Un cielo per tutti.

di Lady Atena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Real GDR. ***
Capitolo 2: *** Piano svelato. ***
Capitolo 3: *** Vana conquista. ***
Capitolo 4: *** Nel futuro. ***
Capitolo 5: *** Fedeltà eterna. ***
Capitolo 6: *** Rapporti famigliari. ***
Capitolo 7: *** Boss Supremo. ***



Capitolo 1
*** Real GDR. ***


Personaggi: Yamamoto Takeshi; Sawada Tsunayoshi.
Coppia: Accenno, ma solo se volete vedercelo, alla Takeshi/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + Supposizioni senza senso su un ipotetico 'dopo' + capitoli del manga letti alla caso.
NdA: Il bento è simile ad un pranzo al sacco.

Takeshi aprì la porta scorrevole con una mano, stringendo il bentoNdA nell'altra. Entrò nella stanza, chiuse la porta alle proprie spalle e sorrise.
"Yo, Tsuna. Il vecchio mi ha detto che eri qui, così ti ho portato il pranzo". 
Tsuna alzò il capo, strinse le ginocchia facendo strofinare i pantaloni sul legno del pavimento e sorrise.
"Ah, grazie Yamamoto" disse.
Takeshi alzò le spalle, camminò fino davanti a Tsuna e si sedette puntellando i talloni nudi sul pavimento. Poggiò il sacchetto tra loro due, mise le mani sulle ginocchia e sorrise.
"È successo qualcosa?".
Tsuna si grattò una guancia, abbassò il capo socchiudendo gli occhi castani.
"Ecco, come dire. Yamamoto, hai mai pensato che quello che facciamo possa non essere un gioco di ruolo?" chiese.
Yamamoto batté le palpebre, piegò la testa di lato sporgendo le labbra.
"E perché?" domandò.
Tsuna incassò il capo tra le spalle, mugugnò osservando il nodo del pacchetto davanti a sé e sospirò.
"Moltissime volte ci siamo feriti e altre siamo addirittura finiti all'ospedale. Abbiamo fatto dei viaggi nel tempo, in una dimensione in cui tutto era andato storto e tante altre cose" disse.
Alzò il capo, le iridi gli brillarono.
"Non posso credere che per te sia tutto un enorme gioco!".
Yamamoto abbassò il capo, sospirò e chiuse gli occhi.
"Perché sei venuto a dirmi queste cose, Tsuna?" domandò.
Tsuna strinse i pugni sulle proprie ginocchia.
"Il Nono è in pericolo di vita. Se non accetto il titolo di Decimo, hanno minacciato di bombardare Naminori".
Aumentò la stretta fino a conficcare le unghie nella carne, chiuse gli occhi sfregando i denti tra loro.
"Reborn ha detto che se scappo bombarderanno qualsiasi posto in cui io vada. L'unica cosa che posso fare è accettare".
Inspirò, espirò e aprì gli occhi rilassando le mani.
"Ma non lo farò se questo significa mettervi in una situazione simile a quella dello scontro per gli anelli o della successione!".
Yamamoto rilassò le spalle, spalancò gli occhi dalle iridi castano scuro e scosse il capo.
"Allora è per questo che eri così cupo!".
Rise, incrociò le gambe davanti a sé e tossicchiò. Si mise ritto, sorrise.
"Non farmi preoccupare, Tsuna!".
Tsuna sgranò gli occhi.
"Ero serio!" esclamò.
Yamamoto alzò le spalle, sciolse il nodo del sacco scoprendo due cestini per il pranzo e poggiò le mani sul legno.
"Dobbiamo solo fare definitivamente quella cerimonia interrotta, no?" chiese.
Tsuna scosse il capo facendo ondeggiare le ciocche castane, sfregò le dita sui pantaloni.
"Sì, ma ... " tentò.
Yamamoto sorrise, portò un ginocchio al petto piegando la schiena all'indietro e la manica blu della veste gli scivolò sulla spalla scoprendo una porzione di petto abbronzato.
"Se qualcosa non andrà bene, saremo dalla tua parte" disse.
Abbassò il capo, i ciuffi di capelli mori gli sfiorarono la fronte e le iridi castano scuro brillarono.
"In fondo Tsuna è il nostro boss".
Tsuna arrossì, si grattò la guancia abbassando il capo e annuì.
< Yamamoto è davvero rassicurante > pensò.
Alzò il capo, guardò Takeshi prendere il proprio cestino sorridendo. Tsuna sorrise, prese il proprio pasto e socchiuse gli occhi.
< Proprio come le piogge primaverili >.

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Capitolo 2
*** Piano svelato. ***


Personaggi: Hayato Gokudera; Reborn; Sawada Tsunayoshi. 
Coppia: Accenno alla Gokudera/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + presenza di Reborn non richiesta + finale inconcludente.
NdA: Ambientato dopo il capitolo del manga in cui Dino dice a Gokudera che il Nono gli ha offerto un lavoro in Italia. Si scopre poi che il Nono aveva ordinato di ucciderlo, se Gokudera avesse accettato.

