A normal life

di Miky Castiel Winchester
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Chapter 1

 

 

L'hai capito fin dalla prima volta che l'hai vista alla locanda due settimane prima che lei, sarebbe stata la donna perfetta John, quella giusta per te, quella che in futuro sarebbe potuta diventare tua moglie, l'hai capito nell'esatto momento in cui i suoi occhi azzurri come il cielo e profondi come il mare hanno incrociato i tuoi, timidi e scuri brillanti alla luce del sole di un color miele come le foglie autunnali. I suoi modi, i suoi gesti, i capelli lunghi mossi e biondi e quel sorriso, Mary è decisamente stata la prima e l'unica donna capace di farti battere il cuore, quel tuo cuore che l'amore o l'affetto non ha mai conosciuto, perché tu John anche se sei solo un ragazzo hai già sofferto tanto e non hai mai avuto una vera famiglia, tua madre ti ha abbandonato e tuo padre, speri e desideri sia morto o che non si faccia più vivo. Ed hai paura, temi che a Mary non piacerai, che presentarti a lei sia una cattiva idea, sei solo un meccanico cosa potresti offrile dopo tutto? ed allora ogni giorno quando vai a far colazione alla locanda la osservi da lontano quando è lei che serve ai tavoli e si avvicina a te e con gentilezza e ti porta ciò che hai ordinato e ti sorride è come se il mondo sparisse. Ed hai paura di non essere abbastanza per questo non ti sei presentato, perché tu sei solo un meccanico e non possiedi nulla se non un monolocale e la tua fidata Chevy Impala del 67, l'hai comprata ad un’ asta, una vera occasione e per averla hai dovuto faticare parecchio e passare tanto di quel tempo sotto le auto degli altri, dei ricchi, per i quali tutto è dovuto, da aver perso il conto delle ore, ricoperto di grasso ed olio, stanco, ma non hai mai perso il sorriso, la forza e la speranza, la voglia di lottare, non ti sei arreso e sei riuscito a concederti questo piccolo regalo. Ti impegni giorno dopo giorno per migliorare te stesso e la tua vita in attesa di quella svolta che possa regalarti la normalità e la vita che hai sempre sognato fin da piccolo. E vuoi farcela con le tue forze dimostrando a tutti cosa è in grado di fare John Winchester. Ed intanto guardi da lontano quello che senti sia l'amore della tua vita che sparecchia alcuni tavoli che lotta con la stessa energia con la quale ogni giorno combatti anche tu in attesa del lieto fine. Vorresti che fosse lei il tuo lieto fine ma no, sai che è pressoché impossibile che lei possa anche solo accorgersi di te, una donna così perché dovrebbe guardarti d'altronde? sarai bravo a lottare contro le avversità della vita ma in amore non vuoi rischiare di essere ferito, respinto, hai troppa paura e forse è a causa di ciò che hai passato e della tua infanzia infelice. Ti accontenti di guardarla da lontano Mary, il tuo sogno, desiderando con ogni fibra del tuo cuore e dell'anima che la tua vita magicamente un giorno sia degna di essere definita tale e di poter finalmente a testa alta presentarti a lei, sperando forse un po’ egoisticamente che lei sia ancora disponibile, che nessun uomo te la strappi via. Anche oggi hai preso la stessa colazione di sempre, bacon e uova ed un bicchiere di aranciata, piove a dirotto e non hai neanche un ombrello con te ed esasperato sospiri, oggi non lavori fortunatamente hai bisogno di una tregua di tanto in tanto. Ci sono solo altri due clienti alla locanda ed oggi al banco è rimasta solo Mary, la sua collega dopo averti servito a causa di una telefonata urgente ricevuta l’attimo seguente ha lasciato tutto nelle mani di lei ed è andata via trafelata prendendo al volo il suo ombrello e la giacca. Guardi Mary sistemare il banco e ripulire con cura le stoviglie e potresti fissarla per ore ed ore senza stancarti mai. Bevi la tua aranciata un po’ alla volta e d'un tratto ti perdi a guardare la fuori dove quel temporale sembra abbia voglia di continuare a fare i capricci, piove sempre più forte e le nuvole sono incorniciate e squarciate dalla luminosità dei fulmini e si sente adesso anche il fragore dei tuoni. Esce un altro cliente, un anziano con il suo ombrello e ti senti un po’ stupido John perché sei l'unico che non ce l'ha, anzi che per la precisione l'ha dimenticato a casa nonostante le previsioni dicessero che avrebbe piovuto, l'hai dimenticato perché non volevi tardare alla locanda e sei uscito di corsa ed adesso che lo noti hai indossato le prime cose che hai trovato e l'accostamento dei colori è pessimo, saresti impresentabile anche se trovassi il coraggio di rivolgerle la parola e speri che Mary non l'abbia notato. Riporti lo sguardo su di lei che serve l'unico cliente rimasto oltre te, per un attimo il suo sguardo si posa su di te e tu rosso come un pomodoro, come un ragazzino alla sua prima cotta, abbassi il tuo e fissi il piatto, cominci a mangiare le tue uova ed il tuo bacon, e sono buonissimi, i migliori della città e ti chiedi se li abbia cucinati lei, e lo speri fino in fondo, sarebbe bello, piacevole. Pensi mentre mangi, ed il tuo cuore batte più forte, sempre di più perché i tuoi pensieri solo rivolti a lei, a Mary ed ogni tanto alzi ancora lo sguardo, non puoi farne a meno è più forte di te, se quell'ultimo cliente andasse via, sareste soli, tu e lei, ed il solo pensarci ti fa agitare ed il cuore batte ancora così forte e temi quasi che lei possa sentirlo da dietro il bancone. Ti sei distratto un attimo, un secondo ancora a guardare il temporale che sta decisamente facendo un bagno nel vero senso della parola alla tua Impala e la ritrovi alle tue spalle Mary anche lei intenta a fissare il cielo cupo e la pioggia battente. Ed ecco, è successo i vostri sguardi si incrociano ancora finalmente, non si staccano, i tuoi occhi sono fissi nei suoi ed il cuore perde un battito, lei ti sorride ed in quell'istante tutto svanisce, per te li dentro c'è solo lei, solo voi.

