Whoa 3-This Is Sempiternal

di Aagainst
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Ignorance ***
Capitolo 2: *** 1.Something ***
Capitolo 3: *** 2.A Sort Of Homecoming ***
Capitolo 4: *** 3.Props & Mayhem ***
Capitolo 5: *** 4.Alone ***
Capitolo 6: *** 5.Far Away ***
Capitolo 7: *** 6.Call That A Comeback? ***
Capitolo 8: *** 7.Sympathy ***
Capitolo 9: *** 8.That's What You Get ***
Capitolo 10: *** 9.Never Say Never ***
Capitolo 11: *** 10.Crash ***
Capitolo 12: *** 11.Sleepwalking ***
Capitolo 13: *** 12.Falter Now ***
Capitolo 14: *** 13.Tired ***
Capitolo 15: *** 14.Time Bomb ***
Capitolo 16: *** 15.Little Bit Of Truth ***
Capitolo 17: *** 16.Hate To See Your Heart Break ***
Capitolo 18: *** 17.You're Not Alone ***
Capitolo 19: *** 18.Memories And Lies ***
Capitolo 20: *** 19.In Between ***
Capitolo 21: *** 20.Wild Eyes ***
Capitolo 22: *** 21.Not Gonna Die ***
Capitolo 23: *** 22.Reinventing Your Exit ***
Capitolo 24: *** 23.Wild Ones ***
Capitolo 25: *** 24.Somewhere In Neverland ***
Capitolo 26: *** 25.Ungrateful ***
Capitolo 27: *** 26.Wasting Away ***
Capitolo 28: *** 27.Sleepwalker ***
Capitolo 29: *** 28.One Thing ***
Capitolo 30: *** 29.Shadow Moses ***
Capitolo 31: *** 30.Fireworks ***
Capitolo 32: *** 31.Sooner Or Later ***
Capitolo 33: *** 32.Forget About It ***
Capitolo 34: *** 33.What's My Age Again? ***
Capitolo 35: *** 34.Look After You ***
Capitolo 36: *** 35.Black Lungs & Dollar Signs ***
Capitolo 37: *** 36.Tears On The Runway Pt 2 ***
Capitolo 38: *** 37.Promised Ones ***
Capitolo 39: *** 38.The Wretched ***
Capitolo 40: *** 39.No Scared ***
Capitolo 41: *** 40.Bad Guy ***
Capitolo 42: *** 41.Disappear (Remember When) ***
Capitolo 43: *** 42.All I Want ***
Capitolo 44: *** 43.Escape ***
Capitolo 45: *** 44.Life Of An Outlaw ***
Capitolo 46: *** 45.Find You ***
Capitolo 47: *** 46.Lost Boy ***
Capitolo 48: *** 47.Pressure ***
Capitolo 49: *** 48.No More Pain ***
Capitolo 50: *** 49.Still Breathing ***
Capitolo 51: *** 50.Legacy ***
Capitolo 52: *** 51.The Taste Of Regret ***
Capitolo 53: *** 52.The Few That Remain ***
Capitolo 54: *** 53.Have Faith In Me ***
Capitolo 55: *** 54.Dreamcatcher ***
Capitolo 56: *** 55.Make A Move ***
Capitolo 57: *** 56.Warriors ***
Capitolo 58: *** 57.Hit The Floor ***
Capitolo 59: *** 58.Let It Go ***
Capitolo 60: *** 59.Chasing Angels ***
Capitolo 61: *** 60.I Feel Like Dancin' ***
Capitolo 62: *** Epilogo-Can't Find My Way Home ***



Capitolo 1
*** Prologo-Ignorance ***


PROLOGO
 
Paramore-Ignorance
 
You treat me just like 
another stranger 
Well it's nice to meet you sir 
I guess I'll go 
I best be on my way out


2010
Federica stava camminando, tranquillamente. Svoltò l’angolo ed entrò in un bar. All’interno non c’era quasi nessuno, solo un paio di ragazzi. Si avvicinò al bancone. –Ehi, Edo!- esclamò, salutando il barista, un ragazzo di una ventina di anni. E lei ne aveva solo quattordici. –Ehi! Allora, che ti offro? Una coca cola?-. La ragazzina fece una faccia schifata. –Oh, andiamo, lo sai che non posso darti alcolici.- spiegò Edo. –Sì, lo so. Senti, hai visto Ana? Perché non c’era a scuola.- chiese Federica. –E’ di là, con Low. Stanno ancora litigando. C’è anche Roger. Ma ti sconsiglio vivamente di raggiungerli. Lo sai come vanno a finire queste cose.-. La ragazzina annuì e si sedette a un tavolo. Dalla porta che dava sul retrobottega si potevano udire delle urla. –Per cosa litigano?- chiese la quattordicenne. –Low ne ha combinata un’altra delle sue.- spiegò il barista. –Ma non so esattamente cosa.-. Un ragazzo uscì dal retrobottega, infuriato. –Vaffanculo Roger! Questa è l’ultima volta che mi dici cosa fare, brutto stronzo!- sbraitò. –Low, quella roba era nostra! E tu l’hai rivenduta senza prima dirmi niente! Sei fuori! Fuori!- urlò un ragazzo biondo. –Roger, calmati. Ti prego.- cercò di tranquillizzarlo Ana. Low si voltò e tirò fuori un coltello. Lo gettò violentemente a terra. –Allora, Roger? Che ne dici? Ce le hai le palle di accettare la sfida?- lo provocò. Roger guardò Ana. –Io ho le palle per dirti di no, Low. E ora sparisci!- ribatté. Low sputò per terra e se ne andò, sbattendo la porta. I pochi clienti presenti si guardarono tra loro, spaesati. Federica e Edo si lanciarono delle occhiate, preoccupati. –Ana, lì c’è Federica! Accompagnala a casa.-. La quindicenne e la quattordicenne si salutarono. Poi, la maggiore avanzò verso Federica. –Ti accompagno a casa. Vieni.- le propose. Le due ragazzine uscirono dal bar. –Aspetta, non voglio andare a casa!- la fermò Federica. –Perché? Cioè, lo so che non ti trattano benissimo, ma…- -Mi hanno picchiata. Stamattina. Ti prego.- supplicò la quattordicenne. Ana l’abbracciò. –Vieni, ti porto all’Arena.- le disse. Si recarono in Piazza Bra e si sedettero su una panchina. –Ti voglio bene Ana. Grazie.-. La quindicenne le sorrise. Avevano appena un anno e mezzo di differenza e lei era croata, ma erano legate come sorelle. –Ehi, io sono con te. Non ti lascerò mai, te lo giuro. La nostra amicizia sarà eterna.-. Tra le due calò il silenzio. Poi Federica aggiunse:-Eterna come l’universo.-.
 
2014
Hayley, Federica e Kevin erano al concerto dei New Found Glory. Non che alla ragazza piacessero particolarmente. In realtà, lei odiava Chad. Ma era consapevole di dover accettare il fidanzamento tra lui e Hayley. Anche perché Chad era presente nella vita della cantante da molto più tempo.
Il concerto finì e Hayley si diresse con i ragazzi nel backstage. –Sei stato bravissimo!- si complimentò, baciandolo. Lui si scostò. La guardò intensamente. La cantante arrossì, imbarazzata. Chad si inginocchiò e le prese la mano. Federica ebbe un sussulto. “No, non può farlo davvero! Ti prego, no!” supplicò. Hayley trattenne il respiro. Chad estrasse dalla tasca una scatolina. La aprì. Un bellissimo anello d’oro e con una grossa pietra le apparve davanti agli occhi. –Hayley, vuoi sposarmi?-. La cantante chiuse gli occhi. Si guardò attorno, soffermandosi in modo particolare su Kevin. Federica continuava a fare “no” con la testa. Hayley abbassò lo sguardo. –Sì, Chad. Sì.- rispose, con le lacrime agli occhi. Il chitarrista si rialzò e la baciò. Federica si voltò, arrabbiatissima. –Io vado fuori, Kevin.-. Uscì dal palazzetto e si accese una sigaretta. Non aveva mai fumato seriamente e il pacchetto l’aveva preso a Nico. Era nera dalla rabbia. Ma come aveva potuto chiederle di sposarla? “Forse sono solo gelosa” pensò tra sé e sé. Vide Chad uscire da una porta. Era al telefono. –Sì, lo so. No, stasera non posso, tesoro. Andiamo, ci vedremo domani, ok? Allora a domani, amore.-. La diciassettenne si nascose, per non farsi vedere. Le veniva da vomitare: Chad aveva appena chiesto ad Hayley di sposarlo e già la tradiva? “Sarò gelosa. Ma tu sei un lurido porco.”.

Angolo dell'Autrice

Allora, eccomi qua! Questa sarà l'ultima storia della serie "Whoa!". Aggiornerò una volta alla settimana, anche se non penso di mantenere il martedì come giorno. Probabilmente aggiornerò di sabato. Come potete vedere, all'inizio ho scritto il nome di una canzone e ne ho riportate alcune frasi. All'interno di ogni capitolo, infatti, ci sarà una canzone, che ne darà anche il titolo. Ho deciso di scrivere in blu i titoli di canzoni metalcore o post-hardcore, come avvertimento nel caso a qualcuno non piacesse il genere. Saranno presenti molte canzoni "urlate", per l'atmosfera dei capitoli. Le altre saranno in verde.
Ho scelto "Ignorance" perché si lega bene soprattutto alla prima parte del prologo.
Parlando proprio del prologo, che ve ne pare? Vi piace? Mi dispiace per Chad, prima o poi farò una fanfiction in cui lo loderò, ahahah! 

Con la speranza che recensiate, alla prossima (sabato, probabilmente!)! 
 

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Capitolo 2
*** 1.Something ***


CAPITOLO 1
Escape The Fate-Something

And I'm the one that should mean something
But still you wish that you meant something to somebody else
Something to somebody else, something to somebody else.

-E’ ora di svegliarsi!- esclamò Hayley. –Mmm… Altri cinque minuti.- mugugnò Federica. La cantante la spinse giù dal letto. –Ma sei impazzita?- chiese la diciassettenne, nervosa. –No. Sono le undici e mezza e tra poco arriva Josh. Inoltre, abbiamo un aereo da prendere, domani. E devi prepararti la valigia. Quindi, giù dal letto!-. Federica sbuffò. Il suo sguardo si posò sull’anello al dito della rossa. Mancava una settimana al matrimonio, che, ironia della sorte, non si sarebbe celebrato a Franklin. Anzi, non si sarebbe nemmeno celebrato negli Stati Uniti. –Allora torno a casa, eh?- esordì. –Non sarà così terribile. Il Warped in Arena sarà l’occasione per molte band di farsi conoscere anche in Italia.- disse Hayley. –E, per te, di sposarti all’estero.- aggiunse l’italiana. Sentirono suonare al campanello. Hayley si precipitò ad aprire. –Josh! Come stai?- lo accolse, saltandogli al collo. Lui si staccò da quell’abbraccio e la guardò. –Bene, dai. Non posso credere che dovrò raggiungere gli altri dagli Stati Uniti, ma sono contentissimo che tu mi abbia chiamato. Di cosa dovevi parlarmi?-. Hayley deglutì. Il cantante degli You Me At Six la fissava, curioso. –Beh, innanzitutto entra. E’ una cosa delicata e molto bella.-. Josh la seguì in cucina e si sedette al tavolo, aspettando che Hayley gli spiegasse. –Allora. Sai che mi sposo. I miei testimoni dovevano essere Taylor e Jerm. Ma Tay ha cambiato idea e, così, mi sono trovata senza testimone.- -E vuoi che lo faccia io?- chiese lui. –Josh, non voglio che tu possa pensare che ti usi come riserva. Io… Voglio davvero che tu sia il mio testimone di nozze.-. Josh la guardò. Non sapeva cosa dire, né cosa fare. –Hayley, io…- -Non devi sentirti costretto. Ti prego!- esclamò la cantante. –Hayley, io accetto.- concluse lui. La rossa lo abbracciò, urlando di gioia. –Grazie! Oh, grazie, grazie, grazie!- gioì, saltellando per la cucina. –Ehi, tutto bene?-.I due musicisti si girarono: Federica e Kevin li stavano fissando, straniti. –Oh, ehm… Noi… Josh sarà il mio testimone di nozze. Non è fantastico?-. Federica fece una faccia schifata. –Ehi, tranquilla! Sarò solo il testimone.- provò a difendersi lui. –Non è colpa tua, tranquillo. Beh, allora… Grandioso, no? Io vado a prepararmi la valigia. Adios!-. La ragazzina prese Kevin per la mano e lo porto fuori. Hayley si voltò verso Josh. –Non ce l’ha con te.- spiegò. –Oh. E con chi…- -Con me.- l’anticipò lei. –Non accetta il matrimonio tra me e Chad.- spiegò. –E lui che dice?- domandò Josh. –Niente. Non dice assolutamente niente. D’altronde, lo sai che non si possono vedere. Ma dovranno farsene una ragione. Tutti e due.-. Josh guardò l’ora. –Senti io… Domani partiamo presto e io dovrei andare in albergo per sistemare le mie cose.- affermò. –Allora, magari ci vediamo stasera. Intanto, ciao e grazie.- lo salutò, dandogli un bacio sulla guancia. Josh rimase come paralizzato. –Ehi, tutto a posto?- domandò Hayley. –Certo.  Ci vediamo domani, stasera vado a dormire presto. Ciao.-. Non appena Josh uscì, Hayley si voltò verso Federica. –Mi sa che l’hai fatta arrabbiare.- osservò Kevin. –Mi sa anche a me.- mormorò l’italiana. –Sono stufa, okay? Stufa! Io sposo chi mi pare, mi hai capito? Devi iniziare a portare rispetto!- la rimproverò. –Tu non sei mia madre. Non puoi dirmi cosa devo fare.- sibilò Federica, senza scomporsi. –C-come hai detto?- balbettò la cantante, spiazzata. –Ho detto che tu non sei mia madre e che non puoi dirmi che devo fare.- ripeté la diciassettenne. –Fila in camera tua!- urlò la rossa. Per tutta risposta, Federica uscì di casa, recandosi in giardino. Si sedette sull’erba e iniziò a pensare.

Josh era tornato in albergo. Non riusciva a non pensare ad altro se non che avrebbe fatto da testimone a Hayley. Certo, di per sé sarebbe stata una bella cosa. Il problema era che lui si era innamorato, e non di una persona a caso. La cantante dei Paramore gli piaceva sin dalla prima volta che si erano visti. Eppure, non aveva mai avuto il coraggio di confessare i suoi sentimenti. E ora, era troppo tardi.  –Merda!- imprecò. Il solo pensiero che Hayley avrebbe condiviso la sua vita con un altro uomo lo faceva disperare. Prese il cellulare e compose un numero. –Ehi, ciao Elissa. Ti disturbo? Perché ho un problema.- -Ma va, figurati! Allora, che succede?- chiese la sorella, dall’altra parte del telefono. Josh sospirò. –Sarò il testimone di nozze di Hayley.- disse, mesto. –Tieni duro Josh. Hai ancora una settimana di tempo. Non è molto, ma puoi farcela.- -Sì, hai ragione. Beh, ci vediamo. Grazie.-. Il cantante spense il cellulare e si buttò sul letto. Aveva una settimana per conquistarla. E, per la miseria, ci sarebbe riuscito. O forse, era meglio di no?

Federica era ancora seduta sull’erba. Hayley si sedette affianco a lei. –Che vuoi?- chiese la ragazza, sgarbatamente. –Vorrei che tu accettassi la  mia scelta. Sappi che lo faccio anche per il tuo bene.- rispose la rossa. Federica scoppiò a ridere, istericamente. –Comunque, vai a prepararti i bagagli, che domani ci si sveglia presto.-. La diciassettenne si alzò e andò in camera sua. Prese la valigia e iniziò a riempirla. Non poteva crederci: l’indomani sarebbe tornata a Verona. L’indomani sarebbe tornata a casa. Si buttò sul letto, in preda ai ricordi. Ripensò ad Ana, a Roger, ad Edo e a tutti gli altri componenti della sua gang. “La nostra amicizia sarà eterna” disse tra sé e sé, ricordando le parole di Ana.

-Ana, pensi che i Metalcore ci saranno per sempre?- chiese Federica. –Beh, è ovvio. Andiamo, siamo i migliori, i più forti in assoluto!- rispose Roger. –Ehi, l’aveva chiesto  a me.- si lamentò la croata, fingendosi offesa. –Comunque, non ti devi preoccupare: i Metalcore non si estingueranno mai.- la rassicurò Roger.
“Già. Mai”. E Federica pianse.

Angolo dell'Autrice

Premetto che vorrei qualche recensione, anche solo una. Come al solito, non so se aggiornerò se non vedo nemmeno una recensione. Sembra un ricatto e un po' lo è, ma per me vuol dire anche capire se la storia stia piacendo o no. 

Detto questo, si parte per Verona! E Josh sarà il testimone di Hayley, mentre Federica direi che non è per niente d'accordo il matrimonio. 

Perché ho scelto "Something" degli Escape The Fate? Beh, perché esprime molto bene quello che potrebbe pensare Josh, ma anche il fatto che Federica vorrebbe "essere importante per qualcun altro" rispetto alla sua vecchia gang, ovvero per Hayley.

Link:
https://www.youtube.com/watch?v=eH2OkPf4rMI

Alla prossima e, per favore, recensite. 

Grazie a Icon Of The Darkness per aver aggiunto la storia tra le seguite. A sabato prossimo!

 

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Capitolo 3
*** 2.A Sort Of Homecoming ***


 
CAPITOLO 2
U2-A Sort Of Homecoming


Oh don’t sorrow, no don’t weep
For tonight, at last

I am coming home


 

L’aereo era atterrato. Federica non poteva crederci: era a casa. Era tornata a Verona. Inspirò a pieni a polmoni. Era emozionata e nervosa allo stesso tempo. Era da quando era scappata da Franklin che non metteva più piede nella sua città natale. Si guardò intorno, in cerca di facce conosciute, ma non riconobbe nessuno. –Ehi, tutto a posto?- chiese Erica. La sorella di Hayley aveva anticipato la sua famiglia, seguendo i Paramore. Il resto dei parenti avrebbe, infatti, raggiunto le due sorelle in occasione del matrimonio. –Sì, sto bene. E’ che è…Strano.- rispose l’italiana. –Mi porterai a fare un giro?- domandò Erica. –Ovvio. Ti farò visitare la città e, se ho l’occasione, ti farò conoscere anche qualcuno dei miei vecchi amici.-. Si pentì subito dell’ultima cosa detta: non voleva far conoscere ad Erica dei potenziali criminali. –Scommetto che sono tutti simpaticissimi!- esclamò la statunitense. Federica accennò un sorriso. Si voltò. Hayley teneva per mano Kevin. Chad si avvicinò alla rossa e le circondò le spalle con il braccio. Federica strinse i pugni. Erica l’abbracciò. –Dai, non ti preoccupare.- le sussurrò. L’italiana chiuse gli occhi. SI rivide la sera della proposta di matrimonio, quando aveva sentito Chad parlare al telefono con quell’altra donna. Iniziò a piangere. Hayley se ne accorse, ma non si mosse. Abbassò lo sguardo e sospirò. Erica porse immediatamente un fazzoletto all’amica. –Beh, allora, dov’è l’albergo?- domandò Jeremy, per distrarre tutti dall’accaduto. –Si trova dall’altra parte della città. Ma sarà l’organizzazione a portarci all’hotel.- rispose Taylor. –Allora conviene muoversi.- esclamò Kat, tenendo in braccio la bambina che aveva avuto da Jeremy. -Seguiamola o ci uccide tutti.- sussurrò il bassista. Il gruppo uscì dall’aeroporto, in cerca della persona che avrebbe dovuto accoglierli. –Vedi qualcuno?- chiese Taylor a Hayley. –No. Assolutamente. Non c’è nessuno con il cartello Paramore in mano.- ribatté la cantante. –Guardate! Lì c’è uno con un foglio!- esclamò Josh. Il cantante degli You Me At Six, infatti, era arrivato in Italia con i Paramore. Si avvicinarono. –Buongiorno. Sono Hayley Williams e questi sono Taylor, Jeremy, Justin e Ilan. Poi ci sono anche Chad Gilbert dei New Found Glory e Josh Franceschi degli You Me At Six e, infine, un po’ delle nostre famiglie. Lei è il signor Antonelli?-  –E’ un piacere conoscerv… Tu?-. Federica alzò lo sguardo. –Signor Antonelli? Non ci credo!- esclamò l’italiana. L’uomo l’abbracciò, sotto gli sguardi esterrefatti dei musicisti. –Ragazzi, vi presento Marco Antonelli. Sua figlia Serena e io eravamo in classe insieme. Non sapevo lavorasse per lo spettacolo.-. L’italiano sospirò. –E’ da un po’ che ho cambiato lavoro. Così mia figlia mi potrà vedere un po’ di più. Beh, signori, il pullmino è qui. Vi porterei all’albergo, se per voi va bene.-. I musicisti sistemarono tutte le loro cose sul pullmino e salirono. –Ehi, tu non sali?- chiese Josh a Federica. –Subito. Volevo godermi un po’ i primi minuti a casa.- dichiarò la ragazza. Poi, salì anche lei. –Allacciate le cinture! Si parte!- esclamò Marco. Presero la superstrada ed entrarono in città. Verona. Federica sentì il cuore uscirle dal petto, tanto batteva forte. –Ehi, quella è l’Arena!- esclamò. Sorrise: le venne in mente tutte le volte che si sedeva sulle panchine in piazza a parlare con Ana. “Chissà come stai.” pensò tra sé e sé. –Prima di andare in albergo vi porto dal mio capo, così vi può conoscere e vi informa sul programma.- spiegò Antonelli. Parcheggiò il pullmino e fece scendere i musicisti. –Possiamo venire anche noi?- chiese Erica. –No, voi no. E’ lavoro. Voi restate qui.- esclamò Chad. Federica alzò gli occhi al cielo e prese Kevin in braccio. –Dai, resto io con voi.- fece Kat, con la bambina tra le braccia. –Sai, mi posso ricordare ogni minima cosa che facevo qui. Posso rivedere tutte le persone che ho incontrato. E’ assurdo. Mi sembra di sognare. E’ fantastico.- ragionò la diciassettenne. –E tra due settimane faccio diciotto anni!- affermò poi, con fare soddisfatto. Kat ed Erica scoppiarono a ridere, mentre Kevin guardava la piccola Davis che dormiva beatamente.

L’albergo era enorme ed era pieno di musicisti e persone famose. Federica, Kevin ed Erica erano in camera insieme ad Hayley, mentre Chad era in camera da solo. Avevano deciso di dormire separatamente a causa dell’incombente matrimonio. A dire il vero, era stata più una decisione di Hayley che di Chad. Hayley che, in quel momento, avrebbe pagato pur di capire cosa stesse frullando nel cervello di Federica. Le circondò le spalle. –Ehi, a che pensi?- le chiese. –A niente di speciale. Solo… Sono a casa, Hayley. E l’essere tornata mi fa paura.- ammise. –Ehi, guarda che…- provò a dire Hayley. –No, non parlare. Tu hai già detto fin troppo. Esattamente, hai pronunciato l’unica cosa che non dovevi dire. E ora, scusami, ma vado fuori. Ah, e ricordalo: tu non sei mia madre. Tu non sei nulla per me.- abbaiò, lasciando Hayley di stucco. Poi uscì dalla stanza. La rossa si buttò sul letto, soffocando le lacrime con il cuscino. Bussarono alla porta, ma lei fece finta di nulla. –Ehi, posso entrar… Che succede?- chiese Josh. Non udendo alcuna risposta, fece per andarsene, quando lei mormorò:-Per te mi odia?-. Josh scosse la testa e si sedette accanto a lei. –Ma figurati! Probabilmente è solo nervosa. Cambieranno molte cose tra una settimana.- la rassicurò lui. La cantante lo abbracciò. –Sono contenta che tu sia il mio testimone.- dichiarò. –Anche io.- affermò Josh, carezzandole i capelli rossi. “Se solo sapessi come mi sento a casa quando sono con te.”.

Federica era andata sul balcone della camera di Taylor. –Ascolta, io lo so che può essere difficile. Io stesso mi sono rifiutato di farle da testimone di nozze, ma…- -Non è per quello Tay. Ora sto pensando solo al fatto che sono arrivata a casa mia. Sono tornata a casa. Eppure… E’ veramente questa casa mia?-. Taylor la fece voltare verso di sé. –Ascoltami, prendi questa settimana come sfida. Vedrai che lo capirai. E ora… Se vuoi puoi rimanere un  po’ qui. Ma poi, vai da Hayley a chiederle scusa.- le disse il chitarrista. Federica sorrise, poi si rivoltò nuovamente verso il panorama. “Per stanotte finalmente sto tornando a casa” pensò, tra sé e sé.

Angolo dell'Autrice

Buon sabato! Allora, eccomi qua! La piccola Davis non è l'amore? Mi sto sciogliendo!! E Kat? Premetto che qui avrà un ruolo abbastanza ben definito, quindi preparatevi, perché la signora Davis dimostrerà che non è Jeremy il solo a portare i pantaloni!
Ma Josh e Hayley? Povero Joshino, se solo la Willi capisse... Mentre Federica... Che ne pensate? Un po' acidina, forse.

Perché ho scelto "A Sort Of Omecoming" degli U2? Beh, non penso servano troppe spiegazioni. Semplicemente qui abbiamo Federica che torna a casa.

Grazie a Chocobomb e Layla per le recensioni! Recensite, mi raccomando!

A sabato prossimo!

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Capitolo 4
*** 3.Props & Mayhem ***


CAPITOLO  3
Pierce The Veil-Props & Mayhem

Burst into flames, scream in the dark
I'm gonna light up this place
And die in beautiful stars tonight

Hayley e Josh erano seduti sul letto, abbracciati. Il cantante le carezzava dolcemente la fluente chioma rossa. Udirono la porta della camera aprirsi: Federica. –Hayley, io…- mormorò. Josh si alzò e se ne andò via, sorridendo alla cantante. Federica avanzò verso Hayley e si sedette affianco a lei. –Mi dispiace.  Scusami.-. La cantante la scrutò, sorridendo. –E’ tutto a posto.- la rassicurò. L’italiana tirò un sospiro di sollievo. –Posso… Posso portare Erica a fare un giro per la città?- chiese, timidamente. –Mmm… Basta che non torniate troppo tardi e che tu non ti metta nei guai.- rispose.  La diciassettenne sorrise e si diresse nella hall dell’albergo. Erica era seduta in una delle poltroncine. –Vieni!- esclamò, tirandola da un braccio. –Dove?- domandò la sorellastra di Hayley. –Ti porto a fare un giro.- spiegò Federica. Erica la fissò, interdetta. –Voglio solo farti vedere la città da cui vengo!- aggiunse. La piccola Williams si alzò, di malavoglia. –E va bene. Ma non cammineremo molto, vero?-.

-Si può sapere dove diamine siamo?- urlò Erica. Stavano camminando da circa mezz’ora.  –Siamo nella mia città! Guarda!-. Erica si guardò intorno. Davanti a lei c’era una piazza piena di bancarelle. –Questa è Piazza Erbe. Ma vendono cose per turisti.- spiegò l’italiana. –Vieni!-. Tirò l’americana per un braccio e la condusse per altre piazze. Poi la portò su un ponte. –Questo fiume è l’Adige. Fico, vero?-. Erica sorrise e annuì. Le aveva fatto vedere tutta Verona in un’ora scarsa. –Ho un po’ di fame. Non c’è un posto dove possiamo mangiare?- chiese. Federica pensò immediatamente al bar di Edo, ma scartò l’idea: non voleva introdurre Erica ai suoi vecchi amici. –Beh, c’è un bar, lì! Possiamo mangiare qualcosina.- affermò l’italiana. Si sedettero e ordinarono qualcosa da bere e da sgranocchiare. –Ehi, ma tu sei ancora in contatto con i tuoi vecchi amici?- domandò Erica. Federica sospirò. –Io… Beh, a dire la verità no. Perché?- -No, così. Mi… Mi piacerebbe conoscerne qualcuno. Insomma, scoprirei com’era la tua vita prima di venire da noi.- rispose la statunitense. –E’ meglio che tu non lo sappia.- mormorò l’italiana. –Perché?- chiese Erica. –No, nulla. Non era un granché come vita.- rispose, evasivamente. –Ma, se vuoi, posso farti conoscere la mia vecchia migliore amica. Non abita molto distante da qui.- propose. Erica annuì. Le due ragazze si alzarono e pagarono. –Seguimi, non è lontano.-.Si inoltrarono per dei vicoli. Camminarono per un po’, fino a quando non arrivarono a una palazzina. Era un edificio abbastanza malmesso. –Non serve suonare, se non sbaglio dovrebbe essere aperto.- osservò Federica.  Salirono le scale fino all’ultimo piano e bussarono. –Chi cazzo rompe le palle?- sbraitò una voce al di là della porta. –Forse la disturbiamo.- bisbigliò Erica. –Ma no, lei fa sempre così!- spiegò l’italiana. La porta si aprì. Una ragazza alta e magra, dai capelli scuri e la carnagione molto chiara apparve. –T-t-t-tu?- -Eh, già!-. Le due ragazze si saltarono addosso, abbracciandosi. –Dio, grazie! Quanto mi sei mancata! Entra pure, stavo finendo di mettere in ordine.- disse. –Ana, lei è Erica Williams.- spiegò Federica.  La ragazza sorrise. –Erica Williams? Cioè, lei è la sorella di Hayley Williams? Federica mi aveva parlato di te quando è tornata a Verona, tempo fa.- dichiarò Ana, sorpresa. Erica annuì. –Entrate, accomodatevi! Non è un granché come casa, ma spero non vi faccia schifo.- puntualizzò la croata. Le due ragazze la seguirono. Era un appartamento molto piccolo e piuttosto malmesso e disordinato. –Scusate, ma avere un fratellino di otto anni non è facile.- si giustificò Ana. –Ha un fratellino, Axel.- spiegò Federica a Erica. –Due fratelli, per la precisione.- puntualizzò la diciannovenne. –Due? E chi è il secondo?- domandò l’italiana, sorpresa. Ana fece avvicinare le due ragazze a un box culla. Dentro c’era un bambino piccolissimo, con pochissimi capelli, gli occhi verdi e nemmeno un dente che rideva e faceva versi strani e bolle con la saliva. –Vi presento Andrej!- esclamò, tutta orgogliosa. –E’ bellissimo! Posso prenderlo in braccio?- chiese Erica. Ana annuì, sorridendo. La sorella di Hayley Williams prese Andrej in braccio e iniziò a coccolarlo. Il bambino non mostrava alcuna paura, anzi, rideva come un matto. –Ehi, tutto a posto?- domandò Ana a Federica, accorgendosi che era cupa. –Dove sono i tuoi genitori? Insomma, mi ricordo che tua madre non lavorava. E Axel? E’ fuori a giocare?-. Ana abbassò lo sguardo a terra. –Vedi, sono cambiate alcune cose da quando sei partita, ma non ti devi preoccupare.- provò a chiudere il discorso la croata, dando un’occhiata all’orologio. –Ora… Per favore, andatevene!- esclamò. –Perché?- chiese Federica. –Io non… Andatevene, per favore! Vi prego!- supplicò Ana, in lacrime. L’italiana capì immediatamente che c’era qualcosa che non andava. –Ana, che diamine sta succedendo?- le domandò scuotendola. Sentirono bussare alla porta. –Nascondetevi nell’armadio!- ordinò. Le due ragazze obbedirono, senza capire. Ana andò ad aprire. Entrarono due uomini, uno asiatico e l’altro bianco. Federica trasalì. –Che c’è? Li conosci?- chiese Erica, bisbigliando. –Sono Tai e Salvatore Maggi, due tipacci.- rispose sottovoce. Tai si avvicinò ad Ana e la buttò per terra. –Allora, dove sono i soldi? Dove cazzo li hai messi?- sbraitò. –I-i-io… Io non li ho ancora. Ma ci sto lavorando e…- -Zitta, puttana! Tu hai avuto un prestito e lo sai che Han non è molto paziente.- urlò Maggi, brandendo un manganello e colpendola al fianco. Ana urlò dal dolore. –Allora, tira fuori i soldi!- -Non ce li ho!- piagnucolò la croata. –E allora sai qual è la punizione!- esclamò Maggi. Ma, poco prima che il manganello si abbattesse nuovamente sul corpo della croata, Federica uscì dall’armadio e si scaraventò sull’uomo, atterrandolo. –Lasciala stare!- urlò, tirandogli un pugno. –Stai ferma e voltati.- sibilò Tai, puntandogli una pistola alla schiena. L’italiana obbedì, controvoglia. –Ehi, Salvatore! Guarda qua chi c’è!- esclamò l’asiatico. –Tu? E che cosa ci fai qui?- si stupì Maggi. –Ehi, Tai! Han sarà contento, non credi? Due piccioni con un fava!- esclamò. L’asiatico ghignò. –Alzatevi! Vi porterò in un bel posto.- sibilò. Federica deglutì, mentre Ana continuava a piangere. L’italiana si voltò verso l’armadio in cui era nascosta Erica e le fece segno di aspettare in silenzio. La ragazza attese un quarto d’ora, poi uscì dal suo nascondiglio e andò alla culla di Andrej. Era rimasta sconvolta. Prese il bambino in braccio e si incamminò verso l’albergo, pregando di riuscire a ritrovare la strada da sola. 


Angolo dell'Autrice

Ta-daaaan! Ecco la svolta! Ehhh, lo so che vi sarebbe piaciuta la semplice storiella romantica. Ma io sono cattivella, muahahah!
Allora, che ve ne pare? Della serie, "bentornata a casa, Federica!". Tutta colpa di Ana? Beh, può essere. Di sicuro la croata si è messa nei pasticci. Hayley qui compare poco, ma sarà un'eccezione. E' comunque una fanfiction sui Paramore, senza di loro non c'è nessuna storia.
Come potete vedere, abbiamo la prima canzone blu. Anche se il colore l'ho messo come via precauzionale, perché è più cantata in clean che altro.

Perché "Props & Mayhem" dei Pierce The Veil? Allora, confesso che scegliere la canzone è stato un parto, ma alla fine penso di aver trovato quella che si avvicinava di più alle sensazioni di Ana e di Federica. Almeno credo. Fatemi sapere voi. 

Ringrazio Chocobomb e Layla per le recensioni. Mi raccomando, recensite! E fatemi sapere anche cosa ne pensate di questa idea delle canzoni!

Link "Props & Mayhem"

http://www.youtube.com/watch?v=yBbr9n9JnZg

A sabato prossimo!

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Capitolo 5
*** 4.Alone ***


CAPITOLO 4
Sleeping With Sirens-Alone
 
I don't want to be alone
I don't want to die alone
I could fall apart here and now
I don't want to die alone

 La macchina si fermò. Tai e Maggi fecero scendere le due ragazze. Le avevano bendate, in modo da non far loro capire dove le stessero portando. Federica rabbrividì: la pistola dell’asiatico le accarezzava la schiena, minacciosa. –Ora vi toglieremo le bende. Provate a fare scherzi e vi ritroverete del piombo in corpo.- affermò Maggi. Una volta sbendate, le fecero entrare in una specie di casolare abbandonato. Era un luogo molto buio e, nonostante l’alta temperatura esterna, molto umido. Percorsero uno stretto corridoio, fino ad entrate in una stanza spoglia, buia e sporca. Ad un tavolo, un uomo asiatico leggeva delle carte. Era un uomo possente e indossava una canotta che permetteva di vedere le due braccia, totalmente ricoperte da tatuaggi. –Tu resta qui. Intanto porto la tua amichetta da lui.- sogghignò Tai, prendendo Ana dal braccio. –Capo, ecco qui la croata.- disse, sbattendola a terra. Federica chiuse gli occhi per non guardare. –Non hai ancora pagato?- chiese l’uomo, con un tono stranamente pacato. –I-i-io… Non ho ancora i soldi.- balbettò Ana. L’uomo tatuato si alzò e, accucciandosi, le carezzò le guance. –Non hai ancora i soldi? Nessun problema.- dichiarò. La croata stava già per tirare un sospiro di sollievo, quando  quello si voltò di scatto e le tirò un calcio allo stomaco. –Mi credi un idiota? Eh? Io ti ho prestato cinqecentoventimila euro e tu me li devi ancora restituire! Quindi, o me li ridai subito oppure tu e i tuoi fratellini farete una brutta fine!- sbraitò. –Ma io non ce li ho!- piagnucolò Ana. Tai si avvicinò con una cinghia e colpì la ragazza in pieno volto. La croata si accasciò al suolo, dolorante. –Han, fermo! Te li darò io!-. L’uomo tatuato si voltò. Federica si pentì immediatamente di aver parlato. L’asiatico camminò lentamente verso di lei. La squadrò, incredulo. Scoppiò a ridere. –Tu? O mio Dio, non ci posso proprio credere!-. Federica rabbrividì. –Che cosa ci fai qui?- le chiese. –I-i-io sono qui per… Una specie di vacanza.- minimizzò lei. –A chi la dai a bere? Sei qui per il Warped In Arena, ci scommetterei tutti i soldi di questo mondo. Allora, tu le procureresti i soldi, non è così?.-. Federica annuì lentamente. Han si grattò il mento, riflettendo. Poi le circondò le spalle con un braccio, trafiggendole la schiena con le sue unghie. L’italiana si trattenne dall’urlare. 

Erica posò delicatamente Andrej sul letto, pregando che Hayley non entrasse proprio in quel momento. Era riuscita ad entrare in camera senza farsi vedere da nessuno e nemmeno lei capiva come. “A forza di stare con Federica ho imparato qualcosa” disse tra sé e sé. Andrej iniziò a piangere. E lei non sapeva cosa fare. Lo prese in braccio, provando a ricordarsi cosa faceva Kat con la sua bambina. –No, non piangere. Ci sono io qui.- provò a tranquillizzarlo. –Hai fame? Ma cosa te lo chiedo, tanto non sai parlare.-. Erica si sedette sul letto, cullando Andrej. Si sentiva maledettamente sola. Qualcuno bussò alla porta. La ragazzina trasalì: Hayley. –Mi aprite?- chiese. La sorellastra guardò Andrej.  Fortunatamente si era addormentato. “Che faccio, adesso?” si domandò.  La cantante bussava sempre più insistentemente. –Hayley, un attimo, mi sto vestendo.- mentì la ragazza. Prese dei cuscini e, con l’accappatoio, preparò un giaciglio per il Andrej nella vasca da bagno. Deposto il bimbo, andò ad aprire a Hayley. –Alla buon’ora. Ma, scusa, non ti sei cambiata.- osservò la cantante notando che indossava gli stessi vestiti di quando era andata a passeggiare con Federica. –Oh, mi ero messa il pigiama.- affermò l’altra. –Okay, tranquilla, non voglio mica farti un interrogatorio. Ora scusami, ma devo andare in bagno.- -Non puoi!- la bloccò. –Perché?- chiese la cantante, stranita. –Perché… Perché ho fatto un disastro e devi aspettare che si asciughi tutto.- si inventò Erica. –Va bene, allora andrò da Taylor. Ah, Federica? E’ ancora in giro?- -Sì.- rispose lei, sorridendo.

 -Allora, sai che idea mi è venuta in mente?- sibilò Han. –No.- dichiarò Federica. –Sai, devo smerciare venticinque chili di droga, quindici di cocaina e dieci di eroina. E il ricavato ammonterebbe proprio a cinquecentoventimila euro. E poi, tu eri la migliore.- -No! Non lo farò mai!- esclamò l’italiana. Han la obbligò a voltarsi verso Ana. –Se tu non lo fai, lei muore.- la minacciò. –E va bene. Quanto tempo ho?- -La partita ti sarà data tra tre giorni. Verrà un corriere a prenderla. Hai tempo per organizzarti.- spiegò. Federica deglutì, mentre osservava Ana contorcersi per terra. E si sentì sola, come non mai.

Erica sentì nuovamente bussare alla porta. Aprì: si trovò davanti Federica che sosteneva Ana, la quale era piena di lividi e di tagli. La fecero sedere sul letto e le pulirono le ferite. –Come stai?- le chiese Erica. –Bene. Ora torno a casa, che stasera devo andare a lavorare da Edo.- rispose la croata, in italiano. –Tu non vai da nessuna parte! Sei stata pestata a sangue!- esclamò Federica. Erica si sentì esclusa, così se ne andò dalla stanza, infuriata. –Non volevo che la tua amica…- -Non mi importa! Si può sapere cosa sta succedendo?-. La croata scoppiò a piangere. L’italiana l’abbracciò. –Mi prendo Andrej e me ne vado. Grazie lo stesso.-. Federica osservò l’amica prendere in braccio il fratellino e andarsene. Poi si buttò sul letto, sconsolata.

-Ehi, Erica, cosa ci fai qui, tutta sola?-. La ragazzina alzò lo sguardo: Max Helyer, il chitarrista degli You Me At Six, la fissava. –Sto leggendo.- rispose prendendo una rivista in mano. Max le diede un buffetto sulla guancia. –Io vado dagli altri! Ci vediamo Miniwilliams.- la salutò. Erica lo guardò andarsene, sorridendo.

Federica era sdraiata sul letto, in pigiama. La schiena le faceva malissimo. Sentì la porta aprirsi e delle urla. Si nascose dietro il muro che divideva la parte della suite in cui dormiva Hayley da quella in cui dormivano lei, Kevin ed Erica. –Taylor, vattene! Vattene via!- sbraitò la cantante. –Hayley, mi dispiace, non volevo. E’ solo che…- -Non me ne frega! Vattene! Voglio stare sola! Sola!-. Federica non aveva mai visto Hayley in quelle condizioni e, soprattutto, non l’aveva mai vista litigare in quel modo con Taylor. –Tay, vattene! Vattene.- -No.- affermò il chitarrista. La rossa si accasciò al suolo, in lacrime. Taylor si sedette accanto a lei e l’abbracciò. –Va tutto bene, tranquilla. Non ti lascerò, mi hai capito?- le sussurrò. –Tay, scusa. E’ che… Io mi sto per sposare, ma sta andando tutto storto.-. A quelle parole il cuore di Federica fece le capriole. –Ma io lo amo.- affermò poi la cantante. All’italiana morì qualcosa dentro: come poteva Hayley amare una persona del genere? –Forse dovrei starmene semplicemente da sola.- concluse la rossa. –No  Hayls. Nessuno merita di stare da solo. Nessuno deve stare da solo. Tantomeno tu. E io starò con te.- bisbigliò Taylor. La cantante lo abbracciò, in lacrime. Federica si sedette per terra, pensando ad Ana. “No, nemmeno tu sarai sola.”


Angolo dell'Autrice

Ho aggiornando dall'Ipod e, finalmente, sono riuscita a modificare tutto dal computer. Odierò Efp per questo.
Tornando a noi, che ne pensate? La canzone è blu, per un po' di scream, ma poco. 
Perché "Alone" degli Sleeping Wih Sirens? Beh, direi che tutti i personaggi si sentono soli a un certo punto e la canzone penso ci stia a pennello.
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni, ma anche a Chocobomb che so che è impegnata.

A sabato!

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Capitolo 6
*** 5.Far Away ***


CAPITOLO 5
Nickelback-Far Away

'Cause I'm not leaving you anymore 
Believe it 
Hold on to me and, never let me go 
Keep breathing 
Hold on to me and, never let me go 


 
Federica era ancora sul pavimento. Non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto aiutare Ana, ma non poteva ritornare a spacciare. Fece attenzione a non fare rumore e si sistemò nuovamente sul letto. Proprio in quel momento Hayley entrò. –Che c’è?- mugugnò la diciassettenne. –Dobbiamo andare. Stasera siamo i primi a esibirci.- rispose la cantante. L’italiana si alzò e si sistemò per uscire. Hayley si avvicinò e le cinse le spalle, ma Federica si allontanò, soffocando un gemito di dolore. –Che succede?- chiese la rossa. –Nulla. Ho solo un po’ di mal di schiena, tutto qui.- minimizzò l’italiana. –Sei sicura?- chiese Hayley. Federica avrebbe voluto dirle tutto, confessarle quanto era successo. Eppure, riuscì solo ad annuire e a mentire, di nuovo. Hayley le alzò il mento con le dita. –Lo sai che puoi dirmi tutto, vero?-. Federica deglutì, abbassando lo sguardo. Strinse i pugni e spinse via la cantante. –Sono solo stanca, va bene? E ora andiamo, che poi arrivi in ritardo e il tuo caro Chad si arrabbia.-. Hayley si trattenne dal dire qualcosa e la seguì. Una volta nella hall, aspettarono il signor Antonelli, che li avrebbe condotti in Arena. L’uomo arrivò, trafelato. –Scusate il ritardo.-. I musicisti lo tranquillizzarono e salirono sul pullmino. Stavano per partire, quando Jeremy si accorse dell’assenza di Kevin. –Dov’è finito?- si disperò Hayley. La cantante aprì la portiera e si lanciò verso l’albergo. Josh la rincorse e la bloccò. –Ma cosa fai?- domandò la rossa. –Devi stare calma. Vado a cercarlo io. Tu vai pure con gli altri, non ti preoccupare.-. Hayley annuì, abbracciandolo. Il cantante si irrigidì. –Ha-Haley io… Vai.- balbettò. La rossa obbedì. Josh entrò nell’albergo. Immaginava dove potesse trovarsi il bambino. Si recò al grande giardino che si trovava sul retro. Kevin era seduto sotto un albero, che disegnava con una penna su un foglio. Josh gli sorrise e lo fece alzare in piedi. –Dai, andiamo.- lo esortò, ma il piccolo si sedette di nuovo. Josh si sedette accanto a lui. –Che cosa stavi disegnando?- gli chiese. –E’  un segreto.- rispose Kevin. Il cantante lo guardò, teneramente. Sorrise. “Se potessi sposare io Hayley, mi prenderei cura di te.” Pensò tra sé e sé, accarezzandogli il capo.

Hayley fissava il vuoto con il microfono arancione in mano. Jeremy si sedette vicino a lei. –Josh mi ha mandato un messaggio. Stanno arrivando.- la informò. Lei annuì. –Hayley!- esclamò una voce. La cantante si voltò, tirando un sospiro di sollievo.  –Kevin, non farlo mai più.- lo rimproverò. Poi, alzò lo sguardo verso Josh. –Grazie mille, davvero.- lo ringraziò. –Figurati.- ribatté lui. Rimasero in silenzio, mentre si fissavano. Hayley si morse il labbro. –Beh…  Josh, io…- -Hayley! Io non ti capisco!-. I due cantanti si voltarono: Chad era visibilmente arrabbiato. Kevin si strinse al fianco della leader dei Paramore. Il chitarrista dei New Found Glory si diresse verso la rossa. –Chad, che c’è?- domandò la cantante. –Come fai a non fargli niente? E’ un teppista! E tu cosa fai? Gli dici semplicemente di non nascondersi più?- sbraitò il fidanzato. –Chad, calmati. Prenderò provvedimenti, ma penso che la priorità fosse trovarlo, non punirlo.-. Il chitarrista sbuffò e lanciò un’occhiataccia a Kevin. –Chad, ti prego, capiscimi.- supplicò Hayley. –Tra meno di una settimana ci sposeremo e Kevin e Federica diventeranno i nostri figli. E, in qualità di figli, dovranno rispondere a delle regole. Capisci o no?-. Hayley chinò il capo. Lo rialzò. –Sì, Chad. Scusa, hai ragione.-. Federica osservava la scena da lontano, disgustata. –Dai, non fare quella faccia.- obiettò Daniel Flint, il batterista degli You Me At Six. –Mi fanno venire da vomitare.- ammise la ragazza. Daniel le tirò uno schiaffetto sulla nuca. –Vado a prepararmi. Ci vediamo!-. Federica osservò il musicista andarsene. Poi, guardò l’ora. Hayley e Chad stavano ancora discutendo. Decise di andarsene a fare un giro. Uscì dall’Arena e si diresse in Piazza Bra. Respirò l’aria a pieni polmoni. Si incamminò per Via Mazzini. Poteva ricordare ogni singolo giorno passato con Ana e Roger a passeggiare e ogni singola notte  passata a spacciare. Le tornarono alla mente il paradiso e l’inferno: uno di giorno e l’altro la notte. Si appoggiò a un muro. Sentì il cellulare squillare. Guardò lo schermo. Hayley la stava chiamando. Decise di non rispondere e le inviò un messaggio. Si guardò intorno. Era stata troppo a lungo lontana da quella città. E non si era mai resa conto di quanto fosse stato importante avere comunque delle radici.

Josh guardava Hayley che sistemava la sua attrezzatura. Le sorrise, chiedendosi per quanto ancora sarebbe riuscito a mentirle. Si sentiva così distante dall’unica meta che desiderava. Ogni volta che cercava di esternare i propri sentimenti qualcosa andava storto, sempre. –Josh, mi aiuti un attimo con il microfono?- gli chiese. –Oh, sì, Hayley. Arrivo.-. La rossa era riuscita ad annodare il filo su sé stesso e non sapeva più come rimetterlo a posto. Il cantante riuscì, pur con fatica, a sbrogliarlo. –Ecco fatto.- dichiarò soddisfatto. La rossa gli sorrise. –Allora, sei pronto per stasera?- gli domandò. –Prontissimo. Io sono nato pronto.- rispose lui. La rossa guardò per terra. –Posso farti una domanda?- chiese poi. Josh annuì. –Ti sei mai… Innamorato?-. Il cantante si sentì svenire. Doveva inventarsi qualcosa, e alla svelta. –I-i-io… Sì. Io amo una ragazza, Hayley. Una ragazza stupenda, la più bella che abbia mai visto. Ma non la potrò mai avere.-. Hayley lo guardò. –Mi dispiace. Come si chiama?-. Josh deglutì. –H-H-Helen. Sì, si chiama Helen. Si sposerà, prossimamente. E io non posso farci niente.-. La rossa gli strinse la mano tra le sue. –Sono sicura che troverai qualcuno che ti amerà come meriti.- affermò, dolcemente. Josh avrebbe voluto baciarla, stringerla a sé. Ma non poteva. Era così vicina. Eppure così distante. “Ti amo e tu non lo saprai mai.”.

Federica arrivò sul Lungadige. Si sedette sulla riva del fiume. Quel posto le riportò alla mente svariati ricordi, come, ad esempio, la prima volta che venne a contatto con i Metalcore. Aveva pressappoco l’età di Kevin e vagava senza meta per la città. Si scontrò con Roger, che l’aiutò, poi, a rialzarsi. In seguito, lui la prese sotto la sua ala protettiva e i due divennero come fratelli. Una lacrima le bagnò la guancia. Tanti, troppi ricordi le affollavano la mente. Si guardò intorno. Iniziava ad essere tardi. E, mentre guardava il sole tramontare, capì cosa doveva fare. Si alzò da terra e scrutò l’orizzonte, realizzando di non avere altra scelta.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui! Allora, che ve ne pare? Josh non è un amore? Insomma, dai, lo adoro! E Kevin? Chissà cosa stava disegnando. Si scoprirà anche questo, comunque si accettano previsioni!
La canzone è "Far Away" dei Nickelback (verde). Perché? Beh, parla della lontananza che c'è tra un uomo e la donna che ama. Da un lato, Federica prova lo stesso con la sua vecchia città, il suo vecchio mondo, dall'altro abbiamo Josh che sente lontana Hayley, poiché è irraggiungibile per lui.
Ringrazio Chocobomb, Layla e Lost The Battle per le bellissime recensioni! Un grazie anche a chi legge!
Alla prossima!

Far Away:
http://www.youtube.com/watch?v=j4y-RzVGrHg

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Capitolo 7
*** 6.Call That A Comeback? ***


CAPITOLO 6 
You Me At Six-Call That A Comeback?

And all I've got is what you don't.
Wanna know where I will go?
The saddest part is I am not with you

And I never meant to go, I'm leaving you the only way I know.
And I never meant to go, I'm leaving you the only way I know.
 

Federica camminava per una viuzza. Si guardò in giro: le era mancata dai morire quella strada, quella via. Si guardò intorno, temendo di essersi persa. Ma poi, udì una musica inconfondibile. La seguì e si trovò davanti ad un locale piuttosto malmesso, cupo e pieno di gente non proprio raccomandabile. Sì, era quello il posto dove doveva andare. Entrò. Il luogo era buio e le poche luci conferivano all’ambiente un aspetto minaccioso e inquietante. Ma non per lei, che lì c’era cresciuta.  La musica era ad altissimo volume. Le note di “Alligator Blood” dei Bring Me The Horizon le riportarono alla mente immagini e ricordi. Quella canzone era una di quelle che solitamente facevano partire durante le cosiddette “sfide”. Si avvicinò alle casse e le spense, all’improvviso. -Chi cazzo ha spento la musica? Ehi!-. Federica sorrise, senza rispondere. –Allora, alzi la mano il deficiente che ha osato spegnere la musica!- urlò il barista, un uomo che avrà avuto poco meno di trent’anni, ben piantato e con i capelli rasati da un lato. Tutti i clienti si guardarono fra di loro, con aria interrogativa. Federica se ne stava appoggiata al muro, godendosi la scena. –Allora, voglio sapere chi è il coglione che ha osato toccare il mio impianto stereo!- -Sono stata io, Edo!-. Tutti si voltarono, alla ricerca di chi avesse parlato. –T-t-tu? Okay, ragazzi, chiusura anticipata per oggi! Fuori tutti!- dichiarò il barista. I clienti provarono a protestare, ma Edo urlò:-Ho detto fuori! Fuori! Via tutti, sciò!-. Quando i clienti ebbero lasciato il locale, l’uomo corse verso la ragazzina. –Vieni qui, fatti abbracciare!-. I due si strinsero forte, affettuosamente. Poi, Federica si sciolse dall’abbraccio e chiese:-Dove sono gli altri? Roger, Ham, Marco… Ana?-. Edo le sorrise. –Sono tutti nel retro. Ana è in magazzino, stava mettendo a posto delle cose e… Oh, eccola!-. La croata trasalì, non appena vide l’italiana. –Vado a chiamare gli altri!- esclamò Edo, contentissimo. –Sei sicura?- domandò Ana. La diciassettenne annuì. –Federica!- esclamò un ragazzo, placcandola e buttandola per terra. –Roger, sono contenta anche io di vederti.- dichiarò, dolorante. –Oh, ehm… Scusa.- mormorò il biondo, aiutandola a rialzarsi. –Ham, Marco... E Emma?- domandò l’italiana. –Si è tirata fuori da un bel po’. O meglio, i suoi l’hanno tirata fuori. Si è trasferita a Roma.- spiegò Ham, un ragazzo paffuto e con i capelli a spazzola. –Capisco. Beh, ragazzi, sono troppo felice di vedervi! Come va?-. I Metalcore si guardarono fra di loro, spaesati. –Campiamo, diciamo così. Da quando Cardi si è preso il merito per la sconfitta di Roskim e ha deciso di distruggere tutte le gang, la vita è diventata dura. E poi, Brandon dicono sia stato ucciso e, al suo posto, ora c’è Han. Quello è impazzito, si crede il padrone di tutto! Non sai quanta gente ha fatto fuori.- spiegò Roger. –Immagino.-. Federica si pentì subito di quello che aveva detto. –Ehm… Cioè?- chiese Marco. La diciassettenne si voltò verso Ana. Poi, iniziò a spiegare:-Ana è indebitata fino al collo con Han. Sono venuta qui in Italia perché, come sapete, vivo con Hayley Williams e lei è impegnata con i Paramore per il Warped In Arena. Sono passata a salutare Ana e Maggi e Tai ci hanno portate da Han. Devo smerciare venticinque chili di droga se voglio che non la tocchino, quindici di cocaina e dieci di eroina. Ci serve aiuto. E non sto scherzando.-. I ragazzi si guardarono smarriti. Edo assunse un’espressione dura e delusa. –Ana, perché non ci hai detto niente?- domandò Roger. –Tu non sai quante volte ho chiesto aiuto! Ma, per voi, l’importante era stare qui e bere o raccontarvi stronzate. Ogni tanto andavate a rubare qualcosa e io dovevo stare qui a lavorare per cercare di crescere i miei due fratelli! Al funerale di mia madre non è venuto nessuno di voi! Quindi, non osare dirmi che non vi ho chiesto nulla, perché avevo solo bisogno di pagarmi l’affitto e il cibo! E Han è stata l’ultima possibilità!-. Ana aveva tirato fuori tutto quello che si portava dentro da innumerevole tempo. Scoppiò a piangere. Federica la strinse a sé. –Quanto tempo abbiamo?- domandò Marco. –Due giorni.- rispose la ragazzina. -Questo vuol dire che, per domani, dobbiamo avere già tutto pronto e dobbiamo depistare gli uomini di Cardi.- osservò Edo. –Noi ci stiamo. Ma bisogna fare attenzione: sono venticinque chili, non una passeggiata.- dichiarò Roger. –Domani mattina verrò qui e ne discuteremo. Ora devo assolutamente andare, o è la volta che Hayley mi ammazza davvero.- dichiarò, andandosene. Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei jeans e vide dieci chiamate perse. Decise di andare direttamente in albergo.
 
-Vedrai che arriverà. Vuoi che chiamiamo la polizia?- chiese Kat a Hayley. –No. Mi aveva scritto che se ne andava in giro. Ma non pensavo così a lungo, maledizione!-. Chad guardava la scena, disgustato. Erano tutti nella hall, tranne Jeremy, che era andato a controllare che la figlia dormisse. –Se fossi in lei, l’avrei già mandata via! E’ solo una combinaguai!- -Chad, piantala! Non è questo che serve a Hayley!- lo rimproverò Taylor. Il chitarrista dei New Found Glory lo mandò a quel paese e, tirato fuori il cellulare, iniziò a far finta di niente. –Hayley, senti… Forse potresti richiamarla.- suggerì Justin. –E’ tutto inutile, non risponde!- piagnucolò la cantante. Improvvisamente, Federica entrò. Hayley la guardò, dura. La ragazzina abbassò il capo, rendendosi conto di ciò che aveva combinato. –Io… Non… Scusami, ti prego.- supplicò. La cantante scosse la testa. –No. Non ti scuso. E ora vai in camera.- sibilò. La ragazzina salì le scale ed entrò nella suite. Kevin ed Erica dormivano beatamente nel loro letto. Andò in bagno e si spogliò. La schiena le faceva malissimo: aveva i segni delle unghie di Han che le trafiggevano la pelle. Si guardò allo specchio. Portava sempre un cerotto sulla spalla, per coprire il vistoso tatuaggio a forma di drago, il simbolo della sua gang. In un anno e mezzo nemmeno Hayley e Erica l’avevano mai visto. Udì un rumore. Uscì dal bagno. Hayley si era seduta sul letto di Kevin e lo guardava dormire. –Hayls, perdonami.- supplicò. –Dov’eri?- chiese la rossa. –Da degli… Amici.- rispose Federica. Hayley si mise le mani nei capelli. –Eri con la tua vecchia gang?- domandò. –No.- mentì la diciassettenne. Hayley sospirò. –Ti diverti a provare a mandare tutto all’aria?-. Federica la guardò, stranita. –Ma di che parli?- le chiese. –Mi sposo tra pochi giorni e lo sai che io e Chad abbiamo pareri diversi su te e Kevin. Vuoi per caso che mi molli per questo?-. Federica rimase a bocca aperta. –Ma che hai bevuto? Senti, lo sai che odio Chad. Lo sai che, per me, non è quello giusto. Ma non provare ad accusarmi di questo. Non provarci! E, ora, buonanotte.- ribatté, tagliando corto. Hayley uscì dalla camera e si diresse verso il bar dell’albergo. –Una birra grande, per favore.- ordinò. Fece per iniziare a bere, quando qualcuno le bloccò il polso. –Josh, che cazzo fai?- -Hayley, tu non bevi.- disse l’inglese. –Io faccio quello che mi pare.- sbottò lei. –Se dopo vuoi stare male, accomodati pure.- ribatté. –Ma sappi che io sarò con te comunque. In qualità di testimone, di amico e di…-. Josh si fermò. -Di?- chiese Hayley. –Di… persona.-. La rossa sorrise. Guardò il bicchiere pieno di birra. Lo spinse via e pagò. Salutò Josh e se ne andò in camera. Si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi. “Come primo giorno non c’è male.” Pensò tra sé e sé, prima di cadere tra le braccia di Morfeo.


Angolo dell'Autrice

Aggiorno oggi perché domani vado via e sabato non ci sarò.
Allora, Federica l'ha combinata bella grossa.Ma i suoi amici? Come vi sembrano? Sì, sono stati un po' superficiali con Ana, ma sono ragazzi di buoncuore in realtà. Ma Josh? Okay, lo sto rendendo l'angelo custode di Hayley ahahah. Precisazione sulla birra: mi pareva di aver letto un'intervista in cui Hayley sostenesse di essere praticamente astemia. Ovviamente, non ne sono sicura al cento per cento, quindi se ho sbagliato fatemelo pure notare.
La canzone è "Call That A Comeback?" degli You Me At Six (la band di Josh awww, okay la smetto di fangirleggiare). Perché? Beh, penso che renda bene l'idea di un ritorno non indolore e non sereno, come quello di Federica.
Un ringraziamento a Chocobomb, Lost The Battle e Layla per le recensioni, vi adoro! Un grazie anche a chi segue la storia e la legge e basta.
Vi saluto, a sabato prossimo!

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Capitolo 8
*** 7.Sympathy ***


CAPITOLO 7
Goo Goo Dolls-Sympathy

Stranger than your sympathy 
This is my apology 
I'm killing myself from the inside out 
And all my fears have pushed you out 



 

Hayley scese in sala da pranzo per la colazione. –Eccola. In ritardo, come al solito!- la prese in giro Jenna McDougall, la cantante dei Tonight Alive. –Molto divertente Jenna, molto divertente. Beata te che non soffri il jet lag.- ribatté la rossa, sedendosi accanto a Taylor, Chad e a Kellin Quinn, frontman degli Sleeping With Sirens. –Sembra di essere in gita scolastica.- osservò il chitarrista dei Paramore. –Perché?- chiese Kellin. –Facciamo tutti colazione insieme, pranziamo più o meno tutti insieme, alloggiamo tutti nello stesso albergo e cose così. Sì, siamo decisamente in gita scolastica.-. Hayley e Kellin scoppiarono a ridere. La cantante posò lo sguardo sul tavolo di Federica e Erica. Erano con Josh, Max e Matt degli You Me At Six che scrutavano l’orizzonte, in attesa di qualcosa. –Che cosa stanno aspettando?- chiese a Kellin, sussurrando. –Beh, loro attendono che…- -Signori e signore, sono arrivato! Oliver Sikes è arrivato! Gente, sono qui.- esclamò il cantante dei Bring Me The Horizon, entrando platealmente in sala da pranzo. Hayley alzò gli occhi al cielo: le era  molto simpatico, ma, ultimamente, era diventato un po’ troppo scherzoso ed egocentrico. –Oli! Siediti qui! Dove sono gli altri?- chiese Josh. –Lee è andato a sistemarsi in camera, mentre Nicholls e Kean sono andati a farsi un giro. Jordan boh, sarà da qualche parte.- spiegò, sedendosi. Aspettò Che Hayley avesse finito di fare colazione e se ne fosse andata con Chad, poi, dando una pacca sulle spalle  a Josh, gli chiese:-Come va con lei? Sei riuscito a parlarle?- -Ma sei impazzito? Non puoi parlarne qui, davanti a tutti!- ribatté il cantante. Erica e Federica scoppiarono a ridere. –Aspetta… Voi lo sapete?- domandò, spiazzato. –Oh, andiamo Josh, lo sanno tutti, tranne Hayls.- rispose l’italiana. –T-t-tutti?- balbettò lui. –Eh, già!- esclamò Oliver. –Non ci credo. Questa è una cavolata che vi siete inventati sul momento!- si innervosì Josh. –No. E te lo dimostro. Vic, tu lo sapevi?- chiese il cantante dei Bring Me The Horizon a quello dei Pierce The Veil. –Beh, ovvio!- rispose lui. –Beh, è uno!- osservò Josh. –Ehi, Tay, tu lo sai?- -Ma certo! E chi non lo sa?-. Josh iniziò a impallidire. –Wakhaio! Tu lo sapevi? E tu, Jack? Mike?- -Okay, ho capito, basta!- esclamò Josh, zittendolo. –Comunque non va. Sai, c’è un minuscolo particolare che si frappone fra me e lei.- disse. –Mmm… Chad?- provò ad indovinare Oliver. –Oli, lei si deve sposare!- provò a farlo ragionare Josh. Sykes iniziò a tamburellare il tavolo con le dita. –Già, hai ragione. Ma non si è ancora sposata.- osservò. –Ma che razza di ragionamento è?- esclamò l’altro. –Beh, mi sembra un discorso realista.- osservò Erica. –Okay, ragazzi, stop. Lei sposerà Chad. Punto. E io sarò il testimone. Fine. Stop. Va bene?-. Oliver si alzò e gli diede una pacca sulla spalla. –Tira fuori i cosiddetti. Sei un uomo o una femminuccia?- lo provocò, andandosene. Josh si voltò verso Federica, Erica, Max e Matt. –Non voglio commenti.- mormorò. –Okay.- risposero i quattro, all’unisono.

Oliver si recò da Hayley, che stava prendendo un caffè al bar dell’albergo. –Ciao rossa. Come va?- la salutò. –Oli, da quando stai con Hanna sei diventato un simpaticone, lo sai?- lo prese in giro, stritolandogli le guance. –Che cattiva che sei.- fece Oliver, fingendosi offeso. Hayley posò la sua tazzina sul bancone. –Allora, Oli, che cosa vuoi da me?- chiese. –Io… Beh, ti andrebbe di cantare “Don’t Go” con me?-. Hayley strabuzzò gli occhi. –C-c-cosa?- domandò, balbettando. –Hai capito benissimo. Penso che tu sia la persona adatta per cantarla. Lights non c’è e io vorrei farla a tutti i costi. Se ti va, ci esibiamo tra due giorni.-. La cantante si morse il labbro. –E va bene. Ne parlo con gli altri e poi ti faccio sapere.- disse. –Ottimo. Allora, pronta per il matrimonio?-. Hayley sospirò. –Sono piuttosto emozionata. Insomma, cambieranno tantissime cose, non solo per me.- rispose. Il cantante la guardò con estrema tenerezza, capendo a cosa si riferisse. La rossa gli sorrise.–Capito. Beh, posso farti una domanda? Che cosa ne pensi di Josh?- chiese Oliver. –Perché questa domanda che non farebbe neanche mio padre?- domandò Hayley, sospettosa. –Perché, tuo padre non te l’ha fatta questa domanda?- -Dai, idiota!- esclamò la rossa, tirandogli un pugnetto sul braccio. –Beh, così.- rispose Oliver, scrollando le spalle. –Penso che sia un ottimo amico, una brava persona, un ragazzo d’oro… E’ la persona giusta come testimone e come… Come amico.-. Il ragazzo le sorrise. Hayley si incupì. Due grosse lacrime le bagnarono le guance. –Ehi, ehi, tranquilla. Cosa succede?- si preoccupò Oliver, abbracciandola con fare fraterno. La cantante prese un fazzoletto e si soffiò il naso. –Scusami, non volevo. Io… Io devo andare.-. Oliver la guardò andarsene. Si sedette al bancone del bar e prese tra le mani una bustina di zucchero, iniziando a rimuginare sull’accaduto.

Federica si lavò i denti e si mise le scarpe. Era pronta per andare al bar di Edo. Doveva solo riuscire a convincere Hayley a lasciarla gironzolare per la città, cosa alquanto difficile, visto ciò che era successo la sera precedente. Si guardò la spalla: ripensò a quando quel tatuaggio se l’era fatto. Aveva solo quattordici anni e glielo aveva tatuato Roger. Parlava di appartenenza a un gruppo, al fatto che sarebbero stati tutti uniti. A lei non importava, sapeva solo che, grazie a quel tatuaggio, sarebbe stata identificabile dai carabinieri. E, così, non lo mise mai in mostra. L’unica persona che non faceva parte della gang e che l’avesse visto e fosse venuto a conoscenza del significato era stato Nico. Solo lui, nessun altro. –Fede, devo andare in bagno!- si lamentò Kevin. La ragazza si rimise la maglietta e uscì. Guardò Kevin e gli sorrise. Il bambino si sedette sul letto. –Non dovevi andare in bagno?- gli chiese. –No, in realtà volevo solo averti qui.- confessò il piccolo. Federica si sedette accanto a lui e gli accarezzò la testa. –Perché sei triste?- le chiese il bimbo. –Non sono triste. Sono solo un po’ stanca.- rispose lei. –Ma ti sei appena svegliata!- ribatté lui. –Beh, ma sai com’è, il jet lag, il fuso orario…- provò a giustificarsi l’italiana. Kevin la guardò, poco convinto. L’arrivo di Taylor fu provvidenziale. –Ehi, andiamo? Hayley mi ha mandato a chiamarvi!- esclamò. Federica ne approfittò per concludere la conversazione con Kevin e si diresse verso il chitarrista. Scesero fino alla hall. Federica andò immediatamente verso Oliver, vedendolo pensieroso. –Che hai?- domandò. –Mmm… Sto pensando che forse, per Josh, è ora di muoversi o la perderà per sempre.-.

Angolo dell'Autrice

Eccomi! Allora, diamo un grosso benvenuto a Oliver Sykes! Non so se i Bring Me the Horizon vi piacciano, ma sono una delle mie band preferite, quindi ho deciso di metterli nella fanfiction. Mi servirebbe anche un consiglio: dato che non compaiono in tutti i capitoli, ma solo in alcuni, per voi è necessario inserire nelle informazioni che è un cross-over con i Bring? 

Tornando a noi, Hayley scoppia a piangere. Come mai? Eh... Lo scoprirete ;)
E Josh? Ahahah, poverino! 
La canzone è "Sympathy" dei mitici Goo Goo Dolls. Allora, potrebbe sembrare non c'entrare nulla. In realtà, io l'ho scelta per un motivo che farò scoprire a voi. Vi lascio anche il link della traduzione :)

Ringrazio Layla, Lost The Battle e Chocobomb per le recensioni e quanti leggono. Grazie <3

A sabato prossimo! 

