

I capelli biondi gli si erano appiccicati alla fronte madida di sudore.

Con una mano li scansò e si rese conto di essere un po' accaldato.

Non seppe definire per quanto tempo rimase seduto su quel letto a fissare il vuoto, ma solo che a scuoterlo fu il cigolio della porta che si apriva lasciando entrare una figura nella stanza.

Dal passo leggero ed elegante con il quale avanzò, fece capire a Naruto che doveva trattarsi di una donna (Naruto in genere non è affatto perspicace...ma per questa volta farò un'eccezione)

Naruto piazzò lo sguardo su di lei e continuò a fissarla mente posava alcuni indumenti sul comodino.

Non lo aveva degnato di uno sguardo.

Non sembrava neanche essersi accorta della sua presenza in quella stanza...seppur tale cosa non potesse essere possibile dato il fatto che era entrata in quella stanza dopo di lui.

Sembrava voler assolutamente evitare un contatto visivo con lui.

Eppure Naruto non riusciva a smettere di guardarla.

Anche se lei si ostinava a dargli le spalle, il ragazzo riuscì a comprendere una cosa:

Era bellissima.

Di una bellezza unica.

Diversa dalla bellezza di Sakura o Hinata.

Sembrava consapevole di questa sua bellezza, anzi, pareva farne addirittura un vanto.

Il corpo snello sostenuto da due meravigliose gambe da cervo.

I suoi capelli erano rossi, scuri quasi tendenti al rubino, e le ricadevano in morbidi boccoli sulle spalle curve.

La sua pelle era diafana...sembrava una bambolina di porcellana.

Ma lei non sembrava per nulla intenzionata a lasciare a Naruto la possibilità di vederla in viso.

peccato” pensò la forza portante “mi piacerebbe molto vedere i suoi occhi...chissà di che colore sono...”

Naruto continuava a fissarla con insistenza dicendosi in continuazione che sembrava essere una ragazza perfetta, senza ombra di dubbio.

Tutto in lei parlava di perfezione, fierezza, eleganza e furbizia.

Evidentemente non avevano nulla a che spartire.

Eppure...aveva un non so che di vagamente familiare.

Di sicuro l'aveva già vista da qualche parte.

Forse anche lei viveva a Konoha prima...

Prima di diventare una criminale.

Naruto si chiese come fosse possibile che una ragazza così bella e, non lo sapeva, così dolce potesse frequentare un'organizzazione di criminali.

Oramai era da troppo tempo che si limitava a fissarlo come un cretino.

Decise di provare a rivolgerle la parola, nella speranza che lei si dimostrasse disposta a collaborare.

E, magari, a dirgli dove si trovava e perché...anche se pensava di saperlo già.

Ehi...ehi...dico a te, mi senti?”

non gli giunse risposta.

Ma la parola arrendersi non faceva parte del dizionario di Naruto Uzumaki...come tantissime altre parole d espressioni che ora non vi sto a menzionare perché non mi basterebbero i prossimi venti capitoli!

Ehi...che c'è, non puoi parlare?”

Niente.

Che sia davvero sorda? Se fosse fosse muta potrebbe fare qualche segno di aver sentito....quindi, le cose sono solo due: o è davvero sorda (e se è così m dispiace moltissimo per lei) o mi sta bellamente ignorando e lì comincerebbe a darmi sui nervi....bhe, ce solo un modo per scoprirlo”

Provò a concentrarsi.

AAAAAAAHHHHH!!!!!!”

Cominciò a urlare agitando le braccia.

Niente.

Provò a concentrarsi ancora di più (anche per fare casino bisogna avere molta concentrazione XD)

AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!!!!!!”

Batté le mani e i piedi contemporaneamente.

Vide le spalle di lei irrigidirsi.

Lo stava ignorando.

Ma allora era solo questione di secondi.

Un ultimo sforzo.

Prese un gran respiro, fino a farsi scoppiare i polmoni...e...

AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!”

Ma la vuoi smettere?!”

Mani sbattute con forza.

Subito dopo corse via dalla stanza sbattendo violentemente la porta.

Naruto, dispiaciuto, volle inseguirla e scusarsi con lei, ma un violento capogiro lo ammonì a non provare ad alzarsi da quel letto.

Bhe...anche se non era riuscito a vedere i suoi occhi, aveva saputo farsi notare da lei.

Ti giuro, mia bella fanciulla...che riuscirò a guardare i tuoi occhi...costi quel che costi”

Infondo...gli occhi sono il riflesso dell'anima.

E Naruto era intenzionato a sapere il segreto che essa racchiudeva.


ANGOLO AUTRICE:

Eccomi di nuovo qui con un capitolo appena sfornato...
So che non è molto lungo ma era più un modo per presenrtare un personaggio che, lungo andare, si rivelera molto importante per questa storia.
Il prossimo capitolo arriverà a breve e sarà un tantino malinconico e romantico...ma non aggiungo altro!
Non vedo l'ora di leggere le voste impressioni!
Bacione! 

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Capitolo 4
*** Che confusione c'è tra testa e cuore... ***


Era appena uscito dalla stanza di suo fratello, quando si trovò davanti a una ragazza che conosceva bene.

Itachi si lasciò sfuggire un sorriso che però si congelò non appena notò il luccichio negli occhi di lei.

