Holmes Chapel University

di Sammy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: First Meeting ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Sluts, losers and unconventional ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Invisible Boy ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Good Guys don't get drunk ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: First Date ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Clouds ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: A new Challenge ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Love Actually ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: HCU's Olimpic Games ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Otello VS Kurt Leesom ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Malik! Stop Running Naked! ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: You broke my heart for a bet ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Ten things I love you about you ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Seven Dwarfs ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: London to Ibiza ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Shocking News ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Toronto? I prefer Cuba! ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: The accident ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Hope, Faith, Best Friends ***
Capitolo 20: *** Epilogo: One Year Later ***
Capitolo 21: *** NUOVAAA ***



Capitolo 1
*** Prologo: First Meeting ***


PROLOGO: FIRST MEETING
 
-          Oh Harry, è stato fantastico – mormorò la bionda nel mio letto. No aspetta, quello non era il mio letto!
 
Com’è che si chiamava? Qualcosa con la B se non sbaglio … Barbara? Betty? Bella?
 
-          Si hai ragione è stato davvero fantastico ehm … dolcezza!
 
Mi alzai dal letto e cominciai a raccogliere la mia roba.
I miei vestiti erano sparsi dappertutto ma io a malapena mi ricordavo cosa fosse successo. I miei compagni del college quella sera avevano organizzato una festa. Mamma mia, non avevo mai visto tante belle ragazze tutte insieme in vita mia!
La metà delle invitate me le ero già portato a letto ma l’altra metà …
“B”, cosi decisi di chiamare la sconosciuta bionda, mi era sembrata davvero la più sexy. Gambe lunghe, seno enorme, bel culo, era perfetta!
Forse non proprio intelligentissima però …
 
-          Bene dolcezza, io vado!
-          Ma come? – “B” sembrò profondamente delusa – pensavo rimanessi a dormire qui con me!
-          Non posso, non lo faccio mai!
-          Ma … - abbassò il labbro inferiore e fece una faccia da cucciolo bastonato – ti prego!
-          Scusa dolcezza, magari ti chiamo domani! – mi avvicinai per darle un bacio a stampo sulle labbra evidentemente rifatte e poi uscii dalla sua stanza.
 
Erano le due di notte e i corridoi del dormitorio della Holmes Chapel University erano completamente deserti, c’ero solo io.
Chissà da quanto tempo era finita la festa, ero talmente ubriaco che non ricordavo più niente, nemmeno la scopata con “B”.
Ero andato al college per studiare Legge ma da quando ero arrivato mi ero dedicato soprattutto allo studio del “corpo umano” in particolare a quello femminile se capite cosa intendo …
Attraversai a passo spedito  il corridoio principale diretto in camera mia . Non vedevo l’ora di mettermi a letto, sempre sperando che Liam Payne, il mio compagno di stanza, si fosse ricordato di lasciarmi le chiavi sotto lo zerbino.
Controllai un paio di volte e no, non c’erano proprio. Merda!
Cominciai a bussare ma nessuno mi rispose. Liam non era ubriaco, anzi, lui non beveva mai, ma aveva il sonno pesante e non si sarebbe mai svegliato.
Forse mi conveniva tornare indietro e rimanere a dormire da “B”.
 
-          Cos’è questo baccano? – chiese una voce.
 
La porta di una stanza in fondo al corridoio si aprì e ne uscì una bella ragazza che non avevo mai visto prima.
Era alta e snella, aveva i capelli lunghi e castani leggermente scompigliati che la rendevano terribilmente sexy.
La sua pelle era molto chiara, ricoperta di lentiggini e i suoi occhi … oh, quelli erano davvero meravigliosi, celesti e limpidi come un cielo primaverile.
Wow, da quando ero così poetico?
 
-          Ehi bellezza! Che ne dici di ospitarmi in camera tua per stasera? Possiamo dormire oppure … - le rivolsi uno sguardo malizioso a cui lei rispose con un’espressione di disgusto.
-          Ma per chi mi hai preso? Non sono mica una troia come Beatrice Lee!
-          Chi?
-          Beatrice Lee – ripeté lei alzando gli occhi al cielo – la bionda che ti sei portata a letto stasera!
-          Come fai a saperlo?
-          Vi ho visti alla festa, tutti noi conosciamo le tue rocambolesche avventure amorose Styles!
-          Ehi, tu sai come mi chiamo ma io non conosco te!
-          Susan Jepsen – si presentò lei.
 
Le porsi la mano ma lei non me la strinse. Mi salutò con un cenno del capo e poi rientrò in camera sua senza aggiungere altro.
Wow, niente male questa Susan Jepsen!

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Sluts, losers and unconventional ***


CAPITOLO 1: SLUTS, LOSERS AND UNCONVENTIONAL
 
 
-          Hazza! Che cazzo ci fai qui?
 
 
A quelle parole mi svegliai di colpo e mi ritrovai il viso di Liam a pochi centimetri dal mio.
Mi ci vollero cinque minuti per realizzare che avevo dormito per tutta la notte sdraiato davanti alla porta della nostra stanza.
 
 
-          Colpa tua Payne!- sbraitai alzandomi a fatica – non ti si riesce a svegliare neanche con le cannonate, potevi almeno lasciarmi la chiave sotto lo zerbino.
-          Ma cosa vuoi da me? Potevi tornare prima piuttosto!
 
 
Lo ignorai e sbuffando rientrai in camera nostra. Ormai era quasi ora di andare a lezione e non avevo neanche il tempo di sdraiarmi cinque minuti sul mio comodo lettino.
Entrai in bagno e mi infilai sotto la doccia.
 
Cavolo quanto mi girava la testa! Non mi ero mai preso una sbronza del genere!
Però qualcosina me la ricordavo: “B”, la troietta con cui avevo passato metà serata, i miei tentativi di svegliare Liam e poi … una ragazza, com’è che si chiamava?
 
Susan! Wow, era la prima volta che riuscivo a ricordarmi un nome, e pensare che ci avevo scambiato si e no due parole!
 
Susan, Susan, Jepsen. Lentamente i ricordi cominciarono a riaffiorare. I capelli castani, gli occhi azzurri, la sua espressione stizzita quando le avevo chiesto di dormire con lei.
Qualsiasi altra ragazza avrebbe accettato subito.
Beatrice Lee per esempio, non solo mi avrebbe accolto in camera sua sempre e comunque ma avrebbe soddisfatto ogni mio più piccolo desiderio.
 
 
Chissà se quella Susan era davvero tosta quanto sembrava.
 
Uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente i capelli ricci strofinandoli con un asciugamano, poi mi infilai al volo un paio di jeans e un polo grigia.
 
Quando uscii dal bagno Liam era già pronto: i capelli castani perfettamente pettinati, la camicia a scacchi perfettamente stirata, la borsa dei libri  perfettamente ordinata e posata sulla spalla destra.
 
Tutto perfetto insomma.
 
 
-          Sbrigati Harry, non voglio fare di nuovo tardi per colpa tua!
-          Non rompere Liam, sei sempre così rigido!
-          E’ solo che ci tengo ad essere puntuale!
 
 
Uscimmo dalla nostra stanzetta caotica (o meglio, la mia metà era immersa nel caos, quella di Liam era decisamente più ordinata) e ci dirigemmo verso l’aula A15 per la prima lezione del giorno.
 
Mentre prendevamo posto, ci raggiunsero anche gli altri nostri amici: Zayn Malik, Niall Horan e Louis Tomlinson, il mio migliore amico in assoluto.
 
Tutti e cinque ci eravamo conosciuti solo un anno prima durante la cerimonia di benvenuto per le matricole. Avevamo riso, scherzato e bevuto (tutti tranne Liam naturalmente) fino a quando non ci eravamo resi conto di essere nati per diventare amici per la pelle.
 
E così era stato.
 
 
-          Raccontaci Harry – sussurrò Zayn mentre il nostro insegnante, Mr. Jenkins, comincava a spiegare ai pochi interessati – com’è andata ieri sera con … Britney?
-          Beatrice – precisai io sorridendo al pensiero della sera prima.
 
 
Era stato proprio Zayn a farmi conoscere quella biondina, pare che anche lui fosse entrato in intimità con lei giusto qualche settimana prima.
 
 
-          E’ andata bene direi, ci siamo divertiti parecchio!
-          Così si fa amico!- esclamò Niall battendomi il cinque.
-          Horan per l’amor del cielo abbassa la voce – lo ammonì Liam tirandogli un calcio negli stinchi – vuoi che Mr. Jenkins ti faccia sospendere per la seconda volta in un mese?
 
 
Il biondino Niall si zittì di colpo e d’un tratto si finse estremamente interessato alla lezione, cosa che ci fece ridere tutti. Non era assolutamente credibile nei panni dello studente modello!
 
 
-          E così questa settimana è stata Beatrice – riprese Louis a bassa voce – e la prossima? Jane McAllister?
-          Chi è Jane McAllister?
-          Una biondina niente male che ha la stanza poco lontana dalla tua – mi spiegò Zayn – proprio in fondo al corridoio se non sbaglio!
-          Aspetta, sapete per caso come si chiama la sua compagna di stanza?
-          Susan Jepsen – rispose Louis immediatamente. Lui e Zayn stavano facendo a gara a chi ne sapeva di più – anche lei non è niente male ma non è una che la dà facilmente …
-          Meglio – risposi io con un sorriso malizioso – mi piacciono le sfide!
-          Credimi Hazza, quella non ti si filerà mai!
-          Scommettiamo Zayn?
-          Non ci penso neanche! L’ultima volta che ho perso una scommessa del genere con te mi sono ritrovato a correre nudo per i corridoi del quinto piano!
 
 
A quel ricordo scoppiammo tutti e cinque a ridere, perfino Liam che stava cercando in tutti i modi di ignorare le nostre chiacchiere.
 
 
-          Eh va bene, niente scommessa, ma ti assicuro che prima o poi riuscirò a farmi anche la Jepsen. Nel frattempo proverò a vedere com’è questa McAllister di cui parlate sempre.
-          Fai attenzione però – mi avvertì Louis – Jane è la migliore amica di Susan, cerca di non combinare casini!
 
E fu così che passammo il resto della mattinata.
Nessuno di noi provò mai a concentrarsi sulle lezioni, parlare di ragazze era assai pi interessate.
 
Alla Holmes Chapel University ce ne erano di tutti i tipi. Io e Zayn, i puttanieri del gruppo, le avevamo divise in tre categorie principali:
 
 

  1. LE TROIE, le nostre preferite perché più facili da portarsi a letto e soprattutto meno appiccicose dato che la maggior parte delle volte si accontentavano di una storia da una botta e via e dopo di che non venivano più a cercarti per romperti le scatole (anche se temevo che invece Beatrice Lee mi si sarebbe accollata spesso).

  2. LE RACCHIE, quelle un po’ più sfigatelle che non si filava nessuno, quelle destinate a rimanere vergini a vita (anche se ci si poteva sempre fare un pensierino …)

  3. LE ANTICONFORMISTE, quelle indifferenti al nostro fascino o che fingevano di esserlo. A volte erano belle, a volte un po’ di meno, sicuramente le più difficili da rimorchiare dato che perfino le racchie, per disperazione, talvolta si dimostravano più disponibili.

 
 
Susan Jepsen era senz’altro un’anticonformista ma questo, invece di scoraggiarmi, mi spronava ancora di più a provarci con lei.
 

 
  ECCO IL PRIMO CAPITOLO! STO ANCORA SVILUPPANDO LA STORIA QUINDI QUESTO E' SOLO "UN ASSAGGIO" DELLA FF. FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE! BACI SAM

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Invisible Boy ***


CAPITOLO 3:  INVISIBLE BOY
 
Il crepuscolo, quello era il momento che preferivo della giornata.
Ora, dopo questa affermazione non scambiatemi per un vampiro sbrilluccicante, il motivo per cui lo adoravo era semplice: al crepuscolo, cioè dopo le lezioni e prima di cena, la maggior parte degli studenti si riuniva nel grande cortile interno dell’università.
Le racchie e i secchioni si radunavano sulle panchine intorno alla fontana di marmo per dare un’occhiata agli appunti presi durante la lezione o per parlare dell’ultima progetto scolastico per cui stavano lavorando.
Le anticonformiste e i ragazzi invisibili (ovvero quelli senza alcuna caratteristica particolare che passavano del tutto inosservati) solitamente si raggruppavano in mezzo al prato, stendendosi sopra coperte e plaid colorati, ad ascoltare musica, chiacchierare, organizzare qualche festa.
E poi … c’eravamo noi, i più fighi della scuola, sempre circondati da troiette.
Ebbene si, il nostro college era diviso in classi e noi dominavamo su tutti.
Ma Susan Jepsen … lei non era sicuramente una che si faceva dominare, e questo ai miei occhi la rendeva estremamente affascinante.
Perché mai mi ero fissato così tanto con quella ragazza? Non lo sapevo nemmeno io, ma avevo intenzione di approfondire la sua conoscenza.
Susan era sul prato, stesa su una coperta arancione e gialla, a parlare fitto fitto con una ragazza bionda dal taglio di capelli sbarazzino e un fisico minuto.
Quella doveva essere Jane McAllister. Ragazza carina senza ombra di dubbio ma non mi sembrava quella gran bomba sexy di cui tutti parlavano.
La verità era che apriva le gambe così facilmente che, agli occhi di tanti ragazzi, appariva come … una dea del sesso!
Si ma allora … perché io non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla Jepsen?
Dopo cinque minuti di appostamenti, Susan si accorse che la stavo spiando e, visibilmente irritata, raccolse le sue cose e fece per andarsene.
 
-          Presto raggiungila – mi consigliò Zayn dandomi una spintarella – è il momento buono per parlarle.
-          Si ma … che le dico?
-          Non lo so, inventati qualcosa!
 
Certo, qualcosa … qualcosa … qualcosa …
Cazzo, non mi veniva in mente assolutamente niente.
Quando la raggiunsi lei si fermò a guardarmi come in attesa che dicessi qualcosa ma io rimasi lì imbambolato senza spiccicare una parola.
 
-          Ti serve qualcosa Styles?
-          Ehm … ciao, io sono Harry! – ma che diamine stavo dicendo?
-          Mi prendi in giro? Lo so benissimo come ti chiami! – alzò gli occhi al cielo e fece per andarsene di nuovo ma quell’unico neurone rimasto nel mio cervello mi spinse a bloccarla afferrandola per un polso.
-          Si ecco, io in realtà volevo dirti che … - che? Cazzo Harry, datti una svegliata! Mi sentivo più goffo di uno di quei ragazzi invisibili.
-          Styles ti prego smettila di farmi perdere tempo – Susan sbuffò spostandosi una ciocca di capelli che le ricadeva sugli occhi azzurri. Dio, che occhi meravigliosi …
-          Stavo pensando … come mai non ti ho mai vista prima? – ecco, finalmente avevo detto qualcosa di sensato! Alleluia!
-          Sono arrivata da poco, due settimane circa – rispose lei leggermente stupita dalla mia domanda – prima studiavo alla Manchester University.
-          Ah, capisco … - ecco, di nuovo non sapevo cosa dire, ma quanto potevo essere coglione?
 
Mentre pensavo ad un modo per non sembrare ancora più stupido di quanto lo sembrassi già, apparve all’improvviso la piccola Jane McAllister, più bassa di Susan di tutta la testa, che avvolse le spalle dell’amica con un braccio e mi rivolse uno sguardo irritato ma anche un po’ incuriosito.
 
-          Che fai Styles? Ci provi con la mia migliore amica? Non ti azzardare eh! Guarda che ti taglio le palle con un’accetta e poi le trito con un trinciapollo.
 
Susan scoppiò a ridere, la risata più melodiosa che avessi mai sentito.
 
-          Lascia stare Jane, non ne vale la pena, e comunque Styles non ci stava provando con me. In realtà non ho ancora ben capito cosa voglia  …
 
Basta, non potevo più continuare ad umiliarmi in quel modo, dovevo uscire da quella situazione imbarazzante e alla svelta!
 
-          Io volevo solo chiedervi se vi andava di venire ad una festa organizzata da me e i miei amici sabato sera – dissi tutto d’un fiato.
-          Una festa? Ragazzi? Accettiamo volentieri! – esclamò Jane con la sua vocetta squillante – vero Susan?
-          Se proprio non si può evitare … – rispose la mora senza troppo entusiasmo
-          Bene, perfetto, allora ciao!
 
Mi rigirai sui tacchi e senza neanche rivolgere l’oro un cenno di saluto,  tornai dai miei amici a passo spedito. Che gran figura di merda, non mi riconoscevo più!
 
-          Allora? – esordì Louis quando li raggiunsi – com’è andata?
-          Benino … Susan e Jane hanno accettato l’invito per la festa di sabato, quella organizzata da noi.
-          Ma noi non abbiamo organizzato nessuna festa per sabato – mi fece notare Liam staccando gli occhi dal suo libro. Ma perché non se ne andava tra le racchie e i secchioni se non faceva altro che studiare?
-          Lo so, non sapevo più che inventarmi per intavolare una conversazione …
-          Bravo coglione! Quando Susan verrà a sapere che non esiste nessuna festa comincerà ad odiarti sul serio – disse Niall. Lui si che sapeva come farmi sentire meglio …
-          Non è un problema – Zayn accorse subito in mio soccorso – potremmo davvero organizzare una festa, non sarebbe la prima volta!
 
E così, di punto in bianco, ci ritrovammo ad organizzare una festa del tutto improvvisata solo perché io ero stato troppo imbranato per parlare con una ragazza.
Non mi era mai successo prima d’ora, insomma, io ero Harry Styles, il più fico della scuola, quello che tutte le ragazze desideravano ardentemente, lo sbruffone per eccellenza che otteneva tutto ciò che voleva semplicemente schioccando le dita.
Se non fosse stato per i miei amici avrei brancolato nel buio senza sapere cosa fare.
Per fortuna avevo loro, erano fantastici, e in pochi minuti invitarono una ventina di persone per la “super festa” di sabato.
Ci limitammo a venti solo perché sapevamo che durante la serata ci saremmo ritrovati in mezzo almeno una trentina di imbucati.
Era così che funzionava al college.
La festa di sabato doveva andare bene a tutti costi.
Ed io, Harry Edward Styles, mi sarei fatto Susan Jepsen, a qualsiasi costo …
 
SECONDO CAPITOLO, ANCORA NON STA SUCCEDENDO NIENTE DI ECLATANTE MA … NEL TERZO CI SARANNO UN PAIO DI SORPRESINE INTERESSANTI! LO PUBBLICO SICURAMENTE DOMANI SERA.
INTANTO LEGGETEVI QUESTO E FATEMI SAPERE SE VI PIACE!
BACI SAM.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Good Guys don't get drunk ***


 
CAPITOLO 3: GOOD GUYS DON’T GET DRUNK
 
Sabato sera … panico totale!
Insomma, avete idea di quanto siano grandi le stanze del nostro dormitorio?
Vi basti sapere che già in venti ci si stava piuttosto stretti.
L’anno precedente le feste di solito venivano organizzate nella così dette “sale comuni” del college, ma dopo che qualcuno aveva incendiato le tende di una di queste (per la cronaca quel qualcuno era il mio amico Louis Tomlinson) i rettori ci avevano vietato di metterci piede se non per stare tranquillamente seduti sui divanetti a studiare.
Morale della favola, eravamo costretti a organizzare le feste solo nelle nostre stanze che, come ho già detto, non erano abbastanza spaziose da ospitarci tutti.
Tra i venti invitati e una decina di imbucati, ce ne stavamo tutti stretti stretti come dei sottaceti in un barattolo.
Sottaceti in un barattolo? Che schifo di paragone, complimenti Harry …
Comunque sia, la comodità dei miei ospiti non mi interessava più di tanto, il mio unico obbiettivo era trovare Susan, un’impresa molto più ardua di quanto sembrasse.
Per fortuna, facendomi spazio tra la folla di gente che si era accalcata nella mia stanza, riuscii a scorgere la testolina bionda di Jane e la raggiunsi.
 
-          Buonasera McAllister! Sapresti dirmi dov’è la tua amica Jepsen?
-          Buonasera a te Styles – Jane mi rivolse un sorrisetto mieloso più falso delle labbra rifatte di Beatrice Lee – Susan è … in questa stanza!
-          Ma davvero? Non lo avrei mai pensato! A parte gli scherzi, tu riesci a vederla?
-          Forse … ma perché dovrei dirtelo?
-          Perché ho bisogno di parlare con lei.
-          Si certo, parlare …

Jane aveva capito fin troppo bene le mie intenzioni e qualcosa mi diceva che avrebbe fatto di tutto per ostacolarmi.
Invece di rispondere alla mia domanda afferrò una bottiglia di birra e ne bevve una quantità generosa.
I suoi occhi leggermente arrossati e lucidi mi fecero capire che quella non era la prima volta nella serata che beveva alcolici.
L’avevo vista ubriacarsi  ad altre feste, diventava una vera maniaca, praticamente ti costringeva a portartela a letto.
Nessuno aveva mai rifiutato naturalmente.
Feci per richiederle con più gentilezza dove fosse Susan ma per fortuna Louis, sempre pronto ad aiutarmi, venne a darmi le informazioni che mi servivano.
 
-          Jepsen ad ore dodici, passo! – disse fingendo di parlare con un walkie - talkie.
-          Cioè?
-          E dai Harry, stai al gioco!
-          Cioè? Passo …
-          Davanti al tavolo degli alcolici, passo!
-          Ehm … grazie, passo e chiudo!  - alzai gli occhi al cielo e mi allontanai da Louis.
 
A volte Tomlinson era proprio un bambinone …
Anzi, pensandoci bene lo era quasi sempre.
Mi appropinquai al tavolo degli alcolici e, proprio come mi era stato detto dallo 007 della situazione, trovai Susan.
Indossava una gonnellina di jeans ed una canottiera. I capelli legati in uno chignon disordinato lasciavano del tutto scoperto il suo bel viso e gran parte della schiena.
Mi avvicinai a lei di soppiatto e le cinsi i fianchi con le braccia.
Non ero più imbranato, adesso ero nel mio elemento.
Al mio contatto Susan si girò di scatto allontanandosi di qualche passo.
Mollai la presa sui suoi fianchi ma mi riavvicinai a lei.
 
-          Styles … - disse lei semplicemente
-          Jepsen – risposi io a tono
-          Bella festa – sembrava che si stesse sforzando di essere gentile – certo, si sta un po’ strettini …
-          Se vuoi possiamo uscire e andare in un posto più intimo – ormai eravamo talmente vicini da sfiorarci.
 
Susan sbuffò ma poi scoppiò a ridere guardandomi come se fossi un povero scemo. E forse un pochino lo ero veramente …
 
-          Harry caro, io non sono stupida, ho capito benissimo quali sono le tue attenzioni e sappi che no, non verrò a letto con te!
-          Davvero? Non c’è nessuna speranza? – per niente scoraggiato sfoderai uno dei miei migliori sorrisi da rimorchio, mettendo in bella mostra le mie fossette, quelle che di solito facevano impazzire le ragazze.
-          Sai com’è, ad una festa come questa ci si ubriaca parecchio – continuò lei per niente impressionata – magari domani mattina al risveglio di accorgeresti di avere fatto un enorme cavolata a provarci con me.
-          Ma io non sono ubriaco …
-          Bene, allora facciamo così, se a fine serata sarai ancora completamente sobrio, ti darò una possibilità – mi porse la mano – ci stai?
-          Va bene, ci sto – sancimmo il patto con una bella stretta, poi lei sparì nuovamente in mezzo alla folla.
 
La cercai a lungo ma sembrava essersi volatilizzata nel nulla.
Bene Harry, devi rimanere sobrio per tutta la sera quindi innanzitutto allontanati dal tavolo degli alcolici.
Ce la puoi fare, in fondo cosa ci vuole a rimanere sobri?
 
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La festa stava procedendo bene.
Zayn faceva da Dj (facendosi chiamare “DJ Malik”) e un gruppetto di persone aveva già cominciato a ballare.
Molte ragazze si erano tolte i tacchi per muoversi con più libertà mentre per i ragazzi era arrivato il momento per “cacciare”.
Louis si era già appartato in un angolo con Jane McAllister, si potevano chiaramente vedere le loro lingue che si intrecciavano come se stessero facendo una lotta.
Liam, era steso sul suo letto accanto alla sua ragazza Danielle, un po’ troppo santarellina per i miei gusti, e stavano … parlando! Che noiosi …
D J Malik era circondato da una folla di ragazze eccitate che gli lanciavano sguardi ammiccanti mentre poco più in là Niall ci stava spudoratamente provando con Lisa Jones, la compagna di stanza di Beatrice Lee.
A proposito di “B”, dov’èra quella troi… ehm volevo dire, quella simpatica ragazza?
Come se mi avesse letto nel pensiero, la biondina apparve poco dopo proprio davanti a me, tutta strizzata in un tubino nero che a malapena le arrivava a metà coscia.
 
-          Harryyyyyyyy! Che bello vederti! Ti sono mancata?
-          Ehm …
-          Tu si tesoruccio, mi sei mancato tanto, tanto, tanto! – mi buttò le braccia al collo e provò a baciarmi ma io prontamente mi spostai.
 
