Lost in Shakespeare

di white mirror
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - le circ Rambeaux ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 - il Libro ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Istruzioni di gioco ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 - Un asino! Un asino! Il mio regno per un asino! ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 - Ateniesi emotivamente scossi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***




Tutto cominciò lì, tra giocolieri, trapezisti e scimmie ammaestrate..
..
in una bizzarra notte di mezza estate..

 
 





Prologo
 


"Non è colpa tua" mi disse mentre il cameriere ci serviva il secondo " Elena... .. Sono cambiato e ho capito che è meglio finirla qui.... Per il bene di entrambi...".

Continuai a fissare la bistecca al sangue davanti a me senza interrompere il suo studiato monologo.

"Però ... mi farebbe molto piacere se potessimo continuare a frequentarci... Come amici..."

A quelle parole un brivido mi percorse. La mano si apriva e si chiudeva intorno alla fredda lama del coltello con un gesto meccanico, apparentemente involontario.

" ...perché io tengo alla nostra AMICIZIA... " mi ripeteva , proponendomi in continuazione quella parola che, in una situazione del genere, risultava al mio orecchio fastidiosa e inadeguata. 
"Albert....non mi sembra una buona idea"

"Elena ti prego.. Non so come fare senza di te.."

"... Ma ... Mi stai lasciando..." Dissi con aria perplessa e stremata dalla pesante conversazione.

"Sì.. Ma ... Insomma.... Ti supplico.. Non rendere le cose più difficili di quello che sono realmente!!!"

"Più DIFFICILI di quello che sono? Ah.. Ma davvero???" Replicai ironicamente cercando di mantenere quella poca calma rimastami.

"Sì.. Purtroppo è un tuo difetto.. Complicare le cose.."

"Complicare le cose.. ?"

"Beh sì complicare ! Complichi tutto!
Accontentarti è sempre più difficile.. Non fai altro che criticare, non ti va mai bene niente.. Se continui così rimarrai sola.." Disse alzando sempre di più la voce.

Ferita e con i nervi a fior di pelle tentai di riflettere su come gestire la situazione e dato che non amavo dar spettacolo optai per la scelta più saggia: alzarsi e uscire dal ristorante.
 Albert con un' insolita velocità, prima che potessi allontanarmi dal tavolo, si tirò su e mi prese il polso.
 "Scusa...ho esagerato"

"Lo so! Ora cortesemente, lasciami il braccio!" replicai senza guardarlo.

"Elena ...ti prego!" Gridò facendo in modo che l'attenzione delle persone in sala si concentrasse su di noi.

Lui conosceva il mio punto debole, il mio tallone d'Achille : i drammi in pubblico; Li odiavo con tutta me stessa .

"Abbassa la voce.." Dissi fulminandolo con lo sguardo.

"No! Devi ascoltarmi.. e se questo è l'unico modo.. Beh.." Un sorrisetto comparì sul suo volto " Non puoi fare così! Io ho bisogno di te! Ti supplico Elena!!!" Cominciò a urlare.

La gente seduta ai tavoli osservava la scena come davanti ad una tv; i giovani scommettevano su come sarebbe andata a finire, quelli dai 40 ai 70 brontolavano per la confusione generale creatasi e gli anziani rimembravano i tempi andati riportando alla mente antichi ricordi e tradizioni passate.

Il vaso era già traboccato da un pezzo ma cercai di rimanere il più tranquilla possibile.

"Elena Ho bisogno di te! .... E della tua AMICIZIA!". 
A queste parole vidi quel briciolo di calma scivolarmi dalle mani come un granello di sabbia; mi voltai verso Albert e con un dolce sorriso, grazia ed eleganza lo mandai a fanculo e, prima che potesse reagire, gli trai uno schiaffo talmente forte da lasciargli le cinque dita disegnate sulla guancia destra.

Accompagnata dagli applausi del pubblico mi diressi verso l'uscita del ristorante, soddisfatta e pronta per affrontare il mio futuro.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - le circ Rambeaux ***


Carissimi lettori, 
per me è un piacere enorme sapere che la mia storia ha ,in qualche modo, catturato la vostra attenzione. Spero di non aver fatto troppi orrori di grammatica e mi auguro che questo primo capitolo sia di vostro gradimento! aspetto con ansia un vostro commento! buona lettura! W.M.




Capitolo 1 - le circ Rambeaux





Meglio soli che male accompagnati.. È così il proverbio.

Ma la solitudine ha un prezzo, prezzo che si andava pagando a suon di lacrime.

Nel silenzio del mio taxi armeggiavo con il cellulare, in cerca di tutte le possibili immagini in cui fosse potuto essere presente Albert.
 Mi aveva ferito, lo aveva fatto senza ritegno ne preoccupazioni, aveva agito in modo egoistico, pensando solo al proprio tornaconto personale. 

Dovevo trovare quindi il modo per distrarmi e sfogare la mia rabbia repressa. 
Benché fosse divertente, cancellare o modificare le sue foto non mi dava alcuna soddisfazione.
'Cosa fare allora? Come placare la propria sete di vendetta senza far danni ne creare problemi a qualcuno?'

Nessuna risposta.

Il mio cervello aveva deciso di prendersi una vacanza. 
E a quanto pareva anche il taxi si rifiutava di avanzare.

"Mi scusi? C'è qualche problema?" Domandai al conducente
.
"Non si preoccupi signorina, è solo questa vecchia ferraglia che di tanto in tanto fa i capricci"

"Va bene.. Tanto non ho nulla da fare.."

'Ma sì, ormai... Sola, senza un uomo, in un taxi della prima guerra mondiale fermo in una cittadina nella campagna dell'America del nord.. Peggio di così non può andare' pensai, e così facendo mi tirai la gufata del secolo.

"Signorina.. Mi scusi... Avremmo un piccolo problema con l'olio..."

"Come posso aiutarla..?"

"No.. Dovrei portare la vecchia Beth da un meccanico.. Solo per controllare... Si ostina a non partire e quindi.."

"Se è l'unico modo per tornare a casa... Beh.. Andiamo da questo meccanico.."

"Ce ne è uno tre metri più avanti..."

"Andiamo allora"

"Oh no, non si deve scomodare, si diverta, faccia pure un giro per la città, porto io questa vecchiarda dal meccanico; appena ho finito la chiamo." Disse il taxista con fare sorridente.

"D'accordo ... Come vuole lei" conclusi allungandogli il mio biglietto da visita.
 
 
Sotto la flebile luce dei lampioni mi aggiravo per le ampie strade di quella strana cittadina; i pochi negozi e ristoranti aperti erano quasi deserti, abbandonati e privi di un qualsiasi spirito di vita.

Proseguivo lungo la via principale, senza rimorsi ne dubbi.

Dovevo riuscire a cavarmela anche questa volta.

Una musica raggiunse, in quel momento, il mio orecchio; allegra e spensierata si librava in aria con la leggerezza di un aquilone. Quelle note danzavano in un’ armonia surreale giocando a rincorrersi fino ai confini dello spazio.
Un motivetto familiare, che mi riportava alla mente vecchi ricordi.

‘Da dove proveniva?