Non fece in tempo a dire nulla, né a fare nulla che si sentì costretto a girare la testa da un lato dalla potenza del ceffone, subito seguita da un dolore pulsante alla guancia e il sapore metallico del sangue tra i denti.

Non si mosse per qualche secondo.

Le braccia erano impossibilitate dal compiere qualsiasi movimento , così come l'intero corpo.

Solo i suoi occhi si mossero a guardare la bellissima ragazza che ancora se ne stava di fronte all'Uchiha con la mano alzata.

A guardarla provo una stretta al cuore tremenda.

Non l'aveva mai vista in quello stato.

Così sconvolta...sembrava lottare contro l'impulso di ucciderlo o di saltargli al collo, e alla stesso tempo, combatteva con tute le sue forze quelle fottute lacrime che, imperterrite, avevano fatto capolino sui sui meravigliosi occhi.

Rimasero così...immobili a fissarsi per quella che sembrò un'eternità, quando lei d'improvviso gli buttò e braccia al collo.

Perché....perché l'hai portato qui?” sussurrò lei mentre

fredde lacrime le solcarono copiose il bellissimo viso di porcellana.

Itachi, che non aveva mosso un muscolo troppo scosso per poter anche formulare qualsiasi pensiero, pare irrigidirsi nel sentire qualcuna di quelle perle preziose cagergli sul collo.

Non ricordava di averla mai vista piangere.

Erano come fratelli....nati e cresciuti sempre insieme.

Neanche quando seppe della morte dei suoi genitori, neanche dopo la morte di Shisui, con il quale aveva un ottimo rapporto che si era poi trasformato in una relazione sentimentale.

Neanche quando, quella notte, lei lo stava attendendo ai piedi del loro albero, pronta ancora una volta a far sentire la sua presenza, pronta a mandare tutto a puttane pur di rimanere accanto a lui.

Quella fu l'unica volta che lei l'aveva visto piangere, l'unica volta che Itachi aveva sentito le lacrime bagnargli il viso.

Eppure lei lo aveva guardato con quei magnifici occhi che sembravano poter perforare l'anima.

Aveva stretto le labbra che sembravano di corallo e, nei suoi occhi perfettamente asciutti si poteva leggere il dolore e la rabbia che rimaneva però celata in un angolo del suo cuore, insieme al ricordo dei suoi genitori, del loro abbandono.

Di una speranza che aveva visto nascere e che poi si era vista portare lontano dove lei non avrebbe potuto raggiungerlo.

Eppure ora....piangeva.

Lentamente l'Uchiha alzò una mano per poi passarla sula testa rossa di lei e incominciare ad accarezzarle i capelli mentre l'altra mano si mosse ad accingerle la vita stretta per avvicinarla maggiormente a sé.

Quello fu il punto di sblocco per la povera ragazza.

Quelle lacrime solitarie che restavano comunque trattenute rendendole qualcosa di elegante e raffinate, a quel punto si erano trasformate in un pianto accorato con tanto i singhiozzi e ansimi e grida.

Itachi, che restava immobile continuando a carezzarle i capelli come a cercare di infondere quella calma che lui per primo non credeva di avere, percepì dei passi e, senza indugio le mise un braccio sotto le gambe snelle e uno dietro la schiena mentre lei non fece una piega lasciando le braccia al collo di lui e la testa appoggiata sulla sua spalla.

Itachi la sollevò da terra e si allontanò da lì.

Adesso l'unica cosa che poteva fare per lei era evitare che la sua reputazione andasse a puttane.

Entrò nella camera della ragazza e la depose sul letto.

Lei si ritrasse e, d'istinto, si mise in una posizione fetale.

Lui, da parte sua, dapprima si sedette sulla sponda del letto poi, vedendo che la fanciulla non accennava a riprendere alcun controllo sulle sue emozioni, si sdraiò accanto a lei e prese a sussurrargli parole dolci di conforto.

E parole di affetto...quello stesso di cui lei aveva avuto e aveva ancora un così estremo bisogno.

Involontariamente pensò a Sasuke e a quanto lei e suo fratello fossero simili.

Entrambi apparivano freddi e distaccati, pensando di apparire forti quando invece non si rendevano conto di essere realmente forti quando dimostravano maturità nel mettere da parte l'orgoglio e dare ascolto al proprio cuore.

Pensò a quanto infondo fossero entrambi meno equilibrati e sicuri di sé di quello che poteva sembrare.

Di tutto quel bisogno di affetto e considerazioni che trapelava da ogni loro broncio.

 

Si sentiva un veto e proprio ipocrita.

Insomma...stava lì abbracciato a quella che aveva sempre considerato una rivale ma anche la figura femminile più importante della sua vita...anche di sua madre.

La ragazza alla quale aveva rovinato la vita colpendola nei suoi affetti più cari...come aveva fatto con Sasuke...

Non è colpa tua....” sussurrò lei , come se gli avesse letto i pensieri “...sono stati loro...”

No...non dire così”

Ma lei annui.

Per causa loro....è colpa loro se abbiamo perso tutto io, tu, tuo fratello e anche...” tacque per un momento “...è colpa loro se siamo condannati a restare sempre soli...a vivere nell'ombra” la voce le si spezzò dal pianto che tornava sui suoi occhi prepotentemente.

