Is There Love For Ghosts?

di Fede_In_Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il castello abbandonato ***
Capitolo 2: *** Ah come possono essere belli dei fantasmi? ***
Capitolo 3: *** I tedeschi ci scopriranno? ***
Capitolo 4: *** In città di notte: troppo pericoloso! ***
Capitolo 5: *** Dove è finito il Xabiani di ieri? ***
Capitolo 6: *** Siamo divisi. E non è colpa nostra. ***
Capitolo 7: *** Mi nascondo nella paura come un ramo coperto dalla neve ***
Capitolo 8: *** La mia anima fu consegnata a te, solo a te e rimane tua ***
Capitolo 9: *** Lo sguardo, mittente d'amore ***
Capitolo 10: *** E tutto può nascere da un fiammifero ***
Capitolo 12: *** Respirare l'odore del pepe ***



Capitolo 1
*** Il castello abbandonato ***


ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! Eccomi con una nuova storia (che fa sempre schifo e non vi aspettate granché) di un genere totalmente diverso dal solito: c'è già una storia con dei fantasmi della carissima Julia Duchannes insieme ad un'altra ragazza che non ricordo come si chiama XD ma questa è diversa. Spero che vi piaccia, nonostante gli obbrobri che scriverò e recensire per dirmi cosa ne pensate!


Un gruppo di ragazzi intorno ai sedici anni, i più fighi del paese, i più richiesti dalle ragazze che sbavavano dietro ognuno di loro e ribelli ma erano pur sempre ragazzi normali. Si erano trovati dei nomignoli per non farsi riconoscere dalla gente se li cercava per paura della polizia che li indagava. Si chiamavano Xabiani, detto Marco, Jorge, detto Leon, Diego che non aveva cambiato nome ma si travestiva semplicemente ed era irriconoscibile, Facundo, detto Maxi e infine Samuel, detto Broduey. Ognuno di loro non viveva facilmente: c'era la guerra del 1945, erano ebrei ed erano costretti a vivere nascosti senza famiglia, ormai deportata.
La loro più grande passione era la musica anche se in quel periodo tutto era vietato e per divertirsi un po', trovarsi in un mondo completamente diverso andavano in campagna, precisamente nel cortile di un vecchio castello, Villa Leta così si chiamava. Era abbandonato e si raccontavano parecchi episodi strani su quel castello. Ma i cinque amici sarebbero stati vicini e nel caso succedesse qualcosa si sarebbero aiutati. Erano più uniti che mai anche in questo periodo, soprattutto in questo periodo in cui tutti avevano bisogno di aiuto. Nella città erano conosciuti da tutti e li chiamavano "i fantastici cinque" perché per tutti erano degli eroi che aiutavano chi aveva bisogno.
Loro non sapevano però che nel castello in cui si divertivano erano osservati da cinque ragazze, ormai morte giovani, per la guerra che c'era stata prima, a sedici anni. Si chiamavano Martina, Lodovica, Candelaria, Mercedes e Alba. Erano tutte bellissime e anche loro, quando erano in vita avevano molti pretendenti.
Ora che erano divenute fantasmi l'unica speranza che avevano era aspettare i cinque ragazzi che ogni pomeriggio venivano a cantare, ballare e divertirsi. Ognuna di loro era innamorata dei ragazzi e aspettavano alla propria finestra, sospirando e guardando da ogni lato del castello alla ricerca dei ragazzi.
Quel pomeriggio tardavano ad arrivare e le ragazze aspettavano con più ansia del solito. Sentirono una musica provenire dalla stradina che collegava il castello al paese.....

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Capitolo 2
*** Ah come possono essere belli dei fantasmi? ***


ANGOLO AUTRICE: HOOOOOOLAAAAAA! Ecco un nuovo capitolo che dedico a LeonettaMarcesca99 a cui credo piaccia la storia. Il capitolo parlerà soprattutto della conoscenza tra i ragazzi e le ragazze....no vi anticipo nulla! Raga voglio sapere che ne pensate! Potete lasciare una piccolissima recensione? Grazieeeee

