No More Just A Game

di Icy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Come tutto ebbe inizio... ***
Capitolo 2: *** Can't Escape ***



Capitolo 1
*** Prologo: Come tutto ebbe inizio... ***


Prologo: Come tutto ebbe inizio...


Neanche la scuola di fate di Alfea sembrava allegra nel pieno della notte. Tutto era
tranquillo, fin troppo tranquillo.
Mentre le fate dormivano felici e serene nei loro letti, per le streghe quello era il
momento migliore per agire.
Le tre streghe più temute della Dimensione Magica erano nella Stanza delle
Simulazioni Magiche. Avevano scoperto che il giorno seguente le fate avrebbero
avuto un test e questa volta avevano un piano perfetto, non potevano fallire.
- Non abbiamo mai provato questo incantesimo prima d'ora, se qualcosa andasse
storto? - chiese Stormy a bassa voce, avvicinandosi ai comandi della stanza.
- Tsk, conosco troppo bene questa stanza e il suo computer, niente andrà storto. -
rispose sicura Darcy, accendendo con un gesto della mano il computer.
- Silenzio! Potrebbero sentirci. - ammonì Icy. In quel momento voleva solo lanciare
quell'incantesimo e tornarsene a letto. Era da una settimana che le tre streghe non
chiudevano occhio per cercare l'incantesimo perfetto e studiarlo nei minimi dettagli
per poterlo usare contro le fate. La loro stanchezza era coperta da uno spesso
strato di trucco nella zona occhiaie.
Le Trix si avvicinarono al computer.
- Pronte? - domandò la strega del ghiaccio alle altre due.
Darcy e Stormy si limitarono ad annuire e, insieme alla loro sorella maggiore,
puntarono una mano contro il computer.
L'espressione delle tre streghe era totalmente concentrata, anche quando la stanza
s'illuminò di una cupa luce nera.
- L'incantesimo è riuscito. - disse soddisfatta Darcy mentre il computer emanava una
luce viola scura e faceva scorrere scritte lilla.
- Bene, allora andiamocene da questo posto. - rispose Icy, mentre Stormy
sbadigliava. Quell'incantesimo le aveva levato ogni energia.
Uno schiocco di dita bastò a farle sparire.

 

***


Il giorno seguente le Winx si stavano avviando verso la Stanza delle Simulazioni,
pronte per il loro test.
- Uff, prima o poi finiranno di massacrarci con tutti questi test! - continuava a
lamentarsi senza sosta Stella, causando diverse occhiate al cielo da parte delle
amiche.
- Suvvia Stella, non sono poi così terribili le simulazioni magiche. - le rispose calma
Flora.
- Forse per te che sei una secchiona no, per me sono impossibili! - squittì di nuovo la
bionda. Flora abbassò lo sguardo, intristita, voleva aiutare un'amica e questa le
aveva dato della secchiona.
- Su ragazze, sarà una passeggiata come al solito, poi saremo tutte insieme. - disse
sicura di sé Musa.
- Non sarei così tranquilla fossi in te, Musa. Ti ricordo che su cinque test nella
Stanza delle Simulazioni almeno tre sono sabotati dalle Trix. - fece notare Tecna.
- Sei sempre molto ottimista, eh? - disse Aisha alla fata della tecnologia.
- Calcolo solo le statistiche, io. - rispose secca Tecna alla fata dei fluidi.
- Vedrete, oggi sarà una di quelle due volte. - intervenne Bloom sorridendo e
fermando una discussione che, probabilmente, non sarebbe finita nel migliore dei
modi.
Le Winx arrivarono in silenzio nella Stanza delle Simulazioni, il professor Palladium e
altre ragazze erano già lì.
- Finalmente ragazze, aspettavamo giusto voi per iniziare, siete pronte? - chiese il
professore entusiasta.
- Certo prof! - rispose la rossa.
- Siamo nate pronte! - esclamò la fata della musica.
- Bene, la prova di oggi consiste nel riportare la vita in un territorio, bonificandolo,
facendo crescere piante e fiori ed eliminando ogni possibile nemico. - disse il
professor Palladium mentre faceva partire il programma del computer.
- Non lo scegliamo noi il territorio che vogliamo far rinascere? - domandò timida la
fata della natura.
- No Flora, questa volta il paesaggio è standard.
- Ah...
- Fatto, potete entrare. Buona fortuna! - disse il professore mentre le sei fate
entravano nella Stanza delle Simulazioni.
Sembrava andare tutto per il meglio, nessuno sospettava di tre presenze in più.
- Sorelle, da qui potremmo goderci a pieno il nostro operato. - disse una voce
glaciale, sussurrando.
- Adoro questo incantesimo che ci rende invisibili agli occhi altrui. - esclamò
sottovoce Stormy.
- Fate silenzio, stanno iniziando. avvisò le sorelle Darcy.
Dal grande schermo del computer le tre streghe videro il paesaggio della stanza
cambiare, le sei fate adesso si trovavano in una palude umida.
- Cosa?! - esclamò la strega del ghiaccio alzandosi accigliata.
D'improvviso lo schermo del computer emanò una forte luce viola che costrinse tutti i
presenti a coprirsi gli occhi con un braccio. Si sentirono sei voci urlare.
Quando la luce cessò e tutti poterono riaprire gli occhi videro che lo schermo del
computer era nero, spento. Icy sorrise beffarda, ancora non si era accorta che il suo
incantesimo era stato annullato e adesso era visibile agli occhi di tutti, insieme alle
sorelle.
Le fate, però, fissavano basite lo schermo spento del computer, cos'era successo
alle Winx? Quando questo si riaccese non mancarono grida di spavento, e la paura
non fece che aumentare in quella stanza satura di tensione alla vista di una specie
di tentacolo nero che uscì dallo schermo per afferrare le tre streghe e trascinarle con
sé all'interno del computer.
Tre urla, poi di nuovo il silenzio.
Le Trix avevano studiato a lungo quell'incantesimo, ma non avevano realmente letto
tra le righe: non sapevano che in realtà quella fosse una maledizione, né che
avrebbe avuto effetto anche su chi la lanciava.