Gokudera lasciò cadere in terra la borsa della scuola e si sedette sull'altalena. Strinse le catene metalliche tra le dita pallide e affusolate, percependole gelide al tocco. Abbassò il capo facendo ricadere sul volto delle ciocche argentee. 
"Sei pentito di avere rifiutato la proposta del Nono?" domandò una voce infantile.
Gokudera alzò il capo voltandolo, vide Reborn in piedi sul seggiolino dell'altalena di fianco alla sua. Reborn sorrise, saltò sulla spalla di Gokudera e si sedette.
"Ciaoss" salutò.
Gokudera batté le palpebre, socchiuse le labbra.
"Reborn-san. No, pensavo a quello" disse.
Alzò il capo, allargò le gambe puntellando i piedi in terra. Reborn strinse le labbra.
"Se tu avessi accettato, ti avrebbero ucciso" disse duro.
Gokudera ghignò, abbassò il capo e socchiuse gli occhi grigi dalle sfumature verdi.
"Questo l'avevo capito anche da solo" rispose.
Reborn allungò la mano, Leon vi zampettò sopra e Reborn gli carezzò la testa abbassando a sua volta il capo in modo che la falda del cappello nero gli coprisse metà volto.
"Capisco. Da qualcuno della tua intelligenza me lo sarei dovuto aspettare" disse.
Gokudera roteò gli occhi, voltò il capo.
"So qual è la mia fama, Reborn-san. Era ovvio che il Nono volesse testare se ero pronto a rinunciare ad una carica di prestigio per rimanere con il Decimo".
Reborn trasformò Leon in una pistola, saltò sulle gambe di Gokudera e alzò il braccio puntando la canna contro il volto del ragazzo. Sorrise, le iridi nere brillarono.
"Allora dovrai morire per dimostrare che non hai solo finto per non essere ucciso".
Gokudera abbassò il capo, sogghignò.
"Fa pure, Reborn-san. Il mio ultimo desiderio è e sarà sempre essere un degno braccio destro del Decimo".
Reborn strinse le labbra, poggiò l'indice sul grilletto. 
"Gokudera-kun!" si sentì gridare. 
Reborn abbassò la pistola, saltò giù dalle gambe di Gokudera e il ragazzo si alzò in piedi lasciando la presa sulle catene dell'altalena.
"Decimo!" esclamò.
Tsuna si fermò davanti al parco, si chinò in avanti poggiando le mani sulle ginocchia e ansimò mentre i capelli castani gli ondeggiavano lungo le guance arrossate. Si rizzò, inspirò e sorrise.
"Finalmente ti ho trovato" disse.
Gokudera afferrò la propria borsa mettendosela in spalla, gli si mise davanti e le iridi grigie brillarono di verde.
"Siete venuto fin qui per me, Decimo?" chiese.
Tsuna annuì, si grattò la guancia e si morse il labbro.
"Yamamoto è andato in Italia al posto tuo, mi chiedevo ...".
Gokudera afferrò le mani di Tsuna, le strinse tra le sue più chiare sorridendo con gli occhi che brillavano.
"Rimarrò fedele a lei per tutta la vita, Decimo!" esclamò.
Tsuna dilatò gli occhi castani, annuì e sentì un tonfo sulla sua spalla. Si voltò, vide Reborn seduto con Leon sul cappello. Reborn sogghignò.
"Andiamo, ImbranaTsuna. Domani dovrai andare a scuola!".
Tsuna si portò le mani ai capelli.
"Ah! Devo ancora fare i compiti!" esclamò.
Si voltò e fece qualche passo, girò il capo agitando le mani.
"Ci vediamo domani Gokudera-kun".
Gokudera osservò Tsuna correre via, sorrise e strinse la borsa.
< Domani e per sempre, Decimo >.

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Capitolo 3
*** Vana conquista. ***


Personaggi: Cavallone Dino; Hibari Kyouya; Sawada Tsunayoshi.
Coppia: Insinuazione di Dino/Kyoya e ancor più insinuazione di Hibari/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + OOC scampato per miracolo + ipotetico post manga + citazioni non del tutto esatte.
NdA: La frase "Le nuvole possono essere libere solo perché c'è il cielo ad accoglierle. Ma un giorno io morderò a morte perfino il cielo stesso" è detta da Hibari nel manga, dopo il combattimento con la Guardiana del ghiaccio della famiglia Simon. Non sono sicura di scriva Hyper Mode, però mi riferisco allo stato che Tsuna raggiunge con il proiettile dei rimproveri o con due pillole dell'ultima volontà.

