Kiss me Again, Draco

di sibley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Swim in a Sea of Memories ***
Capitolo 3: *** Walking into someone else's head ***
Capitolo 4: *** Revelations - Draco ***
Capitolo 5: *** School? No, Thanks ***
Capitolo 6: *** Revelations - Hermione ***
Capitolo 7: *** Revelations - Harry ***
Capitolo 8: *** I just want to Explain ***
Capitolo 9: *** Clothes ***
Capitolo 10: *** Love Filter ***
Capitolo 11: *** Sorry ***
Capitolo 12: *** Gossip ***
Capitolo 13: *** Astoria ***
Capitolo 14: *** Baby Boy ***
Capitolo 15: *** The End ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"Baciami ancora, Draco" - mormorò Hermione.

Draco, eseguì alla lettera ciò che la bella Grifondoro aveva chiesto, mentre lei sospirava, e lo stringeva a sè con tutte le sue forze. Hermione Jean Granger e Draco Lucius Malfoy, chi l'avrebbe mai detto! Entrambi diciottenni, all'ultimo reale anno di scuola. Purtroppo, salvare il mondo non era stata una giustificazione plausibile per la Professoressa McGranitt, che aveva dunque dovuto bocciare quasi tutti gli studenti del settimo anno, in quanto alcuni non avevano presenziato ai M.A.G.O. essendo stati ritirati dalle proprie famiglie mentre altri invece non si erano proprio fatti vedere ad Hogwarts. Nel frattempo, la mente di Hermione, durante quel bacio così intenso con quel retrogusto di proibito vagò lontana, tornando ad un pomeriggio di otto anni prima.

< La ragazzina piangeva sconsolata in un bagno allagato. Era seduta, appollaiata su una strana sporgenza del bagno. I libri levitavano affianco a lei, evidentemente, doveva essere già piuttosto versata nelle arti magiche, ed attenta allo studio, poiché quella ragazzina non aveva proprio intenzione di lasciare che i suoi amati libri affondassero nel bagno che tutti consideravano di proprietà di Mirtilla Malcontenta. Il ragazzino entrò. I capelli crespi e ricci della ragazza lo colpirono subito, e immediatamente decise che doveva fare qualcosa per frenare le lacrime. Non aveva idea di chi fosse, non riusciva a vederla bene in viso così chinata e rannicchiata su sé stessa, ma a dispetto di tutto quello che gli avevano impartito negli anni decise di tentare il tutto per tutto pur di tirar su di morale quella ragazzina che sembrava disperata.

"Che succede?" - proferì parola il biondo Serpeverde.

La riccia alzò la testa, e il ragazzino la riconobbe: era Hermione Granger, Mezzosangue, Grifondoro. Tutto quello che c'era di più sbagliato, eppure il suo sguardo era rimasto imbrigliato. Lei lo squadrò malamente, e lui si rese conto che non era sicuramente la persona più adatta per consolarla. Il problema si poneva nel fatto che ormai era lì, non poteva di certo andarsene, soprattutto perché lei stava per rispondergli e nonostante tutto Malfoy non era un bambino maleducato.

"Vattene via, Malfoy. Non sono affari che ti riguardano." - berciò lei tirando su col naso.

Era logico. Da quando si erano incontrati la prima volta, lui non aveva fatto altro che essere terribilmente sgarbato e crudele con lei, sottolineando quanto fosse importante essere di Sangue Puro, per poter sopravvivere nella vita. Era il primo anno per entrambi, e lui era appena rimasto vittima di quello che i Babbani chiamano "colpo di fulmine". Nonostante il rifiuto di lei però, lui si sedette sulla sporgenza affianco a lei, e le prese delicatamente la mano. Lei lo squadrò interrogativa, chiedendosi quando sarebbe arrivata la stoccata.

"Scusami... temo di essere io la colpa di tutto questo..." - sussurrò lui, cercando di essere più cauto possibile.

"No... Non è affatto colpa tua. Stranamente..."

"E si può sapere chi è stato?..." 


"Ronald Weasley. L'ho sentito mentre si lamentava della mia correzione ad Incantesimi. Io volevo solo aiutare..." 

Malfoy, cinse le spalle della piccola Hermione, stringendola a sé mentre singhiozzava sempre più debolmente.

"Ignoralo. E' solo un traditore del proprio sangue, non meriterebbe neanche di stare ad Hogwarts." 

Lei sorrise appena nei confronti di Malfoy, sebbene sapesse che era tutto molto insolito e che se definiva così Ronald Weasley figuriamoci cosa avrebbe detto di lei quando si fosse reso conto di cosa stava facendo, ma lui le scoccò un veloce bacio sulla guancia. Hermione rimase gelata qualche istante. Un momento prima stava piangendo, mentre ora si stava solo chiedendo cosa fosse successo ad Hogwarts dopo aver notato i comportamenti così poco "Grifondoro" di Ronald Weasley e quelli così poco "Serpeverde" di Draco Malfoy.

"Vuoi... Vuoi metterti insieme a me?" una frase così infantile, detta da quel bambino che già nascondeva un inferno a causa delle sue sfortunate parentele. Una frase che solitamente viene pronunciata dai bambini ma che in questo momento veniva solo pronunciata da un ragazzino in preda all'impeto della sua prima cotta, avvenuta proprio per puro caso, con una persona che non avrebbe mai potuto nemmeno presentare ai suoi genitori in un futuro.

"Sì." una sillaba, e Draco diventò improvvisamente il bimbo più felice di tutta Hogwarts.

Draco le diede un altro piccolo bacio sulla guancia e poi, con tacita intesa, si alzò uscendo poi dal bagno. Ma pochi istanti dopo, nel bagno entrò un gigantesco Troll di montagna, e la serratura scattò senza alcun motivo apparente... >


Era una relazione che durava oramai dal primo anno e in otto lunghi anni, di cui uno l'avevano passato separati soffrendo le pene dell'inferno entrambi, erano sempre riusciti a farla franca e a non farsi mai scoprire. Soltanto una volta erano stati visti baciarsi in un corridoio che doveva essere deserto. Li aveva scoperti Percy Weasley ma Hermione, con grande prontezza e fingendo di volergli spiegare la situazione, poichè il rosso fratello era subito saltato a conclusioni affrettate nelle quali Draco stava molestando Hermione, l'aveva Obliviato in pochi istanti inculcandogli in seguito in testa che si trovava in quel corridoio con lui per farsi dare delle delucidazioni su alcune cose per una futura carriera al Ministero e casualmente avevano incrociato Malfoy.

"Herm... Dovremmo andare..." bofonchiò Draco, poco contento di doversi separare da lei.

"Va bene... Scendo prima io... Tu intanto, disilluditi." la bella Grifondoro si disilluse e scese le scale di fretta, tornando nella Sala Comune di Grifondoro senza fare rumore. Ormai da anni aveva un glorioso patto con la Signora Grassa, nel quale si impegnava a farle avere cioccolatini al Rum in cambio del suo lasciapassare per visite notturne in giro per il castello. Quella sera, il luogo destinato, era stata la Torre d'Astronomia. La Signora Grassa manteneva il segreto poiché si rendeva pienamente conto che senza Hermione sarebbe stata condannata ad una vita senza cioccolato ed Hermione lo sapeva bene, contando ciecamente sull'aiuto del quadro.

Dall'altra parte del castello, lentamente Draco Malfoy scese le scale della Torre d'Astronomia pensando alla sua Hermione. Nessuno, nemmeno Blaise Zabini e Theodore Nott sapevano niente della loro relazione. Avrebbero sicuramente capito, nessuno dei due aveva mai sposato la causa dei loro genitori, proprio come lui ma a Draco non andava affatto di venir preso in giro poiché per primo tra i tre era caduto tra le braccia di una fanciulla deliziosa. Ma soprattutto se avessero saputo che il loro caro amico Draco, era tra le braccia di quella fanciulla già dal primo anno ad Hogwarts, l'avrebbero preso in giro fino a sputare l'anima dal ridere. Stranamente, a Serpeverde erano tutti molto più elastici mentalmente di come sembravano, o meglio, dimostravano la loro nuova apertura mentale solamente dalla caduta di Lord Voldemort. Prima nessuno si sarebbe azzardato a dire nulla di buono sulle altre Case di Hogwarts. Il biondino attraversò incolume - e senza imbattersi in nessuno la Sala Grande - sgattaiolò nel lungo corridoio scuro prima di entrare nella Sala Comune di Serpeverde prima di entrare poi nel proprio dormitorio.

Peccato che qualcuno si fosse reso conto delle sue fughe notturne e fosse deciso a scoprire dove andava, con chi si incontrava e che cosa faceva.

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Capitolo 2
*** Swim in a Sea of Memories ***


Nel dormitorio nei sotterranei di Serpeverde, di fronte al bel biondino che risponde al nome di Draco Malfoy, in piedi con le braccia conserte e con addosso una vestaglia rosa vaporoso si stagliava l'alta figura di... Theodore Nott. Un Theodore Nott che aveva anche l'espressione parecchio corrucciata e indagatoria, per giunta.

"Stai cercando di dirmi che vuoi cambiare sesso, con quella vestaglia?" buttò lì Draco, sperando che Theodore non stesse aspettando proprio lui od in caso, di sviare il suo discorso verso qualcosa di più divertente.

"Ah-ah. Spiritoso. E' di Pansy, ovviamente... e sto cercando di dirti che se non la pianti di uscire di notte, finirò con il seguirti e se scopro che è ciò che penso io... sappi che verrai esposto al ludibrio pubblico in Sala Grande, caro Dracuccio mio..." 

"Ah sì? E cosa ti aspetti che io faccia di notte?" esclamò Draco con grande sicurezza. Sicurezza piuttosto finta, dal momento che il biondo rampollo di Casa Malfoy iniziava seriamente a sospettare che Theodore l'avesse scoperto.

La proverbiale sfortuna di Draco Malfoy voleva che dopo otto anni, in cui tra le altre cose c'era stata anche una Guerra Magica nella quale farsi scoprire con Hermione Granger sarebbe significato andare dritti in braccio alla morte, qualcuno si rendesse conto delle sue "fughe" dal dormitorio proprio adesso all'ultimo anno! Proprio quando ormai mancavano solo nove mesi, nove mesi e dopo sarebbe potuto uscire con Hermione alla luce del sole senza doversi nascondere sulla Torre d'Astronomia, nel bagno di Mirtilla Malcontenta o peggio nell'aula della Professoressa Cooman.

"Io, sono fortemente convinto... che tu di notte vada ad Hogsmeade, attraverso il passaggio della Stanza delle Necessità... e tu vada ai Tre Manici di Scopa. Confessalo, tu hai una relazione con Madama Rosmerta!"

"Ma che cazz?!..." basito, il povero Malfoy si vide costretto a trattenersi per non svegliare l'intera casa, incluso il Professor Lumacorno, che dopo numerose insistenze aveva accettato di dormire nel dormitorio degli Studenti, proprio come gli altri insegnanti.

"No, Theodore. Nessuna relazione con Madama Rosmerta. La lascio volentieri a Weasley, so che aveva una fissa con lei un paio d'anni fa." 

Nott fissò Draco poco convinto, ma mise le mani sui fianchi, come una chioccia petulante e insistette.

"Allora dimmi dove vai tutte le notti." 

Draco riflettè rapidamente. Prima o poi sarebbe venuto a scoprire comunque della loro relazione, non c'era alcun dubbio... tanto valeva sputare il rospo subito almeno con lui.

"Theo, non sono così uno stronzo da mentirti, e nemmeno così infame da Obliviarti... sei uno dei miei migliori amici, lo sai... ed io sono disposto a dirtelo, ma con la promessa che non ti scapperà una risata e non dovrai dirlo a nessuno. A Zabini lo dico io domani mattina, con tutta calma." 

"Andata, fratello. Adesso dimmi, non sto più nella vestaglia vaporosa di Pansy!" 


Draco si accomodò sulla poltrona migliore della Sala e con calma iniziò a raccontare gli avvenimenti di otto anni prima, di come aveva conosciuto Hermione e come erano sopravvissuti alla Guerra Magica. Ma come si poteva raccontare tutto ciò? Draco, dunque, ebbe una pensata migliore.

"Sai dove potremmo trovare un Pensatoio, Nott?" chiese Draco.

"Sì... Dovrebbe essercene uno nell'armadio della nostra stanza. Te lo vado a prendere." 

Theodore si avviò strisciando le pantofole rosa, anch'esse di Pansy e riemerse dalla loro stanza circa dieci minuti dopo con in mano un grande recipiente.Theodore guardò Draco che afferrata la bacchetta di biancospino, che tra l'altro gli era stata restituita da Hermione dopo la battaglia finale, si stava estraendo dalla mente alcuni pensieri e ricordi. Lentamente Draco fece cadere quei sottili pensieri, somiglianti quasi a ragnatele, nella bacinella e invitò Theodore con un gesto regale della mano a tuffarsi nel catino. Theodore non se lo fece ripetere due volte e si lanciò dritto nel Pensatoio mentre Draco immediatamente lo seguì a ruota.

< Era appollaiato da ore su quel maledettissimo ramo ad aspettare che la sua Hermione uscisse dalla tenda per andare a cacciare qualcosa dal momento che era rimasta la sola ad avere la bacchetta poiché purtroppo la bacchetta del signorino Potter si era spezzata e dunque ora toccava ad Hermione fare il lavoro doppio. Dopo qualche secondo, la riccia uscì dalla tenda dicendo ad Harry di stare attento a qualsiasi rumore. La Grifondoro alzò lo sguardo, in attesa del segnale. Draco fece luce con la bacchetta e iniziò a saltare di ramo in ramo fino ad arrivare ad una radura nella quale era eretta una seconda tenda.

Draco entrò nella tenda silenziosamente e attese qualche istante nel quale Hermione fuori avrebbe incantato l'area meglio di lui e l'avrebbe resa inespugnabile. Nel frattempo, il biondo si era messo comodo sopra ad un grosso letto matrimoniale. Pochi minuti dopo, Hermione entrò nella tenda e si levò di dosso la pesante giacca invernale, poiché nella tenda faceva piuttosto caldo. Lei immediatamente si avvicinò a Draco e gli prese il braccio che di solito porta il Marchio Nero. Era una strana abitudine quella che aveva preso lei, non riusciva assolutamente a staccare le proprie mani da quel braccio mentre continuava a guardare la pelle candida "sporcata" da quell'orribile tatuaggio non richiesto.

"Stai bene, amore?" cinguettò lei.

"Sì, piccola. Sto bene. Ho saputo che a Godric's Hollow le cose non sono esattamente andate come speravate tu e Potter. Se avessi saputo che quel bastardo aveva lasciato Nagini a casa di Bathilda te l'avrei detto... ma purtroppo da quando l'anno scorso non ho ucciso Silente la mia famiglia non è più così vicina a Voldemort. Certo, potrei chiedere a Zia Bellatrix ma temo che sospetterebbe qualcosa... e non si lascia Imperare facilmente." 

"Lo so Draco, non devi dirmi queste cose. L'importante è che adesso io e te siamo qui e niente ci può dar problemi... come hai fatto a sfuggire stavolta?" 

"Ho trasfigurato Tiger trasformandolo in una mia copia perfetta e gli ho imposto con la Maledizione Imperius di comportarsi esattamente come me per circa una giornata. Anche se sono lontano, sono abbastanza forte da avere un grande potere su di lui." 

"Fai progressi, con questo tipo di magia..."


La Serpe ed il Grifone unirono le loro labbra in un bacio disperato senza nemmeno lasciar spazio al discorso che stavano facendo, stringendosi sempre di più e proseguendo quel che non aveva per niente il sapore dell'amore, ma bensì del proibito e della paura di venir scoperti... e la paura di non rivedersi mai più. Hermione si staccò da Draco e sospirò guardando il suo braccio ma senza vedere però il Marchio Nero.

"Ma... Cos'è successo?"

Draco accarezzò i capelli alla Grifondoro e iniziò a spiegarle alcuni degli esperimenti che aveva compiuto quella settimana.

"Ho sentito parlare che i Babbani utilizzano una strana maniera per rimuovere i tatuaggi che si fanno da soli, o per chiudere le cicatrici che si creano in seguito alle ferite... ho provato prima a rimarginare la ferita della marchiatura a fuoco, riaprendomi tutto il braccio, fino a tornare alla carne vera e propria... ed alla fine ho richiuso la ferita per non lasciare segni... mentre con la tecnologia Babbana mi sono fatto rimuovere l'inchiostro dal braccio. Per il resto, l'incantesimo imposto da Voldemort sui Marchi Neri è simile a quello che avevi utilizzato tu per i Galeoni magici che utilizzavi per comunicare con l'Esercito di Silente."

"In effetti, l'idea era venuta da lì."

"Ed io ho utilizzato il processo inverso, annullando quella magia sul mio Marchio Nero."

"Ma come fai in mezzo agli altri Mangiamorte, Draco?... è pericolosissimo! Se si accorgessero che non hai più il Marchio Nero, ti ucciderebbero immediatamente! No, no, no... questo non lo dovevi fare... finirai nei pasticci, verrai scoperto!..."

"Ho provveduto anche a questo. Ho imperato di nuovo Tiger, l'ho trasfigurato e l'ho mandato a Diagon Alley. Lì è entrato da Tiri Vispi Weasley e si è procurato quei Marchi Neri finti da mettersi sulle braccia... quindi quando sono a casa basta utilizzare quegli affari lì e il gioco è fatto. Mi basta stare vicino a mia madre e a mio padre, così quando i loro Marchi bruciano io posso fingere che anche il mio abbia iniziato a scottare."

"Sei un genio... forse, anche molto più brillante di me..."

"Ti amo, Hermione."

"Ti amo anche io, Draco."
>


Draco afferrò per un braccio Theodore e lo trascinò fuori dai suoi ricordi a forza. Evidentemente la parte che sarebbe arrivata dopo non era esattamente qualcosa che avrebbe voluto mostrare a Theodore Nott, che per quanto fosse stato il suo migliore amico, sicuramente non avrebbe potuto né voluto vedere gli attimi intimi suoi e della sua amata Hermione.

"Ehi! Proprio adesso che mi stavo divertendo!" latrò Nott.

"Stai zitto, ebete! Vuoi svegliare tutti!? Ora torna a dormire, non è il momento più adatto per girovagare per la Sala Comune. Ti ripeto: che non ti scappi una sola parola con nessuno. A Blaise ci penso io. Buonanotte, Theodore." 

"No. Spiegami di più."

"...d'accordo"
- cedette il biondo Serpeverde, consapevole che non avrebbe potuto far cambiare idea a Theodore nemmeno con l'Imperius.

"Ricordi quando ad Halloween del nostro primo anno un Troll entrò nella scuola?"

"Certo, una serata indimenticabile!"

"Come no... be', quella sera Hermione era in un bagno che piangeva per colpa di Lenticchia. Non so perché, mi sono solo fermato a parlarle e da lì è iniziato tutto... abbiamo trovato il modo di vederci varie volte all'insaputa di tutti, nel corso degli anni e come hai visto anche durante la Guerra Magica abbiamo trovato la maniera di incontrarci più o meno frequentemente. Non riuscivamo a stare distanti... o almeno, io non riuscivo."

"Ma... tutte le idee di tuo padre, gli insulti, tutte le volte che vi siete presi a parole nei corridoi..."

"Bugie, solo enormi bugie!"

"D'accordo, d'accordo... stai calmo, Principino. Credo di aver capito... non sta a me giudicare, non ho intenzione di dirti nulla, soprattutto perché ormai sono anni ed anni che protrai questa relazione e penso tu sappia cosa stai facendo... come sempre. Perciò, se non hai nulla in contrario - e non credo tu ce l'abbia - vado a letto. Buonanotte, Draco." 


Draco riprese i suoi pensieri dal Pensatoio e con cura li rimise dentro la sua bionda testa. Silenziosamente fece Evanescere il Pensatoio. L'avrebbe fatto ricomparire la mattina dopo mentre con calma rientrava nella stanza che divideva con Theodore Nott, Blaise Zabini, Gregory Goyle e a sorpresa come New Entry dopo la morte di Tiger, Marcus Flitt costretto a tornare ad Hogwarts dopo che era stato scoperto un inganno nei suoi M.A.G.O. che effettivamente avevano destato sospetti per i voti un po' troppo alti.

Draco si mise a letto guardando il soffitto. Domattina avrebbe dovuto spiegare a quel pazzoide di Blaise Zabini tutta quella faccenda poiché non si sentiva di voler far torto a Blaise raccontando la sua storia solamente a Theodore. I due gli erano stati accanto in egual misura e gli pareva corretto spiegare la situazione a tutti e due. Non capiva bene perché non l'avesse mai detto prima ai suoi amici, loro non avrebbero mai detto nulla di male su quella relazione mentre invece capiva benissimo per quale ragione Hermione avesse sempre taciuto la sua relazione con lui a San Potter e al Rosso. Loro non avrebbero capito. Avrebbero pensato che il suo fosse solo uno stratagemma per estorcere ad Hermione informazioni preziose sul loro Trio Miracoli. Su questi pensieri tormentati, cadde in un sonno profondo.

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Capitolo 3
*** Walking into someone else's head ***


Hermione il mattino seguente si risvegliò nel suo letto e di sua spontanea volontà dopo aver sognato di aver potuto finalmente dormire con Draco senza che nessuno potesse obiettare. Sorrise al pensiero del sogno ma si rabbuiò subito al pensiero che quello non era stato altro che un sogno, un banale sogno... Nove mesi. Dai, aveva potuto sopportare otto anni, come poteva iniziare ad essere intollerante proprio ora a soli nove mesi? Guardò la sveglia che non aveva suonato. Le 5.45... ovviamente la sveglia avrebbe suonato alle 6.30 ma Hermione non aveva voglia di godersi altri tre quarti d'ora di sonno perciò la disattivò silenziosamente, si vestì e uscì dal dormitorio, recandosi in Sala Comune. Lì estrasse dal maglione della divisa un ciondolo a forma di stella e lo sfregò vigorosamente. Quello iniziò a scottare tra le sue mani e la superficie si tramutò in uno specchio. Ecco come la strega più brillante del loro anno aveva fuso un pezzo di specchio e incantatolo ad imitazione di quello di Sirius, trovato in fondo al baule di Harry e rigorosamente studiato.

"Draco?..." sussurrò Hermione.

Nessuna risposta, se non il debole russare del giovane Serpeverde. Dormiva ancora. Sorrise al pensiero di quanto bello fosse vederlo dormire mentre la sua mente vagò di nuovo lontana, tornando agli avvenimenti del giorno dopo la fine della Guerra Magica.

< I bombardamenti erano finiti da quasi ventiquattr'ore e finalmente nelle orecchie della povera Hermione c'era pace e silenzio, dentro la Stamberga Strillante. Aveva detto ad Harry e Ron che andava a riprendere i suoi genitori in Australia e che dunque sarebbe stata via almeno due giorni. Doveva spiegargli molte cose, in teoria. In realtà, quella mattina era andata a riprenderseli, li aveva portati a casa a Londra con una Materializzazione Congiunta ed aveva fatto i salti mortali per far dimenticare a tutti gli abitanti di Orchid Cove l'esistenza di Monica Wilkins e del suo coniuge, che teoricamente non avevano figli, poi aveva instillato tutti i suoi ricordi nella mente dei genitori per farli risvegliare tranquilli nel loro letto, come se non fosse cambiato niente. Aveva aggiustato le cose al lavoro del padre, infilando nelle menti di tutti la presenza del padre nelle numerose giornate di lavoro dell'anno scorso. Ecco come i suoi genitori dunque sapevano ora di essere stati in pena per la figlia ma che se l'era cavata e sarebbe tornata a fine anno scolastico, come sempre. Intanto lei per le due del pomeriggio era già a Hogwarts con la differenza che non era andata dritta nel castello ma si era Materializzata dritta nella Stamberga Strillante. Malfoy, non potendo Smaterializzarsi da dentro Hogwarts, si servì di Thor il cane del guardiacaccia per farsi aprire la strada verso la Stamberga. E finalmente avevano potuto passare insieme la loro prima notte completa, dormendo l'uno al fianco dell'altra e risvegliandosi accanto.

"Hermione... potremmo finalmente stare insieme alla luce del sole?..." chiese debolmente il giovane Malfoy.

"Draco, non c'è cosa che mi farebbe più felice al mondo, però temo che Ronald ed Harry non la prenderanno bene in ogni caso... non è a causa del fatto che ti hanno considerato un nemico attivo nella Guerra, in quanto presunto Mangiamorte, ma perché purtroppo sono anni che ci sfotti sebbene io sappia che con me non lo fai per cattiveria... Credo che dovremmo aspettare la fine del prossimo anno scolastico... E lì allora potremo uscire allo scoperto e anche raccontare tutto. Sono disposta anche a farmi frugare in testa con il Legilimens, per dimostrare che tu non sei il mostro che hanno sempre dipinto, se necessario!"

"Piccola... Non voglio che tu passi un intero anno a guardarti le spalle dalle mie ammiratrici... E nemmeno che tutti inizino a darti contro a causa mia... Hai ragione, è meglio aspettare. Non vorrei che tu finissi ancora una volta in infermeria coperta di peli di gatto..."
>


Hermione si destò da quel ricordo ad occhi aperti e ridacchiò, rischiando di sembrare anche vagamente matta, dopo aver ripensato alla fatica di collaborare con Ron ed Harry e allo stesso tempo aiutare Draco, al secondo anno, alle prese con la Pozione Polisucco.

< "Allora... io, Harry e Ron abbiamo deciso ufficialmente di tentare l'assalto definitivo!" sghignazzò Hermione.

"Non vorrete provare a cercare la Camera dei Segreti!?" sbarrò gli occhi terrificato Draco.