Non potevo farmi vedere insieme a lei altrimenti Susan mi avrebbe rifiutato anche se fossi stato sobrio.
 
-          Mi dispiace Bea ma temo che per stasera dovrai cercarti qualcun altro!
 
La biondina mi guardò scandalizzata come se gli avessi appena detto che erano tornati di moda i pantaloni a zampa di elefante.
Paragoni sempre più originali Harry …
 
-          Va bene, me ne vado – disse lei stizzita – ma un giorno mi rimpiangerai!
 
Si certo, come se non ce ne fossero altre cento come te in giro per questo college …
Passarono i secondi, i minuti, le ore, e mentre tutti intorno a me diventavano sempre più ubriachi io mantenni la mia promessa. Mi sentivo proprio un bravo ragazzo, sensazione del tutto nuova per me.
E poi (finalmente) la serata finì.
Verso le due di notte tutti cominciarono ad uscire dalla stanza sorreggendosi l’uno con l’atro per non crollare a terra come delle pere cotte. Allungai il collo sopra quella marea di teste per cercare colei che ero interessato a trovare. Ma bravo Harry, addirittura le rime …
Vidi Susan e la bloccai per un braccio trascinandola in bagno lontana da occhi indiscreti (quelli della sua amica Jane per esempio).
 
-          Eccoci qua, sono del tutto sobrio , come la mettiamo adesso?
 
Susan mi fissò per qualche secondo senza dire nulla, con uno sguardo indecifrabile, poi scoppiò a ridere come una pazza.
Non era più la risata melodiosa che avevo sentito l’altro giorno, era più una risata isterica, una risata da … persona ubriaca!
 
-          Mi dispiace Styles, tu sei stato bravo ma io ho perso la sfida – disse tra una risata e l’altra – non vorrei svegliarmi domani mattina e pentirmi delle mie azioni!
-          Stai scherzando? Non erano questi i patti, pensavo che solo io dovessi rimanere sobrio.
-          Che ti devo dire, avrai capito male!
-          Ma …
-          Shhhh … - Susan mi zittì poggiandomi un dito sulle labbra.
 
Aveva smesso di ridere e mi stava guardando dritto negli occhi. I suoi erano azzurri e imperscrutabili, i mie verdi e bramosi.
 Si alzò in punta di piedi e mi stampò un bacio leggero sulle labbra, poi un sorriso riaffiorò sulle sue.
 
-          Per stasera accontentati di questo Styles!
 
Prima che potessi aggiungere altro se ne andò via lasciandomi con un palmo di naso.
Un bacio sulle labbra? Avevo rinunciato ad una folle serata di alcool e sesso per un misero bacio sulle labbra?
Mi aveva fregato alla grande, nessuno ci era mai riuscito prima d’ora.
Uscii dal bagno con uno sguardo stralunato e trovai la stanza vuota, non c’era neanche Liam, probabilmente era andato a dormire da Danielle.
E bravo Payne, finalmente ti sei dato una svegliata!
 
-          Harryyy ! – una voce stridula mi fece sobbalzare. Stesa sul mio letto c’era “B” in una posizione piuttosto provocante.
-          Bea, non ti avevo neanche visto.
-          Non importa tesoruccio, ti perdono, e ti perdono anche per prima, dovevi essere stressato per via della festa …
-          Si certo, per quello …
 
Mi buttai a peso morto sul letto accanto a lei e in pochi secondi me la ritrovai sopra.
Cominciò a baciarmi sul collo mentre le sue mani esperte sbottonavano ad uno a ad uno i bottoni della mia camicia. Io rimasi lì immobile lasciando che facesse tutto lei.
Non mi andava giù il fatto di essere rifiutato da una ragazza, in fondo cosa aveva di tanto speciale quella Susan? Assolutamente niente! Era solo bella da morire, intelligente, determinata …
Basta, non volevo più pensarci, mi era andata male e dovevo farmene una ragione.
E poi, avrei sempre potuto contare su Beatrice!
La strinsi a me e cominciai a baciarla con foga. Era bella, sexy, disponibile ma … non era la ragazza che avrei voluto avere al mio fianco quella sera …
 
ECCO IL TERZO CAPITOLO. ALLA FINE NON HO AGGIUNTO QUELLE SORPRESE DI CUI AVEVO PARLATO MA HO DECISO DI TENERLE IN SERBO PER I CAPITOLI SUCCESSIVI. SE PER ADESSO LA STORIA VI PIACE FATEMELO SAPERE CON UNA BELLA RECENSIONCINA PICCINA PICCINA … *faccia da cucciolo* PLEASEEE!
BACI SAM.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: First Date ***


CAPITOLO 4:
 
-          Nel diritto romano lo “Ius Quiritium”, dal latino “Quirites”, sinonimo di “Romani”, era costituito da un insieme di leggi riguardanti il diritto di famiglia, matrimonio e proprietà privata … - le lezioni mattutine erano cominciate e Mr Jenkins stava già spiegando la lezione del giorno che tutti noi trovavamo estremamente interessante.
 
 
Nel caso non si fosse capito il mio era un commento ironico …
Insomma, ci tenevo a diventare un bravo avvocato ma la facoltà di legge si era rivelata più difficile del previsto e soprattutto terribilmente noiosa.
 
 
-          Harry, perché invece di distrarti non prendi qualche appunto? – mi suggerì Liam sottovoce.
-          Liam, perché invece di rompere le palle non ti tappi la bocca?
 
 
Il mio rapporto con Payne era così, ci sfottevamo e insultavamo a vicenda tutto il santo giorno ma in fondo ci volevamo bene.
 
Eravamo l’uno l’opposto dell’altro: io puttaniere, lui fidanzato fedele come un cagnolino, io distratto e caotico, lui sempre attento e maniaco dell’ordine.
 
Come carattere ero molto più simile a Zayn, o a Louis.
A proposito di Louis … non vedevo il mio migliore amico da un po’, l’ultima volta era stata Domenica mattina quando, entrando i camera sua, l’avevo trovato a letto con Jane McAllister.
 
La vista della biondina tutto pepe mi aveva messo di cattivo umore, forse perché era così amica della prima ragazza che mi aveva dato un due di picche.
 
Susan Jepsen mi stava evitando, anzi, a dirla tutta penso proprio che in realtà se ne fregasse di me.
 
Sapevo che avrei dovuto lasciar perdere, in fondo il college era pieno di ragazze che avrebbero fatto a gara pur di star con me, ma ormai era diventata una questione di orgoglio.
 
Se non fossi riuscito a conquistare Susan, la mia autostima ne avrebbe risentito parecchio e io non potevo permetterlo.
 
Mentre pensavo a tutto ciò, qualcuno scivolò nel posto accanto a me.
 
 
-          Tomlinson! Dov’eri finito?
-          Lascia perdere, mi sono svegliato tardissimo stamattina – mi rispose lui tra uno sbadiglio e l’altro
-          Centra qualcosa una certa biondina di nome Jane?
-          Può darsi … - disse lui con un sorrisetto malizioso – ieri sera ci siamo divertiti parecchio!
-          Va bene, basta così, non voglio sapere i particolari … ma chi voglio prendere in giro? Coraggio, racconta tutto!
 
 
Mentre Louis mi illustrava nel dettaglio la sua serata con la McAllister, Liam ci guardava malissimo come se stessimo bestemmiando in una chiesa.
Zayn e Niall invece, seduti davanti a noi, si girarono subito e si misero in ascolto come due bambini che si fanno raccontare le favole dal nonno. O come i figli di papà castoro …
 
 
-          Voi quattro laggiù in fondo – tuonò Mr Jenkins – immagino che possiate continuare la vostra conversazione fuori da quest’aula!
-          Ma, Mr Jenkns noi stavamo solo parlando di quanto fosse sofisticato e perfettamente organizzato il diritto romano … - provò a dire Niall.
 
 
Il vecchio professore però non volle sentire ragioni e ci cacciò fuori dall’aula, una cosa che mi era successa già tante volte quando ancora andavo al liceo.
 
 
-          Bè, già che siamo qui andiamo a farci un giro – disse Zayn.
 
 
Ci dirigemmo verso il bar della scuola e nel farlo passammo davanti alle aule dove si tenevano i corsi di Letteratura.
Fu proprio in una di esse che vidi entrare Susan Jepsen.
Ah, e così studiava Letteratura? Buono a sapersi, poteva tornarmi utile per intavolare una conversazione più intellettuale, non che fossi un amante dei libri, ma potevo sempre farmi dare qualche consiglio da Liam, lui sapeva sempre tutto.
 
 
Arrivati al bar ordinammo quattro caffè e ci sedemmo ad uno dei tavolini rotondi.
 
Dall’inizio dell’anno era la prima volta che saltavamo delle lezioni, avremmo dovuto farlo più spesso…
 
 
-          Allora Harry, ti sei ripreso dalla delusione per la Jepsen? – Niall come al solito aveva tirato fuori un argomento spinoso, l’ultimo di cui avrei voluto parlare in quel momento.
-          La partita è appena cominciata Horan – risposi con tono deciso – e ho intenzione di vincere a qualsiasi costo.
-          Bravo Hazza – si complimentò Zayn dandomi una pacca sulla spalla – la sicurezza in se stessi è un fattore fondamentale per certe cose. Facciamo tutti il tifo per te.
-          Si, a meno che i tuoi tentativi di rimorchiare Susan non mi mettano in difficoltà con Jane – aggiunse Louis mentre sorseggiava il suo caffè.
-          Ti piace così tanto? Pensavo che per te fosse solo un passatempo.
-          Per ora si ma magari più avanti potrebbe diventare una cosa seria …
 
 
Era strano sentir parlare Louis di relazioni serie anche perché il suo fidanzamento più lungo risaliva alla quarta elementare.
Lei si chiamava Sally Ross ed era una di quelle bambine generose che dava a tutti le sue caramelle alla liquirizia.
Crescendo la sua generosità era rimasta ma al posto delle caramelle dava qualcos’ altro, se capite cosa intendo …
Comunque sia, la relazione tra Louis e Jane poteva essere un pretesto per avvicinarmi di più a Susan ma dovevo essere cauto altrimenti avrei creato problemi tra di loro.
 
La mattinata passò in fretta. Ce ne stavamo così bene nel cortile che decidemmo di saltare anche tutte le altre lezioni mattutine.
 
Verso l’ora di pranzo arrivarono molti studenti tra cui Susan e Jane che si sedettero ad un tavolo non molto lontano dal nostro.
 
 
-          Okay Louis, questo è il piano: tu adesso vai dalla tua ragazza, o quello che è, e la porti ad un altro tavolo mentre io mi siedo con Susan, mi raccomando però, fai in modo che Jane non si accorga di niente.
-          Agli ordini capo!
 
 
Quando si trattava di ragazze, io e Louis ci comportavamo sempre come agenti segreti in missione e di solito aveva sempre funzionato.
Di solito …
 
 
Quando il campo fu libero, mi avvicinai al tavolo di Susan e le chiesi se potevo sedermi.
Lei per tutta risposta alzò un sopracciglio con un espressione contrariata ma alla fine accettò.
Era già un passo avanti …
 
 
-          Com’è andata la tua giornata Jepsen?
-          Benissimo Styles … immagino che anche la tua non sia andata male visto che sei stato tutto il giorno qui a poltrire …
-          Io? Poltrire? È un verbo che neanche conosco!
 
 
Riuscii a farla ridere e questo mi riempì di orgoglio. Zayn diceva sempre che, oltre all’aspetto fisico, il miglior modo per fare colpo su una ragazza era puntare sul proprio umorismo.
 
 
-          Allora dimmi, quando sei libera dolcezza?
-          Quando la smetterai di chiamarmi dolcezza!
-          Va bene, ci riprovo … quando è libera signorina Jepsen?
-          Non lo so signor Styles, vuole davvero un appuntamento con me?
-          Certo, potremmo andare a cena fuori una di queste sere.
-          Harry … - d’un tratto tornò seria e mi guardò dritta negli occhi – sai, non credo di essere il tuo tipo …
-          Cosa te lo fa pensare?
-          Non lo so … forse le altre ragazze con cui i frequenti di solito.
-          Lasciale perdere quelle, sono solo … dei “passatempi”, ma tu Jepsen sei una tipa tosta, e ti meriti molto di più. Facciamo così, tu accetta il mio invito a cena, vediamo come va la serata e poi vedremo se sei il mio tipo oppure no
-          Un’altra sfida Styles? – domandò lei con un sorriso
-          Esatto, ma questa volta si gioca pulito, niente trucchetti!
 
 
Susan staccò lo sguardo da me e cominciò a guardarsi intorno. Ci stava pensando e sembrava davvero tentata di accettare.
 
 
-          Va bene Styles, accetto!
 
 
Bingo! Ah, Harry, vecchio volpone, ce l’hai fatta un’altra volta, ora tutto ciò che ti resta da fare è organizzare un appuntamento coi fiocchi!
 
 
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Perché tutto andasse bene mi informai sui gusti di Susan e scoprii che era una patita di musica rock.
Perfetto, conoscevo giusto un posticino niente male dove si mangiava benissimo e suonavano buona musica dal vivo …
 
Sabato sera mi agghindai come meglio potevo. Indossai dei pantaloni neri e una camicia, poi mi cosparsi di profumo tanto da inondare pure Liam che si trovava a qualche centimetro di distanza da me.
 
Uscii dal college di corsa e raggiunsi Susan davanti all’entrata del pub dove ci eravamo dati appuntamento.
Quando arrivai avevo il fiatone, non ero in ritardo, semplicemente non vedevo l’ora di arrivare.
Cavolo, ormai quasi non mi riconoscevo più!
 
Susan era vestita in modo molto semplice ma era comunque una figa pazzesca con i suoi jeans strappati e il top blu elettrico.
 
-          Riprendi fiato Styles – mi disse ridendo – non ci corre dietro nessuno!
-          Hai ragione, adesso entriamo dai!
 
 
Nel locale c’era una luce soffusa e della musica rock di sottofondo, dall’espressione di Susan capii subito che avevo scelto il posto giusto.
 
Ci sedemmo ad un tavolo ai piedi del palco e ordinammo due cheeseburger.
Nel frattempo, una band cominciò ad esibirsi.
Erano dei tipi tarchiati, completamente ricoperti di tatuaggi raffiguranti teschi e motociclette in fiamme.
Osservai il mio riflesso sullo schermo del cellulare.
Io ero sempre tutto bene vestito e con la faccia da bravo ragazzo, insomma, completamente diverso da loro, dovevo solo sperare che a Susan andassi bene anche così e che non mi chiedesse di tatuarmi un pitone sulla schiena …
 
Quella sera ci divertimmo veramente.
La band era formidabile e suonarono musica davvero fichissima anche se la maggior parte delle canzoni per me erano assolutamente sconosciute.
Lei invece le conosceva tutte e cantava a squarciagola, mi faceva piacere che si stesse divertendo.
 
Quando uscimmo dal locale eravamo entrambi molto accaldati.
Susan si sfilò il giacchetto di pelle legandoselo intorno alla vita e scosse i lunghi capelli sudaticci con le mani, gesto che ai miei occhi la rese ancora più irresistibile.
 
Quella sera fui un vero cavaliere e l’accompagnai fino alla sua stanza.
 
 
-          Allora? – le chiesi prima di darle la buonanotte – qual è la tua sentenza?
-          Ancora non lo so – rispose lei con una scrollata di spalle. Sorrise – comunque stasera sono stata davvero bene!
 
 
Si avvicinò lentamente a me finchè i nostri corpi non si sfiorarono.
Prima che potessi dire qualcosa lei mi buttò le braccia al collo e, affondando una mano nei miei capelli mi attirò a sé.
 
Finalmente ci scambiammo un bacio vero, e stavolta non fu affatto casto.
Feci scivolare le mani dalla sua schiena al sedere e lei non mi fermò.
 
Poi, proprio sul più bello, si staccò da me.
 
 
-          Buonanotte Styles, a domani …
-          Buonanotte! – risposi io ancora stordito per il bacio.
 
A domani? Questo si che era un buon segno!
 
 
OKAY VADO DI FRETTA QUINDI NON POSSO SCRIVERE TANTO. RECENSITE SE VI VA!
BACI SAM, VI ADORO TUTTI! (UH! QUANTO LOVE)
P.S. QUESTO CAPITOLO NON MI PIACE MA COME HO GIA’ DETTO VADO DI FRETTA, PERDONATEMI!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Clouds ***


CAPITOLO 5:
Okay, ci eravamo baciati e questa era già una grande conquista, ma ancora non eravamo arrivati … al sodo.
Susan mi piaceva davvero, era una ragazza fantastica, piena di vita, intelligente …
Io però non volevo una relazione seria e questo dovevo essere ben chiaro fin da subito. Proprio per questo domenica mattina mi alzai di buon ora e, facendo attenzione a non svegliare Liam, sgattaiolai fuori dalla mia stanza e andai a bussare a quella di Jepsen e McAllister.
Dopo cinque minuti buoni, venne ad aprirmi Jane, ancora in pigiama e con gli occhi gonfi dal sonno, i capelli tutti scompigliati e due borse sotto agli occhi da far invidia a Mary Poppins.
 
-          Styles ma … che ore sono?
-          Le sette di mattina – risposi controllando il mio orologio.
-          E si può sapere cosa cazzo ci fai qui alle sette di mattina della domenica?
-          Ehi, modera il linguaggio McAllister! E comunque sono qui per parlare con Susan.
-          Per tua informazione sta ancora dormendo.
-          Per tua informazione non mi interessa …
 
Entrai nella loro stanza sorpassando la piccola Jane e spalancai le finestre per far filtrare un po’ di luce.
Non ero mai stato nella camera  di Susan. Era ricoperta di poster dei Rolling Stones e dei Beatles su ogni singola parete.
Per terra e sulla scrivania erano ammucchiate masse informi di vestiti e biancheria intima, a quanto pare le due ragazze non erano molto più ordinate di me.
E poi, c’era una mensola sopra al letto di Susan interamente occupata da foto incorniciate.
Alcune ritraevano lei e Jane, altre un’allegra famigliola che doveva essere la sua.
A causa dell’improvvisa fonte di luce, Susan si svegliò e borbottando qualcosa di incomprensibile affondò il viso nel cuscino.
Mi sedetti sul suo letto e mi avvicinai a lei tanto da sfiorarle un orecchio con le labbra.
 
-          Ehi dolcezza, è ora di svegliarsi …
 
Esattamente cinque secondi  dopo, mi arrivò una cuscinata in faccia.
 
-          Prima di tutto Styles ti ho già detto cento volte di non chiamarmi dolcezza – urlò Susan infuriata – secondo … cosa cazzo ci fai qui all’alba?
-          Ma non è l’alba! Sono le sette! E comunque sono qui per invitarti a fare una passeggiata, le strade di Holmes Chapel a quest’ora sono deserte, possiamo goderci questa soleggiata mattinata in tutta serenità!
 
Bè, forse non proprio in serenità … Susan non aveva apprezzato quel brusco risveglio e la cosa la mise subito di cattivo umore.
Tuttavia, si alzò dal letto e corse in bagno per prepararsi.
Dieci  minuti dopo ne uscì tutta lavata e vestita.
Indossava un maglione blu e dei pantaloncini corti che lasciavano intravedere completamente le sue lunghe gambe, e che gambe!
Nel frattempo, mentre lei si sistemava i capelli davanti allo specchio, Jane si era buttata a peso morto sul suo letto e, apparentemente sembrava essersi riaddormentata.
Susan mi fece segno di non fare rumore e silenziosamente uscimmo dalla stanza.
Essendo molto presto non incontrammo nessuno, né studenti, né professori rompiscatole, infatti riuscimmo ad uscire dal college senza dover dare spiegazioni a nessuno.
Era Aprile e di solito in quella stagione in Inghilterra faceva ancora freddo ma quel giorno il sole splendeva alto nel cielo e faceva anche abbastanza caldo. Susan si tolse il maglione e se lo mise sulle spalle per abbronzarsi un po’ le braccia anche se temevo che una pelle chiara e delicata come la sua si sarebbe scottata subito.
 
-          A cosa stai pensando? – mi chiese mentre camminavamo lungo una stradina in discesa.
-          Che stamattina non ci siamo ancora baciati – risposi io. Bella trovata Harry!
 
Lei sorrise e si fermò costringendomi a fare altrettanto. Era un po’ più bassa di me, quindi quando mi baciò dovette alzarsi in punta di piedi aggrappandosi al mio collo con entrambe le braccia.
Per renderle tutto più facile la sollevai in braccio facendole stringere le gambe intorno ai miei fianchi.
Rimanemmo lì in mezzo alla strada a baciarci per non so quanto tempo.
Fosse stato per me non avrei mai smesso di baciarla. Le sue labbra erano morbide e vellutate, la sua pelle fresca e liscia e il suo profumo inebriante come la brezza d’estate.
Susan si staccò da me e poggiò la fronte contro la mia riprendendo fiato dopo il nostro bacio appassionato.
 
-          Styles, voglio che sia chiara una cosa: non sono in cerca di un fidanzato, questa cosa che c’è tra di noi … non è nulla di serio, okay?
 
A quelle parole tirai un sospiro di sollievo. Bene, lei la pensava esattamente come me, non c’era bisogno di mettersi insieme, il nostro era solo un gioco.
La riposai delicatamente a terra e afferrandole il mento tra le dita le stampai un altro bacio sulle labbra.
 
-          Sono perfettamente d’accordo con te. Siamo giovani e siamo al college, meglio mantenere una relazione aperta. – le dissi. Stavo anche per aggiungere “sarebbe fico se anche tu fossi un po’ più ‘aperta’ tesoro” ma forse non avrebbe gradito il mio commento.
-          Bene , mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo – sorrise e il mio cuore fece una capriola.
 
Quanto era bella quando sorrideva, le si illuminavano gli occhi! Quella ragazza era davvero speciale e io volevo essere la ragione del suo sorriso.
Okay, non stavo parlando come uno che voleva una relazione aperta ma più come un ragazzo innamorato perso.
Ma … ehi! Io ero Harry Styles, non potevo di certo essermi innamorato.
Intanto, continuando a camminare, arrivammo in cima ad una verde collina e decidemmo di sdraiarci sull’erba appena tagliata.
Susan poggiò la testa sul mio petto e io le cinsi le spalle con un braccio.
Stavamo bene insieme, entrambi perfettamente a nostro agio.
 
-          Guarda quella nuvola! – mi disse lei indicando il cielo limpido – è a forma di chitarra elettrica!
-          Dici? A me ricorda più una banana …
-          Una banana? Harry!
-          Che c’è? Intendevo una banana vera, il frutto, nessun doppio senso, giuro!
 
Susan scoppiò a ridere e coinvolse anche me.
 
-          E guarda quell’altra invece – continuò indicando la nuvola più piccola di tutte – sembra un pulcino vero?
-          Un pulcino? Strano, io avrei detto un cono gelato con tanto di cialda …
-          Mi spieghi dove lo vedi un gelato? È chiaramente un pulcino!
 
Scoppiamo a ridere di nuovo per la banalità dei nostri discorsi, di certo uno si sarebbe aspettato qualcosa di più intelligente da uno studente di legge e una studentessa di letteratura, ma forse era proprio questo il bello, ci comportavamo da scemi ridendo come due bambini senza paura di essere giudicati da qualcuno.
Bene Harry, fino adesso è tutto perfetto ma tu stai cominciando a perdere di vista il tuo scopo principale …
 
-          Susan …
-          Si?
-          Mi chiedevo … - mi misi seduto per guardarla meglio e mi grattai la testa nervosamente per il leggero imbarazzo – stasera ti andrebbe di dormire con me?
Susan arrossì violentemente  imbarazzata  abbassò lo sguardo sulle nostre mani intrecciate.
Ecco, ero stato troppo precipitoso, adesso avevo rovinato tutto …
 
-          Va bene – disse invece lei con un timido sorriso – dormiamo insieme Styles …
 
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Perfetto, assolutamente perfetto.
Quella sera organizzai tutto nei minimi particolari per rendere quella serata assolutamente indimenticabile.
Tanto per cominciare, cacciai Liam fuori dalla stanza, sicuramente Danielle lo avrebbe accolto a braccia aperte, e non solo quelle se posso aggiungere …
Avevo pensato di mettere qualche candela profumata qua e là ma poi, per paura di sembrare troppo pretenzioso, mi limitai a mettere un po’ di musica di sottofondo.
Wow, non mi ero mai dato tanto da fare per un ragazza! Di solito ci scopavo e basta, senza stare a preoccuparmi troppo di creare una giusta atmosfera.
Susan si presentò puntualissima subito dopo cena, bella come non mai nella sua semplicità: jeans, t-shirt colorata e capelli legato in una coda alta
 
-          Sei bellissima – le sussurrai quando la accolsi alla porta.
-          E tu sei un bugiardo rispose lei sorridendo – ma grazie per il complimento.
 