Tsuna accelerò la corsa nel corridoio, salì i gradini e aprì la porta sulla terrazza. Ansimò, le guance erano arrossate e le ciocche di capelli castani brillavano leggermente a causa del sudore che gli scivolava lungo la fronte abbronzata. Batté le palpebre, guardò il tetto avanzando e notò Hibari sdraiato con il capo voltato dal lato opposto al suo. Tsuna sorrise, chiuse la porta e si avvicinò. Hibari si voltò mettendosi seduto, strinse il tonfa nella mano destra assottigliando le iridi blu notte.
"Stai invadendo il mio territorio, erbivoro" sibilò.
Tsuna s'irriggidì, ridacchiò passandosi la mano tra i capelli e si grattò la guancia socchiudendo gli occhi castani.
"Io non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto per Enma-kun e tutti noi" disse.
Hibari assottigliò le labbra, si alzò facendo frusciare la giacca nera e prese anche il tonfa sinistro stringendo entrambe le armi.
"Non paragonarmi al tuo branco di erbivori, Sawada Tsunayoshi. Io combatto per mio piacere personale e per mantenere l'ordine a Namimori".
Tsuna si morse il labbro, annuì e abbassò il capo dondolando sulle punte delle scarpe da ginnastica.
"Mi ha sorpreso quello che hai detto. Che le nuvole per poter essere libere hanno bisogno del cielo".
Hibari sogghignò, alzò le armi divaricando le gambe.
"Non scordarti che ho anche aggiunto che morderò a morte perfino il cielo. Vuoi provare, Sawada Tsunayoshi?".
Tsuna sobbalzò, scosse le mani davanti a sé agitandole.
"Hiiii! Hibari-san, sarebbe inutile!" strillò.
Kyouya strinse i tonfa, assottigliò lo sguardo e arricciò il labbro.
"La tua fiammella arancione non mi impedirà di morderti a morte".
Tsuna aprì la bocca spalancando gli occhi, abbassò le mani e scosse il capo. 
"Non potrei mai entrare in Hyper Mode contro un amico!".
Strinse i pugni abbassando la testa, i capelli castani gli ricaddero sul volto coprendolo per metà.
"Anche se lo fai per Namimori o per te stesso, ci hai sempre salvati! Tutti noi sappiamo che sei il più forte e che quando la situazione si fa critica sarai lì a salvarla!".
Le spalle gli tremarono, si morse il labbro.
"Anche se mi mordessi a morte o minacciassi o chiedessi a Reborn di obbligarmi, non combatterei mai sul serio contro qualcuno dei miei amici".
Hibari allargò il braccio destro stringendo il tonfa, lo ruotò fino a fermare l'arma ad un palmo dalla guancia di Tsuna. Kyouya inspirò assottigliando le labbra.

"Voglio combattere con Sawada Tsunayoshi" disse.
Dino lo guardò, batté le palpebre e rise passandosi una mano tra i capelli biondi. Hibari inarcò un sopracciglio, abbassò i tonfa.
"Pensi che non potrei batterlo per colpa di quella fiamma, vero?" domandò.
Dino negò con il capo, tossicchiò e sorrise.
"Ascolta Kyouya, non c'è alcuna possibilità che Tsuna ti batta allo stato attuale".
Tolse la mano dai capelli, tese il braccio e agitò l'indice.
'"Ma non accetterebbe mai di combattere con te".
Hibari socchiuse gli occhi, inarcò un sopracciglio. Dino sorrise, abbassò le braccia.
"Per quanto le nuvole possano espandersi nel cielo, prima o poi esso tornerà nuovamente azzurro; Kyouya" disse.


Hibari sbuffò, abbassò il tonfa e fece un passo indietro.
"Questo vuol dire che anche se sono libero di andare dove voglio, non posso comunque dominarlo".
Tsuna alzò il capo, batté le palpebre e piegò il capo.
"Hibari-san?".
Kyouya appese i tonfa alla cintola coprendoli con la giacca, strinse le labbra.
"Tu non combatteresti con me nemmeno se fosse per la tua amata famiglia, vero?".
Tsuna si grattò una guancia, arrossì socchiudendo gli occhi osservando alla sua sinistra.
"Penso che in quel caso farei ciò che serve per farti cambiare idea, Hibari-san".
Hibari sospirò, chiuse gli occhi.
"Le nuvole possono vagare libere solo perché c'è un cielo infinito che le accoglie. Un cielo che non possono conquistare per quanto provino a coprirlo" disse.
Tsuna spalancò gli occhi, alzò il capo e sentì le guance arrossate bruciare.
"Hibari-san, cosa ... ".
Kyouya prese il tonfa, lo strinse nella mano destra e lo premette contro la gola di Tsuna. Assottigliò le iridi blu notte, che brillarono risaltando sulla pelle chiara.
"Ricordati, però, che io morderò a morte perfino il cielo; Sawada Tsunayoshi".

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Capitolo 4
*** Nel futuro. ***


Personaggi: Adult!I-Pin; Adult!Lamb; I-Pin; Lambo; Sawada Tsunayoshi.
Coppia: Insinuatissimo Lambo/I-Pin.
Avvisi: Slice of life + bazooka dei dieci anni alla caso + improbabile fluffosità.
NdA: Io non volevo scriverla. Ma poi Lambo ha iniziato a piangere, quindi ho dovuto farlo per forza!