"Io sono Mary Campbell e tu come ti chiami?"  ti chiese con quel sorriso così bello che la contraddistingueva.

"Io… io… sono John, John Winchester" balbettasti imbarazzato e colto alla sprovvista ma talmente felice da contenerti a stento.

"Posso sedermi con te adesso che sono in pausa?" continuò lei sorridendoti ancora.

"Certo per me è un piacere Mary" ti alzi di scatto ancora incredulo alla sua richiesta le sposti la sedia e come un gentiluomo la fai accomodare.

"Grazie sei molto gentile John" e sorride ancora e senti il tuo cuore battere ogni istante sempre più forte.

"Prego  figurati Mary... nessun problema" e cerchi di scioglierti un po’ ma sembri un soldatino tanto sei teso.

"Ho notato che vieni qui spesso sei un cliente abituale eh?"

Diventi rosso, così rosso che temi che lei lo noti e continua ad ammaliarti con il suo splendido e genuino sorriso e ti vergogni, hai paura di fare una figuraccia, stai realizzando il tuo sogno, parlare con lei, e sei conciato malissimo, avresti tanto voluto avere addosso i tuoi vestiti migliori, se solo avessi saputo che avreste finalmente parlato saresti stato disposto a spendere tutti i tuoi risparmi pur di apparire più attraente e decente ai suoi occhi.

"Ehm... si amo la vostra cucina e mi piace molto il locale è...accogliente" biascichi ridendo teso, come dirle d'altronde che ancor prima che per la bontà dei piatti preparati vai sempre li solo per lei?

