My Immortal Life - Mia vita immortale {Chicago 1918 - Forks 2005}

di Lilian Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio dell'immortalità ***
Capitolo 2: *** La storia di Carlisle ***
Capitolo 3: *** Lettura nel pensiero & Caccia ***
Capitolo 4: *** *L’eccitazione della corsa & Esme* ***
Capitolo 5: *** Quel sorriso -materno- ***
Capitolo 6: *** Disperazione; voglia di sangue ***
Capitolo 7: *** Triste annuncio ***



Capitolo 1
*** L'inizio dell'immortalità ***


Nuova pagina 1

 

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così.

Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

 

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                                                        Grazie mille a Patience90: il 99% del lavoro é suo!

                                                                      Io ho solo cercato le immagini e messo i brillantini.

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo uno.)

 

La tristezza, il dolore e la morte aleggiavano nell’aria,

opprimendo i malati –ed i loro parenti-.

Le mura di quell’ospedale erano bianche,

un bianco tanto candido da creare un’ ambiente surreale.

Avevo sempre immaginato quel tipo di bianco,

accecante –troppo-, per il paradiso.

Ma al paradiso probabilmente la gente non soffriva,

non si deprimeva e non versava lacrime costantemente.

Sospirai, tornando a quei cupi ricordi.

Era il 1918, mi trovavo a Chicago, nell’ospedale in cui ero rinchiuso.

Il mio ultimo ricordo umano è stata la sofferenza e la malinconia di quel luogo.

Ma, ricordo precisamente la mia ultima lacrima, quella più preziosa.

Per ultima, non intendo quella cascata d’acqua salata che scorreva

dai miei occhi per via della febbre che mi divorava.

No, intendo una lacrima di vero dolore:

puro ed intenso; distruttivo.

Quella lacrima che ho versato per Edward ed Elizabeth Masen.

Per quelli che sono stati i miei genitori,

per quelli che mi hanno cresciuto,

per quelli che semplicemente mi hanno amato come pochi hanno fatto.

Se potessi piangere, lo farei.

Ma a noi vampiri è proibito piangere: è un dono riservato agli umani.

Noi non possiamo sfogarci in questo modo liberatorio,

dalle nostre bocche possono solo uscirei singhiozzi strozzati; nessuna lacrima ad accompagnarli.

Sono molte –infinite- le cose che ci sono state proibite.

Ma non ho mai rimpianto il termine della mia esistenza umana:

Cosa perdevo? Nulla, la mia vita stava comunque per giungete al termine.

Sospirai nuovamente, immergendomi nei ricordi –quelli a partire dal 1918.-

 

         1°       *L’inizio dell’immortalità*

 

-Mi dispiace.-

Queste due semplici parole intrise di sincerità e pentimento mi giungevano alle orecchie, ripetutamente.

Ebbi l’impressione che la mia mente ricevesse solo quelle due parole.

Mi chiesi per quale motivo continuasse a ripetermelo ininterrottamente.

Sentivo la testa girarmi vorticosamente:

mi pareva di avere una fiera –di quelle particolarmente rumorose- in testa.

L’unico ricordo delle ore –o giorni, o settimane, o mesi… non avevo idea di quanto tempo fosse trascorso- precedenti era un’ immenso dolore.

I muscoli che tiravano, che si rinforzavano e la mia pelle che andava a fuoco, come se fossi stato gettato tra le fiamme ed esse non m’incenerissero mai.

Mi misi a sedere con un gesto rapido, che mi sorprese.

Involontariamente mi scappò un gemito: la testa continuava a dolere.

-Scusami, mi dispiace…-

Ancora.

Mi ritrovai sorpreso a scoprirmi arrabbiato, innervosito…

Volevo sapere cosa diamine aveva fatto per dovermi tutte quelle scuse!

Un’improvvisa vampata di rabbia mi colse.

Provai l’impulso di avventarmi su di lui e… Morderlo.

Non capì il perché volessi morderlo, ma l’istinto mi suggeriva così.

Cercai di calmarmi e successivamente deglutì.

Sentivo la gola in fiamme, come se avessi bevuto una strana sostanza.

Qualcosa di corrosivo, di velenoso

Quando misi a tacere i miei impulsi aggressivi mi rivolsi verso quell’uomo in camice bianco.

-Sarebbe così cortese da informarmi per quale motivo continua a scusarsi?- Chiesi, cercando di ostentare un tono gentile, per educazione.

Quel volto mi pareva familiare, sicuramente l’avevo già visto.

Possibile che fosse un dottore dell’ospedale? Dopo qualche secondo di riflessioni lo riconobbi.

Era il dottor Carlisle Cullen, l’uomo che era stato vicino a me e mia madre…

Ebbi un sussulto al ricordo di Elisabeth Masen, la donna più importante della mia vita, la mia mamma…

Lui si alzò silenziosamente dalla poltroncina accanto al letto morbido su cui ero steso,

con uno slancio elegante e raffinato. Lo vidi indirizzarsi verso un ripiano più in là, alla ricerca di qualcosa. Distolsi lo sguardo, per concentrarmi sull’ambiente circostante.

Mi trovavo in una stanza di grandezza media, dai colori luminosi, arredata riccamente.

Il dottor Cullen tornò al mio fianco, porgendomi un’ oggetto.

Lo presi, guardandolo curioso. Era uno specchio.

-Guardati- mi disse semplicemente. Nella sua voce potevo ancora scorgere quel senso di colpa che lo invadeva, che lo mortificava… La causa di tutte quelle scuse.

Impaurito e confuso –molto confuso, dovevo ammettere- mi specchiai.

L’impressione era leggibile nel mio volto.

Il mio colorito era sempre stato piuttosto pallido, ma certamente non così.

La mia pelle era bianca, color del gesso.

I lineamenti erano un poco più marcati sul volto, perfetti.

Sembrava che fossero stati cancellati in precedenza e rifatti da un’artista.

I capelli dello stesso ramato di sempre, ma apparivano più morbidi –forse-,

ed anche più indomabili, pareva.

Ma sicuramente la cosa che più creò stupore in me furono gli occhi:

Non più verdi smeraldo – come quelli di mia madre -, ma di un’ intenso color vinaccia.

Ero di una bellezza incredibile, che mi stordì.

-Cosa sono diventato?- Mormorai impaurito rivolto a quell’uomo dai capelli di miele.

Mi pentì un’ istante dopo aver completato la domanda: non ero sicuro di volere una risposta.

Ma ebbi comunque la mia risposta:

-Un vampiro.-

 

 

Prima long fic su Twilight.