Lambo spalancò la porta della camera di Tsuna, strinse al petto il biscotto e corse in avanti.
"Questo dolce è di Lambo-san!" esclamò.
I-Pin entrò nella stanza correndo.
"Lambo, no!" disse.
Tsuna sospirò, poggiò la penna sulla scrivania voltandosi.
"Mamma! Mamma, io devo fare i compiti!" urlò.
Lambo rise, saltò sul letto stringendo il biscotto e I-Pin balzò a sua volta sul materasso. Tsuna chiuse il quaderno, si alzò.
< È vero. Mamma e Reborn andavano ad accompagnare papà all'aeroporto insieme a Bianchi e le altre > pensò.
Fece due passi avanti, allungò le mani.
"Lambo, lascia il biscotto di I-Pin!" esclamò.
Il bambino socchiuse gli occhi sogghignando, strinse il biscotto e dimenò la coda da mucca.
"Se ImbranaTsuna prega Lambo-san in ginocchio, lui dividerà il suo biscotto con IdiotaTsuna" disse.
I-Pin balzò sopra Lambo atterrandolo, delle bombe rosa rotolarono dalla capigliatura di Lambo precipitando a terra e Tsuna urlò facendo due passi indietro. Lambo scalciò, rotolò sopra I-Pin e il bazooka dei dieci anni scivolò fuori dai suoi capelli cadendo sopra i due bambini. Tsuna si portò le mani alla testa, afferrò le bombe in terra e le infilò sotto il letto. Si rizzò osservando la nuvola rosa diradarsi.
"Lambo adulto! I-Pin adulta!" esclamò.
I-Pin sgranò gli occhi, si rizzò e strinse il contenitore del ramen con entrambe le mani.
"Ah! Sawada-san, mi scusi!"
Guardò l'orologio, corse fino alla porta e si voltò.
"Se non mi sbrigo lo zio Kawahira mi sgriderà!".
Uscì dalla stanza, Tsuna sospirò e si chiuse la porta alle spalle. Si voltò guardando Lambo seduto in terra con una mano tra i capelli. Lambo si alzò, infilò le mani in tasca.
"Buongiorno, giovane Vongola" salutò.
Tsuna raggiunse il centro della stanza, si sedette a lato del tavolo e sorrise.
"Oggi Bianchi e Reborn non ci sono, puoi stare tranquillo".
Lambo sorrise, annuì e si sedette a sua volta. Tsuna aggrottò le sopracciglia, si grattò la guancia abbronzata e abbassò il capo.
"C'è una cosa che volevo sapere, Lambo. Perché mi chiami sempre in maniera così formale?".
Alzò la testa, agitò le mani in aria arrossendo.
"Non che mi piaccia essere chiamato ScemoTsuna o simili, ma Giovane Vongola mi sembra un po' troppo distante" disse.
Lambo incrociò le gambe poggiando le mani in terra, arcuò la schiena all'indietro e alzò le spalle.
"Tutte le volte che c'è una qualche occasione formale, siamo tenuti a rivolgerci al Decimo Vongola con il massimo del rispetto. Oppure possiamo farci uccidere da Gokudera-san".
Sogghignò, si passò la mano tra i capelli neri socchiudendo le iridi verdi.
"Negli anni è diventato sempre più pauroso e nessuno ha il coraggio di negargli qualcosa, se si parla di te".
Tsuna arrossì, premette le mani sulle ginocchia.
"Non credo sopporterei un'aria così tesa" sussurrò.
Lambo rise, si piegò in avanti e fece l'occhiolino.
"È divertente, giovane Vongola. Ci comportiamo come uomini seri e maturi fino alla fine dell'occasione ufficiale".
Sorrise e piegò di lato il capo.
"E appena finita torniamo a litigare esattamente come in questo tempo".
Tsuna alzò il capo, le iridi castane brillarono di riflessi cioccolata e rilassò le spalle.
"Lambo, tu ...".
Una nuvola rosa avvolse Lambo, Tsuna tirò indietro il capo e vide il bambino seduto sul tavolo davanti a lui. Lambo guardò a destra, a sinistra e sporse le labbra. Si alzò in piedi, saltò giù dal tavolo e prese il bazooka rimettendolo nei capelli. Afferrò le sue bombe da sotto il letto, si voltò e fece la linguaccia.
"Ci vediamo StupiTsuna!" esclamò.
Si girò, corse verso la porta con le bombe in mano. Balzò, atterrò sulla maniglia abbassandola e saltò all'indietro atterrando in piedi davanti l'uscio aperto.
"I-Pin! Preparati! Lambo-san sta arrivando!" strillò.
Uscì correndo, Tsuna sospirò e si alzò. Chiuse la porta, si voltò verso il tavolo osservando il quaderno chiuso e si passò la mano tra i capelli.
< Cinque, dieci o cento anni; Lambo è sempre una furia della natura >.