Sympathy: 
http://www.youtube.com/watch?v=3oF0iY0z_Bs

Traduzione testo: http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20090912131838AAFjeNU
 

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Capitolo 9
*** 8.That's What You Get ***


CAPITOLO 8
Paramore-That's What You Get

Why do we like to hurt so much?

-Dai, ti sto solo chiedendo di lasciarmi fare un giro.- si lamentò Federica. –Per andare dove? Eh?- abbaiò Hayley. L’italiana abbassò lo sguardo. Non poteva biasimarla, la sera prima era tornata in albergo davvero troppo tardi. –Io vorrei solo andare a salutare degli amici. E’ importante.- rispose. –Non se ne parla.- sentenziò la cantante. La ragazzina si morse il labbro. Prese il cellulare dalla tasca: Edo le aveva inviato un messaggio, chiedendole dove si trovasse. La ragazzina era nel panico: c’era in ballo la vita di Ana. –Se ci andassi con Erica?-. La sorella di Hayley si voltò di scatto. –Io non ne voglio sapere dei tuoi amici.- sussurrò. Federica, come risposta, le mollò un pestone sul piede. –Io…- provò a rispondere Hayley, spiazzata da quella proposta. –Senti, finché decidi posso parlare un attimo con Federica? Grazie!-. Erica prese l’italiana per il braccio e la portò in disparte. –Si può sapere che diamine sta succedendo?- domandò. –Io… Io devo aiutare Ana. E’ in un mare di guai. Ma, per farlo, devo vedere la mia vecchia gang. Ho solo due giorni per sistemare tutto il casino che si è creato. Due giorni. Ti prego, Erica, ho bisogno anche di te.-. Le due ragazze si guardarono. L’americana sospirò. –Non voglio essere usata. Mi capisci?- spiegò. Federica annuì. –Mi dispiace, davvero. Non volevo coinvolgerti.- si scusò. –Tranquilla. Ti aiuterò ad andare dai tuoi amici, ma non parteciperò a niente di quello che volete fare.- affermò l’altra. -Ehi, voi due, allora?- esclamò Hayley. –Possiamo?- chiese Erica, facendo gli occhi dolci. –E va bene, ma non fatemene pentire. Vi voglio tutte e due in albergo per l’una. Capito?-. Le due ragazzine annuirono e corsero via, sotto lo sguardo stupito di Hayley.

-Finalmente, ma dove cazzo eri?- l’accolse Marco. –In punizione. Avere una famiglia vuol dire anche questo.- lo provocò Federica. –Ma come ti permetti, pezzo di…- -Ehi, buoni! Dobbiamo aiutare Ana sì o no?- li separò Edo. I due si guardarono in cagnesco. –Sì, hai ragione. Allora, siete riusciti a depistare Cardi?- domandò Federica. –Non del tutto. Sa della partita di droga. Ma il vero pericolo non è lui. E’ arrivato un poliziotto americano, un pezzo grosso dei federali. Pare che la tua partita di droga valga molto.- spiegò Roger. Federica si sedette su una sedia. –Capisco. Gli acquirenti sono tutte persone in vista. Verrà un corriere a comprarla, ci pagherà e poi saranno cazzi suoi.- affermò. –Beh, in compenso abbiamo depistato tutte le altre gang, Raptors compresi. Meglio che non sappiano di questo lavoro.- -Che lavoro?-. I ragazzi si girarono. Una ragazza alta, bionda, dalla corporatura atletica e gli occhi azzurri come il ghiaccio se ne stava con la schiena appoggiata al muro e fissava il gruppo. –Ciao Marco.- salutò. Aveva una voce suadente, che a Federica fece, però, venire i brividi. –Ehi, chi è quella?- domandò Federica a Ham, bisbigliando. –Quella è Angela, la fidanzata di Marco. Fa parte del gruppo da tre mesi.- rispose il ragazzo. Angela si avvicinò e vide Federica. –Chi cazzo è quella?- domandò, sgarbatamente. –Oh, beh, lei è Federica. Era con noi fino a qualche tempo fa.- rispose Marco. –Davvero? Wow.- disse, squadrandola. La diciassettenne si irritò e si alzò di scatto, avvicinandosi a lei. –Ma che cazzo vuoi?- urlò, spingendola. –Ehi! Ma tieni le mani a posto!- ribatté l’altra. –Io faccio quello che mi pare, chiaro?- urlò Federica. –Tu fai cosa? Senti bella, ho capito chi sei! Tu sei quella bimbetta che ha lasciato la banda per farsi i cazzi suoi!- rispose Angela, spingendola. –Non è andata così!- ribatté la diciassettenne. –Okay, ragazze, calmatevi. Dobbiamo aiutare Ana, non litigare!- le fermò Roger. Le due ragazze su guardarono in cagnesco e si sedettero. –Allora, ecco il piano.-.

-That’s what you get when you let your heart win…- -Okay Hayls, facciamo una pausa!- esclamò Jeremy. I Paramore si sedettero ai lati del palco e bevvero un po’ d’acqua. –Allora, tra tre giorni sarai la signora Gilbert.- osservò Justin. –Già.- mormorò la cantante. –Ehi, tutto a posto?- chiese Taylor. –Sì.- rispose la rossa, flebilmente. Poi si alzò e scese dal palco. –Scusate, ma  non ho più voglia di provare.- disse. Si avviò verso l’uscita, quando si scontrò contro qualcuno. La rossa si voltò. –Oll? Ma che ci fa qui?- chiese, sorpresa di trovare l’agente federale lì, davanti a lei. –Signorina Williams, che piacere. Sono qui per lavoro e cercavo proprio lei.- rispose l’uomo. –M-m-me?- balbettò Hayley, confusa. L’uomo sospirò. –Sì, le devo fare alcune domande. Nulla di che, non mi fraintenda.- rispose. La rossa si voltò verso i ragazzi, che fecero spallucce. –Va bene, dove vuole parlarmi?- -Oh, anche ad un bar qua vicino.- rispose il federale. Hayley fece cenno ai ragazzi di non aspettarla e si avviò verso l’uscita. Arrivarono ad un bar e si sedettero ad un tavolo. –Cosa vi porto?- chiese il cameriere. –Una birra grande per me e per la signorina…- -Dell’aranciata, grazie.- lo anticipò lei. Quando il cameriere si fu allontanato, la cantante domandò:-Allora, che sta succedendo?-. Oll non fece in tempo a rispondere che le bibite arrivarono. L’uomo bevve un sorso della sua birra e iniziò a spiegare:-Sto indagando su un grosso caso di droga. Una partita è arrivata qui, a Verona, dagli Stati Uniti.- -E io cosa c’entro?- intervenne Hayley. –Signorina Williams, lei nulla. Solo, conosco il passato di Federica. Non la sto accusando, ma le voglio chiedere di tenerla d’occhio.-. La cantante alzò gli occhi al cielo, incupita. La gamba destra continuava a muoversi, come se stesse suonando la batteria. –Tutto a posto?- domandò Oll, preoccupato. –Tutto a posto? Mi ha portata in un bar a parlarmi di Federica, mi ha detto che devo  tenerla d’occhio perché rischia di finire in mezzo a un traffico di droga, tra tre giorni mi sposo e non sono ancora pronta e lei mi chiede se  è tutto a posto?-. Oll alzò le mani, in segno di resa. –Mi dispiace, davvero. E’ che ho solo paura per voi.-. Hayley lo fissò negli occhi. Quell’uomo le aveva sempre ricordato suo padre, sotto sotto. O meglio, avrebbe voluto avere un padre come lui, qualcuno di protettivo, ma, allo stesso tempo, non docile. Un uomo, insomma. Un uomo che tenesse a lei come figlia. –Mi scusi, è che non è un bel periodo. E anche il matrimonio… Sa, non sta andando benissimo. – spiegò. –Capisco. Ma lei è innamorata, signorina Williams?-. La rossa si morse il labbro. –Sì.-.

-Devo andare.- dichiarò Federica. –Ma non abbiamo finito!- protestò Ham. –Lo so. Ma Hayley mi ammazza, altrimenti.- spiegò  la diciassettenne. –Bah, che senzapalle.- commentò Angela. –Come, scusa?- sbottò Federica. –Hai paura di fare brutta figura? O hai paura di farla arrabbiare?- la sbeffeggiò l’altra. Federica si avventò su di lei e le tirò un pugno. –Senti, o taci o sarà peggio per te.- sibilò. Marco la fermò, prima che potesse colpirla nuovamente. –Vai in albergo e non pensarci. Ecco una pistola, spero vivamente che non ti serva.- le disse Roger. La ragazzina si recò nel bar e tornò all’albergo, con Erica, chiedendosi, in cuor suo, perché ogni volta doveva sempre soffrire nel profondo del suo cuore.


Angolo dell'Autrice

Ehilà! Allora, che ne dite? Oll è a Verona! Inizialmente non doveva esserci in questa fanfiction, ma mi ero molto affezionata a lui. Così, ho deciso di inserirlo nella storia. Ah, per quanti si chiedessero che fine hanno fatto Nico e Paul, beh... Non vi preoccupate, torneranno anche loro, ma più avanti. 
E di Angela? che ne pensate? Anche questo sarà un personaggio fondamentale, quindi non prendetelo sottogamba. Ma, soprattutto, cosa ne pensate di Hayley? Iniziate a capire perché era scappata via piangendo nello scorso capitolo?
Poi, abbiamo Federica e Erica. Uhm... Non giudicate troppo male Federica, è una situazione complessa.

Perché "That's What You Get" dei Paramore? Beh, per vari motivi, primo fra tutti il verso che ho inserito all'inizio del capitolo. Hayley e Federica si stanno facendo del male, dentro e tra di loro. Poi, entrambe stanno lasciando vincere il loro cuore, nel peggiore dei modi però. 

Bueno, vi lascio! Grazie a Chocobomb, Lost The Battle e Layla per le recensioni! Alla prossima!

 

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Capitolo 10
*** 9.Never Say Never ***


CAPITOLO 9
The Fray-Never Say Never

Don't let me go
Don't let me go
Don't let me go
 
Dopo pranzo Federica si sedette su una panchina nel giardino dell’albergo.  Erica si mise accanto a lei. –Che cosa devi fare?- le chiese. –Ehi!- esclamò, scuotendola. –Io… Devo fare qualcosa di veramente molto sbagliato. E non voglio coinvolgerti.- rispose. –Non voglio che tu faccia cavolate. Ti prego.- la supplicò la sorellastra di Hayley. Federica si alzò in piedi e subito la pistola le cadde dalla tasca. –E quella che cavolo significa?- chiese Erica, spaventata. L’italiana la raccolse e la rimise nella fondina. –Ti prego, non dire niente a Hayley.- la supplicò. –Solo se mi spieghi cosa sta succedendo. Solo in questo caso.- affermò Erica, infuriata. Federica si sedette nuovamente sulla panchina e iniziò a spiegare:-Ana deve a una persona molto potente cinquecentoventimila euro. Devo riuscire a smerciare venticinque chili di droga per riuscire a pagarle il debito o morirà. Non ho scelta.-. Erica la guardò, senza dire nulla. –Non so come tu possa fare una cosa del genere. Hayley sta per sposarsi!- -Penso sia più importante la vita dei miei amici che uno stupido matrimonio!- ribatté l’italiana. –Stupido matrimonio? E’ mia sorella!- esclamò la statunitense. –Han ci farà fuori tutti se non faccio quello che vuole!-. Erica deglutì, realizzando come stavano veramente le cose. –Perdonami. Forse è meglio che me ne vada e basta. Creo solo problemi, ha ragione Chad.- -No. Non è vero.- la fermò Erica.

-Allora, vedo, vedo… una tartaruga.- -Kevin, dove la vedi la tartaruga?- chiese Oliver, confuso. Stava giocando con Kevin, ma non riusciva ad essere sulla sua stessa lunghezza d’onda. Il bambino si voltò verso il cantante. –Non sai proprio giocare. Sei scarso.- affermò. –Beh, non è vero.- ribatté  lui. –Perché hai tutti quei tatuaggi? Fa male farseli? E perché te li sei fatti su tutto il corpo? E perché…- -Okay, senti Kevin, non penso che dovrei parlare di tatuaggi con te.- dichiarò Oliver. –Perché?- domandò il bambino. –Perché… Perché… Beh, perché  hai solo undici anni.- rispose il cantante, poco convinto. Kevin assunse un’espressione imbronciata. –Che succede?- gli chiese Oliver. –Io… Io non voglio Chad come papà.- ammise il piccolo. Il cantante sospirò. –Dai, vedrai che sarà un ottimo papà.- -Non è vero!- ribatté il bambino. –E chi vorresti come papà?- domandò l’inglese. –Io voglio Josh!-. Oliver strabuzzò gli occhi: non se l’aspettava. –Lui gioca sempre con me, sta sempre con me e mi vuole bene. Poi mi fa ridere e mi parla di calcio e di sport.- spiegò il bambino. Oliver alzò lo sguardo. Si trovò davanti Hayley, che li guardava, curiosa. –Hai fatto arrabbiare Kevin?- domandò. –Può darsi. Anche se penso di no.- rispose. Il bambino lanciò un’occhiataccia alla cantante. –Dopo proviamo? Perché non so se “Don’t Go” mi venga benissimo.- disse lei. –Certo. Prima, però, ti vorrei parlare un attimo. Ti va?-. Hayley si morse il labbro. –Sì, va bene. Tanto noi dovremo esibirci domani, no?- rispose la rossa, sedendosi accanto a lui e prendendo Kevin in braccio. Ma il bambino si divincolò e scappò via. Hayley sospirò. –Non ci sto capendo più nulla.- ammise. –Di cosa mi dovevi parlare?- chiese poi, voltandosi verso Oliver. –Hayls, io ti vedo sempre stanca, triste, malinconica… Sono preoccupato.- spiegò. –Va tutto bene, davvero. Sono solo un po’ stressata, tutto qua.- rispose, alzandosi. Ma Oliver la bloccò per un braccio. –Sei sicura?-. I due si guardarono. Hayley sentì le lacrime bagnarle le guance. –Non devi piangere ogni volta che parliamo.- provò a sdrammatizzare l’inglese. La cantante gli mollò uno schiaffo, cogliendolo di sorpresa. –Perché?- chiese lui, stupito. –Perché volevo farti capire come mi sento.- mormorò lei. Oliver l’abbracciò. –Questo matrimonio sarà un disastro.- dichiarò la rossa. –Ehi, vedrai che non sarà così male.- provò a consolarla Oliver.–Tu ami lui, vero?- le chiese. –Sì. Da morire.- rispose Hayley. –Ma resto con i piedi per terra.-.

-Taylor, ti devo parlare.-. Il chitarrista si voltò. Josh lo fissava, con aria sconsolata. –Ehi, che sta succedendo?- gli chiese. –Non posso vederla sposarlo. Ma non so come dirglielo. Tu sei il suo migliore amico. Che cosa posso fare?-. Taylor alzò gli occhi al cielo. –Josh, io credo che tu puoi solo dirglielo. Oppure ti arrendi all’evidenza. Fine. Non puoi fare nient’altro.- rispose. –Grazie. Sceglierò.- dichiarò il cantante.
Federica e Erica erano ancora sedute in giardino, quando l’italiana si rialzò. –Dove vai?- le chiese la statunitense. –Voglio fare un giro. Da sola.- affermò. –Okay, ti capisco. Ma non metterti nei guai.- -Tanto ormai.- notò Federica. –Ehm… Sì, hai ragione. Ti voglio bene.-. L’italiana sorrise e iniziò a camminare. Uscì dall’albergo e prese un autobus. Scese e proseguì a piedi, fino ad arrivare a un ponte. L’Adige scorreva, impetuoso.
-Allora, sei pronta a morire?- le chiese Low. –Roger, aiutami!- urlò la ragazzina.  –Oh, andiamo, deve imparare a cavarsela da sé. O no?- lo canzonò il Raptor, tirando un pugno a Federica. La quindicenne cadde per terra, sanguinante. –Non osare toccarla di nuovo, lurido verme!- si infuriò il biondo. –Altrimenti?- -Altrimenti ti ammazzo!- rispose, lanciando un coltello davanti a Low, come segno di sfida. Ma l’altro non rispose. –Ahahah! Tieniti pure la ragazzina. E sappi che da ora in poi io noi e voi seguiremo due strade diverse.-.
Federica prese una fotografia dalla tasca. C’era lei con i Metalcore, ai tempi in cui Low era ancora nella gang. La guardò. Non poteva crederci: era passato un sacco di tempo, fin troppo.

-Io scendo da Taylor, Kat! Badi tu alla piccola?- chiese Jeremy alla moglie. –Vai pure. Intanto io la faccio dormire.- dichiarò la donna. –Ti amo.- affermò Jeremy. –Anche io. Tanto.- rispose Kat. Il bassista le diede un bacio e uscì dalla stanza. Camminò verso l’ascensore, quando si scontrò contro una ragazza. –Io… Mi scusi, la prego.- disse la giovane, agitata. Jeremy si rialzò e si chinò su di lei, per aiutarla a tirarla su. La ragazza chiuse gli occhi, come se avesse avuto paura. Iniziò a piangere. –Ehi, tranquilla. Voglio solo aiutarti.- affermò Jeremy, per calmarla. La giovane aprì gli occhi e si rialzò in piedi. Il musicista le porse un fazzoletto. Lei si asciugò le lacrime e si soffiò il naso. –Posso… Aiutarti?- le chiese. –No, non credo.- rispose lei. La guardò. Era una ragazza abbastanza alta, dai capelli scuri e la carnagione pallida. –Come ti chiami?- le domandò. –Mi chiamo Ana. Faccio la donna dei piani qui dentro da ormi due anni. E sono in ritardo per  la gara di atletica di mio fratello.- rispose la ragazza, sconsolata. –Se vuoi, ti posso accompagnare io.- le propose. –Davvero?- chiese la ragazza. Jeremy annuì, sorridendole. –Grazie.-.

Federica era ancora sul ponte che fissava l’Adige scorrere. Rigirò la fotografia tra le dita. Decise di tornare in albergo a piedi. Entrò nella hall. Si guardò in giro e vide Hayley e Josh che parlavano tra loro. Kevin le si avvicinò. –Voglio lui come papà.- le disse. –Lo so. Ma a volte non si può avere tutto quello che si vuole.-.

Hayley gli stava parlando, ma Josh non la stava minimamente riuscendo ad ascoltare. Era rapito dalla bellezza di quella ragazza, ormai donna, dalla sua grazia e dalla sua dolcezza. –Josh, mi stai ascoltando?- -Oh, ehm… Sì. Allora, dunque, stavi parlando del cane che vorresti, giusto?-.Hayley scoppiò a ridere. –Ma a cosa stavi pensando?- gli domandò. “A te” avrebbe voluto risponderle. –A niente.- mentì. I due cantanti si guardarono. Hayley si morse il labbro e deglutì. Gli prese le mani fra le sue e si avvicinò. –Io… Io devo andare.- dichiarò. “Ti prego, fermami.” supplicò fra sé e sé. Ma era consapevole del fatto che lui l’avrebbe lasciata andare via di nuovo. E così si allontanarono, così consapevoli, eppure così inconsapevoli.

Angolo dell'Autrice

Scusatemi se ieri non ho pubblicato il capitolo, ma sono stata fuori casa tutto il tempo. Comunque, che ne pensate? Allora, Hayley... Beh, tirate voi le conclusioni ahahah. Certo che Oliver lo schiaffo non se lo meritava. O forse sì (?). E Kevin? Direi che ha le idee chiare, non proprio come Federica :)

Perché "Never Say Never" dei The Fray? Beh, penso che rispecchi soprattutto le sensazioni finali di Josh e Hayley. 

Grazie a Chocobomb, Lost The Battle e Layla per le recensioni.

Alla prossima.

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Capitolo 11
*** 10.Crash ***


CAPITOLO 10
You Me At Six-Crash

And I know I’ve said this all before
But opposites attract
We try and run away, but end up running back

-Eccoci arrivati. Signorina, scenda pure.- dichiarò Jeremy. Ana gli sorrise e scese dall’auto che il bassista aveva noleggiato. –Io… Grazie mille, davvero.- lo ringraziò. –Figurati! Quanto ci metti poi a tornare a casa?- chiese lui. –Un po’. Ma non si preoccupi, torniamo a piedi.- disse la ragazza. –Non se ne parla proprio. Vi accompagnerò io.- affermò Jeremy. –Ma… Lei deve…- -Primo: chiamami Jeremy e dammi pure del “tu”. Secondo: non devo fare nulla. Terzo: andiamo, che altrimenti ci perdiamo la gara.-. Detto questo, il musicista scese dalla macchina e si  recò con la ragazza all’impianto sportivo. Si sedettero e si prepararono ad assistere alle gare. –Qual è tuo fratello?- chiese Jeremy. –Oh, lui è quello più magrolino e coi capelli scuri. Eccolo là.- spiegò , indicando un bambino piuttosto gracile. –Lui è Axel. L’accento va sulla “e”.- aggiunse. –Gareggia adesso?- domandò il musicista. –Sì. Si sta preparando ai blocchi ora.- rispose Ana. I due guardarono il piccolo prendere posto al blocco di partenza. Fu dato il via e i bambini iniziarono a correre. –Vai Axel!- gridò la sorella, facendo un sorriso. Il bassista la osservò, notando un grande dolore nei suoi occhi. La gara durò una quindicina di secondi, ma Axel arrivò solamente quarto. –Ci sarà rimasto male.- osservò Ana. –Vado a dirgli di sbrigarsi che poi devo andare al lavoro e lei… Cioè, tu devi tornare in albergo.-. Jeremy annuì e li aspettò pazientemente. Quando arrivarono il bambino si presentò da solo, parlando un perfetto  inglese. –Ciao, io sono Axel. Tu chi sei?-. Il bassista realizzò di non essersi ancora presentato. –Io... Io sono Jeremy.-. Ana trasalì. –Ma tu… Tu sei Jeremy Davis!- esclamò, riconoscendolo. –No, io non… Ti prego, vado a piedi.- si affrettò a dire. Ma il musicista la bloccò per un braccio, facendola voltare verso di lui. –Di cosa hai paura?-. La ragazza chinò il capo. –Non sono degna di farti venire a casa nostra.- spiegò. Jeremy le sorrise e la condusse in macchina. -Axel, vieni.- lo chiamò. Guidò fino a casa loro e li accompagnò fin dentro l’appartamento. –Beh, ero messo peggio io.- provò a sdrammatizzare. –Axel, offrigli qualcosa da bere. Io vado a prendere Andrej dalla signora Nicolis.- disse Ana. Il bambino prese dell’aranciata e la offrì al musicista. Quando Ana tornò aveva con sé un bel bambino in braccio. –Come si chiama?- chiese Jeremy. –Andrej, come papà.- rispose la ragazza, carezzandogli il capo. –Senti, posso farti una domanda? Ma come mai sapete così bene l’inglese?- domandò Jeremy. Ana sospirò, poi si sedette su una sedia, tenendo il fratellino in braccio. –Mio padre era croato e mia madre anglofrancese. Ci siamo trasferiti qua quando avevo due anni. Sono cresciuta con mia madre che mi parlava in inglese. E sono anche cittadina italiana ora.- spiegò. –E i tuoi genitori ora…- -Dove sono? Beh, mio padre è morto quando avevo sette anni. Mia madre è morta il mese scorso. I servizi sociali mi fanno tenere i miei fratelli a patto che dimostri di riuscire a badare a loro. Finora ci riesco.-. Il musicista le sorrise, poi guardò l’ora. –Devo andare. Senti, questo è il mio numero, in caso ti serva qualcosa. Non esitare a chiamarmi.- si raccomandò il bassista, porgendole un foglietto su cui aveva scritto il suo numero di cellulare. –Ma io…- provò a protestare Ana. –No. Fai come ti dico, va bene?- le disse Jeremy. Poi, si alzò dalla sedia e uscì dall’appartamento. –Ci vediamo in albergo allora. Ciao!- salutò, andandosene e incamminandosi verso l’albergo.

Federica era  nella hall con Kevin ed Erica, quando all’italiana squillò il cellulare. –Io vado un attimo in camera.- annunciò. Corse per le scale, fino ad arrivare alla suite. Prese un borsone e mise dentro alcuni vestiti.  Prese la pistola e la caricò, poi la pose nella fondina che teneva legata alla gamba. Fece per uscire, quando entrò Hayley. –Che cosa diamine stai facendo?- esclamò, notando il borsone. Federica era paralizzata, incapace di parlare. La cantante si avvicinò e le strappò la borsa di mano. L’appoggiò sul letto e l’aprì. –Vestiti, documenti, pallottole? Che cosa significa?-. La ragazzina chinò il capo. –Io… Devo fare delle cose.- mormorò. –Allora è vero. Oll aveva ragione!- -Oll?- domandò l’italiana. Hayley non rispose. –Che c’entra Oll?- insistette Federica. –E’ qui a Verona. E sta indagando su un grosso carico di droga. Temeva che tu c’entrassi qualcosa, va bene?- spiegò la rossa. –Tu… Tu hai parlato di  me con Oll e mi avete accusata di una cosa simile e non mi hai detto nulla?- si infuriò la diciassettenne. –Non penso che sia questo il problema ora! Dove stai andando?- -Non è questo il problema? E tu pretendi che io abbia fiducia in te?- sbraitò Federica. –E ora, lasciami andare.- affermò, spingendola via e dirigendosi verso la porta. –Prima dimmi cosa vai a fare!- esclamò Hayley, prendendola per il braccio. –Devo aiutare una persona, va bene?- rispose la diciassettenne, in malo modo. –Chi?- domandò la cantante. –Non potrai mai capire.- mormorò l’altra. –Ho detto: chi?- insistette la rossa. Nei suoi occhi Federica non riuscì a leggere odio o rabbia, ma solo grande dolore e preoccupazione. Quella vista le fece male, ma non poteva fermarsi. Non doveva. Si divincolò e si avviò verso la porta. –Se te ne andrai, non tornerai mai più. Non ci sarà un’altra porta aperta e io non ti accoglierò di nuovo. Se te ne vai ritornerai da dove sei scappata, ma non potrai più uscirne. E io non ti aiuterò. Io non ci sarò. Quindi vai pure via. Ma non aspettarti che poi io ti venga a cercare. Non lo farò.- dichiarò Hayley, dura. Federica sospirò. Fissava il vuoto, con la borsa in mano. Sentì le lacrime bagnarle le guance. Le asciugò con la mano poi si voltò verso la rossa. –Te l’assicuro, non avrei mai voluto che finisse così.- mormorò. Uscì dalla stanza, lasciando Hayley sola, completamente immobile, che fissava la soglia. Il suo cuore implorava che Federica cambiasse idea. Ma la sua mente era consapevole del fatto che ora l’aveva persa. Probabilmente per sempre.

Angolo dell'Autrice

Okay, mi aspetto tanti pomodori in faccia! Abbiate pietà di me per questo capitolo, ma era inevitabile che andasse così. Lo so, Federica può sembrare un po' antipatica in questa fase, ma la situazione non è delle migliori.
Invece, che ne pensate di Jeremy e Ana? Ci tengo a sapere il vostro parere su questa parte di capitolo perché era quella su cui avevo più titubanze (da quando uso questa parola?).
La canzone è "Crash" degli You Me At Six. Penso si commenti da sola la mia scelta. 
Grazie a Chocobomb, Layla e Lost The Battle per le recensioni. Spero di riuscire ad aggiornare sabato, scusate ma ultimamente ero sempre via. 
Alla prossima!

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Capitolo 12
*** 11.Sleepwalking ***


CAPITOLO 11
Bring Me The Horizon-Sleepwalking

Wake up! 
Take my hand and 
Give me a reason to start again 

 

Hayley era rimasta immobile per tutta la notte, accasciata per terra. Non riusciva nemmeno più a piangere. –Hayley! Tutto bene?- la soccorse Taylor. –No.- rispose la rossa. Il chitarrista la prese in braccio e la depose sul letto. – Erica è venuta a dirmi che non riusciva ad entrare in camera. Ma abbiamo pensato volessi stare con Federica per chiarire.- spiegò. –Lei se n’è andata.- mormorò la cantante. –C-cosa?- balbettò Taylor. –Mi hai capita. Se n’è andata. Tay, lei non c’è più. E vuoi sapere cosa le ho detto? Che se se ne fosse andata non l’avrei mai più accolta.- raccontò. –Hayley io…- -Non dire nulla. Ti prego.- supplicò lei.

-Allora, come hai dormito?- chiese Roger. –I letti me li ricordavo più comodi.- rispose Federica. –Spiritosa. Dai, vieni. Oggi al bar lavoreranno solo Edo e Ana, noi ci occuperemo di preparare per stasera.- spiegò il ragazzo.  I due uscirono dall’appartamento  e si recarono ad un garage. Roger prese delle chiavi e lo aprì. Era un garage riadattato a punto di incontro, come dimostravano le sedie e il tavolo a cui i due ragazzi si sedettero.–Gli altri arriveranno tra poco. Allora, ieri sei arrivata a casa mia così tardi che non ti ho nemmeno chiesto come hai fatto a mentire a Hayley stavolta.- osservò. Federica sospirò, sconsolata. –Non voglio parlarne. Per favore.-. Roger la guardò, stranito. –Okay, tranquilla. Senti, ti prego solo di non litigare con Angela. Per favore.- richiese. –Va bene, ci provo.- promise la diciassettenne, sorridendo. Qualcuno bussò e Roger andò ad aprire. Marco e Ham entrarono e si sedettero accanto a Federica. –Angela?- domandò Roger. –Arriva, tranquillo.- rispose Marco. Il biondo aspettò che la ragazza arrivasse, poi chiuse per bene il garage. –Allora, ricapitolando, verso le cinque andremo a prendere la droga. Poi, stasera, andremo tutti in stazione. La consegna è fissata per le due di notte.- spiegò Federica. –E come pensi di passare inosservata con venticinque chili di droga?- la provocò Angela. –Serve un’auto su cui caricheremo tutto. Anzi, un furgoncino. Mischieremo tutto con del caffè. Funzionerà, vedrai.- rispose la diciassettenne, dura. Quella ragazza non le piaceva, si atteggiava troppo per i suoi gusti. –Bah, nel caso in cui ci becchino? Cosa faremo?- domandò Angela. –Molliamo tutto e scappiamo. Andremo lì con dei passamontagna, non si sa mai.- rispose Roger. –Ottimo. Allora dobbiamo solo aspettare.- disse Ham. –Già.- rispose Federica, nervosamente. –Ragazzi, riposiamoci. Dobbiamo essere svegli stanotte.- propose Marco. -Io vado a fare un giro, invece. Devo scaricare la tensione.- dichiarò Federica. –Un giro? Sei sicura?- domandò Ham. –Sì.- affermò la ragazzina.
Era da più di due ore che Federica era seduta sul marciapiede. Si era recata in un quartiere lontano dal centro, per non farsi trovare da Hayley. Ripensò a come si erano lasciate. Prese un sasso e lo scagliò per terra, con forza. Si sentiva incastrata, in trappola. Prese il cellulare e iniziò a far scorrere le foto. Ne rivide una in cui c’erano lei, Kevin, Hayley, e Josh. Nessun Chad, nessun Roger, nessun Han, nessun altro essere che provasse a intaccare la felicità di quei volti. I suoi pensieri caddero su Nico. Le mancava da morire. Ma lui era dovuto rimanere negli Stati Uniti. Lavorava con Paul da Ciro e sarebbe giunto in Italia con quest’ultimo solo per il matrimonio. Matrimonio al quale, però, lei non sarebbe andata. –Fanculo!- imprecò. Sentì dei passi e si girò. Poi cadde, colpita al volto.

Hayley era stesa sul letto, circondata da Taylor, Jeremy, Kevin e Erica. La ragazzina si sentiva terribilmente in colpa: lei sapeva dov’era andata Federica ed era anche a conoscenza dei suoi piani. Eppure, aveva promesso di non dire nulla. Fece per uscire dalla stanza, quando si scontrò con Chad. –Fai attenzione!- la rimproverò lui, sgarbatamente. Erica lo guardò avvicinarsi a una Hayley distrutta. –Chad.- mormorò la cantante. Il chitarrista la osservò.  –Tesoro, devi stare tranquilla, okay? Vedrai, andrà tutto bene.- le sussurrò. Come risposta, la cantante scoppiò a piangere. Chad si scostò, non sapendo bene cosa fare. –Lasciatemi da sola, vi prego!- urlò la rossa, disperata. –Hayley, forse…- provò a insistere Taylor. –Vi prego! Vi prego!- si disperò Hayley. Uscirono tutti dalla stanza, tranne Kevin. Il bambino si fermò sulla soglia, osservando la sua futura madre piangere come non mai.

-Low!- esclamò Federica portandosi una mano al volto, colpito. –E’ un piacere vederti. Come te la passi?- la sbeffeggiò lui, un ragazzo di colore, alto e con un vistoso tatuaggio sul braccio. –Io bene. Tu? Non ti hanno ancora sbattuto in galera?- replicò la diciassettenne. Low la prese per il braccio e la fece alzare, schiacciandola contro un muro. –Senti, dicono che Han ti abbia scelto per un lavoretto. E’ vero?- domandò. Federica provò a divincolarsi, ma il ragazzo teneva la presa ben salda sulle sue spalle. –Low, ascoltami, non è come pensi.- -Oh, è com’è? Tu stai cercando di soffiarmi il lavoro.- soffiò lui. –Non dire stronzate!- ribatté la diciassettenne. –Stai zitta!- le urlò il ragazzo. –E’ il mio lavoro ora. E tu non mi rovinerai di fronte a Han.- aggiunse. –Ascoltami, è ancora mattina e non ho proprio voglia di spaccarti il naso. Quindi lasciami andare e basta.- disse Federica, alquanto scocciata. –Spaccarmi il naso? Tu lo sai bene, l’ultima volta le cose sono andate in maniera un po’ diversa. O no?-. Low si sbottonò la camicia, facendole vedere una grossa cicatrice. –Ti ricordi? Mi hai infilzato con un coltello.—E tu avevi ucciso uno dei miei migliori amici.- replicò la ragazzina. Il ragazzo le tirò uno schiaffo. –Che ne dici di darmi la rivincita? Al bar dei Raptors, uno di questi giorni.- disse. –No, mi dispiace. Sono un po’ impegnata.- declinò l’invito lei. Low la schiacciò ancora di più contro il muro. –Hai paura di un tuo vecchio amico?- sibilò. Federica trovò la forza di spingerlo via. –Tu non sei mio amico. Sei uno stronzo. E non mi fai paura.- gli rispose. Low si accese una sigaretta, scoppiando a ridere. –E allora qual è il problema?- la provocò lui. Federica strinse i pugni. –Low, non posso. E non voglio.- affermò, decisa. Indietreggiò e corse via.

Hayley era seduta sul letto. Kevin si sedette accanto alla rossa e si strinse a lei. –Kevin, forse è meglio che tu…- -Io voglio la mamma.- dichiarò il piccolo. Hayley perse un battito. –Perché non posso riaverla? E perché ora anche Federica se n’è andata? Non mi vuole più bene?-. Hayley lo abbracciò. –Kevin, lei ti vuole un bene dell’anima. Io lo so. Vedrai che ci sarà un perché a tutto questo.-. Udirono dei passi. Si voltarono. –Jerm, Taylor, Josh… - mormorò. I due musicisti l’abbracciarono. –Vi avevo detto di andare via.- osservò la rossa. –Noi siamo i Paramore solo con te. Hayley, sei  la nostra migliore amica. E anche la sua.- rispose Taylor, indicando Josh. Il cantante le prese la mano e la fece alzare. Hayley si avvinghiò a lui. –Ho bisogno di una ragione per ricominciare, Josh.- sussurrò, sperando che lui non la sentisse. L’inglese la strinse più forte, ma non replicò nulla.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui! Allora, che ne dite? Facciamo la conoscenza di Low, finalmente. E' un personaggio importantissimo e fondamentale, non perdetelo di vista!
Beh, che ne pensate? Hayley è disperata, ma Kevin non è un amore? E l'ultima parte? Mi stavo sciogliendo mentre scrivevo, davvero ahah!
La canzone è "Sleepwalking" dei Bring Me The Horizon. Come vedete è blu, dato che il genere è metalcore. Penso che ci stia sia a livello di significato che come atmosfera.
Grazie a Chocobomb, Lost The Battle e Layla per le recensioni e a quanti leggono la storia.
Alla prossima!

 

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Capitolo 13
*** 12.Falter Now ***


CAPITOLO 12
Her Bright Skies-Falter Now

One two three and the sky is crashing down on me
The atmosphere of a graveyard

A sunken ship
A battlefield

Federica corse verso l’appartamento di Roger. Salì le scale fino all’ultimo piano. Bussò alla porta. Una signora sui cinquant’anni aprì. –Salve, io…- provò a dire. –Oh, entra pure. Roger è in camera sua.- disse la donna. Federica entrò e si diresse nella stanza del ragazzo. Roger era in mutande, sul letto. La diciassettenne arrossì. –Scusa, esco subito.- fece lei. –Tranquilla, fa lo stesso.- la fermò lui, vestendosi. La ragazzina gli  osservò il petto. –E’ nuovo quello?- chiese, indicando il tatuaggio che aveva sul torso. –Oh, sì. E’ una frase di una canzone.- rispose il ragazzo. –Allora, andiamo? Dai, che gli altri ci stanno aspettando.- lo esortò lei. Roger si mise una maglietta e uscì dalla camera con Federica. –Mamma, noi andiamo! Ci vediamo dopo.- la informò. Poi si recarono al garage. –Angela ci raggiungerà tra pochissimo. Saremo noi tre. Marco, Ham e  Edo sono al bar.- spiegò Roger. Sentirono bussare. Il ragazzo aprì, trovandosi Angela davanti. –Ho portato il furgoncino. Salite, presto.- li esortò la ragazza. I due la seguirono e montarono su un furgoncino nero. –Dove l’hai preso?- chiese Federica, sospettosa. –Me lo sono procurato. Va bene? E ora salite, svelti. – rispose Angela. La ragazza si mise al posto di guida e mise in moto.

-Tay, che ne pensi?- chiese Jeremy. –Riguardo a Federica? Nulla di buono. Si è messa in qualche guaio e non ha voluto dirlo. Tipico di lei.- rispose il chitarrista. –Ehi!- li salutò Daniel, il batterista degli You Me At Six. –Posso farvi una domanda? Che ne pensate di Josh?- domandò, sedendosi accanto a loro. –Oh, beh… Secondo noi…- -Deve trovare il coraggio di dichiararsi. Questo risolverebbe una parte dei problemi.- intervenne Oliver. –Che cosa intendi dire?- chiese Jeremy. –Sicuramente Federica e Chad non vanno proprio d’accordo. E questo matrimonio tra lui e Hayley ha rovinato i rapporti tra Federica e la nostra cara amica nanetta.- spiegò il cantante. –Oli, lei è introvabile. E’ scappata!- esclamò Taylor. –Andiamo a cercarla?- propose l’inglese. Taylor, Jeremy e Daniel si guardarono tra loro, perplessi. Sospirarono. –E va bene. Andiamo.- si arresero.

-Come stai?- domandò Josh a Hayley. –Da schifo. Vorrei capire perché è scappata. Vorrei averla fermata.- rispose la rossa, in lacrime. –Hayley, non è colpa tua. Ti prego, non pensarlo nemmeno.- le disse l’inglese, dolcemente. –Invece sì. E lo sappiamo entrambi. Josh, ho accettato la proposta di matrimonio di Chad. Penso che perfino i Roskim le siano stati più simpatici.- osservò la cantante. Tra di loro calò il silenzio. –Hayley io… Lo so che non è il momento adatto, ma volevo dirti che… Io…- -Tu?- chiese la rossa, guardandolo negli occhi. Si morse il labbro e si avvicinò all’inglese. –Io ti…- -Hayley!- lo interruppe Erica. Josh si maledisse per la sua incapacità di parlare. –Erica, cosa succede?- domandò la sorellastra. La ragazzina fece un respiro profondo. Poi confessò:-So dov’è Federica.-.

Federica, Roger e Angela arrivarono al luogo dell’appuntamento. Si guardarono intorno, preoccupati: non c’era nessuno. –Ragazzi, mettetevi il passamontagna. Non mi convince.- disse Federica. –Io non mi metto quel coso.- si lamentò Angela. –Fai come ti dico!- ribatté la più piccola. –Uff… E va bene!- cedette la diciannovenne. Rimasero nel furgone, con il volto coperto, attendendo chi di dovere. Il tempo passò, ma non arrivava nessuno. –Uff, tra quanto arrivano?- si lamentò Roger. –Non lo so. Il corriere dovrebbe essere qui a momenti.- rispose Federica. I tre ragazzi si guardarono attorno. –Forse ci siamo. Vedo una macchina.- esclamò Federica. Ma l’automobile li superò, facendo capire loro di aver sbagliato. –E se ce ne andassimo?- propose Angela. –No! E’ per Ana!- protestò la diciassettenne. –Ma qua non arriva nessuno!- esclamò la più grande. –Abbi fiducia.- ribatté Federica. –E va bene.- si arrese l’altra.

Hayley era in macchina con Erica. Aveva chiesto a Jeremy se poteva usare l’auto che aveva preso a nolo. –Perché non me ne hai parlato subito?- la rimproverò la cantante. La più piccola sospirò. –Non sapevo cosa fare. Insomma, capiscimi! Hayley, avevo paura di tradirla!- provò a spiegarsi. –Paura di tradirla? Ma sei impazzita, per caso? Erica, qui si tratta della sua vita!- sbottò Hayley. La sorellastra chinò il capo, con vergogna. Realizzò solo in quel momento di aver commesso una sciocchezza. –Comunque, il bar è qui vicino. Devi svoltare a destra e siamo arrivati.- disse. Parcheggiarono e scesero dall’auto. Si recarono al bar. Al bancone c’era un ragazzo ben piantato. –Salve, ho bisogno di un’informazione. Voglio sapere se avete visto questa ragazza.- chiese Hayley  candidamente, mostrando una foto di Federica. Il ragazzo sobbalzò, tuttavia cercò di nascondere l’agitazione. –No, mi dispiace. Ehi, Edo, tu l’hai mai vista questa ragazza?- -Ham, ma questa è Fe... Ahia!- esclamò, dopo aver ricevuto un pestone dall’amico. –Dove si trova?- domandò la cantante, irritata. –N-n-noi… Non la conosciamo. Non lo sappiamo.- mentì Ham. –Ho detto: dove si trova?- continuò la rossa. I due ragazzi si guardarono, sospirando.

-Ehi, guarda! Una macchina! Magari è la volta buona!- esclamò Roger. L’auto si fermò. I tre ragazzi scesero dalla macchina e si avvicinarono all’altra automobile. Al volante c’era un ragazzo piuttosto gracile che teneva una sigaretta in bocca. –La roba è tutta qui. Allora, vi muovete a prenderla?- disse. Aveva un tono irritante. –Sì, va bene. Ragazze, iniziamo a caricare tutto.- le esortò Roger. I tre iniziarono a prendere la droga e a caricarla sul furgone. Angela si fermò e si guardò intorno. –Che succede?- domandò Federica. –Non lo sentite anche voi questo rumore? Sembrano…- -Sirene! Merda, i carabinieri!- esclamò Roger. –Via, via!- gridò Federica. I carabinieri irruppero e arrestarono immediatamente il corriere. I tre ragazzi iniziarono a correre disperatamente. Si separarono. Federica imboccò una viuzza e continuò a correre. Si sbarazzò del passamontagna e si cambiò la maglietta e i pantaloncini. Aveva portato con sé uno zainetto in cui aveva messo dei vestiti di ricambio. Continuò a percorrere la via, quando sbucò in uno spiazzo. Qualcuno la afferrò per le braccia. Si voltò: Cardi. –Finalmente! E ora verrai con me.- esclamò il carabiniere. –Io non ho fatto niente! Mi lasci!- cercò di protestare la diciassettenne. –Taci! Brigadiere, mettila in macchina e portala via.- ordinò al suo sottoposto.

-Allora, dove cavolo si trova?- continuava ad insistere Hayley. –Noi… Lei è…-. Improvvisamente alla cantante suonò il cellulare. Rispose e impallidì. –Hayls, tutto bene?- si preoccupò Erica. La cantante terminò la chiamata e si sedette ad un tavolo. –Chiama Chad. Dobbiamo andare dai carabinieri.-.

Angolo dell'Autrice

Hola! Allora, le cose si mettono maluccio per Federica. Soprattutto perché davanti si trova Cardi e non Oll (se non vi ricordate del carabiniere basta leggere "Whoa"). 
Che ne dite di Erica? E' stata coraggiosa, poteva tacere e invece non l'ha fatto. 
La canzone è "Falter Now" degli Her Bright Skies. Penso che c'entri, anche dal punto di vista musicale. Come vedete è blu, essendo di genere Post Hardcore. 
Grazie a Chocobomb, Layla e Lost The Battle per le recensioni, gentilissime come sempre! 
Alla prossima!

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Capitolo 14
*** 13.Tired ***


CAPITOLO 13
On My Honor-Tired

Why can't I love myself 
The way you say I should?

-Allora, parla! Che cosa ci facevi lì? E chi sono i tuoi complici?- chiese Cardi. Il carabiniere stava letteralmente impazzendo: Federica rispondeva in modo evasivo a ogni domanda da lui posta. Oll osservava in silenzio. –Parla! Oppure ti sbatto in galera e butto via la chiave!- sbraitò Cardi. –Che paura.- lo canzonò la diciassettenne. Improvvisamente, uno dei brigadieri bussò alla porta. –La signorina Williams è arrivata, capitano.- annunciò. –Va bene, manda l’americano ad accoglierla. Vorrei restare un altro po’ con questa ragazzina.- dichiarò l’altro. –Ma io sono min…- -Silenzio!- la zittì. Il brigadiere uscì dall’ufficio in silenzio e riferì a Oll che cosa doveva fare. L’americano sospirò, poi si recò verso la rossa. Hayley era appoggiata al muro, ansiosa. Accanto a lei c’era Chad, che appariva abbastanza calmo. –Oll!- esclamò la cantante, non appena vide l’agente federale avvicinarsi. –Signorina Williams! Si calmi, la stanno solo interrogando. Non penso la possano accusare di qualcosa.- spiegò. –Sentito Hayls? Calmati.- le disse Chad, cercando di tranquillizzarla. La rossa si sforzò di trattenere le lacrime e seguì il federale. –Aspetti qui, la faccio entrare io.-. Oll si assicurò di poterla introdurre a Cardi e poi la fece entrare. Federica impallidì: non si aspettava minimamente la presenza di Hayley. –Signorina Williams, si accomodi pure. Come sta? E’ da più di un anno che non la vedo.- -Potrei stare meglio. Soprattutto se mi spiega che cosa sta succedendo.- rispose lei. Cardi abbozzò un ghigno. –E’ semplice: abbiamo colto Federica che spacciava.- -Non è vero! Voi mi avete presa mentre stavo camminando tranquillamente per un vicolo!- si difese la ragazzina. Hayley iniziò a respirare sempre più affannosamente. –Non… Io non capisco.- mormorò. Cardi si voltò verso Oll. –Penso che dovremmo trattenerla.- annunciò il carabiniere. –Non potete! Io non ho fatto niente!- -Tu facevi parte di una gang, è inutile che lo neghi.- ribatté Cardi. –Non abbiamo prove, effettivamente. Il corriere ci ha semplicemente detto che erano tre persone, un ragazzo e due ragazze. Ma erano tutti coperti con il passamontagna.- osservò Oll. Federica sospirò. –Oll, che diamine sta facendo? E’ lei la colpevole! Lei! Solo lei!- sbraitò il carabiniere. –Signorina Williams, mi dispiace per il disturbo. Può andare, sia lei che Federica. Rimanete disponibili, mi raccomando.- le congedò cordialmente il federale. Le due uscirono dall’ufficio e si avvicinarono a Chad. Il chitarrista prese Federica per il braccio. –Si può sapere cosa diavolo ti è saltato in testa? Mi fai schifo!- sbraitò. Poi le mollò uno schiaffo e poi un'altro. Hayley si frappose fra i due, per evitare che Chad la colpisse di nuovo. Federica si era accucciata per terra. La cantante l’aiutò a rialzarsi. –Io vado in albergo a piedi!- annunciò Chad. Hayley e Federica  salirono in macchina. La rossa guidò fino all’hotel. Entrarono e salirono fino in camera. Rimasero entrambe in piedi, una di fronte all’altra. Federica non riuscì a sostenere lo sguardo di Hayley e chinò il capo. Si massaggiò il punto del viso sul quale aveva ricevuto lo schiaffo. La cantante sospirò. –Io… Tanto non puoi capire.- mormorò l’italiana. Hayley l’abbracciò, ma la ragazzina si scostò. –Si può sapere cosa sta succedendo?- domandò la statunitense. Federica si sedette sul letto, in lacrime. –Lo sai che puoi dirmi tutto.- -Non questa volta!- ribatté la diciassettenne. Hayley si sedette accanto a lei. Le prese il volto tra le mani. –Mi manchi. Mi manca quella ragazzina che ho accolto in casa un anno fa. Mi manca poter parlare con te di qualsiasi cosa. Mi manca quello che eri.- confessò. Federica si appoggiò a quella che in pochi giorni sarebbe diventata sua madre. La rossa le carezzò i capelli e la spalla. –Un giorno mi dirai cosa c’è sotto quel cerotto.- disse, sorridendo. -Venticinque chili di droga.- mormorò l’italiana. –Cosa?- esclamò la cantante. –Dovevo smerciare venticinque chili di droga o avrebbero ucciso il fratello di una delle mie vecchie compagne di gang. Hayley, sono stata costretta a farlo!- spiegò. –Se vuoi chiamare Oll fallo. Ti capisco.- continuò. –Non lo chiamerò. Ma tu devi spiegarmi bene tutto quanto.-.

-Jeremy, tutto bene?- chiese Kat al marito. –Sì. Perché?- -Sei strano. E sei… Riflessivo. E’ per Federica?- domandò la donna. Il bassista sospirò. Non sapeva se dirle la verità o no. “Okay, Jeremy. E’ tua moglie, capirà, no?” disse tra sé e sé.  –Kat, ascoltami, lo sai che ti amo, vero?-. La donna lo guardò, stranita. –Certo. Ma che sta succedendo?- si preoccupò. –Io… Io ho incontrato una ragazza.-. Kathrine gli tirò uno schiaffo. –Ehi, amore, calma.- esclamò il musicista, massaggiandosi la guancia. –Calma? E come faccio a stare calma?- si arrabbiò lei. –Non mi hai fatto finire! E’ una ragazzina, avrà si e no diciannove anni.- -Ancora peggio! Jeremy! Esci subito da qui!- si infuriò la moglie. –Ascolta, non è come pensi.- -Ah, no? E com’è?-. Il bassista la invitò a sedersi accanto a lui. –Kat, non ti tradirei mai. Ti stavo solo spiegando che ho incontrato questa ragazzina e che sono preoccupato per lei. Vive con due fratellini, uno dei quali deve avere solo qualche mese. Abitano in un appartamento squallidissimo e poi è piena di lividi.- spiegò. –Sei stato a casa sua?- domandò la donna. –L’ho accompagnata a casa. Beh, prima ci siamo scontrati qua in albergo, poi l’ho portata alla gara di suo fratello e infine li ho accompagnati a casa.- rispose lui. –Jerm, scusa se ho dubitato di te.- si scusò Kat. –No, tranquilla. Ero solo preoccupato, tutto qua.-. La moglie lo baciò. –Ti amo. E se vuoi posso aiutarti. Magari li andiamo a trovare, se ti può far piacere.-. Jeremy l’abbracciò. –Sei la moglie perfetta.- -Beh, da qualcuno nostra figlia doveva aver preso, no?- ribatté lei. Il bassista scoppiò a ridere e si stese sul letto.

Federica aveva raccontato tutto a Hayley. La cantante aveva ascoltato attentamente e aveva deciso di non chiamare Oll. –Che cosa pensi di fare ora?- domandò. –Non ne ho idea. Tra l’altro, ora la droga è al magazzino giudiziario.-. Hayley la strinse a sé. Le baciò la fronte e le accarezzò la guancia, violacea a causa dello schiaffo del suo ragazzo. –Lo sai che ti voglio bene, vero? Anche se mi sposo con Chad. E non gli permetterò mai più di toccarti. Mai più. Te lo giuro.- promise. Federica si strinse alla rossa. I loro cuori battevano all’unisono. Ne era certa: loro due erano una cosa sola. E nulla le avrebbe potute  separare.

Angolo dell'Autrice

Allora, che ve ne pare? Cardi non è migliorato molto in fatto di intelligenza, mentre Chad mi denuncerà se legge questa fanfiction ahahah. Jeremy e Kat mi piacciono molto in questa storia, penso di averli caratterizzati bene. 
La canzone è "Tired" degli On My Honor. Penso che c'entri in quanto sia Hayley che Federica sono stanche della propria condizione. Beh, grazie a Chocobomb e Lost The Battle per le recensioni! Alla prossima!

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Capitolo 15
*** 14.Time Bomb ***


CAPITOLO 14
All Time Low-Time Bomb

It was like a time bomb, set it in motion 
We were only destined to explode 
And if I have to pull you out of the wreckage 
You know I'm never gonna let you go

 
Josh prese un bel respiro. Doveva solo pronunciare quelle poche, fatidiche parole.-Hayley io… Io ti amo!- esclamò, deciso. Sospirò. –Allora Oli, come sono andato?-. Il cantante dei Bring Me The Horizon annuì, soddisfatto. –Beh, sei riuscito a dirlo davanti a uno specchio. Ancora un po’ di esercizio e riuscirai a dichiararti a lei.- rispose, provando a mascherare la non molta convinzione. –Ho fatto così schifo?- domandò Josh. –No, no, no, no. Assolutamente. E’ solo che… Sei un po’ rigido, tutto qui.- rispose Oliver. –Ma era una dichiarazione, è difficile da fare!- ribatté il leader degli You Me At  Six. –Josh, eri davanti a uno specchio, maledizione! Non davanti a lei!- osservò Max, il suo compagno di band. L’altro si grattò il capo, poco convinto. –Sono una frana! Non riuscirò mai nemmeno a farle sapere quello che provo per lei.- si disperò. Oliver gli si avvicinò e gli appoggiò le mani sulle spalle, con aria maliziosa. –O-O-Oli… Che fai?- balbettò l’altro. –Shh, tranquillo. Allora, per conquistarla devi farle sentire quello che provi per lei. Capisci? Non devi fare troppi giri di parole. Mai, farli! Quindi, ora ti mostrerò come dichiararti. Mettiti di fronte a me.-. Josh obbedì, titubante. Oliver si avvicinò sempre di più. –Allora, prima ti avvicini, molto lentamente. Poi le circondi le spalle e le accarezzi una guancia, così.-. Josh deglutì: Oliver gli stava esattamente facendo ciò che stava spiegando. –Poi ti metti esattamente davanti a lei e lì lo dici.- continuò il cantante dei Bring Me The Horizon. –Ehm… Sì, okay.- balbettò l’altro. –Prendi un bel respiro, ti rilassi e svuoti la mente. Guarda.-. Oliver chiuse gli occhi, inspirò profondamente e lo guardò intensamente. Si avvicinò e dichiarò, convinto:-Ti amo.- -Cosa?-. I ragazzi si voltarono. Hanna, la fidanzata di Oli, li guardava allibiti. –Amore, non è come pensi! Non lo stavo dicendo per lui. Sono le prove per la dichiarazione a Hayley.- provò a scusarsi Sykes. –Per Hayley? Oli, sei un porco!- urlò Hanna, piangendo. –No, non hai capito. Aspetta, vieni qui!- la rincorse lui. La superò e le si parò davanti. –Gli stavo solo spiegando come dichiararsi a Hayley. Hanna, non ti preoccupare.-. La ragazza lo guardò e gli mollò un sonoro schiaffo. –Ahia!- si lamentò Oliver. –Perdonato. Ma non farlo mai più!-.

Hayley era al bar dell’albergo. Non aveva bevuto nulla, ma era seduta comunque al bancone, fissando il vuoto. –Ehi, tutto a posto?- domandò Taylor, preoccupato. –Oh, Tay. Sì, tranquillo. Sono solo un po’ stanca, tutto qui.- rispose lei, evasiva. Il chitarrista le sorrise.  –Federica? Come sta?- le chiese. –E’ di sopra che dorme. Mi ha detto quello che sta succedendo e penso che potrà risolversi tutto in fretta.- disse lei. –Ne sono contento.- rispose il musicista. –Beh, io vado a dormire. Ci vediamo domani.- la salutò sbadigliando. –Ciao.- rispose la rossa. Si guardò intorno: era rimasta praticamente da sola in quell’area dell’albergo. Sospirò. Fece per andarsene, quando Chad si sedette affianco a lei. I due si guardarono, in silenzio. –Hayley io… Volevo scusarmi per prima. Mi sono comportato in maniera indecente. Non volevo essere violento.- -Non è a me che devi chiedere scusa.- rispose la cantante. Hayley si voltò di scatto verso il chitarrista. –Chad, perché ci sposiamo?- lo provocò. –Beh, perché ci amiamo.- rispose lui. –Non dire stronzate. Lo sappiamo tutti e due che non è così.- dichiarò lei. Chad accennò un ghigno. –Se per quello, sappiamo anche tutti e due quali sono le condizioni perché Kevin e Federica possano restare con te.- affermò lui. –Mi spieghi solo una cosa? Tu ci tieni così tanto a sposarmi solo per dimostrare che hai conquistato un’altra preda da accettare di sopportare Kevin e Federica per il resto dei tuoi giorni?- domandò Hayley. Chad scoppiò a ridere. –Tanto tra un po’ Federica se ne andrà tranquillamente al college, mentre Kevin è un bambino abbastanza docile. Non avrò problemi con lui.- -Il successo ti sta dando alla testa!- gli urlò contro Hayley. –Forse. Ma Hayley, puoi sempre scegliere di non sposarmi.- disse il chitarrista. –Sei un… Sei un bastardo!- mormorò la rossa. Chad si alzò e se ne andò, non senza averle schioccato un bacio sulla guancia che a Hayley fece venire i brividi. La cantante ritornò a fissare il vuoto. La sua mente era affollata da mille pensieri: Federica, Kevin, Chad, il matrimonio, la band, il Warped in Arena, la droga, Oll, Cardi. E poi c’era Josh. Sospirò. Quanto avrebbe voluto correre da lui e implorarlo di salvarla. Quanto avrebbe voluto dirgli chiaramente ciò che lui significava per lei; ciò che lei provava per lui. Lei lo amava, come mai aveva amato in vita sua. Si sentì persa e sola. Si voltò verso il barista. Si guardò intorno, verificando di non poter essere vista da nessuno. –Ce l’ha qualcosa di forte?- -Per esempio?- domandò il barista, leggermente preoccupato. –Mi dia della vodka liscia. Per ora.-.

Federica si svegliò, in preda alle urla. –Ehi, tutto a posto?- chiese Erica, preoccupata. Federica scoppiò a piangere. –Shh, tranquilla, ci sono io qui.- provò a tranquillizzarla Erica. –Tu? Ma se sei andata a rivelare tutto a tua sorella! E io che mi fidavo di te!- abbaiò l’italiana. –Io ero solo spaventata e preoccupata per  te! Che cosa potevo fare?- rispose l’altra. –La smettete di litigare? Mi avete svegliato.- si lamentò Kevin. Federica si alzò dal letto e si sedette vicino al suo futuro fratellino. –Scusa. Hai ragione. Ora prova a riaddormentarti, va bene?- gli disse dolcemente. Aspettò che Kevin si fosse riaddormentato e si recò in bagno. Si chiuse dentro e si tolse il cerotto. Si guardò il tatuaggio. Sospirò. “Un giorno mi dirai cosa c’è sotto quel cerotto”. Le parole di Hayley le sovvennero improvvisamente. Si ricoprì il tatuaggio e uscì. Erica era seduta accanto a Kevin e lo guardava dormire. –Erica, mi puoi perdonare?- implorò l’italiana. La sorellastra di Hayley l’abbracciò. –Certo. Lo so che hai dovuto scegliere. Però devi capire che io mi sono semplicemente preoccupata per te.- -Lo so. E ti voglio bene per questo.-.

-Hayley!- esclamò Josh, correndo verso la rossa. La cantante aveva bevuto troppo e straparlava. –Perché le ha dato così tanto da bere?- rimproverò il barista, notando la gran quantità di bicchieri vuoti sul bancone. –E’ adulta e pagava.- si giustificò l’uomo. Josh fece finta di non sentirlo e, presa la cantante in braccio, la portò in camera sua. Facendo attenzione a non svegliare Kevin e le due ragazze l’adagiò piano sul letto. “Fortunatamente la suite è divisa in due parti.” Pensò tra sé e sé. –Devo vomitare.- si lamentò Hayley. Si alzò e, aiutata da Josh, andò in bagno a vomitare. Quando finì il cantante la riportò a letto e l’aiutò a mettersi il pigiama. –Non voglio dormire.- squittì lei. –Invece dormi, che ne hai bisogno. –No.- disse la rossa. Poi fece stendere Josh sul materasso e iniziò a baciargli il collo. –Hayley, no.- si scostò lui. –Hayley, basta!- esclamò, riuscendo a fermare la rossa che si era nuovamente avventata su di lui. Hayley si accucciò e si stese. –Ho freddo.- mormorò. –Mettiti sotto le coperte.- le disse lui. La rossa obbedì. Josh fece per andarsene, ma lei lo implorò:-Resta con me. Ti prego.-. L’inglese sospirò e uscì dalla stanza, per poi ritornare con il pigiama. Si cambiò e si distese affianco a Hayley. La ragazza si era addormentata. Il cantante le accarezzò i capelli dolcemente mentre lei parlava nel sonno. -Josh… Io ti amo.- mormorò lei improvvisamente, lasciando l'inglese di stucco.

Angolo dell'Autrice

Auguri Hayley!
Bene, adesso parto a scrivere nel mio angolino. Allora, quanti mi uccideranno? Povero Josh! Già prova a reprimere i sentimenti che prova, poi Hayley si mette in mezzo!
Che ne pensate della prima parte? A me è piaciuta un sacco!
La canzone è "Time Bomb" degli All Time Low. L'ho scelta principalmente perché penso che il ritornello descriva a meraviglia il rapporto che si è creato tra Hayley e Josh.
Ringrazio Lost The Battle e Layla per le recensioni! Buon natale (in ritardo) e buon anno nuovo!
Alla prossima!

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Capitolo 16
*** 15.Little Bit Of Truth ***


CAPITOLO 15
You Me At Six-Little Bit Of Truth

I just lost control
I just needed you to know
When in front of you
I feel invincible

 

Hayley si svegliò a causa della luce che filtrava dalle tende. La testa le faceva malissimo e si sentiva stordita. Si girò e trasalì: accanto a lei trovò Josh che dormiva beatamente. Strozzò un urlo e si mise a sedere. Iniziò ad agitarsi come non mai. “Io… Josh… No, no, no, no, no!” pensò tra sé e sé. Proprio in quel momento l’inglese si svegliò. –Buongiorno.- salutò. Hayley deglutì. Poi lo prese dal pigiama e lo costrinse a sedersi. –Ma che ti prende?- domandò il cantante. –Josh, siamo nello stesso letto e ieri io ho bevuto troppo.- esclamò lei, agitatissima. L’inglese scoppiò a ridere. –Hayley, tranquilla, non abbiamo fatto nulla. Tu sei stata male e mi hai chiesto di dormire con te. Tutto qua.- la rassicurò lui. –Ma tu non ricordi nulla?- le chiese poi. La rossa scosse la testa, sconsolata. Josh sospirò. –Ho fatto qualcosa?- si preoccupò lei. –No, no. Non hai fatto assolutamente nulla.- rispose lui. Josh era consapevole di mentire. Quel “Io ti amo” che la cantante aveva mormorato nel sonno lo avevano tenuto sveglio per buona parte della notte. –Josh, ti prego, dimmi la verità!- lo pregò lei, scuotendolo. –Non la vorresti sapere.- ribatté lui. –E invece sì.-. Il cantante la guardò. Quegli occhi verdi lo stavano supplicando di raccontare la verità. Ma lui non poteva. Non doveva. Si avvicinò al volto di Hayley. La rossa trattenne il respiro. Erano talmente vicini che i loro nasi si sfiorarono. Rimasero così per attimi, istanti, minuti, forse ore. Poi Josh si sporse e le schioccò un bacio sulla guancia. Hayley chiuse gli occhi e gli prese la mano. –Devo tornare in camera mia prima che i ragazzi si sveglino.- mormorò. Ma lei non aveva intenzione di lasciarlo andare. –Perché fingiamo Josh? Perché fingiamo ogni maledetto giorno?- domandò, più a sé stessa che a lui. –Non… Non capisco di cosa tu stia parlando.- mentì l’inglese. –Sei un bugiardo.- affermò la rossa. –Hayley, io…- ma le parole gli morirono in bocca: la cantante si era nuovamente avvicinata e si era messa a cavalcioni su di lui, iniziando ad accarezzargli la fronte. –H-H-Hayley, t-t-ti p-prego.- balbettò. Ma la rossa non lo ascoltò. Avvicinò ancora di più il suo volto a quello del ragazzo e dischiuse le labbra. In quel momento, però, ritornò a essere razionale e scoppiò a piangere. Josh la strinse a sé. –Perdonami. Ti prego.- si disperò lei. –Hayley, va tutto bene, tranquilla. Ci sono io con te. E ci sarò sempre, promesso.- la cullò lui. –Non so cosa mi sia preso.- sussurrò la cantante. –Non pensarci, d’accordo?- la calmò l’inglese. –Ora devo andare. Ci vediamo in sala da pranzo.- la salutò. Poi si alzò e se ne andò, lasciando Hayley sola, seduta sul letto. –Ti amo.- mormorò lei, nel silenzio.

Nico e Paul erano appena usciti dall’aeroporto. Avevano anticipato la partenza, dopo che Erica li aveva chiamati. Era seriamente preoccupata per Federica e non sapeva cosa fare. –Come ci arriviamo in città?- domandò Paul. –Prendiamo un bus. Semplice no?- rispose il russo. Salirono su un pullman e arrivarono in centro città. –Dove andiamo?- chiese lo statunitense. –Da una mio amica. Devo verificare alcune cose.- rispose Nico, evasivamente. Paul lo seguì fino a quando non arrivarono a una palazzina. Il russo guardò per bene i campanelli, poi suonò. –Chi è?- chiese una voce metallizzata dal citofono. –Sono un… amico.- rispose il ragazzo. –Tu? Sali subito! Sono al terzo piano.- esclamò la voce. Nico e Paul salirono le scale, fino a quando non arrivarono ad un appartamento. Ad aspettarli c’era una ragazza sui vent’anni, dai capelli tinti di blu e con il dilatatore nel lobo destro. –Nico!- esclamò. -Emma!- l’abbracciò lui. –Allora, lui è Paul. Paul, lei è Emma.- I due ragazzi si salutarono e si presentarono. –Da quanto vivi a Roma?- domandò il russo. –Da un po’. Mio padre si era stufato di avere perennemente la polizia sotto casa.- spiegò lei, facendoli entrare. Era un appartamento accogliente e molto ordinato. –Così ha colto l’occasione di una promozione e ci siamo trasferiti. Beh, tu come stai?- -Oh, io bene. Vivo a Franklin, lui è un mio amico.- rispose. Paul sorrise, imbarazzato. –Beh, perché sei venuto fin qui?- domandò Emma. –Abbiamo bisogno che tu ci segua fino a Verona. Si tratta di Federica e di Ana. Sono in guai grossi. Molto grossi. Abbiamo il volo alle tre del pomeriggio e abbiamo un biglietto anche per te.-. La ragazza si mise le mani nei capelli. –Nico, lo sai cosa mi stai chiedendo di fare? Ho chiuso con quella roba! L’ho fatta uscire dalla mia vita, semplicemente.- -Ma Emma…- provò a protestare il russo. –Nico, non posso. I miei si fidano di me. Non reggerebbero.- disse lei. –Sai perché mio padre mi ha portata via? Perché ho quasi ammazzato uno in una rissa! Mi dispiace, ma non posso. Ho promesso che non mi sarei più messa nei guai.- continuò. Nico chinò il capo, sconsolato. –Si tratta della mia migliore amica. E penso che per te lei sia stata come una sorella. Non ti conosco e non posso giudicare, ma lei si è messa nei guai per aiutare una sua amica. Da quello che mi aveva raccontato eravate tutti come fratelli. E io ho imparato che i fratelli e le sorelle si curano e si aiutano.- dichiarò Paul, stupendo tutti. Emma si morse il labbro. –E va bene. I miei sono fuori città in questi giorni e quindi posso anche non dir loro nulla. Ma sappiate che mi dovete un favore.-. Nico e Paul si scambiarono un sorriso d’intesa, annuendo.

-Tu hai dormito con Hayley e non avete concluso niente? Josh, sei un disastro!- lo rimproverò Oliver.  –Oli, era ubriaca.- affermò l’altro. –Sì, ma stamattina lei stava per baciarti. E ieri notte ha detto di amarti! Josh, perché non ti muovi, maledizione?- si innervosì il cantante dei Bring Me The Horizon. –Perché lei deve sposare Chad!- sbottò l’altro. –Sposerà un uomo che non ama e che non la ama, un uomo che la tradisce, un uomo che ha picchiato quella che tra poco diventerà sua figlia, un uomo che la renderà infelice! E tu dici di amarla? Se la amassi davvero l’avresti già allontanata da questo inferno!-. Josh non aveva mai visto Oliver così arrabbiato. E non capiva nemmeno perché si fosse infuriato. –Ti chiedi perché ti parlo così? Perché una mia amica sta per diventare una persona infelice. E io non voglio. A te la scelta: o le dici quello che provi ora o io ti odierò per sempre per aver contribuito a tutto questo!-. Josh si sentiva un verme. Capì cosa doveva fare. E l’avrebbe fatto, non gli sarebbe importato nulla delle conseguenze. Uscì dalla stanza di Oliver e corse giù per le scale. Arrivò in sala da pranzo e provò a cercare Hayley, ma non c’era. Si voltò, scontrandosi con Chad. –Cerchi qualcosa?- chiese il chitarrista. –Sto cercando Hayley. Sai, in qualità di testimone devo capire delle cose per domani.- rispose, cercando di velare l’agitazione. –Non provare a prendermi in giro. E, soprattutto, non intrometterti in questioni di cui non sai nulla.- gli bisbigliò l’altro, con aria minacciosa. Josh rabbrividì e scappò via. Si guardò intorno e, finalmente, riuscì a vederla. Era seduta su una delle poltroncine della hall con Kevin accanto. Si avvicinò, timidamente. –Hayley, io… Ti devo parlare.- mormorò, insicuro. La rossa si morse il labbro, poi si alzò in piedi. –Kevin, perché non vai a fare colazione con Vic?- disse, indicando il cantante dei Pierce The Veil. Il bambino annuì e corse verso il musicista. –E’ un bambino in gamba.- osservò Josh. –Sì, molto. Beh, cosa mi devi dire?-. L’inglese la scrutò. –Hayley, sono stufo di mentire. Sono stufo di nascondermi. Hayley, io… Io ti amo.-.