La feci accomodare sul mio letto e dopo un po’ cominciammo a baciarci con foga crescente.
Le sciolsi i capelli e subito fui pervaso dal suo dolce profumo alla pesca.
Ci sdraiammo, lei sopra di me, senza staccare le labbra neanche un attimo.
Susan fece scivolare le mani sotto la mia maglietta e al contatto con la sua pelle fredda rabbrividii ma era una sensazione assai piacevole.
Stavo per fare altrettanto quando qualcuno bussò alla porta.
Chi cazzo osava disturbarci?
Provai a fare finta di niente ma chiunque fosse al di là della porta stava bussando con più insistenza.
 
-          Scusa un attimo – dissi a Susan alzandomi dal letto e andando ad aprire.
-          Harryyyy! – Beatrice Lee mi apparve davanti e strillò come se avesse appena visto Mick Jagger in persona, tra l’altro in molti dicevano che gli assomigliavo un pochino …
-          Bea questo non è proprio il momento …
-          Perché tesoruccio? – domandò lei mettendo il broncio.
 
La risposta che aspettava non tardò ad arrivare. Susan si precipitò al mio fianco come una furia e rivolse a Beatrice un’occhiataccia che avrebbe messo paura perfino a Godzilla.
 
-          Fuori dalle palle Lee, io e Styles al momento siamo molto occupati! – le urlò prima di sbatterle la porta in faccia.
 
Dal corridoio sentimmo forti gli insulti di Beatrice ma a poco a poco le sue urla si fecero sempre più distanti.
 
-          Scusa – dissi a Susan – ma ti assicuro che tra me e lei non c’è proprio niente.
-          Lo so, e comunque anche se fosse non ci sarebbe nessun problema, la nostra è una relazione aperta, giusto?
-          Giusto! Allora, dove eravamo rimasti?
 
Ricominciammo a baciarci stendendoci nuovamente sul letto.
Stavolta, come per paura che qualcuno venisse a disturbarci di nuovo, fu tutto molto più veloce ma non per questo meno intenso.
Le sfilai la maglietta e cominciai a baciarla dal collo fino alla pancia e lei fece lo stesso con me soffermandosi con le labbra sul mio petto, poi mi tolse i pantaloni e io le tolsi i suoi.
In intimo era ancora più bella e io mi sentivo fortunata ad averla tutta per me.
Quella fu una serata davvero speciale.
Ehi Harry, non fare il coglione … Non ti innamorare!
 
OKAY, ANCHE SE LA STORIA E’ SCRITTA DAL PUNTO DI VISTA DI HARRY IO HO CERCATO DI METTERMI NEI PANNI DI SUSAN E DEVO DIRE CHE NON MI DISPIACEREBBE VIVERE UNA SITUAZIONE DEL GENERE CON STYLES. DIO QUANTO AMO QUEL RAGAZZO! CERTO, IL MIO FIDANZATO NON SAREBBE CONTENTO SE LEGGESSE QUESTO COMMENTO QUINDI … ACQUA IN BOCCA XD
VABBE’, DETTO QUESTO, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DEL CAPITOLO.
BACI SAM

 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: A new Challenge ***


CAPITOLO 6: A NEW CHALLENGE
 
Quando il mattino seguente mi risvegliai, Susan era accanto a me.
Le stampai un leggero bacio sulla guancia e mi alzai lentamente dal letto facendo attenzione a non svegliarla.
Avrei voluto parlare con Louis e raccontargli tutto ma sapevo per certo che aveva passato la notte con Jane, così decisi di andare da Zayn.
La sua stanza si trovava dalla parte opposta del corridoio ma facevo sempre un po' di fatica a trovarla perché il mio senso dell'orientamento non era dei migliori.
Era proprio così che eravamo diventati amici.
Durante la mia prima settimana al college stavo disperatamente cercando la mia stanza quando per sbaglio ero entrato in quella di Zayn.
Lui era sdraiato sul letto con una ragazza, si stavano baciando con foga e sicuramente sarebbero andati avanti se non li avessi interrotti.
Mi ero scusato subito con Zayn ma lui invece di arrabbiarsi aveva cominciato a ridere, poi, lasciando la ragazza con un palmo di naso, mi aveva aiutato a ritrovare la mia camera.
Louis era il mio migliore amico, insieme ridevamo come due coglioni e facevamo un sacco di cazzate ma era Zayn la mia "anima gemella".
Io e lui ci capivamo al volo perché la pensavamo allo stesso modo quasi su tutto.
Entrambi amanti delle belle ragazze e delle avventure di una notte, entrambi stronzi di prima categoria.
Quando finalmente trovai la stanza di Zayn entrai senza neanche bussare, sapevo che non chiudeva mai la porta a chiave per permettere alle ragazze di entrare a loro piacimento.
Con mia grande sorpresa Zayn era già sveglio ma quando mi vide parve deluso, evidentemente sperava che fossi una bella ragazza.
 
-  Amico, ce l'ho fatta! - esordii battendogli sonoramente il cinque - sono il re dei puttanieri!
-   Fammi indovinare, stai parlando della Jepsen? Ben affatto amico! Allora, com'é stato?
 
Quella domanda mi lasciò spiazzato.
Avrei voluto rispondere che era stato magnifico, una delle migliori scopa... ehm, notti di passione, di tutta la mia vita.
Se prima era un tantino preso da Susan adesso ne ero totalmente ossessionato ma se lo avessi detto a Zayn avrebbe pensato che mi fossi rammollito.
Sigh, non eravamo piú anime gemelle!
 
-  Allora?
-  È stato bello ... - mi limitai a rispondere trattenendomi dall'aggiungere "bello, bello, bellissimo, oh Zayn quanto sono contento" saltellando per tutta la stanza. Be' forse sarebbe stato un po' strano, poco virile e soprattutto terribilmente imbarazzante.
-  Bene. E chi sarà la tua prossima "preda"?
- Non lo so Zayn, stavo pensando di interrompere la caccia per un po' di tempo per vedere come va con la Jepsen...
-  Capisco - rispose lui poco convinto - e lei cosa ne pensa?
-  Non vuole assolutamente una relazione seria e neanche io naturalmente.
 
Zayn annuí con aria distratta.
Era seduto davanti alla sua scrivania con il computer acceso, non ero neanche sicuro che mi stesse ascoltando.
Poi, ad un certo punto, schioccò le dita come se gli fosse appena venuta un'idea geniale.
 
-  Mi è venuta in mente una nuova scommessa da fare!
-  Sul serio? Avevi detto di non voler piú scommettere contro di me dopo aver corso completamente nudo per i corridoi del quinto piano.
-  Lo so ma stavolta sono molto piú sicuro di vincere!
-  Avanti, di che si tratta? - presi una sedia e la posizionai vicino alla sua sedendomi al contrario, con le gambe a cavalcioni e le braccia conserte appoggiate sullo schienale.
-  Devi far innamorare la Jepsen in meno di un mese - rispose lui con un sorrisetto - se non ci riesci dovrai rinunciare alle ragazze fino alla fine del periodo scolastico, vivendo nella piú assoluta castità.
-  E se invece ci riesco?
-   Se ci riesci ... Sarò io a farlo!
 
Non ero affatto sicuro di voler accettare.
Adoravo fare scommesse, essendo una persona molto competitiva ce la mettevo davvero tutta per vincerle.
Stavolta però la posta in gioco era troppo alta e non mi riferivo al periodo di castità (che mi spaventava piú di una visita dal dentista) ma ai sentimenti di Susan.
Cercare di farla innamorare solo per vincere una scommessa significava prenderla in giro e la cosa non mi piaceva.
Non ero uno che di innamorava facilmente e per quanto Susan mi piacesse non mi sentivo ancora pronto a sacrificare la mia natura di puttaniere, ero ancora troppo giovane per legarmi a una persona in modo definitivo. Ma farla soffrire ...
 
-  Va bene - dissi infine a Zayn - ma ad una condizione ...
- Dimmi
-  Se vinco, non voglio  che tu rinunci alle ragazze, piuttosto dovrai  correre nudo per tutta la scuola, compresa la sala professori.
-  Come mai ti piace tanto vedermi correre nudo? Mi devi forse confessare qualcosa sulla tua sessualità ambigua? - scherzò lui tentando di sviare il discorso.
-  Sono serio Malik, lo farai?
-  Si, ma tanto sono sicuro di vincere stavolta, la Jepsen non si innamorerà mai di te!
 
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Dopo aver salutato Zayn, mi recai verso il cortile deciso a saltare un'altra volta le lezioni.
Era una giornata troppo bella per starsene chiusi dentro ad una classe polverosa, così mi sdraiai sull'erba fresca appena tagliata, con le braccia dietro la nuca e gli occhiali da sole calati sul naso.
Faceva caldo ma non abbastanza da togliermi il maglione.
Quando ero tornato in camera mia per vestirmi Susan non c'era piú e a dirla tutta ci ero rimasto un po' male anche perché mi dispiaceva che al suo risveglio non mi avesse trovato al suo fianco, chissà cosa aveva pensato!
Decisi di non pensarci e di godermi la bella mattinata ma non riuscivo proprio a distrarmi da certi pensieri.
Perché Zayn era così convinto che Susan non si sarebbe mai innamorata di me? Per il momento mi sembrava di piacerle abbastanza.
Ero cosi immerso nei miei pensieri che non mi accorsi nemmeno della figura che si stava avvicinando lentamente a  me.
SBAM! Un pugno mi arrivò dritto nello stomaco facendomi urlare da dolore.
Istintivamente mi coprii il viso con le  mani per proteggermi da un altro eventuale pugno a sorpresa ma non successe nulla.
Levai le mani dal viso, aprii prima un occhio e poi l’altro cercando di mettere a fuoco nonostante la vista appannata.
Jane McAllister era in piedi davanti a me con un espressione furiosa dipinta in volto. Mi afferrò per il bavero della camicia e, con una forza inaspettata, mi sollevò da terra costringendomi a rimettermi in piedi.
Ero talmente sconvolto che non opposi resistenza ma mi limitai ad osservarla.
Due lunghi  ciuffi di capelli biondi le coprivano il viso e se li sistemò dietro le orecchie frettolosamente.
Aveva il fiatone, evidentemente sollevarmi per lei era stato uno sforzo maggiore di quanto volesse far credere ma la sua maglietta bianca a maniche corte lasciava intravedere due lunghe braccia muscolose che non si addicevano per niente al resto del suo corpo così minuto.
Mi massaggiai lo stomaco dolorante e le rivolsi uno sguardo interrogativo.
Perché mi aveva colpito? Mi aveva forse scambiato per un sacco da boxe? Vabbè che ero un po’ ingrassato ultimamente ma così era esagerato!
 
-          Ci sei andato a letto eh? – ringhiò lei con tutto il fiato che aveva in gola – come hai potuto?
-          Non l’ho mica costretta – risposi io sulla difensiva – e poi che c’è di male? A vent’anni uno è libero di frequentare chi gli pare!
-          Non la mia migliore amica! – Jane era diventata completamente paonazza, sembrava un pomodoro/dinamite pronto a scoppiare da un momento all’altro spargendo sugo rosso dappertutto, anche sulla  la mia bella polo di Fred Perry. Harry, per l’amore del cielo, cresci un po’ e  smettila di pensare a certe stronzate!
-          Susan non è così tosta come vuol far credere – continuò Jane dopo aver preso un respiro profondo nel tentativo di mantenere la calma – è molto più sensibile di quanto sembri e io non ti permetterò di prenderti gioco di lei!
-          Io non voglio prendermi gioco di nessuno! Lei mi piace veramente, non vorrei mai farla soffrire.
 
Mentre pronunciavo tali parole, mi resi conto di quanto fossero false.
La scommessa che avevo fatto con Zayn era chiaramente una presa in giro nei confronti di Susan ma ormai non potevo tirarmi indietro, che figura ci avrei fatto?
 
-          Ti avverto Styles – sibilò Jane a denti stretti puntandomi contro un dito minaccioso – se ti comporti male con lei poi dovrai vedertela con me!
 
Avrei voluto rispondergli a tono ma non mi venne in mente nulla da dire nonostante odiassi non avere l’ultima parola.
Eh si, lo ammetto, sono un tipo complicato, non è facile starmi accanto, a volte non mi sopporto io stesso.
Jane se ne andò lasciandomi di nuovo solo in mezzo al cortile.
Quella ragazza cominciava a farmi paura, chissà se anche con Louis era così … “focosa”.
Bene, avevo meno di un mese per far innamorare Susan e come se non bastasse doveva fare attenzione a non farmi beccare dalla sua bodyguard, non osavo neanche immaginare cosa mi avrebbe potuto fare Jane se solo fosse venuta a sapere della scommessa
Signori e signore, prossimamente nei cinema Harry Edward Styles in “Mission Impossible”!
 
BUONASERA! HO DUE FAVORI DA CHIEDERVI, PRIMO, SE VI PIACE LASCIATE UNA RECENSIONE AL CAPITOLO, DUE, SE VI VA DATE UN’OCCHIATA ALL’ALTRA MIA FF.
VI ADORO TUTTI!
BACI SAM J

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Love Actually ***


CAPITOLO 7:  LOVE ACTUALLY
 
Come farsi amare in meno di un mese?  Questa era la domanda che continuavo a pormi.
Se si fosse trattato di una qualunque, tipo Beatrice Lee, di sicuro non avrei dovuto inventarmi chissà che, sarebbe bastato solo prestarle molte attenzioni, regalarle dei fiori e fingere di esse sempre carino e coccoloso come i pinguini di “Madagascar”.
Ma con Susan? Cosa mi serviva per essere amato da lei?
Cambiare look era escluso, non volevo diventare come quei tipi tarchiati del pub e comunque non ero neanche sicuro che a lei piacessero.
Insomma, non mi ci vedevo proprio conciato in quel modo! Provai ad immaginarmi la scena: io che entro tutto spavaldo con il mio giubbotto di pelle borchiato, i capelli tagliati in una cresta dai colori fluorescenti e le braccia ricoperte di tatuaggi e cicatrici causate da una delle ultime risse avute con i miei compagni motociclisti.
Okay, stavo cominciando a delirare, anche perchè quello non significava amare la musica rock, si trattava semplicemente di uno stile diverso dal mio …
Ah Harry, certo che te ne fai parecchie di pippe mentali!
“TOC, TOC, TOC!”
Qualcuno bussò rumorosamente alla porta e io andando ad aprire sperai con tutto il cuore che non fosse Beatrice.
 
-          Chi è? – chiesi per esserne sicuro.
-          Harryyyyyyyyyyyyyyyyyyy – oh merda, era proprio lei – apri la porta tesoruccio!
-          Non posso Bea – improvvisai un finto colpo di tosse – sono molto malato …
-          Avanti scemo, apri questa porta! – la voce all’improvviso era cambiata, non sembrava più Beatrice, e poi lei non mi avrebbe mai chiamato scemo, preferiva “tesoruccio”, “biscottino”, “sexy Styles”, “ricciolino amoroso” o … bè di solito mi chiamava sempre “tesoruccio”.
 
Finalmente mi decisi ad aprire la porta e mi ritrovai Susan davanti con un espressione divertita.
 
-          Sorpresa! Piaciuto il mio scherzetto? Imito troppo bene la voce stridula di quella troietta tutta tette e niente cervello!
 
A quelle parole non potei fare a meno di ridere anche io. Susan non odiava Beatrice, semplicemente la trovava “poco amabile”.
 
-          Come mai da queste parti Jepsen? – chiesi poggiandomi allo stipite della porta.
-          Ho appena finito di studiare e mi sono chiesta: cosa starà facendo di bello il mio “cucciolotto”? –  rispose fingendo di nuovo di essere Beatrice.
-          Anche io ho appena finito di studiare … anzi a dirla tutta non ho mai cominciato … vabbè – scrollai lei spalle per niente preoccupato – usciamo?
-          Certo , dove mi porta signorino Styles?
-          Su una stella!
-          Smettila di usare le battute di “Titanic” e vedi di darti una mossa!
 
Risi di nuovo. Avete presente quelle ragazze romantiche e sdolcinate che sognano di incontrare il Jack Dawson della loro vita? Ecco, Susan non era affatto una di quelle.
Appena provavo a dire qualcosa di carino lei scoppiava a ridere o faceva una smorfia di disgusto. Io però, non l’avrei mai cambiata neppure di una virgola.
Ecco allora, che mi tornava in mente il mio problema, come far innamorare una ragazza del genere?
Per non farla innervosire andai subito a prepararmi e in meno di dieci minuti eravamo già fuori dal college.
Non sapevamo ancora dove andare così cominciammo a passeggiare per le stradine di Holmes Chapel senza una meta.
Presi la mano di Susan ma lei si scansò subito e prese a camminare all’indietro per potermi guardare in faccia.
 
-          Sai dove potremmo andare? In nuovo cinema che hanno aperto da pochissimo. È davvero fico perché invece dei nuovi film in uscita proiettano quelli vecchi, dai grandi capolavori alle commedie più classiche, che dici? Ci andiamo?
-          Certo, dov’è di preciso?
 
Susan fece le spallucce scuotendo leggermente la testa.
 
-          Non lo so ma Holmes Chapel non è molto grande, lo troveremo prima o poi.
-          Ma … non possiamo stare tutto il giorno a cercarlo senza avere la minima idea di dove andare!
-          E dai Harry non rompere, dov’è finito il tuo spirito d’avventura?
 
Stavo per risponderle quando lei, che continuava a camminare al contrario come un gambero, inciampò in un tombino.
Ormai stava quasi per ruzzolare a terra quando io, con un’agilità che neanche pensavo di avere, la presi al volo tra le mie braccia ritrovandomi a pochi centimetri dalla sua faccia.
 
-          Oh mio salvatore! – esclamò lei buttandomi le braccia al collo.
 
Mi baciò con trasporto, cosa che non faceva molto spesso dato che di solito ero sempre io a fare il primo passo, e io rimasi di stucco.
Mi sentivo anche piuttosto stupido però, ero completamente succube di Susan Jepsen, pendevo dalle sue labbra e morivo anche solo per un piccolo bacio.
Di solito ero io quello che “dominava” la ragazza.
 
-          Bene Clark Kent – continuò lei quando si staccò da me – credo che sarebbe una buona idea chiamare un taxi e farci portare alla piazza principale, è lì che si trova il cinema.
-          Ah si? E perché mi hai detto di non conoscere l’indirizzo?
-          Te l’ho detto, volevo che alimentassi il tuo spirito di avventura! Ma adesso sono troppo stanca per camminare e a quanto pare ho anche un pessimo equilibrio!
 
Rise di nuovo. Perché? Perché ogni volta che lo faceva io mi sentivo la persona più felice sulla faccia della terra?
Come aveva suggerito Susan, chiamammo un taxi che ci portò direttamente davanti al cinema.
Dalla locandina appesa all’ingresso, scoprimmo che il film proiettato quel giorno era “Love Actually”, uno dei mie preferiti in assoluto.
 
-          Adoro quel film!
-          Davvero? – mi chiese Susan mentre la cassiera le passava due biglietti – siamo stati fortunati allora!
 
Mi prese sotto braccio ed entrammo nell’unica sala del cinema che era quasi completamente vuota fatta eccezione per una coppietta di adolescenti brufolosi che avevano cominciato a pomiciare ancora prima che cominciasse il film, due vecchietti che si lamentavano perché avrebbero preferito vedere un film più “concreto” (allora perché mai avevano comprato i biglietti dico io!) e un energumeno seduto nell’ultima fila che si stava scaccolando senza alcun ritegno.
Che schifo!
I nostri posti erano abbastanza buoni ma tanto avremmo anche potuto cambiarli a nostro piacimento.
Il film iniziò e io, come ero abituato a fare ogni volta che andavo al cinema con una ragazza, strinsi la mano di Susan.
Lei stavolta non si ribellò, anzi, strinse la mia mano ancora più forte e non me la lasciò mai fino alla fine del film.
Sentirla accanto a me, con il suo calore e il suo dolce profumo, era davvero piacevole, non avrei mai voluto lasciare quella mano per nessuna ragione al mondo.
“Okay Harry, molto romantico, certo, certo … ricordati però che NON sei tu quello che si deve innamorare!”
A film finito, i due piccioncini e i vecchietti brontoloni uscirono subito dalla sala.
Stavo per fare altrettanto ma Susan, tirandomi per la manica della giacca, mi costrinse e rimettermi seduto.
 
-          Allora? Ti è piaciuto?
-          Si, come ti ho già detto questo è sempre stato uno dei miei film preferiti.
-          Bene – disse lei con un sorriso – allora ho scelto bene!
-          Scelto?
 
Ero confuso, non aveva scelto lei il film, semplicemente era l’unico che proiettavano.
 
-          Si, avevo già pianificato tutto in realtà – mi rispose Susan – è stato Louis a dirmi che adoravi questo film.
-          Dici sul serio? – continuavo ad essere confuso ma anche lusingato.
-          Giuro! – abbassò lo sguardo arrossendo lievemente – sono sempre un po’ acida con te mentre tu al contrario sei gentile e affettuoso, così ho pensato di fare una cosa carina per te una volta tanto.
-          Oh Susan, grazie … - non sapevo cosa dire, ero quasi commosso dal suo gesto.
-          Si  ma … non ti ci abituare eh!
 
Scoppiamo a ridere e la strinsi forte a me.
In fondo lo avevo sempre saputo che Susan nascondeva un lato più tenero.
Le presi il viso tra le mani e la baciai. Mi staccai, la guardai negli occhi per qualche secondo e poi la baciai ancora, ancora e ancora …
 
-          Bravi! – urlò una vociona seguita da un fragoroso applauso – viva l’amore!
 
Ci girammo di scatto e vedemmo l’omone scaccolone in piedi sul sedile che applaudiva forte e ci guardava come se fossimo parte del film appena concluso.
 
-          Scommetto che quello lì non ha mai avuto una ragazza – mi sussurrò Susan. Aveva cominciato a ridere fino ad avere le lacrime agli occhi.
-          Già, sicuramente non ha mai avuto una ragazza bella come te.
-          Oh Styles …  - mi diede un piccolo pugno sulla spalla – sei sempre il solito!
 
CAPITOLO SETTE … ET VOILA’! COSA NE PENSATE? RECENSITE PLEASE!
A BREVE IL NUOVO CAPITOLO E NON DIMENTICATEVI DI DARE UN’OCCHIATA A “A BIT OF LOVE/HATE” LA MIA ALTRA FF.
CON AMORE SAM 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: HCU's Olimpic Games ***


CAPITOLO 8: HCU’S OLIMPIC GAMES
 
La Holmes Chapel University (o HCU), organizzava sempre delle gare sportive a cui erano invitati a partecipare tutti gli studenti anche in più di una disciplina.
L’anno precedente io, Zayn, Louis, Niall e Liam avevamo messo su una squadretta di calcio e ci eravamo classificati secondi nel torneo generale ma quell’anno, chi per un motivo e chi per un altro, volevamo gareggiare singolarmente.
Il mio motivo per esempio, aveva i capelli castani e gli occhi azzurri …
Il piano era questo: partecipare alle nostre “Olimpiadi”, mettermi in mostra davanti a Susan, vincere, e farla innamorare di me.
Okay, non era detto che la mia vittoria portasse all’essere amato da lei, ma sicuramente mi avrebbe aiutato a farmi vedere sotto un altro aspetto e non solo quello del puttaniere.
C’era solo una cosa che mi tediava … quale disciplina scegliere?
Il calcio era sicuramente lo sport in cui riuscivo meglio ma all’interno di una squadra non potevo emergere.
Il nuoto? Assolutamente no, il cloro avrebbe potuto rovinare i mie bellissimi ricci!
Il polo? E chi ci sapeva andare a cavallo?
Il golf? Ronf … ronf … che noia!
La corsa? No era troppo … aspetta … la corsa andava benissimo!
Oh si, Harry Edward Styles batte il record nei 200 metri.
Harry Edward Styles vince la maratona di New York.
Harry Edward Styles medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Harry Edward Styles … deve smetterla di costruirsi castelli in aria e cominciare ad allenarsi!
E cosi feci.
Mi allenai duramente per una settimana e intanto il tempo scorreva e la data di scadenza fissata per la scommessa con Zayn si avvicinava sempre di più.
Io però, non mi sarei dato per vinto.
 
-          Styles sei sicuro di volerlo fare? – un giorno Susan venne ad assistere ai miei allenamenti e di tanto in tanto mi porgeva una borraccia d’acqua fresca – lo so che questa cosa ti sta prendendo molto ma mi sembri anche piuttosto affaticato!
-          Affaticato? Io? Ma fammi il piacere! – risposi tentando di nascondere ogni traccia di stanchezza – ho un po’ di fiatone ma è normale, sono due ore che mi alleno!
-          Si sente …
-          Volevi dire “si vede”? – chiesi nella speranza che avesse notato i miei muscoli.
-          No, intendevo dire proprio “si sente” – ribatté lei storcendo il naso – vatti a fare una bella doccia appena hai finito.
-          Stai dicendo che puzzo?
-          Si ma … è normale, sono due ore che ti alleni!
-          Che fai? Sfotti? – la strinsi in un forte abbraccio e cominciai a strofinarle la testa con il pungo chiuso – allora? Puzzo ancora?
-          Che schifo Harry, sei tutto sudato – protestò lei ridendo – e va bene mi arrendo, non è vero che puzzi, sei il ragazzo più bello e profumato del mondo!
 