Si sentiva della musica proveniente dalla stradina che portava al paese, le ragazze fremevano a quel rumore e incominciarono ad eccitarsi.
MARTINA: Ragazze! Ascoltate!...... Sono i ragazzi! *lancia degli urletti*
MERCEDES: Ah chissà che canzone canteranno? Una bellissima ovviamente e poi se è cantata dal mio Diego.....
LODOVICA: Non vedo l'ora di vedere Marco! Purtroppo non possiamo fare la loro conoscenza....
ALBA: Perché!? Siamo fantasmi e questo che significa?! Possiamo amare comunque delle persone!
CANDELARIA: Si Alba proveremo pur delle emozioni ma siamo delle ragazze-fantasma, mettiamo paura, scapperanno appena ci vedranno!
MARTINA: Ma ragazze! Se non diciamo niente ai ragazzi che siamo fantasmi loro non potranno mai saperlo!
LODOVICA: Si ma Tini non possiamo uscire fuori dal castello e dire" Ciao viviamo qui!"!
MERCEDES: E se usciamo da dietro e usciamo dagli alberi qui vicino?
TUTTE: GIUSTO!
Si recarono nel cortile posteriore e si avviarono verso gli alberi di ulivo circostanti. L'unico problema erano i vestiti: indossavano stracci e non potevano presentarsi così!
Per fortuna nell'armadio del castello era rimasto qualcosa, non erano il massimo ma andavano bene. Delle semplici t-shirt e delle gonne.
Si nascosero dietro gli alberi per osservare i ragazzi: rimasero immobili per un po' di tempo dato che non sapevano che fare. Poi Lodovica, la più intraprendente, uscii chiamando le amiche.
Fecero finta di passare di li per nascondersi dai tedeschi.
LODOVICA: Ciao ragazzi! Voi siete ebrei vero?
XABIANI: Si, vedi *indicando la stella cucita sulla maglietta*
LODOVICA: G-giusto! Bene io sono Lodovica! E anche io sono ebrea però mi manca la stella....
MARTINA: Ciao! Io sono Tini!
MERCEDES: Hola! Sono Mechi, sono argentina!
CANDELARIA: Io sono Cade!
ALBA: I-io...s-sono...
LODOVICA: Lei è Alba, è molto timida!
JORGE: Ciao a tutte! Io sono Jorge, lui è Xabi, lui Samu, Facu e Diego! *avvicinandosi a Tini e cingendola dalle spalle*
CANDELARIA: Scusate ma voi non vi chiamavate Leon, Marco, Broduey e Maxi ?
BRODUEY: Come lo fai a sapere? Non ti ho mai vista....qui intorno, in paese.
Candelaria non si aspettava la domanda ma per fortuna c'era Lodo.
LODOVICA: Eh abbiano dei parenti qui e ce l'hanno detto che siete conosciuti con quei nomi! Ma noi vi possiamo chiamare....
XABIANI: Certo! E cosa fate qui, in campagna? È cosi pericoloso e delle belle ragazze come voi non devono correre rischi.
Xabiani fece il baciamano a Lodovica, come un gentiluomo ma lui era il più educato e romantico del gruppo. Lodovica arrossì leggermente e rise un poco, in quel momento tutta la sua concentrazione svanì. E per lei non era una cosa normale.
MARTINA: Ehm....conosciamo questo posto, dobbiamo nasconderci!
JORGE: Si ma cosi, da sole? Non dovreste farlo....
MARTINA: Ehi cosa credi? Che siamo delle stupide ragazzine di dieci anni che non sanno difendersi?
Martina era leggermente alterata, non le piaceva sentirsi dire che doveva essere protetta, sapeva difendersi e da sola. In quel momento tra Jorge e Tini non scattò subito l'intesa anzi, si odiarono dal loro primo incontro ma si sa che l'odio a volte porta all'amore.
JORGE: Calma signorina! Non volevo dire questo e non ti agitare!
MARTINA: Io stare calma? Se tu ti rivolgi a me cosi un'altra volta to giuro che....
DIEGO: Wowowowow ragazzi! Calma! Non incominciamo eh? Dovremmo dividere il nascondiglio insieme e non voglio problemi!
TUTTI: Cosa!?
DIEGO: Ho detto che dovremmo dividere il nascondiglio!
MERCEDES: E questo quando lo hai deciso?
DIEGO: Forse dal momento che vi ho visto? Che TI ho visto?
Mechi arrossì di colpo e il suo rossetto e il suo viso diventarono di un solo colore.
MARTINA: Io non dividerò mai il nascondiglio con quella COSA!
JORGE: Nemmeno io con quella femminuccia!
BRODUEY: Ehi ragazzi! Non ricominciamo! Divideremo il nascondiglio con queste ragazze punto e basta! Vero Cande?
CANDELARIA: S-si! Ma perché lo chiedi a me?
BRODUEY: Boh cosi!
Facundo e Alba erano uno accanto all'altro ma guardavano altrove, troppo timidi per guardarsi negli occhi. Non dicevano una parola, silenzio assoluto.
LODOVICA: Alba? Ci sei? Perche stai zitta?
XABIANI: Facu? Amico che ti succede? Perché non parli? Sei cosi chiacchierone!
Lodo e Xabi risero insieme guardandosi negli occhi tutti e due adoravano la risata dell'altro e fin dall'inizio c'era intesa fra loro, Xabi aveva ancora la mano di Lodo nella sua, presa per farle il baciamano.
Alba rise alle parole di Xabi e guardò Facu che smentii ciò che aveva detto. Non voleva sembrare uno stupido davanti ad una ragazza cosi carina!
Tini e Jorge si guardavano in cagnesco mentre Mechi e Diego si guardavano negli occhi, come due innamorati ma in effetti lo erano.
Già dal primo incontro le ragazze avevano realizzato il loro sogno e ogni minuto speravano continuasse, per renderle felici e con qualcosa per cui vivere, da fantasmi però.

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Capitolo 3
*** I tedeschi ci scopriranno? ***


ANGOLO AUTRICE: Ciao ragazze e ragazzi! Eccomi con un nuovo capitolo, vi anticipo che se non vi sembrerà il massimo è colpa del mio raffreddore che non mi fa ragionare per niente. Accetto critiche (costruttive eh) e consigli ma vorrei sapere che ne pensate! Grazie e kiss!