Non sei sola” Itachi avvicinò la bocca all'orecchio della rossa “Io ti starò sempre vicino....perché....perché io...IO TI VOGLIO BENE, MIKARU” disse mentre somigliava sempre più a un pomodoro maturo che all'Uchiha d'acciaio.

Itachi, d'altro canto, si era reso conto che dire una cosa del genere a una ragazza....specialmente a quella ragazza, nono era esattamente come dirlo al proprio fratellino...

Già....suo fratello...

Le parole di Mikaru l'avevano fatto vacillare...per una volta Itachi non era sicuro di ciò che sarebbe stato giusto fare (Sè...per UNA volta...XD) non era sicuro che dire a Sasuke tutta...quasi tutta la verità sarebbe stato la mossa migliore.

Conosceva troppo bene suo fratello...in questi anni non era cambiato neanche di una virgola.

Se davvero aveva avuto fino a quel momento l'idea di uccidere suo fratello (No, idiota....lui non l'ha mai voluto davvero...era solo disperato e sfido chiunque a non esserlo al posto suo!!! Ndme) l'unica persona che davvero l'aveva amato e avrebbe continuato ad amarlo fino all'ultimo istante di vita...e che si sarebbe portato questo grande amore nella tomba per sempre....se era riuscito a dire di odiarlo e giurare di ucciderlo con le sue mani...

Itachi si chiese cosa avrebbe potuto provare per Konoha una volta saputa la verità....anche quella minima parte che gli avrebbe detto...

Sarebbe più stato lo stesso?

Itachi avrebbe voluto solo questo....ecco perché aveva voluto proteggerlo fino a allora da tutto il marcio del mondo...

Tuttavia non aveva potuto ignorare l'espressione assunta dal suo viso quando si erano rincontrati.

Quell'espressione gli aveva fatto più male di qualsiasi colpo uno poteva infliggergli...

Da quello sguardo Itachi aveva capito che Sasuke era pronto a tutto pur di ottenere la sua vendetta....avrebbe abbandonato il villaggio, in compagnia di tipi ben altro che raccomandabili...si sarebbe rotto qualcosa nella sua anima....e lui avrebbe perso davvero suo fratello, l'unica persona a cui avrebbe sempre voluto un bene così incondizionato.

Devi palarci....spiegargli...ne ha il diritto e tu il dovere...”

Di nuovo quegli occhi, quelle magnifiche iridi ora rese ancora più lucide dalle lacrime, capaci di leggerti in fondo all'anima.

Lo farò....ma devi promettere che anche tu farai lo stesso”

Lei parve tentennare e Itachi temette un altro crollo emotivo non che si fosse ripresa gran che da quello precedente...era ridotta a uno straccio...

Invece, contro ogni aspettativa del moro, la rossa annuì convinta.

Dopo un po' ogni traccia di pianto su suo magnifico viso sparì...anche se quello scarico di emozioni l'aveva sfinita e ora sembrava in procinto di addormentarsi lì su due piedi.

Itachi decise di lasciarla riposare, fece per alzarsi ma Mikaru gli prese il polso con una mano.

Resta qui con me sta notte...” lo supplicò.

Mentre il cuore dell'Uchiha gli diceva cosa tanto voleva fare e si riempiva di “rimani, rimani, rimani...” la testa gli consigliava cosa invece doveva fare....

Ovviamente vinse la testa....

Devo tornare da Sasuke, nessuno sa ancora che anche lui si trova qui e vorrei evitare che compia qualche sciocchezza quel po' che gli sto lontano....”

Lei annuì e, per la prima volta in quella giornata, un sorriso si delineò sulle labbra morbide e piene.

Itachi fu preso in contropiede e arrossì visibilmente...riuscendo a guadagnare anche una risata stanca, ma ugualmente divertita a Mikaru.

Kami...è davvero splendida...

Senza accorgersene si lasciò trasportare da quella risata argentina...

Per la prima volta in quel covo di criminali....un mondo pieno di malizia, odio, rancore, disprezzo e chi più ne ha più ne metta...la risata di due ragazzi era l'unica luce.

 

 

NGOLO DELLA MEGA-RITARDATARIA:

Salve a tutti...eccomi di nuovo qui....con più di un mese di ritardo...con questo capitolo lontano anni luce da uno decente...a farvi umilmente le mie scuse...purtoppo 'estate ho il cosiddetto “Blocco dello scrittore”...scrivere questo capitolo è stata una vera impresa....ma il vento fresco porta con sé tante idee “fresche”...

Con questo vi lascio!

 

LASCIATE UN SEGNO DEL VOSTRO PASSAGGIO!

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Capitolo 5
*** Come hai potuto?! ***


Erano ore che Sasuke Uchiha se ne stava fermo rinchiuso in quella stanza a guardare il soffitto e a girarsi il Kunai tra le mani aspettando che Itachi arrivasse per potergli dare il ben servito e chiudere quella faccenda una volta per tutte.

Eppure del fratello neanche l'ombra.

Si decise per tanto di andare a cercarlo di persona ma una volta avvicinatosi alla porta, qualcosa dentro di sé lo bloccò.

Ancora una volta la sua testa si riempì di mille domande tra cui la più importante era:

Ma Itachi, la coerenza, lo sa almeno che cos'è? O è un termine a lui perfettamente ignoto?

