Twilight

di Jiulia Duchannes
(/viewuser.php?uid=278890)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Benvenuti a Forcks ***
Capitolo 2: *** Primo giorno di scuola. Sparatemi ***
Capitolo 3: *** Festa con imprinting. ***
Capitolo 4: *** NOn posso crederci ***
Capitolo 5: *** Fargli capire che mi piace, che forse lo amo ***
Capitolo 6: *** quello che provo per te è amore, non imprinting, non magia..Puro e semplice amore ***
Capitolo 7: *** Jessica era talento ed ora non c'è più ***
Capitolo 8: *** This love is not a game to me, we'll survive ***
Capitolo 9: *** Safe and sound... ***
Capitolo 10: *** And there’s just not turning back, when your heart’s under attack, gonna give everything i have, my destiny ***
Capitolo 11: *** Temporalis porta ***



Capitolo 1
*** Benvenuti a Forcks ***


Cap 1
Mi sudano le mani per il nervosismo, l’idea di trasferirmi in un’ altra città non mi ispira molta sicurezza, non che ci siano molte sicurezze nella mia vita.

Mi chiamo Natalia Navarro ho 17 anni e sto andando a vivere in un buco di città chiamato Forks assieme a mia sorella Lena e mio padre Charlie.
I miei genitori sono separati, mia madre Clara è spagnola e io ho vissuto con lei dopo il divorzio, la spagna mi piaceva ma dovevo comunque vedere mio padre, quindi mi toccava passare l’estate nella cittadina più piovosa al mondo. Ma oggi non è un piovoso giorno d’estate a Forks, è solo settembre e io sono in macchina diretta verso quella che sarà la mia casa per i prossimi.. per i prossimi cosa? Mesi, anni o forse per l’eternità? Non oso immaginare un futuro in una città dove è impossibile distinguere inverno ed estate e dove la giornate di sole sono più uniche che rare.
Mio padre parcheggia davanti quella che sarà la mia dimora, in una città che probabilmente diverrà la mia prigione. La grande casa bianca è più grande di come la ricordavo, sarà che sono passati anni dall’ultima volta che sono venuta, per il resto mi sembra uguale.

Lena è sicuramente più entusiasta di me, bhè per lei è facile farsi degli amici per me no, io sono timida e mi vergogno di tutto quindi credo, anzi sono sicura, che passerò gli ultimi anni del liceo nella totale solitudine etichettata come la “ Sfigata asociale”.
Charlie prende le valigie dalla macchina ed entra in casa seguito da Lena, mi guardo intorno e incontro lo sguardo curioso della vicina che mi scruta dalla finestra, la ignoro ed entro in casa.
Lena è già  comodamente seduta sul divanetto verde, le chiedo di farmi posto e mi siedo accanto a lei.
-Domani comincerete la scuola- Ci grida papà dalla cucina dove sta tentando di preparare una merendina per la sua piccola Lena, neanche avesse un anno. Al suono della parola scuola Lena si mette diritta e mi fissa inquietante.
-Tu sai che significa scuola vero?- Mi chiede.
-Mmm fammi pensare.. compiti, verifiche, professori da odiare a si e ragazze pon-.pon  pronte a criticare ogni singola cosa che fai. Non vedo l’ora- le rispondo ironica sprofondando tra i cuscini del divano.
-Come sei pessimista sorellona. Scuola significa amici, ragazzi, amore, vita- Ecco, lo dovevo immagine, il chiodo fisso nella mente della mia piccola sorellina sono i ragazzi. Spiegatemi perché poi? Insomma se sono cresciuti qui, dubito che i ragazzi del posto siano un esplosione di vitalità. Secondo me saranno tutti molto noiosi, chiacchieroni e dannatamente irritabili.
-Ragazze, lavatevi, fate la merendina e poi vi devo portare a La Pusch. Il mio amico Billi vorrebbe rivedervi-Papà entra in salone con una fetta di pane con la nutella per Lena.
In meno di mezz’ora siamo di nuovo in macchina dirette verso la riserva indiana dove vive lo storico amico di papà: Billi.

L’ho visto solo una volta, da bambina, non mi ricordo assolutamente di lui ne tanto meno di suo figlio Leon, del quale Lena si ricorda stranamente tutto.  Io mi chiedo come sia possibile, insomma era addirittura più piccola di me.
Siamo arrivate a la Pusch in pochissimo tempo.
Fuori la piccola casa rossa ci aspettano un anziano sulla sedia a rotelle, che dovrebbe essere Billi, e un giovane con ipnotici occhi verdi e i capelli castani con un sorriso divino. Vi giuro che non esagero dicendo che potrebbe essere un dio greco.  Saluti, baci, abbracci e ci sediamo a tavola per la cena. In tutto questo lasso di tempo io sono rimasta muta mentre Lena continua  a blaterare ancora e ancora finchè non le dico di tacere, senza ottenere alcun risultato.
-Allora Leon verrai a scuola con noi?-Chiede Lena fissando intensamente il bel ragazzo.
-No, io studio qui nella riserva- Risponde Leon sfoderando un sorriso tanto bello che Lena rischia di svenire.
-Peccato- E’ l’unica cosa che riesce a dire la mia sorellina quindicenne in preda ad una tempesta ormonale.

Finita la cena ci tratteniamo un po’ per chiacchierare del più e del meno, naturalmente parlo solo se mi domandano qualche cosa.  Devo dire che Billi è veramente simpatico, anche se le sue battute fanno un po’ pena, mentre Leon è gentilissimo e molto cortese anche con mia sorella che non fa altro che fissarlo e parlare e di nuovo fissarlo. Se fossi stata in lui l’avrei mandata a quel paese,  poco ma sicuro.
Mentre vediamo un vecchio video di me, Leon e Lena che giochiamo sulla spiaggia di La Push quando avevamo circa 7 anni, bussano alla porta con una certa impazienza. Leon fa entrare una ragazza. E’ della riserva, almeno credo. Ha gli occhi neri e i capelli lisci dello stesso colore.
-Salve Billi- Saluta la ragazza
-Ciao Francesca- Risponde il vecchio Billi.
-Salve- Si rivolge a noi Francesca.
-Io sono Lena e lei è Nata- Ci presenta mia sorella.
-O la so..Charlie non ha fatto altro che parlare di voi queste settimane. A Buonasera Charlie- Nostro padre è alquanto famoso a Forks, essendo il capo della polizia, per ciò non mi stupisco che lo conoscano tutti.
-Leon devo dirti una cosa importante e ti vogliono vedere anche i  ragazzi… sei quel fatto che ti dicevo no?- Balbetta Francesca gesticolando nervosamente con le mani.
Leon la segue  a ruota salutandoci in fretta e chiudendo la porta con un sonoro schianto.


Pov Leon
Seguo Fran che mi conduce fino alla radura dove ci sono tutti gli altri ragazzi.
-Che succede?-Chiedo
-Vampiri, sono stranamente aumentati e molti dei nostri ragazzi si trasformano in licantropi…ma non riusciamo ad intercettare nessun vampiro. E’ questo che ci spaventa- Spiega Marco, uno dei membri migliori del mio branco. Francesca, se ve lo state chiedendo è l’imprinting di Marco. E ora scommetto che vi chiedete cosa diamine è l’imprinting. Imprinting è magia, una magia potente che ti lega inevitabilmente ad una persona. Per lei faresti qualsiasi cosa, per lei saresti qualsiasi cosa. E’ una cosa incontrollabile e più potente dell’amore perché quando hai l’imprinting non puoi vedere altro che lei e soprattutto l’imprinting è per sempre, se ce l’hai te lo tieni e la cosa bella è che ti piace anche averlo. E purtroppo anche il grande capo branco Leon Vergas ha avuto l’imprinting con una ragazza di origini argentina che vive a Forks, si chiama Violetta Castillo ed è il mio “per sempre”.

-Potrebbe darsi  che sua maestà regina zanna abbia invitato i suoi amichetti-Risponde Maxi riportandomi alla realtà. Per voi che non lo sapete sua maestà regina zanna è semplicemente la vampira più egoista, viziata e incredibilmente umana del mondo, se volete la potete anche chiamare Ludmilla Ferro.
-Se fosse così avrebbe violato il patto e potrei  finalmente staccarle la testa-Afferma Napo, il membro più gracile e idiota del gruppo.
-Nessuno stacca la testa a nessuno- Dico. Il patto che dura da anni tra i licantropi e  il clan della Ferro non potrà mai essere distrutto. Anche perché non converrebbe affatto ai succhiasangue, noi siamo più forti è poco ma sicuro. Il patto prevedo che il clan della Ferro non beva sangue umano ma animale, che non trasformi alcun essere umano in vampiro e che nessuno di loro entri nella riserva. Poche semplici regole che vanno rispettate.
 
 
 Leon

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Primo giorno di scuola. Sparatemi ***


Pov Nata

La mattina appena svegliata ci metto un po’ prima di rendermi conto che, con mio grande rammarico, non sono a Madrid, nella mia bella stanzetta rosa confetto. Io sono a Forcks , la città più piovosa d’America, in una stanza grigia come il cielo temporalesco e sto per cominciare l’anno in una nuova scuola dove non conosco nessuno.  Qualcuno ha una pistola da prestarmi?? Secondo voi posso suicidarmi?? No, ragazzi, io dico sul serio.
Mi alzo dal letto a malavoglia, le gambe faticano a muoversi perché ancora intorpidite dalla scomoda posizione in cui spesso mi ritrovo a dormire, vi assicuro che non vi  conviene che mi metta a descriverla.

In meno di mezz’ora mi ritrovo in macchina diretta verso l’unica scuola di tutta Forks, solo per oggi  papà ci accompagnerà, poi credo che dovremo trovare un modo per venire perché lui deve lavorare.  Il rumore della pioggia, che mi fa innervosire come niente al mondo,  non ha alcuna intenzione di cessare così accendo la radio, scoprendo che l’unica stazione radio che prende qui è “Radio Forks” che trasmette solo canzoni dell’epoca di Charlie, non esattamente il mio genere. Scendo dalla macchina, mi tiro su il cappuccio della felpa rossa per ripararmi dalla pioggia scrosciante, e faccio una corsetta per arrivare nell’atrio della scuola, dove tutti fissano me e Lena. Noi rimaniamo immobili, finche Lena non  muove un passo, poi un altro e si ritrova a fare una specie di sfilata di moda sotto lo sguardo di mezza scuola, ed io sono ancora immobile.

Una mano mi tocca la spalla, mi giro spaventata finchè non incontro un paio di occhi neri, la pelle candida e il sorriso smagliante: Francesca.
-Ciao- Mi saluta. Io rimango zitta, mi sto vergognando a morte senza alcun motivo. Perché mi hai fatta così mamma! Notando che rimango muta aggiunge -Ti ricordi ieri, a casa di Leon?-Io annuisco cercando di combattere l’impulso di correre a nascondermi in una armadio e rimanere lì per tutto il giorno.
-MI ricordo-Rispondo abbozzando un sorriso
-Io e te siamo in classe insieme quindi se ti va puoi anche dire di avere un amica- Lena si affianca a me sorridente accettando al mio posto la proposta di Francesca
-Due amiche- Aggiunge una ragazza dai capelli marroncini e un sorriso dolcissimo.
-Io sono Violetta, la ragazza di Leon , spero di poter divenire tua amica- Mentre afferro la mano tesa di Violetta per suggellare la nascita di una probabile amicizia, lancio uno sguardo a Lena, conoscendola si sarà fatta dei film mentali su lei e Leon e ora starà meditando un modo per uccidere Violetta. Eppure sorride, stranamente felice, il che mi fa pensare due cose: Ho ha conosciuto un ragazzo più carino oppure mia sorella è una psicopatica con un talento nascosto per l’assassinio.