I ragazzi avevano passato il pomeriggio nel cortile di Villa Leta a spassarsela, a chiacchierare e soprattutto ad amoreggiare, ma anche a litigare.
MARTINA: Ehi ragazzi! Facciamo qualcosa! Io...so che c'è una palla, un po' vecchia ma pur sempre una palla.
JORGE: Come lo fai a sapere? Sei mai entrata nel castello?
MARTINA: Non sono fatti tuoi! Lo so punto e basta!
JORGE: Scusa! Stavo soltanto chiedendo!
XABIANI: Amico se vuoi fare colpo è meglio che chiudi la bocca! *sussurrando*
MARTINA: Allora la vado a prendere si o no?
TUTTI: Si! Dai!
JORGE: Un'attimo, la vai a prendere TU?
MARTINA: Si io! Qualche problema?
JORGE: No dico, non hai paura?
MARTINA: Ehm... Senti Jorge sei non vuoi che quella palla ti arrivi in faccia e magari te la sistemi anche un po' , stai muto e taci!
XABIANI! Jorge! Allora stai zitto! Non lo vedi che Tini è sempre pronta ad attaccarti! Stai perdendo punti! *sussurrando*
Martina intanto si incamminava nel castello per prendere la palla, sapeva benissimo dove era. Sotto il comodino accanto al letto di Alba. Si piegò subito, con un sorriso soddisfatto. Scomparve subito quando vide che non c'era, non era stato mosso da quando erano morte. Cercò sotto il letto di Alba e di Lodo ma non c'era.
Ad un tratto dall'armadio sbucò un gattino nero con in bocca la palla, sgonfia. Tini lo prese in braccio e lo portò in cortile per liberarlo.
Intanto i ragazzi aspettavano il ritorno di Tini fuori dal castello e Jorge era il più preoccupato di tutti, stringeva i pugni ogni secondo vedendo che Tini tardava ad arrivare.
JORGE: Perché Tini non torna? Io vado e la recupero.
Correva nel corridoio del castello e vide un ombra all'uscio della porta che dava sul cortile di dietro.
JORGE: Tini! Che aspetti a tornare? Hai preso la palla?
MARTINA: Che vuoi! Non vedi che la palla non l'ho presa, è sgonfia. E poi perché sei entrato?
JORGE: Tardavi ad arrivare e tutti ci preoccupavamo!
MARTINA: Smettila! Sono autonoma io! Ho sedici anni e se so convivere senza genitori durante la guerra essendo ebrea, potrei fare di tutto!
JORGE: È questo il problema! C'è la guerra, sei ebrea, hai solo sedici anni e sei da sola. Avevo paura che qualcuno ti potesse prendere e deportare...
MARTINA: Oh non essere deprimente! Andiamo, ci staranno aspettando!
Jorge tese la mano a Tini per uscire mano nella mano, ma Tini corse subito verso l'uscita facendo rimanere deluso Jorge.
LODOVICA: Eccovi finalmente! Che avete fatto!
SAMUEL: Oh Lodovica! Non si fanno domande del genere! Sono cose private.....
Tutti risero. Avevano capito tutto diversamente.
MARTINA: Ma che avete capito? Siete proprio stupidi!
JORGE: Che succede?
MARTINA: Hanno Pen...oh ma perché te lo dico!? Mi fai innervosire!
Jorge non capiva che avesse fatto, ma Xabiani non faceva che sgridarlo, sembrava che tutto quello che faceva era sbagliato.
Incominciarono a chiacchierare, si formarono due gruppi: le ragazze e i ragazzi, parlavano tutti della stessa cosa: le prime cotte. Naturalmente parlavano del loro incontro. Già c'erano delle belle storie d'amore ma anche chi non faceva altro che litigare.
Tini era sempre sul "chi va là" e faceva bene. Sentirono degli spari e delle urla che si avvicinavano si guardarono preoccupati, immobili non sapendo cosa fare.
Alcuni come Lodo, Xabi, Mechi e Diego corsero subito nel castello nascondendo tutto.
La paura prese il sopravvento e Lodo incominciò a tremare e a battere i denti. Non aveva paura di niente, sembrava che avesse un manuale d'istruzione scritto in testa dato che risolveva ogni cosa, ma quella guerra l'aveva resa fragile. Morirono prima i suoi genitori sotto i suoi occhi, sparati da un soldato che subito dopo aver visto lei piangere la sparò per evitare testimonianze.
A quel ricordo incominciò a piangere e si fermò un'attimo nella confusione.
Le lacrime scendevano silenziose, calde e trasparenti che solo le persone speciali potevano capire.
Xabiani si fermò appena vide che Lodo lasciò la sua mano, si girò e come se fosse quella persona speciale si fermò per capire.
XABIANI: Ehi Lodo! Lodo che hai? Andiamo o ci scopriranno! Che succede.....perche piangi!?
Le so avvicinò in modo molto affettuoso cingendola dalle spalle e guardandola negli occhi.
Lodo allo sguardo del ragazzo, che le sembrava contenesse l'universo e le sue stelle, ricacciò le lacrime dentro e si abbandonò nelle braccia del "ragazzo dagli occhi universali".
Aveva bisogno di quell'abbraccio, pieno di amore che lei voleva e poi un piccolo sorriso si abbozzò sul suo viso dato che quell'abbraccio proveniva da un ragazzo che le sembrava irraggiungibile. Non le sembrava vero ma gli avrebbe detto la verità nonostante avesse paura della reazione di Xabiani. Non ci penso più e trascinò il ragazzo verso un nascondiglio che era già stato occupato dagli altri ragazzi.
Occuparono un piccolo buco ma questo gli permise di stare molto, molto attaccati.
Alba, nonostante fosse molto timida e paurosa non sembrava per niente spaventava ma pensierosa. Pensava al suo principe azzurro, un ragazzo moro, bassino, simpatico, buffo, bello...che si chiamava....
MERCEDES: Alba ti puoi fare un po' più a destra, non respiro....
ALBA: Oh si scusa!
Questo spostamento la portò sempre più vicina al principe azzurro a cui stava pensando, eh si il principe azzurro lo aveva conosciuto ed era qui con lei, accanto a lei. Le sembrava una favola.
FACUNDO: Paura?
ALBA: Un po'! Non vorrei essere scoperta dai soldati.
FACUNDO: Se hai bisogno di qualcosa io ci sono.
ALBA: Anche un abbraccio?
FACUNDO: Si....
Alba si fiondò nelle braccia del suo principe azzurro. Non si sarebbe staccata mai, mai nemmeno fossero arrivati i soldati.

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Capitolo 4
*** In città di notte: troppo pericoloso! ***


ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutte! Ringrazio tutti quelli che seguono la storia come Alexandra_23 , LeonettaMarcesca99, MarcescaLeonetta1812, Julia Duchannes, LeightonLove, MarylovesJorgeBlanco e se sto dimenticando qualcuno ringrazio tutti! Bene il capitolo parla dei ragazzi che.....ehehehe non vi anticipo niente! Leggere e recensire please! Kisses

Erano tutti nascosti in quel piccolo stanzino nascosto del castello, attaccati gli uni agli altri.
Per alcuni la vicinanza era molto piacevole, ma per qualcuno affatto.
MARTINA: Scusa se ti sposti mi fai un grande piacere!
JORGE: Ma come faccio se mi sposto vado a finire sopra a Xabi!
MARTINA: Ma non vedi quanto spazio c'e? Fatti più in là!
JORGE: Non posso.....Qui è piccolo e molto ristretto lo spazio!
MARTINA: Ora mi stai dando anche la colpa del fatto che ho trovato un nascondiglio piccolo?!
JORGE: Ma tu vuoi litigare anche quando siamo in pericolo di vita?
MARTINA: Tu lo sei! Io no....
Si portò la mano alla bocca, quelle parole le uscirono senza aspettare che il cervello le analizzasse.
MARTINA: Io no perché mi difenderò!
JORGE: Ah si! Come farai? Hai per caso qualcosa con cui difenderti da soldati senza cuore e con dei fucili che non aspettano altro che sparare?!
MARTINA: Ancora mi chiedo perché sono qui, accanto a te e a PARLARE con te!
Martina si girò di spalle, facendo finta di offendersi.
Jorge tacque, stava zitto come gli aveva detto Xabiani, sarebbe stato meglio.
Si sentirono degli spari, dei passi e delle urla sempre più vicini. I soldati erano nel cortile ma non sarebbero mai entrati nella vecchia Villa Leta.
Lodo e Xabi si trovavano in un punto dove potevano vedere i soldati che passavano e cosa facevano.
Tutti e due avevano gli occhi sbarrati, sembravano paralizzati per he sapevano che qualsiasi mossa avrebbe procurato un rumore e attirare l'attenzione dei soldati. Ma anche perché erano attenti a ciò che facevano i soldati, erano scioccati da quello che stava succedendo. Sia del loro incontro e sia dalla guerra. Nella loro mente il pensiero che li tormentava era che il loro amore non sarebbe durato morto perché prima o poi qualcuno sarebbe morto.
In realtà Lodo non poteva morire di nuovo, e per questo pensava che se ci fosse stato un amore questo potrebbe finire per la verità che doveva essere rivelata.
Facu e Alba erano abbracciati e non sapevano che fare, cosa dire, con chi parlare, cosa guardare ed erano lì, fermi, per un'eternità.
Mercedes e Diego erano i più sfrontato del gruppo e i più coraggiosi, se ne strafregavano di tutto e di tutti, stavano già pensando ad un modo per scappare e proteggersi, sempre amoreggiando però.
Samuel e Candelaria, be che dire non si erano scambiati nemmeno una parola e si trovavano agli opposti, si lanciavano solo timide occhiate.
Ad un tratto tutto fini, le urla, i passi, gli spari solo un carro armato che tornava indietro verso il paese.
Quel momento era finito, per fortuna.
Per tutti, quasi fu un dispiacere, erano tutti abbracciati e attaccati, quella vicinanza per gli innamorati era stata gioviale.