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Capitolo 5
*** Fedeltà eterna. ***


Personaggi: Altro Personaggio (Nana, madre di Tsuna); Lambo; Adult!Gokudera Hayato; Gokudera Hayato; Sawada Tsunayoshi.
Coppia: Implicita Adult!Gokudera/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + bazooka dei dieci anni mal funzionante + Parte Uno di N + Ipotetico post-manga.
NdA: Potete considerare questa storia come la prima parte di una giornata con Adult!Gokudera. Perché lui è figo e merita amore <3

Tsuna spalancò la porta della stanza con un tonfo con gli occhi sgranati e il volto arrossato.
“Lambo! Ridammi subito il quaderno!” urlò.
Corse giù per le scale, vide Lambo entrare in cucina e lo seguì. Lambo si arrampicò sul capo di Nana, la donna lo strinse in braccio e si voltò.
“Oh, Tsu-kun. Volevo giusto chiederti se potevi giocare tu con Lambo-chan”.
Tsuna spalancò gli occhi, agitò le mani davanti al viso.
“Impossibile! Se non finisco i compiti, Reborn mi ucciderà!” esclamò.
Nana si portò un dito alle labbra, strinse gli occhi mugugnando.
“Sbaglio o ti ha detto che sarebbe tornato domani mattina dopo essersi visto con i suoi amici?” chiese.
Tsuna sospirò, abbassò il capo.
“So che Reborn torna domani, però ...”.
Nana sorrise, prese Lambo in braccio e lo mise ai piedi del figlio. Si rizzò e afferrò la borsa della spesa mettendola in spalla.
“Allora io vado. Mi raccomando, Tsu-kun” disse.
Tsuna si chinò, prese Lambo in braccio e il bambino ghignò.
“StupiTsuna farà lo schiavo a Lambo-san!” ordinò.
Nana ridacchiò, diede un bacio sulla fronte a Tsuna e uscì. Tsuna sospirò, strinse Lambo e gli prese il quaderno.
“Ascolta Lambo. Va a giocare con I-Pin, io devo assolutamente finire i compiti”.
Lambo saltò, afferrò il quaderno e atterrò sul pavimento. Ghignò, sventolò il quaderno e corse via. Tsuna si passò la mano tra i capelli castani.
“Ah, basta, non ce la faccio!” si lamentò.
Corse nel corridoio, uscì dalla porta e si guardò intorno. Lambo gli atterrò davanti, sogghignò e gli fece la linguaccia.
“Prendimi, ImbranaTsuna!” strillò.
Corse verso l'esterno, Tsuna spalancò gli occhi.
“Aspetta, Lambo, è pericoloso!” esclamò.
Si mise le scarpe e corse fuori. Girò l'angolo e vide Gokudera che teneva per il colletto della tuta da mucca Lambo. Il bambino dimenava mani e piedi, una serie di bombe rosa e di caramelle uscirono dai suoi capelli sparpagliandosi in terra.
“Lasciami, Stipidiera!” esclamò.
Tsuna sorrise, rilassò le spalle.
“Gokudera-kun! Meno male, lo stavo cercando!”.
Gokudera alzò il capo, sorrise e le iridi argentate brillarono di riflessi verdi. Chinò la schiena in avanti facendo ondeggiare le ciocche grigie davanti al volto chiaro.
“È un onore esservi utile, Decimo”.
Si rizzò, avvicinò Lambo al proprio volto e ringhiò mostrando i denti.
“Non osare infastidire il Decimo, stupida mucca” ringhiò.
La batté in terra, Lambo rotolò e singhiozzò, il bazooka dei dieci anni uscì fuori dai suoi capelli a cespuglio rimbalzando sulla strada. Lambo lo afferrò, lo strinse e singhiozzò.
“Devo ... Stare ... Calmo”.
Gokudera lo raggiunse, tirò un calcio al bazooka.
“Col cazzo che te lo lascio fare!” urlò.
Tsuna spalancò gli occhi castani, alzò il capo guardando l'arma viola roteare nel cielo. Il bazooka ricadde sopra Gokudera avvolgendolo in una nuvola rosa e Tsuna spalancò gli occhi.
“Eh?!” urlò.