"No, niente di tutto questo, più o meno. Harry e Ron sono convintissimi che tu sappia qualcosa che non vuoi che si sappia in giro sulla Camera dei Segreti. Dunque, sto preparando io stessa una Pozione Polisucco per poterti interrogare travestendoci da Tiger, Goyle e Millicent Bulstrode. Ho dei capelli di Millicent, me li ha lasciati sulla giacca quando ci siamo accapigliate al Club dei Duellanti di Allock. Loro dovrebbero strappare dei capelli ai tuoi scherani... Ti dispiacerebbe lasciarli da soli a Natale, così possono prendere i loro capelli?"

"Fai pure, Hermione. Anzi, prima che tu tenti di interrogarmi di soppiatto, leggimi nella mente. Ti insegnerò la formula e ti lascerò libero accesso. Tu guarda tutto quello che ti può venir utile, così sarai sicura da te che non sto mentendo."

"Draco, io mi fido di te... ma imparare qualcosa di nuovo sicuramente non fa male. Insegnami." 

"Legilimens. Ovviamente con me funzionerà immediatamente perché ti sto lasciando la mente ben aperta ma sarà difficile se in futuro proverai a farlo con qualcuno che se l'aspetta e non ti vuole lasciare libero accesso." 

"Okay, vorrà dire che mi eserciterò per scassinare le menti altrui... nel frattempo, facciamo pratica. Al mio tre... Uno, due... Tre! Legilimens!" 


Hermione venne come risucchiata nella testa di Draco, mentre vedeva vividamente tutto quello che poteva interessarle a riguardo della Camera dei Segreti - vale a dire nulla di utile - e procedeva invece cercando ricordi del biondo Serpeverde in cui comparisse anche lei. Si meravigliò nel vedere in quanti ricordi lei campeggiava come protagonista assoluta: lei in Sala Grande mentre pranza, lei nel corridoio mentre lo bacia furtivamente su una guancia - quando ancora non avevano il coraggio di baciarsi sulle labbra - e di nuovo lei che sorride persa nel vuoto dopo aver notato il suo voto di Incantesimi dell'anno prima... uscì dalla mente di Draco prima che lui sospettasse che lei lo stava facendo apposta a controllare quei determinati ricordi e quando uscì lo trovò con lo sguardo spento, come se stesse solo attendendo il suo parere. Dopo un breve cenno Hermione sorrise quasi ad indicare che non c'era effettivamente nulla che potesse occorrere loro per trovare il responsabile degli attentati. Ma il loro incontro non era passato inosservato. Dietro la porta dell'aula c'era nientemeno che Millicent Bulstrode, ed aveva sentito tutto.

La Serpeverde seguì la Granger lungo i corridoi e silenziosamente ascoltò la ragazza pronunciare la parola d'ordine per entrare nella Sala Comune di Grifondoro. Millicent corse in lavanderia a trafugare alcune vesti di una corpulenta Grifondoro del terzo anno, poi passò nel suo dormitorio a prendere da sotto il letto un po' di peli del suo bellissimo gatto. Uscì e immediatamente si nascose in un bagno. Con un banale incantesimo d'appello richiamò a sé un oggetto babbano: una parrucca mora. La indossò e subito dopo mise gli abiti di Grifondoro. Dieci minuti dopo era nella Sala Comune. Essendo lei una donna, le scale del dormitorio femminile la lasciarono passare senza problemi ed individuò facilmente ciò che cercava, passando tra l'altro davanti alla Weasley più piccola che scriveva sul suo diario... Era tentata dal rubarglielo, però decise che non era il caso di farsi saltare subito la copertura in tal maniera. Entrò nella stanza della Granger e frugò nel baule frettolosamente, trovando nascosta dentro alcuni libri una fialetta con dentro pochi capelli biondo scuro che evidentemente erano i capelli dove la tintura bionda che usava non aveva fatto molto effetto. Afferrò la bustina e la svuotò mettendosi i propri capelli in tasca, per poi inserire nella bustina i peli grigiastri del suo gatto. Sì, le avrebbe tirato un bello scherzetto. Quando si sarebbe trasformata in una bella gatta nera con le zampette grigie, si sarebbe divertita tantissimo... >


Hermione rise ancora, pensando di nuovo al ricordo che aveva letto nella mente di Draco soltanto quella notte nella Stamberga. Non gli aveva chiesto perché lui a sua volta avesse scrutato nella mente della Bulstrode e dunque perché non le avesse mai detto che non si era sbagliata ma che era stata la Bulstrode ad ingannarla... ma non le importava perché aveva visto chiaramente il momento in cui lui aveva letto la mente di Millicent ed era stato al quarto anno al Ballo del Ceppo, dove si era divertito a leggere nella mente a tutta la sala. Come le avrebbe detto poi lui: "mentre cercava di non pensarla mentre si divertiva con Viktor Krum". Ovviamente, Draco non aveva potuto invitarla poiché sarebbe stato a dir poco assurdo e sebbene ci fossero stati molti pretesti con cui giustificare la cosa non voleva dare comunque nell'occhio. Sorrise ancora mentre tutti si svegliavano al suono delle molteplici sveglie mentre rifletteva su quello che aveva deciso di fare. Era stanca di dormire sola la notte, di sentire la mancanza del proprio fidanzato a causa di Harry e Ron che non avrebbero reagito bene perciò avrebbe atteso di parlare con Draco ed avrebbe raccontato la verità ai suoi migliori amici, pregando che non decidessero di Schiantarla o di pensarla in preda ad una Maledizione Imperius.

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Capitolo 4
*** Revelations - Draco ***


La sveglia suonò incessantemente scandendo le sette del mattino e Draco Malfoy di malavoglia si alzò dal letto, chiedendosi per quale ragione avesse deciso di tornare ad Hogwarts invece di studiare privatamente a casa. Poi due istanti dopo, il bellissimo volto di Hermione gli balenò davanti agli occhi e si diede da stupido mentalmente. Era ovvio. Se era tornato ad Hogwarts era solo ed esclusivamente per lei. Nel frattempo Nott si alzò dal letto, lasciando Pansy a dormire ancora un po' beata. Theodore gli sorrise complice, rammentando bene gli avvenimenti della sera prima, nei quali lui e Pansy avevano addirittura chiuso fuori il povero Blaise Zabini che era dovuto andare a dormire in Sala Comune ed infine si infilò in bagno per farsi una doccia veloce. Draco si andò a sedere sul letto di Blaise Zabini, mentre quest'ultimo apriva gli occhi stiracchiandosi poco decorosamente dopo una notte passata per metà sulla poltrona comoda in Sala Comune e metà nel proprio ancor più comodo letto.

"Buongiorno Zabini, devo assolutamente parlarti... Ma ne parliamo appena siamo soli, d'accordo?" bisbigliò Malfoy, attirandosi una strana occhiata da parte di Blaise.

"Va bene... ma devo preoccuparmi?" mormorò malizioso Zabini.

Draco per tutta risposta gli lanciò un'occhiataccia piuttosto esasperata e Zabini rise di cuore. Era un ragazzo, proprio come Nott, che in pubblico rimaneva zitto e buono, fingendosi anch'esso una persona composta ma quando si trovava in compagnia degli amici di sempre, vale a dire Pansy Parkinson, Theodore Nott e Draco Malfoy, sapeva tirar fuori il meglio di sé. Pansy essendo la fidanzata di Theodore da ormai due anni era l'unica ad essere ammessa nella loro piccola combriccola. Gregory Goyle era soltanto uno scherano che tentava inutilmente di farsi accettare nel gruppo senza riuscirci ormai da anni ed così era stato anche per Vincent Tiger. Draco era davvero dispiaciuto della morte di Tiger ed era innegabile che anche gli altri avessero provato perlomeno una sorta di tristezza per quel ragazzo grande e grosso che in fin dei conti non era poi così cattivo seppure nessuno del gruppetto ritenesse nessuno dei due abbastanza scaltro da essere integrato nella cricca.

Mentre Draco era perso nei suoi pensieri ed attendeva che anche la Parkinson una volta svegliatasi raggiungesse il fidanzato nella doccia, Gregory Goyle si alzò in piedi e Draco sospirò sperando di avere finalmente la stanza per sé e per Blaise dal momento che Marcus Flitt non dormiva spesso nel dormitorio preferendo passare la notte invadendo i letti delle ragazze Serpeverde. Per quello che ne sapeva Draco, poteva anche essere a letto con la McGranitt e non gliene sarebbe importato proprio niente di niente. Ma, sfortunatamente per lui, Goyle aveva ben altre intenzioni. Si portò al centro della stanza e proferì a gran voce:

"Draco, Blaise... Devo confessarvi una cosa. Lo dico prima a voi che a Theodore e Pansy, perché so che mi sfotterebbero a vita... Voglio che siate sinceri con me, e so che forse mi attirerò il vostro odio, ma non posso tenerlo nascosto a voi... Ai miei migliori amici!" 

Blaise e Draco si scambiarono un'occhiata che sapeva molto da: "migliori amici? E da quando?!", però rimasero impassibili sapendo che non si sarebbe fermato davanti a nulla. Gregory Goyle parlava molto poco, effettivamente, ma quando parlava era pressoché impossibile arrestarlo e l'unica cosa fattibile era lasciarlo sfogare fin quando non avrebbe deciso di concludere da solo.

"Vai avanti, Goyle." incitò Zabini, tentando di sbrigarsi.

"Io, mi sono innamorato... e questa volta, non è come le altre volte. Io la amo davvero!" 

Blaise e Draco, di nuovo, si scambiarono un'occhiata che questa volta sembrava più un: "Di nuovo? Chissà chi è la fortunata di turno...". Difatti, Goyle almeno una volta al mese dichiarava ai due compagni di essersi innamorato e casualmente era sempre la ragazza che andava di moda in quel periodo... Ad esempio, quando Ginny Weasley aveva conciato male alcuni di Tassorosso che erano troppo impiccioni con delle Fatture Orcovolanti, lui si era perdutamente innamorato della Weasley e dopo due settimane aveva già cambiato idea. Rimaneva solo da sapere chi fosse quella del mese.

"E chi è la fortunata?" berciò sarcastico Draco.

"Hermione Granger." 

Draco sbiancò, per quel poco che poteva farlo, e lo stesso fece Nott, comparso sulla porta del bagno con solo l'asciugamano in vita. Una sequela di maledizioni si infilò in mente a Draco, seguite da numerosi incantesimi di Magia Nera... Rimaneva solo da decidere che cosa fare. Nott, provvidenzialmente, prese Pansy che in bagno si era vestita e la trascinò nella sua stanza, portando via anche Goyle trascinandolo per un braccio. Due secondi dopo, le vesti di Nott sfrecciarono fuori dalla stanza, appellate dal loro proprietario.

"Che succede, Dra? Qualche problema?" sbottò Blaise, irritato e preoccupato dopo aver notato il pallore marcato dell'amico e i denti digrignati in una smorfia dall'aria letale.

"Devo spiegarti molte cose, a dire il vero. Ieri sera Theodore mi ha sorpreso mentre tornavo al dormitorio di soppiatto e ho dovuto letteralmente confessare dove fossi stato. Perciò mi sembra ingiusto che lui sappia e tu no. Per rendere tutto questo più veloce, ti darò l'accesso ai miei pensieri come ho fatto con Theo ieri sera."

Draco fece ricomparire il Pensatoio della sera prima e versò nel bacile le sue memorie, incluso il ricordo della Stamberga Strillante con Hermione ma stando attento a tenersi in testa i momenti più piccanti con la sua donna questa volta e invitò Blaise a tuffarcisi. Ovviamente, il suo migliore amico non se lo fece ripetere due volte e ci entrò a pari piedi. Vide gli sviluppi della storia tra Draco ed Hermione e vide anche il patto fatto con Nott la sera prima. Blaise uscì dal Pensatoio mentre Draco si vestiva di fretta, attendendo solamente una risposta di Blaise che iniziava a vestirsi. 

"Allora?" chiese Draco.

"Allora cosa? Se non ti avesse scoperto Theodore non l'avresti mai detto né a me, né a Theodore o a Pansy. E che dovremmo essere i tuoi migliori amici, Draco!" sbraitò Blaise, visibilmente incazzato.

"Scusami, Zab. So bene di non aver fatto una cosa giusta, ma diciamocelo, sicuramente mi avreste preso in giro per l'eternità se vi avessi detto che al primo anno mi sono fidanzato con la 'Mezzosangue Zannuta'..." 

"Effettivamente, sì. Saresti stato il nostro zimbello, senza ombra di dubbio. Ma noi avremmo dovuto saperlo. Avremmo potuto sicuramente aiutarti, darti una mano... Theo ha ragione, sicuramente hai avuto i tuoi buoni motivi e di sicuro sapevi ciò che stavi facendo ma questo mi turba e non poco. Certo, hai anche avuto un gran fegato a raggiungerla fuggendo da Malfoy Manor in quella maniera... Ma si può dire che hai stile."
proseguì Blaise, mentre l'irritazione provata iniziava a scemare.

Draco scosse la testa, consapevole che a Blaise sarebbe passata nel giro di poche ore e sorrise all'amico, avviandosi verso la Sala Grande dove Draco era certo che avrebbe incrociato lo sguardo della sua Hermione... E dove probabilmente Goyle l'avrebbe fissata ininterrottamente per almeno venti minuti. Sperava solo che Hermione non venisse ad affatturare Goyle o sarebbe stato costretto ad insultarla per mantenere la facciata di fronte agli altri Serpeverde. Fortunatamente, Goyle si astenne dal fissarla e Draco si astenne dallo scagliargli contro un Avada Kedavra istantaneamente. Theodore, intanto stava spifferando tutto a Pansy che si era messa di fronte a Draco quella mattina, cambiando ormai una disposizione che era tale da anni mentre Blaise e Theodore erano rispettivamente alla destra e alla sinistra del Principino di Serpeverde per evitare che saltasse addosso a Goyle con intenzioni poco simpatiche. Draco osservò Blaise, conosceva l'amico da almeno quindici anni e non ricordava di aver mai avuto liti pesanti con lui. Blaise Zabini era fatto così, tendeva a farsi passare ogni tipo di emozione nel giro di poco e niente, che fosse rabbia od amore a lui non faceva differenza. Solo i sentimenti più forti potevano albergare dentro di sé e Draco si rendeva conto sempre più spesso che un amico del genere non era facile da trovare, anzi. Si mise comodo sulla sedia. I suoi amici l'avevano presa meglio del previsto... rimaneva solo da comunicare ad Hermione che forse era il caso di dire anche a Potterino e Lenticchia della loro relazione.


= Ringrazio Damon4ever, Deader, Gilraen_18 e lyllly per aver seguito questa mia prima Fanfiction, e ringrazio silviazia e ambra70 per aver messo la mia storia tra le preferite. Grazie davvero di cuore! :) =

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Capitolo 5
*** School? No, Thanks ***


Quella mattina Draco era molto strano, almeno dal suo punto di vista. Solitamente Draco sedeva tra la Parkinson e Zabini con Nott di fronte. Quel giorno invece, la coppietta più scandalosa di Hogwarts si era scambiata di posto e Draco sembrava molto, molto nervoso. Hermione Granger si ripropose di chiedergli, quella sera stessa, che cosa gli stesse prendendo. Draco era un abitudinario, non avrebbe mai cambiato una virgola della sua vita e lei lo sapeva bene. Era stato il destino, o i suoi singhiozzi troppo forti a fargli cambiare abitudine e a farlo entrare in quel bagno otto anni prima. Ed ogni giorno Hermione ringraziava Dio che Draco Malfoy l'avesse fatto. Erano ormai anni che a colazione snocciolava aneddoti sui suoi studi mentre con la coda dell'occhio guardava Draco, cercando di non farsi notare da Harry o Ron che non avrebbero preso bene nulla di tutto questo, giustificando le sue occhiate furtive con la scusa del "volevo solo vedere se Malfoy vi stava prendendo ancora in giro". Non aveva però troppo tempo per rimuginarci su, aveva delle cose da fare prima di andare a lezione perciò si alzò e prese le sue cose, pronta ad andare verso l'aula. Ma nella sua tasca, l'ormai familiare bruciore del Galeone la distrasse da quello che stava facendo. La ragazza si infilò in un bagno e utilizzò l'incantesimo Muffliato per evitare che qualcuno la sentisse parlare con qualcuno che non era nel bagno.
 
"Ehi." esordì lui.
 
"Ehi, amore. Dimmi." mormorò lei.
 
"Senti... Avresti mica delle Merendine Marinare?"
 
"Ovviamente no, Draco."
sbuffò Hermione che ligia alle regole come sempre, non avrebbe mai portato con sé niente del genere.
 
"Ho una proposta... Se tra circa cinque minuti io passo nel corridoio di Incantesimi e ti urto... ti infilo in mano qualcosa e scappi da Aritmanzia? Io fuggirò da Incantesimi, alla tua stessa maniera. In Infermeria potremmo battibeccare un paio di minuti e immediatamente chiederai di venir rimandata nel dormitorio... Ovviamente, non te lo negheranno. Poi una volta che tu te ne sarai andata, io vorrò andare in Sala Comune e ci incontreremo nel mio dormitorio. Tu seguimi e basta ma disilluditi quando sei fuori."
 
"Detesto saltare le lezioni... non mi va di infrangere altre regole..."

"Per favore... ho una cosa da dirti..."
 
"Va bene... ci vediamo tra poco allora."
 
"A tra poco, tesoro."

 
I due chiusero le comunicazioni. Hermione si avviò nel corridoio di Incantesimi, poco distante da lì e vide Draco arrivare con aria tracotante, accompagnato come sempre da Blaise Zabini, Theodore Nott, Gregory Goyle e Pansy Parkinson. Malfoy la urtò volontariamente con la spalla e le spinse in mano una caramella senza farsi notare troppo. Subito lui si ritrasse, come disgustato, e sbottò in una delle sue solite offese:
 
"Stai attenta a dove vai, schifosa Mezzosangue!"
 
"Che c'è Furetto? Hai perso la bussola? Sei stato tu a venirmi addosso!"
 

Nel frattempo, Zabini che ovviamente era stato messo al corrente del gioco dei due, per non perdere tempo, afferrò Draco per le braccia e lo trascinò via bofonchiando qualcosa, lontano da Hermione. Una volta trovatisi in classe di Incantesimi, Draco mandò un bigliettino in triplice copia a Pansy, Theodore e Blaise.
 
"Grazie mille per prima. Siete stati grandi. Se qualcuno chiede qualcosa, copritemi."
 
I tre, una volta letto il bigliettino, lo fecero Evanescere con un incantesimo non verbale e fecero dei cenni verso Draco, a fargli intendere che avevano compreso perfettamente. Il biondo, che ne sa una più di Lord Voldemort, sveltamente estrasse dalla tasca quello che poteva tranquillamente essere un piccolo Torroncino bigusto, e lo spezzò a metà. Mise in bocca una delle due metà e non appena iniziò a mandare giù, il suo naso iniziò a sanguinare come se fosse appena stato colpito da un pugno. Blaise, che si era assunto il compito di coprire Draco, strillò a gran voce:
 
"Draco! Il tuo naso!"
 
E Draco, sornione, diede corda a Zabini.
 
"Oddio, Blaise! Professor Vitious, per favore, posso andare in Infermeria? Queste allergie mi stanno facendo sanguinare il naso!"
 
Vitious immediatamente si avvicinò a Malfoy e - constatata l'entità del problema - con un cenno lo spedì dritto in Infermeria da Madama Chips. Draco si avviò velocemente all'infermeria dove Madama Chips lo fece accomodare sul lettino mentre gli tamponava il naso con aria seccata. Pochi istanti dopo entrò anche Hermione, che tratteneva a stento i conati. La ragazza corse nel bagno dell'infermeria e immediatamente ingoiò la metà della Pasticca che avrebbe potuto farla stare meglio. Nello stesso istante, Draco mangiò anche l'altra metà del Torrone Sanguinolento. Hermione venne messa a letto mentre Draco venne rimandato al Dormitorio, consigliandogli però di rimanere a letto per evitare altre ipotetiche allergie e ulteriori sanguinamenti. Intanto, Madama Chips visitò Hermione decretandola in perfetta salute, ma maniaca perfezionista com'era la costrinse, ancor prima che lei potesse chiederlo, a tornare nel proprio dormitorio a riposare per precauzione.
 
Malfoy, uscito qualche istante prima, era rimasto nel corridoio ad aspettare che Hermione uscisse e quando vide la riccia chiudere la porta dell'infermeria, le scoccò un gran sorriso mentre lei si gettava addosso un Incantesimo di Disillusione. Lui prese a camminare rapidamente in direzione dei sotterranei di Serpeverde con lei alle calcagna. Non poteva vederla, ma poteva sentire il rumore dei suoi passi anche se lei era alle prese per non far rumore. I due si infilarono nella Sala Comune di soppiatto, consapevoli che nonostante fossero Capiscuola entrambi, rischiavano una punizione da parte di Lumacorno e da parte della McGranitt se fossero stati visti insieme nella Sala Comune di Serpeverde, in chiaro momento "marinaro". Entrarono svelti nel dormitorio di Draco e quest'ultimo sigillò il dormitorio, in modo che da fuori non si sentisse niente e in modo che nessuno potesse entrare. Hermione si gettò sul letto di Draco annusando appieno il profumo del suo uomo mentre lui le si sedeva affianco, accarezzando i suoi capelli crespi. 
 
"Herm... Hai un ammiratore!"
 
La Grifondoro alzò la testa e lo guardò dolcemente, interrogativa.
 
"Gregory Goyle." rispose laconico Draco.
 
"Ah, ecco perché questa mattina Theodore Nott e Blaise Zabini ti braccavano come se temessero una tua possibile esplosione..." commentò lei. "Ma... scusa la domanda, mi hai fatto saltare Aritmanzia per questo motivo?"
 
"Non propriamente, mia piccola Hermione."

"Posso sapere tutto o devo aspettare il prossimo episodio?"


"Non so bene come spiegartelo... stanotte quando sono tornato al Dormitorio ho trovato Theodore in Sala Comune che mi aspettava, piuttosto irritato. Mi ha accusato di avere una relazione con Madama Rosmerta ma ho smentito subito. Theodore stava fiutando qualcosa ed ho scelto di essere sincero almeno su questo. Gli ho raccontato di noi, della nostra storia, di com'è cominciato tutto e questa mattina ho fatto lo stesso con Blaise. Chiaramente Theodore ha detto tutto anche a Pansy, sappiamo bene che non è in grado di tenerle nascosto nulla. Ora so che per te sarà più difficile fare quanto ho fatto io con Ron ed Harry... ma io direi tutto anche a loro. Meritano di sapere ed ormai sono stanco di nasconderci."

Hermione riflettè rapidamente. Sapeva bene che una parte di lei avrebbe voluto solo mettersi ad urlare contro il biondo, chiedendogli perché non l'avesse consultata prima, ma sapeva anche bene che Theodore Nott era una sorta di segugio e prima della mattina avrebbe scoperto comunque dove andava Draco quasi tutte le sere. Capì che Draco aveva optato per la soluzione più pratica in modo da arginare i danni il più possibile. In ogni caso con Ron ed Harry non sarebbe stato per niente semplice, se ne rendeva conto per certo. Non aveva detto loro del suo fidanzamento appena successo poiché non aveva ancora confidenza con quei due e non le andava s'impicciassero della sua vita privata - per quanto potesse essere interessante la vita privata di una undicenne - ed alla fine del primo anno sapeva che avrebbero reagito piuttosto male. Andando avanti con gli anni, se l'era sentita sempre meno di essere sincera ed ora che poteva perlomeno contare sul fatto che non avrebbero pensato che Draco l'avesse incantata con intenzioni malevole, sapeva che se la sarebbero presa per aver tenuto loro nascosto il suo segreto per otto lunghi anni. Ma doveva affrontare quel problema, poco ma sicuro.

"Va bene. Dirò loro tutto quanto questa sera... ti prego solo di non far nulla ai loro danni nei prossimi giorni. Te lo chiedo preventivamente perché forse, dopo stasera, nessuno di loro vorrà più parlarmi. Inoltre, dirò della nostra storia anche a Ginny. Ginny è più comprensiva di quelle due teste di legno, lei dovrebbe capire..."

Draco si distese affianco a lei, senza proferir parola, solo pieno di tristezza per quanto la sua Hermione avrebbe fatto quella sera. Si dispiacque di tutto ciò, anche se non aveva nulla di cui dispiacersi ma si sentiva in colpa nonostante tutto perché sapeva bene che ne sarebbe sorta una lite da far tremare le mura di Hogwarts e sapeva anche che sarebbe stato suo compito rimettere insieme i pezzi. Volle sperare solo che quei due capissero senza troppe storie, come avevano fatto Theodore e Blaise, ma c'era ben poca speranza.


= Ringrazio nuovamente chi ha recensito, e chi ha messo la storia tra le preferite o tra le seguite. Non mi aspettavo di ricevere tutto questo. :) Ringrazio Gilraen_18 per ciò che mi ha scritto. :) E' un piacere sapere che quello che esce dalla mia povera testolina, è apprezzato! XD =

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Capitolo 6
*** Revelations - Hermione ***


Da ormai due giorni a questa parte Blaise e Theodore avevano iniziato a correre dietro ovunque andasse al povero Draco forse nel timore che decidesse di infiltrarsi nel dormitorio mentre Goyle riposava e lo facesse fuori con un'Avada Kedavra ben assestato. Ma questo fortunatamente non avvenne. Riuscì a tenerli buoni solo per la notte, dove poteva incontrare la sua Hermione in santa pace. Ovviamente però Zabini e Nott non potevano seguirlo anche dentro al bagno. Dunque, almeno lì, aveva il pieno controllo di sé stesso. Draco era ormai dal primo anno che aveva un bagno tutto per sé. Non c'era esattamente scritto sopra il suo nome, ma troneggiava un gran bel cartello "GUASTO" sulla porta, che aveva scritto lo stesso Draco a undici anni ed aveva incantato lo sciaquone affinché fosse impossibile utilizzarlo a meno che non si fosse pronunciata la parola d'ordine, che guarda caso era "Narcissa". Gazza in tutti quegli anni aveva tentato di aggiustare quel bagno miriadi di volte, ma lo sciaquone si rompeva immediatamente dopo che lui l'aveva aggiustato - chissà perché. Alla fine ci rinunciò l'anno della guerra magica, sperando vivamente che chiunque fosse stato a tirargli quello scherzetto infame la pagasse cara, in una maniera o nell'altra.