Ma non per questo vi chiedo di essere clementi;

Se ho fatto un errore –anche il più minimo e stupido- vi chiedo di segnalarmelo.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, non so ancora.

Forse ogni due settimane, oppure uno al mese.

L’unica certezza che ho è che, prima di pubblicare un capitolo, devo assolutamente avere quello successivo, per non incepparmi troppo.

Ed ora, passo ai ringraziamenti:

Ringrazio tutte le persone che leggono e recensiscono le mie storie,

ma soprattutto quelle buone anime che mi hanno aggiunta agli autori preferiti. xD

Grazie mille, davvero!

Ed ora… Me lo lascereste un commentino?

 

P.S. Ringrazio Iside5 per l’errore che mi ha fatto notare:

Ho corretto.

 

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Capitolo 2
*** La storia di Carlisle ***


Nuova pagina 1

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

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Grazie mille a Patience90: il 99% del lavoro é suo!

Io ho solo cercato le immagini e messo i brillantini.

 

Ragazze un minuscolo commento prima d’iniziare…

Ehm… Lo scorso capitolo ERA il capitolo uno, quella parte nera in corsivo era la prefazione al capitolo 1°.

Sì, lo so che il capitolo uno era orribilmente corto ed avevate tutte le ragioni di credere che fosse tutto il testo la prefazione.

Ma, cercate di capirmi, sono abituata alle flash xD Okay, dopo avervi trattenuto vi lascio leggere, mi ritrovate a fine capitolo ^_^

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo due.)

 

Ero stupefatto, stranito e –impossibile negarlo- eccitato.

Un vampiro…

Quali benefici ne avrei tratto?

E quali malefici si sarebbero impossessati di me?

Non lo sapevo e forse sarebbe stato meglio non saperlo,

per quanto riguardava la seconda parte.

Avrei sperimentato nuovi brividi,

brividi impossibili ai semplici umani,

brividi che superavano tutte le barriere dell’umanità.

Eppure questo non bastava a tranquillizzarmi o

a rendere il fatto meno terrificante.

Sarei stato cosa?

Un mostro? Un attrazione?

Non volevo questo ma, all’immortalità, non si può girare le spalle.

 

 

                                                 2° *La Storia di Carlisle*

                                                                                  Dedico questo capitolo a Locke

‘’Io un vampiro?’’ Mi domandai interiormente.

Non lo credevo possibile: mai avevo creduto ai miti, alle leggende…

Certo, mi piaceva leggere libri riguardanti l’argomento, ma non avevo mai creduto veramente nell’esistenza di quei personaggi mitologici.

Intanto, Carlisle prese a raccontarmi la sua storia:

- La mia storia ebbe inizio a Londra, precisamente nel 1640, l’anno della mia nascita.

Non mi soffermerò più del dovuto sui miei anni da bambino e da adolescente,

ti dirò solo il fatto che crebbi con mio padre, mia madre non fu presente nella mia crescita:

ella morì quando io nacqui.

Un fatto che però è di vivida importanza per noi, ora, è il periodo di persecuzione religiosa

che in quel secolo vi era presente.

Un’altra cosa importante per la comprensione del racconto è che mio padre era un pastore anglicano, egli guidava la caccia a coloro che, recentemente, vengono definite creature mitologiche. Avrai tu capito che nella seguente categoria rientrano i vampiri.

Nel 1640 si credevano esistenti codeste creature ed esse erano portatori di male e oscurità, si riteneva. Dunque li si cacciavano, giustificandosi  con la liberazione del male nel mondo.

Ma non è da trascurare la morte di poveri disgraziati:

l’epoca rozza e l’ignoranza costante causavano morti di umani, colpevoli solo di essere stati confusi con creature deplorevoli.

Eppure come un vile fellone non feci nulla per evitare queste morti, talvolta sapendo che fossero umani quelli condannati come creature oscure. Forse temevo l’ira di mio padre, oppure semplicemente mi scarseggiava il coraggio necessario.

Ero condannato: io stesso avrei dovuto uccidere coloro non colpevoli un giorno, ed il pensiero macabro m’invadeva ogni giorno il corpo e l’anima, scuotendomi di brividi per il terrore.

Eppure la vecchiaia giunse a mio padre e a me giunse l’incarico di usufruire il suo posto.

M’impegnai per trovare creature maligne e non persone innocenti. Ci riuscì.

Scovai un rifugio di vampiri, rifugiatisi nelle fogne della città.

Con il resto della mia cittadina mi apprestai a tendergli un’imboscata,

per liberarci di loro e dei loro spiriti malvagi.

Con armi ora antiche, torce e forconi la città era riscaldata dal fuoco della battaglia che

presto si sarebbe scatenata ferocemente come una irrequieta notte di tempesta.

In cuor mio pregavo perché il bene e la forza ci accompagnassero nella lotta contro quegli esseri.

Ci appostammo un poco indietro dal loro rifugio e ci restammo per una buona ora senza nulla:

ormai m’accusavano di aver errato, che non ci fosse nessuna anima impura nei paraggi.

Ma poco dopo, uno dei bevitori di sangue umano uscì dal suo nascondiglio e senza alcun problemi ci individuò –probabilmente aveva sentito l’odore del nostro sangue-.

Con voce appena udibile chiamò gli altri in lingua latina. Gli stava chiaramente avvisando che

la loro cena era appostata proprio al di fuori del loro nascondiglio.

Convinta che fosse troppo afflitto dalla sete di sangue per fuggire o combattere, lo attaccai ferocemente con il mio forcone. Ma esso non faceva nulla altro che attorcigliarsi come plastilina contro il suo petto d’acciaio.

Ghignando a malapena  mi si avvicinò velocemente, affondando subito dopo i suoi denti nella carne del mio corpo. Fortunatamente non ero solo in questo scontro:

gli abitanti della cittadina gli furono addosso in un secondo, cercando di scalfirlo.

Prese la saggia decisione di fuggire, ma non senza aver ucciso due uomini ed essersi portato via un terzo. La folla lo rincorse aggressiva, senza badare a me.

Avrei voluto morire e farla finita ora, tanto sapevo benissimo che sarebbe stata quella la mia fine.

Mio padre avrebbe bruciato tutto ciò che il mostro avesse avvolto nella sua vita oscura,

qualunque cosa avesse toccato, calpestato e morso… Tutto ciò che era stato infettato.

L’istinto di sopravvivenza invase tutti i miei sensi e mi permise di strisciare in una zozza cantina malandata e in disuso. Mi seppellì sotto a dei puzzolenti sacchi di patate marce,

cercando di resistere all’impulso di urlare, per non essere scoperto. Mi fu molto difficile,

ma credo che tu riesca a capire. Non avrò la necessità di raccontati cosa provai, Edward…-

Sussultai, il ricordo del dolore della trasformazione era ancora vivido nella mie mente.