Eco...il lato di Itachi che davvero non sopportava...per lui doveva essere una vera e propria regola per il loro rapporto: Ogni sua azione doveva essere contraddittoria a un'altra...

Non sia mai che Sasuke si facesse un'idea chiara dei suoi veri pensieri!

Ah...Itachi...

Frustrato aprì di scatto la porta per uscire da lì, indifferente a come avrebbe reagito Itachi, ma finì per scontrarsi con la persona che stava entrando nel medesimo istante.

Si massaggiò dolorante la testa nel punto in cui aveva sbattuto contro lo stipite della porta e fece per lamentarsi con il fratello, quando si accorse che non era lui la persona che aveva davanti.

A meno che non avesse deciso di farsi biondo, certo.

“E tu chi saresti?” chiese lui, alzandosi a sua volta.

Contrariamente a quello che aveva pensato era alto quasi quanto suo fratello. I suoi occhi azzurri lo fissavano, ma non vi lesse nulla che non fosse pura curiosità.

“Sasuke Uchiha” si presentò, decidendo che se non sarebbe dovuto essere lì, era un problema di Itachi. Non suo.

“Uchiha?” per un attimo parve sinceramente stupito “tu sei il fratello di Itachi?”

“Sì. Perché?” chiese Sasuke, leggermente offeso da quella sua reazione allibita.

“No, niente” si affrettò a correggersi lui “solo…ma tu non dovevi essere morto insieme a tutto il clan?”

Decisamente il biondino mancava di tatto...

Sasuke avrebbe voluto saltargli addosso e provare su di lui il Kunai...tanto per assicurarsi che fosse davvero letale, prima di usarlo su Itachi.

“Dovevo” Sul suo viso si estese un largo sorriso “Ma sfortunatamente ho vissuto a Konoha fino a questo momento organizzando la mia vendetta...”

Non capì se fosse la mossa giusta dire queste cose a uno sconosciuto...ma, si disse, se nessuno lì sapeva che era ancora vivo, significava solo una cosa:

Itachi non voleva farlo sapere per non avere guai.

Che a sua volta significava solo una cosa:

Sasuke avrebbe fatto sì che tutti in quel covo lo venissero a sapere.

“Itachi è venuto a prenderti, vero?” domandò trionfante.

“Bhe...“prendermi” non è proprio il termine che userei io, comunque sì” ammise Sasuke, chiedendosi che cosa ci fosse di così meraviglioso da giustificare il suo improvviso entusiasmo.

“Grazie Sasuke” gli disse felicemente “Per merito vostro ho appena avuto l'occasione di ricattare Itachi. Non vedo l’ora di dirgli che so qual'è il suo punto debole.  Sai...” aggiunse, notando il suo sguardo sbalordito “Itachi è sempre così imperturbabile che mi da sui nervi...”

“Benvenuto nel club...”

“Eh?”

“No...niente lascia perdere!”

“Bhe...ci chiedevamo tutti quale potesse essere il suo punto debole con qui ricattarlo...una cosa innocua per passare il tempo”

“Fammi capire bene...voi, per passare il tempo, cercate di scoprire i punti deboli dei vostri compagni con cui ricattarli?”

Sasuke era a dir poco allibito del fatto che una banda di assassini non sapesse come passare il tempo.

“Comunque…tu sei?”

Preferì battere al riparo....non sia mai che si facesse troppi nemici il primo giorno visto che era sicuro che la sua permanenza in quel covo di vipere si sarebbe prolungata di molto.

“Deidara” si presentò lui.

“Ma Itachi dov’è?” chiese sbirciando oltre la sua spalla e notando la stanza vuota.

“Doveva parlare con una...persona”

Si aspettò che Deidara mostrasse stupore o interesse, invece rimase del tutto indifferente limitandosi ad annuire.

“Bene, quando vedi Itachi dirgli che Deidara ha trovato il nevo scoperto che cercava, lui capirà senz'altro” concluse allegramente “Io vado, ho una Forza Portante di cui occuparmi. Se senti delle urla di agonia non farci caso, è tutto normale”

Non capì se Deidara gli avesse letto in viso quello che stava pensando, e sperava seriamente che non fosse così, o semplicemente l’avesse detto senza un motivo particolare, comunque prima che l’ansia che gli era tornata alla sola idea di rientrare in quella stanza vuota potesse straripare, gli propose di venire con lui.

“Mentre aspetti che Itachi torni dalla sua discussione” aggiunse a mo' di spiegazione “tanto qui non hai nulla da fare, no?”

Sasuke fu tentato di accettare subito, ma tentennò un attimo, indeciso se disubbidire in modo così palese a Itachi. Deidara sembrò leggergli nel pensiero, perché ghignò divertito.

“Che c’è, Itachi ti ha dato il coprifuoco?”

Sasuke arrossì, e ancora di più quando il ghigno divenne un’aperta risata.

“Vengo” scattò, uscendo dalla stanza.

Deidara rise ancora un po, ma si incamminò senza dire nulla. Sasuke lo seguì, mantenendosi a una distanza di sicurezza.

Sembrava normale, questo poteva concederglielo, sembrava persino gentile, ma era anche vero che pure Itachi sembrava normale a una prima occhiata, e non aveva intenzione di lasciarsi ingannare.

“Sasuke?”

“Sì?”

“Cosa ne pensi dell’arte?”