"Grazie sei davvero molto simpatico oltre ad essere un vero cavaliere ovviamente" ti dice poggiando una mano sul suo viso e guardandoti negli occhi e ti senti perso intanto tu nei suoi.

"Sei tu che sei gentile grazie per la compagnia Mary" porti la mano tra i capelli ed abbassi lo sguardo imbarazzato, sei felice come non mai, è il giorno più bello della tua vita, non riesci ancora a credere che lei ti stia rivolgendo la parola, che abbia voluto sedersi con te al tuo tavolo e conoscerti.

"E' un vero piacere John, ehi ma è tua l'Impala la fuori? è bellissima"

"Oh grazie si è mia, ti intendi di auto?" dici sorridendo contento dei suoi complimenti è il tuo giorno fortunato ne sei sicuro, Mary è davvero fantastica come pensavi.

"Si a dire il vero per via di mio padre, tu?"

"Abbastanza... lavoro come meccanico da signor Vuzzon"

"Sono sicura che sei un bravissimo meccanico"

"Grazie sei gentile faccio del mio meglio per vivere"

"E della tua colazione che mi dici? è buon anche oggi John?"

"Buonissima come sempre Mary al cuoco vanno i miei complimenti" dici timidamente.

"Grazie l'ho...preparata io"

Sgrani gli occhi e riesci a guardarla in viso ed abbozzi un sorriso quasi senza accorgertene, stai mangiando un piatto preparato dalla donna della quale sei innamorato, l'hai sperato ed anche questo piccolo ed all'apparenza frivolo desiderio si è realizzato.

"Sei una bravissima cuoca è tutto squisito"

Ed adesso hai la sensazione che Mary sia arrossita e tu sei sicuro invece in cuor tuo di non aver mai perso il tuo di rossore provocato dall'imbarazzo e dalla gioia. Vorresti che questo attimo, durasse in eterno quando d'un tratto l'ultimo cliente si alza ha finito e fa cenno a Mary di avvicinarsi per saldare il suo conto.

"Scusami John..." ti sussurra e si dirige verso l'uomo.

"Vai tranquilla Mary" dici cercando di ricomporti.

La senti salutare gentile il cliente e chiudere la porta alle spalle dell'uomo che veloce tirando il cappuccio della giacca sulla testa, raggiunge la sua auto, ed adesso è successo siete soli, tu e lei. Hai finito di mangiare intanto e ti alzi portando i piatti al bancone mentre lei sbircia fuori rendendosi conto che non smetterà di piovere tanto presto.

"Ci penso io John non disturbarti sono qui per questo" ti dice avvicinandosi a te tentando di riprendere il piatto ed il bicchiere ormai vuoti dalle tue mani.

"No tranquilla faccio io davvero" le dici gentile pensando che lei non merita quella vita, di far questo faticoso lavoro.

"Grazie... io dovrei chiudere il locale per oggi... ma credo che mi toccherà aspettare che smetta di piovere non so come tornare a casa sono a piedi sono venuta a lavoro in taxi, ho solo l'ombrello con me" dice ridendo appoggiandosi accanto a te.

"Ed io sono senza ombrello ma ho l'auto... se vuoi...posso accompagnarti a casa, darti un...passaggio" dici di getto senza accorgertene ed hai paura di averla spaventata di aver rovinato la giornata perfetta e quasi chiudi gli occhi temendo un suo rifiuto. Ed invece lei ti poggia delicatamente una mano sul braccio e si avvicina così tanto a te che senti il suo respiro infrangersi sul tuo viso.