Mi scoprì affascinato dal racconto di Carlisle:

Sembrava uno di quei libri che amavo leggere. Lo guardai, ansioso del continuo.

Mi regalò un lieve sorriso e continuò:

-Tre giorni dopo ero un vampiro e me ne resi conto con immenso disgusto.

Odiavo me stesso, tutto ciò che ero diventato. Non m’importava nulla dell’immortalità e tutto ciò che scoprì in seguito. Non trovando nessuna motivazione per continuare la mia esistenza sotto tali sembianze, provai l’autodistruzione. Ma gettarsi da grandi altezza, cercare d’affogarmi e provare a morire di fame –anzi, sete, è più appropriato- non mi serviva a nulla:

mai ottenni risultati da questi tentativi di suicidio. Ero indistruttibile.

Quindi pensai a non nutrirmi, se proprio dovevo esistere.

La mia idea di base era di continuare a non nutrirmi.

Eppure la sete che mi divorava diminuiva la mia forza di volontà e dovetti tenermi a distanza dagli umani e dai centri abitati o molto frequentati. Come in isolamento, se mi comprendi.

Ero in un bosco isolato, quando scoprì la mia salvezza.

Camminavo svogliatamente, cercando con tutte le mie forze di reprimere l’impulso di nutrirmi.

Passò un cervo ed i miei occhi lo focalizzarono immediatamente, senza difficoltà alcuna.

Senza quasi accorgermene mi accovacciai, tesi i muscoli e scattai.

Fui addosso a quel cervo e mi nutrii del suo sangue.

E lì trovai la mia soluzione:

Non era più necessario soffrire la sete –soprattutto perché diminuiva la mia forza di volontà-, avrei potuto nutrirmi del sangue degli animali.

Infondo da umano avevo già mangiato selvaggina,

l’unica differenza era che ora mi nutrivo di una parte che prima avevo sempre scartato.-

Mi sorrise nuovamente, garbato. Io restituì il gesto.

Questo Carlisle mi affascinava, reprimeva qualcosa a cui l’avevano condannato…

Di cui non aveva colpa. Cercava di essere qualcosa di migliore.

Un gesto nobile, senz’altro.

Osservai i suoi occhi: Erano lontani anni, decenni, secoli…

-Col passare dei secoli, iniziavo a sviluppare una certa immunità verso il sangue umano.

Questo mi permise di diventare dottore, con molto tempo, sofferenze, rinunce ed abilità.

In ogni modo, studiavo per tutto il mondo medicina, cercando di ampliare le mie conoscenze.

Ero in Italia, quando incontrai i Volturi, di cui ora ti racconterò..

Erano una congrega di vampiri civilizzati, per così dire, molto diversi da quelli che incontravo in Inghilterra. Eleganti ed impeccabili erano l’esempio di vampiri da ammirare.

Aro, Marcus e Caius erano i loro nomi.

Nonostante fossero civilizzati ed educati, si nutrivano di sangue umano. Era questo probabilmente il loro unico difetto.

Cercavano di convincermi a cibarmi dalle persone, e io cercai di convincere loro a nutrirsi di selvaggina.

Nessuno delle due schiere giunse naturalmente a convincere l’altra.- Mi rivolse un altro sorriso cortese.

-Vieni- disse poi, invitandomi a seguirlo fuori dalla camera.

Mi guidò in uno studio –probabilmente il suo- e sulle pareti potevo notare alcuni quadri.

Sfiorò un quartetto di figure piuttosto composte, sistemato sulla balconata più alta, che osservava calmo il viavai sottostante. Esaminai attento i lineamenti degli uomini raffigurati.

M’indicò successivamente tre degli uomini rappresentati: due dai capelli neri, l’altro bianchi come la neve.

-Protettori notturni delle arti-.

(Twilight)

Capì che il quadro che mi aveva indicato rappresentava il suo periodo in Italia e che i tre uomini sulla cornice –il quarto era indubbiamente lui- erano Aro, Marcus e Caius.

Protettori notturni delle arti, li aveva chiamati.

Questa strana definizione mi affascinava, ma al tempo stesso m’inquietava terribilmente.

-Che fine hanno fatto?- Domandai, curioso.

-Sono ancora lì-.

 

 

*Lilian spunta fuori all’improvviso*

Ecco il secondo capitolo –riscritto- , anche questo piuttosto corto ç_ç

Mi dispiace ragazze, io ci provo, ma sono abituata a scrivere cose corte.

Però ho aggiornato presto, no? ^.^ E, inoltre, ho una buona notizia!!!

Ho già scritto tutto fino al 4° capitolo e ne ho già pronto metà del 5°! =D

Uh, dato che ci sono voglio farvi notare che ogni capitolo avrà la propria prefazione.

Il perché non lo so nemmeno io xD

 

 

ATTENZIONE:

Essendo io persona imprevedibile nelle date di aggiornamento,

per chi volesse, posso tenerlo informato degli aggiornamenti di questa storia ^.^

Ma solo a chi vuole, naturalmente.

ATTENZIONE 2:

Le parti sottolineate e in corsivo sono dei pezzi estratti da Twilight.

Bene, finite le scuse e gli avvisi: passiamo ai ringraziamenti! =D

 

 

 

Whattina: Davvero ti piace come descrivo il pov del nostro neo vampiro?

Bhe, grazie mille! ^_^

Sono felice che quella frase ti sia piaciuta, l’ho scritta soffermandomi sui sentimenti di una perdita e dell’impossibilità di sfogarsi.

In ogni modo, sono felice che la mia storia renda curiosa.

Parlerò certamente degli anni bui di Edward, mi soffermerò anche sulla minima sfumatura che la meyer ha reso nota della storia del nostro amato vampiro.

 

 

 

_BellaBlack_: Sì, era proprio questa ^_^

In effetti ci ho messo un po’ a pubblicarla, te ne ho parlato parecchio tempo fa,

ci credo che l’hai aspettata per tanto xD

sono felice che ti piaccia e ti ringrazio per essere stata comprensiva per i miei tempi d’aggiornamento. Però con il ‘’non ti corre dietro nessuno ’’ mi sono immaginata la scena di qualcuno che mi rincorre per prendermi a padellate xD

Sarò normale? No eh?