Bello … Susan Jepsen mi aveva appena definito bello …
Il mio cuore fece una capriola e … e basta Harry, smettila di comportarti come una tredicenne innamorata e datti un contegno!
 
-          Allora Bolt, quando pensi di interrompere i tuoi allenamenti?
-          Spiritosa, Bolt mi fa un baffo!
-          Si, certo, l’importante è dirselo da soli …
-          Comunque penso che per oggi possa bastare. Vado a farmi una doccia e poi usciamo, okay?
-          Ma domani hai la tua prima gara, dovresti andare a letto presto.
-          Okay, ma solo se vieni con me!
-          A dormire?
-          Si, a “dormire” – ripetei mimando le virgolette con le dita.
-          Pervertito!
-          Rompipalle!
-          Maniaco!
-          Finta santarellina!
 
Ridemmo insieme e prendendoci per mano uscimmo dall’arena in cui mi stavo allenando e dove si sarebbero tenute le gare del giorno dopo.
Ormai sembravamo una coppia a tutti gli effetti ma Susan continua ad insistere con la storia delle “relazione aperta”, cosa che non mi era affatto d’aiuto.
 
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Giorno della gara.
Ce la puoi fare Harry, ti sei allenato tanto per questo.
Nello spogliatoio a tenermi compagnia c’erano solo i miei amici, alle ragazze non era  permesso entrare.
 Louis partecipava  alla gara di tiro con l’arco per motivi simili ai miei (Jane McAllister era ancora più difficile da impressionare rispetto a Susan),  mentre, Zayn, impegnato nella gara di salto in lungo, lo faceva più che altro per pura competizione.
Niall e Liam invece preferivano fare il tifo per noi.
 
“Tutti gli atleti in gara sono pregati di raggiungere l’arena”- annunciò una voce metallica all’altoparlante.
 
Uscimmo dagli spogliatoi e ci dirigemmo verso il campo gara mentre Niall e Liam, dopo un ultimo “in bocca al lupo”, salirono sugli spalti del pubblico, andandosi a sedere accanto a Jane e Susan.
La biondina si stava limando le unghie con l’aria di una che se ne fregava altamente di tutto ciò che si trovava a più di cinque centimetri dal suo naso.
Louis cominciò a saltellare nervosamente sul posto nel tentativo di attirare la sua attenzione ma lei non si girò.
Povero Tomlinson, stava messo peggio di me!
Per fortuna c’era Susan che , dopo aver dato una lieve gomitata all’amica, ci indicò.
Jane distolse lo sguardo dalla sua manicure leggermente irritata per l’interruzione e sorrise a Louis in modo un po’ forzato.
Lui però non sembrò accorgersene e cominciò a mandarle una serie di baci volanti che lei fece finta di prendere, come se fossero qualcosa di concreto, mettendoseli nella tasca dei jeans a vita bassa.
Salutai Susan con un cenno della mano e lei sorrise a sua volta, riuscivo a vedere la sua dentatura bianca e perfetta anche a metri di distanza.
Louis fu il primo a gareggiare.
Sinceramente, nonostante fossimo grandi amici, non avevo idea che sapesse tirare con l’arco e in effetti non era proprio un prodigio.
Lo vidi tendere l’arco, tirare fuori la punta della lingua, socchiudere leggermente gli occhi per focalizzare il bersaglio e … STOC! La freccia partì e andò a conficcarsi molto vicino al centro, quello che faceva guadagnare più punti, ma non abbastanza da meritarsi un posto sul podio.
Alla fine guadagnò un bel quarto posto.
Zayn gareggiava proprio prima di me.
Appariva spavaldo e sicuro mentre correva verso la buca di sabbia.
Ormai era quasi giunto al termine, i suoi piedi si staccarono da terra, per qualche secondo rimase sospeso in aria mentre il suo corpo continuava ad avanzare e poi … atterraggio perfetto!
La folla esplose in un enorme boato. Zayn aveva vinto!
 
-          Complimenti amico! – andai a congratularmi con lui dandogli una pacca sulla spalla – non pensavo fossi così atletico!
-          Non lo pensavo nemmeno io – disse lui con il fiatone. Si piegò sulla schiena con le mani poggiate sulle ginocchia e le braccia tese – è l’ultima volta che partecipo però, troppa fatica!
 
La fatica sarà stata anche tanto ma le occhiate ammirate che gli lanciarono le ragazze furono sicuramente molto appaganti per lui.
E poi … toccò a me, i 100 metri!
Mi posizionai insieme agli altri concorrenti pronto per lo scatto.
Alcuni erano più grandi di me e terribilmente muscolosi, roba che io al confronto sembrava un fottuto insetto stecco.
3 … 2 … 1 … Partenza!
Corri cazzo, corri! Dai Harry ce la puoi fare, muovi quel culo! Dai, dai, dai che ci sei!
Okay, mi stavo incitando da solo e questo era piuttosto stupido ma non potevo farne a meno.
Volevo vincere per Susan ma anche per me stesso, improvvisamente tutta la mia determinazione e la mia voglia di vincere esplosero dentro di me.
Ci sono quasi … ci sono quasi …
Conclusi la gara con uno sforzo sovraumano. Avevo vinto?
Mi guardai intorno spesato, non riuscivo bene a rendermi conto di ciò che era successo.
Avevo la fronte madida di sudore e il fiato corto ma mi sentivo estremamente soddisfatto.
Alla fine scoprii di essere arrivato terzo, un traguardo niente male dopo tutto.
Susan corse da me e mi abbracciò nonostante fossi tutto sudato.
 
-          E bravo il mio campione, alla faccia di Bolt!
 
Lo sapevo, partecipare alle “Olimpiadi” era stata un’idea geniale!
 
CAPITOLO 8, CORTO E INSIGNIFICANTE MA SERVIVA ALL’INTERNO DELLA STORIA .PICCOLO SONDAGGIO: VOI FATE QUALCHE SPORT? SE SI QUALE?
FATEVI SENTIRE!
BACI SAM 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Otello VS Kurt Leesom ***


CAPITOLO 9: OTELLO VS KURT LEESOM
 
 
 
Alto, biondo, muscoloso, occhi azzurri, sorriso smagliante, postura perfetta, carisma da vendere …
No, quella non era la descrizione di un dio greco ma di Kurt Leesom, nuovo studente della HCU e, anche se non ancora ufficialmente, mio più grande nemico.
Perché?
Perché quel fottutissimo figlio di putt …ehm, volevo dire, quel giovine rampante, ci stava provando spudoratamente con la MIA Susan!
Mia? Wow, da quando ero così possessivo?
Forse da quando quello stro … ehm, quel coglio … ehm, quel “tipo”, stava tentando di portarmi via la ragazza che mi avrebbe aiutato a vincere la scommessa con Zayn.
 
 
Le lezioni pomeridiane erano finite e noi come al solito ci eravamo riuniti tutti nel cortile interno.
Una volta arrivato, mi ero subito messo a cercare Susan allungando il collo oltre la marea di teste che mi ostacolavano la vista finchè non l’avevo trovata seduta al bar a chiacchierare allegramente con Kurt.
Lui sorrideva e si avvicinava sempre di più, lei si arrotolava una ciocca di capelli intorno al dito e si mordicchiava il labbro inferiore. Quelli erano tutti dei piccoli gesti che di solito venivano usati durante un flirt.
 
 
 
-         Dai Hazza, non te la prendere, stanno solo parlando! – mi disse Zayn dandomi qualche pacca affettuosa sulla spalla.
 
 
Mentre lo faceva però, vidi con la coda dell’occhio che stava sorridendo compiaciuto.
Eh no Malik, non ti lascerò vincere così facilmente!
Decisi di andare da Kurt Leesom, prenderlo a schiaffi e riprendermi la mia damigella ma quando mi voltai verso di loro non c’erano più.
 
 
-         Se ne sono andati via insieme – mi annunciò Niall sputacchiandomi in faccia qualche briciola del cornetto che stava letteralmente divorando.
 
 
No, no, e no! Così non va affatto bene!
 
 
 
-         Ehi biondino! – afferrai Niall per il colletto della camicia e lo costrinsi ad alzarsi abbandonando sul tavolo gli ultimi residui del suo cornetto – ora tu vieni con me e mi aiuti a trovarli!
-         Ma … il mio cornetto!
-         Vorresti dire che uno stupido cornetto è più importante della nostra amicizia? – dissi con tono esageratamente drammatico.
 
 
Sul serio, in quel momento mi ci vedevo bene nella parte di Otello, accecato dalla gelosia per la sua Desdemona.
Aspetta un attimo, ho detto gelosia?
 
 
 
-         No, certo che no … eh va bene, andiamo! – Niall lanciò un’ultima occhiata malinconica al suo cornetto prima di seguirmi all’interno della scuola.
 
 
 
Attraversai i corridoi come una furia mentre lui cercava di tenermi il passo.
La HCU di per sé non era una scuola molto grande ma era piena di corridoi tortuosi che formavano un complicato labirinto ed io, con il mio pessimo senso dell’orientamento non facevo altro che perdermi.
Moquette grigiastra, pareti bianche con su appesi i ritratti dei fondatori, porte tutte uguali, non avevo la minima idea di dove fossimo eppure frequentavo quel college da più di un anno!
Fu Niall a riprendere il controllo della situazione.
 
 
-         Allora Harry, prima di tutto datti una calmata, secondo, dove possono essersi cacciati secondo te?
-         Non lo so … spero non in camera di lui .. Oh mio Dio? Pensi che siano nella sua stanza? Non perché se è così …
-         Harry calmati! – Niall mi prese per le spalle dandomi una scrollata e visto che io continuavo a parlare a vanvera mi mollò anche un sonoro schiaffo.
-         Ahi! Mmm … ne avevo bisogno in effetti … - mormorai massaggiandomi la guancia dolorante
-         Scusa amico, ma stavi cominciando a delirare!
 
 
 
Ricominciammo il nostro giro dirigendoci prima nella sala mensa, poi all’ingresso, nell’arena sportiva e in camera di lei.
E se fossero usciti? Magari Susan l’aveva portato al cinema proprio come aveva fatto con me.
Al quel pensiero sentii una stretta al cuore e mi venne una gran voglia di prendere a pugni qualcuno, Kurt Leesom possibilmente.
E poi … una testa bionda e arruffata mi riportò alla realtà.
 
 
-         Jane! – vidi l’amica di Susan in fondo al corridoio e corsi verso di lei – Jane ti prego, dimmi dove sono Susan e Kurt.
-         Perché sei così sicuro che siano insieme? – mi chiese la biondina lanciandomi una delle sue solite occhiatine sprezzanti che ultimamente riservava solo a me.
-         Lo so e basta, Niall li ha visti allontanarsi insieme.
 
 
Il mio amico annuì titubante poiché Jane riusciva sempre a mettere lui e tanti altri a disagio con quel suo sguardo tagliente e il carattere acido. Mi chiedevo ancora come facesse Louis, un ragazzo così gentile e socievole, a stare con una come lei.
 
 
-         Senti Styles, forse non te lo dovrei dire ma quel Leesom non piace neanche a me – uno sprazzo di umanità balenò negli occhi di Jane – quindi, te lo dico, sono saliti sulla terrazza della scuola.
 
 
La terrazza, ma certo! Non mi era passato neanche per l’anticamera del cervello di andarli a cercare lassù. Quando realizzai il tutto però mi sentii ancora più furioso.
La terrazza era il posto in cui di solito andavano le coppiette.
 
 
-         Grazie dell’informazione McAllister – lei mi rispose con un cenno del capo e io mi rivolsi a Niall – grazie anche a te amico, ma credo che ora sia meglio che vada da solo.
-         Va bene, ma non fare pazzie, se proprio devi picchiarlo cerca almeno di darti una regolata!
-         Ehm … okay, ci proverò …
 
 
Ed ecco che Harry/Otello riparte all’azione, su di corsa per le scale che portano alla terrazza!
Spalancai la porta e fui costretto a fermarmi un attimo per riprendere fiato.
La terrazza era molto ampia, di forma rettangolare, priva di qualsiasi oggetto d’arredamento come sdraio o tavolini ma ricca di fiori e piante.
Due alberi di limoni erano posti ai lati della porta da dove ero entrato e diffondevano un fresco profumo d’estate.
Sopra di me invece erano appesi ad una tettoia dei piccoli vasetti di fiori colorati come campanule azzurrine, margheritine gialle e tulipani rossi.
Di Susan e Kurt però nessuna traccia.
Feci il giro della terrazza, li avrei trovati prima o poi, non potevano sfuggirmi.
Ma … che stavo dicendo? Parlavo come un pazzo psicopatico.
 
Sentii delle voci e poi la sua risata, quella che riusciva sempre a farmi felice. Mi si spezzò il cuore, anche lui riusciva a farla ridere così?
Eccoli, se ne stavano con i gomiti appoggiati sul parapetto e lo sguardo rivoltò verso il panorama che si affacciava verso la piccola cattedrale di Holmes Chapel.
Non erano esageratamente vicini, non si sfioravano neanche, ma vederli lì a ridere e scherzare insieme mi fece ribollire di rabbia.
Quando fui abbastanza vicino a loro, tossicchiai per attirare l’attenzione.
Susan si girò e mi sorrise, non sembrava affatto turbata, come se non avesse assolutamente niente da nascondermi, Kurt invece, sembrava piuttosto infastidito dalla mia interruzione.
 
 
-         Cosa vuoi ehm … come ti chiami …
-         Styles, Harry Styles! – ecco, ci mancava solo la presentazione alla James Bond – e quella con cui ci stai spudoratamente provando è la mia ragazza!
-         Harry – Susan scosse la testa ridendo – stiamo solo parlando.
-         Si, forse per te è così – le dissi con tono molto più duro di quanto volessi – ma non per lui. Credimi Susan, io so bene come vanno queste cose, nessuno meglio di me sa quali sono le mosse più giuste per conquistare una ragazza. Io con te le ho provate quasi tutte ma non hanno funzionato subito. E tu! – puntai il dito contro Kurt – non puoi pensare di venire qui e portarmela via dopo tutti gli sforzi che ho fatto per farmi apprezzare da lei.
-         Harry … - Susan mi guardò incredula senza sapere cosa dire.
 
 
Kurt era stato preso di contropiede, cosa che probabilmente non gli accadeva molto spesso.
Spostò lo sguardo da me a Susan e di nuovo da Susan a me, poi alzò le braccia in segno di resa.
 
 
-         Eh va bene Styles, io getto le armi, a quanto pare tieni molto a questa ragazza – detto questo si allontanò e io tenni lo sguardo fisso di lui finchè non scomparve, come se avessi paura che da un momento all’altro tornasse indietro per rapire Susan e portarla via in groppa al suo cavallo bianco.
 
 
Okay Harry, adesso stai davvero esagerando!
 
Quando mi voltai verso Susan lei stava soffocando una risata.
 
 
-         Cosa c’è di tanto divertente?
-         Oh, scusa Harry – non riuscì più a trattenersi e scoppiò in una risata cristallina – ma non pensavo che tu potessi diventare così geloso!
-         Io? Geloso? Ma figurati! – si certo, a chi volevo darla a bere?
 
 
Era chiaro che fossi geloso, tra l’altro, se Susan era riuscita a farsi abbindolare così facilmente da Kurt, voleva dire che era ben lontana dall’essere innamorata di me.
Addio scommessa!
 
 
-         Non fare il bambino Harry! – si avvicinò a me lentamente – ammettilo che eri geloso.
-         Bè, tanto ormai l’hai capito da sola, e comunque hai ragione, ero e sono tuttora geloso!
-         Perché? Non ne hai nessun motivo, Kurt non vale niente per me!
-         È questo che mi preoccupa – dissi abbassando la voce quasi in un sussurro.
 
 
Si era alzata una leggera brezza che scompigliò alcune ciocche dei capelli di Susan che le erano sfuggite dalla coda di cavallo.
Quei capelli … erano sempre in disordine eppure lei riusciva sempre ad apparire perfetta.
 
 
-         Ho paura di non valere niente per te esattamente come Kurt e tanti altri ragazzi che ci hanno provato con te in precedenza – le dissi tenendo lo sguardo basso per l’imbarazzo. Non avevo mai fatto un discorso del genere ad una ragazza.
-         E allora io cosa dovrei dire? Pensi che sia facile stare con un uno che si è fatto tutte le più belle ragazze della scuola? – Susan al contrario di me in quel momento era molto più sfacciata e mi costrinse a guardarla negli occhi – come posso fidarmi dei tuoi sentimenti?
-         Ti puoi fidare Susan, te lo assicuro. Io piuttosto come faccio?
-         È semplice Harry …
 
 
Annullò quella poca distanza tra di noi con un unico passo in avanti.
Mi prese la mani tra le sue e mi sorrise arrossendo lievemente.
 
 
-         Perché io ti amo Harry, per questo puoi fidarti di me.
 
 
Si alzò in punta di piedi e mi baciò sulle labbra in modo così lieve che mi sembrò quasi che un petalo di rosa mi avesse sfiorato la bocca.
Io mi ero trasformato in una statua di pietra. Il mio cervello produceva solo una specie di ronzio impedendomi di ragionare e di realizzare al pieno le sue parole.
“Perché io ti amo Harry … ti amo Harry …”
L’aveva detto sul serio? Non me lo ero sognato, vero?
 
 
-         Ah, e un’altra cosa – disse tornando a guardarmi in faccia – basta con questa storia della relazione aperta, io voglio essere la tua ragazza!
 
 
 
 
 E COSI’, HARRY HA VINTO LA SCOMMESSA, CIO’ VUOL DIRE CHE NEL PROSSIMO CAPITOLO ZAYN DOVRA’ SCONTARE LA SUA PENITENZA! (Muahhahahaah)
COMUNQUE, QUESTO ERA IL NONO CAPITOLO (Capitan Ovvio alla riscossa!)
 CHE NE PENSATE? FATEMELO SAPERE!
BACI SAM
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Malik! Stop Running Naked! ***


CAPITOLO  10:  MALIK! STOP RUNNING NAKED!
 
-          Harry … non voglio farlo!
-          Mi dispiace Malik ma hai perso la scommessa!
 
Io e i ragazzi ci eravamo riuniti all’ingresso della scuola per assistere allo “spogliarello” di Zayn.
I patti erano questi: lui si spogliava, cominciava a correre per le scale, passava per la sala professori e tornava al punto di partenza dove poi aveva il permesso di rivestirsi.
 
-          E se mi espellono dalla scuola? E se lo dicono ai miei genitori? E se …
-          E se, e se, e se … guarda che non hai altra scelta, devi farlo per forza!
-          Avanti Zayn – intervenne Niall – l’hai già fatto una volta, non sarà poi così terribile
-          Harry non potresti semplicemente cambiare penitenza? – propose Liam che non poteva più sopportare di vedere il suo amico Zayn in quello stato di ansia – o magari evitare di farlo sfilare in mezzo ai professori!
-          Assolutamente no! Abbiamo fatto un patto circa un mese fa e lui lo deve rispettare!
-          Ha ragione – si rassegnò Zayn – devo affrontare le conseguenze delle mie azioni. Fermatemi in tempo la prossima volta che vorrò fare una scommessa con Hazza!
 
Detto questo, cominciò a sfilarsi i vestiti mentre io, Niall e Louis eravamo già piegati in due dalle risate.
Liam come al solito stava dimostrando un certo autocontrollo ma dal colore paonazzo delle sue guancie capii che era sul punto di scoppiare da un momento all’altro.
E fu così che Zayn  restò completamente nudo come mamma l’ha fatto.
 
-          Un giorno mi vendicherò Styles, questa è una promessa! – disse prima di cominciare a correre in direzione delle scale.
 
Subito noi lo seguimmo, anche Liam che nel frattempo si stava quasi rotolando a terra dalle risate.
Zayn correva come un pazzo senza neanche preoccuparsi di coprirsi i “gioielli di famiglia” e ogni ragazza che incontravamo cominciava a urlare mentre i ragazzi distoglievano lo sguardo imbarazzati.
Mi sentii quasi in colpa, doveva essere davvero imbarazzante per lui …
Okay, lo ammetto, non mi sentivo affatto in colpa, era troppo divertente!
 
 
-          Venite signori e signore ad ammirare Zayn Malik in tutta la sua magnificenza!
 
Una ragazzina del primo anno con un paio di enormi occhiali da nerd uscì dalla sua stanza e quando Zayn le passò davanti svenne a terra.
Persino Beatrice Lee, che di caz … ehm, di” organi maschili” ne aveva visti tanti, si scandalizzò a tal punto da rimanere bloccata in mezzo al corridoio a bocca spalancata.

 
-          Ma … che state facendo?
-          Oh, Zayn era un po’ accaldato – le risposi io – sai com’è, non esiste più la mezza stagione e siamo passati dal gelo dell’inverno all’afa dell’estate!
 
La lasciai con un espressione sconcertata a ricominciai a correre dietro Zayn che sotto sotto si stava divertendo come una matto.
Voglio dire, stava “esponendo la sua merce” davanti a tutte le ragazze della scuola, sicuramente la cosa avrebbe tratto a suo vantaggio.
Giunti davanti alla sala professori io e i ragazzi ci fermammo mentre Zayn continuava la sua folle corsa.
Sentimmo delle urla micidiali e alcune delle professoresse più impressionabili scapparono a gambe levate come se avessero appena lanciato una bomba.
Mentre aspettavamo che uscisse, ci raggiunse anche Susan.
 
-          Si può sapere cosa sta facendo Zayn?
-          Corre nudo per la scuola! – le risposi come se fosse una cosa assolutamente normale.
-          Ma grazie Capitan Ovvio!
-          Ha perso una scommessa – le spiegò Niall tra una risata e l’altra
-          Che scommessa?
 
Niall fece per risponderle ma io lo fermai dandogli un calcio negli stinchi.
Poco dopo Zayn uscì dalla sala professori mentre Mr Jenkins lo malediceva in tutti i modi possibili.
 
-          Malik! La smetta di correre nudo!
 
La coordinatrice scolastica venne fuori correndo con un telo tra le mani.
 
-          Si metta addosso questo, la prego, un po’ di pudore!
 
Ma Zayn era già sfrecciato via.
 
-          Allora, che scommessa? – insistette Susan mentre ci dirigevamo nuovamente verso l’ingresso della scuola.
-          Bah … a dire il vero non lo sappiamo – ero abbastanza bravo a dire bugie ma quella volta era davvero agitato tanto che cominciai a sudare freddo.
 
Susan mi avrebbe ammazzato se fosse venuta a sapere della scommessa, e quando dico “ammazzato” non intendo in senso metaforico!
 
-          Mmm … non me la raccontate giusta voi quattro – sentenziò lei lanciandoci occhiatine indagatrici.
 
Per fortuna non ebbe il tempo di aggiungere altro perché nel frattempo avevamo raggiunto Zayn che si rivestiva.
 
-          Allora Malik, ti sei divertito?
-          È stato … liberatorio!
 
Zayn rideva, esattamente come tutti noi, finchè non alzò lo sguardo verso di me con un espressione allarmata.
 
-          Che succede?
 
Lui indicò un punto alle mie spalle e solo quando mi rigirai capii che non stava guardando me ma un uomo grande e grosso come un armadio, con un espressione corrucciata e gli occhi iniettati di sangue che se ne stava in mezzo alla sala di ingresso con le mani sui fianchi.
Era il preside della HCU, Mr Brenson.
Faceva davvero paura!
 
-          Malik Zayn? – tuonò con il suo vocione da baritono.
-          Ehm … si?
-          Nel mio ufficio, subito!
 
Zayn si rinfilò alla svelta le scarpe che ancora giacevano sparse sul pavimento di marmo e seguì Mr Brenson verso il suo ufficio lanciandoci occhiate supplichevoli che sembravano dire “vi prego, fate qualcosa!”
Avrei voluto aiutarlo … ma come?
Quando i due svoltarono l’angolo scomparendo dalla nostra vista, nell’ampio salone d’ingresso calò il silenzio più totale.
Zayn era finito nei guai e per colpa mia, adesso si che mi sentivo davvero in colpa!
 
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In attesa di avere notizie di Zayn, io e Susan decidemmo di andare a farci una passeggiata.
Avrei voluto sfogarmi con lei e dirle di quanto mi sentissi in colpa ma se lo avessi fatto avrebbe capito che ero coinvolto nella scommessa e avrebbe ricominciato a farmi domande su domande.
Da quando stavamo insieme ufficialmente le cose tra di noi erano un po’ cambiate.
Lei era diventata più affettuosa e io sempre di meno.
Non è che non mi piacesse più , semplicemente all’improvviso mi sentivo piuttosto spaventato, stava succedendo tutto troppo in fretta.
Sentirmi dire “ti amo” da lei era stato bellissimo ma poco dopo mi ero reso conto che non sapevo come affrontare una situazione del genere.
La cosa peggiore era che io non le avevo mai detto di amarla ma mi sentivo come se fosse mio dovere farlo.
Le cose però non potevano andare così, non potevo dirle una cosa così importante solo perché lei l’aveva detta a me, dovevo sentirlo veramente nel profondo del mio cuore.
Ero così assorto nei miei pensieri che non mi accorsi nemmeno che Susan mi aveva condotto all’interno di una foresta fuori dalle mura del college.
 