Gi alunni della scuola si spostano velocemente lasciando passare un gruppetto di pochi ragazzi che non
riesco a vedere. Quando ho la possibilità di squadrarli da capo a piedi capisco il motivo di tanto scalpore. Bellissimi, 6 bellissimi ragazzi, 3 femmine e 3 maschi. Li scruto, voglio memorizzare ogni cosa di loro, probabilmente tra qualche anno li vedrò su una rivista di moda o in tv e allora potrò dire “Loro venivano a scuola con me”, sono simili tra loro, così pallidi da non sembrare umani e gli occhi, sono strani, misteriosi e mi incutono terrore per essendo semplicemente neri .
Il resto della giornata passa tranquilla, dopo aver conosciuto Violetta e Francesca inizio a pensare che forse i giovani di qui non sono poi così male, mi ricredo appena entro in mena e mi siedo al tavolo assieme a Violetta, Francesca e altre loro amiche: Camilla e Jessica.
Camilla non è male, anzi mi sembra simpatica, quella insopportabile è Jessica, parla parla e parla, non fa altro che blaterare tutto il giorno, è una pettegola e saperlo mi fa capire che mai le dirò un mio segreto, a meno che non voglia farlo sapere al mondo.

Non smetto di fissare i ragazzi-fotomodelli, ho scoperto che si chiamano Ludmilla, Diego, Lara, Federico, Andres e Ana, hanno i vassoi pieni di cibo intatto e i bicchieri pieni d’ acqua. Mi costringo a spostare lo sguardo perché uno di loro, Diego,  si volta nella nostra direzione.
-Domani sera ci sarà una festa a la Push…Nata, Lena se volete venire vi passo a prendere davanti casa- Esordisce Francesca
-Grazie, verremo di sicuro così portò rivedere quei bei ragazzi di La Push, come fanno ad essere cos’ belli? Ieri mentre tornavamo a casa ne ho adocchiati alcuni che erano una splendore- Risponde Lena.
-Bene…Vi devo far conoscere il branco.. no intendevo dire il gruppo si il gruppo di Leon- Dice Violetta innervosendosi visibilmente.
-Si anche Marco, il mio ragazzo, lo dovete conoscere assolutamente- 
-Hey devono conoscere anche Maxi..lui è il mio ragazzo- Aggiunge Jessica. Se questo Maxi è come la sua ragazza non sono sicura di volerlo conoscere.

Mentre torno a casa non accendo la radio per coprire il suono della pioggia, non riesco a non pensare che, tutto sommato, non sarà così brutto vivere qui.

Image and video hosting by TinyPic Angolo autrice
Ringrazio tutte voi per i fantastici commenti ricevuti :) In questo capitolo vediamo la nostra naty alle prese con la nuova scuola. Fa amicizia con delle ragazze e ha l' "onore" di osservare dal vivo questi bellissimi ragazzi stranamente pallidi con gli occhi spaventosi, capeggiati da Ludmilla. Nel prossimo capitolo giuro solennemente di mettere molte coppie.. in questo capitolo e nel precedente volevo intrdurre un po' la storia e i personaggi ed ora perso di potermi dedicare alle realzioni presenti nella storia.

Graize e Baci

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Festa con imprinting. ***


Pov nata
Mi guardo allo specchio raggiante, non sono mai stata sicura di me, ma ora, davanti allo specchio fissandomi mi sento perfetta. Sono perfetta con il mio vestito viola, corto fino la ginocchio largo nella parte inferiore ma con un corpetto quasi troppo stretto. Il trucco leggero è la ciliegina  sulla torta.

Il rumore del clacson mi riporta alla realtà, scendo le scale velocemente seguita da Lena, apriamo lo sportello ed entriamo nella BMW grigia di Marco, il ragazzo di Francesca.
-Ciao ragazze, lui è Marco- Francesca indica il ragazzo al volante dall’auto. Decisamente carino, è il mio primo pensiero, e quello di qualsiasi ragazza dotata di vista. Marco ha i capelli e gli occhi scuri, i lineamenti sono delicati, insomma non è affatto male.
Scendendo dalla macchina mi fermo ad osservare Francesca. Indossa un vestito rosso che mette in risalto il suo bellissimo corpo. O mio dio è mai possibile che in meno di 10 minuti tutta la mia sicurezza sia andata a farsi friggere? Bhe si è normale, per i miei standard è durata anche troppo. Insomma Fran è perfetta non di certo io. La festa si svolge sulla spiaggia dorata di La Pusch.

Leon mi raggiunge sorridente assieme a Violetta che stringe la mano del suo ragazzo.
-Ciao Nata ciao Lena siete bellissime- Ci saluta Leon, cortese come sempre.
-Anche tu lo sei, non sai quanto- Afferma mia sorella guadagnandosi un occhiataccia da parte di Violetta che non sembra gradire le attenzioni di Lena nei confronti di Leon.
-Ciao Ragazze- Ci raggiunge Jessica affiancandosi a Leon e Violetta.
-Ciao Jessica- Non c’è molto entusiasmo nella mia voce e credo che se ne siano accorti tutti perché Lena una gomitata, anche quella non passa inosservata.
-Maxiii vieni qui amore- Jessica chiama questo misterioso Maxi, che se non ricordo male è il suo ragazzo, con la sua vocina stridula da emerita idiota. Nella mia fantasia Maxi è una specie di orrendo, repellente, stupido secchione decisamente chiacchierone, ma quando me lo ritrovo davanti rischio di avere un infarto. Bellissimo, i capelli neri ricci nascosti da un berretto da rapper, gli occhi neri illuminati dalla luce di una fiaccola mi fissano come se mi scrutassero dentro, come se mi penetrassero. Non è molto alto ed oggettivamente non si può dire che sia più bello di Leon ma c’è qualche cosa in lui che mi fa sentire strana, che mi fa dire che bhe..Maxi è decisamente il ragazzo più carino che io abbia mai visto.Improvvisamente si lascia cadere sulla ginocchia, come se si fosse appena ripreso da una trans. Jessica domanda preoccupata cosa gli è successo, Maxi la rassicura dicendo che non è niente, che è stato un semplice giramento di testa.
Quando Jessica si convince che Maxi sta bene ci presenta.
-Maxi lei è Natalia, puoi anche chiamarla Nata se vuoi, è la nuova arrivata viene dalla Spagna è molto timida. Naty lui è il mio ragazzo Maxi-
Ok, due  molte cose non mi piacciono di Jessica ma quel “ puoi anche chiamarla Nata” se lo poteva evitare, infondo fino a prova contraria sono io a decidere chi mi deve chiamare Nata, e non ricordo di aver dato questo privilegio a Jessica, forse a Maxi lo darei, se non fosse il suo ragazzo.
-Vado a prendere un drink- Dichiaro cercando di salvarmi dalle chiacchiere di Jessica.


Pov Leon

Fisso Violetta negli occhi e mi scuso con lo sguardo perché adesso me ne dovrò andare, come amico e capo branco è mio dovere aiutare Maxi. Ho riconosciuto il suo sguardo e la caduta da pera cotta, bhe è quello che è successo quando ho visto Violetta per la prima volta.

Mi trovavo sulla spiaggia di la Pusch e lei, lei era splendida con i capelli castani sciolti al vento e solo un leggero vestito di velo giallo  a coprirle il corpo perfetto. Non ebbi il tempo materiale per rendermi conto di cosa mi accedeva che mi ritrovai a terra con lo sguardo perso nel vuoto. Era come se ogni persona che mi legava alla terra fosse rappresentata da un filo, e i fili si staccavano, tutti, venendo sostituiti da un grande cavo dorato che rappresentava lei:  Violetta. Gli anziani mi avevano parlato di quella magia chiamata imprinting ma mai avrei pensato poetesse essere così incisiva.

Raggiungo in fretta il mio amico, seduto sulla sabbia, perso nei suoi pensieri.
-Maxi- Mi siedo accanto a lui
-Perché?- Mi domanda, cogliendomi di sorpresa, anche se io ho la risposta pronta.
-E’ destino- Rispondo
-Io non credo nel destino- Ribatte lui
- Dovresti invece, io grazie al destino ho conosciuto Violetta, la cosa più bella che mi sia mai capitata- Affermo convinto
-E’ così strano… nemmeno la conosco eppure ho lo strano bisogno di starle vicino. E poi c’è Jessica, che le dico? Sai Jessica io sono un lupo e grazie ad una magia mi sono innamorato di una ragazza che nemmeno conosco? Non posso, io Jessica l’ ho amata davvero ma ora quando la penso io.. non riesco più a vederla come prima. - Mi confessa, come lo comprendo.
- Lo so amico e non puoi  reprimere tutto ciò. L’imprinting non passa e se rimarrai con Jessica soffrirete entrambi-
-Dovrei lasciarla?-MI chiede, scuoto a testa.
-Prova ad avvicinarti a Naty come amico, se dovrà succederà qualche cosa-


Pov Naty

Marco sta ballando con Fran, sono bellissimi, abbracciati e innamorati come non mai, si fissano con un intensità che mi sembra quasi inaudita. A me non è mai accaduto prima, nessuno mi ha mai guardata o stretta in quel modo, ma non mi importava, ora fissandoli mi sento quasi gelosa del loro rapporto.

Passo in rassegna tutte le coppie che ballano. Mi fermo ad osservare mia sorella che si stringe ad un ragazzo, non riesco ad identificarlo. Indossa un giacchetto di pelle e un paio di pantaloni scuri, al buio della notte non riesco a definirne il colore. Lena tiene le mani sul colletto della giacca e lui le cinge la vita facendola ondeggiare a tempo.  Solo quando mia sorella e l’ignoto ragazzo con cui balla si spostano alla luce della fiaccola mi rendo conto che io quello lo conosco. Diego Dominguez, pallido come sempre, illuminato dalla luce di una fiaccola, durante una festa in spiaggia balla con mia sorella. L’idea non mi fa un granchè piacere, Lena soffrirà di sicuro, ho capito che tipo è, sono sicura che si divertirà un po’ con lei e poi la lascerà, forse ballerà con lei la illuderà e neanche la rivolgerà più la parola. Dopo anni puro e incondizionato menefreghismo riguardo la vita sentimentale di Lena, ogni genere di preoccupazione si fa largo dentro di me. Il fatto è che non comprendo l’interesse di Diego nei confronti di Lena, si mia sorella è oggettivamente bella, ma non certo una ragazza pon-pon o una superpopolare futura fotomodella come le ragazze che immagino frequenti Diego, inoltre Lena ha solo 15 anni Diego ne ha 17, come me, e i ragazzi di quell’età non guardano certo le piccolette no? Bho non riesco veramente a capire, è tutto così confuso.

Persa come sono nei miei pensieri non mi accorgo che Marco sta tremando mentre si avvicina rabbioso a Diego. Altra confusione, non so perchè reagisca così, da quel poco che mi ha detto ho capito che i ragazzi-fotomodelli non gli stanno moto simpatici, ma addirittura arrabbiarsi in qual modo…E’ strano.
All’improvviso Marco scappa seguito da Francesca. Dopo pachi secondi tra le musica a palla e le risate degli invitati alla festa, sento un forte botto provenire dalla foresta, a quanto pare sono l’unica che ricollega il fatto che Marco e Fran sono lì con quel rumore che sembra non aver notato nessuno, quindi non so con quale fottutissimo coraggio mi inoltro nel bosco.
 