Lambo indietreggiò guardando l'uomo davanti a lui. Hayato si sistemò la cravatta rossa, guardò a destra e sinistra stringendo le labbra. Si voltò, guardò Tsuna e batté le palpebre.
“Capisco. Devo essere finito dieci anni nel passato. Scusatemi per il disturbo, Decimo” disse, con tono calmo.
Lambo afferrò il bazooka, lo mise nei capelli e corse via. Tsuna si voltò, allungò la mano.
“Lambo, il mio quaderno!” esclamò.
Sospirò, abbassò il capo e sbuffò.
“Troppo tardi”.
Gokudera gli si mise davanti, piegò le ginocchia e sorrise.
“Volete che lo riprenda io, Decimo?”.
Tsuna alzò il capo, scosse le mani davanti al volto e arrossì.
“Ah no, no! Hai solo cinque minuti, rilassati pure”.
Gokudera strinse le labbra, si rizzò e si mordicchiò il labbro.
“Il bazooka non mi sembrava perfettamente funzionante. Credo che l'effetto potrebbe essere più duraturo del previsto” disse.
Tsuna si grattò la guancia, annuì due volte.
“Allora, come dire, accomodati; Gokudera-kun”.
Entrò nel cortile, raggiunse la porta e si tolse le scarpe. Superò l'uscio, si voltò guardando l'uomo avanzare e strinse le labbra.
< Spero che Gokudera-kun stia bene nel futuro > si disse.
L'uomo lo raggiunse, si chiuse la porta alle spalle e tese le braccia lungo i fianchi.
“Non dovete preoccuparvi, Decimo. Fortunatamente, il me stesso più giovane si troverà in compagnia del voi del mio tempo; quindi non avrà problemi”.
Tsuna batté le palpebre, arrossì e salì le scale.
“Non volevo offenderti”.
Gokudera lo seguì, si sedette sulle ginocchia a lato del tavolo e scosse il capo.
“Sono onorato della vostra preoccupazione”.
Tsuna chiuse la porta della stanza, si sedette dal lato opposto del tavolo e si grattò la guancia abbronzata.
“Era davvero così evidente?”.
Gokudera rilassò le spalle, poggiò le mani sulle ginocchia addolcendo lo sguardo dalle sfumature verdi.
“Come vostro braccio destro, è mio dovere capirvi”.
Tsuna sospirò, strusciò le ginocchia tra loro.
“È un po' strano”.
Gokudera batté le palpebre, piegò il capo di lato e si sporse in avanti.
“Ho detto qualcosa che vi ha infastidito, Decimo?” domandò.
Tsuna agitò le mani davanti al volto tirando indietro la schiena, arrossì scuotendo il capo e le ciocche castane ondeggiarono attorno al volto.
“No, no, assolutamente, non è colpa tua, davvero!”.
Abbassò le braccia, ridacchiò e si passò la mano tra i capelli.
“Vedere Gokudera-kun così calmo e controllato mi fa preoccupare su cosa potrà succedere da qui a dieci anni, ecco”.
Hayato sorrise, si rizzò socchiudendo gli occhi.
“Se è questo il vostro cruccio, state tranquillo. È stata una mia scelta”.
Tsuna si grattò la guancia arrossata, abbassò il capo guardando il pavimento.
“Gokudera-kun è violento e alle volte fa un po' paura. Non pensa mai alle conseguenze delle sue azioni e nemmeno si chiede se io mi senta a disagio quando dice che farebbe qualsiasi cosa io gli ordinassi”.
Alzò la testa, sorrise arrossendo maggiormente.
“Per questo non vorrei vederlo cambiare soltanto perché si è fatto qualche altra strana idea delle sue”.
Hayato sorrise, si alzò e si mise alla destra di Tsuna. Tsuna lo guardò, batté le palpebre e si tirò indietro. Gokudera sorrise, poggiò un ginocchio in terra portando l'altro vicino al petto, abbassò il capo facendo strofinare le ciocche grigie contro la giacca nera del completo. Prese la mano di Tsuna nella sua più chiara, vi avvicinò le labbra e ne baciò il dorso. Alzò il capo, socchiuse gli occhi argentati dalle sfumature verdi e sorrise.
“È per questo che vi sarò sempre fedele, Decimo”.