Angolo dell'Autrice

Aggiorno oggi perché domani sono via!
Allora... Capitolo bomba, direi. Spero vi sia piaciuto. Direi che Oliver abbia dato una bella spinta a Josh. 
Non voglio commentare oltre, voglio che lo facciate voi.
Voglio soffermarmi, invece, sul ritorno in scena di Paul e Nico. Cosa vi sembra? Avete delle aspettative?
La canzone è "Little Bit Of Truth" degli You Me At Six, dato che espone a meraviglia i sentimenti di Josh. 
Un ringraziamento a Layla, Lost The Battle e Chocobomb per le recensioni. 
Bene, vi saluto! Alla prossima!

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Capitolo 17
*** 16.Hate To See Your Heart Break ***


CAPITOLO 16
Paramore-Hate To See Your Heart Break

But what’s an awkward silence mystery?
How were you to know?
Oh how were you to know?


Hayley era rimasta senza fiato. –J-J-Josh… Tu… Tu non puoi dirmelo ora.- riuscì a dire, in qualche modo. –Hayley, lo so che ti sposerai con Chad e so che non avrei dovuto…- -Vieni con me.- lo interruppe la rossa, prendendolo per il braccio e portandolo in un bagno. –Hayley, scusami.- -Josh! Ma lo capisci che io ricambio? Lo capisci che ti amo?-. I due si guardarono negli occhi. La statunitense si appoggiò al muro. –Da quanto? Da quanto ti interesso?- domandò. –Dalla prima volta che ti ho vista, sei anni fa.- rispose Josh. –Perché non me l’hai mai detto?- chiese Hayley. –Perché eri… Perché sei fidanzata con Chad.- ammise l’inglese. La rossa lo abbracciò. –Io ti amo. Ma non posso mollare Chad. Tu… Tu non puoi capire.- mormorò. Josh si staccò e la guardò negli occhi. –Perché? Perché ti stai per sposare?- si innervosì. La rossa scosse la testa. –E allora perché?-. Hayley si morse il labbro. Chinò il capo e fece per scappare via, ma l’inglese la prese dal polso e la strinse a sé. –Non importa. Ascolta io… Mi dispiace. Dovevo parlartene prima.- si scusò. –Io ti amerò per sempre. Ma mi devo sposare. Devo, non posso tirarmi indietro.- pianse lei. –Shh, tranquilla, ci sono io qui.- provò  a tranquillizzarla l’inglese. Improvvisamente la porta si aprì. –Non l’avevi chiusa?- bisbigliò Josh. –Pensavo di sì.- rispose la cantante. Si prepararono ad essere sorpresi da Chad, quando Oliver entrò. –Josh! Hayley! Voi due… Non ci credo… Lo sapevo! Sìììì!- iniziò a gioire. Hayley e Josh si guardarono, sconvolti, mentre il cantante metalcore continuava a saltellare per il bagno. –Oli, Oli, smettila! Per favore!- provò a fermarlo Josh, ma lui non lo ascoltò . La rossa, allora, gli diede uno schiaffo in testa. –Ahia!- si lamentò Sykes. –Ero solo felice per voi. L’amore trionfa!- -No.- lo smentì Hayley. –C-c-come?- balbettò l’inglese. –Ma voi due… Vi piacete, no? Vi si legge in faccia, ragazzi!- esclamò. La statunitense sospirò, mordendosi il labbro. –Domani mi sposerò. Non c’è altro da dire.- affermò, andandosene. Oliver si voltò verso Josh. Il suo amico sembrava un cane bastonato da quanto ci era rimasto male. –Josh…- -Non parlare. Era meglio che lasciassi perdere! Perché ti ascolto sempre, maledizione?-. Il cantante degli You Me At Six riusciva a stento a trattenere le lacrime. A quel punto Oliver chinò il capo, per poi rialzarlo immediatamente. C’erano alcune questioni da chiarire. E ci avrebbe pensato lui.

Erica, Kevin e Federica stavano facendo collazione con Vic Fuentes e Jaime Preciado, i due membri dei Pierce The Veil. –Se non hai fame posso mangiarlo io quel panino con la nutella?- chiese il cantante all’italiana. –Oh, sì, tieni pure.- rispose distrattamente la diciassettenne. Vic prese il panino e iniziò a mangiarlo. Federica spinse via il piatto della colazione. –Fanculo!- esclamò, in italiano. –Che?- domandò Jaime. –Nulla. Devo andare a prendere una boccata d’aria.- disse la ragazzina, alzandosi da tavola. –Ehm l’accompagno.- annunciò Erica. La sorellastra di Hayley seguì l’amica fino al parco dell’albergo e, raggiuntala, la fece voltare verso di sé. –Fede, calmati. Fai un bel respiro e tranquillizzati.- sussurrò. Federica girò la testa da un lato, ma Erica la costrinse a guardarla negli occhi. –E va bene, sono calma!- -A me non sembra.- osservò la statunitense. –Senti, sono preoccupata per Ana, va bene? Han la ucciderà! Ho fallito l’unica cosa che dovevo fare.- spiegò l’italiana. Erica l’abbracciò. –Perché non vi rivolgete a Oll?- propose. Federica scoppiò a ridere. –Si tratta di criminali. Perché alla fine si tratta di spacciatori, ladri e anche assassini. E lo sono anche io.- -Lo eri!- osservò la statunitense. L’italiana sospirò. –E’ la mia natura. E’ la verità. Non esiste nulla che io possa fare per cambiarmi.- concluse amaramente. –Non è vero. Tu sei una brava persona- obiettò la sorellastra di Hayley. Ma Federica scosse la testa. –Sai cosa devo fare? Devo trovare un modo per riprendere tutta quella droga.- dichiarò, con lo sguardo perso nel vuoto. Erica deglutì. –Federica, si tratta di entrare in un magazzino giudiziario. Non penso che sia la cosa migliore da fare.- provò a dissuaderla. L’italiana si leccò le labbra. –Sono arrivata a Franklin nascondendomi in un aereo e prendendo un autobus vendendo un passamontagna che avevo usato per non farmi riconoscere dalla polizia in aeroporto. Direi che entrare in un magazzino giudiziario sarà una passeggiata.- affermò. Erica sospirò, chiedendosi se la persona che aveva davanti stesse davvero per compiere solo diciotto anni. –Tu hai paura, vero? Tu hai paura perché non capisci come una ragazza di diciassette anni possa anche solo pensare di fare tutte queste cose. Beh, vedi, chiamala capacità di adattamento o come cavolo ti pare, fatto sta che io sono cresciuta così. Sono stata allevata per diventare questa cosa che sono. Mi hanno creata loro e io non posso cambiarmi.-. Federica si voltò e rientrò nell’albergo, lasciando Erica da sola. La ragazza sospirò. “Perché tutto questo mi sembra fottutamente uguale a sei mesi fa?”1 pensò tra sé e sé.

-Hayley!- esclamò Oliver, correndo incontro alla rossa. La cantante scrutava l’orizzonte da un balcone. –Oli, che c’è?- domandò, sospirando. –Che c’è? Che c’è? No, dico, mi prendi in giro?- si innervosì l’inglese. Hayley si voltò di scatto. Il frontman dei Bring Me The Horizon rimase senza fiato: il trucco della ragazza era tutto sbavato, a causa delle lacrime e lei continuava a singhiozzare. –Io… Ehm…- provò a dire Sykes. –Non… Parlare. Non ce n’e bisogno. Mi dispiace per Josh, non avrei mai voluto che accadesse tutto questo. Ma io non posso stare con lui! Non posso!- si disperò la rossa. Oliver l’abbracciò. –Hayley, non ci sto capendo più nulla. Ma sappi che dovresti parlargli.- le suggerì. La statunitense chinò il capo. Si sentiva maledettamente in colpa, ma era consapevole dei suoi doveri e sapeva di essere di fronte a una scelta. –Non c’è nulla di dire. Josh sapeva che io mi sto per sposare. Josh sapeva che doveva parlare prima. Non posso farci nulla.- affermò, poco convinta. Oliver fece per andarsene, non sapendo cosa replicare, quando Hayley lo fermò. –Ci tengo a cantare “Don’t Go” con te. Perché è l’unica cosa che posso dargli.- dichiarò. L’inglese sospirò. –Non sminuirti. Puoi dargli molto più di una canzone, ma sta a te decidere.-. La rossa accennò un sorriso e  lo abbracciò. –Sei una persona fantastica Oliver! Grazie.-. L’inglese la strinse a sé, con fare fraterno. –Anche tu lo sei. Non scordartelo mai.-. 


1.Vedi "Whoa 2" capitolo 13

Angolo dell'Autrice

Lo so, non era quello che vi aspettavate. Ma Hayley non può fare altro e scoprirete presto il perché (ehi! Non troppo presto!).
Oliver si prende solo schiaffi in questa storia ahah!
Poi ci sono Federica ed Erica. La situazione si complicherà un pochino, ma non faccio anticipazioni.
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni e a quanti seguono la storia. Potete recensire, non mordo :)
La canzone è "Hate To See Your Heart Break" dei Paramore e penso ci stia a pennello: Josh ha il cuore spezzato e Hayley è stata costretta a fargli così male e forse sta peggio di lui.
Alla prossima!

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Capitolo 18
*** 17.You're Not Alone ***


CAPITOLO 17
Of Mice & Men-You're Not Alone

Don't let the world bring you down
There's lways hope for the willing
Don't let the world bring you down
It's not over, you're not alone anymore

 

Josh stava fissando il vuoto da circa un’ora. Era seduto sull’erba del giardino dell’albergo. Si sentiva smarrito e senza più alcuna certezza. Lei gli aveva detto che ricambiava e non riusciva a capire cosa le impedisse allora di lasciare Chad e legarsi a lui. Udì un fruscio. Si voltò. –Kevin, che fai qui?- domandò, sorpreso. Il bambino gli si sedette accanto e lo strinse. Era imbronciato. –Ehi, piccoletto! Che hai?- gli chiese Josh, carezzandogli dolcemente il capo. –Non voglio che Hayley sposi Chad.- mormorò. “Nemmeno io” pensò tra sé e sé l’inglese.   Il ragazzo abbracciò il bimbo. –Dai, vedrai che Chad sarà un ottimo papà.- provò a rassicurarlo, poco convinto. –Non è vero. Non si dicono le bugie!- si lamentò Kevin. –Forse è meglio che torni dentro.- -No!- esclamò il bambino. Josh sospirò. –Voglio che tu sia mio papà.- confessò il piccolo. Il cantante perse un battito. Lo abbracciò con tutto l’affetto possibile. –Kevin, ti voglio un mondo di bene. Ma non posso essere tuo papà. Mi dispiace.- sussurrò. –Tu mi abbandoni come mio papà.- affermò il bambino, pesantemente. Il britannico lo guardò in faccia e lo prese dalle spalle. –Non dirlo nemmeno per scherzo! Non farlo! Io sarò sempre con te. Sempre.-. Kevin gli saltò al collo e lo abbracciò. –Non sarai mai solo, piccolo.-.

Ana stava pulendo per i corridoi dell’albergo, attenta a non farsi vedere da Federica: non le aveva detto del suo doppio lavoro e non voleva farle ancora più male. L’aspirapolvere con cui stava pulendo, però, improvvisamente si spense. La croata sospirò, poi diede un calcio al muro. –Fanculo! Fanculo tutto!- gridò. Non le importava del fatto che avrebbero potuta sentirla.  Non le importava del fatto che stesse rischiando il posto. Non le importava di nulla. Corse fino alla hall e si nascose in un bagno. Scoppiò a piangere e tirò un pugno contrò la parete. C’era uno specchio. Ana guardò l’immagine riflessa in esso. Avrebbe voluto vomitare, sparire. Udì la porta aprirsi e provò a nascondere il trucco sbavato e le lacrime. Non si voltò per vedere chi fosse entrato. Rimase davanti a quello specchio, immobile. Sobbalzò: qualcuno le aveva accarezzato la schiena. Provò a trattenere le lacrime, ma non ce la fece. Aveva capito chi si trovava dietro di lei. Si voltò e abbracciò Jeremy, di colpo. Il bassista la strinse a sé, poi l’avvicinò al lavandino e le sciacquò il volto. –Tu devi starmi lontano.- mormorò la ragazza. –Perché?- le chiese lo statunitense. –Perché sono una fonte di guai. Quindi, per favore, lasciami stare.- rispose la croata, singhiozzando. Fece per uscire dal bagno, quando crollò a terra. Jeremy la soccorse, preoccupato. –Mi sento… Mi sento male.- mormorò Ana. Il musicista non sapeva cosa fare. Le toccò la fronte: scottava. –Stai tranquilla, aspettami qui.- le disse, agitato. Corse fuori dal bagno, in cerca di sua moglie. Fortunatamente, Kat era seduta su una poltroncina nella hall che stava parlando con Taylor. Quando la donna vide arrivare il marito si preoccupò. –Jerm, sei pallido. Che succede?- -Vieni in bagno, ti prego! Non… Non so cosa fare. Lei è per terra e…- farfugliò lui. L’inglese lo seguì, spaventata, accompagnata da Taylor. Entrarono nel bagno. Ana era riuscita ad appoggiarsi contro il muro e aveva vomitato. –Lei è la ragazza di cui mi hai parlato ieri?- domandò Kat. –S-s-sì.- balbettò Jeremy. La donna le bagnò la fronte con dell’acqua e la ripulì dal vomito. –Ha bisogno di stendersi. Dobbiamo portarla in camera.- affermò. –Devo… Lavorare.- mormorò la croata, con un filo di voce. Jeremy, Taylor e Kat si guardarono fra loro. Poi il bassista la prese in braccio e uscirono dal bagno. Fortunatamente la maggior parte degli ospiti dell’albergo erano andati a provare. –Che sta succedendo?- domandò una voce. I tre si girarono: il direttore dell’albergo li stava osservando, perplesso. –Ana? Ha bevuto?- chiese, alquanto nervoso. –Ha la febbre alta. La stiamo solo soccorrendo.- dichiarò Taylor. –Deve lavorare. E’ già un miracolo che l’abbia assunta.- -Ma non riesce a stare in piedi!- esclamò Jeremy. –Ce la… Faccio.- farfugliò la ragazza, provando a mettersi in piedi. Ma cadde subito a terra. –Beh, ditele che è licenziata. Arrivederci signori.- comunicò l’uomo, andandosene. –Che uomo di…- -Taylor, non ne vale la pena. Andiamo.- lo calmò Kat. I tre si recarono in camera di Jeremy e sua moglie e posero la ragazza sul letto. –Okay, ora voi due uscite. Io la faccio cambiare e la lavo.- dichiarò la donna. I due musicisti uscirono dalla stanza. Il bassista era pallido. –Jeremy, tranquillo. Ora ci pensa tua moglie a lei.- lo rassicurò l’amico. –Dai, andiamo in camera mia a suonare un po’.-.

Kat fece spogliare Ana e l’aiutò a ripulirsi. Poi, dopo averla rivestita con degli abiti puliti, la fece stendere sul letto, sotto le coperte. –Ho freddo.- bisbigliò la ragazza. L’inglese la guardò con tenerezza, sospirando. –Come ti chiami?- le domandò. –Ana. Tu devi essere la moglie di Jeremy, se non sbaglio.-. Kat fece sì con la testa. Poi le chiese:-Quanti anni hai?- -Diciannove.- rispose la croata. –Come mai lavori come donna dei piani invece di stare con gente della tua età?- le domandò Kat, un po’ titubante: temeva di averle posto una domanda troppo delicata. Ana scoppiò a piangere. L’inglese la strinse a sé. Voleva farla sentire il meno sola possibile. –Se non vuoi dirmelo non importa.- le sussurrò. –I miei sono morti, lasciandomi con due fratelli. Il più piccolo ha solo due mesi. Ho un affitto da pagare e due bambini che devono mangiare. Lavoro come barista, ma non mi basta. Ho trovato un posto qui e ne ho approfittato. Ma tanto mi hanno licenziata, vero?-. Kat si morse il labbro e chinò il capo. –Mi dispiace. Noi Abbiamo provato a…- -Non fa nulla. Tanto mi pagavano poco. Proverò a trovarne un altro.- dichiarò la ragazza. Kat la guardò, con tenerezza. Poi si voltò di scatto: avevano bussato alla porta. La britannica andò ad aprire. Davanti a lei trovò Kellin Quinn, il cantante degli Sleeping With Sirens, con sua figlia in braccio. –Amore, ma ti sei svegliata? Ma vieni dalla mamma, su.- disse la donna, prendendo la bambina in braccio. –Tua figlia è adorabile. E Copeland la adora.- affermò il cantante. –Senti, ti farei entrare, ma ora non posso. Ci vediamo di sotto, va bene?- tagliò corto lei. –Oh, ehm… Sì.- rispose Kellin, confuso. Kat lo salutò e poi chiuse la porta. Non voleva che qualcuno vedesse Ana. Si voltò verso la ragazza, con la bambina in braccio. –Siete una bellissima famiglia.- affermò la croata. –Beh, io devo andare a casa, i miei fratelli devono mangiare e poi ho il turno al bar.- -No, tu non vai da nessuna parte. Non ti reggi in piedi.- la bloccò Kat. –Ma… I miei fratelli…- -Ci pensiamo noi, va bene? Ora tu stai qui e riposati. Resterò io con te. Anzi resterà anche mia figlia. Non sei sola, capito? Non sei sola.- la rassicurò. Ana si mise per bene sotto le coperte. –Grazie.- mormorò.

Angolo dell'Autrice

Compare anche la piccola Bliss in questo capitolo!
Okay, momento dolcezza finito. Cosa ve ne pare? L'ho detto all'inizio della storia che Kat sarebbe stata una tosta! Ana, dal canto suo, è fortunata nella sua sfortuna.
Come avrete notato, non compaiono né Hayley, né Federica. In compenso abbiamo Josh e Kevin che sono la dolcezza!
La canzone è "You're Not Alone" degli Of Mice & Men. E' blu, quindi metalcore, però è stupenda lo stesso. L'ho scelta per il suo significato, che si adatta al capitolo.
Ringrazio Layla, Lost The Battle e Chocobomb per le recensioni! 
Alla prossima!

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Capitolo 19
*** 18.Memories And Lies ***


CAPITOLO 18
Upon This Dawning-Memories And Lies

(Die alone, burn with my heart) Forget all those bad days with a new life (please stay with me tonight) 
(Die alone, this life is so hard) I know that is no easy to ignore 
(Die alone) I'm dead, I've burned all memories and lies

Federica si guardò attorno, con circospezione. Aveva deciso di andare nuovamente da Roger: dovevano trovare assolutamente un piano che consentisse loro di riprendersi la droga. Questa volta non aveva detto nulla nemmeno a Erica. Non poteva fidarsi di nessuno. Suonò al campanello, ma rispose solamente la mamma dell’amico, comunicandole che il ragazzo si trovava al bar. L’italiana si incamminò verso la sua destinazione. Entrò nel locale. Roger stava pulendo il bancone. –Che cavolo ci fai qui?- domandò il ragazzo, nervoso. –Ho bisogno di entrare in quel magazzino.- affermò Federica. –Tu sei pazza! Basta, abbiamo chiuso! Lo capisci, o no?- le urlò dietro Angela. Federica la guardò malissimo. –Senti, sai per me cos’è successo l’altro ieri? Eh? Lo sai?- la provocò. La diciannovenne la guardò con aria di sfida. –Che cosa è successo? Dai, sentiamo!- ribatté. Roger si mise le mani nei capelli. –Ragazze, calmatevi!- provò ad intervenire Ham. Ma le due non lo ascoltarono. Federica si avvicinò ad Angela, lentamente. –Per me ci hai traditi e hai chiamato la polizia. Potresti essere in combutta con Low. Un’infiltrata.- la accusò. –Come osi? Piccola puttanella del cazzo!- si infuriò la più grande, spingendola. –Io oso. Eccome se oso. Tu non mi piaci, nascondi qualcosa! Ne sono sicura!- rispose la più piccola. Angela non ci vide più e le tirò un pugno, che però Federica riuscì a schivare. –Ragazze, calmatevi, ci sono dei clienti.- provò a dire Roger, inutilmente. –Sei solo una puttana! Ricordatelo!- urlò Angela. –Ah, sì?- si innervosì la diciassettenne. Questa volta fu lei a tirarle un pugno. Il colpo andò a segno. –Zoccola di merda!- la insultò la diciannovenne, massaggiandosi il punto in cui aveva ricevuto il colpo. –Qualcuno si è fatto male?- la canzonò Federica. –Angela si scagliò contro di lei, buttandola addosso al muro. La prese per la maglietta e le tirò un fortissimo pugno allo stomaco. Roger e Ham corsero verso di loro, per separarle. Federica era piegata in due dal dolore, tuttavia si rialzò e si lanciò contro l’altra ragazza. –Federica, no!- esclamò Roger, non riuscendo a trattenerla. La diciassettenne diede una micidiale testata allo stomaco all’altra. Angela si sentì svenire. Fortunatamente, Roger riuscì a bloccare Federica. –Adesso la smettete! Tutte e due! Ma cosa vi salta in mente? Mi avete fatto scappare tutti i clienti!- le sgridò. Le due ragazze si guardarono. –Scusa, non so cosa mi sia preso.- si scusò la più piccola. –Non devi  chiedere scusa a me! Ora voi due andate nel retro e vi chiarite, una volta per tutte! E senza distruggermi il bar!-. Federica e Angela sospirarono. –Ma Roger…- provò a protestare la più grande. –Niente “Ma”.- disse Roger, duro. Le due ragazze andarono, di malavoglia, nel retro del locale. Si guardarono negli occhi. –Scusa se ti ho accusata.- mormorò Federica. –No, hai fatto bene.- rispose Angela. –C-come?- balbettò la diciassettenne. La diciannovenne sospirò. –Hai ragione. Io nascondo qualcosa.-. Federica perse un battito. –Io… Io sono entrata a fare parte dei Metalcore perché ho perso la mia gang. Sono morti quasi tutti.-. La più piccola si sentì un verme. –Non so chi sia stato. Eravamo tutti in un locale per una serata tra di noi. Io mi ero allontanata per fare una telefonata. Fu la mia salvezza.- -Che è successo?- domandò Federica. –Una bomba. Sopravvissi solo io. E non ho una famiglia, così mi trovai completamente sola.- rispose la più grande. –E poi?- -Poi conobbi Ham a una festa e mi presentò i suoi amici. Lì conobbi Marco ed entrai nei Metalcore. Ma nessuno sa cosa mi è successo, nemmeno lui.-. Le due si guardarono, in silenzio. –Non tradirei mai nessuno. Loro sono la mia famiglia. E penso tu capisca di cosa sto parlando.-.  Federica annuì. –Beh, e tu? Perché te ne sei andata da qui?- domandò Angela. –Per cercare gli assassini dei miei genitori. Ma per una serie di coincidenze sono stata accolta da Hayley. E poi, sono tornata a Verona, per evitare di creare casini. E ho scoperto che mio padre era ancora vivo e che Mattew Roskim, il fratello di Brandon mi cercava per un codice di non so che missile. Mio papà è stato ucciso da lui sotto i miei occhi. Poi, quando sono tornata a casa di Hayley, Brandon mi ha seguita per vendicarsi. Mi stava per togliere tutto ciò che avevo di più prezioso.- raccontò la più piccola. Angela accennò un sorriso. –Sai, ho iniziato a trattarti male fin da subito perché ero  gelosa.- ammise. –E di cosa?- domandò la diciassettenne. –Di come ti guardavano gli altri. Io sono solo l’ultima arrivata e non mi hanno mai… Anche Marco, lui…- -Non ti fa sentire parte di loro?- concluse Federica. –Sì. A volte mi sento un’estranea. Non mi sento mai totalmente a casa.- ammise la diciannovenne. Federica sospirò, sedendosi per terra seguita da Angela. –Sai, succede anche a me a Franklin. Penso che gente come noi non si sentirà mai totalmente a casa.- dichiarò. –Siamo più simili di quanto tu possa pensare. Tutte e due siamo estranee nel mondo in cui ci troviamo, in un modo o nell’altro. Saremo sempre diverse. Però è un bene, in un certo senso: noi sappiamo chi siamo e da dove veniamo. Ecco perché non ci adatteremo mai totalmente.-. Angela le sorrise e l’abbracciò. –Voglio aiutare Ana. Davvero. Entreremo in quel magazzino, in un modo o nell’altro.- affermò. Federica la guardò negli occhi. Forse finalmente sarebbe riuscita a fidarsi anche di lei.

Hayley era ritornata in camera. Di lì a poco sarebbe dovuta andare a provare con Oliver. Aveva affidato Kevin a Erica, in modo da poter stare totalmente sola. Aveva bisogno di pensare. Avrebbe voluto correre da Josh e dirgli che l’amava e che avrebbe voluto passare il resto della sua vita con lui. Ma non poteva. Si voltò, improvvisamente:  qualcuno aveva bussato alla porta. Andò ad aprire. –Josh, che ci fai qui?- domandò, sorpresa. –Ti voglio parlare. Semplicemente.- rispose lui. La rossa si morse il labbro. –Non c’è nulla di cui parlare.- provò a tagliare corto. –Tu credi?- la provocò lui. Hayley sospirò. –E va bene, entra.- si arrese, infine. Il cantante avanzò nella stanza. La statunitense chiuse la porta e lo fece voltare verso di sé. –Che c’è?- domandò. Si sentiva una stupida: era palese il motivo per cui l’inglese voleva parlarle. –Sai, prima Kevin mi ha raggiunto nel giardino.- esordì lui. -Mi ha detto… Mi ha detto che vorrebbe che io diventi suo papà.-. Hayley sentì una fitta al cuore. –Josh, io… Io non posso.- si schermì. –Io voglio solo sapere il perché. D’altronde, anche io vorrei diventare il padre di Kevin. E vorrei essere tuo marito. Vorrei prendermi cura di voi. E vorrei il motivo per cui non posso farlo.- dichiarò lui. Hayley si sedette sul letto, stringendo tra le braccia un cuscino. L’inglese l’abbracciò. –Se io non mi sposo con Chad, Kevin e Federica saranno costretti ad andarsene. E, se per lui vorrebbe dire andare in una casa famiglia, per lei potrebbe significare dover ritornare in Italia. Per me, invece, sarebbe l’equivalente di una morte lenta e dolorosa.-. Josh la guardò: tremava. Le prese la mano per calmarla. –Ma perché?- domandò. –Perché Chad vuole sposarsi con te a tutti i costi per ritrovarsi con Federica e Kevin? Li odia!- -Perché si sta facendo ricattare dal giudice!- esclamò lei. –Chad ha avuto una relazione con il giudice dei minori. Poi aveva deciso di mollarla, ma lei lo ricatta: se la storia dovesse venire fuori lui sarebbe rovinato.- spiegò. –Ma è un suo problema, non tuo.- sbottò Josh. –Il giudice dei minori è la moglie di uno dei più importanti avvocati del Tennessee. Può fare quello che vuole. Se mi costringe a sposarlo non scoppierebbe nessuno scandalo e, in più, lei potrà spillarci molti più soldi.- -Vi chiede denaro?- domandò l’inglese. –Sì. E molto anche.- rispose la rossa. –Hayley, non immaginavo…- -Non importa. Solo… Vorrai ancora essere il mio testimone?- chiese, insicura. –Hayls, ma è ovvio! Non domandarlo nemmeno.-. I due musicisti si abbracciarono. –Vorrei salvarti da tutto questo.- sussurrò Josh. –E io vorrei essere salvata da te.-.

Angolo dell'Autrice

Aggiorno oggi perché domani non riesco.
Allora, visto che ora si spiega tutto? Ve lo aspettavate? Ditemi la verità, sono riuscita a sorprendervi almeno un pochino?
Passiamo ad Angela: che ne pensate?
Un ringraziamento speciale a Layla, Pretty Snow White e Lost The Battle per le recensioni! Gentilissime!
La canzone è "Memories And Lies" degli Upon This Dawning ed è blu, a causa di un po' di scream verso la fine. Penso c'entri a livello di significato, dato che finalmente sia Angela che Hayley si lasciano le bugie alle spalle. 
Alla prossima!

 

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Capitolo 20
*** 19.In Between ***


CAPITOLO 19
Linkin Park-In Between

But trying to be genuine was harder than it seemed 
But somehow I got caught up in between 

Let me apologize to begin with 
Let me apologize for what I'm about to say 


-Il piano. Ci serve un maledetto piano! Fede, non possiamo entrare nell’Ufficio corpi di reato del Tribunale come se nulla fosse.- esclamò Edo. –Ma la roba è già là, secondo voi?- domandò Marco. –Sono passati due giorni. Penso che sia già stata depositata.- rispose Angela. –A meno che… Roger, hai un giornale di quelli locali?- chiese Federica. –Certo. Te lo vado subito a prendere.- disse il ragazzo, salendo le scale. Si erano, infatti, trovati a parlare nella sala nascosta al di sotto del bar. Non erano al sicuro come nel garage, ma non avevano alternative. –Eccolo!- esclamò Roger, lanciando il quotidiano. Federica lo afferrò al volo, ringraziando. –Cosa stai cercando?- domandò Ham, curioso. –Questo!- rispose la diciassettenne, indicando una notizia. –Le strade sono chiuse a causa di una manifestazione sportiva. Quindi il furgone è ancora lì, dove l’abbiamo lasciato.- spiegò. –E’ impossibile! E, se anche fosse, come credi di riappropriartene?-  chiese Marco. –Beh, per questo sono qui, no?- dichiarò la ragazzina. –Dobbiamo pensare a un diversivo.- affermò Edo. Tra i ragazzi calò il silenzio. Si guardarono tutti fra loro, non sapendo che fare e che dire. Improvvisamente, Angela esclamò:-Ragazzi, ho trovato!-.

-Ana!-. La ragazza si svegliò dal suo  dormiveglia. Davanti a lei si trovò Axel, che sorrideva. La croata lo strinse a sé in un fortissimo abbraccio. –Dov’è Andrej? E tu come sei arrivato fin qui?- gli chiese. –Ci è venuti a prendere Jeremy. Andrej è con lui.- rispose il bambino. Ana gli carezzò il capo. Improvvisamente, però, gli prese il braccio. –Cosa vuol dire questo?- domandò, indicando un grosso livido. Axel tenne lo sguardo chino, ma lei glielo fece alzare. –Axel, guardami. Per l’amor di Dio, che cosa ti è successo?- insistette. –E’ venuto Han. Prima.- mormorò il bambino. –Ti ha fatto male?- si agitò la ragazza. –Un po’. Voleva sapere dov’eri, ma non ho potuto rispondergli.-. Ana lo abbracciò, come a non volerlo più lasciar andare. –Oh, Axel. Perdonami, ti prego! Ti supplico.- scoppiò  a piangere. –Cosa succede?- domandò Kat, entrando. –N-n-nulla.- balbettò la croata, staccandosi di colpo dal fratello. Ma Kat notò subito il livido e intuì che qualcosa non andava. –Axel, ti va di conoscere un mio amico?- chiese al bambino. Il piccolo annuì, timoroso. –Dai, vieni con me.- disse, conducendolo da qualche parte. Ana rimase ad aspettare per un tempo che le parve infinito, quando la donna rientrò. Si sedette sul letto, sospirando. –Che cosa gli è successo?- le chiese, preoccupata, ma la ragazza non rispose. La fece voltare verso di sé.–Ana, ti capisco, vuoi proteggere la tua famiglia! Ma non puoi continuare così!- affermò. –Lo so. Ma si tratta di problemi più seri di quelli che pensi.- sbottò la diciannovenne. –Io sono qui. E non mi importa quanto grossi siano questi problemi, ti aiuterò a risolverli. E’ una promessa.-.

Federica rientrò in albergo verso le due. Hayley la prese per il braccio, nervosa. –Dov’eri?- le chiese. –Al bar, dai miei amici.- confessò la diciassettenne. Non aveva per niente voglia di litigare. –Volete davvero recuperare la…- -Droga? Sì.- ammise. La rossa sospirò. –Ti prego, non fare cavolate.- supplicò. –Io devo farlo!- esclamò l’italiana. Hayley la prese per il polso e la portò in un angolo della hall in cui non c’era nessuno. –Perché?- chiese. –Perché sennò la uccideranno.- rispose l’altra. –La tua amica? Non penso proprio!- ribatté la cantante. –In che senso?- domandò Federica. – Hayley si appoggiò al muro, sospirando. –Ana si chiama, vero? Lavorava come donna dei piani. Jeremy l’ha conosciuta un paio di giorni fa.-. La diciassettenne non capiva. –Ha avuto un crollo nervoso stamattina. Jerm e Kat l’hanno soccorsa e ora è in camera loro. Ci sono anche i suoi fratelli con lei.-. Federica si accasciò a terra: non riusciva a crederci. –Devo andare da lei! Ora!- esclamò, catapultandosi in camera di Jeremy e Kat. Bussò violentemente alla porta. Le aprì Axel. –Federica!- esclamò il bambino, abbracciandola. La ragazza lo strinse a sé. –Devo parlare con tua sorella.- disse poi, entrando e trovando l’amica stesa a letto con, sedutale accanto, Kat. La croata deglutì. –Perché non mi hai detto nulla del tuo secondo lavoro?- si infuriò l’italiana. –Io…- provò a spiegare Ana, senza riuscirci. –Beh, vi lascio un attimo sole.- dichiarò Kat, lasciando la stanza. Le due ragazze si guardavano negli occhi, in silenzio. –Allora sei al sicuro adesso, no? Posso andare dagli altri a…- -Mi dispiace.- scoppiò a piangere l’altra. Federica l’abbracciò. –Han è stato a casa mia. Cercava me. Ha minacciato Axel e l’ha picchiato.- raccontò Ana. –Ma ora sei qui. Non ti potrà fare del male.- constatò la diciassettenne. –Han mi troverà. Jeremy e Kat rischiano di farsi male. Ho visto un uomo, prima, dalla finestra. Era Maggi. Sa dove sono.-. Federica sospirò. Era molto preoccupata. –Hai detto qualcosa a Jeremy e a Kat?- le domandò. –No. Solo che ho dei problemi con l’affitto. Sono stati molto gentili con me e non voglio metterli nei guai.- rispose la diciannovenne. –Noi abbiamo preparato un piano per riprendere tutta la droga. Non so se ce la faremo, ma ci proveremo.- dichiarò Federica. –Non voglio che vi facciate arrestare per colpa mia!- esclamò la più grande. Federica le sorrise. –Devi stare tranquilla. Ce la faremo. Ora tu devi restare qui e pensare solo a riposarti. Okay?- si raccomandò. Ana annuì, non troppo convinta. –Ti voglio bene.- mormorò.

Hayley era rimasta ad aspettare Federica nella hall. Quando la ragazza arrivò, le si parò davanti. –Dimmi che non dovrai ficcarti nei guai.- supplicò. La diciassettenne chinò il capo. –Veramente… Vorrei, davvero. Ma non posso. Scusami.- sospirò. La cantante la guardò allontanarsi. La rincorse. –Io voglio aiutarti.- affermò. L’italiana si fermò. Si voltò, lentamente. –Non puoi.- -Perché?- chiese Hayley, disperata. –Perché io sono così. Io sono stata cresciuta per diventare questa… Questa cosa che hai davanti. Nessuno mi può cambiare! Nessuno! Mi dispiace!- esclamò. –Il tuo passato non ti potrà mai determinare. Tu non sei una criminale. Nessuno lo è di nascita. Sono scelte. E tu puoi scegliere.- . Federica strinse i pugni. –Io devo scegliere se salvare la vita di tre persone o lasciarle morire.- mormorò. –Perché non chiamiamo Oll? Lui…- -Lui cosa? Non hai idea di chi sia Han! E’ come Brandon e Mattew, forse peggio!  E’ pazzo! E’ pericoloso!- si innervosì la diciassettenne. –Io non ti lascerò fare qualche stronzata! E, se proprio la devi fare, allora la farò anche io!- asserì Hayley. Federica la guardò. –Cosa c’è sotto?- domandò. –Nulla.- rispose la cantante. –Allora affare fatto?- domandò quest’ultima. L’italiana sospirò e si morse il labbro. Aveva paura, ma era l’unica cosa che potesse fare. –Affare fatto.-.

Angolo dell'Autrice

Et voilà! Allora, che ve ne pare? Kat la adoro! E anche Axel. Mentre Hayley... Eh, vedrete cosa ha in mente.
La canzone è "In Between" dei Linkin Park. L'ho scelta soprattutto perché mi sembrava esprimesse bene i sentimenti che provano Ana e Federica.
Grazie a Lost The Battle e Layla per le recensioni!
Alla prossima!

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Capitolo 21
*** 20.Wild Eyes ***


CAPITOLO 20
Parkway Drive-Wild Eyes

We are the bastard sons 
We are the ones that refused to grow cold 
We are the thorn in your side 
We are the thieves in the night 

-Ancora non ho capito perché sia venuta anche lei.- dichiarò Roger. –Non potevo fare altrimenti. Scusate.- rispose Federica, nervosamente. –Sì, ma…- provò a protestare Ham. –Okay, ho capito che non vi vado a genio, ma voglio solo aiutarvi!- esclamò Hayley. I ragazzi si voltarono verso di lei. Erano in cinque dentro un furgone, mentre Edo e Angela erano su una moto. Arrivarono al magazzino. –Allora, sono le cinque. Abbiamo meno di due ore, poi dovremo portare il carico da Han. Quindi abbiamo pochissimo tempo. Il piano lo conoscete tutti, ora bisogna sbrigarsi.- spiegò Roger. Indossarono tutti un passamontagna, ma rimasero  nel furgone, mentre Edo e Angela scesero dalla moto. Stando attenti a non farsi vedere, i due ragazzi si avvicinarono al magazzino, depositando dei pacchi vicino alle pareti. Poi corsero a nascondersi. –Roger, dicci tu quando dobbiamo premere.- affermò Angela, tramite un walkie-talkie. –Adesso.- dichiarò il ragazzo. Angela e Edo si scambiarono uno sguardo d’intesa. Poi, preso un telecomando, premettero un pulsante. Subito ci fu un’esplosione. Immediatamente il luogo si riempì di carabinieri. –Ragazzi, è il momento. Dobbiamo andare.- affermò Marco. I Metalcore uscirono velocemente dal furgone, attenti a non farsi notare dalle forze dell’ordine. Hayley fece per seguirli, ma Federica  la bloccò. –Resta qui, ti prego.- la supplicò. –Ho venticinque anni e mezzo e tu non ne hai ancora diciotto!- esclamò la rossa. –Non… Non posso perderti!- ribatté l’italiana. –Nemmeno io.- dichiarò la cantante. Federica sospirò. –Serve qualcuno che metta in moto il furgone e che ci faccia da palo.- disse. –E va bene, me ne resto qui.- si arrese Hayley. L’italiana le fece un cenno d’intesa e corse verso i suoi compagni. La rossa la guardò allontanarsi, sospirando. Poi prese il cellulare e compose un numero di telefono.

-Capitano, è urgente. Il magazzino è sotto attacco!- -Brigadiere, si calmi, non sono Cardi.- rispose Oll. –Oh, mi scusi. Ma il capitano dov’è?- domandò il carabiniere. –E’ quello che mi domando anche io. Dovevo mostrargli una cosa importante. Piuttosto… La vedo agitato, cosa succede?- chiese lo statunitense. –Hanno attaccato il magazzino. Vogliono riprendere la droga, signore.- spiegò l’altro. Oll sobbalzò. –Bisogna rintracciare Cardi, immediatamente. Non posso dare ordini, mi dispiace.-. Il brigadiere annuì, poco convinto.

-Dobbiamo separarci. Fede, con me. Marco e Ham, voi andate da quella parte.- ordinò Roger. –Ricevuto.- affermarono i due. –Il primo che trova la droga chiama gli altri.- spiegò il capo. –Sarebbe questo il tuo fantastico piano?- obiettò Marco. –Ne hai uno migliore?- lo provocò Federica. –E va bene, si fa come vuoi tu. Andiamo, Ham!-. I due se n’erano appena andati, quando qualcuno gridò:-Fermi o sparo!-. Roger e Federica si voltarono. –Cazzo!- imprecò la ragazza. Un carabiniere, infatti, li aveva scoperti. –Non voglio ammazzarlo.- bisbigliò la diciassettenne. –Armi a terra e niente scherzi.-. I due amici si guardarono. Posarono entrambi le pistole a terra. –Mani alla testa. Lentamente. Ho un’arma e non la uso per giocare.-. Federica e Roger portarono le mani al capo, lentamente. –Bene, e ora voltatevi. Niente scherzi.- ordinò l’uomo. La ragazza lo sentì armeggiare con delle manette. Aspettò che sia avvicinasse e che le prendesse i polsi, poi gli tirò un calcio fortissimo. –Scappa!- gridò a Roger. Poi, ripresa la pistola, colpì il carabiniere alla testa con il cane dell’arma. Corse via, raggiungendo l’amico all’interno del magazzino. –Non ce la faremo mai. Li abbiamo già tutti alle costole.- osservò Roger. –Dobbiamo farcela. O Ana morirà.- dichiarò Federica. Il ragazzo annuì e le fece cenno di seguirlo. –Dove potrebbe trovarsi la roba?- domandò la ragazza. –Da questa parte. Angela aveva fatto un sopralluogo fingendosi un’addetta alle pulizie.- rispose l’altro. I due entrarono in un settore del magazzino pieno di scatoloni. Federica si accorse delle telecamere. Prese l pistola e sparò, rompendole. –Abbiamo pochissimo tempo e dobbiamo trovare i pacchi giusti. Chiama Marco e Ham, subito!- esclamò.

-Oll, che diamine sta succedendo?- domandò sgarbatamente Cardi. –Il magazzino è sotto attacco.- rispose il federale. –In che senso, mi scusi?- -C’è stata un’esplosione. Probabilmente cercano di riprendere la droga che abbiamo sequestrato due giorni fa.- spiegò lo statunitense. –Federica e la sua cricca, ci scommetterei l’osso del collo.- sbottò il carabiniere. –Ma li avevamo scagionati. Non so se convenga giungere a delle conclusioni affrettate e…- -Oll, lei non sa come funzioni questa città. E’ il caso di muoversi. Maresciallo, brigadiere, andiamo!-. L’agente federale fece per seguirli, ma Cardi lo bloccò. –Lei è meglio che resti qui. Magari può lavorare sopra al caso.- dichiarò. –Non ha il diritto di trattarmi così.- si innervosì Oll. –Ma dobbiamo dividerci il lavoro. Quindi, io mi occupo di questo inconveniente al magazzino e lei si occupa delle carte. D’altronde, un po’ d’azione mi fa solo comodo, devo smaltire questa pancetta.- lo canzonò il carabiniere. L’americano si trattene dal rispondere e si limitò ad accennare un sorriso, il più finto che avesse mai fatto.

-Ragazzi, ma dove eravate finiti? Perché ci avete messo così tanto?- domandò Roger. –Abbiamo incontrato dei carabinieri e ci siamo dovuti nascondere.- spiegò Marco. –Roger, dobbiamo sbrigarci! Qua tra poco scoppierà l’inferno! E’ già un miracolo che qui non sia entrato nessuno!- -Ehm… Dicevi, Ham?- obiettò Federica, indicando l’ingresso. –Porca miseria! Fuoco di copertura! Marco, con me! Ham e Federica, i pacchi!- esclamò Roger. I due più piccoli si misero a cercare la droga, mentre i maggiori sparavano. Improvvisamente, i carabinieri iniziarono a cadere a terra, feriti. –Ma che succede?- domandò Marco. –Angela e Edo sono arrivati!- rispose Roger, tirando un sospiro di sollievo.

Hayley era ancora nel furgone. Sbuffò. Era stufa di aspettare. Iniziò a chiedersi perché si fosse cacciata in un tale casino. “Lo so io perché accidenti!” rispose tra sé e sé. Qualcosa attirò la sua attenzione: sirene. Prese il walkie-talkie. –Ragazzi, al furgone, subito! Sono arrivate delle volanti dei carabinieri!- esclamò. –Hayley metti in moto. Noi dobbiamo ancora trovare la droga. Passo e chiudo.-. La cantante si sentì mancare. Stavolta l’aveva fatta grossa.

-Li ho trovati! Ho trovato i pacchi!- esclamò Federica. –Ottimo lavoro! Edo, hai qualche idea per uscire da qui senza essere arrestati o fatti fuori?- -Roger, ho una bomba a mano e un fumogeno.- rispose l’amico. –Lo so che non ti va di usarli, ma qui ci rimettiamo la pelle!- si innervosì Marco. –Oh, e va bene!- si arrese Edo. Il ragazzo aspettò che i compagni avessero presero tutta la droga, poi lanciò il fumogeno. -Corriamo fuori!- urlò. I ragazzi scapparono fuori, approfittando del fumo. –Noi corriamo alla moto, voi andate al furgone.- esclamò Angela. –Okay, ci vediamo al bar!- affermò Marco. –Ragazzi, il furgone è là! Muoviamoci!- li esortò Ham. I quattro corsero al veicolo e depositarono la droga. –Hayley, parti! Vai, vai, vai!- urlò Federica. La cantante mise in moto e partì in quarta. Ce l’avevano fatta. O no?

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui! Allora, ce l'hanno fatta. Hanno preso la droga e stanno scappando. Anche se, piccolo spoiler, non è finita qui. 
La canzone è "Wild Eyes" dei Parkway Drive
Un ringraziamento a Layla e Lost The Battle per le recensioni. Mi raccomando, fatemi sapere le vostre impressioni sulla storia e su questo capitolo.
Alla prossima :)

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Capitolo 22
*** 21.Not Gonna Die ***


CAPITOLO 21
Skillet-Not Gonna Die

This is how it feels when you’re bent and broken
This is how it feels when your dignity’s stolen
When everything you love is leaving
You hold on to what you believe in


-Accelera, Hayley, accelera!- esclamò Roger. –Calma, li ho seminati!- ribatté la cantante. –Allora siamo a posto. Abbiamo preso venticinque chili di droga e siamo dentro a un cazzo di furgone con Cardi che ci avrà già identificati!- si agitò Ham. –Smettila, cazzo! Li abbiamo seminati!- provò a tranquillizzarlo Marco. Improvvisamente, sentirono un rumore. –Merda! Le sirene!- esclamò Federica. –Okay ragazzi, tranquilli. Tenetevi forte!- esclamò Hayley, premendo sull’acceleratore. Il furgone sbandò e,  per un attimo, temettero di schiantarsi contro un muro. –Chi ti ha dato la patente? Dai qua il volante!-esclamò Roger, mettendosi al posto di guida. –Per tua informazione, non ho mai guidato inseguita da delle volanti piene di carabinieri!- protestò la rossa. –Basta che qualcuno prenda il volante!- li rimproverò Marco. –Merda secca!- imprecò Roger, evitando di schiantarsi contro un palo. –Dove vuoi andare?- domandò Federica. –Non lo so. Per ora stiamo andando verso l’ospedale.- rispose il ragazzo.

-Capitano, non si fermano!- esclamò il brigadiere. –Accelerate! E chiamate i rinforzi! CI serve l’elicottero!-. Cardi era fuori di sé: non poteva averne la certezza matematica, ma era quasi del tutto certo che i responsabili di tutto fossero i Metalcore. E lui li odiava: erano una delle poche gang che non era mai riuscito a cogliere in flagrante. Non aveva mai avuto prove per arrestarli tutti. Si sporse dal finestrino con un megafono. –Fermatevi o spariamo!- intimò.

-Hanno detto che sparano! Maledizione, perché mi faccio sempre incastrare in queste stronzate?- piagnucolò Ham. –Non fare la checca!- lo rimproverò Roger. –Non faccio la checca!- protestò l’altro. –Sì che lo fai!- lo sbeffeggiò Marco. –Piantatela di litigare!- li sgridò Federica. –E tu, Roger, pensa a guidare!- aggiunse Hayley. Improvvisamente, un proiettile colpì il furgone. –Lo sapevo, ci sparano!- si disperò Ham. –Non hanno sparato i carabinieri.- osservò Marco. –E allora chi…- -Low!- esclamò Federica, abbassandosi di colpo. Un’auto li affiancò. –Giù!- esclamò Roger, evitando una pallottola. Il furgone sbandò di colpo, schiantandosi contro un muretto. Il ragazzo riuscì a rimetterlo in moto e ripartì. –Marco, spara!- ordinò. –Con piacere.-.

-Si può sapere cosa sta succedendo?- domandò Cardi, stupito. –Non lo so. Sembra che si stiano ammazzando fra loro.- rispose il brigadiere. –Deve essere la banda di Low. Signori, questo è il nostro giorno fortunato.- dichiarò il capitano dei carabinieri.

-Low, sei un coglione!- urlò Marco, mentre sparava. –Ci avete fregato il lavoro! E’ giusto che la paghiate!- rispose l’altro, colpendo il furgone con l’auto. Poi si voltò e fece un cenno. Subito uno dei suoi compagni si sporse dal finestrino con un piccolo mitragliatore. –Ehm… Roger, abbiamo un problemino.- -Che tipo di problema Fede?- domandò il ragazzo, non essendosi accorto di nulla. –Un problema grosso. Di quelli che fanno male se non acceleri.- rispose Federica, agitata. Hayley guardò fuori dal vetro e urlò. Finalmente Roger si accorse del mitragliatore. –Ragazzi, tenetevi forte.- raccomandò. Poi accelerò di colpo, cercando di seminare Low e i carabinieri.

-Li stiamo perdendo, capitano!- annunciò il brigadiere. –Avvicinati! Tra quanto arriva l’elicottero?- domandò Cardi. –Capitano, guardi, è lì!- esclamò il maresciallo. –Ottimo. Sono collegati con noi?- chiese l’ufficiale. –Sì, signore.- rispose il sottoposto.

-Ragazzi, c’è l’elicottero, siamo fregati!- esclamò Ham. –Non è detto. Dobbiamo andare in un posto in cui è difficile per un elicottero seguirci.- propose Hayley. –Con Low e i carabinieri alle calcagna siamo fregati comunque!- esclamò Roger. –Se lo pensi, allora perché continui a guidare?- lo sfidò la cantante. Roger sospirò e accelerò ancora.

-Low, Ce la faremo a prenderli?- domandò Lorenzo Poggi, uno dei suoi compagni più fidati. –Non lo so. Intanto accelero, vedo se riesco a riprenderli. La verità è che quel figlio di puttana di Roger guida da Dio.- spiegò Low. -Abbiamo anche Cardi alle costole.- osservò Andrea Orvieti. –Non mi preoccupo di certo per quell’idiota. E nemmeno per l’elicottero. Anzi, appena è a tiro, abbattetelo.- ordinò, freddo. –Maddy, prendi il volante.- -Subito, Low.- rispose una ragazza alta e bionda, dalla carnagione olivastra, scambiandosi con lui. Il ragazzo tirò fuori una pistola e la caricò. –Maddy, voglio vederti sfondare quel cazzo di acceleratore!- esclamò, mentre inseriva una a una le pallottole nel caricatore. –Non ti preoccupare. Roger saprà guidare, ma io partecipo alle gare clandestine, non lui.- lo rassicurò lei.

-Capitano, non potremo seguirli ancora per molto.- dichiarò il pilota dell’elicottero a Cardi. –Perché?- si innervosì l’ufficiale. –Perché la zona in cui si stanno dirigendo è piena di alberi e case. Li stiamo già seguendo con molta fatica.- rispose il pilota. –Okay, passo e chiudo.- tagliò corto Cardi. –Brigadiere, o spinge su quell’acceleratore o giuro che farò tutto ciò che potrò per spedirla in una caserma di qualche paesino sperduto!- minacciò. –Non si preoccupi, ora li riagguanto.- lo rassicurò il sottoposto. –Veda di non deludermi.- sibilò Cardi.

-Ragazzi, se non li seminiamo ora, non li semineremo mai! E non sto parlando dei Carabinieri. Low si è riavvicinato.- si agitò Federica. –Roger, non puoi accelerare?- -Marco, sto facendo già i centottanta chilometri orari. Non è colpa mia se Low ha una macchina più veloce di questo furgone del cazzo!- rispose il ragazzo. Improvvisamente, Federica urlò dal dolore. –Che succede?- si spaventò Hayley. –L’hanno colpita alla spalla! I Raptor sparano!- si agitò Ham. –Roger, dobbiamo seminarli! Questi ci vogliono morti!- esclamò Marco. –Più di così non posso fare!- ribatté il più grande. -Mi fa male.- si lamentò Federica. Hayley si strappò un pezzo di maglietta. –Che fai?- domandò Roger. La rossa lo ignorò. –Ham, fasciale la spalla con questo. Marco, rispondi al fuoco!- esclamò. –No, tu non hai capito! Tu non dai ordini a destra e a manca come se nulla fosse!- si innervosì Roger. –Io faccio quello che penso ci potrà salvare. Tu pensa a guidare.- si difese lei.  Il ragazzo le lanciò uno sguardo carico di rabbia, tuttavia cercò di calmarsi.

-Penso di aver colpito Federica!- gioì Orvieti. Razza di cretino! Lei è mia!- si infuriò Low. –Ma…- -Niente “ma”. Lei mi ha quasi ammazzato e io la voglio far crepare a forza di botte. Lei è mia, di nessun altro!—Orvieti strinse i pugni, nervoso. –Razza di stronzo.- mormorò. –Cosa hai detto?- urlò Low, puntandogli la pistola addosso. –N-n-nulla, capo.- balbettò Andrea. –Bene. Continua così.- disse Low, freddo.

-Ragazzi, siamo ufficialmente in trappola.- annunciò Roger. Erano finiti in una strada senza uscita e sopraelevata. Low li raggiunse e, con lui, arrivarono anche i carabinieri. Erano circondati da una parte dai Raptor, dall’altra dagli uomini di Cardi. –Siamo fritti.- si disperò Marco. –Scendete immediatamente dal furgone!- intimò Cardi. –E voi dalla macchina!- aggiunse poi, rivolto ai Raptor. Per tutta risposta, Orvieti e Poggi iniziarono a sparare contro i carabinieri. –Ho un’idea. Roger, dammi il volante.- esordì Hayley. –Ma che hai intenzione di fare?- sbottò il ragazzo. –Fidati di me! Okay?-. Roger sospirò, poi le lasciò il volante. La cantante iniziò a fare retromarcia. –H-H-Hayley, c-che stai facendo?- si preoccupò Marco. La rossa lo ignorò. Diede un’occhiata all’altezza che li separava dalla strada sottostante, continuando a guidare in retro e costringendo i carabinieri e i Raptor a spostarsi. Poi, girandosi, accelerò, saltando giù verso la strada sottostante e atterrando, in qualche modo. –Tu sei pazza!- mormorò Roger, ansimando. –Almeno siamo vivi.- rispose la cantante. –Già.- sospirò Federica. –Non farlo mai più. Mai. Più.- disse Marco, a fatica. Hayley scoppiò a ridere e ricominciò a guidare. –Dove hai imparato a fare una cosa simile?- domandò Federica, sofferente. –Ehm… Non l’ho imparato. Semplicemente, non sapevo che altro fare- ammise la rossa. –Quindi non sapevi se ci saremmo sfracellati o no!- realizzò Ham. –Ero quasi del tutto sicura che ce la saremmo cavata.- lo rassicurò. –In realtà non è vero.- sussurrò poi a Roger, che scoppiò a ridere. –Ragazzi, ce l’abbiamo fatta!- gioì Marco, seguito dalle urla di felicità degli altri.

I carabinieri e i Raptor erano rimasti allibiti. –L-Low, è meglio se t-tagliamo la corda.- balbettò Poggi. Il capo dei Raptor annuì e fece salire tutti in macchina. –Capitano, se ne stanno andando anche loro.- mormorò il brigadiere. Il capitano dei carabinieri poté solamente guardare l’auto allontanarsi. –Li avete lasciati scappare!- si  infuriò. –Si torna alla centrale. L’elicottero è alla ricerca del furgone, ma probabilmente non riuscirà a trovarlo.- affermò. Poi, rivolto al brigadiere, aggiunse:-Lei è fortunato che io sia un tipo paziente, ma la prossima volta che si lascia sfuggire dei simili criminali io la sbatto fuori!-. Il sottoposto chinò il capo, mentre Cardi saliva su un’altra volante. –Non prendertela, ragazzo. Cardi è un borioso, non si poteva fare di più.- lo rassicurò il maresciallo. –Grazie signore.- mormorò il brigadiere. Poi, sospirando, salì in macchina.

Angolo dell'Autrice

Buongiorno! Allora, capitolo carico di adrenalina (almeno credo). Penso sia anche uno dei più lunghi che abbia mai scritto. Che ve ne pare? Vi garantisco che mi sono emozionata un sacco a scriverlo,mi sembrava di essere in macchina con loro. Spero vi lasci la stessa sensazione.
Dunque, che accadrà il prossimo capitolo? Eh... Non ve lo dico ahah (sono cattiva, lo so).
La canzone è "Not Gonna Die" degli Skillet.
Un grazie a Layla, Lost The Battle e Pretty Snow White per le recensioni. Alla prossima!

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Capitolo 23
*** 22.Reinventing Your Exit ***


CAPITOLO 22
Underoath-Reinventing Your Exit

This is the way I would have done things

Up against the wall, up against the wall

-Come va la spalla?- domandò Hayley a Federica. –Abbastanza bene. Il sangue si è fermato e non mi fa neanche troppo male. Alla fine mi hanno colpita solo di striscio.- rispose la diciassettenne. La cantante accennò un sorriso, non riuscendo, però, a nascondere una certa inquietudine. –Lo so come ti senti. Ma avevi il volto coperto dal passamontagna e quindi la passerai liscia. Devi pensare solo a questo.- affermò l’italiana. –Non lo so. Insomma, abbiamo infranto tutte le leggi infrangibili possibili.- mormorò Hayley. –Non sai quante volte l’ho fatto io. Ma sono ancora viva.- la rassicurò Federica, alzandosi dl letto. Erano tornate in albergo da poco più di mezz’ora. –E se dovessero scoprirci?- -Non succederà.- rispose la diciassettenne. Improvvisamente, si accasciò a terra. Hayley la soccorse. –Sto bene. E’ stato un attimo.- provò a rassicurarla l’altra. La rossa l’aiutò a rimettersi a letto. –Ti esce ancora sangue. Dovresti andare all’ospedale.- -Ma sei pazza? Non posso andare all’ospedale, mi arresterebbero!- sbottò la più piccola. –Non so come medicarti! Non sono un’infermiera!- si agitò la cantante. –Hayls, devi stare tranquilla. E’ solo del sangue. Stavo peggio a Tijuana1.- provò a calmarla Federica.

-Che cosa ce ne facciamo della droga?- chiese Angela a Roger. –Beh, la daremo ad Han. Così Ana non avrà più debiti con quel bastardo.- rispose il ragazzo, prendendo un bicchiere d’acqua. –Rog, posso chiederti una cosa?- -Certo angela, tutto quello che vuoi.-. La ragazza sospirò. –A te Ana piace?- chiese. Roger sputò tutta l’acqua che aveva in bocca. –Ma va’! Figurati!- riuscì a rispondere, in qualche modo. –Andiamo, chi vuoi prendere in giro? Si vede lontano un miglio!- insistette lei. –Beh, e anche se fosse?- si difese lui. –Nulla. Stareste bene insieme.- affermò Angela. Roger le sorrise, poi si alzò dalla sedia su cui era seduto e andò a prendere una birra. Erano al bar, solo loro due. –Come va tra te e Marco?- domandò. –Beh, bene. Solo, ultimamente è un po’ strano. Parla poco e non capisco perché.- rispose la ragazza. –Magari è il periodo.- affermò Roger. –Già.- sospirò Angela. –Beh, io vado a casa. Le mie coinquiline inizieranno a preoccuparsi.- dichiarò. –Le universitarie? Vivi ancora con quelle?- -Sì. Sono una peggio dell’altra. Non fanno nient’altro che studiare e lamentarsi che torno a casa tardi.- spiegò lei. –dai, in fondo sei la più piccola!- -So cavarmela benissimo. Sono loro che pensano di dovermi proteggere ed educare.- disse la ragazza. Roger scoppiò a ridere e la osservò uscire dal bar. Si sedette al bancone, con la birra in mano. Non riusciva a non pensare ad Ana. “Forse la amo davvero.” rifletté tra sé e sé.”. Udì un rumore. Si voltò: Ham. –Ehi, allora, come va?- domandò. –Sono un po’ stanco.- rispose il ragazzo, evasivo. L’amico si sedette accanto a lui. –Mi è venuta un’idea: la porto io la roba ad Han.- propose. –Ham, sei sicuro? Insomma, vuoi andare tu… Da solo?- si preoccupò l’altro. –So badare a me stesso!- esclamò Ham. Roger sorrise. –E va bene. La roba è al casolare. Quando hai intenzione di andare?- chiese. –Anche subito.- rispose l’amico. –Okay. Allora, ci vediamo dopo.- lo salutò Roger. –Stai tranquillo. A dopo!- lo tranquillizzò Ham.

-Hayls, hanno bussato.- mormorò Federica. La rossa andò ad aprire, trovandosi, con sorpresa, Oliver davanti. –Che hai fatto? Sei piena di lividi e sei tutta sporca!- esclamò l’inglese. Solo a quel punto Hayley si rese conto di essere piuttosto malconcia. –Oh… Ehm… Io… Sì… Cioè…- provò a dire. –Ma, ma… Questa era la maglietta che ti avevo regalato!- continuò Oliver, indicando la manica strappata. –Oli, è complicato da spiegare. Sappi che era una delle mie magliette preferite.-. Il cantante la guardava, senza dire nulla. –Sono… Sono sconvolto.- riuscì a mormorare. –Lo so, però non devi preoccuparti.- affermò la rossa. L’inglese entrò in camera e trasalì. –Hayls, perché Federica ha un braccio pieno di sangue?- domandò sconvolto. –Oh, ehm… Abbiamo avuto d fare questo pomeriggio e lei è caduta e si è fatta male.- provò a mentire lei. –Hayley, lo sai che questa è la peggior bugia che io abbia mai sentito, vero?-. La rossa sospirò. –Oli, seriamente, non credo di poterti spiegare…- -Spiegare? No, tu non capisci! Sei ridotta malissimo! E Federica ha un buco nel braccio! Che cosa cavolo sta succedendo?- si innervosì l’inglese. La statunitense iniziò a sudare freddo. –Okay Oli, ti spiegheremo tutto. Però tu stai calmo e tranquillo. Ti prego.- lo supplicò. –Va bene. Come vuoi tu. Sediamoci e parliamone.- si calmò lui. Hayley e Federica si guardarono e deglutirono.

-Sono tornata!- esclamò Angela, entrando in casa. –Alleluia! E’ tardissimo!- la rimproverò Francesca, una delle sue due coinquiline. –Ma se sono le otto! Comunque non mangio, sono distrutta. Penso di farmi una doccia e poi di andare a dormire.- asserì la diciannovenne. –Nemmeno un boccone? Ho cucinato la pasta con la salsiccia!- provò a convincerla Ilaria, l’altra ragazza che viveva con lei. Angela sospirò. –No, davvero, mi dispiace, ma sono distrutta. Buona notte.- rispose la più piccola, andando in camera. Si stese sul letto, quando Francesca entrò. –Che c’è?- domandò Angela. –Tu non me la conti giusta. Che sono tutti questi lividi?- le chiese la coinquilina. –Non è niente, sul serio. Ora scusami, ma sono stanca.- tagliò corto la diciannovenne. –Certo, capisco. Beh, buona notte.-. Angela si ridistese sul letto e ripensò ai suoi vecchi amici. “Chissà come sarebbero andate le cose se non fosse esplosa quella bomba” pensò tra sé e sé.

-Voi avete fatto cosa? Hayley, tu sei matta!- si infuriò Oliver. –Oli, era necessario. Mi dispiace!- -Si tratta di droga! Droga! Non zucchero! Spero non vi becchino.- continuò il britannico, arrabbiatissimo. –Ana morirà se non la consegniamo. Non puoi capire!- esclamò Federica. Oliver sospirò. –Non lo dirai a Josh, vero? E nemmeno a Jerm o a Tay. Ti prego.- lo supplicò Hayley. –Certo che no.- la rassicurò il cantante dei Bring Me The Horizon. –Ti voglio bene piccola nanetta.- le disse, abbracciandola. –Farò di tutto perché Chad non venga a conoscenza di nulla.- affermò. -Ora però datti una pulita che dobbiamo andare. Sempre che tu voglia cantare ancora “Don’t Go”.-. Hayley  fece “sì” con la testa. –Arrivo subito.- disse, andando a cambiarsi. Una volta in bagno si guardò allo specchio. Si guardò. Poi posò lo sguardo sul suo anello di fidanzamento. Immediatamente, pensò a Josh. “Non è così che doveva andare” concluse tra sé e sé.


1.Whoa 2

Angolo dell'Autrice

Questo capitolo boh, non è un granché. Pubblico ora perché poi non ci sarò.
Allora, Oli scopre tutto, ma non va a dire nulla a nessuno. Ham invece va da Han. 
La canzone è "Reinventing Your Exit" degli Underoath.
Grazie a Pretty Snow White, Layla e Lost The Battle per le recensioni :)
A presto!

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Capitolo 24
*** 23.Wild Ones ***


CAPITOLO 23
You Me At Six-Wild Ones

You and I will go so far. 
You and I will light the dark. 
You're the better half of me. 
You're the only half I need. 

Il Warped In Arena aveva riscosso molto successo. Si era registrato il tutto esaurito per quella sera. Hayley diede un’occhiata alla folla che attendeva il concerto dei Bring Me The Horizon. Sospirò profondamente. Non era la prima volta che si trovava a dover cantare di fronte a tantissima gente. Eppure, quella sera sarebbe stata diversa. Sentì la mano di Matt Nicholls toccarle la spalla. Si voltò. –Lui è già lì. Josh è in prima fila, l’ho riconosciuto dalla maglietta.- dichiarò lei. Il batterista scoppiò a ridere. –Solo lui poteva vestirsi con una maglietta rosa e rossa.- affermò, disgustato dalla scelta audace del suo amico. –Non sono più sicura di voler cantare.- mormorò la rossa. –Ehi, guarda che Oli ci rimarrebbe male. E anche io.- le disse Matt. –Sai, mi è venuta un’idea. Ma devo parlarne con Oliver.- asserì Hayley. –Tutto quello che vuoi.- la rassicurò il batterista.

-Ehi, Josh, tutto a posto?- domandò Max. –No. Sto impazzendo. E, sai cosa ti dico? Me ne vado!- rispose il cantante. –Non fare il bambino. Ti prego. Lei ha bisogno di te.- -Di me? No, non ha bisogno di me! Sennò mollerebbe Chad, nonostante tutto! Max, io non servo a nulla! A nulla!- si sfogò Josh. Il chitarrista sospirò. –Scusa, non so che cosa mi sia preso. Io lo so perché non può lasciare Chad. Sono un cretino. E’ solo che… Avrei voluto parlarle dei miei sentimenti prima di oggi.- ammise il cantante. –Sai, penso che il destino sia veramente un gran burlone.- osservò l’amico. –Già. Lei mi ama, io la amo e non possiamo stare insieme. E, nonostante tutto, mi ha scelto come testimone di nozze. Cosa dovrei pensare?- -Che ti ama. E che forse, sotto sotto, lei ci spera ancora in un futuro tra voi due.- rispose Max.

-Come ti senti?- domandò Erica a Federica. –Confusa. Non so nemmeno perché ti abbia raccontato tutto.- rispose l’italiana. –Perché gli amici servono a sfogarsi. E poi, tra poco, io sarò tua zia.- asserì la sorellastra di Hayley. –Tu lo sai che per me non sarai mai mia zia, vero?- -Lo so. E la cosa non mi dispiace, mi avresti fatto sentire vecchia.-. Le due ragazze scoppiarono a ridere. –Ho bisogno di andare fuori a prendere una boccata d’aria. Mi accompagni?- domandò Federica. Erica annuì e l’accompagno in giardino. Si sedettero sul prato. –Il sole non è ancora tramontato del tutto.- notò la statunitense. –Già. Io e Nico amavamo guardare il cielo durante l’estate. Andavo a casa sua e… Beh, quelli erano gli unici momenti di evasione dalla realtà in cui vivevo. Perché vedi, è vero che quel che mi ha fatto è stato orribile, ma è anche vero che era ubriaco e fatto. E, un po’ di tempo fa, mi ha raccontato che non era stato lui a drogarsi. L’hanno imbottito di roba. E giuro, se dovessi trovare  il responsabile io… Io non so che cosa potrei fargli!-. Erica capì che Federica stava per scoppiare a piangere, così la strinse a sé, lasciandola sfogare. –Noi due eravamo liberi, selvatici, non addomesticabili. Non si può addomesticare il cuore dell’uomo.- continuò l’italiana, tra i singhiozzi. –Io e Nico non ci siamo mai fatti catturare da tutto questo schifo. Quando eravamo insieme… Quando siamo insieme io sento che c’è un’altra possibilità per me. Sento che potrei essere nata per qualcos’altro, oltre che essere una criminale. Sento che forse esiste del bene. Sento che vivremo per sempre, io e lui, liberi, selvatici, come aquile nel cielo. Le hai mai viste le aquile, Erica? Sono degli esseri maestosi, stupendi. Volano alte nel cielo, scrutando la terra. Io e Nico siamo due aquile.-. Erica rimase in silenzio, colpita da quel lungo discorso, quando udì un fruscio che la fece voltare. –Cos’è stato?- domandò Federica. –Non lo so.- rispose la statunitense, turbata.