Pov Ludmilla

-Dove diamine si è cacciato Diego?!!!!!!!!-Grido con tutta la forza che ho in corpo tanto da spaventare tutto il mio clan, tranne Fedrico che mi si avvicina con fare sicuro.
-Calma bambolina.. credo sia dai lupacchiotti, alla riserva di La Push  davano una festa-
-Cosa! Idiota come posso stare calma.. Diego è un vampiro, noi siamo vampiri, la riserva dei licantropi è off-limts per noi!!- Ribatto urlando ancora di più.
-Di cosa hai paura che ti stacchino la testa a morsi-Mi provoca Federico e odio quando lo fa.
-Spero cha succeda a te.. io vado subito a chiarire la situazione con Leon Vergas- Dico assumendo un atteggiamento responsabile da capo clan.
-Vuoi entrare nella riserva?- Nella sguardo di Federico leggo la preoccupazione, la paura che mi possa accedere qualche cosa, il che mi fa interire un po’, non troppo però.
-Si.. ma non mi attaccheranno se spiegherò la situazione- Stampo un bacio sulla guancia di Federico a corro verso la riserva con la mia super velocità vampiresca. Solo dopo 2 km mi accorgo che Federico mi sta seguendo.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** NOn posso crederci ***




Pov Nata

Ok..fa veramente paura qui, gli alberi sono tutti uguali e mi sono addentrata abbastanza da non sentire più la musica della festa, il che non mi piace neanche un po’. Ogni minimo rumore mi fa sobbalzare, compreso lo scricchiolare dei rami sotto il mio peso, non riesco ad uscire da questo bosco infernale, mi sembra di girare in tondo. Sono stanca, ho sete, fame ma hey, guardiamo il lato positivo della situazione, non sentirò Jessica blaterare per tutta la sera. Mi siedo su un tronco cavo con la testa tra le mani e muovo le gambe freneticamente su e giù, in preda al nervosismo e la paura, finchè non incontro la corteccia staccata del tronco, e mi ritrovo con una ferita sanguinante sul polpaccio, nel bosco, persa. Cerco di asciugare il sangue, che continua inevitabilmente ad uscire, con la manica del vestito. Un rumore mi fa spaventare a tal punto da farmi saltare.
Due figure sfrecciano tanto veloci che non riesco quasi a vederle. Arretro impaurita e finisco col inciampare sul tronco e ritrovarmi con il sedere per terra mentre il polpaccio continua sanguinare. Una delle due figure rallenta, finalmente la posso vedere, con i suoi boccoli biondi e gli occhi neri terrificanti, sorride la pallida Ludmilla Ferro, leccandosi le labbra rosse, è decisamente inquietante e non so perché il fatto che lei, la diafana reginetta della scuola, si trovi qui in un bosco e che si riesca a muovere alla velocità della luce mi fa comprendere due cose: O sono pazza..o stanno girando un film con effetti speciali e quant’ altro, io penso si la prima ipotesi quella vera.
Dietro di lei sbuca il suo compagno, Federico, le si avvicina, le afferra il braccio e le dice- Ludmi, devi controllarti ricordati il patto, non possiamo bere sangue umano.. lo so che è invitante ma tu sei il capo clan controllati-
-Il patto è stato già spezzato da Diego, lei è nuova e non credo  che se la assaggio un po’ qualcuno si arrabbierà- Replica lei fissandomi. Ok ora sono confusa. Assaggiarmi? Sangue? Ok sono impazzita. Calma Nata, calma Nata, mi ripeto all’infinito di stare calma non ci riesco. Ludmilla si china su di me mostrandomi i canini decisamente troppo grandi per un essere umano, si mette in posizione, fa per avvicinarsi ma Federico la allontana da me, e poi mi sorride, subito dopo viene scaraventato contro un albero da Ludmilla. 
La biondina si avvicina nuovamente a me, mi tira su per il colletto del vestito, mi fa alzare di 30cm minimo con un solo braccio e mi spinge contro un albero, esattamente come ha fatto con Federico.
La testa mi fa male, credo di aver preso una bella botta, perché mentre Ludmilla  si sta per avventare su di me sento gli occhi cedermi,  un lupo enorme dal pelo nero spinge la bionda lontano da me, poi il buio.


Pov Fran

Dopo l’arrivo di Dominguez alla festa, Marco è stato scosso da violenti spasmi, gli stessi che avvengono prima di ogni trasformazione in lupo, così lo conduco via prima che la situazione degeneri. Mi siedo su una roccia e lo vedo trasformarsi diventare l’enorme e altamente pericolosa palla di pelo grigio che io amo. Lui si siede accanto a me, lasciandosi carezzare il folto pelo.
Passano una decina di minuti, Marco mi fa cenno con il suo testone da licantropo di salire su di lui, lo faccio, mi aggrappo saldamente al pelo e Marco comincia a correre alla velocità della luce, in pochi minuti siamo di nuovo alla festa, in versione umana, con Maxi e Leon.  Sulla spiaggia c’è il caos più totale, Lena che cerca la sorella aiutata da un Diego che se ne frega altamente di aver infranto un patto che dura da secoli.
-Io e te dobbiamo parlare Dominguez- Leon si avvicina minaccioso verso Diego, a differenza di Marco lui è calmissimo, non trema, per questo è il capo, per quanto ami il mio cucciolo devo dire che Leon è decisamente un leader perfetto.
Lena si frappone tra Diego e Leon dicendo- Non ora Leon.. Non trovo più Naty, è sparita- La piccola Navarro è quasi in lacrime.
- L’ho vista andare verso il bosco- Si intromette Jessica.
-E l’hai lasciata andare sola nel bosco?! Dove ce lo hai il cervello Jess?? Poteva aver bevuto o non essersi sentita bene, e quindi non si rendeva conto di ciò che faceva- Maxi sgrida la sua ragazza con un  tale rabbia che lei quasi piange, ma riesce a trattenersi.
-Io pensavo… nel bosco c’erano anche Fran e Marco e magari andava da loro- si giustifica Jess scoppiando in lacrime per la reazione del ragazzo, cercando la sua compassione, aspettando un abbraccio da parte sua che non arriva e non arriverà, perché tutti abbiamo capito che Maxi ha avuto l’imprinting, in realtà io non lo avevo capito, me lo ha detto Leon, ma sorvoliamo .
Maxi, seguito da Leon, me e Marco saetta nel bosco, si trasforma in lupo per correre più veloce.
-Odore di vampiro- Commenta Leon annusando l’aria.
-E di sangue- Aggiunge  Marco, io non sento nessuno dei due odori, ma si sa che i licantropi anno un olfatto sviluppatissimo.
-Credo che Dominguez non sia solo- Conclude Leon.
Maxi, ancora lupo, seguito da Leon appena trasformato e da me e Marco, anche lui si trasformerà tra poco per ciò mi allontano per dargli modo di farlo. Salgo sulla groppa del lupo grigio e insieme seguiamo gli latri licantropi.
L’odore di vampiri proviene da una radura, lo spettacolo che si presenta davanti a noi è unico, e non in senso positivo. Federico, il pallido vampiro italiano, è svenuto ed io non sapevo nemmeno che i vampiri svenissero. Ludmilla, il capo clan, si prepara ad attaccare Nata. Le spagnola è immobile, semicosciente credo, visto che ho gli occhi quasi chiusi.  Vedo Maxi spingere via la vampira da Naty, Leon va ad aiutare Maxi e Marco va a controllare Federico. Io ne approfitto per correre da Nata, svenuta.
Maxi, tornato nuovamente umano riporta Naty sulla spiaggia, mentre io, Marco e Leon, rimaniamo nella radura per cercare di capire l’accaduto.



Pov Naty.
Apro lentamente gli occhi, sono abbastanza cosciente da rendermi conto che sono tra le braccia di Maxi,il che non mi da fastidio, solo mi domando perché? Insomma ricordo che Ludmilla cercava di mangiarmi e un lupo mi salvava la vita. Un follia no? Eppure sembrava tutto così reale, che giurerei sia accaduto.
-Che cosa…-
-Shhh calma, hai sbattuto la testa, credo, ti ho trovata nel bosco-Mi spiega Maxi.- Tuo padre sta per arrivare, ti porterà a casa- aggiunge sorridendo, cavolo che bel sorriso, così bello che vorrei non scomparisse mai.
Ora però torno a domandarmi perché mi tiene in braccio?.
-Posso scendere-Chiedo mentre le mie guance prendono fuoco.
-No, cadresti a terra come una pera cotta, e ti faresti male, aspetta- Maxi mi posa delicatamente sulla sabbia e poi mi prende il capo e me lo mette sulla sua gambe, solo ora mi rendo conto che ci fissano tutti, e le mie guance esplodono.
-Mi dispiace Nata, averi dovuto seguirti- Si scusa Jessica fissando il suo ragazzo che non la degna di uno sguardo, credo abbiano litigato, perché lei sene va piangendo. Spero solo che non sia colpa mia.

Charlie arriva dopo 10 minuti circa preoccupato come non mai a malincuore vengo strappata via della braccia di Maxi, so che è strano perché lo conosco pochissimo ma mi piaceva sentire le sue braccia  sulla mia pelle, mi piaceva sentire il suo odore…No non va bene, lo conosco da pochissimo, è fidanzato e, per quanto la odi, non posso innamorarmi del ragazzo di Jessica, poi credo che lui sia gentile con tutti e che io farò sempre parte di quei tutti che per lui restano nell’anonimato più totale. Forse passerà, forse è solo attrazione fisica, ora sono così scombussolata che non ho la forza ne voglio pensare a  Maxi.
Non riesco a dimenticare lo sguardo vivido di Ludmilla , i suoi denti fuori dal comune, la sua forza, la sua velocità e il fatto che volesse uccidermi. Non posso credere che tutto ciò non sia accaduto, non posso crederci.
Angolo autrice
Scrivere questo capitolo è stato un po' un parto... non tanto per launghezza o per i contenuti quanto perchè sono stata troppo impegata in questo giorni :) POi siamo arrivate ad un bivo nella storia. I Licantropi direnno a naty la verità o la lasceranno con l'idea di essere pazza e id essersi immanginata tutto? Maxi e naty si metterannno insieme oppure maxi rimmarrà fedele a jessice e, seguanrdo il consiglio di Leon, dieverrà amico di Naty? Gente bella continuate a seguirmi e lo scoprirete

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Fargli capire che mi piace, che forse lo amo ***


 

Pov Nata.


Urlo, mi sveglio, tremo, ogni singola notte da tre settimane. E’ strano pensare  che siano passate già tre settimane da quando mi hanno ritrovata nel bosco priva si sensi. Continuo ad essere convinta che Ludmilla abbia cercato di uccidermi e il lupo nero mi abbia salvata, perciò ora sono la “pazza” di Forks.  Li sogno ogni notte, il lupo e Ludmilla, ogni volta un finale diverso da quello che credo sia reale. Ludmilla mi prosciuga completamente, il mio lupo nero arriva troppo tardi, faccio appena in tempo a vederlo e poi muoio. 
Papà mi ha portato da vari psicologi, medici di ogni genere, ma a quanto pare nulla e nessuno riesce a curarmi, ecco il termine che usa mio padre: Curarmi.  Curami come se fossi una malata, per lui sono quindi diventata questo? Una povera pazza malata di mente? Si, esatto, e questo fa dannatamente male, come una coltellata in pieno cuore. Detto questo, no, papà non è cattivo, vuole solo aiutarmi, ma lo fa nel modo sbagliato.
Lena si vergogna di me, mi parla solo a casa, a scuola mi ignora totalmente, come se nessuno sapesse che è mia sorella, come se il nostro legame possa in qualche modo danneggiare la sua immagine. Io per renderla felice faccio finta di niente, non la cerco.
A scuola è come se non esistessi, i professori non fanno neanche più caso a me, quindi passo intere lezioni a fissare Ludmilla e i suoi terrificanti occhi neri. Ogni tanto incrocio il suo sguardo, anche lei mi fissa, oppure la sorprendo a lanciare occhiate dispiaciute a Federico. Tutti mi evitano a scuola, tutti fanno finta che io non esista, sono sparita così come sono arrivata, il nuovo giocattolino è passato di moda qui a Forks, può anche essere buttato via.
Oramai l’unico posto in cui sto bene è La Pusch, con i miei amici, loro non mi considerano pazza, per loro sono Nata non la psicopatica ragazza spagnola che conosce la cittadina di Forks.