XABIANI: Ragazzi tutto è finito!
JORGE: Be non proprio tutto, la Guerra no.
XABIANI: Almeno ora che se ne sono andati possiamo ritornar fuori!
LODOVICA: No Xabiani! Non siamo sicuri se torneranno o no. Rimarremo in casa. E poi è buio, è pericoloso!
XABIANI: Io voglio andare in paese! Voglio capire che succede e recupero qualcosa da mangiare.
LODOVICA: E scusa ce li hai i soldi?
XABIANI: Avevo conservato qualcosa proprio per questo....ho......15 euro, dovrebbero bastare per un Po di pane e acqua.
Erano tutti lì, immobili, increduli di quello che aveva deciso di fare Xabi. Davvero sarebbe andato in paese? Lodovica non ci sperava proprio e fece di tutto per trattenerlo, ma niente da fare. Solo che in città erano in due ad andarci, Lodo e Xabi. Xabi si mise un cappello che avevano trovato nel castello e scucì la stella sulla maglia. Non lo avrebbero riconosciuto.
XABIANI: Tu non ti travesti?
LODOVICA: No, non ne ho bisogno. Non mi conosce nessuno......Senti ti devo dire una cosa....i-io e-e
XABIANI: Dimmi Lodovica.
LODOVICA: I-io e c-che......HO MOLTA PAURA E HO BISOGNO CHE TU STAI VICINO A ME!
Xabiani rise e abbracciò Lodo, come per dirle che l'avrebbe protetta sempre e comunque.
XABIANI: Ci sarò sempre!
LODOVICA: G-grazie...Andiamo?
XABIANI: Si.
E mano nella mano uscirono per andare in paese.
La stradina che collegava il castello al paese era stata sempre inquietante anche di giorno, ma di notte era orribile e soprattutto per Lodo che aveva una certa,paura per il buio.
Strinse di più la mano di Xabi, come se qualcuno la stesse per catturarla. Xabi subito la attirò a se nelle sue calde braccia e corse più veloce per portare "l'amica" fuori da quell'orribile stradina.
Arrivati in paese, si guardarono negli occhi prima di svoltare l'angolo che faceva vedere la via principale. Fecero male, uno spettacolo inquietante penetrò i loro occhi.

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Capitolo 5
*** Dove è finito il Xabiani di ieri? ***


ANGOLO AUTRICE: Hooooooolaaaaaaa! Il capitolo l'ho pubblicato un po tardino perché avevo le idee ma non mi andava di scriverlo! Per questo lo scrivo alle sei di mattina e scusate se sarà un obbrobrio! Vi dico che il capitolo sarà incentrato su Lodo e Xabi che si trovano in paese. Spero che vi piaccia e RECENSITE!!!!!!

Lodo e Xabi girarono l'angolo che guardava alla strada principale, fecero male. Uno spettacolo terrificante si aprì nei loro occhi.
Soldati che inseguivano tante persone innocenti che chiedevano aiuto e si accasciavano a terra mentre venivano uccisi senza pietà, cadaveri sparsi per terra, case distrutte e bambini impauriti che correvano da una parte all'altra in cerca dei genitori che erano stati uccisi o deportati.
Lodo non si era mai mossa dal castello prima e vedere tutto questo le fece paura, sbarrò gli occhi mentre respirava pesantemente, si aggrappò a Xabiani tirando la sua maglietta verso di se. Subito lui le cinse le spalle, per proteggerla da tutto quello che stavano vedendo. Lodo non aveva la minima intenzione di avvicinarsi, non voleva che il suo "amico" muoia per qualche soldato stupido che lo avrebbe sparato senza motivo.
Per lei non c'era nessun problema, non sarebbe morta. Si ricordò che doveva dire la verità, ma non in questo momento. Non sapeva quando, aveva paura che Xabiani poi non le volesse più bene.
LODOVICA: Xabiani, sei sicuro di passare per il paese? I-io
XABIANI: Si, Lodo dobbiamo passare per il paese. Ne abbiamo bisogno, non avremo di che mangiare!
LODOVICA: Ma in campagna ci sono tanti alberi! Perché non possiamo mangiare la frutta?
XABIANI: Vorresti mangiare olive tutto l'anno?
LODOVICA: Nono ci sono solo ulivi! Ci sono anche alberi di arance, mele, pesche, uva...
XABIANI: Ehm come pensi che crescano se nessuno li cura? Siamo in guerra Lodovica! Non ci sono i rimedi ma solo la battaglia contro tutto per avere qualcosa!
LODOVICA: Io credo che tu stia sbagliando...quegli alberi crescono da anni e non sempre con la guerra si vince tutto.
XABIANI: Lodovica, questa non è una litigata fra bambini per un giocattolo! Questa è una guerra! Ed è una "litigata" seria! Come puoi fare questi ragionamenti....
LODOVICA: E in questa guerra ci siete di mezzo voi ragazzi....
XABIANI: E voi ragazze...
Lodovica pensò a quello che aveva appena detto Xabi, Lodovica e le ragazze non c'entravano niente, erano lì solo per conoscere quei ragazzi e nient'altro. Tutto questo era strano e voleva tanto essere una persona normale, ancora viva per poter rimanere con quei ragazzi per l'eternità. Ma tutto questo non sarebbe successo perché lei e le ragazze erano fantasmi e sicuramente loro non le avrebbero accettate. I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore, uno sparo.
LODOVICA: Xabiani i-io ho pa-paura.... Andiamocene! Ti ho detto che quegli alberi cresceranno...
XABIANI: Se hai paura perché sei venuta? Potevi stare nel nascondiglio insieme a tutti gli altri!
LODOVICA: Ma sei stupido o cosa? Secondo te io ti avrei lasciato andare così, alla morte?
XABIANI: E nel caso morissi a te cosa importerebbe?
Lodovica sbarrò gli occhi. Nel caso sarebbe morto per lei sarebbe stato perdere tutto.
XABIANI: Ecco lo vedi! Non è un problema tuo! Quindi se hai paura torna a casa!
LODOVICA: Perché mi stai trattando così? Dove è finito il Xabiani di ieri che non faceva altro che essere gentile?
XABIANI: Ce lo hai davanti! Ora non posso pensare alle stupidaggini!
LODOVICA: Ah Xabiani io me ne vado, non voglio stare più un secondo con te!
Ma Xabiani non la ascoltò perché pensava già a come fare per entrare in paese.
Lodo intanto si girò di spalle scoppiando in pianto liberatorio, ma silenzioso. Molto piano si incamminò verso il castello.