Draco in quel piccolo bagno aveva messo a fermentare una Pozione d'Amore. Gli ingredienti li aveva appellati silenziosamente durante una lezione di Pozioni ancora anni fa, quando voleva tirare un brutto scherzo a Potter facendogli pervenire lui stesso degli altri cioccolatini incantati che però lo facessero innamorare perdutamente di Ron Weasley. Fortunatamente, non riuscì mai a creare la Pozione infame e gli ingredienti rimasero nel baule, all'interno di una vecchia veste di sua madre che Draco faceva credere gli portasse un'immensa fortuna. Quindi toccare la veste era assolutamente vietato. Draco afferrò gli ingredienti il giorno dopo la rivelazione di Goyle ed iniziò la composizione magica. In teoria, nel giro di una settimana, sarebbe stato tutto pronto e Goyle sarebbe stato innamorato perso di Romilda Vane, una pazza del sesto anno. Quel che si dice "mai toccare la ragazza di un Malfoy". Draco ricordava bene le storie divertenti di sua madre, quando raccontava i terribili scherzi che Lucius tirava ai compagni che osavano posarle gli occhi addosso. Be', il bel Draco aveva deciso di rendere fiero suo padre almeno in questo.

"Draco? Sei lì dentro?" 

La familiare voce di Hermione sopraggiunse da fuori e il biondo rispose grugnendo sonoramente. Hermione rise da fuori e abbassò la maniglia per poter entrare nel bagno ma Draco tenne ben salda la porta, mentre con un veloce movimento di bacchetta disilluse silenziosamente il tutto e lasciò entrare la ragazza.

"Che succede, Herm?"

"Niente... Perché la porta non si apriva?" - Ah, donne curiose! - pensò il giovane Malfoy.

"Sarà stata incastrata... Boh, usciamo di qui. Non mi sembra il posto più romantico dove stare!" ridacchiò Draco.

Nel frattempo fuori dalla porta Blaise Zabini aveva appena scambiato due parole con la persona che gli stava strappando letteralmente il cuore dal petto da quando l'aveva fatto innamorare anni prima. Zabini ormai era fuori di sé. Non avrebbe dovuto lasciare la Granger entrare nel bagno di Draco. Adesso lui sarebbe rimasto lì a fissare la persona che amava senza poterci fare nulla. La sua unica fortuna era semplicemente che l'oggetto dei suoi desideri, fin dal terzo anno, era single. Almeno quello poteva minimamente consolarlo, ma non immaginava di poter avere speranze perciò era una misera consolazione. Draco Malfoy uscì dal bagno, mentre la Granger dietro di lui era Disillusa perfettamente. Il Malfoy sorrise, passando accanto all'oggetto dei sogni di Blaise mentre Hermione si nascondeva in un corridoio e lentamente tornava alla normalità. Si era sicuramente preoccupata nel vedere Draco nel bagno per così tanto tempo, pensò Zabini. Intanto lei cercava di raccogliere tutto il suo coraggio per raccontare ai suoi amici della relazione con Draco Malfoy, ma non aveva ancora trovato il momento più adatto ed era ancora in una situazione di stallo con Draco che continuava a chiederle insistentemente se avesse parlato con i propri amici. 

Era entrata a cercare Draco poiché era dal sesto anno che aveva paura di entrare nel bagno e di trovarlo piangente, magari mentre si fissava il braccio per ora ancora candido, disgustato. Lui non aveva voluto dirle nulla di nulla, mentre tentava l'impresa suicida di aggiustare l'armadio svanitore e quando Hermione si era resa conto dell'accaduto, andando contro i propri principi e decidendo di leggendogli nella mente mentre dormiva aveva fatto di tutto per boicottare i suoi tentativi. Sapeva che Draco doveva farlo, ne sarebbe andato della sua vita, e anche di quella della sua famiglia se non avesse servito egregiamente Lord Voldemort ma non aveva intenzione di lasciare che il suo fidanzato, l'amore della sua vita, uccidesse Silente e che magari finisse ad Azkaban, quindi, inconsapevole dei rischi che stava correndo Severus Piton, aveva deciso di boicottarlo. Alla fine, era stato il Professor Piton a uccidere Albus Silente. E nonostante avesse sofferto per la sua morte, era stata perlomeno sollevata dall'idea che non fosse stato Draco ad assassinare il vecchio Preside.

Dentro quel bagno però Draco nascondeva qualcosa, ovviamente. Quindi decise che più tardi, quella sera, avrebbe indagato, o perché no?, avrebbe provato direttamente ad accedere al bagno da sola. Draco non gliel'avrebbe mai detto. Probabilmente stava progettando qualche ordigno adibito ad essere uno scherzo per qualcuno, poiché dopo la caduta di Lord Voldemort, la morte di Bellatrix Lestrange, e il pentimento (sincero, questa volta), dei Signori Malfoy, o per meglio dire del Signor Malfoy - in quanto Narcissa Malfoy non era mai stata molto contenta di servire Lord Voldemort - Draco non era più invischiato in quelle faccende pessime, sebbene sapesse che qualche Serpeverde avrebbe tanto voluto essere un emulatore di Tom Riddle. Fortunatamente, nessuno di loro aveva abbastanza cervello per poter essere almeno un suo degno erede. Camminando però, incrociò nientemeno che Harry Potter diretto alla Sala Grande. Maledicendosi mentalmente, decise di affiancarsi a lui nel dirigersi in Sala ottenendo però un bruttissimo risultato.

"Ehi, Hermione... Cos'è quella cosa che dovevi dirmi?" la risvegliò dai suoi pensieri Harry.

Lei aveva tentato di accennargli qualcosa soltanto la sera prima, ma erano stati interrotti da un annuncio della Preside McGranitt che comunicava la prossima gita ad Hogsmeade e lei aveva scelto di battere in ritirata.

"Muffliato." Hermione rese la loro conversazione privata, ed Harry sorrise ricordando la sua ostilità nei confronti di quegli incantesimi, che adesso usava con tanta tranquillità.

"Stasera ci vediamo nel dormitorio maschile. Fai in modo che ci siano anche Ron e Ginny, voglio che ci siate tutti in modo da raccontare la mia storia solamente una volta. Dopodiché sarò pronta a dileguarmi dalla vostra esistenza per sempre. Non la prenderete bene. Non la prenderete per niente bene."

Harry si sentiva il cuore leggero, aveva visto pochi minuti prima la persona di cui era follemente innamorato da parecchio tempo e registrò con qualche istante di ritardo la richiesta di Hermione ma reagendo immediatamente in maniera spaventata e senza degnare l'amica di una risposta sensata scappò via bofonchiando qualcosa di incomprensibile andando subito alla ricerca dei fratelli Weasley. 
***

Quella sera si erano rintanati nel dormitorio maschile ed Harry e Ron avevano insonorizzato la stanza, mentre Hermione e Ginny entravano sigillando la porta. Ron era cereo dal terrore, ma Ginny pareva meno preoccupata del previsto ed Harry si limitava a picchiettare le dita sul letto nervosamente. Hermione prese posto sul letto vuoto di Dean Thomas, con i propri amici di fronte ad aspettare trepidanti. Hermione prese un grosso respiro prima di iniziare a parlare, già con le lacrime agli occhi per la paura di perdere i suoi migliori amici con cui aveva costruito anni ed anni di vita ed avventure.

"Lasciatemi parlare senza interrompermi, per favore. Quello che sto per dirvi segnerà sicuramente la nostra amicizia e forse anche la mia intera vita. C'è una cosa di cui vi ho sempre tenuto all'oscuro, ma ve ne spiegherò le ragioni. Io sono impegnata, ho un fidanzato... da molto tempo. Sono otto anni che vivo la mia relazione all'oscuro, facendo attenzione a non farmi scoprire, dovendo spesso uscire con altri ragazzi per non destare sospetti sulla mia impressionante capacità di non avere mai avuto una cotta come tutte le altre ragazze della mia età. Il problema è che conoscete bene il mio fidanzato... ed è questo che comprometterà il nostro rapporto. Posso fornirvi un Pensatoio con i miei ricordi, così potrete vedere voi stessi che non mento, lo troverete sul letto di Ginny assieme a varie boccette di ricordi. Ad ogni modo... il mio fidanzato è... Draco Malfoy."

E spaventata, scoppiò a piangere e fuggì dalla stanza lasciando i tre interdetti e scioccati. Ginny fu la prima ad alzarsi, andando a prendere il Pensatoio sul suo letto e ricomparendo pochi minuti dopo con esso in mano, mentre Harry e Ron erano pronti a tuffarsi a capofitto in quella storia.

Tornarono al presente dopo aver visto molti ricordi, molte parti della storia di Hermione Granger, con la consapevolezza che era una cosa sicuramente vera e non una menzogna o un maleficio. Ginny era biancastra in viso mentre Harry sembrava riflettere freneticamente. Ron invece, schiumava di rabbia.

"Hermione è felice così. Temo che in tutti questi anni abbiamo valutato molto male il povero Draco, ed anche Blaise e Theodore." buttò lì Ginny.

"Sai cosa? Credo tu abbia ragione. Hermione pensava l'avremmo presa male, ma dobbiamo andare da lei e spiegarle che se è felice così, anche noi siamo felici per lei." aggiunse Harry.

"...no. Io non ci sto. Deve averla incantata, deve averle innestato ricordi falsi! Ricordate Orfin Gaunt? Ce l'hai raccontato tu, Harry. Lui aveva dei ricordi fasulli in mente! Malfoy deve aver fatto lo stesso con Hermione!"

"Ron, io non credo. Sarebbe impossibile infilare tutti quei ricordi finti nella mente di una persona, nemmeno Hermione è sufficientemente forte per sopportare tutto questo!"
ribattè Ginny.

"Fate come vi pare, credete pure alle bugie schifose di quel verme! Io non vi asseconderò!"

Ginny ed Harry andarono a cercare Hermione, senza considerare Ron che rimase sul letto a fissare il vuoto, consapevole di averli appena spinti davanti ad una scelta e di non essere stato scelto. Ron non aveva misteri da svelare, era solamente innamorato di Hermione da anni e non sapeva nemmeno più cosa fare per conquistarla, non si accorgeva dei suoi tentativi. Ora capiva il perché, così come lo capivano Ginny ed Harry che stavano raggiungendo la Caposcuola nel dormitorio a lei riservato per comunicarle la loro decisione di rimanerle vicino nonostante l'omissione di quella relazione tanto duratura. Nel frattempo, Harry iniziava a domandarsi se fosse il caso di dire la verità. Aveva rotto con Ginny da un secolo ormai, lei si era scoperta innamorata di un altro, mentre lui si rendeva conto di aver iniziato a pensare sempre più frequentemente ad una persona che nel corso degli anni l'aveva spesso colpito a livello fisico e sentimentale. Non aveva mai dato per certi quei pensieri, si era sempre trovato a credere che fosse solo soggezione ma quel pomeriggio aveva sentito nuovamente quel sentimento montare forte e violento come non mai, poco prima di incrociare Hermione e quando aveva visto quegli occhioni blu che lo osservavano attentamente, si era reso conto di essere arrossito come una ragazzina mentre Blaise Zabini gli scoccava un timido saluto.

Dall'altra parte del Castello, Blaise Zabini nel suo letto non riusciva a prendere sonno. Ripensava all'incontro avuto nel pomeriggio con Harry Potter e si soffermava a ricordare quegli occhi verde smeraldo che tutti dicevano avesse ereditato dalla madre. Lui non aveva visto una foto di Lily Evans, non ne era certo di quella somiglianza ma era sicuro che se l'avesse vista l'avrebbe trovata una bella donna. D'altronde, Harry era così bello... ma lui era stato insieme a Cho Chang, era stato assieme a Ginny Weasley, delle bellissime ragazze e di sicuro Harry non era omosessuale come lui. Si rigirò nel letto nuovamente. Era stanco e spossato, nonostante l'emozione ancora innestata dal pomeriggio. Si addormentò lentamente, scivolando in un sonno senza sogni.


= Scusatemi immensamente per il ritardo nel postare la storia, ma per fortuna ho potuto postare almeno questo capitoletto per far entrare in gioco una nuova coppietta! XD Spero che sia di vostro gradimento! :) Ringrazio come sempre tutti quelli che seguono la storia, la recensiscono, o la mettono tra le preferite! =

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Capitolo 7
*** Revelations - Harry ***


Mentre faceva colazione pensava a come avevano reagito i suoi amici di sempre alla notizia. Ron l'aveva affrontata a mezzanotte inoltrata, quando si erano incrociati quasi per caso nella Sala Comune di Grifondoro. Le aveva urlato contro cose irripetibili, le aveva detto che era sicuramente vittima di un maleficio e lei aveva sbottato ribattendo che quello era esattamente il motivo per cui non aveva detto nulla prima. Sapeva che Harry e Ginny erano comunque contenti per lei, sebbene fossero un po' innervositi dall'idea che lei li avesse tenuti all'oscuro ma era davvero stupita dall'ottima reazione che avevano avuto. Si aspettava una cosa simile da Ronald. Lei sapeva bene della cotta che lui aveva per lei, ma finora si era rifiutata di credere che fosse troppo seria. Invece lo era. Lui la sera prima le aveva afferrato il mento di scatto e l'aveva avvicinata a sé. Un flashback le aveva attraversato la mente. Lei che lo baciava. Scacciò il ricordo, probabilmente era stato solo un sogno. Lui le aveva confessato i propri sentimenti e lei si era sentita indifesa davanti a quegli occhi azzurri che la penetravano, ma non aveva assolutamente vacillato ed aveva ribadito i propri sentimenti per Draco. Dirottò i propri pensieri verso altro.

Quella mattina le occhiate che Harry lanciava a Blaise Zabini erano chiare ma non se la sentiva di "saltargli addosso" costringendolo a vuotare il sacco e a fare Coming Out in quella maniera. Si era resa conto da tempo che Harry guardava molto più del dovuto il moro Serpeverde e aveva anche notato le occhiate del Serpeverde verso il Prescelto. Sorrise internamente pensando che gli sguardi di Zabini non sarebbero bastate a convincere il proprio buonsenso a dar loro un aiuto. Era una cosa di cui lei non capiva, non sapeva se i due avessero accettato la propria omosessualità con pace e calma o se stessero ancora combattendo con essa, perciò dovevano farcela da soli dovevano comprendere con calma ed uscirne vincitori o sconfitti, ma con le loro forze. Le faccende tra omosessuali erano strettamente complesse a parere suo e non le andava comunque di metterli in imbarazzo. Sia perché non aveva un grande rapporto con Blaise ed anche perché non le andava che Harry si sentisse costretto a sputare il rospo. Doveva avvenire tutto in modo naturale.

Intanto Draco, al tavolo dei Serpeverde, la fissava intensamente. Ieri sera, mentre lei dormiva profondamente accanto a lui nella Stanza delle Necessità rimessa a nuovo in quei giorni dalla professoressa McGranitt, lui aveva preso l'occasione per sbirciare nella sua mente con il Legilimens. L'aveva vista turbata, lei gli aveva solamente spiegato che aveva raccontato ai suoi amici della loro relazione ma non sapeva come avessero reagito perché era scappata prima di ottenere una risposta. Lui adorava entrare nella sua mente e vedersi con gli occhi di Hermione. Si vedeva più bello nei suoi ricordi, più magico quasi. Forse erano i tanto sognati "occhi dell'amore" che ti fanno vedere tutto perfetto nella tua relazione o nella persona che ami. Aveva scrutato a fondo in ciò che lei aveva detto ai suoi amici ed aveva potuto provare il suo terrore. Lei meritava un piccolo regalo, un qualcosina che lei potesse ricordare per sempre.

Sapeva che quel mattino Goyle le aveva fatto inviare da una rinomata fioreria Babbana una composizione di rose rosse, contornate da stupende rose tinte nel color oro. Una cosa niente male, davvero, ma Draco non ci stava a farsi surclassare e pochi istanti dopo aveva pagato più del dovuto un fioraio Magico, perché le recapitasse un mazzo di rose, il doppio più grande e composto da rose rosse naturali, rose verdi, argento e oro tinte. Insomma, finché nessuno sapeva che era lui potevano tutti solamente ipotizzare chi fossero i mandanti di quelle rose. Ma Hermione avrebbe capito che era di Draco il mazzo più bello e quello arrivato prima. Sì, prima. Aveva pagato addirittura il fattorino di Goyle perché inviasse il gufo con le rose qualche minuto dopo che il suo fattorino aveva inviato il proprio gufo con il suo meraviglioso mazzo. Era uno stronzo, forse. Ma quello era amore ed in gueera e in amore era tutto pienamente concesso.

Dopo tutti i mazzi di fiori che aveva visto arrivare al tavolo dei Grifondoro negli ultimi minuti da parte sicuramente di Goyle e Draco, Blaise Zabini stava pensando di inviare un mazzo di fiori ad Harry, ma non era per nulla sicuro che l'avrebbe presa bene. Di certo non poteva scrivergli un biglietto e non voleva rischiare che qualche sciacquetta si prendesse il merito come sicuramente sarebbe successo. Le cose da fare erano due: soffrire in silenzio, come peraltro faceva da anni, oppure dire il suo segreto a Draco e convincerlo a indurre Hermione a far parlare Harry. Una volta certo dei sentimenti del Prescelto, sarebbe potuto anche partire di corsa a comprargli la Gringott, se solo l'avesse voluto. Ma si convinse a tenere a freno il panico e tutti gli altri pensieri, prima di arrivare alla conclusione che aspettava. E quella conclusione non era altro che Harry Potter che stava veleggiando verso il loro tavolo, con aria sognante. Blaise notò Ginny Weasley ridacchiare forte, e si rese immediatamente conto la Piattola sapeva cosa il ragazzo stesse per fare, qualsiasi cosa fosse e silenziosamente la maledisse... Rimanevano due opzioni, di nuovo: poteva dirgli che era stufo delle sue occhiatine maliziose... oppure poteva chiedergli se avesse qualche interesse nei suoi confronti. Blaise non sapeva cosa pensare.

Erano rimaste poche gocce di Felix Felicis che aveva preparato circa due mesi prima, tanto per essere certo che le cose gli andassero bene mentre sperava di trovare i Dursley in giro per il mondo. Aveva funzionato alla perfezione. Aveva "casualmente" incontrato Dudley Dursley al parco mentre spingeva allegro una carrozzina, canticchiando. Parlando con Dudley aveva scoperto che qualche settimana dopo che si erano separati aveva trovato una fidanzata a Brixton. Per meglio dire, l'aveva erroneamente messa incinta e così erano stati costretti a sposarsi ad appena diciott'anni. Quel bel bambino con dei meravigliosi capelli corvini presi probabilmente dalla madre era il figlio di Dudley, Harry Dudley Jr. Adesso, Harry aveva deciso di bere le ultime gocce di Felix Felicis e si era lasciato trasportare dalle proprie gambe. Quella mattina aveva deciso di confidarsi con Ginny, non trovando Hermione e non avendo alcuna voglia di discutere con Ron di queste cose. Le aveva raccontato della propria omosessualità, della cotta per Blaise Zabini e del fatto che spesso lo aveva notato occhieggiare in sua direzione ma esponendole i propri dubbi in merito. Ginny, chiaramente, l'aveva spinto verso il Coming Out oltre che verso Blaise Zabini stesso ed Harry si sentì un codardo, ebbe troppa paura e scelse dunque di "sacrificare" l'ultima Felix Felicis per trovare il coraggio di parlare a Blaise. In poche falcate, raggiunse il tavolo di Serpeverde.

"Blaise, potresti seguirmi un attimo?" 

Il moro si alzò dal tavolo e rassicurò Draco con un'occhiata. Rassicurò Draco, mentre lui stesso non si sentiva sicuro per niente. Era tantissimo che Harry avesse avuto il coraggio di chiamarlo via dal proprio tavolo, perciò Blaise ragionò e comprese che doveva essere davvero importante. Le intere Case di Serpeverde e Grifondoro tenevano d'occhio ciò che stava accadendo ma Zabini concluse che forse Harry voleva solamente parlare della relazione di Draco ed Hermione. Harry condusse Zabini verso una sala poco distante, chiusa a chiave ma che con un Alohomora si aprì immediatamente e i due ci si chiusero dentro.

"Blaise... non è semplice dirti ciò che sto per dire ma è un po' che ce l'ho dentro e so, sembra stupido, non ci siamo mai parlati più di tanto. Un paio di saluti freddi al Lumaclub e qualche mano alzata nel corridoio ma... io credo di essermi innamorato di te. Non voglio mentirti, me ne sono reso conto solo al sesto anno e ho tenuto questo segreto per molto tempo. Non penso che nessuno lo sappia. Mi sento stupido a raccontarti tutto questo, poiché non credo che ti metteresti mai insieme ad un uomo... Voglio dire, sei probabilmente l'uomo più bello della scuola... E hai milioni di ragazze che ti corrono dietro e ovviamente, non perderai mai del tempo con me." 

Udito questo, Blaise rimase a bocca aperta, senza avere il coraggio di dire nulla. Sicuramente si sarebbe svegliato da lì a pochi minuti ed Harry, interpretando male il suo silenzio uscì dalla stanza mentre Blaise non aveva la forza di corrergli dietro, troppo frastornato dall'accaduto e in parte convinto che qualcuno gli stesse giocando un tiro di cattivo gusto. Harry fuori dalla porta notò un piede sparire nel nulla e si rese conto che c'era qualcuno di invisibile ad ascoltare. Non se ne curò, non gli importava se l'intera scuola avesse saputo della sua omosessualità, Blaise non aveva ricambiato ed ora voleva solamente stare da solo. Ma quando Blaise uscì dalla porta, si rese conto che tutti i suoi amici più cari sapevano dell'omosessualità di Harry.

"Sapete che sono in grado di distinguere le persone Disilluse, sì?"

Theodore, Pansy, Draco ed Hermione si fecero ricomparire, squadrando un Blaise che aveva l'aria truce.

"In realtà la porta si è aperta a fatica. Qualcuno ci si è appoggiato involontariamente."

I quattro si guardarono un po' in cagnesco a vicenda.

"Sono omosessuale anche io, tanto per chiarire. Io amo Harry e devo solo aspettare il momento giusto, quando avrò ripreso coraggio e gli dirò ciò che sento per lui. Se a qualcuno questa condizione non sta bene, allora affari suoi. Io voglio Harry e ora so che la cosa è reciproca." 

E Zabini girò sui tacchi, dirigendosi su per le scale per le quali sapeva che Harry era sparito, correndogli dietro, per dichiarargli i propri sentimenti. Ma Blaise, per quanto avesse cercato, non aveva trovato Harry da nessunissima parte. Difatti il Salvatore del Mondo Magico era nel dormitorio di Grifondoro e ovviamente Blaise non poteva sapere dove fosse l'entrata, né tantomeno la parola d'ordine. Alla fine aveva optato per un gufo. Era salito alla Guferia e aveva con calma inviato un messaggio ad Harry.

"Sono certo di essere stato frainteso oggi pomeriggio. Quando mi hai raccontato ciò che provi, ci sono rimasto un po' di stucco poiché mai avrei immaginato che tu potessi provare cose simili per me. Voglio parlarti di persona, come oggi pomeriggio e questa volta aspetterai che io ti abbia parlato prima di decidere di andartene.
Zabini."


Dal canto suo, Harry era totalmente noncurante che un gufo entrato dalla finestra aveva depositato una cosa estremamente preziosa sul suo cuscino. Harry, terrorizzato dall'idea di aver fatto un enorme cazzata, iniziava a temere che la Felicis bevuta fosse scaduta, o avariata in qualsiasi modo. Si stava piangendo addosso in Sala Comune quando entrò Ginny e con fare materno lo abbracciò. Harry capì subito che lei sapeva, che erano loro lì ad ascoltare coperti dall'Incantesimo di Disillusione. Con un pizzico di coraggio, si azzardò a fargli delle domande.

"Chi altro lo sa?" 

"Io, Hermione, Malfoy, Nott e la Parkinson. Zabini però mi ha garantito che Nott e la Parkinson staranno zitti, l'ho incontrato prima salendo in Guferia. Di Malfoy ci possiamo fidare, non farebbe mai del male ad Hermione andando a raccontare il tuo segreto a tutta la scuola." 

"Certo, immagino... Blaise ha detto qualcosa su di me?" 

"Be', sì. Ma ha detto che per dirti ciò che pensa, vuole aspettare il momento giusto. Sarò un po' scorretta... ma vederti così mi fa soffrire e non mi va che tu e lui aspettiate ancora troppo prima di essere felice. Sia chiaro, lui non mi interessa troppo come persona, non posso dire di esserci nemmeno amica. Ma tu sei una delle persone più importanti per me... be', lui ricambia pienamente ciò che tu provi. Forse adesso non ti sembrerà ma aspetta qualche tempo e te lo dirà di persona." 


Harry si illuminò. Finalmente una buona notizia! Ma chiaramente la felicità non poteva durare troppo. Rendendosi conto che lui sapeva che qualcuno stava ascoltando, si rese conto anche che così facendo aveva spinto Blaise al Coming Out con gli amici e si sentì in colpa. Iniziò a piangere silenziosamente, singhiozzando mentre Ginny non capiva ma lo abbracciava ancora e gli accarezzava piano i capelli.

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Capitolo 8
*** I just want to Explain ***


Blaise aveva spedito fuori dalla propria camera Draco, imponendogli di andare da Hermione e di rimanerci. Zabini non sapeva se Harry avesse letto il suo messaggio e se stesse arrivando, ma in ogni caso preferiva essere da solo per precauzione. Non voleva che Draco vedesse lui ed Harry mentre impacciati tentavano di chiarire quella ingarbugliata situazione. Perciò Draco si diresse furtivamente al Dormitorio dei Grifondoro, salendo per le scale del dormitorio femminile con un pizzico di fortuna: Lavanda Brown stava facendo salire in camera Anthony Goldstein. Entrò nella stanza riservata ad Hermione, vedendola stesa sul letto ad occhi chiusi. Non aveva fatto rumore e si limitò a tacere per non svegliarla.