Mi lasciai guidare da quel canto ammaliatore fino ad arrivare all'ingresso di un enorme tendone rosso e giallo, tutto decorato con lanterne e festoni di ogni tipo. 
Un imponente insegna al neon colorata lampeggiava sopra alla mia testa: " Le Circ Rambeaux " lessi.

"Salve!" 
Uno strano bambino si reggeva in piedi di fronte a me, dondolandosi avanti e indietro sui talloni, come in attesa di qualcosa.

La sua gracile figura poteva ricordare quella di un folletto dei boschi. I suoi capelli rossi risaltavano dal contrasto con la pelle candida che brillava al chiaro di luna mentre i due grandi occhi neri mi fissavano incuriositi. 
"Salve!" Esclamai un po' spaventata da quell'improvviso incontro.

"Posso chiederle una cosa?" Disse il giovane
.
"Chiedimi pure.."

"Lei crede nell'amore a prima vista?"

"No.. Non particolarmente... O per lo meno non mi fido più dell'Amore A Prima Vista.." Risposi ridendo un po' stranita dalla bizzarra domanda.

"Ah.. Capisco.. Quindi lei non crede che-"

"Puck! Non essere impertinente!". Un signore alto, in carne e con una folta barba bianca era uscito dal tendone e aveva preso a rimproverare il ragazzino. L'uomo, con un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca rossa tutta decorata con ricami e disegni di ogni tipo, stava davanti a me e mi osservava con attenzione.

"Mi perdoni signorina, il mio giovane assistente non ha ancora imparato come ci si comporta!" Disse con aria severa rivolto a quel bulbo rosso scompigliato.

"No, no non si preoccupi.." 

Ed ecco il suono di una campanella coprire le mie parole.

"Ah, lo spettacolo sta per cominciare! Gradirebbe unirsi a noi? Ci farebbe molto piacere averla come nostra ospite!" Mi chiese quello che dall'aspetto avrebbe potuto essere il proprietario
'Perché no? Tanto devo aspettare che il taxista faccia sistemare la vecchia Beth.. Almeno così mi tengo occupata..
?’
"Grazie mille! Mi piacerebbe molto!". Esclamai cercando di trasmettere più entusiasmo possibile.

" Ottimo!! Allora venga, si accomodi! Lasci fuori da questa tenda i suoi problemi, i suoi dubbi e le sue preoccupazioni! Si rilassi e si goda lo spettacolo!".

Puck mi prese per mano e mi accompagnò attraverso uno stretto corridoio che portava alle gradinate.
 Incredibile! 
L'interno del tendone risultava assai più ampio di come compariva dall'esterno e tutti i posti erano stati venduti.

Il chiacchiericcio comune e le risate del pubblico riempivano l'aria di allegria, spensieratezza. La Campanella suonò una seconda volta.

"Ok, ora è meglio prendere posto, sta per iniziare!
 Ecco! Quello è il posto riservato agli ospiti del grande W! " disse il giovane, indicando una serie di poltrone rosse collocate in un piccolo spazio centrale delle gradinate.

"Ohhhhh!! Grazie Puck!"

"Di nulla! Si goda lo spettacolo! Io ora vado.."

"Non resti anche tu?"

"No, ma non si preoccupi, ci vedremo ancora!" Disse con uno splendido sorriso sulle labbra.

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Capitolo 3
*** capitolo 2 - il Libro ***


Miei cari lettori, spero che questo capitolo vi lasci soddisfatti, anche se solo un "capitolo di passaggio". Spero di poter leggere alcuni dei vostri

commenti al più presto :-) sono assai curiosa .. mi farebbe molto piacere sapere la vostra opinione ;-)

Buona lettura! baci W.M.












Capitolo 2 - Il Libro









Non appena si spensero le luci calò un silenzio tombale. 
Al centro del palco vi era piedistallo dorato vuoto, su cui era puntato un occhio di bue.

Tutto a tratto, il signore dalla barba bianca che mi aveva gentilmente invitato poco prima, comparve dal nulla su quella pedana; come piovuto dal cielo.

Guardai verso la punta del tendone, sperando di vedere qualche corda, gancio o trapezista, per giustificare un ingresso tanto impossibile ... Ma nulla.

L'uomo si presentò al pubblico col nome di "Signor W" e senza perdere tempo diede inizio allo spettacolo; 
Giocolieri, clown, acrobati, scimmie su monocicli e tanti altri si esibirono facendo impazzire il pubblico che, alla fine di ogni numero, li congedava con uno scroscio di applausi.
 

"Miei cari ospiti!...." Disse W dal piedistallo " .. Miei compagni di divertimenti! Stasera... Ho l'onore e il piacere di presentare un numero di magia... IO, il Signor W farò viaggiare uno di voi in un mondo parallelo... Un mondo dove tutto è possibile.."
.
Un mormorio di stupore si era levato da tutta la platea, che ora osservava incuriosita il presentatore.

"..Chi, tra i miei graditi ospiti, è tanto coraggioso da affrontare una sfida di questa portata?"
. Qualcosa mi afferrò il polso.

"Puck cosa stai facendo?" Domandai cercando di mantenere un tono di voce normale.

"Lei, signore! Lei vorrebbe provare!!!" Gridò il mostriciattolo dai capelli rossi alzandomi a forza la mano. Un secondo occhio di bue si posizionò su di noi.

"Ma .. No.. Veramente.." Cercai di spiegare.

"Oh! Che bello! Venga signorina.. Non sia timida.." Disse allora il proprietario facendomi cenno con la mano di raggiungerlo.
 
Costretta quindi andai verso la piattaforma al centro del tendone.

"Bene.. Lei si chiama ..?"
 
"..Elena.."

"Ohh che bel nome.. E.. Per caso.. C'è qualche cosa .. Nella sua vita..Di cui non è contenta.??”
“No… non credo..”
“Non so.. Un genitore, un fratello, il lavoro..."

".. No.. Direi di no.."

"Qualsiasi cosa...un amico.. Un Amore..?"
.
Guardai in basso senza proferir parola.
Sì la mia vita sentimentale era andata a rotoli poco prima; il mio ragazzo mi aveva lasciato senza darmi un motivo sufficientemente buono e adesso ero sola, sola come un cane.

"Ah... Capisco... Ok! Allora so esattamente cosa fare per far sì che la magia  funzioni!.. La prego si sdrai.." Disse mentre due trapezisti del numero precedente posizionavano davanti a lui un lettino da ospedale.

Mi misi sul lettino incredula e un po' spaventata dalla situazione fuori dal comune.

"Non si preoccupi, non c'è da aver paura. Lei si rilassi, chiuda gli occhi e si lasci andare. Alla fine del viaggio probabilmente si ricorderà poco di ciò che le è accaduto ma ... Ma AVRÀ CAPITO..!"
. L'uomo appoggio le sue dita sulle mie tempie e cominciò ad applicare una leggera pressione.

Chiusi gli occhi.

Provai una strana sensazione, le mani del presentatore sembravano ricoperte di una melma freddastra. 
Con quel disgusto addosso mi addormentai.
 
 
Non appena aprii gli occhi vidi di fronte a me Puck che mi osservava con un grande sorriso. Ero ancora sdraiata sul lettino da ospedale, che abilmente era stato trasportato in una piccola stanza vicina al tendone.
Le pareti di un intenso rosso sangue erano tappezzate di manifesti del circo, tutti di anni diversi, dal 1930 in poi; Delle piccole lampade a muro illuminavano la stanza di una luce calda e piacevole alla vista.
 