Comunque per le recensioni alle mie storie stai tranquilla, non devi se non ti va. ^_^

A presto! =D

 

 

 

Iside5: ti ringrazio tantissimo per avermi segnalato l’errore,

sei stata di grande utilità ^.^

Però devo farti una confessione…

Era lo scorso capitolo il capitolo uno xD

Ma avevi tutte le ragioni di credere fosse solo una prefazione, e non prefazione + capitolo. Era un po’ corto come capitolo xD

In ogni modo sono felicissima del fatto che pensi che prometta bene, davvero =D

Grazie mille iside! ^^

 

 

 

SoleDincht,: Ma quale disturbo, non ho fatto assolutamente niente ^.^

Grata? Oddio ho fregato l’idea a qualcuno senza neanche saperlo,

mi dispiace. Stai scrivendo una fanfic su Twilight? Ho controllato nel tuo accaunt, ma non ho trovato nessuna fanfic con quel titolo, quindi suppongo sia in progettazione.

Appena pubblichi fammi sapere! =D

Comunque, tornando alla risposta alla recensione, devo dirti che era lo scorso capitolo il primo xD O meglio, prefazione + capitolo uno.

Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e per il commento ^.^

 

 

 

redRon: *Lilian tossicchia*

Ehm, lo scorso capitolo era anticipazione + capitolo uno…

Quindi questo capitolo non è nessuna meraviglia xD

Ma ti ringrazio moltissimo per la recensione, sai quanto mi piacciano i tuoi commenti, anche se so di non meritarmi tutti questi complimenti.

Ti voglio bene,

tua Lily (oppure sirius hahaha xD)

 

 

 

Patience90,: Ninny Nana, grazie!!!

Non sai che piacere leggere i tuoi commenti! =D

Sì, lo so. Ma più che tutte le cose che hanno a che fare con lui ti attira il nostro vampiro stesso xD (E io mi associo, è troppo… bhe, troppo :P)

 

 

 

Locke: Con questa recensione sei stata tu a lasciare la bocca aperta a me!

Tutti questi complimenti… Bhe, mi hanno commossa!

Sentirmi dire che il mio stile è tra i migliori, sublime ed impeccabile è qualcosa di… unico. Non so quasi cosa dire, a parte ringraziarti all’infinito e

dedicarti questo capitolo. ^.^

Spero che tu non abbia fatto indigestione ‘’divorandoti’’ questo capitolo xD

Un kissone,

Lily

 

 

 

PenPen:

Sono felice che ti piaccia ^.^

Grazie mille della recensione, mi fai sempre un gran piacere.

 

 

 

E ora…

Commentino…?

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Capitolo 3
*** Lettura nel pensiero & Caccia ***


Nuova pagina 1

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo tre.)

 

 

Mostro. Ladro.

Ero un mostro, indipendentemente dall’essere vampiro.

Ero un mostro anche per la mia specie.

Avevo capacità extra, ero un matto.

Sentivo le voci che mi affollavano la testa,

invadevo la privacy di altri.

Ero un ladro:

Un ladro di pensieri.

 

***

 

I muscoli pronti a scattare, il corpo accovacciato in avanti,

l’adrenalina e l’eccitazione si erano impossessate di me.

I miei occhi focalizzavano la preda e la mia coerenza,

il mio senso di colpa nell’uccidere, erano entrambi completamente svaniti.

Con un balzo –accompagnato da un ringhio grottesco- gli fui addosso.

Mi cibai, senza la consapevolezza –in quel momento- di essere un assassino.

Ma lo ero, lo ero eccome.

Ero un assassino.

Ero un vampiro.

 

 

                       3°      *Lettura nel pensiero & Caccia*

 

 

 

Seduti sui mobili del salotto accogliente di Carlisle, conversavamo della nostra specie.

Mi aveva reso partecipe ai suoi studi ed ora ero molto più informato.

Sapevo, per esempio, che durante il mio primo anno di vita sarei stato incredibilmente forte:

il sangue rimanente nel mio corpo andava a rinforzare i tessuti.

Inoltre avevo acquisito delle nuove capacità:

una velocità devastante, una forza imparagonabile a quella umana, la vista e l’udito potenziati.

Mentre conversavamo, il mal di testa si stava affievolendo,

Fino al punto in cui udì una voce nella mia testa, quella di Carlisle.

…Mi chiedo se non abbia sete, probabilmente essa lo starà divorando interiormente…

Sono curioso della scelta che farà: Mi sembra un bravo ragazzo, molto educato e cordiale. Sarebbe un peccato e uno spreco rovinarsi…

Lo guardai sbalordito, non aveva accennato al sentire i pensieri altrui.

-Non mi aveva parlato di lettura nel pensiero.- Dissi cercando di contenere la mia incredulità, ma gli rivolsi uno guardando curioso.

-Oh, ti prego, dammi del tu liberamente. In ogni modo, Edward, non riesco a comprenderti.- Mi rispose cordiale.

… Che abbia sviluppato alcune capacità extra? O magari è solo la sete che lo porta al delirio?...

-Non sto delirando.- Dissi piccato.

…Sì, decisamente legge nel pensiero. Ha sviluppato capacità extra…

-Queste capacità extra, sono normali?- Domandai, confuso.

-Bene, Edward. Credo di aver capito che tu abbia delle capacità in più, rispetto ai vampiri comuni.

Non è impossibile che accada, ma piuttosto raro. Mi è capitato di trovare solo un altro caso simile al tuo -ovvero la lettura nel pensiero-, ma leggermente più diverso. Si crede che queste capacità vengano sviluppate con un contatto alla vita umana, diciamo. Probabilmente eri molto bravo a intuire cosa pensassero le persone o qualcosa del genere, ed è un’abilità che hai portato con te nella ‘’ nuova vita ’’, se vita si può chiamare.

Comunque, questa tua abilità con la trasformazione è stata ampliata, e sei giunto a ciò che sai fare ora. Ma, naturalmente, è solo una supposizione.-

Mi sentì estasiato, era una sensazione che mi piaceva.

Ma in un certo senso mi sentivo un ladro: ero capace di rubare la privacy mentale delle persone.

-Non hai sete?- Mi distrasse Carlisle, pronunciando quel pensiero ad alta voce.

Annui, leggermente.

-È ora di una scelta Edward;

Puoi restare con me –come credo desidererebbe tua madre-, oppure andare per conto tuo e bere sangue umano.- Inutile dire che scelsi la prima con decisione

Ma poi una domanda mi passò per la mente, rapida e fulminea.

-Cosa centra mia madre?- Domandai confuso. Mi rispose con un sorriso gentile.

-Sai, è stata tua madre a chiedermi di salvarti. Forse aveva capito cosa ero in grado di fare, forse delirava in preda al dolore. Ma per questo racconto c’è tempo Edward, tanto tempo. Andiamo a caccia.-

Si alzò dal divano e mi fece il segno di seguirlo.