Oliver stava cantando il ritornello di “Don’t Go” e Hayley era consapevole del fatto che, di lì a poco, sarebbe dovuta salire sul palco. Fece un grande respiro e camminò verso il microfono, tra gli applausi generali. Lo prese in mano e iniziò a cantare, cercando di concentrare il suo sguardo su Oliver. Si avvicinò al cantante, provando a non guardare giù dal palco. Se l’avesse fatto, sarebbe probabilmente scoppiata a piangere. Oliver si accorse della situazione e le sorrise, tentando di rassicurarla.

Erica e Federica udirono di nuovo il fruscio. Erano spaventate. Si prepararono a essere sgridate da Chad o di essere sorpresi da qualche poliziotto o scagnozzo di Low. –F-F-Fede, h-ho paura.- balbettò la statunitense. –Anche io. Ma non dobbiamo farci prendere dal panico.- disse l’italiana, accarezzando con la mano il calcio della sua pistola. –Chi sei?- urlò al vuoto. Come risposta, però,  udì solo un bisbiglio. –Chi è là? Venite avanti o vi ammazzo!- intimò. Strinse la pistola, aspettandosi il peggio. Intravide un piede e balzò in avanti, estraendo l’arma dalla fondina e gettandosi su quella misteriosa presenza. –Nico!- esclamò, sbalordita. –Oh mio Dio, io… Nico!- farfugliò, baciandolo. Il ragazzo si staccò, con dolcezza, carezzandole la fronte. Poi la strinse a sé. –Non sai quanto tu mi sia mancata.- sussurrò. –Anche tu.- rispose lei, con le lacrime agli occhi. –Ehm… Ciao.- disse qualcun altro. Federica riconobbe immediatamente quella voce. –Paul! E Emma? Ma che… Emma! E Paul! E tu, Nico! E…- -Quello che sta provando a dire è: cosa ci fate voi qui?- concluse Erica. I tre ragazzi si guardarono. –Erica, ci hai chiamati tu! Mi sono preoccupato un sacco.- rispose Nico. Federica si voltò verso l’amica, senza dire nulla. –Io… Mi dispiace.- si scusò la statunitense. –No. Dispiace a me. Ho combinato un gran casino.- mormorò l’italiana, sedendosi per terra. –Beh, se non altro sono riuscita a rivederti.- esordì Emma. Federica sorrise e l’abbracciò, rialzandosi. –Vorrei restare un po’ da sola, se possibile.- mormorò. –Va bene. Però non sparire.- la ammonì Erica, facendo cenno agli altri di seguirla. –Aspetta! Nico, tu resta! Ti prego.- esclamò l’italiana. Il russo le sorrise dolcemente e l’abbraccciò, mentre Erica, Emma e Paul entravano nell’albergo. –Vivremo per sempre?- mormorò Federica.

“Don’Go” terminò. Il pubblico era in delirio. –Grazie. Ora Hayley resterà qui per un’altra canzone. Non canterò io, ma solo lei. La band l’accompagnerà e io…. Io l’ascolterò, così come tutti voi.- annunciò Oliver. Gli sguardi di Josh e di Hayley si incontrarono. La rossa divenne paonazza. Prese il microfono e aspettò che Lee iniziasse a suonare la chitarra.

I wanna be,
I wanna be wherever you are,
I was around,
I was around from the start,
I've got you in my sights,
I want you there, the rest of tonight,
And I'll say...

Josh rabbrividì, capendo immediatamente cosa stava succedendo.

-Nico, io… Ho combinato un casino.- si disperò Federica. –Non è il primo. E probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo. Ma te la caverai. Tu te la cavi sempre.- la rassicurò il russo. –Mi sei mancato un sacco. Mi sono sentita veramente sola per la prima volta dopo un sacco di tempo.- -Lo stesso vale per me.- rispose lui, baciandola.

I'll tie myself,
I'll tie myself all into knots
I guess we're lost,
Yeah I felt so lost in my own skin,
It might take a sign, it might take faith,
The things we build, they'll never break,
There are some nights, where the world's apart,
Not this time, no goodbye's

Hayley si bloccò. Guardò Josh, sussurrando nel microfono:-Non ce la faccio.-. Il cantante degli You Me At Six strinse i pugni, poi scavalcò la transenna. –Josh, che fai?- urlò Max. –Ehi, tu! Torna indietro.- disse l’uomo della sicurezza. –Col cavolo. Io sono quello che ha scritto questa canzone e voglio cantarla.- ribatté Josh, suscitando l’ilarità dell’uomo cha aveva davanti. Oliver si accorse di tutto e fece cenno alla sicurezza di farlo passare. Il cantante degli You Me At Six salì sul palco, sotto gli sguardi stupiti del pubblico che non capiva più se fosse andato a vedere un concerto dei Bring Me The Horizon o una riunione di amici. –Josh!- mormorò Hayley. –La finiremo insieme. Te lo prometto.- la rassicurò lui, prendendo il microfono.

 We're the wild ones,
We're the wild ones,
When you go there's no one to lean on
It's me, myself,
We're the wild ones,
We're the wild ones,
When you go there's no one to lean on
It's me, myself and I

Josh cantò il ritornello tenendo la mano di Hayley e mimando un ti amo con le labbra.

-Quindi vi siete preoccupati.- esordì Erica. –Moltissimo.- rispose Paul. –Capisco. D’altronde, è facile preoccuparsi per lei.- affermò la ragazza. –Già.- concordò l’amico. –No Paul, tu non capisci!- esclamò Erica. –Ma che ti prende?- si preoccupò Paul. La ragazza gli dava le spalle, con le braccia incrociate al petto. Paul la fece voltare verso di sé. –Sai, penso di aver capito.- affermò. –No. Tu non hai capito un bel niente!- si innervosì lei. Paul non rispose, ma si sporse verso di lei e la baciò. Si staccò, dolcemente. –Allora, ho capito?- la schernì il ragazzo. Erica si morse il labbro. –Ma stai zitto!- disse, ribaciandolo.

Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?
Are we gonna live forever?

La canzone terminò, fra gli applausi generali. Hayley e Josh si guardarono. L’avevano cantata insieme, fino all’ultima nota. Si abbracciarono, un po’ con affetto e un po’ con disperazione: erano consapevoli, infatti, di non poter stare insieme. –Un applauso a Josh e Hayley!- urlò Oliver nel microfono. I due cantanti andarono nel backstage. –Josh, io…- -Shh, non dire nulla. E ricorda, anche se non possiamo stare insieme, nulla ci impedirà di amarci. Nulla.-. Hayley lo strinse a sé e lo baciò sulla guancia. –Ti amo.- mormorò.

Angolo dell'Autrice

Capitolo shipposo! E pensare che non doveva essere assolutamente così, ahah. Allora, che ve ne pare? Forse è un po' troppo smielato e zuccheroso, mi dispiace. Sono stata presa da un momento dolcezza mentre scrivevo (avanti, confessate che avete sempre shippato Paul e Erica).
La canzone è "Wild Ones" degli You Me At Six e l'ascolto da tre giorni di fila. Penso sia stupenda e okay, la smetto.
Qualcuno viene il 15 a sentirli? Così, per curiosità!
Bene, oggi deliravo più del solito! Grazie a Pretty Sonw White, Lost The Battle e Layla per le recensioni.
Alla prossima!

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Capitolo 25
*** 24.Somewhere In Neverland ***


CAPITOLO 24
All Time Low-Somewhere In Neverland

Wendy, run away with me
I know I sound crazy
Don’t you see what you do to me
I want to be your lost boy
Your last chance
A better reality (yeah)

Wendy, we can get away
I promise if you’re with me
Say the word and we’ll find a way
And I can be your lost boy
Your last chance
Your “everything better” plan
(Ohh) Somewhere in Neverland


Hayley e Josh erano tornati in albergo. Li raggiunse Kevin, in lacrime. –Kev, che succede?- domandò la rossa. Il bambino mostrò ciò che restava di un disegno, ormai tutto strappato e accartocciato. –Chi è stato?- chiese la statunitense. –C-C-Chad.- balbettò il piccolo, tirando su con il naso. Hayley prese un fazzoletto e glielo fece soffiare. –Volevo essere gentile con lui, così gli ho fatto un disegno. Gli ho disegnato Peter Pan e Capitan Uncino. Lui era Capitan Uncino.- Hayley e Josh si guardarono, trattenendosi dal ridere. –Lui me l’ha preso e si è arrabbiato. Poi l’ha strappato e mi ha detto di smetterla e che le favole non esistono e che Peter Pan non esiste e che…- . La rossa lo strinse a sé con fare materno, quando qualcosa attirò la sua attenzione. O meglio, qualcuno. –Hayls, dove vai? La chiamò Josh, senza ottenere risposta. La cantante avanzò verso un ragazzo e lo fece voltare. –Paul!- esclamò, sorpresa. Si accorse solo in quel momento che, accanto a lui, c’era Erica che lo teneva per mano. –Io… Posso spiegare tutto.- si imbarazzò il ragazzo. –Ehi, Paul che ne dici di… Oh, cazzo!- imprecò Nico, avendo visto Hayley. –Non farò domande. Perché tanto penso di sapere cosa ci fate qui. Solo una cosa, anzi due: chi è quella ragazza che continua a fissarvi dai divanetti?- -Oh, beh… Hayley, lei è Emma. E’ una mia vecchia amica.- rispose Federica. –Quale sarebbe la seconda domanda?- domandò Paul. –Ecco…  E’ una raccomandazione tra me e te, più che altro. Tratta male mia sorella e ti ammazzo. Okay?-. Il ragazzo annuì, deglutendo. Erica scoppiò a ridere, poi lo baciò davanti a tutti. Paul divenne paonazzo. –Da quanto voi due… Sì, insomma, mi sono persa qualcosa?- esordì Federica. –A quanto pare sì.- sussurrò Nico. –Comunque… Vi servirà una camera.- osservò la cantante. –Oh, no, non ti preoccupare. Io ho ancora le chiavi di casa. Alloggeranno da me.- spiegò il russo. In quel momento sopraggiunse Josh, con Kevin in braccio –Cosa gli è successo?- domandò Federica, notando il piccolo con gli occhi arrossati per le lacrime. –Ha fatto un disegno a Chad in cui l’ha disegnato come Capitan Uncino e Chad si è un po’ innervosito.- rispose Hayley, coccolandolo.

Ana udì un rumore provenire dalla finestra. Si alzò dal letto a fatica andò a vedere cosa potesse essere. Sbiancò quando vide Roger sul balcone. Gli aprì in fretta. –Ma che diamine fai? Sei impazzito?-  lo rimproverò, preoccupata. –Scusa. E’ che… Dovevo vederti e…- -Abbassa la voce, Axel e Andrej stanno dormendo.- disse lei. –Come stai?- domandò lui. –Meglio. Jeremy e Kat sono due ottime persone. Davvero.- spiegò la croata. –Ana, scappa con  me. Quando finirà questa storia vieni con me e potremo ricominciare da capo.- -Roger, ma che dici?- ribatté lei, confusa. –Ana tu... Tu mi piaci.-.

Josh, Hayley, Erica, Kevin e Federica erano andati a fare una passeggiata. Erano solo loro cinque. Nico, Paul e Emma erano andati a casa del russo e loro avevano deciso di fare un giretto della città. Erano arrivati sul Lungadige, dietro a Castelvecchio, il castello di Verona. Si sedettero per terra, guardando il fiume.–Ehi Kevin, guarda!- lo chiamò Josh. –Vedi? Seconda stella a destra e poi vai dritto. E lì- -C’è l’Isola Che Non C’è. Lo so.- rispose il bambino, mogio. –Kev, non devi permettere a nessuno di rubarti i sogni. L’Isola Che Non C’è esiste ed è dentro ognuno di noi.- disse Josh. –E io sarei un Bimbo Sperduto?- domandò il piccolo. –Certo. Lo sono anche io. Anzi, vieni qui.- lo fece avvicinare l’inglese. Poi iniziò a sussurrargli qualcosa nelle orecchie. –Che stanno architettando?- domandò Erica. –Non ne ho la più pallida idea. Devo ancor capire chi sia il bambino e chi l’adulto tra loro due.- rispose Hayley. –Perché non te lo sposi?- esordì Federica. –Come?- -Hai capito benissimo. Perché non ti sposi Josh? Guarda Kevin, è contento! E’ felice! Almeno io andrò al college, ma lui ha un sacco di anni da passare in famiglia. E anche tu.- asserì l’italiana, lapidaria. –Lo sai che non posso. Mi dispiace.- rispose la cantante. –Non puoi o non vuoi?- la provocò la diciassettenne. –Senti, non ho voglia di discutere.- cercò di tagliare corto la cantante. Federica stava per replicare, quando qualcosa la bagnò completamente. Anzi, bagnò tutte e tre le ragazze. Si voltarono: Josh e Kevin avevano delle bottiglie in mano. –Siete impazziti?- esclamò Hayley, fradicia. –Ahah, dai, è estate! Vi asciugherete presto!- si giustificò Josh. –Ah, sì? Beh, allora bagnati anche tu!- esclamò la rossa, schizzandolo con l’acqua del fiume. –Mancato! Ahahah!- -Ti prendo e ti ammazzo!- lo rincorse lei. –Ehi, vi va un gelato? Conosco una gelateria ottima.- propose Federica. I due cantanti annuirono e seguirono la ragazzina fino in Piazza Bra. Durante il tragitto Kevin si mise tra i due adulti e li prese per mano. Hayley arrossì violentemente. –Se mai mia sorella cambierà idea beh… Sarà tutta opera di quel bambino.- osservò Erica. –E’ un genio del male.- affermò Federica. –Eccoci arrivati. Spero vi piaccia.- dichiarò l’italiana.

-Roger, io…- -Ana, scusami. Sono stato uno stupido. Davvero. Dovevo badare a te e ai tuoi fratelli. Dovevo esserci per te. E invece non ho mai guardato al di là del mio naso. Però ti prego, dimmi che ricambi.- la supplicò il ragazzo. Ana lo baciò, per tutta risposta. –Che state facendo voi due?- esclamò una voce femminile. –Kat, io… Noi…- provò a giustificarsi la croata. –Ti ho visto gironzolare con Federica. Sei un suo amico?- domandò l’inglese. –Io sono Roger e sì, sono un suo amico.- rispose il ragazzo. –Bene, allora io esco dalla stanza. Non fate idiozie, mi raccomando.- si raccomandò, uscendo. I due tirarono un sospiro di sollievo. –Alla faccia!- esclamò lui. –Kat è meravigliosa.- asserì lei. –Già. Ma anche tu.- dichiarò Roger. –Cascamorto.- lo prese in giro Ana.

Erano tutti seduti sulle panchine in Piazza Bra. Si poteva sentire la  musica provenire dall’Arena. –E’ bella di notte.- osservò Hayley. –Già.- concordò Federica. –Erica mi ha chiesto di fare un giro.- esordì l’italiana. –Quando?- bisbigliò l’amica. Ma Federica le tirò un pestone. –Va bene, ma restate qua intorno.- raccomandò la rossa. –Ottimo. Kevin, andiamo.- chiamò il bambino. Josh e Hayley guardarono i tre allontanarsi. –Ho la netta impressione che volessero lasciarci soli.- osservò l’inglese. –Beh, approfittiamone.- propose lei. –C-come?- balbettò lui. –Josh, domani mi sposo. E me ne rendo conto solo ora.- scoppiò a piangere lei. Lui la strinse a sé. –Sposa me.-. Hayley deglutì. –Sposami, scappa con me. Mi prenderò io cura di voi. So che è una pazzia, ma guardami! Non lo vedi quello che mi hai fatto? Tu sei la mia Wendy. E io sarò il tuo Bimbo Sperduto.- dichiarò Josh. Hayley lo guardò dritto negli occhi. Sospirò. –Io…- provò a dire, quando Kevin le saltò in braccio. -Mamma, mamma, guarda!- esclamò il bambino, porgendole un pacchettino. La cantante lo prese e lo scartò. Trovò due magnifici orecchini. –Sono stupendi!- affermò, stringendo il piccolo. –Sono il mio regalo per il tuo matrimonio. Federica diceva che dovevo darteli domani, ma io volevo darteli oggi.-. Hayley trattenne le lacrime e lo abbracciò. Poi lanciò uno sguardo d’intesa a Federica. –Beh, si è fatto tardi. Domani è una giornata impegnativa.- asserì Josh, alzandosi dalla panchina. Rientrarono in albergo in silenzio. Hayley attese che i tre ragazzi fossero entrati in camera, poi disse:-Beh, buonanotte. A domani.-. Il cantante la prese per il braccio e chiuse la porta. –E ora come entro?-. Josh la guardò, senza dire nulla. Poi avvicinò il viso a quello della rossa. Hayley deglutì. Capì cosa stava per succedere. Capì che doveva andarsene. Ma, d’altronde, doveva davvero andarsene? –Josh…- mormorò. Fu un attimo. Le loro labbra si incontrarono, brevemente e volutamente, consapevoli e inconsapevoli al tempo stesso. E, quando si separarono, Hayley si sentì incredibilmente leggera. –Buonanotte Wendy.- la salutò lui, andandosene. –Buonanotte Peter Pan.- mormorò la cantante, in lacrime.

Angolo dell'Autrice

Ehm... Premetto che ho pianto mentre scrivevo, soprattutto quando Josh le dice "–Sposa me.-. Hayley deglutì. –Sposami, scappa con me. Mi prenderò io cura di voi. So che è una pazzia, ma guardami! Non lo vedi quello che mi hai fatto? Tu sei la mia Wendy. E io sarò il tuo Bimbo Sperduto.-". Scusatemi! Poi boh, il bacio finale... Mi è venuto spontaneo, alla fine se lo meritano. 
Questo è tipo il secondo capitolo che mi è venuto in mente e ho fatto lo sforzo di ricordarmelo fino a ora. Sarò brava (?).
Ah, poi ci sarebbero anche Roger e Ana, ma credo che il tutto passerà un po' in secondo piano.
La canzone è, ovviamente (?), "Somewhere In Neverland" degli All Time Low. Che dire, per me ci sta a pennello. Il capitolo mi venne in  mente proprio ascoltando questa fantastica canzone e se penso che gli All Time Low erano qui e io non sono potuta andare a sentirli mi intristisco un po'. 
Vabbeh, non mi dilungo oltre, mi sono già presa fin troppo spazio. Un ringraziamento speciale a Pretty Snow White, Layla e Lost The Battle. Grazie  mille!
Alla prossima :)

p.s. Aggiorno ora perché domani sono via :)

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Capitolo 26
*** 25.Ungrateful ***


CAPITOLO 25
Escape The Fate-Ungrateful

With bleeding hands I fight for a life that’s beat me down 
Stand up and scream while the rest of the world won’t make a sound 



 
Ham parcheggiò il furgone davanti al casolare in cui avevano nascosto la droga. Entrò e preso il tutto, caricò il veicolo. Controllò l’ora e decise di fumarsi una sigaretta, ritenendo di avere tempo a sufficienza per svolgere il suo compito. Si guardò intorno: era in aperta campagna, abbastanza lontano dalla città. A parte pochi lampioni non c’era nulla che illuminasse la strada e i dintorni. Il cielo era nero e stellato e il silenzio rendeva il paesaggio quasi surreale. Il ragazzo si gustò la sigaretta e, una volta finito di fumare, salì sul furgone. Stava per partire, quando qualcuno balzò sul veicolo e ruppe il vetro, ferendolo. –Buonasera.- lo schernì il suo aggressore. –C-c-chi s-s-sei?- balbettò Ham, non riuscendo a capire chi avesse davanti a causa del passamontagna. –Chi sono? Un attimo che mi tolgo questo passamontagna e et voilà!- -Low!- esclamò il ragazzo. –Già, proprio io! Ora scendi dal furgone se non vuoi un buco in fronte.- intimò l’altro. Ham obbedì e si trovò davanti Lorenzo Poggi e Andrea Orvieti. –Che volete fare?- domandò il membro dei Metalcore, spaventato. –Non ti preoccupare. Andrea, prendi la roba e caricala.- ordinò Low. Orvieti obbedì e, presa la droga dal furgone di Ham, la caricò su un altro parcheggiato lì vicino. –Non potete farlo!- provò a ribellarsi il ragazzo, ma Poggi gli tirò un micidiale pugno allo stomaco. –Ora stai zitto, eh?- lo schernì il suo aggressore. –Alzati!- gli intimò Low. Ham si rialzò, ricevendo un nuovo colpo, questa volta in faccia, da Andrea Orvieti. –Non reagisci, piccolo sfigato?- lo provocò Low, calciandolo. Il ragazzo provò a reagire. Si rialzò e tentò di sferrare un pugno, ma non colpì nessuno. –Cos’era questa schifezza? Questo è un pugno!- esclamò Low, colpendolo al volto. Ham si toccò la faccia e si guardò la mano: era piena di sangue. –Beccati questo, bastardo!- urlò Lorenzo calciandolo al costato. La vittima sputò sangue, rotolandosi per terra dal dolore. –Low, posso giocare con l’accendino?- -Certo Andrea. Fai pure!- rispose il capobanda. Orvieti si avvicinò a Ham e, preso l’accendino, appiccò fuoco ai capelli, divertendosi a spegnerli poco dopo. –V-v-vi p-prego, b-b-basta.- supplicò la vittima. –Mi piace vederlo supplicare.- ghignò Poggi, spegnendo dei mozziconi di sigarette sulle braccia del membro dei Metalcore. –Ragazzi, può bastare così. Andiamo!- disse Low. –Ma capo…- -Niente ma! Muovetevi, teste di cazzo!- si innervosì il capobanda. I ragazzi lo seguirono e salirono sul furgone. Ham poté a malapena vederli scappare via prima di cadere nel buio più profondo.
 
-Roger, che hai?- domandò Ana, vedendolo turbato. –Nulla.- provò a mentire il ragazzo. –Andiamo, ti conosco da anni, ormai so quando hai qualcosa che non va.-. Roger sospirò. –E va bene. Sono preoccupato per Ham. Ha insistito per portare la droga ad Han, ma non si è ancora fatto vivo.- spiegò. –E tu l’hai fatto andare da solo?- si turbò la croata. –Ana, io non… Io non volevo! Ma magari non è successo nulla.- provò a calmarla lui. –Prova a chiamarlo! Ti prego!- -Va bene.- obbedì Roger, prendendo il cellulare. Compose il numero e aspettò. –Non risponde nessuno! Accidenti!-. Ana si coprì il volto con le mani. –E’ tutta colpa mai!- si disperò. Roger la strinse a sé e la baciò. –Non è colpa tua. E magari non è successo niente. Vado a controllare, poi ti faccio sapere, okay?- provò a rassicurarla. –Va bene. Ma stai attento.- si raccomandò lei. –Io sto sempre attento, tranquilla.- rispose lui, sorridendole.
 
Roger si catapultò nel bar. –Dov’è Ham?- domandò. –Ehi, calmati! Comunque non lo so, me lo stavo chiedendo anche io, sono da solo a lavorare.- rispose Edo. –Pensavo fosse tornato. Anzi, ci speravo. Quell’incosciente è andato da Han da solo. E io, da bravo stupido, gli ho dato anche il  permesso!- si agitò Roger. –Ehi, calmati. Magari è ancora al casolare.- provò a tranquillizzarlo l’amico. –Sì. Hai ragione. Corro, ci vediamo!-.
 
Una ragazza camminava per la strada. Molti l’avrebbero scambiata per una prostituta, ma Oll no. Oll sapeva chi era quella ragazza. –Signore, cosa facciamo?- chiese il suo sottoposto. –La arrestiamo.- rispose lui, non troppo convinto. –Agenti federali, mani in alto!- intimò scendendo dall’auto. La ragazza si gettò a lato e, presa una pistola, iniziò a sparare. –Non uccidetela, ci serve viva.- esclamò Oll. Improvvisamente, ci fu un boato: un negozio era esploso. –La ragazza! Pensate alla ragazza.- ordinò il federale. –Signore, è scomparsa. Pensiamo sia scappata.- spiegò il suo sottoposto. -Maledizione, trovatela!-.
Oll si svegliò, tutto sudato. Si asciugò la fronte con il lenzuolo e andò in bagno. Si lavò la faccia e si guardò allo specchio. Faceva tutte le notti quel dannato sogno. –Layla.- mormorò, in lacrime. Si trovò carponi sul pavimento. Si rialzò a fatica e andò verso il frigo che aveva in camera. Lo aprì e prese la birra che trovò. La bevve tutta di un sorso, poi si ributtò sul letto. –Layla.- mormorò di nuovo. Si guardò la mano. Nonostante tutto portava ancora la fede al dito. –No, tu non farai questa fine, te lo prometto.- disse tra sé e sé.
 
-Ana che succede?- domandò Jeremy, entrando nella stanza e trovandola in lacrime. –Ho messo tutti nei guai. Tutti. Sono un’idiota.- rispose la ragazza, tra i singhiozzi. –Ma cosa dici?- esclamò il bassista. Per tutta risposta, Ana gli diede il telefonino per fargli leggere un messaggio. –Cosa c’è scritto? Non capisco molto l’italiano.- dichiarò lo statunitense. La croata sospirò, provando a calmarsi.  –Hanno picchiato un mio amico. E tutto per causa mia. Io devo andarmene da qui, rovinerò anche la vostra vita!- -No!- esclamò Jeremy, afferrandola per un braccio.
 
Roger aveva portato Ham all’ospedale. Con lui c’erano anche Angela, Marco ed Edo. Stavano aspettando tutti in corridoio. –Siete parenti del signorino Turrisi Daniele?- domandò l’infermiera. –Intende Ham?.- chiese Marco ai suoi compagni, non abituato a chiamarlo per nome. –Più o meno.- rispose Roger, mogio. –Siamo amici. Molto stretti. Lui ha solo noi.- dichiarò Edo. –Beh, potete venire a vederlo. Sta meglio ed è cosciente.- affermò l’infermiera. I ragazzi entrarono e si avvicinarono al loro amico. –Mi dispiace Rog… Ho combinato un bel casino.- mormorò Ham, con un filo di voce. –No, è colpa mia. Non avrei mai dovuto permettere che tu andassi da solo.- si scusò Roger. –Chi è stato?- chiese Angela. –E’ stato…- -Io!-. I Metalcore si voltarono. –Low! Brutto figlio di puttana, giuro che stavolta io ti ammazzo!- sbraitò Roger, scagliandosi sul capobanda dei Raptors. –Rog, calmati!- lo fermò Edo. –Ringrazia che i miei amici non mi permettano di spaccarti il culo!- sibilò il ragazzo. –Vuoi spaccarmi il culo? Beh, facciamo così: io ho qualcosa che vi appartiene, o sbaglio?- -Intendi la nostra roba?- sbottò Marco. –Già. Facciamo così: voi mi portate Federica tra un’ora e ci giochiamo la roba con una bella sfida. Di quelle toste però.- -Non la farò partecipare ai tornei Low!- esclamò Roger. –Come vuoi. Allora la porto io la droga ad Han?- sussurrò il Raptor, con fare strafottente. –Sei uno stronzo.- sibilò Angela. –Lo so.-.


Angolo dell'Autrice

Ragazzi, tra qualche  ora sarò a vedere gli You Me At Six e non ci credo!! 
Allora, venendo a noi, povero Ham. E Roger è davvero, ma davvero cattivo. Vedremo nel prossimo capitolo cosa siano i tornei. 
E infine c'è Oll. Si capirà tutto tra un po'.
Grazie a Pretty Snow White, Layla e Lost The Battle per le recensioni!
La canzone è "Ungrateful" degli Escape The Fate.
Alla prossima!

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Capitolo 27
*** 26.Wasting Away ***


CAPITOLO 26
Tonight Alive-Wasting Away

And so the sky becomes a dream
I never dreamt because I'm just too busy
Waiting for nothing and wasting away
And so the sky it watched my dreams
Fall to pieces right in front of me
Cause I'm just too busy
Waiting for nothing and wasting away
 
-Fede, ti avevo detto di non venire!- si arrabbiò Roger. Si trovavano tutti in un locale alla periferia della città. –Non parteciperai ai tornei. Quelli si ammazzano! Ti ricordi che fine fece Post? Low lo ha fatto secco solo perché era stato battuto!- -Rog, non mi chiami spiegandomi che hanno pestato a sangue Ham perché mi vogliono sfidare e poi non mi fai partecipare.- ribatté la ragazza. Il ragazzo sospirò. –Roger, ha ragione e tu lo sai.- asserì Marco. –Ha solo diciassette anni!- sbottò il capobanda. –Fede, tu te la senti davvero? Insomma, lo sai in cosa consistono i tornei, non sarà una passeggiata!- -Per quello ci siamo anche noi, Roger!-. I ragazzi si voltarono: Nico, Paul ed Emma erano entrati nel locale e si stavano dirigendo verso i Metalcore. –Tu! Maledetto bastardo! Se ti metto le mani addosso io ti…- -Roger, fermo! Ti prego. Ora io e lui… Stiamo insieme.- lo bloccò Federica. –Tu e lui? Ma che… No, va bene, non faccio domande. Tanto non capirei comunque. Fate quello che volete. L’importante è che tu non ci rimetta le penne, hai capito?- la ammonì Roger.
 
-Erica, dove stai andando?- mormorò Hayley, svegliandosi. –Oh… Io… Ehm… Ecco…- balbettò la sorellastra. –Federica ne ha combinata un’altra delle sue?- domandò la cantante. –Ecco… Sì. Però ho provato a fermarla.- confessò la ragazzina. Hayley sospirò. –Voi due mi farete impazzire. Allora, dove è andata stavolta?-.
 
-Anche loro? E cos’è? Una riunione di famiglia?- si innervosì Roger, vedendo arrivare Erica e Hayley. –E’ solo un po’ turbato, comunque tutto gli passerà presto.- lo giustificò Emma. –Io voglio solo portare a casa Federica. E basta.- dichiarò la cantante. –Non credo sia possibile. Ormai si è iscritta ai tornei. Deve arrivare fino in fondo o la fanno fuori. Funziona così.- spiegò Marco. –Si può sapere in che razza di casino si è cacciata?- si innervosì la rossa. –Ham è stato pestato da Low che ha anche preso la droga. Ce la darà solo se Federica vincerà i tornei.- illustrò Angela. –E che diamine sono questi tornei? Io qua vedo solo un locale pieno di ragazzi in cui c’è della musica oscena.- -Hayley, i tornei iniziano a mezzanotte. Questo posto diventerà un inferno. Ci saranno tre ring diversi e i partecipanti si sfideranno di volta in volta per arrivare in finale, dove si batteranno contro il campione della precedente edizione. E quest’anno è Low!- spiegò Roger, in preda ad una crisi isterica. –Voi siete pazzi! Ha solo…- -Diciassette anni, lo sappiamo. Ma lei è cresciuta in questo ambiente, che ti piaccia o no. Lei sa come battersi.- affermò Marco. –Lei è come noi. Devi rassegnarti! Lei non è diversa da nessuno di noi Metalcore. Anzi, lei è parte di noi. E tra poco inizierà a picchiare qualcuno su uno di quei tre cazzo di ring!- continuò il ragazzo. Hayley sospirò. –Io non la fermerò. E non fermerò nessuno di voi. Ma ricordatelo: lei non è come voi. Non lo sarà mai. E, soprattutto, non vuole esserlo.- rispose la cantante.
 
Oll sentì bussare alla porta. Andò ad aprire, trovandosi davanti Cardi. –Che cosa ci fa qui?- domandò. –volevo scambiare quattro chiacchiere con lei a proposito di una certa ragazza.- affermò il carabiniere, entrando. –Federica? Beh, io non so cosa dirle, insomma…- -No, io intendevo Layla.-. Il respiro del federale si fece affannoso. Scattò in avanti, afferrando Cardi per colletto della maglietta e lo spinse al muro. –Lei non ha il diritto di nominarla!- sibilò. –Lei sta mettendo le mani addosso a un pubblico ufficiale. Comunque ho chiesto la sua sospensione dal caso, è troppo coinvolto. E mi hanno ascoltato. Lei è fuori, Oll.-. Lo statunitense lo fissò, incredulo. –Perché?- chiese. –Perché Federica le ricorda troppo Layla. Le ricorda troppo su figlia.- rispose Cardi, insolitamente pacato. –Voler capire il perché di certe azioni non c’entra nulla con mia figlia.- ribatté Oll. –Ma chi vuole prendere in giro? Sa, ho letto il suo fascicolo e l’ho trovato interessante. Sua figlia entrò in giri sbagliati e lei provò a salvarla.- -Non andò così!- esclamò lo statunitense. –Mia figlia si fece delle cattive amicizie, è vero, ma non commise mai nessun atto criminale. Scaricarono su di lei la colpa dell’omicidio di un ufficiale dell’esercito. E io volevo solo capire se era innocente oppure no. Vuole sapere una cosa? Molte prove erano a suo favore. Ma i miei superiori non vollero obiezioni e se ne lavarono le mani, costringendomi ad arrestarla. Morì a causa di un’esplosione e mia moglie mi piantò. E poi, dopo soli due mesi, arrestammo il vero colpevole. Ora, lei pensa davvero che si debba giudicare subito qualcuno colpevole?-. Tra i due calò il silenzio. –Io…- -Non parli, Cardi. Lo so che lei vuole solo fare il suo dovere. Ma certe situazioni sono più delicate e complesse di quello che pensa. Io non voglio che Federica faccia la fine di Layla. Non sarebbe giusto. E ora, se permette, io tornerei a dormire.-. Il carabiniere si congedò e si diresse verso casa. Forse Oll aveva ragione. E se Federica per lui rappresentasse solo un’ossessione per dimostrare l’impossibilità della gente di cambiare?
 
-Perché sei qui?- domandò Federica a Hayley. –Perché non voglio perderti.- rispose la cantante. –Tu non mi perderai. Devi stare tranquilla. Io sono cresciuta tra questa gente, so combattere.- -Ma questo non vuol dire che tu sia come loro!- esclamò la rossa. L’italiana la scrutò, mordendosi il labbro. -Perché non lo capisci?- sussurrò dolcemente Hayley. –Io capisco. Ma capisco pure che devo salvare Ana. E quella droga è il mezzo per farlo.- dichiarò Federica, decisa. –Io non ti fermerò. Questa volta non lo farò. Solo… Stai attenta.-. L’italiana l’abbracciò. –Mi dispiace interrompere questo momento, ma Fede, devi prepararti.- le interruppe Nico. –Non ti preoccupare Hayley, ci sono io con lei.- la rassicurò il ragazzo. –E’ proprio questo che mi preoccupa.- lo prese in giro lei. –Ehi!- protestò il russo. –Dimmi la verità: quante possibilità ha di farcela?- domandò la statunitense. –Beh… E’ una ragazza in gamba. Almeno fino in finale dovrebbe riuscire ad arrivare. Il problema sarà proprio quello: Low farà di tutto perché arrivi a sfidarlo. Ma una volta in finale, beh… Farà di tutto per pestarla a sangue.- -Grazie della sincerità.- provò a sdrammatizzare Hayley. –Beh, vado a vedere come sta.- disse il ragazzo. La cantante lo guardò andarsene. “Dio, se esisti ti diverti non poco.” pensò tra sé e sé.

Angolo dell'Autrice

Ragazzi, non ci credo! Una settimana fa ero a Milano a cantare come una pazza al concerto degli You Me At Six! Che serata! Ho perfino conosciuto Elissa, la sorella di Josh e le sue amiche pazze, dato che me le sono trovate dietro. E' stato incredibile! Loro sono bravissimi e mi sono divertita un sacco!

Bene, venendo al capitolo... E' un po' un'introduzione al prossimo. Mentre... Che ne pensate di Oll e Cardi? E di questa storia di Layla?

La canzone è "Wasting Away" dei Tonight Alive, dovrebbe c'entrare un pochino.

Un grazie a Lost The Battle, Layla e Pretty Snow White per le recensioni! Grazie di cuore!

Alla prossima!

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Capitolo 28
*** 27.Sleepwalker ***


CAPITOLO 27
Parkway Drive-Sleepwalker

I let them tear away everything inside,
Strip away my humanity,
Fracture my identity,
Sacrifice my integrity
 
Federica si era cambiata. Era in uno squallido bagno, che fissava uno specchio. Nico le cinse le spalle. –Perché sei venuto con Emma?- domandò. –Perché… Beh, perché lei è una programmatrice e penso serva sempre una programmatrice.- rispose il russo. La ragazza sospirò. –Ce la farò?-. Nico le sorrise. –Certo che sì. Gliela metterai nel culo, a Low e a quell’ammasso di sfigati che sono i Raptors!- rispose lui. Improvvisamente, un suono simile a quello di un gong risuonò nel locale. –Devo andare. Sai almeno contro chi sono?- -Non ne ho la più pallida idea. In bocca al lupo.- le augurò, baciandola.
-Chi è quel tipo che sta salendo sul palco?- domandò Hayley a Roger. –Quello? Quello è Manuel  Attardi, il presentatore, se così lo vogliamo chiamare, di questo spettacolo. Non è cattivo, è un fesso.- rispose il ragazzo.
 
-Ed è la mezzanotte! Siete pronti per i tornei?- urlò Manuel nel microfono. Tutta la folla era in delirio. –Sì? Bene! Per il primo incontro avremo Kobra, della banda del centro contro… Oh cazzo, non ci credo!-. Il presentatore smise di parlare, incredulo. –Ehi, allora? Vogliamo il combattimento!- si lamentò qualcuno tra il pubblico. –Sì, avete ragione. Per il primo incontro, signore e signori, abbiamo detto Kobra e, colpo di scena… Federica dei Metalcore!-. Tutti si girarono, increduli: non si aspettavano un ritorno della ragazzina.

Federica era agitata. Si legò i capelli e si guardò intorno. I suoi occhi incrociarono quelli di Low, che ghignava. Manuel riportò la sua attenzione al combattimento. –Le regole le sapete, no? Niente colpi scorretti, dita nell’occhio, colpi con oggetti contundenti e… Sì, mi pare di aver detto tutto. Pronti? Via!-.
Kobra si lanciò subito in avanti, colpendo Federica al volto con un micidiale pugno. La ragazza si trovò per terra, a sputare sangue. L’avversario cercò di colpirla di nuovo, ma lei riuscì a schivarlo, rotolandosi per terra. Provò a contrattaccare, ma Kobra la immobilizzò a terra e le sferrò un pugno allo stomaco.
 
-Vi prego, basta!- scoppiò a piangere Hayley, correndo verso il ring. Ma Roger la fermò. –No! Sarebbe peggio! Ce la può fare, tranquilla.- la rassicurò Angela.
 
Federica riuscì a divincolarsi, in qualche modo. Si rialzò in piedi, a fatica. Controllò come era messo il braccio ferito. L’aveva bendato e fasciato ed era consapevole di dover fare tutto il possibile affinché non la colpissero proprio lì. –Sei finita, bambina!- esclamò Kobra. –Davvero? Non credo!- ribatté lei. Si cordinò e tirò un calcio al suo costato, colpendolo di sorpresa. L’avversario cadde a terra e lei ne approfittò, sferrandogli un altro calcio, al volto. Kobra svenne. Manuel iniziò a contare. –Uno! Due! Tre!-. “Più veloce, cazzo!” imprecò a mente la diciassettenne. –Otto! Nove! Dieci! Incredibile! Federica ha battuto Kobra!-.
 
-Come stai?- chiese Erica, andando incontro all’italiana. –Bene, non vi preoccupate. Ho dato un’occhiata agli altri concorrenti, non sono irresistibili. Ma cazzo, quello picchiava duro.- rispose la diciassettenne. Hayley sospirò, trattenendo le lacrime. –Hayls, non piangere, me la caverò.- provò a rassicurarla. –Dai, ora riposati. Il prossimo incontro sarà tra un bel po’.- disse Emma.
 
-Andrea.- chiamò Low. –Sì, capo, che succede?- -Sbaglio o Federica ha il braccio fasciato?-. Orvieti guardò la ragazza. –No, capo, non sbagli.-. A Low scappò un ghigno. -Ottimo.-.
 
L’incontro successivo Federica lo ebbe contro un ragazzo di una gang a lei sconosciuta. Fu tutto abbastanza facile, le bastò fargli uno sgambetto e tenerlo fermo posando un piede sul suo collo, tra gli appalusi generali. –Federica è tornata!- esclamò Manuel. La folla era in delirio. –E ora, Maddy dei Raptor contro Jaco della stazione! Un applauso a Maddy, una delle due ragazze in gara!-. Federica si fermò a guardare l’incontro della compagna di Low. Le due si erano conosciute ad una festa, quando Low faceva ancora parte dei Metalcore. -Ti aspetto, troia!- la provocò Jaco. Ma Maddalena, quello era il suo vero nome, era una ragazza fredda, che non cadeva in certi trucchi. Era una ragazza di ghiaccio, calcolatrice, diversissima da Federica, più passionale. Aspettò che Jaco le si lanciasse addosso per sferrargli un tremendo calcio al collo. Il ragazzo cadde al suolo, morto. Il pubblico si zittì di colpo. –Era un colpo regolare. E’ lui che si è lanciato contro di me. Non me ne frega un cazzo!- si difese. –Sei una puttana!- le gridò contro la ragazza del morto.
 
-L’ha ammazzato! Cazzo, l’ha ammazzato!- urlò Hayley, sconvolta. –Marco, portala fuori! E’ un ordine. E porta anche Erica! Non è un posto per loro.- ordinò Edo, duro. Il ragazzo condusse le due statunitensi fuori dal locale. –Federica non farà la stessa fine, tranquilla.- affermò. Hayley chiuse gli occhi. Le lacrime gli bagnarono le guance. –E’ stato orribile.- mormorò. –E’ stato stupido. Me lo sarei aspettato un colpo così da Maddy, si allena direttamente con Low. Non per giustificare il tutto, ma è stato davvero stupido e avventato.-. Hayley strinse Erica a sé.
 
Federica salì sul ring per il quarto di finale. Era contro un ragazzo piuttosto mingherlino, un certo Miguel Ramirez, facente parte di un gruppo di sudamericani. Decise di attaccare subito. Miguel schivò un pugno e contrattaccò, non andando, però, a segno. Federica provò a tirare un altro pugno, ma l’avversario era molto veloce. L’incontro era equilibrato e nessuno aveva ancora messo a segno un solo colpo. Federica sapeva di dover risparmiare le forze: in semifinale avrebbe dovuto affrontare quasi sicuramente Maddy. Indietreggiò, poi accelerò di colpo e falciò l’avversario con una scivolata. Miguel cadde, sbattendo la faccia a terra. La diciassettenne lo immobilizzò con le gambe. Manuel contò fino a dieci. –Incredibile! Per decidere chi dovrà battersi contro Low servirà un incontro fra due ragazze: Federica contro Maddy! Ma ora, un po’ di pausa prima del big match!-.  Federica scese dal ring e si scontrò proprio con Low. –Allora, ti batti contro la mia ragazza, eh? Occhio a non farti male!- ghignò. –Il discorso vale anche per lei. E sì, vale anche per te.- ribatté la ragazza, con prontezza di spirito.
 
-Maddy!-. La ragazza si voltò. –Low, che c’è?- domandò. –Volevo solo darti un consiglio: colpiscila al braccio. Ah, e falla vincere!- -Mai! Perché dovrei?- si infuriò lei. –Perché così la faccio fuori una volta per tutte!- -Ma posso farlo anche io!!- ribatté la ragazza. –Fai come ti ho detto e basta!- urlò Low. Maddy sospirò, gettando a terra l’asciugamano che teneva fra le mani. –E va bene. Porco!-.
 
Manuel si risistemò sul palco. –Allora, siete pronti per la sfida? Sul ring abbiamo Maddy e Federica. I favori del pronostico sono tutti sulla Raptor, ma Federica è un osso duro! Preparatevi ad una semifinale da sballo!-. Il pubblico era in delirio. –Allora, siete pronte? Via!-. Nessuna delle  due ragazze attaccò, memori di ciò che era successo poco prima a Jaco. –Non puoi evitare i miei pugni per sempre, puttanella.- provocò Maddy. –Non c’è fretta, assassina.- ribatté Federica. La Raptor decise di attaccare, sferrando un micidiale pugno. Federica riuscì a schivarlo per un soffio; non ce la fece invece ad evitare un terribile calcio al braccio, proprio nel punto in cui Orvieti l’aveva ferita. La diciassettenne si accasciò a terra. Il braccio le faceva malissimo. Maddalena si voltò verso Low, scuotendo la testa. Si preparò a tirare un calcio al volto di Federica. La ragazzina se ne accorse e portò il capo all’indietro. La Raptor cadde rovinosamente a terra. Federica si rialzò, stringendosi il braccio. Si avvicinò alla sua avversaria, che aveva iniziato a piangere, portandosi una mano al ginocchio. –Non… Non posso continuare.- sibilò, a denti stretti. –Incredibile! La finalissima sarà una sfida tra Federica e Low, ovvero tra Metalcore e Raptor!- esclamò Manuel. –Sei stata solo fortunata.- mormorò Maddy. Federica alzò lo sguardo e fissò Low. I suoi occhi erano marmorei. Fu riportata ala realtà solo dai suoi compagni che le facevano i complimenti. –Nico, ho paura.- ammise. –Devi stare tranquilla. Lui è più grosso e più forte, ma tu sei più intelligente. E poi hai anche tu i tuoi muscoletti.- la rassicurò il fidanzato. –Come va il braccio? Ti rifaccio la fasciatura?- domandò Angela. Federica annuì e si fece medicare. –Grazie.- disse. La diciassettenne guardò i suoi amici, uno ad uno. –Per Ana.- sospirò.
 
-E’ l’ora della finale! Un applauso per la sfidante, Federica!-. Il pubblico esplose in un boato. –E ora… Voglio sentirvi urlare per il nostro campione, l’uomo da battere, il vero re del ring, il bello di Verona! Signore e signori… Low!-. La folla era in delirio dopo quella presentazione di Manuel. –Mi raccomando, niente colpi scorretti.- si raccomandò il presentatore. –Pronti? Via!-. Federica e Low si fissarono negli occhi. Fu lui ad attaccare per primo, bloccandola a terra. Manuel iniziò a contare. –Uno! Due! Tre! Quattro! E… Oh oh, Federica ha sferrato un calcio al petto di Low e si è rialzata!- esclamò. -Ti fa male la cicatrice, per caso?- sbeffeggiò la diciassettenne, consapevole di aver colpito il suo avversario proprio dove, anni prima, l’aveva infilzato con un coltello. –Brutta troia, ora ti faccio vedere io!- esclamò Low, colpendola allo stomaco. Federica era piegata in due dal dolore, tuttavia riuscì a schivare un altro attacco. Riuscì a fargli uno sgambetto, ma non fu abbastanza veloce per immobilizzarlo. Low si rigirò e le sferrò un calcio al volto. Federica sputò sangue.
 
-Quello la vuole ammazzare!- esclamò Emma. –Roger, devi intervenire!- -E come, Edo? Come? Non possiamo e lo sai!- si disperò l’altro.
 
-Attenzione, Federica schiva un altro  montante, ma Low ha preso il comando della gara. Federica è in difficoltà, Low, l’ha costretta in un angolino! Signori, che spettacolo, la nostra ragazza risponde e riesce a districarsi da questa situazione!-.
-A che punto sono?- domandò Hayley a Roger. –Ti avevo detto di restare fuori!- si innervosì lui. –Non me ne frega un cazzo! E’ mia figlia, maledizione! Anche se non lo è di sangue, è lo stesso!- ribatté la cantante.
 
-Sei finita! Sei finita!- sibilò Low, immobilizzando Federica e stringendole il collo con le gambe. La ragazzina iniziò a respirare affannosamente e Manuel non aveva ancora iniziato a contare. Non poteva batterlo con la forza, era troppo grosso rispetto a lei. Aveva pochi secondi per farsi venire un’idea. “Trovato!”. Low non le aveva immobilizzato bene le gambe, così lei riuscì a sferrargli un calcio nello stomaco e a uscire da quella situazione. Si rialzò e fece dei respiri profondi, poi schivò un pugno e falciò il suo avversario, facendolo crollare a terra e colpendolo al ginocchio. Infine, gli si sedette sopra, tirandogli un calcio sulla schiena. Il pubblico era ammutolito: nessuno si aspettava un tale cambio di fronte. Low era a terra, dolorante, incapace di muoversi. –Conta, cazzo!- si infuriò Federica. –O-o-okay. Uno! Due! Tre! Quattro! Cinque! Sei! Sette! Otto! Nove! Dieci! Federica vince i tornei!-. La folla era in delirio. Federica aiutò il suo avversario a rialzarsi, poi iniziò a scendere verso i compagni. Low la guardava in cagnesco. Si avvicinò ad Orvieti, che gli passò una pistola e prese la mira.
 
Tutti udirono lo sparo e si voltarono: Low era a terra, morto. Dietro di lei Maddy crollò in ginocchio, con una pistola in mano. Federica non capiva: le aveva salvato la vita, ma perché? Corse verso di lei. –Stammi lontana, Metalcore! Non l’ho fatto per te, ma per me. Mi ha costretta a perdere il nostro incontro. Mi ha rovinato la vita. E mi ha fatto promesse che non ha mai mantenuto! E ora vattene! Vattene finché sei in tempo! Vattene da questo inferno! Prendi la droga e vattene!-. La diciassettenne deglutì. –Dov’è?- chiese. Per tutta risposta Maddalena le diede le chiavi di un furgone. –E’ tutto al nostro bar.- affermò.
 
Hayley corse verso Federica e la strinse. L’italiana si fece sfuggire un gemito di dolore. –Scusa. Scusa. Ora torniamo in albergo, d’accordo. La droga andrà a prenderla qualcun altro.- disse la rossa, continuando ad accarezzarla, incredula di trovarla ancora viva. Federica annuì. Uscirono dal locale. Il cielo era stellato. –Tra qualche ora ti sposi. E’ meglio andare a dormire.- disse la ragazzina, lapidaria. –Fede!- esclamò Erica, abbracciandola. La diciassettenne crollò improvvisamente a terra, in lacrime. Alzò il suo sguardo verso il cielo stellato. –Riposa in pace, Low.- mormorò tra i singhiozzi. Hayley si sedette accanto a lei. –C’è qualcosa che posso fare?- domandò. –No. Solo dimmi una cosa: io non sono un mostro, vero?-. 

Angolo dell'Autrice

Capitolo forse troppo lungo, violento e a tratti probabilmente confuso. Non so nemmeno se sia da rating arancione, quindi vi supplico di dirmi cosa ne pensate. Ormai ve lo dico chiaramente, non è una semplice fanfiction, è un mio sfogo personale. Perciò la domanda finale di Federica mi riguarda da vicino. 
La canzone è la bellissima (e pesante) "Sleepwalker" dei Parkway Drive. L'ho scelta perché rispecchia quello che prova Federica, la sua incapacità di reagire, di staccarsi dal suo passato. Penso che ormai abbiate capito che questo sia uno dei temi della fanfiction. 
Un grazie immenso (davvero!) a Layla e Lost The Battle che hanno recensito e anche a Pretty Snow White che so che legge anche se non sempre recensisce.

Alla prossima!

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Capitolo 29
*** 28.One Thing ***


CAPITOLO 28
Finger Eleven-One Thing
 
It’s nothing I planned 
And not that I can 
But you should be mine 
Across that line 

Erano le quattro di notte e di lì a poco sarebbe sorta l’alba. “Solo dimmi una cosa: io non sono un mostro, vero?”. La domanda di Federica stava letteralmente trapanando il cervello di Hayley. Non le aveva risposto. Non era riuscita a elaborare nulla che la potesse confortare. E la reazione della ragazzina era stata prevedibile: si era alzata ed era scappata via, lasciandola da sola con Erica. Lei non era un mostro e Hayley lo sapeva benissimo. “E allora perché non ti ho risposto subito?” si rimproverò la rossa. Si sedette sul letto di Kevin e gli accarezzò i capelli, sospirando. Il bimbo si mosse e la cantante lo cullò dolcemente. Si ricordava ancora il loro primo incontro.
 
Hayley fu svegliata da un rumore di passi. Aprirono la porta della sua stanza e gettarono un bambino dentro. Chiusero subito la camera. Il bimbo si sedette in un angolino. La cantante gli si avvicinò, ma lui si accucciò ancora di più. Era piccolo e gracile. I suoi capelli erano scuri e gli occhi erano due buchi neri. Iniziò a piangere, spaventato. -Ehi, stai tranquillo, andrà tutto bene.- lo rassicurò lei, accarezzandolo piano. Lo abbracciò e lui si strinse alla cantante. Si asciugò le lacrime con la manica della maglietta e  tirò con il naso. -Io sono Hayley. Tu come ti chiami?- chiese la rossa. Il piccolo la guardò, tutto impaurito. Era a dir poco terrorizzato. -Mi chiamo Kevin e ho dieci anni. Dov’è la mia mamma?-.*
 
Già, la sua mamma. Hayley si era resa conto di essere l’ultima speranza per Kevin e Federica, l’ultima occasione per riuscire ad avere una famiglia. E proprio per questo aveva ceduto ai ricatti di Chad e del giudice dei minori. Ma poi aveva capito di amare qualcun altro. Aveva compreso che l’amore era qualcosa di più e che non riusciva a reprimere ciò che provava per lui. “Josh.”. Già, Josh. Il cantante degli You Me At Six  aveva lo stesso nome del suo ex ragazzo. E quando lui le aveva rivelato i suoi sentimenti era cambiato tutto, ma era ormai troppo tardi. Era stata cieca per troppo tempo, non aveva mai capito nulla. Ormai era tardi. Troppo tardi.
 
-Sarete la band di supporto dei Paramore. Li conoscete?- domandò l’agente agli You Me At Six. –Se li conosciamo? “All We Know Is Falling” è un album spettacolare!- rispose Dan. –Sono felice, dato che ve li voglio presentare subito. Sono in quella saletta, devono fare un’intervista. Ma prima, vorrebbero conoscervi.- affermò l’uomo, aprendo la porta. –Scusate se vi disturbo, ecco la band di supporto. Ragazzi, loro sono i Paramore.-. Josh fu subito attratto da quella ragazzetta coi capelli rossi. Sapeva chi era e che cantava, ma non se l’aspettava così… Bella. I suoi occhi lo colpirono subito, erano due pozzi verdi, vivi, vivaci e vitali. –C-c-ciao, i-i-i-o sono J-J-Josh.- balbettò. –Ehi, amore! Si chiama come te! Io sono Hayley, piacere.-. “A-a-amore?” si stupì il cantante. Poi capì: Hayley e il chitarrista, il suo omonimo, stavano insieme. E il suo entusiasmo si spense subito. –Beh, allora noi andiamo. Cioè, vi lasciamo alla vostra intervista.- affermò Max. Josh seguì il resto della band, non riuscendo a togliersi dalla testa quei due occhi.
 
Hayley sentì bussare alla porta. Andò ad aprire. –Josh? Che ci fai qui? Sono le quattro e…- -Sposami.- affermò lui. A Hayley si fermò il cuore. –Non dirai sul serio?- mormorò. –Mai stato più serio di così.- affermò l’inglese. –Non posso, lo sai!- si disperò lei. –E allora sii mia, solo per stanotte. Non voglio forzarti a far nulla, non voglio tu tradisca Chad. Solo, vorrei che tu portassi questo stanotte.- disse, porgendole una scatolina. Hayley l’aprì e sobbalzò: Josh le aveva comprato un anello stupendo, semplicissimo, così fine rispetto a quello di Chad. –Tu sei un pazzo.- mormorò. –No, sono solo innamorato.- rispose lui. Hayley lo abbracciò e lo fissò negli occhi. Si sporse verso di lui. Non aveva più senso aspettare, non aveva più senso fingere. Lo baciò con dolcezza e disperazione. Avrebbe voluto congelare quell’istante, fermare il tempo. Finirono sul letto. Josh fece per toglierle la maglietta, ma lei lo fermò. –Non stanotte.- mormorò, ribaciandolo. L’inglese sospirò, mentre lei si alzò e andò in bagno. Quando ritornò da lui indossava un pigiama. –Dormi con me.- lo supplicò. –Hayley io… Oh, e va bene. Vado, prendo il mio pigiama e torno.-.
 
-Ehy, tutto a posto?- domandò Hayley a Josh, seduto su un marciapiede. –Oh, ecco, io… Sì, tutto a posto.-. La cantante si allarmò e si sedette accanto a lui. Ormai il tour era quasi finito e i due si conoscevano abbastanza bene. –Cos’è quella roba?- domandò, indicando una specie di sigaretta che Josh teneva tra le mani. –Hayls, io…- -Buttalo via. Questo schifo fa male.- disse, prendendogli lo spinello. Josh si grattò il capo e la guardò mentre buttava via tutto. –Cos’hai?- gli chiese, preoccupata. –Mi sento solo.- ammise il cantante. Lei lo abbracciò. –Da oggi non lo sarai più. Ti voglio bene.-.   
 
-Hayley, non vieni a letto?- la chiamò Josh, piano. La cantante si era seduta sul letto di Federica. –Sai, era scappata prima. Ma poi è tornata subito.- spiegò. L’inglese le cinse le spalle e le baciò il capo. Hayley si accorse che Federica stava piangendo. Iniziò a cullarla, piano, e a cantare una melodia.
 
Perché aveva accettato di andare a quella festa? Era da un sacco che non la vedeva e, finalmente, era riuscito a reprimere ciò che provava per lei. O, almeno, credeva di esserci riuscito. Appena l’aveva scorta il cuore aveva iniziato a battere fortissimo e lui non aveva capito più nulla. Sapeva che lei e Josh si erano mollati, ma non era in grado di dichiararsi. Lei era troppo bella, troppo dolce, troppo delicata. Lei era troppo per lui. “Beh, è ora che torni dentro, è da mezz’ora che sono in questo bagno.” pensò tra sé e sé. Fece per uscire, quando sentii una melodia dolcissima provenire da una stanza. La festa era in una casa di qualche cantante, non si ricordava nemmeno  lui di chi. Seguì il suono di quella voce e si ritrovò in una camera da letto. Al centro della stanza c’era un box culla, vuoto, accanto al quale sedeva Hayley con un bimbo in braccio. –Ehm… Disturbo?- chiese Josh, timido. –No. Vieni pure.- lo invitò la rossa. –E’ bellissimo.- disse l’inglese, indicando il bambino. –Si chiama Luke. E’ il figlio dei padroni di casa. Mi stavo stufando là sotto, così ho deciso di fare un salto qua dentro e l’ho trovato sveglio. Adoro questa stanza, mi ricorda la mia infanzia, quando la mia famiglia era ancora unita.- spiegò lei. –Beh, inutile piangere sul latte versato. Tu? Perché sei qui?- domandò. –Oh, ehm… stesso motivo tuo. Cioè, in realtà ero in bagno, poi ho sentito te cantare e… Dio, hai una voce magnifica.- rispose Josh. –Grazie.- disse Hayley, deponendo Luke nel box culla. –Si è addormentato.- constatò. –Beh, che vuoi fare? Non ho voglia di tornare di sotto.- chiese, girandosi verso il britannico. –Io… Un’idea ce l’avrei.- mormorò Josh, prendendole il volto fra le mani. Hayley capì, ma non si mosse. Si ritrovò le labbra di Josh sulle sue. –Io… Io non voglio usarti per dimenticarlo.- affermò la cantante, ma l’inglese la zittì con un altro bacio.
 
Josh e Hayley erano finalmente andati a dormire. –Ti amo. Ti amo dalla prima volta che ti vidi, in quella saletta.- dichiarò lui. –Io da quel bacio. Quello alla festa, ti ricordi? Pensavo di approfittarne per dimenticare Neil, invece mi sono ritrovata un altro Josh tra i piedi.- affermò lei, dandogli le spalle. –Sposa me.- disse il cantante, serio. –Vorrei. Ma non posso.- -Perché?- la provocò lui. –Il futuro è sempre incerto. Ma bisogna affrontarlo. Io sarò sempre al tuo fianco, anche solo come amico.- -Un amico che mi ama. E che amo.- rifletté lei. –Un marito che ti ama. E che tu ami.- aggiunse Josh. Hayley scoppiò a piangere. –Devo pensare a Federica e a Kevin ora.- affermò. –Lo so. Ma vorrei poter pensarci con te.- ribatté lui. Hayley avrebbe voluto sparire. Si girò verso Josh e lo baciò, dolcemente e disperatamente. Lei avrebbe dovuto essere sua, non di Chad. E ne era consapevole.

*Whoa 2, capitolo 16
Angolo dell'Autrice

Okay, aggiorno oggi perché non ci sarò per tutto il weekend. 

Sto piangendo! No, davvero, questo capitolo è la cosa più dolce che abbia mai scritto! Non so, io mi sto commuovendo e l'ho scritto io e no, okay, sto sclerando! E' tristissimo, lo so.
La canzone è "One Thing" dei Finger Eleven, la sentii la prima volta in Scrubs e penso ci stia a pennello. E' tipo la canzone più dolce, triste, coccolosa, romantica che abbia nel mio Ipod, non sto scherzando! 
Okay, la pianto.
Ringrazio di cuore: Lost The Battle, Layla, Pretty Snow White e LaylaParamour per le recensioni bellissime e chiunque stia seguendo la storia!
Alla prossima :)

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Capitolo 30
*** 29.Shadow Moses ***


CAPITOLO 29
Bring Me The Horizon-Shadow Moses

You can run, but you'll never escape
 
 
Tutti udirono lo sparo e si voltarono: Low era a terra, morto. Dietro di lei Maddy crollò in ginocchio, con una pistola in mano.
 
Federica si svegliò in lacrime. –Low…- mormorò. Si alzò dal letto e guardò l’ora: cinque e un quarto. Aveva appena iniziato ad albeggiare e il sole non era ancora sorto. Si guardò intorno. Kevin ed Erica dormivano della grossa, mentre Hayley stava… Parlando? Si accostò alla parete e riconobbe immediatamente la voce di Josh. Si sporse per vedere. Josh e Hayley erano abbracciati nello stesso letto e stavano parlando tra loro. Federica si accasciò a terra e chiuse gli occhi. Soffocò un gemito di dolore e cominciò a piangere. No, Low non era stato solo un nemico per lei. Low era stato molto di più.
 
-Chi è questa nana?- domandò Edo. Federica aveva solo undici anni e non conosceva quelle persone. Era spaventata e scoppiò a piangere. Un ragazzo di colore la prese in braccio e la portò a prendere una boccata d’aria. –Come ti chiami, piccolina?- le chiese. –Federica. Tu?-.
 
La diciassettenne si alzò da terra, portandosi una mano alla spalla. Sangue. Si trascinò a fatica in bagno. Si tolse la fasciatura e inorridì alla vista della ferita. Si sentì sporca. Sporca e maledetta. Si sciacquò e si medicò nuovamente. Ritornò a letto, ma si ritrovò a fissare il soffitto. Le faceva male il cuore. Le faceva male vivere. Non aveva mai pensato alla morte. Non aveva mai immaginato che un giorno Low sarebbe potuto morire. “Pensiamo di essere immortali, quando basta così poco perché tutto finisca.” pensò tra sé e sé.
 
-Cosa stai facendo?- domandò Federica. Low la guardò. Aveva solo dodici anni, ma era una ragazzina sveglia. –Sto caricando una pistola. Vuoi vedere come si fa?-. La dodicenne annuì, non troppo convinta. –Allora, prendi il proiettile, lo metti qui…- iniziò a spiegare il più grande. –Roger mi ha detto che non devo mai toccare una pistola.- squittì lei. –Roger ha ragione, le pistole sono molto pericolose. Specialmente se non le sai usare. Sono armi, servono ad uccidere.- disse lui. –Tu hai mai ucciso qualcuno?-. Quella domanda lo spiazzò completamente. –Sì. Non ci fai mai l’abitudine. E’ una cosa orribile.- rispose.
 
Federica si alzò e aprì la finestra. –Che stai facendo?- domandò Kevin, svegliatosi. –Shh, torna a dormire.- ordinò lei. Il bambino si girò dall’altra parte e si riaddormentò subito. Federica uscì dalla finestra. Si ritrovò sul tetto dell’edificio sottostante. Guardò in basso. “E’ un bel salto.” pensò tra sé e sé. Si sedette per terra. C’era un po’ di brezzolina che le scompigliava  i capelli. Si guardò la spalla sana. Il cerotto che copriva il tatuaggio la infastidì come non mai. Se lo tolse, con un unico gesto. Sputò a terra, disgustata da sé stessa. Ormai ne era convinta. Lei era maledetta e la sua croce sarebbe stata eterna. La vita era solo una stupida illusione.
 
-Perché te ne vai?- domandò Federica. –Perché? Perché sono stufo! Roger non può sempre e solo dirmi cosa fare!- esclamò Low. –Ma tu sei un Metalcore!- -Stronzate! I Metalcore sono una cazzata! Io voglio essere libero da tutte queste stronzate!- abbaiò lui. –Ma tu sei mio amico.- mormorò la quattordicenne. –Non più. Non lo saremo mai più. Mi dispiace.-. Federica lo guardò andarsene. –Addio amico mio.-.
 
Federica iniziò a singhiozzare. Si sentiva schiacciata. “Che senso ha vivere, se tanto poi si muore?” urlò dentro di sé. Non riusciva a trovare un senso a nulla, tutto le sfuggiva dolorosamente di mano.  La sua vita era stata un’enorme illusione e il destino non era stato altro che la catena che l’aveva tenuta imprigionata per così tanto tempo. Avrebbe potuto correre, ma non scappare. Non sapeva che fare. Si guardò intorno, disperata. Non aveva più nulla da perdere. Non le restava nemmeno la dignità, quella gliel’avevano presa da tempo ormai. Guardò in basso. “E’ un bel salto.” pensò tra sé e sé. Quella riflessione la turbò molto. E se fosse stato quello l’unico modo per scappare? Se l’unica soluzione fosse stata buttarsi giù da quel tetto? Provò a distogliere lo sguardo, ma quel salto nel vuoto l’affascinava terribilmente. Soprattutto, l’attirava l’idea del salto nel vuoto. E, più provava a pensare che non era la soluzione, più iniziava a convincersi, invece, che quel salto poteva rappresentare per lei la salvezza.
 
-Che hai?- domandò Roger dandole un buffetto sulla guancia. –Mi manca Low. Era l’unico che mi capiva davvero. Non so perché.- rispose Federica. Aveva compiuto quindici anni da poco ed era stufa di essere trattata come una bambina. Solo Low  lo aveva capito. Solo Low la trattava come un’adulta. Ma lui se n’era andato. Come tutti, del resto. Nessuno restava per sempre, lei l’aveva capito da tempo. Eppure aveva sperato fino all’ultimo in un lieto fine. –Fanculo!- imprecò, lasciando Roger di stucco. Uscì dal bar e si incamminò verso il locale dei Raptors. Entrò, sfrontata. –Che cazzo ci fai tu qui?- esclamò Low, sorpreso. –Perché non torni a casa?- pianse la ragazzina. Il ragazzo la prese per un braccio e la portò nel retrobottega. –E’ finita. Lo capisci? Non posso tornare indietro. Ora vai a casa e non farti più vedere o ti sparo!-.-E’ colpa mia, vero? Ti sei stufato di me!- si disperò Federica. –Te lo giuro, non è così. E ora vai!-
 
No. Low le aveva mentito. Era colpa sua, ne era certa. Sentì le lacrime bagnarle le guance. Scoppiò a piangere a dirotto, urlando. Si alzò in piedi e si sporse dal tetto. Ne avrebbe avuto il coraggio? E se, invece, quel salto fosse stato frutto della paura di affrontare le cose piuttosto che del coraggio? Chiuse gli occhi. Aveva paura, sia della morte che della vita. “E’ solo un salto.” ripeteva nella sua mente. Improvvisamente, sentì un urlo. Una voce che conosceva molto bene la chiamò. Si voltò. Hayley la guardava, pietrificata. –Che cosa fai?- riuscì a dire la rossa. –Non… Non ne posso più. Lasciami andare, ti prego!-. rispose la diciassettenne, in lacrime. Hayley saltò sul tetto sottostante, in modo da poter avvicinarsi alla ragazzina. Federica indietreggiò. –No! Ti prego! Okay, sono ferma. Sono qui, non mi muovo. Ma ti prego, non buttarti!- si disperò la cantante. –Hayley, io devo farlo! Devo liberare il mondo dalla mia presenza. Sono feccia!-. La statunitense scoppiò a piangere, sentendosi impotente. –Ti prego!- urlò. Federica guardò giù. Si sentì mancare. Doveva scegliere. Vita o morte. Morte o vita. Vita. Morte. Morte. Vita. Deglutì. Si voltò verso Hayley. Guardò verso la finestra. Josh non era riuscito a bloccare Kevin. Il bambino la fissava, terrorizzato. La ragazzina si accasciò al suolo, sfinita. Hayley corse verso di lei e la prese in braccio. –Non sei feccia. Ti prego.- bisbigliò. –Low è morto per colpa mia.- -No. E’ morto per colpa sua. Lui ha scelto come vivere. Dipende da ognuno di noi. Dipende da quello che scegliamo.- ribatté la rossa. Federica scoppiò a piangere e si accoccolò alla cantante. Hayley la strinse.Si voltò  verso Josh, facendogli cenno di rimettere Kevin a letto. –Perdonami Hayley!- implorò Federica. –Shh.- la calmò la cantante carezzandole i capelli. La diciassettenne chiuse gli occhi, ma Hayley la costrinse a riaprirli e a guardarla. –Ti voglio bene. Tu non sei un mostro. Tu non sei il tuo passato.-.
 
Erano tornati a dormire. Josh era andato in camera sua e Federica era a letto con Hayley. Le dava le spalle: non voleva farsi vedere in lacrime. La rossa le circondò la vita con il braccio. –Ho visto il tatuaggio. Era quello che nascondevi con il cerotto?- domandò. –Sì.- rispose Federica. –Lascialo andare. Lui è morto. Tu no.- le disse Hayley. Finalmente l’italiana si voltò. si fissarono negli occhi. Federica accennò un sorriso. Chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi.
 