Per Hermione quello non era un sonno tranquillo, era più un dormiveglia in cui la sua testa vagava tranquilla sui pensieri di ciò che le stava accadendo. La dichiarazione di Harry nei confronti di Blaise, Blaise e la sua difesa di Harry, Ron che la odiava, Ginny ed Harry che capivano... e non dimentichiamoci di Goyle e i suoi fiori! Si consolava pensando che era solo ed esclusivamente questione di giorni per Harry e Blaise, se non di ore ma purtroppo però, sapeva che anche loro avrebbero dovuto vivere nel buio. Avrebbero dovuto curare il loro amore in segreto, come lei e Draco. Nessuno ad Hogwarts avrebbe approvato, ovviamente. Sarebbero stati additati, insultati in tutti i modi. Theodore Nott e Pansy Parkinson avrebbero compreso, ovviamente... ma era consapevole che gli altri Serpeverde sarebbero sicuramente diventati tremendi nei confronti di Blaise e non sarebbe mai più stato in pace nemmeno nel suo stesso dormitorio. Aveva inquadrato Blaise come un ragazzo molto calmo e tranquillo, pensava che si sarebbe lasciato scivolare tutto di dosso, ma sapeva anche che dopo un po' le cose rimanevano sgradevolmente appiccicate addosso e nemmeno con tutte le docce del mondo si poteva lavare via la sensazione di essere inadeguati. Scacciò il pensiero con uno scatto brusco che fece sobbalzare Draco, ripensando ai momenti della clandestinità nel Mondo Magico.
 
< Harry era appena tornato dalla sua simpatica escursione notturna, portandosi dietro un Ron completamente zuppo che dava chiaramente segni di imbecillità già allora. Aveva lasciato che parlassero e le avevano appena finito di raccontare di come avevano trovato la Spada di Grifondoro ed avevano trafitto l'Horcrux davanti al laghetto. Sapeva che c'era una piccola omissione, conosceva troppo bene i suoi due polli e li aveva visti esitare, ma non le interessava perché se fosse stato qualcosa di realmente importante gliel'avrebbero detto. Dal canto suo era convinta che quella cerva l'avesse evocata Draco ma solo qualche settimana dopo avrebbe scoperto che il Patronus di Draco non era altro che un enorme leone. Che in un certo senso ricordava moltissimo lei. Quando quella notte Draco si manifestò fuori dalla tenda, mentre Ron ed Harry russavano sonoramente, la bella Hermione Trasfigurò i cuscini affinché assumessero una forma simile alla propria. Tanto perché vedessero qualcosa nel letto nel caso si svegliassero - anche se sapeva che non si sarebbero svegliati. Pochi istanti dopo era uscita dagli incantesimi di protezione ed aveva raggiunto Draco, qualche metro più in là. 
 
"Draco..." aveva esordito lei.
 
"Hermione... Mi sei mancata tantissimo..."
 
Lei lo strinse tra le braccia, mentre lui, dolcemente, le baciava il collo candido. Lei però lo fermò qualche istante allontanandosi appena, mentre lui la guardava, ferito da come lei aveva reagito. Ma intuì subito che c'era qualcosa che non andava, perciò mise da parte il proprio broncio ed attese che lei spiegasse le ragioni di quell'allontanamento così repentino. 
 
"Draco... Questa sera Harry è uscito, dice di aver visto una cerva d'argento, un Patronus che lo portava verso un laghetto. Be', il laghetto era ghiacciato ed ha dovuto tuffarcisi dentro. Ha recuperato così la Spada di Grifondoro... ed è comparso Ron. Quando è comparso, ha aiutato Harry a far completamente fuori l'Horcrux nascosto nel Medaglione di Serpeverde... E poi sono tornati da me, a raccontarmi tutto... Tu c'entri qualcosa con quel Patronus? Od anche con il ritorno di Ron?"
 
"No. Te lo giuro. Purtroppo io non sono altro che uno spettatore in tutto questo e Dio solo sa quanto vorrei poter essere utile a te e anche a quegli altri due... Ma non posso. Vorrei dormire a stretto contatto con te, proprio come quei due, vorrei svegliarti ogni mattina solo per vedere quanto sei bella mentre ti risvegli... Ma non posso. Il mio Patronus non è una cerva d'argento e di sicuro non avrei mosso mai un dito per far tornare da te Lenticchia. Quell'idiota ha una cotta per te, più distante ti sta meglio è. Per la sua salute, ovviamente."
 
"Oh, Draco... la Guerra finirà e quando accadrà staremo insieme... alla luce del sole, senza preoccuparci di nulla, tu non avrai più bisogno di essere geloso..."
>
 

Hermione Granger si addormentò profondamente, la mente finalmente abbastanza calma e rilassata ma noncurante del fatto che nella sua stanza ora sigillata, immobile, seduto davanti al suo letto ci fosse il suo amato Draco che non riusciva più a sopportare di starle lontano e si era appollaiato nel suo dormitorio.

Stava lì e la guardava dormire. Sapeva che sarebbe dovuto andarsene dalla Torre, e alla svelta, per evitare di crollare addormentato lì, ma davvero non ci riusciva. Non sapeva nemmeno se fosse potuto tornare al proprio dormitorio che era stato sequestrato da Blaise. Le sue gambe non si muovevano, voleva solo ed esclusivamente stare lì, davanti a quel letto a guardare gli occhi chiusi di Hermione e a pensare alla fortuna smisurata che gli era capitata nel poter stare insieme a lei, nonostante tutto. Ringraziava ogni giorno il Cielo che aveva dato ad Hermione il dono del cosiddetto 'beneficio del dubbio', che le aveva consentito di attendere delle prove prima di Maledire seriamente Draco durante la Guerra Magica. Ricordava bene il terrore di venir colpito quando era tornato da lei, una settimana dopo il matrimonio di Bill e Fleur. Ma lei, prima di iniziare a colpire all'impazzata il suo fidanzato e chiamare Potter e Weasley, l'aveva ascoltato ed aveva atteso che lui si lasciasse leggere nella mente. Era stato l'amore puro a concederle quella grazia che sembrava insperata? Draco non lo sapeva, ma continuava a ritenersi dannatamente fortunato.
 
< Era lì, nella Foresta di Dean. Aveva appena visto Ron Weasley Spaccato e a cui mancava una gran parte di braccio, ma non cambiò idea. Afferrò il Galeone incantato che Hermione gli aveva procurato al quinto anno, anche se poteva solo comunicare la data e l'ora... (Hermione l'avrebbe modificato solo all'ottavo anno). Le fece capire che dovevano incontrarsi tra circa dieci minuti e difatti, lei aveva subito mollato lì i ragazzi con la scusa che andava in cerca di cibo, l'aveva scorto su un albero ed aveva continuato a camminare. Lui, silenziosamente, l'aveva guidata in una radura dove con un colpo di bacchetta aveva eretto una spaziosa tenda gialla. Lei era entrata, senza esitare, e lui immediatamente l'aveva seguita.
 
"Vuoi spiegarmi?" aveva iniziato lei.
 
"Sì. Voglio solo spiegarti perché non mi sono fatto vedere... Perché sembro ormai così coinvolto negli affari di Tu-Sai-Chi."
 
"Spiegami, Draco. Sono stata così male..."
gli occhi color nocciola si erano immediatamente fatti lucidi al pensiero che lui potesse averla lasciata per sempre.
 
"Purtroppo, dopo che non sono riuscito ad uccidere Albus Silente, l'intera famiglia Malfoy è stata rinchiusa in casa. Faticavo ad uscire, almeno fin quando mio padre ha ucciso un pezzo grosso, un certo Rufus Scrimgeour che era il Ministro della Magia ed ha incantato Pius O'Tusoe che ha assunto il controllo del Ministero della Magia, facendosi eleggere nuovo Ministro. E così, abbiamo avuto più libertà. Ma non mi sentivo affatto sicuro ad uscire. Perciò, ho iniziato con delle brevi visite a Blaise e poi a Theodore. Una sera sono uscito a vedere come stava Pansy e probabilmente tutti hanno pensato che fosse lei ormai la mia futura sposa perché il giorno dopo avevano smesso di tenermi d'occhio. Ho indagato a fondo su dove potevate essere e quando siete penetrati al Ministero vi ho seguiti incessantemente, travestito da impiegato. Quando ti sei Smaterializzata con quei due ho visto subito che era rimasto attaccato qualcuno a te e mi sono arpionato a Yaxley. Quando ha provato a tornare con voi in Grimmauld Place, l'ho allontanato con un calcio e sono riuscito ad afferrarti per il vestito giusto per un soffio."
 
Hermione boccheggiò, ma lui sapeva che lei gli credeva incondizionatamente ed in ogni caso, era pronto a scommettere che lei gli avrebbe letto la mente prima o poi e si sarebbe accertata di quanto lui le aveva appena raccontato. La bella Grifondoro sospirò, andando ad appoggiare la testa sulla spalla di Draco, chiudendo gli occhi per qualche istante. >

 
Intanto, un brutto pensiero gli tornò alla mente. Doveva pur tornare nel suo dormitorio... ma ormai era normalissimo dormire nelle camere altrui, in fin dei conti, c'era una ragione se Flitt non era mai a letto... si infilò nel letto di Hermione e si addormentò in poche manciate di secondi.

 
***
 
Harry aveva appena trovato il biglietto che Zabini gli aveva fatto pervenire, insieme ad un gufetto che tubava felice, noncurante che Neville Paciock dormisse nel letto affianco al suo. Una volta letto il biglietto, il Prescelto sorrise tra sé e sé e strinse il biglietto al cuore, stringendolo con tutta la sua forza, e pianse di gioia mentre il suo cuore batteva all'impazzata, singhiozzando, mentre pensava a Blaise Zabini. Harry si girò a pancia in giù, continuando a tenere il biglietto ben stretto mentre con un braccio arpionava il cuscino immaginando che al posto di quel banale pezzo di stoffa e spugna ci fosse Blaise, Blaise e i suoi capelli neri... Blaise e il suo fisico slanciato... Sì, insomma. Blaise Zabini. Aveva bisogno di abbracciarlo adesso. Non poteva aspettare il mattino dopo per chiarire e nemmeno voleva che Blaise, per qualche ragione, non fosse presente alle lezioni o dovunque potesse trovarlo per parlargli. Doveva andare da lui adesso.
 
Harry afferrò il Mantello dell'Invisibilità dal baule e se lo gettò sulle spalle, stando attento a coprirsi bene, e uscì dalla Torre di Grifondoro avviandosi verso il dormitorio di Serpeverde, mentre un mucchio di confusi pensieri gli si affastellavano in testa. Aveva saputo che Blaise ricambiava i suoi sentimenti, non doveva temere nulla adesso. Se Blaise gli aveva chiesto di parlare, significava che forse voleva proprio dichiararsi. Ma si sa, la mente di un pessimista può vagheggiare fino al peggiore dei casi e si domandò se magari Blaise non gli stesse solo tirando uno scherzo poco divertente. Tornò con la memoria alla prima volta che aveva visto Blaise Zabini, sull'Espresso di Hogwarts.
 
< Non appena era entrato nello scompartimento dove Horace Lumacorno aveva appena imbandito un sontuoso banchetto per pochi commensali privilegiati, aveva notato Blaise Zabini seduto a quel tavolo. La porta che si era aperta due istanti dopo, facendo entrare Ginny Weasley, non l'aveva minimamente scalfito dal fissare le labbra carnose di quel bel morettino che sembrava anch'esso incapace di togliergli gli occhi di dosso. Ma Harry ovviamente, immaginò che fosse solo a causa del fatto che lui era il Prescelto. Zabini era un Serpeverde, sicuramente lo fissava per analizzare in quanti modi avesse potuto ucciderlo. Il blaterio di Lumacorno però lo costrinse quasi a distogliere subito lo sguardo dall'ammirare Blaise, che dal canto suo era affascinante anche senza muovere un muscolo.
 
Harry si era reso conto durante l'estate della vaga attrazione che provava nei confronti degli uomini ma non ne aveva fatto parola con nessuno. Blaise era stato solo la molla per far scattare il meccanismo che aveva fatto rendere conto Harry che doveva rompere immediatamente tutti i ponti che potevano portarlo ad una relazione stabile con Ginny prima di farla soffrire inutilmente. Si erano pericolosamente avvicinati durante l'estate e non voleva illuderla. Era la sorella del suo migliore amico, per il quale però non aveva mai provato niente di niente. Forse appunto perché era il suo migliore amico e non era di certo il tipo che si sarebbe messo ad amare gli uomini. Ronald Weasley amava le donne dal profondo del suo cuore e dopo la morte di Sirius, aveva scatenato l'animo Latin Lover che c'era in lui, rimorchiando Babbane a caso - sebbene tutti fossero consapevoli della cotta per Hermione - per poi chiudere i rapporti con loro dopo una notte sola.
 
Immaginò che al posto di Ron ci fosse lui e al posto di una di quelle Babbane ci fosse Blaise. Non l'aveva mai visto senza maglione, ovviamente, ma immaginava che ci fosse una gran bella visuale. Degno di un modello di PlayGirl. Immaginò che le labbra di Blaise fossero sulle sue, che poi potessero vagare liberamente verso il suo collo... Non riusciva più a farne a meno. Doveva fissare il suo viso ancora una volta. Assunse un'espressione di puro odio e lo guardò. Se altri avessero notato quello sguardo, sicuramente avrebbero pensato che si stessero insultando silenziosamente. Ma la sua mente, una volta incrociati quegli occhioni azzurri, tornò a pensare a possibili notti di fuoco. Il pranzo finì troppo presto. Mise via i suoi pensieri malandrini e seguì Zabini, più per rimirarselo ancora un po' che per interessarsi agli affaracci di Malfoy. >


Arrivò con questo pensiero davanti all'ingresso dei sotterranei di Serpeverde. Chiaramente la Felix Felicis stava ancora operando alla grande, poiché trovò Gregory Goyle che stava uscendo dal sotterraneo e lesto ci si infilò dentro andando verso il dormitorio più in fondo al lungo corridoio, dove sapeva che c'erano gli studenti dell'ultimo anno grazie ai ricordi di Hermione. Entrò nella stanza vedendo Blaise totalmente perso nei suoi pensieri, talmente perso che si era dimenticato di chiudere la porta. Chissà se se domandava se Harry aveva letto il biglietto... Harry rimase fermo a contemplare Blaise, che stava rammentando il primo incontro con Harry.

< Aveva a malapena undici anni quando per la prima volta vide Harry Potter. Ormai si era reso conto che non provava attrazione verso le femmine. Era stato promesso a Daphne Greengrass alla tenera età di otto anni, ma quando la sua futura promessa sposa veniva a trovarlo, lui le parlava come avrebbe parlato ad un amico. Ascoltava i suoi problemi, i suoi dubbi e dispiaceri e ormai era più un fratello che un futuro marito. Una volta varcato il portone, si rese conto che l'amore della sua vita ce l'aveva davanti agli occhi. Fu un colpo di fulmine. Non sapeva il suo nome, ma sperava davvero che sarebbero finiti nella stessa Casa di appartenenza e più la lista scorreva, più la tensione per Blaise cresceva. Harry fu uno degli ultimi ad andare al Cappello Parlante e quando il vecchio Cappello chiamò il suo nome, 'Harry Potter!', il suo cuore andò totalmente in frantumi. Era sbagliato. Non potevano stare insieme.

La sua prima notte ad Hogwarts veniva dunque trascorsa a piangere. Inoltre, lui sicuramente non era omosessuale, anzi, era probabilmente più che etero. D'altronde, il Prescelto doveva pur avere degli eredi, in futuro, no? Ricordò ciò che sua madre gli disse anni prima... ricordò quando lei gli disse che il celebre Harry Potter era andato a vivere in mezzo ai Babbani e che probabilmente non sarebbe mai tornato in mezzo a loro. La madre di Blaise, in fondo, era contenta di quello che il piccolo Harry era riuscito a fare. Ora poteva dedicarsi alle proprie attività senza paura che il Signore Oscuro lo uccidesse in nessun tipo di maniera. Era libera. Ma Blaise in fondo già sapeva che non poteva essere finita qui con il Signore Oscuro. Dunque, si fece forza per distogliere lo sguardo dal bellissimo Harry, che conversava con un ragazzino con i capelli rossi e una valanga di lentiggini, che Draco al suo fianco identificò come Ron Weasley ed iniziò a discorrere con Draco e Theodore, gli unici due che conoscesse della Casa di Serpeverde. >


Uno spiffero d'aria fredda lo colpì improvvisamete, facendogli aprire gli occhi. Blaise vide la porta aperta e pensò ad uno scherzo di qualcuno, probabilmente Nott e Pansy, che avevano deciso di dormire in camera di lei per non fare rumore. Era il giorno del loro anniversario e Blaise sapeva bene cosa significava. Aveva già visto troppi anniversari e cercava ancora di rimuoverli dalla propria memoria. Draco era stato letteralmente sfrattato dalla propria camera da un Blaise nervosissimo mentre Goyle era appena uscito a fare chissà cosa. Poi c'era Flitt... Be', Flitt non era nuovo a sparizioni dal dormitorio improvvise. Avrebbe dormito con la sua donna, quella di turno, per due o tre settimane e poi l'avrebbe mollata con la facilità con cui ci si cambiano le mutande. Blaise si alzò dal letto per richiudere la porta, toccò la fredda maniglia d'argento e spinse per chiuderla ma non appena fece cenno di tornarsene al suo letto, qualcosa lo trattenne per la manica. 

Da sotto il Mantello emerse Harry. Il moro Grifondoro sorrise timidamente al Serpeverde che rimase di stucco per qualche istante mentre registrava solamente dopo qualche istante di blocco mentale la caduta di un mantello argenteo dalle spalle dell'uomo di cui era innamorato. Blaise non riusciva a parlare, sentiva la bocca secca e dolorante, come se stesse morendo di sete e sapeva che se fosse rimasto impalato ancora molto, Harry sarebbe fuggito di nuovo. Capì che non poteva parlare, doveva solamente agire e fare quello che voleva fare dalla prima volta che l'aveva visto. Avvicinò le labbra a quelle del Prescelto e lo baciò.

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Capitolo 9
*** Clothes ***


Nel dormitorio di Grifondoro, nel frattempo, Draco ed Hermione si stavano risvegliando. La riccia sembrava un po' intontita, forse la posa scomoda che aveva assunto durante la notte senza accorgersi che involontariamente stava facendo spazio al suo fidanzato nel letto, l'aveva un po' stordita. Aprì gli occhi mentre si accorgeva che qualcosa decisamente non andava, tastando dietro di sé - dormiva sul fianco destro - e trovando subito un secondo corpo nel proprio letto oltre al proprio. Soffocò un urlo di terrore. Quel corpo lo conosceva molto, molto bene. Rimase immobile a riflettere: in quegli anni non avevano mai voluto dormire assieme perché anche sigillando la porta, non volevano correre il rischio che Ginny, Harry o Ron entrassero sbloccandola, nel timore che le fosse successo qualcosa perciò avevano deciso di evitare. Ora che i loro amici sapevano - anche se non poteva più considerare Ron propriamente un amico - capiva che Draco avesse voluto rischiare. Si rigirò nel letto, svegliando così il biondino che aprì a sua volta gli occhi. Hermione gli accarezzò il volto, mentre Draco tentava di togliersi le coperte di dosso e di stiracchiarsi. Cercando di facilitargli il compito, Hermione scese dal letto.

"Buongiorno..."

"Buongiorno."

"Come stai? Ieri mi sembravi tesa..."

"Sto bene, grazie."

"Che succede?"

"Non succede niente."
rispose lei seccamente.

"Dimmelo."

"Ron ha reagito male. Non mi parla da due giorni e si è convinto che tu mi abbia maledetta."

"Lenticchia è un deficiente."

"Ron è un mio amico."

"Se fosse stato un amico non avrebbe reagito così!"

"Oggi ad Hogsmeade lo cercherò e ci parlerò."

"...oggi ad Hogsmeade?"

"Sì, oggi c'è la gita."

"Sì ma... non vieni con me?"

"Ti raggiungerò dopo che avrò parlato con Ron. Tu non fargli nulla, o me ne risentirò molto."


Draco sbuffò, si alzò e si rivestì. Salutò rapidamente Hermione con un bacio a fior di labbra e resosi invisibile uscì dalla Torre dei Grifondoro. Ron Weasley non l'aveva presa bene eh? Ci avrebbe pensato lui. Hermione non sarebbe mai venuta a saperlo, Ron avrebbe avuto una bella lezione ed avrebbe capito che senza Hermione a parargli le spalle sarebbe stato un bersaglio per tutti quanti nella scuola. Si infilò nel bagno dove sobbolliva la pozione per Goyle. Bastava una piccola modifica e l'unico destinatario delle attenzioni di Gregory Goyle sarebbe stato proprio Ronald Weasley. Sorrise malvagio, era un genio. La pozione divenne di un bellissimo color rosso e Draco si affrettò a far comparire una fialetta dal nulla per andare a versarci all'interno un po' di quella pozione mediante un cucchiaio. Trasfigurò la fialetta in una bottiglietta di plastica e si diresse al suo dormitorio. Entrò, notando Harry Potter dormire abbracciato a Blaise Zabini e tentò di non scoppiare a ridere per la posizione in quei due si erano addormentati. Appoggiò la bottiglietta sul comodino di Goyle, stando attento a non svegliare i due piccioncini e lasciò un biglietto.

"Questa è una bevanda buonissima, me l'ha mandata mio padre dall'America. Te ne ho lasciata un po'."

Uscì dal dormitorio sogghignando.

 
***

Il Prescelto si risvegliò con il suono inconfondibile di una porta che si apriva e si trovò tra le braccia di Blaise. Durante la notte aveva tentato di dirgli che doveva tornare nel suo dormitorio, ma Blaise da quell'orecchio non ci aveva proprio voluto sentire e in pochi secondi aveva esposto le sue ragioni per le quali Harry poteva e doveva rimanere lì. Ma Harry, più che la paura di essere scoperto in un altro letto che non fosse quello a baldacchino nel dormitorio di Grifondoro, aveva provato l'impellente terrore di ricominciare a fare degli incubi e anche piuttosto pesanti. Blaise non era un Mangiamorte e nemmeno mai lo sarebbe stato, ma Harry temeva che anche solo la sua stessa presenza nel dormitorio di Serpeverde potesse risvegliare i suoi incubi peggiori... La morte di quel poveretto a Little Hangleton, la morte dei suoi genitori quell'orribile notte, tutti sogni che a volte faceva ancora. Sempre più sporadicamente, certo, ma accadeva e non si sentiva mai troppo sicuro. Ma una volta che Harry si fu risvegliato decentemente, Blaise nel sonno strinse forte il corpo candido di Harry. Non era accaduto niente di sconvolgente, nessuno dei due si sentiva pronto per questo ma sia Harry che Blaise avevano dormito in intimo.
 
Quando Harry sentì il tocco di Blaise sul suo corpo, immediatamente riprese coscienza dell'accaduto della sera prima. Ginny che lo consolava e la sua rivelazione, il biglietto di Blaise... ed alla fine la sua fuga nel dormitorio di Serpeverde. Blaise, subito dopo Harry si svegliò, ma rimase fermo tenendolo abbracciato ad occhi chiusi. Harry posò un bacio delicato sulla spalla di Zabini, che decise di aprire gli occhi e lo guardò, sorpreso. Harry era una continua scoperta. Blaise non immaginava che potesse essere un ragazzo così dolce. Sorrise ad Harry, che arrossì violentemente. Blaise circondò meglio Harry con le lunghe braccia scure e sentì le guance di Harry andare a fuoco mentre gli scoccava un bacio tra quei capelli costantemente arruffati ed indomabili. 
 
Blaise sorrise mentre Harry strofinava il naso nell'incavo della sua spalla. Era Domenica mattina, non era necessario alzarsi dal letto, ed i suoi compagni Serpeverde non sarebbero di certo tornati in dormitorio. L'unica ragione per cui sarebbero dovuti alzarsi, era la gita ad Hogsmeade di quel giorno. Blaise si congedò un attimo da Harry, alzandosi e andando verso la porta dell'armadio. Lentamente fece schioccare una grossa serratura ed aprì l'anta. Harry lo guardò, interrogativo. Blaise, ovviamente sapeva che Harry non poteva sapere di quello strano rituale che di solito compivano lui e Draco. Perciò, decise di fare il teatrale e sorrise, per poi alzare una mano, aprendo bene le dita. 
 
"5..." abbassò un dito.
 
"4..." ne abbassò un altro, contando lentamente.
 
"3... 2..." abbassò altre due dita.
 
"1..." chiuse la mano.
 
Esattamente tre secondi dopo i bauli di Theodore Nott, Marcus Flitt e Draco Malfoy si spalancarono e da ciascun baule volarono fuori dei vestiti, entrando nell'armadio e sparendo nel nulla. Blaise sorrise ad Harry, che era basito. 
 
"Ormai, dopo otto anni di lunga convivenza, abbiamo iniziato a svegliarci all'ora puntata dalla sveglia di Draco. Suppongo che tu venga svegliato a quest'ora da Hermione Granger... Si svegliano pure insieme, mi ha detto Draco. Be', ormai anche la Domenica, senza sveglia impostata, abbiamo la tendenza ad alzarci a quest'orario. I Babbani lo chiamano orologio biologico. I miei compagni, tranne Draco ovviamente, hanno iniziato a dormire spesso e volentieri fuori dal dormitorio. Theodore dorme da Pansy, ma solo la Domenica, perché le compagne di Pansy escono alle feste e non tornano più nel dormitorio fino al lunedì pomeriggio. Flitt esce con le ragazze, dormendoci assieme una settimana o due e poi le scarica, quindi l'abbiamo nel dormitorio si e no una volta al mese e Draco questa notte ha dormito da Hermione. Quindi, io e Draco anni fa abbiamo progettato questo Armadio Svanitore usando l'armadio di Zia Swanhilde. L'altro si trova accanto al dormitorio dei Tassorosso. I vestiti escono da qui e rispuntano nel corridoio, arrivando ai loro proprietari che li appellano dalle stanze in cui hanno dormito. Se io oggi non avessi aperto l'armadio sarebbero sicuramente dovuti girare con le vesti da mago di ieri... Cosa che avrebbe sicuramente dato sospetti."
 