-Tesoro, ti lascio con Leon non allontanarti mai da lui. Capito amore?- Papà parla come si parla ad una cane o a un neonato, più semplicemente come a qualcuno che non è in grado di comprenderlo.
-Basta- Grido in preda alla frustrazione
-Basta cosa tesoro?- Mi domanda papà con lo stesso tono di prima.
-Non sono malata papà! Non trattarmi da idiota, non lo sono diamine- Spiego portando le mani sui capelli come per strapparli.
-No non lo sei- Mi da ragione papà.
-Io non sono pazza papà- Ed eccomi a piangere come una bimba mentre mio padre accosta davanti la casa del mio migliore amico, scendo dalla macchina sbattendo lo sportello, senza salutare Charlie. Non vado verso casa di Leon, non ho assolutamente bisogno di sentirmi dire da Billi che papà ha ragione e che devo comprenderlo, perciò vado a casa dell’unica persona che forse può aiutarmi.

Busso alla porta della piccola casa verde. Maxi mi apre e io non gli do nemmeno il tempo di salutarmi che gli butto le braccia al collo e inizio a bagnare la sua maglietta di lacrime, lui mi stringe la vita e mi carezza i capelli per calmarmi, quando finalmente smetto di singhiozzare chiedo scusa a Maxi per averlo disturbato e gli racconto della mia discussione con papà.
In queste settimane il nostro rapporto si è definito, siamo amici, molto amici, anche se entrambi abbiamo ammesso di provare un’attrazione nei confronti dell’altro , in realtà lui lo ha ammesso e io sono rimasta muta, ma nessuno dei due vuole tradire Jessica, che ho scoperto non essere poi tanto male.
-Tu hai bisogno di distrarti- Mi dice Maxi trascinandomi fuori casa sua. Mi conduce sull’altissima scogliera di la Pusch, è impressionante quanto sia alta, ed io sono sul ciglio e ho paura.
-Che vuoi fare?- Chiedo timorosa di conoscere la risposta.
-Dammi la mano e  chiudi gli occhi- Mi dice solo.
-No-
-Ti fidi di me?-Mi domanda, scuoto la testa.

Maxi mi prende la mano e prima che mi renda conto di cosa accade si butta dalla scogliera, ed io cado nel vuoto con lui. L’aria mi fa male a causa della velocità con cui ci scendiamo. Muovo la gambe freneticamente, come si fa nei cartoni, non riesco a parlare ne respirare o più semplicemente fare qualcosa che non sia andare nel panico. Maxi mi tiene ancora saldamente la mano. Ci schiantiamo in acqua, con una tale forza che penso di aver perso qualche arto. Torniamo in superficie e arriviamo sulla riva, stremati.
-Idiota- Riesco a pronunciare quella parola con estrema fatica, mentre sento i battiti del mio cuore terrorizzato ovunque, persino nello stomaco.
-Hai smesso di pensarci vero?- In effetti è così, non mi è minimante passato per la testa il litigio con papà o il fatto che sono pazza, ma non voglio dargli ragione
-Si, perché ho capito che tu sei più pazzo di me- rispondo soddisfatta
-E ci hai messo così tanto?- Maxi ride, vorrei rispondergli ma  rimango solo a fissarlo. Con i vestiti inzuppati come i miei, i capelli bagnati per la prima volta scoperti, di solito porta sempre un berrettino da rapper, il sorriso a trentadue denti e una gli occhi neri, immensi, nel quale rischi di perderti .E’ perfetto.

Sento che ora avrei il coraggio di fregarmene di Jessica, del fatto che sia fidanzato, di fregarmene del mondo e fare ciò che vorrei tanto, baciarlo, posare le mia labbra sulle sue e fargli capire che non mi è indifferente, che mi piace, che forse lo amo. Ma non lo faccio, rimaniamo lì, sdraiati sulla sabbia  dorata e fissarci, aspettando che l’altro faccia qualche cosa. Ma nessuno fa nulla.

Maxi mi riaccompagna davanti casa di Leon, busso, saluto Billi e vado nella piccola camera degli ospiti dove tengo dei vestiti di ricambio. In questo periodo capita spesso che vada a dormire da Leon e per ciò ho sempre un cambio di vestiti qui a la Pusch.
Papà arriva dopo circa un’ ora e mi riporta a casa, non parliamo, nessuno dei due ha voglia di discutere di nuovo.

Mi rifugio in camere mia salendo alla velocità della luce le scalette di legno che vi portano.
Mi chiamo Natalia Navarro, vivo a Forks, sono spagnola, mio padre pensa che sia pazza, forse lo sono veramente, mia sorella mi evita, mi sono tuffata da una scogliera alta centinaia di metri, mi piace il ragazzo di una mia amica, io piaccio a lui, sono convinta che una mia compagna di classe sia un mostro e che un lupo gigante mi abbia salvato la vita.

Pov  Fran

Sono confusa, brucio, tutta un fuoco, brucio dentro, brucio senza fiamme. E grido, forte, troppo forte, il dolore continua, non si ferma e io continuo a gridare sperando che qualcuno arrivi, che lui arrivi, ma non c’è nessuno ed io soffro, sola.
Piango, credo, non riesco neanche più a capire se sono viva o morta. Perché? E’ durato tutto così poco, la pallida figura sconosciuta si avvicinava mi mordeva e poi solo dolore, tanto dolore. Ho paura. Marco dove sei? Dove sei Marco?! Perché non sei qui con me? Perché non mi proteggi? Perché non mi salvi?!  Marco aiutami. Marco salvami. Marco ferma il dolore.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** quello che provo per te è amore, non imprinting, non magia..Puro e semplice amore ***


 
Pov Marco.

Ora come ora io sono tutto e sono niente .Sono un enorme licantropo che uccide vampiri quotidianamente, che può fare qualunque cosa, tranne salvare  la propria ragazza. Francesca, il mio imprinting si sta trasformando in un vampiro ed io posso solo sperare che quel’ essere obbrobrioso che è Ludmilla Ferro  la salvi. Dopo l’incidente di Nata abbiamo risparmiato Ludmilla e le abbiamo attivato un localizzatore che ci permetterà di sapere se mentre nei nostri territori, in cambio lei farà ogni cosa le chiederemo.  Il localizzatore non ha suonato, il che mi fa capire che non è lei ne tanto meno uno dei suoi amichetti ad aver morso la mia Fran.

Cammino avanti ed indietro per il soggiorno i casa mia, aspetto, cerco di mantenere la calma, me è tutto inutile. Io sono inutile. Sono tutto e sono niente. Ludmilla le succhierà via il veleno e lei ritornerà da me con le guance rosee e gli occhi sorridenti, non terrificanti, non da vampira. Lei tornerà da me, umana, si lo farà. Non mi convince. Questa frase risuona così falsa. Come quando il giorno del mio compleanno Francesca negava di avermi organizzato una festa, come quando diceva di non amarmi per vedere la mia reazione, come quando faceva di tutto per non ridere alle mie battute e poi si chiudeva in bagno per farlo de non darmi la soddisfazione di saperlo. 
La porta bianca si spalanca e la Ferro ne esce sorridente.
-Resterà un insulsa umana, debito pagato… ora se me lo permettete io me ne vado. Ciao splendori- Resterà un insulsa umana, la frase della Ferro mi riecheggia nelle testa. Resterà umana, non insulsa, lei non lo è, resterà umana semplicemente umana e per me ve benissimo così.
Entro nella stanza dove trovo Francesca addormentata, si sveglierà tra qualche ora, le carezzo i capelli e le posso un bacio sulla fronte prima di chiamare i suoi genitori e dire loro che Fran rimane a dormire qui a La Pusch.

Il giorno seguente

Pov Naty

Ti amo, ti amo, ti amo. Non smetto di scrivere questa parola sul mio diario, mi sembra di essere tornata ai tempi delle medie, delle prime cotte.
Stanotte l’ho sognato. Aveva una chitarre bianca in mano, su una mercedes bianca, con un cappellino bianco, Maxi mi cantava una canzone d’amore ed io rimanevo lì ad ascoltarla per ore ed ore. Non resisto più..Voglio dirglielo, mi dispiace per Jessica ma è doloroso sapere che il sentimento è reciproco e non possiamo stare assieme. E’ ingiusto. Prendo il mio giacchetto ed esco di casa. E’ pomeriggio inoltrato, quasi sera, e papà è ancora a lavoro quindi mi farò venire a prendere . Chiamo Leon con il cellulare e gli chiedo di venire. In macchina mi dice che purtroppo Fran ha le febbre e quindi non posso andarla a trovare. Ma tanto io non vado lì per lei.
Leon mi lascia davanti casa di Maxi. Sta per bussare quando Leon mi grida
-Nata! In bocca la lupo e se ti fa soffrire dillo a zio Leon che picchia quell’ emerito idiota del suo amico Maxi- Come? Come sapeva cosa volevo fare? Cosa…OK. Non andiamo in paranoia Natalia, pensa a Maxi. Bussa Natalia, brava lo hai fatto.  Maxi mi apre la porta sorridente, la luce del tramonto gli illumina il viso. Rimango a fissarlo come ieri a La Pusch, dopo il tuffo.

-Tu sai quanto io sia timida- Riesco a dire senza nemmeno salutarlo
-Con me non lo sei più di tanto, almeno non ora, prima lo eri…Che succede?? Qualcun ti ha offesa o dato fastidio- Scuoto la testa, prendo un bel respiro.
-Ti ricordi quel giorno, davanti scuola..mi hai confessato che…io..io ti piacevo e….-Maxi mi interrompe
-Tu non mi hai risposto-
-Ma se lo avessi fatto, se lo facessi ora, se ti dicessi che…o mamma quanto è difficile…io..io lo so che non lascerai Jessica ma io non ce la faccio più..Maxi io sono pazza..pazza di te- Confesso, a testa alta, senza pura non per sicurezza ma perché so che  comunque vada a finire, io ho fatto tutto il possibile e ciò mi fa stare bene. Mi sento forte per la prima volta in vita mia.
Maxi mi fissa, sconvolto dalla mia rivelazione, cercando le parole giuste per rispondermi. Sospira.
-Tu mi ami?-Mi chiede. Io annuisco e gli rispondo di si.
-Stare con me è più pericoloso di quanto tu possa immaginare- Scuote la testa e poi continua- Solo se ciò che provi è sicuro, certo, solo se non è una cosa che passerà in una settimana, forse allora potrebbe esserci un noi-
-Io non lo so, io ti amo, solo questa è una certezza, se tra noi durerà o meno lo decideremo noi stessi- Ribatto
-Una parte di me vorrebbe chiederti di essere una coppia, un noi, ma l’altra ti ama troppo per farlo-  Sento le lacrime agli occhi, sinceramente non penso ci sia un motivo preciso per il quale  io sarei in pericolo con Maxi, forse ci ha ripensato e vuole trovare un modo carino per scaricarmi.
-Maxi se.. se non mi vuoi non c’è bisogno di inventare belle colossali..OK? Non c’è bisogno-
-Non è una balla, con me non saresti mai al sicuro-
-Perché?! A meno che tu non sia una spia russa in incognito non credo che la tua vita sia così pericolosa diamine! Sei un ragazzino- Grido sperando che finalmente vuoti il sacco e mi dica la verità, ma Maxi mi rivolge un sorriso amaro.
-Allontanati- Mi ordina
-Cosa?-Domando perplessa.
-Fallo e capirai- Obbedisco. In meno di un secondo al posto di Maxi compare un lupo nero, quel lupo nero, il mio lupo nero. Il lupo nero che mi ha salvato la vita.  Subito dopo ecco di nuovo Maxi pronto a spiegarmi.