Provai a tirarmi su ma la nausea mi assalì.

"Hey.. Che fai.?? Non tirarti su così in fretta o crollerai a terra!"

"C..cosa mi è successo? " chiesi rimandando indietro il conato.

"Niente.. Sei stata perfetta! Il grande W ti ha fatto addormentare con questo sonnifero, poi, tramite un microfono modulato sulla tua voce, ha portato a termine il numero. È stato un successo! Dovevi vedere la folla!! Erano tutti in delirio!"

"Come.. Hai detto sonnifero?"

"Sì, questo..." Disse mostrandomi un enorme vaso con, al suo interno, una melma azzurra.

"Oberox" lessi dall'etichetta ".. Ma allora... Tutta quella storia su il viaggio... Il male della vita.."

"Beh noi siamo illusionisti..non maghi..”.
"
Quindi è tutto falso…”
“no… non è del tutto vero!” rispose “ la verità non è altro che un illusione data dalla mente… noi prendiamo per vero ciò che ci conviene…
tutto è vero e tutto è falso …”
“Ok, mi sono persa… lasciamo perdere questa cosa delle illusioni che mi ha fatto venire un gran mal di testa.”
“Riposati Elena, ci vediamo dopo..”
Puck si diresse verso l’uscita a passo spedito, lasciandomi nella solitudine di quelle quattro mura.
Una vecchia libreria a muro occupava il lato sinistro della stanza; In essa si poteva distinguere la presenza di quei classici, di non indifferente dimensione, presenti in quasi tutte le case.
Mi accostai alla struttura in legno per osservare più da vicino quei capolavori della letteratura mondiale.
Il ripiano più alto comprendeva tutti gli scritti degli autori italiani come Dante Alighieri e la sua Commedia, Ludovico Ariosto con il suo Orlando, Niccolò Machiavelli, Alessandro Manzoni, Ugo Foscolo, Leopardi, e tanti altri.
Man mano che scendevo, di scaffale in scaffale mi resi conto di quanto fossero tenuti bene quei libri meravigliosi .
Ma solo uno attirò, in modo particolare, la mia attenzione.
Costa rossa, rilegatura perfetta e scritte dorate eseguite con grande maestria :
Tutte le opere di William Shakespeare.
Afferrai con estrema delicatezza il bordo e tirai verso di me, facendo scivolare il libro fuori dalla libreria.
Lo presi tra le mani, come se stessi toccando una sacra reliquia, e me lo adagiai sulle gambe.
Incuriosita e sbalordita aprii la prima pagina.
Bianca.
Cominciai a sfogliare freneticamente tutta l’opera alla ricerca di una qualche traccia di inchiostro.
Nulla.
Erano tutte bianche.
Eppure c’era qualcosa di quel pallore cartaceo che non mi convinceva.
Senza pensarci chiusi il libro con forza; da quest’ultimo si sollevò una polvere rossa che andò a bloccare le mie vie respiratorie.
Nel panico più completo, privata dell’ ossigeno, mi accasciai al suolo tenendo gli occhi fissi su quella piccola libreria a muro.
La mia ora era arrivata.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Istruzioni di gioco ***


Carissimi lettori,
finalmente sono riuscita ad aggiornare e devo dire di essere estremamente soddisfatta del risultato. Mi dispiace moltissimo per la lunga attesa e spero di riuscire a pubblicare presto anche  il quinto capitolo. ringrazio tutti quelli che ancora mi seguono, in particolar modo "I promise" che ha messo questa storia tra le preferite. ;-)
spero che il capitolo sia all'altezza delle aspettative.
attendo con ansia le vostre recensioni. un bacio W.M.
















Capitolo 3 – Istruzioni di gioco







 
Uno strano cinguettio giunse al mio orecchio, destandomi da quel sonno apparente. Alti alberi in fiore circondavano la piccola radura nella quale mi ero appena svegliata, donando le un aspetto quasi surreale.

Una lieve brezza mi accarezzò il volto, che attento osservava il nuovo ambiente.

'Sono morta? Questo è forse il paradiso ?'
Domande di questo genere cominciavano ad apparire nella mia testa; il panico si stava insinuando a poco a poco, come un viscido serpente, nei meandri della mia mente.

Prima di andar completamente fuori di testa, decisi di provare a far due passi e a riflettere sull'accaduto.

Mi tirai su con estrema fatica, massaggiandomi per bene ogni arto del mio corpo, in modo tale da eliminare quel continuo e fastidioso formicolio.


'Non posso essere morta. Sì, sono finita in una foresta sconosciuta, in chissà che modo... Ma sono qui in carne ed ossa!' Tentai di autoconvincermi di ciò mentre camminavo avanti e indietro nella verdeggiante radura.

"No! Non sono assolutamente morta!" Affermai con decisione dopo qualche minuto.
 "L'unico problema adesso.. È come uscire di qui...non so neanche come ci sono arrivata.." Dissi, ma una voce familiare interruppe i miei ragionamenti.
 

"Il re vorrà dare una festa proprio qui stanotte: bada che la regina se ne stia lontana dai suoi sguardi che Oberon è al colmo dell'ira..."
 Tentai di seguire il suono di tale voce per avvicinarmi il più possibile e capire a chi appartenesse.

Spostarsi in quella foresta non era di certo cosa facile, anzi alquanto faticosa.. Ma continuai, spinta dal desiderio di conoscenza; finché non giunsi vicino ad un altro spiazzo verde da cui avevo sentito arrivare tali parole. 
Mi sistemai dietro un albero dal tronco largo per non essere vista e osservai la scena con estrema attenzione.

Una ragazza con lunghi capelli dorati, intrecciati abilmente con fiori di ogni sorta, stava seduta su di un masso, al quale era appoggiato un bambino dalla pelle candida come la luna e i capelli rosso fuoco.

"O io m'inganno affetto sulla tua forma e sul tuo sembiante ..." Disse ad un tratto la giovane " .. Ovvero tu sei proprio quella birba malandrina di uno spirito che viene chiamato.."

"PUCK!!!" Gridai saltando fuori dal mio nascondiglio.

I due occhi neri del ragazzo incrociarono i miei e in meno di trenta secondi mi ritrovai a terra con quella peste attaccata al collo.

"Elena! Finalmente sei arrivata!!! Ti stavamo aspettando!"

"Come prego? Chi mi stava aspettando? E meglio ancora.. DOVE ci troviamo???" Chiesi ancora sconvolta da tutta la situazione.
" oh per quello avremo tempo dopo! Ora abbiamo tanto lavoro da fare.. Dobbiamo occuparci dei preparativi della festa, dobbiamo chiamare i folletti capi, le ninfe dei boschi, .."

"Puck! Ti prego ascoltami! Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo! Mi potresti dire che sta succedendo?? Sto diventando scema!"

"Ehm ehm..." La ragazza si schiarì la voce " Robin Goodfellow*... Chi è costei?" 
"Una mia amica .... Umana..."

"Umana?" Chiesi come se mi avessero offeso "perché.. Voi non siete.."

