Loveship-Amorizia

di Heyale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Parole d'amici ***
Capitolo 3: *** Sei irrecuperabile ***
Capitolo 4: *** Let's start the party: spin the bottle ***
Capitolo 5: *** Confusione ***
Capitolo 6: *** Questione di chimica ***
Capitolo 7: *** I think about you ***
Capitolo 8: *** Tre d'amore ***
Capitolo 9: *** Angel & Devil ***
Capitolo 10: *** Tears ***
Capitolo 11: *** Meet me in a land of hope and dreams ***
Capitolo 12: *** Football in love ***
Capitolo 13: *** Eternity ***
Capitolo 14: *** Can you keep a secret? ***
Capitolo 15: *** Romeo and Juliet...lovely&unconscious version ***
Capitolo 16: *** Illusion ***
Capitolo 17: *** Betrial ***
Capitolo 18: *** Frenemies ***
Capitolo 19: *** HeyHiHello ***
Capitolo 20: *** That's the real love, that's the real friendship ***
Capitolo 21: *** You're mine ***
Capitolo 22: *** Your love is my drug ***
Capitolo 23: *** Trust me ***
Capitolo 24: *** I WILL be your worst enemy ***
Capitolo 25: *** Scars ***
Capitolo 26: *** Save me ***
Capitolo 27: *** Open your eyes to me, baby ***
Capitolo 28: *** Just the way you are ***
Capitolo 29: *** Loveship ***
Capitolo 30: *** Saluti finali e link video ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Kennethcap.0 PRINCIPIO PROLOGO

Kenneth Matthews.
Mitch MacRavy.
Julie Smith.
Michael Harris.
Quattro nomi destinati a formare un quartetto indivisibile.
Si erano conosciuti in prima superiore, alla Kingsley High School, New York.
C'era un legame speciale tra i quattro: pura, semplice, profonda, amicizia.
Loro stavano bene quando erano insieme, facevano quasi tutto in gruppo. Andavano spesso a dormire a casa di qualcuno, addirittura avevano dormito sotto le stelle una notte. I tre ragazzi accompagnavano Julie quando doveva fare shopping, e lei li accompagnava a vedere delle partite di football, ad esempio.
Un giorno però, precisamente il 13 novembre, successe una tragedia.
Mitch venne trovato morto in camera sua, solo dopo si scoprì che era morto per overdose. Nessuno ne era a conoscenza, e per questo fu davvero un periodo buio.
A distanza di tre mesi, i tre ragazzi si ripresero.
E da qui, inizia la nostra storia...

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Capitolo 2
*** Parole d'amici ***


Image and video hosting by TinyPic Racconto giallo2

Tre mesi dopo, 13 febbraio.
Dopo aver accettato la morte del suo amico, Kenneth era riuscito ad andare avanti, ritrovando la felicità nello stare con i suoi due migliori amici. Era comunque difficile, perché Mitch se ne era andato in una maniera così, senza senso, a sua detta.

Quella mattina doveva fare una gita scolastica per visitare Trafalgar Square, non che ne avesse tutta questa voglia, ma era comunque contento perché sarebbe stato con i suoi migliori amici: Julie e Michael. Anche loro avevano faticato per accettare il fatto che Mitch non ci fosse più, ma Kenneth per primo aveva cercato di farglielo pesare il meno possibile, considerata la maniera in cui era morto.
Ore 8.15, scuola.
Kenneth era appoggiato al muro, quando arrivò Julie.
-Ciao Kenneth!-
-Ciao Julie. Tutto bene?-
-Certo...lo sai che giorno è oggi?-
-Tredici febbraio. Perché?-
-Oggi...sono tre mesi che Mitch non c'è più.-
-Ah...già.- abbassò gli occhi, quasi lucidi.
-Non te lo ricordavi?-
-Ho cercato di dimenticarmene...-
-Immagino...- Julie alzò dolcemente il viso di Kenneth appoggiandogli la mano sulla guancia umida.
-Tra noi tre quello che l'ha presa meglio è stato Michael.- affermò il ragazzo.
-Secondo me, Kenneth, anche per lui è cambiato qualcosa.-
-Certo, non sto dicendo questo. Ma pare quello a cui pesa di meno la sua assenza.-
-Già, hai ragione.-
Dalla strada arrivò anche Michael:- Ciao ragazzi! Allora, pronti per l'uscita?-
-Mh...certo.- Kenneth gli diede una pacca sulla spalla:- Sapessi che emozione...-
-E dai Kenny...un po' di vita, per la miseria!-
-No, io dico..da quanto ci conosciamo Michael?-
-Umh...dalla prima media, quindi sono sei anni.-
-Bene, io in sei anni sono mai stato pieno di vita, allegro o che so io?-
-No...- sorrise il suo amico. In realtà, Kenneth era un tipetto piuttosto allegro, anche se non lo dava a vedere.
-E poi, io dico, a Trafalgar Square ci vai quando vuoi...è a pochi chilometri da qui.-
-Già, ma andarci con la scuola è più...figo.- intervenne Julie.
-Oh già. Dimenticavo che a scuola ci sono tutti i professori che appena parli ti dicono su.-
-Che esagerato che sei Kenny!- sorrise allegra la ragazza.
-Preferisco realista...dai su, stanno entrando tutti.-
-Ok...tanto tra un po' saremmo di nuovo fuori.- constatò Michael.
Gli altri due sorrisero e lo seguirono a ruota.
Giusto un qaurto d'ora erano in pulmino verso Trafalgar Square: Kenneth e Julie vicini, Michael dietro di loro, in compagnia di Hunter, loro amico. Era la prima uscita senza Mitch e la sua assenza si sentiva: lui era solito a imitare i prof di nascosto mentre spiegavano per l'ennesima volta le regole di comportamento, lui era quello che ogni volta che andavano in gita doveva comprarsi un souvenir della zona, anche se spesso erano a due chilometri da casa sua. Eh già, la sua mancanza si sentiva.
Una volta arrivati ad aspettarli al centro della piazza c'era una ragazza con una strana divisa e un piccolo microfono.
-Una guida?- disse quasi seccato Kenneth - ma stiamo scherzando?-
Julie sorrise, divertita:- Era ovvio...ti pare, andiamo a vedere una piazza tanto distante da casa nostra, addirittura ci hanno messo i cartellini di riconoscimento, vuoi che non ci sia stata la guida?-
-Ragionamento esatto...ora si tratta solo di sopravvivere tre ore.-
-E poi facesse almeno caldo...- disse la ragazza, stringendo le spalle.
-Beh, siamo in febbraio, che cosa ti aspetti?-
-Un po' di sole farebbe comodo.-
-Per me...- intervenne Michael -...si sta bene col freddo. Come quella sera, in novembre, che volevi andare a vedere il vicolo dei...-
Kenneth alzò gli occhi turchini che si scontarono con quelli verdi di Michael, non voleva che il suo amico finisse la frase.
-Beh...c'era una bella temperatura.-
-Troppo freddo per i miei gusti.- concluse infine Kenneth, senza dare a vedere la tristezza che gli aveva fatto venire quela frase.

La mattinata passò lenta, i ragazzi che erano tutto un grande sbuffare, la guida che cercava di attirare la loro debole attenzione provando a fare delle domande, ma ogni volta la risposta era inesistente. D'altronde, cosa ci si poteva aspettare da un branco di ragazzini svogliati tali quelli della classe 3 c?
-Che fai oggi pomeriggio Kenny?- chiese curiosa Julie.
-Niente di particolare. Tu?-
-Io pensavo di andare a fare un giretto.-
-Mh...con chi?-
-Con te, con Michael...e boh. Noi tre.-
-Oggi Michael deve fare una visita, non può.-
-An...beh, andiamo io e te. Che ne dici?-
-Va bene. Mi passi a prendere tu?-
-Certo!- sorrise lei, per poi incamminarsi verso casa.

Una volta a casa, Kenneth trovò sul tavolo il solito biglietto "il pranzo è in frigo. Un bacio, papà.". Sorrise, sempre il solito papà. Scaldò così la pasta surgelata e appena poco dopo suonò il campanello.
-Chi è?- chiese dalla cucina, ma non ebbe risposta. Sbuffando si alzò da tavola e andò alla porta:- Chi è?-
-Certo che se chiedi chi è dalla cucina non ti risponderà mai nessuno Ken.- Kenneth vide la rossa sorridere dall'occhiello.
-Julie...che ci fai qui?- disse lui aprendo la porta.
-A casa mi stavo annoiando...Permesso?-
-Vai tranquilla, non c'è mio padre.-
-Stavi mangiando?-
-Ho appena finito...-
-Ah...pasta?-
-Pasta. Col pomodoro.-
-Un classico.- rise lei.
-Domani che abbiamo da fare?-
-Domani è domenica furba.-
-Ah già. Hai ragione...domani devo andare alla comunione di mio cugino.-
-Figo...hai qualcuno che ti tenga compagnia?-
-Se i bambini di otto anni o undici vanno bene, sì.-
-Mi dispiace per te.- ghignò il ragazzo.
-Vieni tu con me.-
-Che? Me mi hanno scomunicato dalla chiesa.-
-Cosa?!-
-Cioè, non veramente, ma è tanto che non ci vado.-
-Perfetto, domani ti rifarai.-
-Non ci penso nemmeno Julie.-
-Oh andiamo...ti prego!- la ragazza sgranò gli occhi e fece il pippio.
-Se mi guardi così...va bene. Ma non mi fermo a mangiare.-
-Nemmeno noi ci fermiamo, i miei zii hanno invitato solo i nonni al mega pranzo.-
-Ah...capito.-
-Ti manca?- chiese quasi in un sussurro la ragazza, sistemandosi una lunga ciocca rossa dietro l'orecchio.
-Mh?- rispose il ragazzo confuso.
-Mitch.-
Il ragazzo non rispose. Era ovvio che gli mancasse e ogni volta che qualcuno gli poneva questa domanda era inevitabile che gli venissero gli occhi lucidi. Kenneth dava le spalle a Julie, momentaneamente occupato a lavare i piatti, ma l'acqua aveva smesso di scorrere da un po'. Intanto però, scendeva da un'altra parte.
Si era immobilizzato, perché lui odiava che la gente lo vedesse piangere, non si girò nemmeno per vedere in faccia il mittente. Lei però a differenza di tanti altri riusciva a capirlo, perché lo conosceva bene. Rimasero lì fermi per qualche istante, quando lei lo abbracciò da dietro, stringendolo forte.  Lei era un poco più bassa di lui e ciò le permetteva di abbracciarlo senza problemi.
-Non devi trattenere le lacrime Kenneth.- al sentire di quelle parole il ragazzo scoppiò a piangere e si girò per stringere anche lui la rossa.
-Non è giusto Julie...-
-Lo so Ken...ma non possiamo farci nulla. E' inutile star male perché non cambieranno le cose.- per alcuni queste potevano suonare parole di rimprovero, parlole cattive, ma Kenneth sapeva che la sua amica così facendo stava centrando il segno. Con lui non esistevano mezzi termini, esistevano solo sì e no, il forse non lo conosceva neanche.  E queste parole non gli potevano fare altro che bene.
-Non doveva toccare a lui...-
-Lo so, lo so...- la ragazza allontanò Kenneth sorridendogli dolcemente, dandogli uno sguardo di conforto.
-Grazie.- disse infine il biondo, passandosi la manica sulle guance.
-Che dici, andiamo?-
-Va bene. Prendo la giacca.-
Julie sorrise in segno d'assenso.

Il pomeriggio trascorse veloce, perché andava sempre a finire che quei pomeriggi che i ragazzi passavano insieme trascorrevano troppo veloci.
Kenneth e Julie si conoscevano dalle elementari, ma diventarono davvero amici alle superiori, pur avendo fatto anche le medie insieme. A lei non andava di passare i suoi pomeriggi a raccontarsi i segreti o a giocare ad obbligo o verità con le sue amiche, preferiva andare a fare un giro con Michael e Kenneth, o non capitava raramente che passassero i pomeriggi in casa di uno dei tre, e mentre i ragazzi giocavano con i videogiochi lei li guardava o teneva loro i punti, oppure preferiva, in estate, farsi un tuffo con loro due piuttosto che girare per la città come delle galline tutte acconciate bene. Adorava stare con loro. Era anche capitato che alcune sere dormissero tutti insieme, una volta d'estate sotto le stelle, e altre volte a casa di Michael.
Quel pomeriggio andarono a prendere un gelato, per poi andare ai giardinetti lì vicini e si fermarono a parlare. Kenneth adorava stare con Julie, perché lei era l'unica ragazza a capirlo veramente. Lui era sicuro che Julie sapeva capirlo meglio di sua madre e non si sbagliava molto. Ovviamente poi, non poteva mancare che avesse pure una piccola cotta per lei, ma riusciva a mantenerla nascosta grazie alla storia della "migliore amica"; lo sapeva solo Michael e non aveva mai aperto bocca. Anche perché, anche se erano solo lui e Kenneth non tiravano tanto fuori l'argomento Julie.
La sera poi, dopo aver raccontato a suo padre la giornata si rintanò in camera sua a finire l'ultimo componimento che aveva inventato. Scrivere canzoni era uno dei suoi passatempi preferiti, ne scriveva il testo e le melodie, scrivendo pezzi per chitarra e batteria, rispettivamente suonati da Michael e Julie. Michael aveva studiato chitarra fin da bambino ed era davvero bravo, mentre Julie suonava la batteria solo per hobby, ogni tanto, da quando Mitch glielo aveva insegnato. Lui sì che era davvero bravo, ma anche Julie se la cavava. Non che avessero una band ufficiale, ma non gli sarebbe dispiaciuto esibirsi.



Domenica mattina
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-Maledetta sveglia...- borbottò Kenneth afferrando il telefono e spegnendo quel trillo assordante. Guardò l'ora,  7:30. Dalla finestra filtrava un raggio di luce, finalmente un po' di sole.
Non si ricordava il motivo di quell'alzataccia, fin quando non vide il messaggio di Julie: "Ciao:) la comunione è alle dieci. Per le nove sono a casa tua."
-Ah...ecco perché.- si alzò controvoglia dal letto, ancora mezzo addormentato e si mise la prima maglia -una maglietta a maniche corte con Bart Simpson che si tirava giù le mutande con scritto "che minchia guaddi?"- , un paio di jeans e scese a far colazione. Suo padre era già andato a lavoro, lasciandogli un "buona domenica" sul tavolo.
Alle nove uscì di casa e aspettò Julie in girdino, che arrivò dieci minuti dopo. Aveva i capelli raccolti un un grazioso chignon, con due ciocche cremisi che le ricadevano sulle spalle; era vestita con un abito lungo fino alle ginocchia bianco, con una cintura azzurrina che le cingeva la vita. Inutile dire che Kenneth era partito, ma ritornò alla realtà quando Julie cacciò un acuto:- Che diavolo ti sei messo?!-
-Cosa...?-
la rossa indicò la maglietta -...Oh cazzo...-
-Che avevi per la testa?-
-Ero mezzo addormentato...aspetta due minuti che vado a cambiarmi.-
-No, siamo già in ritardo. Hai almeno una giacca?-
-Beh...no.-
-Sei irrecuperabile Kenneth. Andiamo.- lo prese per la mano invitandolo ad accelerare il passo.
-Come mai andiamo in chiesa così presto?-
-Fanno la comunione quindici bambini. Fai una media di venti persone per ogni bambino, e io non intendo stare in piedi.-
-E se non ci fossero più posti?-
-Non credo di stare dentro.-
-Ma che esagerata. Si tratta solo di un'ora in fondo.-
-Lo so, ma è questione di principio.-
-Come vuoi.-
-E sbrigati!-
-Va piano che ti cola il mascara.- la prese in giro lui.
-Cosa?!- la ragazza si fermò.
-Scherzo Julie, solo va piano.-
-E tu sbrigati!-
-Ci rinuncio...- entrambi sorrisero, uno aumentando, l'altra decellerando il passo.

Nel piazzale della chiesa c'erano una cinquantina di macchine e un sacco di gruppetti di famigliole. Julie lo scortò fino al gruppetto degli Smith, al cui centro c'era il cugino della rossa, vestito tutto di bianco con un gilet blu, tutto carino. Si vedeva che era uno Smith: occhi grigi, capelli rossi e una spruzzata di lentiggini sul naso. I genitori di Julie conoscevano bene Kenneth, purtroppo non era così per i suoi nonni, che continuavano a guardare con disappunto la sua maglietta. Kenneth se ne era accorto e continuava a pensare di aver scelto la maglietta più adatta per quei due. L'altra coppia di nonni era più simpatica, e pareva guardare divertita l'intesa tra la loro nipotina e il ragazzo e non hanno tardato a farsi sentire:- E' il tuo ragazzo, tesoro?-
La rossa si velò di rosso:- No, nonna. E' un mio amico.-
-Sicura cara? Sembrate andare tanto d'accordo...-
-Già. Io e lui ci conosciamo da tanto, ecco perché. Ora andiamo dentro Kenneth.-
Il biondo sorrise leggermente:- D'accordo.-
I due andarono dentro, ci furono due diverse reazioni: il ragazzo rise, mentre la ragazza si portò una mano alla fronte. Piena. Completamente.
-Che vuoi fare Julie?- la punzecchiò lui.
-Zitto, Matthews.-

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Capitolo 3
*** Sei irrecuperabile ***


DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN"> Kennethcap.2 Riassunto del capitolo precedente
Julie e Kenneth, dopo aver trascorso il sabato insieme, decidono di andare insime alla comunione del cugino della ragazza. Kenneth è vestito con una maglia assolutamente inadatta all'occasione e per questo squadrato da capo a piedi da un po' di parenti della ragazza. Julie dichiara di non voler assolutamente stare in piedi per tutta la cerimonia, ma come da copione, non c'è nemmeno una panchina libera.

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2-Sei irrecuperabile

-Non ci credo.-
-E dai Julie...tanto si tratta solo di un'ora.-
-Ho capito, ma non ho voglia di stare in piedi.- affermò la rossa convinta.
-Porta pazienza dai. Ora ci mettiamo qui, ci calmiamo e apettiamo che inizi.-
-Col caz...-
-Julie, siamo in chiesa.-
-...volo. Cavolo.-
-Brava- il ragazzo le diede dolcemente un buffetto sulla spalla, per poi sorridere:- Vedrai, passerà in fretta.-
-Lo spero.-
Dopo una mezz'oretta circa la cerimonia inziò. Fu tutto molto lento, accompagnato dai sospiri e dai commenti sarcastici di Julie.
Era il momento della comunione vera e propria.
-Andiamo Kenneth?-
-A far che?-
-Prendere la particola, no?-
-Ecco...-
-Non l'hai fatta te la comunione?-
-Massì che l'ho fatta, è solo che è tanto tempo che non ci vado.-
-E il momento di rifarsi. Vieni.- gli prese la mano e lo accompagnò alla navata centrale, dove c'era la fila.
La prese prima Julie e aspettò Kenneth, che la raggiunse qualche secondo dopo e ritornarono in fondo alla chiesa.
-Julie...ma non è che così ho masticato...Gesù?-
La ragazza scoppiò a ridere:- Masticare Gesù, Kenneth? Mannò...non preoccuparti, non lo mastichi.-
-Fantastico. Buono a sapersi.-
Venti minuti dopo la messa era finita e erano tutti riuniti fuori dalla chiesa per far gli auguri al ragazzino.
-Beh dai Ken...tutto sommato è andata bene.-
-Beh, c'ero io...- scherzò il ragazzo mettendo un braccio intorno al collo di Julie.
Due voci acute da dietro però li fecero sobbalzare:- Voi due state insieme?!?-
Si girarono di scatto. Sally Powell e Deborah Flynn. Le due giornaliste della scuola. Loro due si divertivano a scassare i sentimenti alle persone per estorcere qualche informazione di qualsiasi genere.
Erano del primo anno, ma le conoscevano tutti.
-No, ragazze, noi non stiamo insieme...- rispose seccato il ragazzo:- Comunque, perché siete qui?-
-Mio fratello fa la comunione.- sorrise Deborah.
-Complimenti, ora dobbiamo proprio andare. Ciao ragazze.-
-Ciao Kenneth! Ciao Julie!-
Quanto erano irritanti solo Dio lo sapeva, ma purtroppo, bene o male, a  tutti toccava averci a che fare almeno una volta.
-Ma guarda cosa devo sentire...- sbuffò la rossa.
-Perché dici?-
-Cioè...ora pensano che due persone stiano insieme solo perché si abbracciano?!-
-Cercano storie, Julie, niente di più.-
-Mi irritano.-
-Irritano anche tante altre persone...tra cui io.- sorrise il biondo.
-Si era visto...- rise lei di rimando.
-Vai a casa con i tuoi?-
-Boh...tu che fai?-
-Io vado a casa da solo.-
-E se andassimo a mangiare in una pizzeria?-
-Va bene, tanto mio padre è via tutto il giorno. Però passiamo a prendere anche Michael.-
-Ci sto.-
-Non vuoi cambiarti prima? Sei vestita tutta di bianco...-
-No, dico, sai dov'è casa mia?-
-Sì.-
-Non ti pare un po' tanto distante?-
-Forse. Va beh dai, andiamo da Michael, gli facciamo una sorpresa.-
-Oki, andiamo.-
Circa un quarto d'ora dopo erano davanti casa del loro amico. Suonarono il campanello e uscì la madre di Michael.
-Buongiorno signora!-
-Oh...ciao ragazzi. Ora vi chiamo Michael.-
-Va bene, grazie.-
Circa un minuto dopo Michael si affacciò alla porta:- Che ci fate qui criminali?-
-Ma che accoglienza Harris...dai, mettiti una giacca che andiamo a mangiare la pizza.- sorrise il biondo.
-Un avviso, un messaggio...no?- rise lui, allegro.
-Effetto sorpresa, Michael.- rispose la rossa.
-Va bene, arrivo.- rientrò in casa, chiese a sua madre, si sentirono due o tre urlacci, ma poi Michael uscì tutto intero:- Andiamo.-
Kenneth Matthews, Julie Smith, Michael Harris...trio più affiatato di loro non si era mai visto girare per le strade di New York.
Andarono nella pizzeria in cui erano soliti andare, Pizza&Beer, ma loro andavano lì per la parte pizza, non per la parte beer. A dirla tutta, avevano bevuto alcolici di "nascosto" potremmo dire solo una volta, giocando ad obbligo o verità con altri loro amici, quando loro tre avevano dovuto bere mezza bottiglia a collo di Jack Daniel's per non voler rispondere a domande che riguardavano il loro terzetto. Tra i tre Kenneth era decisamente quello che sopportava meglio l'alcool, perché Julie vomitò due o tre volte, mentre Michael s'addormentò dopo pochissimo. Così dopo quell'esperienza decisero di non bere più, per lo meno quando erano soli.
Si sedettero al loro solito tavolo ordinando una capricciosa, un'inglesina e un calzone.
-Che ci racconti Harris?- chiese Kenneth nell'attesa.
-Bah...niente di che. Voi? Dove siete stati?-
-Alla comunione di mio cugino.- sorrise Julie.
-E tu Kenneth...ci sei andato con quella maglietta?-
-Embè...direi di si.-
-Che coglione che sei.-
-Incasso il complimento...-
-Avrei voluto vedervi voi due...una tutta vestita di bianco e l'altro con la maglietta con scitto "che minchia guaddi"!!- scoppiò a ridere il moro.
-Beh, dal punto che siamo scambiati come coppia avrei voluto vederci anch'io.- affermò sarcastica la rossa.
-Cosa?! E da chi?-
-Prima dai miei nonni, poi da quelle due rompicoglioni a scuola nostra.-
-Aaah...apetta mi sfuggono i nomi...Sally e Deborah.-
-Bravo...Ossignore. Sono stanca.-
-Perché?-
-Siamo stati in piedi tutta la cerimonia! Non c'era nemmeno un fottuto posto.-
-E tu che dici Ken?-
-Mah...è stata una bella cerimonia. Cioè, vedere Julie che si lamenta ogni 5 minuti è fantastico.- scherzò il biondo.
-Fanculo Matthews.- rise lei, picchiandolo sulla spalla. Dopo poco portarono le pizze e i tre chiusero la bocca...finalmente.
-Troppi carciofi.- commentò a bocca piena Kenneth.
-Furbo, è una capricciosa cosa ti aspettavi?- lo riprese scherzosamente Michael.
-Meno carciofi.-
-Guarda che te la fanno sempre così.-
-Ma va...è diversa. Ha troppi carciofi.-
-Sei irrecuperabile, Kenneth.-
-Deve essere vero, sei già il secondo che me lo dice oggi.-
-Chi è stato il primo?-
La rossa farfugliò qualcosa con un pezzo di pizza più grande di lei in bocca.
-Mh?- chiesero entrambi.
-La sottoscritta gli ha detto che è irrecuperabile.-
-E non avevi torto...-
-Ma voi due vi siete coalizzati contro di me?- sorrise il biondo.
Gli altri due risero, per poi continuare a mangiare.


Uscirono dalla pizzeria verso le due e andarono ognuno alla rispettiva casa. E finì anche la domenica.
Lunedì.
Julie si svegliò di buon umore, stranamente. Era contenta di rivedere i suoi amici, anche se li aveva visti il giorno prima. Ultimamente le succedeva spesso di sveglarsi di buon umore. Di lunedì. Quando pioveva.
Arrivò a scuola verso le sette e quaranta e come il solito trovò Michael e Kenneth, entrambi sotto un grande ombrello rosso.
-Ciao ragazzi! Tutto bene?-
-Benissimo Julie. Tu?- rispose Michael.
-Tutto benone. Oggi abbiamo qualcosa di importante?-
-No.-
-Invece sì, Mike. C'è compito di algebra.-
-Ah già...-
Invece la rossa sgranò gli occhi grigi:- Cosa??-
-Compito di algebra.-
-Merda...Non l'avevo scritto nel diario.-
-L'ha detto quel giorno che mancavi. Doveva dirtelo Hannah.-
-Io la scanno Hannah.-
-Se vuoi ti assisto.- scherzò il moro.
-Va beh oh...speriamo bene.-
-Già...-
Rimasero zitti per un po', ognuno pensando a qualcosa che riguardava il compito, quando Hunter li raggiunse:- Ciao ragazzi!-
-Ciao Hunter.- lo salutarono tutti.
-Ascoltate, sabato sera do una festa a casa mia. Saremo in quindici circa. Vi va di venire?-
I tre si guardarono:- Io devo chiedere ai miei, ma penso di sì.- rispose Michael.
-Idem.- aggiunsero gli altri due.
-Va bene, io ci spero. E' a  casa mia eh!-
-Va bene, a dopo Hunter.- lo liquidò Michael.
-Ciao a tutti!!!- e si allontanò.
Entrarono poi dopo dieci minuti e la mattinata passò veloce. Il compito parve andar bene a tutti e tre, a Julie un po' meno, ma se la cavò lo stesso.
Andarono a casa tutti insieme e decisero che sarebbero andati tutti insieme alla festa di Hunter.
Il padre di Kenneth quel pomeriggio era a casa.
-Tutto bene figliolo oggi?-
-Certo, tutto a posto. Ascolta papà, sabato posso andare ad una festa?-
-Dov'è?-
-A casa di Hunter.-
-Via?-
-Elm Street.-
-An...va bene, purché tu ritorni a casa prima di mezzanotte.-
-Papà...- fece a mo' di cantilena il ragazzo.
-Mezzanotte e mezza, non di più.-
-Va bene. Grazie.-
-Figurati. Stanno bene i tuoi amici?-
-Benone. Ieri siamo andati a mangiare la pizza al Pizza&Beer.-
-Avete solo mangiato la pizza, vero?-
-Ma certo papà. Lo sai di essere iperprotettivo?-
-Sì, ma non vorrei vederti fare la fine del tuo amico.-
Il biondo non rispose, anzi, fece un sorriso, un sorriso amaro. Già, Mitch era morto in una maniera non proprio ortodossa.
-Beh papà...vado in camera. Devo finire i compiti.-
-D'accordo. Impegnati, mi raccomando.-
-Sicuro. A dopo.-
-Ciao!-
I giovane corse su per le scale e si rintanò in camera sua. Quanto adorava camera sua nemmeno lo sapeva. Una sera avevano dormito tutti e tre in camera sua e si erano divertiti un casino...senza doppi sensi.

Lunedì volò e arrivò martedì.
Non avevano nulla di speciale da fare, quel martedì 15, tranne annoiarsi sui banchi di scuola.
All'uscita da scuola, Julie non si vedeva così Michael e Kenneth andarono a casa senza la rossa.
-Sai dov'è finita Julie criminale?-
-Oh ce l'hai su con 'sto criminale Harris.-
-Sì. Allora sai dov'è?-
-Sarà rimasta indietro con le sue amiche.-
-Julie? Con le sue amiche? Ma che ti sei bevuto Matthews?- erano adorabili quando iniziavano a chiamarsi per cognome...
-Beh, non è che sta solo con noi, ha anche delle amiche.-
-O...degli altri amici...-
-Cazzo vuoi dire Harris?-
-Voglio dire, Matthews, che magari ha preferito stare con un ragazzo che trova molto simpatico.-
-Stai cercando di farmi afferare un coltello e infilarlo delicatamente nel tuo collo Harris?-
-Io? Ma no...- ghignò il moro, in realtà stava solo stuzzicando il suo amico.
-Fanculo.-
-Maddai Ken...è con le sue amiche. Me l'ha detto prima di uscire.-
-An...certo che sei stronzo te.-
-Oh, grazie...mi commuovi.-
-Schiatta Harris.- il ragazzo si fermò sul cancello di casa sua.
-Auguri e figli maschi Matthews. A domani!-
-Ciao!-
Ed entrò in casa, dove ad aspettarlo c'era suo padre in pigiama.
-Ciao figliolo!-
-Ciao papà...che ci fai in pigiama?-
-Riposo oggi! Heather mi sostituisce.-
-Ah...ho capito.-
-Guarda, per pranzo ti ho preparato l'hamburger!- Erik tirò fuori dal forno due panini strapieni di carne, formaggi, insalate varie e chi più ne ha più ne metta.
-...wow papà...ti sei superato!- finse il biondo.
-Lo so figliolo, grazie. Dai, siediti che mangiamo.-
-Urrà!- Kenneth addentò il panino. Fu una fortuna che riuscì a mandare giù: la carne era abrustolita, i formaggi erano quelli meno indicati per i panini, le verdure...se erano verdure, facevano schifo.
-Allora che dici Kenneth?-
-E'...delizioso. Complimenti. Però, guarda, non t'arrabbiare, ma ho mal di pancia e non ho molta fame. Vado di sopra.-
-Te lo tengo e lo scaldo stasera!-
-Grande idea!- fottutissima idea.
Kenneth andò di sopra, ancora il gusto amaro in bocca. In fondo, non gli didpiaceva quando suo papà cucinava, perché voleva dire che sarebbe stato a casa quel pomeriggio.
All'improvviso sentì un urlo dal piano inferiore:-Kenneth!!!-
-Dimmi papà!-
-Hai lascito tutti i tuoi libri in salotto!-
-Metterò bene dopo!-
-Sei irrecuperabile!-
Il ragazzo sorrise tra se e se, doveva proprio essere vero.

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Capitolo 4
*** Let's start the party: spin the bottle ***


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Kennethcap.3 Riassunto del capitolo precedente:
I tre ragazzi vanno a mangiare la pizza la domenica, dopo la comunione del cugino di Julie. Il giorno dopo, prima di entare a scuola, Kenneth, Michael e Julie vengono invitati ad una festa da Hunter, a cui decidono di andare.



3- Let's start the party: Spin the bottle.

Venerdì.
La testa di Michael pulsava insistentemente, senza dargli il tempo per ascoltare il suo pensiero. Tutto il naso era chiuso e gli prudeva: la sua allergia inziava a farsi sentire. Michael era sempre stato allergico ai pollini e dopo quella tromba d'aria che era venuta il giorno prima c'era di tutto in giro. Non era nemmeno libero di mettere il naso fuori di casa, che subito si gonfiava il collo e gli si chiudeva la gola.
I tre ragazzi stavano tornando a casa dopo una lunghissima giornata di scuola e in giro c'erano tutti i tipi di pollini immaginabili.
-Cazzo...- borbottò Michael.
-Che ti prende Mike?- gli chiese Julie.
-Pollini...pollini ovunque.-
-Parli come un ossesso, lo sai Harris?- lo prese in giro Kenneth.
-Provaci tu Matthews a convivere con questa allergia.-
-Hey, stavo solo scherzando. Calmati un pochetto.-
-Scusa ma oggi è una giornata proprio no.-
-Che è successo?-
La rossa si fermò sul cancello di casa sua:-Ragazzi io mi fermo qui!-
-Ok, ciao Julie!-
-Ciao ciao!!-
-Dicevamo Mike?-
-La mia fantastica giornata di merda.-
-Bene, riprendiamo da lì.-
-Oggi Daphne mi ha detto che non sa se viene alla festa di Hunter, domani.-
-E beh? Tu ti rovini la giornata perché Daphne non sa se viene?-
-Sì, cazzo! Ci contavo che venisse...- sul volto del moro comparve un'espressione cupa.
-Eddai Harris...ce ne saranno altre di feste dove potrai stare con lei. E poi, ti ha detto che forse non viene, non che è sicuro che non venga.-
-Già...comunque non è tutto qui. Sai che mi ha interrogato in storia, l'ultima ora?-
-Sì...ecco, volevo chiederti che voto ti ha dato perché te l'ha dato poco prima che suonasse la campanella.-
-Cinque e mezzo...-
-Porca troia...mi dispiace, amico.-
-Già anche a me. Spero che i miei mi lascino andare lo stesso domani.-
-Massì dai, tu di' solo che era giornata sbagliata.-
-Mh...così mi slaccano un polso.-
-Cos'è...ti "slaccano" un polso?-
-Sì beh...mi fanno male in senso ironico.-
-An...vedi di parlare una lingua conosciuta all'umanità almeno.- sorrise il biondo, dando una pacca sulla spalla all'amico, sperando in una risata.
-Credi che sia possibile avere qualche possibilità con una ragazza di un'altra classe che a malapena sa della tua esistenza?-
-Michael, fatti avanti e basta. Niente giri di parole, vai secco con "hey Daphne, come va oggi?"-
-Aaah Matthews...mi chiedo come tu faccia sempre a prevedermi.-
-Ti conosco. Mi basta e avanza Harris.-
Michael accennò un sorrisino ed entrò nel grande giardino di casa sua salutando l'amico. Beh, era alquanto semplice prevederlo Michael. Soprattutto se a prevederlo doveva essere Kenneth, suo migliore amico dalle medie. Michael non aveva mai avuto troppe cotte, e quelle che aveva erano passeggere, sarebbero passate da lì a due settimane. Per Daphne invece non era così. Il moro non aveva mai dichiarato di avere una cotta per lei, ma diceva di avere un debole, che in parole povere, è la stessa cosa. Si erano conosciuti ad un corso pomeridiano di chitarra che avevano frequentato insieme alle elementari, poi alle medie si erano persi di vista, infine alle superiori si erano ricongiunti. Il fato, il caso...non si sa come, ma Michael era davvero contento di averla lì a scuola con se. Lei era in 3^a, che era gemellata con la 3^ c e la 3^e nel caso di gita.

***

Sabato pomeriggio
Si trovarono tutti e tre davanti casa di Michael per le sei e mezza, poi si si incamminarono verso casa di Hunter, poco distante da lì.
-Secondo voi che si farà stasera ragazzi?- chiese Julie, stiracchiandosi un po' le braccia.
-Per me...gioco della bottiglia.- affermò il moro.
-Mh...l'Harris ha ragione: è un classico per le feste del sabato sera.-
-Dici Ken?-
-Credo di sì, poi non ne ho idea.- fece di spallucce il biondo. Julie non aveva mai giocato ad un gioco della bottiglia, non perché non ci tenesse, tutt'altro,  ma non ne aveva mai avuta l'occasione. Le sarebbe sempre piaciuto giocare: la sorpresa che hai quando la bottiglia indica te, la paura che hai mentre quest'ultima gira alla ricerca della tua vittima, e il brivido che si prova a baciare qualcuno che magari nemmeno conosci, sia sulla guancia e dopo due baci sulla guacia, sia sulla bocca. Sapeva che Kenneth e Michael ci avevano già giocato e si divertiva sempre ascoltando i loro racconti riguardanti quell'argomento. Oppure c'era anche obbligo o verità, al quale comunque aveva già giocato, ma le piaceva molto anche quello. Quasi sempre lei sceglieva verità, perché voleva evitare situazioni scomode. E puntualmente, quella volta che sceglieva obbligo, le toccavano robe del genere bere coca-cola, fanta, acqua e cioccolata calda insieme oppure correre per il giardino in reggiseno e mutande. Cosa poco piacevole.
Arrivarono a casa di Hunter alle sette. La festa era nel soggiorno: c'erano due o tre tavoli pieni di patatine, paninetti, snack vari e un tavolo nell'angolo con le bibite: coca-cola, the, acqua...poi c'erano anche gli alcolici: birre, gin tonic, martini, aperol e campari.
C'era la musica abbastanza sparata a palla, ma tutto sommato non ci si assordava. Per fortuna non erano in molti, quindi non c'era nemmeno troppa confusione. In tutto erano circa una quindicina: due o tre di un'altra scuola che non conoscevano, il resto erano tutti delle altre terze. Michael cercava a destra e a manca Daphne con lo sguardo, ma non la vedeva...aveva rispettato quello che aveva detto, non era arrivata. Lanciò uno sguardo a Kenneth, che gli mise una mano sulla spalla, capendo la delusione del suo amico.
-Ciao ragazzi!- li salutò Hunter.
-Ciao Hunt...tutto bene?- chiese Julie, sorridente.
-Benissimo bellezza, qui procede tutto alla grande!-
-Mmmh...promette bene. Che state facendo di là?-
-Sto facendo conoscere chi non si conosce.-
-Interessante...-
-Più che altro, è già scattata una scintilla tra Everett e Rosalie.-
-Seconda b e seconda d?-
-Esatto.-
-Maddai...non ci credo.-
-Ti giuro!- rise Hunter.
-Va bene dai...deve arrivare anche qualcun'altro?-
-Mmmh...no, mi sembra di no.-
-Va bene, grazie.-
-Beh, non state lì impalati, venite dentro!- sorrise Hunter ai tre, che lo seguirono nel soggiorno.
Michael aveva completamente cambiato cera: aveva uno sguardo afflitto e non rideva nemmeno ad una delle battute più cretine di Kenneth, che lo prese in disparte due minuti:- E' per Daphne che stai così Harris?-
-Non lo so...porca troia.-
-Ascolta, non è né la prima né l'ultima festa a cui sarete invitati entrambi e spesso ci sarà uno e mancherà l'altro, non ti devi rovinare la serata per questo.-
-Forse hai ragione...è che mi dispiace il fatto che lei non sappia che io sono triste.-
-Tu devi farti in vena, altro che! Andiamo Harris, ripigliati cazzo!-
-Fanculo Matthews.-
-Così ti voglio, ora andiamo.-
-Va bene...- e ripresero anche loro i festeggiamenti. Erano circa le dieci quando scoppiò un temporale e saltò via tutta la corrente. Una vera sfiga per qualcuno, una vera fortuna per qualcun'altro. Proprio in quel mentre suonò il campanello. Hunter, munito di torcia e coltello si avvicinò alla porta esordendo un misero:-Chi è?-
La risposta non si sentì molto bene, ma Hunter tirò un sospiro di sollievo e aprendo la porta disse:-Mi hai fatto prendere un colpo, lo sai?-
La risata che seguì fu molto familiare ai ragazzi: una ragazza della loro età dai capelli color nocciola che arrivavano sulle spalle e dagli occhi del medesimo colore entrò nel soggiorno. Fu inevitabile un sorriso a 32 denti di Michael. La ragazza si unì al gruppetto e si avvicinò subito al terzetto.
-Ciao Daphne...- balbettò Michael.
-Ciao Mike! Tutto bene?-
-Certo...te?-
-Tutto bene, grazie.- Kenneth fece cenno a Julie di allontanarsi.
-Come...come mai hai fatto tardi?-
-Ah, mia madre ha sballato tutti gli orari...-
-Ah capisco.-
-Ci si diverte?-
-Mh?-
-La festa...è  divertente?-
-Sì, sì...dicevamo di giocare al gioco della bottiglia tra poco.-
-Fantastico, lo adoro!-
-A me è indifferente...-
-Perché? E' troppo figo!- sorrise lei, sitemandosi un ciuffo castano dietro l'orecchio.
-Massì...è un gioco da fare in compagnia, come obbligo o verità, è dello stesso calibro.-
-Già, hai ragione...ma sono tutti e due belli comunque.-
Michael sorrise, era davvero troppo felice che Daphne fosse lì. Dopo una mezzoretta si sedettero tutti in cerchio, tre candele al centro per illuminare un po' dato che la corrente non era ancora tornata.
-Allora ragazzi...- iniziò Hunter -...questo è un gioco della bottiglia alternativo: la prima persona indicata dovrà fare qualcosa o rispondere ad una domanda che dovrà fare la seconda persona indicata, oppure sceglieranno quelli che non sono stati indicati.-
-Cioè tutti gli altri 13 dovrebbero decidere cosa far fare ai due indicati?- chiese una ragazza leggermente confusa.
-Esatto dolcezza. E ora...che il gioco cominci!- girò la bottiglia. Le prime due vittime furono due ragazze di 3^A che dovettero ballare il cancan con un bicchiere colmo d'acqua in mano. I secondi furono un ragazzo e una ragazza di un'altra scuola che dovettero scambiarsi i viestiti e stare dieci minuti così: la ragzza con dei jeans enormi e una maglietta verde marcio, il ragazzo con una gonnellina strettissima e una camicetta rosa shocking.
-Ora ragazzi, si cambia giro. Fino ad ora siamo stati clementi, ora iniziano le torture!- ghignò Hunter, sotto sguardi accusatori dei presenti.
Girò Michael la prima volta, facendo fermare il tappo contro Kenneth, che gli sibilò un "vaffanculo".
-Bene Kenneth...- disse pensieroso Hunter -...sai che ne facciamo di te ora?-
-Devo preoccuparmi?-
-Ti converrebbe, a te la scelta.- sorrise, prima di riunirsi con un po' di ragazzi. Dopo due minuti proclamò:- Abbiamo il tuo obbligo...intanto tieni questa.- gli porse una benda.
-Devo...bendarmi?-
-Esatto...dai che poi ti diciamo il resto.-
Kenneth eseguì, legandosi il pezzo di stoffa:- Prosegui.-
-Noi ti mettiamo di fronte una ragazza...tu, toccandola, devi capire chi è.-
-Cosa?! Ma non posso toccare una ragazza così alla cieca!-
-Oh sì sì che puoi. Finendo il discorso, se sbagli non dovrai baciarla, se indovini dovrai baciarla.-
-...guancia?-
-Ma quanti anni hai? Sulla bocca, no?-
-Ok, però non ha senso...cioè, la bacio se sbaglio, non se faccio giusto.-
-Contesti la scelta della giuria?- scherzò Hunter.
-No, però...non ha senso.-
-La giuria ha votato. Ora esegui.-
-Va beh...che Dio ce ne scampi.-
-Bravo. Sei pronto?-
-Vai.-
Dopo pochi secondi una mano prese quella del ragazzo e la portò sulla spalla della ragazza. In un sibilo si udì un "che il gioco cominci.".
Kenneth con molta timidezza scese giù sulle braccia e poi risalì al collo. Mise una mano sulla guancia che era abbastanza calda. Gli era familiare, ma non riusciva a collegare a chi appartenesse. Però non osava andare più in giù, okay che era un gioco, ma non voleva. Era principio.
-Hem...Kenneth?- domandò Hunter.
-Mh?-
-Così non lo capirai mai. Devi scendere.- cercò di scandire il più possibile le parole.
-Devo per forza?-
-Sì, guarda che non uccidi nessuno!-
-Oh beh, lo spero...-
-Piantala di cianciare!-
-Cianciare?-
-Perdere tempo.-
-E va bene...-
Così ubbidì e portò le mani più in basso, percorrendo la linea dei fianchi. All'altezza del petto sentiva il cuore battere veloce. Era quasi certo che fosse Daphne, i lineamenti ricordavano proprio i suoi. Solo che non poteva dirlo, perché nel caso che avesse avuto ragione lui avrebbe dovuto baciarla e non voleva fare questo al suo amico. Sarebbe stata la fine per lui.
Così decise di fare la cosa secondo lui più giusta, sbagliando nome.
-Ho capito.- allontanò le mani dalla ragazza e le portò lungo i suoi fianchi.
-Spara.-
-La ragazza è...Julie.-
Silenzio. Nessuno parlò. Si aspettava una risata, un "oh che errore da principiante", invece il  nulla.
-Togliti la benda.- gli suggerì Michael.
Si sfilò la stoffa nera e davanti a lui trovò una ragazza rossa, dagli occhi grigi che sorrideva leggermente arrossata. Non poteva essere...era stato un idiota. Ci aveva visto bene, era proprio Julie.
-Bene, caro vecchio Kenneth...ora puoi baciare la sposa.- rise Michael.
Lei lo guardò interrogativa, non era sicura che il suo amico ne avrebbe avuto il coraggio.
D'altra parte lui non sapeva minimamente cosa avrebbe dovuto fare...avrebbe dovuto avvicinarsi, prenderle la mano e baciarla? O avrebbe dovuto abbracciarla e  poi baciarla? Non ne aveva la più pallida idea. Era troppo confuso...sarebbe cambiato qualcosa dopo quel bacio tra loro due?
Qualunque cosa fosse cambiata, non voleva saperla. Era troppo legato a Julie per poterla perdere per uno stupido gioco.
Ma le regole parlavano chiare, avrebbe dovuto baciarla.
Si sentiva ribollire dentro, aveva le farfalle allo stomaco e non riusciva a spiaccicare parola.
Dalla parte sua, Julie era immobilizzata. Non aveva mai pensato di dover baciare Kenneth. In realtà, non aveva mai pensato a Kenneth come più di un amico, non che la cosa le dispiacesse, ma non era mai stata sfiorata da quel pensiero.
Eppure ora si trovava di fronte a lui, il cuore in gola che batteva a mille e  sentiva le mani iniziare a sudare. Per non parlare di quando Kenneth aveva percorso con le mani i suoi fianchi...credeva che con i battiti veloci del suo cuore sarebbe scoppiata, ma allo stesso tempo era sollevata perché sapeva che Kenneth comunque non avrebbe toccato niente che la potesse mettere in imbarazzo.
Lo conosceva bene il suo amico...era sempre stato un tipo alquanto timido e indiscreto. Era certa che non avrebbe fatto cazzate.
Kenneth sapeva di essere alquanto timido e sapeva che di cazzate fatte senza pensare ne avrebbe fatte ben poche, invece di cazzate pensate ne avrebbe fatte a bizzeffe.
Ora però non sapeva come classificare il baciare la sua migliore amica...cazzata pensata o cazzata non pensata?
Prima di rovinare il loro rapporto avrebbe dovuto pensarci, ma forse doveva semplicemente buttarsi.
Entrambi si guardarono negli occhi, appena illuminati dalle flebile luce delle candele, entrambi indecisi..."vado o non vado?" si chiese Kenneth, ma ben presto trovò la risposta...

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Capitolo 5
*** Confusione ***


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Kennethcap.4 Riassunto del capitolo precedente
Kenneth, Michael e Julie arrivano alla festa. Sono circa in quindici, alcuni di un'altra scuola e c'è anche Daphne, ragazza per cui Michael ha un debole. Non c'è corrente in casa per via di un temporale e tutti decidono di fare il gioco della bottiglia, in una maniera alternativa però. La prima persona non deve necessariamente baciare la seconda persona indicata, deve fare qualcosa o rispondere ad una domanda che quest'ultima gli suggerisce, oppure che le altre persone decidono. E' il terzo giro e viene indicato Kenneh per primo ed essendo bendato deve toccare la ragazza che ha di fronte a lui e deve indovinare chi è. Nel caso in cui dice il nome esatto non deve baciare la ragazza, se lo dice giusto la deve baciare.
E' quasi sicuro che sia Daphne, ma nel caso facesse  giusto dovrebbe baciarla e per non fare un torto a Michael dice "Julie". In effetti è proprio Julie e una volta tolta la benda non sa se bacairla o meno. Le regole però sono chiare, ma è anche vero che non si può andare a rischio di rovinare un'amicizia così.



4 - Confusione
Entrambi si guardarono negli occhi, appena illuminati dalle flebile luce delle candele, entrambi indecisi..."vado o non vado?" si chiese Kenneth, ma ben presto trovò la risposta...
Fece due piccoli passi in avanti, tanto da essere ad un palmo dal naso di Julie, che ancora non accennava movimenti. Gli occhi grigi della ragazza studiavano quelli turchini del ragazzo che si avvicinavano sempre di più.
I ragazzi lì intorno parlavno sottovoce e ridacchiavano appena, ma Kenneth e Julie riuscivano a sentire solo i battiti veloci dei loro cuori. Il ragazzo posò delicatamente le mani sui fianchi della rossa, che prese un profondo respiro cercando di non farsi sentire. Rimase immobile, le braccia inermi lungo i fianchi. Non doveva essere una cosa poi tanto strana in fondo, erano sempre stati migliori amici, un semplice bacio non avrebbe dovuto spaventarli talmente tanto.
Lui si avvcinò cauto al viso di Julie, che chiuse gli occhi per l'agitazione. Tutto avvenne in un attimo.
Entrambi inclinarono la testa nel senso opposto all'altro, fino a toccare l'uno le labbra dell'altra. Degli urletti strozzati si levarono dai presenti, ma sia Kenneth che Julie non ci diedero retta. La tachicardia era cessata, al suo posto c'era tanta emozione, solo dalla parte di Julie però, perché stranamente Kenneth non sentì nulla. Quel contatto che tanto aveva atteso non gli comunicava niente di niente. Era convinto che dentro di lui si sarebbe rimescolato lo stomaco, avesse sentito un qualcosa di di fortissimo, invece non sentì nulla. Fu un bacio come tanti. Julie invece non riusciva a definire ciò che stava provando,  non sentiva né tanto né poco...Era comunque emozionata, non capiva nemmeno lei il perché. Quando poi si staccarono Hunter e company applaudirono, ridendo.
-E ora che ho pagato il mio pegno...- disse Kenneth tranquillo -...voglio girare io la bottiglia.-
-Fatti avanti!- sorrise Hunter.
Il gioco proseguì per un'oretta, si videro di quegli obblighi stravaganti...
Dopo che finirono di giocare si misero un po' a ballare, dopo che tornò la corrente. Per le undici e mezza giocarono ad obbligo o verità, ma non giocarono tutti, rimasero fuori Kenneth, Julie, Mark, Hunter e Cindy, che si misero a chiacchierare chi bevendo una birra, chi un bicchiere di coca-cola.
Seduti in cerchio Michael era seduto vicino a Daphne e quando toccò al moro fare una domanda alla castana successe un mezzo casino:-Allora Daffy...obbligo o verità?-
-Verità.- sorrise lei.
-Bene...hem...qual'è il segreto che non hai mai detto a nessuno, nemmeno alla tua migliore amica?-
-Mmmh...obbligo.-
-Sicura?-
-Sì, vai.-
-Allora...Fammi pensare...-
-Con calma, mi raccomando.- scherzò la ragazza.
-Ok, ci sono. Tu sai che a scuola ad ogni ora si cambia aula, no?-
-Certo.-
-Bene, ad ogni cambio dovrai portarmi i libri dall'armadietto all'aula e viceversa...per un mese.-
-Cosa?! Che crudeltà...-
-Se ti stancherai prima, per smettere, dovrai dirmi il tuo segreto.-
-Ti offendi se ti dico che sei leggermente bastardo?-
-Io? Ma figurati...-
-Ok, allora sei stato leggermente bastardo.-
-Grazie.-
-Figurati...- sorrise lei, roteando gli occhi.
Finalmente Michael aveva uno stratagemma per poter vedere Daphne in ogni momento.
-Ho una domanda però Mike...-
-Spara.-
-Come faccio a sapere quando necessiti di me?-
-Hem...non lo so. Se mi dai il tuo numero ti mando un messaggio.-
-Va bene, tieni.- gli pose un pezzo di carta con su scritto il suo numero:-...quando servo.-
-Hey, non mi dirai che te la sei presa.-
-Ma no...è solo che sei stato crudele.- sorrise lei.
-E' semplice la soluzione...- lo fulminò con lo sguardo, avendo un che di divertito però.
**
La festa finì per mezzanotte e durante il tragitto di ritorno non ci fu nemmeno un po' di imbarazzo tra Julie e Kenneth, Michael invece era sulle stelle.
-Allora Harris...che hai concluso con Daphne?- gli chiese Kenneth dopo aver accompagnato a casa la rossa.
-Stavamo giocando a obbligo o verità e le ho fatto una domanda a cui non ha voluto rispondere e così il suo obbligo è, diciamo, farmi da paggio con i libri ogni volta che cambiamo aula.-
-Per...?-
-Un mese.-
-Cazzo sei stato ingegnoso.-
-Modestamente. E te con...Julie? Com'è andata?-
-Beh...bene.-
-Bene? Tutto qui?-
-Sì, cioè, non è stato nulla di speciale.-
-Sul serio? A te non è piaciuto baciare la ragazza che ti piace?-
-Non ho detto che non mi è piaciuto, semplicemente mi aspettavo un qualcosa di più. Non mi ha detto nulla quel bacio.-
-Allora devi cambiare.-
-In che senso?-
-Ti sei talmente assuefatto a Julie che anche se sai che ti piace non senti la differenza tra stare con lei e baciarla. Mi capisci?-
-In un certo modo sì. Credo di doverti dare ragione.-
-Devi darmi ragione. Io ho sempre ragione.-
-Deficiente.- rise il biondo.
-Ho appreso i trucchi del mestiere da te, tesoro.-
-Mi spaventi, lo sai Harris?-
-Lieto di spaventarti.-
-Tu ti sei sparato troppe sostanze.-
-Beh, è probabile.- sorrise Michael.
-Senti...ho finito la nuova canzone.-
-Ah sì? E che titolo c'hai dato?-
-"I don't have to".-
-Io non devo. Forte.-
-Lo so, lo so, risparmiati i complimenti.-
-Senza problemi.-
-Sarebbe forte se ci potessimo esibire davati ad un pubblico.-
-Cosa!? Ma direi proprio di no.-
-Perché scusa? Sia io che Julie cantiamo, lei poi suona la batteria e tu suoni la chitarra, è perfetto!-
-Ma và dai...-
-Tu sei troppo diffidente Harris.-
-Eh lo so Matt, ma non posso farci assolutamente nulla.-
-Ho visto. Io sono arrivato.- disse il biondo, fermandosi sul cancello di casa sua.
-Ve bene, ci vediamo lunedì.-
-Certo. Ciao Michael!-
-Ciao Matt.-
Kenneth entrò in casa, la luce del salotto accesa e suo padre che dormiva sul divano. Routine.
Andò in camera sua e dopo essersi messo il pigiama si stese sul letto a pensare. Possibile che il momento che aveva atteso dall'eternità fosse stato un fiasco? Beh, evidentemente sì. Michael doveva proprio aver ragione: era talmente abituato a considerare Julie come un'amica che anche un bacio era una cosa normalissima.
Comunque era inutile pensarci troppo, quel che era stato, era stato. Spense la lucetta e si mise sotto le coperte.