 

                                                  ***

 

Ci trovavamo nel bosco,

le querce secolari, grandi ed imponenti nell’oscurità della notte erano macabre e terrificanti.

Dovevo nutrirmi e questo significava uccidere.

Ero terrificato, ma non per via dell’oscurità della notte: io stesso ero la fonte della mai paura.

Se inizialmente mi ero sentito come eccitato, ora mi ripugnavo da solo.

Mentre camminavo, avevo le orecchie tese e gli occhi allerta.

Era strano essere un vampiro, tutti i miei sensi si erano potenziati ad un livello altissimo.

Le mie orecchie percepivano qualsiasi minimo spostamento: anche il più minimo.

Ma la vista era ancora più impressionante:

potevo vedere cose che si trovavano ad una distanza molto remota, anche con l’oscurità della notte.

Probabilmente avrei visto così anche nella notte più nera.

Ad un leggero scricchiolio mi voltai rapidamente –sicuro che non fosse stato Carlisle- :

un cervo aveva calpestato un rametto.

Potevo percepire il pulsare del suo sangue, sentirne l’odore…

Quell’animale era giunto al termine della sua vita.

Io ero il possente cacciatore, temibile, imbattibile. E lui la mia semplice, piccola e innocente preda.

L’adrenalina s’impossessò di ogni singola parte del mio corpo marmoreo.

Mi pareva di star giocando ad un gioco particolarmente emozionante, di cui ero certo avrei avuto il trionfo.

I muscoli si contrassero, pronti a scattare, ed io mi accovaccia un poco.

Con un balzo aggressivo gli fui addosso, mentre un ringhio bestiale e minaccioso scaturiva dal mio petto. Lacerando la tenera carne del suo collo, sentì un cal do e delizioso liquido scorrermi in gola.

Qualcosa di dolce e prelibato, un nettare divino.

Continuai a cibarmene, mentre l’animale mi moriva tra le braccia.

Prosciugai completamente il suo sangue.

La mia sete non si era placata totalmente, ma andava bene così.

Quando vidi la carcassa del mio pasto, m’allontanai schifato.

Ero stato io la causa di quella sciagura, di quella disgrazia?

Sospirai, cercando di rassegnarmi, senza riuscirci.

Mi sarei dovuto abituare, d’ora in poi questa sarebbe stato il mio modo di esistere.

Questo era il mio inizio.

 

 

Sono felice d’informarvi che ho finito il capitolo 5° e sono a metà del 6° ^_^

Credo che però la storia durerà qualche capitolo in più del previsto… Insomma:

I miei capitolo sono cortissimi –superano di poche le 500 parole come previsto dal regolamento- e

la storia da raccontare è più di un secolo… Spero non vi dispiaccia ^.^

 

 

_BellaBlack_: Hey Bella! Grazie mille dei tuoi complimenti, mi fai arrossire così ^///^

Certo che puoi chiamarmi Lil! Sì, anche a me suona bene XD Io posso chiamarti Bella, Bella? xD

Ma forse sulla questione della padella… Bhe, puoi rincorrere ma preferirei non essere colpita XDDDD

Ci sentiamo al prossimo capitolo ^_^

 

PenPen: Povero Carlisle sì, la sua è una storia molto drammatica.

Grazie mille della recensione, sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto ^.^

Alla prossima!

 

Iside5: So che hai completamente ragione, quindi tranquilla, non mi sono affatto offesa ^-^

Anzi, la tua recensione mi ha fatto un’ immenso piacere, è la prima critica che ricevo su Twilight.

Non pensare che io sia masochista, ma amo potermi migliorare e le critiche servono a questo, no?

Sono felicissima, grazie di cuore, d’avvero. =D

Grazie inoltre per la stima che riponi in me, spero solo di non deluderti.

 

Patience90: Dai, non ti ho fatto attendere molto… O sì? XD

Sono felice che ti piaccia, la tua recensione mi ha lasciata con un enorme sorriso stampato in faccia.

Grazie Ninny Nana, un bacione!

 

redRon: Sono felicissima che ti piaccia ^_^

Non credo di meritare tutti questi complimenti, ma ti ringrazio moltissimo!

Ti voglio bene,

tua Lily ^.^

 

Locke: Io la maga delle flash? Mi fai arrossire! ^///^

Vedi che sto continuando a scriverne? ^_^

Però devo dirti di non sperare troppo al fatto che io lasci perdere il post abbandono di Edward,

sono dell’opinione che lo stile drammatico sia quello più incisivo.

Ma sto lavorando una one - shot un poco demenziale, diciamo.

Non proprio nel vero senso della parola, ma più che altro per la tematica e le idee di Bella.

Scoprirai a breve di cosa tratta, sono già a buon punto. Come protagonisti naturalmente Bella ed Edward ^__^

Ora ritorniamo alla tua recensione:

Ti ringrazia tantissimo, veramente! Le tue recensioni sono sempre meravigliosamente lunghe

(cosa che io adoro :P) e molto entusiasmanti. Sono felicissima, davvero.

Grazie di tutto! Un bacio, Lily.

 

 

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Capitolo 4
*** *L’eccitazione della corsa & Esme* ***


Nuova pagina 1

 

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo quattro.)

 

 

Una cosa sorprendente della mia nuova vita era il tempo.

 Non lo sentivo trascorrere né velocemente né lentamente.

 Inesistente.

Per noi vampiri, mi aveva spiegato Carlisle, il tempo non esisteva.

Non avevamo fretta di fare nulla,

avendo tutto il tempo che volevamo a disposizione.

 E non potevamo dire che trascorresse lentamente,

non avendo nulla da fare che ci facesse esasperare.

Non ricordavo precisamente quanto tempo era passato dalla mia trasformazione.

Forse un giorno, un mese, un anno…

 

Ci trovavamo ad  Ashland –sono quasi sicuro fosse il 1921- il giorno in cui un nuovo membro si unì a noi.

 

 

                  4°     *L’eccitazione della corsa & Esme*

 

Non avrei mai saputo descrivere come scorresse il passare delle ore, dei giorni e degli anni.

Per i vampiri, il tempo non esisteva. Ci oltrepassava senza sfiorarci.

Dall’eccitazione iniziale al disgusto ero passato alla noia più pura.

Le mie giornate trascorrevano immerse nei libri, talvolta di medicina recente,

altre antichi ed ingialliti dal tempo. Non c’era altro da fare d’interessante.

Ormai, i brividi dell’essere vampiro gli avevo già sperimentati.