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Capitolo 6
*** Siamo divisi. E non è colpa nostra. ***


HOLAAAAA! Scusate per il ritardo durato secoli! Ma anche io ho avuto il blocco dello scrittore, telefono sequestrato e internet bloccato dal cellulare! Cose che capitano (solo a me!!!!!). Ora però don't worry! Sono qui a scrivere un nuovo capitolo che spero ve piacerà mucho! COME SEMPRE RECENSITE! GRAZIE E KISSES

Lodovica scoppiò in un pianto liberatorio, ma silenzioso. Intanto si un camminava molto lentamente verso Villa Leta.
Aveva paura di quel bosco che doveva attraversare per arrivare al paese, quello in cui era passata un'altra volta con Xabiani e le era sembrato più facile. Ora Xabi non c'era e doveva cavarsela da sola.
Ma era cosi presa a ripensare a ciò che le aveva detto Xabiani e a piangere che il passaggio dal paese a Villa Leta le sembrò durare un attimo.
Nel castello intanto tutti fremevano ed erano leggermente preoccupati per i due "amici".
ALBA: Oh ma Lodo dove è? E Xabi? Speriamo non si siano persi! Nonono
FACUNDO: Non ti preoccupare, sono due che se la cavano!
Alba fece una faccia incerta, non credeva per niente a ciò che aveva detto Facundo. Se qualcuno è in pericolo non importa che sia coraggioso o meno, è in pericolo punto e basta!
MARTINA: Già Lodo è stata addestrata da me! Si SA difendere, e come!
JORGE: Da te!? Lodo che si difende grazie a te!? Ahahahaha
MARTINA: Cazzo ridi?! *spingendolo*
Ci sarà mai un ragazzo che vuole corteggiare una ragazza sottovalutandola e prendendosi gioco di lei? Non credo proprio! Ma Jorge è fatto così, non prende niente sul serio e questo lo fa cacciare nei guai.
DIEGO: Tini se devi molestare Jorge non farlo davanti agli occhi della mia bella!
E accarezzò il viso di Mechi che si era avvicinata a lui. Era ufficiale, si erano messi insieme ma non si sa come. Due tipi del genere possono mettersi insieme così, su due piedi senza che nessuno lo sappia ma lo scopra un giorno, quando davanti a tutti si baceranno appassionatamente.
Tornando a Lodo, era stata fortunata niente e nessuno la aveva ostacolata o messa in pericolo e, anche se in lontananza e ignoranza di Lodo questo era un sollievo per Xabiani, che sentiva che la sua "amica" non era in pericolo.
Xabiani era ancora lì, alle soglie del bosco per entrare nel paese, ma anche se secondo tutti stava pensando a cosa fare per prendere da mangiare la sua testa era tormentata da ciò che era successo quella sera.
La voce di Lodo gli rimbombava dentro, sentiva un forte senso di colpa, non sapeva se avrebbe mai guardato Lodo negli occhi d'ora in poi, il dubbio si impossessò della mente e perse completamente la ragione.
Quello che li stava succedendo lo teneva in tensione, l'incontro di Lodo e delle ragazze, il fatto che condividevano il nascondiglio, ma erano pur sempre in pericolo e sarebbero presto morti di fame e sete se non avrebbe preso qualcosa, la guerra, quello che aveva visto fare ai soldati alle persone e alla sua famiglia, a sua sorella Marisòl che aveva cinque anni ed è morta per colpa della guerra e di quello stronzo di Hitler.
Brutti ricordi, troppo dolorosi per la mente che si incominciò ad annebbiare, gli occhi si chiusero e Xabiani trovò la tranquillità in quel sonno.

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Capitolo 7
*** Mi nascondo nella paura come un ramo coperto dalla neve ***


HOLAAAAA CHICAS!!!!!! Come state? Spero molto bene. Allora per tutte coloro che seguono la storia le ringrazio come al solito soprattutto le più fidate come Pocha96, Alexandra_23, Julia Duchannes, LeightonLove, MarylovesJorgeBlanco,.... Se dimentico qualcuno scusatemi ma vi ringrazio comunque! Annuncio che in questa parte della storia ci saranno molti capitoli che parlano di ciò che succede ai Lodobiani. Spero vi piaccia il capitolo e ringrazio coloro che hanno messo la storia nelle preferite o seguite, che leggono anche se non recensiscono. kisses