Lunedì mattina.
Kenneth e Julie ancora non si fecero vivi, perciò Michael, munito di cuffie e mp4 s'incamminò da solo verso la scuola.
Andava avanti a passo svelto perché era un pochetto in ritardo. Però aveva la sensazione di essere osseravto.
-Michael!!!!- si girò di scatto. Dietro di lui una ragazza dai capelli castani correva a perdifiato:- Sono tre ore che ti chiamo!-
-Scusa Daphne...avevo le cuffie.-
-Comunque ciao.-
-Buondì.- sorrise lui, allegro.
-Allora?-
-Mh?-
-Niente da farmi portare?-
Michael fu colto un po' alla sprovvista da quella domanda, credeva che la ragazza l'avesse presa molto più alla leggera:- Ehm...al momento no.-
-Ah, bene.-
-Magari...potresti aiutarmi dopo, durante il cambio dall'aula di inglese all'aula di chimica.-
-Certamente.-
-Lo vuoi difendere bene il tuo segreto, eh?-
-Beh, altrimenti non si chiamerebbe così, non trovi?-
-Già, hai ragione...-
-Non ti arrabbi perché non te lo dico, vero?-
-Cosa? Ma no...sono solo sicuro che me lo dirai prima della fine del mese che ti aspetta.-
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Ti farò sudare sangue, Daffy.- scherzò il moro.
-Non ci contare.- rise lei.
-Cosa ti fa pensare che io abbia torto?-
-La mia predisposizione a non cedere ai ricatti.-
-Come no...-
-Non mi credi Michael?-
-Tutt'altro...voglio vederti all'opera.-
-Bene. Ti farò vedere di cosa sono capace.-
Michael le sorrise, e lei ricambiò con un buffetto sulla guancia. "Sarà un mese indimenticabile", pensò Michael.


Arrivarono a scuola per le otto, ora giusta per entrare, e Michael trovò già i suoi due amici in classe.
Alle dieci, dopo due ore di inlgese, ci fu il cambio aula. Quando Michael uscì dalla classe Daphne era lì sulla soglia ad aspettarlo:- Finalmente!-
-Scusa, compiti extra.- la ragazza tese le mani verso i libri.
-Su dai, dammeli.-
-D'accordo...- fece lui confuso. Quella ragazza lo soprendeva veramente.
-Dov'è che devo metterli?-
-Il mio armadietto è quello lì in fondo, il 314.-
-Va bene.- si diressero lì e una volta inserita la combinazione la castana depositò i libri e ne caricò altri due, di chimica.
Michael rimase lì a guardarla, la serietà nello sguardo color castagna della ragazza lo spiazzava. In fondo, era solo uno stupido gioco, a lui fondalmentalmente non interessava il suo segreto, a lui interessava solamente poterci passare più tempo insieme. Ma lei sembrava aver preso fin troppo seriamente la storia del "paggio".
-Andiamo Mike?-
-Certo. Aula B23.-
-Va bene...- s'incamminarono verso l'aula e quando Daphne depositò i libri sul banco di Michael sparì con un saluto militare, mentre Michael doveva ancora rendersi conto della situazione. Intanto sia Kenneth che Julie stavano osservando la scena divertiti.
Entrambi sapevano che era inevitabile che non succedesse qualcosa.

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Capitolo 6
*** Questione di chimica ***


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Kennethcap.5 DA QUESTO CAPITOLO IN POI CI SARANNO GLI ANGOLI AUTRICE ALLA FINE. PREMETTO CHE SONO STATI SCRITTI DA APRILE IN POI, A PARTIRE DA QUESTO.

Riassunto del capitolo precedente:

Kenneth e Julie si baciano, a sorpresa di Kenneth quel bacio non gli comunica nulla, invece Julie non riesce a definirlo bene. Intanto Michael giocando ad obbligo o verità, siccome Daphne non vuole rispondere ad una domanda, la obbliga a fargli da "paggio" con i libri per un mese. Lei accetta per difendere questo suo grande "segreto". Ha già fatto vedere a  Michael di che pasta è fatta, e lui ne è rimasto veramente colpito.



5- Questione di chimica

Durante l'ora di chimica Michael non faceva altro che pensare a Daphne...finalmente ce l'aveva fatta ed era riuscito a guadagnarsi un mese in sua compagnia.
Era talmente preso che non vide quanto idrogeno stava mettendo nel glucosio già nell'ampolla, per creare una reazione acido-base, e dalla boccetta si levò uno strano fumo che aveva un irrespirabile odore da gas.
-Harris!- lo richiamò il professore :-Che stai combinando?!?-
Michael notò che disastro aveva fatto:- Ehm...io...ho versato troppo idrogeno.- provò a scusarsi il moro.
-Ho visto...prendi il tappo e chiudi quell'ampolla che questo odore ci uccida!-
-Sì, scusi.- velocemente il ragazzo afferrò il tappo e sigillò il piccolo contenitore. Quando si voltò notò Kenneth che lo fissava con un che di divertito.
Finita la lezione suonò la campanella della ricreazione perciò tutti si fiondarono in corridoio, tranne Daphne, che rimase ad aspettare Michael.
-Dammi qua.- gli prese i libri di mano e accellerò il passo.
-Hey, non serve che vieni ogni volta.-
-Se è un modo per farmi dire il mio segreto, sappi che non ci riuscirai.-
-Non voglio farti dire niente di niente, lo dico per te. A me vanno bene solo una o due volte che mi aiuti, non preoccuparti.-
La ragazza rimase un attimo interdetta:-Sei...sicuro?-
-Certo, se ho bisogno ti mando un messaggio.-
-Ah. Bene...allora...ti porto questi e per oggi ho finito?-
-Esatto.-
-Grazie.-
Michael la guardò bene dai suoi cinque centimetri in più di altezza, sorridendole, e lei ricambiò...era adorabile quella ragazza.
Quando Daphne depositò i libri nell'armadietto, Michael le diede una leggera spinta dalle spalle e la accompagnò dalle sua amiche, per poi andare verso Kenneth e Julie.
Questi ultimi appena lo videro arrivare lo bombardarono di domande, ma Michael rispose tranquillamente:- Vi racconto dopo.- non voleva dare nell'occhio proprio lì e mettersi a raccontare come stava andando con la ragazza che gli piaceva.
Così una volta usciti da scuola raccontò com'era andata. Entrambi si misero a ridere, era veramente strano che Michael parlasse così di una ragazza.
Appena lasciarono Julie sul cancello di casa, Kenneth prese la parola, stranamente serio:- Allora hai intenzioni serie con lei?-
-Cosa?- gli occhi smeraldini del moro fissavano confusi quelli turchini di Kenneth, che fissava un punto indefinito nel vuoto.
-Hai intenzione di fare il serio con Daphne?-
-Mh? Non sono nemmeno sicuro di volerci provare con lei.-
-Ma se sono tre anni che ci muori dietro!-
-Lo so...ma non vorrei risultare troppo sfacciato.-
-E a fare che? Bastano due o tre battuttine, qualche abbraccio ed è fatta...senza provarci spudoratamente.-
-Ascolta Matthews...non lo so. Ma perché sei saltato fuori così?-
-Da come ce ne hai parlato sembra una ragazza tanto...fragile...vulnerabile.-
-Mh? E da quando ti occupi di psicologia te?-
-E' un'impressione. Poi la conosco un po'...l'ho capito dal modo in cui si pone con le persone.-
-Sarà quel che sarà. Ma non le farei mai del male, se è a questo che volevi arrivare.-
Il suo amico sorrise, prima di fermarsi sul cancello e salutarlo:- E' solo questione di chimica, Harris. Ricorda.-
Il moro camminò ancora per qualche ventina di metri, fino ad arrivare a casa sua. Era davvero strano che Kenneth facesse queste uscite...strane.
Si fece mille viaggi mentali..che a Kenneth piacesse Daphne? Che Kenneth volesse evitargli una relazione? Che a Kenneth non poteva fregare niente ma per non rendere felice il suo amico gli facesse credere di non avere chance con Daphne? Ma se era suo amico, non lo avrebbe mai fatto. Alla fine si rispose che era solo semplice curiosità.

Giovedì.
Martedì e mercoledì furono due giorni molto monotoni, mentre quel giorno fu scosso da una piacevole sorpresa.
Julie, Kenneth e Michael erano già in classe, quando il professore Nicholson entrò con un sorriso a trentadue denti:- Ragazzi, oggi ho una sorpresa per voi!-
Tutti si guardarono in faccia preoccupati. Una sorpresa del professor Nicholson poteva essere solamente un compito.
L'uomo tese un braccio verso la porta, che si aprì facendo entrare una ragazza mai vista prima. Aveva l'età dei ragazzi, i capelli biondissimi lunghi fino a metà schiena accuratamente abboccolati sulle punte. Aveva una figura slanciata, poco più alta di Julie. Aveva delle cure ben assestate, messe in risalto dalla maglietta azzurra con una prosperosa scollatura a cuore. Portava dei jeans chiarissimi e dei graziosi stivaletti affusolati sulle punte. Sulla testa portava un cappello blu che le cingeva il capo. La cosa che più colpì i ragazzi furono i suoi occhi, profondi e celesti come il ghiaccio, evidenziati dalla spessa linea di eyeliner che le contornava tutta la palpebra. Era davvero una bella ragazza.
-Benvenuta nella 3^C! Presentati pure alla classe.-
La ragazza poggiò lo zaino a terra e fece un piccolo inchino:- Salve a tutti.- aveva una voce cristallina e leggera:- Io sono Jamie O'Connor. Vengo dall'Irlanda. I miei genitori si sono trasferiti qui per lavoro.-
-Bene, Jamie, puoi metterti seduta là...in banco con Hannah.-
-Va bene...- la biondina si caricò lo zaino sulle spalle e percorso il corridoio della classe si sedette a fianco di Hannah, che stava dietro a Michael e Hunter.
Quest'ultimo si girò non appena la ragazza si lasciò cadere sulla sedia:- Salve principessa! Io sono Hunter...-
-Ciao Hunter.- sorrise lei, tendendogli la mano:- Jamie.-
-Molto lieto.-
-Incantata.- rispose lei di rimando, sfoggiando un sorriso meraviglioso. Kenneth la guardava attentamente, era una ragazza davvero carina. D'altra parte, Julie aveva gli occhi ridotti a due fessure, che scrutavano la nuova arrivata. Pochi minuti prima, appena la biondina mise piede in quella classe, una parola si fece strada nella mente della rossa, chiara  e nitida: troia. Aveva tutte le carte in regola: lineamenti aggraziati e formosi, occhi magnetici...E andiamo, non ci si poteva vestire così il "primo" giorno di scuola, pensò lei, osservando la maglietta esageratamene scollata e la spessa linea nera che contornava gli occhi. Non le andava proprio giù, soprattutto non le andava proprio giù il fatto che Kenneth la guardasse come se Dio fosse appena entrato in quell'aula.

Al suono della prima campanella Michael si girò verso Jamie, che ancora stava seduta sul suo banco.
-Heilà!- la salutò lui.
-Hey...piacere, Jamie.-
-Michael. Allora...come ti sembra qui?-
-Beh...bello. Mi sembra una bella classe.-
-Lo è, credimi.- Kenneth si avvicinò a Michael-Buondì! Sono Kenneth.-
-Jamie.- si strinsero le mani, sorridendo.
-Che ci racconti, Jamie?-
-Beh...niente in effetti. Sapete, è molto strano qui...in Irlanda le scuole sono molto diverse.-
-In che senso?-
-Nella mia vecchia scuola durante le pause non ci si poteva nemmeno alzare, se ci si doveva parlare lo si faceva a bassissima voce.-
-Dev'essere stata una scocciatura.- intervenne Julie, passiva.
-Abbastanza...- sorrise la biondina alzandosi dalla sedia e stringendo la mano di Julie:- Jamie.-
-L'avevo capito. Sono Julie.-
-Piacere!- sorrise di rimando. Julie non la guardava particolarmente bene, ma Jamie sembrava non darci peso.
-Emh...- Kenneth si schiarì la voce:- Ora però dobbiamo andare, ci aspetta geometria nell'aula C11.-
-Va bene...- Jamie si alzò dalla sedia e caricatosi lo zaino sulle spalle si sistemò la maglietta, tirando vistosamente una spallina più in giù. Julie la guardava come si guarda qualcuno vomitare. Tra se e se sibilò un:-Troia...-
-Hai detto qualcosa Julie?- le chiese Kenneth.
-Mh? No no...andiamo.- beccata.
Fuori dalla porta ad aspettare Michael c'era Daphne, presa da una strana fretta.
-Hey Daffy...- la salutò il moro.
-Hey. Dammi i libri.-
-Che ti prende?-
-Niente, dai, dammi i libri.- la ragazza prese con foga i libri dalle mani di Michael.
-Hey, stai calma...faccio io se vuoi.-
-No non preocuparti.- gli occhi nocciola della ragazza si soffermarono un attimo su quelli smeraldini del moro, che la guardavano interrogativi.
-Come vuoi...- lui fece strada fino al suo armadietto e lei si caricò i libri di geometria. Lui la stava studiando...il suo passo deciso e quell'espressione seria impressa sul viso.
Preso da un atto di bontà, le prese i libri di mano, ma lei opponeva una certa resistenza, come fosse questione di orgoglio. Lui però vantava di una forza materialmente maggiore e glieli strappò di mano.
-Che diavolo fai?!- s'irritò lei
-Cosa vuoi che faccia? Dai faccio io, non serve essere scontrosi, sai?-
La ragazza arrossì leggermente:- Grazie.-
Lui sorrise, senza proferire parola. Le piaceva quella ragzza, e non poco. Quando arrivò sulla porta dell'aula C11, prima che entrasse, la castana lo fermò per un polso:-Mike!-
Lui si girò, un'espressione addolcita sul volto:- Dimmi.-
-Dopo, per uscire...aspettami. Ok?- teneva lo sguardo basso, quasi le costasse pronunciare quella frase.
-Va bene. A dopo.- sorrise, contento.

Durante l'ora di geometria Jamie si sedette vicino a Kenneth, il quale seduto davanti Michael e Julie.
Per tutta la lezione la rossa fissava astiosa come quella Jamie faceva la gallina con il suo amico, anche se lui si comportava normalmente, come faceva con lei, con Michael, con Hunter o qualsiasi altra persona. Sapeva che se Jamie si fosse insediata tra di loro nulla sarebbe stato più come prima, avrebbe rovinato tutte le amcizie.
***
Michael uscì di fretta, sperava che Daphne uscisse dopo di lui per poter dimostrarle che ci teneva a fare la strada con lei, purtroppo però lei lo stava già aspettando sotto l'ombra di un platano lì vicino.
-Ciao Daffy!-
-Ciao Mike...tutto bene?-
-Tutto bene, tu?-
-Tutto bene. Andiamo?-
-Certo.- i due s'incamminarono per il vialone. Michael s'immaginava come sarebbe stato percorrere quel viale stringendo la mano della castana, dicendosi frasi sdolcinate da coppiette novelle. In un certo senso gli sarebbe anche piaciuto, nonostante non fosse tipo da troppe smancerie.
-Che hai fatto di bello oggi?- gli chiese lei.
-Di bello nulla, ho fatto lezione. Anzi, qualcosa di bello c'è stato oggi...-
-E sarebbe?-
-Quando ci siamo visti, al cambio della prima ora. E' stato bello.- oh, finalmente. Michael si sentì più leggero e più vicino al momento in cui avrebbe dovuto dichiararsi, perché di quel passo Daphne non ci avrebbe messo molto a capire come stavano le cose.
-E' vero. Sai, non stavo avendo una giornata troppo bella e parlare con te mi ha tirata su.-
-Sul serio?-
-Davvero. Te lo giuro.-
-Cosa...ti è capitato per avere questa brutta giornata?-
-Lascia stare. Ma non arrabbiarti...-
-No no, figurati. L'importante è che non sia più una brutta giornata, giusto?-
-Esatto!- rise la castana, tirando un sospiro di sollievo.
-Allora...hai imparato a suonare la chitarra?-
-Cosa...?-
-Da piccoli abbiamo fatto un corso di chitarra insieme. Ti ricordi?-
-Vagamente...-
-Come...? Non te lo ricordi?-
-Poco poco...Non ho dei ricordi nitidi di quel corso.-
-Ah, capito. Beh, comunque hai continuato a suonare?-
-No. Ho scordato tutto...- sorrise lei, leggermente confusa.
-Strano. Non ricordi nemmeno le basi?-
-Ti prego Michael, possiamo cambiare argomento?-
-Certo.-
-Grazie...Dove abiti?-
-St. James street. Tu?-
-Sto nella via qui di fianco.-
-Dorian Avenue?-
-Proprio quella. Però ora devo girare...-
-Va bene. A domani.-
-A domani...- la ragazza si mise sulle punte e diede un bacio sulla guancia a Michael, per poi sparire nel viale. Un bacio sulla guancia non era una gran cosa ma per Michael era una cosa grandiosa. L'adorava quella ragazza.
Così saltellò -senza essere visto da nessuno per fortuna- verso casa sua e una volta dentro si fiondò in camera sua, senza nemmeno mangiare, perché tutta la fame che aveva se ne era andata con quel bacio.
Forse era la volta buona che Michael si era...innamorato. In fondo, come tre giorni prima, capì che...era questione di chimica. Una perfetta chimica.


Angolo autrice
Heilà gente! E' l'autrice che scrive. Ultimamente mi interesso molto alla coppia Michael/Daphne, ma non tralascio il conto in sospeso tra Kenneth e Julie. Purtroppo in questo periodo della mia realtà stanno succedendo tante cose, non molto positive in ambito amoroso, quindi vivo la mia storia d'amore -perfetta o no si vedrà più avanti- attraverso Michael. Poi più avanti anche attraverso...si scoprirà. Da questo capitolo nell'angolo autrice troverete sempre il nome di una, o due al massimo, canzoni che vi consiglio e che mi piacciono, sempre segnate in fucsia.
Canzone del capitolo: Just A Dream, COVER di Sam Tsui

Bacioni e bacini ♥

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Capitolo 7
*** I think about you ***


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Kennetcap.6 Riassunto del capitolo precedente
Kenneth, dopo che Michael a lezione di chimica sbaglia un composto essendo distratto dal pensiero fisso di Daphne, all'uscita da scuola con quest'ultimo inizia a fare discorsi strani sulla possibile storia tra il moro e la castana. Michael non ne capisce molto, ma apprezza l'interessamento dell'amico. A scuola poi arriva una nuova compagna, Jamie O'Connor, originariamente irlandese. Subito a Julie questa ragzza non va per nulla a genio, ma non si può dire lo stesso per Kenneth e Michael. Daphne chiede poi al moro di aspettarla all'uscita di scuola, così da fare la strada insieme. Lui accetta e alla fine del viale lei lo bacia sulla guancia.



6-I think about you
Jamie stava comodamente sdraiata su una panchina appena fuori dalla scuola, muovendo la mano a ritmo della musica che rimbombava senza tregua nelle sue orecchie. Erano le tre di pomeriggio e non conoscendo nessuno non voleva girare da sola per New York di sabato, così aveva preferito stendersi su quella panchina approfittando della bella giornata di sole.
Nemmeno Kenneth dalla sua parte aveva voglia di uscire con i suoi amici stranamente
così dopo essersi munito anche lui di cuffie e mp3 uscì di casa per prendere un po' d'aria.
Nei pressi della scuola difatti vide la biondina stesa tranquilla sulla panchina, sembrava quasi stesse dormendo. Il ragazzo però non poté fare a meno di notare come la maglietta della ragazza lasciva scoperto il ventre piatto di lei, lasciando poco all'immaginazione. Così decise di farle compagnia. Si avvicinò lentamente, e si fermò proprio dove lei aveva poggiato la testa, gli occhiali scuri che nascondevano gli occhi chiari. Le mise delicatamente le mani sulle spalle e la scosse un po'. Lei per fortuna non prese più dello dovuto spavento e riconobbe subito il ragazzo:- Kenneth io ti uccido!-
-Ciao anche a te.- sorrise lui.
-Che ci fai qui?-
-Passavo a fare un giro e ti ho vista. Ma c'è così tanto sole?-
-Perché dici?-
-Sai com'è, hai gli occhiali da sole.-
-Ah sì...no, non c'è troppo sole ma quando tengo gli occhi chiusi la luce mi da fastidio.-
-Non sei una tipa facile te, eh!-
-Dipende da come la vedi.- Kenneth guardò la biondina, gli aveva lanciato una brutta frecciatina.
-Comunque, ti va di fare due passi?-
-Certo.- sorrise lei, allegra. Afferrò la borsa nascosta sotto la panchina e si alzò, sistemandosi la maglietta:- Dove si va?-
-Boh...dove preferisci.-
-Non conosco molto bene la città.-
-Bene, allora seguimi.- la ragazza raggiunse il biondo che la guardava distrattamente e s'incamminarono insieme.
-Quindi...tu, Julie e Michael siete una sorta di gruppo?-
-Esatto. Beh, non è che stiamo solo e sempre tra noi, ma ci consideriamo un terzetto affiatato comunque.-
-Sai...mi sembrate tutti simpatici.-
-Contento di aver fatto buona impressione.-
La biondina ghignò:- Ma... per caso a Julie non sto simpatica?-
-A Julie? Beh, non ha detto nulla finora.-
-Ah.-
-Perché?-
-Non so...mi sembra tanto che mi guardi male.-
-Se vuoi glielo chiedo.-
-Va bene, però non dirle che te l'ho detto io.-
-Come vuoi. Lei a te sta simpatica?-
-Insomma...cioè, per il  momento non si è dimostrata troppo amichevole con me.-
-Bisogna saperla prendere, tutto qua. Appena la conoscerai meglio sono sicuro che diventerete amiche.-
-Beh, lo spero. Allora...dove stiamo andando?-
Kenneth sorrise:- A prendere un gelato.-
-Un gelato? E cosa avrebbe di tanto speciale?-
-E' il gelato più buono di tutta New York City.-
-Ma ti rendi conto che siamo in febbraio?-
-Certamente.-
-E ti rendi conto che non c'è nemmeno il sole?-
-I tuoi occhiali dicono il contrario.-
-Mh...mi piaci Kenneth. Sai rispondere bene.-
-Modestamente me la cavo con i giri di parole.-
-E' un'abilità che mi piacerebbe avere.-
-Perché?-
-A volte sono troppo diretta e mi è capitato di ferire qualcuno.-
-Beh, per lo meno è essere sinceri.-
-Ma troppo fa male dopo un po'.-
Kenneth la gurdò dritta negli occhi, doveva aver subito qualcosa per parlare in quel modo.
***
Michael era a casa sua che si esercitava con la chitarra  elettrica, non avendo nulla da fare, quando gli venne in mente di fare una cosa geniale. Se avrebbe giocato bene le sue carte sarebbe riuscito a fare venire Daphne a casa sua.
Le mandò un messaggio dicendo che non trovava più il libro di inglese e le chiedeva quindi di portarle il suo che doveva svolgere degli esercizi. Poco dopo gli arrivò la risposta:"dove abiti?". Il ragazzo s'illuminò e dato l'indirizzo a Daphne cominciò a mettersi dei pantaloni e una camicia da cristiani.
Giusto dopo venti minuti suonò il campanello. Michael scese le scale di corsa e andò ad aprire.
-Ciao Michael...permesso!-
-Entra pure...i miei sono a lavoro.-
-Ah...ecco il libro.-
-Senti...non ci metto molto a fare gli esercizi, se vuoi stare con me così poi ti riposrti il libro a casa...-
-Va bene, ma quindi gli esercizi sono da fare sul quaderno.-
-Esatto. Da copiare.-
-Perfetto, allora andiamo.-
La castana seguì il moro salendo le scale e una volta arrivati nella camera del ragzzo si sedettero entrambi sul letto, Michael con libro e matita sulle ginocchia.
Non voleva assolutamente che Daphne se ne andasse presto, così improvvisò tre esercizi e li tenne per le lunghe, ma a Daphne sembrava non desse fastidio.
Anche a lei piaceva motlto stare in compagnia di Michael, era un ragazzo d'oro che riusciva a capirla.
Quando quest'ultimo terminò l'ultimo esercizio fu costretto ad alzarsi e ad accompagnare la castana all'uscita, anche se il suo istinto gli diceva tutt'altro.
-Beh Daphne...è stato un piacere. Grazie ancora per il libro.-
-Figurati.-
-Quanto ci ho messo?-
-E' un'oretta che sono qui.-
-Un'ora?! Sul serio?-
-Sicurissima.-
-Wow...è davvero volata.-
-Già, è vero...-
-Quando si è in compagnia, succede sempre.-
La castana annuì. Erano tutti e due in imbarazzo, nessuno sapeva cosa fare o cosa dire. Michael aprì la porta ma Daphne appena sullo stipite si girò e si avvicinò al viso del ragazzo. Anche lui si avvicinò a lei, inconsapevole di quello che stava succedendo. Erano davvero vicini, così vicini che potevano vedere le venature più scure degli occhi l'uno dell'altra. Ma entrambi li chiusero, avvicinandosì sempre di più, sentendo improvvisamente un leggerissimo contatto sulle labbra, ma improvvisamente il telefono della castana e furono costretti ad allontanarsi bruscamente.
-E' mio padre...devo andare.-
-Va bene...ci vediamo lunedì.-
-Certo, ciao ciao...- Non sapeva se rifare la mossa di prima, ma decise di allontanarsi e premere la cornetta verde.
-Ciao.-
Michael chiuse la porta alle sue spalle, realizzando pian piano quello che era successo. E incondizionalmente un sorriso si fece largo sul suo volto.
***
Julie se ne stava buona buona stesa sul letto di camera sua avvolta dalle coperte in quanto era appena stata travolta da un'ondata di mal di testa. Era convinta che fosse colpa di quella Jamie. Non la poteva proprio soffrire. Il suo modo di sghingnazzare alle battute dei suoi amici, le sue magliette scollate, la spalla costantemente nuda, il suo ciuffo tenuto a destra da troia. Non poteva vederla. Eppure sarebbe stata la sua nuova compagna di classe. Una delle cose che le dava più fastidio era che durante le ricreazioni doveva stare con loro tre...ma che diamine, erano sempre e solo stati loro tre! Cosa ci faceva quella troietta tra di loro? Era sicura che se per qualche motivo avrebbe fatto parte un giorno del terzetto sarebbero andati a monte tre anni di amicizia vera. Cosa ne sarebbe stato di loro tre? Queste domande continuavano a bazzicarle per la testa, evitando anche solo un attimo di tregua. Aveva paura. Sapeva comunque di star pensando come una bambina di cinque anni che teme che la sua bambolina preferita vada rovinata, ma un po' di gelosia va sempre bene.
Nonostante la testa le pulsava insistentemente, decise di mettersi le cuffie con i bassi tutti alti e si ascoltò la musica, provando a scordarsi di tutti quesi pensieri.
Ascoltando Love Story poi, di Taylor Swift, le venne in mente quando lei e Kenneth si baciarono. Le ritornò in mente quel turbinio di emozioni che provò in quel momento. Stupore, confusione, paura...ma non ne aveva ancora parlato con il diretto interessato. Ma non sapeva nemmeno se le sarebbe convenuto farlo.
Non sapeva più cosa fare. Era nel pallone.
Si rese conto di aver perso due canzoni immersa nei suoi pensieri e così scosse leggermente la testa, facendola sprofondare ancora di più nel cuscino.
***
Kenneth e Jamie si sedettero al tavolino fuori dal bar, per fortuna la temperatura permetteva di non congelarsi anche stando fuori. Kenneth aveva in mano il solito cono con torroncino e crema, mentre Jamie si era presa un cono con fragola e panna montata.
-Avevi ragione Kenneth. E' veramente buono.-
-Noi tre veniamo sempre qui...siamo venuti anche in...novembre...- il ragazzo abbassò gli occhi, ricordando quel giorno di novembre dove lui, Michael, Julie e Mitch andarono a prendersi il gelato. Erano solo loro quattro, sembrava che la gelateria tenesse aperto solo per loro.
-Che succede Ken?-
-Niente...pensavo.-
-Dai dimmi. Lo so che non pensi.-
Il ragazzo sorrise, prima di mandare giù un altro boccone di torroncino:- Sai Jamie...prima di essere un terzetto eravamo un quartetto.-
-Che è successo al quarto?-
-E' stato assassinato...si chiamava Mitch MacRavy.-
-Oh Dio...mi dispiace davvero tanto.-
-Già...noi cerchiamo di non parlarne mai ma da quando se ne è andato la vita non è più la stessa.-
-Immagino. Sai...anche a me è successa una cosa simile.-
-Che...che ti è successo?-
-Io avevo una migliore amica. Si chiamava Alexandra. Lei era solare, amichevole, gentile...la mia migliore amica, insomma. E...un giorno andando a scuola ho visto tutte delle ambulanze davanti alla sua casa. Così mi sono fiondata lì e ho trovato sua mamma che piangeva con un foglio sporco di sangue in mano. Praticamente sono riuscita a farmi dire il necessario per capire che si era suicidata. Prima...prima si era tagliata le vene del polso con un pezzo di vetro che aveva rotto dallo specchio, e poi si è buttata dal terzo piano.-
-E...si è mai saputo il motivo?-
-Sua madre e suo padre non riuscirono a scoprirlo...ma io lo sapevo. E lo so...lei stava insieme ad un ragazzo che assomigliava tanto a te come carattere...era traquillo, allegro. Noi stavamo sempre bene in sua compagnia. In realtà però violentava Alexandra e la minacciava di non dire niente a nessuno...lei me lo raccontava, non lo sapeva nessun altro.-
-E tu come sei riuscita a superarla?-
-Beh, all'inizio non uscivo più da casa. Non andavo nemmeno a scuola, ero sotto shock. Mia mamma ha dovuto chiamare uno psicologo che venisse a casa nostra per farmi uscire. Dopo un mese stavo meglio e avevo ripreso ad andare a scuola. Ma non è facile perdere la propria migliore amica.-
-Lo so come ci si sente. Io avevo Julie e Michael che mi hanno aiutato a superarla.-
-Comunque, non dirlo a nessuno per favore.-
-Perché?-
-Perché non voglio che la gente venga lì a dirmi "oh poverina"...non ho mai potuto soffrire gli atti di pietà.-
-Ma...il tuo rapporto con i ragazzi poi è cambiato?-
-Sì. All'inizio non mi avvicinavo nemmeno...invece adesso ho imparato che per fortuna non sono tutti come quel bastardo schifoso...-
-Per fortuna. Comunque sappi che se dovessi avere bisogno noi ci siamo.-
-E' un atto di pietà questo.-
-No, è un atto da amico.- Jamie sorrise, era tanto che non si sentiva dire questo.
-Bene dai, basta argomenti tristi. Godiamoci il gelato.-
-Sarà meglio.-
***
Daphne era seduta sul dondolo nel portico di casa sua. Il vento le muoveva leggermente i ciuffi castani che lei provava ripetutamente a sistemarsi dietro l'orecchio.
I suoi occhi nocciola erano persi a guardare il suo fratellino dondolarsi sull'altalena lì a pochi metri di distanza. Accidenti a suo papà, non poteva aspettare dieci secondi in più per chiamarla? In fondo, cosa gli sarebbe costato?! Però...era strano. A lei non piaceva Michael. Non le era mai piaciuto. Per lei era un buon amico. Eppure...in quel momento...non sapeva perché ma si era persa per la prima volta in quegli occhi smeraldo...In quel momento l'idea di un possibile bacio tra lei e Michael non le sarebbe dispiaciuto. Anzi, non sarebbe affatto stato male, ma d'altro canto lei aveva già un ragazzo. Non l'aveva detto a Michael, in realtà lo sapevano ben poche persone. Si chiamava Ethan e andava in un'altra scuola. Aveva un anno in più di lei e si erano conosciuti facendo amicizie tra compagnie diverse. Tra di loro era scattata subito una scintilla e al secondo appuntamento stavano già insieme. La loro storia andava avanti da un anno ormai, ma nell'ultimo periodo di stava affievolendo, soprattutto dalla parte di Daphne, perché nella sua vita si faceva sempre più sentire la presenza di Michael, non che questo la disturbasse, ma non riusciva a capire se l'amicizia che c'era tra lei e il moro si stava trasformando -lentamente- in una cotta e non riusciva a capire se le sarebbe veramente convenuto rompere con Ethan per Michael. Non che lui non ne valesse la pena, ma se poteva valerne la pena di un anno passato di relazione. Ma lei lo sapeva veramente bene, tutti quei pensieri erano solo a causa di Michael. Sorrise, e piano disse tra sé e sé:-Ti penso, Michael.-

Angolo Autrice
Heilààà gente :)
Qui è l'autrice che vi parla dall'oceano più blu. Tra due giorni accadrà una cosa che ha a che fare con il ragazzo che mi piace e perciò sono in estasi! Tra poco le scuole sono finite e mi dedicherò interamente alla mia storia. Per ora shiao,
Canzone del  capitolo:
Not A Gangsta, Lights Over Paris
Baci!

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Capitolo 8
*** Tre d'amore ***


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Kennethcap.7 Riassunto del capitolo precedente:
Kenneth di sabato incontra Jamie stesa su una panchina mentre ascolta la musica e così la sveglia e insieme vanno a prendere un gelato. Lui le racconta di Mitch e lei gli racconta di Alexandra, la sua migliore amica, che si è suicidata a causa del suo fidanzato che la violentava e la minacciava. Michael è a casa sua e per vedere Daphne si inventa di aver perso il libro d'inglese e di dover fare degli esercizi. Lei così va a casa d Michael e passano un'ora insieme, al termine della quale loro due stanno per baciarsi e in effetti le loro labbra si sfiorano ma suona il telefono di Daphne e così è costretta a rispondere. Lei, una volta a casa, riflette su quanto successo: a lei Michael non piace ma in quel momento si sentiva sicura di poterlo baciare, ma d'altro canto lei ha già un fidanzato, di un anno più grande e di un'altra scuola. Così è confusa e non riesce a definire i  suoi sentimenti per Michael. Julie invece è convinta che Jamie porti solo guai e non può proprio vederla.




7-Tre D'amore
Era mercoledì, erano passati quattro giorni da quando Michael e Daphne per poco non si baciavano, ma non avevano avuto strani rapporti dopo allora, erano normali come se non fosse successo nulla. Jamie iniziava a passare sempre più tempo con Kenneth, Michael e Julie. I primi due sembravano apprezzare la sua compagnia, mentre l'ultima proprio non la sopportava. Troppo gallina troietta, non la poteva soffrire. Poco a poco però si rese conto che il terzetto stava ritornando a prendere la forma originale, quindi era consapevole che un giorno o l'altro quella troietta ce l'avrebbe avuta tra i piedi anche quando non la voleva vedere.
Mercoledì pomeriggio Kenneth passò da Julie per lasciarle degli appunti e ne approfittò per chiederle cosa pensasse di Jamie. Erano fuori in giardino quando Kenneth cominciò a parlarne:-Hey Julie?-
-Dimmi Ken.-
-Devo farti una domanda.-
-Dimmi tutto.-
-A te sta simpatica...Jamie?-
-Jamie? Perché me lo chiedi?-
-Così...perché ho visto che non sei molto amichevole con lei.-
-In effetti....-
-Cosa succede Julie?-
-Possibile che tu non te ne sia accorto?!- sbottò improvvisamente la rossa.
-Di...cosa?-
-Jamie è...una troia!-
-Cosa?!?- Kenneth strabuzzò gli occhi, sopreso da quanto la sua amica avesse appena detto.
-E' una troia.-
-Ma che cazzo stai dicendo?!-
-Non la vedi? Si atteggia da troietta che è un piacere Dio santo!-
-Non è assolutamente vero!-
-Certo, tu non te ne accorgi perché fa la gatta morta proprio con te!-
-Senti Julie, non so cosa ti stia prendendo, ma Jamie non è per niente una troia.-
-Certo, lo dici tu.-
-Julie...perché pensi questo di lei?-
-Ma che cazzo, sei cieco Kenneth?!-
-No! Sei tu quella che ci vede poco qui!-
-Ah, bene, allora me le sono immaginate le sue magliette scollate, i suoi tre chili di eyeliner, la spallina costantemente giù...devo aggiungere altro?-
-E con questo? Si mette le magliette scollate, si tiene giù la spallina e si mette tanto eyeliner. E allora? La stai etichettando per niente!-
-Non è vero! La vedi anche dal modo in cui fa la gatta morta con i ragazzi, specialmente con te!-
-Stai dicendo solo della grandi cazzate, Julie! Tu non la conosci!-
-Ah sì, perché tu la conosci bene? Credi di essere il suo migliore amico? E allora stai sempre e solo con lei, molla me e Michael!- Julie strinse forte i pugni, non sapeva perché le fosse uscito questo dalla bocca, ma non si pentì di averlo detto, perché era realmente quello che pensava.
Kenneth rimase spiazzato un attimo:- Julie ma cosa dici? Non potrei mai mollare te e Michael, siete i miei migliori amici!-
-Certo, aspetta che quella troietta si metta tra di noi...-
-Intanto smettila di darle della troietta, e poi non si metterà tra di noi.-
-Come fai a saperlo? Non la conosci nemmeno tu!-
-Va beh, allora non la faremo mettere tra di noi, ti va meglio così?!-
-No Kenneth...lei rovinerà la nostra amicizia.-
-Stai solo veendo contro di lei perché ti va così, Julie, ma sei stronza.-
Quella frase alla ragazza arrivò dritta come una pugnalata in pieno petto. Kenneth non le aveva mai dato della stronza, neanche l'aveva mai offesa, se non rarissime volte per scherzare. Julie notò che la vista si annebbiava lentamente e sentiva le guance andare a fuoco:- Non è vero, non sono stronza.-
-Sì che lo sei, in questo momento: stai solo criticando una ragazza che non conosci nemmeno.-
-Beh, tu stai difendendo una ragazza che non conosci nemmeno.- la rossa stava diventando via via più vulnerabile, non trovando più la sua barriera di difesa.
-Difendere è meglio che criticare, Julie.-
-Hanno lo stesso peso, solo che qualcosa qualcuno pensa che è cattivo, qualcos'altro qualcuno pensa che sia buono, Kenneth.-
-Stai solo dicendo delle grandi cazzate.-
-No...non è vero...-
-Smettila di dire che non è vero, perché è vero, cazzo!!-
Al sentire di quella frase sparata con tanto impeto Julie strinse gli occhi e fece scendere una lacrima:- Sei cattivo Kenneth, ecco tutto. Tu tieni di più a lei che a me.-
-Questo non è vero.-
-Smettila di dire che non è vero, perché è vero.- Julie pronunciò in un sussurro quella frase, temendo la reazione del suo amico.
-Stai girando la frittata Julie...io...io non ti riconsco più! Che ti è preso?!-
-Lasciami stare...- intanto le lacrime continuavano a scendere limpide sul viso pallido della ragazza.
-Ora vuoi far finta di niente eh? Fare la vittima...Tu hai sempre fatto la vittima quando non ti andava di affrontare le cose!!- Julie alzò improvvisamente il volto tenuto basso e rigato dalle lacrime. Non avrebbe mai immaginato che il suo migliore amico pensasse questo di lei...D'altro canto, Kenneth si rese conto di aver fatto uscire quella frase per caso, non aveva minimamente pensato alle conseguenze che potesse avere sulla ragazza e provò immediatamente a scusarsi:- Julie...Julie mi dispiace...non volevo...-
-No no...tu volevi Kenneth...-
-No, ti giuro Julie.-
-Per favore, vai via Kenneth.-
-No, no Julie...lasciami spiegare.-
-Vattene porca troia!-
-Julie!-
La ragazza si appoggiò alla colonna del portico, in lacrime:- Vai via Kenneth...ti prego.- era debole, sembrava addirittura senza forze fisiche.
Il ragazzo guardò Julie, possibile che delle semplici parole potessero ferire così tanto? Non sapeva però se andare via come gli era stato richiesto o se doveva rimanere. Se fosse andato via senza dir nulla sarebbe stato un emerito codardo, se fosse rimasto nel 99% dei casi Julie gli avrebbe tirato un vaso di fiori in testa. Provò a fare due passi verso la rossa, ma lei si ritrasse leggermente, così in due falcate la raggiunse e le bloccò le braccia. Lei non avendo la forza necessaria per liberarsi si dimenò un po' e alla fine si
limitò a distogliere lo sguardo da quegli occhi turchini che la fissavano seri.
Lui non sapeva bene cosa fare, ma era chiaro che doveva fare qualcosa. Cominciò dal racchiudere nelle sua mani il viso bagnato di Julie e con le dita le asciugò le lacrime, senza dire una parola, continuando a guardarla. Poi l'avvicinò a se e lentamente pose le sue labbra su quelle della ragazza, che rimase scioccata. Non sapeva perché Kenneth la stesse baciando, anche perché circa due secondi prima stavano litigando animatamente. Continuando a non realizzare cosa stesse succedendo, lei rispose al bacio, che si face più vivace.
Nemmeno Kenneth sapeva perché la stesse baciando: ma una cosa la sapeva, Julie avrebbe chiesto spiegazioni. E lui avrebbe dovuto saputo dargliele. Fu lei a staccarsi per prima, guardando interrogativa Kenneth, che dopo averle lanciato uno sguardo di rassicurazione scavalcò il muro e andò via, senza dire una singola parola.

Quandò arrivò a casa Kenneth chiamò subito Michael.
-Pronto?-
-Ciao Michael, sono Kenneth.-
-Ah, ciao Ken. Tutto bene?-
-Sì sì...cioè, no no.-
-Perché?-
-Sono andato da Julie per darle gli appunti...e abbiamo iniziato a parlare di Jamie e lei continuava a dire che Jamie è una troia mentre io la difendevo.-
-E allora? Avete litigato?-
-Sì e poi beh, mi sono un attimo infervorato e ho alzato un po' i toni e l'ho fatta piangere...-
-Kenneth!- la voce di Michael suonò come una cantilena di rimprovero:- Cosa le hai detto?-
-Che non doveva fare la vittima....-
-Solo?-
-...Come al solito.-
-Ah. Certo che sei un coglione però, eh!-
-Aspetta, non è finita qui. Allora, io, sentendomi appunto un coglione, non sapevo cosa fare perché lei mi aveva detto di andare via ma non volevo lasciarla lì a piangere e così...-
-E così...?-
-L'ho baciata.-
-L'hai baciata!?! Ma allora sei proprio stupido Kenneth!-
-Grazie. No, davvero eh, grazie.-
-E lei che ha fatto?-
-Ha risposto al bacio.-
-Avrei avuto caro se ti avesse tirato un ceffone.-
-Perché scusa?!-
-Perché non puoi litigare con una ragazza e poi baciarla, dai eh!-
-Asolta, stavo dando di matto! Non sapevo più cosa fare e al momento mi è sembrata la cosa più giusta.-
-Ma scusa, perché l'hai fatto se nemmeno ti piace più?-
-Non lo so...non so nemmeno cosa dirle quando mi chiederà spiegazioni.-
-Se te le chiederà, dopo che l'hai fatta piangere.-
-Mamma mia quanto sei drastico Harris.-
-Realistico, Matthews.-
-Come vuoi...adesso vado. Ci vediamo domani.-
-Va bene, e ripigliati. Ciao.-
-Ciao.-
Il biondo si buttò sul letto, cercando di ricordare tutti gli avvenimenti successi in quella giornata. Cosa avrebbe detto poi a Julie? Come le avrebbe spiegato il -non- motivo per cui l'aveva baciata? Stava esplodendo. Forse era meglio che non avesse fatto nulla, che fosse andato via quando Julie glielo aveva chiesto, ma d'altro canto era anche contento di averla baciata, perché stavolta aveva sentito qualcosa e si rese conto che le emozioni che aveva provato quella sera giocando al gioco ella bottiglia, erano sbagliate.

Giovedì.
Julie era stesa sul letto con gli occhi spalancati: a causa di quel che era successo con Kenneth non era riuscita a chiudere occhio.
Non aveva idea se quella cosa stava turbando Kenneth come stava turbando lei.
Stava male, aveva lo stomaco sottosopra e tutto ciò non sarebbe successo se non si fossero baciati a quella stupida festa.
Di malavoglia, però fu costretta a vestirsi e scendere a fare colazione. Cercò però di anticipare Michael e Kenneth e quindi partì dieci minuti prima per non incontrarli nel tragitto; mentre il nostro piccolo e ingenuo Kenneth non aveva la benché minima voglia di alzarsi dal letto quella mattina, sapendo a sua volta che avrebbe dovuto vedere Julie.
Putroppo però, grazie agli urli di suo papà, riuscì ad alzarsi.
Ad aspettarlo fuori dal cancello c'era Michael e naturalmente Julie non c'era.
-Ciao criminale!- lo salutò il moro, dopo che il suo amico chiuse la porta alle spalle.
-Non è giornata, Mike.-
-Eddai...non è successo niente di così grave, eh!-
-Oh beh insomma...ho solamente baciato la mia migliore amica dopo averci litigato...tutto nella norma!-
-Calmati dai...vedrai che andrà tutto bene.-
-Ascolta...non so se sarebbe stato meglio che io non lo avessi fatto...-
-Senti Matthews, mi fai innervosire quando fai così. L'hai baciata, no?-
-Sì.-
-E ti è piaciuto?-
-Sì.-
-E alllora dove sta il problema!?-
-Il problema sta che credo di aver rovinato tutto!.
-Cosa vuoi aver rovinato, testa di cazzo?! E' da quella fottuta sera che non fate altro che scambiarvi sorrisini senza senso e via dicendo, ci stava uno schifoso bacio!-
Kenneth guardò allibito il suo amico:-Tu sì, che ti sai esprimere...-
-Modestamente...Non hai rovinato niente criminale.-
-Dici?-
-Ne sono sicuro...ora, appena la vedi, vai lì e la baci di nuovo. E le cose saranno chiare.-
-Ok ieri che non avevo più autocontrollo, ma adesso non credo ci riuscirei più.-
-L'hai già fatto 2 volte e come si suol dire, tre d'amore.-
-Tre d'amore?-
-Uno, due tre...sai contare Kenneth?-
-Come no...tre d'amore.- il biondo sorrise tra se e se. Era strano quel detto, perché nel suo caso calzava a pennello.
"Tre d'amore..." ripeté a bassa voce.

Angolo autrice
Bene bene gente, tre d'amore, come tre le volte che io e il ragazzo che mi piace siamo usciti insieme e come tre volte che lui non mi ha cagata di striscio, se non per chiedermi del mio cellulare. Già, è un romanticone. Beh, la mia vita sentimentale va a puttane, perciò mi sfogo su Kenneth e Julie  e Micheal e Daphne, anche se in quest'ultima coppia nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa.
Canzone del capitolo(sono 2):-Le Jour Qui Se Reve, tratta da Robin De Bois
                                                      -Un Monde A Changer, tratta da Robin De Bois
Besos :*

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Capitolo 9
*** Angel & Devil ***


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Kennethcap.8 Riassunto del capitolo precedente:
Kenneth va a casa di Julie per darle degli appunti e lì si mette a discutere con lei, in quanto lei continua a inveire sulla sua idea che Jamie sarebbe una troia. Lui invece continua a difenderla, quando ad un certo punto alza i toni e finisce per far piangere Julie. Colto così da un improvviso non si sa che si avvicina alla ragazza e le da un bacio sulla bocca. Lei rimane interdetta ma dopo essersi ripresa risponde al bacio. Dopo poco si staccano e lui se ne va senza dire una parola. Dopodiché chiama Michael e gli racconta tutto. Il giorno dopo ha paura delle conseguenze del gesto compiuto il giorno prima ma Michael lo convince a baciare per la terza volta Julie e mettere le cose in chiaro una volta per tutte.



8-Angel & Devil
Micheal e Kenneth si erano appollaiati nel cortile in attesa che Julie arrivasse, anche se il fatto che li avesse addirittura anticipati suonava strano, perché lei non era ancora lì.
-Quando cazzo arriva?!- sbottò improvvisamente il biondo, battendo un pugno addosso alla muretta.
-Stai calmo Matthews...prima non la volevi nemmeno vedere...-
-Ho cambiato idea.-
-Cambi idea facilmente...lo sai?-
-Sì.-
-Nervoso?-
-Non si vede?-
-Stai sciallo...devi solo baciarla.-
-Facile a dirsi...beh, te come va con Daphne?-
-Bene...sabato ci siamo pseudo-baciati.-
-Sul serio?! Che cazzo aspettavi a dirmelo?-
-Stiamo parlando solo dei tuoi attacchi di schizzofrenia negli ultimi giorni.-
-Ah già...ma perché "pseudo"?-
-Perché l'ha chiamata suo papà.-
-Che sfiga Mike!-
Il moro lo fulminò con gli occhi:- Grazie Kenneth.-
-Di niente...guarda che è arrivata.- il biondo indicò la castana appoggiarsi alla muretta dal lato opposto, le cuffie alle orecchie.
-E allora?-
-E allora che? Vai idiota!-
-Ma tu resti qui da solo.-
-E chi se ne frega...dai vai.-
-Grazie Ken.-
-Figurati.-
Così Michael si avvicinò alla ragazza e dopo aver tossito un paio di volte attirò la sua attenzione.
-Ciao Mike!- lo salutò lei, sorridente.
-Heilà...tutto bene?-
-Sì sì, tutto ok...tu?-
-Tutto bene.-
-Mike, ascolta...riguardo a quanto è successo sabato...-
-Intendi quando ci siamo...?-
-Sì, intendo quando ci siamo baciati. Senti...sabato...ecco, tu ed io...insomma...-
-Cosa c'è?- Michael cercò di sembrare il più deciso possibile, ma stava per mettersi a piangere.
-E' stato uno sbaglio quel bacio. Mike, io non te l'ho detto, e ho sbagliato, lo so, ma io sono già fidanzata. Non so nemmeno io perché ti ho baciato...-
-Ah...ok.- il ragazzo era sotto shock, non sapeva più cosa dire.
-Ok? Tutto qui?-
-Sì.-
-Ah bene...pensavo peggio.- la castana sorrise leggermente.
-Eh già.-
-C'è...c'è Kenneth che ti sta chiamando.-
Michael si girò di scatto e vide il suo amico che si stava sbracciando per chiamarlo.
-Io vado Daphne...-
-Certo...ci vediamo al cambio dell'ora.-
-No no...giorno libero oggi.-
-Sicuro?-
-Sicuro.-
-Va bene...ci si vede.-
Il ragazzo alzò la mano in segno di saluto e si diresse verso Kenneth che aveva seguito la scena da distante.
-Mike? Michael...?-
-Mh?- lo sguardo del moro era perso chissà dove.
-Harris!- Kenneth gli tirò uno schiaffo in piena guancia.
-Ahia Kenneth porca troia! Che cazzo ti prende?!-
-A te che cazzo prende! Eri in trans.-
-Sul...serio?-
-Sì, non reagivi.-
-An...E' stato uno sbaglio, ha detto.-
-Lo so...Harris mi dispiace.-
-Forse mi stava bene...devo smettere di credere alle favole.-
-Non dire stupidaggini.-
-Non è una stupidaggine...sono stanco di essere tra le nuvole e pensare che andrà tutto come voglio io.-
-Ascolta, tu non stai tra le nuvole e non devi pensare di esserlo.-
-Ken, ascolta, non me la prendo se dici che è vero.-
-Cazzo Harris! Non cambi per una ragazza, tu non sei tra le nuvole, tu sei solo te stesso, tu sei Michael Harris.-
-Era un discorso un po' da gay...-
-Lo so, difatti ti ho sempre amato.- disse Kenneth, indifferententemente divertito.
-Ah. Buono a sapersi.- sorrise l'altro.
-Dai scherzo...hai colto il nesso?-
-Sì, ma non ci credo più di tanto.-
-Che Dio ti maledica Michael! Tu non sei tra le nuvole, tu sei solo tu e non devi pensare di dover cambiare, porca puttana!-
-Ok, stai calmo.-
-No non ci sto calmo! Sei uno stupido, se a quella lì tu piaci non devi cambiare!- il biondo si passò una mano tra i ricci:- Sei uno stupido.- ripeté calmo.
Il moro sorrise:- Sei un amico Ken, grazie.-
-Prego.-
-Hem...Kenneth? Julie a ore due.-
-Uno, quelle sono ore nove, due, e allora?-
-Vai no?!-
-Ho paura.-
-Senti, la prendi, vai a fare un giretto e la baci...vi baciate.- sottolineò il moro:-Chiaro?-
-Trasparente...vado.-
-Auguri.-
-Grazie amico.-
Kenneth si diresse verso Julie e la salutò agitando la mano:- Heilà Julie!-
-Ciao Kenneth...-
-Tutto bene?-
-Sì sì...te?-
-Tutto bene. Andiamo a fare un giretto fino al bar?-
-Va...bene. Ciao Mike!- Michael salutò la rossa.
-Ciao Julie!- ricambiò lui.
-Che mi racconti Julie?- riprese Kenneth.
-Niente di che...te invece?-
-Ecco, credo che dovremmo parlare di quello che è successo ieri.-
-Io non credo ci sia tanto da parlare...- nel frattempo erano arrivati nel porticato prima del bar.
-Che vuoi dire?- chiese Kenneth preoccupato.
La rossa lo prese per il polso e portatolo poco più avanti lo abbracciò.
-...Julie...?-
-Kenneth...cosa faresti se io ti dicessi che mi piaci?-
-E' una supposizione?-
-Sì.-
-Beh...sarei contento, perché ipoteticamente anche tu a me piaci.-
-E quale sarebbe la tua ipotetica reazione, sempre supponendo che tu a me piacessi?- la rossa si morse leggermente il labbro, sperando di aver fatto capire a Kenneth ciò che intendeva realmente.
-Questa...- Kenneth sciolse l'abbarccio e prese Julie per le spalle e l'avvicinò a se. La guardò per qualche attimo nelle sue iridi perlacee e poi la baciò. La ragazza gemette un'attimo sotto il tocco delle mani fredde di Kenneth ma poi si tranquillizzò e rispose vivacemente al bacio. Ora nessuno dei due aveva più dubbi...ora erano sicuri di piacere l'uno all'altra e perciò sapevano che quel bacio avrebbe probabilmente segnato l'inizio di qualcosa. Erano però anche spaventati...la loro era una bella amicizia e probabilmente dopo una loro possibile rottura sarebbe andata in frantumi. Più di tanto però non ci pensavano...erano occupati a viversi quel momento
e quando si staccarono sorrisero e si abbracciarono.
Ritornarono da Michael a mano e lui appena li vide si mise a ridere e applaudì scherzosamente:- Complimenti ragazzi!-
-Grazie, sai Julie...- disse Kenneth.
-Dimmi?-
-E' grazie a Mike che ho trovato il coraggio di baciarti.-
-Ah beh, allora grazie Michael.- sorrise lei, prendendo a braccetto Michael.
-Figuratevi...Dobbiamo entrare.-
-Già...ci sei Ken?-
-Certo, andiamo.-
La mattinata passò veloce, ai vari cambi dell'ora Daphne si avvicinava sempre per vedere se Michael la cercava, ma lui, vedendola, cercava sempre di velocizzare i tempi.
Ora Kenneth e Julie ai cambi dell'ora stavano sempre insieme, mentre Michael stava con Jamie. Questi ultimi stavano diventando davvero buoni amici. All'uscita da scuola il biondo e la rossa andarono avanti per i cavoli loro, mentre il moro e la biondina presero un'altra strada e andarono a mangiarsi una pizza insieme al Pizza&Beer.
-Beh Jamie...ti piace allora questa scuola?-
-Sì, certo...E' solo che non capisco perché Julie ce l'abbia con me.-
-Già...chissà...- Michael cercava di sembrare il più sincero possibile.
-Tutto...bene?-
-Io? Sì, certamente...-
-Mike...cosa succede?-
-Niente...assolutamente niente.-
-Come vuoi...che pizza prendi?-
-Io? Da sempre prendo l'inglesina.-
-An...io invece...patatosa. La fanno buona qui?-
-Buonissima.-
-Allora mi fido.-
I due ragazzi ordinarono e dopo aver mangiato andarono tutti a casa propria.