Gli venne voglia di rispondere che non ci aveva mai pensato, ma bastò lo sguardo che gli vide negli occhi quando si girò verso di lui a fargli cambiare idea.

“è…bella?” balbettò, non riuscendo più a reggere quello sguardo fisso su di sé.

“Pensi che sia una cosa transitoria o eterna?”

Maledizione.

Che cosa era l’arte?

Era l’ultimo dei suoi problemi rispondere a quel quesito, ma la sua aspettativa era tanto evidente che non sapeva come dirglielo.

In fondo, si trattava di un 50 e 50, con un po' di fortuna avrebbe centrato la risposta che voleva sentirsi dire.

Va bene che lui e la fortuna non era proprio in buoni rapporti, ma…

“Transitoria” tentò alla fine.

Seppe di aver detto la cosa giusta quando Deidara gli rivolse un sorriso luminoso.

“Prima hai parlato di una forza portante...”

“Ah...sì certo, dovresti saperlo...il ragazzino non è per caso un tuo amico”

Il ragazzino?!

Un tuo amico?!

Un momento...non starà parlando di....?!

“Naruto? Che centra Naruto?!”

Poi si ricordò di un particolare fondamentale di tutta quella faccenda: il movente...

“Ma voi gli stavate dando la caccia vero?! Per quale motivo?!”

Lo sguardo di Deidara era la meraviglia assoluta.

“Davvero non lo sai? Non sai chi è in realtà il tuo amico?!”

“Ma di che stai parlando!?”

Si fermo di botto costringendo Deidara a fare lo stesso.

“Certo che so chi è...Si chiama Naruto Uzumaki, biondo e con gli occhi azzurro cielo, più basso di me di alcuni centimetri...ha 13 anni compiuti il 10 ottobre...è un vero idiota in tutti i sensi, combina guai ed è una testa quadra... ma è anche l'unico amico che abbia mai avuto...”

Aveva parlato con grande foga e ora aveva bisogno di riprendere fiato.

Deidara intanto lo fissava per una volta indeciso su cosa doveva dirgli.

Poi d'improvviso lo prese per mano trascinandolo lungo il corridoio.

Non fece in tempo a protestare che si era già fermato davanti a una porta, l’aveva aperta e ce l’aveva trascinato dentro.

Capì che si trattava della camera del biondo dal modo in cui entrò e lo fece sistemare sul letto.

“Sasuke...tu lo sai  che cos'è che viene definita una “Forza portante” vero?”

Non c'era più alcuna traccia di divertimento sul suo volto...sembrava davvero stupito da una cosa che Sasuke avrebbe per forza dovuto sapere e che invece sembrava proprio essergli totalmente sconosciuta...

“No...illuminami!”

Sasuke gli rispose sarcastico ma non ci stava davvero capendo nulla e necessitava veramente di essere illuminato.

Deidara si mise seduto accanto a lui e lo cominciando a disegnare qualcosa.

“Di certo però saprai dell'esistenza dei cercoteri...uno di loro è molto conosciuto da tuo villaggio...sto parlando dell'ennacoda...o Volpe a Nove Code, come preferisci”

Sasuke aveva sentito parlare di un mostro che 13 anni fa attacco il suo villaggio uccidendo molti abitanti...tra cui il Quarto Hokage, l'eroe di Konoha.

Sapeva che anche i genitori di Naruto erano morti in quell'attacco notturno, il giorno stesso della sua nascita.

Tutta via non riusciva ancora a capire che cosa centrasse l'amico in tutto questo...

“Sì, lo so...ma cosa...?”

“Frena...una cosa per volta” disse Deidara con un sorriso. “Come stavo dicendo....al mondo esistono nove cercoteri, che prendono il nome dal numero delle code...partendo dal Tasso mono-coda del villaggio della sabbia...poi c'è il bi-coda, tri-coda...e via dicendo fino alla Volpe che, come ben saprai, ne ha nove”

Dicendo queste cose si era messo a scarabocchiare su un diario.

“Tuttavia questi cercoteri sono troppo pericolosi per poter essere lasciati a piede libero...è necessario sigillarli all'interno di esseri umani dotati di chackra particolarmente potenti in grado di contenere il demone....”

Continuava parlare senza guardarlo, certo che il moro lo sesse ascoltando con estrema attenzione.

Ed era così....Sasuke pendeva dalle sue labbra.

“Questi esseri umani vengono chiamate “Forze Portanti” e ritenute pericolose...di certo la loro non è una bella vita... sono dei veri e propri mostri, la reincarnazione del demone che custodiscono”

“Ma Naruto cosa....?”

“Non hai ancora capito...eppure mi sembri un tipo molto intelligente...prova a fare due più due...”

Sasuke spalancò gli occhi...

Solo ora si rendeva conto del significato di...un bambino biondo, tenuto lontano, disprezzato e odiato da tutti senza ragione.

Quella volta in cui aveva rischiato la vita per proteggere Naruto facendogli scudo con il proprio corpo e prendendosi l'attacco al posto suo, prima di perdere conoscenza aveva percepito un chackra incredibile....

Allora non poteva capire cosa fosse successo...ora invece...

Ma Naruto ne era a conoscenza?!

Se sì, perché non ne aveva mai parlato con lui...eppure più e più volte l'aveva definito il suo migliore amico...gli aveva detto di essere alla stregua di un fratello...