Affascinanti, certo, ma con il passare del giorno e della sera in continuo, ci si perdeva il gusto.

Eppure, di ogni singola esperienza nuova, ricordo precisamente anche la minima sfumatura.

Ciò che avevo scoperto appassionarmi enormemente era la corsa.

 

                                             ***

La mia ombra si tingeva sulle cortecce degli alberi al mio passaggio;

rapido e fulmineo, qualcosa d’invisibile ad un occhio umano.

I miei piedi sui detriti del bosco non provocavano alcun rumore,

dando l’impressione che non toccassero quasi terra. Come se stessi volando.

Gli ostacoli che mi si paravano davanti venivano schivati agilmente,

mentre la velocità della mia corsa aumentava.

L’aria mi scompigliava fortemente i capelli bronzei,

quasi risi al pensiero di come sarebbero stati spettinati, al mio ritorno a casa.

Nessuna macchina umana inventata e no avrebbe potuto eguagliarmi, era una certezza!

S’impossessò di me l’adrenalina, differente da quella umana, ma comunque un sentimento.

La stanchezza, invece, si asteneva dall’accogliermi tra le sue braccia:

il presentimento di poter correre eternamente –senza farmi affliggere da fatica- era imponente nella mia mente, un pilastro che con il tempo avrei consolidato di molto.

Avevo però un errore in questa mia idea:

quando volavo –perché credevo più adatto che il termine corsa- mi toccava percorrere avanti

e indietro tutto il perimetro del bosco e non mi era permesso allontanarmi molto.

Avrei rischiato d’incontrare qualche umano ed io, lo sapevo bene,

non ero pronto per mettermi alla prova.

 

                                              ***

Sulle mie labbra si fece largo un sorriso, al ricordo di un’esperienza molto piacevole.

La corsa era, per me, unica attività seriamente piacevole.

Ero più veloce dello stesso Carlisle, avevo scoperto.

Ghignai al ricordo, per tornare in seguito ad immergermi nella lettura di un enorme tomo.

 

                                                         ***

Anno 1921, ci trovavamo nella piccola città di Ashland.

Come naturale, stavo leggendo: un libro di medicina avanzata –considerata così a quei tempi,certo-.

Stavo svoltando pagina, quando Carlisle entrò in casa,

nelle braccia stringeva il corpo di una donna che, in preda al dolore, urlava.

Mi ritrovai a guardarlo confuso: i suoi pensieri non mi svelavano nulla,

non rispondevano alle tante domande a cui avrei voluto trovare risposta.

Erano troppo confusionari, incasinati e… sofferenti.

Il solo sentirli faceva quasi stare male me, troppa angoscia e dolore alleviava nella sua mente.

Cercava di ricomporsi, di rimettere in ordine la tempesta di pensieri, lo percepivo.

…Non…Non ora Edward, te ne prego. Devo pensare ad Esme, oh, Esme…

Codeste tue urla straziano il mio cuore –anche se ormai non batte- come pugnali dalle lame affilati… Cosa ti ho provocato?...Condannata ad una mera esistenza…

Cercai di non ascoltare oltre: avevo già sentito abbastanza.

Bloccai i pensieri di Carlisle –con immane fatica- per non invadere troppo i suoi fatti personali.

Nel frattempo, gli urli di quella donna mi giungevano alle orecchie ed i suoi pensieri si facevano largo nella mia testa con prepotenza.

.Cercai di concentrarmi sull’estraniare tutto e tutti: non volevo sentire nulla.

Mi concentrai a ripetere una frase in continuazione, cercando di distrarmi.

Quelli non erano fatti miei, non erano fatti miei, non erano fatti mi…

 

… IL FUOCO! QUALCUNO SPENGA IL FUOCO! UCCIDETEMI, VE NE PREGO…

 

…Che ho fatto…Con che autorità, io, nessuno per lei, mi son permesso tale gesto…

 

 

Sospirai. Era tutto inutile, quei pensieri erano troppo rumorosi.

Non potevo riuscire nell’impresa d’evitare di sentire qualcuno che urla,

Così, per lasciare loro il giusto spazio, uscì di casa.

Fui quasi sicuro di aver colto uno sguardo di ringraziamento e scuse da parte di Carlisle.

 

La tipica adrenalina da corsa mi accese lo sguardo, ma la mente era persa altrove.

Avevo una sola certezza riguardante quella donna: si stava trasformando in una vampira.

Non auguravo a nessuno la mia sorte –l’essere un mostro- e quindi una sensazione di dispiacere per lei m’invase.

 

Carlisle aveva detto che si chiamava Esme…

Dove l’avevo già sento quel nome?

 

Capitolo corto, si lo so, non c'é bisogno che mi guardiate così male xD Sono in ritardo, sia nel giorno che nell'orario. Avevo il capitolo pronto per le 19, ma poi mi sono detta... E i ringraziamenti dove li lasci, testa di cavolo?! Così, eccomi in un mega galattico ritardo! Dato che ci sono, vi invito a rileggere il 2 Capitolo; l'ho leggermente modificato. ^_^ Ah, dato che ci sono... Sto pensando di scrivere un'altra fanfic demenziale, che ne dite?  Ed ora i ringraziamenti!!!

 

 _BellaBlack_: Grazie mille dei complimenti Bella, sei dolcissima! ^_^ Sì, ho dato un'occhiata; é stupenda come fanfic, complimenti!

 

Iside5: Lettrice-psicopatica-in-attesa? Hahaha, lo prendo come un magnifico complimento,se solo in libreria ti hanno vistocosì xD Grazie dei consigli, starò più attenta! Dimmi se trovi il 2°capitolo di tuo gradimento, l'ho riscritto, modificando alcune definizioni e dei pezzi.(No, non ti rinfaccio la tua pignoleria  <- Okay, ora l'ho fatto xD Scherzo naturalmente)Grazie per la sviolinata, suoni veramente molto bene xD

 

SoleDincht:  Ti ringrazio tantissimo! ^_^ Per quanto riguarda la caccia, la riscriverò, magari ti piacerà di più ^_^

 

PenPen: Grazie mille PenPen! ^_^

 

Patience90: Grazie mille Ninny Nana! Okay, ti farò aspettare leggermente di meno la prossima volta xD Tvtttb Kissoni!