Ci metto un po’ a capire che Maxi è un licantropo, mi ha salvato la vita e che io, da quel che sono riuscita a comprendere, sono una specie di anima gemella a, dimenticavo, la mia compagna di classe-fotomodella-vampira  ha cercato di uccidermi.

-Capisci? L’imprinting ha creato un legame indissolubile tra noi, io ti amo- Conclude così la spiegazione, lasciandomi amareggiata e alquanto arrabbiata.
-Se non ci fosse questa magia…se, se-Faccio un bel respiro e poi riprendo a parlare-Se tu non fossi quello che sei, se non avessi mia avuto quella magia con quel nome impronunciabile… allora non mi ameresti- Dico fredda
-No, ti sbagli… anche Leon e Violetta hanno avuto l’imprinting e anche Marco e Fran. Non ti sembrano innamorati loro?Imprinting non significa amore, imprinting può essere il semplice bisogno che ha  un lupo di difendere l’oggetto di questa magia, ma quello che provo per te è amore, non imprinting, non magia..Puro e semplice amore-Mi risponde Maxi
-Con Jessica era amore vero?Poi sono arrivate io e ho rovinato tutto- IL pensiero di Jessica mi blocca, non mi permette di avvicinarmi al ragazzo di fronte a me, perché su Jessica se ne possono dire tante ma non che non ami Maxi, forse ne è anche ossessionata.
-Con lei mi trovavo bene, la consolavo quando stava male, ma non mi si stringeva il cuore come succede con te. Quando piangeva lei non sentivo la rabbia crescermi dentro, non sentivo la voglia di staccare la testa a chiunque la facesse soffrire- E si avvicina ancora- Non voglio passare un altro momento lontano da te. Ti amo Nata, ti amo moltissimo-  E poi mi bacia, dapprima con dolcezza, poi con più passione. Le sue labbra sanno di cioccolaa e si da il caso che io ami la cioccolata, quindi amo anche le sue labbra…me amo anche i suoi occhi e i capelli ricci e neri neri e…ok ok sto divagando.

Le sue mani si posano sui miei fianchi ed io passo le mie tra i suoi capelli facendo scivolare accidentalmente il suo prezioso cappellino, a nessuno dei due importa in quel momento, siamo così presi che nulla ci può separare.
Nulla a parte la mancanza di ossigeno.
Sembra passata un eternità, un eternità dolce e romanticissima, un’eternità solo nostra, quando ci stacchiamo rimaniamo a fissarci negli occhi, persi l’uno nell’altra.
 

Mi guardo alla specchio felice oggi, dopo 3 giorni dal mio bacio con Maxi andremo tutti in discoteca, compresa Jessica. Lei e Maxi si sono lasciati, Jess sapeva tutto dei licantropi e dell’imprinting ed è stata molto comprensiva con Maxi. Evitiamo effusioni davanti a lei, perché per quanto provi a non darlo a vedere si sa che soffre e che prova ancora un forte sentimento per Maxi.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Jessica era talento ed ora non c'è più ***


Morta, non ci posso credere. Jessica, la ragazza chiacchierona innamorata di Maxi che aveva compreso il nostro legame e non aveva fatto altro che mascherare la sua sofferenza per agevolare la nascita di una storia tra me ed il suo ex, era morta. Morta senza un perché, senza una colpa se non quella di aver taciuto sui segreti dei licantropi, di non aver detto al vampiro che ha posto fine alla sua vita dove si trovavano i lupi e quale era il loro punto debole.
Il solo ricordo di come una normale serata di festa si sia trasformata nell’ incubo peggiore mi da i brividi, la paura mi attanaglia creando una morsa allo stomaco.

Mi viene quasi da ridere ricordando il futile motivo per il quale provavo questa sensazione da ragazzina e il professore di inglese mi interrogava mettendomi in imbarazzo e affibiandomi nomignoli  stupidi .

Erano le nove circa, papà mi stava facendo la radiografia per controllare che non fossi troppo scollata, provocante, sexy o roba del genere. Me l’ero cavata perché il suo unico commento era stato riguardante i miei capelli lisci a causa delle piastra, che non andavano a genio a Charlie, riteneva che i capelli ricci e neri identici ai suoi fossero unici . Considerando che indossavo una gonna tutu nera decisamente corta, le calze  nere un po’ stracciate e un corpetto rosso mi era andata si lusso, mi aspettavo una scenata, invece niente.

A Lena non andò così. Mia sorella indossava una mini gonna grigia con delle calze a rete e sopra  una maglia che lasciava scoperta la schiena. Il look della piccola Lena non fu molto apprezzato da Charlie che cominciò con uno dei suoi predicozzi. Da fuori il rumore del clacson dell’auto di Leon ci chiamava e papà continuava ad inveire contro me e mia sorella che eravamo già uscite dalla porta.

Rimasi sbalordita nel constatare che c’era solo una macchina ad aspettarci. Era una di quelle con i tettini piegabili , rossa fiammante.
Leon era alla giuda, accanto a lui Camilla teneva in braccio Violetta, Marco nei sedili posteriori teneva in braccio  Francesca. Jessica era seduta sul porta bagagli della macchina. Io mi sedei sulle gambe di Maxi e Lena vicino a noi.

Il viaggio non durò molto, infondo quanto poteva essere grande Forks? Era minuscola, ma nascondeva molti più segreti di quanto chiunque potesse immaginare.
Il pub era un localino graziosissimo con un ampio palco dotato di karaoke, la cosa più bella per me e gli altri.

Siamo tutti molto bravi. Durante le lezioni di musica del professor Brown gli unici che possono batterci sono i vampiri, Jessica era un usignolo, forse la migliore di noi.
Il palco era già occupato da Federico. L’italiano intonava le note delle canzone Give your heart a brake di Demi Lovato fissando la Ferro che, per tutta risposta, salì sul palco cantando un’altra canzone della Lovato: Heart attack.  Alla fine di entrambi i brani il pubblico era entusiasta, applaudiva fino a  farsi male. E gridava, gridava tantissimo.

-Lena va a cantare…Fa vedere a quella snob di Ludmilla come si fa- Violetta incitò la mia sorellina, in un’occasione normale sarebbe corsa sul palco e cantato con il cuore, ma quella non era una situazione normale. Lena fissava un angolo del locale, anzi un ragazzo nell’angolo del locale, anzi un vampiro nell’angolo del locale. Lena osservava Diego, assente, Dominguez fissava il vuoto, perso nei suoi pensieri. 

Lena non rispose a Vilu, la ignorò totalmente, muovendo passi decisi verso Diego. Non mi piaceva tutto ciò, non mi piaceva l’interesse di Lena nei confronti del vampiretto.
La osservai chiacchierare con lui, provai a seguirla ma Maxi mi consigliò di non farlo, Diego, per motivi a me sconosciuti, non avrebbe mai ucciso Lena secondo il mio ragazzo. Io non ne ero convinta perciò mi trovavo spesso a gettare occhiate nella loro direzione.

LA cosa brutta della discoteca era la calca di gente che ballava. Eravamo troppi, non riuscivo quasi a vedere Maxi accanto a me. I ragazzi ci si strusciavano addosso inevitabilmente e a me tutto quello non mi piaceva. La musica spacca timpani si bloccò, al suo posto la voce di Jessica che cantava sul palco incantò i tanti ragazzi, intonò Give me love di Ed Sheran.
Dopo di lei nessuno osò salire sul palco perché nessuno sarebbe minimamente stato alla sua altezza. Talento, Jessica era il puro talento.

Ed ora è morta. E pensare che al posto suo ci dovevo essere io, l’imprinting di Maxi, per un errore io sono viva e lei non c’è più. Mi pesa, mi fa sentire il colpa tutto questo. Lena era con Diego quando James arrivò, il gemello di Ludmilla, il vampiro che ha ucciso Jess.

La Ferro venne trasformata nel 1800 assieme a sua fratello da vampiri italiani estremamente cattivi e potenti chiamati Volturi.

Il loro capo, Aro, si era reso conto che Ludmilla, a differenza del fratello, non aveva alcun potere speciale, che non poteva far soffrire il suo avversario a tal punto di desiderare la morte pronunciando semplicemente la parola “dolore”. Così la vampira era destinata a morire, insomma rimorire, fuggi a Forks e e vi incontro Diego e piano gli altri membri di quello che sarebbe stato il suo futuro clan.

I Volturi non si sono arresi, tutt’ora cercano Ludmilla, fuggendo e stingendo un patto con i licantropi ha infranto la legge e deve essere uccisa, lei e l suo clan.

Ma James non si limiterà a questo, no, lui è meschino, crudele e spietato ed ha intenzione di uccidere ogni licantropo, estirpare la razza perché uccidere lo eccita a tal punto che uccidere umani  indifesi non è più divertente. James cerca una sfida e forse l’ha trovata.
Probabilmente ci spiava già da un po’, probabilmente conosceva già l’imprinting e lo sfrutterà a suo vantaggio.
 
James è forte e sono sicura che presto o tardi arriverà a me e Vilu e che l’unica che si salverà sarà Francesca.
Violetta si lamentava con me dell’eccessiva possessività del suo ragazzo, delle scenate di gelosia, di ogni loro problema insomma.
-Devi sapere che non lo sopporto più, non so cosa gli succede…Nata per favore parlagli tu, sei la sua migliore amica e l’unica di cui mi fido. Aiutaci-

A pensarci bene era molto che non parlavo con Leon, nel senso era molto che non parlavamo di cose seria, importanti e non delle solite stupidaggini.
-Certo a proposito dove è?-Domandai. Non mi stavo divertendo molto e Maxi era impegnato a conversare con un ragazzo quindi forse avrei potuto sfruttare l’occasione per parlare con Leon.
Quando lo raggiunsi, fuori dal locale, lontano dalla musica e dalle fate, mi sedei accanto a lui.
-Che succede?-Chiedo
Lui scuote la testa e sorride amaramente-Te l’ho mai detto che i lupi si leggono nel pensiero tra loro?-
-Wow e con ciò?-
Leon fece un respiro profondo-Marco..Lui ha un segreto ed ora inizia a pesargli e…-
-Cosa centra con te?-
-Ho paura che…e se non fosse imprinting tra me e Vilu?-
-Mi stai dicendo che tra Marco e Fran non è imprinting-
-No, loro stavano insieme anche prima che lui si trasformasse poi…si è trasformato e non poteva dire a Fran dio essere un lupo a meno che lei non fosse il suo imprinting allora…allora ha finto per poter condividere con lei il segreto-
-Ma tu non hai fatto questo-
-No-
-Leon?-
-Si-
-Una volta un ragazzo speciale mi ha detto che decidiamo noi se essere succubi di qualche cosa, anche di una magia, che noi siamo più forti di qualsiasi magia- Citai una sua frase, detta ieri pomeriggio sulla spiaggia di la Push.
-Grazie-
-Di niente.. io rientro tu?-
-Resto qui-
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** This love is not a game to me, we'll survive ***


Ciaoo bellezze, nello scorso capitolo ho ricevuto solo due recensioni :( per questo ne volgio minimo 4 se no non aggiorno. Vi consiglio di ascoltare la canzone Girlo on fire di ashrad, che troveremo alla fine del capitolo e sarà importante. In questo capitolo volevo toccare un tema elicato e molto diffuso in America, ora non so se a Forks vi sia realmente la pena di morte ma mi serviva per dare un po' di pepe alla storia. Inoltre conosceremo il vero Charlie, di luo cosa sappiamo oltre che è il padre di Naty? Nulla. Buona lettura

This love is not a game to me, we'll survive.
 