Tutti udirono lo sparo e si voltarono: Low era a terra, morto.
 
Ma non lei. Lei era viva.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui.. Allora, questo è un capitolo delicato. Lo dedico a me in primis e poi a tutti coloro che non stanno bene. Se tra voi qualcuno ha bisogno di una mano, io ci sono. Questo capitolo mi rappresenta molto e scriverlo è stato doloroso. E' un periodo orrido, che dura da troppo, troppo tempo. Quindi, ecco perché ci sono capitoli di questo genere.
La canzone è "Shadow Moses" dei Bring Me The Horizon. Penso descriva bene i sentimenti di Federica.
Grazie a Laylaparamour, Lost The Battle, Layla e Pretty Snow White per le recensioni! Grazie :)
Alla prossima :)

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Capitolo 31
*** 30.Fireworks ***


CAPITOLO 30
You Me At Six-Fireworks
 
 I don’t know who you are, and I don’t know who you are
and oh cuz I don’t know who you are
when you sleep with somebody else
cuz I don’t know who I am, when you’re sleeping with him

Josh era in camera. Non riusciva a prendere sonno. Da una parte, il merito della sua insonnia era dato anche dal russare di Max, ma per lo più lo si doveva a quel dannato matrimonio e a Federica. Si era spaventato da morire quando l’aveva vista sul tetto. Sospirò, voltandosi verso Max, che non la smetteva di russare. Ormai quella notte era andata. Si alzò e si vestì. Erano le sette di mattina. Decise di uscire a fare una passeggiata. Si incamminò senza una meta ben precisa. Entrò in un bar e prese una brioche. Uscì, in cerca di una panchina. Aveva bisogno di stare all’aperto, di respirare. Si guardò in giro. Era una bella giornata di sole e, pur essendo solo mattina, c’era piuttosto caldo. Il matrimonio sarebbe stato alle undici. Aveva quattro ore per farle cambiare idea. Quattro ore per convincerla a lasciare Chad.
 
-Hayley, dobbiamo parlare.-. La rossa si voltò: Josh la guardava, teneramente. Avevano dormito insieme quella notte. Dopo quel bacio non aveva capito più nulla. Aveva provato a resistergli, ma non si era mai sentita così bene. -Hayley, cosa sono ora per te?- domandò l’inglese. Per tutta risposta lei lo baciò, inaspettatamente. –Qualcuno di importante.- disse poi, staccandosi. Josh sorrise e la ribaciò. –Vado a preparare la colazione, fai pure come se fossi a casa tua.- affermò la rossa. Erano, infatti, nella villetta della statunitense. Josh si rivestì e scese in sala da pranzo. –Ti ho preparato dell’uovo con il bacon, so che ti piace. Ah, e una spremuta.- dichiarò la ragazza, porgendogli un piatto colmo di cibo. Il cantante sorrise. Era felice.
 
“Sono uno scemo!” si rimproverò Josh. Imprecò qualcosa, ripensando a quella dannata colazione. Lei lo aveva sempre amato. E lui se l’era lasciata portare via come un idiota. O meglio, era riuscito a perderla da solo.
 
Hayley gli aveva chiesto di farle da accompagnatore per la festa che Jack Barakat aveva dato. Lui aveva accettato di buon grado. Anzi, era felice: uscivano da poche settimane e in segreto, ma non si era mai sentito così felice in vita sua. –Vado un attimo a salutare Taylor e torno!- squittì la ragazza, correndo verso la cantante dei We Are The In Crowd. Il britannico si avvicinò al buffet, riempiendo un bicchiere con delle patatine. Iniziò a mangiare, quando una ragazza alta, bionda e con un vestito che le arrivava a malapena alla coscia gli si parò davanti. –Ciao.- disse, maliziosa. –Ehm… Ciao.- rispose lui, imbarazzato. –ti va di bere qualcosa?- chiese lei. –oh, ehm… In realtà starei aspettando una persona.- provò a mandarla via. –Andiamo, nemmeno un goccetto?- insistette la bionda. Josh diede un’occhiata a Hayley e la vide parlare con Oliver. Si sentì escluso e ignorato. Guardò la ragazza. –E va bene. Io sono Josh. Tu?- -Sharona.- rispose lei, con voce suadente. L’inglese la seguì fino al bancone. Bevvero un po’ e iniziarono a parlare. Josh non capì se era per l’alcool o per qualcos’altro, fatto sta che si ritrovò la lingua di Sharona in bocca. Finirono in bagno. La ragazza gli aveva tolto la maglietta, quando la porta si aprì, improvvisamente. Josh sbiancò: era stata Hayley ad aprire la porta. –Io… Ehm…- -Non dire nulla, ho capito. Si vede che ero solo una delle tante, no? E’ stato facile per te: ero sola, fragile, bisognosa di affetto… Sei uno stronzo!- urlò lei, in lacrime. –Hayley, aspetta!- provò a dire lui, ma la rossa corse via. –Allora Stallone, ti muovi?- esordì Sharona. –Vai a fanculo, mi è passata la sbronza. Tieni dei soldi e stammi lontano.- rispose l’inglese, uscendo da quel bagno.
 
I ricordi riaffiorarono nella sua mente, dolorosi. Era stato uno stupido. Un maledetto stupido. L’aveva lasciata andare via. Se lo meritava quel fottuto matrimonio. Eccome se  lo meritava. Hayley lo amava e lui l’aveva trattata come un giocattolo. Aveva fatto il bambino, perdendo l’unica persona che lo aveva mai amato veramente. Si guardò intorno. Si sentiva così vuoto.
 
Un’altra schifosa festa. Non ne poteva più. Non ne trovava il senso. Ormai ci andava solo perché i suoi amici si erano ostinati a cercargli una ragazza. Ma Josh era consapevole di non poterla trovare. Il cantante aveva una sola persona nel proprio cuore: Hayley. E se l’era lasciata scappare come un pinguino. Prese qualcosa da bere e si mise in un angolo, in disparte. Guardò l’ora: era già stufo. Aveva appena deciso di andarsene, quando qualcuno gli toccò la spalla. Si voltò, trovando Hayley davanti a sé. –Ciao.- salutò timidamente. –Ciao.- rispose lei, sorridendogli. Josh deglutì: avrebbe voluto baciarla. –Che ne dici se andiamo fuori? Qua c’è troppo rumore!- propose la cantante. Il britannico annuì. Uscirono e si sedettero sul marciapiede, appartandosi.  Hayley gli prese le mani e le accarezzò. –Voglio parlarti.- asserì. –Oh, beh… Di cosa?- domandò l’inglese, non capendo. –Del mio comportamento. D’altronde, noi due non siamo mai stati nemmeno insieme. Non so cosa mi sia preso. E’ che quando ti ho visto con Sharona io… Non lo so, davvero.-. Josh le sorrise e le baciò la fronte. –Non è successo nulla, davvero. Non mi pento di averti baciata e di aver dormito con te. Non abbiamo fatto nulla di male.- la tranquillizzò. Hayley abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. –Quindi tra noi non c’è nulla, vero? Cioè… Tu non provi niente per me, no?-. Josh rimase interdetto. Avrebbe voluto dirle tutto, dirle che la amava terribilmente, che Sharona era stato solo l’effetto di un bicchiere di troppo. E, invece, riuscì solo a mentirle. –No, non c’è nulla. Davvero. Solo un bacio durante una festa e basta.-. Hayley annuì, non troppo convinta. Gli accarezzò la guancia, avvicinandosi a lui. Lo guardò negli occhi, intensamente. –Io... Josh…- -Hayley!-. I due cantanti alzarono la testa: un ragazzo ben piantato, alto e muscoloso si stava avvicinando. –Oh, ehm… Josh, ti presento Chad. Chad, lui è Josh.-. Il cantante degli You Me At Six si accorse che la rossa era diventata un peperone. -Tu sei il chitarrista dei New Found Glory, giusto?- domandò il britannico. Chad annuì. –Hayls, io vado a fare un giro. Ti va di accompagnarmi?- chiese il chitarrista. Hayley fece cenno di “sì” con al testa e si alzò in piedi. –Beh, allora ci vediamo Josh. Ti voglio bene.- si congedò, abbracciandolo. Josh guardò i due allontanarsi, capendo subito di aver sprecato un’occasione.
 
Josh si alzò dalla panchina e si recò in albergo. Doveva riuscire a farle cambiare idea, perché non avrebbe resistito senza di lei, sapendo che sarebbe stata di qualcun altro. Lei avrebbe dovuto essere sua. E lui di lei. Eppure non avrebbe interferito con il matrimonio. Non poteva. “If you love someone you should set them free” canticchiò a mente. 

Angolo dell'Autrice

Io piango mentre scrivo. Sono crudele e mi sento in colpa. No, è tristissimo! Poi ho scelto una canzone tristissima! E niente, sono cattiva! Josh non interferirà con il matrimonio. Quindi... Previsoni? Azzardate profezie e pronostici? Si accettano scommesse!
Che ne pensate dei flashback? Mostrano come lui sia riuscito  a perderla da solo e di come Hayley sia sempre stata un po' cotta del nostro amato cantante.
Un grazie a Layla, Lost The Battle, LaylaParamour e Pretty Snow White. 
La canzone è "Fireworks" degli You Me At Six, penso si adatti perfettamente al capitolo.
Beh, inutile dire che aggiorno ora perché poi partirò per le vacanze. 
Tantissimi auguri di buona Pasqua! Alla prossima!

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Capitolo 32
*** 31.Sooner Or Later ***


CAPITOLO 31
Michael Tolcher-Sooner Or Later

Sooner or later
We'll be lookin' back on everything
And we'll laugh about it like we knew what all was happening
 
Federica si svegliò. Hayley stava dormendo ancora, beatamente. La guardò, teneramente. Decise di svegliarla, mancando poche ore al matrimonio. –Come stai?- le chiese la cantante, abbracciandola. –Vorrei andare a trovare i miei genitori al cimitero.- mormorò. Hayley sorrise, carezzandole il capo. –Ma non oggi. Non… Non ce la faccio.- ammise la diciassettenne. –Va bene, tranquilla. Ci andrai quando più lo desideri.-. Federica annuì, poi si alzò e andò a prendersi i vestiti. Erica le si parò davanti e l’abbracciò. –Non provare mai più a farmi prendere uno spavento simile. Ti prego.- disse la statunitense. –Te  lo prometto. Scusa.- -Stai zitta!- esclamò Erica. Le due si guardarono intensamente negli occhi. Erica sorrise. –Ti voglio bene, stupida.- dichiarò, stringendola forte. –Anche io.- rispose Federica. –Allora, quel tatuaggio… Che significa?- domandò l’amica. –E’ un simbolo di alleanza e fratellanza. Non lo mostro mai perché i carabinieri o la polizia mi identificherebbero come membro di una gang.- spiegò l’italiana. –Capito… Sai, posso dirti una cosa?- -Cosa?- si incuriosì Federica. –I tuoi vecchi amici sono una bomba. Davvero. Sì, certo, sei fortunata se esci con loro la sera e nessuno ti spara o prende a pugni, ma sono forti.- affermò Erica. L’italiana scoppiò a ridere. –Sai, una volta stavo facendo una passeggiata con loro e ci scontrammo con alcuni di non so nemmeno che banda. Beh, se le diedero tutti di santa ragione. Io avevo solo dodici anni e Low faceva ancora parte dei Metalcore. Beh, tra quei ragazzi ce n’era uno di quindici anni, biondo e carino che mi prese e fece sì che nessuno potesse colpirmi.- raccontò Federica. –Non dirmi che si trattava di…- -Nico! Già, proprio lui. Diventammo amici. E poi, beh… Il resto lo sai.- continuò l’italiana. –Cos’è che sa?- domandò una vocina. –Ben svegliato Kevin! Stavamo semplicemente parlando di Nico.-.
 
Josh corse verso la camera 315. Bussò, sperando che qualcuno gli aprisse. Era agitato. Era sicuro che l’idea che gli era venuta in mente era folle, ma non voleva avere rimpianti. Finalmente, dopo attimi interminabili, Chad aprì. –Che cosa ci fai qui? La camera di Hayley non è questa e lo sai benissimo.- -Senti, io… devo parlarti, da uomo a uomo.- dichiarò Josh. –E va bene. Vieni dentro.- si arrese il chitarrista, facendolo entrare. –Che vuoi?- chiese il membro dei New Found  Glory. –Sei sicuro di volerlo fare? Sei sicuro di voler sposare una donna che non ami e che non ti ama?- lo provocò il cantante. –Tu non sai un cazzo!- si infuriò Chad. –Invece so tutto. Conosco degli ottimi avvocati, potrei darvi una mano. E poi, scusate, conoscete Oll! Perché non avete chiesto aiuto a lui?- domandò l’inglese. –Perché quelli ci minacciano. Io… Josh, lo so che ultimamente mi sono comportato da stronzo. Qualche giorno fa ho anche colpito Federica e, fidati, vorrei cancellare quel momento. E’ che… Questa storia mi sta distruggendo. Tutti hanno altissime aspettative e io sono solo un povero idiota.- spiegò lo statunitense. –Ho incominciato a bere. Nulla di veramente serio, ma quando lo faccio, non riesco a controllarmi.- ammise. –Vorrei poter fare qualcosa. Davvero, mi dispiace così tanto.- -Lo so che la ami, Josh. Lo so benissimo. Pensi che non mi sia mai accorto il modo in cui vi guardate? Mi sono reso conto che amava te la sera che ci ha presentati. Solo che tu sei un pollo e non ti sei mai fatto avanti.- disse Chad. –Io avevo già avuto la mia opportunità. E l’ho buttata letteralmente nel cesso. E, quando intendo letteralmente beh… Intendo letteralmente.- dichiarò Josh. Il cantante sorrise amaramente, pensando a Sharona. –Sai, non so dimostrare l’affetto che provo per lei, eppure è solo per Hayley che mi sposo. So che non vivrebbe senza Federica e Kevin. Non ce la farebbe mai.- spiegò il chitarrista.
 
Hayley si guardò allo specchio. Sentì bussare alla porta. Aprì. –Dakota!- esclamò, stupita. –Sorpresa!- ribatté l’amica, abbracciandola. –Accomodati pure, mi stavo preparando, in qualche modo. Cioè… Sì, più o meno. – disse la cantante. –Kat! Entra anche tu!- chiamò Dakota. La moglie di Jeremy entrò, sorridendo amaramente. -Perché quella faccia?- domandò la rossa. –Perché questa faccia? Beh, perché questo matrimonio?- provocò l’inglese. Hayley si sentì mancare. –Kat, Dak, ne abbiamo già parlato. Lo sapete benissimo che…- -Che Josh ti ama? Sì lo sappiamo.- la interruppe la sua migliore amica. –Dak…- provò a ribattere la cantante. –Niente “Dak”, risparmiatela!- si innervosì la ragazza. Hayley sospirò, sedendosi sul letto. –Le ragazze e Kevin non ci sono, quindi possiamo anche parlare faccia a faccia.- osservò Kat. –Chad non è un mostro. Io lo so che lo fa per me. Lo so che mi sposa per non farmi perdere le due cose più preziose che ho al mondo.- spiegò la cantante. –Hayls, io…- provò a dire Dakota. –No!- la interruppe la rossa. –Io so che questo è il suo modo di rimediare. Io amo Josh, ma devo pensare alla mia famiglia. Quella è molto più importante.- -Anche la tua vita e la tua felicità sono importanti!- sbottò Kat. Hayley scoppiò a piangere. Dakota la strinse in un tenero abbraccio. –Perché non ne parli con Chad?- propose Kat. –Manca pochissimo a questo matrimonio!- rispose la cantante. –Beh, però è abbastanza per riuscire a non sposarti. O sbaglio?-.
 
Chad sedeva sul letto, confuso. Aveva parlato con Josh e aveva capito di star combinando un pasticcio. Aveva paura, tantissima paura. Doveva prendere una decisione. E la prese.
 
Hayley era in bagno, che si guardava allo specchio. Si bagnò il volto. Avrebbe avuto il coraggio per non vivere in una bugia per il resto dei suoi giorni? Doveva solo decidere. E decise.
 
Hayley correva verso la stanza di Chad. Chad correva verso la stanza di Hayley. Si scontrarono, cadendo entrambi a terra. –C-C-Chad.- mormorò la cantante. –Hayls!- esclamò il chitarrista. –Dobbiamo…- -Parlare, lo so Hayls, lo so.-. Si guardarono negli occhi. –Hayley io… E se non ci sposassimo?-. la cantante trasalì. –E con i ragazzi? Come facciamo?- -Chiederemo a Oll. La denuncerò. Tu sposerai Josh e i ragazzi staranno con te. Non posso costringerti a sposarmi. Non posso costringermi a farti questo.-. Hayley lo abbracciò e gli baciò una guancia. –Grazie Chad. Ti voglio bene. E ti aiuterò a smettere di bere, te lo prometto.- -Come fai a saperlo?- si stupì lui. –Chad, non sono stupida. E ti voglio bene davvero.-. I due si abbracciarono. Hayley si sentì libera di poter amare. E Chad si sentì  libero di vivere.

Angolo dell'Autrice

Ed eccomi qui! Questo capitolo è il riscatto di Chad. Non voglio che venga ricordato come il mostro di questa storia. Chad qua ci mostra tutta la sua debolezza e la sua paura. E, finalmente, si comporta da uomo. 
Scopriamo, poi, come Federica e Nico si sono conosciuti. E boh, Erica mi piace troppo!
La canzone è "Sooner Or Later" di Michael Tolcher. Non so se c'entri totalmente, anzi, penso non ci stia troppo, però è una canzone che, sinceramente, adoro. Spero la appreziate anche voi. 
Allora, ora passo a darvi una notizia non troppo bella, per voi almeno. Domani parto per Londra e starò via per una settimana. Quindi non riuscirò ad aggiornare la prossima settimana, mi dispiace tantissimo! Spero di farmi perdonare con il prossimo capitolo.
Un'ultima cosa: che ve ne pare della fanfiction in generale? Vi piace? La trovate stupida? Non lo so, non manca troppo alla fine (una decina di capitoli o poco più, non so) e mi andrebbe di sentire dei pareri complessivi.
Grazie a Layla, Layla Paramour e Lost The Battle per le recensioni. Scusate se a volte non rispondo, si tratta semplicemente di mancanza di tempo. Appena me ne rendo conto mi vergogno di me, davvero. Grazie anche a Pretty Snow White, so che mi segue sempre. 
Bene, mi dileguo! Alla prossima :)

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Capitolo 33
*** 32.Forget About It ***


CAPITOLO 32
 
All Time Low-Forget About It

‘Cause I feel like a bad joke
Walk the tight rope to hold on to you
Was it real? Or a love scene from a bad dream?
I don’t think I can forget about it

 

Jeremy correva velocemente per l’albergo: mancava pochissimo al matrimonio e né Chad né Hayley si erano ancora fatti vivi. Il bassista provò a bussare alla porta della stanza della cantante, ma non rispose nessuno. Corse verso la camera di Chad, ma il chitarrista non c’era. –Ma dove diamine si sono cacciati quei due?- si domandò il musicista. –Dannazione, spero non sia successo nulla di grave.- si preoccupò.  Scese frettolosamente le scale, sperando di incontrarli, ma i due sembravano spariti nel nulla. Rientrò in camera dove trovò, ad attenderlo, Kat, Dakota, Taylor, Justin, Erica, Federica, Josh e Kevin. –Ragazzi, la situazione è grave. Non si trovano. Non so dove siano finiti, non ne ho la più pallida idea. Ma la situazione è gravissima.- asserì il bassista. –L’abbiamo cercata dappertutto! Dove potrebbe essere?- esordì Justin. –Forse si sono nascosti.- disse Taylor. Kat sospirò e gli tirò un pugno sul braccio. –Ahia!- si lamentò il chitarrista. –Se dici cavolate vai punito, ricordalo!- lo ammonì la signora Davis. –Ma io ero serio.- si difese lui, ottenendo, però, un altro pugno. –E smettila!- si lamentò Taylor. -Kat, torniamo seri. Per favore!- richiamò all’ordine Jeremy. –Io ho provato a chiedere a qualcuno dei miei amici se per caso li hanno intravisti in città, ma le risposte sono state negative.- dichiarò Federica. Jeremy si grattò la barba. Era nervoso. Molto nervoso. E preoccupato. Molto preoccupato. –Basta, io chiamo la polizia.- affermò Dakota. –Dak, non dire scemenze!- provò a fermarla Taylor. –Lasciami!- si divincolò lei. Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. –Magari è Hayls.- bisbigliò Justin. –Perché bisbigli?- domandò Erica. –Non lo so.- rispose a bassa voce il chitarrista. Kat alzò gli occhi al cielo e andò ad aprire. –Ha… Ah, sei tu, Max.- constatò. –Falso allarme, ragazzi! E tu, entra o esci, deciditi!- disse, acida. –C’è una festa qua dentro?- chiese il musicista degli You Me At Six. –Hayley e Chad sono scomparsi.- spiegò Federica. –Oh, e non sapete dove sono andati?- chiese l’inglese, ingenuamente. –Max… Se sono scomparsi non possiamo sapere dove sono, non credi?- -Hai ragione Josh, l’ho sempre pensato che eri un tipo intelligente.-. Il cantante alzò gli occhi al cielo. Sentirono di nuovo bussare alla porta.  –Vado io!- esclamò Kevin. –Ragazzi, li ho visti e.. Aiutooo!- gridò Oliver entrando e inciampando nel tappeto. –Oli, ti sei fatto male?- lo soccorse Federica. –No, no, tranquilla. Dicevo, li ho visti! Sono nell’unico posto in cui non abbiamo controllato.- spiegò. –Cioè?- chiesero tutti. –Il bar dell’albergo. Però ora se ne saranno andati.- -E non li hai fermati?- chiese Dakota. –Eh, no. Stavano parlando dei fatti loro e non me la sono sentita di interromperli. Magari era qualcosa di importante.- rispose il cantante dei Bring Me The Horizon. Jeremy divenne rosso in volto. Strinse i pugni. –Tesoro, respira.- cercò di calmarlo la moglie. –Okay, mi è passata, grazie amore. Okay, serve qualcuno che li rintracci. Ora.-.
 
-Forse dovremo dire anche agli altri che non ci sposiamo.- osservò Chad. –Non ora. Voglio godermi il momento. Mi mancava tutta questa intimità tra noi due.- ribatté Hayley. Chad scoppiò a ridere. Le baciò la fronte, affettuosamente. Erano andati sul lungadige. Era stata un’idea di Hayley, quel posto le era piaciuto un sacco. –Come l’hai scoperto?- domandò il chitarrista. –E’ stata Federica.- rispose la cantante. Chad le prese le mani e la guardò. –Quella ragazza ti vuole un bene dell’anima.- constatò. –Lo so. E io ne voglio a lei. E so che gliene vuoi anche tu.-. Il chitarrista chinò il capo. –A proposito io… Non volevo colpirla. Davvero, vorrei cancellare quel momento. Perdonami.- supplicò. Hayley lo guardò con estrema tenerezza. –Chad, io lo so che sei una brava persona. E credo che, nonostante tutto, lo sappia anche lei.- lo tranquillizzò lei, abbracciandolo. Chad la fece accoccolare al suo petto. –Devi promettermi una cosa.- disse. –Cosa?- si incuriosì Hayley. Chad sospirò, poi sorrise. –Che sarai felice con Josh. Promettimi che lo sarai. Non fare il mio stesso errore. Non pretendere l’amore, ma sii la prima pronta a donarlo.-. Una lacrima rigò la guancia della rossa. –Ehi, che succede?- si preoccupò il chitarrista. –Niente io… Ti voglio bene Chad.- dichiarò lei, baciandogli una guancia. Chad sorrise. Era contento.
 
-Ma dove si sono cacciati?- esclamò Jeremy. Era furioso. –Amore, calmati. Hai svegliato Bliss!- lo rimproverò la  moglie, cullando la figlia. –Scusami. E’ solo che… Non è da Hayley! Se fosse stata Federica a fare un tiro simile l’avrei anche capito.- -Ehi!- esclamò l’italiana, in segno di protesta. –Scusa, l’hai capito cosa intendevo, no?- si difese il bassista. –No!- replicò la diciassettenne. –Oh, e va bene! Quello che intendevo dire è che non ha mai fatto una cosa del genere e mi sto preoccupando moltissimo.- spiegò il musicista. All’improvviso, entrò Alex Gaskarth, il cantante degli All Time Low. –Li abbiamo trovati! Io e Jack! Sono sul lungadige, Jack è rimasto a sorvegliarli e…. Oh, un attimo, mi sta squillando il cellulare.-. Erica sospirò, nervosa. Avrebbe pagato pur di sapere dove diamine sua sorella si era cacciata. –Oh, Jack, sei tu? Come dici? Stanno…? Oh, okay, lo dico subito a tutti.-. Il cantante chiuse il telefono e lo mise molto lentamente in tasca. –Che devi dire?- si spazientì Federica. –Loro stanno…- -Stanno?- chiesero, all’unisono, tutti quanti. –Loro stanno tornando qua.- rispose Alex. –Alleluia! Scendiamo di sotto, di corsa!- esclamò Josh, impaziente.  Si posizionarono tutti all’ingresso dell’albergo, aspettando che rientrassero. Quando arrivarono, Jeremy strattonò Hayley per un braccio. –Ehi! Ma che fate? Siete impazziti?- -No Hayls, cosa fai tu! Anzi, voi! Vi dovete sposare tra pochissimo!- si innervosì Taylor. Hayley e Chad si guardarono e scoppiarono a ridere. –Questi due sono impazziti.- sussurrò Alex. –Mi sa anche a me.- mormorò Dakota. –Si può sapere perché ridete?- domandò Josh. –Beh, perché… Perché nessuno si sposerà oggi.- rispose Chad, tra le risate. –C-c-come?- balbettò Jeremy. –Hai capito benissimo. Non ci sposiamo.- affermò Hayley, posando lo sguardo su Josh. Il cantante divenne paonazzo. Oliver iniziò ad applaudire, facendo voltare tutti. –Che c’è? Stavo solo esternando la mia gioia.- si giustificò lui. –Eravate tutti così contrari a questo matrimonio?- chiese Chad. –Giusto un pochino. Un pochino tanto.- rispose Justin. Chad si incupì improvvisamente. –Che succede?- domandò Hayley, sottovoce. –Dunque mi vedono come un mostro…- affermò lui. –Non pensarlo nemmeno. Ti prego.- disse lei. Il chitarrista sorrise. –Comunque, dite a Jack che ora può anche smettere di nascondersi!- esclamò Hayley. Il chitarrista entrò in albergo, alquanto confuso. –Come avete fatto a capire che vi stavo seguendo?- domandò curioso. –Beh, non sei proprio una piuma mentre cammini.- asserì Chad. Scoppiarono tutti a ridere. Hayley e Chad si scambiarono uno sguardo d’intesa, felici più che mai e Josh corse verso di loro, abbracciandoli. Il chitarrista li mise uno di fronte all'altra. Poi sussurrò all'inglese:-Ora non perderla, perché lei è speciale e merita il meglio.-. Josh si voltò verso di lui e lo guardò, sorridendo. -Bene, direi che è ora di fare colazione!- esclamò Oliver. -Non cambierai mai!- gli disse Josh. -Beh, a volte è bello rimanere sé stessi, non pensi?- ribatté il cantante dei Bring Me The Horizon. Josh scoppiò a ridere e Hayley lo baciò. Finalmente tutto andava come doveva andare. 

Angolo dell'Autrice

Allora, premetto che mi è mancato un sacco aggiornare sabato scorso! A Londra ho comprato una nuova maglietta dei Paramore, un libro sui Nirvana e "The Other Side" dei Tonight Alive e "Sempiternal" dei Bring Me The Horizon e ragazzi... Ne sono felicissima! 
Bene, veniamo a noi! Come vi sembra il capitolo? Sinceramente mi sono divertita un sacco a scriverlo. Se non sbaglio è già il secondo capitolo in cui tutto fila liscio e boh, lo considero un record (?).
La canzone è "Forget About It" degli All Time Low. Non so quanto effettivamente c'entri, ma facciamo finta che sia la scelta giusta. Potrebbe un po' rappresentare la storia tra Chad e Hayley, ma anche il modo in cui Josh (che da oggi chiameremo "il pollo") l'ha vissuta. Ah, e per inciso, di questo capitolo adoro Oliver, Jack e Max. Seriamente, mi fanno morire dal ridere!
Grazie mille a Laylaparamour, Lost The Battle, Layla e Chocobomb! Grazie grazie grazie! 
Al prossimo capitolo!

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Capitolo 34
*** 33.What's My Age Again? ***


CAPITOLO 33
 
Blink-182-What's My Age Again
 

No one should take themselves so seriously

With many years ahead to fall in line

Why would you wish that on me?


 

 
Josh e Hayley erano andati a fare una passeggiata. Arrivarono in Piazza Bra e si sedettero su una panchina. C’era caldo e la piazza era molto affollata. Si guardarono negli occhi, senza parlare. Hayley sospirò profondamente, per poi scoppiare a piangere. –Ehi, ehi! Che succede?- si preoccupò il cantante. La rossa non rispose, continuando a singhiozzare. L’inglese la strinse e la baciò. –Shhh. Tranquilla. Ci sono qui io.- la rassicurò. Hayley, però, non accennava a smettere. Josh la fece voltare verso di lui e la guardò negli occhi. –Hayley, che succede? Parlami! Ti prego!- la supplicò. Per tutta risposta, la statunitense gli gettò le braccia al collo e appoggiò il volto nell’incavo della spalla. Il cantante la strinse e la cullò dolcemente. La fece sfogare e poi l’aiuto ad alzarsi dalla panchina.  –Ehi, tutto a posto?- domandò un turista, un uomo sulla sessantina. –Oh, ehm… Sì, sì. Non è come pensa.- rispose Josh, imbarazzato. Hayley, nel frattempo, si era nuovamente seduta sulla panchina. L’inglese si mise accanto a lei  e le accarezzò la guancia. Hayley si voltò lentamente verso di lui, lo sguardo supplichevole, implorante. –Amore, che…- -Non chiamarmi “Amore”.- lo interruppe lei, stizzita. Josh provò ad abbracciarla, ma lei si scansò. Il cantante non capiva. Finalmente riuscì a prenderla da un braccio e a stringerla a sé. La cullò, piano. –Che cosa succede, Hayls? Si può sapere?- domandò, preoccupato. –Tu mi lascerai.- rispose la rossa, lapidaria. –Ma non dirlo nemmeno per scherzo.- replicò il britannico. –E allora perché quella sera mi lasciasti andare con Chad? Tu mi amavi e mi hai lasciata andare via! Perché?-. Josh sospirò. –Perché sono un codardo. E ti prometto che non capiterà mai più.- disse. Hayley si accoccolò al petto del ragazzo. Si diede mentalmente della stupida. Stava sfogando su Josh le sue paure e le sue tensioni. La codarda era lei, non lui. Era lei, infatti, ad avere paura di commettere l’errore più grande: lasciarlo andare. Se la ricordava la sera in cui era andata a fare una passeggiata con Chad dopo una festa. Josh non l’aveva fermata perché non voleva farle male. In un certo senso, era stata lei a mandarlo via.
 
-Erica, tu devi raccontarmi qualcosa.- esordì Federica. –Sì?- squittì  l’amica, facendo la finta tonta. –Erica!- esclamò l’italiana. –Oh, e va bene. Sì, mi piace Paul da un sacco di tempo. Contenta?- -Non del tutto. Si può sapere perché non me l’hai detto?- domandò Federica. –Perché… Beh, perché tu e Paul siete stati insieme e non volevo creare casini. E poi, scusa, parli proprio te, che di segreti ne hai a bizzeffe.- si difese Erica. –Ma… Ehi!- ribatté l’italiana. –Avevo paura che ti arrabbiassi, sul serio. Non lo so perché.- ammise la statunitense. Federica l’abbracciò. Poi iniziò a farle il solletico. –Ehi, no, aiuto.- si lamentò Erica. L’italiana la guardò e le sorrise. –Sei la mia migliore amica.- affermò. La sorellastra di Hayley fece una faccia stupita. –Ma come? E Ana?- domandò, esterrefatta. –Sai, a volte bisogna capire quali sono le cose che ti fanno bene nel presente. Ecco, tu sei una di quelle cose. Voglio molto bene ad Ana, ma non è come te. Lei fa parte del mio passato. Tu fai parte del mio presente.- spiegò Federica. –Non accantonare il passato, però. Non dimenticarlo. Non dimenticare Ana. Non sarò mai gelosa del tuo passato. E, a volte, è bene che esso sia anche un po’ presente. Noi impariamo dal passato, tantissimo. E, in fin dei conti, se il passato non ci fosse, non ci saremmo noi.-. L’italiana trattenne a stento le lacrime dalla commozione e abbracciò l’amica. –Guarda che tanto lo so che non sei una dura.- le sussurrò Erica. Scoppiarono a ridere entrambe.
 
-Allora, Ham, come stai?- domandò Roger, entrando nella camera d’ospedale dell’amico. –Meglio. Mi dimetteranno nei prossimi giorni.- rispose il ragazzo, contento di vedere l’altro. –Sai, sono felice che tu sia qui.- ammise. –Anche io Ham.- rispose Roger, sospirando. –Rog, non sentirti in colpa. Sono io che ho la testa dura e ho insistito per andare da solo.- lo rassicurò l’altro. –Non sono sicuro di non avere colpe. Vedi, io ti ho lasciato andare e quindi io…- -Smettila! Se non la smetti subito di dire cavolate mi arrabbio tanto. E, sai, l’infermiera di questo piano è abbastanza grossa e cattiva. Potrei aizzarla contro di te.-. Scoppiarono entrambi a ridere. –Allora, sei riuscito a parlare con Ana?- domandò Ham. Roger si grattò la testa. –Ci siamo… Ehm…- -Sìììììì!- esultò l’amico, salvo poi piegarsi in due dal dolore. –Fratello, non così!- lo soccorse Roger. –Tranquillo per me. Voi invece… Ahhhh, era ora. Sì, era proprio ora.-. –Si può sapere cosa succede qui dentro?-. Roger si voltò. A parlare era stata un’infermiera dalla corporatura molto robusta e dall’aspetto severo. –E’ lei l’infermiera di cui ti parlavo prima.- sussurrò Ham. –Chi è lei?- domandò la donna. –Un… Un amico.- balbettò Roger. –Beh, il tempo a disposizione è terminato. E il paziente ha bisogno di riposo.- disse  l’infermiera, acida. –Ma se i dottori mi hanno fatto passare!- protestò il ragazzo. –Non mi importa. Fuori!- -E dai, lo lasci stare! E’ un mio amico!- si lamentò il paziente. –Lei non ha diritto di parola.- lo zittì la donna. –Non me ne andrò da questa camera.- si impuntò Roger. –Esca subito!- -No!- -Ho detto di sì!- -No!-. L’infermiera iniziò a rincorrere il ragazzo per la stanza. Il gran baccano attirò l’attenzione degli altri pazienti e un gruppetto di anziani, alcuni in sedia a rotelle, altri con il girello, si fermò a guardare la scena. Immediatamente il piccolo capannello fu raggiunto da altri pazienti. Ham scoppiò a ridere fragorosamente. –Giovanotto, punto la mia dentiera sulla Nazista.- esclamò uno degli anziani. -Io la mia cena di stasera. Ma, la prego, si tenga la dentiera.- replicò Ham.
 
Josh aveva accompagnato Hayley in albergo. –Josh, scusami. Davvero. Sto proiettando su di te le mie paure e…-. Il cantante la zittì con un bacio. –Non mi importa. Io ti amo e mi interessa solo quello. Null’altro.- disse. Hayley sospirò. Non si era mai sentita così felice in vita sua.
 
Roger era stato buttato fuori dall’ospedale. Il ragazzo sorrise. Era da troppo tempo che non si sentiva così felice. Merito di Ana? Di Federica? Del fatto che, finalmente, percepiva di nuovo i Metalcore come una vera famiglia? Si trovò a canticchiare tra sé e sé mentre tornava a casa. Sì. Era felice.


Angolo dell'Autrice

Perdonatemi, vi prego! Ma ho avuto un sacco di compiti in classe e interrogazioni e aggiungeteci le ore di allenamento. Non avevo minimamente il tempo nemmeno per stare a casa! Scusatemi!
Oky, allora, per quanto riguarda questo capitolo... Spero vi piaccia. E' il terzo tranquillo di fila. Mi stupisco di me, ahah. La canzone scelta è "What's My Age Again" dei Blink-182. L'ho scelta principalmente per la parte con Roger e Ham. 
Grazie a Layla, Laylaparamour, Lost The Battle e Pretty Snow White per le recensioni. 

 

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Capitolo 35
*** 34.Look After You ***


CAPITOLO 34

The Fray-Look After You

Be my Baby
I'll look after you
And I'll look after you

Josh e Hayley erano nella stanza della ragazza, accoccolati sul letto. L'inglese le stava carezzando teneramente il capo. La rossa respirava piano, abbandonandosi a quel momento di dolcezza. Non aveva mai provato un sentimento così forte. No, quello che c'era tra loro non era solo un semplice sentimento. L'amore che provavano l'una per l'altra andava ben oltre il semplice sentimento. Era qualcos'altro, qualcosa di vitale e vivo. Era lo scopo per cui erano nati. D'altronde, non è l'amore ciò che ci tiene in vita? Non è l'amore che riesce a non farci perdere la speranza quando crolliamo? Non è forse l'amore il destino per il quale tutti sono chiamati?
-Hayley.- la chiamò piano lui. -Sì?- rispose lei, voltandosi. Josh la guardò. Era bellissima. Non si trattava di una bellezza sconvolgente, Hayley non era una di quelle ragazze che lasciano tutti senza fiato. Eppure lei era la più bella di tutte. Hayley possedeva la vera bellezza, quella che ti riporta in vita quando ormai pensi di essere morto dentro. Per lui era stato così. La prima volta che l'aveva incontrata non aveva visto lei. No, ciò che l'aveva veramente sconvolto erano stati i suoi occhi: due pozzi verdi, due enormi ancore di salvezza. Gli occhi di Hayley erano qualcosa di unico. Esprimevano l'indicibile, la poesia più pura, i sentimenti, le emozioni, la vita. Josh amava Hayley grazie ai suoi occhi. In particolare, gli piacevano quando guardavano le persone, quando grazie ad essi la ragazza iniziava a scrutare la gente, a sondarla. Il suo sguardo era puro, cristallino. Soprattutto, era sincero. Amava lo sguardo pieno di affetto che lei aveva ogni volta che guardava Federica e Kevin. Era qualcosa di diverso. Qualcosa di altissimo e poetico. Josh si morse il labbro e la baciò. Hayley rispose in modo dolce. Quella sera aveva bisogno di sentirsi amata. Quella sera aveva il bisogno di sentirsi finalmente importante per qualcuno. Si staccò, guardandolo negli occhi. Sorrise. -Se Federica, Erica o Kevin dovessero salire si farebbero molte domande.- osservò Josh. -Perché, cosa dovrebbero pensare?- domandò lei, facendo la finta tonta. -Mah, e chi lo sa.- rispose l'inglese, ridendo. Hayley si accoccolò al cantante, sospirando. Aveva gli occhi lucidi. -Non sto piangendo.- puntualizzò immediatamente. -Sono solo felice. Non ho mai provato qualcosa di così forte e bello per qualcuno. Sei.. Sei sempre nella mia testa. Sempre.- spiegò. -Ed è positivo?- chiese Josh. -Cosa?- -Che io sia sempre nella tua testa.-. Hayley scoppiò a ridere e gli scompigliò i capelli. -Ma certo che sì. E' una sensazione bellissima. E sai qual è la cosa buffa? Che anche prima eri sempre nella mia testa, solo che io cercavo in tutti i modi di fingere che non fosse così. Ed è stata una delle cose più stupide che abbia mai fatto.-. Josh la scrutò. Quella ragazza dimostrava molto più dei suoi venticinque anni. Era incredibilmente profonda e matura. E lui amava questa parte di lei. Era qualcosa che lo riempiva, qualcosa che lo faceva sentire completo. Come se stare con lei lo aiutasse a maturare di più, a crescere. Si baciarono nuovamente, in modo più passionale. Le mani di Josh intrecciate a quelle di Hayley, in una muta promessa di infinito. -Mamma, mi apri?- chiese una vocina, interrompendoli. Hayley si alzò dal letto e andò ad aprire la porta, trovandosi Kevin davanti. Indossava una felpa enorme per lui, probabilmente di qualche musicista che alloggiava nell'albergo. -Posso entrare?- domandò, timido. -Ma certo che puoi entrare. E' camera tua.- affermò Hayley. -Okay.- squittì il piccolo, correndo dentro e saltando in braccio a Josh. La rossa lo osservava con il sorriso stampato sulle labbra. Gli voleva un bene dell'anima. Lui aveva iniziato a chiamarla “mamma” poco dopo la morte di Roskim. Hayley, in realtà, era un po' preoccupata della rapidità con la quale avesse iniziato a chiamarla così. Temeva che il bambino non avesse effettivamente rielaborato il lutto della morte della sua vera madre e che quello fosse un modo per combattere la paura di un nuovo abbandono. Tuttavia, alla rossa piaceva essere chiamata così. Si sentiva importante per qualcuno a cui teneva particolarmente. Sorrise, pensando a Federica. Lei non l'avrebbe mai chiamata “mamma”. O meglio, non in tempi troppo brevi. Il ricordo della sua famiglia era troppo vivido e doloroso in lei. D'altronde, come poteva biasimarla? Suo padre l'aveva praticamente abbandonata ed era morto davanti ai suoi occhi. Una lacrima le rigò la guancia mentre ripensava al giorno in cui Mattew Roskim aveva ucciso il padre di Federica. -Mamma, perché sei triste?- domandò Kevin, riportandola alla realtà. -Non sono triste, piccolo mio.- rispose lei, carezzandogli i capelli e sedendosi sul letto accanto a lui e Josh. La stanza si riempì di un dolce silenzio. Non era un silenzio angosciante o un semplice non sapere cosa dire. Era un silenzio che dava sollievo. Sì, c'era silenzio perché erano al posto giusto nel momento giusto. Non c'era bisogno alcuno di parole. Bastavano i loro cuori. Kevin sorrise e schioccò un bacino sulla guancia della cantante. Hayley arrossì: non se l'aspettava. -Hayls, sei diventata dello stesso colore dei tuoi capelli.- le fece notare Josh. Per tutta risposta la rossa scoppiò a ridere e li abbracciò entrambi. La porta si aprì, improvvisamente. -Che tenero quadretto familiare.- scherzò Erica, entrando. -Sembrate proprio una tenera coppietta con un bambino.- li prese in giro Federica. -Ma noi siamo una tenera coppietta con un bambino.- ribatté Josh. -Tenera? Sapete, siete diventati ufficialmente la causa della dolcezza di Oliver.- spiegò la sorellastra di Hayley. -Oliver? Dolcezza?- si stupì la cantante. -Già. E' diventato sdolcinatissimo. Roba da vomitare unicorni rosa ricoperti da zucchero che cavalcano liberi tra gli arcobaleni.- rispose Federica. Hayley e Josh si guardarono con aria complice. -A proposito di Oliver, perché Kevin indossa una felpa di Nicholls?- domandò l'italiana. -Me l'ha data lui.- rispose il bimbo. -Perché mi piaceva e me la continuavo a mettere. Allora lui me l'ha regalata.- concluse. Tutti lo guardarono con estrema tenerezza. L'enorme felpa lo faceva sembrare ancora più piccino. -Bene, che facciamo?- esordì Erica. -Io propongo di guardare un film. E' da tanto che non passiamo del tempo tutti insieme.- disse Federica. Hayley sorrise. Decisero di guardare un cartone animato, in modo che anche Kevin potesse divertirsi. Una volta finito il film, si prepararono per andare a dormire. Kevin e Erica si addormentarono subito. -Io vado a dormire in camera mia. Max si starà preoccupando.- -Va bene.- acconsentì Hayley. Josh la baciò con trasporto. -Buonanotte amore. Ti amo.- -Anche io.-. L'inglese la baciò un'ultima volta prima di uscire dalla stanza. La cantante rimase a fissare la porta chiusa, poi si sedette sul letto, sospirando. Si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi, pensando che la cosa più bella che possedeva era la sua famiglia. Perché ora loro erano una vera famiglia. E lei lo sapeva. Josh era nella sua testa ormai. E nel suo cuore.

Angolo dell'Autrice

Pubblico ora dopo averlo appena finito di scrivere (sì, all'una di notte). Che dire... Forse è un po' troppo introspettivo, non lo so. Non ci sono cambi di scena stavolta, ho voluto fare qualcosa di un po' diverso dal solito. Kevin è tipo... L'amore! E' il personaggio più puccioso che potessi creare. Gli voglio bene, anche se non è reale. Ma vorrei lo fosse, ahahah. Poi ci sono Josh e Hayley e Erica e Federica, ma su di loro ho già speso fiumi e fiumi di discorsi, quindi lascio la parola a voi.
La canzone è "Look After You" dei The Fray (finalmente qualcosa che c'entra con il capitolo) ed è magnifica. Davvero, qualcosa di superbo, vi consiglio caldamente di ascoltarla. 
Un ringraziamento va a Laylaparamour, Lost The Battle e Layla per le recensioni e a Pretty Snow White che mi segue.
Il capitolo è dedicato a _BastardSoul (mica nomino Nicholls a caso io!). Ti voglio bene.
Okay, vi saluto. Alla prossima :) 

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Capitolo 36
*** 35.Black Lungs & Dollar Signs ***


 
CAPITOLO 35
 
Her Bright Skies-Black Lungs & Dollar Signs

you're dead ten years from now
but so am I

 
 
Federica si svegliò di soprassalto. Guardò l’ora: le sette. Si passò una mano sul volto. Prese il cellulare e vide che le era arrivato un messaggio. Roger le aveva scritto. “Han vuole il carico subito e vuole anche te. Devi andartene immediatamente da lì.”. La diciassettenne sospirò. Guardò Erica e Kevin. No, non poteva farlo di nuovo. Non poteva rovinare tutto. Non proprio quando Hayley era riuscita a ritrovare un po’ di serenità. Si scoprì a piangere. Si coprì il volto con il cuscino e soffocò con esso i singhiozzi. Improvvisamente, una mano le accarezzò la schiena. Si voltò, trovando Erica che la guardava, preoccupatissima. –Fede, che succede?- le domandò. –Io… Oh, non voglio mentirti! Han mi sta venendo a prendere. Devo andarmene, Erica. E subito.- rispose l’italiana. –Se ne parlassimo con Hayls?- propose l’amica. –No! Io.. La ucciderei, Erica!-. Le due ragazze si guardarono negli occhi. Alla fine la statunitense cedette. –E va bene! Stavolta, però, non ti farò da palo. Scordatelo! Sono stufa di vederti scappare. Non è corretto nei tuoi confronti. Devi avere rispetto di te stessa, accidenti!- si innervosì. –Mi dispiace. Io so fare solo questo, Erica: rovinare le vite.- affermò Federica, mesta. –Non è vero! Tu credi sia così e ti sbagli. La mia vita non l’hai rovinata, anzi! E di sicuro nemmeno quella di Hayley o di Taylor o di Paul o di chiunque cazzo di persona ti venga in mente!- si infuriò Erica. L’italiana sospirò. Forse l’amica aveva ragione. Forse doveva semplicemente smettere di scappare. Ma aveva troppa paura. Si vestì velocemente sotto lo sguardo triste e deluso di Erica e fece per uscire. –Hai dimenticato questa.- la richiamò la statunitense, porgendole la pistola. L’italiana la prese senza dire una parola, poi scese le scale e arrivò alla hall dell’albergo, dove incontrò le ultime persone che avrebbe voluto trovarsi davanti: Hu Tai e Salvatore Maggi. “Merda!” imprecò tra sé e sé. I due sgherri di Han la videro e le corsero incontro. Non le stava piacendo la piega che stava prendendo la situazione. Iniziò a correre verso la sala da pranzo. –Signorina, la colazione verrà servita solo tra un’ora.- affermò un cameriere, ma la ragazza lo ignorò e proseguì verso le cucine, inseguita dai due scagnozzi di Han. Certo, poteva sparare, ma era consapevole del fatto che avrebbero chiamato di sicuro i carabinieri e lei non si sarebbe mai voluta trovare di fronte a Cardi. Travolse letteralmente i cuochi e arrivò alla porta che dava sul retro. Si ritrovò per strada. Sapeva di non aver seminato per nulla Tai e Maggi. Ricominciò a correre, rischiando di essere investita da un’auto. I due uomini le erano sempre dietro. Continuò a correre, ma più accelerava più sentiva le forze svanire.
 
Erica aveva visto tutto dalla finestra. Non poteva starsene con le mani in mano. Non poteva, di nuovo, ignorare quello che stava succedendo. Guardò Hayley mentre dormiva. No, non l’avrebbe svegliata. Si vestì e scese giù per le scale, uscendo dall’albergo. Doveva trovare Federica prima che la prendessero quei tipacci. Purtroppo si rese ben presto conto di non riuscire ad orientarsi per Verona. Telefonò immediatamente a Nico. –Dai, rispondi!!- supplicò a voce alta. –Pronto?- rispose una voce piuttosto assonnata. –Nico, Paul, dovete sbrigarvi a venire qui, due tipacci stanno inseguendo Federica, aiuto!-. Non era sicura che avessero ben capito, tuttavia non poteva far nient’altro che sperare in bene. Aguzzò la vista, sperando di poter  vedere l’amica e, magari, aiutarla.
 
Federica si era arrampicata su un tetto. Non sapeva né come, né perché e, soprattutto, non era per nulla sicura di aver preso una buona decisione. –Brutta troietta, scendi o spariamo!- la minacciò Maggi. La ragazza deglutì. No, non aveva per niente preso la decisione giusta. Si guardò intorno, aspettando che le sparassero. Il primo colpo partì dalla pistola di Tai, ma non la colpì. Federica continuò a correre lungo il tetto. Non poteva fare nient’altro che sperare che andasse tutto bene. I due uomini avevano trovato il modo di arrivare anche loro sul tetto. Erano sempre più vicini. Federica si sentì in trappola. Decise di iniziare a sparare, ma si accorse ben presto di come il trasferimento a Franklin avesse condizionato la sua abilità nel maneggiare un’arma: non si sentiva sicura e non riusciva a mirare bene. Si guardò intorno, consapevole di essere in trappola.
 
-E’ lassù, su quel cazzo di tetto! E Tai e Maggi la stanno raggiungendo! Cazzo, cazzo, cazzo!- esclamò Emma. –Chi sarebbero quei due?- domandò Paul. –Gente di merda. Emma, mi devi aiutare. Dobbiamo sparare, in modo che lei possa scappare.- disse Nico. Erica e Paul si guardarono confusi. –Certo! E dove spariamo? C’è tutta quella gente che li guarda.- si agitò Emma, indicando la folla che guardava inebetita la scena. –Ci appostiamo e spariamo. L’abbiamo già fatto varie volte. E’ l’unico modo!-. La ragazza deglutì, pensando che, forse, aveva fatto male a non combattere per rimanere a Verona: in fin dei conti, la sua vera famiglia erano i Metalcore. Doveva riuscire a salvare Federica. Corse con Nico verso un muretto; iniziarono a sparare entrambi.
 
-Che cosa diamine sta succedendo?- si soprese Maggi. –E’ quel russo di merda! Siamo nei casini, dobbiamo filarcela!- esclamò Tai. –Ma Han ci ammazza!- -Ci ammazza prima cardi, guarda là!- affermò l’asiatico, indicando una volante dei carabinieri. I due uomini scesero immediatamente dal tetto, lasciando Federica da sola. La ragazzina si accorse della presenza di Cardi e provò a nascondersi il più possibile.
 
-Che sta succedendo? Dov’è la ragazza? Dov’è Federica?- esclamò il capitano dei carabinieri. –Forse è scappata.- ragionò Oll. –Senta, io l’ho portata con me solo perché conosce bene la ragazza, non per fare inutili supposizioni.- sbottò il carabiniere. –Le ricordo che io non sono un suo sottoposto, Cardi.- ribatté il federale.
 
Federica si sentiva caduta dalla padella nella brace. Se Cardi l’avesse vista l’avrebbe arrestata subito. Doveva trovare il modo di scendere da quel tetto senza essere vista. Si mosse verso una scala che aveva scorto, quando una fitta lancinante al braccio la costrinse a fermarsi: la ferita alla spalla si era riaperta. “Merda!” imprecò tra sé e sé. Maggi e Tai l’avevano colpita. Strinse i denti e riuscì a strisciare verso la scala. Fece per iniziare a scendere, quando si trovò davanti Nico ed Emma. –Amore, ti aiutiamo noi! Sei ferita?- -Non è nulla, davvero.- si schernì la diciassettenne. –Ti porteremo da Roger, lì sarai al sicuro.- spiegò l’amica. Scesero dal tetto e si ritrovarono in un vicolo. –Fede!- esclamò Erica, gettandosi al collo dell’italiana. –Tu sei ferita.- osservò Paul. –E’ solo la spalla, non è niente.- provò a minimizzare Federica. –Appena arriveremo da Rog ti medicheremo per bene.- affermò Nico. Erica e Paul si guardarono, sbigottiti. –Da Roger? Ma… Non torna in albergo?- domandò la sorella di Hayley. –Non è al sicuro lì. Mi dispiace.- spiegò Emma. –Questo vuol dire che non tornerai per tutto il giorno? Come lo spiego a mia sorella?- -Non lo so. Dille la verità, sono stufa di raccontarle bugie.- rispose Federica. Erica annuì, poco convinta, mentre guardava Nico ed Emma portare via Federica lontano da quel vicolo e, soprattutto, lontano da lei.
 
Federica camminava, sorretta da Nico e Emma. L’importante è essere vivi dicevano. E allora perché si sentiva così morta dentro? 

Angolo dell'Autrice

Si ritorna ai capitoli cupi, tristi e cattivi. E il tutto all'improvviso, yeee. Scusatemi, ma ne avevo bisogno. 
Qui ci sono pochi Paramore e tanti casini. Che ve ne pare?
La canzone è "Black Lungs & Dollar Signs" degli Her Bright Skies. 
Ringrazio Layla, Lost The Battle, Layla Paramour e Pretty Snow White per le recensioni, bellissime e graditissime :)
Alla prossima :)

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Capitolo 37
*** 36.Tears On The Runway Pt 2 ***


CAPITOLO 36

Issues-Tears On The Runaway pt 2 (feat. Nylo)

You think you're running away 
And you're leaving all your troubles behind 
But I'm not going with you this time 
I don't wanna try to pretend I'm somebody else 

Hayley si svegliò. Si stiracchiò per bene e si stropicciò gli occhi, sbadigliando. Quello sarebbe stato l'ultimo giorno del Warped In Arena e lei non vedeva l'ora di tornarsene a casa, lontano dai guai. Si alzò dal letto e andò in bagno a cambiarsi, vestendosi semplicemente con un paio di jeans e la sua vecchia maglietta dei Ramones. Si guardò allo specchio: si sentiva una ragazzina e quella sensazione le provocò un senso di vuoto. Stava per adottare un bambino e una ragazza di quasi diciotto anni e non poteva ancora crederci. Ebbe un piccolo mancamento e si appoggiò al lavandino. SI sciacquò la faccia con dell'acqua fredda e si pettinò i capelli. Si mise un po' di matita e si guardò il simbolo dei Paramore tatuato sul polso. Si sentì assolutamente fuori posto. O meglio, le sembrava che qualcosa non andasse. Eppure non riusciva a capire cosa. Si sedette sul bordo della vasca da bagno, ripensando alla sua infanzia. Le mancava terribilmente Meridian. In fin dei conti era pur sempre la sua città natale. -Mamma, devo fare la pipì.- la riportò alla realtà Kevin. Hayley uscì dal bagno e sorrise al piccolo. -Dormito bene?- domandò. Il bambino annuì, scappando in bagno. La rossa decise di andare a svegliare sua sorella e Federica. Si avvicinò ai rispettivi letti, ma notò immediatamente che Federica non c'era e che Erica non stava dormendo. -Che succede?- domandò, sentendo puzza di guai. -Nulla. Ci siamo svegliate presto e lei ha deciso di farsi un giro.- mentì la sorella. La cantante la fissò negli occhi. -E' la verità?- chiese. -Sì. Perché dovrei mentirti?- -Non lo so. Ma faccio davvero fatica a crederti.- continuò Hayley. Lo sguardo della sorellastra stava trapanando il cervello della povera Erica. Era tentata di dirle la verità. Lei avrebbe voluto raccontarle come stavano veramente le cose. Stava per cedere.

Se ne parlassimo con Hayls?- propose l’amica. –No! Io.. La ucciderei, Erica!-.Le parole di Federica le permisero di resistere. -Hayley, è la verità! Accidenti, non vuoi credere a tua sorella?- si innervosì. -Okay, scusa.- si scusò la cantante. Erica si sentì in colpa vedendola così. “Sono io a doverti chiedere scusa. Ti sto mentendo e sto mettendo a repentaglio la vita di tutti così.”. Improvvisamente Kevin entrò, mogio. -Che succede piccolo?- gli domandò la cantante. Erica comprese che il bambino doveva aver sentito la conversazione tra lei e Federica e gli fece cenno di tacere. Il piccolo la guardò stranito. Hayley si voltò di scatto. -Che sta succedendo?- -Nulla Hayls. Che dovrebbe succedere?- mentì la sorellastra. -Sei un po' strana stamattina.- osservò la cantante. -Sono solo eccitata perché è l'ultimo giorno.- rispose la diciottenne. “Che potrò vedere Federica.” soggiunse nella sua mente. -Sarà. Beh, andiamo a fare colazione.- disse Hayley, non troppo convinta. Arrivarono in sala da pranzo e si sedettero con Josh e Oliver. -Vado a prendermi del latte con i cereali. Kev, ne vuoi un po'?- domandò. Il bambino annuì e la cantante si diresse al buffet. -Cos'ha il soldo di cacio?- chiese Oliver, notando che Kevin appariva molto triste. -Ecco... Non penso sia successo nulla che... Sai, il caldo e ha dormito male e...- -Federica se n'è andata via.- asserì il bambino. Oliver e Josh strabuzzarono gli occhi e fissarono Erica, la quale accennò un mezzo sorriso di vergogna e lanciò un'occhiataccia al piccolo. -Hayley lo sa, almeno?- chiese Josh, arrabbiato. -Non proprio.- rispose la ragazzina. -Devo dirglielo.- -No! Ti prego! Non capisci, lei se n'è dovuta andare. E' complicato... La vogliono, Josh. La vogliono indietro.- spiegò Erica. -Chi la vuole? Chi?- -Un certo Han. Non... Oh, è difficile da spiegare. Anche Hayley ti ha nascosto delle cose questa settimana.- -Non cambiare discorso!- sbottò l'inglese. -Ragazzi, non per interrompervi, ma Hayley sta tornando e forse è meglio che riprendiate questo discorso più tardi, se proprio non volete affrontarlo ora.- dichiarò Oliver. -Non... Oh, e va bene.- si arrese Josh. -Allora, Erica ti ho fatto un toast.- affermò la cantante, posando il cibo sul tavolo. -Beh, che sono quelle facce?- chiese, notando il nervosismo di Josh e la stranezza di Erica. -Non è nulla amore. Solo, odio quando le persone non provano a rimediare ai propri errori.- rispose il cantante degli You Me At Six. Erica lo guardò male. -A cosa ti riferisci?- -Mi riferisco a E...- -A una telefonata che ha appena ricevuto. Sì, da Elissa.- lo anticipò Oliver. Josh mimò un “Ma che diamine fai?” con le labbra. -Tua sorella? Che succede?- si incuriosì la rossa. -Mia sorella non c'...- -Non c'entrava nulla con un litigio tra due suoi amici e l'hanno tirata in mezzo. E ora questo tipo pretende le scuse da lei.- continuò Erica. -Che bastardo. Mi dispiace Josh.- affermò la cantante. L'inglese incenerì Erica e Oliver con lo sguardo. -Non ho parole.- mormorò. -Nemmeno io. Insomma, come si fa a trattare così una persona come Elissa?- si chiese Hayley. -No, io... Non intendevo proprio quello.- specificò Il cantante. -Sentite, penso di andare a fare un giro in giardino. CI vediamo dopo.- affermò. -Josh, aspetta! Ma cosa succede?- si preoccupò Hayley. -Niente. Chiedilo a tua sorella.-. La rossa si voltò. -Erica, mi devi dire qualcosa?-. La ragazzina guardò per terra, non riuscendo a reggere lo sguardo della sorellastra. -No. Non ho nulla da dirti.- rispose poi, scuotendo il capo. -Rispondimi! E non mentirmi!- urlò l'altra. Kevin si alzò improvvisamente dalla sedia e corse via, verso la hall, sotto lo sguardo imperterrito di tutti i presenti. Hayley lo rincorse. -Spero tu sia contenta del casino che avete combinato.- rimproverò Josh. -Tu non sai niente di lei. E nemmeno io.- asserì Erica. L'inglese la guardò. -Scusa, non volevo ferirti. E' solo che... Non ho mai mentito a mia sorella così.-.

-Kevin, che succede?- domandò Hayley al piccolo, che singhiozzava seduto su una poltroncina. -Hayls, serve una mano?-. La cantante si voltò: Kat l'aveva seguita. -Sì. Non riesco a capirci più niente.- ammise la rossa. Le due si sedettero accanto al bambino, che le guardò spaventato. A Hayley sembrò, di colpo, molto più piccolo dei suoi undici anni. -Federica non torna più.- riuscì a dire, tra i singhiozzi. -Lei se ne va via. Delle persone cattive la inseguivano stamattina. Non tornerà mai più.-. Hayley strinse il piccolo, poi abbracciò Kat, disperata. Erica sopraggiunse, trovando tutti in lacrime. -Scusa. Io... Lei rischia la vita. E anche noi.- spiegò. -Non mi interessa. Dovevi dirmelo! Devi smettere di coprirla, lo capisci? Sono molto delusa da te e da Oliver, dato che avete impedito a Josh di dirmi la verità!- urlò la rossa, tra le lacrime, per poi scappare via, sotto lo sguardo carico di vergogna di Erica.

Angolo dell'Autrice

Metto il capitolo oggi perché sabato non ci sono. 
Allora, povera Erica, povero Kevin e, soprattutto, povera Hayley, costretta sempre a subire i casini creati da Federica. 
La canzone è "Tears On The Runway pt 2 (feat Nylo)" degli Issues. 
Grazie a Laylaparamour, Layla, Lost The Battle e Pretty Sbow White per le recensioni.
Alla prossima :)

 

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Capitolo 38
*** 37.Promised Ones ***


Blessthefall-Promised Ones

There will be blood
There will be blood
On our hands

CAPITOLO 37

Hayley era corsa fuori dall'albergo. Doveva ritrovarla. Doveva riuscire a riprendersela. Correva a perdifiato per la città. La temperatura era rovente e non c'era il minimo alito di vento. -Hayls, aspetta!-. La rossa si voltò. -Erica, che cazzo vuoi?- sbraitò. -Non... Tu non puoi fare nulla. E poi non sai nemmeno dove si trova.- rispose la sorella. -E allora portami da lei.- asserì la cantante. -Io non posso.- ribatté Erica. -E io non posso aspettare. Erica, tu non capisci!- esclamò Hayley. Erica abbassò lo sguardo. -E va bene. E' da Roger- Non so benissimo dove sia casa sua, però.- -Lo so io. Muoviamoci.-.

-Nico smettila, mi fai solo più male!- esclamò Federica. -Ma devo medicarti!- ribatté il ragazzo. -Non mi interessa, mi stai facendo male!- si lamentò lei. -Smettila di frignare. Se non ti medichiamo ti farà infezione.- dichiarò Emma. Federica sospirò e chiuse gli occhi. -Non è solo la ferita che ti fa male, vero?- domandò Nico. La diciassettenne sentì le lacrime bagnarle le guance. -Vi lascio soli.- affermò Emma, lasciando la stanza. Nico e Federica si guardarono negli occhi. -Non posso lasciarla così. Eppure non posso tornare a casa. Non posso, maledizione! Han farà fuori Ana.- spiegò la ragazza. -troveremo una soluzione, te lo prometto.- la rassicurò il russo. Federica annuì, poco convinta, alzandosi dal divano su cui era seduta. -Dove vai?- le chiese il suo ragazzo. -A bere qualcosa fuori da questo appartamento del cazzo!- rispose lei in malo modo. -Ascoltami, io...- -Tu non puoi fare niente! Nessuno può fare qualcosa. Nessuno può salvarmi da questo destino. E allora è meglio che io viva da dannata. Non posso fingere di non esserlo, Nico.-. Il ragazzo la guardò uscire dall'appartamento, senza riuscire a replicare nulla. -Dov'è Federica?- chiese Emma, sopraggiungendo. -Lei... Oh, lo sai come è fatta.- mormorò il ragazzo. -Nico, l'hai lasciata andare via?- domandò la ragazza. -Potrebbe essere.- rispose il russo, evasivo. -Nico, non... Oh, andate al diavolo tutti e due!- si infuriò l'amica. -Scusa. Ti ho coinvolta in questo casino. E, tra l'altro, è meglio che me ne vada prima che torni Roger. Sai, non penso di stargli proprio simpatico.- disse, aprendo la porta. -No, senti... Scusami, tu. E' solo che dovrei tornare a casa. E con questo intendo che devo ritornare a Roma.- confessò la ragazza. Nico fece una smorfia. -Capisco. Capisco perfettamente.- asserì, lapidario.

Federica camminava per la strada, tranquillamente. Entrò in un bar. -Ciao.- salutò il barista. -Vorrei una birra.- -Ma sono solo le dieci di mattina!- ribatté l'uomo. -Non me ne frega.- affermò lei. -Beh, quanti anni hai? Te la posso dare solo se hai diciotto anni.-. Federica sospirò. -Allora le risparmio la fatica. Arrivederci.- disse, uscendo dal bar. C'era caldo. Tantissimo caldo. -Fanculo!- imprecò, dando un calcio a una lattina di aranciata per terra. Si guardò intorno. Era in una delle zone più brutte della città. Si sedette per terra, sul marciapiede. Alzò gli occhi al cielo. Non c'erano nuvole e il sole era molto forte. SI sentiva osservata. Maledettamente osservata. Vide due ragazzi venirle incontro. Erano entrambi abbastanza alti; uno dei due indossava jeans strappati e una canottiera nera, l'altro, invece, era vestito con una maglietta da calcio e dei pantaloncini corti. Federica non riusciva a riconoscerli, ma era quasi del tutto certa delle loro intenzioni. Si alzò in piedi e iniziò a correre. I due ragazzi iniziarono a inseguirla. La ragazza si voltò e notò che l'avevano praticamente raggiunta. -Dove scappi, troia?- gridò uno dei due. La diciassettenne ignorò l'insulto e continuò a correre. Si infilò in un vicolo, trovandosi, però, senza via di scampo. Notò un cassonetto dell'immondizia e ci saltò sopra, arrampicandosi su un muretto. Si girò. I due le erano praticamente addosso. “Non volevo arrivare a tanto.” rifletté tra sé e sé, estraendo la pistola dalla fondina e puntandola contro i suoi due aggressori. -Che cazzo volete da me?- sbraitò. -Pestarti per bene.- rispose quello vestito con i jeans strappati. Solo allora Federica vide il tatuaggio a forma di aquila sul collo. -Ma che vi ho fatto?- chiese la ragazza. -Andiamo, ho visto la tua reazione quando ti sei accorta del tatuaggio. Lo sai benissimo cosa hai fatto.-. La diciassettenne si morse il labbro, scuotendo la testa. -Non avvicinatevi o vi imbottisco di piombo.- minacciò. -Oh, andiamo, non lo faresti mai.- la provocò il ragazzo con i pantaloncini. Federica si sentì gocciolante di sudore, e non per il caldo. Si passò una mano sulla faccia, per asciugarsela. -Chi te lo dice, stronzo?- replicò. -Ti conosciamo fin troppo bene. Tu non faresti del male a una mosca. Ti conosciamo troppo bene.- la sfidò l'altro ragazzo. Federica iniziò a tremare: come facevano a conoscerla?

-Vado io!- esclamò Nico, sentendo il campanello suonare e sperando con tutto il cuore che fosse Federica. Quando aprì la porta, però, si ritrovò davanti Hayley e Erica. -Oh, ehm.. Sì?- balbettò. -Dov'è lei?- domandò la cantante. -Lei chi?- ribatté ingenuamente il russo. -Nico, non rompere. Dove si trova Federica?- insistette la rossa. -Come faccio a saperlo?- fece lui. Per tutta risposta, Hayley lo prese dal colletto della maglietta, schiacciandolo contro il muro. Erica si nascose dietro alla porta. -Rispondimi!- urlò Hayley. -Ascolta io... Vorrei poterlo fare. Credimi. Purtroppo non lo so nemmeno io dove si trova.- spiegò il russo. La cantante crollò a terra e scoppiò a piangere, disperata. -Spero siate contenti tu e i tuoi amici!- gridò tra le lacrime. Nico la fece accomodare sul divano, tra gli sguardi increduli di Erica ed Emma. La ragazza le portò un bicchiere d'acqua. -Hayley, ti spiegheremo tutto, te lo prometto. Ma ora devi tranquillizzarti. E' solo uscita a fare una passeggiata, tornerà presto.-.

-Mi è venuta un'idea: perché non regoliamo i conti all'Hell? Facciamo una bella sfida e, se vinci, ti lasciamo in pace.- propose il ragazzo con i jeans strappati. -Ho una pistola in mano, non siete in grado di proporre nulla. E poi, sinceramente, non ho ancora capito che cosa vi ho fatto!- esclamò Federica. -Il nome Kle non ti dice nulla?- domandò il ragazzo. La diciassettenne sentì una fitta al petto. -Io non... Non sono io la responsabile.- si difese. -Ah, no? E allora perché eri vicino al suo corpo quando la ritrovammo morta?-. Federica abbassò lo sguardo. -E va bene, vada per la sfida.-.