Ciao a tutti!
Dopo non-so-nemmeno-io-quanto-tempo rieccomi qua! Scusate, ma quest'estate è stata pienissimamente piena di voglia di non far nulla se non leggere leggere leggere! (Ho letto tipo 14 libri xD)
Questa storia avevo iniziato a scriverla l'anno scorso e, approfittando del fatto che era già pronta e io non mi facevo sentire da un bel po', ho deciso di postarla!
Così, giusto per averne una in più da seguire e dietro alla quale impazzire! ;)
Beh, per lo meno il primo capitolo l'ho già scritto!
Alla prossima, baci,
Icy

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Capitolo 2
*** Can't Escape ***


"Can't escape"
Il terreno era arido e polveroso, la fata della Fiamma del Drago non si sarebbe mai 
aspettata di aprire gli occhi e non vedere a un palmo dal suo naso. Il buio era
 assoluto, anche se, in teoria, era mattina.
Bloom cercò di mettersi seduta e solo in quel momento si accorse di avere qualcosa
 in mano, dalla forma sembrava una torcia.
Passò qualche secondo a cercare il tasto per accenderla e, quando ci riuscì, venne
 colpita dal paesaggio che si presentò davanti ai suoi occhi. Era al centro di una
 foresta, piena di alberi alti e dall'aspetto sinistro che non riuscì ad identificare.
Il silenzio era totale, Bloom riusciva solo a sentire il battito accellerato del suo cuore
 spaventato.
La tensione era alle stelle, anche il timido passaggio di uno scoiattolo stanco avrebbe
 scaturito l'urlo che cercava di trattenere in gola la fata.
- Dove sono? - sussurrò appena Bloom, ancora intimorita. Ovviamente non ottenne
 nessuna risposta, era sola.
La ragazza dai lunghi capelli rossi si alzò in piedi e si guardò intorno, scrutando ogni
 angolo della foresta che la scarsa luce della torcia illuminava.
L'unico rumore che sentiva erano i suoi passi, le foglie cadute che coprivano il terreno
 come un tappeto scricchiolavano sotto le sue scarpe alte. Si pentì presto di aver 
scelto i suoi stivaletti con il tacco alto.
La ragazza fece un profondo respiro e cercò di realizzare la situazione analizzando
 punto per punto. Doveva decidere cosa fare con calma.
- Come vorrei che Tecna fosse qui... - disse in un sussurro Bloom. Pensò alla fata
 della tecnologia perché era lei quella brava a ragionare, a pensare a mente fredda e a
 reagire nella maniera più razionale, ma in realtà le mancavano tutte le Winx. Sentì
 una forte morsa allo stomaco, non le piaceva rimanere da sola. In quel momento,
 però, lo era e non sapeva come ritrovare le sue amiche.
- Se resto qua non le troverò mai. - disse, iniziando a camminare.
La foresta era sempre più cupa, la fata sentiva aumentare l'angoscia e la paura dentro
 di sé.
Continuava a guardarsi intorno con fare circospetto, sperando di trovare un qualche
 cenno di vita, o forse, sperava nel contrario.
Quella foresta, illuminata dalla debole luce della torcia, sembrava sempre uguale,
 ovunque si girasse vedeva i soliti alberi disposti nella stessa maniera.
L'ansia cresceva insieme al timore di essersi persa, e se non fosse più riuscita ad
 uscire da quel posto? 
Quel pensiero le provocò un forte brivido quasi spasmodico, come se qualcuno le
 stesse stuzzicando la schiena con una piuma e una lama.
Il suo povero cuore non aveva mai pompato tanto sangue, mentre all'angoscia e alla
 paura si aggiungeva una nuova sensazione nella fata, una sensazione che stava