-Papà credimi!-Grido da ora solo questa frase. Nei film ho assistito a lunghi interrogatori, massacranti, ma mai come il mio.
-In questo momento io non sono tuo padre, sono lo sceriffo di Forks - No, tu lo sei diamine! Sei mio padre e dovresti credermi porco budino, ma non lo fai, non lo fai perché non te ne frega niente di me!

Non ho il coraggio di dirgli queste parole così punto sull’ironia, tanto continuando a dire la verità non uscirò mai di qui.

-Mmm allora il signor capo della polizia di questa città di cacca mi perdoni, non volevo mancarle di rispetto..Ma ti ho già detto che ne io ne Maxi ne nessuno di noi centra con la morte di Jessica!-
-Le vostre, anzi, le impronte del signor Ponte erano sull’arma del delitto. Jessica Habernaty è stata uccisa da una spranga di ferro che le ha spaccato il cranio- Oppure da un vampiro che voleva solo stordirla ma l’ha invece uccisa, penso- E sulla spranga c’erano l’impronte del tuo ragazzo..Natalia lui ti ha ingannata, lui è un assassino tesoro io so che non centri ma è così- 
Rimango muta a fissare Charlie senza la minima intenzione di cadere. Per quanto lui possa essere convinto che sia Maxi il colpevole, io c’ero e so che non è così. Ma cosa dovrei dire? Papà il mio ragazzo è un licantropo, il gemello cattivo di Ludmilla Ferro ha ucciso Jessica e vuole uccidere me?
No. Non lo posso fare.

-Abbiamo prove sufficienti per incriminarlo, il sangue della vittima è sui suoi vestiti e aveva l’occasione e il movente per uccidere Jessica- Sorrido amara-Quale movente?-Domando fredda.
-Le vittima aveva appena lasciato Ponte, lui non accettava ciò e in un impeto di rabbia l’ha uccisa-Spiega Charlie.

Poso le mani sul tavolo nero con forza, guardo mio padre negli occhi e scandisco bene le parole, isterica e minacciosa come sono spaventerei chiunque. Si, io sono timida e dolce ma so il rischio che corre Maxi. Qui a Forks per l’omicidio vi è ancora la pena di morte e..non voglio nemmeno pensare alla mia vita senza di lui.

-Non ha ucciso Jessica! Il tuo movente non vale niente..tu  non sai niente! Lui ha lasciato Jessica-
-Fammi indovinare ti ha detto che lo ha fatto per te-Papà ride e aggiunge     -Sei troppo ingenua Natalia-
-A te non importa, qualsiasi cosa dirò tu lo condannerai vero?-Le lacrime finalmente rigano il mio volto e con loro i singhiozzi, mi sembra una liberazione, fingere di essere forte è estenuante quando dentro ti senti morire
-Ha il movente, l’alibi non è valido, abbiamo le prove. Consideralo morto. Dimenticalo- No! Io non voglio dimenticare, io non voglio che muoia, io lo voglio con me, per sempre. E che razza di padre parlerebbe così ad una figlia. E’ un incubo, un incubo!
-Voglio vederlo!- sussurrò poco prima che Charlie esca dalla stanza degli interrogatori.

Mi conducono in una cella nel commissariato, mi fanno entrare e richiudono la porta alle spalle.
Lui è lì, nell’angolo sinistro della stanzetta quadrata e grigia, con le mani sul volto, a piangere.

Gli prendo le mani e gliele sposto, per poterlo vedere bene, ma lo spettacolo che trovo mi fa salir ancor più la rabbia, non solo il mio ragazzo è in lacrime ma è stato anche picchiato e credo che buona parte del pianto sia dovuto al dolore. Il labro inferiore è leggermente gonfio e i lividi ed i graffi gli rovinano il volto perfetto. Prova a muoversi, per abbracciarmi credo, ma una fitta di dolore lo fa immobilizzare- Decido di alzargli la maglietta per controllare i danni e la è ancor peggio del viso, i lividi freschi si estendono per tutto il torace, rendendolo violaceo. Lo carezzo leggermente e Maxi sussulta.

-Chi  stato?-Chiedo
-Non posso dirlo- Sussurra
-Devi, questo è illegale possiamo denunciarli- Maxi scuote la testa.
-Qui mi vogliono tutti morto..ho tanta paura Nata- Mi confessa riprendendo a piangere ancor più forte. Mi sporgo verso di lui e lo abbraccio, con quanta più leggerezza posso.

Ora come ora cercare di trattenerle lacrime è ancor più duro di prima, ma ora come ora h anche un buon motivo per farlo. Penso che mettermi a piangere davanti a Maxi lo farebbe scoraggiare ancora di più.
-Ti tirerò fuori di qui-Annuncio e aggiungo-Devi dirmi chi è stato però, pensaci, a molti sarà capitato ciò che sta succedendo  te, se lo faremo sapere nascerà una rivoluzione e molti si salveranno.-
-Il fratello di Jessica, Artur, lavora qui..ma non fare niente di stupido, soprattutto non dirlo a nessuno dei ragazzi, loro perdono facilmente il controllo- L’idea di vedere quel mostro del fratello della mia amica morta ucciso dai lupi mi dà una certa soddisfazione e quasi quasi decido di dire a Leon cosa sta patendo il povero Maxi.

Un poliziotto, giovane e lentigginoso, con i capelli dello stesso colore delle carote e i muscoli pompati mi avverte che il tempo è scaduto. Io non voglio andarmene, ho paure che una volta uscita da qui ricomincino a picchiarlo e torturarlo, ma ho un piano, un piano infallibile per farlo evadere in caso di necessità.

Una volta uscita dalla centrale di polizia di Forks trovo i ragazzi ad aspettarmi. Mi chiedono di Maxi e io
gli racconto di ciò che gli anno fatto.

A questo punto decidiamo dei turni di guardia che farà tutto il branco dei licantropi nei quali in caso di necessità si aiuterà Maxi. Spero solo che tutto questo finisca presto e che lo faccia per il meglio.

Tornare a casa con Charlie è più difficile di quanto pensassi, credevo che ignorandolo sarei arrivata a casa senza litigare e mi sarei buttata sul mio soffice lettino a versare lacrime per il mio lupacchiotto, ferito, picchiato ed umiliato, rinchiuso in una cella,senza di me, invece ora è difficile trattenere le lacrime ed è difficile guardare mio padre rendendomi conto che lui sapeva sicuramente che Artur avrebbe picchiato Maxi e non l’ha fermato, forse lo ha anche aiutato.

Non resisto più, ci provo in ogni modo, mi mordo il labbro mugugno, cerco in tutti i modi di non piangere e alla fine scoppio.

-Tesoro- Mi chiama papà-Calmati Natalia, vedrai che presto finirà tutto e lo dimenticherai- questa frase mi fa piangere ancora di più perché so che secondo papà le cose finiranno bene, bene per lui, bene per tutti quelli a cui non importa la verità, ma non per me e non per Maxi, non per noi.

-Io non voglio dimenticare- Riesco a dire e poi cercando di controllare i singhiozzi e assumendo un tono nostalgico e serio aggiungo- Non voglio dimenticarmi di lui, del suo cappellino da rapper, di quando ci siamo conosciuti a la Push e di quando ci siamo tuffati dalla scogliera, non voglio dimenticare il nostro primo bacio. Non voglio dimenticare la nostra storia, breve a causa tua, non voglio dimenticare la sofferenza e la paura di non essere corrisposta, non voglio dimenticare il suo sorriso e…- Charlie mi interrompe.
-Nata, a questa età quello che voi chiamate amore è tutto un gioco..e poi lui è..-Adesso sono io ad interromperlo, intono una canzone che per me e mio padre vuol dire molto. Quando è venuto in Spagna l’anno scorso gli ho insegnato ad usare youtbe, avevamo trovato una canzone bellissima, mi era entrata in testa e non ne voleva più uscire, allora lui si era messo a cantarla con me per ore.

Ripensandoci le parole di quella canzone sono perfette per me e Maxi, credo -This love is not a game to me, we’ll survive and start and uprsing. You can ignite, stand and fight, don’t cave in, so lets the game begin-
-Cosa centra la NOSTRA canzone con questa cosa- Chiede Charlie.
-Questo amore non è un gioco per me, sopravviveremo e daremo inizio ad una rivolta, tu puoi appiccare il fuoco, resisti e combatti, non crollare. Diamo inizio ai giochi. Nella tua centrale di polizia accadono cose brutte se così le volgiamo chiamare, e so che tu ne sei a conoscenza. Per me Maxi non è una giochetto adolescenziale, lo amo che tu ci creda o meno, lui sopravviverà e di conseguenza io, perché senza di lui non c’è futuro per me, insieme daremo inizio ad una rivolta, contro le torture ai detenuti da parte dei tuoi poliziotti e forse anche tua. Noi appiccheremo il fuoco, e insieme ad altri vinceremo la nostra battaglia, resisteremo e combatteremo, non crolleremo. Io sono pronta a cominciare questa battaglia papà- Spiego, lui mi guarda con una sguardo di sfide, divertito e anche infondo seriamente preoccupato.
 

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Safe and sound... ***


Dormire? Mangiare? Andare avanti? Ora è tutto più difficile,

Oggi mi aspetta un ‘altro entusiasmante giorno di scuola, in prima ora il prof Brown ci fa cantare delle canzoni per Jessica e ci fa discutere si quanto accaduto, sul fatto che una nostra compagna è stata uccisa.

-Uno per uno verrete qui a cantare per Jessica, la vostra amica uccisa la scorsa settimana- Ci scruta aspettandosi probabilmente lacrime, che però non arrivano.

Falsa, Forks è solo questo. Due giorni fa Maxi è stato scarcerato in vista del processo e d’allora non hanno fatto altro che fare manifestazioni davanti la riserva, davanti casa sua. Una volta hanno anche provato ad entrare in casa sua nella notte, non ci sono riusciti però hanno imbrattato i muri con scritte  terribili “ASSASSINO” “MUORI MOSTRO”.

Tutto ciò per la rabbia ed il dolore della perdita, ed ora, in un momento in cui è lecito e normale piangere nessuno versa una lacrima. Ipocriti, falsi, siete solo questo.

Il prof chiede a Finn di cantare, lui è una specie di secchione sulla sedia rotelle, quattr’occhi e brufoloso. Se ne sta sempre solo, un asociale in poche parole.

-Io vorrei dedicare questa canzone all’unica amica che avevo, Jessica, brutalmente uccisa da quell’animale del suo fidanzato, che più che innamorato era ossessionato da lei. Io lo sapevo, le avevo detto di lascarlo perdere, lo avevo capitolo subito che razza di porco era, ma lei era troppo innamorata per ascoltarmi. Maximiliano Ponte è il peggior mostro che esista e se mi mai mi chiederete se merita la pena di morte io vi risponderò di si.- Non posso più sentire un'altra parola, non lo reggo, non reggo la situazione, lo stress, i nervi e ciò che dicono su Maxi, io non lo tollero.