Il giorno dopo e quello dopo ancora Daphne provava sempre a intercettare Michael per portere i libri e per poter chiarire, ma ogni volta lui si dileguava in fretta per non vederla. Gli piaceva ancora quella ragazza e sapere di non essere ricambiato, addirittura rimpiazzato gli faceva piangere il cuore. Il quarto giorno però, cioè lunedì, neanche Daphne si fece vedere ma all'uscita riuscì a bloccarlo e ad obbligarlo a fare la strada con lei. Camminarono per un bel po' aspettando che qualcuno proferisse parola. Così toccò alla castana parlare per prima:- Michael?-
-Mh?-
-Si può sapere cos'hai? E' da giovedì che non mi parli...-
-Non ho niente da dire.-
-Inventane un'altra per favore Michael...lo sai che sto male?-
-Perché?-
-Perché...non so perché tu sia arrabbiato con me. Ecco il perché.-
-Non lo sai? Eppure credevo fosse palese...-
-No, non lo è. Mike, puoi dirmi che hai per favore?-
-Ho che...- Michael non sapeva se rivelarle o no i suoi sentimenti per lei, ma non poteva continuare a mentire:-...tu mi piaci, Daphne. E ci sono rimasto male quando mi hai detto che hai già il ragazzo perché quando sabato ci siamo baciati io per un attimo ho creduto di piacerti. Ecco che ho.-
La ragazza rimase interdetta, aveva capito che Michael aveva una cotta per lei, ma non pensava fino a questo punto:-Mike...ascolta, lo so, ho sbagliato...-
-Ma che cazzo...sapete dire qualcos'altro voi ragazze? "Ho sbagliato", come se tutte le scuse vere dovessimo farle noi maschi...-
-E' che non so cosa dire, Michael!-
-Se stavi zitta era meglio.-
-Ah bene, se per te era meglio non parlarci nemmeno per chissà quale strano motivo bene, fai finta che non ti abbia detto nulla!-
-E' impossibile parlare con te.-
-Ah, con me è impossibile parlare?!-
-Sì, prima sei tutta allegra, poi fai tutta l'arrabbiata, poi mi baci e poi mi dici di avere il ragazzo, d'accordo, sono io quello impossibile qui.- era un bel po' che Michael non si arrabbiava in quel modo, di solito era un tipo calmo che odiava litigare, ma in quel contesto non era riuscito a mantenere il controllo.
-Esatto, vedi?!?-
-Sai una cosa? D'accordo, hai ragione tu. Ho sbagliato io.-
-E sai cos'hai sbagliato? Hai sbagliato ad arrabbiarti in quella maniera per una cosa per cui non ne valeva la pena.-
-No, ho semplicemente sbagliato ad innamorarmi di te.-
Quella frase colpì la ragazza come un pugno in pieno stomaco. Lui si era...innamorato? Di lei? Non si conoscevano nemmeno da tanto. Aveva sempre maledetto quella festa perché per poco non doveva rivelare il suo segreto, ma nei primi giorni in cui conobbe meglio Michael aveva iniziato a cambiare idea, pensando che in fondo era stato un bene. Poi però subentrò qualcosa, che non era semplice amicizia, e da lì tutto era andato male. Da una parte c'era Ethan e una storia che li legava da una anno, mentre dall'altra c'era la sempicità e il sorriso di Michael. Era in palla, non voleva perdere nessuno dei due. E stava male, e questo purtroppo si stava riversando all'esterno, sotto forma di lacrime. Non appena Michael le vide non se la sentì più di stare lì con Daphne, tanto assurda era la situazione.
-Daphne, devo andare.-
-Michael, aspetta...-
-Ciao.- il moro si allontanò a grandi falcate dalla castana, che rimase inerme in mezzo al viale, piangendo senza rendersi conto della situazione.
Una volta a casa il ragazzo si buttò sul letto, sentendo lo stomaco in subbuglio e il cuore a pezzi. E per una ragazza, per la prima volta, pianse. Si sorprese anche lui che una ragazza lo facesse sentire così. Doveva parlarne con qualcuno, sentiva il bisogno di sfogarsi. Kenneth? Troppo preso con Julie. Julie? Troppo presa con Kenneth. Hunter? Ma per carità...ad un tratto gli venne in mente chi. Così prese il telefono...

Angolo autrice

Ma buongiorno! Tutto bene gente? Io certo cheeeee...no. Non riesco a scollarmi di dosso il pensiero di quell'idiota di cui sono innamorata da febbraio, addirittura sto provando a convincermi che mi piaccia un mio amico, che è del '99. Solo che non so...Beh, parlando del capitolo...A Kenneth è andata bene finalmente...sta felicemente con Julie. Mentre a Michael è andata peggio, purtroppo ha litigato con Daffy...chi avrà la meglio? Sentimento o ragione? E poi, quale sarà mai questo segreto di cui Daphne non vuole parlare a nessuno?
Poi, voi non avete delle amiche -stronze o no vedete voi- che col ragazzo che ti piace in tua assenza ci fanno le troie e poi dicono:-Sì, peccato che *paperella* non ci sia...è davvero simpatica/ è la mia migliore amica/ non potrei vivere senza di lei/ ecc...- ?? Beh, io ne ho a migliaia. Specialmente una. Ieri è uscita con la mia migliore amica e ha incontrato -casualmente- il ragazzo che mi piace e il mio migliore amico. E ha detto:- Peccato che *paperella* non ci sia, è davvero simpaticissima!- E il ragazzo che mi piace ha detto:- Eh proprio...- io questo l'ho saputo da un messaggio della mia migliore amica, prossimamente devo chiamarla per sentire con che tono l'ha detto "eh proprio". Avete capito 'sta stronza...
Ho chiamato la mia amica. Ho saputo il tono con cui l'ha detto. Capirete tutto da: quel bastardo di merda. Del cazzo. Che finisse sotto una carovana. Anche se non so cosa sia una carovana. Oh beh...ora vado.
Canzone del capitolo: As Long As You Love Me- Justin Bieber.
Shiaooooooooooooooo

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Capitolo 10
*** Tears ***


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Kennethcap.9 Riassunto del capitolo precedente:
Julie finalmente si dichiara a Kenneth e dopo essersi baciati tutti i dubbi vengono risolti. Michael e Jamie intanto diventano davvero amici. Invece Daphne dice a Michael che lei è fidanzata e il bacio di quel sabato è stato un errore. Lui ci rimane malissimo e per quattro giorni la evita, fino a lunedì che lei lo obbliga a tornare a casa con lei e lì hanno una discussione, al termine della quale lei finisce per piangere non capendo più quali sono i suoi sentimenti verso il ragazzo che si era appena dichiarato. Lui invece se ne va non riuscendo più a rimanere lì con lei. Quando torna a casa è distrutto e piange anche se non ha mai pianto per una ragazza. Sente quindi il bisogno di chiamare qualcuno, che non sia Kenneth,  Julie, o Hunter...



9-Tears
Il ragazzo sfogliando sulla sua rubrica trovò chi cercava, così compose il numero e si portò il telefono all'orecchio.
-Pronto?-
-Ciao...- la sua voce era ancora rotta dal pianto.
-Michael? Che ti succede? Perché stai piangendo?-
-Potresti fare un salto da me?-
-Certo...arrivo subito. Ma stai bene?-
-Vieni e ti spiego.-
-Ok, dammi dieci minuti.-
-Grazie.-
-Figurati, a dopo.-
Michael spense la telefonata, per fortuna sua madre non era in casa quindi la sua ancora di salvezza sarebbe potuta rimanere lì un bel po'.
Dopo dieci minuti giusti suonò il campanello così con un'anda da carcerato il moro andò ad aprire la porta e non appena girò la maniglia qualcuno lo investì con un abbraccio.
-Michael, che cos'hai?-
-Ciao Jamie...grazie per essere venuta...-
-Figurati...Ma si può sapere che ti prende?-
-Vieni...- il ragazzo la prese per un polso e la portò di sopra, facendola sedere sul letto.
-Sai no che mi piace Daphne?-
-Certo.-
-E ti ricordi cos'è successo giovedì?-
-Sì.-
-Beh, oggi all'uscita di scuola mi ha fermato e ho dovuto fare la strada con lei...-
-...e avete litigato. Giusto?-
-Esatto.-
-Che vi siete detti?-
-Lei voleva sapere il perché che io la evitavo da quattro giorni e praticamente mi sono dichiarato...-
-E lei come ha reagito?-
-Ma niente...sembrava confusa e nonostante tutto mi dava contro anche.-
-E come è finita?-
-Lei si è messa a piangere e io me ne sono andato.-
-Mi dispiace Mike, davvero...E non ti ha detto altro?-
-Sì beh, mi ha detto che è fidanzata ma questo ancora giovedì.-
-Ah...questo tu non me l'avevi mica detto...quindi non è che crede che quel bacio è stato uno sbaglio perché non le piaci, ma perché ha già una relazione. Tutto chiaro.-
-Beh, è chiaro solo a te.-
-Lei non ti ha detto che non le piaci, è semplicemente confusa.-
-Ma fatto sta che non posso mettermi in mezzo tra lei e quel suo fantomatico fidanzato...-
-E' un metodo un po' rudimentale, ma prova a farla ingelosire...-
-Ingelosire? In che senso...?-
-Fai finta di metterti con un'altra...-
-E chi potrebbe essere questa?-
-E io lo so per te?-
Il ragazzo le si avvicinò con occhi da cucciolo:-Vuoi essere la mia fidanzata?-
-Cosa? Io...ma non se ne parla! Mike, scusa ma no.-
-Ah andiamo! Ti prego...-
-No.-
-Ti prego ti prego.-
-No.-
-Ti prego ti prego ti prego!!!-
-E va bene. Sarò la tua fidanzata.- sbuffò lei.
-Grazie, Jamie, davvero.- Il moro si chinò su di lei e la baciò sulle labbra:- Se siamo fidanzati, tanto vale comportarci come tali, no?-
-Lo credo giusto.- la biondina si fece abbracciare da Michael:-Beh...che dire...ti amo?- non erano affatto imbarazzati, anche perché erano consapevoli di essere solamente amici.
-Credo vada bene. Ti amo anche io.- Si baciarono ancora, senza esagerare però, solo sulle labbra.
Entrambi lo presero come un gioco. Daltronde, poteva essere di più? Non si piacevano, né tantomeno si amavano, era semplicemente una messa in scena. Un gioco, appunto.
-Mike?-
-Mh?-
-Lo diremo a Kenneth?-
-Massì, cosa vuoi che gliene importi...ormai è partito per Julie.-
-Ah già...spiegami perché ce l'ha con me.-
-Non credo di potertelo dire...-
-Mike, siamo una coppia e non dobbiamo avere segreti.-
-Non t'arrabbiare però...-
-Ma va...-
-Lei pensa che tu sia una troia.-
-Troia io?! Beh, in effetti...-
-Maddai cosa dici?! Tu non sei una troia...-
-Dai, se me lo dico da sola...E' solo che mi da fastidio che lo dica una persona che nemmeno mi conosce.-
-Immagino.-
-Posso...dirti un segreto?-
-Certo che sì.-
-Io ho un secondo nome che evito di dire alla gente...-
-E perché?-
-A volte mi etichettano appunto come "troia" a causa di questo nome.-
-E sarebbe?-
-Chastity. Mi chiamo Jamie Chastity O'Connor.-
-Beh, e che c'è di male? E' un bel nome.-
-Quelle poche persone che lo sapevano, se mi vedevano mentre baciavo un ragazzo si mettevano a bisbigliare come se io non le sentissi e mi davano spudoratamente della troia.-
-Ma non è vero.- Michael le spostò un ciuffo dagli occhi, cercando di guardarla con lo sguardo più dolce che potesse avere:- Tu non sei una troia.-
-E da cosa lo dici?-
-Una troia non sarebbe venuta a consolarmi, una troia avrebbe detto subito di sì alla richiesta di diventare la mia ragazza, nonostante sia solo un gioco...-
-Se lo dici tu...-
-Eh sì che lo dico io, porca troia!.-
-Vogliamo infierire amore?-
-Stavo scherzando, dai...-
-Mike, mi dispiace ma devo andare, a mia mamma avevo detto che tornavo subito.-
-Va bene, ci vediamo domani.-
Il ragazzo l'accompagnò alla porta:-Ti amo.- si baciarono ancora.
-Anche io. A domani.-
La biondina uscì dalla casa del moro con passo felpato. Era divertente, quel gioco.

Martedì.
Michael e Jamie fecero la strada insieme, girando per il viale a mano. Raggiunsero anche Julie e Kenneth e non appena li videro per poco non veniva loro un infarto.
Kenneth prese subito in disparte Michael, che dopo avergli raccontato la discussione avuta il giorno prima con Daphne chiese:-Ma perché ti preoccupi tanto?-
-Ma che cazzo è?- domandò di risposta il biondo.
-In che senso?-
-Tu e Jamie state insieme! Ecco che è...-
-E allora?-
-Tu non eri innamorato perso di Daphne?-
-Sì, lo sono ancora.-
-E allora perché stai con Jamie?!?-
-Jamie dice che è una maniera per farla ingelosire.-
-Aaah...tutto si spiega. Quindi non state insieme veramente?-
-Sì, stiamo insieme, ma è come se fosse un gioco.-
-Per me finirai solo per peggiorare le cose.-
-Non ti sembra un buon piano?-
-Per niente...lei si arrabbierà. E non avrebbe torto.-
-Perché non avrebbe torto?-
-Perché le hai detto di essere innamorato di lei, porca troia!-
Il moro si ritrasse un attimo, in fondo il suo amico aveva ragione.
-Allora facciamo così...io vedo come va, tipo faccio una settimana...e si vedrà.-
-Senti Mike, non lo devi fare per me, io ti ho solo detto che per me non è una buona idea.-
-Mmmh...odio quando hai ragione.-
-Già, io no.-
-Dove sono le ragazze...?-
-Hem, amico...-
-Hey?-
-Abbiamo lasciato Jamie...e Julie...da sole.-
-Oh cazzo...sarà un miracolo se le ritroviamo che si sono solo sbranate-
-Vieni, sbrigati!-
I due corsero per una cinquantina di metri e come previsto la biondina e la rossa stavano discutendo animatamente.
-Come osi dire questo di me?! Nemmeno mi conosci!- urlò Jamie.
-Ti conosco abbastanza da poterlo dire!- rispose -costantemente urlando- la rossa.
-Ma cosa mi conosci?! Non sai nemmeno quanti anni ho e ti permetti di dire che sono una troia?!-
-Ma guardati un po' sorella, vai in giro vestita come una fustigatrice sodomaso e non vuoi che ti diano della troia?!-
-Come una fustigatrice sodomaso?! Comunque sia per lo meno io mi vesto decentemente!-
-E chi se ne fotte di come mi vesto biondina ossigenata, io a differenza di te non mi comporto da troia!!-
-Oh oh, e come mi comporterei da troia, sentiamo!?-
-Fai la gallina con tutti i ragazzi della città e credo te la faccia pure con qualche ragazza, pur di eccitare il resto dei maschi!- Kenneth si portò una mano alla fronte, esasperato.
-Oh beh, per lo meno io ci riesco! Tu fai solo quello e non ci riesci neppure!- I due poveretti si guardarono e all'unisono andarono a separare quelle due psicopatiche. Peccato che nessuna delle due aveva buone intenzioni. Nel frattempo arrivò anche Daphne -allegria!-  che si fermò a guardare la scena, scettica. Perse un battito però quando vide Michael prendere in braccio Jamie per separarla da Julie, baciarla sulle labbra e susurrarle:-Jamie, amore, basta...calma...- restò lì in disparte però.
-Kenneth...- iniziò Mike.
-Dimmi...-
-Forse è meglio distanziarle un po' eh...-
-Già. Io vado, tu prendi il viale laterale.-
-Ok, ci vediamo dopo.-
Jamie si dimenò un po' tra le braccia di Michael:-Distanziami pure, ma ci sono in classe con quella lì!-
-Non finisce qui biondina!- la provocò la rossa.
-Andiamo Jamie...- Il moro s'incamminò con la ragazza ancora in braccio, e non aveva nemmeno intenzione di metterla giù, per lo meno fin quando non si fosse calmata. A quel punto, Jamie, sebbene ancora infervorata, agganciò le mani attorno al collo di Mike e si fece trasportare tranquillamente. Daphne li seguiva a distanza, cercando di non farsi vedere. Le bruciava terribilmente quella situazione. Aveva pensato molto a quello che le aveva detto Michael, ma non riusciva davvero a definire quello che lei sentiva per lui.
Quando arrivarono a scuola stavani entrando e l'incubo stava per iniziare: Michael doveva far finta di stare con Jamie, Julie era in classe con Jamie e 99 su 100 avrebbero litigato di nuovo, Kenneth doveva stare attento che la Julie non picchiasse qualcuno, Daphne doveva subirsi Michael e Jamie e Michael aveva paura di cosa sarebbe successo tra lui e Daphne.
La prima ora fu un inferno per i due ragazzi, tantoché dovevano tenere sempre controllate le loro rispettive ragazze, che per fortuna non ebbero modo di scontrarsi. Al cambio dell'ora, Daphne si fece forza e andò da Michael.
-Ciao Mike...- la ragazza notò con disappunto che il moro uscì dalla classe con Jamie.
-Ciao Daffy!-
-Dammi i libri.-
-Tieni, grazie.-
Arrivarono all'armadietto senza proferire parola.
-Che libri devo prendere Michael?....Michael?...Mike!- la ragazza si voltò di scatto e vide i due baciarsi. In quel momento non ci vide più e preso il primo libro trovato nell'armadietto del ragazzo lo picchiò sul petto del moro che se ne uscì con un:-Ahia!- ma si bloccò subito vedendo il volto della castana arrossato e rigato dalle lacrime:-Sei un bastardo Michael! Se volevi allontanarmi, beh, congratulazioni, ci sei riuscito!-
-Daphne io...-
-No, sai una cosa, non aspettarmi più per i tuoi stupidi libri! Se vuoi il mio segreto te lo dirò, ma non aspettarmi più! Non cercarmi, non chiedere di me, non menzionarmi nemmeno!! Devi dimenticarti della mia esistenza, è chiaro?!-
Jamie fissava allibita la ragazza, non si aspettava una reazione del genere, così come il ragazzo che provò a spiegarsi, senza successo:-Daphne, io...aspetta...-
La  castana tentò di asciugarsi le lacrime, guardando fisso il moro negli occhi:-Io ti odio, ti ho detto di non menzionarmi!- detto questo corse via, rinchiudendosi in bagno. Jamie mise una mano sulla spalla di Michael:-Mike, scusami...-
-Ma va, è solo colpa mia. Sono un idiota.-
Kenneth e Julie guardarono la scena da distante e poi si avvicinarono a Michael. Julie gli lanciò un'occhiataccia e poi si fiondò in bagno. Kenneth si fermò da lui:-Non ci sono parole per descriverti, Harris. Sei un coglione.-
-Lo so, non c'è bisogno che me lo ricordi.-
-Che ti avevo detto, eh?! Non si fanno questi giochetti con le ragazze!-
-Ken...- intervenì la biondina:-E' colpa mia, non di Michael.-
-No, Jamie. Lui doveva dire di no. Ma doveva giocare a fare il figo.- il biondo ridusse gli occhi a due fessure guardando il moro, per fargli capire quale immensa cazzata aveva combinato con Daphne, mentre gli occhi smeraldini di Michael rotearono verso quelli celesti del ragazzo, anche se non parlò, perché Kenneth aveva ragione. Voleva giocare a fare il figo, voleva dimostrarsi meno debole di quanto non fosse realmente. Perché un ragazzo che si riduce così non può di certo chiamarsi "figo". Così facendo aveva profondamente ferito la ragazza, assolutamente senza volerlo, sperando anzi di ottenere l'effetto contrario.
Intanto nel bagno delle ragazze si sentivano solo i singhiozzi sommessi di Daphne.
-Daphne?- provò a chiamarla la rossa:-Daffy?-
-Chi è?-
-Sono Julie...posso entrare?-
-Julie Anderson?-
-No, Julie Smith, terza c.-
-Ah...-
-Posso entrare?-
-Se devi...- la castana sbloccò la serratura, facendo entrare la rossa, che la richiuse una volta entrata.
-Che vuoi?-
-Senti Daphne...-
-Spero tu non sia venuta qui per parlarmi del tuo amichetto perché non voglio più sentirlo nominare.-
-Beh, mi spiace, ma sono qui proprio per parlare di lui.-
-Allora puoi andartene.-
-Daphne...- la rossa le mise una mano sulla spalla:-...ti prego, puoi starmi a sentire?-
-No.-
-Un minuto, solo un minuto.-
-E va bene, fai veloce.-
-Ascolta, lo so che Michael è un completo idiota, Kenneth aveva provato ad avvisarlo che sarebbe finita così, ma lui non gli ha dato retta...-
-Beh, cosa c'entra Kenneth se Michael e Jamie si sono messi insieme?-
-Ah già...- a Julie venne in mente che la castana non sapeva che in realtà era tutta una finzione:-...hai ragione. Ma a lui tu piaci, Daffy.-
-Beh, l'ha detto anche a me, ieri, ma mi pare che si è sbrigato a mettersi con un'altra...che tra l'altro è una zoccola.-
La rossa sorrise:- Senti, lo penso pure io che sia una troia, ma io lo penso perché ce l'ho in classe, tu lo dici solo perché sta con Michael, non la conosci. Non è colpa sua se quel coglione di Michael le ha chiesto di stare insieme. Per dirti, lei non sapeva che a te lui piaceva.- nemmeno Julie sapeva perché stesse parando il culo alla biondina, questioni di dovere, forse.
-Ma lui non mi...ecco...non capisco se mi piace o meno! Io sono fidanzata da più di un anno con un ragazzo di un'altra scuola ma da quando Michael è entrato nella mia vita mi ha stravolto tutto...eppure non riesco a capire se mi piace! Ecco, l'ho detto!-
-Senti Daffy, vista la scenata io direi che ci tieni parecchio a quel coglione, mi sbaglio?-
Daphne si passò una mano tra i capelli castani, appoggiandosi al muro:-Cosa cazzo ne so...lo odio, ci tengo, non lo posso vedere, ne sono innamorata...non lo so neppure io.-
-Anche per me è stato così, fino a ieri.-
-Con Kenneth?-
-Sì, con lui. All'inizio ci siamo baciati ad una festa e poi anche dopo un brutto litigio che abbiamo avuto. E poi beh, ieri. Dopo il nostro primo bacio alla festa non riuscivo più a capirci niente...poi lui ha fatto la prima mossa.-
-Beh, non mi pare che Michael ne voglia fare una.-
-Ma Mike è un deficiente, se non lo aiuti tu non capirà...-
-Beh, sai una cosa, io non voglio aiutarlo, se non gli piaccio più tanto meglio.-
-Ma cerca di ragionare Daphne...tu gli piaci ancora.-
-Se permetti, col cazzo. Julie, per l'amor del Cielo, si è messo con un'altra!- la castana cercò di scandire bene le parole:-A te non è mai piaciuto?-
-Mh...direi di sì, appena formato il trio. Ma è stata una cotterella da nulla, durata due settimane.-
-Beh, non credere che a me lui "piaccia" da tanto...sono passate solo tre settimane dalla festa.-
-Beh, hai un'ultima settimana per poterlo vedere ai cambi dell'ora, poi scade il mese.-
-Gli ho già detto di non cercarmi più. E voglio che non mi cerchi più, così magari mi passa questa fottuta cotta che ho per lui.-
-Allora lo ammetti?-
-Credevo fosse chiaro.-
Lo sai che siamo entrambe in ritardo? Saranno già tutti in classe.-
-Lo so.-
La rossa sorrise, sbloccando la serratura:-Quindi...cosa farai?-
-Niente.-
-Come vuoi...ci vediamo in giro.-
-Certo.-
Julie uscì dal bagno e Daphne, che uscì poco dopo, cercò di sistemarsi come meglio poté e corse in classe.


Angolo autrice:
Macciao gente :)
Ora sono al mare e tra pochi giorni mi vedo con una mia amica, la mia lettrice n°1, Irene Carraro, che andiamo a farci il bagno insieme e insomma passiamo la giornata insieme. Sono andata a equitazione 2 giorni
fa (ormai è quasi un anno, ad intervalli però che la faccio) e ho montato a pelo, cioè senza la sella, con una cavalla Apaloosa di 25 anni di nome Watta. Ho anche galoppato senza sella, ed è bellissimo! Certo, è un suicidio, ma bisogna anche essere bravetti insomma, non vedrai mai una persona che non è mai montata a cavallo montare a pelo e galoppare: serve un grande equilibrio e una gran forza nelle gambe per stringerle per evitare la caduta. Qui al mare mi sto divertendo, ma mi manca la mia Watta :') Non vedo l'ora di tornare così posso cavalcare, magari chiedo se posso montare ancora a pelo. Parliamo del capitolo...triste vero? Si chiama Tears per questo..."lacrime" in inglese...Beh, l'ultima parte sì, la prima i due rintronati finalmente si mettono insieme :) Era ora. Non so se sia scontato o meno, ma non vi assicuro che tra Michael e Daphne sarà tutto rose e fiori, come per gli altri due. Non so se nel prossimo o nel prossimo capitolo ancora, ma ci sarà una sorpresa per Jamie, la sto progettando da un bel pezzetto...che dite, lo è un po' troia? L'attrice che ho scelto (perché ho scelto un attore per ogni personaggio) per Jamie è un po' troietta dalle foto, e corrisponde alle caratteristiche della ragazza: fisico mozzafiato, capelli biondi, occhi celesti e maglie spesso scollate. Non vi dirò che è per motivi di...no non ci sono motivi, non ne ho voglia e basta. Non mi piace più quel verme del cazzo, ora mi piace un mio amico di catechismo che è un '99, tiè, è pure più grande di *paperella*!
Non so perché sto sputtanando il povero Harris, è anche il mio personaggio preferito, ma non può essere sempre il perfetto, no? Anche per lui ho scelto un attore a dir poco perfetto per Michael *.*
Dai lui ve lo dico...è Billy Unger, quello che fa Chase in Lab Rats, ma si trova sulle immagini :) Immaginatei Michael così, perché è il suo ritratto :D
Canzone del capitolo: Wouldn't Change A Thing - Camp Rock 2.
Canzone perfetta per Mike e Daffy, che dite? Dal testo tradotto "Come fuoco e pioggia,
                                                                                                         Mi farai diventare matta,
                                                                                                         Siamo come Venere e Marte
                                                                                                         Siamo come due stelle diverse."
Un bacione.

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Capitolo 11
*** Meet me in a land of hope and dreams ***


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Kennethcap.10 Riassunto del capitolo precedente:
Michael chiede a Jamie di far finta di essere la sua fidanzata per far ingelosire Daphne. Julie e Jamie litigano per via di Julie che sostiene che la povera Jamie sia una troia, poi vengono separate dai rispettivi fidanzati. Daphne assiste alla scena e vede che Michael bacia Jamie, rimanendo molto delusa. Al cambio dell'ora la castana va per prendere i libri del moro, ma notando che lui non le presta attenzione, essendo occupato a baciare Jamie, e lei si arrabbia e inizia a fargli una scenata, piangendo, intimandolo di non nominarla nemmeno. Concludendo così con un "ti odio" corre in bagno seguita da Julie. Kenneth si ferma da Michael confermando il fatto che lui sia un emerito coglione. Nel bagno intanto Julie cerca di capire quali sono i sentimenti per Michael da parte di Daphne, che alla fine afferma che il ragazzo le piace. Il capitolo si conclude con le due ragazze che corrono nelle rispettive classi, essendo già in ritardo.



10-Meet me in a land of hope and dreams
Michael aveva lo sguardo perso nel vuoto. Non riusciva a credere di aver perso una delle persone più importanti della sua vita. Si sentiva morire quando ripensava a ciò che gli aveva detto Daphne prima di andarsene. Non riusciva proprio a capire se l'aveva detto perché lo odiava davvero o perché era presa dal momento.
Il ragazzo guardò fuori, come se nel cortile della scuola ci fosse la soluzione a tutti i suoi problemi.
-Harris!-
Michael si voltò di scatto:-Sì prof?-
-Cosa stava guardando fuori di tanto interessante?-
-Hem...niente prof, scusi.-
-Non vogliamo ragazzi imbambolati qui!-
-Sì scusi...-
-Continua tu a leggere.-
-D'accordo...- Kenneth gli segnò il punto in cui erano.
-Matthews?! Ci si mette anche lei?-
-Eh prof...se non ci si aiuta tra compagni...-
-Ah, la pensate così voi due? Allora credo che vi aiuterete anche in punizione oggi pomeriggio. No?-
I due si ammutolirono:-Va bene...-
-Ci sono tutti i palloni da ginnastica da gonfiare e pulire. Vi divertirete. Forza Harris, continui a leggere.-
Il ragazzo riprese a leggere e riuscì a distogliere i suoi pensieri da Daphne.

Per tutte le quattro ore che seguirono Michael e Daphne non si videro più e all'uscita da scuola praticamente lei corse via, mentre Michael e Kenneth si fermarono a mangiare fuori, perché comunque dopo un'ora sarebbero dovuti rientrare a scuola per via della punizione.
Intanto Jamie era salita sull'autobus per raggiungere la casa dei suoi nonni. Erano veramente poche le volte che prendeva l'autobus ma puntualmente era sempre pieno. Per fortuna quel giorno trovò una coppia di posti liberi così si sedette e appoggiò pure la sua cartella sul sedile vuoto. L'aspettava una corsa di venti minuti, così si mise le cuffie e chiuse gli occhi. Li riaprì solo quando sentì una mano batterle le spalle:-Sì?-
-Posso sedermi qui?- il ragazzo indicò il sedile con la cartella di Jamie sopra.
-Certo...-
-Grazie.- la ragazza guardò l'individuo. Non era niente male: era alto poco più di lei, avrà avuto la sua età. Aveva gli occhi nocciola, esattamente come quelli di Daphne, e i capelli sistemati in un ciuffo di un bellissimo castano scuro.
Fu proprio lui a parlare per primo:-Bene, quindi...come ti chiami?-
-Sono Jamie. Tu?-
-Sean.-
-Piacere.- si strinsero le mani, sorridendo.
-Allora Jamie...quanti anni hai?-
-Sedici, vado per i diciassette al tre dicembre. Tu?-
-Indovina.-
-Devo indovinare la tua età?-
-Esatto.- il ragazzo sorrise, aveva un sorriso magnetico.
-Beh, io ti darei sui...diciotto?-
-Mancato di uno, ne ho diciassette. Compiuti in novembre.-
-Ah...figo.-
-In che scuola vai?-
-Senti Sean, non è che sei un maniaco?-
-Un...un maniaco?- il ragazzo scoppiò a ridere:-Solo perché sto facendo conoscenza non vuol dire che sia un maniaco!-
Jamie si perse per un attimo in quella risata cristallina per poi ridestarsi e ritornare alla normalità:-Vado alla Kingsley High School. Te invece?-
-Io alla Donald High School.-
-Chiaro. Dove devi scendere?-
-Non è che sei una maniaca per caso?!-
-Ti giochi la carta della legge del taglione eh?!- la biondina si mise a ridere...non era affatto male quel Sean.
-Già. Comunque scendo alla prossima.-
-Ah...-
-Non vieni spesso in autobus te, vero?-
-No. Vengo solo quando devo andare dai miei nonni.-
-Non sei di queste parti, vero?-
-In realtà no, sono dell'Irlanda.-
-Da quanto sei qui?-
-Saranno due settimane. E' solo la seconda volta che prendo il bus.-
-Difatti mi sembrava di averti già visto...giovedì scorso. Può essere?-
-Sì, sono andata dai miei nonni giovedì. Hai una memoria d'acciaio Sean!-
-Ricordo solo quello che voglio ricordare.- Jamie arrossì, era una bella frecciatina quella.
-Capito...Mi sa che devi scendere.- la biondina spiò fuori dal finestrino, scorgendo la fermata del bus.
-Già, purtroppo. E' stato un piacere conoscerti Jamie, spero che ci rivedremo presto.-
-Anche io...-
-Magari in una terra di sogni e speranze.- il ragazzo si alzò.
-Come?-
-In una terra di sogni e speranze...sarebbe un bel posto in cui incontrarsi, no?-
-Credo di sì...-
-Allora è un arrivederci...ciao biondina!-
-Ciao Sean!- il moro scese dall'autobus. Se avesse creduto nell'amore a prima vista, di sicuro quel Sean sarebbe stato il suo principe azzurro. Lei sfortunatamente non ci credeva, ma stava cominciando a ricredersi. Sembrava davvero un bel tipo, simpatico, carismatico, gentile e per non parlare della sua bellissima risata. Era un bel po' di tempo che Jamie non si sentiva così attratta da un ragazzo. Su di lei però incombeva l'incubo della sua migliore amica e della fine che aveva fatto a causa di un ragazzo. Quindi scosse per un attimo la testa cercando di togliersi l'immagine di quel ragazzo dalla mente, ma più ci provava, più la risata cristallina di Sean si faceva sentire, così ci rinunciò e si rimise le cuffie, pensando ad una terra di sogni e speranze, che sperando e sognando, un giorno sarebbe stata loro.

Intanto, Kenneth e Michael erano in palestra a lucidare i palloni. Il bello era che in totale ce ne erano circa una ventina da pallavolo, una quarantina da football, una decina da basket e una quindicina da rugby, più tutte la palline da tennis e da baseball. Grazie a Dio non c'era la prof lì con loro, solo il bidello che ogni tanto veniva a controllarli.
-Kenneth...che posso fare?-
-Inizia a lucidare quelle da basket se hai finito con quelle da pallavolo.-
-Idiota, intendevo con Daphne.-
-Ah...boh, non so. Prova a chiederle scusa.-
-Se mi avvicino dico che mi mangia vivo.-
-Che esagerato. Al massimo ti urla dietro.-
-Grazie al cazzo Matthews.-
-Harris sei stato un idiota, spiegami cosa vuoi fare!-
-Voglio farmi perdonare perché so di essere stato un idiota e so di averle fatto male.-
-Dimmi solo perché l'hai fatto.-
-Non lo so...-
-Ti ricordi cosa ti ho detto un po' di giorni fa?-
-No...-
-Quando mi hai detto da quanto mi occupavo di psicologia.-
-Ah sì...- al ragazzo venne subito in mente quella conversazione:
"
-Da come ce ne hai parlato sembra una ragazza tanto...fragile...vulnerabile.-
-Mh? E da quando ti occupi di psicologia te?-
-E' un'impressione. Poi la conosco un po'...l'ho capito dal modo in cui si pone con le persone.-
-
Sarà quel che sarà. Ma non le farei mai del male, se è a questo che volevi arrivare.-"
-Vuoi dire che tu sapevi che sarebbe andata a finire così?-
-Non avevo programmato addirittura una cosa del genere, ma sapevo che avresti fatto su qualcosa.-
-Fanculo Matthews.-
-Che ho fatto?-
-Mi conosci meglio di quanto non mi conosca io.-
-Lo so, lo so...-
-Allora, che posso fare?-
-Come hai detto tu, lei non ti vorrà ascoltare...devi...-
Il ragazzo fu interrotto da Liam, un loro amico che giocava nella squadra di football, che entrò nella palestra.
-Ciao ragazzi!-
-Ciao!- risposero loro due in coro.
-Michael, ho bisogno di un mega favore.-
-E sarebbe?-
-Dopodomani giochiamo una partita amichevole contro la Donald High School e io domani devo andare in Italia con i miei genitori...-
-E cosa c'entro io in tutto ciò?-
-Potresti sostituirmi?-
-Che?! Ma sei fuori?-
-Ascolta, sei bravo a giocare a calcio Mike, ti prego.-
-Liam se non mi sono iscirtto alla squadra c'è un motivo...e poi sul serio non ho mai fatto un allenamento serio.-
-Ma quando eri più piccolo hai giocato!-
-Sì va beh ho smesso a dodici anni di giocare...-
-Michael ti scongiuro. Non puoi dirmi di no.-
-In che ruolo giochi?-
-Attaccante a centrocampo.-
-Allegria!-
-Eddai...cosa devo fare per convincerti?-
-Ma senti...e poi come la mettiamo con il coach? Non ne vorrà nemmeno sapere...-
-Gliel'ho già chiesto, lui ha detto che va bene, basta che fai un allenamento solo con la squadra almeno prima di sabato.-
-E quand'è che vi allenate?-
-Ci stiamo allenando adesso.-
-Non posso sto pulendo i palloni.-
-La prof capirà...-
-Kenneth?- disse il moro, rivolgendosi al suo amico.
-Vai vai e fagli vedere cosa sai fare Harris.-
-Va bene, avete una maglietta da prestarmi?-
-In spogliatoio c'è tutto ciò che occorre.-
-Ok, a dopo Ken, grazie!-
-Di niente.-
Michael seguì Liam negli spogliatoi e, indossata la divisa della squadra andò in campo. Subito l'accolse l'allenatore:-Benvenuto Harris!-
-Grazie prof...però è solo per questa partita.-
-Se vuoi, c'è un posto libero in squadra...-
-Non credo prof, mi dispiace.-
-Non preoccuparti, intanto preoccupati di riscaldarti. Liam ti dirà come fare.-
-Va bene, allora io vado...-
I due ragazzi si diressero verso l'estremità del campo e iniziarono a correre per tutto il perimetro. Fecero tre giri prima che Liam salutasse qualcuno sulle tribune, ma Michael non fece in tempo a girarsi per vedere chi era.
-Hey Liam?-
-Sei già stanco?-
-No no...chi è che hai salutato?-
-Daphne, quella di 3^A...la conosci?-
Michael si fermò come un baccalà:-Sì, sentita nominare...- riprese a correre:-Come fai a conoscerla?-
-Beh, siamo stati insieme due anni fa ma siamo rimasti amici.-
-Che?!?-
-Non hai capito?-
-No...cioè, sì. Ho capito.-
-Dai, corri e zitto.-
Al giro successivo Michael si accorse che la ragazza lo stava tenendo guardato, ma distolse lui lo sguardo per primo.
Finito il quinto giro, iniziò con qualche tiro in porta, su cinque ne mandò a segno tre. Non se la cavava affatto male, daltronde ci aveva giocato per otto anni, poi aveva smesso perché non riusciva più a conciliare gli impegni con la scuola.
Dicevamo, intanto Daphne se ne stava nelle tribune ad osservare la squadra giocare, e vedendo che non se ne andava, Michael chiese a Liam:-Ma...Daphne che ci fa lì?-
-Lei c'è ad ogni allenamento. Dopo, quando finiamo, ci porta l'acqua e in genere tipo...chessò...qualcosa da mangiare.-
-Quindi...dopo viene lì con noi?-
-Sì e di solito sta con noi una mezz'oretta.-
-Oh cazzo...-
-Perché?-
-Lascia perdere.-
-Come vuoi, ora però facciamo una partitella sette contro sette...- Liam diede a Michael una casacca arancione, mentre lui se ne infilava  una verde:-Tu stai a centrocampo.-
-Va bene.-
-Per curiosità,  che ruolo eri quando giocavi?-
-Ero attaccante.-
-Beh, non cambia molto.-
-Come vuoi.-
Così iniziò la partita. All'inizio finì subito a terra, ma dopo dieci minuti di gioco si prese e giocò molto bene. Segnò anche un gol, tentando una mezza rovesciata, tanto per vedere i mezzi a sua disposizione. Quello che più gli dava fastidio era che Daphne era lì a guardarlo e ogni errore che faceva, pensava lui, era un buon motivo per prenderlo in giro.
Daphne invece non la stava pensando così. Era ancora arrabbiatissima con lui, ma si divertiva a vederlo giocare, anche perché, lei lo sapeva, che ne era innamorata e ad ogni innamorata piace vedere il proprio ragazzo giocare  e divertirsi. Sapeva inoltre, che prima o poi avrebbe ceduto e gli avrebbe rivelato tutti i sentimenti che provava, celati da un velo di rabbia che tentava di prendere il sopravvento. A tal proposito, Michael non le aveva ancora chiesto il segreto. Forse non gli importava del suo fantomatico segreto...forse l'aveva fatto per stare con lei. Era assorta nei suoi pensieri, quando squillò il telefono, la suoneria arrivava chiara alle orecchie di Michael
. Bruce Springsteen. lo conosceva bene quel cantante, Daphne glielo aveva fatto ascoltare un paio di volte. Le parole che sentì furono: "Meet me in a land of hope and dreams...".  Già, sarebbe stato bello incontrarsi in una terra di sogni e speranze, una terra sconosciuta a tutti, che un giorno avrebbero reso loro.

Angolo autrice
Salveeeeeeeeeee gente :D
Qui è l'autrice, da Rosolina Mare. Voi non sapete né il mio nome, né la mia età. Ve lo prometto, lo scriverò nell'ultimo capitolo o nei ringraziamenti (nel caso in cui li farò). Allora, prima di tutto il capitolo, poi le chiacchiere. Tra Mike e Daphne c'è una sottospecie di amore/odio, amore da parte di lui, odio da parte di lei, ma come avete visto è solo una maschera che lei porta, in realtà si era capito da un pezzo che lei ha un debole per lui. Potremmo addirittura dire che ne è innamorata, no? Devo ringraziare mia sorella Micol (Micol con la M e senza la E alla fine) che mi ha dato l'idea di far entrare Michael nella squadra di calcio. Ovvio, non l'ho fatto entrare per l'anima del menga...tra due o tre capitoli si scoprirà il perché :) Poi...ah sì. Non potevo lasciar sola la prode Jamie Chastity O'Connor, trovate? Ho cercato un attore anche per Sean, ma non sono riuscita a trovarlo...Io me lo immagino come un figo spaziale. Alto, capelli castani, occhi nocciola...mi spiego? Chissà se si ritroveranno mai in una terra di sogni e speranze...
Ora parliamo della mia realtà. Beh, sono al mare, cosa potrei volere di più? Cavalcare, naturalmente. Lo farò al mio rientro in patria. Ho convinto pure mia madre (dopo un anno di tentativi) ad andarci. Mi sa che lporterò io il cavallo XD Poi, stamattina ho comprato un libro che ho finito nel giro di questa giornata, probabilmente lo conoscete: Bianca come il latte, rossa come il sangue. E' un libro di Alessandro D'Avenia. Hanno fatto pure il film. Vi consiglio il libro però, è una storia commovente scritta da un abilissimo scrittore, che sa farti viaggiare con la mente e riesci ad immedesimarti in Leo, il protagonista e riesci a percepire le sue emozioni, e a me ha suscitato una cosa stranissima la concezione di Leo sui colori: lui odia il bianco perché è il colore del silenzio, del buoi e della pelle della sua innamorata, Beatrice, quando piano piano viene consumata dalla leucemia. Leggetelo, è un libro che mi ha preso il cuore. Poi, sto sentendo la mia migliore amica e le sto dicendo che per me lei è cambiata e pure lei me lo ha confemato e continua a sostenere che non gliene frega niente di cosa pensano di lei le persone, quando, testuali parole, sta cambiando per non fare la figura della brava bambina con loro. Bah, che società di merda. Anzi, dimmerda. Ve lo dico col cuore in mano, meglio non affezionarsi troppo alle persone, spesso finiscono per deluderti! Va beh, non andiamo oltre va'...
Canzone del capitolo: Can't Stay Away - IM5 feat. Bella Thorne

Baci :*

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Capitolo 12
*** Football in love ***


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Kennethcap.11 Riassunto del capitolo precedente:
Kenneth e Michael ricevono una punizione lo stesso giorno del litigo di Michael con Daphne e sono costretti a passare il pomeriggio a pulire i palloni in palestra. Però a Michael viene chiesto di sostituire un suo amico in una partita amichevole contro la Donald High School per via della partenza del giocatore. Lui accetta, avendo già giocato per otto anni a football, a patto che riesca a fare almeno un allenamento con la squadra, giocando la partita solo due giorni dopo. Così durante gli allenamenti scopre che Daphne assiste i giocatori ad allenamento finito. Intanto Jamie sull'autobus incontra un ragazzo di nome Sean e fanno amicizia. Lei pare essere già cotta di questo ragazzo, anhe se le frecciatine da parte sue non mancano. Così si salutano sperando solo di potersi ritrovare un giorno in una terra di sogni e speranze.



11-Football in love
Gli allenamenti stavano per finire. Michael era più o meno ancora tutto intatto, tranne due o tre tacchetti stampati sul ginocchio destro. Michael aveva sempre avuto una marcia in più rispetto agli altri giocatori, perché oltre a sapere giocare, aveva sempre un occhio in più per ciò che succedeva nel campo, osservando le mosse degli avversarsi ed elaborando in quattro e quattr'otto una strategia spesso vincente. Si poteva definire uno stratega, e difatti si vedeva come, anche se appena "entrato" in squadra, dirigeva il proprio gruppo com un professionista, per quanto la sua età gli potesse permettere, ovviamente.
Daphne lo guardava catturata dal suo viso concentrato sulla partita, le gocce di sudore che gli imperlavano la fronte, il fiato corto a causa di tutto quell'avanti indietro per tutto il campo, i capelli castani scompigliati a causa della giornata non proprio primaverile. Ne era innamorata, ora ne era certa. Ethan poteva andare a farsi fottere. Anche lui daltronde però non faceva nulla per rianimare la loro relazione che da due mesi a questa parte si era affievolita molto. Non uscivano più, si sentivano di rado. Probabile che pure lui l'avesse rimpiazzata con un'altra. Daphne avrebbe troncato la loro relazione il prima possibile. Se non all'istante. Così prese il telefono e inviò "Mi dispiace, è meglio finire la nostra relazione." in tutta risposta dopo non appena tre minuti ricevette un "Sono d'accordo. Ci vediamo".
Su questo non si poteva lamentare, Ethan era sempre stato un tipo comprensivo. Ora era libera. Non stava male, stava esattamente come prima. Ormai quella relazione non aveva più quel valore autentico di una volta. Tanto meglio, pensò. Dopo poco il coach fischiò tre volte e tutti i ragazzi si radunarono attorno alle panchine. Così la ragazza (veramente unica ragazza in mezzo a sedici maschi: 14 giocatori, il coach e un medico lì per eventuali infortuni) prese su la borsa termica e uno scatolone e scese in campo. La salutarono tutti, tranne Michael, che fece un leggero cenno con la testa. Lei aprì la borsa e passò una bottiglietta d'acqua a tutti, tranne a Michael che non la prese per -molto realistico- non voglia di bere. Dopo poco aprì anche lo scatolone e passò una pastina al cioccolato a tutti, ovviamente rifiutò ancora. Sia chiaro che non gliele passava lei le cose, le riceveva tramite compagni di squadra. Non appena recuperate le forze Michael si avviò verso gli spogliatoi e Daphne se ne accorse. Voleva fingersi indifferente, perché di fatto l'ultima cosa che gli aveva detto era "ti odio". Ma l'immagine di quel ragazzo così perfetto per lei che si disperdeva negli spogliatoi la fece ridestare e presi su bottiglietta e pastina, corse nell'ambiente umido e maleodorante. Corse, perché Michael aveva il passo veloce, deciso. Corse, perché voleva urlare i sentimenti che sentiva per Michael, ma doveva trattenersi a causa della maschera da finta arrabbiata che si era costruita. Corse, perché non poteva sopportare l'idea di non rivedere Michael fino al giorno dopo. Arrivata all'entrata un'ondata di vapore la investì: Michael aveva acceso la doccia, ma non era entrato. Così la ragazza lo chiamò, perdendosi nell'edificio:-Michael!-
Il ragazzo rispose, facendole segno con la mano da una delle tante porte. Lei corse e vi entrò. Lui non aveva riconosciuto la voce e probabilmente se l'avesse riconosciuta ora non si troverebbe a dorso nudo di fronte alla ragazza di cui era innamorato, con cui aveva litigato di brutto la mattina stessa. Lei arrossì un po', prima di lanciargli l'acqua e la pastina:-Non so perché tu non le abbia prese. Ma ti conviene accettarle. Devi reintegrare i sali minerali.-
Lui le appoggiò delicatamente sulla panchina, sapeva che un solo passo falso e lei se ne sarebbe andata, non sapeva in realtà che lei però non aveva intenzione di muoversi di lì.
-Grazie.-
-Mh.-
-Beh, a questo punto credo che le scuse non servano. Più di dirti che è stato tutto un grande sbaglio non so cosa fare.-
-Ci sono rimasta male. Avevi detto di essere innamorato di me. Poi ti sei messo con Jamie.-
-E se ti dicessi che stavamo insieme per finta? Che volevo fare il coglione solo per farti ingelosire? Mi crederesti Daphne?...Ci riusciresti?-
La ragazza rimase impietrita. Ad accompagnare i battiti veloci dei loro cuori solo lo scroscio dell'acqua che sbatteva impetuosa contro il pavimento della doccia. Il vapore annebbiava le loro viste. Non erano così vicini da potersi distinguere nel vapore umido. Si vedevano appena. Quel tanto da sapere con chi stavano parlando. Quel tanto da vedere il viso di Daphne che prendeva un colorito bordeaux. Quel tanto da vedere il petto nudo di Michael.
-Vuoi forse dirmi che dovrei crederti? Era tutta una balla...?-
-Sì. Era un gioco. Un brutto gioco. Che alla fine ha finito per ferirti.-
-Allora dimmi, Michael...- la ragazza si avvicinò cauta al moro, immobile:-...Non è vero che tu stai con Jamie?-
-Esatto...secondo te potrei mai fare una cosa del genere sul serio? Dire ad una ragazza di essere innamorato di lei e mettermi con una il giorno stesso?-
-Non ti conosco abbastanza bene da poterlo dire.-
Questa volta fu il ragazzo ad avvicinarsi a Daphne:-Forse perché non mi hai mai voluto conoscere.-
-E sai il perché?-
-No...- ora erano vicinissimi. Lei gli buttò le mani al collo, incollandosi al corpo sudato del ragazzo. Era la prima volta che si abbracciavano. Il vapore li avvolgeva come una calda coperta, il fruscio dell'acqua colmava quel silenzio carico di emozione. In un sussurro, lei gli disse:-Forse perché mi andavi bene così.-
Appoggiò la testa al petto del ragazzo, non le importava che fosse sudato, anzi rendeva più magico il momento. Lui la stringeva per la vita, attirandola a se. Entrambi volevano che il tempo si fermasse.
-Vuoi dire che mi hai perdonato per quest'enorme cazzata?-
-No. Non ti ho perdonato. Sto solo prendendo in considerazione l'idea che tu mi possa piacere.-
-Scusa, non eri fidanzata?-
-Esatto...ero.-
-Sei pazza, Finnegan.-
-Tu sei messo peggio Harris...ti sei innamorato di me.-
-Hai ragione...- i due sciolsero l'abbraccio.
-Beh, credo che mi aspettino in campo.-
-Non puoi restare?-
-Devi farti la doccia, non credo sia il caso...-
-Ancora una volta hai ragione...- il ragazzo fece per baciarla sulle labbra, ma lei gli porse la guancia:-Spiacente, sono ancora arrabbiata.-
Lui sorrise e le baciò la guancia:-Ci vediamo domani.-
-Certo.-
E se ne andò dallo spogliatoio. Ecco le magie che può compiere una semplice bottiglietta d'acqua.

Venerdì.
Michael e Kenneth si erano visti la sera prima, dove Michael aveva potuto raccontargli quanto successo nel pomeriggio.
Kenneth era contento per l'amico e sperava che non facesse più cazzate.
La mattina si trovarono Kenneth e Julie prima del previsto e andarono avanti, lasciando Michael con Daphne.
-Ma quindi...lei l'ha perdonato?-
-Lei dice di no...ma sicuramente sì.-
-Chissà cosa sarà capace di combinare Michael stavolta...-
-Dagli un po' do fiducia! Vedrai che se la caverà.-
-Bah...convinta te...-
-Eh certo...lo conosci il nostro Michael.-
-Mh...-
-Che succede?-
-Ma niente.-
-Kenneth...-
-Julie, non ti sembra che noi tre ci stiamo allontanando?-
-Cosa? Ma va...è solo che adesso io e te stiamo insieme, e Michael ha la sua pseudo-storia da seguire...siamo sempre gli stessi.-
-Non lo so Julie..ti confesso che ho paura.-
-Mannò Kenneth...non devi averne. Noi siamo sempre noi. Siamo quelli che alle comunione vanno vestiti con la maglia di Bart Simpson, siamo quelli che vanno a mangiarsi una capricciosa, un'inglesina e un calzone al Pizza&Beer...-
Il biondo si girò e abbracciò stretta la ragazza:-Grazie Julie...se non ci fossi te...-
-Non succederebbe nulla.-
-Cosa? Ma che dici?-
-Massì...-
-Non dirlo neanche per scherzo...- Kenneth la baciò. Era la cosa più dolce da sentirsi dire.
-Ti rendi conto Kenneth..che fino a poco tempo fa eravamo migliori amici?-
-Ma siamo ancora migliori amici.-
-Dici?-
-Eh certo...solo perché stiamo insieme, non vuol dire che non possiamo più fare cose da migliori amici.-
-Già.-
Lei gli prese la mano:-Ma possiamo fare più cose da fidanzati.-
-Hai ragione...-
I due si avviarono dall'alba verso il tramonto -in realtà erano le sette e mezza, era buttata lì un po' poetica- mano nella mano.

Intanto, si ripeté la scena di circa tre settimane prima. Michael aveva le cuffie e da dietro gli arrivò Daphne.
-Hey Mike!-
-Hey Daphne...tutto bene?-
-Sì, tutto benissimo...etcì!-
-Salute...raffreddore?-
-Eh già...sarà stato ieri.-
-Già, sei passata da venticinque gradi nello spogliatoio a dieci gradi fuori.-
-Fa sempre così caldo negli spogliatoi?-
-Quando accendi la doccia soprattutto, ma in genere sì, fa sempre caldo.-
-Invece oggi fa freddo.- la ragazza si strinse in se.
-Tieni...- Michael si tolse la felpa e la mise addosso a Daphne.
-Grazie...etcì!-
-Salute.-
-Grazie. Che devi fare oggi a scuola?-
-Oggi ho compito di filosofia. Te?-
-Niente...ah no, verifica di ginnastica.-
-Verifica di ginnastica? E come fa a farvela?-
-Testa la nostra resistenza, poi in genere ci fa fare salti in lungo e in alto.-
-Non c'è da uccidersi?-
-Beh, un mio amico un giorno si è rotto il polso facendo una capriola durante una di queste verifiche.-
-Oh poveretto. Senti...oggi vieni per i libri?-
-Come vuoi.-
-Per me...sei tu che non mi volevi più vedere.-
-Massì...ero solo arrabbiata. Dai che vengo.-
-Grazie Daphne.-
-Prego...sei emozionato per domani?-
-Per la partita dici?-
-Sì.-
-Un po'...-
-Dopo verrai alla festa post-partita vero?-
-Quella a casa di Hunter?-
-Esatto.-
-Sì...tu vieni?-
-Sì sì. Una curiosità, con che maglia giochi?-
-Uso quella di Liam, anche se non mi chiamo Jackson di cognome.-
-Ah...-
I ragazzi arrivarono davanti a scuola, dove ad aspettare Michael c'erano Kenneth e Julie sempre nel solito angolino.
-Ora vado dalle mie amiche Mike...-
-Ok, ti voglio bene!- il moro diede un bacio sulla guancia a Daphne, che arrossì:-Anche io. A dopo.-
Così Michael raggiunse i suoi amici e subito Kenneth gli disse:-Ce l'abbiamo fatta?-
-Sì amico, ce l'abbaimo fatta.-
-E finalmente! Allora state insieme?-
-No. Non ci siamo ancora baciati...-
-Che vergogna...-
-Eddai...sii clemente. Dammi tempo.-
-Sì sì...tutto quello che vuoi.-
-Grazie.-
I ragazzi entrarono e la mattinata passò tranquilla. Daphne andò da Michael ad ogni cambio d'ora...sia chiaro, non stavano insieme, semplicemente sapevano di piacersi (e molto anche) a vicenda.

Sabato pomeriggio.
Michael era negli spogliatoi insieme ai suoi compagni di squadra. La tensione era alle stelle per il ragazzo, oltretutto la squadra avversaria vantava di un anno in più. Terza contro quarta, uno dei duelli più amati.
Erano le quattro. Alle quattro e un quarto l'arbitro avrebbe fischiato l'inizio della partita. Michael era sollevato solo dal fato che tra gli spalti c'erano Kenneth, Julie e Daphne; Jamie a causa di altri impegni sarebbe venuta su per la festa.  
-Hey!- James gli batté sulla spalla.
-Hey...-
-Pronto?-
-Neanche tanto.-
-Maddai Michael...te la cavi davvero bene col pallone, vedrai che andrà tutto bene.-
-Mah...non so.-
-Devi essere più fiducioso.-
-Massì...ci provo.-
-Bravo...dai, si va!-
La squadra si avviò, Michael a chiudere la fila con la maglia numero 12.
Gli spalti erano pieni, studenti della Donald che si confondevano con quelli della Kingsley.
Il ragazzo riconobbe subiti quel coglione del suo migliore amico con la manona rossa svolazzante con su scirtto "vai Harris!", Julie con una maglia bianca con su scritto "forza Mike facci sognare" e Daphne che per fortuna non faceva nulla e non indossava nulla di strano. Appena si accorse che lui la stava fissando, gli mandò un bacio e al ragazzo comparve un sorriso a 32 denti. Allora vuol dire che Cupido, in fondo, ci aveva messo del suo.
I giocatori della Donald avevano la maglietta verde con due strisce arancioni sul pantaloni e sulle maniche, mentre quelli della Kingsley avevano la maglia bianca e i pantaloni rossi. Il numero e il nome, scritti sulla schiena, erano in rosso.
Quattro e quattordici. I giocatori erano tutti sistemati in campo.
Ora mancava solo il fischio dell'arbitro.
Che non tardò ad arrivare.
Michael guardò per un'ultima volta Daphne, che provò a sorriderglia, perché lo vedeva tesisissimo.
L'arbitro suonò: la partita era iniziata.