Nico sentì il cellulare vibrare. Lo prese e lesse sul display il nome di Jo, un suo vecchio compagno di banda. -Ehi, Jo, qual buon vento! Che succede?- -Amico, ho sentito che sei tornato in Italia. Beh, volevo solo farti sapere che sono all'Hell e che tra poco qui ci sarà una sfida all'ultimo sangue.- rispose l'amico. -Oh, beh, non mi interessano più quelle cose. - affermò il russo. -Nemmeno se si tratta della tua ragazza?-. Nico trasalì. -C-cosa?- -Hai sentito bene. Federica si sfida con due membri delle Aquile. Ti tengo il posto migliore, amico!- esclamò Jo. -Prendine quattro! Arrivo subito!- esclamò il ragazzo, attaccando. -Dobbiamo muoverci.- disse, facendo alzare Hayley. -Dove andiamo?- chiese Erica. -A prendere Federica.-.



Angolo dell'Autrice

Ieri sono andata a vedere i Mars e sono felicissima! È stata una serata fantastica e hanno suonato le mie canzoni preferite (a Kings And Queens stavo per piangere). Auguro a tutti un'esperienza del genere, unica e irripetibile!

Allora, che ne dite del capitolo? Lo so, il finale è un po' così, ma il seguito sarà nel prossimo.
Grazie a Layla, Lost The Battle e LaylaParamour per le recensioni :)
La canzone è "Promised Ones" dei Blessthefall.
Alla prossima :) 

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Capitolo 39
*** 38.The Wretched ***


Attack Attack!-The Wretched

I need you now when nothing's making sense

This time is not my perspective
There's something wrong with me
I can't seem to agree


CAPITOLO 38

Il locale era buio e pieno di gente poco raccomandabile. Federica si guardò intorno, spaventata: l'ultima volta che aveva messo piede lì dentro era stata qualche giorno prima del suo viaggio per Franklin ed era finita in tragedia: Kle Joko, una ragazza di colore della banda delle Aquile, era stata barbaramente uccisa. Non era mai stata scoperta l'identità dell'assassino, ma Federica si era trovata incastrata: l'avevano accusata dell'omicidio, avendola trovata accanto al corpo esanime della ragazza. -Posso almeno sapere come vi chiamate? O devo scoprirlo da sola?- disse ai suoi due aggressori. -Penso che lo scoprirai con calma, stronza. Mi batterò io contro di te.- rispose il ragazzo dai jeans strappati. Federica rimase infastidita da quel trattamento. Non capiva come era riuscita a ficcarsi in quella situazione. -Dovreste andare a cambiarvi per la sfida.- dichiarò il gestore del locale, porgendo loro dei vestiti adatti. Federica li prese senza dire una parola e andò a cambiarsi in bagno. “Bah, che cesso di merda.” osservò tra sé e sé. Il bagno cadeva, effettivamente, a pezzi ed era sporchissimo. Indossò i vestiti che le aveva dato il gestore dell'Hell e si mise davanti allo specchio. Improvvisamente, qualcuno l'abbracciò da dietro, posandole un bacio sulla nuca. Federica si voltò, trovandosi davanti a lei Hayley. -Hayls...- mormorò. -Perché? Perché mi fai questo?- si disperò la cantante. -Perché non posso fare altro.- rispose la ragazzina, trattenendo le lacrime. -Se tu mi volessi bene davvero torneresti in albergo ora con me!- dichiarò la rossa. L'italiana abbassò lo sguardo, stringendo i pugni, poi spinse lontano da sé Hayley. -Non provare a dirlo mai più.- si infuriò, scandendo bene le parole. La cantante non l'aveva mai vista così. -Io voglio solo che tu stia bene.- affermò la statunitense. -Non è possibile. Non è previsto nella mia vita. E ora lasciami andare a fare quello che devo fare.- -Cosa devi fare? Farti uccidere?- la provocò Hayley. Federica si fermò, fissando il muro. Si voltò, lentamente, verso l'americana. -Tu non puoi capire.- affermò la diciassettenne, dura, uscendo dal bagno. Hayley rimase immobile, in lacrime. Dopo un tempo che le parve interminabile riuscì finalmente a trovare la forza per uscire. Provò a raggiungere Federica, ma Nico la bloccò. -Da che parte stai?- -Dalla tua. Ma se la vuoi vedere morta, beh, allora fermala pure.- asserì il ragazzo. -E va bene. Tra quanto inizia questa sfida?- domandò, nervosa. -Tra poco. Nel frattempo, sediamoci. Jo ci ha tenuto i posti.- disse Emma.

-Signore e signori, benvenuti a una nuova sfida! Era da tempo che non se ne faceva una al di fuori dei Tornei. Diamo il benvenuto ai nostri sfidanti: Federica, dei Metalcore e Stefano Torri, delle Aquile. Ricordiamo che Federica è reduce da una vittoria ai Tornei, mentre Torri se la cava bene con le arti marziali miste.- introdusse la sfida il gestore del locale. -Le regole le conoscete tutti. Quindi... Siete pronti?- domandò ai due sfidanti, che annuirono senza parlare. -E allora... Via!-. Stefano corse verso Federica che non riuscì a evitare un potentissimo calcio alla vita.

-Ehi!- protestò Hayley, ma Nico la zittì. -Non siamo ai Tornei. Lì ci sono delle regole da rispettare. Qui no.- spiegò il ragazzo. -In che senso?- chiese la cantante. -Nel senso che qui l'unica vera regola è sopravvivere. Se sopravvivi vinci. Sennò hai perso.- rispose Emma. Hayley si sentì mancare.

Federica si era rialzata a fatica. Il calcio era stato davvero forte. Schivò all'ultimo un pugno, ma non riuscì a difendersi quando Torri le sferrò un micidiale colpo al petto. La ragazzina si trovò per terra, piegata in due dal dolore. Stefano la prese per i capelli. -Fa male, eh, troia?- sputò. Federica non rispose e si vide scaraventata a terra. -Prendi questo, merda!- urlò il ragazzo, tirandole un calcio al costato. La diciassettenne vide letteralmente le stelle. Doveva riuscire a reagire, o sarebbe finita male.

-Ti prego, devo aiutarla!- provò a divincolarsi Hayley. Nico la attirò a sé, bloccandola. -Se la caverà, vedrai. Te lo prometto.- provò a rassicurarla. -Come puoi promettermelo tu?- si disperò la rossa. -Io... Non lo so. So solo che se la caverà. Se l'è sempre cavata, ce la farà anche questa volta. Ma tu devi stare calma.-. Hayley fissò il ragazzo, a metà tra lo spaventato e il basito. Posò lo sguardo su Erica: sua sorella era seduta per terra e teneva la testa tra le mani, nascondendo le lacrime. La rossa si liberò dalla stretta di Nico e la raggiunse, sedendosi accanto a lei. -Erica, non...- -E' solo colpa mia! Sono una deficiente!- si disperò la diciottenne. Hayley l'abbracciò e la baciò. -Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Doveva andare così e basta.- provò a consolarla. La sorellastra annuì, poco convinta. -Vorrei solo poter fare qualcosa.- mormorò.

Federica riuscì a schivare un calcio alla faccia, rotolando sul pavimento. Si rialzò, ma dovette portarsi una mano sul fianco: il costato le faceva troppo male. Schivò un pugno e provò a contrattaccare, ma riuscì solamente a calciare debolmente la gamba di Stefano. -Muoviti Ste! Finisci quella puttana!- lo incitò il suo amico. Federica sputò sangue e si lanciò con tutte le forze contro il suo avversario, riuscendo a colpirlo al petto. Torri cadde e la guardò con aria di sfida. Federica ne approfittò per prendere un po' di fiato. -Ste, cazzo! Fallo per Kle!- gridò il ragazzo con i pantaloncini. -Per Kle. Lo farò per Kle!- urlò Torri, stringendo i pugni e scaraventandosi nuovamente verso la ragazzina, atterrandola e mettendosi sopra di lei. Iniziò a sferrarle una serie di pugni.

-Ora basta, ti prego!- si disperò Hayley, in lacrime. Nico ed Emma guardavano la scena, impietriti. Il ragazzo avrebbe voluto urlare, ma dalla bocca non gli uscì nessun suono. Improvvisamente, Erica si alzò in piedi e si diresse verso il ragazzo con i pantaloncini. Lo guardò e si lanciò contro di lui, atterrandolo. -Adesso la smetterai di incitare il tuo compare, schifoso!- esclamò, tirandogli un calcio che gli mozzò il fiato.

Torri e Federica avevano assistito a tutta la scena. -E' tua amica quella?- domandò il ragazzo. -Sì. Perché, hai problemi?- ribatté la ragazza. -Sì: te!- esclamò lui, scaraventandosi nuovamente sulla ragazza che, però, gli fece lo sgambetto. Stefano cadde rovinosamente a terra e la diciassettenne ne approfittò per tirargli un calcio in faccia. -Si può sapere chi cazzo sei? Io non ho fatto nulla a Kle, pezzo di merda!- esclamò. -Tu l'hai uccisa! Io ero il suo ragazzo!- rispose lui. -No! Io non le ho fato nulla! Devi credermi, maledizione! Te lo giuro!- si disperò Federica. Torri la guardò, sorpreso. -Ti hanno trovata vicina al suo corpo!- -Mi hanno incastrata, imbecille!- si difese lei. Torri scoppiò a piangere, accasciandosi a terra. Federica lo abbracciò, in lacrime.

-Fammi andare da lei, ti prego!- supplicò Hayley. Nico la lasciò andare. La cantante si gettò letteralmente su Federica, stringendola. La ragazzina la guardò negli occhi, poi si abbandonò a quella stretta, consapevole che, probabilmente, sarebbe stato una delle ultime volte che avrebbe ricevuto un abbraccio da Hayley Williams.

Angolo dell'Autrice

Aspetto tanti pomodori in faccia! Anche perché non posso aggiornare la prossima settimana e così vi lascio in sospeso. 
Anyway, che ve ne pare? Vi piace? Federica se le stava prendendo di brutto. Hayley, invece, vorrebbe salvarla. 
Ringrazio Layla, Lost The Battle, LaylaParamour e Pretty Snow White per le recensioni.
La canzone è "The Wretched" degli Attack Attack! Penso esprima al meglio ciò che prova Federica e il suo sentirsi un errore, cosa che mi rispecchia moltissimo. Federica vorrebbe restare con Hayley, ma non vuole farle male.
Alla prossima :) 

 

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Capitolo 40
*** 39.No Scared ***


One Ok Rock-No Scared

No,no,that's all, I'll be all right 
No,no,that's why you take me back 
No,no,that's the price I must pay? 
I've got leave you nothing to take anymore
 

CAPITOLO 39

-Scusate, ma queste sono... Sirene dei carabinieri!- esclamò Jo. -Cardi.- affermò Federica, liberandosi della stretta di Hayley. La diciassettenne iniziò a correre, nonostante gli acciacchi, verso la porta, quando questa si aprì. -Ma bene, bene. Uno scontro clandestino. E, ancora meglio, Hayley Williams e la sua bimbetta. Oll, ha visto? Io ho sempre ragione.- disse il capitano, rivolto al federale. Lo sguardo di Hayley e di Oll si incontrarono. -E ora, Federica, ti dichiaro in arresto.- affermò il carabiniere. La ragazza indietreggiò. -Sa cosa mi diverte, mio capitano? Che lei pensa sempre di avere l'ultima parola. E, invece, non ce l'ha mai.- dichiarò, con fare strafottente. -Federica, non azzardarti a fare cavolate. Ho una pistola e la posso anche usare.- asserì Cardi. Per tutta risposta, la diciassettenne saltò su un tavolo. -Che cosa fai? Avanti, scendi.- intimò Cardi. -Mi dispiace, ma sa, non sono un tipo obbediente.- ribatté la ragazzina, voltandosi verso Torri, il quale le lanciò una pistola. -E ora... Adios!- esclamò, sparando verso il carabiniere e iniziando a correre. -Sta cercando di scappare dal retro! Fermatela!- ordinò Cardi. -Muovetevi!- sbraitò l'uomo. Federica riuscì ad accedere a un terrazzo. Era consapevole che scappare dal retro fosse un'idea stupida. Sicuramente i carabinieri avevano circondato tutto il locale. Si nascose dietro la porta e guardò giù dal balcone. Era altino, ma non era impossibile saltare. “O lo fai o ti prendono e allora sì che saranno guai.” pensò tra sé e sé. Prese il respiro e saltò, atterrando, però, male. Si trattenne dall'urlare: aveva sbattuto il ginocchio a terra. Si rialzò a fatica e iniziò a correre, cercando di non farsi vedere dai carabinieri.

-Hayley, che sta succedendo?- domandò Oll. -Se lo sapessi, glielo direi volentieri.- rispose la cantante. -Le avevo chiesto di chiamarmi nel caso ci fossero problemi e lei mi aveva assicurato che lo avrebbe fatto. Invece c'è stato un furto al magazzino qualche giorno fa e hanno rubato della droga.- -E allora? Che c'entra Federica?- ribatté Hayley.

-Ragazzi, eccola lì!- esclamò un carabiniere. -Merda!- imprecò Federica, correndo. -Fermati o spariamo!- intimarono i carabinieri. La ragazzina continuò a correre, ignorandoli. Non voleva sparare e rischiare di creare ulteriori guai. Si voltò un attimo e vide che anche Cardi aveva iniziato a inseguirla.

-Per la miseria, perché non mi avete chiamato?- domandò Oll. -Io... Io avevo tirato fuori il cellulare. Io la stavo per chiamare. Io... Non ce l'ho fatta, va bene?- ammise Hayley. -Aspetta, tu stavi per tradirli?- le chiese Nico. -Ma non l'ho fatto.- affermò la rossa. Il russo sospirò. -Avete creato un gran bel casino. E non so come sarà possibile rimediare.-.

-In nome della legge, fermati!- gridò Cardi. Federica accelerò la sua corsa. Si accorse di essere arrivata praticamente in centro. Decise di rischiare e continuare la fuga per Via Mazzini. La grande quantità di gente presente per lo shopping avrebbe facilitato la sua fuga e rallentato i carabinieri.

-Capitano, se si infila in Via Mazzini sarà difficile continuare a seguirla.- dichiarò il brigadiere. -Ma noi ce la faremo. Io ce la farò. Sulla volante, presto.- asserì Cardi, salendo in macchina.

-Cazzo!- imprecò Federica, notando la volante che la inseguiva. Scese dal marciapiede con la pistola in mano e fermò un motorino. -Amico, te lo restituirò, te lo prometto.- affermò, facendo scendere il malcapitato dalla sua vettura. Mise in moto e partì verso Via Mazzini.

-Non può fregarci di nuovo! Brigadiere, acceleri!- ordinò Cardi. Il carabiniere accelerò di colpo ed entrò nella via in macchina. -Ho paura che ci scapperà comunque, signore.- commentò il maresciallo. -Non succederà.- ribatté Cardi. “Borioso.” pensò tra sé e sé il sottoposto.

Federica governava a fatica la moto, schivando le persone e stando attenta a non cadere. Riuscì ad evitare appena in tempo un bambino che giocava in mezzo alla via. La volante dei carabinieri, però, era praticamente addosso. Decise di sfondare la vetrina di un negozio, per creare trambusto. Entrò letteralmente nel negozio con la moto, distruggendo tutto e uscendo subito dopo.

-Oll, ascolti, io...- -Non dica niente! Cardi non vorrà sentire ragioni e se prenderà Federica la sbatterà dentro fino alla fine dei suoi giorni.. affermò il federale. -Dobbiamo trovarla prima noi.- dichiarò Nico. -Già.- concordò Oll. -Venite con me in macchina, presto.-.

Federica era ormai uscita da Via Mazzini. Era consapevole che, continuando in quella direzione, si sarebbe trovata in trappola, ma era troppo tardi per cambiare direzione.

-Si sta dirigendo in un vicolo cieco da sola. Ottimo, non chiedevo altro, Ragazzi, oggi è il nostro giorno fortunato. La prenderemo quella stronzetta. E io le farò rimpiangere di essere ritornata a Verona.- affermò Cardi.

-Hai idea di dove si stia dirigendo?- chiese Oll a Nico. -No, mi dispiace.- rispose il ragazzo. Improvvisamente, lo statunitense inchiodò. -Che succede?- domandò Hayley. -Non lo so... C'è tutta questa gente ferma in mezzo alla strada.- rispose il federale. L'uomo abbassò il finestrino e fermò un passante. -Che succede?- domandò. -I carabinieri stanno inseguendo una ragazza. Ha rubato una moto e sta scappando.- spiegò il passante. -Fuori dalla macchina, subito!- esclamò lo statunitense, iniziando a correre.

Federica si ritrovò vicina al ponte di fronte alla chiesa di San Fermo, circondata dalle forze dell'ordine. Cardi scese da un'auto. -Fine dei giochi. Ti conviene farti arrestare finché sei in tempo. Provando a scappare peggiorerai solo la situazione.- disse il carabiniere. La ragazzina scese dalla moto, con le mani in alto. Non le sembrava vero. Lei non era mai stata beccata. E, soprattutto, non si era mai arresa. Vide Hayley, Nico, Oll ed Erica sopraggiungere. Strinse i pugni. No, non si era mai arresa, tanto meno a quel borioso di Cardi. -Federica, vieni verso di me, lentamente.- ordinò il carabiniere. La ragazzina tenne lo sguardo fisso al ponte. Il fiume. Sì, l'Adige sarebbe stata la sua salvezza. -Muoviti!- -No!- ribatté la diciassettenne, salendo nuovamente sulla moto. -Non azzardarti a farla ripartire.- intimò Cardi. Federica accese il motore, continuando a fissare il fiume. -Ragazzina, prova a fare stupidate e non ci penso due volte a a far aprire il fuoco.- disse Cardi. -Fai come cazzo ti pare.- esclamò la diciassettenne. Poi, partì, andando dritta verso la fine del ponte. Come aveva intuito, nessuno dei carabinieri provò a spararle. -Via! Via! Questa ci investe!- esclamò qualcuno. Arrivò al ponte e saltò dalla sella, tuffandosi in acqua.

-Capitano, non so se riemergerà.- osservò il brigadiere. -Quella è un osso duro. E io la troverò, fosse l'ultima cosa che riuscirò a fare nella mia vita!- rispose Cardi, furioso. -E' tutta colpa sua Oll! E di quella pseudo rockstar dai capelli arancioni!- sbraitò. Il pugno arrivò, forte, sulla sua mascella: il federale l'aveva colpito. -No, razza di idiota! E' colpa della sua boria! E ora dobbiamo solo pregare di trovarla noi, prima che lo faccia qualcun altro!-.

Angolo dell'Autrice

Rieccomi! Come state? Allora, che ne pensate di questo capitolo? È stato un parto, avevo un sacco di idee e alla fine ha prevalso l'idea dell'inseguimento. Cardi è rimasto nuovamente a bocca asciutta e boh, stimo Oll, ahahah.
Le sorprese non finiscono qui, così come la fanfiction. Anzi... Non so tra quanto finirà, ma credo molto. Quindi mettetevi comodi perché i colpi di scena sono appena iniziati!
Ringrazio Lost The Battle, Layla e LaylaParamour per le recensioni e mi scuso se non ho risposto.
La canzone è "No Scared" della band giapponese One Ok Rock. Non so quanto c'entri effettivamente in realtà.
Se vi va, ho scritto una One-Shot nella sezione Originali-Introspettivo. Ci terrei a una piccola recensione. Si intitola "Alone Is The Last Place I Wanted To Be"
Vi lascio! Alla prossima!

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Capitolo 41
*** 40.Bad Guy ***


CAPITOLO 40
Eminem-Bad Guy

Oh, you thought it was over
You could just close the chapter
And go about your life, like it was nothing
You ruined mine, but you seem to be doing fine



Taylor bussò alla porta, timido. -Avanti.- risposero dall'interno. Il chitarrista entrò nella stanza di Hayley. La rossa era accucciata tra le braccia di Josh, in lacrime. -Hayls, io... Posso fare qualcosa per te?- domandò Taylor. La cantante lo guardò, singhiozzando. Scosse la testa, senza dire una parola. Il chitarrista, sospirò, stringendo i pugni. -Forse è meglio che vada.- disse, uscendo in corridoio. Chiuse la porta e tirò un pugno al muro. Federica aveva sorpassato il limite, ferendo troppe persone.

-Ana, cosa fai?- chiese Kat, vedendo la ragazza preparare le sue cose. -Me ne torno a casa.- rispose la croata. -Tanto domani ve ne andrete e io e i miei fratelli resteremo da soli. E' meglio che togliamo il disturbo subito. Mi dispiace.-. Kat la prese per il braccio, costringendola a guardarla negli occhi. -Noi possiamo aiutarvi.- affermò. La diciannovenne scoppiò a ridere. -No. Nessuno può. Avete visto cos'ho combinato? Federica è ricercata, Ham è all'ospedale. Creo solo danni. E' meglio che me ne vada prima di fare del male anche a voi.- dichiarò. La moglie di Jeremy Davis inspirò profondamente. La fissò negli occhi. -E' questo quello che vuoi?- domandò. -Pensi davvero che lo voglia? E' inevitabile, non posso cambiare. Nessuno di noi può cambiare. Ho vissuto troppo a lungo in tutta questa merda e ora non ne posso più uscire. Mi dispiace, va bene? E mi scuso per avervi fatto perdere tutto questo tempo. Mi dispiace davvero.- -Smettila!- urlò Kat, stupendosi di sé stessa: non aveva mai alzato la voce contro qualcuno in quel modo. Ana sentì le lacrime bagnarle le guance. Il silenzio nella camera era glaciale e fu interrotto solamente dai vagiti di Andrej. La croata abbassò lo sguardo, ma Kat glielo rialzò subito. -Non sei stanca di scappare?- chiese. Ana scosse la testa, asciugandosi la faccia. -Non posso fare nient’altro. Mi dispiace.-.

Federica aprì gli occhi. L'ultima cosa che ricordava era lei che si tuffava in acqua saltando da una moto. Mise a fuoco a fatica e si guardò intorno. Era in una stanza logora, spoglia e cadente, stesa su un letto il cui materasso aveva le molle tutte saltate. Si mise a sedere. Non riusciva ad associare quel posto a nulla di conosciuto. Improvvisamente, la porta si aprì. Federica restò a bocca aperta dalla sorpresa. -Non... Non è possibile. Tu eri morto!- esclamò.

-Josh...- mormorò Hayley. -Sì, piccola? Vuoi qualcosa da bere?- domandò il cantante degli You Me At Six. -Sì, qualcosa di forte.- rispose la rossa. -Hayley, shhh.- la cullò l'inglese. Il britannico la guardò con tenerezza. Hayley aveva gli occhi gonfi a causa del pianto. Sentirono bussare alla porta. -Vado io.- affermò Josh. Aprì, trovandosi Kevin davanti. Il bambino entrò e andò ad abbracciare Hayley. La cantante, però, non rispose a quel gesto di affetto, lasciando l'undicenne di stucco. -Io ti ho fatto un disegno.- affermò il bambino. -Te lo faccio vedere.- disse, estraendo dalle tasche un foglio di carta che Hayley non degnò nemmeno di uno sguardo. -Kev, forse è meglio che vai a giocare da qualche parte.- asserì Josh. Il bambino annuì, mogio, e uscì dalla camera. Corse alla hall scendendo le scale, in lacrime, e uscì dall'albergo. Si sedette per terra, su un marciapiede e scoppiò a piangere.

-Tu eri morto. Io... Io ti ho visto con un proiettile in corpo!- esclamò Federica. Si era trovata, infatti, di fronte a Low, inaspettatamente. Il ragazzo appariva abbastanza malconcio, ma era vivo. -Beh, la medicina fa miracoli oggigiorno.- commentò Low. La diciassettenne si alzò dal letto e corse verso di lui, tirandogli un pugno. Lorenzo Poggi, che era presente,le puntò immediatamente una pistola alla tempia. -Brutta stronzetta, io ti ammazzo!- -No! Lasciala stare! Ha ragione.- la difese Low. -Ma capo...- provò a protestare l'altro. -Lasciaci soli Lorenzo. Per favore.-. Poggi annuì, poco convinto. Low e Federica rimasero soli. Il ragazzo deglutì: la diciassettenne lo fissava e il suo sguardo trasudava rabbia. -Io...- provò a esordire, ma le parole gli morirono in bocca. -Ti odio! Quante volte te ne sei andato? E ogni volta che tornavi era per farmi la pelle, stronzo!- urlò la ragazza. Low annuì, sospirando e passandosi una mano in volto. -Senti, è successo un paio di volte. Ed è naturale tra bande, no?- -Ma vaffanculo!- ribatté Federica. -Perché mi hai portata qui?- domandò, voltandogli le spalle. -Tommaso Arghi ha assistito alla tua fuga e al tuo tuffo. Ha notato subito che eri svenuta in acqua. Ha aspettato che Cardi e quei deficienti dei carabinieri se ne andassero e ti ha recuperata. Sei stata fortunata.- spiegò il ragazzo. Federica strinse i pugni. Non voleva essere in debito con i Raptors, ma non poteva negare che essere viva non le dispiaceva affatto. -Lo sai che non posso tornare a casa?- esordì. -Mi dispiace. E lei... Come l'ha presa?- -Non penso bene. Le carte per l'adozione erano praticamente pronte.- spiegò lei.

-Dove cazzo si trova?- urlò Roger, prendendo Nico dalla maglietta e spingendolo contro il muro. -E come faccio a saperlo?- ribatté il russo. -Sei un figlio di puttana! Non dovevi lasciarla andare via così.- sbraitò il leader dei Metalcore. -Se mi dai addosso non la ritrovi di certo, razza di idiota.- asserì Nico. -Ma come ti permetti, stronzetto russo?- sibilò Marco, tirandogli un pugno allo stomaco. -Smettetela!- intervenne Edo, seguito da Angela. -Non la ritroveremo mai così.- affermò la ragazza. Marco sbuffò, sputando in faccia a Nico. -Fate come cazzo volete. Vado a fare un giro.- dichiarò. Emma corse a soccorrere Nico, aiutandolo a rialzarsi. Angela rimase a fissare il vuoto, impietrita. Edo la abbracciò affettuosamente. “Non di nuovo, ti prego. Non voglio perdere di nuovo la mia famiglia.” si disperò fra sé e sé la ragazza.

-Erica, non è colpa tua.- provò a consolarla Paul. -Invece sì. Non le ho impedito di fare niente. L'ho sempre appoggiata. Trovavo... Trovavo fico il fatto di avere un'amica così. Sotto sotto io non l'ho mai veramente voluta fermare. E' tutta colpa mia.- si disperò la ragazzina. -No! Smettila, ti prego. Non è così. Tutto quello che ha fatto... L'ha scelto lei. Lei. Capito? L'ha scelto lei.- disse il ragazzo, duro. Erica sospirò, poco convinta. L'indomani se ne sarebbero andati e Federica non sarebbe tornata negli Stati Uniti con loro e lei ne era pienamente consapevole.

-Vado a prenderti qualcosina da mangiare.- asserì Josh. Hayley non rispose. Il britannico fece per aprire la porta, quando lei mormorò:-Non tornerà mai più. Mai più.-. Poi scoppiò a piangere.

Angolo dell'Autrice
Ehilà! Allora, scrivere questo capitolo è stato difficile, riflette molto ciò che provo, soprattutto la parte del dialogo tra Ana e Kat.
Che ne pensate del ritorno di Low? Ve lo aspettavate? Vi fidate di lui o no?
La canzone è "Bad Guy" di Eminem. Il colore è viola, dato che non potevo ovviamente usare il blu, ma nemmeno il verde. Penso ci stia, sia a livello di senso (rispecchia bene ciò che provano Federica e Low), sia di atmosfera.
Grazie a Layla, LaylaParamour e Lost The Battle per le recensioni.
Alla prossima :)

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Capitolo 42
*** 41.Disappear (Remember When) ***


 

CAPITOLO 41

Issues - Disappear (Remember When)

My mind's wide open like starry skies 
I ask God questions and wonder why 
The hell that you're not here 
I wanna disappear with you now

 

 

-Mamma, questo dove lo metto?- chiese Kevin, tenendo un cappello in mano. Stavano facendo le valige: sarebbero partiti in poche ore. La serata finale del Warped In Arena era stata un successo e i Paramore si erano esibiti per cinquanta minuti. Hayley era riuscita a cantare mascherando il dolore, ma una volta arrivata in albergo si era chiusa in camera ed era scoppiata a piangere. -Mamma, allora?- insistette il bambino. -Kev, ti aiuto io.- asserì Erica. Hayley era seduta sul letto, assente. Erica sospirò, avvicinandosi alla sorella. -Hayls.- la chiamò. La più grande si voltò verso la ragazzina, lentamente. -Hayls, ti prego, Kevin ha bisogno di te.- affermò. -Nessuno ha bisogno di me.- mormorò la grande, in lacrime. La minore non riuscì a replicare.

 

-Ehi, tutto a posto?- domandò Low a Federica. -No, io... Sì, è tutto a posto.- rispose la ragazza. Low la fece voltare verso di sé. -Fede... Vuoi che ti porti da lei?- domandò, serio. -Low, ma che dici? Io non posso andare da lei. E poi ormai sarà in aeroporto e...- -Vado a prendere le chiavi della macchina. Muoviti a scendere di sotto.- disse il ragazzo. La più piccola gli si parò davanti. -Low, non posso! Non posso!- esclamò. -Non puoi o non vuoi?-. Federica chinò il capo. -Io...- -Tu ora vieni con me.-.

 

Erano saliti tutti sul pulmino. Kevin provò ad accoccolarsi a Hayley, ma la cantante rimase immobile, fredda. Josh sospirò, accarezzando il capo del piccolo. Il bambino trattenne le lacrime e si voltò verso Erica. La ragazzina accennò un sorriso. Il pulmino si fermò davanti al piazzale dell'aeroporto. -Siamo arrivati. Ma Federica dov'è?- domandò Marco Antonelli, l'autista. -Lei... Lei non viene con noi.- rispose Josh. -Come mai?- chiese l'altro. -Ha deciso di fermarsi qui per un po'.-. Antonelli scaricò i bagagli. -Beh, spero vi siate divertiti. Vi auguro un buon viaggio.- li salutò l'italiano, ripartendo. -Dai, andiamo.- esortò Jeremy. Hayley rimase immobile, fissando il vuoto. Il cielo era grigio e aveva iniziato a piovere. Le piaceva la sensazione delle goccioline sul suo viso. La faceva sentire ancora viva. -Mamma, vieni?- la chiamò Kevin. Lei non rispose. Si sedette per terra ed estrasse dalla tasca dei pantaloni un pacchetto di sigarette. Se lo rigirò tra le mani. L'aveva ritirato a Federica qualche giorno prima. Si ritrovò a pensare, a ricordare. “Forse sarebbe stato meglio se ti avessi lasciata agli assistenti sociali. Sì, dovevo fare così.” rifletté tra sé e sé. Si ritrovò ad urlare, in lacrime. Urlò con quanto fiato aveva in gola, gettando lontano il pacchetto di sigarette. Urlò a lungo, nonostante la gola le implorasse di smettere.

 

-Dio, che sta facendo?- esclamò Taylor. Josh fece per andare verso di lei, ma Kat lo bloccò. -Vado io. Jerm, tieni Bliss.- esordì la moglie del bassista, correndo fuori. -Hayley! Hayley, ehi.- la chiamò, sedendosi accanto a lei. La strinse in un tenero abbraccio. Hayley non rispose, continuando a piangere. -Hayley, calmati. Hayley. Hayley!-. Kat la fece voltare verso di sé. -Hayley ti prego, basta! Mi sto preoccupando.- asserì l'inglese. -Ti stai preoccupando? No, Kat! No! Tu non capisci! Federica è entrata nella mia vita arricchendola e ora non ci sarà mai più. Non la vedrò mai più ridere, scherzare. Non la vedrò mai più!- si disperò la cantante. -Hayls, lo so. Noi abbiamo ospitato Ana e i suoi fratelli per un paio di giorni e...- -E vaffanculo! Non capisci, vero? Lei per me era come una figlia. Lei è come una figlia!-. Kat la guardò. -Pensa a Kevin. Lui ha bisogno di te ora. E te di lui.- disse. -No, lui non ha bisogno di me.-. Lo schiaffo arrivò, inaspettato. -K-K-Kat...- balbettò la rossa. -Smettila di dire cavolate.-. Finalmente Hayley si accoccolò al petto dell'amica. Le lacrime le bagnavano il volto, copiose. -Noi tutti ti vogliamo bene, perché non lo vedi?- -Perché io voglio lei. Io... Ho bisogno di Federica.- rispose la cantante. -Lo so. E ti prometto che non finirà così. E' una promessa Hayley, mi hai capita?-. La statunitense annuì. Kat sorrise, cullandola.

 

-Io amo mia moglie.- esordì Jeremy. -Io amo Hayley e non riesco a farla felice.- si disperò Josh. -Vorrei che Oliver fosse qui ora.- pensò a voce alta. -Perché, secondo te sono tornato in Inghilterra lasciandoti nei casini?-. Josh si voltò: Oliver Sykes era in piedi, davanti a lui. -Oli!- esclamò Kevin abbracciandolo. -Tu hai perso l'aereo apposta?- domandò Taylor. -Non lascio i miei migliori amici nella merda.- dichiarò il frontman dei Bring Me The Horizon.

 

-Stupido semaforo!- imprecò Low. -Tra quanto parte l'aereo?- domandò. -Non credo tra molto.- rispose la ragazzina. -Dobbiamo farcela. E ce la faremo.- affermò il ragazzo, premendo sull'acceleratore. -Non avrei mai pensato di poter arrivare a questo punto.- confessò Federica. -Insomma, fino a un giorno prima io nemmeno sapevo chi fosse Hayley Williams. Sì, okay, ascoltavo i Paramore, ma poco. E puf, mi ritrovo prima a casa sua, poi mi prende in affido. E io non avevo mai capito quanto importante sia stata per la mia vita. Prima di conoscerla non avevo bisogno di lei, eppure ne avevo bisogno. Cioè... E' come se comunque il destino avesse voluto farci incontrare perché io avevo bisogno di una persona così.-.

 

Hayley e Kat erano tornate dentro l'aeroporto. Avevano fatto tutti il check in e si erano seduti ad aspettare l'aereo. -Perché Oli è qui?- domandò Hayley. -Perché voglio farti ragionare. Se tu vuoi una cosa, fai di tutto per riprenderla, no? E allora perché non lo fai anche con Federica?- la provocò. -Oli, l'avevo appena fatta calmare!- lo rimproverò Kat. -Tu... Io non so come!- si disperò la cantante. -Tu lo sai. Tutti noi lo sappiamo. Solo che abbiamo paura e nemmeno ci proviamo.- esclamò il britannico. Calò un silenzio pesante tra loro, interrotto solamente da una voce che annunciava che -Il volo per Franklin sta per partire. Preghiamo i signori passeggeri di imbarcarsi.-.

 

Federica e Low corsero trafelati verso gli imbarchi. -Signorina, non può passare!- la bloccò un ragazzo della sicurezza. -Ho solo bisogno di un'informazione! Devo solo sapere se l'aereo per Franklin è partito.- spiegò la ragazzina. -E' appena decollato. Mi dispiace.- rispose il ragazzo. Federica si sentì morire. Era finita. E lei avrebbe solo voluto sparire. 

Angolo dell'Autrice

Scusate se non ho aggiornato sabato, ma ho il computer fuori uso. Capitolo triste che mi rispecchia molto.
La canzone è "Disappear (Remember When)" degli Issues. 
Grazie Layla, LaylaParamour e Lost The Battle per le recensioni. Scusate, ma sono di fretta!
Alla prossima :)

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Capitolo 43
*** 42.All I Want ***


CAPITOLO 42
A Day To Remember-All I Want

All I want is a place to call my own,
To mend the hearts of everyone [...]

So let's get back to when
Everything seemed perfect.
Not a worry in the world,
Tell me was it all worth it?

Qualcuno bussò alla porta. Josh andò ad aprire. Si trovò davanti un afroamericano, ben piantato. Era vestito elegantemente e teneva una valigetta in mano. -Signor Bell, entri.- lo fece entrare. -Si accomodi pure. Di cosa ha bisogno? Vuole del succo?- -Tagli corto. Lei sa perché sono qui.- disse l'uomo. Il britannico deglutì. Alzò gli occhi al cielo. -Sì.- affermò. Bell posò la sua valigetta sul tavolo e guardò Josh negli occhi. -In qualità di assistente sociale di Kevin io devo prendere delle decisioni. Hayley non è in grado di occuparsi di lui.- affermò. -Per quello ci sono io.- ribatté l'inglese. -Ascolti, non può toglierle anche Kevin. Ha già perso Federica. Se dovesse perdere anche lui penso che...- -Lo so. Ma io devo pensare al bambino. Per questo parlo con lei e non con Hayley. Vede, dobbiamo trovare una soluzione. O Hayley starà meglio o Kevin dovrà essere affidato a qualcun altro.- spiegò Bell. -Ho capito. Va bene.- -Mi dispiace che siate arrivati a questo punto. Davvero. Buona giornata signor Franceschi.- si congedò l'assistente sociale, uscendo. -Buona giornata anche a lei, stronzo.- bisbigliò il cantante, chiudendo la porta. Si sedette per terra, trovandosi Erica di fronte. -E ora? Che hai intenzione di fare?- domandò la ragazzina. -Hai sentito tutto?- -Sì. Come glielo diciamo? Mia sorella non reggerà.- affermò la diciottenne. -Sono passati tre mesi da quando siamo tornati. Tra poco devo andare al college e non potrò più aiutarti con Kevin. Josh, dobbiamo fare qualcosa.- -E cosa? Erica, non possiamo fare nulla!- urlò il cantante. -Kevin se ne andrà da questa casa, Hayley continuerà le sue cure per la depressione e io impazzirò lentamente!- continuò. -Kevin...-. Erica e Josh si voltarono: Hayley li fissava, pallida. I capelli rossi la facevano sembrare ancora più bianca. -No, Kevin, no!- iniziò a disperarsi. -Cazzo!- esclamò Josh, correndo verso di lei e stringendola a sé. -Hayls, shhh. Va tutto bene. Tutto bene.- la tranquillizzò. -No! Non va tutto bene!- lo spinse via lei. -E' colpa mia. Tutta colpa mia.- mormorò, correndo fuori. -Dovresti inseguirla.- suggerì Erica, allibita. -Ormai è troppo tardi.-.

Hayley correva. Correva velocemente, noncurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto riconoscerla per strada. Ignorava le persone che si voltavano a guardarla. Hayley sapeva che la stavano fissando, fissavano quella famosa cantante che correva come una disperata per Franklin. Ma a lei non importava. Lei correva, correva. Quella sua corsa disperata era l'unica cosa che la faceva sentire ancora viva. Cure per la depressione? Lei non era depressa. Era solo triste, molto triste. Nessuno l'aveva capito, nemmeno Josh. Non aveva bisogno di psicologi o medicinali. No, lei aveva bisogno di una sola cosa. Anzi, di una sola persona. “Se tu vuoi una cosa, fai di tutto per riprenderla, no?”. Le parole di Oliver le suonarono così limpide e chiare nella sua testa. Doveva semplicemente riprendersela. Doveva riprendersi Federica. Ma come? Nessuno l'avrebbe accompagnata a Verona.

-Non dovresti stare qui. Se Rog ti becca mi ammazza.- la ammonì Low, vedendo Federica in mezzo alla strada. -Scusa. Me ne torno dentro.- disse la diciottenne, alzando o sguardo verso il cielo. Era una bella serata e non c'era ombra di una nuvola. Low si sedette accanto a lei. -Non hai paura di stare seduta in mezzo alla strada? Insomma, passano le macchine.- -Hai mai visto passare macchine qui?- ribatté lei. -No.- ammise il ragazzo. Federica lo guardò. -Ti manca, vero?- domandò Low. -Già. Ma che vuoi farci? Non posso cambiare, Low. Non posso cambiare.-. Tra i due calò un pesante silenzio. -Non ti senti a casa, vero?- -No. Io... Io a Franklin avevo trovato una vera famiglia. Non che non tenga ai miei amici, ma lì si stava bene. Lì ti accettavano anche se non facevi stronzate come svaligiare un magazzino giudiziario.-. Federica scoppiò a ridere, amaramente. -Senti, posso farti una domanda?- -Certo, spara.- rispose Low. -Sei stato tu a chiamare Cardi mentre ero all'Hell?- chiese la ragazza. -No, non sapevo nemmeno fossi lì.- negò il ragazzo. -Qualcuno della tua banda? Che ne so, Lorenzo?- insistette lei. -Per niente. Me l'avrebbero detto.- rispose Low, mettendosi in bocca una sigaretta. -Allora non capisco minimamente chi possa essere stato. E, ora che ci penso, qualcuno ha chiamato i carabinieri anche quando abbiamo svaligiato il magazzino.- osservò la diciottenne. -Ehi, ascoltami, solo perché sono un Raptor non vuol dire che sia stato io.- si schermì il ragazzo. -Devo capire chi è stato, Low. Perché probabilmente è per colpa sua che è nato tutto questo casino.- esclamò Federica. -E io che devo fare?- domandò l'altro. -Tu mi aiuti!- rispose lei, alzandosi e rientrando in casa.

Hayley aveva arrestato la sua corsa una volta arrivata ad un vecchio casolare alla periferia di un parchetto. Si sedette sull'erba a pensare. Quel luogo le faceva venire in mente tanti ricordi. Era lì che lei, Josh, Zac e Jason Bynum avevano deciso che avrebbero inciso All We Know Is Falling. Si era trovata lì con Josh la prima volta che si erano baciati. Sempre lì, infine, Hayley aveva portato Federica durante una passeggiata. Si guardò in giro: il posto non era minimamente cambiato. Il casolare era ormai sempre più malmesso e qualche writer si doveva essere divertito a disegnare dei murales, ma, per il resto, era come lo aveva imparato a conoscere. Estrasse dalla tasca il suo cellulare e iniziò a guardare le fotografie. Si soffermò particolarmente su una in cui c'erano lei, Kevin e Federica vicino all'Arena. “Se tu vuoi una cosa, fai di tutto per riprenderla, no?”. Di nuovo, le parole di Oliver le tornarono in mente. L'inglese aveva ragione. D'altronde, era già stata una volta in Messico per riprendersela. Perché sarebbe dovuto essere diverso questa volta? “Perché allora avevi Mary che ti avrebbe coperto le spalle, mentre ora non ce l'hai.”. La militare, infatti, era ritornata in servizio ed era partita per l'Iraq. “Pensa, Hayley, pensa! Chi potrebbe essere così folle da seguirti in questa impresa?”.

Il telefono squillò. Oliver lo ignorò, intento com'era a guardare un film con Hannah. Ma il cellulare riprese a suonare. -Amore, torno subito.- affermò, prendendo il telefonino e recandosi in camera. -Hayley? Che c'è?- domandò, rispondendo. -Oli, ti prego, dimmi che vuoi aiutarmi. Sei la mia unica occasione.- -Hayls, ma che stai dicendo?- chiese il cantante, confuso. -Tu devi aiutarmi a riportare Federica a casa. Io... E' l'unica cosa che posso fare.- spiegò l'americana. -Hayley, io abito in Inghilterra, tu in America e Federica in Italia, non so se...- -Non me ne frega un cazzo! Io ho bisogno di lei! Ne ho bisogno Oli. Tutti sanno solo dirmi come sto, prescrivermi farmaci, dirmi stronzate, ma nessuno è in grado di darmi ciò di cui ho bisogno.- esclamò la statunitense. -Oli, ci sei?- domandò la ragazza, sentendo silenzio. -Sì, ci sono. Okay, va bene. Hayls, mi hai convinto: ci sto.-.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qua! Allora, che ne pensate di questo capitolo? A me piace molto! Hayley è molto determinata e poco capita. Che ne pensate della situazione di Kevin? Sono messi un po' male tutti quanti (a parte Oli, ahahah).
la canzone è "All I Want" degli A Day To Remember. 
Grazie a Lost The Battle per la recensione.
Alla prossima :)

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Capitolo 44
*** 43.Escape ***



CAPITOLO 43
30 Seconds To Mars-Escape

Time to escape 
The clutches of a name 
No this is not a game 
(It's just a) 
I don't believe in faith 
But the bottom line 
It's time to pay 
You know you've got it 
This is war

Qualcuno suonò il campanello. Oll si alzò dal divano e andò ad aprire. -Signorina Williams.- asserì, stupito di trovarsi davanti la cantante. -Mi chiami Hayley, sono stufa di queste formalità. Oll, lei deve venire con me. Deve aiutarmi!- lo supplicò lei. -Non capisco...- mormorò l'uomo. -Io devo ritrovare Federica! La prego!-. Il federale alzò lo sguardo, passandosi una mano sul volto. Si umettò le labbra e sospirò. -Non posso. Mi hanno tolto il caso, A quanto pare ero troppo coinvolto.- dichiarò Oll. -Cardi è riuscito a farmi fuori, Hayley. E la droga non l'abbiamo ritrovata. Ho fallito. E, cosa che mi dispiace di più, non sono riuscito a proteggere né te né Federica. In voi io rivedevo mia figlia e avrei voluto, per una volta, cambiare le cose. Invece non ne sono capace. Mi dispiace.- spiegò, risedendosi sul divano e versandosi del whisky. -Brindiamo alla sconfitta.- disse, alzando il bicchiere. Hayley corse davanti a lui e lo schiaffeggiò, togliendogli l'alcolico. -So di sua figlia. So tutto! E lei ha ancora la possibilità di cambiare le cose. Non faccia come Federica, non si convinca che le cose non possono cambiare. Siamo noi che ci costruiamo la nostra vita, noi che scegliamo. Si svegli! Lei può cambiare.- lo spronò. -No, io non posso. Mi dispiace.-. Hayley lo guardò. -Lei è come mio padre! Nemmeno ci prova! Beh, se cambia idea io prendo un volo per Verona stasera alle venti e trenta. Tra due ore sarò in aeroporto.-.

Federica era seduta sul suo letto. Era molto turbata: si era resa conto che qualcuno doveva averla incastrata in tutto quel casino e non riusciva a capire chi potesse essere stato. Non riusciva più a fidarsi di nessuno e aveva deciso di non tornare nella sua vecchia banda. “Dovrei parlarne con qualcuno.” pensò tra sé e sé. “Già, ma chi?”. Prese il suo cellulare e iniziò a scorrere la rubrica. Non c'era nessuno che le veniva in mente. Nemmeno Nico sarebbe potuto andare bene. Lo sguardo si posò sul numero di Erica. Federica sospirò: lei era stata la migliore amica che avesse mai avuto. Era stata l'unica a preoccuparsi veramente di lei, l'unica che le aveva voluto semplicemente bene. “Non posso chiamarla. Non posso.” si disperò, accovacciandosi. Udì dei rumori provenire dal corridoio. Si avvicinò alla porta, per origliare. Riconobbe la voce di Low: stava parlando con qualcuno di familiare, ma non riusciva a capire chi. -Ce la dovete dare.- disse l'uomo misterioso. -Oh, andiamo, non ora. Non posso.- rispose Low. -Che c'è? Ti sei davvero affezionata a quella sgualdrina?- -Quella sgualdrina ha un nome! E non ho intenzione di consegnarvela. Non ora almeno.- affermò il leader dei Raptors. “Cazzo!” imprecò Federica a mente. Prese il suo zaino e lo riempì. -Fammi passare, Low! O io e i miei amici conceremo questo posto per le feste!- minacciò l'uomo. -Non sono solo! E dovrete prima passare sui nostri cadaveri!- ribatté il Raptor, fieramente. Federica era nel panico: non poteva farlo morire. Udì un rumore provenire dalla finestra. Si affacciò cautamente: Poggi le faceva segno di scendere. -Fidati di me, Low mi ha mandato a chiamarti! Tra poco arriverà Angela con una macchina.- spiegò. -Cosa?- sussurrò la ragazzina. -Devi andare via da qui, sono uomini di Han. Sono venuti a prenderti! Muoviti!- esclamò il ragazzo. -Ma Low... E voi...- -Muoviti!-. Federica mise lo zaino sulle spalle e uscì dalla finestra. Appena toccò terra udì uno sparo. -Low!- urlò, provando a ritornare dentro, ma Poggi la costrinse a non rientrare. -Non mandare tutto a puttane come al solito. Low se la caverà, te lo prometto. Non credo gli abbiano sparato. Ora vieni con me e stai zitta!-. Federica lo seguì, fino a quando non arrivarono in uno spiazzo. -E ora?- -Ora aspettiamo Angela. Tieni, ti servirà.- disse, porgendole una pistola. La diciottenne deglutì. -Che c'è? Non ricordi più come sono fatte le pistole?- provò a sdrammatizzare lui. -Sai, non mi piace maneggiarle, semplicemente.- rispose lei, acida. Si guardò intorno. C'era parecchio umido e quello spiazzo era circondato da vecchi palazzi, tutti cadenti. Poggi era irrequieto. Finalmente una macchina si avvicinò. -Come fai a sapere che c'è Angela lì?- domandò la ragazza. -Non... Non lo so. Tira fuori la pistola e stai dietro di me. Se mi dovesse succedere qualcosa corri vi..-. Le parole gli morirono in gola. Cadde a terra, sotto lo sguardo di Federica. -Lorenzo? Lorenzo!- lo chiamò. Alzò lo sguardo: un gruppo di uomini stava correndo verso di lei. La ragazza prese la pistola di Poggi, ormai morto e iniziò a correre. -Fermati puttana!- intimò una voce che Federica associò a quella dell'uomo misterioso. “Non fermarti. Non fermarti. Non fermarti.” si ripeté, per spronarsi. -Prendetela!- ordinò l'uomo. La ragazzina si voltò e vide cinque persone che la inseguivano. Si girò nuovamente e iniziò a sparare, colpendone due alle gambe. Ricominciò a correre. Sentì le lacrime bagnarle le guance. Doveva nascondersi, assolutamente. Si guardò in giro, osservando attentamente. C'era un cantiere per una casa in costruzione e decise di nascondersi lì dentro.

Hayley guardò l'ora: mancava poco alla partenza e di Oll nessuna traccia. Decise di recarsi all'imbarco. Lottò per ricacciare indietro le lacrime e si avviò verso l'imbarco. -Hayley!-. La rossa si voltò. -Oll? Alla fine è venuto.- si rallegrò lei. -Già. Mi è passata la sbronza, a quanto pare.- rise l'uomo. -E' meglio se ci imbarchiamo.- affermò la cantante. -Già. Come stanno Josh, Kevin ed Erica?- domandò Oll. -Penso bene. Non li vedo da oggi pomeriggio.- rispose Hayley. -Quindi non sanno che stiamo partendo?- -Ho lasciato una lettera. E' meglio così.-. Oll le si parò davanti. -Devi piantarla di fare così. C'è gente che ti vuole bene, non puoi scappare!- la rimproverò lui. -Da che pulpito! Oll, ho fatto così quando sono andata in Messico e lo rifaccio ora per il semplice fatto che la gente pensa io sia depressa. Il medico mi ha prescritto degli psicofarmaci. Lo sa quante volte li ho presi? Nemmeno una. Se non agisco di nascosto non potrò mai salvarla.- -Salvarla? Pensi che debba essere salvata?- domandò Oll. -Sì. Lo penso. Anzi, ne sono sicura. E ora, è meglio che ci imbarchiamo.-.

-Dove sei, puttana? Vieni qui, che vogliamo solo divertirci.-. Federica si accoccolò contro una parete, trattenendo un conato di vomito. -Dove sei? Dove sei, lurida merda?-. La diciottenne non resistette oltre e vomitò. Si sentiva malissimo. Le girava la testa e la vomitata aveva peggiorato la situazione. In più la spalla le pulsava. “Fanculo! Se penso che chi mi ha sparato ora è morto per salvarmi...” pensò tra sé e sé, immaginando che i Raptors non dovessero aver fatto una bella fine. Vomitò nuovamente. Si rese conto di avere solamente diciotto anni. Scoppiò a piangere. -Hayley, dove sei?- piagnucolò. Improvvisamente, udì dei rumori. Cadde nel panico e si rialzò in piedi. Una mano le si posò davanti alla bocca, impedendole di urlare. -Zitta, sono io. Sono Angela.-. La più piccola si voltò e abbracciò la più grande. -Vieni, ti porterò via di qui.- disse, prendendola per un braccio e conducendola fuori dall'edificio. La fece salire in macchina. -Scusa, io... Posso aprire un attimo la portiera prima che tu parta?- chiese Federica. Angela annuì. La diciottenne aprì la portiera e vomitò nuovamente. Angela partì e Federica si rilassò sul sedile. -Low mi ha chiamata. Ti porterò a casa mia, non ti preoccupare. Sei al sicuro ora.- la rassicurò la diciannovenne. -Grazie.- rispose la più piccola. -Non ti porto da Roger, tranquilla.- aggiunse l'altra. -Grazie due volte allora.- disse Federica. Angela sorrise, mentre la ragazzina più piccola iniziò a pensare: chi era quel misterioso uomo? E, soprattutto, perché le sembrava di conoscerlo?


Angolo dell'Autrice 
Ehilà! Premetto che parto quindi non so se riuscirò ad aggiornare prima di settembre. Mi dispiace.
Allora, che ne dite del capitolo? L'ho trovato piuttosto angosciante. Mi piace molto, a dire la verità, sia la parte con Hayley e Oll, sia la parte dell'inseguimento.
La canzone è "Escape" dei 30 Seconds To Mars. 
Grazie a LaylaParamour, Lost The Battle e Layla per le recensioni. 
Alla prossima :)

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Capitolo 45
*** 44.Life Of An Outlaw ***


CAPITOLO 44

2Pac/Makaveli--Life Of An Outlaw

What's up nigga.
Would you die for me, nigga?
Hell yeah.

-Così questa è casa tua!- osservò Federica, entrando nell'appartamento di Angela. -Sono con due studentesse universitarie. Fai piano, che stanno dormendo. Se mi beccano in queste condizioni mi sbattono fuori.- spiegò la più grande. -Come mai?- domandò la più piccola. -Non vogliono grane. E io gliene ho date parecchie.- rispose Angela. -Sei ferita? Hai bisogno che ti medichi?- domandò. -No, grazie. Voglio solo provare a dormire.- affermò Federica. -Che sta succedendo?-. Le due ragazze si voltarono: Francesca le guardava, nervosa. -Chi è quella, Angela? Una tua amica?- domandò. -Sì. E deve dormire qui questa notte.- rispose la diciannovenne. -Ascolta, solo perché sei più piccola di me e Marta non vuol dire che puoi fare quello che vuoi! Chi cazzo è quella?- si innervosì la più grande. -E' una mia amica, te l'ho detto.- -Porta pistole, come te?- chiese Marta, l'altra coinquilina, sbucando dal bagno con una pistola in mano. -E quella dove l'avete trovata?- -Sotto il tuo letto! Sono mesi che ci conti balle. O ci spieghi tutto per bene o chiamo i carabinieri.- la minacciò Francesca. Angela iniziò a sudare freddo. Lanciò un'occhiata a Federica, come per scusarsi. -Io... Noi facciamo parte di una specie di banda. Ma non siamo delle criminali.- spiegò la diciannovenne. -Quindi non c'entrate niente con questo.- la provocò Marta, sbattendole in faccia la prima pagina di un vecchio giornale. Il titolo “Svaligiato magazzino giudiziario” fece sobbalzare le due ragazzine. -Rispondimi Angela! O chiamo i carabinieri! Non sto scherzando!- intimò Francesca. Angela sospirò. -Potremmo c'entrare qualcosina. Ma nulla di che. Cioè... Non è come sembra.- -E com'è? - chiese Marta. -Complicato. Siamo stati costretti a farlo.- provò a spiegare la diciannovenne. -Sentite, se vi spieghiamo poi comunque chiamerete i carabinieri. E io non posso permettermelo! Ho solo bisogno di un posto per dormire. Per favore, vi prego. Hanno ucciso della gente per colpa mia.- spiegò Federica. Francesca e Marta si guardarono. -E va bene. Ma solo per massimo due notti. E Angela, o cambi o ti sbatto fuori. Mi hai capita?-. Angela annuì e portò Federica in camera sua. Dormirai sul divano in salotto, se non ti dà fastidio.- -Tranquilla. Mi dispiace solo per tutto questo casino. In più sono preoccupata per Low, ho paura che sia stato ucciso. E stavolta potrebbe esserci davvero rimasto secco.- -Stai tranquilla, ti prego.- la calmò Angela. -Dai, riposati. Ne hai bisogno.-.

 

Josh era preoccupato: Hayley era rincasata per poche ore e poi era ripartita di gran fretta, senza dirgli nulla. La sua valigia era sparita e non rispondeva al cellulare. Decide di telefonare ad Erica. -Josh, che c'è?- domandò la ragazzina. Era a una festa di compleanno e si sentiva pochissimo. -Tu... Tu sai dove tua sorella potrebbe essere andata? E' sparita nel nulla.-. Il cantante sentì Erica sospirare. -Arrivo subito. Kevin dov'è?- -Sta guardando la televisione.- rispose l'inglese. -Allora, stai tranquillo, arrivo subito. Siediti con Kevin e comportati in modo naturale. Tanto ha già capito che c'è qualcosa che non va, quindi ti farà delle domande. Rispondi pure. Comunque stai calmo.-. Detto ciò riattaccò. Si sedette sul divano, aspettando che Erica tornasse.

 

-Come sarebbe a dire che se n'è andata?- sbraitò l'uomo misterioso. -Abbiamo setacciato tutta la zona, non c'è. Qualcuno deve averla aiutata a scappare, capo.-. Il leader dei malviventi sbuffò, poi prese la pistola a e sparò allo sgherro che gli aveva appena spiegato la situazione. Il resto degli uomini rimasero sgomenti e spaventati. -Odio chi non fa bene il proprio lavoro. Dovevate fare una semplice cosa: prendere quella fottuta ragazzina e portarmela qui. E invece, a quanti pare, non ce l'avere fatta. Che cosa devo farne di voi? Han mi ha affidato voi, piccole pecorelle smarrite. Io sono il vostro pastore, la vostra guida. Ma voi vi siete perdute, ancora una volta. Penso proprio che dovrò diventare il vostro lupo.-. L'uomo misterioso schioccò le dita e subito due uomini armati si staccarono dagli altri. Impugnarono delle armi e spararono sui restanti, uccidendoli tutti. -Gente inutile. Han si circonda di perfetti idioti a volte.- affermò. -Capo, abbiamo trovato Low. E' ancora vivo!- esclamò un altro dei suoi sottoposti, trascinando il leader dei Raptors, ormai più morto che vivo. Lo gettò ai piedi del misterioso uomo. -Fatti vedere in faccia figlio di puttana!- esclamò il ragazzo di colore con fatica. -Low, Low, Low, non penso tu sia nelle condizioni di dirmi di fare qualcosa. Piuttosto, dove si trova la sgualdrina?-.

 

Erica rincasò, trafelata. -Josh! Josh, dove sei?- -In camera.- rispose il britannico, mormorando. La ragazza entrò nella stanza di Hayley e Josh e trovò quest'ultimo con un foglio in mano. -Josh, tutto bene?- domandò. -No. Leggi.- rispose l'inglese, porgendole il foglio. -E' una lettera.- osservò la diciottenne. -L'ha scritta Hayley.- spiegò il cantante. Erica iniziò a leggere:

Caro Josh, cara Erica,

me ne vado per un po'. Io devo trovarla. La speranza che lei possa tornare a casa è l'unica cosa che mi ha permesso di non impazzire. Sono lucida, lucidissima. Ci vedremo presto. Vi voglio bene. Badate a Kevin mentre sarò via.

Con amore, Hayley.

P.s. Josh, ti amo.”.

Josh e la ragazza si guardarono negli occhi. -E' tornata in Italia. Che facciamo?- -Chiamo Oll.- disse Josh. Prese il telefono e telefonò, ma, con suo grande disappunto, non rispose il federale. -Qui parla il tenente Konnel. Chi è lei?-. Il cantante rimase interdetto. -Sono... Sono Josh Franceschi. Cercavo il signor Oll, sono un suo amico.-rispose poi. -MI dispiace, ma anche noi lo cerchiamo. E' accusato di essere tornato ad occuparsi di un caso a lui proibito. Dato che è suo amico può venire a chiacchierare in centrale con noi.-. Josh sobbalzò, attaccando immediatamente. -Erica, prendi Kevin, dobbiamo filarcela! Subito!-.

 

-Allora, dove si trova?- -Non te lo dirò mai. Finiscimi, fai prima.- rispose Low, sprezzante. Il suo aggressore gli mise un piede sulla spalla, dove era ferito. -Sei solo un verme da schiacciare. Dimmi dove si trova!-. Low soffocò un grido. -Uccidetelo, non ci serve più. Anzi, lo ammazzerò io.-. Prese una pistola e la puntò alla tempia di Low. Poi si tolse il passamontagna, per mostrare il suo volto. -Tu, lurido figlio di...- -Sì, proprio io.-. Il colpo partì e Low sentì la vita andarsene, questa volta per davvero.

Angolo dell'Autrice

In qualche modo sono riuscita ad aggiornare. Capitolo forse un po' confusionario, la fine è un po' triste e ansiogena, ma spero vi piaccia. Ora anche Erica e Josh sono sono nei guai. Un applauso a me che non riesco mai a farli stare tranquilli. 
Le coinquiline di Angela, nel frattempo, hanno scoperto chi veramente sia la ragazza. Poi abbiamo Low (stavolta è morto davvero, non preoccupatevi) e l'uomo misterioso che rimarrà tale per un po'. Potete provare a indovinare di chi si tratta :).
La canzone è "Life Of An Outlaw" di 2Pac (che però si firmò, per l'album in cui è presente la canzone, come Makaveli.). Essendo di genere rap, il testo è viola. 
Grazie a Layla, LaylaParamour e Lost The Battle per le recensioni e scusate se non vi ho risposto.
Ci vediamo a settembre :)


 

 

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Capitolo 46
*** 45.Find You ***


CAPITOLO 45

Zedd ft Matthew Koma & Miriam Bryant- Find You (Alex Goot ft Against The Current cover)


I'll run away with your foot steps
I'll build a city that dreams for two
And if you lose yourself
I will find you
 

Hayley e Oll erano sbarcati dall'aereo. -Dobbiamo aspettare qualcuno?- domandò il federale, notando che la cantante si era fermata ad osservare il vuoto. -Sì. Ho chiesto anche ad Oliver di aiutarmi.- rispose la rossa. -Oliver... Sykes? Oh, Gesù!- esclamò l'uomo. -Che ha? Non le piace l'idea?- chiese Hayley. -Per niente. Andiamo, siete due ragazzi che non hanno la più pallida idea di come affrontare certe situazioni.- si lamentò Oll. La cantante sospirò. -Dimentica il Messico.- mormorò, a denti stretti. -Magari potessi dimenticarlo.- ribatté lui. Hayley scoppiò a ridere, divertita. Da quanto non riusciva a farsi una sana risata? “Troppo.” concluse mentalmente. -Eccolo.- proruppe Oll, indicando un ragazzo. -Oli!- esclamò Hayley, correndo verso di lui. -Hai portato anche lui, bene.- -Cosa vorresti dire, ragazzo?Lo sai in che razza di guaio ci stiamo cacciando? Non ne hai la più pallida idea.- si innervosì il federale. Sui tre calò un pesante silenzio, interrotto da Oliver. -Hayls, ti aiuto con le valigie.- -Non ce n'è bisogno.- lo fermò lei. Oll scosse la testa e insieme si avviarono all'uscita.

Federica si svegliò. Francesca le si sedette accanto. -Che vuoi? Mandarmi via subito?- -Ehi, no!- si schermì la più grande. -Sai, per tutta la notte mi sembrava di averti già vista. E poi ho capito dove: tu sei quella ragazzina che vive con Hayley Williams e i Paramore.-. Federica si incupì. -Viveva. Quella ragazzina non esiste più da mesi.- replicò, trattenendo a stento le lacrime. Francesca la fissava, senza sapere cosa fare. -Potresti... Potresti non guardarmi così?- supplicò la diciottenne. -Non voglio la pietà di nessuno. Vorrei solo riuscire a uscire da tutto questo casino.- spiegò. Francesca le carezzò il braccio. Quel contatto fece rabbrividire la più piccola, che crollò emotivamente, scoppiando in lacrime. -Ehi, no, io...- provò a rimediare Francesca. -Fra, che succede?- esclamò Angela. -Io volevo solo... Solo capire.- si giustificò la più grande. Angela corse verso Federica e la strinse, provando a calmarla. -Fede, guardami. Si sistemerà tutto, vedrai.- la rassicurò. La più piccola annuì, non troppo convinta. Poi si abbandonò tra le braccia della diciannovenne. -Vorrei solo poterla rivedere, anche solo per cinque minuti.- mormorò. Angela sospirò: avrebbe voluto aiutarla, ma non poteva.

-Da dove vuoi iniziare le ricerche?- domandò Oliver. -Dal bar di Roger. I Metalcore potrebbero sapere dove si trova.- propose Hayley. -Mi sembra un'ottima idea.- puntualizzò Oll. I tre si recarono, così, al locale gestito dal leader dei Metalcore. Quando entrarono, Roger sobbalzò. -Hayley Williams? Ma che diamine ci fai qui?- si stupì Edo. -Wow, ma quello è Oliver Sykes!- esclamò Ham. Ana lo guardò male. -Ehm... Scusate.- mormorò il ragazzo. Roger si fece avanti. -Che cosa vuoi? Cioè... Io pensavo che tu...- -Sono partita per gli Stati Uniti e sono ritornata qui ora con loro.- spiegò Hayley, indicando Oliver e Oll. -Ehi! Ma io quello lo conosco. E' quel fottuto federale! Che cazzo vuoi fare, farci arrestare tutti?-. Si voltarono tutti: Marco li fissava, appoggiato a un muro. -Marco, ma che ti prende? Non lo farei mai! Io sto solo cercando Federica!- replicò la cantante. -Quello è un poliziotto di merda!- esclamò il ragazzo. -E io i poliziotti li ammazzo!- -Marco fermati!- lo bloccò Ham, prima che potesse prendere una pistola. -Se vi dovessero arrestare, finirei nella merda anche io! Mi hanno tolto il caso, per vostra informazione.- spiegò il federale. Marco parve rilassarsi. -Vogliamo solo sapere dove si trova Federica.- affermò Oliver. I Metalcore si guardarono fra di loro. -Non ne abiamo la più pallida idea. E' da quando è successo il casino all'Hell che non la vediamo. Non sappiamo nemmeno se sia viva o no.- dichiarò Roger. Hayley si morse il labbro per trattenere le lacrime. I suoi occhi incontrarono quelli di Angela, che fino a quel momento non aveva aperto bocca. La diciannovenne chinò il capo, non riuscendo a reggere il suo sguardo. -Nico? Magari lui lo sa.- -Non abbiamo più nemmeno sue notizie. Qualunque cosa sia successa all'Hell quel giorno, beh... Penso che abbia cambiato molte cose. Davvero.- affermò Edo. -Quella sgualdrina da quattro soldi se la sarà svignata.- affermò Marco. -Ma che dici?- lo rimproverò Ham. -La verità. D'altronde, non è quello che ha sempre fatto? Se l'è sempre svignata, lasciando noi nella merda.- sbottò il ragazzo. -Non dire stronzate!- si innervosì Edo. -Non dico stronzate e tu lo sai! Lei ci ha lasciati qui, in questa città, a marcire! E, mentre noi marcivamo, la puttanella si faceva la bella vita con questa sottospecie di cantante!- -Smettila! Tu non sai nulla di me!- replicò Hayley. -E nemmeno di lei.- aggiunse, uscendo dal locale. -Ehm... E' stato un piacere!- si congedò Oliver. -Che cosa facciamo adesso?- domandò Oll. -Non lo so. Ma io devo trovarla e, Dio, io la troverò.- affermò la rossa. -Hayley!-. I tre si voltarono: Ana e Angela li guardavano, entrambe con sguardi tristi. -Ci... Ci sono anche Jeremy e Kat?- domandò la croata. Hayley sospirò. -No. Mi dispiace. Tu come stai? Sei riuscita a trovare un altro lavoro?- domandò la statunitense, preoccupata. -Magari! A quante pare, nessuno vuole una ragazza di diciannove anni con a carico due fratelli. Almeno Han non mi ha toccata. E non lo farà, perché lui sa che Federica è rimasta qui.-. Hayley l'abbracciò. -Devi ringraziare Jeremy e Kat per i soldi.- affermò la ragazzina. -I soldi?- si stupì Oliver. -Sì, mi mandano ogni mese un gruzzoletto. Non tantissimo, ma quel che basta per mantenere due bambini. Devi ringraziarli, Hayley! Devi!- -Lo farò.- promise la cantante. -Noi ora andiamo. Ci vediamo.- si congedò la rossa. Angela attese che Ana fosse rientrata e corse verso il trio. -Ragazza, che c'è?- domandò Oll. La diciannovenne inspirò ed espirò, profondamente. -CI possiamo vedere questa sera? C'è una festa in un locale molto rinomato. Io devo andarci per via delle mie coinquiline. E' una festa di universitari.- -Senti, noi non siamo venuti qui per andare a feste.- chiarì Oll. -Lo so. Ma vi prometto che vi servirà. Vi divertirete.-. I tre si guardarono, straniti. -Beh, perché no?- disse Oliver.

-Spiegami perché dovremo venire anche io e Angela.- esordì Federica, intenta a indossare un vestito fin troppo grande per lei. -Perché non vi lasciamo sole a casa, nemmeno se ci pagassero.- rispose Marta. -Angela tra quanto arriva?- domandò Francesca. Proprio in quel momento, la diciannovenne entrò, trafelata. -Scusate, mi cambio in un attimo!- esclamò. Si cambiò in fretta e furia. Francesca e Marta si scambiarono un'occhiata, stupite: Angela odiava le feste e ci metteva sempre un'eternità per prepararsi. -Bene, andiamo?- -Sei... Strana.- dichiarò Marta. -No, semplicemente siamo in ritardo.- replicò la ragazza.