-Di la verità Finn, quello ossessionato eri tu, tu la amavi vero? Tu sei geloso perché lei amava lui ed ora sfoghi tanti anni di represso odio in queste stronzate di cui blateri. Ossessionato, animale, mostro, porco, sono tutte cose che non puoi dire su Maxi, perché non lo conosci come lo conosco io.E lo sai che ti dico, non a te a voi tutti, rimanete chiusi nelle vostre piccole certezze, a voi che importa che lui muoia no? I Bhe c’è a chi importa perché il mostro, il porco, l’animale ossessionato è mille volte migliore di quanto voi potrete mai essere. Perchè lui è innocente. E Ps, nessuno ha chiesto la tua opinione sulla pena di morte, quindi canta e smettila di scassare i maroni e non replicare altrimenti giuro che divento io la pazza che ti ucciderà brutalmente-  Intervengo così, senza la minima paura o vergogna, dicendo ciò che penso con un carico di ironia forse eccessivo data la situazione, che però non posso evitare. Il fatto è che ora, in un momento così devastante e buio quella superdotata sono io, devo essere io, e Maxi è una povera vittima di un sistema sbagliato, un lupacchiotto indifeso.

-Natalia aspetti il suo turno per dire ciò che pensa. Continui pure Finn- Mi sgrida il prof, anche lei è un falso prof, lo siete tutti

-Io volevo dire alla signorina Navarro che se Maxi ucciderà anche lei, se prima di farlo la torturerà, nessuno di noi ne sarà dispiaciuto, se lo sarà cercato- Finn sorride soddisfatto di quella che crede essere una risposta pungente, deve ancora ascoltare la mia replica.

-Mmm se non ti cuci subito quella boccaccia giuro che ti pesto così che nemmeno tua madre riuscirà a riconoscerti- Federico parla ancora prima di me e devo ammettere che la sua risposta è molto più convincente della mia. Non so perché lo abbia detto, infondo lui è una vampiro, ma sono felice che lo abbia fatto.

Finn canta una canzone di Mika, kiss as, che parla di lui più che di Jessica. Durante la sua esibizione io, Fran e Vilu dobbiamo coprirci le orecchie a causa delle stonature e gli acuti fuori posto. Chiedo perdono al sommo grande e potente Mika, che io adoro, perché un ragazzo odioso ha storpiato così una sua canzone.

-Navarro venga lei ora- Il prof Brown mi guarda stranamente, come mio padre e qualsiasi abitante di Forks.

-Senta non devo aggiungere altro, credo, quindi metta la base. Safe and Sound di taylor swit-
Sani e Salvi, magari lo fossimo io e Maxi.


I remember tears                                            Ricordo le lacrime
 streaming down your face                             solcavano il tuo viso
When I said,                                                   Quando dicevo
I'll never let you                                             non ti lascerò mai andare
When all those shadows                                 quando le ombre hanno
almost killed your light                                      quasi spento la tua luce

I remember you said,                                       ricordo che dicevi
Don't leave me here alone                                non lasciarmi qui solo
But all that's dead and                                      ma tutto è passato
gone and passed tonight                                        finito stanotte

Just close your eyes                                            chiudi gli occhi
The sun is going down                                           il sole sta tramontando
You'll be alright                                                          starai bene,
No one can hurt you now                                  nessuno può farti del male
Come, morning light                                    quando verrà la luce del giorno
You and I'll be safe and sound                       io e te saremo sani e salvi

Don't you dare look out your window darling       non provare a guardare fuori dalla finestra
Everything's on fire                                                     ogni cosa brucia
The war outside our door keeps raging on               la Guerra infuria fuori

Hold on to this lullaby                                               tieniti stretta questa ninna nanna
Even when the music's gone, gone...                   anche quando la musica sarà finita

Just close your eyes                                                  chiudi gli occhi
The sun is going down                                             il sole sta tramontando
You'll be alright                                                             starai bene,
No one can hurt you now                               nessuno può farti del male
Come, morning light                                 quando verrà la luce del giorno
You and I'll be safe and sound                      io e te saremo sani e salvi


Oooh, oooh, oooh, oooh... 
la la (la la) 
la la (la la) 
Oooh, oooh, oooh, oooh... 
la la (la la) 

Just close your eyes                                     chiudi gli occhi
You'll be alright                                                starai bene
Come, morning light,                                  quando verrà la luce del giorno
You and I'll be safe and sound...                     io e te saremo sani e salvi

Oooh, oooh, oooh, oooh oh oh..


Mi risiedo al mio posto, sotto lo sguardo dei miei compagni e quello divertito di Federico, lui ha capito il senso della canzone, lui sa tutto.
A fine lezione raggiungo il vampiro e gli domando:
-Perché hai difeso Maxi?-
-Lui ha salvato Ludmi, le ha risparmiato la pena dopo averti attaccata e io ho un debito con lui per questo- risponde
-La ami- Non è una domanda.
-Si, ma la nostra relazione è un po’ particolare- Sorrido.
-Ci aiuterete? A salvare Maxi intendo-La speranza si impossessa di me, non posso fare a meno di sorridere.
-Si- Abbraccio di slancio Federico, il suo corpo è duro, come pietra, e freddo come il ghiaccio.
-Mi ricordo sai- Dico staccandomi da lui e aggiungo notando il suo sguardo perplesso -Hai provato a salvarmi nel bosco, grazie-
-Prego. Amici?-
­-Amici- Suggello la nostra duratura, si spera, amicizia con una vigorosa stretta di mano. Mentre cammino per i corridoi della scuola con Fran, Vilu,i vampiri e Lena, che ha scoperto la verità su Diego e ne è rimasta sconvolta, tutti mi fissano con odio.

Occhi chiari, scuri, marroni o azzurri mi fissano con disgusto. Ma quegli occhi no, loro mi colpiscono a tal punto che mi blocco a fissarli. Un paio di occhi rossi mi fissano con ammirazione, almeno è quello che credo sia. Mi terrorizzano per il loro colore e perché, dopo nemmeno un secondo, non ci sono più. Che li abbia solo immaginati? Ne dubito, dopo la storia della pazzia
-Nata, andiamo- Violetta mi trascina via, da Leon che ci aspetta all’uscita per portarci da Maxi.
Arrivata davanti la casa verde del mio ragazzo noto nuove scritte.

Non affacciarti amore mio, non uscire, fuori tutto brucia, la guerra infuria.

Maxi mi apre la porta, le occhiaie violacee profonde e gli occhi rossi da pianto mi fanno stringere il cuore, lo abbraccio, sapendo che sono l’unica cosa che ha al mondo, l’unica che lo può consolare. Sua madre lo ha abbandonato da piccolo, suo padre è morto d’infarto 3 anni fa, lui ha vissuto per un po’ con Marco, che ho scoperto essere suo cugino, poi si è comprato questa casetta, dove vive solo.

Ha solo me ed io cosa posso fare se non donargli tutto l’amore di cui necessita? Nulla, solo questo.

Così lo abbraccio forte, lo bacio, per fargli capire che io ci sono e ci sarò sempre. Ma James è ancora in agguato e forse il “sempre” non sarà così lungo come spero.

Pov Fran

Lasciamo Nata a casa di Maxi, io e Marco dobbiamo assolutamente parlare.

Sono giorni che il mio ragazzo si comporta in modo strano, forse scosso per ciò che sta succedendo a Maxi, perché forse verrà condannato a morte, ma sento che si è allontanato persino da me. Perché?

-Fran io ti devo confessare una cosa- Mi dice
Sorrido-L’ultima volta che me lo hai detto mi hai confessato di essere un licantropo-
-Riguarda questo-
-Tu non sei il mio imprinting- Confessa tutto d’un fiato
-Che?!-


Angolo autrice
Hola.. ho intenzione di scirvere una fic che avevo cancellato così questa la aggiornerò il venerdì e, se ci riesco, il lunedì.
L’altra ff sarà una di genere storico.
Trama:
Siamo nel 1800. Violetta Castillo è la figlia del capo delle guardie del re, promessa sposa ed innamorata del duca Tomas Heredia, la sua vita è perfetta ma basta una passeggiata in paese per sgretolare le sue certezze. L’incontro con Leon Vergas, capo dei ribelli, dà una svolta alla sua vita. I dubbi si insinueranno nella sua mente e il suo cuore si dividerà in due, una parte di lei vorrà appoggiare il rivoluzionario Vergas mossa da un fuoco interiore che non credeva di possedere, ma l’altra ancora legata al giovane Heredia che non conosce la verità sui ribelli e su Leon.
Ludmilla, figlia del re, viziata principessa dalle pretese esagerate, innamorata del conte Heredia conoscerà invece un contadino, un poveraccio che con le sue maniere rozze e il suo modo di trattarla come una comune morta e non una regina la farà innamorare: Federico.
Natalia, la dama da compagnia della principessa Ludmilla, Francesca sorella del vice del signor Castillo, Camilla figlia del conte Torres, Maxi braccio destro di Leon, Marco cugino di Vergas, Federico e tanti altri i protagonisti di questa ff.


<

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** And there’s just not turning back, when your heart’s under attack, gonna give everything i have, my destiny ***


Cap 10: And there’s just not turning back, when your heart’s under attack, gonna give everything i have, it’s my destiny

POV Francesca

-Usciamo?-MI domanda Marco mentre guardiamo la tv abbracciati
-No, non ne ho voglia- Rispondo
-Non ne avevi nemmeno ieri e il giorno prima…Fran sono passati due giorni da quando ti ho detto la verità e tu sei strana- Marco mi prende le mani e mi fa voltare verso di lui.
-In che senso strana?-Chiedo
-Che ti comporti come se nulla fosse successo… a parte il fatto che mi tieni chiuso in casa- Spiega lui e poi aggiunge- Fran, sfogati-

-Ho una fottutissima paura di perderti…Immagina noi due, tranquilli a passeggiare e poi tu la vedi, con i suoi occhi stupendi nei quali puoi perderti, e ti sembra che nulla oltre a lei esista… pur non conoscendola sai già che non puoi starle lontano perché lei è il tuo mondo… un mondo di cui io non farei mai parte- Confesso.
-Non succederà- IL mio ragazzo mi abbraccia e io schiacciata contro il suo petto replico- Scommetto che anche Maxi ha detto almeno una volta una cosa del genere a Jessica.. guarda come è finita-
- Io non sono Maxi, io sono più forte dell’imprinting-

Illuso, Marco è un povero illuso, perché sono sicura che non è così, che l’imprinting quando e se lo avrà lo sconfiggerà e, abbracciata a lui come lo sono io ora, ci sarà un’altra ragazza.


POV NATA

Il processo sarà dopodomani, e oramai sono giorni che non torno a casa. Dico a mio padre che sto da Leon quando invece vengo qui da Maxi, cercando di sfruttare il poco tempo a nostra disposizione. 

Lui ora si sta facendo una doccia ed io ne approfitto per frugare curiosamente nei cassetti alla ricerca di qualche sua foto di lui da bambino su cui ridere, prenderlo in giro, per farlo distrarre.

Nel comò di mogano un pila di lettere perfettamente conservate mi salta all’ occhio.
Una parte di me vorrebbe evitare di leggerle ma la parte più curiosa prende il sopravvento.
L’ultima ricevuta è di tre giorni fa.