-          Dove stiamo andando?
-          Voglio farti vedere un posto che abbiamo scoperto io e Jane la scorsa settimana !
 
Mi sentii lusingato, se Susan voleva condividere con me qualcosa scoperto insieme alla sua migliore amica allora voleva dire che ero diventato davvero importante per lei.
La seguii su per un pendio fangoso finché non ci ritrovammo davanti ad uno strapiombo dove, sul fondo, scorreva un piccolo corso d’acqua.
Susan cominciò a scendere appoggiandosi i con le mani agli alberi per non perdere l’equilibrio e io feci altrettanto.
All’interno della foresta era piuttosto umido e c’era un forte odore di legna fresca.
Ero quasi sicuro che ci fosse un sentiero molto più agibile per raggiungere qualsiasi posto avesse scelto Susan ma lei non faceva altro che decantare il suo spirito d’avventura e se c’era qualcosa di pericoloso da fare ci si buttava a pesce.
Gettai un’occhiata verso lo strapiombo e deglutii, era davvero altissimo!
 
-          Ci siamo quasi – mi annunciò Susan che continuava a camminare davanti a me dandomi le spalle.
 
Ancora qualche metro e ci ritrovammo ad attraversare un ponticello di pietra che sarebbe potuto crollare sotto ai nostri piedi da un momento all’altro.
Ma chi me lo aveva fatto fare di seguirla fin laggiù?
Sarei morto, ne ero certo!
Intanto, gli argini del fiume si erano visibilmente allargati fino a formare un piccolo stagno di acqua limpida e scintillante sotto ai raggi del sole pomeridiano che filtravano attraverso i rami e le foglie delle grandi querce che ci circondavano.
Stavamo ancora attraversando il ponticello quando di botto Susan si fermo per sedersi sul bordo.
Si tolse prima le scarpe e poi i vestiti, rimanendo solo in biancheria intima di pizzo bianco, poi, dopo avermi rivolto un’occhiatina divertita, si tuffò in acqua.
 
-          No, Susan! – provai ad afferrarla per un braccio ma mancai la presa e non potei fare altro che aspettare che tornasse a galla.
 
Ti prego, ti prego, ti prego, Dio se riesci a sentirmi fa che quella pazza scriteriata non muoia!
Poco dopo la testa di Susan riaffiorò dalla superficie piatta dell’acqua.
 
-          Cosa fai lì impalato? – mi urlò – avanti, tuffati! L’acqua è bellissima!
-          Ma sei matta? Scommetto che è anche gelida!- replicai io facendo un passo indietro - e poi chi mi dice che non è popolata da rane velenose o anguille? Io odio le anguille, mi fanno schifo, sono così viscide!
-          Ah, Harry – sospirò lei rassegnata – sei proprio una femminuccia! Aiuto, aiuto, sono Harry “hopauradiqualsiasicosa” Styles, vi prego aiutatemi,  delle anguille malefiche mi vogliono uccidere! – aggiunse facendomi il verso.
-          Non ti conviene provocarmi Jepsen!
-          Ah si? -  sorrise maliziosamente e poi cominciò a battere le mani sulla superficie dell’acqua tanto che gli schizzi arrivarono fino a me bagnandomi dalla testa a piedi.
 
Istintivamente indietreggiai di nuovo finché non mi ritrovai in bilico sul bordo del ponticello.
Non devo cadere, non devo cadere!
SPLASH! Persi l’equilibrio e caddi in acqua.
 
-          È freddissima! – strillai.
 
Raggiunsi la sponda a nuoto e mi tolsi i vestiti zuppi rimanendo in mutande. Per fortuna che non mi ero portato dietro il cellulare!
Mi rituffai in acqua. Era molto più calda di quanto mi fosse sembrato in un primo momento ed era anche stranamente piacevole.
 
-          Ti sei deciso finalmente! – Susan nuotò verso di me e mi gettò le braccia al collo rischiando di farci affogare entrambi.
-          Ehi, vacci piano! Non sono un nuotatore provetto!
-          Te la stai cavando bene invece … facciamo una gara?
 
Prima ancora di lasciarmi rispondere  (e la risposta sarebbe stata no) cominciò a nuotare a stile libero seguendo il flusso della corrente e io le andai dietro.
Ogni volta che tiravo la testa fuori dall’acqua per prendere aria sentivo il suono della sua risata e inevitabilmente ridevo anche io.
Quando finalmente riuscii a raggiungerla l’afferrai per i fianchi costringendola a fermarsi.
 
-          Eh va bene Jepsen, ti lascio vincere per questa volta!
-          Ma smettila! Ti stavo battendo alla grande!
 
La feci girare verso di me per baciarla.
Stavo davvero bene con lei. Era perfetta: bellissima, simpatica, intelligente, coraggiosa, intraprendente …
Io … io … l’amavo, ma non avevo il coraggio di dirglielo.
Perché mi stavo comportando in modo così codardo?
 
-          Susan, ti devo dire una cosa …
-          Ti ascolto.
-          Io … ti … ti …
 
Il mio discorso fu interrotto a metà dal suono di un cellulare, quello di Susan.
Lei si staccò da me e tornò a nuoto verso il ponticello e, stando attenta a non bagnarlo troppo, sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans.
 
-          Pronto? Ah Louis! Si, è con me … come? Ah certo, torniamo subito. – riattaccò e poi si rivolse a me – coraggio sirenetta Styles, dobbiamo tornare al college per scoprire quale sarà la sorte del nostro Malik, meglio conosciuto come il corridore nudo!
 
 
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Una volta tornato al college, mi feci una bella doccia e poi raggiunsi i miei amici in camera di Zayn ma li trovai in mezzo al corridoio. C’erano tutti tranne Louis.
 
-          Allora? Che è successo? – chiesi preoccupato – ti hanno espulso?
-          No per fortuna – rispose Zayn facendomi tirare un lungo sospiro di sollievo – ma c’è mancato poco, sono in punizione fino alla fine dell’anno, devo soffermarmi tutti i giorni dopo le lezioni, almeno per un’ora, nelle aule a fare pulizia.
-          Ma questa non è la parte più bella – disse Niall soffocando una risata – Mrs Denver, la signora delle pulizie con cui dovrà lavorare, ha fatto della avance a Zayn!
-          Che cosa?
-          Si, si, confermo – intervenne Liam annuendo energicamente – com’è che ha detto? Ah, si: “mi sembra che il signor Malik sia piuttosto ben messo da quelle parti”.
-          Oh mio Dio! – non potei fare a meno di scoppiare a ridere peggio di un invasato – te l’avevo detto Malik che avresti fatto nuove conquiste! Quanti anni ha Mrs Denver? Ottanta?
-          Ne ha sessanta cinque – precisò Zayn offeso – e comunque non ho intenzione di darle spago.
-          E ti credo, l’arresterebbero per pedofilia!
 
Scoppiamo a ridere sonoramente, tutti tranne Zayn, e in quel momento sentii la mancanza del mio migliore amico, quello che sicuramente avrebbe fatto le battute più divertenti.
 
-          Ma dov’è Louis?
-          Stava con Jane – mi rispose Liam – ha detto che ci avrebbe raggiunto il prima possibile!
-          Comunque Harry ti devo fare i miei complimenti per aver vinto la scommessa – si congratulò Zayn – sei riuscito a far innamorare Susan e, anche se questo mi ha quasi fatto espellere, sono contento per te, almeno verrò per sempre ricordato in questa scuola!
 
Proprio in quel momento Louis ci raggiunse correndo.
 
-          Eccomi, eccomi! Sono qui!
 
Si fermò davanti a noi piegandosi in due con le mani poggiate sulle ginocchia per riprendere fiato.
 
 
-          Spero che non abbiate detto niente di compromettente – disse poi quando fu di nuovo in grado di parlare – Kurt Leesom era nascosto dietro l’angolo ad origliare ma se ne è andato appena mi ha visto arrivare.
-          No Louis – dissi io – non abbiamo detto nulla di compomet …
 
Mi fermai di colpo. Un momento, Kurt aveva sentito anche della scommessa?
Cazzo, cazzo e arcicazzo! Sarebbe subito andato a dirlo a Susan!
 
-          Ragazzi, pensate anche voi quello che penso io? – chiesi allarmato.
-          Si – confermò Zayn – e temo che tu sia nei guai amico!
 
 
CAPITOLO 10, FINALMENTE HO TROVATO L’ISPIRAZIONE E L’HO FINITO.
DEVO DIRE CHE MI PIACIUCCHIA ABBASTANZA E  A VOI? FATEMELO SAPERE!
AH, SE VI VA DATE UN’OCCHIATA ALL’ALTRA MIA FF: A BIT OF LOVE/HATE.
BACI SAM 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: You broke my heart for a bet ***


CAPITOLO 11: YOU BROKE MY HEART FOR A BET
 
Maledetto Kurt Leesom, se solo avesse provato a mettersi tra me e Susan io …
Frena un secondo Harry, sei tu quello che ha sbagliato, non avresti dovuto scommettere sui sentimenti di una ragazza.
Mi sentivo un verme viscido e rivoltante, mi odiavo a morte per quello che avevo fatto e me la stavo letteralmente facendo sotto dalla paura, non osavo nemmeno immaginare cosa sarebbe stata capace di fare Susan se fosse venuta a conoscenza della realtà
Per una volta però, dovevo essere maturo e prendermi le mie responsabilità, per questo decisi di andare a parlare con lei prima che lo facesse Kurt.
Le avrei detto tutta la verità, ma le avrei anche detto che l’amavo, che non era mia intenzione ferirla e soprattutto che farmi amare da lei era molto meglio che vincere una stupida scommessa.
 
-          Sei sicuro di volerlo fare? – Louis mi accompagnò per un tratto di strada fino alla camera di Susan.
-          Si, devo, non posso fondare la mia relazione su una bugia, l’importante è che Susan sappia che la amo davvero.
-          Wow amico … - Louis scosse la testa incredulo – tu innamorato? Non avrei mai pensato di sentirti pronunciare certe parole!
-          Che ci posso fare? – risposi con una scrollata di spalle – Susan mi ha cambiato, mi ha reso … migliore.
 
Ormai eravamo giunti davanti alla sua camera, non mi restava altro che bussare e prepararmi ad essere veramente sincero con una ragazza per la prima volta nella mia vita.
 
-          Buona fortuna Harry – Louis mi abbracciò scompigliandomi i capelli con una mano – spero che le cose vadano bene, tu e Susan siete una coppia per cui vale la pena fare il tifo!
-          Grazie amico, ti voglio bene …
 
Osservai Louis mentre tornava indietro attraversando il lungo corridoio spoglio e deserto finché non lo vidi entrare nella sua stanza.
Mi voltai verso la porta bianca che mi stava davanti.
Come l’avrebbe presa Susan? Si sarebbe arrabbiata tanto?
Forse non avevo paura di scatenare in lei una furia omicida, il mio vero timore era quello di ferire i suoi sentimenti, una cosa che non avrei potuto sopportare.
Feci per bussare ma il mio pugno rimase sospeso per aria perché proprio in quel momento la porta si aprì e davanti a me comparve Kurt Leesom.
Cazzo …
 
-          Guarda, guarda – disse con un sorrisetto sghembo stampato  in faccia che mi fece venire voglia di prenderlo a pugni più del solito – il nostro “giocatore d’azzardo” … ti piacciono molto le scommesse, eh Styles?
 
Dietro di lui apparve Susan che non appena mi vide divenne prima  pallida come un lenzuolo, poi subito dopo rossa di rabbia.
 
-          Grazie per l’informazione Kurt – disse con tono brusco e sbrigativo – adesso puoi anche andare.
 
Kurt sembrò deluso … si aspettava una ricompensa? Voleva forse un applauso per essere riuscito a rovinare tutto?
Uscì dalla stanza e nel farlo mi urtò una spalla. Avrei voluto afferrarlo per  i capelli e sbattergli la testa al muro ma invece lo lasciai andare, c’era qualcosa di molto più urgente da fare prima …
 
-          Susan, io …
 
Lei non mi lasciò neanche il tempo di parlare e sbatté con forza la porta ma io riuscii a bloccarla in tempo prima che si chiudesse ed entrai nella sua stanza.
 
-          Che cosa vuoi Harry? – mi chiese Susan con tono inaspettatamente calmo.
-          Dirti la verità …
-          Non ce n’è bisogno – replicò lei continuando a mantenere un certo autocontrollo – Kurt mi ha già detto tutto. Tu dovevi farmi innamorare di te per vincere una scommessa contro Zayn, è tutto chiaro sai?
-          Si, è vero ma …
-          Ma? Ma cosa? – la sua calma andò a farsi fottere e cominciò ad urlare livida di rabbia – tu sei solo uno stronzo Harry, non ci sono giustificazioni per quello che mi hai fatto!
 
Cominciò a camminare avanti e indietro per tutta la stanza portandosi le mani tra i capelli.
Dovevo pensare assolutamente a qualcosa da dire ma la sua reazione mi aveva lasciato spiazzato.
Si fermò davanti alla mensola dove teneva le sue foto e ne prese in mano una: era di noi due, ce l’aveva scattata Jane dopo i giochi olimpici della HCU, io tenevo in mano la mia medaglia di bronzo mentre con l’altra davo un buffetto sulla guancia di Susan, lei invece mi abbracciava per la vita e sorrideva.
Guardò la foto per qualche secondò poi la sbatte a terra con tutta la forza che aveva facendo frantumare in mille pezzi il vetro della cornice.
 
-          Susan ti prego, non fare così … - provai a calmarla ma non appena feci un passo verso di lei la vidi avvampare ancora di più.
-          Non ti avvicinare a me Styles, non ti azzardare! – urlò rabbiosa
-          Almeno ascoltami, per favore! Io ti amo Susan, ti amo veramente! Non me ne fregava più  niente di quella scommessa, l’unica cosa che mi importava era di essere amato da te!
-          Certo, adesso mi dici che mi ami … sei proprio patetico!
-          È la verità!
-          Vuoi sapere qual è la verità Harry? – il suo tono di voce era tornato calmo ma al tempo stesso freddo e tagliente come una lama d’acciaio – la verità è che tu mi hai spezzato il cuore per una scommessa e io questo non posso perdonartelo …
-          Ma …
-          Basta con questi ma! Vattene, esci subito dalla mia stanza o giuro che ti aizzo contro Jane. Non le ho ancora raccontato niente ma potrei farlo da un momento all’altro e allora  vedrai … non vorrei essere al tuo posto …
-          Va bene, me ne vado – mormorai rassegnato – forse è meglio che tu ti prenda un po’ di tempo per ragionare e far sbollire la rabbia. Sappi solo che io non mi arrenderò così facilmente, saprò trovare un modo per farmi perdonare perché ti amo troppo e non posso sopportare di perderti.
 
Invece di rispondermi Susan mi voltò le spalle e io non potei fare a meno di uscire dalla sua stanza stando attento a non calpestare i pezzi di vetro sparsi sul pavimento.
Tornai nella mia stanza che era completamente vuota, io stesso mi sentivo vuoto.
L’avevo persa, avevo perso l’unica ragazza che avessi mai amato.
Susan, la mia dolce, sfrontata, audace Susan, lei che era riuscita a cambiarmi, lei che aveva reso la mia vita più bella …
Ero stato un cieco e uno stolto a non accorgermi prima di quanto tenessi a lei, adesso avevo rovinato tutto e non potevo di certo dare la colpa a Kurt Leesom.
Certo, se si fosse fatto i cazzi suoi sarebbe stato meglio ma ero io lo stronzo, ero io ad aver spezzato il cuore di Susan.
“Mi hai spezzato il cuore per una scommessa”, quelle parole avrebbero continuato a perseguitarmi in eterno se non avessi trovato subito una soluzione.
Mi sdraiai sul letto e cominciai a pensare ad un modo per farmi perdonare.
Dovevo fare qualcosa di romantico, eclatante, indimenticabile, qualcosa che non sarebbe passato inosservato agli occhi di nessuno, qualcosa che rivelasse al mondo quanto ero innamorato e pentito.
 
-          Harry … - Liam entrò nella nostra stanza e mi guardò preoccupato – tutto bene?
-          Si, tutto bene … - risposi io con voce piatta – ho bisogno del tuo aiuto però …
-          Per fare cosa?
-          Per fare la più grande dichiarazione d’amore di tutti i tempi. Una dichiarazione d’amore che passerà alla storia!
 
 
CAPITOLO 11, DICIAMO CHE E’ MOLTO BREVE MA INTENSO. CAVOLO, LA NOSTRA SUSAN SI E’ INCAZZATA SUL SERIO!
RIUSCIRA’ HAZZA A FARSI PERDONARE? FACCIAMO TUTTI IL TIFO PER LUI!
RECENSITE MI RACCOMANDO!
BACI SAM 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Ten things I love you about you ***


CAPITOLO 12: TEN THINGS I LOVE ABOUT YOU
 
L’estate ormai era alle porte e presto me ne sarei andato in vacanza con i miei amici, lontano dalle ansie e le preoccupazioni del college, dalle noiose lezioni di Mr Jenkins e dalle estenuanti ore di studio (bè, nel mio caso non erano proprio estenuanti …)
Allora perché non ero felice?
Semplice, perché mi mancava terribilmente Susan.
Per fortuna, grazie all’aiuto di Liam, avevo organizzato un piano infallibile per riconquistarla.
Almeno speravo fosse infallibile …
Era l’ultimo giorno prima delle vacanze estive e come ogni anno i rappresentanti del corpo studentesco (tra cui c’era anche Liam) tennero un discorso nel cortile della scuola.
Era stato allestito un piccolo palco tutto decorato con stendardi e bandiere della HCU, di cui i colori ufficiali erano il  giallo e il viola.
I rappresentanti vi salirono sopra posizionandosi davanti ai microfoni mentre noi altri prendevamo posto tra le lunghe file di sedie disposte ordinatamente una davanti all’altra.
Vidi Susan e Jane sedersi nel fondo  ma Niall ci aveva già riservato dei posti in prima fila.
 
-          È inutile andarci a parlare adesso – mi disse quando presi posto accanto a lui – aspetta che Liam ti dia il segnale …
 
L’idea di utilizzare dei segnali segreti era stata di Louis che per tutto l’anno era entrato in fissa con le sue missioni da agente segreto e se prima faceva finta di comunicare attraverso dei walkie – talkie invisibili, adesso pretendeva che tutti noi imparassimo un segnale da utilizzare ogni volta che c’era una “missione in corso”.
Quel giorno la missione era “aiutare-Harry-a-farsi-perdonare-da-Susan-altrimenti-ci-romperà-le-palle-per-tutta-l’estate-a-causa-delle-sue-disavventure-amorose”.
Già, begli amici, mi stavano aiutando solo per evitare che poi mi lamentassi con loro (questo è quello che dicevano ma io lo sapevo che lo stavano facendo perché in fondo mi volevano bene).
 
-          Benvenuti studenti della Holmes Chapel University – tuonò Gregory Landem, uno dei rappresentati, con la voce amplificata grazie al microfono – siamo giunti alla fine di un altro anno scolastico e …
 
Il discorso era appena iniziato ma la mia mente già vagava da un’altra parte.
Non facevo altro che rigirarmi per guardare Susan.
Kurt Leesom le si era seduto vicino e le parlava animatamente ma lei non sembrava filarselo minimamente e teneva gli occhi fissi sul palco anche se qualcosa mi diceva che anche lei pensava ad altro.
Jane invece mi aveva notato e non faceva altro che lanciarmi occhiate assassine.
Naturalmente Susan le aveva raccontato tutto e adesso mi odiava a tal punto da aver lasciato Louis solo perché era mio amico.
Mi dispiaceva che la loro storia fosse finita a causa mia ma Louis mi aveva rincuorato dicendomi che se ne sarebbe fatto una ragione e che magari, se avessi fatto pace con Susan, anche lui avrebbe avuto una seconda opportunità con Jane.
 
-          Amico, preparati  … – mi avvisò Zayn dandomi una gomitata nelle costole per farmi stare concentrato  - fra poco tocca a Liam …
-          Ti sei ripassato il discorso? – mi chiese Louis indicando il foglio pieno di scarabocchi che tenevo in mano
-          In realtà alla fine non l’ho scritto, credo che improvviserò …
 
Ecco, Liam stava prendendo il posto di Gregory davanti al microfono e mi rivolse un’occhiata d’intesa.
Anche lui pronunciò un lungo discorso che non ascoltai, poi mi fece il segnale segreto, ovvero cominciò a starnazzare come una gallina.
 
“co-co-co-co-co-co-dè!”
 
-          Era questo il tuo famoso segnale segreto? – chiesi a Louis senza riuscire a trattenere una risata.
-          Già … pensi che sia banale?
-          Parecchio ma … ehi! Abbiamo fatto starnazzare Payne davanti a tutta la scuola, batti il cinque amico!
-          Harry! – Liam era rimasto immobile in mezzo al palco ad aspettarmi.
 
Ah già, il piano!
 
-          Voglio dire una cosa anche io! – annunciai alzandomi in piedi – se me lo permettete …
-          Certo Harry, vieni pure – disse Liam facendo finta di essere sorpreso dalla mia richiesta.
 
Diciamocelo, era un buon amico e un ottimo stratega ma davvero un pessimo attore!
Salii sul palco e mi posizionai davanti al microfono.
Tutti gli occhi erano fissi su di me ma io ne cercavo solo un paio in particolare, i più belli di tutti …
 
-          Non devo fare un discorso sulla fine della scuola – la mia dichiarazione provocò un sospiro di sollievo collettivo – ma voglio fare una dichiarazione d’amore!
 
Dalla folla si alzò un coro di “oooh!” e “aaaah” e “quando si mangia?”. Ah no, quello era Niall …
 
-          Esatto, voglio fare una dichiarazione a Susan Jepsen!
 
Guardai nella sua direzione e la vidi avvampare mentre tutti si giravano verso di lei con un misto di stupore e curiosità nei loro volti.
 
-          Susan … - continuai io - so di averti ferito ma voglio che tu sappia una cosa: io ti amo veramente e, a prescindere dalla scommessa, sono felice che tu ricambi i miei sentimenti.
 
Si creò un brusio di sottofondo e dovetti aspettare per parecchio tempo prima di continuare.
 
-          Ehi voi! – Jane si alzò in piedi sulla sua sedia e lanciò a tutti una delle sue occhiatacce più minacciose – lasciatelo parlare altrimenti dovrete vedervela con me!
 
A quelle parole, tutti ammutolirono all’istante.
 
-          Grazie Jane – le sorrisi ma lei mi fece una linguaccia – stavo dicendo … Susan, io ti amo, amo davvero tutto di te … amo il suono della tua risata, è come una melodia. Amo i tuoi capelli sempre in disordine perché diamine, ti rendono davvero sexy! – la vidi diventare ancora più rossa ma invece di abbassare lo sguardo continuò a fissarmi come se fosse una sfida – amo la tua passione per la musica rock anche se frequenti certi posti improponibili – rabbrividii al ricordo degli uomini tarchiati del pub ma al tempo stesso sorrisi divertito – amo il sapore delle tue labbra, sanno di melograno! Amo la tua finezza pari a quella di uno scaricatore di porto – si sollevò un’ondata di risate a cui si unì anche Susan – amo il tuo sarcasmo. Amo il profumo della tua pelle. Amo le tue buffe imitazioni di Beatrice Lee – quest’ultima si alzò dalla sua sedia indignata e si voltò verso Susan che per tutta risposta le mostrò il dito medio – amo il tuo continuo desiderio di avventure, anche se sono quasi precipitato in un dirupo – okay non era vero ma avevo davvero avuto paura di morire durante la nostra ultima escursione – e infine amo il tuo essere scorbutica, acida, cinica … ma anche tanto dolce … Susan, mi puoi perdonare?
 
Calò il silenzio più totale mentre l’attenzione di tutti si spostava nuovamente su di lei.
Susan si alzò e cominciò a camminare verso di me.
Non sorrideva più e non era neanche rossa in volto, in realtà non lasciava trasparire nessuna emozione sul suo viso d’angelo.
Salì sul palco e si pose davanti a me guardandomi dritto negli occhi.
In quel momento era come se fossimo da soli ma in realtà più di cinquecento studenti erano lì con il fiato sospeso.
Era arrabbiata? Avevo esagerato? Mi odiava ancora più di prima?
 
-          Styles …  
 
Ecco lo stava per dire, stava per dire davanti a tutti che non mi avrebbe mai perdonato, anzi, ancora peggio, mi stava per prendere a schiaffi …
 
-          Certo che ti perdono!
 
Ecco lo sapevo che non … aspetta un secondo, che ha detto?
 
-          Mi perdoni?
-          Si … - mi confermò lei con un dolce sorriso.
 
Oh mio Dio, aveva funzionato, ce l’avevo fatta!
 
La sollevai da terra e la feci volteggiare mentre tutti intorno a noi applaudivano.
Non mi ero mai sentito così felice.
 