 prepotentemente prendendo piede nella sua mente: si sentiva seguita.
La fata si girò di scatto, ma per sua grande fortuna non vide niente. Tirò un sospiro di
 sollievo, ma aveva ancora il respiro mozzato.
I suoi occhi erano spenti e spalancati, le labbra esangui, il viso era una maschera di
 cera tesa in un'espressione quasi inumana.
Bloom si girò nuovamente, riprendendo il suo cammino.
Dopo alcuni passi sentì una voce nella sua testa che la fece sussultare e liberare
 l'urlo che da troppo tratteneva in gola.
Le grida della fata della Fiamma del Drago si levarono alte nella foresta, creando
 un'eco tetro che le fece venire i tremiti di paura. Le bruciava la gola.
Passarono alcuni secondi di silenzio totale, prima che la voce ripetesse ciò che la
 fata aveva coperto:
"Trova le 8 pagine ed esci dalla foresta senza farti prendere dallo Slender. La tua
 torcia ha un'autonomia limitata, si spegnerà tra venti minuti.
"
Poi calò di nuovo il silenzio, un silenzio che Bloom avrebbe preferito evitare, ma ormai
 era troppo tardi.
- Bene, non potevo ricevere notizie migliori. - pensò tra se e se la fata a voce alta. 
I pensieri le martellavano la testa, arrivando a lei come un fiume in piena che aveva
 bisogno di uscire dai suoi argini e liberarsi in tutta la sua furia, in più la solitudine che
 sentiva in quel momento era talmente devastante da tramutarli tutti in parole. Forse
 lo faceva per non percepire la completa assenza di vita intorno a sé, ma di certo
 questo non l'avrebbe aiutata.
- Okay, quindi c'è qualcuno che mi segue ed è chiamato Slender, devo trovare otto
 pagine ed uscire dalla foresta e tutto in meno di venti minuti perché dopo non vedrò
 più niente. Devo ammetterlo, questa volta le Trix non si sono risparmiate. - disse
 Bloom sbuffando.
La fata riprese nervosamente a camminare, si sentiva più che mai braccata e debole.
 Non sapeva che cosa fare, né che aspetto avessero le cosiddette "pagine" che
 doveva cercare.
Ad un certo punto la foresta cambiò aspetto e davanti alla custode della Fiamma del
 Drago non apparve il paesaggio caratterizzato da alberi, ma bensì un edificio di
 mattoni.
Era piuttosto basso e malandato, ma la fata lo identificò come un bagno. Seppur con
 un po' di timore Bloom si avvicinò a quella costruzione, esitando però davanti
 all'entrata, ma alla fine decise di entrarvi.
La flebile luce era sufficiente per mostrare alla fata la conformazione di quell'edicifio
 strano. Le mattonelle erano coperte da uno strato di terreno polveroso che gli
 conferiva un colore bianco sporco. Alcune di esse erano addirittura rotte. Dopo
 qualche passo notò che poteva andare in quattro diversi corridoi, mentre davanti a sé
 c'era un'uscita. Avvertì l'impulso di uscire da quel posto che sembrava quasi una
 trappola per topi.
Girò alla sua destra e si trovò in un corridoio abbastanza stretto. Quel posto aveva un
 che di labirintico.
Sbucò in una stanza vuota, si girò più volte su se stessa senza trovare niente. Tornò
 indietro e prese il corridoio che si trovava di fronte a lei, era un po' più grande del
 primo, ma l'aspetto era lo stesso.
Arrivò in una stanza identica a quella da cui era appena uscita.
- Ma che...? - mugolò tra se e se, ma si bloccò quando vide una sedia, quasi
 nascosta nell'angolo remoto della stanzetta. Titubante sul da fare, Bloom si avvicinò