Angolo autrice
Macciao ;)
ho proprio dimenticato l'angolo autrice in questo capitolo, difatti lo sto scrivendo in contemporanea con l'angolo autrice del capitolo 12. Non ho molto da dire. Al mare ho passato una giornata intera con una delle mie migliori amiche ed è stato bellissimo, davvero! Talking about the chapter...Figa la parte della "dichiarazione", an?
Mi sono divertita un sacco a scriverla, davvero. E poi la partita sta per iniziare...chissà come finirà. Purtroppo non ho altro da dirvi, perché ve l'ho detto, lo sto scrivendo in super-ritardissimo! Quindi vi lascio con la-->
Canzone del capitolo: Alfonso Signorini (Eroe Nazionale)-Fedez.

Baciiiii

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Capitolo 13
*** Eternity ***


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Kennethcap.12 Riassunto del capitolo precedente:
Gli allenamenti finiscono e Daphne porta a tutti acqua e merenda. Michael non le accetta e va in spogliatoio, seguito dalla ragazza. Lei gli porta la bottiglietta e la pastina e hanno un "chiarimento": lui le dice che la sua relazione con Jamie era solo un modo per farla ingelosire, così lei lo perdona dicendo che potrebbe prendere in considerazione l'idea che lui le piaccia, così dichiarandosi. Quindi si abbracciano, lui a dorso nudo, perché aveva acceso la doccia e difatti per tutto lo spogliatoio c'era un banco di vapore. Julie si confessa con Kenneth e dice di avere paura che il loro trio si stia lentamente sciogliendo. Lui però la rassicura e così vanno a scuola insieme, mano nella mano. Sabato pomeriggio. La partita contro la Donald sta per iniziare, Michael è negli spogliatoi e chiacchiera un po' con James rivelando di essere agitatissimo. Appena fuori dagli spogliatoi Michael vede Kenneth, Julie e Daphne, Jamie sarebbe venuta su dopo per la festa post-partita a casa di Hunter. Così l'arbitro fischia e inizia la partita.



12-Eternity
La Donald riuscì subito a prendere possesso palla, e si portò senza problemi nell'area della Kingsley, tanto debole che era la difesa. Erano tutti sparpagliati senza un posto fisso per il campo. Non si sa se per l'agitazione, o per il semplice fatto che era una squadra mai affrontata nel girone.
Michael rimase a centrocampo, perché il coach due giorni prima gli aveva detto che per nessun motivo doveva andare in difesa, serviva di più nel centrocampo. Avrebbe voluto dare una mano, anche perché lo schema che gli avversari stavano usando era facilmente intuibile: usavano una rete di passaggi bassi e corti, impedendo così alla Kingsley di prendere palla.
Intanto, sugli spalti, Julie era con la schiena appoggiata alla spalla di Kenneth:-Dici che vinceremo?-
-C'è Michael in campo, ovvio che vinceremo.-
-Bah...sono forti quelli.-
-Beh, c'è anche da dire che sono di quarta.-
-Guarda...- la ragazza indicò un ragazzo biondo della Donald:-...lo vedi quello?-
-Sì...lo conosci?-
-Sì. Siamo stati insieme alle elementari.-
-Devo essere geloso?- sorrise teneramente il ragazzo.
-Ma va...si chiama Gideon. Io ci stavo insieme perché amo il nome Gideon. A te non piace?-
-Mh...Gideon...non era il nome del figlio dell'Enigmista in Saw?-
-Quello che non è mai nato? Sì, era il suo nome.-
-Quella parte dove c'è la videocassetta e ci sono Jill e Jhon che fanno il video per Gideon.-
-Ti confesso che ho pianto in quella scena.-
-Tu hai pianto...in una scena di un film horror?-
-E beh? Che c'è di male? Pensa com'è fare vedere il cattivo fare un video per un figlio che tu sai già che non arriverà mai.-
-Che poi non si è mai capito se John è il vero cattivo.-
-Già...Kenneth?-
-Dimmi.-
-Promettimi una cosa.-
-E sarebbe?-
-Se io e te avremmo mai un figlio, lo chiameremo Gideon.-
-Non è un po' presto?-
-Mah...io direi di no. Allora? Prometti?-
-Va bene. Nostro figlio si chiamerà Gideon.-
-Ti amo.-
-Anche io. E sai una cosa...Hai presente la canzone "Think about you"...quella scritta un anno fa?-
-Sì...è tanto che non la suoniamo.-
-Già...comunque sappi che l'ho scritta pensando a te.-
-Davvero?-
-Te lo giuro.-
-Oh grazie...-
Lui sorrise e poi le diede un bacio sulla bocca, seguito da una smorfia di Daphne:-Finché voi fate tutti i romanticoni Mike è arrivato in area.-
-Mamma mia Daphne...- scherzò Julie, sperando di evitare un possibile schiaffone:-Hai proprio un cuore di pietra.-
-Quello che ho è per quel ragazzino laggiù.-  disse la castana indicando Michael.
-Aaaw...Allora non sei tutta di pietra!-
-Forse...ma di sicuro non chiamerò mio figlio Gideon.-
Gli altri due risero, magari a qualcuno non sarebbe piaciuto il nome Gideon, ma loro figlio si sarebbe chiamato Gideon. Poco ma sicuro.
La partita intanto proseguiva a senso unico. La Kingsley non riusciva mai a prendere palla: Michael era riuscito ad andare in area di rigore solo quattro volte in tre quarti d'ora. Invece la Donald riusciva ad andare in area come niente, e mandava sempre come punta il numero diciannove, un ragazzo alto e castano. Per questo il primo tempo finì sul tre a zero per gli avversari.
In spogliatoio erano tutti atterriti, mentre il coach cercava di spronarli.
Uno dei ragazzi, col capo chino, disse a bassa voce:-Si sente che non c'è Liam.-
Michael riuscì a sentirlo, così si alzò in piedi in uno scatto:-Sentite, mi dispiace che non ci sia Liam e che al suo posto ci sia io, ma non so cosa farci se lui è venuto a chiamare me!-
Il coach gli andò vicino:-Harris, Jaden ha fatto solo un commento, non era riferito a te.-
-Beh, non è nemmeno colpa mia se non facciamo nulla per riscattarci!-
-Che intendi dire?- chiese un ragazzo.
-Non hanno uno schema difficile di gioco, non hanno neppure tanta tecnica nel tiro! Non dovrebbe essere così difficile rubare loro la palla!-
-E quindi cosa dovremmo fare?-
-Beh...- sorrise il moro -...Una mezza idea ce l'avrei. Dobbiamo cambiare strategia. Ci serve una difesa più forte, almeno finché impediamo loro di proseguire, poi partiamo col contropiede.-
-Ma come facciamo se non riusciamo nemmeno a prendere la palla?-
-Dobbiamo fare il loro gioco. Loro ci hanno già squadrati, sanno quali sono i nostri punti deboli e li sfruttano, noi dobbiamo confonderli.-
-Per me è una pazzia....- commentò sadico un pel di carota di nome Kyle.
-A volte le pazzie funzionano.-
-Come vuoi...per me resta una follia.-
Dopo qualche istante di silenzio, intervenne il coach:-Ci possiamo provare ragazzi. Non è impossibile. Per il primo quarto d'ora proveremo la tattica di Michael, se poi va male, ritorniamo al gioco di sempre. Ora tutti in campo, vi voglio vedere fare scintille!-
Dalla squadra si levò un coro di mormorii, che però finì in un applauso di incoraggiamento.
Appena scesero in campo tutti i ragazzi sugli spalti si alzarono e fecero il tifo, ognuno per la propria squadra.
La partita riprese molto bene: i consigli di Michael portarono buon vento per la Kingsley. Di certo non li superavano, ma ora per lo meno giocavano alla pari.
Tutte e due le squadre si tenevano testa, mentre la stanchezza iniziava a farsi sentire. Grazie a questa nuova formazione andarono in area diverse volte, e al trentesimo minuto erano sul due a tre.  Ad andare in area erano sempre Michael e James che facendo il giochetto dei passaggi corti riuscivano a superare la difesa. Il gol del pareggio lo segnò James, al quarantatreesimo minuto.
Così la partita finì alle cinque e mezza, sul tre a tre. I giocatori si strinsero le mani, e appena ne ebbe l'occasione, Daphne corse in campo. Michael era girato di spalle, intento a respirare un attimo, quando lei gli arrivò da dietro, facendolo sobbalzare. Lui si girò di scatto e, riconoscendola, la prese per la vita, alzandola da terra e facendole fare un giro.
-Michael, sei stato bravissimo!- lo abbracciò stretto.
-Perché c'eri tu a darmi la forza.- anche lui ricambiò la stretta.
La castana appoggiò la testa al petto del ragazzo:-Sei stato grande, davvero.-
Lui fece per baciarla sulla guancia, ma lei si girò di scatto e si lasciò baciare sulle labbra. Michael non se l'aspettava e così prese un bel colorito rosso sulle guance. A peggiorare le cose c'erano tutti i compagni di squadra a fare i coglioni tutt'intorno ai due.
Quando si staccarono, appoggiarono l'uno la fronte all'altra, e il moro sussurrò:-Beh, posto romantico per il primo bacio...-
-Ci puoi scommettere.- sorrise lei, prima di baciarlo di nuovo. Michael lo prese come il suo "premio" speciale, quanto lo era la ragazza. Cosa ci poteva fare se aveva un debole per lei da anni? Finalmente, dopo tanti casini, era riuscito ad ottenere quello che voleva.
La ragazza si sentì chiamare da Julie, così ritornò sugli spalti, permettendo al ragazzo di andare a farsi una meritata doccia.
Nello spogliatoio, George, uno dei ragazzi a cui Michael aveva tenuta nascosta quella pseudo-storia con Daphne, gli disse sarcastico:-Allora Michael...non c'era nulla tra te e Daphne, eh?!-
Michael sorrise leggermente:-Già...-
-Da quanto va avanti?-
-Oh beh, mi sono dichiarato mercoledì.-
-Compimenti, siete una bella coppia.-
-Grazie...- mormorò imbarazzato. Il coach gli si avvicinò:-E così Harris hai una tresca con la nostra Daphne?-
-Qualsiasi cosa sia una tresca, diciamo di sì.-
-Sai, si narra che tutti i baci dati nel campo di calcio saranno eterni.-
-Roba da veterani, coach.-
-Ricordati che ne parli con uno che ne ha fatte di esperienze di questo tipo...-
Entrambi risero, poi Michael gli pose una domanda:-E con lei ha funzionato questo detto?-
-Beh, io sono sposato da cinquantatrè anni, e il primo bacio a mia moglie l'ho dato nel vecchio campo da calcio della Kingsley.-
-Allora ho qualche speranza.-
-Diciamo di sì...a proposito di speranza, se vuoi c'è ancora un posto in squadra.-
-Può darmi il tempo di pensarci su, coach?-
-Senza dubbio...ora va pure a farti la doccia.-
-Grazie...-
Sotto la doccia Michael pensò a tutto quello che gli aveva permesso di vivere questa partita: aveva potuto far pace con Daphne, aveva potuto riscoprire com'era giocare in una squadra, divertirsi giocando a pallone, e soprattutto, beh, aveva baciato Daphne. E tutto grazie ad una partita di calcio.
Quando uscì dalla doccia, in poco tempo si rivestì e insieme alla squadra andò verso casa di Hunter, dove c'era il post-partita.
Sul cancello c'era uno striscione "Bella partita ragazzi".
Ad aspettarli in casa c'erano circa una sessantina di persone, sia della Kingsley sia della Donald. Appena entrarono li investì una baraonda di applausi, anche se in effetti avevano solo giocato un'amichevole. C'era solo una soluzione plausibile: alcool. Strano che incominciassero a bere solo alle sei, comunque in effetti anche dall'entrata si poteva intravedere un tavolo dedicato agli alcolici. Del resto era una festa normale: c'era la musica, tutte le hit tecno/emo del momento, un tavolo con le cose da mangiare e bibite varie. Ogni giocatore si fiondò dal proprio gruppo di amici, così fece anche Michael, che raggiunse Kenneth, Julie, Jamie e Daphne.
Tutti lo salutarono con un abbraccio, e l'ultimo che ricevette fu da Daphne, che lo abbracciò più lentamente. Anche lui la strinse più forte degli altri, per sentirla sua, per rendersi conto che finalmente, era sua.
Erano ancora stretti l'un l'altra, quando lei prese parola:-Sei stato bravissimo Mike.-
-Grazie...sai, ero agitatissimo all'inizio...-
-Immagino.-
-Poi ho visto te, e mi sono tranquillizzato.-
-Così mi fai piangere.-
-Se ti va, no problem.-
-Maddai...- sorrise leggermente, poi tornò seria:-Scusa.- la ragazza si strinse tra le braccia forti del moro.
-Scusa? E per cosa?-
-Scusa se ho fatto tanto la preziosa quando ti ho visto baciare Jamie.-
-Macché...hai fatto quello che ti veniva più spontaneo. E io ho fatto il coglione.-
-Beh, la vita è tua se vuoi stare con qualcun'altra, anche se fosse per l'eternità, non dovrebbe essere affare mio.-
-Invece dovrebbe esserlo.-
-E perché scusa?-
Michael si portò con la bocca all'orecchio della castana e le sussurrò:-Perché tu sei la mia eternità.-
Lei arrossì di botto, e si lasciò andare nelle braccia di Michael:-Anche tu, Michael.-
Lui le allontanò un po' il viso, e appoggiò delicatamente le labbra su quelle della ragazza, sotto gli sguardi sorpresi dei presenti, che non erano riusciti a seguire la conversazione a causa del baccano.
Quando si staccarono, come fecero poco prima, appoggiarono la fronte l'un l'altra, e Michael chiese:-Che ne sarà di Ethan?-
-Che si fotta...- rise la ragazza, prima di baciare Michael, stavolta con più passione.
Intanto, Julie e Kenneth stavano chiaccherando:-Finalmente, era ora.-
La rossa rise:-E non mettergli fretta, povera anima!-
-Ah certo, perché tu non mi hai messo fretta facendomi decidere all'età di sedici anni, prossimo ai diciassette, il nome di mio figlio, no, certo...-
-Beh, è diverso.- si giustificò lei, sorridendo.
-Se lo dici tu.-
-E in tutti i casi Gideon è un bel nome.-
-Non ho mai detto che non mi piace il nome Gideon.-
-E ti conviene, perché sarà il nome di nostro figlio.-
-E se nascerà una femminuccia?-
-Beh...Gideonina.-
Il biondo scoppiò a ridere:-Non chiamerò mai mia figlia Gideonina!-
-E come allora?!-
-Jill. Era la moglie di John dopotutto, no?-
-Mmh...Jill...mi piace. Allora Jill, aggiudicato.-
-Bene, un nome a testa.-
-Se nascessero un maschio e una femmina saremmo a cavallo.-
-Beh, bisogna avere anche una botta di culo.-
-In effetti...-
-E se nascono due gemelli maschi? O due gemelle femmine?-
-E smettila con 'ste domande! Quello che sarà sarà!- rise allegra lei.
-Già, devo rassegnarmi.-
-Bravo.- i due si baciarono.
-Eddai ragazzi, così mi fate star male...- sorrise Jamie.
I due si staccarono e sorrisero, e Julie le rispose:-Arrierà anche per te il principe azzurro.- era la prima volta che si rivolgeva a lei tranquillamente.
-Speriamo di no.-
-No? E perché?-
A Kenneth venne in mente quello che Jamie gli disse due settimane prima, quando gli raccontò della fine della sua migliore amica...che fosse per quello?
-Sapessi...-
-Dai, ti prego...me lo dici?-
-E' meglio di no.-
-Oh andiamo Jamie...-
Kenneth le mise una mano sulla spalla:-Dai Ju, non insistere.-
Jamie prese un sospiro:-No dai Ken, glielo posso anche dire. Ci lasceresti da sole?-
-Certo.- il ragazzo abbozzò un sorriso, prima di raggiungere Michael e Daphne.
Jamie non poteva credere di star per rivelare uno dei suoi segreti più grandi ad una con cui aveva litigato almeno una decina di volte.
-Allora?- chiese Julie curiosa.
-Sai, Julie, io avevo una migliore amica. Si chiamava Alexandra, per tutti lei era Alex, anche per i prof. Lei aveva un ragazzo. Era un ragazzo molto simile a Kenneth, di carattere intendo. Era tranquillo, allegro...stavi bene in sua compagnia. Per tutti erano una bella coppia. Poi un giorno, Alex si è suicidata. Passavo davanti a casa sua e ho visto due ambulanze, e sua madre con un foglio sporco di sangue tra le mani, in lacrime.- Jamie serrò i pugni:-Sul quel fottuto foglio non aveva scritto il vero motivo del suicidio. In poche parole, prima si è tagliata le vene don un pezzo dello specchio che aveva rotto, ma non era riuscita ad uccidersi, così si buttò giù dal terzo piano.- rilasciò la stretta.
-Mi dispiace un sacco Jamie...ma, non offenderti, cosa c'entra col fatto di non voler un ragazzo?-
-Lei nel foglio non lo scrisse, ma io lo sapevo. Fin dal primo giorno che lei me lo disse io non ne parlai con nessuno, per salvaguardare me e lei. Quel fottuto figlio di puttana del suo ragazzo la violentava. Lei non ne poteva parlare con nessuno, né lasciarlo, perché lui la minacciava. Era arrivato a minacciarla con una pistola puntata alla tempia, e non credere che avesse il porto d'armi. Lei non ne poteva più, veniva sempre da me dopo essere stata da lui e io l'aiutavo a coprire i lividi col fondotinta affinché i suoi non lo venissero a sapere, l'aiutavo a ripulirsi da tutto quel sangue che aveva addosso, le fasciavo i punti dove i tagli erano più evidenti e l'aiutavo a convincersi che esisteva una via di fuga. Lei era da quasi un anno che mi parlava di porre fine alla sua vita, ma non era nemmeno la prima volta che tentava il suicidio. Una volta, se non fossi arrivata in tempo, si sarebbe suicidata in mia presenza.-
-Quindi è per questo che non vuoi più un ragazzo?-
-Non è che proprio non lo voglio...è che non voglio rivivere quello che è successo ad Alex. Perché la fine la sappiamo entrambe.-
-E non hai neancora incontrato il tuo tipo?-
-Ti dirò...ero in autobus e ho attaccato bottone con un ragazzo che si è seduto vicino a me e beh, se credessi nell'amore a prima vista direi di esserne innamorata.-
-Sai Jamie, il solo fatto di dirlo ti rende innamorata.-
-Sei...sicura?-
-Fidati, stai parlando con una che ne ha fatti di casini perché era innamorata.-
-Con Kenneth?-
-Esatto.-
-Grazie per questa chiacchierata Julie. E grazie anche per avermi coperta con Daffy. So che le hai detto che io non c'entravo nulla.-
La rossa l'abbracciò di scatto:-Sarò pure una stronza, ma io ci sono se ti servo.-
-Grazie Julie, vale anche per me.-
-Ora andiamo dai ragazzi, che dici?-
-Va bene.-
Così raggiunsero il gruppo. Erano le sette.
I cinque ragazzi stavano parlando tranquillamente quando qualcuno, da dietro, coprì gli occhi a Jamie, facendo segno agli altri di stare zitti; anche se non tutti lo conoscevano.
-Hey...chi ha spento la luce?- si lamentò la biondina, cercando di divincolarsi. L'individuo però spinse il suo corpo verso quello della ragazza, imprigionandola, cosicché lei poté riconoscere che era un ragazzo. Era più alto di lei. La fatidica domanda che fece fu:-Ma insomma chi cazzo sei?!-
Lui si avvicinò all'orecchio, e piano le sussurrò:-Non è esattamente una terra di sogni e speranze, ma ci siamo vicini...-

Angolo autrice
Wellaaaaaaaa gente!
Eccoci con un nuovo, piccante, capitolo. Chi sarà mai questo ragazzo misterioso? Lo so, lo so, lo sapete già. Beh, che ve ne pare del nome Gideon? Sapete, mi sparo talmente tanto Saw che mi ha contagiata e il nome Gideon mi piace molto. Anche Jill comunque non è male. Qual'è il vostro Saw preferito? Il mio è il due, perché c'è anche Erik Knudsen che recita nei panni del giovane Daniel, ed è il mio attore preferito :) Tanto per, ha fatto anche Robbie Mercer in Scream 4. Ah, tenetevi a mente la canzone, mi raccomando...Think About You. Ritornerà. E' una promessa. Poi, parlando del nostro, adorato, Michael. Allora, finalmente ci siamo, si sono baciati! *coro gospel che canta alleluja*. Domani vado a cavallo, sapete? Ho chiesto al mio istruttore se posso montare a pelo e lui ha detto che va bene :) Non vedo l'ora. Hey raga, vi consiglio di vedervelo Saw (1; 2; 3; 4; 5; 6; 7; tanto sono tutti bellissimi), perché oltre a qualche colpo ogni tanto non è molto horror, se non per le parti splatter, che in quelle non lo batte nessuno. Voi non sapete nemmeno quanta fatica ho fatto per finire questo strabenedetto capitolo, perché in contemporanea sto scrivendo anche una one-shot sugli One Direction. Non che mi piacciano, ma tanto per cambiare un po' genere. Comunque, oltre a questo. L'ho dovuto riscrivere in tutta la sua lunghezza, perché nella prima versione, data la mia frettolosità nello scrivere, c'era tutto ciò che ho ripianificato di scrivere nei prossimi DUE capitoli. E, diciamocelo, racchiudere tre capitoli in un solo fottuto capitolo vuol dire essere ignoranti sulla materia "scrittura", per lo meno io la penso così. Vi anticipo solo che nei prossimi capitoli l'happy ending ve lo potete scordare. Difatti sono sicura che non saranno facili da scrivere. Sapete, il 6 ottobre ho la Cresima. Già, sono ancora picciola (picciola scritto apposta così). Siamo in sette a passarla, tra cui il tipo che mi piace. Chissà se almeno noi avremmo un happy ending, visto che con l'altro bastardo di merda è andata male. Ora vado, prima però
Canzone del capitolo: She makes me go-Arash ft. Sean Paul.
Ciao belli :D

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Capitolo 14
*** Can you keep a secret? ***


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Kennethcap.13 Riassunto del capitolo precedente:
Michael gioca la partita, che termina sul tre a tre, al termine della quale lui e Daphne si baciano per la prima volta. Dopo essersi fatti la doccia i ragazzi vanno a casa di Hunter per il post-partita. Lì Michael e Daphne si baciano ancora, dichiarandosi definitivamente. Jamie racconta a Julie ciò che è successo alla sua migliore amica, e la discussione termina in un inaspettato abbraccio. Quando ritornano dai ragazzi, che le avevano lasciate sole, qualcuno copre da dietro gli occhi a Jamie. Lei riconosce che è un ragazzo, più alto di lei, ma non riesce a capire chi è. Tutto torna quando però lui le dice una certa frase.

P.S.
SCUSATE SE IL FORMATO HTML E' PESSIMO MA IL MIO PC HA DEI PROBLEMI.



13-Can you keep a secret?
Lui si avvicinò all'orecchio, e piano le sussurrò:-Non è esattamente una terra di sogni e speranze, ma ci siamo vicini...-
Jamie sgranò gli occhi, anche se erano ancora coperti dalle mani forti del ragazzo:-Sean?-
Lui sorrise dolcemente, mentre le liberava la vista:-Esatto biondina...- le prese delicatamente le spalle e la girò verso di lui:-Da quanto che non ci si vede eh...-
-Beh, da giovedì.-
Entrambi sorrisero, e poi si abbracciarono. Non lo sapevano nemmeno loro il perché di quell'abbraccio, perché a conti fatti si conoscevano appena.
-Perché non c'eri alla partita?-
-Dovevo fare delle commissioni con mia mamma. Tu hai giocato?-
Detto questo, intervenne Michael, sorridendo:-Oh sì che ha giocato. Ci ha cacciato due gol. Tu eri il diciannove Sean?-
-Esatto. Tu il...quattordici?-
-Giusto. Come vi conoscete voi due?-
-Ci siamo incontrati in autobus.-
-Ah...forte.-
-Ve la posso rubare un po'?- rise allegro il ragazzo della Donald.
-Certo...tutta tua.- sorrise di rimando Michael.
Il castano e la biondina si allontanarono, immergendosi nella folla. Così di sedettero sul divanetto e iniziarono a parlare.
-Da quanto giochi a football Saen?-
-Da quando sono entrato alla Donald.-
-Quindi è una passione che ti porti dietro da tanto...-
-Sì. Te invece? Che fai di bello nella tua scuola?-
-Sai com'è, sono arrivata da poco...non ho ancora un posto nella società.-
Il ragazzo rise, allegro. Jamie era innamorata di quella risata, di quegli occhi nocciola, di quel ciuffo castano. Probabilmente, di lui.
-Lo troverai, vedrai.-
-Sai Sean, assomigli molto ad una mia amica.-
-Davvero? Chi è?-
-Daphne Finnegan...la conosci?-
-Daph? Certo che la conosco!-
-Ah sì? Come...come l'hai conosciuta?.-
-Beh, siamo cugini. E' difficile non conoscere cugini.-
-Aaah, quindi è per questo che vi assomigliate.-
-Già.-
-Fai Finnegan anche te di cognome?-
-Sì. Tu invece?-
-O'Connor.-
-Cognome tipico irlandese.-
-Difatti.- sorrise lei.
-E' stata una fortuna incontrarci di nuovo, no?-
-Già... è vero.- la biondina arrossì un pochetto.
-Senti Jamie, mi daresti il tuo numero?-
-Certo...- oh finalmente. Poteva essere un primo passo quello. I due si scambiarono i numeri, con grande gioia da parte della ragazza. Così lui si fece coraggio e le pose una domanda temuta da molti ragazzi:-Jamie tu...sei fidanzata?-
Lei non poté fare a mano di sorridere:-No. Tu invece?-
-Nemmeno.- sorrise anche lui. Ora erano completamente compatibili.
-Mai avuto storie?-
-Al secondo anno, durata un mese, e al terzo, durata quattro mesi. Te?-
-Ancora quando ero in Irlanda. Ne ho avuti cinque, durati circa due settimane a testa.-
-Per questo motivo ti hanno mai dato della troia?-
-Sì...parecchie volte. Ne ho...civilmente discusso con una mia amica non molti giorni fa.-
-Non ti ha mai dato fastidio?-
-Sì certo, ma dopo un po' impari a non darci peso. Ma perché questa domanda...tu pensi che io sia troia?-
-Ma che cosa dici?! Non pensarlo nemmeno...-
-Grazie.-
-Comunque, mi dispiace. Per quanto possa valere.-
-Vale, eccome.-
Entrambi sorrisero. Jamie era alle stelle. Con quel ragazzo si sentiva bene, agitata, ansiosa, e aveva sempre le guance calde. Forse ne era innamorata davvero. Ma era strano: si erano appena conosciuti. Anche Sean stava bene con lei, le piaceva quella ragazza, era proprio il suo tipo.
-E a sbronze, come siamo messi Jamie?-
-Beh, cinque o sei. Te?-
-Io un bel po' di più.- rise lui.
-Beh, tu vanti anche un anno di vita in più.-
-Forse hai ragione, ma si ci si può sempre rifare.-
-Lo reggi l'alcool?-
-Dipende. Ci sono sere che sono preso male e quindi proprio no, della serie che parto dopo tre bicchieri. Invece altre lo reggo bene. Te invece dal numero di sbronze presumo di no...-
-Oh sì invece. Lo reggo bene. Difatti ne ho fatte poche perché non so nemmeno quantificare quanto alcool avevo in corpo.-
-Maddai...?-
-Non scherzo. Tutte le sbronze che ho avuto sono state alle feste.-
-Già, vale anche per me.-
La biondina sorrise. Ma quanto le piaceva quel Finnegan? Oh, tanto. Davvero tanto. E ora aveva anche il suo numero.
-Sean, studi qualche lingua a scuola?-
-Faccio francese e tedesco. Vieni!- Il moro la prese per mano e la portò vicino al tavolo degli alcolici e verò due bicchieri di vodka alla pesca.
-E' di tuo gradimento?-
-Sì, siamo sul mio genere.- rise lei. Entrambi alzarono i calici e Sean disse:-A nous. A tois et mois.-
-Che vuol dire?-
-Non hai mai studiato francese?-
-No.-
-Vuol dire "a noi. A te e me".-
-A
ligean ar deoch le linn, agus tú dom.-

-E questo?-
-Brindiamo a noi, a me e a te. In irlandese.-
-Cin cin.-
-Cin cin.- così mandarono giù insieme il primo bicchiere della loro serata.
Nel frattempo, Michael e Daphne stavano tranquillamente chiaccherando.
-E te invece Daffy...come fai a conoscere Sean?-
-E' mio cugino.-
-Maddai?!  Ecco perché siete identici!-
-Ce lo dicono tutti.-
-Eh beh, se è vero.-
-Taci va...-
-Tra quattro giorni finisce il mese, lo sai?-
-Ah già.-
-Se stata brava, hai resistito.-
-Te l'avevo detto che non volevo dirti il mio segreto.-
-Già.-
-Comunque se vuoi te lo posso anche dire.-
-Come vuoi. Basta che non sia che sei incinta.- scherzò lui.
-Ma va idiota...beh...ti ricordi quando mi hai chiesto se mi ricordavo di te e di chitarra?-
-Ehm...ah sì. Ricordo.-
-In ti avevo detto di no, giusto?-
-Sì.-
-Vedi, quando avevo undici anni, ero in macchina con i miei genitori e mio fratello, che aveva nove anni al tempo. Era inverno, le strade erano ghiacciate. Un camion ci investì in pieno, scaraventandoci nel fosso lì affianco. I mei genitori morirono sul colpo, io rimasi in coma per una settimana e mio fratello fu l'unico a non avere gravi danni. Lui aveva solo la gamba rotta. Al mio risveglio, non ricordavo più nulla. Non ricordavo chi fossi, cos'era successo, non riconoscevo più i miei nonni, i miei zii, nemmeno mio fratello. Avevo perso la memoria. Tutti i miei ricordi svanirono nel nulla. Io questo lo so perché i medici poco a poco me l'hanno detto. Mi hanno detto chi ero, quando ero nata...E' stato orribile. Io...non avevo un passato. Non mi ricordavo la mia infanzia. E poi, quando mi hanno dimessa, sono andata a vivere con i miei zii, da Sean.-
-Quindi è per questo che tu non ti ricordavi di me?-
-Esatto.-
-Oh Daphne...mi dispiae tantissimo.- il ragazzo l'abbracciò stretta:-Dev'essere stato orribile.-
-Sì, beh...però ho sofferto meno la mancanza dei miei genitori, perché non mi ricordavo più come fossero, chi fossero.-
-Ma non compensa tutte le altre sofferenze che ti ha causato.-
-Lo so.-
-Ma sai qualcosa del tuo passato? Foto, testi che hai scritto da piccola?-
-Sì, certo. Ma sai com'è...non è come...vivere.-
-Immagino. L'importante è che adesso tu stia bene, no?-
-Certo. Perché sono qui con te.-
-Oh andiamo, vuoi farmi piangere?-
-Se vuoi.-
-Stronza.- rise lui, baciandola.
-Idiota.- sorrise lei di rimando, baciandolo a sua volta.
-Hey stronza, lo sai che sono innamorato di te?-
-Hey idiota, lo sai che vale anche per me?-
Si baciarono ancora. Maccheccarini che erano.
Intanto, Kenneth e Julie iniziarono a mandare giù un po' di alcool. Sembrava lo reggessero bene entrambi.
Erano le dieci di sera.
Jamie e Sean erano ancora insieme, fortunatamente con poco alcool in circolo nel corpo, mentre la festa iniziava a prendere una piega alquanto bruttina. Lei era stesa sulle ginocchia di lui, che le accarezzava le ciocche bionde. Ogni volta che gli occhi nocciola del ragazzo si incrociavano con quelli celesti della ragazza, entrambi arrossivano. E succedeva spesso, data la posizione. Jamie si sentiva un po' accaldata, sia per la vodka, sia per la presenza del ragazzo. Adorava sentire le suo mani tra i suoi capelli. E dire che si erano conosciuti in autobus, così, per caso. Ma era scattato qualcosa ed entrambi lo sentivano.
-Jamie...-
-Dimmi.-
-Ti va di uscire un giorno?-
-Io e te?-
-Sì.-
-Va bene. Ne sarei felice.-
-Bene.-
-E' tutto ok?-
-Fa...un po' caldo. Vieni un po' fuori?-
-Sì, andiamo.-
Così andarono fuori. Il ragazzo estrasse una sigaretta dalla tasca e l'accese, portandosela alla bocca.
-Da quanto fumi?-
-Ah no, non sono un fumatore incallito. Fumo ogni tanto. Quel tanto per...-
-Ah.-
-Hai mai fumato?-
-No. Non è il mio stile.-
-Non ti piacerebbe nemmeno provare?-
-Beh...sì, anche. Però non è che smanio per provare.-
-Hai una vaga idea di come si faccia?-
-Nemmeno.-
Il moro si portò la sigaretta alla bocca:-Ci sono due modi: nel primo, quello meno serio, si inspira e si espira subito, nel secondo inspiri, mandi giù, ed espiri.-
-Tu quale usi?-
-Il secondo. Il primo non serve a niente.-
-Forte.-
-Vuoi provare?-
-No...sai cosa? Mi piacerebbe sapere che sapore ha il tabacco.-
Il ragazzo non rispose, anzi, si limitò a sorridere.
Rimasero così in silenzio per un po', osservando il cielo primaverile di marzo. Lui si sedette a terra, facendole segno di mettersi in braccio. Lei così fece, e lui le cinse la vita, scostandole i capelli e appoggiando la testa sulla spalla della ragazza.
-A che ora devi andare via Sean?-
-Quando vai via tu.-
Lei sorrise tra se e se.
-Quando sei libera?-
-Beh...tutti i giorni della settimana.-
-Ti va se ci vediamo lunedì?-
-Va bene...dove?-
-Nel parco di St. James.-
-Ah, ok. Va benissimo.-
-Hai sonno?-
-Mah...un po'.-
-Chiudi pure gli occhi se ti va. Io non vado via.-
-Grazie.-
Lei ubbidì. Si sistemò nella stretta del ragazzo e chiuse gli occhi, godendosi quel momento così magico.
Sean continuava a guardare il viso angelico di quella ragazza. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Avrebbe voluto darle un bacio, in quel momento, ma era scorretto, perché lei stava dormendo. Anche se lei aprì gli occhi all'improvviso:-No, non riesco a dormire.-
-Spiacente, non so ninne nanne.-
-Ma per carità...-
-Jamie, qual'è la tua frase preferita?-
-Beh...non ne ho una. La tua?-
-Una parola di conforto per ogni tuo discorso sarà la cura ad ogni tuo rimorso.-
-Che carina.-
-Ti piace?-
-Sì, davvero. E' tua?-
-No, è di una canzone.-
La ragazza sorrise. Non poteva farne a meno da quando era con Sean. Quegli occhi meravigliosi la facevano sorridere. E arrossare. Già, perché non le era proprio indifferente quel ragazzo. E il fatto di essere in braccio a lui le faceva pensare che magari lui un po' ricambiava. Però aveva paura. Aveva paura di rivivere ciò che successe alla sua migliore amica. Ma d'altra parte sentiva lo stomaco in pezzi quando lui la guardava con quelle sue iridi perfettamente nocciola.
Una bava d'aria la fece ridestare.
-Senti che bene che si sta biondina...-
-Già. C'è un bel vento.-
-Sai, sembra che i tuoi capelli stiano danzando.-
Jamie si accorse solo allora che le sue ciocche bionde stavano svolazzando al vento:-Mi staranno da cani.-
-No invece. Ti stanno bene.-
-Grazie. Hey, anche il tuo ciuffo sta svolazzando.-
-Beh, mi starà da cani.-
La ragazza ridacchiò un po':-Affatto. Solo, aspetta che..-.- allungò il braccio verso la chioma castana del ragazzo, passando la mano tra i fili cioccolato. La passò più volte, attorcigliandosi delle ciocche tra le dita. Lui sorrideva, mentre lei lo guardava seria:-Sai mantenere un segreto?-
-Certo.-
-Hai dei capelli bellissimi, Sean...- gli sussurrò lei, dolce.
-Anche tu, biondina.-
Lei sorrise, poi si alzò:-Che dici, torniamo dentro?-
-Se proprio...-
-Eddai, non possiamo fare gli asociali.-
-Beh, io sono con te e tu sei qui con me.-
-Non conta...- gli tese la mano.
-Un ragazzo non ha bisogno di una ragazza.-
-Mamma mia, che orgoglioso che sei...-
-Sono le regole d'oro.-
-Beh, sei troppo orgoglioso.-
-Credimi, Jamie, se fossi tanto orgoglioso come dici tu....- il moro si abbassò un po' e baciò la ragazza sulla guancia, con una lentezza esasperante:-Non fare di certo questo. Andiamo?-
-Andiamo.- sorrise lei, diventando paonazza all'istante. Lui sorrise a sua volta, prendendola per mano, e così andarono dentro.

Angolo autrice
SCUSATE SE IL FORMATO HTML E' PESSIMO MA IL MIO PC HA DEI PROBLEMI.
Salveee bellezze :)
Qui è l'autrice, dal pianeta del Romanticismo. Ma quanto cuccioli sono Jamie e Sean? Io li adoro come coppia. Sul serio, poi mi piace l'idea che lui sia più grande di lei. Ve l'ho già detto no? Io Sean me lo immagino come un figo spaziale. E così avete scoperto che è il cugino della cara Daphne, che a proprosito ha finalmente rivelato il suo segreto...era dal capitolo 4 che se lo portava dietro. Triste an? Dev'essere veramente brutto non sapere di avere undici anni alle spalle. Il prossimo capitolo sarà...piccante. Già...sarà da vedere, se in positivo o in negativo. Non vi anticipo nulla. Vi dico solo che è da quattro capitoli che aspetto di scriverlo. Quella storia che vi dicevo che avevo scritto tre capitoli in uno. Beh, il prossimo sarà il terzo. Siete avvisati, se non ve la sentite non proseguite. Potrebbe essere letale. Credo che ci metterò un po' a scriverlo, perché per la prima volta si parlerà di una cosa che non ho mai nemmeno menzionato in 13 capitoli. Se avete capito di ciò che parlo bene, altrimenti lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Beh, ieri sono andata a cavallo e ho il didietro che ha la forma della cavalla, Watta. Ho montato a pelo mezz'ora, poi ho messo la sella e ho fatto un'altra ora e mezza. Distrutta è dir poco. Poi lunedì vengono dei bambini di un'animazione e io farò far fare loro il giretto a cavallo. Emozionante, no?
Beh...non ho altro da aggiungere. Ci si sente :*
Canzone del capitolo: À nous-Robin De Bois
Shiaooo :)

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Capitolo 15
*** Romeo and Juliet...lovely&unconscious version ***


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Kennethcap.14 Riassunto del capitolo precedente:
Alla festa Daphne racconta a Michael il suo segreto, ovvero che lei all'età di undici anni a causa di un'incidente stradale ha perso completamente la memoria. Sono stati i medici facendole vedere delle foto, raccontandole del suo passato, a farle ricordare qualcosa. Jamie scopre che il ragazzo che le aveva coperto gli occhi era Sean e così passano tutta la sera insieme, facendo a volte tutti i romanticoni. Si danno così appuntamento per lunedì pomeriggio. Intanto comincia a scorrere parecchio alcool, sono le dieci e mezza di sera.

14-Romeo and Juliet...Lovely&Unconscious Version
Sulla gradinata della grande casa di Hunter c'erano Michael e Julie che chiacchieravano tranquillamente. Daphne era dalle sue amiche, mentre Kenneth non si vedeva da un po'. Era andato a salutare un suo amico della Donald e poi non era più tornato, comunque né Michael né Julie si stavano preoccupando. Ogni tanto lo intravedevano chiacchierare con un gruppetto di amici e troiette. La routine delle feste.
-Non sei preoccupata Julie?-
-E di che?-
-Di Kenneth.-
-Nah...lascialo fare. Mi fido di lui.-
-Strano...avrei detto il contrario.-
-Cioè...sarei proccupata se iniziasse a bere.-
-Ha già bevuto.-
La rossa roteò gli occhi:-Bere più del dovuto.-
-Ti ricordi a quella festa, due o tre anni fa, che abbiamo dovuto finirci una bottiglia intera di Jack Daniels noi tre?-
-E come dimenticare? Mamma mia...che sbronza.-
-Beh, io mi sono addormentato.-
-Ci credo, tu eri quello messo peggio. Kenneth l'ha retto bene l'alcool quella volta.-
-Sì dai, non c'è da preoccuparsi...-
-Beh...con Daph? Tutto bene?-
-Oh sì, tutto benissimo.-
-Che è successo prima?-
-Ma niente...- scherzò lui.
-Ma state insieme?-
-No.-
-Ma se vi siete anche baciati!-
-Cosa vuol dire...?-
-Aaah Harris...mi farai diventare matta.-
-Ah, perché tu non mi hai fatto diventare scemo con Kenneth, vero?-
-Touscé.-
Il moro sorrise. Era un po' che non parlava da solo con Julie.
Erano le undici passate.
Più della metà dei presenti era ubriaca, e un quarto era sulla buona strada. Il quarto rimanente stava comodamente seduto a parlare con i propri amici. Peccato che, Kenneth non facesse parte degli ultimi due quarti. Era proprio sparito dal salotto, non lo vedevano più, né Julie, né Michael.
Intanto Jamie e Sean erano in piedi, di fianco al tavolo degli alcolici, a chiacchierare e ogni tanto a bere.
-Jamie sei tutta rossa in viso.-
-Davvero?-
-Sì...sarà per l'alcool.-
-L'alcool, certo.- lei invece lo sapeva perché era rossa in viso. Perché era lì con lui.
-E cos'altro sennò?- sorrise maliziosamente, sapeva la risposta.
-...Il caldo. Fa caldo, no? Non credi che faccia caldo? Uff...io ho un caldo che non ti dico.-
-Hey...- il tono dl ragazzo divenne basso e dolce:-Non devi essere in imbarazzo con me, lo sai?-
-Non sono in imbarazzo...- provò a giustificarsi la biondina.
-Ah no, convinta...-
Lei gli diede un pugno sulla spalla:-Se ti dico no è no!-
-Poi sono io quello orgolioso qui...-
La ragazza arrossì. In effetti, era solo questione di orgoglio. Lei era in evidente imbarazzo.
-Magari un po'.-
-Brava...-
-Mh.- la sua voce era tra il seccato e il divertito.
-Vorrei guardare gli occhi tuoi, e in ogni istante viverti.-
-Un'altra canzone?-
-Esatto.-
-E' una delle tue frasi preferite?-
-No.-
-E allora perché...?-
Il moro le lanciò un'occhiata truce e lei si rese subito conto del perché:-Oh...-
Lui ghignò divertito.
-Mi piace l'amore in generale, poi mi piaci tu in particolare.-
-Canzone?-
-Citazione.-
-E...perché l'hai detta?- tantantaaaan. A quanto pare al signorino piaceva giocarsi la carta dell'occhio per occhio, dente per dente. Stavolta però lei non si limitò a lanciargli un'occhiataccia:-Indovina.-
-Perché...mi trovi carino?-
-Trovo carine tante persone...trovo carina Julie, trovo carino Michael, trovo carino Kenneth...-
-Perché ti sto simpatico?-
-Allo stesso modo mi stanno simpatiche tante persone...- sorrise lei.
-Perché ti piaccio?-
-Forse.- dichiarò lei infine.
-Ah, grazie a Dio.-
Lei abbozzò un sorriso, portandosi alla bocca un bicchiere di Gin Tonic.
-Beh...non ti interessa sapere quello che penso io di te?- chiese lui, fingendosi ignaro all'argomanto.
-No.-
-Sul...serio?-
-Certo.-
-Davvero non ti interessa...e non lo vuoi nemmeno sapere?-
-Soprattutto, non lo voglio sapere.-
-Ah, davvero?! Beh, dato che non lo vuoi sapere, sappi che mi piaci pure tu!-
Lei rise, allegra.
-Beh...perché ridi?-
-Perché sono riuscita a fartelo dire.-
-Ah..era tutto un tranello?- finse lui.
Lei annuì, compiaciuta. Lui la prese per la vita, facendole il solletico:-E tu credevi che non lo sapessi?-
-Cosa tu...lo sapevi che stavo facendo finta?!-
-Ci puoi contare biondina.-
-Vaffanculo.-rise ancora di più lei, dato già il solletico che le stava facendo.
-Non sai recitare, mi dispiace.-
-Che vuoi dire?-
-Non mi stai realmente mandando a fanculo.-
-E perché non dovrei?-
Lui si fermò, facendosi serio, girando la ragazza verso di lui:-Perché vuoi che resti qui con te.-
Si guardarono intensamente. Il ragazzo si perse negli occhi cristallini di Jamie. Lei arrossì subito. Faceva caldo, perché sentiva il cuore esploderle. Erano molto vicini, quello che sarebbe successo da lì a pochi secondi era chiaro. Ma prima di chiudere le palpebre, Jamie si soffermò su una scena che le fece perdere l'equilibrio, sfuggendo alla presa di Sean. Che si ritrasse leggermente.
-Jamie va tutto bene?-
-Sì, ora devo andare. Mi dispiace un sacco, ci vediamo lunedì!!!- la biondina gli diede un veloce bacio sulla guancia e poi corse da Michael.
Al suo arrivo Julie non c'era. Grazie a Dio. Presa da una scarica di adrenalina picchiò violentemente la mano sulla spalla di Michael:-Harris!!!-
Il ragazzo si girò di scatto:-Che c'è?-
-Dove cazzo è Julie?!-
-In bagno...perché?-
-Vieni!-
Lo trascinò fino ad una cerchia di persone intorno ad una porta semiaperta. La scena che Michael riuscì ad intravedere per poco non lo fece cadere a terra.
-Porta via subito Julie!- gli urlò Jamie, tra la folla.
-Devo aspettare Kenneth!-
-Beh, mi pare sia impegnato al momento!!!- la ragazza gli indicò la porta.
-E dove la metto giù?! Casa sua è a otto chilometri da qui!-
-Portala a casa tua, falla dormire lì!-
-Va bene, credo sia d'accordo.-
-Passa per l'entrata sul davanti, qui potrebbe venirle un'infarto.-
-Va bene...tu tra quanto vai via?-
-Ho appena lasciato là da solo Sean, mi conviene andare via subito.-
-Allora aiutami ad accompagnarla.-
-Certo...-
-Vado a chiamarla.-
-Hem...Michael...lascia che ci vada io, eh. Come dire...sono una ragazza.-
-Ah già. Io vi aspetto all'uscita.-
-Ok. Arriviamo.-
La bionda corse in bagno, presa da tachicardia.
-Julie!!!-
-Chi è?-
-Sono Jamie.-
-Un secondo...ecco, vieni pure.-
-Col cazzo, dobbiamo andare via!-
-Cosa...ma perché?-
-Senti, ti ricordi quello che mi hai detto prima?-
-Che...?-
-Tu mi hai detto che ci saresti sempre stata per me, beh ora è il mio turno. Seguimi e non fare domande.-
Julie si zittì subito, seguendo la bionda che dopo averla presa per il polso la trascinò fuori, dove sull'uscita c'era Michael.
-C'entri anche te Michael?-
-Sì Julie, dai andiamo.-
-Jamie!!- la ragazza si voltò di scatto. Di fronte a lei c'era Sean:-Che ho fatto di male?-
-Niente, non preoccuparti...-
-Scusa se ho provato a baciarti, se ti ha dato fastidio...-
-No no no assolutamente. Ti spiegherò, lo giuro.-
Lui l'abbraccio veloce, tenendola stretta:-Sappi che non farò altro che pensare a lunedì.-
-Anche io, grazie di tutto.-
-A te, ti voglio bene.- la baciò sulla fronte.
-Ci vediamo al St. James!-
-Ciao!-
Così Jamie e Michael trascinarono Julie fuori di lì.
-Michael...mi stai facendo male al polso...- si lamentò la rossa.
-Scusa.- si giustificò lui, freddo.
-Che succede ragazzi?! Abbiamo lasciato là Kenneth!- Il ragazzo strinse involontariamente ancora di più la stretta al polso:-Porca troia Michael mi stai facendo male!!!-
Lui mollò velocemente la presa:-Ti va di fermarti a dormire a casa mia?-
-Perché? Vuoi anche flagellarmi?-
-Dai, chiama i tuoi.-
-Ma si può sapere che cazzo vi prende?!-
Jamie non parlava, e Michael era tutto un nervo. Così Julie tentò di dimenarsi, liberandosi solo della presa di Jamie. Michael allora le cinse entrambi i polsi, un po' con cattiveria, un po' con rimorso. L'avvicinò a due centimetri dalla punta del naso:-Julie, ti prego, non odiarci per questo, ma non fare domande, non chiedere il perché. Va tutto bene, ok?-
Lei si ammutolì, sbuffando sonoramente, liberandosi dalla presa tremante del moro, accellerando il passo.
-Si è arrabbiata?- sussurò impercettibile lui a Jamie.
-E' naturale.-
-Ci ringrazierà, quando saprà il motivo.-
-Di sicuro non lo deve venire a sapere stasera o domani, perché Kenneth non sarà in grado di tenere un confronto così delicato...né con noi, né con lei.-
Michael si passò una mano dietro il collo:-E' uno stupido.-
-Era ubriaco.-
-Porca troia è anche fidanzato però!-
-Mica lo volevo giustificare...tu la conosci meglio di me Julie...cosa farà quando lo verrà a sapere?-
-Sarà un miracolo se non lo sbudellerà.-
-Prevedo carneficine...-
-Preparati a ripulire il sangue di Kenneth.-
Entrambi sorrisero, ma sapevano che non era per niente una cosa da prendere tanto alla leggera.
Kenneth aveva tradito Julie. E in un modo orribile. Non l'aveva tradita con un abbraccio, con un bacio, era andato ben oltre, da ubriaco. In una fottuta cucina. Con una fottua troia. Con una fottuta troia che nemmeno conosceva. Ed erano tutti e due fottutamente ubriachi.
Michael e Julie accompagnorono prima Jamie, poi insieme andarono a casa di Michael. Nel tragitto Julie aveva chiamato i suoi genitori, che essendo contrariati un po' per l'orario e un po' per il fatto che dormiva a casa di un ragazzo, comunque le dissero di sì. Perché in fondo conoscevano bene Michael. Lei però al di fuori di quella conversazione con i suoi genitori non parlò più con Michael. Era furiosa. Non capiva il perché di quella fuga. E non capiva perché avevano lasciato lì il suo fidanzato. Dopo se la sarebbe presa con lei e con Michael, e non aveva tutti i torti, continuava a pensare la rossa.
I genitori del ragazzo stavano già dormendo, così lui aprì con le sue chiavi.
Arrivati in camera sua, tirò furoi dall'armadio incasinato un sacco a pelo.
-Julie?-
-Mh?-
-Tu dormi sul mio letto...va bene?-
-Come vuoi.-
-Vado a prenderti un pigiama. Arrivo subito.-
Ritornò dopo una manciata di secondi:-Va bene questo?- le mostrò un pigiama a maniche lunghe verde.
-Sì.-
-Julie...-
-Cosa c'è?-
-Ti prego, non essere arrabbiata con me.-
-Ti rendi conto di quello che avete fatto? Mi avete portata via di peso senza dirmi il motivo...no, scherzi, va tutto a meraviglia.- sussurrò lei, sadica.
-Dai Julie, va tutto bene...è solo che c'era troppo alcool in circolo. Non hai visto che siamo andati via anche io e Jamie?-
-Beh, allora mi dirai che Kenneth era ubriaco marcio...come no.-
"Ci hai azzeccato" pensò Michael:-E' solo che non lo vedevamo più.-
-Tutte balle. E' successo qualcosa e non me lo volete dire.- si buttò pesantemente sul letto, girandosi, dando così le spalle al ragazzo, che si alzò e le si sedette affianco.
-Julie...-
-E smettila di chiamarmi! Il mio nome non mi farà cambiare idea.-
-Juliet.- disse lui, il tono fermo.
Lei si voltò di scatto, i lunghi capelli rossi che le coprivano leggermente il viso.
-Vale anche per il mio vero nome.-
-Juliet ti prego...non essere arrabbiata con me e non credere che ci sia qualcosa che non vada...va tutto bene.-
-Si...certo.-
-Te l'ho già detto il perché ti abbiamo portata via.-
-Michael...guardami negli occhi e dimmi che va tutto bene.-
Lui fece questo grande sforzo, fissandola in quelle pozze argentee, mentendo meglio che poteva:-Va tutto bene, Juliet.-
-Ok. Allora mi fido.-
-Brava...- Si sentiva male dentro, sapeva che stava facendo una cosa orribile, ma non aveva scelta.
-Vado in bagno...mi cambio.-
-Va bene. Io resto qui.-
-Ti conviene.- rise lei. Era la prima risata che faceva da quando era lì con Michael...e questo lo faceva sentire ancora peggio.
Non sarebbe stato facile.

Angolo autrice
Ciao Gente :D
Ebbene, eccoci con questo scandalo...sono passate meno di dieci ore dall'ultimo angolo autrice, perciò non ho molto da dire... male male male.
Beh, parliamo del capitolo. Purtroppo Kenneth è finito nel girone degli ubriachi...eh sì, anche in quello dei traditori. A sua discolpa dico solo che era incoscente, da qui il titolo "Unconscious". Poi, "Romeo and Juliet" perché? Semplice, allora...Juliet è il vero nome di Julie. Prevedibile o meno, a me piace di più Juliet. Anche se verrà chiamata così pochissime volte. E poi, Romeo and Juliet, per i due colombini -Sean e Jamie- che scherzando si sono dichiarati e se non fosse stato per quell'emerito idiota di Matthews, magari un bacio ci sarebbe pure stato. Beh, certo che ci sarebbe stato, ma per Jamie gli amici contanto più di tutto.  E poi le avete sentite? Si vogliono bene, quando poco prima si davano delle milf...crescono in fretta, già. La canzone del capitolo la dedico interamente a Sean e Jamie.
Canzone del capitolo: Think about you-Ross Lynch
A prestissimo!

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Capitolo 16
*** Illusion ***


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Kennethcap.15 Riassunto del capitolo precedente:
Sean e Jamie scherzando si dichiarano, stavano pure per baciarsi quando Jamie resta impietrita da quello che intravede da una porta semiaperta. Corre così da Michael, dicendogli di portare subito via Julie. Lui così fa per evitare a Julie di scoprire che il suo fidanzato la stava tradendo in una squallida cucina, andando ben oltre un semplice bacio, da ubriaco. Così la rossa di malavoglia accetta di dormire a casa di Michael e lui lì per convincerla che va tutto bene, che tutto è alla normalità, la chiama col suo nome intero, ossia Juliet.