Xabiani cadde in un sonno profondo e lì trovò la tranquillità di cui aveva tanto bisogno.
Intanto Lodovica era tornata al castello e senza salutare nessuno e dire niente scappo nel cortile del retro.
MARTINA: Lodo! Finalmente! Ma Xabiani?
LODOVICA: ......
Solo a sentore il suo nome le venivano le lacrime agli occhi, non riusciva a non pensare a lui anche se avevano appena litigato e nonostante si fosse rivolto a lei cosi, Lodo in fondo credeva di aver sbagliato.
JORGE: Lodovica!? Che è successo a Xabiani?
LODOVICA: .....
ALBA: Siete tornati divisi? Come vi è venuto in mente?!
JORGE: Lodovica! Se fosse successo qualcosa a Xabiani? Tu che avresti fatto?
LODOVICA: Ragazzi, lui è l'uomo qui e se proprio lo volete sapere doveva essere lui ad accompagnarmi invece di strafregarsene e di rimanere li impalato mentre io stavo ritornando!
Gridava ma tutti avevano sentito che la sua voce era spezzata e come se stesse per scoppiare in un pianto, le lacrime erano notabili perché luccicavano alla luce della candela. Intanto Jorge rimuginava tra se cosa fare perché Xabiani non tornava più.
Passo una buona mezz'ora ma di Xabiani nemmeno l'ombra, la cosa poi spaventosa era che nel paese non si sentivano altro che spari, urla e persone che correvano e il dubbio che Xabiani fosse in mezzo a quel macello tormentava la mente di tutti.
Jorge non ce la faceva più, corse verso la porta e si avviò verso la solita stradina che portava al paese.
Lodovica si era pentita, decisamente. Aveva sbagliato e ne sentiva i sensi di colpa e la preoccupazione non la faceva ragionare, la testa le pulsava e l'unica cosa da fare era raggiungere Xabiani, ma non voleva Jorge tra loro.
Lo avrebbe fatto tornare indietro e lei avrebbe portato Xabiani a casa, il suo Xabiani.
Corse il più veloce che poteva senza pensare al dolore delle gambe e al sudore che presto si sarebbe asciugato con l'aria fredda.
L'aria in un attimo divenne neve e quella corsa sembrava tormentata da mille pensieri e parole.
Raggiunse Jorge urlando
LODOVICA: Jorge! Jorge! Fermati! Recupero io Xabiani, tu torna e pericoloso!
JORGE: Non lo sarà mai quanto per te! Non ti preoccupare ora riporto Xabiani!
LODOVICA: No Xabiani lo recupero io e tu te ne vai!
Jorge capi le intenzioni della ragazza, sorrise leggermente per la dolcezza della coppietta e che quella che stava vivendo sembrava un Romeo e Giulietta un po' sfortunata.
JORGE:Ok te lo lascio, ti auguro tanto buona fortuna!
Lodovica ko guardo stranito poi un sorriso si dipinse sulla sua faccia candida e con le guance un po' più rosee del solito per il freddo.
LODOVICA: Come fai a sapere ciò che ho intenzione di fare?
JORGE: L'ho letto nei tuoi occhi. Ricorda: gli occhi sono lo specchio dell'anima. A dopo!
Lodovica aveva trovato qualcuno che la capiva davvero e quelle parole le diedero forza per affrontare questa situazione, si sentiva realizzata.
Riprese a correre anche perché la neve le aveva coperto tutti i piedi, congelandoli completamente.
Non pensò molto alla paura del bosco che aveva attraversato cosi tante volte quella sera.
Grazie alla luce proveniente dal paese, vide una figura accasciata a terra come se stesse dormendo.
Da lontano non si riconosceva molto bene perché la figura era coperta da vari cappotti e sciarpe anche un po malandati.
Lodovica era sempre stata la prima ad aiutare chi aveva bisogno e questo lo aveva capito ancora di più i questi anni in cui aveva visto e affrontato in un certo senso la guerra.
Si avvicinò, sposto le varie sciarpe e il cappello che nascondevano completamente il viso della figura.
Sperava tanto fosse quel ragazzo maledettamente bello di cui era impazzita e che cercava di trovare e a cui chiedere scusa.
Dio la ascoltò e fece si che le speranze di Lodovica fossero realizzate. Aveva trovato quel ragazzo maledettamente bello, il suo ragazzo maledettamente bello.

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Capitolo 8
*** La mia anima fu consegnata a te, solo a te e rimane tua ***


CIAOOOOO! Eccomi con nuovo capitolo che spero vi piacerà! Non so se ho pubblicato il capitolo in ritardo, ma stavo aspettando altre recensioni. Oggi pero avevo voglia di scrivere perché nella mia testa ci sono delle ideuccie.... Ok per aiutarvi a leggere il capitolo vi serve come sottofondo la canzone Amore Puro di Alessandra Amoroso, infatti il titolo del capitolo è una frase della canzone. Sinceramente io associo una mia emozione ad una canzone e mi aiuta ad esprimerle al meglio! È in ottimo esercizio per l'anima. Kisses

Lodovica aveva trovato Xabiani, il suo ragazzo maledettamente bello. Era svenuto, ma Lodovica non sapeva come. Ora si stava pentendo realmente di averlo lasciato lì, in quel pericoloso posto.
Stupida! Stupida! Era stata una stupida, egoista e insensibile, aveva ragione Jorge ad averla rimproverata.
Sentiva il mondo crollare addosso a lei, un peso sulle spalle e al cuore, sembrava stesse per scoppiare e fuoriuscire dal petto.
Immersa nei suoi pensieri rigirava tra le mani la sciarpa e il cappello di Xabiani w cercava di sollevargli la testa e di svegliarlo, ma niente.
E se fosse morto? No, Lodovica non poteva essere sempre negativa, doveva pensare positivo.
In quel periodo però non poteva che essere cosi, nella guerra non ci sono speranze ne sogni, solo guerre sanguinose e tanti morti.
Tra questi pero sperava tanto non ci fosse il suo Xabiani, sarebbe stato troppo duro vederlo morto tra le sue braccia.
Controllò il suo corpo per cercare eventuali ferite. La luce fioca proveniente dal fuoco del paese la aiutava ma non molto, il che rendeva tutto più spaventoso.
Velocemente spostava i vestiti con le mano tremanti e fredde, il suo respiro faceva la nuvoletta nell'aria che adorava, ma ora non poteva giocare come faceva quando era viva.
Con la lingua si bagnava le labbra che erano screpolate e secche, le avevano sempre fatto schifo e le odiava.
Sul corpo di Xabiani non c'erano ferite, per fortuna, ora le bastava controllare il capo.
La massa di capelli del ragazzo rendeva il tutto più difficile, ma Lodovica adorava toccargli, erano cosi morbidi e setosi, irresistibili tanto che anche una ragazza glieli avrebbe invidiati.
Anche sul capo niente, nessuna ferita ne perdita di sangue. Meglio no?
Lodovica riguardava il corpo steso sulla neve, aveva ricoperto quasi tutto il corpo suo e di Xabiani. Lei continuava a levarla dal ragazzo ma dopo cinque minuti veniva ricoperto nuovamente.
Lodovica passò la mano sul petto, come per magia senti il battito del cuore, era regolare. Si dipinse un sorriso, forzato per il freddo, di sollievo.
Ad un tratto uno sparo più vicino degli altri, Lodovica rizzò le orecchie e stette più attenta ai rumori provenienti dal paese.

Xabiani, dopo quel lungo sonno che gli era sembrato eterno e senza tempo, apri molto lentamente gli occhi, gli era sembrato pesante fare quell'azione.
Sentii un calore vicino a lui, una mano poggiata sul suo petto in direzione del cuore e un'ombra familiare, riconoscibile anche al buio totale e che sapeva riconoscere anche dal solo respiro.
Lodovica. Lodovica era lì con lui, si era preoccupata ed era venuta, nessuno l'aveva fermata, con la sua forza aveva rischiato tutti i pericoli ed era venuta fino in paese, ignara dei soldati.
Un piccolo sorriso, forzato e addormentato.
Però la forza di alzarsi col busto la trovò, l'amore per Lodovica gli diede la forza di alzarsi anche ricoperto di neve e dopo essere svenuto.
Dopo essersi alzato ritrovò il suo viso a pochi centimetri dalla guancia della ragazza che non si era accorta di niente per la troppa attenzione verso il paese.
Quale miglior momento per darle un piccolo bacio, solo sulla guancia perché prima o poi si sarebbe dovuto avvicinare a lei.
Appoggiò le sue labbra calde, nonostante il freddo agghiacciante, sulla guancia di Lodovica.
Fu un bacio veloce, durato un attimo, ma molto significativo per i due.