"Mi faresti un gran favore e mi farebbe davvero piacere John"

Sei ancora incredulo e talmente felice che abbia accettato che ti sembra sia tutto frutto della tua fantasia, frutto di un sogno, e se è un sogno non vuoi più svegliarti perché ti basta essere con lei per essere felice e tutto il resto è privo di importanza. Racimola le sue cose, prende la sua giacca e l'ombrello, e tu con un nuovo gesto degno del più educato gentiluomo della città le apri la porta mentre lei apre l'ombrello per ripararvi entrambi, si appoggia al tuo braccio e vorresti che quel tocco fosse eterno, arrossisci ancora ed i vostri occhi si incontrano e sorridete l'uno all'altro è come se non servissero le parole, e forse non servono ti basta guardarla per capire quanto lei sia speciale. Mary chiude a chiave il locale ed insieme attraversate di corsa la strada sotto quella pioggia battente che non è più fastidiosa anzi  sei quasi felice che piova perché grazie a lei Mary è avvinghiata al tuo braccio e stai per portarla a casa sua sulla tua auto, entrambi salite e vi scrutate ancora negli occhi come volendo leggere nell'anima l'uno dell'altro.

"Grazie mille John"

"Prego mi fa piacere aiutarti Mary" dici con gli occhi che brillano.

"Casa mia è a due isolati da qui"

"Perfetto non c'è nessun problema tranquilla"

"Devi essere un angelo" dice lei di getto spostando una ciocca di capelli dal viso.

"Mi sa che tra i due l'angelo sei tu" le rispondi con il tuo sorriso più bello, emozionato.

E speri di incontrate traffico per strada così potrai godere della compagnia di Mary ancora per un po, sognando  e sperando un giorno di essere l'uomo fortunato che potrà goderne in eterno. Intanto sai accontentarti, sei felice di averla conosciuta di poterla accompagnare a casa sulla tua Impala. Chiacchierate ed il tempo passa così veloce tra un battuta un sorriso e l'altro e siete già arrivati.

"Ecco puoi accostare io vivo qui" ti dice d'un tratto, e ti sembra di leggere una nota di dispiacere quasi nella sua voce, ma forse è solo la tua immaginazione dopo tutto come puoi essere razionale al momento? hai conosciuto al donna della quale sei fermamente convinto di essere innamorato, perché lo senti nel profondo del tuo cuore che è così, sarà sicuramente stata una tua impressione, sarà stanca a causa del lavoro. Ti accosti nel vialetto di casa sua e le porgi l'ombrello, il suo ombrello giallo in tinta con la sua divisa da cameriera che le dona come mai a nessun'altra potrebbe mai donare.

"Prendi non dimenticarlo non voglio che ti bagni" e le sorridi gentile, ancora teso ma più rilassato rispetto all'inizio.

"Grazie, allora... ci rivediamo domani alla locanda?" ti dice e tu rimani stupido a fissarla mentre lei aprendo lo sportello ti rivolge un nuovo sorriso, ogni volta sempre più bello.

"Prego figurati io... sono felice di averti aiutata...certo! verrò volentieri anche domani Mary"

"A domani allora John"

"A domani Mary" le rispondi allegro ed esce trafelata dall'auto raggiungendo il porticato sotto il suo buffo ombrello e ti saluta agitando la mano nella tua direzione e tu ricambi lei entra e tu rimetti in moto l'auto, sospiri felice come non mai sorridendo come mai avevi fatto prima d'ora, sei felice oggi.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Chapter 2

 

 