15-illusion
Julie ritornò dal bagno dopo appena dieci minuti: il pigiama verde della madre di Michael le andava a pennello, i lunghi capelli rossi lasciati cadere sulle spalle, il viso ripulito da quel sottile strato di trucco che aveva.
-Stai meglio così.- disse sottovoce il ragazzo, cercando di non svegliare i suoi che già dormivano.
-Così come?-
-Acqua e sapone.-
-Dai...mai sentito un ragazzo usare quest'espressione...-
-Davvero?-
-Sì. Comunque grazie. Anche tu stai bene...così.- La ragazza indicò la maglia del ragazzo, accompagnata da un paio di boxer.
-Hey, io dormo così.-
-Difatti, ho detto che stai bene.-
Lui sorrise, prima di sedersi accanto a lei, sul letto:-Promettimi che dormirai cercando di non pensare a nulla.-
-Promesso. Però Michael...mi dirai cosa c'è che non va?-
-Non c'è nulla che non va.-
-Non lo sai che due negazioni fano un'affermazione?-
-In che senso?-
-Tu hai detto "non" e "niente"..quindi c'è qualcosa che non va...capisci?-
-Allora riformulo la frase...va tutto bene.-
-Michael...non riesci a dire bugie. E poi non credo che mi stritoli il polso solo perché c'era dell'alcool che girava.-
-Volevo solo andare via in fretta.-
-Ti prego Michael...dimmi la verità.-
-Te l'ho già detta.- il ragazzo iniziava ad innervosisi di nuovo. Se sarebbe continuata così lei lo avrebbe scoperto.
-Ti prego.- disse lei, gli occhi quasi lucidi.
Lui strinse i pugni e sforzandosi di sembrare credibile si alzò dal letto, veloce, stendendosi sul sacco a pelo, dando le spalle alla ragazza, che rimase interdetta.
-Michael...?-
-Mi hai promesso che non ci avresti pensato.-
-Mi dispiace...-
-Dormi.-
-Che? E se non voglio dormire?-
-Porca troia vedi di farlo!-
Alzò la voce involontariamente, ma se ne pentì subito. Conosceva bene Julie, ci sarebbe senz'altro rimasta male, soprattutto perché lui non era tipo da questo genere di reazioni.
Ma non si alzò dal sacco a pelo, in qualche modo sperava che lei non gli facesse più domande. Difatti lei rimase zitta, mentre una lacrima le scendeva dagli occhi. Lui la sentì singhiozzare, e Julie se ne accorse e cercò di strozzare tutti gli altri singhiozzi.
Michael si alzò e le andò vicino. Non parlò, perché non voleva dirle nulla, voleva solo farle capire che doveva stare tranquilla, perché da lì a pochi giorni non si sarebbe più data pace sapendo quello che Kenneth aveva combinato. Lei lo fissava, continuando a far uscire lacrime da quelle pozze argentee. Il moro le mise le mani sulle guance, avvicinandola a lui, asciugandole le lacrime e lasciandole il bacio della buonanotte.
Lei sorrise debolmente, stendendosi. Amava Michael. Certo, un amore platonico. Erano come fratelli, erano sempre stati così. Ecco la differenza del rapporto con Kenneth e Michael. Con Kenneth era sempe stata amicizia, poi era arrivato anche l'amore, ma con Michael c'era qualcosa di più, da un lato. Lei gli confidava tutto. Gli aveva detto che le piaceva Kenneth, gli aveva raccontato tutte le sue cotte, i suoi litigi. E si capivano al volo, con uno semplice sguardo.
Come fecero in quel momento, quando andarono a dormire senza essersi detti nulla.


Domenica mattina
In casa Harris regnava il più completo silenzio. Solo al piano inferiore lo sfriccihìo del bacon sulla padella riempiva la cucina.
Michael stava ancora dormendo quando venne svegliato da quel profumo dolciastro, erano le dieci. Così si alzò e dopo essersi messo un paio di pantaloni scese al piano giù, non vedendo Julie nel letto. Difatti la ragazza era ai fornelli: in una padella cinque o sei fette di bacon, in un'altra le uova strapazzate.
Michael sorrise involontariamente:-Buongiorno principessa!-
Lei si voltò di scatto:-Ma buongiorno!-
-Sei di buon umore oggi...-
-Sì, ieri sera ero solo stanca. E a proposito, scusa se ho insistito tanto, probabilmente va tutto bene.-
-Già...- ma perché Julie aveva il potere di complicare sempre le cose?
-Beh, che dici?- la rossa indicò le due padelle.
-Complimenti. Ma mia madre lo sa...?-
-Sì. Io mi sono svegliata mezz'ora fa e lei stava andando via e mi ha detto per la colazione.-
-Ti ha detto che dovevi prepararla tu?-
-No no, mi ha detto "lascialo fare a quello sfaticato di mio figlio"...ma tanto per ammazzare il tempo.-
-Grazie mille. Senti che buon profumo...-
-Grazie. A tavola!-
Julie mise sul tavolo due piatti, entrambi stracolmi di cose da mangiare.
-Julie non ti offendi vero se non mangio tutto?-
-No no...figurati.-
-Mh...buono. Tutto buono. Complimenti.-
-Grazie...me la cavo in cucina.-
-Vedo.-
-Senti Mike...prima mi hanno chiamato i miei. Mi vengono a prendere tra un'oretta.-
-Va bene.-
-Prima di andare via però ti posso chiedere una cosa?-
-Sicuro.-
-E' tanto che non ti sento suonare con la chitarra...potresti suonare qualcosa?-
-Eh...ma non ho la cantante...-
-Faccio io dai.-
-Allora finiamo qui, ci cambiamo e poi suoniamo.-
-Ci sto.-
Tutti e due risero. Michael si sentiva uno straccio. Sapeva di star facendo male alla sua migliore amica. Sapeva che quando lei avesse scoperto il disastro combinato da Kenneth, sarebbero stati cazzi amari, come si suol dire. Michael s'immaginava Julie in lacrime, chiusa in un muro di cemento armato, senza voler ascoltare ragioni. Ma come darle torto? Lo sapeva benissimo anche lui: la stava illudendo. La stava illudendo che tutto andava bene, che tutto era esattamente come prima, che il suo Kenneth era quello di sempre.
Lei si sarebbe sentita tradita, in tutti e due i sensi. Quello effettivo, da Kenneth e quello figurato, da Michael. Il suo fidanzato e il suo migliore amico. Sarebbe stato difficle, davvero.
Tornando alla realtà, i due finirono e si cambiarono nel giro di una mezz'ora. Arrivò il momento che Michael si sedette sul divano, la chitarra appoggiata alla gamba. Julie stava in piedi di fianco a lui, con lo spartito e il testo in mano.
-Pronta Julie?-
-Vai.-
Il ragazzo cominciò a suonare, attaccando dal ritornello. Lui canticchiava di sottofondo, mentre la ragazza esordiva con la sua voce cristallina:-I think about you every morning when I open my eyes, I think about you every evening when I turn off the light...- la ragazza si fermò, e quindi Michael fu costretto a smettere di suonare:-Tutto bene?-
-Sì...è solo che Kenneth, alla partita, mi ha detto di averla scritta per me.-
-Ah sì...lo so. Me l'ha detto appena mi ha presentato lo spartito sotto il naso.-
-Davvero? Ah...che carino il mio tesoro. A proposito...che fine ha fatto?-
-Ehm...prima mi ha mandato un messaggio...l'ha portato a casa Hunter.- Quota bugie?
-Ah...bene.-
Michael non rispose. Era assopito da tutti i pensieri che gli giravano per la testa...che ne sarebbe stato del loro trio? Fissò Julie. Lei lo guardava stranita.
-Scusami...- sussurrò lui impercettibile, alzandosi di scatto, abbracciando la ragazza.
-Michael...va tutto bene?-
-Dimmi che mi vuoi bene.-
-Certo...ti voglio bene Mike...-
-E me ne vorrai anche se dovesse, un giorno, succedere qualcosa di brutto?-
-Certo...sei il mio migliore amico. Non posso smettere di volertene.-
-Grazie.-
-Figurati...ma posso sapere che ti prende?-
-Niente. Avevo solo bisogno di un abbraccio.-
-Sei strano te.-
-Non sei la prima che me lo dice.-
Due colpi di clakson fecero staccare il due ragazzi.
-Sono i miei. Devo andare.-
-Certo...ci vediamo domani a scuola.-
-Va bene. A domani...ti voglio bene!-
-Ciao...anche io!-
Appena la rossa varcò la porta, il moro si lasciò cadere sul divano. Ne aveva dette talmente tante di bugie che incominciava a crederci anche lui.


Kenneth aprì gli occhi a causa della luce che filtrava dalla finestra di camera sua. Si alzò di scatto, non ricordandosi praticamente nulla della sera prima, ma la testa gli girò vorticosamente e fu costretto a sdraiarsi di nuovo. Gli facevano male le tempie, non poteva sopportare il minimo rumore. Suo padre non c'era, era in centrale. Quindi non si doveva preoccupare di aspirapolveri o vetri che sbattono di mattina.
Lentamente si alzò e riuscì a stento a scendere le scale, le gambe aveva la sensazione che non ci fossero più.
Così si sedette sulla sedia in cucina e cominciò a ricordarsi un po' della serata, mentre beveva per una strana sete, dovuta probabilmente al fatto di aver vomitato quattro volte.
Cominciò a ricordare della discussione sui nomi con Julie, della partita, e poi iniziò a ricordarsi la festa: Sean, il suo amico della Donald. E poi realizzò di sentirsi uno straccio fisicamente quando ricordò di quanto alcool aveva avuto in corpo la sera prima. E poi, quel ricordo. Era il ricordo più confuso, probabilmente era in completa balìa dell'alcool in quel momento. Si portò una mano alla fronte quando si ricordò il quadro generale della serata. Lui aveva tradito Julie. La sua Julie. In un modo squallido. Gli occhi gli diventarono lucidi in poco tempo, e caddero anche due lacrime dai suoi occhi turchini. Solo i suoi singhiozzi sommessi riempivano la cucina. Ora ne era più che cosciente. Mandò subito un messaggio a Michael, per quello che poteva vedere, gli occhi offuscati dalle lacrime, dicendogli di trovarsi davanti alla scuola immediatamente. Michael accettò e si diresse velocemente lì.
Al suo arrivo, Kenneth vide Michael seduto sulla muretta e gli corse incontro. Dapprima nessuno dei due parlò, si limitavano solo a guardarsi intorno, ma Kenneth prese la parola:-Che cosa ho fatto ieri sera?-
-Ieri sera? Hai commesso lo sbaglio più grande della tua vita.-
Il biondo si sedette accando al moro, raccogliendosi nelle ginocchia:-Dopo nascere, s'intende.-
-Dimmi solo il perché Kenneth.-
-Non lo so nemmeno io il perché!!! Ero maledettamente ubriaco, porca troia!-
-Vuoi dirmi che proprio non eri cosciente?! Che per caso sei finito in quella cucina con quella ragazza per caso?!-
-Non so nemmeno chi è quella troia!-
-Allora perché hai bevuto?!-
-Senti, smettila con i perché, non risolveranno la cosa!-
-Beh, sappi che sei un idiota!-
-Lo so.-
-Un coglione!-
-Lo so.-
-Un imbecille!-
-Lo so.- ormai Kenneth era passivo.
-Un gigolò!-
-Addirittura?-
-Sì...un bastardo nei confronti della tua ragazza!-
-Lo so!!!- il biondo alzò la voce.
-E allora lo vuoi un consiglio?!-
-Non ho bisogno di un consiglio!!!- il biondo abbassò la testa, e nel tirarla su Michael poté vedere le lacrime scorrere veloci sul viso di Kenneth, che abbassando il tono della voce a causa dei singhiozzi disse:-Ho solo bisogno del mio migliore amico.-
Il ragazzo si ammutolì, non si aspettava di certo una frase del genere. Cercò anche di calmarsi un po', perché in quelle condizioni non poteva di certo aiutarlo. Tirò un pesante sospiro, mettendo una mano sulla spalla dell'amico:-Scusa.-
-Nah...fa lo stesso. Hai ragione.-
-Senti, io mi sto solo preoccupando per Julie. Devi capire che quando lo saprà cadrà a pezzi.-
-Lo so.-
-E asciugati quelle lacrime...sembri una ragazza.-
-Vaffanculo.-
-Hey sto scherzando...vuoi un fazzoletto?-
-Ce l'ho già, grazie.-
Il moro sorrise:-Cosa pensi di fare?-
-Sai che non lo so? Sono nella merda.-
-Prova a dirglielo a voce.-
-Seeee....mi ammazza.-
-Faglielo capire.-
-Lei odia i sotterfugi.-
-Eh allora...lascia che lo scopra.-
-Così sarà peggio.-
-Condivido la tua idea.-
-Ok. Glielo dico. Domani.-
-Bravo.-
-Però tu devi essere lì con me.-
-D'accordo. Ma diglielo il pomeriggio, che sennò la mattina la traumatizzi.-
-Giusto. Allora che dire...domani pomeriggio ti va di venire a fare un giro?-
-Non scherzarci troppo Matthews. Non sarà indolore.-
-Lo so. Ora vado...domani lo diciamo anche a Julie.-
-Va bene. A domani.-
-Ciao!!-
Presero due strade diverse e andarono ognuno a casa propria.

Lunedì.
Sarebbe stato un giorno importante: per Julie, che avrebbe scoperto cosa Kenneth aveva combinato, per Michael, che doveva assistere il suo amico, per Kenneth, che doveva dire a Julie la verità e per Jamie, che avrebbe avuto il suo primo appuntamento con Sean.
La mattina in qualche oscura maniera passò. Si vedeva distante tre chilometri che Kenneth era diverso con Julie. Cercava di non parlarle e aveva addirittura evitato il bacio solito del "buon giorno", tirando fuori una banale scusa di un raffreddore. Jamie era agitatissima, non vedeva l'ora che arrivasse quel pomeriggio. Kenneth invece non voleva vedere l'ora del pomeriggio. Sarebbe stata pura carneficina. Ma purtroppo le tre arrivarono e si ritrovarono tutti e tre davanti alla scuola. Che il gioco abbia inizio.

Angolo autrice
Ok gente, che ve ne pare? Cosa ne sarà di Michael e Julie? Di Julie e Kenneth? Di Jamie e Sean? Si saprà nel prossimo capitolo...che per la cronaca ho già scritto. E ho anche già scritto l'angolo autrice, quindi per forza non ho nulla da dire. Mi mancano i tempi dove vi raccontavo della mia vita...ma ormai sapete già tutto! Beh, ho una sorella, scrittrice pure lei, che gusto ieri ha cominciato a seguire questa storia. Lei ha molta più esperienza di me in questo campo. E per questo mi da molti buoni consigli sullo sviluppo trama. Beh, cos'altro...nulla, nulla nulla nulla nulla. Nulla.
Canzone del capitolo:Can't Hold Us -
Macklemore & Ryan Lewis (ft. Ray Dalton)

Bacissimi :*

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Capitolo 17
*** Betrial ***


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Kennethcap.16 IMPORTANTE! ANDATE A VEDERE IL LINK NELL'ANGOLO AUTRICE. E' IL TRAILER CHE HO FATTO PER UNA FF DI UNA MIA AMICA. E CHE POI HO CARICATO SUL MIO CANALE (SOTTO FALSO NOME)
ANCORA PIU' IMPORTANTE! FACCIO TRAILER/VIDEO PER OGNI GENERE DI FF,  CONTATTATEMI SARO' FELICISSIMA DI FARLI, E' UN LAVORO CHE ADORO!!!
 

riassunto del capitolo precedente:

Michael riesce a convincere Julie che va tutto bene, e lei s'addormenta serena, mentre lui sta malissimo per tutte le bugie che sta raccontando alla sua migliore amica. Arriva la mattina e Kenneth si alza e pian piano si ricorda di tuta la serata, disperandosi al ricordo del tradimento di Julie. Così manda un messaggio a Michael per trovarsi davanti alla scuola. Inizialmente Michael lo attacca, poi però cerca di rincuorarlo. Ora è lunedì pomeriggio e Kenneth deve dire tutta la verità a Julie, mentre Jamie deve incontrare Sean al parco.

16-Betrial
Erano tutti e tre in imbarazzo. Erano seduti sulle arcate del portico del parco. C'era una bella arietta, e non c'era eccessivamente caldo.
Non avevano parlato ancora di nulla e sembrava che Kenneth non ne avesse la minima intenzione.
-Kenneth?-
-Dimmi Ju.- il biondo si sforzava di essere il più naturale possibile.
-Mi presti il tuo telefono?-
-Per far che?-
-Vorrei ascoltarmi una canzone...quella là che mi piace e che mi dimentico sempre il titolo...-
-Ah sì...Come si chiamava...? Ah già. Tutto tuo.- le passò il telefono:-Vuoi le cuffie?-
-Sì grazie.- Si mise in testa le cuffie del suo ragazzo e iniziò ad esplorare il telefono.
Non aveva secondi fini, ma dopo lo sblocco lo screen era aperto sulla cartella video. Aveva tre video: due li avevano fatti insieme. Uno parlava della loro storia, quella nata da poco, che raccontavano loro due. L'altro era semplicemente lui e Julie che giocavano a palla a casa della ragazza. Aveva adorato quel momento. Era stato dopo la punizione di quel giovedì, quando lui andò a casa sua. Andarono in giardino e finché per sbaglio Kenneth stava registrando loro giocavano a palla. Sorrise involontariamente a quel bel ricordo. Però l'icona del terzo video non la conosceva, anche se aveva guardato in quella cartella giusto sabato sera, quando con Kenneth aveva riguardato il video della palla.
Così lo aprì per curiosità.
Brutto passo falso.
Il video era girato in un ambiente buio che Julie non conosceva ma sentiva delle voci parlare sommensamente. Alzò un po' l'audio, ma non ce ne fu bisogno, perché le due voci improvvisamente parvero chiare e l'ambiente s'illuminò. Poté distinguere Kenneth mentre la ragazza che aveva alle sue spalle non la conosceva. Erano entrambi ubriachi e questo cominciava già a preoccuparla. Mise in pausa. Non sapeva se continuare a vedere o fermarsi prima di commettere una cazzata, ma qui c'era in gioco qualcosa di importante, perciò premette il tasto play. Partì Kenneth a parlare nel video, ubriaco fradicio, mentre nella realtà stava chiacchierando con Michael.
"-Salve a tutti...sono Kenneth Matthews e lei è Ruby Parks...la mia compagna di scopata per stasera...-"
Wait, what!? Julie strabuzzò gli occhi, non appena sentì quella frase, ma cercò di non farsi vedere e con la mano fece finta di battere il ritmo. Poi parlò la ragazza":-Beh gente...io sono della Donald, vado in quinta...-" Ah bene, si disse la rossa, pure di quinta":-...ovviamente io non sono più vergine da un po' di tempo, ma il mio amico quì lo è ancora...sarà mio compito aiutarlo in quest'impresa.-
-Bene, cominciamo pure Ruby...-"
A Julie vennero gli occhi lucidi, incredula a quello che aveva appena visto e sentito. Le mani le tremavano ma riuscì a premere di nuovo sul tasto play. Magari non avevano solo fatto niente, magari stavano solo scherzando dato il tasso d'alcool presente nel loro corpo. Non ripartì da quel punto, andò circa a metà, e poi quasi alla fine, il tempo di sentire qualche gemito strozzato e qualche parola di troppo. Era in lacrime. Piangeva silenziosamente, in modo da non farsi sentire dal suo fidanzato e dal suo migliore amico. Aveva messo in pausa il video. Si sentiva avvampare...arrabbiata, disperata, adirata...non sapeva più cosa aveva dentro. Aveva solo voglia di piangere. Kenneth e Michael parlavano tranquillamente, e non riuscivano ad intravederla perché era sull'arcata dopo la loro, accerchiata da alcuni cespugli. Solo Michael, che era di fronte a Kenneth, riusciva a vederle la spalle. Lei provò ad asciugarsi le lacrime, ma lo sapeva, sarebbe esplosa da lì a pochi secondi. Michael vide le spalle della ragazza alzarsi e abbassarsi irregolarmente e si allarmò subito:-Kenneth?!-
-Mh?-
-Dimmi che non avevi strani file sul tuo telefono di sabato sera.-
-Sì certo, sono anche talmente coglione da fare delle foto. Glielo dico appena finirà la canzone. Anche se dura più del solito...-
-Amico, di sicuro non sta ascoltando la canzone.-
-Cosa...ma che cazz...?- il biondo si girò, il tempo di realizzare che Michael aveva ragione:-Oh merda...-
-Sicuro di non essere stato filmato?-
-No.- il tono di Kenneth divenne assente:-Perché mi sono fatto un video. Porca puttana, deve averlo visto...-
-Cosa?!-
-L'ho ricordato solo ora cazzo!-
-E quale mente bacata si fa un video mentre tradisce la sua ragazza?!-
-Ero ubriaco porca troia!-
-Che cazzo hai filmato?-
-Tutto!!!-
-Eh no, allora sei un completo idiota Kenneth! E' certo che l'ha visto!-
Intanto la ragazza si era raccolta nelle ginocchia, cercando di trattenere le lacrime, ma non ci riusciva, continuavano a sgorgare copiosamente. Le mani a fatica reggevano il telefono di Kenneth, si era anche tolta le cuffie, sperando che tutto ciò che aveva sentito fosse solo un lontanto ricordo. Improvvisamente sentì  una rabbia crescerle dentro e così si fiondò dai ragazzi, il passo tremante. Arrivò di fronte a Kenneth, la testa bassa. Gli spinse al petto il telefono e le cuffie, sibilando un debole:-Vaffanculo...-
Lui non riuscì a capirla bene, ma capì tutto dal momento che lei alzò la testa, guardandolo fisso negli occhi.
-Julie...-
-Sei solo uno...- le parole le si strozzarono in gola, dando il via ad un pianto disperato. Non riusciva più a trattenersi e di fronte a Kenneth non riusciva a dire nulla, anche se avrebbe voluto dirgli tante cose.
Stringeva forte i pugni lungo i fianchi, inerme alla bava d'aria che le scompigliava i capelli. Michael era poco dietro Kenneth, ma lo affiancò. Come un fermo immagine, il trio storico era messo duramente alla prova.
Sembrava che nessuno volesse fare nulla. Ma Julie fu la prima a reagire. Alzò la testa di scatto, e rifilò una sberla data con tutta la rabbia che aveva dentro sul viso di Kenneth, arrossandolo vistosamente.
-Ahia!!!-
-Senti questo dolore?- erano le prime parole che diceva.
-E' difficile non sentirlo.-
-Quello che senti tu non è nemmeno la decima parte che sento io, dentro. Lo sai?-
-Julie...mi dispiace tantissimo. Ero ubriaco, non sapevo cosa stavo facendo...-
-Addirittura, ti sei fatto un video..com'era? "La mia compagna di scopata"?- disse sprezzante la rossa.
-Non ragionavo Julie!-
-Sai cosa me ne frega...Dovevi pensarci.-
-Dimmi che mi perdonerai...un giorno.-
-Ho detto troppe cose, in questi due giorni. Ho detto che ti amavo, ho detto a Michael che gli volevo bene...che era il mio miglire amico.-
Gli occhi smeraldini del moro si scontrarono con quelli argentati e lucidi della rossa: si stavano guardando, ma nessuno dei due vedeva quello che l'altro vedeva. In mezzo a loro un profondo vuoto di tristezza e delusione.
-Ti prego Julie...so che ho commesso uno sbaglio.-
-Lo dicono tutti Kenneth, porca troia! Fai un po' l'originale...mi pare tu sia stato originale a fare il video no? Addirittura le presentazioni...complimenti, avrai un futuro da regista di film porno!-
-Oh, non esagerare adesso...!-
-Esagerare?! Kenneth...l'hai fatto con una puttana che nemmeno conosci, in una cucina, mentre eri ubriaco! E in aggiunta eri pure vergine!-
-Julie...senti, lo so che non avrei dovuto bere ma...-
-Dio, mi sento così stupida!-
-No Julie non devi dirlo nemmeno...sono io quello stupido qui.-
-Non c'è dubbio su questo. Ma io ho detto sentire, non essere...tu non senti niente, evidentemente.-
-Ti prego...perdonami.-
-E perché dovrei?- non aveva neancora smesso di piangere.
-Perché io e te stiamo insieme, io ti amo porca troia!-
-Ti sbagli. Io e te non stiamo più insieme.-
-Cosa...?-
-Dovrebbe sconvolgere me non te, perché per te doveva essere finita non appena ti sei reso conto di quello che avevi fatto.-
-No no no...ti prego...scusami...tirami un altro schiaffo se ti fa sentire meglio ma ti prego, resta al mio fianco.-
La rossa s'infervorò al sentire di quelle parole:-Vaffanculo Matthews! Tu dovevi stare al mio fianco prima di andare a letto con quella là!-
-Te l'ho detto, non ti avrei mai tradito se non fossi stato ubriaco!-
-Oh oh, ma sentilo! Non ti credo neanche se lo vedo!-
-E cosa vuoi che ti dica per farti restare?!-
-Sai invece cosa potevi evitare di dire? Che mi ami, che i nostri bambini si chiameranno Gideon e Jill, che la canzone "I think about you" l'avevi scritta per me.-
-Ma sono tutte vere queste cose...io voglio ancora avere dei bambini e chiamarli Gideon e Jill, la canzone io l'ho scritta davvero per te e più di tutto io ti amo, Julie.-
La rossa si passò una manica sul viso. Fu lì che prese parola Micheal:-Julie...ascolta...-
-No, Michael. Sono stufa di ascoltare. Tu sapevi tutto...tu non mi hai portata via da quella festa per via dell'alcool, ma perché c'era Kenneth in quella maledetta cucina...non è così?-
-Sì.-
-Addirittura...tu mi hai abbracciata dicendomi che andava tutto bene e...bah, io non ci posso credere. Vi rendete conto? Solo un mese fa andava tutto bene...noi eravamo amici, non ci sarebbero mai state queste cose...-
-Julie...-
-Michael smettila di chiamarmi! Lo so già che mi chiamo così, senza che me lo ricordiate ad ogni singola frase che dite! Ma sai una cosa...io ora me ne vado. Vi chiedo un favore...non cercatemi più, fate finta che io non esista, eh? Perché io farò lo stesso con voi...-
La ragazza si girò di spalle e iniziò a camminare. Si fermò dopo due metri circa, quando iniziò a correre piangendo.
I due si guardarono, fu Michael a prendere parola:-Non doveva finire così.-
-Lo so...-
-Dovevi dirglielo subito.-
-Beh perché credi che sarebbe stato diverso?-
-Sicuramente.-
-Com'è possibile scusa?!-
-Se tu gliel'avessi detto prima non sarebbe successo! Vaffanculo!-
-Ah, credevo che almeno tu riuscissi a capirmi!-
-Hai combinato solo un grande disastro, sei uno stupido.-
-Grazie Harris, mi serviva qualcuno che facesse il punto della situazione.-
-Forse non capisci del dolore che hai causato a Julie!-
-Perché tu credi che io stia bene? Ho perso la persona più importante della mia vita!-
-Potevi pensarci...-
-E ridaglie...-
-Hai sbagliato tutto, Matthews. Ora io me ne vado...-
-Oh certo, diamo tutta la colpa a Kenneth...-
Il moro gli rivolse un ultimo sguardo, prima di infilare le mani in tasca e andarsene, cosa che fece anche Kenneth dopo pochi minuti.
Scontato o meno, fatto sta che ora come ora il trio non c'era più. Julie era solo Julie, non c'era anche un Kenneth e Michael. E questo la faceva piangere ancora più forte, affogando la testa nel cuscino.
Nel frattempo, Jamie camminava tranquilla per il parco con Sean, totalmente ignara di quello che stava succedendo.
-Ma quindi, Jamie...tu non fai ancora nessuna attività extra-scolastica?-
-No...ma mi piacerebbe tipo...chessò...il corso di canto.-
-Non ti ci vedo a cantare.-
-Maddai...me la cavo, sai?-
-E brava che sei...- il ragazzo le mise un braccio intorno al collo:-Lo sai che sei bellissima?-
Lei arrossì:-Grazie...anche tu.- gli diede un bacio sulla guancia.
-Ascolta...sabato sera...che ti è successo?-
-Ah, un casino che neanche immagini.-
-Possiamo...riprendere da dove abbiamo interrotto?-
-Certo.-
Il ragazzo si mise di fronte a Jamie, abbassandosi per raggiungere il suo viso. Erano a pochi millimetri con le labbra l'uno dall'altra, quando suonò il telefono della biondina, che sbottò seccata:-Ah, ma chi cazzo è?!-
S'allontanò velocemente dal ragazzo e rispose:-Pronto?-
-Ciao Jamie..sono Julie...-
-Ciao...che succede?- il suo tono era tra il seccato e il preoccupato.
-Riesci a fare un salto da me?-
-E che sono? La psicologa?-
La ragazza all'altro capo del telefono scoppiò a piangere:-Ti prego!-
-Ok ok sta calma...arrivo subito.-
-Grazie...-
La bionda spense la telefonata, guardando Sean dispiaciuta:-Sean, io devo scappare, c'è un'emergenza da Julie...mi faccio risentire, va bene?-
-Senti, finiamola qui, se non t'interesso fa lo stesso, non c'è bisogno che ci risentiamo.-
-Ma cosa dici?! E' solo che Julie non so cosa avesse e...-
-Sì, certo.- il ragazzo si allontanò.
-Sean!- gridò lei.
Lui si girò, freddo:-Che c'è ancora?-
-Non starai dicendo sul serio vero?!-
-Io direi di sì, non disturbarti a mandarmi un messaggio.-
-Come vuoi.- non voleva far vedere la sua debolezza:-Allora addio, Finnegan.-
Si girò veloce, sperando che lui non rispondesse e accellerò il passo, allontanandosi. Lui rimase a fissare la figura della ragazza svanire all'ombra delle querce. Non voleva reagire così, ma che cavolo, era già la seconda volta che provavano a baciarsi e lei si tirava indietro. Si mise le mani in tasca e se ne andò, un po' triste, un po' arrabbiato.
Jamie raggiunse in fretta la casa di Julie.
Quando suonò il campanello, andò ad aprire il padre della ragazza.
-Buongiorno signor Smith, sono un'amica di Julie.-
-Ah sì...mi ha detto che doveva arrivare la sua ancora di salvezza. Entra pure.-
-Grazie...permesso!-
-Avanti avanti, mia moglie non c'è in casa. Julie è di sopra.-
-Grazie.-
Percorse velocemente le scale e si fiondò in camera di Julie, entrando senza bussare:-Heilà...-
-Ciao Jamie.-
-Oh Cristo...che è successo?!- la biondina notò la distesa di fazzoletti attorno alla ragazza.
-Ho scoperto una cosa.-
-So già di cosa parli.-
-Ah bene, lo sapevi anche tu.-
-Te l'ha detto lui?-
-No...ho visto un video che si era fatto lui, mentre era ubriaco, filmando tutta...la sua esperienza.-
-Oddio...dev'essere stato orribile.-
-Già, come se a te importasse qualcosa di me.-
-Che vuoi dire? Se sono qui vuol dire che mi stai a cuore!-
-Non ti credo...-
-Mettiamola così: avevo l'occasione di baciare Sean, e invece sono qui da te.-
-Oh cazzo è vero! Eri con lui...scusami tanto...si è arrabbiato?-
-Se vogliamo considerare un "non farti risentire" un addio, sì, si è arrabbiato.- sorrise lei.
-Beh scusa non ti dispiace?-
-Certo, ma evidentemente non era quello giusto. Fa lo stesso. Mi sono semplicemente illusa. Capita.-
-No no no Jamie...io ho già perso il mio ragazzo...tu sei ancora in tempo.-
-Senti, non voglio più pensare a Sean...piuttosto pensiamo al tuo problema.-
-Bah, chi se ne fotte di quel bastardo.-
-Dovrei dirlo io.-
-No, io.-
-Io!-
-No, io!-
Jamie bestemmiò sonoramente, ridendo:-Io!-
-Va beh, facciamo tutte e due Jamie?- rise anche la rossa.
-Ci sto. Affanculo i ragazzi.-
-Che farai con Sean?-
-Nulla. Se gli gira si fa risentire lui, altrimenti va beh...mi rifarò. E te con Kenneth?-
-Non lo so...io gli ho detto che non stavamo più insieme, ma io lo amo ancora, e tanto anche.-
-Sono quelle situazioni dove tu vuoi dimenticare qualcuno, ma lui è sempre, costantemente, nel tuo cuore, nella tua mente.-
-Esatto...che devo fare con lui?-
-Innanzi tutto, anche se sei innamorata ancora di lui, devi capire se sei disposta a perdonarlo, a capirlo.-
-Già, forse dovrei. Beh, ma se lo amo è...scontato che voglio perdonarlo...no?-
-Non sempre. Cazzo Julie, hai sedici anni, non puoi pensare come una trentenne! A quest'età ci si innamora, ci si ubriaca, ci si lascia, si soffre, si perde la verginità, si fanno le prime esperienze, ci si fa una canna ogni tanto, si fuma...- la biondina s'interruppe al pensiero di Sean sabato sera, quando si accese la sigaretta prendendosi la ragazza in braccio:-...insomma, si fanno tante cose. E' un'età difficile. Tanti "ti amo" erano falsi, come tanti erano veri. Devi solo capire il tuo "ti amo" verso Kenneth com'era...-
-Wow...ti facevo troia, non filosofa.- sorrise la rossa.
-Grazie...ma hai capito il discorso?-
-Certo, solo che non saprei dirti il mio "ti amo" com'è.- ormai Julie aveva finito di piangere.
-C'è un solo modo per scoprirlo. Domani, vai da Kenneth. Non gli dici nulla, e se lui parla tu gli dici di star zitto. Lo fissi. Vedi cosa ti viene da dire, cosa pensi.-
-E poi...vado via?-
-Beh...vedrai al momento presumo.-
-Sai cosa presumo io?-
-No.-
-Che adesso ci facciamo dei pop-corn e ci guardiamo un film strappalacrime.-
-Oh no, non ci contare rossa.-
-Eddai...ti prego.-
-Ah, va beh. Alle otto però devo essere a casa.-
-Va bene. Che film dici? Ho una collezione di film romantici o strappalacrime.-
-Hai, chessò..."Titanic"?-
-Troppo deprimente. "Cinquanta volte il primo bacio"?-
-Nah, visto cinquanta volte..."Ghost"?-
-Un cliché...Se vuoi ho "Warm Bodies".-
-Mh...forte. Tu l'hai già visto?-
-No...è un dvd nuovo. Beh, ce lo guardiamo insieme?-
-Due cuori spezzati devono essere aggiustati con film e pop-corn.-
-E non credere che non ci metta il caramello.-
-Ti amo Julie.- scherzò.
-Mai quanto me, Jamie.-

Angolo autrice
ECCO  IL LINK VI PREGO DATE UN'OCCHIATINA!--> http://www.youtube.com/watch?v=aS98C1sLe3A
Bene bene...*scappa sotto sguardi omicidi*.
Che ve ne pare? Al contrario di quello che pensavo non c'ho messo molto a scrivere questo capitolo...ma non mi ispira per niente, sappiatelo. Mi piace solo la parte di Jamie e Sean. E quelle utime battute di Jamie e Julie. Bah...stato confusionale. Beh...e così tutti sono incazzati con tutti...il trio è diventato ora l'assolo di tre persone (cit. Io :D). Nell'ultima parte ho voluto citare Warm Bodies perché l'ho appena visto e che dire, mi è piaciuto tantissimo :) In genere le storie su quel genere di fantasy non mi piacciono, ma mi ha preso molto R alle prese con la sua "trasformazione" da zombie ad umano. E che dire, mi piace molto l'attore Nicholas Hoult, niente da direXD
Quindi è un film che vi consiglio, come un po' il film del capitolo. Oh gente, non so perché ma in quest'ultimo periodo ho assai poco da raccontare. Beh..ad ottobre faccio la Cresima, e giusto domani devo ufficializzare l'idea mia e di mio cugino (già, andiamo a catechismo insieme), che consiste nel momento della foto finale di tutti i ragazzi, siccome io voglio fare la diversa, dirò a tutti di mettersi in una posa truzza con i cappelli che vanno ora, quelli tuti larghi e colorati.
Va beh, procediamo.
Canzone del capitolo: Estate- Greta Manuzi

Shiao :*

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Capitolo 18
*** Frenemies ***


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ennethcap.19 Riassunto del capitolo precedente:
Julie scopre del tradimento d Kenneth vedendo un video che lui si era fatto da ubriaco, così litiga di brutto sia con Kenneth che con Michael. Corre a casa e chiama Jamie, che stava camminando con Sean nel parco e stavano giusto per baciarsi quando alla ragazza arriva la chiamata. Così risponde e dice di dover andare via per un'emergenza, ma Sean si indispettisce e le dice di evitare pure di farsi risentire. Lei è dispiaciuta molto ma va comunque da Julie e prova a consolarla e per capire se è disposta a paredonare Kenneth le dice di mettersi di fronte al ragazzo, senza dir nulla, e in base a cosa le viene da dire, o cosa pensa, scoprirà se il "ti amo" per Kenneth era vero o no. Il capitolo finisce con le due ragazze, a casa della rossa, che stanno per guardarsi Warm Bodies con pop-corn per consolarsi dai cuori "spezzati".

17-Frenemies
Jamie e Julie erano sedute entrambe sul letto, la tv davanti a loro. Erano alla scena dove R salva (guarda caso la ragazza si chiama così) Julie e la porta nel suo aereo.
-Ecco, guarda ad esempio R, Jamie..-
-Che cos'ha di strano?-
-E' uno zombie e ha più cuore di Kenneth.-
La bionda sorrise:-Oh, non esagerare ora.-
-No, dico sul serio...e poi, c'è da dire che l'attore è un figo.-
-Beh, stiamo parlando di Nicholas Hoult, no cazzi...-
-Già. Oh guarda, le ha messo una coperta...ma quanto cucciolo è quello zombie?-
-Un cucciolone. Sono sicura che dopo si innamorano.-
-Beh, nel trailer c'era la scena del bacio.-
-Ok, allora s'innamorano.-
-Non è una bella parola...innamorarsi? Suona bene.-
-Ha sempre suonato bene nelle menti dei sognatori.-
-Vuoi dire...che sono una sognatrice?- sorrise la rossa.
-Sì, ma nel senso buono. Tu hai sogni, speranze...-
-Beh...e tu?-
-Non ne ho. Alcuno.-
-Cosa?! Ma guarda che alla nostra età tutte le ragazze sono piene di speranze, di sogni...-
-Vedi Julie...quando speri, e quando sogni, che la tua migliore amica si rialzi da una bara e ti riabbracci, ma non succede, perdi tutto.-
-Beh, ma non mi sembri mica una emo.-
-No di certo, non è nel mio stile.-
-Ma quando Alex morì...tu come la superasti?-
-Beh...questo che ti dico non l'ho detto a Kenneth quando gliel'ho raccontato. C'è stato un periodo che non uscivo più da casa, ero traumatizzata. Poi, per mia sfortuna, sono venuta a contatto col mondo della droga.-
-Cosa?! E come hai fatto?-
-Beh...giravano voci che a scuola dei ragazzi te la vendevano.-
-Tu l'hai...ecco...assunta, sotto forma di cosa?-
-Siringa. Mi facevo in vena. Non è durato molto però.-
-Come hai fatto a smettere?-
-Mi hanno sgamata i miei genitori...è stata una fortuna.-
-E com'è l'effetto?-
-L'effetto? Ti senti bene, priva do ogni sofferenza...ma le sofferenza arrivano quando l'effetto svanisce e sei costretto a iniettarti di nuovo qualcosa.-
-...Perché Jamie?-
-Cosa perché?-
-Perché ti tieni tutto dentro?-
La biondina rimase interdetta, sorpresa da quella domanda:-Non lo so. Probabilmente non voglio che la gente pensi male di me per queste esperienze.-
-Invece fa bene parlarne.-
-E allora parlami tu delle tue esperienze.-
-Beh, ora come ora ne sto vivendo una orribile.-
-Racconta.-
-Sono innamorata del ragazzo che mi ha tradita.-
-Beh, ma mi pare che tu stia meglio rispetto ad un'ora fa.-
-No...per niente.-
-Che vuoi dire?-
-Ho solo smesso di piangere. Dentro, Jamie, sto morendo.-
-Immagino...domani fai come ti ho detto io.-
-Ma faccio la figura della cretina.-
-Perché? Lui l'ha fatta con te.-
Julie sorrise:-Grazie Jamie.-
-E di cosa?-
-Per essere mia amica...per star qui con me...anche se ti ho dato della fustigatrice sodomaso.- ridacchiò leggermente.
-Hey, era un bellissimo insulto, lasciatelo dire.-
-Grazie.-
-Prego.-
-E ora...sarà meglio guardarsi il film, no?-
-Lo credo giusto.-
Sorrisero, prima di spegnere la lucetta e di godersi il film. Era un bel film, adatto all'occasione. Poi, ovviamente, Julie pianse (non si sa se per commozione o per altro) alla scena del loro bacio. Alle sette e mezza Jamie andò via e ritornò a casa sua.
Si sdraiò sul letto, e lì rimase tutta la sera, senza far nulla. Solo pensando. Pensando alla domanda che le aveva fatto Julie "perché ti tieni tutto dentro?". Beh...perché lo faceva? Lei si era fidata completamente di una sola persona al mondo, e da quando questa non c'era più, si era chiusa in se stessa. Le cose le diceva solo se strettamente richieste.
Ma con Sean...con Sean era diverso. Aveva semplicement detto una gran stronzata quando aveva detto a Julie che "forse non era il mio tipo". Cazzo, erano stati plasmati per stare insieme! E lei ne era certa, stava per mettersi a piangere dopo la reazione del ragazzo, ma per una strana questione d'orgoglio, aveva preferito mentire sia a se stessa, sia a Julie. Era fottutamente innamorata di un ragazzo. Per la prima volta. Innamorata veramente. In sua presenza stava bene, sollevata da tutte i pesi che la vita le aveva gettato addosso senza cura. Il cuore le batteva, sentiva lo stomaco in pezzi. Si passò tra una mano tra i capelli biondi: troppi pensieri per una sola persona, da consumare in una sola sera. Erano le undici e mezza di sera quando si levò la maglietta e si mise sotto le coperte: già, non dormiva con la maglietta, nemmeno in inverno, solo con il reggiseno.
Il suo ultimo sguardo si rivolse verso la finestra, facendo rimbalzare sul vetro il riflesso di Sean. Oh no, non avrebbe mai pianto.

Martedì.
Giornata disastrosa per tutti, tranne che per Daphne, forse. Tale ragazza raggiunse Michael proprio sul cancello di casa:-Hey Mike!-
-Ciao...-
-Che succede?-
-Un casino assurdo.-
-Dai racconta.-
-Sai no la festa di sabato?-
-Sì...-
-Beh, non so se tu sappia ciò che ha combinato Kenneth.-
-No...non so nulla.-
-Beh, era ubriaco e sostanzialmente ha tradito Julie.-
-Cosa?! Oh Cristo...Sai anche con chi?-
-Ruby...cos'era..? Ah, Parks. Ruby Parks. Va in quinta alla Donald.-
-Ah sì, la conosco.-
-Sai farmi un'identikit?-
-Nata in gennaio, puttana di natura. Si è fatta tutta la sua classe, la parte maschile intendo. Forse pure qualche ragazza, è una tipa intrapendente. Esperta in tutte le posizioni, ovviamente. Attualmente non ha un fidanzato, si considera "emancipata".-
-Che sei te?! Dell'FBI?-
-Ma va idiota...-
-Ci manchi solo tu a darmi dell'idiota.-
-Hey, scherzo. Lo sai che non lo penso.-
-Fortuna che ci sei tu con me.- Il ragazzo l'abbraccio improvvisamente, cercando in lei una consolazione, che non tardò ad arrivare.
-Ma perché sei tu a star così male?-
-Perché ho litigato sia con Julie che con Kenneth.-
-Maddai Michael...tutto si sistemerà. Ci sono io qui con te.-
-Lo sai che ti amo Daffy?-
-No, me l'avrai ripetuto sessanta volte, non so...-
-Ti da fastidio?-
Daphne si allontanò leggermente dal viso di Michael, quel giusto per baciarlo e per sussurargli teneramente:-Per niente.-
-Solo che...- Michael sciolse la presa sulla vita della ragazza, prendendola per mano, ricominciando a camminare:-Non so se si risolverà tanto presto.-
-E' una cosa lunga, te lo garantisco. Lascia fare al tempo. E' un buon maestro di vita.-
-Sì, ma la vita è una maestra bastarda: prima ti fa il test poi ti spiega la lezione.-
-Eh, questo lo sappiamo. Ma tu devi fidarti, Michael, andrà tutto bene.-
-Allora mi fido...-
-Bene così.-
Si diressero verso la scuola, ma una volta arrivati rimasero insieme. A Daphne non dispiaceva affatto, le dispiaceva più che altro per Michael, che stranamente non era andato da Kenneth. Dalla parte opposta del cortile invece, Jamie stava parlando con Julie:-Eccolo lì.-
-Dai Julie, ce la puoi fare. In realtà, devi far ben poco.-
-Fondalmentalmente sì. Ripetimi che devo fare.-
-Vai lì davanti a lui. Ti ci piazzi di fronte. Fa in modo che nessuno di due parli. Vedi cosa ti viene da dirgli. E poi ritorni qui.-
-E se mi viene da dirgli qualcosa?-
-Digliela, ma ricordati che siamo a scuola, non puoi metterti a piangere.-
-Già...allora io vado. Mi accompagni?-
-Che? Ma così non vale.-
-Dai, solo fin lì, poi ritorni quà.-
-Va bene...-
La biondina si scollò controvoglia dal muro per accompagnare la rossa dall'altra parte del cortile. Il percorso (trattasi di 20 metri) fu come il calvario per Julie. Aveva il cuore a mille e una volta davanti al ragazzo, deglutì a fatica, lasciando andare la mano di Jamie, che si riportò al posto di prima.
-Julie...- balbettò il biondo.
-Shh, zitto.-
-Ma...-
-Per favore, non dire nulla.-
Il ragazzo si ammutolì, mentre lei lo fissava per tutta la sua lunghezza, poi il viso, e poi gli occhi. Quegli occhi maledettamente azzurri. Quegli occhi che tanto l'avevano fatta innamorare, quegli occhi che l'avevano tradita. Severa in volto, ma piangente nell'anima. Le venivano da dire tante cose, ma non riusciva a proferire una sola sillaba. Le salirono le lacrime agli occhi, mentre il ragazzo la guardava interdetto. Non riusciva a capire il perché di quello che Julie stava facendo. Vide gli occhi argentei della ragazza inumidirsi e versare una piccola lacrima, così, cautamente, allungò la mano e la appoggiò delicatamente sul viso di Julie. Nemmeno lui diceva niente. Ma gli andava bene così. Se non si era ritratta, voleva dire che qualcosa, anche se microscopico, c'era ancora. Julie si laciò asciugare le lacrime da Kenneth, ma appena i suoi occhi si scontrarono con quelli celesti del ragazzo, si ritrasse e corse via veloce, sentendo il vento pungente di marzo bruciare la pelle umida. Jamie la guardò preoccupata:-Allora?-
-Non sono riuscita a dirgli nulla...sono corsa via.-
-E perciò...?-
-Era un falso "ti amo" il mio. Non sarei scappata così.-
-Sicura?-
-Sì...tutto il mio mondo mi sta cadendo addosso.-
-Posso dirti una cosa?-
-Certo...-
-Il tuo "ti amo"...era uno dei più veri che io abbia mai sentito.-
-Cosa?-
-Dico davvero.-
-E tu in base a cosa lo dici?-
-Da piccola a scuola hanno fatto un piccolo corso di psicologia.-
-Cioè, spiegami, tu mi hai fatto fare una figura di merda del genere per un corso che hai seguito a scuola?-
-Esatto. Beh, ma ha funzionato.-
-Col cazzo, ho fatto solo un'emerita figura di merda.-
-Credimi, tu lo ami ancora.-
-Sarà...-
-Allora lo ammetti?-
-Che cazzo ne so, ora entriamo...-
-Beh, se diventi così suscettibile te lo sbatteresti anche nel primo angolo che troveresti.-
-Cosa?!- la rossa fissò divertita la biondina, che rideva come una deficente:-Me lo sbatterei? Ma sei scema?-
-No, sono Jamie.-
-Fatti una cura.-
-Costa troppo.-
-Faccio una colletta e ti ci spedisco io!-
-Con piacere!-
La prese per il polso e la trascinò dentro. In fondo, alle volte i rivali erano più amici dei veri amici.
In classe era imbarazzo più assoluto tra Julie e Kenneth. Bene o male Michael parlava con Jamie, o con degli altri suoi amici, ma Kenneth proprio no. Era come se avesse perso la parola, fissando costantemente ogni movimento della rossa. Lei sentiva di essere fissata, ma cercava di non darci peso, e ogni tanto cercava uno sguardo di conforto da Jamie. A suo volta, lei era semi-depressa per Sean, perché ci teneva a quel ragazzo, più del previsto. Dio, ne era innamorata completamente. Stava pensando a lui, quando si accorse di aver involontariamente scritto un "S+J" sul banco. Prese velocemente la gomma e cancellò, e automaticamente un sorriso comparve sul suo viso. Quando suonò la ricreazione, Jamie e Julie si diressero velocemente da tutt'altra parte rispetto a dove si mettevano con Kenneth e Michael. Quest'ultimo poi andò da Hunter, mentre Kenneth preferì rimanere da solo. Era davvero una brutta situazione: nessuno dei tre avrebbe mai immaginato che sarebbe andata  a finire così, e non si prevedeva una fine troppo breve.
Le ultime due ore passarono più velocemente delle prime tre, in quanto furono due ore di scienze attaccate, le quali Julie e Jamie starono vicine.
All'uscita di scuola...
-Hey Jamie, facciamo la strada insieme?-
-Aspetteresti un attimo? Dovrei andare un secondo dal coach a chiedergli una cosa.-
-Ma si sta allenando con la squadra di football ora.-
-A quest'ora?!-
-Sì, ma di solito il giovedì al pomeriggio.-
-Ah...va beh, vieni con me? Almeno so dove trovarlo...-
-Certo.-
Andarono velocemente in campo, Daphne come sempre sugli spalti che le salutò sorridendo. Il coach le vide subito e andò verso di loro:-Ciao ragazze! Che posso fare per voi?-
-Io dovrei chiederle una cosa...- iniziò Jamie.
-Mi dica tutto signorina....-
-O'Connor. Jamie O'Connor.-
-Dimmi Jamie.-
-C'è ancora un posto nella sqadra di atletica?-
-Beh...sì. Sì ce ne è ancora uno. E' la prima attività extra-scolastica che fai?-
-Sì.-
-Io alleno sia la squadra femminile che quella maschile. Le femmine si allenano di lunedì, martedì e giovedì.-
-A che ora?-
-Lunedì e martedì dalle quattro alle cinque e mezza, poi giovedì dalle sei alle otto.-
-Quando finiscono gli allenamenti di football?-
-Esatto. Solo che può darsi che per i prossimi giovedì ci siano dei ritardi.-
-Perché?-
-Dalla partita di sabato abbiamo concordato con la Donald che venga ad allenarsi con noi, solo di giovedì. Siccome hanno una buona tecnica...-
-Con la Donald?- Jamie guardò Julie, diventando rossa in volto. Sean giocava nella Donald.
-Esatto...qualche problema?-
-No no...si figuri.-
-Prima di prenderti però dovremo fare una prova.-
-Certamente...-
-Domani puoi venire?-
-No, domani no. Devo andare in ospedale.-
-Beh, allora giovedì?-
-Va bene...no problem.-
-Bene...allora ci vediamo giovedì alle sei.-
-Certo. Arrivederci!-
-Arrivederci!-
Si allontanarono in fretta dal campo, passando prima da Daphne per un saluto.
-Ma sei matta?- sbottò Julie improvvisamente.
-Perché scusa?-
-Hai presente la Donald? Sean...?-
-Lo so. Io lo faccio per me, mica per lui. Poi ci vedremo proprio di sfuggita. Io inizio, lui finisce.-
-Aaah...poi se succede qualcosa non dire che non ti avevo avvertita.-
-Sì Julie, non è che vado a fare mischia. Io mi alleno sulla pista, lui nel campo.-
-Ma la pista è attorno al campo.-
-Quante paranoie...-
-Comunque sono contenta per te e per la tua prima attività extra.-
-Grazie.-
-Non sapevo ti piacesse correre.-
-Sai...ogni tanto mi alzo verso le cinque di mattina e vado a farmi una corsetta. Non è niente male.-
-Ok, io non ci proverò mai, questo è certo.-
-Pigrona...- sorrise la biondina:-Ora andiamo. Sono già in ritardo.-
-Va bene.-

Angolo autrice
PER I NUOVI LETTORI RIMETTO IL LINK DEL TRAILER PER LA FF (SUGLI ONE DIRECTION) DI THEYAREMYWORLD CHE HO FATTO IO-->
http://www.youtube.com/watch?v=aS98C1sLe3A
RICORDO CHE FACCIO TRAILER PER OGNI GENERE DI FF :) BASTA CONTATTARMI!   
Bene bene gente, ho grandi progetti per i miei due pargoli -Sean e Jamie-, e anche per Kenneth e Julie, Michael per un momentino lo lasciamo stare che lui ha già avuto i suoi problemi con Daphne a suo tempo. Poi, sto facendo un video sulla prma coppia citata, e ho scelto due attori (che tra l'altro hanno recitato nello stesso film che sono più che perfetti :D ). Non vedo l'ora di finirlo, ma prima di finire quello dovrò conculdere la storia di Jamie e Sean, no? Metterò il link appena lo pubblicherò su YouTube. Se ne avrò il coraggio, perché dopo andrò a rifugiarmi in Finlandia. Da Babbo Natale. Diventerò un Elfo, così nessuno mi riconoscerà. Che volete per Natale ragazzi?
Che altro dire...non vedo l'ora di inizare il prossimo capitolo. Ora scappo in ospedale con mia nonna. Bacio :*
Canzone del capitolo: Lemonade-Alexandra Stan

Ciao bellissimi :D

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Capitolo 19
*** HeyHiHello ***


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Kennethcap.18 Riassunto del capitolo precedente:
Julie si mette di fronte a Kenneth, ma lui riesce solo ad accerezzarle la guancia, poi lei correi via, gli occhi lucidi. Pensa così che il suo "ti amo" non fosse vero, ma Jamie le conferma il contrario. Durante la giornata di scuola il trio resta sempre separato e alla fine delle cinque ore, Jamie va dal coach e gli chiede se nella squadra di atletica c'è posto. Lui dice va bene, ma giovedì deve fare una prova. Dalla partita contro la Donald di sabato, è stato deciso che le due squadre si alleneranno insieme, e siccome gli allenamenti di atletica iniziano alle sei, mentre quelli di football finiscono alla stessa ora, Sean e Jamie saranno costretti a vedersi.