Lodovica si voltò al calore che l'aveva attraversata in tutto il suo corpo, Xaviani le sorrideva e che la guardava fissa negli occhi. L'istinto le disse di abbracciare il ragazzo a cui voleva tanto bene tanto da amarlo.
Si buttò nelle sue braccia fregandosene di tutto ciò che c'era intorno, ormai meno importante del battito del cuore dei due innamorati che andava all'unisono.

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Capitolo 9
*** Lo sguardo, mittente d'amore ***


CIAOOOOOOO! Scusate se ultimamente pubblico i capitoli con una distanza di secoli, ma ho un sacco di impegni tra scuola, studio e attività extrascolastiche è un casino! Ma ora sono qui con un capitolo nuovo che spero vi piaccia come al solito ringrazio le mie lettrici più fidate: Julia Duchannes, Alexandra_23, Mariapaola,..... E tutte le altre di cui non ricordo tutti i nomi XD, un grazie immenso a tutti e come al solito gradirei che voi RECENSIATE, per sapere soprattutto che ne pensate! Kisses

Xabiani e Lodovica si erano ritrovati e questo faceva luccicare gli occhi a tutti e due. Non riuscivano a parlare, l'emozione, l'imbarazzo, il fatto che siano rimasti uniti anche dopo aver litigato, tutto sembrava strano e li faceva sentire una sensazione indefinibile. Parlavano solo gli occhi, le mani e i loro sguardi che si incontravano di sfuggita perché erano sempre abbassati imbarazzatamente.
Lodovica non sapeva cosa fare ed era più che certa che se avrebbe aperto bocca avrebbe balbettato e fatto una figuraccia.
Continuava a guardare e riguardare le loro mani che si muovevano intrecciandosi tra loro, carezzandosi un po' per riscaldarsi e un po' per cercare un contatto tra loro.

Xabiani non credeva di aver restaurato un rapporto cosi significativo per la sua vita, non avrebbe mai pensato che si sarebbe innamorato di una ragazza, aveva cosi tante ammiratrici che aveva incominciato ad odiare le ragazze ed era più che convinto che sarebbe rimasto solo.
Invece il destino è inevitabile ed imprevedibile, aveva trovato una ragazza che gli interessava, che lo capiva, che con un solo sguardo gli faceva sentire il fuoco dentro, lo emozionava, il suono della sua voce era melodia, più bella di qualsiasi canzone lui abbia ascoltato, insomma unica e da non paragonare a quelle gallinelle che lo perseguitavano anche con la guerra!

Erano lì, fermi, muti, senza dire niente, ormai non si guardavano più negli occhi e la loro attenzione era puntata sulle mani davanti a loro e nel mentre il silenzio più assoluto solo interrotto da qualche sorriso.

Jorge fremeva al ritorno di Lodovica e di Xabiani, sperava tanto fossero insieme e che sarebbero tornati senza fare stupidaggini.
Ormai era tardi, i due non tornavano e lui non sapeva che fare: voleva andare perché aveva paura che fossero in pericolo, ma Lodovica gli aveva detto di non venire per lasciare soli lei e Xabiani.

Nemmeno Martina era tanto Tranquilla che la sua migliore amica Lodovica non stesse tornando con il suo "amico".
Aspettava sull'uscio della porta e fissava il vialetto in cerca di almeno due ombre.
Sul muro della Villa era appoggiato Jorge che, come lei, aspettava il ritorno dei due "amici".
A volte lo sguardo di Martina si posava sulla figura di Jorge e non se lo spiegava, sembrava fosse un'azione involontaria.
Però appena vedeva che anche lo sguardo del ragazzo capitava su di lei, distoglieva lo sguardo e faceva l'indifferente.
Si chiedeva se tra loro ci fosse qualcosa, magari Jorge la vedeva in un modo diverso... No! Lei e Jorge litigavano sempre e non poteva di certo nascere amore! Impossibile, si odiavano a morte, non facevano altro che discutere per qualsiasi stupidaggine.
Era impossibile che quei due si innamorassero.

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Capitolo 10
*** E tutto può nascere da un fiammifero ***


HEILA! Eccomi qui dopo un attesa lunghissima sono tornata *la folla grida "ma chi ti vuole!?*. Spero sempre che il capitolo vi piaccia, ringrazio chi segue sempre, ma proprio sempre la storia: MarylovesJorgeBlanco, la mia Fran (Pocha96), _Mariapaola_, Julia Duchannes e LeonettaMarcesca99. Il capitolo è dedicato a loro e come promesso metterò la Naxi.
Bene spero il capitolo ci piaccia e come al solito fatemi sapere che ne pensate! Grazie e Baci


Lodovica spezzo il silenzio che si era creato, un po' imbarazzante.
LODOVICA: Ehm...X-Xabiani forse d-dovremmo andare, si s-st-staranno preoccupando....
XABIANI: Si hai ragione andiamo.
Tese la mano alla ragazza e insieme si alzarono un po' irrigiditi dal freddo e con le gambe addormentate.
Per l'ennesima volta in quella sera passarono il vialetto "pauroso" che portava a Villa Leta, ma non erano più divisi, per fortuna.
Arrivarono che era tutto buio e spento, senza nemmeno qualche candela accesa.
Tutto era strano, non potevano essere andati a dormire anche perché almeno uno sarebbe rimasto sveglio a sorvegliare il castello.
Decisero di entrare nel castello, cosi Lodovica accese un fiammifero che aveva in tasca facendo strada al ragazzo.
Il castello tutto buio, illuminato dalla sola luce del fiammifero, aveva un che di affascinante: le ragnatele che si coloravano di arancione per il fuoco, la polvere che svolazzava nell'aria, la luna che penetrava nella stanza dal vetro rotto.
La situazione era interessante, misteriosa e anche un po' romantica.
I due ragazzi guardavano attentamente tutto ciò con un'aria meravigliata.
Erano uno di fronte all'altro, con questo fiammifero tra loro che illuminava i loro visi.
Si stavano avvicinando pian piano, insieme, come se qualcosa avesse toccato il cuore dei due all'unisono e li avesse fatti muovere nello stesso istante.
Tra i loro visi c'era una distanza di soli pochi centimetri e dopo pochi secondi le labbra arrivarono a sfiorarsi, ma non a toccarsi e ad unirsi in un tenero bacio.
La luce di un lume interruppe tutto, era Jorge che fu sollevato di rivedere i due amici.
Imbarazzatissimi si allontanarono alla voce di Jorge.
JORGE: Xabiani, Lodovica, siete tornati!
LODOVICA: Ehm...si....ehm..
JORGE: Interrompo qualcosa....?
XABIANI: N-no....
Guardò Lodovica per cercare un ulteriore affermazione.
LODOVICA: No, no assolutamente no!
JORGE: Bene! Sono felice che siate sani e salvi! Venite, siamo tutti qui al caldo.
E accompagnò i due nella stanza, nonché camera delle ragazze, dove si trovavano tutti pronti per dormire.
I due si accomodarono distanti, senza guardarsi negli occhi, troppo imbarazzati.