E anche Sasuke...gli aveva detto di Itachi e della sua famiglia, avevano parlato molte volte sul fatto di considerarsi molto simili...

Come aveva potuto mentire così a tutti?!

Come hai potuto mentire così a ME?!

Come hai potuto....Naruto?!

“Sì...hai capito, solo non lo accetti...anche il tuo amico è uno di quei mostri” per la prima volta Deidara parlava con tono mellifluo.

Sasuke stava per scagliarsi contro il biondo quando la porta spalancata con violenza li fece sobbalzare tutti e due.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:
Eccomi di nuovo qui….con questo capitolo appena sfornato.

Questa volta sono stata abbastanza veloce no? E anche il capitolo mi sembra di una certa consistenza…per il prossimo però vi dico che sarà più lungo ancora, ce l’ho quasi pronto…e anche quello dopo ancora, manca solo di fare qualche miglioramento qua e là.

Lo so che forse avevo già accennato a un chiarimento fra i due fratelli…ma ho pensato che fosse troppo presto e così ho messo questo capitolo a impartire altri dubbi al povero Uchiha…

Comq già dal prossimo si vengono a chiarire alcune cosette….anche se non sono neanche il 2% dei dubbi che devo avervi fatto venire con i capitoli precedenti!

Abbiate pazienza….e per favore lasciatemi un commento anche solo per presentarmi i vostri dubbi…in modo che io i soffermi a chiarirli a ognuno di voi cari lettori!

Vi mando un bacio!

Mikaru

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Capitolo 6
*** Ti conosco....fin troppo bene... ***


Se avesse avuto il tempo di pensare con calma, si sarebbe accorto del particolare, non poco rilevante, che Itachi non lo aveva costretto a seguirlo.

Che, anzi, lui non gli aveva nemmeno chiesto di farlo, eppure ora si trovava a corrergli dietro come se ne andasse della sua vita.

Era anche vero che avrebbe usato qualunque scusa per allontanarsi da Deidara dopo quello che gli aveva detto, ma in fondo era stata l’espressione che gli aveva visto in viso quando l’aveva scoperto a spingerlo a farlo.

La preoccupazione che aveva mostrato entrato nella stanza si era presto mischiata alla rabbia, fino a diventare delusione appena prima di uscire senza guardare nessuno.

“Itachi!”

Lui lo ignorò, accelerando ancora di più il passo.

“Aspettami! Che ti prende?”

Itachi spalancò la porta della sua camera, mandandola a sbattere contro la parete.

Sasuke arretrò automaticamente a quello scoppio di rabbia, ma alla fine lo seguì deciso dentro la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Itachi era rimasto in piedi di fronte a lui, senza muoversi, e lo fissava con collera.

“Itachi…”

“Ti avevo detto di non muoverti!”

La sua voce lo colpì come lo schiaffo in pieno viso che accompagnò quelle parole.

Anche se era stato talmente veloce da non averlo potuto vedere, Sasuke sapeva di essersi aspettato che lui lo colpisse nel nel momento in cui non aveva fatto nulla per evitarlo.

Si limitò a mettersi un amano sulla guancia arrossata però, nonostante il nodo allo stomaco, riuscì ostinatamente a non abbassare lo sguardo.

“Mi avevi detto di non muovermi da solo” dichiarò fermamente ma con la voce pericolosamente incrinata, come se si stesse sforzando di non scoppiare a piangere “e non l’ho fatto, non disobbedirei mai ai tuoi ordini, lo sai”

La voce di Itachi divenne un brontolio minaccioso.

“Non prendermi in giro, Sasuke. Non ti conviene”

Lui rabbrividì appena a quella minaccia aspettandosi un altro schiaffo che però non arrivò.

Era calato un silenzio e pesante, fino a quando un respiro stanco di Itachi non lo spezzò bruscamente.

“Non capisco perché devi fare tutto quello di cui sei capace per irritarmi” disse cupamente “Ti avevo detto di restare qui e invece tu, puntualmente, mi disubbidisci...ma cosa credi? Questo è un covo di assassini...se non fosse stato Deidara, che bene o male ha quasi la tua età ed è incapace di far del male a qualcuno senza motivo, ma se fosse stato qualcun altro?! Hai idea di cosa sarebbe potuto accadere?!” si arrestò un momento indeciso se aggiungere o no la parte più importante guardando il fratello, che era teso come una corda di violino, con rabbia mista a una grande preoccupazione.

“E non hai pensato a me, stupido ragazzino che non sei altro?! Se ti fosse successo qualcosa, che cosa avrei fatto?!”

Se Sasuke non fosse stato così cieco delle sue convinzioni che dipingevano Itachi come l'uomo freddo e impavido che in realtà non era, avrebbe potuto accorgersi che negli occhi del fratello maggiore brillavano tracce di terrore al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere.

Ma ovviamente stiamo parlando di Sasuke...

“Niente...immagino che ci avresti brindato sopra...”

Questa volta lo vide arrivare ma di nuovo non fece nulla per evitarlo.

Il secondo ceffone fu ancora più violento del primo, tanto da farlo arretrare di parecchi passi e rischiare di cadere a terra.

Sasuke sapeva di averla detta grossa...e lo sguardo addolorato del fratello gli fece più male di qualsiasi schiaffo.