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Capitolo 6
*** Rapporti famigliari. ***


Personaggi: Altro personaggio (Romario, Vice di Dino); Cavallone Dino; Sawada Tsunayoshi.
Coppia: Accennato Dino/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + Incontro randomico + Supposto post-manga + Finale inconcludente.
NdA: Nel caso vi steste chiedendo il perché di questa coppia, cercate le fiction che la riguardano e capirete tutto xD

Tsuna strinse le labbra, guardò la maniglia e vi poggiò la mano. Sospirò, alzò il capo e si grattò la guancia abbronzata.
“Ehm, Romario-san, è sicuro che io possa entrare?” domandò.
Romario annuì, si sistemò gli occhiali sul naso sorridendo.
“Il Boss ha chiesto esplicitamente di vederla, Sawada-san”.
Tsuna si morse il labbro abbassando il capo, sospirò.
“Però non ho avvisato nessuno ...” mormorò.
Romario strinse gli occhi avvicinando le braccia ai fianchi.
“Yamamoto-san e Sasagawa-san sono impegnati in alcuni allenamenti intensivi dei rispettivi sport. Bianchi-san e Fuuta-san sono tornati momentaneamente in Italia controllati dai nostri uomini. Chrome-san si trova con Lambo-san e I-Pin-san a casa della giovane Sasagawa-san insieme a Miura-san. Nana-mama è uscita per delle commissioni scortata da Gokudera-san e Reborn-san. Immagino io non debba nemmeno dirle che Rokudo-san si trova a Kokuyo e Hibari-san sul tetto della scuola; com'è loro solito” elencò.
Tsuna ridacchiò in maniera isterica, si passò la mano tra i capelli castani arrossendo.
“Non posso credere che Dino-san abbia organizzato tutto questo solo per vedermi, quando poteva tranquillamente venire a casa mia”.
Romario sorrise, si tirò su gli occhiali che scintillarono.
“Voleva assolutamente vederla in privato, a quanto pare”.
Si piegò in avanti con la schiena tenendo le braccia rigide, si rizzò.
“Con permesso”.
Si voltò e si allontanò. Tsuna sospirò guardando la maniglia.
< Immagino di non avere scelta, ormai > pensò.
Abbassò la maniglia aprendo la porta, si sporse con il capo.
“Dino-san! Posso entrare?” domandò.
Guardò a destra, osservò un letto accanto alla parete con due comodini ai lati e si voltò verso sinistra notando un tavolo alto fino alle sue ginocchia con tre poltrone per lato e due divani messi davanti ad una libreria. Entrò nella stanza, si chiuse la porta alle spalle e fece qualche passo in avanti. Udì un tonfo provenire da dietro uno dei divani e corse in avanti facendo il giro delle poltrone.
“Dino-san!” esclamò.
Dino si passò la mano tra i capelli biondi, una serie di libri gli coprivano le gambe. Sorrise socchiudendo le iridi dorate, piegò il capo di lato.
“Ah, Tsuna! Ti stavo aspettando, sai?” disse.
Si mise seduto facendo scivolare i libri in terra, strinse i denti passandosi una mano sulla schiena. Tsuna si inginocchiò, gli mise le mani sulle spalle dilatando le iridi castane.
“Tutto bene, Dino-san? Cos'è successo?”.
Dino ridacchiò, annuì e sorrise.
“Scusa, scusa. Volevo prendere qualcosa da leggere mentre ti aspettavo, ma devo essere inciampato”.
Tsuna sospirò, fece un passo indietro sedendosi sulle proprie ginocchia.
“Sta attento, Dino-san. Mi sono preoccupato” si lamentò.
Dino spostò i libri di lato, si alzò facendo frusciare il lungo cappotto marroncino e indicò con il mento lo schienale del divano.
“Sediamoci, otootoTrad. Devo parlarti” disse.
Tsuna batté le palpebre si alzò e annuì. Raggiunse il divano, lo aggirò e si sedette su una delle poltrone alla destra del tavolino.
< Sembra talmente serio … > pensò.
Dino gli si sedette davanti, intrecciò le mani tra loro piegandosi verso Tsuna. Strinse le labbra, assottigliò le iridi oro e sospirò.
“Ascolta, Tsuna. Come sai, la mia Famiglia è alleata a quella dei Vongola. Come Decimo Boss dei Cavallone, il mio più grande desiderio è avere un ottimo rapporto con il Decimo dei Vongola” iniziò.
Tsuna deglutì, si morse il labbro.
< Sapevo già che Dino-san diventa serio, per la Famiglia, ma così fa un po' paura > si disse.
Mise le mani davanti al volto, le scosse in aria sporgendosi in avanti.
“Ascolta, Dino-san, non serve tutta questa formalità. È vero che per ora che il Nono sta male Reborn mi ha obbligato ad accettare di sostituirlo diventando Boss dei Vongola, ma è solo per poco. Il tempo che il Nono si rimetta”.
Abbassò le braccia, si grattò la guancia arrossata e sospirò.
“Tra l'altro questo discorso è inutile. Tu mi consideri un fratellino, vero? Quindi il nostro rapporto dovrebbe andare bene, giusto?”.
Dino sospirò, strinse le labbra e si passò la mano tra i capelli dorati.
“A quanto pare ancora non hai accettato il destino che ti spetta. Beh, immagino che sia anche per questo che tutti noi teniamo tanto a te” disse.
Piegò la schiena in avanti, alcune ciocche gli sfiorarono le guance abbronzate.
“Io ti considero il mio otootoTrad, ma in quanto Boss dei Vongola mi sei superiore di grado; anche se momentaneamente. Se tu decidi che non ti va bene, non mi sarà perdonata tanta confidenza”.
Appoggiò le spalle contro lo schienale della poltrona, allargò le gambe e sospirò.
“Credo che Reborn sarebbe capace di farmi secco per molto meno, se potesse interferire con le sue preziose lezioni!” si lamentò.
Tsuna si mordicchiò più volte il labbro abbassando il capo, i capelli castani gli ricaddero davanti al volto oscurando gli occhi.
< È vero. Reborn diventerebbe molto pericoloso se questa sua ennesima trovata infernale non avesse i risultati sperati > pensò.
Si alzò, strinse i pugni e alzò il capo.
“Dino-san” chiamò.
Dino alzò il capo, batté le palpebre e sporse le labbra.
“Uh?”.
Tsuna deglutì, le iridi castane brillarono di riflessi cioccolata e tese la schiena.
“Io voglio che le nostre famiglie continuino ad essere in buoni rapporti”.
Piegò la schiena in avanti, strinse più forte i pugni chiudendo gli occhi.
“Continua a sostenermi come fratello maggiore anche in futuro, per favore”.
Tremò, strinse i denti tra loro. Dino sorrise, si alzò e fece il giro del tavolino. Mise un ginocchio in terra avvicinando l'altro al petto e prese la mano di Tsuna. Tsuna alzò il capo, batté le palpebre arrossendo. Dino baciò il dorso della mano, si alzò e sorrise.
“Sarà un onore, Neo Primo Vongola” disse.
Tsuna sorrise, le guance divennero purpuree e annuì.
“Grazie, Dino-san!”.