Dovetti lasciare la frase a metà non appena vidi comparire sulla schiena di entrambi un bel paio d'ali. ".. No... Scusa.. State scherzando?"
 
"Come è scortese questo umano.." Aggiunse la fata

"No.. Semplicemente non è abituata a vedere creature come noi.."

Tentai di riprendere fiato, respirando a pieni polmoni per evitare lo svenimento.

"Ehm.. Puck, per cortesia.. Dimmi che tutto questo è un sogno, o un effetto collaterale di quella sostanza bluastra usata per i vostri trucchi di magia, ti prego.. "

"No no, è tutto vero e non vero alla stesso tempo." Rispose con un sorrisino compiaciuto.

"Ed ecco che ricomincia... Ti prego, dimmi almeno dove ci troviamo! E il modo per uscire di qua!" Gridai con voce implorante a quel diavoletto di dieci anni.

"Ehi, non c'è bisogno di urlare, basta ..." Si interruppe improvvisamente e tese l'orecchio verso la foresta.
 Imitandolo la Fata ripeté il gesto.

" Sta arrivando, fatti da parte.." Disse il piccoletto alla ragazza.

"Arriva anche la mia padrona! Volesse il cielo ch'egli se ne andasse subito.." Rispose lei con aria preoccupata.

"Scusa.. Ma.. Arriva, Chi?"

"Ma come CHI? Che umana irrispettosa! Le loro altezze! Dove hai vissuto fino ad oggi??" Domandò acida la giovane.

"Eh, vorrei saperlo anche io.." Replicai sconsolata portandomi le mani sul volto in preda alla disperazione.

"Elena, non ti preoccupare, tra poco ti sarà tutto chiaro...ma adesso vieni" disse prendendomi per mano "mettiti qui a lato, dietro a questo cespuglio e osserva con attenzione"

Non appena mi fui sistemata dall'altra parte di quel groviglio di rami, vidi apparire nella radura tante luci colorate, che si muovevano accompagnate da una armoniosa melodia, puntini brillanti d'ogni colore che fluttuavano nell'aria, cullate da quelle note celestiali.

D'un tratto però la musica cessò e con la stessa velocità con cui erano arrivate, queste luci scomparirono, lasciando il posto a persone.. O meglio..creature magiche di ogni sorta.

Questi si erano divisi in due, spostandosi sui lati della radura. Davanti al gruppo di destra, composto principalmente da giovani fate, vi era una bellissima donna, dai capelli d'oro e dagli occhi del colore della tempesta.

La sua bellezza, quasi innaturale, mi aveva lasciato senza fiato. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una complicata acconciatura, decorata con graziosi boccioli di rosa, che mettevano in risalto il candore della sua pelle. 
Sulla elaborata chioma era stata posata una corona lavorata con numerose gemme e diamanti. 
L'abito, non meno bello di colei che lo indossava, era adornato con piccole pietre preziose e scendeva lungo la bella figura facendone risaltare tutte le curve femminili.

Dall'altra parte della radura invece si trovava un vasto gruppo di creature magiche, a capo del quale vi era un uomo giovane, bello e dall'aspetto fiero e deciso.
 Quest' ultimo non aveva nulla da invidiare alla donna di fronte a lui, in quanto di pari beltà. La sua carnagione era leggermente più scura e i capelli di un nero corvino contrastavano il verde smeraldo degli occhi. Con indosso una tunica color porpora, fermata da una spilla d'oro abilmente decorata, stava immobile, quasi in attesa di un qualcosa che sapeva non avrebbe mai avuto.

Dopo aver osservato attentamente notai che tra i due schieramenti vi era una sorta di lotta silenziosa, nessuna aveva ancora proferito parola ma dagli sguardi si poteva comprendere l'odio smisurato provato da entrambi. 
Ad un tratto il giovane a capo del gruppo si mosse e si avvicinò al suo avversario; allo stesso modo fece la donna.

"Cattivo incontro al lume della luna, fiera Titania" disse lui mandando in frantumi quel muro di silenzio che si era costruito fino a quel momento.

"Sei tu, invidioso Oberon? Fate, andiamo via subito: ho rinnegato il suo letto e la sua compagnia." Aveva ordinato con tono perentorio la donna.

"Fermati, ostinata e proterva creatura. Non sono forse il tuo signore?"

"Se così fosse, io dovrei essere la tua dama.." Rispose lei " ma.. Perché sei qui? Vieni forse perché la spavalda amazzone, la tua cornuta amante, il tuo amore guerriero, ha da sposarsi con Teseo ?"

"Come puoi, o Titania, attentare al mio buon credito menzionando il nome di Ippolita, quando sai benissimo com'io sia informato del tuo amore per Teseo !" Rispose Oberon in preda alla furia.

"Non ti preoccupare" disse Puck che intanto mi aveva raggiunto senza farsi notare "fanno sempre così quando si incontrano.. Ma vedrai, aspetta ancora un poco .."
.
Il litigio fra i due andò avanti per altri dieci minuti, dopo di che Titania, stanca di stare a spendere parole inutilmente, decise di andarsene insieme al suo seguito di fate.

"Ebbene, va' pure per la tua strada: ma non uscirai dal bosco senza ch'io ti faccia pagare il tuo torto. Oh mio caro Puck, vieni qui."

"Subito padrone!" Disse saltando fuori dal cespuglio
 "Puck.. Chi è quella graziosa fanciulla che si nasconde ai miei occhi?"

"Ehm.. Beh.. Allora è una storia buffa.. Ero andato dall'ALTRA PARTE.. e .. Insomma stavo cercando di apprendere qualche nuova tecnica dal signor W e beh.. Tra una cosa e l'altra.."

"Dimmi che non hai disobbedito nuovamente ai miei comandi.." Chiese Oberon passandosi entrambe le mani tra i folti ricci.

"No, cioè è stato un errore.."

"Puck!"

"Mi dispiace, non volevo, perdoni.."
 Oberon sospirò profondamente e accarezzò la chioma rossa del ragazzo con un gesto quasi paterno.

"Va bene.. Ormai il danno è fatto.. Ma sarai tu a risolvere la faccenda!"

"Sì signore! Assolutamente lasci fare a me!"

"Ah ma prima vammi a prendere quel fiore chiamato Viola del pensiero. Trovamelo : te ne ho mostrato un giorno l'erba: il succo che se ne spreme, ove sia fatto cadere sulle palpebre di qualcuno che dorma, lo farà innamorare pazzamente, uomo o donna che sia, della prima creatura vivente che veda. Portami quell'erba."

"Vado e torno!" Rispose Puck partendo di corsa verso la foresta.

"Dolce fanciulla non aver paura, esci da dietro quell'arbusto e mostrati.." 
"Ehm.. Scusate il disturbo mio signore.." Dissi tirandomi su dal mio nascondiglio "ma io non sono sicura di aver capito cosa mi sia successo.. Dove ci troviamo? Perché sono qui? Come posso uscire?"

"Mi scuso per l'incompetenza del mio servitore, dovrete essere molto confusa; lasciate che vi spieghi signorina..?"

