Pinacoteca di Ariadne Oliver (/viewuser.php?uid=6205)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Illuminazione ***
Capitolo 2: *** Bellezza d'autunno ***
Capitolo 3: *** Bottegai ***
Capitolo 4: *** L'ultimo dei romantici ***
Capitolo 5: *** Hybris ***
Capitolo 6: *** Futuro Inesplorato ***
Capitolo 7: *** Manifesto ***
Capitolo 8: *** Persefone 2000 ***
Capitolo 9: *** Il fantasma di Keats ***
Capitolo 1 *** Illuminazione ***
Illuminazione
Poi,
finalmente, arriva il giorno in cui la gente smette di fare domande,
e tu diventi quello che hai sempre sognato di essere: invisibile.
E
lo capisci in un bar, carezzando col pollice il vetro appannato di un
bicchiere, seduto ad un tavolo dove non aspetti nessuno.
Sorridi
perché hai raggiunto l'equilibrio necessario per
sopravvivere al tuo
mestiere, e stringi il tovagliolo per soffocare la voglia che la
solitudine ti fa venire di piangere.
E
la maturità è la realizzazione improvvisa che
l'anima andalusa è
in quel grumo di sollievo e pena.
Nell'ombra
che non allevia il bruciore.
Perpetuo
tormento.
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Capitolo 2 *** Bellezza d'autunno ***
Bellezza
d'autunno
Aveva riversato tutta se
stessa nei
particolari e il più importante di tutti era il cinturino
della
scarpa che avvolgeva la caviglia sottile.
Era lì, su
quella striscia di cuoio
nero e lucido che aderiva alla pelle senza stringerla, che doveva
cadere lo sguardo ora che stava scendendo dall'auto.
Era quello il punto di fuga
del dipinto
immaginario che si era costruita nella testa.
Il gioco frivolo di una
bimba annoiata.
Di una donna stanca
consapevole di non
piacere più come una volta.
La caviglia come punto di
fuga.
E il sole di mezzogiorno
come gli occhi
di un amante.
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Capitolo 3 *** Bottegai ***
Dalle bocche si levano
nuvole di fiato
gonfie di risate talmente vivaci da risuonare volgari.
Abbasso lo sguardo: da
quassù sembrano
un gruppo di statuine traballanti.
Hanno visi pallidi
sgualciti dal sonno,
le braccia conserte e una cordialità che arriva fredda e
bianca come
porcellana.
Misurano il peso di ogni
sguardo che si
scambiano e gli assegnano un valore, non per cattiveria ma per
abitudine.
È l'arte in cui
hanno scelto di
specializzarsi per portare la pagnotta a casa.
Mestieranti navigati che
galleggiano su
una barchetta di carta.
Neonati rannicchiati in una
culla di
giorni tutti uguali.
Natura morta d'inverno.
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Capitolo 4 *** L'ultimo dei romantici ***
L'ultimo
dei romantici
Sognare
con la pistola: è mai possibile?
E
anche con l'inganno, il sopruso, l'assassinio.
Sognare
il potere come sogni l'amore.
L'ultimo
dei romantici è dotato di fin troppo senso pratico.
Aggiusta
i toni del paesaggio pietroburghese con un filo di fumo.
È
arrivato qui da lontano, come un uccello migratore, solo e senza
storia come il serpente d'inchiostro che dalle braccia risale verso
il collo.
Sognatore
dall'amore perduto che ha smesso di vivere su una nuvola di tempo
sospeso.
Certe
città si scelgono gli abitanti in modo che completino
perfettamente
il mosaico.
Aleksy,
stasera, si sente una tessera grigio cenere.
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Capitolo 5 *** Hybris ***
Hybris
Volevo essere il sole, o
quanto meno
toccarlo.
Stare al centro, seduto a
una tavolata
dove poter abbracciare i miei satelliti con un colpo d'occhio.
Invece sono nato stella
senza stelle
sul petto, la mia luce ha brillato nel tuo sguardo solo quando ero
già morto, scintilla senza calore.
Le uniche fiamme che ho
sfiorato sono
quelle dell'Inferno.
Volevo essere padrone
invece ho vissuto
da schiavo, ed è una scelta a cui sono andato incontro da
solo.
Hybris, hai inciso sul mio
petto.
Le ali di cera si sciolgono
e scoprono
i chiodi che mi tengono bloccato alla mia croce.
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Capitolo 6 *** Futuro Inesplorato ***
Futuro
inesplorato
Né
carne né pesce è un detto stupido,
perché i pesci sono fatti di
carne e perché a te non piace scegliere.
Vorresti
essere tutto quello che ti passa per la testa: chimico, cuoco,
artista, creatore. Insieme.
Dio
che nulla crea e nulla distrugge.
Dio
che aggiunge i colori agli esperimenti.
Sei
qui a El Bulli da un mese e la tua vita si è frantumata e
ricomposta
già infinite volte, confermandoti cose che già
sapevi e ampliando
l'orizzonte delle possibilità future.
Né
carne né pesce è un detto stupido
perché nelle tue mani si
trasformano nell'impossibile. Il futuro inesplorato.
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Capitolo 7 *** Manifesto ***
Manifesto
Ci rimarranno ricordi che
saranno
racconti di guerra, anche se di quel tipo che nessuno, ufficialmente,
dichiara.
Abbiamo imparato che la
pace è uno
strato di intonaco dipinto con un soggetto che non siamo noi a
scegliere.
Ci siamo sentiti capaci di
ogni cosa,
liberi in quel modo che solo pochi sentono ancora nelle ossa.
Abbiamo ballato e gridato
con l'energia
che chi ci guardava alla finestra ha abbandonato.
Siamo stati la parte
migliore della
società e la più inutile, la voluta stuccata
d'oro.
La piuma di pavone e la
spada.
Non abbiamo cambiato nulla
che non
fossimo noi stessi.
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Capitolo 8 *** Persefone 2000 ***
Giace per terra, la
regina che non voleva
essere regina, il sorriso arcaico che non è più
un mistero ma una
smorfia.
Il poeta e il
sacerdote vedono nel ventre
squarciato il marchio di un destino predeterminato, e già
perdonano
lo sposo reo soltanto di averlo portato a compimento.
Intrappolata nella
pietra dell'altare è
la voce che racconta l'altra storia, quella della fanciulla che
viveva e che non ha mai chiesto di essere venerata.
Ha imparato sulla sua
pelle, Persefone,
che il titolo di dio è una giustificazione, mentre quello di
dea
un'offesa.
E ha capito che
l'Inferno è la
consapevolezza di non essere padrona di se stessa.
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Capitolo 9 *** Il fantasma di Keats ***
1
Il
fantasma di Keats
Il
contrappasso di colui che in vita ha condensato la propria voce in
inchiostro è diventare suono. Ossa che si sgretolano fino a
sciogliersi in acqua trasparente, cristallo che riluce sotto la luce
del sole scivolando da pietra a pietra, sussurro trasparente che si
insinua discretamente tra i corpi accaldati dei turisti e degli
ambulanti.
È
frescura che giunge come una beffa nella cella in cui il corpo si
è
spento, è una risata gonfia di giovinezza. Sono biglie che
rimbalzano sugli scalini levigati di Trinità de' Monti
somiglianti a
bambini in corsa. Con la pioggia si moltiplicano e stordiscono.
Note: rielaborazione
di pensieri scritti di getto subito dopo la visita alla
Keats-Shelley House.
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