-E' questo il locale?- -Sì Oli, è questo.- affermò Oll. -Wow, tartine! Ci vediamo tra un po'.- affermò l'inglese. Oll sorrise, divertito, per poi sedersi accanto a Hayley. -Ehi, la troveremo.- -Non lo so.- rispose la venticinquenne. -Forse dovrei lasciar perdere e tornare a casa.- -Non dirlo nemmeno per scherzo.-. La ammonì Oll.

Francesca, Marta, Angela e Federica entrarono nel locale. Le due più piccole si trovarono immediatamente sole in mezzo al caos. Federica si trovò sola in mezzo al tutto. Era nulla, si sentiva così piccola. -Vado nel giardinetto qui fuori a fumare.- disse. Angela annuì. “Bene, ora devo solo trovare Hayley.” pensò.

-Vado a prendere qualcosa da bere. Vuoi qualcosa?- domandò Oll. -No, grazie.- rispose la cantante. Rimase sola. Si sentiva una totale estranea. E, effettivamente, lo era. Sperava solo che qualcuno non la riconoscesse. -Hayley!-. La rossa sobbalzò, ma quando il suo sguardo si scontrò con quello di Angela si tranquillizzò. -Hayley, tu... Seguimi.-. La rossa non si attentò nemmeno a chiedere perché dovesse seguirla. Si recarono al giardinetto del locale. -Ti lascio sola un attimo, torno subito.- disse Angela. Hayley si sentì smarrita. Si guardò intorno: quell'orribile sensazione di solitudine ritornò, prepotente. Poi, qualcosa attirò la sua attenzione. Anzi, qualcuno. Per l'esattezza, si trattava di una ragazza sui diciotto anni, con un cerotto sul braccio. Hayley si sentì mancare il fiato. Le lacrime le scendevano dal viso, copiose. Raccolse tutte le sue energie e corse verso di lei.

Federica si voltò e la vide. Vide Hayley che stava correndo verso di lei. Si paralizzò: avrebbe dovuto correre via, scappare. Ma non ce la fece.

Le due si strinsero, in un forte abbraccio. Scoppiarono entrambe in lacrime. -Ti ho trovata. Potrai anche perderti di nuovo, ma io ti troverò, comunque.-.

Angolo dell'Autrice

Questo capitolo mi ha commossa! Davvero! Finalmente Hayley ritrova Federica. Vorrei facessimo tutti un grande applauso ad Angela, ahahah.
Ma se pensate che sia tutto finito beh, vi sbagliate. Sì, sono perfida!
La canzone è "Find You" di Alex Goot e Against The Current. So che la versione originale è di Zedd, ma preferisco la cover. 
Grazie a Layla, Lost The Battle e Layla Paramour per le recensioni. Alla prossima :)

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Capitolo 47
*** 46.Lost Boy ***


CAPITOLO 46

5 Seconds Of Summer-Lost Boy

'Cause I can't face the fact
That nothing is better than you


I'm coming because I need to find you
Is anybody there who can rescue
Somebody like me 'cos I'm just waiting
For somebody like you, somebody like you


 

Hayley e Federica erano ancora abbracciate. La diciottenne singhiozzava rumorosamente contro la spalla della rossa. -Shhh, ci sono qui io adesso.- la rassicurò la più grande. -Andiamo via da questo posto.- propose. -Non posso. Hayley, non posso.- la spinse via la ragazzina, tenendole comunque la mano, come per paura di perderla di nuovo. -Perché non puoi?- le domandò Hayley. -Perché devo tornare a casa.- rispose la diciottenne. Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Sapeva che casa sua non poteva mai essere quella città. Era consapevole che avrebbe dovuto scegliere tra Verona e Franklin, tra la sua vecchia vita e Hayley. Ed era anche consapevole del fatto che qualunque sarebbe stata la sua scelta avrebbe perso una parte di sé. Scosse la testa e provò a correre via, ma inciampò, tradita dagli acciacchi dovuti alla fuga dagli uomini di Han. Hayley la soccorse, stringendola a sé.

 

Erica bussò alla porta. Le aprì Paul. -E voi che diamine ci fate qui?- domandò, osservando la ragazza e Josh che teneva per mano Kevin. -Ehm... Noi stiamo scappando dalla polizia e ci servirebbe un posto sicuro in cui dormire.- rispose la ragazza. -Non ho tempo di spiegarti!- -Erica, io non... Okay, ma non qui. C'è una casetta che i miei usano quando hanno voglia di andare a farsi un giro. Vi posso portare.- propose il ragazzo. Erica lo baciò. Paul divenne paonazzo. -Bene, andiamo.- disse.

 

-Hayley io... Non potevo dirti direttamente dove fosse Federica. I Metalcore non lo sanno e non devono saperlo.- spiegò Angela. -Ma eccola! Che stai... Federica!- esclamò Oliver, correndo ad abbracciarla. Li raggiunse anche Oll. -Bene, ora possiamo tornare a casa.- affermò il federale. -No. Io non posso.- asserì Federica. -Han farà fuori Ana. Non posso tornare con voi.-. Hayley sospirò. -Posso almeno sapere perché Roger non sa dove sei? - -Probabilmente è stato qualcuno dei Metalcore a ficcarmi nei guai. Qualcuno fa il doppio gioco. A Han non importa nulla di me o Ana. Lui vuole semplicemente il controllo su tutte le bande. Mi cerca perché io sono l'unica ad aver avuto contatti con un po' tutti i componenti delle varie gang e che potrei fermarlo. Anche se, in realtà, le uniche che non sono ancora sotto il suo controllo sono i Metalcore e penso solo quelli della stazione.- spiegò Federica. -E Low e la sua banda saranno stati massacrati da quegli schifosi dei suoi uomini-. Hayley si rese conto che Federica stava per scoppiare a piangere di nuovo, così la strinse a sé. Oll si passò una mano sul volto. Realizzò solo in quel momento che quelle che aveva di fronte non erano due criminali, ma due ragazze che avevano passato momenti difficilmente augurabili a chiunque. Si rese conto che Cardi non aveva capito nulla. In quel momento, sopraggiunsero Francesca e Marta. -Dobbiamo andare ragazze!- esclamarono. -Loro non vanno da nessuna parte!- sbottò Oliver. -E tu saresti?- esordì Francesca. -Oliver Sykes, cantante dei Bring Me The Horizon, ma probabilmente una perfettina come te non saprà sicuramente di che parlo.- replicò il britannico. -Hey, ma quella non è Hayley Williams?- esclamò Marta. Francesca rimase a bocca aperta. -Io... Oh ecco... Mi scusi.- provò a dire Marta. -Dammi del “tu”, avremmo la stessa età!- la rassicurò la cantante. -Quindi Federica cosa fa? Torna da noi? Avremmo fretta.- domandò Francesca. Angela strinse i pugni. -Ora la smetti! Eccome se la smetti! Sono stufa di te e del tuo atteggiamento! Il mondo non ruota attorno a te! Pensavo fossi diversa!- abbaiò. L'universitaria rimase di stucco. -E ora puoi anche cacciarmi di casa, non me ne frega nulla! Solo, non venire più a cercarmi!- continuò la diciannovenne. Oliver e Oll non riuscivano a capire, mentre Hayley, che un po' di italiano lo capiva, rimase stupita. Francesca sospirò, incapace di replicare. -Beh, se volete potete passare da casa nostra. Possiamo offrirvi una cena.- si arrampicò sugli specchi Marta. La pancia di Oliver brontolò. -Il mio stomaco ha parlato!- affermò. Oll alzò gli occhi al cielo. -Non è lontana, sono dieci minuti in macchina.- disse Marta. -Va bene.- si arrese Hayley.

 

-Ecco, questa è la casetta.- affermò Paul, facendo scendere i fuggitivi dalla macchina. -Che cosa avete combinato, Erica?- domandò. -Noi nulla. Ma Hayley e Oll finirebbero nei guai se ci dovessero prendere.- rispose la ragazza. Paul sospirò. -Fai attenzione.- si raccomandò lui, poi la baciò e se ne andò. Josh si guardò in giro: erano soli in mezzo al nulla. Si sedette sull'erba, sconsolato. -Hey, posso fare qualcosa?- domandò Erica. -MI sento perso, davvero. Non so cosa fare. Sono incompleto.- rispose Josh. -Vuoi andare a prendere Hayley?- chiese la ragazza. Josh annuì. -Ma non posso. Spero solo che non si metta nei guai.-. Erica scoppiò a ridere. -Perché ridi?- -Perché se c'è Federica di mezzo non potrà mai stare lontana dai guai.- rispose la diciannovenne. I due si guardarono e scoppiarono a ridere, divertiti. -Hai ragione.- ammise l'inglese.

 

-Bell'appartamento per delle universitarie.- osservò Hayley. - Ce l'ha procurato il padre di Francesca.- rispose Marta. -Volete qualcosa da mangiare?- domandò la ragazza. -No, grazie. Da bere forse.- rispose Oll. Oliver fissò il frigo. -Lui ha fame.- asserì Federica. Francesca si sedette sul divano. I suoi occhi incontrarono quelli di Angela. Sospirò, alzandosi e correndo in bagno. Si guardò allo specchio e tirò un pugno al muro. -Fra... Posso entrare?- domandò Angela. La più grande annuì. -Senti, mi dispiace per quello che ti ho detto.- -No. Hai ragione. E' che... Io devo sempre inquadrare tutto, seguire uno schema preciso. Ma non riuscirei mai a cacciarti da qui. Mai.-. Angela l'abbracciò. -Sai, io... Quando ti trovammo per strada quella notte eri piuttosto malmessa. Sono stata io ad insistere affinché potessi restare a dormire da noi. Vedi, io non sono sempre stata così rigida.-. Angela si morse il labbro. -In che senso?- domandò. -Io avevo un fratello. Avrebbe compiuto diciannove anni tra due settimane. Morì perché mio padre si distrasse alla guida.-. La diciannovenne si sentiva confusa. -Perché mi stai raccontando tutto questo?- domandò. Francesca sospirò. -Perché tu sei importante per me. Mi ricordi mio fratello.- -Io non sono un rimpiazzo!- si infuriò Angela. La più grande le prese le mani. -Non ho mai detto questo.Vedi, quando è morto io mi sono ripromessa che nella mia vita non ci sarebbero più state imprecisioni. E poi sei arrivata tu. Angela, sei la mia unica occasione per vivere fuori dagli schemi. Non voglio più essere così rigida. Io ti voglio bene.-. Angela la guardò. Le sorrise. -Anche io. Ed è ora che tu sappia la verità su di me.- affermò, iniziando a raccontarle della sua vecchia gang.

 

-Perché siete venuti fin qui?- domandò Federica. Hayley la guardò. -Io senza di te sono persa. Sono venuta fin qui per trovarti, accidenti!- esclamò Hayley, senza riuscire a trattenere le lacrime. -Sai che cosa ho provato?- si sfogò la cantante. -Beh, perché invece io sì che me la passo bene!- replicò la diciottenne. -Forse è meglio se ce ne andiamo in un'altra stanza.- propose Oliver, andandosene con Oll e Marta e lasciando le due da sole. Hayley fissava Federica, dura. L'italiana non riuscì a sostenere lo sguardo della rossa. -Io... In realtà ho pregato a lungo affinché tu mi ritrovassi. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Hayls, mi dispiace per tutto. Non ti merito.-. La statunitense la strinse forte. -Ora sei al sicuro, qui con me.- la rassicurò Hayley. Federica si abbandonò alla stretta di quella che fino a pochi mesi prima sarebbe diventata sua madre e si sentì meno sola, meno persa e finalmente a casa.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui! Allora, questo capitolo mi piace un sacco. Si scoprono varie cose, sia su Han che su Francesca. E poi boh, Oli ha fame.
La canzone scelta è "Lost Boy" dei 5 Seconds Of Summer e forse farà discutere. Premetto che non sono un'amante dei 5 Seconds Of Summer, ma ho trovato la canzone sia carina che azzeccata.
Grazie a Layla, Lost The Battle e Layla Paramour per le recensioni! Alla prossima :)

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Capitolo 48
*** 47.Pressure ***


CAPITOLO 47

Paramore-Pressure

 

Feel the pressure
It's getting closer now
You're better off without me

Josh e Erica sentirono dei rumori. -Che succede?- domandò la ragazza. -Non lo so. Esco un attimo a vedere.- rispose l'inglese, uscendo. Si trovò davanti un fucile. Alzò lo sguardo: la casetta era circondata. Un uomo vestito con un impermeabile avanzò. -Buongiorno signor Franceschi. Penso proprio che lei abbia qualcosa da dirci. E' pregato di seguirci. E questo vale anche per il bambino e la ragazza.- disse. -Non so nemmeno chi lei sia.- -Sono l'agente Green dei federali, un sottoposto di Oll. So che è partito con Hayley per l'Italia e sono entrambi riusciti a ficcarsi in un mare di guai.- rispose l'uomo. Josh si convinse e, chiamati Erica e Kevin, si consegnò ai federali.

 

-Hayley, devi andartene via.- mormorò Federica nel sonno. La ragazza si era addormentata tra le braccia della cantante, sul divano. Hayley la cullò dolcemente, sussurrandole parole di affetto. -Vuoi fermarti qua?- le chiese Oliver. -Oli, lei si è addormentata e Marta e Francesca hanno detto che per stanotte va bene.- rispose la statunitense piano, per non svegliare Federica. -Io e l'inglesino andiamo in albergo allora.- affermò Oll. -Inglesino a chi?- si innervosì Oliver. -Stavo scherzando.- ribatté il federale. -Hayley, il tipo qui non è simpatico.- dichiarò il cantante. -Dai, tranquilli. Ci vediamo domani.- li congedò la cantante. I due se ne andarono e Hayley iniziò a carezzare la fronte di Federica. La ragazzina iniziò ad agitarsi. -No, ti prego, aiuto, no!- urlò. La rossa la strinse a sé. Federica aprì gli occhi di scatto. Respirava a fatica. -Calmati, ci sono qui io.- la rassicurò Hayley. Federica si attaccò alla cantante. Scoppiò a piangere. -Hayley io... Non posso continuare così.- affermò. -Ne usciremo, te lo prometto.- dichiarò la rossa. Federica scosse la testa. -Devi andare via. Anzi, me ne andrò io. Sto mettendo tutti in pericolo.-. La diciottenne si alzò sotto lo sguardo impietrito della statunitense. Prese il suo zaino e lo riempì. -Cosa stai facendo?- -Sto liberando il mondo della mia presenza.- rispose la più piccola. -Smettila!- la rimproverò la venticinquenne, ma la ragazzina la ignorò. Improvvisamente, qualcuno bussò alla porta. Marta si alzò. -Chi può essere a quest'ora?- domandò sbadigliando. -Non aprire.- la bloccò Federica. La ragazzina aveva, infatti, un brutto presentimento. Si recò alla porta e guardò dallo spioncino. Vide quattro uomini, tra cui quello misterioso che aveva aggredito i Raptors. -Cazzo!.- imprecò. Si accasciò, sedendosi con la schiena alla porta. Fece segno alle altre di tacere. -Passami la pistola.- sussurrò a Hayley. Sentirono di nuovo bussare alla porta. Federica aprì con un colpo secco e sparò. Uno degli uomini alla porta morì sul colpo, altri due furono feriti. Il quarto, l'uomo misterioso, corse giù per le scale e sparì nella notte. I vicini uscirono sul pianerottolo e si guardarono, spaesati. Marta fece segno a tutti di non chiamare la polizia. Federica controllò i tre uomini: due erano morti, mentre il restante ne aveva per poco. -Chi diamine è il tuo capo? Che cosa volete da me? Parla!-. L'uomo mormorò qualcosa, ma non riuscirono a sentire nulla. -Parla più forte!- esclamò la diciottenne. -M... Ma...- provò a dire l'aggressore, ma morì. Federica non riusciva più a respirare, mentre Francesca e Marta urlarono, così come i vicini. -Hayley, dobbiamo andare via da qui, prima che la polizia ci arresti.- mormorò Angela. -Concordo.- rispose la cantante, prendendo Federica per un braccio e trascinandola via.

 

-Perché Hayley Williams non si rivolge mai alle forze dell'ordine?- domandò Green, retoricamente. -E perché non l'ha fatto nemmeno lei? Ora, a meno che Oll non riesca a riportare tutti sani e salvi, lei non solo perderà l'affidamento di Kevin, ma rischia anche la galera. Ne vale davvero la pena?-. Josh abbassò lo sguardo, voltandosi. Erica, seduta su una sedia in corridoio, gli fece un cenno per tranquillizzarlo. L'inglese sorrise vedendo Kevin che dormiva con la testa appoggiata sulle gambe di quella che sarebbe diventata sua zia. -Se ne valeva la pena? Non lo so. So solo che Hayley aveva bisogno di Federica.-. Green alzò gli occhi al cielo. -Lei ci aiuterà signor Franceschi.- asserì. -A fare cosa?- domandò l'inglese, ingenuamente. -A recuperare Oll, la sua fidanzatina e il signorino Oliver Sykes.-. Josh trasalì. -O-O-O-Oli?- balbettò. -Già. Si stanno mettendo nei guai. E lei andrà in Italia con un nostro agente per sorvegliarli.- -Col cazzo!- sbottò il cantante, alzandosi di scatto. -Senta, lo so come si sente! Capisco che stanno facendo la cosa giusta e io stesso ammiro Oll, ma stanno per ficcarsi in guai enormi e io sono legato ad ordini dall'alto!-. Josh si calmò, capendo la posizione del federale. -E va bene, partirò per l'Italia. Ma Kevin ed Erica? Cioè...- -Non le toglieremo la custodia del piccoletto, stia tranquillo.- lo rassicurò Green.

 

Hayley, Federica e Angela stavano ancora correndo. Si fermarono, stremate, in un giardinetto pubblico. -Qui la gente non è della migliore, ma almeno non ci sono poliziotti.- dichiarò la diciannovenne. Federica si sedette su una panchina. Hayley la guardò e provò ad avvicinarsi, ma la diciottenne la respinse. -Stammi lontana!- -Mai.- replicò la statunitense. -Combino solo casini.- asserì la più piccola. -Staresti molto meglio senza di me.-.

 

-E io? Josh, non sono in grado di prendermi cura di un bambino di dieci anni!- -Erica, per ogni evenienza chiedi a Dakota. Le ho spiegato la soluzione e mi ha promesso di non dirlo a nessuno. Andrà tutto bene.- la rassicurò lui. La sorellastra di Hayley accennò un sorriso. -Papà dove vai?- domandò Kevin, notando la valigia. -Io... Vado via per un paio di giorni.- rispose l'inglese. -Anche papà Michael aveva detto che andava via per un paio di giorni, ma non è più venuto a casa.- replicò il bambino. Josh ammutolì: era la prima volta in assoluto che Kevin parlava della sua famiglia. -Io ci torno a casa, piccoletto. Dobbiamo guardare l'Arsenal vincere il campionato, no?-. Kevin annuì. -Buon viaggio papà.-.

 

Lo schiaffo era arrivato, freddo, doloroso, eppure accogliente. Federica lo accolse, come se fosse l'unico modo per svegliarsi da un brutto sogno. Hayley deglutì, terrorizzata dall'idea di perderla di nuovo. Angela guardava le due, smarrita. Iniziò a piovere. Un tuono più forte degli altri fece trasalire la diciannovenne. Federica fissava il vuoto. -Forse ho capito chi è la talpa. E giuro che la pagherà.-.

Angolo dell'Autrice

Capitolo in cui succede davvero di tutto! Sinceramente, a me piace tantissimo, anche se il finale non è dei migliori perché voi non capite sostanzialmente di chi stiano parlando. O sì? Dai, provate a indovinare! Ah, e vogliamo parlare di Kevin? Quanto è dolce e cucciolino? Boh aiuto, mi sciolgo, ahahah. Mentre povero Josh, costretto a rimediare a ciò che ha fatto Hayley.
Finalmente una canzone dei Paramore, ovvero "Pressure", penso che ci stia a pennello e che esprima esattamente ciò che prova Federica.
Grazie mille a Lost The Battle e a LaylaParamour per le recensioni. Tra l'altro, LaylaParamour sta scrivendo una bellissima fanfiction che vi invito a leggere, "There's a time and a place to die, but this ain't it".
Alla prossima!

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Capitolo 49
*** 48.No More Pain ***


CAPITOLO 48

2Pac-No More Pain

Prison ain't changed me nigga, it made me worse 

Feel me nigga, haha 

No more pain 
 

Roger stava mettendo a posto della merce. Mancava pochissimo all'apertura del bar. -Ciao Marco.- salutò. -Ciao Rog.- rispose l'amico. -Come mai sei così giù di morale?- domandò. -Mi manca Federica e sono preoccupato per Nico. Non capisco dove si siano cacciati.- rispose il ragazzo. -Se per quello, non capisco nemmeno dove sia Angela. Di solito è la prima ad arrivare.- osservò Ana. -Vedrai che arriverà.- ribatté Edo. -Sì, arriverà Han e ci inchiappetterà tutti.- scherzò Marco. -Non scherzare su queste cose.- lo rimproverò Ham. -Seriamente ragazzi, dov'è Angela?- insistette Ana. La croata era in ansia. Erano giunte voci riguardo ad un attacco ai Raptors ed uno in un appartamento e lei aveva paura che Angela potesse essere rimasta coinvolta. -Sapete cosa dicono riguardo ai Raptors e a Low e...- -Tranquilla Ana, respira.- la tranquillizzò Roger, baciandola. -Dai, tra poco arrivano i clienti.- protestò Ham. Edo gli coprì gli occhi. -Sei troppo piccolo per certe scene.- lo prese in giro.

 

Josh era sceso dall'aereo da poco. Il suo agente di riferimento si era sistemato in albergo e lui aveva deciso di fare un giro in città. Camminava per Via Mazzini, quando si scontrò con qualcuno. Alzò lo sguardo. -Josh!- -Oliver!-. I due si abbracciarono. -C'è anche Oll con te? I federali mi hanno ehm... assoldato per controllarvi.- spiegò il cantante degli You Me At Six. -Lo so.-. I due inglesi si voltarono: Oll li fissava. -Ah, lei lo sa. Bene, allora posso tornare a casa.- -Ho detto io a Green di cercarmi se fossi sparito. Mica sono scemo, so in che guai ci stiamo cacciando. E il fatto che Hayley non si sia ancora fatta viva ne è una prova.-. Josh strinse i pugni. -E allora io che cosa ci faccio qui?- si infuriò. -Beh, lei è l'unico con Oliver che può convincerla a tornare negli Stati Uniti se le cose si mettono davvero male.- spiegò il federale. -Quindi erano questi gli “ordini dall'alto” ai quali Green doveva rispondere.- concluse l'inglese. Oliver, dal canto suo, non ci stava capendo più nulla. -Se Hayley non si è più fatta viva forse dovremmo cercarla.-. Oliver e Oll si guardarono. -Josh, ieri l'abbiamo lasciata con Federica a casa di tre ragazze. Stamattina abbiamo telefonato e una di loro ci ha detto che non si sono più fatte vive da stanotte e che c'è stata una sparatoria nell'appartamento.- spiegò il cantante dei Bring Me The Horizon. Il cantante degli You Me At Six sbiancò.

 

-Sei sicura? Cioè, hai la certezza che sia lui?- domandò Hayley. Erano a pochi passi dal bar di Roger. -Sì. E' orribile da dire, per me era come un fratello, ma è uno sporco traditore. D'altronde, se ci pensi, solo un Metalcore poteva spifferare a Cardi o a Han i nostri spostamenti.- osservò Federica. Hayley annuì. -Mi dispiace.- -Anche a me.-.

 

Josh, Oll e Oliver stavano correndo verso il bar di Roger, quando il cantante degli You Me At Six notò una figura familiare, un ragazzo alto, biondo e magro. Lo rincorse. I ragazzo iniziò a correre, ma Josh fu più veloce e lo placcò. -Nico! Fermati, tranquillo.-. Il russo lo guardò negli occhi, terrorizzato. -J-J-Josh, io... Non so dove si trovi.- si disperò. -E' da quando Cardi stava per arrestarla che non la vedo e non la sento. Sono rimasto qui per cercarla, ma non l'ho trovata da nessuna parte.- spiegò il ragazzo. Josh sospirò. -E perché sei scappato?- domandò Oll, che nel frattempo li aveva raggiunti, seguito da Oliver. -Perché pensavo foste poliziotti. Ho ehm... Rubacchiato qualcosa per necessità in questi mesi.- rispose Nico. Oll sospirò. -Farò finta di non aver sentito nulla.- affermò.

 

Roger espose il cartello con scritto “aperto”. Si voltò verso Ana. La ragazza era nervosa. -Arriverà, dai.- la rassicurò Ham. -Ma non è mai stata così in ritardo! E non risponde al telefono!- esclamò la croata.

 

-Se dobbiamo farlo, lo facciamo adesso.- affermò Federica. Angela annuì. Le ragazze si voltarono verso Hayley. La rossa forzò un sorriso. -Andiamo!- sospirò. Le tre si recarono verso il bar.

 

-Angela!- esclamò Ana, correndole incontro, ma si bloccò quando vide con l'amica anche Hayley e Federica. -Cosa ci fai qui?- domandarono i Metalcore, all'unisono. -Pensavamo fossi morta.- dichiarò Marco. -No. Tu lo pensavi. Anzi, lo speravi, razza di bastardo!- ribatté la diciottenne. -Fede, ma che dici? Dove sei stata?- domandò Roger, confuso. -Ero da Low. E questo bastardo stava per ammazzarmi con i Raptors.- spiegò Federica, indicando Marco. -Ragazzi, questa delira.- si difese il ragazzo. -Da quando ti sei svenduto a Han?- continuò la ragazza. Marco la prese per il braccio e la spinse contro il muro. -Razza di troia, la smetti?- -Smettila tu Marco!- esclamò Angela, puntandogli una pistola addosso. Marco mollò la presa e Federica cadde per terra. Hayley corse a soccorrerla. -Okay, non c'è più bisogno di mentire, no? Diciamo che, un anno e mezzo fa, Han mi contattò per un lavoretto. Nulla di che si intende, avrei dovuto vendere un po' di erba e basta per conto di Roskim. Sono rimasto colpito da lui e Brandon. Roskim aveva classe.- -Roskim era un porco!- lo interruppe Hayley, memore di ciò che le aveva fatto Brandon. Marco sogghignò. -Continuando il discorso, Han mi ha parlato del suo progettino di scalata al potere e così abbiamo deciso di spedire Roskim a Franklin. Sapevo che Federica era lì, mi scriveva ogni tanto. E, a dire la verità, speravamo riuscisse a farti fuori. Vedi fede, sei sempre stata una spina nel fianco.-. La diciottenne fece per tirargli un pugno, ma Ana la fermò. -E poi?- chiese Edo. -Poi ho fatto saltare in aria la sede della banda di Angela. Ah, già, non lo sapevate? Angela apparteneva a un'altra banda. Sai piccola, il loro cervello gliel'ho fatto schizzare in aria io. E' stato proprio un bel botto.-. Marco scoppiò in una fragorosa risata. -Figlio di puttana, ti ammazzo!- esclamò la diciannovenne, in lacrime, puntandogli la pistola contro e caricando il colpo. -Avanti amore, sparami! Che cosa aspetti?- la provocò Marco. I due si fissarono negli occhi. Il tempo parve fermarsi. -Peccato, sei fuori tempo massimo!- affermò il ragazzo, estraendo una pistola e sparandole. Angela si preparò a morire, ma quando aprì gli occhi vide Ham a terra, in una pozza di sangue. Si chinò sul ragazzo. -Perché Ham?- piagnucolò. -Io... Io ti amo Angela.- confessò il ragazzo. -Beh signori, mentre vi confessate amore reciproco vi auguro buona serata!- esclamò Marco, sparando in aria e dileguandosi. -Dobbiamo inseguirlo!- esclamò Edo, iniziando a rincorrerlo. Le ragazze si misero ad assistere Ham. -Alla fine mi feriscono sempre.- mormorò il ragazzo. -Ti portiamo immediatamente all'ospedale- affermò Hayley. Improvvisamente, il cellulare di Ana squillò. -Chi è?- chiese Federica. -Marco.- rispose la croata. La diciottenne le fece segno di rispondere. -Che cazzo vuoi?- abbaiò la croata. -Tranquilla Ana, qui c'è solo qualcuno che vuole salutarti. Avanti, saluta.- sibilò il ragazzo. -Ma che...- mormorò la croata. -Ana, aiuto.-. La ragazza lasciò cadere il telefono. Le gambe le cedettero e si trovò in ginocchio, sul pavimento. -Ana, che succede? Ana!- si preoccupò Federica. -Axel e Andrej. Quel bastardo li ha presi.-.

Angolo dell'Autrice

Allora, l'avevate capito che era Marco? Sono cattiva perché penso di aver creato un personaggio odioso. Invece Ham è un cuccolino, un po' sfigato, ma è un cucciolino. Il capitolo è forse un po' violentino, ma il rating è arancione, no? Mentre si scopre il "piano" di Oll (che è un geniaccio).
La canzone è "No More Pain" di 2pac
Grazie a LaylaParamour e Lost The Battle per le recensioni! Alla prossima :)

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Capitolo 50
*** 49.Still Breathing ***


CAPITOLO 49

Mayday Parade-Still Breathing

I'm still breathing

Erica aprì gli occhi di scatto. Guardò l'ora: le tre di notte. Non si sentiva tranquilla. Si alzò e si recò in camera di Kevin. Il bambino dormiva beato nel suo letto. La ragazza si sedette sul materasso e lo guardò. Sospirò. Avrebbe tanto voluto uscire a fare un giro, ma non se la sentiva di lasciare Kevin da solo, incustodito. Prese il telefono e compose il numero di Dakota. Rimase in attesa di una risposta fino a quando, finalmente, la migliore amica di sua sorella rispose, con una voce alquanto assonnata. -Pronto?- disse, mezza addormentata. Erica rimase, però, muta. “Perché cazzo ho chiamato lei?” si domandò, tra sé e sé. -Pronto!- insistette Dakota. La diciottenne attaccò. Kevin si mosse e si svegliò. -Mamma è tornata?- chiese. -Torna presto.- rispose Erica. -E papà?- -Anche.- affermò la ragazza. -Prova a dormire ancora.- disse poi, carezzandogli dolcemente la fronte. Kevin, però, si sedette sul letto, fissandola negli occhi. -Mamma non torna perché mamma è morta.- dichiarò, con una durezza eccessiva per un bambino della sua età. Erica trasalì. -Kev, non dire così.- -No! Sono stufo! Mi dite solo bugie! Io non sono stupido!- gridò il piccolo. -Nessuno dice questo.- provò a calmarlo Erica. Il bambino si alzò di scatto e corse via. -Kev, dove vai?- -Vado via!- rispose l'undicenne. -Sono le tre di notte! Per l'amor di Dio, non uscire, sei in pigiama!- tentò di fermarlo lei, rincorrendolo. Kevin aprì la porta e uscì, incurante del freddo e della pioggia. -Kev, sta piovendo!- -Io devo tornare da mamma!- ribatté il bambino, continuando a correre per la strada. Vide una luce abbagliante. Poi fu il buio.

 

-Jerm, il telefono.- mormorò Kat. Il bassista si alzò a fatica. -Pronto?- -Jerm, sono Erica. Kevin... Una macchina l'ha investito. C'è sangue ovunque, lo stanno portando in ospedale.- spiegò la ragazza a fatica, tra le lacrime. Jeremy rabbrividì. -Arriviamo subito! Hayley e Josh come stanno? Dove sono?- -Loro non ci sono.- rispose la diciottenne. Jeremy ammutolì. -Non... Non capisco. Senti, ti raggiungiamo subito. Vai con Kevin. Ci vediamo subito.- affermò, attaccando. -Amore che succede?- domandò Kat. -Non l'ho capito, ma credo che Kevin sia stato investito. Erica ci aspetta all'ospedale.-.

 

-Non posso entrare lì dentro!- esclamò Nico. -Perché no?- chiese Oll. -Perché Roger mi ammazzerebbe.- rispose il russo. Il federale lo ignorò ed entrarono nel bar dei Metalcore. Una volta dentro, trovarono Hayley e Federica che tenevano Ana tra le braccia e Angela che carezzava la fronte di Ham, piuttosto malmesso. -Josh!- esclamò la cantante. -Hayls! Che diamine sta succedendo?- domandò l'inglese, abbracciandola. Federica, nel frattempo, era rimasta paralizzata alla vista di Nico. Il russo la fissava, con le lacrime agli occhi. -E' stato Marco. Era lui la talpa. Lui ha chiamato i carabinieri mentre eravamo al magazzino, lui ha fatto sì che Ana finisse nei guai, lui ha detto a Han dove Federica fosse, lui è il responsabile di tutto questo schifo! Lui ha sparato a Ham e, infine, lui ha rapito i fratelli di Ana.- spiegò Angela, piangendo. Oll si mise le mani nei capelli. -Avrei dovuto capirlo subito, maledizione!- sbottò. -Cosa?- chiese Josh. -Cardi mi aveva parlato di una soffiata. Diceva che era una fonte sicura al cento per cento. E poi ieri, quando mi ha visto, Marco voleva ammazzarmi. Non è un atteggiamento razionale, a meno che non fosse certo di avere le spalle coperte.- affermò il federale.

 

-Erica!- chiamò Kat. La ragazzina corse verso i coniugi Davis, abbracciandoli. -Ho chiamato Dakota prima, mi ha tenuto compagnia fino ad adesso.- affermò, indicando la migliore amica di Hayley. -Il chirurgo è uscito ora.- disse la donna. I quattro si avvicinarono al medico, in attesa di notizie. -Allora, voglio dirvi le cose come effettivamente stanno. Il bambino ha avuto un forte trauma cranico, tuttavia l'intervento è andato bene e dovrebbe svegliarsi con la fine dell'effetto dell'anestesia. Ha delle costole rotte e un polso rotto. Ora arriviamo al problema. Non so come si risveglierà. Potrebbe essere soggetto ad amnesie.- spiegò il chirurgo. Erica si sentì mancare. -Per ora lo terremo in una stanza. Se seguite l'infermiera potrete stare con lui.- aggiunse. Kat, Jeremy e Dakota annuirono, seguendo l'infermiera che portava il letto con il bambino nella sua camera. -Sei sua sorella?- domandò il medico. -Quasi sua zia.- rispose Erica. -Senti, ce l'hai un ragazzo?- chiese l'uomo. -C-c-come?- balbettò la ragazza. -Chiamalo. Ti farà bene andare via da questo posto per un po'.-. La diciottenne annuì e chiamò Paul.

 

-Nico!- esclamò Roger, entrando, seguito da Edo. -E' con noi.- affermò Hayley. -Voglio fidarmi. Non l'abbiamo preso quel bastardo! Ma che ha Ana?- chiese Edo. -Marco ha rapito Axel e Andrej. E dobbiamo portare Ham all'ospedale.- spiegò Angela. Roger deglutì. -Edo, portalo tu. E date dell'acqua ad Ana!- ordinò Roger. Il più grande obbedì e caricò Ham in macchina. Nico, finalmente, si avvicinò a Federica. I due si fissarono, poi si baciarono, con disperazione. -Mi dispiace.- mormorò la ragazzina. -Non è nulla, tranquilla.- la rassicurò il biondo. -Dobbiamo assolutamente fare qualcosa. Han vuole il controllo, il potere. Non si fermerà davanti a nulla.- spiegò la più piccola. -Cosa intendi?- domandò Josh. -Han vuole ottenere il controllo su tutte le gang. Solo due bande sono ancora libere: quelli della stazione e noi. I Raptors sono tutti morti. E stavolta quel grandissimo figlio di puttana deve pagarla. E poi, dobbiamo salvare assolutamente Andrej e Axel.-.

 

-Sei sicura di stare bene?- chiese Paul. -Ho solo bisogno di dormire.- disse Erica, sedendosi sul divano. -Beh, non dormirai sul divano. Io ci dormirò, tu potrai stare nel mio letto.- -Paul, sono le quattro di notte, non ho voglia di discutere.- ribatté la ragazza. -Nemmeno io.- dichiarò il ragazzo. Erica sospirò. -E va bene. Però... Dormiresti con me?- domandò lei. Paul sorrise. -Certo.-. I due ragazzi si coricarono. Erica si accucciò al petto del fidanzato. -Non lasciarmi andare. Mai. Qualunque cosa accada.- -Mai.- promise Paul, baciandole la fronte.

 

-Se dovesse capitare a Bliss una cosa del genere non so davvero come farei.- affermò Kat, carezzando la mano di Kevin. -Non possiamo sapere cosa le succederà in futuro, ma sappi che io ti sarò sempre vicino. Siete la mia famiglia Kat.- ribatté Jeremy. La moglie sospirò, poggiando il capo al petto del marito. -Forse dovremo chiamare Hayls o Josh. Dakota mi ha spiegato tutto e...- -Lo farò io.-.

 

Il cellulare di Josh squillò. Il cantante rispose. Man mano che ascoltava la telefonata diventava sempre più pallido. Quando attaccò Hayley gli si avvicinò. Josh riportò ciò che Jeremy gli aveva detto. Hayley si morse il labbro. -Mi hanno detto che sta bene, si sveglierà non appena finirà l'effetto dell'anestesia.- spiegò l'inglese. La statunitense annuì, baciandolo, consapevole che, più velocemente avrebbero sconfitto Han, prima sarebbero potuti tornare a casa. “Sempre che non accada il contrario.”.

Angolo dell'Autrice

Ehm... Povero Kevin. In realtà, un po' poveri tutti quanti.
Scusate se non ho aggiornato sabato scorso, ma ho avuto dei problemi! La canzone è "Still Breathing" dei Mayday Parade. 
Grazie a Lost The Battle per la recensione :)
Alla prossima!

 

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Capitolo 51
*** 50.Legacy ***


CAPITOLO 50

Eminem-Legacy

 I don't belong in this world
That's why I'm scoffing at authority, defiant often
Flying off at the handle at my mom, no dad

[...]

And if you fall, I'll get you there
I'll be your savior from all the wars that are fought
Inside your world
Please have faith in my words

 

-Mamma.- mormorò Kevin. Kat sobbalzò: si era svegliato. Lei e Jeremy chiamarono immediatamente i medici, felici. Tuttavia, il dottore non batté ciglio e iniziò a fare delle domande al piccolo. -Come ti chiami?- chiese. Kevin non rispose. -Dov'è la mia mamma?- domandò. -Hayley?- -No, mia mamma si chiama Grace.- rispose l'undicenne. Kat non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere. Jeremy abbracciò la moglie. -Kevin, lo sai quanti anni hai?- continuò il medico. -Ne ho undici.-. Il dottore aggrottò le sopracciglia, confuso. -Per caso conosci questi signori?- domandò, indicando i due coniugi Davies. Il bambino non rispose. -Kevin.- lo richiamò il medico. Il bambino annuì. -Sì, sono Kathrine e Jeremy. Ovvio che li conosco.- rispose. Il dottore fece cenno ai due coniugi di seguirlo. -Siete fortunati, ricorda tutto.- affermò. -Ma non ricorda di Hayley.- ribatté Jeremy. -Si ricorda benissimo. Solo che non la chiama “mamma”. E' come se si stesse difendendo. Ha perso i genitori già una volta, no?- -Ma fino a ieri Hayley la chiamava “mamma” e Josh “papà”!- esclamò Kat. -E' successo qualcosa? Cioè, lo sappiamo, i cantanti hanno i tour! Per caso sono stati costretti ad andarsene via?-. Jeremy sospirò. -Sì, e non per un tour.- dichiarò. -Kevin si sente abbandonato di nuovo. Dovrete aiutarlo a superare il trauma, ma non è nulla di irreparabile.- spiegò il medico.

 

-E' pronta la cena!- esclamò Edo. Si erano tutti rifugiati nel garage vicino alla casa di Roger, mentre Ham era stato portato in ospedale, assistito da Angela. Il più grande servì della minestra a tutti. -E' commestibile?- domandò Oliver, sospettoso. Il ragazzo sospirò, mandandolo mentalmente a quel paese. -Mangia e stai zitto, inglesino!- lo rimproverò Oll. A Roger scappò un sorriso, mentre Federica, Ana e Hayley se ne stavano mute, mogie. Josh carezzò la mano della fidanzata, ma lei la ritrasse, alzandosi e andando fuori. Si sedette sulla strada. Sentì dei passi. SI voltò: Federica l'aveva raggiunta. -Che vuoi fare?- le chiese. -Nulla, solo stare con te.- rispose la ragazzina, sedendosi accanto a lei. -Ha chiamato Jerm. Kevin si è svegliato, ma non mi chiama più “mamma”. Si sente abbandonato, sia da me che da Josh.- spiegò la cantante. Federica si morse il labbro. -E' colpa mia.- mormorò. -Avrei dovuto spiegarti tutto dall'inizio. Non sarei dovuta scappare!- pianse. La rossa la strinse a sé. -Non è colpa di nessuno. Doveva andare così è basta. Anzi, penso di avere delle grosse responsabilità anche io. Ti ho trascurata tantissimo per via del matrimonio.- disse. -Già, con Chad.- sospirò la diciottenne. -Hayls, mi dispiace per tutto.- si scusò la diciottenne. -Smettila di scusarti, ti prego.- la calmò Hayley. Federica la guardò. Provò ad accennare un sorriso, non riuscendoci. -Vorrei poter cambiare le cose, ma ormai è troppo tardi. Sappi che ti voglio bene.- concluse l'italiana. La statunitense sospirò. -Che cosa possiamo fare? Siete rimasti in tre, perché Ana non è nelle condizioni di fare qualcosa.- -C'è anche Nico. E poi ci siete voi. Oll sa sparare. Il problema non è quello. Il problema è che Han ci vuole morti. E Marco pure.-. Federica si accoccolò al petto della cantante. -Dobbiamo salvare quei due bambini e chiudere la partita con Marco e Han. Poi ce ne torneremo a casa.- -Hayley, io dovrò- -Scegliere, lo so. Dovrai scegliere. La vita è tutta una scelta. Dobbiamo rendercene conto.-.

 

-Kev!- lo abbracciò Erica. La ragazza si era precipitata all'ospedale non appena Jeremy le aveva telefonato per annunciarle il risveglio del bambino. L'undicenne la guardò male. -Cucciolo, come stai?- domandò la diciottenne. -Bene.- rispose Kevin, bruscamente. -Piccolo, scusami.- -Di cosa?- chiese il bimbo. -Che non ti ho protetto. Scusami. Non succederà più.-. Kevin abbassò lo sguardo. -Hayley torna presto?- domandò. -La mamma torna presto, sì.- -Non è mia mamma.- affermò il bambino, duro. Erica deglutì, voltandosi verso Kat. La donna la incoraggiò a parlare. -Chi te l'ha detto?- lo provocò. -Mamma è morta. Mamma si chiamava Grace, non Hayley. E papà si chiamava Michael.- continuò il piccolo, imperterrito. Erica lo guardò negli occhi. -A volte non c'entra solo l'essere figli, ma anche il sentirsi figli. Kev, tu non ti senti più figlio di mia sorella?-. Kat rimase a bocca aperta. -Erica, non credo che sia il modo migliore. Ti prego.- richiamò la ragazzina, ma la diciottenne la ignorò. -Rispondimi, ti prego! La mamma non è andata via da te. Anzi! Lei ti ama, ti vuole bene. E anche il papà.- -E allora perché sono andati via?- si disperò il bambino. -Perché mio papà non mi vuole più?- pianse. Erica si sedette accanto a lui e lo strinse a sé, teneramente. Capì che si stava riferendo al suo padre naturale e non a Josh. -Kevin, sappi che noi ti vogliamo bene e che presto torneremo uniti. Vedrai, andrà tutto bene.- lo rassicurò la diciottenne. L'undicenne si asciugò il volto con il dorso della mano. -Mamma torna presto, quindi?- domandò. -Sì.- rispose la ragazzina. -E non se ne andrà, vero?- chiese Kevin. -Mai.-.

 

Hayley e Federica rientrarono nel garage. Federica prese la sua pistola e iniziò a caricarla. -Che stai facendo?- domandò Nico. -Dobbiamo andare da quelli della stazione.- rispose la ragazzina. -A fare cosa? Lo sai che non ci amano troppo.- disse Roger. -A fare cosa? Senti, tu come hai intenzione di affrontare Han e Marco? Dimentichi che sono pieni di gente pronta a dare il culo per loro. Quelli ci ammazzano tutti. E poi, penso che sia anche nell'interesse di quelli della stazione sapere che Han li vuole fregare.- si innervosì la diciottenne. -Fede non ha tutti i torti.- osservò Edo. -Basta che mi riportiate Andrej e Axel.- mormorò Ana. Roger la abbracciò. -Amore, vai pure da mia mamma. E' un posto sicuro.- consigliò il ragazzo. La croata annuì, scoppiando a piangere. -E noi?- chiese Oliver. -Oli, Hayley, Josh, potreste stare con lei?- domandò Federica. -Io non ti lascio!- esclamò Hayley. La ragazzina sospirò. -Per favore, ascoltami per una volta. Non escludermi!- la supplicò la statunitense. -Hayley, non sono io che ti escludo, ma questa è una cosa che devo fare da sola con la mia vecchia banda. Devo chiudere definitivamente con il mio passato. E questa è l'unica occasione che ho.- spiegò Federica. Hayley si arrese e la strinse forte. -Prova a non tornare e ti giuro che quando ci rivedremo lassù ti ammazzerò di botte.- sussurrò. Federica sorrise e le baciò una guancia. -Ti voglio bene Hayls. E questo non è un addio, te lo prometto.-.

Angolo dell'Autrice

Kevin si è svegliato e ha fatto perdere dieci anni di vita a tutti quanti.Capitolo piuttosto introspettivo, mi piace molto il dialogo tra Hayley e Federica.
La canzone è la bellissima "Legacy" di Eminem
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni!
Alla prossima :)

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Capitolo 52
*** 51.The Taste Of Regret ***


CAPITOLO 51

In Fear And Faith-The Taste Of Regret

We'll leave them with their regrets.

To feel the pain
That's what they get, we're even now!

Let's walk away


 

I Metalcore e Nico erano andati alla stazione. -Sai dove si trovano?- chiese Federica a Roger. -Sì. Hanno un casolare qui attorno.- rispose il ragazzo. I Metalcore seguirono il loro capo fino a un casolare malmesso. -E adesso?- domandò Nico. -Bussiamo.- rispose Federica. -Bussiamo? Ma sei matta?- esclamò Edo. -Perché? Bussare è segno di educazione.- affermò la diciottenne. -Lasciamola fare.- dichiarò Nico. -Nemmeno per sogno!- protestò Roger. -La smettete?- li rimproverò Edo. I ragazzi si guardarono, chinando il capo. Federica si voltò improvvisamente, sentendo un click. Si trovò davanti un ragazzo di colore, alto, con una pistola in mano. -Salve.- salutò, strafottente. -Buonasera.- rispose Edo. -Che volevate fare? Eh?- -Solo parlare.- dichiarò Roger. Il ragazzo di colore li guardò dall'alto al basso, soffermandosi su Federica. La ragazzina trattenne il respiro, preoccupata. -E va bene. Entrate.- disse poi, facendoli entrare nel casolare. I Metalcore si trovarono di fronte a tre ragazzi piuttosto malconci, uno asiatico e uno bianco. -Ma che diamine è successo?- domandò Edo, inconsciamente. -Ci siamo messi contro Han, ecco cos'è successo. Ed è solo questione di tempo, verranno ad uccidere anche noi.- spiegò l'asiatico. -Io sono Lai.- si presentò poi. -E loro sono Carlo e Dennis.- aggiunse. -Quindi tu sei Dennis.- puntualizzò Roger, voltandosi verso il ragazzo di origine africana. -Veramente sono Carlo.- rispose l'altro, scoppiando a ridere. -Mia madre ama i nomi italiani.- esplicò. -Voi che ci fate qui?- chiese Dennis. -Ci siamo messi anche noi contro Han. Siamo fottuti senza di voi.- rispose Edo. -Volevamo proporvi una sorta di alleanza. So che tra i Metalcore e voi non c'è mai stato buon sangue, ma se non vogliamo soccombere tutti allo strapotere di Han non abbiamo altre possibilità.- disse Federica. -Hanno rapito due bambini.- soggiunse, mormorando. -Due bambini?- esclamò Lai. -Sì, i fratelli di Ana.- affermò Roger, freddo. -Cristo!-. -Allora? Ci state?- chiese Federica. -Quel porco non può averla vinta, ma dobbiamo pensarci.- dichiarò Carlo.

 

-So cavarmela da sola! Quindi potete benissimo evitare di starmi attaccata al culo!- sbraitò Ana, sbattendo la porta del suo appartamento. -Forse era meglio portarla direttamente dalla madre di Roger.- osservò Oll. Hayley sospirò e bussò alla porta. -Ragazzi, se ve ne andate sarei contenta.-. Oll e Oliver fecero una faccia confusa. -Non parlerà mai con voi.- spiegò la cantante. I due uomini si guardarono. -E va bene.- si arresero. Hayley aspettò che i due se ne fossero andati e bussò alla porta. -Vattene!- urlò Ana dall'interno. -No.- affermò la rossa. -Porto solo guai.- dichiarò la croata. -Non è vero! Fammi entrare.- replicò la statunitense. Finalmente la diciannovenne aprì. -Non porti guai. Non è stata colpa tua, ma di Marco. E vedrai che tutto si risolverà, te lo prometto.-.

 

-Che cosa avete deciso?- domandò Nico. Dennis, Lai e Carlo si guardarono. -Ci stiamo. Dobbiamo sconfiggere Han, non c'è altra soluzione.- rispose l'asiatico. -Che facciamo allora?- chiese Carlo. -Beh, potete venire da noi.- propose Roger. I tre ragazzi annuirono. Uscirono dal casolare, ma si trovarono Marco e i suoi uomini. -Buonasera ragazzi. Allora, che ne dite di arrendervi immediatamente? Uccidervi sarebbe davvero troppo anche per me.-. Edo lo guardò in cagnesco. -Sei un fottuto traditore. Nulla di più. Un verme, una merda!- lo insultò il più grande. -Edo, andiamo, dopo tutti questi anni vissuti insieme potresti essere un po' più carino verso di me.- ribatté Marco. -Neghi di essere un fottuto traditore?- domandò Federica. Il ragazzo si umettò le labbra con la lingua, nervosamente. -Il vero tradimento è verso sé stessi. E io non ho tradito me stesso. Sto facendo i miei interessi e questo mi va bene.- -Non ti fai schifo?- lo provocò Nico. Marco non riuscì a replicare. Improvvisamente udirono una sirena. -Capo, è Cardi!- esclamò uno degli sgherri. -Siete fortunati! Ma non finisce qui!- li ammonì marco, scappando via con i suoi uomini.

 

Erano tutti andati a dormire nelle loro case. Oliver e Oll erano stati ospitati da Roger, mentre Josh, Federica e Hayley si erano stabiliti nel piccolissimo tugurio in cui abitava Ana. L'italiana, però, a differenza degli altri non riusciva a prendere sonno. Il pensiero del tradimento di Marco e di come egli fingesse di non sentirsi minimamente colpevole la stavano torturando da diverse ore. Si alzò e uscì sul terrazzo. Era una fredda notte di metà ottobre. Le stelle brillavano alte nel cielo ed erano chiaramente visibili nonostante l'abbagliante luce dei lampioni. Di tanto in tanto la quiete notturna era scossa da qualche ambulanza o da un automobile che passava. La ragazza si accese una sigaretta. Inspirò ed espirò, soffermandosi ad osservare la nuvoletta di fumo che aleggiava nell'aria. -Ti ho detto un sacco di volte che fumare fa male.- -Hayley non sei divertente.- obiettò la diciottenne. -Non ho intenzione di esserlo.- asserì la rossa. Federica sorrise. -Non riesci a dormire?- domandò la statunitense. -Sai, diventi sempre più perspicace, complimenti. No, in realtà amo questo terrazzo, soprattutto verso le tre del mattino.- ironizzò l'italiana. -Poi dici che io non sono divertente.- ribatté la cantante. -Non capisco come si possa tradire i propri amici e poi vivere tranquillamente. Non riesco a concepirlo.- spiegò Federica. -Non è detto che sia tranquillo. Fingere è la via più facile molte volte, ma non è la via vera.- disse Hayley. La ragazza annuì. -Continuo comunque a non capire il motivo del suo comportamento. Insomma, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme lui ha deciso di tradirci tutti quanti. Il solo pensiero mi distrugge.- ammise. -Sai, lascia che sia lui a stare male per le sue azioni. Lascia che sia lui ad avere rimpianti per quello che ha fatto. Tu non ne devi avere.- la tranquillizzò Hayley.

 

Marco stava correndo in un labirinto. Era inseguito da quelli che gli sembravano degli uomini mascherati. Uno dei suoi inseguitori si tolse la maschera, mostrando il volto di un mostruoso serpente. Il ragazzo continuò a correre, ma sentì qualcosa di viscido bloccargli le gambe. Abbassò lo sguardo: l'uomo era diventato un vero e proprio serpente e l'aveva catturato.

 

Marco si svegliò, urlando. Era tutto sudato. Si sedette sul letto, con le mani tra i capelli. “Non ti fai schifo?”. La provocazione di Nico lo aveva colpito come un pugno nello stomaco. Alla fine il serpente che lo inseguiva si era reincarnato in lui. Lui era diventato un mostro. Marco era il mostro ed era troppo tardi per lui per tornare indietro. E lui ne era consapevole.


Angolo dell'Autrice

Eccomi qui con un bel capitolo che, forse, è un po' angosciante. Come trovate i ragazzi della stazione? E Marco? peronsaggio complicatino, eh?
La canzone è "The Taste Of Regret" degli In Fear And Faith.
Grazie a Layla e a Lost The Battle per le recensioni :)
Alla prossima!

 

 

 

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Capitolo 53
*** 52.The Few That Remain ***


CAPITOLO 52

Set Your Goals ft. Hayley Williams-The Few That Remain

Conscience is calling, come and shut it up.
Yeah I know life gets rough sometimes
And big dollars take the pressure off of hard times,
But gluttony's a sin and hunger will not let you win if you don't get a grip.
Use some self will to control it, hold it.

[...]

If you come back you'll have to get (get, get, get, get)
Through all of us.

 

Roger fu svegliato da un fastidiosissimo ronzio. Gli ci volle qualche minuto per capire che si trattava del citofono. Si alzò e andò a rispondere. -Chi è?- domandò con voce assonata. -Dormiglione, muoviti! Ti stiamo tutti aspettando!- esclamò una voce. -Fede, ma che ore sono?- -Le sette e un quarto. Sbrigati!-. Il ragazzo sospirò e, dopo essersi vestito, scese di sotto. -Alla buon'ora.- commentò Edo. -Ma perché così presto?- chiese Roger. -Perché così abbiamo più tempo. Muoviamoci.- rispose Carlo.

 

-Dove sono andati?- si infuriò Oll. -A prendere delle armi credo.- rispose Josh. -Che cosa ho fatto di male per meritare tutto questo?- si disperò il federale. -Si può sapere che vuol dire?- domandò Hayley. -Cardi sta pattugliando tutta la città. I ragazzi rischiano grosso.- rispose Ana. I cantanti e Oll si voltarono verso di lei. Era pallida e i suoi occhi erano gonfi e rossi, segno che aveva pianto nuovamente. -Ma non si fermeranno. Questa volta Han ha fatto un grossissimo errore, anzi due: ha rapito i miei fratelli e, per farlo, ha usato Marco. Soprattutto Federica non potrà passare sopra a tutto questo.- continuò la croata. Oll sospirò. -E va bene. Ma nessuno di voi dovrà partecipare a quello che stanno pianificando. Capito, Hayley?- disse, severamente. La rossa lo guardò, sorridendo. -Oh, ecco... Ovvio.- rispose la cantante.

 

-Angela, io vorrei essere utile, invece sono un disastro.- mormorò Ham. La ragazza lo guardò con dolcezza. -Non è vero. Tu... Mi hai salvato la vita e te ne sarò grata per sempre.- affermò. -Già...- sospirò il ragazzo. -Ehi, lo so che ti piaccio, Ham. Ma vedi, io... Oh, sono confusa. Non sto dicendo che non ti darò nemmeno una possibilità, ma devi essere paziente con me. Anche perché, ultimamente, non mi è andata poi così bene con i ragazzi.- -Non sono tutti come Marco.- ribatté lui. Angela sospirò. -Non voglio nemmeno fare paragoni tra te e quell'essere. Non te lo meriti.-. I due ragazzi si guardarono negli occhi. Angela si morse il labbro, per poi iniziare a guardarsi intorno. La stanza dell'ospedale in cui si trovavano era piuttosto squallida. -Perché resti qui con me invece di andare dagli altri?- domandò Ham. -Perché non posso lasciarti da solo.- rispose la ragazza. -Solo per questo? Non devi sentirti in debito con me.-. Angela sospirò. Delle lacrime le bagnarono le guance. -Ham... Io non so più quale sia il mio posto. E ho bisogno di stare qui per capirlo.-.

 

-Pensi davvero che verranno qui?- domandò Marco. -Ci scommetterei l'anima. E non vedo l'ora di schiacciarli tutti come vermi.- rispose Han. Maggi e Tai si guardarono, mentre Marco deglutì. -Chi si oppone a me deve pagarne le conseguenze. E loro pensano che non ce ne saranno, ma fanno male i conti.- ribatté il loro capo. -Han, e se dovessero essere più preparati del previsto?- domandò Marco. L'asiatico lo prese dal bavero della felpa e lo schiacciò al muro. Il ragazzo poteva sentire il respiro di Han su di sé. Deglutì. -Osi dubitare della mia potenza?- -N-n-n-no.- balbettò il giovane, impaurito. -Ma Federica e Roger sono ostinati e lo sai. Potrebbero essersi preparati per bene. E poi c'è la cantante, Hayley. Quella è un tipo pericoloso. Lo sai cos'è successo a Brandon, lo hanno fatto fuori come un pivellino qualsiasi.- -Ma io non sono Brandon.- replicò Han, mollandolo. -Io non farò i suoi stessi stupidi errori. Non mi lascerò commuovere dal pianto di uno di questi due bambini.- disse, voltandosi verso Axel e Andrej. Il più grande chinò il capo e trattenne il fiato. L'asiatico avanzò verso di lui. Gli accarezzò il capo, ma quel gesto non aveva nulla di tenero e dolce e Axel rabbrividì. -M-m-mio fratello ha fame.- balbettò, cercando di mascherare la paura. -Il neonato ha fame? Bene, lascia che si tempri.- rispose sprezzante. -Ma è piccolo, deve mangiare!- protestò il maggiore. -Sei uguale a tua sorella, non capite entrambi quando dovete stare zitti!- lo rimproverò Han, tirandogli uno schiaffo. -Devi tacere, comprendi?- sibilò. Axel annuì, massaggiandosi la guancia colpita.

 

-Per fortuna il tizio che conoscevi ci avrebbe rifilato delle armi eccellenti Rog!- sbottò Edo. -Ehi, sono buone. C'è di peggio.- obiettò Roger. -Peggio di queste ci sono solo quelle di legno.- esclamò Dennis. -Non sono poi così male, l'importante è che sparino.- disse Federica, per poi sparire in bagno. Si appoggiò alla parete si pose davanti al grosso specchio appeso al muro di fronte. Estrasse un rasoio dalla tasca e, dopo essersi bagnata i capelli, iniziò a radersi da un lato. -Ma che stai facendo?- domandò Nico, entrando. -Mi sto preparando per stanotte.- rispose la ragazza. -Non devi per forza conciarti come in passato per combatterlo.- -Nico, io non combatto il mio passato. Io combatto per il mio futuro.-.

 

Qualcuno bussò alla porta. -E chi può essere?- chiese Lai. -Non ne ho idea. Quasi nessuno sa di questo posto.- rispose Roger. -E se fosse Marco?- osservò Dennis. -Lui sa tutto di noi, accidenti!- esclamò Edo. -Vado a vedere.- disse Roger, tenendo una pistola in mano. Aprì piano la porta, ma si trovò davanti Hayley. -E tu che diamine ci fai qui?- -Vi do una mano.- rispose la statunitense. -Federica non sarà molto d'accordo.- osservò Edo. -Non mi importa. Non mi va di restare con le mani in mano.- replicò la rossa. -Hayley?- esclamarono Nico e Federica, usciti dal bagno. -Posso unirvi a voi?- supplicò la cantante. -Non se ne parla nemmeno.- rispose la diciottenne. -Perché no?- la provocò Hayley. -Perché non voglio ti succeda qualcosa.- spiegò l'italiana. -Nemmeno io voglio che ti succeda qualcosa.-. Le due si fissarono negli occhi. -E va bene.- si arrese la più piccola. -Sai sparare?- domandò Roger. Hayley scosse il capo. -Si può sempre imparare.- affermò il ragazzo.

 

Han prese dal braccio Axel. Il bambino gli sputò in faccia. -Piccolo moccioso, ti insegno io l'educazione!- urlò Maggi, colpendolo al ventre. -No, fermo, la pulce ha fegato. Fallo venire qui.- ordinò l'asiatico. -Lo conosci Marco?- chiese al bambino. Il piccolo annuì. -E cosa ne pensi di lui?- domandò. Axel non riuscì a parlare. -Andiamo, non esiste una risposta sbagliata, né una giusta.- lo incitò Han. -Che è un vigliacco. E Rog te la farà pagare!- dichiarò il bimbo. Marco strinse i pugni. -Dove vuoi arrivare, Han?- domandò. -E' una guerra quella che stiamo combattendo. Se non riesci a fronteggiare un bambino, come farai quando ti troverai davanti i tuoi ex compagni?- lo provocò il capo, puntandogli una pistola contro. Marco sobbalzò. -Non ti ammazzo, tranquillo. Non sarò io a farlo.-.

Angolo dell'Autrice

Aggiorno oggi perché sennò non aggiorno più. Capitolo di passaggio, mi dispiace non essere riuscita a farlo più dinamico. Abbiamo però il ritorno di Han e notiamo subito le differenze che ci sono tra lui e i Roskim. Poi c'è Marco, che forse lo sto caratterizzando in modo un po' enigmatico. Si vedrà.
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni!
La canzone è la stupenda "The Few That Remain" dei Set Your Goals con la partecipazione di Hayley Williams che rappa! Penso ci stia con il capitolo, anche per l'atmosfera. 
Alla prossima :)

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Capitolo 54
*** 53.Have Faith In Me ***


CAPITOLO 53

A Day To Remember-Have Faith In Me

I I'll keep you safe here with me (with me)

I said I'd never let you go, and I never did
I said I'd never let you fall and I always meant it
If you didn't have this chance then I never did
You'll always find me right there, again


 

Axel guardava fuori dalla finestra, in attesa di un segno, di un qualcuno che lo potesse liberare. Pioveva e il bambino si divertiva a mettere il dito sul vetro, come se avesse potuto schiacciare le gocce d'acqua. Marco lo fissava, inquieto. Iniziò a pensare al suo tradimento. Sì, lui era un traditore. “In fin dei conti, anche Federica ha tradito Hayley.” provò a convincersi, senza successo. Pensò ad Ana e a quanto, in quel momento, sicuramente stava soffrendo per causa sua. -Ho sete.-. La vocina di Axel lo riportò alla realtà. -Non so che farci.- rispose. -Potresti darmi dell'acqua. Il ragazzo sospirò. -Non ne ho qui.- affermò. -Sei un bugiardo! Prima ti ho visto con una bottiglia!- ribatté il bambino. Marco sbuffò. -Ascoltami, io... E va bene, vado a prenderti dell'acqua.- si arrese. Si recò in cucina e versò dell'acqua in un bicchiere che portò al piccolo. -Grazie.- squittì Axel. -Sei identico a tua sorella.- osservò Marco. -Mi... Dispiace.- mormorò. -Per averci rapito? Beh, puoi portarci a casa.- -No, e lo sai.- rispose il ragazzo. -Sei un vigliacco.- ribatté il bambino. -Può darsi. Ma non puoi capire, sei troppo piccolo.-. Axel lo scrutò. Marco si sentì analizzato, messo completamente a nudo. -Siete voi grandi che fate le cose troppo complicate.- concluse il bambino.

 

Han stava pulendo la sua pistola. La posò sul tavolo e si avvicinò al lettino in cui aveva messo Andrej a dormire. Il bimbo lo guardò, un po' intimidito, per poi iniziare a ridere e a fare le bolle con la bocca. L'asiatico lo prese in braccio. -Che hai da ridere? Eh?- domandò, più a sé stesso che al neonato il quale, ovviamente, non poteva rispondere. Lo rimise nel lettino e prese la sua pistola. La fissò. Poi se la portò alla bocca. Gustò il sapore metallico dell'arma, imprimendola. “Un colpo. Un solo colpo” pensò tra sé e sé. Inspirò ed espirò. Poi posò nuovamente la pistola sul tavolo.

 

-Mangia, Kev.- disse Kat. -Non ti piace la pasta?- domandò. -Non è buona come quella di Federica.-. Si lamentò il bambino. -Ma è con il tonno, la tua pasta preferita!- esclamò la donna. -Appunto, non è buona come quella di Federica.- affermò l'undicenne. -Non gli piace.- constatò Jeremy. -Vuoi del pollo?- domandò Jeremy. -fritto?- chiese Kevin. -Se vuoi.- rispose il bassista. -Allora sì!- esclamò il bambino. Kat alzò gli occhi al cielo e, scaldate delle alette di pollo, gliele servì. L'undicenne si avventò letteralmente sul piatto. -Meglio?- chiese la donna. -Posso della salsa piccante?-. Jeremy gliela pose. -Grazie.- ringraziò Kevin a bocca piena. Kat sospirò. -Vado da Erica.- annunciò, lasciando soli Jeremy e Kevin. -Si è arrabbiata per la pasta?- domandò l'undicenne. -Odia essere criticata per quanto riguarda la cucina. E' fatta così.-.

 

Kat entrò in camera di Erica. -Come stai?- domandò alla ragazza. -Meglio, grazie. Sono solo stanca.- rispose la diciottenne. -Notizie di Hayley?- domandò la donna. -No, purtroppo. Non so cosa stiano facendo né lei, né Josh.- spiegò Erica. -Spero solo che tornino a casa. Kevin ha bisogno di loro. E anche io.-. Kat l'abbracciò. -Ce la faranno. Ne sono sicura.-.

 

-Dunque, attaccheremo la base di Han verso mezzanotte, perciò tra quattro ore. Voi siete pronti?- domandò Roger. I ragazzi annuirono e, con essi, anche Hayley. -Han ha moltissimi uomini al suo servizio. Perciò dovremo prestare attenzione a ogni nostra mossa.- affermò Lai. -Concordo.- disse Nico. Federica si morse il labbro. -Stavolta non è solo me che vuole. E' una guerra tra bande e lui, probabilmente, la vincerà.- dichiarò. -Tuttavia, penso che questa debba spingerci a capire che non abbiamo nulla da perdere. Detto questo, me ne vado a riposare un po.- concluse, andandosi a coricare su un divano in un'altra stanza. Hayley la seguì, tirandola giù dal suo giaciglio. -Ma che fai?- si lamentò la ragazzina. -Tu cosa fai! “Non abbiamo niente da perdere”. Forse loro non hanno nulla da perdere, ma io non posso perdere te!-. Federica sospirò. -Hayls, non c'è nulla che ci possa dire se avremo successo o meno. E' la verità. Anzi, le probabilità di insuccesso sono infinite. E ora, se non ti dispiace, vorrei dormire.-. Detto questo, si rimise sul divano, premendosi un cuscino sulla faccia, ma la cantante lo prese e lo gettò a terra. -La smetti?- si irritò la diciottenne. -No!- ribatté la statunitense. -Fammi dormire e basta!- -No!-. L'italiana si alzò di scatto e spinse Hayley contro il muro. L'americana la guardava, terrorizzata. Federica si accasciò a terra, cominciando a piangere. -Scusa, io... non volevo.- mormorò. -Ehi, è tutto a posto.- la rassicurò la rossa, cullandola. -Non mi perderai mai, sai? Mai! E' una promessa e ho intenzione di mantenerla. Solo che questa è una cosa che devo fare, capisci?-. Hayley sospirò. -Non sarai sola. Non ti lascerò cadere. Abbi solo fede in me. Solo questo. Lo faremo insieme e anche questa è una promessa.-. Federica alzò lo sguardo. I suoi occhi erano colmi di lacrime. -Non volevo spingerti contro il muro.- si scusò. -Lo so piccola, lo so.- la coccolò la cantante. -Mi sento sempre responsabile di tutto il male che c'è, come se l'avessi provocato io e fossi io l'unica a poter porre un rimedio.- confessò la più piccola. La statunitense la guardò, piena di compassione per quella ragazza di diciotto anni, catapultata fin troppo presto in un mondo troppo complesso e cattivo. -Non è così. Non sei la responsabile di nulla, se non di aver arricchito la vita di chi ti ha incontrata, me compresa. Vedi, quando sei entrata nel mio camerino due anni fa io pensavo che tu fossi una di quelle fan in cerca di attenzioni. Poi sei stata male e sono stata costretta a portarti a casa mia. Dico costretta perché, in realtà, avrei tanto voluto lasciarti lì. Non mi ispiravi fiducia, proprio per niente.- -E poi hai chiamato i servizi sociali e mi hanno portata via.- disse la diciottenne. -Ma poi ti ho rivoluta con me. Non posso concepire una vita senza te. E ti giuro che non ti lascerò andare via, mai più.-. Le due si guardarono, abbracciandosi.

 

-Erica!- esclamò Kevin, saltando sul letto. -Che c'è cucciolo?- domandò la ragazzina. -Voi non mi lasciate come papà, vero?-. Erica si morse il labbro. -Piccolo, ma cosa ti viene in mente? Ma mai e poi mai!- esclamò lei, rassicurandolo.

 

Marco si sedette accanto al letto di Axel. Il bambino dormiva beatamente sotto le coperte. E lui si sentì un verme.

Angolo dell'Autrice

Altro capitolo di passaggio. Mi è particolarmente piaciuto scrivere il dialogo tra Hayley e Federica, che mi ha anche portata a scegliere, come canzone del capitolo, "Have Faith In Me" degli A Day To Remember
Marco si sta perdendo nei sensi di colpa e Kevin ama il pollo e la pasta al tonno (ma non quella di Kat, ahahah; solo noi italiani possiamo fare la pasta).
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni!
Alla prossima!