"Elena.. e non si preoccupi di certe formalità, mi dia del tu"
 
"Elena, che nome magnifico. Lascia che ti spieghi alcune cose Elena: innanzitutto, come avrai ben intuito, questo non è il mondo da cui tu provieni; questo è stato inventato dal signor W per mettere alla prova le generazioni future.
Tu hai mai letto un'opera intitolata 'sogno di una notte di mezza estate'?"

"Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Puck,Oberon,Titania, Ippolita.. Sono tutti personaggi di sogno di una notte di mezza estate!! Che stupida! Aspetta.... Mi stai dicendo che sono finita in un opera del più grande drammaturgo inglese di tutti i tempi??"

"Non esattamente, il signor W ha realizzato una sorta di .. ‘gioco’, ambientato in un mondo parallelo, prendendo spunto dalle sue opere.."

"Alt, vorresti dire che 'il signor W' È William Shakespeare???"

"In un certo senso"

"Oh Dio! Ah ah.. Ahahahahhahhh questa si che è bella, io ho conosciuto William Shakespeare e ora sono in un gioco che ha creato, ispirato alle sue opere più famose"

"Esatto!"

"Ehm.. Scusa.." Dissi cercando di asciugare le lacrime " ma è davvero difficile da credere"

"Lo so, ma è così. Io sono Oberon; W ha deciso di mettere come prima storia quella di 'sogno di una notte di mezza estate' e di prendere me come guida iniziale. Adesso ti dirò le cose principali ne devi sapere, come le regole del gioco, i motivi, le vite e i livelli, poi potrai iniziare."

"È uno scherzo, vero?"

"Allora, fortunatamente tu conosci già la l'opera quindi non c'è bisogno che ti faccia il riassunto generale. Lo scopo del 'gioco' è far si che la storia finisca nel modo giusto, altrimenti non si passa al livello successivo.
 Ogni racconto ha difficoltà differente che aumenta man mano che si procede. Puck sarà a tua disposizione per tutto il viaggio, nel caso ti servisse aiuto. I racconti scelti da W sono cinque, dovrai completarli tutti se vuoi tornare a casa"

"Ottimo" commentai con lieve sarcasmo.

"Stai attenta a tutti i personaggi principali, nessuno di loro sa di questa sorta di doppio mondo quindi non ne puoi parlare..e affidati al tuo istinto, andrai benissimo vedrai".

"Ceeeeerto, sicuro, devo solo completare cinque commedie o tragedie di Shakespeare, sarà una passeggiata!" Risposi tentando di nascondere quella terribile sensazione di incapacità totale nata dall'assurda situazione.

"Ecco, è così che si ragiona! Ma adesso attenta che arrivano Demetrio e Elena" disse trascinandomi dietro lo stesso cespuglio che pochi minuti prima mi aveva offerto riparo dagli occhi di Titania.

"Elena Io non ti amo, e quindi non mi venir dietro!" A quelle parole mi si gelò il sangue "Dove sono Lisandro e la bella Ermia? Fosti tu a dirmi che eran fuggiti in questo bosco. Ed eccomi qui, ma perché non riesco a trovare la bella Ermia? Vattene via e cessa di seguirmi."

"Sei tu a tirarmi dietro, mio amato Demetrio, con il tuo cuore duro come una calamita; eppure tu non attiri del ferro volgare, perché saldo come l'acciaio è l'amor mio." Disse Elena cercando di seguire il suo amato.

"Son forse io che ti attiro? Ti parlo forse con parole di lusinga? O non ti dico piuttosto senza ambagi, chiaro e tondo, che non t'amo e che non potrò mai amarti?!?".

A quelle parole non riuscii a trattenermi "Però un tentativo lo potresti fare?" Dissi ad alta voce quasi senza accorgermene.

"Chi è là?" Gridò Demetrio.
Mi tappai la bocca con entrambe le mani, sperando che non mi scoprissero. Poco dopo, infatti ripresero il loro litigio amoroso e se ne andarono.

"Puck!" Gridai non appena vidi quel bulbo rosso comparire tra i rami della folta foresta.

"Elena!! Come va? Sei arrabbiata con me? Io non volevo..."

"È tutto a posto, non ti preoccupare, non è colpa tua e io non sono arrabbiata" dissi cercando di tranquillizzarlo.

"Bentornato, vagabondo. Hai il fiore con te?" chiese Oberon al giovane folletto.

"Ho il fiore. Eccolo!" Rispose passandoglielo con estrema delicatezza.

"Perfetto! Elena, tu sai cosa farne!"

"Si signore!"

"Fanne buon uso e mi raccomando non sprecarlo! E ricorda che la storia deve terminare come scritto dal signor W, non fare errori. Se hai bisogno di Puck durante il viaggio basta che suoni questa campanella tre volte" disse posandomi sulla mano, assieme al fiore, una piccola campanella dorata con un fiocco rosso in cima.

"Ok, tutto chiaro.. Più o meno.."

" Robin Goodfellow* andiamo! Bene Elena, qui le nostre strade si dividono, spero che tu possa superare il test e tornare a casa.. In bocca al lupo !"
Disse prima di trasformarsi in un puntino di luce e volare via insieme al suo servitore, verso l'oscurità della selva.
 
 









 
 
 
 
*altro nome di Puck in "sogno di una notte di mezza estate"


Nota dell'autrice: non dimenticate di lasciare un commento! ;-) grazie e alla prossima
 

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Capitolo 5
*** capitolo 4 - Un asino! Un asino! Il mio regno per un asino! ***


carissimi lettori,
spero che il quarto capitolo sia stato di vostro gradimento e che il prossimo non sia da meno.
vi auguro una buona lettura!
aspetto con ansia i vosti commenti! baci W.M
 

 
 
 
 
 
 
Capitolo 4 - Un asino! Un asino! Il mio regno per un asino!
 
 
 
 
 
 
Per quanto la cosa potesse sembrare assurda, mi trovavo in mezzo ad un bosco, all'interno di un opera di William Shakespeare, sola come un cane, con un fiore e una campanella in mano.
Insomma cosa potevo chiedere di più dalla vita?
 Non ancora del tutto conscia della situazione mi inoltrai in quella selva oscura tentando di calmarmi e ragionare sul da farsi.
Tutto quello che mi ricordavo su 'Sogno di una notte di mezza estate' risaliva al tempo delle medie, quando la mia professoressa di italiano ci faceva sottolineare le parti principali sul libro di narrativa e poi ce le dava da analizzare a casa. T
utto questo mi riportava alla mente vecchi ricordi, dimenticati ormai da tempo in qualche cassetto della mia memoria. Non potendo però perder tempo a rimembrare i tempi andati decisi di concentrarmi sulla storia e provare a recuperare qualche particolare importante.
 "Sogno di una notte di mezza estate.. " Borbottai tra me e me tentando di ricordare il più accuratamente possibile la trama "Oh no! No no no! Non ci credo! Non è possibile! È quell'opera con Dmetrio, Ermia, Lisandro e Elena! Oh mamma mia, NON POTEVI FARMI INIZIARE CON QUALCOSA DI PIÙ SEMPLICE?????" Gridai al cielo convinta che l'autore potesse sentirmi.
"Va beh, è inutile lamentarsi. Se voglio superare il livello devo completare la storia, è l'unica soluzione."
 