18-HeyHiHello
Giovedì.
Era da lunedì che Julie e Kenneth non si parlavano. Non era mai successo da quando si conoscevano. Julie stava malissimo ogni volta che lo vedeva. Le faceva male lo stomaco e il cuore le batteva, perché in fondo voleva poter andar lì, perdonarlo e ritornare ad essere come una volta: felici, spensierati, innamorati...
Anche lui stava male e cercava ogni modo per non sentire nostalgia di lei. Aveva già provato a scusarsi molte volte, ma lei non lo lasciava parlare: non rispondeva alle sue mail, alle sue chiamate, ai suoi messaggi. Voleva darci un taglio. Se lei non lo voleva perdonare avrebbe senz'altro imparato la lezione, e avrebbe perso la persona più importante per lui. Ma non ne poteva più di vievere le sue giornate segregato in casa, senza parlare con nessuno. Perché anche Michael era in mezzo alla questione. Era arrabbiatissimo con Kenneth per aver fatto cadere nel baratro la sua bellissima amicizia con Julie, e anche la loro, che sembrava impossibile da recuperare. Ma per sua fortuna Michael aveva Daphne al suo fianco, mentre Julie ormai stava sempre con Jamie, e strano a dirsi, ma andavano d'accordo.
Così, senza dir nulla a nessuno, Kenneth quel giovedì mattina aspettò Julie fuori dalla porta di casa. Quando lei uscì dalla porta, l'unica cosa che riuscì a dire fu:Non avrai intenzione di fare la strada con me spero!-
-In realtà sì.- rispose lui, fingendosi tranquillo.
-Oh no, io resto qui.-
-Voglio vedere.-
-Fai anche l'arrogante Matthews?-
-Dai Julie, ti prego.-
La rossa sospirò pesantemente. Non poteva restare lì, era vero. Così con passo deciso uscì di casa senza aspettare Kenneth, che fate due falcate di corsa la raggiunse.
-Allora Julie...come va?-
-Come vuoi che vada?-
-Male, bene...chi lo sa.-
-Piantala Kenneth, dimmi cosa vuoi.-
Il biondo si fece serio:-Devo dirti una cosa. Credo di togliere un peso anche a te. Se mi ascolterai, questa sarà l'ultima volta che ti parlerò, promesso.-
La ragazza perse un battito. Era arrabbiata, ma non per questo voleva addirittura non parlargli più. Decise però di fingersi impassibile.-Ti ascolto.-
-Io sono stufo di tutta questa cosa. Ho sbagliato, te l'ho già detto...-
-Direi che me l'hai detto una trenti...-
-Non interrompermi, per favore. Dicevo, ti ho già detto che ho sbagliato. Tu non mi vuoi ascoltare, ti capisco, ma così non puoi sentire quello che ho da dirti in quanto successo sabato sera. Perciò, visto che non vuoi più starmi a sentire, io mollo. La faccio finita qui.- il ragazzo respirò profondamente. Le sue stesse parole lo stavano ferendo:-Non ti parlerò più, te lo prometto. Viviti tranquilla la tua vita, fai finta che non ci sia mai stato. E ora ti chiedo un favore...dimenticati di quello che c'è stato, di quello che siamo stati, perché se tu continuerai a ricordarlo, lo ricorderò anche io. E sinceramente sono stanco di stare male.-
Julie fissava incredula Kenneth. Possibile che lui non si rendesse conto di quanto lei volesse ricominciare? Ricominciare da capo...amici, migliori amici...fidanzati. Si sforzò di fare un'espressione più seria possibile, ma le lacrime non ci misero tanto a salirle agli occhi:-Va bene...quindi ora sei tu che vuoi rompere i rapporti.-
-No, è che...Mi manchi troppo Julie, e non riesci a perdonarmi, lo capisco. Quindi sono semplicemente stanco di stare male.-
-D'accordo...allora è un addio?-
-Esatto. Però prima...permettimi di fare una cosa. Per l'ultima volta.-
-Va bene.- annuì la ragazza, agitata. Lui le si avvicinò, cauto, sfiorando con una mano i suoi capelli. Appena notò che la ragazza lo fissava, passò la mano dai capelli alla guancia, per poi raggiungerla anche con l'altra mano. Lei sussultò, amava quando la prendeva il viso. Di solito lo faceva per...baciarla. Julie continuava a perdersi in quelle iridi cerulee, mentre lui in quelle pozze argentee di lei. Si sentivano entrambi avvampare. Chiusero gli occhi, prima di appoggiare le labbra l'uno sull'altra. Il bacio divenne subito più passionale, lui che cingeva la vita di Julie, lei che gli accarezzava dolcemente i capelli. Si staccarono in fretta, per poter perdere velocemente il contatto di quel bacio fin troppo significativo.
-E'un addio allora questo Julie...-
-Sì. Addio Kenneth.-
-Ciao, Julie.-
Julie girò le spalle, prendendo la strada alternativa, mentre delle grosse lacrime le rigavano il viso. Ciao. Perchè cazzo le aveva detto ciao?!  Doveva dire addio, così sarebbe stata finita per sempre, senza riscontri futuri. Ma invece aveva detto ciao, e questo la faceva stare ancora peggio.
In qualche modo raggiunse la scuola, e si fiondò da Jamie, abbracciandola.
-Hey hey hey....che succede?-
-E' tutto un casino, un enorme, fottutissimo casino!-
-Che è successo adesso?-
-Kenneth mi ha fermata davanti a casa mia, e mi ha detto che era l'ultima volta che mi parlava. Poi mi ha baciata e io gli ho detto addio, ma lui mi ha detto ciao!-
-Allora non è tutto finito se ti ha detto ciò.-
-Lo so! E' per questo che sto così!-
-Non dovresti essere felice?-
-E come faccio?!-
-Ma allora neanche triste.-
-Ma sono triste!-
-Hai le tue robe tesoro?-
-Manca una settimana.-
-Buono a sapersi...-
-Va beh dai...provo a non pensarci.-
-Esatto...fai finta che tutto questo casino non sia successo, pensa solo che le cose si sitemeranno.-
-Speriamo...beh, oggi hai atletica eh...-
-Già. Resti per gli allenamenti?-
-Non posso, mi dispiace tantissimo...-
-Figurati.-
-Tu non fare la furba con Sean.-
-Cosa vuoi che faccia? Sarà un miracolo se ci saluteremo.-
-Ceeerto.-
-Dai cretina, entriamo va. Sarà una giornata...interessante. Per entrambe.-
-Mi trovi d'accordo.-

La giornata passò veloce, ma per Julie era un dramma avere Kenneth in classe. Ogni volta che lo guardava ripensava a quel bacio, che l'aveva lasciata di stucco. Mentre Jamie invece non vedeva l'ora che arrivasse quel pomeriggio. Che, certamente, non tardò ad arrivare. Alle sei meno un quarto lei si recò al campo, intrufolandosi negli spogliatoi, mettendosi pantaloncini e canottiera, nonostante fossero in aprile da due giorni. Ma cosa ci si poteva aspettare da una che dormiva in reggiseno?
Raggiunse in fretta il campo, erano le sei in punto. Si diresse alla pista che contornava il campo d'erba. Vide subito uno della Donald scontrarsi con James. Non le piaceva il football, troppo pericoloso per lei. Poi, beh, vide lui. Lui, numero sette, la magia rossa da quorterback. Fantastico, da quando era pure quarterback? Bene. L'unico con la maglia rossa. Di sicuro non l'avrebbe notato in una massa di maglie verdi e blu.
Il coach fischiò e tutti i ragazzi si tolsero il casco, raggiungendo alcuni le ragazze di atletica, alcuni lo spogliatoio. Sean raggiunse una delle ragazze sulla partenza e si mise a chiacchierare, mentre James andò da Jamie, facendole distogliere lo sguardo d'odio verso quella ragazza.
-Jamie! Ma qual buon vento?-
-Nessuno. Solo attività extra...per i crediti.-
-Quindi sarai con noi il giovedì?-
-E...estatto.-
-Jamie? Ci sei?- il ragazzo si accorse che la biondina stava fissando Sean.
-Sean Finnegan, quarterback della Donald.-
-Lo so, lo conosco.-
-Oh maddai, ti piace?-
-Cosa?! Ma non dire cazzate...-
-Guarda che tutte nella sua scuola gli sbavano dietro.-
-So pure questo, cosa credi. Guarda te come quella gallina fa la gatta morta.-
-Ok, ti piace.-
-Ho fatto solo una constatazione. L'avresti potuta dire anche te.-
-Ma io non sono gay. Quella lì la trovo sexy.-
-James!!- la ragazza lo riprese, divertita.
-Hey, anche tu non sei messa male eh...-
-Ma che cazz...!- gli tirò una sonora pacca sulla spalla:-Comunque vanno via  adesso vero?-
-No, restano ancora un po' a guardare le ragazze dell'altetica allenarsi.-
-Yippi!-
-Sei felice?-
-Per niente. Mi sta sul cazzo Mi stanno tutti sul cazzo.-
-Ah ah...valla a raccontare a qualcun altro.-
-Ma anche no.-
-Hey, il coach ti chiama...ora vado. A dopo.-
-Ciao cretino!-
La ragazza raggiunse veloce la sua nuova (speriamo) squadra.
-Bene ragazze...ora mettiamo alla prova il nostro nuovo aquisto. Prima fate due giri di campo e riscaldatevi, io intanto vado a dire due cose ai giocatori di football.-
Ricevette un "d'accordo" generale e si dileguò negli spogliatoi.
Jamie iniziò per conto suo. Finiti i due giri, si accorse che Sean era già sugli spalti, mentre chiacchierava con sua cugina.
-Ragazze!-
La biondina distolse lo sguardo.
-Facciamo una piccola gara. Sarah, Rebecca, Tiffany e Jamie formate una batteria. Jamie tu mettiti nella corsia due, e ricorda che loro tre sono le più veloci. Così potrai misurarti.-
-Certo.-
Si misero tutte e quattro in posizione.
-Pronte...partenza...via!!!-
I piedi di Jamie scattarono in avanti, distendendo bene il ginocchio, finché l'aria fredda di quella giornata le seccava gli occhi per la velocità. Erano solo a metà quando riuscì a raggiungere Tiffany, Sarah e lentamente Rebecca. Jamie correva scattante, dinamica, veloce. Aveva una grande falcata e ciò le permetteva di avere un certo vantaggio. Tagliò il traguardo un seconodo e mezzo dopo Rebecca.
-Compliementi Jamie, davvero...- si congratulò il mister:-Sei in squadra.-
-Grazie...-ansimò lei, portandosi alla bocca una bottiglietta d'acqua. Si voltò per raggiungere il resto del gruppo e notò che Sean la stava fissando. E ciò, doveva ammettere, che le piaceva. E anche un po' le dava fastidio...ma le piaceva. Comunque fece finta di non averlo notato e raggiunse il gruppo, cominciando a fare riscaldamento.
Finirono alle otto e mezza, dopo diversi confronti tra le velociste e Jamie. In spogliatoio  iniziarono a fare conoscenza. Erano tutte più o meno simpatiche.
Jamie uscì alle nove da lì, perché dovettero farsi la doccia tutte quante. Appena fuori, vide Sean parlare con la ragazza di prima e le venne di tutto, ma si voltò di scatto per andare via, ma si scontrò con un ragazzo, cadendo a terra.
-Oddio scusa! Tutto bene?-
-Sì dai...successo nulla.-
-Dovresti stare un po' più attenta a dove cammini.- sorrise lui. Era della Donald, capelli sul rossiccio e occhi verdi.
-Forse hai ragione...- la ragazza si mise in piedi.
-Gurdavi Sean?-
-No.- rispose lei seccata.
-Mah...la direzione era quella.- lui le tese la mano, soridendo:-Aaron.-
-Jamie.-
-Sei nuova della squadra di atletica?-
-Sì...era una prova.-
-Beh, direi che ti hanno preso da come hai sorpassato le velociste.-
-Già...-
-Scommetto che vai  anche a correre la mattina.-
-Cosa? Come fai a saperlo?-
-Sono un veggente.-
-Dai...te l'ha detto Julie?-
-Non so nemmeno chi sia Julie.-
-Dimmi come fai a saperlo.-
-Ti abbiamo vista tre o quattro volte alla fontanella.-
-Ah sì...mi fermo sempre lì. Quindi vai a correre anche te e...?-
-Andiamo io e Sean.-
-Sean...Finnegan?-
-Vi conoscete?-
-Possiamo dire così.-
-Ah...sei pure tu una delle galline che gli sbava dietro?-
-Ah...sei pure tu un coglione che non mi conosce e ipotizza sulla mia vita? Ne ho conosciuti molti.-
-Hai un bel caratterino biondina.-
-Modestamente, me la cavo.-
Una voce li interruppe:-Hey Aaron!-
Il quartrback della Donald si avvicinò ai due. Jamie, imbarazzata, disse solo con un fil di voce:-Ciao Aaron.-
-Ciao biondina!-
Tale biondina evaquò dalla situazione il più presto possibile, mentre Sean la fissava confuso, perché in fondo poteva almeno salutarlo. E gli dispiaceva che non l'aveva fatto, perché più il tempo passava più lui si rendeva conto di non poter fare a meno di pensare a quella ragazza...così dolce, così bella, così...lei. Era innamorato di tutto ciò che Jamie aveva, di tutto ciò che Jamie era. E poi, che cavolo, era pure più piccola di lui, quindi poteva spupazzarsela quanto voleva! Stava boccheggiando dietro alla figura slanciata delle biondina che si perdeva nel buio di quella sera, quando la voce di Aaron lo fece ridestare:-Sean?-
-Mh?-
-Anche tu le sbavi dietro?-
-Che!? No no...aspetta, "anche tu"? Che vuoi dire?-
-Mah...niente. Mi è venuto da dire così.-
-Aaron...- disse a mo' di cantilena il moro.
-Hey è vero!-
-Sì certo, difatti io che ti conosco dall'asilo non so che stai mentendo. E viviamo in una terra di unicorni. Certamente.-
-Dio mio che pignolo che sei!-
-Sempre stato.-
-Domenica mattina andiamo a correre?-
-Va bene. Alle cinque davanti a casa mia.-
-Va bene.-
-E domani, Aaron, mi spieghi 'sta storia.-
-Forse domani non ce ne sarà bisogno.-
-Che intendi dire?-
-Sapessi.-
-Vaffanculo Aaron!-
-Domenica.-
-Dio se ti odio...-
-Ah ah...che ridere.-
-Vuoi farmi incazzare?-
-Io? Ma va.-
-Sei fortunato che c'è Daphne e dobbiamo andare a casa. Domani vedi però!-
-Certo. A domani.-
-Sii puntuale.-
-Va bene.-
I due cugini si avviarono verso casa. Sean aveva in mente qualcosa di...speciale. Non vedeva l'ora di mettere in atto il suo piano.

Angolo autrice
Ciao gente, vado di strafretta, perché volgio scirvere il prossimo capitolo. Spero che questo vi sia piaciuto. Anche questo lo progettavo da molto tempo :) Nadiamo subito con la
Canzone del capitolo: Clarity- Zedd ft. Foxes
Scusate per il capitolo corto, mi farò perdonare!
Baciiiiii:*

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Capitolo 20
*** That's the real love, that's the real friendship ***


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Kennethcap.19 ECCO IL TRAILER PER UNA MIA PROSSIMA NUOVA FF-->http://www.youtube.com/watch?v=DOYCRNC9rnc

VI PREGO FATECI UN SALTO ANCHE SOL PER VEDERE COME FACCIO I VIDEO, E RICORDO ANCORA CHE FACCIO VIDEO/TRAILER SU ORDINAZIONE PER OGNI GENERE DI FF :D

Riassunto del capitolo precedente:

Kenneth dice un sofferto addio a Julie, promettendole che non le avrebbe più parlato, pensando che alla ragazza non interessasse più starlo a sentire, in relatà è tutto il contrario. Quindi si dicono "definitivamente" addio con una bacio, al seguito del quale lei dice addio, mentre lui ciao. Nel pomeriggio Jamie ha i suoi primi allenamenti di atletica e viene subito presa in sqadra, in quanto tiene testa alle velociste del team. Finita quella piccola "prova" si accorge che Sean la sta fissando. Dopo gli allenamenti lei conosce il migliore amico di Sean, Aaron, con cui quest'ultimo va a correre di mattina. Quando Sean va da loro, lei se ne va non rivolgendogli neanche un saluto.

19-That's the real love, that's the real friendship
Erano le tre di notte. Jamie era tutta raggomitolata tra le coperte, indossando solo un paio di pantaloncini e il reggiseno. Stava facendo un incubo strano quando venne svegliata dal vibro insistente del suo telefono. Così, imprecando a volontà, senza guardare il display, rispose:-Chi cazzo è?!-
-Guarda dalla finestra.-
Jamie si alzò dal letto di malavoglia, nonostante non avesse ancora capito a chi appartenesse la voce. Aprì la finestra cercando di non fare rumore, altrimenti sarebbero stati cavoli per i suoi genitori. Si stroppiccigli occhi, ancora assonnati.
-Quaggiù!- la guidò la voce.
-Ma chi cazz...Sean?!?- la bionda sgranò gli occhi.
-Già.- rispose lui, come fosse la cosa più normale del mondo.
-Che cazzo ci fai qui?!-
-Se mi fai salire te lo dico.-
-Ma sei fuori?! Così svegliamo il vicinato. Dai ne riparliamo un altro giorno...lasciami stare.-
-Jamie ti prego.-
-Devo dormire, non per altro!-
-Porca troia Jamie, non riesco a strati lontano, mi capisci?!-
Jamie lo guardò stranita, per poi sussurrare:-Scendo.-
Prese a volo una felpa e scese cercando di non fare rumore e per evitare ulteriore baccano uscì dal davanzale della cucina.
-Ciao Jamie.- la salutò lui, tenendo bassa la voce.
-Ciao...-
-Tu dormi così...?- indico l'abbigliamento forse troppo estivo.
-Oh cazzo...- borbottò lei imbarazzata, tirando su in fretta la cerniera.
-Tranquilla, non sono un maniaco.-
-Me l'hai detto anche sull'autobus.-
-Allora vuol dire che devi credermi.-
-Lo so che non sei un maniaco.-
-No, devi credere a quello che ti ho detto prima.-
-Prima quando?- scherzò lei.
-Eddai non farmelo ripetere...-
-Eh...non ricordo...-
-Non riesco a starti lontano, Jamie. Mi ritrovo sempre a pensare a te e so di aver avuto una reazione esagerata lunedì...ma è perché ci tenevo...ci tengo.- sottolineò lui, arrossendo.
-E così...fai il quarterback?- lo raggirò lei, sorridendo maliziosamente. Erano sul viale davanti alla casa della ragazza.
-Dai Jamie...so che lo fai apposta.-
-Forse.-
-Ti piace giocare col fuoco?-
-Ma quale fuoco e fuoco...- lo prese in giro lei, affettuosamente. Lui le cinse improvvisamente la vita da dietro, facendola sussultare, le mani che s'intrecciavano sull'addome della ragazza. Prese a baciarle il collo, mentre lei avvampava vistosamente. Le mani di Jamie si andarono lentamente a posare su quelle forti di Sean, che le incatenò alle sue.
Appena ebbe un attimo per respirare, sussurrò:-Questo fuoco...-
-Sean...- non fece in tempo a finire la frase che la luce del bagno si accese e lei sgranò gli occhi:-Sean sono futtuta! Ti prego non arrabbiarti...-
-No no, vai pure.- la rassicurò lui.
-Promettimi che ti farai risentire presto!-
-Certo.-
-E magari non di notte.- sorrise di fretta, prima di lasciare una bacio molto più casto del primo sulla guancia del ragazzo:-Ti voglio bene.-
-Anche io...-
-Ciao!-
Corse veloce verso la casa e una volta intrufolata in cucina, corse nel suo letto, fingendo di dormire. Suo papà aprì la porta da lì a tre minuti e la trovò beatamente stesa sul letto. Appena quest'ultimo si chiuse la porta alle spalle, lei toccò incerta la zona che Sean le aveva baciato. Non ci poteva credere...era tutto troppo bello per essere vero. E, Dio se quel ragazzo le piaceva. Appena lui aveva appoggiato le labbra sul suo collo, lei si era sentita sciogliere. Stava per venirele anche un infarto quando lui aveva inizato a lasciarle quei piccoli morsetti affettuosi. Sorrise involontariamente, prima di addormentarsi.


Venerdì.
Jamie aprì gli occhi a fatica, di certo l'alzataccia della scorsa notte non era stata utile per il sonno. Ma aveva un radioso sorriso sulle labbra, che si trasformò in una smorfia d'orrore appena si vide allo specchio. Non per i capelli messi male o cosa, ma per il segno violaceo lungo tutto il lato destro del collo, ovvero dove Sean l'aveva baciata. Si portò una mano agli occhi, se i suoi l'avessero scoperta, poco ma sicuro, l'avrebbero segregata in casa fino a Natale. E mancavano ancora nove mesi. Si toccò la zona interessata, e in effetti un po' le bruciava, ma stava bene, e le piaceva sentire quella sensazione di bruciore, perché le ricordava la notte passata. Era proprio un bel livido...se si fosse messa i cerotti i suoi l'avrebbero sgamata perché durante la notte era impossibile essersi fatta un qualcosa del genere. Così optò per la classica scusa del mal di gola e si mise una sciarpa intorno al collo. Uscì di casa in fretta, evitando strane domande. S'incamminò verso la scuola senza Julie, perché era già in ritardo.
Stava ascoltando la musica dal suo telefono, quando una chiamata la costrinse a levare le cuffie e a rispondere.
-Pronto?-
-Buongiorno principessa!-
-Sean!? Ma possibile che tu scegli sempre gli orari più infelici?-
-Mi mancavi...-
-Caro...Senti, hai idea di quello che ho ritrovato sul mio collo stamattina?-
-No.-
-Ho un livido viola che percorre tutto il lato destro!-
-E...ti crea problemi?-
-No, ma sai com'è, se mi sgamano i miei sono fottuta.-
-Scusa...-
-Figurati...- rispose lei, il tono sincero.
-Comunque volevo chiederti se venivi alla partita domani.-
-Dove la giocate?-
-Qui alla Donald.-
-Non lo so...-
-Porta pure Julie se vuoi.-
-Devo vedere.-
-Ti prego Jamie! E' l'ultima di campionato, con questa si chiude il girone delle quarte....devi esserci.-
-E che differenza fa se non ci sono? Non dipende da me la vostra vittoria.-
-Ma dipende la mia performance.-
-Che vuoi dire?-
-Con te ho uno stimolo in piu, vuoi mettere, devo fare tutto lo spaccone...- rise lui:-...e poi, ho bosogno di te. Di vederti...di abbracciarti...ti prego.-
-E va bene...ma porto anche Julie, se vuole venire.-
-Ok, e domani mattina ti va di andare a corere? Io e te...?-
-Certo, va benissimo.-
-Vengo a prenderti io per le cinque?-
-Certo.-
-Grazie Jamie! Sei la mia salvezza! Ora devo andare, sto per entrare a scuola...-
-La partita a che ora è?-
-La giochiamo alle cinque, ma tu arriva per le quattro.-
-Per le quattro?! E perché?-
-Tu vieni.-
-Sei pazzo Sean...-
-Sono pazzo di te, Jamie.-
-Va beh, allora domani alle quattro sono lì da te.-
-Grazie Jamie, ora scappo, ti amo!-
-Sì a domani...anche io...ti amo.- Jamie cercò di scandire bene le parole, in modo da scandirle anche nella sua mente. Non sapeva nemmeno lei che colore aveva preso, ma di sicuro era sul rosso.
Accellerò il passo, era in ritardo.

A scuola non c'era Julie, perciò lei rimase con Michael.
-E' solo un enorme casino...- affermò il moro, di punto in bianco.
-Ti rifersici a Kenneth?-
-Sì...Ho il terrore che non si sistemerà.-
-Ma va...Non devi preoccuparti Michael. Vedrai che una volta che Julie e Kenneth sistemeranno ritornerà tutto come prima. Sarete di nuovo un bel terzetto.-
-No, Jamie. Nel caso ritorneremo ad essere un qualcosa, saremo un quartetto, perché tu sei una di noi, ora. Ci hai aiutato in tante situazioni.-
-Sul serio...?-
-Ma certo, credimi.-
-Grazie...comunque anche tu devi credermi. Si sistemerà tutto.-
-La vedo dura, ma ti credo. Piuttosto...c'è così freddo da sciarpa...?-
-In realtà, no...-
-E allora perché ce l'hai al collo.-
-Oddio...prometti di non dirlo a nessuno.-
-Come vuoi.-
Jamie lentamente se la sfilò.
-E' un succhiotto? E anche bello grande direi. Ma posso sapere chi...?-
-Sean.-
-Maddai?! E quando?-
-Ieri notte, verso le tre.-
-Ti è venuto a svegliare...alle tre di notte?-
-Sì, mi ha chiesto scusa per la reazione che ha avuto lunedì e poi beh...il resto è evidente.-
-Almeno stavolta vi siete baciati?-
-Macché...i miei si sono svegliati.-
-Che sfiga.-
-Taci va...-
-Comunque congratulazioni, è proprio un bel succhiotto.-
-Grazie.- sorrise lei, livemente imbarazzata, rimettendosi la sciarpa:-Ma anche tu sei arrabbiato con Kenneth?-
-Sì.-
-E non vorresti smetterla con tutto questo casino?-
-Certo.-
-Bene, vai lì, scusati, permettigli di scusarsi. La prima regola dell'amicizia è il perdono, Michael. Il perdono reciproco.-
-Quindi dici che dovrei andare lì da lui?-
-Esatto.-
-Forse hai ragione.-
-Vacci!-
-Ok, ok...ci vado.-
Michael prese un respiro e si avvicinò a Kenneth.
-Kenneth...- lo salutò lui.
-Michael.-
-Kenneth, senti....mi dispiace. Ti ho dato contro quando avevi bisogno del tuo migliore amico...scuasami.-
Sul viso del biondo comparve un sorriso:-Avevi ragione a darmi contro...sono stato uno stronzo con Julie. Dovrei essere io a chiederti scusa.-
-Beh...mi dispiace. E ti perdono.-
-Anche io...mi sei mancato Harris.-
-Anche te Matthews.- si diedero una pacca sulla spalla, mentre Jamie si avvicinava a loro.
Kenneth presa la parola:-Grazie Jamie per avermelo riportato indietro.-
-E' stato un piacere.-
-Jamie ma...perché hai la sciarpa?-
-Sapessi...-
-Che dovrei sapere..?-
-Beh...- si levò la sciarpa:-...Sean mi ha fatto un succhiotto.-
-Ah però...un gran bel succhiotto. Guarda che livido...ma state insieme?-
-No no.-
-E allora perché te l'ha fatto?-
-Era un suo modo per chiedermi scusa. Ieri notte è stato.-
-Audace come scusa...-
-Già. Sai Julie che fine ha fatto?-
-Dopo ieri non ci siamo più parlati.-
-A proposito Kenneth...- s'intromise Michael:-Posso sapere cosa ti salta in mente di dirle?! Ieri l'ho vista piangere alla ricreazione.-
-Le ho detto che era stufo di stare male.-
-Ti correggo, Kenneth...- tossicchiò la bionda:-L'hai baciata, e poi lei ti ha detto addio, tu le hai detto ciao.-
-Ma allora Matthews sei davvero un idiota.-
-Grazie Harris, davvero.-
-Dai Matthews...ti pare di fare così?!-
-E cosa avrei dovuto fare?-
-Visto che ti stava ascoltando, dovevi chiederle scusa. Ma non scusa e basta, dovevi farle capire che ti dispiaceva.-
-Ma io ci ho provato!-
-Non del tutto...impegnati.-
-Ma prima devi lasciar correre un po' di giorni, Kenneth.- esordì Jamie.
-Perché dici?-
-Ieri era disperata...devi aspettare che prenda la cosa per come è veramente.-
-E come sarebbe veramente?-
-Come un non addio. Lei l'ha presa come una disperata richiesta di avere più tempo.-
-Ma io non volgio tempo! Io voglio poter sistemare tutto!-
-E cosa ti ho appena detto io?-
-In effetti...comunque non so perché oggi non ci sia.-
-Non mi ha detto nulla.-
-Va beh...starà male. Andiamo, stiamo entrando.-
I tre ragazzi entrarono e la giornata passò velocissima, perché finalmente stavano ancora insieme e si erano perdonati a vicenda. Ora non mancava che spiegare a Julie la faccenda, non appena sarebbe tornata a scuola.
Per tutti e tre era stata una bella giornata, finalmente.

Angolo autrice
Bene bene genteeeeeee!
E' un po' corto il capitolo, lo so. Ma il prossimo sarà un po' più lunghetto, promesso, e se i miei piani non cambiano nel capitolo 21 succederà una cosa (che vi anticipo sta già succedendo). Non vi dico quanto mi sto divertendo a scrivere di Jamie e Sean. Col video procedo a passo di tartaruga, perché man mano che scrivo di loro due, posso continuare il video. Il prossimo capitolo sarà bello, vi avverto: gioioso, felice...ma il prossimo ancora sarà...ecco, non triste...PEGGIO. Non vedo l'ora di scriverli entrambi. Sarò costantemente incollata al computer. Della serie, come se non lo facessi già. Ora vado delinquenti,
Canzone del capitolo: Si scrive shiavitù ma si legge libertà-Fedez

Shiao Amori :*

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Capitolo 21
*** You're mine ***


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Kennethcap.20 Riassunto del capitolo precedente:  
Sean va a casa di Jamie alle tre di notte e le chiede scusa. La breve (a causa dei genitori della ragazza) chiacchierata termina con Sean che, prendendo Jamie da dietro, le lascia un succhiotto lungo tutto il lato destro del collo, e la mattina lei è costretta a mettersi una sciarpa a causa del livido violaceo. La mattina stessa poi Kenneth e Michael risolvono e ritornano a parlarsi, di nuovo come migliori amici. Sean chiama Jamie e le chiede di andare alla partita  e di andare a correre con lei sabato e lei accetta. Julie intanto quella mattina non si è vista.

20-You're mine
Sabato.
Jamie era sul cancello di casa sua, e alle cinque in punto arrivò Sean, in una tutta verde.
-Buongiorno principessa!-
-Heilà...tutto ok?-
-Sì sì, tutto bene. Senti Jamie...sicura di non avere caldo con lo scaldacollo?-
-Mi prendi in giro?- la biondina gli lanciò un'occhiata truce.
-In realtà sì. Dai andiamo.-
Iniziarono con una corsetta leggera, fino al parco. Non parlarono quasi mai, per risparmiare il fiato, ma si sorridevano spesso. Si fermarono così ad una fontanella.
-Stanca biondina?-
-Ti piacerebbe. Te piuttosto?-
-Io lo ammetto, e ti dico un po'. Ma solo un po'.-
-Ma sentilo. Il quarterback che dopo due chilometri di corsetta è già stanco.-
-Fossero pochi fatti di corsa.-
-Massì che sto scherzando. Io adesso direi di ridirirgerci verso casa...io mi faccio la doccia, non so te.-
-Direi che è naturale. Solo che...posso chiederti un favore?-
-Dimmi tutto.-
-Posso farmela a casa tua?-
-Perché...?-
-Casa mia è abbastanza distante da qui. Non so se faccio in tempo. Fai conto che io devo andare alla Donald dopo.-
-Ah già. Per me non c'è problema. Spero solo che i miei non piantino su storie.-
-Se è un problema fa lo stesso.-
-No no. Hai il cambio?-
-Sì, nello zaino.-
-Quindi avevi già previsto tutto?-
-Diciamo...-
-Va la Finnegan...andiamo dai.-
-Va bene.-
Le diede un bacio sulla guancia e proseguirono sul loro cammino. Correvano piano, in modo da non stancarsi ai primi cinquecento metri. Jamie stava adorando quel momento, sperava non finisse mai. Stava facendo una delle cose che le piaceva di più con il ragazzo di cui era innamorata. Si poteva chiedere di meglio? 
A casa di Jamie c'era solo sua madre, suo padre era a lavoro.
-Ciao mamma!- gridò la ragazza buttando le chiavi sul tavolo.
-Ciao tesoro!-
-Vieni per favore!-
Una signora sulla quarantina si affacciò sulla porta del salotto, sorprendendosi alla vista del ragazzo, che biascicò un debole:-'Giorno.-
-Chi è lui tesoro?-
-E' un mio amico. Casa sua è distante, può farsi la doccia qui?-
-Certo..credo. Tesoro non hai caldo con lo scaldacollo?-
-No, no no no scherzi...si sta da Dio.-
-Ma sei tutta sudata.-
-Lo so, ma ho mal di gola.-
-Come vuoi...-
-Faccio vedere a Sean il bagno.-
-Certo...non fate nulla di strano.-
-Perché dici?-
-Doccia...ragazzo e ragazza...?-
-Mamma!!!- la richiamò lei, diventando rossa, seguendo una risata di Sean:-Aaah...vieni Sean.-
-Arrivo...- i due sparirono al piano di sopra.
-Devi scusarla mia madre...non è abituata ad avere ragazzi in casa.-
-Non preoccuparti.-
-Tieni...- la ragazza gli porse un asciugamano:-L'acqua dovresti saperla accendere.-
-Credo di no.-
-Idiota. Se hai bisogno sono in camera mia. Poi mi faccio anch'io la doccia.-
-Vuoi farla prima te?-
-Prima gli ospiti, regola d'oro.-
-Va bene, ci metto poco.-
-Fai con calma.- Jamie si chiuse la porta alle spalle, andando in camera sua.
Stava leggendo una rivista quando vide la pubblicità di un bagno schiuma e si ricordò che in doccia era finito, così corse a prenderne un flacone nuovo e aprì la porta del bagno, dimenticandosi di bussare:-Sean mi sono dimen...- non finì la frase perché davanti a lei c'era il ragazzo con solo i boxer addosso. Così si coprì subito gli occhi, imbarazzata:-Scusa Sean...credevo non ti fossi ancora spogliato.-
-Ti ho detto che sono veloce.-
-Tieni.- alla cieca la biondina gli porse il flacone:-E' finito in doccia.-
-Grazie.-
-Prego...e scusa ancora.-
-Figurati.- sorrise il moro, prima che la ragazza richiudesse la porta. Grande figura di merda.
Comunque sia, il ragazzo fu di nuovo fuori in un quarto d'ora. Jamie lo guardò bene appena uscì dal bagno, era bellissimo. Con i capelli bagnati poi...
-Vai pure Jamie.- la ridestò lui, sorridendo.
-Ok, ti serve il phon?-
-No no. Si asciugano subito.-
-Come vuoi. Scusami ancora per prima.-
-Hey, siamo pari.- il ragazzo abbassò la voce:-Ieri notte ti ho vista in reggiseno anch'io daltronde.-
-Già, hai ragione. Vado.-
-Va bene.-
Jamie filò in bagno, e per prima cosa si tolse lo scaldacollo, notando il livido viola. Non se ne voleva andare! Entrò in doccia e rabbrividì al pensiero che guisto pochi minuti prima  c'era stato il ragazzo di cui era innamorata.
Uscì anche lei dopo una ventina di minuti, già vestita, e raggiunse Sean, che era in camera sua, seduto sul letto.
-Fatto!-
-Si sta bene dopo una doccietta, no?-
-Già.-
-Hai delle belle foto con i tuoi amici dell'Irlanda.-
-Bei ricordi quelli...-
-Senti, sai che ore sono?-
-Le sette e mezza.-
-Conviene muoversi.-
-Già, vieni...- gli prese teneramente la mano e uscirono di casa, urlando un "ciao" alla madre di Jamie.
-Beh Jamie grazie di tutto, davvero. Ci vediamo alla partita.-
-Certo. Allora alle quattro?-
-Alle quattro.-
-D'accordo...a dopo.-
-Ciao.-
Sean si abbassò e la baciò sulla guancia. Lei sorrise e poi si diresse velocemente verso la scuola.
Nemmeno quella mattina Julie si era vista, probabilmente si era beccata un raffreddore o una cosa del genere.
La mattinata passò non veloce, di più. Tra Michael e Kenneth era tutto sistemato e Jamie non faceva altro che pensare a Sean.
Così arrivarono le tre e mezza e Jamie si stava preparando per andare alla partita. L'accompagnava Daphne, perché Julie non rispondeva né ai messaggi né tantomeno alle chiamate. Ma faceva lo stesso, a Jamie bastava vedere Sean giocare, anche se non capiva perché dovesse andare lì alle quattro, perché la partita iniziava alle cinque.
Così alle quattro era davanti al campo della Donald, insieme a Daphne.
I ragazzi si stavano allenando e appena Sean la vide, fece cenno di fermare il gioco, e corse da Jamie.
-Ciao Jamie!-
-Heilà...-
-Vieni...- la prese per la mano, mentre Daphne andava sulle tribune, portandola in campo:-Lei è una mia amica, ragazzi.-
La biondina storse un po' il naso. Amica? Dopo che per colpa sua aveva una sciarpa invernale? Fece finta di nulla.
-Hey biondina!- la ragazza si rivolse verso l'interlocutore.
-Aaron!-
-Qual buon vento?-
-Sono venuta a vedere la partita.-
-Aaaah...poi penso di sapere chi ti ha invitata.-
Lei diventò rossa, come Sean d'altra parte:-E anche se fosse? Che c'è di male?-
-Niente...figurati. Anzi, è una bella cosa.-
-Già, fantastica, vi lascio allenare. Io raggiungo Daphne.-
Girò velocemente le spalle, mentre la squadra tornava in centrocampo, eccetto...
-Jamie aspetta!-
-Che c'è Sean?-
-Scusa se ho detto loro che sei una mia amica, ma a parte Aaron nessuno sa niente...tu sei molto più di un'amica, Jamie, sei la persona più importante per me, non dubitarne mai, anche se dovessi dire il contrario, ok?-
-Va bene, tranquillo. Comunque, vale anche per me.-
Il moro sorrise, prima di lascialre di sfuggita un bacio sulla guancia e andare dalla squadra.
-Eccomi!- sorrise la biondina, salendo le gradinate.
-Finalmente...-
-Scusa.-
-Ma quindi..stai con Sean?-
-Ma va...-
-E allora? Cos'è quel "sei la persona più importante per me"?-
-Oh. L'hai sentito.-
-E anche sono sua cugina, mi racconta tutto. Hai una vaga idea di quello che succederà se voi due vi dichiarerete a tutti?-
-No.-
-Le ragazzine che gli vanno dietro ti bruceranno la casa.-
-Che?!-
-E' un modo di dire...ti daranno il tormento.-
-Me ne fotto i coglioni delle ragazzine. E poi non so nemmeno se ci mettiamo insieme. Posso chiederti una cosa, a tal proposito?-
-Dimmi.-
-Mi posso fidare di lui?-
-In che senso?-
-Mi hai detto che è molto...puntato, come ragazzo.-
-Senti, a volte si finge stronzo, ma lo fa per scherzare. Lui, anche se non sembra, è un ragazzo dal cuore d'oro. Se ti dice che gli piaci, gli piaci. Non metterlo mai in dubbio.-
-Non lo so...-
-Beh, allora il problema non è lui. Ti piace?-
-Certo...-
-E allora perché non vuoi starci insieme?-
Jamie si raccolse nelle ginocchia:-Storia lunga.-
-Dai, dimmela...così magari ti aiuto.-
-Niente è che...in Irlanda avevo una migliore amica, che si è suicidata per colpa del suo ragazzo, che la picchiava.-
-E tu di cosa hai paura?-
-Che mi possa succedere lo stesso.-
-Cosa...? Ma figurati, lui non oserebbe mai toccarti!-
-Non lo so.-
-Lascia fare a me.-
La castana si alzò di fretta e raggiunse il campo prima che Jamie potesse chiamarla per la quarta volta. Rimase lì a parlare con Sean quasi cinque minuti, per poi tornare da Jamie. Quest'ultima guardò disperata verso il campo, e vide Sean farle segno che, una volta finita la partita, lei doveva andare giù, da lui.
Dalle quattro e tre quarti le tribune iniziarono a riempirsi e alle cinque la partità iniziò.
Fu proprio una bella partita. Per fortuna pochi falli e quasi nessuna sostituzione. Sean si sorprendeva spesso a fissare Jamie, invece che i suoi compagni di squadra.
La partità finì alle sei e un quarto, sul diciannove a diciassette per la Donald.
Erano tutti sudigiri, addirittura dei ragazzi con dei petardi. In effetti sì, c'era da festeggiare, avevano vinto il girone delle quarte. La coppa venne messa in mano a Sean, che però guardava da tutt'altra parte. Anche lei lo guardava, fin quando lui non le fece cenno di scendere.
Così scese e corse da lui.
-Complimenti Sean, siete stati bravissimi!-
-Perché c'eri tu.-
-Già, anche se in effetti c'è caldo con la sciarpa.-
Lui sorrise teneramente, prima di sfilargliela.
-Che fai?!- cercò di coprirsi lei il collo con il braccio.
-Non c'è più bisogno che tu ti copra, Jamie.- le prese le mani, scoprendo il livido violaceo.
-Ma che cos...- non riuscì a finire la frase che le labbra del ragazzo la bloccarono, appoggiandosi rapidamente sulle sue. La teneva stretta in vita, cosa alquanto facile, data la differenza di altezze. Lei si lasciò andare e gli gettò le braccia al collo, rispondendo animatamente al (finalmente atteso) bacio, mentre tutta la squadra e troiette varie si riuniva attorno ai due. Si baciavano con passione, stringendosi più che potevano l'un l'altro.
Si staccarono e si abbracciarono, accompagnati da alcuni appalusi dei giocatori. Sean le si avvicinò all'orecchio, continuando a tenerla per la vita, e piano le sussurrò:-Non potrei mai farti del male, Jamie. Non oserei mai toccarti, credimi. E non devi avere paura che un giorno io dovessi lasciarti sola, perché ti amo, Jamie.- Sean la strinse ancora di più a se:-E non devi credere a chi dice che non ti devi fidare di me, e se dovessi avere problemi io dovrò essere la prima persona a cui tu ne dovrai parlare. E se un giorno dovessi avere dei dubbi su di me, non dovrai chiedere ad altre persone, dovrai venire da me. E se un altro giorno dovessi cadere, stai sicura che io sarò lì, a rialzarti. E' tutto chiaro amore mio?-
Jamie non riusciva ad aprire bocca, completamente sorpresa dalle dolci parole di Sean. Era la prima volta che un ragazzo le parlava così, che la stringeva a se, e questo la faceva sentire bene, amata come non mai. E non ci poteva credere che un ragazzo si potesse esprimere così, proprio con lei. Si sentiva al sicuro: la testa appoggiata al petto del ragazzo, le braccia gettate attorno al suo collo, e le mani che giocherellavano con i suoi ciuffi castani. Si fece forza e con un fil di voce rispose all adomanda che Sean le aveva fatto:-Sì, tutto chiaro.-
-E un'ultima cosa, poi ti lascio andare. Tu sei mia.-
Jamie sentì la stretta del ragazzo farsi leggermente più debole, così lei lo strinse ancora di più:-Anche tu sei mio, Sean. E non voglio lasciarti andare. Perché anche io ti amo, lo sai? E mi sono innamorata dal primo momento che ti ho visto, in autobus.-
-Sai cosa credo Jamie?-
-No...-
-Che tu sei perfetta per me. Sei perfetta e basta.-
Lei arrossì più di quanto già non fosse rossa.
-Ora posso lasciarti andare? Più che altro perché mi stanno chiamando...-
-Certo, va bene...-
Il ragazzo allentò la presa, prendendo tra le mani il viso di Jamie:-Ti amo.- la baciò di sfuggita.
-Anche io.-
-Jamie, io devo andare. Dio mi dispiace non posso neanche fermarmi per il dopo partita, i miei mi hanno dato i tempi stretti.-
-Tranquillo, vai pure.-
-Ti richiamo io più tardi. Un'ultima cosa...non vergognarti a dire che il segno che hai sul collo te l'ho fatto io, va bene?-
-Va bene. A dopo...-
-Certo, ti amo Jamie!- disse lui allontanandosi.
-Anche io Sean, a dopo!-
Jamie si diresse da Daphne, non curante di tutte le ragazzine che la fissavano male.
Quest'ultima le sorrise:-Andiamo?-
-Andiamo.-
-Allora Jamie...hai imparato a fidarti?-
-Sì...lui è...è semplicemente perfetto.-
-E fino ad un quarto d'ora fa non lo volevi nemmeno baciare.-
-Ma lui è dolcissimo.-
-Eh lo so, ci convivo.-
-Che!? Tu ci convivi?-
-Certo.-
-Quindi siete tu, lui, tuo fratello, i tuoi genitori e i suoi genitori?-
-In realtò io non ho più i genitori. Convivo con loro come se Sean fosse mio fratello, e come se i miei zii fossero i miei genitori.-
-Oddio Daphne...scusa non lo sapevo!-
-Tranquilla, no problem.-
-Così convivi con Sean eh...-
-Sì, tranquilla è tutto tuo.-
-Sì sì...stavo pensando che a volte, così, per caso, potrei venire a trovarti per...dei compiti?-
-Sei irrecuperabile.-
-Preferisco il termine innamorata.-
-Anche io ero così con Michael.-
-E non lo sei più?-
-Certo, volevo dire che anche io non vedevo l'ora di vederlo. E' solo che per lo meno io e lui siamo a scuola insieme, tu e Sean siete anche in scuole diverse.-
-Lo so, ma la distanza non è un problema. Basta il cuore.-
-Ma sentila...è arrivata la filososfa.-
-Non sto scherzando...-
-Come vuoi. Però pra devo andare, le nostre strade s'interrompono qui.-
-Certo, ci vedimo lunedì.-
-Giusto, ciao bellezza!-
-Ciao tesoro!-

Lunedì mattina...

Angolo autrice
Ed eccoci ad uno dei miei capitoli preferiti :)
Ci ho messo tre giorni a finirlo, mi è piaciuto un casino scriverlo :D
Ho anche finito il video, durata complessiva quasi 11 minuti. Tra un po' mi metto a piangere dalla sdolcinatezza di 'sti due. Caro Sean, è un figo lui. Non c'è che dire, è un emerito figo. Il prossimo capitolo sarà abbastanza pesante, nel senso che, non so ancora se farlo succedere nella sua interezza, o solo di introdurlo, ma ci sarà un fatto che sconvolgerà la coppia Kenneth/Julie. Sul serio, non scherzo. Difatti ho fatto questo capitolo allegro per poter rendere il contrasto col prossimo.
INOLTRE, PREGO PER CORY MONTEITH, TROVATO MORTO OGGI (giorno che scrivo questo) NELLA SUA CAMERA D'ALBERGO. LEA SII FORTE, LUI VIVRA' PER SEMPRE CON TE, RICORDATI CHE E' COMUNQUE TUO MARITO, QUALSIASI COSA SUCCEDA :'(
Canzone del capitolo: My heart will go on- Celine Dion
Ciao...

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Capitolo 22
*** Your love is my drug ***


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Kennethcap21     RIMETTO IL LINK PER IL TRAILER DI UNA MIA (FORSE) PROSSIMA FF :3--> http://www.youtube.com/watch?v=DOYCRNC9rnc

Riassuno del capitolo precedente:

Sean e Jamie vanno a correre insieme, tranquilli e lui si ferma a casa della ragazza per farsi una doccia. Neanche quel sabato Julie si vede a scuola. Alla partita del pomeriggio, che la Donald vince 19 a 17, Jamie e Sean si baciano per la prima volta, mentre lui le sussurra delle parole dolci. Siamo rimasti a lunedì mattina.

21-Your love is my drug
Lunedì mattina. Di Julie neancora traccia. Era impossibile rintracciarlia sia per telefono sia per mail. Era come se fosse sparita dalla circolazione, anche se c'era ancora.
Kenneth era preoccupato, perché era da venerdì che non si vedevano. Proprio il giorno dopo che si erano detti "addio". E ciò lo preoccupava, e non poco. Lo aveva detto anche a Michael, ma lui gli aveva risposto che magari era ammalata e non era reperibile, si sa, al giorno d'oggi può succedere di tutto. Ma Kenneth non ci credeva più di tanto.
Passarono anche martedì e mercoledì, ma di Julie non si sapeva nulla. Il pomeriggio di mercoledì poi, confuso da questa situazione, chiamò Jamie.
-Pronto?-
-Ciao Jamie, sono Kenneth.-
-Ah, ciao Ken. Tutto...ok?-
-Si si, tutto bene. Ti volevo chiedere se sai qualcosa di Julie.-
-Come stamattina, non so niente.-
-Cosa posso fare...a te risponde ai messaggi o alle chiamate?-
-No Kenneth...e lo sai pure. Dai, non può esserle successo nulla di grave, vedrai che prima della settimana prossima sarà ritornata.-
-Non lo so...-
-Ma perché ti preoccupi così tanto?-
-E me lo chiedi pure?-
-Sì perché sei stato tu a tirare fuori quella storia dell'addio razza di cretino!-
-Ok, forse ci stava.-
-Certo che ci stava.-
-Dai Jamie...cosa posso fare?-
-Valla a trovare.-
-Cosa?!-
-Vai a casa sua...così risolvi tutte le tue crisi esistenziali...lei capisce che ci tieni e bla bla bla...-
-Dici?-
-Sì. Però evita di tirare fuori altre scuse del genere.-
-Giusto. Allora io vado.-
-Kenneth...avviserai i suoi che stai andando da loro, vero?-
-No, perché?-
-Guarda che i suoi sono al corrente di tutto quello che è successo.-
-Oh cazzo.-
-Hai il numero di suo papà?-
-Preferisco sua mamma.-
-Va beh, ce l'hai sì o no il numero?-
-Sì sì...-
-Bene.-
-Dopo ti mando un messaggio.-
-Come vuoi, a dopo...-
-Grazie Jamie, sei un angelo.-
-Di niente. Ciao.-
-Ciao ciao.-
Con la mano tremante, Kenneth compose il numero e si portò il telefono all'orecchio.
-Pronto?- la voce all'altro capo non corrispondeva alla persona che aveva chiamato.
-Parlo con la signora Smith?-
-No, con il signor Smith.-
-Oh, salve signor Smith, sono Kenneth.-
-Ah...ciao Kenneth.-
-Julie è in casa?-
-Sì, ma noi siamo appena andati via. Non ritorniamo prima di domani mattina...e non credo sia una buona idea vedere Julie.-
-E' per scuola signore...mi hanno incaricato di portare diverse schede a sua figlia.-
-Julie non ha le chiavi però, per sbaglio le abbiamo portate via noi.-
-Non c'è un altro modo per entrare?-
-E' tanto urgente?-
-Sì.-
-Ce n'è un paio di scorta sotto lo zerbino.-
-Grazie mille signore.-
-Kenneth?-
-Mh?-
-Solo le schede. Poi fila a casa, perché non so se Julie sia dell'idea di vederti.-
-D'accordo signore. Arrivederci.-
-Ciao.-
Il ragazzo sbuffò sonoramente, ce l'aveva fatta, ma non che il padre di Julie fosse proprio dell'idea.
Comunque sia, prese al volo la bici e si diresse verso casa di Julie.
Arrivò davanti alla piccola villa rosa, luci tutte spente, tranne quella della camera di Julie. Un buon segno. Provò a suonare il campanello.
Aspettò dieci secondi, niente. Lo suonò altre tre volte, per poi scavalcare il cancello, che per fortuna non era troppo alto. Guardò l'orologio...erano solo le tre e mezza. Magari stava dormendo...naah, non c'era tempo di pensare a questo. Prese di fretta le chiavi e aprì la serratura:-Ciao Julie!!!-
Nessuna risposta. Ecco, stava dormendo. Pazienza. Salì le scale, cercando di fare poco rumore. La porta della camera di Julie era chiusa, così provò a bussare due o tre volte. Zero signal. Aprì lentamente la porta:-Julie...?-
La sentiva respirare profondamente, quindi non sapeva perché non rispondesse. Quando la porta fu aperta completamente, per poco il ragazzo non morì sul colpo.
Julie era stesa sul letto, ai piedi del quale c'erano diverse siringhe, dei fazzoletti pieni di sangue e del disinfettante. Aveva su entrambe le braccia dei rivoli di sangue, al capo di uno di questi c'era una siringa, piena di uno strano liquidi giallognolo.
Lo sguardo della ragazza era perso chissà dove, fisso sul soffitto, le palpebre che ogni tanto sbattevano.
-Julie!- gridò Kenneth, fiondandosi sul corpo fragile della rossa:-Julie ti prego, dimmi qualcosa!-
Provò a scuoterla dalle spalle, a darle dei piccoli pizzicotti sulle guancie, ma lei non rispondeva. Lo sguardo turchino del ragazzo cadde sul braccio, dove legato in cima c'era un laccio emostatico, e poco più sotto una siringa. Andò lì per toglierla, ma pensando di aggravare la cosa, si ritrasse velocemente, prendendo il telefono e chiamando un'ambulanza al volo.
-Pronto soccorso, chi parla?-
-Kenneth Matthews. Qui c'è una ragazza che non risponde più ad alcuno stimolo esterno, ma batte ancora le palpebre.-
-Via?-
-Colombo Street, sulla ventitreesima. Numero sedici.-
-Ha provato con la repirazione bocca a bocca?-
-No credo sia una specie di overdose ha delle siringhe dappertutto.-
-Arriviamo.-
Buttò giù la telefonata, ringraziando quel corso di primo soccorso fatto in terza media, dove gli avevano insegnato a gestire il panico, anche se ora ne aveva più di prima. Era disperato, spaesato, confuso...non capiva più cosa stava succedendo.
Si sorprese a piangere. Già, a piangere. Era da tanto che non piangeva. Ma vedere Julie in quello stato gli aveva permesso solo questo.
Era accovacciato di fianco al letto, una mano sulla caviglia della ragazza, l'altra intenta a reggere la fronte, quando finalmente arrivò l'ambulanza.
Subito i medici estrassero tutte le siringhe, caricandola velocemente sulla barella, invitando Kenneth a salire sull'autoambulanza.
-Chi è questa ragazza Kenneth?-gli chiese la stessa donna che aveva risposto alla chiamata.
-Julie Smith.-
-Età?-
-Sedici, diciassette al diciotto giugno.-
-Siete parenti...?-
-Fidanzati.-
-Va bene, allora puoi restare con lei dopo l'operazione.-
-Un attimo, che genere di operazione?-
-Non è un overdose, ma la ragazza ha rischiato molto.-
-Nel senso che sta bene?-
-Nemmeno...-
-Dottoressa si spieghi porca puttana!-
Tale dottoressa sospirò pesantemente, una situazione del genere era solo da capire:-Ha grandi quantità di eroina in corpo, solo quella però, non altre sostanze. Evidentemente non era abituata a farne uso e le ha fatto male. Ha rischiato il coma, altre due siringhe e probabilmente l'avremmo persa. Sei arrivato in tempo, ragazzo.-
Kenneth sorrise, piangendo. Sorrideva, perché la sua Julie non rischiava la vita. Piangeva, perché avrebbe rischiato di perderla. E lo sapeva di chi era la colpa. Julie non aveva mai assunto quel genere di sostanze, fino a venerdì, fino al giorno dopo che si erano detti quel disgraziato addio.
Durante il breve tragitto Kenneth chiamò i genitori della ragazza, che essendo a Manhattan, sarebbero arrivati solo nella notte.
Una volta in ospedale, i medici si fiondarono in sala operatoria, mentre Kenneth andò nel salottino d'attesa. Un'attesa interminabile, che durò due ore, fin quando la ragazza non uscì stesa su una barella, portata da una squadra di medici.
Rimase lì, in quello stramaledetto salottino, quando un medico lo andò a chiamare, circa mezz'ora dopo che Julie era uscita.
-Kenneth Matthews?-
-Sì?-
-Julie ora è fuori pericolo. Sta risposando, se vuole andare con lei.-
-Per quanto posso rimanere?-
-Fin quando vuole, ovvio che quando dobbiamo cambiarle le medicazione lei uscirà.-
-Va bene...ha parlato? Sta bene?-
-Sì sì, non si preoccupi. Ha parlato.-
-D'accordo, grazie dottore. Allora io vado da lei. Se si dovesse svegliare?-
-Difficile, al massimo dirà qualche parola. Comunque ci chiami.-
-Va bene, grazie.-
Il ragazzo si diresse come uno zombie verso la stanza di Julie, isolata da tutto e da tutti. Aveva una maschera ad ossigeno, diverse medicazioni sulle braccia, il viso statico. Si sedette sulla sedia di fianco al lettino, giuardando l'ora, erano le sette e mezza. Le peggiori quattro ore e mezza della sua vita. Prese delicatamente la mano di Julie, intrecciandola con la sua, nella speranza che aprisse gli occhi, che dicesse qualcosa. Ma niente. Si limitò a guardarla un po', per poi appoggiare la testa sulla sua esile spalla, sussurrando un impercettibile:-Ti amo Julie, resta qui con me.-
Si addormentò dopo poco, con le lacrime agli occhi. Sapeva che Julie era fuori pericolo, ma aveva rischiato di perderla. Perderla, non come aveva fatto, tradendola con un'altra, ma perderla, per sempre. Non poterla più vedere, non poterla più abbracciare.