Harry spalancò la bocca, ammirato da quanto ingegno ci fosse nei Serpeverde. Forse inconsciamente aveva sempre immaginato che tutte le Serpi fossero come Goyle e Tiger, escludendo Malfoy, ma l'ingegno che dimostravano Blaise, Nott e Flitt anche solo per una banalità come il fuggire dalla Casa per andare a saltare nei letti altrui, era qualcosa di stupefacente. Harry ricordò che aveva solo la veste da mago con sé e quindi si affrettò a richiamare dei Jeans e una maglietta dal suo dormitorio. 
 
"Accio vestiti!" esclamò Harry.
 
Ma i vestiti non arrivarono. Ben chiusi nel dormitorio, né Ron, né Seamus, né tantomeno Dean e Neville avevano aperto la finestra per concedere ad Harry i suoi vestiti. Harry volle sperare che l'avessero fatto solo poiché lo credevano uscito presto dal dormitorio e dunque già vestito, ma si rendeva conto che nessuno immaginava che ad Harry fosse saltato in mente di andare in un altro Dormitorio e nessuno dei quattro era abbastanza sveglio da immaginare una cosa simile. Harry sospirò.
 
"Blaise... Avrei un problema." dichiarò Harry, ancora a torso nudo.
 
Blaise si stava vestendo e aveva notato il problemino di Harry. Estrasse dal suo baule una maglietta che gli andava stretta, che poteva dunque star comoda ad Harry, ed un paio di Jeans propri, che gli andavano cortini di caviglie. Harry li infilò, stava comodissimo. Si sentì come quelle ragazzine Babbane che mettevano i vestiti del fidanzato per amore. Represse quel pensiero rabbrividendo, ma pensò che in fondo anche lui era disposto ad essere un ragazzino innamorato, alle prese con il suo primo vero Amore mentre si adoperava per capire cosa fare. La maggior parte dei Serpeverde erano Mangiamorte, e lo odiavano per aver sconfitto il loro Signore. Erano ovviamente omofobi, essendo cresciuti con quell'idea, e di conseguenza farsi vedere assieme era un suicidio. Si accordarono svelti per uscire insieme ad Hogsmeade. Harry l'avrebbe seguito sotto il Mantello, poiché Blaise non ci sarebbe mai stato a causa della muscolatura. Uscirono dal castello ed una volta arrivati fuori portata dello sguardo degli altri studenti, Harry uscì da sotto il Mantello. Arrivati ad Hogsmeade decisero di comune accordo di entrare alla Testa di Porco, meno affollata dei Tre Manici di Scopa, e immediatamente ordinarono Burrobirra e Whisky Incendiario sedendosi in un tavolo in un angolo.
 
"Harry... Cosa facciamo?"
 
"Io... Non è per altro, ma penso che dovremmo uscire allo scoperto solo alla fine delle scuole... Come Draco ed Hermione."

"Hai ragione, Harry. Le nostre sono relazioni che non verrebbero ben viste nella Casa di Serpeverde, e nemmeno dal resto della scuola, probabilmente."
 
"Rischieremmo davvero di venir emarginati ancora di più. Abbiamo la possibilità di cavarcela da soli, e quindi lo faremo. Natale è già passato, rimangono pochi mesi di scuola e potremmo stare bene davvero."


Blaise annuì mentre Harry andava a prendere il vassoio con le bevande. Rimasero in silenzio a bere le loro bibite mentre non notavano che fuori Hermione Granger girovagava per Hogsmeade alla ricerca di Ron Weasley.

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Capitolo 10
*** Love Filter ***


Nel frattempo, Ron al Castello era appena uscito dalla stanza di Hannah Abbott di Tassorosso, dopo una notte assolutamente da dimenticare. Era diventato un Latin Lover per scordarsi di Hermione che non aveva mai dato segni di ricambiare il suo amore, ma non se la sentiva di prendersi la preziosa verginità di una ragazza, neanche un po'. Lei era prontissima a farlo, ma sicuramente dopo avrebbe preteso amore, coccole, e chissà cos'altro! E Ronald non se la sentiva proprio di prendersi certi impegni, o almeno non con lei. Risalì le scale, deciso ad andare nella Sala Grande ad abbuffarsi, quando con tracotanza si avviò verso di lui Gregory Goyle. Ron si preparò a schivarlo abilmente, ma Goyle lo afferrò per un braccio non appena il rosso gli fu a tiro. 
 
"Ronald, devo dirti una cosa!"
 
Ron sbiancò. Goyle che lo chiamava Ronald? Doveva essere stato Confuso... Se quello era uno scherzo, non era affatto divertente! 
 
"Ehm... Dimmi pure..."
 
"Ti amo, RonRon! Sei la mia luce, la mia vita, la mia esistenza!"

 
E quello, al povero Ron fu fatale. Poco distante dal rischiare l'infarto, sorrise debolmente con l'aria di uno preso a bastonate dritte sul cranio. Durante l'Estate era maturato moltissimo in certe cose e si riprese in fretta e mantenendo il sangue freddo, toccò un braccio di Goyle facendolo avvampare, e lo scostò, deciso ad andare da Madama Chips, per recuperare qualcosa. Riconosceva i sintomi del Filtro d'Amore, lui stesso al sesto anno ne aveva ingerito uno, che era originariamente destinato ad Harry, e ricordava la sensazione di stordimento che aveva sentito una volta finito l'effetto. Si incamminò verso l'Infermeria, mentre Goyle lo seguiva, estasiato, facendo complimenti smisurati.
 
"Sai Ron che hai una bella pelle?"
 
"Ah sì? Be', grazie..."
 
"Sai Ron che sei proprio bello?"
 
"Mh. Grazie Goyle."
 
"Ron... Mi vuoi sposare?"
 
"Ehm... No, Goyle. Ma grazie lo stesso."

 
Un debole sospiro e Goyle continuò a seguire Ron, mentre rimuginava probabilmente su come farlo innamorare di lui. Intanto Ron era giunto all'Infermeria e bussò deciso alla porta. Madama Chips aprì la porta ed ebbe a malapena il tempo di stupirsi per quella strana accoppiata che Goyle aprì bocca, rendendo subito noto il problema mentre un imbarazzatissimo Ron la occhieggiava terrorizzato.
 
"Madama Chips... Non trova che Ron sia particolarmente bello?"

Ron fece per voltarsi e chiedergli di smetterla, ma Goyle reagì in una maniera imprevista. Abbracciò Ron sollevandolo da terra e stringendolo troppo violentemente con il risultato che Ron divenne viola mentre soffocava e biascicava.

"STUPEFICIUM!" - gridò Madama Chips
 
Goyle crollò a terra Schiantato mentre Ron rimaneva a terra tenendosi le costole doloranti. Immediatamente l'Infermiera sollevò Ron dal pavimento e giratasi di spalle prese subito una fiala che conteneva un liquido verde, somministrandola a Goyle mentre gli apriva la bocca a forza con la mano libera. In pochi secondi, con un Levicorpus, la Chips lo sistemò sul lettino mentre Ron sembrava respirare sempre più a fatica. Subito la donna lo fece sdraiare su un lettino libero e si affrettò ad esaminare le condizioni del più piccolo dei fratelli Weasley. 

"Weasley, dovrai rimanere in Infermeria per la notte. Goyle ti ha incrinato due costole ma una di esse si è piegata in maniera innaturale... dovremo tenere sott'occhio come si raddrizza."

Ron sospirò, ma nella sua mente già albergavano sentimenti poco carini nei confronti di Draco Malfoy ed Hermione. Di sicuro c'entrava quel biondo maledetto ed Hermione non aveva fatto nulla per fermarlo. Ron capiva che potesse essersela presa per come si era comportato, ma addirittura lasciare che Malfoy gli tirasse uno scherzo simile... no. Hermione non aveva giustificazioni. Si mise a letto, guardando il soffitto e riflettendo su cosa avrebbe dovuto fare ora. Andare dalla Professoressa McGranitt da gran codardo e spifferare che Draco Malfoy aveva creato un Filtro d'Amore con la complicità di Hermione? Trovare un modo per vendicarsi da solo? Non arrivò mai a concludere questi pensieri però.

"CHI CAZZO È STATO?" si udì improvvisamente.

Il vocione di Gregory Goyle fece letteralmente tremare le tendine del letto di Ron. Goyle si era già risvegliato e ricordava cosa gli era appena successo, sapeva bene di essersi comportato da imbecille sotto l'effetto di qualcosa. La proverbiale ottusità di Goyle però gli rese possibile elaborare solamente una spiegazione logica: Ron Weasley era innamorato di lui e l'aveva incantato con un Filtro per assicurarsi il suo amore. A rapide falcate raggiunse la tendina oltre la quale aveva visto spuntare i capelli rossi di Ron, l'aveva strappata ed aveva afferrato Ronald per il collo. Ron cercò di chiedere aiuto, pensando che Goyle volesse violentarlo sotto l'effetto del Filtro ma ben presto dovette ricredersi. 

Goyle lo afferrò più stretto, provando a strangolarlo con le enormi mani che si ritrovava. Iniziò a prenderlo poi a pugni in viso mentre lo teneva stretto e Ron non riusciva a ribellarsi a sufficienza, colpendolo alla cieca e cercando di scansarsi dal bestione che si ritrovava addosso. Goyle stesso colpiva alla cieca, alle volte prendendolo negli occhi ormai pesti ed a volte conficcando le nocche nella bocca di Ron spezzandogli denti e facendogliene saltare via altri.

"Come... hai... osato... incantarmi... brutto... bastardo..." ansimava Goyle tra un colpo e l'altro, con Ron che non riusciva a spiegargli che non c'entrava niente con tutto questo.

Incredibilmente Ron resisteva ancora ai colpi di Goyle, laddove molti altri compagni del Grifondoro erano periti molto prima e si erano lasciati trasportare via dallo svenimento che li aveva colpiti improvvisamente. Forse tutti gli anni di Quidditch avevano influito sulla sua resistenza - che però Goyle trovava piuttosto irritante e più Ron resisteva e non cedeva, più Goyle colpiva duramente ed ora assieme ai denti rotti ed agli occhi pesti si era aggiunto il naso sanguinante ed un braccio torto fino allo spezzamento dell'osso. Ron tossì sangue e Goyle lo colpì con un ultimo destro in piena mascella. Gli occhi del rosso si chiusero. Goyle si alzò ed uscì dall'Infermeria.
***

Hermione Granger aveva ispezionato Hogsmeade per quasi un'ora, alla ricerca del suo ormai ex migliore amico Ron. Aveva lasciato Draco al castello, quella mattina, con la consapevolezza che sarebbe andato al Dormitorio a risistemarsi - Hermione non sapeva dello strategemma dell'armadio, Draco aveva appellato i vestiti puliti nel bagno - e si era diretta verso il villaggio Magico poco distante dalla scuola dove aveva visto anche Harry e Blaise seduti alla Testa di Porco mentre parlavano davanti a delle bibite. La sua gioia nel vedere che quei due erano insieme era stata breve, però. Voleva parlare con Ron e cercare di far pace. Dopo otto anni di continue liti con il Rosso, aveva deciso di abbassare l'orgoglio soprattutto perché temeva che quella sarebbe stata la volta buona che Draco non avrebbe fatto passare liscio quel trattamento a Ronald. Le era sembrato strano che Ron non fosse ai Tre Manici di Scopa o da Zonko, ma aveva continuato a cercarlo disperatamente, finché Draco non l'aveva raggiunta ad Hogsmeade ed aveva deciso di rimanere con lui. La giornata era anche passata rapidissima fino al momento di tornare al Castello ma mentre era quasi al portone, vide Ginny Weasley correrle incontro trafelatissima.

"Hermione, svelta!"


"Che succede?" chiese la riccia spaventata.

"Ron è in Infermeria... è stato aggredito... non sanno tra quanto si sveglierà..."

Sibley's Corner:

Questa storia, come vedete, è stata pubblicata nel 2013 per la prima volta.
L'ho messa in pausa dopo poco tempo, non riuscendo a proseguirla per mancanza d'idee.
L'ho riletta recentemente e mi sono accorta che degli spunti c'erano ancora, oltre che a parecchio schifo grammaticale, perciò molti dei capitoli precedenti (per chi la stesse rileggendo ora) sono differenti dalla prima versione.
La storia proseguirà dunque, con dei nuovi capitoli che usciranno settimanalmente.

Bacioni!

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Capitolo 11
*** Sorry ***


Hermione, seguita da Draco e Ginny, si precipitò immediatamente in Infermeria laddove giaceva un pallidissimo Ron Weasley con gli occhi chiusi e con l'aria sofferente che aveva da ormai ore. La riccia si sedette su una sedia accanto al letto di Ron e gli afferrò la mano mentre Draco rimaneva semplicemente zitto seppur geloso di quel contatto. Drao aveva imparato ormai da tempo che essere gelosi della presenza di Ron ed Harry gli costava settimane di broncio di Hermione. Lei teneva troppo a quei due e lui aveva dovuto sopportare fino ad accettare la loro esistenza nella vita della sua Hermione. A Draco non sfuggì la lacrima che rigò il viso della sua fidanzata e si avvicinò a lei per afferrarle la mano. Ginny sorrise mestamente. Ron inspirò bruscamente e spalancò gli occhi.
***

Nei minuti che seguirono, nessuno comprese bene cosa fosse successo. Ron sembrava incapace di parlare, boccheggiando solamente e riuscendo a rantolare cose sconnesse che non riuscivano comunque a chiarire chi fosse il suo aggressore. Hermione e Draco continuavano ad osservare il Rosso preoccupatissimi mentre Ginny non sembrava assolutamente sorpresa dal comportamento del fratello.

"Perché, prima diceva qualcosa di più comprensibile?" commentò.

Infine, Ron alzò un dito e lo puntò verso Hermione e Draco. Tutti trattennero il fiato per qualche istante. 

"...è solo... solo colpa vostra..."

"Cosa, Ron?"
chiese Hermione apprensiva

"Goyle... innamorato... Goyle... guarito e... e arrabbiato..."

"Goyle innamorato?"
chiese ancora Hermione interrogativa

"Goyle... filtro d'amore... mi ha... picchiato..."

"Goyle ha ingerito un filtro d'amore e ti ha picchiato?"

"Goyle... innamorato... di me..."

"Goyle si è innamorato di te e poi ti ha picchiato?"

"Goyle innamorato di me... Goyle guarito... poi picchiato..."


Draco, Hermione e Ginny compresero immediatamente. Goyle aveva ingerito un filtro d'amore, si era innamorato di Ron ed alla fine lo aveva picchiato dopo che l'effetto era svanito. Ron rantolò ancora un po' e poi tacque improvvisamente, chiudendo gli occhi. Madama Chips ricomparve, dopo aver sentito il biascicare del rosso e puntò la bacchetta verso di esso, mormorando un "Innerva" a malapena pronunciato. Ron riaprì gli occhi di scatto, sembrando finalmente cosciente.

"MALEDETTO! TUTTO QUESTO SUCCEDE SOLO A CAUSA TUA!"

Ron iniziò a sbraitare nei confronti di Draco che scattò all'indietro per la sorpresa mentre Ron continuava ad urlare e soltanto l'intervento di Madama Chips impedì a Ron di continuare. Questo però non lo fermò del tutto, poiché continuò a parlare con Draco ed Hermione, fregandosene della presenza di una stoica Madama Chips che non sembrava stupita dalla presenza di Draco nella stanza, ma bensì solamente un po' sorpresa. Impossibile dire se avesse visto già i due insieme in una delle loro fughe dai dormitori o se solamente avesse intuito che sarebbe finita così tra i due.

"Goyle è stato incantato! Si era invaghito di me e sono pronto a giurare che è colpa tua Malfoy! Tu ci hai incantati tutti! Io perché non credo alla balla in cui tu ed Hermione vi amate e farò di tutto per far sì che la verità esca e Goyle perché così sapevi che mi avrebbe pestato! E tu Hermione... tu sei la peggiore di tutti! Tu sapevi cosa stava facendo e non hai fatto niente per fermarlo!"

Hermione impallidì mentre i suoi occhi si velavano nuovamente di lacrime e Draco le scattava accanto, protettivo. Ron non poteva sapere che Hermione non c'entrava assolutamente nulla con la pozione che Goyle aveva ingurgitato con l'inganno. Draco invece sembrava un po' preoccupato, forse per la sensazione di non potersi esporre immediatamente e sperò con tutto sé stesso che Hermione riuscisse ad uscirne senza doversi necessariamente far avanti.

"Io non so di cosa parli..." disse con voce flebile a malapena udibile.

"Come no, Miss So-Tutto-Io che non sa di cosa sto parlando! Tu ce l'hai con me perché non ho accettato questa storia e hai lasciato che me la facessero pagare i tuoi nuovi amichetti Serpeverde. Pare logico, non trovi?"

"Io non c'entro niente! Te lo giuro!"

"Certo, certo. Sei solo una bugiarda..."


"Hermione non c'entra. La pozione è solo opera mia." intervenne Draco.

Hermione tacque improvvisamente. Lei realmente non sapeva cosa Draco avesse combinato ma davanti all'ammissione del fidanzato si voltò sbalordita e comprese immediatamente che non stava mentendo. Draco si avvicinò al letto di Ron e con il braccio spinse un po' all'indietro Hermione, decidendo di confessare la sua colpa prima che Hermione si ferisse ulteriormente. 

"Ho creato io il Filtro. Volevo punire Goyle per tutto ciò che sta dicendo sulla mia Hermione... ho saputo del vostro litigio e ho deciso di agire. Nessuno deve permettersi di trattare così la mia fidanzata. Lei per te c'è sempre stata, anche quando ti comportavi come un completo cretino, quando hai deciso che Lavanda Brown era più importante della tua amica o quando hai lasciato lei e Potter soli in mezzo ad una foresta!"

Seguì un attimo di silenzio, rotto solo da un ennesimo singhiozzo di Hermione.

"Lei si è sempre battuta per te e per i tuoi interessi, tu non hai mai fatto niente per capirla... non puoi lamentarti se nel corso degli anni ha cercato una parola di conforto tra le mie braccia e non puoi lamentarti se non ti ha mai preso in considerazione. Troppe volte ho temuto che lei potesse stancarsi di me per stare assieme a te, ma dopo questo... dopo questo so che tu non meriti una donna simile."

Draco si ritirò dal letto del rosso, girando sui tacchi ed andandosene mentre Hermione rimaneva di sale davanti a quella dichiarazione. Ron era rimasto a bocca aperta davanti a quell'ammissione inaspettata. Draco Malfoy era conosciuto per la propria innata codardia, quello era certo, ma solo Hermione sapeva quanto cuore avesse in realtà. Ovviamente Ron non poteva conoscere questo lato del Serpeverde ed era rimasto immobile ad aspettare che fosse Hermione a dire qualcosa, ma fu Ginny a prendere la parola.

"Draco ha ragione." disse sorprendendo tutti.

"Draco ha ragione..." - ripeté - "Hermione c'è sempre stata per te, per me, per Harry... per tutti noi. Hermione non si è mai tirata indietro, nemmeno quando la maltrattavi perché pensavi che Grattastinchi avesse mangiato Crosta e sapevi che lei non ne aveva colpa, che non poteva tenere quel gatto sempre chiuso in dormitorio. Lei ti ha riaccolto nella tenda, sotto gli incantesimi di protezione che lei erigeva, nonostante quello che hai detto... nonostante tu l'abbia accusata di avere scelto Harry."

"Ho capito, ce l'avete tutti con me."

"Noi non ce l'abbiamo con te."
disse Hermione con voce rotta.

"Io non ce l'ho con te, ma mi hai accusata ancora una volta... ed io sono stanca di sentirmi prendere a parole per cose in cui non c'entro."

Hermione proruppe nell'ennesimo pianto disperato e scappò dall'Infermeria, seguita da Ginny che guardò disgustata Ron ed uscì a rincorrere la riccia. Fuori dall'Infermeria, Draco attendeva solo che Hermione uscisse, aveva voluto che la riccia e il rosso chiarissero ma aveva sentito solo un altro giro di accuse verso Weasley, poi aveva visto Hermione uscire dalla stanza di corsa, seguita subito dalla Weasley femmina. Immediatamente corse dietro alle due, lasciando la propria postazione affianco alla porta. 

"Hermione! Weasley femmina!" gridò nel bel mezzo del corridoio, noncurante di chi sarebbe potuto passare di lì.

Le due si fermarono, voltandosi indietro. Hermione vide dapprima Ginny, poi Draco. I due stavano correndo verso di lei che ancora sconvolta e piangente attendeva di averli al suo fianco. Era stranamente fragile, debole come non mai. Non riusciva a capire come fosse possibile sentirsi così, non era stata in quelle condizioni nemmeno quando durante la Guerra Magica aveva visto morire molti dei suoi amici. Le sembrava peggio perdere un amico prezioso in quella maniera, le sembrava orribile sentirsi prendere a parole in quel modo senza alcuna prova tangibile che fosse stata lei. Le sembrava assurdo vedere Draco esporsi così per difenderla. Inconsciamente aveva creduto che Draco non fosse disposto a tanto per lei, anche se sapeva che era un pensiero sciocco, dopo tutto quello che lui aveva fatto durante la Guerra pur di vederla.

"Sto bene." disse rispondendo ad una domanda inespressa.

"Non stai bene, Hermione... io ti conosco più di chiunque altro. Senza offesa, Weasley."

"No, va bene così." rispose Ginny.

"Piccola, tu stai chiaramente male... hai sopportato troppo finora, hai passato troppi brutti momenti ed io ho potuto consolarti solo in parte e non come avrei voluto. Adesso puoi lasciarti andare... ci siamo io e... io e Ginny." disse sforzandosi di pronunciare il nome di Ginny per amore di Hermione.

"Io e Ginny siamo qui... siamo qui per te. Lei è la tua migliore amica, io sono il tuo fidanzato. Stiamo diventando un gruppetto piuttosto unito ormai, nessuno di noi ha intenzione di vederti soffrire. Tu hai reso possibile l'amore tra Blaise e Potter, con la tua confessione. Mi hai reso una persona migliore! Ti immagini come sarebbe stato il mio futuro senza di te? Sarei diventato un Mangiamorte a tutti gli effetti, sarei diventato un assassino, niente più che una bestia! Sarei diventato come Bellatrix Lestrange, un individuo pieno d'odio... ma tu mi hai salvato. Tu hai salvato Potter e Weasley con tutte le tue intuizioni, hai salvato Ginny intuendo che nella Camera c'era un Basilisco..."

"Tu ci hai salvati."
annuì Ginny.

"Io non ho salvato nessuno, ho solo fatto il mio dovere. Ho fatto solamente le cose che dovevo fare, non vi ho salvati... in un modo o nell'altro sarebbe sempre stato uguale, io non ho fatto alcuna differenza!"

"Questo non è vero, lo sai benissimo. Sei ingiusta con te stessa... se tu non avessi scritto quell'appunto, io... io... io sarei ancora là dentro..."
aggiunse Ginny.

Ginny allungò il braccio attorno alle spalle di Hermione, abbracciandola con fare materno proprio come aveva fatto solo poco tempo prima con Harry. Hermione si calmò un poco mentre Draco osservava la scena sentendosi quasi un intruso. Lui non c'era stato in tutti quegli anni di risate, non c'era stato nei momenti peggiori di Hermione e non c'era stato a causa di Voldemort, a causa dei Weasley che non avrebbero capito, Potter che si sarebbe messo in mezzo. Hermione aveva sempre dovuto dividersi ed ora a causa di Ron aveva dovuto fare una scelta. Draco stesso era rimasto sorpreso dalla reazione di Ginny Weasley e di Harry Potter che avevano accettato la vicenda troppo facilmente.

"Hermione... stanotte dormi nel mio dormitorio. Non voglio rischiare che tu debba incrociare qualche amichetto del Rosso..."

"Ronald non ha amici all'infuori di me, Harry e Ginny. Nessuno riesce a stare a contatto con lui per troppo tempo... soltanto Lavanda Brown riesce e non so bene come faccia... oh, è così stupido!"

"Ma questa non è una novità..."
rise Ginny.

Hermione rise sommessamente, allontanandosi ma corrucciandosi immediatamente. Chiaramente qualcos'altro la turbava, poiché quando Draco fece per abbracciarla, lei si sottrasse a quel contatto.

"Sono molto contrariata. Hai fatto in modo che Ron venisse aggredito da Goyle per dargli una lezione... e ci sono andata di mezzo io."

"Io non avrei potuto immaginare che lo avrebbe aggredito. L'idea era solamente di far innamorare Goyle di Ron, non volevo che Goyle reagisse così. Mi ero convinto che fosse cambiato, che non fosse più il bruto bestione senza cervello pronto a menare le mani sul primo che passa... mi aspettavo che capisse che non è stato Ron a dargli la pozione... ma non è stato così, e me ne dispiaccio."

"Chiedi scusa a Ronald."
disse laconica Hermione.

"Ma non..."

"Chiedi scusa a Ronald. Per ora non ho intenzione di parlare con te. Chiedi scusa a Ronald."

"D'accordo..."
***

La notte era passata tranquilla, Hermione aveva lasciato dormire Ginny nella propria stanza mentre quel mattino Draco si era avviato di buon ora verso l'Infermeria, dove giaceva ancora Ron Weasley in pessime condizioni ma già in via di ripresa grazie alle portentose cure di Madama Chips. Il biondo Serpeverde era arrivato all'Infermeria laddove Ron stava animatamente discutendo con Madama Chips.