Caro Maxi,
Perché? Perché non mi rispondi mai? In questi anni quante lettere ti avrò mandato? 100, 1000? Le hai almeno aperte?
MI chiedo ancora cosa ti ho fatto, eravamo così uniti un tempo. Ti ricordi quando giocavamo insieme nel giardino di casa tua? Io si, non posso dimenticarti fratellino, anche se tu hai fatto ciò con me.
Quando ci siamo conosciuti eravamo così piccoli, spensierati e ingenui che tu mi hai accettata pur essendo frutto del tradimento di papà nei confronti di tua madre, pur essendo la causa del loro divorzio.
Poi mi sono trasferita e da quel momento di sei dimenticato di me. Ieri ho letto il giornale, un evento raro qui all’accademia..Ti ricordi dove studio no? L’ accademia è una scuola per aspiranti combattenti, noi difendiamo gli uomini dai Bane, una specie di licantropi pericolosissima.. ma sicuramente ne avrai sentito parlare.
Sai sono diventata la filatrice migliore di tutta l’accademia. Il mio compito è creare portali magici con l’aiuto di un fuso, ma so anche combattere benissimo!
Comprare un giornale è una cosa più unica che rara ma trovare il proprio fratellastro in prima pagina è WOW.. se no fosse che sta per essere condannato per un omicidio che non ha commesso… perché io lo so che non sei stato tu fratellino..tu sei buono.
Ci vediamo tra tre giorni, sarò li a Forks e ti salverò fratellone mio, fosse l’ultima cosa che faccio.
TI voglio bene… non te lo dimenticare, mai.
Tue Adne



Fratellino, Maxi ha un sorella, una sorellastra anzi e non me lo ha mai detto, lei è una filatrice e studia in un accademia che insegna a combattere un particolare tipo di licantropi di cui non conoscevo l’esistenza.

Maxi mi ha mentito, ma ora non posso arrabbiarmi con lui, ora che so, che ho la certezza, di non poter più passare il resto della mia vita con lui, perché lo processeranno, lo condanneranno e lo uccideranno. Devo rintracciare Adne, lei forse è l’unica che può aiutarmi, questa remota possibilità di salvezza del mio ragazzo, mi restituisce speranza, una speranza che si era man mano spenta in questi giorni.

Maxi esce dal bagno, fissa la lettera che tengo in mano.

-Dove l’hai presa?-Domanda
-Nel comò, cercavo delle foto e ho trovato queste- Rispondo indicando la pila di lettere sul letto.
-Ne hai letta qualcuna?-Chiede
-Si, l’ultima che ti ha spedito… Lei ci può aiutare Maxi- Mi avvicino e lo abbraccio ma lui non ricambia la stretta, il che mi spaventa.
-Maxi? Che c’è?- Lo scruto cercando il suo sguardo, sguardo che non riesco a ricevere, perché lui non fisse me, bensì un punto dietro di me e lo fissa con una tale intensità che mi giro e li vedo.

Lei minuta, magrissima, con lunghi capelli marroni, gli occhi nocciola, uguali a quelli di Maxi, e un fuso in tasca.

Lui invece è grande, sia fisicamente che d’età, avrà circa 20 anni lei ne avrà 15, 16 al massimo. Lui è stupendo i capelli castano chiaro gli occhi scuri e un set di coltelli nella cintura, incute terrore, solo questo, nulla di più che terrore.

-Adrianne- Sussurra Maxi
-Sai che non mi devi chiamare così. Adne è meglio- Replica lei fingendosi seccata, per poi correre tra le braccia di Maxi snobbando amabilmente la sottoscritta.

Sia io che il ragazzo che è arrivato on Adne ci fissiamo, probabilmente anche lui si sente di troppo come me.

Angolo autrice
Ancora un volta vi esorto a commentare.. per l’altro capitolo solo 2 recensioni e ne vorrei almeno 4 e questo vale per tutti i capitoli.
Bene vi lascio una foto di Adne e del ragazzo che è con lei.. vi anticipo che si chiama Connor, entrambi ono i miei personaggi preferiti del libro Wolfbane e Bloodrose di Andrea Creemer (NON cito il primo libro perché loro non ci sono… e non l’ho letto perché la protagonista mi sta sulle balle e leggo il libro solo per i personaggi secondari)
BAci
 
Image and video hosting by TinyPic


a href="http://tinypic.com?ref=eooxd" target="_blank">Image and video hosting by TinyPic










 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Temporalis porta ***


vì 


Pov Ludmilla

Federico mi scosta delicatamente una ciocca di capelli dal volto e me lo carezza con la stessa accuratezza che si usa per accarezzare una bambola di porcellana, da una parte si ha paura di romperla, gli prendo la mano e lui mi ricorda, con un tono di estremo sconforto, che domani ci sarà il processo di Maxi e che sicuramente verrà condannato.

Noi non sappiamo come aiutarlo e ci sentiamo inutili, ed io odio sentirmi inutile, inoltre mio fratello è ancora allo sbaraglio e sono sicura che quando settimane fa Francesca è stata morsa e io le ho succhiato via il veleno, non era opera di James, non c’era il suo odore, forse ha un complice, non so.

Sono giorni che espongo le mia teorie a Leon, che e preoccupato per Maxi almeno il triplo di noi, lui controlla ogni giorno tutto il territorio, anche se non vedo come ciò possa aiutare il rapper.
A meno che il giudice non creda ai vampiri, non c’è nessuna prova reale, non sovrannaturale, che possa salvare Maxi.

Mi viene da ridere pensando a come, prima dell’arrivo di quella spagnola e prima del nostro piccolo incidente, non mi sarei minimamente preoccupata per i licantropi, forse sarei stata anche felice di vederne schiattare uno, ma dopo un susseguirsi di inspiegabili eventi, tra cui il ritorno di mio fratello, il rinnovamento del patto con i licantropi, e il fatto che senza Maxi i lupi mi avrebbero uccisa, mi fa dispiace ed mi ritrovo ad infrangere una regola fondamentale dei vampiri: Vampiri e Licantropi non possono essere amici.

Ma ne infischio delle regole ora, mi beo del freddo calore della mano di Fede sul mio viso, del suo dolce sguardo e cerco invano di dimenticare i problemi.

Pov Violetta

Leon è stanco, stressato, lo capisco, so che è preoccupato che vuole trovare un modo per aiutare Maxi senza l’aiuto di nessuno, tutta colpa di quel fottuto orgoglio che si ritrova, e anche io vorrei aiutare Maxi, è mio amico santo dio, ma ora c’è anche la sorella e quel ragazzo di cui dimentico costantemente il nome ad aiutarlo e Leon non si vuole fidare.

Il prechè è palese, chiaro come l’acqua, loro cacciatori di Bane, licantropi cattivi, e Leon pensa che possano vedere anche il branco come cattivi…ma quando pensa questo, se lo pensa, lo trovo veramente idiota, se li avessero voluti uccidere sarebbe venuto un esercito e avrebbe fatto fuoco con arpioni ed armi d’argento sui licantropi, non ci sarebbe voluta più di mezz’ora per ucciderli.

Leon è finalmente tornato, dopo l’ennesimo giro di controllo, ed è stanco e nervoso e ho paura che se aprirò bocca si incavolerà con me, come sta facendo sempre del resto.
-Che fai li immobile come un baccalà, se non mi devi fare una di quelle tue ramanzine o non devi sparare una delle tua solite cretinate vattene, che io ho lavorato per il mio amico tutto il giorno- Mi sgrida con un tono di voce dannatamente crudele ed estremamente irritante.
-Leon Vergas, io ero venuta per passare un po’ di tempo con il mio ragazzo, lo hai visto per caso?- Rispondo irata e poi sospiro e aggiungo-Non ti riconosco più-
-Io sono solo teso..domani ci sarà il processo e non abbiamo concluso niente-
-Leon?-
-Si?
-Se necessario lo faremo evadere e…Ti amo-
-Anche io Vilu-

Pov Nata

E’ pomeriggio inoltrato e io, come ogni giorno, sono a casa di Maxi, sdraiata sul letto a fissarlo dormire, stanotte non ha chiuso occhio e così oggi ho deciso di imbottirlo di sonniferi…Domani c’è il processo e non può presentarsi come una mummia, no di certo.
Processo, domani c’è il processo, paura preoccupazione, troppi pensieri..non posso rimanere qui immobile.

Mi alzo dal letto ma mi fermo prima di entrare in soggiorno perché sento le voci di Adne e del ragazzo che è con lei, Connor.

Ci stanno aiutando moltissimo, passano entrambi intere giornate a spulciare libri di legge e roba varia.
Mi sporgo per vederli, attenta a non farmi scoprire mentre li spio.

Adne si passa le mani tra i capelli e grida.
-Sono giorni, giorni che cerco e.. diamine non c’è nulla! Connor perché non mi aiuti!-
Connor le si avvicina sorridendo divertito, che diamine c’è da ridere?
-Cosa ridi? Cosa c’è da ridere? Fammi ridere su?!- Adne si stava infuriando ancora di più
-Stavo ridendo perché.. bhe sei più carina quando ti arrabbi- Risponde il giovane ridendo ancora
-Sei un idiota, è solo una questione di tempo e…- Adne non finscie la frase che Connor balza in piedi e dice- Tempo Adne, hai trovato la soluzione…Possiamo usare la temporalis porta-

Ande sorride a si tuffa tra le braccia di Connor- Si, la troveremo e porteremo indietro il tempo e Jessica non morirà e noi uccideremo James e…- Connor interrompe ancora una volta Adne, allenta la presa e rimane serio a fissarla-Tu vorresti anche cambiare le cose, quello che è successo alla festa dell’accademia..io…mi sarei approfittato di te e non voglio..io volgio che sia tutto perfetto un giorno se…- Ande, visibilmente imbarazzata, replica- Ti ho chiesto di venire a letto con me perché ero ubriaca, senza se, ne ma, amici Connor, siamo solo amici-
-Vado a cercare Leon per parlagli della temporalis porta-

Aspetto un po’, lascio che Adne si sfoghi, poi fingendo di svegliarmi vado da lei.
-Novità?-Chiedo come se non sapessi nulla
-La soluzione è la tempoarlis porta, una porta magica grazie alla quale si può tornare indietro nel tempo, possiamo evitare la morte di Jessica e tutto questo casino-

Spiega Adne con voce atona e depressa, decisamente pentita perciò che ha detto a Connor o forse per il modo in cui l’ha detto. Vorrei aiutarla ma dirle che l’ho spiata sarebbe una condanna a morta certa, perché ande è molto pericolosa se arrabbiata.

Silenzio. Adne riprende a parlare- Per usarla dobbiamo però ricomporre le quattro parti delle chiave, disperse tutt’ora. Avremo bisogno d’aiuto e il branco dei licantropi più i vampiri della Ferro ci serviranno devi solo chiedere a Vilu e Fran se vogliono venire, mettile al corrente dei pericoli che ti assicuro sono molti.. e tra questi c’è la morte-
-E a me non chiedi se volgio venire o no?-
-Mm So già che verrai,non lo lascerai mai solo.. lo ami troppo. E’ fortunato mio fratello ad avere una come te-
------------------------------------------------------------

Pov Diego

Oggi i licantropi ci anno avvisato della partenza per un viaggetto, solo andata per molti di noi, alle ricerca della temporalis porta, per salvare uno di loro…e  Ludmilla e  Federico andranno..io devo ancora decidere.

Aiutare un licantropo? E perchè dovrei?
Poi penso che Lena, essendo la sorella del imprnting di maxi, andrà con loro e io devo proteggerla quella marmocchia. Non mi parla più, ha paura di me la bambinetta e la cosa bella e che siamo pazzescamente attratti l’no dalla altra..un umana non può avere questo effetto su di me.

-Allora Diego vieni o no?- Mi domanda Ludmilla spazientita
-Si, vengo- Sono morto…Fottuta marmocchia

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2189820