-Kenneth? Kenneth...?-
Il ragazzo stropicciò gli occhi, provando a mettere a fuoco l'individuo che aveva davanti.
-Signor...Smith?-
-Sì, siamo appena arrivati. Mia moglie sta parlando con un dottore.-
-Che ore sono?-
-Sono le tre di notte.-
-Cazzo...devo essermi addormentato.- il biondo rivolse uno sguardo alla ragazza che ancora dormiva.
-Cos'è successo figliolo?-
-In poche parole sono andato a casa sua, lei non è scesa ad aprire, quindi sono salito con le chiavi sotto il tappeto e l'ho trovata così, con alcune siringhe nelle braccia, gli occhi aperti...le palpebre le sbatteva ancora, ma non rispondeva. E poi ho chiamato l'ambulanza.-
-Ne sapevi qualcosa di questa storia?- il tono del padre di Julie non era né arrabbiato, né tanto meno severo, stava parlando a Kenneth come se fosse un figlio, totalmente diverso dal tono che aveva usato al telefono.
-Assolutamente no.-
-E hai una vaga idea della ragione per cui Julie ha fatto uso di droga?-
-Beh...credo di sì.- disse il ragazzo con un sospiro.
-E sarebbe?-
-Credo sia stato per tutto il casino tra me e lei.-
-Ho capito...-
-Però la prego, non mi vieti di vederla ancora, o di non poterle più parlare...io non so vivere senza Julie. Ci ho provato, ma è impossibile.-
-E cosa avrest intenzione di fare una volta che si sarà dimessa?-
-Le dirò la verità...che la amo, che non riesco a stare senza di lei. Lei si è mai sentito perso signor Smith?-
-Certo, quando ero più giovane.-
-Io mi sento perso ora. Mi sento perso da quel maledetto sabato sera.-
-Kenneth...non ti impedirò di vedere Julie, o di parlarle...ti impedirò solo di farle del male.-
-Le assicuro che non è nelle mie intenzioni.-
-Niente più alcool, o se proprio proprio un bicchiere. E mantieni il controllo.-
-Certo signore.-
-E un'ultima cosa, poi vi lascio stare.-
-Dica pure.-
-Grazie di averle salvato la vita. Se fosse stata quetione anche di alcuni minuti lei non ce l'avrebbe fatta. Perciò grazie.-
-Si figuri...mi creda, non mi sarei mai perdonato se Julie ora non fosse ancora qui tra di noi.-
-Immagino...ora vado, devo parlare con alcuni medici. Tu stai qui e prenditi cura di lei.-
-Certo...a dopo. Ah e mio papà? Sa che sono qui?-
-Sì, l'abbiamo avvisato.-
-Grazie.-
-Di nulla, a dopo.-
Il padre di Julie uscì dalla stanza, spegnendo la luce, lasciando accesa solo la lucetta sul comodino.
Kenneth si perse a guardare Julie, alzandosi dalla sedia, tanto per sgranchirsi un po'. Aveva tutto il collo irrigidito. Fece due o tre passi, quando sentì la ragazza respirare profondamente. Così si avventò su di lei, constatando che si era solamente girata. Ciò era un buon segno, perché l'anestesia stava andando via.
Andò per sedersi, ma prima di ciò, si chinò piano sul viso della ragazza, e le diede un bacio sulle labbra, stando quasi attento a non farle male.
Intrecciò le loro mani, per poi appoggiare la testa sul petto di Julie, chiudendo gli occhi.

-Kenneth?-
Il ragazzo spalancò gli occhi, dato che non stava propriamente dormendo. Sentì una mano tra i suoi capelli, mentre l'altra ancora intercciata alla sua.
-Kenneth mi senti?-
-Julie!- si alzò di scatto, facndo sussultare la ragazza.
-Ciao Kenneth...-
-Oddio Julie...- l'abbracciò di getto, stringendola a se:-Come stai?-
-Insomma...te invece?-
-Io sto benissimo, ora che ti sei svegliata.-
-Per caso...mi hai dato un bacio Kenneth?-
-Sì...l'hai sentito?-
-Sì. Perché me l'hai dato...? C'eravamo detti addio...- la ragazza iniziò a piangere, portandosi la mano alla bocca.
-Ti sbagli Julie...io ti avevo detto ciao. Non avrei mai potuto dirti addio.-
-Perché? Non sarebbe stato tutto più semplice?-
-Certo...ma il semplice mi sembra non sia un vocabolo a noi conosciuto.-
-In altre parole?-
Kenneth le asciugò teneramente le lacrime:-Sono innamorato di te. E stavolta non mi interessa se tu mi respingi, perché sono deciso a rimanere qui finché tu non capirai quello che realmente provo per te.-
Lei sorrise leggermente:-E perché mai dovrei respingerti?-
-Vuoi dire che...?-
-Dio mio, ti amo anche io Kenneth.-
-Julie, ti prego, perdonami. Lo sai che non avrei mai voluto farlo.-
-Sai quali sono le due cose che mi rattristano di più?-
-No.-
-La prima...tu eri ubriaco. La seconda...che, ecco...era la tua prima volta. Io, sai...avevo sempre pensato che la nostra prima volta fosse stata insieme...-
-Lo so Julie...e non sai quanto mi dispiaccia. Ma comunque, quando verrà il momento, sarà la mia prima volta. Con te. Possiamo vederla così.-
-Non è la stessa cosa.- la rossa abbozzò un sorriso.
-Lo so. Ma non posso rimediare. Però ora devi dirmi una cosa.-
-Sarebbe?-
-Perché hai preso in mano quella schifezza Julie? Cosa avevi in testa quando te la sei sparata nelle vene?-
-Niente...provavo a dimeticarti, a sentirmi bene.-
-Beh, mi pare sia stato l'effetto contrario.-
-Già...in effetti hai ragione.-
Kenneth sorrise, prendendo le mani fredde della ragazza tra le sue:-Giurami che non lo farai mai più Julie. Che butterai via tutto.-
-Certo, te lo giuro. Anche tu però dei giurarmi una cosa.-
-Tutto quello che vuoi.-
-Giurami che non mi abbandonerai mai più...che resterai con me.-
-Credevo fosse già scontato.-
-Grazie Kenneth...- la rossa riprese a paingere, avvicinando Kenneth a se, abbracciandolo.
-Perché piangi ancora Julie?-
-Perché non riesco a credere a tutto quello che è successo nelle ultime due settimane.-
-Già, anche io...ma l'importante è che ora siamo qui, stiamo bene, e soprattutto...siamo qui insieme.-
-Vero.- la ragazza fece salire le sue mani tra i capelli del biondo, stringendoli, sentendosi al sicuro.
-Julie...ti farò solo un'ultima domanda.-
-Dimmi.-
-Cos'era quella droga?-
-Eroina.-
-Chi te l'aveva data?-
-Non posso drilo. Mi hanno minacciata al silenzio.-
-A me puoi dirlo. Non lo andrò mai a dire a qualcuno, fidati.-
-Eddie e Mike, di quinta b.-
-Ah certo, i ripetenti storici...e ti pareva.-
-Non fare niente, ti prego.-
-Non farò niente che poi ti possa fare male, Julie.-
-Grazie.-
-Ti amo, Julie.-
-Anche io.-
Si guardarono negli occhi per qualche istante, e poi si baciarono. Le mani di Kenneth strette intorno alla vita di Julie, mentre quelle di lei che giocavano con i ciuffi biondi di lui.
-Mi sei mancata. Tanto.-
-Anche tu, cosa credi...-
-Hai sonno Julie?-
-No, è solo che mi sento un po' debole.-
-Perché non ti riposi un altro po'?-
-Solo se mi tieni in braccio te.-
-Cosa intendi?-
La ragazza gli fece cenno di sedersi vicino a lei, e una volta seduto, lei si mise tra le sue gambe, appoggiando la testa nell'incavo del collo del biondo.
Lui sorrise, lasciandole dei teneri baci sul collo.
Finalmente, erano tornati quelli di sempre.

Angolo autrice

Ciaaaaaaaaaaaaaao gente :D
Allora, sconvolti? Io sì, abbastanza. nel prossimo capitolo si parlerà di Jamie e Sean e di Kenneth e Julie, per Michael e Daphne devo trovare qualcosa che li faccia un po' risalire in superficie perché da un po' di capitoli sono molto nell'ombra. Va beh dai, ci penserò. Poi, per quanto riguarda la mia realtà, mi è stata offerta l'opportunità di avere in mezza fida una cavalla del maneggio (la Watta) e dividere le spese con una mia amica. Sarebbe bellissimo, ora non rimane da sperare che le spese non siano troppo sostanziose.
Beh gente, tutto qui...vi lascio con la...
Canzone del capitolo: Vampiri- Emis Killa

Shiao :*

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Capitolo 23
*** Trust me ***


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Kennethcap.22 Riassunto del capitolo precedente:
Kenneth preoccupato dalle continue assenze di Julie un pomeriggio la va a trovare a casa sua, e la trova stesa sul letto con delle siringhe piene di eroina nelle braccia. Così disperato chiama un'ambulanza e tutti e due vengono portati in ospedale in poco tempo. Dopo due ore e mezza Kenneth raggiunge Julie nella stanza dove ora lei sta riposando e si addormenta. Alle tre di notte viene svegliato dal padre di Julie, mentre verso le quattro e mezza è lei stessa a svegliarsi. Così parlano un po' e in poche parole si ri-dichiarono e tutto torna come prima.

22-Trust Me
Giovedì mattina, ore otto, ospedale.
Kenneth era seduto sul lettino dell'ospedale, Julie stesa per tutta la sua lunghezza.
Le mani del ragazzo erano strette attorno alla vita della rossa, mentre quelle di lei appoggiate su quelle del biondo.
Si erano addormentati così, insieme.
Kenneth aprì gli occhi per primo, ma quando si accorse della ragazza tra le sue braccia, sorrise involontariamente, dandole un delicato bacio sul collo.
Lei si svegliò da lì a pochi minuti.
-Buongiorno Kenneth.-
-Buondì...tutto bene?-
-Meglio di quando mi sono svegliata stanotte.-
-Ti senti ancora debole?-
-No no...non preoccuparti. Che ore sono?-
Il padre di Julie si schiarì la voce, entrando nella stanza:-Esattamente le otto e dieci, tesoro.-
-Ciao papà!-
-Ciao amore mio...come stai?-
-Bene grazie.-
-Sei..comoda messa così?- scherzò Robert indicando la posizione dei due, che diventarono rossi all'istante.
-Sì, fai conto che ho dormito così.-
-Allora immagino sia alquanto comodo.-
-Già.-
-Kenneth se vuoi ti accompagno a scuola.-
-Mi farebbe un gran favore signor Smith.-
-Chiamami pure Robert.-
-D'accordo...allora Julie, io vado.- la spostò delicatamente e con la mano le accompagnò la testa sul cuscino. Poi guardò Robert:-Posso?-
-Aaaah...fa veloce.-
Il biondo sorrise, prima di chinarsi sulla ragazza e darle un bacio sulla bocca:-Ti amo Julie.-
-Anche io Kenneth, torna a trovarmi.-
-Se riesco anche stasera.-
-D'accordo, a presto!-
-Ciao ciao!-
I due uscirono dalla stanza, lasciando Julie in compagnia di un'infermiera.
Arrivati davanti a scuola, riuscirono a convincere il bidello di turno che era stata un'emergenza e perciò Kenneth corse in classe.
Provò a sistemarsi un po' prima di spalancare la porta:-Buongiorno!-
-Alla buon'ora Matthews.-
-Scusi prof, un'emergenza.-
-E quale sarebbe, di grazia?-
-Hem...nonna è caduta dalle scale e io e papà siamo andati in ospedale.-
-Capisco...va beh, passi per stavolta, si sieda vicino ad O'Connor.-
-Certo.-
Si sedette così vicino a Jamie, che lo accolse con un:-Sì, la nonna...e chi ci crede.- sorridendo.
-Scusa se ieri non ti ho più chiamata, ma un'emergenza c'è stata davvero.-
-Che è successo?-
-Julie. Si stava drogando ed era in uno stato di trance. E così ho chiamato l'ambulanza e sono stato in ospedale fino a mezz'ora fa.-
-Stai scherzando spero!?-
-No no, purtroppo no.-
-E di cosa si faceva, di grazia?!-
-Eroina, se la faceva in vena.-
-Porca puttana...direi che ha rischiato parecchio.-
-In che senso?-
-Ha cominciato con una cosa troppo potente per essere la sua prima droga.-
-E che ne sai tu?-
-Più di quanto immagini.- fu la risposta fredda di Jamie.
-Ah...-
-Dai, tira fuori storia.-
-Certo...hai gli allenamenti oggi?-
-Sì, alle sei.-
-Ah, d'accordo. Pagina?-
-Centotrè.-


Al pomeriggio, verso le cinque, Jamie raggiunse Julie in ospedale.
-Permesso...- disse la biondina sottovoce, aprendo la porta.
-Avanti.-
-Ciao Julie.-
-Heilà...ciao Jamie. Tutto bene?-
-Beh, io sì. Te invece? Come stai?-
-Beh insomma...sto così così.-
-Ti sei ripresa un po'?-
-Sì dai.-
-Mi dici che ti salta in mente?-
-Ma non lo so..volevo provare a stare bene.-
-Risultato?-
-Negativo.-
-Quindi abbiamo imparato che...?-
-Non bisogna fare uso di eroina se prima non si fa uso di marjuana.-
-Cretina...-
-Che non bisogna fare uso di droghe.-
-Brava.-
-Sai...Kenneth è stato con me tutta stanotte.-
-Lo so, lo so...me l'ha detto. Quindi...avete risolto?-
-Certo...-
-Perciò ora tutta la questione è chiusa?-
-No, in realtà c'è ancora una parentesi aperta.-
-Michael?-
-Esatto...mi sento male ora che ho capito che l'ha fatto solo per proteggermi.-
-Se vuoi te lo mando qui.-
-No no...non volgio che mi veda così...-
-Ho capito. Ora gli mando un messaggio.-
-No, Jamie, non fare la stronza.-
-E invece sì.-
-Jamie!-
-Fatto.-
-Certo che sei bastarda te.-
-Lo faccio per abbreviare i tempi. Anche perché ora devo andare, ho gli allenamenti.-
-Ah sì...quindi oggi vedi Sean....a proposito, che fine avete fatto?!-
-Sapessi...ti racconto appena ritorni a scuola.-
-Va bene...ci vediamo Jamie.-
-Certo, stammi bene!-
Così la biondina si dileguò e alle sei era in spogliatoio, dove c'erano sia ragazze della Kingsley sia ragazze della Donald.
Quest'ultime stavano sempre sulle loro, mentre le ragazze della Kingsley iniziavano a conoscere Jamie.
Solo una della Donald le si avvicinò, i capelli neri a caschetto:-Tu sei...Jamie?-
-Esatto. Tu...?-
-Leah Allen, della Donald.-
-Sì, ho visto che sei della Donald. Che classe fai?-
-Sono di seconda.-
-Ah però...allora devi essere brava per essere in questo girone.-
-Me la cavo. Soprattutto nel salto ostacoli.-
-Buon per te, avrai i muscoli della gambe ben sviluppati.-
-Diciamo di sì. Tu sei quella che sta con il nostro quarterback?-
-No, non stiamo insieme.-
-Comunque c'è qualcosa, no?-
-Così possiamo dire...-
-Sai in che pasticcio ti stai ficcando?-
-Con Sean dici?-
-No.-
-E con chi allora?-
-Noi abbiamo delle cheerleader, lo sai?-
-Sì, anche noi.-
-La capitano è furiosa per questa vostra tresca.-
-E perché mai?-
-Lei e Sean si sono lasciati da pochissimo tempo...-
-Ma Sean non mi ha mai detto nulla...-
-Non devi fidarti di lui Jamie. E' sempre stato così.-
-Senti, chi sarebbe questa qui, di grazia?-
-Beverly Jones.-
-Ci farò due chiacchiere...-
-Che?!? Ma sei pazza? Quella è capace di distruggerti.-
-Ha un mitra per caso?-
-No...-
-Allora non può distruggermi.-
-Senti, se non vuoi farlo per te, fallo per me.-
-Come vuoi. Ma ne parlo con Sean.-
-D'accordo.-
-Grazie.-
-Ma cos'è che mi farebbe 'sta Beverly?-
-Sarebbe capace di farvi separare in un istante.-
-Oh beh, se è come dici tu, non ci sarà bisogno del suo aiuto.-
-Perché?-
-Lascia perdere. Forza, andiamo in campo.-
-Sì, giusto...-
Quando Jamie fu in campo, Sean stava giusto tornando negli spogliatoi.
-Ciao Jamie!- la salutò lui, sorridente, avvicinandosi.
-Ciao.- rispose lei fredda, invece.
-Tutto bene?- andò per baciarla ma lei si spostò.
-Benissimo.-
Il castano sospirò, facendosi serio, prendendo la ragazza per un polso, facendola voltare verso di lui:-Dopo parliamo, ti avviso.-
-Non abbiamo nulla di cui parlare.-
-Oh sì invece, ti aspetto finché non vai a casa.-
-Fai come vuoi.-
Jamie si liberò dalla presa e andò in campo. Lei ci provava ad essere arrabbiata con lui, ma ne era fottutamente innamorata e non ci riusciva.
Così trascorsero quelle due ore di allenamento, dove Jamie non riuscì a dare il meglio di se perché troppo presa da ciò che le aveva detto Leah. Non era arrabbiata del fatto che ci fosse questa Beverly a minacciarla di morte ma del fatto che Sean non le aveva parlato di lei, dato che erano stati pure fidanzati.
Ad allenamento (finalmente) finito, Jamie provò a sgattaiolare fuori dal campo senza farsi vedere, ma Sean la teneva d'occhio, e la intercettò proprio sul cancello.
-Ora mi dici che cos'hai.-
-Niente.-
-Jamie, dimmi che succede.-
-Non succede proprio niente, chiaro?-
-Senti, a me non puoi darla a bere in questo modo, quindi ora mi dici che cos'hai.-
-Lasciami stare.-
Sean respirò pesantemente, prima di bloccare Jamie per i polsi e di inchiodarla ad un angolino buio lì vicino.
-Hey che cazzo fai!? Mollami subito!-
-No che non ti mollo.-
-Sean, ti prego mollami!!- Jamie stava andando in panico, sentiva il cuore aumentare velocemente i battiti. Ma stavolta era diverso, perché non le batteva per l'essere innamorata di Sean, ma per l'essere spaventata di Sean. In quel gesto, aveva rivisto Roy, il ragazzo della sua migliore amica. Anche lui la sbatteva con poca grazia contro il muro, a volte per picchiarla, a volte per farci ben altro. Le salirono le lacrime agli occhi e si mise ad urlare:-Lasciami, lasciami!!!-
-Jamie, ascoltami!-
-No, lasciami!!-
Le intenzioni di Sean non erano per niente quelle che Jamie credeva, ma era accecata dal terrore.
Al sentire di quelle urla, accorse lì Aaron, che si parò subito davanti alla ragazza, in lacrime, facendo regredire Sean.
-Ma si può sapere che cazzo stai facendo Sean?!-
-Aaron...non stavo facendo niente!-
-E allora perché sta piangendo?!-
-Non lo so, è scoppiata a piangere così!-
Aaron sospirò, per poi girarsi verso Jamie:-Stai bene?-
Lei non rispose, le braccia intorno allo stomaco.
-Jamie...- il rosso si abbassò un po', il giusto per poterla guardare negli occhi:-Stai bene?-
Lei scosse lievemente la testa.
-Cos'è successo?-
Lei rimase ancora zitta, ma in tutta risposta buttò le braccia attorno al collo di Aaron e si fiondò a piangere.
-Hey...dai non è successo nulla...- si rivolse verso Sean:-Tu vai a chiamare Daphne.-
Il moro così corse verso il campo, lasciando Jamie e Aaron da soli.
-Che ti ha fatto Jamie?-
La biondina continuava a non rispondere, piangeva e basta. Era ancora terrorizzata, ma sapeva che non era colpa di Sean, lui in fondo non le aveva fatto niente.
Daphne arrivò giusto in tempo:-Che succede qui?!-
Jamie si staccò lentamente da Aaron e andò ad abbracciare Daphne.
-Hey Jamie che succede?-
E per l'ennesima volta lei non rispose.
-Aaron, Sean, allontanatevi un attimo per favore, chiacchiere da donne.-
I due si allontanarono.
-Puoi parlare adesso Jamie...cos'è successo?-
-Una della Donald mi ha detto una cosa su Sean e io non volevo dirglielo, ma lui mi ha preso i polsi e mi ha bloccata al muro.-
-E ti ha fatto male?-
-No, non è questo...è solo che ho rivisto Roy in quel gesto. Il ragazzo della mia migliore amica...-
-E ti ha fatto paura?-
-Sì.-
-E quindi tu hai iniziato ad urlare e è arrivato Aaron.-
-Eatto, che mi ha separata da Sean...è stata la mia salvezza.-
-Immagino...vuoi che parli io con Sean?-
-No...devo chiarire da sola.-
-Te la senti?-
-Sì, non preoccuparti.-
-Va bene...allora ti chiamo qui Sean, io accompagno a casa Aaron.-
-Va bene, grazie Daphne.-
-E di cosa...Sean!! Vieni!-
Il moro si girò di scatto, avvicinandosi alla biondina, lasciata sola dalla castana.
-Scusami Sean...per la sceneggiata.-
-Non devi scusarti...piuttosto voglio sapere se ti ho fatto male...?-
-No, no...è solo che anche il fidanzato della mia migliore amica faceva così con lei...per picchiarla o per violentarla...e io per un attimo ho rivisto lui in te.-
-E' per questo che piangevi?-
-Esatto...-
-Jamie, io non potrei mai metterti le mani addosso...né per picchiarti né tantomeno per violentarti. Mettitelo bene in testa, ok?- sorrise lui, tenero.
-Certo...-
-Puoi dirmi che avevi prima?-
-La conosci Leah Allen?-
-Sì.-
-Mi ha detto che tu e Beverly Jones siete stati fidanzati e che questa qui è furiosa per 'sta storia di noi due.-
-Ah sì.-
-Perché non mi hai detto di lei?-
-Non volevo che tu mi pensassi un farfallone.-
-Beh, stai ottenendo l'effetto contrario. E poi mi ha anche detto che non mi devo fidare di te.-
-E tu credi a lei?-
-Beh, dato che quello bugiardo qui sei tu forse credo a lei.-
-Hai ragione, dovevo dirtelo. Non so perché non te l'ho detto, davvero, credimi.-
-E daglie con 'sto credimi...-
Il ragazzo sospirò, prendendo Jamie per le spalle e girandola verso di se, senza dire niente. Lei cercò di divincolarsi come meglio poteva, ma lui la teneva salda:-Ora Jamie, non devi avere paura, ok? Qualsiasi cosa io faccia ora, tu non ti dovrai spaventare, ok?-
Lei sorrise lievemente, sembrava che Sean la conoscesse meglio di chiunque altro:-D'accordo...- sussurrò.
-Avrai notato anche te che non siamo uguali, Jamie...-
-Sì.-
-E per questo siamo complementari. Mi dispiace di non averti detto di Beverly...forse perché avevo paura di perderti. Ma sono qui per rimediare...- Sean intrecciò le mani con quelle di Jamie:-Però solo se tu sei disposta a perdonarmi.-
-E come faccio a non perdonarti...- sorrise lei, abbracciando il ragazzo, che le diede un tenero bacio sulla fronte.
-Jamie?-
-Mh?-
-Sai qual'è una delle cose che mi piace di più di te?-
-No.-
-Che sei più piccola di me.-
-E allora?-
-Non lo so...mi piace che tu sia più piccola.-
-E allora a me piace che tu sia più grande.-
-Ti amo, piccola mia.-
-Anche io...-
Si diedero un bacio, per poi proseguire verso casa mano nella mano.

Angolo autrice
Macciao bella gente :D
Non so, per questi angoli autrice non sono più ispirata come una volta (trattasi solo si due mesi fa). Domani saprò se alla fine riuscirò a comprarmi la Watta...ossignore sono agitatissima!!! Va beh, dai...
Nota del 18/09/13--> premetto che questi angoli autrice sono stati scritti tantissimo tempo fa. Ora il punto della situazione è che la Watta è mia, e sono molto contenta. A ragazzi sono messa malissimo, perciò mi sfogo sulle mie storieXD
Canzone del capitolo: You can't take me- Bryan Adams

Ciao :*

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Capitolo 24
*** I WILL be your worst enemy ***


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Kennethcap.23 Riassunto del capitolo precedente:
Julie si è abbastanza ripresa e il suo padre accompagna Kenneth a scuola. Il pomeriggio ci sono gli allenamenti, dove Jamie viene a conoscenza di una relazione archiviata da poco che Sean aveva avuto con una certa Beverly Jones, capo delle cheerleader della Donald. Quando prova a chiarire con Sean lui si spazientisce un attimo e la inchioda al muro e lei in quell'atto rivede il fidanzato della sua migliore amica e va in panico, così accorrono Aaron e Daphne. Alla fine riesce a chiarire ed è tutto a posto.

23-I WILL be your worst enemy
Lunedì mattina, giorno di rientro di Julie. La mattina fece la strada con Kenneth, Michael li raggiunse a scuola.
Aveva chiarito con lui il giovedì, e quindi ora era finalmente tutto a posto.
Ma come ben sappiamo, qui la normalità non è di casa.
Difatti, quel lunedì mattina il professor Evans, di musica e filosofia, entrò in classe con un nuovo acquisto:-Bene ragazzi, lui è William. E' mio figlio...starà qui fino alla fine dell'anno, per quanto riguarda l'anno prossimo invece non so se ce l'avrete ancora in classe...-
-Perché dice così prof?- chiese una ragazza.
Il signor Evans guardò male William:-Per il rendimento scolastico.- con conseguente sbuffo da parte del ragazzo:-Siediti vicino a Jamie, Will. Là in fondo.-
Il ragazzo non rispose, trascinandosi pesantemente al banco. Buttò con poca grazia lo zaino a terra e si sedette, facendo roteare gli occhi.
Jamie guardò con attenzione il suo nuovo compagno di banco, e nel frattempo malediva Hunter, alias il suo attuale compagno di banco, per non essersi presentato.
Questo cosiddetto William aveva i capelli molto scuri, tendendi al castano, gli occhi molto chiari invece, sul verde. Era abbastanza alto e slanciato. Il guaio era che non ispirava troppa simpatia, ma tra compagni di banco bisogna per forza fare conoscenza.
-Ciao, sono Jamie.- sorrise la biondina.
Lui roteò gli occhi verso la ragazza, un sorrisetto saccente stampato in viso:-Senti, biondina, non sono il tipo da conoscenze io, ok?-
-Ma...io volevo solo...-
-No, ti prego, non sono un gran che come amico, fidati. Meglio se ti tieni a debita distanza da me.-
-Ma cosa...?-
-Sul serio, lo dico per te, non voglio fare amicizia.-
-Va bene mister sto bene da solo, scusa...-
Jamie si voltò verso il professore.
-Bene ragazzi...- iniziò lui con un pacco di schede in mano:-Ho in serbo per voi un lavoro a coppie...-
Kenneth guardò Julie, mentre Michael guardò Jamie.
-Solo che, ragazzi miei, le coppie le deciderò io...ve la farò semplice: il vostro compagno di lavoro è il vostro attuale compagno di banco.-
William sbuffò, alzando svogliatamente la mano:-Per forza papà?-
-Qui sono il tuo professore, William. E sì, per forza.-
Allora anche Jamie alzò la mano:-Prof, il mio compagno sarebbe Hunter.-
-Mi dispiace Jamie, ho detto attuale proprio per questo. Comunque, dovrete esporre un cantante degli anni settanta o giù per di lì.-
Il professore passò banco per banco con un cappello contentente diversi biglietti. Arrivato al banco di William, gli porse il cappello, ma il ragazzo ritrasse la mano, lo sguardo di sfida. Suo padre gli lanciò un'occhiataccia, passando il cappello a Jamie, che estrasse il bigliettino, leggendo sorridendo:-John Lennon.-
-Una leggenda.- commentò il professore, passando al banco succssivo.
William prese la parola, il tono fermo:-Siccome non mi va di tirarla tanto per le lunghe, oggi vieni a casa mia e facciamo 'sta benedetta ricerca.-
-Spiacente, oggi non posso.-
-Perché, devi vederti con il fidanzatino?-
-Quello che faccio sono cazzi miei, e no, non mi devo vedere con il fidanzatino.-
-E cosa dovresti fare di così importante che ti impedisce di svolgere questa ricerca?-
-Allenamento di atletica.-
-Ma per favore...-
Jamie cercò di trattenersi dallo scoppiare:-Cosa avresti da ribattere scusa?-
-E' una cosa assolutamente inutile.-
-Ah sì, scommetto che tu invece fai qualcosa di utile alla società invece.-
-Quello che faccio sono cazzi miei.- rispose lui, beffardo.
-Fanculo.-
-Oddio, dici anche le parolacce...non va bene.-
-Che cazzo vuoi da me, eh?!-
-Voglio fare quella stupida ricerca così non dovrò vederti più anche fuori da scuola.-
-Dio, che amichevole che sei, lasciatelo dire.-
-Non mi conosci nemmeno...-
-E nemmeno ci tengo!-
-Bene, allora evita di rivolgermi a parola.-
-Bene, tu vedi di fare lo stesso!-
-Bene!-
-Bene!-
Un buon inizio, davvero un buon inizio...
-Jamie?-
-Che vuoi?-
-Allora la ricerca la facciamo martedì.-
-Ho gli allenamenti.-
-Mercoledì.-
-Bene, dammi il tuo indirizzo.-
-High Tower road, tredici.-
-Bene, ora evita di parlarmi ancora.-
-Fallo anche tu.-
-Certamente.-
Entrambi sbuffarono, incrociando le braccia. Si scambiarono un'ultima occhiata fulminea, gli occhi celesti di lei contro quelli acquamarina di lui.
Era odio.

Cambio dell'ora, Julie si stava dirigendo con Jamie nell'aula di inglese.
-Allora...com'è questo William?-
-Non me lo nominare nemmeno.-
-Perché?-
-E' presuntuoso, rompicoglioni, saccente...è odioso!-
-Avete cominciato col passo giusto..e come farete per la ricerca?-
-Devo andare a casa sua mercoledì pomeriggio.-
-Quindi..andrai a casa del prof Evans?-
-Esatto.-
-Auguri.-
-Grazie mille. Ci strozzeremo se andiamo avanti così. Per fortuna devo straci vicina solo nelle ore di musica e di filosofia.-
-Guarda di non fare cazzate con lui mercoledì...-
-Ma che cazzo dici?!-
-Ricordati che hai Sean.-
-In tutti i casi non stiamo insieme, e poi se io e William non ci guardiamo neanche in faccia cosa vuoi che succeda?-
-Bah, tutta scema sei te...e quando ti decidi poi a metterti insieme con Sean?-
-E che è, sono pure obbligata?-
-Beh, no...ma sai com'è.-
-Noi stiamo bene così. Non credo di avere bisogno di un fidanzato vero e proprio.-
-Come vuoi...ma per me è strano.-
-Pensala come vuoi, basta che ti sbrighi, siamo in ritardo.-
-Ok, dai.-
E così passò il lunedì, per fortuna senza più scontri da parte di Jamie e Will.

Passò anche il martedì, arrivando a mercoledì.
Terza ora, filosofia.
Will e Jamie erano seduti vicini ma non si erano ancora rivolti la parola.
Lei stava seguendo la lezione, prendendo appunti ogni tanto, lui invece stava scrivendo qualcosa su un quaderno accerchiato da atucci, studiato in modo da non far vedere nulla alla compagna di banco.
-William!- lo riprese il professor Evans:-Che stai facendo?!-
-Niente...- sbuffò il ragazzo.
-Porta qui quel foglio.-
William si alzò, e si trascinò fino alla cattedra, porgendo a suo padre il quaderno.
-Ancora questo quaderno...- brontolò l'uomo.
-Già.-
-A casa te lo brucio.-
-Non ci provare.-
-Mi dia del lei, qui a scuola.-
-E allora lei mi ridia il quaderno.-
-Mi porti il libretto!-
-Bene, e a chi lo faccio firmare, a te?-
-A tua madre, e se ti andrà bene sarà solo un mese di punizione.-
-Vaffanculo.-
-Cosa hai detto?!-
-Ho detto: vaffanculo!-
-Fila subito in presidenza!-
Il ragazzo sbuffò sonoramente, prima di uscire dalla classe sbattendo la porta.
-Scusatelo ragazzi, ha sempre avuto problemi disciplinari...-
Jamie fissava allibita la porta che William aveva sbattuto poco prima. Problemi disciplinari? Quello era matto da legare!
Alla ricreazione, la ragazza raggiunse Will, seduto sulla panchina vicino all'ufficio del preside:-Hey William...-
-Cosa c'è?-
-Va tutto bene?-
-Ma ti prego, non voglio la tua pietà. Questa cosa si ripeterà fino a fine dell'anno, facci l'abitudine.-
-Io volevo solo sapere se stavi bene...-
-Sì, sto bene, ti ho detto che non voglio la tua pietà.-
La ragazza batté un piede a terra, serrando i pugni:-Volevo solo sapere a che ora devo venire oggi pomeriggio!-
-Alle quattro.-
-Bene, goditi la tua solitudine!-
-Lo farò.-
Entrambi suffarono, mentre Jamie se ne andava, raggiungendo Julie:-E' impossibile!-
-Che è succcesso adesso?-
-Lui è impossibile!!! Io gli chiedo come va, e lui è sempre sulla difensiva!-
-Forse non vuole fare amicizie...-
-No, lui ha solo dei seri problemi a socializzare.-
-Dagli tempo, vedrai che imparerà a conoscerti.-
-Gli conviene, se vuole avere una convivenza facile con me.-
-Sei troppo severa...magari si sta solo ambientando.-
-Oh certo...si vedrà oggi.-

Il suddetto "oggi" non tardò ad arrivare.
Alle quattro Jamie suonò il campanello di casa Evans, e le aprì il prof.
-Buongiorno prof!-
-Salve...Jamie.-
-Sono venuta per la ricerca con William.-
-William non è in casa.-
-E dov'è? E si che lo sapeva che dovevo venire...-
-Sinceramente Jamie non lo so nemmeno io dov'è. E' uscito dopo una discussione che abbiamo avuto.-
-Capisco...va beh, la ringrazio lo stesso. A domani prof!-
-Arrivederci!-
Jamie si allontanò, la rabbia che si faceva strada in lei. Se William le avesse rivolto la parola il giorno dopo, si sarebbero visti assassinamenti.

Giovedì mattina, Kenneth e Jamie sulla strada per la scuola.
-Kenneth?-
-Mh?-
-Oggi non c'è Julie?-
-Ha una visita...per il discorso là della droga. Dovrebbe essere l'ultima.-
-Bene, meglio così.-
-Allora, com'è andata ieri la ricerca?-
-Non era in casa quell'idiota.-
-Sul serio?!-
-Sì. Difatti mi ha aperto il prof Evans e mi ha detto che William era uscito.-
-Faglielo presente.-
-Basta solo che mi rivolga la parola e scoppio, credimi.-
-Allora conviene portarsi una maschera ad ossigeno per le radiazioni.-
-Esatto, Matthews. Esatto...Con la sua aria da duro, ma chi cazzo pensa di essere?!-
-Probabilmente qualcuno di importante.-
-Sicuramente. Devo starci vicina proprio la prima e la seconda ora, sparami.-
-Lo farei, se avessi un'arma.-
-Ho la forbice nell'astuccio.-
-Naaah, non dire cazzate. Una pistola ha più classe.-
-Già, hai ragione.-
-Beh, e con Sean? Non mi racconti?-
-Cosa dovrei raccontarti?-
-Non state insieme?-
-No.-
-Cosa?!-
-Hey, dico davvero.-
-Ma è come se foste fidanzati, no?-
-Beh, diciamo di sì...-
-E cosa aspetti a mettertici insieme sul serio?-
-Ma guarda che a me sta bene così. Già mi sono creata delle nemiche, ci manca solo che mi incendino la casa.-
-Sul serio?-
-Ti giuro...me l'ha detto una che fa atletica della Donald.-
-Stai attenta allora.-
-Tra poco girerò in incognito.-
Il biondo sorrise, accelerando il passo, visto l'orario.

Angolo autrice
Ciaaaaaaaaaaao gente :D
Tutto bene? Ah beh, io sì. Finalmente a Watta è mia :D
La divido con una ragazza che ha 23 anni, con la stess apassione per i cavalli.
Passiamo al capitolo, va.
Ho fatto entrare in scena questo William per 2 motivi. Primo, amo il nome Will. Secondo, mi servivano un po' di litigi, dopo che tutto fosse risolto, no?
Vi dico già che Will è come Aaron Johnson nel film La mia vita è un disastro. Me lo immagino SOLO come in quel film. E' pure lui un figo spaziale. E chissà cosa gli combinerà Jamie nel prossimo capitolo. Forse farà uso di una calibro 9 o di un fucile a pompa, o ancora, di un macete. Mh, niente male il macete, userò quello.
Canzone del capitolo: Ever fallen in love-Stiff Dylans
La canzone sopra citata la canta giusto Aaron in quel film. Spero vi piaccia, a me piace un sacco.
Bacioni :*


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Capitolo 25
*** Scars ***


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Kennethcap.24 Riassunto del capitolo precedente:
In 3^C arriva un nuovo ragazzo, William, figlio del professor Evans, che subito lo mette in banco con Jamie. Lei prova ad attaccare bottone, ma lui non vuole stringere amicizia, ma sono costretti a passare del tempo assieme per via di un'esposizione da fare su John Lennon. Si accordano quindi per mercoledì, ma nel pomeriggio, quando lei va a casa sua, il ragazzo non è in casa. Lei è infuriata, e proprio quel giovedì mattina le prime due ore avrebbe dovuto passarle vicino a lui. Oltretutto lui non ha per nulla un buon rapporto con suo padre, difatti mercoledì mattina finisce pure in presidenza.

24-Scars
Jamie entrò in classe, e constatò con disappunto che William era già seduto al banco, mentre stava messaggiando col telefono. Lei si fece forza, cercando gli sguardi dei suoi amici, e si diresse decisa verso il banco. Quando arrivò si sedette composta sulla sedia, lasciando scivolare la cartella dalle spalle. Lei era interna, appoggiata al muro. Osservò riluttante William e la sua noncuranza nel salutarla. Tanto meglio, pensò.
Con sua grande sorpresa lui si girò poco dopo:-Ciao eh.-
-Fottiti.-
-Sto bene, grazie.-
-Senti, tu non volevi fare amicizia con me, bene, ora sono io che non voglio nemmeno rivolgerti la parola, quindi sta nel tuo banco e non rompermi i coglioni, chiaro il concetto?-
-Hey che ti ho fatto?!-
-Ieri, porca troia, era da lunedì che lo sapevi, almeno presentarti a casa tua no eh?!-
-Rilassati, ero con la mia ragazza in giro.-
-Stimati, io dovevo essere in giro col mio ragazzo, ma no, perché mi son detta " aspetta che accontento William e facciamo la ricerca "!-
-Ne abbiamo ancora di tempo.-
-Non eri tu quello che non voleva vedermi anche dopo scuola? Ti accontento, tu fai la tua parte di Lennon, io faccio la mia.-
-Credevo fosse lavoro di coppia.- rispose il ragazzo, un sorrisino malizioso stampato in faccia.
-Qui non vedo una coppia caro mio, ma un ragazzo che crede di essere chi sa chi e che pensa solo a se stesso!-
-Ti ripeto che non mi conosci, non puoi giuducarmi così!- il tono di entrambi andava via via facendosi sempre più arrabbiato.
-E non ci tengo nemmeno a conoscerti, io dico solo ciò che vedo!-
-Attenta a te, biondina, non ti conviene avermi come nemico!-
-Che. Paura. Sul serio.-
-Pft...- Will si sistemò il colletto della giacca:-Fatto sta che non possiamo fare io la mia parte e tu la tua, sarebbe solo tempo buttato.-
-Il tempo che ti piace buttare non è mai buttato. Sai di chi è questa citazione? Di Lennon, ma tu non lo puoi sapere...-
-Dio mio, sta calma. Va beh che io sarò maleducato e tutto quello che vuoi, ma per lo meno sto tranquillo.-
-Mh, vediamo, come posso dirtelo in parole povere..? Mi stai sul cazzo. D'accordo?-
-D'accordissimo, ma la ricerca non si fa da sola.-
-Pazienza.-
-Dai, oggi pomeriggio a casa mia.-
-Col cazzo, ho di meglio da fare.-
-Cosa? Gli allenamenti?-
-Esatto, poi devo uscire col mio ragazzo stasera, se non ti dispiace.-
-A me? Figurati...allora venerdì.-
-Sì, ma vieni tu a casa mia. Non ho voglia di scomodarmi e non trovarti nemmeno a casa.-
-Non è che mi ripagherai con la stessa moneta?-
-Non sono stronza come te, ricordatelo.-
-Sei pungente però, e a me danno fastidio le persone pungenti.-
-E a me danno fastidio gli stronzi. Comunque, domani ti aspetto a casa mia e se provi a non venire, scordati il lavoro di coppia.-


Giovedì sera, Jamie e Sean stavano gironzolando per la città.
-Sai Sean, c'è un nuovo ragazzo in classe mia.-
-Ah sì? Come si chiama?-
-William Evans...conosci?-
-No no.-
-Beh, me l'hanno affibbiato in banco ed è una roba assurda.-
-Perché?-
-E' indisponente, asociale, maleducato, stronzo, ed è sempre costantemente sulla difensiva.-
-Insomma non vi state troppo simpatici.-
-Per niente...e deve venire a casa mia domani pomeriggio, per una ricerca.-
-Tanti auguri.-
-Grazie, se andrà bene ci limiteremo a calci e pugni.-
-Dici?-
-Sì...-
-Hey, guarda di non farti venire strane idee con lui a casa tua.- sorrise il ragazzo.
-Ma va...se è odio cosa vuoi che succeda?-
-Forse dovrei darti ragione...oppure preoccuparmi.-
-Non fare il paranoico adesso Sean.-
-Stavo scherzando.-
-Meglio così, già ci pensa quello lì a farmi delirare.-
-Solo lui? Sei già matta di tuo.-
-Grazie.-
-Prego.-
I due unirono le mani, per poi proseguire nel loro tragitto.

Venerdì pomeriggio.
Jamie era tranquilla stesa sul divano, non sapeva nemmeno se Will si sarebbe fatto vivo o meno.
Ma stavolta il ragazzo fu di parola, e alle quattro e mezza suonò il campanello.
La ragazza andò ad aprire, trovandoselo di fronte, tutto spettinato e un rivolo di sangue dal labbro.
-Ma che diavolo hai fatto?!- sbottò lei, preoccupata.
-Cazzi miei.-
-Senti, qui siamo a casa mia, quindi modera i termini e vieni a pulirti il viso.- lo guidò fino al bagno:-Dopo vieni in sala, che ti metto un cerotto.-
-Non mi serve la balia.-
-E a me non servono delle macchie sul divano. Lo faccio più per me.-
-E va bene...-
Il ragazzo si chiuse in bagno, e uscì dopo poco, dirigendosi verso la sala.
-E ora che devo fare?-
-Ora sopporti e sta zitto.-
-Che cosa dovrei...- Jamie gli appoggiò un pezzo di cotone imbevuto di alcool sul labbro:-Ahia! Brucia un sacco!-
-Lo so.-
-Dillo che lo stai facendo apposta.-
-Non lo sto facndo apposta, brucia di suo questo.-
-Allora ci stai godendo a vedermi così.-
-Te lo ripeto William, non sono come te. E mi avrebbe fatto comodo se tu fossi venuto qui tutto intero.-
-Troppo ordinario.-
-Troppo normale per te. Ora sta fermo...- gli tolse il cotone e coprì il taglio con un cerotto:-Ecco fatto.- disse fredda.
-Sì, ma aspetta...-
-Cosa c'è?-
-Avresti qualcosa anche per questa...?- il ragazzo tirò su la manica della giacca, rivelando un'ustione sulla mano.
-Ma chi cazzo ti ha ridotto così?!-
-Risse quotidiane.-
-Che idiota...Tieni, mettiti questa.- gli porse una crema maleodorante.
-Devo spalmarla?-
-No, mangiarla...certo che devi spalmarla!-
-Ok, scusa Dio mio...- Will si passò la pomata con delicatezza su tutto il palmo della mano, stringendo i denti ogni tanto per il dolore:-A posto.- dichiarò infine, poco convinto.
-Bene...ora mettiamoci al lavoro.-
-Hai un computer?-
-No, vivo nell'età della pietra.-
-Mamma mia che acida che sei...oddio, quella è una Gibson serie es?!- il ragazzo indicò una chitarra appoggiata al muro.
-Sì, è di mio padre.-
-Cazzo, non ne avevo mai vista una da vicino.-
-Suoni la chitarra?-
-Sì, ne ho una a casa. Te invece? Con una Gibson del genere in casa non puoi non saperla suonare.-
-Invece sì. Mio padre non mi ha mai voluto insegnare...dice che non è roba per ragazze.-
-Sul serio?-
-Sì. Ma ti dirò che mi sarebbe piaciuto imparare. Tu che chitarra hai a casa?-
-Una Fender Stratocaster.-
-Beh, nemmeno quella è male eh.-
-Lo so, ma questa Gibson è sempre stata il mio sogno...hey aspetta...sto forse parlando civilmente con te? Ma che mi prende...?-
-Dicevo io, era troppo strano, Mr. Sto bene da solo.-
-Come intendiamo esporlo Lennon?-
-Boh...uno parla della sua vita e un altro della sua musica.-
-Tu fai la sua vita, io la musica.-
-Come vuoi.-
-Dai, non dirmi che ti arrendi così...Mi lasci fare quello che voglio senza ramanzine?-
Jamie si voltò di scatto verso di lui. Si aspettava di vederlo ghignare, invece aveva gli occhi acquamarina fissi su di lei, l'espressione seria. Comunque si arrabbiò e lo spinse giù dal divano:-Io non sono come te!-
Lui rimase impassibile, stendendosi completamente sul pavimento:-L'avevo notato.-
-Aaah...- la ragazza si alzò dal divano, dirigendosi verso camera sua.
Tornò poco dopo lasciando cadere un libro sullo stomaco di William, che intanto aveva chiuso gli occhi:-Ma vaffanculo! Che cazzo è questo?!-
-John Lennon, la biografia. Ti può tornare utile...-
-Come no...-
-Leggila. Non è un consiglio.-
-Non mi faccio dare ordini da una ragazza.-
-Quindi oltre ad essere stronzo e ipocrita sei anche maschilista? Sei messo bene.-
-Ciò mi porta a dire che oltre ad essere pungente e irritante sei anche femminista? Oh, siamo messi molto bene.-
-Fanculo.-
Lui sorrise, saccente.
-Ti scortellerei all'istante, ma vale sempre il discorso del divano.-
-Ma che ragazzaccia.-
-Ma che rompicoglioni.-
All'imrovviso suonò il campanello, così Jamie andò ad aprire a porta:-Sean!-
-Ciao Jamie!- si abbracciarono.
Sean si rivolse verso Will:-Tu sei...?-
-Un ragazzo che è di troppo e ora toglie il disturbo.-
-Tranquillo, sono solo passato per un saluto.-
-Meglio così, allora ne approfitto per scappare da qui. Sean, è stato un piacere conoscerti, Jamie...beh, te sono costretto a vederti domani.-
-Aspetta William!- lo fermò la ragazza:-E la ricerca?-
-Mi pare che le parti siano state decise. Grazie per il cerotto, a domani.-
-Ciao...-
Will si chiuse la porta alle spalle.
Era simpatica, quella ragazza. Finalmente qualcuno  che gli teneva testa. Tutti si intimidivano, lei invece non era quel tipo di persona. Eppure non voleva che diventassero amici, nella sua vita erano successe troppe cose per poter voler bene di nuovo. Aveva una ragazza, però. Beh, non che fosse una seria, questo è certo, era una di quelle galline che affascinate da quell'aria da misterioso che aveva si era fatta avanti e gli aveva chiesto di stare insieme.
Si chiamava Alyssa. Era della stessa scuola di Ethan. Lui non provava assolutamente nulla verso di lei, anzi l'avrebbe scaricata da lì a due giorni. Per messaggio, come fanno gli stronzi. Si strinse nelle spalle, una folata di vento gli stava scompigliando i capelli scuri. Quelle folata gli ricordò poco prima, quando uscì di casa, col labbro tagliato, dopo l'ennesima discussione con suo padre.
"-Sei un buono a nulla! Non combinerai niente nella vita!-
-Ridammi quel maledetto quaderno papà!-
-Te lo scordi! Con questo ci faccio un falò!-
-Non ci provare nemmeno! Lì c'è tutta la mia vita, te ne rendi conto?!-
-Quella che sprechi con i tuoi amichetti?!-
-Ma fammi il piacere!-
-Beh, sai una cosa William?! Sono stanco del tuo inesistente rendimento scolastico!- il padre del ragazzo afferrò un fiammifero e diede fuoco al quaderno.
-No! Ma che cazzo hai fatto?!- William gli strappò il quaderno dalle mani, cercando di spegnerlo col palmo della mano:-Vaffanculo...- sussurrò a denti stretti, dopo che riuscì a spegnere il fuoco, salvando il quaderno.
-Come ti permetti?!-
-Vaffanculo!- gridò lui, prima di correre fuori di casa."
Will ricacciò indietro una lacrima. Camminò svelto casa sua, entrando sbattendo la porta, chiudendosi a chiave in camera sua. Non avrebbe mai pianto, mai.
Spolverò il suo quaderno, anche dentro, dove c'era rimasto qualche rimasuglio di cenere. Stette attento a non sporcare il testo di quella pagina, fitta di pentagrammi, quindi soffiò leggermente. Era la sua canzone preferita, Ultraviolet, degli Stiff Dylans. L'aveva ascoltata talmente tante volte che ormai conosceva ogni singolo accordo, ogni parola, ogni nota. Aveva anche provato a riscriverla, cambiando leggermente la chiave. E gli era riuscita bene, con la sua mitica Fender.
Si buttò sul letto, la chitarra sullo stomaco. Strimpellava qualche nota, quel giusto per perdere il contatto con quella schifosa realtà in cui si trovava.
Cominciò poi a fare qualche accordo, e iniziò a suonare Ultraviolet, cantando il testo:-Thant fire you ignited, good, bad and undecided, burns when I stand beside it, your light is ultraviolet...-
-William!!!- suo padre lo chiamò dal piano di sotto. Lui non rispose, così il signor Evans gridò ancora:-E' arrivata tua madre!-
Sua madre. Altro tasto dolente.
Jenna Evans lavorava nelle navi da crociera. Era a casa tre mesi all'anno, dei quali due li trascorreva con le sue amiche a fare shopping. Voleva bene a William però, solo che lui rifiutava ogni genere di dimostrazione di affetto, perché per lui poterla vedere un mese all'anno non era affetto, era egoismo. In quanto al matrimonio tra Jenna e Gilbert, ormai era come se avessero già divorziato, anche se a conti fatti portavano ancora le fedi al dito.
Will odiava i suoi genitori, ne avrebbe fatto volentieri a meno. A sedici anni e mezzo ci si sa arrangiare, anche per quanto riguarda l'ambito finanziario. Sarebbe andato a stare da un amico, se solo ne avesse avuto uno. Ma lui stava bene così, da solo. Non aveva bisogno di compagnia, la sua unica compagnia era la chitarra, che aveva chiamato Violet. Aveva anche un'altra chitarra nel suo armadio, che gli aveva regalato suo nonno prima di morire. Era una chitarra acustica, e gliela aveva consegnata in una vecchia custodia. Solo due o tre mesi più avanti Will scoprì che nella tasca interna era nascosto uno spartito. Portava il nome di "Ever Fallen In Love". Era da lì che aveva scoperto gli Stiff Dylans, e Ultraviolet era diventata il suo marchio di fabbrica. Sapeva suonare sia quella che Ever fallen in love con Violet e anche con Gipsy, che era il nome che aveva dato suo nonno a quella chitarra.
William si ridestò con un altro urlo da parte di suo padre e così scese le scale, di malavoglia. Era solamente in boxer e suo padre immediatamene lo riprese:-William! Porta rispetto, c'è tua madre qui!-
-Mi ha avuto in grembo per nove mesi e mi ha visto nudo più di quante volte io abbia visto me stesso, quindi non ci sono problemi.- si girò con uno sbuffo verso sua madre:-Ciao mamma.-
-Oh Will...fatti abbracciare...-
-Preferisco di no.-
-Sempre la stessa storia con te...mamma mia Will, fatti vedere, sei cresciuto un sacco.-
-Beh, sono nove mesi che non ci vediamo.-
-Tutto bene a scuola?-
-Benone.-
Suo padre fece una smorfia.
-Comunque adesso vado su mamma. Ci vediamo domani.-
-Buonanotte tesoro.-
Lui fece un piccolo cenno con la testa, per poi richiudersi in camera, chiudere gli occhi, e provare a dormire.

Angolo autrice
Ciao bella gente *fare finta che io sia Gabibbo*!!!
Tutto bene lì? Io sì, sto benissimo...
E' nato sto benedetto Royal Baby ieri, non ne potevo più, lo giuro! Domani vado in maneggio, sapete? Mi predo cura della mia Watta ♥ Talking about the chapter...
Allora, in questo capitolo ho voluto raccontare la storia di Will, ed ecco risolti i perché del suo comportamento scontroso. E poi Sean...l'avrà fatto apposto a "passare per un saluto"? Un po' di gelosia direi che è più che plausibile, no?
Annuncio importante: MASSIMO 3 CAPITOLI E LA STORIA E'(finalmente) CONCLUSA.
Ma ci sarà il seguito...l'estateeeeeeeee :D Ho in mente di far succedere tantissime cose (in relaltà solo una, comunqueeeee). Va beh, vi lascio con la...
Canzone del capitolo: Ultraviolet-Stiff Dylans

Baci :*

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Capitolo 26
*** Save me ***


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Kennethcap.25 ECCO IL LINK PER IL VIDEO CHE HO FATTO SULLA COPPIA JAMIE/SEAN-->http://www.youtube.com/watch?v=yvAmAtKf5Lk

Riassunto del capitolo precedente:

William riesce a convincere Jamie a dargli un'altra chance e così il giorno dopo va a casa sua. Arriva venerdì pomeriggio e lui si presenta da Jamie con un taglio sul labbro e la mano ustionata, così lei lo medica e gli chiede il perché, e lui mente dicendo che era stata una delle sue solite risse. Dopo poco arriva Sean e così lui è costretto a dileguarsi. Così Will una volta a casa riflette su tutto: quel taglio e quell'ustione glieli aveva procurati suo padre, ossia il professor Evans, dopo l'ennesimo litigio. Ripensa poi a sua madre, che ritorna quella sera dopo 9 mesi che era stata su una nave da crociera per via del lavoro. Will prova a non pensarci e inizia a suonare la sua canzone preferita, Ultraviolet, con la sua chitarra, Violet.