-          Te lo prometto Susan, non ti ferirò mai più!
-          Lo so Harry – rispose lei ridendo – altrimenti ti castro – aggiunse poi sotto voce.
 
Risi di gusto e poi la baciai.
Quella era la ragazza che amavo.
Quella era la ragazza che mi amava.
Quelli eravamo NOI.
Harry e Susan.
 
 
OKAY VADO DI FRETTA E NON POSSO SCRIVERE TANTO. SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO MA NATURALMENTE LA STORIA NON E’ ANCORA FINITA (ANCHE SE MANCA POCO!)
NEL CAPITOLO PRECEDENTE HO RICEVUTO POCHE RECENSIONI, FORSE NON VI ERA UN GRANCHE’ ….
SPERO CHE QUESTO SIA MEGLIO, RECENSITE!
VI ADORO TUTTI, BACI SAM 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Seven Dwarfs ***


CAPITOLO 13: SUMMER TIME
 
Okay, non solo Susan era la ragazza dei miei sogni ma … aveva una casa con tanto di piscina!
Wow, una donna da sposare, dico sul serio!
Era estate, faceva un caldo pazzesco e stavo impazzendo a stare tutto il giorno chiuso in casa con il ventilatore a palla, senza contare che qui rompipalle dei miei amici stavano sempre in mezzo ai piedi e mi costringevano a fare loro da schiavo solo perché erano miei ospiti.
 
“Harry portami l’acqua, Harry fammi un massaggio, Harry sventolami con una rivista …”
 
Insomma, il caldo non era l’unica cosa che non riuscivo più a sopportare …
Quando Susan ci aveva invitato a casa sua a Canterbury, nessuno di noi aveva mostrato troppo entusiasmo ma quando aveva aggiunto che suo padre aveva costruito una piscina in giardino allora si, avevamo accettato subito.
Tanto per darvi un’idea di quanto fossimo disperati …
Casa Jepsen era assolutamente deliziosa. Si trattava di un cottage su due piani che sembrava uscito direttamente da un libro di favole, non mi sarei stupito se da un momento all’altro fossero usciti i sette nani canticchiando “ehi ho, ehi ho, andiamo a lavorar!”
Il giardino poi era un vero gioiellino, la madre di Susan faceva la botanica e aveva creato un piccolo angolo di paradiso con tutte quelle rose rosse, gli alberi di ciliegie e i cespugli fioriti.
La piscina troneggiava proprio nel bel mezzo del giardino e la sua superficie cristallina era davvero invitante.
 
-          È fantastico! – mi disse Niall estasiato – credo che verrò a trovare più spesso la tua ragazza durante l’estate!
-          Si, tutto bellissimo qui  - osservò Louis che era stato piuttosto nervoso per tutta la mattinata – speriamo solo che non abbia invitato anche …
-          Jane!
-          Esatto, proprio lei!
-          No, volevo dire che Jane è qui!
-          Che cosa?
 
A differenza di me e Susan, Louis e Jane non avevano fatto pace. La cosa più ridicola era che non avevano avuto neanche un valido motivo per litigare.
Sicuramente, se avesse saputo prima che sarebbe venuta anche lei, Louis non ci avrebbe seguito fino a Canterbury ma ormai eravamo lì e Jane, con i capelli biondi tagliati a caschetto e la sua solita espressione strafottente, veniva verso di noi.
 
-          Salve a tutti – disse con tono piatto – è davvero bello … bè, insomma, diciamo che sono abbastanza contenta di rivedervi …
-          Oh, mi raccomando non ti sbilanciare troppo – commentò Louis con voce tagliente
-          Oh Tomlinson, non sono affatto contenta di rivedere te!
-          E io di vedere te!
-          Okay, adesso basta! – Susan stava uscendo dalla porta sul retro della cucina con un vassoio di biscotti fatti in casa e un bottiglia di succo di frutta all’arancia – smettetela di litigare voi due e facciamo un bella merenda.
 
Ci riunimmo tutti in cerchio sdraiati sull’erba appena tagliata, proprio sotto l’ombra di un enorme quercia secolare.
Era tutto perfetto. Il sole, le risate, la natura che ci circondava …
Se solo e Louis avessero smesso di battibeccare almeno per un secondo …
 
-          Dobbiamo fare qualcosa per quei due –mi disse Susan in confidenza – se noi siamo riusciti a superare tutti i nostri problemi possono farlo anche loro!
-          Hai ragione, ma come facciamo?
-          Io avrei un’idea … - rispose con un sorriso furbetto
-          Cioè?
-          Tu seguimi e basta …
 
Si alzò da terra e io feci altrettanto, non avevo idea di cosa avesse in mente ma decisi di fidarmi del suo istinto.
 
-          Jane, Louis, venite ad aiutare me ed Harry a portare le altre cose da mangiare!
-          Ci sono altre cose da mangiare? – esclamò Niall mentre il suo sguardo si illuminava – vi aiuto io a portarle!
 
Il biondino balzò in piedi come una molla ma io lo afferrai per una spalla e lo costrinsi a risedersi per terra.
 
-          Stai buono Horan, te la portiamo noi la pappa …
 
Sbuffando e imprecando, Jane e Louis si alzarono seguendoci verso la cucina.
 
-          Mi vuoi dire cosa hai intenzione di fare? – sussurrai a Susan
-          Adesso lo vedrai …
 
Anche la cucina, come tutto il resto della casa, era molto fiabesca, perfetta in ogni minimo particolare, dai barattoli di marmellata perfettamente disposti sulle mensole, alle mattonelle giallo limone delle pareti con su disegnati tanti piccoli mughetti.
Susan aprì la porta di una dispensa che conteneva qualsiasi cosa possibile e inimmaginabile: pane fresco, latte, merendine confezionate, farina, legumi, sacchi di patate … perfino Niall non sarebbe mai riuscito a mangiare tutta quella roba.
 
-          Scusa Louis, tu che sei alto, potresti aiutarmi a prendere quella scatola di cereali lassù?
-          Si, certo Susan, lo farò perché sono una persona gentile al contrario di qualcun altro!
 
Ogni riferimento a Jane McAllister è puramente casuale!
Louis si alzò in punta di piedi ma nonostante fosse davvero alto non riusciva comunque ad arrivare alla scatola di cereali che si trovava sullo scaffale più alto di tutti.
 
-          Lo vedi che sei un incapace? – sbuffò Jane entrando a sua volta nella dispensa.
 
E fu allora che capii il piano! Susan prontamente chiuse la porta lasciandoli da soli lì dentro.
 
-          Che cazzo succede? – strillò Jane da dentro – fateci uscire!
-          Jepsen, Styles, non è divertente! Non voglio restare qui dentro con questa pazza isterica!
-          E invece ci resterete finché non avrete chiarito!
 
I due però non si rassegnarono e continuarono a battere i pugni contro la porta e urlare come due dannati.
 
-          Si calmeranno prima o poi – disse Susan prendendomi per mano e riportandomi fuori all’aria aperta
-          Bell’idea amore, almeno se proprio devono continuare a litigare non ci daranno fastidio!
-          Bè, non era proprio questa la mia idea ma … aspetta, mi hai chiamato amore?
-          Si … - risposi io passandomi una mano dietro al collo – perché, ti da fastidio?
-          No, credo di no … - mi sorrise quasi stupita della sue stesse parole – amore!
 
Quel pomeriggio lo passammo tutto il tempo in piscina a tuffarci e schizzarci come bambini dell’asilo.
Zayn, l’unico che non sapeva nuotare, se ne stava seduto sul bordo con le gambe a penzoloni nell’acqua  e gli occhiali da sole calati sul naso.
 
-          Se non vuoi fare il bagno almeno bagnati un po’ – gli disse Liam che stava in acqua da così tanto tempo da avere le labbra viola e le dita delle mani tutte raggrinzite
-          Non se ne parla! Non posso rovinare i miei capelli perfet … aaaaaaah! Niall!
 
Il biondino era avanzato di soppiatto verso di lui per poi versagli addosso una secchiata di acqua gelida.
 
-          Scusa Malik ma mi sembravi un po’ accaldato!
 
Zayn cominciò a rincorrerlo per tutto il giardino mentre noi ci godevamo la scena divertiti.
 
-          Che matti! – commentò Susan ridendo.
 
Era da più di un’ora che stavamo a mollo ma non eravamo stufi. Io stavo con la schiena appoggiata alla parete della piscina e lei avvinghiata a me come un koala, con le gambe intorno ai miei fianci e le braccia intorno al mio collo.
 
-          Già, non mi aspettavo uno scherzo del genere da Niall – risposi io – di solito questi scherzi li fa … Louis!
-          Oh mio Dio! Ce li siamo dimenticati nella dispensa!
 
Saltammo fuori dall’acqua correndo verso la cucina.
Ecco, questa è la volta buona che il mio migliore amico mi ammazza!
 
-          Non sento rumori – disse Susan preoccupata accostando un orecchio alla porta – secondo te sono…. Sono …
-          Morti?
-          Ma no scemo! Volevo dire svenuti.
 
Aprii piano piano la porta ed entrambi ci preparammo al peggio.
Le opzioni erano due: o erano svenuti, o stavano aspettando che aprissimo per poi saltarci addosso e farcela pagare.
E invece … ah!
Louis e Jane si stavano baciando in modo davvero poco casto e sicuramente erano sul punto di andare oltre ma la nostra presenza li fermò.
 
-          Ehi voi! Stavamo discutendo!
-          Certo, “discutendo” …
-          Esatto, discutendo! Ora se non vi dispiace – Louis richiuse la porta della dispensa con un tonfo
 
E così avevano fatto pace anche loro alla fine, tutto è bene quel che finisce bene.
 
-          Siamo stati grandi! – esclamai abbracciando Susan
-          Veramente ho fatto tutto io …
-          Dettagli …
 
Mi prese per mano e mi condusse al piano di sopra dove c’era la sua stanza che non era tanto diversa da quella in cui viveva al college.
Le pareti erano sempre tappezzate di poster e su ogni singola mensola erano disposte almeno una decina di foto incorniciate.
Si buttò sul grande letto a due piazze trascinandomi con se e appoggiò la testa sul mio petto.
 
-          La sai una cosa Harry? Mi sento davvero tanto felice!
-          Sul serio? Lo sono anche io …
-          Sento che quest’estate sarà davvero speciale perché la passeremo insieme
-          Oh mio Dio, mi sta per venire un colpo – esclamai portandomi una mano all’altezza del cuore – da quando sei così sdolcinata?
-          Che idiota che sei! – borbottò lei dandomi un pugno sulla spalla
-          Ecco, adesso ti riconosco!
 
Le presi il mento tra le dita facendole alzare lo sguardo verso di me e le stampai un lieve bacio sulle labbra che lei ricambiò andando oltre.
Fui invaso dal suo profumo mentre la sua morbida bocca si modellava con la mia.
Passò le sue mani fresche lungo il mio petto mentre le sue labbra si spostavano lungo il profilo del mio collo.
 
-          Che c’è Jepsen? Anche tu vuoi “discutere” come Louis e Jane?
-          Zitto e baciami Styles!
 
La baciai, eccome se la baciai! Le mie labbra si spostarono velocissime dalla sua bocca alle spalle e poi sempre più in giù.
La sua pelle era liscia e morbida e rabbrividiva appena sotto il mio tocco.
Rise quando le passai una mano sul fondoschiena.
 
-          Vedo che anche tu hai voglia di discutere Styles …
-          Oh si, adoro discutere con te!
 
Rise di nuovo ma poi si fermò prendendomi il viso tra le mani.
 
-          Ti amo Harry!
-          Ti amo anche io, e non vedo l’ora di passare l’intera estate con te!

 
CAPITOLO 13!!! IL PROSSIMO CREDO CHE SARA’ L’ULTIMO PURTROPPO, HARRY E SUSAN MI MANCHERANNO …
CHE NE PENSATE DI QUESTO? RECENSITE MI RACCOMANDO!
UN BACIO A TUTTI, VI ADORO!
BACI 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: London to Ibiza ***


CAPITOLO 14: LONDON TO IBIZA
 
Quella fu l’estate più emozionante della mia vita!
Se avessi dovuto scrivere una lista di tutte le cose fatte avrei finito un’intera risma di fogli.
Da dove cominciare quindi? C’erano stati dei giorni di totale relax a casa di Susan, a Canterbury, poi eravamo andati a trovare i parenti di Niall in Irlanda, poi eravamo andati a Londra per qualche giorno e poi…
Oh no, se comincio a raccontare non la  finisco più!
La cosa che  mi emozionava di più però era il nostro imminente viaggio per Ibiza, la meta che avevamo scelto per concludere le vacanze estive.
Come al solito ci muovevamo in branco, stretti stretti l’uno all’altro come i pinguini quando covano, non so se avete presente il film “La Marcia dei Pinguini” … okay, lasciamo stare!
E così io, Susan, Jane, Louis, Zayn, Liam, Niall e Danielle, in una calda mattinata di fine agosto prendemmo prima l’aereo da Londra diretto in Spagna e poi il traghetto per Ibiza.
Inutile dire che un gruppo di ragazzi scapestrati e casinari come noi avrebbe trovato pane per i propri denti in un posto del genere.
 
-          Andiamo in discoteca! – esordì Zayn non appena ci fummo sistemati in albergo
-          Malik, datti una calmata! – lo ammonì Liam – sono solo le tre del pomeriggio, non credo che a quest’ora le discoteche siano aperte …
-          Ah … e allora che facciamo?
-          Si va in spiaggia naturalmente! – trillò Daniele tirando fuori dalla borsa da mare di paglia una guida turistica di Ibiza – ci sono decine di spiagge meravigliose tra cui scegliere! Per esempio … Talamanca: “E’ una delle spiagge più organizzate dal punto di vista dei servizi” – cominciò a leggere –“ il luogo ideale per chi ama praticare sport …”
 
Ma nessuno le diede retta, nemmeno Liam.
Danielle era una ragazza simpatica certo ma tendeva ad organizzare tutto schematicamente, al contrario di Susan che decideva tutto all’ultimo secondo. E infatti …
Alla fine ci ritrovammo chissà come in una spiaggia chiamata “Cala Tarida”.
Wow, non avevo mai visto spiagge così belle (anche perché il mare dell’Inghilterra lasciava a desiderare).
La sabbia era bianca e fine, così piacevole al tatto che mi ci sdraiai facendo l’angelo come se fosse neve.
Tutti intorno alla costa c’erano dei piccoli isolotti rocciosi che formavano una specie di conca intorno alla spiaggia.
Ma la cosa migliore era l’acqua del mare, di un turchese intenso che andava a sfumare sempre di più in tutte le tonalità del blu.
Il tutto, era circondato da una bella pineta.
 
-          Oh mio Dio! Che posto meraviglioso! – Susan si buttò sopra di me alzando una nuvoletta di sabbia tutto intorno – Ibiza è diventata ufficialmente il mio paradiso personale!
-          Puoi dirlo forte piccola! Adesso però andiamo a farci un bel bagnetto!
 
Detto questo mi rialzai da terra e la presi in braccio di peso nonostante le sue proteste. Quando tentai di buttarla in acqua lei mi si aggrappò ad un braccio trascinandomi sotto con lei.
L’acqua era inaspettatamente calda, in Inghilterra invece rischiavi sempre di morire congelato se solo ti veniva l’idea malsana di farti un bagno.
Anche gli altri ci raggiunsero, perfino Zayn che aveva una paura matta dell’acqua.
La spiaggia era semi-deserta e l’unico rumore a parte quello delle onde erano le nostre risate.
La gente avrebbe potuto pensare che fossimo pazzi visto che non facevamo altro che urlare, schizzarci e rincorrerci lungo la riva ma quello era il nostro modo di divertirci e non dovevamo dare conto a nessuno.
Dall’altra parte, eravamo a Ibiza, la meta preferita da tutti i ragazzi della nostra età che sicuramente non si limitavano ad andare al mare per prendere il sole …
 
-          Styles smettila di schizzarmi negli occhi! – Susan si avventò su di me nel tentativo di affogarmi ma io non mi mossi di un millimetro e ridendo la presi tra le mie braccia come una principessa.
-          Ma guarda, guarda … ho trovato una bella sirenetta!
-          Mettimi giù Harry! – gridò lei in preda ad una risata isterica – oddio no, il solletico no!
 
La sua risata rimbombò per tutta la spiaggia così forte da far spaventare uno stormo di gabbiani che prese il volo il più lontano possibile da noi.
Il sole picchiava forte sulle nostre teste e la pelle bruciava sotto i suoi raggi.
Jane e Susan avevano delle pelli così chiare e delicate che in men che non si dica diventarono rosse come due aragoste.
 
-          No! E adesso come faccio? – si lamentò la bionda – non posso rimorchiare nessuno in queste condizioni!
-          Rimorchiare? – ripetè Louis lanciandole un’occhiataccia
-          Cosa? Ho detto rimorchiare? Volevo dire … ritornare, si, ritornare in albergo! Insomma sarò sotto lo sguardo di tutti, mi prenderanno in giro e …
 
Mentre Jane si arrampicava sugli specchi nel tentativo di rimediare, ci dirigemmo verso un delizioso ristorantino sul mare per mangiare un tipico piatto di paella.
Insomma, la nostra si stava trasformando in una vacanza con i fiocchi!
 
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-          Susan dai muoviti! – gridai colpendo ripetutamente la porta del bagno.
 
Era chiusa là dentro da più di un’ora e adesso rischiavamo di fare tardi e di non riuscire ad entrare in una delle discoteche più alla moda di tutta Ibiza: “El Paradis”.
Non capivo cosa LE stesse succedendo. Da quando eravamo tornati dalla spiaggia Susan si stava comportando in modo strano. Prima si era sentita poco bene, poi aveva messo su il broncio senza più rivolgere la parola a nessuno.
E ora … non si decideva più ad uscire da quel maledetto bagno!
 
-          Susan se non apri la porta entro cinque secondi giuro che …
 
Non feci in tempo a terminare la mia minaccia che lei aveva già spalancato la porta.
Era bianca in viso e i suoi occhi erano spalancati come se avesse appena visto un fantasma.
 
-          Che succede?
-          Niente, niente … allora, andiamo?
 
Aveva indossato un tubino nero molto corto e attillato che lasciava ben poco all’immaginazione.
 
-          Sei sicura di voler venire in discoteca vestita così?
-          Certo, perché?
-          Oh, a me va benissimo – disse senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle sue gambe – solo che mi toccherà fare a pugni tutta la sera visto che la maggior parte dei ragazzi vorrà provarci con te!
 
Susan rise ma c’era ancora qualcosa che non andava, sembrava preoccupata per qualcosa …
Circa mezz’ora dopo, riuscimmo ad entrare nel famoso locale con non poca fatica.
All’entrata c’erano due body guard alti e grossi come due gorilla che per poco non ci avevano cacciato via quando a  Zayn era venuto un attacco isterico a causa della lunga attesa.
La discoteca era tutta all’aperto e si affacciava sulla spiaggia infatti si sentiva il gradevole odore di una leggera brezza marina.
Un DJ metteva musica House a tutto volume mentre la maggior parte della gente ballava in mezzo alla pista o si ubriacava nell’angolo bar.
Noi … avremmo fatto entrambe le cose!
 
-          Cosa prendi da bere? – chiesi a Susan mentre un barista abbronzato e muscoloso mi serviva un Mojito
-          Io? Niente, grazie … -  mormorò lei in risposta
-          Si può sapere cos’hai? Sei così strana stasera!
-          Sto bene … sono solo un po’ stanca …
 
Quella sera non la rividi molto spesso perché Jane venne da noi e la trascinò via.
Era strano andare in discoteca e non poterci provare con tutte le ragazze come facevo di solito ma ero intenzionato a comportarmi da bravo fidanzato per il bene di Susan.
Zayn invece aveva liberato l’animale da festa che era in lui, tutte le ragazze gli stavano intorno pendendo dalle sue labbra.
Anche Niall si stava dando piuttosto da fare con una bionda alta due metri mentre Liam e Danielle si scatenavano in mezzo alla pista.
Solo io e Louis non sapevamo cosa fare dal momento che le nostre ragazze erano sparite.
 
-          Anche Jane si sta comportando in modo strano stasera? – chiesi al mio migliore amico
-          No, perlomeno non finché siamo venuti qui … Susan le ha detto qualcosa all’orecchio e poi tutte e due sono sbiancate come …
-          Come se avessero appena visto un fantasma … - completai io al suo posto
 
Passai il resto della serata a cercare Susan ma non la trovai da nessuna parte e cominciavo ad essere preoccupato.
La chiamai ma non mi rispondeva, dove diamine si era cacciata?
 
-          Harry … - qualcuno mi picchiettò sulla spalla facendomi girare
-          Susan! Dov’eri finita? Lo sai da quant’è che ti cerco?
-          Scusa, non volevo farti preoccupare … ti va se torniamo in albergo?
 
La guardai per qualche secondo in cerca di una risposta al suo strano comportamento ma fu tutto inutile, così la presi per un braccio e la trascinai fuori dal locale mentre la testa cominciava a girarmi per colpa del Mojito e della musica troppo forte.
 
-          Va bene, torneremo in albergo solo quando mi dirai cosa ti è successo!
-          Harry … ti prego … - la sua voce fu spezzata da un singhiozzo mentre le lacrime sgorgavano sul suo viso.
-          Susan! – esclamai esasperato scrollandola per le spalle – dimmelo ti prego!
-          Harry, ho scoperto una cosa terribile – singhiozzò lei nascondendo il viso tra le mani.
-          Che cosa?
-          Io … io … sono incinta!
 
RIVELAZIONE SHOCK! COME AVRETE CAPITO HO CAMBIATO IDEA E AGGIUNGERO’ ALTRI CAPITOLI, LA STORIA NON E’ ANCORA FINITA!
CHE NE PENSATE? COME AFFRONTERANNO SUSAN ED HARRY QUESTA SITUAZIONE?
LO SCOPRIRETE PRESTO, INTANTO RECENSITE SE VI VA!
BACI SAM

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Shocking News ***


CAPITOLO 15: SHOCKING NEWS
 
Erano le sei del mattino e io me ne stavo seduto da solo in mezzo ad una spiaggia deserta ad osservare le onde mentre il sole si affacciava all’orizzonte.
Non mi trovavo a “Cala Tarida”, la sabbia era più dorata e granulosa e non c’erano né scogli né isolotti, solo una vasta distesa di acqua cristallina
Come era potuto succedere? Eppure pensavo di essere stato attento …
Avevo creato un bel casino, la mia vita era rovinata e anche quella di Susan.
 
“Sono incinta … sono incinta … sono incinta …”
 
Le sue parole mi ritornavano in mente senza darmi tregua.
Provai a tapparmi le orecchie ma fu tutto inutile, continuavo a sentirle.
Non poteva essere vero, insomma, io e Susan non potevamo diventare genitori, eravamo davvero troppo giovani, inesperti, e … bè spesso anche un po’ irresponsabili.
Mi misi la testa tra le mani tirandomi i capelli più forte che potevo come se quel dolore potesse aiutarmi a distrarmi anche solo per un attimo dalle mie preoccupazioni.
Chiusi gli occhi e vidi un bambino, un dolce e tenero neonato che stava tra le mie braccia …
No, era del tutto inverosimile, io non ero affatto pronto per diventare padre!
E allora cosa avrei dovuto fare?
La sera prima Susan dopo la sua rivelazione mi aveva detto che qualsiasi decisione avessi  preso lei avrebbe tenuto il bambino a qualsiasi costo.
Stavo per lasciarla lì, su due piedi, dirle che l’amavo ma che non mi sentivo pronto.
Si, sarebbe stato tutto più semplice se avessi troncato la nostra relazione eppure non l’avevo fatto.
Perché? Perché non l’avevo fatto?
Per solidarietà?
No, non l’avevo fatto perché l’amavo troppo ma adesso non ero più sicuro che questo bastasse.
Se avessi deciso di rimanerle accanto e diventare padre allora avrei anche dovuto sposarla, lasciare gli studi e mettermi subito a lavorare.
Harry Styles sposato? La sola idea mi fece venire i brividi …
 
Un gabbiano mi volò vicino e comincio a becchettare sulla punta delle mie scarpe.
Ero diventato come una statua di pietra tanto che perfino gli uccelli mi avevano scambiato per un oggetto inanimato.
Scacciai il gabbiano con un calcio e lo vidi alzarsi in volo verso il sole che si stagliava sempre più in alto nel cielo.
Lui era libero … io no.
 
-          Harry …
 
Sentii una voce alle mie spalle e la riconobbi subito tanto che non mi girai nemmeno.
Zayn si sedette vicino a me senza guardarmi ma tenendo gli occhi fissi sul mare.
 