Resti li, con l'ombrello ancora in mano e ti appoggi alla porta che hai chiuso piano per non far rumore, per far si che la tua famiglia se così può essere definita, non possa sentirti e ti perdi nei tuoi pensieri Mary e pensi ancora a John. A quel ragazzo imbarazzato e gentile ed al suo sorriso caldo, ed arrossisci senza accorgertene ed in fondo al tuo cuore senti che lui ti appartiene, per quanto possa sembrare assurdo senti che lui è destinato a te, senti e desideri essere sua, vuoi che lui sia tuo. Hai sempre e solo sognato una vita normale cosa c'è di male in questo? da quando sei nata sei sempre stata trattata come un soldato da tuo padre e mai come una figlia, sei stufa della caccia Mary, stufa di combattere il male, i demoni, stufa delle ronde, delle notti passate insonni, non ti interessa conoscere ogni genere di creatura ed il mezzo per eliminarla, vuoi solo una tua vita, una vita normale e sicura, un marito dei figli ed una bella casa, vuoi la felicità che fino ad oggi non hai mai conosciuto, anzi oggi l'hai conosciuta la felicità Mary e si chiama John Winchester. E' stato un colpo di fulmine ti dice il tuo cuore, hai sempre voluto rivolgergli la parola dal primo giorno che l'hai visto alla locanda ma hai paura, e tanta, sei incastrata in un lavoro senza sbocco, in una vita altamente pericolosa ed anormale, ed è questo che ti preoccupa di più, non vuoi trascinarlo nell'inferno del tuo mondo John no, ed allora se lo ami davvero devi mettere da parte ciò che senti e puoi offrirgli semplice amicizia almeno, e forse sarà al sicuro. Ma riuscirai a resistere Mary? riuscirai a mettere a tacere quel tuo cuore che batte forte per lui? è la prima vota che il tuo animo si illumina e traccia per te quella che è la strada che ti condurrà verso quella che reputi sia la vera felicità, John è il primo che riesce a farti sentire così, speciale, innamorata. Ma tuo padre non approverà e lo sai, lui continuerà a tenerti prigioniera sotto il suo tetto circondata da una vita che senti non sia la tua, lui non approverà perché non conta la tua felicità ma conta la missione, la dannata caccia. No, a lui non importa di te, per tuo padre sei carne da macello, come tua madre ed il resto della famiglia. Che c'è di male nel sognare una vita normale? che c'è di male nell' essere innamorata e volere cambiare modo di vivere? si, lo senti Mary che John lo ami, lui è l'uomo per te, ma come fare per tenerlo al sicuro? come fare a fuggire dalla prigione nella quale ti senti rinchiusa e nella quale sei costretta a vivere? Sei stufa di vampiri, licantropi, wendigo, demoni, mutaforma, vuoi solo capire cosa davvero significa essere felice ed oggi lo sei stata con John alla locanda, specialmente quando siete rimasti soli tu e lui, quando con la sua Impala ti ha riaccompagnata. E vorresti solo fuggire lontano da tutto quello che sei in realtà, vorresti fuggire dalla caccia con John per dividere una vera vita lontana dal male con lui, con quel ragazzo spensierato dal sorriso più bello del mondo e dagli occhi profondi e penetranti che arrivano all'anima di chi gli sta di fronte. Che male c'è a sognare una famiglia e una vita sicura? te lo chiedi fin da piccola, ma tuo padre non ti ha mai dato una risposta, piuttosto che preoccuparsi di te e dei tuoi sogni ha preferito crescerti come una cacciatrice e metterti costantemente in pericolo negandoti qualunque desiderio, vorresti solo essere normale in fin dei conti non è tanto, vorresti essere una ragazza come le altre, uscire con gli amici, fare shopping avere un ragazzo, tu vuoi John, non riesci a smettere di pensare a lui e rimani immobile su quella porta sospirando e portando la mano destra sul cuore ed una lacrima cade veloce e solca il tuo viso, ed è una lacrima di gioia, per la prima volta in vita tua si, è proprio una lacrima di gioia. Vorresti solo aprire la porta alle tue spalle adesso, e fuggire, fuggire sotto quella pioggia battente con lui e non ti importa di bagnarti saresti libera, libera e felice con lui su quell'impala, e vorresti allontanarti così da tuo padre e da quella vita che non meriti, che odi. Ogni volta che una persona nuova entra nella tua vita sei costretta a sottoporla ai test di routine per assicurarti che sia umana, e porti sempre con te acqua santa, e coltelli d'argento, e con i tuoi dubbi e le tue perplessità ed i modi che sei costretta ad adottare la gente non fa che lasciarti e scappare via, non hai amici proprio per questo, ma per la prima volta hai agito con il cuore ed a John non hai fatto nulla di tutto ciò no, non a lui che con il su sorriso e la sua gentilezza ha saputo illuminare la tua giornata. E non vedi l'ora che sia domani Mary, per la prima volta brami di tornare in quella locanda perché sai che lui ci sarà, si lo sai, il tuo cuore e la tua mente all'unisono ti urlano che è così ed un sorriso non può fare a meno di far capolinea sul tuo viso. E ti chiedi se gli piaci, e se così fosse gli rivelerai chi sei e cosa fai, perché è giusto così ed in amore non ci devono essere segreti ed inoltre il passato non può essere cancellato e lo sai, e se ti amerà gli dirai tutto quanto senza remore sperando che non fugga via da te. Il rumore di passi interrompe il flusso dei tuoi pensieri e d'un tratto la figura di tuo padre si staglia davanti a te.