25-Save me

Sabato. Caro dolce sabato.
Ultima ora, chimica. Julie e Jamie erano sedute vicine.
-Allora Jamie...come è andata ieri con Will?-
-Con William? Oh, tutto bene.-
-Maddai?-
-Sì. Tranne che lui è arrivato a casa mia dopo una rissa e aveva un taglio sul labbro e la mano ustionata.-
-Si danno pure fuoco?-
-Già, piccoli piromani crescono...-
Le due ragazze risero, ma il prof le richiamò:-Smith! O'Connor! Che avete tanto da ridere?-
-Nulla, ci scusi prof...- sorrise Julie, leggermente imbarazzata, poi ri-rivolse a Jamie, abbassando la voce:-Fino a che ora è rimasto lì?-
-Fino alle cinque e un quarto, poi è arrivato Sean e lui è andato via.-
-L'avevi chiamato tu Sean?-
-No.-
-Per me era geloso.-
-E vabbè, se ne fa una ragione.-
-Che acida che sei...-
-Ma quale acida e acida, sono realista. Io e William ci stiamo sul cazzo a vicenda, non potrebbe mai succedere nulla. E' pura fisica.-
-Sul serio ti sta così tanto sul cazzo?-
-Mannò...è che è troppo scontroso. Per dirti, ieri c'è stato un momento che non stavamo litigando ed era simpatico.-
-Magari è che è timido.-
-Ma va là...timido lui? Nah...è un carattere particolare, tutto da capire.-
-E ci riuscirai?-
-Ci proverò. Ho ancora un mese prima della fine della scuola da stargli vicino durante le ore di suo papà.-
-E' carino vero?-
-Carino? Scusa, ma non stavi con Kenneth?-
-Non ho mica detto che è uno strafigo da paura, ho detto solo che è carino.-
Jamie si girò per guardarlo, tanto preso dal suo solito quaderno:-Mh, accettabile.-
-Dici così solo perché ci litighi sempre.-
-Probabile, ma se non vogliamo prenderci parole ci conviene stare zitte.-
-Forse hai ragione.-

Il sabato mattina finì, e a Jamie aspettava un pomeriggio tranquillo, di assoluto relax: niente amici, niente Sean, niente compiti, nulla di nulla!
Era seduta in salotto quando si accorse di un libro appoggiato sul comodino che non ricordava di avere.
Guardò la copertina, era il libro di storia, ma non era suo. Guardò un po' dentro, sulla prima pagina c'era scritto un W.E. Chi altro era entrato in casa sua con un libro di storia? William Evans. Sbuffò sonoramente, prima di vestirsi un po' da Cristiana ed uscire di casa, direzione: casa Evans. Avrebbe semplicemente riposto il libro nella cassetta della posta, nulla di più.
Arrivò davanti alla casa. C'erano sia il cancello che la porta d'entrata aperti e da dentro si sentivano diverse grida.
Così andò dentro, preoccupata, senza curarsi nemmeno di suonare il campanello.
La scena che si trovò di fronte la fece rabbrividire: il professor Evans che brandiva una cintura, leggermente schizzata di sangue sulla fibbia, e William di fronte a lui, mentre le dava le spalle, che si teneva la fronte. Non appena il professore si accorse della presenza della ragazza, lasciò subito la cintura, facendo così voltare anche Will, che si scoprì un attimo il viso, rivelando lividi e chiazze di sangue ovunque.
Jamie si inorridì, indietreggiando spaventata, e allora Gilbert provò a spiegarsi:-Jamie...io...-
Lei si fece coraggio, per un secondo, fissando gli occhi acquamarina di William che imploravano aiuto:-Lei è pazzo! Che cosa gli sta facendo?!-
-Jamie, non sono cose in cui ti devi immischiare...-
-Lo stava uccidendo!- lei prese per il polso William, tirandolo verso di sé:-Ora lui viene via con me, e ringrazi se non chiamo la polizia!-
-Jamie, cerca di ragionare.-
-Si allontani!- la ragazza fece due falcate verso la porta, portandosi dietro William:-Stanotte dormirà da un mio amico, non di certo qui! Andiamo Will...-
Lui fece un cenno confuso con la testa, e seguì la biondina che uscì dalla proprietà a passo sostenuto, mentre Gilbert rimaneva lì nel salotto, inerme. Si rese conto che era meglio per suo figlio se gli fosse stato lontano.
Intanto Jamie trascinava ancora William, anche se non mancava tanto a casa sua. Non gli aveva ancora rivolto uno sguardo, presa da tutto quello che stava succedendo.
Le uniche parole che uscirono dalla bocca del ragazzo furono:-Jamie, rallenta...-
Lei non gli rispose, continuando a mantenere quel passo. Aveva paura che quello schizzato li raggiungesse con un'arma.
Arrivati a casa, lei chiuse la porta con tutti i chiavistelli possibili. Sistemò il ragazzo in sala, sul divano, e si diresse in bagno, ritornando con una baccinella piena d'acqua, garze, cerotti, una spugna, e diverse creme.
Si sedette vicino a William, che trattenne il fiato quando la ragazza gli poggiò sul viso la spugna imbevuta di acqua e alcool.
Una volta riuscito a respirare, disse a sottovoce:-Brucia...-
-Vaffanculo, William. Vaffanculo.-
-Grazie.-
-Porca puttana William! "Risse quotidiane"?! Ma che cazzo dici?! Quel pazzo ti stava uccidendo!-
-Cosa vuoi che mi faccia una cintura...- tossicchiò lui, roco.
-Accecarti, ucciderti. Ecco cosa...-
-Non era la prima cintura che mi lanciava in faccia.-
-Senti, è una settimana che ci conosciamo e già mi hai fatto pentire di essermi trasferita qui diverse volte, ora non farmi pentire di essere nata! Non ti rendi conto dei rischi che hai corso?!-
-Perché invece non ti rendi conto dei rischi che hai corso te invece?!- anche lui stava cominciando ad alzare la voce, inizando anche a recuperare i sensi:-Hai preso mio padre in una sfuriata, con una cintura in mano, poteva farti del male!-
-Me ne sono resa conto, si dà il caso, ma non piace veder morire le persone, sai com'è...-
-Dovevi andartene, cazzo! Lasciarmi lì! Anche se fossi morto, non ci sarebbero state troppe perdite!-
La scena che seguì fu identica a quella di tre anni pirma, circa.
Jamie, con le lacrime agli occhi, ancora quattordicenne, diede uno schiaffo ad Alex, che le aveva appena chiesto il perché della sua azione di salvarla dal suicidio. Fu uno schiaffo forte, a cui seguì un abbraccio altrettanto forte.
La scena fu uguale. Diede uno schiaffo in piena faccia al ragazzo, sporcandosi la mano di sangue, e poi lo abbracciò, lasciandosi scappare una lacrima indesiderata.
Fu lei a staccarsi, sistemandogli il ciuffo, come farebbe una madre con il proprio figlio:-Ho già perso la mia migliore amica. Sai, il suo ragazzo la picchiava e lei si è suicidata. Tu ti stavi suicidando, lo sapevi? Potevi gridare, potevi chiamare qualcuno...-
-Chi avrei potuto chiamare? A nessuno importa di me.- Will abbassò improvvisamente la voce.
-Che mi dici di tua madre?-
-Non sa nemmeno che mio padre mi picchia.-
-Potevi chiamare me.-
-Ma chi vuoi prendere in giro...l'hai fatto solo per la situazione.-
-No, l'ho fatto per te.-
-Ora non dirmi che ti sto a cuore...-
-No, ma mi sarebbero mancati i nostri litigi.-
-Certo...Ahia!-
-Scusa, è solo disinfettante...ora ti metto due cerotti sulla guancia, e uno qui, sul naso.-
-Grazie.-
Lei sorrise, proseguendo nell'impresa.
Stava mettendo il secondo cerotto sul taglio della guancia, ed era molto vicina al viso di Will. Quando i loro occhi si scontrarono, entrambi non poterono fare a meno di arrossisire, così lui si schiarì la voce:-Il tuo ragazzo non sarebbe contento di vederti così.-
Lei si allontanò, sorridendo:-Nemmeno la tua.-
-Che si fotta.-
-Che?! Ma non era la tua....ragazza, per l'appunto?-
-Era una ragazza, ma non la mia.-
-L'hai scaricata?-
-Ieri sera.-
-Povera anima...-
-Hey, non mi è mai piaciuta quella lì.-
-Che stronzo...-
-Invece Sean? E' più grande di noi, giusto?-
-Sì. Va in quarta, è della Donald.-
-Ah, interessante...-
-Adesso ti metto un cerotto qui sul naso...e abbiamo finito.-
-D'accordo.-
Il ragazzo chiuse gli occhi, per evitare la situazione di poco prima.
-Fatto. Stai meglio adesso?-
-Sì. Beh, schiaffo a parte, sì, sto bene.-
-Stanotte dormi da Michael o da Kenneth, va bene?-
-Non li conosco nemmeno...-
-Allora facciamo così: chiedo a Julie di venire a dormire qui e così stiamo tutti e tre insieme...-
-Ma non lo so...Senti, anche se fosse per stanotte, poi da domani dove cazzo vado?-
-Un cugino...? Un parente...?-
-Stanno tutti in culo alla balena.-
-Non puoi denunciare tuo padre?-
-Non dire cazzate. Dopo sarei visto peggio più di quanto non sono visto ora e poi c'è tutta una roba legale di mezzo. E' un casino.-
-Ma William, non puoi continuare così. Se gli prende il matto a a tuo papà, potrebbe anche prendere un coltello...-
-Senti, ora come ora ti converrebbe pensare di più a te stessa, perché non credere che con mio padre sarà tutto come prima. Sicuramente ti verrà a parlare...-
-Qui sei tu quello che stava per essere ucciso.-
-Te lo dico un'ultima volta, non stavo per essere ucciso, non allargare le cose.-
-Scusa se mi preoccupo per te!-
-Beh forse non dovresti!-
-Beh, forse hai ragione visto che qua non t'importa nemmeno quando qualcuno cerca di aiutarti!-
-Nessuno te l'ha chiesto! Non capisci che vai nei casini adesso?!-
-L'ho fatto per te!-
-Non mi serve il tuo aiuto, porca troia! Con il tuo schiaffo magico avrai salvato la tua amica, non me!-
-Bene.- si arrese lei, gli occhi umidi:-Quella è la porta. Vattene.- disse lei, la voce tremante.
-Jamie, scusa io non...-
-Vattene. Ho capito, non ti serve il mio aiuto. Probabilmente è vero che non ti serve nemmeno...un amico. Ora vattene.-
La ragazza lo spinse leggermente verso la porta e lui uscì, rivolgendole un'ultimo sguardo, prima che lei richiudesse la porta, dando le spalle a William.
-Fanculo...- mormorò lei, prima di asciugarsi le lacrime e sistemare le garze e la baccinella.
Will vagò per la città per tutta la sera, e dormì nel St. James Park, accanto alla fontana. Non gli interessava se i ragazzini che passavano lo guardvano male, lui così se la cavava. Certo, un letto sarebbe stato più comodo, ma non poteva tornare a casa da suo padre, né tantomeno andare da Jamie.
La domenica per fortuna passò tranquilla.
Julie, Michael e Kenneth uscirono insieme, come non facevano da tempo.
Jamie rimase a casa, mezza depressa. Perché cazzo quel ragazzo rifiutava il suo aiuto?
E perché cazzo lei ci si stava affezionando? Sapeva che lui non le era per niente affezionato, nemmeno sapeva il significato di "affetto" quello lì.   


Lunedì mattina.
Prima ora: musica. Col professor Evans.
Jamie era davvero spaventata, sia per il prof, sia per quello che sarebbe successo con Will. Era già una settimana che si conoscevano, ed era volata, in mezzo a tutti quei casini.
Quando arrivò in classe, William era già seduto, sempre col telefono in mano. Nonostante la distrazione però, i loro sguardi si incrociarono per un secondo.
La ragazza si diresse verso Julie, che si era appena seduta sul banco, così le fece compagnia sedendosi sul banco di Hannah.
-Heilà Jamie...tutto ok?-
-Sì, tutto bene.-
-Sicura?-
-Sì. Julie, per te io sono una troia?-
-Senti, abbiamo passato da poco la fase della fustigatrice sodomaso, non credo sia il caso di riaprire la parentesi.-
-Dai, fai la seria...per te sono una troia?-
-Ma va...perché?-
-Così...credo di strami affezionando a William.-
-E allora?-
-Io sto con Sean.-
-Ma non vuol dire niente...-
-Se lo dici tu.-
-Sei strana forte te.-
-Sempre stata. Il prof dov'è finito?-
-Boh, non si è ancora visto...-
Nel dirlo la bidella entrò in classe e comunciò che il professore non sarebbe venuto per motivi familiari. Jamie si voltò verso Will, che era ancora preso dal suo cellulare. Durante le ore di supplenza loro non dovevano far altro che star seduti ai propri posti e non disturbare il supplente in questione.
Entrò in classe la professoressa Johnson, la prof della sezione D, A e B di ginnastica. Una tipa abbastanza calma, ma severa.
Jamie fissò il suo posto vuoto, e rassegnata si sedette, non degnando Will di uno sguardo. Dopo un quarto d'ora circa di silenzio, sul banco le arrivò un bigliettino.
"Ciao scema :)"
La biondina guardò seccata Julie, scrivendo "Cazzo c'è?" e glielo lanciò di soppiatto, e iniziò la conversazione.
"Mamma che scontrosa che sei!"
"M'hai chiamata scema -.-"
"Ma è veroXD"
"Eh no, allora fottiti."
"Come va col tuo amore segreto?"
"Sean? Tutto bene :)"
"Ma no Sean, idiota! Will♥"
"William? Questo qui? Ma per piacere!"
"Per me ti piace"
"Sì, certo. Lo amo alla follia."
"Davvero?!"
"Ma va! Come può piacermi se non riusciamo nemmeno a dialogare civilmente?"
"Beh, non state litigando"
"Forse perché non stiamo parlando"
"Allora parlate"
"Ma anche no"
"Ossignore che preziosa! Salutalo, per la miseria! Che ti avrà mai fatto?!"
Jamie si fermò a fissare il biglietto, stando attenta che lo sguardo di Will non cadesse lì.
"Abbiamo litigato sabato pomeriggio."
"Ma se non vi siete nemmeno visti!"
"Tu dici?"
"Oh Cristo...ma vi siete dati appuntamento?!"
"Ma figurati! E' una storia lunga...fatto sta che abbiamo litigato"
"Beh ma litigate sempre, che c'è di nuovo?"
"E' stato un litigio diverso"
"Non è abbastanza romantico? ;)"
"Io non posso parlare ancora con te."
"Eddai che scherzo...ma dillo che è carino"
"Anche se fosse, non mi potrebbe mai piacere. 1, io sto con Will. 2, non riusciamo nemmeno a parlarci!"
"Tesoro, controlla quello che hai scritto. Non mi pare che tu stia con Will..."
"Errore di battitura, volevo dire con Sean."
"Ceeeeeeerto."
"FOTTITI CAZZO"
"Che gentile la ragazza"
"Provaci te a stare in banco con 'sto cretino! E' insopportabile!"
"Insopportabilmente figo, ammettilo..."
"Ammettilo te, che stai con Kenneth."
"Mi sto preoccupando per te, non per me. Io lo ammetto che è carino, ma amo il mio Matthews♥"
"Ma sparati"
"No problem"
"Un problem c'è, la Johnson ci becca tra poco"
"Ne riparliamo faccia a faccia allora"
"Giusto, così posso pure colpirti"
Julie sorrise all'altra ragaza, prima di nascondere il biglietto nell'astuccio.
-Avete finito?- mormorò seccato William.
-Sì.-
-Alleluia.-
-Non credere che l'abbia fatto per te.-
-A me basta che l'abbiate finita.-
-Sì, e ora, lasciami stare. Ho di meglio da fare.- la biondina si girò verso il muro, nascondendo un lieve imbarazzo.
-Come vuoi...- sussurrò lui, prendendo dallo zaino il suo quaderno.

Angolo autrice

Saaaaaaaaaalve saaaaaaaaaalvino.
Tutto ok laggiù?
Io sì, benissimo. Ho appena finito di andare a cavallo, la mia Watta è stata bravissima come sempre♥ Ho provato a fare ginkana oggi, niente male, se l'è cavata bene, nonostante i 25 anni sulle spalle. Parlando del capitolo...
Non so se sia venuto bene o meno, a me piace. Mi piace quella cosa che si sta venendo a creare tra Jamie e Will, che ancora non sono riuscita a definirne il seguito. So che in questi ultimi capitoli non parlo mai del mio Michael, quindi nel prossimo parlerò più che posso di lui e di Daphne. Anche perché mi sento ispirata dato che sto facendo un video anche su loro due, ho già un bel po' di materiale. Manca pochissimo alla fine (evvaiiiiiiii!!!)
Canzone del capitolo: Red-Taylor Swift

Shiaooo :D

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Capitolo 27
*** Open your eyes to me, baby ***


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Kennethcap.26 Riassunto del capitolo precedente:
E' sabato pomeriggio, e Jamie trova sul comodino del suo salotto un libro di William, così decide di portaglielo a casa. Arrivata davanti a casa Evans trova cancello e porta aperti, e sente dele grida da dentro. Così trova il padre di Will con una cintura in mano e il ragazzo sporco di sangue, così i due giovani scappano e vanno a casa di Jamie. Lì lei lo medica, sembrano andare d'accordo, ma finisce tutto in litigio, così lei lo caccia da casa sua e Will si ferma fuori a dormire la notte. Lunedì il prof Evans non si fa vedere a scuola, così hanno supplenza, durante la quale Will e Jamie hanno solo un piccolo battibecco, del resto non si parlano proprio.

26-Open your eyes to me, baby
Lunedì, uscita di scuola.
Michael e Daphne camminavano tranquilli sotto il sole dei primi di maggio, parlando del più e del meno.
-Tra poco è finita la scuola, Michael.-
-Lo so.-
-Contento?-
-Beh, un po' sì e un po' no.-
-E perché?-
-Un po' sì perché siamo in vacanza, un po' no perché non potrò più vederti tutti i giorni.-
-Già, credo valga anche per me.-
-Anche perché se no mi offendevo.-
-Che idiota.-
-Grazie...senti, avrei un favore da chiederti.-
-Sarebbe?-
-Venerdì compie gli anni Leo, mio cugino, e come tutti gli anni i miei zii fanno una festa, e mi hanno detto se volevo invitare anche te.-
-Davvero? Sicuro che non sia d'impiccio?-
-Tu sei sempre d'impiccio, non preoccuparti...-
-Hey!- sorrise lei.
-Scherzo, scherzo...comunque, che dici?-
-Va bene, no problem.-
-Sì beh, non aspettarti tanti giovani, eh. Siamo io, te, Leo, che compie undici anni, e Adam, che ne ha diciotto. Del resto sono tutti nonni e zii.-
-Non cambia nulla credo.-
-Ah, ti avverto che Leo è stato adottato, quindi se andiamo in discorso tu non chiedere perché vari, i miei zii non vogliono che ne parliamo.-
-D'accordo...a che ora è?-
-Inizia alle nove.-
-E dove stanno i tuoi zii?-
-Praticamente dall'altra parte della città.-
-Spero che i miei riescano a portarmi...-
-Ma va, ti ci porto io, non preoccuparti. Ti passiamo a prendere noi.-
-Non ti chiedo se sono d'impiccio tanto sono sempre d'impiccio, quindi va bene, grazie. Devo vestirmi in qualche maniera?-
-Boh, credo di no. Certo, non venire nuda, però...-
Daphne gli lanciò un'occhiataccia:-Nuda. Sul serio Michael?-
-E perché no?- scherzò.
-Fottiti!- rise lei.
-Ma che termini scurrili che devo sentire!-
-Fanculo Harris!-
-Ommioddio, ho anche un secondo nome!-
-Sì, Michael Harris Harris.-
-Non può essere, anche un terzo!- sorrise lui.
-Quante canne ti sei sparato?-
-Tante amore mio, tante.- disse lui, mettendole un braccio intorno al collo.


I giorni passavano...
Tra Jamie e Will era silenzio assoluto, tranne qualche sguardo ogni tanto, ma nessuno dei due aveva il coraggio di parlare.
Julie e Kenneth, dopo tutti i vari disguidi, erano felicemente innamorati.
Michael e Daphne aspettavano una festa.
Sembrava tutto normale, peccato che...
Era giovedì, e gli allenamenti erano appena finiti.
Jamie aspettava Sean, sul cancello, ma mai arrivava, nonstante si erano visti poco prima.
Passarono per l'uscita le ragazze della Kingsley, i ragazzi della Kingsley e della Donald e le ragazze della Donald. Jamie era ferma lì. Un venticello che le scompigliava leggermente i capelli, gli occhi umidi per la bava d'aria fredda che a volte si faceva sentire. Era stanca di aspettare, ma rimase lì perché comunque lui l'aspettava sempre. Si sosteneva col palo della luce sulla cancellata, quando Leah si fermò da lei.
-Ciao Jamie.-
-Ciao Leah...tutto bene?-
-Sì sì, tutto benone...te?-
-Ah, tutto normale.-
-Stai apettando Sean?-
-Sì, perché?-
La moretta sospirò, per poi prendere Jamie per il polso e farla avanzare verso il retro delle tribune.
La biondina era parecchio confusa: che voleva quella lì da lei? Cosa c'entrava Sean in tutto ciò? Si immobilizzò però nel vederlo, tenuto per mano da una ragazza dai capelli corvini che non aveva mai visto prima, mentre si baciavano.
Provò a mandar giù, sussurrando a Leah:-Chi cazzo è quella?- le uscirono poche sillabe chiare, il resto le si strozzò in gola.
-Quella...è Beverly.-
-Schifosa cagna.- riuscì solamente a dire.
-Mi trovi d'accordo.- infierì l'altra.
-Da quanto sono qui?-
-Da quando siamo rientrate in spogliatoio.-
Jamie non riusciva a crederci. Tutto il suo mondo le stava crollando addosso. Le loro promesse, i loro abbracci, i loro baci...tutto mandato a puttane in quell'istante lì.
-Non stavate insieme voi due?-
-Tecnicamente no.-
-Immaginariamente?-
-Sì.-
-Jamie...tutto ok?-
-Ora mi sente quella cagna.-
Jamie, seguità da Leah, sbucò fuori dall'angolino e esordì con un:-Ma che bel siparietto.- detto a gran voce.
I due subito si staccarono, mentre la cheerleader domandava acida:-E tu chi saresti?-
-Fatti i cazzi tuoi, oca giuliva.-
-Vedo che non ti mancano i peli sulla lingua, tesoro...- fece una smorfia la ragazza.
-Mai mancati, troia.-
Beverly fece finta di scandalizzarsi, per poi rispondere animatamente:-Mi dispiace, nemmeno a me.Ti sei messa contro la ragazza sbagliata.-
-Perché non dici solo "sbagliata"? Non vedo ragazze qui.-
-Qui il maschio sarai tu biondina.-
-Io vedevo più una sagoma di silicone, comunque...-
-Sei pungente, tesoro mio...-
-Sei già la seconda che me lo dice, sappi che lo prendo come un complimento.-
-Mh, conosciamoci meglio. Sembri simpatica.-
-Tu mi stai sul cazzo, sai?-
Intanto sia Sean che Leah guardavano allibiti la scena. Nessuno aveva mai sentito parlare Jamie così.
-Peccato, potremmo essere migliori amiche.-
-Piuttosto mi infilo degli spilli negli occhi finché nuoto in un mare pieno di squali con le vene tagliate.-
-Che esagerata.-
-Che troia.-
-Smettila con 'sta troia! Aggiornati amore!-
-Ok, allora...milf, escort, prostituta, donna di mondo...quale preferisci?-
-E tu quale preferisci tra cornuta, sfigata, loser e nerd?-
-Questi insulti si usavano negli anni '80, credo di averli sentiti dire da John Lennon.- subito alla biondina venne in mente quel pomeriggio passato con William. Ora sentiva la sua mancanza. Si sarebbe divertito anche lui in quel battibecco.
-Quindi lo conoscevi, vedi di risistemarti quelle rughe.-
-No, ma io dico, vieni dal passato? E usa degli insulti decenti!- sbuffò sarcastica la bionda.
La ragazza le si avvicinò a gran passo, fino ad avvicinarsi per poterla guardare meglio con sguardo di sfida:-Tesoro, io e il tuo ragazzo ci siamo appena baciati, lo sai? E lui ha risposto al bacio...gli fai pena.-
Sean provò ad intervenire, ma Jamie lo bloccò, rispondendo alla cheerleader:-Lurida cagna, allora sei stata tu a baciarlo! Non offendo tua madre perché credo che dispiaccia anche a lei averti come figlia, ma sei una zoccola in piena regola, tesoro!-
Si sentì un lieve applauso da dietro, e la biondina si girò, trovandosi William alle spalle, che sussurrò, acido, verso la corvina:-L'allieva supera il maestro, Jamie.-
Entrambi si guardarono, complici:-Mi considero alla pari.-
-Cosa sta succedendo qui, di grazia?-
-Questa cagna stava baciando Sean, ecco cosa!-
-Uuuuuh, brucia. Ragazza mia...- disse il ragazzo mettendole una mano sulla spalla:-Falle vedere chi sei.-
Lei sorrise, sollevata dalla presenza di Will lì con lei, riprendendo la conversazione:-E si da il caso che se tu non fossi una troia del genere, tutto ciò non sarebbe successo!-
-Beh, il tuo caro fidanzatino ti ripeto che non si è tirato indietro!-
-Uno, di lui non me ne frega più niente, è una questione tra me e te ora, e due, tu non dovevi farti avanti, oca giuliva!-
-Io faccio quello che voglio, non sarà di certo una sfigata come te a dirmi cosa fare.-
Will fissava divertito Jamie, notando la costante voglia di saltare al collo a quella troia.
-Non ti sto dicendo cosa fare, deficente, ti sto solo dicendo che sei una zoccola!-
-Se è una sfida, tesoro, hai tutto da perdere.-
-Oh, credimi, ho già perso tutto, posso solo riacquistare ora!-
-Nella lista c'è anche il to caro fidanzatino?-
-Non saprei.-
-Oh, poverina.-
-Poverina ci stai tu, ma ti sei vista? Cazzo sorella, ripigliati!-
-Ripigliati te, stronzetta del cazzo! Ti rendi conto che sei stata scaricata? Hai perso...-
Will si rese conto che Jamie aveva esaurito le munizioni, così disse:-Jamie, Julie ci sta chiamando...-
-Arrivo.- mormorò lei, prima di rivolgere un'ultima occhiata alla cheerleader.
Sean provò a fermarla:-Jamie, aspetta...-
-Vaffanculo Sean.- e si fece trascinare via da William.
Quando furono abbastanza distanti, lei iniziò lievemente a piangere.
-Hey...- provò a consolarla Will:-...per quanto può valere, hai tenuto bene il confronto.-
-Va beh, non è per questo...-
-Senti, non so cosa bisogna fare in questi casi, perché se non l'hai notato sono uno stronzo insensibile, quindi...cosa si può fare per consolare una ragazza?-
La biondina sorrise, tra le lacrime:-Ci stai riuscendo...bisogna farla ridere.-
-Beh, scordati che mi metta a fare faccie buffe. Non sono tipo.-
-L'avevo notato sai...-
-Meglio così.-
-Mi accompagni fino a casa?-
-Va bene...sai dirmi che ore sono?-
-Sono quasi le nove.-
-Bene.-
-Senti, dove hai dormito sabato?-
-Nel St. James.-
-Mi dispiace...- a Jamie costò gran parte del suo orgoglio.
-Fa niente.-
-Ora rimedio, vieni con me.- disse lei, asciugandosi le lacrime.
-Dove andiamo?-
-Tu seguimi.-
I due non proferirono più parola, fin quando non arrivarono di fronte ad una birreria.
-Non ci fanno nemmeno entrare qui, Jamie.-
-Ti fidi di me?-
-Ma figurati...-
-Tu entra e zitto.-
I due entrarono, lei con un sorriso stampato in faccia, lui molto poco convinto.
Il signore al bancone, appena la riconobbe, l'abbracciò:-Ciao Jamie! Qual buon vento?-
-Ciao Chris! Sono qui con un mio amico, ci faresti una birra a testa?-
-Sai che non dovrei, ma lo faccio solo perché sei tu.-
-Grazie mille Chris.-
-Sedetevi pure ragazzi, ma ve la porto leggera!-
I due si sedettero ad un tavolo.
-Ah, quindi è un amico di famiglia?-
-Certo.-
-L'hai capita...furba la ragazza.-
-Sì, dicono che ci si affogano le pene d'amore nell'alcool, io lo trovo semplicemente un buon modo per evadere momentaneamente dalla realtà.-
-Ma che poetica...-
Chris li interruppe, mettendo sul tavolo due bei bicchieri di birra.
Quando uscirono, erano leggermente più vivaci di quando entrarono.
-Molto buona quella birra, Jamie.-
-Vero, sono d'accordo.-
-Ora ci conviene andare a casa...-
-Forse...-
-Sicura di reggere bene l'alcool?-
-Sicurissima, è solo che sono contenta.-
-E per cosa?-
-Finalmente io e te non ci siamo detti su.-
-Già, è una conquista.-
-Sono quasi due settimane che ci conosciamo, Will.-
-E questa è la prima volta che mi chiami Will.-
-Non ti chiamano spesso così?-
-Nah, io sono Evans o al massimo William.-
-Beh, allora abituati a essere chiamato Will da me.-
-Come vuoi...-
-Aiutami per favore...-
Jamie si mise in piedi su una piccola trave, che contava circa cinque centimentri di larghezza.
-Cosa dovrei fare?-
-Tienimi.-
Il ragazzo si ritrovò spiazzato, non aveva mai fatto robe del genere. La prese piano per i fianchi, e lei iniziò a camminare. Diciamo che l'aiuto di Will fu molto utile.
Era circa alla fine della trave, quando Jamie perse l'equilibro sbilanciandosi di fianco. Temette di cadere per terra, ma per fortuna Will riuscì a prenderla, facendola scivolare tra le sue braccia, e ad appoggiarla delicatamente a terra. Si ritrovarono però faccia a faccia, in quanto la biondina si era agganciata al collo del ragazzo. Gli occhi acquamarina di lui contro quelli celesti di lei.
-Forse è meglio che tu rimanga a terra...- sussurrò il ragazzo, leggermente agitato per la situazione.
-Forse...dovrei.-
Si rialzarono, imbarazzati, ma il resto della serata lo passarono in allegria.

Venerdì.
Jamie si sentiva bene.
E sì che si era già resa conto che il suo ragazzo stava baciando un'altra, ma aveva passato una bellissima serata con Will, senza dirsi su.
Per questo la mattina andò a scuola, sorridente, aspettando Daphne per raccontarle l'accaduto. Così alle sette e mezza si presentò davanti a casa sua:-Ciao Daphne!-
-Jamie? Che ci fai qui?-
-Facciamo la strada insieme, ti va?-
-Certo, no problem. Ti chiamo Sean...-
-No no, voglio parlare da sola con te.-
-Come vuoi...- la castana uscì dal cancello:-Dimmi tutto.-
-Conosci William?-
-Me ne ha parlato Michael.-
-Beh, io e lui non siamo mai andati d'accordo...tranne ieri sera.-
-Che è successo ieri sera?-
-Ieri sera finiti gli allenamenti ho visto Beverly mentre baciava Sean...e lui ricambiava spudoratamente.-
-Cosa...? Ma sei sicura?-
-Certo.-
-Strano, Sean non mi ha detto nulla...di solito mi racconta tutto. Comunque dopo mi sente, non si può far così.-
-Ma no, sta tranquilla dai...In fondo me l'aspettavo.-
-Sul serio?-
-Sì, ma mi ha aperto gli occhi.-
-Su cosa?-
La biondina sospirò, incredula a quello che stava per dire:-Su Will.-

Angolo autrice

Ciao belli :D
Scusate la frettolosità di questo capitolo, ma devo chiudere in fretta, siamo agli sgoccioli. Massimo 3 capitoli e poi vi lascio liberi XD *Canticchia It's the final countdown*.
Comunque, scontato o meno, Jamie forse si è resa conto che in fondo Will non è così male. E il prossimo capitolo sarà per Michael e Daphne, promise!
Canzone del capitolo: Slow Down-Selena Gomez

XOXO

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Capitolo 28
*** Just the way you are ***


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DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN"> Kennethcap.27 ECCO IL  LINK PER IL VIDEO DI MICHAEL E DAPHNE :)--> http://www.youtube.com/watch?v=G2spyXqS7u0

Riassunto del capitolo precedente:

Michael invita Daphne ad una festa che fanno in famiglia per il compleanno di suo cugino. Intanto Jamie agli allenamenti scopre Beverly e Sean mentre si baciano e così si accende un litigio con la cheerleader. Sul luogo giunge anche Will che aiuta Jamie quando non riesce più a rispondere a Beverly. Poi passano tutta la serata insieme, e si bevono anche una birra insieme. La matina Jamie va a casa di Daphne  e iniziano la strada verso la scuola. Siamo rimasti alla frase:-Mi ha aperto gli occhi.-
-Su cosa?-
-Su Will.-

27-Just the way you are

-Su Will? Ti piace Will?!- chiese stupita la castana.
-Non ho detto che mi piace, ma era l'unico lì con me  e ha fatto il possibile per aiutarmi.-
-Beh, comunque mi dispiace davvero, non me lo aspettavo nemmeno io da Sean, credimi.-
-Ormai è successo, non si torna indietro.-
-E tu come farai con lui? Dovrete chiarire...-
-Ma ti dirò, non sono poi così tanto arrabbiata, perché come ti ho detto, è stata una fortuna perché ho avuto la possibilità di conoscere veramente William...perciò credo che...-
-Hey Daphne!!!- una voce da dietro le fece sobbalzare.
-Ciao Sean...- mormorò un po' imbarazzata la castana quando il ragazzo si avvicinò a loro.
-Perché non mi hai aspettat...?- poi l'occhio gli cadde su Jamie:-Ah, ho capito. Daphne, ci lasceresti un attimo da soli?-
-Certo. Ah guarda, là c'è Michael, vado con lui.- e così Daphne si allontanò.
-Jamie...- prese la parola Sean:-...ieri sera non mi hai neanche il tempo di spiegarti...-
-Bene, spiega.-
-E' stata Beverly a baciarmi, non sono stato io...-
-Ma hai risposto al bacio.-
-Lo so e mi dispiace...non so perché l'ho fatto.-
-Andiamo Sean, non usare questa scusa...se ti piace ancora va bene, non c'è problema.-
-Aspetta, ma io e te...?-
-Non c'è più il "io e te".-
-No, Jamie, ti prego...-
-Ti ho detto che capisco, davvero. Ieri ci sono stata male, ma ho capito che è stato un bene.-
-E quale lato positivo avrebbe?-
-Ho capito che è un bene non stare insieme per finta.-
-Cosa vuol dire?-
-Se a te lei piaceva già, ti sei avvicinato a me per dimenticare lei.-
-No, non è assolutamente vero...tu mi sei piaciuta fin da subito.-
-Anche se fosse, se hai risposto al bacio, vuol dire che comunque senti qualcosa in più per lei. Ma non preoccuparti, davvero, sto bene.-
-Spiegami come fai, perché io sto malissimo.-
-Ieri sera c'è stata una persona che mi è stata vicina e che mi ha fatto aprire gli occhi.-
-E chi sarebbe?-
-Non ti deve interessare.-
-Dai Jamie...ti prego, perdonami.-
La ragazza sospirò, per poi abbracciare il ragazzo:-Ti ho già perdonato, semplicemente non voglio riprovarci.-
-Sicura di quello che dici?-
-Sì.-
-Non riesco a lasciarti andare.-
-Fallo per me.-
Sean allargò le braccia e Jamie si sfilò dall'abbraccio:-Ci vediamo Sean.-
Lui rimase zitto, mentre lei si allontanava.

La mattinata passò in fretta quel venerdì.
Jamie e Will non si scontrarono quasi mai, stranamente.
Daphne invece era emozionata per la festa di quella sera. Avrebbe dovuti presentarsi a tutti i parenti di Michael. Anche lui era agitato, ma per la preoccupazione che i suoi dovessero dire cose imbarazzanti.
Alle otto e un quarto la macchina si parcheggiò davanti casa Finnegan, e scese Michael. Anche lui si era dovuto vestire un po' elegante: camicia azzurra, cravatta scura e jeans scuri. Suonò così il campanello e aprì la zia di Daphne.
-Buonasera signora, sono venuto a prendere Daphne.-
-Ah, certo...devi essere Michael. Ora te la chiamo.-
La donna entrò in casa un attimo, andando verso il bagno. Dopo poco la porta Daphne si presentò alla porta, un vestito blu con la parte sopra colorata, che ricadeva aggraziata sulle bracca della ragazza. Michael le sorrise, prendendola per mano:-Buonasera.-
-Buonasera a lei...io vado zia, ci vediamo dopo.-
-Va bene...stai attenta!-
-Sta tranquilla...ciao!-
I due ragazzi salirono in macchina, e subito la mamma di Michael bombardò Daphne di domande:-Tu sei la ragazza del nosro Mikey, vero?-
-Mamma!- la riprese il ragazzo:-Ti prego, almeno per stasera, chiamami con il mio nome.-
-Massì Mikey...- lo prese in giro la castana:-...è un soprannome carino.-
-Per te, per me no.-
-Diceva, signora Harris?-
-Da quanto state insieme voi due?-
-Un mese e tre giorni.-
-Oh, che carini che siete. Michael ci racconta spesso di te...-
-Davvero?- Daphne si rivolse verso Michael, che stava sprofondando per la vergogna, ma fu costretto a rispondere:-A volte.-
-La trovo una cosa molto bella.-
-Sul serio?-
-Sì. Se stiamo insieme, non dovremo avere segreti...Mikey.-
-Stronza.-
La ragazza rise, mentre si avviavano verso la festa.
Arrivarono dagli zii di Michel alle nove esatte. Appena entrarono in casa, Daphne si sorprese dalla tanta maestosità. Aveva un salotto enorme, tutto addobbato a dovere per la festa. E c'erano pure un sacco di invitati, come aveva detto Michael, tutti bene o male sopra i trenta. Di giovani c'erano solo loro due, Adam, che era un ragazzo molto alto dai capelli neri, e Leo, il festeggiato. Quest'ultimo corse subito da Michael, e lo abbracciò:-Ciao Mike!-
-Ciao campione! Tutto bene?-
-Sì, tutto bene, e te?-
-Tutto benone, tanti auguri!-
-Grazie mille.-
Il ragazzino si staccò dal ragazzo e andò di fronte a Daphne, abbracciando anche lei, che si ritrovò un po' spaesata.
-Tu devi essere la ragazza di Mike.-
-Esatto...tanti auguri Leo.-
-Grazie mille...sai, sei stata veramente fortunata a trovare mio cugino.-
Daphne prese per mano Michael:-Lo so...-
-Però non baciatevi davanti a me, per favore.-
-Allora ti risparmieremo...-
-Grazie, davvero.- rise il ragazzino, raggiungendo Adam, così anche Michael e Daphne lo seguirono.
-Hey Ad!- lo salutò Mike.
-Harris! Da quanto tempo...-
-Idiota, siamo tutti e due Harris.-
-Lo so, lo so...un po' di umorismo cugino. Lei chi è?-
-Daphne.- rispose lei, sorridendo.
-Incantato...-
Michael le si parò davanti:-Tieni a freno gli ormoni Ad, lei è con me.-
-Ahia, che peccato...-
-Piuttosto...sai già che musica hanno in mente di mettere su i tuoi stasera?-
-Bah, liscio...come tutti gli anni.-
-Quindi vedremo nonna Sarah scatenarsi...- ridacchiò il moro.
-Sì, vedremo nonna Sarah scatenarsi...- gli fece eco Adam.
-Quindi...- intervenne Daphne:-...si balla liscio stasera?-
-Lo ballano i nonni e gli zii di solito, noi stiamo qui a ridercela.-
-E avete mai provato a...rivoluionare un po' la cosa?-
-Che vuoi dire?-
-Mettere su musica d'oggi...ballare come in genere fanno gli adolescenti...-
-Ci ammazzano se proviamo una cosa del genere. E poi, per quanto riguarda me, non so ballare.- sorrise Michael.
-Ti insegno io...- s'illuminò la ragazza.
-Tu sai ballare?-
-Dati i miei sette anni di danza, direi di sì.-
-Che?! E tu mica me l'avevi detto!-
-Dettagli...dai, cosa vuoi imparare?-
-Ma niente!-
-Dai, prova con un po' di liscio...- la ragazza portò la mano di Michael sul suo fianco, mentre posava la sua sulla sua spalla e intanto congiungevano le altre due:-In genere sono i maschi a guidare, ma tu prova a seguirmi.-
-Come vuoi...-
I due provarono quindi a ballare sulle note di canzoni anni '60, e bene o male se la cavarono.
Ma ancora no, non erano contenti.
In una qualche maniera, Daphne riuscì a spiegare ai tre ragazzi una breve coreografia, buttata lì su due piedi, ma sembrava filare bene.
Adam furtivo inserì velocemente una chiavetta USB nello stereo che stava facendo ascoltare sempre le stesse canzoni, e raggiunse Michael, Daphne e Leo.
I quattro si misero al centro, mentre tutti i parenti li guardavano straniti. Appena partì la canzone, Drop the floor, inizirono a ballare come Daphne aveva spiegato loro poco prima. Si erano messi tutti e quattro un paio di occhiali da sole neri. Il balletto si suddivideva nella prima parte, dove tutti facevano gli stessi balli, mentre la seconda, dove c'era una piccola esibizione singolare. Tutti se la cavarono, ridendo come deficienti alla fine, mentre nonni e zii applaudivano.
Erano già le undici ormai, e si erano tutti un po' calmati. Daphne stava chiacchierando con Adam, quando Michael sparì, e ritornò poco dopo al centro del grande salotto, con una chitarra in mano.
Si schiarì la voce, prima di allentarsi il nodo della cravatta e iniziare a parlare:-Bene, signori e signore, genitori, nonni, zii e cugini vari. Con l'aiuto del mio migliore amico Kenneth, ho scritto questa canzone...per Daphne. E vorrei cogliere questa occasione per cantarla...-
Arrossì di botto quando i suoi parenti gli fecero un grosso applauso. Daphne si guardò intorno, un po' spaesata, emozionata, agitata...sentiva di tutto in quel momento. Anche Adam e Leo avevano raggiunto Michael sul palco, Adam con una chitarra classica, mentre Leo con un piccolo tamburo.
Il ragazzo fece un piccolo cenno, e iniziarono a suonare, Michael al microfono.
-Oh, her eyes, her eyes,
 Make the stars look like they're not shinin'
 Her hair, her hair
 Falls perfectly without her trying
 She's so beautiful
 And I tell her everyday
 I know, I know
 When I compliment her she won't believe me
 And it's so, it's so
 Sad to think that she don't see what I see
 But every time she asks me "Do I look okay? "
 I say
 When I see your face
 There's not a thing that I would change
 'Cause you're amazing 
 Just the way you are 
 And when you smile 
 The whole world stops and stares for a while
 'Cause girl you're amazing 
 Just the way you are... -
Quando suonarono l'ultimo accordo, Michael guardò subito in direzione di Daphne, e sorrise involontariamente nel vederla singhiozzare, le mani agli occhi. Tese la mano verso di lei, che li raggiunse lì al centro.
-Ti odio...- riuscì a sussurrare lei, tra i singhiozzi.
-E perché mi odi?- sorrise lui, mentre l'abbracciava.
-Cazzo Michael, il mio trucco sarà un disastro! Non puoi farmi questo!-
-Come vedi, posso eccome...-
-Fanculo, dillo che l'hai fatto apposta.-
-L'ho fatto per dirti cosa sento per te, beh, le conseguenze poi ci sono sempre...-
-Già...purtroppo ci sono sempre.-
Daphne si allontanò leggermente dal viso di Michael, che le ripulì teneramente la guance. Le loro labbra però, prima impegnate in dolci sorrisi, si chiusero in un bacio che stupì tutti gli invitati per l'intensità, che poi applaudirono.

A mezzanotte e mezza Daphne era sulla soglia della porta di casa sua, con Michael di fronte.
-Beh Michael...grazie per la serata, è stata davvero fantastica.-
-E' stato un piacere, lo sai.-
-E grazie per la canzone...è stata la cosa che ho amato di più di questa sera.-
-Sono davvero contento che ti sia piaciuta, devi ringraziare anche Kenneth che mi ha aiutato.-
-Domani lo farò.-
-A tal proposito, passo a prenderti io domani mattina, ok?-
-Certo, come sempre.-
-Ora devo proprio andare...Ci vediamo domani.-
-Certo, ti amo Michael.-
Gli diede un piccolo bacio.
-Anche io, a domani.- rispose lui, sorridente, rientrando in macchina.

Angolo autrice
Shiao Belli :D
Innanzi tutto mi scuso con Bruno Mars per avergli fregato la canzone, è una canzone che a me è sempre piaciuta tantissimo, così ho voluto accreditarla al mio adorato Harris. Bene ragazzi miei, il prossimo sarà l'ultimissimo della storia :D E con quello si chiuderà Loveship.
Ci sarà sicuramente un due, per il tre mi conviene tenere a freno le ideeXD
Buon ultimo capitolo a tutti :D
Canzone del capitolo: Can I trust you-Felix (I dream)

Baci :D

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Capitolo 29
*** Loveship ***


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Kennethcap.28ENDING Riassunto del capitolo precedente:
Jamie chiarisce con Sean un'ultima volta e decidono di restare comunque amici, mentre Michael porta Daphen alla festa di suo cugino, dove lei rivela di avere undici anni di danza sulle spalle e quindi mettono su un balletto lì per lì. Michael, verso sera inoltrata, suona una canzone scritta da lui e Kenneth per Daphne, con risultato che lei si mette a piangere.
La serata finisce a mezzanotte e mezza circa, quando lui la riporta a casa.

28-Loveship
Sabato mattina, seconda ora.
Will e Jamie erano seduti vicini, ora di filosofia.
Come da routine, Jamie stava prendendo degli appunti ogni tanto, mentre William scriveva sul quadernino.
-Hey Will?-
-Mh?-
-Un giorno mi farai vedere cosa c'è in quel quadernino?-
-Non so...-
-Perché? E' il tuo diario?-
-Ma figurati, non ho un diario...e francamente non credo che i maschi ne tengano uno.-
-Appunto, tu non sei un maschio.-
Il ragazzo le lanciò un occhiata truce:-Che simpatica.-
-Dai, lo sai che scherzo Will.-
-Forse.-
-Beh, allora che c'è in quel quaderno?-
William lo passò nel banco della ragazza:-Guarda.-
-Sicuro?-
-Massì.-
La biondina sfogliò le pagine, trovandosi davanti un centinaio di pentagrammi, titoli di canzoni, note, accordi...
-Musica?-
-Esatto.-
-E come fa la musica ad essere la tua ragione di vita?-
-Tu non hai una ragione di vita?-
-Sì, sono io la mia ragione di vita.-
-Beh, per me è la musica. In particolare questa canzone...- indicò il titolo scritto in viola a capo di una pagina.
-Ultraviolet?-
-Sì. La conosci?-
-Certo, gli Stiff Dylans.-
-E come li trovi?-
-Bravi, davvero bravi.-
-Già...-
-Un giorno mi fai sentire come suoni.-
-Non ci penso nemmeno.-
-Maddai! Perché?-
-Non voglio, questione di principio.-
-Questione di principio un cazzo, ti obbligo!-
-Ma perché?-
-Così sento se sei bravo o no.-
-Io sono eccellente, se è per questo.-
-Modestia a parte.-
-Naturalmente...forse dai.-
-Sul serio?-
Il ragazzo le sorrise, così sorrise anche lei a sua volta, nascondendo i loro visi dietro il libro aperto di filosofia.
-Grazie Will.- gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
Lui arrossì:-Figurati.-


Ricreazione, Daphne e Michael.
-Ti rendi conto Mike?-
-Di che?-
-Tra tre settimane è finita la scuola.-
-Già, si va in quarta...-
-Hai paura?-
-Un po'...-
-Sean mi ha detto che è parecchio difficile.-
-Benissimo, amo le cose difficili.-
-Sul serio?-
-No, era sarcasmo.-
-Fanculo te e il tuo sarcasmo, io sono preoccupata davvero.-
-Devi calmarti dai...ricordati che in tutte le scuole la terza è l'anno più difficile.-
-Se avrò bisogno mi aiuterai?-
-Certo che no.-
-Grazie sai.- rise lei.
-Prego...mi sa che servirà di più a me il tuo aiuto.-
-Dici?-
-Probabile, già quest'anno è stata una fortuna passare storia.-
-Invece io conosco bene una storia...che è facile come materia.-
-E sarebbe?-
-La nostra.-
-Sentila, che romantica.-
-Wow Michael, tu sì che sai rovinare i bei momenti.-
-Già, ho sempre avuto questa abilità.-
-Promettimi una cosa.-
-Del genere?-
-Che durante l'estate non cambierà niente tra me e te.-
-Cosa dovrebbe cambiare?-
-Non lo so...ci vediamo meno...o non ci vediamo proprio...ho paura, Michael.-
Lui la guardò serio:-Ma che diavolo dici? Ci vedremo anche tutti i giorni se necessario...-
-E se conoscerai un'altra?-
-Con tutta la fatica che ho fatto per riuscire a mettermi insieme a te non ti lascerei andare per niente al mondo.-
-Davvero?-
-Sì, davvero.-
-Grazie Mike...- la ragazza abbracciò stretta il moro.
-E di cosa?-
-Ti amo.-
-Anche io.- le diede un bacio sulla fronte, e poi la campanella spezzò quel bel momento, costringendoli a ritornare nelle loro classi.

Ultima ora, Julie e Kenneth.
I due erano seduti vicini nell'aula di inglese. Era un esercizio da fare a coppie, un esercizio di base, tanto per ripassare per la verifica finale.
-What's your name?-
-My name's Kenneth.-
-How old are you?-
-Seventeen.-
-When's your birthday?-
-It's on twentyfive of march.-
-Have you got a girlfriend?-
-Yes.-
-What's her name?-
-Her name's Julie. What's your name?-
-Julie.-
-Are you my girlfriend?-
-Maybe.-
-I love you.-
-I love you, too.-
Sorrisero entrambi, mentre la prof passava tra i banchi e loro riprendevano l'esercizio correttamente.

Dopo un'oretta erano fuori da scuola, sulla via del ritorno verso casa.
-Mancano solo tre settimane Ken, e poi vacanze.-
-Già, sei contenta?-
-Sì Dio mio, contentissima.-
-A me forse mancherà la routine di tutti i giorni.-
-Ma come fai Kenneth, estate vuol dire staccare dalla routine!-
-Ma vuoi mettere tutte le volte che ci siamo fatti la strada alla mattina insieme, i giretti al bar, le lezioni noiose del prof Evans...mancheranno.-
-Già, forse hai ragione.-
-Senti, oggi pomeriggio ti va se ci troviamo?-
-Certo, va benissimo.-
disse la rossa sedendosi sulla mureta di casa sua.
-Per che ora?-
-Boh, per le quattro.-
-Va bene...chiediamo anche a Michael e Daphne.-
-Certo, e anche a Jamie e Will.-
-Va benissimo. Ora scappo... chiedi
tu
a Jamie e Will?-
-Sì.-
-Bene, ci vediamo oggi al St. James.-
-Certo, a dopo.- sorrise lei, mentre lui la baciava sulla guancia.
-Ciao!-
-Ciao ciao!-

Kenneth a casa sua telefonò a Michael.
-Pronto?-
-Ciao criminale.-
-Ciao fuorilegge...qual buon vento?-
-Oggi ti va di uscire?-
-Certo, nessun problema.-
-Porta pure Daphne.-
-Va bene, c'è Julie?-
-Certo, vengono anche Will e Jamie.-
-D'accordo, a dopo.-
-Ciao Harris.-
-A presto Matthews.-


St. James park, ore quattro e mezza.
Erano tutti lì, seduti sulle murette, con un gelato in mano, che si scioglieva velocemente per il caldo.
Tutti bene o male si guardavano attorno felici. Felici per come erano partiti, in tre, e felici per come erano arrivati, in sei.
C'era chi aveva legato di più, chi aveva legato di meno, ma erano una bellissima compagnia.
Kenneth Matthews, Julie Smith, Michael Harris, Daphne Finnegan, Jamie O'Connor e William Evans.
Kenneth e Julie, migliori amici dal primo anno di liceo, che con l'arrivare della primavera della terza liceo, avevano cambiato il loro rapporto. C'era più affetto, c'era più di un'amicizia. Il primo bacio è arrivato poi ad una festa, dove, oltre alla loro storia, ne venne cambiata un'altra. Ma, tornando a loro, dopo quel bacio sembrava non fosse cambiato nulla, fino a quando, con l'arrivo di Jamie, si ritrovarono a litigare come non avevano mai fatto e quando il litigio degenera, lui la bacia e poi corre via. La mattina dopo chiariscono e da lì si forma la coppia. Filava tutto liscio, fino a quando, al post-partita a casa di Hunter, Kenneth si ubriaca e tradisce Julie con una di un'altra scuola. Da lì seguono casini su casini, e il trio storico si scioglie. Un giorno poi, Kenneth scopre Julie mentre si droga in camera sua e chiama l'ambulanza. Julie sta bene ma ha rischiato la vita. E la loro storia si conclude così, con un bel lieto fine.
Michael e Daphne si conoscevano fin da piccoli, ma si erano persi alle medie e si erano ritrovati al liceo. Anche la loro storia fu cambiata da quella festa, in quanto Michael, giocando a d obbligo o verità, non obbliga la ragazza ad un mese si portargli i libri da un'aula all'altra, ma lui non lo fece per cattiveria, bensì per poterla vedere tutti i giorni, data la sua cotta per lei da tempi immemorabili. Più il tempo passava più Michael si rendeva conto di amare Daphne. Anche lei inziava a sentire qualcosa, ma era già fidanzata e un giorno, dopo un piccolo bacio a casa del ragazza, decide di dirglielo, ed è nello stesso momento in cui lui si dichiara.
Così il ragazzo ci resta malissimo, e chiama Jamie che gli propone un'idea: farla ingelosire. Lui la prende alla lettera e così si mettono insieme per finta. Lei ci resta ancora peggio e litiga di brutto con lui, ma il tutto si risolve dopo un'allenamento di football di Michael. Alla partita del girono seguente si baciano veramente per la prima volta.
Jamie invece non ha avuto una storia tanto facile. Lei è arrivata a New York dall'Irlanda con una tragedia alle spalle, e il primo di cui si fida veramente è Kenneth, pochissimo dopo anche Michael. Con Julie invece ha un rapporto amore/odio, che poi si rivelerà amicizia vera. Un giorno in autobus incontra un certo Sean e subito se ne innamora. Lo incontra di nuovo al post-partita, e lì si dichiarano entrambi, ma a causa del casino successo con Kenneth non si baciano. Non si baciano nemmeno lunedì, quando si danno appuntamento, a causa di una telefonata, e così litigano. Fanno pace quando una notte, dopo gli allenamenti di altletica di Jamie, lui la va a trovare a casa e finalmente si baciano dopo la partita che chiude il girone delle quarte. Da lì va tutto bene, fin quando non arriva William, un ragazzo indisponente e arrogante. Jamie tenta in tutti i modi di farci amicizia, finché un giorno scopre che suo padre lo picchia, e lo porta a casa sua per medicarlo. All'inizio sembrano andare d'accordo in quel momento, ma lui rifiuta l'aiuto della ragazza e finiscono per litigare, come sempre. Da lì non si parlano più, fin quando una sera lei scopre Sean mentre bacia un'altra ragazza e inizia a discutere con questa qui, e sul posto arriva Will, che aiuta Jamie nel momento in cui lei non riesce più a ribattere. Da lì in poi non litigano più, se non per scherzare, e diventano buoni amici, e per la prima volta Will ha un'amica di cui potersi fidare e la loro storia termina con un piccolo bacio sulla guancia da parte della ragazza.
E così queste sono le storie dei nostri sei ragazzi.
Storie di amore e di amiciza...di amorizia.
Storie di Loveship.

Angolo autrice

E' finita genteeeeeeeeeeeeeeee :D
Finalmente Loveship è ufficialmente finita.
Grazie per essermi stati a fianco, vi voglio bene.
Ringraziamenti:
Mia sorella, Yellow Daffodil, per avermi aiutata con moltissime idee;
Una mia amica, Irene, per avermi spronata a farci una storia, in quanto nacque tutto da un testo scritto in classe;
Un'altra mia amica, Ilenia, per avermi ascoltata e avermi consigliato per tutti questi mesi;
A tutti i lettori, per avermi sopportata;
E per ultima, la musica, che mi ha sempre  esempre accompagnato mentre scrivevo.
Ultima canzone del capitolo: Dreaming-I Dream theme song

Una piccola dedica ora, a tutti voi:
IT'S NOT RIGHT, BUT IS OK.
CLOSE THE DOOR BEHIND YOU AND LEAVE YOUR KEY.
I REATHER BE ALONE THAN UNHAPPY.

CI SARA' UN PROSSIMO CAPITOLO, DOVE METTERO' TUTTI I LINK DEI VARI VIDEO. 

Grazie ancora,
ciao a tutti quanti,

Ale3103


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Capitolo 30
*** Saluti finali e link video ***


Kennethcap.29 Allora gente,
eccoci qui. Ecco a voi tutti i link dei miei video.

VIDEO TRAILER GET YOUR MEMORIES BACK--> http://www.youtube.com/watch?v=DOYCRNC9rnc
(Ale3103's fanfic)

VIDEO MICHAEL E DAPHNE--> http://www.youtube.com/watch?v=G2spyXqS7u0
(Ale3103's fanfic)

VIDEO SEAN E JAMIE--> http://www.youtube.com/watch?v=yvAmAtKf5Lk
(Ale3103's fanfic)

VIDEO THIS ISN'T A BEAUTIFUL LIFE--> http://www.youtube.com/watch?v=aS98C1sLe3A
(Theyaremyworld's fanfic)

Vi salutano calorosamente Kenneth, Julie, Michael, Daphne, Jamie, Will e Sean. E quel poveretto di Hunter che era onnipresenteXD
Grazie davvero a tutti quelli che hanno letto, e a tutti quelli che mi hanno sopportata con tutti i miei sbalzi d'umore.

Baci :*

Ultime canzoni del capitolo: Pass me by- R5
                                            It's time- Imagine dragons

Ale3103

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