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Capitolo 55
*** 54.Dreamcatcher ***


CAPITOLO 54

Wether, I-Dreamcatcher

If I could find a way to turn back time
I won’t change you can’t change me


-Muovetevi! E fate piano!- ordinò Federica. Pioveva a dirotto e c'era freddissimo. Si trovarono di fronte a un cancello, al di là del quale vi era una villa. -Han abita qua.- affermò Roger. -Allora scavalchiamo e andiamo.- -No Hayls! Rischiamo grosso così. Quel bastardo ha moltissimi uomini al suo servizio. Dobbiamo agire d'astuzia.- spiegò Nico. -E che cosa facciamo?- domandò Lai. Roger e Federica si guardarono. -Ehm... Noi non lo sappiamo.- ammise la ragazzina. -Di solito si dovrebbe prima preparare un piano e poi attaccare il nemico.- dichiarò Carlo. -Già.- si imbarazzò Edo. -Quindi che facciamo? Ci sediamo e decidiamo come procedere?- propose Carlo. -Ho un'idea migliore.- esclamò Hayley. Si voltarono tutti verso la cantante, che si morsicò violentemente il labbro. -Hayls, quale?- domandò Federica. -Avete mai giocato a un videogame?- esordì la statunitense.

 

-Han, non sono tranquillo. E se mettessimo qualche uomo di guardia in più?- propose Marco. -Perché non vai tu a pattugliare, cagasotto?- lo sfotté l'asiatico. -Han, sto solo dicendo che conosco i miei vecchi compagni, non è gente che demorde facilmente.- provò a spiegarsi l'italiano. -Non capisci che è quello che voglio? Sto cercando in tutti i modi di farli venire qui e ammazzarli tutti. C'è il bisogno che la gente veda in quali conseguenze incorrerà chiunque oserà sfidarmi.-. Marco deglutì. -Ho ucciso Low. A Federica non basterà il mio sangue.- -E' un problema del tuo sangue, non del mio. Se hai qualche ripensamento, quella è la porta, ma non credo che riuscirai a raggiungerla facilmente.-. Il ragazzo abbassò lo sguardo. Si sentiva un verme. -Va bene Han, andrò a pattugliare. Hai ragione tu, è un problema mio.- affermò, andandosene. Han aspettò qualche istante, poi fece cenno a Maggi di avvicinarsi. -Uccidilo.- ordinò.

 

-In che razza di guaio mi sono cacciato? Accidenti! Fanculo!- imprecò Marco, camminando per il parco antistante alla villa. Improvvisamente, si voltò. -Maggi? Che fai?- domandò, trovandoselo di fronte e armato. -Mi dispiace pivello. Sei stato un bravo collega, ma sei troppo intraprendente.-. Marco cadde nel panico. -Sono venuto solamente a pattugliare la zona.- spiegò. -Hai osato sfidare Han.- disse Maggi. -Gli ho solamente detto come stanno le cose!- esclamò il ragazzo. -Pensi che non vediamo come tratti Axel? Ti senti in colpa da quando hai ucciso Low e hai rapito i due fratelli di quella troia croata.- -Non chiamarla più così! Lei era una mia amica!- si innervosì Marco, provando ad estrarre la pistola, ma il suo avversario sparò, facendogliela cadere. -Pivellino, smettila. Nessuno di loro ti accoglierà se ci tradisci.- sibilò Maggi. -Sei solo come un cane. E morirai solo come un cane.-. Improvvisamente, qualcuno sparò, colpendo Maggi in piena fronte. Marco si guardò intorno, non capendo da dove provenisse il colpo. Poi, qualcuno lo prese da dietro, zittendolo con una mano e colpendolo successivamente alla nuca.

 

-Capo, Maggi non sta tornando.- osservò Tai. -Se vuole vado a vedere.- disse. -No. Non ancora. Magari si sta attardando semplicemente.- ragionò Han. -Capo! Capo!- urlò uno dei suoi sottoposti. -Che succede?- chiese l'asiatico, annoiato. -Maggi è... Ha un buco nella fronte, Qualcuno gli ha sparato.- spiegò. -Cosa? E Marco? Dov'è?- -Nessuna traccia di lui.- rispose l'altro. -Cercatelo! Non può essere andato lontano!-.

 

Marco si sveglio grazie a una secchiata di acqua gelida, trovandosi circondato dai suoi vecchi compagni. -Ehilà, ben svegliato.- lo salutò Federica. -Che... Che intenzioni avete?- domandò il ragazzo, spaventato. -Stai tranquillo. Se avessimo voluto ucciderti sarebbe bastato non sparare a Maggi.- affermò Nico. Marco sobbalzò. -Siete stati voi?- -A salvarti la vita? E chi sennò?- dichiarò Edo. -Ma... Perché?- chiese Marco, sconvolto. -Perché ti stava per uccidere? Sai, di solito gli amici si guardano le spalle.- spiegò Roger. -Amici? Ma io vi ho traditi.- affermò il ragazzo. -Infatti. Ma ti stiamo dando una seconda occasione. Sei l'unico che può aiutarci a salvare Axel e Andrej.- disse Edo. -E cosa vi fa pensare che collabori?- -Il fatto che ci devi la vita e che, altrimenti, ti rispediamo da Han.- rispose Federica. Il ragazzo si grattò la fronte. -Abbiamo sentito ciò che vi siete detti tu e Maggi. Tu non vuoi che facciano del male ai bambini.- aggiunse Nico. -So di aver sbagliato. Non so nemmeno perché mi sono lasciato coinvolgere da Han. Credetemi, è pazzo. Ha condotto lui Brandon alla follia. L'ha convinto lui che vendicare il fratello sarebbe stata la cosa giusta. Era un piano per farlo uccidere. E ora ha provato a eliminare anche me. Mi ha convinto a uccidere Low, a far saltare in aria la banda di Angela, a mettermi con lei per farla stare con voi e successivamente eliminarla, a rapire Axel e Andrej, a sparare a Ham, a tradirvi. Oddio, cosa ho fatto? Cosa ho fatto?- si disperò Marco, scoppiando a piangere. -Ragazzi, ho trovato un altro passaggio e... Oh.- esclamò Hayley, per poi spegnere l'entusiasmo una volta resasi conto della situazione. Nel frattempo, sopraggiunsero anche Carlo, Dennis e Lai. -Gli uomini di Han stanno setacciando la zona. Penso cerchino Marco.- affermò il ragazzo di colore. -E loro chi sono? E, soprattutto, dove cavolo siamo?- domandò il ragazzo, massaggiandosi la nuca. -Siamo nel boschetto della villa e loro sono i ragazzi della stazione.- rispose Federica. -Nel boschetto? E come siete entrati?- -Hayley conosce tutte le tattiche dei videogame di guerra e ha trovato un passaggio nella rete di filo spinato che circonda il boschetto e che non è sorvegliato da telecamere. Ora andiamo.- rispose Nico. Il russo aiutò il ragazzo ad alzarsi in piedi. -Ce la fai a camminare?- chiese. -Sì. Posso avere una pistola?- -Il fatto che ti abbiamo salvato la vita non ci rende stupidi. Quindi no, niente pistola. Non ora almeno. Muoviti.- rispose Roger.

 

-Capo, non hanno trovato nulla.- dichiarò Tai. -Maledizione!- imprecò Han. -Portami Axel, subito!- ordinò. Il suo braccio destro annuì e condusse il bambino al suo superiore. Il piccolo guardò il suo rapitore negli occhi. -Assomigli tantissimo a tua sorella, lo sai?- gli disse Han. -Sono suo fratello.- rispose Axel con semplicità. L'asiatico ghignò, poi lo colpì al volto. Il bambino provò a trattenere le lacrime, ma quando un secondo schiaffo arrivò scoppiò a piangere. Han lo prese da un braccio, schiacciandolo al muro. -Sei un duro piccoletto. Piangi solo quando non ce la fai più. Sarà facile plasmarti e farti diventare uno di loro.- osservò l'uomo, indicando i suoi uomini. Axel deglutì e gli sputò in faccia. -Non diventerò mai cattivo. Rog mi salverà e ti darà una bella lezione!- esclamò il bambino. Han si pulì il volto. -Hai tempo per cambiare idea.- sibilò. Poi si voltò verso Tai. -Invita i tuoi uomini a proseguire le ricerche. Quel figlio di puttana non deve essere lontano.- ordinò. -Mi hanno appena informato che hanno trovato tracce nel boschetto. Non è da solo. Forse aveva ragione: i Metalcore non si fermeranno davanti a nulla.- spiegò il braccio destro. -Ma perché non l'hanno ucciso? In fondo li ha traditi.- si domandò Han.

 

-Perché non mi avete ucciso? Seriamente ragazzi.- chiese Marco. -In realtà avremmo dovuto. Poi abbiamo ascoltato quello che te e Maggi vi siete detti e abbiamo capito che, in fondo, non sei cambiato proprio per niente.- spiegò Federica. -Questo non vuol dire che non hai nulla da fari perdonare, ma è stato sollevante vedere che nemmeno Han ha il potere di cambiare le persone.- affermò la ragazzina. -Mi dispiace per tutto. Solo ora io ho realizzato ciò che ho fatto. Se solo potessi tornare indietro...- -Non cambierebbe nulla. Ho imparato che il passato ritorna, è vero, ma che noi non siamo il nostro passato. Non dico di non pensare a ciò che hai fato, ma di andare oltre. Io so che quel Marco che ho conosciuto anni e anni fa esiste ancora e sono felice di questo.- lo rassicurò Federica. Hayley sorrise, pensando a quanto quella ragazzina fosse cresciuta.

Angolo dell'Autrice

Spero di farmi perdonare per la brevità del capitolo scorso con questo capitolo qui, L'azione aumenterà a poco a poco dato che vorrei fa finire questa fanfiction in modo dignitoso. E' l'ultima della serie e, perciò, ci tengo moltissimo.
Marco è un personaggio interessante ed è il motivo per cui ho scelto, come canzone, "Dreamcatcher" dei Wether, I: Han non è riuscito a cambiarlo completamente. Ma voi vi fidate o no? Io non vi anticipo nulla (anche perché, in realtà, il prossimo capitolo devo ancora buttarlo giù ahahah).
Poi abbiamo Axel e Han e mi piace moltissimo come ho caratterizzato il bamibino.
Mi dispiace un po' di non aver lasciato molto spazio a Hayley in questo capitolo e di dare un po' l'idea, forse, di essermi dimenticata di Josh, Oliver e Oll. Beh, non è così, sappiatelo! Nei prossimi capitoli (questo lo so per certo) appariranno).
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni!
Alla prossima :) 

 

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Capitolo 56
*** 55.Make A Move ***


CAPITOLO 55

Icon For Hire-Make A Move

You and I; we share the same disease
Cover up; compromise what we grieve
[...]
We got all our lives to lose
Screaming in the dark while we just play our part out

 

-Trovateli!- tuonò Han. -Capo, non sappiamo dove si nascondono.- provò a giustificarsi Tai. Il capobanda lo spinse a terra. -Dove vuoi che siano? Si nascondono nel parco, idiota! E quello che dovete fare è setacciarlo!- urlò. Tai chinò il capo. -Potremmo usare il bambino come esca.- suggerì. -Bella idea, tai, bella idea. Sì, mi piace.- ghignò l'altro. -Però verrò con voi, non posso permettere errori.-.

 

-Hayley, tutto a posto?- domandò Edo. -Sì, stavo solo pensando.- rispose la cantante. -Mi manca Kevin e non vedo l'ora di tornare a casa e poterlo riabbracciare.- spiegò. Il ragazzo le sorrise. -Beh, tu...- -Aspetta, zitta.- bisbigliò Edo. -Che succede?- chiese la rossa. -Ho sentito un rumore. Stai giù.-. I due si sdraiarono a pancia in giù tra l'erba. Il ragazzo impugnò la pistola e Hayley lo imitò, pur consapevole di non essere in grado di sparare a nessuno. Trattennero il respiro. Passi. C'era rumore di passi. Qualcuno stava camminando e i due erano del tutto certi che non si trattava dei loro amici. -Mi viene da starnutire.- sussurrò Hayley. Edo si apprestò a tapparle la bocca con una mano. -Notato qualcosa?- -No Giò. Nulla.-. “Bene, quindi sono in due.” pensò Edo tra sé e sé. -Luca, li hai trovati?-. “Merda, sono tre.” imprecò il ragazzo a mente. -No, ma sono sicuro che non sono lontani.-. Edo si voltò verso Hayley. La cantante non ce la faceva più e starnutì. Edo si alzò in piedi, puntando la pistola contro i tre uomini. -Sono armato!- esclamò, ma qualcuno lo colpì alla nuca, facendolo cadere. -Alzatevi, figli di puttana.- ordinò un quarto uomo. Hayley e Edo si alzarono in piedi. Il quarto uomo li condusse dai suoi tre compagni. -Hayley Williams in persona. Però. Sai, non mi è mai piaciuta la tua musica.- affermò Giò. -Però devo dire che non sei affatto una brutta ragazza.- osservò, posando una mano sul fianco. La rossa si irrigidì. -Toccala e sei morto!- esclamò Edo, ma come risposta ricevette un pugno nello stomaco. -Dicevo, sei proprio una bella ragazza.- continuò Giò. Hayley lo guardò con aria di sfida, poi gli sputò in faccia e calciò Luca all'inguine. -Razza di troia!- imprecò Il terzo uomo, puntandole il fucile contro. -Dio solo sa cosa farei per farti soffrire.- sibilò Giò. -Ma non lo fai perché hai paura di Han, non è così?- lo provocò lei. L'uomo le tirò uno schiaffo, facendole sputare sangue. 

 

Oliver guardava l'orologio, preoccupato. -Oli, che ci fai alzato?- domandò Josh. -Io? Nulla, torna a dormire.- -Non me la conti giusta.- ribatté l'amico. -Oliver, vieni con me!- affermò Oll, sopraggiungendo. -Okay, che sta succedendo?- si innervosì Josh. -Amico mio, non sono affari tuoi.- rispose il federale. -Riguarda Hayley, vero? Non nascondetemi le cose!- -Non alzare la voce, ragazzo.- lo ammonì Oll. -Le è successo qualcosa?- insistette il cantante degli You Me At Six. -Josh, ti fidi di me?- gli chiese Oliver. -Certo.- rispose lui. -Bene, allora fidati. Torniamo subito.- dichiarò il frontman dei Bring Me The Horizon, seguendo Oll. I due uscirono dall'appartamento di Ana e salirono in macchina. -Cosa facciamo? Hayley non ha ancora chiamato.- -Passiamo al piano B, mi sembra ovvio.- rispose il federale. 

 

Angela era nel bagno dell'ospedale. Si stava lavando le mani, quando il suo cellulare vibrò. La ragazza lo estrasse dalla tasca e lesse il messaggio. -Merda!- imprecò. Corse nella stanza di Ham e si assicurò che stesse dormendo. -Tutto bene?- domandò un'infermiera. -Sì, sì, tutto a posto.- rispose Angela, ma le parole le morirono in gola: l'infermiera aveva tatuato sul polso un serpente, simbolo che lei conosceva fin troppo bene. Ricordava benissimo la casa in cui si radunava con la sua vecchia banda. Quando era stata distrutta da Marco erano rimaste in piedi solo alcune pareti, sulle quali la polizia aveva trovato, il giorno dopo, graffiti rappresentanti un serpente. Le forze dell'ordine avevano pensato a un segno di rivendicazione, ma le indagini si erano, poi, interrotte. -Sicura di stare bene? Mi sembri scossa. Vuoi del tranquillante, tesoro?-. Angela annuì, per prendere tempo. Aveva capito che quel tranquillante, probabilmente, le avrebbe garantito il sonno eterno. Prese la borsa per cercare la sua pistola. -Ecco a te.- ghignò l'infermiera, porgendole un bicchierino. Angela lo prese e lo gettò in faccia alla donna, cogliendola di sorpresa. La finta infermiera si ripulì velocemente e, preso un bisturi, glielo puntò contro. -Non scappi da qui! Non stavolta!-. Angela si sentì morire. Aveva lasciato la pistola a casa e non aveva la possibilità di difendersi. La donna affondò un colpo, che la ragazza riuscì a schivare. La finta infermiera provò ad affondare nuovamente, ferendo Angela al braccio. Nel frattempo, Ham si era svegliato e aveva provato a chiamare aiuto, inutilmente. -Angela!- esclamò, provando ad alzarsi, ma la ferita non glielo permise. -Morirete tutti e due!- affermò la donna, costringendo Angela contro il tavolo della stanza. La ragazza notò che gli inservienti non avevano portato via il piatto di ceramica della cena. Lo prese e colpì la sua aggreditrice alla testa. La donna stramazzò al suolo. -Ham, andiamocene. Ti aiuto ad alzarti.- disse, ansimando. Aiutò l'amico a camminare e uscirono dalla stanza.

 

-Hayley Williams, che piacere incontrarla di persona.- affermò Han. Luca gettò ai piedi del capo sia Edo che la cantante. L'asiatico si accucciò e alzò il volto della statunitense con il dito. -E così, i due Roskim si sono fatti fregare da una persona così gracile ed esile. Però è vero quello che si dice: è davvero carina.- ghignò. A Hayley vennero i brividi. -Non ti farò nulla, tranquilla. Non ora almeno.- dichiarò, facendo gelare il sangue della rossa. Han si spostò verso Edo e gli tirò un calcio nello stomaco. -Tu, invece, devi essere uno dei Metalcore. Non ti preoccupare, vedrai presto i tuoi compagni.- -Che cosa intendi, bastardo?-. L'asiatico ghignò. -Vedrai.-.

 

Nico, Roger e Dennis si muovevano attentamente tra gli alberi del grande parco. Udirono un fruscio. -Attenti.- bisbigliò il russo, puntando una pistola contro un cespuglio dal quale, però, uscì Axel. -Axel! Piccolo, stai bene?- lo soccorse Roger. -Andate via, loro...-. Improvvisamente, partì un colpo. Dennis stramazzò al suolo. -Dennis!- urlò Nico. -E' morto, andiamocene!- lo incalzò Roger, ma si trovavano circondati. Axel scoppiò a piangere. I due ragazzi alzarono le mani, in segno di resa. -Quei bastardi hanno usato Axel per catturarci.- osservò Nico. -Già.-.

 

-Ho sentito degli spari.- asserì Carlo. -Li hanno catturati. Ne sono certa.- affermò Federica. -E che facciamo ora?- si domandò Carlo. -Non ne ho idea.- rispose Lai. -Ragazzi, si stanno avvicinando! Dobbiamo filarcela!- annunciò Marco. I quattro fecero per scappare, ma si trovarono davanti diversi uomini di Han, capitanati da Tai. Federica estrasse velocemente una pistola e sparò, colpendo un paio di aggressori a una gamba. -Scappiamo!- esortò la ragazza, correndo. Lai, Marco e Carlo la seguivano. Corsero per il grande parco. Federica li aveva distanziati di parecchio. Le pallottole fischiavano tra gli alberi e una colpì Lai in testa. Carlo si voltò a vedere il corpo dell'amico e fu colpito ad una gamba. -Marco, aiutami! Ti prego!- lo supplicò. -Dammi la pistola, così intanto faccio fuoco di copertura.- gli rispose il ragazzo. Carlo gli lanciò l'arma. -Ma che fai?- domandò poi, dopo aver visto un ghigno dipingersi sul volto di Marco. -Penso proprio che il mio pentimento finirà qui. Ci vediamo all'inferno.-. Detto questo, sparò. 

 

Federica aveva visto tutta la scena ed era rimasta impietrita. Si schiaffeggiò e riprese a correre. Raggiunse un cancello e scavalcò, ritrovandosi in mezzo alla strada. Udì un rumore: Marco. -Fine della corsa.- -Sei un figlio di puttana!- abbaiò la diciottenne. -La differenza tra me e te è che io penso a come sfruttare una situazione. E ti assicuro che questa la sfrutterò benissimo.- -Ci hai ingannati tutti! Non ti vergogni?- lo provocò la ragazzina. -Vedi, ho capito che sarò comunque fregato. Almeno, provando a rientrare nelle cerchie di Han potrò provare ad arricchirmi un po'.- spiegò il ragazzo. -Fai schifo!- sibilò la diciottenne. -Lo so, ma non posso cambiarmi.-. Federica gli lanciò un'occhiataccia, poi seguì il suo vecchio amico fin dentro la villa.

 


Angolo dell'Autrice

Ehilà! Capitolo adrenalinico, in cui muoiono tutti i membri della banda della stazione e in cui Marco si rivela per quello che è realmente: un verme. Penso sia il cattivo più odioso tra tutte e tre le stori. Voi che pensate? Io lo odio.
Invece Angela la adoro! E, mentre i nostri eroi vengono catturati, Oliver e Oll architettano qualcosa (ma non spoilero nulla). 
La canzone è "Make A Move" degli Icon For Hire. 
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni!
Alla prossima!

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Capitolo 57
*** 56.Warriors ***


CAPITOLO 56

Papa Roach-Warriors

We are the warriors
So shine your light
Push the enemy back
When you're under attack
It will protect you

-Capo, ne abbiamo trovati altri due!- annunciò Tai, trascinando Federica e Marco al cospetto di Han. -Io... Ho deciso da che parte stare. Maggi l'hanno ucciso loro.- spiegò il ragazzo. -Quanto fai pena?- bisbigliò la diciottenne. -Hai fatto un buon lavoro. Peccato che sei un traditore.- esordì Han. Marco lo guardò con aria di sfida. -Tuttavia sei stato bravo. Tai, portalo dove sai.- ordinò l'asiatico. Il sottoposto obbedì, trascinando il ragazzo via dalla sala. Han scrutò i volti dei prigionieri restanti. Si avvicinò a Federica, carezzandole il braccio. -Non osare toccarla!- esclamò Hayley, ottenendo, come risultato una botta in testa da parte di uno degli scagnozzi dell'asiatico. Han l'aiutò a risistemarsi, facendola alzare. -Sei davvero bella, accidenti.- disse. -Non voglio complimenti da un figlio di puttana come te.- ribatté la cantante. -Sei anche tosta. Però non sei molto furba: non sei assolutamente nella posizione di fare commenti.-. La rossa lo guardò, spaventata. -Che intenzioni hai?- chiese Edo. -Vi ammazzerò tutti.- rispose Han, tranquillamente. -Mi dispiace.-. 

 

-Capitano, ha delle visite.- annunciò il brigadiere. Cardi sbuffò. -Va bene.- rispose. Il carabiniere sobbalzò quando si trovò davanti Oliver, Oll e Angela. -E questo che significa?-. I tre si guardarono tra di loro. -Abbiamo una soffiata.- esordì Angela. -Finalmente collabori con le forze dell'ordine e decidi di portarci dai Metalcore?- la prese in giro Cardi. -I Metalcore? Beh, ma perché accontentarsi del pesce piccolo? Noi ti portiamo dritti da Han.- rispose la ragazza, con tono suadente. -E ti portiamo anche dal responsabile dell'esplosione di qualche tempo fa.- aggiunse. -Perché dovrei fidarmi? Datemi delle motivazioni valide per cui dovrei fidarmi di una sospettata criminale, un agente federale che non ne ha imbroccata una e un cantante di una band che reputo anche piuttosto scarsa- -Ehi!- protestò Oliver. -La sua musica mi fa letteralmente vomitare, lo sappia.- esplicò il carabiniere. Oliver avanzò, ma Oll lo bloccò. -Lei può anche non crederci, ma due bambini innocenti rischiano la vita. Lei non ha molto tempo. Noi non abbiamo tempo.- continuò Angela. Oll si accarezzò il mento. -E va bene. Ma alla fine di questa storia dovrete fornirmi qualche spiegazione.-.

 

-Josh, vuoi qualcosa da bere?- chiese Ana. L'inglese si voltò. -No, grazie. Vorrei solo sapere dove sono andati Oli e Oll e dove si trova in questo momento Hayley. Non risponde al telefono.- rispose. -A meno che... Ma certo, che razza di idiota!- esclamò. -Josh, che hai?- domandò la croata, preoccupata. -Dove si trova Han?- -Non te lo direi mai. Non posso permettere che tu vada lì. E' il posto più pericoloso del mondo.-. Il cantante la guardò negli occhi. -Non mi importa. Lì c'è Hayley e io devo salvarla, la amo.-. La ragazza gli si parò davanti. -Ti supplico, non farlo.- lo pregò. -Mi dispiace, ma devo. Ora tu mi dici come si arriva e io vado.-.

 

-Dunque, chi vuole essere il primo a morire? Nessuno?- -Il tuo sarcasmo da quattro soldi ha stancato, Han. Dico sul serio.-. L'asiatico si voltò. A parlare era stato Marco. -Ma tu... Tai, dove sei?- -Sono qui.- rispose il sottoposto. Imbracciava un piccolo mitragliatore e lo puntava proprio contro Han. -Ma... Che significa?- -Significa che hai fatto male i tuoi conti e che sì, sono un traditore.- sibilò Marco, avvicinandosi. Nessuno degli uomini di Han reagì. I Metalcore si guardarono tra di loro. Federica fece un cenno a Nico di provare ad avvicinarsi a lei. -Non essere stupido. Senza di me non sei nulla.- disse Han. -No, idiota. Senza di me tu non sei nulla. Senza me e Tai non saresti nient'altro che un verme al servizio di Brandon. Di chi è stata l'idea di spedirlo a morire negli Stati Uniti. Eh? Non di certo tua, bensì mia e di Tai.- ribatté Marco.

 

-Il mio orologio è rotto. Usa i vetri per liberarti le mani, svelta.- sussurrò Nico. Federica obbedì, silenziosamente. Dopo essersi liberati, i due si spostarono verso Hayley, Roger e Edo.

 

-I tuoi uomini obbediscono a me.- spiegò Tai. -Sei finito. A te l'onore, Marco.- -Con piacere.- disse il ragazzo, pugnalando Han al cuore. -E ora, finiamo queste pulci.- asserì Tai. Improvvisamente, si sentì un rombo. -I carabinieri, porca puttana!- esclamò l'asiatico. -Siete tutti in arresto! Tutti!- dichiarò Cardi con un megafono. Gli uomini di Tai e Marco iniziarono a sparare e i carabinieri risposero al fuoco. I Metalcore si nascosero dietro a delle casse. -Siamo nella merda.- affermò Roger. -Era il piano B.- ricordò Hayley. 

 

-Buon Dio!- esclamò Josh, arrivando alla villa. -Lei non può passare di qui signore.- Lo fermò un carabiniere. -C'è la mia ragazza lì dentro!- esclamò l'inglese. -Josh, ragazzo mio, che ci fai qui?- domandò Oll. -Voi che ci fate qui! Si può sapere che succede?-. Oll e Oliver si guardarono. -Abbiamo chiamato Cardi. Hayley e Federica saranno salve tra poco. Non ti preoccupare.- spiegò il frontman dei Bring Me The Horizon. -Non ti preoccupare? Ma sta scherzando? Sembra che ci sia la Terza Guerra Mondiale lì dentro!- si infuriò Josh. 

 

-Ragazzi, dobbiamo uscire da qui!- esclamò Nico. -Concordo!- rispose Roger. I Metalcore e Hayley si diressero verso una porta che avevano intravisto. -Dove pensate di andare?- domandò Cardi in persona, parandosi davanti al gruppo. -Penso proprio che dovrete seguirmi.- -Lo penso anche io.- affermò Hayley. 

 

-Hayls! Fede!- esclamò Josh, correndo verso le due ragazze. -Josh, che ci fai qui?- chiese la cantante. -Pensavi davvero che me ne sarei stato tranquillo da Ana?- rispose l'inglese. -A proposito, avete trovato Andrej e Axel?- chiese Federica a Cardi. -Il neonato sì, il bambino più grande no. Mi dispiace. E, se per quello, non abbiamo trovato nemmeno il braccio destro di Han, Tai e nemmeno Marco Pini.- spiegò il carabiniere. -Ma devono essere qui da qualche parte!- esclamò Roger, nervoso.

 

Ana sedeva nervosamente su una sedia. Non si sentiva sicura senza qualcuno che le facesse compagnia. Sentì bussare alla porta. -Ham!- esclamò sorpresa, aiutandolo ad entrare. -Angela è andata a recuperare i tuoi fratelli. Ho solo bisogno di stendermi, ti prego.- disse il ragazzo. 

 

Angela camminava cautamente per il parco. Sentì un rumore e si nascose dietro a un albero. Si sporse e vide Marco e Tai con Axel. Si accucciò a terra e sobbalzò non appena vide Edo davanti a lei. -Che ci fai qui?- domandò. Io e Federica stavamo parlando con dei carabinieri. Ma tu... Che diamine ci fai tu qui?- -Fai piano. Ci sono Marco e Tai.-. I due ragazzi si sporsero di nuovo a vedere. -Merda. Dammi una pistola, ora li ammazzo.- -Edo, no! Ti farai ammazzare!- rispose la ragazza. -Dammela e basta!- insistette lui. Angela cedette. Edo si parò davanti ai due criminali. Tutto quello che si poté udire fu solo uno sparo.

 

-Cos'è stato?- si domandò Federica, precipitandosi alla sorgente dello sparo, seguita dai Metalcore, Hayley e alcuni carabinieri. Trovarono Edo steso a terra, in una pozza di sangue e Marco e Tai che tenevano Axel come ostaggio. -Non sparate!- gridò Oll. Cardi lo guardò storto, ma non disse nulla. Improvvisamente, marco sparò a Tai, a sangue freddo. -Spiacente amico, ma in due la cosa si faceva troppo difficile.- mormorò, come a volersi scusare con il cadavere. -E ora, cari amici, adios!- salutò platealmente, sparendo tra i cespugli. Federica iniziò a correre, inseguendolo, ignorando i richiami disperati di Hayley. 

 

-Complimenti, bella mossa.- ironizzò Oll. -Che vuole che le dica? Abbiamo sbagliato, adesso proveremo a rimediare! Contento?- si innervosì Cardi. -Dovete trovarla. Vi scongiuro.- supplicò Hayley, accucciata tra le braccia di Josh. -Edo è morto.- annunciò Angela. -Ora Federica vorrà la vendetta. E spero che riuscirà a ottenerla.-.

 




Angolo dell'Autrice 

Ehilà! Capitolo carico di colpi di scena. Succede davvero di tutto, dalla morte di Han a quella di Edo. Insomma, forse succede fin troppo ahah. Mi sono divertita a scriverlo e spero che vi sia piaciuto leggerlo. 
La canzone è "Warriors" dei  Papa  Roach ed è blu per qualche accenno di scream. 
Ringrazio di cuore Layla e Lost The Battle per le recensioni e mi scuso se, a volte, non rispondo nella modalità più adeguata. Grazie davvero!
Alla prossima :)

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Capitolo 58
*** 57.Hit The Floor ***


CAPITOLO 57

Linkin Park-Hit The Floor
 

I know I’ll never trust a single thing you say
You knew your lies would divide us but you lied anyway
And all the lies have got you floating up above us all
But what goes up has got to fall

 

-Muoviti, moccioso!- sbraitò Marco, trascinando Axel per il braccio. -Non ce la faccio più.- si lamentò il bambino. -Fai atletica, non dire balle.- ribatté il ragazzo. 

 

-Hayley, che stai facendo?- domandò Josh, vedendo la sua ragazza alzarsi e correre. -Vuoi davvero lasciarla sola con Marco?- chiese la rossa. -Hayls, ci sono i carabinieri.- affermò Oliver. -Vedo a quanto sono serviti.- replicò la statunitense. I due inglesi si guardarono tra loro, preoccupati.

 

Marco arrivò in uno spiazzo. Era riuscito a scappare al di fuori della villa, arrivando in città. Nascondeva la pistola in tasca e si portava a spasso Axel con aria innocente. Si infilò in un veicolo e lo percorse tutto, fino a sbucare in Piazza Bra. -Roger ti concerà per le feste!- esclamò il bambino. -Roger non farà un bel niente.- lo zittì il ragazzo. -Hai ragione. Ci penserò io.-. Marco si voltò. Federica lo guardava con aria di sfida. -Sei proprio una spina nel fianco. Una mosca. E le mosche si schiacciano.- disse, estraendo la pistola e sparando alla ragazza. Federica scansò il colpo e si buttò per terra. La folla iniziò a urlare e a scappare. -Sei un vigliacco. Non sono armata.- dichiarò la diciottenne. -Non ti credo.- affermò Marco. -Guardami. Vedi armi?- sbottò Federica, alzando le mani. -Quindi tutto quello che vuoi è una sfida vecchio stile. Interessante. Secondo te io mi batterei con te.- -Che c'è? Hai paura?- lo provocò lei. Aveva fatto bingo: Marco era terrorizzato da quella ragazzetta, la conosceva fin troppo bene e l'aveva vista battersi contro Low. Tuttavia, non poteva dargliela vinta così. -E va bene. Mi batterò con te. Qui, in questa piazza.-.

 

-C'è stata una sparatoria in pieno centro. Sono lì, tutti e tre: Marco, Axel e Federica.- esclamò Cardi. -Una sparatoria? Fede non aveva armi.- esordì Angela. Hayley sbiancò. -Non c'è nessun ferito. I miei uomini mi hanno riferito che c'è un gran caos e che non riescono ad avvicinarsi. Da quello che hanno capito pare che vogliono battersi.- spiegò il carabiniere. -Dovete portarmi lì, vi prego.- supplicò Hayley. 

 

Marco e Federica si guardavano negli occhi, tesi. Nessuno dei due osava sferrare il primo attacco. Axel li osservava con il fiato sospeso, tremando. Improvvisamente, il ragazzo tirò un calcio, colpendo la diciottenne allo stomaco. Federica si ritrovò a terra, con il fiato mozzato e, probabilmente, qualche costola incrinata. Si rialzò velocemente da terra, ma Marco sferrò un micidiale pugno, colpendola in volto. La ragazzina si portò le mani al viso, ripulendosi dal sangue. -Non c'è via di scampo per te. Capito?- sibilò il ragazzo, afferrandola per il colletto della felpa e gettandola a terra. 

 

-Dobbiamo proseguire a piedi, il traffico è totalmente bloccato!- esclamò Cardi. Hayley aprì di scatto la portiera della macchina e cominciò a correre. -Signorina Williams, che cavolo fa?- urlò il carabiniere. -Io la metto dentro!- sbraitò, ma non ottenne alcun risultato. -Seguiamola, avanti!- concluse.

 

-Sei solo uno sporco traditore!- abbaiò Federica, schivando un pugno. Non fu, però, abbastanza da veloce da evitarne un altro. SI ritrovò nuovamente per terra. La spalla le doleva tantissimo. Marco sogghignò e le prese il collo da dietro. La ragazza iniziò a dimenarsi, ma non riusciva a liberarsi. La vista cominciava a diventare sempre più sfocata. Non riusciva più a respirare. Il cuore batteva all'impazzata. Iniziò a contare i secondi che passavano. Uno. Due. Tre. Quattro. Sentiva freddo, tanto freddo. 

 

Hayley correva disperatamente, noncurante della pioggia e del fatto che non avesse nemmeno il cappuccio. Evitò una bicicletta e arrivò in Piazza Bra. La folla era disposta a cerchio. -Fatemi passare, vi prego.- supplicò la rossa. Riuscì a trovare un po' di spazio e soffocò un urlo.

 

Federica era al limite. Improvvisamente, ebbe un'intuizione. Raccolse le sue ultime forze e tirò una gomitata allo stomaco di Marco, che allentò la presa. La ragazzina ne approfittò per riprendere fiato. -Fanculo puttana!- ringhiò il ragazzo, colpendo la diciottenne nuovamente al costato. Cominciò a calciare ripetutamente lo stesso punto. Federica urlò dal dolore. Poco prima che il piede di Marco si abbattesse nuovamente su di lei lo bloccò con le mani e lo fece inciampare a terra. Si rialzò con molta fatica. Sputò sangue a terra e schivò un altro colpo. Tirò un pugno a Marco, colpendolo al mento. Il ragazzo guaì. Federica approfittò del momento favorevole calciandolo al fianco. Il ragazzo cadde al suolo. -Ci hai mentito! Ci hai traditi! Ci hai fatto litigare, ci hai messi uno contro l'altro. Fai schifo!- urlò la diciottenne, sferrandogli un colpo al ginocchio. -Ti odio! Hai ucciso Low! Hai ucciso Edo! Sei un bastardo!- scoppiò a piangere lei. Il ragazzo la guardò con aria di sfida. -Ammazzami allora. La pistola è lì per terra. Cosa aspetti?- la sfidò. Federica si chinò e prese l'arma. La puntò contro Marco. I due si guardarono intensamente. -Avanti, sparami! Dai, vendicati!- urlò il ragazzo. Federica incrociò il suo sguardo con quello di Hayley. Inspirò profondamente ed espirò. Udì il suono di alcune sirene e capì che erano i carabinieri. -Andiamo! Se mi spari ora poi potrai scappare e non ti prenderebbero mai!- la tentò Marco. -Io non sono come te. Vaffanculo!- rispose la ragazzina, correndo verso le forze dell'ordine. -Sono stato io a drogare Nico la sera che ti ha aggredita.- dichiarò Marco. Federica si voltò. Il ragazzo rideva, divertito. La diciottenne crollò a terra e vomitò. Marco si rialzò ed estrasse un coltello dalla tasca, colpendola alla spalla. Federica urlò. -Non sono un avversario leale, ma questo lo sapevi già. Ah, se ti interessa, sappi che ho ucciso io Kle, proprio con questo coltello. Le ho aperto la gola come se fosse stata di burro.-. La ragazzina gli sputò in faccia. -Vedo che c'è Cardi. A me non importa nulla.- affermò, alzando il coltello per sferrare il colpo fatale. Fu un attimo. Il colpo le partì quasi inavvertitamente. Il tempo parve fermarsi e la pioggia sembrò bruciare le pelli. Federica crollò in ginocchio, accanto al corpo del suo vecchio amico, che si era trasformato nel suo peggiore nemico. Percepì suoni, rumori, movimenti, ma tutto le parve ovattato, attutito. Due braccia la strinsero, ma lei non rispose all'abbraccio. Aveva appena ucciso una persona a sangue freddo. 

 

Angolo dell'Autrice

Capitolo bomba! Finalmente Marco è morto! Halleluja! Però non è ancora finita del tutto, anche se siamo davvero agli sgoccioli. 
Mi scuso per non aver aggiornato sabato scorso, ma lo studio era tantissimo.
La canzone è "Hit The Floor" dei Linkin Park e l'ho trovata talmente perfetta che non sapevo che strofa mettere nel capitolo perché ci starebbe tutta la canzone.
Grazie a Layla e Lost The Battle per la recensione.
Alla prossima :)

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Capitolo 59
*** 58.Let It Go ***


CAPITOLO 58

Crystalyne-Let It Go

Life is what you make it
If you want a good life then let the good things in
Life is what you make it
You need to learn to let it go, let it go
Life's too short to waste it
They are your mistakes to make and your heart to break
It's our time to take it
You need to learn to let it go, let it go


 

Hayley si svegliò. Si alzò dal letto e, dopo aver fatto colazione, salì in macchina. Arrivò all'ospedale e si recò nel reparto dove alloggiava Federica. Era da ormai un mese e mezzo che la ragazza era ricoverata e non dava moltissimi segni d miglioramento. -Signorina Williams, buongiorno.- la salutò il dottor Volpi. -Come sta?- domandò la cantante. -E' molto depressa e rifiuta il cibo. Insomma, va come al solito.- rispose il medico. La statunitense sospirò. -Non so cosa fare. Non vuole vedere nemmeno i suoi amici e quando sono lì io a malapena mi risponde.- affermò Hayley. -Lo so. Per stamattina, comunque, le chiediamo di non restare in ospedale. Le faremo alcuni esami. Potrà venire verso il pomeriggio.-. La cantante annuì, poco convinta e decise di andare a fare una passeggiata. Si sedette su una panchina. Il cellulare squillò. -Josh, ehi.- rispose. -Come state?- domandò l'inglese. -Bene. Cioè... Le stanno facendo degli esami, tornerò più tardi in ospedale. Stavo pensando... Perché non venite a trovarla? Le farebbe bene.-. Josh sospirò. -Non lo so, è complicato. Sai che non avrei mai voluto lasciarvi sole, ma dovevo tornare da Kevin. E poi Jeremy e Taylor devono occuparsi delle loro famiglie.- rispose il fidanzato. -E poi siamo dietro di te e... Ahia Alex, perché mi fai male?-. Hayley fece una faccia stranita. -Jack... Barakat? Josh, dove sei?- -Girati Hayls.-. La cantante si voltò, trovandosi davanti Jeremy e Kat con Bliss, Taylor, Josh, Erica, Paul, Kevin, Alex Gaskarth, Jack Barakat e Oliver. -Siete dei pazzi!- esclamò, commossa. -Può darsi.- rispose Jeremy. Hayley li abbracciò, uno a uno. -Vi voglio bene, ragazzi. Davvero.- dichiarò. -Di chi è stata l'idea?- -Non guardare me.- affermò Josh. -E' stata mia.- rispose una voce familiare. Fin troppo familiare. -Oll.- sospirò la cantante. Si voltò e lo abbracciò, come una figlia stringe il proprio padre. -Perché?- chiese. -Perché no?- ribatté il federale. -Siete incredibili.- -Siamo fighi.- corresse Oliver, ricevendo uno scappellotto da Alex. -Questa storia deve finire. Mi picchiate un sacco!- si difese l'inglese ricevendo in premio un altro scappellotto, questa volta ad opera di Jeremy. -Beh, allora, dove si trova Federica?- domandò Kat. -per ora sta facendo degli esami. Possiamo andare da lei il pomeriggio.

 

-Rog, andiamo, siamo in ritardo!- -Arrivo Ana!- rispose il ragazzo. -Tu non vuoi venire, vero?- chiese la croata. -Ascolta, io... Non saranno degli stupidi palloncini a tirarle su il morale.- -Però oggi è il giorno della sua festa a sorpresa. Oll ci ha spiegato tutto. D'altronde non ha festeggiato nemmeno i diciotto anni.-. Il ragazzo sospirò. -E va bene. Prendi Andrej, io accompagno Axel in macchina.- -Bravo Luca.-. Roger sobbalzò. -C-come?- -Che c'è? Non posso chiamarti con il tuo nome?- -Non sono abituato.- rispose il ragazzo. -Pazienza. Dai, muoviamoci.-.

 

Ham stava mangiando una ciambella, quando qualcuno citofonò. -Sono Angela.- -Sali pure!- la invitò il ragazzo. -No, sei tu che devi scendere.- affermò la ragazza. -La festa! Oddio! Mi ero dimenticato!- esclamò il ragazzo, correndo a vestirsi. -Questo non va bene! No, questo neppure!- -Serve una mano?- domandò Angela. -Credevo mi aspettassi giù.- -Immaginavo che ti servisse un aiuto.- disse lei, tenendo una camicia e un paio di pantaloni in mano. -Oh, ehm... Grazie.- si imbarazzò lui. I due si guardarono negli occhi. Tra loro calò il silenzio. -Ehm... Dovrei cambiarmi.- affermò Ham. -Sì, scusa, esco subito.- dichiarò Angela. Uscendo dalla stanza. Rimase ad aspettare qualche minuto, fino a quando Ham non uscì dalla camera. -Come sto?- chiese. -Benissimo.- rispose lei. Ham sorrise e Angela non resistette: si sporse verso di lui e lo baciò. Il ragazzo credette di sognare. -Non so che mi sia preso.- si scusò la diciannovenne. -Non chiedertelo.- replicò lui, ribaciandola.

 

-Ecco fatto, abbiamo finito.- affermò l'infermiera, aiutando Federica a rimettersi a letto. -E' quasi Natale. Perché non è in vacanza?- chiese la ragazzina. La donna si stupì di quella domanda: da quando era stata ricoverata Federica aveva parlato sì e no due volte. -Devo lavorare. La salute dei pazienti è il mio motivo di gioia.- rispose. La diciottenne sospirò. -A cosa serve la salute se poi siamo morti dentro?- -Almeno è un punto di partenza.- ribatté la donna. -Ora riposati. Ci vediamo a pranzo.- la salutò. Federica si guardò intorno. Si scoprì a piangere. Avrebbe tanto voluto abbracciare qualcuno, ma era da sola. Finalmente Hayley entrò. La cantante le baciò la fronte e le diede un fazzoletto. -Hayls io... Posso abbracciarti?- domandò la diciottenne. La rossa sobbalzò e la strinse a sé. -Va tutto bene?- chiese. -No.- rispose la più piccola. -Sai, io... C'è una sorpresina per te.- annunciò la statunitense. Federica alzò lo sguardo verso Hayley. La rossa avvertì un nodo in gola: la ragazzina aveva il volto stanco, triste e affranto. -Che sorpresa?- mormorò la diciottenne. La cantante si voltò verso la porta. -Beh, sai, c'è qualcuno che vuole vederti.- affermò. In quel preciso istante entrarono tutti quanti, gridando:-Sorpresa!-. Federica rimase a bocca aperta. -Voi... Voi che ci fate qui?- domandò, sorpresa. -Josh, Jack, Tay, Jerm, Kat, Alex, Rog, Ana, Axel, Oli, Oll, Kev, Ham, Angela, Erica, Paul, Nico! Non ci credo!- esclamò. -Buon compleanno.- disse il suo fidanzato, porgendole un grosso pacco. -Ma siete impazziti?- chiese la diciottenne, scartando il pacco. -No. Proprio per niente.- rispose il russo. La ragazza scartò il regalo, rimanendo sbalordita. Si trattava di una cornice che circondava un cartellone pieno di foto di Federica e dei suoi amici, sia vecchi che nuovi. -Voi siete decisamente pazzi.- affermò, incredula. -Non me lo merito. No! No!- si agitò. -Sono solo una sporca assassina!- iniziò a piangere. Hayley la strinse, ma la ragazzina si divincolò. -Lasciatemi stare!- -No!-. Tutti si voltarono: Kevin fissava l'italiana con uno sguardo duro e tenerissimo al tempo stesso. Improvvisamente entrò cardi, trafelato. -Scusate il ritardo, avevo da fare!- si scusò. Tutti i presenti si guardarono fra loro, a metà fra lo spaventato e il perplesso. -Non sono qui per arrestarvi, tranquilli. E' vero, vorrei farlo, ma non posso.- -Simpatico come al solito.- bisbigliò Erica a Angela. -Stavo scherzando. Io... Devo comunicare una cosa importantissima.- affermò. -Mi ha chiamato Oll, invitandomi qui.- spiegò. -Lei ha chiamato Cardi?- -Sì Roger, ho chiamato Cardi.- -ma perché?- domandò il ragazzo. -Perché deve dire qualcosa.- rispose il federale. -Avanti, dica.- esortò Jeremy. -Finalmente sono arrivati i risultati di un nuovo esame balistico.- esordì il carabiniere. -Non c'è bisogno che continui, ho capito. Lo so che ho ucciso Marco.- disse Federica, lapidaria. -Il punto è proprio questo: non hai ucciso proprio nessuno. Durante la colluttazione è stato Marco a premere accidentalmente il grilletto. Delle telecamere hanno filmato tutto. Non sei un'assassina.-. Federica si sentì liberata da un macigno che la opprimeva da oltre un mese e mezzo. Scoppiò a piangere, sollevata. Hayley le carezzò dolcemente la fronte. -Penso che uscirò da qui molto presto.- affermò la ragazzina. -Questo lascialo decidere ai medici.- ribatté Taylor. Scoppiarono tutti a ridere, divertiti, quando Josh fece segno di tacere. -Josh, che stai facendo?- chiese Jack, incuriosito. Oliver capì e fece un segno di incoraggiamento. Il frontman degli You Me At Six si inginocchiò ai piedi di Hayley ed estrasse dalla tasca una scatolina arancione, porgendola alla rossa. La cantante era senza fiato. -Josh, ma è un anello fantastico!- esclamò, commossa. -Hayley tu... Vuoi sposarmi?- -E me lo chiedi? Certo che lo voglio!-. I due si baciarono, tra i fischi di approvazione. Finalmente tutto era tornato alla normalità.

Angolo dell'Autrice

Ehilà :) 
Sì, posto in anticipo perché domani non so se riesco. 
Che ne pensate di questo capitolo? Finalmente va tutto bene! Mi dispiace dirvi che stavolta siamo davvero agli sgoccioli e penso che in tre capitoli o giù di lì questa fanfiction finirà. Ma, per ora, godetevi quel che c'è. E in questo capitolo c'è davvero tantissima roba, perfino una proposta di matrimonio (in un ospedale; Josh non poteva trovare luogo più romantico). Poi beh, ci sono un po' tutti e devo dire che, per una volta, mi sento soddisfatta. 
La canzone è "Let It Go" dei Crystalyne, una band pop-rock che vi consiglio caldamente di ascoltare.
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni! 
Alla prossima :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 60
*** 59.Chasing Angels ***


CAPITOLO 59

The Treble-Chasing Angels

I've been chasing angels all across the countryside
I've never opened my eyes

 

Federica era stata dimessa da un giorno. Alloggiava con Hayley, Josh, Erica e Kevin in una stanza d'albergo. -Domani partiamo per Franklin.- annunciò l'inglese. -C-c-come?- balbettò l'italiana. -Dobbiamo tornare a casa. Abbiamo tante cose da fare e...- -E io non posso. Cioè... I miei amici... Io... Non li vedrò mai più.- mormorò la diciottenne. -Potrai tornare ogni volta che avrai delle vacanze.- replicò Hayley. -Ma io non voglio lasciarli.- affermò Federica. Hayley e Josh si guardarono, spaventati. -Vuol dire che non tornerai con noi?- domandò il britannico. L'italiana sospirò. -Devo decidere. Non ho ancora chiuso qui. Non ho ancora finito con questa città.- rispose. -Hayley, potresti accompagnarmi in un posto?- chiese.

 

-Papà, mi aiuti?- -Ma piccola, come hai fatto ad ingarbugliare così la lenza? Aspetta, la sistemo subito.- rispose l'uomo, aiutandola a sbrogliare il filo. -Quando si pesca ci vuole pazienza. Non devi fare le cose di fretta.- le spiegò pazientemente. -E' pronto il pranzo!- li richiamò la mamma, una bella donna, incinta. Padre e figlia corsero alla roulotte, visibilmente affamati. -Prima bisogna lavarsi le mani.- asserì la donna. -E va bene.- si arresero i due. -Come sta il fratellino?- chiese la bambina. -Lui sta bene, scalcia come un matto.- rispose la madre, toccandosi il pancione.

 

Federica e Hayley erano arrivate al cimitero. Avevano faticato a trovare le tombe dei genitori della ragazzina, tuttavia ce l'avevano fatta. L'italiana scoppiò in lacrime. La statunitense le cinse le spalle in un gesto affettuoso e le baciò il capo. -Senti... Vorrei restare un po' sola.- affermò Federica. -Va bene. Io ti aspetto all'uscita.- rispose la rossa. -Grazie.- mormorò la diciottenne. Quando Hayley se ne fu andata si avvicinò alle lapidi dei suoi genitori. Si sentiva un po' a disagio. Si soffermò ad osservare le due tombe. -Ciao mamma, ciao papà.- esordì, un po' insicura. -Io... Mi dispiace non essere venuta qui molto spesso. Anzi, mi dispiace non essere mai venuta a trovarvi. E' che abito lontano, ma questo lo sapete. Vorrei che tutto fosse andato diversamente. Ma, dai, non me la passo male. Hayley è molto simpatica e mi considera parte della sua famiglia. Dovevo essere adottata, ma mi sono messa nei guai, come al solito. Ah, ho anche un fratellino, si chiama Kevin. Ha undici anni, proprio come Tommaso.-. Federica sentì un nodo alla gola e le lacrime le bagnarono le guance.

 

La bambina e suo papà erano fuori dalla sala operatoria, nervosi. Finalmente una dottoressa uscì. -Come stanno?- domandò l'uomo, preoccupato. La donna chinò il capo e sospirò. -Mi dispiace, il bambino è nato morto. Sua moglie sta bene, però. E' fuori pericolo.-. Federica si voltò verso il padre. L'uomo era pallidissimo e stava piangendo. La bambina strinse le mani al papà, per confortarlo.

 

-Sai, papà io... Non ce l'ho con te per avermi lasciata. Ho capito ora che volevi solo proteggermi. Però penso che il destino sia buffo. Insomma, alla fine sono finita nei guai lo stesso. E, in fondo, me la sono cercata. Non si scherza con certa gente. Però dovete sapere che ho trovato degli amici fantastici.-. La ragazza si bloccò un attimo e notò che anche Low ed Edo erano stati sepolti lì vicino. -Low mi ha salvato la vita tantissime volte da quando voi non ci siete stai più e Edo ha vigilato su di me come un papà. E poi c'erano Roger, Ham e Ana. Loro, per me, sono stati dei fratelli.- riprese. -Beh, e poi sono andata negli Stati Uniti. Volevo solo capire chi vi avesse uccisi. E invece ho scoperto che tu, papà, eri ancora vivo.-.

 

Si voltò e vide suo padre che veniva scortato da dei carabinieri. Sopraggiunsero anche Jeremy e Taylor. -Ma che fa Mattew?- osservò il bassista. Il batterista si era avvicinato al padre di Federica. Si udì uno sparo. -Papà!-. Mattew aveva sparato a suo padre. Federica si divincolò dalla stretta di Hayley e andò verso il corpo del suo genitore.

 

La ragazzina scoppiò a piangere. -Mi dispiace così tanto. Vorrei che poteste vedere tutto ciò che sono diventata in questo ultimo anno. Vorrei che poteste ammirare tutto ciò che Hayley è riuscita a fare per me e vorrei potervi parlare delle persone fantastiche che ho conosciuto, primi su tutti Taylor, Jeremy e le loro famiglie. Loro sono dei musicisti bravissimi e degli amici spettacolari. E poi ho conosciuto un sacco di musicisti famosi e sono andata a un sacco di concerti. Ah, e penso che riprenderò a suonare la chitarra. Però volevo confessarvi una cosa: ho paura. Tantissima paura. Domani dovrò partire per Franklin e, probabilmente, non tornerò mai più qui. E, se tornerò, non lo farò prima di qualche mese di sicuro. O forse non prima di qualche anno. Per la prima volta questa certezza mi spaventa terribilmente. Ma forse sono semplicemente diventata grande. Forse è il momento che impari a cavarmela davvero da sola. In fin dei conti non sarò davvero sola. Al college andrò con Erica, la sorellastra di Hayley. E' buffo, lei dovrebbe essere una sorta di zia, invece è più una sorella per me. E poi ci sarà il suo ragazzo, Paul. Per un po', devo confessarvelo, è stato il mio fidanzato. Ci siamo lasciati quando ho incontrato Nico. Lui... beh, che dire... E' un ragazzo stupendo. Verrà con noi negli Stati Uniti e penso che troverà un lavoro lì. Un lavoro vero.-. A Federica scappò un sorriso. Si guardò intorno. Era una bella giornata di sole di dicembre. C'era freddo, ma l'aria era pulita. -Beh, forse è ora che io vada. So che voi ci sarete sempre e per sempre. So che voi non ve ne siete andati davvero, ma che siete semplicemente da un'altra parte. Sappiate che io sto bene e che cercherò di rendervi orgogliosi di me.- concluse, trattenendo altre lacrime. Appoggiò dei fiori alle tombe e le osservò per bene, un'ultima volta. Poi si incamminò verso l'uscita. Si sentiva leggera, sollevata. Hayley le venne incontro. -Stasera possiamo fare una cena con tutti gli altri?- domandò la diciottenne. -Certo.- rispose la cantante. -Io... Ho preso la mia decisione. Verrò con voi.- affermò. -A volte bisogna capire cosa si ha tra le mani. E io ho la possibilità di tornare a vivere veramente. E poi, non vuol dire che non potrò vedere mai più i miei amici. Posso tornare qui non appena ne avrò l'occasione.-. Hayley la abbracciò, improvvisamente. Scoppiò a piangere. -Ehi, è tutto a posto?- si preoccupò la ragazzina. -Sono solo felice. Prima di incontrarti io viaggiavo di città in città, aspettando un segno che mi facesse percepire la vita. E anche dopo, sono stata una stupida. Mi sono abituata alla tua presenza e non l'ho più considerata un dono. E' stato solo quando ho rischiato di perderti che ho aperto gli occhi. Quello che ho sempre cercato è ora qui, davanti a me. E non ho bisogno di nient'altro.-. Le due si guardarono negli occhi, commosse. Federica alzò gli occhi al cielo. Era felice e finalmente aveva trovato ciò che aveva cercato così a lungo: una famiglia.

Angolo dell'Autrice

Eccomi qui! Posto ora perché non so se domani riesco a collegarmi. Capitolo particolare, è una sorta di dialogo tra Federica e i suoi genitori anche se, alla fine, è un vero e proprio monologo che Federica fa con sé stessa, riassumendo un po' anche tutta la serie. E' un capitolo che dedico a tutti coloro che hanno perso qualcuno a loro molto caro. Come dice Federica, non se ne sono andati via abbandonandoci, sono semplicemente da un'altra parte e ci veglieranno su di noi. Ne sono pienamente convinta. 
L'ultima parte la sento molto vicina e la dedico a chiunque stia leggendo: troveremo ciò che stiamo cercando, dobbiamo solamente tenere gli occhi aperti.
La canzone è la stupenda "Chasing Angels" dei The Treble. L'ho scoperta per caso e me ne sono innamorata, spero che la ascolterete. 
Un grazie speciale a Layla e Lost The Battle per le recensioni e sinceri auguri di buon natale e di buon anno a tutti! E, già che ci sono, buon compleanno a Hayley! 
Alla prossima :)

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Capitolo 61
*** 60.I Feel Like Dancin' ***


CAPITOLO 60

All Time Low-Feel Like Danging

I feel like dancing tonight,
I’m gonna party like it’s my civil right,
(everybody get kinda awesome).
It doesn’t matter where, I don’t care if people stare, (Woah!)
'cause I feel like dancing tonight.

Federica stava dormendo beatamente nel suo letto, quando sentì qualcosa di umido bagnarle la faccia. Si svegliò di soprassalto. -Alf! Che schifo!- si lamentò, buttando il cane giù dal letto. L'animale era il regalo di nozze di Chad per Hayley e Josh. -Le nozze! Oh, cavolo!- esclamò la ragazzina, saltando dal letto e correndo a prepararsi. -Non posso essere in ritardo, no, no, no!- si disperò la diciottenne, fissando Alf. Entrò in cucina e trovò un biglietto sul tavolo: “Siamo con i nostri genitori, Kevin è con Erica. Hai detto che ci mettevi un po' a prepararti, quindi ci vediamo in chiesa al matrimonio. Mi raccomando, sii puntuale alle 10.00 per gli ultimi preparativi.”. L'italiana guardò l'ora: erano le 10.30. Corse in camera sua e si mise un vestito elegante. -Bene, Alf, siamo pronti. Ora, corriamo.-.

 

-Ma dove diavolo è?- si agitò Jeremy. -Conoscendola, sarà in ritardo.- rispose Taylor. Gli sposi erano già arrivati in chiesa e la celebrazione era iniziata. Hayley si voltò verso i suoi due amici, domandando con lo sguardo dove fosse Federica. Taylor fece spallucce. I due testimoni, Kat e Max, si lanciarono un'occhiata comune. -Siamo alle solite.- mormorò Kevin. -Perfino Oliver è in orario.- Improvvisamente, Federica entrò in chiesa. -Eccomi.- disse, ansimante. -Non sei assolutamente in ritardo.- la prese in giro Erica. -Ho avuto un ehm... Contrattempo.- -Immagino.- asserì Jeremy. -Ma è vero!- provò a difendersi la diciottenne. - -Shh!- la zittì Taylor.

 

-Vuoi tu Joshua James Alphonse prendere come tua legittima sposa la qui presente Hayley Nichole, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?- proseguì il celebrante. -Alphonse? Seriamente si chiama Alphonse?- domandò Federica a Elissa. -Sì, si chiama Alphonse.- rispose la britannica. -Ragazzina, devi tacere, non disturbare.- la rimproverò Jeremy. -Va bene.-.

 

Josh si voltò verso la sua fidanzata, sorridendo. -Si! lo voglio- affermò. -E tu Hayley Nichole vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Joshua James Alphonse , per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi ?-. La statunitense deglutì. Il cuore le stava per uscire dal petto. Era agitatissima. Ripensò a tutto quello che era successo negli ultimi mesi, a Josh Farro, a Chad, a Oll. Non aveva più dubbi. -Sì, lo voglio.- dichiarò, a cuor leggero. -Ora può baciare la sposa.-.

 

-Ciboooooo!- urlò Oliver, fiondandosi sul buffet. -Hayley, Josh, complimenti, questo sì che è un vero matrimonio. Io e Hannah prenderemo esempio da voi.- asserì il cantante dei Bring Me The Horizon.b -Io e te cosa?- chiese la sua ragazza. -Hannah, vuoi sposare un coglione come me?- propose lo screamer. Per tutta risposta la fidanzata gli tirò un buffetto. -Ma come?- rimase deluso il vocalist. -Ovvio che sì, idiota.- lo rassicurò Hannah. La gente iniziò ad applaudire e Hayley e Josh scoppiarono a ridere. -Sei felice Hayls?- domandò il britannico. -Mai come prima.- rispose la rossa. -Solo... Secondo te dovremmo dirlo a Federica?- -Adesso? Non è meglio aspettare un attimo? Cioè... E se non le va giù la cosa?- -Hai ragione.- affermò la statunitense. -Hayls! Josh!- li chiamò Kat. -Foto con i testimoni?- propose. I due sposi acconsentirono e si misero in posa. In quel momento, Alex Gaskarth e Jack Barakat si intromisero, mettendosi proprio in mezzo. -Ehi!- si lamentò Kat. -Dai, ci stava! E poi non siamo stati gli unici!- -E chi altro... Kevin!- rimase stupefatto Josh, voltandosi e trovando il bambino sulle spalle di Taylor che faceva una boccaccia. -Beh, è quel che si dice una festa... Particolare.- affermò Hayley. -Già.- asserì il marito.

 

-Sei contenta?- domandò Erica. -Felicissima! L'unica cosa che mi dispiace è che non farò parte legalmente di questa famiglia.- rispose Federica. -Però Kevin sarà adottato, è una buona cosa.- concluse. Erica la guardò, stranita. -Che c'è? Perché quella faccia?- chiese l'italiana. -Vuol dire che non ti hanno detto nulla?- -Detto cosa? Ehi!-. La statunitense provò ad allontanarsi, ma l'amica la bloccò per un braccio. -Che cosa dovevano dirmi?- insistette Federica. -Proprio un bel niente.- rispose Erica. -Non ci credo nemmeno se mi paghi.- -Infatti non ti pago.- ribatté l'americana, disorientando l'italiana e approfittando di quel momento per filarsela. Federica rimase ferma impalata, fino a quando due mani gelide non si posarono sulle sue spalle. -Nico, hai le mani freddissime!- esclamò. -Scusa, sono stato fuori.- si giustificò il ragazzo. -Tu... Per caso sai cosa mi devono dire?- chiese lei. Il russo rimase interdetto per qualche secondo, poi scosse la testa. -Nico, mi stai dicendo una bugia?- -No, assolutamente.- rispose lui. Federica lo fissò negli occhi. -Stai mentendo.- affermò. -Non è vero!- provò a difendersi lui, invano. -Scommetto che lo sa anche Paul!- sbottò la diciottenne, indicando l'amico. -Sapere cosa?- esordì il ragazzo di Erica. -Ah, quello. Sì lo so.-. Nico gli lanciò un'occhiataccia. -Dovevo tacere?- domandò ingenuamente Paul. -Secondo te?- -Mi dispiace.- si scusò lo statunitense. -Va bene, ho capito, me ne vado a fare un giro.- dichiarò Federica, nervosa, allontanandosi dalla sala.

 

-Hayley, c'è una persona che vuole salutarti.- disse la signora Williams. -Oh, arrivo subito mamma.- rispose la rossa. Seguì la madre fino ad una stanza laterale. Due mani le chiusero gli occhi. -Joshua Neil Farro, non pensi che siamo un po' grandi per queste cose?- -No.- ribatté il chitarrista, ridendo. -Pensavo che non saresti venuto.- ammise lei. -E perché mai? Tu sei venuta al mio matrimonio.- -Sì, peccato che la situazione, allora, era un attimino diversa.- obiettò la rossa. Josh le sorrise. -Però alla fine ti sei sposata comunque con qualcuno che di nome fa Josh. Direi che ho vinto.- scherzò lui. -Idiota!- scoppiò a ridere la cantante. Tra i due calò il silenzio. -Sei bellissima. Sono fiero di te.- si complimentò infine il musicista, rompendolo. Poi le diede un bacio in fronte. -Se hai bisogno ci sarò sempre. Sappilo.- -Lo so Josh, lo so. Grazie.-. I due si abbracciarono. -Ehm... Ora direi che è meglio tornare alla festa.- osservò il chitarrista.

 

-Fede, Hayley deve dare un annuncio, torna dentro!- esclamò Erica. -Va bene. Però poi mi direte quello che dovete dirmi?- chiese l'italiana. -Lo saprai molto presto, promesso.- affermò l'amica. Le due ragazze entrarono nella sala. Hayley e Josh erano su un palco. -Noi... Vorremmo fare un annuncio. Vorremmo dirvi che, da oggi, io e Josh diventiamo ufficialmente genitori di Kevin.- esordì la rossa. Federica sospirò, applaudendo. -Vorremmo, inoltre, aggiungere che abbiamo le carte in regola per diventare anche genitori di qualcun altro. O meglio, di qualcun'altra.-. Tutti si voltarono verso Federica, che si sentiva combattuta tra il voler sparire e il voler abbracciare Hayley e Josh. -Beh, e ora, dopo questo annuncio direi che potete tornare a divertirvi. Gli All Time Low canteranno qualcosa.- comunicò Josh. Le note di “Feel Like Dancin'" partirono, mentre Federica andò ad abbracciare la sua nuova, vera famiglia.

Angolo dell'Autrice

Ehilà! Allora, questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo, che sarà piuttosto importante. Quindi stay tuned, che la fanfiction non è ancora del tutto finita!
Nemmeno a farlo apposta, la Williams si sposa davvero ahah! Auguri a lei e a Chad! Magari potremmo trovare un modo per imbucarci, che ne dite? 
Oliver ha chiesto la mano ad Hannah, gioite con me! E poi, finalmente Federica ha ritrovato una famiglia! 
La canzone è "I Feel Like Dancin'" degli All Time Low!
Grazie a Layla e Lost The Battle per le recensioni! All'epilogo!

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Capitolo 62
*** Epilogo-Can't Find My Way Home ***


Epilogo 
 
Steve Winwood & Eric Clapton-Can't Find My Way Home
 
You are the reason I've been waiting so long
 
Federica si svegliò. Era una bella giornata di sole. Spalancò le finestre e si guardò in giro. Improvvisamente, la porta si aprì. -Fede!- esclamò Kevin, saltandole letteralmente addosso, seguito da Alf. -Ehi, calma voi due!- cercò di difendersi la ragazza. -Ma che sta succedendo qui?-. Federica, Kevin e Alf si voltarono: Josh li guardava, stranito. -Ieri è arrivata a casa troppo tardi e allora non sono riuscita a salutarla.- si giustificò il bambino. -Venerdì riparte per il college e volevo solamente...- -Sì, ho capito. Va bene, ora andate a vestirvi e a fare colazione.- disse il britannico. -Agli ordini!- lo schernì Federica, richiudendo la porta. Era a casa. Sì. Si vestì e poi si recò in sala da pranzo, dove Hayley era intenta a cullare un neonato. -Come sta Ed?- domandò. La cantante le rivolse un sorriso. -Bene, fa un po' di capricci, ma è normale. Ah, Erica dovrebbe arrivare a momenti. Come vi trovate al college?- chiese. -Molto bene, mamma.-. La rossa trasalì. -M-m-mamma? Ho sentito bene?- si stupì. -Sì, hai sentito bene. È passato un anno e voi siete la mia famiglia. Tu sei mia mamma, Josh il mio papà e Kev e Ed i miei fratelli. Però Erica non la chiamerò mai zia.-. Scoppiarono tutti a ridere. Il campanello suonò. Kevin aprì. -Ciao zia!- salutò. -Ciao piccolo. Allora, tua sorella è pronta o devo aspettarla, come al solito?- -Sono pronta, sono pronta.- affermò l'italiana. -Noi andiamo a fare un giretto. Ci vediamo a pranzo.- si congedò, uscendo. Chiuse la porta e guardò Erica. -Sbaglio o ti vedo più felice del solito?- osservò la statunitense. -Mi sento a casa. Ed è una bella sensazione.-. Le due si incamminarono per la via, spensierate. Forse Federica non si sarebbe mai più sentita come quella mattina, ma non ci pensò. Erano lei ed Erica, da sole, lungo un viale di Franklin, alle ore dieci del mattino. Questo era tutto ciò che veramente contava.

Angolo dell'Autrice

Ehilà! Mi dispiace di postare l'epilogo in ritardo.
Ebbene, ci siamo. Siamo giunti alla fine di questa serie. Devo ammettere che mi mancherà molto. 
Hayley e Josh hanno avuto un bambino (chiamato Ed in onore di Edo) e Federica ha trovato una più o meno pace. 
La canzone è "Can't Find My Way Home" di Steve Winwood e Eric Clapton Ringrazio tantissimo Layla, Lost The Battle chiunque abbia recensito almeno un capitolo di questa storia. Grazie mille anche ai lettori silenziosi e a quanti hanno aggiunto la storia tra i preferiti, i seguiti o i ricordati! Grazie. 
Grazie anche a tutti gli autoriche hanno scritto le canzoni che hanno fatto da colonna sonora in questo ultimo capitolo della serie.
Grazie ai Paramore che fanno parte della colonna sonora della mia vita.
Tengo a precisare che nessuno dei personaggi famosi citati nella serie mi appartiene.
Forse terminerò "The Miracle", forse inizierò un'altra fanfiction. In ogni caso, grazie a tutti. 
Alla prossima!

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