"Io la lascio anche uscire, Weasley, ma alla prima avvisaglia di dolore dovrai tornare qui. Inoltre, ti lascerò uscire soltanto quando arriverà qualcuno disposto a prendersi carico della tua custodia fino al tuo Dormitorio."

Più o meno provvidenzialmente, Draco entrò nell'Infermeria e si accostò a Ron che lo fissò carico d'odio. Madama Chips alzò un sopracciglio.

"Signor Malfoy?"

"Sono venuto a prendere Ronald Weasley."

"Io non verrò al dormitorio con te! Mi farai pestare nuovamente!"
gridò Ron.

"Io non ti ho fatto picchiare da nessuno, Ronald. Non essere sciocco... sei evidentemente confuso dai colpi ricevuti, posso capire. Verrai con me, dunque."

"Bene! Allora è risolto. Signor Weasley, le impongo di andare con il signor Malfoy. La riporterà al Dormitorio di Grifondoro."


E così Ron non ebbe altra scelta che andare con Draco verso il dormitorio di Grifondoro. Durante tutto il tragitto nessuno dei due parlò, almeno fin quando non arrivarono al dormitorio laddove Draco lasciò andare Ron verso il quadro della Signora Grassa.

"Weasley."

"Malfoy."

"Ti chiedo scusa per... per quello scherzo."


Ron lo guardò con disprezzo mentre si voltava, andandosene con noncuranza. In quel preciso istante, Hermione uscì dal ritratto. Ron non le fece notare che Draco se n'era appena andato da quel posto e lei gli sorrise, cercando di dissimulare il disagio.

"Ehm... Hermione, ti andrebbe di parlare?"

"Certo... ma stavo andando in biblioteca... se ti va puoi venire con me." propose timidamente.

"Vedi, Hermione..." iniziò Ron andando verso la biblioteca.

"Ci sono rimasto male, ma penso si sia capito perfettamente. Io provo da sempre qualcosa per te, non ho mai smesso e l'idea che tu sia di qualcun altro già mi fa male. Immaginare poi che sia Draco Malfoy il tuo ragazzo, mi fa stare solo peggio. Harry e Ginny hanno capito la situazione troppo semplicemente e questo mi fa sentire inadeguato. Non so se sono io il problema o se siete tutti voi... ma il problema dovrei essere io, a questo punto... forse ho sragionato ieri, in Infermeria."

"Hai decisamente sragionato. Non sembravi nemmeno te stesso..."


I due si avviarono dentro la biblioteca, provando a reinstaurare il rapporto di prima con discorsi banali.

Ma ovviamente, non poteva ancora andare tutto troppo bene...

Sibley's Corner
Questo è il primo dei nuovi capitoli della storia!
Spero che tutte coloro che hanno letto i primi capitoli anni fa abbiano ancora voglia di leggere questo proseguio e tutte le modifiche apportate nelle ultime settimane ^^
Come sempre, vi invito a recensire in molti e spero vi piaccia!
Baci, Sib.

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Capitolo 12
*** Gossip ***


Davanti alla Biblioteca, dietro l'angolo che separa il corridoio prima del regno di Madama Pince dalla Sala Grande, appostato in precario equilibrio si trovava Gregory Goyle. Rimaneva faticosamente dietro quel pezzo di muro che riusciva a malapena a nascondere le larghe spalle, riuscendo non si sa nemmeno come a far spuntare solamente la testa. Aveva visto Ron Weasley ed Hermione Granger uscire dalla Torre di Grifondoro e aveva seguito i due, in attesa di riavere sotto mano Ronald per potergliele dare di santa ragione una seconda volta. Nella sua testa era stato Ron a somministrargli il Filtro perché perdutamente innamorato di lui ed ora aveva intenzione di fargliela pagare molto cara. Quanto era avvenuto nell'Infermeria era stato solamente un assaggio di ciò che l'avrebbe aspettato di lì a poco, in particolar modo perché sul lettino di Madama Chips non aveva osato proseguire, dal momento che gli era parso di udire dei passi avvicinarsi.

Ma Goyle aveva sentito molto più di quanto potesse lontanamente immaginare. Aveva sentito chiaramente Ron dire ad Hermione qualcosa riguardante la relazione tra lei e Draco Malfoy e per un istante la sua intelligenza era riemersa dal pozzo nero in cui si trovava dalla tenera età di dodici anni ed aveva collegato il Filtro con tutto ciò che aveva sentito. Gregory Goyle aveva picchiato molti studenti nel corso degli anni, molti di essi erano finiti in Infermeria per settimane - inventando incredibili incidenti con pozioni, altri studenti, libri volanti, eccetera - e Goyle sapeva bene che dopo la convalescenza nell'Infermeria scolastica, tutti i malmenati finivano puntualmente con il rinchiudersi nelle loro Sale Comuni, scendendo a malapena per il pranzo. Ron Weasley invece doveva avere un gran fegato nell'uscire tranquillamente senza preoccuparsi di incontrare il suo carnefice, quindi era chiaro che qualcosa c'era sotto - anche se Goyle non poteva sapere che ora Ronald contava molto sull'idea che Draco sarebbe andato a scusarsi con Goyle stesso. Ma adesso per Goyle era tutto chiaro. 

Corse a perdifiato - per quanto la sua mole glielo consentisse - verso la Sala Comune di Serpeverde, laddove era certo di trovare la persona che stava cercando. Si avvicinò all'ingresso dei sotterranei, biascicò la parola d'ordine sfiancato dalla corsa appena fatta e si introdusse nel passaggio verso la Sala Comune. Diede un'occhiata rapida in giro, cercando quella figura famigliare che vedeva ormai da parecchi anni ma che solo in quel momento si sarebbe potuta realmente rendere utile. La individuò seduta su una poltrona, sprofondata letteralmente, con gli occhiali fuchsia calcati sul naso mentre rileggeva una pergamena scritta fitta fitta con una calligrafia microscopica - roba da far invidia ad Hermione Granger - e ogni tanto con la bacchetta cancellava qualche riga, andando ad appoggiarsi sulla sua stessa gamba per aggiungere qualche miglioria. In poche falcate, Goyle la raggiunse.

"Millicent, butta via quella schifezza. Ho io qualcosa di interessante per il prossimo numero del Settimanale delle Streghe."

Il Settimanale delle Streghe aveva offerto un ruolo piuttosto importante nella Cronaca Rosa a Millicent Bulstrode subito dopo la fine della Guerra Magica. Lei ne era uscita pulita, a differenza di suo padre, ma la sua capacità di intrattenere le mogli dei Mangiamorte - tra le quali la direttrice del Settimanale - le avevano garantito una chiamata da parte della sopracitata direttrice che le aveva proposto di scrivere della Cronaca Rosa che riusciva a racimolare ad Hogwarts. Era una sorta di Cronaca Rosa per ragazzine, trattava solamente di Hogwarts ed importava parecchio alla donna che aveva costruito quella testata giornalistica da nulla pochi anni prima. Buona parte del pubblico era prettamente adolescente perciò Millicent aveva in mano una fetta intera dei lettori del Settimanale. Purtroppo però, ad Hogwarts non accadeva chissà cosa e semplicemente la sua rubrica si stava arenando.

"Gregory?..."

"Non sto scherzando. Ho uno scoop che sicuramente manderebbe il tuo articolo in prima pagina."

"Sentiamo allora..."


Goyle riferì minuziosamente quanto aveva sentito e sebbene senza delle prove vere e proprie, Millicent decise di fidarsi e provare a fare quel salto di qualità che occorreva alla sua zona di giornale. Trascrisse tutto ciò che il ragazzo le disse, iniziando già ad infarcire la storia di piccoli ed insignificanti dettagli che riuscivano solamente ad allungare il brodo ma senza dare alcuna reale informazione utile. Ma a Millicent bastava, d'altronde sarebbe bastato il titolo per sconvolgere l'intera fauna femminile di Hogwarts ed in parte era anche certa che parecchi ragazzi avrebbero chiesto in prestito il Settimanale per leggere l'articolo che avrebbe fatto tremare tutto il Castello.

Millicent lavorò sull'articolo tutta la notte, con Goyle chiuso in camera sua - anche a rischio che pensassero male le sue compagne di camera, brutalmente strappate ai loro letti e pressoché costrette ad andare a dormire altrove - scrivendo febbrilmente sulla pergamena che doveva consegnare per il pomeriggio seguente dove sarebbe stata poi accorpata al resto del giornale ed in seguito stampata e distribuita. Stanca morta, ma soddisfatta, alle cinque di quel mattino inviò il proprio gufo alla redazione del giornale, svegliando Goyle - che si destò di soprassalto, con un grugnito - e dormendo quelle poche ore che gli rimanevano prima di dover andare a lezione. Goyle uscì dalla stanza di Millicent scarmigliato e ancor più stanco di quando si era addormentato mentre la guardava scrivere su quel foglio, ma semplicemente estasiato all'idea che di lì a quarantott'ore circa Draco Malfoy ed Hermione Granger si sarebbero trovati a far fronte ad una grossa serie di compagni infuriati per non aver raccontato loro dell'accaduto, agli scherni degli altri studenti e probabilmente a qualche strana convocazione da parte di insegnanti che avrebbero chiesto loro se tutto andava bene.

***

Due mattine dopo Hermione Granger entrò nella Sala Grande per la colazione, seguita da Ginny Weasley ed Harry Potter. Sebbene avesse chiarito con Ron Weasley, non era ancora tornato a far parte totalmente del gruppetto e si era semplicemente ridotto a salutarli e a qualche piccola chiacchiera con i tre. Si erano quasi ricomposti ed Hermione sapeva che Ron sarebbe tornato completamente tra loro, a parlare ogni mattina a colazione e a chiacchierare costantemente con loro. Doveva solamente metabolizzare la cosa ed era certa che il modo migliore per aiutarlo ad accettare la faccenda fosse quello di abituarlo lentamente alla presenza di Draco nella Stanza delle Necessità laddove il biondo Serpeverde, assieme a Blaise Zabini, aveva raggiunto Hermione, Harry, Ron e Ginny che si esercitavano con qualche incantesimo. Lentamente avrebbero abituato anche Theodore e Pansy e li avrebbero convinti ad andare nella Stanza più spesso, in modo che i loro amici riuscissero a coesistere.

Ma non appena si accomodò al suo tavolo, si rese conto di una cosa che non aveva notato prima poiché troppo persa a ripensare alla sera prima nella Stanza delle Necessità. Tre quarti degli studenti stavano fissando lei ed i suoi amici e per qualche istante Hermione si domandò se per caso si fosse dimenticata di togliere il pigiama, ma appurato che non c'era nulla che non andasse nel suo abbigliamento, si limitò a gettare uno sguardo al tavolo di Serpeverde, sperando che Draco ne sapesse qualcosa. Ma Draco Malfoy non c'era. Non era ancora arrivato, chiaramente ed Hermione iniziava ad innervosirsi. Seduta al tavolo continuava a vedere gli studenti che le gettavano occhiate furtive mentre Lavanda Brown teneva qualcosa sulle gambe, nascosto alla vista della Caposcuola. Hermione allungò una mano rapida sotto il tavolo, afferrando qualcosa e pescando un giornale. Lavanda arrossì violentemente mentre Calì Patil sbiancò vistosamente.

 
L'AMORE SEGRETO DI HERMIONE GRANGER E DRACO MALFOY

L'Eroina del Mondo Magico, Hermione Granger, sembra aver taciuto un dettaglio fondamentale sulla sua vita privata al suo stesso migliore amico, Ronald Weasley, che sembra aver scoperto soltanto recentemente della relazione dell'amica con nientemeno che Draco Malfoy. Da attendibili fonti, i due sembrerebbero avere una relazione da qualche tempo ma tenuta nascosta finora. Il rampollo della famiglia Malfoy...


Hermione smise di leggere, aveva il voltastomaco. Cercò con lo sguardo Draco che era arrivato e si era seduto alla tavola dei Serpeverde, notando che anche lui sembrava sconcertato dalle occhiate che venivano riservate loro, fin quando Pansy Parkinson non gli battè su una spalla, porgendogli una copia del Settimanale delle Streghe. La Grifondoro non aveva la minima idea di chi potesse essere andato a raccontare tutto a Millicent Bulstrode - la cui firma era apposta sotto l'articolo - ed Hermione non se la sentiva nemmeno di biasimare la ragazza. Era impossibile che lei avesse saputo qualcosa da Draco e che avesse deciso di riportarlo sul giornale. Pensò alle poche persone che fino a qualche ora prima erano le uniche a conoscenza del segreto di Hermione e Draco ma subito comprese che nessuno di loro sei avrebbe mai azzardato nulla contro lei ed il Serpeverde. Inoltre, Hermione si fidava ciecamente di Harry e Ginny. Sebbene considerasse Ron un po' inaffidabile, contava però sul fatto che non avrebbe mai fatto nulla del genere, soprattutto dopo essersi riappacificati.

Ed improvvisamente ebbe il lampo. Qualcuno l'aveva sentita parlare con Ron. Era stato l'unico momento in cui erano rimasti soli a parlare di quella faccenda e ne avevano per di più parlato in un luogo pubblico. Era palese che se qualcuno l'avesse sentita sarebbe corso dalla Bulstrode a raccontare la storia, in cambio di qualche Galeone da parte del Settimanale delle Streghe per la preziosa informazione. Adesso tutti sapevano, però e le occhiate di stupore iniziali si erano lasciate superare quelle di disgusto. Come ogni volta che un'informazione trapelava su qualche giornale, nessuno più era disposto a stare a sentire la campana del diretto interessato, preferendo credere a tutto ciò che veniva riportato sulla testata ed emarginando quest'ultimo. Hermione tese il Settimanale a Lavanda, che lo afferrò bruscamente tornando a voltarsi verso Calì e spostando anche il piatto di qualche posto più avanti. La Grifondoro sospirò, mentre Ginny ed Harry rimanevano zitti ad osservare la ragazza che sarebbe quasi stata pronta a scoppiare. Il Galeone incantato nella tasca iniziò a scottare. Hermione fece un cenno verso Draco, annuendo. 

"Tutto bene, Hermione?" chiese Harry

"Tutto bene. Dovevano venire a saperlo prima o poi, dopotutto..."

"Ora tu e Mal... cioè, Draco, che cos'avete intenzione di fare?"

"Dopo ci incontreremo alla Stanza delle Necessità. Dite alla Sprite che sono indisposta, ma se ha letto il giornale saprà benissimo che cosa sta succedendo."

"Tu non preoccuparti, ci pensiamo noi."
concluse Ginny

Al tavolo dei Serpeverde invece, Daphne Greengrass stava elargendo delle importantissime informazioni al biondo Serpeverde. Draco sembrava molto più interessato alle chiacchiere della biondina rispetto a quanto fosse mai stato interessato nel corso degli scorsi anni ed era probabilmente perché la sopracitata Daphne era una delle compagne di dormitorio di Millicent Bulstrode e di sicuro stava riferendo chi avesse frequentato Millicent negli scorsi giorni.

"Millicent due notti fa è rimasta chiusa nel dormitorio con Gregory Goyle tutta la notte ed il mattino precedente aveva una relazione sui calderoni nuovi inviati dal Ministero della Magia - hai presente quelli che Percy Weasley ha reso obbligatori per Hogwarts? Ecco, aveva una relazione su come anche quelli potessero essere ancora troppo sottili visti gli incidenti che ha ultimamente Paciock durante le lezioni di Lumacorno..."

"Daphne, taglia corto!"
sbottò Pansy Parkinson, interessata anch'essa alla faccenda.

"Oh, sì, scusatemi... be', aveva quella relazione sul comodino da giorni. Credo che Goyle sia andato a raccontarle tutto, ecco."

"Avrebbe senso, effettivamente. Goyle deve avere sentito qualcosa e l'ha riferito a Millicent."
aggiunse Theodore Nott

"Certo, deve aver capito che all'origine dello scherzetto del Filtro c'ero io..." comprese Draco

Il biondo Serpeverde si alzò dal tavolo, dirigendosi verso l'uscita della Sala Grande, seguito a ruota da Hermione Granger che - notato il gesto di Draco - si affrettò ad andare con lui, incurante del fatto che questo avrebbe confermato tutti i sospetti dei loro compagni di casa.
***

Nei giorni che erano seguiti, Gregory Goyle era diventato un eroe per buona parte della scuola che colpevolizzava Hermione Granger di avere una relazione con un noto ex Mangiamorte e di averla soprattutto tenuta nascosta. Draco ed Hermione invece erano diventati di colpo due emarginati. Ovviamente assieme a loro anche Blaise Zabini, Theodore Nott e Pansy Parkinson avevano subito lo stesso trattamento, così come Harry Potter, Ginny Weasley e incredibilmente anche Ron Weasley, che aveva preso le difese dell'amica dopo un'accesa lite tra Hermione, Calì Patil e Lavanda Brown. Ron era passato per la Sala Comune dopo uno sfiancante allenamento di Quidditch ed aveva sentito le due inveire contro Hermione accusandola di non aver detto loro niente e professandosi di punto in bianco sue migliori amiche e profondamente offese per questa sua mancanza. Ovviamente Hermione si era limitata a ribattere che loro non erano mai state sue amiche e si era improvvisamente messo in mezzo Ron, affermando che Lavanda non l'aveva mai definita in tal maniera ma tutt'altro. Le due se n'erano andate scocciate, ma con un succoso pettegolezzo: Ronald Weasley stava dalla parte di Hermione Granger. 

Ma tra Draco ed Hermione, quello che sembrava passarsela peggio era nientemeno che il Serpeverde. Draco si era ritrovato con un grosso peso sulle spalle di lì a poche ore dopo l'uscita del Settimanale, quando un grosso pennuto non ben definito l'aveva raggiunto sulla Torre di Astronomia, durante la lezione teorica della materia. Il pennuto aveva fatto cadere in grembo al rampollo di Casa Malfoy una grossa busta rossa e fumante che era stata immediatamente identificata come una Strillettera e se Draco ben immaginava, avrebbe giurato che provenisse dai genitori. I due erano riusciti a scampare ad Azkaban anche questa volta, grazie alla testimonianza di Harry Potter che aveva giurato che Narcissa Malfoy gli aveva salvato la vita durante la battaglia finale e che entrambi i Malfoy non avevano partecipato alla lotta che c'era stata ad Hogwarts. Aggiungendo anche la testimonianza di Lucius e Narcissa stessi che avevano giurato e stragiurato che erano stati costretti ad ospitare il Signore Oscuro, erano riusciti a farla franca miracolosamente di nuovo. La voce di Narcissa Malfoy si udì per tutta la Torre, mentre la professoressa Sinistra aveva l'aria piuttosto contrariata.

"COSA TI È SALTATO IN MENTE DI IMPEGNARTI CON HERMIONE GRANGER? COSA PENSI DI FARE? COME SPIEGHEREMO AI GREENGRASS CHE NON ADEMPIERAI AL CONTRATTO MATRIMONIALE STIPULATO ANNI FA? RISOLVI QUESTA FACCENDA, DRACO LUCIUS MALFOY."

La lettera scarlatta si accartocciò e prese immediatamente fuoco. Inutile dire che l'intera lezione passò molto velocemente. La professoressa Sinistra tolse punti a destra e a manca, assegnò punizioni a chiunque osasse parlare della faccenda mentre stranamente non punì Draco per la Strillettera. Era dotata di grande comprensione - difatti era una di quelle professoresse che tendeva a non punire nessuno se non in casi simili a quello riscontrato quella mattina - perciò aveva evitato di incolpare Draco per una lettera inviata dai suoi genitori dal momento che era consapevole che lui non aveva ovviamente potuto far nulla per evitare che arrivasse durante la sua lezione. Astronomia era una materia che a Draco piaceva molto ed in cuor suo fu contento di non doversi irritare con la professoressa. Draco si era poi isolato dal resto dei suoi compagni che l'avevano deriso a più non posso, limitandosi alla compagnia offertagli da Theodore, Pansy e Blaise. Rimandò per qualche giorno il momento in cui avrebbe parlato ad Astoria Greengrass del contratto matrimoniale. 

Non conosceva bene la ragazza, aveva parlato con lei ben poche volte ed aveva volutamente tenuto le distanze per non rischiare di diventarle amico. Se lei si fosse affezionata troppo, sapeva bene che avrebbe avuto ancor più problemi a chiederle di sciogliere quel vincolo da loro non voluto. Erano entrambi maggiorenni, sebbene lei lo fosse di pochi mesi, perciò né i signori Greengrass e nemmeno i signori Malfoy potevano far nulla per riuscire a tenere assieme quella coppia che nemmeno si conosceva bene. Draco sapeva anche che Lucius e Narcissa erano rimasti molto sulle loro soprattutto perché contavano molto sul fatto che Astoria Greengrass non avrebbe dato il proprio consenso a sciogliere il vincolo che li legava. Draco aveva molto pensato a come avrebbe dovuto chiederle di rompere il contratto, ma non era mai giunto ad una conclusione abbastanza sensata. 

Decise di andare nel dormitorio femminile dove dormiva Astoria Greengrass e di parlarle del contratto solamente dopo quattro giorni. Erano stati quattro giorni in cui si era a lungo consultato con Hermione sul da farsi e su cosa dirle ed insperatamente la soluzione l'aveva fornita proprio Ginny Weasley che nella Stanza delle Necessità si era imbattuta nel loro discorso ed aveva proposto di spiegare ad Astoria - con le buone maniere - che sciogliendo il contratto avrebbe potuto godere della libertà di scegliere da sè il proprio futuro marito, libertà che le Purosangue non avevano poiché istruite ad abituarsi alla presenza del compagno fin dalla tenera età. Per qualche istante Draco ed Hermione si erano sentiti in colpa nei confronti della povera Astoria. Non avevano pensato neanche per un momento come doveva essersi sentita dopo l'uscita del Settimanale delle Streghe in cui leggeva di dover mandare a monte ogni suo progetto futuro. Daphne, la sorella, quella mattina aveva appunto riportato a Draco le informazioni necessarie per scoprire di chi fosse opera l'articolo ma non aveva l'aria furiosa che - pensandoci in seguito - avrebbe dovuto avere vedendo l'ex futuro marito di sua sorella che aveva una relazione stabile con un'altra ragazza.

Nel corso degli anni ad Hogwarts si era spesso vociferato che Draco avesse una relazione con Pansy Parkinson - smentita brutalmente al quinto anno, quando Pansy e Theodore erano stati beccati da Marcus Flitt nel dormitorio a darci dentro come conigli - ma le voci di corridoio non erano sufficienti per mettere in pericolo la quasi sicura unione tra Draco ed Astoria. Tutti conoscevano bene la scarsa attitudine delle famiglie Purosangue a sciogliere i contratti matrimoniali, ma sapevano anche che pochi ragazzi sceglievano volontariamente di evitare il matrimonio con la donna/l'uomo che era stato designato per loro. Ovviamente, a quei tempi il Sangue Magico contava molto di più, veniva considerato in maniera molto più importante rispetto al tempo in cui Draco stava vivendo e nel quale dopo la caduta di Lord Voldemort le famiglie magiche Purosangue non avevano più lo stesso controllo che potevano esercitare durante l'epoca del terrore instaurata appunto dal Lord Oscuro. I Malfoy non avrebbero fatto nulla per ostacolare Draco - o meglio, nulla di concreto oltre allo "sbolognare" a lui il compito di parlare con Astoria Greengrass - poiché avevano sperimentato durante la guerra quanto doloroso fosse aver paura di aver perso un figlio. 

Quelle rare volte in cui si era trovato a parlare con Astoria Greengrass, lei gli era sembrata semplicemente una ragazza tranquilla, molto posata ed educata. Di lei sapeva che aveva voti pressoché perfetti nelle materie che seguiva - anche se non perfetti quanto quelli della sua Hermione e tantomeno seguiva tutte le lezioni che seguiva la sua Hermione - che era dedita dunque allo studio, alla lettura ed alla musica. Sapeva che era un'abile suonatrice di violino, che era in grado di parlare Inglese e Francese fluentemente, che amava il teatro e non era la "Tipica Ragazza Purosangue" alias viziata, spocchiosa, snob, insopportabile e di facili costumi. L'unico problema era sempre il solito: non aveva avuto quelle informazioni parlandole, ma solamente ricavandole dalle missive che i signori Greengrass gli inviavano regolarmente per accertarsi che Draco conoscesse al meglio la propria futura sposa, inconsapevoli che Draco non aveva intenzione di sposare la loro amata figlioletta.

Tramite una missiva spedita durante il suo sesto anno ad Hogwarts - proprio mentre aveva molto altro a cui pensare! - aveva addirittura scoperto che la signora Greengrass portava ad intervalli costanti da una Magiginecologa che aveva visto nascere Astoria e Daphne le due per accertarsi che fossero entrambe ancora pure ed intatte come il giorno in cui erano venute al mondo. Daphne era troppo vanesia, interessata solamente a sé stessa ed era evidente che non avesse nessuna intenzione di concedersi al primo ammasso di letame che sarebbe comparso dalla porta della Sala Comune di Serpeverde, mentre Astoria - e questo Draco l'aveva dedotto da quelle poche volte in cui si era concesso di parlarle - era semplicemente una ragazza che non aveva questi fronzoli per la testa. Sperò che Astoria non si fosse conservata proprio per lui nel corso degli anni, poiché non se lo sarebbe perdonato troppo facilmente. Astoria era buona e gentile con i compagni di Casa ed era una delle poche che quando incontrava un Grifondoro per il corridoio non sputava veleno su di lui o sulla sua provenienza.