Continuai a camminare, sperando di giungere in breve tempo da due ateniesi, preferibilmente addormentati.
Una intensa luce lunare filtrava tra le foglie spesse della vegetazione e i folti rami degli alberi si protendevano verso il cielo, quasi come se avessero voluto toccare la superficie del pallido satellite.
 Il cinguettio di alcuni uccelli notturni distraeva i miei pensieri e accompagnava il mio tragitto attraverso il bosco come una marcia nuziale. Proseguii per una buona mezz'ora prima di giungere in un' altra radura; Al centro di questo nuovo spiazzo verdeggiante era stato costruito, con rami, foglie, fiori e oggetti di vario tipo, un sontuoso letto sul quale ora giaceva addormentata la bella Titania.
"Se non ricordo male Titania, dopo aver versato un po' di succo del fiore sulle sue palpebre, dovrebbe svegliarsi e innamorarsi di un asino.." Sussurrai cercando di nascondermi tra la vegetazione. "Si, si è così la storia. ..Ma prima devo trovare un asino"
Nel giro di qualche secondo mi resi conto di quanto fosse stupida quella affermazione.
Un asino?
Faccio fatica a trovare i personaggi principali e dovrei trovare un asino??
Purtroppo non avevo vie di scampo, così era scritto e così doveva andare.
A un tratto mi ricordai della campanella donatami da Oberon
"Come ho fatto a non pensarci! Puck!"
Presi la campanellina con il fiocchetto rosso e la suonai tre volte.
"Ai suoi ordini capitano!" Disse deciso il piccoletto comparendo alle mie spalle.
"Oh mamma! Puck ho bisogno del tuo aiuto, non so come fare, non so cosa fare, non so dive andare...Sto impazzendo! "
 " Ehi, frena i cavalli!" Rispose cercando di farmi calmare " prendi un bel respiro e ascoltami, ok?"
Mi sedetti su una piccola roccia lì di fianco ed annuii silenziosamente, inspirando e espirando il più possibile.
 "Allora, prima di tutto bisogna chiarire una cosa.. Puoi farmi solamente tre richieste, non una di più"
"Come un genio della lampada?" Dissi ansimando.
 "Un che?"
 "Non importa, andiamo avanti.."
 "Ci sono alcune cose che non puoi chiedermi.. Numero uno: non puoi chiedermi che faccia finire la storia come è stato scritto da W.
Numero due: non posso trasportarti da un posto all'altro con la magia.
 E per finire.. Nelle storie che verranno non posso cambiare o eliminare personaggi... quindi non me lo chiedere.
Seconda cosa.. Ogni volta che chiamerai aiuto si aggiungerà un ostacolo al tuo percorso.. Quindi, a meno che non sia necessario, non chiamarmi"
"Finite le restrizioni?" Fece un cenno di assenso.
"Bene, prima richiesta... Mi servirebbe una mappa di questo bosco, magari con indicati i personaggi."
"Voilà" disse facendo comparire tra le sue mani una scatoletta nera " la tua mappa"
Afferrai quello strano aggeggio tentando di capirne le funzioni.
"È un iPhone " chiarì subito.
"Un iPhone?!?"
"Certo! Anche noi folletti ci siamo evoluti cosa credi.."
"Ok.. E in questo.. Coso... c'è anche la mappa ?"
 "Ovvio! Dopo tutto è un prodotto Mac!"
"Bene"
"Ti serve altro o posso andare?"
 "No, aspetta.. Ho bisogno che tu versi il liquido del fiore sugli occhi di Titania e Demetrio"
"Ricevuto!"
"Mi raccomando, non sbagliare.. Demetrio, non Lisandro "
"Si, si ho capito, vado" disse scomparendo tra la folta vegetazione.
Un po' confusa sul da farsi decisi di accendere il mio nuovo cellulare. Stesse icone, stessa grafica, stessa tecnologia, era proprio un Apple.
Cliccai sul quadratino indicato col nome mappe e aspettai . Nel giro di pochi secondi, sullo schermo era comparsa una dettagliata cartina geografica del posto.
Tutti i personaggi erano indicati con un pallino rosso con sopra la propria iniziale e correvano freneticamente e senza sosta nella foresta. Ripensai al mio obiettivo "un asino.. Devo trovare un asino.." Dissi spostandomi con le dita sulla mappa.
 "Trovato!" Gridai non appena notai il ferro di cavallo sulla cartina " centro di equitazione ".
 Inserii le indicazioni sull'iphone e cominciai a seguire la linea blu che intanto era comparsa sulla schermo.
 " girare a destra" disse una voce nel mio telefono.
 "Oh perfetto, abbiamo anche il navigatore su questo aggeggio"
"Ho detto girare a destra!" Mi bloccai di colpo stupita dal modo sgarbato del navigatore.
"Si, si adesso giro.. Ma prenditi una bella dose di valium"
"Senti, io sto solo facendo il mio lavoro! E non è bello sai??!? Restare chiusi in un cubo ventiquattro ore su ventiquattro! Non ne posso più !" Esterrefatta controllai la schermata del cellulare.
La testa di una giovane donna era comparsa sopra alla cartina e ora mi fissava con aria severa.
"Ehm.. Tu chi saresti? E perché sei nel mio telefono?"
 "Sono Arianna "
 "Piacere Elena" risposi presentandomi " e.. Come ci sei finita lì dentro?"
"Eh, a causa del sistema"
"Ceeeerto, il sistema.. No scusa spiegati meglio.. Non ho capito nulla"
"Basta far uscire Teseo dal labirinto una volta e ecco che ti mettono a fare il navigatore!"
 "Frena, frena, frena tu sei QUELLA Arianna?!??!?!"
 Fece un cenno di assenso con il capo.
"Mi dispiace,non sapevo che ti avessero imprigionato dentro uno di questi aggeggi"
 "E come se non bastasse, dopo avermi abbandonata sull'isola di Nasso, adesso il mio amore vuole sposare quella zoccola di Ippolita...eh va beh, ormai.. Comunque.. bando alle ciance abbiamo un asino da trovare, dico bene ?"
"Si"
"E allora gira a destra!" Disse con tono deciso non appena ripresi a camminare.
Avanzai per un’ ora senza sosta, cercando di trovare questo maneggio.. Ma inutilmente
"Dovrebbe essere qui..." Disse Arianna non appena fummo giunti davanti a un enorme spiazzo verde.
"Qui non c'è niente" commentai affranta
"Senti non è colpa mia, io seguo quello che mi dice la mappa"
 "Ma.. Ma qui non c'è nulla!" Gridai accasciandomi su un enorme masso " non ne posso più sembra che lo faccia apposta..SEI FORSE UN SADICO!!!!" Gridai a pieni polmoni verso il cielo "un asino! Un asino! Il mio regno per un asino!!"
 "Un asino hai detto?" Chiese una voce alle mie spalle.
Mi voltai di scatto. Un uomo alto e snello, di mezza età mi fissava incuriosito.
 "Si, sto cercando un asino"
 "Perfetto ho io quello che le serve" disse euforico " non ha visto il mio maneggio?" Chiese indicando la radura deserta.
 "Ehm.. Io non vedo niente perché non c'è niente.."
"Sicura?" Mi domandò mettendomi le mani sugli occhi "guarda meglio.."
 