Così come le parole che seguirono.

“Sei solo un bambino viziato...e solo ora mi rendo conto di quanto tu realmente sia stupido...nient'altro che un bambino che combina guai per non essere dimenticato e scappa per essere inseguito. Pensando che tutto gli è dovuto e che gli altri siano solo giocattoli messi lì a darti un po' della sicurezza che necessiti...ma che poi vanno accantonati in un angolo a prendere polvere mentre tu ti atteggi a vittima credendo di essere solo e abbandonato e incompreso da tutti, e che se ne frega di quanto possano soffrire quelle persone all'idea di perderti. Dovresti iniziare a crescere. Persino l’odio che dici di provare per me è talmente debole e immaturo da risultare ridicolo”

Quelle parole, furono per Sasuke come un punto di sblocco. Fissò Itachi sbalordito, poi, lentamente, tutta la rabbia che sentiva iniziò a straripare, spazzando via ogni sua piccola traccia di autocontrollo, e si ritrovò a urlare prima ancora di rendersene conto.

“COME DIAVOLO PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE?” gli gridò contro con quanto fiato aveva in corpo “Perché credi che io sia così? Sei stato TU a dirmi che ero debole e non ero nemmeno DEGNO del tuo interesse! È stata soltanto colpa TUA se sono cresciuto così, con questo disperato bisogno anche solo di un sorriso, a causa TUA ho perso tutto ciò che mi rendeva felice, maledizione! E ora tutto quello che hai da dirmi è che DEVO CRESCERE? Io per te non provo assolutamente niente! Niente! IO TI ODIO! Ti odio, ti odio, TI ODIO!”

Itachi lo osservò imperturbabile mentre riprendeva fiato, ansimante.

“Hai finito?”

Sì”

Itachi sospirò e si sdraiò a letto senza nemmeno guardare il fratello.

“Itachi?” lo chiamò lui, titubante.

Ora che la rabbia era passata dopo quello scoppio, si sentiva nervoso per quelle che sarebbero potute essere le conseguenze della sua scenata.

Itachi si poggiò un braccio sugli occhi, ma per il resto non diede segno di averlo sentito.

“Itachi, mi spieghi cosa stai facendo?”

Non ricevendo ancora risposta, Sasuke si spazientì e gli si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto. 

“Sei sicuro che sia io quello infantile tra i due?” lo stuzzicò.

A rispondergli fu ancora una volta il silenzio, così decise di lasciarlo perdere, e uscire fino a quando non sarebbe stato lui a volergli parlare.

Magari, avrebbe potuto andare a cercare Deidara per ingannare il tempo, anche se dopo tutto questo non era esattamente una mossa astuta.

“Tu mi odi?”

Il suo tono di Itachi era basso e rauco, come non glielo aveva mai sentito.

“Non era quello che volevi?” ribatté amaramente “dovresti essere soddisfatto”

“Lo sono”

“Bhe...io no...per niente proprio” disse con rabbia.

“Perché no?”

“Perché tu sei l'ultima persona al mondo che mi piacerebbe odiare...sei mio fratello e ti ho sempre voluto bene...eri l'unico a volermi bene”

“Io...te l'ho detto Sasuke...il fratello che conoscevi è solo...”
“E invece sono sempre più convinto che sia il fratello che ho visto quella sera a essere una menzogna”

“Ti sbagli”

“No Itachi...non mi sbaglio e ora ne sono più che convinto.. e sei stato proprio tu a farmelo capire...con le tue azioni degli ultimi giorni...e con la preoccupazione di un minuto fa...”

Itachi rimase zitto per qualche secondo. Sasuke seppe di averlo preso in contropiede.

“Sasuke...”

Itachi sembrava stanco, sembrava non avere le forze per mandare avanti quella farsa.

Era il momento che Sasuke attendeva...ora doveva attaccare senza esitazione.

“Che cos'è successo all'interno del nostro clan che non so... cosa ti ha spinto a uccidere tutti?”

“Il mio orgoglio...ecco cosa...la mia sete di potere...”

“Se non te la smetti di dire cavolate questa volta sarò io a prenderti a schiaffi...voglio la verità e subito”

Itachi sorrise e gli accarezzò una guancia ancora rossa.

“Mi dispiace di averti colpito...ma non ci ho visto più...mi hai davvero fatto arrabbiare questa volta...”

“Va bene Itachi...però ora devi parlare!”

“E se non volessi?” fece Itachi ironico.

Bene....così non arriviamo da nessuna parte...meglio girarci intorno...se non c'è altro modo...

“Deidara mi ha detto che io sono il tuo punto debole...è vero?”

Vide un ombra di divertimento sugli occhi del fratello mentre replicava.

“Deidara farebbe meglio a lasciare perdere questo stupido gioco...”
“No mi hai risposto...allora è vero sì o no?”

“Sì, è vero”

Caspita...allora non è tanto difficile...ma mi prenderò la mia vendetta...ti torturerò per benino caro il mio fratellone!

“Ecco...visto, te lo avevo detto, ora non puoi più nasconderti dietro a “Ho sempre recitato la parte del bravo fratello con il solo scopo di testare le tue capacità” o qualche altra sciocchezza...”

“Io ho etto che sei il mio punto debole...non che quello che ho detto quella sera sia una bugia” replicò Itachi con fare ovvio.