In tutta franchezza, Draco si rendeva conto che gran parte delle ragazze Purosangue veniva informata immediatamente - non appena raggiungeva l'età adatta per comprenderne il significato - di chi sarebbe stato il suo futuro marito e sapeva che Astoria Greengrass era una di quelle. Temeva però che come le ragazze della sua età, promesse ad un rampollo ed anche piuttosto piacente - e questo lo pensò con gran vanità - tendesse anche lei a fare strani viaggi mentali nei quali lui l'avrebbe riconosciuta come il vero amore e sarebbero stati felici e contenti. Draco aveva la mente ormai disincantata di fronte alle crudeltà che solo il Mondo Magico sapeva sfoderare ed era perfettamente consapevole che solamente un matrimonio su dieci riusciva ad essere felice e senza l'ombra di tradimenti. Aveva visto la madre di Blaise, ad esempio, che aveva sicuramente ammazzato lei stessa i suoi ex mariti. Quelli - per chi potesse averne il dubbio - NON erano matrimoni felici. Il padre di Pansy Parkinson andava a prostitute Babbane, lo sapevano tutti. La madre di Theodore Nott cercava di emulare la signora Zabini e di assassinare il signor Nott con vari mezzi da anni ormai. L'uomo ne era perfettamente consapevole, certo, ma non aveva intenzione di trovare il modo di divorziare in maniera magica per una quisquilia simile.

Nel mondo dei Purosangue, il disonore era molto peggio di un tentato omicidio, si rese conto Draco. Si domandò distrattamente cosa avrebbero fatto i suoi genitori se Astoria si fosse lasciata convincere a sciogliere il contratto ma improvvisamente come un flash si ricordò della reazione avuta in particolar modo da sua madre quando l'avevano trovato a correre per il Castello di Hogwarts come se avesse il demonio alle calcagna. In quel momento, ricordò vivamente, stava cercando di trovare Hermione. Voleva raggiungere la Sala Grande dove la battaglia infuriava più che in ogni altro posto nel castello per vedere se era viva, se stava bene o se... se... non osò ripensare al terrore provato mentre tentava di distinguere i cadaveri che costellavano il pavimento della solitamente intonsa Sala Grande. Si riscosse dai suoi pensieri: doveva andare da Astoria il prima possibile.
***

Poco meglio però se la passava Hermione Granger. Quest'ultima sembrava reggere a fatica alla pressione dovuta a tutta quella faccenda, manteneva un'aria indifferente e glaciale con chiunque - così come faceva anche Draco, chiaramente - ma tutti i suoi amici erano perfettamente consapevoli che le mancava molto poco all'esplosione. Ginny ed Harry temevano in uno scoppio di pianto improvviso nel momento più impensabile, ma Ron aveva la certezza - a suo dire - che la Caposcuola si sarebbe "limitata" a minacciare chiunque di togliere punti alla Casa di appartenenza e addirittura forse l'avrebbe fatto.

La risposta non tardò ad arrivare. Una settimana dopo l'uscita di quel maledetto articolo del Settimanale delle Streghe, Hermione non aveva ancora pace da parte degli studenti che popolavano Hogwarts. Hermione camminava pacificamente nel corridoio, quando si sentì apostrofare con epiteti poco carini da parte di due studentesse della Casa di Serpeverde che avevano avuto la faccia tosta di vantarsi addirittura di essersi portate a letto proprio Draco. Hermione si girò verso le due che se ne andavano sghignazzando dopo il commento cattivo nei confronti della Caposcuola mentre Ron al suo fianco si irrigidì e scoccò un'occhiata verso Harry e Ginny che sembravano sul punto di esplodere pur di scoprire cosa avrebbe fatto ora Hermione.

"DIECI PUNTI IN MENO A SERPEVERDE, STEVENS E GRENIER!" tuonò la riccia.

Ron sorrise raggiante ad Harry e Ginny che osservavano il volto di Hermione diventare una furia mano a mano che le ragazzine si allontanavano ed altri studenti si fermavano impietriti ad osservare la scena della Caposcuola che per la prima volta toglieva punti ad una Casa che non fosse la propria. Hermione aveva una politica molto severa: non avrebbe tolto punti a casaccio - come invece Draco si era divertito a fare quando al quinto anno era stato membro della Squadra d'Inquisizione - e soprattutto avrebbe evitato il più possibile di togliere punti alle altre Case, limitandosi quindi solo ai Grifondoro. Ron si voltò verso la sorella e l'amico, allungando la mano verso la rossa.

"Paga!" rise contento

Imbronciata, Ginny Weasley estrasse dalla borsa un mucchietto di monete e contò cinque Galeoni che appoggiò sul palmo del fratello sorridente. I due Weasley avevano scommesso su come sarebbe esplosa alla fine Hermione Granger, la stessa che aveva notato lo scambio di gesti tra i fratelli e si stava per voltare come una furia anche verso di loro.

"Be', che avete da scommettere voi due?!"

"Ehm... niente..."

"Ah, davvero? DIECI PUNTI IN MENO A GRIFON..."
ma non finì la frase perché Pansy Parkinson arrivò dietro di lei e le tappò la bocca con le mani.

"Se continui così, a fine anno nessuna Casa avrà punti."

"Pansy! Levati prima che tolga punti anche a te!"
disse districandosi dalle braccia della mora

"Hermione... capisco come ti senti ma davvero... dovresti calmarti."

"IO NON MI CALMO! SONO APPENA USCITA DAI GANGHERI!"

"Ah, è appena uscita?" chiese Pansy sinceramente interessata a Ginny

"Appena uscita."

"Allora adesso la lasciamo sfogare..."
rise la Serpeverde

Ovviamente la Serpeverde non poteva sapere che questa volta era una imbizzarritissima Hermione Granger a meditare vendetta... Draco le aveva raccontato tutto ciò che aveva scoperto ed aveva deciso di agire ai danni di Gregory Goyle. Di certo però, la sua sarebbe stata una punizione esemplare. Anni passati insieme a Draco Malfoy erano riusciti solo di recente a tramutarla in quello che c'era di più simile ad una Serpeverde e corroborati dall'atteggiamento che avevano assunto tutti gli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts erano esplosi dentro di lei venendo rigettati come colate laviche di cattiveria su chiunque si fosse azzardato a commentare ancora qualcosa sulla sua relazione con Draco Malfoy.


Sibley's Corner:
Approfitto di questo spazietto per ringraziare tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite/ricordate/seguite o che l'hanno recensita.
Grazie di cuore!

Baci, Sib.

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Capitolo 13
*** Astoria ***


Draco Malfoy si era presentato da Astoria Greengrass di buon'ora quel giorno. Aveva chiesto a Pansy di farlo entrare nel dormitorio femminile, spiegandole la situazione e quest'ultima gli aveva concesso di entrare nella sua stanza che condivideva con Astoria, Daphne e Millicent Bulstrode. Conclusa la Seconda Guerra Magica, poche ragazze Serpeverde avevano deciso di tornare a scuola, molte di esse si erano affrettate a sposare i loro predestinati per limitare i danni causati dall'ordata di stupri che avevano fatto i Ghermidori. Purosangue o no, i Ghermidori non facevano differenza. Erano servi di Voldemort, ovviamente, ma erano talmente in basso nella catena alimentare, nella gerarchia sociale del Regno di Lord Voldemort, che non avevano comunque l'intenzione di rispettare gli ordini del loro capo. Nessuna Purosangue andava toccata. Ed invece non era stato così. I Ghermidori avevano stuprato un nutrito gruppo di Serpeverde che durante la Battaglia ad Hogwarts aveva trovato riparo nei Sotterranei perciò buona parte di esse avevano "perso il loro valore" come solevano dire i genitori dei ragazzi che le avrebbero maritate. Molti, ad ogni modo, avevano scelto di sposare comunque le ragazze violate. Draco pregò che Astoria non fosse una di loro. Bussò forte alla porta della stanza. Immediatamente questa si aprì, rivelando la figura di Astoria Greengrass.

"Come immaginavo." - esordì lei.

"Entra pure." - continuò.

"Come immaginavi?"

"Certo. Lo scandalo con Hermione Granger, Pansy Parkinson che mi prega di rimanere nella mia stanza quest'oggi ed il nostro accordo matrimoniale... be', solo uno stupido non farebbe due più due."
- sorrise gentilmente davanti ad un Draco sorpreso ma estremamente compiaciuto

"Suppongo tu sia qui per l'annullamento, o per una revisione di esso."

"Astoria... io..."

"Vai dritto al punto, non mi offendo."

"Io... volevo chiederti l'annullamento, se per te è possibile..."

"Per me è possibile, sì."

"Davvero?"
chiese Draco, piuttosto stupefatto che fosse così semplice.

"Per me non ci sono problemi... ma questo mi pone un nuovo dilemma."

"Qualsiasi cosa, Astoria."

"Sono in stato... ehm... interessante."


E Draco capì. Una di quelle studentesse era Astoria Greengrass. Sentì il bisogno di proteggerla, sentì che non poteva lasciarla a gestire una gravidanza da sola. Doveva assumersi le sue responsabilità e sposarla comunque - come peraltro avevano fatto molti Purosangue con le altre ragazze - oppure spiegarle del suo rapporto con Hermione e spiegarle che non poteva lasciar andare la Grifondoro...

"Draco, voglio che tu sappia che non voglio che tu ti prenda carico di me e di mio figlio. Non ho alcuna intenzione di obbligarti ad un matrimonio con me, soprattutto perché nessuno dei due prova alcun tipo di sentimento verso l'altro. Possiamo a malapena definirci amici, non ha dunque senso che proviamo a legare o a legarci in un rapporto che non gioverà a nessuno dei due. Inoltre, tengo conto dei sentimenti di Hermione. Lei non mi ha mai insultata nei corridoi, a differenza degli altri Grifondoro ed io la apprezzo per questo. Non voglio 'dividere' una coppia a causa di un contratto che né io, né tu abbiamo voluto."

Il biondo Serpeverde rimase momentaneamente interdetto. Non riusciva a capacitarsi di come non si fosse mai reso conto della bontà della morettina Serpeverde. Se non fosse stato così irrimediabilmente innamorato di Hermione, Astoria sarebbe sicuramente stata una moglie più che perfetta. La guardò, rendendosi conto di quanto fosse stupenda quella donna che era stata costretta a crescere troppo in fretta, che aveva subìto cose orribili durante la Guerra e che era costantemente stata esaminata dai suoi genitori come se fosse stata carne da macello. 

"Astoria... io apprezzo ciò che stai facendo. Non potrò essere tuo marito, ma lascia che ti sia d'aiuto in questa brutta faccenda."

"Io non la definisco brutta. Questo bambino è un dono, per me. Mi rende felice sentire le nausee ogni mattina, sentire che c'è, che vive dentro di me. Da una cosa tanto brutta, nascerà qualcosa di tanto bello... ed io sono felice di questo..."


Una lacrima scivolò sulla guancia di Astoria, mentre Draco rimaneva sempre più basito davanti alla maturità ed al cuore di quella ragazza. Si avvicinò, abbracciandola.

"Lascia almeno che ti aiuti... mi prenderò cura di te, come amico. Sarò una spalla su cui piangere, all'occorrenza, ed un fidato confidente per quando le cose andranno bene. Sono sicuro che nemmeno Hermione avrà niente in contrario."

"Hermione è buona... ad Hermione puoi raccontare tutto..."
- Astoria sciolse l'abbraccio e si sedette sul letto

"Chi altro lo sa?"

"Pansy. Mi ha vista vomitare due mattine fa, ha collegato tutto... lei... lei è scampata ai Ghermidori per un soffio..."

"Solo Pansy?..."

"Pansy e i miei genitori. Anche Daphne ovviamente lo sa..."

"Come hanno reagito?"

"Non bene. Fortunatamente sono stati messi davanti all'evidenza, non è stata colpa mia. Il Ghermidore che mi ha fatto questo... è nelle segrete di Greengrass Manor da mesi ormai, non so se sia vivo o morto, ma non sa di quello che sta succedendo."

"Sei molto più coraggiosa di me..."

"I miei volevano che tu mi sposassi lo stesso, che riuscissi a convincerti, ma in ogni caso - con o senza Hermione Granger - non ti avrei lasciato prenderti carico di un peso che non devi sopportare. Daphne mi ha raccontato qualcosa di te, nel corso degli anni. Mi ha raccontato di tutto il peso che ti è stato scaricato addosso dai tuoi genitori, del peso di avere il Signore Oscuro a casa tua... mi ha raccontato di come ha visto i tuoi genitori correre qua e là per Hogwarts a cercarti e di quando ti hanno trovato. Ho saputo del sacrificio di tua madre, che ha salvato Harry Potter... e per quanto io non veda ancora di buon'occhio tuo padre, non farei mai un torto simile a te e a Narcissa."

"Dì la verità, hai corrotto il Cappello Parlante per farti mettere a Serpeverde."


"Era indeciso tra Serpeverde e Corvonero."

"Lo immaginavo."

"Grazie di tutto, Draco..."

"No, grazie a te Astoria."


La abbracciò nuovamente, mentre tratteneva a stento una lacrima dopo la storia di quella donna che non si era mai preso la briga di conoscere meglio. Si congedò con un sorriso stentato ed un cenno del capo, lasciando nuovamente Astoria da sola.

***

Hermione Granger era sola, nella sua stanza da Caposcuola dove era abituata a rintanarsi durante i momenti di riflessione, quando i pensieri sembravano schiacciare tutto il resto e le rendevano impossibile persino studiare. Altra cosa che le rendeva impossibile studiare era anche l'idea che ogni volta che metteva piede nella Biblioteca laddove adorava leggere libri ed assorbire nozioni qualcuno la additasse come bugiarda ed iniziasse a fare congetture stupide sulla sua relazione con Draco. Le Serpeverde si dividevano tra chi pensava che la Grifondoro stesse con il biondino per via dei suoi soldi e chi pensava stesse con Draco a causa della sua tanto millantata bravura a letto - che però nessuna poteva confermare con cognizione di causa. Chissà perché. 

Hermione era sempre stata una guerriera nata. Era sempre stata abituata a lasciarsi tutto scivolare di dosso, ma anni di insulti, anni di guerra ed anni di scuola con tutti contro la avevano ormai stancata ed iniziava a sentire il peso della celebrità. La celebrità indesiderata datale dalla relazione con Draco Malfoy però le aveva dato molto tempo per riflettere sul suo futuro, su ciò che voleva fare. Non potendo più frequentare tutte le lezioni ormai dal terzo anno, aveva notevolmente ridotto le ore, scegliendo solamente ciò che le sarebbe potuto venir utile nella sua carriera di Magiavvocato. Il problema era che ormai si ritrovava ben più che in pari. Era addirittura arrivata a studiare parti di programma che non avrebbero affrontato fino a Primavera. Chiuse gli occhi, abbandonando la testa sul suo cuscino.

< Hermione era sull'Espresso per Hogwarts e non trovava Harry e Ron da alcuna parte. Possibile che avessero scelto di non frequentare il secondo anno ad Hogwarts dopo la disavventura dell'anno scorso? Vagava per il treno con l'aria sperduta di chi sperava di vedere le persone che cercava dietro ogni angolo. Era sul punto di mettersi a piangere quando aprì la porta di uno scompartimento dove andò a sbattere dritta contro Draco Malfoy. Il ragazzo le aveva mandato un biglietto durante le vacanze con scritto semplicemente "Io non ho dimenticato." Hermione aveva visto quel biglietto come una riconferma della loro relazione precaria instaurata qualche mese prima nel bagno ma non aveva risposto. Draco non l'aveva più badata e aveva archiviato la vicenda come uno scherzo di cattivo gusto in cui lei non era caduta.

"Hermione..."

"Malfoy."
ribatté gelida.

"Non mi hai risposto al biglietto."

"Non mi hai considerata per il resto dell'anno."

"Nemmeno tu."


"Tu eri sempre con Gregory Goyle e Vincent Tiger."

"Tu eri sempre con Harry Potter e Ronald Weasley."

"Io..."

"Non ci siamo ritagliati spazio per conoscerci meglio..."

"Non l'abbiamo fatto, no."

"Mi sei piaciuta subito."

"Tu odi i Mezzosangue come me."

"Ma non odio te."

"No, non mi odi."

"Mi hai fatto riconsiderare tutto ciò che mio padre mi aveva impartito... le Mezzosangue sono brutte e stupide, le Purosangue belle ed intelligenti."

"Ah sì?"

"Tu sei bella ed intelligente, Mezzosangue. Millicent Bulstrode è brutta e stupida, Purosangue."

"Mi sei piaciuto subito."


Draco sorrise timidamente prima di allungare le braccia, sperando che Hermione chiudesse quell'abbraccio. La riccia si avvicinò, appoggiando la testa sul petto del biondo che già la superava di vari centimetri... >


Hermione si risvegliò di soprassalto. Ricordava quelle prime volte in cui era uscita con Draco Malfoy in giro per Hogwarts, andando a nascondersi in aule ormai in disuso da anni, in Torri che venivano utilizzate così tanto tempo addietro che la polvere formava spessi strati che le imbiancavano la gonna quando si sedeva sui banchi per chiacchierare meglio con il biondino. Decise di raccontare ai suoi genitori del suo ragazzo, decise di spiegar loro perché aveva sempre rifiutato gli appuntamenti che provava a darle Andrew Scottsman - il figlio dei vicini di casa, più grande di lei di qualche anno - e soprattutto perché non gliel'avesse detto prima in modo da evitarsi una sonora lavata di capo dal proprio padre che sicuramente non sarebbe stato contento di sapere che la figlia gli aveva mentito per otto lunghissimi anni. Si sedette alla sua scrivania personale - data in dotazione ad ogni Caposcuola - ed iniziò a scrivere.

 
Cari Mamma e Papà.
Qui ad Hogwarts tutto bene, più o meno. I miei voti sono stabili, come sempre. Purtroppo, le cose non vanno molto bene col resto degli studenti. C'è una cosa che in questi anni ho sempre mancato di dirvi e di questo me ne dispiaccio. Da qualche giorno a questa parte, tutti mi evitano come un'appestata poiché non è vero che sono sempre stata senza alcun fidanzato, anzi. Sono impegnata da otto anni con Draco Malfoy, ma ho ritenuto fosse più giusto raccontare anche a voi la versione ufficiale delle cose. Insomma... io e lui che ci detestiamo, che non andiamo d'accordo, che siamo costantemente in competizione... ma non è così. Siamo insieme da otto anni, dalla sera in cui il Troll mi ha aggredita nel bagno, ma per ovvi motivi siamo sempre rimasti al coperto, senza dire niente a nessuno. Non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedere a Draco se si fosse venuto a sapere. Ron ed Harry avrebbero reagito malissimo, cosa che Ron effettivamente ha fatto. Ginny ed Harry hanno capito benissimo la situazione invece. Ma ora la notizia è trapelata ad Hogwarts a causa di un ex amico di Draco, che ha intenzione di fargli un dispetto. Tutta la scuola mi vede come una bugiarda, mi evitano tutti e non riesco nemmeno più a concentrarmi a causa di questo. Sono in pari con i compiti e con le lezioni, perciò non devo preoccuparmi per ora, ma spero che tutta questa situazione si risolva il prima possibile. Mi dispiace avervi taciuto la verità, spero che non ve la prendiate con me, ma se lo farete, capirò benissimo. 

Sinceramente vostra,
Hermione

Arrotolò la pergamena e la sigillò con della ceralacca, alzandosi per uscire e dirigersi alla Guferia. Uscì dal Dormitorio con addosso le occhiatacce di Lavanda Brown e Calì Patil, ancora fortemente convinte che la riccia avrebbe dovuto dir loro della sua relazione, noncuranti del fatto che per sette anni l'avessero perfettamente ignorata ed Hermione si limitò a sollevare la testa con fare indignato. Aveva riflettuto su cosa fare per ottenere una piccola vendetta su tutte quelle persone che stavano letteralmente buttando alle ortiche tutti i suoi sacrifici pur di aggregarsi alla massa di pecore che sfruttavano quel gossip per avere di che sparlare. Alla fine aveva optato per la cosa che più avrebbe dato problemi alla intera popolazione giovanile di Hogwarts: avrebbe smesso di correggere i loro compiti. Erano ormai tutti abituati a vederla correggere le loro pergamene con le nozioni esatte, era abituata a vedersi consegnare compiti su compiti che trovava comunque il tempo di sistemare per evitare a quella massa di nullafacenti una straziante strage di punti per Grifondoro. 

Una parte di lei sapeva benissimo che avrebbero smesso di commentare la sua relazione con Draco Malfoy solo per vedere i loro compiti corretti e sistemati, ma sebbene non sarebbe stato un risultato totalmente positivo, almeno avrebbe potuto tornare a rilassarsi almeno nel suo Dormitorio. Corvonero e Tassorosso, passata la botta iniziale, avevano spostato i loro argomenti su altro alias Quidditch e quelle che lei definiva "le stramberie di Luna Lovegood". Hermione aveva il sospetto che Luna avesse volontariamente cercato di convincere le proprie compagne ad introdurre dei Nargilli nelle loro stanze per studiarne gli effetti, in modo che le chiacchiere dei Corvonero si spostassero sulla sua presunta pazzia. Metti poi che avessero accettato... due piccioni con una fava, insomma. Era decisamente da Luna farlo e si ripromise di ringraziarla, sia che l'avesse fatto per quel motivo, sia che l'avesse fatto per studiare realmente i Nargilli.

Arrivata alla Guferia sentì qualcuno all'interno che dava disposizioni.

"Villa Malfoy, mi raccomando."

Hermione entrò, riconoscendo immediatamente la voce del suo fidanzato.

"Draco..."

"Tesoro mio..."

"Hai parlato ad Astoria Greengrass?"

"Sì..."

"E allora?"

"Astoria è disposta ad accettare la rescissione del contratto matrimoniale..."

"Ma?"
chiese la riccia, sentendo il tono di voce del fidanzato

"C'è una cosa di cui dobbiamo parlare."

E le raccontò di Astoria.

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Capitolo 14
*** Baby Boy ***


Non era semplice nascondere la gravidanza per la povera Astoria Greengrass. La morettina si ritrovava troppo spesso a dover fare i conti con compagne di stanza che entravano improvvisamente in bagno poiché tra loro non c'erano mai stati segreti di alcun tipo ed era dunque costretta a riabbassare frettolosamente le maglie larghe che aveva iniziato ad indossare. Al quinto mese si intravedeva parecchio, ma nessuno si prendeva cura di guardarla bene a parte la cara Daphne che era tra l'altro l'unica a saperlo oltre a Draco Malfoy, Hermione Granger e Pansy Parkinson.

Astoria, nei sotterranei di Hogwarts dove era stata rinchiusa per proteggerla dai combattimenti, aveva vissuto la peggior esperienza che potesse capitare ad una donna o più semplicemente ad una femmina in generale. Astoria aveva visto andare in fumo sogni e speranze mentre provava a respingere il Ghermidore che sopra di lei cercava di sfilarle le vesti, mentre tentava di riprendere la bacchetta che le era stata scaraventata via, prima di dover cedere, sperando solo che finisse presto... Astoria non aveva mai avuto grandi ambizioni o grandi speranze. Non aveva mai sognato il Principe Azzurro così come non aveva mai voluto diventare un'eroina mondiale. Non aveva per niente la testa tra le nuvole, ma qualche progetto - come tutti, del resto - se l'era fatto. Astoria, come tante altre ragazze si era innamorata. Era una cosa perfettamente normale, ma che aveva dovuto reprimere sul nascere poiché promessa a Draco Malfoy. Ora doveva reprimerlo a causa di Viserys, suo figlio. Aveva scelto di chiamarlo Viserys, perché era il nome di un drago. Aveva letto un libro, una volta, un libro che parlava di una donna che riceveva in dono tre uova di drago e che riusciva a farle schiudere solamente sulla pira funeraria del marito. Da tanto dolore - ne aveva desunto Astoria - erano usciti tre draghi, tre gioie. Astoria desiderava che dal suo dolore uscisse una gioia immensa. Viserys, il suo drago.

Scegliere Viserys era significato quasi dover tagliare i ponti con tutti. Inizialmente il ventre non era cambiato di una virgola ed aveva trascorso le vacanze in perfetta tranquillità. Aveva visto Pansy Parkinson regolarmente durante l'estate e non si era posta nessun problema. A Settembre invece, la pancia iniziava a diventare qualcosa di più visibile ed aveva adottato la strategia delle maglie larghe sotto le vesti da Strega. Le sue compagne di dormitorio avevano pensato che fosse solamente un piccolo cambio di stile e nessuna aveva fatto domande, almeno fino a qualche giorno prima.

< Astoria si era alzata dal letto con una nausea fortissima. Le avevano detto che al terzo mese le nausee si sarebbero attenuate moltissimo ma a lei non pareva ci fosse nessuna differenza dai primi mesi a quel momento. Viserys iniziava addirittura a scalciare ormai ed Astoria era certa che sarebbe successo il disastro se qualche compagna se ne fosse resa conto già da quel momento. Chinata sulla tazza, cercava di stringersi i lunghi capelli neri con una mano, tentando di non farli finire dentro la ceramica ormai completamente imbrattata per non sporcarli.

I Greengrass avevano preso accordi con la Preside McGranitt affinché durante l'ultimo mese di gravidanza, Astoria potesse trascorrerlo a casa, con una scusa ufficiale. Nessuno doveva sapere del disonore capitato alla famiglia, tranne ovviamente chi di dovere. Astoria si chiedeva spesso come fosse possibile che nessuno si fosse ancora reso conto di niente, ma allo stesso tempo si accorgeva anche di quanto fosse invisibile agli occhi di tutti. Erano stati scritti moltissimi libri su Harry Potter, molti libri in cui lui stesso raccontava cosa gli succedeva ad Hogwarts e persino Millicent Bulstrode stava lavorando a qualcosa che racchiudesse i migliori attimi di Harry Potter con i Serpeverde - che ad Astoria sembrava più un tentativo di sminuire tutte le malefatte ai danni di quel poveraccio, in un vano tentativo di far sembrare i Serpeverde solo un branco di adorabili burloni - e leggendo tutto quel ciarpame, si era resa conto che non c'era mai stata una parola su di lei. Niente, non era nemmeno menzionata. Venivano nominati individui che non sarebbero mai più ricomparsi per tutto il resto della storia ma lei non c'era mai. Si accorse che lei e Daphne erano completamente anonime ad Hogwarts.