"Che diavolo stai facendo Mary?!" ti urla puntando i suoi occhi neri come pozzi infernali davanti a te.

"Non sono fatti tuoi" gli dici di rimando con lo sguardo basso ed un filo di voce, e la tristezza ora ti avvolge.

"Come te ti permetti mocciosa!" urla lui ancora più forte avvicinandosi a te a grandi falcate e ti da uno schiaffo così forte, ti colpisce così violentemente con la sua mano ferma, che ti fa cadere a terra. I tuoi capelli biondi davanti al viso, ansimi e ricacci dentro quelle lacrime che vorrebbero uscire ma non per il dolore fisico che ti ha appena inflitto, ma per rigettargli addosso tutto quell'odio che senti verso di lui e che alberga nel tuo cuore. Metti la mano sulla guancia dove sei stata colpita e la sposti più in basso e ti rendi conto che il tuo labbro inferiore sanguina.

"Mettiti in testa che tu sei una cacciatrice e smettila con le tue fantasie da bambina! non ti vorrà mai nessuno! non avrai mai nessuno all'infuori di me Mary, sei una di noi e guai a te se osi mancarmi ancora di rispetto altrimenti le prenderai di nuovo e la prossima volta non te la caverai con uno schiaffo, con il viso gonfio ed il labbro spaccato!" ti dice chinandosi vicino a te e prendendoti il viso in una mano per fare incontrare i vostri occhi, i tuoi azzurri come il cielo, i suoi neri come il male, preme e stringe forte sadico, dalla parte in cui ti ha colpita per poi lasciarti girandosi di spalle.

"Ti...ti odio" balbetti cercando di rimetterti in piedi lentamente e lui si ferma e crudele ti sorride incrociando le braccia.

"Vuoi un'altra lezione Mary? rassegnati qui comando io e tu sei mia e fai quello che dico, ora va a sistemate quell'orribile labbro spaccato e per il gonfiore al viso... ti toccherà aspettare per quello mi sa, e vai a cambiarti dopo pranzo c'è la ronda da fare, muoviti!" e sparisce nell'altra stanza e ti chiedi come si possa sposare un uomo così, perché tua madre l'ha fatto, come sopporta di essere vittima della crudeltà di quell'uomo.

"Che succede qui? Mary...tesoro cosa hai fatto?..." sopraggiunge tua madre che avendo sentito le urla si preoccupa e ti aiuta a rialzarti spostando i tuoi capelli dal viso, e vede il gonfiore alla guancia sinistra ed il labbro inferiore ancora sanguinante.

"Niente mamma...non ho fatto niente..." biascichi e vuoi solo salire in camera tua e restare da sola.

"E' stato tuo padre? cosa gli hai detto?..." sussurra al tuo orecchio scrutando dettagliatamente l'entità del danno che tuo padre ti ha inflitto. E percepisci la solita paura di sempre nella sua voce bassa, anche lei come te è solo un burattino nelle mani di quell'uomo indegno.

