Amori e altri rimedi

di Craccola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelosia ***
Capitolo 2: *** Compagni ***



Capitolo 1
*** Gelosia ***


Era finito a gambe all'aria in meno di un secondo. I libri erano sparsi per terra e migliaia di fogli volteggiavano ancora nell'aria, per poi adagiarsi delicatamente sull'asfalto.

Era K.O.

Gajeel se ne stava con aria trionfante a guardare la vittima del suo cazzotto.

Non avrebbe dovuto permettersi così tanto
.
Non avrebbe dovuto toccare così troppo.

-Gajeel!- Urlò la maga del Solid Script stringendo i pugni e gonfiando le guance nella sua tipica posa da ragazza arrabbiata.

-Che c'è?- Sbiascicò il ragazzo scrollando le spalle. Si stava chiedendo se stesse per iniziare un'altra delle loro solite discussioni.

-C'è che hai appena dato un pugno a Erik; come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?- Levy non ci vedeva più dalla rabbia. Era come se tutto il suo minuto corpo volesse gettarsi addosso a Gajeel e riempirlo di botte, ma sapeva gia che sarebbe stato tutto inutile...


POCHI MINUTI PRIMA

-Levy, devi assolutamente leggere questo libro. E' stupendo!- Esclamò il ragazzo dai capelli castani. Non pensava di poter trovare la maga in quella libreria così lontana dal centro di Magnolia e invece eccola lì, intenta a rovistare negli scaffali alla ricerca di qualche tomo interessante.

-Si, penso proprio che lo farò. Grazie per il consiglio Erik!- Levy sorrise. Non fece nemmeno caso alla mano del ragazzo che si era posata sul suo braccio. Era soltanto un gesto amichevole, niente di che, lei lo sapeva benissimo. Ma  non fece nemmeno caso al poderoso pugno che incontrò il viso di Erik, il quale volò a qualche metro di distanza, potrandosi dietro tutti i libri che aveva. 

Gajeel se ne stava lì, innervosito come non mai, con il braccio ancora teso per via della violenza gratuita che aveva offerto al ragazzino.

NEL PRESENTE
...
-C'è che hai appena dato un pugno a Erik; come ti è saltato in mente di fare una cosa del genere?- Levy non ci vedeva più dalla rabbia. Era come se tutto il suo minuto corpo volesse gettarsi addosso a Gajeel e riempirlo di botte, ma sapeva gia che sarebbe stato tutto inutile.

-Bè, la prossima volta farà meglio a tenere le mani a posto!- Il Dragon Slayer del ferro si girò e si incamminò verso la gilda, trascinando la ragazza per mano con un ghigno che partiva da un orecchio e finiva a quell'altro. Dopotutto lei era la sua ragazza, nessuno poteva toccarla.

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Capitolo 2
*** Compagni ***


Il sesso con Gajeel era qualcosa di fenomenale. Non ti saresti mai stancata di sentire il suo respiro sul collo o le mani che, lascive, passavano in rassegna ogni singola parte del suo corpo.

Levy amava il suo Dragon Slayer di ferro ma ogni tanto sperava che lui si desse una, ecco... una calmata. Lei tornava la sera dalla gilda, stanca morta per aver tradotto quel tomo antico che il Master le aveva affidato  e lui era li, pronto a saltarle addosso appena messo piede nell'appartamento. 

Si, perché lei non viveva più alle Fairy Hills. Dopo tutto il baccano che facevano la notte, Erza aveva minacciato di ucciderli tutti e due e quindi i piccioncini aveva deciso (come se ci potesse essere un'alternativa alla temibile Titania), di andare a vivere nella casa di lui, che, prontamente, la ragazza aveva "abbellito" con un numero considerevole di libri. Certo, non mancavano i fiori, dopotutto era una femmina.

-Gajeel, non penso di aver voglia stas..- Levy aveva appena cercato di varcare la soglia di quella che era una discussione come si suol dire, a tempo perso.

-Gamberetto, ti stavo aspettando con ansia.- Non le fece nemmeno finire la frase che subito la prese in braccio e la poggiò non molto delicatamente sul piano della cucina.

-Ecco, io pensavo che forse sarebbe meglio se ci dessimo una calmata- Levy tentava disperatamente un approccio dialettico ma le labbra di lui continuavano a posarsi sul suo collo, sul mento, sulla scapola scendendo sempre più giu. La ragazza non ce la faceva più.
O Prendeva la situazione in mano o non ne avrebbe ricavato un ragno dal buco. Cercò di allontanare Gajeel, poggiando le mani sul suo torace ormai spoglio della T-shirt ma la sua forza non era minimamente paragonabile all'eccitazione sempre più crescente del ragazzo.

Fu un attimo.

La morse. Sulla spalla. Era il segno dei suoi denti.

Levy si tirò indietro, spaventata. Non capiva il perché di quel gesto così...violento.
Certo, non che ci andassero leggeri sotto le coperte ma lui non era mai arrivato a morderla.

-Ecco.. io volevo parlartene..- cominciò Gajeel, trovando più interessante il ginocchio di lei piuttosto che i suoi occhi. - Non faccio altro che pensare a te, a quando lo facciamo.. io..io pensodiamarti!.- Lo disse talmente tutto in un fiato che Levy fece fatica a capire metà della frase. Fortunamente capì solo la parte finale.

-E c'era bisogno di mordermi per dimostrarlo?- Urlò, cercando di scendere dalla cucina, invano.

-Quello non è un semplice morso.. quello.. è un marchio.- Ormai la faccia di Gajeel si stava riducendo ad assomigliare a un pomodoro.

E allora la ragazza capì: quello era un modo per farle intendere che lei era suo, che gli apparteneva, Ma non come un oggetto, ma come una compagna.
Gli accarezzò il viso, prendendolo tra le mani e posando le sue labbra sulle sue.

-Penso che ora sia il caso di continuare quello che stavamo per fare..-

Il sesso con Gajeel era qualcosa di fenomenale, e dopo quel gesto non si sarebbe mai stancata di concedersi a lui, Al suo COMPAGNO.

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