 

redRon: Le tue recensioni sono sempre qualcosa di piacevole da leggere, quasi quanto le tue storie! xDGrazie mille ^_^ Anche io ti voglio tanto bene

 

Locke: Le tue recensioni mi lasciano sempre senza parole e con la lacrimuccia di commozione.Davvero, non penso di meritare tutti questi complimenti. Sono onorata di tutta la stima che riponi in me,non ci posso ancora credere. Non so cosa aggiungere se non un immenso grazie più dedicarti questo capitolo.Un bacione, Lily

 

_Nefer_: Hey Oly! Dato che nella recensione che hai lasciato non avevi ancora letto,ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto su MSN ^_^ Ti ringrazio tanto anche per la tua allettante proposta, ma non vorrei sottrarti troppo tempo. Devi dedicarlo alla tua fanfic e a quella in progettazione ^.^Ma ti ringrazio tanto tanto! Ti voglio bene, Lily

 

Red Robin: Grazie mille dei complimenti! Dato che ci sono, volevo complimentarmi con te per ''I piccoli Cullen'',mi ha fatto morire dalle risate! Comunque no, non credo arriverà Bella in futuro, quindi stai pure tranquilla ^_^Grazie ancora!

 

 ... Commentino?

 

P.S. Ragazzi, ho postato due nuove flash, chi fosse interessato é invitato a dare un'occhiata xD

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Capitolo 5
*** Quel sorriso -materno- ***


Nuova pagina 1

 

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo cinque.)

 

Non avrei augurato a nessuno di diventare un vampiro:

non per il fatto che io fossi infelice o cos’altro,

ma per semplicemente mi sembrava malvagio

costringere gli altri a un’esistenza che non hanno scelto.

Con questo non giudico Carlisle e non lo colpevolizzo:

avrà avuto le sue ragioni.

Ormai avevo imparato a conoscerlo e

posso affermare con certezza che ogni suo gesto,

ogni suo movimento, sono stati decisi con cura.

Perché lui è Carlisle e questo spiega tutto.

 

 

                    *Quel sorriso –materno-*

 

 

Restai tre giorni a correre e, non avendo nulla da fare, andai pure a caccia.

Nonostante i miei buoni propositi nel lasciare Carlisle ed Esme soli,

in modo che lui potesse spiegarle tutto, non potei fare a meno di tornare a casa:

necessitavo di lavarmi  e di cambiare l’abito.

Quando varcai la soglia e percorsi il lungo corridoio che portava in salotto –dove stava la scala che mi avrebbe portato al secondo piano, quindi in camera mia-  intravidi Carlisle seduto accanto al divano. Cercai di non farmi notare per non disturbarlo, ma fu inutile.

…Vieni, Edward… Esme… Lei si sta svegliando…

All’udire i suoi pensieri, mi avvicinai, cercando di non ascoltare più niente altro.

Intanto Esme si stava risvegliando.

 

                                               ***

 

Seduta sul divano, ci guardava confusa. Era ovvio che non capisse cosa stesse succedendo.

Eppure non domandò nulla, continuava semplicemente  a guardarci.

Potevo leggere la sofferenza nel viso di quella giovane donna, nonostante cercasse di mascherarla. Non era terrorizzata, cosa insolita, trovandosi in una stanza sconosciuta con due persone di cui non sapeva nulla. Qualcosa nel suo atteggiamento, però, mi suggeriva che fossi solo io l’unico sconosciuto. Perché, dopo averci guardato per due minuti, sorrise lievemente a Carlisle,

con fare dolce. Aveva un bel sorriso: ispirava qualcosa di materno.

Rammentai subito dove lo avessi visto.

 

 

Era quel sorriso che tingeva le labbra di mia madre,

quando guardava la sua famiglia.

Quel sorriso che illuminava la sala da pranzo,

quando io e mio padre le portavamo un regalo.

Quel sorriso che le si espandeva fino agli occhi,

rendendo il suo viso più raggiante di quando solitamente non fosse.

 

Quel sorriso che, girandosi verso di me, Esme mi rivolde.

Per un secondo al posto del suo viso, comparve quello di mia madre:

I capelli legati in un’elegante acconciatura fatta velocemente,

gli occhi verdi smeraldo accesi dall’allegria e, infine, quel sorriso.

 

L’immagine sfumò rapidamente.

Sorrisi timidamente a Esme e rivolsi il mio sguardo altrove:

Non ero pronto per affrontare decentemente la perdita di mia madre.

 

-Ciao, Esme.- Spezzò il silenzio Carlisle.

-Dottor Cullen… È un piacere rivederla, ma, non capisco cosa ci faccia qui.

Insomma, è impossibile. Io… Ricordo solo un’ immenso dolore…- Le si spezzò la  voce al ricordo della trasformazione: la potevo capire benissimo. Nonostante fosse passato del tempo, ricordavo precisamente quanto fosse doloroso.

Carlisle, come per alleviare la tensione, rise lievemente.

-Suvvia, non mi chiamare ‘’Dottor Cullen’’, mi fa sentire vecchio.- Io sorrisi alla sua risposta, era evidente che cercava solo di alleviare un po’ l’ambiente.

-D’accordo, Carlisle.- Sorrise anche lei, timidamente. Era riuscito nel suo intento: momentaneamente l’aveva distratta dai ricordi dolorosi.

-Ma cosa… Cosa ci faccio io qui?Cosa mi è successo? Io mi ero…- Non riuscì a completare la frase oralmente, ma nei suoi pensieri leggevo chiaramente il continuo: suicidata.

Questo mi incuriosì. Esaminai quindi la sua mente –cosa che solitamente non facevo- per conoscere la sua storia. Mi colpì molto; quanto dolore, quante sofferenze aveva provato Esme.

I miei pensieri furono interrotti  dalla voce di Carlisle:

-Ti ho portato io qui.- Sentii che era agitato: la tonalità di voce parlava chiaro.

La giovane donna –o vampira, credo sia più appropriato- aveva aperto bocca per proferir parola, ma una ciocca di capelli le ricadde sul volto e fece per aggiustarsela, ma la sua mano si fermò a mezz’aria. Aveva notato la sua mano, bianca come il gesso.

Ci rivolse un’occhiata sorpresa, poi sospirò.

-Cosa sono diventata?- Domandò semplicemente.

 

 

 Ragazzi sono di fretta! Ringraziamenti quando torno! Scusatemi, davvero.

Vi ringrazio immensamente tutti! Se ci sono errori segnalate, correggo dopo.

Scusate la fretta.

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Capitolo 6
*** Disperazione; voglia di sangue ***


Nuova pagina 1

(My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo sei.)

 

Il sangue degli umani canta per noi,

e risuona più melodioso del suon di campane in paradiso.

Non possiamo far altro che, con un movimento fulmineo,

afferrarle e prenderlo come dono.

Perché, forse, è stato creato per noi;

per alleviare, ma allo stesso tormentare,

quella che noi chiamiamo esistenza.