Non appena riacquistai la vista mi resi conto dell'assurdità della situazione. Nella distesa verde, prima priva di qualsiasi forma di vita, ora si era materializzato un enorme recinto bianco, all'interno del quale si stavano allenando con attrezzi da palestra una cinquantina di ragazzi.
Erano tutti uomini tra i diciotto e i trent'anni, alti, biondi, mori, rossi, con gli occhi azzurri, verdi e neri, con gli addominali scolpiti e le fossette all'altezza dell'anca.
 Stavo per piangere ma quella briciola di orgoglio e decenza rimastami me lo impedì.
"Benvenuta al maneggio di Riccardo III" disse l'uomo di mezza età "ah, che scortese, non mi sono ancora presentato, io sono Riccardo III, proprietario del posto"
 "Piacere di conoscerla, io sono Elena"
"Avevi detto che stavi cercando un asino, giusto?"
 "Si, posso scegliere quello che voglio?" Dissi indicando il recinto bianco "Oh.. Certo, ma quelli non sono asini.. Quelli sono purosangue"
"Ah .. Era troppo bello per essere vero" commentai delusa.
"Seguimi" disse Riccardo avviandosi verso la foresta.
Svoltammo due volte dietro una quercia ed arrivammo di fronte a un grande capannone.
 "Qui è dove tengo gli asini, scegli quello che vuoi e poi vediamo il prezzo"
Entrai in quella casetta di legno sperando di trovare qualcosa adatto alla storia.
All'interno gli asini, che erano poi uomini con orecchie da ciuco, erano divisi per settori. Vi era il box con gli asini nerd, tutti armati di occhiali e calcolatrici, intenti a risolvere equazioni impossibili; il box con gli asini vanitosi, decorato con innumerevoli specchi e il box con gli asini stupidi, che si rincorrevano.
Gli asini nerd erano intelligenti, ma troppo brutti , e avendo pietà per Titania decisi di passare oltre. Quelli vanitosi erano insopportabili , e visto il carattere della regina optai per il terzo tipo.. Quelli stupidi.
"Oh vedo che ti interessano quelli un po' tonti" disse il proprietario con aria maliziosa.
 "No, non è per me, è... Per una mia amica"
"Siiiiii, per una amica" rispose facendo l'occhiolino "quale ti piacerebbe?"
"Ho detto che non è per me.. Comunque credo prenderò quello là" dissi indicando un asino che se ne stava rannicchiato in un angolo del box.
"Ah ottima scelta! Non è molto sveglio ma è dolce e mansueto, non dovrebbe dare problemi" mi rassicurò Riccardo mentre lo portava fuori dalla capanna.
"Perfetto, quanto ti devo?"
"No non ti preoccupare, il signor W mi ha appena mandato un messaggio dicendo che offre lui"
 "D'accordo, grazie"
 " Se ti da dei problemi puoi riportarmelo"
"Arrivederci vostra altezza" dissi cercando di improvvisare una sorta di riverenza.
"Ciao mia cara, in bocca al lupo"
 Prima di ripartire accesi il mio iPhone e inserii le coordinate nella mappa. "Dove andiamo adesso?" Mi chiese Arianna
"Da Titania, devo farle incontrare una persona molto speciale" dissi inoltrandomi nella foresta con il mio ciuco al seguito.










P.S. Non dimenticate di lasciare un commento!! XD bacioni W.M.

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Capitolo 6
*** capitolo 5 - Ateniesi emotivamente scossi ***


Miei carissimi lettori,
scusate per la lunga attesa ma non sono riuscita ad aggiornare prima. Spero che questo capitolo vi lasci soddisfatti.
Buon lettura W.M.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
Capitolo 5 - ateniesi emotivamente scossi

 
 








"Quando arriviamo? Dove stiamo andando? Perché ? Ho male alle gambe! Non ne posso più ! Possiamo fermarci?" L'asino non riusciva a chiudere la bocca. Continuava a tormentarmi con domande inutili e fastidiose, quasi come se lo facesse apposta a darmi sui nervi.
Mansueto aveva detto?
Mansueto un cazzo.
"Basta! " gridai voltandomi verso l' animale "smettila di far storie e cammina!" Dissi in modo perentorio cercando di essere il più ferma possibile.
" ma ioooooo sono stancooooo" aveva ragliato lui.
"Non mi interessa, tra poco siamo arrivati" commentai cercando di tranquillizzare entrambi. "Perché... tra poco siamo arrivati, non è vero?" Domandai speranzosa ad Arianna.
" tra venti metri bisogna girare a destra e poi proseguire per altri trenta metri in direzione nord-est per arrivare a destinazione" disse con tutta calma il mio Tom-tom.
"Grazie al cielo! Ormai ci siamo"
" voglio riposareee" si lagnava il ciuco.
"Da titania avrai tutto il tempo per riposare, ora zitto e cammina che manca poco" dissi ormai affranta dalla situazione.
Camminammo per un buon quarto d'ora prima di arrivare a destinazione. Davanti ai nostri occhi una magica radura ospitava nel mezzo un enorme letto a baldacchino, decorato con foglie e fiori di ogni sorta. I veli, che scendevano sinuosi lungo le colonne di legno intagliato, di tanto in tanto venivano mossi delicatamente da dei dolci sbuffi di vento che divertiti sollevavano da terra alcuni petali di rose, posti ai piedi del letto per compiacere la regina delle fate.
 Su quell'imponente e soffice materasso riposava la bella Titania, la quale, con la chioma raccolta in una meravigliosa treccia dorata, si faceva cullare dal dolce suono vento, che come un direttore, dirigeva quella grande orchestra naturale.
 "Speriamo che puck abbia fatto il suo dovere, altrimenti sono guai" commentai osservando la scena da dietro un cespuglio.
 "Chi è puck?" Aveva domandato l'asino.
"Lascia stare, vai da quella donna che riposa e svegliala e poi potrai mangiare, dormire e far ciò che ti pare" dissi cercando di essere il più persuasiva possibile.
"Davverooooh??" Mi chiese stupito e estasiato all'idea di poter rilassarsi.
"Si, giuro!" "Vado subito allora!" Aveva gridato saltando in piedi fuori dal nascondiglio. Lo strano bipede era uscito dal cespuglio e si dirigeva con passo deciso verso il sontuoso baldacchino.
 " aspetta!!!" Dissi cercando di far mente locale " canta!"
"Canta?"
"Sì, canta!"
"Cosa?"
"Quello che vuoi!"
"Perché dovrei cantare?"
"Tu fallo e basta! Ti prego" supplicai L'asino si fermò con aria pensierosa.
"Mmmmm.. Vediamo... Ah! Ci sono!!" Si schiarì la voce e canticchiando si diresse verso il baldacchino.
" i' m a barbie girl in a barbie woooooorld.."
Non potevo credere che l'asino di un racconto di Shakespeare conoscesse una canzone degli Aqua.
Attesi in silenzio sperando che il mio piano funzionasse. Titania svegliata da quella fastidioso e rumoroso ragliare di tirò su dal baldacchino, con estrema grazia ed eleganza, e cominciò a fissare con interesse il falso bipede.
 