-          Come stai?
-          Sono molto confuso al momento … - risposi raccogliendo una manciata di sabbia dorata e facendola ricadere a terra lentamente, osservando ogni singolo granello che scivolava via dalle mie dita.
-          E Susan?
-          È sconvolta … lei vuole tenerlo …
-          E tu?
-          Assolutamente no! – ecco, l’avevo ammesso ad alta voce. Io non volevo quel bambino.
-          Harry, lo so che adesso ti sembra tutto così assurdo ma … avere un bambino in fondo è una cosa bella!
-          Tu che ne sai? Zayn, ho appena vent’anni e sinceramente l’ultima cosa che vorrei fare in questo periodo della mia vita è cambiare pannolini e restare tutta la notte sveglio a placare le urla di un neonato!
-          Senza contare che dovrai abbandonare gli studi … - aggiunse lui.
 
Certo che stava facendo proprio un bel lavoro per tirarmi su il morale …
 
-          Esatto … che situazione di merda!
-          Harry … lo so che è difficile ma non puoi abbandonare Susan, lei non può affrontare tutto questo da sola! Cerca di vedere il lato positivo della cosa.
-          E quale sarebbe?
-          Ehm … bèh vedrai che sarà bellissimo, forse non subito ma poi capirai che tenere il bambino sarà stata la miglior decisione della tua vita.
 
Ci pensai su, non mi aspettavo un discorso del genere proprio da parte di Zayn soprattutto perché ero abbastanza sicuro che lui al posto mio sarebbe scappato a gambe levate, cosa che onestamente ero molto tentato di fare.
 
-          Non sono pronto Zayn, non adesso.
-          E allora vattene – sbottò lui sbattendo i piedi per terra con rabbia – lascia Susan da sola, sono sicura che ce la farà benissimo anche da senza di te!
 
All’improvviso l’idea di andarmene non mi sembrava più così allettante.
Quello che stava per nascere era pur sempre mio figlio e se l’avessi abbandonata Susan non mi avrebbe mai dato il permesso di vederlo.
Se fosse stata una femmina l’avrei chiamata Darcy e invece un maschio … ma che cavolo stavo dicendo?
 
-          La devo sposare Zayn?
-          Credo proprio di si, e se fossi in te glielo chiederei subito, deve capire che non l’abbandonerai. Se per te questo momento è difficile pensa a quanto può esserlo per lei …
-          Va bene … lo farò …
 
E così alla fine avevo deciso.
Sarei diventato padre, chissà come l’avrebbe presa la mia famiglia.
E quella di Susan? Non avevo mai visto i suoi genitori perché durante il nostro soggiorno a Canterbury loro erano andati a trovare dei parenti in Scozia ma da quello che mi aveva raccontato lei erano dei tipi un po’ all’antica e questo non giocava a nostro favore.
 
-          Sarà meglio andare – Zayn si alzò in piedi spazzando via con le mani la sabbia dai pantaloni.
 
Mi alzai anche io e mi sentii le ossa tutte intorpidite. Avevo passato la notte lì seduto a pensare e adesso mi sentivo come se avessi i reumatismi.
 
-          Grazie Zayn, non pensavo fossi così saggio!
-          Ehi amico – mi mise le mani sulle spalle guardandomi dritto negli occhi – io non ti abbandonerò mai, e la stessa cosa vale anche per Louis, Liam e Niall. Siamo i tuoi amici e ti sosterremo sempre, qualunque cosa accada.
 
Ciò che accadde dopo fu un evento più unico che raro.
Le lacrime cominciarono a solcarmi il viso senza che potessi controllarle.
Io non piangevo mai e comunque mai lo avrei fatto davanti ad un’altra persona.
Ma Zayn era mio amico e non mi avrebbe giudicato.
 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
Quando torna in albergo trovai Susan seduta sul letto con le gambe strette al petto e la testa poggiata sulle ginocchia.
Anche quando mi sentì entrare non si girò verso di me ma continuò a guardare fuori dalla finestra.
Il nostro albergo si affacciava su un promontorio roccioso, in un’altra occasione Susan, spericolata come al solito, avrebbe voluto scalarlo ma adesso nelle sue condizioni …
 
-          Va tutto bene?
-          No – mi rispose lei secca
 
Che aveva? Era arrabbiata con me? Di certo non l’avevo fatto apposta a metterla incinta!
 
-          Susan … dobbiamo parlare …
 
La stanza era immersa nella semi oscurità ma quando lei si voltò verso di me vidi chiaramente una lacrima che le percorreva la guancia. I suoi occhi erano umidi e gonfi, segno che aveva pianto per tutta la notte.
 
-          Pensavo che te ne fossi andato  per sempre Harry … - sussurrò con la voce strozzata da nuovi singhiozzi.
-          Oh, Susan … - corsi verso di lei e la strinsi forte tra le mie braccia – non potrei mai farti una cosa del genere!
 
Lei scosse la testa e si allontanò da me dandomi uno spintone. Ora sul suo viso la rabbia aveva preso il posto della sofferenza.
 
-          No Harry, non voglio che tu rimanga perché ti faccio pena! Non voglio che tu rimanga per non sentire i sensi di colpa – la sua voce era fredda e tagliente, non l’avevo mai vista così furiosa, nemmeno quando era venuta a sapere della scommessa – voglio che tu rimanga perché lo vuoi veramente, perché vuoi crescere questo bambino con me …
-          Mi dispiace Susan ma stavolta non ti posso accontentare. Rimarrò qui perché ti amo e mi si spezzerebbe il cuore a lasciarti da sola con un bambino da allevare … ma non chiedermi se voglio davvero diventare padre perché la risposta è no, non lo voglio, e se potessi tornare indietro starei il doppio più attento di quanto lo sono stato. Ti immagini? Se potessi farlo, se potessi rimediare al mio errore allora non ci troveremo in quest’orribile situazione.
 
Orribile … forse avrei dovuto soppesare meglio le mie parole …
 
-          Allora vattene Harry! Non posso crescere un bambino con un padre che non lo ama! Io ci sono passate e credimi, è davvero terribile …
-          Ma che cosa stai dicendo? Pensi che tuo padre non ti voglia bene?
-          Quello che vive con mia madre non è il mio vero padre … - sussurrò lei così piano che dovetti avvicinarmi per sentirla – quello vero mi ha abbandonato quando ero molto piccola …
-          Susan, mi dispiace, non lo sapevo …
-          Lascia perdere, è passato tanto tempo ormai …
 
Tornò a guardare fuori dalla finestra ignorandomi del tutto, facendomi sentire completamente invisibile.
In quel momento, nonostante le lacrime, sembrava molto più forte e coraggiosa di me.
Era pronta ad affrontare una gravidanza e a crescere un figlio da sola, la ammiravo molto per questo.
Mi sentii incredibilmente protettivo in quel momento, sentii l’impulso di baciarla, stringerla a me e assicurarle che tutto sarebbe andato per il meglio.
Lei mi aveva cambiato, diciamo anche stravolto, la vita.
Prima di incontrarla ero un ragazzino sciocco e immaturo che pensavo solo al sesso e non si preoccupava minimamente dei sentimenti altrui.
Mi era bastato incrociarla una volta nei corridoi perché qualcosa scattasse dentro di me.
I suoi occhi, la sua voce, il suo profumo … per giorni e giorni ero stato ossessionato da lei e desideravo solo averla accanto e adesso mi accorgevo che era ancora così, io avevo bisogno di lei.
 
-          Susan …
 
Allungai una mano per sfiorare la sua ma lei la ritrasse .
 
-          Susan … - ripetei con calma come se stessi parlando ad una bambina – ti prego, ascoltami …
-          Parla pure – rispose lei con tono piatto che non lasciava trasparire nessuna emozione.
-          Susan, permettimi di rimanerti accanto. Forse adesso sono troppo sconvolto ma con il tempo sono sicuro che le cose cambieranno e che forse anche io sarò felice per questo bambino … ti prego Susan, permettimi di aiutarti …
 
Senza aspettare nessuna risposta, tirai fuori dalla tasca dei jeans un anellino di corallo che avevo comprato in un mercatino adiacente alla spiaggia.
Presi la mano di Susan e glielo infilai al dito.
 
-          Cos’è? – chiese lei osservandolo
-          Un pegno del mio amore e della mia devozione. Lo so che non è proprio l’anello di fidanzamento che tutte le ragazze desiderano ma al momento non ho trovato di meglio.
-          È … bellissimo …
 
Per la prima volta dalla sera precedente, la vidi sorridere e il cuore mi si riempì di gioia.
 
-          Ce la faremo Susan – sussurrai abbracciandola lentamente. Stavolta non mi allontanò ma si strinse forte contro il mio petto – sono sicuro che ce la faremo!
-          Grazie Harry. Ti amo …
-          Anche io …
 
Forse non mi sarei mai sentito pronto per ciò che stavo per affrontare, forse sarebbe stato ancora più difficile del previsto ma io non l’avrei abbandonata.
Mai.
 
ECCO IL CAPITOLO 15. E’ UN PO’ TRISTE MA NON POTEVA ESSERE ALTIMENTI, INSOMMA, LA SITUAZIONE E’ ABBASTANZA GRAVE …
COMUNQUE DEVO DIRE CHE MI E’ PIACIUTO ABBASTANZA SCRIVERLO …
VOI CHE NE PENSATE?
BACI SAM 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Toronto? I prefer Cuba! ***


CAPITOLO 16: TORONTO? I PREFER CUBA!
 
 
Piccola premessa, dato che sarebbe stato inutile mandare i miei personaggi a Ibiza per poi farli deprimere a causa della gravidanza inattesa di Susan, in questo capitolo a narrare non sarà Harry ma Louis in modo da renderlo meno triste e noioso.
Buona Lettura!

 
 
 
LOUIS’ POV
 
 
Fui svegliato da una serie di tonfi provenienti dal bagno.
Mi girai di scatto nel letto e mi accorsi che Jane non era al mio fianco.
Ero proprio curioso di sapere cosa cazzo aveva da fare a quell’ora del mattino!
Dimenticando il significato della parola “privacy” balzai giù dal letto di pessimo umore per quel brusco risveglio e aprii la porta del bagno preparandomi al peggio.
Nel vedermi Jane urlò ma non era né nuda né intenta in atti osceni.
Il bagno di piastrelle bianche però era tutto ricoperto da chiazze di colore scuro.
Dovetti stropicciarmi gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco l’immagine di Jane.
 
 
-         Ma … che cazzo hai fatto?
 
 
I suoi capelli di solito  biondissimi adesso erano neri come la pece fatta eccezione per le punte che erano di un colore misto tra il castano chiaro e il rosso ramato.
 
 
-         Volevo provare a tingermi i capelli – mi rispose lei con aria colpevole – ma non mi è riuscito molto bene …
-         Lo vedo!
 
 
Cavolo, con quei capelli bicolore sembrava Crudelia Demon e io non riuscii a trattenere una sonora risata.
 
 
-         E smettila! – strillò Jane tirandomi addosso un asciugamano bagnato e sporco di tinta – se non la smetti di ridere ti farò fare la stessa fine dei miei capelli!
-         Uh, ma che paura!
 
 
Stupido, stupidissimo Louis! Ormai avrei dovuto sapere che era una pessima idea provocare Jane.
Prima mi lanciò un’occhiata furente, poi cominciò a rincorrermi per tutta la stanza brandendo un tubetto di tinta nera che sembrava sul punto di “eruttare” da un momento all’altro.
 
 
-         Oh merda! – urlò Jane
 
 
Interruppi la mia fuga per vedere cosa fosse successo e per poco non mi venne un colpo.
Le candide lenzuola del letto, le pareti e perfino le tende di lino chiaro erano tutte chiazzate di nero esattamente come le piastrelle del bagno. Insomma, la nostra stanza aveva subito le torture di Jane al posto mio!
 
 
-         Credi che ci cacceranno dall’albergo? – mi chiese lei buttando subito il tubetto di tinta nel cestino sotto alla scrivania
-         Forse no ma sicuramente ci faranno ripagare i danni!
-         Allora scappiamo! Prendiamo il primo aereo per Toronto senza lasciare traccia!
-         Perché proprio per Toronto?
-         Boh  … è la prima meta che mi è venuta in mente.
-         Io se dovessi scappare me ne andrei in qualche bella isola tropicale!
-         Louis … stiamo davvero facendo una conversazione del genere?
-         Guarda che sei tu che hai cominciato!
-         Si ma … senti, lasciamo perdere!
 
 
Non sarei mai riuscito a capire quella ragazza e tutte le sue stranezze.
Tanto per cominciare perchè si era messa a tingersi i capelli alle sette del mattino?
E poi perché in caso di fuga si sarebbe diretta a Toronto? Io personalmente avrei preferito le Bahamas, Cuba  o Porto Rico … uhm, forse in estate faceva troppo caldo in posti del genere però se…
 
 
-         Louis? Non dirmi che stai ancora pensando ad un posto in cui fuggire – Jane interruppe i miei pensieri scrollandomi per le spalle – guarda che io stavo scherzando!
-         Davvero? Ah si, certo, lo sapevo …
 
 
Però non sarebbe stata male come idea, ad esempio un mio amico di recente era stato alle Barbados e mi aveva consigliato di andarci assolutamente.
 
 
-         Louis! Smettila di pensare alle isole tropicali per favore! – cavolo, adesso mi leggeva anche nel pensiero? – Siamo ad Ibiza, non è di certo un’ isoletta qualunque!
-         Hai ragione, hai ragione … andiamo in spiaggia allora?
-         E come facciamo con questo? – chiese indicando il caos creatosi nella nostra camera d’albergo
-         Non lo so, ci penseremo più tardi!
 
 
Dopo la scioccante notizia della paternità di Harry, un po’ di tinta per capelli sparsa sui cuscini era davvero l’ultimo dei miei problemi, adesso avevo solo voglia di divertirmi e godermi quegli ultimi giorni di vacanza.
Così, costrinsi Jane a prepararsi nonostante le sue proteste e nel giro di dieci minuti eravamo già in cammino verso la spiaggia.
A quell’ora la gente normale dormiva perciò era tutto tranquillo, a parte noi c’erano solo i venditori ambulanti che preparavano la loro merce taroccata da trasportare tutto il giorno su e giù per la spiaggia.
 
-         Voglio comprarmi una Gucci falsa – annunciò Jane mentre stendeva il telo da mare sulla sabbia
-         Perché falsa?
-         Forse perché quella vera non posso permetterla? – rispose con il tono di una che sta parlando con un perfetto deficiente
-         Te la posso comprare io quando torniamo in Inghilterra, fra un po’ è anche il tuo compleanno, giusto?
-         Si … tra un po’ … è tra cinque mesi!
-         Ah … vabbè, te la compro lo stesso!
-         Dici sul serio? – socchiuse gli occhi e arricciò le labbra mentre mi scrutava in volto
-         Te lo prometto! – mi misi una mano sul cuore e lei sorrise soddisfatta.
-         Beh … grazie!
 
 
Si stese sull’asciugamano e cominciò a passarsi la crema solare sulle gambe. La sua pelle inizialmente si era scottata ma adesso aveva assunto un pelle tinta dorata.
Volevo davvero farle un bel regalo, insomma, mi trattava sempre malissimo e raramente faceva qualcosa di carino nei miei confronti ma sapevo che era il suo modo per dimostrarmi affetto, in questo lei e Susan erano molto simili.
A proposito di Susan … chissà come stavano lei e Harry.
Cominciai a camminare lungo la riva bagnandomi i piedi con l’acqua tiepida del mare e dimenticando che era ancora molto presto, presi il cellulare e composi il numero del mio migliore amico.
 
 
-         Pronto? – la voce di Harry era ancora impastata dal sonno quando  mi rispose – Louis, come ti viene in mente di chiamarmi a quest’ora?
-         Scusa ma stamattina grazie alla mia ragazza mi sono svegliato quasi all’alba. Come stai?
-         Bene, credo …
-         E Susan?
-         Bene anche lei …
 
 
Non lo sopportavo più, Harry ormai era diventato completamente  apatico. Rispondeva solo a monosillabi o quasi, stava tutto il giorno in camera con la sua ragazza e quelle rare volte che riuscivo a parlarci diceva sempre le stesse cose: “questa non ci voleva” e “spero proprio di essere all’altezza”.
 
 
 
-         Come sei diventato noioso! – sbuffai
-         Scusa è che questa proprio non ci voleva, insomma, ti rendi conto che diventerò padre? Spero proprio di essere all’altezza!
 
 
Ecco, appunto …
 
 
-         Senti Barbapapà perché invece di deprimervi non ci raggiungete giù in spiaggia? Chiama anche gli altri dormiglioni!
-         Va bene … anche se non sono dell’umore, insomma questa non ci vole ...
-         Non dirlo! – strillai prima che potesse terminare la frase – non dirlo di nuovo o giuro che vengo lì e ti ammazzo!
 
 
Interruppi bruscamente la telefonata e tornai da Jane.
 
 
-         Chi era tesoro? – tesoro? TESORO? Da quando Jane mi chiamava tesoro?
-         Era Harry, lui e gli altri ci stanno raggiungendo.
-         Anche Susan?
-         Si, anche Susan.
 
 
Sapevo che Jane era preoccupata per la sua migliore amica tanto quanto io lo ero per il mio ma lei al contrario di me sapeva gestire meglio la situazione e a quanto pare le sue parole erano riuscite a risollevare l’umore di Susan.
 
Speravo davvero di poter fare la stessa cosa con Harry …
 
Liam e Danielle furono i primi ad arrivare, seguiti da Niall e infine da Harry e Susan.
Zayn a quanto pare aveva passato una nottata così “loca” da non riuscire a svegliarsi.
 
 
-         Ehi Louis in albergo ci hanno detto di portarti questo – mi disse Niall allungandomi un foglietto di carta bianca.
 
 
Lo presi e lo lessi ma era scritto in spagnolo: “Mr. Tomlinson, tiene que pagar 250 euros por los danos causados a su habitaciòn en el hotel”.
 
 
-         Che cacchio c’è scritto?
-         Faccio io, so parlare spagnolo – Jane mi strappò il foglietto dalle mani e cominciò a tradurre ad alta voce – “Mr. Tomlinson deve pagare 250 euro per i danni causati nella sua stanza d’albergo”. – tirò un sospiro – ecco, lo sapevo, addio borsa di Gucci …
 
 
Possibile che pensasse solo a quello? Vabbè, ormai avevo promesso che le avrei comprato quella maledetta borsa firmata e, cascasse il mondo, lo avrei fatto.
Ripresi il foglietto e lo strappai in mille pezzettini: niente preoccupazioni quel giorno!
Finalmente ci raggiunse anche Zayn.
 
 
-         Hai dormito bene Malik? – domandai ironico notando le occhiaie scure che spiccavano sotto ai suoi occhi
-         Si, e in buona compagnia direi!
 
 
Zayn era sicuramente quello che si stava godendo di più quella vacanza ad Ibiza infatti si portava a letto una ragazza diversa ogni sera.
Anche Niall però non scherzava …
 
 
-         E tu Horan? Ti vedi ancora con quella bionda alta due metri?
-         Lasciamo perdere, Anita era proprio una pazza – rispose lui – voleva che la riportassi nel suo paese per sposarla!
-         Perché? – scherzò Zayn – aveva una “pagnotta nel forno”? – aggiunse mimando le virgolette con le dita.
 
 
Calò il silenzio più totale mentre tutti si giravano verso Harry e Susan.
 
 
-         Scusate ragazzi – mormorò Zayn imbarazzato – pessima battuta …
-         È tutto a posto – lo rassicurò Susan con un sorrisetto malinconico.
 
 
Harry non disse nulla ma lo vidi irrigidirsi, contrarre la mascella e serrare i pugni.
Eh no! Non avrei mai permesso a quei due di deprimersi anche in spiaggia!
Organizzai un giornata perfetta in tutti i piccoli particolari facendo in modo che non avessero neanche un minuto libero per pensare alle loro disgrazie.
Prima andammo a fare surf, poi a fare un giro in gommone e perfino una partita di Beach Volley.
Con le parole non ero bravo quanto Jane o Zayn ma avrei aiutato Harry a tutti costi, lo avrei supportato in quel momento di grande confusione e gli sarei rimasto accanto sempre e comunque.
E poi … lui per me era come un fratello quindi in un certo senso suo figlio sarebbe stato mio nipote.
Zio Louis … ehi, non suonava male!
 
 
OKAY IN QUESTO CAPITOLO LA STORIA NON SI EVOLVE MA CI TENEVO A LASCIARE UN PO’ DI SPAZIO ANCHE A LOUIS E JANE, CHE NE PENSATE?
 
BACI SAM
 
P.S. HO GIA’ SCRITTO IL NUOVO CAPITOLO E NON VEDO L’ORA DI PUBBLICARLO MA PRIMA VOGLIO UN PO’ DI RECENSIONI SU QUESTO! 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: The accident ***


 
CAPITOLO 17: THE ACCIDENT
 
JANE’S POV
 
Erano i nostri ultimi giorni ad Ibiza e presto saremmo dovuti tornare ad Holmes Chapel .
Una parte di me era quasi contenta di ricominciare i corsi perché mi piaceva studiare (lo so, lo so, a discapito delle apparenze ero una vera secchiona!).
Ma Susan?
Cosa avrebbe fatto la mia migliore amica?
Sarebbe tornata sicuramente al college con me ma con la sua imminente gravidanza avrebbe dovuto interrompere gli studi.
All’inizio ero d’accordo con la sua scelta di tenere il bambino ma adesso più ci pensavo e più mi convincevo che forse sarebbe stato meglio cambiare idea.
Proprio per questo una mattina la feci svegliare presto per andare a fare una passeggiata, sole io e lei.
Erano appena le sette di mattina e a quell’ora molti ragazzi tornavano a casa o in albergo dopo una serata passata a folleggiare e ubriacarsi. Si, molti di loro erano ubriachi …
Attraversammo una stradina polverosa fatta di ciottoli bianchi e ci dirigemmo verso la spiaggia deserta.
Mi tolsi le scarpe e Susan fece altrettanto, poi ci avvicinammo alla riva per bagnarci i piedi con l’acqua fresca.
Un brivido mi percorse la schiena ed essendo molto accaldata mi venne quasi voglia di gettarmi tra le onde per una bella nuotata.
Ma non potevo, avevo delle priorità …
 
-          Susan, devo parlarti di una cosa molto importante …
-          Immagino si tratti della mia gravidanza, vero? – mi interruppe lei.
 
Da quando aveva scoperto di essere incinta Susan era cambiata parecchio, era più matura e sembrava più grande perfino d’aspetto.
Il suo guardo era serio e anche un po’ triste e i suoi occhi sembravano aver perso la lucentezza di un tempo.
 
-          Si, in effetti riguarda proprio la tua gravidanza. Sono molto preoccupata Susan …
-          Lo sono anche io Jane ma non posso farci niente, devo prendermi le mie responsabilità.
-          Lo so ma … pensaci! Potresti eliminare il problema molto facilmente.
-          Intendi con l’aborto? – Susan si girò verso di me con un’aria sconvolta.
-          Si, l’aborto …
 
Si bloccò all’improvviso e mi guardò con un espressione che mai mi aveva rivolta prima d’ora.
Era davvero furente, livida di rabbia, sembrava quasi che le mie parole l’avessero offesa terribilmente.
 
-          Come puoi dire una cosa del genere? Ti rendi conto? Jane, l’aborto è una cosa orribile, significa reprimere una vita!
-          So benissimo in cosa consiste ma talvolta è necessario …
-          No! – urlò lei interrompendomi per l’ennesima volta – per me non è necessario, non riuscirei mai a fare una cosa del genere e non pensavo che tu, proprio tu, la mia migliore amica, arrivassi a chiedermi di porre fine alla vita che si sta formando dentro di me – mentre parlava teneva entrambe le mani all’altezza del grembo accarezzandolo con i pollici – pensi che sia felice di tutto questo? No, non lo sono, ma non abortirò mai!
-          Non partire così prevenuta – ribattei io – pensa a te, al tuo futuro, ai tuoi studi … pensa ad Harry!
 
Calò il silenzio più totale e per un attimo pensai davvero che Susan stesse prendendo in considerazione la mia idea.
Ma mi sbagliavo, stava scuotendo la testa continuando ad accarezzarsi la pancia.
Distolsi lo sguardo da lei e lo posai sulle onde del mare.
Un gabbiano che volava sopra le nostre teste da qualche minuto, planò verso il basso e andò a posarsi sulla superficie dell’acqua nuotando come una paperella, poi immerse la testa e quando riaffiorò stringeva un pesce nel becco.
 
-          Smettila di guardare quel pennuto e ascoltami! – la voce di Susan mi riportò alla realtà – hai capito quello che ti ho detto? Non lo farò mai!
-          Sei una sciocca Susan, ti rovinerai la vita!
-          Smettila di giudicarmi! Tu non puoi sapere cosa sia meglio per me!
 
Stava urlando così forte che la sua voce rimbombò per tutta la spiaggia ma per fortuna non c’era nessuno a parte noi e il gabbiano che spaventato si alzò in volo verso il sole che stava sorgendo sempre più in alto.
Susan mi guardò quasi con disgusto e cominciò a correre.
La richiamai più volte ma lei non si fermò così fui costretta a seguirla finchè non ci ritrovammo di nuovo sulla strada ciottolosa.
Perché non si sforzava di capire? Perché si ostinava a portare avanti quella gravidanza?
La richiamai, aveva smesso di correre ma camminava velocemente sollevando una nuvoletta di polvere ad ogni passo.
 