Sasuke trattenne un secondo il fiato...

Certo che suo fratello era proprio bravo...

Lui doveva fare i salti mortali per avere da parte sua una qualsiasi reazione, mentre a Itachi bastavano poche parole per mandarlo nel pallone.

Che fastidio!!!!!

“M...”

“Davvero ti basta così poco per dimenticare quello che ho fatto Sasuke?” chiese a brucia pelo.

Itachi non riusciva a crederci.

Sapeva che suo fratello gli voleva bene, ma dopo avergli tolto tutta l'attenzione del padre, dopo aver ucciso tutti, dopo averlo condannato a una vita di solitudine e dolore...possibile che riuscisse ancora a volergli bene...

Addirittura gli stava cercando di tirargli fuori la verità...un dettaglio, anche il più piccolo, in quel massacro che gli desse la possibilità di non doverlo uccidere per trovare un po' di pace....

Sasuke boccheggiò incerto su che cosa rispondere.

Alla fine optò per la semplice e pura verità....solo così credeva avrebbe potuto indurre il fratello a fare lo stesso.

Perché se non erano onesti l'uno con l'altro, non sarebbero andati da nessuna parte.

“No...ma non voglio perdere anche te....tu non sei uno stupido Itachi, io ti conosco fin troppo bene e so che non avresti mai agito di tua volontà”

Eccole...le stesse parole che quella note gli aveva rivolto Mikaru, avendolo aspettato per poi fargli sentire la sua presenza...prepotente quasi quanto quella di Sasuke.

Tutto il contrario della sua che invece rimaneva nel buio, silenziosa e proteggeva le persone a lui care, senza però dargli l'affetto che meritavano.

“Grazie Sasuke...”

“Chiamami fratellino...”

Itachi rimase interdetto, ma sorrise.

“Ok fratellino...scusami, ma oggi sono davvero troppo stano per riuscire a spiegarti per bene ciò che accadde...ti basta per ora sapere che ti voglio bene...che te ne ho sempre voluto e che te ne vorrò sempre?”

Sorrise....

Per la prima volta dopo anni Itachi sorrise veramente a suo fratello.

Visto csì sembrava il fratellone tredicenne che Sasuke ora era intenzionato a riportare indietro.

“Itachi...” sussurrò.

“Non piangere...”

Non si era nemmeno accorto di aver iniziato a farlo, ma quando sentì l'umido sulle sue guance iniziò a singhiozzare, non riuscendo più a fermarsi.

Itachi sospirò piano e lo fece alzare, attirandolo a sé.

Sasuke aderì quasi disperatamente a quell’abbraccio, nascondendo il viso nel suo petto, mentre lui si limitò ad ascoltare il suo pianto in silenzio, senza fare nulla non fosse accarezzargli i capelli.

“Va tutto bene” gli disse, una volta che il pianto iniziò a scemare, riducendosi a qualche sporadico colpo di tosse “va tutto bene...”

“Non c’è niente che vada bene” sbottò lui, tossendo “non c’è assolutamente niente!”

“Sei qui, non devi preoccuparti di nient’altro”

“E proprio perché sono qui che mi preoccupo. Se non te ne sei accorto, nessuno sarà felice di avermi tra i piedi, e tu tii ostini a fare sempre di testa tua incurante di quello che gli altri provano....”

“Davvero?”

“Sì…”

Itachi emise uno strano rumore, tra la risata e lo sbuffo.

“Se credi” disse “ma non trovi quantomeno strano litigare abbracciati?”

Sasuke s'irrigidì, ma non si mosse.

“Ti odio” borbottò, stringendo con più forza la sua giacca. “Lo so”

Lentamente, cullato dal respiro regolare del fratello, Sasuke sentì la stanchezza d'intere notti passate insonni cadergli addosso.

La sua presa si fece sempre più debole,fino a scomparire del tutto.

In modo distante, avvertì che Itachi lo fece stendere e si sedette accanto a lui.

“Itachi?” bisbigliò, sforzandosi di tenere gli occhi aperti.

“Cosa c’è?”

“Non è vero che ti odio…”

“Lo so...fratellino”

Il kunai intanto rimaneva posato sul comodino.

E sarebbe restato lì.



ANGOLO DELLA RITARDATARIA:
Salve a tutti....eheheheeheh sono ancora in ritardo clamoroso, penso che oramai ci avrete perso ogni speranza....ma la scuola esige quasi tutto il mio tempo libero, se poi aggiungiamo anche tutto il resto.....bhe, capite che le posssibilità di tornare a casa abbastanza lucida in modo da buttare giù qualcosa di decente sono carenti...Comq e l'ho fatta a scrivere un piccolo confronto tra i due fratelli......anche se probabilmente nnon è quello che vi aspettavate.
L'ho immaginato come un'occasione per Sasuke di scaricare un po' la sua rabbia (il rimanente nel prossimo capitolo) e anche per Itachi di liberare un po' della fruntrazione che sono sicura abbia provato sempre...
Ma per i fan dei fratellini Uchiha, le cose andranno sempre a migliorare.
Invece per i fan di Naruto e Sasuke.....il prosimo capitolo sarà un pochettino pesante....ma non si a mai cosa mi inventerò sta volta!
Un commentinno me lo lasciate? Ne sarei davvero contenta!
Un bacione a tutti!

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