"Lasciami mamma ti prego..." dici risoluta ed incroci i suoi occhi umidi ed a fatica sali le scale, cadendo hai anche preso una storta, senti la gamba destra tirare.

"Mary..." ti chiama tua madre ma tu non ti giri e continui a salire le scale e ti chiudi in camera tua, ti chiudi a chiave, porti la mano sul viso gonfio e dolorante, scendi al labbro e le tue dita si impregnano del tuo sangue, brucia. Tamponi la ferita ed il sangue sembra fermarsi. Guardandoti allo specchio ti odi con tutta te stessa avresti dovuto colpirlo anche tu quel mostro di tuo padre ed adesso non ce la fai più, piangi. Tuo padre ha rovinato l'unico giorno bello della tua vita, ha rovinato il giorno in cui finalmente hai parlato con il ragazzo del quale senti di essere innamorata. Ti cambi e cerchi di ricomporti e scendi di nuovo, lo fai per tua madre se non scendi a pranzo quel mostro se la prenderà anche con lei. Provi a mangiare ma non ce la fai, muovi distrattamente il cucchiaio sul piatto senza prendere un solo boccone, sei persa nei tuoi pensieri, in questo momento stai ripensando ancora a lui, a John cercando di mandar giù ciò che ti ha fatto tuo padre.

"Sei pensierosa? mangia!" tuona lui d'un tratto provocante, e tua madre non dice una parola, non prende le tue difese, i suoi occhi fissi nel piatto.

"Non ho fame" dici senza guardarlo.

"Cosa c'è? pensi al tuo ragazzo?" biascica sarcasmo ridendo. Serri il pugno e ti alzi e corri per le scale, senti i suoi passi è dietro di te e cerca di raggiungerti ma riesci a chiuderti di nuovo a chiave in camera tua.

"Esci da qui subito! mangia il tuo fottuto pranzo! c'è la ronda dopo Mary! esci o butto giù la porta e ti gonfio di botte!" ti urla con tutto il fiato che ha in corpo e piangi in preda alla disperazione.

"Va via!" gli urli a tua volta.

"Samuel...dai...vieni con...con me di sotto...lasciala stare epr oggi su...dai ti prego" senti balbettare tua madre flebilmente.

"Sono stufo di lei Deanna! ha dei doveri e deve compierli"

"Lasciala stare solo per oggi Samuel...solo per oggi vedrai che da domani sarà diverso"

"Togliti di mezzo Deanna! Mary esci o butto giù la porta!" dice più forte ed inizia i suoi tentativi. La mano trema sul pomello ed apri.

"Finalmente!" ti dice prendendoti per un braccio e strattonandoti ti avvicina a se a davanti agli occhi atterriti di tua madre ti colpisce nuovamente, sullo stesso lato del viso, sullo stesso punto di prima ed ora il dolore è più forte ed il labbro ha ripreso a sanguinare, stavolta non sei caduta ti ha sorretto malamente per un braccio facendoti male anche li. Non dici una parola e con la manica della maglietta ti asciughi. Tuo padre prende le pistole e ne passa una a te, spalanca la porta e ti spinge fuori.

"Andiamo a fare la ronda fuori città Deanna, sale su porte e finestre finché non torno!"

"Si...Samuel" dice tua madre spaventata e chiude la porta senza aggiungere altro. E non proferisci parola anche tu, non c'è nulla da dire, il dolore che provi per quest'orribile vita parla da solo.

"Non hai scampo Mary" ti sussurra viscido scostando una ciocca di capelli dal tuo viso portandosi tue spalle. E tu tremi Mary, e non vorresti farlo, sei sempre stata forte ma ora non ce la fai più. Ti incammini con lui sperando che la ronda finisca presto per andare a letto. Vorresti che John fosse accanto a te adesso e pensi a lui cercando di farti forza, domani lo vedrai e magari con un suo sorriso dimenticherai cosa ti ha fatto quel mostro di tuo padre oggi, in passato.

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