-          Susan!
-          Lasciami in pace Jane!
-          Ti prego aspettami, parliamone!
-          No, non voglio più parlare, non se pensi davvero che interrompere la gravidanza sarebbe la cosa migliore da fare!
-          Continuo a pensarlo, non posso mentire su questo …
-          Allora non abbiamo più niente da dirci!
 
Ricominciò a correre e io la seguii a ruota.
Non volevo litigare con lei proprio adesso che aveva più bisogno di me.
Se avessi anche solo potuto immaginare cosa sarebbe successo dopo, avrei fatto qualsiasi cosa per tornare indietro nel tempo e cancellare la nostra conversazione.
Ma era impossibile …
Susan continuò a correre anche quando si ritrovò sulla strada asfaltata.
E poi … accadde tutto troppo in fretta.
La luce di due fari che risplendevano nella semi oscurità mattutina, il rumore di una macchina che frenava all’improvviso e poi … l’urlo agghiacciante della mia migliore amica che riecheggiava nel silenzio …
 
HARRY’S POV
 
Starà bene. Lei DEVE stare bene.
Mentre attraversavo i corridoi dell’ospedale un unico pensiero continuava a perseguitarmi.
Se fosse successo qualcosa di grave a Susan io … oh, non ci volevo neanche pensare!
Nell’aria c’era un forte odore di ammoniaca che mi diede alla testa e dovetti fermarmi per capire dove mi trovassi.
Ogni piano, ogni corridoio di quel maledetto ospedale erano tutti uguali e io non avevo la minima idea di dove andare.
Un’infermiera con un camice verde acqua mi passò accanto spingendo un carrello di disinfettanti e io la bloccai prima che svoltasse l’angolo.
 
-          Mi scusi, sto cercando una ragazza che è stata investita stamattina, sa dirmi dove posso trovarla?
-          Lo siento – mi rispose lei in spagnolo – no entiendo!
 
Ecco, ci mancava solo questa!
Dovetti gesticolare come un’idiota per cinque minuti buoni prima che l’infermiera capisse.
Disse qualcosa di incomprensibile e poi mi fece segno di salire di un piano.
La ringraziai con un velocissimo “gracias” e mi catapultai in ascensore.
Quando arrivai al piano e le porte si aprirono la prima cosa che vidi fu Jane, seduta su una sediolina di legno tutta sgangherata, che si teneva la testa tra le mani con aria sconsolata.
La raggiunsi a grandi passi e quando fui davanti a lei alzò lo sguardo verso di me.
 
-          Oh Harry, mi dispiace tanto! – disse tra i singhiozzi.
-          Dimmi che cazzo è successo! – urlai io ignorando le sue lacrime.
 
Un’infermiera dai capelli rossi mi guardò con aria severa e mi intimò di abbassare la voce portandosi un dito davanti alla bocca.
Ma che andasse a farsi fottere lei e quei capelli color carota!
 
-          Abbiamo litigato e poi … Susan è corsa in mezzo alla strada … una macchina è comparsa all’improvviso e …
 
Colta da una nuova scarica di singhiozzi, Jane non riuscì a terminare la frase ma ormai avevo capito cos’era successo.
 
-          Voglio vederla – dissi con tono deciso – voglio vederla subito!
 
Jane si asciugò le lacrime con il dorso della mano e mi indicò una porta adiacente alla sala d’attesa.
Entrai e quando la vidi sussultai all’istante.
Susan era stesa su un letto dalle coperte candide con un paio di tubi attaccati alle braccia e una mascherina per l’ossigeno che le copriva la bocca.
Era così bianca da sembrare un cadavere e a quella visione rabbrividii.
Quando mi avvicinai le presi una mano che era fredda come il ghiaccio e la baciai.
 
-          Ti prego Susan – sussurrai sporgendomi verso di lei – ti prego, riprenditi …
 
Nel vederla lì, così inerme e indifesa, mi si spezzò il cuore.
Sentivo il bisogno di proteggerla e se solo avessi potuto avrei voluto dirle che era tutto a posto e che io non l’avrei mai abbandonata.
 
-          Si riprenderà – disse un medico in camicie bianco entrando improvvisamente nella stanza.
 
Per fortuna parlava perfettamente la mia lingua e mi sentii sollevato.
 
-          Dice sul serio dottore?
-          Si, ringraziando il cielo non riporta lesioni troppo gravi e non ha avuto nessun trauma cranico. Credo che se la caverà solo con un braccio rotto …
-          Meno male – esclamai rincuorato – non sa quanto mi rende felice con questa notizia.
-          Si ma … lei era consapevole della gravidanza di questa ragazza?
-          Si, lo sapevo – risposi – sono io il padre – aggiunsi leggermente imbarazzato.
-          Bèh … temo allora di doverle dare una brutta notizia.
-          E cioè? – mi preparai al peggio mentre una fitta mi colpi cuore come se fosse stretto in una morsa.
-          La sua ragazza si riprenderà ma … è molto probabile che perda il bambino …


SALVE!!!
SCUSATE SE CI HO MESSO TANTO A PUBBLICARE IL CAPITOLO MA SONO ANDATA UN PO' AL MARE E NON MI SONO PORTATA DIETRO IL COMPUTER.
COMUNQUE SIA ... ECCOLO QUA!
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE!
BACI SAM
P.S. PASSATE A DARE UN'OCCHIATA ALLA MIA NUOVA FF SE VI VA http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1121703&i=1

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Hope, Faith, Best Friends ***


CAPITOLO 17: HOPE, FAITH, BEST FRIENDS
 
SUSAN’S POV
 
Mentre cominciavo a riprendere conoscenza, sentii il mio corpo intorpidito che si risvegliava a poco a poco.
Tornai a sentire il peso delle mie gambe e delle braccia e lentamente anche di tutto il resto.
Ancora troppo debole per aprire gli occhi provai a muovere le dita e solo allora mi accorsi che qualcuno mi stava tenendo la mano.
Consapevole di essere in ospedale, ricordavo a malapena cosa mi fosse successo ma l’immagine di due fari accecanti che si avvicinavano a me sempre di più era rimasta impressa nella mia mente.
Ero stata investita ma non potevo dare la colpa al guidatore, chiunque egli fosse.
Ero stata io l’imprudente che si era messa a correre in mezzo alla strada.
E perché poi? Perché correvo?
Era l’unica parte che non riuscivo a ricordare ma ero abbastanza sicura che qualcuno mi avesse fatto arrabbiare parecchio.
Ma certo, Jane …
Lei e quella sua maledettissima idea di propormi l’aborto, pensava davvero che avrei avuto il coraggio di uccidere?
Si perché per me l’aborto significava proprio quello, uccidere.
 
-          Capisco dottore – riconobbi subito la voce di Harry anche se continuavo a tenere gli occhi chiusi – ne parlerò con Susan appena si sarà svegliata.
-          Si ma deve stare molto attento, dopo il trauma che avuto forse è meglio aspettare prima di darle la cattiva notizia …
 
Quale notizia? Di che cosa stavano parlando?
Mi avevano amputato una gamba? Avrei dovuto vivere su una sedia a rotelle per il resto della mia vita?
Oppure … no, non volevo neanche pensare a qualcosa di peggiore della perdita di un arto.
Sentii il dottore congedarsi e poi uscire dalla stanza.
Harry sospirò e prese ad accarezzarmi un braccio con la punta delle dita.
L’altro, ormai me ne ero resa conto, era stato ingessato.
Aprii prima un occhio e poi l’altro ma li richiusi subito quando fui accecata dalla luce di un lampadario che pendeva dal soffitto.
 
-          Susan, sei sveglia? – la voce di Harry era trepidante dall’emozione.
 
Avrei voluto dirgli che stavo bene per tranquillizzarlo ma tutto ciò che riuscii a fare fu emettere un piccolo gemito causato dal dolore lancinante che sentivo al braccio.
 
-          Non ti affaticare – disse Harry – riposati pure, l’importante è che tu mi ascolti … mi hai fatto spaventare da morire, sai? Credevo davvero che …
 
Sospirò ancora lasciando la frase sospesa.
Avevo voglia di baciarlo, quello forse non era il momento più opportuno ma mi venne una gran voglia di farlo, di aprire gli occhi, alzarmi da quel fottuto letto dalle coperte ruvide e gettarmi tra le sue braccia.
Ero sempre stata una ragazza fredda e distaccata e raramente manifestavo i miei veri sentimenti, spesso non ci riuscivo nemmeno con Harry ma ormai sarebbe stato da ipocriti dire che non lo amavo.
E non solo, io avevo anche un disperato bisogno di lui, delle sue attenzioni, dei suoi baci, delle sue battute, del suo amore …
 
-          L’importante è che adesso tu stia bene – continuò Harry – che voi stiate bene …
 
Voi?
 
-          Ma io sono sicuro che si risolverà tutto …
 
Ma certo, io  e il mio bambino …
 
-          Sono sicuro che è forte tanto quanto te e che ce la farà – proseguì posando una mano sul mio ventre.
 
Cosa intendeva dire? Che stavo per perderlo?
Dovevo trovare la forza di aprire gli occhi e parlare, Harry mi doveva assolutamente  spiegare cosa stesse succedendo.
 
-          Non ti agitare …
-          Harry – mugolai – dimmi la verità, ho sentito mentre parlavi con il medico, non devi nascondermi nulla!
 
Aprii gli occhi e finalmente lo vidi, bello come sempre ma con la fronte corrucciata per la preoccupazione.
 
-          Potresti … ecco tu potresti …
-          Perdere il bambino? – ipotizzai – è così? Lo perderò …
-          Forse …
-          Forse? Cosa significa forse? – la rabbia che stava crescendo dentro di me mi diede la forza necessaria per tirarmi su poggiandomi sui gomiti.
-          È molto probabile che tu lo perda – disse lui distogliendo lo sguardo da me e posizionandolo verso un punto lontano oltre la finestra – è terribile, lo so, ma non possiamo farci niente.
-          Non possiamo farci niente? È tutto quello che hai da dire?
-          Susan ti prego non ricominciamo a litigare, non mi sembra il caso …
 
Harry scostò leggermente la sedia dal letto e, con i gomiti puntati sulle ginocchia, affondò il viso tra le mani.
Sembrava disperato tanto quanto me ma questo non servì a far sbollire la mia rabbia.
E mi sentii davvero sola …
Nessuno mi poteva aiutare, dovevo solo affidare la sorte del mio bambino nel mani di Dio.
Non ero molto credente, il mio periodo da religiosa era durato solo per un breve periodo alle elementari quando andavo sempre a messa la domenica e dicevo le preghierine prima di addormentarmi, ma in quel momento, sdraiata su quel letto d’ospedale, pregai per la prima volta dopo tanto tempo.
 
-          Susan … - Jane aprì la porta della stanza all’improvviso me sembrava incerta se entrare o no – posso…?
 
Annui e con la coda dell’occhio vidi Harry alzarsi per lasciare posto a Jane che si sedette subito accanto a me.
Aveva ancora i capelli bicolore e come se non bastasse erano così arruffati da renderla quasi irriconoscibile, del caschetto biondo che era sempre stata la sua caratteristica principale, il suo segno di riconoscimento, non ce ne era più traccia.
I suoi occhi erano arrossati e gonfi e le labbra secche e screpolate.
Se lei era in quelle condizioni allora io come cavolo ero conciata? Meglio non saperlo …
 
-          Susan mi dispiace tanto, è tutta colpa mia, sono una completa idiota, non so neanche io perché ti ho fatto una simile proposta. E poi quella macchina … avrei voluto fare qualcosa per aiutarti ma è successo tutto troppo in  fretta! – parlava così velocemente che dovette fermarsi per riprendere fiato.
-          Non è colpa tua Jane, come potevi prevedere una cosa del genere? Ti prego non sentirti in colpa, ti perdono per tutto quello che è successo …
-          Grazie … ma adesso vorrei tanto fare qualcosa per aiutarti!
-          Stavo pregando – le risposi io semplicemente – per il mio bambino …
-          Allora preghiamo insieme Suze – sussurrò lei tra le lacrime stringendomi la mano.
 
Le sorrisi e allora non mi sentii più sola.
La mia migliore amica era lì e non mi avrebbe mai abbandonata …
 
HARRY’S POV
 
Dopo essere uscito dalla stanza per lasciare a Susan e Jane un po’ di privacy, cominciai a girovagare tra i corridoio dell’ospedale.
Anche gli altri ragazzi ci avevano raggiunti e ora erano tutti lì in trepidante attesa di avere nuove notizie.
Mi sedetti accanto a Louis che mi poggiò una mano sulla spalla scuotendola leggermente.
 
-          Vedrai che andrà tutto bene Harry!
-          Lo spero davvero Lou …
-          Io ne sono sicuro, me lo sento qui dentro – disse poggiando una mano all’altezza del cuore – ho come la sensazione che lassù ci sia qualcuno che cerca di darci una mano.
-          Non pensavo fossi così religioso …
-          E infatti non lo sono ma in momenti come questi le persone sentono davvero il bisogno di credere che esista veramente qualcuno che tenga in mano la nostra vita.
-          Lou … ho paura …
-          Harry – il mio migliore amico mi abbracciò e d’un tratto il peso che portavo sul cuore si alleggerì.
 
Non sapevo se lassù ci fosse davvero qualcuno intento a vegliare su di me ma sapevo che lì con me avevo il mio angelo custode, la mia roccia, quello che consideravo come un fratello …
 
-          Grazie Louis, grazie davvero …
 
Circa cinque minuti dopo il medico venne verso di noi per dirci che Susan stava per entrare in sala operatoria dove avrebbero effettuato alcuni controlli e provato a salvare il bambino se fosse stato possibile.
Mi alzai in piedi e corsi verso la sua stanza prima che la portassero via.
Jane stava uscendo proprio in quel momento mentre Susan era ancora lì, immobile su quel lettino …
Non mi importava più se pochi minuti prima avevamo quasi litigato, corsi da lei e l’avvolsi tra le mie braccia.
In quel momento stringevo a me la persona che in poco tempo era diventata una delle più importanti della mia vita.
 
-          Scusa per prima – mi sussurrò lei all’orecchio – ero sconvolta …
-          Lo so, non fa niente – la tranquillizzai  accarezzandole una guancia – non ha alcuna importanza adesso.
 
Due infermieri entrarono per portarla via ma lei si aggrappò forte al mio braccio come per supplicarmi di non lasciarla neanche un secondo.
 
-          Sarò la prima persona che vedrai quando uscirai da lì – le dissi stampandole un bacio sulla fronte – te lo prometto!
-          Ti amo Harry …
-          Ti amo anche io! – quando lo dissi però lei era già lontana.
 
E a me non restava altro che aspettare.


EHILA!!!
STAVOLTA HO PUBBLICATO IL CAPITOLO PRIMA DEL SOLITO E VI AVVERTO CHE PURTROPPO, IL PROSSIMO SARA' L'UTLIMO ... SIGH!
ANYWAYS ... PRESTO SCOPRIRETE ANCHE SE HARRY CE LA FARA' A DIVENTARE PADRE OPPURE NO.
FATEMI SAPERE COSA PENSATE DEL CAPITOLO!
BACI SAM 
p.s. passate qui!!! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1121703&i=1

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Capitolo 20
*** Epilogo: One Year Later ***


EPILOGO: ONE YEAR LATER
 
UN ANNO DOPO.
 
HARRY’S POV
 
Mannaggia a me e a quando mi ero proposto di montare quella maledetta mensola!
Se mi fossi reso conto prima che ero un totale disastro con i lavori manuali, non mi sarei mai trovato in bilico su una sedia sgangherata con un paio di chiodi tenuti stretti  tra le labbra, un martello stretto nella mano destra mentre con l’altra sorreggevo una mensola di legno che inutilmente stavo tentando di attaccare al muro.
 
-          Harry sei troppo buffo! – con la coda dell’occhio vidi che Louis mi stava facendo una foto – questa la metto su Facebook.
-          Non ci provare bastardo! – farfuglia senza riuscire a farmi capire. Se avessi aperto troppo la bocca mi sarei inchiodato la lingua!
-          Hai bisogno di una mano Styles? – Jane se ne stava seduta sul bordo della sedia dove tenevo poggiati i piedi e sicuramente non mi era d’aiuto.
-          Oh no McAllister – risposi io ironico – come vedi ce la faccio benissimo da solo!
-          Come vuoi … - andò a sedersi sul divano cominciando a sfogliare una rivista.
-          Louis almeno tu potresti darmi una mano? – lo supplicai esasperato.
-          Dai ci penso io! – intervenne Liam – cosa vuoi che faccia?
-          Tienimi un attimo i chiodi e il martello e poi … oh … aaaah!
 
Persi l’equilibrio e mi sfracellai a terra. Quando poi alzai la testa mi arrivò sulla nuca la mensola di legno che era balzata in aria.
Persi  i  sensi e riaprii gli occhi dopo circa trenta secondi ritrovandomi davanti il sorriso divertito di Zayn.
 
-          Hazza sei un disastro! La prossima volta che inviti degli amici a casa tua cerca di evitare certi drammi!
-          Io non vi ho invitato! – precisai – vi siete presentati qui all’improvviso, ricordi?
-          Come sei scortese – mi tese una mano per aiutarmi a rialzarmi – e comunque si può sapere dov’è la padrona di casa? Non l’abbiamo ancora salutata.
-          Vado a chiamarla, voi intanto provate a montare quella mensola ma state attenti, ho l’impressione che sia in possesso di qualche spirito maligno!
-          O di un folletto irlandese dispettoso! – propose Niall.
 
Mentre i miei amici sparavano cazzate a non finire, io salii al piano di sopra massaggiandomi la testa dolorante.
 
-          Susan? – aprii lentamente la porta della nostra stanza – posso entrare?
-          Vieni, vieni – era seduta su una sedia e mi dava le spalle ma non appena sentì la mia voce si girò verso di me rivolgendomi un dolce sorriso – ho quasi finito …
 
Mi avvicinai a lei e mi sporsi oltre la sua spalla per poter ammirare la meravigliosa creatura che teneva tra le braccia: nostra figlia Darcy.
Eh si, alla fine la nostra piccolina ce l’aveva fatta, e dire che ci aveva fatto stare tanto in pena!
Sorrisi quando Darcy aprì i suoi occhietti azzurri e li puntò su di me con la boccuccia rosea spalancata.
 
-          Ciao tesoro! – sussurrai dandole un leggero bacio sulla mano paffuta – hai mangiato?
-          Si, ha appena finito – dichiarò Susan alzandosi in piedi con la piccola in braccio – e adesso è il momento di fare la nanna!
 
Alzò Darcy in alto finchè i loro visi non si ritrovarono alla stessa altezza, poi prima di metterla nella sua culla di vimini le stampò un tenero bacio sul nasino minuscolo.
 
-          Dormi bene tesoro della mamma!
 
Anche io mi avvicinai alla culla per salutare un’ultima volta quello splendore.
Lei emise uno strano verso, “enghè”, poi allungò la manina verso di me, io le porsi un dito e lei lo strinse con tutta la forza che aveva.
Quando faceva così mi veniva quasi da piangere per la commozione!
 
-          Non è bellissima? – sussurrò Susan poggiata allo stipite della porta.
-          Ha preso da sua madre – le dissi io raggiungendola.
-          Oh Styles – esclamò buttandomi le braccia al collo – sei sempre il solito adulatore!
-          Sto solo dicendo la verità, sei e sarai sempre bellissima amore mio!
-          Davvero? Non preferiresti che fossi più simile a … non so, Beatrice Lee? – si staccò da me e tracciò la sagoma di una donna formosa agitando le mani in aria.
-          No – risposi io prendendola per i fianchi – a me tu vai benissimo così! E comunque Beatrice Lee non  era poi così bella …
-          E poi era stupida! Ti ricordi come ti chiamava? Tesoruccioooooo! – come sempre imitò il suo tono di voce squillante alla perfezione e io scoppiai a ridere.
-          Hai ragione, era davvero snervante!
 
Susan lanciò un’ultima occhiata verso la culla.
 
-          Comunque devo ammettere che ha preso molto anche da te. Ha i miei stessi occhi ma i lineamenti sono i tuoi e qualcosa mi dice che presto si ritroverà in testa un cascata di riccioli! – disse giocherellando con i miei capelli.
-          Comunque sia, sono sicuro che sarà un capolavoro, dopotutto è figlia nostra!
 
Susan scoppiò a ridere e io feci altrettanto.
 
-          Ti amo tanto Harry, non dimenticarlo mai!
-          Non lo farò, e per la cronaca … ti amo tanto anche io!
 
La strinsi a me e la baciai con la stessa passione di sempre, quella passione che sentivo che non si sarebbe mai spenta.
La presi per mano e insieme raggiungemmo gli altri in salotto.
Avevano provato a montare la mensola ma nemmeno loro ci erano riusciti e adesso i chiodi erano sparsi dappertutto  mentre il martello era rimasto incagliato su una sporgenza del muro.
 
-          Possibile che sia così difficile montare una stra-maledettissima mensola? – esclamò Susan alzando gli occhi al cielo – lasciate perdere, è pronta la cena …
 
A quelle parole tutti si ridestarono e corsero in massa verso la sala da pranzo con la stessa grazia di un branco di bisonti inferociti.
Non aspettavamo ospiti quella sera perciò dovemmo accontentarci di poca roba ma non importava, fu comunque una cena molto piacevole perché passata in compagnia di tutte le persone che amavo.
 
-          Ragazzi vorrei fare un discorso – annunciai alzandomi in piedi con il calice di vino in mano – negli ultimi tempi io e Susan ne abbiamo passate davvero tante ma alla fine tutti si è risolto per il meglio e questo solo grazie a voi. Siete i migliori amici che si possano desiderare!
-          Bravo Styles – disse Zayn – è giusto però dire un’altra cosa … che se oggi siamo tutti qui riuniti è solo grazie a me che ti ho fatto mettere con Susan!
-          Ma questo non è vero! – sbottò Louis – anzi, tu li hai fatti quasi lasciare con quella tua fissazione per le scommesse!
-          Infatti è solo grazie a me se si sono messi insieme – aggiunse Liam – di chi è stata l’idea di far salire Harry sul palco per la sua dichiarazione d’amore?
-          Si ma io … - Niall si alzò per dire qualcosa ma parve confuso – bè io … sono Niall Horan!
 
Scoppiamo a ridere e poi fu il turno di Susan che si alzò in piedi stringendomi la mano.
 
-          Diciamo che ognuno di noi a fatto la sua parte, va bene? L’importante è che adesso siamo una vera famiglia, una famiglia piuttosto numerosa direi! Voi siete tutti semplicemente fantastici e spero davvero che farete per sempre parte della nostra vita.
-          Puoi scommetterci! –  Louis alzò in alto il suo calice – dopotutto sono il padrino di Darcy!
-          Allora facciamo un brindisi a noi! Agli studenti della HCU! –esclamò Zayn – brindiamo a noi, alla nostra amicizia e alla nostra eterna giovinezza!
-          Si, magari …
-          Dico sul serio, finchè rimarrò accanto a voi mi sentirò sempre un eterno giovanotto!
-          Peter pan! – urlai.
-          Esatto!
 
Quella sera brindammo quasi fino alla nausea e ridemmo a più non posso senza mai stancarci.
Le cose non erano andate esattamente come le avevamo previste … erano andate molto meglio!
Riuscii a laurearmi e a trovare subito un lavoro in uno studio legale.
Susan invece non riuscì mai a tornare all’università ma grazie al suo talento riuscì comunque a pubblicare qualche libro di grande successo come aveva sempre sognato.
Darcy, la nostra prima figlia, crebbe bella e sana come un pesce e dopo qualche tempo ricevette in dono un fratellino di nome Edward.
La nostra vita non fu sempre perfetta, in fondo è risaputo che la perfezione non esiste ma noi ci andammo vicino.
Amavo Susan con tutto me stesso e sapevo che lei amava me.
Ma la cosa più importante era che la nostra vera famiglia, ossia i nostri amici, non ci avrebbero mai abbandonato!
 
FINE 


E COSI' E' FINITA ANCHE UN'ALTRA STORIA ...
TANTO PER SAPERE, QUAL'E' STATO IL VOSTRO CAPITOLO PREFERITO?
A PARTE QUESTO, COLGO L'OCCASIONE PER RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO E/O RECENSITO QUESTA STORIA.
SONO UN PO' TRISTE, HARRY E SUSAN MI MANCHERANNO MA PER FORTUNA TUTTO SI E' RISOLTO PER IL MEGLIO.
ANCORA GRAZIE, GRAZIE DI CUORE A TUTTI VOI!
CON AFFETTO, VOSTRA SAM 
p.s passate qui per la mia nuova FF: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1121703&i=1
p
assate qui per la mia prima FF conclusa da poco: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1068096&i=1

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Capitolo 21
*** NUOVAAA ***


SAMMY E' TORNATA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per chi fosse interessata, ho pubblicato una storia originale (già completa) : 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2188621&i=1 
dal titolo TEENAGE DIRTBAG.
Baci Sam
p.s. mi siete mancate!!!


 

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