Perché tra vivere ed esistere la differenza è immensa,

eterna quanto la pena a noi inflitta.

 

 

                 *Disperazione; voglia di sangue*

 

Avevo deciso di non voler ascoltare la risposta di Carlisle,

ne tanto meno la paura e la confusione di Esme.

Così uscii silenziosamente dal salotto, per rifugiarmi nella mia camera.

Mi lavai in qualche secondo e mi rivestii con altrettanta velocità.

Passando per la grande finestra scappai da casa mia, per rifugiarmi nel bosco.

Decisi di andare a caccia anche se non era necessario. Ero ripugnato da quell’idea,

ma infondo, non c’era altro con cui intrattenersi.

Eppure era un gesto molto egoista, sacrificare la vita di qualcuno –anche se  animale-

per un mio capriccio.

 

Sapevo d’essere creatura terrificante, ma non per colei che chiamiamo natura vampira.

In vita, o mia vita umana, fui sempre viziato peggio d’un re.

Al solo schiocco di mie dita il mondo poteva esser accasciato in atroci sofferente ai miei piedi,

inermi alla potenza dei Masen.

 

Da bambino, con mente e corpo infantili, fui stupido.

Chiedevo ogni minimo giocattolo che suscitasse interesse, o anche solo che apparisse bello e degno d’esser toccato da me. Non fu sempre così.

Quando crebbi perdetti questo vizio-oscurato in parte dalla sete di gloria-.

I miei genitori ne furono estremamente contenti, erano persone di buon cuore, e non amavano infierire su altri. Ma io per loro valevo abbastanza da poter sorvolare su questo ed esaudire ogni mia richiesta.

 

Continuai a ricordare il mio passato per un po’, camminando normalmente.

 La corsa l’avrei riservata a dopo. Mentre passavo per un prato fiorito, percepii un odore.

Sangue; ma non animale, sangue umano. Un odore terribilmente invitate.

Non ragionai neppure e con uno scatto m’avvicinai al luogo da dove giungeva quell’odore sublime. Vidi una bambina a raccogliere fiori, aveva sui cinque anni.

Cercai di ragionare,  di pensare che quella piccola creatura bionda–ramata aveva un nome,

una famiglia e degli amici. Non era semplice nutrimento; era una persona.

Qualcosa di cui io non volevo nutrirmi.

Dannazione, sì che lo volevo! Eccome se desideravo cibarmi del suo dolce nettare scarlatto.

Strinsi i denti e pensai a Carlisle, a come mi aveva accolto. Lo stesso modo in cui avrebbe accolto la povera Esme, ormai senza famiglia. Senza suo figlio, come avevo letto nei suoi pensieri.

Persino da qui, concentrandomi, avrei potuto sentire i pensieri di ambedue.

La ragazzina iniziò a canticchiare, ma poi, in un’ istante di goffaggine, cadde. Si fece male al ginocchio, che iniziò a sanguinare lievemente. Lei, preda di una leggera sofferenza, pianse qualche lacrima e invocò la mamma.

Morsi la corteccia dell’albero dietro cui ero nascosto per la disperazione e smisi di respirare.

Se prima la tentazione era grande, ora era immensa, irresistibile.

-Tanya! Tanya! Dove sei piccola?- riecheggiò la voce gentile e preoccupata di una donna.

-Sono qui, mamma! Sono qui!- rispose la bambina al richiamo. Si chiamava Tanya e cercai di tenerlo a mente; era qualcuno, non qualcosa. Non era il mio pranzo.

La bambina corse verso la madre, abbracciandole le gambe. Fui preso da un sospiro;

io non ricordavo neppure cosa volesse dire averla, una mamma. Mi strinsi con forza ad un albero, come nel folle tentativo d’incatenarmi ad esso. Rischiai di sradicarlo.

Fortunatamente bimba e madre se ne andarono, dirette per chissà dove.

Quando la loro scia diminuì, m’accasciai inerme sul terriccio. Disperato.

Il sangue umano mi tentava, mi richiamava con la sua voce sublime che m’implorava di nutrirmi con esso. Sospirai. Ma poi mi ripresi; una strana luce s’accese nei miei occhi.

Perché dovevo sacrificarmi io per gli umani? Questo non andava bene…

Si sarebbero sacrificati loro al mio volere, alla mia sete. Presi una decisione;

mi sarei nutrito di loro. Oh sì, il loro sangue sarebbe stato mio.

 

Un Edward malvagio mi piace più di quanto sia lecito *_*

I prossimi capitoli saranno veramente duri da scrivere… Dovrò descrivere gli anni bui del nostro vampiro.

Cercherò di scrivere dei capitoli più lunghi, ve lo prometto! :D

 

Ringraziamenti;

Hele91; Ti ringrazio tantissimo, sia per i complimenti che per aver aggiunto la FF ai preferiti.

Patience90; Grazie della segnalazione e della recensione Ninny. Comunque non è vero, io non sono nemmeno una scrittrice, mi diletto solo nel scrivere bozze ^.^ Un bacione cosmico.

PenPen; Grazie enormemente, moltiplicato ai secoli di Carlisle ed elevato per gli anni di Ed xD.

Red Robin; Sono felice di questo fatto ^^ Però posso farti una domanda? Come mai questa avversione per Bella? xD

_Nefer_; Grazie mille Oly, i tuoi pareri sono per me indispensabili! Un kiss (p.s. la cosa non mi sorprende xD)

Iside5; Sono contentissima del fatto che ti piaccia. Spero che anche questo non ti abbia delusa, anche se non è proprio un’immagine dolce.

redRon; Grazie di cuore Reth, le tue recensioni regalano sempre uno splendido sorriso.

Ti abbraccio anche io ^__^

Whattina; Ti ringrazio per i complimenti ^.^ E anche per il tempo che hai sprecato per lasciarmi questo commento, mi ha fatto veramente piacere. Sono felice che tu abbia superato il tuo momento buio ^^ Come vedi Edward sta invece per iniziarlo, il suo XD Un kiss!

 

 

 

 

Ora, vi scongiuro… Recensione?

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Capitolo 7
*** Triste annuncio ***


Nuova pagina 2

 

Triste Annuncio ;

 

Cari lettori, mi duole annunciare che questa Fanfic non verrà aggiornata

fino a tempo indeterminato [massimo Ottobre, però].

Purtroppo tra le vacanze, il disegno, gli amici e in più Fiore Impuro mi è

veramente difficile continuare la storia.

Ma, quando pubblicherò, troverete anche tutti gli altri capitoli migliorati e corretti! ^.^

Parola di Lilian Potter!

 

 

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