"Io ti prego, benigno mortale, canta ancora: il mio orecchio è tutto preso di piacere per le tue note, così come il mio occhio è incantato dal tuo sembiante; e la potenza delle tue virtù è tale, fin dal primo sguardo, ch'io debbo dire, anzi giurare..." Si fermò un attimo. "Debbo dire, anzi giurare... Oddio non mi ricordo più la battuta…" Visibilmente nel panico, afferrò un blocco di fogli, in precedenza sistemato sotto al cuscino, e cominciò a leggere, scorrendo velocemente il testo.
"Ah, sì! Debbo dire, anzi giurare che t'amo." Concluse soddisfatta.
Tirai un sospiro di sollievo non appena udii quelle parole, il piano era riuscito alla perfezione e tutto procedeva liscio come l'olio.
 Sistemato il ciuco mi allontanai lentamente, inserendo nel mio palmare le indicazioni per trovare gli ateniesi. "D'accordo Elena, siamo fortunate..." Rispose Arianna dopo che ebbi premuto il tasto d'invio " stanno dormendo tutti e quattro a coppie di due, anche se non vi è scritto il nome, quindi non so quale sia Demetrio, quale Ermia, quale Lisandro.. Dovremmo andare a tentativi..".
 Camminai per una buona mezz'ora in direzione nord, verso quei due personaggi che tanto mi facevano faticare, pregando che fossero Demetrio e Elena.
Purtroppo la sfortuna era capace di seguirmi anche nelle opere di Shakespeare e quando giunsi nel luogo indicato dovetti con rammarico contattare che i due ateniesi erano quelli sbagliati.
Lisandro ed Ermia dormivano distanti l'uno dall'altra, come era scritto nell'opera originale. I due pallini rossi, che indicavano la posizione degli altri due, lampeggiavano sullo schermo del mio iPhone con insistenza.
Non erano molto lontani, forse sarei riuscita a raggiungerli velocemente e a concludere l'opera anche prima del previsto. Mi spostai a lato della radura cercando di far meno rumore possibile e di lasciar riposare i due amanti. Sfortunatamente la mia poca grazia e abilità nel muovermi di soppiatto giocarono a mio sfavore; dopo due passi scivolai su una zona fangosa del terreno, finendo a pancia a terra a qualche centimetro dal volto di Lisandro.
In quel momento temetti il peggio.
Se si fosse svegliato come avrei giustificato la mia presenza lì? Cosa avrebbe detto?
 Il panico si era impossessato ormai di gran parte del mio cervello e il terrore di dover fronteggiare una situazione come quella mi aveva paralizzato i muscoli, impedendomi qualsiasi movimento.
Tremavo al solo pensiero, ma non potevo rimanere lì per sempre, dovevo reagire e andare a cercare gli altri due protagonisti.
 Mi sollevai sulle braccia con estrema cautela, evitando di fare movimenti bruschi che avrebbero potuto portare ad una seconda caduta. Il piano stava funzionando, stavano dormendo ancora tutti e io stavo per riuscire ad allontanarmi da quella selva senza aver fatto danni.
Se solo non fosse stato per Puck... Il piccolo folletto comparve difronte a me improvvisamente.
"Puck! Oh mio Dio! Non puoi comparire così!" Dissi sottovoce per non farmi sentire "devi smetterla!"
 "Scusa ma vedi... Sono ordini.."
"Che vuol dire?"
 "Mi dispiace Elena.. Ma come ti ho detto... La magia ha un prezzo" concluse scomparendo tra gli alberi.
"Cosa vuol dire???" Scomparve lasciandomi nel dubbio.
"La magia ha un prezzo.." Sussurrai pensando ad un possibile significato.
Sentii un rumore alle mie spalle e ingenuamente mi girai per vedere cosa mai potesse essere.
 Uno dei più grandi errori della mia vita.
 I suoi occhi non mi si staccavano di dosso, percorrevano la mia figura da testa a piedi, curiosi.
"Eh.. Eh Lisandro... Ti sei svegliato.." Dissi provando a inventarmi una possibile scusa per la mia presenza.
"O Elena risplendente!"
"Ah conosci il mio nome.."
 "Attraverserei il fuoco soltanto per amor tuo!!!!"
"Come scusa?"
 "La natura ha l'arte di far miracoli, nel mostrarmi, così, attraverso il tuo seno, il tuo cuore"
 Mi portai istintivamente una mano al petto, un po' confusa e a disagio a causa delle sue parole. Il giovane si avvicinò con passo deciso, una non giustificata passione ardeva nei suoi occhi.
"Cosa state f.." Furono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima che le sue labbra si posassero sulle mie con violenza. Non del tutto cosciente della situazione esitai qualche istante prima di staccarmi definitivamente da lui. "Lisandro!!" Gridai sconcertata " cosa fate?!? State lontano! Voi amate Ermia!"
"Ermia? No! Non è Ermia, è Elena ch'io amo: e chi non darebbe in cambio un corvo per una colomba? I desideri dell'uomo sono governati dalla sua propria ragione, e la ragione dichiara che, tra le due, sei tu la fanciulla più degna."
"Ma che ..?" Mi bloccai di scatto appena mi resi conto di come fossi potuta finire in un guaio come quello. Puck aveva versato il liquido del fiore anche sulle palpebre di Lisandro e aveva fatto in modo che lui si svegliasse non appena avessi raggiunto la radura, nella quale lui e Ermia dormivano. Quel dannato folletto mi aveva giocato un brutto scherzo... Ecco cosa voleva dire con " la magia ha un suo prezzo..".
Io gli avevo chiesto aiuto e ora dovevo pagarne le conseguenze.
"State fermo dove siete!" Intimai all'ateniese che si stava avvicinando ancora una volta "Non vi muovete! Dovete rimanere immobile fino al mio ritorno!"
"Mia dolce Elena, io vi seguirò in capo al mondo!" Disse il giovane.
"Ma non ce n'è bisogno...vi prego rimanete qui.." Commentai quasi implorante.
"Come posso provarvi il mio amore altrimenti? Oh Elena, mia bella Elena che senso avrebbe vivere senza di voi accanto?"
" non esagerare adesso, guarda vado e torno" conclusi girandogli le spalle e incamminandomi nella foresta. Non ne potevo più, non sopporto le persone invadenti e appiccicose che non ti lasciano neanche un minuto per prendere fiato e riposare. Va bene amare una persona, ma c'è modo e modo..
Avanzai tra la fitta vegetazione cercando di tener d'occhio le posizioni degli altri due amanti dormienti. Avevo una brutta sensazione, non sapevo perché ma il mio istinto mi diceva di accelerare il passo e di arrivare il più presto possibile a destinazione. Solo dopo un po' notai sulla mappa un pallino rosso che avanzava velocemente verso la mia direzione; sentii il rumore dei suoi passi farsi sempre più forte aumentando di frequenza.
In preda alla disperazione mi misi a correre ignorando le indicazioni di Arianna che, rimasta con il venti per cento di batteria, cercava di farmi arrivare a destinazione sana e salva. Il mio cuore aveva preso a battere all'impazzata, non c'è la facevo più. Stava arrivando e io non avrei avuto scampo.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
P.S. RICORDATEVI DI LASCIARE UN COMMENTO! XD grazie e al prossimo capitolo. W.M.

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