Probabilmente grazie a ciò era riuscita a nascondersi tanto bene, rifletté Astoria mentre il suo corpo continuava a rifiutarsi ostinato di tenere dentro ciò che aveva ingerito per colazione. Chiuse la bocca, sperando che bastasse a convincere il corpo a non riprovare mai più uno scherzetto simile, ma questo non ne voleva proprio sapere ed Astoria si ritrovò aggrappata alla tazza per non cadere a terra a causa degli spasmi, mentre i capelli scivolavano inesorabilmente dalla sua schiena verso la ceramica andando sempre più in basso. 

La porta si aprì di scatto. Pansy Parkinson si precipitò nel bagno come una furia.

"Astoria, tutto bene?" chiese allarmata

La morettina non riuscì a rispondere, con le lacrime agli occhi per lo sforzo e per il nervoso che quella situazione le stava dando.

"Ti sento ogni mattina... non sarebbe il caso di andare da un medico?"

Astoria sollevò a malapena la testa, guardandola stranita. Possibile che non ci fosse arrivata? Ma fu costretta immediatamente a ricacciare la testa in giù mentre Pansy rapidissima afferrava i capelli della Greengrass più piccola e li stringeva saldamente, dandole un insperato aiuto. Lì, però, Pansy capì.

"Tu... tu sei incinta..." >


Astoria in parte era stata contenta di avere un'altra persona che era a conoscenza del suo segreto, con Daphne si confidava e parlava, ma quella ragazza nonostante tutto non poteva essere più diversa da lei. Non se la sentiva di raccontarle di nausee mattutine e di dolori impressionanti a tutte le ore del giorno e della notte, non se la sentiva di raccontare di Draco Malfoy e del fatto che ora anche lui ed Hermione Granger sapevano. Daphne era legatissima ad Astoria, avrebbe fatto di tutto per proteggerla, ma Astoria sapeva che Daphne non poteva né proteggerla né capirla.

D'altro canto, Pansy era la migliore amica di Astoria da anni. Avevano sconvolto il mondo dei Purosangue quando avevano dichiarato apertamente la loro amicizia nonostante dovessero letteralmente detestarsi a causa di Draco Malfoy con il quale tutti pensavano che Pansy avesse una relazione. Astoria avrebbe dovuto detestarla, perché Draco Malfoy sarebbe diventato suo marito. Pansy avrebbe dovuto detestarla perché - teoricamente - prima o poi avrebbe dovuto lasciare Draco Malfoy per consentirgli di sposare Astoria. 

Per un folle istante, Astoria meditò di andare dal ragazzo che amava e raccontargli tutto. Raccontargli della sua storia, del suo Viserys e dei suoi sentimenti, ma sapeva che era inconcepibile. In nessun caso tra di loro sarebbe potuta funzionare. I signori Greengrass non avrebbero mai potuto accettare che la loro amata figlioletta finisse con un ragazzo del genere. Perciò Astoria fece quello che sapeva fare meglio: scrisse. Scrisse per ore ed ore, scrivendo molti fogli di pergamena che non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di mandare al ragazzo. Gli raccontò della prima volta in cui si era accorta di lui, in cui si era accorta di come i suoi occhi paressero pozze di mare a cielo aperto, di come si fosse resa conto che anche solo vederlo giocare a Quidditch la rendesse felice ed allo stesso tempo di come si fosse appassionata a quello sport solo vedendolo giocare. 

Scrisse di come si fosse innamorata di lui lentamente, giorno dopo giorno, senza accorgersi del momento preciso in cui successe quella cosa che diede il via a tutto. Scrisse anche di come avesse notato il suo sguardo perso nel vuoto degli ultimi giorni, del suo sguardo interessato verso un'altra ragazza e di come avesse sofferto per quel motivo. Ma gli scrisse anche di non preoccuparsi di lei, perché in ogni caso non sarebbero potuti stare assieme. Si firmò col suo nome, pregandolo di non cercarla mai però, per nessun motivo al mondo. Ricopiò la lettera in bella copia, lasciando quella piena di cancellature sul ripiano, poi richiamò la propria civetta dalla Guferia attraverso l'Armadio nella stanza dei ragazzi e spedì la lettera al destinatario. Quando ebbe finito, sospirò addirittura, come se si fosse liberata di un peso che la stava opprimendo da troppo tempo. Viserys scalciò, ricordandole la sua presenza nella maniera più pressante possibile. Astoria sorrise, portando una mano alla pancia. Qualcuno entrò d'improvviso dalla porta.

"Ehm... Tori? Hai visite." la voce squillante di Pansy Parkinson riempì la stanza, strappando un grosso sorriso ad Astoria.

Dalla porta entrò Hermione Granger, a passo lento ed incerto come se temesse di entrare in quella camera che nascondeva quel grosso segreto di cui solo lei e pochi altri erano a conoscenza. Guardò la morettina seduta allo scrittoio, mentre con una mano Astoria spingeva un tema d'Incantesimi sulla propria lettera d'amore, cercando di coprirlo. Hermione notò quel gesto, così come notò l'inchiostro rosso passione che la Serpeverde aveva usato per scrivere e distrattamente si chiese se aveva qualcuno al suo fianco che poteva aiutarla con quel bambino.

"Ciao..."

"Ciao!"
la salutò Astoria

"Non sono venuta per disturbarti, anzi, se ti infastidisco dimmelo e me ne vado..."

"Mi fa piacere ricevere visite. Soprattutto da persone che conoscono la mia condizione."

"Già. Draco mi ha raccontato tutto questa mattina stessa."

"Ho immaginato. Altrimenti non avresti avuto motivi di venire nel mio dormitorio accompagnata addirittura da Pansy."

"Già." ripeté la Grifondoro "Io e Pansy siamo diventate amiche recentemente."


Hermione notò le unghie rosicchiate della Serpeverde, segno di nervosismo e per un istante sperò che la lettera appena scritta avesse l'inchiostro asciutto, altrimenti addio al tema ed anche alla lettera stessa. Si poneva domande molto distratte, si guardava attorno con aria intimorita, mentre Pansy si accomodava sul suo letto e le indicava che poteva sedercisi anche lei se avesse voluto sedersi. Hermione si diresse debolmente verso il baldacchino di Pansy Parkinson e si sedette cautamente ai piedi del letto.

"Dunque... a che pro questa visita? Di preciso, intendo."

"Noi non ci siamo mai parlate, non ci siamo nemmeno mai guardate suppongo... ma in questa situazione hai bisogno di aiuto, e di più aiuto possibile. Non basta avere accanto Pansy, Daphne e Draco. Hai bisogno di altre persone che ti aiutino a vivere la tua vita qui ad Hogwarts il più serenamente possibile nonostante il... il piccolo... in arrivo..."


La voce di Hermione s'inceppò un po' nell'ultima frase. Non aveva saputo come definirlo. Sul momento l'avrebbe definito "piccolo problema" ma si accorgeva che un bambino non era un problema, così come non riusciva a chiamarlo "bambino" poiché per lei era quasi inconcepibile che una ragazza addirittura più piccola di lei fosse incinta e che avesse deciso di proseguire la gravidanza. Lei stessa l'avrebbe fatto, a parti inverse, ma allo stesso tempo non riusciva a comprendere dove Astoria traesse la forza così sola e così senza amici validi.

"Volevo dunque offrirti il mio appoggio, il mio aiuto ed il mio sostegno." aggiunse poi

"Ti ringrazio Hermione. Non mi piace chiedere aiuto e se mi viene offerto tendo anche a rifiutarlo, ma detta tra noi, inizio a faticare a nascondere la pancia."

Astoria sollevò la maglia che portava, mostrando il pancione ormai evidente. Hermione non riusciva nemmeno a guardarlo, era sconvolta ed il pensiero che prima o poi sarebbe capitato a lei - di avere un figlio - iniziava a spaventarla a morte.

"Vuoi toccare?" chiese Astoria timidamente ad Hermione

Hermione si sentì un mostro. Era tentata dal fuggire e non tornare mai più, ma capì che era una cosa che andava fatta ora. Non poteva certo farsi salire la fobia dei pancioni altrimenti in futuro avrebbe avuto parecchi problemi.

"Sì, certo..." sussurrò la riccia

Appoggiò la mano sul pancione di Astoria, sentendo quella creaturina che scalciava e si contorceva di già. Rifletté rapidamente, rendendosi conto che Astoria doveva essere già al quinto mese se quella brutta faccenda era accaduta a Maggio.

"Se è maschio come si chiamerà?" chiese per sviare l'imbarazzo e ritraendo la mano

"Viserys!" esclamò felice Astoria. Nessuno gliel'aveva mai chiesto.

"E se è femmina?"

"Io... non ci ho pensato... inconsciamente sono sempre stata certa che sarà maschio..."

"Se ti va possiamo cercare un modo per scoprire il sesso del piccolo prima della nascita..."

"Sempre se non è troppo disturbo..."


Astoria non ci aveva minimamente pensato e si sentì piuttosto stupida nel non averlo fatto. 

"Senti, so che per te è difficile... ma se ti va... solo se ti va... direi di coinvolgere anche Blaise, Harry, Ron e se a Pansy sta bene anche Theodore. Ormai siamo una compagnia e sarebbe dura tenere il segreto, inoltre tutti loro potrebbero aiutarti..."

"Sì, certo."
rispose Astoria

Poi sbiancò.
***

Da giorni Gregory Goyle seguiva Hermione Granger insistentemente. Lei non si era resa conto dei pedinamenti, stranamente, come se avesse altro per la testa. Goyle voleva scoprire qualcosa di nuovo sulla riccia Grifondoro, qualche altro scoop da passare a Millicent Bulstrode, anche se era quasi del tutto certo di essere stato scoperto come informatore ed era altresì certo che da quando aveva fatto esplodere lo scandalo, nessuno di quella piccola banda di ragazzini perfetti si sarebbe più azzardato a fare discorsi sufficientemente rilevanti nei corridoi. D'altro canto però, sperava di cogliere in flagrante qualcosa di strano. D'altronde aveva scoperto la verità solo su Draco Malfoy ed Hermione Granger, ma non sapeva ancora nulla su Harry Potter e Ron Weasley. Sicuramente anche loro avevano qualche scheletro nell'armadio che era meglio lasciare bell'e sepolto. Sperava che qualcosa sarebbe trapelato, una minima informazione, qualsiasi cosa in modo da mettersi su una pista utile e scoprire tutti i loro segreti. Da quando si era ritrovato innamorato di Ronald Weasley aveva deciso di vendicarsi nella maniera più pesante possibile su quella combriccola. Inizialmente aveva preso di mira soltanto Draco Malfoy ed era stata Hermione Granger a dargli l'assist, ma dopo lo scandalo si era reso conto che c'era proprio un gruppetto intero che poteva venir castigato a dovere e chissenefrega di chi fosse colpevole e chi no. Gli amici di Draco Malfoy avrebbero pagato esattamente come Draco Malfoy stesso per essersi schierati con lui.

Star dietro ad Hermione Granger era stato semplice. L'aveva vista entrare nel dormitorio femminile di Serpeverde accompagnata da Pansy Parkinson e non aveva potuto seguirle fin là dentro, ma in ogni caso era certo non ci sarebbe stato nulla di interessante. Solo chiacchiere femminili. Si sentiva un po' frustrato, non riusciva a concepire come fosse possibile tutta quella segretezza da parte loro. Ma allo stesso tempo capiva che se stavano tenendo così tanta riservatezza nel loro gruppo, significava che sicuramente c'era dell'altro da scoprire e lui aveva solamente raschiato la superficie. Decise di entrare nel dormitorio di Serpeverde per andare perlomeno a riposarsi un po' nella propria stanza, ma la trovò bloccata. Si chiese se dentro ci fosse Marcus Flitt con qualche altra ragazza o se ci fossero Draco Malfoy ed Hermione Granger intenti a far cose. Bussò pesantemente alla porta. Da dentro provenne una voce maschile.

"Chi diavolo è?" gridò Blaise Zabini

"Sono Goyle." rispose lui secco.

"Ah, sì... dammi un attimo." 

"Muoviti, devo andare al bagno!" inventò Goyle sul momento

Dentro la stanza Blaise Zabini stava facendo sparire Harry Potter ed i suoi vestiti dentro l'Armadio Svanitore, non potendo farlo andar via in nessun altro modo. Lanciava i vestiti del moro dentro l'Armadio mentre si guardava attorno freneticamente per cercare qualcosa che potesse essergli sfuggito.

"Gli occhiali!" sibilò Harry

Blaise lanciò gli occhiali ad Harry che li afferrò e si gettò nell'Armadio Svanitore, pregando di uscirne sano e salvo. Chiuse l'Armadio, mentre Goyle picchiava furiosamente alla porta della stanza per entrare. Goyle aveva ovviamente capito che Blaise nascondeva qualcosa. Se fosse stata una ragazza qualunque, non si sarebbe fatto nessuno scrupolo a lasciarlo entrare con tanto di ragazza lasciata lì sul letto mezza nuda e tanti saluti. Blaise aprì la porta con l'aria scarmigliata e distrutta di chi ha appena vissuto qualcosa di estremamente stancante.

"Alla buon'ora, Zabini!"

"Corri in quel dannato cesso e muoviti!"
sbottò Blaise irritato

"Oh, ho interrotto qualcosa con qualcuno?"

"Vedi qualcuno in questa stanza, razza di..."
si interruppe prima di insultarlo

"Non si sa mai..."

"Certo, me la stavo facendo con la Dama Grigia!"


Goyle corse in bagno, aprendo l'acqua nel lavandino per mascherare inesistenti rumori. Blaise rifletté, prima o poi sarebbe dovuto uscire allo scoperto con Harry, non poteva certo continuare così, con il rischio di venir scoperti da chiunque, anche se Blaise aveva una mezza idea di cosa stava facendo Goyle. Si era accorto che da qualche giorno teneva d'occhio la loro piccola combriccola, che osservava tutti i loro movimenti... forse aveva immaginato che Blaise ed Harry stavano assieme? Forse no, direttamente voleva sapere se qualcun'altro di loro aveva qualche relazione nascosta? Chissà cosa si nascondeva nella testa di quel pazzo... Blaise riconosceva che Draco aveva esagerato e non poco, ma sapeva anche che non poteva di certo passare tutta la vita a torturare il gruppo solo per uno scherzo.

Goyle uscì dal bagno.

"Ho finito... puoi ricominciare a fare quello che stavi facendo."

Blaise lo fulminò.

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Capitolo 15
*** The End ***


Gregory Goyle era quasi certo di essere stato scoperto da Blaise. Blaise doveva aver sicuramente intuito che era entrato solamente per impicciarsi dei suoi affari, ma d'altro canto non aveva altre intenzioni se non quelle di scoprire il più possibile su quel branco di ragazzini che avevano avuto l'ardire di fargli uno scherzo di pessimo gusto. Subito dopo essere uscito dalla stanza di Millicent Bulstrode aveva compreso che Draco Malfoy gli aveva fatto quello scherzetto insolente solo perché prima di andare a colazione di qualche giorno prima aveva detto che si era innamorato di Hermione Granger. Draco era dannatamente geloso, a quanto pareva, e Goyle avrebbe sfruttato questo fatto per far finire nei guai il biondino platinato.

In parte, Goyle detestava l'idea di essere stato suo scherano per così tanti anni, per così tanto tempo ed in parte stava effettuando quella "piccola vendetta" proprio per prendersi un po' della soddisfazione che sicuramente Draco si era preso in tutto quel lasso di tempo in cui Goyle e Tiger gli avevano fatto da spalla - e più che da spalla, l'avevano proprio coperto in troppe maniere - ed ora che poteva addirittura avere Draco Malfoy in pugno, non aveva alcunissima intenzione di lasciare la propria unica speranza di farsi valere. Era altresì sconcertato dall'idea che Hermione Granger - solitamente molto diplomatica - non avesse ancora provato ad avvicinarlo per ragionare con lui e convincerlo a star fuori dagli affari del suo gruppetto. Si chiese distrattamente se la riccia non fosse impaurita da lui e provò un moto d'orgoglio per la sua stazza così imponente che gli consentiva di incutere timore in chicchessia.

Era però ormai certo che Blaise Zabini nascondesse qualcosa, altrimenti non ci avrebbe messo così tanto tempo ad andare ad aprire quella dannata porta. Aveva bisogno di estorcere le informazioni che gli occorrevano per la sua vendetta. Però ebbe immediatamente una buona idea - forse la prima dopo anni di vita - e comprese che aveva nuovamente bisogno dell'aiuto di Millicent Bulstrode. Le avrebbe spiegato che il suo aiuto sarebbe servito per un secondo scoop direttamente collegato con il primo, che le avrebbe fatto avere ulteriore popolarità nella redazione del Settimanale delle Streghe ed era sicuro che non avrebbe rifiutato una possibilità di far carriera come giornalista così succulenta. Decise di andare verso il dormitorio femminile dove sicuramente avrebbe trovato Millicent Bulstrode. Bussò rapidamente alla porta e la ragazza si precipitò ad aprire. 

"Gregory?"

"Ho la possibilità di farti avere una nuova notizia che sicuramente ti renderà la più gettonata tra le giornaliste del Settimanale."

"Lo sai, le notizie sono sempre ben accette, entra."


Goyle entrò nella stanza piuttosto spartana che Millicent condivideva con Pansy Parkinson, Daphne ed Astoria Greengrass. Miracolosamente nessuna di esse era nella stanza in quel momento, poiché non era certo che una di esse non facesse il passaparola con Pansy - o direttamente ci fosse lei nella stanza - ed era sicuro che Pansy - essendo in realtà piuttosto acuta e non poi così stupida come spesso dava l'impressione di essere - avrebbe capito immediatamente quello che Goyle stava per chiedere a Millicent e sarebbe corsa dai professori a denunciarlo o peggio, sarebbe corsa dai suoi amichetti ad avvertirli dando loro il tempo di preparare una difensiva.

"Non è legale quello che sto per chiederti."

"...dipende dallo scoop che hai intenzione di offrirmi. Potrei accettare comunque, se ne valesse la pena..."

"E sono certo che sia così."

"Certo? Hai già qualcosa in mano?"

"Nulla di concreto..."

"Allora non è certo. C'è la possibilità che veniamo scoperti?"

"Possibile, ma solo fino ad un certo punto."

"Dammi una percentuale, Goyle."

"Diciamo che al venti percento dei casi potrebbero scoprirmi..."

"Venti percento? No, è troppo."

"Ma! - lasciami finire - se venissi scoperto non farei il tuo nome. Direi di aver agito totalmente da solo."

"Saggio ragazzo. Ora mi piace di più."

"Direi che è solo mia la responsabilità, ma tu devi aiutarmi... io non sono un genio in Pozioni."

"Ti occorre una Pozione?"

"Direi di sì."

"Pozione Polisucco, immagino."

"Immagini bene, cara Millicent."

"Chissà come mai..."

"Puoi procurarmela?"

"Certo, ma dovrai aspettare."

"Posso aspettare..."


***

Millicent si mise immediatamente al lavoro sulla Pozione Polisucco, procurandosi gli ingredienti tramite alcuni contatti non propriamente legali. Riuscì a preparare la Pozione quasi miracolosamente, dal momento che spesso e volentieri rischiava di venir scoperta da insegnanti che passavano casualmente davanti all'aula in disuso. Non aveva l'ingegno necessario per trovare un posto ancor più nascosto, ma in ogni caso era stata abbastanza furba da chiudere la porta magicamente in maniera da avere perlomeno il tempo di rendere invisibile il calderone e gli ingredienti. Goyle le chiedeva quasi tutti i giorni se la Pozione fosse pronta, con sua somma scocciatura. Millicent ricordava chiaramente il periodo in cui si era aggregata alla combriccola di Draco Malfoy ed aveva fatto tutto ciò per amore. Amore non corrisposto, ovviamente. Draco era già innamorato perso di Hermione Granger, anche se questo non lo poteva sapere al tempo... ora tutto assumeva un significato più chiaro. 

< Draco Malfoy le si era avvicinato silenziosamente una sera, mentre Millicent stava leggendo un libro sugli Schiopodi Sparacoda. Si era dimostrato gentile e simpatico con lei, mentre tutti l'avevano sempre evitata come la peste. Capelli giallo steppaglia, occhi nocciola che non venivano mai notati a causa del pesante ciuffo di capelli che ricresceva incessantemente e che le copriva quasi del tutto gli occhi. Sfortunatamente i suoi genitori non si erano nemmeno mai preoccupati della sua linea fisica - a differenza delle altre famiglie Purosangue - e l'avevano lasciata mangiare qualsiasi tipo di schifezza possibile ed immaginabile, col tremendo risultato che all'età di dodici anni era una sorta di piccola mongolfiera rotolante. Aveva deciso a quattordici anni di dimagrire drasticamente e nel giro di qualche mese aveva perso buona parte del suo peso, ricorrendo un po' anche alle Pozioni, ma principalmente a sé stessa.

"Millicent Bulstrode... come va?"

"Oh..."
- era arrossita vistosamente

"Intendo dire... tutto bene?"

"Ehm, sì... sì. Sì tutto bene, grazie. Tu?"

"Tutto alla perfezione."

"Ottimo."

"Mi chiedevo... ti andrebbe di venire con me, Tiger e Goyle alla prima riunione del Club dei Duellanti? Sono curioso di vedere chi saranno gli insegnanti..."

"Certo, sicuro! ehm... volevo dire... va bene..."
si corresse immediatamente maledicendosi per la risposta troppo entusiasta.

"Splendido. Ci vediamo domani, Millicent."

"A-a domani, D-Draco."
>


Dopo l'uscita dell'articolo che aveva scritto aveva intuito che tutti quegli strani appuntamenti - in cui però Tiger e Goyle non mancavano mai - non erano altro che una facciata per far credere di avere una fidanzata. Si era chiesta spesso perché proprio lei, ma infine aveva capito che con la sua stazza avrebbe intimorito chiunque e a Draco stava bene far credere sia di avere una ragazza, che di avere una terza guardia del corpo pronta a tutto per evitare che qualche Mezzosangue si decidesse a suonargliele di santa ragione. Si era sentita usata e un po' maltrattata, ma aveva deciso che l'uscita dell'articolo era una punizione sufficiente anche per questo. L'aveva quasi detestato per un paio di giorni, ma continuava a riflettere sulla vendetta che quasi involontariamente gli era capitata sottomano e che aveva attuato assieme a Gregory Goyle. Aveva imparato a tenere per sé le emozioni, tutto ciò che provava era debitamente messo a tacere ogni volta che provava ad uscire ma anche adesso che stava per consegnare all'ex migliore amico di Draco Malfoy una Pozione con la quale sarebbe stato in grado di farsi rivelare qualsiasi cosa, si sentiva nonostante tutto un po' in colpa. Non le piaceva l'idea di dover infrangere le regole, ma ci teneva troppo al lavoro che era riuscita a conquistarsi e non le andava di perderlo per l'ennesima mancanza di pezzi decenti.

Goyle bussò alla sua porta con i tre tocchi concordati. Millicent aprì la porta e sporse fuori soltanto la mano sinistra. Non appena sentì che una manona afferrava la Pozione Polisucco ritrasse la mano e chiuse la porta. 

***

Goyle assunse la Polisucco estrapolando alcuni capelli impigliati nella federa del cuscino di Draco Malfoy. Non appena ingurgitò la pozione (che era di un piacevole verde smeraldo ed aveva un vago retrogusto di menta) mutò nel corpo più minuto e allungato del biondino Serpeverde. Decise di incontrare prima Blaise Zabini, così da strappargli lo scoop che era certo nascondesse, prima di tentare la fortuna con altri che forse non avevano più nulla di segreto. Rimase nella stanza, continuando ad assumere piccole dosi di Pozione Polisucco ad ogni scoccare dell'ora, mentre attendeva il ritorno di Blaise da chissà dove. Quando il moro entrò nel dormitorio, seguito da Draco Malfoy, il viso pallido di Goyle/Malfoy divenne ancor più cereo.

***

La Preside McGranitt era fuori di sé, totalmente. Gridava come un'ossessa all'indirizzo di un Gregory Goyle che aveva ancora i capelli semi lunghi e biondicci mentre riprendeva le proprie sembianze poco a poco e non sembrava ancora rendersi conto di cosa stesse succedendo. Draco Malfoy era roseo in viso, furente dopo essere stato placato poco prima da Hermione Granger, chiamata anch'essa a rispondere della situazione. Una marea di confusi farfuglii sulla loro storia, sull'articolo uscito e su un tentativo di trasformazione da parte del rampollo dei Goyle erano piovuti addosso alla Preside che non aveva di sicuro seguito gli articoli sul Settimanale delle Streghe e dunque non aveva saputo nulla.

"Quindi... stareste cercando di dirmi che il signor Goyle ha assunto la Pozione Polisucco per informarsi sulle vostre relazioni sentimentali..."

"Precisamente."
- pigolò la Granger.

"In totale, il signor Goyle ha infranto ventisei regole della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ventisei regole sono più che sufficienti per venir espulsi definitivamente. Come se tutto quello che avete combinato in questi anni non fosse stato sufficiente per mettere in una brutta posizione il signor Goyle. Granger, Malfoy, potete andare. Gregory, attendi l'arrivo dei tuoi genitori qui. Vado a scrivere al Ministro per spiegare la tua espulsione."

Draco ed Hermione uscirono dalla stanza con aria quasi desolata. Non avevano di certo intenzione di far espellere Goyle, ma di certo non potevano permettergli di girare indisturbato per la scuola a pedinarli. Draco si voltò verso Hermione.

"Sorridi."

"Non mi va."

"Sorridi."

"Solo se mi dai un bacio."

"Un bacio?"

"Sì. Baciami ancora, Draco."


E la baciò.

Angolo Autrice:

Siamo giunti quindi alla fine!
Avevo questo capitolo pronto da un po', ma a causa di vari problemi con il portatile non ho potuto postarlo prima.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, sia a chi l'ha seguita dall'inizio sia a chi l'ha iniziata dopo la revisione.
Vi ringrazio per aver letto fino a qui.

Baci, sibley.

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