 alla sedia e notò che appoggiato sopra c'era un foglio.
Era un foglio ingiallito dal tempo con scritte d'uno strano color purpureo.
La fata si portò le mani sulla bocca e si costrinse a soffocare un urlo quando lesse la
 scritta. Non puoi scappare.
Bloom cercava di capire quale fosse il significato di quelle parole che, in quel
 momento, le sembravano insensate.
Non sapeva cosa fare, voleva scappare, urlare, era certa che sarebbe impazzita prima
 del tempo.
Cerco di riprendersi, respirando profondamente. Solo in quel momento notò un odore
 acre e metallico che aleggiava nell'aria, qualcosa che le invase le narici fino a farle 
 quasi pizzicare. Represse un conato di vomito appena capì cosa fosse quell'odore e,
 soprattutto, da dove provenisse.
Sangue. Ne era certa. Proveniva dal foglio.
- Oddio, quelle scritte... sono scritte con il sangue... - sussurrò la fata della Fiamma
 del Drago. Si sentiva soffocare, una forza a lei estranea le comprimeva il petto fino a
 schiacciarle i polmoni.
Allontanò da se la mano, che però più di una volta ritrasse, fino ad avvicinarsi al foglio.
- Se voglio uscire da qui devo prendere il foglio. - si disse Bloom, prendendo il foglio.
Se avesse potuto tornare indietro non l'avrebbe mai fatto.
Il rintocco di una campana la fece sobbalzare, facendole scappare uno strillo acuto.
Dopo tre secondi di silenzio eccone un altro.
Era un ritmo lento, ma creò nella fata un terribile crescendo di emozioni, il timore
 continuava ad aumentare.
- Devo uscire da qui! - si ordinò la fata, girandosi e iniziando a correre.
L'aria le scompigliava la lunga chioma rossa, dando l'impressione che delle irregolari
 lingue di fuoco la seguissero. Non riusciva neanche a vedere dove stesse andando, in
 quel momento voleva allontanarsi il più possibile da quel posto.
A diverse decine di metri dal bagno la fata si fermò, stremata. Aveva il fiato grosso,
 ma era riuscita a scaricare parte della sua agitazione. 
Si appoggiò ad un albero per respirare e riprendersi. Uno sbaglio fatale.
Quando si calmò e riuscì a capire cosa stava succedendo si girò per riniziare a
 camminare, ma venne bloccata da una figura lontana, scura. Si sarebbe mimetizzata
 perfettamente con lo sfondo, se non fosse stato per il viso, completamente bianco.
Bloom si avvicinò curiosa alla figura e notò una cosa che la scioccò: quell'uomo così
 ben vestito non aveva un viso. La fata indietreggiò, ma una radice la fece cadere a
 terra.
Non riusciva più a muoversi, continuava a fissare quello sconosciuto.
- Slender... - sussurrò tra se. L'uomo si materializzò avvicinandosi a lei e, quando le
 arrivò di fronte la sovrastava sia in altezza che in grandezza.
Sembrava un uomo, me era senza volto, indossava uno smoking nero.
Bloom sbiancò quando lo vide ed iniziò a tremare convulsivamente, adesso non aveva
 paura, il suo era puro terrore.
Dalla schiena dell'uomo apparvero dei lunghi tentacoli, che si avvicinarono
 pericolosamente al corpo della fata.
Un urlo, l'ultimo che si sentì quella notte.
Schizzi di sangue, poi di nuovo la quiete.

Perché. Pubblico. Certe. Cosa. Prima. Di. Andare. A. Dormire?
Va beh, a parte questo niente... Spero di aggiornare il prima possibile... Fatemi sapere la vostra opinione riguardo a questa storia, ci tengo <3  baci,

Icy

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