Trad: Fratellino.

Trad: Fratellino.

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Capitolo 7
*** Boss Supremo. ***


Personaggi: Reborn; Sawada Tsunayoshi; Xanxus.
Coppia: Accenno invisibile alla Xanxus/Tsuna.
Avvisi: Slice of life + What If! Di Tsuna e Xanxus che si incontrano post-sconfitta Byakuran + linguaggio scurrile gratis.
NdA: Perché Xanxus non può pensare di ammettere implicitamente che Tsuna è forte senza che poi qualcuno ci fanghérli.

Tsuna sorrise, rilassò le spalle.
“Ci hai davvero salvati, Xanxus” disse.
Xanxus estrasse una pistola, la puntò contro Tsuna socchiudendo le iridi color sangue.
“Ci hai messo troppo a vincere, stupida feccia”.
Tsuna s'irrigidì, tremò e scosse le mani fasciate dai guanti davanti a sé; gocce di sudore gli scendevano lungo il volto abbronzato.
“Hiiii! Scusa, scusa!” strillò.
Xanxus sputò in terra, mise la pistola nella fondina e abbassò il capo facendo strofinare le piume multicolore contro le spalline della giacca.
“L'unico motivo per cui non ti uccido come il fottuto rifiuto che sei è la tua forza, Sawada. Un'altra scena simile e ti ritroverai un buco in fronte”.
Tsuna ridacchiò istericamente grattandosi la guancia sudata, deglutì guardando l'erba sotto di sé ondeggiare con dei fruscii. Alzò il capo, sorrise abbassando le braccia e le iridi castane brillarono.
“Però sono contento che tutti voi stiate bene” disse.
Socchiuse gli occhi stringendo le labbra.
“Non me lo sarei perdonato se i Millefiore vi avessero fatto qualcosa a causa mia” sussurrò.
Xanxus incrociò le braccia al petto, inarcò un sopracciglio moro arricciando il labbro.
“Noi siamo Vongola, spazzatura” sibilò.
Tsuna si passò la mano tra i capelli, mugugnò annuendo e sospirò.
“Questo lo so, però ...”.
Xanxus assottigliò le iridi cremisi, si piegò in avanti e il cappotto nero gli scivolò sulle spalle facendo intravedere una porzione dei pettorali scuri lasciati scoperti dalla camicia bianca aperta.
“In tempo di crisi, i Vongola sono sempre uniti; feccia” ringhiò.
Tsuna alzò lo sguardo, tese le braccia e sorrise.
“Questo vuol dire essere una famiglia, Xanxus”.
Xanxus si rizzò, arricciò il labbro e ringhiò sfregando i denti tra loro.
“Questo è ciò che bisogna fare per difendere la nostra comunità”.
Portò le mani ad accarezzare le sue pistole, ghignò.
“Nessuno piange quando della feccia muore. Ma noi Vongola non permetteremo a della spazzatura di sotterrarci”.
Tsuna batté le palpebre, si passò la mano tra i capelli castani e sospirò passando le dita coperte dal guanto sulla guancia; strofinando la pelle arrossata.
“Alla fine sei sempre uguale” borbottò.
Xanxus incrociò nuovamente le braccia al petto, sbuffò e si voltò facendo ondeggiare il lembo nero del cappotto.
“Tu cresci, feccia. O mi riprenderò il posto di Decimo Vongola mentre dormi!”.
Si allontanò, Tsuna inarcò un sopracciglio osservandone la schiena e mugugnò.
“Chissà perché, adesso non mi sembra più la gran minaccia di prima”.
“È perché l'hai battuto, ImbranaTsuna” disse una voce infantile.
Tsuna si voltò abbassando il capo, sorrise a Reborn. Reborn gli saltò sulla spalla, si sedette e alzò il capo sogghignando.
“Nel mondo della Mafia, lo sconfitto diventa sottoposto del vincitore. Xanxus è molto ligio all'onore della Famiglia”.
Tsuna si grattò la guancia, arrossì e si mordicchiò il labbro.
“Mi ero dimenticato quella storia. L'avranno presa sul serio?”.
Reborn sospirò, si calò il cappello sugli occhi oscurando metà volto.
“Credi sia un gioco? Le regole della Mafia sono sempre serie”.
Ghignò, si alzò in piedi e gli occhi gli brillarono.
“Quindi, da oggi, dovrai occuparsi anche dei Vaira in qualità di Boss del loro Capo!”.
Tsuna spalancò gli occhi, si portò le mani ai capelli.
“Eeeeeh?!”.

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