Martina guardava soddisfatta i due "amici" appena ritornati.
Era evidente che era successo qualcosa e lei lo avrebbe scoperto.
L'unica cosa che non si spiegava era perché quello stupido di Jorge non se ne fosse accorto....
Intanto il suo occhio andava a cadere proprio sul viso di Jorge, era inevitabile che andasse a guardare proprio lì nonostante pensasse che fosse uno stupido sbruffone.
Lo guardava e toglieva subito lo sguardo pensando che tutto questo fosse una cazzata.
Ma non si rendeva conto che il suo cuore diceva tutt'altra cosa: il suo cuore era super convinto che tra lei e Jorge fosse nato qualcosa perché dall'odio può nascere amore e perché gli opposti si attraggono.

Alba dove girava il suo sguardo vedeva amore: amore dimostrato con l'imbarazzo, amore dimostrato con gli sguardi, apre dimostrati cin le parole e con i baci.
E lei? Lei con chi era? Chi amava? Era amata? Non aveva nessuno da amare, che la amava, con cui poteva scambiarsi baci.
Poi gira la testa e si rende conto di avere qualcuno da amare: aveva sempre pensato che Facundo fosse il ragazzo perfetto per lei, ma non sapeva se il suo amore era ricambiato.
Preferiva illudersi, fantasticare che sapere realmente la verità, fatta solo per stare male.

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Capitolo 12
*** Respirare l'odore del pepe ***


HELLO! Mi scuso infinitamente con chi segue la storia da sempre e perché non ho aggiorno da un mese! Scusate carissime! Quindi il capitolo è scritto prima fi andare a dormire, quindi non credo sarà un granché e forse sarà corto... Spero vi piaccia comunque! Grazie alle solite ragazze che seguono la storia costantemente!

Alba sospirava e sospirava, senza sosta, guardando in silenzio ciò che le succedeva, incominciava a credere che lei e tutte le altre ragazze avessero sbagliato, tutta quella bugia che stavano mettendo in atto avrebbe portato solo a grandi guai. Doveva cercare di dire a qualcuno la verità, a qualcuno di cui si fidava...
Fino ad ora non aveva stretto una forte amicizia con qualcuno dei ragazzi, le sarebbe toccato farlo subito se voleva evitare tutte le conseguenze che frullavano nella sua testa.
Mentre pensava a chi avvicinarsi per parlare un po', le si avvicinò Facundo, un po' timido e impacciato.
FACUNDO: Hei! Come mai stai in silenzio?
ALBA: No... Pensavo...
FACUNDO: A cosa? C'è qualcosa che ti disturba?
ALBA: Be...io... Diciamo che nascondo un segreto che non posso rivelare a nessuno... Solo che io credo bisognerebbe dire la verità per evitare tutte le conseguenze che credo accadranno...
FACUNDO: Ah... Be di cosa parla questo segreto?
ALBA: È una cosa molto importante e incredibile, tanto che se lo dicessi mi prenderebbero per pazza!
FACUNDO: Mmm... Quasi quasi mi viene voglia di scoprirlo! Sta attenta, potrei tirarti più parole dalla tua bocca di quelle che credi!
Alba lo guardò stranita e un po' affascinata dal suo tono di voce ammaliante... Quel ragazzo era così speciale che considerava una fortuna il suo incontro con lui, a volte ringraziava la guerra, Lodovica che aveva spinto tutte loro a conoscere quei santi ragazzi che giocavano davanti alla Villa, alle bugie...
Doveva solo scoprire se Facundo era almeno un poco interessato a lei... Lo sperava davvero tanto.

MERCEDES: Tini! Tini! Vieni qui! Guarda Jorge! Sta tagliando la legna con quella specie di grande coltello... Aspetta come si chiamava? Mmm...
JORGE: Ascia! Mercedes a-s-c-i-a!
MERCEDES: Giusto! Accia!
JORGE: Ascia! Ascia! Mercedes!
MARTINA: Si si ok, ascia! Come riesci a tagliare l'albero? Hai tutta quella forza?
JORGE: Eh si! Devi avere molta forza nelle braccia!
MARTINA: Da un po' qua! Voglio provare!
Tini fece qualche tentativo ma, l'ascia era troppo pesante per le sue braccia mingherline.
JORGE: Aspetta...ti faccio vedere io...
Jorge la vinse da dietro le spalle afferrandole le mani e facendole vedere i movimenti. Ma Martina si accorse di una visa molto spiacevole per lei.
MARTINA: Aspetta... Che albero è questo?
Si avvicinò alla corteccia dell'albero...
MARTINA: Ma questo è l'albero di pepe rosa... Quello che mi avevano regalato mamma e papà del mio primo compleanno, è importantissimo per me! Come hai potuto provare a tagliarlo?!
Jorge non sapeva che rispondere, si era reso conto di aver combinato un grosso guaio e di aver perso punti con Martina.
Ormai l'albero sarebbe caduto perché non era stato tagliato di poco.
JORGE: Ehm...io...non lo sapevo...scusami...
MARTINA: Lo so che non lo sapevi, ma Mechi perché non glielo hai detto?
MERCEDES: Ehi ehi ehi, io non ho fatto niente non mettetemi in mezzo!
JORGE: Scusami tanto! Davvero non lo avrei mai immaginato!
MARTINA: Vabbè dai, non ti preoccupare... Non voglio farti stare male...
JORGE: Grazie, mi faro perdonare!
Si avvicinò alla guancia morbida e rosea di Tini e le diede un piccolo bacio, come se l'avesse solo sfiorata. Da li si riusciva a vedere il vero Jorge, quello che solo Martina era riuscita a fari uscire fuori.

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